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D' AUTORI ITAHANI
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DEL MOTO DELL' ACQUE
TOMO a.
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DEL MOTO DELL' ACQUE
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TOMO IX.
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D^JXA TIPOGRAFIA DI JACOPO MARSI6U.
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ìt^ !ii6rìore% o tràtteniite^ o.daI foro datura! co»r
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so divertite^; c^^tlmtliiienf^ confuse^ ia nn 1000^9 m^tt^ Ao^qxìì> in al*
vei ae^inratìrìqetlàcsiV'^oagiOQmni^'daatii incredìbili' Mtfs solo al pa^se
&fét^ot& còp fotte, ed inonda^iofif freqttent3d^iine> ^ con continuo pò-- •
rfcòio^dt aomniergere' i paesi ^ ^ed- abitazioni soggiacenti^ m» ailcora'
al stij^eridre ,. eco prhrArtb di scoti nece^san ali» fertilvjtà de' terreni;^!
Simo* queste V aequfr chi^e , e 1* acque torbide ; *3(^He chiare- cWa- *
miamo quelle y che le'stesse campagne^ dalfe piogge irrigatef, stiirano* .
contìnttamenté ìm canali partìcoiarìr profondati tie^ terreni ^ per *taezr
zo de^ quali « si por|ano''.|^er ri vf marggtari ^aiie ¥af ti inf^riocr ,. alle quag-
li ppr si riducono l'^ai^qne sorgenti ne'' medésiimi l^rrenr»^
Acque torbide def Bolognese soqp/ quelle ,. che dai yicinp Apeunino*
eoli, corèe assai rapido , e particolarmente ne*' ^teitrpi pìovosi>* disceit-^'
dotto alia pianura , óve per là oiaggtor parte unite ìn^ un arveo-, fbr^
datuftò il £uWìe Reno; ohe da'^ monti ^ onde piìscipita ^ Todeadò» il t^-'
rena , porta mai^ia , che l^ Ib torbida ► "^^ ;
Tenevano i.nostH paìtriJ^otatniepte sej^arate queste due sortì d** ac-
que, tìcchè per diverse vfet a^ suoi termilni al dondueéranov e oerta^
ménte coi|; buona regda » poiché le .torbide cOfi*^'Ìa •depóbi&ioae d^Ue
natene » <QÌe poiane |Sk vengoiìa a poca, é poco ad ìnarzar I^^or al^^
Tei , sicché yjiertrttterfferle è necesaario munirli d' argim;^ onde poi
81 riducouo nijatmente # portarsi Isopra Ja campagna^ il ehe poca im^
porta , purché vàdani> lib^anrei^te.^ ancorcl)è: sostéMat^^'àr >uo tar-
mine ; ma li cendotti d'^acq^e ohisrér necpssaru^meàte *detoiie èsser
bassi » e prefoddàrsi ne^ t^emV altri m^^ti nonr ppssoàf) le *campagtì[e'
aver ìiL essi lo^ scolo necessaria alla ftrtìHtèv. ^ j^-v * ' •
• I condotti dunque del|^ acque xhiare^Cocc^Vffie^^com^ nel-
le Talli*- di Mbrrarar ,, ché^per molte bocche si scaricavano ìmtnediatà-^
mente nel Pò di Primaro» Ma il Rene,. che pori:»' Tacque torbide,.
direttamente nel Pa di Ferrara s* ìncanmHnava , ivKmìAa con P aqque
) -
del Po 8^ jDoltniTa nel nmo-di yokoo^ oovie -por Jaceva Panaro, ebe
Più 8opra nel medesimo Po «di .Fenara s' IntroduoeTa . Ebpo che il
o , apertasi alla Stellata più ipazìeaa bocca nel ramo di ATenesia ^
ntci per quella con isfogo maggiore $ né più traaroeaae le acque jpw
la più angusta , ed obliqua via nel Ttmo di Ferrara , e P acque del
Po dì .Ferrara 9 contro il pr<{pno corto, follarono indietro lilla Stel-
»]ata, seguendo il ramo di Venezia} non ha dubbio, che il Reno ah
Trel^e seguitato la strada medesima diriltifiteilata^^ome appunto H^
C^ Panaro, jBepoco ^TÌtmimtì foaseatlitrodat J^oÀ-Ferran nelle yak
li divertito.
Fu dal Po di Ferrara divertito con disegno di Tolerlo riporre , su-
bito fa^a r escavaftone dd Po di^errara , idie a quei tempi si me-
diava'p«r iotrodurvi di iuioto dal Po.^nde -ocfnA auffieioate per
upa navigazione. reale; ma conoteinta ^M^Mmpresa poco Aen ehm
impossibile ,vina«aime dopo aver Panano , e il -Po di Serrani rìfMfata
indietro il corso , lloveva rimettersi %1 «primieA iuogo ^ di dove »g ai-
tai^be. anch' egli j^rtato alla Stellata, ovvero avr^be continnato il
fùp viaggio per V Po di Volatìò , nm i Feiraresi interessati, pes .^on-
ifcev^rlo,. hanno sempre procurato dì dar maggkare cotere uffa possi^
btlità dell* introdoeiono ^el J'o^.ed in questh maniera perpetuar b
dimora 4eLReQO nelle valli.
.^chiedevano almeno le .valli tnigìde di nuova aoqito, anovi sfo-»-
ghi-, per li ^u^li si Caricassero^/ e oeH* introdbasiofte appunto ne fa-,
reno destrtiati saolti, cioè il cavo Zeniallno » che scariea Marrara in
Marmotta, quel /della ^Bastia , che ]^orta l'acqua di Marmoria in Po.;
molte. altre, bocche, in Primaro^i e finalménte le chiaviche Paolino^
che scaricavano il^Bb di Primaro nelle valli di Gomacchiò in diflMto-
tà di ben 14, miglia dal mare.^ essendo paruto impossibile, che per
alveo si stretto si potesse oondorre unta mole d' acque per ai lungo
spazio, che vi restava: ma. nò le cIbiaTtche Paolino turono giammai a«
dOprate^per. essersi laJabbrìeajdi esse con Ja prima prova aperta oon^
dna gran iisv^ra, che anco'' oggi si vede.; e forso ancora, per non dan^»
ocgg^av- lo valli di Gomaochlo con introdnzionp. d'acque impetuose »
e torbide.; i.oayi da una vallo all'altra', o di* torrlnti delta Roma-
gfDa, pur divertiti* nelle valli, sono Rinterriti , '«wevo anco attraversati
con argini,; .le bocche , e chiaiviche ;fatte per introdurci' acque delle
Talli in Po in- «ioinanza di JPérm^ sono cfaihse , e aestmitano .1' «equo
atesse in aUj^^a 4i qm^ttro, e'più {>ìé9i* sopra inacqua del ,fiunie t
come alla cirillica de' M^bri abbiamo veduto, e misurato* .
Or phi flr^f, che ^questo ;.sìa lo stato naturale .delle valli , 0 dio
tutta questa alte:^ sopra il ;Po non sia caufftta da' ripari fatti alle
bocche , per dove avrebbero naturalmente a ^scaricarsi ?
So non VI ftsaero interposto le gran moli d' argini fatti non dalla
miitJtrA'9 uà dftll'^ainanaartlficio 9 òhe. sole 16 ^scootirmana^ dal Po^i
|POtrebbero né memrun pelo star sopra di^ quelle inalzate?"
Le pianare vastissime , che da questi quattro » e più piedi d' ao-
-qua alzati éopra là naturai wperfioie- delle Talli restane inondate y e
queHe pia sa'^ che restano nonpivrtanto^ahe* sopra^ki ntiova sUpui^
^ie 9 che possano scolarsi , - ed*" in consegoenza- di M>Y#rcluo umore
io»betttte'a£&tlo s' insteriUmmo» poone eìieno ciliaEnarsi di sua natuta
>«llive sterili » e per arte prima del tempo bòmtìcate » come dicono»
^Ferraresi? o non pìùt^to^da qtresta evidente eadntsi. >< <||ie sempre
iHmno avuta sopra 4I Po» chiaramente eoncludestt Che (ossero^ dì soa
satura fertili » e- nuovamente dall^ acque trattenute insterìUteP non
è già più basso iLA>^'di Pirimajro di quel che^gii fosse- ne' ^tempi andati^
mai 9 come tut(^^li atari fitimr* di pianura *» si è* alzato di letto • L^
pianofe dunque ifora 'Coperte d'acqua inaliata» che hanno tanto de-
clivio sopra il Po inalza Co , molto maggiore ne avevan<>^'già sopra il
jnedesimo più basso 9 sicché » qua|ido^' 1^ acque non stavand più alte
del Po 9 erano discoperte $ e feconde • £ vogliono ì Ferraresi^ tradut*
xe a diletto^ ed Mgerdigia 9 1' iaduftria de' Bolognesi nelfe bonificar
adoni 9 come troppo intempestiw 9 alla" quale sono 4/dIe nuo^^ edcre^
ecenze dell' ac^a- neceaskati 9 per- MStkuìre la pristina feriilità a'
léro terren£> • « - .
Sé si leveranno i vii^JèntS ritegni alfe vàlfì, eisi JasdlntiìJio esperti
§^ dovuti sfoghi 9 quante pian'Ure già disooperie ora pop%Bte dait^ae*
Sa 9 trattenuta* di nuo^o si^souoprrrannoP quante si feconderanno*?
laute sono appunto quelle che corrispondoifQKalla pendènza di 4;' a 5.
pusdi in questi siti^^A cosi poco declivio» che noi| arriva a m<)zzo^ mi-
gflio per piede • Ma- se non sv sfogano ia- maniera 9 che 1'* acqua » olìe
<x>ntinuamente ci entia, nononTaUiia libèn^ 1' uscitay in quide altezza
sanmi^^ necessitate a «^trattenersi ? qtial vastità di paese giornalmeote
Sion allagheranno P ' quai pericoli fidahnente noor* sovrasteranno alla vU
nana <nUà di Ferrara 9^ già 'di presente molto iiifimoM-alk superQcìe
delle valli in que|ta g^isa sostentate P
Sua dunque «fflitto^r necessario i^re i sufficiei^;! i&gìA^ alle valli
laou solo nel Po 9 ma^ancora ^eUe valli inferiori sino al. m^e» nott
essendo in alcun modo- spfficiente ' il Po- di Primaro a ricévere tutte
V acque 9 che scendono noRe valli /-
. Avanti la diversione del 'Reno 9 e degK'aHll; fiumi difilla Romagna »
fa ealcolato 9 che non era il> Po di Pnmiiro caldee della quarta parte
dell' acque ohe penna entrar per tanti àttrf ^fUfli nelle v^ili . Veda*
n dunque .•come è possibile > che ottidi entrandevif! 9 oltre, tutti quei
canali 9 il Reno t e gli altri fiumi dèlia Remaenà'9 si^jcaricù nelle
piene tutta 1'^ acqua delle valli nel mare per r akeo del; Po 4^ Pri^
BUM 9 per conseguenza quanto^ e|^ è neiesaario' apiire aitai sfoghi
a
safBci^nti a portare al mare V acque , ohe |>er tanti canali vi $' in*
troduoonò» quando 4)DCi>ra ae foisero xinuissi ì fiumi nuovamente ìop
« MaisSoarjl^ai:;le valU-dal ^so sovevcliiodelracqua^ sena' altra proT«
jviaieae^ non vl>a8ta ^ JH jReno^ .da che abooca nelle valli con le sue
torbide « je ^talmente interrita 9 ohe la navigazione vecchia da Ma^
Jalbi^vgo.a Feirara per la via più brevo9g>ef jnancamento ài fondo ai
è abban3Eonata9'>e jAresa nim tortuosa strada verso il mare^ cho
rkt^op|>m*Ja lunghezza del viaggio . Quesu ancora ^ abbassate cho
fossero te Valli in uguaglianza ài Po àV Primaro • resterebbe in sec-
cori -e sai^bbe^ 'secèfsario |K)avarla . per la via «più ore ve nel nnovo^ in-
tenlmento fattovi dsd. Reno • Ojjerazione « ^be più che volentieri si
iarel^ j e si pronmpverebbe con*r istess* i^oqua dei" Canal Naviglio >
^ ancofa .eoa V intcodujEione Ai quello di Jaìolo^^ di Scorsnro nel
fiuovo caQ^.siuo' a Ferrara. / . ;
lì anatitenimento però di qnes^ navigazione» <some ancode^ ean»-
li d^iidque««obiàrej(^che corrèssero per le vaiti» sarebbe impossibile ^
«ffiei^tre Heoo WitiiMaase a ^hfHmw9Ì / jperohè l>en presto di nuova
con' le. ,f oc^_ torbijie i* ìfitèrn^béi. , ^
JStirà dunque ^0a4to^|iei^0sarta la rimozione del Reno dalle TaHit si
per lo Tnantemn^iento deUa.<»j;KavSgaziofVD ^ che iiopo V escolazione delle
.va^i, si iCa#^|èiy>e Tettameste da JVIalalbar|^ a Pentta» si per io tf-
beVo es^.deir acque cbisure acdle .vitlf^ e là * oom'unicaìBiotte diqae»
>té tcòl Po div Primarò^t/ó Con le 'valli inferkuri^. Al cbe y per aknìl ra«
glène, sarebbb' giovevo^r U •''Pinozfoae ^lle^^iiltre' torbida della Roma-
gna, da' Ferraresi proposta^ aoofò olw queste ^oxk interrissero i ca-
vi, ^' le boccbe, neifajjnàniefa» clfe oggidi.:si ved^ aver ridice in-
ferito ,ji^avo.2enEaIinò^ %
, .Dimosttata la t^tàl* necessità d^la rimozioneVteLReno daHt^ valli p
^vedìa ' ^* t^^ ^i^t -1 ^- j 11
.•qufi
vertito nelle valli Con .espressa intenzione di^ restituirlo in breve al
prìstino corso ;» fatta l' introduzione ^^U' acque del *Po graade^ se fos-
.-«e'^slaip ppssibileV^igni dettame Idi fagÌJE>ne^ Cjdigiastiaia ridiiede^ dm
per quallk^ strada si cOuiihca il Reno al mare^ per la quale di pr^
sente 'si condurrebbe^ se non fosse auto nelle valli diverótOM i
jge^già n(m^ fosse stato divertito , quando Paoque del Po di t'erra-
rra rìvèltaiwi^' indielrò^l suo corso, e voltarono seco queUa di laaa-
* (o ài Po^jrande alla StèHUaj t'acquo del Reno 9 o si sarebbero ri-
toUate a qi|èlla parte,* ovvero avrebbero eontìnaatò il ano corso nel
:P^ di Volano; adunque 0 nel Po grande, o nel Po di Vadano devono
- rlget^abi ì^acque dèi Reno "f cioè per quella strada 1 che prima fiu^e-
. vano ,.0 . per .quella » cbeJ4i pr^ente darebbero • .
01 q qù^l laicato 4iebba al prep^nte darsegli^, che sia conforme a
che richieda la nataia. J^tessa « e T equità; essendosi il Eeno di-
Ma è assai più possibile) che si fossero voltate alla Stellata, ai per
Y esempio di Panaro , che sempre è andato in compagnia del Reoo »
io maniera che prima della diversione negli accidenti , che volta*
ra Panaro verso la Stellata , seguitavate il Reno , e pòi unitameli*
te ritornavano verso Ferrara» come anche per P inclinazione , che
vi ha r acqua del canal di Cento , che sbocca nel Po di Ferrara »
la quale se da un argine , che attraversa quest' alveo vicino al Bon-
deno non fosse impedita, a quella volta pure con Panaro s'incammi*
nerebbe .
L' acque poi , che versa Reno nelle rotte dalla parte di ponente ,
le quali, superato anche il canal di Cento, vanno a sfogarsi per le
chiaviche di Bondeno in Panaro, che già era Po, mostrano a bastan-
za r inclinazione, che ha Reno a quella parte di seguitare con Paaar
rq il Po grande alla Stellata, dove pure dalle livellazioni, è certo,
che ha il Reno molto maggior caduta, che non ha in pari distanza
nelle valli, anzi, se crediamo a più probabili aupposti delP Argenta »
e d^ altri, tanta ne ha alla Stellata, quanta al mare, correndo il Po
da quel termine sino al mare , senza-, mìnima cadata , e solo in virtù
dell'impulso precedente.
Là dunque s'incamminerebbe, rimossi gli argini, che lo diverti*
acono nelle valli , introdotto che fosse nelP alveo da cui prima fu di«
Tertito , sicché là pure , per non tenerlo più nello stato di violenza ,
deve lasciarsi correre • A questa ragione non solo dovrebbero quie*
tarsi i Ferraresi, ma anco gli altri. Principi confinanti, non trattando
i Bolognesi di condurre il Reno per altra via di quella , che avrebbe
presa da se stesso, quando non fosse stato rimosso dal pristino luogo , e
siccome se da se stesso avesse presa quella volta , ninno avrebbe po«
tnto impedirlo , cosi al presente non vi è ragione d' impedire quella
vìa , che per se stesso avrebbe spianala .
Rimettersi il Reno neir alveo vecchio , chi può vietarlo ? Levisi
r argine al Bondeno, che non v'era quando fu rimosso il Reno, e
lascisi allora correre a quella parte , che da se stesso prenderà ,
chi può querelarsi ?
Non vichvedeano altro i Bolognesi, che rimetterlo dove andereb*
he , se non fosse stato rimosso , per rimetterlo dove andava • Non do^
mandano di condurlo per l' altrui possessioni , ma per alvei sempre
per ^addietro occupati da' fiumi. E se varj partiti hanno proposto
per O0nduplo al Po grande , l' hanno fatto per aiotare , e. facilitare
eoa pia breve corso V istessa esigenza della natura , quando se ne
fossero contentati i Ferraresi, compensando con l'altre utilità U
basino, che fosiev» statì per avere nell' introdarre il Rane, ne" loro
"Coltivati terreni.
Goni» daaque aoo ai mddssfiuio 4ella varietà dn' pmposti Hevnné.^
amplifieuido inconvenienti , che ne riralterebbero P Vit sé , chia-
dansi l' orecchie ad o^i altro partito » che a questo di lasciar correr
il Reno, dove pet se stesso (tolti gì' impedimenti ^ correrebbe» così
a' adempiranno i voti de' Bolognesi » così si eseguiranno i brevi di
, eseguiranno „
tanti fonimi Pontefici , cosi finalmente si leveranno gli attacchi ^de'
litigi 9^y occasione di tante querele ai Ferraresi »
Forse i Ferraresi stretti da questa ragione» per escluderla» inata«
ranno » che si scavi l' alveo di Primaro » per introdurvi V acque del
Po grande » e restituire fa navigazione » e poi vi s' introduca il Re*
no » conferme la bolla di Clemente Ottavo . Al che si risponderà » che
concesso » essere tale introduaione possibile » la quale però è stata
dimostrata impossibile dallo stesso Aleotti, jierito eruditissimo de' Fer-
raresi » e per tale approvato da tutti gli altri T>erìtì » mandati da Ro«
ma a quest' effetto » e per tale supposta da' Poutefici stessi » che bau*
no ordinato la condotta del Reno al Po grande» senza far più men*'
zione dell' escavazione^ del Po di Primaro» e di nuovo , con ragioni
a parte» si dimostrerà essere impresa almeno d'incertissima rìoBoita»
di spesa intollerabile » ed impossibile a mantenere • Gessa nondimeno»
la necessità di tenere al presente nelle valli il Reno» sino che sia
fatta 1' escavazione del Po di Primaro» perchè potendosi voltare alla
Stellata non porterà le sue acque nel Po di Primaro» come fa di
presente » anzi darà comodità di scavarlo da Ferrara sino al mare » il
che non si potrebbe fare adesso senza rimoverlo» mentre manda di
presente le sue acque in Primaro»
Voltisi dunque prima Reno alla Stellata » e poi si faccia quell' e-
soavazione del Po di Primaro» che più piace » indi voltisi il corso al
Reno » se sarà allora giudicato espediente » e si continui poi lo sca«
vamento del Po di Ferrara sino alla Stellata» per introdurvi quella
parte del Po grande » che basta alla pretesa navigazione .
Certamente» se a' tempi di Clemente Otta vo < fosse andate il Reno
alla Stellata 9 o fosse stato creduto possibile il voltarvelo, si avrebbe
avuto questo per miglior partito» per dar comodità all' esoavazione
del Po di Primaro» che voltarlo nelle valli.
Gessando dunque il motiva» per cui vi tu rivoltato » deve ora le-
varsene» anzi mentre lo stesso nume» per cui fu voltato nelle valli»
vien meglio effettuato con voltarlo alla Stellata » colà anco a fine del-
l' escavazione del Po di Primaro deve rivoltarsi ; vedano adunque i
Ferraresi , che mentre fanone instanza » che sia escavato Primaro » m
mettono in necessità di voltar Reno alla Stellati » almeno intanto che
si faccia la richiesta* eseavazione *
« À^ vipieghi » che ^propongono i Ferraresi » come concernenti alla
stravagante diversione » che disegnerebbero di far nelle valli » non si
devono altre risposte ^ che questa ia generale » ohe essendo quelli
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br^natì ad un fine direttamente opposto a quello» che abbiamo d!«
'mostrato richieder la natura is tessa» l'equità» e il pubblico bene»
non vi è occasione d' applicarvi •
Quanto poi appartiene ad altri partiti » che sieno almeno indiffe*
renti» e che non ripugnino al pubblico bene^ non saranno mai i Bo«
lognesi » purché conseguiscatio il loro intento » per farli minima op-
posizione.
Onde rimosso dalle valli il Reno seco acconsentano , che s' aprano
«foghi di valle in valle sino al mare» e si conducano direttamente i
fiumi delia Romagna pure al mare; poiché in efSetto ques-te proposi-
zioni sono concernenti al ben pubblico » a cui l' istanze de' Bolognesi
aono unicamente ordinate^
ORIGINE DELLE MUTAZIONI DEL RENO.
A
vanti ogoi convenzione fra i Duchi di Ferrara , e i Bolognesi
lì Reno andava ad unirsi con Panaro al Finale » e con esso entrava ia
Po al Bondeno. \ Anno ^54^. Biondo Italia illustrata ) . '
Dividevasi allora il Po alla Stellata in due rami , ( Domenico Ma*
Ha Geografico ) il destro che era il jHincipale» veniva al Bondeno » ove
ricevuti Panaro» e Reno seguiva indiviso sino a Ferrara» da cui pi-
gliava il nome » ed ivi alla punta di S. Gioifffio in due gran rami di
Frimaro » e di Volano «i divideva . ( Sardi Jst. Ferr. ) L' espansipnt
di Prìmaro ibrmavatio le valli a destra » per mezzo delle quali ri-
•ceveva gli altri fiumi del Bolognese » e della Romagna fino al Lamo«
ne • ( Pigna Tst* Estense ) •
Né mancavano diramazioni al Po di Volano » come ^ra quella del
Vergìnese , che metteva €apo nelle valK di Gomacchio •
Il ramro sinistro , che partiva dalla Stellata verso il Lago scure » e
quello » a cui oggidì tutto si riduce il Po grande » che seguita indiw
tìso sino alla punta d'Ariano. Questo ramo, che oggi è tutto il tron-
te del Po » gì istorici Ferraresi ( Sardi , Pigna » Leandro ) non lo
£inoo più antico di cinque, secoli , attribuendone P origino alla rotta
procurata da un certo 'Sicardo di Figarolo coatro i Ruinesi » per cai
portatosi per via più breve » e libera dagP incontri d' altri fiumi . al
mare » a poco a poco dilatandosi » e profondandosi sia finalmente arri*
vate alla capacità di tutte P acqua di Loaibardia » delle quali da prin»
cipio portava solamente una parte.
Sono due aecpli » che cominciò a Tederai imminente la rìdusioìne
del Po al solo ramo sinistro» cominciando a sminuirsi sensibilmente
il ramo di Ferrara » dal che temevasi ^ come poi irreparabilmente è
successa» la perdita della navigazione reale deua Lombardia alle ma?
ra della città di^ Ferrara,
la
* Di questa unione di tntto il Po nel solo ramo sinistro» e dell' ab»
bundoDO di quello di Ferrara y ne vennero Rimati colpevoli Panaro »
e Reno , per entrar nel ramo destro vicino alla diramazione . Il Pa-
naro, come ficme ^ che sin da' suoi focrti .fino allo sbocco in Po era
eotto il domìnio del Duca di Ferrara, fa tollerato, lasciato al suo
^uogo , e permessogli il recapito , che da se stesso si trovò , anche con
voltare indietro contro V antica corrente del Po per 1' alveo da questi
abbandonato, il suo corso. Tutta la colpa venne addossata al Reno»
fiume Bolognese , quando ancora sboccò da più lontano dalla dirama-
zione , e perciò in varj tempi , in varie maniere venne perturbato »
e lacerato, a fine di voltarlo a buonificare la Sanmnrtina.
Agli attentati de' Duchi , come pregiudicìali a' Bolognesi » ^' oppo-
sero in ogni tempo i Sommi Pontefici , ed in ogni occasione dì no-
vità , o portata dall'accidente^, o procurata con arte» per cui venisse
il Reno a divertirsi dal Po, operarono che vi fosse rimesso, benché
ciò non seguisse sempre per le medesime vie , ma per diverse , se*
condo le convenzioni fatte in varj tempi fra le parti , avendo sempre
operato i Duchi d'accostarlo ogni volta più alla Sanmartina ; final-
mente fatto sboccare a Po rotto , quattro miglia sopra Ferrara , mai
più non consentirono i Bolognesi , che ne fosse rimosso , ancorché
quasi per un secolo intiero lo procurassero i Ducbi »
Devoluto alla Santa Sede lo stato di Ferrara, ottennero finalmente
j Ferraresi, che fosse divertito il Reno nella Sanmartina, fico a tan-
to che si facesse 1' escava^ione del Po per ricondnrb a Ferrara, ope-
ra allora stimata riuscibile , e di breve tempo. L' opera tentata non
solo non dieHe mai speranza di riuscita, ma sempre più con 1' ope^
razioni si difiBcoltò ; onde i Bolognesi cominciarono a proporre il re-
capito del Reno in Po grande , alla qual proposizione opposero i Fer-
raresi l' instanza del proseguimento dell' escavazione per introduzio-
he nel Po. -
Dopo molte visite de' conup^issar] Apostolici fatte con gran conten-
zioni delle parti , e. senza .alcuna conclusione, finalmente Monsignor
Corsini , specialmente deputato a questo interesse , pronunziò per la
diversione del Reno in Po grande, e dalla Santità di Urbano Vili,
per breve ne venne ordinata l' esecuzione , che poi non seguì .
In- tanto il Reno, sempre più imprigionato da' signori Ferraresi
«nehe con la ebìnsa delle bocche assegnategli in Po » cagiona imo^i-
senti danni al Bolognese » e Ferrarese , ' e niinaocia di peggio : onde
linovando i Bologneu l' istanze , viene dalla Santità di Nostro Signo*
sre ordinata la visita . principiata con la sopraintendenza del signor
Cardinal Borromei > e terminata ora sotto l' Eminentiss. Bandinelli •
i3
SERIE DE' NEGOZIATI DI DUE SECOLI PER
L' INTERESSE DEL RENO .
J^ anno 1460. avendo il Reno rotti gli argini a Cento con gran
danno del Bolognese, e Ferrarese, né curando il Duca Borso di ri-
metterlo in Po, ne vien sollecitato dalla Santità di Pio IL e dal Car-*
d'male Vescovo di Bologna , Signori di Cento , e della Pieve , oltre
r instanze de' Bolognesi*
Deputato per Commissario a trovar maniera di recapitare il Reno il
Conte Paolo Cortabile Giudice de' Savi, che con commissarj Bolo*
^nesì visita più volte tutti i luoghi, e finalmente vien mandato am-
basciatore a Cento al Cardinal Vescovo , ove i Bolognesi mandano
per commissario Giovanni Gaidotti, e di nuovo visitati i luoghi,
convengono nella strada di mandar Reno in Po. L'alveo assegnatogli
passava alla torre di Canoli , eh' era vicina al Finale , ed alla Bastia ,
ora rovinato sul Bondenese ^ nel cui territorio sboccava in Po ; 1' al-
veo si fece di larghezza di pertiche ii. Bolognesi, gli argini di 2 e
mezzo , lo spazio tra J' alveo di qua, e di là dall' argine pertiche 4*
Di nuovo il Reno rompendo entra nella Sanmartina, e per bonifi-
carla il Duca Ercole vi fa un cavo sino al Traghetto , ed alzatala
tanto che potè fabbricarvi molte case , e poderi , rimette il Reno
in Po •
A Po rotto poi, ed abbandonato nella parte inferiore quest'alveo
s'apre un'altra bocca in Po sopra Vigarano , ( i552) la quale Alfon-
so rrìmo fa istanza , che sia chiusa , conaentendo alF istanza de' Bo-
lognesi ^ che si rimettesse nell'alveo vecchio a sboccare in Po, come
prima ; ( Instrom. della sec* convenzione ) là rotta si piglia a S[»ese
del Duca, e de' Centesì ; rescavazìone. dell' alveo vecchio a spese
de' Centesi , e de' Bplognesi per metà ; in questa oonvenzione Riolo
s'introduce in Reno per la parte -^superiore quattno miglia sotto Bo-
logna, il rimanente di. lUolo nella parte inferiore gì: lascia correre
separato in Po a Po rottQ, come prima*
.Comincia a mancare a- Ferrara sensibilmente il Po, (Leandro,) e
già^ Panaro, e Reno a rivoltar il corso verso la Stellata a ritro-
varlo . . i
Ercole Secondo Duca di Ferrara procura la rotta del Reno poco
cottola Pieve, (i56a) onde viene inondata, e ridotta di nuovo a
^Talle la Sanmartina, Traversia, e RaVeda con altri luoghi vicini.
La Santità di Paolo Terzo manda Monsig* Strasoldi a visitare il
fatto , ed avuta là Relarione obbliga il Duca a ripigliare a sue spese
la rotta , e mantenere nel pristino stato il Reno *
Ad instanza del Duca di Ferrara vien mandato da Nostro Signore
N
;
j
*4
per commisiario a veder la maniera di mantenere la fitvigasione di
Perrara, Monsignor -de' Medici » senza speranza di riuscita*
Alfonso Secondo per mantenere la navigazione di Ferrara ^ fa con
immense spese una palificata alla Stellata, perchè spìnga nel Po di
Fen^ra P acque» ma senza effetto } -( 1 569. Aleotti Isl. Ferr. ) ondo
ai risolve ìntrodurìo per via d' esoavazione » alla quale, con imposi-*
zione di nuove gabelle, Ak principio, ma per molta diligenza che
'vi faccia , né meno ha effetto ; ( i &7a. Aleotti Ist. Ferr. ) onde dispe-
rato affatto del successo, fa un argine nel Po al Bondeno ^ acciocché
almeno V acque di Panaro , <e del Reno , prendano il corso per V al-
veo di Volano, debole però in modo, che potesse &cilmente tagliar*
ai neU' escrescenze del V09 (1574») e né meno aegue P effetto, per
esserai in maniera alzata la fooe , ohe in vece di correre l' acqua aU
V ingiù , volta nel Po di Venezia , onde ei tralascia il tutto •
Sono ad inatanza del Duca Alfonso, con -h soprìatendenm di Mon-
signor della Cava, (ix57o. visita autentica y) httì scandagli dal Pa
grande da Lago scuro alla Stellata , e da' Rami di Primaro , e VoTa^*
no sino al mare con la pianta delle. Talli di Marrara, e Marmorta^
ma senza conclusione, trovandosi in questa visita, che l'acqua del
fieno corèe verso il Po grande «
Finalmente il Duca vedendo ,.( iSga. ^260//},) che quel poco d'ao»
qua, che veniva dal Reno verso Ferrara, non era bastante a mante-
nere la navigazione per due rami, intesta il Po d'Argenta alla punta,
di S. Giorgio , e riduce Reno in Volano , per cui corse sino alla di-
versione nelle vaUi •
Intanto i Veneziani -con nuovo taglio ebbreviano il <iorso del Po i
onde tanto più s'accelera la riduzione di tutta l'acqua di LombariLia
nel ramo ministro , ed il totale abbandono del ramo di Ferrara , e
fassi l'alveo del Po di Ferrara alveo di Panaro, per cui va all' in-
dietro a trovar la corrente del Po alla Stellata , seguendo anche oob
parte delle sue acque il Reno, nen easendo ancora tra Panaro^ e
neno alcuna intestatura nel Po di Ferrara^ per lasciare al Po., ed a
Panaro nelle maggiori escrescenze del Pò questo sfogo ne' due rama
di Primaro , e di Volano , che poi daU' eaperìenza *4limostrato non
necessario , i venuto affatto in disuso •
Clemente Vili, ricuperata la città di Ferrara condiscende al-
l' instanze de' Ferraresi di divertire il Reno nella Saomartina , ( i $98.
Bolla ) , per hr V escavazione del Po , manda sei Architetti a consi-
derarne il modo , i quali concludono tutto l'opposto di quello si di-
segnava, che si conducessero tutti i fiumi arginati in Po, ed i con-
dotti si facessero passare per botte nel Polesine di S. Giorgio ^ ed
approvato il parere con iscritture stampate da altri Architetti •
L' Aleotti perito Ferrarese propone altro partito ^ ( i6of ) e lo
j
-/.
I
jlifendev dimoirtrando' essere impossibile T ititiròda^óne del* Po, se pri-*
ma non si ricapita Reno nel tronco principale in Po grande» e ne
insegba il modo nella difesa stampata in Ferrara •
Il Papa » seguendo il consiglio del p.' Spernazzati Gesuita ,• ordina
la diirersione di^Rena nella Sanmartìna> reclamando sino all' ultimo
i Bolognesi •'
Li quali si pretende di mantenere indenni ( i6o4« ) con^ perfezio-
nare* 1 argine circondario*^ della SanmaiPtina , e degli argini di Cogne-
la Sina a Mavrara«
- Vengongli'^ assegnate per lo sbocco in Po la boeca de* Masi, del Le-'
valore» dal eavo del Duca» ed altre bocche inferiori, ohe sole di
presente vengono libere • '
.. L'estensione dello Spernazzati^ non produce alcanne effetto (i6o5. )
ed il Reno dalle prime piene , rotti gli argini, sommerge i ci^nvi*
Cini naesi; del Bolognese , e Ferrarese • \
Alle doglianze de' Bolognesi si^ visitano \ danni prima da IVIonsign*^
Centurione f che dopo uua lunga, e diligente visita, termina prima
dell' opei^azione i suoi giorni.
£• poi da Monsìg*. Gaetano , (« i4o6» ) con- 1' assistenza degli Amba-
sciatori delle partir da' quali di veduta, e confessione/ delle medesi-
me si:, asserisce accresciuto il disordine, eia necessità di provvedervi.
Il Gaetano , fatto Cardinale sopraintendente a questo affare, fa e*
saìninare con lunga visita la proposizione de' Ferraresi di prasegnire
V escavazione del I?o ,^ e de' Bolognesi di condur Reno in^ Po grande •
DelF una, e dell' altra disegno fansi gli scandagli a modo delle
parti, che non conveogono*^
Ne meno altro efletto in questo particolare- ebbe la visita del sig.
Cardinale Rivarola suo successore (. i6i3. ) '
Onde già di nuovo anche nel presente governo disperata l'intro*
duzione nel Po, il Cardinale Legato di Ferrara per questa naviga-
zione divertisce dal Po il Panaro , e lo volta a Ferrara ( 1617. ). Ma
dal Cardinal Capponi Soprintendente all'acque, si risolve di voltare
in Po Panaro, e Reno.
Non ha effetto la rivolta del Reno , da nuovr emergenti è distur-
bata, ma solo quella di Panaro, per cui s'^ intesta vicino al Bondeno
il Po di Ferrara , ma con argine debole , ( 1622. ) acciò nell' escre*
scenze del Po
V antico ramo
mostrato non èssere necessario.
Monsig. Corsini specialmente deputato a questo interesse ( x6siS. )
dopo una lunga visita co' Pteriti deHe parti, con P assistenza del &-
mosissimo Castelli , dà la frua relazione per l^^introdusione di Reno
in Po alla Stellata | ohe giudica potersi fare con i5or mila scudi , e
potesse questi, e il Panaro avere' il solito sfoga nel-
, ^ìl quale si è dato , sin tanta che 1' esperienza ha di-
i6
dalla Santità di Urbano ^II. ne viene ordinata per Brere 1* éaeoa*
zione » ( 1627. )ja qaale da nnovi emergenti vien differita.
Intanto dal Cardinale Pallotta di nuovo oon autorità Pontificia u
tenta con escavazioni l' introduzione del Po senza successo ; e per fi-
ne dalla Santità d' Innocenzo X. tiene di nuovo ad istanza de doIo^
gnesi, agitata questa materia con gran contenzioni delle parti, senza
risoluzione •
Nel nuovo pontificato di Nostro Signore Alessandro VIL i Bolo-
gnesi mandano Ambasciatore straordinario a Roma- il Marchese Ta«
nari y per fare instanza della remozione del Reno dalle valli • A que-
sta nella prima congregazione de' Cardinali tenuta d^ ordine di No-
stro Signore , oppone il Conte Nigrelli Ambasciatore di Ferrara Tin-
Stanza dell' escavazione del Po ; s- intima per tanto un' altra congre-
f azione » per discutere se sia possibile , ed utile l' introduzione del
0 a Ferrara 9 e portate per V una, e per V altra parte in iscrìtto le
cagioni , e le repliche 9 non esce fuori alcun decreto dalla Sacra Con-
gregazione. Ma intimata la terza per trattar della diversione del Re-
no in Po grande, intèse le ragioni controverse, e repliche delle par-
ti , si decretò la livellazione della caduta del Reno in Po gnnde , e
la perquisizione degli effetti di Panaro introdottovi , da farsi con la
soprainten^enza del signor Cardinale Borromei • Interpostasi , per cau-
sa di contagio, e d'altri accidenti, un anno di dimora, ottiene in-
tanto r Ambascia ter di Ferrara, che in quest'occasione ai esamini la
caduta del Reno nelle valli , e la capaoità di esse •
H.,
>7
MEMORIALI
jaU Santità di Nostro Sigmon Innocemo X. ed agli EminMiissimi
€ Reverendissimi Signori Cardinali della Congregasdone
delP acque
PER LA PiEMOZIONE DEL RENO
Ad istanza del Reggimento di Bologna, e degP interessati
Bolognesi di detto Reno* Dati Tanno i65i«
EnUnentiésimi , e Reverendissimi Signori •
, XL pisciato aH'inBnita «lemeasa, e rettissima intenzione di No»
atro Signore. d^ esaudire ultimamente ramiVissime instanze fattale di
nnoYo nnitamente, e ifel Reggimento di Bologna, e dagristessì in-
teressati Bolognesi, per la remozione del Ren<^ dalle Talli, col com-
mettere all'Eminenze Vostre la disoassione, e deliberazione del dare
al ^etto Reno il devoto ricapito «
£ con necessaria la remo^ione del Reno dalle valli, che anche
per giustizia non sì deve oggidì più negare agli oratori , e molto me-
no diifferìme reseonzione, sì perchò per gr interrimenti fatti dal
Beno nella Sanmartina , e nella valle di Marrara , restano queste , e
quella dì Marmorta incapaci delle ano torbide , e dell' acque di tanti
altri fiumi, e condotti^ senza lo scolo destinatoli nel Po di Primaro,
più delle stesse valli alzato di fondo , e ripieno ; sì perchè il Reno
medesimo , per non aver caduta alcuna verso la valle , ha perduto
anche, per mi tratto di dieci , e più miglia lungi dall'intestatura
fatta <k ^Clemente - Ottavo , il proprio alveo , dimodoché dall' anno
j635. in qua non è snccessa escrescenza delle sue acque, che non
abbia causato prima di portarsi alla valle, o spargimenti, o rotture
negli argini inferiori , con sommersioni grandissime ; nell' annesso mo-
menale trasmesso ultimamente da Nostro Signore all'Eminenze Yo*
atte vengono più distintamente rappresentate le cause di tanti mali,
ed espressi i danni immensi, che ne risultano, e sovrastano maggio-
ri^ e rimangono molto più . giustificate le ragioni , per le quali sem^
5 re più si fa urgente la necessità di levare il Reno dalle valli , e
alle visite fatte tant'anni sono dall' Eminentissimo Capponi, e dalla
i>uona memoria di MoMignor Gorsim , e dalla relazione , ohe no feod
. 3
\
16
Monsignor me Jetimcs <^hB a^ tal efiotto fi esftifoo nIP Eminensr To-
stre, come anche da? Brevi concessi » pw introdurlo nel Po grande »
da Greaorio XV. ed Urbano Vili, di Santa memoria.
Supplicano però, umilmente V Eminente Vostre gli Oratori suddetti
al voler benignamente secondar la Santa mente di Nostro^ Signore ia
concederli , e decretare la detta remozione del Beno dalle valli , ia
Jjuel modo 9 che dalla somma loro prudenza verrà determinato più'
unibile, meno dispendioso, più giovevofe a tutti, e meno dannoso
anche agi' istessi Signori Ferraresi . €lhe il tutto , ec. Quaa. Deus-,, eo^
BEATISSIUrO PADRE-.
E
u supplicata umilmente Vostra Santità, dal Reggimento di Bolo-^
gna dell' anno u64S» per la remozione del Reno dalle valli di Marra^
ra , a fine d' introdurlo nel Po. di Lombardia , secondo li Brevi altre
Tolte concessi da Gregorio XV. ed Urbano Vili, e si compiacque be-
nignamente Vostra Santità di rimetterne la cognizione di questa sua
umilissima instanza alla Congregazione dell' acque , dalla quale non
fu pigliata alcuna risoluzione; cappreseiHa però il Reggimento alla
Santità. Vostra^ le stesse eause , che allora furono dedotte nella sud-
detta Congregazione per motivo sufficiente al doversi concedere la
detta remozione ; e perchè si rende giornalmente viepiù urgente la
necessità di provvedere a tante miserie ,, supplica aache umilmente la
Santità Vostra per la necessaria determinazione •-
Le cause suddette sono-, che col pretesto dipanare li terreni dalla
deatra del Po di Ferrara, e di Primaro, e di preservare quelli da sio*
nistra, e ricondurre una parte del Po di Lombardia, per restituire
la. navigazione* perduta alla città di Ferrara-, contro il naturai corso
del fiume Reno nel Po^ come si ha dalle più antiche tradizioni , ed
istorie, e contro le convenzioni fra la città di Bologna^ e li. Duchi «^
e comune di Ferrara , e contro parimente a molti Decreti', e Brevi
de^ Sommi Pontefici., e particolarmente di Paolo Terzo, dopo aver
que&ti ocularmente di persona veduti li fatti, fu dell'anno 1604*
voltato il corso del medesimo Reno- ad tempus nella Sanmartina»
senza la precedente esecuzione della mente di Clemente VIIL Sommo
Pontefice, a fine di escavare Inalveo del Po di Primaro, e di Vola^
no , e renderli capaci, della nuova introduzione del Po di Lombardia»
e del Reno , e degli altri soliti torrenti, la qiiale escavaeione fu sup-
posta opera di pochi mesi , e spesa dì poche migliaia di scudi. Que-
8ta dopo il corso di 4^». anni , e molte prove ìautili , e dannose, ooa
dispendio di molte centinaia di migliaia di scodi cavati da' poveri
auadiU della Santa Sede ,. rimane anche senza efietto aloono. j e per
'9
éOMegoedza T impossibilifà déna>*ntmtà'iiitròda2Ìofte di patte de) Por
resta dal snoceaso atesso comprobata..
Fu fiitto alla Sanmartina , in occaaioiìe della detta diveraoue del
Seno , un argine oircoDdario^ acciò lo stesio Reno non inondasse i
terreni superiori , e non entrasse nelle -valli «di Marrara , del Poggio 5
e di Malalbergo 9 «a per dar esito all'acqne di Ini chiarificate nella
Sanmartina, furono aperte sopra la punta di S. Giorgio due bocche
seir akee del Po di Ferrara, nna detta de' Gappiicoini , e l'altra de'
Masi , e ^otlo la medesima tpuiita fu aperta nell' alveo di Primato
r altra. detta del Levalor^ , escavando anche il cavo di Marrara , o
vogliamo del Duca., acciò per tante bocche ai spianassero l'acque
della Sanmartina^ ma peif occasione del Panaro condotto a Ferrara
dal signor Cardinal Sei^ra , contro ^l'istanze de' Bolognesi, fu con ar-
^ne tirato daUa punta di Prtmaro alla destra del Po di Ferrara , ^
aduso il i)orso delle bocche de' Cappuccini, e de' Masi fri loro^desti-^
nato alveo del Po di Ferrara , e perciò in breve tempo rimasero in-
territe., e serrate^ massi me .000 1' aiuto delle torbide del Panaro, al
quale, nelle sue maggiori escreaeeace furono da' signori Fenraresi da«
ti ^più volte diversi tagli per isfogo della Sanmartina «
È successo dunque, che per tal deposizione del Reno, e per im-
peto delle sue acque non ^esd d«U' argine circondario della Sanmar-
tina apparenza di vestigio aloaao ; onde il Reno , contro il promesse
dagli Autori della sua diversione , scorte neUe valli del Poggio, e da
quelle cade in Marrara, avendo interrito il cavo -suddetto del Duca,
e moU' altri siti più profondi , iui mòdo che portandosi esso più in*
sanzi , quanto più si eleva ^on le* avie deposizioni , e con la mole
delle sue acque aelle valli iocapaoi ^ arnva ad apportar gran Tuinc
lungi dalla sua diversione in paese spaziosissimo , con perdita comu-
oe, e danno di Santa chiesa, e per quella -conceivie il solo -interesse
de' Bolognesi , ne seguono a danno loto i maH , òhe qua sotto breve-
mente si iiccennano^
Per essere la valle di Marrara liioapaoe jdeU'aeque di due torrenti, '
oìoà del Reno, e •di Savona;» e* 'per gl'interrimenti dì già fatti,.^
QOD avere aoolo^ se non penosissimo, ad arbitrio de' eìgnori Ferrare*
ai , nel suddetto Po di Brimaro , rsguiagkaBO V acque . d^l' uno ,
nguiagHaBo 1' acque . doti uno , /&
àfiìV altro 1y>rrente ne' <be»i •uperioii adiaoepti a detta valle , per uu
tratto però di otto in .dieci mìflìa di.aopsa di quella, e maggiamen-
te si dilatano oggi , mentre corre sregolato il Reno alla destra di set-
to daUa <9>Dfina Ferrarese, attravérsaada a linea retta il Rielo, a
Soorauno , seoli, prìnoip^lissimi del terrìtodo Sqjognese , ìb 4aiodo, che
impediti in. oltre àéle torbide del Rodo |;li>altrì sooH del Soorsurolo
dellq Galcasrate., e 4a gnett» .di Sanr (oa §k seeli della Loi^na , e del-
(iiijl^iw» teridieaaiettte air piòi nppireBentan ^ «he ttan «téraa parte
#ella piairan del territorio Bologoete retti ^ o per V inoodanmii
detto rigurgito » o ber la difficoltà degli scoli ^ poo9 meno', «he in*
frottaosa , o notabilmente fommeim r
U torrente suddetto di Ssvena ^ eom» attrarersato dal Reno 9 po-^
pbe volte conduce felicemente le tue torbide nella dette valle y obe
non infondi prima le cainpagne p rompendo gli argini or dall' una , or
dair altra parte»
La navigazione , cbe dal canal Njivìglio di Bologna per le Talli di
Ualalbergo per la Sanmartina passava a Ferrara , benehè fosse gU an-
1^ passati divertita per linea più lunga di ao. miglia no' siti più bas-
ai della valle di Marrara » ora per la maggior parte dell' anno per
nuovi interrimenti si rende impraticabile » e tento più si perderà af-
fitto, quanto cbe scorre di presente il Reno a dirittura nella mede-
«ma navigazione , causaoda replenoni maggiori ne' siti di quella ^ e
fra poco tempo impedirà totelmente la detta navigazione, con danno
Botabilìssima non solo della città di Bologna , ma anche detta Game««^
n Apostolica per le gabelle di Ferrara , atteso cbe levata la navi«»
gazìone y o resasi impratìeabile , la condotte delle merci volgerà il
rao passaggio per lo steto di Modena , o per altri pani pia facili ^ ^
meno dispendiosi»
. Dai gravami » e danni cosi immensi , ai quali per anni 4^. è stete
aoftteposte la più bella , e fruttifera parte del territorio di Bologna r
acne restete desolate molte cbiese parrooebiali , si sono impoveriti
volti monasteri di religiosi , e religiose Ve steto necessiteto il pub»
Mico r per manteniroiento de^ snoi citladini ., impiegare ogn^ anno mot»
te migliaia £ scudi in grani stranterìy^ dove per prima abbondava la
eittà de*^ propri , anche in sovvenimente dei circonvicini ; molte Gt^
anglie rimbìssin» , e nobtfissime si sonq ridette senaa alcun sostente»
mento , si sono sommerse molte cassine d' animati , e spopolate le
terre ,. inondate in gravissime psegindBaie ^ e detrimento de** daz} Ga»
mirali , e danne del Prìncipe stesso , anzi per le suddette inonda-
«sfioni , cbe d*^ anno in amia tncoedene mag^ori , viene impedite ai
enrati V^ amminiatrare* i Santissimi Sacramenti ai moribondi ^ e moltr,
e molti sono morti , e mnoiono gtomalntente senz^ atcnn aiuto spiri«-
tpale 9 coqpe apparisce dalle reiasioni ^ ed esclann , cbe fanne i curzK
ti delle cbiese più condeoe alla valle j e tante pia crescono li dair»
Mr e nmerìe > quante eae senq^ rigori^tese V ac^ue nelle partì so*
ptfiori..
' Anri s obe per essersi elevate il 'fimdo dot Rene in mode cbe per
^ intesruncttti. di qneOe r be dnUa Pieve in già pevdnie il sue pri«
aso alveo ^ e con peneeissime déefivie si. porte aUe vaiti deittre argU
m ^ cbe étXlà Ppte di lenrcnte ptflaoolarasettte sene déboKssmii,^ ed
ìm Vfltl lìnogna penooteaimQs ^ seiKe ipAe pereiir evideiMnMrnto
5
Ipposti al «omlnernrsi per roftore tutd E terreni pia froftifèri dei
comani inferiori del territorio Bolognese» cioè di Sànt' Agofftrinrr
Caliera» Raveda ^ Foggio » S. Venapsio » S. Viaoeoao, S« Prospero s
Tombe y S. Alberto r Malalbergo» Pégola» Massumatioo, Pòggetto» e di
altri «operìori a cpmti^ e similmeme ancbe la maggior parte^ dei be^
bì dell Arcivesoovato » e del Gapitola dellis Cattedrale posti nei sad*
detti comaoi . del Foggetto ^ Massumatico ^ e Saot"^ Alberto » come di
là molti anni sono , cbe tatti 1 s addetti terreni provano il danno
ella total p^dita del benefizio degli scoli ^ né iixferìorì a qnieste sona
Id calamità», ebe provano li terreni adiacenti alla TaHe di Marmorta,
e tant' altri cornimi » e terre a qnesta saperiori per Te continue rot*
tare^ dell' Idice» e <fel SìllarQ» e per le replevioni causate da questi ^^
e dal Sant^rno nel finer della linea del Po di Frimaro » ridotto per^
ei2» in isiato' da molti aqfni sono^ di aon poter ricerere Io scolo deHer
dette Talli, e portar conve prima Te foro acque af mare v
Consta dunque restar li terreni delia destra del Po maggiorm enrte
sommersi » e non sanati ». come fu supposto » né tampoco e seguita Ta
Jreservaziene di guellr della sinistra, perobè la giuuta dell'acque
el Reno cagiona di continuo tale, altezza d'acquo neUo valli , e nel
Primaro» che quella parte» che oousiste nel Fofesine di & Giorgio ^
e nelle valli di Comaccbio non solo rimane evidentemente soggetta ai
pericoli di grandissime rotture ». ma penetrando a forza del peso^ di
tant' acque stagnauti per la porosità della terra> [»rte di esse rompe
i condotti» o Doorsori del medesimo Polesine» e li rende incapaci di
ricever Tacque piovane » onde restano le campagne» per cagione di
questo » e per le sortnre suddette, misen»nente inmtilr»^ ma toccande
questa parte più ad ogni altnr»^ cbe a' Bolognesi » basterà* questo toc-^
co » per dar ìndico -della comunicanza del male ancbe aQa sinistrar
della quale gravissime cose rettano da «considerare «^
' Alle ragioni snddetSe (a risposto da'" mgnori Ferraresi y cbe il vere
ricapito del Reno sia Final vearlo di valle in valle verso il Tragbet«^
to sincbé sia effettuata Fintrodomone suddetta di parte del- Po di
«Lombardia a Ferrara » per restituirgli la perduta .navigazione » e cbe
il dare il recapito al Reno» o nel Po suddétto> o nel Po di Ferrara
aia nn esporre a pericolo dì sommersione y o di essere eontinnamente
daonegi^tti la città e iortezza fi Ferrara »
^ Rep£^ però il Reggimento», cbe li Holoepesi non banno mai fatto
^[qposizione all'* uilMdttzioàe del . detto Fo dr Iiombardia nel Po di Fer*
rara » ma sibbe^ creAiiabi impraticabiTe y eiy^e tale è riuscita per lo
•pacioni wpmì\/S^ e«non'sénca ragione si sono peieitasi y che siasta-^
«a dedotta solamente pi^ uno speciosissimo pretesto di ritardar sin''o-
ya tavemomoDe del Rene daQe rallt , itelle quali » cbe non possa , o
dAbit maotetottsi ]^ Iifaigsiimste TSL9itt»r ber dimostra tt non esser
«J
tL%
2 seste 'pm eapaci delle «M teqtie per gf hiterHmmti » e repl«mi^
tte nella Sanmartinn, nel Gomìnale » • ed in tanti* altri ^terreni conta-'
Si al ^Po di PrimarOy e lo giustifioane più pienamente le ^Relazioni
te,-« dair Eminentìsaimo signor Claniiaale Capponi sin dell' anno
i6af • e da Monsignor Corsini dell* anno i6aS. dalle quali y dopo ma-
tura, e diligente discussione delli medesimi supposti f e pretensioni
de' signori Ferraresi , evidentemente si prova , che pur di quel tenv-
pò era necessarissimo il rimuovere il Reno dallo- dette Talli , e dal Po
di Primaro , per evitare particolarmente V inondazioni «el Poleaina
di S. Giorgio , e nella citta di -Comaccbio » corno ^e fu comprovata la
sussistenza di dette relazioni , e delle determinazioni fatto in eseca-'
sione di quelle dai suddetti éom mi: Pontefici Oregorio XV. > od Urba-»
no Vili, dal successo dell'inondazione, che aegui -dell'anno 1647*
nelle valli, e città di Comacchio , e dal reatar quella' parte sempre
più sottoposta a simili, e maggiori sommersioni ,. siccome anche non
solo dalle medesime relazioni , ^na dall' ovideBaa del fatto non men
chiaramente si esclude il supposto pericolo della città, e fortezza di
Ferrara , ^poiché se il Reno « per le rotture fatte, ed inondazioni cau^
sate verso la medesima città, si dell'anno i635« come in molti altri
susseguenti sopra P intestatura fatta da Clemente Vili, ed ultima-
mente ancora non molto lontano dalla confina Ferrarese , non ha mai
danneggiato la città, né la Fortezza suddetta, ma è stato molto faci-
le ai «nedesimi signori Ferraresi di dargli il suo ricapito, senz' alcun
danno di queste , quanto meno si può dubitare , 'Oke aia per appor-
tare il supposto danno ,-0 pericolo, quando venga ben regolato den-
tro gli argini, secondato il suo corso naturalo, e gli aìeao dati li
suoi sfoghi opportuni ali' a(^casioni di escresoensè maggiori, secondo
che nelle visite passate e stato divisato, e risoluto.
Mentre dunque la causa di tanti mali è stato il rimuovere il Re-
no dal suo antico , e naturale corso nel Po , oome dagli effetti si co-
nosce, sarà anche giustissimo il ritovnarvelo per le vie più spedite-;
£iù facili , e meno dispendiose, per sollevamento de' popoli., e^dei
olognesi particolarmente più ^danneggiati degli altri bencnè superici
ri di sito .
Da questa risolazione dipende il sollevamento nrima del territorio
di Ferrara , come altre volte è stato "Confessato oai medesimi Ferra*
resi Cispadani, per fede, che si conserva nella segretaria del Reggi-
mento di Bologna , e per l' instanze ^ che * nuovamente hanno fatto
altri , come . più danneggiati dall' inondazioni del medesimo Reno 9
e poi del Bolognese, e di molte comunità delU £onia|^a, poiohè
liberato il Po di Primaro dall' aeqne del Aeno^ sarà Mcile il da»
re i suoi ricapiti alli fiumi di Savena , IcBee , SftllaBO , e Santeme »
che come sopra 9 . non meno del Reso » daaoeggiifift ntfNattivamoftbi
Faitnr jmrte AtV Bolognese > trh^ comcmità Ticìne delh Romagna •
Che poroiò ridondMida la remozione del Reno dallo yalli in e?i*
diate benefizio delle più belle parti della stato Eloclesì^astica , e di
taati sudditi di Vostm SaDtUà*» «d in aamento ancora 9- per tanti ca-
pi 9 delle- rendite della Gsnnera Apostolica r- ^on può- Vostra Santità
far determinazione più- gloriosa » e più giusta 9 che il* comandarne
r esecuzione r come ne viene dal Reggimento suddetto umilmente
iopplioata • Che il tutto -, eó^
Quam I]iena^.ec^
RISPOSTA ^ DELLA CITTA m BOLOGNA
ALLE SCRITTURE DATE Dà' SIGNORI FERRARESI 80PRA>LA--
AftMOZIONE •M:Z' BENO DALLE VALLI ^
jOìa Santità di' Nostro Signore Innocenzo X. data- V anno j 661^
ir ropengono* alla Santkàr Vostra lì signori f^erraresi l' esecnzioiie
diel breve di Clemente VIIL di S. Mem. per V introduzione d' uaa
parte del Po di Lombardia nelli due Po di Vokno, e Primaro ,. co**
me determinazione approvata* dagli altri Sommi Pootelìci , e eome
sommamente utile alla città», e territorio di Ferrara-, ed a^ tutte le
Provincie danneggiate dall' acque ; si dolgono dei Bolognesi ,- che la
suppongano- impossibrle a praticarsi > e che sieno stati autori delia di-
lazione di tanti- anai in effettuarla , per non aver voluto sommini-'
girar la sua parte dell» spesa ;- suppongono che il Reno abbia caduta,
e ricapito* suffieiente per molti anni nelle valli del Poggio , e che lar
sciandolo scorrere in quelle , danneggierebbe terreni di poca quantità,
ed altre volte ioeolti , e vallivi; esclamano, che per comodità di po-
chi particolaFi interessati , si voglia imporre il peso, e nuova servi-
tù al tevricorie di Ferrara di ricevere il Reno, ^ e la< scola di tuttp
r acquo 'del > contado Bologneso. esagerano le miserie ,. che apporte-
rebbe alla città') e territorio di Ferrara l' introdurre il Reno nel Po
di Lombardia , allegando il perdimento degli seoli , gV interrimenti ,
ohe il medesimo 'Reno oauserebbe nell' alveo^ istesso del Po, e nello
sbocco nel mare » e- le rotture , ed inondazioni continue, che segu^
rebbero ; oltreché vogliono , : che vi fosse necessaria la spesa d' un
milione, e ducento ìnila scudi ^-secondo- il. oaloolo stabilito nella vi-
sita del Cardinale Gaetano •-
£ finalmente pretendono ^ che- per questi motivi fosse revocato
*4
r<>rAuie dato da iGreèom XV. « ^^fpte PMeonzioM li Brenr di
Urltaiìo VBI. per la éetta iatrodinBiMM dal Rmo mI Po pMoàe .
La felazioae di JMbtiiAgndr Gorsii» g;io8tHioafea ^ieBaoBimto, é dallli
Tiiita del Signor Gardtiìm Ci^pponi , e dalla ana proprìa.^^ adi» 4]Dralf
ai leggoao molto ben di^ouMe sol fatto le «amddiette oopeatsioni dir ai«
|;tiorì Iwteiieaaati;» e Periti» cosi Penrareai, oome BoiogiieM, aoddiifà
.anclie .aaifficiegiteedieiite) 'O ^con ragiofiì molto Jbeu fondate alle propo*
ate , Jdht nuovamente vengono dedotte da* 'SigMttì Jlerraresi ; ^r oon*
fermare però maggiorniei3;te a Voatra JSantttà la gifHti«Mia pretensio-
ne tflej Reggimento di Bologna , ^he per neoeaaita Ji debba ai presen-
te lev;ai-i» ;]) jReno .dalle Valli , vien per parte dèi jn^eaimo Reggi-
mento jattccintamente repUcato alle medesime proposte^ con Anteporro
a Vostra Sa^tiSà la nvera evidenza , e verità del fililo.»
L' introdmnone jdi parte del Po di JUotnJbndaa aetK due Po di Vo-
lano, e Prìmaro, nib :meno di quel tempo jWhe da Clemente VIIL fu
determinala , era ored^ta rinscibile , -e pratioaJ3Ìle> ma piuttosto «
eojitemplazione., (e «oddisfaaione de' signori Ferraresi né £i apedito il
Breve , «e levato il Beno dal Po di Volano , con fine però di ritor-
narvelo in breve , o , quando fossero .chiariti li signori Ferraresi del-
l' imppssibilità della pretesa navigazione col Po grande a Ferrara 9
d' inviafio -in qneiBli^ come ain d' aHora fu stimato panato più sicu«
ro { e questo particolarmente si raaòo^e ;da una lettera òA atgnor
Cardinal Piatti , .scritta in risposta d una del eigaor Cardinale Santi
Qnattro ( Come alla particola delia Lettera del signw Cardhud
Piatti scritta al signor Cardinal Santi Quattro ) , e Viea taAto jnù
confeitnato da reclami che nella visita del ai^nor Cardinal Gaetanro
=anità 4IÌ Ravenna , d' Imola , dì Logo , di
del .161.0^ ne lecevo le conHinii
Bagnacavàllo 9 di Foei^nano, della JMfassa, diConseItce, d' Argenta » o
4di tutto il Polesine di S. Giorgio, dannando la anddetta introduzio-
ne del Po grande, come periCMosissima ^ noeiva» e totalmente inuti-
le { Còme alla protesta fatta da queste .comunità ) « Gli ateasi siano-
li Ferraresi la .conobbero per tale 9 mentre deposto il pensiero dell' e-
aecnzìone del Breve di Clemente Vili, per io «tesso alveo, per U
quale dovevano introdurre il Po grande , portarono a Ferrara il Pana-
ro , che li pose In tali angnstie la città , ed il meglio del loro ter-
ritorio., cbe stimarono maggior lor benefizio il doversene ben subita-
mente pri^vare, e ritornarlo nel Po grande.
£ mentre Io stesso Po grande daHa Stellata 9 di dove dovrebbe por*
tarsi per il Po di Volano , e di Primaro al mare , in un tratto di
aettanta ^ e più miglia non vi ba caduta immaginabile ; dopoché pro^
fondatosi maggiormente verso Figarolo, ha sregolato l'equiHbrio di
qualunque pendenza verso li detti Po di Volano , e Primaro , e so*
guitando la linea più breve > e suo maggior declivio » drizza il suo
-^
*
UOMO al mare» ansi per le medesime, caoae abbancloiia T aWeo d' A-
riaDo ; eTidentemente appare l' impoiBibilità della ffeteta introdazio-i
ne del Po grande , dal^che Tiene almeno scutata T opinione de' Bolo- '
gnesi, che la stimano tale; e si fa molto più considerabile T esporsi
a tale operazione , per la quale deve attendersi lo stato presente deU
le pendenze e non quellode' tempi passati •
£ sebbene dal signor Cardinal Palletta , in Teoe di dare esecozìo-
ne al breve di Clemente ViH. per V introduzione del Po grande per
li due Po di Primaro / e Volano » fu giudicato potersi introdurre al-
meno per il Po di Volano tant' acqua del Po gclnde, che fosse ba-
stante ad una competente navigazione, ed al portare anche il Reno
al mare , quando dopo il corso di molti anni si fosse profondato lo
stesso alveo di Volano , senz* alcuna ragione però si dolgono li signo-
ri Ferraresi , che li Bolognesi non volessero contribuire a questa spe-
sa , poiché non ne fu fatta smì tale istanza , anzi , ehe li signori Fer-
raresi non vi cooperarono pomo ^ lasciandone la potale inoumbenzà al-
lo stesso signor Uardinale , quale , per la continua assistenza , ed as«
sidue fatiche vi ebbe a lasciar la vita » e la apcM fa fatta di un asse-
gnamento 9 ehe sua Eminenza gli ottenne da Urbano VIIL sopra la
gabella della Macina di i a. mila scadi P anno , quale dipw fu conver-
tito in altre occorrenze della città- non applicando lisigaorì Ferrarési
alla cost!luias(it>ne di tale -escavazìone , forse per le difficoltà , prove- \
ditte f led-ancòntrate nel petfezionada come dall' evento si manifesta ^
essendo ridotto ouelP alveo in molto poziore stato di prima «
Il supposto de signori jPerraresi » che il Reno abbia caduta^ e pos«
sa aver ricetto nelle valli del Poggio y senza danno notabile , n<Hi si
Terifica VCL fatto > poiché » ae il Reno avesse caduta nelle valli sud-
dette ; vi scorrerebbe con velocità » né per mancanza di moto afase-
irebbeil fondo del suo ^ alveo» non causerebbe interrimenti, e non
apporterebbe rotture, ^e per lo più proveng^mo dal sormontar gli
argini, per non aver il dovuto declivio verso la medesima valle del
Poggio • Che ià questa non yi^abbia recq>ito biute vole, si vede pa- ^
tenteosente , quando che dopo aver interrita la maggior parte del-
la stessa valle si porta in quella di Malalbèrgo , anzi per tutta la val-
le di Marrara , ed unite con P acque di Savena nelle loro escrescenze
unisse questa alla ..valle di Muremorto, e tutte insieme non sono suf-
ficiente vaso alle di lui acque , e degli altri fiumi , ma col loro n-
^giirgito inondano paesi immensi ne' terreni sunericiri lungi dalle ^ det-
te valli, dieci e dodici miglia per. un tratto di quaranta e più mi-
glia di lunghezza*
E perciò non può dira ^ che il lasciare il ^eno nelle valli non ap-
porti danni considerabili, poseiachè lasciando, che le valli suddette
sono conca, e rioelto dato dalla natuint per isoole dell' acque chiare
4
•
^
a6
di tatto il .territorio Bolognese , e che sarebbe pemioiosissimo il peri^
dere per gì' interipmenti del Reno, il beneficio degli scoli , hanno espo-
sto a vostra Santità i signori Ferraresi danneggiati dalP acque del Re*
no , ohe per l' iptroduzione di questo nelle yalli si sono resi boschi-
vi, e vallivi nel loro territorio , terreni per prima lavorativi per la
Snantìtà di seimila moggia , che sono tornatnre 60 mila , e con pei^
ita di aonna rendita di scudi 90 mila , come costa dal Memoriate
sottoscritto da moltissimi Ferraresi 9 esistente appresso Monsig. Fren-
finetli nella sna segreteria , ( Come nella copia del memoriale dato dcfi
signori Ferraresi a f)0stra Santità • ) e dal comparto fatto del 1 6%x
d' ordine del signor Cardinal Capponi , per la spesa della remozione
del Reno, si prova manifestamente, che nel territorio Bolognese si-
BO di quel tempo erano danneggiate tornature 217 mila di terre al-
tre > volte fruttifere , per lo che restava dìrainnita la raccolta un ^n*
BO per V altro dr corbe 90 mila di frumento , oltre le desolazioni
di tanti edificj , la mancanza di tante (essine d'animali^ la perdita
4dellu navigazione tra Ferrara ^ e Bologna , il pericolo di nuova som-
mersione, al quale restano esposta la città, e valle di Gomacohio ^
V abbaodonamenlo di tante terre , e gli altri danni immensi rappre-
aentati piò diffusamente nel primo Mlemoriale, che jtampato fu esibito
alla Santità Vostra , e nella scrittura ultimamente data del sig. Gior-
gio Rivellini ; sicché non devono li signori Ferraresi considerar sola-^
m^nte il danno de' terreni Bolognesi adiacenti allo ripe del Renò ne*.
Comuni inferiori, come altre volte innondati dalP acque del medeai*
mo , ma si ben tutta la linea de' terreni , che daHe stesse ripe del
Beno sino al confine della Romana restano bagnali , e sommersi •
«Non sono dunque giustificate I esclamasiooi de' signori Ferraresi j
ohe a comodo di pochi interessati Bolognesi si tratti di gravare il lo-
ro territorio di cosi dannosa , e pefrcolosa servftu, mentre dalla quan-
tità de' beni sommersi, e da' suddetti danni si raccoglie» che l' in-
teresse è comune a tutti , o. almeno alla maggior parte de' partico-
lari Boloenesi , e si fa anche proprio dello stesso Iteggimento , trat-
tandosi di aportar benefizio evidentissimo a tutta la città , e suo ter-
ritorio ; si può ben più. veridicamente affermare, che l'introduzione
del Reno in Po grande non possa in fine apportare pregiudizio se
non a pochi signori Ferraresi ( Come afferma il detto memoriale da»
to da signori Ferraresi al J. E perchè 9 ec* ) i beni de' quali , o ven*
gano intersecati dal nuovo alveo del Reno , o siano adiacenti alle, ri-
?e del Po nelle parte superiore alla città, o situati al di sotto nel
^desine Ferrarese , la maggior parte de' quali sono di pessima qua-
lità , in modo che molto maggiore si rende il benefizio , che si fa t?
aignori Ferraresi in preservare i beni del Polesine di S. Giorgio, ed
asficnrare U beneficati alla deatra del Po di Primaro} e perciò tatti
r'
I
V
■ a?
questi interessati Pèrraresi concorrono con li Bolo^esi a snppKcar n»
nùloianie Vostra Santità per la re^iozione de) Reno dalle iralli , e yìm
più di queste abborriscond' ì' ìntroddzione (3el Po grande nelli Po di
Volano, e Priibaro , come si giustifica per le continue istanze fatte
da* medesimi ( Come attesta Momignor Cófrini nella sua Relazione
al $. Le quali cose tutte ^ ec. ) e dai suddetto memoriale nltiraamen-
to dato a Vostra Santità.
Ma molto più vana è la doglianza , che il portare il Reno in Po
grande , sia un gravare i signori Ferraresi d' una nuova servitù » poi-
ché per là situaaìone del loro territorio dalla natura viene questo ob-
bligato al ricever V acque de) contado Bolognese molt# a Ini snperio*
re , ed è propria natura dell'acque scorrere seinpre verso il suo fi-
ne, seguendo la Mx>w . cho le va disegnando il suo naturai declivio,
ebe perciò il Reno durante la padusà ^ che sino all' anno 709. si spar-
se verso la torre dell' OoQcllino, cadde sibbene in qaeHa, perche
veniva ad incontrarlo, ma di poi si portò sempre, nel Po grande,
drizzando il suo corso verso quel vaso , che dalla proporzione del sito
della terra gli veniva destinato, come per tempo alcuno non ebbe
già inai altro vaso, die l'alveo del Po, secondo l'attestazione di
tntti i geografi f e }>encbè , per accidente di rotture , molte volte
sìa stato costretto dall' opposizioni de' signori Duchi di Ferrara di^
vagare per le campagne , or da una parte , ed or dall' altra , gli fu
nondimeno dato dagli" stessi Duchi il ricapito nel Po di Volano dell' an»
no 1460. per transazione confermata anche dell'anno rSaa, e furono
'iipoi necessitati da Paolo Terzo a mantenervelo dell' anno 1542. nò
poterono mai ottenere , per molte istanze , che ne facessero , di di-
vertirlo nelle vaiti , anziché l' istesso Clemente Vili, ohe ne conces*
se la grazia a' signori Ferraresi , ordinò nello stesso b!:;eve , che fat*
te le necessarie escavazioni delli due Po di Volano , e Prlmaro , si
ritornasse il Reno nel medesimo alveo di Volano ( Che il Meno si ri'
tomi nel Po di Filano fatta V escavazione di questi , e di Primaro ,
lo dispone il breve di Clemente Vili, nel $« Gnm autem aqua « ) di-
modoché non solo sono tenuti li signori Ferrarési a ricevere il Reno
per il loro territorio , e non ^ne furono liberati da Gleraeute VUL
ma sono maggiormente obbligati a liberare quanto prima li Bologue-
si dalle miserie sostenute per il corso di tant'anni per loro colpa , ed
a loro mera contemplazione.
. Ne si possono querelare i signori Ferraresi del danno , che ne rì«
coverebbero i particolari per il nuovo alveo, .che si farebbe sopra i
Sropri beni , posciachò nello scandaglio della spesa dell' introduzione
el Reno si pone la compra de' suddetti beni , e molto meno per
quello, che riguarda il mantenimento de' nuovi argini peri il loro
territorio , poichò > se quando scorreva per il Po di Volano per an
»8 .
«ratto di tante miglia , e qoaado &i portate nella Sanmartioa » son
(icusarooo di far tale spesa, quattri meno resterebbero ora gravati del
mantenimento di questa nuova arginatura* molto pi A breve e di mi-
hanno quella sussistenza in fatto » che io apparensa vengono snppo«
ate per molto rilevanti» perohò rispetto al peraimeato degli scoli , cer-
to è > che portandosi il Reno da Mirabelle alla Stellata, gli scoli de*
beni situati tra il Reno » ed il Po .grande sono Bnrana » il Canale di
& Bianca , ed il Canalino di Cento • n condotto di Burana » o si vol-
terebbe nello stesso Po grande » ò nelP alveo nuovo del Reno, o per
botte sotterranea a questi seguirebbe il suo solito viaggio • Al canaio
di Santa Bianca si potrìa lasciare lo stesso sbocco, che di presente
Ila nel Panaro , ovvero a questi , ed al canalino di Cento si darebbe
Il ricapito neir alveo del medesimo Reno» o per botte sotterranea al
Reno si porterebbono per P alveo di Connano verso Ferrara ( Lo stes^
so viene approvato da Monsignor Corsini verso il fine della sua relor
^ne nel )• Vengo ora alla materia degli scoli ) ed avendo il sito su-
periore molta caduta nella parte inferiore del medesimo alveo; non
ai può dubitare, che le botti non sieno per operare suflBioientemente
il suo eiFetto: e quando anche si levasse l'acqua del canalino di Cen*
to alle fosse della città di Ferrara, vi si por-terebbe quella del canal
Navilio di Bologna di maggior quantità » e molto più utile ; siccome
quando si trattasse d* introdurre il Reno in Po a Lago scuro , vi sa-
rebbono egualmente i suoi ricapiti agli scoli de' beni superiori •
Quanto agP iolerrimenti , che causerebbe il Reno nel Po grande ,
e nello sboccare- in mare» V esperienza ne dimostra il contrario , mea«
tra che dalle torbide maggiori di Unti altri fiumi , non è mai stato
alterato il fondo del Po grande , e si vede chiaramente dalla soglia
della chiavica Filastrese » e lo conferma la ragione > poiché dov^ è
proporzione di declivio > impulso d^ acqua maggiore , e velocità di
corso ^ non si può dar luogo alP interrimento ; anziché aggiungendovi-^
ai maggior quantità d* acque > allora il fiume tanto più si profonda il
Ietto» arandolo con la gravità del peso dell'acque, e con la velocità
del moto ; né r interrimento pué esser causato da altro, che da man-
canza di moto» o dal restar scoperto il fondo, in modo che il Sole
possa assodare la materia limosa : in qualunque stato , benché bassis«
Simo si sia il Po grande , non si pui^ negare che non vi sìa propor-
zione di declivio » e aufficiente velocità di moto , e che non resti
sempre coperto il suo fondo dall' acque > deve però anche concedersi»
V
ebe il Rm# portata ki qfii«ll' al?e# non potie d^rre hauinatorh»
• deptMieiidoIa , <^ questa resti sempre umida , ia toodiT che sopra v
venendoTÌ alouaa escresoensa del Fo^ l'importo dell'acqua maggiore
la spinga 9 e riporti atdbito al mare; cosi 16 sbocco ^irf Po in mare
resterà sempre più libero quando il Po oolU aggiunta delF acque del
Reso si porterà pia rigoroso» e con maggi<Qr impeto in mare» e te li
Mgnori Ferraresi noa ricusano di ricevere il Reno ner H Po di Vo*
lano portato, da una minima parte del Po grande^, senza dubbio
d' interrimento delP alveo di .volano » e del suo sbocoe nel ma,re ;
molto meno devosu» temere di tal interrimento , «per V introduzione
del Reno nel Po grande.
E quando anche si dovesse pur fare la pretesa intraduziofie di par*
te del Po traode alla Stellata per il Po di Ferrara » cessa per le me-
desime ragióni r obbietto delP interrimento » che suppongoao li si-
gnori Ferraresi dover seguire^ per causa del Reno nella bocca della^
stessa introduzioQ A » e tanto più» perchè dovendosi fare questa intro-
duroAue nel Po grande in competente distanza dallo sbocco del Reno
nel medesimo Po» certo ^ è » che V acqua del Reno non verrebbe a. vol-
tar tutta per la- suddetta bocca, ma solo una minima parte di qud*
la y dimodoché non si può dubitare d' interrimento nella stessa bocca»
i9a piuttosto»! che seguisse dalla psrte opposta» dove si porteria il
Reno con tutto il suo corpo i qnaodo per6 il Po grandjp abbiat la ca^
duta, che suppongono i signori Ferraresi verso il medesimo Po di
Ferrara , sarà impossibile » che ioterrisca l' ingresso nell' alveo di que«
atò 9 stante l'impeto» col quale si volterà a quella parte •
. Le rotture » e r inondazioni del Po grande vengono temute da*si«
Sucri Ferraresi y per lo supposto alzamento di piedi quattro del pelo
eli' acqua , che verrebbe causato ^1 Reno nelr entrare in Po gran-
de quando questa fosse nelle sue maggiori escrescenze f ma se a pro-
porzione di tal supposto ne apportassero Io stesso alzamento gli altri
trenta , e più fiumi » che entrano in Po » sarebbe necessario che V al*
veo di questo fosse profondo di cento, e più piedi» e pure non ha
profondità maggiore , che di piedi venti » dal che evideiitemente con*
sta, che per la proporzione della larghezza del vaso del Po grande » e
per la velocità del suo corso » che si fa maggiore per V impulso di
nuovo accrescimento d^ acque » si rende anche insensibile V alzamento
dell' acqua nel Po per qualunque introduzione di nuovo fiume » prò*
fondandosi anche maggiormente V alveo quanto più vien calcato dal
peso di maggior quantità d' acque , come successe nel introdurvi il
Panaro • ( Così conclude .Monsignor Corsini nella medesima relazione
n^ S* ^^ quanto al primo eo.) \
E se queste dimostrazioni non apjj^ano i signori Ferraresi » possono
almeno assicurarli da qualunque timore > mentre si apra il corso
/
u
tir «eqaa. del Vo grande ftno si P# d* Amo» per Io ctrAmiito tkU
to, e perfez%Dffto did tìgoét* Gardinel Doti§|$bi^ tiii«<Siìè restitailse Ift
tiaTjgftzione^ jlerdateti io detto Po -d* Ariano, obe per qoesto nuoto
amaltimento d' ÉoqntL verrebbe ad abbaggarsi molto pia il pelo del-^
r accitia dei Po grande , di qaello fogge per aliarlo i* f cqna del Reno i
e da quegta apertura ne tiiaiterebbe paritneoti iMHiefitio fliìrabilo a
. quegli scoli / cbe cadono nel Po grande , quali non ai altererebbero f^k
per r introdozioAe del Reno , come dubitano li aignori Ferrareai , ina
troverebbero A ben più baggo del «olito il pelo deiraofoa dello Mte§»
ao Po 9 mediante qneato nnovo gmaltjmefito d* acqua per il Po 4' A*
riano • ( Questo pure viene accennato nella stessei Relazione versò il
fine nel %, E for^ V esperienza ).
E gè pure il fieno trovando il Po neHa Ma maggior alteaza noir
potegae forae aupertf la gnperfieiedelPaoqna di queato^od io l!al ea-
ao lasciando aperto ^ e lìbero T alveo ^ ebe da Mirabello va verao lo
valli , (lesserebbe ogni dubbio di rotture nel Po , e negli afgini del
Beno , o facendovi in adiro sito più ooraodo uno i o più rego1a|ori ^
fabbricati anche di pietra , per i quali con ben aggiustato equilibrio
ai portasse il Reno verso la valle , -quando ^trovasaero il Po grosso re-
aterebbero aicuri li «ignori Ferrareai da qualunque pericolo ^ e aenea
^cuna loro apega , e li Bologneai in tal cago danneggiati , del obe p^
TO non si dolerebbono , perchè anccederebbe di rado il riceverlo nuo*
vamente nelle valli « \ Lo stesso fu proposto da Monsignor 'Corsini
nella sua Relazione al 5* Jn quanto al primo eC. )
Gessando perciò la necessita d* aleare maggioroiento gli argini d^
Po grande » ai rende ancbe meno ginatificata la taasa della apeaa fatta
dal stg. Cardinal Gaetano, o molto più avverata la apega di viga ta da
Mongìgnor Gorgini. ( Come nello ^andagUo della spesa per V iìitro^
diizione del Reno in Po grande alia Stellata ) •
Non furono dunque Te gnddette oppogizìoni , che rimogaero la
8* Mem. di Gregorio XV. dall' eseouEÌone delP ordine dato al signor
Gardioal Gapponi , ma piuttosto le poco ben aggiustate intenaioni • ai
benefizio pubblico di alcuni particolari , altri de^ quali premerono nel
aostenere il vantaggio delle loro rendite , altri neir aasicurare le loro
bonificazioni, e la difesa de' jproprj beni, e questi offendendo anche
il debito di buon suddito , ebnero ardire di eccitare sotto vano pre-
testo di lero immaginario pregiudizio le contrarietà de' Principi atra-
nìeri , qntiii non poterono essere superati prima , che oe aaccedesae
là morte di quel Sommo «Pontefice. Furono però queate negletto da
Urbano Ottavo; che sino allo apirar di sua vita perseverò nel Yoler
dare esecuzione al suo breve, non giammai rivocato^ ^come ai sup-
pone ) e negli ultimi anni del suo Pontificato mandò a quest' effetto
il aig. Cardinal San Clemente ^ allora Gomiùiaaario del Sant'Uffizio»
f -^
9$
a fiir niiqvil i^ta y &I quale gli Set oonfannafa pw otUma »; e nacea-
saiia Ja liiolazione di rimiiovere il Rena dalle valli j ed mtrodarlo
nel Po grande y ma da diversi accidenti di guerre , e d' altri diati»-
ÌÀ gli fa impedito di esegaire questa aaa dètwerazione »
Dal persistere però li signori Ferraresi ( neo eatante le ai^ddetfe
rafani ) in valer o^ypàkf • cbe si dia prima V esecuzione al breve di
CUemente ottavo per 1' inirodnzione di parte del Po grande naUi Po
di Volano ^^ e Primaro , han giusta ragione di credere par anche U
Bolognesi » cit^ aia nn inero pretesto di differire oon tal proposizione,
e negoziaaiane .la rimozione del Reno Aslle vaDi , sicoome gli success
se di i?oosegui|pe del <i646. e nondimeno dopo il rescritto » che dico-
no d' aver allora ottenuto dalla sagra eoogregazione di dover far prì>»
ma r ioiroduzione del Po grande » non hanno nel^tevmine di cinque
anni £itto alcun motivo per tale operazione , e quando anche voles*
aero di presente eseguire le determinazieiH fatte da Clemente VJtlI.
I^r la detta iotroduziotte del Po grande ; oon solo ai dovrebbe esca-*
Tar V alveo di Volano , ma quello di Primaro ancora , come dispone
il breve medesimo } non negneranno però i signori Ferraresi , che il
Po di Primaro non pnò essere espurgato ^ mentre sia soggetto alP in-
Tasioni delle torbide del Reno , e resti ricettacolo deUe sue maggio-
jpi escreaceaze i faremo perciò tanto piò prudenti le delerminaziom
'del signor Cardinale Gappopi » e di Mensig;nor Gorsini d' introdurre
pima il Reno nel Po grande alla Stellata , per baciar libero V adito
a* sìgnari Ferraresi di poter fare le Decessa rie eseavazioni, eosi nel
Po di Primaro » come di Volano per la loro pretesa introduzìona del
"Bù grande r
Restando perciò spianale tutte le difficoltà , e levate l' eccezioni
proposte da signori Ferraresi» per ritardar la remozione del Reno
dalle valli » e P introduzione di qoesto nel Po grande , supplica di
imovo umilmente Vostra Santità il Reggimento di Bologna per V ese-
ooziene di quella determinazione , cbe in rimuovere quanto prima il
Beno dflle valli verrà dalla aua somma prudenza-, stimata eguslmen*
te profittevole a* auoi sudditi , e più uniforme al benefiaio comune di
tutte le Provincie interessate ^ Cfbe il tutto eo»
DEIXE LINEE ALTRE VOLTE PROPOSTE PER Lk
DIVERSIONE DEL RENO DALLE VALU.
Lj impreaa del recapito del Reno più volte a varj commissari Apo-
aCoIici commessa « a da essi caldamente abbracciata , ha ben aempra
avuti grand' apparati di visite , di livellazioni , e di misure , ma non
veaeai già , che sia atata dagP Ingegneri incanuninata con quel buon
ocdine » obe a tanto ailare ai conveniva*
Za
In T6ce dì fomuir prima U piante del pjaaae firappoato %a il Retilo »
ed il Po f ed in essa disegnar le linee pia opportnne » oioè le più
brevi 9 le più aecendat^i i corti de' fiiuni » e cne minor pregiodizio
recassero a' paesi j cbè anterseoavano , ora s'incamminavano da un
fiume air altro per vie battute » qoantanqae lunghe» e stranamente
angolose, e che passavano per i luoghi più colti » ed abitau del ter-
ritorio Ferrarese ^ ed in vicinanza della «tessa città» era feraivano il
corso d' alvei antichi » quantunque tortuosissimi , e che faoilmeute
ebbero triplicata , e quadruplicata la necessaria Innghessa « ora posti
auUa riva del Reno in luogo » che eleggevano per .opportuno , segui-
vano la dirittura di qualche torre loouna , 00010 delle Dosze , ^ de'
•Crespi , era eleggevano una vìa de' confini ^ scusa osservare con qua*
le angolo partisse dal Reno» e con qual tortuosità proseguisse , ed o-
ra finalmente andando per vìa breve, e dritta trascuravano di sebi-
Tare V intersecazioni d^ canali » e de' condotti » ohe per la bassezsa
de' paesi non ei sarebbero potuti introdurre in Reno arginato » né ia
altra maniera ricapitare.
Questi mal digeriti disegni hanno sempre somminbtrate copiosa
selva d'opposizioni ni poco bene affetti alla remoanone del Reno.
£ sebbene con progmsso di tempo si sono affatto mutati i primi
partiti 9 e ad essi aostituiti altri migliori di minori eccezioni» ogni
volta però ^ che si ripiglia il trattato della remoztone » le stesse oppo^
lizipni adattate a' primi di nuovo ai ripigliano «
E dunque necessaria 1' informazione de' disegni altre volte fatti »
ancorché oggidì mutati » A per conoscere dove vanno inettamente a
ferire tali opposizioni ^ come anche per vedere quanto migliori sieno
quei y ehe iurono &tti dopo quei , che di nuovo sono proposti •
LINE A G AET AN A.
J^a prima vìa» che fosse proposta di condurre Reno in Po gran*
de erta tale: aveari a rimetter per l'alveo suo vecchio nel Po di Fer-
rara » in cui aveva da camminar più di due miglia verso la città si-
no all'isola degli Amorbati; ivi chiuso l'aJveo nuovo doveva rivol-
tarsi nell' antico aino al froldo di Milzana ; indi » piegando per la via
di mezzo» passare in vicinanza della porta di S. Benedetto » e segui-
re il canale del Barco » e della navigazione » che tutto sino a Lago
acuro per lo apazio dì tre miglia doveva entrare nell* alveo nuovo del
Reno«
Fu esaminata » misurata » e livellata miesta linea nella visita del
•Cardinal Gaetano l'anno i6xo. in cui nel calcolo della spesa solo' le
case da diroccarli furono stimate ottantamila sondi » il terreno da 00-
onparsi tra T alveo» eli argini» e si' interrimenti cento trentamila' •
Si
E perDbè io quel tempo il Pò ^nde nelle piene ti afogtw incora
nel Po dì Ferrara» e vi rivoltava il Panaro» e con questa iotrodastor
ne del Reno veniva a chinderii questo nogo'» oateolavano • che in
riguardo di queste tre aeque, delle quali doveva carioarsi nuovameo^
te f dovessero alzarsi gli ai^ni la piedi da Lago scuro sino alle Pa»
pozze ; in maggiore altezza {ansavano alzarli dal Bondeno a Lago scu-
ro 9 oè so con quale altro coasiglio volessero pure alzare quelli del
Po di Ferrara dal Bondeno al Po rotto» mentre a nulla aveva pia da
fervìre quest' alveo •
Cosi ancora » in riguardo delle piene del Po , volevano alzar gU
argini del Reno da Pò rotto in sa per sei miglia» a fino di. poter
contenere il rìugorgo •
Questa diversione » che passava per i luoghi più abitati , e ooltira-
ti del territorio Ferrarese per la gelosia della città vicina , e per le
due acque del Panaro , e dello sfogo dèi Po » che con P introduzione
del Reno venivano nuovamente nelle piene a trattenersi nel Po gran*
de , richiedeva spese particolari , che vengono a cessare » servendosi
d* altra maniera, massime in questo tempo» in cui g^à restano indù-
ai nel Po grande il ramo del Po di Ferrara » e Panaro •
Chi volesse emendar questa linea » e servirsi non solo dell' alveo
di Reno vecchio » ma ancora per quanto si potesse di Poatello » noia
dovrebbe passare la dirittura dell argine Traversagno» ma tenendosi
a sinistra di esso seguirlo sino al ponte di Lago scuro*
É
LINEA DEL CARDINALE CAPPONI .
Altra via tenne il Capponi» qnando Panno i6ai. mentre, era Ar-
civescovo di Ravenna » ottenne per il Breve dalla Santità di Grego«^
rio XV. facoltà di provvedere agP interesli dell' acque » secondo la
disposizione della Santità di Clemente Ottavo» in quella maniera»
élie a lui fosse parsa più espediente • Perchè considerando la spenta*
nea rivolta di Panaro» e talvolta anche del Reno alla Stellata prima
della diversione nelle Talli pensò di voler secondare il coeso della Sa-
tura» con il voltarvi prò tempore Puno» e P altro fiume. ,
Il Cardinale Serra» eh' era, allora Legato di Ferrara » aveva con ntio»^
yo taglio alle Dozze rivoltato alla citta il Panaro » e con le sue oppo*
aiziooi non potè impedire » che sotto i suoi occhi non fosse restituito
al Po grande » ma lo stesso anche nel mese di Settembre vide «hinsp il
nuovo cavo » ed aperto lo sbocco da lui tirato vèrso la Stellata » nelr
la maniera» che di presente si conserva.
Ma non cosi facile fii la rivolta' del |leno: cbe per non condodo
|»eT via lunghissima a Po rotto aveva bisogno di nuovo taglio» che
gli abbreviasse la strada» e &cilitasse il corso* Pensò dunque dt
5
i
;.^
^
34
tagliarlo alla Botta de' aignori Ghtailiori a Mirabdlo » ed iaeammioar»
lo al Bondeoo.
Gl'Ingegneri posti aa ^ argine aegnirono la Torre delle» Dozze$
eV era allora poco sopra il Bondeno » e per retta linea a quella s' in-
oamminarono • Dalle Dozze voltarono a Gambarone » o?' entrando 4el-
l'alveo di Panaro arrivarono per esso sino alla Stellata.
La Innghezasa del nuovo taglio era di sette miglia in circa 9 di tut-
ta la linea dieci miglia , e tutta la caduta fu ritrovata di piedi ao.
Si partiva veramente dal Reno con gran piega» e verso le Dozze
andava molto alta , passando per terreni buoni , e coltivati , interse-
cava oltre il canale di Cento, i condotti della Schiavona, di Santa
Bianca , e di ^urana •
Si possono però molti di questi inconvenienti schivare» tenendosi
|nù a destra t come in appresso diremo*
LINEE DI MONSIGNOR CORSINI.
xlppena fu assunto al Pontificato la Santità d'Urbano Vili, che
ripigliando il disegno delle remozioni del Reno , deputò per Commis-
sario Generale Monsignor Corsini, il quale più d'una linea fece e-
aaminare , e livellare , per eleggere tra esse la più opportuna .
La prima fu per V alveo suo vecchio a Po rotto , e di qua per retta
linea a Lago scuro. Il nuovo taglio era di cinque miglia, tutta la
lunghezza poco meno di otto miglia con sedici piedi di caduta , se-
conda JI corso del Reno , e del Po in maniera , che pare disegnata
dalla natura stessa.
' E mentre si trovasse vìa di ricapitare i condotti , che attraversa-
no, o nel Po grande, o nel nuovo alveo del Reno, o in botte sot*
to di esso, non resterebbe ohe desiderare alla perfezione di questa
linea .
Nella seconda linea prese per termine il Po di Volano : disegnava-
ai di condur Reno dalla Torre del fondo sino alla Bocca de' Masi;
questa da lui stesso nella sua Relazione per molte ragioni è riprova-
ta • Oggidì però , qnando si tenesse per opera durevole il recapitarlo
in Volano , basterebbe aprir la bocca de' Masi , che già stava aperta
in larghezza di 1 8 pertiche , quanta si sia quella del Reno , essendo^
ai per altra via se stesso incamminato, sicché ha forzato i signori
Ferraresi a rialzare , e fortificare gli argini dì Poatello , per impedi-
re , che non v' entri il Reno •
Tutte l'altre linee considerate da Monsignor Corsini erano incam-
Siinate alla Stellata in Po grande , ma per diverse vie •
Quella ohe fu considerata per la terza rimetteva Reno in Poatello
m Po rotto f e per esso rivoltata al Bondeno ad unirlo con Panaro >
J
/^
^- 85
OOT! oni arevà da unirsi sino alla Stellata . Vlag^o , che prima la di<»
Tersione èA Reno ( al testimonio degli scrittori di qaei tempi ) in Po
]m880 faceva il Reno, onde secondava questa linea il naturai corso»
ofie per se stesso prendeva il finme, ma è molto tortuosa, e lunga,
o cosi un sol tagKo d'un mìglio, e mezzo, ohe si iacesse a Maia*
Tolta potrebbesi abbreviare io. miglia •
La quarta linea è una breviatura della terza con un taglio, che
da Vigarano andava alla rotta de' Biondi.. Pigliava però il Reno troppo
Basso, e lo portava alto , partendosi con angolo acutissimo. Me»
^iò sarebbe pigliarlo un miglio , e mezzo di sopra dalla casa delle
Pignatte sino al canalino di Cento ; sarebbe il taglio più breve , ao«
qnisterebbe molto maggior caduta , e passerebbe per terreni sterili ,
ed incolti.
La -quinta era disegnata per la via della confina di Bologna, e Fer-»^
rara , e per T argine Gapellare sino alla rotta de' Biondi •
Questo taglio è di forma quasi semicircolare , e per conseguenza
tortuoso, e lungo, ed in vece di esso potrebbe prende;r8Ì il diamo*
tro , ovvero più tosto la via del Marchese Villa , che dalla confina si
porterebbe a terminar mezzo miglio oltre il canale di Cento ad in*
centrare la dirittura di Poatello.
La stessa linea fa la medesima che già era stata eletta dal Cardi-
nal Capponi , che finalmente da Monsignor Corsini fu preferita a tut-
te l' altre , ^per le ragioni che nella sua dottissima Relazione ne rende •
Si può nondimeno questa stessa molto migliorare , incamminandola
aon alle Dozze, ma all'argine Capellare per la linea Meridiana , nel*
la quale continuasse sino a Poatelio , e seguitasse , o verso ii Pana-
ro , per unirsi con esso , o più tosto tra gli argini antichi di Po a
destra di Panaro. Questa linea è la più naturale di tutte, e la più
J^reye di quante sì possono tirare dallo stesso punto sino al Po gran-^
de» e però ha maggior caduta dell'altre; non toccherebbe sul Ferra-
rese terreni buoni , né taglierebbe altri condotti , che quello di Cen-
to » a cui in ogni altro modo, che A tenga, è Necessario non meno»
ehe in questo di provvedere*
Quando poi sì volesse tenere il Reno lontano da Panaro , la miglio-
re sarebbe finalmente la linea a Palantone, la quale, condotto Reno^
ìa Poatello per la precedente linea , potrebbe poi condurlo per Poazr
zò> o per altra linea, òhe più paresse opportuna.
*\
BELLA LINEA DELLA BrVERSIOKB DI RENO IN PO GftANDb^
PROPOSTA, E CONSIDERATA NELL' ULTUUE VISITE.
XNiuna C€Ma aboliamo giudicata più conferente alla spedizione del
negozio del Reno ,- che troncare la moltiplidtà de* partiti^ come quella »
S6
non potevft portin tanto neHe optimsioni, qtnsto ne* tratto*
ti , che confai ione » difficoltà » e ian^oona • Perciò fra lo diTortità
delle linee coMiderato in dimeni tempi d*ofdttte do* Somnu Bontefi«
ci ; prima dogli Eminemiasimi Gaetano , e Capponi » e poi da Monai»
gnor Corsini I ed altre ancora» che prima da noi esaminate forono»
con autorità del Signor Cardinal Borromei , ammesse alla li^lasio»
Ole, si è gindicoto opportuno il fermarsi in una sola, che avesse mip
non difficoltà, e che esaminate ^da ogni parte tatto le ciroostanzot
dasse maggior speransa di rinsciu.
, IVendwi questa da casa Gi»ilierì a Mirabelle » ed indriosandosi
precisamente a tramontana per nn miglio , e messo sul Bolognese in»
terseoa la confina al terraìne ddP argine Gapellare , e continuando la
atessa dirittura lungo lo stesso argine per più d' un miglio » passs pcu
H canalino di Cente » e 1* aWeo del Poatello ora asciatto presso la
torre de' Crespi, ed nn miglio pia oltre incontra Poasso vestigio
d* nn ramo antico del Po , che continua , benché interrotto d^la
Cttltnra sino a Salratonica , aia dove |iotfebbe arrivare la prima di*
rittow della linea , quando ciò fosse più espediente, che seguir l'of^
ma tortuosa di Poasso, e dalla chiesa di Salvatonica ra diretcamento
a terminare in Po grande messo mìglio sopra T osteria di PabntonOf
e poco fan di due miglia sotto allo sbocco di Panaro •
La lunghessa di questa Hnea da punto a punto è di nere miglia
di Ferrara, poco più di sei di Bologna, ma accrescerebbe quasi um
miglio, quando si seguitasse la tortuesHà di Poasso,
- Passa uuesta linea dieci miglia lontana dalla città di Ferrara , aU
lontanando però il pericolo , che al presente teme della vioinansa* 461
Reno .
Né per cagione della superiorità del sito T espone ad alcun nuovo
pericolo , perchè se di presente è esposta alle rotte éì Panaro , da
queste insterà difesa dal Reno , onde da quella parte non sarà so^
gotte , chn ad un fiume , com' è di presente, mentre rimuove tot^
mente quello, che ha alle mura da messo giorno, ansi da qnelln
stessa parte ( molto più che di presente non e ) resterà assicurato
dalla nu%va arginatura di Reno , che si fiirà a quest' effetto, piò for-
te , che non è quella di Psnaro troppo soggetta idle corrosioni eagio*
nate daHe strane tortuosità di questo fiume.
Passa per terreni in gran parte incold , e di mala qualità , parti-
colarmente lungo l'argine Gapellare, esposti di presente air acqua
senza scòlo , ote con la vìeiaansa del Reno potrebbero con le torbi-
de alzarsi , e bonificarsi .
Con queste 9. o io. miglia di nuova arginatura viene a cessare
V BSD di qtielia , che da MirabeHo in giù contiima per molto mriglia
tetto Ferran , il cui mantonimento per V altessa dello valli riesce
Mm JU tpeta iotollenMlef fjetUndo anche toheraitt dalle rptte Tiadt-
fefsa •ollemtadine $ t V assidua oostodia » che vi s' impiega •
Siccome anche per la parte saperìore » a cagione della gran caduta»
che ha il Reno in Po grande» cesserà la neoessità di tanta altea» ,
ebe ài praseote continnamente si aggiunge agli argini^
- Non potcTasi trovar linea » che desse miner incomodo agli sodi de'
paen » per i quali passa » poicbè non interseca altn> di eoosiderabi^
le 9 che il canale di Cento» che in ogni pertico necessarìaiMnbi ti
attraversa » a cni però converrà , senaa alcun risparmio provvedere »
ed il condotto Cittadino presso il sno principio a Salvatooica » ove il
paese alto può provvedersi di sedo nello stesso Po» o in Panaro»
od in Reno»
Ed in ogni caso il paese » che resterebbe compreso tra PanaM » e
Reno è cosi poco , che non ha proporzione con quello » ohe v(ers<>
Ferrara verrebbe liberato dalP acque •
Sta questa linea lontana dagl interessi di Panaro» e termina in
tanta distanza dal di lui sbooco , che non vi è periodo » che possa
ftrlo rìngorgaré» o timttenere» onde non può avere da questo capo
sussistente opposizione da' Modenesi . ^
Siooooie ne meno» l'cr ragione de* beni Allodiali dd Duca di Mo«
dana della Dìamantina » tenendosi a questi SMcriore la nostra linea » il
Sial riguardo si ò anche avuto d paese di òasaglia appartenente ad
tri signori di grande autorità.
E generalmente se si paragonerìt questa linea con tutte V altre
sin'. ora propone » si troverà » che niun' altra poteva dar si poco in»
eeijìo«to a^ ì particdari tanto in rìgnardo de' terreni » per i quali pasi»
aa » quanto m riguardo di quei » che lascia nella parte superiore .
E perchè i signori Ferraresi non cessano di lusiogarsi con 1' opi«
nione della possibilità della restituzione del Po a Ferrara » e di qui
cavano opposizione contro l'introduzione di Redo ia Pq, ohe venisse
ad impossibilltaria ; non milita questa contro la nostra linea » che
portando lo sbocco del fieno, ove di puAlo disegnava il loro fiunoso
architetto Aleotti^ lascia il luogo all' iotrodoziotm dd Po aU' isola
inferiore di Bondlo » secondo il di Ini disegno » eh' è 1' unico » die
potesse mai dans eperanza di siuacita , per aitro { come ^U dimostra ^
unpossibtlè» senza l' introdorione di Reno ia Po naUa forte superiora^
MostraM le 4iedlaziooi ;deUa finca (atte men&re il Po era. alto sopna
la chiavica Pilastrese piedi 7 , once 5. 7 , le quali rappresentano in
fine la caduta dd fondo del Bieno a Mii^ello od' pelo basAo del Po
piedi a3» e la caduta dd Poitetb» e 4d oaualiiio di Geato nel
pelo basso del Po piedi 1 1 » e del coadotto oittadiuo piedi 4 » sicché
in td sito può oomodainanlie aeolaffe in .Bo- faasfOt. •
jiT i \- ' ... Ir'
3a
BENEFIZI DELLA REMOZIONE DEL RENO
Jxi mòsso il Reno, e TÌcaphato in Po grande 9 resterebbero «aollo^
vati tutti i paesi , che patiscono di scolo non solo in TÌcinansa delki
▼alle y ma anche «nella ptrte superiore , per la gran caduta 9 che ao-
qnìsterebbero , e per rimanere i condótti liberi non più sottoposti a«
§V interrimenti , ed al rigorgo delie valli .
Si ridurrebbero al pristino stato quei terreni , cbe rimasero deso-
lati per la diversione , ansi per essersi grandemente alzati con lo
torbide , resterebbero di miglior condizione » oltre la vastità de' pae-
si nuovi fatti dalle stesse torbide nella valle •
Gesserebbero le continue spese degli alzamenti degli ar^ni, cbe
m fanno per tante miglia sul Bolognese ^ e Ferrarese « a cagione de'
fondi che continuamente s' inalzano •
Gesserebbero i danni delle rotte , che in questo stato del Reno so-
no frequentissime, e le gravi spese nel ripigliarle*
De' quali danni tutti , acciò si possa ut concetto , si può fiu« il
calcolo di. quello , che in io. o la. anni sieno stimati.
^ Resterebbe di miglior condizione tutto il Polesine di S. Giorgio, e
Kberato dai contìnui pericoli , siccome anche le valli , e la città di
Gomacchio , che più non richiederebbero si gran spesa per lo mante»
nimento dell' argine del Po d' Argenta •
Anche tutti i paesi , che scolano nelle valli inferiori tanto del Bo^
lognese , e Ferrarese , quanto della Romagna ^ avrebbero più felice
scolo in detto Po , che in mancanza dei Reno resterebbe sempre pia
basso , massime quando si perfezionasse il cavo della Bastia , in cui
cesserebbe il pericolo , che per esso avesse da riugorgare 1' acqua
del Reno.
Si restituirebbe, e si stabilirebbe in perpetuo la navigazione da
Bologna a Ferrara per retta linea , che ora , per isfuggire al possibile
le torbide del Reno , raggirandosi per tutu la tallo, riesce per ess»
di lunghezza triplicata «
Ed in Bomma tutte le valli superiori, per avere tanta caduta in Po
d' Argenta , quanto sia la loro ]profondità « e per lo più molto mag-
giore con la conveniente escavazione de' canali, resterebbero affatto
essicate , toltone alcuni pochi, fondi di lame éì ninna consideiazionoi^
DàSfta TEMUTI DA* SIGNORI FERRARESI DALLA
DIVERSIONE DI RENO.
Ijì danni, obe i «ignori Femren temono dallt demone di Ba*
no in Po grande , n ndneono a pù capi.
Ò9
n primo dipende dall' ittesto alrea naoTo » cbe paMando per terre-
ni in gran parte baoni» li renderà di peggior coodizioae.
Prìnia 9 perchè particolarmente sul principio patiranno di sorgÌY€ »
trapelando neUe piene si di Reno 9 eome del Po per i pori della ter-
ra non ancora bene assodata in argine.
Seeondo y perchè gì' istessi terreni saranno supposti , come tutti gii
altri» che oamimnauo do' fiumi , a pericoli delle rottie , ed alla sor*
YÌtù di somministrar materia al mantenimento degli argini.
Terzo , perchè molte possessioni resteranno divise dal fiume , che
leverà la comunicazione da una parte all'altra.
Quarto a' terreni specialmente , che resteranno chiusi tra Panaro »
Reno 9 Poatello » e Po grande y si difficolterà lo scolo per 1' interseca-
zione 9 che si fa del condotto Cittadino a Salvatonica » uè ciò potrà a
l>astaQza compensare un chiavìchino in Po » o in Reno 9 perchè per
esso non averanno lo scolo perpetuo y come di presente , ma solo nel-
lo stato del Po basso» oltre la servitù, che porta la chiavica*
Quinto j perchè a tutti i terreni » che resteranno oltre il Reno , si
Jiifficolterà 1' accesso y e saranno sottoposti alla soggezione del passo •
Sesto , lo stesso alveo di Reno intersecando il canalino di Cento
incomoderà quella navigazione » che non si potrà più fare , ahneuo
lenza traghetto» quando si lasciasse andare a Ferrara per botte sot<^
terranea » e quando si divertisse in Panaro » o si ricevesse, in Reno »
cdtre la necessità » e servitù della chiavica si terrebbe quella navi-
gazione » o bisognerebbe allungarla per i fiumi a Lago seuro; oltre
ohe si priverebbe della comodità , ed utik di quell' acqua la città di
Ferrara , che ne ha necessità per le fosse » e per gli edi6zi » a' qua-
li serve di presente ; e restando nelle piene de' fiumi ehiusa la chiaf-
vioa » il canalino » eh' è perenne » inonderebbe le possessioni adiacen-
ti per lungo tratto , senza ricevere in tanto altri scoli.
Settimo 9 passando il nuovo fiume in frito superiore alla città » 0
fortezza di Ferrara » benché in gran distanza , potrebbe dubitarsi d' i«
Bondazione delle rotte » %d almeno vi sarebbe sottoposto il Polesine
tutto di Casagiia sino all' argine Traversagno » siccome anche nella
parte superiore il paese di Vigarano almeno sino all' argine Oaresco •
Ottavo » gli stessi paen » ner i quali passasse il Reno » almeno a-
vrebbero il carice della Guarda nelle pieno » laddove da quest* altra
parte non ne ha bisogno per molte miglia » lasciandosi a destra sol
Ferrarese totalmente in abbandono.
Il s^BCondo capo de' danni pretesi da' signori' Ferraresi dall' intro^
duzionò di Reno in Po , è circa gli eflbtti , che suppongono dovesso
cagionare in esso.
£ prima, commisurando la larghezza 9 e profondità del Reno con
la larghezza del Po , calcolano ^ che fosse per £udo creseere nelle pieno
49
Alqnuid piedi , de* quali Don iwteirekbe eipeee » esModoti trovato
in alcuoi luoghi 9 che pooo pia di messo piede d' %rgknm topriTeiia
«Uè iDuggiorì eacrescense •
£ benché vi sia diraostrasione aeoettata dagl' iateodeoti-» che mi
fiume minore , non fa creioere il maggiore a proporsione della misttv
ira delia Ma largbesza , e profondità» ma molto meno» ad ogni modo
Siercbè Ja vera proporsione di tali incrementi non pare ancora liqu»
a y avranno per ^tù accertato tenersi al modo comanemente pratica»
to » come per loro più sicaro •
E quando con 1* esempio di Panaro » che si è verifioato fare Ami
minore altezsa in Po, di quel » ohe si wesapponeva » e col calcolo di
tatti i fiumi che mettono io Po» e de paesi» che vi scolano , sieno
costretti a confessare , che V escreeceose fatte da mascon fiume » re*
itano minori in Po di quel d^e porti tal calcolo , e diano la mano ia
concedere » che non sia il Reno per fare in Po altessa eoosiderabiie »
potranno dire 5 che ciò , che non va in altessa » «ccresce la rapidità ^
• che perciò il Po con Reno cagionerà maggior corrosione » che sen-
sa di esso ; sicché gli argini adattati alla presente rapidità del Po t
senza il Reno, non basteranno alla rapidità del Po con il Reno, ed
addurranno 1' esempio di Panaro, che in effetto entrando in Po cor-
srode le rive ^ e fa dirupar gli argini portando necessità di ritirarli
con gravi spese.
Secondo, le piene del Reno in Po basso incomoderanno gli scolii
«he io vicinanza mettono in Po. Perchè sebbene la piena del Reno
in Po alto , non farà notabile altezSH , la £irà però maggiore in Po
basso i e ne' tempi , che con difficoltà entrano gli scoli in Po , so»
pra^iungendo Reno non entreranno , onde per necessità bisognerà
chiudere le chiaviche « Oltrechò intorbidandosi T acqua del Po, s* in*
terriranno i condotti delle chiaviche sino alP acqua , che cagioneran-
no , che non possano riaprirsi , M non fatta la racoolu di buona co-
pia d' acqua • Potranno anche pretendere , che tale altezza fatta dal
Reno in Po basso , faccia tisentìre Panaro , e gli scoli » che vi pon*
gono.
Terzo , la torbida , cbe porta Reno , se non interrirà il Po , 9
almeno il ramo d' Ariano , sarà portata alla foce del mare » dove gli
interrimenti incomodano grandamente gli scoli del Poleaìne di Ferra*
va , a' quali la bocca del Po si è avvicinata , con aver notalNlmente
prolungata 1b linea degli stessi Vedi, o lasciato nel mare pochissimo
modo , potendo pretehdere , che il Reno , per ricevere gli scoli di
monti di terra, e lavinosi ; porti maggior copia di terra, che gli altri •
Quarto , ancorché poca abbia da essere V escrescenza cagionata dal
Beno in Po alto, non può negarsi, che nonv sia per fiiroo qualche
poca di più 9 in modo che .per cansa.di esso» potrà il Po vanirò «
4»
eùxàe ditìono» dS Cutrdft) qaando senza U Reno non verrebbe ^ e oo$ì
darà qneata to^gesione di più al territorio; Ferrarese.
Quinto , sé BgV ÌDOonvenienti del numero a. e 4* sì dirà di prov^
vedere con chiavica allo sbocco in Po» e con la diversione del Reno
in tale occasione nelle valli» ove ora corre» opporranno ohe in quo*
sta maniera non potranno aversi le' bonificazioni» che ^i pretendono,
mentre a qnesti casi -saranno ao(!br soggette le valli .^
Al terzo capo principale si ridorrà forse la scarsezza dell' acqae par
i moliai di MArrara » ed altri della; riviera del Po d^ Argenta, in ri-
tardo de^ qnali ora si fanno lecito di cbindere a loro benefìzio le
bocche delle valli , e sostentare 1' acque a grandi altezze.
. Alcuni finalmente oppongono 1* abbondanza istessa de' raccolti, che
dalla remozione risulterebbe, come quella» che avesse a portare di^
ficoltà di smaltirle , e ad abbassarne i prezzi » onde venissftro a sce*
mare V entrate nelle più ricche famiglie di Bologna , e di Ferrara.
L' ultima opposizione è circa la spesa» che dicono i signori Ferrar
resi di un miglkone* * #
RISPOSTE ALLE PRECEDENTI OPPOSIZIONI.
A questi» ed altri inconvenienti » che possono opporre li signori
Ferraresi » rispondo prima in generale ; che quanto grandi si fingono
i mali, che fosse per apportare la diversione di Reno in Po grande y
bisogna paragonar questi con i danni presenti ^ e con li benefizi del-
la remozione , e finalmente con i danni» che cagionerebbe il partito
de' signori Ferraresi^ poiché li' danni opposti poouo essere rilevati » o
Compensati » da chi resterà sollevato da danni presenti » o da qnelli ,
che ricevevebbono il benefizio della remozione » e da quelli anche
che resterebbero liberi dal pericolo» che loro porterebbe il partito
opposto » e da ciascuno con tale proporzione , ohe impediti » o oon>-
pensatì tutti i danni» e pubblici » o privati » grande anche restasse il
benefizio ; non cessa dunque il motivo della remoziooe » e quando an-
che fosse inevitabile qualche piccolo disordine » per rimediare a' gran-
dissimi » non però devono trascurarsi i rimedj •
E per rispondere a' particolari » quanto a' primi cinque del pri-
mo capo , dico » che se i danni esagerati sono rimediabili con argini^
chiaviche» e fosse» bisognerà farli» computandoli nelle spese della
remozione; che se non sono rimediabili» stimare quanto importano,
e soddisfare con T equivalente •
Al sesto ponto. Chi considera con quanta utilità sia praticato sa
lo stato Veneto, ed in altre parti a far passare sotto fiumi » non so*
lo canali » ma anche altri fiumi » non avrà difficoltà ad intendere »
eome con ogni sicorezsa possa il canalino di Cento passare sotto il
4*
Reno 9 e partioolamente » mentre It ftbbrioa ti fiurà prima deB»
stesso alveo del Rodo y e tanto più ohe ^puodo per <|aaltiati aeeiden*
te di rottura y o d' altro , eooorretse dtTertirlo , ti ò la eadata sa
Panaro , e nel Po erande • Quanto alP inoomodo » ohe porterebbe il
traghettare in qnella pteoola navigazione , ai laaoia opotiderare » ao
questo rispetto abbia a fermare un negosio di tanta importanaa •
Al settimo , ed ottavo risjiondo » 'ohe molto maggiori sono al pr^
sente i perieoli » e gì' incomodi » ohe porta di presente il Reno a
Femra , i quali con allontanarlo 9 e condurlo a termine più proprio ^
•eemano in maniera 9 che al paragone dello stato presente si può di»
re ohe cessino.
Aggiungo f che con V alveo 9 ed arginatura nuova di Reno >, da
&rsi a tutta soddisfssìone de' Ferraresi, viene a difendersi totalmen*
te la città di Ferrara , ed il Polesine di Gasaelia da' pericoli di Pa«
naro 9 che per essere stranamente tortuoso , ed entrare direttamente
contro la corrente del Po, è assai più pericoloso del Reno, che si
condurrà con 1' alveo regolato , ed entrerà a seconda 9 onde generai
mente la sicurezza sarà maggiore 9 che di presente 9 e solo resterà
d' inferiore condizione quella lingua di terra , che resterà fra Panar
ro9 e Reno.
Al primo punto del secondo capo • Fra quanti hanno scritto a' no-
atri tempi delle misure delP acque correnti ninno vi è , che non mo-
stri essere difettoso il modo di determinare 1' altezze fatte da un fiu«
me entrando in un altro con la sola larghezza di questo , come se
non occorresse , considerare di qua , e di là tutte le misure in lun-
ghezza, larghezza , e profondità. Ma, per lasciare ora da parte ogni
sottigliezza di speculazione 9 facciansi solamente due considerazioni as*
sai facili • Prima , che il paese , ohe scola in Reno non è più della
trentesima terza parte di quello , che scola in Po , come noi mettere-
mo sotto gli occhi nella carta geografica delia Lombardia, e del Pie-
monte , e che le somme escrescenze del Po nella piogge universali
non fanno sopra il pelo ordinario altezza maggiore di piedi 17. e mez-
zo 9 sicché a tanto paese , quanto è quello , che scola il Reno , non
tocca che poco più di mezzo piede d altezza , il qnal calcolo cosi al-
la grossa confronta assai bene con le certissime informazioni , che si
sono avute di Panaro, che non fabcia nelle piene crescere il Po più
di mezzo piede • Si considerino ancora i trenta fiumi , che mettono
in Po con tanti altri minori canali , e rivi , che in tutto potranno
fare da 3A. in 35. fiumi eguali al Reno 9 benché il peritissimo Barat-
tieri li calcoli anche maggiori , e toma il medesimo , che ad un fiu-
me , come Reno si deve mezzo piede in circa .
Non è poi alcuna che non conosca , che lo stesso fiume entrando
in Po alto vi fa minore altezza ^ ohe quando entra in Po basso » o
J
43
ÉBezniio» quando boa feste per altro > elmeao per la hr§heaea niag«
^ore, che ha nella parte anperìore, e fica gli argini» di quella che
abbia nelP inferiore » e tra le ripe ; ma ¥i ai aggiunge un* altra ra-
gione , che consiste ne' gradi di Telócità niaggiore » che fa subito di*
'ftendere l'acqua introdotta 9 e sminuire quett' altezza » che farebbe
r istess' acqua nello steeso 'stato dell'alveo con grado di Telooità
maggioro ; la quel ragione 5 perchè da tutti non <f ieoe intesa , perciò
la tralusciamo , contentandoci della prima , da cui eridentemente si
conclude » che un fiume sopraegiuegendo alla pieoa di nn altro ^ non
& in esso qaell'jalteaza^ che farebbe nello stato basso, e nello stato
ordinario di esso • Onde, perchè abbiamo calcolato eotifusamoote» sen-
za distinzione di ^ari stati del Po, che 33 o 34 fiumi eguali al Re-
no» fanno insieme crescere il Po 54» ^ '^ mezzi piedi» de' quali
confusamente tocca a ciascheduno mezzo piede » siccome bisogna con-
fessare » che in Po basso tale agginota idi questi fiumi sarà maggiore^
cosà dobbiamo anche intendere « che in Po alto sarà minore.; ondo
perchè non v' ha parte degli argini si bassa » a cui non avanzi nello
maggiori escrescenze più di mezzo piede , ancorché non si alzassero »
non vi sarebbe pericolo , ohe il Reno aggiunto al Po lo facesse sor-
montare gli argini^
Ma abbondiamo in cautela » ed operiamo negli argini del Po per
V aggiunta del Reno» quanto sarebbe necessario se di .presente senza
il Reno le maggiori escrescenze in qualche iuogo arrivassero alla
sommità degli argini.
Dal confronto delle livellazioni degli iargini del Po abbiamo trova-
to non essere seguitamente della medesima altezza , ma dalli siti più
bassi » com' è quello di Francolino » o della Guarda agli altri siti , es-
servi differenza per lo -pia di i , a » o 3 piedi ; non sarebbe dunque
gran accenda 1' alzare i siti barai » che sono poohi » quanto si stima
neeessarìo per la nuova introduzione » giacché la maggior parte sono
tanto più alti di quel ohe &sso necessario per l' aggiunta di molta
maggior acqua.
E quando questa non basti àHa •qatete de' signori Ferraresi » iac*
ciasi una chiavica » che nelle somme escrescenze del Po divertisca il
Reno per quella via» che fa di presente.
Elgli è da notalre » ehe le somme escrescenze vengono cosi di raro
almeno nella parte superiore » che nelle perquisizioni fatte in questa
visita non si e potuto aver notìzia^ <^be di due seguite 4 una nella
Legazione dell' Eminentiss. Roeci » e 1' altra dell' Eminentiss* Gybò »
anzi né meno a' nostri tempi vien cosi spesso di Guarda ; ed in ef-
fetto in 4- anni » che hanno durato queste visite » non è mai arriva-
to al segno di Guarda « Onde per un caso » che segua una volta in
xo. anni 9 poco inconveniente sarebbe oe si divertisse il Reno per la
"44
via i che ora fa di eontinuo • E se rimoisb il Reno rìmanoMe al*
euD fondo di valle dod riaicibtle a coltura , per ooa estero aa*
ni elevato 9 eoo ricevere in tali casi le torbide del Reno 9 potrebbe
alzarsi. .
Ma in questo poco tempo fiirebbe - vedere l' esperienza ciò » ehe ha
mostrato in proposito di Panaro , non esservi per qualunque escre-
scenza necessario tale sfogo » perchè quando anche di presente non
^osse capace , ben presto lo resterebbe.
' È nota V ampiezza maggiore , che va continuamente acquistando
con la corrosione delle ripe, e della profondità maggiore che in qua-
lunque altra visita si sia mai trovata , il Po ridotto , e nelP uno , e
nell'altro tempo al medesimo stato, quanto a' segni notabili ne fanno
gli scandagli fatti testimonianza . Che V escrescenze d' oggidì sieno
minori delle passate , lo dimostra il confronto delle osservazioni au-
tentiche d' oggidì , che sopra il pelo basso del Po riescono solamente
piedi 1 7* e mezzo , ed a' tempi deir Aleotti erano di piedi ao» e
mezzo, il che concorda con le visite più antiche, sicché le maggio-
ri escrescenze de' nostri tempi riescono minori piedi 3. di quello del
secolo passato, quando ancora si è voltato in questo ramo il fiume
Panaro , e P altre acque , che allora ai dÌ8tribuivaui> dal Po tra Pri-
maro , e Volano •
' Al secondo è da osservare , che nel Po grande a destra dalla SteU
lata in giù non sono oggidì chiaviche, o scoli, ed a sinistra sul Fer-
rarese altra non v' è , che la chiavica d' Occhiob«)llo , la quale rice-
verebbe quest' incomodo , che bisognerebbe chiuderla qualche ora
prima, di quel che senza il Reno fosse necessario, cioè tanto tempo
E rima , quanto pervenisse il Reno altri fiumi ; perche d' ordinario il
eno dal suo sbocco in Po arriverebbe con la piena un poco prima
degli altri per essere inferiore a tutti, e scolare il paese più vicino^
e se fingiamo, che la piena di Reno venisse senza quelle. derli altri^
come sarebbe quando piovesse solamente in quella parte del Bolo-
gnese , che il Reno riceve, sarebbe, come si^ja, di pochissima du-
rata y non potendo durare molto una pioegia, che si contenesse fra
si angusti termini. Oltre che si sa 9 ohe le piene del Reno non do*
rane mai , che poche ore .
Che il Reno poi venendo lolo non possa deporre in nna chiavica
opposta , è manifesto dalP esempio di Panaro » che essendosi veduto
in questa visita entrar solo in Po, tutto si teneva dalla sua parte
destra nel termine di poche pertiche in larghezza , restando chiaro U
rimanente alla sinistra , non permettendo la eorrente del Po ohe pas«
tasse ì snoi termini , il che segue in un fiume , che entra contro le
eorrente » quanto più seguirebbe di uno , che entrasse a seconda ? È
noto anche V esempio del fiume Olio ^ ohe entrando chiero in Po
• t
45
.torbido 9 BÌ Tede correre diviso alla aaa parte e eonaervare per laa*
ghissimo spazio la- sua chiarezza • . i
Quanto a Panaro 9 e gli altri acoli Ticini y essendo superiori allo
sbocco di Reno due miglia , gran cosa sarebbe , che in tanta distan»
za facesse risentimento sensibile , e non essendovi sito più basso , né
apertura ove sfogarsi da quella parte , o il Po , o il Reno » che in
tal caso potrebbe snccedere*
E mentre c'immaginiamo P acqua di Reno sostenere» e sollevare
.1' acqua del Po, non possiamo non intendere nello stesso tempo tal
acqua nel sollevarsi urtare con gran violenza quella di Reno e sfor-
•zarla a distendersi, e correre al mare» dove non. solo non ha opposi-
zione , ma quando anche fosse cosa non fluida verrebbe portata dal-
la corrente •
Al terzo , è opinione popolare» che fosse per interrirò il Po » per-
suasa da due ragioni; una è dal vedere» che ha fatto interrimenti
altissimi nelle valli ; l'altra » dal credere» che il Reno abbia inter*
rito il ramo di Ferrara» Ma non è uomo d* ingegno» ohe non veda »
che l'interrimento segue xielle valli» perchè Tacque vi perdono il
moto » o almeno la velocità » si per la loro ampiezza » come anche
per esser chiuse le bocche già assegnategli» ed essere sostentate in
aito , che per altro ne' canali dove corrono » ancorché non affatto li*
bere d'impedimenti» né reeolate da argini, mantengono la loro pro«
fondita» come si è veduto lungo gli argini del Codilovo; e che nel
Po non vi è ragione » eh' abbia a deporre » sì per avere in esso libo*
ro il corso » come per la corrente perpetua dell' acque superiori » le
.quali » se conoschiamo » che staccano la terra ( per cosi dire ) im«
ptetrita nel fondo » e nelle sponde» come possiamo immaginarci, che
lascino nel fondo la lezza staccata » anzi ancor deposta dall' acque ?
Che abbia conQorso il Reno ad interrirò il ramo di Ferrara » con-
cedasi ; non v' è per^ chi non intenda » che se di sopra non fosso
stata r apertura del sinisto ove divertirsi 1' acque » sarebbe stato im-
possibile l' interrirsi » mentre la necessita del moto determinato ad
un solo alveo» avrebbe portato via tutti gli ostacoli; ma la libertà»
ohe aveva l'acqua d'andar nell' altro ramo senza opposizione alcuna»
fu cagione che cedesse agli ostacoli» ch'erano da questa parte » ed
in alveo cosi ampio abbandonato dalla solita corrente » altrove diver-
.tita » desse luogo a gì' interrimenti •
E quanto al Po d' Ariano » ohe può parer soggetto a gì' interri-
menti per le aeeche » che. in pia luoghi* si scuoprono » la materia del*
lo seecbe non è deposizione » come appare dal saggio» ma terra te-
nace» in cui l'acque non onerano corrosione; sarà dunque portata
«I mare la terk-a ohe intorbida il Reno» ove concorrerà con 1' altra
ft ht $V ioteìrrimettti alla fòco » ohe si rodono continuamente crescere »
ì qnali 86 per 86 8t688i 8Ì6Do danm»! , lo 8811110 i 8Ìpiori Voneriani i
cbe tanto profitto ne cavano; corto è cbo non in altro modo è fiitto
tntto il territorio Ferrareae , ohe con lo depoiisioni » ed interrimend
del Po ; è vero ^ clie V interrimento prolunga i condotti , ma abbi»-
ino ancbe veduto, cbe questi conservano il loro canale in mare più
profondo delie lagune laterali quantp'iiìéogiia fl loro corèo.
Al quarto si può rimediare .0 con rassettare gli argini , rialianda
le altezze minori, o conia chiavica, cbe lo divertisoa.
AL quinto -rispondo , cbe nel bonificar la valle si può lasciare il si»
to , per dove corre Reno a' fondi maggiori , cbe senza torbida non
potranno a bastanza bonificarsi j ed a' padroni de* terreni da bonifi-
carsi tornerà conto d' arginarsi da quella parte in modo , cbe passan»
do Reno non sia per molestarli , cbe si potrà fiire eon ntHe , mentre
tolti i sostegni a Gaibana verranno i fi>ndi e restar 6 piedi -più bas»
si , cbe non sono al presente , o veramente ^er -tali occasioni ^ che
di rado vengono , potrebbe incamminarsi per V(4ano , e Primaro, no*
quali , cbe non fosse per cagionare disordine , lo dimostrano le rette,
che in essi sènza disordini hanno portato Reno in Volano , 0 pure si
sa , cbe il corso delle rotte cagiona maggiori disordini da' eorsi ov-
dinari regolati.
Onde non è favda , cbe il Po oggidì sia assai pi& capace di quello i
cbe già mai sia stato , e cbe proporzioni la sua capacità all' acque »
che va ricevendo , e ciò cbe na latto con quelle di Panaro, e con le
altre , che dal Po andavano prima nel ramo di Ferrara , non può q^
garsì , che non sia per fare con quelle del Reno •
In quanto alla maggior -rapidità del corso ,- che possa cagionare cor-
rosioni C09Ì notatbili di Panaro , proviene dallo sbocco scomodìssimo
in Po , entrando direttamente opposto al tronco superiore in un an«
• gelo , che lo volta dirèttamente a levante , formando con la ripa se-
guente del Po un angolo acuto, intorno a cui si raggira, e perciò
non cesserà di demolirlo fincbò non l'abbia reso -ottuso, anzi acco-
modato alla corrente propria ; come , per -maggior cbiarezza , se ne
vede il disegno nella tavola prima.
La dorrente del Po ( tav. i*fig* i*) va -secondo P ordine delle lettere
a, by e, dj e, lo sbocco del Panaro b^ e ^ direttamente opposto alla
corrente a, •(, formando nelP ingresso P angolo acuto con la ripa Cf
onde voltandosi attorno all' angolo e , stringendosi alla e , ^2 , ai ne*
cessila deve portar Via tutta la yunta e , finche si abbia adattata al-
la corrente g i d ^ cbe sarà quando averìi • corroso sino alla linea fp
g , secondante il corso di Panaro , e del Po , il quale inconveniente
non sarà nel noftce-n$aso , poiché noi abbiamo disegnato lo sbocco del
Po , come si rappresenta esattamente in detta figura , in cui la corren-
te del Po è secondo le lettere a,^9C>^,e,m, »,2,la dirittoM
\
del Reso èa SdTàfomcn rina al Pò* h^i, che seoonda la ripa se-
gaente > f / » eoa angolo ottasimmo ia i » ove peroiò non ha oooa-
mme di oorrodore . Aeginngasi , che ner la ptegatura del Po in m' ,
riascendo l'angolo molto maggiore » cne se la ripa i$ I9 oontinaaseo
Torso is 9 dà maggior fermesaa allo sboooo r e piti V assioura dalla
Corrosione»
Non si adattano dnoqae al Rena introdotto con tale osservazione
in Po le ragionry per le spiali fa tali corrosioni Panaro, non dolen-
dogli dare sbocco cosìf improprio, in riguardo di cui abbiamo lascia-
to da parte il partito di conginngere Reno con Panaro tra' suoi argi-
ni , che per altro sarebbe di moltor minore spesa , non occorrendovi
altro 9 che la dilatazione ^If alveo. ^
Al primo del terzo capo, benché i mulini di Marram notv abbia-
no ragione y che loro sia mancata l' acqua con detrimento pubblico 9
pure , per isfuggire le loro opposLùoni , si potrebbero ' comprare 9 e
aarebbe tolto questo ostaeofo»
' Al secondb,che per preferire anoh.'es8o rintevesse privato* al be-
nefizio pubblico , non dovrebbe aver luogo »
Rispondo , che la bonificazione del paese porterebbe la popolazio-
ne della campagna , e della città , e per conseguenza la spedizione
delle robe 9 oltre gli altri benefizi ^ che porta a* privati il pubbli-
co bene • .
Air ultima, opposizione concernente la apesa ,: è da osservare , che
i signori Ferraresi la suppongono secondo il calcolo , che alle loro
instanze ne fiji fatto nella visita' del signor Cardinale Gaetano , quando
il ricapito del Reno^ in Po grande era annesso neeessarìamente al ricapi-
ta di Panaro non ancora escluso, dalle piene di Poatello, e di quella par-
te é? acqua , che dal Po di Lombardia pure nelle piene si sfogava in
Primarp , e Volano ; onde veoendo allora con V introduzione del Re-
no a ristringere nuavamente nel Po tutti questi fiumi , calcolavano
doversi alzare gli argini a proporzione della nuova acqna^ nelle piene
ritenuta ; ma oggidì già Panaro è introdotto anche nelle piene , e
V esperienza dimostra , che né meno il Po ha più bisogno di sfogo ,
e di pia il confronto delle osservazioni di queste con quelle di quel
tempo dimostrano , che oggidì le piene stanno più basse , perchè al-
lora arrivavano* a piedi ao sopra il pela ordinarie , ed cggnH solo a
p. 17, e mezzo. Dunque mm abbiamo da valerci di quel calcolo
oggi(U a proposito del solo Reno , essendo certo , che da lui solo non
possono temersi queir escrescenze , che si temevanc da questo istesso
congiunto , e però non è necessario tanto alzamento d' argini • Ag-
giungasi, ohe allora si anpponeva,^ che dovessero alzarsi da per tut-
to egualmente , ed oggi troviamo non essere in egual altezza tutti ^gli
asiani del Po 9 ma pochiasimi essere i Inoghi bassi 9 ohe non avanzitio
\
y
48
air escrescenze iiiagg;iori più di messo piede» STSDstndo gli «1111^
due, o tre»
Ma qualunque siasi la spesa, è certamente minore de* danni , che
in poco tempo cagiona il presente stato del Reno » e de' benefizi ,
che in pochissimo spazio di tempo porterebbe la rimovone dalle Tal-
li y come da' calcoli seguenti potrà considerarsi •
CALCOLO P£R LA 8PE8A DELLA DIVERSIONE DEL BMKO PER LA
LINEA DI POAZZO A PaLANTONE •
p
er escavazione dell' alveo passet-
ti « num. i4i8$6.
Fosti in argine a lire 3,0 lire 4* ii
passetto .
Per terra in 'finimento dell' argine a
lerante passetti num* 76692.
a lire 3. il passetto
Per terra per compire 1' argine a pò*
nente passetti • • • • . num. 57830.
a lire 3 il passetto ««•«••
lir. 4^6665*
lir« ^30076.
lir. 171990»
lir. 8s873j«
Scfmmano passetti num. 276878. ; • •
Terreno da pagare Tornature 1149* e mezzo» a più
prezzi •• lir. 124900*
Chiesa di Salvatonica, ed altre fabbriche lir. aBooo.
Botte sotterranea al Reno per il Canalino di pertiche
60. di lunghezza ••• lir. Soooot
Risarcimento d'argini verso il Po. •.•«.« . lir. 4^^^^^
Per carrette» ed altri arnesi . lir. .6ooc.
Per visite , assistenze , e spese straordinarie ... « lir. 4^^^^*
Per supplemento de' prezzi • lir. 4^000.
■^
Somma tutta la apesa lir. 1177631.
Che sono moneta di paoli scudi 23S5a6.
È
DELLA LINEA DELLA DIVERSIONE DI RENO NELLE VALLL
PROPOSTA da' SIGNORI FERRARESI.
atata sempre la linea più diletta » e desiderata da' aignorì Fer*
raresi quella , per cui il Reno attraverso delle valli si dovesse con^
durre al mare , e fu già il pensiero di divertirlo a Vigarano , ed incas-
sato di valle in valle farlo sboccare a sacca di Testa d'Asino nel
mare ; ma in questi tempi più recenti variata la proposizione del
49
prncipW» ma non riatennone del ine» vìen mopotto di pigliar Re*
no dalla botta degli aunegati , ed attraversando Ilìolo , e Soorsnro ,
condurlo per le valli incassato alla Confina di S. Vincenzo t e del
Poggio in lunghezza di sei miglia Ferraresi •
Ha questa linea «ino a Riolo in distanza di un migHo la cadala di
piedi ]5. nel rimanente sino alla valle in poco meno di 5. miglia
non ha caduta alcuna .
Passa per terreni coltivati , ed alitati » benché in gran parte pra-
tivi . Non termina in luogo , dove aia corso d' acqua » o alveo ,. o al-
tra profondità di valle.
Hi volta ^11 corso del Beno Terso il ano principio > accostando lo
sbocco alla parte superiore.
BENEFIZI , CHE NE PRETENDONO I PIGNORI IFEBJSJLBlWI «
I. ^Allontanare totalmente Beno dalla città di Ferrara, anzi dal
Ferrarese nella parte superiore, e però in questo liberarsi afiFatto da
ogni perìcolo, mentre venissero tra la città di Ferrara, e Beno ad
esser frammezzo gli altri interrimenti, che dividono le valli del Pog<-
^o dalla Saomartina»
fir Avanzare tutte le arginature , che servono al Beno ani Ferrare*
80, e liberarsi dalle continue spese, che fanno nel ripararli, fortifi-
carli , e rialzarli •
3. Liberar dalP acque tatto il paese in vicinanza di Ferrara, e ri-
tornarlo non solo alla pristina coltura , ma in molto maggiore stato ,
ed acquistar tutto quel circuito di paese , ora alzato con V interrì-
meljllo , che sarebbe il più alto di tutto il Ferrarese»
4* ^ar delle valli una conserva dell'acqua di Reno ad uso della
navigazione di Primaife , o de' molini di Marrara , e di tutta quella
riviera •
5. E per quanto spetta all' interesse di Bologna non pondo esaltare
la brevità del corso, che si darebbe il Reno, mentre non avrebbe
più d' andare a raggirare intorno la Sanmartina « Onde di poi ha da
ritornare verso mezzo giorno , per arrivare a quel segno , ove dalla
botta degli Annegati direttamente per linea breve potrebbe incammi*
narsi •
6. Ohe verrebbe a restar libero dalla servitù di Reno, e dalla gra*
ve spesa del mantenimento degli argini la parte del Bolognese , che
resta da S. Agostino in giù, almeno a sinistra»
7. Che per la brevità del corso, che acquisterelAe Reno, verreb-
be nella parte superiore a proEbndarsì notabilmente l'alveo, e cosi
anche in essa cesserebbe il bisogno d'alzare nell'aYTCnire gli argini «*
So
8. Che la Talle , ora itintile » venebbe t bonificarsi con le
de del Reno, da potersi in brevità di tempo ridurre a coltara, in
quella maniera , cne con le torbide del canal Naviglio si fanno le bo-
nificazioni di Malalbergo, e tanto più presto, quanto più copiosa ò
la torbida del fumo, cbe del canale.
RISPOSTA A* PRECEDENTI PUNTI .
ÀI
.1 primo. Non sarebbe questo benefizio perpetuo, percbè quan-
do avesse il Reno alzata con gV interrimenti la valle a segno , cbe
fosse pareggiato a gì' interrimenti del Geminale , e di S. Martino ^
cbe sono tra Ferrara, e la valle, di nuovo si ridurrebbe alla parte
inferiore , e cagionerebbe alla città , e fortezza disturbi similq aUi
presenti ; e poi simile benefizio noo^-^ solo proprio di questo partito»
ma ancora si ha nella nostra proposizione , mentre viene il Reno al-
lontanato dieci miglia dalla citta, e quello che importa con proT^
visione perpetua.
Non si vede però , come tal dìsoostamento di Reno da Ferrara ,
nelle piene dovesse riuscire , quando non s' nrginasse la valle a sinL-
itra, perchè dato, che nello stato ordinario non fosse il Reno per sor-
montare gì' interrimenti del Cominale , e di S. Martino , chi ci assi-
cura, che non fosse per sormontarli nelle piene?
Al secondo • Anche nel nostro partito si avanzano , se non tutte ,,
sdmeno la maggior parte di queste arginature , ed in perpetuo, il che
non seguirebbe nel partito Ferrarese , perchè , quando fossero egua«
^iati gì' interrimenti nuovi alli vecchi, a chi non volesse di nuovo
Reno a Ferrara , sarebbe necessario arginarlo tutto alla siaistra, ben-
ché , come abbiamo accennato di sopra , ciò sarebbe anche for^ 4ft^-
oessario , almeno per li casi delle piene, al principio.
Al terzo • Ciò non rinscirebbe , senz' arginare tutta la valle a sini«
atra, per cagione delle piene , cbe si potrebbero spandere per tutti
gli interrimenti • Ma al nostro partito seguirebbe la necessità senza
umana opera, e senza la soggezione , e servitù della vicinanza del Reno*
Al quarto • Non è benefizio da comparare con V immensità de' dan-
ni , che cagionerebbe , da descriversi in appresso , e particolarmente
con la perdita della navigazione di Bologna , ma piuttosto sarebbe e-
spediente regolare il canale Naviglio per la valle sino al Po di Pri-
maro , e valersi di quest' acqua , e di quella del canalino di Cento
per la navigazione , e per i molini •
Al quinto • Non è da paragonarsi quest' abbreviatura con quella del
nostro partito, che con sole io* miglia cooduoe Reno al suo termi-
ne reale , cioè in Po grande , che dall' altra parte non si può con*
4l}jre al marOf per 6o« miglia •
5i
ÀI sesto • E cosa di pooo rilie?o» in riguardo de' danni » che ad «U
tre partì ai porterebbero • x ^ ^
Al settimo • Molto maggior sarebbe tal effetto nel nostro partito »
per essere molto maggiore la caduta » che ha Reào in Po, che nello
Talli 9 onde con la gran profondità , che si farebbe in Reno , aYreh-
hesi in gran parte il benefizio , che si pretendeva al num. 6.
Air ottavo . Questa bonificazione , che non può farsi senza gran
tempo j e spesa , porterebbe la devastazione de' paesi superiori » bas^
ai di sito 9 che rimarrebbero senza scoio;
OPPOSIZIONI ALLA LINEA DE' SIGNORI FERRARESI •
JuLccostandosi lo sbocco del Reno alla parte snperiore , verrebbero
in essa a restare l' escrescenze della valle molto più alte , che di
presenta 9 e mentre ora al Poggio , e Malalbergo cresce solo per e-
^pansìone » e ringorgo , che non viene da lontanissime parti , allora
crescerebbe per lo ricevimento immediato; T esperienza ha mostrato ^
ohe Y escrescenza delle valli a Malalbergo » quando il Reno , prima
della rotta- del Mozzarelle, sboccava più. vicino, la valle cresceva ivi
due piedi più di qaoUo , che faccia al presente come per osservazio-
ne de* 25. Novembre r66i. e pure era ancora molto lontano; che
farebbe ora , se vi si avvicinasse tanto più ? Senza dubbio inondereb»
be le terre > ed il territorio di Malalbergo » e dei Poggio , e tutti gli
altri circonvicini.
Confermasi questo pronostico da* successi deiranno i6o4* quando
fa divertito il Reno nella Sanmartina , che sebbene era da questa
parte arginata la valle con V argine circondario della Sanmartina , a
cui succedeva V argine di Gognola , che Y aveva da dividere da que-
ste valli superiori , ad ogni modo in tanta distanza con le sole e-
spansioni fatte col sormontare , e rompere questi argini ^ venne ad
inondare tutti li paesi superiori » che circondano la. valle » e pure al-
lora 9 oltre la Sanmartina non ancor interrita , aveva immediatamente
due gran sfoghi io Primaro , e Volano della bocca de' Masi ^ e del
Levaloro; che farebbe adunque al presente escluso dalla Sanmartina
aenza tali sfoghi shoccando m tanta vicinanza?
Riempirebbero le piene di Reno tutti ì condotti del Bolognese ^
che mettono capo nelle valli superiori , sicché non solo non iscolereb-
bere il territorio y ma porterebbero V acqua alle più alte parti .
Noi abbiamo veduto in questa visita per poca piena del Reno nel-
lo stato j e distanza che è di presente correre ali insù la Galoaranda ,
portandovi 1' acqua della valle , in luogo di ripararla da' paesi supe-
riori, che farebbero dunque, e questa, e gli altri , quando avesse
lo sbocco nel Reno si vicino ? Ond' e fitcile a conchiudere la desolazione
5i&
delia miglior parte del territorio Bolognese prìyo affatto degli acoli »
Né giova il dire » che se riceveaaero i condotti V acqua nelle pie*
ne y la renderebbero » abbassata che fosse la TaHe » perchè ^ oltre il
danno ^ che farebbe intanta non solo il trattenimento degli scoG, ma
r istesse espansioni dell' acqua de* condotti per i fossi ^ e per le cam-
pagne , non potendo la valle cosi vasta per bocche strette 'così pre-
sta sgombrarsi » ed abbassata che fosse ^ non cosi presta scolare i pae»
si , che non succedano prima altre piene » sicché il male duri le sta^
gioni intere^ La torbida interrirebbe > ed uguaglierebbe al piana gli
atessL condotti y onde resterebbero totalmente ostrutti » ed a tenerli
escavati y non vi sarebbe spesa , a fatica , che bastasse »
Né potrebbesi a questi due disordini portare altro rimedia y che
con arginare tutta la valle all' iftltezza , a cui potessero giungere 1' e«
screscenze y ed alla stessa altezza arginar per molte miglia all' insù
tntti i condotti y con fare a ciascheduno di essi la sua chiavica allo
sbocco , cosa d' immensa spesa y e non bastevole ; perchè essendo i ca-
nali prolungati per la valle y ove non ponno arginarsi y né chiudersi
in quella parte » verrebbero da ogni piena interriti ; 1' escavarli ogni
volta , oltre la difficoltà di farlo in acqua y sarebbe un voltare il 8as«
so di Sisifo »
Si perderebbe totalmente la navigazione da Bologna a Ferrara con
gì' interrimenti del Reno tanto vicino a Malalbergo , in quella ma*
niera j che si sono interrite sin' ora le navigazioni della Torre , del-
la Fossa ^ e della bocca de' Masi^ che passavano per S» Martino » il
che di quanto danno sia al commercio y non à difficile a considerare •
Venendo Reno a star lontano dallo sfogo y che ha in Volano , si
per la Bonafina > come anche occorrendo per la chiavica del Mambro,
verrebbe maggiormente a caricare il Po di Primaro^' eh' è angusto ,
ed incapace» e perciò^ tanto maggiori sarebbero i pericoli delle rotto
nel Polesine di S. Giorgio» e nelle valli di Gomacchio » che ora ò
cosi grande » che più non vi rimane terra da riparare gli argini» né
a questo pericolo altro rimedio vi resta ^ che la remozione in luogo
dell' introduzione di altr' acqua ..
Ristretta maggiormente la valle , con F esclusione della Sanmartina».
ed allontanata la corrente del Reno «dalle bocche in Primaro» ritor^
nerebbono da caponi soliti disordini di sormontare i dossi fra le vai-
fi » ed impedire le inferiori » con danno anche delle^ campagne y, cho
le circondano » e col trattenimento de^ loro scoli ..
Lo stesso Po di Prìmaro» gonfio maggiortnente di nuova aóqua »
nea riceverebbe cosi facilmente gli scoli , e fiumi inferiori y che. vi
vanno a tern;iinare ;, onde tutti i terreni » che sono tra Reno y e La-
man» verrebbono a patirne» ed a risentirsi i fiumi j^^o soggiacere a
rotte i.
i
53:
Tutti gli altri danni verificati nella Tisita di Monsignor GTaetano»
dopo la diversione del Reno nelle valli T anno i6o6v e di Monsignor
Corsini Tanna i6sl5. si rìnoverebbero con tanto maggiore eccesso ^^
qnanto minore è oggi deir ampiezza , e profondità delle valli , a cui
F interrimenti hanno tolta U capacita ^ e quanta maggiore à la ca-^
uta y cfie ììBi per esse «^
E quanto a questa punta della caduta S da riflettere^ che aT luo^
gò) ove si tratta sboccare nella valle il Reno , venendo T acqua del
Reno dalla parte inferiore versa Ferrara j, viene a manifestarsi questa
9Ìto più bassa nelPescrescenze della^ parte inferiore delta valle y al Po»
onde rìngorga . Ma facendosi ivi sboccar Reno r per distendersi da.
questo termine per la valle sina alla sbocco ìq> Po», è necessariov cho
ir alzi tanto ^ che non solamente superi la caduta contraria; » che ha.
di prei^nte nelle piene y. ma di più acquisti caduta* verso il Pò , la
quale altezza non può essere y che grande, e tanta più ^ che la. man*
canza totale dèlia caduta comincia sino a Scorsuro^ cioè quasi quat-
tro miglia* prima che arrivi alla^ valle , onde ^ non essendogli facilita-
lo il corso ad alcuna pendenza , è- necessario y che si trattenga sina
che coir alzarsi nella parte ^uperìor^^ se l^abbia^ acquistata-
DELLr INCAPACITÀ DELLE: VALLI ^
\/ualunquo siasi l^'amplezza» e profondita delle valli, già per con-
tìnua irrefragabile esperienza di 87. anni più chiara , ed evidènte
d* ogni altra prova ,: e misura , quelle del Poggio , e di Marrara , e
tutte le adiacenti nou sona mal state capaci della sola ridondanza , O'
espansione del Reno , della Sànmartioa sin quanda avea le bocche a-
perte ìn^ Primaro^ e Volane, non che del Rene tutto-
Le prove di ciò noa sono pia da farev ma sono abbondantissimamente
fìtte in tutte le precedenti visite de' Gòmmissarf Apostolici,, veden»
dosi dalla prima del sig^ Cardinal Gaetana deF 1606. che le valli del
Foggio , e di Malalbergo non* poterà ne meno' capire il ringorgo deU
r acqua soprabbondante della Sànmartina, la qual erse pur divisa da
esse per mezzo. deF continente del Còminare, e di Gaprara, e ciò lìon
ostante y che fossera aperte molte bocche alla Sanmartina< nel Po di
Ferrara ,. e di Primaro y in moda che diffuse Facque sormontando gli
argini,, allagando le campagne> e le case> e la terra stessa di Malal--
hergo . come co^ propri occhi vidde il suddetta sig; Cardinale Gàe<*
tane il àv ló- Grcnnaìor onde perciò^ ordinò- un* taglio a Longastrino^
con pericolo^ delle valUV ^ della città di Cbmacchio, per evitare il
maggiore della parte superiore,, e fece altre provvisioni , che in det-
ta visita si leggono -
Cosi parimente si osserva in quella di Monsignor Corsini deiranna
z'
\
54
1625. a CIÒ apecialmente depirtato , come difibssmente nella tua re»
lazioDe ai legge ; e pure egli è evidente ^ che a quel tempo le vaUi
erano più capaci, che di presente, mentre erano meno interrite ^
meno alte di fondo , e di pelo , più difese dagli argini circondar] , 1»
Tacque avevano allora i sfoghi liberi della bocca de' Masi yedel^Le-
valoro , libero il cavo del Duca , ed il Po di Primaro dagli argini ^^
obe di presente T attraversane , né per anche se gli erano rialzati in-
contro gli argini di Poatcllo, e di Codilovo^
Come potremo dunque dire, che restino capaci di tutto il Reno
quelle vaili ^ che Inrono incapaci delf espansioni, e ringor^o, quand'e-
rano più capaci obe di presente?
Si può opporre , che se di presente sono meno profonde , rispetto
alla parte interrita, sono più ampie, rispetto all' espansioni 5 e que«'
sto chi lo niega ? Pur troppo si sono dilatate su i paesi fertili , che
circondano la valle, e sul Bolognese, e sul Ferrarese, e nella Roma'*
gna^ e questa è la piaga, che già tant' anni sono ehìama rimedio J
Sono capaci di maggior male in quanto possono communicarlo .aor
cresciuto Inngameate al paese vicino , ma questo male a chi porta
rimedio «
Quanto più si alzano, e si dilatano con nnova acqua quelle valli ,
oltre le mine delle parti superiori , sempre maggiormente minaccia»
no le inferiori , le quali già di presente , quando anche hanno vicini
gli sfoghi , s' ingrossano , ed a' gran fatica si difendono •
A ^can fatica si difende il Polesine superiore di Ferrara , quello
Ai S. Giorgio, le valli, e città di Gomacchio^ e tanto più difficile'
mente si difenderanno^ quanto maggiore sarà la mole d'acqua, cho
ai tratterrà nelle valli ^ quanto più alto il fondo, che di continuo
a' interrisce «
Se questo dilatarsi delle valli a forza è un renderle capaci , possia*
mo alarli la capacità che vogliamo , con alzar di contìnuo , come si
fa in qneste parti , gli argini sin <^he arrivino con la sommeivione di
tutta la pianura ad uguagliarsi co' mónti, e se questa è capacità,
pur troppo confessiamo , anzi protestiamo ^ che sono capaci , ma » di
capacità fatta per forza d' arginazione » con là rovina di queste tro
Provincie • ^
Ma se vogliamo vedere , se hanno capacità naturale 9 apriamo gli
sfoghi negli alvei naturali , e vediamo , se restano fondi , ma percbò
non può ottenersi ' la remozione di si pregiudiciali impedimenti , ve-
dasi almeno quanto si tiene alta la valle sopra il pelo di questi alvei
adiacenti , anzi sopra tutte le campagne , che la circondano , e di»
casi poi valle capace da recapitar fiumi questa eh' è tanto più alta di
quanto terreno intorno la cinge del paese di Vigarano , che ha a pò*
nente , del Polesine di Sé Giorgio ^ che ha a tramontana , non che
S5
dall' QUO f a deir altro tmìo del Po» come sì può y.edere jn ua*oc<-
cAiiata alla bocca de' Masi , paragoaaódo il pelo della valle con qael*
lo di Volano , ed alla chiavica Baooafina , oaseryando il aaperiore >
ad inferiore
SCRITTURE
jflla Santità di N. S^ Alessandro VII. per la Congregazione
delV acque sopra la remozione del Beno per lo Reggimento
di Bologna date V anno 1657»
Ji Reno ne' secoli passati non ba giammai aruto altro ricapito 9
èbe neir alveo del Po » come testificano i Cosmografi , e per transi*
zione anche stabilite con li Duchi , e città di Ferrara gliene fu dato
il ricetto nel Po di Volano, <|uando particolarmente dell'anno iSaa.
avendo sopra la terra di Cento abbandonato il proprio alveo, srego-
lato veniva a cadere nel medesimo Po, con danni immensi. Così del
territorio Bolognese , come Ferrarese •
E benché gli stessi Duchi ^ e città di Ferrara , eon supposto , che
per causa delle torbide del Reno , il medesimo Po di Volano venisse
ad interrirsi , ed a perdersi la loro navigazione ; facessero dipoi con*
tinne instanze per rimoverlo col portarlo nelle valli verso Argenta^
non gli fu mai concesso ^ per estere stato conosciuto, che il supposto
del suo interrimento non poteva derivare da altro , che dal mancamen*
to delle pròprie acque per lo declivio maggiore , che si faceva il Po
di Lombardia per linea più breve al mare ; e che il voltarle verso le
Talli era per apportar danni immensi } anzi che per occasione di rot*
ture degli argini del Reno al levante snccesse o procurate del iS4i*
nel territorio della Pieve , per le quali venivano inondati gli stessi
beni del territorio Bolognese , che oggidì sono esposti , e soggetti al-
le medésime sommersioni, ricusando il Duca di Ferrara di (arie ripi-
gliare , con allegare le stesse ragioni , per introdurre il Reno nelle
'valli, sopra le quali oggi si fondano pure i signori Ferraresi; fu pre-
cettato aa Paolo Terzo, dopo avute le necessarie informazioni, e re*
lazioni de' Periti ^ di dovere ubbidire in eseguire la suddetta oon-
:venzione ; come appare dal breve <
£ portatosi anche il Papa sul fatto , ed uditi li contràditorj de' Pe-
^*» 6 delle partii dopo niatnra disoassione di quanto ocubrmente
S6
^ide «d fattamente gli Fa rappreaenuto » «obbligo 5aa entità mag-
gioraiente il Duca suddetto ad ubbidire , «ed a ^riporiaref -e «(uuten^
re il Reno nel Po di Ferrara » siccome fu eseguito •
Ma coDtìnnaDdo pure le doglianze 4e^ 4nedesiini signori Terrareti.
di perdersi Ja loro navigasione , per gP interrìmeuti causati dal Reno
nel 'medesimo Po xli Ferrara , «oche appresso la S. Mem. di Gregorio
Dechnoterzo , -e rinnovando ristesse istanae^ «o d* inalvearlo «on gli al*
tri fiumi di Savena , Idice « SilJaro » ^Santerno* ^ Senio « ]>er porurli
unitamente per il Po di Primaro » o per -altro alveo al mare; o di
voltarlo prò interim nelle Talli, o aboecado nello stesso Pa éì Pri-
maro sotto la terra -d' Argenta • Purono pur anche , per ^ordine di
ijuel Sommo Pontefice , diligentemente discusse le proposte loro , ma
stimate insussìstenti , « non adeguate al benelìzio -delP uno , ^e del-
r altro territorio , -come fu partioalarmoB te- rappresentato al medesimo
Pontefice da D. Scipio de Castro nella sua relazione*
Piacque però alla San. Mem. di Xjlemente Ottavo di consolar li
aignorì Ferraresi ^ «ome «noi aiuovi -sudditi , permettendogli d^ intro-
durre il Reno nella Sanmartina per nn interim » mentre -si faceva
V escavaziooe del Po di Volano , -e del Po di Primaro , ^on iutenzio*
ne di potersi ricondurre P acqua del Po grande nello atesso Po di
Ferrara , ^ di restituirvi anche ^ cubito fatta la detta escavazione » il
medenimo Reno, «secondo ohe Jitteralmente dispone lo stesso breve
dì -quél Sommo Pontefice; e benché Sua Santità 'conoscesse benissi-
mo 9 ch&«i era reso impraticabile ain di quél tempo il poter intro-
durre di nuovo P acque del Po grande nel Po di Ferrara , -e- t^e la
diversione del Heno nelle Talli «ra dannosissima al territorio Bolo-
gnese ^ e non durabile ; volle nondimeno dare tjuesta aoddisfazione a'
signori Ferraresi » con la preservativa però auddetta di ritornare il
Reno nel Po di Ferrara , o nel Po grande ^ come pure allora dalla
Sacra Congregazione delPaoqne veniva stimato più, espediente » se-
condo che attesta il Cardinal Piatti in una 'Sua lettera.
Da questa introduzione del Reno nelle «valli seguita Panno i6o4-
xie «successero immediatamente inondazioni immense 9 a aegoo tale 9
che d' 4)rdine della «tessa Congregazione , e comandamento della San-
ta Memoria di Paolo V. , fu di Febbraio i6c6. dato nrdine al Fresia
dente di Romagna di fare nn taglio nelf argine di Primaro a Longa-
strino ^erso le valli di Comacchio , per dìare sfogo all' acque del no-
no 9 «d evitar sommersioni maggiori, come si -vede dalle lettere del-
la detta Gongrejgazione^ scritte dal Cardinale da Camerino , e Decre-
to fatto 9 ed esecuzione datale dal medesimo Cardinale Gaetano •
Dalle visite fatte da Monsignor Cientnrionfe del i6o5« dallo atesso
sig« Cardinal Gaetano susseguentemente, e più accuratamente dall' E-
minentiss. sig. Cardinal Capponi del x6j8. e da Manaignqr Corsini del:
57-
]fi(S2&« viepr, fitoMmente ginstifient» di quanto pre^ttdivio ib »lstK
rìntrodiizione del Keno nelle valli^ poielie noti solo li terreiiF dtalUr
destra di Primato sono restanti totalmente vaommerai^ kieodata tutta
la parte inferiore del territorio Bolognese , gli scoli più principali
interriti , -e la navi^zione tra Ferrara , e Bcflogna affatto perdata .,
ma dalla sinistra ancora per le sortivo causate dalla giunta dell' ae^
qne del Reno a •quelle -degli filtri torrenti^ e acoli^ che a forza del
peso di cesi gran «ole d' acque stagnanti , penetrando per la porosi-
tà della terra, «ì sono rese inutili le terre del medesimo Polesine di
S. Giorgio; e 6naimente negK nltimi anni ancora quando il Reno
non ha avuto lo sfoga nella Sanoiartina , o per le rotture fatte negli
argini da ponente per le chiaviche del Bondeno nel Panaro , e per
qaesti nel Po grande , iia apportate reiterate sommersioni alle valfi ,
e città di Comacchio.
Per rimedio opportuno a tanti mali, ed a tali miserie, fu dalia
Santa Mem. di Gregorio XV. data facoltà deiranne^ i6a^s. air'Emi-
nentiss. aig. Cìardinal Capponi per suo .partìcolar breve ; 'di rimuove-
re il Reno «dalle valli , *e da Sua eminenza la staiiirito' tli nortarlo
dalla Botta de^ signori Ghisilieri a Mirabelle in^ Pé gratta alla Stelr
lata, e del i6ia. si portò Sua Eimnenza sul fatto, per eseguire la
Santa Mente <li quel Sommo Pontefice •
In esecusione di che trasferendosi Sua Eimn. sul iitto , e visitan-
do tutti li luoghi con aomma diligei^a , e fatica ^i mclti mesi , fece
fare diverse operaziopi , e livellazioni , conobbe- e riferì la necessità
della rimozione del Reno dalle valli , e "per ridurre H- negozio alP at-
to pratico più che fosse possibile^ crdinò , che si facesse il circonda-
rio delti terreni Bolognesi , che dovevano concorrere «alla spesa con
la dovuta graduazione in quattro gradi , per fermare il comparto pia
proporzionato air utile , che ciascheduno era da detta -operazione per
ricevere , ed il tntto fu esegnitos.
> Ed in oltre , per F esazione di detto compunto , comanda , che per
modo di ptovvisione si facete una tassa di i)tiaiftamita' sencK per la'
parte della spesa , che ai aupponeva potesse toccare a^ Bblognesi^ ,
come si vede dall^ inscrizione del campione sepra ciò formato.
Ma mentre si stava per porre mano air opera , sopravvenendo di«
versi accidenti, e pafticolarmente la morte del Papa, restò il neg(>-
zio senza la finale esecuzione •
Assunto però^ che iU al Pontificato Urbano Vlil. dì Felice Memoria*,
fece qiprifitendentd' generale alla bonifieaziene il già Monsignor Gor«
«ini , H quale intyrntt^F dal medesimo signor Cardinal Capponi , e ser»
Tendtasi delle di lui direzioni , ed eperaziom , parimente si trasferi
in quelle partì , e per* levare le conlese fra le parti , subito deputò
penti Fen^nsi^ ^ ftelogneai» ner HUv^eeneardisfliente W liveHazioni
/
^
/
/
i
N
>
' .
58
prima fiitte dal detto sijg^Qor Gardioale di tutti li Inoglui per li quali
8i poteva fare Ja di?er8Ìooe di Reno •
È qaeito fatta la visita » e la aaddetta livellasìone » inerendo alla
relazione del detto sìgaor Cardinale a lai consegnata, riferì ananto
fosse necessaria la remorione del Reno dalle valli , come nelU sna
Relazione •
Ed in conformità di quella , il detto Urbano VIU. spedi subito uà
breve al detto Monsignor Corsini , comandandole , cbe dovesse fare
la diversione dei Reno dalla villa di Mirabelle , territorio di Bologna»
al Bondeno , e dì là al Po erande , eh* è la sesta linea » fra le sei
proposte allora 9 sceltale stabilita, come al disegno delle linee, ed
altro colla pianta de' territorj di fioloena , Ferrara , e Romagna inon*
dati , e loro dichiarazioni unite , con br concorrere alla spesa i Bo»
.lognesi , i Ferraresi , ed altri interessati , come in detlo breve •
£ per facilitare quanto più fosse possibile il negozio , fece scanda-
gliare ancora tutta la spesa , che si doveva fare in operare , conforme
al detto disegno.
Ma dopo molte difficoltà infrappostevi , per divertire la Santa Men-
te di quel Sonunp Pontefice , e la retta intenzione delP Eminentiss.
signor Cardinal Barberino, si compiacque Sua Santità di ordinare al-
l'Eminentiss. Signor Cardinale S. Clemente, allora Commissario del
Sant' Ufficio , cne si portasse ad osservare ocularmente qaal potesse
essere il più sicuro, e reale ricapito al Reno, e da sua Emioeoza fa
approvato per unico il portarlo nel Po grande, ma da diversi altri
accidenti fu impedita Sua Santità di eseguire questa sqa ferma deli-
beraziode •
. Gol fondamento delle predette determinazioni così ben giustifica-
te, supplicò il Reggimento di Bologna del 1646. la Santa Memoria
d'Innocenzo Decimo, per la remozione del Reno dalle valli , e per
V esecuzione della determinazione predetta , stabilita dopo tante vi-
site , ed al memoriale rimesso alla oacra Congregazione deir acque ,
fu creduto di non dover rescrivere , per 1* istanze , che nuovamente
fecero li signori Ferraresi di voler far prima la loro introduzione del*
r acqua del Po grande in quello di Ferrara, secondo il tenore del
suddetto breve di Clemente Vili. Con la speciosità di questa propo-
sta fu sospesa qualunque risoluzione dal medesimo Innocenzo anche
nella Congregazione, che del i65i. si tenne avanti di lui, in modo
che li signori Ferraresi ottennero , come desideravano , che appresso
Sua Santità non restasse più apertura alcuna a' Bolognesi per pego*
zlazione di tale interesse ; essendo però questi mio de' più gravi , e
di maggior rilievo, che abbia la S. Sede, per lo comun benefizio di
tanti 4«uddìti , e per lo bonificamento delle più principali , e migliori
parti dello Stato Ecclesiastico} ha «pohe Sua Divina Maestà preservato
» - ^
y
V
59
alla somma ^rovvidenzA 9 e pietà della Santità Vostra 11 dare il dova*
to fioe a cosi gloriosa deliberazione «
Sapplica dunque umilmente Vostra Santità il Reggimento dì Bolo-
gna a sollevar dalle miserie sostenute per il corso di Sa. anni il suo
territorio, col far rimuovere il Reno dalle valli.
La giustizia di queste sue umilissime suppliche resta comprovata
dalle suddette vìsite, e relazioni, e dalP evidenza del fattoi mentre
il Reno ìmprigiouato prima dalle valli, e dalle chiusure dì tante
chiaviche già destinategli nel Po di Primairro , e poi dagli interrimen-
ti causati anche nel proprio alveo, non ha presentemente altro rica-
pito 9 che sopra li heni adiacenti de' particolari si Ferraresi , come
Bolognesi con sommersioni dannosissime dell' uno , e dell' altro terri-
torio , e quali sieno le miserie , e calamità presenti causate dalle
continue inondazioni del Reno , è ormai notorio , e le rappresenta di-
stintamente Giorgio Rivellini in una sua Scrittura.
Dall' evento perciò , più che dalle suddette ragioni , si può coih
eludere quanto aia pernicioso il partito , nel quale insistono i signori
Ferraresi di portare il Reno, di valle in yalle, o d' unirlo alme-
no con parte degli altri torrenti nel Po di Prìmaro, poiché que-
sta è proposizione , che altre volte, e, sempre è stata dannata da tut«*
ti per gli effetti , che sono poi^ succeduti , anche per la sola introdu-
zione del Reno nelle valli ^ come si può con molto fondamento rac-
cogliere dal secondo , e terzo dapo della stessa Relazione di Don Sci«
pio de Castro, e dall'altra di Monsignor Corsini nel §. Onde non
'^^ggOy nel quale particolarmente asserisce, che viene anche detesta-
ta, ed impugnata da tutti quelli Ferraresi, che hanno interesse nel
Polesine dr S. Giorgio, ed alla destra del Po d'Argenta, il che resta
maggiormente comprovato da' memoriali dati da' medesimi altre vol-
te 9 ed ultimamente alla Santa Memoria d' Innocenzo Decimo. E con*
seguentente molto meno si rende praticabile questa , o simile propo-
sta , per l' interesse ,' che ha la Came)*a Apostolica in dover preser-
yare le valli , e città di Comacohio , dalle quali perciò si .deve allon-
tanare il Reno , per quanto sia più possibile , per evitare maggior-*
niente il pericolo di nuove inondazioni , e- soyimersìoni di quelle.
Hh il Re'egimento di Bologna supplicato altre volte non solo per la
remozione del Reno dalle valli , ma eziandio per V introduzióne del
medesimo nel t^o di Lombardia , secondando le determinazioni già
fiitte , e come sopra approvate da' suddetti Eminentissimi Cardinali ^
e Sommi Pontefici , e tanto più , quanto ohe appariscono ^ sufficiente-,
mente abbattute l' eccezioni , ed opposizioni dedotte da' signosi Fer-r
raresi , e dalla lettura dalla detta Relazione di Monsignor Corsini , e
da quel più olie per parte dello stesso Reggimento 9 fu del x65x« aao-
ointamente risposto alle loro S<ftittdiro •
6o
Ma perchè la Santità Vostra ha ia qcieito interesse del Heoo tat«
te le notizie più nece88arie a quella deliberazione , che sarà più gio-
Tèvole a tutti; e. l' interesse della oittà di Bologna per lo sno terri-
.torio 9 e cittadini , consiste solo nel Teder quanto prima sprigionar
to il Reno dalle valli , col destinargli per altra parte il ano eorto»
dove con naturai declivio possa ielicemente portarsi al mare ; resta
anche solo al Reggimento suddetto di supplicare , come fa , umilmen-
te Vostra Santità a voler levare quanto prima ogni speranza a' si-
• gnori Ferraresi di poter più lungamente far differire la remosione
del Reno dalle valli , o col solito pretesto di doversi prima far V in-
troduzione dell'acqua del Po grande in qnello di Ferrara, dagli stes-
si per sempre negletta , come forse da' medesimi ben oooosointa per
impossìbile , o con replicare le proposte di mantenerlo nelle etesse
valli, dando ordini precisi per 1' esecuzione di quel recapito al Re-
no, che verrà dalla Santità Vostra stimato egualmente proficuo a
4anti 4ooi sudiliti , ed a tutte le provincie interessate •
Che il tutto ec Quam Deus ec.
Id Brevi f e Scritture enunciate in questo memoriale , si troveran*
no unite più a bassso •
DEL C0R30 ANTICO DEL PO , E DEL RENO .
Il
.1 Bo , che nel sno alveo , come afferma Polibio . ( Hist. Uh. a. )
riceveva già tutte V acque , che dall'Appennino , e dall' Alpi nell' Ita-
lia Trauiapennina discendono , veniva^ indiviso sin sotto alm Stellata*,
6 Figarolo, luoghi l'nn contro l'altro 17. miglia sopra Ferrara.
Ivi a sinistra principiava , secondo CInverio, {Clu^eriJ Ital. lib. a.
pag. 4^1. e 4o5. ) la fossa Filistina, che dopo la rotta di Figarolo,
procurata l'anno 11 Sa. e dopo quella ^i Sicardo dell'anno iiga. di-
latata, e profondata si tramutò m Po di Venezia. {Pignti pag* tóo.)
Continuava a destra il tronco principale , che poi fu detto Po di
Ferrara, che però passava più a mezzogiorno alla torre deli'UcelUno
in distanza da Ferrara di quattro miglia . ( Leander pag. S3o. )
Secondo il Pigna , ( Pigna pag. 1 5g. ) ed altri Istorici Ferraresi al
Capo d'Eridauo era la divisione accennata da Polibio a TrigaboH ne'
duo rami principali di Volano, (Blond. pag. S5r.)'0 Pad usa, come
bgge Giuverio , ( Cluv. lib. i . pag. 394* ) e Prisoiano Ferrarese , ap-
presso fra Leandro • { Priscian. apud. Leandrum pag. S^. lib. pag»
894* 4<^* 4^^- ) Volano ramo sinistro, ritiene oggicti anche il suo no-
m^e » Padusa altro non è , che il Po di Primaro , come con ragioni , e
con r autorità di Polibio , Plinio , Virgilio , Servio , e d' altri antichi
dìffasamente prova Oluverìo , coatro r errore de' moderni Scrittori ^
che per Fadusa intendono le Baludi dal Fo separato •
6i
Dalla Stellata al mare là via più bteve fu setìiprei per il Po di
Venezia , eh' inoltrata dagl' interrimenti fatti aita fooe , non è più
lunga di 67. miglia. A questa, per «ordine di lunghezza, segatta la
linea per Ferrara a Volano di niiglia 78. Kù Jonga è la via per Per<-
Xàtà, a Priraara di miglia 90. Dalla Stellata in giù nel mttìò priooìpal^
ài Ferrara sbocoavano per Taddie tra Panaro 9, e Reno, e questo non
solo da due secoli dopo le convenzioni 00' Oocfai di Ferrara /( t^Mf^i
'del Cardinai Gaetano , e di Monsignor Cércini ) come altti suppone
.gono » ma in tutti i tempi precedenti y come «r vede iu Plinio ^ ( Plin.
ìib. 3. cap^ 16. ), che vtvea. Fanno' di GrìstO' Se 'nelle carte antiche
,MOgrafiche di Tolomeo , e d' altri Geografi cedute dal Biondi , nella
-illesa d' Accursio 9 { Giosi in. L r . verbo- Utile ff. de* flum. ttbi an^
•gekis $• flumen^ )ì che vivea Fanno^ i^ho* in Bartol<(, ( Bart. in L a.
-subn. ì. in fin^ ff. cod. BUloc. oit. ) che fci delFanno iSSo, ed ìu
altri legisti appresso , e nello stesso- Bkmdi ^ che scriveva l' anno t^So.
Prova questo Autore y che nel tempo y che il Po passava alla torre
dell' Uccellino y ivi sboccava il Reno > e ciò- nou solo dalP antiche
Geografìe y ma dagli* alvei dair une , e dalP altro ^ume abbandonati ,
che a' suoi tempi si vedevano • Ma dopo* essersi ritirata il Po quat-
tro miglia verso Ferrara ». il Reno- rotto nella' parte superióre a ponen-
te andò ad unirsi con Panaro, e col canal di Cento al Finale y onde
per la fossa Fistorena scaricavasi in Po al Bòndeno •
In tale stato ritrovandosi ancora Tanno' 1400*- Berso primo Duca
-dì Ferrara y come si legge nel suo mandate ài proc«fra , per rimedia-
xe^ al grave 9 ed intollerabile danno, che- da alcuni anni pativano i
paesi del Bolognese y e ^Ferrarese , convenne eo* Bolognesi, e Gente«
-•i di assegnarli non già V esita in Po , che ve 1f aveva , ma sibbene u*
•na via più comoda , e men dannosa all' itao , ed all' altro territorio y
the fudair argine sua vecchia di Cento sino a certo termine nel Po
tra Bondeoo , e Ferrara »
Ma essendo 1* anno iSai; seguita una retta, ^tiAe «ndàva a met^
tersi per altra parte snperìere in Pa , fu T arnia iS'a^. per aMva coah
^rensieiie ( Nella convenzione al 5« Prima ^ paìimsGe • ) rimessa tfel^
Y alvee suo vecdiio , che di «udvo abbandonate , e voltalo^ fteflà
Sanoaartìmi con dinni immann dell' uno y e V altro territorio ^ V an^
HO i54a. per rotta aegaaU alla Ptere, afonia Grecie H. tiet inògè
liiHa preeedeMe eeoveneìMitf rìneaso , i4 <Ae tftede eceaiienè aH' ^tw
«ce ai Fra Leandro wd anjppiTre 1 ( Lemd. <»a^. $97% e Sf 7.4» iaHth
édk^. ) Cihe il Rene prima noaiflfbMinisse ini Fb, iltitnelrandwe per aK-
tro ben tre volte éon Plinie tite qadi Hamì , <die dsA 4^o tene poHad
al> mare-.."' ♦ / . .
Fsnalitieiile Primara rteeve^ i fiiiaai' dM' Bolognese Sa^vetta^ Idi-
ce^ Quaderna > SUlaro , e fatet della RiÉuiagna , Saaterno , ' &enio , e
6i
Lamine, clie poi immediatameìite fii condótto al lAare^ ibooetQdo og«
gidì gli altri nelle paludi a destra di Prìmaro.
Per la via di Venesia , eh' era più breve , avendo il Pò , dopo
r accennate rotte » trovata maggior lacilità , e velocità di moto j co-
minciò a profondarti » e voltarsi con maggior quantità d' acque , ed
in conseguenza a scemare nel Po di Ferrara, anzi col tempo a man-
car quasi sfiàtto ; il ohe per ovviare , indamo usarono i Duchi di
Ferrara diversi lavori alla divisione , posoiaohè in progresso di tem«
pò , cedendo all' impeto della corrente , più volte rifatti rovinarono..
Go9Ì V acqua nel ramo di Ferrara , e negli altri due inferiori dimi-
nuita, spìngendo con minor velocità se stessa, e le torbide de' fiumi,
e torrenti inferiori , cominciò a causare interrimenti per la deposizio-
ne delle materie I cbe sempre segue alla tardità del moto. Crebbero
in tal guisa gP interrimenti nel Po di Ferrara , ohe secondo la rda-
2Ìone del Aleotti , { Aleot^ pag^ 79. ) perito Ferrarese > stampata l'an-
no i6ox. quando il Po di Venezia era nella sua maggior altezza ,
oh' è in tutto piedi 34* tid Po di Ferrara vicino a questa città non
era alto più di sei piedi , sicché restava il fondo di questo più alto
del fondo di quello piedi a8. dal che ne segue, ohe solo nelle gran-
di escrescenze poteva venir acqua dal tronco principale nel ro £
Ferrara, e che . neoesjiariamente nell' abbassarsi ritornavano contro il
primiero corso alla Stellata tanto l' acque del Po , quanto di Panaro ^
e Reno , ( Discorso del Mengoli num. 27. ) che in questo ramo in-
territo sboccavano , e nelle mediocri altezze altre acque verso Ferrar
ra più non mandava il Beno , che quanto permetteva il jibero esito»
che avea a qnesta parto* col poco declivio, che gli restava. E non è
dubbio, cbe se il Po ai fosse attraversato con nn argine sotto il Re^
no , eome dopo molto tempo si fece sotto Panaro , anche egli felicis-
silnamente, non meno che oggidì questo, al Po di Venezia tntte le
acque sue rivolterebbe , e quando per arte non si fosse fatto, eoi
tempo sjciu*amente non avrebbe mancato di farlo la stessa natura col
•totale inteiTÌmento del poco ' declivio , che a destra gli rimaneva •
( cavasi da' testimoni Ferraresi esaminati nella visita *di Monsignor
Corsini . ) Né mancò 1' A4eotti ( Meott. pag. 97. e 84« p^^g* loi.
5» E perchè alziamo . ) di proporre più volte qnesto partito anche a
nome della ana città l'anno i6oo. in Roma , e di raccomandarlo a'
Sosterì nella sua Scrittura , che laaciò stampata per singoiar rimedio
e' i^sordini cagionati dall' acque » e per preparamento affatto neoes-
aario a chi disegnasse l' introduzione dell' acqua del Po grande no!
rami perduti di Primaro, Volano iù mode dnrevole.
Ma non fu abbastanza inteso qnesto salutevole partito, anzi in ve-
ce di secondare il eorso della natura», al applioò ad altra manie-
ra di restituire i rami perduti eoo Y oioavazioDe » disegno in v«re
63
Ttttitsioiay estendo neeetmio» per &re un* introdneione durevele
soayare qaesti rami alla profondità del Po di Venozia , e più anco»
ra j ])er compensare con la profondità di quelli la brevità della linea
di onesto . * ; ^
Nondimeno » perchè, senza qnesti rigoardi fa rappresentata per ria*
scibile V introdasione alla Santa Memoria di Clemente VIIL , a fine
di esegnirla ^ fu 1* anno i6c4- divertito il Reno dal luogo dove sboc*
cava nel Po , e voltato nelle valli a destra di Primaro , per rimetter»
lo poi nel pristino luogo, fatta V escavamene , cke si supponeva o-«
péra^ jdi tempo assai breve •
DANNI CAUSATI DAL RENO NELLE VALU.
N.
elle. valli dunque, ricevute 1* acque del Renò, perdendo con la
dilatazione , e mancamento di pendenza la veloirità del moto , diede-
ro principio a' mali , che per 53. aani hanno miseramente afflitte le
Provincie dì Bologna , Ferrara , e Romagna , conosciuti , e comtnisera-
ti nelle visite di tanti. Commissari Apostolici, ed io particolare di
Monsignor Centurione , e de' signori Cardinali Gaetano , e Capponi y
e finalmente di Monsignor Corsini, che nella sua Relazione non
manca d! accennarli •
Videsi subito al principio dell' anno seguente i6o5. alla prima pie*
na rompersi dall'una, e l'altra parte il nuovo argine, che nella val-
le lo conduceva,, allagare alla sinistra i terreni Ferraresi vicini alla
valle, ed alla destra i Bolognesi, ove, come appare dalla prima vìsi-
ta del Cardinal Gaetano, rotti, e sormontati gli argini della valle,
inondò il paese del Cominale , di Raveda , del Poggio , di Caprara ,
delle Giare ; di à. Agostino , di S. Prospero , di S. Vincenzo , con*
estermioio di case, chiese 9 e ville, che anche al di d'^oggi rimango-
no dall' acque sommA'se..
Così, mancando a' Bolognesi i campi 9 che tenevano la città ab-*
bondantissima di grani , non ai può abbastanza spiegare a quali mi-
serie si sia ridotta , con carestie , - mancamento d' arti , e spopolazio-
ni , tanto della città , quanto di tutto il contado •
Né»' solo a' paesi sommersi A estesero ì danni , ma anche a' supe-
riori largamente si comunicarono , poiché i condotti , ne' quali le
acque piovane del Bol<^ese sc^rfavano, e si mandavano alle valli, al
gonfiare di queste dalle piene del Renf y non solo si trattenevano 9
e rigurgitavano, ma ricevevano le stesse .torbide del Reno, porSaudo-
le da dieci miglia alle parti superiori, che dal .soverchio umore rite-
nuto 9 e nuovamente imbevuto s' insserilireno , )m tacere V i«terri-
m^to de' oondoili stessi oamUo dalle twhide sà^nanti del Reno^
eh» se noo rìmaogoAo ffi^Ioaili ^ imo jf^tm^» A»ymi V^és^viB^ da' tn^
Questi mali» oba così ««y^tQ «dalU ^Mmiaae dal Anai^ tassitaiirao »
poaero in neeessità di far un taglio a Loogaatrino ^ ^per acaràcar L' ao«^
qua della Sanmartiua Jialle tvaUì ;di -Comaedhio , come ^rà 4f«4e nefle
kttere della Sacra XIctogregasiDne. 4eU\a&tto jSo6. Ai Ttobhraios «e nal
decreto aussegueotie^, i^iina^itiQ, ^ha po«tao4a aUtovo il jperioolot^ o^m
^. ebbe per be uè altre V4rfta'<4na{di<iaaa'..
. JVIa non ^pq già da taoMo ^^riufterrìmeati, ^li& -caiùano inacquo
del Reno nelle «^alli , ^ve ioon avendo •6ufficÌAtiCe.dMUvio»^>ateBdaodo-
8Ì largamente j>erdono il moto ^'C per ^onegoensa depongono} 4)oa
tale deposizione TÌempiti i ibudi , ^piu niin restano le avalli capici 4el-
le sopravvenienti piene , .ondìe queste , in 'Vece .di profondarsi , -«laas"
dosi 5 <e dilatandosi vengono sempre ad inondare nuovi paesi alla de-
stra, e sa a csiqistra jiio0 Xoasero 4dtainaol# ^oatentate ^oa 4irgini^ a-
yrebbero oroiai aomv^ersa la, rfwtecM » ^ ^eit^tà -di Perrara , il Polesine
di S. ^Giorfiìa» io vvaUi» e Ja iqìtità. 4i CÌDflMacbiìey che :già ne. ha prò»
vaio rrcvidente pericola, eoa due rolte aeguite ranno ]648..e 49.
^on isenza jravi, 4pese ^da' ^aigltori ^Cacdinali .Donghi ^ .e ^Gybò xipi-
glìate.«.
Un altro ^pravissimo danne. Iia oanaato all' nna » ed air altra ^ittà »
ed alla Camera Apostolica P interrimento delle valli, ed «è, che la
i).avig«izioDe da MalaJbergo a^ Fersiara » che ^tto Ji'iiniio» ^ &o^a pei:^
le ^alli 9 43e' tempi Almeno à^ inverno afiaCta necessaria ài passaggio
deir una , e V altra -città , ^qu^ntaAQ da -tntu >r JCuropa wL arieggio
dUtalia in vCermunia > ^£0 4all aonoi j64i« «comieciò e maneare, .on*
de» per' provvedervi^, fu necessario lasciar la ^via pia breve ^ che
direttamente andava alla Torre della Fossa in 'lunghezza di viaggio di
dieci mi^Ua , e voltar jpM via più lunga alla Jbooca -de' ilasi , ove fa
pprtati iranno Jróai. 42he di nuovo in Jireve-tempo interrita^ Jiise-
gnò l'anno .i635. ricercarla con gravi epese verità ievante , vcltando
a|M fionafina , per via dop^Hameote? pili Inoga • £ questa ^ncbe , per
mantenere almeno 4a mag||ior parte, dell* anno ^ é canvenalo «cfhiadera
le bocche » e «chiaviche » peiv le quali ie •valli turgide deiV acque; del
Reno scariiDavansi, n^l JPo di Primano ». anzi attvaversar <]ueste etesso
fiume 'Con wx argÌM,.^sostAnendo^iuolenfeeaEieiite l'acqua di quella ve-
sti/isima. valle in altcwA; dii q^Uittro ^.^ cinque |»iedi eopra la soperfr*
eie del Po eltp », «e ^el Pn Jba^iO' 4i piedi nove » e dieci ii» ciroa •
Gojiside^ai con 4]uale aUsgetnmrto de terreni ennerieri di si poco
declivio*» che ad npi imgUo. di peese poche «once, di peadeosa corri-
spendono;^ e con <qo4 peécelo 4eUa. ciità di Ferrara , e Polesìiie di
S,. Giorgio 9 della ¥|UU ^ ^ citi» di. Cemecchie poste a sinistra in sito
^J^ ì^^p^rp^^^tm^o»iM.QWk dalle pieM oeatinnate del Bene?
6S
Non ti possono a bastanza stimare i Janni cagionati da i[uest' acqmi
neir entrare senza impulso precedente , per bocche loro assegnata
(ch'ora però In gran parte sono chiuse) nel Po di Primaro; poiché f
a causa deJla gran tardità ^el moto , tratleììendosi in grande altezza ^
non lasciano «entrare Tacque «degli tgcòli^ <e fiumi inferiori tanto del
Bolognese ^ quairto della ^Àomargna , se non 'dopo à^ essersi nelle valli
alla medesima altezza equilibrate* Onde anche nella parte inferiore ^
oltre V inondazione dé^ paesi contigui , i canali <dell'. acque -chiare, in
Tece di scolare i terreni , vi portano contro il naturai <)orso V acque
torbide de' fimnl^ <€he dì -sotto ricevono^ ^ le -stesse -valli della Sam
martina, di Marrara, e di Ravenna, eh' erano prima, con interposizione
di terreni colti vati^ V una dall'altra divise^ in «natola valle si dilatano*
DELIBERAZIONI PRESE SINO AL PRESENTE .
X er porgere opportuno rimedio m questi mali , la Santità di Paolo
Quinto , che -1' anno eseguente i6o5. fu assunto al Pontificato , com*
mise la pronta esecuzione del breve della Santa JVIem. di Clemente
Vili, a Monsignor Centurione Arcivescovo «di Genova , ^che lasciata in
pochi giorni nelle osservazioni di quell'ticque la vita , ebbe per suo*
eessore il Caisdinale Gaetano, il quale conosciute le difficoltà dell' in-
troduzione del Po in Primaro >, e Volano , 'Cominciò a dar orecchiò
alla proposizione de' Bolognesi ^ di mandare il Reno al Po di Vene-
ada , e nella sua diligente vìsita dell'anno x6io. fu a tjuest' effetto
con l' intervento 'de' Bolognesi ^ Ferraresi , e Romagnoli misurata , e
livellata nna lìnea di diversione del Heno «1 ponte di Lago scuro, ma
difierendosi per le ^contenzioni delle ]>arti deU' un partito , e dell' al**
irò le . risoluzioni ^ l'anno iCii. ottennero i Ferraresi di fare una e«
scavarione di Primaro , e Volano per introduzione di Panaro col ca*
naie di Cento , in prova della riuscita , ^he sarebbe stata per ayere
l'introduzione del ro^
Riuscita in vero infeliee 5 perchè avendo , -dopo l' escavazione , in-
trodotto Panaro , non trovando in quei rami sufficiente declivio, rìn«
gorgo in maniera , che per liberare da evidente perìcolo di sommer-
aione la città di Ferrara , fu necessario nelle piene tagliarlo nella San*
maxtina a danno de' territori Bolognese , e JFerrarese , come è noto
abbastanza •
Cosi crescèndo i disordim sino alla creazione della Santità di Gre«
fotio XV. diede il Santo Pontefice nel suo breve del 1 621. piena
looltà al 9ig, Cardinale Capponi di recedere dal breve della Santa
Mem# di. Clemente Vili, oonforme il bisogno de' tempi.
Onde, Sua Eminenza eonosdnu sul fatto l' ìmpossibità dell' intro-^
dazione del Po ne' rami di Primaro» e di Vdano » applicò a rivoltar
9
66
Panaro, e Reno alla Stellata'. Fa es6g;aita la rivolta di Panaro nella
maniera , che oggidì si mantiene , e sarebbe seguita quella di Reno
con taglio disegnato da Mirabello al Bondeno , se non fosse passato
in breve tempo a miglior vita il Santo Pontefice*
Ma non fu però questo salutevole partito abbandonato dalla Santi--
tà di Urbano VIIL suo successore , che dopo 'd** aver deputato 'Mon-
signor Corsini a fare una diligente visita , nella quale furono consi-
derati cinque modi d'introdurre Reno in Po di Venezia , ed uno in
Volano , misurate , e livelLite le loro linee , udite sul (atto le ragioni
de' Bolognesi, e Ferraresi, e data una distinta relazione dello stato
dell'acque e de' modi più sicuri di rimediarvi; diede Sua Santità
ordine allo stesso Monsignor Corsini con breve del 1628. di condur-
re il Reno da Mirabello alla Stellata, ma sopragiunti poco dopo di-
versi accidenti , e particolarmente del contagio, non si venne altri-
menti all'esecuzione. ^
Supplicarono di poi li Bolognesi la Santa Memoria d' Innocenzo
Decimo per esecuzione delle deliberazioni così maturamente prese
da' suoi predecessori circa la remozione del Reno ; ma instando i si-
gnori Ferraresi dover prima farsi T introduzione dell'acqua del Po ne'
rami di Primaro, é Volano, fu in tal maniera trattenuta ogni risoluzione.
Con questa troppo magnanima proposizione , e poco alle forze pro«
Borzionata, in riguardo non solo della prima spesa immensa nel fare
r escavazione di tante miglia con la dovuta profondità , ma della con-
tinua poco minore in mantenerla , ripigliata da' Ferraresi , ogni volta
4)he si tratta di dar recapito al Reno , ottengono il loro intento di
tenerlo lungamente nelle valli, cosai, che già del 1540. dopo la' na<^
va rotta di questo fiume nel territorio della Pieve , indarno proca-
rarono i Diichi di Ferrara , senza aver mai potuto ottenere da'. Bolo-
gnesi di mutargli l'alveo dal luogo, che nella convenzione del«i5aa.
m comune utilità gli assegnarono.
Ma egli è ben ormai tempo , che lasciandosi muovere da' gravi, ed
ipsopor labili danni da tal intenzione cagionati non solo a' Bolognesi,
ma anche alla Romagna , al Ferrarese , ed alla Camera Apostolica j
riflettendo a' pericoli irreparabili, eh' ormai sovrastano alla loro cit-
tà e fortezza , al Polesine di S. Giorgio , alla città , e valli di Go-
maccbio , avvisati dalle predizioni di Monsignor Corsini, che già nel-
le rotte seguite del ^. e 49. a sinistra del Po di Primaro hanno co-
minciato ad avverarsi , condescndino. finalmente alla * remozione del
Reno , unico rimedio di tanti mali , dopo la quale tolti i violenti so-
stegni dell' acque scoprano , e godano i vasti terreni del Reno boni-
ficati , e dieno luogo alla navigazione da Malalbergo a Ferrara , da
cavarsi direttamente per li nuovi interrimenti ^ ohe non è possiJ>iIe
in alcun altro modo restituire • '
/<
67
/
In tale stato di cose , nel qnale dalla dimora del Reno nelle valli
tanti mali irreparabilmente soyraatano^ e tante utilità alle tre Pro-
vincie, ed alla camera Apostolica dalla remozione si aspettano , il
Beggìmento di Bologna nmilmente supplica la Santità di Nostro Si-
gnore 9 e 1' Smiqianze Vostre a rimuoverlo dalle valli , e rimetterlo
in Po, suo antico recapito nel modo meo dispendioso, ed alla co-
mune utilità più conveniente • .
CHE IL RENO È SEMPRE ANDATO AL MARE CON
L'ACQUA PERENNE DEL PO.
A
ncorcbè non professiamo di fondare le nostre ragioni di condur-
re Reno in Po nelle antichità de' tempi , ma eonfidiamo nelì' eviden-
ze di quelle, che ci competono di presente, da che una, e più vol-
te , da due secoli in qua , dopo esserne stato rimosso abbiamo otte*
unto per convenzioni da' Ferraresi di rimettervelò , e molto più an«
che da che dopo l'ultima remozione, ventìllata bene la causa, dopo
molte visite fatte d'autorità Pontificia, abbiamo per breve, che v^
sìa di nuovo rimesso. Ad ogni modo , poiché i Ferraresi pensano di
opporvisi, con dare ad intendere, che ne' tempi più antichi non vi
fiboccasse , allegando contro di noi fra Leandro Alberti Bolognese ,
ohe lo nega , non fondato però in altre istorie , o relazioni , che di
Pellegrino Prisciano Autor Ferrarese contro 1' autorità espressa degli
altri Istorici , e Geògrafi aqtichi , e moderni , mostreremo per que-
sto quanto sia contraddittoria la proposizione di Fra Leandro , che il
Reno anticamente non isboccasse nel Po, ma nella Padnsa • Niuno
potrà negare , che il Po non andasse anticamente con un suo ramo
sino a Ravenna , dicendo Strabene : A Placentia autem Ravennani scr
cundo Pado navigatur duobus diebiis: e cavandosi ancora da' nume-
ri Toloroaici , che Po pigliava anticamente alle mura di Ravenna^ co«
me dal sito di Ravenna ^ e dalla bocca del Po si vede •
Ravenna
Padi fluvii ostia
longitudo .
gr. 34* 4^*
gr. 34« 45.
latitudo .
gr. 44. o.
gr. 44. o.
Onde apparre » che essendo il corso del Po da ponente a levante , ed
avendo là foce del Po la stessa latitudine , che Kavenna, passava alle
mura di quella città , e sboccava in mare in circa cinque miglia più
oltre , e tale indubitatamente è la mente di Tolon;»eo in questi quo
▼ersi posti come qui stanno , e questo come pesto solamente da To-
lomeo , bisogna che fosse già lo sfogo principale del Po . Vero è, ohe
abbandonato a poco a poco quel!' alveo 9 cominciossi a ristringere, e
68
*gìk era ristretto a' tempi di Plima » mentre dice del Pò AugiUta
fossa Ravennani trahitur , ubi P adusa voùatur^ quondam Messanictu
ùppellatus . Questa fossa dunque j o ramo del Po > altro non è 9 cke
r antica Pad a sa , ore contendono i Ferraresi y che (mma sboccasse il
Reno 9 sicché mentre contendono y che sboccasse neU^ antica . Padnsa ,
irengono ad approvare y che sboccasse in Po . Ed acciocché non si di-
ca y che da noi sia male intesa questa luogo di Plinio y ecco quel
che ne sentono altri Autori ^^
Roberta Stefani nel tesoro della lingua» P adusa fluvius y quen
Podi brachium Ravennani usque perductum facit Messanicum atio
nomine appellatum Plinius •.
Firmiano Maggi . Padusa fluinus est ^ quem aiunt Padi -brachium
quondam Ravennani usque perductum y Messanicum alio nomine ap»
pellatum^ Ma della diramazione del Po in questa» e d* un altro al-
veo , o ramo odasi Polibio r Primum ( dice egli del Po ) ex fontìJbut
'hàbet flnxum simplicem^ dividitur autem in duas partes apud vocatùs
Irigaholos i horum quidem altertwt os vcfcatur Padusa y atterum Ola^
nà. Olana è Io stesso ^ che Volana , come apertamente avverte Plinio.
Erano i Trigabali , ove questa divaricazione si faceva a Godrea gii
capo d' Erìdano 9 come attestano gli storici»
. Onde 9 se è cosi , che sino a Godrea andava nnito il Po y avranno
ancora che fare i Ferraresi a provare y eh* entrasse Rdno nel ramo di
Padusa immediatamente y e non piuttosto sopra del ramo principale y
ove si vede» che tende direttamente la linea del Reno» che ne' tem-
pi addietro non passava più gin » ma piuttosto più su da ponente ;
ma siasi di questa quel che si voglia» certo è» che il Reno. non an-
dava al mare senza V acqua perenne del Po 9 eh' é quello che pen-
tiamo essere abbastanza dimostrato.
DEL MIGLIOR MODO D' INTRODURRE 1/ ACQUA
DEL PO NEL RAMO DI FERRARA .
Risposte alU quesiti fatti dalla Sacra Congregazione dell' acque ;
jyientre all' urgentissime instanze de' Bolognesi » per la remozione
del Reno in tempo » che con più lunga dimora nelle valli minaccia
rnine irreparabili più alla città» e stato di Ferrara di sito inferiore^
che al Bolognese superiore » insistono anche i signori Ferraresi nella
loro proposizione» che prima s'introduca l'acqua del Po grande nel
ramo di Ferrara » devono forse supporre » che il più opportuno riea-
{nto del Reno dipenda dall' introuuzione del Po » e ohe precedendo
quello^ resti poi xmpossilnUtau^ ed esoloat qaeata» non essendo per
^9
altro eredibile» che frovaiidosr già in tale alteissa le Talli» die sch
praggiangendo le piene d'un invernata potrebbero porre in evìdeqte
«pericolo di sommersione la loro vicina citta,- volessero^ difierire il ri-
«nedio» dopo un operavione- di tanta perj^èssità, e lunghezza , cbe
non ha poi magg^oore- urgenza >- che d' accostare alle- mura una navi^
gazione reale y che ìnr tanto- non è' più:' di tre miglia* distante 9 con la
comodità ancora^di un* canale 9 che di là sino al centro- della città in
minori barchette conduce* le merci y^ in quella* maniera> che ne' por-
ti, maggiori anche dalle navi a*^ lidi dogliono^^ trasportarsi ^
Onde se- nor diinostreremo y> che il migliore ricapito- del Reno non
spende dalirfntrodùzrone' del Po»- e che ad essarnon impedimento»
o difficoltà ella sarà per apportare^ precedendo » anziché^ piuttosto è
una delle disposizioni necessarie a~ precederla ,- ed ' una delle* cause pn«
«e. necessarie- ad" ottennero i fiol\ pretesi , ci giova credenre^, che di
'queste due- operazioni saranno per abbracciare là più urgente^, e pre-
sparatoria alPaltre». mentre questa può più facilmente> e più util*
mente eseguirsF.-
Primieramente è da notarsr, cEe potendosi introdurre l'^ acqua del
Po in due modi*,, o della Stellata per l'alveo vecchio , da cavarsi ,
sicché in essO' abbiamo* da entrare , come prima Panaro , e Reno , o
^ altro luogo vicino tra la Stellata, e Lago scuro per nuovo taglio 9
che lo conducai al^alveo vecchio , sicché possano^ questi due numi
riboccare net tronca principale^ sopra* la- divisione ,- quest** ultimo par*
tito per un introduzione^ durevole è molto' migliore della preceden^
ftè; poiché nel tronco sarebbero all'impulso unito' di tutta 1' acqua
•euperiore- portati felicemente^ colle Toro torbida al mare ; ma nel nuo-
To ramo artificiale che sarà sempre di minor capacità, , di niuna , o
pochissima caduta ,. sboccando più vioioo allo sfogo della Stellata 9
che al mare 9- nou . solo non potrebbero- essere dall'' acque superiori
portate, ma difficulterebbero- Ipro i! passo , ritardandole, e sforzan-
dole ancora a ritrovarsi l' uscita» per lo più vicino sfogo alla dirama-
zione , per portarsi per la via più breve , e meìio ìnrpedita , del ra-
-mo di Venezia al mare , . e così con la tardità dell' acque superiori
del Poy e deir inferiori di questi fiumi, per se stessi inabili a por-
tarsi a tanta distanza , ,e poco* aiutati dall' impelfen te, verebbero di
nnovo a fare deposizione delle materie ed interrimenti nel mezzo y
!tne alzando dossi darebbero pendenza all'* «ilveéi tantio verse la Stella-
la» quanto verso il mare 9. sicché' volterebbonss di nuovo, come feoer-
JK» per lo passato, ed anche oggidì fa Panaro,» .a metter cfipo nel ra-
-mo di Venezia , che per la pocMssima pendenza e cfpiasi un braccio
«di mare sin là oonlinnato, li quali inGOOveilienti possono cessare , sa
'tOi la Stellata , ed il dritto di Ferrara nel Po '(prande , eh' è un trat-
^ di quattordioi e più. mì$ht^x >* iatroduca^ il Po » ed U Reno sbocchi
/
. 7^
nella parte snper»»re , e per V àlteo eli Panaro 9 o per nuovo cavo in*
feriore in quella distanza , che più parerà opportuna .
Del qual modo abbiamo 1' esempio » e l' approvazione nel partito
dell' Aleotti 9 architetto Ferrarese » che propose la rivolta del Reno
alla Stellata per l'alveo di Panaro 9 pigliando poi il taglio per l' in-
troduzione dell' Po dall' isola di Bonello a Vìgarano, e ciò nel tem-
po 9 che passava ancora il Reno nel ramo di Ferrara ; onde li Bolo*
gnesi non ancora «entivano^ che si rimovesse, e l'ordine appunto di
V queste due operazioni dallo stesso Àleotti proposto , è che la condot-
ta del Reno nel Po grande preceda 1' escavazione dell' alveo da intro*
darre a Ferrara 1' acqua del Po p tanto è lontano , che in questo co«
nosca disordine alcuno.
Ma tanto più ora è necessario quest* oidine , che senza rimuovere
l'acque del Reno non è facile ad escavar questi rami, ne' quali sca*
ricandovisi per varie bocche torbido dalle valli interrite , non solo dif«
fieni terebbe l'operazione, ma con le piene, che nel farla, sopravve-
nissero, potrebbe in un subito rovinare il lavoro di molto tempo,
né più vi resta capacità , ove in tanto divertirle , e trattenerle , per
-essere già tutti i fondi con gl'interrimenti riempiti.
Essendosi dunque dimostrato , che il vero , e reale ricapito del
Reno non dipende dall'introduzione del Po nel ramo di Ferrara, e
che precedendo, non solo non difBculterebbe tale introduzione, anzi
la faciliterebbe , e poi servirebbe a mantenerla , non pare a noi
d' essere in necessità di dimostrarla impossibile , bastandoci , che per
ae stessa sia conosciuta opera di tanta perplessità , e lunghezza , ohe
prima di porvi mano può avere il Reno ruinata la città , e il terri-
torio di Ferrara , con danni gravissimi delle vicine provincie , confi-
dando, che questi due motivi, l'urgenza della rimozione del Reno, è
comodità , che si lascia all' introduzione del Po , sieno bastanti per
farci conseguire i nostri giustissimi, ed onestissimi fini. Onde noa
per con tradire a' signori Ferraresi, ma per rispondere con la dovuta
ingenuità al qnestito della Sacra Congregazione , tra molti capi di
difiicoltà^ toccheremo sol quello, ch'abbiamo dalle già fatte cape*
/•
nenze .
SE SIA POSSIBILE^
Uella riuscita delP imprese dubbiose non^si può aver più oeifa
notiza altronde , che dall' esperienza . GÌ' Ingegneri nelle loro fanta-
sie possono errare, ed ingannarci. L'esperienza mai non inganna V
Quei sono ottimi artefici , eh' hanno questa per n^aestra . Quei pea-
aimi , che da questa partendo seguono i proprj capricci . Vogliamo
vedere se si può introdurre in forma durevole il Po nel ramo di Fer^
rara 9 sinché resterà aperto quello di Venezia} vediamo» ae essendovi
I
— I
altre volte staio m miglior forma di quello , che vi si possa di nuo-
vo coaJurre, dopo d'essersi lo stesso ramo di Venezia nella pre-
sente maniera dilatato , e profondato , vi si mantenne . Vogliamo di
più vedere , se con arte possiamo in questo vincere la'natura , vedia-
mo se con le stesse arti, che meditiamo, kltre «rotte con ogni stu-
dio adoprate , si ebbe 1' e£fetto , che noi pretendiamo • Non occorre
cacvare altronde gli esempj , mentre abbiamo prove della cosa stessa.
Della riuscita , che possono avere i lavori nel Po , non deve farsi giu-
dizio dai lavori fatti altrove , che nel Po.'
DISPARITI TRA IL PO , ED ALTRI FIUMI .
JNon è questo un' fiume ordinario, che si possa al pari de' suoi
tributar] domare ; può l' uomo fermare nel corso un montone , ma
non un toro .
Non ha questo pendenza sensìbile , per cui si porti felicemente al
mare , ma corre quasi per solo impulso dell' acque superiori , il qua-
le mancando in qualche braccio, è necessario, che resti stagnante.
I suoi tributar) ne hanno molta, onde derivandosi da quelli un ca-
nale, ancorché manchi l'impulso superiore, corre in virtù della ca^
data , e però se da questi felicemente si derivano nuovi rivi , tioa
segue che possano nel medesimo modo derivarsi dal Po .
Se i rami da quelli derivati con la caduta , eh' hanno sufficiente ,
si conserveranno veloci, e profondi, non segue, che tale possa man-
tenersi un ramo derivato da questo, che non ha, ne può av^re ca-
duta sensibile.
, Altro poi è mantenere un canale di otto, o nave miglia, altro è
mantenerne uno di 80/ o 90. Riduciamoci pure a' casi, che non
ammettono queste enormi disparita. Parliamo non de' fiumi in gene-
To 9 ma del Po di Primaro , e di Volano •
DELLE IRREPÀRÀBIU RIVOLTE DEL PO .
i^e ripiglieremo V antiche memorie conosceremo abbastanza , che
non può ad alvei abbandoAati mal per arte umana rivoltarsi il Po.
Edi è antichissimo costtftne di qiilesto gran fiume xielle gran rotte
degli argini inalvearsi per nuove vie sino al mare , e lasciare in tal
caso l' alveo antiòo da coìti vare a' ' circostanti , privando dall' altra
parte gli abitatori de' già posseduti campi ^ com' elegantemente atte-
sta Lucan^ftiiel Hb* 4*
0
i 1
7*
JSìc pieno J'adui .wt tumens super nggaxe jbda$
ExcuFiit Ripas f ^et totos concutU agros
Succubuit si qua .tellus » ,cumulumque furenium
Vndarum nqn jfossa iruit., Jum Flumine tota
Transit ,.et ignotos Mperii sibi^gurgite Campai •
Illos terra fugit Dominos » his rara XJùlanis
^ccedunt . donante Pado^
Non potrel)l)w con -parole pia fenu^MWedetorÌTere la rotta, di Fi^
garolo, che segui tante .centinaia d' anni ^ìlqpo , per lagnale vera-
fflienta già il Po^, Flumine Jota transit • La ^eriuia «irreparabile de*
terreni 'Tcanspadani j ora occupati «dalP alveo di Venezia , è eapresaa
in queste parole.: rlllos .terrxi fugit Dominos , aicoome J' abbàadono
^el ramo ^di jrFerrara nelle iaegnontij His .rura .Colonis Mccedunt .4o-
nante ,Pado.j per .non ;più ;ritoriiare al pristino .alveo.*
Sicché ;tali altre rojtte, runovi inalv^^unenti^ «ed :abbandoni , trailo
già molto ^prima eseguiti .della -ateaaa srolta .di J'igacolo^
£ che da .queste 41 nove tvie non m possa giammai lin alcali :moda>
avìare^ iper rincoodarlo alP^antiche , è assai «manifesto, peri^ te ciò
fosse .posjsibile,, non ..soffriièbbero .^gli ud)itanti .r^esterminio ide' loro
campi 9.che per si lungo .tratto 'Xli «paese reatano inondati, ma cbia*
derebbero la rotta^ ..o almeno^ se*qaesto fosse jiossibile^ da restringe-
rebbero , forzatadolo a voltare .nelf antico Jetto^
:Se .dunque jTanticbissime ^esperienze e* insegnano ^cbe non possono
domarsi ^ques ti àonavi .germi .del Po Jinoora. nascenti, ajiereremo vin-
cerli g;à.ada^^.e.giganui? .
Con jnoUé^ e molte esperienze d^alvei Irreparabilmente «dal Po
abbandonati , <e con ^ràgiospi .assai ^evidenti potremmo stabflire qnesta
massima f. «Che il Po .agi' alvei » cb*.una volta Jasoia » mai più non può
rivpl tarsi .«
Ma stciiieiamoci air individuo » lOonsiderando il presente ^aoddent»
dell'abbandono ^el .Po di Ferrara ^ per Ja rotta a iFigarolo^ ed i va-
ni rimedi j>iù «volte adoprati ,per restitoiilo . L* impresa , che consul-
tiamo di voltare l'/acqua >del Pò di Venezia a quel di Ferrara , non
è intentata , .sono .da cinquecento , e pia anni , che si volge questo
«asso Sisifeo , come dal seguente jraoeanto .-ai fica manifesto •
■
• * ■
DELL* ABBANDONO DEI4 IK) DI TERRARA , E DELLE
PiaOVE FATTE PER IMBEDIRLO« .
- Jl* a già r aWeo del Po ài Ferrar» di tal larghesn , tt .j^ondità i
che tenza alcun perìcolo de* pacai oinxMtantì. qiq^iva non acio' tuttoi
m
Y acqae , chlM^i nel Po grande di Venezia ti riducono ^ ma di piò
ancora qnelle del Reno, come nella precedente Scrittura abbastansa
ai è dimostrato , e te poi nella parte anperiore non si fiMse aperto
per opra nmana imovo sfogò all'acque nella stetsa^apaoità , e prò-
fendità, sì sarebbe pia lungamente mantenotò; poicoè tatto il cari»
co dell'acque «nperiori dalPalpi della Sa^oja , sino a questo termine
eontinnato , avrebbe tempre superato l'incontro delF acque inferiori t
e tenuto pulito da ogni materia deposta nell' alveo principale •
Ma la rotta » che ad ìnstigazicne del malvagio Sioardo , fu col ta-
glio dell'argine fatta dagli abitatori di Figarolo 17. miglia sopra Fer-
rara, a^ danni de^ Ruinesi loro nemici t avendo aperta per l'antiche
fesse nuova strada più breve , più declive , e . più libera dagl' incon-
tri d'altri 6umi, e* torrenti fino al jnare ^''corainoiò a sviare parto
deir acqua del Po dalP altra via più lunga, nien declive, « più diffl*
eoi tata da' fiumi Panaro , eSji^ , che sotto vi aboccavano , e voltar-
la irreparabilmente alla nu^HIP
I Ferraresi, ^per rimediare al acavissìmo danno, che cagionava
qnest' inondasìone, e deyiazione del Po non perdonarono né a fatipa»
uè a spesa per chiudere la rotta ; ( Sardi hist. ) ma in vano per due
anni continui in qnest^ operazione ai aftaticarono, {Ferraresi àll'ar^
no ii5a.) poiché finalmente si* avvidero^ che in aXcun mod^ non po-
tevano contrastare in quel luogo alla violenza della corrente-; fQ#de
ebbero per opra più accertata tolleraire la perdita de' terreni inonaa^
ti dal nuovo eorso dell' acqua , e difendere i circostanti , con «^r«p-
narlo dall' una , e dall' altra p^rte sino al jmare trovando maggior &•
cilità in Gir tante , e tante miglia d' argini per la campagna , ch^ po-
chi piedi, per chiudere, o ristringere la «nuo'fa rotta dopo due anni
d' operazione > primo argomento irrefragabile delU morale- impossib^
lità di rivoltar mai più verso Ferrara quell' acqua , che una .volta
abbia preso il corso* di .Venezia per via di lavori dalla divisione, 0
tanto più naanto più lungo teni{>o' si è assuefatta a questo còrso ,
e sviata dal ^Teoedtnte .{ Prisaano Ferrar.,^ presso Leandro, paff.
lai. Sic. ) • ^ • .
Correva sul principio il nuovo, ramo , benchèi veloce , molto ristre<?*
to d'alveo, né si shffgòin uu subito > ma con progresso di secoli',
poiché a' j^mpi di Roberto Re di Sicilia , e di' traocesco Pqjtrarca si
era aticora s» pocQ dilatato J che n^la corografia d' ìralia da loro de-
scrìtta, foAe per la tenuità non fu notato, e pejL qadtò , che • x^dia^^
mo in certa carta della Lombardia ^tt^ nel tempo > che ìf Po aveva
rotto alla Piève", forse circa il 1450. impressa m^ Reina -4^ anno r548.
e di nuovo lùtaiìifata* 1' anno 1648. si rapniésènta anche minor di
VoImo y è j|mto più di Primaro ^ tronco imora principale ; dal che
ai-può cavìA -quanta^' ingannino. quelli, che per mazzo del moto
IO
,^
74
natunlil dell' aoqat intendono in breve tempo di carar un alveo ab-
bandonato •
Ma quando ebbe finalmente aoqaittata almeno tanta larghesza^
cbe •ebbene an<^e minore di letto , per la aaa yelooità tcaneava per
easo pia acque nel mare del ramo ai Ferrara, comiaoiò allora pia
aensìbilmente, con dilatarti » a vtacerlo, con vantaggio alla giornata ,
auperandolo . Accadde qneiito nel tempo d* Ercole IL Daoa di Ferrara ,
il quale» dopo d'aver l'anno iSaa* restituito sopra questa città lo
abocco al Reno » dubito , cbe non fosse' il Po per ritirarsi in breve
tutto alla parte di Venezia*
Sicché l' acqua superiore potò spingere al mare se stessa » e le in«
feriori con sufficiente .velockà , non si osservarono nel Po di Ferrara
interrimenti , ed affermano ì Ferraresi in certa scrittnra presentata al
• Cardinale Guastavillani l'anno 1577. ^^^ quando il Reno nel detto
luogo fu posto, aveva questo ramo nd^sita bassezaa da 18. in ao.
piedi d'acqua, quanta certamente Ì0B^ oggidì anobe in laogbi di
non minima profondità il Po di Venezia.
Nondimeno , conoscendo il Dbca il vantaggio , che continnameote
acquistava questo ramo, pensò di frenarlo in modo» cbe non &ces§e
jnsggìor acquisto » ma , indarno , percbè con tal' arte parve piuttosto
d' accelerare la rivolta totale dell acqlie a quella parte •
Sgli 9 per tenere almeno in equilibrio V uno » e 1' altro ramo , fece
co&tro la bocca di quel di Venezia nna palificata , opera veramente
Romana , ed angusta di spesa incredibile, cbe cominoiando da Figa*
rolo veniva obliquahiente , discendendo fin sotto 1' imboccatura del
ramo di Ferrara. Ma l'effetto di questa gran mole fu in tutto con-
trario 111 fine , pcHcbè il Pa di Venezia si aumento , ed in conseguen-
za più si abbassò l'acqua in quello di Ferrara, ove non più voltando
1' impulso dell' acque superiori , nò avendo per se stessa caduta sen-
f ibile al mare , i fiumi , che dall' appennino con caduta vi soendeva*
aio in acqua bassa, e quasi stagnante, non mancavano di distenderai
tanto verso la bocca 4i Figarofe , quanto verso il mare , e tanto pù ,
che gì' interrimenti verso U mare , cominciarono ad acquistare à quel*
la parte altaiche declivio • Onde Monsìg.. de' Medici , poi Pio IV«
mandato dalla Santa Mem. di Paolo III. ranno i&38. a visitare qno-
at' opera , vide il Po di Ferrara quasi asciutto , non che vaso dimoile
a navigare , e poi alla prima piena , si p^r lo gran peso dell' noqne ,
Dome per lo fondo mal stabile, afflitto svelta tutta la mole.
Oovea bastare quest'accidente, per insegnare a' posteri quello t
cbe ^algAiio d^l Po le palifiòate ; nondimeno il Duca Alfonlo » per*
inaso dagli Architetti jnù vaghi di nuove opefe ,' cbe confidati nella
riuscita, l'anno 1570* s'indusse a rifarla, né fu l'effettf» punto dia-
•imile dal precedente» poiché parimente la prima profa "' ^
I ) I n . ) b n \ I
/
73
■
attere ."^eraniente raso ogni sforzo di por freao a sì violento fìame :
Onde questo Principe » conosciendo a sue spese l' inutilità di' questi
rimedj^ ne lasciò finalmente ogni pensiero.
Da questo racconto caveremo i seguenti corollarj , i quali » sicco-
jfki\ qel Po 9 fs particolarmente nel Ferrarese » necessariamente bannq
da verifioarsiìt coù 9l>D ^convengono universalmente a tutti gli altri
Urlili , Oi massime a^ tributar] del Po j là disparita è manifestissima
da quel ohe abbiamo di sopra accennato*
Priipo. Jl Po diviso in due .rami disuguali in lunghesaa, e di£b<i
renti in declività alla proporzione , che sono quel di Venezia , e di
Ferrara s si ridurrà tutto al più breve» e più dedive». abbandonando
irreparabilmente il più lungo , e più orizzontale . ' *^
. $|^oQilo.. Se il ramo più breve , e più declive porterà meno ac«
qua del più lungo, si dilate^rà, e xprofondqrà sinché lo pareggi» o
possa portare, tutt^ l'acqua; «e poi ^n brevissimo*^ tempo a se tutta la
volterà , non ostante quitiiiioglia opera artificiale^ che umanameH*
te vi si pp^sa, interporre. .
Terzo. Ma se il ramo più b^eve avrà papaoita di portar tutta Tao-^
qipa» non restandogli d'allargare, l'alveo, allora » senza interposizione
di tempoi cominciexà a voltare .a se stesso tuttit l'acqua.
• Quarto . Quanto più lil^éro sarà il ramo più breve , e più declive ^
e quanto {4ù impedito^ da^ fiumi tributar] sarà il più iuiigo « tanto più
presto r acqua superiore mancherà al più ludgo e si ridurrà al più breve.
Quinto. ^^ì ancora -..qpanto più largo', e profondo sarà il ramo
più breve 3, .^SLuUi più stretto e basio sarà il più lungo, tanto più
.presto si ridurrà',!' acqua^^al.pìù breve.
3esto • E) se nel raipo più lungo CMcorremnno . maggìormei^e in-
jDontrp de' fiumi » maggior strettezza , ed altézza di fondo , tanto più
presto ancora dall'.adqui^ superiore. sarà abbandonato.
Settimo . li .ramo più lungo tende sempre alla reple^ione^ onde e»
gli è . |n^passìbile\ eoe sìa pro^fondató ,* ed allargate^ in. qualsivoglia
spmo di tempo dal poimo/^atiirale dell'acqua del tronco superiore •
ì^n . du)iitiàn9<f ,punt^^ chf9 chi/~esai)iinerà diligeDCemente queste
.proposizioni, e le conferirà col precedente tacconto,- non sia pei^'co-
Aoscé^je^, se dal Po di Venezia iu possa fare; no itt^roduziooè'darevole
|ie) ,nìn(f ài Fcirjrara, é molto più l'introduzione iu. tanta copia d'ao»
;qaA9..<^^abbìa*a'9prtare^al n^are. li fiumi inferiori^
r ^ije'T^in™^® > ^^V ^^^1 vedere» se si pi:^òfare u^ mtrodtmone dore-
vpl|^ .deir apquà dèfPo grande %el ramo di Fernrra, fi0gasi d'averla
.gM intro9ot£a, in qpellf &lìpitt , che vi correva l'anipo 4Saa.'e veda
^aaTprecedente i^ccantoy.cbe M guindiéi, o. sedici amii^rà per avve«»
hìtq 9/0 se pensi^ rimediare con ifi^te a qii^l' evento > veda la riuscita
ch'hanno £itto le prove d^I Ddcadi Ferrara o'ogUi lóro aforao posMUla*
7C)
Eppure li «ignori Famre» nel otioolo dato dell' esotvistoiie nw
solo non inteDdono di preparare 1' alveo a quella profondità , e eapa«
cita, eh' aveva ancora in quel tempo: ma solamente di cavarlo quat-
tro piedi sotto la toelia della chiavica Pilaatrete » tetta oni qualche
parte deli' anno ii abbaasa il Po ^nde , e solamente in dieci perti-
che di larghezza cpmpresa la scarpa • Vedasi dunque qnal effètto sarà
per avere quest' escayaaionè. Confidano forse, che 1' acqua una volta
introdotta abbia da dilatarlo, e profondarlo? Ma vedano^ se tf^ovan*
dosi già in migliore * stato si dilatò s e profondò , o veramente se si
riempi.
E questa prova ancora , quanto sia difficile da eseguire » al può
vedere dalle fatiòhe iinpiegatevi inutilmente da 53. anni in qua , le
quali , come già disse Monsignor Corsini , non hanno servito ad altro,
ohe a maggiormente difficoltarla.
Si sono adoperati i paletti , le arature , e non hanno servito ; i
clini » le chiaviche » I acque dell* esdlenense del
molini » le chiaviche » I acque dell esdlenense del Po , e quelle di
Panaro , e non hanno giovato • Ma come possono queste giovare , che
son avendovi la suffioiente pendenza con le deposiaioiii , hanno mag*
giormente^ da interrire , come veramente hanno fiitto P E se dal levar
a mano qualche dosso si son veduti ^fletti dell* abbassamento deli* ac-
que , ben presto di nuovo si sono, interriti ,,e tornati allo stato di
prima , ma altro è far abbassare Tacque di questi fondi alsati , oca
uguagliarli , altro ò profondarli alla bassezza neòessaria per introd^ur-
re il Po • Forse le sorgenti noi permetterebbero , e nell* operazi<NCie i-
itessa in si lungo tratto di paese in tanto tempo , chq richiede , le
piogge in ti^nto sopravvenienti ruinerebbero U lavoro , come altra
Tolte «hanno fatto , necessitando a rifare seufa fine , poco meno » che
,ae si solcasse negl'acqua, e ciò maMime in Primaro , per le grandi ae*
que , che nelle picgge dalle valli • finmi in -^a^to numero vi corro*
rebbero • . , '
^ I Bolognesi nella visita del signor Cardinal Oae^no ToleTano , che
•t facesse 1* escavazione almeno 8. piedi sotto la soglia della chiaTica
Rlastrese , chcr ne meno dicevano bastare $ restandovi ancora cinque
piedi alla* profondità del Po di Venezia , e con larghezza di a5. porti*
ohe al principio , ed in questa suppofizione sì fecero i calcoli dell* e*
aoavaziooe, e di consenso delle parti furono ^vati passetti iz^g^SBSi
che al p^zz6 stimato da* signori Ferraresi di (•« ginlj il passetto «
importano più di sette milioni di sondi; il calcolo*' si da qui in ri-
eretto . cavato dalla visiu autentica del Agùor Cardinal Gaetano, e
nel fine si aggiunge il capo della stessa visita end* ò cavato , «at"
irwtendo , clie due furono i calcoli , uno firt:to daglw arbhitetti I^rrs*
resi in profondità di quattro piedi sotto la scalia della chiavica Pih^
•trese ia Urgheua di dieci pertiche ^ come si ò detto, U q^e di
• •
l^i^ è itftto pgwentato da' signori Ferraresi; V altro fu ad istansa de*
Bolognesi di piedi 8. sotto la stessa soglia , e skS. pertiche in largheff-
■a f V uno 9 e P altro fu daUe parti aoooniato , e sottoscrìtto . Ne
V noo 9 nò r altro arriva alla profondità del Po di Veneaia » ohe sot-
to la stessa soglia è pro&ndo da %3. in 14» piedi ^ onde di molti mi-
lioni maggiore sarebbe la spesa a profondarla del pari ^
Escavazione di Primaro d*^ otto piedi sotto la soglia della chiavi*
pa Pilastresey esaminata dalla visita^ del sigm Cardinale Gaetano
V anno 1610» dei" Periti Ferraresi^ e Bolognesi e sottoscritta dalle partii
laaglMBsa.. lughctia •. profondità » tolidità,
pért.^iedUpert.jfUtB». jfUtU. passetti- pMt^
Dalia punta della StellaU alla
prima volta sopra ilBondMiOf. xoS?» 6*. %i^ 16» acrw 4' ^^4^
Imbocoatufa ndlo . entrar del
Po alla/ Stellata » . .. • • # xco*. t$» t6» ao^ sàooo^
Dalla volta suddetta sÌAa a
Panaro» e Bondeno • - .^ 4^^ '^«^ ^-^ ^^•^ 104400^
NtUo stesso spana » ove à ' .
• r acqna ««.«.•«.•» io.. 6«- xi. Sd%Sc-
Dal Bondeno» fino al Po rotto» Sq^S» 34^ x a» xS*. xx5868o«:
>Dal Pa rotto ama ali* «rgine
di S. Giorgio.. «.••..» 1700» K 4'*' '^*' ^^•^ 783406.. IO
Da S* Oioaigio sino ad Argenta.. io835.. 10.^ 6. 5auo8o.
Nello stesso spazia •. • • .. 38.. i6. 5270144»
Da Argenta sino a S. Alberto .. 8474* ^^^ ^^^ 3087667. aS
Da S. Alberta Sina alla* volta
del Pera »••..,• «^ .. tace*. . .Soé. * 7. aox6oo»
Dalla volta del Pera uno al
' xoare. ..•»•/«» 2793.. 36.. 7» 6o4a88.
■' - . taa94Stt5.- SS
« ti
f ... 96883755.
Impcnrtà qoésta eseavudoAa sètte milioni» treoento • 7376751. '
aottantii sei in^ setteoento dtiquant^ìina sondo dipadi.
SE W irftLE L^ INTRO^ZIONKv '
xJe ntUità » ohe si frretetaoono dair intiodnaione ' àelP acqna ' doV
Po grande nel ramo dt^Feifrara, si ridneopo'fors^ a tre principali. '
La pMma sarebbe portare u inàre tdtte lé aeqae de' fiumi inferiori);
78
che ora abbancloiiftte del Po» che con rimpallo inperiere ve le ipiii*
geva , ODO dìfEk^oItà vi 8Ì condacono .
La seconda sarebbe accostare alle mora della (nttà la naripiftioiio
reale •
. La terza scemare 1' altezza del Po nell' escrescenze • *
Ma quanto aUa prima utilità , sanno i signori. Ferraresi». che men^
tre resterà aperto il ramo di Venezia» non si pt^p a:rere» avendo e-
glino sempre procurato in tutte le scritture di provare , che^ il Re-
no » e Panaro » con portare le loro torbide nel ramo quasi orizzonta-
le di Ferrara y tanto con distendersi non meno vei*so la Stellata , che
verso il mare , quanto con la deposizione delle torbide» hanno vioien*
tata V acqua superiore del Pò a voltarsi alla divisione della Stellata »
e pigliare la via di Venezia» ov^ eglino nell' escrescenze oon>fla dkg^
gior, parte dell' acqua » .e .Panaro finalmente » fpk ^ottanta » e più inni
tutto affatto si rivoltarono; Se dunqufa queati fiumi dal suo alveo
naturale poterono discacciarlo ». •come noi discacceranno da mi cavo
fatto a mano » non mai profondo » e x»pace quanto V antico ?
Circa la navigazione » rimossi dal nuovo cavo tatti i fiumi »- reste-
rebbe da superare la lunghezza della linea» che perde di dwUvio
proporzionale » 1* angustia » e l' altezza del letto » per uguagliare la irelo-
cita, di questo a quella del Po di Venezia » senza la quale di nuovo
là si ridartebbe » o veramente ristringere la bocca di.4[uello con mo*
li, e palificate impossìbili a resistere alla forza della corrente» come
insegna T esperienza de' tempi passati» e lo atesso ' Aleq^ti » la cui
maniera di chiudere il Po dà una parte .. dell' isola di Bonello » ne
meno è affatto sicura» poiché forse. 1 urto d'un corpo d'acqua» che
viene da ago. e più miglia» che malagevolmimte nei nnovo cavo di
tanta lunghezza» angultia» ed altezza» potrebbe. sfogarsi» sarebbe ha»
stante a portar via un melo anche d'un miglio» e vìtolentato romp^
re nella parte superiore .con perìcolo di sommergere a destca la. cit-
tà » e la fortez'/a , di sito inferiore » o aprirsi, a sinistra nuova via al
mare » abbandonando » non che Ferrara ^ lo stato Ecclefiastico » olirà
le mine » ed innondazioni » che in tal modo fi-enàto porterebbe alle
{mrti superiori del Ferrarese , e della Lombardia con 1' alzamento. del-
'acque impedite» che farebbe anche alzare il nuovo cavo^di maggio-
ri escrescenze , che abbia avuto il B» » con lo atesso fiNerioolo «dello
città, e terrìtor) di Ferrara» e di Gomacchìo» non senaii' nuoji danr
ni del Bolognese» e pur tal chiusa sarebbe necessaria a &t venire
r acque in un «hreo più^laogo i più . stretto »' sievj profondo » e men
declive. ^ .^ -
angnstia
:.
_J
79
erano della . profondità del Po a Bonello . E queste difficoltà , cLe re^
stano nel modo dell' Alieotti più accertalo degli altri ,^ono sempre pia
vive negli altri modi, che pigliano la divisione in maggior distanza
dal mare y che in conseguenaa lascia maggior lunghezasa di linea in
gito, che non ammette chinse, né nalificate. E^poi, per accostare tre
•ole miglia la navigazione , a che fare di un cavo ai 8o. o 90. ; e
mentre ai ha in questa vicinanza il Po, pigliarlo 17. miglia di so-
pra, a correre poi in sito inferiore alla città , e fortezza , con espor-
re U tutto ad no taglio , ad un foro « che ad un malvagio di
notte e tempo potesse essere procurato , necessitarsi alla guardia di
tante più miglia d' argini , mentre appena vi è gente da guardarne nn
aolo 9 ohe se già furono guardati , più ancora era allora la moltitudi-
ne degli uomini, ch'ora a molte, e molte miglia sono mancati , e fi-
nalmente mettersi in necessità di mantenere cavo, sì lungo; e scava-
to dalle continue deposizioni , che vi farebbe L' acqua del Po nel ca-
lare 1' escrescènze , e perder di moto , con voltarsi anche contro il
corso , come aptimmente^ alla divisione •
Non " manebereSDero modi più reali , più brevi , più facili , men
dannosi', e più durevoli, per acquistar queste 3. miglia di naviga-
zione , mentre oob la dovuta circospezione vi si applicasse ^
Ma se altri dicesse, che si avrebbe utilità passando questa aayìga-
sione per lo stato di Ferrara , senza toccar qnel d' altri Principi ; nò
meno a questo manca modo^ facile , e di molto minor dispendio , mas*
uìme dopo d' esser ormai ii taglio d' Adriano ridotto a £uon termine •
Non è da trali&ciarsi ^ che se a Ferrara fosse avviata scala di mer-
canzie , non si svierdi>be per tre miglia di distanza di navigazione , e
ohe hon essendovi per accostarla , non sarà facile introdurla , essen*
do ora le negoziazioni stabilite in altre città d' Italia 9 più comode
al commercio.
. Finalmente si paragoni V utile , che si avrebbe dalle tre miglia di
navigazione reale con le spese da farsi nell' introduzione, n^l mante»
nimento,o d«ini oaosati' qell' èscreiicenze , privazione ' ai scoli, ne-
cessità di guardie raddoppiate*^ perìcoli deUa città, e Fbrtezza » e
yedasi qnal prevalga.
questi nuovi , dopo che SOI0- ripieni , non entr% altra acqua , ohe
quanta lentavaente si scarica àtàV altra parte , che ian£be pochissi*
tti« : OQde nel tronco principale non si può vedere vennbile abl^sssmen«
to- Ma. non tutti intendono 1% bropc^ione -con la quale si abbassane
le' acque corrend , 'difidendN^ » non Acondosene ordinariamente con^*
cotto diflfeiente dall'acque fliQìrte » e itagnantiw Non è questo on può*
/'
to da trattare alla afiif gita ^ sdì «ara liene a rioietlerai ^d i%d eeroU
larìo del famoaieaimo padre Castelli in propeaito diSereole sì , nm che
mòtto acoonciafnente a' applica al caao presente . Parla dell' ablMMa-
mento » ebe iaceva il Po nelP eacreaceoae ^ quando tagliato T argtoe
al Bondeno ai sfogava nel Po di Ferrara , di Jrrìmaro, « di Volano ; n
pròva 9 ch^ era sensibile solamente tìnobè si rievipifraoo con eéferìtà
onesti rami prima vuoti ^ n[ia poi oh'' erano -dall' aoqna <iel Po xiempì»
ti , mancando la oaduta, né moveodovisi Y acqua <kui vdocità, ritorna*
Ta per necessità il Po quasi all' altezza priouera , a metteva in aecea»
sita di guardar gli argini da tutte le parti , e cagionava altri danni
da lui accenaati, e conosciuti abfaastanxa da' signori Ferraren, la
maggior, partq dé^ quali non «vogliono V introduaione del Po > come
ne^ congressi in Ferrara ^ e né* memoriali dati da varj particolari si
è veduto*
Queste sono le difficoltà » <oV abbiamo stimato doversi Tippresenta«
all' £E. W. circa l' introduzione del Pò nel ramo di Ferrara , le
quali ^ se non arrivano all' im^saibile ^ 4 ridaepoo certamente al*
l'impraticabile. L' anìfizio d' introdurre il Po in Sforma durevole,
consiste in porre « e oona^rvsre in equilibrio ambedue i rami, aoeioo-
cbè non avendo uè V nno , né l' eltro sufficaente declivio da portarsi
al mafie, l'impulso superiore, cbe.lo eoùduoe, si mantenga iu me-
do , cbe tutto non penda da nna parte » poiehò a quella infidlibil*
mente sì ridurrà T altra «
. Qui , o abbiamo da parenìare le pendense , le lunghezze , . le^ lar«
ghezze, le profondità^ e gì impedimenti^ o abbiamo da compenaare
queste discrepanze , con qualche grande artificio , non ancor ritrova-
to. Altro non abbiamo di certo, se non «he tutti gli axgtni ,* tutti
gli sforzi nsìiti in quesf operazione, 'quasi da cinque secoli in qua
con r nnione de* popoli ^ con la potenza di gran Prihcipi aempre so^
no riusciti vanì , senza nemeno darci . nn minimo barlume di tali
re
I
I
I
}
speranze «
Vedano dunque TEE. TV. se allùamo ragione di supplicare a non
differirci la rìmoanone del fieno di tanta urgenza ad una tale opera*
zione» alla quale ancora , dopo la rimozione resterà luògo d' applicare*
Ccmprwazione di c^j eh' i stato detto nelV cntecedmte Scrittura
coli* autorità dell* Aleotti $ e del padre Castelli •
^ vFio. Battista Aleotti d' Argenta ingegnere pei^tissimo d* aoque
della città di Ferrara , che in tutto il corso di sua* vita si esercitò
aell' osservazioni del Po , da lui scorso tutto dal suo principio fino
al fine f t>. particolarmente in ^utto quallo stato a parte per parte
asisurato^ e oonsiderato ntìl coAo di aa.4mni, ohe fu adoprato da
1
8t
Alfonso D. Daea di Feimn in molte operazioni, particolermente t fa»
re una esattisaima Corografia del Ferrarese » lodata da' posteri , e pre*
ferita di gran Innga a quella del Magini , e continuò , dopo questo
Principe , a servire la stessa €ittà , ed i sommi Pontefici , con lode
ringoiare di perizia, di fedeltà, e di zelo, mandato V anno i6oo.
Ambasciatore alla Santità di Clemente YIIL dalia città di Ferrara ^
per interessi dell'acque, propose una maniera d^ introdurre l' acque del
Jro grande , { pag. 84* ^ ^^^^^ indice alla lettera ^ • ) e dare insie-
me ricuro 5 e perpetuo ricapito al Reno; ma forse la spesa immensa
necessaria a cale introduzione fu cacone, die al suo parere fosse
preferito ouello d' altri Ingegneri atranieri , poco, o nulla pratici del
Mese , e degli efietti , che in quelle parti cagiona il Po , i quali 9
benchò portati sul fatto , non videro però , come affejrma lo stesso A-
leotti ( pag. 60. ) , ciò che bisognava vedere , nemmeno ebbero le
notizie necessarie , per deliberare cosi importante negozio « . '
Soddisfece però al suo iselo almeno con pubblicarle alle stampe^
non diffidando forse , <^he la forza delle sue verissime ragioni dovesse
essere anche un giorno conosciuta .
Or dunque mentre , secondo il decreto della Sacra Congregazione^
abbiamo da esaminare la possibilità dell' introduzione del Po , a fine
non solo di restituire a Ferrara la navigiizione , ma ancora di porta-
re al mare il Reno , e T altre acque , della quale pienamente ha di-
scorso l'Aleotti^ stimiamo opportuno raccogliere il suo parere dalP o-
«pera stampata, acciocché apparisca prima 9 che l'introduzione non
può servire a questi due noi ; secondo , che la nostra proposizione
di recapitare il Beno , tanto è lontano , che repugn^ all' introduzione
del Po in Ferrara , che piuttosto è necessaria a precederle , al giudi-
.sio di questo soggetto, d'ogni eccezione maggiore, e tanto interes-
sato nella salute , e prosperità dell» stato di Ferrara , senza contra-
dirione di quest' istessa città , a. cui utilità fece tal proposizione,
conferendola a' magistrati di essa , ed a' pratici del paese , come af-
ferma in queste parole •
j^ È cosa, che { pag. 97. ) come servitore obbligato, dissi alla
3, Santità di nostro Signore, ed all'illustrissimo signor Cardinale Al-
yy dobrandini 1' Agosto passato del i6oo. mentre era in Roma , di che
^ ed a Sua Santità , ed a sua Signoria Illustrissima , e Reverendissi-
^ ma ne lasciai disegno particolare , siccome le dissi. dopo al signor
yy Giudice , ed al Magistrato della nostra città , e la sera del mede-
yy Simo giorno all' illustrissimo signor Cardinale Visconti , eh' era al^
y) loggiato in casa del reverendissimo Monsignor Vescovo di Ferrara
yy il passato mese di Dicembre , ed a molti altri , e prima , e dopo ,
yy per sentire , ed intendere qual sorta di contradizioni poteva aspet-*
^ tare dagl' intelligenti e dell'arte , e del paese , anzi che molte volte
II
8»
:^ prima , ohe di lasciaraii intendere paletemente » toopetli il ima
^ petfiaiero a pia sorte di gente pratioa del paese > eo.
S
FRAMMENTI DELL» ALEOTTI.
Che V acqua del Po introdotta nel ramo di Ferrara mort
può portare al mare i fiumi inferiori •
io volessi persuadére , cbe per render navigabile il Po di Fer-
rara , ed il ramo d' Argenta si dovessero tirarvi dentro tutti li fiu-
mi, che da^ monti, di Bologna, e delia Romagna scendono nelle vai*
K, che sono a mano destra del Po d' Argenta, e farvi tornare den-
tro di nuovo i fiumi della Romagnuola , arginandoli con modo , eha
potessero- lare di non correre ristretti tra^ gli argini di questo al m»-
re, e sMo volessi persuadere, che non se ne rimovesse il Reno, già
r esperienza delle cose maestra, con T esempio di queato, e degli
altri mi ha dimostrato, che questo, per le di sopra allegate ragiooi^
sarebbe un persuadere d'escludere in perpetua 1 acqua del Po gran-
de , ec. e più sotto ^
Per ritornare navigabile il Pò^ di Ferrara, e d'argenta, conviene,
per le ragioni addotte di sopra, levarne il Panaro, il Reno, ^ tutti
gli altri fiumi, che vi mettono capo dentro da Reno in giù, che so-
no stati cagione , come altrove si è detto , della replezione , cbe ai
vede , la quale ogni giorno più si va maggiormente aumentando , e
ohe per ogni poca pioggia ruinosamente scendono in esio , il quale
se ne sta bassissimo i tre quarti dell' anno , e ohe , come si è tan-^
te volte di sopra replicato, mentre ai trova in questo stata non ha
nessuna , o poca decaduta dalla Stellata in giù , per andare al mare ;
onde benché abbia corso, non corre però se non per impulsione del-
Tacque superiori di esso, e de' tanti fi.umi, cbe lo caricano; laonde
non. avenda continua la su^ (bcza superiore , con la quale possa col
peso di se stesso caricare su le piene di detti fiumi inferiori , se
noli due volte Tanna, come altrove si è detto, e talora una. sola,
siccome anche sta talvolta due, e tre anni, ohe non ai lascia vedere
grossissimo; quindi avviene, che quei fiumi ,. ehe a proporzione di
declivio lo superano tanto dì ibrze, mentre è basso, e mezzano, noa
solo lo fermano , ma lo sforzano anche a tornare al contrario di quello ,
che dovre]}be y ed essi , per la grandissima loro caduta, molte volte lo
seguitano, come veggiamo^ che fanno il Reno, e Panare, e tratte-
nendosi r un r altro ( come si è mostrato di sonra ) perchè giungono
tutti ad un tempo , ed hanno poco declivio dalla loro sboccatura nel
Po sino in mare, quietano, e quietando questi, la- terra, ohe da i
calti eampi dell' Apenaino levaU p. si trova iaoofporata noli' acquo
99
i.'k
lora 9 «i floorpora 9 e totmcleBdo al fosflo lo «sfenn^^ ed alza , e qa^
sto interriineQto 81 va facendo ostacolo al medesimo Po^oad'egti^
^ando viea^ossO) e òke dovrebbe caricare i deMi fiumi » pef" cac^
ciarli a bassp , ritrovato lo interrimento nel suo letto , volge di &e
0t9$8o altrettanta ^arte per 4^ altro ramo di Figarolù ; ^ìt qaale, oltre
che aoivlia dalia Stellata al. mare Jiaedsano impedimento,, essendo la
lÌ4iea .dei suo corso pia hreve assai degli altri rami , quivi si volge ,
comeanobe di sopra si è detto, per kpiu brere, ed espedita stra-
da, per )giuQgere i^anto prima ài -suo fine., ec* . ^
£ se J' otturarono mentre iu vastissimo , e profendiasimo , quando
questo era il vascsuo principale, peggio ben anche conviene ., «he
diciamo; che farebbono, sentendosi entrare in nnoavo fatto a ma-
no ,. npn mai più profondo quant' era* innanzi^ che fosse otturato^
anzi pure non punto: più prolbndo di quello , che si sia la supei^cio
deir acqua dei mare, e che converrebbe essem stréttissimo, rispetto
alla vastezza , che soleva avere ; laonde conviene , che chi pensa di
ritornare navigabile questo fiume , ne levi, .ed escluda dai suo alveov
senza punto d indugio , questi fiumi del tutto; altramente., se bene
si cavasse con qualsivoglia spesa grandissima largo , e profondo quan*
to si potesse umanamente cavare^ il tutto sarebbe gettato, perchè
siamo sicuri , che non durerebbe , e ci vedremmo perdere quello ^
che poi forse pia ^non potremmo riavere.^ ec«
-iU -BJCAPITG JD£L .BJBIfO^ SECONDO jl' àLEOTTX^
-Hi perchè abbiamo detto ( /7ag'« idi* *), che di necessità conviene
che dai Po si debbano escludere il Panaro , ^d il Reno , prepareremo
un cavo, 4^he levi il Reno ditlU F che segue dopo il nome di Reno,
e lo porti sopfH Vigarano nel Po air altra F, che è principio di que-
sto nome Ferr* come la linea F i^ ei dimostra ( cioè da Mirabelle sin
quasi al Bondeno ) e tra questo termine, e Vigarano chiuderemo il
Po , come dal punto F in esso si vede , acciocché , questo dal Po me-
desimo ne rèsti perpetuamente escluso , e lo lascieremo andare in com-
pagnia del Panaro nel Po grande alla Stellata, arginandolo ben hen^
con argini grossi , ed alti tanto , che non gli sormonti , né possa rom-»
pere in luogo nessuno , avvertendo se sarà bene a lasciare 1 intestatu^-
ra fatta nel Po, per esdndere il Reno, tanto bassa, ma a guisa di
chiusa tanto bene fortificata, che quando il Po si troverà neir estre-
ma sua altezza , il Reno possa , sormontandolo ^ alleggerire i suoi
argini «
V
3. onraooraiom del io»
« ,
Suppone già ricapitato il Reno nel Po grande^
In cjaetto mentre prepareremo no alveo nnoTo per il Po grandft ,
il cui principio sia tra Posteria di Palentono ^ ^ " Polesine^ ot ve-
ro isola di..BoneIlo » che è nel mezzo dei Po» di sotto eiroa un mirilo
di detta osteria , ed il suo fine sia nel Po di Ferrara sopra la chiesa
di Vigarano , o tra detta chiesa 9 e V intestatura frtta per escluder-
ne il Reno 5 il che benissimo si comprende per una linea segnata »
che si vede nel disegno seguente a traverso del Polesine di Ferrara
dall' uno > air altro di detti luoghi. Questo caramento dotrà essere
arginato con la più gagliarda maniera » che sia possibile , per difesa
del paese > con restare gagliardo » e per li pia alti dossi oarato ^ e
profondato sino in pari almeno alla superficie dell' ac^a , che dal
mezzano per la fossa marina avremo tirato nel cavo fatto di nuovo
dair intestatura sopra il Zaoiolo fio sotto V argine della punta di S.
Giorgio y ed in tanto pur anche della medesima profondita caveremo
un cavo per l'alveo del Po di Ferrara da Vigarano » dove in esso
sboccherà il suddetto alveo nuovo » che verrà dal Po graode sino al-
l'argine suddetto della punta di S. Giorgio » di auella larghezza, che
si potrà maggiore , e per la più profonda parte di esso » col suo fon-
do equilibrato, co»
E perchè ( come anche si è detto di sopra ) il Po grande è tanto
largo , e così profondo , che si rende capace di tutto il corpo dell' ao-
que del Po di Lombardia, quindi è, che della latitudine bisogna
strìgnere , o chiudemie tanta parte , quanta sarà^la quantità , ohe ai
vorrà , che ne venga per l' alveo preparato nel Po di Ferrara , e per
il ramo d' Argenta , altrimenti questo in&UibUmente^si perderebbe
in non molto tempo , per le ragioni di sopra addotte , anzi che biso-
gnerà alzare dal rimanente tanto il fondo , che questo si possa ren-
dere in equilibrio col fondo dell' alveo nuovo preparato da Palentone
a Vigarano , acciocché bilanciato 1' eqnibrio di questi due vasi nel-»
l'angolo della nuova bifurcazione si mantengano in perpetuo equi*
librati •
■ Laonde , per far questo con comodo > che altri si possa assiourare,
che duri in eterno , io non lodo le palificate se non per un princi-
pio, perchè conosco il fondo, e la forza estrema di questo fiume , e
so quale sia la resistenza , che gli fanno i legni , e per quanto tem-
po durano , e con quale spesa si mantengono , e però , per potermi
assicurare di poterne promettere a' signori , e padroni cosa, che lo-
ro stessi se ne compiacciano , e che per tale la reputino , quale io
glie la dimostro , dico , che ritrovandosi , come ho dett#, nel mezzo
— 1
8S
dolT almo del Po gnnde nn* ìmU di jojtto iàW otfdria di Paleato«
nev detta Bonello» Msognii chiadere ir ramo di Bo» oh* è tra questa,
• V argine del Polesine ai Ferrara , ooq on molo di sassi da pali trat*
tenuti per {niocipio det feadamento di esso, il qaale dovrà esser
lanro assai , ed alto quanto eonverra , ma non t)hiusQ^<afiatto ^ perchè
il Po grossissimo possa anche esalarvi j. o sborrarvi so*pra ^ operando in
modo > che nella parte versa il mare questa molo ^ a letta di sassi
abbia una graodissima pendenza ^ che dxnan;» abbia gijnd^ argine di
bnona terra» che di sopra sia con fascine ^ e sassi fbrtiiwata alta gui-
sa che vediama farsi. le chiuse di legnami ne^ fiumi per alzare V ao*
qua , e far macinar molint ^ e perchè V altra rama del Po che jesie-
za tra V ìsola detta ^ e Margine versa il Polesine di Gorzone , non si
possa né slargare , né profondarsi , converrà assodare con sassi le
sponde da ogni ^ta di esso t e similmente il suo fonda » ec.
In tal raamera chiusa la metà del Po ^ il che riuscirà infallibil mena-
te» come (li già ne abbiama veduta V eaperiena^^nel ramo delP Aba-
te f serrata dal Duca Alfonsa 1^ anna i S6S ^ per destinarla ricettacolo
deir acque delist bonificazione del Polesine d^ Ferrara , ed assodate le
Bue rive ^ come ha detto, che si vede la riva del Po innanzi del pa-
lazzo della Mescla y fabbricata con spesa Regia dair Altezza Sua , in
quel luogo aspetterema un escrescenza estrema del Po grande 9 e frat-
tanto chiusa il ramo di Volane sopra il ponte di S. Giorgio di sotto
della chiavica , eh' è poca di sotto della Fornace della punta aperta 5
Pr potere scolar V acqua sorgente nel Po d' Argenta di sotto dal-
argine suddetta della punta di S^ Giorgia , e debilitata qd^st' argi-
ne medesima della punta quando ii potrà , perchè resista malamente
ad una gran piena del Po grande che venga , ed aperto T alveo pre-
parato di nuovo a^igarano , e fortificati ed assodati ad nso di coro*
nelle nuove, gli suoi argini nuovi benissima con banche» e instare
Sagliardissime , e riveduto j e risarcito tutti gli argini del Polesine
i nuovo , e provveduto di buone guardie lungo le rive di esso ,
4al suo principia sina al mare y soppraggiunta unaT.grandissima pie-
na 9 con invocare F aiuta Divino , e con chiamare i Santi Protettori
della città , e del Polesine in nostra aiuto r lo taglieremo , ec. ; per
oni io mi confida netl' aiuta Divina , e nella bontà delF opera , e
nelle ragioni » ohe a farla in saran state scorta^ e guida , che vedre*
mo infaUihilmente navigarsi subito questa fiume , e ritornare la no-^
atra città a quella grandezza , nella quale ella crebbe d' umilissimo
Borgo alla suprema altezza ne' secoli passati , né jià vedremo il Re«-
no disordinare V equilibrio de' nostri paesi » come si trova di pre-
sente» perchè quésto u vedrà entrare ne' rami di questa biturcazic-
ne 9 non come torrente » tatk portato dall' acqua di tutto il correote
J?a di iiomliirdia , il quale SQiiza fiJlo se lo porterà con la sua acqua
M
meschisto » siccome 3a^i dtri veàhmù A& tTTiene > éà aHon anà
laogo la massima. di quelli» èfce ra^onande d* acque non sanno altro t
se non che finme non atterra finme , ec*
•
4* iUGiai|i dell' vALsorn gontbo lb palifigatb jk po«
f^sre a anelli» 1 quali si credono di dir bene» che intewandoti
tuttavia il n di Ferrara » ed allargandosi » e profondandosi oga* ora
J)m il ramo di Fiearolo » -che fosse facile il fare» e mantenere una pa*
ìfioata contro il mrioso corso del maggiore fiume dell' Europa dal-
r Istro , o Danubio in fuori » accresciuto da tanti fiumi reali e tri-
butato da tanti torrenti » fosse » jagfai » condotti » e cayamenti » contro
il furore del quale a fatica reggerebbono i più durì^ e sodi dorsi del<
r Appennino in un fondo paludoso delle grandissime campagne del-
l' Erìdano» accresciuto, e ripieno della pura sabbia di tanti torrenti»
che dentro vi sboccarono eternamente» si credono forse questi» che
ciò dicono, che il Re spperbo» e minaccioso de' fiumi sia un picco-
lo torrente , simile al Ronco » al Montone » all' Isapi » al iiamone » e
al Senio P Se non hanno udito le sue forze sino ad ora » tforse che
1' udiranno anche un giorno raccontare » quanta fatica » quanta spesa »
e quanti -stenti ci ha speso quel glorioso Duca » oltre le tante spese
fatte dalla comunità di Ferrara; ben si vede ciò a' libri delle speso
per ciò fare in quc' tempi » ohe nell' Archivio di essa si conserva-
no, ec. ' ^
Par forse facile a molti » die non sanno » il tenere a freno un fiu-
me cosi terribile , com' è il Po , il cui profondissimo alveo Jiia il suo
fondo dì pura sabbia , e di paludi» come si è detto» argomentando le
forze^sne da picciolissimi torrenti de' loro paesi ^ ma Bon -si accorgo-
no che le conseguenze non sono buone » ec«
Andranno anche comprendendo » che quanto peroìò il ramo di 'Fer-
rara perdeva di fondo » e si stringeva in latitudine j che altrettanta
era di mano in manp la forza » che acquìftara 1' altro ramo di Figa-
rolo » profondandosi ed allargandosi » a che molto aiuto porgeva la bre-
vità del corso » eh' era , ed è anche di presente» benché ai sìa di
tanto prolungato , molto minore di quello de' ramigli Volano» e d' Ar-
{[enta» da che potranno argomentare quanto forse fesse malagevole il
are» e mantenere una palificata nella bocca di quel ramo» che tut-
tavìa si andava allargando» profondando ogn'ora più.» ed in un fondo
arenoso » come si è detto » e non -ponto sodo» ec.
Saprà in oltre chiunque desidera d' intendere » che tutte le palifi*
cate » die altri » con voce più Toscana della Ferrarese ordinaria » chia^
ma steccate ^ fiitte nel Po da tanti segoli scorsi sino a qnesti tempi ^
87
per difenctère le lire di esso» clie non. ti sono mai estete ii^ larglieas-
sa dell' alveo del Po-, più di 3» 4 S* ^^o in 6. pertiche;: anzi non ,
mai o poche Tolte', tanto che il Po non se V abbia nella prima jHena
éavate 9 e portote al mare , -eome ne paò , per giustificarsi del vero
▼ederne qnalch' una » ed interrogarne la gente del paese » per informar^»
ti della verità y eo.
La palificata , che colà comandò 1' Altezza Sua si facesse con if con-
tìglio d' Iseppo Pontone da Verona , uomo stimato assai , e che nul-
la valse,, fu dal XS69. fino al 1 571., in circa, ec.
Il Po grande corre con comune larghezza di pertiche 66. ed èlar- ^
go al dritto della bocca vecchia del Po , che veniva a Ferrara , per-
tiche 180, ed è profondo i3* piedi, e cresce di più piedi 20.^ mez-
EO» Or fàccia quivi , il sig... Mengoli una steccata, eome egli dice,
ohe te dibatterà 65. pertiche, larghezza ordinaria del Po, delie i8o. ' ^
eV egli è largo in detto luogo , gli rimarrà 1 a,S. pertiche , la metà
delle quali è 6a. e mezza, e tanta converrà, che stringa questa gran
larghezza da ogni lato* Malfatto ciò ,. i^n ha fatto nulla , perchè se
il Po scorre per una larghezza di 65. ffertiche , supposto, che la sua ^
tteecata gii riesca,, scorrerà ,0 passerà anche per l'apertura , che a^rrà
lasciata. Onde qui conviene,, che sia ristretta questa bocca^ tanto '
ehe dell' acqua una parte se ne introduca nel Po di Ferrara, sia poi
eon qualsivoglia proporzione , o aritmetica ^ ^ geometrie^, a a ra-
gione di decadute , o di quantità di eorpi , o lunghezze di corsi , poi-
ché odp parlare del dividere una fluida massa dell' acque del Po ,
quando è pieno , con proporzione musicale , perchè altri non lo co-
Bosce , e forse argomentana la forza di questo da quella del Ronco,
del Montone , dell' Isapi o Savio , e del Lamone , fiumi di Ravenna
perohè chi legge il suo discorso , creda , che cosi a])punto com' egli
tcrive , sia passibile a metter termine al maggior fiume dell'Europa,
oon proporzione aritmetica, o geometrica; or sia ad ognuno^ che di
ciò ragiona ^concesso ciò che gli piace; dico, ehe bisogna levare al .
Po grande tant' acqua , che il Po di Ferrara, e conseguentemente li
rami di esso Primaro , e Volano si facciano navigabili , questi ragie-
Bevolmente dovranno portare la metà dell'acqua, perohè il Po di
Ferrara ha le due foci dette , ed- il Po grande due altre , che sono le
Fornaci e Gero , se ben quella delle Fornaci ha cinque bocche , che
k> scaricano- ìa mare • Ora supponiamo-^ ohe si debba tirare- nel Po
di Ferrara un terzo solo dell' acqua , e facciamone ad ognuno tutta
la derrata che vogliono , bisogna qui stringerlo di più , che non è. il * «
terzo di 65. pertiche, ol^e sarà- pertiche aiv • mezza, la metà delle v^
^;iiaU sia undici pertiche ; su non tengano conto- di minuzie supecpar- r^
»enti , ed alla fatta palificata aggiugniamone tante da ceni lato-, oBe
ì ^puk, 6 di là Tedsema^ che «oonTersebbe stringevo u Po^pestiobe
88
73. e mozzai dunque orediatu> di spioverei nel Pa f3. perttehe «
mezza da ogni lato 9 e ci creoaanio « che una palificata dekba reggere
ad un pcao di tanti mila piedi d* aoqiia caricata dal peto della cada«
ta del ro, e di tanti fiumi > ohe lo granano ^ tempo delle ineiie?
Non vogliamo noi 9 ohe il Po aentendoai ristretto , « caricato 9 tt pro-
fondi , e cacci le palificate ^ e le rompa ? Qua! lun^ezza di legno aa«
rà quella , ohe arrivi al fondo ^ si ficchi » e regga a sì gran peso f
Credami chiunque brama d' intender il vero 9 che non ognuno ha
veduto in collera questo fiume $ lo wide l>ene T Ariosto nostro ^ e pe«
rò proruppe cantando «
I
Con quel furor j che il Re dé^ fiumi alHero
Quando rompe talora argini ^ .0 sponde , ,
£ che ne' campi Ocnei y Apre il sentiero ^ €€•
Non possono reggere le palificate ^ che come ho detto » ei «stendono
solo in larghezza tre, o quattro pertiche nel P«, e reggere se le cre-
dono le agenti di tanta larghefear II modo di domare onesto superbo 9
o minaccioso fiume, non è «questo per mio avviso, e chi lo crede «^in-
ganna; pub essere , che anch' io m' inganni, tuttavia ho V esperien-
za in aiuto del mio parere « Ma mi persuado bene^ che se cai non
rha veduto, lo vede un giorno nella grandezza diella sua maggior
possanza , muterà pensiero ^ e iasoterà di concorrere nelP opinione •
Che perciò dalla l)anda di Figarolo si facciano alcuni ripari con pa-
lificate « Ma scorgo qui nuova difficoltà , eh* è questa ; dubito ^ che
ancorché la bocca del Po grande si ristringa , che la profondità ^ e
larghezza sua non l'inghiottisca meglio» che la bocca » che si fiirà per
! introdurlo nel Po di Jrerrara cavato di nuovo •
^ Qui si tralascia una hreve Scrittura del padre Don Benedetto
Castelli^ essendo la medesima data da noi -con i' altre sue opere nel
tomo IIL del Corollario XIII»
REPLICHE AD ALCUNE AISPOSTK DE* SIGNORI FERRARESI
ALLE PREGEDEMTI SCRITTURE.
iN ella risposta al calcolo da noi presentato per l' introduzione del
Po, sottoscritto dalle parti nella visita del eie. Cardinal Gaetano,
^ procurano i signori Ferraresi di persuadere, fme sia superfluo prò-
/ fondare il Po di Ferrara egualmente a quel 'di Lombardia , ed alcu«
^ , ni piedi sotto la superficie del mare, asserendo essere sufficiente
dare ai fiumi la linea della caduta al pelo di esso ; il che , se bene si
. considera 9 si troverà lontano dal vero ne* fiumi navigabili > che se
«9
nella sbocco ia. »ife non tono tanto prdEbiidit quanto V immergo
neiracqaa il na¥]«:Iio, non sarà ^ìà mai possibile ^ che vi possa oo*-
trare. Ecco dakiqae 1* evidentissima necessità di pro(oo«nrli tanto
gotto il pelo del mare» quanto è T immersione de^ navigli^ die ù
vogliono ammettere alla navigazione «
fi caso della rotta della Cava, che ai potè pigliare ^ addita per te
ftesso la disparità della rotta del Figarolo» da cai fu fbrtnato il Po
grande , toentre confessano i aignori Ferraresi, che per essa rotta noii
s'inalveò^ ma si apafse per la «cainpagna» onde non è makarviglia ^ se
da quella ai^potè aeccar V acqua f ne aeffne da ciò, «he ai possa avìlF-
re dal Pò grande tanto profondamente inalveato ^/e restano aempre
vìve T esperiènze, che infrattosamenta per tant^ anni ne hanno &tto
i J3uchi di iPerrara.
"G«ca il sentimento dell' Aleotti , e la eoa amliasoieria veggasi il suo
lihro stampato in Ferrara l'anno 1601. e iieir Indice la parola Ar^
genia , ove leggesi V Argenta mandato dalla comunità di Ferrara
Ambasciatore al Papa.
EminenJSssifni^e reverendissimi signoria
Jl oiohò i signor! Ferraresi nel memoriale dato per qndsta prossi-
ma còngrenzione notano , che nella relazione stampata di Monsignor
Corsini , il condurre navigabile il Po d' Ariano , è stimato spesa so»
lo di. acoCé scudi, intorno al quale già ae ne aono spesi Soooo. senza
«ssersi ancora perFeinonata l' operaeiotie ; dal <^he vogliono inferir, si*
mìle differeriaa «i€flla spesia da lui stimata per T introduzione* dèi Re^
no in Po , mostreremo prima un evidente errore 4ii stampa in quel
numero » e poi additeremo il fondamento del éi lui giudizio « accioc^
che apparisca quanto sia debole la •conseguenza ^ cihe se ne cava • A
questo effetto riporteremo dalla sua visita autentica , il caso , che
contiene V inìformaaione presa di quesito particolare , é^ coi resterà
appieno giustificata la relaaione di quél prelato.
*
Xunedi THdiiiftà n SU ^i Aprile i6a5.
Monsignor niustrissimo partì dal palazzo de' signori OilioU , a^
scolto la messa nella chiesa delle Papozze , qui montò in Bucintoro^
e seguitò il suor piaggio in già per il Po delle Tornaci, e giunto di^
rimpetto alla chiesa di Santa Maria j smontò in terra , e qui fu det^
to da Domenico Prigoli , parane da Francolino , che in questo luogo
facilmente si potrebbe iiUrodutrè il Po grande nel Pò d Ariano con
poca spesa, poiché dal Po grande al Po d* AHdno i)i è poca distane
za, e r acqua del Po grande percuote col filone nella volta di Santa
Maria •
xa
90
« Som Signoria! Ilhuirissima , intéso il ragionamento^ si trasfen si
-piedi sino al Po d' Ariano , al /tolda sotto la secca di Santa Maria ^
e poi ritornò al Po grande alla volta tra' S. Maria, e Corbola , e
vidde f che facilmente si potria pigliare V acqua del Po grande mila
volta tra S. Maria y e Corbolarpoco sopra la casa di Paolo Goti ^ a
condurla al Po d^ Ariano al froldo sotto la secca di Santa Maria
rincontro la casa bianca di Domenico ^ e Virginio de* MaregoU éLaUe
Papozze .
« Jn questo modo si potrebbe^ introdurre f e mantenere la namgaziùne
nel Po d* Ariano con spesa di iit, mila scudi in circa ^ non bisognane
'dosi fare se non pertiche 160. d^ alveo in lunghezza , e largo 4^*
pertiche, computato la larghezza degli argini; ma^ al pm la spesa
non eccederebbe 1 6. mila scudi , computato il pr^ezzo de* terreni ,
che si piglierebbono per V alveo . O
Se questo seguisse ^ il Porto di- Gora sarebbe^ più frequentato cor» le
/nercanzie di tiombardia » la città di Ferrara si manterebbe più o»
pulente, e tutto il suo stato y e Ventrata della. Camera- Appostolica
si aumenterebbe pure assai»
È dupque maiùiesto^ ohe U cedersi- ncflU relazione stampata siooo.
in laogo di laooo è errore di BtaofTpa , quale appunto è 1' occorso nel
calcolo dell' escavazione presentato da signori Ferraresi, ore nella
prima partita leggesi , il Po ya ca^vato fondo piedi 6. in Inogo di pie-
di 16. come appare nella visita» ond^è cavato.
\
« Giacfomo Rusc^ perito della città di Ferrara 9 a cui sarà toccato
di f'ire il palcolp, senza intervento de' Bolognesi, onde può giudicar-
si, che 'debba essere della stima da loro fatta dell' escavazione del Po
dì Ferrara.
Anzi da: questa jspesa tanto maggiore di Soooo* sondi fitta per ren-
dere navigabile il ramo brève di Ariano, ove per se stessa corre
r acqua del Po , si può far giudizio di quella , che bisognerebbe a
render navigabile* il Po di Ferrara , con suoi rami di tanta , e tanta
* lunghezza , pienezza, ed anguatia , già tanto tempo dal Po affatto lab-,
bandonati .
Ne segue perciò , che Monsignor Illnstrissimo fosse parimente in*
pannato nella spesa dell' introduzione del Reno in Po, poiché quella
informazione del taglio d'Ariano fu presa di passaggio , ma. per l'in«
Iroduzioae del Reno furono per molti mesi fitte livellazioni > misuro
e calcoli 9 coRie dalla visita appare •
9»
GHlS ih a£NO PER SE fiT£S80 HA SEMPRE 8E0C1TA LA ÒOUtlESTTS
DEL PO DI LOMBARDIA , ANCHE DOPO D^ ESSERSI TUTTA
RIDOTTA AL PO GRANDE^
C^onduire Beno ki Po jgraoée altro non è, che rìanìrlo a quella
Corrente^ obe sino dall'alpi della Savoia scendendo per tutta la Lom^
bardia^ acoresoiata «da tanti fi«mi^. con violenza ìacomparabMe di
moto sempre per V addietro porta vaio felicemente ai mare, e da cui
mai per alcuna mutaEione d^ alveo per se stesso non si disgiunse ,
ma -ovunque con progresso de' tempi sì rivoltò , sempre trovò vìa di
sciguìrla, sinché, con opera umana non fu violeotemente impedito •
Questa vei^tà poco sia' ora 'Considerata y poiché con molta cbìarez-
sa addita quello , cbe d^ presente abbia a ftrsi del Reno., deve es^
aere m. noi rappresentata in jnaoiera^ cbe non aia oeU' avvenire obi
n' abbia a d ubi tare ^
Per lasciare addietrti la mirabile rivolta del Reno-, quando la cor-
rente del Po , clie prima lo riceveva alla torre dell' Ucoellìoo , tutta:
ritirò nell' aflveo di Ferrara, ed egli , per non restar in abbandono,
andò ad accompagnarsi con Panaro , e Formigine , cbie sbocca vancr
nel Po -di Ferrara al Boadeoo ; ci stenderemo AM^amemeintornot 1' ul-^
tima rivolta, con cui abbandonando la corrente del .Poi' alveo antii*
00 di Ferrara , andava il Reno a ritrovarla nel Po grande alhi'8oellfttai«
Sincbé il Po, anobe dopo la diramacBÌoQ6 alla Stellata , continuò a
mandare buon nervo d' acque, per 1' alveo antico di Ferrara , il. ^eM
no, e Panaro , obe entro vi sboccavano , erano ancora da lui spinti
Terso Ferraio al mare ; ma dopo che dilagato a sufficienza f alveo
miovo , che per la più^brevo , e ^m apediu via lo oonduceva al. stto
termine, iul^&tidito finalmente dalla più lunga,. e penosa, sempre
dalla natura estremiiinc^nte aborrita , lasciava iu tempo di bassezza di
Sin passare per l'alveo àntice con sofiioien|e yelocitk,*e qnantitàr
' acque a riceverli^ eglino, cbe senza di lui malageyolmente per
alveo di ninna pendenza al mare.M portavano^' oo^j^erarono con le
de])osizioni a difficoltarsi la via, neoessitando.se -stessila voltiarsi coa-
tro il corso del fiume > ed asoendere per. molte miglia sino alla divi-
sione a trovare , nel siqistro ramo il oorso maggiore del Po , e seco
incamminarsi, al ano itemine^%
Quanta fu già T altezza déU! acque nel raaro di Ferrara, nefle mae*;
glori bassezaenpU; minore di àug pertiche^ tanta nel brev^cootso di
cinquanta anniin circa\ cbe prepedeasem raii|H>.i577. fii i^iahessa
dell' interrimenti del lV> di Feneata OMtinuato per niolte migfia nti^
l'alveo di Primato > e di Volano'». sìcobò'iiQn seloj pèt: .mancansa
d' ìnclipazione , jpa per^rìtroTare aflbito. dbibsa la stradai» «non poteva
j^'sare il Po a Éantn tiiel\e sue :JMSMMie $. e 'Samro^.OiReAo » dio
<
9»
in fondo tanto pia alto tboocaTano 9 eon tanta nagnor facilità Terao
il Po grande , ancorché contro il corso primiero § incamminayano •
Solo nell' escrescenze maggiori poteva per questa via sfogarsi il Po ,
e voltar verso Ferrara al mare Panaro, e Reno ; ma nello scemare l'è*
acrescenza, ritirandosi verso la Stellata il Po grande» 1* aeqae del ra«
mo di Ferrara erano dalF acque di Pknaro , e di Reno seguitate » ed
in tanto con la tardità nel rivoltaro il corso , tuttavia maggiori se-
goivano gP interrimenti >. sicché nello, npasio seguente di trent' anni
crebbe la pienezza dell'alveo di Ferrara sopra la maggior basaesxa
del Po piedi 14* e mezzo , il che evidentemente deduce T Aleotti da
questa osservazione y che quando il Po sopra la bassezza sna maggio-
re s' innalzava piedi venti , e mezzo j eh* erano allora le maggiori e*-
screscenze , solo sei piedi d* acqua passavano per V alveo di Ferrara •
Stendevasi cosi alta replezione non per poco spazio, ma cOine lo
stesso Aleotti Tanno i6oi* nella sua dìfesa^attesta per osservazioni
dello stato del Po &tte Tanno iSqS. con autorità del Cardinal Vì>-
scontiy da' Periti Romani , Bolognesi , Ferraresi, e Ravennati, arrivava
dalla Stellata al Traghetto per lo spazio di trentatrè miglia , cosa in
vero degna di grandissima riflessione, mostrando quanto si allon tanti-
no dal vero quelli , che oggidì con esoavazione minore di due piedi
da S. Giorgio ad Argenta, dato il calcolo , pensano amvaro quattro
piedi sotto la maggior bassezza del Po»
Ma essendo questo grand* interrimento in maggior colmo tra Ben*
dono , e Ferrara con pendenza verso la Stellata , e . verso il mare ,
efa* cagione ^ che Panaro sboccando in più bassa parte verso la Stel-
lata , non poteva se non al Po grande incamminarsi , e tanto più ,
mentl'e dalr altra parte era spinto dal Reno,- che colà pure rivolge*
vasi • II Reno pero vicino alla sommità spargevasi ancora verso P n«
na, e verso P««|ltra parte; pure, perchè maggiore verso la Stellata
era la pende * * »^ — ?^v j^« -^^-^ ^ i^ ^a ^_
Sia d* ac^e ,
Iellata per gì
anata con le deposizioni a riempirlo, e seguitando pure a coopeinr-
vi r escrescenze del Pq ^ che non cessano ancora di ^curvisi , bre-
vissimo spazio di tempo restava a riempirlo affatto , e chiudere nel-
r escrescenze a so steiso, ed ancora al Po, ed a IHinaro ogni uscita
per questa parte ; quando fu dalP alveo di Ferrara , che a se- stesso
adattava , iper portarsi tutto al Po grande^ n^Me valli, ov^è di ere-
aeote, divertito. Siccliè sebbene nel tempo della diverrione stendeva
non 8oIq il braccio skiistrd vMso la Stellata al 'Po, ^ àncora il de*
atro già debile per Volano al mare^ quasi stringendosi con entrambe
a tutto il terriiorìo Ferrarese, auva però in pì^otinto per ritrtirré' am-
eba il uleatro dal mare • 0 stringevi tutto dPéigìrande. ^ - ^**''* i
J
9»
Non petsoDo i ngnori Ferraresi contnicBra a qnesfe Terìtà , che da
loro stesaì sono 9tate altre Tolte pienamente esagerate • Onde eoa V au-
torità appunto de' loro scntti siamo di^ presente a eonfermarle.
Eglino nella Scrittura da loro presentata al signor Cardinale 6ua«
ataviilaoi Fanno /Si 7. cosi ragionano «^
Il venire Uu piena del Reno per lo più quando il Po è basso , ò
causa j che V acqua di esso, cV è molto più alta di quella del Po ,
si volge non solo versa Ferrara , ma ne- va anche parte alV insù ( 1 ) »
di modOf che sopraggiungendo la piena di Panaro y non potendo ve»
, nirsene in giù > per la tanta altezza del Reno » è sforzato anch* esso
volgere parte delle sue acque alV insh^ e mcmdimdole per altro ra*
mo > nel quale conseguentemente V acque basse del Po superiori »
vinte e dal Reno 9 e dal Panaro tutte si rivolgono 9 (2). e se accade
tal* ora ^ che le pietie del Reno e del Po s' incontrino^ insieme y non
ne può seguire effetto 9 che giovi al nostro rumor ^ perchè- in tal caso
va più acqius per la ramo di Venezia , perche sentendo in quello di
Ferrara un impedimento insolito dell'' acque del Rena,, piglia il corso
per r altro 9 dove non ve n* e ninno j e perciò si scema molto la far*
%a del nostro Tomo 9 (3) ond* e y quando il Po è basso 9 e quando è
pieno di quel di Venezia, si è fatto sempre più; grande, r si è acqui»
stato maggior i^lodtà y per la moltitudine delV acque; e V altro si è
fatto più piccolo, e men veloce (4) ; per la qual cosa non è stato pos*
Sibile , che T escrescenza del Po quando e venuta sola 9- tutto che non
abbia trovato V acque del Rena , si difanda la sua profanditày e por^
ti via la materia già postavi (5); ha ben potuto ricavare alquanto 9
ma le sopraiwenienti piene del Reno V hanno subito riempito. Dalle
predette cause è avvenuta V atterramento del ramo di Ferrara , e si
trova ora (6) il fanda di esso sì alto 9 che qtsando il Po è basso , non
solo non viene acqua di quello' alla nostra città \ ma Panaro , e par»
te del Reno se ne corrono per V altro ramo •
La stessa rivolta dell' aoqae del Reno 9 alla. Stellata fa conosciuta
j(i) Ecco il fteno, che restando superiore al Fo grande^ ra.con parte delle sue
aique a ritrotiirlo^ , ,
(a) Ecco con qual yipleuz^ ra al Po |pande 9 che può con essa risjHngere un
Pàbaro, ed tm brafccio di Po. * * *
(3) Tanto dunque anche nell'escrezenze del Fo sfonavasi il Rentf d'andare -al
Po grande.
(4> Goti dunque farebbe in etemo , tanto più per un caro non naturale , e con ■-
quantità d'acque 9 come ti propone da' signori Ferraresi.
(5) Ed ora si persuade 9 che introdotto porterebbe via la materia già tant' anni
assodata •
(6) Sin dall' anno 1577.
<
94
da Bologoesi nella vitita del j58o. ove notmo , dte il Reno portava
a Venezia la legna dell! incetta di Bolagna>.
Cesare Mengoli nel diacorso stampato prima io Cesena » e poi in
Ferrara V anno róoo. al num. 27. cosi attesta^
Quando Panaro ^ e Reno vengano grossi col JP^^ -n convertono ^a
Ferrara , ma quando il JPo di Lombardia è basso ^ ed essi pieni 5 si
convertono parte nel ramo di .Venezia ^ ^che per non venire ùi quel di
Ferrara se non poca acqua^ allora eh' è gravida di matèria ^terrea ,
e per aver poco declivio , -e tanto meno ,, quanto che non è aiutata
dal carico non solo deW acque del Po 9. ma ne anche di tutta la laro
acqua propria , è iiorwenuto , che deponghano j >ec*
Mdla vìsita di Monsig. .Centurione deir anno i6o5. aotto il di 7.
di Settembre alcuni mesi dopo la remozione del Jleno neU' alveo di
Ferrara tra lo sbocco di .Reno, e di Panaro nell' interrimento aJtit«
aìmo fu osservato un canale , ohe per se steaso aveva ^acavato il Re-
no nel portarsi alla Stellata..
Il medesimo corso del Reno alla Stellata nel Po grande tvovaai no-
tato in molte Scritture .di Periti , che per non essere stampate ^ né
per altro autentiche , benché sinoere « non sono da Jioi .portate ^ pa-
rendoci bastare questi testimoni, che .non hanno eocezione^ che il
Reno prima >della remozione , per ae atesso .correva al Po .gsande alla
Stellata •
L' Àleotti -architetto pubblico di Ferrara, e da questa ateasa città
mandato altre volte per qaeati intereasi alla Santità di Clemente
yill. a carte 79. Cosi attesta^
Quando il Po si trova basso aUa Stellata y e che il Meno viene,
ee ne vfs correndo -oon maggior furia vemo ia Stellata ^ che non fa
verso il mare ^ perchè trova qui altrettanto declivio y come si dirà , e
strada più breve, e più flessibile', ed a cart» 81 • Tirato il profilo
vedrassi , che , innanzi che il Po di Figarolo ^ia tant^ alto , { oggidì
Po grande ) che stia in pari al letto dell* alveo , eh* era del Po , dal
Reno M Ferrara j e j^er conseguenza al suddetto argine della punta ^
conviene che si alzi jc\pra la maggior bassezza Mta , piedi quattordici j
e mezzo • T
Dal qual anppotto evidentemente risulta » t>he IValveé vecchio di
Reno aveva pendenza alia Stellata sojpra V acqua bassa tlel Po gran-
de piedi quattordici ^ e mezzo ^ onde non è niaravi^lia ae •colà '*^*
oemente correva^
Vw
5,5
CHS IL RBirO , 8£N2^ OPRA UMANA ^ 9t SAREBBE IK BREVE P&R
SS STESSO TDTTa/ABF ATTO RWOIìTATO' AL PO% GRANDE
ANCHE NELL' E8GRESENZE ^
Xnma obe H^Renodal Pe di- Ferrara fosse div^rtiton» scaravasi da
una parte negP interrìmenti di esso verso il Po grande T àlveo prò-
prorzionato al suo corpo, come dalla vìsita dì Monsignor Gentanone
si è di sopr» notato ,. e cìò^ per portarsi a qaella parte più veloce-
mente , come attesta' V Aleotti • Ma dair altra . parte verso Ferrara
tempre* pìvr- interriva per la ragione di sopra toccata dal Mongoli ,
^oè 9 per non venire a quella parte se non poca acqua gravida di
materia terrea>per avervi poco- declivio ^e-per non essere più. aiutata
dal earieO'9«nè dall'acque del Po, né ancho di tutte le proprie»
Kon rìmnovendosL dunque , . avrebbe proseguito d' interrirò sino alla
sommità degli argini il Po dì Ferrara », e per conseguenza chiusa af«
fatto da quella parte ogni uscita •■
So vegnamo stare aU' attestazione, e giudizio' de' Ferraresi ^^ giu-
rìdicamente sopra di ciò esaminati, il periodo del tempo , nel quale
aveva ciò a compirsi , era brevissimo * Posciacbè i testimoni esa-
minati a Migliare nella visita di Mo^ignor Corsini li 9'. Aprile del
i6a5» atteataBO, che il Reno negli ultimi anni venendo solo in Volano^
lasciava in ogni piena un piede di lezza^,^ e che in un anno avrebbe
riempito tutto 1' alveo sino alla sommità d^gli argini^
Finalmente il Reno ^ se fosse stato lasciaioove correva prima-, che
convenissero i Ferraresi, e Bolognesi di portarlo quattro miglia vicino
a Ferrara ,..nemmeno*' si sarebbe scofnpagnato dal Po grande».
Imperoìooc^hè abbiamo già dìn>o8trato dall' autorità del Biondi confir*
mata dalle veatigie* del 6umo riconosciute dalle parti nella vìsita di
Slonsignor de* Medici V anno i&38. che prima sboccava con Panaro a
Bondeno ;- adunque dove- corre ora Panaro^ correrebbe it Reno • Ma
Panaro da ottanta e più anni, da pero se seguì il Po grande, dunque
anche al Po grande^ si- a^rrebbe voltata il Reno»
Da tutte le sopraddetto notizie si forma un entimema, che dkno*
atra la ragione , che ha il Réna d' unirai di nuovo, alla corrente del
Po 5^ ancorcbò più non. passi a Ferrara, eh' è tale.
JU Reno di sua natura è sempre corso con tanta felicità in Po,. che
Bon ostante le mutazioni di alvei fatte ovunque egli non ai è ritira-
to, colà V ha seguito senza giammai staccarsene ,w^ se non quando per
Opra nmana n' e stato divertito ,. né per altra strada ha declivio da
portarsi al mare*.
AQa corrente dunque del Po deve di nuove riunirsi»
^
CON QUAITTA FACILITA' SI SARCBBE FOTUtO» IN VEGB DSIXA
JUUHOZIOIIE^ ^ROVYKD£&ft AL JLENO.
L>(oa un jolo argine -sotto lo isbocco -ài ]Reno a traverso del Po
Ferrata^ dell' altezza poco maggiore -ài sei piedi ^ «e oredianie alle
osservazioni 4leir Aleotti , poteasi iiopédire 9 ebe oè il Beno » né il Po
anche néir escrescenze di pedi vejki., e meiso |>otaBaere passare a
Ferrara , mentre egli è Tero, che ^eno, Pamvo, «e Po non pass)a vano
giammai <2on ^altezza maggiore nello spazio tra Reso, «e Ferrara « Con
intercetto loro «da questa 4>pposiziooe il passo., era neoessario^ At
tutti nelf alveo <del Pc^ grande al mare V incamminassero*.
In somma con qaella facilità^ con cui si provvide a Panaro , con
intestare il Po di Ferrara con nn argine sotto Panaro , con la atessa
potè vasi fycowederé insieme idi' uno^ od air altro.» intestandolo sot-
to il Reno«
CHE LA JIAGCIOfi BiFfKOLTA* DI'GONDOE JUE2T0 IN PO GRANDS
± GIA^SUPBRATA
XJa maggior -difficoltà , «che nella visita del Clatdinal Caetano si
presentasse controia remozione ^el Jleno, era» -òhe antix>dnceadolo
nel Po grande :reniva a chiudersi il jramo hIì J*errara-> per io quale
neir escrescenze mandava §tAn parto delle sue acgue , e respingeva
quelle ^i Panaro 9 e cosi era opinione , *che restassero molto pin bM«
se r escrescenze del Po per «questo sfogo , e per V oscinriono di Pa-
naro ^ onde inferi vasi., ohe venendo a riccTere il Po «grande nelP e-
screscenze ^ oltre Tacque «del Reoo^ quelle, ohe si sfogavano per il Po
di Feirara , o quelle di Panaro } sarebbero state 1' esoreaoenze molto
più alte «del s.oKto .
Or questa jgran difficoltà % superata afflitto , peroUè fn poi iì Pe
di Ferrara al Bondeno ^otto Panaro intestate «con argine 5- per imp^
dire » che uh Panaro i uè alcuna parte del Po neU^ ordinario eacro-
acenze passino a Ferrara, e sebbene «quesf ar^ne nelP osorèsconze
maggiori da principio aolea tagliarsi^ conoaetuta poi T inutilità, A
gr&n tempo in qua più non ai taglia; onde né meno nelle mageio-
ri escrescenze pu$ passare per P aWeo di JFerrara né Panaro » né akn«
na parte Jel Pò^ ^ ^ • ^
A quali enormi alzamenti <d' argini non erano nella visita del si'
gnor Cardinal Caetano condannati i Bolognesi in rìgnardo delP eaore-
acenza maggiore^ ch'avena da fare il Po solo per questo sfogo im-
pedito ? Leggasi il caso presentato Anche ultimamente da signori Fer-
raresi , che non a questo tempo 9 ma a quello si adattava ; ove da
Po rotto sino alla Stellata dicevano doyersi alzare alti gli ariani piedi
tei • I iikB àrglDi di Pantro tTeTtno da alzarti piedi tre • Dalla
Stellata tioo al ponte di Lago tcuro» dove aveva da tboooare il R»-
no 9 piedi 3 e meno 9 iatetando per ora P iagrottameoto enerme de-
gli argini ^ die in qnel calcolo possono considerarsi , e tnito ciò mm
per V acq[na di Reno , cb^ aveva da sboccare di sotto » ma per Pana*
ro > e per lo «fogo di Po intercetto • Dal Reno in gin poi , ove bito«
gnava considerare 1' acoresoimento di qnest' acque tino alle Papoeze »
ordinavano «alo l'altezza di piedi dae. Onde è manifesto ^ cbe snp-
Eonevano , che io tntta la luoghezza j che aveva da servire ancbe al
eno, sormontassero gli argini T escrescenza di qae' tem^ almeno un
piede 9 e mesto*
Ma V esperienza ba mostrato » che qnantnnqne ti ten^a èhiaso
^taello sfogo, ad ogni modo non vi ba bisognato un pelo d' argine di
piò , poiché non sono riuscite aensibìimente I* escrescenze maggiori j
anzi quel che più pare mara vigli oso , ma in ^effetto ba U sna cagione
naturale y e necessaria » per lo maggior peso delP acqne , per la mag-
gior vdoettà , tson cui sì ^ ^cavmto ^ e profondata V alveo ^ ti sono
oggidì molto dimìnoite« Gonferiscanti pure V escretoenze di quei tem-
pi , che ancora ti sfogavano nel Po di Ferrara con quelle de* tempi
presenti , e cbiarirassi il vero .
L' Aleottì nella più volte citata tcrittnra ttampata in Ferrara l' an-
nò i6oi. a cart. 79. Rafferma, cbe quando il Po alla Stellata cresco
dalla sua bassezza sino all' altezza «uà ma^ìore , ti alza piedi venti ^
e mezzo , come già si è notato 9 e ciò no^di passaggio 9' né per er-
mre di numeri , poiché soggiungendo » che al dritto di Ferrara non ò
alta allora se non piedi sei , conclude a carte ottantuna , cbe mi"
ma cbe il Po di Finrolo sia tant' alto , cbe sia in pari al letto ael-
r alveo , cbe era del Po dal Reno a Ferrara , e quasi rino al Traghet-
to, conviene, ohe si alzi sopra la maggiore bassezza sua piedi quat^-
tordici e mezzo , a' quali aggiunti piedi sei , restano di nuovo piedi
Tenti e mezzo.
Oggidì nell' ala sinistra della chiavica Pilastrese si mostra un se-
gno', dove arrivò la maggior escrescenza cbe sia venuta, "da cbe non
ti taglia queir argine al Bondeno , la quale non arriva di gran lunga
a diecinove 4>iedi Ferraresi sopra la soglia della chiavica Pilastrese »
•otto la quale , o poco , o nulla snoie abbassarsi il Po , e Questa può
ogni volta rivedersi , e certificarsene •
È dunque manifesto , che oggidì riescond' molto minori lo mag-
giori escrescenze , di quel cfhe fossero prima che il Po nelV e-
tcrescenze litenetse V acque dello sfogo del ramo di Ferrara , e di
•Panaro. ' .
^ .^ E certo una maraviglia , che i signori Ferrareti propongono , che
ti &c<na tanto caso di quel loro calcolo preteiitaEo jlelle speso della
i3
l •
98
remozione del Reno $ che procedeva con sapposisioni d* àltene li
esorbitiiiti 9 da farsi dalle sopraddette acque, che oggidì restano m
Po , mentre con tanta evidenza sono ritrovate dalle osservazioni man-
care, e mettono anche in conto quella spesa , che la stessa natura
ha dichiarato più che superflua , per ricevere V acque » che già sono
in Po 9 senza aver fatta maggiore altezza, anzi diminuita.
Superflue pure si dimostrano le aggiunte di quattro piedi d' altez-
za , da fiirsi per sei miglia agli argini vecchi del Reno , che solo a
questa maggiore escrescenza del Po per lo chiuso sbocco aveano ri*
aguardo • Superfluo in somma 1' eccesso degli argini nuovi del Re-
no 9 che per ricevere questa maggiore escrescenza si sono disegnati .
Tolgano pure dal calcolo presentato queste superfluità manifestissime,
che vedranno, ohe la spesa accennata da Monsignor Corsini non si di^
scosta puillo dal ragionevole. Non è già tale il calcolo da noi puh-
blicato per V introduzione del Po , nel quale ci siamo conteotati di
supporre un escavazione ad ogni modo insufficientissima, aenza far
menzione degl' areini , che per tante miglia anderebbero innalzati , e
risarciti , nò di chiaviche air ingresso* de' canali nel Po , né di ter*
reni da occuparsi da nuovo taglio , né della palificata , che da sei ar«
chitetti di Clemente Vili, per se sola fu stimata più di dugento cin-
auanta mila scudi, e se ad uso della navigazione sia necessario aver
fiume profondità ali* ingresso nel mare , almeno quanto s' immerge
il naviglio , si rimette al giudizio de' prudenti .
Ma , per ritornare al nostro proposito > V esempio di Panaro , e
dello scolo di Po chiuso insieme » ben più volte maggiori del solo Re-
no, che non solo non ha fatto escrescenze maggiori, anzi le ha ami-
nuite; mostra apertamente, che non sia da temere, che il Reno in
Po debba alzar l'escrescenze , ann ancor esso scemarle, aiutando al-
tresì a scavare , e dilatare per la sua parte di, velocità , e del peso »
che a proporzione del suo corpo aggiungerà.
Questa proprietà alla copia d' acque , ed alla velocità di esse non
si può non attribuire , mentre non per altra cagione il Po grande dal*
r augusta fossa Filistina é venuto in tanta ampiezza e profondità •
Né vale il dire , il Po é solo proporzionato all' acque presenti »
dunque non ne capirà di più , perohe si risponde , eh' egli é proporr
zionato a incita maggior copia d' acque di quelle che abbia oggidì^
Imperocché gli argini sono stati fatti in tempo, che 1' escrescenze e-
rano maggiori , e prìnAi che fosse in tanta profondità, ed ampiezza >
come dalle soprannotate osservazioni sabbiamo dimostrato • Può dun-
que capire di presente maggior copia d' acque di prima «
E se bene sono gli argini in qualche luogo, ove sono passi, e tra*»
ghetti non poco corrosi , dò Q^rò trovasi in pochi luo|^ > e non aa*
rebbe di gran spesa P ognagliarH »
99
llélia TiiifA di MomigBw Gottini iìtrono osiervtti gli argini sopra
la superficie del Po basso alti yentìdue piedi , e d^e once • Quando
dunque V escrescenze arrivavano a piedi venti , e mezzo , restava di
Tiva agli argini un piede ,. ed otto once , il che confronta con quel-
lo * che di sopra abbiamo dedotto dall' aggiunta, che nella visita del
• Cardinal Gaetano si proponeva di fare agli argini dal Lago scuro alle
PapoKze due fnedi , mentre I^ escrescenze di Reno 9 di Panaro » e deK
lo sfogo di Po si supponevano di tre piedi, e mezzo. Ma oggi essen*
do r escrescenze minori, avanzano almeno tre piedi regolarmente.
Non si sa con qual fondamento i signori Ferraresi oggidì suppoH*
cono, che il Reno farebbe alzare 1' escrescenze del Po quattro piedi «
Questo è certo , che ^ubìto si convince di manifestissima esorbitanza*
Trenta gran fiumi entrano in Po, e tanti altri torrenti, e rivi, che
farebbero almeno quaranta Reni • Similmente commisurando il paese ^
che scola il Reno t con quello , che scola il Po io carte grandi Geo-
grafiche, appena lo troviamo la quarantesima parte di quello , e pure
non àÌL al Reno acque vive di fonti , che tutte nel canal Navìglio
di Roloffua si divertiscono • Onde di necessità V acqua , che porta il
Reno, e molto minore della quarantesima parte di quella, ohe porta
]J Po; sarebbe dunque escrescenza di 160 piedi ^ e pure appena si
trova di diciannove: parlo delle escrescenze^ perchè il Reno fuori
del tempo delle sue piene non porta acqua di Considerazione «
Dipoi nella visita del Cardinal Gaetano , ^ nella quale ogni cosa
contro il Reno fa stimata esorbitante , tutta V escrescenza , ch^ aveva
da fare il Reno 5 Panaro , e il Po di Ferrara nel Po grande , fu giur
dioata a beneplacito de* Ferraresi tre piedi, e mezzo.
Come dunque ora quella del Reno solo viene da loro am^plificata
di quattro piedi ? £gli è certo , che V acque del Reno non sono la
quarta parte di tutte queste tre acque insieme; dunqiie seconda
quella supposizione , noif sarà mai l'altezza di un piede.
. Ma noi assai chiaramente dÌDM>streremo , che nell' escrescenze ,
V acqua del - Reno aggiunta in Po noii' farà mai crescerlo tre , q
quattro once ; onde può vedersi se restandogli ordinariamente tra
piedi d^ argini possa dare un minimo pericolo uè alla città , né ail<»
•tato di Ferrara come tanto si esagera, anzi che con P esempio di
Panaro, e dello sfogo di Po ridotti in Po grande, affermiamo per co»
.aa certissima , che scemerà ]ì pericoli , mentre coopererà a maggiore-
mente scavarlo , e dilatarlo , e per consegu^nzii a sceoiare P altezzsi
^pra il piano della campi|g|ia«
Pure non isfnggiremo di esaminare quale sia P altezza» che nell'e*
.screscenze, sul principio può aggii^gnere Reno al Po, dopo che avr^
mo provate due cose necessarie a sapersi prima , una è , che V acquai
del Reno in pari lunghezza d^ alveo *non pnò occupare tanto spazio
»0»
in Po» qatato nd Reno ; e raltra» èho quanti^ nianioffe i Pdtn^
m 9 cbo trova in Po » tanto minoro è l'altein, oho » il Reno in Po*
CHB IL BXNO NON FUÒ ALZARE SBKSanjfERTK LI KAGCIOU
BBORBSGENZR OBL VO.
IS on dovrebbe OMer clì£BiciIe ad intendere , ebe molti finmi nnid
in noo solo, ocoupano datchednno minor Inogo» o alteasa, di qaello
fiurebbero , te correste ciascbedano in fiumi diversi separati , ancor*
€bè in larghezza eguali • Imperciocché l'acque distribuite in molti
alvei separati non si premono t né stringono V una V altra ; ma in un
solo alveo ristrette» è necessario» cbe sovrastando l'nna e T altra ,
col proprio peso si premano, e premute colla propria lubricità scor-
zano 9 e piglino nel medesimo tempo con nuova velocità maggior
campo in lunghezza » e tanto più sempre è neoessasio » che si acce*
lerìno» quanto è maggiore il peso di se stesse ; onde sempre all' ag*
F*unta di nuova acqua cresce di tutte la velocità » He resta tanta
altezza .
Se il Reno entrando solo in Po si estenderà in un minuto' cento
piedi » con quattro piedi d' altezza ; sopravvenendogli tant' acqua » che
col nuovo peso lo taccia il doppio più veloce» sicché in un minuto
si distenda duecento piedi ; certo é » che dne soli piedi d' altezza oo-
euperà ; e se di quattro volte più velooe » sicché pure in un minuto
si stenda quattrocento piedi » un solo piede resterà V altezza ; poiché
tanta é la quantità dell acqua di lunghezza di cento piedi » e d' al-
tezza di quattro» quanta quella di lunghezza di dugento piedi» e di
altezza di due ; e quella di quattrocento con altezza d' uno ; poiché
sempre moltiplicate le lunghezze con le altezze» riesce il medesimo
numero quattrocento, e noi supponiamo che in tempi eguali entrì^
no dal Reno nelle maggiori gonfiezze in Po, eguali quantità d'acque*
Chi pué dunque intendere» che molti fiumi uniti in uno, acquisd-
no molta maggior velocità di quello , eh' avrebbero separati , ed in
conseguenza scemino la somma delie altezze, che separatamente fi.-
tributar] insieme uniti • L osservazione dt tutti i gran
li confi^rma tante evidentemente questa conclusione» che non può
dubitarsene •
Non sarìi già mai il Po della capacità di dodim fiumi suoi trìbn*
tarj» non dico de' maggiori» ma de' mediocri» ove capirebbero dun-
que gK altri » e fiumi » e canali e torrenti , che restano in tanto nu«
mero insieme? Ma lo ristringersi » 'e velocitarsi unitamente» é eagio-
Mf che tutte le Imo acque vi capiscano , stendendosi con hi vincita
in làiig|baai> ciò ohe inderebbe in tug^ssa t isd aheen; enda ep*
pere ver goal ragione si mostri il Po, il pia t eloee fione » ohe Té»
da ai mare.
Erìdanus y quo rum aUus per pinguta eidta
In mare veUxìohan^ viàientiór infhUt amnis •
Cioè , perohè essendo assar angusto'^ in* rieoardo di tanti fianu i
ohe riee^e , per Io gran oarioo^ deir aoqne addossate l' una ali' altra
con la yelooità , grandisnms oopia ne* scarica*..
E similmente rendesi le ragione ,. perchè essendoTi altri fiumi nel
mondo f ohe Io superano ben tre-^ e quattro Tolte di larghexza» rior
ne anche giudicato il Aiagg^or fiume del mondo »
uoque magie miUum téUus ee iolvit in amnem •
dice Lucano ; cioò perchè con la sua Telocità smaltisce nel suo angn*
ato aWeo magipor copia d* acque • Apparisce in ciò la rifiestioae di
questo Autore , che comparandolo appresso al Nilo', asserisce censi-
etere la difièrenza solo in questo, ch'egli dilatandosi per le campa*
gne non va con tanu yelocità , ma quasi stagnante , e però porta
minor copia d' acque •
Non minor toc Nilo, si non per plana iacentis
Eegypti Lybicas Nihu stagnaret arenai.
Per conoscere dunque qua! debba essere V alteaza» che faranno le
j^ene del Reno in Po » non basta paragonare insieme gli' alvei , co»
me sogliooo fiire troppo grossamente i pratici , che troppo enorme sa»
rebbe lo svario , nemmano basta considerare quanta parte na V acqua
del Reno di tutta quell», ohe dall'Italia riceve il Po, per esempio
la quarantesima ; ma è necessario 5 in oltre, distiogaere quanti gradi
di velocità d'acqua troverà io Po , e ciò in vari sesti d' alteasa,
perchè trovandovi poca acqua , maggior altean vi farà, che trovatt-
doTcne moka, sicché neir escrescenze pochissima rìosdrà Paltettat
che egli per ^se solo vi fiirà .
D. Benedetto Castèlli mafematioo celebre dblla Santità d' Orbano
Vni. nel suo dtottiHÌmo libra della misnni dèlP acque oernentì ,- da il
modo di misurare V altezze tatto da* fiuihi entrando in nu altro, datp
le larghezze delP uno, e delP altro ^ e la proporzione delle velocità •
Ma non &eendo egH ivi menzione delta proporzione 9 eon la quap
fe eiesce la velomtà eresoenda V acque ; sarà guesu da nm adxlitita
IO*
]B una fola propotinonè » fmittt in ragione mafanttiet i tà ìà
esperienze oonlari et identìttime «
jil crescere delV acque ne* canaK regolati j crescono con la stessa
proporzione V altezze , e le velocità 9 nella > maniera 9 che al crescere
de' triangoli di «pedo determinata creseono nelh Jtessa proporzione
i lati, e la base^
Per dichiararlo con esempio 9 ae in nn canale V acqna alta nn pia-
de, ih qb' ora si .stende un miglio, alta due piedi in nnVoi^ si sten*
dora, due miglia , alta tre piedi , in nu' ora si atenderà tre miglia , e
cosi sempre per ordine •
Onde segue , che a £ir dae piedi d* alteeza ,à necessaria quattro
▼ohe tanta acqua ^ quanta a farne un solo^ poiché non solo è due
Tolte più alta , ma due Tolte più distesa ; e per fare tre piedi d' al*
tezza e necessaria nove Tolte tant' acqna, perchè non solo è tre Tol-
te più alta , . ma tre Tolte più distesa ; oosi a fare trenta piedi d' al-
tézza è necessaria noTCcento Tolte tant' acqua , perchè è ttenta Tolte
più alta , e trenta Tolte più distesa ; e trenta Tolte trenta sono no-
Tcceoto « Toftto ciò possiamo' confermare .con esperienaa oculate , ri-
ducendo moki canali eguali in un solo canale » oto ossenrasi 9 che se
nn solo eanale fa .un piede d' altezza , quattro canali ne fanno due
soli^ andando il «imanente in lunghezza , e Tclocità , cosi nove ea-
Bali ;ie faranno tre » e cosi sucoessivamente secondo la ragione de*
numeri quadrati.
E noi abbiamo fatta esperienza anche quest' istesso giorno in Ro-
ma con noTO xanali d' acqua <)orrente eguali introdotti in un solo ,
ora uno, ora quattro^ ora tutti noTe , ed in effetto se un .canale ha
fatto un oncia d' altezza , quattro canali hanno fatto solo due once ,
ooTe canali solo tre, e cosi cento non ne avrebbero fatto 9 ehe dieci» ec.
Ciò .posto, Tolendo noi sapere quanti fiuoii d'un piede d'altezza
r uno , e di larghezza eguale al Po iarebbe anche il Po solo , quan-
do è in altezza di trenta piedi ; basta moltiplioàare tr^nU piedi d' al*
tezza io trciita gradi di Telocità , che jsono novecento « ^ ^
. £ quanti di questi fiumi firebbe correre qnando è in altezza di
piedi trentuno» similmente moltiplicando trentuno piedi, di altezza in
trentuno gradi di Telocità , e aaranno noTecento sessantuno ; sicché
aessantnno. fiumi si ricercano a fiirlo oresoere un piede sopra trenta
piedi di altezza • ... 1
i Onde appiire , ehe uno di questi fiumi all' altezza di piedi trenta
appena , aggiungerebbe I* sessagesima oaxte C ^^ piede ^ eh' è nn
quinto d' oncia «
. Ed tm fiume , che {)er se solo potesse fare cinque Po d' altezza
d' un piede V uno, aggiunger^bé al Po alto appena un oncia di al-
ttmik.
io3
Cd ih fttti , essendo il Po sei? escrescenza alla Stellata piedi ti^eà-
ta in trentano , poiché l' escrescenza j che già era dì piedi Tenti , e
06220 per la dilatazione , è restata di piedi diciannove; e la mrndr
Bassezza » eh' era prima di piedi tredici » e mezzo , sarà di piedi do-
dici , e mezzo , che in tutto fanno trentuno » e mezzo •
Quanti Po farebbe correre U Reno con un piede d' altezza , tanti
quinti d'oncia al più farebbe nelle maggiori esorescenze del Po, se
potesse farne correr cinque, alzerebbe un' oncia , se dieci, due ance9
quindici, tre, e cosi successivamente.
Certamente ninno direbbe giammai , che il solo Reno potesse far
correre venti fiumi eguali al ro in altezza d' un piede , e pure in
qnesta si esorbitante snpposizione non farebbe crescerio quattr'onoe
nelle maggiori escrescenze di piedi trentuno in circa. *
Non si desidera che un poco d* applicazione , per assentire a que-
ste proposizioni d'eterna verità., le quali in negozio si grave non
devono già trascurarsi «.
MODO FACILE DI FARE ABBASSARE IL PO .
idebbene per V insensibilità dell' altezza , che farebbe Reno nell' e-
screscénze del Po non vi è bisogno d' altra provvisione, nò: d' argi-
ni, i^è di sfogo ; pure non vi manca modo facile di far molto pia
abbassare il Po di quello ,. che mai possa fare alzace il Reno , che
sarebbe con perfezionare il taglio d'Ariano, dal signor Cardinal Doa<-
ghi gli anni passati quasi all' ultima perfezione ridotto •
Questo essendosi fatto alla capacità di tutto il Po ,. riceverebbe la
metà dell^acque , onde si abbasserebbe in quel sito non già la metà
dell' altezza viva , ma appunto tanto , quanto manca il lato del qua-
drato dal suo diametro , cioè più della terza parte , onde l' acqua su-
periore , che acquisterebbe U terzo più di caduta, verrebbe pure a
deprìmersi con velocitarsi*
Aggìungesi , che verrebbe a schivarsi il rigurgito, che cagiommo
.le secche di Santa Maria, formate di tivaro ihsuperabile , e dalla
strettezza, e lunghezza del ramo delle Fornaci^ che cagiona le mag-
giori escrescenze del Po, e^quelle escrescenze ancora, che sono ca-
gionate dal vento in bocca ali! altro^ramo , verrebbero pure ad essere
in parte scemate, bkre molti altri importantissim> benefizi, che ilo
rìsEUterebbero alla città e Stato di Ferrara , ed alla Camera Aposto-
lica , con ridursi tutta pelle Stato Ferrareae^ navigazione del Po,
con liberarsi da^ dazj , ' che pagano;. Il vascelli ner le loro mercanzie
passando per l'altro ramo; si restituirebbe il porto di Gero, che
per nM^kcanea dUcqua deterioiatd yer^ve^be coir la violenza del Po
/
i«4
introdotto il linoTo t tottmi j sìmUm eetto ' dì aitntoMni pei^
CaameBte onesta mno^ e di miglkmni MApn più per In ma^ier
IweTÌtà délk linea, 'O «cob r^esempio «del tagfio Veaeto , ohe per ei-»
•ere :»taio pin Ireve Jd 4X>t80 «ntico .» ha iMiIiooBto ikàta a •• tatta
r acqua de^ fami csinìstn^
Da alia td •operasione òen inteaa » e fondata 9 lontatia da ogm pe-
ricolo» che potrebbe in «dae meaì rìdimi a bnòn Sne» devono oer-
eacsi qòei beneiisi » che i signori Ferraresi aspettano da un* opera-
zione aborrita dalla natura, e. però non riuseabile » nò darevole , di
perìcoli , e danni «naoilescìssiini ^ qua!' ò V introdaaioae del Po nel
zamo di Ferrara per alveo sì lungo ^ e si angusto, e si altamente in-
territo» e tanto nnalmente vicino alla <Atik di Ferrafa, ohe temendo
d^ un pìcciol Reno non deve inorridirsi della pvesenza del Po •
Più non dovreèjbero i :signorì Ferraresi » con questa operazione »
che non possono 4incersm«nte -volere , e che quando ne Imboo avuta
facoltà sotto il signor Cardinal Pàllotto, non si sono curati di perfe-
zionarla , procurar di sospendere la risoluzione della remozione del
Reno tanto necessaria per liberar se stessi, e loro territorio da evi-
dentissimi' pericoli d' inondazione » e tanto utile per discoprirsi con i
fertilissimi terreni già dal Reno inondati, e le vaili dalle sue torbide
riempite, «e bonificate; e lasciar noi liberi dagli insopportabili danni,
olhe da oinquantatre anni a loro beneplMito miseramente ci afflig-
Ecco dunque Emioenttssimi signori superate le difficoltà generali
4i condur Reno in Po grande , il quale , come abbiamo pienamente
dimostrato , essendo il suo vero ricetto dalla stessa natura destinato-
gli , clie da 'Ogni altra parte gli nega V adito felice al mare , e verso
il Po grande 9 anche contro il corso naturale de^ fiumi per se stessa
leliceoiente lo conduce , non deve in alcun modo per violenza uma-
na negarseeli* Ma è ragionevole, che onde violentemente ò stato ri-
mosso » là di nuovo si t>onduca , cosi tanto è lontano 9 cfae si portino
quei perìcoli alla città ^ e stato di Ferrara, che vanamente si fingo-
no, che piuttosto da* pericoli, certissimi di sommersione , che nello
stato presente del Reno irreparabilmente gli sovrastano, viene in
perpetuo a liberarsi ; oltre V unità presente di liberar le campagne
Sìa fertilissime , ora somnierse dal Reno , d' acquistar nuovi terreni
al4e torbide in cinquantatre anni bonificati • Gbe il modo da* signo-
ri Fofraresi proposto di ricapitare il Reno con V introduzione dell ac-
^ua del Po grande non abbia talcuna sussistenza , oltre le difficoltà
insuperabili, che in tale introduzione si scuoprono, già l6r è nella
precedente scrittura evidentemente djimostrato» e nella presente pure
confermato •
éupfAiehiamo pertanto TKoinenze Vostre a n<m gifavarsi di riflfefletto
scS
ìftOe n^èm » ìAii mM^ una » è neV 9itìrà Mmmó- {Kvrtàta 9 mpfidiiti-
do» che ^tttnto più ti poodertoanoo, tanto pia ii troT6rattfK> so^
^^ e ton^^f e ohe da ^Me' ben ilispasse debba Teoirii la risold»
0one di nòa più sospendere la remosioDe del Beno tanto «i^eote , e
necessuìa in rigoardo '4eU'inti9dduaioae'eosì inntite a questo effetto
del qnal ai ritenum^ tf'di restare noi'iooa J* altre Provincie ^ per mei-
so del pródentiasimo ^indisio ;deir Eoftnense Vostre , ben presto li-
beri da^ presenti anali j* come ébn 4>0ni nmiltà non lassiamo di sapr
plieamele. "
' BBLL^ £9CR^GBNZE , tUfS POTREBBE ^ilRE BENO AI/IO
IN PO ALTO^
d ^videipi della pieeola nìtezza y "efae ftrebbii SI Rei^ atto-in*
trodotto in Pò allo , ^pìacemi di considerare Palie^zà^ «che jnrebbe il
Reno alto aiéTT^Heo del Pò vóto ^^ina tiguaigliàto ^nMmaniera , che
OompenSando ìe'ninàggK)^' *nroTondità ^on le minori Ibsse in tutta la
aua larghezza di -e^èl 'protbndita •' ^
I Periti Pei^esi , in conformità ^1 -quello > *ch^ hanno tempre prò*
testato ^ 'pretenìleTano *cbe il Reno alto introdotto^ nel 4P0 voto in
tal maniera tlgnsgttato , sia per far T^altezza di piedi >3ae-; ma per
'abbondare in *<$ertezza , aupponiamo pare , -che fosse per farvi quat«
tro piedi >d' altezza >, ^e isonsiderando quella ^ che yi farebbe in questa
-tagìone "staìfdo il Po «Ito in ^massima altezza ^ ^e aia di 94* pi^dt
«opra il fondo ••
bisogna sapporre «dalla 'scienza di Ynolti» 'éhe ae piedi quattro d'al«
tezza è fatira in Po da un Rene ; otto piedi d' altezza , eh* è il dop«
pio, sarìk fatta non da dne Rv^qi, tna ila (jfhattro, cioè da due q|olti«*
plicato in se 'stesso, poiché le altezze ^ t)he * méltìplioano le Tclocità »
e le quantità deir^acqn^, aono -^ome le velopita.
Cosi piedi sei t)^ altezza > x^^è 'tre 'Voltò magpore del|a prima»
sarà fatta non ila tre Reni^ ma - tda^ nove , che è tre moltiplicato
in se stesso.
Sicché qnando Terremo a piedi ^4« d* altezza > oh' è sei volte maj&-
«fiore delhi prima ^ questa non iiarà fatta da aei ReBi.9 ma moltipu*
eando sei in se stesso, Mrà questa fiittà da Ì6. Reni. -
^ Yediatno ora quale altezza » aggi]àngerebbè un Reno all' altezza del
Po di piedi 24* supposto sempre, ohe il Reno fosse stato' in fondo >
per far 1' altezza di piedi quattro %
Poiché a questa ragione 36^ Ri^ni 'llicevino n^I Po l'altézza di ^4.
spiedi > aggiuntoti un Reno saranno Reni 37. WUògnk trovare un nu-
mero, che moltìplica^ in se stesso iac^a Sy. qarésto è 6* ed 8. cen«*
ttnmi , che moltiplicando 1! altezza »ìff fdkido 4. darà là tiuova altezza
/^
to6
Eifldi s4 f « w term 9 Mjpoliè dato » ebe . il Ren» m1 foii4» del ^
isse per farei l'«ìtezsa di piedi quattro, «quando U Po aarà alto pie»
di a^. noa yi ti potrà fare 9 ohe V altessa di aa terso f|i piede , oioè
d* onoie ^
Con l'iatesto metodo ae aoppMrreino» che Reno aolo ia Po faccia
r altezza di piedi doe^ avremo» che trovaodo il Reno piedi «4.
d'altezza d' acqua io Po » oon ri aggiaogetàf che uo* oncia. *
Ma te poi , ia vece di piedi a4« d* alteau d* acqua la Po 9 sup-
porremo la Tora misura delle di lui massime escrescenze « . cioè pie<&
3i , e mezzo 9 che tale ablnamof detto di sopra corrispondere alros*
servazione , e snpponendp gP istessi doe piedi d' altezza , che fareh-
he il Reno in Po Toto, ritro?eremo , cne arrivando il Reno in Po
non vi aggiungerebbe d' altezza d' acqua più di sei cente|imi di pie«
de f cioè tre quatti d' oncia prossimamente » ^
Chi negasse, che T altezza moltiplicasse in questo modo la Teloct-
tà, ed in oonfcguenza la quantità dell* acqua, si potrebbe convince*
re con 1* esperienza , moslrando , che se un canaletto di un* oncia
scaricando T acqua in un canale maggiore, fiirà in. esso T altezza di
nn minato ; per fare in questo V sitezza di due minuti 9 bisognerà
scaricarvi^ quattro canaletti di un* oncia , per fare V altezza di tre mi-
nuti bitQgi^rà acaricarvene nove, e cesi successivamente moltipli-
cando sempre ^in se stessa V altezaa dell'acqua, che si .vuol laro nd
canale.
GEe ne' fiumi, e nel Po si servi questa raaìone ,\si può conside*
rare da questo, che nelle sue piene scaricandosi in esso tutti i fiu-
mi, e torrenti , che tutti inlieme fiirebbono 36. Reni , ciascheduno
de' quali ammettianio , che potesse fiur correre da se solo il Po di
quattro piedi , la somma ilelle altezze , che farebbe in diversi alvtf
piedi 144. in un solo alveo del Po non riesce maggiore di piedi ^4*
DELL* BSGBSSGEirZB dÙ PO NOK CnVSCIUTB PfE I«' INTBO00ZIONn
JXBX* FAHARQ.
IN^ella Tisita di Mofasignor Corsini dell'anno i6a5. sotto li 8.
d' Aprile si rìoonol)ì)ero nel muro della « chiavica di Rurana i segni
di due escrescenze del Po , lo roagpori , ohe^ poi sieno venute : una
delle quali arrivò a&a soiyimità degli argini. Le parole della tisita
sono le seguenti • ^
n che fatto , intese da Pietro Branchi Ghiarizzano di dette bocche»
nomo vecchio del Boiidenos che sono 4^0. e piò anni , che l' acqua
del Po grande due voke in di.versi tempi arrivò sino alla detta boc-
ca alta siuQ aUe. due cavicchie di ferro confioq^te nel maro di det-
ta ohiATica ye]^ il fiume Panaro.
Tom. IX. pag. io6*
DMa proporzione con cui crmcono
np' canali V altm^ delV acqua
correnti por V aggiunta di
num^ mcque .
Sia VI canale regolato dell* al-
tezza di AH , della larghezza di H g
VII. , in cui abbiansi a introdurre
■airi ninr^* ^*>«oy^ e di e^nalpen-
L' akesza ^ Ae fareb)>e il Reno so-
Io in Po sarebbe AB ,' di piedi 5.
ma trovandori V acqua d' uà altro
fiume eguale a se stesso aggiunge-
rebbe 1' altezza da i a a , e taevan-
dovene due farebbe V alteza da due
a tre , e cevi successivamente •
E percbi qui la jninisia altezza
del Po si suppone di piedi i^. o io.
JUrriverebbe quasi sempre al numero
^. # 7 f cade la maggioilP altezza »
che possa aggiungere iii tal supposi-
zione il ]^eno al Po sarà da 6. a 7. , o
Am 7* a S. e trovandolo più alto sem-
pre farà minove altezza ; trorando
mi Po air altezza 6 » di 3o. piedi ,
troTerebbe 36. Reni^ ed aggiunge-
rebbe da 36. in S^. , e trovandolo
all' aliezza 4^* ageiungerebbe da 40.
in 4'* restaiMo luuneno sino a 47*
y ayafvo degli ar|pnì ,
•■ 9
. ♦
ft
^
O
J07
. TJm, c|^ itoo alU mù luMa etviecliM» idta Mia segt oorti di
piotre.nnin. $• bassa w dentello del mnroVIi esse beeehe corsi di
pietre ottin* ai* . .
L'altra» eioò alla .^^ alu oaviecbia» alta dalla sega oiMi di pie-
tre iiaai«. •• iMssa dal.deotello saddeit* corso di pietre nam. i8;
che. vieae ad ^esatoe r^Itima vblta^ dee la pia alu ia livello dei-
pia^ d<^U ai^Qi^^^pet quanto si poteva conoscere, perchè* non Pfae
mai più r ted«la , celi «ka ^ao alUi sonmità degli archi di dette
]M>cche. . , .!
Farono 'dnnqne quest'escrescenze circa Tanno i6o5. quando an*
€»ra era spetto il Po di Rsrrarat dove voluva nel!' escrescense Panaro.
£ che dopo c1iìqsoy:6os argine al ^ndeno qneste sfì^ » e ritenuto
aoelie nelr escrescmse Panaro» non sieno poi 'sdte ì^scresdense mag*
giori, e ;oei!tissinio;i. perchè essendo F uiftinia di quesle due arrivata
alla sommità degli argini » una maggiofer J^- awebbe formeolaii » ii
jQt»é non è saccesso. ^
E se in quel iito^ si piaaden infiomiuAdoM dove ogg^tfì tfrriviffflf
resoreseenae.del Po» si vedrà ijuaato rteeconò miewi.
Si può fiire ancoloa riflessiotie a ^utelo.» ohe sai privt^io T argine
al Bondeno oeU^'escreaoenze. soleva tacKatsi^ ed osteidà nèu non si ta«
/
ehe coir essersi abbassate riMueseense.
JUSmiKA JJD UVA SGSrriftoEA db' SlCHOÙràliBARBSI.
^ JLiìsponderèno aolo In presente alle difficoltà generali opneaté da'
aìgnori^ Ferraresi cirea la diversione del Reno io Po^fraùiie , riser«
Tandoci a rispondere a' .fartiodan ». pev noU uscire "dal sogig^tto pre-'
•eritto ipc la» weaeaite congregèniboe •
La pniM. difficoltà generale* ò Virea le* rotte ds3 Reno; eh^ potrtb*
loro segnile su lo atato di 'IVirrara |yr éaè ragispi » una per 1* e^
acrescense del Pò » che difljkeilflimitfe safli||ri}ero . sormontate dalle so-
prav vomenti del Reno» V dtra per le maohedlp » e roste» che so
no attraversarsi all' alveo» e trattener il corse M^ acqua anMrìore
Al primo modo rispondasi » che .nell' esQreseenae dal Vo enUbnu»
l'acqua per mékte. nri^lia neU' alveo del Beno sino alreqnilibrìo dU^
la OMrente del Po vmedesimo» eke si ealbola deporr arrivare «tao a
Miranello aUa e%afina del Bdognese » ornando sbboeàsse a Lago scuro»
e più S(^ni» .qnando« sboocasfe alla Stellata; se dall'acqua del Po
iib*
eovrasterèbbe
quetteoswi nèaBteiitàt ni «Ha fottem/nè «Ib Mi«o #^FaMMi;
Ma neomietto io deosa tmiHera tarelibero le iptene dal Reoo tratta^
niite dal Po , perchè nel!' arrivare a Mirabello » sto dove al tMké& dd
Béoo n aiuterebbero le pieoe del Po» eermeaMfrebbero attbitd quan»
to baita per aearicarai, e aegvkafe eioe al Po*gJniode ; e pòoo immif^
ta in qoesto laogo ìateoderey obé il ÌUh» sl iteadeaa? 'aepm ^Vrjù^'
q«a del Po 9 epenettaife^per di tette, o >Atf«Me d* * ma panb »
perebè ad apà q|odò tempre ti •planeveU^e eel Po gtémà» eoa la te»
la gtoota dì queir alteaaa iuentibile » che nella propotta ablMamo*
aecemiata.. • i- • , i . ..v^.
• *
B tràttenern pei le voete, «-^aMebede nelPahreo del* Reno» oon*e^
▼er poi altre ¥q)te e||Btale «otte > è erieinate dallo' alalo praiente M
Reno» ^e entrando nelle Talli per4totdii ^'e tafnaa eaxlnta» è'CaMi*»
che ti trattengano , il die non *ie|(direl>be » teia;ratte il' ano oenio:
nel n»| ove hpeadnta.tàjnmlev* - - "'*
In tomma dare conriderami , che per quella cagietie » éhe- non tona-'
peno ilfinini in ^rieinansà^ab inarà , pomlir la - gottlieàaa . deir acc^ge
tnccede nella parte téperieee » tinche abfcìa' -acquattata la pendenza
neoetaaria iopn T inferiore» pw-rittetta ragione non teguirefebero
le rotte del Reno in Tieinanaa del Po » eh' è qnati il mate del René»
mi al pin netta parte anperiore del* Bolqgnete » che perà per lo moW
to più fòlioe corto nel Po» che nelle Talli» Terrebbe con aitai minar
frequenza a patirne.
Fintlmeate la ektà» e Ibfiean t di : Ferrara dalla parte tnperiore
TÌen difetit dall' argine travertagno fabbricato da* Principi ettonti »
pef libanala da' nerieiiB, a' quii e dal Po » e < dal Reno èra già par
tna notare *to|getta^ il fnal argine in ogoi ratta tnperbnre non ha
mai permetto 7 che iif*aecàbliw acqua 'oHn^cìti^.
La maggior piena » che mai aUnéiiArinte «'Fertem' io. 4'mip&'vM7v
nel ifaete'dr Oingtto»*clie.già fio» .rtppe»- né tormentò gli argini del
Po grande » ma rnppe ben gli argini d«| Po di^EerMra , che ttara a«
porto » affondando la D«ama(^%ittà» la GataÌKlia » ed- in tommt tutto il
paete ira il Po grande »^ ed il Po di Ferrara tino ali* argine traTéi^
atgno » e qneeto la AVafténne » che.. n<fn pptè paitÌM'e alla città .
^^nto a' piloti de? rene del Po grande» cb'aTette da canmre H
Réne » non .ilevranno ettot più oppetto da' eignori Fetrareil» co-
notceóda^r ineotibiltlà deHf eloTaaioqe » ohe iìnebbe il Rene neN* o^
aeretcenfe » anzi Pelbtto »vObe farà di^ aòaVar mMgiermente, e pro-
fondar r aWeo del Po grMder » coi^ V e^Rfropie di Hmato r e dello tfo-
go del Po di! Ferrara ottorato i^^onde pl(ttó il ReMo^ in Po » per tal ea«
(;ionè Temnno itf br4tTe ad abbattarii «leltp V altezze magari del-
' eacreteenf è » cotanto più mentre le pifeoe dal Reno Tengono ordì*
nartamentoi qoando è 4iattó il E^» e pen^ i qa«kto eglé d' debib a.
«WHiMem k «t prrfcmJH»» <m3e HjaerrMi » <bt*da. dir «mm il
Reno^al Po grande » ove r come abbiame diinotinto faerit dell* elare^
foenae mag|^ueri del Po » maodajra la maggior parte delle aae aoqae ;
dalla; Stellata in gw tono rettale molte «^plclaioni» e ghiaie BeU'àl»
vea» eagionale dal .mancameniQ. del Kaao'r óod? è. reataio* V aWeo paà
cyee nelle ^baiaenao deKBifegPo^-^lo ▼» pfopor^FoBandò all'aoqne
mneri»le^iMlit repletolonii.?er«|bbeM' ia niLsnbtto sgMcibraté » ritor»
ni&do il Benft^T \ ^ • / . . .
. Né dete in ^neata lsog<h.taoaic$i U dìacre^nmoi' coatame del Rene^
per unta;, il tempo* jmiàeiabibnente'AMsecfato» druon^ Teirir mai pie»
nOi in lea^per. delle* maggior» eactesoenaet del «Pò^» per non dar nò me*
so aotpette di oantare^^iiel &ooe9,obe'aémnieii»o«uMrebbe venendo
fteno »- onde aeimr^ Pir nel^ beatene » e noii lo- gn^v» neUé* aCiea-
ne^ .La nigioQr^ patfribr toìmnenie il JRèno gonfiai far le*|!9eg^e eonta*
aae , ebe aoendono^ da*^ moìui » e peceiò« nea- ne' tem^t» ettiirir ^ il fo
tiétt aolameMe alle maggierìr pieneue la alate- ^ per Uiiue&Yat- le nevi:
Augetur ad Canu i}riUn^*Jiqim^U- nivibiè$'ì*àÌM.^Ì^ e tanto eoup
ferma il corto. di tiuii impattati tecoli.
^
^ £?vi memoria r ^^' V autunno^ deU^anno- iSa6,. fawfo^ P^^H^ ^*^
byi per tttttà meliate liOmbofdU 9 le anali', riampircmo ulmente i
finmi 9 ebe non potenda- r'aoqae eapir ne^ ^^piopri^^^ toroMoiaAmo
gli aigku^ e mppero in* diverte pecti'9 e pkirtteolkanepto ttftti i k^i-
Mitari.del Po di Lombardia» e* eoa^lntto* oiò«*nonj parve ». ebe ti me»
ireate il flb, ma atette e meaaa-ripationc^ ti eóootòe guanto poeo
nettano i finnu earicbi.d'aoqiu^ piovana^ quale tempraci Rane nel*
te piene, a fkr oaetoere tt Po » ^de loon manna nbi a eaute ooealte
tifiiritoa le t«n;|^en0«» • ' « * ^
. Quanto alle piene eagìonalMa ik' vanti » ohe imbeoeano il Po » bi*
aogM'^naptideraK » ébe ib vente ba fona limiuta di trattener T acqua
aino'^TC^na detnnninata aitasse y ebe perciò tutte le altre vincono #
e aeorreno, onde p^ aeceatcerti V aequA, non può in alcun modo
eretcere a 'tale altezza.» a^pzi vigteendo non la violenza » è jieto uni|o ^
toalie hk eanta di tale awnnente»
La teconda difficoltà ò circa, l' impedimefto ^egli tedi de' terre-
ni » ebe teolano in «Po graade , ^nali dioÌMio aver telo due» o tre
piedi di caduti^ noli' acqua del Po batto» ed* affermano 41 Reno alzZi^
xa il Po batto qoaittso* piedi. ,...-. . 4, .
Ma r intutaittensa 4leU'uno^ e l'altro ^tuppotto fitoilraente ai -di»
noatra ; poicbè «dall' eaattitaiine ttvellaKonà fatte dtRa vitita di Man-
eigoor Gortini» il men^'delktcaMpa^ dek'Folestne. di Fama^a» che
«lemmena Afcola in Po grande» me^iper'vimai^ |lMllgé^ti conduce al ma*
ve } oìnlle può larti conteguenza , ohe tt% più batto d<%gli altri » che
n fitnjao tèohu^inaVo» eBaodMffli^modo ]^ del. pelo ocdiujurio
110
lei Fa ipnAda piedi n^re» omm bt ofMrvato A Gettóait TatM
L6a5« e il pela ael etnei bieMe alto più di piedi quetcvo »
Dair altre parte , ohe noa solo qaettro piedi, ma neflaoMiio ubd^
Cesa fiire il Reoo d'altena in Po Immso si dtmeetrat perebè il B0
880 ha sempre tra la Stdlsta , e Lago soore d* alteexa viira elmeas
da dediei^ *in tredioi piedi ( dseqae aenendo la mgiwie s^|ate mi^
la precedente tcrittnra» per auibngwe no pìkde d^aieeaea tn tal À*'
to > Ti Terrebbero Tenticinqije ro con un piede d* altessa per oieeohe-
dune , ma mU è un esorbiunsa il dire » *cbe il Renor anootebè pie*
no potesse w correre Tenticittqoe Po con ridteaa d' nn piede ;• é
dunque parimente nn eeorbitansa il dire ohe il Reno» eMomè pie^
00, in Po basto possa fiir raiteest d*nn piede •
: E ad ogni moda dorando poche ore le piene del fieno « ogw imoofi^^
mento» che portassero, poco preciudieiale sarebbe per .si breve dnremooo.'
Ne vale il dirot o^ sieup Ireqnenti, perohè passata la piena t gli
scoli impediti petserebbero » e qnsAlo t ohe tnooettÌ¥aniesite< non A
fiM)esse a poco a POCo« anderddie fteendosi a vicenda •
La terza difficolta è oiroa rinoerlena della ondata di Beno ia Po
io Inogheasa di tanto paese » ed iaegnalo • *
È dunque opera nostra il dimottrtfO , ohe tei otduta k ttnto oer*
tt , ohe non può dubittrseOe •
Le liveMssioni tanto dell' Alootli » qntnto di Monrignor Gernni to-<
no state fiitte con V tcaua continnau dal Rjpno a Po grande •' AstoiI
eoe r Àleotti , cbo dal Po grande per Talreo di Forfait aUo sboeeo
di Reno no# arrivava ao<{ua , se non qoando era alta alk SteUata ao*
pra la sna ipag^ore basseisa medi quattordici 9 e mesoo.
Cli Architetti Bolognesi » e Ferraresi nella visita diMensig. Ooftini
si servirono dell' aoqna del canal di Cento» ia quale passando per Po di
Ferrara allo sboco di«Reno veoohio entra nelle -fosse della ftrfeeatsa »• e
città di Ferrara , e va per il canal del Bareo sino al pento di Lago scuro.
Fu trovato il fondo di Reno veeotrio aUa boooa più alto dril* ao»
qua del Po di Ferrafu, eia escavato per Panaro . . p» 6. o« i«
Il pelo deir acqua dei Po più alu della foasa del»
la città al Baluardo di porta Paula •••••• s* 8*
Questo era più alto del pélo detta fisssa della fi»r»
tessa . • • . . . ^ m. S.
Questo di nuovo era pia alto del pelo ddk pò»
eebiera •••«•«.•««««•••.«« o. 8,
£ questo più sito del cavo del Baroo * x* $4 &
Finalmente il pelo del- cavo del bneoo al paolo àà
Lago senio pin alto del pelo del Po < 4* %• 6
■ ■
Lo aepna* è in ipiMer p» . 1^» ci.
alt :
E ofift wìào tpasio éi mnme ' miglia •
E non pnò certo sndar r àoqua dallo sbocco di Reno fino al ponte
di Lago icaroif senna qualche pen«len)sa delia propria snperficìe , quan-
fonqne mininia ; è dunqne certo » che tal caduta dal Reno a Lago
fcuro è piuttosto maggiore ^ che minore » quanto importa appunto la
pendensBa. necessaria al corso dell' acqoa » sebbene a quest' effetto fu
fatta stagnare » siccome ancora non si nega » che per la stessa ragione
la pendensa dell' iUeotti dallo sbocco di Reno alla Stellata non debba
iriuscire qnalehe poco minore , quanto * pure importa la pochissima
pendenasa della supei^cie dell' acqua nel venire dalla Stellata ^ quasi
ataenante* ' ' »
Qualunque poi si sia tal caduta di Reno in Po , certo è , eh' è
ma^^gtore in cinque miglia, ohe Ti restano , per arriyarvi » che non
à in cinquanta) per addarci al mare per altra via, e però per nessitp
altra via può meglio portarvisi , ohe per Po grande «. *
La quarta difficolta * è circa la spésa , che i siguori Ferraresi nel
funicolo Gaetano fecero crescere a gran somma •
Ma. già abbiamo noi dimostrate le superfluità, òhe contiene tal
calcolo, che consiste néll' enorme alzamento degli; argini proposto da'
aignori Ferraresi , che fu £stto non di consenso de' Bolognesi , ansi
conforme alle mere opposizioni .de' Ferrare^ , *. come sppare dìilla vi-
aita autentica t ove sotto gli ii. di Maggio róiò. sì nots •
Sila Signorìa Illustrisnn%à decretò ^ cne lo Spinvla calcolasse tutta
la spesa f che onderebbe ad 0har' gli atgi/ii dalla pùnta della Stel»
tata sino al mare.j conforme alle opposizioni fatte nelle scritture "dal
sig* Conte Manfredi , eh' era ivi presenie , Ov^ è*^ da notarsi la parola
opposizioni » che non . importa ne giustificazione 9 né verificazione \
anolto meào consenso delle parti •
Ma quando pure le parti in questo fossero concorse , perchè si
fondavano in aupputsizioni false , e ueH' ignoranza della proporzione »
oan la qnsle crescono l'altezze dell' acqiie ''-correnti, alla quale non
arrivavano in. quel tempo gli Àrehitetti , come attesta il padre Bene-
detto Castelli matematico insigne^ nella misura delle acque correnti «
Operetta crebre stampau in Roma IVanno 1639. ove * all' appendice
terza ^ di proposito riprende qnest' iatessi Architetti in queste parole.
Simile errore mi pare ch^ abbiano commesso tutti quo* periti , i qua^
li, per impedire ohe non si diperiisce il Reno di Bologna nel Po
dalle valli » dove di presente corre 9 giudicarono , che essendo il Re^
monelle sue massime escrescenze iiocc. piedi in' circa • ed essendo il
Po larso %o6o. piedi in circa giudicarono j dico ^ €^ mettendosi Re»
no in Jro avrebbe alzata r acqua, del Po .due piedi ^ 'dal qaale alza^
meato conoludevano poi disordini esorbitantissimi , ovvero di stralordi»
norie inmdaaBioai ^ avvero di, spe$e immense ^ ^d intollerabili a' popoli
US
\
in rialzare gli argini del Po , è del Menò , e con simìU debolezze
si perturbano vanamente bene spesso ie menti degP interessati .
rotrebbeti vedere tutto quel «éottHttino libretto nel qaele sono
confutati 9 e dimostrsti igli errori enormi -^de* jNsriti in queuo genere
pregindicialÌMimi n* puhbliot:^ e ipmtti inlereséi*
Doyireaio «dunque lermarrci in tu! oalcolo ^ •che sopri si gravi erro-
ri » e false svppusiisìoni ^è fondato ?
Quinto» cirCA grinterrk&enti,c1iein altre rscrìttnre si sono opposti »
<^^ cagioAerehbe U £eno jneì Po .grande ^ «lon •oooerMrebbe risposta
ora, ^he suppongono «ohe non fosse per eaosare io ton caro nuore
più angusto , e più lungo , con poca «qnanthà d^acqua , benché an*
che resti tuttavìa sj>erto ii Po grande, nondmeno nspondeéi, che la
forza unita *deU' acqua superiore, che scavando eempre 9 e dilataodosi
porta via la terrli assodata^) tanto più facilme'tate porterìi via la *ter-
%a, che intorbida T acqua 4el Reno, (^^rsse stessa è in moto.
Finalmente oppongono i sìf^nori .iFerraresi , che la Temoafione del
Reno non sìa 'interèsse* «del Heggìmentò^ ve della città «di Bologna ma
solo di particQlhit^.. ^ ' ' '
Ma «quale i neon-Veniente pub ndirsi insg|iore 'di questo , che
non sia puUalico ii danno di tanti particolari , di tante chiese » di
tanti luoghi Pìi , 4Ae* quàR^tanti terreoi fertilissimi restano sominer-
si, tanti ^ e taikti ^eon Ja TÌcensione, e •rlngorghi nielli scoli cagionati
<lalle torbide del Beno ìnell'alzarsì ^ «ed* -entrar né^ -condotti ^steriliti,
e tanti 'finalmente espósti a contiailé fnondasioni? Che non ^sìa pub-
blico il danno *ddle caMStie , die 'dopo Vinondasione di quei tei*re«
ni^ che somministravano "^ran^arte dellèTacco1te,èene spesso in Bo-
logna .si provano P Che non sia pubblieo il danno d^lla spopolazione,
del mancamento deÌParti., che al manoamenio delP abbondanza sono
oessase?
Non* è -danno pfibblico la perdita 'della navieasione «di Bolog^na ,
che dopo d' es&ersi tre Tolte -dépo -la diversione del Reno interrita-,
e con gravissime «spese ogni vòlta ristorata^ ora non può in modo
alcuno simifbò il •Reno non sia rimosso, restituirsi? Per tacere i da-
2J , che dalla iiavigaeione mi cartono y cnde -si mantiene lo studio , in
cui conservasi V antico, e singolare s{flendore della nostra città, e
r entrate pubbliche , che cavandosi da ìinposizioni su s terreni fer-
tili^ non si poslotio avere dagli steriliti, e molto meno da* sommersi .
Fosse «Imene interesse di particolari luJoro pretesa ìntroduziood
del Po, che i nostja mali^ che per ossa aoffriamo , non riuscirebbe*
ro così ifiiolleTaìbìli • Ma che? Altro non è, -che un impegni», che
flou vedesi a chi abbia a giovare, onde non è maraviglia , se quando
hanno avuta £iccfka di farìa sotto il signor Cardinal Pallotto con as-
aegnamento di denari dallA Santa Memoria di UrtM&o VUL ikon - si
curaropo dVeffettMrla» anzi fattone qaaldhe parte, conTertifono il
denaro asiegnato in dtri usi . Solo la vogliono quando trattan ;di ri«>
capitare il neno^ per impedire oon questa la nostra tanto necessaria
operazione • ^ .
Con quai sentimento in fine oi esortano a domandar V introdnzio*-
ne del J?o ? Se nette cose faCcibiU si da alcuna sorte di dimostrazio*
ne f non abbiamo noi dimostrato » <A' ella è impossibile al fine , che
ai rioercaP .
; Noi. abbiamo loco presentato il Po di Ferrara profondo , ed escava*
to col felioe corso oeH* acqua •» oom' -era P anno iS^a ; «ti abbiamo
posto il Reno da condurre al mare ; abbiamo dimostrato » the n' è
successo il totale ritiro àbl Po nel ramo grande » ed il seguito del
Beno pur nel Po grande •
Gho: iroffliono eglino fare P Scavare il Po alk prinnera profondità P
Introdurirr P<acqoa a correre qoH la felicità di prima? Sia il tutto
fatto • E poi mettervi il Reuo P Che Be|airà P II Po di Ferrara si riti«>
rerà al Po grande'^ ed il Reno lo -se^uiterk , quando ttos si- sia mu«
tata éi pensiero la natura stessa • Rtspoodasio a questa , prima d' e-
sortarci all' introduzione del Po nel r^mo di 'Eermta » per mettervi
dentro il Reno.
Ma non avendo queste ragioni risposta $ sono inegati da noi i si-
gnori Ferraresi a Usoiare lormai da parte. jl pensiero di tale introdu-
zione , come dimostrata almeno a quest' èfletto impossibile » e ad u*
nini con noi ad accelerare la condotta dd Reno in Po gnrìide 9^ non
restandovi dm ricapito^ ^ altre rimedio «per liberare la loro città »
fortezza , territorio da' periooli 9 cbe oon più lunga dimora del Reno
nelle vaiti , stanno imminenti •
Replica alla risposta data àaf Ugn$ri Ferraresi alla scrittura
d^ BclogncH f perla Congregazione del* Acque
de* S. Settémbte 1657.
A., torto ci biasimano i signori Ferfaresi » perchè nella nostra can*
•a ci serviamo di^ discorsi teorici 9 Matematici 9 e . Specnlativi'9 adatta*
ti alle iéattedre; e delF autorità di qualùnque' *4^utore 9 che troviamo
avere opportupamente smtto di queste materie; quasi ohe non sia
lemto rappresentare la verità in tutte le migliori 9 e più proprie msp
niere ohe posriamo. / "
Soiappressa^Oiudici ordinai] si trattasse una, causa piane 9 e &ci-
le 9 ]yréMderé!Anu> 9 come ri suole tidR^ altre 9 con induzióni -di leggi 9
e di* btféhri 9 ohe non ci mancano. Non è feirse bastante ad accredita-
Té le nostra ragioni il Breve si maturamente pul^icato dalla Santa
Memoiìa di urbano Vili, di condurre il Reno da Mirabello albi
i5
/
««4
Stellati 9 o unito eoa Panato 9 o dWiho » o- in qiultiTCN^ia^ altro lao^
go» e modo, die fosse parso a Monsignor Gorsim, che dal princi-
pio del i6aS. sino alla ohe. del i6aB, areya oon visite dilìgentiisinie
con r assistenza d' ottimi Matematici , e Periti ben discusse p e dige^
lite queste materie ? •
Ma trattaofdosi la. oansa avanti la Sacra Gongiegaatone , anzi il
Principe istesso , a cui tocca ooaoscere. delle leggi , e oorre^gerle se-
condo la ragione f e P opportunità de* tempi , parrebbeci di fam in-
curia a tanta maeatà^ se voUssimo. pretendere». che. in negosio:^ n
grande importanza dovesse • senza, soddisfam. delle ragioni 9 stare al-
le sole precedenti disposizioni. A noi che nella sapienza del Princi-
pe ripooghiamo la speranza della salute pubblica, giova presentargli
da' fonti le più pure verità, le quali se ci £iociamo . anclie lecito
d'ornare' di qualche poetipo abbellimento., supponghiamo di .trattare
eoo ehi sa quanto, vagliano , e sino a qual segno devono aversi in con-
siderazione, i '> i .
Qrave poi è V iagiiuda., cbe fanno alb verità, ed' a loro stean , m
volerci far apnavire^niendaei «ielle cose da noi affermate, e che tut-
tavia più evidentemente .possono confermai^i i e chiarirai %^
Negano ciò , che di Gio. Batista Àleotti d' Argenta abbiamo noi a<v
oennaio. nella seconda scrittura, che fosse ministro della, città di
Ferrara, e da questa^ateasa .mand&to.. ambasciatore alla Santità di
Clepiiente VIIL. e pur uqì gli rimaedaniAio all' indice, ove leggeai^
r Argenta maudaiiì. dalla cìwtunUà di Ftrrwa- ambasciatore al Pafay
ed a caste 84- ove legges^ , mentre a'- pieifi di Sua Santità fui man^
dato dalla mia città amkasciatorfi, alla Santità Sua per questo nego»
zio d^ acque 9 con P Illustrissimo signor Dottore MoreUir àol qwsU
dalV Illustriss. sig. Conte Girolamo Gilioli ambasciatore residente in
Roma fui introdotto a baciare i santissimi piedi a Sua Santità , ee»
Onde, e da quello, che nella- seconda sorittura abbiamo dedotto 1
può apparire quanta fosse in Ferrara la ^ttma della perizia , della sin-
cerità, e della fede di quest' uomo, eh* ora i Ferraresi vogliono^ £ir
apparire p^r .interessato in pesche j e di ninna ponsideraanone 9 -Àose
assai più facili -a dire, che. -a protaro* ., ^ . v /
Gli Autori da noi citati ìq prova d^l ielice corso , che il Reno
frima della divcirsjone- nelle valli avea spontaneamente pnsso verso il
o grande alla Stellata» ne bau scrilto-^ come di cosa de' loro teffl;
E" , quando se' non fosse stato vero certamente , ne sarebbero stati
ébti , e fuassiiM essendo ;iAoi90-.disCQ(rsi Mapipati in quel tempo ìa
Ferrara t ove pptea; questo acpidente 4a ,chi si. aia distinguere, e oolH
fntare, .e pure da-quel. tempo i^ino al di d' oggi non hanno* «pi in*
centrata una minuiia co'ntradizioue>; l'emulazione appunto dell'. Ateot^
ti I e del Mengeli da' signori Ferraresi oppose» » squa dubbio ,aYxebibe
ii5
léopieifa la fidntk » uè mo tmbbeJMoiato nùotntt A gita qpropo-
•ito dell'altro 9 senza scbermrloy.e pare ote nel resto sono discof^
di 9 in questo confiroatanò > ar|;omento certissimo di Tenta io*
doBitata.:
Foco importa poi » olie pon vogliano conoscere per loro la scritta*
n deirannp 1SS7. da noi citata^: ritrovandola inserta in una relauo-
ne di ]>on Scipio de Castro alla Santità di Gnmono XUL poichò ^ ad
ogni mo^ il medesimo possiamo ginstificare dafia visita del Cardino»
le GuastaviUsni» e «di Monsignor della Cava l'anno i$79. ove a di
17. Maggio si nota, che allo shocco di Reno in Po correva airinfù^
$ioè versoi In Stellau ^ U medesima notasi alli 1 8. » e si comprova
con tre operazioni di tre livellazioni per <nasoana*,
Lo stesso fi osserfò a di 19» a Vigarano di iinovo con triplicato
osservazioni , sicché non è cosa da nvocar in dubbio , che sin dal
«579. mm corresse il Beno per il Po di Ferrsra al Po grande alla
Stellata..
L'anno poi iSa&. setto Arohitettì» che d'ordine della Santità di
Clemente VlIL tivellarono il Po di Ferrara, il Floriafii , Fontana,
Crescenzio , Giaoaioni , Riccio^ Aleotti , e Dattari trovarono , ohe dal*
la soglia della chiavica Mantovana «ino al fondo di Panaro alzava U
sito piedi quattro 9 e sette ; e dal fondo di Pananh^ino al fiindo del
Reno nella sua sboccatura in Poi alzava p^i tre , e sette ; onde ap«
parisce la necessità, ch^ aveva il Reno di scendere alla- Stellata m
acqua bassa dd Fb « L* istassa necessità • del corso del Reno verso la
Stellata , per cansa della gran caduta dallo sbocco in Po r4>tto , sino
al pelo basso del Po grande alla Stellata , vedesi pnre nella visita di
Monsig, Centurione » e massime sotio li a?» Settembre del i6o5 ; in
quella del Cardinal Gaetano dd 16 io. e iinalmento dalle osservazioni
esattissime fatte da Monsig^ Corsini «.
Ma che occorre affaticarsi neJla con&vmazione di questo , s'.egli-
no stessi ne asssegnano le canse da noi adotte , e il confermano con
V esempio di Santemo , e JSenio^ .che nelle loro piene dicono voltare
air insù per molte miglia*
Procede ciò piyr inponvenienfi pfeoedMti , e per supposti ; per tali
incoRvenieuti procedeva pure la rivolta del Reno, ntta pure in tal
caso conveniente • Erano gì* inconvenienti il ritiro del Po nell' altro
ramo 9 e F alzamento del^ fondo vecdUa} ma qnesti , sopposti , che
non hanno rimc^dio ; era convenient» , 0 necessano 9 che il Reno andai»
ae a ritrovare il Po vicino » non essendo mai posnbìle 9 che per altm
via si j^rtasse fi^lìcemente al mare^^
Riferiscono qui i signori Ferrnumi un istorietta» della quale di
iraleremo a nostro proposito » poichò .^ mettendo ^^o in controver»
aia quante ne portiamo da idtrì Anton,, e non riconoscendo più I9
N
/
&i6
antiobe die noi didaino iTer da loro » iMbiamo propotto di fiderai
ancke delle loro moderne tcri tiare •
Sapra Santemo , e Senio V anno 1646. segni nna rotta del Po di
Prìmaro 9 obe scaricavasi nelle valli di Gomacchio ; onde qneyti fiumi
voltarono in tu a 9cariearsi per 'detta rotta nelle* valli*
Ripigliata obe Ai dalla vigìlanaa del aig. Cardinal Dongbi , l' acqttai
non [«otendo più aootrere per éHa, impedito da interrtmenti Vti^
veo 9 in un anbito ai aliarono da cinque in più piedi » ondd ebbe
forza detto rialzamento col peao » ed impnlao di aoavare gì* interri-
menti •
Se non ai foaae affatto cbinaa la «rotta » certo è ^ ohe i detti fi ami
avrebbero aempre oontìnnato a corrervi contro il loro* primiero ooiv
to f nò aincbò foBae atata aperta , avrebbe P abqna mai avnta forza di
acavare gP interrimenti verte il mare . '
Ecco appunto una piccola aembianza della rotta di Sicarde » per
cui dopo ohe abbastanza fa dilatata , pasaando ormai tntta V aoqna
del Po di Lombardia , anche i fiumi Panaro , e Reno li ai conduce-
vano 9 come appunto nella precedente Santemo , e Senio . Siccome
dnnque ae non ri fo«ae cbiuia quella rotta 9 non mai ai avrebbero po-
tuti per altra via que' fiumi incanmrinare al mare » né per forza
d' acqua acavarai quegl' interrinientì ; cosi ae non ai chiuae affatto
la rotta di Sioardo,. cioè tatto' il 9& gmnde , non ai potranno mai
Condurre felicemente al mare per altra via Panaro, e Reno, nemme-
no scavarai giammai per via d'acqua mV interrimenti del Po di Fer*
rara • Riapondaai a' quatto , e conaideriri V eaempio , te le nostre
tecricbe, ancbe in caai non mu penaatì , alla pratica corrìapondono •
.Non potendoli dunque chiudere m rotta di Sioardo , reatà solo che si
laacino questi due fiumi correre per essa , e ai deponga ogni pensiero
di far escavarionè del Po di Ferrara per via d' acqua •
Che poi non sìa stata cosa incomparabilmente di molto maggior
pericolo il ehindere il ramo di Ferrara , ove in ogni escrescenza ri
afogava il Po , e a* escludeva Panare » eh' ora V introdurre il Reno , ò
tanto chiaro , obe non ha bisogno di prova • Prima , perchè molte
maggiore è la quantità d'acqua dèi ramo di Ferrai^, e di Panaro,
eh' ora di più nell'eaereacenze si trattiene ia Po grande, che non ò
quella del Reno.
Secondo , perchè quella , che andavi' al Po di Ferrara , si trattiene
in ogni escrescenza » ma Reno nell' escresdenze d^^ Po non suole nuu
venire con le «uè piene , venendo queste in contrarie "atagioni ..
Se aìeno poi aoeraate , o cresciute le maggiori escrescenze del Po,
dopo che affatto si è chioso il xaMo di Ferrara , dipendendo ciò dal-
la giustificazione del segno da noi nominato , o da altft tale , che
possa mostrarri 9 a quelle giustificarioni dovremo rimetterci « Questo
^•^
"7
•agno apparente , fatto eon U sonro » d fa mostrato da' iMieaani pra-
tici y 'qnando a di 4- Maggio déW anno preaente-, prima di venire a
jRoma y fammo ad osservar quei luoghi , e non prevedendo ancora in
qnale occasione avesse -da servire, pure non lasciammo di notarlo »
per aver notizia degK effetti- ^1 Po», sopra, di cbe>» occorrendo! pò*
tranne esaminarsi i testi monj*.
Che gK argini poi abbiano talor bisogno d* essere alzati » non è
maraviglia, abbassandosi continnamente anche i monti » molto piagli
argini , che in miei paesr sogliono* servire di strade , ed a questo ef-
fetto hanno i coloni obbligazione di mantenerli alla primiera altezza «
C poi» mentre trattiamo- noi' di queste materie in Roma » non possia-^
ino . discorrerpe se non* in quanto , esaminiamo le osservazioni diligen-
ti ^tte da' Periti in oocasioB» di vìnte generali db' commissarj A-
postoliciy come^ c'^ ingegniamo di fare » non avendo noi qni presente
il Po da portare in discorso. Ed' in questo molto ci afiroala risolu-
zione pesatisaima ài Monsignor Gtosini , ohe dopo qnaltx^ anni di di^
acussione, udite tante e tante volte le parti dt Ferrara , giudicò do*
versi : veniro air introduzione del Reno in Po senz* altro alzamento
d'argini, non essendo credilnle ,4^0 si- prudente prelato avesse ve*
luto mettere a si maniftsto pevicdo Io -stato <K Ferrara y del> che pe*
rò i^li pensava di levare ^oi ombra con lo sfogo- Jaseiato- o nel Po
I9 uà
i Ferrara,. O' nelle valH, dk ▼aferselBìe' quando* a' incontrassero le pie*
BO del Keno ^ e del Pò , oosia die non segue una volta in molti an*
si ^ ed in tanto il Reno pnò avere proporzionatila la maggiore capacità-
dei Po f mediante la dilataziono^, ed éseavazione •
Finalmente ^ mentre tutti questi dobbj cessereU>ero con aprire il
tagBo d* Ariano , non si sa percbè si Begbi 9 ohe ' non abbia atte-
nenza con T introduzione di ^Renu* in Fb.
Qualunque poi ^ sìeno i diserdìtri , che potesse causare il Reno in^
tradotto in Po grande ; rtfleitasi , che sempre molto maggiori saran-
ino introdneendoJo in un Poatelto*, ih quate ad ogni modo- nel!' escre-
aoeuM ha da equilibrarsi alla -sttperfi(ne - del Po grande ; afa per esse-
re più angusto , e men profondo vi- farebbe H Reno molto maggior
altezza f. a proporzione della quale Cjl^flrferrebbe alzar gli arj^ni ; l' i*
a tesso dicasi e delle rotte del Reno i e di qneUe del^Po^iOpao, men-
tre i signori Ferraresi fimno if Po grande inabile a rioevere il Reno,
conoscendo dall' altra par|6 -molto^ -maggi ore Ì0at]^tà' in ^sser que-
sto ricevuto isLÌ B> vecctòo V ttséMa ^iiedessalrifaiqnsnte' tfrtdéré ,^ che
per qualsivoglia altro Une TOgliatiol'itttrtfdnaiòne del.Pb nel ramo di
'Ferrara , che per recaj^tarvi il Rmo';' ardhr*se l'Eminenze Vostre
£iranno riflessione » conosceirahno* 'bène da;* ^qual - parte siai la sinceri*
tà delle proposizioni»
\
OSSERyAZIONI
Dd Po f Panaro, e JRmOf a dette Falli, che lo ricevono i
I. Il pelo ordinario del Po , ^[Vftle fa oteenrito a dà ai« Ottobre
t658. quando dopo due ^orni di pioggia » non erano aoehe arrÌTato
le piene de' finmi al piente jdi Lago ^aonro 9 ita sotto il piano del»
r antica ohiavioa sNìcoIuia «^^.l..* •. p.ao. 8. 10
i- E sotto la sommità dell* argino in detto luogo • * ^ ào« io. io
I £ sotto il piano della oampana in detto luogo ^ • ^ 8. 4. o
Consta dalle liTellasioni di detto giorno de* ai » 0 deUe altre beu^
aure della^ chiaYica prese a di sa* mllo stesso mese^ e dall* ultima
liyellazioni de' i5. Aprile i66o.
n. Il detto pelo ordinario del Po oado sotto k foglia della olnoti-
ea Pìlastrase meaao siedo in oiica*
Li 17. Aprile dell istesso tempo P aci^aa alla eluanca Nieoliaa so-
pra il pelo ordinario- ..«-•.•••-.•- p, ^^ xr* 7
Ed alla Pilastrese swra la so|;iia •-•*--- ^7. S. 2
Dunque la cadente nella so^ba paialMa al pelo ordi«
nano al Lago aouro -•-«-«-•«.-« pf e. S^ 6
III. Ija sommità della obiavioa Pilastrese è alta dalla
soglia. .^•--...-•- itM.ìOKS
per misura dei io« Settembve i658«
?ua8i eguale alla sommità della Nieolina sojpra il pelo ordinario
o 9 ed eguale afiatto Alla sommità delP aicino amuMute ad- esso
praddetto pelò- ordinario stabilito al nom. h
IV. n pelo ordinario del Po è più basso dd pelò dd caro delU
navigarione 4el Bsroo« il quato rioevo il condotto Cittadino soolatoro
di gran parjte óàl paese fra il Panaro » e Ferrara ora p. 4* ora p. 5«
consu dalle liYellaaioni di detti due giorni^ e déV alteasa maggioro
di esso 0aìM>,9 ofser?ato a di.3o. Maggio 1659.
V. Dal cbè. segue, ohe il Po nello stato wdinarìo corre oggidì da
per tutto profondo fra terra t poicbè l' istesso condotto Cittadino $
òhe ba cii^^ue piedi di caduta sul pedo ordinario del Pp , come rioo*
'vitore degli scoli della campagna >,''^aocb' esso, corre Ira terra • Alla ca«
duta dunque del condotto Cittadino in Po ag^nngari la caduta, òhe
banno in esso le camoagne , che ti scolano , per aver la bassMss
del pelo del Po sotto il piano dèlia campala. Lo stesso oonfismano
le osseryarirai del nwnero IL 0 le li?ellaiioni degli ar|^ col piano
110
della oftmptgna pien in moltimim luoghi nel mese d' Aprile del-
l' anno 1660.
< VL II pelo del Ganal-bianoo, tilie come rioeTÌtore degli scoli di
paesi liassissimi di tatto il Polesine di Ferrara, e sioo al mare di
elianto ètra esso, ed il Po, corre profondissimo fira tèrra alle chiaTiche
d' Ariano , ba dne piedi di oadnta sopra il pelo basso del Po ; eosta
dalle osservazioni fiitte a di aa. Marzo i66o. che fu trovato ori»^
sentale alla piena precedente , che fu di piedi a.
\ VIL II fondo del condotto Nicolino vecchio prossimo alla chiavica
Nicoliua ha once 4* ^ caduta sopra la soglia di essa chiavica , la
qnale ha piedi 4* e once di caduta sopra il pelo ordinario del Po ;
consta dalle -livellaaioni di detti due giorni ; nò può^ dirsi , che il
detto condotto sia incemlo , perchè non ricevendo detto condotto ,
che acque chiare , non può da esse interrirsi.
' yni. Se è veridica- la «elasione del Cavalier Paciotti , fktta d' or-
dino- della Sautitk di Nostro Signore Panno *i6ad. ove notasi, che il
condotto Nicolino , .che già aveva seolo in Po alla chiavica di Lago
acoro ^ allor più non poteva scolarvi , ed era stato necessario incam*
minarlo al mare per r altezza maggiore , troPvandosi oggidì tanta la
caduta del fondo del condotto Nicoitno vecchio in Po , resterebbe
molto più basso di pelo di quel che fosse in quel tempo; Io che può
arguirsi dalli pali fondamentali di detta chiavica , e tavobti che la
sostentano p. 3. e mezzo j^n alti dei pelo, a di ai. Ottobre i658;
che pure per le buone regole dovevano essere sotto il pelo deir acqua.
IX« L' escrescenze straordinarie di Po grande , delle quali due so«
no succedute a nostra memoria , una nella Legazione del signor Gar«
dinaie Rocci , V altra del signor Cardinal Gybò osservate da certissi-
mi segni al ponte di Lago scuro , sono arrivate al detto piano della
chiavica Nicolina - ------------p. 3,t. 3
E sotto il piano delP argine contìguo « * ^ * - p. 3. $• 3
Consta dalle diUgentissìme osservazioni Atte li a3. Uttobre i658.
X^ La misura di tutta V escresceiTza stradrdinaf ia , ch^ è di quanto
pOBsotio £ir crescere il Po le piene di tutti li' fiumi > condotti , che
riceve insieme uniti oggidi ' -- * • -• - « . - - p^ 17. 7. 7'
Appare sottraendo dalla misura posta al miin. L <" ^ ao. 8» jo
La misura postaal numero DL k« - • • « . • ^ 3. i» 3
Resta p. 17. 7* 7
XI. Se è vero ciò f che scyriye V AIeot6 x>e^« « cavte %S*.ed altro-
i(e , che il Po cresce p« ^9c« si meaao». sardbbèttr. a' suoi teaq>i «rìvata
r escrescenze tre once sotto la somlìiità della ematica Nmolina , a
cui! anche ora manc^ nel piano pcesentcf la coltellata •
io. Ma nella' vìsiU generale del xS79t a di 8« Maggio abbiamo il
segno deir escrescenze sopra la stessa sommità de^a obiavica Niooliiha.
Dunqae le somme escrescenze del 1.579» per il lóoi. sino a que-
sto tempo , «empre sono iodate deofesoendo sino a J^.' 3% o once 9 il
che deve essere carenato dalla maggior profondità % e dilatàsioné ao-
qnistata 9 sì per T assorbimento notabile del Fo ili Fwrara ^ e di Pa«
naro , coaie per causa -del taglio Veneto^ e per la 4ai^a oontinnano*
ne del corso xinito in un'alveo cb' abbia operato anobe dopo If prò*
duzione della lunghezza della linea^
XIII. Gli argini di .ginsta altezza ^ che ^sopraYansaTano poco più del
bisogno neir escrescenze Jtraordinarìe del Po grande , sono il froldo
di Franoolino » ed il froldo della Guarda .j ove sopravanzavano poobe
once -d* argine ■•
Gli altri luogbi da a5 » e più » olle n sono ^^sserrad dalia punta
d* Ariano alla Stellata ('sopravanzando x. a. a 3» e sino a 4* pi^
d' arginatura , apno alT altezza ^oprabbondante^ consta dalla livell»-
^ione degli argini col pelo del Po grande latte V anno 1659. a di
aa. Maggio; parte nel fine di Blarzo^ e ^aeir Aprile 1660. parago»
iiate al aito di detta chiivrioa Nioolina^ od' altri segni delle detto
escrescenze ^Icvovo prese ^
La maggior piena del i6i^ dio seguì il mese di Macgio^ naancava
dalle somme escrescenze p. 9. 8. o; con questo si Jiveilarono gli ar-
Sim di Lago scuro posto nella prima cobnna , da cui detratti i pie-
i 9* 8. o che maacauo alla somma escresoenza» rosta l'avanzo degli
«rgìni alla somma eaeresoenza^
Jvaiim degli mrglni u Àoùnxù aìU scm»
questa e»cr«jceiuM . nrn «rererocitse •
Avanti il portico di Lago scuro • p. i4. io. o. » • p. a« 5. o
Alia chiavica Nicolina • • • « • 9» la. x3. 6. • • ,93. 3. 6
Al froldo di Val longa . - . . . ,, ji. ii. o. • • „ a. 3, o
Vicino alla casa de' pp. della Sosa. tf i3. 3, 6. ^ . „ 3. 7. 6
Al iroldó della Tagliola • • « « ^^ i3« xi. 6. • • ^ 4* 3. 6
Sopra al Palaotono • ^ a3« 6. 6. » ^ t» 3. io* 6
Alla Hitnioalda •«•«•• ^ ^^ i3« 7* o« •• • y» 3. ii« ò
Alla chiavica Pilastrese • • ... « • •>. la. 9, o« . ^ „ 3. !• o
XV. "Molto più alta è stata la piena madore doU'anìio i66o. ve-
nuta per la copia di neve ammassata l' inverno passato » mancò duotr
quo neHo somme escrescenze alla chiavica Nioouna p. 3. 6. o{ quo»
sta ci serva per livellare gli argini rimanenti del Po, grande li i3.
i4- ^ i5« Aprile > osservapdo 1 altezza loro non solo sopra il pelo
oorrentOj^ ma jinèhe sopca il pelo lasoiàto ner.gU'afgìni , o ripe aella
Siena , che già calava , non trascurando d' osservare V abbassamento
eli' acqua 9 che nel tempo dell'operazione seguiva, ondo cavasi il
]^resentó
lAI
e.
screscenze •
Avanzo deìV argina Avanzo alle som»
a questa jnena • fne escrescenxa
Al froldo di fossa Sambra. - - - p. 4. 7. Ì5. - - p, i. 1. 6
La sua Coronella. - ---•-,, a, 8, o. manca 9» o. io. 4
Alla Certosa, o Bera\ - - - • •» 5.- 7. o. - - „ a. i. o
Froldo di Cotogna . - - - - - 99 4« 7* 6. - - p» i* i- 6
Froldo Barone* --*---•• „ 5. 3. o. - - „ i. 9. o
Guardò- --------- „ 4, S* 0. - - „ o. 9. o
Frassaoello* -------- ,,6. g, o. - - ,,3. 3. o
Zocca - ------ - - - „ 6. 5. 7. - - „ a. II. o
Ricciolo - - - - - - ^ - - „ 6. o. 4. - - „ a. 6. o
Sabioni - - - - - - - - - ,, 5. io. o. - ^ „ a. 4* ^
Prancolino ------- - ,,4. a. o. - *• „ o. 8. o
Dal Cappo -------- „ 7. 3. 6. - - ,,3. 9. 6
Forche froldo ------- „ 6. i. 3. - - 9» 3* 7* 3
Ghiaiùca Nicolina '•-----,, 6. 8. o. - - j, 3. a. o
Alla Sagrada- - - -----,, 5. 3. 4* " "" *j V 9* 4
Marchese Trotti- ----- - .^*-. 5. 9. 3. - - ,, a.> 3. 3
Ravalle - - ------- ,^7. 7. j. - - ,,3. 7. i
Caselle- ---------,, 6. 7. a. - - „ 8« i. a
XVL Per conoscere da osservazioni immediate 1' avanzo degli argi-
ni del Po grande vicino alla scavazione d'Ariano.
Al froldo della Trombona air incontro delle Papoza^e fu mostrato
il segno delle massime escrescenze ,.ch^è sotto il ciglio verso il fiu-
me p. I. 5. i« sotto la sommità deir argine p. a. 9. i.
Ed alla casa del Montista Giglioli al segno delle somme escrescen-
ze 9 sopravanza l' argine antico p. a. 6 3*
Simile avanzo d' argine è al cavo Contarhio » e nag^ore alla Corc-
^ nella di Casal nuovo , come consta alli alf. Marzo 1660.
Onde appare 9 che di tanti luoghi osservati, due o tre sono quelli»
a' quali il sopravanzo degli argini non arriva a un piede , altrettan-
ta 9 che non arrivano a a. piedi , ed il resto degli argini sopravanza-
no a. 3. sino a 4* piedi.
XVIL È cosa tanto incredibile , quanto verissima » come consta dal-
^]a visita 9 che non si alzano gli argini in alcun Itiogo, ove la livella-
.auone non mostri» che sono per se- stessi più alti degli altri, tanto ò
lontano , che vi sia di bisogno di alzarli ; vedasi ul froldo di Franco-
lino 9 e della Guarda , che non si alzano ^ alzandosi il Freddo » eh' ò
jpr»meggo II qusto deU' avanzo soprannotato «
16
\ '
•
XVIII# Le piene magipiori del Po d* A^ritflo » te deire étuA t fpbA^
lo I che fu attesttfo , sono molto più frequenti di qneUe di Pò gimnde»
-«serendoBi seguir qnette pia Tolte 1' aono^ OTe di midle del Po gnu-
de non ne segue una in molti anni, il ohe dimostrerabbe bob prooedecD
qtaelle dalP acqua supe/iore, ma dalie borasche del mafo tìouio» il
qnale si alza alcuni piedi , come per informasionl prete li i8. Mano
ij66o. alla chiavica deir Abate.
XIX. Gli argini del Po d' Ariano sono affitto negletti » ed ia akmtt
luoghi rasi sino al piano delia golena » il ohe dimostra apertamente ,
òhe ' quantunque oggidì sia prolungato alcune mielia » ^resta di pelo
più basso 9 che la golena , che come fatta dalla aeposizione del Po
^ià fu sormontata 9 ora* frena il Po, non tì essendo argine più alto^
oltre del quale la campagna è bassa; consta dalla TÌsita U 39. Feb*»
braioy li 14* e 1 6* Marzo i66o.
XX. La dilatazione del Po grande a* tempi nostri , oltre d' esuer no*
tona a Lago scuro li aS. Ottobre i658. consta, dalla continua neoeè*
sita di tirar eli argini indietro dall'una» ò dall'altra parte dalle,
^fabbriche, dalle chiaviche e di Lago scuro t e di PalantonCt che m-
no nell'alveo 9 essendo state fabbricate lontano.
XXI All'età nostra non si sa che sia seguita altra rotta in Po gran-
de , che quella della Zocca , e questa segui solo a causa del fondamen-
to deir argine paludoso , o taroso 9 e non perchè fosse sormontato
1* argine y per relazione del signor Gavalier Danesi •
. XXII. E pur consta dalle istorie di Ferrara, dair istoria dell'Alber-
ti , che nel secolo passato , quando Panaro veniva ancora a Ferrara
con gran parte del Po grande, erano frequentissime le rotte, e Ti*
nondazioni.
XXIIL U Po granda sta bassissimo tre quarti dell' anno , non ore»
6ce notabilmente, che due volte Tanno, e tal' ora una sola. Siccome
ancora sta tal volta a. o 3. anni , che non si lascia veder grossissimo»
XXIV. Le isole , Dossi , e Giare osservate nei Po Grande , nou so-
no nuove , essendo state notate , ed ammesse nella visita di Monsi-
gnor Centurione li 4. Settembre 1705* nelle scritture delle parti al
numero 14* '
PANARO.
XXV. XJe piene di Panaro , che si discernono , non fanno in Po at*
terazione sensibile • A di 7. Novembre una piena di Panaro oltre al
Bondeno Sormontò -il segno d'una piena passata del Po grande, la
Zuale era arrivata p. 7. e 8. sopra la soglia della chiavica di S.
riovanni , ovvero di Santa Bianca , allo sbocco in Po fu trovato so^-
to il segno della piena del Po grande piedi 7,0 once 6 ) e non si
potò distinguere; cne facesse crescere il Po ^ eoa la quale occasiojip
ritetttitt M patMtore e«imin«to depole ; cbe Paoato non foocra
oretoere 3 Po «Ito ibocoo , il che se non fosse stato venssimo , eoa
la prev» presente si sarebbe potuto convincere . Confermasi da pia
ieaHmooi avuti a di. ... e i3. di detto mese, da mano de quali
mai ai potè cavare , ohe Panaro i" qualùvoglia piena cresce aUo
•booco cosa sensibile» e pia di mezso piede. ^ „ , .^-,
XXVI. Il Paitaro in vece di crescerò neUe piene allo sbocco iiT
1*0 , córre con tanta velocità , che si rende impossibile il passarlo
con barca, attestato preso li la. di detto mese.
XXVII. Lo sbocco di Panaro è afl&Uo opposto alla corrente supe-
riore del Po, il dimostra la pianta; la cagione è, perchè 1 alveo di
Panaro non è altro, ohe U oontinttaaione del tronco già principaio
4lel Po di Lombardia, abbandonato di poi per la rotta di Sicardo 4
sinistra, per dove s'inalveò il Po grande. . . n
XXVin. Che non ostante neU' entrate in Po subito si piega alla
destra , e tutto si tiene ad essa ben ristretto in largheeza non majg-
giore «U dne, o tre ^ pertiche . Osservazione immediata oculare do
a3. di detto mese contro ta deposizione del chiavicaote della Pila-
atrese, e d* un* altro suo compagno degli ix.
XXIX. Onde ne >eegné , ohe dopo il taglio Popoli , fatto ultimamen-
no del
in altri tempi , quali ragionevolmente hanno da oes«are , quando saT
rà P aneolo -spuntato ^ e raddriszata la ripa al corso di Panaro.
XXX. Nel mancare il Po al Bondeno , l'alveo del Po dalla Stellata
al Bondeno » rimasto alveo di Panaro , si rUtringe ; così acquistò nel
fondo la conveniente pendenza , alzandosi al Bondeno in modo , che . /
ntilla visita di Monsignor Centurione sotto li 7. Settembre già aveva
cadnta su la chiavica Pilastrese vecchia p. 4. 7. 6. eh' è sotto la
Unova abbassata once 19. sotto la vecchia 9 come dalla vistu di Mon*
signor Corsini li 14* Gennaro i6aS. p. 6. a. 6. Ond'è, che alla chia*
"vica di Burana , e di S. Giovanni restò la soglia più bassa del bìso- .
gno 9 come consta dalla visita jtfesente •
XXXL Da quel tempo in qua il fondo si è mantenuto nella stet»
M maniera , senza essersi alzato sensibilmente nella visita di Monli*
Snor Corsini a di 14. Gennaro i6a5a il fendo di Panaro era pia alto . *?
ella soglia Pilastrese nuova p. 5. 9. 6. Dunque dal x6oS. sino al
36a$. non si era alzato» ma pm tosto abbassato ance 5. supposta poi
la cadùU della soglia della chiavica di Sanu Bianca sopra la Pila-
strese nuova subiliu nella visiu di Monsignor Qsrsini a di 14* Gen«
naro i6a5. di p. 5. 7. 6. e gli scandagli di Panaro fiitti li a9o Otto-
hct i658. quando T acqua di Panaro era alta sopra la soglia di dotta
ia4
ehiaTÌca p. 3* xi, jO. ore ri th)^ il fondò p» 3. io. o, p. 4* ^f p* ^ 4* ^>
p. I. 6. o. p. 1. 4* <>• ^ fondo di Panaro viene ad essere più alto di
detta soglia Pìkstrese noova p. 5. 4. o, p, 5. a. o» p. 6. 10.0»
p. 6, 8. o, p* 7. IO. o. fra le quali misure > la media del numero di
Monsìg. Centurione p. 6. a. 6. a di Monsignor Corsini p. 5. 0..6.
XXXIL Panaro nel tempo 9 che stette divertito dal Po per V alveo
del cavo Serra alzò il iondo del suo cavo nuovo > eh* era stato fatto
orizzontale a quel -di Panaro p. 5. nella visita di Monsignor Corsini »
3* Aprile i6aS.
XXXIIL Gli argini di Panaro al Bondeno, per concordato nella vi-
sita di Monsignor Corsini ^ sono orizzontali agli argini del Po grande
alla Stellata , ed alla sommità della chiavica Pilastrese .
XXXIV. Alla chiavica di S. Giovanni, e di Santa Bianca al Bon-
deno, le somme escrescenze di Panaro , e di Po insieme unite y arri-
vano un piede sótto la sommità della chiavica, per attestato preso
li sig. Ottobre i658.
XXXV. Eppure li ^9. Maggio 1659. qQAii<lo il Po grande poteva
ancor crescere p. 9^ 8. 3. era sotto la sommità della stessa cniavica
di S. Giovanni p. io. io. 3. ove resta , che per causa del solo Po in
acqua ordinaria di Panaro possa arrivare p. i. a. o. sotto la sommità
della chiavica •
XXXVI. Onde appare , che la piena di Panaro sopraggiunta a quel-
la di Po , lo fa crescere al Bondeno più di due once •
XXXVIL La chiavica di Santa Bianca , e di S. Giovanni alquanto
più alta deir argine adiacente di Panaro è alta dalla soglia alla som-
mità p. i5. 6. come per misura delli 29. Ottobre 1669 ; anche nella
visita di Monsignor Corsini sotto li j3. Genoajo 162S. la sua caduta
sopra la soglia Pìlastrese p. ao. io. 6 , la sommità della Pìlastrese fa
determinata a di ii. Novembre i658. p. 20. io. 8; onde la sommità
di essa chiavica di S. Giovanni è affatto orizzontale alla chiavica Pi«
lastre se •
XXXVIII. Gli argini di Panaro al Bondeno nella visita di Monsignor
Corsini erano orizzontali a quelli dei Po grande alla Stellata , come
nelle livellazioni ; e questi erano orizzontali . alla sommità della chia-
vica Pìlastrese y cioè anche a quella di Santa Bianca.
XXXIX. Dunque gli argini di Panaro al Bondeno non si sono da
quel tempo in qua alzati , anzi taiito dal calpestio abbassati y quanto
sono sopravancati gli argini dalla chiavica di Santa Bianca •
XL. Nella parte inferiore , ove si sqno alzati gli argini , soprab-
Bendano alP escrescenze p. 3. 7. e. per attestato alla livellazione de*
xa, -Novembre i658»
' XLI. Nellle piene del Po grande sino ali* anno 1639. ^^l^^^ darsi
sfogo a Panaro 9 ed a Po grande per i* alveo di Ferrara , di Primaro «
e di Volano col tiglio dell' intettatara di Poatello ; 1' nltimo taglio
4a fatto dal signor Gavalier Danesi ^ pSòhi giorni prima della rottura
della Zocca • «
XLII. Dopo ohe non si apre piiiL questo sfogo » non è mai più ae*
fttita alonna rotta del Po erude: è notoria.
XLIIL Nemmeno da qnei tempo m qua si ha notizia essere seguita
altra rotta in Panaro ^ ohe una verso le confina di Modena notata
nella visita •
XLIV. li Reno t prima che fosse divertito nella Sanmartina nelle
.piene del Po, veniva con parte del Po^e con Panaro di Ferrara, di«
Tideodosi in Primaro, e Volano; ma in Po basso, particolarmente
nelle piene, correva più verso la Stellata con Panaro, che ver^o Fer-
rara; consta dalla relazione del cavalier Paciotti del 1677. dal discor-
80 di Cesare Meneoli, ristampata dair Àleotti in Ferrara 1' anno i6oi*
al numero 27. dalla difesa deli* Àleotti stampata ìji Ferrara V istesso
anno a carte 119 ; sicché corse in tal maniera almeno Io spazio di an-
.ni 1&7. cioè dal 1577» al i6o4«
XLV. Quando fu divertito nella Sanmartina , il cavo della diver-
sione fu arginato dalP una, e dalP altra parte in lunghezza di per-
tiche 390; visita di Monsignor Centurione ii. Settembre i6o5.
XLVI. Per sostenere il Reno nella Sanmartina , fu aggiustato Par*
gine circondario della Sanmartina , che Io divideva dai Cominale ;
visita^ di Monsignor Corsini li i8. Febbraio lóaS.
XLVII. Quest'argine della Sanmartina si partiva dalla torre della
fossa , ed attaccavasi all' argine di Reno alla torre del fondo ; esser- /
vazione della stessa vìsita a di detto •
XLVIII. Da tale arginatura pretendevano i signori Ferraresi , che
fosse levato ogni pericolo del danno temuto da' Bolognesi ^ visita di
Monsignor Centurione li io. Settembre •
XLIX, Ma secondo le predizioni de' Bolognesi , ivi notate , alle '
prime piene ruppe gli argini del cavo nuovo della Sanmartina, som-
iperse tutto il Geminale, passò a vista di Monsignor Gaetano nelle
valli del Poggio , di Malalbergo , di Marrara , anzi anche nelle valli
jdi Marmorta , e con la sola soprabbondante sommerse a vista di Mon-
jignor Gaetano^ buona parte del territorio del Poggio , di Malalbergo
della Pegola , del Te, della Ba risella , di Corniolo, della Selva, del-
la Molinella , di Durazzo , di Medicina per alquante miglia in distan-
.za della valle sino al fiume Sillaro , in modo che si navigava sopra
^li argini , inondò la di Sanmartina , è di Malalbergo , trattenne , o
£^ce correre all' indietro tatti i condotti l e la navigazione ^ stessa
' ^
i
126
visita , ed inspetioiie ocnlare di Monsignor Gaetano con Io parti da'
16. a* ao* Genoaìo i6o6. *
L, Gli altri effetti prodotti ipoi neHa Tallo di Marrara , e Marmor*
ta, e di Rayenoa negli scoli, e ne* finmi, che t^ entrano ne* paeti
inferiori , nel Polesine di S. Giorgio , e nella naTigazione » sono dM
atesi nella relazione di Monsignor Corsini •
LL £ pure dalla Sànmartina aireva lo sfogo immediato nel Po dS
Volano , e di Prìmaro per le bocche de* Masi , e del Leraloro 9 e per
ignor uorsini m qaa
gine destro del Gavo nnoTO, pare che fosso attaccato 1* argino sini-
stro air argine della Sànmartina^ e fuori di essa incamminato il Bo-
no verso la terra di S. Martino; Tedesi dal corso ora abbandonato
dalla rotta de' Boschi •
LIIL Ma per la rotta de* Boschi » fu staccata come sì Tede <]aesta
congiuntura dell* argine , sicché di nuovo cade verso la Sànmartina #
LIV. Onde di presente il Peno dall* intestatura corre per 1* alveo
4ella diversione sino ali* argine della Sànmartina , ov* era già la Ter»
re del fondo » di dove longo 1* argine di Rido vecchio corre promni-
tosamente a Po rotto » ove appoggiato ali* argine di. Poatello ^ quello
va secondando sino a Ferrara.
LV* Qui trovando la bocca de* Masi da molti anni in qua chiusa ^
ed intestata, più non può sfogarsi immediatamente come prima in Vo*
lano • Onde proseguendo per la Valle trovando anche intestata la bdo»
ca di Levaloro y continua il viaggio sensa entrare in Po sino a Gai*
bana.
LVI. A GaibaoH attraversato il Poatello da un* argine entra per l>oo-
ca aperta nella parte superiore una porzione del Beno» la crualo ri*
torna a Ferrara , entrando dopo il giro di 14. miglia in volano lA
tanta quantità, quanto basta per la navigazione. £ nella parte infe*
riore a Gaibana cade sotto 1* argine per una chiavica » o sostegno in
Prìmaro un* altra porzione d* acqua sopprabbondante , la rimanento
raggirando per la valle , non potendo scaricarsi immediatamente per
lo Cavo del Duca intestato aa uso della navigazione > entravi distante
dodici miglia da Ferrara.
LVn. Questa è la prima bocca libera da impedimenti ^ e da soste»
pni , eh' abbia di presente iteno in Po di Prinuro , restando chiose -o
impedite da un gran tempo in qua le superiori» col pretesto di vie*
tare, che il Beno non entri torbido.
LVIII. E pure non può impedirsi , che Reno per ojpn poco di piog»
S*a non entri torbido m Volano ; si è veduto nella visita del sig. Gap»'
naie Bjorromei 9. Aprile x66o*
LDL Ed in Primaro tnoon hanno tttestato li tignori Ferraresi , ohe
corre torbido aino «otto Argenta; lo stetto Sa attestato nella visita di
Monsignor Corsini i6. Marao i6a5.
LX« Non bastando donqae a cbiarifioarlo tutte le Tatti » nelle qaa^
li Tiene oon obiase» e sostegni a forca sostenuto» è forzato a dilatarsi •
LXI. E oosi la obinsa delle bocche superiori non sortisce il fine
preteso 9 e come per se stesso è noto» cagiona gra¥issimi pericoli , e
danni inestimabili di privaaione di scolo , di continui alzamenti d* ar»
^ni» e di frequentissime rotte del Reno.
LXn. Da che sta chiusa la. bocca de' Masi» che dava immediato
scolo al Reno in Volano » sodo celebri molte rotte di Reno » due de'
Fachenetti a ponente » una del Calino a lerante » due del Battaglia a
j»onentè » due della Pieve a legante • due degli Aniiegati » una a po«
nente , e 1' altra a levante » e due de' Boschi » come anche due gra-
TÌssime rotte nelle valli di Gomacchio per V incapacità dell' alveo
angusto di Primaro a maggior copia d' acqua del Reno unita a quella
degli altri fiumi inferiori che riceve •
LXIII. Gli argini di Poatello » di Reno veochio > e di Reno si sono
alzati aléuni piedi da Gaibana» sino sopra Cento.
LXIV. Quando fu divertito Reno nelle valli» aveva più caduta nella
Sanmartìna» che^el Po di Ferrara piedi 5. nella visita di Monsignor
Centurione 7. Ottobre i6o5; nella visita di Monsignor Corsini la*
Gennaio i6a5. questa caduta si era ridotta a sole oiioe 6.» dunque dal
1605-. al i6a5. scemò il declivio nelle valli piedi 4* ^ mezzo.
LXV. La Sanmartina in tale stato nel detto giorno avea di caduta
sul pelo basso del Po al ponte di Lago scuro piedi 9. 10. o. In que«-
sta visita si è trovata essere cresciuta sino a p. iS. 6. 8. per liveila-
sSioni delli 29. Maggio 1659. aggiunte a quelle de* ai. e a3. Ottobre
i658. Dunque dal i6a5. sino tu i659« è alzato il pelo del Reno nel--
la Sanmartina piedi 5. 8. 8.
LXVL Sicché dalla diversione del Reno in qua è scemata la caduta
del -Reno nelle valli piedi i o. a. 6^
LXVIL II fondo del Reno alla botta de^ signori GhisigUeri di pre-
sente ha caduta sopra il pelo del Po grande a Palantone cadente dal-
In soglia della chiavica Pilastrese p. ai. consta dal calcolo deir ulti*
me livellazioni.
LXVJdl. L' argine di Reno a detta botta » ha caduta sull' argine del
Po grande a Palantone p. 18.
LXIX. E la distanza tra questi due termini è miglia io. Ferraresi»
ohe sono 7. Bolognesi .
LXX. £ nella parte superiore per nn miglio» e mezzo » che si ò
livellato ; si è trovato solo once io. di caduta per calcolo deÙe
•livellazioni*
IA&
LXXI« Ond' è di gran lunga maggiore la caduta , òh^ ha il Reno dal
detto termine verso il Po 9 che non ha nella parte anperiore •
LXXIL II Keno fuori del tempo delle piene, corre chiaro; si è o^
servato chiaro li a5. Aprile 1660. nel fine delle liTcUasioni , quando
poteva ancor <{alare un piede*
LE V A L L i«
LXXIIL 11 pelo delle valli contro la Città di FcVrara è sostentito
alto sopra il pelo del Foatello comunicante con Primaro, e Volano
piedi 4. e once 9. per livellazione immediata de* ap. Maggio 1659.
LXXIV. Anche a Caibana alla chiavica Bopafina vien sostenuta la
valle sopra il pelo di Primaro p. 4* ^ cuce 9 ed in Po basso molto ]>iu;
livellazione fatta nella visita deir Eminentìss. signor Cardinal Borro-
mei li 8. Aprile 1660» vedasi al numero So. T altezza della valle so-
pra il Pelo di Poatello nello stato ordinario dell* uno, e delPaltro^
LXXV. Onde appare ^ che le valli di Jdarrara , e 1' altre superiori
dal Poggio a Malalbergo ad esse continuate , e comunicanti', non so-
no in veritii più valli, ma chiuse, e sostegni.
LXXVi. Il detto pelo delle valli contro Ferrara, ha caduta sopra il
f>eIo ordinario del Po grande al ponte di lago scuro p. iS« 6. 6. per
ivellazione de' 129. Maggio xóSp. congiunte ad altre de' ai. e a3.
Ottobre i658.
LXXYII. Il pelo delle valli a Malalbergo sino dall'anno i6a5. nel-
l'escrescenze, si alzava sopra Pecchie dell'anello della casa dell'ufi^
zio once 4; livellazione di Monsignor Corsini 19. Febbraio ló^S.
LXXVIU. Nello stesso luogo di Malalbergo, l'altezza Bella valle nel*
r escrescenze cresceva sopra il pelo di tal giorno, ch'era bassa p: a. io.
LXXIX. E pure , per essersi solo alzata li aa. e 24. Marzo di det-
to anno once ii. 6« come percmisnra de' a4 > ^^^^ Monsignor Cor-
sini alli ^a. inondati paesi , e trattenuti tutti i condotti correre at-
Fìnsù la Zena, e finmicello di Diolo, entrandovi dentro la valle di
Marrara , con dabno , e rovina della Barìgella , Gò del fiume , e Dio*
lo , con inondazione di campagne alberate , e coltivate in qne' con-
torni , siccome anche li aS. vide inondarsi le campagne coltivate del
Te e della Pegola, trattenuta l'Organa, e sommersi i paefi adia-
centi j dalla visita sotto gli stessi giorni •
Le seguenti notizie si hanno dalV ultima visita i66i.
LS2IX .L acqua della ralle ò tottenuta copra il pelo del PoAtdle
■ «
"9
p, 6. 3. osservazione alla chiavica Boiiafina iz. Ottcfbre 16619 e i5.
Noveinbre di detto anno p. 6.
LXXXI. Nel cavo del Duca è sostenuta '^acqua con intestatura
nella valle p. 4* 8* ^^ il fondo del cavo sopra l' intestatura è più al^
to del fondo di sotto 9 ora asciutto 5 p. a. e tale intestatura nelle
somme escrescenze della valle è sormontata dall'acqua once 4* Li la»
Ottobre con inondasione di tutta la campagna sino al Po.
LXXXU. Il cavo del Duca tra la divisione, e T intestatura ha tre
bocche , che spargono 1' acqua per la valle ; a di detto •
LXXXIIL Da molini di Marrara è sostenuta l'acqua p. 4* 8' ^^^
neir escrescenze maggiori si ^za anche di più p. 4. 7 ; i8. Otto-
bre j66i.
W LXXXIV. Del cavo di Zanzalino alla Fascinata appena resta vesti-
gio; a di detto*
LXXXV* L' acqua della valle nelle mageiorì escrescenze sormonta
r argine circondario di essa alto sopra la valle asciutta p. 4> 19*
detto •
LXXXVL Di nuovo verso la Zena, e Savena vecchia 1' acqua del-
la valle sopra la campagna ora asciutta s' alza nell' escrescenze pie-
di 4. ove il piano della campagoa è più alto dell' aequa di Savena
vecchia comunicante nella valle p. ii. 8 ; li io. Ottobre.
LXXXVII. Il fiume Savena nell'ingresso nella valle ha un gran
dosso 9 che impedisce il corso retto, e lo £1 voltare sregolatamente à
destra ; li &S. Ottobre.
LXXXVUI. L'acqua, ohe bonifica ì terreni verso Malalbergo de'
signori Guastavillani è più alta del condotto Organa comunicante con
la valle p. 3. io; %6. detto*
LXXXIX. L'argine verso il Poggio è solo alto piedi 3. sopra il
piano vallivo , e sopra il prativo di fuori piedi a. a. , e yiene anche
oggi sommerso dall acqua; 3i. detto.
KG. Il condotto Galoaratella veduto correre all' insù per la piena
del Reno., che Gònfia nella parte inferiore della valle, essendo il pe-
lo dell' acqua interiore più alto del pelo della superiore once quat-
tro ; a di detto •
XCL L' acqua bonificante i terreni de' signori Campeggi più alta
del pelo dell' Organa piedi a». once ; lì a. Novembre.
LGIL L' acqua veduta correre all' insù per il canal vecchio delle
parature ; 3. Novembre.
XCIIL L' escrescenze del Reno alla torre dell' Uccellino sì stendo-
BO pertiche 88. e mezza per sito latrati vo, ed altre sgS. per bo-
schivo; 9. dettò.
XCÉf,, Al Bottifrèdo 1' escrescenza della valle in tutto piedi 4. a*
XCV. Essendo la valle nello stesso stato si idza di più al Bottiired^
'7
I
I
I
. i3o
piedi ». 8 ; li »8, Norembre: ed al ottone di GùbaneUa piedi 3. 0.
6 ; li a». Norembre . r» * w.
XGVI. L' aoqaa della valle a MaUlbergo aranti ohe teenisse U rot-
ta del Reno alla torretu del Moszarello crescerà «opra U pelo pie-
•ente piedi 3. 5. ora cretoe «olo piedi i. 4. «iochò la differensa è pie-
di a. I } h aS. Norembre . ^
^?S*"l * trotta profondità neUe ralli , che arnri * piedi 7, dalli
Ji. Ottobre amo alli a. Dicembre 1661.
NOTIZIE
D* ALCUNI FATTI ANTICHI CAVATI DA RELAZIONI 9 E VISITE
AUTENTICHE , E DA* LIBRI STAMPATI IN QUEI TEMPI «
Circa a eorso di Bono in Po grande alla Stellata.
Velia Relauone del Cavalier Paciottì per ordine di Ifostro Signore
li 17. Ottóbre 1677.
Oi vede manifestameate » che il Reno grosso , quando il Po è bas-
so va con più caduta in sa vewo la Stellata , che non viene il Po
per I ordinario in giù verso Ferrara , quando Reno ete. nei suoi ter-
mini, e per osservazione si è veduto, che alcune cose portate perii
Keno hanno camminato per il Po di Venezia , e quivi si sono trovate .
Dal discorso di^ Cesare Mengoli ristampato dalV AUoUi V anno
1660. ed annesso alla sua difesa al numero :»7.
V^uando Panaro, e Reno vengono erossi col Po si convertono s
Ferrara , ma quando il Po di Lombardia è basso , od essi pieni , sì
convertono parte nel ramo di Venezia •
Della stessa difesa deW Jleotti a carte 79*
\/uando il Po n trova basso alla Stellata > e ohe Reno tiene ^ te
ne va correndo con maggior furia verso la Stellata ^ che non fit ver-
io il mare , perchè trova qoi altrettanto declifìat 0 stnda -^-^ *" —
.ve , e più
• * n •! •
*
V .
«.
idi
È
CaB€A hk UÀGCVOi ALTEZZA DSL 90 KSL «EGOLO PASSATO .
Dalla reUmone stessa del CavalUr P adotti.
da notare » ohe V altezza dell' aoqaa del Po di Venezia* di pie«
di i5. oome si è detto , ohe si trovò nello scandaglio ^ non è causa*
ta per essersi abbassato il fondò di esso , come molti credono , anzi
si m alzato ; e che ciò sia vero » il canal Nicolino » che qnivi è , che
per il passato scolava in Po alla chiavica del ponte di Lago scnro
non può scolare ; ed ha bisognato y che s' incammini al mare^, e ciò
è avvenuto , per essersi alzato tanto il detto Po di Venezia , che
l' acqne di quelle campagne non hanno più caduta in esse .
£ perciò si è veduto dalle livellazioni de' ai. e a5. Ottobre i658^
aver ora la soglia di essa chiavica più di piedi 4* ^ oaduta in Po ^
e la campagna più d|i piedi 8.
Dalla visita di Monsignor Corsini della Cava li ih. Maggio iS79>
liei Po di Venezia al ponte di Lago scuro alla chiavica del Ni-
colino si misurò dal pelo dell' acqua ai segnp della somma escrescen-
za del Po 9 il qual segno era sotto la sommità di essa chiavica pie->
di II. 6.
Oggidì il segno delle somme escrescenze è sotto la sommità di es-
sa chiavica p. 3. i. 6. come dall' informazioni , e livellazioni de' &3,
Ottobre i658.
Dalla difesa delF Aleotti a carte 79. parlando del Po *
l^nando egli cresce dalla maggior bassezza sua alla maggiore altez*
za > si alza sino alla somma di piedi 2,0. è mezzo ^ l' istesso ripete a
carte 86.
Ponderazione del Dottor Cassini al sig* Card. Borromei def danni
del Reno ossen^ati nella visita di sua JSnùneTiza •
JjLa Vostra Eminenza nel corso dì questa sua visita veduto con
li occhi priori i danni cagionati dalla dimora del Reno nelle vai-
di gran lunga maggiori della fama, e superiori ad ogni oredeà-
; poicfrò lo stato delle cose» che in tutte l'altre visite, de' Gom-
missarj Apostolici fu dichiarato violento, e bisognoso di risoluto ri-
medio fora si è ridotto a tal tennine, ohe non può più lungo tem^
pò sussistere •
I'
za
\
Già le Tallì tutte trai il Reno , e il Sàntenio grandemente interrite
dalle torbide, quanto si aono alzate di fondo, altrettanto verso le par-
ti superiori si sono dilatate in ampiezxa , oconpando i paesi circo-
stanti già fertili , e ridueendo col trattenimento degli scoli a sterilità
i lontani, già ne' tempi delle piene sormontati tutti i dossi interpo-
sti ; formato di cotanti seni on sol mare , che appoggiati nella parte
inferiore al solo argine sinistro del Po di Prìmaro, unica difesa delle
valli di Gommacchio , e di gran parte del Polesine di S. Giorgio ( es-
sendo il destro anche nello stato ordinario sormontato dalle valli rial*
zate ) quello urta in maniera , che non è più bastante nella solita
grossezza a sostentare tanto carico.
Ha perciò veduto V. E. la nuova forma d' arginatura di lunghezza
in queste parti straordinaria , e rinforzata di nuove banche a spese
della Camera Apostolica , che piaccia a Dio che sia bastante , cre-
scendo sempre più la forza superiore col maggiore rialzamento delle
valli ; già manca da questo la to la terra necessaria al riparamento ,
onde è necessario nell'avvenire pigliarla di qua dal fiume nel terri-
torio di Ravenna, il che quanto sia svantaggio per ripararsi dal peri-
colo imminente ^ ohe alla giornata può succedere , non ha bisogno di
esagerazione •
Né sono infrequenti i pericoli, anzi nemmeno i danni delle rotte,
avendo V. E. veduto il sito di due , succedute una nella Legazione
del sig. Cardinale Donghi, l'altra del signor Cardinal Cybò, ben mol-
to prima predette da Monsignor Corsini, benché di presente la spe-
sa, che si farebbe di ripigliar le rotte imminenti si prevenga con
quella di riparare i luoghi deboli.
^ Ma nella parte superiore , ove dall' una , e dall' altra parte si man-
tiene arginato il Po , 1' argine destro , che deve difendere la campa-
Sna delr acqua del Po , fa contrario effetto, e difende il Po dall' acque
e' fiumi laterali , per la nuova massima di non ammetterle , sinché
non sieno chiarificate nelle valli, in un alveo; che finalmente dalla
natura è ordinato a riceverle chiare nelle piene, mai si ottenne , non
essendo le valli di tal capacità , che possano trattenerle tanto , che
depongano la torbida , al che l' esperienza mostra ricercarsi una
quiete di tempo non così breve.
Con questa massima, che come origine evidente di molti mali, do-
vrebbe meglio ventilarsi , tengonsi ora chiuse tutte le bocche da Gai-
la del Po , con cui dovrebbe equilibrarsi , é necessitata una porzione
del Reno a ritornare indietro per otto miglia verso Ferrara , per vol-
tare in Volano ad uso della navigazione, ove giunta vedesi soprastata
ji
*i33
altri piedi 4* ^ oi\oe 3. dalP acqua della v^Ie » come dalla livellato-
ne fatta V anno passata contro la porta di S. Paolo » e dair ocofaio
atesso è manifesto ; « pure per la booca d*^ Masi , che fu assegnata -
allo sfogo del Reno dalla Sanmartina in PrifAaro ^ e Volano , che ael*
la visita del signor Cardinal Gaetano fa misurata la larghezza di per^^
tiche i<8 9 ora chiusa , dovrebbe anche in questo luogo V acqua delle
valli discendere air equilibrio del Po, e non minacciar da tanta al«
tezsa la città, e fortezza di Ferrara col Polesine di S. Giorgio, e
necessitare ad alzar tanto gli iirgini per 1» non mai più sicura difesa
quei di Primaro da Gaibana a Ferrara , di i^oatello da Ferrara a Po
rotto, di Reno vecchio sino alP intestatura y e per la corrispondenza
l'uno, e r altro argine di Reno a ponente, e levante sino ad otto .
miglia in circa sopra la terra di Cento nell' altezza straordinaria ^ che
V. E. ha veduta, non altronde cagionata, che dal violento sostenta-
mento de1I!acque nella Sanmartioa» ove mette capo il Reno, essen-
do necessario, che quanto t'inalza il termine^ altrettanto si alzi la
linea della sua caduta.
Eppure con tanta spesa nelP arginature , che ogni giorno cresce
maggiore sino all' intollerabile , quanti paesi già fertili , e deliziosi
nou vengono difesi, ma abbandonati alla discrezione dell'acque?
Esposto , e desolato ha veduta Vostra Eminenza tutto il territorio
Ferrarese a destra del Reno dalle confina di Bologna , sino all' inte-
statura di qua a destra di Reno vecchio , sino a Po rotto , e conti-
nuando a destra di Poatello sino alla città , e più giù per lungo
tratto, uo,n servendo più l'arginatura ad altro > che a tener escluso
Reno dagli alvei vecchi , a' quali , come se avesse senso , si vede
con ogni sforzo inclinare, potendo difficilmente esser tenuto dagli
argini interposti , a' quali già mancando in molti luoghi la terra da
riparare , è necessario portarla per ponti di là dal Po • Con tanti
aforzi vengono mantenuti a total distruzione della campagna quegli^
argini , che fui^ono già drizzati a difenderla,.
' Per l'abbandono di questo destro lato del Reno, viene a restare
esposto alle sue espansioni il lato bo^'eale de' Bolognesi, sino a' con-
dotti di Rido , e di Scorsuro , scoli principali della miglior parte del
paese superiore ridotti dagl'interrimenti dall'ampiezza non disdice-
vole a fiume , ad angustia di fossi ripieni ,. e senza moto , dall' infeli-
eissimo stato de' quali può lien congetturarsi quanto inestimabile sia
al danno, che per mancanza di scolo patisce la maggior parte della pia«
)ìura Bolognese. E sebbene abbiamo la facoltà di riparare gli argini
da questa parte sul Ferrarese, siccome l'hanno i signori Ferraresi nella
parte opposta tra il Dosso, e le confina per lo spazio di 6. o 7. miglia
sul Bolognese, ove eglino di là^ aliano a nostre» spese monti d' argini
ecoedenti il bisogno > ed uso ordinario del Reno y da essi ci vien
•4-*
iS4 ^
cimtrbTetso Falsar di qna nn^a^ginino a difese di quelle ompagne;
e flcoli , che non tanto dalla semplice dimora del Reno nella valle »
quanto dal sostentamento violento dell' aoqne nella parte inferiore
vengono danneggiati • OnÉe è » che sino a tanto > che da Vostra Emi-
nenza ci venga opportunamente proTvedoto» non occorrerà, che met-
tiamo mano air escavaaione di essi condotti , mentre subito dair e-
spansioni delle torbide del Reno di nuovo ci potrebbero essere inter-
riti , bencbò come Vostra Eminenza ha notato , il ponte del Molwaa-
zo dal veder r acqua di questi due condotti equilibrata con quella
della valle pòca utilità possa sperarsi da tale escavasione ». sinché sa-
rà la valle mantenuta in questa altezza , e così sempre torna da capo
la necessità assoluta della total remozione del Reno : pure di due ma-
li 9 a' quali sono soggetti questi due condotti , uno di non poter smal-
tire le sue acque comuni a tutti gli altri, che sboccano in queste
Talli ; r altro dal coutinno interrimento cagionato dall' espjmsioni im-
mediate delle torbide , è pur meglio medicarne uno » che lasciarli
ambedue incurabili.
Da che Vostra Eminenza vidde l'altro sostentamento dell'acque
della valle a Gaibana , e a Ferrara, seppe congetturare quanto fosse
necessario, che nelle parti superiori si fosse dilatata la valle, qual
vastità di paesi privata di scolo in sito qusisi orizzontale» a cui po-
che once di pendenza per meglio corrispondere. E quando intese tal
sostegno esser necessario al mantenimento della navigazione, che per
altro già sarebbe asciutta, congetturò qual fosse l'interrimento delle
valli : del tutto ha veduto il confronto ovunque si è compiaciuta di
portarsi , poiché la navigazione , che per isniggire l' interrimento la
terza volta è mutata , ed in ultimo , per allontanarla quanto fosse
possibile dalle torbide per un lunghissimo giro condotta a circondare
fa valle di Marrani , si è veduta ridotta a tale , che quest' istesso au«
no è stato necessario escavar le lame saggiate col Reno di poca pro-
fondità , e di fondo fangoso in segno più che probabile di molta dì-
aposizione ; ne' sommi si è trovata in alcun luogo tal profondità d' ao>
qua , che detratti i 4« piedi deli' altezza del sostegno , non si ridu-
cesse o in secco , o in molta poca altezza •
Similmente i trattenimenti degli scoli da tal sostentamento cagio-
nati si sono da Vostra Eminenza josservati al Poggio , sì nella quiete
dell' acque , come nelle campagne di Ravenna , che prima scolando
felicemente in Riolo, ora rimangono conche arginate molto inferiori
al pelo del Riolo, e delle valli « e da una fertilità celebre ridotte'
ad estrema sterilità.
Questo sostentamento d'acque a Ferrara, cagione di tanti mali,
non si vede nella visita di Monsignor Corsini , ove nella livellazione
del secondo giorno » che fu li 9. di Gennaio del lóaS. alla bocca do'
i35
Mail, il pelo della valle non aveva caduta sopra il pelo del Po , an-
zi nemmeno sopra il fondo di Primaro » nà sopra il fondo di Volano
Bolo p. 3. e mezzo. Veda dunque Vostra Eminenza quanto sono ac^
cresciuti i disordini, e quanto bisogno abbiamo di pronto rimedio «
Noi per questo ci *8Ìamo ristretti ad una linea di diversione » che
da];ido esito reale all' acque » ne allegerisce le valli > il Po di Prima-
ro ,-ted in conseguenza libera dal continuo pericolo la città, e for-
tezza di Ferrara, il Polesine di & Giorgio, e le valli di Comacohio«
risana tutta la parte del Ferrarese a destra di Reno , e di Poatello ,
e di Primaro; ristora tutto il Bolognese, e gran parte della Roma-
gna per lo scolo più felice , che acquisteranno nelle valli sceme , e nel
Po magro ; da luogo a costituire una navigazione perpetua , e di bre-
ve* linea , allontanandosi da dieci miglia in circa da Ferrara verso po-
nente porta lontani i pericoli; intraprende fra se, e Panaro poca
lingua di terra, cbe per essére in sito alto, sarà facilmente provve-
duta di scolo ; passa per terreni in eran parte inculti , servesi in
gran parte d^ argini , e di cavi antichi , non muove né Panaro , né
Burano , nà il condotto di Santa Bianca , come già &cevano le altra
già proposte , lascia intatta la Sanmartina , e Gasaglia , e tutti i loro
scoli; né porta necessità di muovere altro condotto, che il canale di
Cento, a cui non mancano modi per provvedere^ di compensare ru-
tile che porta dell'acque, e della navigazione. Ha esempio di sicura
riuscita aa Panaro , di cai aveva molto più felice corsa, e molto mi-
glior ingresso nel Po, di cui, mentre questa diversione non sia per
portar maggiori disordini, che certamente per V elezione della linea
saranno minori, non arriveranno giammai ad una minima parte de'
presenti; le quali cose confidiamo, che dalla somma accortezza di
. V •. E. saranno con esquisitissima bilancia ponderate •
m
Transazione del Duca Alfonso di Ferrara cotti Bolognesi per^
rimettere il Reno ove andava nel Po *
In christi nomina , amen • Anno Nativitatis ejusdem millesimo
iguingentesimo vigesimo secundo, Indictione decima, die quinta Men-
8ÌS Oecembrìs , tempore Pontifioatus Sanctissimi in Ghristo Patria , «t
D. N. D. Adriani Divina Providéntia Papae Sexti, lUustriss. et Ex-
eellentiss. Dominus D. Aìphonsus Estensis Dux Ferrariae , Mutinae ,
et Regii suo, et omnium, et quorumcumque suorum Subditorum ,
]^ro quibus omnibus de rato, et rati habitione «omnium, et singulo-
rum contentorùm in presenti Instrumento solemniter promisit» et
qaod ilta observabunt , et eis non contravenìent aliqao. modo nomi?'
nibas ex una, et Magnificus, et Generosos Eques D. Annibal de
Stjksuno Equea aoratus^ et Patritioa |foQomen8is^ nnoa de niuMYo
^
k
i3^
Magnificorum DD. Qaadraginta Reformatoram Statuì Libertatis
vitatis Bononiae Gonunissarius ^ et Syndious^ et Procurator Reveren-
diss. in Christo Patria ^ et D. D. Vicele^aii fioooniae ^ ao Magnifico-
rum DD. Antiaxiorum ^ et dictorum DD. Quadra^nta ejasdem Civita*
tis^ et Communis Ronoiuae^ et hahens, jit ip«e eixibait^ Ad infrascri*
pta omnia jolemne^ et spSiciena Jui Syndicalus^ et Procarae Mao-
datum per litterfis patente» ejasdem Reverendias. D. D. Vicele|;ati
subscriptas , etc. et reornm jiominibus partibua ex altera de^et su-
per praedictia 4>mnibua in A* JSyndicatua, et Procarae Instromento
aupra fuirrato^ «t expreaia, et illorum occaaione, mataiaqae petido-
nibua hijgc inde per ìpaaa partea factia xeapective ^idelicet^ per i-
Eaum lUuatriaa. et Excellentiaa. D. Ducem, ut .ii07ua al vena, «iva
ucca^ «t xuptura per dictum Plamen Rheni facta XoUatar, et ìm-.
plealnr^i et per ìpaoa Magnificoa Dominoa Sononienaea , ^et eorum no«
mìnibua ^ et per eumdem iUuatriaa. D. Ducem , ^a #ive alia commo-
dìori via liber adi^ua^ et decuraua iigaia ejuadem Flaminia uaque ad j
et in Padum prò communi «comodo ^ et jutilitate detur^ «t ut inde-
mnitate utriuague Terrilorìi fionon. et Ferrarien* necnon Genti , et
Plebia omnino provideatur , ac ejuadem Illustriaa. et Excellentiaa. D.
Dncia , et ipsornm Magnìficprum DD« Booonienaium pari voto reape-
ctive «alia sat ex «ansa praeaentia contractua , «t Inatrumenti ^ ao
compo8ÌtionÌ8 , tranaaotionia , «et concordiae per , et inter ipaaa par-
tea de» et auper praecniaaia omnibua , et illornm •occaaione , et ad
tollendaa quaacumque litea , iiltercationea^ et differentiaa, quae super
inde oriri j ^t in judicium xleduci.potuiaaent^ et prò bono pacis , et
concordiae j «et mutui rimerìa 9 et aolitae benevolentiae inter ipaaa par*
tea conaervatìone , ac aliaa ad omnem meliorem finem ^ et eSectum 9
et omiii meliorì modo , jure^ via^ cauaa , et forma ^ qnibus magia ,
meliua^ ac validiua £eri potuit^ et poteat« Sponte ad infraaoriptam
devenernnt tranaactionem conoordiam , pcomiaaionea » pacta 9 Gapitu-
la 9 et eonventionea bic materno «ermoue de partium conaenau facta ,
et deacripta9 xit infra aequi tur "videlicet^
Capitoli 9 e convenzioni fatte per 9 et inter l' IUuatriaa. . ed Eccel-
leniiab. aig. Duca di Ferrara 901 aignori JBolo^neai circii il tirare 9 a
mantenere il £ume di Reno in Po .
h Si patuiace9 e conviene, e y noie 9 e eonaente il predetto Illa*
atriaa. aignor Duca di Ferrara 9 obe omnino il fiume di Reno abbia ^
e deì)ba andare per V alveo vecchio ^ dove era aolito andare avanti
faceaae. l'alveo niiovo, ^eu rotta 9 ehe fece l'anno paaaato». ed entra-
re nel fiume <di Po 9 nel luogo dove è la rótta di Madonna Silvia ».
con li modi 9 et ordini infraacritti 9 cioè 9 che. avanti che ai aerrì Ja
bocca dell'alveo nuovo , jprima ai debba nettare 9 e agombrare la via
dell' alteo vecchio arenato ». ed ^ quel tempo aprirai il corao auoia Po.
i57
IL Item , ohe li predetti signori Botogaesi non possano » né tollerar
debbano » che io detto fiume di Reno entri altr' aoc^ua d' altro fiame
correo te , la qnale abbia da cartoare V alreo dì Reno di pia acqua di
quella, che vi corre di presente.
IH. Item » che 1* Illnstriss. sig. Dilca » incontanente che li signori
Bolognesi faranno entrare in opera gli uomioi loro a lavorare , ed a*
prire la bocca di essi » come .di sopra assegnata in Po, per sua Signo-
rìa Illustrìss. sia obbligato di fare abbassare, e serrare la rotta di
Reno solito a entrare in Po sopra air assignata rotta , e massime
quella , eh' è indirìtto a Vigarano » e la Maioarda , che tutte son so-
pra air assignata rotta , sìve bocca di Madonna Silvia •
IV. Ttrniplìir li predetti signori Bolognesi ( oltre a quello hanno
a contribuii gli uomini di Cento ) tutti li oavamenti , argini , ster-
pate, taglMe, che saranno cosi in Bolognese, come in Ferrarese Io
abbino a far fare di tempo in tempo a loro spes^ , secondocbè' biso-
gneranno per li maestramenti avranno dèi detto fiume, e per con-
durre e mantenere esso in Po dal detto alveo nuovo, sive rotta in*
ginso , sendo obbligati li signori Bolognesi a fare una sterpata comin*
eìando alla bocca di Madonna 5ilvia> a traverso la valle, sino alle
ghiare di Reno» di larghezza di pertiche ao. in aS. per dar princi-
pio al. corso di detto ìiume, e poi di tempo in tempo a slargare da
ogni lato detta sterpata pertiche 5o » e più » secondo parerà alli si-
gnori Bolognesi. --
V* Item , che gli nomini di Cento abbiano a conferire alla metà
delle spese, ed in serrar la bocca deir alveo nuovo , sive rotta, co-
me ancora in cavar 1' alveo vecchio arenato , cioè quel cavezze d' al-
veo , eh' è di sotto dalla rotta di quanta quantità si sia , e non più »
VL Item , ohe il {ledette sie* Duca sia obbligato fare , e così esso
promette, che lo farà» e curerà con ogni effetto di ragione, et de fa-
cto, e di ciasoupa difficoltà, ed impossibilità, eccezione rimossa, cho
quelli di chi sono li terreni suso u suo territorio, per li quali ter-
reni il Reno se ne condurrà in Po» non fiiranno impedimento alcuno,
anzi liberamente lasceranno lavorare » sterpare , tagliare , cavare , ed
arginare a piacere , e comodo de' signori Bolognesi , e senza paga-
mento 5 gravezsKa , ed impedimento alcuno , per quella larghezza , é
modo gli sarà neccessario per detto fiume, e più che i detd padnH
ni de' terreni , ed altre persone d' ogni altra condizione mai per tem-
po alcuno non possano fra gli argini di detto fiume, né etiam ia
quelli piantare , uè allevare , uè tenero aii>ori , nò berlede di sorte
alcuna» né altro impedimento fare» né faranno a) decorso di dette
fiume, ed opera» e che facendoli, il predetto Ulustriss. sig. Duca sia
obbligato, e con promette far levare» e portar iia tali impedimenti
a sgeso di chi li tacesse » ed nihilominus mancando di fare U signor
i8 . -
/
i38
Daoa quanto dì* sopra» ftia leolto» e postano ti signori Bolognesi eo»
rum propria auctoritate , e senz^ alcnna requisiasìone di giadice , ov-
vero uffloiali^ SITO altri 9 levare detti impedimenti a dette spese »
VII. Item , che quando gK nomini di Cento e Piève quanto sia
nel loro territorio respectiTe, e li signpri Bolognesi avranno finiti
li sopraddétti cavamenti , ed argini a sustentaziooe di detto fiume si*
no. in Po, secondo bisogneranno, come di sopra, e quando avranno
assegnati all' Illnstriss. sig. Duca gli argini deiP Ferrarese , ed em
argini del Ferrarese riconosciuti saranno per Perici dell^ una , e T al-
tra parte eletti , ed in casa discordiae da es»ere laudati , ed appro*
bati dair lUustriss. signor Duca ttar bene , aHora ogni nomo -sia te*
muto mantenerli e conservarli reepeotive in suso il suo ^^itorio, ed
aimilìter mentre si farà V opera , in caso di nuovo rompaa^ró , e che
nondimeno se quelli, nel territorio de' quali detti argini^mpessero,
sì in Bolognese , come in quello di Cento , o di Pieve , in Ferrarese,
quando che per assignasionerieefuti gli avranno, come di sopra re-
quisiti , fossero negligenti a ripararli , sia lecito agli altri di sua prò-*
pria autorità, e senza requisizione di giudice, ovvero ufficiali^ anda-
ne, stare, e lavorare net dette territorio, è detti argini rifare^^ e ripa-
rare a suo piacere , senza pregiudizio però della giurisdizione deir n-
Da, e l'altra parte, ne per questo possano essere impec&ti^, e£
quanto spenderanno in rifare , e riparare detti argini , tanto possano
esigere da quelli , nel territorio de quali saranno detti argini ripara-
ti, e rifatti , e li quali fossero stati obbligati a ri&rli ^ ed a riparar-
li , come di sopra , senca interesse alcuno ..
Vili» Item, perchè ultimate nel concludere H presenti patti, eea*
piteli insta r Eccellenza del stg. Duca , ehe tutte le acque del detto
Hume -di Reno , per una sei becca , et sic per detto alveo si farà , e
&on per più entrino in Po, se d!onviene> che li signori Bolognesi
quand€M3amque requisiti m nome del predetto Illustriss. rigoc^ Daca
infra tre anni tunc projcimae susseguenti , debbano^ ed etiam non te*
qnisiti possano interim , e sempre ad ogni lor beneplacito 1' acque
"iive. , e correnti del condotto y sive Scorsuro , chiamato Rido ìéi Bo-
legnese , qual da Bolina , e da sopra di essa disoetidono dal detto
fiume^di Repo , sive canale di esso , ed entrano in detto Riole, d>
vertire , e rimuovere > e queUe condurre nel dette fifHne di Reno di
sotto da: Bologna per 4*^ miglia, dove ad essi aignori Bologneai pare*
va. Il resto però dell'acque di detto Riole da lì in giù^ per esso va-
dana inirPoi, «econda il eonsueto-^ Ita tame», ehe non gli ogorrala
4etto Rielo «eqne vive del Bolognese , ma solo i condotti , e scolate-
]d deir acquo piovane, e ehe qpando i precetti signori Belegnesi, eo«
•ì> requisiti'^ non^ volessero, o non potessero nel 'sopraddetto hiego
tKV.te dette acque ^el detto Riolo x ^ quelle condurrei la Reno^ ut^
m
/
I
J
1^9
snpra > timo posaano » e debbano fare niia obiavicji fiella -tpoiKla di
detto Biolo di grandezza atta a torre la quantità dì dette acque aio
descendente da Reno in detto Riolo , e per quella essa quantità d'ac-
que trarre y condurre , e derivare ad altro luogo in Bolognese, dove
parerà alli signori Bolognesi • li resto però dell' acque , e del Hiolo
Tadano in Po , secondo il consueto^ et ut supra , ed in caso^ che in
£ra détto tempo non si divertissero dette acq^e, siccome è detto di
sopra» che sia lecito al signor Duca, a spese de' signori Bolognesi,
condurre > e far condurre il predetto Rido per il territorio Bologne^
se nelle valli de' Bolognesi, senza eccezione alcuna tanto per il pub*
blica» quanto per il privato^ ec. Die Lunae asi« Decembris x5aa.
JBreve di P. Paolo ìli. al JPuca Ercole di Ferrara f per far
serrare l^ rptte del Rer\Q , e ritornare il cono di
esso, in Pristino •
L/ilecte Fili Salutem et0. Àuditìs bis , quae dilecf ns Filius Panif^ ^
pbilius Astrasoldns ad Nos reversus super aggere Rheni , et Fossa
Santernis Fiuviorum Noj^is retulit, visaque maxima instantia Bono-
nìen. et tuo Oratore pervocato huc doximus decernen» Ut in prì*
mìs omnia in pristinum statum, sicut decet restituantur ; Ideiaqas
Nos pari erga te , et illos Voluntate videamus , et deliberemus quid
anper bis per Nos statuti oporteat. Quamobrem nobilitatem tuam tam-
qaam fidelem> ac fidelem Nobilem S. R. E. Subditum hortamur, ei"
qae in virtute S. Obedìentiae praecipimus» Ut cum attentata omni
lare prohibeantur , aggerem Rheni , qui dirnptus est sìne dilatione re-
poni, et ut prius munirì a tuis facias, taliterque conservari munitum»
nt iterua\ non dirumpatur , sicut etiam scis te ex forma . Instrumenti
inter bon. mem* Geuitorem tuum , et ipsos Bononiensea facci , ess»
astrictum; tnm etiam, . nt fossaui ^anterni., a te nobis iqconsultis &•
ctam ,' per quam mutato veteri alveo ipsum Flumen conabaria aver*
tere 9 ita obstrui cures , sic. obstructam manuteneri , ot cursus Fla«
minia solito alveo decurrat. Quod si fecerìs, sicut debes, et Nos ape»
ramns, daturì postea sumus operam, ut oognoscas noa in determina*
tiene faujus negotii acqua in te benevolentia , ao lance cnm utrìus*
que partis Domini , ac parentis simus ita processuroa | ut te aequa
petentem non peniteat Nobis obedi visse.
Datum Romae 5* Decembria MDXLII»
Relazione^ 6 parere di D^ Scipio de Castrò a Papa
Gregorio XIII*
«
Y oatra Santità fiii fece comtuidaM li giorni «ddietto dall^ iltaatusi.
i4o
signor Gcrdinale Gaattavinatìi » elie nel ptróto » il qaale ti propontt
da' signori Ferraresi a* signori Bolognesi , per rimediare alla naviga-
zione di Ferrara » ohe si perde » io dovessi ( intese prima le parti
con diligenza) dire a Vostra Beatitudine il mio parere intorno a tra
particolari , de' quali il primo ò , s' io gtndico » che il Reno di Bolo-
gna sia anello , one araù talmente il Po di Ferrara , che lo renda
malagevole a navigarsi •
n secondo » a' è rinsoSbile » e bnono il disegno , che si propone da'
signori Ferraresi di mettere in nn' alveo qnei sette fiumi » che sono il
Reno 9 la Savenu, ridice» il Sillaro» il Senio, il Santemo, e la Saver*
na, e passando per le cinque valK, che sono parti dell'antica Pada»
sa 9 mandarla a sboccare nel mare Adriatico.
Il terso , se può essere utile » o dannoso al contado di Bologna il
partito, che si propone da' medesimi signori per un interim, fioche
si conduca a fine l'alveo predetto, eh' è di volgere il Reno nelle
valli , che stagnano sotto Ferrara , e tirandolo per lo spazio di molte
Fertìche per luoghi pertinenti al detto contado , dargli 1' esito nel
o sotto Argenta •
Ora per ubbidire al comandamento di Vostra Beatitudine, vengo a
dirle , che ascoltate molto accuratamente , ed in contraditorio le par-
tì, e ben considerate tutte le scritture prodotte da' signori Ferrare-
ei , per provare 1' intensione loro » mi . sono risoluto nel modo se*
guente .
Quanto al primo particolare , io son di parere , che il Reno né ab-
bia arenato., ne possa arenare il Po di Ferrara in guisa, che impe-
disca la sua navigasione. E questa opinione mi nasce da tre cause »
dall' esperienza , dalla ragione , e dalle prove istesse con le quali vo-
gliono mostrare il contrario li signori Ferraresi nelle scritture pre-
tentate.
Quanto al primo capo di questa prova dico, che quell'esperienza
tmiversale delP acque correnti, ch'ha fatta fin d'oggi l'età del mon-
do , ci mostra chiaramente , eh' è fiilsa opinione il credere , che il
Reno areni il Po, parlando però sempre di quell'arenamento, che
può impedire l'alveo, e far che non sia navigabile, essendo cosa
contraria alla sopraddetta esperienza l'afiermare, che fiuìne areni
fiume in questa forma , da che non ai trova menzione d' un acciden-
te simile , per la memoria di tutti i secoli passati , né tra gli Auto^
tori Greci , nò tra i Latini • Né si può dire , che la materia de' fiu-
mi sia trascurata dagli Scrittori , poiché tanto particolarmente viene
trattata cosi dagl' Istorici , come anche da' Filosofi • Ma accioohé ai
parli con qual^e ordine di questo soggetto : dico , che i fiumi , se-
oondo la divisione universale , sono di due modi , o tributar] , o Rea«
•li • Tributar] sono ehiamati i fiumi ignobili , e minori , che ed
'4»
tnbato dèiraeqne loro sono nooTiid da' fiami Reali T^ gnnàì : Reali
SODO detti quelli I che a beneficio» ed oraamento del mondo sono
dalla' oatnra depmati non solo per la fertilità y per V amenità , e per
li tanti comodi della navigazione » ma tono anche a gnisa di conche ,
e recipienti comuni , non solo a' fiumi ignobili , e minori , ma a' ri-
▼i» a' torrenti» a' laghi » e ad ogni altra specie d'acque atte a cor*
rem*
E perchè tntd li fiumi ». sebben tr% lora diflbriscona molta gli ac-
cidenti , convengono nondìmena sempre nella sostanza ,, ed in certe
. proprietà essenziali ; hanno per questa fra lora tanta analogia , che
non è mai avTcnuto , né pua nataratmente avvenire , che fiume are-
ni fiume. E se questa arenamenia non si e Tcduta giammai ne' fin*
nu tributari » molto mena potrà vedersi ne** Resli ,. che sona rap;ione-
Tolmente chiamati instmmentl necessari della natura per la vita , e
aostegno degli animali » e deputati ancara (.come si à detto \ per ac-
quedotti comuni atti a dar 1* esito a queir acque» le quali ner altro
sarebbero pestifere » e causa di mille danni agli abitatori delia terra •
Ora uno di questi necessarj instrumenti , e grandi acquedotti è il
Po nelP ombelico dell' italia» il quale non per aUro fa da^ Greci chia-
mato Re de' fiumi» se non perchè/ nello spazio di poco più» che di
trecento ottanta midia riceve il tributo di cento altri fiumi, che
Tcneono a sboccare in esso » li quali sebbene sona in tutti ( da sei
in ruorì ) torbidi» e carichi di molta, materia» non si è pere veduto
dalla prima ora » che la natura destine il lora corso fino al di d' og-
gi» ch'abbino avuta forza d'atterare uè. il gran tronco del Po» né
alcuno de' su<h rami » perchè se ciò potesse avvenire » molti secoli pri-
ma i più grandi » e più famosi fiumi » che bagnano il globo della ter*
ra avrebbono mutato il sito » e corso » e nome • Chi ha mediocre
cognizioni della Cosmografia pub considerare quanto è grande il no-'
mero de' fiumi Reali » che sono vasi % e recipienti d' altri innumera*
bili fiumi torbidi» e limosi » com'è nell' Asia il Gange » ohe ne rac-
coglie ottantacinque; l'Indo»*che ne abbraccna . cento » e sei; l'Eu-
frate sessantotto; il Tigre novantatre; il Fasis cinquantadue; in Eu«
topa il Tevere ne riceve quaranta » secondo Plinio ; il Danubio ses-
•anta ; la Volga cento » e diciotto • Oltre di questi quanti ne abbrac-
cia in Ispagna » T Ebro » il Tago» il DouroP Quanti in Germania < il
Reno? In Francia il Rodano? e pur si vede» che non solo questi»
che si son detti » ma infiniti altri ( che per brevità si lasciano ) si con*
servano perpetui non meno ne' rami » che negli alvei capitali , i qua-
li rami latti » o dalla natura ( com' è la ma^or parte di quelli del
Canee ) o dall' arte p come sonò li sei del fTilo » o dagli accidenti »
com è la maggior parte di questi del Po» nou mutano stato natural-
ménte giammai 9 mentre nelle linee ddle divisioni si mantengono
t4^
•
proporzionati glir eqnilibr} delle pendexise , siccome 6i Tsde ne^ ciik»
que rami d^l Gange ^ ne' aetle d^eirindo» del Nilo» dd Danubio ^ e
&e' sei del Boristena, la qual proporzione non ai è già conservata ia
quella diversione, che fa il Po aopra di Figarolo» dove Tequalità
della pendenza ai è talni^te disordinata ^ che di là si vede chiarìssi-
lìiamente nascere quel danno ^ del quale si ragiona, e di fìi s^rzata-
mente bisognerà, che venga quél rimedio, che si desidera. Il tene-
re bene ordinate le proporzioni delle pendenze, importa tanto alla
perpetuità de' rami , che se il Po si dividesse in due , ed 'm tre aV-
vei nella medesima lìnea sopra Figarolo, dove si parte in due* ed
in que' rami entrassero molti Beni^ sarebbero tutti perpetui, e si-
curi di arenamento, mentre non variassero, come sic detto, le pro-^
porzioni delle pendenze ; e che succedesse appunto , come io dico %
ce lo mostra coiaro il partimento del Gange, il cui £ran corpo sap*
piamo , ohe dpve ha larghezza di venti miglia fu da Giro diviso ^
come dice Eutropio , in quattrocento sessanta rami , molti de' quali
ricevevano bu0,n numero de' fiumi torbidi, e limosi, né giammai sa
ne arenò pur uno , se non quando si cominciò a disordinare P equi^t
lìbrio de' lord declivj , segno , e prova evidentissima , che mai fium»
arenò fiume: ma qual più viyo esempio si può addurre per prova di
quanto si dice, che quello dell' istesso Reno , di cui si tratta, pelu-
che non dal ai. in qua , come altri pensa , ma dall' origine del mon-
do sino ad oggi , quando il Reno è venuto grosso , è ito sempre a
sboccare nel ÌPo , non tollerando l'ordine della natura, che. potesse
fare altro viaggio, che quello, d'ondo Io guida il suo declivio, e
ve/so quel vaso, che gli fu destinato, come suo recipiente , inovi*
mento naturale a tutte l'acque correnti, le quali, se ben talora
danno qualche rotta fuori del corso ^ siccome anche ha fatto il Renò
talvolta, nondimeno, o ci rimedia subito l'industria degli uomini «
o la patura si regola da se stessa^ ma né quelli, nò questa possono
far altro , che seguir la linea del declivio , ed inviarsi verso il vaso
destinatogli dalla proporzione # eh' ha il sito della terra , uè altro
vaso ebbe giammai il Reno # che l' alveo del Pò siccome dicono tutti
i Codmograiì, ne per altra parte fu , né poteva essere la sua caduta ^
irazi tanto più certamente andava il Reno ad imboccare nel fiume
sopraddetto ne' sècoli passati , quanto più comodamente se gli face-
va incontro l'alveo del Po, il quale tu sempre sino all'anno della
postra salute settecento , e novcf quattro miglia più verso Ostro di
quellp, che é ocgi, e correva alla torre dell' Ucellino , siccome nar-
ra 1' Autore, dell istorie Ferraresi nel terzo libro.
Ma perchè si rispoinde , che sebbene il Reno è ito sempre ad im*
beccare nel Po , non vi é però andat4> giammai ristretto in alveo psf*
.ticblare nel modo, che va oggi,' se non dal a a. in qua, e non ayendo
i4S
prima letto proprio, si spareeya per la campagna > e stagnando io
molti. InogM non t^orreva nel ro se non lambìcato ,' e chiaro, p^r la
matèria depòsta. Io dico, che questa non è risposta da uomo, che
intenda la natura d^etr acque; Ta quale è di córrere sèmpre verta ti
suo fin« , seguendola linea, che le va disegnando il suo decKTio,^
propot?^onandòsi t'alreo, profondandosi il letto, e stabilendosi il ripa*
ro delle sponde, pritic^palmente quando la pendenza è si grande >
quanta dicotfo i signori Ferraresi esser quella del Reno verso il Po >
n qual Reno se dà^ Éiedesimi sigtiori Perra^esi in una delle loro scrìttu-
te sì prèsupone , che posto a benefizio di' natura nelle valli fra pochi
anni aebba da se proporzionarsi ti vaso, e formarsi le sponde in gui«
sa, ch'abbia a correre si ben fren^o , che non possa andar vagando,
e stagnando per ìk larghezza delle vaiti , in che modo vogliono K' me*
desimi signori, ehé T istesso Réne sta stato impotente a fare il me»
deaimo effetto per ìì corso di tantt secolr, che passarono dalla sua
prima orìgine nno al 2^2» Non è dunque risposta , ma inconveniente^
Ben grande , qt>el che si risponde : A colui , che per evi tara questa
incon veniente , mi disse , che il Reofo non correva nel Po anticamen*
te , ma, n^Ha Padusa, noo accade, che io faccia risposta , perchè Aì^
mostra di non aver mai Ietto pur nno de' Cosmografi , ne di sapere
ciò, bhe fosse Pàdnsa, ne quando si formò, né fra quaK termini si
éhiadeva , né qhal proporzione potesse avere col corso^ naturale del
Beno. Resta dunque chiaramente concluse , per quello che ci mo^
atra T esperienza , eh' ^ f^^^ opinione it credere , che il Reno* arex^^
il Po; essendo ^HsVy raffermare, che fiume areni fiume.
Quel che òr ' niòitra P esperienza , viene anche insegnato daUa ra-»*
gione , là ' quale si raccc^gHe a queste modo t ogni fiume ha tre
{>arti tanto esenajàli , che senza quelle non può chiamarsi fiume ^
e quali sono» aliezzn' di corpo ,. proporzione di declivio , e velocità
ài inota. ! ' ' ' * ^
L' altezza del bnor corpH^^ & ttecestana air acqua per superare F ìni^
^dimeàto, e la voragiiie, ohe eansa P aridità delk terra; la propor*»
ziene del declivie bisogna perrincere il contrasto , che le fa H' con<-^
Vesso deHa medesin^a tèrra , la qnale essenéò di figura sfèrica, e gì»
rande là sua circonferenza dugentb cinquantadiie mila stadi , secondo
Eratostene , fa per la ragione ^omretrìca , che ogni Hnea retta tirata
Bella superficie dSf qudla per la lunghézza di mille passi , venga ne-
eessariamente ad- alzarsi die^i dita * Dà cotale altezza si causa , che ogni
acqua per fi^sS òortente bisógna, oh' abbia dal principio, d' onde^ si
jipta^ sino aB^ ùltimo teitniae'd! mille passi almèbeirn piede inte-
ra ^ iefAftìé ,'^àhrimenti testa' immobUe , per la forza , che le fa ti
natura della oircenfereaza prt^dietta.. ' •
'La téIaiQÌt&dbrm'ot;4 segue nfebeasariameste data F altezza del corpo ^
144
e la proporzioDe del declivio ^ la qual projparuone apre il eammilio
alla masMi fluviale » « fia've .
E ai dice declivio propocsioDato y perchè ae pasiaate la peodensa
di sei piedi aarebbe per la gran rapidità nocivo m aiiilte cose , e prin*
cìjpalineiiie alla na vipisione « Or queata -velocità di moto per T alveo
spedito , e per declivio proporzionato non pub mai eaiere gianoaDai r>>
tardata , ae non per grande impedimento > xiht le deaae tfaaldie groa*
$o corpo ài terra , il qoale ai meacclasse €on V acqne » aìcoome dico
Ariatotile , t^be soleva avvenire al finme Bosforo » ner la moka ijnan-
tità di limo» eh' eruttava dal ano fonte; dimodoché per eonoacere la
quantità della terra^ che porta aeeo nn* acqua corrente , e la pro-
porzione , che possa tenere la terra portata con qoel corpo d^ mcqna»
che la porta , bisogna oonstderare la qualità del moto » che fa quel-
V acqua nel suo letto , e ae il moto risponde al declìvio, aìccome accade
aempre in tutti i fiumi, di necessità ai ha da ooncludere, che la
terra , la quale va mista con quelli ^ aia una parte minimissima > ed
inconsiderabile , rispetto alla cran massa delP acque loro , e che per-
ciò è COSA del ^ tutto impossibile , che fiume atterri fiume , per molto
grande ^ che apparÌMe la quantità del limo portato , siccome avviene
al ìiììo , dal quale se ne conduce sempre ai gran parie , cW ha dato
il nome al fiume , perciocché il Kilo altro non significa , che limo .
Ora , che il Reno abbia il ano corso naturale proporzionsto al suo
declivio, senza che il Reno portato da quello possa impedirlo ^ è co»
sa manifestissima al aenso , ed anche molto bene osservata da' aign<HÌ
Ferraresi , i tiuali in una acrìttura presentata da .loro > vanno cooidu*
deodo, che il Reno nella aua escrescenza ( eh* è appunto quando porta
maggior quantità di limo ) si muove con tanta velocità > che fa quat-
tro miglia per ora , cosa che non potrebbe avvenire a conto ninno ,
se il limo, che porta aeco» avesse pur un ombra di proporzione col
gran massa celi acqua
con la poca quantità di limo, che porta»
Questo medesimo ai conclude ^ considerando tutti gli stati ^ ne'
Suali possa trovarsi il Po, quando gli sopragffiuogono le piene del
eno, perchè quando il Reno viene potente ^ bisogna, che necessa^
riamente trovi il Po in nno de^ tre auti , o grosso ^ e mediocre , o
basso.
Se il Reno trova il Po grosso, non solo non pn6 temersi di aif^è»
namento 9 ma sappiamo , che fiitto maggiore per la ginnta del Reno »
anderà gagliardamente arando, e nrofonudandosi il letto con la gravi*
tà del peso , e con la velocità del moto «
Se al Reno trova al Po mediooret né. anche per questo avrà fona
i45
di arenario t percbè il Po anmentato sabito dair acque del Reno si fa*
rà gagliardo 9 che potrà sostenere io ìspalla quella salma limosa » che
gii poi*ta il Reno , e condurla fino al mare 9 senza deporla mai ; lo
forze 9 eh* avrà il Po « quando sarà mediocre , si possono calcolare
dall* ìstesse scritture presentate da' signori Ferraresi , da' quali si afr
ferma in una di quelle, che il Po era solito,, innanzi questo arena*
mento, avere nella mediocrità sua da diciotto in venti piedi d'acqua*
Di modo eh' oggi considerato il danno dell' arenamento assai maggiore
di quello , eh' è in effetto , bisogna confessare 9 che il Po abbia nova
piedi d'acqua almeno quando sarà mediocre « In un'altra scrittura di-
cono i medesimi signori Ferraresi, che il Reno nelle sue escr.esceoze
ha sedici piedi d' acqua , li quali entrati nell' alveo del Po ,. eh' è al
doppio maggiore di quello del Reno, si potria calcolare', che xliven*
tasserò otto, ma io non voglio presupporli più di cinque, li quali
aggiunti alli nove del Po, vengono a fare una masfsa d'acqua, di
quattordici piedi d'altezza, e di quaranta pertiche, in circa di Uiw
§hezza; il qual corpo senza dubbio sarà bastante non solo ad imper
ire il sedimento della materia: con l'impeto del moto, ma ad aprire
aùche , ed a profondare il suo alveo • Dunque né anche nello stato
della mediocrità del Po sarà potente il Reno ad arenarlo •
Se il Reno trova il Po basso non sarà mai di tanta bassezza , che
non abbia tre palmi d' acqua almeno , alli quali aggiunti li oinque
del Reno faranno un corpo d' acqua largo da quaranta pertiche 9 ed
alto palmi nove •
Dico , che una massa d' acque della larghezza 9 ed altezza predette ,
la quale premendo il suo letto corra per il suo declivio, non con-
sentirà già mai,. né potrà naturalmente consentirei che il suo limo
faccia sedimento , mentre dura la medesima causa , che lo solleva »
non tollerando la natura due contrf^ri in un soletto, come sono, stato ^
e moto in nn tempo medesimo : ne importa , .che si veda talvolta ,
che dalla materia portata nella saperficie dell' acque ne vada il fiu-
me lasciando qualche particella per quelle sponde , che l:ambisce la
parte estrema della medesima superficie • Conciossiacosaché 9 questo
non avviene se non per quelle parti dell'alveo, che fanno banco, e
nel tempo che 1' acque calano 9 la massa tutta del suo limo solleva-
ta dal fondo per V impeto del moto vien portata sempre nella superr
ficie del fiume, né là depone già mai 9 se non ^quando giunge al suo
fine, dove anche termina il moto» Non potrà dunque il Reno «né
anche quando trova il Po basso atterrarlo per le ragioni jMredette •
Ma per maggior chiarézza del vero io voglio presnporre ifuel ohe
]U>ii è forse mai avvenuto 9 cioè 9 che il. Reno giunga talora con la
Bvm, piena in tempo 9 che trova il Po con tre sole dita d' accpia 9 on«
de sia sforzato a deporre subito la sua materia. Dico 9 ehe nò anchtf
'9
i46
in tal caso può il Reno arenare il Po , perobè quando ei5 arrenia-
se , certa cosa è , che il Reno non lascierebbe altro » che la sua tar«
bida , la quale tenuta umida da quella poca quantità d* acque pre-»
detta j sarebbe subito spinta ferso il mare dalla prima piena medio-
cre , che sopraggi ungesse al Po ; e noi sappiamo j che arenamento
non vuol dire torbida , ma sodezza tale di terreno , che resìsta aU
r arare dell* acqua , e non lasci cavar alveo dalle piene • Il che non
può avvenire se non per un totale mancamento d^ acqua » durato per
tanto tebìpo , quanto basti al Sole , per far simile effetto , cosa non
accaduta giammai al Po di Ferrara uno al di nostri, né possibile ad ao-
f cadere , se non quando il Po di Venezia avrà finito di vincere , e dì-
[ aordinare affatto l'equilibrio delle pendenze, ch^ avevano questi dna
rami sopra la punta di Figarolo , tirando a se tutto il corpo dell' ao-*
qua con la forza del declivio •
E dunque manifesto, sì per quello , che ci mostra Y esperienza ^
come per quello , che e^ insegna la ragione , eh' è falsa opinione il
credere, che il Reno areni il Po» già eh' e £dsa il dire, che fiume
areni fiume»
Ma perchè. Beatissimo Padre, non solo io dico, ch^è vero Pare^
namento del Po di Ferrara, mA sono anche di parere, che non vi
si dando rimedio conveniente , debba farsi molto maggiore fra lo spa^
aio di pochi anni , con grave danno di quella città , ob' è uno dellr
BMggìori ornamenti d'Italia; voglio per questo mostrare quali sia \m
Tcra causa di cotal arenamento, si perche Vostra Santità lo desidera
per il beneficio de) suo fèudo, sì anche per abolire quell'opinione
popolare del danno apportato dal Reno tanto lontana da ogni ter-^
mine di ragione , e sommamente dannosa per la navigazione di Fer-
vara , quandy trovasse credenza • Dico dunque , che i rami de' fiunù
sona di tre mo«li, naturali, come quelli del Danubio, arti^ciali , oo»
ine li sei del Nilo ; accidentali come aleoni del Po »
' Li naturali sono fatti da quel maestro^, che mai non erra, nao-
strano gran prowidenaa della natura a benefizio del mondo , e quan-
to a se sfmo perpetui »
Gli artificiali seno per opere di grandi, e prndenttssimi artefici
regolate dall' imitazione che si piglia dal procedere della natura ^ e
durano quanto a se perpetuamente anch' essi .
Gli accidentali , come efièiti di cause vielenti , e disordinate vexh-
{[Oao sempre accompagnati da qualche dannoso inconveniente , il qaap
e , se non così presto , almeno col tempo si va scoprendo. Ora u»
se de' più dannosi inconvenienti , che sogliono portar seco i rami
accidentali , e che 'sempre nel principia della rotta, ohe fanno eoi
eolmo dell' acque veementissime profondano il vaso loro ùù di qudU^
lo s <^at bisofuerebfae per tenere pareggiata 1' equilibrio dei deolitia'.
i47
il qual equilibrio è tiRlo necessario nel principio della linea y dovA
81 fa la difisione dell' acqae , per bilanciare la forza de' rami , ch«
aenza quello necessaria meo te Tun ramo viene col tempo ad assorbir-
si l' altro , tirando a se quello , ch^ è pia profondo , tutto il corpo
dell' acqua con la calamita della pendenza.
Da questa causa accidentale nasce quel danno , che oggidì patisce
il Po di Ferrara , perchè, avendo Figarolo ricevuto due rotte , sickcc-
rue narrano i' istorie Ferraresi nel terzo libro , una nel 1 1 Sa , V al»
tra nel 1192»; questa seconda causata da un impeto veementissirao
d^ acqn^ formò il ramo , eh' oggi si chiama di Venezia ^ il quale vici-
no ad Ariano si divise in due parti , con 1' una ne andò verso A-
dria aprendo la foce^ detta le Fornaci» con l'altra, eh' è nella mao
no dritta non molto lungi dal mare » fece due corsi 1' uno dell' Aba-
te » e 1' altro del Coro • L' impeto di questa seconda rotta , che for*
mò il ramo sopradetto, fu sì grande, e veemente , ohe secoudo l'or-
dinario delle rotte , profondò il suo vaso , e priocipalmeate la boc-
ca , molto più di quello , eh' avrebbe fatto un regolato movimento
della natura , o dell'arte ; oominciossi pian piano a conoscere questo
inconveniente da' paesani 9 e li Principi di quello stato , avvertiti del
danno futuro, cominoiarono ad aver cura particolare di quelU bocca,
aforzandosi di tenerla più frenata, che si poteva, con ripari, e chiù*
«e garliardissime , ma difficilmente si pone freno alla natica degli e»-
lementi , e principalmente di questo, il quale per la gravità del suo
corpo , e per la sottigliezza delle sue parti , suole essere molto con<-
tomaoe , e resiste gagliardamente alle violenze , che se gli fanno ;
prevalendo dunque la natura ogni dì più , è venuto l' incon^eniento
Bino al segno , eh' oggi si vede , con apertura di bocca , con larghez-
SEa di vaso, e con pendenza così grande, che rendono quell'alveo at*
rissimo a soprafiare il ramo di Ferrara, le quali apertura, larghezza »
e pendenza , sono state molto aiutate da un' altra causa accidentale :
conciossiacosaché sempre , quando sono venute le piene gagliarde , e
di molte ore, le due isole, ehe si trovano nel Po presso a Ferrara,
hanno causati danni molto notabili , e poco considerati , perchè £u»
cendo quell'isole schiena al gran colmo dell'acque correnti, e ritar-
dando loro il corso, sopraggiungeva bene spesso la seconda, la tex^
za, e la quarta rincalzata della piena, avanti che l'alveo si trpva^so
scarico della prima. Onde gonfiando quel gran corpo, che s'ingorga-
va nelle strettezze causate dall'isole , e sospendendosi la massa del-
l'acque, era sforzata a rigurgitare nel vaso proprio, ed a precipita-
.re nel ramo vicino, dove anche l'invitava, come si è detto, il àe^
clivìo maggiore , causato dagli accidenti , che formò il ramo , verso
il quale , piegando di tempo in tempo maggior colmo d^ acque , si è
Uo profondando jtanto , ed acquistando tanto il declivio 9 eh' oggidì
x48
Ila forza di tirare a 86 la maggior parto. E di qui a pooo tempo at»
sorbirà tutto il corpo di quel tìame ; lasciando quanto a se secoo il
ramo di Ferrara, se non yì si rimedia; effetti soliti, ed ordinar] di
queir isole , che attrsTersano T impeto del corso a* fiami grandi, e
reali , siccome si Tede nel Nilo , neir Indo , nel Boristene » nel Da*
nubio , e nel Reno di Germania.
Una dunque , Beatissimo Padre , è la causa dell' atterramento del
Po di Ferrara , cioò il mancamento dell' acque sue : una sola cagiooB
fa questo mancamento , cioè il declivio maggiore , eh' ha il Po di Ve*
nezia nella linea della divisione, che si fa sopra Figarolo. E duo so-
le sono le cause , eh' hanno fatto questo declivio cosi grande : la piì«
ma fu l' ìmpeto veementissimo di quell' acque , che formarono il ramo,
ed appresso le foci , nel tempo sopraddetto , profondando la bocca
più di quel che bisognava, il quale inconvenieute s' è ito piati piano
dilatando • E la seconda causa è il gran riverso , che per il gonhare ,
e rigurgitare dell'acque ha fatto l'alveo del Po di Ferrara , per l' im-
pedimento datogli dall'isole sopraddette , sempre che sono venute le
Ì>iene grandi, e durabili. E perchè. Beatissimo Padre, queste sono
e vere cause del male , a queste bisogna che siano applicati li rime-
di, i qi^^li , al mio giudizio sono due ; o alzare tanta parte del let-
to, eh ha il ramo di Venezia , quanto bastasse a pareggiare li dodi-
yì , o dare un nuovo taglio al Po tanto lontano dalla linea della
divisione, ch'oggi si fa, che il ramo di Ferrara non tosse assorbito
da quel di Venezia , e questo sarebbe più spedito , e di spesa minore*
Il Secondo capo era , se fosse riuscibile , e buono il disegno di
mettere in un alveo quei sette fiumi , che sono il Reno , l' Idice , Im
Savena , il Sillaro , il Senio, il Santerno, e la Saverna, e passando per
le cinque valli , che si mostrano nel disegno , mandarli a sboccare nel
mare Adriatico.
Intorno a questo , io sono di parere , che il sopradetto partito ver*
tebbe accompagnato da molti pericolosi inconvenienti , primieramen-
te , per essere stimato grand' errore in questo genere di filosofia , il
divertire li torrenti da quel corso, eh' ha dato loro la natura. Gon«
ciossiacosachè le rovine di simili acque non si possono schivare più si-
curamente , che con l' aprire loro a linea retta , più che sia possibile,
la strada del declivio naturale , e non impedire mai quel viaggio ,
*che a dirittura li guida verso la conca loro •
Secondo , sarebbe errore 1' unire insieme sette torrenti in un al-
Teo solo, perciocché tal alveo altro non sarebbe, che un fonte per*
petuo d' inconvenienti dannosissimi , parte per la qualità del vaso Io*
xo , perchè non e possibile all' arte proporzionare un alveo a sette
corpi d' acqua irregolari , auaùdo bene si disegnasse di girarveli tat-
ti in una volta , quanto più avendosi a formare ad tino per uno 9 0
y" ' ^ ,•
M9
doTendosi aspettare il benefissio del tempo 9 e parte per qaella forza
eooeMiva, co' avrebbe una massa d' acqua sì, gsande^ e difficile ad
essere aignoreggiata f e sarebbe come seooo avesse a combattere con
sette nemici separati » e volesse noirli tatti insieme » per noo sapere
il danno» che gli potesse nascere da tale oniotie •
Il terso errore sarebbe il voler tenere in ispalla nn eorpo gtandis«
Simo d'acque violenti « con sospenderle nel meaza del oorso loro» n
violentare la forza del declivio» quando la natura più resiste al disc»
gno deir arte • Gonciossiachè da simili sospenaiooi nascono per l' oxw
dinario U maggiori ^ e più miserabili danni» cbe sogliono ricevere i
popoli da questo elemento» e dalla medesima sospensiooa baono ori-
gine tutte le più grandi» e più infami paludi» che affligono molte
parti del mondo » siccome è noto a . tutti coloro » che iatendono 3
aito» e la graduazione della terra; li sopraddetti inooavenienti tanto^
più oerti si potrebbono aspettare da questo vaso » quanto che forza*
tamente delti sette torrenti ne avrebbe a ricevere li sei a linea ret?
ta » da' quali venendo, percosso con impeto eccesùvo il fianco infe^
rìore dell' alveo » di necessità bisognerebbe o che rompesse » o ohe
versasse con pericdosissima inondazione comprata con molto oro» e
molte fatiche » e non solo senza giovare » ma con nuocere anche gran*
demente alla navigazione di Ferrara » facendosi povero d' acque tutto
quel ramo » per la privazione di tanti fiumi ; il qual mancamento ao^
4»mpagnato col danno » che fa il Po di Venezia » causerebbe tosto
F ultimo atterramento del Po di Ferrara» Queste ragioni dette da mo
più volte a' signori Ferraresi nel corso della causa furono da loro ri»
conosciute per efficaci » e mutato disegno » ne proposero uo altro,
col quale sì fuggivano li tre inconvenienti sopraddetti » che sono la
diversione» l'unione» e la sospensione di tante aoque» il qual seooft»
^o partito » tutta volta che non ai levi il Reno dal letto » eh' oggi
tiene» io stimo» ohe sia buono» e degnò: d'essere abbracciato non
f ià per altra cansa » che per la bomfieazione delle valli proposta da'
aignori Ferraresi » cosa utilissima al pubblico » ed al privato » ed at*
ta a fare immortale » e gloriosa la lama di iquel Prìncipe » ohe ci* at-
tendesse*
Qoanto al terzo capo» cioè se fosse utile» o dannoso al contado di
Bologna » il partito » che si propone per un interim» sinché sì condu-
cesse a fine 1' alveo predetto ^ eh' era di metterei il Reno nelle valli »
che stagnando sotto di Ferrai:a»'e tirandolo per lo spasdo di -molte
Ferticfae per luoghi pertinenti al detto contado» dargli l'esito nel
o sotto Argenta. >
Io sono di parere r ohe se i signori Bolognesi lascieranno roveaciarn
addosso acque potenti » come sono quelle del Reno» atte a fiire i«
«nondazioni , m ék^ abbiano a eorreve per quidohe tempo . a benefizia
lOO
dì nttiirt 9 rum potna efseré giammai dUnittenti, che ilannoso al con^
ttdo loro y elianto pia, «e qae' terrosi , c%e «arebLono vicini al pe*
riodo , aresBero pititto^to bìéogoo di dooUtori per V acqae proprie ,
die d* inondaxìoBi d' aOC[ii6 aliene , il pericolo delle quali inoodasio*
fu sarà e grande y e vioìdo , te vogliono eoiMÌderare primieramente
^'ei che ìnipOrM il torcere ( come si è detto di sopra) il 3uo viaggio
naturalo ad «tu torrente ruiooao , che a linea retta ae ite 4$orro alla
aentina deatìoatagli dalla natura. Secondò, il mandarlo aeiisa freno
d'argini, e di letto proprio, iincbè egli si vada formando tutte qae**
ete cose da se steaso* Terzo, per il danno, che potrebbe apportare
rnnìòne dì cinqne corpi d* acquo in quel tempo, ohe gli aspetti del
cielo, e la qualità della stagione si unissero ^ come sogliono spesso) a
fare piogge langhe, abbondanti, «e ruinose. Dico cinque corpi d^ao*
quo , considerando prima V acque -■ proprie , ed ordinarie delle Talli ;
secondo' quelle, ohe pattasse il Reno; terzo le accidentali, che d
mandasse il roverscio del Po , chiamato da loro le Pavesane ; quarto ,
quelle che vi concorressero de' molti scolatori, ed altri rivi, o xì*
Tetti, ed nitìmaniente quella quantità, che potrebbe raccogliere nel
«uo grembo Tistessa valle dal cadere delle piogge per tutto lo spfr»
ffio della sua grandezza, la quale dalli signori Ferraresi in una scrit»
tura presentatami , si calcola lunga da dieci , e larga da selce in otto
miglia . Considerato eie , si gran raunanza di tante acque £icilissiaia
« succedere , non pnò essere , so non pericolosa , e dannosa sommar
mente al contado di Bologna.
L'ultimo partito dell'interim, il qnal danno parte si va rimedian-
do da' signori Frrraresi , con dire , la gli argini , rompe gli argini , e
rifa gli argini, rimedio assai malagevole a chi volesse adoperariOf
parte si va estenuando con un argomento poco aussisteote fatto in
Snella scrittura presentata da' signori Ferraresi, nella quale rispond-
ono alle obiezioni , * che fece l' Ingegnerò di Bologna , perchè toIoii-
do i sopraddetti signori Ferraresi provare , che per qualsivoglia i-
nondaziono, l'acque delle valli non ai alerebbero più d'un piede,
•e potendo la suddétta valle rioi^vepe cinque corpi d'acqua ^ come si
è detto di sopra) essi non fanno menzione, che d'un corpo solo,
eh' è quello del Reno, e aappiamo,. che quando concorrono molte
cause ad un effetto, sopra del quale si argomenta , bisogna narrarle
tutte a compimento, altrìmenti l' argomento riesce fallace, com' è
questo.; in oltre quell'argomento si appoggia ad un .fondamento fai»
ito, quanido dice,. che ona pioggia non può durare ventiquattr^ oro
senza cessare, perchè a' incontrano ai fatte costellazioni aiutate dalia
stagione ^ e dalla^ qualità particolare del luogo , che causano piogga
-si lunghe, e si ruinose, che ragionevolmente si possono chiamaro
«piccoli diluvi^ 6 da' znedeaìmi algoori Ferraresi si anerma^ ohe l' anno
i5i
1549. qaando il Reno toppe in un queflo della Piere,, forona co^
81 lunghe piogge» che durarono tre mesi eoolifiuiy ma dicono anche,
che questi sono efietli molto rari v Volendo perciò inferire , che non
ai devono temere , Qonsiglio al mie gindìzie poco sicuro per colora ,
ch'hanno il governo delle cose pubbliche, da' quali ogni inconve^
niente possibile , se ben di raro oontigente ; si deve veggiare coq
tanta cautela, come se si fosse ad ogni ora dietro alla porta > potendo
nascere in poche ore una ruica si grande > che duri poi per molti
secoli 5 come fu quella del medesimo Po, narrata da Herodiano,
quando con veementissima ineodai^one annegò tutto il paese! vicino a
molte miglia , e formò le sette lagune ehìamate dal medesimo Heio^
diano li sette mari, da' quali per molti secoli fu afflitta k più bella
parte d' Italia : quest'inondazione , chi bene la* considcfa vedrà , che
nacque dall' ignora osa di coloro, che si lasciarono riversadre addosso L'ac«^
Sue della fossa Clodiana, senaa considerare, che se con quelle, vi si
)f8ero congiunte V altr^ acque, ohe vi potevano concorrere, sicoome
Ti concorsero, si sarebbe causato uà danno irreparabile^ come si
causò in effetto*
Epilogando dunque Antti li tre eapiy concludo, che H Reno ncm
atterra, ne può atterrare il Po: che il primo disegno di mettere
li sette fiumi in un aliireo, e mandarli a sfogare nell Adriatico, non
è buono, ne. riuscibile» E che. il seconde disegno è buono, e riuscip
bile; ma solo per la bonificaviene dello valli. Che il partito dell' ìn-^
terim sarebbe di gran soggezione, e danno al contado di Bologna, e
potrebbe succedere caso , che gli tosse causa di gran calamità , per
le cause narrate in ciascuna d^' capi sopraddetti*
Breve di Papa Clemente VIII^ AL Cardinale di S. Clemeate per
V introduzione del Meno nelle valli « . .
JL/ilecte FilJ noster, salutem., etc. £sigit a nohis Offiof nostri n»
tic r i^t nostrorum , et Apostolieae Sedis Suhditorum statuì , et hono-
rum conservatioai omni studio censulamus, nif eamqùe céuran» praecz-»
pue incumlismus , ut ea , quae qnovis .modo illis damno r et detrimen*
to esse possunt , omni cura , et diligentia adUbita removeamns 'y vo-
lentes ìgitur innumeris^ et gravibus damni», quae Agri» Provinciae
Bomandiolae , Ducatus Ferrarìae , et Gomitatns nostrorum Bononiae
ex aquis stagoanttbus ad dexteram Flunrisis Padi Ferrariensis nummpir
inferuntur, opportune prospìcere, (1) et insnper navigationem ilii-^
US rami Fluminis Padi iam deperditam , et amisnam a loco Stellatao
(x) Pro xestimenda na^Igaóona Padi'Ftm»ìa«.
* •
j
\
2S2
Danonpat. sen alio opportuoiori prolocoraoi varìetate designando usqne
ad loca 9 quae vulgo dicuntur Primari , et Volanae rettitaere , (1) ac
in primis Givitatem nostram Ferrariae, ac iliius Statum ab evidenti
periculo submersionis , quod illi ex veloci cnrsa , et ìmpetu Piami-
nis Rbeni pluviae tempore imminet eximere, et liberare, animadverw
tentesqne 9 ut ex ioformationibus captis nobis ìnnotaii, haeo omnia
mala a torrentibus provenire 5 qui tempore iaundationum aquas tnr-
bidas in alveum dicti fluminis Padi Ferrarìensis defereotes alveum
ipsum terra 9 et ceno replevernnt , . ao in dies magis , ao magis re-
plent, ab eo tempore ^citra potissimum, quo aquae fluminis magni ^
et praecipue Padi Lombardiae, in dictum alveum Padi Ferrariae in-
greci , et infloete destiterunt , quia , ut verisimiliter creditur , aqua
firaedicta Padi Lombardìae , dum per dictum alveum decurrebat il-
um magis purum , et expargatum conservabat^ et quandoquidem bn-
jusmodìrepletios qn«^ in dies angetur in causa est, ut aquae Val-
lium ad dexteram dicti alvei iacentium in dies similiter magis au*
geantur- , et agros submergant , ìpssqne Givitss Ferrariae , et e-
ius agri in deteriorem statum reducantur. Idcirco nos auditis re-
latiooibus plurium Peri ter um , et nominatidi dilectorum filioram
Augnstini de Spernazzatis Lauden. e Societate Jesu, ao Everanfi
Gonzzeruae Flandri nostro jussu, ac in re adhibitorum, ac auditìi
etìam saepius Oratoribus, et Procuratoribus Givitatum interesse ha-*
bentium • {a) Tandem ex Vato ethim dilectorum filiorum nostrórum
Flamioj Sanotae Mariae de Pace Piatti , Petri S. Pancratj Aldobran-
dini S. R. E. Gamerarj , Octavj Sanctae Sabinae Bandini , Pompei
Sanctae Balbinae Arrigonj , Alphonsi S. 8ixti Vicecomitis , et Pauli
Aemilj S. Marcelli Titulorum Praesbyterorum , ac Cinthj S. Georg]
in Velabro, et Barthoiomaei Sanctae Mariae in Portìcu Diaconòrum
Gaesi] nuncnpat. ejosdem S. R. E. Gardinalium, ac suo, quos ad
boc negotium examinandum, et discutiendum delegimus in bano ve-
nimus deliberationem nimirum, Alveus praedictus Padi Ferrariensii
a loco Stellatae supradicto , seu alio opportuoiori , ut dictum est
designam. effoéiatur, excavetur, expurgetur, et in pristìnum ejus
atatum , prout fieri poterit , redueatur , ut et aquae, quae vieinoa
agros sumbergunt anum decursum, et exitum babere per snpradi-*
cium Padi alveum prìstina navigatio restitui queat. {fi) Hujusmqdi
•
(1) Pj-oìb«nda Ci vitate Ferrariae ab evidenti periculo submerstonis ob flninen Reni*
(a) Ideo Pontifex de consiglio Eminentiflsimorum Card. Congregai super hoe
negotio Prefectorum mandat , ut efibdiatur alveus Padi Ferrariae a loco Stellatae
ad loca Primari , et Volanae.
(3) Incipiendam excavationem a loco appellato la Riviera di Filo , ut primo
aquae stagnantes in inferiorìbns part&bus excoleatur ia Padum Primari.
itatein'e{ru«ìoneni pu> x«]»riAol»in eupit^t^nem Ha ineipt«Dd«ii «-
te deceròìinuB . Prlmum ■cUicet nt 4r»um illad, «co ilU ttrrr«e ele^
-ntio , ao repletip, quaa in^pdem Fidi alveo mino oonspicitor in
lofio appellato , la RWiefa di FÙu . Item aUa atmilia dotsa- tam aape-
S. AlbertuDitollitmuT, vel matiiuli - Opcrariorum laboi^ voi ipira-
tmet aquae auxifto , prout el^ecieDtia la ipionipt ogbrej et I060
melius forei den
hnjuBmodi don
Hs partibns. infì
a dd. Feritis 1^
solito eursu , ^
Padi supra Giv
Marti oae feriva
terit expurg^tuj
rariensìs ^cjarr
dem Peritoram
Ili , et purgatici
locnin Volaoae^
dìae a loco *up
do , ' et forrtiff 1
hanc effèotam
vatìonca-; tìpi$
per lÌDearfl alvo
maro, ad brotii
le , et debere- '
profondi tate., é
eligendis henev
jEnerìt opportun
jtb> ipsìa Periti?
in dic.tuoi alvec
trodncta fu«nt t
nae^Dram, et
Bheni , et alìot
men RbeO;)^ in.'
et modo a. pn
oaetefos VerOt
l'adi Frìmari <
— -i : ■■■'■ 'K-'" ; I ' 1 ji -jÌ— il...-.-." • " HI »»i^<*tll ii.'-i-
(t] Poatea deducator flamen Rtieni in vaUem S. Manìn^e..*,
(a) Deiode excavecar alvet» d. Padi lupra Civit.. J^crT' ,pTO introdócefldi in
«nm equa Padi Lomb. ^ '.''•',>
(3) Qua introducca, Tolt ^od flumen' Hbatù in ieandaiB alrrad ìatrodaMtwi
.54 .
torbida miteria in ValUbai, durerdita «xpar^atot in illnm i^redt
probibemus. Verom ubi aqoalRracli Lombardiae modo quo proxìim
«opra dictum eat iotroducta fuerit fpno ilti gaoqae in praediotom
aWenm Padi Ferrarìeosii ìis in locia ,. et modia , qiios praedicti Pl-
inti desìgnaTfrit restitui pone iteeeraìmn». Pro ezecatiooe aatem
pcMmÌBBoruni , et alioron quamrqsumqae , qaae ad proaeqatioaean ^
et perfeetiooem hujuamodì opecìs- -nCoesaaria fiutiot,, et opportit*
oa : (i) Noi' auctorxcate' A|>afttonca, tenore- praeaeolrnim , aistriets
pAtecìfàenclo wudamns,^ at tam. Coramuiufttet , et nàiversitatet m-
TÌtatuT9 1 ^ Icworum^.. qium Ecolesiae,. MonAterla , Gt^legia , et Lo-
ca Pia, et partioulares.peivonae qaaecumqi^, uhi "SBeoulares qoam
Eeeleausticao.qn^cun]qoe..dignìtatef. et praeniiaadtia ^ etiam speciali
nota 4k°ae pD^efal^lbitei , et quibnscuQique. pr^rVÌe^iig^ , gratiia ,
et ìudaftis aufialte ab^ae aliqaa contncliotione JfL eoram agria, et
bwÌB qiMSCUtn^Q. eSemones, et incìsiòltea « aW^s , foisM i taoi prò
darivationa aqva(uaL Yàllìtim,. et dt^' ana In alifm ded^ctionem ,
qnae prò diirenìoae Rilevi, .et Lamooiì» et aliorami torreotiam , ac
fro dÌTeoti««e|juiMA àlvei ejotdem Padì niincnpat ,'ut.dìetam est, il
0 di Ferrara. <( ql Prìmaip^ Gerì petmft^at, (a) et qai p^ tali oaasa
'' "' "*" iBL refecybnei^ praételuliftit , Id circuin*
I opprit 9aperiateitijré'n'tèin iilepuCaifdaai
T- in t«riniaoA;et tennJ^^a A testatnen-
ivoDÌen» ratio nabert , etil^' debtth oom-
compeasatìo , et darrfnoram itfectìa eo*
it, qui tx hQJusmodi bonificatione» uti-
iam satnptibn's^ anirersiun «pus ejndeai
t . Qaociroa eandem cireacni{>ectioDein
-totendentem auctoritata , et tenore prae>
tBinn9> tibiqaeiaÌDngìmas, ot a? eomm-
em quamprìmBm deTeniri cures ^ et oboi
enam, amnlani) et noiversaa facqlt^ten
liaaa , et alia ad foelìeero prose^tioéen >
a /leoessaria p et opportuna faoieadì'^ or-
a etiank per illorum exeòutio^em omOH i
me dictarom aquarant comi^fklam sea*
opere necesaario fàciendas Contriìmuit
» et beaeficìum « quod exinde caicàmqpe
-'li-' . •
' (i) Mawritt n* dUus oujiucumqus conditioais, «te oontradicat operadoolbiu
(a) ^9°^ omnipìbnB tamen Siri dthtt cotnpenaatìo damnornm , samptìboi , in-
teresso haben, , e (ideo nemnarlam dat facuTtatero hai, er alia perficendi'.
(3) Et nt cujucumqae iatsretM dignotcatar mandat tarrai nunturari adhibitìl
rtàoi età-
i5S
intereuft tubèntl profeùtbm eat !a^uiHdignotGÌ valeat, «t ad effe-
ctnm , nt prò Boa rata tantam qais<^ uipratliotorlira ia hujuimotli .
expeoMfi coDCnnat, aUitodine aguaru^ , et teiminos qi^os attingant
eam ìnterventa Perìtorum -cU-atit intiireMe habentibut, rneasuratìo
&ctenda , et terrat, et 4»oa ìa Territorio Ferrariemi « fionomeiiiij ^
et Romandiolae nitoo Paliiatria» aut iJuibeatia , sire P«di , alioMiin-
ve flnminai
]Ìi» boBÌB fa:
modo, ao n
BÌgaatis per
caltunm tc
ntitiora Ted
ìmmffèiionib
ut lAìud qijii
Beqtii poaùji
exspeoias bi
boDoram, a<
bitrìo tao ji
et effeotuàle
diotoa Veeit*
TÌ08 arbitrio
opus ^erit ';
«titaeDdi , e
praeterèa et
qnìMs Tel ì
operai» , ■^t
ìmpeaderìat
tao redtuaei
modolibet oj
(i) caasas qi
nificationeB. i
marie simpli
nu Regia , i
pellatiope , :
nt recarrT A
tìficèk Boooe
et proooBsuB
ia» «xectttìo
Bpeodi jiqbbìI
(i) Cnm facnlute dedden. qnatcniuqiiecaìuai •ìoUftlicitM'de'ttlaBo, etc.
■ppellaiione nupenùva reniou> et deputanii Committanoi > et'Jsdicot.- '
i56
«Ht SeclMM &p9*ti>llcam , /«af edogonmqne ìnhn>itionU , nìii Gomnii»-
■■W-'OADa Aoitra, Hit RomMi Fontifiaa aocdeiuiis noitrì pn» tempo-
"te: existentii.- ligoau fnerit evo hte exprenione , qaod gaspeadatnr
exeontio , etiam intra limitef Logatìobìs Baawiiae, aut alibi nbicun-
qae epos fuerit nudieadi ,' cognotceadi ,' tcrdiìnaiKli , et decideodi
cnm ■ potestate qaoa , et qaibDk^opaa fuerit, etiam sub Gentarìi , et
poenìs EccIesyiMioìs citaanif et inlibandi prìtatire quoad alioa qaoi-
toa , DeODoa quoscantine Com-
jue locÌB ti^ bepoTÌui , todes
Ili caaaat bajutmoÈtì DogaQacant,
H.f et %xequaottir oam ^hiili ,
ntaodi. (i) MécnAo'eriam qQÌ-
is, et alìia , AflMtoliDa^ S^tsMi-
GominiiDitatSqi , UpÌTcraftati-
ìb Terrì|orliB Ferranenaia , B»-
bmet GiTÌtatute B^olKen. Fet-
te, cìri^ praemissa , oìrdiiiaiidK »
ndare procuftot. aottoiitate no*
lis jarÌB , «t faqtì' Mbiaibis qua-
'" ^nqift «]»pdl«Uone , et recimu poapositis-^t^eo. «i ott^peHttL. (a)
iBBin , Tel plorea Depoaìtartot , et'Extctores uxaruB/|wr te'd^man-
éato tuft faoìen. ab interesae 4iabMÌ. supràdictn 'ei^^dfruMj^depo.
tao. -et iit fadttaa, et fidelìter in opus praedjetum exoffq^tar sb ei-
•detfv Depo0itariis , aen Exactoribui idooeain CftiuÌ9nenUrecV^ted. (3)
et iVSiipei' dllectia fitìia^ Gubernatortbua ì OfBcìakbua ,'• et Mniit^a ,
neooftn CcAiminaitatibufl , > «t UsiTeriitaubaB,, et pi^ìoùlarìbua ,p«T-
■onìi j' quibatcamque , Caeteritqae , ad qcB>a •paoùt.'^'tt' *^»«t«bit,
ut tìbi in bmoibut prompte obedianl , tuaqus-i jusn eAqAMtor per
pì'SMeiites {)rae{ìi|nmi)9 > et mandamui. (4) Non ' obitaatibut .qtiìbiH*
eninque Goottifotìonibua, et ord^natiòniboi'' ApwtoIiQiat &c qiiaruiQ-
obinqtie Civitatom , Teiramm , et .Looorum etìam jiìramento «od&nbf
tioni ApostoliAae, vel quavis fitvtìtate alia robaraL aStàtia , et eoo-
Buetudinibuff , privìlegiia , qaoque- Indultis exemptf ODÌhu& , et. Lìtte-
rit Apostolicia quibusvta ex. praedictia Commuoitatibua , et IJaivwsi-
Utibna , necoon Gollegiit, EocleBÌia., Mootateriia, M Locit Pìia , ao
persoais Um Eoclesiaitiots , quata Saecu^ìbaa caìaKiln»qae gradaa ,
ordtnla , et cottdìtìovia exìateo. sub qpibiuéaraque teifiiribua, et &rmi«,
•t cuu qa'ìbaavia^oUttattliBj et decretia iii xsDtratìam prtenùatonun
. (t) £t qaod omn«( ordinata exeqBÓani aandeu _
(a) Elieanrtir Depotitarii . '
(3) Gubcrnatoru «bwtiant.
<4) Noa tj>tunùbua qiubiu«iia»iaii-j ,. r. -
15?
quomodolìbet oesoeiii ,* eonfirmatM , et «ppro^ttis : qmb» otnnì-
bai , «t singnlU eorum teoorfls praesentibas prò expressis babea«
tes hao vice dumtaxat apeoialìter, et expresso deroganma * caetei^
■quo contrarìia qaibuioamque.
Dat. Romao apad S* Maronin, etc*
Die II. Ao^slà i6o4> Aoqo XIII.
Particola d' una detterà d«l stg. Caràinal Piatti al dg. CardifitU
SS. Quattro scritta V anno i6a4*
2'uelli j «li*fa«iiDo supposto a V. S. lUuatniBicoa » e olie vanno tpar-
0 vAee^ ohe, il' Bìgoor Àmbasfliatòre da Bologna Isolaoi , abbia
prestato il loo ^nsenso , o tacito , o eapretso pfw U taglio del Reno ,
ed introdu^otiB di ease nella SaDoiartina, .li. altauitaiiaDÓ interamente
dalla vAità , poiché eiiso sìg^sv Conte , e snelle ynl^liohfr Co^rega-
w^ni, e prÌTatameate con tutti- cotcàtì enei aigoori IU)iitn|ainii ha
«empie , efL ia vece , e con scrktare' ìmpagnata a ti^tto aao potere
onesta risokiaioiie ,-addQceqda infinite buone ragioni , ed offereodoù
iti provfiie, soppUcanda ^lì foBVe ceneedtfto'teinì^>'.dAleadoai tempra
fìiOT dì modo delli precipitosi petMÌeri del padre Speroazzati unto
pregiudÌBiali alla, eoa patria, e tpn imposìbilità di potersi conaeguire
il line supposto dal padre- Crede pure V. $. -ItliutrisBÌOM i che il
Conte non ha hi siuna ^aqi«ra eooteotìto, '9 creda ancora, che la
Tisdazìooe sostata mera, ed ebiasa volontà di. Nostro Signore, per
dar gDSto'a cotesti. latn nuovi sudditi, e grati&care questo suo dilet-
to parto , coj da
«tare pocbiss F«iv
raresi de)!* ii inde
a. Ferrara ,' e >«4'" "
tevehlwTÓ , ti stra-
da > che s«rì Po
nrande , cara ^
i^ccaauo diae -ntU
lì Signori de ote-
•tit valle , e '. » -e
daòm grandi itile
)d Fetrareae-, *u* ■■-
i58
Lettera del signor CarMnale éU Camerino a Monsignor preddente
di Romagna , per tagliar gli Margini tdfi Po a Longasirina •
Venerdì , che farono li 3^ dello itante , Ta tenuta in. €on|fregazio-
oe BoVìU di cotesto acquo ianansi Nostro Signore » o fdopo ^essersi in-
tese le Parti., o gli ^Architetti^ e discorso di molto cose , ma parti-
colarmente » 'se si dotea (rìtoci^re il Reno nel sno alveo aniaco. Soa
Beatllodine ordipò^ ohd ci coogrqgassimo di nuovo » «come «facemmo
Domenica,, *cho fu li 5. ^dupo .fnranxo In 'Casa.mia^^r «determinare
quel che fosse gindioato -pia spedìente^ per rìmofliare agi' immiaenti
pericoli » che sovrastano , dove essendosi intese di .nuovo lo Parti, e
gli Architétti, fu risolato , che por -modura proviéìoaist :ainohè passi
il pericolo dello' nevi , si rimetta mano .all' .opra., >o 'Si -aprano . tutto
le cbiifVicbé di Jlrgacita, o le altre, 4)he oi trovano da.Argpnta a has*
so a mano «destra, o che il medesimo' si Accia :dé'jnolim.,''e l>iso-
gnando'li ;lSMBÌa ^nn taglio, o4lao da Longastrino 41 'Jbaasoy'dove.pa-
rerà meglio^ gii^dloandósi olio non possa nuocere «allo vain.«di ^Gonsae*-
cliio ,* poiché in qoesto tempo si tengono aperte per ia «aoota do' pe*
ad, 0 fu orJirMito a me, ohe prima di pubblicarci 'quèstaJEtft{hizione,
io ne dessi conto a -sua Beatitudino , come feci iermattine^ a Soa
Santità pareva, che approvasse questa risoluaione, ma pciau di ese«
gnirsi, avrebbe Toluto che s'intimasse die parti; e die V. &. in-
tendesse sopra di essa i Ciomaoohiesì , con avvisare ^osSlo^ oV ave«
irano replicato di rilievo^ ma avendolo io lascioto la mttwra di V. S.
del primo , con la «quale ^da conto del miserabile stato di qliel paese ,
tnaodò da me il sig« Pavoni -suo -segretario dopo pranso e dùpdllv cbo
atante il gran pericolo, ohe sovrasta , ai ordinasse a loi , . ofi* es^uis*
ae senz* altro la sudietta risoluzione^ con a werflrla ad a^er conside«
]V2Ìone, in caso, ohe U Comaocbiosi avessero fatto rumore, e dodot*
fai cosa di nuovo, e dimostrabile., che io lo partecipassi cdi^ questi
aignori Cardinali , -ohe furono in GongregasiooO • Omto ^Osta fuetti*
na , con T occasione ddla ^eapedla , ne bo pariate con gl*^ustriyi«i
Piatto, Bandino,«d Arrigone, non essendo venuto Visconti, e tutd
per la soa lettera, oh* è andata per m«iiti9 , soaio di parere, obe sen*
za aspettarsi altro , si eseguisca quatito è stato risoluto,' e che per
maggior prestezza io glie ne specUsca staiSs»^^ come Jfo ; tog^inuMu-
dole , eh avendo riferito il parere di questi atgnori Gnrdiaeli a fi^o*
atro Signore, finita la cappella. Sua Saotita approva il tutto, ma
però^ con 1* intendersi li Gomacchiesi per vedere se proponessero co*
sa di nuovo, e che facesse dubitare di maggior male di quello, a
che si vuole rimediare, in che il giudisio di lei ha da operare, •
discemere se le opposizioni, ohe £M)essero li Gomacchiesi procedono
da ^are 9 ed latereMÌ pàrtioolari , oppufe da. ragioni tantii ovideuti »
che possa rìteneria di esegoire* qaaal;o ha risolato la. Gongregazioae ,
e rimediare alla raiaa ,. che* sovrasta a 'tantL paesi , e* partioolarriiéata
alla/Zena d^ Argenta ^ ohe- sarà il lìaet* con che io>me le raccomaa«
do • Di Roma lì 8*. Febbraio^ i6c6..
DfiQRJSTO^ STEC. SUDDETTO^ IffONSIGNOR' GAETANO^ PER IL TAGLIO
SUDDETTO FATTO' IL-^ dì 17. FEBBRAIO i6o6».
Illustriss. et RèverendisSé Di D: Bonifiitius Gaetanus' Episcopus Coj-
s€mensis' Phovinciaei' Romondiolae-j et Exurcatus' RoQennae Pràeses j
et supeii honijicatvme^ agrofum PJ^lùstf^um' 4ictae provincieie^ nei>
> non Ducatus Fefrariae et dmitutus- Bònq^^iae. .Commissarius. Apo*
stoUcus Getter àlis : ' .
?^ executiene' Idttèràrwn^ ab Illustriss. et.' Reverendìsf. D* Sardi^
naie de Camerino > de nu^ndàtff* SanqfU^mi' JDomini Nostri Papae ^
neenen Sacrae Cóng^égi^titgfis Uaysdiiiiidium^ super baijuifnodi^nijica^
fione speciafiter^ deputtxtàrum^ €Ui.ditis ' Roffim^- ^^ et Periporum
Judido^ in* (Xftgregatìombus corani' eodeniSanctissimOf €tc respective
inter eos4^m lUust'riss^JO.Dè. Cardihalès^ diebus- tertia,. èti octava
hujus' desupff^ h'àbitts suscripfarum'y et Dbminffiónis Suae Jitustrissi^
mete per: speciatèai' nunciunt^ directarw^' sub» J^atim^ jRojjnat die 8.
hujusy.tenoris,eic.AuditiS',jua:àa'earumdeni Uttèrarwn tenorem Co^
maclènsìbusy, et de r/ition^us per ipsos allegatis eodentf^ Illustrissimo
J7» Cardinale- de Camerino - per ' priviUas j- ut dicitur,^ Utteras ^ reddi*
to cettiore y viso^ etiani Porta y ut vulgo^ dicitur y il canaie^di* Magna*
Tacca V viso* etiam- apud' Argentam ' oppidum\ Flunùfie >• et' copia aqua^
rum ' plurimis ' in lòcis ' ahtiquos ' uggeres'^ super : . as&ndente y - et conside^
rato * imminentf pericola , et aquarum pr.(mjeitUn stàgriatione \ insensibi^
U firej mota ^emoi^entUm'^'én^ibMquei auis;fuxt0r iènorem^ litterarum
praeà&tarwh: diligenter ' vfsis 9±^ examinaiis v auditis : etiam ' . Jòvìmn*
JSaptfsta: Alèotta* Argentano » Coefore MengQlo' RopennateMt '^ Storia'
no ' Ambroeino- Bònomènse'^ ^*B(irtholòmaeo * a S.^ Angelo - in Vado » Pe-
ritls' missìM ' ditrevit^ dewHìrv debere^adpraec^onemag^mufh' ad ^ini»
sticams flurninis^' P adi' versus- CòmacUnseS' Vallea' jiixtu mcretum su^
pfNidictae Sàcrae Còngregatiànis per* modum , videlicet pro^kiònis ,
donéc' et' quousque^ tempora per mtttent fieri' alias' operatiòn&i ih bene^
/Udunt boni^atiàms supradictaej^prouf*meliuS'eidem^'Sanctiss. D. N»
et Sac^- Còngregationi'praediciae'expedire'videbitùr'ih' loco nuncupa*
to y la FToppa",. intera villàm' Longastrini , et'lòcum nuncupatum,
ìì Boschi^ super. bonis scilicet' Hierofvymi de Simonis' de Comodo a
*4k
9
••
i6o
superiori , et aggiri contigìds , et Dominici Soldati a pari» inferiori
versus valles illorum de' Coattis in quo idem Illuitrissimus Bond^
nus personaliter stuns mandavit , et supradictum aggerem > praescin»
di fecitj et ita^ eie*
PEOTESTE DELLE GUMUNITA* Dt ROMAGNA, ROMAGNUOLA, £ FERRARA
CONTRO l'introduzione DEL RAMO DEL PO GRANDE NEL PO DI
J£RRARA SFATTE NELLA VlfilTA DEL B\Q. CARD. GAETANO .
Die 8# Mensis Mali j6io*
Kyoram Illustrissimo , et Meverendisùna Domino Cardinale Qaet€h
no Provinciae RomandioJae Legato > et Commissario generali super li*
vellatione , et mensuratione asscftae iatroductionis aquarum Podi JLom»
bardiae in Ramis Volani, et Primari, comparuerunt infrascripti De^
jmtati ab infrascrip^ CìiHtafìbuM ^ '^t terris Jlomàndiolae , videlicet ,
lUusftes ^ et M&'gmjici M: Eques Joanne^ Tosnovus prò Ravenna,
Alexander Faridintsa prò JmulA j Camij^us Russius prò Lago , Nicolam
jinechirms fra 'Bagnaccthudlo ^ Éaptista Spadatèus prò Fusigftano , aa
Territ9rieh Leo^irio , et JoMnnes Baptist» TeUgn^ius jpro Jl^fsssa , et
ConseUae in loda detto la Stellata^ juxta visiafUm per Illustrissimant
D. Su ip^s factum y et videntes, quo A DotrUpi Thotaas\$MMa Agri-
snensòr , et Barthólomaeus Briceiolus Arohitectus coepèrunÓiveUare, et
mensura^ ad' eorum praesentiam , dubitunles quod propter dictum t^*
rum ac0essmnakq^oa pósset inferri praejudicium eorunì Qonmunitatìkus
prot^talàe féeriint ^ et protestaniur ooram Dorninàtiom Sua Illustrisi
sinfa, et ad praesentiam Illustrissm jD. Condtìs JÌnibùlis^ Manfredi a-
geniis lìtustris Communitatis JFerraHae nolle ullo mfdo interv^fnire^
nec assentire dictis jjibellationi , et mensurationi y nec mirms dictae as^
sertae introductioni Padi tamquam damnosae^ nocivae^ oc omnibus
inutili f et licèt se ipsos contideriiit ad dictum locum Stellarne , hoc
fec4runt de ordine Dominatìonis Suae Illustrissiqiae j Declarantes quod
aaium Commuaitates nullo poeto , nec modo aliquo intendunt dictis U^
veliationi, et mensurationi consentire.^ aut aliquid contribuere dictae
asserte intr^ductiord ,,^ed eam in omnibus , et per omnia impugnan»
do y <t cori^adicendo modis , et formis supradictis protestantur ^00-
tra JFerrariénses de omnibus damnis , <rf expensis , et interèsse fuo*
qumtoéQ patiendis per dictam introductionem , Instantesque dictam
proHstutianem per Illustrissùnam Dominationem Suam recipi et sut^
mitti non f^tummodo praedicto^ sed et omni alio meliori modo^ de
quibus omni , €i4u
A di 8- di inaggìo 1610. avanti a Monsignar Illaatria$iiiio , e Ke-
Ycrcndwimo CarcUijaJ^ Ca«Una Legato di Romagna» e Generalo
i6i
Soprmtendeota della l>omficazion6 delli territor] di FerrarSf Bolog;Qa »
e Baveooa, ed altri» ^comparso U «ig. Bartolommeo Mattioli, a-
gente ed a nome dell' IH us tre comuoità d'Argenta, il quale avaodo
inteso, che si pretendie per la parte de' signori Ferraresi d' introdur-
re l'acque del Po grande nel Po vecchio del BoMenp, e Vigarana,
e quivi ^condurle per l'alveo nuovo, nell'alveo vecchio ^d'Argenta,
e per essa al marie ,. preveden^or il gravissimo danno , che ne sia per
portare tutto il ferritorip, e la terra medesima 4^rgenta e il gra-
vissimo dispendio, che oltre gli altri danni ^ ne potrebbe tocoare al-
la detta comunità d'Argenta, ed abitapti in quel territorio, ha eoa
ogni debita riverenza, ed umiltà, sentendolo esso . Illustrìssimo , e
Reverendilsimo signor Cardinale Legato i protestato^ e . protesta per
nome della detta sua^comunità , che non int^de , nò vuole ooasen-
tire all'introduzione dell'acque predette, né ad alcuna spesa, che
f»er tale occasione si possa, o debba fare , anzi protesta : contro l|ua -
unquQ si sia, presente anche l'Illustriss. sig. Conte Annibale > Man*
^iredi interveniente. per I9 Magistrato di Ferrara, di tutti. U Gianni .^
spese, ed interessi, che in qualunque faiodo , per tal causa, si4 per
patirne tantp la detta comunità -Jin genéi^e, quanto la terra, ed a-
hitanti in Argenta, e suo. territorio, per ripeterli da quella parte,
la quale avrà dat<r cauia a tali danni, e cosi protesta, e rìprot^sta
in ogni miglior mòdo, rogans me Notattum lA apud Acta mea regi*
^trarem talem proteHationem / pronUttins de rata , etc.
QiU IHustrissimus j et ReverendUsimm Dominus CardinaUs Gaeàa*
nus Lègatos , etc. et bomficatiar&$ GeneraUs Superintendens mandamù
procedi ad ulteriore i/| livellatiané , et mensuratiane praedicta , in
execu^onem Litterarum Illusi(nssinU ^ et Reverendissimi Domini Car^
dinalis BurghesJ Sacrae Aquarum Cangregationis Praefecti • in teU^
qnis protestationes. aSoisit sic 9 et' in quantum, et praètstames iremi»
sit Sanctissimo Domini Nostro, Papae , et Sacrae Gongrégationi prme*!
diciae, et super qiubus, etc. .1
Calcolo, delle misure,' e scandagli, e livelli fatti d^ accordo, fer l
V introduzione del Po in Primaro , per ^rditifi del signor
. Cardinale Gaetano, sejpondo l* intenzione de*
Bolognesi 9 fatto Vanno i6io.
Cialpolo delle misure, scandagli, e livelli fatti d' accòrdo ^ e d*oi^
dine deir 111 nstriss* e Re verendiss. signor tUirdiiial GaéUno dalli si-
gnori Bartelommeo Breecioli Architetto , . e Tcnnmasa SpinoUi , Agriw
mensore A^lh bonifioauone, con T intervento*, e oonoordia dbHi si«
gnori Giacomo RosdNlif perito di Ferrara» e Floriano Ambroshn^
perito di Bologna , per P introdazione fM Po di PrinuurD , oon^foW'*
ai ^ ^ '
■
j.
x>
i6a
air intenzione , e proposta delti signóri Bolof^nesi, dklU Stellata 8\no
al mare per l'alveo ài Primaro , pigliando HI punto' sotto la aogtia
della chiavica Pilastres^ piedi otto , ed andando sin sotto il pelo del-
l'acqaa del mare Diedi sei, conforme dalla visita si vede, eh' è sta-
ta fatta scora di ciò , sotto Irogito di Giuseppe Erbliairdi , Notare di
detta boninòazione , dalli 8. sino alli 3o. di Maggio i6jo.
I. Dalla punta /Iella Stellata sin<» alla prima? svolta di sopra del
Bondeno incontr<f alla-casa de' signori ForiÀ, in luogliezza di perti-
che mijle, e treatasette , e piedi sei: cavo piedi venti : e* largo per-
ticbe 'Ventìcinque, che in tutto fa passetti quattrocènto quindici mi-
la, e ^larantà. Passetti 4'^^4^*
"IL Di più vi va l'imboccatura all'entt^re del Po alfa Stellata »
-quale va più larga pertiche quiodici, in lunghacza di pertiche cento j
e fondo piedi vénti , che fanno paisetti dodici mila . Pa"^. 12000.
III. E più alla volta suddetta dritto la- casa de' signori Forni , e
aegoita «ino allo sbocco dt Panaro al Bondeno- per l'Mveo del Po per-
tiche quattrocento trentacinque , che va cavalo fondo, ragguagliato
un luogo' per l'altro', piedi venti, largd pertiche quindici, che fau-
no passetti cento quattromila, e quattrocento .Pas. 104400.
IV. E più' in detto spazio il Po va escavato , dov'è l'acqua , pie-
dì undici , e largo pertiche < dieci , che fanno paséfetti A^umero tren*
ietto mila; e dugeoto 'otta sfa*. Pas. 'SQ^8o. *'*
V. E più seguita dal Bondeno sin(^ a Po rottciu lunghezza di
pèrtiche tre mila, e ottanta «>Rqiie, in lunghezza di'{)emcbe trén-
taquattro,' fondo piedi quindici, id numero di passetti un milione
ducente cinquantotto mila , e seicento ottanta •. Pas. i25868o. -
• VI. E più da Po^ rotto andando sino all'argine dell' intestaHara di
£4 Giorgio in lunghezza di pertiche mille» e setteoeoto, e piedi u-
no di larghezza di pertiche quarantotto, e fondo' piedi dodici ^ in
numero di* passetti settecento ottantatre miUi e quattrocento sei, e
piedi dieci. Pas. 783406. — io.
VII. E più da S. Giorgio sino ad Argenta al dritto della porta dei-
la piazza in distanssa -di pertiche dieci mila ottocento trentacinque ,
che va. largo pèrtiche dieoi, oh' è dov'è l'acqua , e cavo 'piedi sei,
in numero di passetti cinquecento venti mila, e ottanta. Pas. 520080.
Vili. E più in detta lungbeficza va allargato peVtiche trentotto, ca-
To piedi sedici, in numero di passetti cinque miIlioni;| ducento aet-
tanta mila^ e cento quarantaquattro v Pas. Safot44.
IXì, E^piiiiida Argenta sinata S. Alberto in' lut^hezM di pertiche
oUgmiU:^ è quettrooento .aostatrtaquattr^ , si sfargberli it'Po perti-
che l^ebtotta.ìa «profondità éii piedi • dodici^ in 4iumèrb di passetti
tré miiHoM ottantashtte milav» e < seice&Oo aessauiaisettib , e piedi veor
tmaqìie^.* Pafv do8'7657. ««^ aS,. ' -
y
t'X. E d]*|>là da S: Àlbevto, pérf^qnaato dafa.iI Po anovo tino alla
Tolta del Pero in lunghezza liK. pertiche mille» e duoento , e va alar*
gato pertiche^ trenta in profondità di piedi aotte » ò nituaoro di pas«*-
settì duceotano mila, e seiceoto*; Pat. loióoo^ , <. .
XI. E dì più dalla snddetta volta dèi P^ro andando per il Po veo*
ebìo'siiio al h>are a Prìmro in distanza di pertiche dne mila 9. e .set*-
tecento troHtaieiv e «di prorfbadìià. piedi aett««9 onee m^ ift numero^
di pascetti àeicento tarodiila, e ^ucento ottantotto. H^as. 6o3a88«
Di più la tpeaa di quattro <3ÌiiarvÌQfaev']lii& per la valle drMai?rara, e
due ^r la vaile di 'Mavmorta ,1 per -flOiiJac l'acque delli paesi «upo*
rìori con tre occhi per oiaaohedixna , larghi piedi sei , con le tue ali »
volte 9 portor, ed altre cose' aetetaarie,; ohe costerà l'nna scudi otto
mila , in tutte, scudi 8i»ooo«
lo Bartoiomeo BrncdoU suddetto .affermo\ quamta si contiene nella
d^tU scrittura . ' ' ••'• ' rfv : ''•) ' ' i. •>.".•.. .M .; . / .
- Jo Tommaso S^pinola affermo uù supra* i- t •
' Io 'Gittcomo^Hosee^'^fid presenta ^ ed affermo qwtmto di sopra si
contiene • . - . , • ^ . ^ . .
Io Floriano AnArosirà fui perdente ^ ed affermo quanto di sopra ^
' La spmma de' passetti, di questa eoea^iizionè del Po è dodici mi-
Kotii ducente nevaotaquattremila, e cinquecdlto ottautaoioque , che
valutati àlmefno sei gtoli"^ il? pusseittOydr sigoori' Ferraresi, importerà
sette miilibni trecento settantasei/mìia , ^settecento otaquantunoi scu-
do dal ehe si potrà far Ooùgett«ra dell' escavazìone del vamo rimanen-
te di. Volano , • e di quello bhe si avesse da fare atla profondità di
quello di Veheaia, il cui fandp>'è circa i3. e i4« piedi sotto la so*
glia diblla suddetta ehìavic» Pilf\sitFese«
Breve di Papa Gregmio* XV* al Cardinale Capponi per rimediare
t M*^ inaU :Oàusirtù dai^Meno^ nelle wdìi^^ «
ìleote FjH' éostev salutem, etc. ,GSlup alia» ibi^L iieCéìÒleteens
Papa Vili, praedeoéssor noster » colcos . intittmejrÌ9 9 et gravibus daoi*
BIS y quae agris provineìae Ronaadiola^ , Ducatus. Ferrariae , et Co-
nìtatus Dostrorum Boniensls ex aquis stagnantihus ad de:(teram flu*^:
minia Padi Ferrariensis nuncapat. inferebantar oppoTitune prospicere,
et insupei^ navigationem iUitis rami flamioià Jam |)erditam J^ ..loco
Stellatae nuncupat. seu alio opportuniori prò locoirum varìetate desi-
^naodo usque ad loca , auae vulgo dicuntur Primàri ^ et Vòlanàe re-
stittiere . Et in ì'rimis (jivitatém nòBtrani/tunc 'suabl FerràHeiiìiem ^
et illios S tatuai ab evidenti periculp submersionis quod illi'ex veloci
oursu^et impela fluminis Bkem plunae tempore jjoimin^t ejdijaoTe^,
i64
et liberare» mmehtbita matare deliberalione » et oentiiltatieiie onta
noDDuilU S. jR. E. Gardhialibas f et ^illùbito diversoraon Peritoram
ooDsilio Bonovlla decreta 9 et ordioaùonet super exooUtiooe aquaram
ata^DaDtiam praedictaram , et redactione dicti .flmninia Padi Ferra*
me in DavigabUi observaoda ediderit)» et prò illorum ezeoatiaoe boa.
nem. FraDciseoin Titali S. Glemeatia Praeabiterom Gardiaalem tane
Gollegatam Ferrane » (i) et aubìode foel. ree. Paaliu Papa V. eùam
praedeeeMor iiester d. Franoìtoo vita iaoctò Jmd; meni. Alexeodram
Arobiepiacopam Jaonen. illoque e vìyìs aablato^ boa. mem* Bodì£i«
tiam Gardinalem Gaetannm ; peatea irero dileetam Filìam oostram Do-
minicnin Titali Saooti Martini in Montìboa Praeabiteroin Gardiiu-
lem Rivarolam iianoap^t. noatram ac Sedia Apoatelicae ìm ProyiDcia
Romandiolae de Lacere Legatam ia praeaenti opere Superìateodeatea
oaÌD diveraia faoaltaùbua reapective depauvertot; dictaa fero Domi-
nicoa Gardinalia propediem ad Romanam Gariam dimiaaa Legatiooe
hajaamodi benediceote Domino redditamr ait . Noa ne opoa prae£i*
tum tam oeceaaarinm , ut praefertnr » intermittatar f aat qaomodoU-
bet deatitnatnr opportune providere voleatea de tnae eiroumapectio-
nia fide » prudentia » et in rebaa agendia experientia » et diligentia
pinrìmum in Domino oonfM ; necnoo Glementia » et Pauli praedecea-
aomm praedictorom Liiterarnm deaoper expeditarum teooria prae-
nntibua prò expreaaia babentea. (a) Te in looum ejuaden D. Cardi-
nalia in praeaenti opere anpraiolendentem auotoritate Apostolica te*
Bore praeaentìum conatitnimuy , et deputamna^ tibiqne injaogimas,
ut in qniboa atatu» et termima opna praedictnm jam oaeptnm repe*
ritur diligenter inqoiraa : ao illud joxta decreta dicti Glementia prae-
deoeaaorìa ad perfectionem dedaei ourea , et faciaa » tibiqne omnia ,
et aingnla in praediotia Litteria Glementia praedeoeaaoria contenta^
et alia deanper neceaaaria , et opportuna facien. ordinandi , et exe-
Jnendt ^ necnon prò illorum execntione omnea» et aingnloa etiam
ilericoa regnlarea, aaecularea cojuavia ordinia, qui ex deri va tiene dd.
a^narnm commodnm aentient ad exapenaaa in boo opere neoeaaario &-
ciendaa contribàant ordinandi » utque utilità» , et benefioium quod
exinde -onique intereaae baben. proventurum eat fiieiliua dignoaci va-
leat, ad effectnm, ut prò ana rata tamen qniaque aupradiotorum in ba-
jusmodi expenaaa eoncurrat ahìtndinera aqoarnm , et terminoa qnos
attingutit oum ioterventn Peritoram oitatia intereaae haben. elìaoi £o»
cleaiaaticia , et Regulariboa menanrari faciendi, ao terraa» et bona
(j) Et juxta faciiltates dataa. a Paulo V. I>, Arcbiepiacopo JaDuae, daia4p D.
Vard. Gaetano . tt postmodum D, Card, Rivarolae*
(a) Ec sic 8i]l)8tituitur in éoram locuni Emineatiss. Gappoìiina cum facaltatìtea
epportanis jtixta in «upràdi^ Brevi Gleia^ diapoaiu*
x65
etiam Eeoleltasiieoilm » ift fttj^ra » et ftliemm etitm qmoomque
dignitatd fulgeo. et auctoritaiie . Territoriis Ferrariae » Boooniae | et
Romandiolae nano pala«tria , Iiaut humentìa , 8ive Padis alioraruve
flamìoiim » et aqaaram inuQdatiQnibae.obnoxia deacribeù, et desigoaa.
e^ ab alila boait hujatmodi detrime^tb minime Qbopxiis Beparaodi ,
et prò modo» ac ntione utilitatis ^ qi£ae d4* boni^, aio de^priptis ^ et
desigaatia proveaerioty aive ex eo quod ^ tali bpoifioatioue faoiliaa
ad cultaram reduci ^ Tel alias rediKfta. nane fertiìtora , et uberio.ra >
aut utiliora reddi , Yel-^ex eo quod a flumiae» et aliaram aquaruni
ÌDcnrsioDÌbas , et inoadatiooibaa tutiora » et seeariora remauere , a-
Qt aliquid qooà?Ì8 eommodum » et utilitatem ex opere bujusmodi
coDieqai peaseot prò modd^^et c&ta , et qaalitate commodi , et uti-
Htatia expeiisai bajasmodi ìoter omoes , e( siagulos possessores ddé
bomornm • adbibito Perìtarnai ad boo eleotoram» sive eligeu. judioìo^
arintrto tuo stataeodt ,, dividendi » et partieodi». epsdemque ad rea^
lem , ^ffeetualem Batiét\ctioneqi eogendi » et coippelteodi ; necnon ul-
tra diotos Perìtos quosoumque QffioìaleB in boc opere faoieudp ueces^
sarios arbitrio tuo eligen ^ et illos qaandocqmque » et quotìescumque
opus fuerit rautandi ; provisiones, et meroedes qaibuscumqae perso*
ma ( Arobìteoto excepto , et Gong regationis Veoerab. Fratrum nostro^^
rum S« R. E. Cardinalium super aqaaram i^egotio bujosuiodi Secretane
haetéoos assigoatas ) annuUaodi ^ et alia quaecumque circa ea Decessa-
ria , aea quomodolibet opportuna £iciendi » ordinandi , maodandi , et
exeqoendi ; òausas quascumque , etiam circa personal Eoelesiaaticas ,
ut sopra tam Giviles , quam Griminalea ad buiusmodi booificationes
speotaoteSy aut ab ea depeodentes » et enicrgentes summarie, sim-
pUciter, et de plano si ne strepito , et figura judicii, manu regia»
nnllo )uris ocdine servato,, ao ornai, et qu^cumque appellatione » re<-
cursu y et reclamatiooe , postpositis , itaut si appellari ^ aut recnrr^
eontiogat^ non. ad alium., quam ad nos^ aut Romaoos Pootifices sue-
eeasores nostroa appelletur » et reourratur : Et nihilomious nec prò*
cessus causae , nec operis praedicti proseootio, aut inteigra ejus exe*
entio aliquo modo impedirì, aut dìflerri» yel suspendi possit vigore
enjusvis appellationis , aut recursna etiam ad^nos y et sedem ApostQ-
Hcam ,.ant otajuscumque inbibitionis nisi Gommisio manu nostra , a-
vt Romani Pontificia success«rìs nostri prò teinpore^ existendi sjgnata
fuerit eom bao expressione, quod exeootio suspendatur etiam intra
limites Legationum Ferramae > : aut Bononiae, aut alibi obicumqae
opus fiierit aodiendi , cogoosoendi , terminandi y ^et decidendi cunst
potestate quos , et quibus opus fìierit etiam sub censuris , et poenìs
£ilS^esia9tÌGÌs citandi, et inbibendi privative^ quòàd alios quoscum-
glie Judices ordinarìos , et delegatos étiani S. It« E. Gardinales , e-
tuun de laatere liegatoa , HAcnon qa0scumque Gomniissarios , et
i66
Judiees in, 'qi^busctiBique home tibi bedevìiis totiet quetiei Taluerìs,
et ubi Tìdebitur, qni oaBSfts barjttftmodi'eogDoscaDt, e€ termiaent, ec
alia necessaria faciant , et eognoscaot cum simili » vel limitata facili-*
fate arbitrio Ciia depotaodi » ftec^on etiaod quibueoainque Gubcraato-
YÌbus , et OfficiaÌU»08 , et alii« A.p08tolieae Sedia Miniatrit ubioanaqne
exifrtentibua , atq^e Coma^unitaiibi&s, Univeraitatibfli , ao etiam par-
ticuldri'ljua persoaia in Territori va Ferrarien. BoDonìea. et Romandio*
ke , et ipaàruminet Givitatum Boiuhi. et Ferrarien. ut ^Mnaia , et sia-
gula per te circa praemiaaa , et atatuendà dehkae exectttieai deaian*
dari precitrent auctoritate Boatra «aandandi , ac ioobedieiitcfa oppor«
tunie juria, et facti ^remediia quacumqtte appella tiooe , etireoarau pò*
atpositia cogendi , -et oompellebdi ; WHim , ?ei pliirea Depeaitarioa , ec
exactoree taxarum^per te » aeu de mandato tua faoiei». ab ^nteietao
babentibua aupradiotia e9Lìjgòtiu dep^tao. ut 'fideltttr in opus praedi-
ctum expendantnr ab eiadem Depoaitatiìa , aeu- e^actoribua' idoneam
Gautiotìem" recipiendi • (i) Itaanper prò 'féltet hujua operia proaeanti^
ne , et expeditìone non aolum praefata omnia , et aingula in eia non
contenta , et quae tibi.quomodolìbet neoeaaaria» et -opportana vide*
buntur ai lalia .ait>t , vel fuerint , de qoibna epeoialia ^ specifica > et
jIRpredaa -mentio babenda foret » jièanon etiam ea,^uae Venerabilea
fratrea nostri S. R. E. Gardinalea auper aquia hujaamodi deputati &-
cere possnnt faeiendi, dieeadi» gei^ndi » ec exequMdi plenaia. ^ ijbe*
ram , et amplam Àpoatolica auctorìtat^ teùoce praeaen^m ^icaitatem,
et auotoritatem conoédimua, -et impartimur , quodque de fai^adia ^
gerendia , et exercendìa per te » vigere praeaentium j taemitìi^ prae*
terquam soli Deo , rationem reddere tenearia , auctoritate , et tenere
praedictis , deoernìmua, et declaramua, et nihilotnaiua ditectia fiUis
Cubernatoribua » Officialibua » et Minìatrìa » necnon Gommuaitaitibuaf
Universitatrbuf , et particnlaribna jperaonìa qaibaaeumque , eaeterìi*
aque , ad quos ^peotat , et apeotabit, ut proaipte kn^Mnoibaa obè^
diant , tuaqiie jnssa exeqaàntnr per praeaentea pracoifamua , non ob-
atantibiia quibuavia copstitutionibua » et ordinationibua 'Apoatolicia ,
ac quarumoumque Givitatum» Terrarnm, «t Leooram etiam juramen-
to confirmaiione Apoatolica , vel -qnavia firmitate alia roboratìa , ata-
tutia , et consuetudinibas , priviJegiia quoque Indaltia Littoria Apo-
atolicis quibusvìa, et aupradictia Clommunitatibua, Univeiaifattbus ,
ziecnon Gollegiìa, Monaateriia , et Locia Piie , ^ao PeraooSa tam Eo^
clesiaatìcis , quain 'Saecularìbua eujuaenmqae gradua, efdiaia^ et con*
dfetionia exiaten. aub qnibuscumque tenoribaa » et formia^ ao caffi
•••■
^^\3} *'^°* facultafte etiam recedi a decretis dicti Glemends Vili, et quacum-
jiianu^-
ratiooaia ^
K^).^^ *'"»» lacuitafte etiam receai a decreus dicn Uiementis Vili, et qua
Sue illi neceasaria videbuntar , et qnaa Eminentiss. Card, ^uper aquis huji
i deputati facere possunt faciendi cum obbligatone aoli Deo reddeadi ratio
j
s
167
quibasVia^ cli^tticilili \ efi dMii^tià in oontrarium praemissòftim quomo*
dolibet 060069»!» , oonftrmatis, et' approbatis. Qa>bus omnibas , et
iSngolf» eornm tenorei^ praeseotibM prò espressìs babente» hac ¥ice
dòmtaxat speohiHtér » et esprèsse derogatnus^ oaeterisqiie co»trariÌ8
'goibuscamque .. Volunrms aatein.| ut tam tu , qaam tut Ministri qui-
oimi^ae io praemìsei» adbibeodì, qui Clerìin extiterint ip negotiia ,
at teauais- Crinainalibus ratiooe eorunuletn praemissoru^m vos ìmioìscen-
da noUam preptere» oensuram Eooleaiasùeairi' , vel irregularitatia no-
tam ìneortatia ^ dtimmodo a sententia saogaioìs per vos ìpsos fereiì-
da abstioeatìs « Voluiiiua etiam at tibi sabaidiàm meoetruum oeutum,
et Arcfattecto provisèo decem SoMormn auri in auro io peouttiis e-
xaotis , et .ejci^eodìs. causa ; et occasioai sapradìoti oegotii- persol van-
tar • Datam Ronaae «pud 3. Petrum sub Aónulo- Piacatoris die* 2^» Ju-
nìi A^ntift^attts nostri anno primo.. m ^t\
Jk^reèo^ del sigi Salutio BartoU circa cdla Gré^efimiziohe degli ^
interessati Bolognesi per la spesa della
•^'. '^ réìnoziotiie. del Meno. "'- -
A: : ■ - : •
vendo miostriss. e Revereodìss. sì]gnor Cardinale GTapporii ge-
nerale* Sópraintendeotè dell' aequé di Romagna » 'Ferrara , e Bologna
deputalo noi a tassare li terreni > che dorranno coooorrere alle opera-
zioni destinate da Saa Signoria HI astri ssi ma , come consta per }ette-
xe patenti date li io. d' Agosto* lóf^a. ed averMo noi legitiù»ameate
intimati gl^ in tèfresKiti> visitato il teml^ìo- di Bologna ^, e pigliale fé
Beoessarie infiirmaziom' nel fatto»» & stabilito il cìreondario de' Terr
reni ,' ohe devono^ concorrere con qoel piar eh' abbiamo^ gkidieato- ne*
eessario per ben effisttuaré F ordine di sua Signoria Hlustriss-ìma , e
TÌpartlre la spesa-, in conformità del giusto , e del ragionevole a pro-
porzione idell' utile ,' che oiasohedano sentirà efiottivamente dàlU.ope-
razìv-nì da £tm<«- •' •//• >'■■'.,, • -.'-.w • .. . t, <"••.•, . ■ ^
Instando ..CH'aK signori ^Assunti dell' acqtie di- Bologna -per la^di*
ehiiirffsifne^e per. il: comparto del Bolognese • r.. **
Gol presente nostro decreto , inerendo allt^ deputazione dataci /<da
Sua Signoria Illustrissima , ordiniamo, e dlchiarianm, e decretiamo,
che devono concorrere all^operaziom destinate da Sua Signoria ?IUu-
Btrissima tutti li possessori negl' infrascritti vObmluii ^ e luoghi , cioè
Medesano , Ganzanigo » • Faptozza ^ .èv Medicina. >.dalTa via , che va da
Budrio a Medicina. .^
dfòta.de^ cornimi y'iitA[.\paiisc0ti» peri occaiiipne^:ckt, Mem> è. stratte"
nato' dal proprio corsoi ^naturale » 1..' ^r^.''- ^^ i (/. . ,
Buda , iVillafontana y Piazzetta ,* Selm > fid^o^a «, , Budrìo di so tt^
dejila via^ V^ditnaySpinobiaoeo^Darazzd^-.GiNrola^ lagUamMnnanzi,
/-
t68
S. Martino in Argile di sopra , S. M&rtiM ia Aisgik di sotto , Mo-
lineila » Ronco di Bagnarola da S. Zenouo a basso» Cassano da Mo-
lino del Lusso a basso , Lovelletto » S. Marino 9 Casoni , Capo del
fiume Diolo » Mesolara » S. Martino » Sovrasano » Barisella « Corniolo ,
Minerbio, case de' Fabrì, Tedo, Salotto, Malalbergo, Sant» Maria
in Dono , Pegola , Olmo^ S. Alberto , Robiszano » S, Pietro in Gasa-
la 9 S. Benedetto, Gayascetto, Genaochio, Macaredolo, S. ViooenaBo,
Tombe, S. Agostino di sotto, e di sopra, Galiera, S. VenaittOj
Ra?eda, Poggio, Regnatico ,' Massnmatico , Poggetto, S. OioTanoi in
Trìario, S. Giorgio, Gberghinsano , Venazzano, e Cinquanta.
Ma percbò delTi possessori in detti Comuni, a luoghi alcuni resta-
so quasi sempre sotto l'acqua, altri ai bagnano in tempo d*escre-
scensa , altri patiscono di scolo , o stanno tanto Ticino a patirne ,
che non fatte 1' operazioni destinata patirono al sicuro , per cammi«
nare con la dovuta proporziona tra tutti i possessori in datti comu-
ni , a luoghi col presenta decreto dichiariamo , a formiamo qaattro
gradi differenti, a distanti, conforme alti termini stabiliti, fatti por-
re da noi per rogito di M* Gio. Pietro Donati Notanr della boninca*
ziooe da registrarsi in fine.
Dichiarando , che quelli , che possederanno dentro U primo grado ,
quale principierà dalia parte inferiore Terso la valle inclusive, do*
vranno concorrere per sei , quelli che possederanno dentro aj fecon-
do per quattro , quelli che possederanno dentro il terzo per due ,
quelli che saranno nel quarto grado , f^er uno , ec»
E con questa distinzione di gradi , e propoczione di fttgamanti ool
presente nostro decreto ordiniamo, e dichiariamo, ehé si deva for-
mare , ed ordinare per il Bolognese dal notare della bonificazione un
campione, o comparto di ottantamila scudi, quale però non possa
in modo alcuno effettuarM , o eseguirsi , se prima non sarà dall' Illu-
atriss. sig. Cardinal Capponi Generale sopraiilteodente , o da noi ven-
duto f approvato , autonzzato , e riservandosi però la &ooltà di aggpoo*
Sere, e diminuii^, e di ittuure come a ndi parerà di ragione. Cosi
iciamo, giudichiamo» dichiariamo, ed ordiniamo in ogni miglior
modo , eò.
Comparto di ottantamila scudi fra gV interessati Bolognesi ger la
remoKÌono del Beno fatto d'^ ordine dell' Eminentissimo
'Signor Cardinale Capponi^
Uovendosi dar principio alla diversione del Reno, ed altra ope»
«azioni necessarie per servizio della bonificazione dalli Paesi Bolo-
fnese. Ferrarese, e di Romagna inclusi nel circondario di essa beni-
canone fatto di nostra ordine , abbiamo per modo di provviaioa^ ^
f
169
ed a conto della speaa da farsi per la parte , ohe tocca alK signori
Bolognesi » ordinato y e stabilito i' infrascritta tassa di scadi ottanta-
mila sopra li terreni lavorativi , prativi , pascolivi 5 boschivi , bedosti-
vi , e vallivi del Bolognese , distinta in quattro gradi , conforme alla
sentenza , o decreto di Monsignor Bartoli nostro Vicario , che sarà re- '
gistrata in fine del presente campione , e secondo la visita fatta de*
saddetti terreni dal predetto Monsignore 9 e da' suoi Ministri sul fattoi
per detto effetto, quali gradi sono gì' infrascritti , cioè:
Il primo grado a lire una, soldi quattordici, e denari cinque la
tornatura , cioè ------------ lir. 1. 14* S.
Il secondo grado a lire una y soldi due , e denari un*
dici per tornatura, cioè --------- lir. i. a. ti.
n terzo grado a soldi undici, e denari cinque per
tornatura, cioè ------------ lir.-— 11. S.
Il quarto grado a. soldi cinque denari otto, e cin-
que sesti per tornatura , cioè -------- lir. — S. 8 §
Quali, tassati dovranno in termine di otto giorni dopo la pubblicazio-
ne dell'editto pubblico, o dell'intimazione da eseguirsi in persona^
o alle case a ciascheduno interessato pagare, e con effetto aver pa-
gato quel tanto sono stati tassati li loro terreni di qualsivoglia delle
suddette qualità , come avanti si vede alla partita di ciascheduno , e
non volendo , o non potendo pagare la detta loro tassa , pagheranno a
ragione di lir* 8. per cento per la partizione a ciascheduno di ìjuellà
somma di denari , che si anderà pigliando di mano in mano, secondo
occorrerà spendere in detta impresa , de' quali otto per cento , parte
serviranno per frutti, e parte per l'estinzione del capitale, dimodo^
che la suddetta esazione sarà estinta in tempo di ventitré anni , e H
quali Interessati dovranno pagare il denaro in mano al Depositarie
da nominarsi , quale non dovrà pagare quantità alcuna grande , nò
Sìcciola, se non con li mandati sottoscritti dalli signori Gonfalonieri
i Giustizia f Assnnti deli' acque , o della iq^ggior parte di essi , o da
noi , quali denari si dovranno spendere in servizio di detta bonifica**
zione , e quegl' interessati , che in detto termine degli otto giorni
non avranno effettualmente pagati^» ex nane si da autorità all' infra-
acrìtto nostro" Notaro , o altro da deputarsi da noi di farli pignorare »
levare ì pegni , venderli , subastarli » e liberarli , per far sequestrare
li frutti de terreni , non . ostante il possedere beni stabili , dichiaran-
do, che si eseguirà indistinatamente contro qualsivoglia persona Eo-
desiaslica , o Secolare ^ e di' qualsivoglia ordine , o esenzione y o oon«
tro anche quelli» che allegassero essere necessario fare speciale men«
zione di loro , o altri pretesi esenti non ostante inhibizioni , ricorsi »
polize graziose 9 o qualsivoelìa altro impedimento , e perchè furono
pubblicati editti 9 che ciaschedano interessato dovesse denunziare il
Aa
j
t
170
Basnero delle tornttare de' loro f erreni di qnaltiToglia qualità , sotto
pena di lire quattro per tomatura; con la presente si da autorità al
detto nostro Notare , o altro » oome di sopra , di fare tutte le diligensa
possibili f etiam mediante persone da deputarsi da esso , per trovare
ohi non avesse denunziato il sao terreno , o \alle , ovvero non avesae
denunziato il giusto esegnendo eontro tutti 9 come di sopra , la pena ^
quale si eseguirà solamente contro quelli» che non sono desorittì a-
vanti in detto campione » Dichiarando» che detta pena di lire quat-
tro per tornatura si dia per un terzo alla bonificazione » un terzo al-
Y esecutore 9 e V altro terzo all' accusatore » con autorità anche di an-
dare al possesso de' terreni e valli » ed usare tutti li rimedi somma-
rj sin tanto » che si sarà riscossa la tassa , e pena incorsa da' contu-
maci , e che gli affittuar) sieoo tenuti a pagare a conto de' frutd
tanto decorsi , cenante da decorrere » sotto pena della privazione delli
loro proprj beni.
In quorum fidem eo»
A« Card. Gappponi •
Bre(^ di Papa Urbano FI IL a Monsignor Cornni , per condurre
il Beno nel Po grande aUa Stellata .
Yenerabilis Fr. salutero» et Apostolicam benedictionem : Assidua
de nostris » et S. R. E. Subditis cura » et sollioitndo » necnou praeci-
puus» quo eos complectimur pateroae Gharitatis affeotns postulai, af
inter caeteras Apostolicae servitutis curas in eam peculiari studio in-
CunJximtts, qua eorumdem Subditorum incommodfis» damoisqae, et
jacturis obviam itur, illoromque utilitati» et securitati opportuuis
rationibus consnlitur* Gum itaque, siout accepimus alias foel. record.
Clemens Papa Vili, praedecessor noster Givitatem nostram tunc auam
Ferrariensem ejosque terrìtorium, necnon agros Provinciae Roman-
diolae » et Gomitatns ndstrorum tunc suornm Bononien« a perioulis »
Suae ex aquarum inundationibus imminebant eximere9 et liberare
ecrevisset, et opus hujosmodi curae» et fides bon. mem. Frauciscu
Tituli S. Glementis praesbyteri Gardinalis S. Glementis demandasset
(i) idem Francisous Óardinalis inherendo mandatis dìcti Glmentis nrae*
decessoris , et in vim fiicultatum sibi ab eo prò su^ in simili u>rma
Brevis sub die t%. Angusti 1604 exneditis litteris concessaram flu-
snen Rheni e solo 9 et naturali suo alveo eduxerit, si ve derivaverit in
vallem Sammartìaae ad effectum» ut ibidem tamdia remaneret > donec
(1) Qaod cum I>. Cani. S. Glementis in vim domandatoram Glem. YIII. de qui»
bus in supcadicto Brevi flnnon Aheai in vallem fiammartinee dedaxis«at«
y
ftqna Padi Lombirdiae in aWemn a Stellata , tea alia opportaaiori
loco ad Ibca Primari, et Volanae j osata perìtorain designationem de^
dncen. in ea qQantitate » et suffioientia iotroduota etaet , et alyeum
jpsnm nsqae ad praediota loca Primari 9 et Volanae noram 9 et pur*
^atnm conseryare , ac turbidaa aqnas flnminis Rbeni deducere » et ez«^
pellere po8set ; ea tamen intentione» ut tnnc ipsum flumen Rheni im
loco Perìtis approbando in eundem alvenm a dicto Steilatae utqae ad
Primari y et Volanae loca hujasmodi ezpurgandam rettimi valeret (i)
processa ^ero temporìs flumen praedictnm Vallem ìpsam terra adeo
xepleverity nt majori periculo versai GiVitatem Ferrariensem praedi'
ctam aquis tarbidis proflaat» et grayioribas Provinciam Romandìo«
lae , ac Comi tatù m Bononiensem praedictoa ruinis , jacturisque affli*
gat cnm certo , atque evidenti non modo Givitatis Ferrariae , vernm
'etiam Polesini Sancii Georgii nnncapat. Vallis Gomaclensis perìcalo»
adeout bodie Civitas Hostras Ferrarien. non solum' totnm, et iute-
gram Terrìtoriam , quod habet a parte dextra Padi nuocapat. Fer^
rarien. versus agrum Bononiensem , et Provinciam Romandiolae » at-
potè aqnis submersum amiserit, sed etiam brevi sui ipsius, et Pole-
sini S. Georgii una oum civitate nostra Gomaclensi , et illius Valli*
bas inevitabilem submersionem , ac totalem devastationem subitura
videatur. Ager vero Provinciae Romandiolae , et Gomitatus nostro-
rum Bononiaa nedum fere totus snbmersns , et aquis Valìginibua
Vallium sterilis , et incultus redditus reperiatur » - sea in die magia ^
81 quid sani , et fertilis babet submergatur , et in deteriorem statum'
reducatur ^ nos qui tot 5 et tanta nostrorum subditorum praeterita ,
et praesentia , ac futura pericula , et detrimenta absque ingenti ani-
mi nostri moreore aulire non possumus paterna soUicitudine tam il*
lis 9 quam ejusdem GiVitatis securitati , agrorumque , et locorum Pro-
vinciae, et Gomitatus praedictorum ab inundationibus fiuminis Rbe-
ni bujus modi, damnisque innmerabilibus exinde provenien. libera-»
tioni quantum nobis ex alto concedi tur providere volentes quonsquo
alveus praedictns a loco Steilatae , sea alio opf^ortuniori usqae ad lo-
ca Volanae, et Primari praedicta exoavatus, expurgatas, et perfe-
ctus erìt, et aquae Padi Lombardie in eumdem alveum ejus quan^
titatìs introdudta faerit , ut illum excavatum , et expurgatum manute- ,
nere, et conservare possit, et valeat; (a) mota proprio, et ex certa
^ (i) Et processu temporis d. flumen Vallem praedictam replevisset! ita, ut majo-
ri perìcùlo venns Ferrariam flneret , et gravioribus ruinis JaflU^et Gomitatum
Bononie, et ProTinciam Romandiolae cum certo ^ et evidenti periculo ipsius Gì-
TÌt% Ferrar. Polesini S. Georgii , et Vallis Gomaclens.
(a) Motu proprio mandat Pontìfex^ ut flumen Rheni a solito cuna in loco
M&rabelli dedncatnr per lineam rectam ad Bondenum , et inde ad Gambaromua
m
•cientia, flo matnra deliberatìone Dos libi dietum flamen Rbeni a
aao cursa ordinario 9 et Territorio Bonon. et loca Mirabelli vulgo
Duncapat^ removere » ao per liDeam rectam ad locum Bondeni ^ et
per illum ad locum Gambaroni similiter nuDOopat. et ex boo Fel
unitum , seu separatum cum flomine Panaro ad flumen Padi magai ,
et locum la Stellata pariter nuncupat. juxta ipsius lineae typuoi ,
qui tìbi cum praesentibuB jussa nostro transmiti tur , sive ad quem<-
oumque alium locum , qui tibi videbitur , et placuerit deducere , et
derivare libere , et licite possìs , et valeas Apostolica auctoritate te-
nore praesentium , potestatem, et auctoritatem concedimus et impar-
tìmur. Dantes tibi plenam , liberam, et amptitn facultatem dietum
flumen Rheni non solum in ipso Mirabelli > ^ernm etiam in alio ^[uo-
cnmque loco Territoriorum Bonon. et Ferrarien. hujusmodi , ut prae*
dietum. removendi , et per quaecumque eorumdem Territoriorum lo-
oa in quamcnmq'ue Vallem) seu quodcumque aliud flumen, ant quem-
oumque locum » quae , seu quod y verqui tibi magis expedire vide-
bitur , et placuerit deducendi , et dertvandi / et ad hunc effectum
quoscumque alveos 9 et quascumqae fossas, et exoavationea in prae-
missìs neeessarias , et opportunas faoiendi in longitudine , latìtudi-
ne , profunditateque , et in quibuscaiuqne locis , necnon quoscum-
que aggeres ubicumque opus fuerit infaltitudine ,• latitudine , et lon-
gitudine 9 prout expediens tibi visum fuerit , omniaq ; et singnla
desuper necessaria 9 et opportuna faoiendi , coostituendi , maudandi ^
et exequendi rexpectìve , nec non prò illorum executione (1) omnes,
et singulos etiam Ecclesiastioos Saeculares , et Regulares , cuìuscum-
que Ordinis , qui ex praedicto opere commodum sentient, ut ad ex-
pensas prò boo opere necessaria facien. contribuant ordinandi, et de-
super opportunas taxas , et reparationes faciendi , illasque exequen-
di, utque utilitas, et beoeficium , quod exìnde cuicumqne interesse
babenti proventurum est facilius dignosci valeat ad effectum , ut prò
sua rata tantum quisqùe supradictorum in bujnsmodi expensas con-
currant altitudinera aquarum , et terminos , quos attingunt cum in-
terventu , interesse babentium , Tel etiam illis , et aliis quibuseum-
que citatis , vel non citatis , tam Laicis , quam etiam Ecclesiasticis ^
et Regularibtts mensurari facien. ao terrai , et bona etiam Ecclesia-
sticornm, ut sapra, et aliorum cnjascumque status , conditionis, qua-
litatis, et praeheminentiis etiam quacumque diguitate, ao anotorìta-
te fulgen, ao speciali mentiòne 9 et nota dignorum in Territorio
in Padam magnum juxta lineae tjpum, quem transmitut , vel ad alium locum
etc. cum amplissimis facnltatibns •
(i) Contra quoscumque etiam Ecclesiasticos 9 etc, describendo ^ et taxandó o»
anes interesse habentes proportionabiliter*
!
17*-
, .-• • . '
Fertarien. Bononien. et Romandiolae nano palartrìa , aat hanteutia-,
0Ìve ìnundationi bujusmodi obooxia y terras , ^ bona habentium de-
.acribendì^ et desigoandi , et ab aliis boni» bujustnodi detrimentia oiU
nioie obnoxiis separao* ac prò modo , et ratione utilìtatis y quae bis
Jbonis sic descriptis , et designati» provenìet , givo ex eo qaod ex o-
fiere bujusmodi facilius ad oalturam reduci,. vel alia» redaota nano
aciliora , uberiora , et atiliora reddi, vel ex eo quod ab aquaruni
incursionibus 9 et inundatioDÌbus tutiora , et securiora remanere*5 ant
alìud quodvis commodum, et utilitatem ex opere hujasniodi conse-*
qui possent prò modo» et rata, et qualitate commodi utilicatis , et
expensas hujusmodi inter omnes » et singuips possessores dictoram
bonorum adhibito Peritorum ad hoc electorum , sen eligeDdoruai ju'
dicio, et tuo arbitrio statuendì , dividendi , et partìeodi, eosdemqae
.ad realem, et effectualem sati^factioQem oogere, et compellere , nec-
ton ultra dictos Perìtos qaoHcamque OfBcialeg in hoc opere faciendo
necessarios arbitrio tuo buj asmodi eligendi , et illos qaandocamqae ,
et quotìescumqae opus fuerit mutare, provisiones, et mercede» qui-
buscumqùe peraonis non tamen ArchitectOy neo Goagregationig Ve-
nerabilium FraKum nostrorum S. R. E. Gardiaaliam super aquaraoi
hujusmodi negotio Secretano, hujusmodi hactenus assignatag annui-»
.laudi, et cagsandi , et alia quaecumque circa praemissa omnia , et
siogula quomodolibet necegsaria , geu opportuna faciendì , ordinandi 9
.mandandi, et exequendi, (i) ac qua&cumque causai etiam circa per*
sonag Ecclesiasticag , ut gupra tam civiles , quam Griminales ad hu-
jusmodi opus gpectanteg , aut ab eo dependeptes , et emergentea
aummarie , simpliciter, et de plano sine strepitu , et figura Judicii ,
manu regia , nuUoque Juris ordine gervato , ac omni, et quacumque
appeliatione , recursu , et reclamatione postpogtig , itaut sì appellari ,
aut recurri contingat non ad alium, quam ad nos, aut itomanos Pon-
tificeg appelletur , et recurratur , et nibilominug nec processas cau-
aa.e , nec operìs praedicti prosecutio , aut integra ejug executio ali-
quo modo impediri 9 retardari , diflerri , nec suspendi possit vigore
cujusvig inhibitionìg , nigi commisgio manu nostra, aut Romani Pon-
tifìcis guccegsorig nostri prò tempore exigtentig signata fuerit cum bac
expreggione , quod executio gugpendatur, necnon etiam intra limites
Le^ationum Ferrane 9 et Bononiae, aut alibi ubicumque opug fuerit
audiendi , cogoogcendi, terminandi, et deoidendi, cum potestate,
. quos f ^t quibua opus fuerit , etiam sub cengurig , et poenis Ecclesia*
aticia citandi , et inhibendi privative quoad alioa quoscumque Judicea
^ (i) Cansag omneS 9 ete« cognoscendi smnniarie 9 etc« appellatiooe etiam gnspeiM
giva remota •
/
174
ordioaiìot » et delegatot etiam S. R. E Cardinales , etiam de Lateré
Legatos ^ necnon quoacnmque GomtniaaariM j et Jadices in qaibiia-
cnmque locia tibi bene tìsìs » totiea qootiea tibi TÌdebitor » am orna*
eaa hujasBiodi cognosoaot , et terminent » et dia neceataria nciant ,
et exequaotQr cam tÌHiiliy vel lìmitau frcaltate deputare, te etiam
Juibascninqae Goberoatorìbua , Officialibns , et aliia Apoatolicae Se«
ia MìBÌatria nbicnniqiie existentibua , atqae GomiDanitatUma , Uni-
^eraitatibna , ac coram particalarìbua peraooia , et Territoriia Ferra-
rien. Bononien. et ProTiocie Romaodioiae , ao ipaaram Givitatam fio-
non. et Ferrarìen. ut omnia, e^aìngnbi Ber te circa praemiaaa, ordì-
canda, et atatnenda debitae execatioai detnandare procorent aucUn
TÌtate Doatra mandandi , et inobedientea epportuoia Jarìa , et facti re-
mediia, qnacamque appellatioiie , et recnraa poatpoaitia cogere, et
coiiipellere , unumqae , vel plarea Depoaitarioa , et Execotorea taxar
mm per te , et toc mandato frciendarom ab kitereaae babentibaa so*
pradictìa exìgeodamm depntan* otqae fidelìter io opna praedictam,
et non in alinm nsum exponatnr , ab eiadem Depoaitarìia aea exacto-
ribua idoneam Gantìonem recipiendi inaoper foelici hnjaaee operia
proaecutiooe , et expeditìone non aolnm praedìcca omma , et aingnla,
ac decreta dicti Glementia praedeceaaoiia deanper edita , et in iilii
praeacrìpta facien. f cren, , et exequen. per te vigore praeaentiom no-
mini , praeterquam adi Dee , rationem reddere tenearis , et nibiJ*
ominua dilectia filiia Gubernatorìbna , 0£Eicialibna , et llimatria , neo*
non Gommnnitatìbaa , Univeraitatiboa , et particalariboa peraooia qoi-
buacumqae , caeteriaqoe , ad qnoa «pectat , et apectabit ; ut tibi in
omnibua prompte obediant , tuaqne jnasa exeqaantnr per praeaentea
praecipimua • Non obstantibna qaibnacamqae Óooatitntionibna , et or-
dìnatìonibna Apoatolicis , ac qoammcamqae Givitatam , Terrarnm , et
locorum , etiam Juramento, eonfirmatione Apoatolica, vel qoavia firmita-
te alia roboratia , Statntis , et Gonanetadiniboa, Privilegiia, Indultia , et
Litterìa Apoatolicia qdibnavia ex anpradictia Gommnnitatìbaa , Univer-
aitatibua , necnon Collegiia , Monaateriia , et Locia Piia , ac peraonia
tam Ecoleaiaaticia , qnam Secnlaribua cuiaacumqne gradua, ordinit,
et conditionia exiatentibna , a\ib qaibuacamqae tenoribua , et fbrmia ^
ac cum quibaacomqne danaulia , et decretia in eontrarinra praemiaao-
rnm qnomodolibet conceaaia, confirmatia , et approbatia. Quibaa omni«
bua , et aingulia eomm tenorea prò piene , et aaffioienter expreaaia ba->
bentea bac vice apecialiter, et expreaae derogamna , caeteriaqne contra-
riia quibuacnmqne • Volumna autem , ut tam tn, quamtni Miniatri, qui-
dunque in praemiaaia adhibendi, qui Glerici extiterint in negotiia, et
causia Grìminalibua ratione eornmdem praemiaaorum , voa immiacendo
nullam propterea centra Eccleaiaaticam, aut iregularitatia notam incor-
ratia, dummodo a Sententia aanguinia per yoa ìpaoa feren. aJbatineatia •
17*
Datam Romte apad Sanctam Mariani Majorem tab Aiial6 Piacato*
tia die 4. Novembria I6^S. Poatfioatus nostri anao sexto»
M. A. Maraldas.
D,
Scandaglio della spesa da farsi per la diversione del Eena da
MirabeiUo alla Stellata nel Po grande^
dovendoti fare la diyersioae del Reno y> come nella Pianta data
eon l'altre scritture con la linea rossa segnata FA» ovvero AB, da
Mirabello al Bondeno nel Panaro » conducendolo ad entrare nel detto
Panaro al Bondeoo per la linea BG » o veramente umto col detto
Panarp in punto di traversare la camjpagna del Bondeno y rientrando
nell'alveo di detto alla volta di Gamnarone in punto segnato E^j^r
lasciare aperta la strada a' ugoori Ferraresi di poter ^ se possibile
fosse, dedurre il ramo del Po grande da loro designata dalla Botta
de' Riminaldì alla volta del punto segnato F , conforme h1 parere del
signor Cardinal Capponi, il cavo da farsi da Mirabello al canalino
di Cento, cbe sarà di lunghezza pertiche iiao. in profondità di pie-
di 3. in 4* di larghezza pertiche num. a4« portando la terra, che si
caverà di detto alveo in argine dall' nna » e dall' altra parte propose
zonatamente, in risgnardo del sito, facendo li medesimi argini alti
aopra al piano della campagna piedi 14. respetti vamen te di lunghezza
nel fondo piedi 43* ideila superficie larghi piedi i5» che saranno pas^
aetti nnm. 65» per pertica andante^ che in tutto sono passetti nnm*
7a8oo. a sei ^uli il passetto importerà ----- se 4^^^
Ed il terreno, per il quale- sì dovrà fare il detto cavo, che
ai dovrà pagare da Mirabello al detto canalino ,. essendo tor- .
nature num. 34». valutato sc« a5. per tornatora , costerà so* - 955o
H eavo, che si dovrà fare dal detto canalino, sino al Bon-
deno nel modo suddetta , essendo di langhezza di pertiche
670» a scudi 4^. la pertica, per essere il terreno più iuta, im-
porterà - --------------- sc# aMio
Ed il terreno da escavarsi , e pagarsi come sopra, essendo
tornatore ao7. a scudi %%, la tornatura importerà - - se. J^SS^
E per sapere qnant' epere oi Torranna per fare qnest' epe-*
nzione ,, e consegnentemente in quanto tempo si potrà perfe*
zionaiB , si è già detto , che la terra , òhe si escaverà da Mt«
libello al canalino di Cento tra gli argini , e cavi sarà pae*
aetti num. 7aftco. che per esser più basse le rive del cava,
e perchè aen vi essendo nel cave terra a bastanza , per finire
gli argi|ii, si piglierà terra sopra barche, che vi aaderanna
aolamente opere dne f e mezso per passetta , in tatto opere
nnm* ì8aooo«
t
176
E dal canalino sino al Bondeno» in riguardo dell' escaTa-
zione suddetta, jsono passetti nnm. 4^6o5. e per ogni passet*
to vi aiideraono tre opere , ohe sono num. 14581 5*
E COSI in tutto saranno passetti da Mirabello al Bondeno .._
numero i2i4o5. opere numero 327815. costerà - • ^ ac* 85594
Se poi si dovesse continuare rescavazione pet le campagne
del Bondeno , per detta linea PE , della medesima larghezza
di pertiche num. 24* nia di profondità di piedi 9. respetti-
vamente , per essere il sito del terreno piò alto , portando la
terra fuor} in detta distanza di pertiche 10. dal labbro del
cavo per /eiaschedtina parte 9 e formando gli argini piedi ia«
alti di larghezza nel piano della campagna di piedi 39. nella -
•uper^cje larghi piedi i5. che fanno passetti per ogni perti-
ca andante 173. m circa, che in tutti saranno passetti num.
743000. in circa ^ che in riguardo di (re giuli del passetto ,
aaranno a ragione di scudi 5i. in circa per pertica , essendo
pertiche 43o. di lunghezza importerà la apesa >- ^ - ac* aiQSo
E saranno opere num. a 12900. ec.
Ed il terreno , per il quale si dovrà fare la detta escsrva-
zione dal punto DE, sarà tornature i3i. che a scudi 4o. per
tornatnra importa ----^---.. -...«(>. 5^40
Ma se occorresse alzare gli argini del Panaro dal Bondeno
fino al Po grande piedi 3. che costerebbero acudi 6. in circa
per pertica in Junghezza di pertiche num. i6oo« la apesa sa-
rebbe di-----^--.--^----.-gc* 9600
Per due botte sotto al Reno per condurre il canalino di
Cento , ed altri scoli nel Po di Ferrara , importeranno * ac. aoooo
Spese per la chiavjca, ed altro per Borana - - - . se. loooo
Vi ai aggiunge per le apesa atraordinarie di cariole « ponti ,
scoli, Periti, e Soprintendenti - - ^ - - * ;. ^ ac. loooo
Tutta la apesa dell*escavazione^ arginatura^ compra di ter-
reni , 0 chiaviche ^ ipaporterà ^ --'--;-«.* ac* 162274
Tutte V opere saranno da Mirabello jal Bondeno ^ num. 3278 1 5
Pai Bondeno alla Stellata jper Gambarone, opere ^ ^ nunu a 12900
Somma in tatto opere * r imm. 54071 5
»77
È
Selaziane dello stato presente del Reno di Gibrgh
JUvelUm Alalia Fratta^
notorio 9 tche la 'Santità .di demeiite Ottavo 4iviertì il Beno
selle Talli 4)er un interim » con x>rdine y che %\ preparMae un alveo
altrove» e ohe si irimovease idalle edotte yalli ^ cooasceodo., 4>he: noo
>erano quei fondi dalla lutura 'deitioati alla metà di esso Reno. v .
I 8acQefi9ori 4i «Gremente *ebl>ero.i medesimi. Bensì, .deliache ne so-*
no fedeli testimoni le visite, ed i Processi di .Monsignor Gaotoriof
ne, MonsifKnor >Clorsini.^..ed ^Uri ^ ^d;i. decreti 4Ìi Crefforio JCV.^ e di
Urtano VIIL « .
L'interim di Clemente si è irasformajto in un mezso: «ecolo ^ « fra
tanto correndo il Reno per #ito improprio » sO Jbcendo «danni inenar-
nibili (i) ha fabbricato 4S^ae^ stesso non ,vie^ o Jilveo» jna ^^taaoli.» ed
impedimenti insjipaxal>iru Le xotte.^ e le .continuate ^ «e jdispendiosa
Teparwiooi^ tsòno srvefragabMi prorve 4IÌ questa >verita:«
lia Jiotexietà jdunqne Idelln inejite -de* suddetti Pontefici • pone in
chiaro., .cbe iti Seno iiirono jirestate le valli per tempo limitato ^ e
^bìt non intesero di pregiudicare^ joè togliere rjna. a' JSolojgoesi di
Dulo «correre in .altra parte) «del jPerrarese^
Quanto foravo danno abbia arrecato il Reno perlai cagione .ili <erp
ritorio .di JBjologna^ u^ltiTe.a' fondi jsonegati^ le opulenti ville di JBon*
•convento, di &é Agostino^ palUera^ Raveda^ JMjrabello^^ Bosso, ^
contìgue .5 ierreni li più grassi^ ^e |>ijii leraci 4tel JBologoese:, ne pos-
eono ^£irie>dolojosa jede^ essendo *dimewsìte »d'jibitatori^ e di xendi-
te:, con vanendo «spendere ^gn'.anno air ingrosso^ per ripararsi dalla
inondazioni^ poiobe fnon correndo più il fiume per le viscere della
terra j[ naturai camminò) rora-'da una lunga > cortina d' argini vien so*
atennto In molta altezza ^ «sicché trapelando gli rargini , ibrroa uoa
perènne jsor^vm\Xielle.\campagne,, in «vece. jDbe per debito avrebbe k
ncc<H*re J^aoqne piovane nel proprio letto> * . ^
II Poggio, e le 'Ville uli sC^prara^ dominale ^ Diolo, Tedo^ Ca-
giojosa , .Castellina^ MalaUier^ % Pegola., e tant'.altre in parte sono
distrutte affiliale , caduti gli tcdifici ., -che appena àe. ne veggono 1 "ire-
'tìgi , parte ridotte pescarecce, parte del tutto abbandonate^ alt^e
divenute infruttifere , altre * rese inospitali , onde con la perdita di
trecenlomila Jtornature M terra ^ la quale aeminata pe^r una terza
(i) -Quando in posto il Reno nella vallo Sanmardna in 'Con intenEÌone , che
non passasse «n quella di Afacrara , per non panneggiare i :tsiTeni superiori , on-
de in fatto un argine cireondarió da' Ferraresi oon grossa contribusione de' Bolo*
^nesi , ma nsn giovò punto , ed ora non se ne vede quasi orma •
a3
MwìAì
yuelt renderebbero lao. mila corbe di erano (r), vi è tncbe U man-
^Minxa di quattromila contadini, che T abitavano 9 e ooltivavano.
La ragione dunqae persuade, e la necessità costrìnge i Bolognesi
ad implorare il braccio del supremo Prìncipe , dopo cinqnant' anni di
sofferenza , giacche i Ferraresi non solo non hanno mai ammesse le giu-
ste querele degli oppressi , ma nel messo delle pubbliche , e gioiose ao*
elamMioni per 1* assuntone del Santissimo Pontefice Innocenao X. ia*
Aestando sopra V orasione congratulatoria un preserratiTo , hanno fatto
instanza , cne si tolga il mormorio (a) della remosione Aet Reno •
Ma per far manifesto, che i Ferraresi hanno 'forse non minor iute*
resse de' Bolognesi nella remozione del Reno» eccoci con un argo-
mento ad hominem*
Tutto ciò , eh' è graTcmente nocivo » dannoso » e pregiudiciale al-
la Repubblica in genere di buon gorerno 9 devo oorregersi , e rimo-
diarvisi«
n Reno è stato, è, e maggiormente sarà gravemente noci?o ^ e dan-^
noso allo stato di Ferrara. Dunque devesi rimediare, e riikiiioverle
dalle valli.
La maggiore non ammette contradiaione , la minore non può ne-
garsi , perchè il fatto ne porta la prova , come A vedrà qui appres*
00. Dunque la conclusione è perfetta.
' La Pieve , e Cento terre grossissime , e già poco tempo pieno di
abitatoti molto ricchi , oltre le sogi^ette ville dt Massumatieo , Pog-
getto, ed altre eòavioine, spesso Si veggono il Reno nelle oase ^ e
nelle strade, e crescendo continuamente il fondo del finme, esse riman-
gono io conseguenza più basse, ed esposte alla discrezione dell' acqua •
Tutta la riviera poi del Reno dalla parte di levante, territorio di
'Ferrara è stata ridotta in valle, e nosco, dove prima era campa-
gna fertilissima •
Dal lato dì pouenlp , cominciando da Mirabelle $ confino del BoIih
gnese , sino ali alveo vecchio del Reno, i due comoni di Vigarane
*con Je ville adiacenti racchiuse fra il Reno , ed il Po di Volano , pa*
tiscono i medeaimi mali, e maggiori di 8. Agostino, ed altre vÙle
- Bolognesi sopranominate, per essere queste in livello^^à alto.
(f) Una Gorbs di grano pesa d'ordinario libbre i6o«
La Città di Bologna non suol comprare nn anno per 1* altro più che CSoxbe aS
' Ulna ;
(a) la Orazione ad Sanctiss. è stampata in Roma da Francesco Garallo V anno
i64&* ^ parole tono le tegnenti:'
Hujus c^ro Coiumbae aspéctu confimuHa pécé conhtmax Kkmti propinfuioris eesf&t
wurmur/M md Férrariensium prscs^, ne oh Firrarkminm erumnas Umm $itun^
dai auditum . • t^. . .
»?9
Ltmeo la spónda. di Reno Tecchio alla mano ciestra sino alla ohie^
•a di Po rotto, non iri è so noo bosco, con alcuoi veitigi di oaaa«*
menti iparsi per detti Boschi sino agli argini •
La chiesa ai Po -rotto, rimasta aoU , benché eiroondata d' argini ^
Tiene so tonte visitata dal Beno, né gode un palmo di terra ascinttat
é non sono qnattr' anni , eh' è ridotta in questa miseria •
Tntto qael tratto della chiesa sino alla porta della città, cMbmata-
Paola , è della medesima oondizione , rimanendovi solo le case prossi»
me all' argine, le quali due , o tre ToIte^l' anno sono ìnaffiate dal Reno*
Il Borgo dì 8. Luca situato fra le dne porte Paola , e S; Giorgio'
( divìso dalla città , mediante il Po di Volano ) sono pochi anni , che
dalle mura della città viene compassionato per V inondazione nell' Or
soresoenEe del Reno.
U medesimo stile tengono P acque del Reno , proseguendo di li per
k riviera del Po d'Argenta (i) sino alla Torre della Fossa, villa già
ripiena di grandi , e belli edifici., ed ora quasi affatto desolata •
Per r istessa linea sino a fossa Zaniela , ed oltre sino alla Fasmna»
ta , tratto di molte miglia , vi è aolo 1' argine in parte accasato , ma
la campagna , abbondante di oannocoe, non conserva, ehe la memo-*'
ria de' siti già coltivati •
La villa di S. Martino nel tempo delle diversione del Reno, abita*
ta da migliaia di persone , ed ora da centinaia, è divenuta d' una
speeie singolare fra le cose create 9. non eapendosi , se sia terra, o ao-
qua, poiché il Reno con le sue eaeresoenze ba ricoperte con terra
la sommità delle finestre delle più alte case , e delle pia umili , 0
basse ( sena» iperbole ) ha uguagliato il tetto ^ e nondimeno con lai
pienare torna a galleggiarvi , ncohò dovrà presto rimanere abbandonata.-.
La campagna della Sanmartina , già tanto feconda , e doviaiosa di
cassine, ed animali, ora è valle, e qualche scanno, o dosso eretto-
vi dal Reno , non è che bosco impraticabile •
I) Polesine dì S. Giorgio , intitolato da Gio. Battista Aleotti ( ce«»
lebve ingegnerò Ferrarese- ) anima , e spirito vitale dello stato di Fer«
rara , avendo pwdnti gli scoli , per 1' interrimento del Po d' Argenta,
ed inalsamenm delle sue acque , mentre ora non può svenarsi nelle
valli, come fiioeva prima per le bocche, altrìmente chiamate Buote^
cammina a gran passi alla total sua perdita (a). ^ '
Lascio da parte gì' infiniti danni , e mali , eh' ha £itto , e fa nel«
l' Argentano , Gonsandplo, Massa , Riviera di Filo , Lugo, Bagnaoavallo »
Conselice 9 ed altri , e quanti gentiluomini sono morti miserabili , e
(i) n Po d' Af|penta viene aaofae cl^iamate Po. di Prìiiiaro«
(a) L' Aelotò stampò la corografia. Panno 1601. od iti quella predica la som*
nofiione dal Polesine di 8* Giorgio, ed eia Ferrarese, e stipendiato daUa città*
i8o
qnaoti hanno' disabitato la città, quanti non bannopotnto ammogliar-
si, quante famiglie estinte , e quanti luoghi Pii hanno perduto le
loro sostanze, o in tutto, o in parte..
Questa rappresentazione noa ò nn corpa fantastioo , non- chimera^
o congettura, ma dimostrativa,, nemmeno un quid fuHsy ma» vai quùi
facti , onde la pertinacia de' Ferraresi si può piuttosto, attribuire a
aeiagurà fatale di queste dae città , a territori ^ che* a vero^ sentimeo»
to ragionevole ^
Aggi liuto, per motivo non> inefficace,, che la fortezza,, la città di
Ferrara , e le valli di Gomacchio hanno* sino* ad* ora , per disordini
del Rena, sentite, male crisi, ma per raVv^eoire^ non. ponno* fuggire
quegli effetti maligni, che le ridurrà air eccidio^
Dal margine della fossa della Fortezza ,. sino al labbro del Po di Va»
lane, non vi è di cootineote,. che un- tira di balestra.. Il Pò di Vo-
lano non è ivi più largo di un* condottOr, e per linea divisoria fra
esso Po , e P aoqua stagnante del Reno , non. vi è altro* intervallo ,
ohe la strada.. Va cresoenda ciascheduni anno L'acqua del Reno, e
deponenda materia 5. sicché' alzando* quel fondo ^ si abbassa la fortezza,
onde acciò lion trabocchi P acqua del Réna nel Po, ed indi nella fos-
aa della fortezza,, sona tre anni, che la suddetta strada divisoria vie*
ne innalzata con terra , a proporziona delP accrescimento deli* acqua
in £Biccia alla fortezza^ , ^ .
Quanto poi anche vada deteriòranda la detta fortezza nella salubri-
tà deir aria , e città istessa ». o quanto, vadana abilitandosi col rima-
nente in conca a ricevere la furia delP acqua, ogni* debole ioteiJetto
paò darne il giudizio; e se succedessero di netta gli accidenti, che
sono succeduti di giorno alcune volte », darebbe P ultimo tracotto a
quella città.
* Le valli , e città di Gomacchio ». qnanda rompesse , o soverohias-
se il Po di Primaro nel Polesine di S. 6 inizio , saranno il ricettaoa*
lo delP acque del Reno, con> poca speranza», che mai più si pren-
da la rotta , particolarmente se alla rotta ne succedesse reiterate pie*
Bare del Reno , avendo il Po di Primaro* circa» 14* piedi di caduta
Bel Polesine. «
La^ navigazione da Ferrara a Bologna si è già* perduta una volta »
e si è 'rifatta con gran spesa, e con allungamento del doppio viag-
gio, e va mancando anche questa, neppur serve se bon per pochi
mesi dell' anno • La spesa delia condotta per acqua di carra sei di
ibereaozia importa al presente lire 16. di questa ùienèta ; per terra lire
144» (O.nia non si può uè anche praticare il viaggio di terra ae noa
«»•
(1) Lire 16 di moneta di Bologna, fanno di Roma «cadi 3. baiocc Si. : o li» lAtt.
•e «9. 9$. ' ; T » ^ -T-i-
i8r
ts» mesi deir anm» ioii^i^àrdo delle peisim^ strade di questa regione.
Qaantò deooros utiie |, abbondanM , e popolazione arr^hi alle città
il. traffico 9 à politica peculiare' r qioaato» nnpoiti alla Camera per la ga-*
belh di Eawara, è facile dìi; farne la^seàodaglto».
Dalli suddetlU accidiejiti' c^o<Bvertiti in «ostanza si vede, e secisibil'^
incinta' su oeupsoet» ohe le^ valli. noa« sono: il •centro del Reno*», né at«
tivaniDBnte 9 nò passivaaionte .. Attivamente^ perchè ha- bisogno' d' un
fine, reale^ né ama di terminare im acque* »tag(iaatÌ9."^nn^veat&ndogli
fi) o gran cadnta 9, o aeqna fluida» e- veloce*» che porti la sua torbi-^
da -al: mare*^ Pkssìwamenfe ^ peisehèc le* valli sono* no ptccoL mare , ov-
vero^ tanti catini de' quali ve- n' è necessiti »* per ricettaeoro dell' ac-
que* del' Ferrarese ». Bolognese ». e Romagnola, onde- con" riempirsi di
vantaggio 9 e 0<m P' acqua stagnante, e' con la terra, che portji il
Reno., Ferrara coi Polesine di S. Oiergio»- rimarrebbero- sommerai", le
yilUL di. Giimafittbia diverrebbero^ scoli delL^ acque; chiare »: e la città di
Gomaochk) ingoiata •.
L! esperieiusa è verìdica' maestra* dr quello* dovrà* succedere ,? men«
tre ora si: veda essere statai interrita tanta porzione di dette valli »
perduti g)« scoli,» ed^iuafzale Tacque; del Po* dT Argenta ».^ per cadere
ruinosamente nel Polesine' di S.. Giorgio », o* pia* in. su » a più in giù»
cerner porterà il caso ...
e Non vr rimane in tanto altro aftov per iiicammÌMre il Reno, che
«ueiro del Po. di Venezia , tanto- più, che il tirare' un ramo di detto
ro' innaDÙ. la città di Ferrara vien stima tO'^dispeDdioso , e d' impos»-^
aibile riuscita (2)^' mentre^ che ii Duca- di Ferrara versato iuf queste^ mate*»
vìe > ed' aocerobiatO' da uomini insignir iut pratica , e teorica^ tentò io
yauo-.r impresa .. Nel^ Po di Vene^ ia;t si verificano' i due' 'requisiti per
il Renov cioè caduta (3) e velocità di corso» delP acqua paziente..
Piùv prova- della^ velocità si dice $ che il sopportar ^9; fiumi eh' en«
tirano- ael! snor lètlor» e particolanneniìe' r'Adice y, il quale porta più
torbida' in una* volta »> che. il Rene iir quattro , ne vi è segnc d' in^
terrimento' in- migliaia- d' anni » pare ohe sia' sufficiente •
i Quindi si fa^ luoga di rispondere; a^ due obiezioni' fattar da: alcuni ;
^*-»^
«■*»
(i^ L^ estensione ' del Ferrarese è piuttosto orizzontale ,; che pendice vo costiero »
a però de tesi' éepii tare- i siti declinati. *
(a) Non sitsoao' potute' cdtictliare: Pdpinioiil^de'FèrraTesi: diséo'rdi' fra. di loro',
circa il* punto- e sito da* pigBare il Po^^ per stirarlo a Ferrara./
(3) O^gr lai difficoltèud? introdurre- iFramafdel: Po ìnuapzÌ4FéixAi^ del
passato , in rigpBcda , che il Reno ha* «con volto. tutti i. piani' ^ e siti • Vincenzo
Sassi livellò l*annQ> lóar. e trovò che il Reno dal luogo ^ dóve si doveva fare il
taglio sino àUa Stellata , vi sono piedi aS di caduta nel Po . Ora ve ne saranno
pia. di So*, ' .
. \
i8a
cioè, cbe il Reno abbia aAticamenio Soterrko ìi Podi Ferrara • Si sa»
ch'estendo diviso il Po in due raani , ed essendo gaseto reqnilibrio
a Figarolo , che regolava il ranso anddetto » nò essendovisi posto ca-
ra , a poco a poco V alveo del Po di Venexta andò prop«Mrsioaandosi ,
coni in larghessa^ oeme io profondità alla oofna della* nnova soqna
accresciuta tirando a ae maggior .quantità , e le torbide » ebe giange-
-rane nel Po , troTaodo <|uel ramo di Ferrara debole » e aoarso d^ ao-
qua , cominciarono a deporre la materia limeaa , ove ^vnto il Reno »
e sboccando in quel grand' alveo, povero d'aeqnat si dilatò, rc aei^
vandosi tant'alv^^o, quanto fosse sufficiente al sno oorso (effetto na-
turale) depose nel rimanente .dell' alveo aemimorto «del Po la materia
della torbida^
Che anche potesse interrire la Ssce dcd mare , rio diflieihncnte
può accadete in qualche P^rte del Mondo , dove il mava non id>bìa
profondità , .0 non abbia fiosso, e reflusso, ma l'esperiema mostiat
che in cinquemila , e più anni dalla creazione , se il mare fesse so^
toposlo ad interrimento, non vi sarebbe «più mare» pevdbò tnfeti li
fiumi del Mondo terminano nel mare •
Che il Beno possa accrescere notabilmente aoma si Po, qoMMio
detto Po sìa tumido , .e gonfio Ji il che non snoie accadere , proce-
dendo r ingrossaménto di detti 6umi , da causa , o venti ^pnaai con->
trarjj ai ilice, che .stante la regola, che «n corpo minore, e mea
violento non può eoirare nel msegiore » e più viMonto , U Bìene noQ
potria entrare «nel Po^ prima ch^bUa eqnilibnta la ena aeqna ^cen
quella del Po, né vi -potrà entrare , se non con quella poraione, che
supererà l' acqua del Po , la quale san poca , poiché «eli' atto mede*
Simo , che V acqua del Reno . avrà aoperato il pelo dell' aequa del Po ,
onella si spaigerà sopre la superficie <li questa , la quale dilatata per
r ampio seno dì quel ,.,gren vaso i ^ «portata .npidamente al mare ,
non potendone giùngere -tanta quantità , che la ^Sorrento del Po non
l'sblaa trasmessa, e stnunmacsatu in mare.
Per rispondere anche in particolare , fiforato il caso , che il Reno
debba entrare nel Po con due piedi quadri d'4ieqna ( benché dicono
sei ) si dice , eh' entreodo %g. numi nel Po , e molti triplicatamente
maggiori del -Reno, se entrassero nel Po con due piedi quadri d'ae«
qua , sanano piedi 58. d' acqua , ma perebé il Po non na tanta al-
tezza , né anche dalla sommifà degli argini ^ sino al cupo del tao
fimdo , però non vi si deve ^ar altra riflessione , né addurre regioni j
perché il fatto condode il contrario .
Per correttivo ancora di questo panico timore ai dice , che si poi»
sono limitare Tacque del Reno con una, o due soglie laterali » o ci*
dote , sicché non entrerà mai nel Po , se non quella misura d'ac-
qua » che gli sarà daU dal regolamento suddetto» ed il Reno sempre
i8S
t
andari^ felieeoieiif e , perché^, mentre abbia cono , soata il suo lettor
uè «{«dita maatima è mai tutta richiamata in dubbio .
Menunialé dato per parte de* signori Ferraresi a N. S. per
la remozione del Reno dotte valli •'
fjrli nmiUanmi^ )9 derrotiaMmi Serri anoi gP interessati di Santa
Bianca » Garamai^y e Vibrano dalP acque del Reno , per la rotta se*
r* la m SeóC Agostine » TìHa «ef Bolognese , ed insieme * gV interessati
Po rotto ySaniaartiiia^ Torte della* Fossa » Fòssa naoTs , Sant* Egi-
dio» Marrara ^ Gìarré dt Reno, Torre de) Fondo, e -Comi naie, tutte
TÌUe del Ferrarese , cbe^ già erano arative , arborate , e vitate , ora tat^
te besohive , e viralKTe' per causa dell' acque del Reno , vedendo che
per causa delle ' differense , die in questo particolare vertono fra là
città di B^ogna> e' Ferrara non possono conseguire rimedio^ è tine a
tanti loro danni, e «riserìe ^ eh banno aggiuntola ruiua di' itiolte fa-
miglie , in gravissiàfeo dituno dèlia città di Ferrara, e della Rdveren*
da Camera Apostolica per i diritti , ch^ erìgerebbe sopra P eutrasé
di tanti beni, se fossero éoltivati, e fruttiferi, quali Vostra Sabtità
può &oilmen$e argomentare dalla quantità del terreno fatta boschivo,
e vallivo , eh' è circa moggia quattromila , e del terreoo inoaJata di
auovo , eh' è più di moggia duemila , quale si figura possa rendere
d'entrata ogn'anno (considerate tutte le qualità) almeno scudi quin-
dici^ moggio di terra, che sono scudi novaotamila ogn'auno, sepxa
la parte rustieale , .oltre la pèrdita di fabbriche , ^alberi , viti , ed ani*
mali , per la lusrte de' Ferri^resi , restandovi poi la parte de' beni de^
Bolognesi, de quali si avrà da essi notizia •
• »
£ perchè per la disunione d' alcuni cittadini de' più grandi guida*
ti'4a propri interessi vien impedito al Magistrato lo scoprir queste
piaghe a Vostra Santità per mezzo dell' Ambasciatore ; si sono perciò
risoluti gli Oratori , umilissimi suoi servi , e sudditi , ricorrere gencH
flessi a suoi santissimi piedi , supplicandola a porgere ormai con fa s|ia
4y»9to«issima^ mano oppOTtuno rimedio alle loro mine, che di présente
.«arebhe^, il comandare espressamente a' signori bolognesi , che ripigtias-
tesoi la rotta>'^ .poi aSttbito , che il Reno a' inoaisasse netta Via; ove
al presente piega nel Po grande verso la Stellata , altre volte disegna*
ta^ e patinata a quest' efietto, che tale vien stimato il vero, reale,
e perpetuo rimedio a questi mali •
£ cosìfCrederiafio! sostar provviste 4 ìoto medeslm}, e liberato la
città , lai forteasa , il Polesiae:di> S. Gìoi^o^ con^ lis t^ittà , e valli di
.Comaochio. dagl' amminenli iperìocdi , che gii «ovrattano ,^ non ricUsén-
do alena altro rimedio,: che :<opportand pateMe alla Santità Vostra in
bqIUcvo, «:^v«mentf de^ orateci) ed <atìie della stato di Sante
/'
I
\
l84
Ghiera « acciò questB citik^e 4Uo daeato slèM teoaU fierpummenie
ricoDCMoere , e profesrare «gaetto £tàxì Jb^nefaiA jdalk .pi»toiÌMÌ«« a^
no dimostra Santità.»
Quam Dous .ec* ^ ^
Bonifacio Bevilacqua
Gioan Carlo Magnamni^^
Lqdqpico Carpi .^
Franceji^o NaselU^, >'
Zaccaria Poverelli ^ per tutU^ la
cofia Poverelli •
Fr^ V.^ura Afnadei .Procur. 4^ -
Servi f»
Ottavio.^Ariosti.
Giulio Vacca •
VincfiuzQ JPigqnti fiianonico Teo* ■
Ioga .
Ciarlo JBrandoUjB
Luigi Capello •
Giacomo, Muraria
Carlo ^rapini ^
Paolo .Navile.0
Filippo Manzoli.
Affurea Guareschi^
Giacomo ji* JlrcQ JBiietU 4i fona
Nuova,*
Andrea JHuzzarelli •
^Rinaldo Buosi*
Giacomo Venuro •
Alonso Ruiti.
Luca Mattioli^ .
]
Vincenzo Cinuìd fiffermo^
GiovmmU iBonlei •
Già. Mm$iita SuperH. :
Jl moiósimo* jmr* M ngnù% ^AkjH
Mindro . JH^gn pufUUo..
.Domenico JP«fiiawu>»ì • > -
&iO. Antonio Rmepij^
JSirolama FerrOMMi *
JFraocefco Jia^àjgliaL
jGia€0mo^é^lighmid i-
tCeeare jSignà^
Giulio Peretii^
Gio. .Maria GaUerm^
Antonio JJtùUa
Girolamo SLanMOtti^
AntoniQ Serrai
JSrcole Borjgna^
.Carlo FoUgattim
^ Emilio .di Ftrrara éCelarmio ài
. S. ^Giorgio per .il Monastero *
Luigi Muz%arelli,^
Muzio Arivieri^
^artolommeo Alhwtino Manda*
torio delle Monache di S. Moù-
jCOm
Furie .Scritture nel caso rdi aver Uoato V .acqua del JRmo di Bologna
dal cadere nel Po , e di rimetterlo di nuovo » leoùndolo dal cado^
re nelle vaili » del signmr Gio. Batista Barattieri^ ingogngro della
ia Ducal jcamera di .JkElano ^ ecm
V arietà dUoeidtiiti liaoQO pm "Tolte fermata IMmprattioM ^ qae-*
•t'opera 4 <e perchè frattanto ftono òomparte lobbie fatte -dall' aJ^te
J). ^Benedetto ifinaAclU in tiimle materia d'aoqee » tette in un corpo
con i Moi manoscritti ' stampati in Bologna da' Xkoesi , e tono le me-
de»ime^ che noi inseriaouD in qoeata seconda pvte \ ToloTano ^rcab
i85
aloQm 9 che m tràhsinatie di contiontre i legnenti manoscritti , e ri*
metterti {ter eni al ' già atanf^ato da' Dosai ; ma perchè il nostro fi-
sa' if di onire in questo corpo tatto quello 9 che noi sappiamo esse-
re stato sincera scritto nella materia deil'acqne, è prevalsa la ra*
pone di oonttnnare al modo 9 ch'ella fa ordinata fin da principio,
stimando che possa dare m tal maniera più compita aoddisfaaiona
a tutti •
E perchè nello stampato a Bologna vi hanno agjpnnto di più certa
scrittuaa di Relaaione, che fa fiitta V anno i6a5. dall' Ulustrìssiroo t
e Rererendissimo Monsignor Cesare Corsini sopra la eaosa dell'ac-
que del Reno di Bolosna , del Po , e d' altri fiumi della Romagnola ,
che si controvertono ira ì signori Bolognesi , e Ferraresi , e fatta da
esso Monsignore quando fu generale visitatore deputato in quella fao*
cenda, per ordine della fel. mem. di Papa Urbano Vllf. Opera degna
di essere veduta, perchè discorre d' uno de' maggiori interessi d' ac*
que , eh' oggidì si senta disputare iu Europa ^ . abbiamo noi anche
perciò risoluto di arricchire con la medesima relazione queste fatiche^
massime, che già v' era il pensiero di farlo senz' altro, e "porvi d' av^
vantaggio quel poco da noi scritto gli anni passati sopra lo stesso
fatto Sperando , che possa in tal • modo restare più adempito il nostro
pensiero , massime che questo caso può servir€f d' esempio molto gran»
de a quelli , eh* avranne mai da risolvere sofura materie d' acque tan-
to rileranti , non potendosi a tfeno di non detestare una tanta risola*
zione di levare l'acque del Reno dal continuare la caduta nel Po , a
mandarla dentro le valli f eoi pensiero , che d avesse da ritornare al
ano primo viaggio quando fossero stati espurgati quegli alvei di Vo*
lana , e' Prìmaro , e rimessa di nuovo la navigazione in essi oomum-
cata col Po grande; operazione, che ancorché assistita da potentissi^
me persone , era nondimeno da stimarsi impossibile, come l'eape*'
rìenza l'ha poi fatto vedere a tutto il mondo, essendono seguite tante
mine , che nel Bolognese si contato di possesdoni , e villaggi perda»
ti, ed annegati, per 1' annoa rendita di cento ottantamila dnoatoni,
e poco meno di altrettanto Ti è di perita nel Ferrarese , olore all' a^
ver posto la città medesima di Ferrara in istato , che Dio sa ciò che
ne Sta per seguire , e ne dovevano essere avvertiti , perchè la scava-
zione d una tanta lunghezza d' alvei , e la rimessa del Po negli aU
Tei di Ferrara ed altri siné al mare, noil poè, eh' esaeio stimata im*
possibile.
Ma perchè, senif essere aocompagnata k aerittura di questo^Mon*
aignote da una carta , che mostri la figura 4i quel paese , e màssime
de' siti sopra quali si discorre , non sarà <riia forse ben ttjteaa da tal»
ti ; aggtannremo noi qui le seguenti notizie , mediante tè J[aali po«
tra ciascheSuno Telerai delle tavsole ' del Fomirese > Bok^aese , 0
a4
^
•
tr
i86
Roma^ola ^ stampate in libro con V halia fnttà del MigiM^, fticfaè
comparirà k carta ben aggiastata éi quel fttjto^ ohe dcuol Tirtnooi
Tanno ÀiceBd» per ordine di queUe dae* città f che avaali di Svut
Santità discorrono le forme di pretvedenri.-
Si vedono quantità di acrittnre sopra questa ptrtieolare, tenCo
m istarapa , quanto^ a meno , fiitte i» pi» tempi , da? primi eoggeiti
d' Italia , e fuori , in occasioni di più vìsite iatte da diversi de* più
qnafificati Emìneòtissimi Cardinali del Geneistore* » e da diversi^ Pre-
lati d' ordine de* Sommi Pontefici, seconda i tempi» .ed altagetteata
1^ parte ancora».
1: rima-, si avverte che nella* tavole deT Ferrarese^ dbve if confine
£ra Bolognesi , e Ferraresi attraversa il Reno , si vede sopra la mdì-
atra sponda di esso Reno- la villa » che dicono Osterìa naova ; quest»
eon il medesimo confine vorrebbe essere ma poco più verso iL mei*
sodi; e nello stesso punto poi dove- hanno postO'tiàe osteria r vorieb*
be esservi la chiesa ai 'Yigarano ••
Dove si vede posto Mirabelle » vorrebbe esswvi la vifla die^ GIb^
alien , e quelle di Mirabelle poi tra' Bhtslieri». e 1* Qstexìa ano va so-^
pradd'etta.
Alla chiesa di Vigaraao sopraddetta » V anno* i6o4* fo eerrate* 1* ai*
veo del Reno ; e fcn-ono volute 1* aeqne sue a correre verso levanlCy
passando per di sotto la toire di j^ndo , sino » trovare la valle San-
martina • Restò derelitto per questo 1* alveo del Reno^ da* detta* due-^
aa sino a Po rotto ^ come resta ancora*.
A Riolo 9 fiumicello di quella pane » andava diritte nel: Pò a Gas-
sana , o Po rotte ;. fn levato di sopKa dalla^ terre di Verga , e manda-
to^ come sr vede , sella valle di Mlirrara , e restai perciò intorrìto
qnef canale da dette terre sino al Po rotto , e lo stesso fa il fiami'
celio* Scorsuro*.
• Dopo tale diversione y il Rene^ ha scorso ui^ tempo* dalla chiesa di
Vigarane alla valle Sanmariina , distendendosi ancora dentro quella di
Merrara ; ma rompendosi , pochi anni sono.» verso^ tramontana » si ò
poi fatto r alveo, come dal centro di
dette valle Saomartina ^ ^tno a
mettersi ndl* antico lette di RickK a Po rotto-» dove poi si ò voltato
Con il suo corso fuori dell' argine parallelo del Po di Fonerà , e vi<»-
fio alla torre della Fossa a disperdersi di nnovo nella valle di Marra-
ra , Kstindo tra esso Reno , e Po , non più terrena» che le pianta
dell' argine » che pure ancora si oonserra aano •
r
i87 .
Sotti de' -Ghialidn è «mi euwatnra fermata fiA JReno con U Bini*
atra parto poco sotto Mìrabello , qual Mirabelle vuole essere Ghi-*
aìierio •
La nayìgazioBe 4a .Bologna a FesrAra -è canale lifaviglio^ ^ch' esce
dft Bologna , ^ va a Malalbergo , .nel qual s)|o , voltato a levante
^uel Naviglio » u disperde a ux 4elle .bonificazioni ^oon le torbide£/.e
in quelle vaUi •
A Malalblì^o •ai muta nave, -e si iiaviga ^^er .canali dentro le «tesse
vcalli. Era prima distesa tale navigazione da Malalbergo a Botti&eddo,
a Sanmartino -, e passando tra le valli Saamartina^ e Marr^ira:, andava
Bel Po a Ferrara iper le iioccbe «de' Masi , che si diranno ^
Qì^ interrimenti fatti in qaelle valli dal Reno » dotpo ccbe vi entra.^
^ banno interrita .k prima navigazione , fu perciò necessario portadrla
più il basso ed entrare nel Po alla topre della Fossa.»
£ perchè -si è interrita la valle d' avvantaggio., hanno traportate
la via della navigatone » cioè da Malalbergo n^ poco per la via veo-
ehia e poi piegando, sono andati a trovare il confine tra' Bolognesi ,
e i Ferraresi nella vaile di Marrara ^ sopra la linea di tal confine ^^
oh' è retta camminando a levante circa due miglia , bunoo poi vol«
tato il viaggio a tramontana per essa valle sino a trovare il canale
del Dnca , eh' è quello , che nel disino dicono Canale unovo , per.
dentro del qnale «voltandosi a ponente , .poco avanti si ievano^ e tor-
nando a traihontana, vanno dentro del Po inoootro la torre di Cai-
baaa > e per di là nel Po a Ferrara^ e ^hi V4iele verso levante al mare*
H canale Ael Dnca è quello f che le tavole pongono per Canal nuo-
vo ; |Nissa p^r la valle Sanmartina » e passando per quelle di Marrara »
ai inette nel Po , di sotto quella terra , detta di Marrara^
U Po di Ferrara oggidì non corre più dalla Stellata abbasso^ corren-
do tutto il Po dentro del Po grande , che chiamano il Po di Vene*
aday'Che passa a Lago scuro^ Quel txatto di canale^ che fu Po dalla
villa biella Stellata^ sino aUa villa del Bondeno « serve -solamente di
Canale a Pacare » fiume del Modenese » che va a mettersi nel Po sot-
to esaa Stellata • Dal Bondeno eino al cacale di Cento , 1' alveo dd
Po 4i Ferrara è xiempito di terra ; e perchè quest' alveo derelitto^
era ( come pur anche è di p^sente ) provveduto d' argini dall' uni^
e dall' altra pi^rte > hanno ^i i. Ferraresi fatto un arsine a traver-
so di ^etto alveo -9 riempito -impresso la terra del Bondeno ^ intesta-
to da' capi agli albini iate||U sopraddetti 4 -quest' argine attraversate
alla valle 9 o letto deirelitto Jel Po. ^li Ferrara» è queUo che.P a-
bate Castelli con, il -suo Corcolario XuL dice ^ che lesse selite essere
tagliato da' Ferraresi nel tempo delle grosse piene del Po, accioc-
ché si scaripasaero tali piene u\ mare 9 anolie ppr esso Po derelitto
verso Ferrara. ,^ .
t.
i88
Il canal Serra oTTero il Stramasxo » è 'un alreo manufatte ' per
condurre Panaro nel Po di Ferrara » pigUaodoIo poco topn^ del Boti*
deno , e sboccandolo nel Po verso la l)occa del canale di Gente ; pen-
sarono di mantenere la navinsione a Ferrara con il Panaro 9 ma non
ebbe effetto , ed è aerreto , disperso $ e riempito •
Gambarone TÌUa , €bieaa di G^mbarone > e Tolta di Gambarone , è
una chiesa con villa sopra la sinistra parte di Panaro » messo miglio
sotto del Bondeno verso la Stellata ; la volta è 9 obe il PHbaro paasap-
to il Bondeno si distende assu verso V Ospidaletto « e poi torna con
giro sotto esso Bondeno alla chiesa di Gambarone dove pare si volta ,
e torna verso sette peleaini } e la volta citata è quella 9 ohe ai & adi-
to la medesima chiesa.
Le valli , che descrìvono , per doversi mandare 1* aoqae di Reno y
e degli altri fiumi di Romagna al mare 9 sensa V alveo del Po di Pri-
maro ^ o d* Argenta » anno lagone verso messodì dello atetso Po
d' Argenta y o Prìmaro • La prima valle e quella f che dicono di San-
martina, distesa incontro Ferrara da Po rotto a torre della Fosaa aioo
al Cominale. La seconda valle è quella di Marrara» dialeaa dalla tor-
re della Fossa aino al Traghetto 9 e Molinella , e da detto Po d' Ar-
Senta sino a Malalbergo • La tersa valle è quella di Marmorta , o aia
' Argenta , che va sino al fossato Zeniolo • La quarta valle e quella
acritta Territorio Leonino , distesa sino al mare , che per esaere nel
Ravigniino , anche vien detta valle di Ravenna •
- Queste valli sono fra loro distinte con un poco di terpno alquan-
to più alto delle loro acque; cascano perciò Tacque un po' poco
dall' una nel!' altra, e cosi dalla prima alla aeoonda» e ^alla aeoonda
alla terza , vanno ( ai può dire ) sino al mare , ma con di^coltk » per
essere poca la pendensa 9 e grande V impedimento di oanoacoe t 4i pal-
niaoci 9 ed altri erbaggi » che sogliono produrre V acque » ed i nti di
qaella sorte , scolano però nel Po d' Argenta con varie bocehe » eh* ea-
ai chiamano Bove » ma perchè molta di esse ai tengono impeidite con
i; molini, o chiuse , malamente ne aegue V effetto di acciaro •
Valle di Geminale è poi quella parte di valle » o di terreno » ebo
resta fra la valle Sanmartina » ed il Riolo nuovo da Bottifroddo sino a
Rido vecchio , e torre di Verga • ^
Nella tavola del Bolognese si vede Riolo vecchio» 0 Riolo nnovo,
il vecchio più non corre » essendo egli già tutto interrito dalle tcMr-
Bide di Reno , che cadono nella valle Goi|inale e Sanmartina 9 e rin-
gorga verso Sant' Agostino ; sioeiiò oggidì va per il nuovo Riolo (arto
a quest^ effetto alla valle di Marrara» ohe non serve» perohè non ha
caduta •
Paeae di Raveda, Poagio , Gaprara, Oiarre di Reno» e Saot'A*
goatino p sono ville » ch^ hanno i Joro tenrito4 » che ai pirdttio 9 per
189
essèm interriti gli scoli 9 ed in quella putte del Bolognese 9 ehe re-
sta tra la Pieve , Cominale , e Galearedela sino a Galliera , e San
Pietro in Gasale, segue lo stesso disordine*
Boocbe de' Masi sono qaelle , per le quali 1' acqae della Sanmarti-
uà si scarìoano rientro del Po di Ferrara; sono incontro la punta di'
S« Giorgio, dove il Po si divide ne' due rami di Pritnaro, e Volana^
Boccile di Lievaloro sono un poco più sotto le passate de' Masi •
Bocche libi Gastaldo de^ Rossi , e Bocca nuova. sono per le valli di
Marrara , e fanno P esito all' acque del Po d' Argenta nel sito , che
81 vede a mezza via tra Marrara , ed il Traghetto •
Il Ganale di Gacnpate è un canale distete ^ come se la S*vena veo*
ehìa andasse dritta al Po d'Argenta al Gastaldo de'. Rossi.
Cavamente Zaniolg è un nuovo canate fatto nella vaile di Marrara ,
parallelo al Po d'Argenta; comincia presso Marrara nel canale Ga-
ctipate , e sì atende sino fra il Travetto , e la Molinella» e scari-
ca 1' acque nella valle di Marmorta «.
1/ alveo del Po di Prìmaro è stata modernamente drizzato da S.
Alberto sino alla volta dell' Abate alta Mandriola vicino al mare.
Ghìavicbe Pìlastresi, che sono alla Stellata , servono per passare
sdtlo l'argine l'acque , che colane il Mirandolescy parte del Man-
tovano y del Ferrarese , e Modane.se ancora , e vanno dentro del Po
grande poco prima di Panaro ; queste si aprono , e si serrano y secon-
do gli alzamenti del Po.
C^iavicl;^ di Qnadrea sono a Quadrea villa nella destra parte del
Pe di Volana poco sotto a Ferrara ; servivano altre volte di bocca
a cavar acqua dal Po , per fare de' molini a Belriguardo villa del
Polesine di S. Giorgio ; quest^ acqua poi andava a ca4ere nella vdle
del Mezzano , o di Gomacchio , portata dal canal Verginese'. E fabbri*
ca molto bene intesa , e 'fu fatta sine al tempo de' Duchi di Ferrai*
ra , e di suo ordine *
' Gbiàviche Paolino è una ^bbrica molto maggiore della passata ,
fatta nella sponda sinistra del Po d' Argenta verso le Valli di Gomac*
ehio 9 poco sotte 1' osteria di Fillo ; P apertura è di cinque gran
})orte ; fu ^tta con pensiére , ehe per di là si avessero da scaricare
' acque chiare soprabbondànti di Primaro nelle valli di Gomacchio ;
mia perchè la prima volta» che. vi fecero correre l' acqua, èomincia-
Tono a minacciare mina, apretìAisi alcune muraglie delle" principali ,
furono perciò interrite , lie pìà-hamio operato .
Dfrdàna è un fiume, e. lacuna één acque perenni» sopra 1' alte
lix>pcrnnìiie del Bolojgnese, le qibili BÉturalmeme si> scaricano dentro
dì Panaro : hanno diseguMo tme Vjòlte i' signori Bolognesi di voltarle
dentro deliuo Reno , pèr^farló pW copióso^ d^ «eqtea in servizio del
•no natiglìo navigabili» e &rlo MlaCjBm Midalbei^e sino a Ferrata*
(
^90
-Gò di Coro terra dèi «Ferrarete dietm al To di Yolaiia è opeRa
che hanno aoritto per capo di Goco^ e le chiaTÌche di Goro eimaua
in detto Po poco sopra eaaa terra^
V alveo ddl JReno dalla Pieire^ oTvero da Cento a hasao^, -oorre , ai
p«LÒ idìxe sc^ra la 'Campagna , oontennto daeli arguii aaoi latenti , eh^
per. non aver ^pendensa, -ai alaa di «corpo a' acqna in modo 9 che per
contenerla , bisogna ohe -tali ai^gini aieno &bbrioati idtissimi, e s^oe
lo stesso al £amiceUo Savena ^ ^d altci » ohe vanno io 4^eIIe valli
cim r aoqne de' siti alti del 'Bologneae^ e che portano torbidezze» per*
che deponendosi quelle in fine del loro corso» dio -resta senza moto»
•aforiano ogni anno a nuovi alzamenti d' argini •
Bott^ degli Annegati «è nella paste .deatra del Beno 9000 4i ssapra
da Ohielìaro » verao &ini' Agostino^
Etoldo h nome abbreviato da' Eerfaroai » c4 altri di. qne' contomi «
ed è quel sito » ed argine del fiume » che si trova unito «con la ooc«
rosione e quasi Froldo ; è quando la corrosione vi sta poco lontana.
' Pavesane sono Je inondezìoni d' acqae fiitto nelle valli con il rìn-
Sorgo de' fiumi ^ che vi entrano per «ezze dalle bove # ^o bocche ^
ì quali -aubito calano con il calare del £ame^
.Serrare una rotta « o pigliare lOna rotta in qiidie parti « h qnaodo
ai serra una delle rotture fiitte da «quei fiumi ne' saoi argini, l'-ope-
nzione inesce difficile , e dispendiosa^ ed hanno portato avanti aJcu-
lie più anni prima che si sieno potute aerrare; la causa della diffi^
colta è y che correndo i' acqua di quei fiomi aempre x^^olenuta da
tali suoi ai>gini., oorrono aempre 1' acque per le niedesime rotte in
snodo 9 ancorché sia ceduta Ja piena 9 che non è poca difficoltà il
fi^rmarla • Una particolare ^ che segui gli anni passati *1 Po d' Allen-
ta ^ e per la ^quale correva l' acqua nelle valli di Cemacchio » per la
^n caduta 4al fondo dell' .alveo del ^uniQ a quello della vdle 9 era
si terribile di velocità , che bisognò , che oltre la spesa ^ più dieci-
ne di migliaia di-acudi« vi concorresse ia risoluzione ancora detU'a-
nìmo grande dell' Eminentissimo Donghi » Legato in quel tempo in
quelle parti » altrimente veniva stimata i' opera impossibile.; e perchè
molte volte nel rimettervi poi l' i^gine di jiuovo ai forma una figura
aemicircolare 5 4]ueU' opera curvata si dimanda Coronella^
Per divertire V acqna del Reno dalle valli » je ometterlo ad Po ^
perche vada .al mare, vengono proposte più vie*'.
La prima è quella ( che sareUie. vittima ) di fiir continuare il Reno
oim la atrada vecchia dalla Chiesa di Vigarano, 4o^o fu serrato ia
prima volta sino a. J^o rotto , e poi a^che dritto sino a trovare il Po
grande sotto la terra di Laco . scuro ; Aa qoeata h la più contenziosa»
Ln seconda è di farlo andare d#Ua JBbUa A^ Ghislieci al Po di Fer-
ri^ poco. di %Q$f^fi df)Te entra il iMifude di Cogito »o aia di Saggio ^ e
/
V
di IK.&I B^odeno ad niHrf(9» ooir Phmro^, r vada alla Slelhtaf e <}ae«^
8t3i,^p6' la prima , èftimata }a piàf praticabile, ed' assai buona ^
^ La^ tetta, , eiie Vada^ dlir osteria* di cooBiia. fiao^aL medesimo* Po di
Ferrara , dove faimo Pindaro laaecoa^a.
' Lar qaatt* viea* disegìsatà dal Reno » metm vi» ^va F osteria sadh
detta, e la chièsa di Vigar«|6^ e^ofae yada alla Ma^avolta del Po 6&
Ferrara: qMsìa ò^ì» pm bre^re, per andane al Po» di Ferrara,. ed aor
dasse poi ,. tome le altre alla Stellata ^ oot Panaro u
• La qiuBta vìM disegnata » pigliando il Reno frammeaze Ik tersa e
la quarta , e là &»no" andare- quasi alla* beeea del oanale di Gento-^
e per di )à come le altre *. • ' ' ^ . ' . '
La- sesta, » prende alla trotta di Ghislierì'o oòpiur né- meno ,. èotlie
la seconda, e la eondocono a Panaro sopra del Bondeno, e poi drit^
ta con il; medesimo^ Panaso alla- Toltai di^ Gamharone ^. e ool ranara at
Pe sotto la Stellata..
La settima è^ ebe Vadavdmre corre di'presente il Reno- sino^ in
mezzo- la valle Sànmartina, e segniti poi dritto sino alle bocche de'
Masi a Ferrara ,. e ¥ada per Volano', o per Primaro , come sL voglia*
L^ ottava ò , cHe vada- il Reno* dalli rotta degB Annegati oh? è pò*
so di setto > da S* Agostino a Malalbiergo tra Te ¥8111 ^..e. li- terreni
ntti', e si iaccìana passace per di sotto al Reno li oanali di Riolo,
di ScNorsuro , ed ritri «no a> metttersi nel Po di Primaro al Traghet^
to^,9passsndo per la« ^alle-di^Iarrtfa* Che serve d' avviso a' curiosi
di queste materie d' acque-*
È possono nelresto servire le taTole sopraddette.' del Magini, pex^
è si accostano^ assai ak Ynr&,** a
Cànrider^izioni sopra U* mettere F acqua' dèi Ména di Bologna ne¥ Pa*
grande alla Stellata, o Pnlaàtone del Ferrarese , e dalV altezza-^
Ghepuò^fcuner^ pienissimo' Po l^ aggiunta* deW acqua del pierdssi^
mo Reno*^
lLe£||ins seriHa' dah suddetto^ Barattieri' al sig^ Pietro^
I ' Paolo Caravaggio
E* •
bby ordine 9- mese passato dalP ffltetrìss. Reggimento di Bologna
dì mettere in ise#ittiira il mio parere circa la diveroiorfe di quell' ao-
3 ne 9 che per essere loro * stata akre volte levata la strada . naturale
' andare al Po v o con esso al. mare ,-'restano ristagnate a* danni , e
mina di buona* parte del Suo contado Bblogoese. Quello feci , ma
con ti^e strettezza^ di> tempo , che non potei ben dire tutte le par-
ticolarità, oh^ erano bisogoeroli ^ J)ìSn, che bisognava per primo fon-
^buaenio , . èdic unico limedia di <}uaL male * eoadasi*< 17 acoua del
- •
^nme Beno a iotricarsi nd, Po graii^ , veirso le terre -delli StelUta »
o di Pakntooe del Fermrese^. £ perchè aveva osservato da Miitt^-*
ne predate 9 e dal dire di molti , jolie aiuùle proposicioae ( ia qaalsi*
voglia parte proposta ) si rendeva apavenlosa # qaelli j ohe hanno
concepito nejl' animo ^ %e V aggiunta ddr acaoa del piviadmo Ke-
no a quella del pìtoiaiimo Po » ojibli^lyebbe V istesao Po ad Mzarw
si nel tempo dèlie sne pene maggiori almeno due , e forse quattro
piedi d' avantaggio ; e ohe non essendo ^ ar^ni in alftesa capaci
di un tale aliamento , aegniiehhe Don la prima piena . il ^ conquassa-
.mento degli argini» e eònseguenleaente poi la aommersioue perpe-
pefua di tanti paesi sottoposti ; yolli aoohe perciò dire, in quella
scrittura , per levare tale opinione » che V aggiunta dell^ acqua del
Reno all'acqua del Po in tempi d'acque altissime, non avrebbe cau-
aat» magiare alsEamento ^ che di tre once 4^1 suo pledD , appoggian-
do le mìe lygioni sopra due fondamenti ^
II primo , che V aoqua del pienissimo Po a Lagoicuro ^ o Palante*
ne aia tmat' otto quantità d* acqua aiiuHi M tutta V acqua « che può
«vere il Reno quand' egli si trova pienissimo • .
JD accendo 9 ohe li quadrati 4eir altease Tire ^ deU' acque corren-
ti 9 quando sono basse , af quadrati dell' aitene vive » quando sodo
idte , sieno ^ ovvero abbiano U steasa proponione fra loie » che si
trova essere tra le quantità deli' acque de' medesimi £0011 in tempo
basso y alla quantità deli' acque del tempo alto ; questo perciò à^n j
senza porvi appresso le necessarie notizie da potersi ^ustiftoare i
roedciimi fondamentr.. Per il che io coniesso , che possa restar so-
spesa la%redeiiza di tale mìa proposi^ooe ^ e maasimc a quelli , che
non avranno cognizione d* alcuni di questi fondamenti .
Io perciò 4 conaideraCa la nudeasa della mia acrittura e conseguen^
temente la ragione di quei lali , ho risoluto di mandarle appresso
quest' altra 9 la quale ^ ae non avrìi l' orditura compita ^ porierà pe-
rò seco le particolarità ^ che ricercano le prove delle cose in quella
supposte 9 con altre ancora 9 che serviranno a molt' altre osserva-
zioni di ^uel fttlo ; e cosi spero ^ che reateMnno aoddie&tti almeno
ì più amorevoli^
£ fferchè non si possono avere al presente da questi fiumi le preci-
se misure dell' acque 9 e le velocità 9 cIm si trovaflo in essi 9 auando
aono altissiine ^ come aarehbe forse necessario ; vedrò 9 con il mudar-
mi sopra le cose aciitte nella accenda parte della nostra Architettu-
ra d' ao^ne 9 0 cen le notìzie che ai cavano dalla relamone 9 che fece
Mbustgnor Goraini a Sua Santità 1' aono i6a5. e da certo libix) atam*
pato in Ferrara t' anno i6oa« chiamato Difesa di Gio. Batista Aleot-
ti d' Argenta 9 di provare il mio discorso 9 e moatrare 9 che la pro-
porzione della quantità dell' acou del pieniftsimo Reno» inacqua
»
^ «del f>ienÌ08Ìmo Po , «la piuttosto 'da ^no a -^4^. obe da nno a 38. co*
r, me Jbo d^tto nella >inìa prima scrittura ; né j>oi8a perciò il ipseaissU
i mo Reno., aggiunto ;al ^pienissimo Po., fcausare .maggion altezza «dello
I .tre .once già dette j'-ma molto .-meno .
; Invio per tanto a Y. S. JUastrissima i pres^enti scherzi., «concernen*»
ti al mìo dire in materia d^cque, assicurato in me stessO;, che men-
tre scorreranno, spalleggìirti'dali' aura favorevole dell' innata sua gen-
: viilezza , non potranno , rbenchè tra l'aegue ;patir iiaufragio «
N 0 T I Z I E,
JL rimar^ nella suddetta relazione di JMpnstgnor Corsini ralla prima
facciata del suo sesto foglio si vede ^ che chi contradivsè al porsi
nel Po l'acque del Reno , e del Panaro, pretende , che ^quéidue fiu<-
mi Reno, e Pana» abbiano 2800. piedi quadri d'acqua, «che sono,
come se in essi si formassero »le -sezioni trasversali larghe ciaschedu-
na piede 700 , ed alte piedi 4,*e^che posta^quell' acqua nel Po largo
piedi 700 , abbiti jperciò da formarsi Jiel .Po J' altezza di quattro pie-
di d' avvantaggio^
Seconda., il Panaro scarica -oggidì bel To ; Testa ^solamente da -esse-
>re considerala .l'acqua del Reno; e , perchè égli è notorio-, che que-
sti due 'torrenti ^an no del pari nella sjuantitàr dell'. acqua , -trattando-
sì ora del cReno solo, "diremo, secondo il sentitnento di quelli^ ohe
r acqua del Reno ^sia stata conosciuta ;per^un corpo d^-aequa in quan-
tità di 1400. piedi quadrati^ e -che l'altezza da farsi in .un^alveo di
larghezza piedi 700. come il Po, a' abbia da far due piediv
Terza, nella difesar. dell' Aleotti fol. 69. si- vede -aver «egli Dotata
r altezza vdell' acqua -ordinaria dei Po alla Stellata^ ed 'essere nel più
cupo piedi 11 5. e mezzo-, ^ch* equiparandola noi col :men profondo »
€4' riesce piedi io, e mezzo , e tanta rappcmto l'abbiamo trovata es-
aere oggidì biella sezione trÀisversale nel Po fatta nel aito f dove si
passa quei 'fiume r<con il ponte , o porto a Lago -scuro , nel 'qual stalo
ordinario ^cade^ <che la superficie di tal acqua ordinaria , resta egua-
le al fondo ^elle«chiavlbhe Pilastresi.; ^e -serva d' -avviso, quand' oc-
corra il saperlo^
Quarta, i' altezza ^eir acqua <lel Po pfenissimo^ «secondo la ^suddet-
ta Relazióne, arriva Sino a piedi ^o«40pra la ^uddatta acqua ordina-
ria; I' Aleotii Mh r86. la fiota ^essere aino a piedi ao. e mezzo, rìilu-*
cendo 1' ordinaria 4iel più -cupo piedi 1 3. «Sia 'Come -si TogUa , noi
concediamo P' ordinaria piedi io. e 'mesezo-, ^ It 'Straordinaiia piedi ao.
e mezzo d' avvantaggio , che in tutto sono piedi 3i , oh' è quello ,
che pflft essere alta 1' acqua nel Po al detto luogo •
Quinta p conP queste notizie cher'* ai sentono anch# generalmente
s6
194
approvate eh. tntti lìi rùoe , «n^eino; noi discorrendo^ questo £a€Co r ^
quanda occorrerà Talfirsi della larghezza dell' alveo del Po la prende^
remo a. Lago scuro , dove anche , secondo^ V Aleotti.^ sebbene raggua<^
gUatamente la fa pertiche 6b , risulta però 70 , che: sono giedi 700 p
ancorché ella sìa torse altaiche cosa d? avvantaggio «
Sesta elle si abbiano, da misurare V acque correnti dentro le- sezioni
transversali da. fitrsi ne' regolatori • Che* cosa sienoi i regolatori da n^
surar Tacque CMventi. de' fiumi, e le seatoni delle medesime tbque
correnti , perchè restano spiegati nel primo Kbro di questa seconda
parte , ci rimettiamo a quello , ohe colà si è detto (i) •
Che sebbene il medesimo fiume può avere varie , e diverse al*
tezae in diverse parti, del)? alvea suo » per le varie vehMutàt 9 p^u*
dense dellf acque » non si fa qui conto, alcuno., perchò si tratta deU
l'acqua del Po. in un. sol sito, ove l'acqua, passa., e testa sempre
con. una stessa pendenza^ né perciò dimrente di velocità , se: non
Suindo ella può. trovarsi maggiore o minora d! altezza. per la. quanti-
,. nel qnal caso supplirà sempre il. quadrata dell'altezza senza fio»
altn cooiìderazione alla mutazione, che si potrà mai trovare..
SUPPOSIZIONI..
Jl rima , si suppone , che i fiumi eguali di larghezza , e d' altezza
viva, e che hanno la medesima inclinazione di letto,. debbano anche
avevo eguale velocità.
Seconda , supponiamo ancora , che sa saranno^ due fiumi di lètti', e
di larghfìcza uguali, e della medesima inclinazione , ma d' altezze vi*
ve disuguali,, debbano^ muoversi oon simili veloaità ,. conférme al sen-
to esplicato nella seconda definizione del secondo . libro di questa se-
conda parte ..
Terza , che non avendo cognizione della quantità dell' acque di «1
fiume,, si. possa supporre quella essere ina tanta quantità., qaanto a
noi pare.
AVVERTENZ E .
JTrima , occorrerà d' averrf a misurare esattamente il tempo , che
consumerà un'acqua nel iafe il passaggio per una tanta lunghezza
di canale per avere cognizione della sua Velocità , rfooprendo in tal
esso a quello, che si è mostrato al Gap..VL. del primo Ubio di que*
ata seconda Parte, si avrà quanto si può desiderare •-
(i) Barattieri JWchitettnra dell' acijue , ore sono inserite le presenti sue Scriidue^
105
"Seconda » e pfercliè il principale fondamento di qtmrta scrittara re-
sta appoggiato Mprau9 <one'le quantità » dell'acque oorreoti » quando
•on isLUse, alle .quantità .quando sono alte» abbiano le proporzioni
medeaime fra loro, ^ch'bannbi numeri quadrati delle loro altezze; ed
essendosi questo particolare abbastanza mostrato nel secondo libro , e
nella prova mostrata al cap. Il • dcfl terzo ^libro di questa parte » ri-
metteremo il curioso a quello , che colà si vede scritto } e resterà qui
concesso^ che le quantità dell' acque correnti , ed i quadrati delle lo«
ro altezze sono sempre 1 medesimi ^ avvero Jmnno sempre ira loro
I0 medesime proporzioni,.
a^noposizioNj: prima.
I
JJate due sezioni d'acque correnti di filimi , uguali di penden-
za, 0 di larghezza, e sieno note le loro difierenti «Itezze , e nota ;fat
quantttà ' dell'acqua udì orna di .esse. aeziom# trovare la quantità deU
I acqua delP altm sezione^
,Sia la sezione A., larga pi3i 700 , .i*^ r
ed alta piedi a , e sìa noto , che per | ^ ^ 1
essa i» un dato tempo passino x[uat'tor- *
dici quantità., o misure d' Mqua , e^sia 1
B
la .sezione 3^ larga .piedi 700, alta jpie-
di 3t, e di questa B , si voglia sapere
Saante delle stesse misure ,-0 quantità ,.^
' acqna ,paasiqo per. la medesima B X' acqua di A,iè quantità 14.
nel medesimo tempo^
'Facciasi il quadrato dell' altezza a. déUa sezione A , che sarà 4 •
Facciasi il .quadrato dell' altezza Bi. di B., che sarà 961, e perchè
le mantità sono come i. quadrati, con la regola aurea, se il quadra-
to di A^ 4 » ^^ quantità 44» il numero 961. farà quantità num. 336S»
e mezzo^ jier la sezione B. Dunquo essendo ^4. le quantità dell' ac-
qrua che passa jper A , saranno -3363, e mezzo quantità simili quelle «
che nello stesso tempo passeranno per B , .( noi pere lascieremo qui
qoel mezzo per attendere alla brevità .) e perchè il 1.4 ^ 3363. ha la
pnsporzione , ' che ha 1 a ^40. M dirà , che se 1' acqua di Aj è xt»^
no;^ quella di B, sarà 940, eh' è quello > eo.
i»K0Bt)SlZ10N« SIICONDA.
Uata V acqua di na torrente , che si voglia metter? d^-aggiunfa
all' 'acqua di nn fiume, ^aper quanto avrà da crescere l'altezza del»
1* acqua *dì <pifA tid fiume ^ per l' aggiunta dell'^acqna del torrente .
/^
\
I
I
196
Sia l'aoqna del torrente quella,, cbe^ j ' ^ i
mostra la sezione A , e sia. noto*,, che 1 ^ 1
2». K
r altezza di A ,. sìa due. piedi ,^ e la
larghezza 700,. e la. sua. quantità, mi*
sure una*.
Sia r acqua- del fiume quella della
sezione^ & », e sìa nota la sua larghez-
za piedi 700 ,- e l'altezza pedi* 3i , e ^.^^q^* di A è quantità una.
1 * J.^ j» _ J? «• A^ L acqua, di B e quantità aAo,.
le sue: quantità- d acqua num, 240.- ^ % ^
Facciasi il quadrato dell' altezza 3i. perB\ che sarà: nnm^ 961 , e
con là> medesima regola aurea sì faccia , se le quantità. 240.. della
del torrente- A ? Sortirà: venire- da un: numero- quadrato , che sarà
9^, la radice del quale sar^ Si,, e circa un- dodicesimo, d' avvantag-
gio , levasi 3r.. altezza della, prim* acqua del fiume- da 3i,. ed un do-
dicesimo:^ altezza delir acqua del fiume con T'acqua del torrente, cbe
il dodicesima di più sarà, quella, cht sarà stata alzata l'acqua dall'ac-
qua deb torrente aggiunto ^
£ da questa si: conchiude , ch'essendo l'^acqua* deV pìenissinfo Re-
no una sezione larga piedi 700^, ed alta piedi a. come- si è detto di
sopra alfa prima, notizia» la quale si suppone, ch'ella faccia una
quantità sola y, e^ che- aggiungendola all'acqua del pienissimo Po y. che,
seconda la quarta natizia , s' intende , eh' egli abbia tla se stesso u-
na sezione larga piedi 700,. alta- piedi 3i, che scarica 240. delle me«
desime quantità, che il Reno scarica- una 3. si farà, alzare l'acqua
dentro di esso«Po un dodicesimo di piede d^avvantaggio di quello,
che si trova essere alto con. V acqua sola del menissima^ Pò-*-
£ da questa si' vede >. che se il Po fosse eli ^40^ RenL dj acqua,
come sarebbe , se fosse la considerazione solamente di sopra , che il
Po avesse la larghezza 700,. e- 1'^ altezza- 3i»- come ha y e- fosse il Re-
no piedi 1400. (quadri in una sezione larga 700, alta sl. come dicono
sìa, e facesse una delle medesime- quantità, per le quali si alzereb-
be il Po una sola oncia; Pavere io detto nella mia scrittura, delli
17. del passato > cbe sia 38. quantità simili al" Reno, che portano
d' alzamenta once 3» non è un assurdo ,, a ipotesi impossibile , toc-
cando con mane ^ che non può essere 1' acqua di sì gran fiume nien-
te meno di 38. Reni , né poter perciò causare l^ziamenta maggiore
di quello , che sì è detto •
Se io iò^^ poi ricercata del perchè io abbia presa per supposto
nella mia prima scrittura che 1' acqua del Po sia solamente in qaaa*
tità di 38. Reni ^ potendolo supporre a4c. come in questa scrittura
197
81 iiÌ80olrT6 ;ì SOI obe io potrei con jiocera* verità rispondere d'averlo
tatto 9 peraeoDstarmi in tal moda al vero^ pia' preciso ^ e più: sicuro ,
avendo io^ per- eie fare calcolato, le^ portate- de' fiumi tattivche sono
tributari del' Po, secondo^ le loro pio^ vere- quantità di ciasclìeduno »
paragonati* col Reno^« Ne- mi sono^ attaccato- in quella^ al' pensiero di
%4^» percbè^ le bo« stimate- per* verità^ sqspettose, e m'àcpertano di
questo le: dne^ seguentr considerazioni •-
La prima^ y. che- il Pa a Casal Monferrato^ sia almeno^ tré-
Reni ------ - — - - - - - - - - - - -num. 3.
11 Tanaro^altrettanto, ed almeno due^ è Seri via' almeno uno. 99 3.
U Corone y. la* Stafora ,. ed altri' di queL contorno , per
mez2;o Reno* - - - .^ - - ^ - - - - - - .- — 99 -i
Il Sesa >. Gògna'^ e Terdoppio y, tra: tutti almeno due — „ a.
num. 8 I
Siccbè il Pò , ridotto y ricevere il Tioinov riesce* otto»
Reni, e raeazo' - - ----- - ....--- -^ num» 8 i.
Il TÌGÌna^%a del pari. ooF Po sarà«^altri« otto - - — — ,,8.
L'Adda è' il quarto meno del Tìcìno^sarà sei - - -- ,, 6.
E più a basso ,. Tìdòne* mezzo Reno,' Trebbia^* due Re-"
ni, Nura^uno, Chiavemia* ,. Ongina , I^rdà, e Stirene tra
tutti almeno uno, e- mezzov sono — - ----- - ,,4*
TarO' metà- più di Trebbia - ^ ------ — ,,3.
Parma ,. Lenza ,. Crostolo due ,- Secchia^y. e Panaro due
e mezzo ^^in- tutto^ -^ ---..- -^ ----- — »9 4 i
Oglio , e Mincio* due , Lambro^,r ed (Mona^ uno e mezzo - 99 3 |
Questf tutti fanne Rent num. 874
Tanti altri' torrenti dì minor conto-,- o^e^ non si sono- contati ,
tant' altre acque,' che cadono* in Po^ non calcolate ^ che sono più di
tie Reniv si- possono ben- supporre pw une-,, ed almeno* il mezzo, che
manca per compire il trentotto già* supposti ,.
L^altra* coiisidbrazione fu- da^ me* fatta sopra Fa' quantità* della su-
perficie^èlla terrav che concorre a dar* acqua al Po senza il Reno,
ed alla superfìcie che concorre al Reno,. e trovato, secondo le tavole
del'Magiiii ,. che il Pc cominciar col suo fonte nel grado 29. di lun-
ghezza , e faoend#lò- terminare alla* bocck del fiume Secchitflin Po nel
grado 33. e mezza* pur di Funghezza; e che la costa dell' Afpennino
meridionale sia nel gradò 431 So; di larghezza , e la costa dcir Àpen-
nino settentrionale sia nel grado 46» ^o. pur di larghezaSa, che restano
per termini del parallelogrammo rettangolo del paese , che rende
\
198
r^cqneper ffibnto al'Po lan^ iiiigKa^A70,(« krgo miglia iSo , ohe
oostituUcoiio syglia quadre num. 4^5oo. E ehferal Reno di Bologna
reró ^oUopo8ta tanta superficie» che censtitnisce • aiij|tia quadre niink
900.9 che 4j«iando anche rsieno -mille » riaseono pure Ja quarantesima
parte delle. miglia quadre superficiali del paese del-P#; per lo che
abbiamo ben potuto ccedere^ che possa in qaeste stare Ja *proporzio-^
ne di uno a 38, come si vede essersi in quella supposto p ^neodo in
questo caso , che le piogge 9 ^ altre influenze d' acque coapivassero
anche tutte in quaUivoglia parte, in un medesimo tempo- in -mandare
acque .al Po , ed al Reno, ne! tempo medesimo delle piene maggj^pii.
Se a me ;&sse data -T inovmbenza di acoprire le quantila , ed al-
tezze deir acque di questi fiumi , per la loro unione » io prenderei
quel tempo delle lor pene maggiori , el^e «a me fi>sse iipossibile- a^eie;
e perchè non si può fabbricaire in essi i regolatori necessari , che con
grandiiuima difficoltà , per poterne cavare precisamente le loro dknen-
aìoni d'altezza, e larghezza regolata, io perciò prendeMi T alveo del
Reno al passo tra le terre di 'Cento , o della - Pieve , e quello del Po
a La|o scuro , perchè in esse parti si vedono assai bone regolale le
•ponue unite con -rìì argini de «aadtsimi fiumi » ed .in Inodo, che
forxpnno P alveo aH'nno, e l'altro^ regolato quasi come dentfo <U
due regolatori,, -ed in questi luoghi, /«egnate le loro sezioni . trans ver-
sali, prenderei tre, o quattro, o sei altezze vive delPaogce dell' u»
no, e dell'altro fiume, -ed unite le maggiori con le minori, ne ca*
verei r altezza viva adequata delP acque., chopcorressero in quel tem-
po dentro di ciascheduno di essi fiumi separatamente tanto- del PO|
qpanii del Reno ; facendo V istesso anche della larghezza ^IP ano ,
e deir altro, e con talìrmisure formerei .i suoi {)araUelogrjmmi vet<-
tangoli -delle loro, sezioni tra^sversall , de* jjuali perciò sarebbero no-
te le misure.
Con P istromento poi descritto al cap. VI« del primo Kbro di que-
ata seconda parte , misurerei la velocità delP acqua del Reno al me-
desimo luogo , e .poi anche la velocita delP acqua del Po , dove fi
filasse fattala sezione, e perchè il polso proposto per descrivere ÌL
tempo, può per accidenti diversi, diversificarsi di moto nelP andare
del Reno al Po, mi valerci •4> d' orinolo ^i aabbia^ o 4'^'^^ tosa,
che non potesse sbagliare, ed avutane Ìn^e«la cognizione ». noterà
col resto quello, che avessi ritrovato..
£upponghiamo noi dunque ^' avere
trovalo la^ sezione trans versale del Reno
tra le «erre di Cento , ^ della Pieve
larga piedi 17S , ed alu piedi 5, e la
sua velocità ubo , e mezso^ come ia sp-
adone A.
J
velooo t. «e •meno .
17S
t •
199
B
veloce 'UBO ^
AO
700
E snpponiflina ancora d'aver trovatala
•ezibne traanversale del Po a Bìsgo scuro
larga piedi 700, alta piedi ao) e veloce-
ìXÈnif eroe aa terzo meno -veloce di quel-
la $i 0 trovata V acquaci Reno, e aia la B.
lìMendasi ud' altra sezione larga , come
quella di A 9 ed alta v e veloce , come
spella di B , e* sia^ la sezione G •
Suppongasi^ ohe per la sezione A^in-nn
minuto d^'ora>^ passino sei quantità *d^ ac*«
qua.
Facciasi ih quadrato della ' altezza 5.' di
A , che per aver la ^ pendenza di uno , e
mezzo % si farà* 5/; per i^ è mezzo^£i 7. e mezzo; e 7. e mezzo in se
atesso il quadrato 56. ed- un quarto. 9 come al'cap«-lll. dei terzo li»
hro di questa parte •
Facciasi pur anche il quadrato dell'altezza ao:- di 'G^ che saracco;
e con la regola aurea si* veda-, che se il num. &6, ed un quarto , qua*
Srato di A', rende quantità sei d'acqua , il quadrata- 4^0. di G, ne
renderà quantità 4^, ednn nonesimo. E perehè noi vogliamo sapere
la quantità dell' acqua della sezione B^ eh' è larga piedi 700 , cioè
ouattro volte tanto di larghezza, quanto -la G>. se perciò la Q^rea^
de quantità>439 ed un nonesimo, la sezione B; quattro volte tanto
ktrga, renderà» quanti tà.J79y e quattro* ^nonesimi . £ perchè la sezio-^
ne B, è quella del Po ,., dunque avremo conosciuto, che^T acqua del
Bo alta piedi 20, sarà'"* quantità d'acqua i^:t, e quattro nonesìmi, di
quelle , che' iV» Re no alto cernine , veloce la metà^^ptur-, ne rende^sei*
Nel qual'caso eaderebbe, che il Reno -avesse presso la ventinoveaima
jjpirte del numero 172»^ e mezzo, cioè sarebbe 2,3 . e tre quarti.
E perchè noi vogliamo la qpfntità deli' una , e dell'altro fiume >-
secondo lo stato delle sue piene maggiori , nonr arrivandovi l' altezza
sto. del Po, né quella di 5. del Reno, che vogliono essere*, verbi
grazia, per il Reno^pìedì 10^ e per il Po,Si>^ló travwemo operando
in qi;iest-o moda.
Se iP quadrata del- Reno pfrF altezza 5v ed anzi 7^ e mezzo ^ per*
la velocità^ eh' è 56, ed un quarto, ha dato quantità sei, dovenda
esaere alto piedi lo^^che per la velocità i,^e mezzo ^ sarà iS^ed in
se stesso farà aa5,.dica, se 56. fa 6,ul num. a^S, farà quantità a4}
dunque il Reno alto io, farà a^^ di quelle quantità « d'acqua, che
alto 5. nT'era>6^ è p^rf he lar maggior altezza si suppone j e, anche la
maggior acqua sarà quantità 34*
Il quadrato^ èf^ Po* fatto 4^0* per l'^altaaM ao; nella sezione &»
quantità d' acqua- 17^^ e quattro nonfsìmi. M quadrata di di»
SUA maggior altezza è 961. se U quadrato .400. diede quantità /i 71*; «
quattro noueaimi , il quadrato igói. •eoo Ja suddetta re^la. farà. quan-
tità presso ^a .419* ^^ un terzo 4 sicché T acqua detJPo costituito nel^
la maggiore altezza sarà, verbi grazia 419* quantità , ed un terzo ^
e r acqua ^el .maggior .Reno .aarà Terbi jgradii ,a^ ideile .medesimd
quantità..
Ma le quantità 4^9* ^à un terzo ^deir acqua del JPo y vengono d«
un quadrato, che è 961. /per la sua altezza, che è ^i. ^Se aggiunge-
remo in «questo caso le .quantità .5^4- ^^^ Beno alle quantità 419^ ed
un terzo del Bò , saranno in tutto quantità 44^* ^^ ^^^ terzo • Se le
3uanti£à4i9* ^d un terzo dell'acqua del Po y vengono .dal suo qua-
rato 961!. dell'altezza 3u dell' acqua del Po aenza :Reno ^ le .quanti-
tà 443. i.ed un terzo 9 <obe <aarebba l'acqua del Po .con l'acqua idei Re-
no, per ia suddetta regola sortiranno vvenire^ da jin jiumero quadra-
to, «che sarà quasi a 016 , che la sua radice .sarà Si. :^ rtre quarti »
non iSd .che d'avvantaggio. .Sicché con i' aver aggiunto quantità a4-
d' acqua >del Reno .alle ^quantità 419* ^^ un terzo ^ell' acqua -dèi Po ,
avremmo fatto alzare il Po tre quarti di ;piede d'avvantaggio ^ -E per*
cbè 24. ve solamente un dicessettesimo , e .mezzo ^di 4^9* ^ -mezzo , si
può dire , che quando J>en anche il Jleno fosse la dicessettesìoia
parte del Po , non si alzerebbe poi né ,anche onai più di tre quarti
d'un piede «d'avvantaggio alla maggior crescenza, che possa fare il
pienissimo Po^ .quando le fosse aggiunta l' acqua del pienissimo Re-
no , eh' è quéUo , johe M .è j)reteso di .mostrare i £ qui perciò reste
raccordandomi
Di y. S. Illustrìssima
lì ao. tOìugno 3 65 7^
Sermtore IHv0tissimó
Gio. Batista Barattieri , Ingegnerò Collegiato di Lodi ^
e dell'Altezza Serenissima di Parma.
ADI
SCRITTURA
I>el padre Agostino Spernazzatì Gesuita , a Papa Clemenie Vltt* -
per la diversione del Iteno nelle valli .
vJgni bonificainoiie, che sì pretende di £irè di paludi^ laghi » fia-
mi, lagune, torbidi, aortumi , t simili, è di due aorta, principali.;
Y una è quando Io stato di t^iièl mrile effetto è tatrto antico , che non
Ti è- memoria d* ìiomìnì',' o di scritture in eontrario; l'altra è quando
si sa, che già fu in buono stato, e che poi per qualche accidente è
deteriorato; quella per sua natura ha più del difficile in ritrovare il
rimedio reale , perchè ha bisogno di maggiore speculazione , per ritro*
var modo d' inclinare la natura a fare effetti diversi da quello , che
sempre fece ; questa è molto più facile perchè è facile trovare la cau-
sa efficiente del nuovo danno', nella quale solo consiste it rimedio
reale , avendo nel resto per maestra la natura ìstessa « Ora trattandosi
di bonificare il Polesine S. S. Giorgio dalle sortene causatele dal-
l' acque stagnanti atla destra del Po di Ferrata , e di risanare il ter-
ritorio della détta destra del Po sommerso dalP acque piovane , e da'
torrenti , )e quali non potendo aver esito né per la via del Po , per
essere riempito , né per V altra parte , per essere intrachiuse dagli
slvei istéssi de' torrenti, è necessario, t)he risorgano tanto all' insù,
quanto importa la caduta sopra all' idtQrrimento del Po, e trattando-
si di restituire la navigazione dalla Stellata sino a Primaro , ed a Vo-
Jano, perduta per l'abbandóno dell' adque, che venivano per il Po
di Ferrara , e di -provvedére a^ danni imminenti , che si^sommerga la
città istessa di Ferrara , e poi il Polesine di S, Giorgio , e le valli di
Comacchio, e le campagne fer^lìi»del Bolognese, e Romagna , le qua*
li evidentemente si sonimqrgeranno di mano in mano, mentre i tor-
renti disordinatamente riempiendo, gli vanno imprigionando lo scolo
(i), e finalmente, che là restitnzlone della navigazione si vada ogni dì
più difficultando , cosbtdtte deteriorate a^ nostri siorni, e che pri*
ma non erano ; il dovere vorria , che fosse facife 1 accertarne il vero»
e reale rimedio, il quale, se fià qui non si è trovato, è perchè non
si è premuto in questo punto necessario.
Più canse concorrono in questo negozio , P interrimento dèlP al*
veo del Po, e questa è la prossima ; i torrenti , ohe hanno fatto l'in-
terrimeoto; 1' aobandoùo del Po , che 'ha dato campo a' torrenti ^ che
potessero iaterrire V alveo j e P accidente per il quale il Po ha ab*
Bandonato •
/
(i) A così cattivo effetto si è data nuova, e maggior causa coU'iitesso
proposto dell* introduzione del Reno nelle valli'»
a6
AOA
Se come arcani voglìqtio, i torrenti fossero questa causa, e cBe dk^
essi solo sia proceduto non solo l' interrimento', ma anche V abbandono-
d^it Po,., è manifesto , che a questo bisognerebbe rimediare necessa-
riamente , ed ogn? altro rimedio sarebbe vano ;. ma vano è questo sup-
posto , come si mostrerà nel progresso d^ questo discorso » ed è chia-
ro» principio di difficoltà ^ ofacc la. causa originaria è l'abbandono del
fo, causato non da' torrenti (i)., ma dagli- accidenti, ordinari delle
escrescenze sue, le quali o per manoamento dT alveo a Fòro proporzio-
nato, o. per causa di linea, curva,. o simili^ allargano l'alveo dà quella
parie, che è meno atta a resister^ alla- violenza ,. ed eocessivo carico
dell'acqua, lasciando poi, quando il fiume si. riduce ail' ordinario ,
r altra parte iaispiaggia^ come superflua; riserbandòsi per quest'altra
pajrte il suo filone, corso.» e profondità maggiore. Cosi ha fatto il
ra- grande , cominciauda fino di sopra d^ Figarolo ad allargarsi per
quella parte 9 .e seguitando sin dentro del. lata dell' angolo , che va a
Venezia ^ per il quale facendosi, il. suo corso., fu necessario ^ che il
lato di |!errara restasse senz'acqua viva, fuorché nel. tempo dell' e—
acrescenze ;. laonde trovando- i torrenti una linea orizzontale, fa ne-
oessario , che deponessero la materia (a) , . e sebbene . 1' escrescenze del
Po col loro^peso per un gran tempo, andavano escavando quei primi
kiterrimeociy nondimeno perche i torrenti erano più solleciti a veni-
re dell' escrescenze del. Po , pigliarooa tanto vantaggio, che al/a fine
xestarono padroni , ed avendo latto 1'^ interri mento , che ora si vede ,
aopra il quale non vi arriva più il Po, se non a g^na nel tempo del-
le maggiori escrescenze, le quali, sebbene escavano qualche poco ,.
nondimeoo la prima venuta^ che. immediatamente segue de' torreUi-
ìi^. l'adogua di nuovo».
Essendo dunque questa fa causa originaria dèF danno, a questo si
dovrebbe attendere, col fare, strada al Po con quei migliori modi &•
cili'9 e meno dispendiosi ,. cbe sia possibile» accio con l'aiuto delle
palificate necessarie y e dell' escavamento, .che da se stesso farà (3) »
possa, ritornare dove già naturalmente andava 9. lasciando ogni altra
spesa de' cavamenti 9 arginature» e diversioni de' torrenti » proposte
da alcuni (4) ; spesa intollerabile, e buttata, ed in ogni caso super-
flua ; perchè si può fare la bonificazione , senza quella , e con spesa
di gran langa minorev E questa tanto più, perchè dopo tè diversio-
ni de' torrenti in ogni caso è necessario di venire all'atto dell' istessa
^scavazione, del Po», o. di uno eq^ivalente da Ferrara in giù, acciò
(i) Dunque al Reiiò^ non si deve la colpa bell'abbandono del Po«.
(a) Ma devesi al ritiro del Po 1' effetto dell' interrimento d«l Reno»
(3) L'esperienza ha mostrata fallita questa opinióne..
(4^ Confessa per spesa intollerabile, e buttata 1' escavazióne manufatta w
T
Tpossano k eainpagne sommerse SGoWe ^ilsil éht nén seguirebbe ,
«ebbene si fossero filiti mille diversioni di tovreoti, qaando non si
ftcesse detto eseaTamento,, oltre obe non seguirebbe 4' intiera boniti-
cazione, perchè resteremmo pmvi' d^lla più bella parte,, -ohe è Ja re«-
stitnzìone della navigazione.'
Ma è fieeèssario di soddisfare a qmilli., che dicono prima^ òhe è
jiecesSàrito hi tutti i casi divertire i torrenti., acciò da se vadano al
mare , 'alirimènii interriranno di nuovoL, e però la spesa Aon solo
non sarebbe buttata, ma necessaria..
Rispondo, e dico; primo, che il divertire'*! torrenti acciò da -so
vadano al mare ae' moc(i proposti «da alcuno , cioè facendoli andaro
dietro al To , o per H continènte, o per le valli , arginandoli la cir-
conferenza , abciò per forza vadano ^poi tatti a sboccare in un alveo
aolo ., che gli coad crea aLmare^ è spesa buttata., se non si diverti-
scono tanto insù , HjtKinto possano avere caduta necessaria, e -suffi*
ciente sino al 'fine , aecip pe.r istrada non depongano materia, e que-
sto sarebbe impossibile, moralmente parlando, come a basso •' inten-
derà. «Chela spesa fosse buttata -è x)hiaro , perchè non ^si potrebbe
avere V é£Petto , che ^ì pretende ; lo «proi^o prima con l' esperienza •
Non vi possono andare per la via del Po, dunque non vi anderau*
Ito né anche per linea parallela ad esso Pq (2). Poco importa andare
per *la via del Po, ovvero pe» quest'altra, perchè -poco si può ab-
Jbreviare la lìnea in qualunque modo si Taccia • ^eoondo ai prova con
ragione • Chiaro è , che un fiume torbido*, acciò '|)Ofti la materia al .
fine, senza depotla per istrada, % aeeeasarìo , H)he abbia caduta sufB-.
ciente, che mantfsfnga l'acqua in modo tale, ohe P istessa acqua,,
che s' imbocca nel principio biella sua diversione , vada continuando
numero , pendere , et mensurnifiuo al fine*, e non per impulsione,-
perchè quaiidò quevta cessasse, cesserebbe anche la caduta >, e per
oonse<s:uenza H moto , che impedisse la deposizióne della materia ; mja
queste diversioni non hanno fuiduta su£&ciente , ^ anche presso ad.
un pezzo; ergo, la maggiore è manifesta , provo la minore. Prima,
perchè sì vede , che il Santerno per èsperienea in una linea di otto
miglia in circa l'ha interrita in akezza dirotto, e dieci piedi, e pe*
ro e stato -necessitato andare per aria, che farebbe poi quando la li-
nea si allungasse sino a' sto. 3t>. e 40. miglia? Dunque .è manifesto.,
obe non vi è caduta sufficiente. Secondo si prova, perchè la caduta
aufficiente è una vigeaima quarta di misera per ogni cet^to di quella.
\
(t;) Sicché la diversione de' torrenti., ch^ è stata iatta senza Tescavazione del
Po è stata inutile per il fine della bonificazione .
(a) Impugna il pensiero di mandare i torrenti per qualunque via uniti ^ o se«^
parati ali mare, senza i' impulse dell'acqua del Po.
aò4
quésta noti ti è anoIiQ pratso a un pesca; ergo t e jq[tieftta cabo-
ta 86 sia necessaria si potrà chiarire eoa la dimostrazione » dalla qaa*
le ne^ paesi dove si professa di condurre acqoa , che al compra ben
cara , ne è derivata una regola nniversale « Di più il voler ridurre
tutti questi torrenti in un solo alveo ^ che vada al mare,, sarà ne*
cesaario» 6he ai faccia tanto largo ^ che eia capace per tutti ,, ed ea-^
aendo , che spesso ne corre un solò y di qui è » che queUO' interrirà,
l'alveo agli altri ^ riservandosi sola it suo bisogno «. Oltreché non so
come si potesse proporzionare queat^ alveo a diversi fiumi fra ae di-»
versi di site Si aggiunge dipoi , che restando i torrenti di correre
V estate y il mare riempirebbe la foce di esso • Non si può/ dunque
fare diversione, che da se vadano al fine aenza deporre materia»
snella non si fa t%nta insù, quanto col livello ». ai troveirà esservi la
sopraddetta caduta, e che vadano separati 1' una dair altre
Dico secondo ,. che è. necessaria levare i torrenti » che. noa entrìoa
in Po torbidi , sinché sia escavata V alveo del Pò » ed introdotta eoa
sicurezza Tacqua del Po grande , ma non farli andare da se al ma-
re 9 perchè , sebbene ciò potesse riuscire ,, facendo la diversione nel
modo sopraddetto ^ nondimeno la> spesa intollerabile,, la lunghezza del
tempo neir escavazione ,' la difficoltà de' transiti j^ T opposizioni , le
c^uerele universali» e particolari, &nno che ai possa dire il neg;ozìop
impossibile, moralmente, parlando, e ohe» adessa non sia tempo a
pensarvi , essendo che. si può fave la bonificazione senza questa spe-
sa ,. che quando poi si vedesse in pregressa di tempo ,. per esperienza ,.
che ciò fosse bisogno , allora ohe gì* Interessati aaranna già ristorati ,.
sarà tempo opportuno per farlo, e non metterli in necessità, adessa
che sono già rovinati , a fare una spesa nuova», che si può rispar-
mìare , perchè abbianO' • poi ad aapetture un' età a sentirne qualche
utile .. Si avranno dunque a levare^ i fiumi ,, e metterli nelle, valli ,
acciò non entrino torbidi ia Po ,. mentre: egli ai andrà riducendo ,,
perchè altrimenti ciò sarebbe incompatibile ,. e: per far questa $1 di-^
segnerà prima la Unea della diversione di oiaacheduno di essi separa-
tamente r uno dall'* altro verso il mare: sì,, ma che vada a trovare il
Po a seconda di esso , ed ad angolo< acuto • IL capO' della diversione
ai dovrebbe fare là dove cominciano, i fiumi andare sopra terra , e
lasciare ,. che si alzasse il territorio' tanto , che; i fiumi camminassera
sèmpre fra terra y acciocché si fosse fuor di perìcolo d' inondazione i
ed in ogtri tempo si potesse , aenza danna allungare la linea an-^
che sino al mare ,; se . fosse bisogno :: ma perchè credo sarà difficile
persuadere, questo a molti interessati ,, e pia presto si contentano di
godere al meglio, che: poasonO' quel vallumt ^ col ricevere ogn^anno
molte rotte,, che- aver pazienza un poco di tempo con molto loro
vantaggia i non mi afiaticherò in questo ^ lasciandola nel pura arbitrìe»
aò5
loro , Basterà cBo n eommci la divemòae do* fiumi tanto» in ra 5.
quanto basterà per introdurre ciascheduno di essi delta sua valle «
nella parte più superiore di essa ebe sia possibile ^ e ^lasciare , che
81 vadano facendo da per loro ta linea a loro beneplacito , mentre
però si abbia cura a due cose ; V una che niuu particolare ìnal-*^
zi 9 né spinga innanzi il fiume, sino che avrà alzato tanto, quanto
basterà a giudizio di perito ;. V altra è quando si farà , non si fac-^
eia fuori della linea disegnata ;, a queste due cote convert^aver cu»
ra particolare y acciò a tempo avvenire non ne seguano quei disordin-
ili, che ora si veggono, per avere spinto innanzi i fiami incassati
Uoppo presto, per la gola di godere avanti tempo, che però adesso
sono necessitati mantenere i fiumi in aria , e ricevere molte, rotte >
e maggior briga; e maggior danno avranno ancora per Tav venire »,
mentre la linea si anderà allungandcT; tutto questo sir avrà a fare
senza spesa della bonificazione,, perchè ciascun particofare avrà penr
siero di apingere^innanzi il fiume di mano in mano ,^ che interrirà ,
sinché, arriverà al Po nel luogo disegnato y ed alle campagne situate
fra l'^ un fiume, e l'altro non sarà' impedito lo scolo,, dovendo essi
andare separati Tuno dair altro •.
Disponendo i fiumi ìli questo modo,. la bonifi^eazione de'' terreni
sommersi,^ e per conseguenza del Polesine di S. Giorgio,- viene ad
essere tanto facile y e di poca spesa , che iu due o tre mesi con 3boa-
scudi in circa sii farebbe col* mezzo* delP acqua- stessa nel modo già
da me proposto,, con offerta di fame la prova ,^ perchè e manifesto,
che unica causa della sommersione del territorio della destra del Pò
è il solo interrimento del Po'. dalla Bastia in giù per sette miglia in
circa , e però levato: questo ,, immediatamente le campagne sariano*
risanate « Il cfae« quando noU'f>iacerft di fàrlO' in questo modo,, si po-
trà fare" per la via ordinaria con: opera manuale ,^ che sebbene vi si
spendessero ice mila scudi sarebbono bene spesi (1)..
Dico terzo ,, che acmocchè la bonificazione riesca reale> e perpe-
tua^ è necessario' provvedere- alla prima causa,, e restituire il Pò,
perché- altrimenti i fiumi correndo torbidi , col tempo in essò> inter*
TÌrebbero di nuovOy ma restituendosi il Po,, dico,, che nou potranno
ìuterrirey mentre si mantenga,, e sostenga , come si dave> la distri-
huzione deir acque alla Stellata neirangolo* della diversione (7,}.
Per provar questo , si ha da supporre per chiaro,, prima,, cbe in:
due modi un fiume può» avere la sua caduta , ovvero- per rispetto*
del sito dell' alveo stesso » ovvero q^oando questo non deoade „ T kvrk
r
(i). MoltO' più; ne- sono^ ttate* spese in varie- occasioni y e- sempre inuufmente ..
(a) Ciò> non^ rinsci con spesa immenstt allt Duchi di Ferrara ,: che più. d' una
Toka la tentarono*.
dfiir impixIsioTie 9 alzandosi Tadqaa m se stessa ^iiio *cfae arHVi aHa
proporzione dell' impellente.
Secondo si supponga in consegaQiMi 9 che «a fiume , o canale ft-
pert4> non potrà jnai con*eFe «senza ia sua caduta necessaria 9 <e prò-
porzìonata •
Terzo si bada «n^orre ancora per ohiaro, ohe nn torrente lor-
hido non potrà mai deporre la materia «ine che non gU^essa la ca-
duta, e per conseguenza il moto ; Vioohè 9 se bene un torrente se ne
andasse per una lìnea orizsontale piana» noo-<ieporra però -mai la
materia durante l'impulsione, ma solo quando -^la cesserà.
' Ora 9 supposto questo 9 sarà facile prosare la saddetta proposizio-
ne 9 e discendendo. al nostro particolare 9 dico 9 che torrente torbide
Bon potrà interrirò il Po di Ferrara 9 quando oorrerà sicuramente,
perchè questo Po correrà necessariamente eon caduta proporzionata
al 'Po grande, come nei primo supposto si dice-; torrenti noninter-
risoono il Po grande 9 e qiMsto è manifesto 4^)9 dunque ne aoche
questo-; e la oooseguenaa è chiara, perchè milita la stessa ragione.;
ma pmviamolo a priori; torrente non paò deporre la matem duran*
te la caduta 9 e moto 9 come in questo terzo supposto ; entrando nel
Po di Ferrara sempre a^rà xadata^ o moto, come nel secondo aup-
posto ; ergo ec.
Né osta che io abbia detto 9 che accie nn torrente non deponga
la materia per istrada , conviene che abbia un tanto di caduta, e
questa non ci sarebbe 9 dolendo andare col Po 9 il quale nqn V ha-;
ergo . Terchè 'sono diversi i termini ; là si parla di torrente 9 che va-
da da se libero da -ogni moto 9 e peso d' altr^ ^tcqua 9 che -gV impedi*
8ca la deposizione 9 e qui si tratta di torrente 9 etie entra in un corpo
di gran lunga maggiore di lui 9 del quale è necessavio9 che riceva li
stessa qualità 9 e natura 9 che è di non potere col suo continuo pio-
to 9 e peso interrirsi 9 siccome si é detto, che fanno anche i torrenti
stessi per linea orizzontale piana 9 durante T impulsione.»
Né ^er gran qnantità d* acqua torbida 9 e velocità 9 ohe abbia il
torrente , può interrirò il Po 9 supposta la mutazione deHa distribu-
zione delP acqua nell'angolo 9 oome molti dicono 9 sotto pretesto^
che 'trovando il Po basso Io faccia arrestare 9 ed andare per V altre
ramo di Venezia, è cosi non abbia poi ohi gP impedisca V ioterri-
. mento; perchè dato che un toprente potesse soprabbondare «tanto,
ohe^ soverchiasse il B09 e lo facesse anche arrestare; chiaro 69 per le
ragioni addotte , che durante questa eoprabbondanza non potrìa in*
terrire^ se non quando calerà, e sarà basso, e questo allora non gli
(1) Il Po grande non ^ interrito .da* torrenti , dunque non vi è da temere, che
il Reno introdottovi 9 T interrisca.
ao7
pearmettera il Pò , perchè mentre cbe .ìP torrente dt mano iti maofo
eederà 9 immediatamente il Po subentrerà , e se prima violentemen-
te era astretto andare per il ramo di Venezia, cessante la yiolenia.
Intornerà immediatamente al suo cammina; jie nelP istessoi-tenipo ^-clie
iJ torrènte facesse per forza. divertire il Po nell'altro ramo, potesse
ancora deporre la materia., allora farebbe la. diversione continnaf ma
questo non lo- può fare. allora» e quando^ lo potesse fare, sabito sa-
rebbe impedito dalP immediato, ritorna del Poy-ia questa equivoca*
no , non distinguendo V angolo^ della divisione dell' acqjie saldo , a
fermo ,1 dal. disordinato, e..non distinguendo Po basso, e senza cadu-
ta , pecche, già ,« per- lo disordine, dell' angolo ,, la maggior quantità
dell' acqua se ne. va pec l'altro ramo del Po basso^, a proporzione
del tronco , ed all' altro ramo ».
Al secondo^' che la. bonificazione riuscirà ,. levati i torrenti in mo-
do, che più non. possano interrirò, ancorché non si rimedi alla pr^
ma causa, rispondo ,. che divertendo i torrenti nel modo suddetto, ac*
oìò abbiano. la. caduta necessaria per non deporre la materia, non per
questo, in ógni caso, tutta la bonificazione riuscirebbe ,f perchè in
essa vi si^ comprende anche la navigazione pordata, la qpale non si-
ricupererebbe , se non. si reatituisse il P^ ; oltre dhè .jiou tutto quel-
lo, die si può fare ,^ si deve fare, se non^ò circostanziato in. modo»
ohe si renda dégno d' essere posto in esecuzione , ma in- questo ca^
so tanto è lontano, che sia espediente, cbe ciò si faccia ,. che anzi
sarebbe espressa pazzia il peasarvi, nen che l'eseguirlo (i); e quot-
ato non solo per rispetto della riputazione,. ed. utile inestimabile,,
che cesserebbe dalla privazione déHa navigazione,. ma anche per ri*-
spetto della spesa iotollerabile di milioni >^ che vi . auderebbono , aio**^
ohe, se coa^i^cea spesa si. può> fare Ia> totale, bonificazione, pazzia*
grande è a pensare di farne una. sola parte con apesa ,. senza compa-
razione maggiore; e se- si dicesso di voler divertire i torreoti nel-
l'altro^ modo a basse vicino al Pò,R^r spendere manco,. come si di--
oe di sopra ,. già abbiamo veduto ^^ che questa, sarebbe spesa buttata;,
ma: dato,. che iacesse efietto jt nondimeno la detta spesa, eccede di':
tre volte, e più questa , con la quale si: farà il tutto .^
.E perchè a sigùori Bolognesi,^ se ben pare, che per una parte. loro >
piaccia il modo di questa bonificazione ,^per n^zzo della reatituzio--
ne delPò, non* piaceìono loro pprò. alcune cose necessarie a farsi, in
particolare ^ muovere il RènQ>; il qpale ònecessario* muovere > e
/
' (I) Quando si potesse conseguire , senza là resùinzione'dél Fo di. Ferrara, la.
bonificazione di ridurre, e restituire a cultura più di loo. miglia* di buon paese,.,
coniplireBbe sageiamente al Principe P applicarvi ^^ anche con - spesa considérabilf-».
levare 5 come gli altri , ftcciò non entri in Po torbido (1) , mentre ù
rìiJurrxi il Po «addetto assegnandogli la linea , acciò «coli poi cbiarì*
fieato in Po verso Marrara in circa 9 « divertendolo dal «ao alveo sai
Ferrarese nel continente, e facendolo andar aénipre ani Ferrareae
dentro gli argini , che aostengono 1^ acque delle valli anperiorì , e la-
sciando ad essi Bolognesi in libertà , per lo scolo de^ loro territori ,
tutto quello, che di presente hanno, e sempre hanno avuto; è ne-
cessario vedere , se si possono sgannare delle opinioni, che hanno di
dover ricevere gran danno , e pregiudizio.
Dicono prima , che poco utile sentiranno i loro territori sommersi,
dallo scolo, che avranno net Po, quando gli correrà, perchè dall^e^
screscenze sue patiranno poco meno della presente sommersione, e
però voriano maggior scolo, e più sicuro.
Dicono secondo, che i torrenti , andando per le valli, acciò, men-
tre si riduce il Po, scolino in esse chiarificati, sino, ohe si sieoo
fatti , e dopo che sarà fatta la linea disegnata porteranno danno alle
loro. campagne superiori, impedendo lo scolo, e però vernano subito
incassarli in Po a perpendicolo «
Dicono terzo , che il rimuovere il Beno , col farlo al luogo sud-
detto di Marrara in ci^ca , gli porterà gran danno, perehè impedirà
l'esito nella valle di Riolo , e Scprsuro, e di altri condotti di scoli
de' loro territori.
Dicono quarto , clic se per qualche nuovo accidente si tornasse a
ferdere il Po di Ferrara alla Stellata , ovvero si perdesse questo di
rimato, restando quello di Volano, che resterebbero privi di quel
refugiò, ch'oggidì hanno per il Po di Volano.
Dicono quinto , che però non si deve muovere il Reno dal suo
luogo, stante che si può escavare l'interrimento dell' istesso Renò
aiutato da Panaro, e poi escavato, subito fare imboccare il Po alla
Stellata, il quale, assicurato con debite palificate, non .permettere ,
che mai più il Reno né altri possano interrirò.
Al primo rispondo , e dico , prima , che avranno tutto quello scolo,
e niente meno, che sempre, mentre è corso il Po, hanno avuto , e
per conseguenza è necessario affermare, che riceveranno tutto quel
Benefizio, che per P addietro hanno sempre ricevuto perle loro cam-
pagne allora coltivabili , ed adesso sommerse , ovvero bisogna dire ,
che non deteriorati punto da quello , eh' erano , ed in questo ca-
so-non avranno che fare in questa bonificazione, e però né anche
(0 Tutto questo capitolo mostra espressamente I-5 condiziona della difCTSÌOD*
del Beno, le qitali non essendo sute osservate, e mantenute, coli' aver partoriw
tutti li passati , e presenti disordini , e danni temuti , tendono giustissime T in-
stanze di rìmuorerlo dalle valli.
/"»
potrelibero pretendere maggior scolo » non «ole di quello ^ cV avraa*
no nel Po rettituito^ ma né anche' di quello^ che hanno di preaente.
Dico secondo , che in quattro modi , e non più , ai paò acolàre la
destra del Po, e questo 9 ovvero nel tempo, cne le valli reatituiraor .
no l'acque chiare , che riceveranno torbide, ovvero dopo che i tor-
renti aboccberanno in Po restituito* Il primo modo è nel Po : il ae^
coodo andafndo al mare : il terzo in una parte della valle Saverna ,
divisa dal resto con buon argine , ^ con una chiavica z testa d^ asì*
no : il quarto nelle valli di Comacchio , mediante una tromba sotto
il Po » Quest^ ultimo è il desiderato da^ Bolognesi , come il più utile
ed io anche lo confesso, ma è il manco riuscibile di tutti, anzi il
più dannoso. Questo parerà un paradosso, e pure la verità credo,
ohe aia cosi , perchè là spesa , la quale conviene , che sia grandissima,
non può corrispondere air utile, che d' indi ne. seguirà, si con*
Sideri la spesa che si farebbe per mettere ciò in pratica, e poi po^
tranne risolvere se metterà conto il farlo • Prima bisognerà condurre
l' acque loro sino per riscontro al luogo , dove avranno a passare
sotto il Po, il che sarà necessariamente oltre il molino de' Sentivo-
gli a Longastrìno in circa, acciocché non entrassero nella Tallo, so
non oltre l'argine del Mantello. Qua, dopo 1' aver divertito il Po
per un altro cavo da farsi , si avrà a fabbricare una tromba , in lun^
fhezza di pertiche 70. in circa, 4c- per l'alveo del Po, ao. per li
uè argini di esso, e io. per . l'imboccatura, e sj^occatura, ed in
larghezza più di quello dicono , perchè non decaderà la tromba, co<^
me pensano , avendo prima andar sotto , e poi saltare su sforzatamene
te • Per piantar questa fabbrica bisognerà profondare tanto , quanto
importeriano p. 12. sotto il fondo delle valli di Comacchio, perchè
si avrà a lasciar libero per il fondo del Po sino a livello del fondo
di dette valli , poi tra. esso fondo, e la snperfioie superiore del voi-*
to vi avrà da essere almeno p. 4* ^i ghiarra , il corpo del volto al*
meno p. 1 , il vacuo p* 5 , ed il fondamento p. 2. Ora chi è colui ,
che voglia pigliar a fare aopra di se tal fabbrica con questa profondità?
In sito circondato da tanti pari , con quella apesa , che pensano i Bo»
lognesi? Quali macchine saranno baatanti per ismaltir l' acqua , che
vi concorrerà? Laacio poi, che al sicuro non ai troverà buon fonda*
mento , e lascio , che oltre la tromba di pietra , bisognerà ve ne sia
una murata dentro di forti legnami, altrimenti, per il troppo carico
deir acqua , che violentemente avrà- da salire quella di pietra si rom«
perebbe ben presto : ma quello che importa', e che neceaaariamento
biaogna, che' tutta queata fàbbrica aia finita in due meai in circa ,
altrimenti ai correrebbe pericolo con le nuove acque aopravvenienti
di rovinare ogni cosa . Aggiungasi pure un argine lungo più di ao.
miglia, forte ]^ ed atto a resistere alle fortune del mare, che converebbe
*7
<^
ftlO
/
y
fare per diviìfere^ quella parte di valle ^ cBe te gli concedèite. Ag-*
giungasi il taglio neicoutinente ffa la detta valle , ed ìL mare. Àg-
ciungaai una ehiavioa , oorae an' altra di Bell' occhio • Ag^iuogasi poi
infinite altre spese annue per il mantenimento» e guardia,, e per la
concesasione della valle , ed: altre simili ; mettiamo ora tutte ^vLestJd
spese, insieme, e paragoniamole all'utile di quel vallume, cWti sco*
prisse più di quello che ti scoprirà scolando nel Po , e- indiamo , se
ciò mette conto , poiché* questo ò un vallarne in sito piano sotlopo-
>to a ruine ordinarie de fiumi, che gli sovrastano , che non sarà
mai buono ad altro > ohe produrre giunchi, lischl,. e simili erbacce^.
e chi li seminasse , sarebbe sorte , se raccogliesse ; in somma bis(K
gna sgannarsi , e confessare, ohe non solo questo territorio ," ma an-
che quello, eh' è già scoperto vicino alle valli, non valerà mal nien-
te , se non si bonifica per replezione r od a questo dovrebbero at-
. tendere , giacché la natura gli porge si bella occasione di far/o con
tanta fiioilità^ e poca spesa.,, e quando questo si facesse, lo scolo del
Po gli sarebbe di vantaggio, e così riceverìano da un' ìstessa opera-
zione due importanti utili y lo sparagno d' una intollerabile spesa , e
la perfezione del territorio, che aarebbe atto ad. ogni seme,, sicuro
da ogni rotta de' fiumi,, e libero nello scolo per qualsivoglia inon-
dazione , che avvenisse , e certo oh' è cosa degna ^ di maraviglia il
sentir dire , che si voglia bonificare una- valle per essicazìooe con
spesa grande , potendolo fare con poca, per replezione , essendo che
caeteris pceribus , questa si preferisce da chi s' intende d! sgrLcoltUr
ra senza dubitarne punto; ed anche con qualche spasa di più, quan^
do la valle essicata non fosse più che sicura- dalle inondazioni, e hrt
bera nello scolo , come non sarebbe questa,. che per no« aver cadu-
ta in se stessa per arrivare collo scolo al suo fine ,, sempre al tempo
delle piogge si sommergerla; ma. in. ogni caso, quando pure sì. vo-
glia tentare questa maggiore essicazione, dico , che si debba più pre-
sto scolare nella Saverua , poiché la spesa é senza paragone minare ,
la riuscita sicura , e l' utile quasi l' istesso , non essendovi altra d죻
ferenza, se nou che si allungarla linea dello scolo S. miglia in. circa
di più , poiché da questo luogo della tromba alla valle di Gotuacchio
vi sono due tniglia , e fino alla Saverna ve ne sono sette , e forse
manco ; ma se valesse il mio consiglio non si farebbe né quella, né
questa spesa , e mi contenterei di quello , che si contentarono gli an-
tichi , i quali , quando vollero di più , si valsero del beuefizio de'
torrenti, e riempirono tutto quel territorio , che oggi si vede, e l'i-
atesso possono fare li moderni , se vogliono , e se non vogliono io mi
contenterei dello scolo nel Po, con assicurarmi dell' escrescenze « ed
inondazioni sue , pigliando una latitudine conveniente della valle, pei
ricettacolo degli acoli divisa dal resto con un buon argina > e con la
V.
/
\
211
'Mia cliiaVioa j e porta , jmr seiraf la in tempo dell* escrescenze ^ e pe r
aprirla poi quando fossero cessate . '
Al secondo rts]n>Ddo., Che "non potranno mai ricevere danno alcu-
no^ percfaè in tanto , che eirtra un torrente ih una Talle, ricettaco-
ìo de' scolatoi bielle oampa^ne ^'superiori , può portar danno alle det-
te campagne, in quanto che *<> farà gonfiar la valle., o otturerà li con*
dotti di detti scolatoi; nar nno^ né 4' altro può essere^ ergo nou
può far gonfiar le valli , perchè si suppone dargli esito reale per il
ro (i), sicché quanto n'entrerà in esse, tanto ne uscirà; non può
' impedire ia strada alli scolatoi , perchè tra 1' una , e V altra linea de'
torrenti, che si farà, vi si potrà lasciare tutto quello spazio., che si
vorrà ^2) ; il che meglio col disegno in mano si potrà vedere.
Replicherano , che andando il torrente per la valle è necessario »
icbe quel corpo di più faccia gonfiare 4a valle, il che non farebbe, se
andasse dritto incassato nel ^o*
Rispondo , e nego, che nnon facesse l'istesso andando per altra strada
perchè parìa sunt quanto ài far gonfiar la valle , 1' andare il torreu*
te in essa, ed immediatanfyente con essa eongiungersi , ovvero il con-
f^inngersi poi al luogo dell' esito. Se il torrente andando da se in Po
conseguisse fi suo fine diverso da quello della valle, sarebbe vera la
proposizione fatta, ma non è cosi, perchè tatti e due in ogni modo ai
troverranno insieme nel'lnogo necessario per losboccamento della ral-
le, dalla positura dei qdal luogo/, e sito vien regolato il crescere, ed
il calare della valle, conforme alla quantità maggiore., o minoro , che
ivi si troverà , e che da qual8Ì?oglia parte vi concorrerà , ma dichia-
riamolo con un problema, discendendo al particolar nostro, acciò
meglio s' intenda , poiché la cosa importa merito per altre conseguen-
ze , che da questa si deducono-: l' esito della valle d' Argenta sia
l'alveo del Po a S. Biagio, questo abbia tre gradi da smaltire l'acquo
della valle, V uno pia alto dell'altro, H quali eorrìspofidono a tre gra-
di di superfìcie d'essa valle,'!' una più bassa dell'altra. Qiurndo la
superficie della valle sarà in equilibtio col primo grado dell' esito ,
questa aia in primo grado bassa , o quando sarà in equilibrio coi se-
condo, sia anche ella nel secondo grado men -bassa, e così iiel%terzt>:
ora poniamo , ctie non corra nei Po l'Idiee, e solo -scoli l'acqua
ordinaria «della valle , e che però essa valle resti in primo grado bassa ^
y
«h
(i) Si suppone dar esito reale alle valli per il Po con 'far uscire tant' aoqna ,
quanta n^ entrerà in- esse del Aeno,-ina adesso coli' otturaineìito dcSle chiaviche,
o'buoye esce appesa per lambicco.
(a) L* elevazione dell* acque nelle valli causa ormai , die cune il paese tra un
torrente, e 4* altro resta sommerso. Onde non vi rimane aloono qiaaio-^^i{»eito
istrada y e sfogo degli scolatoi.
Serchè sii eqoìlilmtt tola ool primo grido dell* esito ; Tengt 1^ Idieo
ritto per il coiftioente^ ed entri nell' ij^eo del Po al Tr^faelto» e
poi feogft a 80 Biagio , dove trott V eaito ooeupato tino al primo gra»
do, e che esso Idice ahhia tanto corpo 9 che V occupi aino dt aecomlo;
eerto . che la vaHe bisognerà , che si alai sino al secondo gndo deJ/a
soa superficie* Vei^ poi il Po » ed occupi sino al terzo grado del*
1' esito ; certo che la Tallo si alserà sino al terzo grado della sua sii-
perfioie, eppure ne questo», ne quello sono entrati io essa Talle» pet'*
che quelli non avrìano maggior corpo andando per la Tallo » che fbo*
ri di essa , V alterazione del qual corpo è la sola causa di fare atte*
rare T esito, dal quale, come registro » dipende T alterazione della
Tslle f sicché si tocca con roano , che niente affatto importa al goa-
fiare delta* TsIIe , che altro corpo d^ acqua in essa tì entri , o non vi
entri , quando che necessariamente hanno a ritrovarsi insieme al laogo
d'un istesso esito» Dirannc»» che sarà se si riempisse di terra tutta y
<o la maggior *parte della Talle P Rispondo , che a loro basta tanto si-
to aperto, quanto sarà necessario per condurre li suoi soolatia, è
ben Tero , che in quel caso perderiano quella caduta , che biaogoerìa
dare air acqua che per Tia di moto avèria d'andare air esito, la
quale prima si sparagnaTa, peiofaè V iocorporava con la Talle , la qoa-
le in tutte le sue parti era equilibrata all' orizzonte ; ma noi non
trattiamo d^ioterrire tutta la Talle, ma sola una lingua sofficiente
per la condotta sicura del torrente ( 1 ) • Ma a questo anche oppongo*
-no, dicendo, che dopa fatta la linea, e dopo che i torrenti sboo*
eheranao in Po gli daranno danno; perchè faranno delle rotte, e
cnempiranno, ed impediranno i loro condotti . Rispondo , che come
si è detto, non si STiianno a s(»gnere innanzi incassati, sino che. non
possono andare fra terra , e pero in ogni altro luogo potranno rem*
pere, fuori che in questa nuova linea , ed in ogni caso è £icile il
provredere, che tale retta non si distenda, se non tauro quanto si
vuole y come appunto hanno saputo fare li terrazzani della Moìincìh ,
li quali hanno trattenuto rinondazione, e rinterrimento dell' Idice
in altezza al pari de' tetti delle case loro, acciò non precipitasse
sella detta terra, e questo T hanno fatto a puntino net confine, sen-
za lasciarlo passare un palmo , ma non per questo , in ogni caso , si
dcTO impedire il naturale alveo del torrente , che senza spesa si fii*
l'i 9 per^ violentarlo con spesa grande , acoi^ vada ad imbocearst a
Serpendicolo in Po, il che è un pensare di far rompere la sinistra
et Po , e di loTare' ogni oeeanone di tirar li fiumi Terso il mare ,
quando a tempo aTTcnire si Tedesse esser 016 necessario»
• (») Quesfo^incoaveniensa, par troppo è successo, non essendosi lofolato Tia*
tOfiuneACo ad una sola lingiBa, ma d^Iatatty per mese le valls*
Al terzo rispondo , che io ood so tederò » come possono ricevere
danno i coadotti dc^' loro scoli dal Reno tirato per quella parte y poi*
cbè se ciò non avverrebbe quando si tirasse il Reno per la valle
Stessa , come di sopra si è mostrato , che sarà tirandolo per il conti-
nente, e lasciando libero ad essi tutto quello scolo, e niente meno/
che sempre hanno avuto P Farà delle rotte, dicono, ed entrerà nella
ralle, passando gli argini del Geminale , della Sanmartina, e di Cu- ^
gnola; ed io rispondo, che se volessimo incassare subito il Reno per
quel continente, e farlo andare per aria, a similitudine di tutti i
torrenti incassati da essi Bolognesi ^ giustamente potrebbono dubitare
di simile rotte ad essi molto ordinarie, ma noi pretendiamo, che si
alzi il territorio tanto, che vada fra terra, acciò non possa rompere
uè apposta , né a caso ;, perchè acciò spandesse , bisognerebbe proCU-^
m:Io con cavi £itti a mana per il continente): tutto , che crebbe tra
il continente, e la valle; ma quando potesse rompere, li padroni
delle campagoe coerenti vi avranno a pensare , li , quali riceveranno
il danno deir interrimento , ma non li Bolognesi , perchè ricevessero
V acqua nella valle patirebbero alcun danno , come sopra ai è mo*
strato; e dato, che ivi nel confine fra il continente, e la Yalle essa
ai riempisse , che ha da fare con li loro condotti , essendovi in mez«
zo nna latitudine di 7. 8. ic^ x5» e ao» miglia per diametro? Ma di*
co assolutamente, cbe il Reno siccome ogni altro torrente non in*
terrirà se non quella latitudine , e sino a quel termine , che si vor-^
rà (1), e per conseguenza non passerà T ardine, che sostiene, e di-
vide la valle dal continente verso il Po^ e Io provo «^ Il fondo della
Sanmartina ha di caduta sul fondo del Po oggidì a Marrani p» 7, la
"valle superiore ha di caduta sopra il fondo della Sanmartiua, e del
restante sino a Marrara p* 6.' 7. ed ft, la quale altezza viene soete^
unta da un argine acciò non scarichi in qnesto continente ciato-, o
difeso dal detto aitino di Marrara, anzi dai Traghetto sino al Reno
porterà mille piedi quadri in circa d' acqua , distribuendo questo oor*
pò in quella latitudine cinta» e cadente non potrà arrivare a un >
anperficie del Po, e se non basterà, si alzerà raiig;itte . Replicano,
che r espeiieoza mostra il contrario , peiohè quandi^ rompe passa il
(i) Non tardò^ molto a T&dersi quant» si fbéce iirganirato l'Autore, poicbè ti
primo anno ruppero mm gli argini , e s' inondò* tatto il paese.
\(ft) Anche in tu) "proporzione sbacli^ l'Autore, esaendogi elevate P acquo molti
l^iedi con inoodasiorie di paesi molta loinani^ Ye^ansi le visite tutte tie' llionsi-
(aeri Ceatmioiiey Cersini ^ ed altri»
1
ai4
detto argtoe, ed entra nèHa valle. Rispondo ^ e tlìeo -ptima » éhe può
essere , che il Reno rompa in tal sito, che il suo eorso immediato
aìno aHa ^alle., che a perpendicolo vi scaricasse addosso • Secondò
anohe concedo , che in qnaisWoglia modo rompa in questi tempii e-
gli passera il detto argine; ma nego » che lo possa «fare » quando pre-
tenaiamo di divertirlo per quella parte» e qnesto é l'equivoco de'
Bolognesi, non distinguendo i tempi. Adesto qnesto continente ^stà
tutto allagato in altezza di piedi 5. nel' minor fondo, ed in <tempo
diella maggior 'siecità per oansa deiP interrimento inferiore del Po,
che gli riogorga, e stagna addosso 4' acqua delle valli superiori^ lo
quali, ^quando abbondano pia di acqna, come nelP inverno, non po-
tendo a^er eaito sopra quelP interrimento , fanno alzar ^molto pia
Rallagamento di -questo continente, che in' molti Inogi si riduce e*
nilibraio alla valle Mi|>erìore , 'laonde è necessario, che sopravvenen-^
o maggior corpo d'acqua , -non dico ri^rgi tata , che poco meno fa-
rebbe , ma vìif«,'e con gran velocità* sopra il detto -Tingorgo , e non
trovando 4' esito- a sua propoFEiooe , è necessario dico, che Vi alzi so-
f^ra ogni , e ^qualunque corpo d' acqua 'Stagnante , e ingurgitata daU
^interrimento, 'Sopra il quale questa nuova aequa è necessario, <^he
sì alzi ^ per «verno l'-esi te 'pro]»oraiionato a se, e però neiì è maravi-
glia se è necessitato andare ncHa detta ^valle, <e gonfiarla, perchè è
necessario alzarsi sopra ogni superficie, che si trovi solo bassa a propor-
aìone dell' ìstesso esito delileno , e che aìdiiaoomunicazionejibera col
detto esito; ma noi pretendiamo prima levar l' interrimento suddetto
fi) , il quale levato subito questo continente resterà asciutto eoa la
tua. caduta reale sul fondo -del Po a Marrara,-e sino al mare, e jpói
tirarci il Reno , al quale allora cesseranno tutte ie cause per alzar-
si, non dico sopra quell* argine., ma né anche pressò a un pezzo, e
quanto più quel continente -si anderà alzando di 'terra a proporzione
del sito del Reno , tanto 'più acquisterà -caduta per il suo fiae , e
tanto meno potrà nuocere alle -valli superiori con rette, o con altro.
In ogni caso dico , che i Bolognesi sono sottoposti addesso alle stesso
rotte andando il Reno dove va, ohe sebbene 4 un poco più lontano,
questo niente 'importerebbe , perchè l'acqua per sua natura non tii
Suo ''fermare , ma -oercà sempre d'andare alla valle; ma quel che
ovrebbe -levare ogni ansietà , è che questo muovere del Rene avrà
ad eesere sole ad tempos («) , sino the sia restituito sicuramente il
Po ; che se allora non piacerà , che vada per quella parte , niente
(i) Questo non fu eseguito essendori voltato il Reno nelle valli., sensa levate
minima parte del detto interrimento del Po. -
(fl) Questa conditone temporanea fa ottima aelP intenzione, ma si è resa pessima
neir^eseciizione, poiché non potendosi restituirei! Po, si nega di rimuovere il. Reno.
y
^
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impwta, clie si &ocia jaiBocoare in P& tanto iii su » qaaatO" si ya^
le, purché ciò si -faccia a seconda di esso Po» e ad^ad%olo^ ao€rtO',il
eoi lato 8uperio|ìe sia lungo più che sia possibile, e 11 linea si potrà-
dise^pnare atlessa per allora » divvero riiBettern a quel tempo ; final*
mente io dico^cbe dato>e concesso ogni cojsa alla peggio, in ogni
XDodo o bisogna levare il Reno*,., se si vuol faro questa bonifieaziona
in questo modo,, ovvero bisogna trovare altra modo , ovvero bisogna:
stare 00*^1^ e lasciar fare alla- natura. Circa al trovare*, altro -modo >
universalmente parlando ^. io j^rotesto di-^uon saperne altro-, cbo pos^
sa soddisfare. Che sia necessario* levare il -Reno, per eseguire il mo^
do proposto , lo vedremo abbasso ^neUa risposta del sopraddetto ^
AI quarto. rispondo, e dico , -primo , che perdendosi di n«ovo il Po
alla Stellata,. essendo in elezione de' Ferraresi di mandare il Reno
per r^lveo di Prima ro^ non possono prete>ndere i Bolognesi , che ab^
ma per ragione d^ andare per ctnello- di* Volano (1), e però* non a-
Vrebbono quel rifugio,. se nou/ìb tanto, quanto mettesse cónto a Fer^^
xaresi di mandarlo per Volano* Dico < secondo , che il Po^ dì Primaro-
non si può perdere, restando quel di Volano, se non per canna del'
fièno, che lo riempisse. di terra, che se questo confessassero i^Bologne--
si , bisognerebbe dua(fue rimuoverlo necessariamente dak luogo pre^-
sente, aociòv non faccia perdere^ quello^ della Stellata,, poiché milita*^
la stessa ragiono,. ma se restituito il Po^^ si.'rostitutrà aashe il Reno ^
come si è detto ;.r cesserà • ogni sospizione .
Al quinto rispondo, e concedo, che assicurata la restituzione del
Fo , non potrà piu.il Reno^ uè altri fiumi interrirò ; ma nego ,- che-
con lo stesso Reno si. possa escavare tanto ^^che si possa fare , che il
£0 s' imbocchi sicuramente* in ogni tempo, e che non solo non esca--
vera. niente afiatto^ ma anzi riempirà di nuovo; lo provo, una stes^-
M cosa nella medesima materia,.. e nellp^ stesso> tempo y o luogo noa^
può produrre due effetti contrari . -
II Reno, come, sopra si è provato, necessariamente Ha interrito',
interrisce, ed. interrirà*, dacl^ne non può escavare, e portar via 1' i-
stessa materia , che nell' iste9so tegipo , e luogo vi pone*. Che dalla
punta di S.Ciorgio-allatorro della Fossa vi è caduta, > ergo escave*
rebbe quel dosso, concedo ,, ma- nego> che lo- portasse al mare, suo^
ttltimoTfine, perchè lo distenderebbe per P alveo subito y- e poi vi
aggiungerebbe di più la materia,. che egli portasse ^seco-j la^ ragione
è, perchè in distanza di 5o. miglia, che vi sono, non vi è la caduta».
Bon dico per '.escavare., e portare al fine la» materia, depesta, ma né*
W»i
(i) È detta grati», tal proposizione > anzi- avendo il Reno\ introdaaÀoiie nel Po di
Ferrara prima che si suddiWdesse in Primaro , e* Volano , xorre alli Bolognesi ìsk*
jus ugualmente di rimetterlo o. in- Priniara^^O in Volano ».
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ai6
anche accio non poMa deporre • Tutto qnetto già ai è prórafo Sk ao^
pra 9 e con ragioDC » e con V esperieoza del Saniérno : T isteaso ai di«
ce del Reno 9 cbe 8^£gli avesse cadala snfficieotet Almeno per non
deporre , non avrebbe interrito 1' alveo di Volaoo » aiccome per farsi
la caduta 5 cbe necessariamente bisogna ^ ohe ogni torrente si faccia ^
per proporzionarsi , conviene , che egli si vada interrendo ^ ed alaan»
-do^ insìoo cbe 1' abbia acquistata^ Che il Reno con T aiuto di Panaro
potesse adequare quei maggiori dossi ^ che trovasse dentro delP al-
veo, a proporzione della bassa ^ ohe immediatamente segue ^ non lo
voglio negare y ma nego bene , che per via di caduta possa tirare la
materia al mare ; potrebbe bene per vìa di peso » ma nò tanta quan-
tità d' acqua fa il Reno con Panaro , né per tanta 1* alveo con li suoi
argini è capace ma dato , che fosse capace , e dato che il Reno eoa
Panaro fosse in tanta quantità, cbe bastasse per escavare per via di
peso ( il cbe non può essere ) in ogni modo più sarebbe la perdita ,
cbe il guadagno , perche questi aono torrenti , li quali , perduta V é-
apnlsione^ subito deporrianp più di quello t che avessero levato, cho
sebbene Panaro non porta terra 5 ne porte però tanta Reno, che è
sufficiente in una volta a far grande interrimento, ma dato che Re-
no potesse escavare, è chiaro, che dal luogo dove entra in Po, comò
dal centro , comincerebbe la sua linea cadente verso it mare* Dan*
quo -non escaverebbe nò il sito della sua sboccatura in Po, nò il si-
to superiore verso Bondeno , nò Panaro, come più basso, lo potrebbe
escavare perche non solo non avrebbe caduta sopra il Reno necessa-
ria per escavare, ma bisognerebbe che vi montasse molto, e per
conseguenza per lo rigurgito suo non potrebbe fare altro effetto , cho
deporre nuova materia, se P avesse; ma dato che Reno , e Panaro
escavassero, ò portassero al fine la materia, e riducessero P àlveo
|m>porzionato a Panaro , e non solo questo , ma si profondasse in e«
quiiibrio col tronco del Po grande (1), in ogni modo non avremmo
utto niente, se insieme P alveo suddetto non fosse anche tanto ca-
pace in larghezza, che P acqua , la quale s'introducesse dal tronco,
fosse atta , e snfficiento ad impedire la deposizione del Reno \ ma
questa capacità non la potrebbero fare quei torrenti , ergo • La mag-
Siore ai prova, e per le ragioni dette di sopra, e con l'esperienza
elio stesso Reno, il quale sino da principio, che cominciò Questa
Po di Ferrara a. rallentare , con tatto che P alveo fosse in equilibrio
alP altro , nondimeno , perchò vi era poc' acqua , e per conseguenza
poca , o ninna caduta , e moto , non potè essere impedito., che non
(1) Per render capace, secondo l'Autore, P alveo di Ferrara a sufficienza, vuol,
essere profondato all' aquiUbrìo del fondo del Po di Yenesta , ed essere inoltra
allargato molto.
V
ai7
deponesse . La minore provo , perchè un fiume non può farsi da aé
Alveo più capaoe di quello che richiede il ano corpo ; ma il corpo di
detti torrenti non arriva presso a un pezzo al bisogno del Po, ergo .
Non si può dire , che si farebbe per violenza di palificate entrare in
^all'alveo tanto corpo d'acqua 9 che avrebbe caduta, e moto suffi-
ciente, per impedire la deposizione della materia a' torrenti, perchè
in pratica non pnò riuscire, che sebbene ciò succedesse per Po bas-
so , è però manifesto , che la prima escrescenza rovinerebbe , e fra«^
casserebbe ogni cosa (i) , e quando questo non fosse , sarebbe ne-
cessario, che il Po rompesse di sopra.
Ma quel che ci può chiarire d ogni dubbio , se Reno con Pana«>
ro possa escavare , è il considerare 1' esempio d' una simile operasio-.
ne, che ogni dì vediamo, e tocchiamo con mano* Nella riviera di
Filo vi è un dosso fatto da Santerno , da questo dosso a Loogastri-
no, ed a S. Alberto vi h più caduta, che non è dal dosso di S« Gioi>-
gio alla torre della Fossa • Il Santerno ha aiuto delP acque chiare so^
periorì , ed in quantità , e qualità maggiori di Panaro , e pure non
solo il Santerno non ha mai saputo escavare il detto dosaci, -ma sib-
bene l' è andato alzando tanto , che , non potendo più sormontarvi-,
ha pigliata altra strada, dunque l'istesso si ha da dire del fieno-. '
JVfa per levare ogni disputa vengasi alla prova, la quale con faci-
lità , e poca spesa si potrà fare ; liveniamo prima la positura dei si*
to dell' alveo in diversi luoghi dalla bocca del Reno sino di sotto da
Ferrara verso Volano, poi si volti^Panaro verso Ferrara, ed a Gin*
gno, e Luglio (giacché più presto non si può far altro) vedremo poi
quanto avrà escavato. Che se troveremo questo miracolo, allora pò*
tremo prometterci dell* istesso per 1^ alveo di Prìmaro , ancorché mao»
co caduta vi sia in questo, che in quello, per essere la linea più
lunga .
Dalle suddette ragioni si conclude , che volendosi.rfare questa re«
stituzione del Po con facilità, e poca spesa, non si può lare se non
col benefizio del tempo , e delP istesso Po (2) , col mezzo delle sue
escrescenze, acciò ^ada di mano in mano escavando, ed allargando
r alveo , e che qnatido poi si abbassa non vi sìa chi ritomi a riem»
pire r alveo acquistato, e questo non si può fare, se non si muove
li Reno , sino a tanto , che questa operazione sia ridotta a perferione.
(i) Questo concorda con i grandi tentattyi fatti da* Duchi di Ferrara , ri asciti
sempre vani , per sforzare il Po con palificate .
(a) L'esperienza di molt' anni insegnò' con evidenza, che Pacqne dell' escre*
•cenze del Po non solo non escavarono V alveo di Ferrara , ma vi accrebbero
l'interrimento^ onde fu necessario d'intestare il detto alveo con un argìntt 9 e
di tener sempre chiuso l' adito , e l' ingresso in ogni tempo alle desse «cqne .
ai
Al8
Si potrebbe bene , se non riocresoe la ^pesa , fare senza muòvere it
Reno, qnando ai volesse in- una estate , che non corre il Reno, con
opera manuale far tutto TaWeo largo, e proibndo a proporzione del
Fo , che si pretende introdurre , e nello s^sso tempo anche aver fab-
bricata la palificata iiecessaria alla Stellata' , ma non so se si trovas-
sero tanti denar^^ e tanti uomini per farlo.
■ Ma perchè , come si e detto , ia questo modo proposto intorno a
questa bonificazione si suppone necessariamente la restituzione del
Fo in questo ramo di Ferrara , e che poi si divida , come faceva a
S. Ciorgio per Primaro, e Volano ;^è necessario rispondere anche a
quelli , che ciò» mettono per impossibile , pubblicandone sopra oìh
molti discorsi in iscritto ; e certo se parlano d'impossibilità fisica, la
cosa non ha principio di diiBcoltà , perchè la natura,, e l'esperienza
stessa ci ha mostrato il contrario , avendo sempre questo rama corso
per tante centinara d' anni , che sebbene poi ha abbandonato , ciò^
f>erò non ha fatto per natura, ma costretto dalla violenza fatale (i) ,
a quale levaia non sarà difl&cile il farlo ritoi'nare » dove naturalmen-
te correva »
. Secondo, perchè il fine di questo- ramo è lo stesso di quello d'og-
cidi, né- altra di£ferenza vi è , che la linea di questo è un poco pia
lunga , la qual lunghezza maggiore , io soroiùa non può^ portare più
ohe duo minati in circa di cadata , che quel ramo di Venezia avreb^
Jbe per nfre^lio di più di questo, se la pigliamo, conforme s'^ deve,
dal fondo del tronco , là dove si dovrà fare la distribuzione , perchè
non 'ha in. tutto da quel luogo sino al mare più di sk. o S. piedi djl
caduta , sicché couverria che per impulsione corra V uno , e V altrp
ramo; e quello airrà maggior vantaggio , il quale avrà maggiori am^
miniceli di palificate levate, latitudini,, rettitudine di linee, e ai*
milì, le quali potendosi applicare a questo ramo , non si .pnè dire il
negozio impossibile, né anche moralmente parlando. Se parlano poi
d' impossibilità morali , per la gran difficoltà , e per le spese ecoes-
aive ; rispondo , che né V uno , né V altro vi concorre . Non la difii-
eoltà , perchè con gran facilità (a) con V acqiia stessa si leverà per
via di caduta tutto T interrimento, che si troverà essere superiore
alli Iati del r alveo, e se questo non bastasse per introdurre aoqpa
sufficiente , acciò poi col peso suo escavasse il restante » si potrà la-
re con facilità con opera manuale al solito • Non spesa eccessiva ;
(i) Il ritiro del Po dall'alveo di Ferrara viene considerato in nrincipio della
Scrittura nel J. Se come alcuni vogliono, per effetto naturale degli accidenti ordi-
narj dell* escrescenze de* fiumi ,
(a) Già , come si è detto , l* esperienza ha annichilato il fondamento di quesu
creduta facilità.
\
l
perelìè} amìò sìa tale, conviene, cbe superi Futile, ma il mìHione
di «peisa «Negata da <)09toro , per provare l'eccesso della spesa, dato
che fosse vero., che vi aedasse i il che «on è né anche presso a un
pezzo '(i), non solo non farebbe Tati^, ma né anche adequerebbe
una part^di quello. 'Questo «i 4)rova ; perchè per . comune opinióne
un millione sarebbe bene impiegato, «olo per V utile , che per se
atessa porterebbe -la sola navigazione alla città di Ferrara (a), all'al-
tf^ di Romagna , generalmente , a' particolari , ed alla Sede Aposto-
lica, perule tratte de' granii oltre la salubrità deiraere., che per
difetto di questa ormai e disabitato quel paese , ma che diremo se
^i potrà, giudicare , che ciò si farà con loo. mila acudi , o poco più?
Né questa spesa , etiam che fosse di un millione , ^i pot-rebbe dire
Ckccéssiva , rispetto alle speset proposte da altri , perchè «e faremo il
conto , tutte -jiassano un millione ^^3} ; ma è cosa graziosa quello , che
a questo proposito dicesi in una «crittura, che nuovamente si è pub-
licata contro questa mia proposta d^ escavar -con Tacque, che già fe-^
<>i in Ferrara, dove opponendosi 4^ Autore di essa scrittura, reste
>ià d' una ^olta pubblicamente sgannato-:; per prevare V eccesso del-
a spesa 'intorno al rendere la boni&pazione -perfetta , dopo averne so-
-gnate molte, che io non -^vi pensai mai di farle, e dopo di averle e-
eagerate^ calcolandole conforme alle sae« chimere, ella fine concbiu-
^e pei^ dir cosa stravagante , ^he la^^pesa sarebbe di ftcudi 5oo. mi-
la , e pure la proposta , eh^gli ha fiitto aopra di questo stesso nego* '
«io, dopo di aver taciuto tutte T altre., 4ion si eseguirebbe oon dn6
milioni. Ma quésto sarebbe anche il meno male, il peggio è., che
ella é proposta vana non riuscibile , e con cuina manifeata , ed irre-
-parabile delle campagne di S. Alberto, e delle ^alli di Co macchio^
e queato mi ofiro a provare tutta volta ^ ohe la Santità Vostra
0
*— — — i— — W— — — ■ ■ ■■! ■ — — — ^«P— Mi— ^— — — 111 ■ I 11— —— ^»«—
(%) Posta la necessità di dare la cagacicà. ali! alveo con opera manuale, vedasi lo
scandaglio della spesa fatta Tanno i6xo. a cart. 38o. e si consideri. , dhe doTen<«
dosi , secondo V opinione dell' Autore , ngnagliare V equilibrio del fondo del Po
tfande eh* è più di p. iJL^fotco la soglia pilastrese, tanto maggiore dovrà essere
la spesa, che passerà uv^^ milioni., non luie^UBiselo, • di loo. mila «cudi, co«
me suppone .V Autore.
(a) SA Jìayigazione teala del Po grande .non è distante , che sole tre , ipiglia
^ la città di Ferrara;^ onde in questo poco avvicinamento non può considerarsi
utile d« paragònani con alcuna proporzione' alla .^pesa eccessiva ed intoUerifl>ilé
di tanti miHoni. " . v
(3) La,so^la,infero8u9Éìone di ^eno in Po. grande a Palantoné oggidì pvopostas, si
Direbbe .con soIq 3oo. mila scudi in circa , e porterebbe la. bonificazione me-
diata, o immediata della maggior parte del paese alla destra del Po, ed il risto*
xamento pejgpètuo d' una felice navigazione tra 'Bologna., .é Ferrara , e tra <[uesta
colla Roinagna 9 eh' è forse di maggior 'considerazione per il commercio, che non
farebbe V avvicinare quella -di l^go scuro alle, àmra di Ferrara ^
/
/-
\
aao
comanderà f hod partendami punta dtH! anppMti » cbe egli stesso fa ,
eoo tutta che molti ye ne sieoa de* falsi* Dunque la spesa di scii»
di too.. mila per questo capo dì comparazione , doq sola non si pnj^
arguire di eeeessa» ma è dt gran lunga minore d* ogni altra siu qui
preposta y e che questa moda da me proposta non sia per passare ì^
suddetta spesa» si toccherà con mana a bassa nel discorsa pratico»
Mentre si TOgKa escavare con V acqua»
Né per sostenere questa impossìbitità > vale il dire ^ che sarà diffi^
eile maritenere Taugola a proporsibue^ che divida P acqua alta Stel«»
lata y perchè ta natur» assicurata della suddetta manutenzione da qud^
la ci ha data coir allargare it tronco» lasciando a questo ramo if cor»
"SO per linea retta » ed a quel di Venezia {jer linea curva » sicché non
occorrerà se non fabbricare una punta » che vada a ricevere , e soste-
nere per retta linea il corsa naturale r lasciando, il- resta delfa latitu-
dine per iscarioatore delP escrescenze 9^ le quali sona uuica causa det-^
fe difficoltà io mantenere la distribuzione dell' acque in sito angusto>
ed unica rimedia per facilitarla ', >ed assicurarla ,* è V avere in tempa
^i dette escrescenze campagna larga ^ per ìsoaricarta » acciò non vie»
lenti r angora^, it quale qnanda per la^ natura del sita è palificata ver^
sa il corpa per linea retta ». e non per diametro ^ come accade alle
diversioni de^ fiumi ad angofa etiatik ottuso , ha tutto quello , che in
simit materia si possa desuerare,. acci& ne riesca buon effetto » p^&
è ficaissima il supposta 9 che si fa in detta scrittura , mentcechè , per*
Jrovare V impossibilità della detta restitnzione del Fa , dice , che il
'a grande vi ha fatto if corsa con la sua msggiore profondità dalla
rrte di Fìgaroloy. anzi la revità è tutta all' opposto ». perchè, comesi
detta y il corsa per linea retta viene verso noi, e perchè per Tin»
terrtmenta non si pnè imboccare , come si maaifesta, che Terrebbe
ìfi si facesse strada,» di qui è,, che ivi con una pertica di p- 14*^ net
inese di Settembre passata» mentre si faceva la visita ,. non poteomio^
toccar fonda, essenda il restante tutto egualmente sina all'altra ripa
di Figarofa sina 7» a 8V piedi ;. ma che stiamo a disputare P Veggasi
la punta fatta per il Fa d*" Ariana eoa tutta che sia restata imper-*
letta , e che quel sita r rispetta a quest<)r ,, sta in diavantaggia g]ran»
éissimo ,. si traverà non sola esssere stata salda ma assicurata del tut-
to r indizia certissima della buona riuscita di quel negosia «. In oltre»
te qui la restituzione del Fa fosse impossibile, e che però sia pazzia
il pensarvi , come si dice in detta scrittura , molta p^ pazzi sareb-
bero li Veneziani iir^spendere tanta ^ per divertire il Fa,, con tanta
■Miggior difficoltà r quanta mag^ore è la profondità » ed il filone del
Fa che pretendona divertire»
Molta mena osta in altra certa scrittura , che si dice essere già
Slata data idla Santità Yoitray nella spiale T Autore pretende jncomn
-OSI
r iiap088it41iti della restitaanone di questo ramo , perdTiè ^ anzi dal
ano detto proprio > si prova il oon trarlo , purché la liveilazioae, che
^li stesso allega, si applichi come si deve, e non si confonda con i
.termini , com^ egli fa * Dalla superficie della maggior secca del Fo
grande y die' egli y alla superficie dritto al Santemo, moota p< ?y
P acqaa la detto luogo , secondo esso, è p. 2&, dunque resta se non
piedi I» mettendo il termine ad. quentf come si deve sopra il fbado
deiralv«o, e non sopra la superficie d» quell'acque, com'egli (a^ dal*
la snperficie dritto a Ssnierno^» dice, aifu superficie dritto a Longa-
atrino cade p..3» 4» ^^ sottrattone, secondo esso» il corpo dell' ac-^
qua dell' uno 9 e deir altro termine da fondo a fondo cade p* 4^ ro*
Dunque è falso > che dal Po sino a questo luogo vi sia di caduta se
non p. I. a, com^eglt dice, confondendo i termini della livellazìo*
ne • Escavisi ora questT> fondo dritto al Santerno p- 7«^ 6 r <^^^ tanto
dice essere di caduta di qui al mare, troveremo, che secondo essi
dal Po al mare cade p. ii* 4"- Dunque non è impossibile la naviga*
zioiie per questo corpo •>
Ma ridicolosa è quella , quando dice per far navigaBìTe il Po bisogna
escavarlo p» i* sotto la sua seccu , dunque il Santerno avrà questi tre
di più di caduta sopra la detta secca, quasi che i termini a quo^ et ad
quem si abbiano ad alterare, quando il mezzo si alterasse ; che se questo
potesse essere, altrettanta contiene, che cadesse il Po verso Santerno «
Non meno ridicofoso è qiielfo, cbe a questo proporsito si dico in
quella scrittura, che riprende questo mìo modo d'esca vare, con l'ac-^
qua, meiitre dice la detta escavazione non essere riusoibife, tn^ dato
che fosse rinscibile, che non per questo il Po^sarebbe navigabile,
perchè sarebbe, dice, il suo fondo solo in equilibrio col mare, at
più , che si potesse fare , e perir le barche che hanno da venite
dal mare, non averìano acqua , se non si escavasse il Po 3. o 4* p^^*
di almeno di sotto della superficie del mscre , siccome si vede , dice ,
ohe non si posFono navigare te valli di Comacchìo , quasi che pre-^
tendiamo di fare la navigazione dell' alveo del Po col mare , e non
con r acqua del Po. Certo, che se si metterà il Po in quest'alveo
escavato a quella proporzione ^ ovrero nelle valli di Gbmaccfaio, al
ncuro si navigheranno»
Altro non mi resta , se non di mettere in considerazione atta San-r
tita Vostra, che se gli piacesse fare un nuovo taglio al Po dalla voU
ta di sotto éirS. Alberto ^ che per dritta linea andasse s sboccare a *"
testa d'asino- in lundbezza di io. miglia ìm circa, sarebbe opera
molto giovevole per vi prestezza della riduzione dei Po , ed assicu*
lamente di esso, e della sua parte sinistra , per la caduta , che ao-*
qiusterebbe dalla linea , ohe sì scorterebbe di uM^te miglia ^ e dalls
profotidità di esaa riaj^tta » ^ell» dell» pieaeate«
• •
%%Sk
Questa è in «oimna U modo » dhe iio tapttfo trovare per rimedio
di questi disordini , del quale altro non eredo sia più reale , come
quello 9 ohe la natura stessa oi ha mostrato ; -che sebbene il Po ìm
Àbandonato, « iatto altra strada, questo è stato per accidente , ^
'Oruale levato, sarà facile fiirlo ritornare dove naturalmente andava^
Oltrebhè è modo facile , di poca spesa , e che dalle stesso principio
•si comincerà a sentirne utile • E le prime «operazioni , e preparatorìi^
•che si avranno a fare per metterlo ia esecuzione sono tali , che senw
-pre saranno necessarie iaogni caso per- quaiaivoglia idtro modo, sic»
ohe non impedisce , che se in progresso di tempo si -facesse altra ri-
folnxioQe 9 che ciò non si &cda sena pregiudwio della spesa *iatta^
/ '
<^
*?
m3
RELAZIONE
DEIXO STATO FBSS£NT£.DELI.' ACQUE CHE INFESTANO LE TRE PROVINCIE
DI ROMAGNA, FERRARA, E BOLOGNA
r
Cì^n il parere sopra li rimedi proposti fatta alta, Santità di . Nòstra
Signore Papa Innocenzio XTL pubblicata d' ordine della.
Santità di Nostro Signore Papa demento XI.
nelV anno MDCCXV.
JLia bonificaziooe generale delle tre proviocie, commessaci dal pa-
terno zelo dì Vostra Santità ^ è stata T oggetto de* pabblici voti nel
Gorso quasi d'un secolo » e tentata più volte eoa opera infruttuosa
per le contigenze de' tempi • La cagione j ohe ha modsi li clamori di
questi* sudditi della S. V. ad implorare si sovente la suprema autorità
de' suoi predecessori 9 è andata sempre crescendo nel progresso degli
anni 9 e si>è ormai così estesa , che hanno ragione dL temer e" la- loro^
vicina 9 e totale rovina , senza il soccorso d' nn pronto rimedio*.
ÀUo aregolato- corso dell'acque ohe sono( a deatra del Po di Prima-
TOy si devono- riferire le miserie di questa bella parte dello stato-
Ecclesiastico- Molti sono li torrentL, che scendono dalP.appenino-
precipitosi, e carichi di- terra,. e di arena, vi fanno impressione de'
toro effetti maligni y ma più di tutti è il Reno, che per ragioni pe--
cmliari ne vìen riputato L' autor principale. L'essere egli maggiore di
corpo d' acqua ,. il più. torbido ,. il più lontano- dal mare, e ora va^
gante nelle valli,. che per gi' interrimenti ne hanno perduto quasi il
nome 9. e si sono rese incapaci a più- riceverlo nel loro seno , ha fat*
to giudicace egualmente necessario, che difficile il dovergli dare so«
pra d' ogni altro uno sfogo , che aia atto a portare felicemente le sue
licque al mare -
, Fu questo torrente per ordine di Glemenle- VtIL divertito dal Po
di Ferrara con alto , e magnanimo pensiero di restituire a quella città
la perduta navigazione.,^ e fu posto nella Saamartina , valle allora di
giro di molte miglia, dove chiarificate le sue acque ^ a«eva> l'esito
per più bocche nel Po di Primaro* Non soffri però lunga tempo di ,
star chiuso ne' termini assegnatigli,, che rotto l'argine circondàrio,
e fattosi con la forza il passaggio nelle valli di Marrani , diede jprin-
cipio colle inondazioni a quei mali» elio sono andati serpeujdoj^ ^
dilatandosi sino ai giorno d^ oggi 9 con apparenza di dover creicere
sempre più ^ se non viene migliorata la condàzione delle cose •
Correndo disargìnato da Galline in gin alla parte destra ^ versa le
sue acque da quel lato in maniera , che tntto H paese fra esso , ed
il canal naviglio , resta soggetto alle grandi espansioni delle sue piè-
ne, dond'è venuto, che T estese pianure del iSominale^ di Gaprara ,
del Poggio^ di Raveda, di S. Prospero, di S. Vincenzo 9 ed altre mol-
te ^ che per V addietro furono buone , e coltivate 9 sono ridotte ora
ad pna pessima condi;BÌone , prive d* abitatori ^ e latte solo ricetto di
acque stagnanti , e paludose 1»
Alzate le valli di fondo per gì* interrimenti ^ e gonfie d'acque atra*
niere^ pltre l'esser sostentato il loro pelo ordinario in altezza di più
piedi, vi hanno perduto lo scolo i terreni superiori: onde ^ritenute
nel proprio seno l' acque piovane 5 e atagnanti ^ n' è resa valliva una
buona parte ; e riempiuti di lezza i /condotti principali , in 4ttogo di
servire air uso, a cui sono destinati^ si veggono alle volte correrò
air insù verso il loro principio^
Per comprendere poi T aumento del male presente, in confronto
del passato, senza venire ad una lunga deduzione de' particolari 5
basta riflettere, ch'in oggi l'acque delle valli di Malalbergo si alza-
lo nelle loro somme escrescenze tre piedi in cirea più di quello,
che fu trovalo nella visita di Monsignor Corsini l'anno 1625. la qua-
le altezza quanto imponi di estensione ad occupare i aiti , ch'erano
prima intatti^ ai pup facil/nente capire, se ai considera, ciò auoee-
aere in nn paeae quasi orizzontale • Al che si dee aggiungere P ap-
prensione^ in cui si vive da qualche anno in qua dell'aria corrotta,
non solo nella campagna, ma nella città stessa di Bologna.
La navigazione fra Bologna, e Ferrara interrotta già più volte per
P intersecazione fattane dal Reno , e con nuovi giri , e spese ; ritro-
vate nuove, ma più lunghe vie , per mantenerla , ai è ormai ridotta
a segno , che protratta la 4inea di Reno sin quasi ali' unirsi col dos-
so di jSavena^ non resta più luogo, che per poco tempo, e spesa
continua a non perderla affatto it
L' istessa protrazione di linea p cbe va sempre più avanzandosi nel*
la valle cpiP alzamento delle parti inferiori , na cagionato quelle del-
le superiori^ come a Cento , alla Pieve , ed a Mirabello , in maniere
che camminando il suo alveo per lungo tratto molti piedi sopra il
piano delle campag^ie con arginatura di altezza prodigiosa , sieno in
continuo perìcolo di rotte, seguite già più volte, e provino il dan«
no presente nelle sorgive ^
Passando dalla valle di Marrara per la bocca detta delle Gacupate,
ed altre nel Po di Primaro , v'entra , non gni chiarificato, come n^
fa il primo pensiero , nota in parte carico della sua limosa soma , non
ancora deposta interamente per istrada, cni tenendo alta la superfi*
eie del Po sino al mare 9 quando vieu gonfio dalle sue piene ^ è in
gran parte cagione che il. medesimo Po, si renda incapace di riòeve-
re io scarico delle valli di Marmorta, e le inferiori di Buonacqaisto,
e di Ravenna , in modo che sostentate queate , ai dilatano air insù, fi
perdendovi la caduta i condotti degli acoli ^ rigorgitano sopra li ter*
reni , che dovrebbero goderne il benefizio .
Il Sillaro , e r Idice, ed altri fiumi minori non potendo per tal
cagione smaltire le loro acque per le bocche di Marmorta , dove bau*
no^ l'esito , che piuttosto ne ricevono dal Po, tengono tanto pia gon-
fia la valle, ristretta ormai per le deposizioni di questi, a segno che
non tì restano , che pochissimi fondi , onde ne nas^e , che V espan»
flioni sì distendono ai terreni coltivati air intorno, s^ interriscono gli
scoli , e i fiumi stessi ne' propri alvei, sostentate le acque loro, ne
risentono gli effetti perniciosi , mentre elevati di letto con arginatu-
re altissime , cagionano frequenti rotte nelle parti superiori •
Quest' alzamento sproporzionato della superfieie del Po di Primaro
per il lungo tratto , che s' interpone dal Gavedone di Marrara sino
a S. Alberto, tanto superiore alle campagne del Polesine di S. Gior«
£'0 , fa che il lento moto dell' acqna in nn paese tanto basso , trape**
odo per li pori delia terra , vi cagioni le sorgive , e v' insterilisof
una parte di quel territorio abbondante , eh' ebbe il nome di grana*
io del Ferrarese ; siecome è pur considerabile la soggezione del perì-
colo delle rotte , che patisce colle valli di Gomacchio in un argina*»
tura poco buona di tante miglia , in molti siti difficile a ripararsi
per mancamento della materia ; in modo che le valli suddette di Co*
macchio hanno gli esempi recenti , quanto sia malagevole il ripigUat
delle rotte , che vi sono segnite ; onde si può dedurre il gran danno,
che seguirebbe alla Camera Apostolica colla perdita di esBtj la gran*
dezza del pericolo, e quanto sia necessario d'iapportarvi il rimedio
j^er metterie in sicuro •
Verificate tutte le cose sopra enunciate nella visita da noi fatta, oi
più atto , il più fattibile , e meno dispendi
so« Ginque. sono le proposizioni principali, che sono state discussa.
Di tutte rappresenteremo a V. S. gli utili , e i danni , col giudizio ,
che ne abbiamo fatto , acciocché la S. V. possa poi ordinare per il
benefizio de' suoi sudditi, dò che Sarà riputato più conferente dalla
•lu suprema prorvidenza.
v'^
Am6
T,
Pitopasiziùne^
Uneadi vatte in vatte'-
ra ì lìmedi, che sono stati pia volte proposti, ed esaminati per
rìcapìt» di ^este aociae^'une de più anticni, e i;inoinatì è qaèllo di
S render Reoo alla botta degli Anaegati ^ ed iotroduceodolo nella valle
el Poggio, portarlo con retta linea per Maitre valli inferiori sino
alla Sacca di testa d^ asina al mate ». unito agli altri torrenti , 6n
aaccessivamenie s? incontrano^ oppure aepasatl. dagli ultimi, che'sono*
il Senio., il Santerno, ed il Lamone.
Pes ciò fare si penserebbe d' andar Ibrmandc un nuovo, alveo ne^
•iti pia elevati , cne si frappongono, tra una valle , e V altra ; e dove
queste sL dilatano colP espansioni ^, si vorrel)be alzare un argine cir^
condacio , accioochè in tal modo ristrette V acque , e forzate a corre*
re verso il suo termine, vsi formassero da loro stesse un letto prOf
porziónato , senza potere in tanto innondare , e danneggiare i terrìto-^
ri, che vi sono, ali intorno; e perchè ,. oltre alP acqne de* torrenti 9.
hanno* anche il suo sfogo nell^ valili gli scoli- delle campagne superio-
ri , per darof a questi il debito provvediipeoto , si penserebbe d* unir*
ne moki assieme, e portarli a, sfogsre per efaiavicbe nelle medesime
valli ^ oppure tirandogli a quflla parte , dove V alveo già detto fosse
più angusto, e- più comodo, farli passare al di sotto con botti sot*^
terranee nel Po di Primara.
Ha questo progetto V apparenzik' del piu^ facile , e pJiL conforme al
bisogno, del quale si tratta f poiché con esso pare che si secondi la
naturale incliuazione del Keno, e di queste altre acque , che presene
temente si sfogano in dette valli 9 le quali ,. formando senza dubbio la
pia cupa,, e profónda parte di questa supériiipie , e conservando, le
reliquie deir antica Pàdusa, paiono appunto destinate dalia natura al
essere ricettacolo di tutte V aeque 9 che scendono da* monU , e. dalle
campagne, che loro sovrastano^*
S' aggiugne., che in questo modo sembra ottenersi là desiderata bop
nifioazione, con restituire alla> cnltuza una buona parte de* terreni
ora occupati dall* acque , e si renderebbero fruttiferi molti altri ^ che
di sua natura sono sempre stati vallivi, e palustri ; in maniera che
tutta la parte Traspndana , rìstvette le ac^ue con buon regolamento
in un solo alveo , petsebbe in pregressa di tempo liberarsi non solo
dai danni presenti ; ma far ai|£0< aquisto di molu- beni.^ che ora sono
perduti. ...*.•
(bn ostante però queste considerazioni non si crede da noi prati-
chile simile diversione . Ma prima di adurre li motivi.,, pare in qual-
che modo necessario di rifferire per fondamento , e chiarezza insieme
di tutto il seguente discorso , la massima generale nella materia dei-
r acque : che in due soli modi nn fiume 9 e torrente , ohe porti
."f
V
%%1
/
mescolate le me acqn^ con letza , ed arena » possa condurle al mare^
-sènza fare deposiziooi seasibili «nel proprio alveo , o con aver tal pcn«
'densa 9 ededlivio proporzionato al suo' oerpo d' acqua , che colla con*
eepnta violenza non gli lasci separare la nuteria grave che porta , o
«con impulso d* acqua perenne.» che gli dia fon^ di spinerò al stbo
'termine , e supplisca a <|ualnnqtte mancamento di caduta «
Da qui ^nnsce , che que' tosrenti » li quali vengono da' monti a ca-
dere ne' piani di poca pendènza, vadano per provvedimento della na-
' tura lasciando nelle parli ^superiori fante parti della sua limosità ,>
sinché acquistino la cardata necessaria coir alzamento del fondo del
Sroprio alveo, e si formino il declivio sufficiente, che mancava loro
a principio in quella parte • 1
Per istabilire poi qual sia il bisogno preciso di qnSsto declivio, aeh-
Bene pare il sentimento *più comone de' Periti., che debba easere al-
-meno di sedici once per miglio ^àn ogni modo 1' esperienza "ha fatto a
«noi conoscere, che non dobbiamo -attendere ad una regola universa-
le ; ma sìa miglior consiglio di riferini all' osservazione particolaBO
di ciascheduno de' torrenti , che richiede inaggiore , o minore i' in*
clinazìone del proprio fondo , secondo la maggiore^ ^o minore quanti*
ti d' acqua , e carico di lezza , che porta •
Stabilito questo principio .« diremo nei caso, di cui si tratta-, che
•aancando al Beno., eome afl ogni altro torrèote inferiore., la perei]i-
jaità delle sue acque, e per onesta strada il requisito della sufxicieB-
te caduta.^ non sia opera fattibile il condurvelo , senza incorrere neT
disordini, <^e saranno dedotti in appresso.
Dalle «fivéllazioni prese nella visita rìsotu , che dal punto della di*
sTersione del fonde di {leno , che in -qui^la parte si trova superiore id
Siano 'delle campagne circa piedi sei , avrebbe di caduta sul fondo
ella sua foce in mare piedi trentotto ; la quale distribuita nel tratto
4ì 5o miglia in circa ,^cbe vi sono da un termine all' altro,, resta di
gran lunga inferiore al bisogno»; poiché essendosi osservato con dili-
gente misura fatta ad acqua sfagnante, che «9 Reno stesso dopo l' in*
{rosso della Sammog^a cammina con /declivio di i4* once, e trOv
3narti in circa per mìglio» e in^altri luoghi anco di vantaggio , si ve*
^ e chiapimente , quanto sesti difettosa la riferita di piedi trentotto
a|i tanta distanza , che vervebbe ad essere non pia ohe once 9 , e
«in ottavo per iniglio •
^sendo perciò incontrovertìbile questo difetto di caduta , ne vae*
ne in conseeuenza, che il Reno con gli altri torrenti inferiori ver-
Mbbero daTse stessi a formarsela colle deposizioni , elevando il loro
fondo , -come attualmente si vede aaccedere io ognuno di essi, che
jper tal 4ìagione ihanno owligato a munirli d^ arginature , rialzate suc-
cessivamente a tal ^ado che &nno terrore a chi le osserva di ao ^ e
V
-^
pia piedi superiori sòprft il piano delle catDpa|[ne> con pericolo per*
petuo di rotte; che seguite già più volte iit pia luoghi hanno por^
tata là desolazione a territori interi, e con ragione fanno . temere
quelle nuove opere ^ ohe ne inducessero tanta maggior facilità, quan*
ta sarebbe in quest* alveo di si gran lunghezza» Dove si deve di pia
avvertire , che le rotte stesse sarebbera difficili a ripigliarsi per la
precipitosa caduta , che troverebbero in tanta altezza, di maniera che
In luogo di bonificare con utilità, si vedrebbe tutto il paese a de-
atra , e a sinistra esposto > coli' uniotfe di tante acque violente , e ri»
tenute dagli argini manufatti, al pericolo di frequenti inondazióni «
Da questa necessaria alzamento dell' alveo , e delle arginature pd*
ite alle valli, ne seguirebbe ancora un tale impedimento agli scoli,
li quali ora hanno l'esito nelle valli stesse, a in Primaro, che si
metterebbe in ìsconcerto tutto il paese superiore coltivato , dal quale
se ne goJe il benefizio, senza vedersene il rimedia opportuno» Oov
de se si volesse provveder loro di chiaviche, sarebbe necessario argina»
re i condotti all'altezza medesima, che l'osterebbe stabilita agli argi**
ni delle valli , le quali andandosi , come si è detto rialzando di fon-
do, a gli scoli Vanderebbero perdendo la caduta^ oppure, restan-
dogli questa , seguirebbe , che qnanda le chiaviche dovessero star
chiuse per impedire U rigurgita dell'acque tórbide ^ che interrisco*
no i condotti , venendo molti di questi scoli da siti assai alti , ed e*
levati, né potenda ivi ristagnare, e trattenersi l'acqua declinata al
sito pia basso, venisse tu^to ad nnirsi colle altre acque inferiori vi-
cino alle chiaviche, dove non aifendo il sua sfogo, s' eleverebbe a tal
altezza , che non trovata capacità sufficiente nel suo canale argina^
fa, traboccherebbe nelle campagne , le quali per esser tutte recinte
d'argini nelle parti più basse 9>^on potrebbera se non difficilmente^
e con lunga tempa scolarsi» ^^^
Se pòi si volesse ricorrere al pi^vvedimenta delle botti sotterra-^
nee» non potandosi queste fabbricai in una lunghezza, che attrae
versaésè 1' ampiezza delle valli , per e^r quivi il terrena infetioe ^
ed inabile al comodo di tal &bbrica, che sa^bbe d'ìia infinito di^
fpendio , bisognerebbe , come sopra si è aò<?ennato , formarla' ne' ii-^
ti interposti tra te valli medesime per tutta la larghezza del nuova
alveo, che vi si facesse » Ma qui ancora si presentano difficoltà dìgraa
peso , non sola perchè affine di non impedire ivi il corso ' dell' ao*
qne , 6 bisognerebbe attendere, chef il rondo si fosse alzato a misu-
ra , senza sapersi intanta come dar esita agli scoli ; eppure sarebbe
necessaria foriti Arie tanta profonde, e curve satto il detto alveo, che
con difficoltà potesse l' acqua \ degli scoli stesri risorgere per avet
sloga nelle parti inferiori ; ma ancora , perchè non sarebbe molta
lacile ridurre tmtf gli scoli lontani a passare in V|[neste parti » dove
/
si penserebbe ibrmar dette botti y potendo forse alcnnt di essi non •- /
vervi sttffioiente caduta » e sarebbe parimeate più difiicile ^ e dispen-
dieso, di quello , che apparentemente si crede il fabbricarle » e> fon^
darle in questi siti per se stessi acquosi e ripieni di radiche 9 e can-
Jincce palustri ammassate insieme che qui diiamano Cuore ^ come fa
anco sentimento dell' Aleotti ^ al quale per lunga esperienza ^ che a-
Teva in qnestp materie ^ deve darsi non poca fede*
A- questi motivi ^ che sono il fondamento reale dì qnesto nostra
giudizio 9 s'aggiungono quel)!» che accenuano Scipio de Castro nella
•aa relazione a Gregorio XIIL » e il pad» Sparnazzati nella scrittura da«
ta a Clemente VIIL a* quali j se si congiunge T autorità degli altri
aoggettt» che furono seguaci del loro parere ^ insieme la perìzia di
-chi gli assisteva fondata nelle lunghe osserfazioni , e fatiche. da essi /
fatte 9 pare che con bastante ragione resti escluso ni progetto di que*
aia linea 9 colla quale verrebbe ancora a torsi il commercio della na* n
vi^azione tra Bologna » e Ferrara, tanto necessaria a' vantaggi di que-
sti stati»
Proposizione della linea di Volaruìm
Jb n questa linea da Monsig. Corsini creduta degna di particoTar ^
Gonsidérazìone in^ questo grande affare dell'acque y e però stimò ne«?
cessano di discuterne nella sua relazione le ragioni, che potessero
persuaderne, o dissuaderne P impresa, appigtiandosi poi egli a queste
ultime per li motivi, che diffusamente ne adduce.
Non v'è dubbio y che (come accenna lo stessa Prelato): pare a pn*
ina faccia molto plausibile di restituire il Reno, dov^è corso gran
tempo 9 e dove per convenzione reciproca tra Alfonso Duca di Fer-»
rara , ed i Bolognesi fu portato in tempo d' Adriano VL Di pi(i
conferisce molto af pregio di ques^ opera il credere, che non doves^
se riuscire molto difficile, e dispendiosa, per trovarsi già fatto qua-
si tutto r alveo, restando solo la soggezione di rìstatrrare^, e miglio»
tare gli argini antichi , con alzarli dose fosse di bisogno , e per quel
tratto ove occorresse fare il nuovo alveo, cominciando da quel sito ,
ehe ora paresse pia a proposito per maggior sicurezza , e indennità
di JPerrara , e della fortezza » Né viene riputata la spesa cosi ecces-»
siva » che non meritasse d'essere impiegata sulla speranza di un u»
tile tanto considerabile; aggiungendosi in fine il* migliorar della na*
vtgaeione per P alveo di Votano , eh' è una delle prerogative maggio^
ri , che ha perduto Ferrara con V allontanamento del Po » /
' Considerate nondimeno tutte qifeste pretese facilità , e benefizj ,
pare a noi di doverli lasciar da iparte, persuasi al contrario, che
aoo pòssa per questa strada il Reno portarsi colle sue torbide al
^3o
/
«lare.» MDza ottonare iiiovità pKgmdimàlbiiiDa in tatto il temto^
4rio di Ferrara per il luogo tratto. , che è dal.puoto della énrersion^
]>re80va VigarailS per il Reno .«reocliio» o io altra parte più yicina
•alla fnota di S. Giorgio,, in distanza dal mare di miglia ^e. in
«circa» dove essendoai trovato nella noatra visita ;Boa aver più, cba
piedi 35. dicadnta dal fondo di Reae4i Vigarano^ino al suo aboo**
co, computativi tutti i "vantaggi, che ai deducono dal flosso, e ri»
vBusao del mare , dal terminare la lìnea oadente del'foudU) quattro pie»
/di fOtto il.pelo ordinario del medesimo mare^ ai dev^e . eonoludore- ^^
-ohe '^ia •maoifestamente difettosa, ed inaussiatente , mentre non a*
tirremmo.più di once otto, e cinque «minuti per jniglio, %nando Tè-
rdiamo, oome si è detto, che il. Rene ne ha presentemente ^quattor-
'dici, e tre ^quarti ^ aicchè in 4utto'*»queato apasuo mancherelibefo pie-
di 27, e. once .6. di caduta necessaria^
A questa proporsione dunque Terrehbe necessariamente ad akars!
4!aIveo di questo torrente, nel le parti y superiori di Perrara , e di den-
to,, ^come appunto, per formare questa cadente necessaria, comin-
<4>iò a succedere , quando Panaro , ancorché men torbido,, e più j^-
'Teline di Reno m introdotto con -sran -irtaaiso dal Cardinal Serra
per il Po di Fenara in 4]uest* alveo di Volano , mentre nel corso di
^o.-mesi^ e non più, il fondo s* alaò ben cinqne piedi, obbligando
il medesimo Autore a rimuoverlo per. esimere io stato da quei mali ^
<oJi' erano per succedergli*
Quali poi dovessero esserci pfegindtq da oagienetsi da tale aka-
' mento di fondo nelle :rìferite.TÌcinaoze di Ferrara,, e di Cento, ba-
Jta ricorrere a ciò, che abbiamo detto. nel passato. discorso della Jinea
idi valle in valle , ponderando 1' altesza , e la soggezione dell' argina-
.ture, cb^ presentemente vi sono, e T estremità, alla quale si do-
#Trebbero accrescere nella auocessiva alterazione del fondo medesimo •
^ Nè-meoo gMve.'Si giudica il 4lanno , . che «nel dare effetto a questa'
Jinea sono per incontrare quegli scoli de* due iRolesini»diFerrara,, ^ di
.S. Giorgio , che ora si .portano felicemente in Volano., da dove ^re*
eterebbero esclusi, o almeno infelici tati , allorcbè alzatb iMetto del
Po, vi |)erdes8ero.]a caduta^^e mancherebbe ancora a' J'errareai ir
ripiego di JToltare , come aperano ^ a questa 4>arte tutti quegli .altri
scoti che ora vajino al mare a dirittura., o alle ^alli di Comacchio^per
il Polesine di^. Giorgio, giacché quelli 4ono ormai (|uasi inutili per
^r impedimenti, ohe ^si vanno facendo -sempre maggiori allo ebocca
del Po d^AArianò , e .queati ai difficultano colle Yasiaziooi.^ ohe sono
aeimìte nelle medesime valli .
^Perciò è necessario di riflettere., se queata mutaeione, ed eleva-»
mone di fondo potesse evitarsi con il aoccorso d* altre acque chiare »
ohe aopplendo al 4ifetto della «caduta aiutassere il Reno a correre -
/
MiMKt^ dbpomv E* perclìè T'esperieoM fit £itto* eoiio8oere> òhe %ì^
8oeo meoo- ehe* yand Ip werare di piur ÌDtrodarr& ia> questo ramo il
9 graadft'y propose già moosignor Corsiai a que&t* effetto d,' uairvi
Uaoooedel oaaal naviglio*» <^1 Guazzaloea , aella .Dàrdagna ,. e del
oaoalioo di GeQto;.ma noi noo jDrediamo v che pòssa in- quesio modo,
«mediarsi al male, «del quale si diseorve , atteso ' che, parlaudo pru-
ina del* canal Naviglio » questo ,per esser- paste del Reno , dal qoalo*
si divide « alla, chiusa di , Gasaleecbip > nou è men torbido del suo
n^^gipp^^iQo. Onde, ancorché ooo accrescere il corpo d^ acqua,,
jiotesse dar qualche maggioir forza all' altre, ad ogoi modo^ cresceiw
dosi ancora proporzionatamente nuove torbide^, ssrebbe poco coofe»
sente a togliere F occasione di deporre. Il far poi foodacnento della
Darcjagn^, e Guazzaloca » saria ua^preteodere di ter Tacque da' fon»
fi situati io domio] forestieri, e condunle per lungo- tratto ne' loro-
territori 4 oltreché r unione di queste acque non^ fajrci|>b0^ mai na^
OorpO'tàle,. ohe avesse ^igor bastante dk spingere qiielle del Reno al
y ano termine , anche Con aggiungerci U acque del canalino di Cento^^.
senza. i narrati disordini, poiché per essere di poca quautità>, e per-
ii difetto grande delia caduta, poco potrebbe operare».
An^ se si considera 1' andamenta- di questo canale, ohe serve per'
^agoare le fosse della fortezza di Ferrara, nasce ancora" una rilevan*
te difficolta di poterlo introdurre con Reno nel Po di Volano in sito*
tale, che potesse vicino a Ferrara- dare alH acq^edLlui^r aiuto, che
u desidera^ Pòiobè , quand' anca-dovessimo..credere per sc^fficiente la
Oaduta*, che da Vigaraoo al mare avrebbe, secondo lo stato presente-
Juest' alveo, nulladimeoo in conseguenza, delle misura prese ,. il* pelo ^
all' acque del Reno da Vagaranc^ sino ^ alla punta di S^ Giorgio, fo»» .
aaandosi una linea, pronoczionata ^, e corrispràdèiite al sito.' inferiore «
Otorrerebbe in tempo di piene circa- dodici (^edi pià^ atto di. quello^
dèi canalino , quale per tal cagione, resterebbe soggetto colle fqssO'
dèlia. città, e fortezza a' rigurgiti ,. e inondazioni deUo stesso Reno>.
fppure saria d' nojpio portar quest' acque tanto in giù ,, ohe. si liberas-
ae hensbla città di Ferrara dal timore de' detti . rigurgiti : ma sareb^-
be anche privo il Reno dell'aiuto, che si pretende ricevere dall!iiv
nione superiore dell' acque del medesimo canalino •.
Restando in tal modo assai chiara là, diffi^boltàt di sovreniire quanto-*
basti all'impulso dell'acque di Reno , acciò non deponganov ha sng*»
gerito il* dotto Cassini maitematico del Re Gristianissimot*, e òhe al*
tre Tolte ha avuto; mano in Questo i^egozio,d' aprire- al Po grande n*.
na strada vicina a fossa, d^ Alberto >. sette miglia, sotta^ Fèrt^ara.,^ per
meo^er qfiindi. con un regolatore- ben • formato oaa buona porzione
e? acqiie ia tempo delle sue piene.,. Qjolla qpale potesse mantenersi-
pirofondoy e netta qaest' alvoo di y.alano i;nóa ostante gl'ìnterrimentij.
\
N.
*3a
che il Reno vi andaue fonnando y ma dì questo temperamento »
benché proposto da oo nomo di laoto credito» e di tanu e&perienxa
in questa materie 9 non abbiamo però sapato trovarne 1' uso propdr«
sionato al bisogno 9 perchè supposta ancora la fabbrica ben sicura
d' un tal regolatore 9 che sapesse resistere agli sforzi d' uu fiume co*
ai potente , e supposta parimente una^ escavazione sì ben fondata 9 e
airgìnata 9 che non facesse temere la maggior viciuanza , e T assedio ,
per così dire ^ d' un nemico tanto grande , quanto è il Po 9 troppo
grave sarebbe il pericolo 9 che ne risulterebbe 9 mentre in caso d li-
na rotta del medesimo P09 o d' altre acqae nelle parti superiori ver-*-
^0 Ferrara 9 non potrebbe sfogarsi 9 trovandosi l' acque d^ ogni intor-
no recinte d'argini altissimÌ9 quali sarebbero quelli di Po a settentrio-
Be ; quelli di questo canale a levante» quelli di Jleno a mezzodì , met-
temlo in perìcolo d' affogare l'istessa città di Ferrara * Oltreché 9 man-
cando forse in questo nuovo canale la forza ali* acque 9 massime in
tempo di declinazione del Po 9 resterebbe facilmente interrito 9 con-
ine seguì nel Po di Ferrara per la atessa cagione 9 perdendosi con
eiò la spesa 9 che sarebbe molto considerabile^ e il frutto della con-
oepnta speranza*
Costerebbe dunque troppo caro 9 il tentativo di servirsi di questa
liiiea la quale 9 quando non rinscisse 9 come si tien per certo 9 ci fa-
rebbe perder molto denaro impiegatovi 9 e quel che più importa , ai
toglierebbe tutto il benefizio 9 che gode Ferrara della navigazione
presente colP aiuto de' sostegni fabbricati 9 e mantenuti con ispesa
p*avissime tanto più , che si perderebbe ancora il porto di Volano »
il quale ai reputa tra' più sicnri 9 e migliori dello stato Ecclesiasti-
co ; e resterebbero soggetti ambedue i Polesini di Ferrara 9 e di S.
Giorgio alle rotte 9 ^d alle sorgive di queste nnove acque «
Tutte queste considerazioni hanno mosso «ragionevolmente quelli 9
die per il passato sono stati impiegati in quest^ affare 9 a non incli-
nare a questo ripiego 9 e muovono anco le medesime parti interessa-^
te a non consentirvi 9 il che tanto più conferma noi stessi a rigettar-
lo 9 ed a cercarne alcun altro più congruo 9 e più confacevole al no-
stro bisogno*
Proposizione della linea grande , dal Trebbo allo sbocco
del fiume Savio.
Xja linea de' Ferraresi 9 che merita il nome di grande 9 sebbene
non si può dire nn pensiero affatto nuovo 9 perché in tal qual mo^
do fu ideato dal p. opernazzati nella scrittura a Clemente YIII. ^d
Ogni mòdo non piiò negarsi 9 che oggi chiara 9 e distìnta 9 almeno
nel suo andamento 9 non esca in luce come parto novello dello ftlo f
e
a 3 «
'6 vigilanza dt cM c6nosó6nclo par troppo l' eitremità del bisogna di
queste podere provinole , stima necessità precisa V applicar iora un
rimedio > ohe a proporzióne del male sia ancor egli grande > e stra«
ordinario .
Sr kpicca questa linea due miglia in circa sotto Bologna Terso il
Trebbo , di dove divertendo il Reno, lo porta con cammino- paraUe«
lo alla via Emiliar sino atlo sbocco della Salustìra nel Sillaro, e qdi-
yi piegandosi" verso levante, prosegue sempre con maggiore inclina»
zione a quell* aspetto, sino ad introdursi neir alveo del Savio , col
quale poi scende nel mare , intersecando ^ e raccògliendo nel snd
cammino tutti H torreìiti ; cbe incontra .
' I vantaggi , cbe se nò premettono , non sono minori di quelli, cbè
il possono sperare da una perfètta bonificazione di tutta la parte Tra*
spadana, da cui nasce ancora la siònrezza del Polesine di S. Gior-
gio, e vaiti di Comaccbio, con Irbenirsi affatto dal carico dèlie co«
piose acque il Po di Primaro: e di più l'apertura d* ucìa nuova nan
vìgazione dal mare* sino a Bologna , la salubrità del clima purgato da*
vapori di tante paludi, la cessazione delle spese gravissime per il
mantenimento di laute arginature , quante ne bisognano per. tutti li
torrenti , che di continuo s'^ alzano di letto , computandosi il tratto
di questi argini in estensione di più- centinaia di miglia.
' Considerate nondimeno le óondizioni dr questa linea , sìamo^ di pa«
rere, che non sia impresa da potersi intraprendere con speranza prò*
babile d' esito felice , e rinscìbiie per il fine desideritto •
Imperocché è certo , che il declivio di essa dal Trebbo al mare »
o si. computi ^secondo l^Bolognesi di piedi 8i« in miglia 4^» 9 di pie^
di' Gf8 , e 90. in miglia 47. e mezzo , come asseriscono i Ferraresi ,
hon eccede la pendenza d' un pi^de , e once otto per miglio , la qua*
ìe ancorché sìa più che sufficiente per V acque torbide , acciò non de-
pongano per il cammino , màssime quando ^ come nel nostro caso , si
uniscono più corpi d^ acqua a formarne una maggiore, ad ogni modo
una tal pendenza non basta per &r ìimaltire la breccia, o ghiaia pio-
cola, e grbsisa, ohe in quest'' alveo comune porterebbero il Rena, tà
Quaderna , la Centonara V la Gaiana , l' Idice , ed il Sillaro , i quaM ,
secondo T osservazione fòttà nella nostra visita, resftano tutti inter-
secati dà detta linea , in sitò dbve corrono in ^biaia.'
Né può in modo alcuno dubitarsi di questa deficienza di caduta^ ,
se ricorriamo agli esempi , e livellazióni , che abbiamo del declivio
ài alcuni di questi torrenti. Mentre il Reno, benché, quando cam-*
mina senza ghiaia , si contenta di quattordici once , e tre quarti in
circa per miglio , nientedimeno correndo in ghiaia , e nel sito mede-
simo , dove si penserebbe di divertirlo , cammina con tre piedi , e
lei once di caanta per miglia 9 e T Idice ancora ficino «Uà chiusa;
3o .
s»4
ài GMteoftM f àowe resterebbe te|;liate de qpetto Itoee r cerreoJor ptr-
Tiraeate m ghiaia , he otto piedi la otroe dì eaduta » d* onde bea ti
ane quello del Rena
In Tane desque •' attende V aiuto dell? abbondaosa delle acquea ohe
nel noatro alveo a' unirebbero, dopo^ V iogresio dell* Idice » e degli al^
tri torrenti inferiori , mentre nella parte superiore non. è per ritro»
Tare il Reno chi giù dia impulsola portar via Lusoa fireocia » e 1!£»
dioe istesso e per fargli le prime t e forse le pia sensibili opposizio^
ni f attrairevsando il oorso ali! acqne superiori del Reno • E poi quan^^
d' anobe giovasse questa anione di torcenti , che bene spessa cesser
irebbe per la diversità delle cause, che sogliono oonoorjsere al- suo
gonfiamento ,. e per il più lungo., o breve camolino , che fanoo. ; eoa
tuttociò tal focaa non e mai per sopplire a tal difetto di caduta, e
in conseguenia 1' ammassamento delle ghiaie, in pia siti delP alveo^
nuovo si conosce inevitabile , di maniera che ,,coo impedire il'- cono,
dell'acque superiori, sono per cagionare in qu«*.9to risentimenti tali^
che o traboccberauBo per la campagna, facendosi strada ne' siti piti
£m^1ì , e conformi alla loro inclinazione , a almeno, sarà obbligato
quest'alveo , e tutti quelli ancora de' sopmddetci torrenti ad alzarsi,,
per formare una. cadente proporzionata al corso delle proprie -acque ,
e della ghiaia, che seoo portano con grave pericolo, e sconcerto del
territori, che in queste grandi mntaaioni sogliono provare pregiudi»
zi irreparabili. .
Si diminuirebbe di pia la. caduta di quest' alveo, se si considera»
no le tortuosità, che necessariamente s' anderebbero facendo in esso
coll^ urto di tante acque , che per i lati l' lnvesticanno> come anco
per le torbide , che in gran copia s* anderanno deponendo nel loro
sbocco in mare i onde maegiore sarà sempre 1' alterazione del' fondo
nelle parti superiori , <yiale ancora pia deve temersi ; mentre doven»
^osi 1 inalveazione fare assai ampia ^ e capace di tante acque insieme^
quando queste bene spesso correranno separate dall'altre, o divise»
e divertite per soccorsere al bisogno de' mulini, come pia abbassa si
dirà ; quel di pia , che resterà dell' ampiezza dell'^ alveo senz' ayere
acqua perenne, che lo bagni, si anderà sempre assodando, senza
che possa poi essere arato, o smosso dalle piene sopra v vegnenti^ H
quali piuttosto cagioneranno naove deposizioni ,. come sappiamo esser
snccecluto nel Po di Ferrara, quando, essendo colla sua gran oapa«
cita avvea^zo a ricevere con il Reno Tacque del Po grande, manoaf»
togli il soccorso di queste , si riempi subito di arena , e di lezza ,
come attualme^ite si Tede ^ il che si può credere una delle ragjiom i^.
«3d
e
«per cvi-Boipio da Giirtro, e il p. Spérnassatì t' IndiHsem adulferimif^j
^he non sì potaste proporzipnare eoli' arie un alveo a più torrenti «
Ammesso eoa queste alierazioni T alasamenlo del fonda del naovo
tlreo, eessa il maggìer fondamente.,. eoi qaale viene proposto a tito«-
^ìo, che debba sempre, o quasi sempre camminare incassate dentro
-terra , giacché eoa qaesto sol sapposto , per «Uro jion Tcrificato ^ ^
-atata intrapresa la dìscnssìoòedi questa linea.
E. in vero, se qaesto nuovo ripiego dovesse tentarsi celi* obbligo di
'tener ristrette tra argini le ac^pie di tanti tnrrenti, troppo chiara ^
ed evidente sarebbe V ìnrpesibìlttò dell' impresa per il pericolo oes^
to , che potessero spessissimo restare -innondati tutti .li paesi inferioci
sposti a sinistra di detta Jinea^ e. pia di tutti la città, e territoria
-di Ravenna situato nel più basso; mentre le rotte sarebbero tanto
maggiori , quanto che verrebbero cagionate da Jin corpo di tante ao-
-que unite • insieme,^ . e il dispendio {>er ..eviurJe earebbe grande, e
«continuo^
Non menta minor riflessione <H pregindisio, e aervitn, a cui sa^
-lebbero soggetti tutti li terreni ora fertili , e -buoni, eituati a destra
di quest'alveo, quando si dovesse tenere arginato , mentre non pò-»
-trebberò <pvù scolare le loro acque con quella liberta, e felicità, che
ora godono per la natora vantaggiosa del sito; na dovrebbero restar
aèggetti a lambiccarsi per ehiaviebe da aprirsi , .o serrarsi aecondo
-l'alteaza, o bassessa deir acquiti ohe corressero per l'alveo comune^
A tutte queste diffioohi , che derivano dall' insufficienza del de-
clitio, segue l'altra di potere accomodare all'andamento di questo
4inovo alveo lo sbocco delli torrenti., che e' intersecheranno, poiché'
«econdo la diversità delle sìcnazioni <le' paesi^ che bagnano , andando
essi con -maggiore , o minore elevatezza, è quasi impossibile a credere p
nbe possano incontrarsi col piano .dal loro fondo in quello, chea
tutti -insieme ha destinato questa linea colla sua cadente ; onde tre*
dandosi alcuni di essi -più alti , e alcuni mólto più bassi, sarà eia-»
aeheduno necessitato ad accomodare la propria natnra ai precetti dei*
r arte , ebe 'potrebbe forse facilmente restar delusa , oppure esposti
a' risentimenti troppo pregiudiciali^«e sensibili a chi dovesse pcovaroa
l^i effetti . E qui ritoma ancora la considerazione della ghiaia , ^ha
portano , e le difficoltà -di proporzionare un alveo solo a tante acqua
torbide, e sregolate; per lo che., sebbene vengono proposti diversi
metodi affine di eoperarle , dà apprensione , -ohe oltre il non esser
quelli appoggiati ali opinione d'alcuno Autore^ o all' esperienza d'al-
tre simili operazioni ^ repugna loro non poco il sentimenio de' rìfe-
P^^ soggeni , e di altri , che hanno trattato di questa materia •
Succede .a questa la difficoltà di provvedere ai mulini tanto a de*
atea » qnanto a ainistra della linea 9 che ai discorra^ . Poicliò «e' primi
sS6
8i iDCorrerebba in disordmt per le Tariate cdlditr de' fondenti 9 e
partÌGolarmeate in qnelli obbligati con partieplari condotti a maoiùa-
re 9 con aerTÌrsi ancora ^egU acoli d' acque chiare , qaali trattenuti
dalle chiaviche, o da i rigurgiti del Àuo?o àlveo, sarebbero forzati
avalleggiare , e sfogare nelle campagne anperìori • - Ne' secondi poi
cagionenebbe gran mutazione, la necessità di dover prendere con oet^
ta regola , e in certo tempo le aeque At\V aWeo comune , per. diver-
tirle secondo il loro bisogno ; ma quello , cke fa temere maggiore
aconcerto, sarebbe la neoesaità delle chiuse, che dovrebbero ikrsi
in detto alveo, per sostenere le acque io tempo di scarsezza, quali
ehinse se fossero stabili, si renderebbero forse presto inutili con
riempirsi di lessa, e cagionerebbero continui alzamenti nel resto del-
l'alveo, trattenute l'acque dal loro corso regolare; e se feaaen> a-
movibili, cioè iattecon rialzameiite di terra, e fascine, che man-
cassero nelle piene , oltreehò darebbero ancora in queato .modo grao»
de occasione di deposizione, sarebbero d' una spesa continua, e assai
grsive per la loro moltiplicitli necessaria • >
È finalmente considerabile il pregiudizio , ohe da questa linea ri*
snlterebhe alli porti di Cervia, e del Gandiano, che secondo la di-
versità de' venti, e la forza deV mare resterebbero a vicenda riem-
piuti dalle torbide , e depo«izioni di tanti torrenti , ohe loro sboccaase*
TO vicini , come abbiamo veduto succedere nella medesima spiaggia di
Ravenna per le deposizioni del Lamone , e del Savio ^ né questo dan«>
DO potrà compensarsi dall' ideato porto , che si suppone debba forma-
re il nuovo alveo ; perchè né questi sarebbe adattato come gli altri
al bisogno di Ravenna , e di Cervia , . ne potrebbe in molto tempo
dell' anno farsene capitale , per non aver 1 acqua perenne , giacché
questi torrenti bene spesso si veggono asciutti, e quelle poche ao»
que , che loro restano dovrebbero «divertirsi in servizio de' mulini
predetti .
• Rimane la considerazione della spesa, che si concorda dover esse-
re di milioni; ed è certo, che non pnì^ riuscire se non. eccessi va se
si riflette alla grandezza dell'impresa, che è di fare un alveo di 47*
e più miglia in lunghezza , profondo almeno di piedi ro, e largo pia
di %o. pertiche , prese queste ultime misure assai scarsamente , do-
Vendesi a tale oggetto comprare una quantità di terreni fruttiferi^
col gettito di più abitazioni, quante si può presumere in un paese
ben popolato, che s'incontrassero nell'andamento della linea; eia al»
l'incontro colla struttura di tante fabbriche di cbiaviefae per i muli*
ni , di ponti per la comunicazione delle strade principali , che a' at-
traverseranno , e altre simili , ma più di tutte atterrisce quella di un
ponte canale , che ammetta sotto di se il passaggio del canal navì-
glio > necessario per la navigazione tra UQÌt}g;tUL^ e Ferrara > q oht
AS7
sostenga sopra il Mo clotso tutto il' grafi oorpo òe\ Reno, che do«
crebbe passarvi , e di più un altro ponte superiore per il transito y
e commercio delle genti : opera al certo degna di ud magistero h^n
-perfetto y e di spesa molto rilevante, ebe pnre potrebbe restare -Inu-
tile o per nno sforzo grande dell'acqua di sopra, e di sotto » che
l'atterrasse, o per un andamento contrario, cbe la stess' acqua pren-
desse seoz' andare ad incontrar questo ponte: il che qnanto potesse
riuscire di rnina, e di danno a tutti questi territori,' e provincie,
«ogn'ttno da 'per se stesso può facilmente comprendere.
A qnesto cosi grave * dispendio non si scorge bene , cbe possa cor-
rispondere rutile, che si presume dalla conoepnta bonificazione di
tatti ì terreni inferiori , perche'^ noà si crede , che iieiio: per rendere
un frutto equivalente a quello, a cui .conviene, che si soggettino
qfieite priDvincie per il capitale d'una somma cosr esofbitsmté ,• tao to^
più , che nemmeno in tal* modo resterebbero queeti ter reni 'dek tutto
boniffcatì , ma Con la servhà' di ricevere nelle lopo'tl(llv l'acque ,
iDhe si derivasseto per i^ mulini', le 'qoali'come térbide , non si ^o=>
trebberò mandare a dirìtiuiit'' in Prilnaro^^'meciò del* tutto non Tìn*
terrìssero, levando ih questo modo lo scolo dell'' acqne chiare a tut«
te le valli. Si aggiunge, -cfae^'all^ntile di qtmlchB/ territorio inferiore
si contrapporrebbe in gran parte il danno delle campagne superiori,
che ora sono ottime, e resterebbero pregiudicate -nella maniera, che
di sopra abbiamo avvertito ; ed in fine è degna di particolar riflessAo*
ne la Innghe^zza del t%mpo , che si ricercherebbe, per perfezionare
questa grand' opra , quando- accora si credesse riusoibile , oonciosia-*
cesachè, se mai restasse' per qualche nuovo, ed impensato impedi-
mento interrotta, troppo grave, e sensibile -è il danno, che restereb-
be dalla sospensione del lavoro; massime che dovendosi cominciare
il cavo dalle parti inferiori , con farlo capace^della quantità di tutte
V acque, che vi si avessero da introdurre, se per qualche tempo re*
stasse colle soie acque degli ultimi fiumi, a queste solamente si an-
derà proporzionando , di modo'^^che sarebbe poi necessario venire ad
una nuova escavazione , quandts si ritornasse all' impresa v
Tutte queste ragioni pare, che obblighino ogni umana prudenza,
a non impegnarsi ad una impresa cosi ardua ,' e pericolosa , nella
quale, oltre a ciò , che si è detto, potrebbero , come è-solito in o*
pere tanto grandi , incontrarsi delle difficoltà maggiori delle acoen-
mite, e non prevedute; onde il danno, o la spesa restasse certa, è
r utilità del rimedio incerta , e non corispondente aìV incomodo di
queste provinole : che perciò nemmeno abbiamo stimato eonfacevole
Idia scarsezza del tempo, che ci ha stimolati,* ne all' utile di one-
ste stesse Provincie, 1 accrescer loro maggiori spese Con nuove piàn-
te^ e livellazioni dì questa linea*
aS8
»
erre ftttntlnente i' aWeo del fBo di Prima^D n smaltire poco ma*
no che tocte le aoqae^biare^ e torbide^ ohe gU mo^ a defttra» le
'quali o yi ai portano iQoaaaate , oome .fa U Senio » ed il .&iotemo ^ o
anetteDdo capo nelle valli , dopo d^aver in.eaae deposta in gran paty
^e la loro les^a.t e aabbia » vi entrano per«4ivi9rie bocche .qaasi che
purgate ; parendo perciò questo aito destinato d^la natara 4>er ano
4e' più comodi sfoghi alle medesinie.^Acqttet che per loro stesse v'in-
lelinanc, ha fatto credere necessario d' esa^iioare » se il .progeiso di
tal rimedio potesse jrinpcire.oppoctiuio all' e£[ettp della hòaificazioite^
«ehcrsi cerca*
JV antico ,,e naturale reeniimanto dir questa -proposjzjooe «è stato ^^
di prendere il Reno a Vigarano» e incamminarlo sotto la punta di
'S.Gjorgio per r alveo di Frimaro al mare» .ioktrodaoendovi sueceni-
gemente J jtorrenti inferiori nel modo» efbvma.» eihefai giudicasse
più- jpedaente ; ma non giacendo ad alcuno dqgl' interesaati il parti-
to preso in questi annidi 9 hanno ^^releao < di ^MMrreggerlo con metodi
dimrenti, cbe.si.aoQo impegnati di spiegare nella disciisione di. que-
sta linea. Poiché alcuni penserebbero di divertire altrove le acqun
del Beno » e se fosse passibile anoora queUe biella «Sav^a..^ .e mandar
poi incassati in detto alveo gli altri torrenti^ unendovi^ o lasciandor
yi separato il ^^ainoue; altri stimerebbero più a propoaito introdurre
il Reno in Prìmarf ^vicioo.a S. Alberto colla Savena» e ridice» e
mandare . il Sillaro » il Senio » e Jl rSapterno ji ritrovaise il Lamone »
acciocché sboccassero unitamente sd mare t aggiungendo oielle partì
auperìorì un corpo di acque chiare» pe|r ispingere più facilmente le
torbide al loro termine : e finalmente "uno de* nostri periti ha ang«
ferito un /movo ripiego» al. parere di Ini» più atto a condurre il
iene per Prìmaro ; e sarebbe 4ii prender la ^ammoggia ». e il Lavino
aottb la via Emilia » e porundoli sdTrebbo uniti con .il Jteno» e la
Savena » per retta linea introdurli per V alveo dell' Jdìoe aotto l|t^
Biccardina».CQn li quali ^ «avansaasero verso il Traghetto j. e poi per
la sponda deHa .valle si portassero tutte guest' acque a .sboccare in
Primaro verso (S^niModolo» o più giù alla^stia» con. ricevervi an-
coi^i piccoli torrenti Gen tenera» e Quaderna» e altri condotti.» «
sopii,, ^ho pongono 4M|po nella valle dì^trmorta» dando .successiva^
mente rricetto nello stesso alveo ^li altri torrenti inferiori {.quando
non si stimasse più proprio» e ^iù utile nell' esecpzione .d^esoIuder-.
ne alcuno^* • .
Tutta però questa diversitjt 4' opinione Jà riduce a ì eeguenti nnn»
ti principali^ cne aono: di vedere» ae il Reno in alcnn modo da ao
folo jr o imito^ i^ tltMT ooqae pom averet «fr ribapito adèqnato^per
«ttesu tcfada : o pmre 8e esolato il Reoo^» sia qaett' alveo di Prìma-
ptnre 8e esolato il iieoo^» sia qaett
xo atto almeno a poter rioeTero eoa Mj^à* tatto ^o- in^ parto 1- altre
ao^oe inferiori Transpadane •
Parlando' donqae del prìmO' psata» seoondo. il riferito* sentimetittK
a prendere il Reno a Vigaiano; crediamo assohitamente , ohe non
possa^ avere il suo e^etto^» mentro in esso s' incontrerebbero le- me-
desime difficoltà, e aaBO» maggiòrkdL qnelle, che da noi sono state
considerate nella linea di Vofiino} poiché essendo qoesta dì<Primaro-
piu lunga di quella per b maggiori sue tortuosità , maggiore anco-
ra sarebbe il diflbtto^ del declivio , che si richiede per il fine desi-
derato, e pefoià pare, che non possa fiurri foadammito sortale prò*
posizione*
E sebbene- puc^ dirsi V che ììi essa militi diversa ragione di quelli ,
che procede in Volano-, per cagioo deir anione , ed- aggiunta di più
corpi d'acque, che concorrerebbero in Primaro a somministrargli
maggior peso^, ed impulso*; ad offuL modo sempre questo- aiate sarà
insufficiente ,r e manchevole per &re, che Tacqui* non depongano, e
non si vadano formando una cadente proporzionata* al loro bisogno:
perchè , dovendo - V accrescimento delP acque fiirsi* coH* unione di Sa-
Tenace dell'Ilice in^ parti assaiv discanti d». Vigarano- circa %$. mi-
glia, per questo tratto il R%no, correndo solo senz'altro aiuto-, avrii
bisogno della sua solita, caduta di once qfiaitordici , e tre q narri per
ciaschedun miglio , né trovandone più di once sei , e tre quarti , per
non esservi in tutto il detto tratto più- di piedi- t^ di declivio, sa-
xebbero. il fóndo ^ e^i argini obbligati ad alzarsi a questa proporr
sìone con quei disoraini, e pericoli che giià nell'akre linee si^ sono
considerati..
Ma neppure dopo che Reno^ si fosse unite air altre acque , potieb>^
be il fondo ad esse comune contentarsi della oadente, cheha^di prò*
sente ; mentre , contandosi dal Traglietto al mare circa- 35« miglia
aò^ essendovi pia di piedi ventuno di caduta', resta questa assai di*
ftttosa di mona cfie non pare , c|ie mai possa no^ tal difetto supplir^
daF concorso* d? acque non perennL degli' altri torrenti , che sono poco
meno ^torbide ék qj^ieUe del Rèno^»-
Nò merita alcun riflesso^ il dke, che da tant' anni il Reno scarì<-
chi per' più bocche le sue aci^ue in Primaro, senza ave&in esso- prò*
dotto quegli .effetti perniciosi , che ora- da noi si temono ; perchè , se
ai osserva il\«cdò, col qiialc tanto esso,. qnantO'gli altri di questi
torrenti "vi mandano le acque loro r- oenlaraente appare la diverritè
detto statò; mentre ,. dilatandosi oggi quest'acque per l'ampiezza. disi-
le Talli, mi ivi lasciando la materia pia grave , vi entrano' in tal
mameia, che non possono» cagionarsi nel fonda altexarioni sensibifi^^
^
come succederebbe > aU#rcbà vi fimero ifttrodetté nel mòdo , di cui
81 parla.
Re8terei>be inoltre la difficoltà óì dar éiito agli scoli , ed a*, ccm*
dotti d' acque chiare di tutto il paese a destra » i * quali per l' alza-
mento del fondo di Primaro, perdendoti la caduta, sarebbero «obbli-
g%(i A rigurgitare ali* insù, e rendere v^ivi li terreni, cfaèx<>ra san
buoni : né par che sia praticabile il pensiero altre volte proposto , di
separar l'acqne chiare dalle torbide,^ valersi di botti sotterranee,
per mandarle sotto T alveo del Po a sboccare in un altr^ alveo, cbe
si farebbe tra le valli di Gomaccbio, e il Primaro medesimo , per
coi andassero ffslicemente al mare • È un impresa trop^K> difficìte , e
dispendiosa' qucata delie botti in' siti paludosi-, e pièni dL cuore, co-
me avverti già 1' Argenta; e la quantità , che ne saitbbe i^eceéi^^rià
ccn tanta ìovertezzadì suocesso^ non può dar ttnimo di approvarne
V uso inr questo caso ^ eom' è putto stato da noi considenito nella li-
nea di valle' in valle • * ''/'*'
Non vi sarebbe dunque altro rimedio , per evitare tali sconcetti ,
cbe ricorrere, secondo la massima stabilita di sopra, all' aiuto di al-
tre acque perenni, cbe liberandoci dal pericolo degli lAterrimenti •
iluntenessero aii>pia, e profondo quest* alveo ;' ma la msLut^BÉa di tal
sorta d'acque già abbastanza par che resti provata nel discorso sti*
pra la linea di Volano ; mentre isi conósce pur troppo per moralmen-
te impossibile la tanto meditata introduzione del Po grande in quel-
lo di Ferrara , e V altre acque , che si potrebbero proporre , o non
•ono in- nostro potere , o non sono in conto alcuno sufficienti per
ottenere il nostro fine : massime che quella ancora del canalino di
QentO', benché di poco- momento , non può divertirsi dalle fosse di
Ferrara , e dalla navigazione di Volano , dov' è tanto necessaria.
È d'uopo dunque rtvolgei^si ad esaminare, se sia riusòibile l'altro
modo di divertire il Reno dal .Trebbo , o più su, portandolo sino al-
l'Idìce secondo il disegno, come sopra formato/
Pare, che con questo ripiego i' eviterebbe il considerabile difetto
di caduta , almeno sino alrldice sotto la Ricciardimt, dove il decli-
vio resterebbe pìntosto soprabbondante ^ che manchevole, di maniera,
che per correggerlo 9 lo stesso nostro perito ha proposto di fare af^
l'alveo una chiusa, o stramazzo tra la Ricciardina^ e il Traghetta 9
acciò l' acque , quantunque incassate tra terra ^ non urtassero c'òu
troppo impeto le ripe. Introdotto poi per questa* stradaci Rei|o co0
gli altri torrenti in Primaro verso Consandolo^ o alla fhàtia, bencbd
non ci faccia temere il pericolo di rotte nelle parti superiori al det«
to stramazzo , mentre in esso si suppone « che anderebbe incassato ; s»
nelle parti inferiori si crede che possa non aver bisogno, di tanta c^-
àùU per ragione dell' aiuto ddlo ahre acque » cbe vi si unirebbero »
^4«
€» per il fiafso, e riflusso del mare; contattoeib queste ragioni,
quantunque sieno eli buona apparenza , non bastano per far risolvere
«id nn impresa tanto dispendiosa , e incerta; imperocché, essendo
in realtà difettosa la caduta nel tratto , che resta <iail' Idice in giù per
più di 3S. miglia^ ritorna il discorso già fatto sopra l'altro modo di
prender Reno a Vigarano dopo 1' unione collMdice , che ci fa ragio-
nevolmente temere r alterazione del fondo; e il pericolo di rotte, con
altri mali di sopra considerati •
Deve fare gran forza, che a questo «dubbio d'esito infelice s^ u-
nisce la certezza d^una spesa esorbitante, che :si deduce dal dover
fare un nuovo cavo lungo molte miglia, per merzo di terreni della
miglior condizione , col gettito di case , e fabbriche considerabili ^ id
dalla construzionc d^ un - ponte canale , che «erra a mantenere la na-
vigazione tra Bologna , e Ferrara , e regga sopra di'<8e il gran corpo
del Reno nelle sue piene , la di cui sussistenza poi non ò così facile
a potersi stabilire 5 che fosse durativa per il contrasto di tante ac-
que 5 con altri sconcerti , come si è dimostrato tiel discorso della li-
nea grande proposta da' Ferraresi , ohre la necessità d' altri ponti
per comodo del commercio delle strade maestre-, che resterebbero'^
intersecate. Né mancano ancora in questo progetto i pericoli de^ di-
sordini neir unione del Reno, e della Savona col F Idice, prima d'en-
trare in Primaro; mentre dalle misure prese nella visita abbiamo ^
che Reno in alcuni luoghi, dopo che fosse entrato nell'alveo dell'I*
dice , camuunerebbe col fondo per qualche tratto «opra terra con ar-
gini di piedi 17. d'altezza, ne^ q^ali se seguisse una rotta ^ sareb-
ne di considerabilissimo danno per esser di tant^aoque unite insieme*
Pare dunque, che da queste ragioni sia bastantemente provato ,
che non possa il Reno , né solo , né unito con gli altri torrenti con-
dursi ne' modi riferiti per questa lìnea felicemente*
Se poi in fine si pensasse portarlo fino a 8. Alberto, sarebbe una
specie di linea di valle In valle , le cui difficoltà sono state discusse
nella prcposiieione di essa già rigettata. ^
Resta ora di discorrere il secondo punto « Se divertite altrove le
aVque del Reno , possa 1' alveo di Primaro servire per isfogo agli al-
tri torrenti inferiori; sopra di che ci ristringeremo in dire: che ab-
biamo in generale formato il giudizio , che sopra di ciò diede Monsig.
Corsini , cioè : che questi torrenti , non potendo per lungo t^empo
continuare a spandersi nelle valli , giacché queste ridotte ormai dalle
deposizioni d<RR medesimi a semplici , e basse pianure, si vanno di
CoUftinuo alzando di fondo , in maniera che in molti siti 9 che prima
erano assai profondi, addosso nemmeno in tempo d'inverno può na-
vigarsi con barchette ben piccole j, come é accaduto a noi stessi nel
visitarle; e nella state restano quasi del tatto asciutte, come abbiamo
3i
fatto riconoscere da^ nostri periti ; i% ci5 deve naturalmente segnin»
re, che quando l'arte non ti soccorra ad imitazione dei Senio ,^ e
del Santerno , detti torrenti s' anderanno formando da loro stessi la
atritoda per portarsi con- quella regola, che darà loro* il caso , e la na^
tnsa più fiicile 'de' siti-, a sbocoare in Primaro», e quivi per V impro»
prietà dello abocco cagionare que' rigurgiti ,. e quegli enetti cattivi »
che appunto per questa causa produce il Santerpo •
Quale poi debba essere il modo d' aiutare: eoli' arte- V andamento di
queste acque ,. pare che tolto da Primare , e dalle valli sì g^an cor-
p6 d' acque , quale ò quello del' Reno , potrà facilmente adattarsi- lo
sfogo a tutti gli- altri torrenti-, o almeno alla maggior parte di essi ^
mentre vi avranno- sufficiente caduta., e potranno iotrodurvisi ne' si*
ti, che neir esecuzione si. siudiisheranno più proprj , e^ più confacenr
xoH air andamento de' medesimi*.
FroposùUòne della linea- del Pò grande'*
ÌX più^ dibattuto Spartito per la diversione del Reno è aempre state^
il mandarlo nel Po*, fiume xeale , e ricettacolo di tutti gli altri ficip
mi , e torrenti al medesimo Reno superiori • Vaiìe sono le- linee- per
diversi siti' proposte a quest'oggetto, io^ mol tiranni addietro. Abbia-
mo però- stimato di fermaroi nella considerazione di una in partioo»
lare, suggerita* pei^ la oin^oile ,la più sicura, e la^ meno dispen-
diesA,. attesa la di Ifi maggior brevità,, e transito per, terreni di
^on buona qualità , con la sola intersecazione del canalino di. Gento^
e della Savenuzza , condotto ohe scarica per U maggior parte le. ao*
que del territorio Bolognese.
Questa lÌLca comiooia dalla botta di Goccagna', e camminandola
settentrione sino al Po di Ferrava , piega per l' alveo del medesimo »
pooo sotto del Bondeno^, dove entra in Panaro, per il di cui letto
da dilatarsi y e raddrizzarsi in più parti , si porta, nel Po sotta U
Stellata. . ^
Se dovessimo in questo* affare procedere colla sola induzione de-
dotta dal veder chiusa ogni- altra via di. ricapitare il Reno secondo^ i
discorsi già fatti sopra l' altre linee,, e fondati principalmente nel trop*
pò considerabile difetto di caduta, converrebbe rendersi alla neoei»
aita d'incamminarlo al Po grande, senza darsi il pensiero di un osa*
me il più rigoroso;' ma non contenti di ciò-, considerando i pregio^
dìzi, e gli sconcerti temuti da ohi si oppone a queata risoluzioiie»
abbiamo voluto eoa ogni possibile esattezza esaminar le ragioni ». o- i
fondamenti , ch^ possono persuaderla r o* dissoaderla •
Dalle misure prese nella nostra visita apparisce ,< che la. oadota di
quésta linea nel tratto di miglia otto » e meszo sia di* piedi voatitià^^
V
A
.M3
^nee ite 9 ^e miouti nndioi dal fondo di Reno alla botta éà Cuccagna
tino ai piaao della soglia della cbiavioa Piiastrese , dimodoché ia fpiie*
«to spazio il deplivio viene ad essere superiore al bisogno 5 «come
a' insegna la «perienea già accennata dol corso del Reno niedesifno ,
dopo 1 ingresso della Saoioggia • Onde pare^ che non possa dubitar*
si , che iu tutto questo tratto debba il Reno correre con piena feli-
•cita senza cagionare alcun interrimento.
Ma in contrario si fanno molte difficoltà ^ tanto circa T afndamento
éeì Reno per .detta linea sino al Po., quanto circa gli efietd » che
questo torrente potrà cagionare in quel gran fiume dopo il juo ia-
.gresso • Poiché , se si consìdoni la situazione de' terreni y pe^ ì qua-
li deve passar questa linea» si oppone , che questa venga ad esser si
bassa dal punto della diversione sino aiUo sbocco del Po di Ferrara ,
-ehe par di necessità , che il fondo del nuovo alveo resti superiore al
piano della campagna.. Prende nasce il timore, che camminando so-
ffra terra «i gran 4)orpo di acqua ritenuto tutto diagli argicu, che noa
•potranno avere gran forza per la mala qualità del terreno, e tratte-
nuto talvolta 'da' rigurgiti del Po, jpossa facilmente rompere coli' e-
•termioio di tutto il paese adiacente « e forse anche della ì>ittà di
Perrara ; oltre il danno assai grave., inevitabile delle sorgive con quel-
lo che risulterà dall' intersecazione del canalino di Cento, e della Sa-
^^enuzfsa , alle quali si crede, che non possa darsi rimedio adequato.
Passando poi a considerare i' andamento della stessa lìnea , dopo
Jùhe il Reno si sia unito a Panaro , si espongono i pregiudizi^ che
patiranno gli scoli delle chiaviche di Rurana^ di S. Rianca, e di
Clantagallo, ridòtte air infelicità di dovere star chiuse Ja maggior
parte dell' anno per l' accrescimento notabile dell' altezza dell' acqua
nell'alveo di Panaro , e del fondo a causa delle deposizioni , quand o-
ra ogni pidci^la alterazione del di lui ordinario corso basta j)er es-
ser Ibro d' iflajs^dknento • Di più si pongono in considerazione i pe«
ricoli per i rigurgiti del Po, in tempo de' quali , se per l'accresci-
inento ^i tant acque seguisse una rotta, questa sarebbe tanto, più
difficile a riparaì'si, e di tanto peggìor successo, quanto che non sa-
rebbe d' un £iume solo., ma di Heno , e di Panaro , e del Po in-
sieme^
Molto maggiori sono poi li disordini^ che si considerano in Po^
dopo ohe il Reno vi sia entrato: poicbè, se vi giunge gonfio delle
aue. acque , quando il Po parimente si ritrovi in tale stato , ogni uno
faeilmente comprende » quanto di violenza « e d'altezza possa accre-
aoere ad ,un fiume già pieno., e cosi potente, un aumento di due
mila piedi di acqua riquadrati^ quanti coaiunemente se ne calcolano
in Reno pienissimo • Quando poi vi ai scarichi in tempo che il Po
jsia io uno stato mediocre ^ o basso 1 non mancano ancora i timori ^'
/
I-
244
(^orroBioni negìi argiot, e d^ interrimeott .jiel fondo in qual modo
appunto , che seguirooo j^ qaanda Reno eorse nel Po di Ferrara , e ci^
più sìcaramente iaterverrebbe nella fbce^ dove col prolaDgamento
della linea si perderanno affatto gli scoli già- troppo mielici dei Pole-^
iìn^ di Ferrara per le. chiaviche^ delk^Abba; siccome pare > ohe po8<»
sano parimente ìnfelioitarsì qaelli dell* altre chiaTicbe superiori eoa
troppa notabile deteriorazione de^ terreni » che vi mandano le loro
acque, e con pericolo in fine di perdere il ramo d* Ariano v e il por<^
to di GorQ> per dove la navigazione riesce di grandmatile alla Ga^
mera ^ e a tutto lo stata di Ferrara ^
Non ostante tutte queste opposizioni y è parato a noi nendimeno ,
che V' unica j^ & reale- rimedio^ praticabile per dar- sesto a quest* aC'^
que sia il mettere Reno net Pa grande •
Provano già^ che sia 1' unico > ì discorsi, ch*^ escludono le proposi*-
zioni deir altre linee r onde resta sola a provare la realtà ,. e pratica-
bilità del medesimo • Presupponiamo in prima fuogo per certa k pro-
posizione già stabilita nel discorso della linea di valle in valle • Che
1 torrenti , per correre felicemente senza alzarsi di fondo , hanno hì^
sogno o di caduta proporzionata», o d^ aiuto d^ acque perenni ; onde
resta net caso' nostro^ aìicor certo, che mancando in tutto il gran
continente tra Vigarano , e il mare it declivio sufficiente , per pro-
porzionar la caduta al Reno , it quale è più fontano di tutti gii altri
soprammentovati torrenti dal mare , è necessario dinricorrere at soc-^
corso delP acque perenni, né essendovi altro corpo valevole a spin-^
gere le sue acque torbide che il Po grande » di questo solo possiamo,,
e dobbiamo servirci ..
È una gran riprova di questa asserzione ^ che i medesimi Ferrare-^
si , prescindendo dalla gran^ linea da essi nuovamente proposta, colisfc
sola considerazione di provvedere- a questo. bisogno> hanno sempre
ne* tempi passati promossa^ e continuata l'istanza di richiamare l^ac-^
^ue del Po grande, o parte di esse in quelFa di Ferrara gt non rìpu^
^nando> che in/ tat caso il Reno „ e qualchT altro delli torrrenti infe-^
rieri si ritornasse a riporre nello slesso Po* di Ferrara , e di Prima*^
xo , secondo la disposizione del Breve di Glentente VIIL ,. ohe oon
^nesto fine medesimo ne ordino la diversione.. Onde conoscendosi già.
per morafnìcnte impossibile la nuova introduzione del Po grande in
quet di Ferrara ;.: tanto più pare,^ che resti giustificato il motivo dTin-
éamminare Tacque del Reno nel Po*
Ma più fondato ancora lo rende la disposizione , e Fa natura me-
d'esima di tutto il sistema di questo complesso^ d' acqua, e di terra ^
del quale si parla - Poiché vediamo ( come prudeutemente osservò» an-
cora Monsig. Corsini ).• it Po costitaito nel mezzo di quest^'ampia pia-
nura ik> come cloaca maestra destinata a ricevere Tacque di tattili
x
V
•iti pio. eminenti^^che la circondano , nel moJo appunta ^ ciré net
corpo umano le ven^ minori si portano nelle maggiori »
. E finalmente tutto ciò meglio si dichiara dagli effetti mei^esimi^
che in Reno ne^ tempi andati sono succeduti , e che saccedéirebbera,
fé l'arte non gli si- fosse opposta ; mentre sappiamo da^ Geografi , e
Istorici più amichi , e accreditati , che il Reno in particolare 9? an^^^
•nOYera tra i finmi aggregati ai Po. E benché, correndo ailora le sue
'ftcqne disarginate in queste valli , formassero la gran Padusa ; questo-
nulladimedo non toglie , che 1' acqua del Po non servisse alle torbi-
de del Reno per portarle al mare» E parlando delle notizie più fre«'
iohe, non può negarsi, cM del 1522* it Reno fosse riposto nel Po
di Ferrara Con il .conse^iso del Duca Alfonso, il quale prudentemen*
te deve credersi , che si movesse dallii cognizione , che il Reno non
poteva andare per^attra strada, senza cagionare infiniti danni, e mi«^
serie» E se Ercole secondo atimò .necessario rimuoverlo, atiribuen*^
-dogli le colpa degl** interrimenti; del Po di Ferrara , fu obbligato ben
presto a riporvelo da Paolo IIL V anno i543^ nà^ dopo successe altra
innovazione, sin tanto die fu per un interim rimosso d' ordine di
Clemente VIIK per por dt nuovo introdurvelo,. tornata l'acqua det
Po grande. Onde è fuor d'^ogni dubbio, che il Reno, se non fos-^
%e seguita questa provvisionai diversione^ correrebbe ancora nel Po
tli Ferrara , per dove non ostante V avviamento , che aveva per il Po
di Volano, quando il Po grande era Basso ,. correndo verso il Bonde-
no , andava nelle sue piene ad unirsi con Panaro, e con* questo a sboc-
care nel Po, come attestano il Pacciotti,. il Mengoli, e V Aleottr , il
eh& serve d^airCotitSr a far credere, quanto per se medesimo inclini
questo fiume a portarsi come prima nel Po -
Ne devono da questa introduzione temersi que*^ mali , li quali
•*" applicano da chi pretende d' escruderla> conciossiacosaché, parlan-
do prima del modo,, col quale nella linea già esposta $t pensa d' a--
nire il Reno a) Panaro,' e poi co» questo firlo^ sboccare nel Po, re-
stiamo assicurati , eh' essa ìtr lunghezza non più che di miglia otto y
e mezzo, quattro sole miglia dovrebbero scavarsi , e munirsi d** argi-
natura , supplendosi il rimanente colF alveo vecchio del Fo di Ferrai»-
ra r che ricercherà poca escavazione , e rassettamento d'' argini y fa-
cendo il medesimo neir alveo dk Panaro, con toglierglr , come si dis-^
se, alcune tortuosità, che» gU prolungano il corso; d'inde si com-
prenJe <][uanto facilmente si possa provvedere con un** arginatura ben^
grossa , e fatta con" diligenza agli- accidenti delle rotte..
Se consideriamo la caduta, questa non può muovere difEcultà r
mentre presa ancora coR'' accennato svantaggio^ alfa coglia della chia-
vica Pilastrese , cAe rimane più alta del fèndo dr Pi^naro*, e tirata aU
F insù eolla proporzione delift esènte ^ che ha il Reno di oùoe
\
y
N
■ a46
£[aattardici , e tre qnarti per miglio sino lAla botta fli ^Ga^gtift , re-
sterà in questo sito superiore un declivio assai maggiore di quello
che bisogna; T eccesso del . quale , quando si 'Slioii necessario di mo-
derare coir arte, si fotrà togliere, o con escavar l'alveo "veccbio su-
periore dal punto della diversione sino alla Sammoggìa, dal che s'ot-
terrebbe un non pìccolo benefizio, che correndo ora il Reno còl fon-
:do sopra -terra , dove 6 , dove 4 9 ^ dove a. piedi , «i vecrebbe "atpro-
fondar r alveo, e resterebbe supet^na tanta altezza d'argini, oppu^^
^re quando ciò non paia praticabile , potrà formarsi nel luogo delia
diversione, o dove parerà più a proposito uno stramazzo, che .tolga
ogni pericolo di mutazione nell'alveo superiore, e d' intefrimento
neir inferiore per la .4ropga terra , che nel principio potesse cumu-
lar visi «
^Hegolandosi dunque 1' andamento .deHa Jinea in questa madieni,
ànderà incassato dentro terra , e .potranno 'formarsi le necessarie IUh
iStare., e stabilir» bene gli argini ., -che si richiedono • E se in qual*
/che picciola parte poco potrà profondarsi^ come -si ^ede da' profili.^
òhe t sì sono fatti, ad ogni modo 4n questo. sito vin&rzandosi gli ar«-
igìni , non vi sarà gran pericolo di .rotte pev4a dirittura del corso^
-che quivi avranno J' acque, e per il pendio cbnsidevabile , che 1^
«sarà ; tanto <più^ ohe come diremo ipiù anbasso^, per aasìcunir meglio
ia fermezza degli argini , potrà , se .-si vnole.nel principio tenersi »->
-perto ancora J' alveo presente ^di Reno, acciò ^venendo il bisogno^
possano quivi divestirsi le ^sue piene , in modo però che quest'upep-
tura resti in sito, dove non giunga l'altezza de' rigurgiti del Fo.»
il che anco più facilmente potrebbe riuscire 9 facendovi il motivata
stramazzo •
' Attesa poi questa gran xaduta, non t'è ragione di dubitare d* la-
terrimenti nell'alveo di Panaro, il quale dovendo portare il pelo del»»
le proprie acque corrispondente a quello del Po basso , come sempre
succede ne^ fiumi , che sboocano.Jnan altro maggiore, prof<mderà
piuttosto, che alzaie 4I suo fondo. t a proporzione del corpo maggio»,
re dell'acque , come appunto non v' è notizia , cheli' alzasse ^ quan-
do ìJvReno un pezzo fii ^v' entrava bene spesso colle sue piene ;per il
Po di Ferrara • In tal modo non pregiudicherà agli scoli, che al pre-
sente riceve , non dovendo aver questi che la soggezione di star obiu^
si nelle piene del Reno, che .aogliono quasi sempre venire con quelle
dì Panaro , ^ .durano per poche ore, derivando dalle medesime aau-»
ae , che sono le piogge.^ e le navi de' vicini appennini . JNè.deTo
credersi, c}ie questa soggezione s'abbia da accrescere col solo coi>po
dell' acqua ordinaria del Jteno .per i' aumento , che cagionerà in Pa*
naro , mentre si penta d'allargare l'alveo di questo., e proporzionarlo
a tutti xluo li torreiotìi in modo che non debba elevarsi sensibilmente
F altcfìèsa dèi pefo. deH' «cqaa ; ma questa redti oompensata colla lar-
gbesxa •
Resterà ancora provvisto alla Saveuazaa^iatersecata da qaesta liaea^
portandola^ alla* chiavica di S. Giovano^ dove col declivio maggiore
a quello^, ch'ora godt) nel Po di Ferrara, gli si compenserà il danno
d' avere a star soggetta a^ scolare per via. di chiaviche ^^^
U canalino di Cento ha per se stesso il sofiiGienie deolivio nel Re- .
no; onde non v!ò dubhio, che voltandocelo arginato, non sia per aó«
darvi felicemente*. È ben veio, che per» la soggezione j^ e spesa , che
porterebbe in mantenerlo arginato sin dentro la terra di GentO', se
ai stimerÀ^più proprio nelll^esecoziofie di qi>esta lineai il farlo passa-
re per ' botte sotterranea ^ non sarà cosi* difficile V impresa>, che non
possa sperarsene l'esito favorevole , non mancando altri esempi di
fabbriche simili 9.. che sono durevoli » e- utili » quando si £inno iu^ si-
ti adattati.» -
Ciò ohe s? oppone circa ì rigurgiti dèi Pò nell'alveo comune , e
particolare di questi due torrenti, bastantemenie si. toglie dagli effet-
ti 9 che i medesimi rigurgiti cagionano • attualmente- nell' alveo di Pa-
naro 9 dove- F acqua dì essi quasi stagnante non fa^ violenza' connide-
xabile negli argini hen sodi , che vi> sono-, né impedisco che il Pa-.
naro non trasmetta le aue* Acque , e torbide felicemente nel Po , co-
me noi stessi^ abbiamo psservato in tempo dell' escrescenza dello stes-*
BO Po. II simile dunque sueoederL,' quando vetiso* questa, pt^rte corra
ben arginato 'ancora il' Reno 4 e così parimente cessa qnelIo>- che si-
dice intorno-aeli shocchi del Reno in Panaro» e di ambidue nei Po ;.
giacché può ad essi provvedersi convenientemente dall' arte-, tanto
più 9 che secondo quel che si* è - de tto». sappiamo essere il Reno altre
Tolte con unagraur porzione^ delle sue acque sbeccato ini Panaro, e pei
eon esso nel Po senz' aver cagionati quegli sconcerti > che ora si rap-
presentano ; e per togliere qualsivoglia ombra di «timore » al punta-
medesimo della diversione potrà (come dicemmo ), tenersi aperto
l'antico alveo, in- modo che Reno vi si versi ne' primi anni colla-
sommità delle sue piene 9- sinché si sia assodato 5.0. sperimentato. l'aL^
Teo , e gli argini • della nuova Iinea>..'
Passiamo ora a consideraro i^pericoIiV- ehc si' miiiaeciano' nel Po* ~
grande dopo l' ingresso- di queste nuove aeque . E prima di tutti par*
ohe debba ponderarsi quello chio succederebbe 9. quando il Reno hliih
entrasse in Po alto*»- Giocolano- in - questo caso li> Ferratesi , che alme-*
no si^ aggiungerebbero a sL gran fiume quattro piedi d! altezza- d? ae-
qua, e si servono d' un metodo- loro particolare ^v che proyere]^l>e nn-
che di piùi^. massime col supposto, col quale si regolano,, che. Reno- .
pieno oorra^ otta mìgjiia Torav coll^ altezu d'acqua di piedi quat-^.
tardici .
r
w.*
a48
Per il contrarlo di due altri modi èi servono li Bolognesi ; dal
primo de' quali si ricava ^ che il Po crettcerebbe once quattro ì e
con il secondo once otto , e. due terzi, ^è <Ìa tali sentimenti si di-
scostano il Baratterie 9 il p. Kiccioli Ferrarese , e il p.' Claudio JVIi-
lìet de Cfaalles, e in quéste stesse , o poco diverse misure iooilcorrof*
f)o il p. Castelli, il Cassini ^ il TorriceiJi^ a il 3alliani*
L" autorità di questi scrittori si rende .sempre piìi considerabile
4al riflettere; primieramente alla maggiore velocità» che, acquistano
V acque coir jaccre3cimento d' un corpo maggiore, ohe aggiungendo»
Je peso, fa che queste più. prestamente si spianino, e «1 distendano
per approssimarsi al ioro termine * IL Ch^ il {leno ientrandq in Po alto
vi trova maggipre spazio, e capacità , che in Po J9as80 per la maggior
larghe;zza^ che resta tra una ripa, e l'altra nelle parti più alce , e
più lontane dal^ondo. III. Che .secondo !'• osservazione di molti Tao-
4jue del Reno non procedono dalla trigesinia terza parte di oontinen-
te , rispetto a tbtto quello dell' ialtre, che acoUno in Po per mezzo
degli altri £umt« Onde, se - il lerescere di tutti- questi non eccede
V altezza di piedi venti aopra il pelo ordinario del Po, non potran*
no quelle dei solo Beno iarlo ^Izare , che un piede al più • lV« Che
ì fiumi , che entrano in Po, vagliono più di Tenti Meni, .dimodo-
ché, se dovessero aggiunger c^sdbeduno quattro piedi, arriverebbe
il Po a gon6arsi ottanta ^iedi ; e pur Tediati^ , che ì segni di niag^
gior escrescenza, non 60i>o più alti di trentadue, o trentatrè. piedi.
y. Che il Paparo introdotto nel Po non ha necessitato ad alcun ai^
zamento d'argini, contntlochè con il Panaro sia entrato 9 e ai man«
tenga nel Po tutto quel corpo d' acqua , che prima dal medesimo si
diramava in caso di grandi escrescenze neiP altro Po di Ferrara per
il tagliò, ohe sì faceva dell'intestatura al Bondeno. VI. Che 'secon-
do le notizie lasciateci dal p. Castelli in contigenza d'aprire detta
intestatura , con tutto lo sfogo d'' un gran corpo d'a,cqua, eh' entra-
va precipitosamente nelPo di Ferrara^ il Po grande per alcune ore
calava solamente un pied0 in oirea o poco piùj onde pare, ohe bea
possa argomentarsi^ che molto meno di questa misura sia per ere-
acero coli' aumento d^un corpo d' acqua minore in uno spazio maggiore*
Ma perchè }n un negozio cosi grave ogni prudenza persuade , che
si proceda con tutta la possibile cautela ^ a circospezione ; per tor«
re a chicchessia ogni pìccola gelosia -^ o timore di danno 9 crediamo
doversi jBenz^ alcun dubbio riattare, e alzare gli argini del Po, di
manieracliè da pertlitto restino superiori alle somme escrescenze con
aféeqiiata proporzione, e riguardo alla sicurezza necessaria per 1' aa^
mento della nuova acqua ; il che non porterà spesa molto eccessiva •
Di più , quando tion ^i stimasse ioiecessario lasciare aperto nel modo^
già accennato 1' antico alveo del Beno > oppure che dopo la aperienza
a qnmldt* anno dovetse obindem , is tal cato ai faccia mn^ nita«tatora
nel medesimo aito , la qaal poaia^ e debba tagiìarii a4 ogot eeano
de* Lejjfaii di Ferrara, a* quali per maggior aicarezza, e iBdennilà ^
de^ Ferl^resi potrà commetterseoe la acpraintendeiiza iotiema «oa
uaella della custodia , e maoteuimeoto degli argini poati a deatra dA
fteoo» e del Paoaro nella oooformità, che ai pratica attualmente ià
altra parte del Beno ateeao ; di maniera però che queato taglio nott
possa mài effettuarsi , che nel solo caso ^ che il Reno crescesse^
quando anche il Po fosse pieno ^ il che rarissime volte può succede-
re per la diversità delle cause ^ che influiscono tiel gonzamente del»
Tono, e dell* altro* Poiché il Po perviene a queste somme altesse
in tempo d'estate^ e d*autftnno per il dileguamento' delle nevi nelr
le alpi lontane 4 e il Reno 9 e il Panaro si gonfiano per le sole pk>g« .
gè , o per le nevi de* monti Vicini 9 e per lo più in tempo d' inver«
no; anzi in quest* andò della nostra visita nel mese di Gingoo^
mentre il Po era altissimo 9 non si è veduto mai In Reno 9 o in Pa»
naro croscimeoto alcuno di coosiderasione ^ con lutto che U stagiona
aia stata fuori dell' ordinario piovosa .
Se da quello 9 che abbiamo detto 9 cessa ogni immaginato pericolo
nel Po alto, motto maggiormente si toglie T apprensione d' ogm al^
tro, considerando questa fiume in uno stato mediocre, dove solo
a' oppone^nalche maggior corrosione d' argini , che non merita d'es-
sere attesa in una impresa tanto necessaria 9 ed utile.
Ci resta dunque da esaminare gli effetti che succederanno in Foi
basso I, tra li quali per uno de^ principali si adduce il timore degli
interrimenti; ma dal considerare 9 che il Panaro poco men torbido
del Reno 9 dopo che è entrato nel Po « lo ha piuttosto escavato 9 che
interrato 9 come pare, che concludentemente si provi. Prima 9 dal*
r essersi colle misure della nostra visita trovati gli argini del Po pi&
hassi di quel che furono osservaci nelle visite prececfenti ; in parti*
colare n^llo sbocco di Panaro 9 dove gli argini sono al psésente pia
d'un piede ìnferipri ài segno delle maggiori escrescenaBC riferite nel«
la visita di Monsignor Corsini . IL Dalle soglie delle chiaviche 9 cho
ora si fabbricano pia basse di quello 5 cbe per l' addietro si fabbri-^
cavano, come sì vedp nella chiavica Pilastrese, e nell' altra della
Massa fatta di nuovo. III. Perehè il pelo basso del Po 9 che in tem-
po di Monsignor Corsini ai equilibrava colia superficie della soffia
della chiavica Pilastrese 9 addesso timane inferiore a questa di tre
piedi in circa ^ Le quali prove eskendo assai convincenti acquistano
Ibrza dalla regola assai trita in materie dell' aeque. Che fiume non
interrisce fiume 9 quando si tratta d' im recipiente reale ^ e perem v
ne 9 Gom' è il Po • Per la ^ual cosa gli stessi Ferraresi ammette^
vano ) o anMnettono , oba il Reno aarebbi potato ritornare nel Po 9
3a
s
qnAQd# <|iie9t« Sae^e stata éi naiivo ìatroàùtto in qaello' di Ferrara '«
Maggiore oocasione d'ifiterri-cnent'a par che possa essere nel ramo
d' Ariane , do?e correntia minor quantità d' acqua , ed essendo ia
iMMiseguenxa il moto di- essa pia lento, poesono pia facilmente sucoe<*
dere le deposizioni • Nientedimeno dal eeofronto , che può aversi dal«»
Io stato antico, e moderno, secondo le notizie dateci dalle viaite pag*
sate , ancorché non abbiamo mìsiiTe precìse legato a termini sta bili V
combinandone ona fatta del x66o. con quella , die è atata ordinata da
noi incontro alla terra d^Ariano so[>ra.la soglia della chiavica del Canal
Bianco, si trova piuttosto maggiore, che minore il fondo presente ; e
lieiichè da alcuni ragguagli fieiiti con nuove misiiro ferimento d* ordU
noinostro, si trovi in ciò qualche eontrarietà, ad ogni modo non pds-
. axa<9o da queste prendeii regola alcana, percliè non si sa, se eonfron4
tioo eo^ siti degli antichi scandagli , né dagli atti delle visito appari»
aoe , ebe in essi ai èia avuta alensa consideraeiooe del fkisso , e ri^
flusso del mare , col quale suol variar molto V akeaea di ciuesl' ae*^
qae ; onde non possiamo a^re una prova cevta sopra tal difierenea»
Per altro , da quel che ci riferisco 1* Argenta in* jhù luoghi della
aoa difesa, d' assai peggior condiaiooe in riguardo ad essere naviga-
bile y o no , era il ramo d' Ariano-, qnando il Po correva ancora sot-
to le mura di Ferrara ,. di quello che sia al presento, dopo che si
porta tutto. nel ramo di Locabàrdiaf dal cho ben sì comprende, qtian<^
to gli giovi r acerescimeato di otiove aeque , per renderlo più navi«
gàbile ; e questa stesso ci si oooferma ancor meglio dal riflettere , che
in tempo della visita di Monsignor Corsini , quando da pochi anni
vi si era introdotto il Panaro ,^ e quando- oontinuavasi ancora a ta«
gliare P intestatura al Bondeoo , non poterono li Periti avanzarsi nep-^
pure con piccole barchette in questo ramo , essendo il pelo deir ao-*
que alto once eioqae sopra la soglia della cbiavica Pilastreso, e noi
nella nostra visita colla medesima altezaa di pelo d'acqua abbiamo
navigato felìcemeote per tutto con bucintori ben grandi , e fu misil«»
rata P acqua alta quattro piedi ne* siti meno profondi •.
Si replica a questo discorso, che la scarsezza dell* acque- in tempa
di Monsignor Corsini era eiBetto delle secche chiamate di >Santa Ma»
ria , le quali impedivano il primo ingresso in qnest* alveo y e che ta«»
le impedimento cesse con una rotta, che portò via dette secche; ma
questa rispostila ben conoscere , qnal fosse allora V ostacolo , che si
ritrovava ]$^ inoltrarsi nel Po d* Ariano 'y non distrugge però il mo*
tivo di credere, che se quivi per la natura del sito,, e per la len-
tezza delP acque afìdassero di eontkiao seguendo interrimenti , nel
i fondo, non s* avesse a quest'ova dopo tanto tempo, che fu ripiglia»
tft là rotta , ad esser tanto rialzato queat' alveo, che appena restassero
più le vestigia del Po d' Ariano i o che almeno noi &0Q aTessioio
)
• tSr
potuto mvtgflrri CNM quella felicità , che tn è sncceduto • Bisogna dun-
que eoDcbiud«re^ cbe aUitata quivi la corrente da i oreicìmenti del
mare» si «lantieoe più cbì»ra, e meno atta a cagionare interrimenti, e
cbe quanto più d^ acqua vi ai aggiungey tanto migliore' ai puh spe-
lare , che debba essere seiapro il auo siato , "^ la sua na«viga8ÌoQe^, la
quale fprse anoora <mki qualcfae altro ripiego potrebbe migliorarsi •
Né par che po^a argomentarsi- V alsMuemo del fondo d' Ariano
dagli argini fatti di nuovo nlla Mesola , e ^lalf etevasione degK akrì»
€he già vi erano , perebè questo riguarda 1* alterna del pelo delP iìo»
qua 9 e non quella del fondo » dal quale non si muta la superfìcie di
tutto il c^rpo della medesima acqua , che ai mantiene' conforme al*
F andamento di tutto il resto del fiume ; ma tale novità deve piut4:o-
ito ftStriboirsi all' allootanument^ del mare » e alla protrazione della
liiiea del medeaimo Po, la quale» ancorché si conceda suoceduta por
molte miglia^ non per questo fa , ohe non possa negarsi i* alzamon*
tO'<del fondo^ il quade, se segniase secondo la proporzione di essa »
sarebbe troppo notabile , e grando-; e pure nel caso nostro pare ^ che
piuttosto si soòrga il contrario^ il ohe procede dal correre che fanno
1 fiumi pesenni , o grandi per via d' impulso ancora in ai^i quasi o-
rìazontali , «o piani , còme appnivt^ vediamo , ohe a<;oade noli' alveo
del Po» ohe ha pochiasimo «deoiivio daHa Stellata al mare.
* L' altro .effetto 9 che snppone pregi udicialissimo correndo Reno in
Po basso 9 si e r impedimento » cbe potrà cagionare la maggiore al-
tesea deiraoqbe delle chiaviche degli aooU laterali; ma quest' ap-
prensione svanisce assai facilmente; perchè, lasciando di parlare dèi*
le chiaviche poste, i» siti assai superiori allo ahocco da darei al Re-
so, allo quali l'ingresso di queste nuove acque non potrà mai , o
^meno rarissimo v^ko portare alcun pregiudizio notabile per il pedo
alsamento , ohe puè avv^oise in queata parte ^ à cmrto , ohe il nùo*
ifo incomodo , che a' oppone , può solo considerawi ^ quando apptfn*^
10) essendo il Po haeso , le chiàviche stanno aperte, mentre quando^
pto qualche eacresconn oonsidenibile del medesimo Po esse ai troya*.
no chi^ee , aUora-U danno ncm potrà attribuirsi al Reno • In tal^ib^
ao dunque, o il Po sarà bassissimo , e avendo in lui queste chiavi-
eke caduta sssai felice di più piedi , cono) 'ubi stasai nella ▼isiSa ^a^
liimno osservato, non sarà s<)mpre neoesatfrio- di chiuderlo 'per qijàlsfr* '
'foglia . pionft dei>Reno«:9ho non sia ^dollo^ maggiori ^' giacehé i mettk
di di case haono per regola -dì bod aetwrle mai , so non quando^
l^.aoqua de* còodottineir imboccatura detto >olriaviohe rosttf pia fiiiit*:
aa-di quella del fiunie< o ii Po non sarà tanto basso , e in questa
óoii|iuntuM , so veranno le "piene di^Rena insieme con quelle di fsL^'
ìmxo \( come ^uaai aeuapre anooede per la tìmoaiua de' paesi , do^e*
Ormilo questi toimntt^ li quali Joglionor' orèseoró 'per lo atasao piogge .
•5* .
ttAU foU prwensione di einqae , o tei ore OTifimiriinfeiite AnW niiA
«ir altra ) già per te ateffo a» vede qaal aia il pregiudizio di tener
chiuae le chiaviche per queaw poco tempa di pia * So poi per qual*'
cJie Mcidente, che aaaai di rado fueoeiltf il Reno vj^rrà aolo^ easea*
d<^ per Io più le piene di eaao di^ pochiaaima durala ^ e come asseti^
acopo quelli del paete^dk aetle^o otto orOf dimodoché tal vofta ne
veugooo due, o tre in un giorno ,. darà aolo ta soggezione di qaeale
poche ore, che ragguaglratamenle in iMta Tanno forae appena fof«
meranno Io apaaio di dicci a dodici giorni, uo^ quali non pno mal
Gtedersi , che abbiano a deteriorarsi lì torrenti per difetto di acolo*
. Per qoello poi, che riguarda gli acoli deir acque di tutta il Pole^
aine di Ferrara., che Tanno alle chiaviche dell Abbi, eatenda ^k
queste rese^ infelici dalla protrazione aooeooatn del Por d^ Amno^pe*
eo deCerioramento ricevereMneriy dalle nuove torbide di Keso^ medo^
Tra appunta rimediarvisi col ripiego, cop coi gii nello stato preaen»
te aarebbero in pennera li Ferraresi , jdi Toltar tutti qaesU. aeoU nel
Po di Volano, dove avranno un» fetiee wduta#
I( porto di Gora consiste nel semplice sbocca, che Ha 10 mare il
Po d Ariana, onde per quanta torbida vada quivi porCamTa it medesi'*
AO Po , e per quanta vi formi ii mmre i suoi banchi 4^ arerm non la*
teiera mai questo di rieerem il tributa del fiume,, nei quella cbin-*
^ra mai ta sue foce, per mandar ^ acqiae al sua centra, oome bàk^
no tutti If fiumi.
Restana dunque tolti di mezM tutti li pia gnTs ineovrenieuti^pc^^
rieoli , e seeoeerti , che si allegano eontro di queato rimedio ; e peraia
pare che la ragione perauada , die debba nbbnicoìarsi , siccome tii ab»
hracciata da uomini di tanto grido , quanta è cpsello , del quiile si n»
aera degni in queste materie li Ginliuali Gaetana , e Capponi , Monsi»
gnor Corsini , il Baratteria , il p^ Castrili, e altri adoperati in oiiesta
gmode afiare , e T Aleottt medetima , che scrivendo a favore de Feiw
raresi, ingenuamente credette, non poteni in. altro' meda provvedem
ella beuificaaione generale , il dhe finalnente diede ancora motiva ut**
la éel.. mem*. d* Urbana VUL di ordinala eoo ma auo Breve apooiale
Peaecuaioner
Nò sì può dubitare, obe non essa ano a* abbiano da oonsegulre be-^
oafiai oooaidetlabilisaimi por tutte tre le provincie, cbe ora gemono
daanificate da tante . aeque ^ naeuire sona tropfp chiari li fantaggi ,
cb0 rifultane da questa determinasioiie , a aaraisaa in gran parto
TVifli ippuniof eoe i fiarimreai ammettotia, ae Rena a? introdn^ease
mi Po ^t Ferrara, quando iu questa vi corsease il Pa grande; cioB
tstta cbe in questo caso dovrebbero temere, pia di quella che adae»
ee Amia, la riolensa del Reno per la osaf^ior vicinanza di tani* no»
fncf cbe già bmbirebbesa le niacii- Si atabilisà dunque ia quesle
vmdo QQ terminerai Reno» eoi qaalonon sarà pia soggetto e quello
alteraziooi, che hanno tenute in continue aj^ttazioai qae^ poveri po-
poli: cesserà il dispendioso accrescimento d'argini nelle parti supe-
xtpri necessario, e sempre maggiore, sino che il Reno avrà per con*
tró la valle , che sempre si va rialzando : sì restituiranno gli scoli già
perduti a cosi eran parte del territorio Bolognese : e si allontanerà
da tanti perìcoli la città di Ferrara , quanti sona i froldt esistenti
negli argini, che la difendono da Reno: e ritorneranno in buono sta*
to tante campagne soffogate dair acque , principiando dal Poggio sino
alle Larghe oi Bagnara : e diminuendosi le piene in Primaro , resterà
in gran parto libero dalle sorgive il Polesine . di S. Giorgio : meglio
assicurate le valli di Commacchia; e resi (ertili molti terreni della
sponda destra dello stesso Primai^o, e finalmente migliorerà grande-
mente r aria renduta poco salubre dal cresmmento , e ristagoameiito
continuo di tante acque «. . '
La spesa finalmente di questa linea , per essere d^ un tratto assai
breve , non arriverà ad essere tanto eccessiva , che si renda superìo*
re alle forze di queste Provincie ; e perchè il comodo maggiore di
tal risoluzione pare, che almeno presèntemente risulti a favore de*
Bolognesi; nosi sarebbe forse lontano dal giusto, chiassi restassero
obbligati al peso di mantenere a loro spese gli argini nuovi a destra
del Reno , e del Panaro » Onde ooncbiudiamo ciò , cbe net principio
dicemmo : che secondo il nostro parere fra là diversità de rimèdi
proposti noD ve ne sia altro pia praticabile dì questo •
Bologna a. Gennaio 1694»
Fefdbmndo Carenai ^ AdSk .
Sìnmusco Cardinat Barbtarini^
*i4
Mia, Simiitàdi Nostro Signore Olemmte Jd.^^d .alla Saera
Congregatone delC acque. ^
RELAZIONE, E VOTO
jor uoirszenoK.
DOMENICO RIVIERA
•«kCBSTABIO DKLLA MSIÌS8IMA JB TltirATORS JUPOSTIMLIGO , L* AVITO MPCQXÌHU
JPer riconoscere lo s iato , del Renoj del JPanarOp e del Po^ .
e V accrescimento de* danni cagionati dal primo^
.FXA LA GOVGRXGAZXOirX DEI 3. SXTTBMBBX iSlJ*
»
I. X er conoscere , te cippo la visita delP acque dei temtoil fli .Ro-
magna , di Ferrara , e di Bologna , fatta con ptovida cara , e liogola-
re diligenza F anno 1693 • dagi^ Eminentissimi «ignori Cardinali d' Ad-
^a^ e Barberini ^ fossero succedute tali alteraj^ióni ne' letti, negli ar«
gìni , e. nelle foci de^ fiumi ^ Reno» Panaro .9 e Po, -che non permet-
tessero più r esecuzione del, sensatissimo loro vpto, -circa il rimoTcre
ìt'Reno dalle valli, e condurlo al Po grande , iacendota^ unito prima
col Pafnaro , sboccare poco di sotto alla Stellata , la da me nel passan-
te Ottobre delP anno 1716, unitamente co* deputati delle due pia
interessiate provincie di Ferrara., e di Bologna, fattala visita di quel-
le acque, con ogni maggior sollecitudine à me singolarmente racco-
siandata dui paterno amore di sua Santità, tutta intenta al minore
dispendio di quelle afflìtte città , ma «insieme però con tatta 1* esat-
tezza possibile , e necessaria in un affare di si grava momento , di
cui non ba lo stato temporale di Santa Chiesa presentemente ti mag-
{;iore • Perciò da* Periti di ambe le parti , coli* assistenza de' due ce-
ebrì matematici il padre abate D. ^uido Grandi monaco Camaldole-
se, e primo lettore delle matematiche nelP Università di Pisa , ed
il padre lettore D. Celestino Galiano monaco Celestino, soggetti noa
meno di nota integrità, che di singoiar dottrina^ i quali assisterono
alla visita con totale indifferenza, e come mìei consultori, furono
Atte tutte quelle operasieni, ed««sservazioni , ohe si credettero ne-
cessari^ , per tpettqre in ^chiaro la verità de* punti controversi , e le
quali o erano state praticate nelP altra visiu , o venivano richieste
dalle parti interessate, alle qaali si procurò di soddisfiire in tutto
quello > che ognuna di e9$^ richiedeva •
s55
sr. St ebbe partioatn^O' aTTertensa , oBe le Kv^laiffbiii » e gK scandagti
•i facessero ne* medesimi laoghi , ne* quali ecano stati fatti nella vi^
sita deiraanó suddetto 169!) , e che qaelle si riferissero a' medesimi
termini stabili^ a' qaali erano stato allora riferite , per potere pia ao^
eertatamenie giudicare di qnaliMiqne variaziooor che foese da qael
tempo in qua succeduta,, e rilevarne le oooseguenee, . facendo» poco
eonto di quelle operazioni » che noo legate ad. alcoit sego<^ siabìle po-
tevano- facilmente per 1' incertezza de' siti controvertersi , e conira^
starsi ;. e nello stesso, tempo poi» siccome si ebbe special cura,, che le
parti convenissero ne' detti luoghi , e siti y e nelle misure , cosi , do**
Te ciò noO' accade var, si ebbe avvertenza» che negli atti doila visita
ne fosse fatta speciale , ed espressa mbnziooe •
3. Senza difibodermi a riferire minutamente tutte le particolarità
osservate -in questa proposita, le quali possono ricavarsi dagli atti co*
piosi della at^sa visita, e tanto- dagli esami di numerosi testi m onj ,
o indotti da'^erraresi-, o da* me esaminati ex. officio, eoa avere a^-
vnta particolare avvertenza di chiamare io medesimo all' improvviso-
le persone all' esame ,. e di servirmi sempre de' custodi delle chiavìr^
ohe , o degli abitatori de' luoghi contigui , o piìt vicini , «pianto delle
livellazioni,, e nHSure in quella iàtie ^^ mi ristringerò solamente e rap-
presentare eoHa maggior brevità, e con totta la possibile distinzione
eiò, ohe giudicherò di più necessario, e di pia Hotabi^er, da cui si
possa bastantemente discernere , a qual parte pieghi la ragione , e si«-
enramente giudicare , e risolvere , qual deter minaF^/ioae. sia opportuna
e prendersi , per provvedere ad un male , ohe , lanciandosi senza ri-
medio, se apporta presentemente danni , e pregiudizj.: gravissimi , col
volgere di non molte ten>po Fccberà. V ultima desolazione a tre più-
fiorite Provincie , ohe sieno sottoposte alla Sede Apostolica •
4» Siccome quattro erano le variazioni , che nella congregaaHone te-
anta li a8v Maggio dell' anno scorso , si asseri^vano per parte della cita-
la di Ferrara accadute dopo la viaita dot 1693*, per le qjaali non po-
tesse darsi esecuzione al voto- de' predetti Elmidentissimi Cardinali •
La prima delle quali era 1' abbassamento del fondo del Reno , dopo le
Mtte di esso, seguite l'anno 1714» ^ i?^^» lo quali dal nome, de'
Fissessorl de' beni adiacenti veng'ono chiamate^ Panfilia la prima ,..6
altra Cremona • La seconda y V alzamento universale del fondo del
Panaro • La terza , il riempimento pare universale dell^ alve^ del Po»
E la quarta finalmente ¥ essersi d'allora in qua serraie alcune prioi-
cipali bocche del- medesimo;, onde concludevano, che nò il Reno a^
vesso nin tanta eaduta da potersi introduvrer come prima proponevar
si, emginnto al- Panato nel Po, nò queste fosse più. capace di rioor
V«lo» e smaltire felìoamente lo tue acque nel mare; cosi ad altret*
tanti capi ridnrrassi.la presèlle Relasuoflie ^ esaminando prima ciò ohe
listi rtteoritrato di^aifieta» e dtflTereiiM Mio «tettò anfeoedente »
ordine al fondo nel Aeno indi nel letto di Panaro ; potoia nelP aWeo
del Po 9 ed appretto nelle tue boeohe, con aggingnere in ogni luogo
Uitte quelle riflettioni » lo quali , tecoodo anche il giudizio de* pre^
delti padri matematici da me tempre cootultati, ti tono giudicato
4>pporiane alla pretente materia , ed ina ierae quelle ritpotte , che to-
no convenienti alle difficoltà topra detta Yitita^ etpotte dallo parli
•in pia tcritture alla Sacra Congregazione ^ indi air Emioentittimo Pro*
ietto in una lunga conferenza, e contraddittorio » a cui io pure in*
•tervenni con detti padri matematici*
. . 5.. E primieramente conviene premettere , ettere uni vertale dottri-
na di tutti quelli , che hanno pin accuratamente trattato della nato-
dra de' fiumi » comprovata .altreti dalla continua etperiensa ; che è
proprii*tà di quelli, i quali non corrono d^l tutto chiari, d* interri*
re, e d* inalzare i loro fondi, quando corrono batti, e tcarii d'ac-
qua, ed air incontro di eicairarìi , e profondarli quando ne corrono
•gonfi, 0 ripieni $ talmente che in ogni fiume,' che corra torbido,
più basto tempre ti ritenga il tuo fondo, quando egli è nelle mag-
.fiori tue etcretceoze, o poco dopo di ette, di quello che ritroviti ,
-quando per lungo tempo è corso nella tua bassezza minore. Ciò fott-
io, non deve nnicamtnte gindicartì delle alteraaioni de' fondi da
iquello che Titnha dagli teandagli; attetocbè, te non tono ttati nel-
le due vitite ritrovati i fiumi nella aletta parità di circottanze, ma
allora in pièna , e dipoi nella loro quati maggior battezza, egli è cer-
to , che col mezzo de' predetti teandagli , altri fondi dovevano rìtro»
Yartj neir oltima, che non furono ritrovati nella visita antecedente.
6. JNè per quetto dovrà dirsi , ettere accadute alterazioni reali, o
durevoli ne' loro fondi, perchè appunto il loro ttabile, e durevole
ttato , come degli altri, che parimente non corrono del tutto chiari,
non in altro consiste , che in quetto continuo cangiamento di ettere
più bassi ne' loro fondi in tempo delle maggiori loro escrescenze , o
oopo di esse , ed all' incontro meno profondi , quaodo mattimamontn
da qnaicbe tempo corrono magri y e pólveri d' acque p
7. Ora ettendo tottociò vero , non per qnetto debbono tralatoiar-
aiy o tono ttati in *qnetta vitita ' tralasciati gli teandagli, o tutto
quello , che da etti con ragionevole ditcorso ti può dedurre^; bensi
ebbeti Particolare avvertenza di rioonotcere due altre cose , dallo
quali più ticuramente raccogliere si può lo ttatp presente 4to' fiumi
fespettivamente a quello, che fu trovato del 1693. L' una è, se dò*
po r anno suddetto è convenoto rialzare gli argini , e qoaoto • L' ai«
tra , te le piene , o maggiori etcretcenze tono atale più elevate di
prima( eoprioatiaootachè , te in quetto tempo né gK argini tono alati
maggiormente elevata, né tono giuoio le pione a* più alta 9efna«
#
if
1
%
pAre che con oertezsa mtgEiote iédaxn u debba»! che non ai aoao
oè alzati , né riempittU i ÌquÀì de' fiumi « IXtàU ciò maggiormeato
Comprovato dal «oosiderarai ^ che le «screscenza aocàdiite ia questo
tempo^ per coofessione delle parti medesime , non aono «tate di mi»-
nor mole d' acque « di <iuello -che fossero per l' addietro; onde , uo#
come al giudicherebbe di uà vaso , le sponde di cui' fossero oggi «£•
£itto 1^ atesse di quelle di ieri, ^ T acqua «outenuta da -esse in ^aaa*
tita uguale 9 cbe n^l foado del vaso nou sia succeduto alcau riempi-
mento., che lo renda meno t^apace., «osi ' lo atesso pure giudicar ai
dovrà di quei finmi» e de* loro alvei*
4). f^d ìnoomiaciando dal Heao: è questo fiume, -o torrente aoste-
liuto con argini altissimi aopra il piano delle vicine campagne , a ca-
gione della grande -elevazione del suo letto aopra di quelle , cagiona-
ta non meno dal non ayere proporzionato , « libero lAogo nelle parti
idferiori , che dalla protrazione della linea del ano corso , come de«
posero quattro testimoni esaminati sul territorio Ferrarese ^(i). Non
è pertanto maraviglia, che Tompendo or qua « or là i detti argini ,
e precipitandosi per le rotte nelle campagne tanto più basse ddi auo
fóndo, tiri a^co altresì in qualche parte lo ^stesso suo fondo, con ì^
abassarlo , massimamente quando tutte le acque di esso fiume , colà
derivandosi, corrono di continuo per la nuova apertura, dove trova*
nò maggior caduta » abbandonando dei tutto 1' alveo inferiore alle
rotte « Così è succeduto prima per la Panfilia, e poi per la Cremo-
na ,.per le quali acaricandosi non aolamente tutta T acqua auperio«
re, ma per fino V inferiore , che nel momento. In cui ai fece là
nuova apertura , subito all' indietro ai rivolse a quella parte , dove
più pronto aveva lo acarico , come depongono con loro giuraa^nto ,
(a) quattro testimoni oculari esaminati sulla faciùa del luogo, rima-
se affatto asciutto il tratto inferiore del letto di esso Reno, In ma-
ltiera 0he ivi ora si cammina per V alveo , come pet una pubblica via »
non servendo più in modo alcuno ad uso del tìume«
, 9» Egli e vero pertanto , che ne' luoghi auperìori alle rotte al ò
abbaasato il fondo del Reno ; onde dalle livellazioni , e dagli scanda«
gli (3) latti al passo di Cento , ai trovò il maggior fóndo dì quel fin*
me profondato piedi quattro, once nove, e minuti undici, più di quel*
lo,, cbefosae trovato nella visita del 1693, il che pure anche fu de-
posto ^4) ^A ^^ testimoni ivi esaminati « «
10. Ma non per questo dovrà dirsi il fondo del Reno universal-
mente profondato , anzi è cosa .manifesta , che non ostante questo
}f) Visita Monsignor Riviera MS. pag. 53. 55. 66. 83. (a) Pag. 83 84. 85. 86»
3> Pag. 64. à ' ^^^ Pagv55. &9. 60. 6a. ^4, jS..
\
il
«5« ^
acGideatale abbassaniento , «i è andato tempre nnirersaTmente rìalzan^^
do , ed ha obbligato a aojlevare a maggior altezza i suoi argini , tao*
to i Bolognesi dalla loro , come ameodue lo parti eoofessarono ìnge*
nuamente sul luogo delia rotta Gremooa^. (i) e confermarono aHa
rotta Panfilia. Così: pure convennero in. quello che manifestamente
Todevasi 9 cioè essere notabiln^onte pia alto nel fondo l'alveo^ inferio-
re ^Ue rotte , di quello ora il superiore ; il* che poi fa dimostrato e-^
^identenìente drillo livellazioni fiitte^ e riferite agli: stessi termini »ta*
bili ^ a^ quali fucono allegate nell'anno 169!^ {%)• AUa botta dunque-
degli Annegati si trovò T alveo rialzato piedi tre» once cinque , e
minuti quattro^. Alla'bott» di Guocagoa f oh' è ì( punto della diver^
siofie del Reno stabìKto nel voto- }• (3) piedi* uno » once tre y e mioa*-^
ti tre • Alla botta Ghislieri in Mirabello y prendendo* i fondi raggua-
gliati y piedi tre, once cinque, e minuti qoattre, (4) e secondo i
snaggiori fendi piedi: uno , once sette , e minuti nove . £ finalmente
a Vigarano » & sia air intestatura di Rena vecchio (S\ piedi quattro ^
e once otto^
lì . Ne è da dubitarsi , che chiuse , e tipigliace Te suddette rotte ^
e rimandata Y acqua del Reno per V alveo suo consueto, non debbft
questo, dove si era profondato rialrarsi dinnovo, e colle deposizioni^
ohe fera avanti a' dossi presenti, ristagnandosi le acque, FÌtornare
il fondo alla ripienezza di prima-, con uguagliarsi le parti superior»
alle inferiori io aU<>z9a sempre maggiore <K quella , che ne' siti me«^
desimi. aveva Tanno >6q5. Imperocché dimostra la presente coustita-
mone di questo fiume , che per non avere V esito convenevole , e per
essere obbligato a prolungare sempre piiJt lo sregolato corso, vagando^
per le valli ^e per le campagne, sì debba lo stesso sempre più elevare di
fondo, (6) come sempre finora ha fette, attestandola anche oon^giu--
'l'amenio cinque esaminati tt-siìmoni..
i.a Ed \u> riprova maggiore di questo ahsamento del fondo si pob
addurre la continua elevazione- degi' argini , che oltre la detta con-»
fessione delle parti, resta ancora provata dal detto di sei testimoni ^
(7) e moHo più* poi apparisce dalla livellaziooe ora- fetla- al passo di
Cento, paragonandola a quella del 1693» con riferirla allo stesso se»
gno stabile allora preso , e riconosoiuto per invariate dalla deposizio-
ne di due testimoni • Imperocché ne risuJu y che in qnel luogo , dove
è per ahro il> fondo abbassato , (0) 1' aitine sinistro dal suddetto ano»
1693^ al presente , si trova ad ogni modo rialzato piedi tre ^ once due,|
e minuti tve» e il destre» piedi due, once nove, e minuti quattro..
I
*(i) Visita Riviera MS. pag. 76. 78» (a) Pag. 1151. (3) Pag. 751.
(4) Pag. 86. (5) pag. &85. a9i. (6) Pag. 35. 56. 70. 75. Si.
(7) f*»6* 7^* 75- »^* 3o.. 69. 71. 83. 84. (8) Pa^. ^9. 71*
^$9
iS« Aasì aggìirgtier si deve., cbe in qoe«ti ni timi anni è stato ne-'
^ceasarto di protongare T arginatura di questo fiume alle suo parti su^
periori e quasi sioo al Peole della via Emilia , cioè a dire noh lan-
fi dalle faide de^ tuonti^ quando del 1*693. incomioeiava solamente al
'rebbot 4uogo tre miglia inferiormente sitaato, e eie ^enne attesta-
to da quattro testimoni esaminati in ^ue' {voghi ohe dissero , avere
lEedttto fare di nnovo quegli argini 9 (i) e poi frequentemente anoom
Inalzarli, perchè venìvaoe soverefaiati dalle piene 9 oootuttocbè questo
non sieno ora né più frequenti , né di maggior altezia sopra il fon-
4o di prima» attesoché non eiitrinp ora nel Reno altre acqipè 9 fuor-
ebè le solite , come asserirono cÌQqse alm testimoni giurati pratici
^ quel fiume, e abitanti istorio ad esso, o nelle sue\^icinan2e (a)«
Anzi aggiuqgeno 9 cbe per cagióne del continuo alzamento del fon-
« do 9 a misura di cui conviene 9 ohe ei vada elevando la superficie
dell' acqua 9 cbe per esso scorre 9 credevano essi 9 che si rendesse pitt
contumace contro i ritegni ^ e più pronta alle iuondazioni*
14* ^^1^ ^* ^^ duaqtte~ragiooe di sospettare 9 che le piene del Re-
no portino ora maggior corpo d' acqua di quello che per lo passato
portavano 9 né viene ciò in alcun modo provato dal segno di mag-
por escrescenza 9 indicato alla chiusa di GasaJeccbio» si perobè non
trovandosene nella visita . dell* anno 16939 indicato alcun segno in
questo luogo 9 non può farsi confronto delfo stato d'allora col^pre-
aonte*^ si perchè questa maggior copia d' acqua del Reno dovrebbe
pur sapersi d' onde proceda 9 (5) e non può provarsi in modo alcuno
da certi piccioli ripari di tavole 9 ebe ora ai veggono alla «penda si-
nistra 9 e superiormente alla detta chiusa j perchè ciò potrebbe pi^
cedere da qualche accidentale alzamento del fondo nella parte supe-*
l^ore 9 per la deposizione di dossi ^ o greti più rilevati nella destra ,
ohe nella sinistra 9^ i quali ebbUgbino il fiume che ivi corre in ghia-
ia 9 e non ristretto fra gli argini 9 ad indrizzarsi a questa parte (co-
me in fatti sul luogo fu detto» che il fiume minacciava di lasciare
in disparte la detta chiusa 9 è aprirsi un nuovo alveo a sinistra di
essa) onde restano per conseguenza pesti in necessità gli abitatori ^ a
munire le loro sponde dalla corrosione della corrente 9 senza che per-
ciò dir si possa 9 che maggior copia d'acqua siasi accreéciuta di più
di quello ch'era ne' tempii paasati; ed in fatti 9 flicoome per detto di
, J4. test}nM>ni (4) non è ora diverso l'crdinario numero delle piene
del
m
il Reno da quello, cbe fosse del 16989 cioè di tre in quattro l'anno
tggnaglia^tamente i cosi da cinque de^ medesimi testimoni 9 come
(1) Titka Riviera MS. pag. a7, aS. 3o. (a)!:Oag. 55. 56. 67. So. 60.
(9) Pag. stSL (4) Pag. £0. 53» 54. 55. 67. £8. 5$. 6x. 74. 7S. «3. 84. 85.
\
a Mpn ti h detto > Tiene espressamente assente ,. isen esser» eHew»
ia se stesse pia alte ora ^ (i) o più copiose di prìm:f » Ne si è muta**
ta ia tempa» in cai per Io pia solevano esse succedere 9, cioè ^ o sai
fine deiraatnnno» a neiriavernct ne I& durazione loro apparisco
akeratft y percbà ancora adesso it pia sì stende a quelle dodici , o*
quindici ore^^ come, già era. salito ; ed io somtna né dalle deposizio-^
ni di chi pratica questo fiume *. ne dalle osservazioni fattevi ^ traspi»
ift alena contiasseguo di variazione circa la quantità: deir acqua ^ cho
topport», a circa lo altro circostanze delle sue piene »
i&«. G(4|o medesimo ragioni resta tolta V altra pretesa prova ^ eh^
i Ferraresi adducevano nelle loro scritture di questo accrescimento
à^ acque nel Reno , dedotta dair essersi trovato le pieno di esso al
Trebbo più atte piedi cinque^ once sette , o minuti sei , di quello
fessero det 169.T. meotro tale alzamento non può» mostrare raccre*^
aoimepta deT corpo delTaqqua y ma si dee rifondere neUa elevazione
nniversale del fondo, soprabbondantemento provata in visita.. Né già:
fnb dirsi che talo etevazidno noo sia bastevole ad un tate ef&ito »
fer essersi questa a Vigarano osservata tton piuv che di piedi quat-^
tro y eneo otto > o minnti otto ; perchè siccome quel fondo si è mag*-
E'oìrmente elevato a Vigarano di quello ». che hì sia trovato in altri
ogbi di questo fiume „ corno in questa relazione si è mostrato^ co-
si pu& motto bene essersi elevato al Trebbo più che a Vigarano »,
eioe ì suddetti piedi cinque » once sette» e minuti sei » che si tro«^
vano di differenza fra lo piépe d' allora » è le presenti»,
16- Bensì motto più fondatamente si può- argomentare Patzamento^
M fondo det Reno dal riempimento accaduto nelle valli» dove collo
Kvellazibni fatte in questa visita a Matalbergo» si prova che il fondo>
ìD' questo^ tnogo siasi dal- 1 693Ì1* alzato almeno* piedi tre,, once quat*
tro y e minuti sei ,. e che il segno (a)* a cui ora giùngono le massime-
escrescenze 9. è più. alto del segno indicato nella visita de*' signori
GardinaUv piedi due», once nove» e minuti nove.. Che se dall'anno;'
x6aS^.. in- cui segui la vìsita di Monsignor Corsini» fino air anno 1695-
aet corso di sessantotto anni » (5^ i predetti signori Cardinali nel lóro
voto> riconobbero r essersi alzate le somme escrescenze piedi tre » oroi
m qness^ ut tim» visita net corso di soli ventitré anni si sono trova*-
Ut alzate poco meno che altrettanto di qnello avevano prima ht^
to itti sessantotto^, dat ohe possono dedbrsS quelle pernicioso eon»^
fegoenze d% protratte», edi^ estese inondazioni nelle campagne su»
periòri ^ osservate i» quest*" ultima visita ». e prima saggiameiit*
prognosticate da'' detti sigpori Cardinali net mentovato- loro voto -
(i) Visita Rivièra.. MS^ pag. 8K ?6. 57. S9. 60. (a)' pag. a73:
(?)j Vota d' Àddaj^ a Barberini al Proemio nel ^ Per cosier€ndere.c
s6i
1 fr E percbè V iDxIsameato del recupiente yb sempre connesso» cot^
1 eleTaztone dell' inflaeote » non pajr negars? , che na tioHle rieQ»pi«
mento di fondo non sia pnr anche: aocoedato- nell'' alveo» del Rena f
9be allocca, in quelle valU, altri mentir «on sarebbera cresointe in esse
fuelle deplorabili mmrieyda cui sono afflitti' quegli* infelici Pòpoli; nò
ar lagnerebbooa questi delfa grand^ espansione fìtta dall^ acque negli
ultimi ventitre anni con si grave pre^ndizia delia coltura , e della
popolasione (i)'- È stata giustificato per fedi ginrate de' paroccbi
prodotte in visita, siccome pure era stato fatto in quella nel preoe*
olente mese di Marzo» dell* iatessa anno> ^716. eseguita aon sommo
zelo » ed attenzione, e non minore fatica ^ e tolleranza dall' Emìnen*»^
tissimo Cardinal Paracciani ^ che daU'anna i69}« sino» at passato, di
trentanove comuni i ({uals aonoi stati soggetti a nmilt disgrazie, si ha
distìnto, e sicura riscontro, che ia ventìses di esse sono rimaste af-
fogate 55940*» tornature di terra lavorata^ che davano» di rendita al-
trettante corbe di frumento» le quali corrispondono a nibbi r SqO*».
Che ia ventidue de^ medesimi manca la rendita di corbe sedioinrìla ^
e seicento ventiquattro^ di marzatelU r che fìnuo" rnbbi 949^.^ Che in
Venti degli- stessi mancai^a 8476*». abitanti;. Che in* sedici de' medesi-
mi restano» sommèrse 26191.. tornature di prati, che rendevano^ ogni
anno calura di fieno* io46a-* Che tono' abbattute 554* case da continii-
ni abitata •. Che ia quattordici di essi reatano* sommerse lyr. case
civili latte per comoda de' padroni ^ Che ih nove sola d«'' medesimi
ai sono perdute 4'*^ cascine per gli armenti.. Che in otto di essi
Xnancano^ seifìci Chiese - Che ne' soli due comuni di Bagno* di Piane»,
e della liolinella si e perduta Centrata di 104000;- libbre di canupa ».
Che net solo conrane d' Argile si è* scaptutc per arSo; capi di be«
•tie bovine , e minute^ ottre il danno* incredibile, che in ognuno di
questi generi sarà succed'uta agli altr^ comuni, che non hanno po-^
tnto esprimere la quantità de^ danni ^ ma sohmente in termini gè»
aerali, da cui non può^ rilevarsene la vera quantità* ,. e* valore -
- i8. EI ben dòvevane aspettarsi cosi pregi udìciali effetti da un fiu»^
me laseiatc quasi oramai senza sfogo r se noi»- in quanto nome pet
lambicce^ gli è permesso^ di sfiorare stentatamente lie sue acque con
^no scarico infelioissim<> net Po^ di Frimaro' ^ tanto* ^ tutte le parti
Yiene esso viorentemente ristretta , e centra ogni ordine di natura
imprigionato. Il che ben riconobbi nel visitare>cBe fècir come sC'-
gretario» della Saera Congregazione^ i due rami di Volano r e^ di P¥i*
Qiara sina alla soocca lora nel mare;: po'* quali due rami^ essendo'
«orsa anticamente V acqua del Pa». n»' è rimasta ad essi tuttavia* H
(1) Yiaiu Biviara MSL pag. 33&.
I
de nominazione , telibene t>Ta non òHiùflimo «pia t^e' loro mlveì &BTn«
meno una stilla di quel gran fiume • le tale oocaeione , dico ritrova-
ti quasi tutti gli acoli delle suddette valli, dove ristagna il Reno a <ie-
atra del Po di Primaro , già enunciati nella visita ^ell* anno 1*693.'
io quest'ultima chiusi, ed interrati. E oiò che fa maggior compas*
•ione, ti -maggiore^ e più ampio di e^si , che è il Cavo detto delle
Gaccupate , con fortissimi ripari di lunghe » e robuste travi altamen*
te conficcate nel suolo , con altre attraversatevi ia -buon .numero, 0
sovra pposle ad -una stabile soglia, impedito coutra gli antichi, ed i
nuovi Deweti di questa Sagra <2ongregazione , -dalla quale fu peraiei*
so unicamente a principio ad una privata fiimiglia di poter fare qu43-
ohe piccola rialzata di terreno, che nel crescere deiraoque, potesse
dalla stessa forza della corrente essere rimossa, e 'Oon ciò derivare
da quelle valli .un canale a K^omodo di alcuni mnlini ; ed ultimamene
te le fu solo acoordato un rip^o facilmente amovibile , ;parohè alla
lìocca, ellissi applicava , -si lasciasse una larghezza di treutanove pie-
di di luce, laddove non solamente dopo Tanno ^698. «fttvvi fabbrica-
to sopra .unasoglia fissa , uno stabile r^ forte ritegno , ma pochi mesi^
ancora antecedentemente a questa -mia visita 4ti interamente rinnova^
to quel grande edificio di legno sopra descritto , diviso in due 00*
chi , il destro de' quali rimane sempre chiuso eolie travi sovrapposte
a tale altezza, che non lascia mai per quella sparto scorrere 4' acqua»
onde resta la metà sola della luce prescritta aperta tktìV occhio -sini*
Distro, largo solamente piedi 19. in circa ; <e ^questo altresì perja mag*
gior parte del tempo ai tiene ingombrato dalle travi sovrapposte^
cbe non mai si levano, se non in occasione di dure il passo alle
barche, e subitosi rimettono, ^ sì accumulano una sopra l'altra^
w quel numero che piace a^ ministri de' mulini^ e custodi di esse
passo , i qnaJi con tale artificio sostengono t«sie l'acque delle* valli
Contìgue a loro lalemo , ed ^ in arbitrro di essi di far con ciò ore*
scere , ed alzare, /O immediatamente , o mediatamente neUe parti «a*
peneri ancora a -dette valli, 1' -espansioni dell' aeque^ e gì interri-^
menti , e l'elevazioni degli alvei.
19. Né qui si fermano i pregiudizi recati da queste artificioso TÌ«
teeno :: imperocché , essendo questa V unica parte per cui mantiensi ^
sebbene infelicemente, -la navigazione tra ferrerà-, e Bologna, e
conseguentemente poi a Venezia , «oltre l' immediata comunicazione
col mare,. questo è. di venuto un piano assai pericoloso per le barche >
(1) conforme io stesso riconobbi» e viene freqnentemente ancora ,
qualunque egli siasi, .0 negato» .0 ritardato a' a»vigaati^ in forma
«PI
(1) YisiU Riviera MS. da pag. a&6. a aS^ ^ e «da afe a a6fi.
^63
tale, ehercMtor dell'acque, e la Ubertk^clfel comnìercio vad'a sempre
più scalpitando. Gosa^tanto esorbitante , ed ingiusta, che i moilesinni
deputati , e difensori deUa cìuà di Ferrara , suUa faccia del laogo
noa- seppero altro- rispondere , se non* che questo era nti particolare
interasse , io cui , siccome non aveva quella città alcuna parte , cosi
non. voleva averci alcn^na ingerenza per di-fenderlo*
AC Noa voglia stav qui a riferire- lo spargo del canarie d^lla Sala»
Tola ordinato; dopo una lunga visita da Monsignor Marabottini , e da
aie in quest'ultima ritrovato non eseguito; nemrneno mi diffonderSt.
circa gli firgioi a sinistra del Reno, eoe tutta^via difendono la Sao-
martina dopo il passo di Sk Martino , poco sopra il^ Riazzo del Reno
detto Cfervella , quaoiuhque con replicati decreti tante volte vieta-
to ^ e solamente mi ristringa a rimettere , che nou put*e viene nega*»
to alle piene dell^atsque d^^L Reno uti esito proprio;', e reale , che io*
porti al mare (^il qual esito iter.tamente per qaesca parte non potreb^
be sveni, uè sarebbe perpetuo, come eoncluilèntemente dimostrafia
gli EmìnentissVmi Autori del Voto , ma solo- coU.^ intromissione tli que*
sto torrente nel Po grande si potrà> felieemente ottenere), ma gli vie**
ne ancora* impedito li tenue sollievo di qpaei piccoli scoli , che essa
dopo di ai»er vagato,, e deposte le sne torbide- nelle valli., da se me-
desimo sì. va aprenda-^ e cosi. T eccitilo delle vicine, e- delle superio*»
ri canipagne, cbindendosi per ogni parte, e- restringendosi <]iielle ac-
que oltre misura, si aocr«sce> e sempre più si va dilatando.
Ski« Da quanto^ oni< ai è detto, non meno si deduce la net;essità di
nmedio ad un male,, che si precipitosamente si avanza, e che con si
lapida forza reca rultituo eccidio ad uno già fioritissimo territorio^
dì quello si argomenti,, ohe non ri è; per quanto- io creda ,. dalla
parte de! .Reno ostacolo alcuno, d» cui resti impedita^ P esecuzio-
ne del voto de' signori Cardinali , non avendo egli perduta pun<*
to la oailuta ,. ch<o , quando emanò- il detta voto , aveva sopra la^
soglia della chiavica Pilastrese per lo asserto abbrissamento dttl sua
Ibndo i' primieramente perchè^ I addotto pnofondamento e succeduto
in parte molto saperìore al sito, d'onde ìnoominciar dovrebbe la. di»
Tersione. di questo- fiume proposta nel vx>to^,. ond^ non si trova alte»
itato il toEroine del suo prinoìpio, o come dicono a quo; ttnm questo
stesso termiua si trova piuttosto innalzato,- e dotato di caduta magi-
£*ore di piedi uno, once tre,, e minuti quattro, come si è riferito.
> sopra; secondariamente,, perchè, quando pure fosse necessaria ia
ogni parte y par effettuale la progettata, diversione ^ (i| tutta quella.
/
^ •
• -•'
y
M^ Voto, d' A4da , e Barberini alla psoposiziona della, lìnea del Po grande alli
5: Salle misura te*. \. Se consideriamo ec. £. Regolandosi ec. e £• Attesa poi. sc«
elevazione di fondo , 'cliè ave^a H Reno nel Èempò defla Titita d^
medesimi BÌgnorì Gardioali , la quale però £a da bm madeaioii rìoo^^
nosciuta^ e ^4idicata troppo afobondaBie 9 e aòterehia ài bisogno ^ ecK
me nel loro voto già è tnani&i«to 9 ohe ehiate le rotte 9 dovrà il ]ei«
to dei Reno tutto egualmente riempirsi 5 a ritornare in ogni éua par*
te allo stato dì prima » e dovrà avere oonteguentemente 4a ogni lao«'
s go la ateasa caduta , che allora aveva .^ anzi molto maggiore aneora^
fer doversi pareggiare colle altre parti delPalveoi che aono rialzale ^
inalmente^ in terzo luogo rifletto , che dovendo come yìen provato
dal voto de* signori Cardinali ^ il letto del Heno dopo la introduzio-;
ne dei Po notabilmente profondarsi^ e rimanere tneassato nella cam^
pagna, lì) talmente 9 che dal profilo 5 che i Bolognesi in c[neata visiur
iianno prodotto , ricavisi » che il foodo di questo iSume diverrebbe
più basso dello stato, in cui era del lòg'i. al punto* della diversione
intorno a^ piedi tredici » e in faccia a "Cento piedi dodici io circa;
Tessersi in quest'ultimo luogo egli atesso da se profondato^ dopo le
rotte poco meno di cinque piedi , anzi che nuocere , {2} giova piut-
tosto air intento della eaecuzione del detto irhto , in cui viene sta-
bilito, che debba acavarsi l'alveo dal punto della diversione 5 aupe-
riormente precedendo fino alla Samoggia , per aiutare colParte la na«
tura a moderare 1' eccessiva pendenza , che ha questo torrente verso
il Po. Se dunque per altri maligni effetti non fossero le aegUite rot-
te di troppo pregiudizio, e danno alle campagne sommerse, si a-
vrebbe motivo di ringraziare le stessa natura ^ che avease preventiva-
mente fatta da se una gran parte delP opera , e risparmiato tanto di
fatica, e di spesa « "
d'2. Si raccoglie inoltre da questo accidente una oculare , ed inno-
g abile dimostrazione dello scavamento, che seguirà nell'alveo del
Leno fino ad incassarsi fra terra , quando abbia libero P esito del
Po grande, il* cui pelo basso è tanto inferiore al livello delie campa-
gne , sulle quali per le rotte sboccando esso Reno ha potato co«i
profondarsi : e aiccome tale abbassamento di letto è ridondato ia
gran vantaggio da^'Centesi, cosi molto più vantaggioso riuscirà ad ea»
ai , ed a tutti gli altri interessati dei territorio di Ferrara 9 e di Bo-
logna , se mandandosi il Reno a Bboccare in un termine ancora più
basso , quale è il Po nello stato suo ordinario 5 potrà maggiormente
scavarsi , ed incassarsi dentro le ripe ^ e le campagne , come in fatti *
seguirebbe con tale diversione, esentandoli dal pericolo delle rotte, e
dalla soggezione di mantenere non meno, che di elevare gli argini-
(1) Visita Riviera MS. pag. xo8.
(a) Voto d* Adda, e Barberini , nella linea del Po grande al 5. 8e
ino ec.
a6S
ad' mia eeoeMita «Itezn dalPniia» e dafirthra parte » eòa ta^tx> di-
•peodio f e £itica per cooservarlt » e eoo sempre vioiao pencolo di
nnove rotte, e di deplorabili ioondaaioni. *
s5. Avendo bastaotemeote discorso del Reno» passo a favellare del
Panaro , il cui fondo si rappresentò alf opposto da' Ferraresi nniver-
salmente innalzato dopo Tanno 1693 » e gli argini di esso per talea»
gione ridotti ad altezza maggiore*
a4 Fu qnesto stesso opposto da' medesimi Ferraresi nella visita de'
due signori Cardinali, e sotto li 17.' Luglio 1693. dibattuto fra le
Sarti co' confronti degli stati delle visite precedenti del Cardinale
raetani , di Monsignor Corsini , e del Cardinal Borrommei , la prima
latta l'anno i6o5« la seconda l'anno i6a5, e la terza l'anno i6S8>
nò pelò fa provato un alzamento univeniale di quel!' alveo, ma al pia
qnalqhe piccola elevazione a luogo a luogo , che si compensava ^
ed anco si superava da altrettanto, o maggiore abbassamento in altri
aiti •
aS. Cosi presentemente ancora cinque testimoni esaminati bensi
depongono dell'alzamento degli argini , ma solo dopo l'anno lyoS ,
npn già per 1' addietro,^ quando squarciati . dal gran peso dell'acque
del Po , che avendo rotto gli argini sul Mantovano dalla parte, ove
confioa colla Stellata, vennero di fianco ad appoggiarsi sopra i sinistri^
del Panaro, e sforzatili, si avanzarono a rompeire (1) ancora i destri,
nome da essi coqoordemente fii deposto • Aggiungendo per altro , che
là necessità di sollevare detti argini cagionata allora da questa stra*
ordinaria inondazione del Po, ordinariamente poi non proviene cho
dallo sbassamento, a. cui gli argini medesimi continuamente sono spg*,
getti., servendo essi di pubblicne strade a passeggieri, a cavalli, ed
a carri. E sebbene alcuni di loro ne incolpavano ancóra qualche pio*
colo alzamento di fondo dello stesso fiume, non già, da essi immedia*
tamente osservato; ma cosi da loro creduto, per averlo inteso da
altri affermare, soggiunsero però, che questi piccoli interrimenti del
fendo restano sgombrati nel tempo delle massime piene del Panaro ,
o nel ealare , che fiume le piene del Po rigurgitate per l' alveo di
quello»
a6. E qui pudico a proposito di brevemente riferire quanto viene
acritto dal dottore Giuseppe Bartoli segretario del pubblico di Ferrara
{%) nel suo libro dello stato di quella città , in ordine alla rotta di
quatto fiume, e del Po grande, seguita nell' accennato anno 1705, ao-
eioeebè apparisca d' onde quelle ebbero la loro origine • RiferisQo
\
(i) YìèìtA RÌTieta MS* a pag. iia. ii3. ii5. ii7« ii9. laS» mS.
(a) Nel Trattato del Monte riparazione pag, 4<*
^34
N.
\
s66
egli , eke dalle calamitose emergenze ^ le quali afflissero tante regioni
deW Europa y che languirono sotto il turbine delle pia fiorite arnut»
te, non ne andò esente lo stato, e territorio di Itantova, e che da
questo fonte derivò la terribile inondazione, che Vanno i7.o5. allaga
ti Ferrarese per la impotenza de' signori Mantovani , senza forze aì»
trove distratte, e senza gente, o fuggitiva, e obbligata a militare
ne* lavori senza bovi^ o morti , o fatti ciba deUe armate a riparata
le arginature del Po grande dalla lora piirte^ e che dalla rottura di
esse quasi fu ridotto ali* ultimo eccidio, oltre il Mantovana medesima^
io staio ancora di Ferrara*
ft7. Prosegaeodo ora a rappreeeotare lo utato del Plmiro' nel tempo-
di questa visita ^ sebbene dalie liveliasioni , e dagli scandagli falli
alle ehisTiebe di Burana, e di San Giovanni, e alla Rondana , appari**
seono rialzati eli argini daUo stato , in en» erano nella ▼isita de' si-^
gùorì Cardinali , apparisce però dalia medesmia, ehe allbra aooora e-
rano bisognosi di questo rialzamento, (i) mentre in alcuni luoghi' yc»"
siTano soverchiati dalle acque, creme ricavasi da' ptà testimooj allora
esaminati tanto alla detta chiavica d4 San Giovanni , quanto altro-
ve , uno de' quaK attestcr, che hi piena superasse i detti argini ia
qualche sito alt' altezza d' un piede • Giò ohe assai bene confronta
con le misure prese nella mia visita , dalle quali il Valeriaoi perita
Ferrarese in una sua scrittura ha raccolte , che il seigno di massima
escrescenza del 1689. contrassegnato con croce alla chiavica di Bn^
na, e isidicate del 1693. a' signori Cardinali', era nn piede , ed un'ini^
eia superiore alta vecchia corteHata della chiavica di San Giovan-
ni , che stava ia pari altesza con gli argini ad essa contig^ui. Onde
sembra naturai cosa , ehe dopo le suddett«t rotte del detta anno 1705»
èssendosi dovuti riattare gli argini , sieno stati questi inalzati a quel
segno, a cui avrebbono dovuto gingnere ancora per T innanzi. Q,
fendo però del Panaro, eie ehe siasi degli argini, si è trovato in.
quest' ultima visita piuttosto abbassate , die rialzato , o almeno qtiasf
' il medesime , che era del detta anno 1693, ae si paragoneranno le.
snismre d'allora colle presenti. Poiché in faccia alla cbiaviea di Bo-f.
rana, il maggior fondo di esso fiume paragonata allo stata, in ciu
era ne) 1693, apparisce pia basso once CHi<|ue, e nmuti uno; ma
se preadesi il fondo ragguagliato , (a) st trova alzata once ima, e mi*^
unti dieci. Alla chiavica di San Giovanni detta pure anche di Sante.
Bianca j il mag«;ior fendo si vede abbassato , rispetto alle misure pre«.
ae li ]3; Maggia ^69^3. piedi uno,, e once tre, e rispetto a qoeljb
M»t
(i) Visita d'Adda, e Barberini del ifi^S. sotto li la. e sS. Febbiaie
(a) Visita Biviera MS. pag. iai«
a67
preae 3 dì ai. Settembre dello etetso anno ^. pare abliassato piedi
<tae» ooee cinque, e miBati «ette, ed il fondo ragguagliato si trova pare
più profonde di prima piedi dae » oooe due ^ e minuti due iu rela«
z^ione alla «addetta liv-ellazioae delii i3* Maggio 1693, (t)ed in relazio-
ne alla aecoada «de* a«« Settembre quasi altrettanto > mancandovi in-
detto eccesso un salo punto e tre cmarti di divario , che poeo^ •.
nulla dee corarsi. Alla chiavica Rondona, il maggior fonde si ritrò*
%h rialzato <once otto , e minuti tre y ed il fondo . raggaagliaio pure
più alto di quello fosse deL 4693. piedi ano» once «oa, e minuti
dieci l%).» Sicché compenaaodo quei pop^ di alzamento » che quivi si
ossene coir abbassarnento maggiore trovato negli altri due luoghi;'
tton può stare la presunzione » se non per lo abbassamento 9 che pre--
Tate , o per la considteaza dello stesso fondo a un dipresso nel mede*
aimo stato di prìma^ corna fu trovato Tanno 1093, paragonandolo oth
|{li stati delle visita precedenti •
à8« Né appresso di me ha forza alcuna V alzamento del fondo di
tre pedi 9 e doe once^ ^addotto da* Ferraresi sopra le osservazioni
fiitte al %>ldo della -Goccapana situato nella parte pia superiore del
Panaro assai al di sopra -dei luog«, (^) dove a questo fiume dovrebbo
il Reno congiungersi.; poiché le livellazioni^ rae ivi furono fatte li
11. Febbraio 1693 , non si trovano riferite iHLnu termine, stabile, e
indubitato , ma al solo piano della campagna adiacènte talmente va*
fio 9 ed irregolare » die : in diversi luoghi quelle facendosi , poteva
ciascuna delle parti ricavarne ttaa prova a se favorevole ^ massima-
mente avendo quei iroldo molta estensione^ e non sapendosi il pror,
eiso sito» in cui fu esaminato del 1698, e a qual parte delPadia^
oente campagna allora si riferisse r>operazione« Non potendosi dan«
Sue sapere , se le livellazioni suddette furono per V appunto riferite
lo atessa sito dell'anno «693, conseguentemente non ae ne pué far
aicuro riscontro » e tutto questo fu esposto dalle parti medesime aul«
la faccia del luogo , le quali non potendo in eie convenire, fit r^i«
atrata negli atti della vista la dffe ronza » che fra esse leeKeva ^ e
dUedo ciò motivo a tralasciare queUe operazioni » che non legate a
teilnini aicurì\,«d incontrastabili, alavano piuttosto motivo ad escu*
xan , -che a rinvenire la verità . ^
%^ Ncilla più resta provato T alzamento del fondò del Panaro dal* «
le osservazioni fatte in questa visita allo sbocco di esso nel Po i (4)
Cliché qaantndque i)aragonandosi queste con altre simili fatte li i6.
aggio 1693. si trovi un alzamento di fondò, sncéeduto dopò quel
tempo p maggiore di otto piedi ; é però àltresi certo» che tre volti
(I) Visita Riviera MS. pag. taa. (a) Pag. laS (3) Pag. 9». (4) Pag. i36. ^47.
a6S
in quell'anno fii tcandaglitta Ttoqui nelle vicnnanse dello sboooo del
Panaro» cioè a' 14 1 od a' j6. di Maggio , ed ultimamence alti 6*. di
Novembre. I primi scandagli fatti li t4« Maggio, paragonati a qoèI<^
li di queita visita, non danno ohe il tenutssimo alzamento di sole
ottce due, e minuti dieci, e quelli delli 6. Novembre di sole once
una, e minuti sette* *
8o. E obi è dunque, il qnal non vegga, cbe quel fondo non ri«
trovato due giorni prima, poi ritrovato ii i6. Maggio, quMdo cer-
tamente non poteva essere accaduta in pocbe óre una così notabile
Tariasione nel letto del fiume 9 quel fondo ^ che sei mesi appresso
non fu rinvenuto , non poteva essere che un fondo , o gorgo acciden*
tale, o uno scandaglio piuttosto gittate nel Fo, cbe nel Panaro, e
ohe lo stato delli i4« Alaggio, corrispoAdéndo a quello de' 6. No*
vembre , è lo stato » cbe dee nnioamente osservarsi ? Bensì da qoe^
sto manifestamente raccolgo ciò , cbe sopra ancora bo riferito , cioè
V incertezza di ritrovare i fondi maggiori col mezzo degli scandagK •
Sié E per verità, che il fondo delli i6. Maggio non fosse il vero,
ed ordinario fondo del Panaro, resta inoltre da più altre ragioni ad
evidenza comprovato • E primieramente dir converrebbe , ' cbe avesso
avuto allora maggior fondo il Panaro, cbe il Po, cioè più P influen-
te , cbe il recipiente » giacché cogli scandagli fatti quello stesso gior-
no alla chiavica Pilastrese in Po, la maggiore altezza d* acqua non
fii c^e di piedi ventitré , e once nove , ed in Panaro alto sbocco di
piedi ventiquattro, e once dieci, il che quanto sia lontano dalla ra-
gione , e dal verisimile , non vi è certamente chi non Io conósca •
Secondariamente prendendo il fondo de' fiumi regola dal piano degli
sbocchi, se dopo la visita dell'anno 1693. realmente pia di otto pie«
di si fosse rialzato lo sbocco del Panaro , altrettanto , o poco meno
aenzà dubbio si sarebbe trovato alzato tutto l'alveo suo superiore: e
pare per le osservazioni fatte alla chiavica di Burana, (1) ed a queU
le di S. Giovanni si é trovato anzi abbassato , cbe rialzato»' In terzo'
luogo , se coli' alzamento dello sbocco va congiunto quello detrai-
feo superiore , col riempimento di questo é altr&si iodispensabilmern*
te connessa la maggiore elevazione della superficie dell acque taeNe
sue maggióri escrescenze ; eppure , quaotunqne da' Ferraresi si pre«
tenda , che dopo la visita de signori Cardinali ' sieoo Tenute piene
di maggior mole d' aequa , cbe prima , ad ogni modo da' testimoni
esaminati in questa visita , (a) e da' -segni * delle maggiori eacrescèn-
se da essi indicati apparisoe^ cbe le piene venute dopo quel tedapo
■on bannox sormontato sensibilmente i segni di quelle venute per lo
j(s) yitita Riviere' MS. pag. lai. lAa. (a) Tug. uA ts^
f
X #
iniuuizi • La pia alta di queste » venata nel tempo inteunedlo tra le
vdne visite 9 (i) per quanto da cinque testimoni è stato deposto , fu
2 nella deJl' anno 1*71 4* Il segno di questa indicato alla ehiavica diS.
rjovaoni non resta , ohe una sola oncia, e minuti otto superiore alle
escresoenasie , che furono dimostrate a* signori Cardinali V anno 1693 ,
anzi V altezza dell'argine sinistro in faccia >lla suddetta chiavica, il
quale resta inferiore once tre, e minuti otto at suddetto segno del-
la piena del 1714» ^^ conoscere, o dubitare , che questo sia forse
atatp indicato più alto ancora del dovere , mentre ]\on fu deposto da
alcupo de' testimoni , che tal piena sormontasse quégli argini • E
quantnnque il segno mostrato di questa stessa piena alla chiavica di
Burana da altro testimonio., resti, più alto del più alto segno di pte«
na, che fu quivMndicato a' aignori Cardinali» di once sei, e mez-
zo (a), nulladimeno e perchè il. suo asserto non si accorda col prì*
mo esaminato alla chiavica di S. Giovanni , e perchè nel sno emme
riuso» cpofuao , (3) ne seppe spiegarsi , come apparisce dagl' atti del-
la visita , anzi ancora mendace , mentre depose ,. che dopo V anno
1693. (4) la soglia inferiore della chiavica di Burana era stata alzata
-piedi due , quando poi dalle misure prese in quest* ultima visita pa-
ragonate a quelle del 1693. coostò , essere stata abbassata : non pare,
che del suo detto debba /arsi gran caso (5) • Le altre piene accadute
tra le due vìsite , sono rimaste tutte inferiori a* medesimi segni , qbe
iìirono a detta chiavica di Burana indicati nel 1693. (6) E itebbene
nel tempo delle rotte, che succedettero nel 171^5. per le cagioni di
aopra riferire , ^secondo il segno mostratone alla stessa chiavica di Bu-
rana, (7) l'acqua superò gli antichi segni di once sette: è chiaro
Qulladiaieno, non doversi quel caso straordinario numerare tra le
piene del Panaro,. atteso che non giunse egli a tanta altezza , se non
per le acque del Po in lui travasate con rompere, (lì) o superare. di
traverso i suoi argini , come depongono^ alcuni de' predetti testi-
moni «. Aggiungo. .finalmente, che de' tre scandagli fatti allo sbooóo
del .Panaro Tanno . 1693* aion- deve attendersi che T ultimo delli. 6»
Novembre; il quale poqo, o nulla è diverso da quello ritrovato nel*
l'anno scorso, giacché, essendo stata diretta, questa visita a ricolmo—
acero le variazioni occorse dopo l'anno 1693, e non le seguite ^ deù*
tro quel!' anno medesimo , deve farsi il paragone dell» stato^ presen-
te coli' ultimo stato dell'anno suddetto osservato da' signori Calci-
nali Visitatori , e non già ^coll' antecedente : il, che per. mio creder»
toglie di mezzo ogni dubbio. .^
\
(i) YUìta Riviera MS.pag. iia. 114. 116. 1^4. ir6. (a) Pag. izi. (3) Pag. 119»
(4) Pag* 107, (5) Pag. lao. (6) Pàgw jao. lai. (7) Pag. mi.
(8) Pag» zia ii3» %i5é 117. ia6. za7.
.V
3a. Se flnnqne le j^ne dopo il 1698. uan bMóò -oltrepitsaii 1 «e-»
gni di prima , come da' testimoni » e dalle liyeilaztODi ancora si rao»'
coglie 9 non dubito di conchiudere, che nel fondo di Panaro -dopo
quel tempo non è segnilo ateamento generale» che ài distenda per'
tutto il «uo letio , benché ^qualche piccolo dosso in alcun -luogo pos«^
sa essere stato rinvenuto » che dimostri alsamento » mentre altrettali*'
to, ed anche pia altrove si trovm abbassato. Sono queste piccole Ta^*
nazioni ordinarie a tutt*i 6umi , nò percifè alterano Ja loro condì*
sione : onde -né tampoco dalla parte di Panaro io giudico 9 che tro^
visi a4c4ioa variazione » 4a quale impedisca V esecuzione del voto •
33. Ma per logHere ogni ombra di difficokà » che TÌ«iaoer mal
potesse, aggiungo per ultimo, che quando -aucora fosse vero niì*
rialzamento maggiore di otto piedi -ado aboceo di questo fiume, ciò
non ostante sarebbe luogo alla esecuzione del voto-; mentre , veuendo-
in esso tiratala elidente del nuovo alveo di diversione <lftl piano del-
la soglia della chiavica Pilastrese , (1) o al più piedi tre., e »nou già
jHedi quindici, o sedici sotto di quella, eome era il fondo , -che fa-
trovato a' sedici di Maggio , non atteso allora in conto aloimo nel
voto de' signori Cardinali : se il fondo ritrovato allo sbooco di Pana-
vo ndr ultima visita non aolamente è ^à pari -di quéNa soglia , ;(a) «sa
anche piti basso -di essa piedi -oiiattro ., once -tre , e 'minuti otto ; ^
iWnseguentemente maggiore delti tre piedi cimsiderati da detti Emi*
sentissi mi , è chiaro, che anche ammettendosi il preteso alzanientoi
non ne risulta- perciò .viiriazione ^ che possa ritardare la esecuzione
«del 'loro voto.
34. Mi avanzo ^>ra a i;oBsiderar<r il 9o grande » e ad esaminare:|
se riempimento universale sia veramente succeduto nel suo fondo «
Fu ciò preteso nella stessa forma, che ora da* Ferraresi ne^ coùtradit-
titori fatti alla presenza de* signori Cardinali li 4« Agosto delP aBCi#
X6^i. (3) ed agitato con molto studio fra ie parti, delle quali leg*
Sensi intorno a questo articolo più acritture» e replicho negli atti
i quella visita'; ma ciò non ostante, il giudizio de medesimi Smi«*
nentissimi Cardinali espresso nel loro voto fu , <^he il &ndo del Pe
dopo la totale introduzione del Panaro, e dopo la intera TÌduzione
delle sue acque nel ramo di Lombardia , (4) si fosse piuttosto esca^
Tato , <5be interrato • In fatti , come bene avvertirono V Eminenze lof#
nel voto suddetto , gli argini del Po alla chiavica Pilastrese , i quaK
al tempo deUa visita Corsini iuri>né riconosoiutt dà' Periti al pati
(i) Voto d* Adda e Barbecui alla linea del Po grande 5* ^a consideriamo eO^
ì(ft) Visita Riviera MS. peg. i36. léj.
(8) V^oto d'Adda, e Barberini al 5- ài resta dunque ec. della linea del Po grande*
(4) Vota d* Adda , e Sarberiai della linea del ro grande al detto 5* Ci fesca ee«
?7«
éel pnino della coltellata superiore di quella oBiavica, ft) si travaro-
■o- al tempo della loro viiiita più bassi del medesimo piano , ove. pie-
ài anOf e once sei, ed ove piedi due , e once tre ; ne può dubitarsi
della variasione- di detto stabile , ^2) bencbà* allegata da' Ferraresi
jieJie loro ultime scritture , perchè i Bolognesi hanno cottcludeote**
«ente provato y noa essere succeduta in questo variazione alcuna dal
tempo di essa visita Corsini in qua , onde è- manifesto , che la diffe-
renza trov;ita« negli* argini suddetti- è uà vero abbassamento^ de'' me-
-desimi •. DeUo stesso- aDbassamento si' può pur anche dare un altro- ri^
scontro a Laga scuro , menire dalle liv«llazioni fatte nella visita del
1.693» riaulta , che l' argine sinistro dèi Po» di Ferrara alla Gassana ^
o- sia al puatOy ove sboccava il Reno- prima della sua diversione fat-
ta Tanno 1604 (il quale al certo- noD> dee credersi alzato , da che
non corre .pia ia quel ramo^» (3) che- la semplice acqua del canalino
di Cento), era più ako del dentro del Pi» grande a Lago scuro , o^e
piedi due 9 once no^e, e, minuti tre,, e. del sinistro ove piedi otto >
once due 9. e minati sef^r ed ove piedi cito, once una, e min ufi.
tre: e pure ogni ragion vuole, ohe tali argini fossero alla. medesima
altezza, quando il Po diviso alla Stellata scorreva per l'ano, e V sì^
tro alveo: e iO' fatti dalla visita Corsini risulta,, che non vi era fra
detti argini ne' predetti stesM aì^ti altra differenza , (4) che d* sola
once due , e minuti sei di maggiore altezza in quella del Po di. Fer*-
zara •- Da' quali sicuri riscontri sa rende evidente l'abbassamento del^
le sommo escrescenze , ed ia conseguenza anche del fondo del Po
grande dal i6a5v al i6i|5«- Se poi da q^uest' ultimo anno in qua sia
io esso suoeedttJta rieAipimento , o* altr& variazione di rilievo potrà
iMstantemeote rieoooscersi da quello , che intorno- a questo capo am^
deròt a parte riferendo •
3€. E' prima di ogni altra oosa- giudico necessario il fiur noto*, cbe .
. Bel tempO' dell'ultima visitii il Po* era* taoto scarso d'acqua , che tro-
"Mvasi ridotta ^tiasr alla aaa> estreim twssezza , (5) nou sopravanzaor
.db*f èhe di tre ia q^iattrò piedi il minore stato, al quale soglia
. giammai abbassarri» Restò' ciò- provato dall'esame di sedici tesfeimo*
ni» i quali inoltre tutti concordemente asserirono» che cosi basso-,
(i) Visita Gortinì i& Gennaro-, e 6; Vbbbrato i6a5.
(4) Visita d' Adda , e fiarberini 1693. livellazioni fatte li x6.. Maggio , e rife-
rite li a3. d^llo stesso •
(3) Visita d* Adda , e Barberini 169?*. i3w Luglio ..
. (4) Visita Corsini io.. Gennaio i6a5.
(5) Vìsita Riviera MS. pae. i38. i3o. i43. 145. i58. 1S9. i6a. 264. iSà. ]8&
^990. 196. 19.7. z33w pae. x38k. idg.. ilo. 145.. 146. p«ig., %/^ i5o. pag. 158^, 269*
x6a. 164. pag. 184. i85/pag. ^93. igo. 197. ""^ .». -> «-
a33. pàg» i43, 284. x86« xja.
/
»7» .
ed «oche più era egli corso in tutto qQoH'aiiiio: agglagnen^o inol-
Ire» che non vi era stata in lai piena grande, e di quelle» che ica*
Tano il ano fondo» da due anni , e pia innanri • Furono i suddetti
sedioi testimoni esaminali in più luogo lungo il Po, cioè, quattro
alla chiavica Pilastrese , due alia chiavica di Bellocchio , quattro '«
Lago scuro ; due alla chiavica di Raccano di sotto Lago scuro ; 4{aatK
tro finalmente alle Papesse •
36. Quattro di essi poi più pratica degli accidenti del Po, per et-
. sere barcaioli, affermarono ancora, che allora non era tempo di rh*.
trovare de' gran fondi in quello ; perchè , come essi dic»»v>ano , il
Po è un fiume , che ora* si rtalsa ^ ed ora si abbassa di fondo • Soa»
vasi, e profondasi nelle maggiori piene, ed alP incontro s'interrisoOf
e si rialsa, quando per qualche tempo corre scarso d'aoqua accre»
•cinta solo di quando in quando da piene messane, (i) come oltre i.
suddetti quattro , affermarono altri cinque testimoni giurati •
37. Or cosi essendo , e venendo ciò comprovato non solamente nel
Po, ma anche in ogni altro fiume, che non corra del tutto chiaro,
tanto dalla ragione, quanto dalla continua esperiensa, resta eviden-
te, come già sul principio accennai, che per giudicare del fondo de'
fiumi, e se da un tempo all'altro aiensi rialsa ti, ò molto pia sicura
prova quella de' iegni delle loro maggiorì eserescense , e de' loro ar-
gini , se sono più , o meno alti di' prima , dell* altra degli scandagli .
incerti, e fiillaci (a). Verità, la quale fu molto bene conosciuta da- *
gli Eminentissimi Autori del Voto, i quaK argomentarono l' abbassa-
mento del fondo del Po seguito dopo le visite precedenti, non già
dagli scandagli, ma dall' abbansamento si degli argini, come delle so*
glie delle chiaviche , e da' segni delle massime eserescense , ritrovati ..
allora men alti di quello, che fossero per l' innansi • Quindi , ao-»
ciocché anche da questi indisi si possa ora con mag^or sìcuressai
E*udicare dello stato presente del fondo del Po in controoto di quel-»-
, che fu ritrovato nella visita dell'anno 1693, riferirò tuttooìò,.
che intomo agli ar^ni, ed alle maggiori eserescense delie pieno^
tanto da testimoni, quanto da misure, e liveilosioni ai e potata .
raccorrò •
58. Ed incominciando dagli argini , (3) per sapere con certessa se
fossero stati rialsati dopo la visita delf anno 169S, si sono in que-
sta esaminati fino a dieci testimoni abitanti dietro di essi, cioè duo
(i) Vìsita Rivièra MS. pae. i43. 184. 186. 19^. 194. 196. 197. aa8* s92*
(») Voto d'Adda-, e fiarberini alla proposizione delia linea del Po grande
5. Ci resta ec«
(3) Visita Riviera pag. 143. 146* pag. i58. 160. i6a. pag. 184* pag. %^
293. 1^. 196. 198»
/
a7S
alla chiavict Pilaatfete» tva a Lagfo acaro , uà altro alla chiavica di
Radano, e quattro per fine alte Papozse , i qhuìì tutti concordemente
con giuramento depoaero , che 9 essendovi sopra gli areini strà-^
de pubbliche, e centìnuaraente frequentate, e battute dal conti^
nuo passaggio di nomini , di bestiami, e di carri , oltre al consumo V
ebe ne £nno i venti , e le piogge., ai vanno quelle a poco a poco
diminuendo, ed ablmssaodo , «e -perciò conveniva'V^cbe di €empo in
tempo si racconciassero, -e si rialzassero, non già per' renderli pie
elevati di prima , ma solamente par manteneiii • nella foro altezza ao^
lita, ed ordinaria. A! detto de' tesdmoni' corrispouddno' le misure,
e le livellazioDi degli argini medesimi, essendo col biez^o di esse,
riferite agli stessi invariati termini stabili , a' quali furono allegati
Fanno 1 69^ ,, trovati non differenti da quella stessa altezza, in cui'
erano in tempo della visita degli Eminéntiasimi Cardinali, toltane
qualche tenuissima differenza in alcuni luoghi incontrata , ma in ta«
la piccolezza, che .non inerita di essere avuta in- alcun conto; per^
che egli è impossibile , che lo stato presente compassati in ogni par-
te affatto affatto colle stesse misure si rincontri*
39. Alla chiavica Pilastrese ,' V argine destro del Po , esaminatosi
dalle parti a loro intera soddisfazione in più siti, alcuni più alti,edv
altri più bassi, (1) ai è trovato in un luògo a sinistra di essa chiavi-^
oa più basso di quello fosse del t693« 'piedi ano, once ^e ì e raiou*
ti UDO, ed in altro luogo pure e sinistra piedi tono 9 e mibnti die*'
ci , bassezza in amendue i luoghi inferiore al più alto segno di anti«*'
ca massima escrescenza, indicato > bella visita de' signori 'Gardinali^
altrove poi era lo stesso arpne più basso dello stato, in cui efa dei
1693. once quattro, e minuti ùndici* Nella parte poi inferiore, cioè 9
a destra della medesima, non si è. trovato rialzato, che poco più di
una mezz' oncia , che è quanto a dire in tatto della atessa altezza ^
a cui giungeva deiranno 1693^ • . '
. 40; A. Lago scnro l'argine sinistro, non essendosi in quest^ ultima
TÌsita livellato il destro (a.) ; neHa parte ptùr bassa apparisce rialzato
di nule once sette, e 'minuti undici.
; 4^» E per fine alla chiavica di Raccano F argine d^tre si trovò
abbassato piedi uno y once tre , e minuti dne , ed il sinistro in più .
siti esaminato , (3) si riconobbe dove abbassato meno xU mezz^ oncia ,
0:dove rialzato once due, ed u<i Squarto. -
f4a* Da questo confronto di*'iiii«ure dèlie .due visite chiaramente
apparisce, non essere ora gli argini notabilmiente dìfferen ti ^a quello,
che erano neìl' anno 1693, e però non esser vero queir universale
■ *. <toC^ .^ «.-■-. «
■a
(I) Yìnu Rivieni MS. pa^. t33. iS?. (a) Pa{. i65- (3) Pm. 186.
35
\
«74
alzsmieQtof eBe •aréBbe.atato irecetBano^ te^ si fòsse l'nterprto, td «T-
salo, generalineate il foado> del Po, e coase^^enteniente si sollevassero* '
ora le sue somme- escresenee pià>, che ne' tompi. andati; avvertendo*
cb& molto maggior provai & uà solo luogo^; ove st ritrovino' abbassati*
glif argini , quando per esso non sono tfasèese le piene-, di quello &o^
ciano più> e più^ku>ghi> otte mag^k>rmeDte* elevali^ si rinvengano. *
43« Lar variasione , * ofao non si trova' negti^ argini> nè^ pure ritrova-^
•ine^ segni d^lle maggiora escioscenze , o ne' confronti degli stessi ter*
mi^i siat>ili neU' nnsf, è nelF altra visita indicati {h)ì, equi giudico ài
dover iiferir<e' quello , che da pia testimoni fiì> deposto» imorno a' se*
gol delle maggiori escrescenze • Doe di essi indotti da»* Ferraresi., ^
venuti a loro istanza dalla Massa asaeriroae. alla cbiavica Pilastrese^
ohe ^ra le pieqe del Po vengono come per T addietro ,. e noa già piw
alto di quello che fossero venti, e venticinque anni av^witi , Gbsi pa<«
rìmente tanto alla cbìaViea'.PiUstrese, quanto* a quella di Bellocchio f
& Lago scoro, ed alla> chia^ea< di Raocano, essendo stati indicati con
giiu-amento- da' custodi di case,, e da. altri abitanti in qoe' contorni ì
segni delle più alte piene vei>ute dopo V anno» 1693^ da foro* osserva*
tOt i^<>D- si sono questi trovati, che di poche sole once , o più bassi,
o più alti degli altri simili segni, ohe furono a' signori Cardinali di»-
mostrati ,.*comi^ in appresso stimo espediente riferirò»
44* Adunque alla chiavica Pilaatr^se nella viaita^ det i6g3. furono-
indicati due segni di massime escrescenze : il più alto de* quali e
sotto» la sommità della coIteHata piedi' due , once due, e mezzo, e il
più. bano è sotto la stessa sommità . piedi due, once undici,, e xm
quarto (%).•* Nella visita jgite^ente due altri^ simili' segni di gran* piena
parimense sono itati indicati: una si disto- da* uo sol testimonio, es«
Bere accadata delPanno j7ii«, e questa resta più alta< una sola mez*
z'^oncìaidel suddetto . |^ alfe segno di antiche escrescenze rP. altro
poi di una escrescjenza accaduta nplP anno 1714* indicato similmeote
da un solo testimonio, e questo- resta più; basso «dello stesso piò alta
antico segnp once nove , e* mil^nti sette.
45. Alla chiavica di Occhiobello , essmioati i due custodi, che da
Ipngo tempo- esercitano queir ufficio » deposévo , ohe la sola straordi*
Bsria. piena dd 1705. (3). da loro osaerrata , airav^ alla veneta- della
pietra, di marmo, e io questa visita rieoriosoiata invariata dailo stato^
in cui era del 169^ , il che porioreMt>e iolasiAetiteì l' alzamento* di no
oncia, O' minuti nove aopfft^lb maggaeri tt)ieoa iri indijoate- a'' signori
CardinaU, divario,, cher^o*di£ifin»i allo .stesso ondeggiamenti del^^
r acqua.; '\, ,; .» ^- :. j-^i- i ix^m: v : ■ ( •••? i jh ..':•* ^ *
fi) Visita- Rirrera MS; pag; r4ar-T46;— (fl) Bàg. i53; 1S8. iSg. x4c,
(3) Pag. 148. 14]^. » . .
v_
. ;ìf6. A liigè soHto da quattro testknom'dv lunga *^tà ,' ivi nati , e
•continuamente abitanti., due de' quali «ono cus^tòdi dt un magazziao
^da olio a destra del Po 9, ricercati ex offipìo ad indicare il segno, a
^ui, avessero creduto giagnere le maggiori piene del Po, '(1) concorde-
mente, eoa gipramenlo deposero, «(he le piene per grandisaime , che
sieno state a .Iqjro memoria., -non hanno mai oltrepassata ia sommità'
del marmo , che sostiene il cardine inferiore della porta di quel ma-
gazzino verso il Po , e questo «tesso marmo ^ prima degli esami, era
atato ^sAìe parti riconosciuto, e confessato per invariato dopo tI 1693,
mentre la sommità di -qnel marmo era stata ìi 20. Febbraio dello
stesso anno indicata a' eignori Gaidi^ali per segno deUe maggiori es«
crescenze prima della loro visita accadute; onde ne eeg^^, che le ve-
nute dopo non sono state più alte .di qpelle. Soggiunsero altresì i
medesimi -quattro JtestimoiMÌ*>9 che la ^ola ptena straordinaria , succe-
duta nei 170S. quando seguirono le ìrotte eul Mantovano , giunse tt ;-
pareggiar la sommità di quel marmo , ma ehe tutte le altre erano
rimaste quattro , o sei ^ooee , e «talvolta anche fino ad un piede infe-
riore • Dal che si rende e^ideateniente sospetto, anzi insussistente il
segno della piena del 17 ii. indicato^ nome sopra-^ arila Pi>astreiie,
non potendo sWre^ che 1' acqua s' alzi di livello nelle parti- superio-
ri, senza che nello «tesso tempo s'alzi anOora nelle infcn^ìori, come
«àrebbe «ncceduto, se quella piena del 1 711.. indicata alla Pìlastresè,
non essendo a Lago scuro arrivata neppure alla sommità del marmo ^
colà avesse oltrepassato tutte le altre venute per V addietro^
. 4? Fralmente alla ehiaviea di lUecatto per deposizione di quel cu-
stode, la stessa piena del 1705. da luì asserita per la maggiore vena-
ta a' suoi giorni, non ai (trovò più alta, che di cinque sesti d' oncia
«Opra il più alto segno indioato nelU visita del 1698 (2) ; non doven-
dosi qui attendere V altro segno superiore al suddetto d^ once cin-
que 9 e minuti nove , ivi indicato da un altro teatimoiiio pur Ferra-
rese, perchè, questo obbUgato al giuramento, l^òme sempre eon ogni
testimonio era3Ì praticato» (3) pose in dubbio, qaant'O aveva afsaerito,
^ paseossì con dire, che né voleva, né poteva giurarlo*
\6, Quindi vedesi 9 che siccome gU argini non sono «tati inalzati
dopo la visixa de' «ignori Cardinali ; «così neppure «i è trovato , che
le piene da quel tempo «ieno giunte a più altivsegni^ mentre l'ae-
^^rescunento di queste necessariamente avrebbe, per la ^fesa deHe
vicine campagne, portato l'ailzamento di quetIL; laonde, «e dopa la
visita dell'anno lOpS». tono v.eaute piene «alla meno alte , ohe prìoias .
I f
■«MW
* . .
. ij) Visita Riviera M3. pi^ ì56. 167. 159. i6f. f63. i65/ (%) Pag. i^a. itt.
<3) Pag. i85. i«6. ' . . » V
L
e della ttesia mole d' acqua » per estera state dalle medesime ea«
giani prodotte e queste » e quelle , eppure ^ per con tenerle, ed im»'
pedìre il travasamento dell'acque sopra le campagne adiacenti, non
è convenuto elevare gli argini ad alteaza maggiore di quella, a cai
giungevano per lo innanzi ; da questo solo mi sembra , che possa si*
curamente giudicarsi , che dopo quel tempo nei fondo del Po non è
succeduto alcun notabile alzamento; per esser cosa evidente, cbe
quando un fiume si alza di fondo, non riuscendo più P alveo suo
capace di contenere la stessa quantità di acqua, che nelle più. gran*
dì piene suole radunarsi dentro di esso ; sì debba necessariamente la
superficie di quella alzare, di livello, e però le escrescenze maggiori
oltrepassare i, segni consueti , eoo obbligare conseguentemente a sol*
levare gli argini per contenerle •
49* Né a quanto fin' ora si è detto , giova T opporre , che intanto
le piene dopo il lógS. non hanno oltrepassati i segni di prima,. in
Juanto V alveo del ^ Po nello stesso tempo , che si è andato rialzando
i fondo , SI à anche allargato nelle sponde. ; perchè oltre lion eppa*
rire dalla vis]j^*quest« generale dilatazione dell' alveo , ed oltre il
non importai^ nulla al nostro proposito dell' intromissione de) Reno»
che il Po sia capace ora di taot' acqua, come prima, per un aliar*
^amento d'alveo, che ne compensi qualche accidentale riempimento
di ibndo, oppure per essere inalterata la profondità del suo alveo»
iioD meno cbe la sua larghezza ; può ancora pretendersi , non essere
cosi fiicile, che un fiume di tetto già stabilito, qua) è da credersi
il Po dopo il corso di tanti , e tanti ^nni , possa mai allargarsi , sen-^
sa ohe nello stesso tempo ai profi^ndi» L'alveo di un fiume dicesi
stabilito » quando per la forza delle sue acque pareggiata datte resi*
atenze tanto del fondo» quanto delle sponde» cessa non meno di al<»
largarsi, che di profondarsi: onde ridotto che egli sia a tale stato >
son è verisimiie» che accresciuta per qualunque cagione la /orza del*
r acqua » incominci di nuovo a rodere le sponde , senza che nella
Messo tempo eserciti ancora la sna forza net fondo coir ararlo, o
coli' escavarlo ; non dico già nelle parti di esso più regolarmente di«
fpostè, e parallele a) corso del fiume, ma ne* aossi , e risalti ( che
non mancano , anzi frequentemente a' incontrano ne) fondo del Po )
Ile' quali urta l'acqua con assai maggior forza » che non fa nell'ine*^
gualità delle sponde. Se si vuole dunque credere allargato il Po »
•òn già per opera d* uomini eoa lavoro manu&tto, ma per la soU
Ibrza dell'acque da qualche tempo acoresoiute, converrà concedere ^
ohe siasi medesimamente profondato ; siccome appunto nell' nltimii
.tisita si è riscontrato nel Po d' Ariano^ il quale , quantunque trova*
. tosi dopo l'anno t693« allargato» ciò non ostante ni è trovato molto
pia ancora profondato di quel che fosse per i' addietro •
*7T
.So. Retta ora a riferire la prova meno sicura, è più faHace, do-^
mo ai è dimostrati» di sopra , la quale è quella degli scaodagU , con-
frontaodo quelli della presente con gli altri della passata visita «In
tre luoghi furono essi allora fatti, e riferiti a termipi stabili, cioè,
alla chiavica Pilastrese , a Lsj^o scuro , ed alle Papozze , e ne' mede-
limi luog^hi sono essi «tati presentemente rinnovati.
.Si- e inoominoiando dalla chiavica Pilastrese; due volte fu ivi
scandagliato il fondo del Po nella visita de' signori Cardinali: la prì^
ma a' ]4« di Febbraio^; la seconda a' t6. di Maggio dello stesso an«
no 1693. Il maggior fondo delli 14» Febbraio riesce più basso de^ , V
maggior fondo trovajto in quest' ultima visita di piedi quattro , e mi* ^
unti nove; ma di quello che fn trovato a' i6. ui Maggio, lo stesso
maggior fondo trovato nell'ultima visita non è più alto, (1) che di
sole once nove y come viene candidamente confessato dalle parti stes-*
se • Ricorre dunqa^ sempre U discorso della fallacia degli scandagli ;
mentre nello sp9£M>,di adi tre mesi dall' una all'altra operazione ubU
V anno stesso 1693. sarebbesi accresciuto il fondo del Po più di tre ,
piedi, cosa difficile a credersi , e per' lo contrario in ventitré anni
dall' ultima operazione fino a questa visita , sarebbesi alzato sole o,n«
ce 9* Ma quando pure ciò voglia credersi da alcuno , ricade parimente
in acconcio quello , cbe del Panaro già è stato detto , che , essendo
lo scandaglio delli 6« Novembre 1' ultinao fatto U/»!!' anno 1693. non
col primo ,. ma solo- coli' ultimo stato di esso deve confrontarsi il
presente , nel quale .non si trov4 > che la sola appena osservabile dif-
ferenza di poche once. - '
52. A Lago scuro nella visita de' signori Cardinali fu il fondo del
Po misurato a^ 6» di Giugno dell' anno 1693. in tempo , che da più
settimane » assai alto correva quel fiume > come si ricava dalle epe*
razioni allora fatte dalli 14* fino alli 19* di Maggio ; talmente che
V i5. poi dello stesso mese di Giugno giunse alla somma escrescen-^
sa ^ la quale fu una delle maggiori piene (2) che sienó mai state ia
Po , come pure fu deposto da quattro testimoni ivi esaminati nell'ul* ^ ^
tima visita » non esseoda stata inferiore che d' un* oncia , e mezzo
alla sommità del mentovato marmo del magazzino, ed alla Pilastrese . ^
£iedi tre, once otto sotto la sommità di quella coltellata, come dal«
i visita di qii^l tempo raccogliesi ; ed in fatti negli scandagli del-»,
r accennato giorno 6» Gingno 1693* dirimpetto alla Chiesa di Santa
Maria Maddalena si troy& l' acqua alta sopra del fondo sino a treo^
tacinque piedi, e mezzo, restando la soglia della porta di quella
€hieia «1 quatta d* oncia più bassa della anperficie di queiraltezza^
(i) Visita Riviera MS. pag. iSKS. e seg. (a) Paj^ 157. 1S9. t6i. i63«
\
/
s
a cui li Fo AMai- di rado stMrt giacete. Ma per Io «ootrario m)lo
ate880 luogo m questa 'visita la Superficie (MV acqua restava pru J3as«
sa della detta «soglia 4>iedi ^undM , ^^^nce tre., e minati quattro , e se-
condo i maggiori scandagli, il fiume non si è trovato pia alto di
piedi quindici , e mezzo. Or paragonandosi i fendi misurati in circo-
stanze cotanto diverse, il massimo Titrovató neMa^visita dò* signori-
Cardinali «riesce più basso di quello trovato nell' ultima , di piedi otto,
once sette , e mìliuti undici . RiflettMO però si deve , dhe essendosi
in tutto r intero «uno 1693. replioatamente scandagliato, e risoanda^
liato queir alv^o io tanti , e tanti siti il nasMÌmo di tutti gti scam-^
agli fu. quello tro^vato a Ijago scuro; onde se egli sembra impossibi«
le, che alcuno di essi non fosse gettato in an gorgo, questol dovriT
credersi del maggiore , e cosi per conseguenza , che quella non fosso
1' altezza regolare del fondo del lìume : tanto più poi , -^cbe -il fondo
suddetto rimacieva più basso dei pelo ordinario del mare quasi quat-
tordici spiedi, e il ritrovato in quett* «Itima visita più di cinque pie-
di sotto il medesimo .pelo, onde non è maraviglia , se da quel tempo
al proibente siasi àn parte riempiate, né pregiudica punto , che aia
ora pieno di terra piuttosto, ^e d* acqaa come prima , quando per
altro presentemente .ancora si calcola pia basso del fondo degli sboo-
ohi del mare^
53. JUilella «terza sezione^ e seanda^i riatti alle Papozze si è troTa«
to in questa visita profondato il fondo dì piedi tve^ once sei, e mi*
unti tre più di quello , che fosse del 1693. Né la eccezione allegata
da' Ferraresi in una loro scrittura , che gK scandagli furono fatti ia
diverso luogo da quello delfaìino 1696 , cioè, sessanta ^pertiche più
sotto. daUe Papozze, pnòan conto alcuno da me approvarsi, mentre.^
oltre Tessere negli ^atti della visita vegistrato il contrario, debbo io
medesimo attestare, che . questa ^troppo animosa eccezione noo ha al^
con fondamento^ di verità (1) • Se au la faccia del luogo fosse stata
eccitata da loro questa difficoltà, sarebbe stata a' medesimi data'
quella soddisfazione, che in akri 1 neghi liiioevettero, o sarelfte atata;
almeno -registrata negli atti la controversia da loro mossa ; ma che
dojK) essersi ivi -mostrati contenti dell' operazione , e quella congiua«>
tamente .colla parte contraria fatta registrare negli atti suddetti, e
dopo essersi nel fine della vìsita due volte dichiarati esfiressameate
contenti di tntte le -operazioni fatte (a), «venga -ora eccitata >tal preten^-
sione , credo ohe sembrar debba cosa strana , ^ che non meriti .ia-<9on-
to alcuno di essere attesa. Àggiungnendo poi, <Ao nel contzaditorio
fa confessato , che la sezione incomincio A dal dovuto aito , ma eira
/•'
(i) Yiwu Kivìeia MS. Pag. «35. 166.
<a) Pag. a4o. 3ii. Sca^SìS.
\
^"^
\
«79
aeKp^^«^^ all' *Uni ' tpOTida fiiuénlk coerente d^ fiume- spinta m*
fefùormeoie k barca : eooezioiie , olie da^ ai potrebbe a quante ope^"
raz^ien» aono atale fatte- al tempo aocora delle ,^iiUre visite nel Po ^ ed
hi Urt-ti i fianunel eoi;80'di uà aecolor intero » noo^ che a questa., so-
le ilelle Papoa^e.
' 54. E di qui passando^ al ramo di Ariano:, ai à questo» ritFovate
da per t^i^tov. notabilmente profondato*. Poco aotto- alla diraoMzioAe
dirimpetto alla casa di* Fra^ncesca Pietro PoU pieifi quattro* once uoa,
ed un quarto f.»);. Più in giù al casino Je^ Gilioli ( ove fu rtoopo^oia*
t0 p<!r immotalo lo atabiV/ preso, nella viaita. del 1693) piedi tre^
once sev, e minuti, tre 42),» e pixh ia già .alla casa degli Uccelli ,
'Spiedi due> oono' cinque ^ e minul^ tre • C p^oceiienclo' sempre iofb-
xiormante dirimpetto alla, easo- de* Guglielihini pi^di uno, e. once a*
sa (3).. Alla casetta di Scocco yeroneae piedi uno^ once una ,. e Ali-
anti cinque - Alk qtiia fica^. à\ Quatt«oocbi dirimpetto alla terra di
Ariano ptedL cinque » once. iK>v<e.^ e «linvitì due* Alla casa di Carlo '
Antonia Nicolasi- ojsce oud^^ tre quactti». Di -eontro alla casa di
Giuseppe Paventi- piedi unot once qUo-,., e o^inuti cinque. In faocii^
alla casa dì Paolo Noie piedi due» ^oce quattro ,- e tre quarti . Alla
casa del Magazzino once sevy. e ti;e minuti ». Ed in fine al Capannone
della torve* Panfilia piedi* quattro>^ ed" otice tre
55*. Volendosi dunque ai^cora dar fede airincerta^ proira degli scanp
dagli , non pajf dirai ,. ohe il fbntlò àjdì. Pò dopo V anno 169.Ì. siaai
generalmente inalzato';, perchè ^ se di tre sol^ tuorli,, pv^ futuscanda-
gliatO'9 e confrontato cogli aotichi acandàgU per uo tratto di quasi
miglia, t^aranta*, quante ne sono daHa Stellat» fine alta- Papoaise, al*
la Stellata si trova a un dipressa nella atato^ di prima; a Lago scuro
apparisce rialzato ;, e abbassato uHe Papozzo ; poi profondato per
tutto it tratto del ramo di Amno ». compenaamiosi 1 abbassamento
xinpontratO' in. tanti luoghi col riempimento tr^vatoon- un altìro solo,
io per me oj;edoy. che debba^i fermamente oonchiudere, che anche
^el fondo del Pa flou èsucced'utar cilevante. aUexaaìoue,:, che. raglia
ad impedire riesecuzione^ del votp • .
S6. Né in- prova< del piieteso generale alzamento del fóndo del Fo
fi possono addurre gli scandagli fatti nell'ultima visita, e gittati
qua^y e* là a. caso netjifiaggia^^e^. che facevaai per, quel fiume ;: per-
chè non. aapeqdosi.che feudi avesse il Pa in- que' medesimi aiti nella
visita dfgii Ei^jnes^msaiiiii^ Cardinali ,, non. .può farsene ora- il coufrpu^
.tó.« QuiiHJ^ n^n^ s^ ,^^^^ ,èou miai fonujamento venga [«eteso» di
fajjr paragona di, ^^e9ti;8<}acM|a^ lattica caso ioori de- aiti, osservati
^
>
(i> Y'mttk Riviera M3..pa§« 191. i$f). pag, 199.. . (a) Pag. aoi.
' (?) f ag. ai4. pag. ivf. sag* ai4 P^S* ^>^* P^& ^i9* VH^ ^^9» pag^^aao. pag. atfS^
sto
Betr «hra irigtU » col grande » « maggior fondo » ohe alK ^. ài Gm^
gno fo-irovato a Lago scuro; come te foaae certo » che allora x>et
oeni parte del Po ai trotaaaero qae* ntedestmi trentacinque piedi
d acqua , che furono trovati ai detto luogo » quando dagli atti di
quella yìaita apparisce manifestamente il contrario • Pretensione , che
tiene rigettata tanto dalla curva t sinuosa ^ od irregolare disposizione
del fonilo de' fiumi ^ quanto dagli scandagli fiitti in quest^ ultima yU
aita 9 per mezzo de' quali , «e in certi siti si sono rinvenuti fino %
trenta piedi d'acqua, in altri appena quattro» o cinque ne Sono sta-
ti ritrovati* Oltredichò soggiace ad un altro difetto questo metodo ^
trascurandosi la cadente del pelo» e considerandosi la superficie del^
l'acqua del Po, come se simile à quella del mare fosse in A lungo
tratto del tutto orizzontale. Questo difiptto principalmente s'incon-
tra , dove in una scrittura data alla 'Sacra CSongre^^atione sopra le
variazioni, si pretende provare, che il fondo ritnWato nell'uldma
visita alle Papozze» sia più alto d'un pìeide»' e once otto di quello
Irovato a Lago scuro , ndà per altra ragibne , se non perchè fatta la
riduzione de^ peli , la maggior rfequa trovata a Lago scuro fu di pie*
di quindici , once sei , e mintiti sei , e quella alle Papozze di piedi
tredici, once nove, e minuti note. Ma se si fosse avvertito, chò
vi sono d^ Lago acuro alle Papozze trenta miglia , e che il Po in ì*
stato d'acqua bassa cammina còlla cadente di pelo di circa due once
per miglio , ed in istato di sómma escrescenza di circa fette once, cò-
me si raccoglie dalle livellazioni fatte nella visita del 1693 , si sareb*
be facilmente avvertito, che il maggior fondo incontrato alle Papoz*
ze, non solamente non è più alto, ma che anzi resta da tre piedi
più basso del maggior fondo trovato a Lago scuro*
Sj. Stimo di aver rappresentato abbastanza Io stato presente dèi
fondo del Po riconosciuto colle livellazioni., e colle sezioni; onde
passo a riferire ciò, che del tempo delle sue piene, e dello stato di
esso da più testimoni si è' ricavato . Quanto alle |>iene , sono stati con-
cordi tredici testimoni sfa t^le particolare esaminata con giuramento
in questa visita , i quali non disconvengono da ^i^^H^ esaminati nel<-
l'anno 1693, cioè, tanto i cinque esaminati al Bóodeno, o poco^ di
sotto, mentre visitavasi il Panaro , quanto gli altri òtto esaminati ia
Siù luoghi lungo il Po; cioè; due alla Pilastrese , o sia alla Stellata',
ne a Occbiobello, e quattro a Lmgo scuro, jfòno, dico, stati con*
cordi nel deporre , che il tempo loro più ordinario , ei frequente sia
il Maggio , o il Giugno » e che assai' di rado ne sia' ialVòlta ^enu«
fa alcuna anche d'autunno, (ì) nd'qaai tèmpb due, o al più ire
(j) Visita Riviera MS^ a pag. iia« fn|.-ti7. ra6. ta(.^4a. 145. 14S. 149. x&7«
sS9« x6a. x6S.
aòUmente distero » rioordanene a' giorni loro ; il ohe è da notarsi 4
perobò ciò pro?a , che possano concorrere , benché di rado le pientf^
di questo gran finme con quelle del Aeno » come in fatti le piene ac«^
cadute nel Po*del 1714» e del 17089 seguirono appunto ne^ mesi
d' antnnno 9 nel qual tempo , già detto abbiamo di sopra , poter veni*
re ancora quelle di Reno » secondo gli attestati di sopra già addotti •
58. Quanto poi allo stato del Po ricavato dalle attestazioai giurate
di più testimoni; riferirò , che da undici di essi esaminati in pia
luoghi ( ciò che rispetto ad alcuni di loro avvenne , prima ancora
€^ se ne facessero gli scandagli ) trovasi deposto V abbassamento u-
niversale di sopra riferito del ramo di Ariano , avendo tutti con giu-
ramento asserito, uniformemente a quanto cogli scandagli 9 già ài w^
Sra accennati 9 dipoi si riconobbe» che questo ramo del Po in veoe
' essere, in istato d^ interrirsi^ si va huzì sempre più profondando ^ a
che però la navigazione per esso si fa ora in ogni tempo assai felice-
mente con ogni sorta di harche « per quanto cariche si sieno 9 éenza
che vi sia mai necessità di liberarle 5 o sia agrayarle di peso , sieoo-
me altre volte in tempo de^ loro padri^ o de' loro primi anni prati-
c»iTasi in istato d^ acqua i>assa ; il che attesta pur anche V Aieotti nel
princìpio ddla sua difesa , riferendo la infelicità di quel ramo : ò
Jnesto in tutto conforme a quello 9 che di questo ramo si riferisoe
a* signori Gardiuali nel loro voto, (1) che laddove nella visita di
Monsignor Corsini non poterono i Periti neppure con piccole barchet-
te avanzarsi verso Ariano, fu navigato da essi felicemente con bucin-
tori ben grandi «'Né solo in quesu visita ancora è stato praticato lo
•tesso; ma inoltre alquanto di sopra allo sbocco di questo ramo in
mare furono veduti navigarvi due barconi chiamati trabaccoli di
grandezza lungamente maggiore, (a) che i bucintori, i quali armati
ciascuno di otto petriere , e carichi di olio » si erano dal mare inol-
trati nel fiume verso la terra di Ariano*
Sg. Vedesi perciò tanto da quello , che risulta dagli scandagli ,
quanto dai ctenune detto da' testimoni , che il Po d' Ariano non so«
lamenta non si va interrando, ma anzi sempre maggiormente ren«
dendo proCbndo • Essendo dunque questo suo abbassamento , per quan-
to raccogliesi didle visite passate , stato osservato , dopo che- fu in-
trodotto nel Po grande il Panaro , e che si cessò nell' anno r639« di
tagliare l'intestatura del ramo di Ferrara al Bondeno, riducendosi
con ciò nel solo tronco di Venezia tutta l'acqua, che derivavasi nel
Po di Ferrara in tempo delle maggiori escrescenze di quello ^ non
(i) Voto d' Adda , • Barberini nelln proposiaùone della linea df I Po grande al
5*. Per altro ec. ' (a) Vìsita Riviera MS. pag. aa?.
36
i.
•^
I
1
fembra ben fondato iì timore , ebe posst* quel rama nrterrirn ,,
quando ia esso rivolgasi il Reno a soaricarci le aue acq.ae ; imperoo*
ehè egli non è facile ad incendersi, perchè^ Pavere altre Tolte- in«-
trodoiu nuove acque in quel gran fiume abbia caigionato profonda*»-
mento y ed escavaxione in ' tatto T al veo y e specialmente in questo»
ramo di Ariano y e che ora per V opposto- succeder dovesse un efiet^
to d'interrimento totalmente a quelfo contrario*.
60. E perchè a ciò^ risponder si suole, che alle eccessive torbido-
dei Reno deve attribuirsi fak diversità degli effetti, che seguirebbe^
Bo ,. io non debbo omettere , che le acq«e del Panaro ossjsrvate m
questa visita, torbide nello stesso giorno^ (i).!!» cui erano state pure
osservate quelle del- Reno poco dì aotto a Cento y non furono^ ritro»
^ate fra lóro differenti^ {2) eome pur anche consideravano i due ai*-
gnori Cardinalt nel loro voto; anzi qualche giorno avanti le piogge»,
la stessa acqua del Reno taato aHa chiusa di Casaleocbie, quanto al
Trebbo era stata riconoaciuta eortere del tutto chiara ^ e da due te»
atimoni in Cento fu deposto ,. che eoa» chiara corre ordinariamente
tutto l*" anno ^ e da altri ,. che solamente eorre* torbida^ , (i) quando
Tengono piogge^ o ai liquefanno le nevi. Po^ pertanto credemi,.
«he, siccome Panaro voltato a scaricarsi in Po, lo ha profondato , e
non interrito ,. lo stesso sia per aeguire ^ quando il Reno ancora, tì
a* introduca •>
' 6i. Né credeai già, che dair essersi trovato iT ramo dì Ariano- pio-
abbondante d* acqua, e profondato più che prima non era, ne restt-.
acarso> o sia meno profondo quello delle Fornaci . Anche questo ri»
mane abboodantissinrio , talniente che pare noo^ ne aia staccato quel-
gran canale, che è il Po di Ariano^, che dall'altro divideM alla pun-
ta 4i Santa Maria. Imperocché,, essendosi fatto miaurare tutto- it
tronco principale del Po grande avanti la diramazione ,. ai trovò es^
aere^ di larghezza di mille , e cento quarantanove piedi , (4) e acai»*
d^^gliatone il fondo ìir sedici luoghi y ai ebbe un'altezza* ragguagliata-
d' acqua di piedi dieci ,. once sei , e tre quarti di minuto e di nuo-^
TO presa la larghezza al disotto^ (5) dopo le diramazione nel ranra
delle Fornaci , fu trovato di piedi miHe , e eente ottautaquattro » e^
acandagliata in diciassette luoghi l'acqua, si ebbe uà' altezza raggui^
^iata di piedi dieci , once quattro , e minuti ondiol , e due terzi r
aicchò molto piar largo , e poco mene ako era il Pò dopo la deriva*
zione del' ramo di Ariane, che prima di casa ; eppure ia larghezaik
(x) VUìta Riviera MS. pag. 78.90.
(a) Voto d' Adda, e Barberini nella proposizione d'ella linea del Pò grande al
J. Ci resta dunq^ue, ec« (3) Visita* Riviera MS. pag, aa; 2i« pag« Si. 63*.
(4) Pag. 189. 190V (5^ Pag. 190. 1^
aS8
di' questo ramo di Àriatio nel pniif o della sua separazione' «del tronco
prÌDcipale^ o poco al diaotto fu trovata di piedi dagento «quindici;
e acajidagiiata 4?acg4]a in eoi loogiii , (i^ fu trovata raggaagliatamente
di ttodici piedi di altezza 4 ^onde la aezione di qaso ramo d' Ariano
diviso da quello delle Fornaoi era di piedi quadri due mila trecento
iBessaiHacìoque . Quella del tronco principale avanti la separazione di
piedi ^lutidri dodici nila , e trecento settanta • £ i' altra del ram»
delle Fornaci di piedi quadri dodici filila trecento trenta , -e mezzow
Ora chi mai 4SiPederei)be , <iìe 4id un canale d' acqua , la cui sezione
jia di dodici jnila , ^ trecento trenta piedi quadri , «e mezzo » qual è
^quello deHe Fornaci y potesse unirsi tani* acqua » -quanta ne passa
per osa sezione di piedi quadri due mila trecento sessantacinque^
come sì trova nel ramo di Ariano » ?seniea fare ^ larghezza maggiore ^
anzi minore di trentaeinqtte piedi , -e con accresocM poco più d' un
oncia ^ e mezzo aolaoieate d' altezza^ riduoendesi a passare per una
aeziooe di piedi quadri dodici mila-, e aettanta y -quale è ri tronco
principale del f o grande alle Papozze avanti la sua divisione oe' duo
xanH di Ariano, e deUe Fornaci? Eppure tutta l'acqua deir uno» e
dell' altro ramo è passata già prima per lo tronco suddetto principa*
le del Po gxande ^ aivanti che egli si divida nelli due delie Fornaci ^
•O di Ariano-, aggiustandosi ogni differenza eolla vana velocita, elio
risulta ne' detti canali. Né si puè did^itare y cito siccome ciÀ accado
sei divorzio del troiioo auddetto priacipale in qtie' due rami divisi ^
jCOSì non succedesse lo stesso^ quando eoo moto retrogrado que' me*
,desimi due rami divisi dovessero m un sol tronco riunirsi , e ciò.
molto pia agevolmente , quando fosse fatta la confluenza ad angolo
più aeuto , che ivi non e , il che gioverebbe ad aecnrescere nel tron-
00 unito la velocità, -onde si raccoglie , quanto pgco (ondata sia 1' ap-
prensione di quelli^ che tanto ai atterriscono dal iien tire, che si trat*
ti di condurre il Reno al Po grande, a cui ha il Reno tanto mino»
re proporzione y che non ha il ramo di Ariano a quello delle Fornaci «
6a. £ per aggiungere forza- a questo discorso si rifletta y che comò
-èi noto» il Po grande detto di Lombardia poco sotto la Stellata di-
xamavasi ne' we* rami di Venezia, *e di Ferrara y e che qualche se-
cedo addietro può ragionevolmente credersi y che l' acqua sia corsa u-
funle y o poco meno per ciascheduno di essi« Ora, se essendo le co*
me in questo stato y taluno airesse proposto d' obbligare tutta l' acqua,
che acorreva per lo destro ramo di Ferrara y a scorrere pel solo alni*
#tro di Venezia ; quali Innesti accidenti dalP esecuzione di un tale
progetto non si aaiwbbono .pronosticati F Necessità di elevare gli ar-
fpnì ad eccessive altezze: piene smisurate da non esser contenute in
il) Visita
MS, tag^ z^i.
^m^
m84
3 nel solo àlveo : rotte » inondazioni » e per fine il totale eaterminio
el paese adiacente alP una » ed ail* altra sponda * Eppure la natura
sensa soccorso delF arte ha &tta da se medesima la grande unione y
e coir esperienza ci ha dimostrato y quanto sareUiono stati allora va*
ni tali timori. A proporzione delle nnove aeque , che si sono anda*
te introducendo 9 il ramo di Venezia si è profondato, ed allargato
talmente , (i) che fuori del tempo delle piene cammina per più pie*
di colla superficie delle sue. acque incassato fra terra universalmente>
come può riconoscersi dalle osservazioni faite nella visita del i6g3.
dalla Stellata fino alle Papozze in tempo di somma escrescenza del Po*
63» Con questo esempio potrebbe correggersi V apprensione de' gran
danni y che si temono , e si rapresentano da alcuni per V introduzio»
ne del Reno net Po , mentre anzi sperar ai deve » che quelP alveo f
il quale è stato capace di ricevere le acque di un gran nome, quale
era ne* tempi andati il Po di Ferrara » senza che ne seguissero que^
funesti effetti^ c{ìe forse allora sarebhono stati temuti , sarà ancora baa»
tante a ricevere il Reno^ ed a condurre con felicità le sue acque si»
BO al mare*. Tanto pia che siamo accertati » che non solo dall^ unio»
ne de* due rami in un sol tronco non è derivato alcun danno f ma
anzi n* è provenuto benefizio , come dagli effetti dimostrati : mentre
le rotte sodo motto men frequentemente accadute dopo la detta iute»
va unione ^ che prima , come consta per confessione de* Ferraresi in
vn Sommario di una loro scrittura data nella visita del 1694* li aS*
Giugno, dalla quale apparisce» che dall* anno 1S61» per fino al 1896^
cioè in trentaseì anni erano succèdute ben otto rotte nel Po grande^
laddove dall'anno s64o» fino al 1686. dopo che tutta F acqua del Po»
e del Panaro corre nel solo tronco di Venezia » cioè in quarantasei
anni » non si contano che sole tre rotte ; che se vi si aggiunge l' ul-
tima accaduta Panno 170S» a Corbola nel Po delle Fornaci» dovd^
^rsi » che dall'anno i&'68. in cui si cessò col taglio neir intestatura
del Po di Ferrara al Bondeno di dare sfogo per quest^ alveo alle man»
nme piene del Po di Lombardia sino al presente armo 1717» nel
eorso di settantanove sono succedute sole quattro rotte nel Po info»
riormente alla Stellata» cioè al punto delPautica diversione di quel
gran fiume ridotto io un sol tronco • Eppure in questo tenrao U Pa»
naro distolto prima dal Cardinale Serra dal Po » vi fu dal Cardinale
Capppni restituito » oltre P essersi chiuso ogni sfogo al Po medenmo
(i) Visita d^Adda» e Barberini t6^3. ai« IittgSa#
à85
lai si- soariea dalle sue fonti , ne è d foarso , ohe paò qnasi paaaarsi
a piedi asciutti 9 e non potrà ciò segaire , senza eoe ne proTeogano
?ae' fiioesti accidenti , che tanto vengono esagerati per impedirne
esecuzione t
64« Uno di questi accidenti $ da cui si temono perniciose conse*
gnenze, è il prolungamento della linea del Po» e singolarmente del*
ramo d' Ariano» Fu questa difficoltà eccitata ancora nella visita del-
l' anno 1 693. ma si può presentemente ad essa rispondere colla cer-*
ta prova della stessa esperienza 9 la quale dimostra bensì la linea pro-
lungata 9 ma nello stesso tempo il fondo del ramo d^ Ariano abbassa-
to molto più 9 che non era • Ma per aggiungere alla prova dell' esue*
lienza la forza ancora della ragione , considerare 5 e riflettere si de-
ve alla diversità , che corre fra il prolungamento della linea* de' fin-*
mi di fondo inclinato , i quali esìgono per correre, e non fare depo*
iizione delle torbide , una determinata pendenza , come è il Reno ,
ohe ne ha quattordici once in circa per ogni mìglio , che perciò ri-
« oeve gravissimo danno dal prolungamento della sua linea nelle valli ,
il che abbiamo riferito di sopra ; e de' fiumi di fondo orizzontale ,
quale è il Po grande 9 che non ha nel suo fonda pendenza > o decli- ■.
vio sensibile almeno nelle sue parti inferiori, il che si raccoglie dal
confrontare più livellazioni che' tanto nella visita del 1693. quanto in
quest'ultima sono state fatte. Ne' primi al prolungarsi della linea
conviene, che succeda 1' inalzamento del fondo a quel segna almeno,
che sia bastante per formarsi , e mantenersi la sua necessaria pendeu-
za. E questa obbliga poi gli abitatori ad una proporzionata eievaziO'^
ne degli argini • Ne' s«)condi ciò non succede in alcun conto , men-
tre 4a forza dell' acqua è bastante a spignere le torbide fopra un
-fendo anche orizzontale , ed a portarle lelicemente al mare • Non de-
ve dunque temersi in questi , che dal loro prolungamento succedano
interrimenti , e deposizioni nel fondo di essi , massimamente quando
nello stesso tempo , che vi sì aggiunge materia atta a cagionare si-
mili deposizioni , vi sì aggiunga maggior forza, e velocita maggiore,
coli' accrescervi maggior corpo d' acqua , come si farebbe , congiun»
gendo al Po l'acque del Reno. L'allungamento poi della spiaggia ,
^ando non segua elevazione di fondo , non è in se stesso aicun ma^
le 9 mentre per esso vengono ad am^Jiarsi i territori , e le campa-
Sne , che divengono poi colte , e popolate , come d' una gran parte
eli' Ferrarese ò seguito ne' tempi trascorsi, (1) per confessione de'
loro scrittori medesimi , e va tuttavia fuccedenda a comodo dello
stato Pontificio ^ e de' eonfinantì ancora 9 che sopra tali acquisti di
(1) Nel lib. indttilam il Perfetto Giudice d' argine pag. 4r<
«a6
terra prodotti ^alle allavionì , bamio fabbricato oaM , 6 palaasu lì-
^iiardevoliy ed acquistate fertili, e spaziose piaoure (i).
65. Resta ora da esamÌDarti Ja quarta delle apportate opposizioni ,
cioè il supposto ìnterriaieoto delle bocche del Po allegato pur ancho
del j-égS* per cai si reinla incapace non mene dì smaltire le .proprie
«eque, cbe di riceirerne delle altre nel suo alveo« Tanto dalla oc»^
lare inspezione , quanto da* testimoni «sa'minati in più luoghi si rac-
coglie ^ che nenuneno per questo capo ò seguita variazione in quei
fiume 9 dalla quale resti impedita V eaecuzione del voto4 mentre vi
sono presentemente tante ^ e sì ampie foci, quante ve n'erano del-
l' anno 1693. 'per le quali navicami grossissimi legni senxa alcun pe*
ricolo , che l' acqua ven|;a sostenuta per difetto 4' esito felice » e sni^
ficiente. J4el tempo x^he il Po ha grand' acqua , Jiooome ai profon-
da il letto 9 cosi le bocche si escavano, e si rip^urgano, e talvolta si
dilatano ancora.; anzi nelle piene maggiori se ne aprono frequente-
mente delle nuove , o le meno ampie si allargano « e quasi cu anno
in anno continuamente si mutano ; onde perciò mutano aocora il no-
me , dal che nasce qualche •confusione nel fare il confronto delle an-
tiche «olle presentii Egli À certo però* ^che qnante V4>lte mi sono
interrite alcune delle bocche del Po, altre iiello stesso tempo si sono
aperte 9 e ciò viene deposto concordemente da quattro testimoni , i
quali praticano, e navigano tutte le ore quel fiume 1%). Non convie-
ne per tanto fare molto caso della diminuzione della bocca della Ba-
l^lìona , perchè ci tre il non esser vero , «che sio^i qaesta del tutto
jchiusa , ed interrita , attesoché in Po basso ^ e molto più in flusso
di mare, vi b praticano arche piccole, ed in tempo di Po alto vi
vanno ancora barche maggiori , come asseriscono cinque testimoni di
eerta, ed infalliliil saputa {3); egli è pur anco vero» <^c a misura «
che qnesta foce si è andata diminuendo « 1' altra b5cca chiamata la
Donzella , che era una delle bocche minori del Po co' suoi due rar
mi la Scovetta , e la Gnocca, si è renduta sempre più ampia, e fe-
lice, come pure la bocoa del Gamelo^ che prima era nn picciolo ra-
metto capace solamente di piccole barche^ da pochi anni in qua si
è dilatata , e profondata , portando tutte grossi bastimenti , come at-
testarono tutti i predetti testimoni sa tale particolare esaminati ^ i
quali di più asserirono, che presentemente tanto ai scarica il Po in
mare quanto faceva prima , e colla .stessa facilità » aprendosi le sut
acque la strada ora per 1' una , ora per l'altra parte , aenza ineon-.
trare ostacolo maggiore di prima • Oltredictià , essendo cagiona
(i) L'ietesso autore del Perfetto Giudice d'ardine pag. x6a. iM*
^a») Visita Riviera MS. pag. ao6. aii. fl3o. a96.
,8J Fiig. Ao5. fle8« A09. ai j, aag. a3o. aSa. a34* ^^^j» ^^* ^*
ì
•87
r iiitevrimento Si aìcmie' d! queste BoccBe dalTs rotta sncoedata in Gor-
lK>la , per la quale ai è divertita una parte deH' acqua , che per essa
idovea scaricarai, (i) cerne attestano alcoai de' medesimi testi mani »
ripigliaado- detta rotta ^ ritornerapno facilmente )e cose allo stato loro
primiere. Si aggiunge ia oltre, che quelle atesse bocche minori , che
in Pa basso- non sono praticabili che da barchette piccole , come' è
ara la suddetta Baglioaa 'r quella dellìa Tote , la Scolnizza , o dell' O-
eà , o quella delF Asinino, ritenendo queste comuuicazioni col m4*
re, servoao con fiicilità ia Po alto, e nel maggto#^ suo bisogno allo
aoarico delte sue acque^-^ neu mebo che le bocche più grandi dello
atesso ramo delle Fornaci,, che sotìo il Gamelo, 1' Àsino ,^ e la Don*^
cella con le sue due gran bocche la Soovetta , e la Gnooca y tutte
capaci di barche maggiori , tre delle quali cioò , la Soolaizza , la
Gnocca , e la Scovetta furono in questa ¥isita scandagl^te , e rico-
nosciute . E questa stessa cootinaa Tariaziono , a felicità di boccho
del Po delle Fornaci fu attestata da que' medesimi marinari , che
eelle loro' barche, servirono a riconoscerle ^ e che di esse una piena^.
e distìnta notizia avenrano.^
66^ Nò punto meno felice ha il Pò ìo scarico dalTa parte deT rami»'
d' Ariano d> qudlo abbia nel troneo delle Fornaci , anzi è^a notar-^
ai, che quello r dove prima aveva una sola bocca, ne ha presente-
mente due divise da im' isoletta^ o Bone)lo, come suole colà chiamar-'
m f nato all« sua foce per affondamento d' una nave di grano nelle-
ultime passate* guerre seguite , e sono amendue queste bocche a un
dipresso egualmente larghe ,• e capaci de' maggiori bastimenti , come
octllarmente ne fu osservato uno di otto petriere nell' uscire per u-
na dì queste foci in aaare ,. e net ritornare per P altra • Au2Ì è piv
pronto , e libero per queste due bocche lo smaltimento dell' acqua-
Bel mare, ed è; più felice hi navigazione y che prima non era, (a) co-
me atttestarono pia testimoni, quali deposero , riceversi da esse il'
vantaggio, che non potendosi a cagione di un- vento contrario inv-
fcoccare in una , £iGÌluiente ciò succede nell' altra, per essere a di^
"versi venti rivolte .
67. Se dunque- le bocche del Pb vaniate di sito, nonr si sono ra»
riate nella eaj^cità, e felicità di condurre' 1' actpie al mare ; se il lo-
ro numero' non- si* è punto diminuito ; se quelle di Ariano si sono
&tte molto maggiori, io giudico , che nemmeno per questo conto vi
aia alcuna innovaaìone ,• per cui meriti di essere ritardata , e n>olto
neA# impedita l'esecnaione del parere y e del voto de' due Eminen-
tissìmi Cardinali .
(i) Visita; Riviera MS. pag. fl07. aio. aire a35;
(a) Pag. ao6v aio. a^S^ aa6; aau a38, Sà3^
68. Mi peraaada di avere finora bastanteneote dimpitrafo , eto
noa vengono iopra vero fondamento appo^ate.le quattro variazioni
allegate per impedire V introduzione del Reno nel Po ; ma perohà
frattanto fa ancora per parte de' confinanti paesi mossa una naova »
né mai per V addietro eccitata difficoltà , cioè il perìcolo , il quale a
loro 6ovrastere})be de^ rìgnr^iti» che seguirebbero nel Po, d&ir unio-
ne del Reno $ verso le part^ superiori » e fu asserito da loro , cha
questi di sua natura si distèndono indefinitamente all' insù , dispo-
nendosi 9 come a scarpa » e facendosi conseguentemente sempre mag-
giori nelle parti più lontane ^ e più Remote dal loro principio , perciò
atimai bene » senza entrare nella discussione della materia , di ricer«
care coli' esame di nume)ro3Ì testimoni abitanti alle rive del Po » i
2uali rendono a maravielia buon conto di tutti gli accidenti di quel
urne y la qi^lità » la frequenaa t lo stato , e gli effetti di detti ri*
gorgiti» £ per verità sette di essi concordemente deposero , (i) che
più si alzano i rigurgiti nelle parti del fiume più vicine al lido ma-
rino^ cbe nelle parti lontane ^ di maniera ohe a proporìeione » che ai
dilungano dal mare » si vanno anch* essi diminuendo » onde ordina*
riamente non oltrepassano Crespino » e nelle grandi burrasche giun-
gono a Francolino » o poco più oltre si stendono a proporzione » che
trovasi allora il Po » o magro ^ o carico di aeque : perchè essendo il
fiume più basso» i rigurgiti maggioamente in esso si risentono» e ai
stendono più lontano; ma essendo alto, si rendono più insensibili ^ja
terminano più da vicino » come attestarono i medesimi testimoni ao-
pra ciò esaminati » Ed in fatti la sperìenza comprova » . che ora dopo
essersi allontanato il mare ^ giungono i suoi rigurgiti meno all' in au,
di quando era più vicino (a) come da uno di essi sette testimoni fìi
individualmente attestato»
69. Ponendosi adunque ancora il Reno nel Po» i suoi rigurgiti jio-
co sopra potranno stendersi , e minori sempre si scorgeranno in mag«
gior lontananza ; siccome ancora in Po aito » che e il tempo del
maggior pericolo » riusciranno di minore altezza» ed a più breve di-
stanza si prolungheranno » senza che le provìncie superiori al Ferra*
rese nemmeno si accorgano » cher sia introdotto 1 o non introdotto il
Reno nel Po : siccome certamente non sanno quando venga » 0 non
venga piena in Panaro » o in altro fiume» che assai ioferiormeule ad
esse uniscasi alla corrente del Po medesimo •
70. Con quanto ho spportato sìnora » spero di avere interamente
soddisfatto alla mia obbligazione di esporre il presente stato del* Re«
nò , del Panaro» del Po e de' suoi sbocchi» come altresì il deplorabile
(i) Visita Riviera MS. pag. 19». 193. 195. 197. ao8. sAsl a36.
(a) Pag. ao8.
^«9
AteresèifneiitO' cle^ daatii^ efae per le aeqQe it tutte le ptrti riatrettei
ira sempre più eofiretido il territorio Bolognese « confrontando ^e-
•to» e^aello collo itato dell'anno 1693. per rioonosoere^ se éìéko
da qnei tempo accadute tali ¥ariazioni ^ onde non p08# più eseguir-
ai il foto de due Eminentisaimi Cardinali • Guddo ancora di.a?ere
Aaatantemetìte dichiarato il mio parere 9 qnal è , che le pretese mutt^
jdoni non vi aieno realmente 5 e non afcrao tali 9 che per esse ^^'^bmì
venduto più dijfficile 9 non che impossibile il progettato rimedio 'w
oongiungere i] fieno al Panaro j e di condarre amendne unitamente
jid isboccare nel Po «
7&. Non mi difibnderb dunque in rispondere a quelle immense de*
posizioni di terreno» di alzamenti d'argini, di prolungamenti di li-
nea 9 d' impedimenti di scoli, che si asseriscono essere per succedere
dopo la detta introdueione del fieno nell' alveo di questo gran fin*
tne 9 perchè bastantemente fu a tutto ciò risposto dagli Etmuentissìp*
mi Cardinali nel loro voto* Dirò ben aofo^ che quelle stesse difficol-
tà I che si apportano contro questa linea , crescono a dismisura con-
tro ogni altra , dove il Beno colle sue acque , o de^ vicini torrenti,
non congiunto ad un fiume reale con acqua perenne qual è il Po ,
ai pretende condurxe al mare*
7a. Ma dovrà dunqae per questo trascurarsi 1' eccidio d^ una pro-
vincia, senz'accorrervi con qualche riparo, e piuttosto che tentare
nn rimedio , sofiTrìre , che dopo la perdita di essa corrano ancora le
ju^que a ricoprire il territorio , e la stessa città dì Ferrara? Questo
non è un remoto pericolo , ma una certa evidenza ^ soprastando an-
cora presentemente di più piedi la superficie delle somme escreseen*
se presentì delle valli al territorio Ferrarese , ove già scorrerèbbono,
ae trattenute non fossero dallo spalto formato a destra del Reno dal-
le sue torbide ^ e da qualche argine, da cui viene difeso* Verità co-
ai manifesta, che non esiteranno punto a confessarla in questa. visita
i 'medesimi Deputati , e Periti di quella città , e molto prima già e-
xa stata comprovata dal loro perito Valerìani , nella sua scrittura
stampata in Ferrara del 1710» col titolo d' Informazione delle Inno"
vaziom fatte ec. ove ( pag. la. ) deplora il gran pericolo, a cui sog-
giace per la suddetta cagione la sua patria , con addnrne • V esempio
di ciò , che in circostanze meno pericolose gran tempo fa le succes-
ee , dicendo : In pro^a di che abbiamo V esempio della rotta Muzza^
rella seguita , sessan^ anni sono in circa , nel qual tempo probabile
mente il fotfdq di Reno non dovea trovarsi , come ora ^ tanto eteva^
tff, deducendosi di^ di lui argini tante volte rialzati d'iallora in
qua , e gli argini del Po di Ferrara dovevano essere pih ulti , r/-
eendo da quel tempo in qua stati sempre battuH dal continuo tran»
. sitarvi de* carri , n^ mai riparati con alzamento i epjntre ¥ acqua del
3?
Beno 9 dopo avere rotto il di lui argine ", sormontò quelli del Po a
destra , e a sinistra , passò nelle fosse della città , e della fortezza y
e * con tutte le difese possibili fatte col murare la porta di ,S. Bene^
detto, e serrare tutte le bocche de* sotterranei, cìie servono alla cit"
tà di scolo, non si 'potè impedire del tutto alV acqua della suddetta
"Pott^ j che non entrasse nella città medesima , alzandosi fin sopra gii
altari della Chiesa deUa Cofisolazione : il che si raccoglie da scrittu"
re concernenti detta rotta, die si conservano nella segretaria di qu^
st^ Illustrissima Comunità . Ma se allora V acqua del Beno tanto più
basso di fóndo j colla difesa degli argini dei Po arsche pi h alti del
presente , potè sormontarli , ed entrare nella €itìà ; che farebbe in og*
gij che gli argini suddetti del Po sono smantellati del tutto a di"
aoqae del Reno* Queste coatroversie agitate
sogliono fra particolari persone , ma non già quando si tratta della
pubUica utilità, e dell'interesse del Principe*
74* Tale è divenuta presentemente questa controversia, trattando-
si che non si perda un intero territorio • Che tanti popolati luoghi
non restino abbandonati. Che tante fertili campagne non divengano
valli infelici : laonde devesi passare sopra il titolo di privata servita,
e unicamente determinare quello, cfaie essendo la conservazione de'
sudditi , e ancora il maggior vantaggio del Principe . Che se per a-
prire una pubblica via, o per tirare il comodo di un acquedotto, si
dividono , e si soggettano i terreni de' possessori vicini , che per al*
tro non avrebbono privata obbligazione , o servitù di soffrirlo i quan-
to più dovrà ciò praticarsi in caso di tanta rilevanza , e di necessità
tanto maggiore , qual è quella di porre ostacolo all' eccidio d' una
quasi intera provincia , ed ovviare al pericolo imminente , che in
progresso di poco tempo non resti dall' acque sommersa una fortea*
za » ed una città cosi riguardevole ?
75. Poco dunque curar si deve , se i Bolognesi abbiano io stesso
dritto di condurre il loro Reno al Po di Lombardia, che avevano a
quello di Ferrara , e se questo sia differente da quello • Io dirò sola-
mente in questo proposito, che tanto la S. Mem. di Clemente Vili,
quanto i medesimi Ferraresi credettero , che una sola parte del Po
ricondotta nel ramo di Ferrara , fosse bastante a spignere le torbida
non meno del Reno , che di tutti gli altri torrenti , che sono a de-
stra del Po di Primaro fino al mare . Ecoene le pàr(4et Cam autem
aqua Padi Lombardiae in dictum alveum Ferrariensem ad eam qttan*
titatem , et sufficientiam introducta fuerit , ut alveum ipsum ad loca
usque primarii , et f^olanae purum , et expurgatum conservare , et tur^
hidàs aquas fiumirds Bheni^ et aliorum deducere ^ et expellere poteritf
tunt ipsum flumioi Sbeni y in eundem alveum juxta civttatem Ferrt»^
riensem in iocOf et modos a predictis Peritis approhando , restituì pos^
M decemimus • E che presentemente senza esitazione alcuna afTernA-
no yche tntto V intero Po non sarà bastante a oondurTd^. Che allo-
ra non si tenaeva la desolazione della città di Ferrara , ricevendo il
fieno. nel Po sotto le mura di essa, e che adesso viene temuta ^ in«
troduoendolo più miglia da essa lontano. Se dunque gli esagerati
motivi dì alzamento di fondo , di prolungamento di linea , dì depo-
sizioni capaci a riempiere intere, e spaziose valli ^ e consegi»en te-
mente per loro detto» molto più dannevoli al solo alveo d' un fiume^
con dovevano in quel .teiUpo porre ostacolo alla restituzione del Re-
no nel solo ramo di Ferrara con parte dell' acqua del Po ; e come
mai dovranno porlo in tanto più remato 9 e lontano pericolo P
76. Sia stata dunque la Padnsa, o una gran conca separata dal Po,
di cui per altro attestar posso, che non m'è stato mostrato alcun
Testigio, come P ho veduto degli antichi argini del Reno, fra i quali
passando vicino a Cento entrava poi nel Panaro, o sia stata la Padu-
•a quelP espansione , che nelle parti inferiori faceva il Po non risr
tretto tra ar^tni 4 io per me giudico che questo , nulla rieguardi il
momento della causa , il quale a questo solo discorso per mio senti-
mento ristringesi .
77* Va perdendosi al Principe sna considerahile , e miglior parte
del territorio Bolognese, e non solamente si accresce il pericolo di
■empre più perderne , ma snsseguentemente poi quello ancora di Fer-
rara^ senza che ne rimanga esente la Città istessa i Dunque deve: il
Prìncipe tentare ogni rimedio *, per porre ostacolo al propri.o danno ,
e tmvar riparo aUa salate de' sudditi ,. che è la primardi tutte lo
78. Le altre vie tutte di condurre il Reno al mare sono renduté
impossibili dalla natura ^ e non dagli uomini , giacche sono prive del-
la stessa natura, ma vi contrihuìsce colla sperienza.
79. I minacciati interrimenti della linea del Po ( quando ancora
Mugliano mettersi in dubbio le ragioni lungamente riferite per esclu-
derli I possono esaere , e non estfetre ; laddove neir altre linee tutto
sono iqdobiuti.^ ed ogni ragione,. che li comprova in quella, li com-
Srova in queste, ma non già ogni ragione, che in queste li dimostp,
I ;^utila aoQora dimostrali , per congiungersi ivi ad un gran corpo
d^ acqaa,^e puòìacilmenteijmpedirli.; liu>nde.chi non vede che so*
Miitar si deye.ih pait])|o,.d^te )a: difficoltà non, è certa^ e solamente
fbiJbJiioao il pericolo ?.£.4iai;|tÌQ)9 dor^r lÉft^ttere ,itfhe non pei «ina
•9»
t
rotili clia tégQt nel Pò » il qnale eoi sito jftt^ente flìtto non tote
Oftmmina fra terra » ma Tenti , • pio ptedi sotto- il plano della città »
00 prendesi la misura a Lago scuro ^ resterebbe qnel territorio » e la
città medesima desolata ; mentre tante che ne ba sofferte , e singo-»
Isrmente quelle del i7oS,. sopnggiuotete di traverso , non hanno mai
oftrepassate le sogUp delle sne poti» » Oltrediehè i laoelii medesimi
altro Tolte inondati dalTo rotte , sono ora ritornati a lertili campa*
pio come prima ; quando dall' adra parto il danno che viene alle cam«»
pagno Bolognesi da un perpetuo stagnamento d^ aequo di un fiume
senza esito» apporta un sempre durevole ecfridia*.
So» Per conservar dunque alla Sede Apostolica tre dello sue pie
fiorite Provincie : per togliere i danni che dal continuo vagare ael«
V aeque risentono le campagne -ancora della Romagna ; per porre ri*
medio a^ molto maggiori^ da* qnali tante^ e tante ne vengono som*
nerse net territorio Bolognese ^ e medesimamente alcune del Ferrs*
rese; e finalmente per allontanare ancora il pericolo certo, ed ìodo«
bitato di vedere rovesciata col tempo questa gran piena » ed ammas»
samento d^ aeque sopra il territorio» e la stessa citta di Ferrara, io
tono di parere ; cbe debba eseguirsi il voto de* due Eminentisràmi
Cardinali, d* Adda , è Barberini ,1 e per mezzo del Panaro introdursi
ii Reno nel Po -
8t* Quésto stesso nel corso dt più d* nn secolo e stato giudica eo
espediente da quanti visitatori a riconoscere lo stato di que^ paesi ha
spedili la Sede Apostolica , i quali dalla visita de^ tuogbi hanno cer-^
tamente potuto conoscere più di quello , che o dalle carte delineate ^
vacGogriesi » o nelle scrittore delle parti si allega »
8a. Di questo sentimento fu ii Card» Gaetani , cbe neH' amo
s6io«. giudica » doversi condurre il Reno al Po grande non da L^ago
•curo»
83. Di questo stesso nelTanno i6af* fu il Cardinate Capponi ,11
ii cui pensiero fu di eongiangere ii Reno at Panaro y e per ts$^ i»*
frodarlo nel Po r - .
84*^ Cosi giudicar nel t6a5«. Monsignor Corsini^ il quale pfopoOi»
più vie, ma cbe tntte conducevano il Reno nel Por Parere che fia
poi confermato dalla S» Mem. d^ Urbano VIIL
8^5. E COSI finalmente trahisciando le altre visite intermedie^ nelle
f «ali non fu fttta positiva propensione' di nuove ifeee ^ ^ giudicato
dopo una lunga 9 faticosa , e diligeniìssima visita da' due RmigenjLie»'
Ani Cardinali d' Adda , e Barberini;
*6^ Al parere de*^ Visitatori è stato sempre uniforme quello ib'^ piik
celebri matematici del secolo ^ cbe a tntté le vì^fte hannoi^ assiatìto •
S7. Onde io dopo ricofiosointo acenratamenter tntto il paese , e bett
fowtarate amila iiceia del luogo 4t ragioni delfe pajrti , ineenoaiflie»!^
*9»
Confesso d* esser renaio persuaso dalle stesse ragioni ^ ohe persuase*
fo quelli 9 e ohe noitamente coni dae intendemissimi > e profondi
ttiatematici» che in questa visita hanno supplito alle mie insanicienze^
non mi so dal parere, e dalle risoluzioni degli altri visitatori dipartire «
' 88. Ma perchè in un affare di tanto rilievo f o^ni cautela , che ai
usi » non sarà nuii soprabbondante , e la città di Ferrara per tanti
titoli nobile 5 riguardevole , e- cospicua y non solamente merita di re-
star libera da ogni immaginabile perìcolo , ma ancora , se possibil
sia 9 dal timore » il quale anch'est e un male , oh» in realtà è tan*
to altamente radicato negli animi di que' suoi cittadini^ che uoa
esaminano per i loro principj la materia ^ perciò* non solo io credo ^
ebe usar si debbano tutte le cautele coti, singoiar avvedimento sta-^
biiite da' due Eminemissimi Cardinali nel loro voto ^ e speciahnentar
quella dello sfi>go da darsi alle acque del Reno io concorrenza delle
somme escrescen^te deir una ^ e T altro fiume t V apertura del quale
sfogo stia sempre soggetta air arbitrio de'' Legati di Ferrara , e da
cui venga impedita la concorrenza delle sonraie eserescenze del Re»
no colle somme escrescenze del Fo y ma ohe ia oltre possano , e deb»
bano prendersi gF infrascritti temperamenti»
8g* Prime , che dopo F introduzione del Reno debbano per un de*
terminato tempo riconoscersi i segni delle maggiori escrescenze del
Foy, COD prefiggere inr ogni tratto ^ che da un giudice d'^ argine vieit
cust€»dito , uno stabile in cui autenticamente restano i detti segni
notati ; il che se avessero fatto per F innanzi^ nou si dorrebbero ora,
ohe nelle visite si riceva hi deposizione di vili», ed iguorauti testintoni,.
90* Secondo , che si debbano colte livellazioni riconoscere gli ap-
giniy da che sarunno ridotti alla dovuta altezza regolata suMa pro-
pria cadente » secondo il voto degli Emìneutissimi GardioaU , se si
manteagono alla medesima altezza già stabilita,.
91. Terzo 9 che si riconoscano amberà le fbói de£ Po » e le Taria*
lioai ebe int esse suecedona-
99^ E quarto finalmente t ohe in tanti Tuoghi Sa stabiTirsi , si pra-
tiehi ancora il per altro men sicuro riscontro degli scandagli da fiir-
ài per6 nella maggiore uniformità pos^bire..dB circostanze ^ ed io tal
somma ancora si osservino le alterazioni de! fondo •>
^^ Quando per tre, o qnatfiro lustri di si mi le esperimento iron si
trvvi mutaziooe in quel fiume , potranno finahnente i Ferraresi de*
fOfre il lolro timore ;. e diversamente seguendo j potrà allora il Pria»
eipe prendere quella determinazioBe, che giudicMrà più opportuna»
Vùt non è giusto frattanto , ebe un sol remoto spavento prevalga al»
la Yovifea , ed aU' eccidio e presente, e futura dh tanta, e cos> eoo*»
aiderabile parte della Slate ccoiesiastico »
*d4
RELAZIONE
MI* Eminmtisi. e Reverendiss. Mg. Cardinale Pietro Paolo Conti
sopra il regolamento dell' acque dMle tre provincie
di Bologna 9 Ferrara ^ "e Romagna^
t.
I. J danni i quali a oansa del corso sregolato de* fiumi » ^e partir-
/colarmente del Reno si soffrono 5 o si temono come imminenti dallo
tre Provincie di Bologna , Ferrara, e Romagna sono oramai dopo Io
spazio di un secolo , e mezzo ridotti a segno » che non può dinerir*
iene più lungamente il rimedio , volendo provvedere alla salvezza
delle tre provincie accennate , che è quanto dire della più fertile , a*
mena , doviziosa , e popolata parte ^ello stato della 4Jbiesa • Nella
lunga , e diligentissima visita intrapresa y e terminata da V* £• di
ordine di N. Sig. con tanto zelo , assiduità, e sofferenza ha V E* V.,
oltre a]l' assicurarsi con gli occhi propri delle calamità delle tre pro-
vincie , e della necessità del riparo , rilevate tutte quelle circostan-
ze di fatto , che possono servire a determinarne la scelta , e dalU
scritture presentate delle parti interessate intese le ragioni , colle
quali ciascuna lia procurato d*^ appoggiare quel progetto , il quale , il
ilesiderio di bonificare i proprj terreni , la rimozione de* pericoli ve-
ri, o immaginati , e la supposta facilità , e sicurezza dell' esecuzio-
ne , le ha tatto credere il più adattato. Dovendo io però in sequela
dell' onore compartitomi dall' £« V. con prescegliermi ad assisterla
in qualità di matematico nella visita accennata, esporle il mio. de-
bole sentimento , anderò prima esaminando i progetti esibiti dalla
parti con. farvi «opra le riflessioni opportune , e quindi passerò al
mio , il quale m' ingegnerò di dimostrate ueonforoie a i prmcipj gè-
jieralmeote ricevuti d'idrometria, e alle regole comuni della prò-'
denza : nel che fare mi dichiaro , che venendo obbligato dalla neces<-
sità ad impugnare gli altrui pareri, intendo sempre di farlo senza
minima diminuzione della stima giustamente dovuta ai loro Autori ,
e che da me pure in modo particolare loro si professa , protestando*
mi di non avere altro scopo , che la ricerea del yero ^ con prevaler**
mi a^ tal effetto di quella libertà di pensare , ed esporre i proprj
pensieri ,^ la quale nelle controversie di questa sorte si accorda a
chicchessia , purché nel farne uso serbi la aovuta mo.deraaione •
II* Prima |»rò di passare più pltre 9 stimo a proposito il ri
brevemente T isteria del eorte del Po ,* e del ttencr^ b- delle matazio^
Ili le qaali i>er legge di natara y o per opera umana sono accadute
negli alvei deli' ano , e dell' altro , il che servirà » oltre al togliere aU
ociai pregiadiz)^ , a pia chiara intelligenza dell' affare , che si ha fra
le mani , e di quanto siamo per dire in appresso • É noto , che il Po
dalla metà del duodecimo secolo fino al principio del decimosettimo
ha avato il si|» corso per un alveo » il quale alla Stellata si divide-
va in due rami , il destro de' quali 9Ì chiamava Po di Ferrara , e il
•inistro di Venezia ,. o di Lombardia • Il Po di Ferrara giungendo al*-
la punta di S* Giorgio si spartiva di nuovo in due altri rami , il de-
stro detto di Prinuiro » o d Argenta.» e il sinistro di Volano » i qua-
li vien creduto 9 che con poca differenza corrispondessero a' due chia-
mati da Polibia, e da Plinio co' nomi di Padusa , e d'Olana . £ da
notarsi però che col nome di Padusa s'intendeva ancora 1' estensione
della Palude prodotta dagli spogli dell' istesso Po , la quale ne' tem-
S\ più remoti occupatva gran parto della pianura di Lombardia » e di
omagna , e della quale si veggono tuttavia i residui nelle paludi ,
che costeggiano a mano destra il corso del Primaro • Resta perciò
senza fondamento 1' opinione di coloro » che pretesero di formare del-
la Padusa un fiume particolare » e distinto dal Po > il quale con foce
separata si scaricasse in mare 5 quando è certo > che la Padusa nella
sua foce confondeva 1' acque con quelle delle altre bocche del Po , o
tutte insieme correvano a coprire d' acque quel tratto della Spiaggia
dell' Adriatico , il quale per la sua ampiezza si chiamava i sette ma-^
ri f e del quale una porzione si conserva ancora nelle valli di Gomao-
ohio • Ma ritornando col discorso ai due rami del Po di Ferrara , e
di Venezia , si mantennero essi in una specie di equilibrio ambidne
proFoiidi , e navigabili da ogni sorte di legni fino alla metà del se-
colo decimosesto , nel qual tempo fu osservato , che il Po di Ferrara
andava manifestamente dimagrando 9 e impoverendosi d' acque, le
quali venivano pei la massima parte assorbite dal Po di Venezia , e
nell' istesso tempo si rialzava il fondo di modo che si era reso ormai
impotente a sostenere i legni di maggior carico con pregiudizio del*
la navigazione , e del commercio • I^n mancò veramente 1' ultimo
de' Duchi di Ferrara Alfonso II. di sforzarsi di riparare a un tal di-
sordine 5 avecido a quest' effetto fatte fabbricare con gravissima spe-
sa diverse palizzate , pretendendo con esse di respinger V acque, die
in troppa abbondanza entravano nel Po di Venezia ^ e d'obbligarle a
incamminarsi per il ramo di Ferrara , ma con esito poco felice , es-
sendo state ben presto scalzate , e distrutte dalla forzai di si gran
fiume troppo superiore a questa sorta di ripari. Nello spazio di non
molti anni la scarsezza dell' acqua, e la ripienezza dell' alveo nel. Po
di Ferrara giunsero a s^no , che il Reno , e il Panaro entrandovi
r'
frolle loro piene in tempo d\ ftcqna iMttt , invece idi contìniiAre il
caromiDo verso il mare^ rivolgevano per U massima parte V acque al
oontrarip del cor^o del reeipiente ^ andando a ritrovare il Po di Vene»
ria alla Stellata , finalmente poco dopo #egnitt la devolnrione del \>x^
cato di Ferrara alla 3* 3ede9 essendo alato rimoaso il Reno dal Pa
di Ferrara f e intestato sussegaentemente T istesso^ Po Don nn arj^i-
ne a traverso del suo aWeo vicino al Bondeno « oioè sotto appunto
Io abocco in esso del Panaro » maoqò afiatto nel Po accennato P io*
flusso deirac^ue del Po grande » o vogliamo dire del tronco dd Po
auperiore alla Stellata fuori solamente del tempo delle piene « nel
quale una porzione delP acque del Po grande ai sfogava per il ramo
frià detto di Ferrara • Ma avendo mostrato V esperienza ^ cne il bene-
fizio » il quale si riceveva dallo .acarico delle piene del Po grande « e-
ra di poop momento , e non compensava di gran lunga il perìcolo «
Udì quale dall' acc^ne del Po grande ricevute nelP alveo ristretto , e
interrito del Po di Ferrara si poneva il Polesine di S. Giorgio, par*
te tanto gelosa» e interessante del territorio Ferrarese , ra, segui-
tando in questo particolare il consiglio del famoso p. alMle Castelli ,
tolta affatto ogni comunicazione fra il Po grande , e il l^o di Ferra-
ra 9 intestando stabilmente qnest' ultimo al Bondeno , di modo che
rimasto privo dopo quel temoo d' acque perenni fuori di quelle po-
che, cbe gli vengono manoate dal canalino di Cento, ò divenato
quasi cadavere di fiume , ba fino perduta V antica denominazione, va^
Bendo volgarmente chiamato a distinzione del Po grande ^ o di Ve-
pe^ia col nome di Poatello»
III* Per quanto spetta al corso del Reno non sono note cosi per
appunto le vicende delle mutazioni seguite nel di lui alveo, e sola*-
mente si hanno dei riscontri , che verso la metà del secolo decima*
quinto andava unito col Panaro a shoccare nel Po di Ferrara , come
apparisce dall' alveo abbandonato dallo atesso Reno a ponente della
città di Cento, e altre voice ai scaricava nel Po con foce separa-
ta • Né si esclude perciò , che il Reno aia andato in diversi teaipi
a scaricarsi nelle paludi vicine al suo corso, o a quello del Po, ae*
condo che gli davano occasione le rotte de* suoi argini, o i tagli ma-
nufatti con i quali veniva distornato dai confinanti, ad effetto di bo-
nificar colle deposizioni delle torbe le proprie possessioni » Tale per
esempio fu la diversione del Reno fatta dal Poca Ercole IL di Fn^
rara, il quale venne Ifinalmente obbligato dal Pontefice Paofe III.
mosso dalle querele de Bolognesi per il pregiudizio , che ne risenti-
vano a rimetterlo nell' alveo usato , per il quale seguitò poi sempro
a correre , fino che ne fu rimosso a tempo di Clemente VJIL Sicco*
me ))erò dopo il recapito del Reno nel Po di Ferrara incominciò la
ripienezza deir alveo dell* istesso Po a rendersi più sensibile , coaì è
*97
toccata al Reno la dit^zia ii TCtiìre incolpafo da mplti » come V a*
tiica cacone dal riempimento accennato, il quale al parer loro non
avrebbe mai avato Inogo^ ae il Reno. in Tcce d'essere introdotto nel
Po a interrirlo colle sne sabbie» fosse perpetuamente rimasta confi-
nato nel recinto della Padusa • H discorso ba qualche . apparenza , e
concluderebbe ^ se nel Po di Ferrara non fossero entrate altre ac^é
torbide fuori di quelle del Reno 9 o non potesse assegnarsi altra ca-
gione fuori dell' immissione del Reno nell' alveo del Po capace di pro-
durne il riempimento » Ma il Pò insieme col Reno riceveva ancora il
Panaro , fiume non minore del Reno, ed egualmente torbido , e l'ec-
cesso della pendenza nel ramo di Venezia sopra quella del ramo di
Ferrara mediante la lunghezza della linea del primo 9 minore censi-
derabilmente di quella della .linea del secondo , era più che sufficien-.
te per tirare in progresso di tempo la maggior parte deli' acque nel
ramo di Venezia » e conseguentemente indebolir tanto il corpo d' ac«
qua del ramo di Fe^iira , che gli mancasse la forza necessaria per te-
ner sospesa la terra 9 e l'arena delle piene senza lasciarla cadere al
fondo : L' immissione del Reno nel Po di Ferrara potè dunque con-
correre a interrirne l' alveo , poste le circostanze , nelle quali si ri-
trovava il Po allora , ma non 1' avrebbe già verisimilmente interrito^
le quel ramo del Po non avesse preventivamente perduta la sua for-
Ba còlla diminuzione dell' acque • Che se paresse difficile il concepi-
re , come il Po di Ferrara dopo essersi mantenuto per lo spazio di
quattro secoli profondo , e ricco d' acque a fronte del Po di Vene-
zia abbia potuto nel termine di 6o. anni ridursi nel grado , che si è
detto, couvien riflettere al prolungamento della linea dell' istesso Po
mediami 1' arginature fabbricate dai Duchi di Ferrara per ottenere
la bonificazione del Polesine di S. Giorgio , e 1' utile della pesca del-
le valli di Comacchio. Non vi è dubbio, che il Po anticamente si
scaricasse nelle paludi dette i sette mari, le quali col pelo si spia-
navano sopra il livello del mare, ed avendo riguardo alla loro am-
piezza , dovevano stendersi alla distanza di poche miglia dalla terra
a* Argenta , dalla quale la foce del Primaro è lontano più di aS. mi-
glia , di modo che il prolungamento della linea del Po medianti l' ar-
ginature non sarà stato meno di i5. o j8. miglia, e la caduta del
pelo del Po dalla Stellata alla distanza dello sbocco antico del Po
nelle paludi d' Argenta , dovette necessariamente diminuirsi d' altret-
tanto quanto importa la caduta del Primaro nelle ultime iS, o 18.
miglia del suo corso. Non è dunque da stupire, se l'acque del Po
grande ritrovando farsi sempre minore il declivio dalla parte del ra-
mo di Ferrara , che da quella del ramo di Venezia , si rivolsero final-
mente a quest' ultimo , abbandonando quasi totalmente il primo •
' VL Comunque sia la perdita della navigazione tanto vantaggiosa
38
%
N
À9»
*àel Po , e r istanze della città di Pemn mosf ero Glemenf e Vni. do^
pò seguita di freseo la devoliisione di qael Daoato alia S. Sede » ad
ordinate col sno celebfe Brere la rimozione del Reno dal Po, gettan-
dolo nella Tallo Sanmartina per vagarvi intanto» e bonificarla fino
cÌÉ^ si compisse Pescavazione del Po di Ferrara » impresa supposta a
quel Pontence di fiicile esecnzione per dorerie poi rimettere neiral-
reo del Po ^ il quale si crederà , che profondato » e allargato , doves-
se tosto ridursi all'antico equiliI>rio col Po di Venezia » e conseguen*
temente restituire la perduta navigazione » La diversione del Reno
con tuttoché contraddetta acremente dalla parte di Bologna , fu non-
dimeno posta ad effetto 9 ma V esearazione del Po di Ferrara nella
profondita e larghezza necessaria al fine di richiamarri in quantità
sufficiente Tacque del Po grande , fu dopo dirersi tentatiri rìcono»
scinta per opera impossibile ad eseguirsi senza il dispendio di più
milioni , onde conrenne finalmente aM>andonare affatto il pensièro »
Intanto il Reno ristretto nella Sanmartina non Soffri di starvi lungi^
mente rinchiuso » ma rotto V argine circondario » e fattasi strada nel-
le valli di Marrara « diede principio colle inondazioni a quelle cala-
mità del territorio Bolognese » le quali sono andate sempre serpendo »
e dilatandosi fino al aiomo d' oggi • Queste si fecero considerabilmente
maggiori allora che m Sanmartina ormai colmata, e ridottta capaca
•di coltura, fu ricinta d'argini escludendone totalmente il Reno; il
quale in conseguenza , venendogli impedito lo spaglio da quella pax^
te , fu sforzato a roltarsi ad occnpare altri terreni , come in fatti se-
gui dei compresi nelle pianure del Geminale, Caprara, Poggio, Saa
rrospero , S. Vinoenzio , ed altre , le quali erano per V avanti o in
tutto , o in parte fertili , e buone , e rimasero sommerse » Per la
stessa cagione le valli , che restavano situate ancora nelP antico fin
il Poggio , e Malalbergo gonfie per V a£B«sso di tante acque si alza*
reno di pelo in modo , che gli sceli campestri , che vi sboccavano ^
persero affatto la caduta, onde renne ad infrigidirsi gran quantità
di terreni , che prima ri scolarano , e per la bassezza del recipiente
si mantenerano asciutti. Inoltre il fondo delle stesse valli riempien-
dosi , e rialzandosi dalle deposizioni delle torbe , fu causa , che il
pelo delle inondazioni in progresso di tempo si andasse anch'esso
sollerando , e in conseguenza le inondazioni si stendessero ad occa-
])are maggior tratte di campagna nelle parti superiori , come si può
riconoscere dal confronto delle somme escrescenze rilerate nella ri*
cornspont
piedi in una campagna poco meno che orizzontale. Né minora fu il
J0
a99
pregiudizio cagionato dalle depoeizioni delle torbide del Reno allo
valli di Marrafa , nelle quali rialzate di fondo, e di pelo, rimare, sa
non impedito affatto , almeno gi^ndemente difficoltato l' ingresso agli
scoli Lorgana , Fiumieello , e Zona , che vi mettevano foce , e servi-
Yano di scarico a nna porzione considerabile del territorio di B(do»
gna . U fondo stesso del Reno a misura che ha protratta la linea del
tuo corso, si è andato ancor' esso sollevando non solo nelle valli , ma
ancora superiormente come a Mirabelle 5 a Cento , alla Pieve , dispo-
nendosi in nna curvità regolare per mantenersi la caduta necessaria j,
di modo, che ridotto superiore alla campagna coir arginature soste-
snte.ad altezze che fanno spavento, finalmente squarciando gli ar-
gini alla destra con diverse rotte , chiamate secondo i siti Risacca ,
Annegati, Panfilia, 1a quale ultima resta tuttavia aperta, ha cagiona-
ti danni immensi , e particolarmente coli' occasione della Panfilia , ha
posta sotto acqua tutta la pianura situata fra il suo alveo ^ e il Pog-
gio Lambertini , nella quale si comprendono le vaste tenute del Pog-
gio di S. Prospero , di S. Vincenzo , oltre molti altri terreni posti
nelle comunità di Galiera, di S« Vincenzo, e di S. Agostino.
V. Ai danni accennati prodotti dagli spagli del Reno nelle valli su--
periori, ha in ogni tempo contribuito non poco l'angustia delle boo-
nhe per le quali l' acqUe del Reno si scaricavano nel Po , e la lun-^
ghezza , ristrettezza , e tortuosità dell' alveo del Primaro , per il qua-
le dovevano condursi in mare. Oltre a ciò le stesse piene del Reno
entrate nel Primaro , 1' alveo del quale a man destra è disarginato ,
trabboccando riempiono le valli inferiori di Marmorta , e d' Argenta
insieme coli' altre situate nel territorio di Romagna, cioè di Filo,
Liongastrino , e della Vela , infelìcitando così gli scoli delle campagne
adiacenti • Non può però ne^rsi , che ai danni , che soffrono le cam-
{>agne accennate non concorra efficacemente un'altra cagione, cìoò
a ripienezza delle stesse valli medianti le deposizioni delle torbide
dei torrenti 5illaro, Quaderna, Santerno ec, a motivo della quale
le piene dei torrenti menzionati , e degli scoli campestri non tro-
vando più spazio sufficiente dove essere ricevute , sono sforzate a
spandersi , e occupare quei terreni , che una volta, erano asciutti , e
coltivati « Vero e altresì , che il pregitedizio cagionato dalle deposi-
zioni dei torrenti sarebbe riuscito molto minore , o forse anche con-
Tertito in vantaggio di non poca conseguenza , se i proprietari delle
Talli, e della campagna vicina, in vece di permettere ai torrenti dì
▼agare senza regola; e deporre qua , e là a caso la terra , si fosisero
valuti del benefazio delle torbide per rialzare i terreni situati nel
labro delle valli, e avessero intraprese nel circondario, stesso delle
valli le colmato regolari, provvedendo all'acque chiarificate scolo
lìbero nel modo che si pratica in Toscana nella campagna delle
Sòo
Chiane , e altroTO eoo eTideofe ntilita del pnbblioo ^ e dei priTati f
VI. Non mancarono i tignorì Bolognesi fin dal tèmpo dei primi
•uccessorì di Clemente VIIL , e particolarmente di Gregorio XV. , e
d' Urbano VIIL d' insistere con replicati ricorsi , acciò il Reno fosse
riiwsso dalle valli , nelle quali era stato confinato per modo di jprov*
visione con procurargli esito conveniente ^ proponendo a tale efiettOy
giaccbè l'esperienza aveva mostrata T impossibilità dell'ideata esca»
vasione del Po di Ferrara, di recapitarlo nel Po di Venezia per la
strada più breve » e meno incomoda. Questa proposta incontrò subì*
to la contradizione dei signori Ferraresi per timore che il Reno, il
?nale al parer loro aveva per se solo interrato colle torbide il Po di
errara introdotto nel Po di Venezia facesse lo stesso. Alle opposi-
aioni dei signori Ferraresi si sono aggiunte aegli ultimi tempi Graella
dei Principi confinanti col corso del Po, benché l'esempio del rana*
ro, il quale nel Pontificato di Gregorio XV. era stato condotto a
^ learìcarsi nel Po di Venezia senza avervi cagionato veruno dei disor-
dini, che si temevano per l'immissione del Reno nello stesso fiume ,
potesse parere argomento sufficiente per giustificare il sentimento
di chi credeva il recapito nel Po del Reno , esente da ogni perìcolo •
Comunque sia questa controversia fra due provincie confinanti , e
suddite d' uno stesso Sovrano sopra il ricevere , o non ricevere nel Po
l'acque del Reno, è durata, non ostanti le visite, e i voti di più
commissàri Apostolici , un secolo , e mezzo , e può dirsi , ohe eolle
scritture, e trattati pubblicati in questa occasione dai più illustri
matematici d' Italia , principiando dal p. Ablite Castelli , consultati
dalle parti , e dai^ visitatori Apostolici , ha dato motivo , se non al
sollievo sperato dagl'interessati nelle campagne danneggiate dal Re-
no , certamente al progresso , e al grado di perfezione al quale si ve-
de modernamente condotta la dottrina importantissima dell' architeC«
tura delle acque.
VII. Mosso finalmente da tante calamità l'animo paterno della S.
M. di Benedetto XIV. , risolse , abbandonando il progetto di ricapi-
tare il Reno nel Po, di provvedere in altro modo di scolo pia feli-
ce all' acque , che inondavano le campagne superiori del Bolognese
con ordinare 1' escavazione di una fossa , la quale per la via più bre-
ve, e meno impedita le scaricasse nel Primaro. Questa fu il tanto
celebre cavo Benedettino , il quale principiando dal passo Serai , e
J prendendo , le acque provenienti dal Reno dopo chiarificate nelle vai-
i del Poggio, e di Malalbergo doveva portarle nel Primaro al Moi^
Sene con ricevere per la strada le acque della Savena , e dell' Idice,
[ quale mediante una rotta aveva abbandonato il suo antico corso
nelle valli di Marmorta , e si spandeva sopra i terreni di S. M. Mad-
dalena t di Co di fiume» ed altri. L'idea del cavo aocennaitOi h
1
Sci
optale non fu fissata dal Pontefice senz* averne V approvazione di so|^
getti di valore , e periti delle dottrine idrometriche , avrebbe certa*'
mente ottenuto il suo fine » se nel porla in esecuzione , per una sor*
te di fatalità » non si fossero frapposti diversi accidenti , i quali ope*
rarono » che i disordini prodotti dal corso sregolato dell' acque in ve-
ce di diminuire si accrescessero più che mai* Primieramente dasen^
dosi incontrata nella costruzione del cavo uoa valle di pessimo fon«>
ìdo y detta la valle di Gandanzolo , si pretese di sostenervi a dispetto
della mala qualità del terreno V arginature y le quali non reggendo 9
anzi venendo appena costrutte 9 ingoiate per cosi dire dal suolo ista*
bile 9 e marcio , fu alla fine presa la lisoluzione di abbracciare con
due coronelle la circonferenza intera della valle. Questo partito, il
quale a dire il vero avrebbe dovuto esser abbracciato assai prima a«
vanti d* impegnarsi in ispese esorbitanti » e inutili , riusci nondime-
no anch' esso vano per non essere stati costrutti gli argini di quel*
r altezza ^ e robustezza, che ricercava la condizione del.sito^e
del corpo dell' acque , che si volevano inalveare , onde si ruppero in
più luoghi f e V acque esceodo dalle rotte tornarono a spagliare BOr
pra gli stessi terreni che coprivano avanti , e a cadere nel Primaro
er la solita foce delle Gacuppàtè • In secondo luogo la rottura del-
e coronelle accennate produsse un altro non minor disordine , ed è,
c^e V Idice giungendo colle sue piene , e trovando caduta nell' alveo
del cavo tanto superiormente, che inferiormente al suo sbocco prin*
cipiò a dividere 1 acque , parte trasmettendone verso il Morgone ^ e
parte con moto retrogrado verso le rotte menzionate di Gandazolo ,
mediante la qual divisione , divenendo minore il corpo , ed in conse*
J;uenza la velocità dell' acque rimaste inoltre prive dell' impulso del-
' acqua chiara del cavo divertita per le rotte , persero la forza ne-
cessaria per sostenere incorporata la terra, e la sabbia, le quali ca-
dendo al fondo, lo riempirono in modo , che resta impedito l' ingres-
so nel cavo a' due Scoli Zena , e Fiumicello , i fondi de' quali nello
sbocco sono assai più bassi del fondo presente del cavo. Questa bas-
sezza è causa y che le acque piovane , che sì scaricavano per gli «co-
li accennati non avendo più esito sono costrette a fermarsi sopra le
campagne , onde restano inondate l' ampie pianure comprese nelle co-
munità di S. Gabriello , Barisella ec. All' inconveniente accennato
della ripienezza del cavo Benedettino ha contribuito ancora non po-
co la rovina seguita repentinamente in occasione d' una piena delrl-
dice della chiusa , o steccata fabbricata al suo sbocco ad effetto
d' impedire l' abbassamento del fondo sopra lo sbocco per unirsi col
fondo del recipiente. Ma non essendo la chiusa stata costrutta della
•tabilità , éhe si richiedeva , rimase mediante un gorgo prodotto al
atto piede dalla caduta dell'acque scalzata^ e indtebolita a segno, che
E
Sol
dovette necesiammente cedere d peso «del ferreoo » «d air impet<]
della corrente, la qiiale superato r ostacolo della chiusa , tirò seoo
immediatamente la sabbia , e la terra dell* alveo delP Idioe^ fino al-^
la profondità d' alquanti piedi , deponendola poi per la massima par*
te neir alveo .del oavo . Oltre i danni .esposti accaduti in consegnen*
sa della esecuzione poco ben regolata della fabbrica del cavo , un al-
tro pure ne risente il Primaro mediante la maggior altezza^ e dura-
ta delle piene nel tratto da Marrara al Morgone • .La causa icnmedi^^
ta di tale accrescimento d' altezza 9 e di tempo delle piene nel Pri-
maro, pare che debba riferirsi non tanto al rialeamoato dei fondo,
quanto all'angustia della sezione dello stesso fiume .dirimpetto al
Mprgone ridotta in oggi assai più ristretta di quello, che già era
prima della costrcKione degli argini del cavo , i quali in vicinanza
del suo «becco con àoeostarsi air argine sinistro del Primaro , ne li-
mitano , e ristringono considerabilmenta la sezione , né può meUer-
81 in dabbio , che rimossi gli argini menzionati del cavo in quel -si-
to , e reso più libero , e capace il passo all' acque ., queste non doves-
aero smaltirsi più velocemente, 0 le piene in oonseguenza riuscire
meno alte , e più brevi •
Vili. Resta ^ che si mettano in vista i danni , i quali sono per suc-
cedere^ necessariamente nell' avvenire , se non si prendono le oppor'-
tune risoluzioni per il regolamento delle acque menzionate • E prima
]>er quanto spetta al ' territorio di Bologna , è manifesto » che duran-
do la aeque torbide dei torrenti a spagliare sopra i terreni inondati
gli anderanno benchò irregolarmente alzando , e colmando colle de-
posizioni , e si alzarono di pelo anch' esse , quando non veqgano prov-
viste di scolo più libero , e si spanderaivM ad occupare le campagne
superiori , che presentemente sodo asciutte , -a coltivate • Secondaria-
mente per la stessa ragione venendo a crescere gì' impedimenti agli
seoli delle campagne , resteranno le medesime tanto più offese oai
ristagni delle acque piovane, e ridnoendosi a condizione sempre più
infelice • £ sebbene e vero , che le inondazioni per la ùtuazione del
terreno, il quale nelle parti superiori resta molti piedi più alto del
pelo delle vidli^ e delle campagne inondate, hanno un limite, oltre
al quale non arriveranno giammai qualunque siano i ravvolgimenti,
che farà il Reno col rimanente dei torrenti nella pianura più bassa ,
non lascia però il pregiudizio cagionato dal oorso irregolare di tanto
aeque al territorio di Bologna d' esser considerabilissimo , scorgendo-
ai tratto eosi ampio di campagna fruttifera ridotto ad un vero la^o
d' acqua palustre colla perdita delle sostanze di gran numero di fa-
mìglie, rovina di fabbriche, e diminuzione di popolo, e 'd' agricol-
tura , che ò quanto dire del nervo dello stato , disgrazia invero , cho
merita ogni compassione , come accaduta senza veruna saa colpa ad
N
So8
una oittit r It quale per h* grandessa , la popohiziene » i! commer^A»;
e Io stadio delle belle arti, e delle scienze /iMdle quali tanto si dì-
itiof^ae 9 merita di esser riguardata a gran ragione » come una delle
pia illustri 9 e splendide d' Italia •
IX. Per quanto appartiene alla provincia di Ferrara » il principai
pregiudizio y ehe scure mediante il^ corso presente delle acque , si ri^
duce sopra tutto all' altezza delle piene del Primaro , il quale dura
a correr geofio venti » trenta y e talora più giorni » mìnaceiando dal-
r alto degli argini y ai quali appena vestana pecbe once di franco so-
pra il pelò delle piene maggiori di traboccare y e sommergere il Poi-
lesine ai & Giorgio , parte importantissima del territorio dì Ferrara»
e dal quale quella città tanto nobile , e riguardevole ricava princi*
falmente il suo sostentamento . Questo pericolo delle inondazioni del
rimare , dee per neoessità andar sempre pia crescendo nelL' avveni-
re per il ristringimento delle valli situate a man destra , le quali si
riempiono d' acqua y e servono di diversivo al Primaro y durante il
tempo^ delle piene • Che le valli accennate si siano ristrette , e si va-
dano continuamente ristringendo , non può negarsi da chi riflette al
numero- dei torrenti y ehe vi metton toce , e vi depongono le loro
torbide , e alla quantità dei terreni y che nel recinto delle valli sono
rimasti scoperti y e bonificati ..
Non è patrimenle da farsi poco conto del danno. , che riceve il Poi-
lesine accennato daUe sorgive , le quali in tempo d' acque alte del
Primaro facendosi strada a traverso dell' argine scaturiscono al piò
della scarpa estema particolarmente in quel tratto y che resta fira Mag-
iara 9 e il Morgone • Queste > e per V abbondanza dell' acqua che tra-
mandano , o perchè riempiendo ^i scoli maestri impediscono lo scarico
all' aeque piovane del Polesine > le qual^ perciò si trattengono stagnanti
topra la superficie dei campi , sono cagione » ohe una buona quantità di
terreno rimane infrigidita, la quale» rimosso uu tale ostacolo , sarehr
be buona y e fruttifera al ])ari del reito di quella fertilissima campagna •
AI danno dei terreni del Polesine o&si dalle sorgive y si dee ag^
f fungere il pregiudiaio* d'un' altra parte non piccola del territorio
ierraiese situata' alla destra del Primaro , la quale è sottoposta allo
•paelio delle aeque dei torrenti di Marmorta ,. e ai trabocchi di queL-
le del Primaro senaa speranza di poterne mai ricavare vernu frutto y
^2>enchè buona porzione della medesima sia in grado di poter ricevere
qualunque coltura. Ho detto buona porrione per escludere le valli
di Marmorta , e d' Argenta le quali benché comprese nel tratto ao-
connato del territorio di Ferrara y non sono y conforme si ò rilevato
dalle osservazioni della visita capaci di bonificazione ia altro modo-»
che per replezione venendo ripiene » e colmate di terra per mezzo
delle torbide dei torreuu .
/
Sc4
X. li pfegiadi^sio ^ che 0oirre U Romtgiia propiameiife detta ^ eon^
•iste neir inondazione di i^ueir ampio tratto di terreno» che retta
compreso fra il Prìmaro » lì Santeroo» e lo sepie Zaniolo, medianti I
trabocchi del Prìmaro , il qnale nella miglior parte della sponda de^
atra è privo d' arginatjdre ^ e ta)e vien mantenuto a bella posta ^ acciò
le sne piene possano spandersi, liberamente per la campagna men^o«
^ nata 9 la quale in questa modo serve al fiume di diversiro » Coir ar«
ginare il Prìmaro a mano destra pon yì è dubbio, che escludendoai
& piene , si farebbe adquisto di gran quantità di terre 9 alle quaH
niente altro manca per esser buone» e ooltiyabiU » che U liberarsi
dalle inondazioni , e infatti non hanno lasciato gl^ interessiti 4ella Ro-
. magna di addpprarsi più volte per ottenere la permissione di munire
coir ar^natnre la sponda del Prìmaro alla destra» ma l'interesse dei
aignorì^ Ferraresi ^ ai quali compie » che il Primato spanda le acqne
per le campagne situate dirimpetto al Polesine di S« Giorgio, acciò
il pelo delle piene si alssi meno , e non pon^a in pericolo gli argtm
del Polesine ^ è atato cagione , che sempre si aono opposti * L* istesso
appunto accade ai terreni situati fra il Santerno » e S. Alberto > nel'
qual tratto parimente il Prìmaro alla destra rìmaue almeno in gran
parte privo d' arginature p
XIp è manifesto, che il fine da prefiggersi per rimediare ai daor
tii , e periixoli fin qui esposti , non può esser altro » che V impedire
lo spaglio delle acque dei torrenti sopra i terreni coltivati» 0 colti^
Tahiti con ridurle in un solo alveo » dal quale vengono oaudotte al
mare , ed il provvedere nello stesso tempo le campagne di scoli a-
dattati per lo scarico delle piovane. Ho detto con ridurre le aoque
de' torrenti in un solo alveo» perchè troppo gran semplicità sarebbe
il figurarsi di poterle condurre- al loro termine più felicemente per
alvei separati , 0 pure di diminuire » diminuendo la quantità delle
acque ristrette in un alveo solo» la spesa» la soggezione» e i peri^
coli qualunque fossero » nei quali ci ponesse la di lui. costruzione «
La ragione accompagnata dall' esperienza mostra , che è proprietà
generale dei fiumi torbidi il richiedere in parità dell'altre circostan*
ze minor declività d' alveo , quando corrono più ricchi d' acque par^
ticolarmente perenni, e all'opposto maggiore» quando sono piÀ scar-
si, e che le acque sono temporanee. In conseguenza Irattandosi dì
torrenti i quali per lo smaltimento delle torbide richiedono per l' or*
. dìnario cadute di tre , quattro e più piedi per migUo , riesce impose
sibile il condurli per campagne di poco declive senza unirne insieme
più d' uno 5 e senza sottoporsi al dispendio , ed al pericolo d' argina*
ture altissime per contenere l'acque sopra fondi superiori al piane
della campagna. Supponendo dunque, come è ragionevole, e confort
me alle regole universalmente ricevute d' idrometria » che il Rene
( •
8c5
unito Al resto dei tonanti del Bolognese ^ e della Romagna, debUsi
per un sol alveo coodorsi al mare » tre eoao le linee 9 'per le qaali
viea proposto d' incamminarlo «
XIL La prima si parte dalla rotta Panfilia, e giunge retta fino al
Sasso Segni* la questo spazio attraveiya le valli del Poggio , e di
[alalbergo ^ ed in ultin^o seguita la direzione del canale detto della
navigazione ordinaria con una lunghezza in t-utto di miglia so. Quin-
di proseguisce per il cavo Benedettino fino alP ultima svolta avanti
il Morgone per un tratto di miglia 7, e pertiche iSo. Dalla svolta
accennata si conduca per altro tratto di miglia %y % perlinhe ^4^« fi-
so a un punto preso nel canale della Beecara, e distante dal Prima-
ro misurando secondo P andamento dello stesso canale un niglio e
5!0. pertiche. Qui poi sì volge verso il Primaro,coii 5 rette di lun-
ghezza fra tutte di Miglia 4 9 ^ pertiche ^260. si conduce in Primaro
dirimpetto alla Bastia « In questo tratto passa per terreni situati fra
10 stesso Primaro ^ e le valli d' Argenta , come mej^Uo si può vedere
nella pianta . It restante dell' alveo del Reno fino al mare ^ non è al^
tro elle il Primaro arenato da ambedue le partii e ridotto alla con*
veniente larjgfaezea» abbreviandone inoltre il corso con diversi addi*
rizzamene 9 con i quali in sostanza si abbandona quasi interamente
P alveo Tecchio del Primaro dalla Bastia fino a S. Alberto* V ultimo
tratto da S. Alberto al mate resta lo stesso , ed è comune a tutti
tre i progetti • Gli addirizssamenti accennati si riducono ai seguenti •
11 primo dilla Bastia alla Miadonna dei Boschi^ portando P alveo sul
labbro superiore delle valli di Filo, e Longastrino nello spalto fra
esse 9 ed il Santerno^ Il secondo dal termine del primo fino allo sboe«
co del Senio » Il terzo ^ ed il quarto finalmente per togliere la graii*^
de svolta 9 che fa X Primaro superiormente a S. Alberto , e P altra ia
faccia delle Mandriole^
XHI, La seconda Unea proposta per P inalveauone del Bmo 9 e
ì torrenti piglia il Bent alla Botta Sampieri ^ sef;uitaBd# per qual*
che tratto la direzione del suo alveo superiore alla detta Botta %. tta
in seguito piegando verso ostro giunge ad uu punto distante 90» per^
fiche a tramontana dal convento dei pp. Francescani, in vieinann
del quale riceve la Sammoggia divertita in un pimto inferiore ni^fii
» \ alla coafluenza ddla medesima col Lavino* Dal punto aoeenmio
seguita per 440. pertidie in linea, retta fino alla fossa storta, iga.
pertìehe sopca tjl sbocco della medesima fi>ssa in RicJo. Quindi ftcen-
do «n Mgdk^, api>ena sensibile verso tramontana, si avanza con al*
tra retta di j4> nisglia, e agS. pertiche, fino ad un punto situato
in istanza di So. peruciia verso estro dalla chiesa di IHiiaseo • Oi
& I^goido oou nn angolo parimente assai lieve verso tramontana va.
«Ire retta di migfia a ,. q pet tiche 8e. ad inooittraro n» punto
3to6
<listanfe 70. perticKe verso tltro daV palazzo dèlia Frascata soìlà vi:t^
Corriera, e quivi dopo altra piccola piegatura s'inoltra dirittamente
per "6. miglia, e 267. pertiche fino allo scolo dell' Alfonsine 6io.
pertiche sopra lo sbocco del medesimo in Primaro. Colà nuovameotQ'
ìocarvandosi alquanto verso il Primaro taglia la strada Raspona iit
distanza da quel fluide di pertiche 44^ 9^ giunta al Senio- proceden-
do dirittamente entra in Primaro alla chiavica Formenti a S« Alber-
to, e finalmente per l'alveo del Primara in mare..
XIV. La terza linea, che può ancora chiamarsi superiore, essendo^
tale rispetto al sito dei terreni, per i quali passa in paragone deU-
V altre due linee , principia con pigliare il Reno vieico all' osteria di
Malacappa , donde^ incurvandosi leggermente lo porta verso Riolo , .
passando prima circa loo.- pertiche sopra la Palazzina detta il Chie-
sette per lunghezza in- tutto d'un< migliore ^. In questo sito si
propone d'unirlo alla Sammoggia con divertirla circa a 3oo. pertiche
sotto Forcelli , cioè sotto la confluenza della medesima col Lavino»'.
Dall'ingresso della Sammoggia continua la linea per Simiglia flno al
naviglio, il quale resta intersecato dalla medesima in un punte infe-
riore joo. pertiche al punto livellato dai Periti -Di qui seguita per
miglia 6. scarse fino all'Idice, ice. pertiche sopra la chiesa dei Ron-
chi , attraversando prima il torrente Savena poco «opra la chiesa del--
la Gà dei Fabbri nel punto a- un dipresso per il quale è passata la.
livellazione. S'indirizza in seguito alla volta del Sillaro circa a loo.
{>erttohe sotto la chiesa di Portonuovo. La lunghezza del. tratto £%•
'IdicOy-e il Sillaro ò di miglia 9 , e uu quinto , e l'andamento pre*
ciso è il seguente. Dalf Idice va dirittamente- alla svolta della Qua«
derna , dove si unisce colla Gaiana aoa. perticbe in circa sopra il
palazzo della Contea Malvezzi. Indi* eosteggia per lungo spazio l'al^
veo della Quaderna portandosi in seguito al Sillaro nel punto indica-
to di sopra. Dal Sillaro s'incammina la linea dirittamente verso' il
casino Bagnara , ed in seguito al Santerno fino a 100. pertiche ia
circa sotto Posteria del Moro. Quindi continua il suo corso- verso
l'osteria delllt Pianta, e precisamente ad un punto, che resta 4<^<x
Sertiche ad ostro della detta- osteria. La lunghezza della linea dal^
illaro all'osteria menzionata è di miglia 7. Finalmente da quest'ul-
timo punto si^ conduce ad unirsi alia seconda linea sopra la chiesa
delk Madonna del Passetto e colla direzione- di essa va a terminare
nel Primaro in fàccia a S.- Alberto dopo scorso uno Spazio di^ miglia
f. Da S. Alberto poi al mare, come nell'altre due linee inferiori^
così parimente in questa serve l' alveo dello stesso' Primaro fuorché-
in fiiocia alle Mandriole , dove si propone di fare un- taglio per leva«
re la grande svolta, che è in^ quel sito ^ e allora la lunghene^deU' at
veo del Primaro da S. Alberto al mare ^ sarà di miglia 6. e o&^fiunto.
*o7
1SV. 'Oltre alle fr^Jinee già esposte pnò anoera aver luogo un al-
tro progetto, «ed è, ritenendo gli stessi 'Mpposti della prima -licrea dal
Ren9 fina al Morgoiie,* di condurre Tacque del Reno dal Morgone
alla Bastia 9 e dalla Bastia a Longastrino valendosi dell'alveo presente
del Frìmaro ridotto però alla eonveniente larghezza, 'e aiirginato, e
(?a Longastrino scaricarle unite «U' acque del Primaro nelle valli di
Comacchio ,. ria|^rendo la bocca oramai chiusa di Bellocchio . Degli
altri progetti ideati, ed esposti con isoritture pubbliche, o private in
occasione della vìsita, n#n- è necessario far menzione particolare,
mentre o si riducono con poco divario ad uno dei tre primi accen*
»ati di sopra 9 o sono tali, che ad ogni modo sarebbe tempo, e o^
j)era perduta il ragionarne.
XYl* Non istaremo nemmeno ad esaminare la proposizione altre
volte tanto dibattuta del ricapito del Reno nel Po di Lombardia, e
ciò per i seguenti motivi. In primo luogo perchè essendo stata *^la
visita ultimamente fatta diretta unicamente al fine dì esaminare il
progetto di condurre Tacque del Reno., e del resto dei torrenti del
-mlognetia 5 e della Romagna al mare per il Primaro , o per altro al-
veo da scavarsi parallelamente allo stesso Primaro , non si eooo pre*
ae altre notizie ^ nò fatte altre operazioni, che relativamente al cor-
ào del'Prìraaro, ed alla situazione delle valli, e campagne adiacenti ^
onde non si e in grado per mancanza dì fatti sicuri , e concordati
fra le partì ^^ rispondere alle opposizioni , che fossero poste in cam-
po (come sì può certamente aspettare che lo sarebbero) contro la
proposizione accennata, particolarmente appofgiate alla diversità , la
quale venisse preteso ritrovarsi f«a lo stato, nel quale sono di pre«
sente i fondi del Po , e del Reno ^ e quello , io cui ^rano nel tempo
^delle «visite Riviera , e Rinuccinì • Secondo , perchè voltando il Reno
nel Po conforme al sentimento dei visitatori Apostolici , si rimedìe-
irebbe è vero ai danni^^ che soffre la parte superiore della campagna
Bolognese , ma resterebbe senza 'rimedio la parte più bassa sottoposta
all^ spaglio dei torrenti pcincipalmente d'Idica, e di Savena, sìcQo-
me converrdabe tralasciare il pensiero della bonificazione della Roma-
gna.^ Terzo, è da riflettere alT opposizione dei Princìpi confinanti., i
qaali non è verisimile , che siano per recedere dalle massime abbrac-
ciate da essi con tanto impegno in occasione delle visite passate «
XVIL Che poi conducendo il Reno a scaricarsi nel Po grande., sia.
impossibile il riparare alle inondazioni cagionate dal rimanente dei
torrenti del Bolognese, e della Romagna, si rende manifesto <, censi*
dorando, che non possono i torrenti in tal caso unirai col Reno in
un alveo comune , e dovendo portarsi al mare , o nel Po separati , 0.
privi delT impulso delT acque del Reno, richiedono cadute grandi,
e tali , che sollevojrehbero i %pdi de||U.alyQÌ ad altezze enormi sopra
So8
/
trettanto sopn'il piano della eampagoa. God uq calcolo poco
rente ritroveremo > ohe airiJice preso parimente a} sao sh#C(
il piallo delle campagne . Sdppooebìamo per ptmpioi che dovease
recapitarsi Savena nel Po » preodeiìdola al sao sbocco nel cavo Bene-
dettino , dove il suo fondo si è ritrovato più aito del pelo Jbisao del
mare piedi aa. 1 1 » 0 conduoendola direttamente al Ponte di Lago*
scuro per ma tratto di ii. miglia ^ ohe è il più breve ^ per il anale
ai possa giungere al Po partendo dal aita accennato. U pelo nassa
del Po a Lago scuro ò più alto del pelo basso del Haare 7. piedi , i
quali aottratti dalla caduta di Savona sopra il pelo basso del mare 9
laaoiano di differenza piedi 1 5. 11 , ed a questi aggiungendo 4* P^^*
di, per i quali l'alveo di Savena allo sbocco dovrebM profondarai
sotto il pelo basso del Po , avremo in tutto di caduta , per il fondo
di Savena dal Benedettino al Po grande piedi 19. ii. Ma Savena»
come si ricava dalle livellazioni» richiede tre piedi almeno di caduta
per miglio ed in conseguenza in 11» migfia 33. piedi , dunque man*
c&no alla caduta di Savena nel tratto accennato i3. piedi » per gua«
dagnare i quali converrebbe » che il fondo^ di Saveiia a* alzazze d al«
poco diffe-
sh#cco nel
Benedettino mancano per condursi nel Po a Lagodcuro 7. piedi di
caduta • E ae bene e vero» obe i due torrenti menzionati potrebbe-
ro portarsi uniti per un tratto di circa 6. miglia , nel qual caso noa
è da dubitare 9 che si guadagnerebbe qualche cosa nella caduiap» pa-
re altresì quasi certo , che il guadagno non può esser tanto da oom<*
pensare il difetto» che si è ritrovato di sopra nel aupposto, che aiii*
x>idtte i torrenti doveaaèro portarsi al Po grande aeparati. Si aggiun-
ga » che la campagna , la quale dovrebbe tagliarsi colP alveo dei det-
ti torrenti è molto bassa » onde nasce ragionerò! motivo di dubitare »
che l' alveo non potesse tenersi incassato , e rimarrebbero inoltre ta-
gliati f e impediti gli scoli » ancor essi bassissimi » del Polesine di
Casaglia » nel quale sono comprese le vaste tenute delia Diamanttoa »
e di CasagHa» e buona quantità di terreni dei <(fstret,ti dell' osp^dn^
le» di S. Kagioy Palaotone, Ravalle, e $Urì, ohe si tralasciano . -Ms
se in vece di recarvi tare T Idice nel Po grande» si volesse condairla
aolitarìo al mare per ta lìnea più brete * la quale sarebbe di nuglia
m<) , principiando parimente dal suo abocco nel BenedetÉno , rìtrove-*
remo , supposU la caduta delP Idice di due piedi per miglio» e che
la pendenza deir alveo si perda affatto nella distanza di 6. miglia
dal mare» che alla caduta totale manca qualche cosa più di aS. pie-
di . Se poi aupporremò di condurre ridice per l'alveo del Primaro »
dandogli la caduta di due piedi per miglio , aupposti di aopra 9 e pò-
ito inoltre , che la pendenza deir alveo svaniaca io. miglia sopra la
foce del Prìmaro in mare» ai troverà» che la mancanza di caduta
a«n è meno di So. piedi » e oeiiaegaei|termenta riesce maggiore, ohe
"e'
809
nelP altro caso • Né è da far gran capitale dell' anione coir Idice de«
gli altri torrenti inferiori fino al Santerno » essendo i medesimi di
poca portata paragonati all' Idice y conforme si raccoglie dalle penden-
se dei loro alvei 9 le quali in paragone della pendenza dell' Idice si
sono ritrovate assai maggiori. Riman dunque provato ^ ohe volendo
ottenere la bonificazione generale dei terreni inondati delle tre Pro-
vincie y è in^pensabile V oaire l' acque del Reno con quelle degli
altri torrenti, e ristrette in un solo alveo» portarle al mare per una
linea alla destra del Primaro» nel modo, cne vedremo in appresso.
XVIII. Passando ora all' esame delle tre linee accennate di sopra ,
iocomiiicìando dalla prima, nella quale si propone di valersi dell'al-
veo del Primaro facendovi le necessarie mutazioni per iscaricarvi l' ac*
que del Reno , e dei torrenti , fu questa pensiero del sig. Gabbriel-
lo Manfredi di chiariss. mem. spiegato da lui diffusamente in nna
sua serittura* pubblicata colle stampe nel mese di Febbraio dell' anno
1759. S oppose in essa il sig. Manfredi la caduta del pelo basso del
Primaro dal .cavedone di Marrara al mare di piedi 27. coerentemen*
te al risultato della livellazione dello stesso Primaro fatta d'accordo
da tre periti eletti dalle tre provincie 1' anno 17S8. Oltre a ciò os*
serva il sig. Manfredi, valendosi detto serioni del Primaro, prese in
occasione della livellazione accennata , e parimente delle sezioni del
Po grande prese nelle due ultime visite Riviera , e Rinnccini , che il
fendo degli alvei dei fiumi superiormente ai loro sbocchi in mare
non si dispone in una declività continuata, e nemmeno si mantiene
sempre superiore di livello al fondo degli sbocchi , ma in qualche di*
stanza dal mare si abbassa sotto il fondo degli sbocchi , e quindi va
gradatamente risalendo » e facendosi acclive , di modo , che la sua li-
nea rappresenta una specie di conoide , la quale tocca colla sua por*
zione convessa una retta parallela air orizzonte nel ponto infimo di
tutto l'alveo. Da questa osservazione deduceva sottilmente il signor
Manfredi , eiie per determinare la'linea del fondo degli alvei nei fiu-
mì torbidi , che sboccano in mare non è necessario prendere il prin-
cipio della cadente dal fondo dello sbocco, conforme la pratica co-
mune deeli Idrometri, ma che può bastare il principiare da qualche
punto della concavità accennata snperiormente al punto della massi-
ma bassezza , il quAle si ritrova per ordinario distante qualche mi-
glio dallo sbocco, e nel caso del Primaro cade nel mezzo prossima-
mente fra S. Alberto , e lo sbocco del Primaro in mare in distanza
dal mare di miglia i2i|. Posto dunque, che il fondo del Primaro in
faccia dello sbocco del Santerno si abbassi sotto V orizzontale tirata
per il pelo basso del mare piedi a i , coodnceva il sig. Manfredi la
sua Cadente assegnando al fondo del Primaro once t^ di pendemsm
per mìglio dal Sanier no jdk Bastia, tpflce i4^4a!U BaKtiia al MorgtfneV
cuce 14 I dal Margone alla Salarola, e finalmeote once 14 3 dalla
Salarola ai Reno • Quest' ultima pendenza fu da lai fissata fondandosi
nella livellazione del Reno fatta di comune accordo dei signori Bolo-
gnesi, e Ferraresi Tanno 1693. in occasione della -celebre visita
d* Adda , e Barberini per mezzo 'àtW acqua stagnante del canalino di
Cento , da . Genio alla botta Gbis&Uerì • Non è da tacere , che il pro-
getto del sig. Manfredi fu con approvazione di lui medesimo muta-
to , e migliorato in qualche parte dal chiariss. p. Paolo Frisi Profes*
acre d' Analitica nello studio Pisano » colla proposizione d' un taglio
da effettuarsi nel mezzo della valle dì Marmorta , col quale 1' acque
si conducessero . dirittamente dal Morgone alla Bastia | abbreviando
in questo modo il corso del Primaro circa ,3« miglia.
. Supposte le pendenze accennate, e che l'altezza del Reno nelle
piene sia di 1 1 • piedi , quanta ei raecogUe dalla sezione osaerwta su-
periormente alla rotta Panfilia , mostrò il sig. Manfredi , che V acque
del Reno ^ e dei torrenti potetano incanalarsi nel Primaro «ridotto
alla conveniente larghezza, senza che permò si avesse motivo ragio-
nevole di temere V interrimento del fonda, o il trabocco delle pie-
ne sopra il ciglio degli argini, e conseguentemente il pericolo del
Polesine di . S. Giorgio , e delle valli di Gomacchio .
XIX. Il discorso del sig. Manfredi' sembra concludente, ammessi
una volta i supposti , sopra i quali si fonda. Quanto alla pendenza
assegnata al Reno solitario di once ^4 1 P®^ miglio non è luogo a du-
bitarne, risultando immediatamente da livellazioni non sospètte per-
chè fatte per mezzo dell'acqua stagnante. .£ se bene. pare, che dal-
le livellazioni fatte in occasione dell' ultima visita si raccolga alquan-
to maggiore 5 x^ioè di once i3. per miglio^, conviene avvertire che H
fondo del Reno -nelle ultime livellazioni si è ritrovato notabilmente
alterato dalla vicinanza della rotta Panfilia , per la quale ha dovuto
abbassarsi alquanti piedi , e però ^ da starsene onninamente al risul-
tato delle prime. Nemmeno può cader difficolta sopra le pendenze
inferiori del Reno dalla Salarola al Morgone ^ dal Morgone alla Bar
stia, e dalla. Bastia al Santerno fissate dal sig. Manfredi, mentre seb-
bene vanno successivamente diminuendo di ^ d' oncia alla volta , la
diminuzione è cosi piccola , che bene è da credere , che V accresci*
xnento del corpo d'acqua del .Reno per l'in'gresso dell' Idice, e del
rimanente dèi torrenti, non sia mai per esigerne .una minore. Mag-
gior dubbio potrebbe nascere in proposito del punto., dal quale il
aig. Manfredi .principia la sua cadente in vicinanza dello «hocco del
San terno sulla supposizione, che 1' alveo del Primaro per l'ingresso
dell' acque torbide del Reno , e dei torrenti non debba soffrire dal
Santerno in giù mutazione veruna del suo fondo, ma di questo a-
vromo occasione dì. ragionare fìù% lungo fra poco* L' opposiauone
\
piìor gagliarda al progetto del- ^. Manfredi è stata portata dal ibhia^
xiasim. sjg. dottor Romaaldo Bertaglia matematico di Ferrara , e coq-
tiste nella caduta del Primaro da Marrara al mare , supposta dal si-
gnor Manfredi di piedi n^. sulla fede della livellazione deir anno 1758
ma contradetta dal signor Bertaglia, come erronea, e^ maggiore dal
vero» In fatti essendosi rifatte le stesse operazioni eoa istromento più
esatto, e della giustezza del quale si hanno riscontn sicuri registra» ^
ti in memoria a parte 9egH atti dell' ultima visita, la vera caduta
del Primaro d» Marrara al mare è stata ritrovata minore quasi la me^
tà cioè di i3. piedi , e once >f • solamente, ed in conseguenza infe*
TJore di troppo a quanto rìchied^a il bisogno del progetto del sig.
Manfredi, stando fermi gli altri suoi supposti. E. quantunque non
possa negarsi, che eseguito F abbreviamento della linea del Primaro
mediante il taglio suggerito dal p. Frisi nella valle- di Marmorta , si
avanzerebbero piedi 3« 7. di caduta, nondimeno 1' avanzo è troppo
tenne per compensare la mancaiiza procedente dall' errore commesso
nella livellazione . ,
XX. Il dottissimo sig; Giacomo Marescotti dettero , e lettor pub«
blico di filosofia nelP università di Bologna^ e prescelto per supplire
alle veci del sig. Manfredi mancatoci poco fa con grave iattura del-
le scienze matematiche, ha intrapreso non ostante il difetto della ca-
duta scoperto nel Primaro dì sostenete il progetto dello stesso sig.
Manfredi, e ciò in due modi. H primo è con individuare diversi t>-
glì, medianti i^ quali la linea del Primaro verrà ad abbreviarsi circa
4» miglia , alle quali corrispondon piedi 4* 8. di caduta, e questi a^^
^nnti a piedi 3. 7, che importa P abbreviamento mediante il taglio
preposto ^dalp. Frisi si avranno in tutto piedi 8. 3. di sorte il difet-
to aella caduta del Primaro da piedi i3. 5. si ridurrà a soli piedi S«
di In secondo luogo riflette il sig. Marescetti, che le diminuzioni
delle cadute nei tratti successici dalla Salarola al Santerno supposte
dal sig. Manfredi costantemente d' ^ d' oncia per miglio sono in re-
altà troppo searse , e in pratica^devono riuscire assai maggiori, on-
de* può darsi benissimo il caso , che la^somma degli eccessi delle ve-
Ife- aiminuzioni sopim le supposte dal sig. Manfredi giunga a compen^
Mre i piedi S, a^ aceennati . Con questa sapposizione principia il sig.
Marescotti la aua cadente da un punto del tondo del Primaro preso
ITI faccia- allo sbocco del Santerno, il quale resta inferiore piedi »*
7. al pelo infimo 4el mare • Dal punto accennato fino alla Bastia la
pendenza ò a ragione di once 91 io. per miglio, dalla Bastìa all' I«
dice di once io*. 9* dall' Idice alla Savena di once la. 5 , e final-
mente dalla Savena al Beno di once i4- $• Quanto alla larghezza del-
l' alv^o; vien' essa detemunata dal sig. Marescotti di piedi 19H , pren-
dendo regola, dalla se^doaedel Rena osservata n^Ua visita 2S, pertiobe
3ii
fC'pm 1^ casa della Ag.* Iiabellà PiomMbi, e rispetto all'altezza del*
V arginature il sig. Marescottì la regola sol sapposto » che le piene si
alzino al Morgone piedi 14» alla Bastia piedi iS, e al San terno pie*
di i6. Per comprovare la safficienai delle pendenze accennate » si
vale il sie. Marescottì d' un teorema proposto dal cbiàrissìmo p. Frisi
oeir erudito Trattato sopra le cadute ^dei fiumi torbidi ^ pubblicato
da lui Tanno scorso.
XXI. Insegna il p. Frisi nel teorema accennato 9 che i seni delP in«
elinazioni all' orizzonte degli alvei di due fiumi torbidi 9 simili nelle
altre circostanze , ma differititi nelle portate d'acqua, stanno fra lo-
ro in ragione inversa di quella delie stesse portate • La dimostrazio*
ne di questo teorema data dal p. Frisi si appoggia principalmente
sopra alcune sperienze fatte dal sig. Gennetè, e da lui espostf nella
sua lettera ad un ministro Olandese sopra il corso dei fiqmi. Affer*
ma in essa il sig. Gennetè d'avere sperimentato » che introdotta ìb uà
canale d' acqua corrente 9 il di cui fondo aveva di caduta 5 piedi
per miglio » P acqua d' un altro canale eguale 9 non si osservò acore?-
•oimenio alcuno d' altezza nel canale dell' acque unite 9 e solamente
dopo l'introduzione d^nn terzo eguale a ciascuno dei primi due 9 po-
tè notarsi qualcbe sensibile alzamento* Quello che si vede accade-
re nei canali di noca portata , e mannfiitst9 pretende il sig. Gonne*
tè 9 che si veriiicni né più 9 né meno nei fiumi magpori 9 addncen-
do in prova l' esempio del Danubio 9 il quale riceve V Inn poco a
lui inferiore di portata d' acqua 9 senza che sotto la oonfinenza L' al-
veo si faccia maggiore . Secondo questa dottrina seguirebbe 9 che u-
nendosi due torrenti egualmente torbidi in un sol alveo 9 dovranno
r acque unite dell' influente 9 e del recipiente correre ristrette nella
.atessa sezione 9 nella quale correvano prima le acque solitarie del re*
.€Ìpiente9 ed in conseguenza la velocità dell'acque del recipiente con-
verrà 9 che si accresca colla stessa proporadone9 che si accresce il
corpo d^ acqua del recipiente per V aggiunta dell' influente .^ La ve-
locità accresciuta dee cagionare necessariamente la corrosione del
fondo del recipiente 9 la ouale durerà fino a tanto 9 che l' istesso foo^
-do si disponga in un declivio più dolce 9 il quale dimimuaca la ve-
locità ^^ ^ ' • • •• '• ^ • ^ • " -^-
aveva
dersi spi
XXlL Ora benché io non provi difficoltà ad saMnettere per vero: 9
oIm V acqua d*tin fiume può qualche volta essere xìoevnta iiell^ alveo
d* un altro 9 e corrervi senea cagionarvi aensibil mutazione 9 non m-
prei nere indurmi ad accordare cosi di leggiero 9 che dall* osservazio*
ne d un caso particolare si possa dedurre sìonnmeiite h regola^ «ut*
versale per tutti senza perìcolo d' errore • Non £• nào Mme » éka
ili
nei fiumi particòlaroiente migporì s' incontrine tratti assai lunghi
nei quali le larghezze sono soprahhondanti , ed in conseguenza una
parte della sezione rimane morta , o con pochissimo moto 9 e questa
dall' ingresso dell' acqua d' un altro fiume venendo ravvivata 9 e resa
più veloce può benissimo bastare a smaltire le acque dell' influente ,
senza che le sezioni del recipiente sotto la confluenza alano necessi-
tate a crescere in altezza, o larghezza* Ma prescindendo ancora daU
la considerazione esposta 9 è da riflettere , che acciò l' esempio del
Danubio tirasse a conseguenza , converrebbe che si avessero le misa«
re dell'altezze ragguagliate delle sezioni avanti, e dopo la.confluen*
za dell' Inn, essendo notO| che per accrescere la portata d'un fiu-
me y molto più opera per 1' ordinario l' accrescimento nelle sezioni
di pochi piedi di altezza 9 che di molte pertiche di larghezza « Final-
mente non posso dissimulare di parermi assai stravagante il leggere
riferito nel libro del sig. Gennetè , che gli alzamenti del livello del-
V acqua nel suo fiume artifiziale dopo ricevuti successivamente quat-
tro volte eguali accrescimenti d' acqua siano riusciti sempre eguali , il
che è direttamente contrario a tutte le sperienzce le teorie ricevute
finora , le quali si accordano in istabilire, che gli alzamenti prodotti
dalla stessa quantità d'acqua in diversi stati d'un medesimo fiume
sono disuguali 9 e riescopo «empre maggiori quando è più scarso
d'acque. Da tutto questo concludo 9 ohe le aperienze del sig. Cen«*
netè meritano d^ essere rifatte con osservarne attentamente tutte le
circostanze 9 a fine di fiiggire gli equivoci , e che fino a tanto che
non Airanno verificate 9 e poste fuori di controversia non possono ser-
vire di base per fondarvi aopta una teoria superiore ad ogni eccezio*
ne intomo alle cadend dei numi torbidi {t)^
XXIII. Un* altra riflessione 9 la quale mostra chiaramente 1' incer«
tozza 9 nella quale «ìamo ancora a riguardo delle vere regole 9 che os-
serva la natura nello stabilire la pendenza dell'alveo ai fiumi terbi*
di dopo la loro nnione9 si desume dal concorso delle piene 9 senza la
cognizione del quale non è possibile accertare cosa luouna, quando
anche ai supponga nota la regola 9 colla quale si dispongono le pen^
denze in due fiumi simili neir altre circostanze 9 e difierenti sola-
mente nelle portate. Supponghiamo per esempio due torrenti simili 9
ed eguali 9 i quali concorrano insieme in un alveo comune 9 in modo .
I^erò 9 che le piene del primo non ai accordino mai ad incontrarsi
con quelle del sfondo 9 è manifesto 9 che la pendenza deU' alveo di
(f ) L* esperìenee fatte dal sig. Gennetè nel suo fiume attifiziale sono state ulti-
S «mente ripemte con molta esuttesza in Homa dal signor I>ott. Teodoro Bonatti
aiematico Ferrarese, e P esito si è osserralo totalmente diverso.
.40
8i4
oiagcniio non dovrà variarsi dopo il concorso > giacche le quantità del*
le piene le quali sole nei fiumi determinano le pendenze degli alvei
restano in questo caso le stesse nell' uno » e nell'altro. Ma se dal«
r altra parte supporremo che le piene d' amhidne i torrenti concor-
rano sempre ad unirsi nell'alveo comune, dovrà secondo il parer
comune degl'Idrometri la pendenza diminuirsi dopo il concorso, o
sia secondo la ragione inversa. dei corpi d'acqua avanti, e dopo l'u-
nione , o secondo qualunque altra • Poiché dunque nel primo caso ,
cioè quando le piene non concorrono mai , la pendenza resta l' istes^
sa , e nel secondo cioè quando concorrono perpetuamente , soffre una
certa variazione, quando le piene sono in un caso di mezzo» cioè non
concorrono veramente tutte le volte, ma pure concorrono di quando
in quando , potrà accadere , che la diminuzione della pendenza s egim
anch' essa la stessa legge , cnoè uè sia nulla , come nel primo caso »
e oè men tanto grande , quanto nel secondo y e che la sua misura
dipenda dalla diversa granaezza delle piene simultanee , e dalla di-
stanza dei tempi, nei quali concorrono. Ciò > che si è detto di due
torrenti eguali, può applicarsi proporzionalmente a tutti gli altri, e
siccome crescendo il numero dei torrenti , che confluiscono in uno
stesso alveo , cresce il numero delle combinazioni delle piene , e dei
tempi , nei quali si uniscono , cosi crescerà ancora la difficoltà di
determinarne con precisione l'effetto, di modo, che lo scioglimento
del problema di ritrovare la pendenza dell' alveo d' un fiume torbido
formato dall'unione di più altri, riesce moralmente impossibile, sen-
za consultare l'esperienza, la quale sola può darci lume suffiéfento
in questo proposito. Quello, che può stabilirsi prevent]^ament4. col
calcolo, SI riduce ai limiti delle altezze massima , o minima, al-
le quali possa mai giungere l' alveo del fiume unito , dopo l' ingresso
degl'influenti. Il limite della massima si definisce facilménte con
supporla eguale a quella, ohe competerebbe all'alveo del massimo
degl'influenti, che concorrono in un tronco comune, e potrebbe
ancora detefminarsi riguardo > alla miniima , tacendo uso di qualche
ipotesi probabile , o più sicuramente péc mezzo di una serie regolan-
te d' osservazioni d' altri casi , ma con tutto ciò la pendenza, dentro
i limiti accennati rimarrà sempre incerta , e l'incertezza nuocerà
tanto maerìor mente , quanto i limiti saranno più distanti , il ohe in
parità dell altre circostanze accade, quando si accresce il numero,
e le distanze degli sbocchi, e delle origini degli influenti.
XXIV. La difficoltà provata fin' ora di stabilire con sicurezza la neu-
denza dopo l'ingresso del Rene,- e del resto dei torrenti nell'alveo
del Primaro si manifesta ancora più chiaramente per un altro capo»
cioè considerando l'alveo del Pnmaro dal Santerno in giù, nel qual ..
tratto ai auppone gratuitamente dal sig. Manfredi seguitato in ciò dal
6i5
t\g. Marescotti, che AehUk maùtetiersi oostantemente nel
stato , senza mutar figura nella sua concavità , o riempiendola in
parte, o trasportandone l'infimo puntò in un sito più vicino alla fo-
ce • Che i fiumi torbidi , o chiari » i quali corrono sopra fondi capaci
di corrosione si dispongano gli alvei» in modo johe in qnatebe distan-
za delhi foce » di declivi si rendano acclivi 9 formando una concavità
più profonda del fondo stesso d^la foce» pare^ che resti comprovato .
abbastanza dall' osservazione del Po grande» dell'Adige» del Prima- ^
To , del Lamone » e si può aggiungere ancora del Teyere » e dell' Ar*
no» per quanto si raccoglie da/alcnne misure prese cosi all'ingros-
so » riguardo a quest' ullimo » E ancora assai verisimile , che la oa-
jgione dì questo strano giuoco della natura nella formazione degli aU
vei dei fiumi debba ^ripetersi principalmente dall'acceleramento del-
l'acque» il quale accade sempre più» o meno distante dalla foce
sell' occasione delle piene • Giò si rende manifesto » riflettendo all' ec-
cfesso del declivio del pelo delle piene comparativamente al pelo del- ^
l' acque basse » il quali eccesso principia in qualche distanza .dalla fo*- /
ce » cioè nel j)unto » nel quale i peli dell' acque alte » e basse » i
quali nelle maggiori distanze dalla foce si erano mantenuti sensibil-
mente paralleli fra loro» principiano a farsi ' convergenti . Non può
parimente porsi in dubbio^» che il declivio del pelo sia la causa prin«
Ci pale della velocità dell' acqua in preferenza ai declivio del fondo »
giacché il fondo » oltre al ritrovarsi per l' ordinario almeno nei fiu-
mi maggiori irregolare » può essere ancora orizzontale» o acclive» do-
ve all'opposto la linea del pelo dell'acqua si osserva regolare» e do-
tata sempre di qualche pendenza . Non mi è ignoto » che uomini
grandi in questa professione hanno creduto» che l'acqua possa cor- *
rere in un canale perfettamente orizzontale tanto nel fontlé'» che
nel' pelo dell' acqua » e si sono sforzati di dimostrarlo • Ma lasciando
ria parte il caso proposto da loro » il quale è assai metafisico » credo »
che in fatto non si ritroverà fiume» o caaide» nel quale il pelo del-
l'acqua non sia dotato di qualche pendenza verno la foce. Poiché
dunque néll' avvicinarsi l' acqua alle foci dei fiumi » cresce la velocità
per l'aumento del declivio» e per l'abbassamento della sezione» non e
maravigUa » che il momento accresciuto dell' acqua » giunga a seavare
il fondo» superando la tenacità delle parti del terreno» a superare
la quale non bastava il momento dell'acqua dotata di minor- veloci-
tà • Ma ammettendo per belle , e buone le dottrine esposte » non
veggo però » che siamo ancora in grado di potere stabilire sicuramen-
te con qual proporzione i fiumi di dìfierente portata si escavino
l'alveo sopra la foce» e se poste le larghezze degli alvei» e l'altezze
delle piene eguali » l' escavazioni si mantengano costantemente le stes-
te, ^pure vadano variando nei fiumi temporanei» e nei perenni» in
\
/
Si6
qofti» ehe oorrono sMipre ohiari» e in qaei> ohe •' iotwbidaiio nel-
le piene» in qnei» nei quali le piene paHano in poche ore, e in
quei , nei quali durano ì mesi snten • La aoluzione di queste ^ ed al-
tre simili questioui ooir aiuto della aola teorica per meszo dell' ap*
plìcazione nei prinòipj . oomqni della meccanica, riesce impresa trop*
pò ardna » essendo noi troppo air oscuro delle vere legg^ , che ossei^
vano le acque correnti dei fiumi , onde non resta altro partito ^ cho
il ricorrere ad noi serie d* osservazioni , quanto si può esaite » sopra
Je portate » le pendenze , e le misure in lai^bezza 9 e profondità de*
gli alvei di fiumi diversi pw ritrarnd qualche lume nelle occorren*
ze » ma questa appunto ci manca • Resta dunque provato alibastanza 9
che la caduta assegnata nel progetto del sig. Manfredi riformato dal
sig. Marescotti all'alveo <lei Primaro non è stabilita con tal certezza ,
che non vi resti luogo a dubitare di qualche oocia per miglio d' er*
rore, il quale moltiplicandosi successiTamente , potrebb' esser causa,-
che l'alveo menzionato si riducesse in grado » che gli scoli, e i tor-
renti , almeno in parte , non vi avessero l' ingresso , e le acque delle
piene giungessero ad un'altezza da porre in soggezione, e pericolo
più che mai le arginature alla sinistra , che difendono il Polesine di
S. Giorgio ,. e le valli di Gomacchio •
XXV. Passando alla seconda linea , che è la progettata dal signor
dottor Bertaglia, osservo, che le pendenze da lui riputate sufficienti
si riducono alle notate qui appresso. La prima principia da un pun-
to preso nella foce del Primaro 4* piedi sotto il pelo hasso del mare ,
e ascende verso un punto, che resta superiore aSo. pertiche al taglio
Gorelli, nel qual tratto, ohe uguaglia la distanza delb sbocco del
Santerno dalla foce menzionata del Primaro, la linea ha in tutto di
caduta 3. piedi > di modo, che nel punto superiore al taglio Gorelli
resta inferiore al pelo basso del mare un piede. Dal putito menzio*
nato fino al Sillaro la pendenza è a ragione di once 9 l per miglio ,
dal Sillaro all' Idice di once 10 | , dall' Idice alla Savena di enea
la i, e finalmente dalla Savena al Reno di once i3 I . La cadente ac-
cennata ò , secondo il sig. Bertaglia quella , che competerebbe natural-
mente al fondo del nuovo fiume > ma perchè dovendo disporlo sopra
. di essa , converrebbe particolarmente nel tratto , che resta fira il Re-*
no , e la Savena ^ iiinpegnarsi in escavarioni molto profonde , vengono
proposte per risparmio di spesa duratfte nn certo tratto due altra
cadenti, una cioè^ che si parte dalla cadente naturale all'intersezio*»
ne della Savena , e proseguendo verso Reno si alza al Naviglio/ duo
piedi sopra la cadente naturale menzionata, e quindi si conduce per
linea retta ad incontrare l'alveo del Reno tre piedi sotto il suo ton-
do . L'altra cadente, che riesce ancora più alta aella descritta^ si parto
dalla cadente naturale al Fossato Vidoso t e si abbassa snooessiva4fent%
Sf7
8. pieài sotto il fondo della Zena, 3^. sotto qaellt^ del Naviglio» e S*
in ifne sotto il fondo del Reno* *
XXVL RifletteDdo dipoi » che la Savana alP intersezione della se-*
cooda linea resta col fondo alto piedi ao^ 4* sopra la cadente nata*
tale dal fondo del nuovo finme » e piedi i4» ii» sopra la cadente
aHifieiale proposta in secondo luogo : suggerisce il sig. Bertaglia di
fabbricare nel primo caso i^. chiuse » e io« nel secondo» 'acciò il
corso troppo- violento dell'acqua corrodendo in un subito il fondo
non . faccia dirupare le sponde • Per ia stessa ragione air Idice » ìt
quale dove incontra la stessa linea ha il suo fondo pia alto piedi %ié
a. della cadente naturale» e i8. 8. dell' artificiale » si propongono 1 4*
chiuse nel primo caso» e la» nel secondo» Parimente al Sillaro» il
quale neir incontro colla linea accennata resta più alto di fondo del*
la cadente naturale piedi i6» si assegnano 8* chiuse . Al SaiMerno più
alto piedi 1 1 . 4- *o ^^^ danno 7 » e finalmente al Senio più alto pie*
di 7. se ne attribuiseono sole 4. Al Lamone ultimo degli influenti »
giacche questo ancora secondo il progetto del sig. Bertaglia dovreb-
be scaricarsi nel Primaro » nel quale metteva foce prima ehe V anno
1620. con un taglio ne venisse discornato » non si assegnano chiuse»
perchè sebbene il suo fondo nel punto» nel quale si penserebbe di
divertirlo dalP alveo » nel quale corre di presente » resta più alto 9.
piedi del pelo basso del mare » vien creduto » che la caduta super<^
fina possa smaltirsi in quel tratto » che dal punto della di verdone si
stende al Primaro per lunghezza di 3oo» pertiche in circa • Non
si stima né meno necessario l'adattare le chiuse agli altri influenti
minori nel nuovo fiume » con tutto che alcani restino nel loro in^
gresso superiori al suo fondo di parecchi piedi a motivo delle loro
piccole portate.
XXVII. Le chiuse menzionate dovrebbero fabbricarsi di legname
verde di salcio» e di grossi pali » alte ciascuna piedi. 3 i » larghe per
tutta l' ampiezza dell' alveo da una sponda all' altra » e distanti fra
loro da 3o. a So» pertiche» e più ancora» se sarà possibile» La su-»
perìore si collocherà col ciglio più basso piedi s i dèi fendo presente
4lel fiume , e l' ultima col ciglio più alto a« piedi del fondo del re-
cipiente • 'Dovranno poi demolirsi principiando dalla superiore a mi*
aura che il fondo dell'influènte si anderà abbassando» e comecché
può accadere facilmente » che abbassandosi il fondo si facciano delle
corrosioni nelle sponde » sì propone quando venissero ad essere cor«
rosi» e intaccati gli argini di nnfiancarli colla terra tolta dalla par*
te più alta dei medesimi» o con quella» che si avrà searioandoli nel*
la scarpa interna » prima che l' acqua abbia dato princìpio alla oot^
Tosione *
JKXVIIL L' altezza dell' arginature viene aitegaata di piedi i8.
y
8t»
•opra il fomlo del fiume dal suo priacSpio fino a S« Alberto , e qain^
di fino alla foce dee dìmÌDiiire 'proporzionalmente. Una tale altezza
sì crede sufficiente perchè mag;giore di quella dell' argine sinistro
del Primaro , e quando pure* nascesse il dubbio , che dalla Quaderna
al Senio non fosse sufficiente » si propone d* accrescerla coli' aggiun-
ta di due altri piedi . La larghezza dell' alveo , comprese le argina-
ture , si determina di 8o. pertiche dal mare allo sbocco del Santer*'
no 9 di 70. dal Santerno all' Jdice , e di 6o« dall' Idice alla botta
Sampieri . La larghezza del canale da scavarsi nel mezzo dell' alveo
sarà di 8. pertiche solamente •
XXDL In ultimo per maggior facilità si propone dal sig. Bertaglia
di scavare il canale accennato in figura triangolare , col vertice che
termini sulla linea della cadente » la base larga i6. pertiche, e l'al-
tezza la stessa y che dovrebbe darsi al canale scavato in figura di ret-
tangolo , o di trapezio secondo il solito • I vantaggi , che si aspetta-
tane da questa nuova operazione sono , L la minore spesa ; IL la ne-'
oessità , nella quale sarà il filone di mantenersi nel mezzo dell' alveo ;
IIL che dovendo il canale menzionato allargarsi in virtù del corso
dell' acque , ciò seguirà nel mezzo , dove per la sezione ristretta^ e ^
per r altezza, la forza dell'acqua sarà maggiore.
XXX. Per esporre sinceramente il mio sentimento sopra il pfoget-
to descritto , osservo , che le pendenze assegnate dal signor Bertaglia
alla linea da lui^ proposta sono le stes.^ , o piiittosto qualche poco
minore di quelle assegnate dal sig. Marescotti «Da sua, siccome po-
co diverso e il risoltato delle supposizioni . dell^ uno , e dell' altro ri-
guardo al principio della cadente • Mentre sebbene è vero, che la
eadente dai sig. Bertaglia si fa principiare da un punto preso nella
foce del Primaro 4* piedi sotto il pelo basso del mare , seguitando in
ciò la dottrina del Guglielmini , e del sig. Eustachio Manfredi d' il-
lustre memoria , contnttooiò nella distanza di 1% miglia , e | dalla
foce del Primaro, la cadente aecennata resta inferiore al pelo basso
del mare un piede, ed in conseguenza riesce più alta della supposta
dal sig. Marescotli soli piedi i |, differenza, che viene in seguito
assorbita dall' eccesso delle pendenze determinate dal sig. Marescotti
topra quelle del sig. Bertaglia. Donde segue, ohe se i supposti del
sig. Bertaglia reggono in fatto , converrà accordare , che il progetto
adottato dai signori Manfredi , e Marescotti può anch'»esso eseguirsi
•enza pericolo dell' eccidio delle campagne vicine • Vero è per altro ,
che nel progetto del sig. Bertaglia, siccome la di lui alinea scostan-
dosi dal rrìmaro va ad incontrare gli sco4i , e i torrenti in sito , tua
quale^ restano più alti di fondo , cosi avanza qualche cosa alle cadu-
te dei medesimi sopra il fondo del nuovo fiume, di modo , che quan-
do ancora gì' interrunenti lo alzassero di qualche piede , potrebbero
J
3i^
non ostante gli scoli , e i torrentì avervi V iogresso > il ohe non cosi
fecilmente aocaderebbe nel progetto dei signori Manfredi , e Mara-
scotti , nel quale gli scoli , e torrenti scaricandosi nel Pritnaro rasset-
tato di fondo y vi avrebbero solamente la necessaria èaduta . Non o-
stante però il vantaggio accennato della caduta nel progetto del sic.
Bertaglia ritornano sempre in campo le stesse difficoltà intorno us
pendenze , le quali non possiamo assicurarci » che dal sig. Bertaglia
siano state determinate con tanta felicità , che non vi sia corso qual-
che errore capace di far si, che una parte almeno degli scoli desti-
nati ad esser ricevuti nel nuovo fiume ne resti esclusa. L'incertez*
za y nella quale siamo , riguardo alla cadente del nuovo fiume» non
può mancare di rendere arresi dubbie le misure degli alzamenti del
pelo delie piene, ed in conseguenza dell' altezze , alle quali dovAn-
no condursi le arginature , siccome delle distanze delle medesime y e
delle larghezze degli alvei. Ma sopra questo ultimo particolare ci ri-
serbiamo a fare qualche ulterior riflessione più a basso.
XXXI. Resta da considerarsi la terza linea 5 o superiore , che vo-
gliamo dire , proposta , e sostenuta con pubbliche scritture dagli
eruditissimi signori Dottor Pio Fantoni , e m. rev. p. Domenico San-
tini , e preferita per varj rispetti dall' istesso sig. Bertaglia alla sua
propria riferita di sopra . In questa terza lìnea le pendenze sono di-
stribuite come in appresso. Il principio della cadente si prende nel-
le vicinanze di S. Alberto da un punto del Primaro inferiore tre pie-
di al pelo basso dermare» dal qual punto la cadente va ascendendo
fino al Santerno verso 1' osteria della Pianta con una pendenza di
once IO. per miglio 4 Dal Santerno al Sillaro la pendenza è di piedi
1. 3, dal Sillarò all' Idice di piedi i. 5 , dall' Idice al Naviglio di
piedi I. 8, e finalmente dal Naviglio al Reno piedi a. 6. I motivi
di fis«are le cadute accennate rilevati dal p. Santini, sono primiera-*
mente 9 che la Sammoggia sotto ai Porcelli , dove principia la terza
lìnea, si ritrova avere una pendenza di piedi 3. 4* per miglio, e che
il Reno sotto Malacappa dove entrerebbe nel buovo alveo pende piedi
A« 5. per miglio, ma dopo ricevuta la Sammoggia, non ostante la ^
rotta aperta alla Panfilia, non ha maggior pendenza, ohe di piedi i.
5 I ragguagliatamente.
aXXII. Secondariamente ha procurato il p. Santini di ricavare da-
Sli atti della visita le portate del Reno, e della Sammoggia, valen-
osi dello stesso metoao usato dal sig. Gabbriello Manfredi, e dello
proprietà comunemente ricevute dell'acque correnti. A tal' effetto
r ^ j. .__. ^..^ ^ — 1.^ ^..1: .1... dell'uno, e dell'altro,
acqua nelle piene di mi-
praticato riguardo alla Save-
superficiali nelle piene di
2^0
miglia 5. per ora , e con qaeBti detti ha ritrorato, che le portate dello
J^iene del Beno, Sammoggìa, Savona 5 e Jdice, «tanno per ordine
ra loro in ragione dei nnmeri 6093 « a834, tato, ao65 • Uàì nume-
ri esposti f\ raccoglie, che la Sammoggìa è alquanto minore della
metà del Reno , la Savona è prossimamente la quinta parte , e l' Idi*
ce qualche cosa maggiore di > . E perchè dai rilievi della visita ha
riconosciuto il detto Padre , che l' ingresso della Sammoggìa è cau-
sa, che il Reno diminuisca la sua pendenza di quasi un piede per
tnìglio , cioè di circa | della pendenza totale • Sopra questo detto sta-
bilisce tutta la sua teoria delle pendenze da distribuirsi nelF alveo
del nuovo fiume nel modo seguente.
]^XIIL Ci avvisa dunque , che col fondamento a suo. credere ih^
dubitato della diminuzione accennata di sopra, potrebbe assegnare
francamente all'alveo del nuovo fiume «otto Malacappa dopo ricevu-
ta la Sammoggìa noa caduta di piedi i. 5 | per miglio fino alio
sbocco della Savena, ma che però m questo tratto, a fine di porsi
nel sicuro 4 si contenta d'assegnarli piedi a, o anche piedi a. 6, se
ai desiderano a
DopoT unione dHIa Savena, la quale può dirsìp eguale alla quin«
ta parte in circa del Reno, potrebbe, secondo il p. oantinì ^ in vir-
tù della regola dedotta dall unione della Sammoggìa col Rea#'', U
pendenza del nuovo alveo supposta di piedi i. 5 | diminuirsi di
due, o tre once per miglio, e ridursi v, gr. a piedi i. 3, ma per
inajTgior sicurezza si accordano piedi ji. B.
Venendo alPIdice, il quale, come si è detto, è eguale a | del
Reno , poteva parimente il p. Santini , secondo i suoi prineip] , ri-
durre la caduta da piedi 1 • 9. per miglio a un piede solamente .
Gontuttociò per non abbandonar mai secondo che egli etesso ai espri-
me , la più minuta sicurezza ha voluto accordare al suo alveo dal*
ridice al Sillaro, invece del piede accennato, piedi i. 5. almeno
per midio.
Dal Sillaro al Santerno in faccia all' osteria della Pianta, preten-
de il p. Santini, fondandosi sempre nel sopraddetto raziocinio, che
basti al suo fiume una caduta di g. in io. once, onde qualifica di
soprabbondante quella, che gH viene assegnata di piedi 1. 3. per
miglio .
Finalmente dall'osterìa della Pianta a S. Alberto concede il detto
Padre al suo alveo una pendenza di once ao. per mìglio, benché sia
persuaso , che nel predette tratto non abHsogni di caduta , nsentra
secondo ì profili della visita verrebbe col fondo ad incontrare il pelo
basso del mare , vicino al sito accennato dell'osteria della Pianta.
XXXIV. Quanto alle misure delle larghezze dell'alveo si detensina
dal p. Santini V escavazione dal Reno alla Savena di larglMzza 4s
I
Ut
pertiche 8 , dalla SaTeat all' Idioe di pertiche 9 » dall' Idice al San*
terno di pertiche io, e fioalmente dal SaQterao a S. Alberto di per-^
tiQhe la. Gli argini si preacri?oao distanti nel piede dalla sponda nei
primi due tratti pertiche to y nel terzo pertiche 1 1 » e pertiche r a»
nel quarto 9 col ciglio alto circa piedi i6. aopra la cadente del fondo
del fiame«
XXXV* Se per formar concetto adequato delle tre linee esposte
finora, o d'altre simili destinate a rappresentare l'andamento di na
nuovo alvjBo capace di ricevere Tacque del Keno» e del resto dei
torrenti , e scoli del Bolognese 5 e della Romagna , bastasse il aolo
riguardo alla caduta senza mettersi in pena d'altro, non vi è dnb«
hìo^ che il Progetto del p. Santini non meriti la pneferenza, giacche
la linea da lui proposta prevale certamente in questo particolare a tut«
te • Ma siccome oltre la considerazione della caduta , vi hanno luogo
ancora altri riflessi di molta importanza, coaì credo opportuno di an*
darli brevemente accennando per venire in chiaro se il progetto di
Suesta terza linea sia in realtà tale, quale si mostra in apparenza,
a potersi cioè abbracciare «icuramente senza dubbio d' incorrere ia
qaei danni e pericoli , ohe si sono esposti di sopra , trattando delle
dae lìnee inferiori.
XXXVL Primieramente è noto , che le pendenze assegnate alla tua
linea dal p. Santini di piedi a, i« B , i« 5 , i , 3» o. io, per miglio
vengono da' lui riputate maggiori del bisogno , mentre nella sua
scrittura in risposta al sig. Marescotti ai sforza di provare coU'esem^
pio del Beno , e della Sammoggia adattato agli altri torrenti , dopo
averne calcolate le portate , che le stesse pendenze possono senza in-
conveniente ridursi a piedi a, i. 5 S- , i. 3 , 1. o , o* io.
Posto dunque, che le pendenze minori siano sufficienti, non par
troppo buon consìglio quello di tenersi colla linea in aito cosi alto ,
mentre in tal guisa si accresce notabilmente senza necessità la spesa
del lavoro, non solo per il maggior valore dei terreni, che dovran*
no occuparsi dall'alveo, e dair arginature del nuovo fiume 9 i quali
sono dei più fertili , e meno esposti alle inondazioni , ma ancora a
motivo dell' escavazìoni più profonde , che sarà necessario fare in
quel sito, e le quali, oltre al richiedere somme esorbitanti di dea»-
ro , potrebbero riuscire in quslche caso impraticabili per la quantità
delle sorgive, le quali s'incontrano per l'ordinario tanto più abbon-
danti , quanto maggiormente ai protondano l' escavazioni sotto la su-
pcvficie delle campagne*
Ma se venisse replicato , che non è veramente certo , die le cadu-
te più piccole menzionate di sopra pdftsano essere baatanti , e che
pere a fine di stare sul sicuro sono ^ state assegnate alla linea l' al*
tre Biaggiori, converrà esaminare, se non ostante il vantaggio delle
4«
pendenze accennate sopra T altre attrìbnite alle linee inferiori , vi re^
sti tattayia motivo di dubitare della loro sufficienza .
XXXVII, È principio costante d'idrometria, clie le pendenze de.U
r alveo di qualsivoglia fiume hanno relazipne non solo al corpo di
acqua delle piene 9 ma ancora alla qualità delle materie che porta ,
di modo t che data la parità di tutte le altre circostanze , se avremo
due fiumi y uno de' quali corra in ghiaia » e V altro in arena , la pen-
denza, del primo sarà sempre maggiore di quella del secondo , e la
denza richiesta da nn fiume , il «juale corra in ghiaia » è problema
non ancora sciolto y e che forse non si scioglierà mai per altra stra*
da, che per mezzo dell'induzione tirata da un numero grande di os-
servazioni fiitte sopra altri fiumi , scegliendo quei di condizione il
meno che si può diversa da quella del fiume proj^sto, e paragonati*
do la serie delle pendenze con quella dei diametri , e gravità specifi-
che delle ghiaie per ritrovare , dato un termine nell' una $ il suo cor-
rispondente nell'altra*
aXXVIIL Stabilito il principio accennato passiamo a farne l'ap^i-
oazione al caso della linea superiore • Questa si parte , conforme ti è
detto, dal Reno in im sito, ove non ha lasciata ancora totalmente
la ghiaia, osservandosene in quelle vicinanze qualche piccolo itauc-
Ohio sparso qua , e là nel fondo , e vicino alle ripe • Vero è per al<*
tro , che poco dopo il prinoipio della linea non ai vede più vestigio
di ghiaia a riserva di poca porzione della più minuta 9 la quale si
ritrova mescolata con molta quantità d' arena • La Savena , che è la
prima degli influenti nel nuovo fiume, resta intersecata in sito» do-
ve la medesima porta ghiaia assai sensibile, la quale si osserva di*
ipersa a luogo a luogo per tutto il tratto inferiore alla linea fino
quasi alla rotta, sempre però di minor grossezza ..L'Idice parimente
tanto sopra l'intersezione della linea, quanto inferiormente fino a
poca distanza dalla linea <n mezzo, ha sparsa interrottamente la
ghiaia sopra il sno fondo , sempre però colla solita legge , che la su*
periiore superi d'assai in grossézza l'inferiore. Nell'alveo della Gen-
tonara si osserva terminare il trasporto della ghiaia in un punto , il
quale resta superiore circa 3o4« pertiche al ponte della Rondanina,
die è €[uel ùto, dove il predetto torrente è stato attraversato dalla
livellazione della linea superiore, ma siccome questa interseca h
stesso torrente in nn punto superiore a quello della livellazione aSo
pertiche , cosi la distanza del termine della ghiaia nell' alveo della
Gentonara dalla linea superiore sarà di sole pertiche 54* È per altro
assai probabile , che il torrente accennato prima che si prolungasse
3a3
V,aWeo fra le deposizion'^ strascinasse la ghiaia anche inferiormente
al ponte menzionato della Rondanina ritrovandosi qualche quantità
della detta materia sparsa in diversi siti sopra l'argine detto > e par-
ticolarmente nella oampafna in faccia al ponte menzionato , ove si
ha dal detto d' un testimonio » che succedesse una rotta due ann^.
sono. La Quaderna porta ancor essa la ghiaia nel sito destinato per
il suo sbocco nel nuovo fiume , e di più la spinge più a basso sotto
il medesimo sbocco , per il tratto di miglia 1 1 ìnterrottamente , e
sempre più minuta » a proporzione che va accostandosi al termine
accennato. Il Sillaro lascia interamente la ghiaia in un sito superio*
re circa un mìglio, e mez;zo al punto, dove dovrebbe sboccare nel*
r alveo del nuovo fiume. Finalmente il Santerno, il Senio, ed il La-
mone non dannò veruno indizio di ghiaia nelle vicinanze dei siti ,
nei quali verrebbero tagliati i loro alvei dalla linea superiore , e ben-
ché non sia stato rilevato a quali distanze dai siti accennati lascino
le ghiaie , si hanno tuttavia dei riscontri , che queste distanze sono
di molte miglia , in ispecie nel Senio , e nel Lamone, che sono gV tn-
feriorì .
XXXIX. Dall' addotto fin qui apparisce, che il Reno, ridice, la
Savena , la Gentonara, e la Quaderna porteranno nell'alveo del nuo-
vo fiume qualche porzione di ghiaia, mescolata coli' arene più gros-
se . Se questa verrà dalla forza dell' acqua trasportata al mare , è cer-
to , che il fiume si manterrà il fondo in quel segno , nel quale sarà
stato escavato , ma siccome un tal caso non accaderà mai , giacche
abbiamo gli esempj d' dtri fiumi , come il Tevere , e l'Arno , i quali
non giungono a portar la ghiaia in siti dove le pendenze dei loro
alvei sono pochissimo differenti da quella dell'alveo del nuovo fiu-
me , e ì corpi d' aequa molto maggiori , cosi possiamo aspettarci ,
che la ghiaia o poco, o assai si deporrà finalmente una volta nel
fondo del nuovo fiume. Qual sia per essere il sito, nel quale segui-
rà la deposizione, non è facile determinarlo; bensì possiamo esser
certi , che ciò accaderà nelle parti inferiori , cioè dove si^iminuisce
la pendenza 9 nulla ostando in contrario, che il corpa d'acqua del
iìnme^ in quel luogo si faccia maggiore , atteso che per condurre le
materie gravi , le quali strisciano rasente il fondo , come la ghiaia 9
e non rimangono sospese nell'acqua, come la terra, e l'arena, mo*
Btra l'esperienza, che oltre il corpo d'acqua, si richiede ancora nel
fondo del fi'ume una certa indlinazioue . Qualunque sia il sito, nel
qnale si deporranno le materie ^ è indubitato , che un tale alzamen-
to ne produrrà altrettanto nelle parti superiori , di modo , che il
fondo ael nnovo fiume fino al suo principio si inderà disponendo
aopra una cadente parallela alla prima, o poco diversamente inclina-
ta secondo la varietà dello, circoatanze • V altezza dell' accennato
i%4
rìalzamenfò noti ptiò veramente stabilirsi eon esattezza , né sappiamo
coosegpaentemente se riuscirà tale da pregìadicare agli scoli. Vi è
però luogo di dubitare , e questo solo dee bastare per renderci can*
telati nell^ abbracciare il progetto aoceunate»*^
^ XL» Né vale T opporre^ che la quantità della gbiaia, ohe portano
1 sopraddetti torrenti nei luoghi assegnati ai loro sbocchi nel nnovo
fiume è totalmente piccola , che non pnò cagionare Temo danno ,
molto più perchè il sasso dopo scorso un certo tratta ^ A riduce fi-
nalmente in arena y la quele incorporandosi coir acqua , può esser
trasportata al mare» ancne in un fiume , it di cui fondo si supponga
privo di qualunque pendenza , mentre è fiicile il rispondere • Primie-
ramente 9. che la ghiaia di tutti i torrenti menzionati , venendo rac*
colta in un sol alveo » non sarà così poca ^ come si suppone. Io se-
condo luogo y non è Èltrimenti vero , che tutta la ghiaia d^ un fiume
si consumi a forza di sofiregamealo y secondo ^ che già credette il
Guglielmini^ mentre la ragione, e T esperienza insieme mostrano^
che tale effetto si richiederebbe una lunghezza di viaggio molto
maggiore di quella del tratto » per il quale si osserva ordinariamente
xiegli alvei dei fiumi la ghiaia, onde convien concludere» che resti
almeno per la massima parte ammontata nel fondo , come in fatti
apparisce, ritrovandosi in occasione dell' esoavazioni la ghiaia, non
solo nella superficie del fondo dei fiumi , ma ancora per molti piedi
sotto ,. e sempre continuata . E ben poi vero , che i' alzamento del
Ibndo nei fiumi,, i quali corrono in ghiaia, non segue con quella
prestezza y. che molti s' immaginano , non ostante la quaatità del sas-
so r ^ della ghiaia 9 che vi condnoono le piene , potendosi eìì^ spiega-
re ottimamente nella maniera proposta dal sig» Dottor Bertaglia , che
è la seguente
XLI. Chi esaminasse, dioe egli, il fondo d^ un fiume in piena , lo
ritroverebbe tutto sconvolto daW impeto delV acque fino ad una notar'
bile profì>ndità •^ In quello seonoolgimento della materia componente
quel fonder, la pia grossa come di maggior peso assoluto j. e difficile
ad asportarsi per lungo tratto dalla forza dell*^ acqua y va ad oocu*
pare i siti più bassi , lasciando mi di sopra la più minuta esposta ad
essere dalV acqua con facilità scavata, e trasportata. La concluaio-
ne h dunque , che 1' acqua scavi dal fondo , e porti via quasi altret-
tanta materia pitr sottile y quanta è la più grossa , che vi si ferma ,
ammettendo per altro y che qualche porzione si riduca in arena y o
in ghiaia più minuta mediante Turto» e il 8o£Eregamroto dei sassi
mageiorì fra bro-
XLlI. Questo cBscerso pn^ essere vero » trattandosi di fiumi , che
abbiano il fondo composto di materie sciolte, e amovibili, come sona
r arena» la ghiai» minusa» ma it ibodo del oaovo fioflw oomposlo
Ai terra vergine , e tenace non verrà punto soonvolto dalla forza deU
Tacana, oooft la ghiaia portata in esso ^ poca » o molta che sia, non
potrà restarvi sepolta, ma si poserà tutta sopra la superficie > ed ia
conseguenza verrà a riatearlo» conforme si è detto*
XLIIL La materia , che si ritrova nei torrenti menzionati vicino
agli sbocchi nel nuovo fiume, non è pero quella sola, che Caccisi te-
mere gli sconcerti accennati , potendosi credere , che ciascuno degli
stessi torrenti sia per introdurne nel nuovo fiume molto maggior
quantità j a motivo della caduta , che dovramia far Tacque dei me*
desimi per ispianarsi aopra il pelo del recipiente • Ecco in ristrette
Come resteranno appresso a poco i fondi degP influenti relativamente
a quello del recipiente . Il Reno avrà il suo fondo a Malacappa pia
alto di quello del nuovo fiume piedi iS, la Savona parimente piedi
13 , ridice piedi i8 , la Centonara piedi 9, la Quaderna piedi 8, il
Sii laro piedi ii , ed il Santerno timilmente piedi ir. È certo ^ che
V acqua cadendo dalle predette altezze ^ ^ non incontrando ^ si può
dir, resistenza, dovrà notabilmente accelerarsi. Un tate accrescimen-
to di velocità sarà cagìope ^ che tutta T acqua del fiume anche per
un tratto considerabile superiormente ai siti delle cadute accennate»
si anderà parimente accelerando , conseguentemente guadagnando for-^
za per sollevare dal fondo , e trasportare avanti molte delle materie ,
che si erano precedentemente deposte net tratto memBÌonato . Né può*
dubitarsi , che segua altrimenti , riflettendo , che la pendenza dei
fiumi, poste r altre ^rcostaaze del pari, ò regolata dalla velocità,
di modo , che se il fondo d'une degli influenti accennati richiedeva
per esempio una pendenza dt due piedi per miglio ^ questa stessa sa-^
rà soprabbondante , quando T acqua del medesimo inuueate sarà dw
venuta 'più veloce, e però il fondo dovrà scavarsi fino a tanto, che
la pendenza sì riduca in grado da non permettere piìt oltre reaea<*-
vazione , né gì' interrimenti -
Da tutto ciò si raccoglte manifoatamente , che ciascuno dei torren*
ti nominati di sopra, porterà nell'alveo del nuovo fiume molto mag-
gior quantità di ghiaia di quella , ohe si osserva nei siti , nei quali
verranno intersecati dal di lui alveo, e siccome questa sarà ancora
di maggior grossezza, cosi vi è luogo di temere con molto fondar
mento , che i rialzamenti possano ancora riuscire più grandi di quan«
to abbiamo di sopra accennato .^
XLIV. U alterazione del fondo del nuovo fimne riuscirebbe anooni
in questo caso maggiore, quando le chiuse y le quali vien pr<^o-
sto di fabbrtccare agli sbocchi di tutti t torrenti dovessero rrnsoo--
versi a poco per volta , acciò i fondi dei torrenti andassero finaTmen*
te a spianarsi sopra il fondo del recipiente ^ mentre allora sarebbe
in molto maggior quantità fe gbtaiar,. e il sasso , che va enUrecefabey
Ma giaccliè le dette chiuse possono fabbricarsi stabili 9 e impedire ia
conseguenza il profondamento accennato , non ci dilungheremo da van«
taggio per esaminare gli effetti che da quello potessero cagionarsi.
Solamente avvertiamo , che acciò possano resistere all' urto delle pie -
ne non dovrebbero costruirsi come vien proposto » di legno verde 5
ma bensì di palizzate doppie molto forti » o di muraglia , nel qual
caso riuscirebbero migliori, particolarmente trattandosi di doverle
mantenere perpetuamente • Né serve addurre in questo proposito V e-
sempio in contrario di quelle del Panaro 9 mentre non è altrimenti
vero, ohe siano composte semplicemente di legname verde , ma sono
bensì costrutte nella loro ossatura di travi di rovere molto bene in-
catenate, e collegate insieme.
XLV. Non vanno inoltre lasciate senza la debita riflessione le dif-
ficoltà, che s* incontrerebbero nel fare T esoavazione dell'alveo ac-
cennato , e si concepiscono facilmente , ponendo mente al metodo »
col quale simili operazioni sogliono eseguirai. Per procedere con re-
gola , l' escavazìone si principia sempre dallo sbocco , e si prosegui-
sce salendo gradatamente, acciò l'acque delle sorgive abbiano facoltà
di scolare, e non impediscano, restando stagnanti, la continuazione
del lavoro , oppure per non accrescere la spesa , la quale diventereb-
be esorbitante, se dovessero , essendo prive di scolo , asciugarsi a for*
za di trombe, o d'altre macchine»
XLVI. L' escavazione dell' alveo accennato dovrà dunque avere il
suo princìpio da S. Alberto, e quindi condursi 6no al Santeroo, do-
ve converrà interromperla , mentre ivi resta attraversata dall' alveo
del fiume accennato. Sarà però necessario principiarla di nuovo su-
periormente al Santerno per continuarla fino al Sillaro, e quivi pure
per lo stesso motivo è forza abbandonarla • L' istesso convien prati-
care dal Sillaro alla Quaderna , dalla Quaderna alla Gentonara , dalla
Gentonara all' Id ice , da questo alla Savena, dalla Savena al Beno^
e dal Reno finalmente alla Saramoggia.
XLVIL Posto ciò avremo altrettanti tronchi d' alveo , che non
comunicheranno insieme , ma resteranno divisi d^^li alvei dei torren-
ti predetti. Fino che i tronchi accennati, eccettuato l' ultimo da S.
Alberto al Santerno, avranno il fondo più alto d'uno qualunque si
sia dei canali , i quali resteranno intersecati, e servono di scolo al-
le campasne situate fra i torrenti , potranno le sorgive scolare me-
diante gli stessi canali , ma proseguendosi 1' escavazione, al segno in-
dicato dalla cadente determinata dal p. Santini , e perciò occorrendo
profondarsi per qualche piede sotto il fondo ìnfimo* degli accennati
e»
3ia7
sorgerà , la quale trattandosi d' una profondità di circa piedi ao ,
quali sono quelle, cbe a' incoutreranoo superiormente, e inferiore
mente al Reno , fra il Beno , e la Saven^^ , e da ambedue le ripe del-
l' Idice , non può essere se non in molta abbondanza , conforme ci fa
Tedere V esperienza in casi simili • Vi è di più , che siccome tntti i
predetti scoli resteranno tagliati dall' alveo , che si anderà scavando,
così l' acque , cbe i medesimi porteranno in tempo di piogge , le
teramente smaltite.
XLVIIL Quanto sconcertino simili accidenti 1' operazioni di questa
sorte , e quanto in conseguenza facciano ricrescere la apesa , partico-*
larmente trattandosi di lavoro così vasto , e nel quale dovrebbero es^
sei'e impiegate molte centinaia di persone , è facile a rilevarsi da chi
ne ha l animo preocupato , e però non ne parleremo da vantaggio •
Che ae poi non si volessero tagliare i predetti scoli per impedire
gì' inconvenienti accennati, nascerebbe allora un' altra difficoltà, cioè,
che dovendosi interrompere l' escavazione non solo all' incontro d' o*
gni torrente , ma di qualsivoglia scolo , con fare un numero grande
di buche separate fra loro , si viene a rendere sempre più arduo , o
almeno dispendioso il proseguimento dell' operazione , a motivo di
doversi estrarre dalle buche accennate a forza di macchine tutta
quella quantità d' acqua, che sorgerà in esse anche nel principio
dell' escavazione dell' alveo , il che non accaderebbe y tenendo 1' altro
prescritto regolamento •
, XLIX. Passando adesso alle misure dell' alveo del nuovo 0ume , ac-
corda il p. Santini , cbe le larghezze da lui prescrìtte all' eseavazio-
ne siano molto minori del bisogno , ma pretende , prescrivendole tali,
d' ottenere un risparmio considerabile nella spesa delH escavazione ,
lasciando all' acqua il carico di ridurre le sezioni alla larghezza con-
veniente, come ha insegnato il Guglielmini nel suo Trattato della
Natura dei Fiumi , sopra questo metodo però sono da fam le se-
guenti considerazioni.
Primieramente si dice , che il discorso del Guglielmini non è adat-
tabile alle presenti circostanze , poiché un tal metodo è suggerito da
lui , allora solamente , che si tratta d' addirizzare con i tagli oppor-
tuni le tortuosità di qualche fiume , lasciando però intanto aperto
l' alveo vecchio , nel quale s' intende ottimamente , che 1' acqua , la
quale non può capir tutta nel nuovo cavo, avrà il suo sfoso per il
canale , che -s' intende d' abbandonare , e come a misura che il pri*
mo si anderà escavando , e dilatando , 1' altro debba interrirsi . Ma
se vorremo introdurre nel cavo del nuovo fiume tutta l' acqua ad uo
3*8
tratto ( né può già &rti altrimenti » non volendo eaporsi al perìcolo»
che 1' alveo già escavato a' interritca , lasciandovi correre una pane
dei torrenti , quando la pendenza si è proporzionata al complesso del
tezza considerabile, e manoando in questo particolare nella prims^
costmziooe , si darà ocoaiione j mediante il traboeeo^ delle piene , ad
inondazioni vaste, e dannose al maggior Mgno sopra le migliori
campagne •
Secondariamente è da avvertire , cbe V acqna può al più produrre
la corrosione delle sponde , quando il terreno ^ del quale sono oom*
poste, sia sciolto, e arenoso , ma non già quando h di qualità Argil-
losa , e tenace , conforme ha dimostrato V esperienza in più casi , e
particolarmente in questo riferito dallo Zendrini dell' escavazione fatta
per la diversione dei due fiumi Ronco , e Montone , ai qdali essendo
stato preparato un alveo più stretto del dovere sulla speranza del ri«
sparmio della spesa , fu necessario ridurlo interamente alla larghezza
dovuta IL forza d' esoavazione manufatta , a motivo ohe l'acqua per la
tenacità del terreno non prodnceva l'effistto, che si sperava»
In terzo luogo merita d' esser fintato un altro accidente , che si
osserva giornalmente nell'acque torbide « ed è, ohe movendosi con
una data velocità non possono sostenere incorporata altro che una
quantità parimente determinata d'arena, o di terra^ di modo, che
aggiungendone di più , tanta appunto verrà a deporsi nel fondo ,
quanta sarà stata 1' aggiunta di nuovo • Applicando V osservazione al
caso presente , è indubitato , che 1' aeqve , le quali dovranno scavare il
nuovo alveo, saranno tutte torbide, onde benché possano esser dota-
te di tal forza, che basti a corrodere il fondo, e le sponde, non sia-
mo però certi , se potranno condurre le materie corrose al mare , o
pnre dovranno deporlo per la strada , il che potrebbe cs^gionare un ai--
s^amento del fondo nelle parti inferiori dell'alveo» capace di scoo«
certare il lavoro . Aggiungo intanto ^ che colla teoria addotta si spie-
ga chiaramente per qual causa ì fiumi , i quali corrono qualche voi*
ta in piena con acque chiare , si mantengano l' alveo scavato , e
sgombrino gl'interrimenti lasciati dalle piene degl'influenti torbidi,
che è il caso appunto del Primaro^
L. Il discorso fatto fin qui si riduce in sostanza a provare la neeea*
sita di scavar l'alveo del nuovo fiume nella larghezza conveniente, la
quale per quanto si supponga ristretta , non può mai esser minore di
quella della sezione più angusta del primo, è maggiore degli infliieiH
ti, che è il Reno, fino a tanto, che non riceverà altri torrenti, ma
dopo V ingresso dei medesimi dovrà andarsi gradatamente accrescendo *
La sezione ^ià an(;mta dd Reno, presa in un tratto più regolare ,
è quella > che resta iu faccia al ^ihzzQ detto della volta del signor
Marchese Sampieri, ed è larga a pelo d' acqua bassa pertiche i3 i ,
colle golene larghe » la destra pertiche ao , e la sinistra 33 •
Dal P. Santini ^si assegna al sno fiume nel primo tratto dopo la di-
Tersione del Reno una larghezza di sole 8. pertiche, minore in con-
seguenza pertiche 5 ^ di quella, che naturalmente so li compeiereb*
jbe • Le golene parimente assegnate dall' isteaso padre al nuova fiu-
me , larghe ciascuna io pertiche, nel tratto dal Reno airidice, so-
no minori 33 pertiche delle riferite di sopra dell' alveo del Reno in
faccia al palazzo della Volta •
Questa maggiore escavazione necessaria insieme odia compra del
terreno avendo ancora riguardo alla maggior distanza dei trasporti»
non può importar meno d' un milione Sì scudi, il quale aggiunto ad
un milione , e mezzo , ohe a tanto si fa ascendere nel calcolo esibi-
to in visita la spesa di tutto il lavoro , si avrà una somma di due
milioni , e mezzo di scudi • Ma non è fuori del verisimile , che la
spesa totale di questa operazione possa arrivare ancora a tre milioni ,
avenda riguardo ai prezzi dei terreni , i quali sono dei più fertili
del Bolojpiese , e della Romagnola , allo strazio , che converrà fare
degli efibtti dei particolari , tagliandoli , e soggettandoli a ricever le
acque che sceleranno dalle parti più alte ^ e che non potendo in tem-
po di piena avere ingresso nel nuovo iiume, saranno perciò obbliga-
ae a spandersi soprala campagna, e valutando più esattamente le
«pese di tutte 1' altre partite, cioè deile chipse , delle chiaviche da
fibbricarsi a ciascuno degli scoli dei ponti per le strade , che reste*
ranno intersecate , e del Navìglio* Si aggiunga il rifaccimento di
tutte le fabbriche , o siano per uso dei coloni , o per delizia, dei mu«>.
lini ec» e finalmente quel tanto, che potrà occorrere per le difficol*
tà impreviste, che si affiicceraono ìu una operazione così vasta , la
quali notu saranno cesi poche se dee prendersi recola da ciò che
accade giornalAiente in altre imprese più facili , e di minor rilievo ,
eenza paragone di quella , di cui si tratta « Non si pretende già , che
1' articolo della spesa sia 1' unico da aversi in vista , per ammettere ,
o rigettare il partito accennato , ma si è stimato bene di porlo nel
•uo vero lume , acciò fat lusinga di conseguire con medioere dispen^
dio vantaggi d' importanza, non serva d' eccitamento ad impegnar-
si in wiìà operazione sottoposta d' altronde a non poche difficoltà , e
della quale si è mostrato il dubbio della riuscita •
LL Qualunque sconcerto poi seguisse in quest' opera , o per man-
canza di caduta, o per non essersi assegnate all' al?eo la dovuta lar-
ghezza, o altezza necessaria all'arginature, oltre la spesa grande,
che si richiederebbe per rimediarvi , potrebbe esser cagione , che le
4^
53o
ounpa^e più ftmene y e frattifere del Bolognese > e della Romagno-
la, attraverso alle qnali si yaol condurre il nuovo fiume , veoisseror
devastate dalle acque, o almeno danneggiate notabilmente per qnal*
che tempo,. e ridotte alla trista condizione di rimanere sottoposte a
perpetui danni , e pericoli nell' avvenire .
Questo lavoro adunque , il di cui esito è incerto , che pone in pe-
ricolo i migliòri terreni di due provincie principali, e che per la
raa esecuzione riehiede spese immense, non so vedere , come possa
intraprendersi aenza nota di soverchia animosità.
LlL Rimane il quarto progetto , nel qttale si propone incanalare
le acque del Reno, e del rimanente dei torrenti nei Primaro rioa»
vando prima , e rassettando il Benedettino , dove fa di bisogne , con
scaricare susseguentemente il Primaro nelle valli di Gomaccbio per
una foce da aprirsi nelle vicinanze di Longastrìno •
LUI. Non può certamente negarsi , che r :asecuzione di quest' ul-
timo progetto non permetta in apparenza ogni pia felice successo •
In fiitti il pelo delle piene maggiori del Primaro , si alza sopra il
pelo delle valli confinanti alla sinistra circa 14. piedi , é dovendo ,
dopo aperta la foce nelle valli , spianarti immediatamente sopra la
superficie delle medesime , è manifesto , ohe in breve tratto guada-
gnerebbe r4* piedi di caduta» Dall' altra parte è certo, che. nei fiu-
mi di fondo orizzontale , o che si accosta alP orizzontale , la caduta
del pelo è quella principalmente , che determina la velocità dell' ac-
qua , e però nel caso presente f V accrescimento di 14* piedi nella
caduta del pelo del Primaro , non potrà mancare d' accrescere nota-
bilmente la velocità dell' acqua nel tronco superiore del fiume , ed
in conseguenza, di abbassarne notabilmente la superficie, d' onde
seguirebbe , che tutte le valli situate alla destra vi avessero nno sco-
lo felice , e si risanerebbero quasi tutti i terreni , che sono al pre-
sente danneggiati dalle inondazioni dei torrenti , e dai ristagni delle
piovane • Non ostante però i vantaggi accennati , sono di parere ,
che facendo più matura considerazione , si ritroveranno nel progetto^
accennato tali inconvenienti , che distoglieranno interamente dall' a»
derirvi •
^ LI V. Il primo è , che il progetto , per quanto possa apportare d' a*
tile nel principio , sarà però sempre temporaneo • Per rimanerne con-
vinti basta riflettere, che le acque torbide delle piene del Primaro»
scaricandosi nelle valli di Gomaccbio , il pelo delle quali è orizzon-
tale, dovranno perdere quasi tutta la velocità, ritenendone soltan-
to quel poco , che basti a condurle con moto lentissimo all' emissa-
rio delle valli più vicino, cioè a Bellocchio* La perdita della veloci-
tà porterà seco necessariamente la perdita della fòrza dell' acque , per
sostenere le materie incorporate , le quali però • doi^ranno depositarsi
53i
net f^do prossimamente alk fooe , e la deposieiòne si farà mag-
giore dalle parti laterali del filone , che nel mezzo , dove la velocità
dell* acqaa patirà minor diminuzione , conaeguentementt^ la terra , e
1^ arena deposte , formeranno nel fondo della yalle un abbozzo d* al-
veo y il quale si anderà protraendo , e rialzando a misura , che le tor-
]bide delle. piene somministreranno materia per il di lui accrescimen-
to. Tale accrescimento non può mancare di farsi con molta prestez-
za, a motivo del pochissimo fondo delle valli , e della quantità del-
la materia grave incorporata nelle piene del Reno , e dèi rimanente
dei torrenti , la quale benché non giunga ad un terzo dell' acqua flu-
ente, come ctfh esorbitanza in vero troppo manifesta è stato creduto
altre volte ^ tuttavia dall' esperienze fatte nella visita apparisce , che
giunge alla trentesima parte 9 anche nell'acqua presa vicino alla su-
perficie 9 la qual misura per altro non si osserva sempre la stessa, ed
è molto probabile 9 che vada variando secondo i diversi stati della
campagna , e particolarmente dei terreni arativi delle colline , in oc-
casione delle piogge • Suppenendo , che 1' alveo menzionato si condu-
ca direttamente fino a Bellocchio, non sarà lungo meno di 12. mi-
glia , e allora , quanto alla brevità delibi linea , non differirebbe da
un altro alveo , che potrebbe costruirsi alla destra del Primaro , ma
un tal caso , a dire il vero , è quasi impossibile , e piuttosto dob-
biamo aspettarci , che la direzione dell'alveo, dagli ostacoli che in-
contrerà per là strada , sia obbligata a torcere or qua , or là , e di-
sporsi in una linea flessuosa , la quale accresca di buon tratto la lun-
ghezza , conforme è accaduto nel Primaro stesso , e si vede giornal-
mente accadere negli alvei , i quali formano i torrenti nel mezzo
«Ielle alluvioni. Al prolungamento dell'alveo, terrà dietro necessaria-
mente il rialzamento del fondo , e 1' altezza del pelo delle piene , la
quale non sarebbe maraviglia , che si riducesse finalmente a quello
stesso segno , o forse anche superiore , al quale giunge di presente .
LV. Il secondo inconveniente consiste nel pregiudizio , che riseo-
tirebbero gl'interessati della Romagna, a causa dei torrenti Santer-
no , e Senio , i quali dovrebbero prolungarsi la linea , il primo H.
miglia almeno ; e 4? ì^ secondo , per andare a ritrovare il nuovo aU
veo , ed in conseguenza sarebbero obbligati ad alzarsi di fondo al-
trettanto , quanto importano le loro cadute nei tratti accennati , cioè
a dire parecchi piedi . Onde se al presente per 1' altezza dei fondi
riesce tanto difficile, e dispendioso ai confinanti il contenerli ristret-
ti dentro la cassa degli argini, è manifesto, che alzati che fossero
di fondo quanto si è detto , sarebbe impossibile l' impedire , che tra-
Bocòando , 9 rompendo 1' arginature non si spandessero a deva-
stare la campagna» Peggio ancora accaderebbe , se per fuggire gli
soonoerti accennati , si laisciasaero correre al mare disgiunti dai Reno,
e d&l resto dei torrenti. Il fondo del Prìmaro dallo •booco del
Santerao al mare per un tratto di i a. miglia e | non ha si può dire
caduu. Il Sauterno, Ticino al suo sboooo nel Prioiaro ha di cadala
piedi I. IO. 6. per miglio 9 e intanto corre per T alveo del Prìmaro .
•enea cadata , in quanto Tiene aiutato dall' impnlto delle acque an*
Feriori • Mancando quìeste ^ converrà che ai iacoia dallo abocco nel
rimaro al mare quella caduta » ohe ricluede il corpo » e la qualità
delle ane acque nel modo iatesso, che ai oaaerra aver &tto nel La-
mone dopo divertito dal Primaro > nel quale metteva foce» circa 140
anni acne • E perchè la diatanza dallo sbocco del Santemo al mare ,
è molto maggiore di quella » che corre dallo stesso sbocco al aito del*
la diversione del Primaro nelle valli di Gomaccbio » luirà perciò più
grande il rialzamento del fondo , e in conseguenza crescerà il peri*
colo dei terreni adiacenti agli alvei dei torrenti menzionati .
LVL n terzo riguarda il Polesine di S* Giorgio parte la più gelo-
sa del territorio Ferrarese , gli scoli della quale ai scaricano nelle val-
li di Gomaccbio » e resterebbero almeno nella parte più bassa nota-
bilmente impediti » mediante V alzamento del pelo delle valli cagio-
nato dair afituaso di tante acque » onde vi perderebbero in tutto » o
in parte la caduta »
LVIL Gonaiate il quarto, nella perdita in una porzione considera-
bile delle valli accennate neir uso della pesca , la quale porta profit*
to cosi rilevante alla Reverenda Gamera » ed è le causa principalo
della popolazione della città di Gomaccbio»
LVin. Ricapitolando dunque in breve il discorso fatto fin qui , in-
torno i progetti proposti per il regolamento delle acque delle tre Pro-
vincie 9. concludiamo L Ghe non è praticabile presentemente V im-
missione del Reno nel Po grande approvata altre volte dai visitatori
Apostolici » perchè lascia senza speranza di rimedio i danni > che
soffre una parte della campagna per le inondazioni dei torrenti ^infe-
riori • IL Ghe il ricapitare le acque del Reno » nnite a quelle del ri-
manente dei torrenti nel Primaro ^ ò pericoloao 9 perche non aiamo
aicuri » ae le cadute assegnate di mano in mano al fondo del Prìma-
ro , saranno aufBcienti . IIL Ghé V alveo ideato dal aig» Bertaglia ^
sebbene ha qualche vantaggio sopra P alveo del Primaro » perchè in-
contra gli scoli , e i torrenti in punti più alti » e però ammette cadu-
te msggìori » tuttavia non essendo noti abbastanza i limiti delle pen-
denze del fondo , aiccome delP altezze delle arginature 9 non reata
seppur caso esente , quando si vogliano introdurvi 1' acquò torbide
tutte ad un tratto» dal dubbio dell' accecamento d' una parte degli
acoli f e delle inondazioni » niente minori delle preaenti , posto che ni
mancasse di fabbricare l'alveo della capacità necessaria» Né a queato
pericolo può provvedersi con eecedere nelle nwore > perchè trattandoti
^
m
i* nn òorpo ooii fasto à^ acqne » troppo grande eonverrel>l>e, ch^
fiosso P eocoiso per istàre sul sicaro^ il che produrrebbe un altro eo-
cesso di spesa » gran parte della quale pub darsi il caso » che fosse
gettata Tia • IV. Che il progetto della linea superiore , benché dotata
qi maggior caduta di tutte > nondimena per la qualità delle materie »
ohe porterebbero nel nuovo alveo i torrenti , per lo scarico delle
quali è incerto » se le pendenze assegnate quantunque maggiori ba-
steranno per la spesa > e difficoltà dell' esecuzione , e per la sogge*
zione 9 ed il perìcolo., ùtl quale sì pongono i migliori terreni del
Bolognese » e della Romagnola , non merita . d' essere abbracciato *
V. Che r istesifo può dirsi del progetta dì scaricare 1' acqne del
Prìmaro dopo, ricevuto il Reno col resto dei torrenti nelle valli dì
Gomacchio » per una foce situata nelle vicinanze di Longastrino » a
motivo d' essere un tal provvedimento di poca durata , del pericolo
nel quale porrebbe i terreni della Romagna , e del pregiudizio del
Polesine di S. Giorgio » e delle valli di Gomacchio..
LIX» Non vorrei però,. che dalle difficoltà incontrate nei Progetti
esposti, si tirasse la conseguenza, che metta perciò il conto di la-
sciar vagare le acque del Reno , e del resto dei torrenti j qua , e là
senza freno, aspettando dalla sola natura, senza il soccorso dell' ar-
te , il benefizio di vederle incanalarsi spontaneamente al mare , come
seguirà senza dubbio una volta ^ dopo che avranno rialzate , e colma-
te colle deposizioni le campagne del Bolognese, piombando quindi a
sommergere i terreni asciutti » tanto inferiori del Ferrarese , e della
Romagna • Tale non è certamente il mio sentimento , bensì credo »
ohe nel progetto da scegliersi per il regolamento dell'acque delle tre
provinole, debbano concorrere necessariamente le condizioni seguen-
ti • L Ghe la linea dell' alveo, nel quale correranno ristrette le acque
del Reno^ e dei torrenti, sia tale da non esporre al pericolo le cam-
pagne, presentemente fertili^ e libere dalle inondazioni « IL Ghe Te-
secuzione del progetto non porti seco somma difficoltà , e spesa ec-
cessiva • IIL Ghe il progetto impedisca .di sicuro il progresso delle
inondazioni , risani in tutto , o in parte i terreni sommersi , o ìn-
fiigiditi , e nel tempo istesso del lavoro , riesca di profitto » IV. Ghe
non obblighi ad impegnarsi in operazioni d'esito dubbio ^ o pericolo-
so » ma lascia la iacoltà di eseguire quelle sole > delle quali possiamo
comprometterci , che riusciranno felicemente » ed intanto sommini-
streranne lume > e regola per quel tanto > che dovrà intraprendersi
neir avvenire »
LX. In sequela dunque delle massime esposte di sopra , proporrei
in primo luogo V addirìzzamento della svolta ^ ohe fa il Primaro in
faccia alle Mandriole , nniformandomi in ciò al parere degli Autori
il progetti delle tre linee ^ i quali si accordano tutti sopra questo
;
^
684
punto* Tale operazione pnò dirsi neoeMaria» ai 5 perchè aMirevia
di ^35. pertiche la linea del Primaro, si perchè rendendo T alveo
più rettilineo, dà facoltà all'acqua di correre con minore intoppo,
prad(
molto probabile, appena vi resta luogo da ritirarlo » per difenderai
dalle rotte.
Susseguentemente l'alleo del Primaro da S. Alberto al mare, do*
vrà ridursi alla larghezza uniforme di pertiche la. a pelo d'acqua
bassa. La lunghezza dell'alveo accennato, mettendo in conto P abbre-
viamento proposto , è di miglia 6 | in circa , nel qual tratto per al-
tro si lasceranno senza mutazione tutti quei aiti, nei quali la lar-
ghezza dell'alveo si ritrovasse maggiore dell'assegnata.
LXI. Accomodato l' alveo del Primaro da S. Alberto al mare , do-
vrà principiarsi l' alveo del nuovo fiune dallo sbocco nel Primaro
dello scolo delia chiavica Fermenti , nel qual punto parimente è sta-
to proposto concordemente dalli Autori dei progetti delle tre linee,
di unire gli alvei da loro ideati al Priinaro • Dal predetto punto del-
lo sbocco dello scolo Fermenti, si condurrà l'alveo per linea retta
in lunghezza di miglia 5 ^ , ad intersecare il Santerno 6oo. pertiche
sopra lo sbocco dì quest'ultimo nel Primaro. In questo tratto di
mezzo s' incontra necessariamente l' alveo del Senio , il quale resterà
intersecato un miglio anch'esso sopra il ano sbocco. Quando l'esca-
vazione sarà giunta al Senio , dovrà questo introdursi immediatamen-
te nel nuovo alveo, per avere la facoltà, proseguendo l' escavazione
nel tratto superiore , di dare lo scolo alle acque , che s' incontrasse-
ro nel profondarsi sotto la superficie del terreno., il che non sarebbe
fàcile ad ottenere , quando il torrente accennato non dovesse aver
recapito nel nuovo alveo , se non dopo terminata V escavazione • L' u-
nica diflficoltà, che possa farsi all'introduzione del nuovo alveo del
torrente già detto, e, che dovendo corrervi qualche tempo «olitarìo ,
potrebbe interrirlo , giacché la caduta da assegnarsi al nuove alveo
dallo sbocco del Senio in giù , essendo relativa al corpo d' acqua ,
che dee avervi il corso , non può non esser molto minore di quella ,
ohe richiede il Senio , quando è solo . A questa difficoltà ti rispen*
de 9 che il tempo , nel quale il Senio correrà solitario nel nuovo al-
veo , dovendo esser brevissimo , non permetterà V interrimento , a
motivo, che ^unta Pesca vazione in faccia alla chiesa della Madonna
dei Boschi , si potrà , mediante un canale lungo circa 1 00. pertiche ,
introdurre nel nuovo alveo l'acqua del Primaro. Né vi è luogo a
dubitare, che dopo introdotta l'acqua del Primaro nel nuovo alveo ^
il Senio possa farvi delle deposizioni ^ mentre non le £1 nell'idveo
35S
presesf e del Prìmaro » te condizioni del quale , riguardo a quelle del
»uoTo da escavarsi , sono a puntino le stesse .
LXIL Incontrato che sia il Santerno dal nuovo alveo, nel punto
menzionato di sopra, dovrà quivi interrompersi l' escavazione > per
ripigliarla da capo immediatamente sopra il Santerno, d'onde si con-
durrà direttamente per lunghezza di miglia 5 | , ad intersecare la
strada corriera in un punto inferiore aoo. pertiche al palazzo della
Frascata* Dal punto accennato, proseguirà l'alveo per un'altra linea
parimente retta , fa quale termini in un punto distante 20. pertiche
a tramontana, dalla Torre dei Cavalli. Non dee però continuarsi l'è-
scavazione , se non fino al condotto Zaniolo , a causa , . che arrivati
in questo sito col nuovo alveo, convìen pensare a valersi dello stes-
so per procurare tutto quel sollievo, che può mai ottenersi alle cam-
Sagne inondate , anche durante il tempo dell' esecuzione del lavoro .
. tal' effetto dunque terminata che avremo l' escavazione del Santerno
al Zaniolo neUa profondità da determinarsi in appresso , aprendo per^
ciò , se farà di bisogno , una fossa parallela al Santerno , la quale
serva a scolare nel Primaro le sorgive , che venissero ad incontrarsi ,
s'introdurrà in primo luogo nel cavo il Santerno, e nello stesso tem-
{)o vi si porteranno ancora le acque del Primaro , mediante un cana«
e, il quale abbia il suo principio alla svolta dello stesso Prìmaro,
poco sotte la chiesa di S. Biagio, e termini nel punto, dove il nuo*
vo alveo verrà a tagliare il condotto Zaniolo, seguitando prossima-
mente la traccia della fossa dell'Orsa. Si potranno parimente intro^
durre speditamente nello stesso alveo l'acque della valle di Marmor-
ta per mezzo d'un qualche canale da costruirsi a traverso la stessa ,
il quale sbocchi neli' alveo già detto , al punto più volte menzionato
dell' intersezione dello Zaniolo »
LXIIL Àccamodato che sarà il nuovo fi^irme dallo sbocco nel Pri->
maro al Zaniolo nella forma prescritta, dovrà seguitarsi l' escavaziona
per linea retta, fino alla Torre dei Cavalli, conforme si è accenna-
to , per il tratto di miglia 5 i in circa . Dalla Torre menzionata si
continuerà per altre miglia 43» ^"^ all'Idice, nel sito della svolta,
che fa il detto torrente poco sopra la via del Ganalazzo • In quest' ul-
timo tratto del nupvo alveo, dovranno introdursi finalmente l'acque
del Benedettino, mediante un canale, il quale si parta dalla svolta
del Benedettino, dirimpetto alla villa del Traghetto, e incontri l'al^i-
veo accennato in un p»nto superiore un miglio alla Torre già detta
dei Cavalli • La lunghezza del canale accennato sarà di miglia 3^ | in
circa.
XXIV. Nel tempo, che si anderà lavorando al nuovo alveo dal
Zaniolo al Benedettino, converrà precurare, che i torrenti della val-
le di Marmorta spandano le loro torbide nelle. valli superiori, acciò
riif
t/-
33d
siano ricevute nel nuoro àlveo chiarifioate • Potranno però i torren-
ti accenuti ammettersi torbidi nel nuovo alveo iuMnediatamente dopo
che ai saranno introdotte Je acque del Benedettino , il quale a que-
st'effetto dorrà preventivamente rinettarai» sgombrandone gV inter-
rimenti cagionati dall' Idice , e riserrando le rotto delle coronelle
della valle di Gandazzolo* con fortificare, e rialzare le dette coro^
nelle dovunque faccia di bisogno.
t.XV. Circa alle cadute da assegnarsi al nuovo alveo sono di pa-
rere 9 e m' ingegnerò di provarlo in qualche modo in appresso » che
le fissate da' aignori Marescotti j e Bertaglia possono convenire otti--
inamente alla mia proposizione. Stando in questo supposto» prìnci-
pieremo l' escavazione da un punto del fondo del Prfanaro , dirimpet-
to alla chiavica Fermenti , il quale in quel aito , resta più basso del-
l'orizzontale , tirata per il pelo infimo del mare piedi 3. io. Dal
detto punto salendo fino all' interaezione del Santemo si disporrà
la cadente del fondo del nuovo fiume , in maniera , che nel punto
dell'intersezione accennata resti precisamente a livello col pelo infi-
mo al mare . E perchè potrebbe darsi il caso , che 1' escavazione del-
l'alveo del nuovo fiume^ sotto il pelo basso del mare, da S. Alber*
to al Santemo rìescisse troppo difficile, o dispendiosa, si propone
per maggior facilità , di condurle solamente fino al livello del peìo
accennatola lasciando che la forza dell'acqua oelle piene, che so-
{)raggiongeranDo 5 compisca il rimanente» Dal Santerno seguitando la
inea del nuovo fiume per miglia 8. in circa, cioè fino ah punto. do«
ve il Sillaro vi avrà l'ingresso , si darà al fondo una pendenza d' on--
ce 9. per miglio* Dal Siliaro progredendo parimente verso le parti
più alte fino al punto dell' unione delle torbide dell' Idice , colle
chiare del Benedettino, un miglio sopra la Torre dei Cavalli, si da-
rà al fondo la pendenza d'once 10. per miglio. Per il resto del nuo-
TO alveo, dallo sbocco deiriJice al Benedettino, e per il rimanente
del Benedettino sino al passo Segni, ci serviremo della stessa cada^
ta , che si ritrova fra i due termini accennati , ma con disporla re-
golarmente , di modo che essendo la caduta da fondo a fondo fra il
passo Segni , e lo sbocco accennato dell' Idice di piedi io. 8 , ripar-
tendola in miglia 8| veneano a toccarne piedi i. a| per miglio.
Questa veramente, trattandosi d' acque chiare', è aaaai più che auffi*
cicute , ma si lascia tale , per diminuire la apesa dell escavazione^
Quanto a quel tratto , che dee servire per la condotta dell' acqae
dell' Idice, sì dovrà dispome il fondo, in guisa, che nel punto del -^
l'unione, col nuovo alveo resti più alto di questo piedi a, e supe-
riormente vada a spianarsi sul fondo presente dell' Idice , accomodaxi-
dosi nel mezzo in quella forma, che sarà più adattata per aeguitara
r andamento della superficie della campagna , giacché si ha la facoltà
337
^ VMare qaeir arbìtrio 9 ^^^ più torna conto ^ per ^ essere la I3s44t»
nel tratto aooennato più del aoppio maggiore del biiogoo •
LXVI. n canale da loavarsi 9 dovrà esser largo da S. Alberto » fi
Santemo io« pertiche nel fondo » e qnindi fino ^Uo sbocoo àfiV |dir
oe andarsi gradatamente ristringendo^ fino a ridarsi in vietnaQRfl 44*
10 sbocco accennato , largo nel fondo aolamente 8* pertiche» 0OQ dar
re da per tntto alle ripe 9 nna scarpa di due piedi « per Dgni pÌQ4?
d- altezza . Circa alle distanze , e altezze degli argini ^ dovrà cifisciir*
no nel tnitto da 8. Alberto al Santerno farsi distante dal #mo oppo-
sto nel piede della acarpa interna 60. pertiche • Dal Santerno at $ìlr
laro 5 la distanza sarà di pertiche 54 9 e dal Sillaro all' Idice di 49*
11 ciglio degli argini sì disporrà in nna linea parallela alla cadente del
partieolare , e di quanti
del nuovo fiume » e del Benedettino , ai fitrà eguale al ISenedetUno »
non solamente riguardo alla larghezza dell' escavaziene 9 ma anooni al*
la distanza ^ e altezza degli argini « Parimente neU' altro cenale de«
etìnato a condnrre nel nuovo nume Tacque dell' Idice» si prenderà
V esempio per la fermezza dett' escavazione, e 1' altezza degli ar^n^
dallo stesso Corrente 9 e precisamente dalla sezione rilevata nella vi*^
eita , in vicinanza della via del Ganalazzo > eh' è la più regolare. So«
lamento la distanza degli argini opposti dovrà farsi la atessa » che si
è determinata di sopra per il nuovo fiume 9 allo sbocco pure deli' t«
dice , cioè di 4^* pertiche •
LXVIIr Compiti che saranno i lavori fin qui desoiittt 9 spettanti al-
l'alveo del nuòvo fiume tornerà secondo il mio parere a proposito il
sospendere per 'qualche tempo rnlterìor proseguimento dello stesso
nIveO) fino al Reno, e la ragione è, perchè possiamo bensì persna*
derci con tutta probabilità , che il lavoro proposto colle cadenti asse-
tate riuscirà felicemente 9 ma non sappiamo poi se le dette cadenti
potranno mantenersi, introducendo nel nuovo alveo incanalati anoiie
a due torrenti Savena, e Reno. Tale incertezza nasce dalla qualità
dell'acque del nuovo fiume, le quali allora sarebbero tutte torbide,
fiel qua! caso non è possibile stabilire con qualche precisione la pen^
detfza, che richiederebbero , come si è detto più volte di sopra • Al^
f opposto nel caso , nel quale all' acque torbide si unìace nn corso
d^ acque ebiare , ei hanno dei motivi snffidenti per comprometterai
d'una felice riusdla. Il principale fira questi ai desume dall' osserva*
«ione del Canal bianco. È questo un fiume, il ^qnale è destinato a
eoaricare dal Maggio al Novembre nna porzione delle piene dell' A*-
dìge , al qunle serve in luogo di diversivo « Oltre le piene dell' A-
dige , serve 1' ^stesso fiume a scolare le aoque ^delle valli Veronesi 9
i
S3ft
eolle qmli ha oomamcazìone, mediante nn canale cliiamato il TarCarohr
il quale porta solamente acqne chiare , e di più perenni , onde il ca-
nal Bianco viene per necessità a partecipare delle condiaioni insieme
d' un fiume torbido , e d' un chiaro • Dai rilievi delU visita dei oomr^
nissar} Pontificio » Cesareo , e Veneto, fiitta V anno i7ao. si racoo-
flie 9 che V infimo £ondó del canal Bianca in faccia della Polesella ,
a di caduta sopra il peb basso del mare circa 9» piedi » ma dicia-
mo pure II» stando nei supposti più svantaggiosi per maggior sicu-
rezza • La distanza della Polesella dal mare 9 sccoikIo la difigentisai-
ma earta del territorio Ferrarese 9 pubblicata dal sig. Baruffaldi » ò
di a?, miglia* Al nuovo alveo , dal punto dell'ingresso deiridice al
mare > in un tratto <U miglia aS | iu circa, si è assegnata una oa«>
duta di piedi io. 7» la quale essendo prossimamente eguale^ alla ca<-
duta del canal Bianco , se questa vien dimostrata dall' espet ienaa pec
sufficiente al bisogno > può credersi con tutta radono 9 ^he tale anoo-
ra sia per riuscire la caduta assegm^ta al nuovo fiume^ y fintanto che
le sue piene » conformemente a quelle del canal Bianco ^ saranno
composte d' acque in parte chiare . Non si pretende perciò ^ che P e-
8em])io del canni Bianco debba servire per una dimostraeione com-
pleta della quantità deUa caduta ^ che esigerà il nuovo fiume 9 men-
tre a tal effetto converrebbe prima assicurarsi p che le circostanze del
canal Bianco , e del nuovo fiume fi>ssero simili per V appunto «. Ma
la verità è 9 ehe il oanal Bianeo dalla Gauda 9 cioè dai ponto 9 dove
le torbide dell' Adige 9 e le chiare del Tartaro si noìscono 9 al mare
corre per una lunghezza di 37. miglia senza ricevete alcun infiueiii-
te 9 dove all' opposto nel nostro fiume 9. dopo l' unione dell' Idice col
Benedettino 9 dovranno entrare 6« altri torrenti tutti torbidi) le pie-
ne dei quali probabilmente non si aocordevanno sempre ad incontrai^
si insieme nel comun recipiente . Inoltre si ha qualche motivo iH du-
bitare 9 che la portata del ^nat Bianco sia. alquanto maggiore di quel-
la del nuovo fiume, e dall'altra parte siamo certi > che k proporzio->
ne delle acque chiare alle torbide è asaid maggiore del nuovo finme^
che nel canal Bianco • Oltre a cììk la linea del nostro fiume devia po-
^ cfaissimo dalla retta » dove al opposto queUa del canal Bianco è tor«
tuosa 9 e non manca di svolte mclinate ad angoli assai risentiti. Tat*
"ter questa varietà di circostanze 9 parte contrarie 9 e parte- favorevoli
al nuovo fiume 9 riguardo al canal Bianeo 9 siccome non si nega , cha
possa indurre qualche diversità neUe cadute assegnate al nuovo fiu-
me , da quelle 9 che richiederà la natura per ìspingere 'le* acque tor-
bide al: loro termine y seuM interrirsi 1' alveo 9 diversità però» minore
di gran lunga di quella 9 che potrebbe aver luogo 9 introducendo nel
nuovo fiume^ tutti gP influenti torbidi 9. senza prima assicurarsi delle
^ cadale necessarie 9^^ cosi mostra chiaramente la ragione,, che si ha. di
539
proiporre il non proseguire il lavoro più oltre del termina aisegna^
di sopra , per osservare in tanto ciò » che «accederà nel fondo del
nuovo fiume ».e se la larghezza dell' escavazione , e P altezza desìi
argini saranno sufficienti a contenere le massime pi«ne • Nel caso che
il fondo si vada successivamente alzando , comecché V alzamento do->
Tra farsi a poco alla volta ^ avremo tatto il tempo di provvedere a-
i;Ii scoli 9 che fossero per restare accecati con tirarli più a basso , ùr
oendoli inoltre passare , quando il bisogno lo riofaieda , per botte sot-
terranea^ sotto l'alveo di quel torrente 9 che ne impedisse la protra-»
sione • Gli scoli di Marmorta sono ibrse quelli, che più di tutti gU
altri richiederanno un tal provvedimento , con esser fatti cassare
sotto gli alvei dei torrenti Gentonara^ e Quaderna , ma un tal lavo-
ro essendo di pochissima conseguenza 5 non dee cagionare la minima
apprensione. Quel che si è detto del fondo del nuovo fiume ^ si dee
applicare propor/aonaimente alla capacità dell' alveo, nel quale intro«
ducendosi il maggior corpo delle acque ^ che è il Beno successiva-
mente ^ re non tutto alla volta^ avremo tempo bastante per rilevare
i mancamenti 9 che per avventnra jsi fossero commessi nella larghez«
sa dell' escayaaione ^ o nell' alteìsza degli argini ^ e di rimediarvi fa*
cilmeate con accrescere 1' naa f o V altra « secondo l' occorrenza • O-
f>erando in questo modo ^ saremo sicuri della riuscita dell' opera » e
ai otterrà un risparmio considerabile nella spesa » mentre non verrà
JL fiirsi altro lavoro t fuori di quello, che è puramente necessario.
LXVIII. Ma quando ancora accadesse , che per qualche repentino
alzamento del fondo del nuovo fiume { il qnal' caso per altro pare as-
sai difficile a succedere) ^U scoti accennati, tutti, o in parte rima-
nessero ad un tratto chiusi 9 non ne risalterebbe perciò ve^nn dan-
no, giacché l'aoque dei detti scoli nel tempo, cne ai medesimi si
procurasse altro recapito nel modo accennato di sopra , verrebbero fi-
nalmente ad inondare .quegli stessi terreni , i quaU al presente sono
^ià sottoposti alle inondazioni , e non altri fertili ^ e coltivati ^ come
per esempio accaderebbe^ dandosi una simile disgrazia nell' esecuzio-
ne del progetto della linea superiore. La medesima riflessione ha
inogo^ parimente nel caso , che per difetto d' altezza sufficiente negli
.srgini , accadessero i trabocchi delle piene 5 mentre allora resterebbe-
jro sommerse solamente le campagne^ che s^ inondano ancora presen-
temente , o non correrebbero Tcrun rischio qudUe , che ffodono di col-
tmm • Questo riflesso di non sottoporre al pericolo deU' inondazione
^quelle camnagne» che la natura deUa loro situazione non ha esposte
A un tal. disastro^ è di tanto momento, che per esso solo, quando
jnanoass^ro gli altri ^ il progetto di situare l'alveo del nuovo fiume
,nel più basso della pianura^ meriterebbe sempre la preferenza , tan-
tQ maggiormente poi concorrendovi V altro di non essere obbIi|;ad ad
24o
ìttpegoarsi in etcavaiìoai coti profcmda » ed io oont^aenm di ritpar*
Miare la spesa » che ia somma è T istesso > che operare con ecooo*^
Alia , e sìcaresaa •
LXIX. Per la medesima ragione di non portar pregindizie alle co*
munita della Romagpola ^ si è prestelto la situazione delPalreo del
nnoTo finme alla sinistra del Santemo , tratasmande il portarlo alla
destra > conforme alla proposizione degli Antori della linea superiore ,
acciò nel casa» che per disgrazia seguisse nna rotta idla destra del
xiaoYO finme» non restino percij^ sommersi i terreni dèlia Romaeno*
la , giacché P acque scappando dalla rotta sarebbero trattenute dagli
argini del Santerno»
LXX» Si aggitmge , che in questa maniera si risparmia la neceasi*
ià di iàbbricare tante chiuse una sopra V altra agli sbocchi dei tor*^
tenti nel nuovo aWeo > senza che perciò si vei^ a perdere la ape»
fanza di ottenere un maegior incassamento deg» alvei dei torrenti»
togliendo a poco a poco le chiuse accennate.. Per dame un esempio
suppongbiamo » che dopo introdotto nel nuovo fiume » il Santemo
nei punto da noi descrìtto y non si osservino dopo qnalolie spazio di
tempo scalzai nel piede» mediante la corrosione del fondo» e dirn-r
pati in onatunqpie parte gli argini» sarà ciò segno ^ che 1*^ abbassar
mento del fondo del Santemo non è riuscito d^ alcun pregiudizio » e
perciò si potrà tentare P introduzione del medesimo nel nuovo fiume
m un punto superiore» cioè vicino alP catena della Pknta^ e quindi
ancora più sopra » cioè verso Posteria del Moro» seguendo prossi--
marnante la traccia » che teneva anticamente per entrare nel Fnmaro
alle Rossette, supposto per altro » che il nuovo fiume , anche dopo
la mutazione delio tbòcoo del Santerno non abbia soffèrta alterano»
se nel fondo dalle materie » le quali si saranno staccate dal fondo
del Satitérno»
LXXI» Oltre £ vantaggi menzionati » che risultano dalla sitnaìione
prescelta ^er Palveo del nuovo fiume » se ne otterranno ancora de-^
gli altri di non poco rilievo» Uno sarà certamente» che quando noo
si possano bonificare totalmente per essicazione le valli di Marmor*
ta, e di Filo» conforme è motto probabile» riacohè no» mancano iia
ambedue dei tiutti di molta- estensione» e ai pessimo fondo» potrò-»
mo almeno » sempre conseguire la bonificazione intera delle medeai^
me , p^r repleziotie » con introdurre regolarmente net siti pia Iiaaai ».
Je torbide del nnovo fiume per mezzo d^àfoune ohiavidie» o eate-*
ratte da farsi nel suo argine sinistro» ricingendo però inaanzi d*ar^
gini il Bito da ricolmarsi» e provvedendo lo scolo .aU^Éeque cUarifi*^
cate nelP alveo del Primaro.^ Un tal vantaggio non è sperabile in *ve-^
run conto » supposta Pesecuzìone del progetto ddla linea superiore »
mentre allora: la distanza gnmde del Qume dai fondi da rioolssuaral >
34i
•areUbe cansa » -oBe le torbide derivate dal fiume non potrebbero
fiiun^rvi prima di aver deposta la terra per la strada, senza mettere
m eonto la spesa tanto maggiore^ che importerebbe la costraziooe
idei eanali ^ per la condotta delie torbide in nno spazio cosi luogo •
LXXIL Per lo stesso fine di ridurre bonificati y e coltivabili quM
tratti di campagna 9 ohe in altro modo sarebbero condannati a resta*
re eternamente paludosi » dovrà procurarsi , che nel tempo y ohe si
anderanno eseguendo i lavori descritti di sopra j e dopo ancora ter-
minati 9 il Reno interrisca i mag^ori fondi delle valli di Malalber-
go» col qual mezso si otterrà^ che quando saremo in grado d* inai*
veare anche il detta torrente » ci troverremo aver guadagnata assai
maggior quantità di terreno capace di coltura» ohe non si acquisto*
rebbe al presente colTeseousnone del progetto d' una delle due linee
superiori. La- ragione è la medesima » ohe si è addotta poco fit, par-»
landò delle valli inferiori di Marmorta , e di Filo , cioè , perchè nel»
iè valli di Malàlbergo egualmente » o più ancora , che nelle valli in-*
feriori si ritrovano in buon numero i siti di suolo marcio , o fango-'
so^ e imbevuto d^ acqua a tal profondità, , che non lascia luogo a
sperarne la bonificazione senza colmarlo, e. rialzarlo con terra di
miglior qualità y portata d'altronde. Quel che si dice del Reno, può
applicarsi^ parimente alla Savena , la q^uale intanto potrà ancor essa
aver Io scarico nelle valli della P^ola , e del Tede , che sono situate
fra il suo alveo , e il canal naviglio per riempirne « e rialzarne colle
deposizioni ditte torbide , i ibnui più bassi ^ Intanto^ gli scoli delle
valli predette della Pegola ec» sx miglioreianno con protraerli »
fin tanto , che si ritrovi nel Benedettino un punto più basso di quelIo,^
-dove scaricano al presente le loro acque » L' istesso provvedimen-»
to potrà avere luogo nelle valli di Dugiiolo, e della mrigella, coo-^
ducendone gli scoli y cioè il Fiumicell^, e la Zana per mezzo d^ un
canale da costruirsi parallelo al Benedettino, a sboccare nel nuovo
alveo , net punto segnata ocdla lettera * r • In questo modo si verrà a
provvedere al bisogno de^li interessati nelle valli di Dugliolo , e del*
la Barìgella , di procui«ra uno socio fUice per i loro terreni^ senza
ehe èia perciò^ necessario V attraversare coi» una botte sotterranea
Y alvea aellfldice, oonfimoe il temperamento proposta nel memoriale
presentato à Y» E» nel tempo della visita r
LXXfn» Parmi , da qminta si è addotto fin qui , provato abbastaQ*
za , che nel progetto scelta per il regolamento deUe ^cqae delle tse
Provincie , coocorrona in fatti tutte le qualità richieste al numero
Lue , cioè la probaBlitii d:ell8 riuscita , la sieur^zza delle can^gne
leoltivate, ed m piartieolar^ del Polesine di S» Giorgio, la b<mifioa-^
'mone in tutto,, o in parte dei terreni sommersi, la spesa non eooc'^
dante , almeno paragonata a ^eUa, ohe ai 3lM)faiederebbe> abbracciaBd^
«4^
al Drogato della linea ivperiove , 6 U aaa difficile eseoucione • La
ditesa del Poleaioe di &. Giorgio dA ogni iaBuIto d* aoquo forestiere »
« stata in tutti i tempi consideiata dai signori Ferraresi come il loro
principale interesse , onde si ha motivo di credere , che «Tenendo I' i«»
•tesso Polesine assicurato, con liberarlo dalla vicànanza^ e dal peri-
colo delle piene del Prìmaro , con essersi inoltre provvisto iiUa parte
^del territorio Ferrarese , situata alla destra del Primaro , eseataudoU
;dall' inondazioni ^ alle quali di presente, è sottoposta, non vorranno
\ signori Ferraresi opporsi ali* esecuzione d^ un progetto , del -quale
ottengono tutti quei vantaggi, che ragionevolmente ^potevano spera-
re . L' istesso si dica della Reverenda ^Camera , per V interesse , che
"^ Ila nella conservazione delle valli di <jomaochio , riguardo al proveor
4o considerabile, che ^avia 'dall' i^])alto della pesca « La città di Bo-
logna non dovrà neppur essa mostrarsi .avrersa ad un'.opera, dalia
quale consegrusà la jiberaaione dell^acque d' una buona^ parie del suo
«erritbrio , la quale rimane attualmente aionuneiea , a insieme la n«
4!nrezza delle campagne prossime ad infrigidire , con arrestarsi il pio*
grosso delle inomlazioni , e procurarsi maggior felicità agli scoli . £
•ebbene è vero , che qualche estensione di terreno resterà come pri<»
ma esposta aJlo -spadio dei torrenti, tuttavìa potrà ancor questa^ &•
cendo uso del metodo , ^ delle ditigenae accennate di sopra , ridursi
col tempo a perfetta bonificazione* Tutto mò si ottiene senza pre*
indizio d' alcuno , e senza sottoporre a danno , o pericolo i terreni
coltivati , e liberi dalla soggezione d^' acque j>er la g^alità del aito«
nel quale sono collocati*
LXXIV. Resta , che si lisponfla con l)reviià alTobleaaoni più ap*
fMrenti , die potrebbero venir fatte in contrario • La prima , e prin-
cipale sì desume ^la qualità deir acque del Reno , le quali nelle
«piene sono torbide , ed in ^conseguenza non {)ossono .mancare di att«
darsi prolungando V alveo in mezzo ag|l' interrimenti , d'4»nde ai no-
4^ogUe., ohe col progresso del. tempo si conudnrranno ad entrare nel
Senedetrtino inalveate , e il nuovo fiume correrà interamente torbi-
do , e non misto di aoque torbide ., e chiare ^ come correrebbe al
presente. Postb ciò, ritornano in «campo ICiatesse difficoltà circa Tìn-
»eufficienza della caduta, che si sono afiacdate «el progetto della li-
nea del Primaro , la quale addirizzata , e aUireinata con i tagli pro-
j>osti dal sigt Marescotti^ e pochissimo differente in lunghezza aalla
*Bostira« Onde •parerrebbe,, che a questo modo il progetto. del nuovo fiu-
me si 'riducesse ad un Timedio puramente provvisionale •
'L2LXV. Più <cose possono rispondersi a queste discorso . Primiera-
mente J' inalveamento dcA Reno nella valle di Malalbergo , e i' in-
gresso 4lelle torbide nel Benedettino , iion seguiranno certamente in
pochi .annÌ4 e nemmeno tutti in una volta» Poeto ciò| a?remo tempo
34*
a bastanza dt godere del benefizio ^ ohe or proearerà il nuòvo fiume ^
oon dar l' afito all' aoque «tannanti » ed intanto d' osservare V effetto ».
che prodnrranno Id torbide, nel ano alveo, se lasceranno cioè il fonda
neUa stessa altezza y oppure. Io anderanno successivamente rialzando •.
Nel primo caso si poUsà seguitare il lavoro del nuova alveo fino alla
Pa&filia f per introdurre- il Beno interamente incassato nel nuovo fiu-^
me • Né faccia specie 9 che questo caso presentemente si ammetta cck
me possibile^» quasi che venehiamo. perciò a contradire a. quanto si
e afiermatQ di sopra» trattando delU linea del Primaro » mentre la
verità è » che non si è mai desto , ohe le pendenze assegnate alla li*^
Bea del Prìmaro » non possono essere sufficienti , ma solamente » che
. non si ha certezza » se lo saranno», e che ia tal dubbio , non mette
conto l' arrischiare una. operazione.^ la^ quale non riuscendo » potreb*
be cagionare pericoU^ » e danni grq^4l ^^ Polesine di S.. Giorgio » e al-
le valli di Gomacchia. Di maniera che supposto ancora» che con e-
seguire il nostra progetto si otteogau lo stesso > che si otterrebbe » né
più né- meno^ coli' esecuzione del progetta del Primaro». avremo sem-
Sre dal nostro canta la sicurezza dell'operazione» e questa trattan*
osi di un affare di tanta importanza» non è da valutarsi per picool
v^otag^a. Ma quando 1' esperienza dimostri » ohe le pendenze asso-
guato al nuovo alveo » introducendovi le acque del Reno torbide, non
siano sufficienti» in modo però» che la mancanza della caduta non rie«
sca eccessiva » - ma si limiti a pochi piedi , potrà in. tal caso procu**
mrsi di guadagnare la caduta mancante coli' abbreviamento della li-
nea » abbandonando totalmente il Benedettino » e conducendo , me-
diante un taglio y V alveo del nuovo fiume», ad incontiuire 1' alveo del
Reno in un punto superiore » come ex. gr. » alla botta Sampieri , e
ragolandosi nel resto ». secondo che le circostanze, d' allora richieder
ranno •
LXXVL Secondanaraente » dandosi P altro caso » cioè quando 1' e-
Serionza dimostrasse y che la natura delle torbide del Reno » e degU
tri torcenti uniti ». richieda molto, maggior caduta di quella», che si
e assegnata d* nuova fiume» noa sarebbe veramente buon consiglio
il prolungarne l' alveo » fino ad unirlo coli' alveo del Reno » ma noa
mancherebbero però provvedimenti » acquali ricorrerò per ottenero
la conservazione deU alveo del nuovo fiume» libero dagr interrimeiv-
ti • Tale sarebbe » per esempio ». quello di servirsi delle torbide dei
tocrenti per colmare le campagne più basse » introducenda nel nuovo
fkmo 1' acquo già chiarificate . Un. simil metodo è stato posto in ur
so da eento » e più' anni in qjaa ^ e si usa tuttavia, nel tinme della
Chiana » il quale ancor esso manca di* caduta » correndo per una ]>ia-
siura pochissimo declive», di modo» che i torrenti tributari mettendo-
vi tormdi » noa potrebbera ùxe a mena d' interrirlo » e. rialzarne il
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844
fondo , ed in conse^enasa di Cft|ionare eenimne inonlaaaoBt ^ e Ia pèr-
dita degli ftcoti dei terreni o^ltivati • ^er mvian a qoeato disordine»
ai cotinma di tenere i torrenti confinati qma» e }k nei recinti del-
le colmate 9 aenza permetterli lo searioio pd comw rertfiente, prp-
nia d* aver deposta U terra , e la sabina » col ^al mea^ao • mq sola^
fneute si ottiene di mantenere il canale della Gbtana netto # e prò*
fondo , ma si sono ancora bonificati Tasti tratti di teireno paludoso 9
di modo» che le campagne della Chiana una irolta infami per V aria
pestilente 9 e perciò deserte , e incolte , seno ni presente diveniate
salubri 9 fertili 9 e popolate^ al ][>ari di ^naJsÌYo^lia altra parte 4el«^
la Toscana,
LXXVII. Terzo , qnando il progetto issposto delle colmate » |>ef
qualche ragione non piacesse » p non fosse più Inogo ad eseguirlo , e
r istesso si dica del taglio per aìMfbscere la caduta del nnoTO fiume,
ad ogni modo resterà sempre per ultimo un idtro rimedio reale 9 e si-
curo , cioè il far capitale delle acque perenni del Po grande 9 derì«
vandpne 119 ramo vicino alla Stellata » e conducendolo ad unirsi col
nuovo fiume , il quale 9 allora accresciuto di portata aoquistwebbe
forza bastante per ispingere al mare le sue torbide senza deporre l'a-
rena 9 e la terra per la strada. Questo pensiero non può dirsi nuo»
VO9 essendo stato proposto circa un secolo fa, dal famosissimo astto^
jiomo Gio. Dopienioo Cassini 9 e riprodotto un' altra volta dal signor
Eustachio Manfredi di senipre chiara memoria nelle conferenze ftenu*
te per gli afiarì del Jleno, ranno i^aS. nella città di Faenza ooU' ap«
provazione dei due celebri abati Grandi » e Galiani, V ano, e T al-
tro matematico Pontificio • Vero è per altro 9 che si trattava ii de«»
rivare 1' acqua dal Po grande nel Volano 9 per introdurvi Buoeessiv«<'
mente il ^eno 9 col ^ual progetto 9 oltre al condursi V acque per un
cammino pin lungo si otteneva solamente il rimedio alle ìnonoazioni
dei terreni superiori del Bolognese , dove col nostro si conseguirebbe
la bonificazione generale di tutte tre le provincie . Ag^ungo 9 che il
progetto proposto da noi toma in efietto P istesso, colla propesÌBie*
pe antica dei signori Ferraresi promossa con tanto studio , $xk nel
tempo del Pontefice Clemente Vili, e sussegnentemente tentata , ri<-
spetto al Po di Ferrara, benché infruttuosamente, d^ cbe non vi sa-
rebbe Inogo^ di temere al presente , trattandosi d* un causile pvà bre«
ve , più dirìtto , e senza comparazione più fecile ad escavarsi »
{jXXVni. Quarto, si rifletta ( e questo ^ un punto, il qude ine-»
rita somma considerazione ) che quslnuque ria il provvedimento, ^e
si ^prenderà per ottenere lo scarico delr acque * del Reno , e degÉl •!-*
tri torrentì , la linea per. condurli al mare , non può diversificarsi da
quella , che abbiamo proposta , almeno per il tratto da S. Alberto al*
U Torre dei Cavalli , non volendo esporre al pericolo il Polesioa ^'
34$
San Giorgio 9 1^ ▼alU 4i Gomaoobio 9 • le campagne coltivato del Bo*
logneae 9 e della Aomagnola • Dall' altra parte è certo p che seconda
le re|;ole dell'arte , trattandosi 4' inalveare nn fiume, il lavoro deo
prtncipiarai dallo aboooo» continuando verso le parti superiori^ finp
ali* origine vera , o equivalente 0 Io consegnenza il lavoro, ordinato fi-
no all' Idice 9 non è altrimenti nn rimedio provvisionale 9 ma è parto
ossenzialissima d' un rimedio redo 9 e non solo reale » ma V nnico j
che possa porsi in esecuzione ^ aupposte le condizioni accennate « Dì
modo « ohe quando in progresso ai tempo 9 per supplire al difetto
della raduta^ ei pensasse o ad abbreviare la strada dal Beno al nuo-
TO fiume 5 o a derivaro nn corpo d'acqua dal Po grande per acero-
ecere al nuovo fiume la portata » o la forza ^ 1' una « o V altra operar
fione supporrà sempre necessariamente eseguito al lavoro da. S. Al-
berto all' Idice 9 e piopriamente potrà dirsene nna continuazione 9 la
quale si suggerisce di sospendere a fine di godere del benefizio del
tempo 9 ed intanto acquistare nuovi lumi per procedere con piede
più sicuro in affare così importante «
LXXIX» La seconda obiezione |»otrebbe desumersi dal terreno^ pew
il quale passa la nostra linea ^ e il quale può dubitarsi ^ se riuscirà
da per tutto di ^alità consistente a segno di esser capace d' esca^
▼azione 9 e di sostenere il peso dell' arginature • A ciò si risponde ,
che sebbene si è oondotèa- la linea del nuovo fiume per luoghi dove
non pare 9 ohe cada questo sospetto » nondimeno in tutti i casi baste-
rà 1' alzare qualche coronella intomo i siti di suolo instabile ^ a val-
IÌVO9 i quali per altro saranno sempre di poca ampiezza 9 lasciando,
che intanto possano ie torbide ricounarli 9 e assodarli . Nè^ dee fare
opeeie , che 1 terreni compresi dentro le coronelle 9 si abbiano a te«
iiere lungamente sott* acqua ^ senza ricavarne verun profitto 9 essendo
manifesto 9 che supposti gli stessi terreni della qualità già detta ,
tornerebbe ad ogni modo tutt' uno 9 quando 1' alveo del nuovo fiume
si obbligasse à prendere qnalunque altro cammino.
LXXa. Un' altra simile difficoltà' può dedursi dalla situasdone bassa
delle campagne adiacenti al nuovo nume, la quale farebbe si, che
rialzandosi tanto , o quanto il suo fondo 9 sarebbe molto difficile ,
per non dire impossìbile, il ritenere ristrette dentro la cassa degli
argini l' acque delle piene ; le quali perciò traboccando , cagionereb^
boro frequenti innondazioni , ed in conseguenza gli stessi danni nò
più né meno alle campagne • Per risolvere questa difficoltà diciamo 9
che dato ancora 9 che succeda un tale accidente , il pregiudizio addotto
non, paò aver luogo , che in alcuni tratti dLpoca estensione fra la Gen«
tonare 9 e la Quaderna 9 i quali non sarebbe né lunga 9 né difficile im-
presa il colmare colle torbide del nuovo fiume 9 fino a ridurli in grado,
eke V istesso fiume , anche rialzato di fondo, potesse corrervi incassato.
44
846
LXXXI • La quarta obiezione » e in apparensa la più forte » è , olici
abbracciando il progetto da noi proposto , non si rimedia interamente
a tutte le inondazioni. A queaU difficoltà paò servire di replica
r esame fatto superiormente di tutti gli altri progetti , dai quale ,
se non erro , resta provato abbastanza , che non vi e luogo nelle cir-
costanze presenti a lusingarsi d' un provvedimento reale» e che possa
eseguirsi tutto ad un tratto » senza fasciar niente da pensare , e ope^»
rare nell'avvenire» volendo procedere con quella cautela, che ri«
cerca V importanza dell' affare-, e la sicurezza di ciascuna delle Pro-
vincie interessate . Dall' altra parte e certo , che eoli' eseenzrone del
nodtro progetto» se non si ottengono tutti i vanUggi immaginabili,
si ottiene però 1' asciugamento per la massima parte delle campagne
situate fra la Savena, e il mare per la lunghezza di SS. miglia, nel-
lo stesso modo , che si conseguirebbe , eseguendo il progetto della
linea superiore ; si migliorano di condizione 1' altre poste fra la Sa-
Yena , ed il Reno , alle quali si procura uno scolo più felice , e fi-
nalmente resta la speranza ben fondata , die anche di queste ultime
si possa ottenere un giorno la bonificazione totale , seguitando il me-
toao , che sì è proposto •
LXXXII. Un'altra difficoltà di non poco momanj^o può esser pro-
mossa per parte degl' interessati nelle valli di Malalbergo , e della Pe-
gola , a motivo , che ricavando essi presentemente qualche profitto
dalle valli menzionate colla pesca , il quale probabilmente dovrà per*
dersi in tutto , o in parte , mentre ohe dureranno le colmate non
vorranno a verun patto restarne privi , durante il tempo accennato •
Ma si risponde in primo luogo, che il profitto della pesca si perde-
rà né più né meno , mettendosi in esecuzione il progetto d' una del-
le due lìnee superiori , giacché la maggior parte delle valli menzio-
nate , a causa della bassezza, e mala qualità dei loro fondi, non. sa-
rebbe capace di coltura , e mancandole 1' afflusso delle acque peren-
ni del Reno, e della Savena, dovrebbe necessariamente ridursi alla
condizione di pantano , e in conseguenza non atta all' uso della pe-
sca • In secondo luogo , la perdita dell' utile della pesca verrà ricom*
pensata abbondantemente dall' acquisto di gran quantità d' ottimo
terreno , capace di ricevere qualunque cultura , quando ai eseguisca
la colmata delle valli colle torbide dei torrenti superiori , nel modo
ohe si ò detto . Ma perché la natura della maggior parte degli nomi-
ni é di riguardare precisamente il presente, e perciò pochi ri ritro«
vano , che consentano a privarsi d' un profitto attuale , ancora medio-
cre, in vista di un utile futuro benché molto più rilevante, per
fuggire le difficoltà , e non esporsi al rìschio, che per l' ii
privato resti frastornata 1' esecuzione d' un' opera di tanto vantaggio
per il pubblico, si potrebbe proporre 1' acquisto di tatto ^ o pari^
«4?
Adlla Avié Talli /flcoetiiiife 9 da fiirsi a tpeae oomnni del rimfloeDto
degli ìntereMiti , ai quali debbono restare in proprietà tutti i terre-
ni 9 che si bonificheranno per reple^ìoae » impresa che forse richiede-
rà qaalohe lunghezza di tempo » ma certamente non potrà mancare
d* apportare notabilissimo profitto •
LXXXin. Restano in ultimo luogo le difficoltà esposte diffusamen-
te dagl' interessati della Romagnola , e della Romagna , le quali si ri-
ducono in sostanza a due. La prima è il timore delle inondazioni ,
a che rialzandosi il fondo del nuovo fiume , restino perduti , o al-
meno difficoltati gli scoli delle loro campagne. La seconda si riduce
aldxibbio» che le torbide dei torrenti introdotti nel nuovo fium»
scaricandosi in mare , interriscano i porti^ in ispecie quello del Piro-
tolo, al quale la tbce del Primaro resta sopravento in distanza di 6*
miglia in circa.
LXXXIV. Quanto al primo capo si risponde , che le misure asse-
gnate alla larghezza dell alveo » e alla grossezza , ed altezza delle ar-
ginature del nuovo fiume non sono cosi scarse, che ragionevolmente
si abbiano a temere le rotte > e che quando pure per disgrazia ne
89gi}a alcuna 9 la situazione del terreno, per il quale si è condotta la
nostra linea, farà che riesca, come si e detto, di poco danno, e fa-
cile a ripigliarsi • Per ciò che appartiene agli scoli , supposto che il
fondo del nuovo si rialzi più d uno , o due piedi , vi avranno sem-
pre felice V ingresso , e quando ancora si rialzi da vantaggio , non
mancherà tempo , e modo di provvedervi , conducendoli a sboccare
nello stesso alveo inferiormente nel punto più adattato. Se all'inco-
modo , e alla spesa , che può cagionare la protrazione d' uno , o due
scoli , e il riattamento di qualche pezzo d' arginatura , contrappor-
ranno i signori Romagnoli il vantaggio grande di liberarsi per sem-
pre dalle continue inondazioni del Primaro , e della bonificazione di
spazio così vasto di terreno , al quale potranno procurare Io scolo
nell'alveo abbandonato del Primaro, e di quivi, mediante una, o pia
chiaviche , nelle valli di Gomacchio, credo che dovranno rimaner
persuasi di non aver ragione di opporsi all' esecuzione d' un proget-
to , il quale » in vece dì danno , apporterebbe loro un evidente be-
nefizio •
LXXXV. Quanto al perìcolo dell' interrimento del Pirotolo, a can-
ta delle torbide dei torrenti superiori , le quali , eseguendosi qualsi*
Teglia dei progetti proposti , dovranno finalmente una volta scarìcar-
ai in mare , convien riflettere 9 che la distanza di 6. miglia dalla fo-
ce del Primaro al Pirotolo è troppo grande, perchè possano gianger-
tì 1' arena , e la terra condotta dalle piene , unto più se la for-
za del fiume per ispingere le torbide in alto mare , verrà ad accre-
scerli ^ crescendo il corpo d' acqua nel Primaro , come seguirebbe
»4«>
timettendoni il LatnoQe» secondo il «entimeoto nniformo^ dcS niftfé^
natici Autori dei progetti delle tre linee , al qaale io pur volontìer
mi sottoscrivo . Vero è che per sostenere U possibilità del trasporto
deir arene della foce del Prìmaro al Pirptoio , si allega T autorità
del celebre Montanari nel suo discorso sopra la corrente del mar»
Adriatico 9 ma salvo il rispetto dovuto alla memoria di qnell' uomo
insigne» non so intendere» come T effètto attribuito dal Montanari
alla corrente menzionata di accumulare le sabbie in vicinanza dello
bocche dei fiumi » e dei porti , si accordi colle tegffi ordinarie della
meccanica » La velocità della corrente lungo i Udi deir Adriatico ,
tentiamoci di 6.. miglia sole » conseguentemeute le forze deli^ acqua
in ambedue i casi staranno fra loro, come aSo^- &d i. la quantità
della terra incorporata coir acqua dello piene del Reno 1 la suppor»
rò una sedicesima parte > benché in realtà non vi giunga a gran pezf»
so » e supponendo inoltre , come mi pare di poter dedurre, da più ri-
scontri f. che le quantità della materia omogenea « incorporata in qoaìt--
tità eguali d^ acqua mosse con diverse velocità , stiano fra loro loo»
me le forze dell acqua » la quantità delta terra incorporata neir ac-
qua mossa colla velocità della corrente dell* Adriatico non sarà pia
^' l6 ^67 parte ^ cioè a ragione di meno d' | di grano per libbra » ohe
i quanto dire y che T aequa sarà chiara affatto f ciacche molte b
sono
le accrae chiare di pozzo » e di fonte p le squali svaporate » fasciano
})iù d^ I di grano per libbra di sedimeMo» È dunque manifesto , che
a terra fuorché finissima » e in quantità impercettibile , e a più for»
' te ragione » l' arene non possono essere trasportate ^ nà accumulato
dal moto radente dell* Adriatico » Quanto ai vasti ammassi d* arena ,
éhe si formano appresso le bocche dei ficraii y. e dei porti ^ sono d^ o«»
pinione,^ che la causa debba attribuirsene piuttosto ad alcuni venti
o altro simile^ le obblighi a fermarsi» Che il "fatto segua veramente
così , ne porge indizio evidente , V osservazione del Pirotolo stesso r
ael quale la passonata più estesa per trattenere V ingresso dell* arena
nel canale, che serve di porto, è la destra , la quale dalla parte e-
sterna resta sepolta in banehi ampissimi di sabina portatavi dalle tem-^
pcHte eccitate dal vento scirocco » al quale principalmente è sottopo-^
sto r Adriatico , dove ali* incontro la passonata sinistra è assai più cer-
la, e meno inoltrata nel mare. Invano dunque si accusano le areno
iondoite dal Prinwro^ quando T ispezione oculare mostra^ che il diasno
degli hifenfiinenti ba oAgme dalla parte opposla . B w sfotta rèpHoa>'
io 9 ohe le arene dei torrenti saperiori soarioate dal Primaro ^ depo»
nbndosi -poca lungi dalla fooe » possano però esser eomoiosse , e sol*
levate dalle tempeste , e snsseguentemente trasportate nel Pirotolo r
direi cbe ia tanti secoli p nei quali il Prìmaro è corso torbido in ma«
T^f ba senza dnlMo condotta tanta quantità d' arena y e terra , cbe
{ino. bastare ad interrire il Pirotolo y e gli altri porti , ^ncfae senza
-aiuto di quella , che condurrà dopo V ìnalveazione del Reno » e de-
^ altri torrenti , e che^non temendosi il pregiudizio della prima ,
non occorre mettersi in pena nò anche dell* altra • Aggiungo di piv(
che se i aignori Romagnoli non credono , che il Pirotolo p<issa rice«'
▼er danno dal Lamone fiume torbidissimo , e distante colla sua foce
dal Pirotolo^ sole 4* miglia sopravvento » molta meno è credibile ^ cbe
possa riceverlo allora che il Lamone sarà distante la metà , e avrà le
tue acque mescolate colPacqiie assai men torbide del Primaro . Tut-r
te questa sia detto per abbondare f mentre è manifesto , che quando
aDcora il timore mostrato dai signori Romagnoli della perdita del Pi-
sotolo fesse ben fondato, tuttavia resterebbe loro* la facoltà di va-
lersi della foce antica dei fiumi Ronco» e Montane» riducendole a
porto nel modo proposto dai due chiarissimi idrometri Manfredi , e
Zendrini» nella loro relazione stampata intorno la diversione dei due
fiumi menzionati »
LXXXVL Finalmente per confermare , e stabilire maggiormente il
mio pensiero circa il progetto da abbraociarsi nelle presenti circostan--
se per il regolamento delP acque del Reno » e degli altri torrenti mi
Talora dell' autorità dello' sorittore il più classico» e per comune sen-
tenza dei dotti y riputato cnrmai maestro il più accreditato d' idrome*
tria» cioè del tanto celebre Dottor Domenico Cuglielmini . Questi
venendo consultato nei suoi ultimi tempi» cioè l'anao 1709» dai si^
gnor! assunti d^^acque di Bologna sopra il modo di dar esito alle ac-
que del Reno » supposto che non fosse permesso di scaricale nel Po
grande » rispose con una sua scrittura » della quale conservo la co«
pia ,. d^ esser di parere» che dovessero scaricarsi nel Pi-imaro» condu-
cendovi nello stesso tempo a sboccare immediatamente il resto dei
torrenti del Bolognese y e della Romagna» con cbe però 1' inalveazio*.
ne si principiasse dalP ultimo influente vicino alla foce» introdotto il
qnale sì osservasse diligentemente T efletto» che ne seguirebbe» il
qnale quando fosse riuscito felice» si poteva tirare innanzi ad inai*
▼eare in simil modo il penultimo » e cosi andar passo passo seguitan-
^ fino aL primo ^ confessando ingenuamente di non sapere il meto-^
do di deterilìinare le pendènze » larghezze » e profondità di un alveo
comune a più' fiumi torbidi da unirsi insieme» senza il soccorso del-
l' esperienza • Dietro V esempio d^ uomo si grande , della dottrina del
"A
SSo
quale in questa parte della aoieiusa del moto dalP aòqne » mi vntémé
Toneratore 9 e ae£iiace , ho procarato di re^^olarmi ancor io nell' idea*
re il progetto detoritto in questi fogli , proponendo d' inalveare
prima 1 torrenti inferiori , .e d^ osservare V enetto 9 cbe produrrà V n»
nione dei medesimi coli' acque del Reno al presente chiare , ma che
in progresso si anderanno intorbidando» avanti di passare ad ulterio*
ri operazioni • Né osta » che la linea del nostro progetto non coincida
con quella del Prìmaro » nò che i torrenti inferiori fino all' Idice in-
clusi vamente s'introducano nell'alveo del nuovo fiume tutti ad ona
volta f e non ad uno ad uno » come voleva il Ouglielmini , mentre
Suanto al primo si è prescelta la nostra linea » per esser più breve
i quella del Primaro , riconosciuto c^e ultime » e più diligenti os*
servazioni troppo lungo, e tortuoso, e per accostare l'alveo dà nuovo,
fiume ai torrenti di Marmorta, i quali difficilmente si sarebbero
condotti a sboccarvi in altro modo , e quanto al secondo abbiamo se-
guito 1' esemplare del canal Bianco , il quale se lesse stato cognito e-
fattamente nei tempi del Guglielmini, come lo è al presente dopo la
visita Rinucciniy è molto credibile, che il Guglielmini non avrebbe
lasciato di servirsene anch' esso per guida in simile operazione •
LXXXVIL Questo è quanto nell' affare importantissmio , che sì ha
fra mano , ho creduto dopo matura considerazione di dover rappre-
sentare all' E. V. , alla quale finalmente rassegnando il mio riverea«
tissimo ossequio, bacio la Sagra Veste, e mi dico
Di Vostra Eminenza
Roma i. Febbraio Z76$«
UmiUtt. D^otis9. Ohbligatiss. ServUorm .
Topimaso Perellì.
X
Ut
P A R E R E
DI DUE MATEMATICI
SOPRA DIVERSI PROGETTI
Intorno al regolamento dell* acque delle tre provincie di Bologna i
Ferrara f e Bomagna , presentato ali* Emo ^ e Revmo sig. Cardinale^
Pietro Paolo Conti Visitatore Apostolico»
ATendooi onorati Vostra Eminenza di richiedere il nostro » ben-
ohe debole , sentimento sopra i diversi progetti per il regolamento
delle acque delle tre suddette provinole ; per ubbidire alli veneratisi
timi comandi col miglior modo a noi possibile , abbiamo stimato con-
▼enevole il dividere le nostre riflessioni in tre parti , e anche il di-
stinguerle con numeri per evitare 1' oscurità , e la confusione dello
materie •
Nella prima parte si proyerà la necessità di qualche rimedio, o ri-
paro , qualunque egli sia • Nella seconda si esporranno i principali
progetti. Nella terza finalmente si ricercherà , e si sceglierà tra i
progetti proposti quello , che si crederà meritare la preferenza • Sti-
miamo superfluo dichiarare , come si suol fare , il nostro animo alie«
no da qualunque parzialità , o vile interesse » credendo noi avere da-
te sufficienti prove delle qualità opposte ; e desideriamo di poter
dare uguali contrassegni della nostra perizia nella proposta materia ^
e del nostro zelo nell' ubbidire a obi ci comanda .
L I. Nella presente oausa delle acque i danni da considerarsi es-
sendo T^ativi alle tre provincie di Bologna , di Ferrara , e della Ro-
magna y è necessario il disaminare i pregiudizi » ^^^ patisce , o può
patire ognuna delle tre provincie , per conchìuderoe dipoi la necessi-
tà, e la scelta di qualche rimedio • In quanto alla provincia di Bolo-
gna, le acque torbide de^ torrenti spandendosi » e ristagnandosi nelle
campagne 9 alzano i fondi colle deposizioni, le quali accumulandosi ,
massimamente in tempo delle piene , fanno ostacolo agli scoli » e cre-
scendo viepiù gì' impedimenti , )e acque arrivano fino alle campagna
soperiori. Onde per impedire il progresso del mare è necessario di
munire gli alvei di robuste , e alte arginature , con pericolo perpetuo
di rotte yv le quali minacciano il paese intero di violenti » e frequea-
tiasìme inondazioni ^ affatto inevitabili , se non potessero ripararci
*5t
colia prontezza neceataria le dette rotte ; il che «arebbe da temerti
per la precipitosa cadata delle acqae in tanta altezza. Si deve otser-
vare » cne per campagoe snperiorì non intendiamo i terreni più alti ,
il aito felice de* quali li libera affatto dal perìcolo delle inondazio-
ni • Ma bencbè alcune campagne , per il ▼antaggio della loro aitaazio«
ne 9 non siano soggette a questo pericolo, nnliadimeno sono degne
deir attenzione del SoTrano 9 e implorano la sua clemenza tante, altre
campagne più basse , o meno alte , ridotte in nno stato deplorabile ,
e cangiate in laghi . Non dee certamente prevalere un timore senza
fondamento alcuno^ o un leggiero danno , aofferto àa qualche parti-
colare p ed una ruina quasi totale di vastissime campagne » alla deso-
lazione di numerosissime famiglie » e alla distruzione dell' agricoltu-
ra • Di questi perniciosissimi effetti fitnno fede le campagne inferìo-
ri, e meno alte del Bolognese, i vasti terreni abbondanti, e rimasti
$0Bm coltwa f e popolazione ; ne dimostrano finalmente le funeste
eonsegnenze i danni acéresciu'^ in tempi di gran piogge, e di piene «
Non ci crediamo obbligati di confermare con altre prove questi fu*
nestissimi effetti, i quali se veiiissero messi in dubbio, potrebbero
comprovarci coli' ispezione del male , con gli atti delle visite fatte in
diversi tempi , ne* quali si può osservare il progresso de* danni ; fi««
nalmente colle scritture dei signori interessati , e con una prova co-
mune a tutti , cioè colle spese enormi , alle quali è stata soggetta la
provincia per liberarsi dal male presente , e preservarsi dal futuro «
Queste poche prove , mn, pur troppo convincenti , ci paiono csiere
Bufficienti in un parere , nel qual ci propouiamo di esser brevi t. senza
essere oscuri, o mancanti in cose necessarie.
A. Si rende molto più manifesta la necessità d^un riparo nella
provincia di Ferrara . Il danno principale , al quale si trova soggetta
la detta provìncia, consiste particolarmente' nelle piene del Primaro,
il quale rimane gonfio aleune volte per lo spazio di ao« .0 So. gioD*
ni , minacciando gli argini appena di qualche oncia superiore air ac*
que , esponendo a un pressantissimo , e sommo pericolo il Poleaine dì
6. Giorgio, cioò alla sommemone di questa importantissima patte
del Ferrarese , la quale somministra alla città di Ferrara , e stila prò*
vincia il principale sostentamento # Anderii aumentandosi il pericolo
d^anno in anno per il restringimento delle valli; non il aolo Polesi-
ne^ ma anche le valli di Gomaochio si ridurrebbero all'infelice stata
d* estere i recipienti delle acque • Finalmente la navigazione del Po ,
!;ià non poco aanneggifeta , si renderebbe affatto impraticabile ,^ e dal'»
a corrosione, e deposizione delle materie. seguirebne Pinterrimenta
dell' alveo . In conseguenza aarebbe perduto affitto il oommeroio per
^cqua fra la Rontaffiia , e Ferrara . In fatti , che le valli si rìatringa-
Ào è evidente > pQichò U torrenti mediante la deposizione dell' acque
353
torbide 5 rialzano il terreno , e ne Iianno anche bonificate alcune
{>arti. Onde si rende niaaifeato, che il ristringìmeoto di qaeste vai-
1 9 le acque che le vanno riempiendo nel tempo delle piene ^ de-
vono necessariamente cagionare dei disviamenti nel corso del Prima-
ro , e interrirne P alveo • Ài saddetti pericoli dev^ aggiungersi un
altro, al quale è esposto il Polesine di S. Giorgio, ed è il danno,
che riceve dalle sorgive, le quali particolarmente in tempo dall'e-
screscenze del Primaro , si fanno strada attraverso agli argini , scor-
rono alla base della scarpa esteriore , massimamente nello spazio com-
preso tra Marrara, e il Morgone. Queste sorgive, per la copia del-
l' acque , che vanno somministrando , riempiranno gli scoli principa-
li, verrà impedito lo scolo delle acque del Polesine di S. Giorgio,
ed ivi stagnando resteranno incapaci di coltivazione molte, campagne
fertilissime . Non si deve far poco conto d' no altro pregiudizio , al
quale è soggetta una parte considerabile del Ferrarese situata alla de-
stra del Primaro , la quale rimane esposta ai torrenti di Marmorta ,
e alle piene del Primaro , senza speranza alcuna nel presente stato
delle cose di ricavare qualche vantaggio da queste campagne , capa-
ci in gran parte di ottima coltura.
3. Quanto alla Romagna i danni , che ella soffre , consiiitono prtn*
cipalmente nelle inondazioni delle campagne tra il Primaro , il San-
terno , e il Zaoiolo. Sono cagionate queste inondazioni dalle pieno
del Primaro, il quale in una gran parte del suo corso a destra è di-
aarginato , e conseguentemente permette lo. sfogo alle acque nelle
campagne • Si potrebbero impedire , o almeno diminuire le dette i^
nonaazioni col mezzo degli argini ; ma il rimedio generalmente con-
siderato sarebbe peggiore del male i poiché in questo caso il Primaro
spanderebbe le sue acque nelle campagne dirimpetto al Polesine di
S. Giorgio • Al medesimo pregiudìzio sono espc^ste le campagne tra
il Santerno , e S. Alberto , nel qual tratto di terreno la parte del
Primaro a destra è quasi tutta disarginata • Onde le piene sormon-
tando , colmano le valli dì Marmorta , d'Argenta, ed altre situate
nel territorio della Romagna , cioè di Filo ^ Longastrino , e della Ve*
la • Finalmente riempiendosi queste valli colle deposizioni delle acque
torbide dei torrenti Sillaro, Quaderna , Santerno ec. , le piene di-
quei torrenti, e degli scoli, non trovando spazio sufficiente, sono
obbligate di spandersi nelle campagne. La funestissima serie di que^
ati danni accennati è confermata dagli atti delle visite, e dalla sup^
plica presentata all' Eminenza Vostra, nella quale i signori interessa^
ti dèlia Romagna deplorano la perdita di molte loro campagne, e I0
continue spese necessarie per diminuire il male. Da queste poche ;rx«
flessioni è facile il concbiudere quanto sarebbe contrario al bene co«
mone delle tre Provincie , e anco al privato interesse della Romagna
45
S54 i
il rigettare qnalaaqne progetto. E realmente gli autori della saddef*
ta sup^Jioa non escludono qualunque lìnea , ma solamente quelle,
nelle quali si conducessero le acque della Sammoggia , Reno^ e altri
torrenti -verso la Romagna . E manifesto , che la Romagna non può
ricusare generalmentt» ogni progetto » se non ai porranno alla destra
del Prìmaro aufficienti arginature capaci d* impedire V espansione
della acque nelle campagne • Ma abbiamo già accennato il pericolo
di un tal rimedio •
Benché nelle prove già addotte della necessità di qualche rimedio^
abbiamo fatta espressa menzione delle sole campagne , è chiaro nul-
ladimeno, che in questa necessità siano anche comprese le città di
fiologna, Ferrara , e' Ravenna. Imperocché la necessità di un riparo
non deve ristringersi ai terreni vicini, e al solo pericolo prossimo
delle città; ma anche si stende al pericolo rìmoto, cioè alla perdita
di vasti, e fruttiferi terreni più lontani. L'interesse d* una città non
è limitato nelle mura , a nei terreni adiacenti , contiene ancora le
possessioni più distanti , che somministrano il mantenimento agli a-
sitanti, e accrescono la ricchezza dei medesimi. Ma nel caso preseU'^
te, per non parlare della città di Ferrara, la quale essa medesima
in tempo di piene soggiace ad un perìcolo imminente d' inondazione,
ci ristringeremo a dire qualche cosa delle campagne Ravegoant, e
della città stessa di Ravenna • È certissimo , che esigono qualche sta-
bile riparo le dette campagne pregiudicate dalle espansioni del Prì-
jnaro, o dal rigurgito degli scoli. Le terre Ravegnane vicine al Prì-
maro vie più si vanno perdendo per la caduta, che va mancando a-
gli scoli nelle valli , e con esse terre si perderanno ancora molte val-
li della Romagna , e della stessa campagna di Ravenna • Finalmente
li torrenti delle montagne , che entrano nelle valli , o nel Primaro
cagionano molti danni, i quali non potranno essere cosuntemente
riparati , che coIP abbassare gli alvei notabilmente di fendo • Ora que*
sto abbassamento nel Lamone è necessario, non solamente per ia
campagna , ma anche per la città di Ravenna , la quale in tempo dèU
V escrescenze viene minacciata da quell' alto fiume ; e da tanto pe-^
ricolo non può liberarsi la detta città senza grandissime , e frequen-
ti spese. Nò può distruggere la necessità di qualche rimedio la per-
dila di alcuni terreni fertili, ai quali potrebl^ pregiudicare 1' esecu*
sione d' un progetto. Il vantaggio della città non dipende da pochi
terreni, che hanno una breve estensione, principalmente in larghez-
uà. Se una tal ragione prevalesse, non potrebbe mai darsi esecuzio-
ne ad alcun progetto idraulico, né anche a molti altri pubblici prov-
vc^liraenti , quali sono le pubbliche strade, e simili lavori apparte-
nenti al bene comune; le quali conseguenze sono certamente assarde*
4* Quantunque fondate siano le precedenti ragioni ^ nulladinteno
355
«
non 8&rà fuor di proposito il rinnovare la tristissima memoria di tan*
te escrescenze^ e particolarmente delle piene accadate negli anni
17679 1758, 1761 , le quali hanno posto in sommo pericolo, e co-
sternazione tutte tre le proYÌncie • Le piene suddette possono legger-
si in relazioni autentiche; ma non -deve tralasciarsi il pericoloso e-
sempio , che ci ha somministrato il cavo Benedettino nel mese di
Maggio deiranno scorso /Il giorno i3. del detto mese in tempo d^u*
na dirottissima pioggia di trent'ore continuate 9 giunse improvvisa-
mente una tal piena deir Idice , che nel cavo Benedettino , é ^preci-
samente nel canale delP acque unite si alzò 1 8* once sopra la 'massi-
ma piena ivi accaduta li 4* Novèmbre 1761. Sormontò gli argini tan-
to a destra, che a sinistra in molti siti. Ma perchè a destra sono più
robusti, e vi accorse moltissima gente , che indefessa vi lavorò in
tempo così piovoso ; succedettero ben sì alcuni trapassamenti d' acqua,
ma di mediocre danno • Al contrario dalP altra parte nessuno essen-
dovi accorso , V acqua operò con tanta forza , che dopo av^r sormon^p
tato in diversi luoghi , spezzò V argine sinistro dicontro al palazzo
Tubertini in due siti . Essendo state misurate le due rotte , la supe-
riore fu ritrovata di piedi 55 , e l'inferiore di So, senza speranza
di potervi per allora rimediare, essendo la campagna un mare d' ac-
<fua, e il Po, che era sopra la guardia once 10, avendo fatto le so-
lite continuate espansioni alla destra • Sul principio il corso dell' ac-
qua era diretto verso il palazzo Tubertini; ma essendosi formato un
ostacolo verlo la parte superiore , le acque piegarono il loro corso verso
la strada del Traghetto • Indi passando sopra di essa , e sopra i prati
inferiori , si scaricarono in Primaro • Da questa relazione si vede chia-
ramente , che V acqua torbidissima dell' Idice entrata nel Po al Tra-
ghetto per una strada brevissima , avrà certamente alterato quel fon-
do dal Morgone in su , e cagionato maggiore alzamento ; onde ritar-
dando le acque superiori del Primaro , vengono sempre esposte a
maggiore pericolo le parti auperiori, e più sane del Polesine di San
Giorgio •
Questo esempio conferma pur troppo le ragioni accennate • Nò
vale a dire, che in tali casi deve portarsi un sollecito rimedio; im-
perocché il male essendo subitaneo , ed improvviso , un lavoro pronto
può ben impedire una parte del danno, ma non toglierlo affatto. H
che si vede anohe nel sopraddetto esempio , poiché essendo inondata
le campagne f e non potendo scoprirsi terra ne' prati , non era possi-
bile di chiudere le rotte • Onde sopraggiungendo un' altra piena , e
dilatandosi maggiormente le dette rotte , vi era da temere molto per
il Polesine di S. Giorgio • È bensì vero , che fu sollecitamente preve-
dato il male , armando con robuste pali/.zate le testate delle rotte ;
sua feggiorando lo cose , il male non ]^r mette, sempre tali rimedj , e
\
tS6
non può negarti » ohe ti ridarrà Baalmente a tal estremo » ebe sia
iDtuperabìle dair indastria » e dall'arte. Oode^ bisognerà , ohe ceda*
no le difese dell'arginature, che si rompano , e passino le acque nel
Polesine , e nelle ?alli ; cioè , resteranno rovinate qnelle floride e
fruttifere parti dello stato» il Polesine di S. Giorgio , e le valli di Co-
macchio, come abbiamo già detto. Quest* istesso raziocinio prova
anche V ìnsofficienza dei rimedj provvisionali, dopo i quali con esor-
bitanti replicate spese, bisognerebbe finalmente venire a qualche ri*
medio reale.
5. Benché siano gravissimi i pregiudizj , che appartengono all' a*
grìcoltura , e air economia delle campagne , nulladimeno sono pia da
temersi quelli, che interessano l'economia animale, e la salute degli
nomini. Non dobbiamo dunque omettere in questa prima partei la
considerazione dei perniciosi effetti , che producono le acque scagnan»
ti, e corrotte sull'aria, che ha tanta relazione colla nostra vita. Ora
è certo, e Io dimostra la sperienza, qualunque ne sia la Q^usa fisi»
ca , che li siti paludosi , e inondati da acque stagnanti sono soggetti
a malattie frequentissime, e febbri pestilenziali.
Da queste , e dalle precedenti riflessioni crediamo dimostrata la
necessità di qualche riparo per le tre provincie. A questo riparo,
del quale si discorrerà nella terza parte , non avrebbero certamente
diritto alcuno di opporsi quegli abitanti^ che sarebbero lontani dal
pericolo delle inondazioni • Un timore poco fondato , e 1' utilità pri-
vata non devono mai prevalere al bene pubblico . Nò maggior forza
dovrebbe avere l'opposizione di quelli, i quali nell' esecuzione di
qualche progetto determinato soggiacerebbero necessariamente a qual-
che pregiudizio • Imperocché oltre la suddetta ragione dei ben co-
mune, onde deriva dominio eminente de' Sovrani sopra i beni parti-
eoUri , si potrebbe rimediare anche a questo male con qualche com-
penso , o risarcimento de^ danni : ma queste difficoltà essendo pura-
mente politiche , non è incombenza nostra il risolverlo più diffusa»
mente «
6. Ne parrerebbe giusto di eseguire da noi antecedentemente alla
determinazione d^un progetto, un calcolo esatto delle spese, dei la*
veri, del prezzo de' materiali, della perdita de' terreni, delle case
ec. Benché siano necessarj tali calcoli nell'esecuzione attuale > nulla-
dimeno sono inutili, e non possono fare ostacolo alcuno, quando si
tratta di' una riparazione necessaria » senza la quale seguirebbe una
mina totale.
Per rispondere a qneste ingiuste scense , che potrebbertf urèi dei-
fa nostra imperizia in tali materie economiche, le quali propriamea-
te non appartengono a matematici , noi ripeteremo il vero senso > e
li termini di questa nostra commissione • Doblwuno doo^pe esaminare
«7
i progetti prinoipali» astenerci da qnalaiiqae altro naoro proget-
to, fare la scelta d'uno tra i proposti. Ora e evxdeate , ohe il pro-
getto da scegliersi deve esser tale, che il felice esito sìa certo , o
più probabile » e anche meno dispendioso , se fosse possibile ; ma ac-
cade frequentemente , che queste due qualità , cioè , la maggior pro-
babilità, e il minor dispendio non possono conciliarsi assieme. In que-
fto caso non vi è dubbio alcuno, che deve preferirsi il progetto più
probabile , e più dispendioso • Onde senza ricerche inutili sulle spe-
se, e P economia , stimeremo avere soddisfatto , quanto lo permette
la nostra debolezza, alle prescrìtte condizioni del nostro parere, se
tra ì progetti proposti ne possiamo scegliere- uno , del quale il suo*
cesso sia nìoralmeote certo, e anche dimostrare., che tra questi sia
r unico probabile • Da questa dimostrasione , e dalla necessità indi-
spensabile di qualche progetto, già provata, si vede quanto sia su-
perfluo, prima delP esecuzione, qualunque calcolo economico; pur-
obè V esecuzione non sia superiore alle forze delle provìacie 9 il che
^ fuor di dubbio. Deve osservarsi attentamente, che con avvertenza
abbiamo attribuito a qualunque progetto, che potesse scegliersi, il
solo nome di probabile, o anche di moralmente certo. Nessuno scrit-
tore ben intelligente della materia , e avvezzftto alT evidenza geome-
trica , ardirà di adoperare la parola di dimostrazione , e ^assicurare
dimostrativamente il felice successo di un progetto qualunque idrau-
lico , il quale dipende da molte coodizionì occulte , quali sono - la
natura del terreno in un lunghissimo tratto, la portata dei fiumi , e
torrenti riuniti, la fedeltà, ed esattezza neir esecuzione . Ma è mani-
festo , che in tali casi non si ricerca una dimostrazione rigorosa , e
ohe basta una certezza morale, la quale se non fosse sufficiente^
non si potrebbe ^mai intraprendere progetto alcuno , non potendo es-
3ervene uno , che meriti il nome di esatta dimostrazione •
S* IL 7. Ogni qualunque progetto nel presente importantissimo af-
fare deve esser diretto a questi due fini , cioè, ad impedire Tespan-
sione delle acque de' torrenti nelle campagne coltivate, ed a liberar-
pe le campagne capaci di coltivazione. I prìncipj idraulici insegna-
no, che per ottenere questi efifetti sarebbe assurdo il dividere le ac*
Ste de' torrenti in diversi alvei, poiché se ne minuirebbe la veloci-
• Dunque ogni progetto deve ridursi a condurre le acque al mare
in UQ medesimo alveo • Onde in questa seconda parte non dobbiamo
descrìvere, che i soli progetti di questa natura, e anche tra essi
lion ammetteremo quelli, che vengono universalmente esclusi. £ fi«*>
nali^ei^te per non inoltiplicare il numero de' progetti , non distingue^
remo quei, che bando tra di loro poca, e quasi nessuna differenza •
pi contenteremo dnlfqne di annoverare quattro linee.
JUi prima Uosa parte dalla rotta PanlUia^ e ya direttamente, al
SS8
Sasso Segni y attrAversando in qneato tratto le valli ài Poggio ^ e
lalalbergo; aiegae di poi la direzione del oanale detto della naviga-
zione ordinaria per la langhezxa in tatto di miglia io. Qnindi la li-
nea V incammina per il cavo Benedettino fino ali* ultimo angolo a<*
vanti il Morgone per uno spazio di 7. miglia 9 e i So. pertiche • Dal*
l'angolo suddetto il canale si continua per un altro tratto di a. mi-
glia, e 44^* pertiche, fino a un punto preso nel canale delta Becca*
ra , e distante dal Primaro , secondo la direzione del canale , d* un
miglio, e pertiche 3io. Ivi si piega verso il Primaro» e per un trat-
to di 4 miglia y e pertiche 260. è condotto al Primaro dirimpetto al-
la Bastia. In questo tratto attraversa i terreni situati tra U Prima-
ro > e la valle di Argenta. Il restante dell'alveo dal Reno fiAo al maro
h in parte V alveo del Primaro , abbreviandone il corso con diversi
addirizeamenti , talmente, che dalla Bastia fino a S. Alberto venga
quasi affatto abbandonato V alveo vecchio del Primaro . L' ultima par*
te dell'andamento di questo canale da S. Alberto fino al mare ò
l'istessa in tutti i 4« Progetti. Gli addirizzamenti accennati ai rida*
cono a quattro • Il primo , dalla Bastia fino alla Madonna de' Boschi ,
conducendo il canale sul!' orlo delle valli di Filo , e Longastrino • Il
secondo , dal termine del primo fino allo sbocco del' Senio . Il terzo ,
per togliere quella grande inflessione , che fa il Primaro superiormen-
te a S. Alberto . Il quarto , finalmente per levare l' altra svolta ia
faccia delle Mandriòle . Questa prima linea fu proposta dal sig. Gab-
briello Manfredi dottissimo professore di matematica, e coli' approva-
zione del suo autore fa mutata dal chiarissimo padre Frisio, il quale
propose un taglio da efiettuarsi per il mezzo della valle di Marmor-
ta, mediante il quale si conducessero le acque direttamente dal Mor-
gone alla Bastia. Il vantaggio di questa mutazione è di abbreviare il
corso del Primaro in circa a 3. miglia , e di guadagnare 3. piedi on-^
ce 7. di caduta. Il signor Giacomo Marescotti celebre professore di
filosofia ha intrapreso a sostenere il progetto del sig. Manfredi, ab-
breviando con diversi tagli la linea del Primaro in circa 4« miglia •
alli quali corrispondono piedi 4. 8. . di caduta , i qnali essendo ag->
giunti a piedi 3. 7 , che procura l' abbreviamento del padre Frisio ,
si avranno in tutto piedi 8. 3. Principia il signor Marescotti la sua
cadente da un punto del fondo del Primaro» preso in faccia allo aboo-
co del Santefno, il quale resta inferiore di piedi a. 7. al pelo infi-
mo dei mare • Dal detto punto fino alla Bastia , la pendenza è di
once 9. IO. per miglio. Dalla Bastia all'Idice io. 9. Dall' Idioa alla
Savena di once la. 5, e finalmente dalla Savena al Reno di once
\4* 9* Ci basta per ora di avere seguitata la direzione della prima
linea, come anche faremo delle altre, senzii\|^e menzione aloaua
delle lari^e^ze dell' alveo, e delle operazioni fteicriite per iscarieaxvi
ie aoqne de' forrenti ^ 8i Tedrà la ragione di questo lilensio nella
terza parte.
8. La seconda linea proposta per IMntrodazione de' torrenti nel
Reno 9 prende il Reno aita Botta Sampieri seguitando per qualche
tratto la direzione del suo alveo superiore alla detta Botta* Ma di-
poi piegandosi verso ostro » arriva a un punto distante 90. pertiche a
tramontana dal convento de' padri Francescani » in vicinanza del qua-
le riceve la Saminoggia divertita in un punto inferiore miglia a ^
alla confluenza della medesima col Lavino. Dal punto accennato se-
guita in linea retta per lo spazio di 44<>* pertiche sino alla Fossa Stor*
ta 9 1 90. pertiche sopra lo sbocco della medesima Fossa nel Rido ;
Quindi piegandosi verso tramontana , continua il suo andamento qua-
si rettamente per il tratto di miglia 14 1 e pertiche 29^, sino a un
}>nnto distante So. pertiche verso ostro dalla chiesa di Durazzo . Ivi
acendo nn angolo assai piccolo verso tramontana , siegue per un' al-
tra retta di 9. miglia, pertiche 80 , ad incontrare un punto distante
70. pertiche verso ostro dal palazzo della Frascata sulla via Corrie-
ra ; e di là dopo aver fatto un piccolo angolo , si avanza per lo spa-
zio di 6. miglia 267. pertiche fino allo scolo delle Alfonsino, 610.
S ortiche sopra lo sbocco del medesimo nel Primaro. Dipoi » mutando
irezione verso il Primaro y viene ad intersecare la strada Raspona in
distanza da quel fiume dì pertiche a4o , e giunta al Senio avanzan-
dosi rettamente f entra il Primaro alla chiavica a S. Alberto » e fi-
nalmente nel mare per l'alveo del Primaro. Coli' occasione di questa
feconda linea, che fu pensiere del signor Bertaglia, non deve omet-
tersi, che dall' is tesso autore fu proposta un'altra linea inferiore ri-
apettivamente alla precedente descritta , come può vedersi neU' esa-
me del voto Manfredi , sCamputo in Ferrara nel 1759 , al qual esanco
è annessa una pianta che rappresenta la prima linea Bertaglia. La
detta linea conviene prossimamente colla linea ultimamente proposta
dal dottissimo sig. Perelli ; nulladimeno essendovi alcune piccole Aìf-
ferenze , e di più la detta linea essendo stata minutamente descritta
da (|uesto celebre professore, coli' aggiungervi anche tutte le condi-
zioni 9 e tutto il metodo dell' esecuzione , deve attribuirsi al suo ul-
timo autore , descrìveremo ia compendio la sostanza del progetto .
!• Si addirizzi il Primaro in faccia alle Mandriole • Dal Primaro
Alberto si cominci il nuovo alveo > che vada per linea retta si-
no 9I Santerno 6oo. pertiche sopra lo sbocco di quest'ultimo nel
Primaro • Poi si conduca il detto alveo con altra retta a nn punto
isco. pertiche a tramontana del palazzo della Frascata sulla via CSòr-
rìera : con altro tratto parimente retto si prolunghi a ac. pertiche a
tramontana deUa torre de' Cavalli , e si Tada poi con altra retta al-
la Stolta dell' Idice poco saperiormente alla tu del Ganalazao • Se
.1'
86o
per avventura s^ incontrassero fondi valtivi ^ ed incapaci di arginata-
re il che non si crede dall* antere » si facciano degli argini circondap
TJ ÌEi qnelle valli » che si dicono essere di poca esteosione . Ora se A
paragona T andamento di questa linea sino all'IJice con la prima lig-
nea Bertaglia , segnata nella Mappa suddetta , non si trovarà diffe-
ftoza notabile • Seguitiamo il corso della linea proposta dal sig* Pe«
relli . Abbiamo già percorso il canale fino aiP Idice : In caso che le
acque torbide del Reno non lascino deposizioni nel cavo Benedetti-
no, prescrive l'antere del progetto di proseguire V istesso canale si-
no alla rotta Panfilia. Se poi f esperienza dimostrasse il contrario,
si deve allora abbandonare totalmente il 6avo Benedettino, e median-
te un taglio condurre T alveo del nuovo fiume a incontrare P alveo
di Reno in un punto superiore , come per esempio alU botta Sam-
pierì . Finaimeute se non bastassero le operazioni prescritte , in que-
sto caso si potrebbe derivare un ramo dell'acque del Po grande, po-
co sotto la Stellata , unendolo al nuovo fiume , acciò acquisti forza
Inastante perjspìngere le torbide al mare» Deve osservarsi i( dubbio
dell'autore , dal quale apparisce, che l'andamento della sua linea
non sia sufficientemente determinato 9 e che piegandola a tramonta-
na, o ad ostro ricaderebbe da quella parte nella linea del sig. Ber-
taglia, e da questa nella linea del p. Frisi. Abbiamo considerato
sin' adesso la direzione dell'alveo, la quale benché sia sufiEiciente per
formare qualche giudizio sul progetto, accenneremo nulladimeno una
parte delle operazioni prescritte dall'autore nel progresso dell'alveo*
Giunta 1' escavazione da S. Alberto al Senio, s'introduca il Senio
nel nuovo alveo ; ma arrivati coli' escavazione alla Madonna de' Bo«
•chi, sMnterrompa, e si ripigli oltre il Santerno. Si prescrive , se
sarà necessario, di fare una fossa parallela al Santerno, per dare sfo-
go alle sorgive , che potranno ^occorrere nell' cscavaziane • Giunti al
Zaniolo, si faccia un taglio, che vada a ricevere le acque del Pri-
maro poco sotto la Chiesa di S. Biagio, fatto il quale, s'introdurrà
il Santerno nel nuovo alveo* Per un altro taglio attraverso la vallo
di Marmorta si conducano le acque di quella valle nel nuovo alveo •
Da un punto del nuovo alveo un mìglio sopra la torte de' Cavalli, si
faccia un altro taglio , che vada al cavo benedettino dirimpetto al
Traghetto • Si chiudano le coronelle in Gandazzuolo , si rinforzino ,
e si rialzino, se occorre; si rinetti il cavo dagl'interrimenti dell' I-
dice f Si avverta , che i torrenti di Marmorta non portino le loro ac-
que torbide del nuovo fiume , ohe dopo l' introduzione in esso delle
acque chiare del Benedettino ; ma prima servano le acque torbide a
colmare le valli superiori , per cadere poi chiarificate nel nuovo àl-
veo. Gli scoli Zena, e Fiumicello si conducano con un nuovo cavo
parallelo al Benedettino a shoccare nei nuovo alveo* Si procari » otte
8Ì5f
6aT6na vada a colmare le Talli pm baaie «Ièlla Fegolà » « del Tedo ,
In un punta vantaggioso 8^ ìntrodaca il Lamone nel Primaro a S. Al»
berlo ; ma si osservi , se il fondo del Santerno dopo la sua introdu«
isione s' abbassi con regola , senza far dirupare gli argini , e se fosse
maggior vantaggio d' introdurlo nel nuovo fiume in altro punto au<>
ùerìore. Nelle valli di Filo, di Marmortà, del Poggio , e di Malal*
iiergo vi sono dei vasti tratti di fondo incapace di escavazìoue • Si
Tuole nel progetto » che tali fondi «i colmino con metodo, mediante
le torbide del Reno ^ e del nuovo fiume. Quanto poi alle regole
I prescritte dalF Autore intorno alle pendenze, e al buon ordine del-
e openizioni ^ crediamo meglio il dìfibrìrne Tesposizìone nella terza
parte «
IO. La quarta linea chiamata superiore relativamente alle altre già
descritte 5 cioè, per rispetto ai terreni, per i quali passa, piglia il
Reno vicino all'osteria di Malacappa, d'onde piegandosi leggiermen*
te, lo porta verso Riolo passando prima loo. pertiche sopra la Pa-
lazzina, detta «il Ghiesotto, per lunghezza in tutto di un miglio |.
In questo sito viene proposto di unirlo alla Sammoggia , con diver-
tirla 3co. pertiche in circa aotto i Fòrcelli, cioè «otto la confluenza
della medesima col Lavino . Darli' ingresso della Sammoggia , la linea
aìegue per lo spazio di tre miglia fino al Naviglio , il quale rimane
intersecato dalla medesima in uu punto inferiore lòo. pertiche sotto
il punto livellato dai periti. Quindi continua per miglia 6 | incirca
fino all' Idice i oc pertiche sopra la Chiesa de' Ronchi , attraversando
primieramente il torrente Savena poco sopra la Chiesa detta de'Fab*
x>ri. La lifaea a' indirizza dipoi alla volta del Siìlaro loo. pertiche in
circa sotto la Chiesa di porto Nuovo • La lunghezza del, tratto fra
l' Idice, e il Siilaro è di miglia 9 |. Dall' Idice siegue direttamente
alla svolta della Qnaderna , dove si unisce colla Gaiana aoo. pertiche
in circa sopra il palazzo della contea Malvezzi . Indi seguita costeg-
giando per lungo spazio l' alveo della Quaderna portandosi al Siilaro.
Dal Siilaro continua direttamente verso il casino Bagnara , e di*
poi al Santerno sino a 100. pertiche in circa sotto l'osteria del Mo-
ro. Quindi continua il suo corso verso l'osteria della Pianta. La lun-
ghezza della linea dal Siilaro all' osteria suddetta è di miglia 7. Fi-
nalmente da quest'ultimo punto si conduce ad unirsi colla seconda
linea sopra la Chiesa della Madonna del- Passetto, e colla direzione di
easa va a terminare in Primaro in faccia a Sant' Alberto ; dopo scor*
«o un tratto di miglia g. Da Sant' Alberto poi al mare, come nelle
linee inferiori, eerve in questa l'alveo del Primaro, fuorché in fac*
eia alle Mandriole , dove si propone di fare un taglio per togliere la
grande svolta , eh' è in quel sito , e allora la lunghezza dell' alveo
del Primaro da S. Alberto al mare sarà di miglia €^. Ci ^asta di*
46
96^
ftyer percorso V an lametta Si questa linea , risertiaBdeci Si tratta»
delle altre condizieBi di latte le liaee nel segoente articolo • Non è
Bccessarìo di avvertire» che ia qaesta seconda parte siamo stati ob-
bligati di segnttare la descrizioBe deUe diverse liìiee date ds^V Auto-
ri medesimi , osservando perj^ nn ordine diverso » e tralasciando le o*
perasioni pratiche per maggior chiareaza >. e per noa interrompere il
corso delle respeltive linee»
III. tp^ Prima di formare gìndizio alonno su- i progettìr proposti ,
dobbiamo, rimettere in vista » e dichiarare pia aiffiisamente le già
accennate condizioni da osservitrai in qnalan^e progetta idraulico y
rioè 9 che il felice esita sia moralmente certa» a probabilissimo , e
•he l'esecnzione non sia di nna esorbitante spesa • Qaanto alla secoo^
da condizione 9 si toglierà di mezza in ^esto nostra parere ,. se fa*
remo vedere , che vi sia un progetto unica probabile tra. i proposti ,
^alunqae altra di esù essendo affatto impossibile » o almeno poco
probabile • Onde sarà rimossa da queste nostre consideraziom la que-
itione agitata intorno alla spesa • Quanto alla prima condizione della
eertezza morale ^ o probabilità somma , essa dipende nel preaente af^
fiire da due altre, condizioni ^ cioè dalla sufficienza della caduta , e
dalla qualità del terrena. Queste due condizioni esigono qualche det«^
taglio • Un finme ». e un torrente y ohe porti le sue acque mescolate
con lezza» arena » e ghiaia», in due sole maniere può condurle al
maro senza fiire deposizioni sensibili nel propria alveo ;, o con avere
tal pendenza , che la forza impressa, non gli lasci soparara la mate-
ria gravo 9^ che porta; o con aggiungere V impulso d' acqua perenne »
ohe accresca la forza per ispignere- le. parti eterogenee al termine »
Per istabilire poi quale sia il preciso bisogno delia caduta y ci voglio-^
no esattissime sperienze in aualunqjue fiume> e torrente determina^
to, né bastano osservazioni fatte sulle acque solitarie » ma anche si
^ricercano molti sperimenti sulle acque unite. È evidente la necessir
tà di queste diligenze i poiché la caduta delle acque dipende da mol^
te circostanze variabili , cioè » dalla qualità y e quantità delle acque-»
dalla natura del' terrena, dalla larghezza delP alveo ec Onde e ma^
nifesco, che aia necessario dì essere informato, quanto è possìbile»
di tutte queste condizioni; come si farà più evidente, considerando
a parte tutte le accennate circostanze .. La qualità dell' acqua censii
Ite nella maggiore , o minore quantità delle materie eterogenee , net
maggiore ,. o minor pesa delle medesime • È chiaro , che nel primo
caso , caeteris paribus , ai ricerca un maggiore declivio , e un minore
nel secondo • i)eye ancora considerarsi la quantità delle acque chia-
re,, e torbide assieme;, poiché è certissimo, che P accrescimento del-
le acq^e chiare,, e anche la mescolanza colle torbide r accresce nel
primo casa k v^elocità. delP «eque chiAre» e delP acqfxe torbide , ma.
r
«
non vtcendevolmeate le aoque torbide meteolate colle clìiare accref
SCODO sempre la velocità deUe seconde » sazi possono ritardarla con-
siderabilfsente • Questi priaóipj eoaformi alla teoria idraulica soii#
jiccordati -da tutti i buoni Periti.
NoB deve lasciarsi seau gualche osservaeione V opinioBe di aionni
intorno alla velocità accresciuta delle acque in ragione della quanti*
tà delle acque medesifoe , talmeate ohe uà naedesimo alveo potesse
ricevere due influenti eguali» benché non fosse maggiore deli alveo ^
nel quale correvano separati prima della coaflueasa . È fuor di dub-
bio 9 cbe la quantità' dello acque chiare aecresce la velocità , in qua«
lunque ragione » o legge si facoia questo aeerescimento • Ma seaza
entrare in teorìe difficili ^ e fuor di proposito , una semplicissima ra-
none farà conoscere la falsità di un tale principio» se si considera
in tutta la sua generalità • Imperocché supponiamo» ohe due infltieu*
ti uguali » e simili » eioò della stessa qualità ^ non ^occupino un alveo
maggiore di quello , che occupavano separati , questi due influenti si
potranno dipoi considerare come un influente solo, e eoiristessa ra<*
gione si potrà introdurre nn altro infloento senza accrescimento di
alveo; ristesse potrebbe dirsi d'un numero qualunque d'influenti»
il che è assurdo • Non vogliamo aulladimeno impugnare gli sperimenti
fatti da alcuni valeat' nomini » i quali hanno osservato » che ano influ-^
enti correvano in nn alveo comune senza mutare le loro dimensioni;
ma siamo persuasi » che questo caso » se accade gianimai » sia rarissimo»
e non possa fare una regola generale i le osservazioni in questo gè*
aere sono difficilissime; devono paragonarsi assieme la velocità dei
dne influenti separati 5 gli alvei tra di loro » e eoli' alveo comune » la
resistenza» la tortuosità» oc ec. Quanta poi alla terza condizione
della natura del terreno ; è chiaro » che deve considerarsi con tutta'
la diligenza» tanto per rispetto alle corrosioni» quanto per rispetto
alle deposizioni. Se la qualità del terreno sia tale» che ceda facil*
jnente all'impeto delPacque^ aUora il male comincia colla conrosìone»
•ol princìpio della quale la forza dell' aequa è sufficiente per traspor-
'^ire le materie sino ad una certa distanza ; ma poi créscendo la quan-
tità di materia » la resistenza diventa superiore » si fanno le solite
dcnposizìoni » dalle qaali nascono in seguito li danni già accennati. Fi-
aialinente ncm dove trascararsi la larghezza dell' alveo ^ imperoc-
ehè » generalmente parlando » il solo ristrineimento dell' alveo » eoe*
terìs paribus » accresce la velocità » e di pia viene diminuita in un
alveo più afi^to la resistenza» che proviene dallo stropiociamen*
to degli alvei» e per conseguenza viene accrescinta la velocità.
Queste^ quattro condizioni accennate aprirebbeE!ro un vasto campo a
•obliali teorie a ohi ne volesse fiir pompa » ma estendo persuasi del-
la poca» ù anche nulla utilità di eise nella pAtica de' fin^ » ce no
N
S64
prerarraina lolamente come de' limiti per fitaare goalohe progetto ;
~ la. Dagli esposti principj si coochiude» che 4oveiido8Ì introdarre
iQ un alfeo acqae torbide sole» o aoche mescolate eoa aoqae chiare»
il difetto di caduta è uq male irrimediabile » e che rende coasegaen»
temente il progetto impossibile» Cresce il male» so il terreno non
abbia sufficiente consistenza per resistere alP impeto deir acque.
Finalmente se il terreno non sia capace di forti arginature , è evi-
dente, che un tal progetto minaccia una mina prossima» ed il dan*
no irreparabile di tutte le campagne Ticino • Ma se la caduta al con-
trario sia maggiore del bisogno» non potrà accadere male alcuno;
purché V eccesso della velocità » e T instabilità del terreno non siano
tali » che succedano dello corrosioni considerabili • A questo eccesso
di. velocità vi potrà essere sempre il rimedio diminuendo la velocita»
il ohe può ottenersi in molte maniere; col diminuire la caduta» ac-
orescere la larghezza dell' alveo » e con altri metodi , che suggerisce
il sito medesimo » in cui si deve operare » Non vi è dunque dubbio
alcuno» che nel conflitto di Yarj progetti » ne' quali si proponga
d* introdurre acque chiare con tórbiae , devono assolutamente riget*
tarsi quelli » che peccano per difetto dì caduta» e preferirsi quelli »
che peccano per eccesso , purché non ve ne sia uno » che abbia la
giusta pendenza assieme colle altre condizioni necessarie • Questi so-
no i ^principj , che ci serviranno di regola nell'^ esame del progetti
propost) .
' i3. Cominciando dalla prima linea Manfredi ^ dobbhma conside'»
rarla » come anche le altro seguenti linee » quanto a due condizioni
principali ; cioè quanto alla sufficienza della caduta» e alla atabilitài
del terreno • Quantunque sia impossibile » come abbiamo già osserva-
to di sopra» il determinare con regola generale il bisogno preciso
della pendenza» nulladimeno nel caso presente viene fissata dai Peri-
ti » e Matematici della visita del 1693. di once 14 f per ogni miglio.
L'istesso stabilirono i Matematici de^ congressi di Faenza . Il cele-
bro sìg» Gabbriello Manfredi assegna alla sua cadente > seoondo le va-'
rie circostanze de' siti, once 14* per miglio, poscia 14 i» ^4 § * ^^
chiarissimo p. Frisi propone V istessa pendenza nel suo progetto dato
alla luce. Ora , senza entrare nelle ragioni di queste varie pendenze , 01
serviremo della caduta la più vantaggiosa ula. prima linea, cioè Ai
once »4* V^^ mìglio ragguagHatamente » Osserva il sig* Manfredi pre--
valendosi dello sezioni de) Primaro. prese *nella liveliazione del 1767»
e parimente bielle sezioni del Po grande prese- nelle due ultime visito
Riviera, e Rìnuccini , che il fondo degli* alvei dei -fiumi in qaaich#
distanza dal mare, non conserva un declivio contiimo , e non resta
sempre superiore di livello al fondo degli sbocchi in mare; ma divie-
ne inferiore al fimdo de* medesimi » e dipoi va risalendo i e &oendoti
aeolite» di modo che la linea dell' aWeè^ dice il ti^» Manfredi »
qaali supposizioni
autore la curvatura dell' alveo in una certa distanza del mare ^ sa^
rebbe una rìoerca troppo sublii&e » e anche inutile in questo parere »
Bel quale consideriamo solamente qael , che è a proposito per la so-
stanza del pro^tto «^ Da queste osservazioni ricava il sig. Manfredi ,
che per determinare la linea del fondo degli alvei nei fiumi torbidi ,
che sboccano ih mare » non è necessario di prendere il principio deU
la cadente del fondo dello sbocco» secondo la pratica comune dei
Periti y ma che pnò^ principiarsi da qualche punto della convessità
accennata superiormente ai punto della massima bassezza y il quale
suol ritrovarsi distante qualche mìglio dallo sbocco , e nel caso del
Primaro si osserva nel mezzo prossimamente fra S. Alberto , e lo
sbocco del Primaro in mare» Posto dunque, che il ibado del Prima-
ro in faccia dello sbocco del Santemo distante dal mare miglia 1 2 |
ai abbassi sotto P orizzontale ^ condotta per il pelo basso del mare ,
piedi I A -g ; dirigeva il sig» Manfredi là sua cadente » assegnando al
rondo del Primaro once 14 di pendenza per mìglio dal Santerno alla
Bastia, once 14 i dalla Bastia al Morgone, once i4| dal Morgone
alla Salarola 9 e finalmente once 144 dalla Salarola al Reno. Benché
non. possa negarsi » che il detto progetto sia i ingegnosamente pensato,
non* può negarsi parimente » che fautore parta da supposìzoui erro*'
nee^ e fake, supponendo sulla fede della livellazione delF anno 1757,
ohe la caduta del Primaro da Marcara al mare sia dì piedi 27; ma
essendo state ripetute le livellazioni con maggiore esattezza néll' ulti-
ma visita ^ si è accordata da tutti la vera caduta del Primaro da Mar-
rara al mare di i3. piedi, e once 7, cioò minore quasi la metà di
qfMlIa supposta dal sig. Manfredi , e per conseguenza molto minore
«del bitogno* Si vedano gli atti della visita lettera B.
Con questa stessa ragione viene ancora dimostrato insufficiente
1' abbreviamento^ della linea del Primaro, mediante il taglio suggeri-
to dal p. Frisi nella valle di Marmorta , con il quale taglio si ver-
rebbero a guadagnare soli piedi 3. 7. di caduta . Né anche hastcreb-
be ia caduta accresciuita dal signor MaresGotti; poiché prese ancora
le cose più vantaggiose alla detta correzione y il difetto sarebbe al-
meno di piedi 5. a. La pendenza assegnata dal suddetto autore non
pa6 dimostrarsi sufficiente eolle già accennate sperienze idrauliche
di due fiumi confluenti in uu alveo ,. i quali corrono in un recipien-
te aolo senza accrescere le loro dimensioni. Benché noi non abbiamo
difficoltà di accordare y che questo possa succedere , ma di rado; an-
si non ripugna , che- due fiumi uuiti occupino spazio minore dopo
J'nDÌoD< , che 'prima deUa medetima; non ^ deve -pMò introdane
jiella pratica come una regola .geoerale un caso rarissimo , e che nel»
le acque torbide pare impossibile « Jlè deve accot dar» iaciJmente ,
«che uo fiume ^ ia una distanza considerabile dal mare » Jion abbia bi-
aogno di ^quaicbe pendenaa • £ bensì vero , che alcuni ahret si esser*
yano quasi orizsontali -in qualche distanza dal 4nare » moTendost le ac-
^ue colla velocità acquistata • È vero ancora » che per varie combi-
nazioni difficili a ^piegarsi ^ non si dispongono eempre gli alvei in a*
oa declività oontinnala,, e diventano anche alcane volte acclivi. Ma
«he si possa fissare la pendenza deH* alveo ^a un ponto molto distan-
ie dal mare , principalmente -se le acque sono torbide , nel qnal 43a*
ao viene molto ritardata 4a velocità, questo ò un principio fidso» o al-
Ji tondi intersecati dalr alveo sono incapaci di robuste arginature,
^me fanno fede gli atti ildla trìsita leti. D. i • £000 dunque tutto il
'ristretto del nostro raziorìnio quanto alla detta linea • Dal difetto di c^
duta verrà in conseguenza , secondo i principj premessi che 11 fiumi, e
torrenti alzeranno colle deposizioni i foro fondi • Per tal cacone dun-
que dovrebbero munirsi gli alvei oon fortissime arginature w un tei^
reno incapace , e conseguentemente con perpetuo pericolo di rotte ,
che porterebbero finalmente uaa mina totale delle campagne , per la
difficoltà y -e impossibilità .di ripigliare le dette vette in una caduta
tanto precipitosa* Crediamo inutile il desorivofe le-diverse opwàMO*
ni pratiche per introdurre gli scolii e i torrenti nell' alveo menato-
l3ato, le quali operazi<Hii sofirono tante difficoltà , <^e molti degli
atessi torrenti , e scoli non vi potrebbero avere ingresso ; ma avMoto
dimostrata V insufficienza dell' opeoizìone principale » poasiamo per
maggiore brevità omettere le o^peRazioni accessorie «
2:4. Alcune difficoltà precedenti aono comuni oolla seconda linea
Srogettata dal sig. Bertaglia 9 il quale stabilisce le p^idenze nelF or-
ine seguente^ La prima comincia da un punto prese nella foce del
Primaro 4« piedi sotto il pelo basso 4el mare^ e ascende verso un
punto , che resta superiore aSo. pertiche al taglio GoreUi , nel qua!
tratto la linea ha in tutto di ^^aduta tre piedi ^ di modo ehe nel pun-
to superiore al Uglio Corelli resta inferiore al pelo basso del mare
un piedi
ce 9^
Saveni
i<a cadente proposta secando il sìg. Bertaglia è quella che eo«ver-
irebbe nuturalmente al fondo del nuovo fiame; ma jperehè ji richie-
derebbero » partioolariAente nel tratto » ohe resta tra il Reno « e la
SavcQ* I ^scavazioni molto pwfonde 9 veogonò preposte per iragione
/
367
d' ecoMmia^^^ doratirte tur certo tratta, Jae altre cadenti; una si par^
te daUa cadente naturate all' intersezione della Savena , e proseguendo'
Terso il Reno , si aloa al Naviglio due piedi sopra la detta cacante
natunrale » e quindi va per linea retta ad incontrare 1^ alveo» del Re^
no* tee piedi sotto il suo fbndo^. L*' altra cadente y che riesce ancora
«ò alta della menasionata, si parte dalla cadente naturale al fossato-
Vidoso 9 e si abbassa snccessivafflente ^ piedi sotto* il fimdo della Ze*
»a , »3. sotto quello del Naviglio, e 3* in fine setto quello- del Re^
BO. Rifiettendo dq)oi il sig. Ber taglia*, che la Savena all' ìntersezio-
«e della seconda linea retta col fondo alta piedi 2t>. 4* ^pra la ca-
duta naturale del fendo del nuove fiunaè, e piedi i4- ii* sopra la ca^
dente artifiziale propost» in secondo luogo} propone l'autore di fab*-
bricare nel primo caso i4- chiuse-, e lo^ nel secoodo , acciò' il con-
80 trippe violento delP acqua corrodendo* in un subito il fondo, non
faccia' oiropare le sponde • Per l' istessa^ ragione propone altre chiuse
in dìfversi Inogln, delle quali nou ne faremo menzione alcuna, poi-
ché non ci p%r dovere scegliere questa linea , e eonseguentemen«
te viene inutile^ di riferire il metodo da tenersi nell'esecuzione. Ab-
biamo già osserWo ^ che il presente progetto era soggetto a m^lte
difficoltà comuni col precedente •• Ed in fatti si vede dalla descrìzio*
Be di questa linea , eoe le pendenze assegnate dal ng. Bertaglia sono
le medesime , e forse minori di quelle stabilite dal aig. Marescotti •
Poco diversi anche ai osservanc^i risultati delle supposizioni dell'uno, e
deli' altro quanto al principio deUa cadente f poiché nell» distanza di
lA. miglia \ dalla foce del Primaro , la eadente di quest' iiltima linea
xestfr inferiore al pelo basso del mare un- piede , onde riesce più alta
della supposta dal aig. Marescotti soli pieai i \ , differenza , che vie-
ae in seguito- compensata coli' eccesao delle pendenze determinate
dal sig. Marescotti sopra quelle del signor Bertaglia > Onde essendo
Belli due progetti le medesime difficoltà quanto aHe pendenze , ne sie»
gue , che si deve rigettare T uno , e 1' altro-; cou questa differenza
-^BuUadimeno , che la; linea del signor Bertaglia non è soggetta ali' in-
capacità de' terreni come è la prima ^ Sì leggano gli atti della visi-
te IttU Co,
14. La terza linea è qnella propo^ dal signor PerelU • Avendo già
noi osservato ,^ che la detta linea coincide prossimamente colla prima
Bertaglia affatto esclusa anche dal suo autore medesimo, potrebbe ba-
stare questo solo motivo per escludere ancora Ib* linea* Perelli • Ed ia
latti essendo stati debutati i Periti aell' ultima visita per livellare
F andamento di detta- linea , il terrene fu trovato cosi* impraticabile
a causa de' fondi marci ^ ^ della bassezza deHe valli , che funon oh-
Isli^atv di uscire fuori delle yaUi suddette . Si vedano gli atti della
Tioita Utt. cit. Ma non vi à altra differenza fra la prima linea Bertaglia»
368
e la Iioes Perdili ^ che qaest' ultima pana per valli « e siti inferiori
Alla prima j e conBegueatemeote queata è asposta alle medesime , e
anche maggiori difficoltà di quella ^ tanto per rti^uardo alle penden«
zOy quanto alla cattiva qualità de' terreni; ma eonTÌene di esamina*
re più distintamente la detta linea » sulla quale no& sarà difficile il
prendere una determinazione dopo le cose già dette • Benché dunque
Beir ultima visita siasi omessa la livellazione esatta d^a linea Perei-
li 9 il che bastava per non proporla , poiobò non se ne poteva forma*
re un piano giusto , nuUadimeno dalle traaversali ultimamente prese ^
4aì fondi delle valli ^ dalP espansioni , e livellazioni del Primaro» e
cavo Benedettino , e da altri dati di essa visita , si è in fine ricavato
quanto si può con tali metodi , il profilo della mentovata linea , il
quale viene ammesso dallo stesso dottissimo autore «
Devono notarsi primieramente le incertezze nelle operazioni pro-
poste ; per esempio » si propone un nuovo alveo di miglia 5 | dallo
sbocco della chiavica Fermenti in Primaro^ sino ad intersecare il
Santerno 6oo. pertiche sopra il presente suo sbocco in esso Prìmaro •
iPiù sotto si aggiunge, che se entrato il Santerno in detto nuovo al-
veo non si esservasse alcun dirupamento al piede de* suoi argini» sa-
rà segno , che 1' abbassamento deLibndo del Santerno non è riuscito»
e quindi si potrà tentare V introduzione del medesimo %on un nuo-
vo alveo superiore » cioè » dair osterìa della Pianta » oppure da quel-
la del Moro * Il progetto del sìg. Perelli è pieno di simili ambigui
tentativi » dopo li quali propone altre operazioni , eh' esso giudica
aicnre » o meno incerte » Perchè fare imprese inutili » e dispendiose »
e non proporre subito P operazione la più sicura ,' o meno incerta ?
Non vediamo tutta la diligenza necessaria nel progresso de* lavori*
Dal principio della linea si prescrive , che dal rrimaro in faccia alla
Madonna de' Boschi si faccia un canale di ice. pertiche» il quale
porti l' acqua di detto Primaro nel nuovo alveo • Il FrìmBTO è infe-
riore » e il nuovo alveo superiore» come lo dimostra la pianta me-
•desima . Ondo V acqua dovrebbe salire dallo in giù allo insù • Di più
il nuovo canale » che va ad intersecare la strada corriera in un pun-
to aco. pertiche inferiore al palazzo della Frascata» si accosta già al-
le valli ; e P altro canale ao. pertiche a tramontana dalla Torre de'
Cavalli è portato francamente in mezzo a profonde valli con un al*
Teo di acque torbide. Si deve dire V istesso delP altro canale dalla
•addetta Torre de' Cavalli sino all' Idice sopra la via del Canalazzo »
col quale si proseguisce il nuovo fiume « Questo canale correrebbe
in profonde valli^ con poca certezza di potere alzare robuste arj^ina-
ture di i6. piedi» come dice Pantere, vien prescritto, un altro ca«
naie » che dal Benedettino in faccia al Traghetto porti le acque dei
Benedettino alla Torre de' Cavalli. Escavandosi il Benedettino» com^ è
v-
369
ordinato > se 0! levano tatti gU interrì menti, 8Ì dev^ temere, ehe ^ «ad-
detto canale, il quale va ad unirsi air Idice , rimanga quasi senza deciì-
vio.'Se poi si lascia pi||rte degr interrimenti , si seema la pendei»
al Reno 9 che richiede almeno once 14* |h P^^ miglio • Finalmenti»
nn tal progetto minaccia d' un pericolo prossimo le cappone cU
Durasse , la Contea gdella §elva , Villa Fontana , la terra di Medici-
na, e tatìt' altre comunità del Bolognese, e della Romagnola. Onde
vien^ per neceMtà prescritto , che si alzino coronelle , o alano gron-
si argini , ma senza speranza d' un felice esito intorno ai fondi iqsjta»*
bili , per cui passa la linea • Crescerà il timóre , se noi psserviAmQ
V accrescimento delle acque portate ia luoghi fracidi assai estesi; si rip
chiederanno coronelle di molte miglia con maggior pericolo di rotte
Dei piani racchiusi tra le medesime , i quali ooiilinuamente anderan^
no elerandosi per le deposizioni delle torbide . Per rimediai;é allo
aconeerto degli scoli si prescrivono botti sotterranee, attraversando
i rispettivi fiumi vicini , ove succede il ristagno • Pare disperato il
rimedio per la somvia difficoltà di formare tali , e tante fabbriche in
luoghi cosi bassi, e paludosi, di fondo instabile, pieno di sorgive,
d^Ue quali si fa tanto conto nelle altre linee. Proseguiamo ora T an-
damento della linea.
Se il Reno torbido non lasciasse deposizioni nel cavo Benedettino ,
allora ai deve continuare in detto alveo sino alla rotta Panfilia . Que*
Bté è nn tratto di miglia io. in gran parte in mezzo alle valli del
Poggio , e Mal^Ibei^o • Mi^ se V esperienza mostrasse , che jgìvi succe^
idano le suddette deposizioni , in tal caso deve abbandonarsi total-
mente il Benedettino, mediante un altro canale di circa 14- miglia»
ti prolungherà il nuovo fiume , già lasciato all' Idice verso la Tpire
de' Cavalli , sino ad un punto più superiore di esso Reno , come alla
quando non vi fosse più luogo di eseguire la detta Unea, si propone
un altro pirogetto creduto reale , e sicurissimo , ed è di demare nn
xaBi# d' acqua perenne dal Po grande vicino alla Stellata par con«»
durlo ad nnirai al nnavo fiume • Qtfi H wede V incertezza dàU' auto-
re dal principio al fine, con profusione di danaro. Di più conviene
riflettere, che avendp il Po grande pochissimo declivio, deve la sua
velocità principalmente al corpo d'acque, il quale, se ai scemasse
pollerebbe forza ^ e ^verrebbe ad alzarsi di ibndo con maggior perì-
colo di rotte 9 e anche u perderebbe a poco a poco il ramo di: Lm»-
l)ardfia , L' una « e T altra consegneAza aarebbe innesta ; perciò qné«*
sta derivazione quando fu proposte nel i7a&# tkùa fo accordata da'
Prìncipi coiifioanti*
47
\
é
Sto '
Prima di termioare qnesto nostro seutimento «nlla linea PéreUi;
per dame ooa qualche idea , si supponga condotta una eadente da
Bant^ AI]>erto all' Idìce secondo V esigenza ielle torbide » la quale
per comune consenso di tMti i Matematici è stata stabilita tra Te ii(,
e i5 once per mìglio» Si vedrà in molti siti la linea , e conseguen-
temente il tiuoYO alveo fuori delle campagne ^ «ioè in aria • In due
maniere si studia il sig. Pèrelli di appoggiare le sue cadetiti , P u-
Ba èy che quasi sono le medesime con quelle del signor Marescotti;
V altra è P esempio del canal Bianco» Quanto all'esempio della linea
Marescetti , ekso non favorisce la linea PereHi » poiché è statò già di-
mostrato insussistente dal sig. Perelti medesimo..
L' esempio del canal Bianco fu proposto dal Corradi nelfa visita
del sig. Cardinal Piazza del 172$ , e lo stesso Corradi fu convinto,
e costretto ad abbandenare il suo paragone per le mollfe di/ferenze,
che gli furono portate dai Matematici » e prineipalàìente dà! signoì:
Eustachio Manfredi , come costa dagK: atti della stessa- visita esisten*
ti nel Bul^eo Archivio* della città' di Faenza. Ed in fatti cotesto
canale è nn diversivo delP Adige, largo circa 35 pertiche. lu esso
•bocca il Tartaro in&uente principale o^ una krgHezza di: circa perti-
che iS 9 profondo da la piedi » il quale corre sempre perenne » anneno
in un' altezza di 3 piedi d'^ acqua. Esso canale prende la sua orìgine
dagli scoli 9 e piccole riviere di Niohìesola , dt Menago , di Tremonct
di Teione^e di Tartaro »' il quale ultimo influente , come abbianio
5ià detto^ somministra la maggior quantità d* acqua » Tutti qnest'' in»
uenti derivano dalle sorgive dei due laghi di Cardu , e di ÌA^ntii^^^
dagli scoli delle campagne » e delle vallt Veronesi » Essi scorrono per
TMte campagne , per le quali le lóro ac<]fue tengono chiarificate • Q
4etto canal Bianco rimane aperte da Maggio* sitio a Novembre per
isearicare in parte col meazo di un emissnrio ' le torbide delP Adige
dìhiite dalle ghiaie. Non è- P Adige torbifdo come il Keno» Prinur di
arrivare al detto emissario ha camminata già quasi dsnto* miglia lon*
tano dalle montagne , onde non può poi^tare torbide della tiàtùra dei*,
torventi, de' quali si tratta nel presente progetta. 'Né si pai^ avere
il presidia delle aeque chiare, come nel canal Biam^o'»^ ConStiMtfòiò
xi'^oansitet Bianco porta iP sue tbndo motto elevate sopra il piano 'dèlia
6aUnpa^e ^ ed è fornite d» arginature. Per queste ragioni » e per al-
tre > che sarebbe troppo hingo di rifecire » abbiami crèdoto dovere
escludere il terzo progetto.
XVI. Resta ora da considerare la linea supeiCofe » Ja quaTe ae noa
a^vesse le condizion» necessarie^ se Verrebbe in con%e|^ueììza > olhe do-
vesse Tigettaràì qualunque dei progetti ' proposti j GoAVkné dunque
esaminare rigorosamente quésta Uneai.' ?• ^' <* ' •
Abbiamo già premesso un principio idraulico | ^kf^tjàirle dipende
I «•
\
S7I
piincipalineiite il feliee esito d^ a& progetto iielf iaalveflzione dello
acque. Questo principio è T abbondanza, o almeno laBufficienisa. delr»
la caduta • E ammesso da tutti , e provatQ con gli atti della visita ,
che la Qaduta nella Une^ supeijore sìa molto più vantaggiosa , che
neir altre linee^ a conseguentementf , quanto a questo punto, la
detta linea merita di èsser pr,eferita a qualunque altra delle propo-
ste. Ma ciò non basta per approvarla^ se dì più non viene provata
la sufficienza della pendeniza » . Per farlo con ordine t supporremo al-
cuni dati della visita* Si vedano i detti atti JLett* G. E. Il Lavino
solitario pende nel suo fondo più regolare 75 once, per miglia.; la.
Sammoggia solitaria pende circa 88» 8. Ambedue unite dispongono
r alveo loro in once 3o. air incirca, quasi 3 miglia prima a'.InUui-.
F6 col Reno« Si rilava }\ declivio di .fieno solitarip essere alto in cirr
oa di 24 ^nce per xni|^io vere^ U pr(mosta diversione setto di Ma--
lacappa; e in oltre si sa^ che il detto Reno dopO; ^nito alla Sammog-
gia contentasi d' una pendenza di circa once 17. 8. pcii miglio «^ Di
più fu osservato in essa visita , che il Reno in piena corre superficial-
mente circa 7 miglia l'ora^ e gli altri torrenti solamente .miglia 5«.
Questi sono i dati della visita • Ora h comune tra li Geometri il me-
todo di determinare la portata dei fiumi dipend^tem^qte dalla qua-,
dratura della parabola , ..supponeufio b .velocità deiU' acqua ip divec-
àe altezze^ deua medesima sezione rappresen^tata poUe <]|rdinate d'/una
aemiparabolalxopcata,. il <d^ cifi vertice sia nella, licita orizzontala
condotta dal principio d^lr alveo. sino, alla sezione data«.jiQualuQq.ue
sìa r esattezza dell ipotesi, sono state rilevate le por*tat0 degU' in-
fluenti Sammoggia, Reno.i^ Savei^a, e; Idice. FatCòii| /Seguito il con-
fronto di cotesto portate,» e del/a ^iuxinuzione di pendenza » ohe o-
pera la natura d^e^ fiumi» quando si ^niscctpp, l^amnfioggia » «|; Lavino,;;
indi quando si unisce detta Sao^oegiarCoo. ^enoiseguit]^^
eia della ^ natura 9 -pi de^piÌMUO ^ pen^^^ ; sufl^^ f^l nuovO:
fiume aggìun|;<e9dlo di ^fiop z|i.,maQ9i Siiye^ift^^ e ^ice^.; La virtù di
questi metodi ^ Dcpdeii^e sojQO.sU(ei.rìtiovafe per Repo solitario si-
no air incontro della Sammoggia onpe %^^a:^%%\ uniti fino alla cooflu-.
enztt di Savena once^ 17. ft. Da^^^testo punto .jSno a quelU 4^11' Idi*
ce once i5. Da esso sino all' ìng^essp d^ Siìlaro once ia« e cosi di-
minuendo sino^^ .S. Alfa^rt^,. ^qn^.jà,. defC(,cr^derf|^^.come si persijiado-
xip forse^aIci:^il^.'e^o.^q9ps^ calcobsiài^o sicuri in:, pratica, , ed esatti^
^bi li riguardiamo^ ó^me .iui giirp. abnso^ della geometria i se non si
jbonsiderano conie appj^siijfjAzipfji anche lontane ,. come limiti 9 o me-«
ire direzioni nellf esecuzioiiie • In^' questo. senso folamentet adopreremo
le deduzioni pr/B.cedénti f Si .accrescano dunque le dett^ pendenze
slella linea. superiore di 5 ^ o 6 once per miglio. Cioè la prima pen*
flenza di once 24. si riduca ad once ito* I^a seconda di oncfe i?» 80
/
ad once ^4. La tersa di onoe i5. ad once ao. La qaarta di once 1%*
ad once 17 9 e cosi fino a S. Alberto » al quale accrescimento di pen*
denza può &ci!mente soddiaikre la linea superiore. Onde nella detta
linea non folamente si ha la sufficienza y ma anche 1' abbondanza del-
la caduta ; poiché senza anche V uso de* metodi precedenti , sapen -
dosi che bastano 14* in tS\ once per miglio, possiamo averop 18,
secondo il profilo della menzionata linea • Resta ora 1* altra conside-
razione anche necessaria per la sicurezza , e felicità d* un progetto ,
ed è la buona qualità de^ terreni , per i quali passa la linea .. y nesta
seconda condizione è stata yerificata nella linea superiore , come vie-
ne din^trato dagli atti della visita lett. cit* Si ritrovano dunque nel-
la linea suddetta le condizioni ricercatrfV
XVn. Rimane ora, che noi rispondiamo a tre difficoltà , le qnali
tono credute fortissime. La prima si ricava dalla copia delle sorgi-
TC . La seconda daHa quantità della ghiaia • La terza finalmente dal-
la quantità ^4klle piene • Quanto ali' obiezione presa dalle sorgile, che
potrebbero in qualche caso refadere l' escavazione impraticabile , non
ci pare per molti motivi di forza alcuna • Primieramente milita u-
gualmente » sinzi più contro le linee inferiori , nelle qc^i con mag-
gior fondamento si potrebbe temere l'abbondanza delle sorci ve; ed
in fttti il sig. Perelli prescrìve deeli scoli per dare sfogo alle sorgi-
ve , che potrebbero ineontratéi nella sua liqea . Ma nella linea supe-
riore pare meno fondato il timore delle ifirgive ; poichò in tntto il
territorio alto del Bolognese non si osserva vestigio alcuno di tali sorgi-
ve ) le quali , se vi fossero , riuscirebbero di sommo vantaggio in quei
siti y ne' quali vi è un' estrema penuria d' acqua . Finalmente sappo-.
niàmo andhe queste sorgive; non mancano diversi artific] meccanici
Eer evacuarle , indicati molte volte dalla situazione medesima > e di|l*
i naturi del luogo • Per darne un esempio » Sughiamo , che dal Cq'^
Secchio al SilFara a' ióèontrassèro abbondanti sorgive ; basterebbe di
scavare un fossèllo prenfo il Gorecchio a sinistra » che andasse 4 finv^
re nella valle bassa d'Argenta si evacuarebbero per la Gscciarìna le
dette sorgive; poiché il fondo dei nuovo fiume presso al Goreodiio
al Sillaro riesce sulla comune orizzontale piedi 8» 9. in circa^ Il fon-
da della Gacciarìna è stato trovato sulla medesima orizzontale piedi
;. 2» e 1' aequa del l'o allo sbocco della Gaociarina piedi 5. io.
Dunque potranno fihoiltnentè queste sorgive avere l'esito per la Gac**
eiarina tiel Po. Kell'istessà manièra le acqiie' ira il Sillaro » e la
Quaderna petfrébbéi^o avere lo scolo pel fosso della Ghiesa» e da tno p^r
^ la Menata nelle vaili d'Argenta. Sarebbe cosa troppo Ìuiy;a il percor*
rere tutto il tratto della linea superióre » e indicare ne diversi aiti
T evacuazione delle sorgive; basta di avere risposto brevemente a questa
«bieaioaè , benché non si credk che abbia luogo la copia delle sorgive «
XVUL L* altra obiezioae rioaTata dalla quantità della gbiaia pò*
irebbe avere maggior peso, e merita maggior attenzione • Benché ven-
ga accordato^ da tutti » che avendo rieuardo i^Ua sola caduta , il prò*
getto della linea superiore sia da preferirsi a ìfualuoque altro > nuUa*-
dimeno viene negata da "alcuni la sufficienza della caduta rispetti v»«
'mente alle circostanze della ghiaia , la anale esigerebbe maggiore pen*-
denza • Conviene dunque di pesare b forza di queste difficoltà • Sap-
• piamo dagli atti della visita de' 19. Dicembre 1761» cbe. fu osserva-
ta della ghiaia ne' fondi di Reno » di Savena » d' Idice » della Gento^
xiara y 6 della Quaderna ;^ ma in nessuno dei torrenti fu veduta con-
tinua^ 9 ma solamente dispersa or qua , orlà^ come ^dissero i Periti
^nella loro relazione • Ed in fiitti ^ che quella ghiaia sia molto rara ,
siamo assicurati dal sig. Ferelli rispetto al Reno a Malacuppa : poiché
il iodato celebre matematico ip un foglio esibito in visita 19. Giu-
gno X76i&. riferisce» che la ghiaia ha una piccolissima proporzione al
rimanente della materia del fondo di Reno • Quanto alla. Savena , aU
V Idice , alla Gentonara , e alla Quaderna » ci rendono testimonianza
gli atti della visita» di non essersi incontrati vestigi di ghiaia ne' con*
tórni della linea superiore « Il celebre Guglielmiiii e' istruijsce , che
. le ghiaie di^Reno si arrestano circa miglia 5. sotto la chiusa di Ga*
solecchio » cioè , circa 4 9 ^ plù miglia al di sopra della intersecazio-
ne dell' alveo superiore • Quanto ^agli allri influenti sappiamo » eh' es^
ài depongoiio le ghiaie 3 « o 4« miglia più sopra alla diversione della
linea superiore ; poiché lainno fede i pubblici registri» ohe .cdnta«
dini debbano portarsi colle carra a prendere le ghiaie più sopra» e
condurle inferiormente » per mantenimento delle strade pubbliche^ la
quale &tica non è verisimile » che si prendessero » se le ghiaie si^ tro-»
Tasserò a minore distanza .
Né deve temersi » che la detta ghiaia » e grossa arena accumulata
nel fondo di Sammoggia sotto i Forcelli, e nel fonda di Reno sotto
la Volta Sampierì faccia un ammasso nocivo • Il timore del sknor
FereUi non pare appoggiata sull' esperienza • D Lavina entra in &im-
moggia ai Porcelli» portando amendue nella confluenza un poco di
kninuta ghiaia ; la Sammoggia passa in Rena alla rotta Sampieri , e si
osserva qualche vestigio di grosse arene ancora neir unione » Nulladi*
m^iio da tanti secoli u Lavino ha ricapita nella Sammoggia ^ e la Sarn-»
moggia in Reno» senza pregiudizio alcuna proveniente dalla ghiaia ai
aspettivi fondi dopa la confluenza .. Dunque non vi è fondamento al*
cune di credere » che la ghiaia possa portar danno alla linea superio-
4re ; ed eccone la ragione • In Reno si è veduta la ghiua da Malaeappa
in su » ma non cosi da Malaeappa in giù sino alla Sammoggia * E pu*
re il fondo di ^eno stipérìormente a Malaeappa non ha pendenn ma^
Slore di quella che si trova avere di aotto a Malaeappa sina alla
Sammoggia • Tarìmente Deir Idicd .'è ^tata oHcfwata piccola ^atxtHa
di ghiaia or qua j or là fino quasi alla linea del ^g. Bertaglia , e la
ghiaia ai è veduta tanto più grossa^ quanto più si aF^anza dalla det-
ta linea all' inaiu Nolladimeno in tutto il tratto del torrente , ìa cui
ai sono fatte ;le oasenrafisioni^ non ostante la direna grossezza della,
ghiaia, -il fondo oonsenra la medesima pendenza da per tutto • L^^-
stessa pendenza ai osserva rispetti vamon te negli altri torrenaì , ne^
quali »si è rveduta la ghiaia .« J]>a questi esempi ai conohiude , che la
ghiaia *non alterando il fondo degli alvei foraiti di minore pendettaa^
anche nella confluenza de' torrenti ^ molto meno sarà capace di al-
terare 1' alvoo deHa linea stiperìow , 4)he ha una maggiore caduta , e
magaci» larghezza « Onde Ja ghiaia, la quale ora ai vede or qua , or
là f sarà viepiù dispersa nel nuovo alveo » e non produrrà alterazio^
ne alcuna nella detta linea superiore • Xa .di£Eicoltà suddetta ^i scior
glie ikcilmentOy distìnraendo i fiumi ^ che corrooo in ghiaia:» da
quelli j ohe tniggono solamente poca quantità di ghiaia ^«
Quanto dia terza obiezione ricavata dalla larghezza dell'alveo, ila
quale .aon sarebbe capace di contenere le acque in lempo delle maa-
aìme piene , si può lìspond^sie ^ ^be in questo nostro ^parere non vi
è luogo alla presente difficdltà » poiché ci basta di avere provato
l' abbondanza .della 4iaduta » e la consistenza del terreno^ Queste due
condizioni ^sendo dimostrate « jnon può rimanexe. impedito -alcuno
ner r ampiezza dell' alveo,, ^ Ja diversità deUe sraioni^ essendo iicW
e , quando lo permette il tecreno , come è stato già provato di da-^
aezioni^
del-
potranno di nuovo osservare con lutta la possibile e«
aattezza • Nnlladimcno benéhè oon <ci crediamo «obbligati di rispoude-
re a questa difficoltà, la , quale appartiene più all' esecuzione , tbm
alla soataoza del progetto generale , non sarà <lifficìle d< soddisfarò
anche a quest' ultima obiezione con un breve 4)alcolo ^ acegliendo il
caso , come si dove fare in tsdi materie, il meno vantaggioso alla £l-
nea superiiore, cioè^ adopranda la sezione la più ristretta» je dimo-
strandola capace 'di contenere le massime piene 4 per *esempio nei sito
di Beno unito oon la Sammoggia • Sia dunaue nella detta uunore ae-
zione la pi:ofi)ndità media -del xumale di piedi m>* aolamente^|j|a qua-
le in fatti ò anche di i.5. Sia ia larghezza ^el fondo '. di pitiche '8 ,
una acarpa anche tenue ne produrrà al^ieno ja. in somnùtà. Ónde
la media larghciSBza dì osso canaio sarà di pertiche .io, 0 sia piedi
ico^ e la sezione sarà 4IÌ piedi quadrata icoo. Ognuna delle golenO
più ristrette ,si faccia di pertiche uo, and>edae insieme, saranno di
piedi 20c. Ma T altezza degli argini è di piedi la , e lasciandone a.
con isvantaggio , rimangono soli piedi 1^ Dunque V area sul piano
f.
V
té .
delle gofene riesce, di piedr qUftcTratr 2000 , r ^aali aggiunti ai looo*
saddettf producoDo una sezione di piedi qaad];;ati 3ooo. Ora parago-
siama la massima pienu accadut» ia« risita li l'S Novembre 1761»
colla detta sezione • Questa di larghezza saperfioiale si stendeva a
piedi 157, e di larghezza inferiore a i(^5. Onde la media larghezza
sari di piedi 1 4&» 1 altezza inedia* sopra il fondo si trova nella me*
desimia sezione data dblla visita di piedi i^. 3 , ddnque 1^ area resta
uguale a piedi quadrati^ ciroa 1190 , e consegaeotemente la sezione
la più ristretta della linea superiore rimane nM>lto pi ir della quarta
?arte maggiore ìn^ capacità- di quella r ohe viene obiettata dal signor
èreHi nelh massima piena di Reno • Si potrebbe dimostrare lo stes-
so», prevalendosi del paragone delle akre piene • Dunque le sezioni
prescritte nella linea superiore rimangouo ia vantaggio, il quale vao-
taggio si dimostrerebbe anche molto maggiore , considerando , che il
auovo alveo- potrebbe esse? più* retto del presente, più regolare, e
provviste di una pendeofiia maggiore della supposta di once z4> 9*
XIX» Da qiieste rìflessiooi conchiuderemo -finalmente per modo dk
ricapitolazione , ohe la prima linea kr soggetta a gravissime , ed inscH
perabìli dilHooItà quanto alla pendenza dell' alveo ,. ed alla qualità
del terreno «^ Onde non abbiamo fondamento di sperare alcun buon e-
sito dot primo Progetto. 1a secpoda Knea^, benché nou patisca le
stesse diiBóoItà deihi prima , qoanto alla qualità de' terreni , nulla-
dimeno' è- poco sictira per riguardo* alla caduta-, e crediamo improba--
bile il ielice successo della medesima • La terza linea manca delle
due qualità necessarie, e di più il metodp dell' esecuzione e espo-
stO' a moltissimi pericoli. Onde ci pare dover esclitdere il terzo Pro*
getto. La quarta, e ultima linea superiore è dotata di tutte Je eon*
dizioni , che possono promettere , e anche assicurare moralmentc^la
felicità d'un progetto, purché l'esecuzione si faccia con tutta l'esat^
tefeaa, e fedeltà neoessarìav Dunque risulta^, che si eseguisca il quat-
to PirogettO', o non si eseguisca aleuno dei proposti, permettendo nul-
ladiàunoiu quest'ultima caso- i rimedi opportuni , cme verranno sug^
geriti-' aUe rispettive provincìe dalla necessìtà^>>e dalla situazione, pur-
ekè tali rimedi noo consisÉauo* in diversioni , o scariohi di acque nel-
le eampagne vicine , e in simili operazioni , che portassero danno al-
li viciiii. Noù si eroda ,. ehó l'uso- di tali .ripari sia contrario^ aUe co-
se detfte da noi precedentemente , avejado già rigettati cpme ìnsiiiB-
mentive^ ppeò/ .durevoli ii rin^edi prov visionali ; ma. è. meglio di ri«
ìavdare- it male- con qualche- mparo' anche provvisionale y purcbà a^
l»a le covdksioni accennate , cae di accelerarlo coli? esecuzione di
qualche Progelto dèi tre primi proposti. È bensì' v^mh, ohe ìl.qaar-
.to Pcogfetto ben* eseguito ha tutte le qualità , che lo rendono moral*-
«oente certo} nttllàdiaiena , àe occorresse senza necessità alcuna , e
/^
8:6
l
solimente per procedere con maggior ftoddisfazìoae » e tranquillità
delle' parti inreresaate^ dì piegare dolcemeote .alla aioistra la linea
euptriore, appena passate le valli di Medicina , e di condarla ad a-
nirs^ alla linea Perelli dirimpetto all'osteria della PianU all' incirca ,
qaesta leggiera mntasione » hepcfaè senza vantaggio ^ non yarierebbe
le condizioni della linea superiore , e npn servirebbe ad altro , che
per accosursi il più eh' è possibile all' opinione degli altri » e per
declinare le difficoltà ^ che potessero muoversi , benché senza foMap
mento, da qcei che stanno alla destra del Santerno*
XX. Termineremo questo noMro Parere col professare là dovuta
stima agli Autori delle altre linee » il sentimento de' quali siamo co-
stretti di non approvare per le accennate ragioni con sommo nostro
dispiacere; protestando di più, che dopo avere esposte le nostre ri-
flessioni con tutta la sincerità » sfug^remo di leggere qualunque cri-
tica y principalmente le risposte acerbe » e *in(^urìose ^ che disonorano
i Letterati , e discreditano la letteratura medesima • Basterà prevenire
un' obiezione , la quale , come la più naturale » verrà probabilmente
Atta • Saremo forse tacciati d' imprudenza di aver portato il nostro
giudizio in una materia, la quale richiede la presenza, e l'ispezione
oculare • È vero , che sarebbero necessarie osservazioni esattissime sa
i terreni medesimi , se vi fosse qualche dubbio intorno alle condizio-
ni richieste , e se avessimo da proporre qualche nuovo Progetto • Ma
essendo ammessi con unanime consenso i dati necessari per giudica^-
Te dei Progetti , ed essendoci comandato di astenerci da qaalnnque
altro Progetto, è evidente, che siano inutili altre osservazioni fatte
da noi medesimi, o in presenza nostra. Onde si deve a/vertiroy che
io questo Parere abbiamo stimato il quarto Progetto éome il solo e-
eeguibile tra ì proposti , ma non come il solo possibile ; benché es«
sendo stato tante volte, e da lungo tempo esattissimamente visitato
da celebri Matematici il terreno, di cui si tratta, si possa cred«f%9
ohe siano «tati proposti tutti i Progetti , de' quali fosse capace la sU
Inazione de' luoghi « La risposta alla procedente obierione servirà an-
cor^ a noi di ginstificazione per avere .ricavato dalle diverse Memo-
rie , che ci sono state esibite le descrizioaii de' siti , delle linee , ed
altri dati . In materie di fatti non è lecita 1' invenzione , onde tutta
là nostra incombenza si riduce va a descrivwe brevemento i dati, che
abbiamo creduti^ necessari per formare un giudico , omettendo le
cose , le quali ci parevano abbondanti , e non neoeasarse ; finalmente
ad esaminare le ragioni addotte in favore delle linee, proviJendMi
delle Scritture degli Autori medesimi , oeservaado quanto aUiiamo
potuto l'ordine, e la chiarezza. Qualunque sia l'esito di queste no^
atre oonsideraziooi , avremo il merito dell' ubbidienza , d delk buon^
volontà di poter corrispondere , secondo le nostre deboji forze ^ allo
hi
«elo per il bene pubblico | dall* EmlnentininKi Visitato^ ^mostrato
ia tante occasioni ^ e nltimamente nella laboriosissima visita intra-
presa con tanta diligenza ner il vantaggio delle tre
Roma dalla Trinità de' Monti a8. Gennaio 1764.
provinole
Fra Franeescò Jacqtder Professóre di maUmatica.
Fra Tommaso le Seat Professor 6 di matematica •
48
s?»
RISPOSTA AL PARERE
DE' PADRI Le SEUR , E JACQUIER
Sopra i diversi progetti per il regolamento delV acque delle tre
Provincie di Bologna, Ferrara e Romagna .
i^d ì molti reverendi» e dottissimi padri Le Séur , e jMqiUer nella
scrittura pubblicata da loro in Roma nell' anno scorso col tìtolo di Esar^
me sopra diversi progetti intorno al regolamento deW acque delle tre
Provincie di Bologna , Ferrara , e Romagna ^ avessero » trattando del
{>rogetto proposto dal dottor Perelli nella sua relazione indiriaszata al-
' Eminentissimo sig. Cardinal Conti » adempita alquanto meglio la
promessa fatta nel proemio della detta loro scrittura d' osservare n-
na totale indifferenza, il Perelli seguiterebbe il suo primo proposito
di tenersi , dopo esposto il suo sentimento > in silenzio ; e in vecs
di scrivere in sua difesa , attenderebbe tranquillamente che la aomr
ma prudenza degli Eminentissimi Personaggi , ai quali toc6A il giu-
dicare in questa importantissima causa » decida a quale veramente dei
diversi progetti comparsi finora in luce sia dovuta la preferenza. Ma
giacché i Reverendi Padri non contenti di appoggiare con ogni lòto
afotzo il progetto della linea saperiore nel riferire il progetto del Pa-
relli, o confidando soverchiamente nelle relazioni <li persone appa»*.
alenate 5 o trasportati dalla prevenzione , o per qualunque altro mo-
tivo » con alterare i fatti, e tirare i detti del Perelli a conse^aenzo
assurde , e lontane dalla di lui intenzione, pare che abbiano posto
ogni loro studio in fare apparire, il progetto del Perelli come una
scempiaggine indegna d' esser caduta in mente non solo di chi pro-
fessi le maten^atiche , ma nemmeno di chi sia dotato del semplice
senso comune : il PereHi spera d* esser compatito , se per difesa del
yero, e della propria riputazione, s'induce a ripigliare la penna con
esporre alla vista del pubblico in questi fogli il suo progetto nello
sue vere circostanze insieme col dettaglio delle ragioni, dalle quali
è stato persuaso ad anteporlo a- tutti gli altri , e particolarmente a
quello della linea superiore , ^nto applaudito dai Reverendi Padri •
Per procedere con brevità , e chiarezza , ridurremo le obiezioni con-
tenute nella scrittura dei Reverendi Padri ad donni capi, dando a
ciascuno la risposb^^ conveniente i e "^quindi passeremo ad esamìiiare
y^
8f9
gli argomenti > con i jquali i Reverendi Padri si sono ingegnati di so*
«tenere il loro impegno a favore del progetto delia linea superiore.
- La prima e più forte obiezione. promossa dai Reverendi Padri, con*
tra il progetto del Perelli è desunta dalla linea ideata da lui per
V andamento del suo nuovp fiume , la quale secondo che affermano i
Reverendi Padri coincide colla linea proposta altre volte dal fu signor
dottor Romualdo Bertaglia nella scrittura pubblicata da lui in Ferrai*
ra nel 17S9. in risposta al voto del chiarissimo sig. Gabbriello Man-
* fredi. Nella mappa annessa alla detta scrittura si vede segnata la li»
nea d' nn alveo , per il quale il sig. Bertaglia pensava di condnr le
acque del Reno y e dei torrenti del Bolognese , e della Romagna , la
qual Jinea al dire dei Reverendi Padri è pochissimo differente dalia
linea del Perelli. La sola differenza, la quale secondo i Reverendi
4Padri si ritrova fra le linee , Bertaglia, e Perelli, è che 1' ultima si con-
duce per fondi più instabili , e di situazione più infelice dell' altra, e
in conseguenza soggiace a maggiori difficoltà, tanto rispetto alle pen-
denze , che alla qualità del terreno • Aggiungono , che nel progetto
del Perelli V alveo del nuovo fiume passa dalla Torre de' Cavalli in
giù per mezzo a valli profonde ; e lo stesso affermano del canale ,
che partendo dall'alveo dell' idice si porta alla Torre accennata. Per
tutti questi motivi concludono , che il progetto del Perelli come
chimerico , e già riconosciuto d' impossibile esecuzione , npn merita
che se ne faccia conto. •
Non sì può dubitare.^ che data la verità dei supposti avanzati dai
Reverendissimi. Padri essi abbiano ragione, e che il Perelli meritereb*
be ogni biasimo avendo impiegati 5 mesi , e non già r i . interi dal
tempo del suo soggiorno in Roma a ideare , e proporre nella sua re-
lazione un evidente sproposito • Per sua buona fortuna la verità e
ohe i sopposti , sopra i quali si . fondano i Reverendi Padri ricavando*^
li daHa scrittura del p. Santini , o dalle informazioni di qualche* al««
tro parti tante del progetto delia linea superiore, non sus&listono in
fatto. Primieramente non sussiste^ che la linea Perelli sia la stessa»
o poco differente dalla linea progettata dal sig. Bertaglia nella, rispo-
4Bta al voto del sig. Gabbriello Manfredi. Per rimanerne persuasi basta
^confrontare con diligenza l'andamento dell' una e dell' altra . La linea
Bertaglia incomincia dall' alveo del Reno in vicinanza della Botta Sam-
^ierì; la linea Perelli ha il suo principio dal principio del cavo Bene-
dettino . Nelle valli di Marmorta , e d' Argenta » cioè in quo' siti ap-
puntò , nei quali. la mala qualità dei fondi obbligò i Periti destinati
a livellare la linea Bertaglia a discostarsi dalla traccia segnata dal
aignor BertagUa nella mappa annessa alla sua scrittura, le line^i^eti^
taglia » e Perelli , sono lontane 1' una dall' altra i&oo pertiche ahne-
no \ ed e facile intendere qual differenza di staBilità di suolo. > e di
^^pialità ài terreno conif pendente a una dssfaiitt ti &tta , ttrattande-
ai di yalli ripiene in buona parte dalle deposizioni delle torbide dei
torrenti • La disttnisa fra i punti , nei quali l' istesse linee gik vicine
a terminare nel Primaro intersegano V alveo del Santemo , è ancora^
aaolto maggiore » cioè niente meno di tre miglia e mezzo • La difii>
renza dnnqne fra le linee Bertaglia e Perelli , non ò con piccola, come
vorrebbero dare a credere i Reverendi Padri » e merita d^ esser tanto
più eonsiderata^ quanto da essa dipende prineipalmente la diversità
essenziale» che passa fra il progetto del sig» Bertaglia, e il progetto
étl Perelli , e tntto il vantaggio , cbe V ultimo ha sopra il primo ,
come yedremo in appresso • Secondariamente è falso , che ta linea
del Perelli si conduca per siti di fondo marcio , e per valli piofon-
de» e che perciò P escavazione delP alveo pronosto dal Perelli per
incanalarvi le acque depurate del Reno, e le toroide dei torrenti in-
•ieme colla fabbrica dell' arginature , sia da tenersi in conto d' im-
presa disperata » Per ischiarire pienamente questo punto , il quale a
ehi non tosse bene informati^ può invero fiire SDeció più d' ogni aK
Irò, e però si vede ripetuto, e inculcato come d'accordo dagli oppo*
aitori al progetto del Perelli nelle loro scritture , converrà esaminare
parte a parte la linea Perelli , e per farlo comodamente la dividere-
mo in quattro porzioni » La prima conterrà quel tratto , che dal prin»
eipìo del cavo Benedettino conduce alla^ Torre de* Gavalli* Nella se*
conda si comprenderà il canale , il quale partendosi dall* Idice alla
via del Canalazzo., va a metter foce nell^ alveo delle acque nnìte un
miglio in circa sopra la Torre accennata dei Cavalli* La terza rac«
chiuderà il tratto compreso fra la detta Torre, e lo scolo Zaniolo»
E la quarta finalmente il restante della linea fra gli alvei del Za-
niolo, e del Primaro» Quanto alla prima porzione^ e alP ultima, sal-
irebbe vanità il disputarne : giacche o si tratta di rinnovare escavazìo-
ni vecchie, o trattandosi d^ intraprenderne delle nuove, la semplice
vista della mappa lavorata d' accordo nel tempo della visita dai Peri-^
ti di Bologna , e di Ferrara , mostra a sufficienza che i terreni , per
B quali passa la linea , sono prativi , boschivi , e Coltivati , e con se*
guentemente capaci d' escavazione , e di sostiMiere Parginatura* E bea«
che la linea per un breve tratte prima di giugnere alla Torre dei Ca-
valli tocchi il margine della valle di Maróiorta ; tuttavia non è diffi*
eile Io scansare ogni inconveniente discostandosi dalla valle verso o-
atro > e costeggiando la Centonara , e il fossato Vldoso • Per ciò che
apetta alla porzione f la quale comprende il canale , che dall' Idice si
conduce al nuovo alveo un miglio sopra la Torre dei Cavalli, è vero
^a fmssa a traverso la valle di Durazzo , ma ò altresì vero cbe per
la stessa valle passa ancora il torrente Centonara, il quale si è già
firmato P alveo» e le sponde per meno |e aUuvioni: e giacché corre
88i
tieinisBimo alla linea , e eon la stessa direzione > pii& > tenendoci
allargato 9 e arginato l'alveo a misura del bisogno 9 servire a condurr
re le acqne deli'Idice fino al nuovo alveo sopra la Torre menzionata»
Tutta la difficoltà allora si ridurrebbe a circondare coli' argine quel*
la porzione di valle , cbe viene intersecata dalla Gorletta ; il che pu6
ottenersi agevolmente a motivo della poca estensione della ponsione
accennata ^ • la quale non eccede col suo giro la lunghezza d nn tni-^
- glie. Ma suppongfaiamo pure per troncare tutte le dispute^ che ad
effetto di condurre il canale a traverso la valle già detta di Dnraz*
zo, sìa d'assoluta necessità l'arginarla tutta all'intorno; non ne se-
gue perciò y che tale intrapresa n>eritt d'essere rigettata come troppe»
difficile a eseguirsi » o soverchiamente dispendiosa . Già la valle re^
sta presentemente recìnta in parte d' arginature erette a fine di prs^
servare dall'inondazione ì terreni coltivati confinanti , di modo che
riguardo a queste non si richiede altro ^ ohe rialzarle » e rinfiancarle^
opera né molto difficile , né di soverchio costo ; e quanto al rimanente
la spesa per fabbricarne delle nuove resterà abbondantemente ricon»»
pensata dagli acquisti di terreno fruttifero 9 che si faranno ben presto*
nella valle mediami le deposizioni dell' Idice • L' Idice oltre ali esser
torrente per sua natura assai torbido , venendo obbligato a correre
dalla via del Ganalazzo in giù nel canale accennato 9. nel quale avrà
di caduta 5 piedi almeno pia del bisogno ^ non potrà fare meno di
corrodersi il fondo fino a stabilire P alveo più-basso gl'istessi S pie^
di per qualche miglio sopra 1' imboccatura del canale • Posto ciò 9
tutta l'arena» e la terra ^ contenute nell'alveo deiridice fino alla
profondità di S piedi per il tratta d' alcune miglia ^ dovranno dallo
ammesso a spagliare nella valle » nella quale deponendo oltre le ma«^
tene condotte al solito dalle torbide V arena » e la terra ,. corrose dal
proprio alveo ^ contribuirà a tanto più sollecitamente riempirla » e
bonificarla* Che poi la spesa della fabbrica dell'arginature non sia
per ascendere a sommar* eccedente , sì rende manifesto dalla misura
del giro della valle » il quale non è più di 6 miglia , dalle quali sot-
tratta la metà almeno» che al presente si ritrova di già arginata ^ re*
stano 3» solamente ; e sottraendone di nuova miglia 1 1 per V argina^
tara» che ad ogni modo sarebbe necessaria» benché r alveo in rece
della spesa non giungerebbe forse a ^^ della spesa intera » Veggasi
dunque so U Perelli aveva ragione a non mettersi io pensiex!a del
S8a V ^
passaggio del canale proposto da Ini per condnrre le icgne dell' Idi-
oe per xnezM a Talli profonde, come gli rinfacciano i Reverendi «Pa-
dri giacché l'incontro del canale colla valle di Darmzo in vece di
nuocere, favorisce mirabilmente il ano progetto» toflìendo una difi&«
colta di qualche niomento , che potrebbe venirgli opposta • Né a tale
eifetto osta punto la profondità delle valli decantate dai Reverendi
Padri j anzi piuttosto serve a dimostrare, che per ottenere ^la bonifi-
cazione dei terreni vallivi delle tre provincie , non basta la vìa or*
dinaria d' essicazione proposta dai Reverendi Padri pretendendo eoa
essa d' asciugare , e ridurre a coltura le valli del P<^ggio , Malalber-
go ec. ma si ricerca Tuso delle colmate, valendosi delle torbide
del Reno , e degli altri torrenti , nel modo praticato felicemente in
Toscana nelF asciugamento delle paludi della Chiana , e del Pisano ,
e che si va praticando attualmente dai Reverendi Monaci di S. Vita-
le di Ravenna , e da altri particolari nella bonificazione delle valli
sitnate fra il Lamone, e la nineta, medianti le torbide dello stésso
Lamone ; altrimenti i fondi oelle valli rimarranno sempre pieni d' ac-
qua , e gli stessi terreni bonificati non potranno senxa molta difficolr
tà a motivo della loro bassezza scolare le acque piovane in un reci-
piente così lontano^ qual è il Prìmaro . Passando alla porzione della
linea compresa fra la Torre dei Cavalli, e T alveo dello Zauiolo , ne pa«
re in questa si verifica 1' asserzione dei Reverendi Padri , che il Peret
li neir ordinare il suo nuovo alveo sia proceduto alla cieca, senza
informarsi avanti della natura dei siti, e però abbia proposta un'im-
presa impossibile ad eseguirsi . Avea il Perelli Ietta la relazione dei
signori ^reguglia , e Gamberìni , i quali nel livellare la linea Bei-
taglia a tenore dell' istruzioni ricevute riconobbero i terreni alla
diritta , e alla sinistra della detta linea a distanze considerabili, den-
tro le quali cade la linea Perelli , e gli ritrovarono sienramente ca-
paci per la massima parte di escavazione , e di arginatura • Sapeva
in oltre , che in quel sito , dove i medesimi mostrarono il maggior
dubbio , fu snsseguentemente fabbricato a istanza dici signori Ferrare-
si un argine alto io piedi, il quale riuscì di tutta stabilità, come
apparisce dalla relazione dei signori Chiesa , e Miliati • Gli era pari-
mente noto per altra relazione dei medesimi Periti, che nella mag-
{;ior distanza della linea segnata da lui dalla linea Bertaglia, il suo-
o per il quale passa la prima , à saldo , capace di escavazione , e di
reggere il peso degli argini , giacché dalla descrizione fatta dai Peri-
ti menzionati della trasversale tirata per il canale , detto il Clava*
mento nuovo , si raccoglie , che V ìstesso canale , benché attraversi
la valle , ha l'alveo arginato alla destra, particolarmente in quel si-
to , nel quale resta intersegato dalla linea Perelli , e inferioi'mente ò
fiancheggiato alla sinistra da terreni boschivi» e io conseguenza di
38^
qnMÌìA eonaiitente . Da tutte le prefledenti notizie aggiunte ai lumi
ohe «ommimstra la pianta generale formata oonoordetnente dai Periti
di Bologna, e di Ferrara apparisce, «he il Perelli era baatantement»
inlormato della natura del suolò, per il quale passa la sua linea, •
ebe 1 signori Ferraresi avendo creduta possibile T esecuzione deUa li-
/
papna aella condotta ^B?fÌl^^°V ^K^^^^^°^
cosi Inpga» qaal è la linea del Perelli, per quanto esatta si supponga
la notizia 4ei siti , e delle altre circostanze ; tuttavia riesce difficilia<^
00 , per non dire impossibile» 1' accertare cosi per Tappooto nel di-
segno dei laYoriy che non resti luogo nell'esecuzione a qualche can*
giamento richiesto da ostacoli non preveduti j che si vanno scoprendo»
Questa stessa difficoltà vien confessata dai Reverendi Padri i quali per*
ciò al num. & della loro scrittura non dubitano d' affermare» che ninno
scrittore intelligente delia materia^ e avvezzo air evidenza geometri*
ca» ardirà d'assicurare dimostrativamente il successo d'un progetto
qualunque idraulico, il quale dipende da molte condizioni occulte ,
quali sono 1^ condizione del tcffreno per lunghissimo tratto ec. e che
a tal motivo hanno a vverten temente attribuito a qualunque progetto
potesse scegliersi il solo nome di probabile • Ma se la qualità del ter-
reno anche nel progetto della linea superiore , la quale passa per*
campagne coltivate da molto tempo, è nondimeno cosi difficile ad
essere riconosciuta da per tutto nel tratto di molte miglia, che essi
non si fidano di chiamarla con altro nome, che d' occulta ;. perchè
dunque accusano il Perelli chiamando la sua linea non determinata a
sufficienza , e il suo progetto nieno di tentativi incerti ? quando egli
alla fine non ha fatto altro , che riserbarsi la facoltà di allontanarsi
qualche poco dalla traccia diritta della linea segnata da lui a motivo
appunto della qualità del terreno , la quale benché generalmente par-
lando in tutta la sua linea dalla valle di Durazzo in fuori comparisca
assai buona ; pure riguardo alla lunga estensione di a a miglia , e aU
r essere il terreno formato in gran parte dalle deposizioni non molto
antiche dei torrenti , potrebbe per qualche piccol tratto scoprirsi po-
co adattato al bisogno ,^ onde tornasse conto lo scansarla con deviare
alquanto dalla prima difezione . Tal deviamento però non altera l' ì-
dea generale del progetto del Perelli , la quale non è legata così stret-
tamente alla linea segnata da lui , che la detta lit/ba corretta , e mu-
tata iu qualche parte 9^ o un'altra parallela^ e lontana So^ o lop
3fi4
pertiche , «ori l' irtewa linea BertagH* IWeltat» nelU tUIU, nouM
Ja conveuirle, e «e nella saa Relazione ai è ducctato. da quest» ni-
tima . tenendosi alquanto più ad ostro , la ragione è «tate per lawna-
re maggipre «pario allo spaglio delle piene dei torrenti in caso che
wpravtenissero nel tempo dell» escavazione del nnovo aWeo, e m oon-
Sn/a per fuggire ìfnericoìo , che V aWeo ecavato m tatto, o io
pa?^e rcsusse intlrrito iTlle deposizioni . Toho questf nnieo moturo^
Leo rileva per il progetto del Perelli, che la traccia de^a »»^„5
iceosti alquanto piS ad ostro , o a settentnone jnrc^ i gj^w
«er ì quali passa, sì ritrovino wmpre *«l!% '9y»i'J*j;2'*SSugUa , e
lairiHAWfieriale del progetto del Perelh dil®(wendi Pa£i Aon
consìste neU' andamento deniriìnéa / ma nella condizione delle acquo
del Reno f a idei torrenti , delle qaali le prime nel progetto del Pe*
rolli entrano nell' alveo romìine già depurate ^ e le seconde non vi
conducono ghiaia^ al contrario di ciò» che accade negli altri due
menzionati • Quel che rende maravidia è , che la differenza accennata
l>encliè serva di fondamento alla relazione del Perelli ^ e dal meded-
mo non mancasse d'esser ripetuta p e inculcata nelle conferenze tena«
te con i Reverendi Padri d' ordine » e alla presenza deli' EkninentissiiQO
Visitatore, tuttavia è stata da loro negletta , o dissimulata in modo,
che al num. 1 5. della loro scrittura parlando del cavo Benedettino af«
fermano , che non togliendo interamente gì' interrimenti del cavo si di«
minuirà la pendenza d' once i4* 9* P^' miglio richiesta dal Jteco; e
tolti afiatto gì' interrimenti si corre rischio ^ che il canale » il quale
conduce le acque dell' Idice nell' alveo comune sopra la Torre dei
Cavalli , resti senza caduta * Dalle quali parole è manifesto ^ che sup«
pongono le acque del Reno introdotte torhide nel Benedettino ; altri-
menti sarehhe a sproposito il richiedere per la pendenza del Bene*
dettino once i4« 9* per miglio, cioè P istessa pendenza del Reno, e
conseguentemente confondono il progetto del Perelli col progetto Ber*
taglia, benché non possano ignorare e confessino anzi nella loro
acrittura , che il progetto Bertaglia , sia stato per buone ragioni li^
fiutato dal Perelli . Strano parimente è il dubitare , che tolti affiitta
gì' interrimenti del Benedettino , il canale , che dall' Idice ai condn«»
ce alla Torre dei Cavalli , sia per mancare di caduta ^ quando al con-
trario dalle livellazioni si raccoglie , che ne avrà più del bisogno >
cioè a ragione di piedi i . a | per miglio • Pare ohe i Reverendi Padri
i quali al num. |5. della loro scrittura accusano senza giusta cagiona
^ il Perelli di poca diligenza, avessero dovuto mostrarsi più diligenti
jiell' informarsi della verità dei fatti dalle osservazioni della visita »
' prima d' avanzare obiezioni cosi mal fondate.
Sciolta la difficoltà principale desunta dalla pretesa imposiibilUà
J
à^ «tasiure i hwm preior itti dal Pertolli » la quale iiell* ai^o dal
mep^ informati poteva fare qualche impreasione » e perà meritava
d* e^aere pieoameote achiarita, paasereino a liapondere alla altre 4Ìi
nÌBor momento contenute nella acrittnra dei Reverendi Padri. Fra
ancate è singolare Tuddotta al nani. 2 5. pretendendo, che Tevere
Parelli tralasciato di far livellare a parte la sua linea 9 potaa servi*
re di motivo sufficiente per non proporla • Quando i Reverendi Padri
nou avessero date altre prove dd loro impegno in favorire il proget»
to della linea superiore 9 ed esclndere in tutti i modi quello del Pe*
relli , 1' obiesione^ accennata Basterebbe aola per dimostrarlo. Nei ri*
aaltati delle operazioni fatte nella visita si hanno le livellazioni delle
due linee Bertaglia^ e del Frimaro, fra le quali cadérla linea Perei*
li ; e di parecchie trasversali tirate dall' una all' altra ; si ha parìmea*
te la liveilajBiOne del 'Cavo Benedettino dal ano principio fino al Mor«»
{one, e d^nn buon tratto dell' Idice fino al suo sbocco nel Benedet»
tino. Tutti xfuesti dati anno più ohe bastanti per aegaare il prefile
della linea Perelli » e dei terreni , per li quali passa con tutta la giu«
atezza necessaria. Che occorreva dunque rinfacciare al Perelli l'aver
tralasciata un' operazione « la mancanza della quale può cosi facilmeoi»
ta essere supplita per mezzo d'altre pk fiitteP Se il Perelli dicesse
ai Reverendi Padri che la linea superiore adottata da loro ai scosta
io più luoghi dalia traccia della livellas«ìone aoo e Soo pertiche, e
fino a un miglio » cioè più dei doppio di quanto la linea Perelli si
fcoata dalla BertagUa nelle sue maggiori disunze 9 e cha però 4a li»
iiea superiore può francamente rigettarsi senz' altro esame ; qnal ri-
spigata darebbero? Il Perelli ^ il quale non borivo per contradire 9 non
lia mai proposta una simil difficoltà , né intende di proporla ^ anzi
acKMH'da volentieri 9 che attesa la direzione del declivio- della campai
gna» la quale pende da occidente verso oriente 9 la linea superiore
fognata nella mappa , e la livellata , possano conuderarsi come equi*
aulenti ; ma crede » che l' iateaso riguardo debba aver luogo anche
sella linea propoata da lui » la quale paasa per terreni di livello più
iMeao » e di minor caduta «
JDi niente maggior peao i l'obiezione fatta dai Reverendi Padri al
contenuto nel num. 70. della Relazione del Perelli. Aveva egli acrit*
to oel luogo citato 9 che il con vederai, dopo introdotto il Santerìio
9el anevo fiume proposto da lui» acalzata nel piede, e dirupata l'ar-^
Sioatura dello ateaso Santerno, aarebbe aegno, che P abbassamento
el ibndo non rieaoe di pregiudizio all' arginatura , onde ai potrebbe
t^fttare l' ialrodimione del Saatemo nel nuovo fiume in nn punto più
nlt» > per eaenipld» all^ oateria delU Pianta , o a ^oella del Moro ^ rì«
npemuande uà queate modo la apeaa , e la aoggemone d^ un buca trat-
to 4* aWeo p • godeada del mmtaggia dello aoejaameUta dell' altezza
49
SS6
delle |»6De » e dell' argraatort • I Reverendi Padri liportaodo at nn-^
mero i5. della loro scrittara il sentimento del Perelli, gii fanno di»
Te f che se dopo entrato il Santemo nel nuovo fiitme non ai osserte*
n aloan dirupamento al piede de' suoi areini , sarà indizio , che
l'abbassamento del fondo del Santemo non e riascito, e gnindi n
potrà tentare 1' iotroduzìone del medesimo in un punto superiore eo«
Aggiungono dipoi , che il progetto del Perelli ò pieof^ di simili tenta^
tivi ainJbigniy e finalmente esclamano. Perohè intraprendere imprese
inutili , e dispendiose , e non proporre subito l' operasnone più aico*
n 9 e meno inoerta ? Ma primieramente il Perelli non ha mai deito
lo sproposito f che i Reverendi Padri eli attribuiscono ^ cioè che non
osservandosi dirupamento al piede dell argine del San terno > sarà se»
gno y che non sia seguito V abbassamento del fondo ; anzi al" con-
trario tiene per certo » che accrescendosi k caduta , F abbassamela^
to del fondo del Santerno seguirà sempre» secua o non segua il
dirupamento^ dell' arginatura» Secondariamente 1 operazione di tra-?
sportare più ad alto lo sbocco del Santerno nel nuovo fiume rW
Suarda il benefizio particolare dei signori Romagnoli, e non ha obo
ire col progetto suggerito dal Perelli per il regolamento dello acfue
delle tre provinoie, il quale avrebbe luogo nò pia uè mei»o, ancor-
ché il consiglio del Perelli venisse rifiutato dai signon Romagnoli , a
ohe le circostanze contrarie vietassero ìi porio in esecuzione» Ter^.
zOj V inlerrogi^e il Perelli perehè non abbia ordinato addirittura un
lavoro , il quale per essere prescritto richiede là cognizione della
struttura stabile degli argini del Santerno , deUa larghezza* delle go^
lene in tutto il suo corso , e di cento altre eondiziom , delle quaK
il Perelli non- ha > né può avere notizie sufiicienti , pare assai poco a
proposito.. Finalmente qnando i Reverendi Pad^i dicono » che il pro-
getto del Perelli è pieno di tentativi ambigui , sono pregati a dicnia-
Tarsi se intendono di tentativi avanti 1' esecuzione del progetto del
Perelli, o dopo • Nel primo caso sono in obbligo di dare qualche riscon-.
tre di quanto asseriscono^ , giaccbà l' esempio ^ il* quale adducono del-
la mutazione dello sbocco del Santerno, non conclude cosa alcuna;
altrimenti la loro* semplice affermativa sena' altra prova non avrà
maggior forza della negativa del Perelli. Nel caso poi che intendano
dei tentativi da farsi dopo incanalate le acque del Reno , o dei tot^
rtntii^il Perelli accorda, che dicono il vero; ma insieme risponde ,
che i diversi tentativi , che possono intraprendersi nel sao progetto f.
ben lungi da mostrarne L' imperfezione ^ n^ scuoprooo anzi il prègio ^
giacche danno il. modo di riparare ai disordini, i quali potessero so-
pravvenire a poco alla volta, e con intera sicurezza, godendo intan-
to il profitto* delle operazioni già fatte • Il contrario appunto accade»
rebbe nel profitto della linea superiore , abbracóatg dai Revormdi
V
Padri» eseguito il qaale, quando T esperienza f coprisse» die i Reve«
cendi Padri avessero fallato il conto nelle cadute assegnate da loro»
e in conseguenza il fondo del fiume veniBse ad alzarsi più di quanto
si jono ìmuiaginati» e a porre in aogge^ione» e in perìcolo le. cani'-
pagne adiacenti » il male non avrebbe rimedio , e i Reyerendi Padri
' colla spesa dì tre milioni almeno non avifebbero finalmente conse-
guito altra» che di liberare dai danni delle acque il Polesine di Saa
Criorgio » e le campagne più basse del territorio Boloenese » per rì«
durre nella stessa condizione una parte consideràbile or un^ altra prò*
y incia fertilissima » e di sua natuifà non sottoposta all' inondazioni
delleracqae forestiere , cioè della Romagna •
, Ma che diremo dell' obiezione proposta daL Reverendi Padri nello
stesso ^um. i5« della loro scrittura contrer il contenuto nel num/6i«
della relazione del Perelli P Aveva esso suggerito nel aumertf acoen-
nato ir derivare in vicinanza della Chiesa della Madonna dei /Bo-
schi un ramo d'acqua del Primaro nel nuovo alveo proposto da lui»
e ciò ad effetto » cba dovendo » giunta l' escavazìoue del ^nuovo al-
^eo al Senio » introdurvisi immediatamente l' istesso Senio , quando
prima di giungere coli' escavaziene al Benedettino, fosse sopraggiunta*
qualche piena del Senio » l' acqua derivata dal Primaro servisse a di-
luirla» e impedire le deposizioni. Contro 1' operazione aocennata
mossero qualche difficoltà i. Reverendi Padri nelle conferenze tenuto
col Perelli davanti 1' Eminentissimo visitatore » alla quale .il Perelli
rìapose facilmente » facendo osservare ai Reverendi Padri che il fondo
del nuova alveo proposto da lui doveva escavarsi fino all' orizzonta-
la tirata per il pelo basso del mare» e in conseguenza era vano il
bubitare^ se il Primaro , il quale spingeva le acque al mare distante
più di IO miglia » potesse spingerle al fondo del nuovo alveo egual-
mente basso e distante non più di xoo pertiche» che è l' istesso in
somma» che porre in dubbio» se un fiume» il quale attualmente cor-
re con una certa pendenza» potrà correre accrescendola più di qua-
ranta volte . Ognuno crederebbe » che dopo una risposta cosi decisiva
ì Reverendi Padri si fossero acquietati senza insistere d^ vantaggio
in . una difficoltà » che non ha la minima ombra di ragione ; con tut-
ta ciò i Reverendi Padri non lasciano di riprodurla » e per ischernire
^il Ferelli aggiungono » che nell' operazione prescritta da lui » l' aequa
dovrebbe salire dall' ingiù ^ ali* insù^ Il motivo» che adducono di
un' asserzione cosi strana » è » ehe secondo mostra la pianta » il Pri-
maro è inferiore» e il nuovo alveo superiore. Ma lasciando da pi&rte
V improprietà di dire » che la pianta dimostri la maggior bamiezza del
Primaro , cké del nuovo alveo » quando ò noto » che le Mappe non
mostrano altro che il aemplioe andamento delle linee dei fiumi ridot*
fa a an piano orizs&ontale » e che le aUezae delle ripe» e le prof ordita
\
MS
da^ì alrei A rweolniio dai profili delle Ktellarioan , if rùntVké ift«
BfMTtt dai Ref emdi fMil se quanda afiérmaso , citd il Primam è jpià
faaMo del nii9To ai?eo , intendono del pefo dei Pitntaro , cr del ram^
d0i. È eeitOy che oos poàaono hartendere del ptimo, altiimeffti se*
^irebbe r ob^ doTenda il fonda del nmrfù alireo rhrotant nella ates»
aar omzoctale* col pelo baaae del mare , il pelo del Frìmaro sareb^
ìm infertovo^ aE pelo basso del mare , il che è troppo, grande assur**
do • Resta dooqne , obe per necessità intendbim del fendo del Pr rma«
ro y il quale in fatti Tieino alla Ghìesa della MadonM dei Boscbi , à
idqaanto psQ profondo del pelo basso del mare , e in consegaenza re-
sta inferiore al fondo del naovo alveo progettato dal Perelli. Ma se
ooaì è » donde banno mai tratta x Reyerendi Padri qaesta Quota rego«
la , cbe un fiome aon possa tramandare porzione delle sne aeqae in un
recipiente 9 ebe non eìi sia inferiore di fofido? A qnesto modo se**
ffàfSL , ohe dandosi il easo d^ una inondazione » v* g. del Tevere , il
quaJe in qvalebe sua massima piena immerga le strade ptà basse dì
Roma; ^ eonverrà dire , o che il piano delio strade più basse sia in-
feriore al fondo del Tevere » o che 1* acqua del fiume nel tempo del«
1! inondazione si muova dall* ingiù y alV insìi • Confessa il Pbrelli^ che
leggenda 1' obiezione citata , e le altre di simil lega , contenute nel*
la acrittnra dei Reverendi Padri , si sente portato fortemente a cre-
devo y che hr acrittnra aceennsta , benché pubblicata sotto nome dei
Reverendi Padri , con tntto ciò non sia opera loro , ma supposta da
qualche purtìgisno del Progetto detta linea snperrore per acipiistar
ereditor làla propria opinione , non parendogli punto verisimile » cbe
due soggetti così dotti , e versati nelle dottrine matentaticbe , quali
sono generalmente riconosciuti i medesimi Padri per P impegno di
oontradire al progetto del Perelli si siano j)otuti indurre a lasciarsi
scappare dalla penna esorbitanze di questa fatta.
Aveva il Perelli al nan^ 67. della sua relazione » per giustificare Io
cadenti assegnate da lui di mano in mano al suo nuovo fiume , ad^
dotto 1' esempio del Canal branco come adattato per questo fine « es-
tendo il Canal bianco anch'esso utf fiume, il quale insieme colle ac-
que chiare provenienti dagli seoli delle valli Veronesi conduce le tor«
Inde dell' Adige , al quale serve di dtvei^ivo • L' altezza del pelo del-
le'piene del Canal bianco sopra il suo fbndo poco difierente dalPal^
tezs», Alla quale giungerebbero le piene del nuovo fiume » la pro«
pttyrEione delle acque chkro alle torbide maggiore nel nuovo fiume »
ohe nei Oaoal bianco, e Fa maggiore attitudine della Iineir^ parevano
eondizìoni , che non lanciassero che dbsiderare nella scelta delP e-
iemplare propostosi dal Perelli per regola nei lavori intorno al suo
nuovo fiume . Gi6 non ostante 1 Reverendi Padri al nuun iS. pr^ vol-
to ostato detta^lonr aerifttttni htmife rdati^ impugnarla 1 e ptiniocamentor
I«5
fliferiseòtto» ebe PeWMnpiò iti G&iial IfiatiGfdf fh ttltre tofte «topin
»to dal matematieò' Corradi deUer ootìferreo^er tcftfnM in Pa&ùzat oàvart-
ti al aigoor Cardinal Piazssa , e òbe l' iartessor Corradi testh convinto y
e qgatretto ad abbandonarla por le difficoltà , che gli farono ipot^été
contro dalla chiara memoria del aig. Eo^taolrio Manfredi . Quelito $
▼ero , ma è vero altren , che il progetto del Corradi differitff total**
Aieote dal progetto del Perelli ; anzi proprìaifteote parlando ertt tin
miato del progetto BertagHa^; e del progetto della linea- iup^riòre ab-
bracciato dai Reverendi radri c6n questa differenza , che l'atroa del-
le accfue anite in vece di aboccare nel Primaro in vicinanza ddU
chiaTicaf Formenti , ai condaceva a unirsi col Lanìon^^ e <]fuindi pei*
linea retta a! porto del Pirotolo* Il principale argomento del cpialor
ai servi il sig. Eustachio nella controversia col Corradi y cfotrsittWià^
sella diaparità fra il Canal bianco , il anale Corre colP a0(|ue Cbiard
meacolate còlle torbide > e il nuovo fiume ideato dal Clorradi » nel
ifnale prinoipiando dal Reno doveano correire lo acqné~ interamente
torbide senza mistnr» colle chiare. In conseguenza T autorità del ai^
^or Eustachio pno valere al più centra il pronto dei aig. Bertagtia»-
9 qnalo rispetto alle acqne torbide si ritrova ìtt drcostanzo cimili
B quelle del Corradi , e non contro il Perelli , che è iti un caso td«
talmente diverso. In secondo luogo affermano i Reverendi Padri che^
Vb piene deir Adige non* sono cosi torbide y come quelle' d'et Retto.
Già quando la loro àsserziomf' fosse vera, non* farebbie a proposito ^
poiché dovendo Io acque del Reno entrare nd-nuo ro alveo dopo pia-
aàte per il benedettino. Che è qoantb dire dopo chiarificate; pòCd
importa , che le pilone del Reno aiano più o meno cariche' di mate-
ria di quelle dell Adige , Ma ammettiamo pure il paragone dèlie pìe^
ne dell Adige , e del Reno , benché nientd necessarie • Le piene daru*
que dfAV Adige a detto dei Reverendi Padri' sono meno torbide di
quelle dd Repov Come Io sanno? L'* Adige , dicono csai , quatld^
^ttftge ali*" emiètiàriò f pfer il quale acàrica una parte. dèllér' sue fiiotitf
nel Canal biancp, ha già corso un tratto di ìoo miglili ' itit^rl d^lTer
ffiontagflte , onde rion ptiò portare torbide della qualità £relf é* Còb.di)rtt0:*
dai torrenti, de^. quali si parla. La consegnenia sarebbe, ^oféta , it(t
ai trattasse deV Reno, e àeg\ì altri torrènti, fino ch#^'ccftWÌ!o rin
atretti fra le montagne del Bolognesi^ j o della Tòsk^ana ; ma' trattàn-^
dosr dei medesimi giunti faori delle montagne a una ];^anTLra di po->
chissimo declivio , quale la partepiù bassa del. tei^rì torio Bologne*
io , e Romagnnolo , chi dice ai Reverendi PadH^ cfie per necessità
debbano correre più torbidi dell*' Adige fiume rapidissimo, e def
Ataggiori d' ItaKa , il qilale oltre àlldr materie , che porti dai moti*
fi si carica di rena , e di Wtn ttélle v^ste eortaniofii , db» fbrma
ntf IVttatino» e txA Yétmutf pltrc «^^oiò il (irincipià snppostiT
8»9
tacitamente dai medeaimi Padri ^ cioè che i AnnA tovhriì uaoitl da}!#
0iontagne diminuiscano la quantità delle materie incorporate coir ac-
qua a misura del viaggio f che vanno facendo p abbisognerebbe àk
<yialche prx^va^ o scbìahmento per lo meno, non parendo che s'ao*
cordi eoli' osservazione 5 la quale mostra che il Nilo v* ^. il quale ii*
aeito dai monti della Nubia corre centinaia di leghe wima di con-
dursi al Mediti;rraneo , e però a questo conto 'dovrenbe giungervi
coir acque poco meno che cristalline 9 nondimeno depone vi<uno alla,
foce ammassi sterminati di rena, colla quale SóxmM, dei banchi sot-
t* noqua 4 e va protraendo Ja spiaggia . Ma per non perdere il tempo
in discorsi 80j3ra un fatto. « il qude può. chiarirsi coli* eapeiienza , di-
remo ohe negli atti della visita del Po grande da Lago scuro fino al.
mare 9 fatta ranno i7ax. aniumeute da tre Commissari Pontificio »:
Impeciale '9 e Veneto^ trattandosi del GasUgnaro» cioè del canale j.
per mezzo del qmi^le le piene dell' Adige si scaricano nel Canal bian^
co, sono ^registrate P appresso parole, fi Furono parimenti osservata
t9 le sabbie in questa alveo d^l Castagnaro j e ritrovate assai grosse ^
„ e' con qualche mistura di ghiarella minuta» ^» Un fiume , che può
condurre arena grossa t e ghiaia minuta, |)ar molto probabile^ ohii
abbia altresì forza aafi&ciente per condurre rena ordinaria^ e terra,
che anno le sole materie , le quali dai torrenti potrebbero scaricar&i nel
nuovo alveo proposto dal Perelli^ Aggiupgono i Reverendi Padri che
neir istesso ^uovo alv^eo non si può avere il presidio djalla acque
ciliare ^ e ebe «on tutto ciò il Canal bianco porta il suo fondo niol*
lo elevato sopra il piano della campagna ^ ed è fornito di arginature^
Ma quanto al primo punto i Reverendi Padri si sono apparentemen-
te scordciti che il Benedettino conduce acque chiare , e non torbide j
e quanto al, secondo basta, per P intento del Perelli , che V alveo del
Canal bianco ^el grado» Bel quale si ritrova, sia permanente « nulla,
importando quanto al resto , che corra col fondo sollevato per aria 9
o sepolto nel terreno • Tf emmeno è da tener conto della circostanza
dell'arginatura , la quale, qualunque possa essere ^il suo effetto, noa,
altera punto la similitudine fra il nuovo fiume del Porcili j e il Ga»
nal bianpo ; esfendo comune ad ambedue «
Restano da esaminarsi le obiezioni addotte dai Reverendi Pa4rì
oelP istesso nnm« 1 5« della loro scrittura contro V espediente sngge*
rito in ultimo luogo dal Perelli di derivare un ramo dal Po grande,.
e condurlo nel suo. nuovo fiume ad effetto d' ottenero ttu corpo d'ac-
qua sufficiente a spingere al mare le materie incorporate colla tor-
bida del Reno , e dei torrenti , senza lasciarle deporre per la strada.
Questo pensiero non è nuovo j nò proprio del Perelli , ma fu propo«
sto la prima volta dal celebre astronomo Gìo* Domenico Cassini Pan-
no 1693. e riprodotto con alcune modificazioni dal chiarissimo signor
r
Ettstscliio Manfredi V anmo 172$. nei congressi » i qnadi d'ordine del«
la S. Memoria di Benedetto XIII. furono tonati d' acanti al sig. Car^
dinal Piazza in Faenza . Il Perelli danaio non ha avuti tutti i torti
se confidando neli' autorità di due soggetti cosi rispettabili , ai quali
ai possono aggiungere il Guglielmini , e due celebri abati Grandi y %
Galiani.y ha rimessa in campo l' istessa proposizione . Ma sentiamo di
grazia gli argomenti , con i quali Tiene combattuta dai Reverendi
adri. Dopo d'aver ricantata la sditK nenia dell'incertezza del Pe-
relli nei suoi progetti ^ e allegata la profusicme del denaro , quasi
che essi non avessero abbracciato un progetto > che per la sua esecu-
zione richiederà tre milioni almeno di spesa y adducono , che aven*
do il Po grande pochissimo declive y deve la sna velocità principal-
mente al corpo neir acqna y diminuito- il cenalo perderebbe di forza y
e si alzerebbe di fondo con maggior pericolo di rotte y e oltre a eiÒ
si verrebbe a perdere d poco a poco il tronco di Lombardia • L' u-
na , e V altra conseguenza sarebbe funesta y e però^ a detto loro que«
sta derivazione quando fu proposta nel 1725. non fu accettata dai
Principi confinanti» Ma con buona licenza dei Reverendi Padri si
mostrano molto male informati di un afiare y che per la sua impor-
tanza , e per i' impegno , col quale fu trattato y fece allora grandissi-
mo strepito ; e non è finalmente d' una data tanto antica y che al pre^
sente sia mancato afiSilto obi possa ricordarsene » I Principi confinane
ti col Po , i quali potevano avere interesse nella navigazione del fiu-
me 9 e neir indennità delle campagne adkeenti, erano oltre il Ponte-
fice, rimperator Carlo VI. di gloriosa memoria, e la Serenissima Re^
pubblica di Veneata . H Ponefice dopo uditi i parereri di diversi in*
tendenti, e fra gli altri di Monsignor Galiani Arcivescovo di Tessaloni*
ca, il quale fu consultato espressamente sopr» questo proposito, ap-
provò il' progetto in generale^ riservandoci • a limitare i particolari a
misura delle circostanze, che si fossero scoperte nella faccia del luo-
go . A questo fine tre anni dopo la «morte del Cardinal Piazza , e lo
scioglimento del congresso di Faenza, fu tenuto un nuovo congresso
a Lagoscnro fra i Matematici Pontificio % Imperiale , e Veneto , cioè
a dire , il celebre p. abate Grandi in qualità di matematibo Pontifi-
cio, e i Matematici Marinoni per la parte Imperiale , e Zendrini per
h Veneta, coir intervento inoltre del chiarissimo sìg« EuAtachio Man^
frodi per la parte di Bblocna , e dei Periti d' alcune altre città di
Lombardia • Dopo fiitte le debite considerazioni restò- fissata la quan-
tità dell'acqua da estrarsi dal Po, per dare impube sufficiente alle
acque del Reno , e dei torrenti y senza pregiudicare alla navigazione ,
e senza pericolo per il Po d'interrimento. Furono perciò determina-
te la larghezza della luce, e l'altezza della soglia d'un regolatore
di muro dar fiibbricarsi immediatamente sotto all' imboccatura del
?9*
patta 9 014 4i H fr» le cij[lì# de|;U argini ^ ^ In femmU 4i 4 pì^dl
f m^zo sotto il pelp d^lF aoqun baiy». Il calcolo che fa allora fatt^
^ello «cem^m^Qto delPaltezTa del Po do|^o la derirasdone , dimoats^
^he i\ Uy^llp del Po nelle eiroo^tanxe più ^fayprevoli.» cioè nel tem^v
pO d«ìl)a magetor «oareez» d§ll' aoqaa , upp «i farebbe abbassato pift
0i ine;«iHi piefle « ina nelle mi^iprì piene V abbaipamento aarebba ita**'
io d^ ttP pÌA4« Ì9 ciroa . Tennintta la vitita.» ja corte di Vienna pre««
ftì^ ^nterafioepte U «no ppnaenso air eaeou^ionp del progetto « iiè il
Sepatp Yepeto ai mostrò ali^o dalT aderirvi • Ferohò poi restasse inca*
gliata 9 « d' Qi^de. procedessero le opposieioni # e da chi 9 e per quali
mezai vefiiisprp proparate , non e neceasario il i^feurlo » e basti aoW»
pente |) far Tedòrp qoant^ é alloiitafii dal vero l' asseraione dei Rat-
irere^di Padin intorno al non «aspre atatp ricevuto i\ progetto della de»
jrivimiopp <^i Qa i^rpo d^ acqfia dal Po dai Principi confinanti. JSAa
pasiando al motiyo addotto dai Revarendi Padri j^ontro il prcigetto ae«
pppnatOf cioè 9 che il Pp inda boUto per la i>erdita delle acque cock
dotte nel Beno > s* interrisca > e rislai il f$ndo a spgno » icbe <^ol tem-i
PO si ^enfa a perdere il tronco di Lombardia , non può a 4ir vero
ndim apn/^ maraviglia , cbe i Reverendi Padri per una ra^ooe ooal
£acea ei aieno impeguatì a coutradire a un progetto lieevnto^ ^ ap^
proyato dojpp maturo esame da tanti yalemnoananl « quanti soqo i
rimpiantaci di aopra ^ Il Po non ^è |;iàqoalpbe pioeoi rnscello da pas^
aarsi isaUandp a piedi asciutti; ma un fiume ireale» il tpassi^xp d'I^
taHa^ «d «guate ai intggiori d' Europa 1 dotata di tanta ^kbboqdansa
^Vapqua , e di tal forza ^ che ba durato a correre» per saooU interi
diramato ip due f ran tronebi di Venezia , e dì JFerrara « con divide^
rp inoltre il aeoondo in due altri rami Prìmaro» e Volano, ^utti spik
Scienti 4, portare non solamente grosse barcbe per e^rvi^io «del <ooin«»
mencio 4 9)a ^po a lutare armate navali. Ciò a^ppesto» il pi^tasdasw
p)ie uu fi^1|le^ il quale nei t^iupi addietro ba potila divider ie ao«
gue pey :n^É^ «e^aa inferririi V aWeo a debba neceasaaàameute T\eia*
pirlp pe^rdendo apio taQt'a^qna, cbe non giunga «lenimeno alla qniu<p
dicesima partf di tutto il <)orpo, è vanita groppo manifesta ^ e aarab*
ho UM perdere il tempo 1' affaticarsi a <y>ofutarla • Solamente ootere*-
ino 9 c^p dagr Ingegneri Ferraresi in una ecrittura pubblicata ranno
Ì^S6f fi ffnger^no ì pei^opli ip^inenti al 4;6rritoi*ìp di Feivara par
p altej(fe eambitantU allo quali «ono giunte le piene 4el Po |b q«a«
ftti uliìpai 9nm; ondi» parrebbe, c^ie V unico rimedio per as^urarsi
dal\p rotte <HHMi»tp ip propnwre pgni mezzo d^ abbassare il livali^
4el Pp ^^ìy escresceoflw t ma aepondo i Reverendi Padri lo aoemameu^
^ d' nn piede soUm^tQ d' altpa^a nelle ma84me psexM del fo pr^r
<m-r« U {ipmpwienio dail' altao i^gnito da danni ìivepa»b«]i, I^
ft
%
si saprebbe intendere 9 come «m osUirte tanfi contrstìetà il i^aèrì»
^ Ai massime fra i segaaoi d*uao stesso partito s' acoordino' poi tot*
ti nella conclusione, cioè nelP esdtfdere qualunque riparo alle iiipn*
dazioni del Reno, eccetto qaello di condurlo unito al resto deiibr^
renti fnori dei territorio di Ferrara , tagliando le campa^he superio-
ri del Bolognese, e ^ella Romagna «
Fin qui ci siamo ingegnati di difendere il -progetto del PerelK dal-
le oppoiBÌ2Ìoni contenute nelU scrittura dei Reverendi Padri; testa.
ciie si facci* brevemente 1* esame ftell» ragioni , colle quali i Reve-
rendi Padri procurano di «nstiilcare la loro scelta dd progetto del-
la linea superiore in preTerenca di ^utti gli altri. A quest'effetto
oòminòèremo dal riferire i principi idrometrici} dei quali si sono* ser-
viti , e che essendo totalmente^ nuovi • e loro proprj , meritano per-
ciò di essere tanto più attentamente considerati • Affermano dunque
at §A ni. doversi necessariamente aver riguardo alla quantità delle ac-
que chiare , è torbide insteme , eèsendo al parer loro certissimo, che
1 accrescimento delle acqtie chiare, e ànphe la mescolanza colle tor-
bide, accresce la veloci ta delle acque <diiarè, e torbide; ma non Vi-
ceversa le acque tórbide mescolate colle chiare accrescono sempre la
velocità delle seconde , anzi possono ritardarla coiisiderabilmente « Al
num. z3. impugnano le pendenze attribuite dal dottissimo sig. Mare-
sMtti al suo alveo , dicendo , che non possono dimostrarsi èufficien-
ti cdir esperienze idrauliche di ^ due fiumi, i quali si uniscono in un
recipiente solo , mantenendo uniti V istessa sezione , che aveva per
l' avanti ciascuno di essi ébparatalnente ; accordano però, che un si-
mi) caso possa succedere , ma di rado , anzi non ripugni , che due
finmi uniti occupino minore spazio dopo l' mnione , che prima della
medesima , ma che tuttavia non dee farsene conto nella pratica come
M^cidente rarissimo , e ' il quale . nAle acque torbide non pare , che^
poaia aver luògo • Aggiungono ih| ^mpiiU) y che non dee facilmente
alMordarsL, che un fiiHDC in' diè^nza' Considerabile dal mare, non
abbia bisogno dL^aicfre pendènza* ;'mk:biie^ per altro è vero , che al-
c%ini fiumi in quaiclìe distanza dal mate A osservano con i fondi qua-
ai' cjrìszontall (e potevano aggiungere orìin^ntali affatto, e anche ac-
cKvi ) movendosi le acque colla velocità aócluistata • Finalmente con-
oladoBo, che doVfodosi introdurre in un: alveo' acque torbide sole, e
anche ' mescolate collochiate, la iààlttcànza -della caduta e un male
senza rfinedio, e' òhe rende in' cdfakegttens^a impossibile il progetto.
* La conclusione è certalnente vera', ìi Comtf tale non può mancare
di estere ammessa scusa difficoltà /dag^lhtéiìdénti d* idrometria. Ma
non sappiamo poi se cella stessa ftcilitS saranno accordate ai Reve-
rendi Padri le dottrine , eolie quali pretendono di dimostrarla , e le
altre esposte 4a Ip^ in' queita eecasionè , alcune delle quali » oltre
% 5o
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^9^ ■ ^
al non iiteve tppoggitile '« wrnnn tÌ90&Bfm fi t«tii*itè, <^ ik ngi^
ut 9 paiono tosi prete nel tento |im ovfio» eotta il qaele ti pretofti'
tanp contraFÌe »i princsp) vioevuts fioore eoinimemente nello soion»
ddHe 4Kqae eonenti . Un» di* ^aetti , e forse dei pia importanti^ ^ è »
che il moto^ delle acque, dei fiumi non dee riponi netto olateo dei
moti equabilmente accelerati » ma beoti dogli alterati ditlft gravi^ ^.
e dbtlli retìttensa inèiemo f a gnita i^ moto doi gravi eadenti fer
nn memo flnìdo» o però b/k na tormuio di Telooita» al quale » aìg<i>^
xotamento parlando' , non 6>*fF^ ^^> » benehè dopo^ tcooto qnald;i^
tpazio 9 il quale nei fiumi tuorotter ataai breve ^ yì m aoootti tante ^
ohe pnò prendersi senza tfroro sentibìln^ ootfie uniferoo . Questa te»
Incita viene determinata dalle retiitenae dette ripe ,, o del fonde ^
combinate eoUa pendenza dell* alveo » o coir altezza detT acqua, lo
quali ciroottanze manteoeodeai V istessa ^ la velocità parimente retta
invariabile » e incapace di aceoesoknento ^ o diminuzione . Quel cho
M ò detto del moto deiraccuia continnamonto acoelerato, ha luogo»*
ancora nel ritardato» il qn^^ accade ogiu volta , ebo l^mqua del fin*
me per qualsivoglia d^ono^si ritrovi aSettta ^ una velocità mac»
gioro d^ll' equabile descritta di s<^ra ; nel ^al caso pnoe m vcriS--
oa y cbe la velocità, con suoces^ve .dimioozioni si va accostando aUa
velocità equabile ^à ^Uèl m modo » obe dopa ihpeis intervalla la
differenza diventa intenstlMle • L* esperienza qootidSana del corso dei
fiumi conferma la verità della teòrica esposta» osscrvandosà » '^olm
V acqpa benché cadendo por qualcbe altezza dal ciglio doUo caterafr»
te , o pescaie , si acceleri^ notabilmente , tuttavia doptf scorse pocho
centinaia di piedi si restitmsee alla* velocità di prima e Puteseo ac«»
cade quando per gli ostacoli frapposti al sno moto nelP abitìo dei fin»
mi si ritarda » e perde della vemoità , colla quale correva , la qnalo
ncapera bentòsto ioteramento trili gì* impedimenti.. Dalle *pNnKfMn
addotte pare, che si possa raccoglierò una cons^nenza , ed ò élie
nn fiume, il qtiale corra con o» dotermìnàt<v oeroo d'ac<]^ innia
alveo di data pendenza»^ m. larghezza, o col fondo 4LAata qpiìUità ài
materia y^ g* di sabbia , avrà sempre noeessitrianieeiMiua vnlooita o
altezza parimente determinato r «cnza ohe possano mai cangiam fina
che le condizioni accennato dirila q.nantità idei eorpa A' acqua ,. e del-
la pendenza, e larghezza ^ o qoaliÀ delle materie dell' alroo > nnn al
muteranno •. P^to ciò > si . dimostra con poca fatica falsa la rsigola
spacciata come sicura dai Eeverendi Padri cioè, «ho Taggimita di
anquo chiare accresco sempre la velncità ai fiumi chiari , a Jozbidi i
ma che l' influsso di acque toWUde qualche volta in vece ai aoci^o^
scere la velocità nel recipiente: ghiera t o torbido puà notabilmencn
diminuirla • Al contmrip per le coeo dette di sopra si & manifeata ^
ebc qualsivoglia inflnento ,, sia chiasn^ a tMbido^il ^aaio j^orttrà
i
T
« t
891^,
mÀ msipìeiiK» toma étttrùMÈtbk ^«fità Ai M^a , iiippoMa fi teci«»
piente ttelU ttoàto «lato di magresaa , • di «bbaodaoza di lÉoqite , , ti
eaigioaerà seiapre rétteaso aoore^oiaentd di i^ooìià ^ e di altesza ì e ^
6a8i il Panar», per etempie» entraaio toiiiìdo nel JPo basso^noii vi
prodorrà punto minor ireioeità, clie ae vi entrasse coll'acqaa etiìara
eome il «erìsullo • Poe beniì darti il easo ^ cke P influente torbide
tdopp V ingresso nel reoipieiild ^deponga nna pernione deUe materie
i;rayi bM)orponte àioir aeqna » e peroiè ^eaga ad alsare T alyee d^
jmnpientey e consegaettteEtiente ad allerame la velocità^; ma là de**
posi^ne non acoaderà, pei^hè la veleoità del reeipiente ^pe T in-
flusso delle ae^pie torbide diMÌnnisen tn veee d'aoorescersi , ma per^
cbè anebe aecresciata ^ potrà essere » ohe si ritroTi inabile a sostenere
le materie eravi condotte didl'inflaente eenaa precipiiarae nna parte
sd fondò . S aggiunga , dbe la deposifeione dell' inflnente torbido nel*
V ahreo del reoipiente sieoone aocnsoe ia pendenza di qnest* ultimo ,
eosi oòntribniscè fintteete ad aecrescere U veloeità, la quale per id-
tro gli eompeterebbe dopo P ingresso delP infl-nente , che a diminuir-
la. È iaeile ancora il racoojdiere qual conte debba farsi dell' opinione
di ^ ba creduto che un nume 9 o eanale , mantenendo la stessa lar-
flessa 9 o pendenza d'alveo» possa soarieare per sezioni eguali quan-
tità d'ao^p^ diffe^«iti fino al doppio^'P v>a di^i! altra, allegando oltre
Atte pretese esperienco nei canali artificiali P esempio dei fiume Ino »
il qrnab entra nel Danubio » iensa che il ÓanuUo perciò si faccia do«
fi la oenflnenn più largo , o più profeodo*^ Sopra questo proposito
Reverendi Kdri si mostrano «tetto ambirai^ ora dicendo » che non
pretendono d'impugnare gK esperimenti tatti da alcuni valentuomi-
ni» ora «fibrmanoo, obe mn tal caso è rarissimo» e non può serrire
di regela generale nella pratica . Ma primieramente non s* intende »
acme i HoYerendi Padri oeferiseeiie tanto ad esperienze non veduta ,
ni esaminato da loro 9 dopo d* essere stati testimoB] di vista di al-
tre sìn^ fiitte dal dottiteìmo aig. Sonali in Roma nel giardino del
loio eonventg|. della Trinità dei monti eot esito totalmente diverso •
It Perelli anébn prima d'aver vedute P esperienz^el sig. Bonati so-
Opettò di «ualcbe abbaglio nrile citate dai Riverendi Padri, e però si
rtaerbò a dinb il suo parere dopo avorio rifatte coHa giunta d' altro
ideate allora divini; il risultato di tutte le quali sarà pubblicato dal
Fnrelli a sijo tempo cdP oooaaione di rispondere a qnalche altro 'suo
oppoMtore. Qufuto alPesem|»o delPIiln, mancando P osservazione
\ oaroostWEiata delle altezae n^gnagfiate del Danubio avanti e dopo la
cosfloMza pcese nelle seaioni ^ive del fiume Jpu^to di somma im«
portanaa, e del fQntte'noa è fiMiite per altro P assiourarsi ) apparisce
BìSMiiCsstaniénte , tttà non poè farsene capitale • Aggiungono poco sot-
tQ i ReTorandi Padri at. wmttu^ a3« ^ «4. della Igtp scrittura, ohe
J
^«r
•ebbent i|oo \tfano difll^oltìi a MMadcii» • j0li«' doe fioou «QnfiseMi
gasano correre ia un solo aWeo tesat aoerepoere^ la^Ioro dknyim-
m ,' anzi non ripugni » che dna fiiuni aotti. oociifiino minore apazlo
dopo r nniòne ^ che prim%4 niente di meno «jwno perMeei » €m un
caso simile sia rarìssim<H e nelle aoque torbide .impqsubiie • Qui Te*
ramenie si potrebbe desiderare , che i Refeneodot Padri aifetaero spie»
Sato con alquanto maggior cbiigresu V mmo loio » ^sodbè se inten^^
ono p come pare che le paiole sttooino,, che la iterione di dn#. fiumi
uniti in un solo alreo » rare volte aie eguale »,.o minore delibi somma
delle sezÌQni degli stessi fiumi separati » ci^ ò tanto falso» idie ano
al contrario accade sempre» che la aesinne di q[nalsÌYoglia finme si
ritrova assai minore delle sezioni prese- insieme degli inflnenti : ma
se vogliono dire» come pare più conforme a quanta affermano di so^^
Era » che il correre un fiume.. oen-. sezioni eguali » o anofae miiu^i^
enchè accresciuto di nuove acque » sia caso raro ; si ciaponde » dia
supposta viva la spione avviti T influsso » e» .la larghezza » a pendane
sa dell'alveo la medesima ». il caso non pura a raro.» ma fiooramenta
non aceaderà mai » sieno le acque chiare $ p torbide » come si vuole <
Avrebbero inoltre dovuto i Reverendi Padri assegna^ il motivo delUt
distinzione » che fanno fra le acque chiare » e la torbide nel propo-
sito di cui si tratta » non appafendo n^oue , par^ la qn^ il caso. »
che supppneono possila nelle prima» non poisa avftr luogo ancor
nelle seconde*
Le altre proposizioni . enunciate.. jiussegueutenttfita. dai Ravara»»
di Padri cioè » che non debba facilmente aocordam» olla iiAmT ia
distanze considerabili dal mare non aiibiaoo bisogno di iqnaMia.. pa»»
danza » e che alcuni alvei in qualche distanza dal mira A» aiservino
quasi orizzontali movendosi le Aoque colla « velpaità acquistata » so&
irooo anch' esse gravi difficoltà • Giraa. alla prima sa taattisiyo daUa
pendenza del fondo non ripugiia» che per qualoJba apaaia il f»odo
d' un fiume si disponga in una concavità» Ja fpala nel suo infimo
punto^ tocchi il piano dell' oriaonta» a in consegueOM si fiioiia «e*
dive in qualche parte » e tale aocidante . nel foiaa del^^^oai auooada
per l'ordinario in vicinanza. degli f bocchi» aicooma ancora Mpm lo
pescaie » o altri ostacoli » che attraversino l' alveo» a obhlijgluna 1 acqua
a cadere da qualche altezza» conforma mostra l'osaarvaaiona; ma
trattando del pelo dell' acqua corrente » para che. neoasaariamante ai
richieda qualche pendenza » e i Revemnoi Padri non patranMi^. alle§a*
re un esempio solo di qualaha fiume il. quale oorrt ooUa amarfiaia
affatto orizzontale* Quanto alla «eocmda non maiM^ieiè ibrsa ^ d^a^
no 9 il quale diffiailmenta s' indurii a ore4aza » ohe ntt fiume eolia
sola velocità impressa possa correre 3c« o 4e* miglia Hwoaa vamia
nuovo impulso a quel che è più micabUe» sansa ritardarai pax I0
rollicene obe iocoafn Mr ia strada y e più toifo si permadetà » eiie
la oagione 4«l corso dTelIe aeqao dei fiumi , quando il fondo maooa
di caduta» sia la pendenza del pelo ddia corrente » mediante la qua<^
le le parti dell^ acqua più vioine aUa superficie .discendendo comuni-
cano il moto alle inferiori* In fatti .si osserra» che nelle- piene quan<«
do cresco notabilmente la j>endenaa del pelo deQa correorte» e l'ai*
teassa delle acque superiori* al tinello della superficie del mareV il
molo si commiica fino alle acque dei bassi fondi , o dei gorghi^ le
quali nel tempo della magrezza del Qume rimangono atagnanti ; lad-»
dove , se fosse yen 1' opinione ^i ReTcrendi Padri circa V erigi*
ne del moto nei fiumi di fondo orizzontale » dovrebbero le acque
più basse seguitare neir un caso , e nelL' altro il moto delle su*^
periori •
Molte atee eose reatevelibera .da dico in priiposito dello dottrine^
idrometriche dei Revenndi Padri » ma passiamote pure sotto sileni-
zio» mentre ad ogni modo si resta d' accordo nella condunone, cioè,
che la mancanza della caduta nella condotta dei fiumi tcUbàdi sitf
male irremediabilo ^ e però torni sempre conto, trattandosi della
caduta ^ peocaro-oer eccesso y piuttosto che peri ctifetto^ giacché là
caduta soprabbondante può con &cilità dimintiirsi ^ ma non vioende*
Tolmente la deficiente ricerere accrescimento # Prima però di vedere^
Con qual iUidtà riesct ai Reveimidi Padri P applicare la conclusione
nenzionata al caso della linea superiore , oòovien difendere il Perelli
dalla tacciarla quale da essi ^i YÌeo data al' num. iS»> c.^ a^. della
loro scrittura y protendendo, cne; abbia prima accordata al miovo al*
"veo, secondo la dirMione della linea superiore, P abbondanza dèlia
caduta > eho P aU>ìa negfita in seguito y e finalmente confessata di
nuovo y che è quanto diro y che si sia contraddetto due volte nelP i-^
atesso proposito. Per distruggeva- un'accusa così mal fondata oda
aatare, che il Perellr non ha nm detto assola tsiaièn te, che lé cadu*
te '^assegnate dal p» Santini al miove alveo aleno soprabbondantì , ma
ohe quando Io fissero, confórme veniva proteso, tal prorogativa del"*
la linea supetlbre siftscirebbe j^nttosto di danno , che < di vantaggio
al progetto, a motivo dì^Ie esoavaaiòni profonde, che si richiedeireb^
boro , eoo rìselùo d^ incontrare , profbncÉindosi nel terreno , le soi^gi*^
ve delle acque sotterranee , che impedissércf il lavoro^ • Del roste Ja
ava intenzione P ha dichiarata ampiamente al num» 38. drila» sna ro*
Iasione ^' dicendo , die ncoeme la Savenà.^ PIdice;, la Gentonaro , e
la Qaadeirna portennno» necesnriamente non poca quantità di ghiaia
nel nuovo alveo; cosi la ragola proposta. dal ]^à« Santini, e addotta
dai Reverendi Padri non pno serviro a dei^erminare la cadnta , che
riafaiederà il nuòve alveo , essMdo fondata nel razioinnio dedotto
(non sì cerca se bene» o male) dalP esperienza der fiomi, i qnak
M ;
fljorrono «ool ionào ooptito Ai toU reu* IK namnit <iba la «eo^Mf'
.a&ooe del Perelli circa l' abbondanllsa della oi^dmta nel anovo aSreo^
^ non riguarda propriamente altra « che il tratto ceiwreso fra il Reno,
' 6 la Savona , oppore aacoim fra II Sammoggia , e U Reno » nei qoafi
pare «examente , 'Che le cadute éwfiedi a » e ^edi a | jper nuglio sic-
no ocoedenti^ Posto ciò f dov^ ò la oontradìsione rin&oeiata al Po-
melli P £ forse contradittono 9 che ristesse fiume in una parte d0Ì
suo corso abbondi di ^XMluta euperflua ^ ^ «eirj^ -ai eepp^iiaca coir al-
tee nel tevfeno » e in un' >ikra mandii della aecenaria » e in -oonae*
gtiensa s* alm col ibndo sopra ìt piano della campagna ? Questa sifiet-
tazione. dei Reverendi Eaori d^ attribuire 4d Ferelli esorbitanze non
sud sognate da 4 ni, ora dicendo» eh' ei pretende di£u: aalire T acqua
dair ingiù all' insù » ora eh' ei si contraaice » concedendo , e negan-
do l'iatessa oosa, eoft altm simili gentilease» e che far divQi|a uni-
camente al fine di fiir ^nredere ai poco informati , che il Peren espo»
nendo il suo parere sopra il regolamento deUe acqne del Reno non
abbia scritto altro » che errori ^ e fallacie » non et vede come si ac-
cordi colla coavenienBa ^ e sincerità » * della quale i foverendi Padri
fiinno professione nella loro acrittura • Ma ritwnando al proposito del
nnoTO 4iWeo » secondò l' andamento àella linea snperion 9 d&fo di fH
▼ere i ^ lleverendi Padri aaseg9ate all' al?eo accennato le cadute di
mano in mano , ricavatole «dalle misore delle portate dd torrenti
Sammoggia » Savona» e Idice t pavasonati col Reno » o dalla dimini^
sione delU cadata del Reno , dopo l' ingresso ddUa Saswnoggia ^ in»
traprendono di rispondere ai dubb] proposti dal Perelli nella sualUo-
lazione^ e dedotti dalla difficoltà di eoavare il nuovo iklfoo slla pr 0^
fi>ndità'riohiesta per l'impedimento <lelle sorgive 9 daUa qnaiititè del^
le ghiaie ., .che necessariamente dovrebbero esservi condotte dai ter-
Muti » ^ensa sapersi , né guanto 9 ni per qnal tratto potessero riid»
sarpe il fondo 9 e dall'angustia della^aesione^ nelle misnra a$$ùgaMt9
dal p. Ssotioi 9 incapace di trasmettere le acque del fiume tenxa vec?
sarle per la campagna » Non istaremo a far parole intorno A metodi ,
con ^i quali mooolgono la misura deDe portate dei tdRenti 9 n dslk
diminuzione ^eHa caduta del Reno 9 aocresciufo ideila Sammoggia ,
deduoono le cadute successive ner il rimanente del ano 40om 9 Mp^
i quali per altro non maHeherenbe mobo da dire-f ma ristringegdéci
air esanie delle risposte date dai Reverendi Pìsdri d dohb) «neoenna-
ti 9 diciamo 9 ohe quanto al primo 9 il PereHi non ha mai ipristeso ,
ohe P incontro delle aorgive nello scavamento 4' mia psrte del a|f|ovo
•Iveo 9 renda 1' esecuzione del progetto della linea Superiore impoa-
sibilo y ma solamente 9 che accrescerà la apesa 9 la qnde venendo dai
partìtanti del precetto accennato •estenuata oltre ogni dovere 9 ma a^
oondo il calcolo tatto dal Perelli » n^n intendo giùngere a. n&eno di
r
*»
trt .inìlìotil 9 eMfa iroIFe » cfi^n a^dtirre nn capo af qnafe nov era ttito.
pensata' da vedano , mostrare quanto a' ingannavaao. Di mMÌera obo^
quando ancora i Ré?evendi 'Padri dimostrassera conci adentemente ,
che 1# sor^e nello' acavamento delT aWeo proposto da l<Hre non po^
son0 ^aver raogo , non avrebbero i^it^ fine fitUo altro » che -diminairo
alfàanto'nna sola deUe difficoltà » che ostano al loro progetto, ré^
9tando tuttavia in piedi , e nella loro^ intera forM le altre niente me*
no imnortand • Ciò ptamesso » sentiamo le risposte y collo anali i Re^
verenu Padri s' ingegnano di risolTere il primo dabbi<^9 le^ qoali si
ritroveranno^ assai fiacche . Adducono) in primo Inogo , che h mede-
sima difficoltà bft laogo parimente nelle linee inferiori , ma non è
V istessa fiiceenda il vuotare V acqua d' una fossa profonda a5. piedi »
e d^ nn' altra profonda 5,06% alla quale pnò darsi £icilmente scole
nel ^Àmaro » distante poche centinaia di* persiche • Rispondono se-
fiodariamente » che nel territorio alto di Bologna non apparisce ve-
stilo di sorgive » le quali se vi fossero non A patirebbe penuria
d^ acqua ; ma tale aséerzione vìen contradeSta dall* esperienza , la
quale mostra- , che nel terrìtorìe accennato si iii uso per bere dell* ac-
qua dei poaai » i quali riconoscono la loro erigìpe dàlie sorgenti del-
le ncque sotterranee , .né perciò* ripida , che t lavoratori della cam-
pagna soffrane qualche scarsezsit 9 ac^a nelle scagioni pia calde ^
non essendo quella dei poazi » o assai abbondante > e assai commode
per supplire e tutti i bisogni delle opere ^ villerebeie • Terzo » final-
Ba|iiiente soggiuegeno » che dato ancora T incontro deHe sorgive» po-
tnme le aoqne evacuarsi con- gli artifizj» meccanici » e con inviarle
per viar di fosse maninfatte Bei Prìmavo^» e nella valle cf Argenta «r
Tetto bene , ma l* uso delle macchine idrauliche > e lo scavamento
dcdle fosse per nn tratto cosi lungo » richiederà seinpre aecirescimen-
te nen l^igiera di spesa \, e qujssto è q^nanto ha preteso il PereUi ^ e
non altre «^ ^
Segno la secondk difficoltà » fa quale è di maggiore importanza dr .
tette 9 e conaiste nella cadiita » la qualie dai Reverendi Padri ri pre^
tende più che sufficiente } ma dal Perelli » il qnale per altre non è
solo di qnesto sentimente , si teme con ragì<me » che riescirà difetttf^
^ ae. Per deqlinare la forza dell' argomento dedotte dalla* quantità del*
la ^^aia ^ ohe entreris nel nuovo alveo , pnncipiatto i Reverendi Pa^
dri dal ticerdaie , che la giuria ^ la quale fu enervata durante In vi-
Mta nel mese di Dicembre dell'anno 1761»^ negli alvei del Reno^
deUi Savene ^ dell' IdlCe , della Gentonara , e della Quaderna v non-
- era eontinnaCar i>^ ricoprive interamente il fendo, ma era dispersa
inr nmcehi ammassati' qua e là ^ come dissero l Periti aeHa loro rda*
sione • Aggiungono ^ che la ghiria negli alvei accennati ò molte rara^
idlegandf^ q^nto al Rene l' attestate dell' istesse PewBir e fuanto
4oo
iih Savena ^ all'fdice^ alla Centonara , e alla Qnadeitia gli atdi«Mt-
U visita ^ dai quali a detto lor.o apparisce non* iBOontcarsì la ghiaia
mei contorni della linea raperiore * ; Ma concedendo 4ìhe la ghiaia
del Reno nelle vicinanze di Malacappa { nel qnal aito ne Ai dal Pe-
rolli visitato V alveo ad effetto di riconoscere le materie che porta )
sia veramente di pochissima quantità ^ non può dirsi Pistesso* dogli
altri torrenti accennati ; ed è maraviglia , poBse i Reverendi Padri a&
fermino cosi francamente ^ che nei contorni éatia linea- superiore non
ai osservi vestigio di ghiaie nel fondo dei tononti» citando gli atti
della vìsita ,' quando dagristessi attì appunto apparisce tutto u con-
trario j e che la Savena j V Idice » la Quaderna , la Centonara ec. non
solo condncono la ghiaia nel sito dove restano intersecali dalla linea
auperiore^ ma lungo tratto più a basso. Per provare in aeguito^ che
la ^iaia portata dai torrenti non caaionerà variazione nelle dftdentt
del nuovo i^veo stabilite da loré ^ addncono V esempio del Reno , -il
quale conserva Tistessa cadnta sopra, e «otto ^Malacappa , benché so^
pra Malacappa si osservi liei Reno^ qualche quantità di ghiaia-^ e pò*
chissima , o punto al di sotto • Bia con buona licenea dei Reverendi
Padri r argomento dedotto dall* esempio del Reno fii contro <fi loro ,
e per restarne persuasi basta riflettere ^ che il fondo del Reno sotto
Malacappa è alterato dalla rotta Panfili , mediante la quale si è ab-
bassato , ed ha accresciuta la cadnta ; onde ee questa nel tempo, che
r alveo del Reno godeva del suo naturai declive 9 ai folse conaervata
eguale sopra » e sotto Malacappa ^ dovrebbe al presente da Mahofp^
pa io giù ritrovarsi maggiore ^ il che non ai yerificando è forza c&a^
Qlndere » che 1' alveo del Reno nel tratto superiore a Mdacappa , do-
ve porta qualche quantità di ghiaia » avesse mag^r caduta , che nel
tratto inferiore • Dopo 1' esempio del Reno adduijoDo i Reverendi Pa-
4rì un' akra ìnstanza , ricavata dall* ingresso del Lavino^ nella 3àui«<^
moggia 9 e della Sammoggia nel Reno; senza che nel fondo deireoi*
Eienjti ai osservi alterazione» benché il-JLa^rino nella Sammog^a , e
i Sammoggia nel Reno portino qualche santità di ^mia minuta ;
onde argomentano che tanto meno vi aia motivci di temere di acon-
certi nel nuovo alveo » cagionati dalle ghiaie condotte dai torrenti »
quanto la cadnta nel nuo;o alveo sarà maggiore , che nelb Safflmog^
già 9 e nel Reno. Ma si nuò rispondere, che acciò il discorso dei^e-
verendi Padri fosse concludente 9 converrebbe , che essi priAia prc
vasaofo i che lo stato, nel quale presentemente ai ritrovano gfi urèi
della Sammoggia 9 e del Reno dopo 4a oonflnetta del Lavino » -e dtel^
1a Sap)«ioggia 9 aia quoti* iatesso, ohe avrebbe luogo se il Lavino , é
lai Sammoggia non vi avotsen. mai condette le ghiaie , e maseandò
questa prova , la quale per altro pare assai malagevole a &rsi , V ar*
femento dei Reverendi Padri resta senza fem , e ai ridnoe ìa ultimo
r
4o« '
t watL pnn petìiiont Ai priineìino • Vi sarebbero altre risposta da
/ dare dedotte dal nnmero ^ e dalla vicinanza dei torrenti , i quali eoo-
durjrebbero le ghiaie nel nno^o alveo , e nella disparità deUe circo-
•tanze del nuovo alveo , e degli alvei della Sammoggia , e del Reno,
lo quali fli tralaeoìano « Non deve però dissimnlarsi ^ che la regola
portata dai Reverendi Padri cioè , che le matazionl cagionate dall^a-
grosso delle ghiaie dell' inflaeate ueW/ alveo del recipiente « aieno ixA-
noli a misura ^ che l' alveo del recipiente è dotato dì maggior cadu-
ta» ha bisogno di limitazione 9. parendo che ii» molti casi accada tut-
to il contrario « e che la maggior caduta con ispingere le ghiaie più
t basso 5 e accumularle in sito, nel quale T alveo del recipiente ha
poco declive , e il fondo ^ superiore, o poco differente d'altezza dal
piano della campagna , cagioni nel!' alveo accennato mutazioni mag-
Siori, o almeno più dannose di quelle, che avrebbero luogo ;» quan«
o la minor caduta trattenesse le ghiaie più ad alto ; né sarebbe for-
se affatto fuori di proposito il dubitare 9 che ristesse sia per succe-
dere nel caso del nuovo alveo, del quale si tratta « Affermano iool-
tre i Reverendi Padri èhe negli alvei dell' Idice , e del resto dei tor-
renti , benché le ghiaie vadano diminuendo di quantità , e di gros-
sezza, non si vede tuttavia variazione di pendenza; e concludooo
distinguendo ì fiumi i quali corrono in ghiaia da quei che ne con-
ducono poca quantità , e perciò possono «versi nell' istesso conto ,
che se corressero in sola terra « Ma quanto al primo ci prenderepio
la libertà di negar loro 1' osservazione^ mentre dalle livellazioni £it-
te nella vìsita apparisce appunto tutto il contrario; e quanto al di-
aungnere i fiumi , i quali corrono in ghiaia , da quei che ne porta- ^
Ito poca quantità , sarebbe da desiderarsi , che ì Reverendi ^Padri a*
iFcssero distinti con magj^or precisione i limiti di quella quantità di
ghiaia , la quale seconde loro può produrre mutazione sensibile nelle
òadute degli alvei dove s^ incontra , con mostrare di più , che la ghia<^
ia condotta dai torrenti nd nuovo alveo cade fupri dei limiti aq^cen-
Batì , altrimenti resteremo sempre nelle stesse incertezze di prima ,
e non sappiamo se nna semplice distinzione verbale sarà, bastante ad
aasicnrare gì' interessati del Bolognese , e della Romagna ,. dal timo*
ne dell'alzamento del fondo, e del livoUo, al quale giongen il pelo
delle piene in un fiume carico di tanta acque, e consegnentementa
delle inondazioni , 0 del devastaaaenta della campagna •
n terzo dùU^io moposto dal Perdli nelbi sua- Rdbzioo^> versavi^
eìrea le misure della sezione dal nuove alv^ , le quali ^ pareva a , |
efae se fossero sttte fissate dftl p. Santini troppe scarse, ad affatto 4i j
iisparmilire la spesa della eoiDpra del teiveno, e daU'eaOMetfjcme. , e j
ehe avessero dovuto fiupsi assai maggiori , pigliando esemjne dall' al^
Tee del Rene ori suo tratte più regelare m vìoaneza del palazae^
il
y
4^«
detto la Volta del tig. l^rchefe Sampieri. RispendoBai Revenacfi
Padri che è facile il dare ad ao alveo la larghezza conveniente , o
Tariamo le seaioni aecoodo il bisogno delle portate degl' inflaenti.
Ciò non ai nega, ma conviene altreai accordare r che il ridurre Ift
sezioni del nuovo alveo alla misura dovuta , aocreseerà d' assai la
spesa , e ehe la mancanza eoounosaa da principio fabbricando V alveo
in assegnarli la capacità necessaria » esporrà inevitabilmente all' inon- ,
dazione i migliori terreni del Bolognese » e della Romagnai » Prudaco-
no dipoi un calcolo , col quole paragonando la sezione del nuovo al»,
Teo nelle misure stabilite dal p. Santini colla sezione del Reno pre-
sa sotto la confluenza della SammoggiSf per la quale passò la piena
pretesa massima del Reno nel di i5* Novembre 1761. ritrovano»
^ che lo spazio deUa sezione del noo^o alveo è maggiore più d^ua
^ quarto della sezione del Reno ; onde concludono » cbe- le sezioni as-
segnate al aoovo alveo dal p. Santini possono dirsi avvantaggiate. ÉL
manifesto^ che i Reverendi Padri suppongono nel calcolo accennato^
le relocit» medie d' ambe le sezioiu cenali y il qual supposto non es-
^ sondo sempre vero», anzi mostrando 1 osservazione ^ che le velocità
nello diverse sezioni d' un istesso- fiume variano d' assai » secondo cbo
V acqua corre pia alta » o più bassa , non doveva assumersi senza,
prova «^ U Perelli» cbe ha sifiuto V istesso calcolo, supponendo le ve-
locità proporzionali alle altezze seeondo V ipotesi del p. Castelli » UQa
perchè la pretenda esattamente vera y ma perchè per alcuni riscontri
la erede più prossima al vero delle altre r ^^ ritrovato che V acqqa »,
la quale può passare per k sezione assegnata al nuovo alveo , suppo^
nendolo pieno fino al ciglio degli argini » riesce minore un terzo del-
la portata del fiume » e però non pare > che la difficoltà addotta d^u
hii in questo proposito- sie priva di fondamento ^
Ma diranno finalmente i Reverendi Padri anche concedendo , cha
F esecuzione del progetto- della linea superiore non- mancali di gravi
difficoltà , ohe richieda necessariamente una spesa di milioni ^ e cha
C>nga in> pericolo , e certamenie in soggezione le campagne del Bo-^
gnese, e dellar Remagna ancora intatte dall'acque, non si puòtiiU*
tavia fsT dimeno d'abbraociada^ giacché deL progetto del Perelli di^
mostrato impossibile a eseguirsi non è da far conU> ,. e il lasciar cor*»
vere le acque inalveate in qualunque modo nel Primaro cagionerei
he r estermiuio totale del Polesine di S» Giofgio, parte.. cosi gelosa^
a importante del territorio Fervamse , e dalla quale la^eittk <U; Fer-
rara ricava il suo principale sostentamento » In prova del loi^ assun*-^
to si diffondono i Reveimdi Padri in descrivere. al. ^» L num^ 4^ del-
la loro scrittura la^ piena ▼eouta il di j 3». di Maggio 1768,. nel cavo^
Benedettiao , mediante la quale l'argine sinistro del cavo fu rotto in.
due luoghi ia faooìa doL palazzo TuMrtiai » f T aoqija. s^ akò^uu yiede
Il
« nfezxo nel oaVo oltro il Imlfo ddlo maggiori oiDreaceDBe^ « io.
once nel Prìmaro, oltre ^il aegDo di guardia. Dalle rotte, aeoennate
l'acqua torbida deH' Idice entrata nel Primaro per la via pia brere
averà secondo il parere dei Reyerendi Padri alzato il fondo del Prì*
nato dal Morgone in sa ; e in conseguenza venendo ritardato Io sca-
rico alle acque anperiori restano esposti a maggior pericolo i terre-
tn più alti y e più satii del Polesine di S. Giorgio • Ma non finiscono
qui i danni , cne dal corso delle acque per il Primaro vengono mi*'
naociati air istesse Polesine • Le piene del Primaro , le qoali durano
jKOà* e 3o« gichmi per volta , « s^ alzano tanto da lasciare appena po-
'cbe once di vivo al ciglio degli argini ^ pongono in pr-ossimo perico-
lo il Polesine ^ e le valli di Gomacchìo . Neir istesso tempo il ristrin-
'gimento delle vaHi sitnate a man destra ,/ cagionato dalle deposizioni
delle torbide dei torrenti , trattiene io sfogo delle piene del Prima-
Yo nelle valli ^ e benché la maggiore, aliezza » « barata deUe piene
contribuisca per V ordinàrio a mantenere scavati gli alvei de' fiumi ^
i:ilttavia a detto defi Reverendi Padri per una disgrazia particolare
^ìSer Polesine nel Primaro accade tutto l' opposto 9 e mentre le piena
'ai fanno altissime oltro i segni osservata per 1' addìetra, V alveo s'in^
terrisoe . La cagione di un accidente eosì strano viene attribuita dai
Keverendi Padri ai disviamentt del corso del Primaro prodotti dal-
* V angustia delle valli 9 e dalle ac^ue ohe le vanno riempiendo duranti
le piene. >]Vfa'con buona loro licenza parrerebbe 9 cne il ristringi-
jrnento delle v^lH^ diveonte perciò incapaci di ricevere colla stessa.
laóiHtà li spagli del Primaro^ dovesse piuttosto impedire i disviamene
^i delle acque ^elV istesso ^ Primaro . Come ciò iioà ostante accada
-CnttO' il contrario i Reverendi Padri non si sono curati di spiegaroe-
'1^ » ^ basta loro il concludere , ohe non è possibile il contenere per
'meiABO deilef arginature le acque del Cavo benedettino , e del Prima-
to'9 in niòdo ime non tbaboccbino a inondare il Polesine di S, Gior-
^-gio , e le vaHi di Oònlacchio ; ohe il chiudere le rotte menzionate
''dell' argine siniétro del cavo ò rimedie soltanto provvisionale ^ e che
^ITnalàiente non volendo^ perdere il Polesine , e. le valli , si ha da ve-
* nìre ^er necefifsità >a un rimedio redo : e questo al parer loro non
' |>nò esser altro , che V escludere per sempre dal Primaro nel tratto »
*ehè da'Marrara si stende a S. Alberto ^ te acque dei Reno, e con-
^ darle nì)^tb a quelle del resto dei torrenti per un nuovo alveo 9 ta-
rg^hiiìdó i terreni del Bolognese nella* sua parte più alta , e della Ro<*
Già dà quanta si h esporto' di sopni , difendendo il progetto del
^Ferelli daHe opposidOni de' Reverendi Padri apparisce r insussisten-
* za del loro' discorso ,' non èssendo véro 9 che là linea proposta daini
delle oondfKÌonì^ necessarie Sguardo alla pendenza, e alla
^fiviruà iàì ra^g% e molto meno » oha il metodo iìtST oteottaM* m
Mgl^eito a noltissimd difficolià» Noodioieoti per farjredero più cUa«^
ramente qaftnte 8sa poco foudatt U neoessitl pretOM dai ReveraBdi
Padri d* etegnire il pre^ettt^ della liaea toperioro «ean rj^psasdo alla
apesa enermo dì miUeni > figariamoci , che il Barelli ia ireee di iii|^
gerire nn pr^;etto i uo proprio » ti foeto conteolata di pcoporre Sem*
plioemento il rinettare il cavo BenedettiiiOy marcime » e TÌalamii
fu argini ^ rìtisare parimente dove oocomra V arg^e aimatio del
rìmaro,, e ridurre in toiama le cote nett^iateiso avado^ nekmiale
ù ritrovavano imewdjatamente dopo reaecocioDo del BreYO delia $•
Memoria di Benedetto JUV» Non tì è dubbio^ ohe ritrovaddon al
presente il cavo interrito » e ripieno in . bnooa parte dalla rena » e
dalla terra > condottevi dall^ Idioe allora quando 1^ alveo del detto tm^
renio per la rovina della olttOBa situata aila ana imhocoatnra u %Jt^
Iwasò IO. piedi per il tratto d^ alquote m^ia > il rinetlace V alve^^
del cavo aocreaeerehho grandemente la ana capacita » e ralteaaa d^
pelo delle pieno non potrebbe maneare d^ abbaaaait i per qoalohe pio^
de y ma per maggior' sicnrezza diciamo 8» once solamente» Soppenp*
ghiiimo inoltre » ohe per assienrare dai trabocchi delle piene il Pala»
aine ^ e le valli di Comacdno p gli argini del cavo , e del PknMiià
fi>8aero rialzati un piede ». e il corso del Primara abbreviata eoa eao-^
gnire in tatto » o* in parto i tagli proposti dal sig. Maresooliì.. L* ar-
gine sinistro del cavo eaaeodo riaoato d^ nn piede » e il pelo della
saaaaime ^ene abbassato otto^ once» doveva il 4Uglao 4^MrgM^ ri^
■aaner aaperìore alte meno àag^ori piedi i f ; ma la .piepii 4iffl 4i^
i3» Maggio 1763» si alza» aopra il Uvello dello piene miig^QO aoli^
mente jiHkedl 1 1 ; dunque la piene aceemita farenbe rinaita pia bee-^
•a del ciglio deir argine» o ab eonsegiaanaa U trabocco delie aoqii#
del eaiMr» e Ib due fotte descritte dai Reverendi Padri Io quali im
parano la atrada del Traghetto > e i prati inferiori nott avrebbera
Tttto luogo» Simibneate il oiglio deiraigiae del Priasaro» al c^uafe
riatessa piena lascia poefae once di vivo a^ atteasa sopra il p^ da^
V aequa » sarebbe rìaiaato soporioro mò A^mu mede «^ Meetm» dmth
2 no i Reverendi Padri se Iona dà i^ampo» che >l rioetkare ì^àtwm
el cavo,, ofaiaidere le rotte^ • rìalaara d^wt pis4e gli aifiai del oa^
TO t e r argine unia tro del Pnusiam ablMiviandc» ao cosi piaco la li-^
area di jqnesi'' attimo loeo qualohe todba» lama tyM»tt|fi|iHi» naia.al-^
ehiedMo oernsaeno )a daeima pvto dalla apes» noetwiiifia pw V'.ff^
cnzione del progetto della linea auperiore» debbano averai ita coiaio
dT impresa impeesibile» e peaeifr ussaro ngp*<ali> SMtaiao iiiol|ra>»
che la eoodiytione del Poleaioe diJl^ da ula amoalue aia.|i«igmm
delta aorte di tanti altri tenoni vimnl et «M^io da'" fimai » e partioa^
knnente dei confinanti col Po grande» IL.F« trtharieijAo 1%
4^5
giMiessi 9 è la T^tocdtìi e fona delle scie ^Locpie » t^ondiaioin tatto >
ftdUe quali supera» per cosà dire, infioitamente il Frimaro»», dura aiK
eer esso a correre gonfio ao« e So. gioroi di segaito» si alza col pe«-
1^ deMe piene maggiori p a tegao di .pareggiare il ciglio degli argiaì ^
e quache volta trijK>cca , e gli rompe » e bod per questo si preten*»^
de mutarli raWeo».o si declama coatro la possibilità di eputeoerl^
MT meno degli argani ^ in modo che .non si spaoda a Siommerger^
la eampagua. - •
- Nò serre» che i Eerereodi Padri rispoudana come q^Ic&e^ aìtr»
^fenaere del progetto della liuea sii^enore -, cfae V esperìeuza ha gif
mostrato > òhe le tiMrbide deir Idice ueu possono avere it loro cc^ao
tee! cavo senza interrirlo» e in cooseguenssa il rinettaanento del cavo
aera opera inutile » e spesa gettata ,. -dovendo per necessità at soprag*^
giungere delle- prime piane dell' Uicf^ interrirsi ds nuovo». Sia la ve*
aita è » dbe T esperienza dell^ inljei^vimento del cavo prova sQ^ameab»
«sa ìFeaita già nota > cioè» ohe i progetti i me^io coooepiti^ quau«^
^ neir eseguali si manca della dlìigenza , « cautela dovuta^ moltt
volto non riescono •> L' introdusdono nel cavo delle torbide delP Idico
troppo per tempo senza V accompagnamento delle acque cbiare degli
ipagti del Rsno>'e la poca stalnlità della chiusa fabbricata allo sboo»
00 deir Idicr» la quale rovinando tirò», seco la sana » e la terra del»
I* alveo deir ìstesso torrente laUa profiuidità. d^ io» piedi per il tratto
di àleane miglia^ furapo cagio^ìTt^ che il cavo n riempisi > aociden^
ìsi-cImi aeeonao tutta Is^ probabi^t» non.iivsf^^ avuto I^ogo senza il
/Éoocono delle, eiifcost^uze acoennalie », , &e^g^)Oi qe fia> obe ,r alveo del
•eavo dopo la «ovina delta cMusa deU'Ùfce noip^ si è andato continua^
«ente rialzando» benché intanto r Idioeab^ coplioaato a entrai
^n cMe sue piene f anzi il p^arellt in oqpAiioqe d' essersi portato a
«sitarlo ì* anno 176^. esservò . )^, 4iìps|8Ì;Mpni. d^r ltli<N» corrose ita
•«ià hioglii dal corso; delle acque ^pìjt 4op4fr i'4^ w^Ch abèassato aotló
al liveUo dalla superficie delle depefi^tlo^ifiinHiiw piede. L'ìatess^^ai
jnA verisimìhneeto credere» che . aocada sib^ 4epps»ioai prodotto
ebll^iMessa eagioBO liei fimdiodel Px^maro «{pi^ il Àforgene» e i Re^
emendi Fadrì i quali suppoiigono ^ che dopo le rotte seguite il dì
tf. Novembre 17Ì6S» nega avgini del cave , U fpndo del Primaro per
l^ÌDgpasso dette torbide delT Idice ai aia i^ab^ttp^ av^eblKJPO dovuto
"dira* qmìHo^ «iaeeùteo^ ilieiitre i| Icnto s^oa^^ieemetute aas^irto non
% ftmm^db»hmd* Ddìl^ eiiuoste^ £9 ^i rimai^ ebtaro. a bastaoza»
fibe la pretesa ìmpossibifità 4k asfW^ayo 110 pmigetto isu^ìoieiite jffft
■iilviaga dalle lueodaiienl la ppvto nop ^aucpaa loum^nsi 4f^^ càoapa^
( iMSà BelegflMe » e il Poleai^o ,d$ ^aa 4:^ofgio» cesm tag^
om zm iMBévo alveo lo oaaq^gM Beiegoent vm #)tt » f la Kom^
i etMa lesidaaMftto*
j»-^
X.
4o6
Hepficfberaimo i ReYerendi Ttdii che aromeità tneora U pos»3)9ìtk
della riuscita degli altri progetti, non si può tuttavia negare, cbe^U
progetto della linea superiore non ineriti la preferenza sopra tolti
per la quantità dei terreni , i -quali Terrebbero a racquistarsi , a i' in*
tera sieurezza del Polesine di San Giorgio , il q«ale resterebbe per*
petuaraente libero da ogni riseliio^'e dalla toggezione d<Ar arginata-^
re ; onde non merìprano d' essere ascoltate le contraddizioni dei pair*
ticolari , le possessioni dei quali Terrebbero tagliate dal nuovo; fiume,
non dovendo l' interesse di pochi preTalera al vantaggio di on' inte-
ra provincia • Se si avesse qnalobe sicurezza , che il nnoTo alreo xt^
sterà da per tutto incassato nel terreno, che gli «coli della caoipagoa
Ti avranno felice r ingresso ^ che le piene non ai alzeranno a segno
dì porre in perìcolo la parte -ancora intatta del territorio Bokt^ese^
o la Romagna , e finalmente , che la spesa non eccederà una «omnia
discreu , la proposizione sarebbe tollerabile , e «1 Gerelli non avrehba
avuta difficoltà ad approvarla . Ma essetido la riuscita del «progetto
favorito dai Reverendi Piidri incerta , e certa soltanto la somma eecHa»
feivH del denaro necessario per eseguirlo-; qual regola di giustizia', o
di prudenza , voleva , che n PerelK prescrivesse un lavoro di «pesa
immensa per liberare dal perìcolo deH' inondazioni , -e dalla soggezio-
ne deir arginature 4a provincia di Ferrara a rischio di sottoporre «^
gli stessi inoonvenienti due altre parti dello stato della Chiesa é*
guaflmente importanti , e 4ibere per la (({uaKptà -delki tono sìtuabiotie
dai danni, è dalla aervitn delle acque , qtlftli sono la campagna 'afl'»
periore Bolognese, « la Romagna P È ^ero , che il ^.' Santini aelb
sua scrittura , ooHa quale ha pretese di confutarer la relasione dal
Gerelli, fra le altre stravaganze, delle quali* è piena, per assicurate
dal timore delle inondazioni el* interessati del Bolognese , e della Ro-
jmagna, afferma a carte ai. che tutto il' male, il quale pòCreUio-«*
gionarsi dalle rotte del nuovo fi ulne ^ secondo r^utdamento- ^lofla 1^
Dea superiore aarebbe i^'itigrassare quel terreno, sopra il quale la toé-
Ibide si fermassero qualche giorno, scordandosi di avere scritto > a imr-'
te 6. che h éampagna Bolognese rìalaata dalle deponzionl ideila '!tM-
i)ide dei torrenti -e composta di strati dì rena , e peroiè 4i sperkneo^
la sterile, e ingrata» Ma il PerelK, il quale non (sapeva ^ eba il tir
coprire di rena le terre coltivate fosse un mezzo' per ingfraaaaiie; iaion
si è preso pensiero di procunre un simlt benefizia ai teqrìfcori dt^Bo^
legna, e della Romagna, e non crede, che 4 signori '^ftotftgntfsi , e
Romagnoli si terrano perciò aggfaTati da lui • -•' * ;; »• "'*>
Molto meno possono dolersi i signori Ferraraai , <Ae aéio nom^'^Mt^
bia avnto a cuore qbanto si conveniva il loro: interesia 'nella' eonaa^
vazione del Polesine di S. Giorgio, oaseiHio manifesta,' ehe ab «no
progetto , quanto air assicurare il Polesine »* non *di Aviéca >daL profpatto
/
/
ICertagfìajr ^miSy^ w erano eotrtenti ,. eome non* pa^re , da mettersi ior
dubbio .» della proposizione di quel loro buon cittadino, e sacerdote,
Bpa si sa vedere , pesche ìoi oggi mostriiU) taot» cipugnanza. ad ao^
^Dettare quella, del Pèrelli r la quale in soouna riguarda al loro vaoh
taggio produce l'istesfo effetto y ed è dall'altra parie senza compara*
%ioxi'^ più facile ^ e sicura^.^ L' ispesso pu^ dirsi della R. G« riguardo
air interest y che ha nelle valli di Gomacchio» essendosi espresso il
stg. Barriifaldl perito della mede^im» nella sua prima serittura pre-
sentata negli atti della visita, che credeva approvabile per quanto
spetta (dV interesse della R. G^ qualunque prhgetto dei proposti su la
destra del Primaro tutte le volte ^ che col nuovo cwo non restino le
acque inalveate neW istesso Primaro superiormente a S. Alberto ..
Non dee tacersi in questa proposito > che il 9Ìg. Ber taglia nella
9Crittapa , la qu^le diede nella visita in risposta aìTe scritture della
Komagnola , si valse per giustificare il suo progetto, dello stesso 6i*
tempia del Canal bianco addotto dal Perelll nella sua relazione, o
impugnato dal p. Santini , e dai due Be-vereudi Padri Matematici •
Qui pure può parere assai strano^ cbe uà argomento proposto dal
Corradi la prima* volta ^ e poi da£ sig. Bertaglia Professori da' più in^
tigni fra quanti hanno patrocinHta la causa di Ferrara,, solamente per
essere stato allegata dal Perelli per sostenere un prog;etto ,. il quale
ha avuta la dis^grazia di non incontrare il genio dei sif^ori Ferrare-
si» abbia perduta a un tratto tutta la forza, yu e sia divenuto eosì ya^'
no e leggiero ^ come i Revei^endi Padri procurano di farla apparire •
Ha quel che ac|oresce la maraviglia è^ cbe 1' autorità deL sigv. Berta-
glia nou lascia tuttavia d'essere^ allegata» e seguita.^ quando fi ritro-
sa favorevole al progetto della linea superiore, citandosi come ragio«*
Ufi di molto peso per la preferenza dell' istesso progetto adf 9gnl al-
tro,. Tessere stato confessato migliore del proprio , e come, ta^ vao^
comandato pei? ,i' eseciizìbne del sig,. Bertaglia. ìa. un a lettera 9critt%
poco avanti al fine, della sua. vita,, é fesa. pubblica.. colle stampe. M%
tralascianda 1' eccemoni ^ che potrebbero dacsi al detta sigi. BertagUagi"
il qu^le c^isendosi i^ostratp i^i ogni congiuntiu'a appasjsion^to.rdi&nsqre
degl' intfvKfsi della sua patrì^i^i^ npn può giustamente; rrM^yersi; pqjpg
indifferente > qu^ando si. tratta d' un progetto > il q^ale a^nza dubbia
per l'interesse di Ferrara e ir più vantaggioso, merita d'esser rile-^
irata la ,f^n|r»ìotà^ fra il «fintimenta del sig. Bertaglia , e il parere
diei Revq^^i. Fadr).< Mentre sel>bene & vero che il sig. Bertaglia J^
oocardata la. preferenza' a) progetto della. lìnea auperiore, è verof a^.
treai, che il sig.. Bertaglia non ha mai né* prima,, né poi oondanjmia
^.'Pi;<^pn(h9 oom^^,inoapace d' esecuzione, e di riuscita ^v<^on . tutto cna
fosse molto bene inlormato « phe le livellazioni, fatt^. nejla* visita da<*
Wnq la oadnt» del Priqiaro nunore la metà di quelhii^ che l' istesso
«
V
4<A
ung. Bertflglhi^ e 11 «ig. C^abrìello lifAnfre^ nrwmo iSiippotfa. In twy»
Mf&tjìzfi r.aatorita del 8i^* Bertaglia conibatte il parere dei Rev#-
t^nc^i Padii^ il quale si fonda jprincipalmeitte nella preteaa jmpoaai]n«
lità dell' issecuziene 9 o della fiuacita di.qndanqne altro progettò fuo-
ri dell' janìco della linea auperiore; e queata diacrepansa d^iOpimoni
è tantp pift favorevole al progetto del FereHi » iquanto rigaarao idla
Aìrczìpjìt della linea , e a qaajobe jaltra circostattM , éì avvicina pia
d^i altri al progetto del sig. Bertaglia , in modo cbe il p. Santiiii
fiMi hz dubitato di affìi;rmare, benché al ano solito eenza fondamen*
to di verità , che i progetti del sig. JBerta^ìa , 0 del Perelli , sono
•ee^a difilerenza tntt'nno^
Si oppone finalmente al Perelli » «he il ano projgetto non è stato
applandito 9 né approvato dalle parti interesaate ^ le qnali a riserva
solamente dei aignori Bolognesi hanno ricnsato di aderirvi 0 V zrgo^
mento avrà qualche forza quando si udirà la proposizione di un pro-
getto ^ nel quale concorrono tutte le tre provincìe senza oontraddi»
aione . Tale non è certamente il progetto della linea superiore ^ co-
me mostrano a bastanza le opposiziotii gagliarde , che ha incontrate
dalla parte di Bologna ^ e della Romagna. Di modo che tutto i'ap*
plauso riscosso dal medesimo ai ristringe finalmente ad alconi par-
ticolari interessati Bolognesi ^ e alla città |di Ferrara , la quale non
. è credibile , che si prenda maggior pensiero della sìcureaza dei ter-
ritori di Bologna ^ e della Romagna nel caso dell' esecnaiotte del pro«
getto della lìnea superiore di quello, che il Magìatxato dell' Assubto*
ria deir acque di Bologna si prende dalla riuscita del progetto del
Perelli in benefi;do della campagna bassa Bolognese aottoposta alle \^
nondazioni ^ ^
' ^6e al Perelli non è sortito di proporre un progetto capace di sod-
disfare» e riunire gl'interessi diversi , e in mn parte opposti della
tre provinbie ( disgrazia per altro 9 la qdale è stata comune a Ini con
tuHr quei valentuomini^ i quali nel aeoolo. passato, o nel presente ^
tenne avuta ingerenza in questo ìntrigatissimo affare della condotta
dèlie alcqne del Reno, con un CastelU , con un OMéini , con nn;Gii-
l^ielmini^ cdn un Manfredi, con nn (Àandì^ don nn Galiani) ha al-
meno di òhe consolarsi 3 riflettendo di non aver maneato dalla eoa
parte di zelo » e d' attenaione per il bene nniversale delle tre pro«
vinoie , senza nota di parzialità per U vantftgjpo d' alotina in partii
colare > Questa ginstiaia non crede ^ che gli atra negata da tfriimqfie
aia informato del contegpo ptàllcato da lui nel tempo della viska^ #
méne ancora da chi abbia letta \^ di lui reladone » In fatti l' efj^ge**
ib 9 che SI h pre6sso in concepiria , è stato priarferameote il non 4éth
reriorare in vérun conto la condizione presente delle tra province %
e in secondo luogo il procurare per quanto è possibile il rimedio ai
4<%
danni cagionati a ciaacnna dal corso aregolato delle acqae« A t^le ef-
fetto f per .ciò che riguarda il territorio Bologaeae» ha proposto il
risarcimento del cavo Benedettino , giacché da parte del pubblio*
delta detta città veniva assicurato y che erano soddisfatti del benefit
EÌOy che rivevevano dal cavo Benedettino nei primi tempi dopo la
tua escavazione • Per nn simil motivo si è indotto , riguardo a Ferra*
ra , ad approvare il {progetto del sig. Bertaglia , in quanto spetta al
liberare il Polesine di S. Giorgio dal pericolo delle rotte del Prima-
roy 6 dalla soggezione dell'arginatura, supponendo che di tanto da^
cessero contentarsi i signori Ferraresi , come in fatti . si contentava-
no precedentemente ai loro impegni in favore del progetto della li-
nea superiore. Circa alla Romagna , non crede, che neppur essa pos-
ta chiamarsi aggravata , mentre non si tagliano le di lei campagne ,
né si pregiudicano gli scoli , anzi se le apporta non poco vantaggio
Ser la quantità del terreno, il quale resterebbe libero dagli spagli
el Primaro , e però capace di essere ridotto a perfetta coltura « Ai
benefizio di ciascuna delle tre provinole si aggiunga la spesa non ec-
cedente , almeno in paragone di ^quelle , che si ricercano neir esecu-
Eione degli altri progetti , e la speranza certa del buon esito deir o-
perazione • Non è mancato veramente fra i difensori del progetto del-
ia linea superiore chi abbia preteso , che la spesa necessaria per e-
•egoirlo non sia maggiore della richiesta per 1' esecuzione del pro-
getto del Perelli ; ma basta riflettere alla lunghezza dell' alveo mag-
giore 1 nel primo , che nel secondo , al valore tanto più grande dei
terreni , che dovrebbero comprarsi , alle fabbriche che converrebbe
diroccare, alle chiuse , chiaviche, ponti , mulini, co. da fabbricarsi
di nuovo , e alla necessita di provvedere alia navigazione tanto im-
portante de) canal Naviglio , per rimaner convinti della falsità d' un
asserzione cosi spropositata •
La certezza , si torna a ripetere della riuscita del lavoro nel pro-
fBtto del Perelli è fondata nell' esperienza , la quale mostra, che un
urne composto di acque chiare , e torbide , può correre senza in-
terrirsi V alveo, con caduta assai minore di quella, che si richiede-
febbe alP istesso corpo d' acqua supposta interamente torbida • L' e-
sempio addotto dal Perelli del Canal bianco non lascia dubitare di
questa verità ; e poiché le circostanze dell' altezza dell'acqua , della
Sroporzione della chiara alla torbida , della dirittura , e lunghezza >
ella linea ec. o sono P ittesse , o piuttosto vantaggiose dalla parte
del nuovo fintne proposto dal Perelli , si ha . tutta V apparenza del
Toro per concludere, che il nuovo fiume si manterrà 1 alveo senza
alterazione ^ come accade nel Canal bianco* Questa stessa certezza
coethnisce la prima , e principal differenza del progetto del Perelli
dagli altri, nei quali la speranza della riuscita si appoggia a nuove
&a
^
irteteta Moperte non ancori verifioate « fiatCmst-, o* a^ teai^liei asMr^
^ooi, senza xidcootro di teorica , o d' etperiensa. Dall' espoto fin qn»
(indiclu intanto obi e pri^o da pasMone , se V intenzione d<rl- Pirelli
poteva esser più- retta , o i- mezzi per adempiFla più- adattati » O' se
perciò meritava di esser trattato nel modo- ineìvila , e^ con isehemi ^.
• tratti inginrìosi , usati vesso, di lai dal p« Santini , e da qoalcbÉ
altro soo oppositore nelle loro scrittore ^ senza che abbiano^daJni ri^
oevnta la minima occasiono di disgusto , fnori dt qoella. di non avet
aegnitate ciecamente le loro, opiniom • Qnel^ oha diminuisce la marat*
viglia del Perelli per un procedere si- fatto è it sapere » che pur tropi-
pò è stato- 9 e sarà sempre costume di chi si ritrova impegnato a u»
fendere una cattiva Causa , il- supplire ooU' ingiurìe x. o con. ìstrapaz^
xare T avversario alla mancanza- delle ragioni ..
Non deve per ultimo tralasciarsi di rispondere alla dlfEcoltà di al*
anni 9 ai quali » henehè il progetta del Perelli paia ragionevole ^ •
da sperarne buon effetto ,. tuttavia dà^ molta fastidio^ il non. esser rea»
la , cioè di tal sorte y che eseguito- una. volta non- lasci dà. pensar»-
neir avvenire ad dtro » che a mantenere i* lavori già faUi , senza ob-^
bligo d' intraprenderne dei nuovi. Ciò apparisce^ dicona essi, mani»
&stamente, riflettendo» che colmate una volta- le valli superiori ^ pe»
le quali spagliano le acque dei Reno^- dovranno finalmente, gli alvei
del Reno 9 e del cavo Benedettino formare un sol canale continuato^
il quale manoanda della caduta peoessaria per convogliace let toihide^^
dovrà ceeessariaraente rialzarsi il fondò colie- deporizìoni, dando coli
oiò occasione a tutti quei- rischi, e inconveniènti , a motivo dei quali-
il progetto del sig. Bertaglia, e quello^ della. linea del firimaro j^^ seno
stati rifiatati dal Perelli- nella sua Relazione .^
Se fosse possibile aMcgnare nel nostro caso im- progettor reale » neF
quale concorressero le altre condizioni richieste, il dìscono camini»'
nerebbe, e il Perelli avrebbe certamente avuto il torto a mettere iis
oamp<y un progetto solamente provvisionale • Ma se tutti ì progetti
reali assegnati, e ohe possona assegnarsi- per i disordini,- e periooU^
che portano^ seco , si dimostrano impraticabili ; perchè non contentar^
',BÌ d*^un altro-, il quale ci faccia godere del benefizio del tempo, •
oi procuri intanto la comodità, d^ acquistare i lumi necessaij.pec con**
dnrsi senza pericolo d' errare in- un* impresa oesL ardua, e cha noia
Ba* finora esempio, quaP è quella d' unire più fiumi torbidi- di quali-»
tà dilTeirenti in un sola alveo? Ma il tempo., rispondono^, durante ìt
qnale si goderà il vantaggia procurato dall' esecuzioiie. d'un sinuL
progetto , sarà molto breve. Qnal riscontro ne hanno R Se dobbiamo^
argomentare dalla quantità, dei terrenr bonificati dal Reno dopa- in»
trodotto nelle valli per il corso di i6o« anni, paragpnata- coli* esten-
sione delle: valli superipri contigna aL ouvo. Bònedetiiao^ nelle <i)iali
mnoiàào VuMméont dei BeTM^nfi Pa£i non mmoano .'gotgiii pro^
'Ibndìssiini » si *può credere ragionevolmente » che non ci vorrà mena
-di mesaso secolo , prima che restino aflhtto ripiene , partioolarmeato
•«e intanto con ì tagli «o^orttmi si farà uso . deHe torbide del Rene
^r colfliare in tntto, o in parte» le valli inferiori. U progetto d' in^
^rodarrQ ll^Heao nelle valli eoi fine di scavare V alveo interrile del
Po di Ferrara ^ propoeto 4i Clemente Vili, dal padre ^ernazzati , ed
esegiuto' non ostante la contraddizione di Bologna , era pnr anch' es-
ii> provvisionale^ Per ^al disgrazia del territorio Bolognese accade^
dhe per rovinarlo sia stato abbracciato un ^progetto in apparenza
fffo V visionale « ma che poi In fatti si è reso purtroppo jierpetuo^
•ed ora che si tratta di conbederli qualche sollievo da si lunghe cala-
iinità f venga biasimato quel progetto , dal quale potrebbe in prefe-
tvenza ad ogni éltro aspettare un tal benefizio per il solo motivo
'd? esser provvisionale J
;£d ecco findmente esposto quél tanto ^ ohe il Perelli ha credute
di dover addurre in giustificazione del suo sentimento contro U cri-
.liea dei Reverendi Padri e d'altri suoi oppositori. Da qui innanzi
^i si conformerà atta saggia risoluzione presa dai Reverendi Padri
ed esposta nel numero so* del -loro -parere » cioè di non rispondere
ma altre «scritture che gli venissero pubblicate con^ , tanto più si^
jfiMsenf di quel carattere acerbo» e ingiurioso » il quale si scorge inai«
eue di qudle^ che vanno attorno . Del resto egli desidera con tut-
«o 'Io spinte, die qudunque sia la mcduzione 9 che sarà presa in
^[uesto unportantìssimo affare» rìesea con felieità; e quando sia con-
<«ana al di lui sentimento » -godrà d* essersi 'ingannato » purché il sue
«Uiaglie sìa accompagnato dal benefim da ciascuna delle jprovinoie
dnterfiff ate ■
4^
4.
^erOH ;
R E L A Z I 0 NE
DELLA VISITA
ALLE TERRE DANNEGGIATE DALLE ACQUE
DI BOLOGNA » FERRARA » E RAVENNA
Per deputazione di Nostro Signore Clemente Papa XIII. , fatta dai
padre Antonio Lepchi , dal signor Tommaso Temanza , dal
signor Giovanni Verace ^ e loro concorde parere esposto
dal. medesimo padre Jbttomo Lecchi^ e da tutti ^
tre sottoscritto •
Informarne preliminare • Divisione di tutto il Piano • Errori
scoperti ne* fatti ^articolari • Epoca de^ dati certi dalla visita Cìon^
ti • Sperienze dell* unione di tutt* i fiumi nel Po di Primaro propo^
sta dal Guglielmini^ e soltanto eseguita in massima parte m ^imH
ultimi tempi: suo esito sicuro • .4
la questa preliminare ioformaeione siaci permeila d^ iatiodsmi
èon un paragone natoci in ca|H> tal campo della 9oatm vi«taf con
nn paragone , ohe pare una semplice jEantasia del pusato» nia è ansi
on modello 9 che ci porse , deU' inalveazione di tatti i fiumi^ a ape»
oìalmente del Reno^ e dimostra mirabilmente qaanto cadano errata
le più sublimi teorìe f quando non posano il pie fermo su' fatti , e
sugV insegnamenti della natura delle acque correnti neir incamminarla
al mare • Fi£uriamoci adunque » che a^ Filosofi di quella vetusta a»
tk t quando l' antica Padusa occupava il vasto tratto di codeste prò*
vincie dai colli della Romagna fino air Adice » e fi>rse anche più ol».
tre f nel mezzo delle quali fa poscia edificata la nobilissima città di
Ferrara ; figuriamoci y che a qua* matematici » a que* periti , a qne^
gli architetti delle acque 9 de' rimottissimi tempi d' allora 9 fosse sta-
to proposto il gran problema di studiare la maniere di asciugare a«
na palude cotanto sterminata , e d' inalveare il Po al mare , e que*
tanti fiumi, e torrenti ch'entro vi si confondevano; e fingiamo i--
nohre , che alla concorde decisione di questi si fodse unicamente rx«
servato' dalla natura V esito di si grand' affare ; egli è certissimo »
che saremmo ancora da capo 9 ed affogati nelle acque si vedrebbero
in oggi tanti deliziosi, e vasti Paesi del Polesine, e di Ferrara •
4t3
Impdroeohò quanti sTarittissimi progetti per jàà teebli^si ttrebberoi
inutilmente propoAi, e rifiatati » gli ani centrari agli altri} qaanto
linee d' inalveazione al mare si sarebbero tirate da lontani , e diter*
n ponti ; e chi vi avrebbe volato condarre tatti gli altri fiaini par«
tioolari ad isboccare nel comune recipiente di Po; e chi sarebnesi
ostinato a voler persnadere non potersi trovare , nò ideata un oo«
mone ricettacolo , che fosse capace di ricevere tutti gU inflaenil di
Vo^-e di mandarli inalveati al mare • ^dì è vero ^ che si sarebbero
dette bellissime cose nell' occasione del contrasto di tanti snblinvi
fasgegni ; ma la Padusa sarebbe ancora qaella stessissima di prima i
e mentre da' popoli si piangerebbe V universale desolazione 9 le con-
troversie de' progettisti diverrebbero vie più accese » e per colmo de'
mali i loro volami cresciuti sarebbero a dismisura*.
141 natura però ben più sagace di quante teorie si possano combi-
nare da Filosofi 9 seppe già ella^ col proseguimento de' tempi , col-
mare le paludi , e oa quell' universale concorso , e mischiamento di
tanti fiumi , .Po , Adige » Tartaro ,^ e Reno y e molti altri superiori 9
Tenne ella ^ o a separarne alcuni 9 incamminandoli al mare » o ad inaU
veame molti in un alveo comune f di quella capacità 9 che loro
oonveniva » e questo fu il Po grande 9 rassettandone il fondo , ove
con ahamento 9 ove con iscavamento 9 e per dargli quella pendenza,
eh' eri dovuta al corpo delle acque 9 ed alle materie 9 che conduce-
va* E di quante utilissime scoperte 9 alle quali non sarebbero giam-
mai arrivati per più secoli ne' loro contrasti i filosofi tutti 9 di quan-
te nuove regole «tidrostatiche ci arricchì il corso di questo .fiume in
mn sol fiitto. Il Po già da se inalveatosi al mare fra le sue colmato
dimostrò 9 che a' gran fiumi uu' assai scarsa pendenza di fondo basta
per iscaricarvisi ; dimostrò ciò che potava parere un assurdo 9 che
nell'ultimo suo tronco superiore di ivollte miglia allo sbocco in ma*
re il gran fiume vi corre 9 ancor più che altrove , rapidamente sopra
nn fondo 9 non che orizzontale 9 ma acclive ancora supplendo al di*
fetto dcHa cadente del' fondo con una molto più grande cadente del-
la superficie ; ^de le piene accelerate di movimento si spianano 9 e
ti abbassano di altezza 9 con quel progresso medesimo con cui si van-»
no accostando al mare •
Tanto ò vero 9 che pur troppo incognite ci sono le leggi immuta-
gli della natuna nel corso de' fiumi , e. che le nostre teorie saranno
tempre lontanissime da quelle vie segrete^ che tiene la natura nel»
r incamminare i fiumi al mate • Onde a noi non timaiie altro » che
lo studio di tener dietro a quel movimento, a quegli eiietdt ed a
q|lielle indicazioni 9 che ci va scuoprendo la natura delle acque corrono
ta in qualsisia cato 9 o problèma .particolare « Su questa baie certissi-
ma noi abbiamo appoggiato i risultati delh nostra visita nell' affare
\
4«4
cammetmà d^iaalretn Jl^no» e fati! ffì'Otn -fianS, i qiidt on
cospirano a' tUnoi di tre vbertoge pro?iii6iè • Bd i^o a che ridaceli
tatto il aostM'pbno* Noi -salla 'faccia del laogo ci «iamo finalmmto
a«tiearati , -cke -9 mentre da oa ^eecolo e mézzo 01 'Tanno divisando
sempre naovi ^ ed ingegnosi ritroTamenti ^ mentre si Tanno proponendo
naoTO linee ^ «nlle • qiuili ei oontoode éella preferenza da tanto teat-
So 9 la natara ^orda a 4aiiC* inTÌti , e ttnlé insinghe de' più cUari
crittodi della nostra ^elà, ed inesorabile nelle ^ne leggi , ha gìa^qua*
ai inalTcato il Reno nelle sne medesimo allnTÌoni dalla rotta PattfiH
Sei caTo PassardOy e nella parte snperimre del Benedettino sino alPo^
i J^rìmaro al Morgone ; ed il finme medesimo <a 4a iadk>ata la via^
e condotta la linea , eh' egli -preferisce a tutte 4e «Itre ^ e col &tto
1' ha giustificata da gueU' eccezioni » che gli si opponeraoo •
Imperocché aTOTamo prima «letto» e jsentito dirsi » che il Priaiiro
non era '•eapaoo delP unione di tutti i 'fiumi,: Sa vena , I(Uce^ Re*
no , Santemo , e Senio , e Che le sue sezioni uon erano 4igusli a
gnelle del solo Reno • 'Bfa da noi con piacere m è Tcduto , che que^
sta , 4a quale altre -Tolte chìamarasi fatide anione di tult' i mentova-
ti fiumi nell'alTeo di Primaro, si è già fatta da molti anm in qua,
senza nemmeno aTTodersene, con l'ag^nnta di più del Lamone in
tutto r anno passato 9 e ci siamo chiariti » che V alToo di Primaro è
capacissimo di tutti questi 9 e di altri ancora 9 e che la natura eolle
corrosioni da noi osserTate^ e con gli scaTumenti 9 che rifezisemo^
se io Ta allargando a sue spese •
Si TooiferaTa dapprima» che ridice introdotto uri Primaro Io a*
TOTs coile sue torbide ^ riempito 9 eoa pericolo di traboccament»
sa tutto il Polesine di a. Giorgio . Noi confronUndo nella ^risita nò-
atra le sezioni 9 gli scandàgli 90 Je misure della celebre TÌùta Gontì^
abbiam tTOTato, che il Primaro» doTo ria Ta incassato» o arginato^
ai è scsTato il fondo ora due piedi 9 ed -era tre«
Si uegaTa arditamente da molti la -necessaria pendenza di enea
i4't per midio all' incominciata inaWeazione di Reno dalU. TOttr
Panfili sino allo sbocco di Primaro al Morgone . Noi ^V irrefragabiW
liTellazione della Tiska Conti ci siamo certi^oati , che la pendone
M9 qnale ha di fatto il Reno solitario dalla rotta Panfili sino al Mor*
gene 9 è anzi cTìdentemente sonrerchia 9 cioè di ao. once per miglio %
Si reclsmaTa da alcuni 9 che 9 «e il Reno dalla rotta Panfili imi!U
TeaTasi nel Primaro» qniTi almeno si scontrerebbe in un difetto sm^
tabile di caduta • 'Ma «U' medesima indubiuta lÌTèllazione Conti c£
toglie .ancora da questo comune •inganno/ e ci dimostra che Ja<M(*
dente del ibndo di Reno ripartita dalia rotu Panfili sino al fondi»
di Primaro sbpra i moUni di- Filo 9 oto in tal sito arriTa il pelo liaa^
so del muOf è di once 14 i per miglio» pendenza » xb» aca ^a^
/
- . 4M
4bnJevaftr ame^gióre al Reno solitario » non che al Rtono^ gHi aecresciti-
to da tantr influenti nel Pcimaro . Il profilo poi della stessa livellik-
i|ione' ci lia scoperta noc^ solameate la^ oadeate del sao foado , ma
faiita cadente del* suo pelo^ Terso iL mare r che amendue le ojadenti
/Unite insieme>. e cospiranti aU-acceleraziono delle sue aoqjiOv danno
ad Prìmaro aa rapidisMmo< movimento^.
E di quanti altri falsi raecontt ci ha^ dlsmgannatd la^ nostra tìsì-
ta.. Erasi da noi letto in tante scritture 9 ed al primo nostro arrivo
in Roma ci venivi^ raccontato oon ispa^ento > che il Reno già incas-
aato fra le- sue colmate* snperiori nelle valli > entrava ora nel Po di
Prìmaro non più colle acque chiarificate , ma colle torbide, contro
il sistema primiero del^ cavo Benedettino > ed in tal oaso ci predìce-
Tano funesti alzamenti- d^l soo fondo, e delle sae piener, ed il sov^
Tertimento» di tutto^ il Polesine di- S^ Giorgio . Noi , con pace di tanh '
ti funesti pronostici , confessiamo^ di aver veduto bensì entrar torbi-
do il Reno in Frimaro^ in- due piene, ed ancor noi ci persuadiamo-,
ohe vi' entrerà sempre più torbido in- a-venire . M^ tanto siamo Ipi»-
tani daU' intimorirci di sL fatto fenomena,..che aggiungiamo ancora
di aver ceduto entrare ner Prìmaro V Idice torbido , il Santerno top»
lido >. il Senio torbido, e frescamente di avere udito esservi entrato
torbidissimo il Lamone per- ii«- interi mesi ^ e ciò nulla ostante eì
siamo certificati con le osservazioni , che riferiremo ^ che il fondo di
Primaro- si è grandemente soavata, dove maggiore er» T unione ^
^esti torbidissimi torrenti, ed il fatto cr ha dimostrato essère verìs-
aimo l'assioma del Guglielminì^ e de' veri Maestri della scienza de'
finmi ,-, che pia n^ale aìby* scavmnento il maggior corpo delle aeque j
quantunque torbide , che la lóro torbidezza all' interrimento del for^
ao • Nò qui- finiscono le falae informazioni ^ che ci erano percorse ii|
Berna ^
Su quante Relazióni, e scritture si erano' ingrandite per lo passa^
te le altezze delle piene di Primar o ,. ed il pericolo del soverchia-
mento degli argini a sinistra dèi Polesine? E nei stando a quello^*
ohe ci veniv» rappresentato , e descritto,.' credevamà d'incontrarci
&f argini altìssimi^, i quali non lasciassero quasi piùr luogo ad* nlte^
rièro alzamento* Ma- appena arrivati al Frimaro nella visita nostra,
ossewamme tosta^codesti arginelli, ì quali rassomigliano semplici spon-
de dèr fiume, e si alzano dal basso piano , dove tre, dove quattro,
o soli cinque piedi , come apparisce dalla visita Conti • A tal vista
immediatamente ci sfumò- dalla fantasia qciel magico ingrandimento
di pericoli. Sebbene penetrammo ben presto l'occulto , e sagacissimo
fine Ai volere ostinatamente tanta bassezfsa d' argini a-* sinistjra ^ JEìa
destra rìva^ del Primaro si vnole disarginata , ed esposta all' eapansio-
M del fiume V Contro qs»esso^ durissimo ^^ ed iaesorabile* dtoreto del
Polesine tolama il territorio di RaTenna , e di Ferrara ancora , che
ai vedono inondati dagli apandìmenti della destra ^riva di Primaro»
Grida la Romagna bassa » e tutti pretendono di arginarsi alla destra.
Or qni è dove osservammo con qnal macchina siasi fiitta loro resi-
sistenza fino al dì d'oggi, e qnanto T artificiosa depressione degli af-
rìnì del Polesine contrìbnisca a mantenere sempre desto in Rom^
il mormorio 9 e l'allarme, cbe le piene sono già già vicine alla loro
sommità; che gli argini del Polesine sono in gnarclia; che quando
concedasi a' Ferraresi , agli Argentani , a' Ravennati il diritto di jir-
gioare la destra riva,^ addio areini del Polesine , addio le feractssx*
me sue pianure ; il Primaro se le divora •
Di somiglianti errori di fatto, e false vociferazioni ci ha levati
d' incanno la sola visita , che abbiam fatto ne' due passati mesi di
Ottobre , e di Novembre nelle tre legazioni ; ed in questo Proemio
ne abbiam dato qui un cenno alla sfuggita , non meno per disarmaro
i pregiudizi , che si son fatti correre , ma per iscoprire anticipata-
mente airEE* W« quale aia il nostro concorde sentimento.
In poche parole diciamo, che un sì gran disordine ò riparabile
nella serie di pochi anni ; che si possono asciugare tutte quelle inn
mense campagne, le quali sì chiamano valli • Affermiamo, che il
Reno dalla rotta Panfili già si è fatta una gran parte della sna inal-
veazione , e cavamente in mezzo alle sue colmate , e nel restante
ano corso già chiaramente ci ha indicato la via, che si è aperta , e
•i va disponendo fino al Primaro con 1' unione già fatta de princi^
pali influenti del Bolognese , e della Romagna • Noi teniamo per cer-
to , che sarebbe per lo meno un grande azzardo il tentare ora altra
linee diverse da quella unica , sulla quale ^ià corre il Reno » e vi
•otio incamminati da gran tempo tutti gli altri fiumi • Che qui non
fa bisogno di nuove dispendiosissime escavazioni ; ma basta , che eoa
l'arte si pongano in orerà le forze immense del fiume ad iscavam»
ed ampliarsi , e perfezionarsi la medesima sua già incominciata inal-
▼eazione sino al mare»
Ed acciocché TEE. W, comprendano in poche parole tutto quel-
lo, che verremo poscia partitamente dimostrando nel progresso, di-
vidiamo il nostro Piano in tre Parti. Nella prima parte si giustifi-
cheranno i fondamenti primarj di questa linea, alla qtiale si è già
incamminato il Reno con gli altri fiumi ; si dimostrerà la soprabbon-
dante pendenza , non meno del Reno ad isboocare nel Primaro , che
di questo ad iscaricarsi in mare. Si dìmostreiÀ la capacità del Pri-
maro a ricevere, come già fa, nel suo alveo, tutti gli altri finiti^
ed il ^ Lsmone ancora ; ed allo stesso tempo si porrà in chiaro l' in-
vecchiato errore di voler contendere tutt^ora al territorio Ferrsreae
situato sulla destra riva di Primaro » all' ArgenUno , al Ravegnano » a|
4»7
BoTognede » ed alla Romagna bassa la naturale , e giustisììtna difesa
di arginare la destra riva per impedirne T espansioni di Primaro , e
sì dichiarerà con evidenza ^ che una tal difesa permessa dal diritto
delle genti ^ ovunque corrono fiumi , niente può derogare .alla sicut»
rezza , ed a quella somma gelosìa y che possa aversi della felice « e
privilegiata provìncia del Polesine di & Giorgio.
La seconda parte sarà tutta da noi impiegata nclP esporre la serie
di quelle operazioni, che giudichiamo opportune ^ per far buon uso
delle medesime piene di Reno , ed applicare le loro forze ad isca^
varne V incominciato alveo y e a dilatarlo a misura della porta-
ta delle sue acque • £ siccome qui da noi non sì prescrive » nò
ai vuole altr' opera, che quella, che secondi, e cooperi al pre*
sente corso di Reno; cosi le operazioni non si diranno tutte in un
colpo, e nel medesimo anno^ ma nel seguito di alquanti anni si al-
zeranno arginature dove il Reno ha già compite le sue più alte col*
mate ; si permetterà per qualche anno lo spandimento , dove avrem
bisogno di alzare maggiormente con gP interrimenti succèssivi il pia-
no delle campagne inondate, ed a tenore delP alzamento di queste,
ai verranno prolungando le arginature dalla rotta Panfili sino al Pog-
gio, e da questo sino al Primaro pel cavo Benedettino. Con tale
progresso niente azzardoso 5 e sempre' sicuro , d^anno ^n anno si po-
tranno asciugare successivamente tutte le terre superiori, e con que»
Sto regolato metodo si otterrà quel vantaggio, chq dee sempre aversi
in vista nelle grandi intraprese de' fiumi , cioè , che qualsisia parti*
colare operazione eseguita, in un anno, vaglia sempre di modello^ e
per cosi dire , di sicurtà a quella , che si prescriverà nell' anno se*
guente ; e quindi la pratica stessa delle successive operazioni ripar-
tite in molti anni, darà nuovo lume, e scoprirà i più facili ripieghi,
per r esecuzione di quelle » che restano' a farsi. In questa medesima
seconda parte si tratterà del cavo Benedettino , del suo riadattamene»
tOf delle sue arginature nella vaile di Gandazolo, acciocché ivi an*
ocra decorra incassato » né si rallenti di velocità coIP importuna 'sua
diversione nella valle*
La terza parte sarà rivolta ad ispiegare la via per cui si possono
condurre gli scoli delle campagne più alte ad isboccare ne' recipien^
ti più bassi ,'0 del Primaro alla destra di Reno, o del Po di Volano
alla sinistra • E qui si porrà in chiaro i' inganno di quelli i i{naU
pretesero di condurre immediatamente gli scoli ^ «ome .Zena , e Fin*»
mioello , ad iscaricarsi nell' alveo itesso del Reno , cioè nel cavo Be*
nedettino. I fiumi torbidi ordinariamente si mantengono T alveo pia
rilevato del livello, delle campagne adiacenti , le quali perciò non
possono scolare in questi recipienti, e quindi al caso nostro applt»
cberemo T universale pratica del Veronese ) Padovano 9 Vicentino ^
63
4>ft
ì
Milanese» Lodigiano» e nTantarano^ additando qui mimrtamente co^
me pet canali separati dal Reno si debbano condurre gli scoli supe-^
iriorì del Bolognese aè iscaricarsi nel Primaro; e gli scoli inferiori
del territorio di Ravenna , e deUa Romagna bassa j ad isboccara dove
il Pìrimara decorre più rapido^, e più spianato verso la fece del niare>
• qm appnnto si tratterà separatamente , se alle valli di Dugliolo , e
di barigetla f e dblle Bmgiate possa , ed anzi debba concedersi V in*
trodnrro i snoi scoli per una botte sotto P Idice ^ come w eostumfa
•on sicurezsa in tante altre parti ddl' Italia •
Prima di rifarci da capo neHa trattazione di questa materia , ci
'veggiamO' astretti di levarci d' intorno un' apparente', e popolare pre-
giumzioy il' quale* ei si è già mosso contro da certuni. Dicono- quot-
ati che il vdev oggi ricondurre il Reno nella linea di Primaro , alla
quale fu sempre preferita da' primi Matematici del passato secolo la
linea del Po gvande, incontrerebbe la taccia di troppa fidanza , e di
volerne sapere più di eisr. Ma qui si risponde > che nel approvare
ohe da noi si fii , e nel preferire a tutte la altre questa linea di Prì^-
-maro y non oi arroghiamo' per ciò maggioranza di autorità' , e dì sa^
pere sopra qne' primi antichi Matematici; ma solamente possiame
dire con verità , clke noi siam più* fortunati di loro » e diremo come •
Quegli inrigni Matematici » V autorità* de' quali ora a noi si' vorreb^
be opporre 9 erano aprovvedutr di sperienze per poter decidere in
que' tempi » se il Primaro fosse- capace delF unione del R^no » e di
tutti gli altri confluenti ; e lo* stesso sig. Guglielmini nel celebre suo
voto confessa ingenuamente di non sapere, senza il lume della sperien^»'
za, su quali princip} si petCHero stabilire nel Primaro le pendenze,
larghezM , e profondità, quando il suo alveo divenisse eomnne a
più fiumi torbidi da unirsi insieme. Propone egli adunque, che,
quando non possa eseguirsi là* linea del Po grande , eh' egli avea sem«
Sre anteposta a qualsivoglia altra , propone- egli di tentare quella
ella linea di Primaro, a condizione pero di assicurarsene prima bea
bene per via di* sperienze, soli Primaro ne fosse capace. Ecco il
metodo delle sue sperienze* Consiglia egli , che dallo sbocoe di Pri«
maro in mare, procedendo all' insù , si dia principio ad inalveare nel
Primaro* il Lamone, ed osservatone l'effetto fa vere vole di scavamene
to , e dv allargamento, si proceda innanzi ad unirvi il Senio , poscia ìì
Santemo, ed^in fine l' Idiee , Savena, e Reno ; e se ripetendo ado«
gni. nuova inai veazione le osservazioni suddette, l'esperimento fosse
sempre favorevole a queHe , che reitassevo da farsi , si sarebbe in fi^
ne ottenuto un rimedio reale.
E qui ri rifletta , che a ciascuna inslveazione da farri non appone
egli per condiaione di allargare ogni volta P alveo susseguente di Pri«
maro • Il gran maeatvo delk. scienza^ delle acque sapeva benissimx^.
\
4^9
tilie il Primaro a prepomone €e' nuovi inflaeitti A 8are1)be «mpliafo
r alveo di per se , e che jiesauno Idrostatico può prescrivere al oon^
corso de' nuovi fiumi quella dilatazione^ ohe la natura delle aoqae
'Correnti immediatamente si va facendo ^ con lo scavamento del fon-
do» o con le corrosioni delle rive.
Ora queir esperimento che fin dal 1609. desiderava il famose 6u«
glielmini ,^ ora s' è già fatto 4 -e noi in questa parte siamo più fortu-
nati di lui y perchè abbiamo ora que' lumi , che a lai mancavano . U
Senio già a' ò introdotto nel Primaro 4 anche il Santemo gonfio d' ac-
que nelle sne piene ora vi sbocca ^ ed in quest' anno per buona sor-
te di questo medesimo sperimento eziandio il Lamone , con orna por-
tata di acque forse eguale ad nn mezz^ Reno , per 1' alveo suo vec-
chio vi «i è condotto per undici interi mesi, come ce ne siamo assi*
curati nella visita ^ con la diligente osservazione del suo sbocco a
Sant' Alberto « Che più ! Già per il cavo Benedettino si sono intro-
dotti in Primaro e Idice ^ e Savena ; e finalmente il Reno con tutte
le sa9 piene dalla rotta di Ganda^lo entra, nel Primaro 9 e vi entra,
già quasi inalveato nelle sue precedenti alluvioni^ le quali si va egli
accrescendo in quelle belle pianure, che poi si addimandano valli con
abuso di vocabolo ; Or quali sono gli efiètti, che noi osservammo
nella visita^ dopo il concerto di tanti fiumi P II Primaro s' è dilatato
nelle sezioni , e da noi si notarono le vestigia di recenti grandi cor-
rosioni, dopo r influenza di qualche precedente piena del Senio ^ del.
Lamone> del Santerno^ del Reno. Noi dimostreremo in progresso il
ano scavamento. In due piene del. Reno ^ dell' Idice 9 del Santerno,
succedute sotto i nostri occhi , V alveo di Primaro, s'è veduto car
^acissimo per contenere tutte queste acque , e molte pin ancora, e
velocissimo allo stesso tempo per tramandarle ai mare. L'altezza
delle sue piene da noi osservate arriva a. lambire poco più oltre il
piede del piccolo irregolarissfmo arginello del Polesine., e se alla ri-
"va destra disarginata notammo V espansioni di Primaro per qualcho
tratto a danno deHo stesso territorio^ Ferrarese, n conobbe allo stes-
so tempo, che codeste espi^nsipni vi sono, perchè si vuole-, che vir
siano ; non già per sicurezza del Polesine, ^ome dimostreremo a suo
luogo, ma o per errore, o per certa antica sovranità di voler assog-
Ssttare la riva destra j e di sagrificare quell' immenso paese al coma-
0 delia sinistra riva«
Or se il sjg. Guglielmini avesse veduto campito dopp tanti anni il
1 proposto da lui sperimento, come a noi è toccato in sorte di veder-
0, certamente non avrebbe esitato punto di preferire la linea del.
Primaro a qualunque altra; molto più poi , 'quando sulP apporto,
d'una delle più esatte livellazioni, di quante siansi fatte per .lo pas-
sato, qual e h livellaaione delU celebre visita Conti» avulse egli
»»
4to
Potuto conoscere » che la pendeou del Pritnaro è 8oprabboiidaate5 Ce*
me da noi si dimostrerà con tutta la desiderabile esatteeza , e verità.
Su qaesti dati non è un' arroganssa » non ò ana le^gterezza , ma ò
una deliberazione accertatissima il voler xscnservare, e migliorare il
corso di tutti questi fiumi neir alveo di Primaro» e con ciò dare la
•alvezsa a tante desolate provinole •
Si aggiunge ancora un altro rilevantissimo nostro ▼antaggto, quale
non ebbero gli altri scrittori 9 prima della celebre visita Conti del
X76i. Questa è quell'epoca felice ^ che finalmente dopo tante incer-'
tezze ci ba assicurati i dati^ su quali ora si può ragionare con cer*
tezza • Imperocché egli è vero j che in tutte le antiche precedenti vi«
site s'erano fatte livellazioni, s'erano fatti profili, s'erano prese ìe
sezioni delPrimaro, e scandagliate le sue profondità. Ma cm ? dio«
come a tutti questi sperimenti o non erano intervenute le parti, o
non vi avevano sottoscritto, ed anche alcune operazioni s'erano ao*
cusate di errore, come si verificò in qualche livellazione, così rì«
masero sempre oscuri, e ondeggianti i primi fondamenti di si gran*
d'affare. La sola visita Conti ci ha finalmente tolta tutta l'ambi*
gnità ; mentre in questa si ebbe il necessario antivedimento di far
si, che tutte le parti contrarie facessero le medesime livellazioni, si
assicurassero de' medesmi scandagli, ed accettassero concordfStnenta
tutt' i risultati della visita • Di questo sommo vantaggio siam debito*
ri alla vigilanza e zelo, e sommo accorgimento di Sua Eminenza il
signor Cardinal Conti Visitatore • Da quel tempo in qua non ri 000*
tende più >u' dati, come Jaeevasi per i' avanti, c&bl grave pregiudi-
zio degl' interessi delle provinole •
Non farà adunque maraviglia, ohe noi non andremo vagando pia
pelle inestricabili dìspute degli anteriori Scrittor?, se l'Idice abbia
interrito Primaro; e cose simili. No: il nostro Archìvio, ed anzi,
per casi dire, il solo libro canonico» irrefragabile da consultarsi da
noi in qnalsisia occorrente quistione, sarà la visita Conti, saranno i
suoi prefili, le sue livellazioni, le sue sezioni di Primaro, e le pro-
fondità , e Te pendenze ivi descritte • In ^^ista di questo gran model-
lò abbiàhio rinnovato i nostri sperimenti t quali siano i risulutit
verremo in progresso dichiarando • Cosi porrassi nna volta il termi*
no alle dispute , e si discorrerà sul fiitto sempre maggiore d' ogni
eccezione • z
Prima però dt porre fine a questa j^relimióare informazione , oi ri*
niane a fare una onorata , ed ingenua confessione , ed è , che at di*
sordine fisico di queste acque punto non dubitiamo , che si poaaa
trovare nn reale rimèdio; ma quanto al ditordine morale, le nostre
viste ^on troppo Corte per saperne suggerire il riparo. Imperoc-
ché, ehi' t>otrà mai assoggettare al pubblico bene Unti disparatissioii
4"
m
infereMi privati p Non y'iia al mondo cthinità cotanto grave » che non
sia d'un ricco patrimonio ad alcnni poobi; chi è possessore di belle col*
line» vedrà di mal occhio asciugate le basse pianure • Quanti ne pasce
e ne stipendia il solo disordine del Reno disalveato? PerBao i batti*
fanghi 9 ed i pescatori non ci saranno benevoli. Ma quanto più di
guerra ci si moverà dagli Scrittori riscaldali in qualche partito? Co*
me potremo soddisfare ancor' a questi, per quanto da noi si dica^ e
si ragioni ? Certe conversioni letterarie non si possono aperare cosi
di leggieri . E poi una si lunga controversia accesa da un secolo e
mezzo tra popcni confinanti ha guasto tra essi talmente il sangue »
ed inaspriti gli animi , che agli uni lìon può andare a verso il van^-
taggio degli altri , quantunque procurato con loro indennità •
Da uno stuolo si numeroso di gente di partito 9' attraverseranno
le deliberazioni tutte da prendersi in prò delle provincie ^ e si por*
rà in uso quella sempre vittoriosa , ed ìnjcannevolò' macchina de*
naovi ricorsi 9 i quali da nn secolo e mezzo non hanno cessato giam«
mai di fare un buon gioco. Si dirà , ehe la sentenza now^ dee precU
pitarsii che vogliono essere uditi • Ma a che (ine? Per ridire il già
detto cento volte , per ritessere sempre T istessa tela , e con essa av«*
viloppare le trattazioni favorevoli alle provincia. Si cercheranno di-
lazioni 9 ed il tempo farà poi quello y che non può ottenersi dalla ra-
gione^ cioè 9 'Come altre volte 9 di oscurare ogni cosa ^ W sempre top»
nar da capo •
Ghe più? Siccome la fazione in altri tempi è gianta a segno di
collegarsi perfino coi confinanti per. fdrnis sospendere le prime medi-
tate inalveazioni di .Reno} cosi ai presente non si risparmia il poten-
tissimo artifizio dèlie alleanze almeno interne • e si tirano in iscena
le valli di Comacchio, si mostra zelo per gl'interessi della Camera
Apostolica, o si va disseminando! , che i^ unioìie'di tntt' i fiumi in
Primaro soverchierebbe gli argani di qùfelle valli , e porterebbe le
torbide alla rovina di una' sì ricca pescagione; A questi basta poi nn
fiilso allarme per delndere qaalalsia- delibera^ìotie • Del restò sanno e-
flittò benissimo 9 che V nnione de' prìmarj fiumi già s' è fatta in
^rimare molti anni fa, senza che nemmeno se n'avvedessero ; sanno
che gli argini delle valli di Gomacchio per tutto quel tratto , che
a' appartiene alla giurisdizione 5 e custodia del signor Fermiere della
pescagione 9 cioè dalla chiavica d' Ufnana sino al mare , sanno , che
questi argini sono gelosamente 'guardati^ e sicurissimi , ed impone*
trabili a qualunque rotta » non meno per 1* altezza , dhé per la gran-^
de loro solidità » e difesa dalle- corrosioni : ma sanno atidera^ che
«[nella parte d'argini superiori tra' molini di Filo ', e la détta chia^
tiea d* Umana di loro giurisdizione i minaccerà sempre il pericolo
d* una. rotta ^ non al Peleaine » ma alle sole valli di Gomacchto : che
^questo pericolo è sempre ia loro balia di fiu4a pia prossitno ; 'Ceim
avvenne nel 1716. con danno deUa sola pescagione, per essere quivi
gli argini e «graoilissimi , e bassissimi , e mal cnstodUi : sanno » che
questa è la chiave maestra per ischiadere tutt^ i venti pia prooello-
Ùy ogni qnal volta si faccia parola della linea di Primaro , e che for -
" laca t o
go cast
_. ^., ^ quando
avvenga^ o -soltanto si minaccia » la buona fortuna darà loro in ma-
no r arme solita deU' interesse delle valli di Gomacchio 9 scambiando
li* vero interesse della Camera Apostolica -con altro apparente , ed in-
gannevole , come da •noi si dìmostrMà la progresso • Ita ir anchezza
poi di sì fatte sottilissime trame nasce dal sapere y che pochissimi si
sono trovati sul posto: ohe a -ehi non Radica sol fatto in somiglian-
ti controversie » si pn& imporre impanemente 4 ohe a buon conta la
maggior parte degli uomini eeatenzia su* nimorì poBolari ; e tanto ba-
ata per tvraxu dietvo an gran *^' "- '" — * '"^
«Or qui è dove veracemente confessiamo^ che noi non' siamo da
tanto da poter superare ancate triplicate trincee di contradittori « Il
Beno sarà molto più docile alle nostre domande ; ed anzi le nostra
ordinazioni saranno sempre uniformi alle sue leggi • Ma la concordia;
de^li uomini , e la vittoria delle fazioni da noi si disj[>era • Questa si
otterrà , noa dalla ragione , ma dalla fotza, e prevalenza del Princir,^
p^o» le di cui mire aon hauno altro bersa£lÌQ.9 ohe la pahhiioa &-
catà : ^d appunto qnesU vittoria è già rìseibata all' alto consiglio , a
provvidentissimo .celo delle Eminènze Vostre. Voi ci cViamaate da
rimote parti dell'Italia nostra per fiire scelu di giudici non mai per
r addietro Involti nelle fa^Eioni del Reno. Voi ci spediste alla visiu ^
a,vvaIorandooi 00' più saggi dettami di prudantissime istraziooì • Noi.
presentiamo ora all' EE. VV^ il nostM ooncorde parere varamente ioi*;
parziale, xuoò un frutto^ che è tutta vostro « a ^iel vostro seW « e
consiglo-; e qui dove avxà fine il nostro travaglia» avrà il suo feUoa
inoominciamento la serie delle vostre . patesne prpvvidenze, la tior«
dittazione de' passati sconcerti dd Reno » e quel che è più iirdaò ia
Ogni affare » la pronta^ e non contrastata esecuzione d Jin ximedìa
reale, ed a tutti egualmente benefico.
. Hesta fiaalmeote da «rvertìrsi» che sten potrà recarcìsi a colpa
d^ arroganza j se in tutta la traccia del nostro pianar aoi^ accettua-
line i primi maestri 4ella scienza delle acque» risparmieremo di ci-
tare veruno di tanti egregi Scrittoli , i quali hanno illustrato la jpra-
aente coutroversia del Reno , massimamente negli ultimi tempi • Ciò »
che ^r altro sarebbe stato a noi e di giacere per quella somma ve-
neraziQne » quale ad assi portiamo 1 a ai grand uso per dare col loro
s.
4a3
eredita nraggiar* (ermesza. a^ nostri* paireri. Ma i* qìieata ìn^ecofaia^
ta oontroversia pur troppo ferace di soapiciofli» uoa verissima consU
aerazione oi ha resi cauti dal neppur nomiaare alcaDO*^ de^ pio- ri-
apettabili Scrittori diqoalsiaia partito^,. per tema y che dal volgo non
fi credesse * che la» lora grande^ autorità ci avesse potuto- piegare al-
quanto da quella* imparzialità , che ci è nataralissima • Noi adunque
entriamo a scrivere in qoest' afiare , come se la -prima volta^ se ne
trattasse • I fonti y da' quali si derivane i nostri ragionamenti , non
altro sono r come abbiane detto , che le ^erienza 'della visita Conti»
ed inoltre il testimonio de' nostri occhi , e di quanto* ci hanno essi
eertificato- sul sito: onde le nostre prove saranno e semplicissime, e
niente ricercate. Né d'un affare cotanto g^rave^c serio vogliamo
qui farcene un campo di gloria , con divagarci in sottigliezze pia ab*
te ad annebbiare 9 ohe a rischiarire U vero. Nò. l A. voler decidere
di questa importantissima controversia^ ci bastano le generali notissi^
me massime idrostatiche ; T^ basta il vero stato del Reno da noi ve*
duto; e ci basta quell' inesorabile giudice , che è il senso comune 9 a
cui suole sempre appellarsi, chi ha una buona causa tra le mani.
L' ultima avvertenza da noi si soggiugne per nostra apologia • Noi
qui ci troviamo in un affare popolare, del quale parlano tntti , e
tutti scrivono 9 perchè tutti in causa propria sì danno ad intendere
d'essere da* senno Idrostatici «- Scrìve il volgo, e scrivono i veri, e
dotti Professori. Se con. questi solamente si avesse a. con venire, la
eontroversia sarebbe presto finita», le comuni massime non ci sareb^
bere contrastate , e le nostre conseguenze si dedurebber^o* con ogni
brevità, e precisione. Ma con questi noi non abbiami di che piati-
vo • Gli errori , si-, d' un vdgo^ indocile , saranno que' so4i , che qui
prenderemo di mira. Non pàrrà^ dunque strano, che- a ricondurre
9iesti sulle vie del buon senso, e de' primi principj. del regolamen*
to de' fiumi si debba da* noi porre in^ opera un treno più strepitoso
di prove r ed uno stile aneor più penetrante di ({uello , che conver-
rebbesi ad* una letteraria, e pacifica dissertazione. Noi siamo in
debito di farci sentire , e di farci intendere ancor da quelli , i quali
sono sordi alla ragione , o più veramente vogliono esserlo per priviti
ti limv fini , o per vecchie rivalità .
P A9 T E PR IMA.
X utti quelli , i* quali una volta si misero in capo di volere ad 0-
fni conto contraddire alla linea d' inalveaziose di Reno, dalla rotta
^anfili per il Po di Pfimaro fino- al mare , si videro^ sempre astretti
a dover ricorrere agli usati artifizi di clamorosi pregiudizi, che ne
sarebbero derivati a'^ danni delle provincie. Né altrimenti sarebbe
4*4
loro riascito d' impedirne sino ad ora U preferenza di ^eafa «opra
tnlie le altre. Imperocché chi s* è troTato fai posto per iapiare U
genio del fiume , atra già osservato , che il Reno medesimo sa qaesta
direzione ci presenta il vero disegno di quel corso , eh* è il più con*
forme alle sne immutabili leggi. Avrà veduto^ che per aaesta linea
si è già in parte scavato V alveo , nel quale noi ancor' abbiamo navi*
J;ato ne' due diversi suoi stati d' acque alte ^ e basse • Che si è già
ormato le rive, e le golene con le altissime sne colmate .r Che n
è già scelta quella penden^, che è la più favorevole allo scarico
delle sue acque . Attesi si rilevanti vantaggi , chi oserebbe di oppor«
cisi? Adunque quanto più plausibile parevano agli oppositori 1 ac-
cettazione di questa sopra tutte le altre linee » tantS più forti mac-
chine vi adoperarono a combatterla, a screditarla ed a metterla in
mala fede, almeno presso il volgo ; ed il contrasto viepiù si accese ^
allor quando negli ultimi tempi si progettò, e poscia si esegui il ce-
lebre cavo Benedettino , il quale altro non è che un secondamento ,
ed una continuazione del corso già preso dal Reno , e da tutte que-
ste acque verso il Po di Primaro»
Adunque in questa prima parte si dimostreranno ad nna ad nna
le fallacie delle varie opposizioni finora fattesi in divorai generi , ed
allo stesso tempo entreremo a stabilire i veri fondamenti, su' quali
la natura del fiume si è da molto tempo preparata la sua medesima
ioalveazione . A combattere però o V inganno , o la rivalità delle fa*
nioni contrarie, le teorìe non andranno mai disgiunte àMe prore di
latto le più autentiche» Imperoccbò le prime convincono soltanto
gP intelletti già disposti al vero; le seconde atterrano ancora le te*
ate più indomite, le quali contrastano la verità conosciuta « Le sole
irretragabili sperienze fatte fu gli occhi de* Gontnd&ttoti medesimi
acn poi qeelle , che fiiono ammutolire le loro Jo^uaoità in fUesti
•erta d* invecchiate t ed impUcabili controvenie •
4a5
ARTICOLO PRIMO.
«
JDelJa capacità del Po di Primaro.
SOMMARIO*
' Regole false contrapposte alle "vere intomo nlla capacità de^ fiumi
per rapporto à^ loro influenti. Con quali mezzi la natura si faciliti
un maggior scarico di acque nel recipiente di minor larghezza* Di^
mostrazioni, e* teorie inutili a chi si i già fissato in capo immobile
mente la sua conchiusione » Fatto autentico del Reno inalveato nel
Primaro dalV anno 1693. fino al J738. Unione già seguita di
tutti gV influenti ^ cioè di Reno , d' Idice , di S avena nel Po di Fri*
maro dopo la costruzione del cavo Benedettino, Fingimento poetico
del Reno , che entra nel Primaro a «lilla a stilla ^ e come per fambic-
€0 • Espansioni di Reno nelle pianure , le quali 1 si chiamano valli ^
non impediscono ia corrente viva , o sia filone di mezzo # Osservazio^
ni, ed esempj su tal proposito •
JcliQtra in oftfldpo k prima opposizione, oioà , T incapacità ^oo-
m^ essi aicono, ddP alveo di Primaro a poter ricevere 9 e scarica»
re il solo Reno, aon che le piece di tanti altri influenti , ohe van-
uo uniti al Reno, oioè Savena , Idice, Santerno , e Senio « Per di-
mostrarne l' incapacità , gli oppositori ai fanno» dapprima a tnisarare
la larghezza del solo Primaro per farne poscia il rapporto alle sezìo»
ni di oiascano de' particolari numi ^ ma segnatamente alla larghezza
molto maggiore del solo Reno « Finalmente piantano questa massima
i4ro9tatica ^ per modo di aasioma «enza la menoma prova , che a vo* •
ler rendere il Priaiaro capace de' «noi diversi influenti ^ gli si ren*
ab necesaaria naa larghezza , «e non nguale alla somma delle larghez«
se di tatti , etbneno più grande di quella delV influente maggiore •
E qasndi il Po di Primaro oon una sezione infatti minore di quella
4el Kbqo , eh' è il maggiore de' euoi influenti , non sarà mai capace
di coBtetiMe le eoe piene «
Da quali prìnoip] , ed osseryazioni siasi da questi dedotta aot ta)
Mgola , su quali Aiitori l' abbiano letta , chi può saperlo ? Più vera*
meato può credersi, ohe se la siano acconciata in capo sol perchè
fiiToma^ V intento d^ «sfodero Renò dal Primaro • Ed o vera , o fai*
•a ebe sia , basta poi fero che. ti &dam alle teste volgari , alle quali
V^ pttMr mntanSke . Del resto non tk bisogno d' essere un grande
Ureetatioo per oouoseenie la sua &lsita • Quanti fiumi pcincipali al
mondo si contengono in sezioni di larghezza molto minore di quella
éM maggiore de* loro influenti P V ampiezza del fiume Brembo nelle
M
y
•ne piene ^w€ & maggiore £ «pteTIa del fiame Adda nel SGUnete^;;
•he n' è il recipiente ? Qaaolo sterminato è il lettp ^ per cui deeor*
tono te piene de) Serio ^ le qftali vann» ad ìsboGcarr nelP alveo vc^
•ompara&lmente pia angusto del medesimo fiume ÀddaP Quanti tor»«
venti ^ e fiumi conducono le loto piene eoo tanta espansione delie !o«
ro acque ^ e larghezza di letto » che supera il doppio la larghezza del
Po grande , entra cui Tanno ad xsboccare? E qui s^ avverta , ébe ne*
•itati esempj non meno 1' influente t che il fiume principale decoT*
tono colla stessa condizione òk fonda o ugualmente ghiaroso, e u««
Sualmente tefrea» e cretoso. Sebbene innnmerabiU sono gli esempi
i questo genere » i quali convincono di falsità T arbttraria .regolay che
ai fingono a. hH?o proposito r Sia pure il Rena uno de' maggiori in-*
fluenti net Primaro , e sia la sezioD di questo minora di quella del
solo Reno; non pertanta da questa capo non se ne proverà giammai
r incapacità pretesa; imperocché T ampiezza: dell'alveo degl'infla-»
enti non nasce totalmente dalla grandezza deUe tara piene , la quali
non si possana contenere in un alvea minore , ma da molte, oltre cif»
eostanze , cioè » o dal diietto di pendenza , a lentezza dello scarico ^
a dal disaWeamento delle acque , le quali perciò -si spandono in pò»
ea altezza, e dalla resistenza del fondo al suo scavamento», o da bau-
phi di rena» di ghiaia , a di terra, a quali framezzino L'alvea^y^e so»
atengana le aeque, e la obblighino a maggiori espansioni, a final*
mente la stessa maggior larghezza procede assai ^o\t^ dalle irregola*
A del loro movimenta aempra tortuoso,, cbe percooteodo io riva
•r^ in una parte , ed or nell' altra , sovercbiamente le dilata •
Laddove la natura* de* fiumi principali ha ben aUrl mezzi 'di fà>
passare- per la stesso recipiente maggior quantità d' a.cqna y senza es*
aere costretta a regolare Ve sue sezioni sul modello del maggiore in»
ftuente. Godesti mezzi sona fra gli altri ^ L II molto maggiore aca*
vamento del fondo a tenore del maggior corpo d'acque ivi unite ; 17»
La sempre minor proporzione delle resistènze del fondo , e delle ri-
pe per rapporto a sempre maggiori accrescimenti delle acqae, e per
conseguenza la lora velocità sempre più vigorosa , e rapida-; UL S
^indi tutte le parti del fiume poste sono in uniforme movimento ,
massimamente le pia vicine aUe riva , ove se ne travano cK quelle ,
ohe siano pia inerti y e- non operanti al discarico- delle acque , IV«.
Anzi la sola maggior copia delle acque unite acquistando maggior e^
Sergia per rimuovere, a vincere gP impedimenti , fhe ingombrano
1* alveo del recipiente , ne facilita per tal* modo il corso y ^ lo acari-^
eo, ohe non rendesi apesse volte* necessario a l'alzamento della au«
perficie , a I" allargamento delle ripe r ^tnd' anche tì concorrano
nuovi influenti*
GonfisHiamo però- il^ rera ^ ohe >. sa l' errore aotorfli» UU capacità
N
/
4*7
éi VàtMfo foste yeranente innocente» «e foste errer d'kiteUetfo ^
non di volontà , inganno di falsa masiima^ non pretasto di ostinata
Contradizione 9 yorremmo pur essere indulgenti a ([uesti più leali: op«
positori 9 ed accordar loro un qualche allargamento del Prìfliaro do-
' Te ad essi paresse deverai fare con V opera de' lavoratori • Codesta
«pesa sarebbe ben^^i inutile al fine di renderlo più capace di quello»
cV è in oggi , de^ mentovati influenti • Ma sarebbe atilissiina al fine
di torc^ UH ingombro daUa loro fantasia • Certi errori popolari ti vin*
cono » parte cedendo , e parte contrastando • Purché si ottenesse sen*
ca contrasto la salute delle provincie , si potrebbe rinunziare a quel*
k inflessibilità di ragioni , cbci ci tengono forti neir asserire ia ca«
paoità di Primaro nello stato , in cui trovasi di presente^ Ma una ta-
le accondiscendenza ■, oltre il getto del danaro» a nulla giovecebbe «•
Disarmauti cbe fossero eglino di questo pretesto ^ quanti altri me ver*
xebbero producendo senza fine? Già si sa, ohe da essi si è fissato im-
mobilmente il punto , che non si vuole né Reno, né -Savena , né I*
dice in Primaro, e nella stessa nostra visita ce ne siamo pur troppo
chiariti « Si ritorni ridice in Marmorta, dicono essi, si ricorra a
qualche linea superiore per il Reno , e per la Savena ; segaaiie poa
altrove ciò , che si voglia ; ma si abbandoni per sempre il Primaro «
Che guesti siano i pratici loro aentimeuti , non se ne può dubi-
tare ragionevolmente^ Imperocché quanto alla sognata ix»«<ip&ottk del
Primaro , sanno eglino di già benissimo , e non hanno bisogno d* es*
aeroe avvertiti , che a proporzione de* nuovi influenti, che t'intro-
durranno, il Po di Primaro farà ottimamente P officio suo, di render*
il caoace del concorso di tutte queste acque « Sanno, che quando ne»
eli ultimi tempi furono condotti ad isboccare nel Primaro i due gran
numi Saoterno , e Senio , non s* inquietarono perciò gli Architetti
4' allora , aflìne di accrqy cere precedentemente le larghezze dell' aU
yeo suo , ma .lasciarono a^ due influenti , che se lo adattassero a mo*
do loro o con profondamento , o con allargamento , o con T uno 6
r altro insieme. Sanno <ohe faranno lo stesso il Reno, Savena, ed
Idice nel Po di Primaro. Ciò nulla ostante non vogliono più Reno
fra' piedi , e giacché/tempo fa lo hanno tenuto lontano col celebre»
e sempre dureVole interim , lo vogliono ora lontanìssnno ; e quindi o
ai danno ad intendere , o danno a credere altrui , che U Primaro non
ju' é capace •
Ma é tempo ormai , che si scuopra col fatto V inganno vero • Noi
abbiam ragionato fin qui con le sole ragioni, e teorie, se il Prima-
ro capace aia dell' immissione di Reno^ quasi che da gran tempb i|
Reno non siavi già entralo con tujtto il suo gran corpo d' acque , e
qnasi che debbasi ora deliberare d'introdurvelo la prima volta sen-
za pcfcedante sperimento « No ^ ohe noa ò cosi * U Primaro ha
•)
/
4»s
dunostrafo Col fiiMò d^ essera» t^amcbsimo e qmnda dalla viaifa de^
due ceiebri Gardiiiali del 1693.^ fino al ta^Ì4> di Pietro (ralta, il Re*
DO corr&Vft torbida per la Salarola in Po di Frìmaro^ e similmente
quando $i cacciò* torbido orila Zena , e per essa i» Prìmaro 9 oyo
giungeva torbido » e quasi inalveato totalmente y eome Io attesta lo
tteaso segretario Bartoli Ferrarese con qtxesto parete : il Rena, dopa
avere interrata ec. si pub dire , che entri inalveata dei tutta nel Pa
di Primaro z e come «ì fa paleso ancora dalla visita ds Monsig. Ma-
rabottioi seguita Terso la fine ^cir 1711. Questa èia via Battuta dal*
le piene del Reno ancbe ne' tempi pin prossimi » Xmperoccbò quan-
do nel 1731* accadde a Mirabelle la prima rotta di Reno , detta Bi«
aacca; dove s'incamminarono mai le sne acque, se non nell'alveo
di Primaro 9 sulla direzione della Via nuova y e det cava Aldrovandi ,
e sia del Gallo P E quando ruppe nuovamente it BCeno alla Botta de-
gli Annegati nell' anno 1 788 » le sue piene si rivolsero pe' medesimi
canati al Po di Primaro »
G^e pini Non è egli notissimo , cbe a' nostri di dopo la costm*
ziono del cavo Benedettino aonosi già inalveate nel Primaro le pie*
ne non solamente di Reno , ma di Savena , almeno prima dellaji sna
rotta , e dell' Idice ? 'QnaA argomento più convincente della capacità
di^ Primaro » che il fatto medesime del loro concorso. Imperocché due
miglia kffuiioa dt sotto il Traghetto al Morgone sboccano dal cavo
Benedettino net Po dì Primaro le piene delP Idiee, e della Savena >
la quale dopo la Rotta Balla ora entra nei Benedettine per V alveo
veocltio del finmicello delle Brngiate ^ e per lo medesiipo sbocco pre-^
senlemente Barelle entrato ne) Primaro aneora il Reno , se le snpe»
rieri rette nelb valle di Gandasolo non lo ave^yero divertito da quo-*
•te eorso destinatogli fin diAIa prima costruzione del cavo Benedetti-
no » Non pertanto in oggi il Reno entra in Primaro dalla valle di
Gandazolo per altra diversione superiore al Morgone ; onde ^ìl ati*
biamo un latto eertissimo ^ ehe la prima confluenza d'' acque ^ cbe
forma il Po di Primaro nasce dallo sbocco dell' Idice 9 di Savena » e
di Reno 9 i quali si uniscono al Morgone * I primi due dal cavo Be»
nedettino , ed il Reno dalle rotte di Gandazolo» In progresso poi il
Primaro riceve la eonflnenza d' altre acque di piccoli torrentelli , e
scoli , e viene notabilmente eecresciute dal Santerno 9 e dal Senio »
due torbidissimi , e grandiosi torrenti • DalP unione di tutti questi
nominati fiumii nasce , e si accresce il piccole Po di Primaro , per
d<»ve anticamente decorreva un ramo de) Po grande cR Lombardia •
Noi ci Siam veduti a«trerti a iare qtfesta breve deserisiono per di-
aiaganno di quelli 9 ohe nulla sanno ; perchè non si sono mai trovati
•ni posto . Questi dopo la nostra visita sono itati tratti in errore da
fttse dieerie •tudioBamente sparso in Roma > che il nostra progettf
era quello di unire la prima volta tatti qaesti' fiiMni , e torreott nai
solo alveo di Primal'o. Sappiano adunque » ch&> questi vi sono già u«
niti , già vi deoorrevano tanti anni prima della sosCra vìsita * Nò può
farsi altramente , senza un continuo miracolo j ohe vi vorrebbe in far
sì 9 che le acque non a' incamminassera dalle parti più alte alle pia
basse del fondo di Primaro , dal quale nessun matematico potrà di-
vertirle giammai. Se adufique. dall' unione di tanti fiumi non è se«
guito alcun disastro per io passato; che avremo a temere in avvent*
re? Il Primaro ^ n' è reso capacissipno , come ce ne siamo certifica-^
):i nella visita in oceasione di due pien^ contemporanee di Reno^^
d' Idice unite nel solo alveo di Primaro al Morgone. Al più ci rimar-
rà y che <fe noi si preficriva quel combne provvedimento j che suol
darsi a tutt'x fiumi del mondo sottoposti~^ al escresìt^eoa^e ^ cioè T or«
dinario riparo delle arginature, e della loro altezza proporzionale alla
qualità delle piene , e deir ampiezza delie golene , sulle quali tal-
volta il fiume possa spandersi impunemente r
I nostri oppositori dà questo fatto si trovano fertemente imbaraz^
zati ^ negar non lo possono arditamente ; cercano per6 sempre di na-
Bconderlo per essere coerenti alle loro prima dottrine y ed a quello
{grilla y e clamori j che alzarono già contro il cavo Benedettino * Di*
cono^ che il Reno non entra tutto» inalveato in Primaro » e che moK
to se ne consama , e si perde nelP espansioni dello toIH superiori
del Poggio , e di Malalbeirgo. Qui si nasconde una volgare equivoca-
zione* Egli è vero, che quando dopo una giunga Cecità, e dopo Pa*
•ciugamento delle pianure , o ^ian valli , si fa vedere dalla rotta Pan-^
fili nelP Ottobre la prima piena di Reno, questa consuma tra vìa
molta copia d* acque a riempirne la vasca deiraUagamento superiora
delle campagne. Ma tutto questo riempimento si spedisce in pocha
ore; e noi P abbiamo provato al Poggio L^pfibcrtini , dove una piena
di. Reno sopraggiunta alla note allagò prestamente tutto quel vasto
contorno dì paese j in guisa ohe alla mattina seguente fummo obbliga*
ti ad uscire dal palazzo in barca } ed appunto questa era la prima
piena dì Reno nelP Ottobre. ~ /
Fatta questa prima espansione d' acque » a riempimento di valli »
le seguenti frequentissime piene d' Ottobre j di Novembre 9 e di tnt-^
to V inverno non trovano più spazio da divagarsi 9 a la corrente tut*
a qualsisia altro fiume ne' suoi vasti spandimenti di molte miglia di
qua 9 a di là dalla sua viva corrente di mezzo, la quale si vede dà-
eorrere 9 come se fosse arginata dalla acqua laterali stagnàntt^. Accada
^pì ai Rena nostro ^ coma al TieinO) alP Adda ». ed a cpiabiiia difi/
430^ .
inme » cbe tboooM in aa hgo ; Se la pifima ^olCa ti entrane 9 ^«
•penderebbe tanto tempo a riempirlo » quanta è la aoa capacita . Ma
dopo il suo diempimantOt egli è veritiimo» che qaant' acqua vi a' in-
troduce V altrettanta a' eace dal Juo emiaaario » nò più » nò jneno ^ ed
al medesìkoo tempo..
JBoB Mnno ^queata verità quegli apeitiaaìmi liToccbieri del Pidmaro ,
jda noi più volte interrogati au questo punto, eglino* ci risposero ^
che la prima piena » che compariace alla rotta Panfìli dopo V estate «
e V autunno » vi spenderà fiik 4>|[e per arrivare in Pximaro » ed ansa
ti giunge assai chiarificata per la prima volta , in cui ha dovuto
consumar molto tem|K> nel riempimento delle valli , e nelle colmate •
Ha que' medesimi ci xaccontavano» che le seguenti ^piene dalla rot*
ta Panfili si fanno vedere assai tosto al Morgone di^ Primaro^ « ti
fanno vedere torbide^ oome bea ie vedemmo, in Prìmaro medesimo
in occasione d'altre piene di Reno aoa accompagnate dalla piena
deiridice. Conviene adunque disingannarsi, e persuadersi una verità^
che le prime espansioni di .Reno pochissimo giovalo a scemare la
portata .delle «sue acque al Po di Primaro » JDhe nelle susseguenti iai-
mediate piene quaor acqua esce di Reno dalla rotta Panfili , tanta
n'rcntra nel Po di Primaro al Morgone , come se vi decorresse inéa»-
aata fra sponde .stabili • Adunque T unione di Reno 9 e degli altri no*
niuaii £u4m nel Primaro .ò già fatta; né ora si cerca di farla di
nuovo 9 perchè .ò già immobilmente alabilita dalle ieg^i della natura
delle acque correnti » che vanno *dair alto al basso «
Questa verità, la quale non è una teoria^ non una specniaztane «
ma un fatto cectissimo^ quanto «esca odiosa agli oppositori , ai pu^
argomentare dalle diverse , e studiate ritirate , alle quali ricorrono
per isfuggire il colpo, ^e batte a terra ogni loro pretesto^ Dicono,
che eziandio dopo il riempimento delle valli del Poggio , di Malal-
^ergo, di Candazolo^ &tto dalla prima piena di Reno, oome si à
detto,, le susseguenti sue piène , ^ogniqual volta sopraggiungono , vi
tanno un notabile alzamento d' acqua ia queste lagune ^ le quali ao*
quistaoo maggior espansione. Ciò che dimostra quanto consumo d^ao-
qne facciano le piiene tutte :tra via., prima di arrivare al Primaro.; e
quindi pensano di poter dedurre non esser vero, che io stessissimo
corpo d acque ^ ^he sbocca dalla rotta Panfili in qgni piena ^ entri
in Primaro al Morgone.
Si risponde ^ser verissimo^ e notissimo a tutti £^li abitatori di queU
le infelici pianure , che al primo sboccar della piena di Reno dalla
Mtta Panfili , si fa ogni volta un notabile alzamento , e spandimene
^^ ^'f^^® in quelle più basse pianure. Ma ai rifletta ancora cho
Igueat' effetto iu ogni piena, più, o meno fra poche ore ha il auo
termine^ plbre il jquak ia piena noa opera più alcun' alzameiUx) »
amr ostante c&e pronegna nrello stesso* gndo« di pienens %. deconvro
Cr più ^of ai verso il Pricnaro • K nor stessi nella, visita sequestrati
prima notte al poggio Lambertini da^ un'improvvisa pieoa^ la-qua-»^
le era k prima dell'autunno, e àfirò tre giorni continui , osserv^wn»^
no che 1» prima notte si dilatò* fino al labaro delta fossa del Gastellor
ohe fu il limite del suo^ alaamento^^ # poscia prosegui 'colla medetim^
copia dTaeque ne' giorni ^guen ti , senza cagionare ulteriore aIzaniento«<
Or m questo stato costante di alzamento- d' af que » durante la- pie»
sa 9 chi può dubitore y che tutta non entri in Primaro ,' sensa il. mi-^
BÌmo consumo 9 nel passaggio per ie valli? La dimontrazione è cbi^ris-
sima. Perchè V^e parte <klla piena si rimaneòse sempre per istrada,
egli è eyidente che V alzamento delle acque r ^ l' espansione ii farebf
]ie sempre mag^ore pe» tu^to- quel tempo , in cui dura la piena .di
Reno. Uiò che è contrario a- tutte le osservazioni» delle pieìie> le ^
quali hanno la durata di più giorni..
Per dichiararci: ancor meglio , torniamo all'esempla de' I&ghi , |\
quali: si fermano da' fiumi ^ eh' entro vi sboccane ^ e n' escono pe'
loro emissari. Se^'acai^on d'esempio*, il fiume Adda entra in pieit
sa nel lago. di Como,^ vi fa toste- uu alzamento* d'acqiie in tntta^ la
vastissima sua superficie di molte nugUar quadrate . Or finattantochè
la piena- dell' Adda v^ opecando- 1' eftetto dell' alzamento , noa totte
esce dall' emissario 4el lago , ed una buona parte se ne resta addie*
tre . Ma condotto l' alzamento del lago a qufcl limite , eh' ò proporr
sionale alia qualitj^ della piena, e- fiitto permanente il liv«eUo del la*
lag<
stesso dee dirsi , e con ]hù. ragione , di queste piccole lagune , ed e»
spansioni del Poggio , e di- Malalbergo per rapporto alle piene di Re-
ito-» ed a quel limitato alzamento^,, che vi operano sul loro princi-
pio, ma non nel progresso, quando l'espansione è giuntar al -scio, tes*
mine, ^lora ò, che di tutta la piena di Renc^ entrata dalla rotta
Panfili niente se ne perde nelle valli , e tutta intera passa a scari*
carsi dalle stesse la^ne nell' emissario del Reno al Morgone- .
Se dunque le piene* di Reno senza- diminuzione , ma solamente
con qualche ritardo di poche ore , entrano già in Pnmaro ; a che
giova il cercare adesso , se il Pirimaro ne sia capace ?' Il problema si
risolve dal fatto , e molto pia, quaAdo le contemporanee piene del-^
ridice, del Senio, e del Santerno ben dimostrano, che in«. Primaro
r unione di tutt' i fiumi non ò più- un? ideale progetto da eseguirsi ,
ma un fiitto da non potersi più dissimulare , un- iatf^^he disarma le
dicerìe di que' tanti pericoli di sommersione ml^iacciati al Pòlesiae
de qii,esta aaienev
• »
4«B •
B pare ^^ il crederebbe? La pertinacVi dell' tmptgoo è giunU a
tale di scrivere poeeie per oecmltare il fatte « Una tra le altre è quel-
la ^ )a quale, ee non fbaee «tat» regiaftata, <Mae eote veM^ e degna
di atampa aa aionne serittQre » earebbe da aai rigettata col eolo di-
eprezzo « e ailenzìo • Nelle prime iDfonna2ÌoiM> ohe da aleiani oi ven-
Bero -date in Berna prima della Vìuta , ci ai raeoootava ^ che il Reno
non entrava pa col corpo delle aae piene in. . Priflaaro , ma soltanto
a stilla a stilla e come per lambicco dallo aoolo , e traapirazkme as-
aai lenta^^elie terre anperiorì f le quali ai v'ogliono chiamare valli ,
e ci 81 dava ad intendere i che rcosì venÌTa poi il Reno ballo , e
chiarificato in Primaro • Godeste poetiche ìmmalginaziom non ai apar*
^no pòi a .caio, ma con 'aottilisaimo artifi^, perchè ai ▼orrel>be oc-
oultare, .o almeno contraflàre nn fatto cert» dell' ioalreazìefle pre-
aente., quantunque- imperfetta^ di Beno nel Primaro^ e della sua ca-
pacitai j iA^mw%i ciò darebbe &nalmente la apiata agi' indiffetenti a
Toler preferire la li«ea di Primaro a qualunque altra • Difaai adun-
que ^ che r ingressi» di Rene io Primaro al Morgana ^^ non è altro »
•he una «pecie di lambicco ; che ivi non è pia ileno » ma na goccio^
latoio di Reno . Ma noi in tempo della nostra visita ^ quando in f*
sa piena di Beno per il cavo Benedettino entrammo nella valla di
Gandazelo, portati sempre dalla corrente. medesima fino al MorgonCf
ei rìsamo allora di simili fingimenti , e ai diceva per ischerzo 9 cba
Sui certamente il Reno non ci portava cosi rapidamente dalla valle
i Gandazolo nel Primaro in barca per via di ìambScca, o di g^e^
eiolatoloi e che queste .eraiio fantasie per divertire le menti da wx,
fatto 9 che non si voleva confessare per vero ^ Abbiam voluto ^aeens**
dere a queste minutezze » che parrebbono da tacerù • Ma neUa visii*
ta abbiamo ndito de^ grandi errori ne' frtti^ ed id)biamo impanca
dalla sperienza , che negli afiari popolari bisogna fare più conto di
amentire eerie volgari dicerie ^ che di far uso ià dottrina pift pel-
legrine «
X
ARTICOLO SECONDO.
Mtaau deU* false regoUi idrostatiche degli oppositori, contrapposte
alte vere del Guglielmini, e di tutti gli scrittori.
SOMMARIO.
ParàUllo delle Massime del Guglielmini diametralmente contrarie
a quelle de^ moderni oppositori intomo alV inalveazione di Meno per
la linea del Primaro • Espansioni del Primaro , e suo disarginamento
a destra, cagione d'altezza maggiore alle sue piene secondo il Gu^
gUelmlni « Descrizione geografica del paese inondato • Ricorso inutile
alle acque chiarificate per impedire le deposizioni . Unione di tutt' i
fiumi in Primaro proposta dal Guglielmini • Sperimento recente del»
l' immissione del Lamone in Primaro , e progetto di riunirvelo stàbile
mente • Parere del Guglielmini già eseguito felicemente in massima
parte f e soltanto da perfezionarsi • Primaro navigabile in tutto l'hanno •
/
\
Ir rima d'iooltrarct a sciogliere il resto delle difficoltà, le quali
9ono8Ì altre volte mosse » che si faranno sempre rinascere le mede-
sime contro la linea di Primaro , sarà b^n fatto ^ che si richiamino
air esame le massime tutte , sulle quali s' appoggiano i nostri oppo-
sitori 9 per conoscere , «e almeno camminino sulla buona strada de'
veri prìncipj d' idrostatica . La maniera più spedita di questo esame
sarà quella di contrapporre semplicemente le massime loro a quello
del celebre Guglielmini , U quale appunto per via di sperimento pro-
gettò già questa medesima inalveazione di Keno nel Primaro con tut- , <^
ti gli altri noti influenti • La sola difformità , che troveremo dello
loro massimo da quelle di si gran maestro, senza divagarci in altro
prove 9 sarà un manifesto carattere della loro falsità • Imperocché
qui non n tratta d^nn paralello, che da noi s'introduca con uno
tonttore o dozzinale , o prezzolato a scrivere tutto quello , che vo-
gliano , e gli comandino i suoi padroni ; no ; si tratta del primo mae^
atro della scienza dello acque » e d' un Guglielmini , le dimeni rispo*
sto dal mondo letterato si prendono per altrettanti oracoli • Si tratta
d* uno » il quale non avrebbe azzardato V altissima sua riputazione
acquistatasi nelle famoso suo opere » col volerla poi ora sagriBcaré
ali arbitrio d* una fazi<mé particolare , in occasiono del suo Voto , di
oui egli venne riohiesto V ansio 1 709* Ma non perdiam tempo ; il
Gogliolmioi comincia cosi. ^
!#' altro progetto da mettersi sul tappeto a titolo di esperimento
s' appoggia a prineipj medesimi del rimedio reale , ed è d' inalveare
55
'
434
tata fiumi dal Reno at Lamone- dentro Vahea^ det Po di Primaro :.
Siccoine la riunioner del Reno col Po grande dal Cuglielmiai tanto-
OODSÌgliata» e promossa,, si era sempre gìodicata i2 vero^ principio def
rimedia reale^ eomanq^ae noa eiegaita^ pec contcasto- de: coniìnanti ;
cosi egli qui dice potersi per ▼!& di sperimento^ tentare> se- alia fata-
le separazione deLPo grande- potesse surrogare: con eqnWal'ente effèt-
to nn'altrai nuota, niuonr di tutt^l finml in^ Frimaro , i (joall fórmas--
iero nn- corpo* dTacqjae'» se non ogoafe- al Pò ^ capace- almenoi^ di spia-
£ere il Reno al mare • Il grancTnomo» chTegll era , non^ sapeva filoso-
fare' altrimenti cfie* dietra la scorta. deUranlwrsale- indizione- di tut-
t^i fiumi 9 i quali se nel loro pregresso Tengono* arricchiti di tmori
aoccorsl d^'acque tributarie, con* questo» solo^ me^zo* si conseryano* le
profondità,. il movimento y. e lo scarico* pronto delle loro piène. So:
questa osservazione il Guglielininl tornai a. ripetere- la» sua^ costanto:
proposizione , e soggtugne •.
Se- alcuna: delle linee altre- volte proposte' e riuscibilè-^^ certo e quet^
la del Primaro ; ma nel soTo sistema, che dentro quesi^ alveo* con^
finiscano tutti i fiìwd j ed altre* acque di sopra accennate. Premette*
egli pòi la massima regolatrice* di tutto il suo progetto. Si haperprin^
eipiO' indribitato , die*' egli, convalidato' dall* esperiènza màesira^ delle
eose, che V unione dell!' acque* correnti tiene ,, e fa gli alvei profondi ^,
e gli rende meno bisognosi di caduti^ per portare le acque al mere .
Sicché y. secondo V irrefiragabilc principio' del Gaglìefmioi ,, tutto quel*
]^ che- può coocorreref alla: diminuzione' del corpo* delle- acqae nel
oorsO' dun fiume- torbido, o perchè* esso* sia* disarginato, e spanda le
acque, o- perchè frequentemente- le sue rive- tagliate- siano^ da canali ».
e bocche- di diversione , ed' anche perchè sMropedisc» studiosamente
il concorso d' altri fiumi tributari , tutto ciò sarà sempre una cagio—
Ite potentissima del sua riempimento ,. o sia^ alzamento^ di foado ••
Godeste sono le- massime deF Guglielininl,. o ,, per vere dire, le*
massime del senso* comune. Vediam ora: le- oppostissime pratiche deT
aignori regolatori , giudici, ed offiziali< tutti* del Primaro^r deaùnatt e
mantenerlo scavato, e profóndo,, sicché* non sì riempia^ drinterrimen- '
ti, non^ alzi il fondo, e per conseguenza il pelo dèlie massime* pieno
con. perìcolo di traboccamento sopra^ i bassissimi,- ed: irregolari argini
alla* sinistra' del Polesine. Per conseguire eglino questo rìlèvaUtissiilio
fine fanno tutto al rovescio con una- cotal loro- novissìioia idìrostatì-
oa .. Vogliano disacginato il Primaro- alla déstm per 20V e pià^rikiglia ,
e cooi ciò' lo impoveriscono inoradibiltaiente con P'espansioni ;: ed i-*
noi tre per le prime 9.. miglia vi aprono sulla»' riva de gran* tagli, e
bocche per farne copiosissime diversioni d* acque .. Moi> coir^ isCli«
pore abbiamo^ osservato nella* visita codeste grandiose* rotte manofat-
te , profonde , e larghe di molti piedi » e che anco oellc stati» d' ac^^-
■* ■ -^"" — ^
:485
Ibasse del Primaro » a 'gmsfflr di ^anSi 'Canali^'dWertivaiio fgran
«del fiume y a danno ^ella 'Romagna bassa, del Ravegnano, del Ferra-
rese, e Bolognese^ Gbi iivesse ,per £ne di riempire, e distruggere
l'aWeo di Pritaaro , non Bàjprébhe -porre in opera mezzi |)iù efficaci ,
con la rovina -delle })rov4ncie vicine. Riferiremo gui in lireve la tra»
gica serie de' -mali ^presentì^ La sola inondazione -causata da ques^
tagli 9 e dalla ti va tlestra disarginata fra lo sbocco del cavo Benedet-
tino 9 e quello 'del Zaniolo rsarà in lungliezza «di -poco .meno Ai io«
miglia JBolqgnesì^ e ^ino ^Ua «distanza ^i «6, miglia dal Primaró me-
desimo.
Fra il 'Zaniòlo^ ed il Goreccluo e giunta ^ distendersi IVinondazìo*
ne alla distanza parimente di 6 miglia dal Prìmaro-
Dal Zaniolo sino al Santemo, ed al canale della Vela P espansione
della riva disargma^ta ^è àrri^vata alla distanza -di quasi 7. 4niglia ^ ^ioè
.a Fusigoano , *ed -alla via detta del -Passetto . ,
Dàl;^anale della Vela -sino al -Senio le suddette >espansioni nom
s'inoltrano npiù d^un miglio, e mezzo, perchè fermate 4ono dair'arr
^ine circondario della Badia di Porto^
Lo svagamento poi del Primaro fuori delle sue sponde non -ar^*
mte cagiona un altro ]gravissimo male 9 qual ò di tenere in ^ollo, e
far rigurgitare tutti i condotti ^egli acoli, e de^ ipiccoli torrenti Gen-
tonara , e 'Quaderna, ^a'^uali rimamgono inondati Tastissitni paesi^
Oltre il territorio Bolognese {guasto dalle 'espansioni del Primaro,
a destra, quello di Ravenna dal suo ^confine andando ingiù £no allo
abocco del fosso Teccblo immediatamente soggiace alle inondazioni
•della riva dnarginata , ^ de' suoi tagli, e diversioni manofatte « Le
inondazioni >di Filo, ^i liongastrino, di Buonacquisto, e di tante al-
tro terre appartenenti al territorio di Ravenna , ^d alla mensa Arci-
vescovile , sono to^tte conseguenze «dell' ingiusta <dÌ8alveazione «a de^
«tra del Pritù^aró* . -
] Ubi ;vole6sé sa d^una carta ]geogralEca t^alcolare P immenso danno
'cagionato da «questa durissima legge di non arginare a destra il Po
^di Primaro dal Mprgone fina al Senio , troverà", che il paese ^anneg-
j;iato e ^i molto muggior vastità di quello del Polesine di 8. 'Gior-
gio, .e;:di xiguale fertilità, e di molto maggior felicità :dì scolo per
^rappprto ,ajla jx^à alta .sua situaz^oii^ risnetto al pelo basso del Primaro^
.^e^z^^^^L.peip.^^ll^rrniassif^ JNiente meno; anzi, secondo le
,T^e |nj«ym€^|clèl^G#g)iieimJn\, le solleyeranne sempre più, fino^ja so-
Sjearcliinre; que* I^ssi ^Tginelli,^e^ PpUsinè, de' quali si^paiìerà.ip se*
4ffitq* Imi^rMct^è ^gli è. PiMaVcvid^nte > cHe qualsisia ispansionè di
4J«
fittine f e molto j>ia qaalaaqua rotta , e diTertione manofiitti rtttfda
iminediatainente la Telocità del f ussegaeate corso del fittine , e -però
quivi testtòno maggiori le deposizioni di qaelle materie » le qaau e-
rane prima sostenate dalle acque » e ricadono al fondo 9 e ti ùnna
quel riempimento tanto fatale a' fiumi , ohe 8olle?a le pien^ poi a
maffsiori altezze , e le fa traboccare dalle ar^natare • Ed in fiitti la
contessano eziandio i medesimi patrocinatori del Polesine , i quali ne'
loro scritti affermano , ohe le piene di Prìmaro ri fanno ogni anno
pio alte • Questa volta daremo fóde a' loro detti , perchè accoppiati
▼anno con la ragione. Si, le piene del Primaro si faranno aempre
più afte 9 ma non per colpa del Primaro » ma de* loro direttori ^ i
quali ciecamente lo vogliono dìsarginato , e divertito in tanti candti .
Qnal uomo dì buon aenso , se ri trovasse sulla riva di Prìmaro in 00-
casioBO di piena , non predirebbe il suo vicino riempimento P Impe-
rocché quale e quanta si vede quivi la tardità del movimento 4$11^
acque torbide nella piena • Quanto interrimento dee farsi ogni volta
nel suo fondo ; laddove , se corressero incassate fra stabili arginiture
dalP una e dair altra riva » si ripiglierebbe la velocità quivi perduta
ira tant' espanrioni » e dove si scaverebbe sempre più il fondo » devo
se Io manterrebbe costantemente nella dovnta sua profondità , corno
dimostreremo essere avvenuto nel restante alveo di Primaro , dove il
fiume , quantunque impoverito di tante acque superiormente » puro,
correndo ivi unito fra rive più alte , ri è scsvato il suo fondo dove
due piedi , e dove tre •
Rtpiglieranno i patrocinatori del Polesine , che ben conoscono U
conseenenza dell* interrimento del Prìmaro » dove cammina disargina*
to a aefftra • Ma giusto per questa stessi ragione con tanto calore in*
ristono I che dal Primaro si escludano tutte le acque torbide , e si
ammettano le sole chiare $ 0 almeno chiarificate, delle quali non p^ò
temersi un tal pregiudizio. ÀI che rispondiamo assai ingenuamente ,
che a Voler privilegiare il Primaro in questa stranissima prerogadva
di non ammettere nel suo alveo , che le sole acqne clnarìncate, con*
verrebbe seriamente pensare a qualche lambicco universale « dal qoi^
le jtoi venissero ben purgate le acque tutte in Primaro. Nesapreb-
besi altrimenti ridurre ad effetto un tal progetto, che nell'atroce
maniera , che già si pratica sul Bolognese , doè rinserrando in ni»
trettaifti Isghi ciascun fiume , che decorra per il Bolognese , per U
Ferrarese , per V Argentano , per il Ha vegnano , per la Romagiui bn*
•a , e cambiando tutte queste provincie in nnove Bidnie , non si par»
mettesse poi , che le loro acque entrassero nel Primaro , se lum do»
pò molti giorni della piena , e del loro sedimento • Or dii ha mai
sognato pazrie ootaoto ridicole ? E pure qaal altro ^ediento pu^
immaginarsi per soddisfi^e al genio di ^«Utf i ^pudi fwocobboro fAi»
Ah
il foado di Prìmaro i come cosa sacra , non potesse profanarsi dal pie
fangoso de' torrenti, perchè ùon seguane T interrimento » che si mi-
naccia dal suo disalveamento ? Parliami chiaro finalmente • Tutti i
torreòti per necessità di natura discendono dall' alto al basso ne' fitta-
mi, e tutti vi portano le loro materie . A far si , che queste mate-
rie non riempiano ìL fondo del recipiente , non s'è trovata finora al
mondo altra invenzione 9 altro progetto , che quello di mantenere u-
nito tntto il corpo d' acque torbide degl' influenti fra le rive 9 e le
ene arginature 9 ed inoltre di accrescere quel pia che si può, il cor-
po d'acque con la derivazione d'altri influenti. Con quest'arte si
mantiene sempre viva, e si accresce la velocità, e per conseguenza
la forza delle acque correnti nel trasporto delle materie } ed a que-
at' arte sola ricorre il Guglielmini , ote va proseguendo la esposizio*
ne del suo piano con queste parole •
Primieramente dwrdfbe rimettersi il Lamone nel Po di Primato
per la stessa via del secolo scorso > e dopo introdotto ^ osservare se U
fondo si abbassasse, e quanto, e similmemte si diminuisse la mag^
gior altezza deW acqua. Tutto ciò dovrebbe succedere in vigore del*
tf accennato principio , e con la norma delle osservazioni fatte nel
tempo , che il Lamone fu divertito dal Po • Due effetti tra loro coo-^
nessi rileva qui il Guglielmini dover succedere per la nuova immis-
sione del Lamone in virtù di queir indubitato , ed universale princi-
pio , eh' egli aveva premesso • Abbassamento di fondo , e minore al*
tezza delle piene in Primaro • Del primo effetto n' è conseguenza il
secondo • 81 paragoni adunque , die' egli , la profondità del fondo di
Prìmaro prima dell' immissione del Lamone con quella del medesi-
mo alveo accresciuto da questo nuovo influente*, e si deciderà il
quanto siasi abbassato , e quanto scemar debbano d' altezza le nuove
Jiene del Primaro • Imperocché il fondo de' fiumi non dee dirsi sta-
ilito, se non dopo l'unione di tntt^i suoi influenti ^ che ne atabi-
Csoono il Corpo.
Queste sono le vere massime del Gugtielnuni , e di tutti gì' Idro-
statici 9 che ragionano su' fiitti della natura , non an' pregiudìzi . o
dei partito, o delP educazione /Si, egli ò verissimo, che introdotto
il Lamone , fiume d'una grandissima portata d'ac^ae , e forse il mag-
giore dopo il Reno , egli è verissimo » che le piene di Primaro sa-
imnno di minore altezza. Crescerà il corpo d'acane, e ai abbasae-
ranoc le piene . In fatti la buona fortuna ce ne ha nato un Qnovo spe-
rimento in questa visita . Il Lamone sin dall' anno passato poco sonni
3. Alberto aveva fatu nna di quelle tante rotte , die tfnol fare ire-
^entemente ; onde il fiume avea ripigliato V antico , a Brevi|Mimo
•anale 9 dal quale entra in Primaro , e vi era ito per nndiei interi
■Mi I priflui Che <A dundcMo nltìmanente Ifi vetta • IH» il iìébdi
4^8
fermati per molte ^re a S. Alberto a contiderartia lo ^sbocco » « Fath
•damento del vecohio suo cavo • CU abitatori del luogo ^ci assicurava-
so 9 che il LamoDc è .torbidissimo » -guanto Jverun altro torrente della
Romagna, o del Bolognese. l*7on j>ertanto il fondo di Primaro dopo
V immissione del Xamone -non <:he iutertirsi^ ^' è trovato K^ogli speri-
menti, che riferiremo^ scavato di ^ue, ^d anche di ire , piedi più
di quello , che fu .trovato nella visita Conti . Tanto è -saldo il prin-
cipio del Cuglielmini, .onde egli s^^ra jnosso a j[»rogettarne la Jiaova
immissione . '
Che oppostissime siano le ^massime ^^è* contradittorl 4id «approTare
la riunione derLamone .col Primaro » si può far palese «con :un solo
esempio . Trattavasi in questi anni se ^U ^ooli di .Zena , e di ìFiumi-
cello dalle pianure -di .Dugliolo ^ e -delle "Brugiate potessero incammi*
narsi per ,una 'botte ^otto i' Idice nel Primaro . Xa proposizione rcra
delle jpiù semplici^ ed «sitate in Antimi ^aesì^, 4oveai vuole jflar j)as«
ao alle ac^uè ;piovane , anclie a traverso /de* £uml.^ i «quali ^Violta
ne chiudono la via • Ma che? Quanti ai sollevarono tosto contro au
tale innocentissimo partito! Con quante scritture fu combattuto! Si
esagerò, che ne verrebbe pregiudicato il Primaro con la giunta di
queste nuove acque, e con la loro torbidezza 1 E pnre trattatasi di
condurre in Primaro un semplice ^colo d'jicque chiare «Che sarebbe
Soi avvenuto , se prima della rotta del Lamone .si fosse a .qué^ me-*
esifni proposto il pensieri) d'intr/idurvelo «poataceaniente .almeno
pfer un almo «ole per iarne Jo f perimento? .Quanti ricorsi atrebbero
assediata questa .Sagra Conne^àzione /delle acque ? Con quante .grida
ai sarebbe rappresentato 1 interrimento del Primaro ^ V alzamento
delle piene , il pericolo del Polesine? Ma il .Lamone prevenendo tan-
ti clamori , .e aenz' aspettare il consenso ^el ^uo tribunale , 'C quello
del Polesine , la mostrato .col fatto quanto vane 'siano certe ^opinioai^
le quali gassano in^tradizloue ne' po|toli^ ^la* quali Me wìKj né Terso
può ritrovarsi per isradicafle -
;Ànjsi , ;giacchè il discorso /cì lia portati -a -questo ^asso ^ tiol per
compassione e. ili Ravenna^ e della Romagna siamo in debito di con-
iigliare la .Sagra Congregazione delle acque a voler -oorreggere^ il pas-
sato errore^ wcd a rimettere {>er sempre il Xiamofùe nel ^suo antico al-
veo di Primaro « ImperoQohò la restituzione 4lel Lamone al Primaro »
oltre V abil^a^lo ad un maggiore soavamopto^ iibererebbe daÙe ^antb
rotte, ^ inondazioni quelle .due. infelici provinole^ La ngvpfiè ai
tocca con mano; "per divertire il L^amone ^alla sua via brevissima del
Primaro, e condurlo solitario al mare^ ^egli «dovette atlku^Vi^ per
molte midia il corso. 'CpdejSto prolungamento di linea al èuo,acaricp
in mare tu cagióne, che mancasse 4i -caduta, e iibe 11 fiume Ifosae
coatretto^a.faratlajaujperiorm^ate con od mpstcuoso al«am,eato/ai foudo
439'
«vpra il Hrallb délli^ campagne* adiacentr ^ Qbindi non correDdb pia
iDoassatO' sotterra 9. come per T avanti > ma sostenuto- dalla sole ar--
ginatare r appena può- spiegarsi con^ c^uante^ rotte inondi le belle
^^ampsaffe: di quelle provincie, e le- diserti •- Gottignola^ ìL sa y ed il
sanno tante altre terre^perle quali? decorre. 0> se al Lamone si a-
prissé' di nuovo la- via' cortissinia^ allo- sbocco Jn- PrimarOr che tenne
tattili V anno passato>. sr Spianerebbe il suo* fbndo^ nelle* partr supe-
riori^ più lontane^» e darebbesr la^ pace a tanti paesi »^ Possibile y che
ad mif errore- commesso da' Feriti di quel> tempo- non siavi- piùr luo-^-
ga a^ correzioni ?r Possibile y che- lo- stesso inganno^ sposato^ per massi-
ma^ dii-' posteriori- diventi una» legger indeclinabile P Ma ritorniamo ài
GugQelmini 9' il quale prosieguo il suo» celebro voto cosiv
Osservatty il buono- effetto^ si dovrebbe procedere all' inalveaxioner
degli altri' fiumi a parte- o" parte' y cioè prima: deV Sènio' y poscia del
Santerno j ed acque* intermedie^ Baon^ pernol, che- si e già fatto
Sili per necessità^ quel che- non* sarebbesi mai ottenuto* dàlla^ pregiu*
icatat opinione • I due* fiumi sboccano^ ora- nel Primaro* con^ tanta fe^
licita y che ir suo alveo si vede- qui e- grandbme^e dilatata^, e prò*
frndamente scavato*. Consiglia poi 2^ inalveazione^ de* fiumi di Mar^-
morta > ed in- fine di S'avena,- e di Reno\ E qui comiDciano* i guaì ,
e le con tradizioni. I fiumi di Marmorta sono ridice 9 la Savena , la
Quaderna^, là^ Gentonara^r il Sillaro > ed* altri^ minori». Quante all' I-
dice 9 lo vogliono' ora- ricondotto* ìtt Marmorta-,. di$ dove pochi anni
fono- fu* divertito^ nel PrimarO' per il cavo Benedettino • E^ perchè P
Perchè* oon^ le* sue^ torbide » dicono' essi'r riempirà tutto 1' alveo di
Frimaro'- QneìUo è- il fantoccio- fallacissimoy che si sono eglino messi
in* capo*. Il suo efiettOy. dicono^ essere- il riempimento y che il Gtìgliel-
mini dice- essere lo^ scavamento ; e* che V Idice* abbia- già operato que-
•tO' efietto im quella parte y ove il PrìmarO' decorre incassato? colle sue
aDque> le dimostreremo quv appresso •- Intanto può^ vaFere qui la mas-
simat certa* del' Gùglielmini , che a fare- lo- scavamento* del fondo ,.
molto* più di forza* con&risce P accrescimento^ d^un piò gran cor{>0'
unito d^ acque y di quelle che pregiudicar possane le parti terree
framisohiate coli' Idice •-
E pure non* terminano mai di assordare Te* orecchre di tutti con le
SDKte voci , che si ritorni V Jdice in Marmorta » altrimenti V Idice
interrirà il^ Primaro. Al che rispondiamcr, che interrirà* il Primaro»
dove si vuole disalveato y disarginatov e diviso- in tante diramazioni .
Interviirà! il Primaro y dove- con^ tante espansioni perde la sua- veloci-
tà. Intt^rrirài il Primaro,* perchè si vorrà ». che interri , e non» per
colpa dell' Idice , ma> per' colpa di chi a si dunt legge lo he assogget-
tato. Del reste a chi mal verrebbe ìe mente di ricondurre P Idice
in Marmorta 9 se non cou una prevarioazionemanifestad''ogm buona
44o
maNinia Mfieènenfe il rególtmenfd de* fiami , e de' torrenti? Ha
torrente non pnò inalyearti in uni la^na già tanto alzata di fondo »
senza cbé s' interrisca il suo %bocco » e oontinnamente se lo vada ai-
sando. Codesto oontinao alsamento dello sbocco trae in consegnen*
sa l'alzamento continuato per molte miglia deLfondo del torrente,
cosCretto poi a decorrere in aria» sostenuto dalle semplici arginato-*
re , le quali tra per corrosioni » e per percona delle piene si aprono
in molte parti » ed inondano le campagne • Queste erano le fa-
neste conseguenze sperimentate per il corso di un secolo da* popoli
infelici della Molinella » e di que' contomi , quando F Idice sboccaTa
in Marmorta • Ma obi oswebbd di rinnoyarle per servire ad na. toU
garissimo errore? /
Per ciò che s' attiene agli altri fiumi » che tuttavia vanno a con-
dursi in Marmorta » il GugUelmini vuole , che tutti tutti siano inal-
veati nel Primaro , affine di accrescervi quel più che si può , il mag**
l^or corpo d* acque unite » giusta la nota sua massima . Gli opposito*
ri vogliono condannati tutti que* fiumi in Marmorta con perpetuo
bando dal Primaro , e guai che se ne parli altrimenti ; perchè subito
s* armano 9 non con altre ragioni idrostatiche 9 che con quelle prese
da* soliti terrori delle valli di Gomacchio perdute, del Poletine inon-
dato • Il Gaglielmini conchiude finalmente cosi •
E se ripetendo ad ogni nuova inalveazione le osservazioni suddet^
te f V esperimento fosse sempre favorevole a quelle , che restassero da
farsi ; sicché ^ o il piano di campagna con V aiuto d* argini di mo^
derata altezza si mostrasse atto a patire , e mantenere le inalveaziqm
ni tutte j ed a lasciar fondi di fiume , che potessero con V aiuto del^
le chiaviche ricevere quelle delle i?alli , e degli .scoli ^ si potrebbero
poi condurre questi a* termini piìi propri , ed adattati al, benefizio de*
territori. E ciò accadendo si sarebbe fatto un rimedio reale, e correi^
io in qualche parte V errore commesso in separare le acque de* no^
stri fiumi da quelle del Po •
Ed ecco 9 che le conseguenze prevedute dal Gu^lielmini sono sta-
te veridiche . Lo sperimento delle nuove inalveazioni del Senio , e
del Santerno , dell' Idìoe , e del Reno in Primaro è già stato favore^
vole a quelle j che restano da farsi del Lamone , del Pillare 9 della
Gentonara , della , Quaderna « Il Primaro s* è scavato di fondo , s* è
dilatato nelle sezioni , s* è reso viepiù capace dell' unione di tutti
questi fiumi • Il piano della campagna con 1* aiuto d* argini di mode"
rata altezza si mostra già atto a mantenere le ittalveazioni tutte.
Basta che la deatra riva del Primaro munita sia d* un argine conti-
nuato parimente di moderata altezza . Gli scoli tutti vanno felice-
mente a decorrere in Primaro » come dimostreremo nellaf tersa parte,
con il profilo di tutte le pendenze rìcaYAte dalle liyellazioni della
44t
visita Conti • In somma V esito di qaell? esperimenfo , cbe desideraya
il Gnglielmioi , già s^ è oonsegaito . Non altro rimane ae son ch« ai
riduea alla sua perfezione. Imperocché il Beno entra beniaaimo ora
in Prìmaro al Morgone , come voleva il OngUelmini : ma non ha mài
detto il Goglielmini, cbe si allagassero prima tutte le campagne Fer-
raresi 9 Argentane , Ravegnane , perchè non entrasse torbido in Pri-
maro • Nuova maniera di preservare dair interrimento il fondo do'
fiumi • Il paralello è finito • Quali siano le massime del Guglielmini ,
tutti le intendono. Quali «iaao quelle degli oppositori, non saprem-
mo indovinarlo « *
Per quanto concerne a quest'artìcolo, non altro rimane » se non
che da noi si soddisfaccia ad una firivola ai , ma popolare oppostrio-
ne da noi udita più volte farsi non da* Professori , ma da quelli ohe
possiedono grande autorità nel loro partito • È tanto ci può bastare
per fame gran caso; perchè alla perfine tutto ricade nello stesso o
sia che V esito delF affare dipenda dallo «cioglimento di solide diffi-
coltà , od anche di fiacchi rilievi ; giacché in tutti gli affiiri non la
cose , ma le apparenze delle cose , son poi quelle , che ci fanno la
guerra « Dicono adunque certuni, che quelle famose regole idro-
statiche proposte poco fa dal Gnglielmini , ed accettate per verissi-
me da tutti gli Scrittori non hanno luogo ne^ fiunu temporanei , o
ne' torrente com' è il Primaro . Che ne' fiumi perenni , e costanti ^t
è certissimo, che il concorso di più influenti nel loro alveo accelera
grandemente la velocità delle acque in tutte le parti, e ciò con pen»
densa molto minore , accresce forza al fiume per isca varai , diminui-
sce P altezza delle piene • Ma nel Primaro attesa V incostanza sua ,
non possono operarsi questi buoni cfiettì dell' unione di quelle ao-*
que , delle quali abbiamo parlato •
Ma primieramente chi ha detto a questi , che le medesime regole
idrostatiche non convengono a' torrenti ? Se ancor qui militano le
medésime cagioni , perchè non avranno luogo gli stessissimi effetti ?
Si , anche ne torrenti il maggior corpo d' acqua si adatta una caduta
minore ; anche ne' torrenti il concorso di più influenti ne accresce là
velocità, e la profondità , e più spianate rende le piene; ciò che veg-
giamo tutto di nel corso de' torrenti. Che poi il letto «rimanga a-
scintto , codesto fatto non indebolisce la forza viva delle cause ope«
ranti in tempo di piena.
Inoltre chi ha detto loro, che il Prìmaro sia un torrente, il quale
rimanga asciutto la maggior parte dell' anno ? Noi per appurare an*
cor questo fatto fermateci per più ore a S. Alberto alle rive del Pri-
maro per riconoscere il vecchio corso del Lamone, abbiamo quivi
interrogato di ciò i nocchieri , i quali tutto 1' anno navigano su que-
sto fiume, e concordemente ci hanno attestato, che il Prìmaro è
. 56
44«
tMipfd ntTigftbile dnieiio da btrofae miocri ttKt^ I' aiin# e per ì»
•eiegKmento dello nevi in prìntavefa » e per' le piogge d' antanao , m
deir inverno^ » o per i freqaenti scoppi de', temporali nella siate „ la piur-
ti o TÌoine al fiume » o assai rimote ». anche d' uo qualche oenttnaio
di imglia • Anan, ohre i noti influenti di Reno , di Savena , Idice »
SanternOy NaTÌgUo di Bologna» e canale de' molini della Bastia ee.»
f aanti altri copiosissimi scoli della Romagna Bassa ^ del Ravegnano » dei
Bolognese » del Ferrarese entrano in Prìmaro in ogni giorno deir sa-*
no? Che se nelle grandi» e straordinarie siccità della «tate il Pti^
maro si vede decorrere con penuria d' acque , questa accidente è co-
mune a* finmi ancor, maggiori » E quante voUe^ è accadute^' che U Po
della Lombardia per qualche siccità non fosse naTÌgahile da barche
di grosso carica P II fiume Ticino si riduce nella state assai volte» e
nel .più cruda gela dell' inverno ancor a tanta magrezza » che per
Jnalche settimana s'intermette la solita navigazione» ed il trasporlo
elle merci • Lo stesso potremmo affermare .di tant' altri finmi pe-
renni da noi veduti . Ecco chiusa V ultima debolissima ritirata dfgli
oppositori » che il Prìmaro Mn sia fiume stabile » e perenne , in cai
non abbiano luoga le regole idrostatiche del 6«iglielmin] . Sebbene
non ^ maraviglia eh' eglino inciampino in simili assurdi . Troppo ad
essi riesce odioso il Piimaro » Lo vorrebbero scariare dal ruolo de*
fiumi perenni» e disalvearlo » e distruggerlo » e cancellarne perfino il
nome » e la memoria » che nel suo alveo per tanti secoli si|b QorM ii
Xo grande^ Passiam' osa all' eaaoM d' altae ecceaioni.
\
^^
^4>
ARTICOLO TE R Z 0.
Se a Po di Prìmaro siasi interrito dalie torbide delf Mdiee
dof9 la visita Coutil
SOMMÀRIO.
t
Cai pàragène delle sesaoni delia visita Conti del i^éu H dimo»
stra , che il Prìmaro dopo V unione delC Idice con gli <iUri infiuenti
^ si è scavato TÈOtàbilmente il suo fondo fin dove corre incassato fra ri-
PC alte j ed arginate ; e dove corro disarginatOy ed unche disalvea^
io ^ si dimostra , che un qtsalóhe piccolo interrimento dee ascriver*
si non alla torbidezza dell' Idice , ma aile false massime de' suoi~re^
golatorì. Contrari effetti dell* unione , e disunione delle acque sor^
Tenti. Tavola degli scandagli delia préf ondila di P rimaro da Ar--
genta fino ed Morgone • Sperimento delta torbidezza dell* Idice • Me"
golamento erròneo de' direttori dèi Po di P rimaro. Alla rotta di .
Menoj e non aU* Idice dee ascriversi V interrimento d' una parte
del cavo Benedettino'.
JLie dieerie ootÀntiqiie false y ina artificioaaiMnte dUieimnate , ' to*
if o pare una gran* colà per itftoAidare gli 'affari • Gton qnesta mao* «
china n è tenuta sospesa per oentecinijuant' anni qualunque delibe-
fazione di Reno; tuttavia di qaest' arte se ne fa ia oggi un reo u«
so. Quante cose si narravano iu Roma prima della vìsita per darci
ad intendere , ohe T Idice colle sue torbide aveva riempito il Prima*
>o j che il suo alzamento di fondo avea tolta la caduta in Primaso a
tinti' scoli della Romagna bassa, del Raregnano, del Bologo^se^ ohe
altro scampo non rimaneva , che rifo^ieì4o dal Prìmaro , ed esiliar*
lo là in Marmorta a colmare il restante di quella laguna i e cose
•imìli •
A chiarirci 9eHa verità di queste dicerie giunti aile Mandriele in
▼ioinanza di Ravenna ci cadde in pensiero di venire alle prove d' un
tanto decantata riempimento di Primare , e di paragonare le sue se-
noni presenti » e le sue profondità con quelle della visita Conti nel
1761. Per buona sorte di queste, ed altre aimili osseì'vazioni erane
nel|a nostra comitiva il celebre signor dottor Mariscottl , il quale in-
^tervenne alla visita Conti qual matematico di Bologna , ed il signor
perito Forecchio» il quale con tanta «lode erasi già adoperato nelle
più esatte sp^iìenze delle sezioni di Primaro • Questo ci si proferì im-
^mediatamente a rinnovarle alla nostra presenza con quelle medesime
operazioni , e circostanze di livellazioni , di caposaMi » e di soaur
digli , le quali si erano da loro praticate nella pulita viait* oca
444
ftpproTazione di tiitt* i Periti dello tre proTtneift » Cosi il risaltato di
qaeste tperiense sarebbe idoneo a poter decidere , se 1* Idice avesse
alzato il fondo di Prìmaro» o più verameote» secondo i prinoipj del
Gagliobniai» se la sua unione con gli altri finmi lo avesse abbassato •
Si Tenne adunque da tutti alla prima sezione della obiavica Leo«
sarda distante un miglio » e pertiche 196» dalla fooe di Prìmaro in
mare ,. Quivi scandagliata tntta la segone nella maniera già tenuta
nella visita del 1761 » e regolata la liveilassione de* medesimi capo-
saldi secondo V usata prataoa » e fattone da tuti^ i Professori il calco-
lo, risaltò concordemente in queste seaione una scavamenta di piedi
i« I. 6« sopra la profondità della medesima nella visita Conti •
Inaspettato giunse un tal effetto a certuni ,. i quali avevano prono-
sticato prima > che appunto presso la fooe in quest^ ultimo tratto a-
vremmo trovato un maggiore alxamento di fondo » a cagione delle
materie deli^ Idice ^ cbe ivi «^ ammassavano in oo{Ma » più che in o-
gni altra parte » per la pochissima » come dicevano 9 ed ansi nessuna
pendenza di fondo , e per la molto maggiore ampiecza del canale •
Passammo alla seconda sezione della chiavica di Bedone distante dal-
la prima un miglio» e perti(die laa» e distante dal mare a* miglia,
e pertiche Sao. Rifatte -accuratamente tutte le' consuete operazioni
nsiiltò uno soavamento molto nuggiore di qwsi due piedi , cioè di
piedi I* ZI» 34 L* esito di questo seoondo sperimento cominciÒL a n<m
andar tr^po a versoi a certuni i qoidi poco prima avevano esagerati
gì* interrimenti dell' Idice ,. e non ne dissimularono la sorpresa » Pure si
tirò innanzi con qualche proimbilità d^ interrimento nella seguente
sezione ,. ove il torbidissimo Senio sboccato in Primaro pochi giorni
prima» poteva avervi lasciato » nel calar della sua piena » que*^ banchi
di rena » i quali sogliono vedersi agli sbocchi de* torrenti ^ quando
Bon siano tosto trasportati da qualcne sopravvegnente piena del fiu.-
e Drìncipale »
Aaunque arrivammo alla terza sezione della chiavica dinanzi al
magazzino de* padri di Porto ira il Senio» e il fosso ttecehio* L' in-
tervallo di questa sezione daUa precedente era di miglia & » e perti-
che Sfta » e dal mare miglia a » e pertiche ao$» Rifatti accuratamen-
te gli sperimenti » ritrovammo uno strano samàmento di piedi 3« 8.
&» Ognnno può %nvarsi con quanta sottieliezza di critica si fiicesse-
ra gli scandagli ^ si rise— tirassero le livalazioni ,: si esaminassero i
eatedi ^ mefttro i fatti contraddicevano alle persuasioni > che alcuni
avevano sqbo portate alta vìsita «. Ne quest* ^Ebtto poteva ascriversi
ani a quel tardissinso movimento da noi osservato del flusso, e ri-
osso ,. a cui soggiace qaest* ultimo tronco» Altra ben più possen-
te cagione si ncliiede ad cerare un tanto scavamento , e noi fra
poco la scopriremo ^ oto si parlerà delle due cadenti del tondo dì
445
Primaro > e molto più del pelo alto delle sue^pien» verso ta ftrce.
Almeno poteva dubitarsi di an qualche princìpio d^ iaterrìmeuta ^
o di minore scavamento da qui in avanti » dove comincia il disargi-
namento del Primaro, & le solite espansioni vanno crescenda^ quaa*-^
to più basse si vanno £icéndo le sne rive» procedendo alPinsu* Im«^
perocché scemandosi quivi la velocità , e la quantità delle aisque ^ il
favore > cioè la fòrza delle piene comincia ad essere meno propizia
allo scavamento • Ciò che è appunto il gran disordine del Primaro »
Gì portammo adunque tatti alla quarta sezione deUa chiavica d^ U*
mana , pochissima distante dalla terza » cioè sole pertiche ^77. Qui*-
vi rifatte le consaete operazioni » si trovè^ una sawamenta minore di
prima» eioè di piedi i.^ o«. io»
U giorno seguente si navigò» alla quinta sezione al di sopra del ca«^
naie della Vela pertiche la » e distante 3- miglia dalla quarta sego-
ne » e quasi X a miglia dal mare » In tutto questo gran tratta noi osaer-
vammo attentamente » che- la riva a destra semjpre pia si abbassava »
e che r espanffioni delle pieae di Primaro si facevano sempre mag*
pori. Onde la foro forza rimaneva sempre pia infiacchita. /Non per*^
tanto y contro ancor la nostra aspettatone y ci venne fiitto di trova-^
re uiu> scavamento^ di piedi -— ^ 4- ^''
Prestamente eoa brevissima viaggio di sole 44p- pèrtiehe sr venne
tèrso la sera alta sesta aenone sotto to sbocco del Santemo . Per
due cagioni si esitò , se dovesse tralasciarsi questa y e la segxtente m*
sione dirimpetto la Chiesa di Longastrino • La prima ragione , che
militava per amendue ^ era perchè , come fu rilevato da'* signori Pe-
riti delle Provincie » quando nella visita Conti del 1761.. si ieee<^
ro gli scandagli, e si presero le misure della profondità di queste due
sezioni , i molini di Filo posti in -ntuaziooe superiore erano ia quel
tempo chiosi > e non macinavano ^ vale a dire> che dal canafe, che
va fr molini » non si faceva quella gran diversione , che ora si fa .:
Allora tutto intero il corpo d'' acque del Primaro decorreva. alP ingiù
per le due sleHoni.. Or qoeata circostanza concorreva lìresentemente
moltissimo ad alterare Io stato delle aeasioni inferiori in kk*o vantaggto»^
e molto più: della sesta sotto to sbocco del Santemo ,. dui quale due
giorni prima del nostro arrivo ^ crasi scaricata una piena iu Prima-^
ro ,» e se ne vedevano i segnali recenti » Or siccome sul finir d'^ogni
piena ,. ed at cessar delte &ue forze ,. rimangono sempre allo sbocco
motti banchi di aocideatali deposizioni^, queste noe potevano allora
essere immediatamente e dissipate y e trasportate dallo scarso co?po
d^ acque ^ che superiormente si seartcava net Primaro , e motto pia
dopo la superiore diversione da'* molini •. Ed apptmto la sesta sezione
da esaminarsi era aotto lo sbocco del Santerno s<rfo pertiche 3& , e
coirlo scandaglio si toccarono i banchi ancor firesehi » ed anendetoli
^
44«
d«' renai , i q[ciftU lien dbtiDgaeYattsì dd nftf ard fonflo duro ,« eoiS^
siBiente del tiunie .
La seconda ragione di dubitare di questa sesta sezione €i Tenne
dall' incertezza del caposaldo , a cui era connessa la livellazione della
visita Conti., e diremo come • La ripa opposta allo sbocoo^ del San^
terno è. ben munita da un ordine di colonne dì rovere ivi pantace
per sostenere P impressione della sua piena , che va a percuoterla
direttamente . Negli atti della vìsita Conti registravasi , che una di
queste colonne era il caposaldo, a cai si era legata la livellazione^
e lo scandaglio di quella sezione • Dice vasi che il suo segnale censi*
•teva in ilue taglia o. come vokarmente dicono, tacche^ e se n* era-
no accoppiate due insieme avvedutamente, acciocché questo «egno non
si confondesse con altri somiglianti tagli, i quali o per accidente , o
per qualche fine sodionsi indifFerentemente imprimere in questa sor-
ta di legni, prima di porli in opera. Si riconobbero ad una ad una
le teste di queste octlonne , alcune delle «quali erano più alte dell' al-
tre.. Una se ne trovo contrassegnata da «in taglio solo. Né , per quan-
to si cercasse , se ne potè trovar 1' altro , che individuasse più deter-
sninatamente il vero caposaldo sceko nella visita Conti.
In mezzo a queste incertezise , prima che tramontasse il Sole» ti
▼olle far uso in ogni conto di questo medesimo ancor ambiguo ca-
{loaaldo ; perchè ^ quantunque qui si corresse pericolo di errare , %
o sperimento di questa sezione non si passasse per buono , nondime-
no la costante induzione delie precedenti eeatoni riscontrate colfis
medesime circostanze della visita Conti , e conr li medesimi eaposal-
di « ci -dava già una regola generale per decidere., se V Idice avesse ^
e nò riempito il Primaro colle sue torbide .
Pertanto fatte prestamente le consuete operazicni degli scandagli^
e di livellazioni riferite al già detto incerto caposaldo , risultò in que^
sta sezione, non iscavjpanento , ma interrimento di piedi i« 5. fi.
Parimente alla settima sezione ^rimpetto alla Chiesa di Longastri-
no sotto a* molini di Filo si trovò un leggierissimo ìifterrimento di
piedi o. 5. 5.
Or che la superiore diversione del ^an canale , che va a* meUni
di Filo , impoverisce il Primaro,- e per conseguenza fosse la cagione «
ohe tuttavia durassero que* banchi di recentissimo interiiraento alle,
sbocco del Saoterno , senzii che potessero in ^que' dì trasportarsi dal
Primaro, apparve a tutti -chiaramente « quando giunti il eeguente
giorno con la barca a' raolini di Filo , e nella sezione ottava alquan-
to sopra al detto canale , ève il fiuiùe aveva tatto il «no intero oor«
pò di acqua , rinnovati gli stessi sperimenti 4ella visita Conti ^ si
trovò, uno 4cavumentQ notabile di quasi due j^edi, cioè di piedi
I. II. S« •
■^
He questo efletto*, pnò^ aicmem aBa maggiof * chiamata' dello acquo
ftitta dal canale inferiore di diversione ; onde il fiame io questa
sezione sì accelerasse di moto • Ciò potrebbe sospettarsi y quando la di-
versione a' mtHini avesse un corso rapido ^ e più veloce^di quello del
Primaro . Ma noi osservammo essere altrimenti passeggiando- le rive
di questo canale , e riconosoeoHa i' altezza de? sostegni de' molini , e
la caduta delle acque . Quivi V acqua corrente del canale è molto ri-
tardata y. e rigurgitata da' sostegni ». da.' quali noa si permette la ea-
duta y se non da un più alto livello , al quale perciò- è costretta a
sollevarsi ad uBa del roteggio • Onde non si potè da noi scuapriro
nel canale di diversione maggior velocità, di quella , che avesse in
quello stato il Primaro medesimo ; e quindi 1' effetto ricadeva nello
stesso o si serrassero i molini di Elio x com' era avvenuto nella, visita
Conti» o fossero aperti*.
Che se taluno più cavilloso non ammettesse per buono^y e legitti*
mo questo sperimento dell' ottava sezione ». sol perchè erano ora aper^
ti i molini di Filo , noi lo lasceremo pensare a modo suo » né vo-
glìamo perciò, inquietarlo y ^jurchè con la medesima eccezione » e Cjon
più di ragione scarti dal racla d&' buoni sperimenti V effetto dello
due precedenti sezioni»vper rapporto a quelle misurate nella visita Goo-
li colla circostanza del cbiudimento de' Molini'.
'E qui avvertasi », che codesta serie di sperimenti »^e di sezioni si
i bensì introdotta ,da noi per levare d' inganno alcuni » ma non deo
dar occasione di credere », che questi piccoli interrimenti signifiobino
alcuna cosa- 41 stabilii Nò* Tutt'^i Ietti de' fiumi , che ricevono in*
fluenti» sono variabmssimi in questo genere .^ E se più volte T anao
et sorgesse il talento di paragonare le sezioni d' un fium^ colle pre»
eedenti » c'^ incontreremmo sempre in^ qnalebe accidentale diversità o
di maggiore schivamente ». o di qualche alzamento del fondo» secondo-
le circostanze favorevoli o all' ano » o- all' altro • A cagion d' esem>«
pio » se il torrente » che sbocca nel fiume principale ^ lo trova magro
e basso di pelo » facilmente sul suo fondo qua » e là vi lascia banchi
di materie • Ma se di li a ppcHr giorni sopravviene una grossa piena
del fiume principale» questa distrugge» e seco rapisce tutti que' ban-»
ehi di materie depositate. La medesima alternazione si osserva nel
Po grande» ed in tutt' l fiumi minori» quantunque si chiamino sta-
biliti di fondo ; ciò che non altro vuol dire » se non che il ^ fia-
me si mantiene tra' limiti di questi temporanei interrimenti »^ •
scavamenti. Per questa ragione cene più strepitose piene si chia-
mano^ dagli osservatori le medicine de' fiumi » perchè precipita-
no tante materie indigeste » le quali sì erano ammassate dalle me*
diocri piene . Ma se ancora le maggiori piene saranno divertite , e
diminuite di corpo ^ la tal caso cesserà - quel potentiitimo mezzo ^
448
€lie }i«nno ì fiami di tem|H> in tempo per eipurpuraì interanieiite
V aWeo«
£d appunto da qui in avanti il Piimaro non folamente dà luogo a
maggiori espansioni delle piene per le sue più basse ^ e disarginate
rive 9 ma molto più per il suo diaalveamento artificiosamente procu-
rato con le frequenti bocche aperte » affine di divertire non soiamen-
te le acque alte di Primaro^ ma ancora le basse. Con tale e tanto
dissipamento le piene superiori qnivi perdono tutto il loro vigore y e
forza di mantenersi scavato V alveo in questo trttto; laddove per rap-
porto alle sezioni inferiori già da noi esaminate , <sodesto atraordina-
rio scemamente d' acque viene tosto riparato" da anovi grandiosi in-
fluenti del Senio del Santerno^ e del Lamone introdottoli ancora
neir anno passatOA, i quali dal fosso vecchio corrono inalveati £nq al
mare . Ma appunto questa medesima disparità fii quella , che ^ì mos-
se a procedere più innanzi per osservare qual fosse V effetto delle
aeque unite « e sostenute dall' arginature ., e quale P effetto delle ac-
que dissiimte , e disalveate in questo aecondo tratto del Prìmaro « o-
ve si replicarono da noi i seguenti 'Sperimenti di queste -sezioni ^ non
già peremo da noi ai dubitasse di quella massima generale del Gu*
glielmini , e di tutti ^V Idrostatici intorno agli efièttì diversissimi
delle acque unite , 4> disunite , ma per torre nna (volta ^ ae pur si
potrà »^ d' errore alcuni di quelli » i quali «i ostinano in voler disal*
veato il Prìmaro con tanto danno del territorio Ferrarese sagri-
ficato ad un* erronea massima « L' esito di queste ultime cinque le-
sioni sino ad Argenta , come di tutte le altre pi^edenti^ sarà par-
titamente registrato in una Tavola , cbe qui si soggisMee, ove il sem-
Slice paragone dimostra , che non alla torbidezza dell Idice , o^ dal
Leno dee attribuirsi qualche poco d' interrimento in queste sezioni ,
ma alla sola divisione, e apandimentOy e diiDÌQinaone del coipo del-
le acque •
V
449
Tavola del risultato di alcune sezioni fatte da noi , attraverso aìC édveo
del Po di P rimaro ne giorni %\ , e'aa* Novembre 1766^ col
confronto di quelle fatte negli stessi luoghi nel 1761.
nella visita Conti ^
Biitinsa in 1 DittaiMiA^i
una, teBÌone | eiatcuna 4al
« l'altra.
«ig. pan.
i« Sezione alla chiavica Leo*
Barda. In questo tratto il .
Primaro cammina arginato
da ambe le parti « « . ^ • o« o
a. Sezione alla chiavica di
Bedone. Seguita i^ argina-
tura da ambe le parti* • « x» xaa {
3. Sezione al magazzino de*
padri di Porto fra il Se*
nio 9 e il fosso vecchio •
Qui comincia il disargina-
ménto della ripa destra « • 5» 36a |
4. Sezione pertiche 8. su-
periormente alla chiavica
d'Umana. La ripa destra
\ e disarginata. • « . • « . « e. S77
5. Sezione pertiche xa. su*
periormente al canale del-
la Vela. Seguita il disar-
ginamento della suddetta
ripa .•' ..«.S. xo
6. Sezione pertiche S8. in-
feriormente allo sbocco dei
Santeme . Oltre ad essere
disarginata la ripa destra »
vi sono quattro fosse, che
servono di diversione alle
acque del Primaro in tem-
§0 di piene •••••*•• o. 4^^
lezione dirimpetto la chie-
sa parrocchiale di Longa-
strino. La ripa destra se-
guita ad essere disargina-
ta .. - . . S. 85
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BÌf. pClt.
!• Sesione^ a^ mofini di Fi-
lo . In tempo , ohe si ò
&tta questa seaiooe» i-ino*
lini- macinaTanOy ciò che
non seguiva nel 1761. • • ^«.44^
'9. S&zione al marno della-
RosetU* Oltre al disargi-
namente della ripa destra
Ti HoQo nove fosse » o ca«
nali nel tratto superiore*
ad Argenta, che seryono
di deviazione dellb. acque
in piena del Primaro • • • 3^^ 44
210* Sezione di contro alla
Chiesa della. Gelletta. Vi
sono nella ripa destra di*
larginata tre fòssi , o canali
nella parte auperiore, li
quali iatroducoDO: le ac-
que nelle valli di Argenta
in tempo di escresceoze
dèi Pnmaro ,. • • %h. i^r
i^i. Sezione alla chiavica Bor-
ghese* Vi è nel tratto au»
periore . della ripa destra
disarginata una fossa, ol-
tre alto diverse bocche ,
ohe servono di diversivo-
alle pieae del Primaro . . i.
Xia« Sezione in faccia* la por-
ta Marchiana ,. o- Cinani
della terra d^ Argenta. La
ripa destra seguita nella
forma che sopra . • . , • e.
laS. Sezione in faccia' lai por-
ta degli scalini dì detta
terra d* Argenta. Seguita
la ripa destra. come* sopra, o.
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Dittoia ài
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In Argenta si- pose fine all' ulterier esame delle susseguenti teBWm
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étl PrìmtTO iiBo al Morgime, ai per im<rra piena sopseggittedta . d^-
r Idioe y'oome anoora pwohè <U Argenta all' insù la ri?a detUra jà tal-
mente trinciata da tanti taglia e vette 9 e bocche , che il Prìmàro in
piena non ha più forma d'meo y ma d'nn irregolare spandimento,
dal quale non si vpiiò dedurre xegcda alcuna del corso de* fiumi i E.,
siccome dalle istruzioni dateci dalla Sagra Congregazione ei .venWa;'
prescrkto'di fare quelle sole osservazioni ^ e jperieaze*, le quadi da,
noi si riputassero utili al fine jproposto, senza* «Svagarci in alcre in*
terminàbSi ricerche per ^soddimire a' diversi partiti; ceisi ci poteva
bastare il confronto di questi due tratti di Primaro per molte mi*
glia di corso ^ affine di confermare la massima del GuglielaHui» te- di
tutti gì' Idrostatici 9 chey- dove il corso di molti influenti è uruiOì in
nn alveo solo y la loro torbidezza niente pregiudica alV ulteriore sca-
vamento , che vi fa il molto maggior corpo delle acque .correnti.
Non si creda però, che ci fosse allora incognito 1 alveo di Prima-
ro da Argenta fine al Morgoue 9 dove dal -cavo Bendettìùo vi sb^oa
r Idice« Ck>dest<r tratto d'alveo da noi alcuni giorni prima ai era già
esaminato con lo scandaglio violante 9 e con giusti intervalli se ne e-
ra misurata la profondità 9 in uno stato 9 che allora correva d^ acque
mezzaue 9 *ed opportunissimo a questa ricognizione r Nella seguente
tavola si «spongono le misure di questi scandagli 9 da' quali può Me-'
dursene la media pro&ndità di tutto questo canale disalveate. Vera-
mente ci parve un miracolo il trovare tanta profoodità in ^questa.
parte di Primaro sino al Morgone • A diìiqpetto di tante rotte antiche»
e -di tante altre nuove 9 e delle replicate diversioni delle piene, e di
tanto scemamento delle forze del iiume.» P alveo si è maateniito sca-
vato ^ come qui sotto si vede«
Altezze degli scandagli vaganti fatti nel Po di Pimaro dal Xhr^
gone fino ad Argenta nello stato d^^scqua mezzana
Alla ooirfluenza del Benedettino in Primaro • ^ ^ ^ ji 6« o. o
Fin sotto in sezione regolata • • ^ ^ • • « • • ^ 7* 4« *
In faccia al Riazzo Farina « • • • ^ ^ ^ « • si 8. 4* ^
In fiK^cia alla Golena di Beliariva « • . • • ^ • ^ 6. ^» o
In fàccia alla casa de' Bartolt ragguagliatamente ^ ^ . ^ 1^ S. o
In faccia alla ^sasa Paccheni Snsena •• ^ >.<..• s» 8» co
Poco sopra dia casa detta di Gonsandelo >» ^. ^ ^ 9 so« o« -o
In faccia alla casa del s^nor itecelui •««•«*• 9 7* "^ > -^
In faccia aHà casa del Dazio . .. ^ ^ . * ^ ^ \' 6. 6p o
In faccia alla oasa dello Scaraeni «•••«•• 9. i(* 6« o
Ift £Mma alla metà deMe fiof^e Scaneni « « • « » 9. o« •
4
Qia conuatia il fium^ a oornrm incassato^ rettandù ^a*
c# ^ ^i vivo ai/# W/?e n^Uo stuta presenta
d* acque mezzana • «
lo fiiMU alk Chietft di BoMaleone •.«^.•....,^9»o»o
Fià Mtto oiiM mena miglia -•.•.^»»»^3^io«. o»o
la fiiocì» alla Beceara • «^ • «^ ••••••.. j^ ii.. o*. a
Pariménte poco sotto a questo luogo , la ripa de^
etra si alza sopra aì pelo d* acqua onc- 9»
nello stato presente •
I0 facoim al palassa Ravagniat • ^^^^^^^^^j^o^o
in fibooia. d*^ Argenta» ... ^ •*.....•» j» ri., o. o
1 suddetti 16- scandagli ci danna una -snedia altezza di piedi 8^ 3. o^
Altezze^ delle ripe del Po di- Primara sopra il pela d^ apqua in
piena mezzana y rilevate a, stima da noi nella visita di esso
Primaro » e sono^ dal Margone al mare «.
pud* CB9* pVB*
fa fteom alta metà delle pioppe di Soanena ». .. » sp. o. 9. o.
Feooi «otta al canale delU Becoara ..•.•»•.»,, o..9«o
Sopra alla, caia del Ravegiiani^ la ripa destra . • • j^ j« o* o
In fiuseia alla oua del signor Recohi •, ^ ^ ^ *. . ^^ z. o. o
Sopra alla casa Gnbianohl •. • •. ,, a. e« o
Sopra al marmo della Rosetta ••*•••. «^ •. ^ a. o» o
Sotto allo sboccO' del Santerno » la ripa destra ^ • •. y^ ^ ci o
In faccia alla casa del sig» Spadacci ,. la destra sponda ^ 6. o* o
Alla Madoilna de' Bòschi , ta sponda destra •.•>•• ^ ?« o. e
Qoal maggiore profondità pa^ darsi al Plrimari^da Argenta al Mor-
gone^ j che quella ,, che ha presentemente r ragguagliau , e media di
^ piedi 8- 3' nello stato d' acque poco più che messane ? Adunque non
delie acque y e del ^ora incassamento • In somma la natura del
fiume- fa bénisi^imo le parti sue .. Soltant<^ o la malizia » a- 1' ignorai*
^sa degli uomini si è quella ohe nuoce ••
Non si vollero ancora qui omettere altre pia' sottilS dili^eaM peir
£soolpare V Idice da gaell' interrimenti » che gli si attribniva a. tor*
te .. Correva allora per Primaro .sotte Argenta una ben grossa pieu%
dlell*^ Idice ^ e g;iacGftà tante gran cose s' erane dette j, e si ndicef e&o ài
453 --
quest^ Idioe 9 ^ ^^ queste torfiUe^ quasi ch& aHro* no» foste ro^ r ^^^ '
una pasta di fango ^ ci cadde ««Il animo- di esaminare qttl sul posto»
la quantità di queste parti terree^ e qual proporzione avesse a tutta
il corpo deir acqu» .. Presa pertanto^ una boccia quadrata di yeiro ,.
questa si attufiR^ da uor navicellaio , per quanto* potè egli arriivare »,
sott' aequa», eou tutta la sporginrento del corpo 9. e delle braccia ste*- %
se dalla barca;: e si ritrasse piena di quella tanta decantata torbida..
Passata qualcbe pa' di tempa 5. e durante la stessa piena se ne rieai«-
pi un*^ altra nella atessa maniera per farne il confronto • Dopo due
giorni di quiete» e fatta tutta iL sedimento ,. e chiarificata l' acqua 9.
si calcolò- da tuttr^ che la quantità della parte terrea rimasta al fon-
da in amendue t vasi d» vetra era una settantesima parte di tutto ìt
eorpa deiracque dell' Idice . Fece a tutti maraviglia , che una cosi
piccola parte dìfFusa per tutta il suo corpa appannasse ,. ed intorbi*^
dasse talmente l'acqua» che ognuna al giudicarne dall' apparenza>
V avrebbe creduta pregna d' una quarta* parte di terra .. Ma cosi giu-
dica il volgo, e di questi pregiudizi ài arma il partita •- E potrema,
poi dubitare, se le altre sessantanove parti d'^ acqua O' sia dell' Idice
solo, o dell'Idice col Reno^ in Prìmara, ma< poste in movimento ^ sit-
ano più possenti a sostenere ,. e trasportare una sola settantesima
parte di terra? Pò trema dubitare se questa sola prevalga alla fòrza "^
del moto d' uu corpoF d' acque incomparabilmente maggiore^ Egli è
vero ,. che se 1' acqua d»l fiume perderà la velocità , o perchè* dìsaA*
vesta sìa, o per altre ragioni^ le parti terree cadèranno al fondo ;:
ma questa nunlesima eifètca accaderebbe ,* quad'' anche la paT te terrea
fosse una milionesima parte di tutta il corpa d' acqua ^ Tutta l** ar-
te adunque d' impedire la deposizioni si riduce* ad un solo artico-^
lo di tenere- sempre* inalveate, ed unite ^ e correnti le acque de''
fiumi toirbidi - ^
Or chi potrà soffrire, che il regolamento del-Frimaro si riduca adf
una massima diametralmente contraria; cioè,, di procurarne VesgiOSH
eioni,, le diversioni,, quanta sia possibile P {mperoccfaè , oltre i tagli,.
ed i canal» di diversione gKr aperti , e descritti nel tipa della vìsita
Cbnti , quanti altri con: lo stessa fàrore se ne vanne aprenda de** ^
nuovi ? Basta dire, che ìm quel breve nostra soggiorna in Argenta
osservarama con istupore, e compassione ,. che sotta gli occhi nostri
9i a[lriva attualmente uà altro nuova canale sulla destra , che porta»
Te le inondazioni sul terrìtorrìo Ferrarese. * Ànsi tale e tanta è fa su*
pisrstizxone , o per megiia dire ,• pazzia di volere codesti spandimeoti
di Primaro , che si* giunge a segno^ A. prescrivere agli sbocchi ie^ w^
Bfttli degli scoli in Primaro,. che stiano> sempre aperti a ricevere Ì9
n* ne ,. e che non* siano muniti delle loro cateratte da abbassarsi ne)»
scrtsoenze , come si costuma io ogjn altra parte del sottra mondo r
\
ì
4H
ISo-. Si pretenifle, 6he le pÌ6M si sfo^biiia per questi etesii eo»*
dotti» e si dilatino sulle terre deir Jkrgentano , del Ferrarese» e del
Ravegnano. In latti » ^lell* occasione della vinta n^ osservammo con
quanta indegnazione , e ^sorpresa alcuni predominati da questo ìn-
Sanno videro il canale di sode della Beccara munito gindixiosamente
I prima ^volta in.quest' anno della sua cateratta allo sbocoo in Pri«
maro • <Quanto disseco eglino contro questa »cbe chiamavano n0vità4
quasi che i paesi. » ne' quali ci trovaouno , fossero le terre Maiella»
niohe,» nelle quali ò novità qualunque buon regolamexito •
Confessiasìo però che .daVnostii discorsi.» e 'Persuasioni non potrà
torsi giammai» ne punto scemarsi .un errore eosi liarbare» e grosse
lane » .percbè invecchiato negli animi di molti» e ben radicato per a*
ducazione » e per legge di partito. Più che ei dirà» pia vi ai ostme-
ranno • Il braccio del .Prìncipe lè quel^ solo soccorsa» « xìmedio » che
può prevalere.. Un aemplioe inesorabile copiando » che qui prescriva
Snello» che nel regolamento de' fiumi si pratica in ogni altra parte
el mondo colto »e molto jpiu delP Italia^ andrà al uglio de^ pre-
senti.» e de' iutorì disordini: arginare la riva destra ., -chiudere le
rotte., munire di cateratte gli sbocchi 4utti degli scoli , dove ^fa òi»
sogno 9 ed inalveare .tutte le acque unite in Prmaro. Qual atrana
pazzia è quella di voler disertare gran parte del territorio stesso
Ferrarese ».e diaporre il Pximaro a riempirsi con pericolo di^ tatto
il Polesine P
.Si oppone da alcuni , che ridice ba interrite il ca^o Benedettine^
quando Ja prima volt^ vi fu introdotto» e ohe farà lo stesso col Pri«'
maro quantunque arginato. Ma ri .risponde» che in questo Catto » eA
accidente si framischiano.» e si "Confondono pia cose., e diverse ori»
ini per oscurare lutto l' affiire « La vera cagione dell' interrimento
el cavo Benedettino non fu già l' immissione dell' Idice » ma unica-
mente dee l'iferirsi alla rotta del Beno ndla valle di Candazolo » ac-
caduta due migUa aopra lo sbocco dell' Idice. • La aola diversione del-
le 4ioque del Reno» per questo lato rallentò immediatamente il ano
corso nel susseguente cavo Benedettino » -a segno che calarono toste
al JPoodo le sue torbide » le ^qnali lo riempirono* £ questa è sempre
r universale cagione del riempimento di tutt' i cavi vecchi de' tin-
mi,»'e de' torrenti» dietro le rotte» e diversioni» le quali ani prìn«
cijpio -vanno scemando talmente Ja quantità» e la velocità delle ao»
que correnti nel vecchio alv,eo» che in breve lo abbandonano intera^*
mente . Or in questo progresso mancando a quella parte residaa di fio-
me^ la quale tuttavia decorre Jiel primitivo cavo» la forsa di sostene*
te » «e . di .trasportare le materie terree » queste rioadono tosto al fonda
p .vi ^nop quell'alzamento » ohe si vede nel tratto del cavo abbaia
donato « In fatti ^ senza partire dal Renot chi ba interrito il 9ìm
i
4SS
nitìo0»eBTO àkVik fotta dr Mìrafielfo allHngìa? E quando- di nuo^o ac-
cadde la^ rotta Panfili, chi alzò il fondo del seguente ano alveo $ come
oticvranuno' nella visita?. Certamente qui non possiamo^ incolpare l'I-
dioe y nò verun altro torrente • U solo Reno ne fn la cagione dopo
te mentovate rotto • Mancando quivi V nnioii^e di tutte le soe acqu^,
e la» velocità del soo corso y ne seguirono quelle tante deposizioni ,
ebe riempirono il suo canale .Lo stesso effetto di riempimento segui
in quel tratta- di cavo. Benedettino abbandonato* dal Reno- fino allo
•boGOO dell^Idioe dopo la rotta superiore di Gandazolo. Qual prova
più convincente ^ ebe ridico non fa l'origine di quell- interrimento >
quando esso prosegui allora il stM> corso in altra parte > e lo coutil-
una. tuttavia felicemente nel tratto inferiore del cavo- Benedettino-
fino allo sbocco in Primaro al Mormone ?
Diranno , che dietro la rotta deUr argine di Gàndàzolo » parte del^
la piena deir Idioo rigurgitò air indietro > e corse retrograda alla stès*
aa rotta • {Aa di questa accidente nulla abbiamo di cbe maravigliar-
cene. Questo- fu un. efietto- cons^uente alla rotta. Perocchò abbat*
aandosi le acque del* Reno per la saperiore diversione , ed alzandosi
nel cava Benedettino le acque" dell' Id ice. per la. sua piena, era natq-
xmlissimo ad accadere ^ che parte delle acque dell' Idiee più.alte di
Itelo ricadesse indietro a decorrere sul fondo > ebe attualmente si
abbandonava dal Reno medesimo . Un^ tal movimento non è strava*
gante 9 ma comune a tutti gf influendo L quali concorrono in un al»
veo comune» Sa una piena, di questi a' abbatta a trovare il fiume
principale in. acquetasse tO magre ^ l'altezza delle loro acque allo
sbocco. fa sì,. che una parte^di quelle non segua il corso del fiume,
ma ricada all' indietro retrogrado ad intorbidare le sue acque chiare •
Ciò, cbe pnò osservarsi , massimamente ne' fiumi principali, i qua«
li corrono con- poca^ pendenza., ed in acque basse. La linea del rì-
giirgito,.e della retrocè(ssione d' un improvviso influente torbido, e
. qmlsta per
«tre naturalissimo effetto • Egli ò vero, che qnella parte delle tor^
bidè dell' Idioe,- che corre retrograda per la rotta di^Grandazok), vi^
avrà, lasciato anch'essa il ano interrimento. Ma queste son tutte-
oonseguenze della prima origine, cioè della superiore diversione di
Beno per quella rotta. Se la piena di Reno si tosse contenuta fra le
ano arginature , e tutta nell' alveo comune si fosse portata a conginn*
gersi coli' léice». niente di simili accidenti sarebbe accaduta. Troppo
ai vogliono • confondere gli effetti con le vere cagioni..
Sebbene, o a torto , o a diritto, la massima ferma era sempre
qaella di^ voler accusar l' Idice . Questo s' era -rimosso xia Mamorta
r^
4S6
«ODtro loT Teglia . Questo ^ ern titiito <?ol Reno , «oh ia Sarena ndl
cavo Benedettino . L' unione di questi finmì , e torrenti , quanto lo-
é»iA dal Ouglielmìni , altrettanto era •contradetta dal partito. :Si di-
^h dunque, che tutto il male vien dairidice; s'incolpi ridice per
Ja rotta di Oandaxolo , quantunque «uperior*^ di due miglia dal
juo sbocco; si condanni Pldice <iell' interrimento seguito, e della
•novità pel suo corso retrogrado; si condanni ridice del supposto
riempimento del Po di Primaro. Forse a -simiK vociferazioni «i darà
fede, senza esaroitiarle più che tanto? E con questa impressioni ai-
4>tterrà , che mai più si ponga mano alla riparazione ideila rotta iB
<randazolo , e del cavo Benedettino?
E che cosi la discorressero alcuni , cosi sperassero , «i può ai^go»
meniare da un simile abuso, ch'essi fecero d'altro :disparatissim<»
acciflente. Quando la prima volta a' intAveò P Idioe nel cavo Bene-
•dettiiio , SI «avvidero gli Architetti , che la ^na pendenza «ra maggio*
re di quella , che gii convenisse • 6i prese lo spediente di moderarne
la caduta con un sostegno, che ri fabbricarono ^Uo abocco^ VéXkon
Ja sua prima piena , ed o fosse per la fiacchezza delle parti Aéì ao^
stegno , o per la mala costruzione , lo ruppe immediatamente , lo ro*
▼esciò, ed il torrente precipitò nel Benedettino con sì rapida «adoi-*
ta / che di alquanti piedi profondò il sno letto per molte miglia al-
iMnsù, e seco trasse jielP alveo comune gran copia di terra « Per qa^**
ato accidente della rovina nel «ostegno , quante damorose accuse si
alzarono allora contro l' Idice , quasi che in torrenti molto minori
non si rimioirassero tutto di simili fortuite ^isaTventure. Si diceva, che
ridice non poteva «oifrire la società col Reno; éhe Pldice aveva por*
tato un monte di terra per serrare affatto il cavo Benedettino ^ MTa
Pldice col suo stesso andamento negl'anni seguenti ha smentite
tutte .queste dicerie ; giacché esso da se ^ senza bisogno di sostegno^
ai è formato il suo cavo , la sua caduta proporzionale alla quantità ^
e qualità delle sue acque . L' Idice per tanti anni sbocca nel Bene-
^ettino'^llk'Kcemente , e senza querela almeno giusta « L' Idice decorre
nei Benedettino fino al Primaro , senza essersi serrato it ano corso ^
come dicevasi . E quando la prima volta si- tolse da' piedi quel mal
pensato sostegno , l' Idice non portò nel cavo Benedettino quelle mon*
tagne di tem , che si magnificavano . A) più , in quel tratto tra la
rotta di Gandazolo , e !o sbocco delPIdice^ abbiam osservato quel*
l'ordinario interrimento , che $ì vede per altre rotte di Reno nelca-
^o abbandonato , e eh' era qui onturaliashno a seguire atH5ora pel cói^
so retrogrado d'una parte dell' Idice non sostenuto dal Reno« Ma
tolgasi finalmente la m.-ischera a quello spauracchio d' Idice ^ che
certuni si sono lavorato colla loro fantasia per metter paura ^ e di«
oasi una volta per sempre , che la torbidezza dell^dice non h punte
45?
differente da quella , eh' è eoimiM agli altri fiumi del Senìo^ del
Santerao» del Lamone, del Reno» come abbìam dimostrato con lo
•perimento di sopra riferito • £ siccome tatti questi uniti col Reno »
fanno u buooa aUeansa , non è da dubitare y che faralla ancor V Idi-
«e y aenza esiliarlo di bel nuovo in Marmoxta*
ARTICOLO QUARTO,
Se alla iicurezfo. del Polesine sia^ non che di vantaggio ^ ma di
necessità , V arginatura destra del JP rimaro «
SOMMARIO.
Disarginamento della riva destra di Primaro fa un affetto contrae
Tbvtrr^fMfVV UfCt0 tffv^v i*c c</r«^c#»i^ 9 v «»c j&ié^f§t> • jLjtrvti^ *^o^t* «uf^t^^f//*» .ar*
chitetti nelle diversioni d^ fiumi • Osservazioni delV immissione di Pa*
naro in Po grande , e c2' altre unioni de*, fiumi • Osservazione delV u-
nfcne del Lamone col Primaro , e de* ^uoi effetti • Incertezza de* caU
coli intomo la portata delle piene • Accrescimenti uguali d^ acqua
non fanno uguali alzamenti del fiume • Sperienze ed osservazioni del
p* Castelli , € d* altri . Unico caso delle velocità proporzionali ni cor"
pò delle acque nel sistema del Gennetè . Diritto ^ e pratica di tutte
le genti nel riparo de' fiumi m Straordinaria depressione degli argini
del Polesine, e tannala aelle loro altezze* lUsposta ad ima Relazione
delle piene d* Idice • Alzamento di 4* piedi di più prescritto ali* ar^
girne sinistro . Nuoqo disordine scoperto nella visita intomo ali* ab»
bandono degli argini vecchia
JL arra ano atrano paradosso quello » cbe qui da nei sì afierma
francamente • E quanti saranno ributtati dalla sola proposiaione di
questo artìcolo I Tanto Tide la p^giudicata opinione di coloro i qua-*
n tutto al roYCSCÌo pensano » che la sicuresza del Polesine riposta sia
in questo medesimo disargìnament^ della riva destra, sulla quale di-
htandosi le piene di Primaro » non possano giammai alzarsi a soYer*
chiare gli argini della sinistra riva • ^Ghe questo ripiego sia un erro-
re massiccio ne' buoni princi]p] dell' idrostatica , sarà nostra premu-
ra al dimostrarlo con ogni chiarezza» E perchè non si creda, che u-
sa giusta compassione a tanti paesi inondati per questo disargiua*
■sento ci possa &r piegare alla loro salute , anche con qualche aisca»
pito del Polesine; ^oi qui per ora porremo in disparte V interesse
di quelle proYÌncie« Siano pur elleno per antica servitù sagrificatd
58
tatto al cdmadb, edalla aìcoMZza del solò Pòlestnev Farcbò^ si tiAH
H Polesine » si perda il resto ; sia cosi • Si guardine però i loro pa«
trocinatori di non osare disavvedotamente di qoe' meszi ,. t^ quali
. promnoYono on effetto contrario a quello^ ohe- eui pretendono «Piie»
tendono con tale disarginamento-» ohe le piene di Primaro si tenga*^
no sempre più basse • Noi dimostreremo » che quanto maggiori siano
1! espansioni sulla rive destra- del Primaro > tantO'più alce si rendO'^
ranno fé sue piene » e più pressamente s' accosterà il soTercliiamtnto
de^' bassi argini del Polenne alta sinistra ; ed aU' o^fWMto , impedite
ohe siano codeste espansioni» e fatta 1' unione di tutitf le sue acque
in un solo alveo » . le piene di Primaro sempre più s' abbasseranno
di pelo*.
Cominciamo dà quelle prove t che sono pianissime^ perchè deriva-
te da' primi prtncipj dell idrostatiaa» ed ansi dal seusa comune » e
dalle immediate speriense. La forza > che ha un fiume per iscavare
_il sue fendo 9 e per mantenerlo già seavato^ e profondo ^ nasce* da
due parti , che la compongono » cioè) dal corpo deJVi acque , e dalla
Illecita 4 Se una sola di queste cresca » rimanenendo invariata T al-
tra, cresce la forza , che gP Idrostatiei chiamaue momento^ e molto*
più se amendue uuitamente s' aumentino, . cioò , massa^ e vdocitààéì^
r acquai Allora- tale sifft. la pressione, e la corrosione del fondo, ed.
il suo profond amento 5 tal è la spìnta delle acque, che con molto%
minor pendenza vi corre - rapidissimo il fiume>.
Egli è dunque evidente, che se il Primaro sarà arginato a dà9irs,\
se neir alveo suo si uniranno le aeque tatte , che vanno ora disper«
se , il corpo «del fiume si farà maggiore • E quel ^. che qui. dee oonai--
dorarsi attentamente , le acque incassate tra gli Argini rìj^gUerannov
una velooità- incomparabilmente più grande di prima « Adunque tan-j;
to più si profonderà V alveo di Primaro ^ . quanto maggiore sarà la
forza delle sue piene unite, e per conseguenza anche le aiesse pieno
« su d' un -fondo più soavato-s' aèibasseranno da quel livello.^. aL qualo
ora giungono , e sostenute da fondo più alto •
In fatti y. chi non vede* quant^ lents mente si «muova il Primaro in-
questo suo prima tratto disalveato , e qpanto più facili si rendon^^
le deposizioni delle sue torbide ? Chi non prooosdcherebbe il suo . vi#
oino riempimento ? EUl in tal caso le stesse piene quanto più alte si.
vedrebbero' decorrere presso la sommità. di que' miseri arginelli , Xibe«
difendono il Polesine? lafiniii esempj del corso de' fiumi « e^ de' tor-»-
renti dimostrano essere verissima quello ,. ohe qui*si va dioenda«
Quanto alzamento del lor<i fondo ^^ e deUe loro piene fanno i torreiii.
ti disarginati? Quanta è la premura de' veri Idrostatici per seqBar«*
li tra forti argini , .per accrescere la loro forza , e per obbligarli n^n
a spandersi^ ma ad isoavére iL fondo , o a mantenerselo, iscavato?
^
4St
■
Sappiamo :! clie una Tolta correva r errore pretto li alcuni Àrchi^
tetti d' ac^o^ che a aoemare l' altazu delle piene di qualche fiume
prìncipalcfmeUa nostra Italia , giovassero le diversioni. Sappiamo, che
Sueste si^efl^ttnarono, tempo fa» nel medesimo fiume per iscaricò
elle sue piene.» Ma ohe? Si scemava benù il corpo d' acque nel fiu-
me .principale «^ ma ciò, che pareva un paradosso , l'altezza delle
pienoni manteneva la medesima, come per l'4ivanti^ ed in appresso
si fece maggiore. Codesto «perimento contro la loro aspettazione a-
epri gli occhi a quegli ^irohitetti per intenderne la ragione . Impe-
rocché da sa fatte diversioni diminuendosi allo stesso tempo ed il corpo
d^acqua , eia velocità, le piene mantenevano la stessa misura d'aU
tea&ea, ed inoltre il ibndo del fiume dctpo molte piene si vidde alza-
to incredibilmente, e con esso alzarsi ancor le piene • L' errore de^
passati -faa migliorate le mìissime 'degli Architetti presenti, i quali o-
ra detestano tutte qneste diversioni , e prescrivono , «he tutte le ac-
que delle piene Cam mimno unite ,'ed anche ristrette nello stesso al-
"veo , acciocché in sezioni sminori crescano di velocità , di corpo , di
forza per trasportare le pesanti materie , e per sostenere le torbide .
Bertanto a volere abilitare il Primaro a contenero le sue piene in
sezioni più profonde, e più capaci , %\ uniscano le acque tutte, non
ai disperdano^, ed allora si ^oosegairà quell* effetto di scavamento 9
ohe si è trovato da Filo di Longastrino .all' ingiù verso la foce, che
mette al mare •
Ripiglieranno forse alcuni, che se tutte l'espansioni di Primare
della destra riva ai contenessero nel ano alveo , accrescerebbero il
suo corpo a dismisura , «e l' altezza ancora delle ano piene • Ma per-
chè questa difficoltà nasce da una fantasia mal 4ibituata , cosi noi la
everremo a poco a poco addimesticando al vero , con esempi di fatto,
e di quanto la varia velocità de^ differenti corpi d' acque giunga a
agguagliare le miaure delP altezza de' fiumi • Quando la prima volta
ai trattò d'inalveare il Panaro nel Fo grande, le stesse clamorose op-
posizioni^ le quali ora si rinnovano per il Primaro "*, si fecero allori^
contro l'ideata unione, predicendone uno strano alzamento del Po
grande • Fatta poi l' immissione di Panaro in Po , si calmò subito tut-
to quel gran contrasto di gente, che parla , e scrive, e sentenza
lenza fondo di sapere, e di sperìenza; e ne rende la ragione Monsi-
gnor Corsini , il quale coli' assistenza del ' celebre p. Abate Castelli
parlando nella sua Relazione di quésto fatto » dice.: Che anzi che gorvf
fiore il Po ^ V ha piuttosto renduto magro ; perchè egli è andato ro^
dendo molti renai p e molte isolette creatasi nel suo letto ec. Questo
è a|>punto quello «he . dice vasi nel primo .articolo dì questa parte • Uà
fiume principale., sens&a dilatar la sezione, né alzare il suo pelo^ si
fa capace talvolta dell' unione d'altro fiume ^ con dissipare aoltanto
s »
/
466
gr impedimenti » ed aoimue di relocità tatte le lue parti » le quali
prima o lentamente nioTeansi, o si stavano oziose . li meilesimo Mon*
signor Corsini poco dopo soggiunge no ahr» sperimensAI 9 "the eonfer*
ma quella massima 9 che si va ridicendo » che V nnione di tutte le e-
spansioni di Primaro a non &rebbe alena alsamento » o lo farebbe
insensibile 9 e cosi scrive r Come ^ impara dalla prwa fatta da noi
nel tartara con V acqua di Burana^ corKiossiacosackè messi nel fiu*
me segni stabili , e twata la detta chiameay non si vide abbassamene
to sensibile^ nemmena avendaìa dopo aperta ^ sensibil& alzamento;
d(d die si giudica dover succedere U medesima al Pa del Reno , a-
vendo senz^ altro maggior proporzione Burana al Panaro ^ che Re*
no al Pa j. considerata la stata di essi fiumi ^ nel quale fu fatta
V osseri^azione ^
Un' altra più convincente osservastone fatta coucordemente dalle
parti 9 o confermata dal ^•. abate Grandi 9^ e dal p* I>^ Geleslino Gal-
fiani si produce da Monsignor Riviera nella sua Reiasione at num. 61
ov' egli racconta 9 che dopa la diramasionor del Po d' Ariano 9 la se-
zionja nel tronco residuo del Pa dello Fornaci ha una maggior lar-
ghezza 9, che nel tronca superiore unita 9. e V altezza non è 9 che po-
ca minore di sotto 9. che di sopra la diramazione 9. cioè nel tronco stf-
periore unita avanti la diramazione» scandagliatone il fondo in sedict
luoghi 9 si ebbe un' altezza ragguagliata d* acqua di piedi XO9. onceó,
e tre quarti di minuto : e dopa la diramazione nel ramo delle For-
saci 9 scandagliata in diciassette luoghi T acqua » si ebbe un' altezza
ragguagliata di piedi io 9 once 4 9 minuti ir 9. e f ; cioè poca di più
d'un^oaeia e mezzo solamente d' altezza» Eppure dio' egli 9 tutta
V acqua delV uno ^ e dell" altro ramO' è passata , già prima per lo
tronco suddetto principale del Po grande j avanti che egU si divida
nelli due delle Fornaci ,. e di Ariano y aggiustandosi ogni differenza
colla Qaria velocità,, che- risulta ne^ detti cànalK Ne si pub dubitare,
che siccome ciò accade nel divorzio del tronco suddetto principale in que^
due rami divisi ; così non stUKedesse lo Hesso, quando con moto retro*
grado <me^ medesimi due' rami divisi dovessero ih un sol tronco unirsi ec*
Cent altri esempi presi dal corsa de** fiumi dimostrana ohiaramen-
te> che assai volte T unione di molti influenti,, o rami in un alveo
aola 9. a la loro^ diramazione non altera sensibilmente 1' altezza delle
acque y e del! pela delle massime piene nel tronca prineipaìe 9 tro-
vando lai natura altri mezzi di contenere le aeque aoorescitxte 9 qua*
si al medesima livello* di prima o per acorescìfMnta di velocità 9 o
per altargamenta di sezioni y o per iscavamenta del ibnda y a per tut-
r insieme questi ripiei^i; e però^» quanda il PrimarO' pel suo «ret-
namentO' a destrai contenesse tutt*^ i suoi spandimenti 9 non farebbe
pei:^ tutta ci& sensibile alzamento «.
46i
Che lia <m>8Ì , pr«ndiam<> nn' altra prova conTinceotUsima cfa( Fn^
maro xnedeaìmo » e da un fatta della naova immissione del Lamtme ^
Ognnoo 9B 9 quale e quante grandiosa sia ta portata d' ona piena del
Lamone» e ben le sanno qne' miseri terÉritorj, pe*" quali passa ,» e li
diserta con orribili inondazioni • Qual rapporto s*" abbia at Rano|» non
meno il Lamone « che eìascun altre inftoente nel Frìmare nelle mas»
sime lore piene r gii ^ state altre Tolte calciate da eccellènti roate-^
matici » Noi confessiame it vero ^ che di simili calcoli poco ei posna**
me fidare .. Converrebbe determinare la massima velocità di ciascun
fiume y ma nel colmo della sua piena , e ciò^ più volte .. Ma chi v^ è^
che dica d^ averle fiitte ? E poi tutti codesti calcoli sr fondano sulte
due famose ipotesi e d^Ua vefoeita proporaionale alT altezza , e della
velocità proporzionale alle radici dell' altezza - Ma il moderno autore
dell^ idrostatica esam^ta-^ n»^ suoi principf dimostra aasai chianuBen^
te , che al ^rso de' fiumi » e de' torrenti non pnò^^ inr nessun conte
applicarsi veruna delle due ipotesi ». le quali non hanno luogo y fuop^
che nalta velocità delle acque y eh' escono» da'" forr de' vasi sotta va^:
rie altezze » edf ancor qui il medesime scrittore dimostri^ . la: grande
incertezza- delle sperìenze- Noi valutiame pia assai' la. stimati va del
senso comune di quei battifiingbi ^ i quali scorrone lunee le rive di
questi fiumi ^ e fiiono frequentemente it paragone delr escrescenze
del Lamone con quelle di Reno » e degli^ altri fiunu •. Tutti questi
concordemente affermane ^ che il Lamone in piena masuìaia uguaglia,.
chi dice un terze ,. chi une metà delta piena di Reno .. Ma sia co^
me si voglia » Il determinarne il precise ,. noni è di questo* esame -
Ma a buon conta codeste massime piene del Lamone sono« entrate in
Primare pel^ tutte T auno passato •. E- quat èr stato^ L' efifetto di cosi
strana novità ? S' è forse udita querela di qualche miave alzamenti
^ fattovi ? Forse il Fjrìmare per tale aggiunta ha sormontate le rive ?
FoKse ha messe in qualche pericoTo il Polerine r o piuttosto le valli
di Comacchio ? Niente di tutte ciò; n^ manca se ne sona accoi»^
ti ^li abitatori alle rive di Pnmace;^ moka mena hanna accd'era>-
te il ohiudimentadella rotta> e la diversione del Lamone :: anzi , se
si fosse prese il partita, di laaoiasvela per sempre' decorrere nel Pci*^
mare ,: com" era eertamente mi^ior consigliò ,. nessuna pigliavasi Ta
briga di fiirvi ostaoolo*. K perahè? Pèrohe coni tutta L' imn^asione ddl
Lamone 9. it Primara decorreva: come- prima y ed' anzi .oens vantagg ia ^
aveada &{ta una seavamente^ dbve d- un .piede 9. d'ove di dtte> e ào^
ve di tre», co» afteft noev» diiatasione delle rive y come da noi si è
dedetta dalle recenti eocroaiòQa de. S.. Alberta r, àwt: he sboccata ini
Primare 9. Sina a t mare-
Traaferiama ora questa latta del Lamone all'* espansioni superioii da
Primare r ^ q^^ P^^ ^ preesttata arginaturai noi opk censktertamo ^
4^
tke 81 rìmtngoDo confeniìte nel Bi'iiiiato ^ ^e eer6liiioio xjnì qtiàl ef-
fetto-di alzamento vi faranno . A noi pare t -che la decisione aia -gii
fatta col paragone del Lamone • Inipe rocche concedasi pare , che la
3nantità di quest' espansioni arrivi ad ugaagliare - mia piena masaima
el Lamone 9 cioè quasi k metà' del Reno; ciò, che «on è ponto
'Verisiraile. Ma sia cosi. Non 'pertanto gli ^pandimenti contenuti ti«ì
«Primaro faranno benaì maggioi'e scalamento *del ano fondo ,- maggior
^latazione ddle-sue rive ; ma alzamento ddl ano pelo non -mai, •
«ppena insensibile , giusto aj^anto , ooin' è accaduto per la nuow
ammissione del Lamone • E queste iM>n'aono speculazioni astratte, ma
consegaenze dedotte da' «fatti • veri •
. Ma perchè ci sta a cUore il comhattero aptto tutti -gli aspetti un
errore invecchiato a favore di questo disarginamento , aggiungiamo
aneora un'altra rilevantissima ^osservasEiono • >La tenenza c'insegna
con una. costantissima induzione , che non tolti gli aocrèecimenti u«
guali de' -nuovi influenti in nn fiume &nno ngnàii alzamenti del su«
f>elo; ma se lo trovano assai bawo, ^' magro lo aheranno sùbito» -a
mgion d'esempio, per due,'0 tre piedi; e «e^s'^abbattono nello stea*
«ó- fisime alto, e gonfio, vi faranno nno aoarsissimo , e talvolta non
discernibile alzamento. Chi a' è trovato • spesse volte alle rive di Po.,
dove vi sbocca la ^Secchia , il 'Panaro , e tanti al^i torrenti , avn^
potuto certificarsi di questo fenomeno; ao una -iola piena d'alcuno
.di questi torrenti, formatasi per qualche scoppio di temporale nelle
^allì , t per dirotte piogge , ^ntra in Po ne' sommi calori della sta-
te , ^quando il fiume ha somma penuria d' acque , quella ^i fa tosta«-
snent^nn tale alzamento, che sotto ^i oochi vi riempie immediata*
anente il «vasto suo letto; laddove, se la medesima aopraggiunge al
Po già in piena nell'autunno, nessun' alterazione da noi può seoiv^
gOMÌ del suo alzamento, ohe ci 'è insentibile. 'La medesima osserva-
zione feto f;ià il -padre abate Castelli nel ano trattato della nmnra
delle aoque correnti al •'eofioll. 3. oon queste paifole • Osservasi on*
cora^ che mentre il fiume principale è hassò, sopravvenendo mia,
ancorché debole pioggia , <fa sùbito notabile crescimento , ed alzamene
tOy ma quando H fiume è di giù ingrossato, ancorché di nuovo gli
40prawenga gagliarda pioggia, in ogni moch non cresee tanto, psoH'-
fo UQ^a fatto sul ^principio , ie proporzionatamente tMa pioggia , che
e sopraggiunta . La guai cosa noi possiamo dire , • vhe partiaolarmen^
4e dipende ì perchè, nel' primo caso, mentre il fiume e basso., si ri*
"trova ancora assai tardo , e però la po^ acqua, ^e ci entra., cam*
mina, ..e passa oon poca veloeità, e in conseguenata occupa gran mi'
sura; ma quando il fiume è di già ingrossato per nuova acqua, ei*
sendo ^ancora fatta più veloce, fa, vhe la gran copia ^ acqua ^
che sopram4ene,, tenga minor misura, e non faccia tant' altezza •
Kii r alteriare ragioìiey-e più ani venale di quest'effetto si ritot-
we nella teoria delie resistenze, e viene chiaramente dimostrata dal«
1^ autore deir opera di fresco uscita alla luce » ed intitolata Idrostati^
^a- esaminata nef suoi principj i noi qjjii daremo- un breve cenno di
quanto più ampjlaniente dimostrar il lodato scrittore nella parte te-
Gpnda del secondo esame • Se iL corso de' fiumi né punto » né poco
ritardato fosse. dalle tante resistenze ne' loro alvei, la loro velocità
sarebbe.' sempre pro^rzmnale- al corpo d^ acqua ,. ^ crescendo questoy
créscerebbe, la velocità nella stessa proporzione ; onde non* ne segui*
xebbe alzamento verimo per qualunque nuovo influente % dal quale un
firUme fosse accresciuta, «come pensò* il signor Génnetè , ma con trop<»
pa universalità contraria alle sperienze • Attese dunque le resistenze ,
^ accreseimenti delle velocità^ il più- delle volte non • sono propor«
zionali agU accrescimenti delle acqi;ie ,, ma. in prop^rzicne minore v
Onde ne sej;^e 1^ effètto* dell' alzamento del pelo, del fiume -, per. la
giunta del nuovo influente.^Y«ro*^è però, che crescendo sempre pia
il corpp d'acqua^ nel fiume ,.. la sua- forza contrastando- più validav
mente le resistenze, e facendosi maggiore,, si. accosta finidmente al^
l'èq^librio con le medesime; nel qual caso qualunque altro ìnfl^ien*
te ,>, che sop/av venga ,. non. incontra più' il contrasto > né. il ritarda
delle resìatenze, e vi accresce la velocità proporzionale %1 suo cor*
pe,. e per conseguenza noiLalza più ìLpplo del -fiume principale • E
questore quell'unico^ caso ( ailì^'. il ^lodata scrittore) .^/e/Z^ velocità prò*
porzionali al corpo d' acqua nel sistema del Germetò }. cioè ^ allo*
ra solamente j .quando la somma delle resistenze si • trova^ uguale alla
somma delle azioni della gravità del fluido , alla quale uguaglianza
necessariamente si riduM il corso, d' un fiume accresciuto da nuovi
intuenti . .^ > .. -
Ma checchessia della' ragióne ^^npi' siam soliti a etflbilire le massime
generali nel solo fiittp^.il quale nel caso nostro ci dimostra , che
gii accrescimenti d' àcq^a in un fiume, .sempje più gonfio , , vi fauna
alzamenti 8emp;re minori, fina a rendersi insensibili ; e supposta qtie«^
sta massimaegli è manifesto , .die^ quando « gU spgadimentl deUrri-
maro in piena si contenessero dentro l' àlveo sup dal^arginatura deU
la riva destra-, l'accrescimento di queste aoqge a pochissimo^ a for^
^ nulla yi opererebbero di alzamento del suo pelo; mentr9. il fiumév
non potendi^ traboccare dalle sue sponde,. se non nello statò di^gie^^
na, questo appunto è quello st-ato^^ nel qi^ate tatt'i fiumi per b^
giunta di nuove acque accrescono bensì la velocità, ma non 1' altez«
sea, com' è ' succeduto l' anno passato 'al Primara medesimo pisr. la
nuova^ .unione delle p|ene granaios^ del Lamonc • -
Ma<per togliere sempre più* d' ogni timore i jiossessori del Polesi*».
viti, almen quelli^ chà amano il disinganno, fingiamo «, che le acgne
/
<di ^spantlone^ del Primaro in piena « «ontenute nel ano alveo ^i fa-
cessero un alsamento ^ andie 4i oezzo piede , oV è quel tatto y €
quel più 9 che paò figurarsi 4a ama fantasia, clie non rapona. E
non iivremo tosto nn compenso incomparabilmente maggiore d' nno
scavamento del suo fondo 5 d^nn piede, di dne^ di tre, come abbia*
jno trovato jempre maggiore lo acavuiento in tutto quel lunghissimo
tratto di Prìmaro , dove il fiume è arginato fino fulla foce del mare ?
€hi può dubitare , che 1^ unione delle acque flou accrescesse la velo-
cità , e la forza di corrodere il fondo fino a queir equilibrio , di cui
J^arlò il Cuglièlmini , dell' azione delle acque , e della resistenza del
ondo ? E se è così , com' è in fatti ^ quanto ai abbasserebbe il pelo
delle piene di Primaro.
Ma finiamola una volta, e parliam più chiaro^ e fuori d'ogni soC*
'tigliezza.. Quand'anche si volesse concedere per caprìccio, che ar-
|;inandosi la destra riva di Primaro , la sua piena l'alzasse d' un pie-
de e dicìam pure all'impazzata, di due piedi ancora, qual consce
«ronza dovrebbe dedursene in buona ragione ? Il disarginamento del-
ia destra riva? No, che non a^ò ndita mal legge cotanto iufi^usta;
tua anri 1' alzamento di due , tre , o quanti ai vogliano piedi dell' ar-
j;ine einistro del Polesine. Questa ò la conseguenza adottata da tut->
la nva cpposta , la il meoesimo • JNessunò prescrivo in casa d' altri
la misura delle «uè difese ^
A questo tasto l>en sappiamo , che alcuni non ai terranno più al-
le mcMsse^ 4B grideranno ad alta voce 9 che gli argini del Polesine so*
no altìssimi , né «i possono portar più in aIto« Con questa illusione
aparsa in tante dicerìe , appena par crediUle ^ che abbiano pototo
prevalere per piùd' nn eeoolo « aagrificando allo ate^minio tante ter*
re Ferraresi auUa riva destra disarginata « Ansila dirla ingennamen-
le , ancora noi eravamo quasi incappati in quest* inganno , perchè »
prima di portarci a [questa w^isita, avevamo udite in Roma si gran
cose di questi argini del Polesine , e de* loro aoprassogli in occasiono
di piene, che [0^ immaginavamo , che codesti argini fossero almeno
uguali in altezza ^ ed in aolidità a quelli , che i aignori Periti di Fer«
rara mantengono alla riva ainistra del Reno ^ in altezza ^ per lappov*
to al piano della campagna, dove di ao. piedi, dove di aS» e più
ancora da Cento fino alla rotta Panfili « Ma quando fummo sul posto
pi spari tutta questa fantastica idea ingenerateci dalle false relazioni;
e se i tre aignori Periti delle tre Leeasioni non ci avessero attesta*
to , che tutta quella riva sinistra 4 sulla quale si pasteggiava allora t
non altro era, che il famoso aigine del rolesine, noi non co ne aa*
resaifflo imì avveduti. Imperocchò in moltissimi tratti quello, obo^B
\
s
46S
•chiama argine t non ha altra Bemlianza i fche ^3* nna fira ^orflinaria
idei fiome f e dove dal ;piano vdella bassa priva , «o sia ;gòlena rsi alza
tre piedi 9 dove -quattro t o ciaqae -solamente 9 ^e dal spiano della cam-
Sagna ragguagliatamente jpochi jpiedi di più. >Ed 'acciecehè non dioasi
a taluno lesserai cda >noi esagerata ^una «tanta «depressidne hIì -^qaest^ar-
gìne sinistro « islcoome 4ill' opposto noi veramente aocnsiamo ^per «esa-
gerata, <« falsa «queir ialtezza ^ -che ^altri cantano 9 'sottopon^emo -qui a-
li occhi /di tutti 3a tavola ^elle ^altezze Mieli' 4irgine ^opiyt al piano
ella Tipa-» «e -sopra il j>elo 'delle massime escrescenze^ 'quale ^appunto
ce la rappresenta il profilo ^del Primaro ^esibito rnegli atti «della ^vìsita
•Conti nel i76a« 'Così finiranno :nna 'volta le declamazioni , ed' i ,pre-
testi» e si ^discorrerà «da qui in ^ivanti sul ibndo Tero del iatto •
Tatuala ideile altezze ddP ^argine fsimstro ^el To di'Pmmaro temt^
to in guardia da^ signori Ferraresi per la difesa del Polesine di San
Giorgio, .incominciando .sotto lo sbocco ^del .Benedettino al sito del
Margone ^ fino >alla chiavica £ Umana , -ove dernuna la manutenzione
^l medesimo »a vanco *de* 'detti signori .Ferraresi. Tale ^'altezza è in
rapporto al piano <della ripa , fO golena ^di esso fiume • Bilevandosi
tutto ciò dal profilo del Primaro j esibito negli atti della visita ^del-"
V Eminentissimo C<mti li la» -Giagno i^óz, Xte misure rsono state pre^
j$e jBol compasso dove mancavano i numeri- « .
^Iteiza del-
r argine sopra
la ripa •
iAlt«auM Bèi •
med. sopra 9a
mass, pione ■•
Pertiche 'So. di sotto lo shocco del Benedetti*
j»iod« onc. pun. { pied. on(x. ^bb.
5. o.
9-
3.
ti.
00 in Primaro . ^ . . . * .
In faccia 4illa casa del signor Cavallini
Alla .<^asa del aig» Mardiese Rondinelli • • ^ 4*
Alla, casa del sìg. Conte I^accheni • • • « y^ S.
Alla casa del Prìncipe Pio • • • • • • ^3.
In faccia alla H^sa ai Paris Sellato •
Alla casa del dazio di donaandolo • . .
Air Oratorio di Boccaleone • • . •
Jn faccia al già molino della Béccara .
Alla porta detta degli aoalini della terra -d'Ar-*
genta ^ « .* ^ • • • « • • .^^ • -^ %» ji
Alla Chiesa della Celletta
»
»
3.
a.
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i.
7-
X.
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j. 9. 0
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o. 7. 6
o. 3. o
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In faccia allo «hocco in Primaro del canale del
molino Saiani ' • • . • .« ^ . « • • • • ^ 4* ^*
Allo yhoccoidel canale del molino della Bastia « yy i. 3.
Al marmo della Rosetu 3. 4* 8 .
59 .
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o* io.
o. 8.
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iflle oRbTiclte Pàolioe. • •
A Santa Liberata ••••.<...
Io faccia alla Ghieta parmeobida di Filo
Al casale de* niolini di Filo . • . •
Alla oaaa^ del lì^é Marchete
♦ •■
V aigiB» aopra
U ripft
OMd. topcm W
pM. «OS. putt. (
1^ 3v Si o
9 »& f r. o
n »• 9- 6
n e. ft. o
9 4* '^' >^
pM. «oo. pao.
I. i« 6
!• 9. 0
I. 0. 0
0. ri. 0
1. 9. 0
Alla eata inGUeoa dèlsig. Gmaeppe GortUi ^ 4; 8.
Alla Chiesa parrocchiale di bongastoìne .. 94»^ a^
Dioontn^ il- catino del tig. Giitteppe Gorelli j^^'ti.
•In fiiooia lo^ sbocco della fotta in PfioMro det»
ta dell' ArcÌTOtcovo • • . . • • • • » 5^ Sé
In &ccia allo tbocco del Santenio* . .
In iacma> al canale deMa Vela . •
Alla cliiat«ca>di toolo de* beni Galcagniai
Alla chiatioa d* Umana.
ntofn ti pUoo I Sopra !• m9M$4
maUm ripa . | ntffMCMst -.
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Landdetti vf teandagli » o allem danno
nna inedia alieiaa ék ^ $•
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I
5. «
Segue V argine marUtnuto^ dalla ptÉàagiane ddle mMi di Cornacchie,
dove le piene di Primato si spianano , e vanno a congfun^
gfitsi col pela basso dèi- mare.-
pM* «Bt. pan. pM. «m«: pua^
Pertiche 44* sotto aUa chia?ica' d* Umana . „ 4. 11
Pertiche So. toperiormente allo tbocco ael Sis-
mo
S. io;
6.
In faccia al magazzino de' Padri di Porto • ^ 4.
Ib faccia allo tbocco in Primaro delfojBso. vec-
chio- . . • . . 3j 4. 6. o
Alla nuora cliìavica Lepri • • • • • • ^ 5« 4* ^
In faccia alla onta LovattelK • •• . . . . 9»^ S;
In fàccia al casóne ', o , capanno del sig* Gaer*
rini
Pertiche 444. infisriormeate a detto' caìiond
Guerrini „
Ih faccia alla casa dcua la Baladora . . n
4^ 9^
5. 1;
a; o«
O. IO
6
a. • 6«
■
2.. Ile
.!• 7-
o
o
1. 6".
6-
a. IO.
a.- '9«
6
6
1. Il*
a. 1.
or. 9*
6
o
Tertìcbe Sco. imeriormente alla obiaTiea di
Bedone ^ a. i. 5
Alla chiavica Leonarda ^ o. 7* e
Alia aerrartara della catena ver90 ia torre del
Primaro allo sbocco in mare . .. . • ^ 1. 9. 6
4^7
jpUa. onc- pie».
I. 9. 6.
1. A. O^
a. o. •
a« o. •
^
La inedia aliezza di qaeste la. misure è di ^ 3. ^o. 7 1 a«
Su questa tavola » oltre la bassezza dell' argine del Polesine , 4sil
Morgone fino alla chiavica d* Umana , notisi di passaggio la grande
sua irregolarità • Una delle regole più gelose nella costruzione degli
argini si è quella 9 che la loro sommità sia da per tutto egualmente
alta soj)ra il jpelo delle massime piene. Altrimenti se una sola parte
<r argine è più bassa » e .più vicina al pericolo del traboccamento del
fiume > rende inutile tutta la restante arginatura , quantunque conti- (
nuata per molte miglia. Diasi un' oochiata al continuo avvicendarsi
d' alto 9 e di basso / ohe fa quest' areine del Polesine ; ove si rileva
.d* un piede , ora <ti due 9 ora di pochissime once dal .pelo delle mas-
sime escrescenze • Se i Giudici di quest' aiEginsftura sinistra non ios-
^ero que' valenti Architetti » 1 quali «ono maestri in auest' arte » co-
inè ben lo palesano ^U argini di Po grande » e quelli/ aello stèsso Re*-
so da Cento fino alla rotta Panfili » potrebbe sospettarsi , che il mo-
dello degli argini del Polesine uscito fosse dal caso . Ma non è cosi .
Or qui è , dove nasce la maraviglia ; perchè , se veramente eglino te-
messeib delle piene di Primaro ^ come veramente temono delle piene
superiori del Reno da Cento fine alla rotta Panfili , si vedrebbero an-
che qui effettuare le prove del loro alto sapere 9 e della sperienza
nella formazione di questi argini • Si vedrebbe la loro altezza supe-
riore di molti piedi al pelo delle escrescenze. Allora ancor quest^ ar-
gine ci sarebbe uno di que' tanti" modelli delle buone regole da pra-
ticarsi , come lo sono tutti gli altri fabbricati da' medesimi signori
Periti • Pare dunque , che col fatto qui contraddicano a' loro stes-
si timori ; se forse non si dicesse da taluno , che manchino le forze
di poter fare spese proporzionali ad una più lodevole costruzione.
Ma questa scusa farebbe- un gran torto alla provvidenza , e zelo di
quél pubblico > il quale ogni anno somministra una grandiosa somma
di molte , e molte migliaia di scudi per simiglianti ripari , e con
tanta liberalità , che a voler consumare lodevolmente tutto questo da-
naro , fa bisogno di grande studio ^. e d' opere soprabbondanti per
una maggior sicurezza • Che diremo adunque di tanta non curanzi^
de' soli argini del Polesine P Chi sa, se forse in realtà niente tema-
no delle pipne di Primaro » ed anche in cuor loro se ne burlino f
Chi sa y se questo mistero nasconda un fottiliisimo artifizio di tener
tempre- fiam codesti argini^, aooiocchò' in: ogniì piena» rimangon pocW
once di. vìvo ;. e quindi si prenda il destro di mandare poi a Roma^,
e di stampare quelle relazioni atroci* delle straordinarie piene- di Pri-
maro,- e di confermare la> necessità del' disarginamentc della- riva de-^-
atra ; altrimenti si predice: giàj vicino# il diluvio' universale-^ del Po-
lesine».
Noi> siamO' troppo^ lontani: dal' sospettaro- d^nir simile artifizio*. Ma «>
dirla ingenuamente , ce ne aveva dato un grande stimolo^ certa stam«-
pata* relazione della piena seguita nelH Ottobre del 1764^ ove cou' for-
molo di spavento si narra , che le piene' dell*Idice unite- a quelle di
Beno concorsero a far alzare iV Primaro ^e tenerlo^ alto ^ ed in guar^-
dia: a^. giorni continui. A questa^ relazione- noi rispondiamo', che^
non ci fa punto di sorpresa la guardia; di 58.- giorni y dopc cbe noi
abbiam. veduto* quello ,. che è in. l'atti , e quello,, che significa qui nel^
Polesine la guardia- continua ». Anzi ,. quando* hramassera» di* farvi 1&>
guardia, tutto. Panno ,. ciò/ sarebbe- in loro* balia^ abbassando- un po''
più que'* miseri arginelli' ,1 o puc- soltanto^ la. lineai dellai guardia , lai
3 naie arbitrariamente può stabilirsi, o^ più: breve, o più bassa ,. secon-
0 il fine di. volérvi fare o. più: lunga ,. o^ più' breve*, o nessuna^ guar--
dla • Or questi, terribili^ racconti trasportati qua a- Róma' , e* ad- altre-
città fannO' bensì: qualche^ impressione a; quelli ,.che: non^ hanno maii
veduti gli' argini del Polesine ;; ma^ atlò^ stesso^ tempo' a^ chi* si^ è tro--
vato sul posto- fanno< conoscere^* 1* artifizio^ di< simili ingrandimenti «.
Bnpérocchè. appunto nella, passata: vìsita- ci venne fatto- d*' entrar la.
Erhna voltai dalla valle di GànJàzoIo^ in< Fi*imaro> in: tempo dii piena •.
iterxogammou subito, il* perito^ se codesta) piena poco^ mancava ad ar-
rivare a quella linea,, a quel segnale' di porre- in^ guardia* le argina-
ture • Si' rispose ,. che* mancava di poco più d! un piede • Qhi^ ci guar-
dammo in viso.* con; nn po^'dL sofpjesa f perche quella y che chiama-
rasi dal 'SilùiixìgO' piena y. a^ noii compariva- un; corsoi df'acque* poca«
i^ivii cH^ mezzane àw Primaro*, e dii qttaistsia> altrO' fiijune ;:e*pet i—
scherzo, si disse, tra^ noi ,. cbe qui si dovevano^ mutare- 1 vocaboli del-
le- cose r e- chiamar j9i>7i^' quella ^ che si direbbe- altrove, acqua mes^-
zana y ed a- quel moderato alzamento^, che^ sogliono avere le- natura-
li rive- de' fiumi » dàre^ il' nome- di arginature ^. Grani forza- dell' im—
geeno' preso' una. volta •'
Ma peitehè ssppiàmo, cHe-'una parte* déll^nmana' prudènzar* nei pufi^
blicl provvedimeiìti cdn^ijte talvolta nel soprabBomlàre- di cautela ,.
quando ciò posstì ottenersi tòrr ifiedferato' disdendio y noi' afi&ne di'* le--
vare interamente qualsisra* adÒTttbratìientò^ cfrqnest^'argine- sinistro ^t
eoncordémente' siarào' entrati^ nel! pai'ere',. che' gli dia un* nuovo- alza-
mento; di> altri 4'. piedi , con* questa lègge però, che /' argine' presen-
ta si ridiécw prima: ad! uniforme^ e: continuatoi^ altezza', paraCtUa al^
469^
pelo delle massime escréseeriee'^ secondàrie solite regale delle arginar
ture de^ fiumi . Fatta questoi riduzione ^^si^ accrescano' inoltre li sud'
détti 4. piedi di nuova'- altèaza^ viva • •
Qai già ci< aspettiamo* la* tanto. volte' ripetuta^ cantilena , che noi
finalmente vogliamo fare; dell'^argine dcL Polesine a/ia montagna \ ^a
non sono essi* più^ in^ tempc dL gittar' sugli occhi di- tutti queste o-
scurità^ dopo ì lumv daticL dalla- visita^ Conti •- Si guardi' un' altra vol-
ta la tavola- cavata- dal^ pro.filo^'del Pfimaro.- Un' tale accrescimento
non ^aItro« farebbe, che nna. moderatissima altezza totale^ ragguagliata
di 7. piedi d* argine- sopra^iP piano** della? riva.^ Or che ha che fare
questa^ mediocrissima altezza con quella^ dell' argine superiore di Re-
no da Cento fino* alla" rottai Panfili 9. fabbricato^ da* medesimi signori'
Periti R
Sì' aggiunga un altro- vantagció^ perpetuo , cHe* sorpassa'* il discapu^'
to della temporanea spesa da tarsi per una sol volta in questo alza-
mento , ed eS che* non* sarebbe^ più* necessaria' dn qui in avanti la
spesa* della; guardia:* di questi^ argini^ continuata per^ molti> mesi , e con
tanto« numero* db conradini',- e- di» soldati .- La quale' spesa- non è al
certo piccola 9 ed una 'parte noi Tabbiamo^ riconosciuta da' libri pub-
Blici della comunità^ d' Argenta .- No «vCli abitatori^ del Polesine po-f
Iranno- allora dormire:^ tranquillamente i' loro^ sonni ,<s senza temere pià^
d'^alcun* soverchiàmento^ dèlie* lòro^^ più^ alte- arginature •"
Opporranno- altri ^ che Ravenna ^ e la Romagna- bassa > e parte deF
territorio Ferrarese noiv possonpr obbligare- il Polesine* a spese mag»-
glori* di' quelle'y^ che ha^ fatte finora nelr alzamanto' del sua argine si-*
nistro ;* ohe piccoli? arginelli^ ora* gli .bastano' a* sua^> difesa- ,- perdessero*
appunto' dièarginata- la- ri va^ destra»- Al che rispondiamo , che nemme-
no-il> Polesine perenna maggior sua' economia può^obhligare* il terri-
tòrio^ Ferrarese , e Ravenna'y-e la Romana bassa a tenere disargina-
tk' là' sponda dèstra^ del^ Primaro" conr" immenso^ sno^ danno'. Consultia-
mo il^ diritto^ delle genti , il' diritto' oomunev e la' pratica^ universale
di*tntt^t popofiyi quali» abitano ^ lungò^le* rivendi- qualche' fiume •
Tutti tuttii alzano» L loro^ ripart' dalla- lora^ parte ;- tutti fanno* a piaci*
mento Ife loro* difese- da' traboccamenti^ del* fiume • Né s' è* udito al-
trove'giammai- il caso > ohe- io'anMjerrìtorio^ egualmente* stimabile deb-
ba' essere' sagrificato' interamente* per" fare - un po' d' economia all' al-
tro »* eoD« rispiàrmiarlli 1^ ilsamentO'^ do? aaoLargiDi^ de' soli* 4^ piedi
l' più*.
Si usi alcneno* qnestir CdTtMiav er discretèszr eoa il Polesine » di-
cono'altri , che- gli argioi> aiU' ^ettra^ ri«iangooo* pia. depressi d'un
Siede' degli- argini> alla^ sinistra - Rispondiamo y che questa legge» quan*
o venisie^ imposta 9. farebbe ìogittstièiima'i ed- in* olire darebbe luo-
go ad infinita soandali p. e liti sul più*, e meno d'altezza in taott
■xyr»
y
-irfegolarita di piaoi aUi, e batti. Non è e^ì notistime, che negli
anni passati appena alzavati un qaalche mitere argiaello tu questa rì-
v« per riparo a*iin pò* di temi nato; non e e^i notissimo , che sba«
cavano tosto i guastatori ad atterrarlo P E ohe farebbero ora , quan-
do si prescrivesse questa legge d' abbassamento d*argiiie.« anche d'un
aolo, piede P 8on pure la trista sorgente di gran mali i partiti tatti
di mezzo. Eb che bisogna camminare snlle strade reali della ragio-
ne , qnando -si Togliono dare veri provredimenti pubblici. lu ogni
parte del mondo si difendono d^* traboccamenti de' fiumi a misura
de' loro timori* Né questo è unfaMo nuovo, per cui si debbano
addesso consultare i Loggiati , gì' Idrostatici > di ciò , che convenga
fare. Prima delle decisioni de' Dottori, e degli Idrostatici j il senso
comune della ragione ha condotti gli uomini a fare quelb « che si la
nel riparo de' fiumi .
Tuttavia pare ad alcuni , cAie non possa rionsarsi il partito 'prov-
visionale per un anno , o due , per via di sperimento di' tenere al-
quanto più ' depressa 1' arginatura destra . Ma Dio ci guardi tempre
da' progetti provvisionali , che finiscono sempre male. Già. si sa quan-
to lagrime volo alle Provincie riuscita sia la provvisionale rimozione
di Reno dal Po di Ferrara . Camminiamo adunque auUa via battuta
del diritto comune. Ma poi si 'risponde, che 1' esperimento più libe-
ramente può farsi da' possessori del Polesine con alzare tèmpre «n
|»ìede di più il loro argine sinistro, e te noi ne preiaeriviamo 4> ®'*^
ne alzino pur 5. piedi per mantenere 1' antica prerogativa di supo^
riorità sopra 1' opposta «riva . Finalmente altri adducono 1' antico pos-
sesso del Polesine di prescrivere il disarginamento della riva destra^
e qui entrerebbero in iscena i signori Leggistì con una atucchevole
filza di citazioni legali. Ma ti «risponde, che il pNOSsesto d' un disordi-
ne ancor centenario non fa prescrizione contro il pubblico bene, •
contro la suprema autorità del Principe , « ^cui a' appartiene , pnrchè,
soltanto il voglit, promuovere la felicità con nuovi provvedimenti •
Qui siamo in un affare d' altra sfera di quella , «che tuole ventilarsi'
dalle forensi controversie tra' privati possessori.
£ se al Primaro mancasse la necessaria pendenza al tua corso ,
quanto sarebbe da mettersi I' arginamento della riva destra P Questo
è 1' ultimo ricovero di chi si vede spogliato d'ogni ragione. IM^che
la pendenza , e la sua velocità aia maggiore del bisogno , ti è già di-
knostrato dal fatto medesimo del suo scavamento , dove corre argina-
to . Che se di questa tanto contrastata pendenza se ne volessero pro-
ve ancor più palpabili » nn dettaj^lio più esatto ti rimette all' artico-
lo seguente .
Un solo avvertimento ei rimane a tuggerìre per conto dell' alza*
mento pretcritto all' argine ainistro • MelU vitita nottra ci ha torpreto
N
«na oronricà jptegindbiàld a cfciestl argiDÌ (fd PoIesiM; Tratto trat-
to abbiamo natalo; che sì Tanno abbaodonaodo gli argani antichi as-
sai distanti dalla riva^ o però' ben- difesi dalle loro^golene» ed a quel-
li si Tanno surrogando altri argìneUi meno alti «sulF orlo delle rive di
Prlmanr ^ affino di coltirare quelP ampio spaaio di terreno interposto
tra V argine Teccbia, e la riva ^ che suol chiamarsi la golena. Que-
sta novità 9 òhe già s' è fatta altre Tolte, e cbe ora si Ta continuane
db » è un errore massiccio^ contro tatto le buone regole delle argina-
ture de* fiumi. La golena^ quanto pia Tasta, e spaziosa ella ò-, tan-
to più preserTa P argine dalle corrosiom, perchè la corrente della
piena del' fiume ha qniTi campo di spandersi, e di allentare la Telo-
oità a proporzione della sezione maggiore del suo corso. Se un argi-
ne resta disarmato dall^ golèna , è più Ticino a perdersi , ad esser
corroso ^ e trasportato dal fiume. Per questa ragione noi a suo luogo-
nescrÌTeremo , cbe al nuoTo argine da fabbricarsi sulla destra rÌTa ,
orasi una distanza di pertiofae ao^-dalb medésima, acciocché ^il Fri-
maro ^traboccando nelle sue piene possa ^Ulatarsi ,. e scemar di forzo •
jmma d* arriTare al'- pie dell argine •-
E tale fui appunto il^ eaggio diseermmen lo degli antichi Architetó-
nella costruzione degli argini del Polesine • Or per qnal fine d' inte-
resse in oggi SI abbando&iao gK argini antichi molto distanti dalle ri'*
Te, per qual cagione si alzino- argini novelli sulle spondo medésime
o noa sì dubiti pnnfo-£ restringerò- la oorrente, la quale cosi è pia
disposta a corroderli^ noi non Sfaremmo indoTinare altra ragione, fuor-
ché quella-, la quale dalla lunga sperienza è stata ad essi insegnata ,.
cioè , cho ad impedire le irruzioni del Primaro sono snffioientissimi^
ed afgtnellì ancor piu-bassi ed esposti, alla corrente immediata del
fi^me senza discapito di tanto tetreno^per uso di golena. Ciò che
conferma quello, che si è detto di sopra Tale a dire, che le piene,
dt Pifìmaro non sono quelle s^ strepitose , cbe si descrìvono nelle ref-
lazioni, ma la loro forza è proporziomUO' alla^ tenuità do' ripari, i-
quali modernamente si vanno facendo .- -
Tra gU altri disordini in questo genere, uno ci è parso più limar*
cabile, e dégno di compassione, che riferiremo qui* In quella parte
di Primaro, che chiamasi il Tra^/ta^^o sulla sua rÌTa destra al solito
dìsarginata Tcdesi in oggi piantata un' antica-, e numerosa popolazìo*
ne , e ricca di buone fabbriche j- e d' una bella Chiesa situata sullo
sponde del fiume • Ail^ opposto* V argine antico del Polesine alla sinir
stra era distante di molte pertiche dalla rivale questa» spaziosa go-
lèna iù occasione di piene permetteva al Primaro tutto* il desiderabi-
le sfogo da queste lato^ senza che la corrente obbligata fosse -a cari-
care tutta ralla riva destra, e sulle sue case, Or Tanno passato per
faro-di questa gdeaa una noo^a economia , e convertirla iu un orto^
f^
>jtra
4ra
i è dato principiò 4àd altra ^irginafara ^tal labbro «della itìrn, «im.
.tra j e noi stessi r..abbUm passeggiata .ndla saa sommità. !L' efietto
di qaesta novità contro ;gii .^ntiwi rStabilimenti tsi ^ > che la oorrento
della piena molto più ristretta si carica addosso H jriya destra , e le
abitazioni ^ .e rmolto più a danno ^e)la ^Ghiesji f 'la ^gaale tè sempre 4il-
lagata in >modo,xbe. assai volte al Sacerdote ^è costretto a celebrare
il divino SagrifiziOfCogli stivali^ -^ co^.piediAell* acqua.» j^otrebbero ,
è vero , gli abitatori della riva destra «ripararsi ^dalle inondazioni con
un argine circondario.: Ma ,no • JjO difese , i ripari flutti -soao vietati
dal Polesine, -e si marciscano pur^quivi ^quegli ;abltatori ^con tanto
danno del Ferrarese,^ di .tutto il Principato^ *<)be non per tutto ciò
*jsi raddolcirà la dura legge ^ rChe ,^ieta .ad .essi .la naturale «.difesa.. ^
J1PPENDJ.CJE.
JD' altrì più relativi difetti . dé^ .mentovati .argini in quel tratto idi
P rimaro , che inunediatamente *s^, apparsene, alla difesa
delle valli di Comacchio da^ molini . di Filo Jino
^alla . chioi^ica jd* JJmana^
JLroppo importa ^d alP adempimento ^dél nostro dovere, ed alla
giusta estimazione di questo affare» che da noi .s' informino 1V£E. VIT.
. ancor più stesamente della qualità « e. dello .stato 4egli .argini >del Po-*
lesine , non. solamente, quanto .alla. già «riferita Joro ^dej>reasiane , ed
irregolarità d' altezze , -ma .guanto ad altri più jiericolosi difetti ,parti«
.4)olarmente.in.quel lunghissimo -tratto d' .argine , ohe da Xongastrino
tino alla chiavica dVUmana s' appartiene alla. giurisdizione -.del Pole-
sine, .ed immediatamente divide il Primaro .dal coginngimento con
. le lagune ,di iGomacchio« ìQuesta ^arte , siccome .quella ^ che ;poco^ o
nulla interessa la difesa .delle .terre del Polesine ^ cosi ^è la più ne-
gletta • Quivi >abbiam <vednti gli argini in jino ^ssai emisero stato 9 e
che richiedeva in .molti luoghi .quasi .un totale ^rifacimento • Impe-
rocché «noi abbiam detto Jiensi^ ^ lo diremo più volte., -che -dal 4)oi^
ao del Primuro niente ^possono «temere le valli di Gomaechio ^ a con-
dizione però, che non inter^renga o d'arbitrio ^legli nomini, .0 T ab«
bandx)fno »degli argini, od nn qualche nascosto £ne axendere il Pri^
maro minaccioso alle valli.« Altrimenti tenza questa riserva nessuno
potrebbe predire la sioorezza nemmeno della città di Ferrara anch# '
in vista ,de' suoi famosi argini di Po grande a X*agoscuro«
.Confessiamo ;pero che, ^da :noi si è -durato gran fatica a voler pene-
trare il mistero di .questa Irascuraggine • Imperocché , ae la debolea«
8a , in cui si vogliono quasi a bello studio mantenere gli argini di
questo tratto , fosse un mezzo idoneo a divertire dal Pr;m%ro le pieof
47»
di- Reno f dell* Idice , della Savana » del Santerao » del Senio » coma
▼orrebbooo, si accorderebbe (jaasi per buono , per lodevole nn coti
fatto artifizio » Ma se o bene p o male , che siasi ,^ V unione di que-
sti fiumi già s' è fatta in Primaro » come s' è detto tante volte , so
più non v' è scampo ad impedirla ; con qual prò 9 ed a che fine 9 al*
meno in questa parte più gelosa , non si stabiliscono una volta gli ar«
gini con quella base» e golena, e scarpa, e con altri opportunissimi
ripari dalle corrosioni , i quali felicemente si veggono posti in opera
in poca distanza dal sig, Fermiere della pescagione delle valli, io
q[uel tratto , che a lui s' appartiene dalla chiavica d' Umana fino al
mare ? In fatti si confrontiao le opere da esso lui fatte in difesa del-
le sue arginature , i pennelli ^ le palificate , le fascinate , V accresci-
mento delia grossezza degli argini dalla parte delle valli , si confron-
tino pure con que' leggerissimi risarcimenti , che senesi fatti nell' al«
tro tratto d' argini dalla chiavica d'Umana andando all' insù , fino a'
molini di Filo , e più oltre , e presto si conoscerà quello , che abbiam
▼eduto co' nostri occhi , cioè la nessuna sollecitudine dì farli sussi-
stenti in questa parte , e regg»)nti all' impressione , non che delle pie-
ne , ma nemmeno delle acque basse di Primaro •
li primo difetto , che ci cadde sotto l'occhio, navigando da Argen-
ta alle Mandriole, fu l'osservare, che affine di risarcire gli argini
dal solito abbassamento , si scavava la terra dall' alveo mrede^imo del
Primaro al pie della riva , e dell' argine , cioè da quella poca scarpa,
0 golena, eoe il fiume erasi formato sotto le sue rive. Ma chi non
sa , che la golena difende il piede dell' argine dalle corrosioni , e mol-
to più la golena , e la scarpa prolungata nelle acque del fiume sono
necessarie quando 1' argine è posto in ìsola tra il fiume , e le valli
di Gomacchjo, come si vede alquanto sopra i molini di Filo fino al-
la chiavica d'Umana. Se l'argine in questa sua situazione ha poco
riparo nella base quanto è facile che per alcuna delle tante cagioni
accidentali si apra la via alle acque, ed al suo squarciamento?
Adunque in questo tratto geloso , non solamente è disdetto il le*
Tare terra dalla golena , e dal piede dell' argine , ma anzi dee pro-
curarsi studiosamente di sempre più accrescerla; e dove fi fiume de-
corre sopra il piede dell' argine disarmato dalla golena , è indispen*
iabile , che si applichi tutta 1' arte a farvi de' nuovi interrimenti
Con pennelli, e laacioate verdi, le quali germoglino nell'alveo me-
deaimo sotto il pie dell' argine , e più facilmente vi fermino le tor-
bide, come ahbiam vednto essersi lodevolmente praticato dal signor
Lepri ; e perjy le sue arginature niente temono di quella unione de*^
iami , che da tant^ anni si è già fatta in Primaro •
Diranno , che dove I' àrgine rim«ne in isola tra la Jagnna di Cornac*
cUoy ed lì PrimarCy la terra pel suo risarcioientc non può prenderli
60
V
I
I
474
aUroDde».che dair »!? eo medéiimo^» e dklla tua foìèm^ Ifb An^-
S[>ooile» che dod f^ certamente cosi il tìgnor Fermiere delta Talli
i Gomacchio , e chiunque ha vera premura della fermezza de* snoi^
argini} che egli noa ispoglia il piede, e la golena ddr argine per
trovarsi la terra, ma U fa trasportare da- altre parti, od anche dalla
riva opposta. Egli è vero , che con ciò si accresce • spesa } ma quando
la spesa è necessaria ,. non* può inoolparai; ed anzi, la buona ecoao*
mia la consiglia •
Il secondo difetta di questi albini in quel tratte ,/ nel quale sono-
posti in mezzo fra la Is^una di Gomacchio , ed il Prìmaro , si è , che
indifferentemente si lascia decorrere il fiume sotto il- pie àóiV- argine»
$i lascia, corrodere la riva , sulla quale è costrutto 1' argine senza al»
cuna sorta di que* ripari soliti a farsi per rispingere la corrente aU
r altra riva • Noi osservammo > che in alcuni siti sopra i. molini dL
Eilo , e di sotta ancora, la corrosione erasi tanto avanzata,, che pa»
vera un argine abbandonata al caso ^ Quanta sia facile il rìspingero^
la corrente all' altra riva,. e conservare salvo , e ben. dileso 1' ar^ne»
ai potrà comprendere dal fatto medesimo delle arginatare del signot-
Cepri , le quali sono anch' esse egualmente isolate tra la laguna eéL
il Prìmaro , e ciò. non ostante si reggono in. modo da non ùr temerai
alcun disastra». ^
Il terzo difetto consiste nella troppa aoarsa larghezza di pochi pie^
di nella base già corrosa di qviest' irregolarlssimi argini da Longastri-'
no fina alla chiavica d' Umana. Or codesta gracilità Ji rende piàdi-^
sposti al trapelamento delle acqne, ed alla rovina. Ma noi ponti*
Duacdo le osservazioni , e giunti alla chiavica d' Umana, dove Itianna
principio gli argini del signor Lepri, quivi si scontrò con eli occhi-
immediatamente la molto maggiore solidità de' suoi argini ^bbricati^.
e mantenuti con tutte quelle cautele , e regole solite a praticarsi^
quando si vuole, tener lontano qualunque pericola, di rotta-^'a di cor«-
rosione.. «
Il quarto- difetto è coiisegnente dal precedente ^ ed ha princi^o dà
Argenta sino a Longastrino , e di qui fino alla chiavica d' Umana ^
oW è il teràaine degli argini malamente costrutti >. Siccome per ri-»
sparmio di spesa in tntto questo tratto si prescrive all'argine un*as-^
sai ristretta base, cosi colla stessa proporzione dovendosi regolare,
là pendènza da cima al piede, questa riesce talmepte ripida ,. che. le^
sole acque piovane bastano ad ìsfasciare gli arginl^ con rigagnoli » e
col loro scorrimento • Di simil fatta s' incontrò un tratto d' argiae
modernamento ristnurato, mentre si navigava da Argenta a. Fila ; ^
ci mosse alle risa il partito preso* per reggere la terra ,^ Ja qixalo-
difficilmente poteva sostenersi in quel pendio , che poco si scostava
dal perpendicolo ^ 'meglio pjù le da qpalche i^oggU: veoiisa. ttuaolata
4??
'% idrocciflilflre A pie deìF argine . Vedemmo adatiqtié dalla barca, eht
tutta quella pericolante » e fresca superficie d'argine era stata copet^
la da certe tavole di stuore per un tratto laagtiissimo , àffiae di di-
fenderla dal. guasto delle acque, fin « tanto che aWeno la terra fa-
cesse presa, e s'indurasse. Ma chi ha mai yeiluto lavorarsi argini di
nmìl fatta, ohe per tenersi in piedi, e per non morir di freddo han*
ao bisogno delle coperte di stuore , « di tavole di cannucce? Il si«
gnor Lepri non £1 casi lavorare i suoi . Qui si vede regolata la pen-
denan , accresciuta 4a grossézza «della base , e del -suo j^iede -prolun-
gato ancor nelle acque di Primaro, dove fabbisógno.
Il frutto di questa nostra visita in questa parte , fu una conside-
racioae rilevantissima , la quale noi sottoponiamo all' EE. VV. , ed
e queata che ^liremo^ Tutto qael lunghissimo tratto di più miglia
da Longastrino fino alla chiavica d' lymana , dove J' argine è frappo*
sto tra Primaro , ò la laguna di Gomacchio , pare a noi , che sareb-
be miglior consìglio , ed anzi un necessario provvedimento., che con-
-eegnato fosse alla custodia del Fermiere generale della pescagione , o
non già a* possessori del Polesine* La ragione è chiara, ed è tolta
'da quella massima del cui bona , che regola tutti gli afTarì ^el Mon-
do • Se codesiti argini confinanti con la vaUe di Gomacchio ai sfa*
aoiano per qualche rotta , le acque di Primaro dove andranno a sca-
ricarsi r Sulle terre coltivate del Polesine? No certamente, ma im-
medialamente nella laguna di Gomacchio , ove porteranno le torbide
•con altri danni notissimi della pescagione • Il Polesine si rimarrebbe
in asciutto , e vedrebbe le Torlne della Camera Apostolica ^ aenza il
minilno suo danno, eecettuatone qualche piccolo alzamento della la-
ìrana , la quale presto si scaricherebbe in mare « S* aggiunge , che
r interessa di alcune provincue richiederebbe anzi il fortunato acclu-
dente di qualche rotta in questi argini confinanti con le valli, per-
chè il Primaro , molto prima di portarsi al mare per via più lunga ,
scaricandosi più impetuosamente nelle valli di Gomacchio , s' abbasse-
rebbe di qualche piede alP insù ,. e darebbe lo scolo a tante terre su-
periori inondate dal Reno , dal Sillaro , e da altri torrenfi •
Or qual più sconsigliato sistema si è quello di consegnare la cu-
stodia di questi àrgini a quelli , a* quali poco , e nulla importa del-
la loro èussistenza; ed anzi la loro rovina può essere di giovamento^
almeno per rapporto a molti particolari possessori • Con qual corag-
gio., e liberalità potranno questi far le spese della loro manutenzio-
ne, quando queste siano rivolte unicamente alla difesa, e vantaggio
^elle valli Camerali , e del suo Fermiere ? E perchè non anzi si vri«
solve di gravare il Fermiere medesimo di questo carico, e di solle-
varne i possessori del Polesine , con la -debita ti^fuaglianza per^ da
iqualche vantaggio proporauonato al nuovo peso?
/
fi.»
/
4?6
E qui è dova abbitm luogo di dire una Terità libenmeoie • Lo m->
lo della Camera Apottolìoa par troppo ti è fatto giaooare fuor di pro-
posito. Tatto quelle fervide dioerìe, delle qaali TaoDo piene molto
•crittare , non ci palesano no atomo di Toro mIo . Sono preteatì ^ so-
no coperte d' altri fini • Se vorremo le valli io avvenire sieamsimo
da o|ni disastro di rotta » sieno liOensiatì i vecchi costodi degli ar-
gini m qaesto tratto 9 e siane surrogato quel solo costode , il qaal»
dall' interesse nroprio spronato sia a ikr da vero . Qaeato consiglio è
indipendente dal nostro piano ; o si esegaisca questo » o no; o ù la-
scino le cose del Reno nd, misero stato di prima ^ codesta ìnasiono
sarà un gran male di molti » ma aarà sempre oa gran bene della Ca-
mera Apostolica il commettere ad un castode più vipUinte , e nienr
te sospetto la siouressa dello sao valli » delle sue rendite •
•47T
ARTICOLO QUINTO.
Della pendenza del Reno dalla rotta Panfili per la linea di
maro fino ad incontrare la comune orizzontale del pelo basso
del mare a' molini di Filo., e delle due cadenti delle mas»
sime escrescenze di Primaro da! molini di Filo al mare .
SOMMÀRIO.
Pendenza di Primaro decisa dal fatto medesimo della sua grande
velocità in amendue i stati d* acque alte , e mezzane • Nuove spe^
riense , ed osservazioni . Il dubitare della pendenza di Primaro è u^
fui protesta contro il fatto . Ordine prepostero di voler applicare il
eorso de^ fiumi alle teorie, e non le teorie al corso de^ fiumi. Qual»
sisia fiume si stabilisce la sua pendenza proporzionale al corpo d* ae*
que • Esempio del Reno dopo la rotta Panfili . Pendenza di Reno di*
venuta ora maggiore di quella della visita Conti dalla rotta Panfi*
li sino al mare . Dalla sola livellazione Conti si dimostra , che la
pendenza di Reno dalla rotta Panfili sino a' molini di Filo , cioè ul^
r incontro del pelo basso del mare è di once 1 4 | per miglio • Si di*
mostra, che in Primaro questa pendenza sarebbe eccessiva. Effetto
delV unione del Reno colla Sammoggia paragonata a quello dell' u*
nione sua coli* Idice , Savena y Santerno , Senio , e Lamone • Si di»
mostra che da' molini di Filo ha principio un nuovo moto accelerato
di Primaro j spinto da due ccèdenti . Quanta forza abbia ali* accelera^
zióne la sola cadente del pélo , si dichiara coir andamento di Po . Si
spiegano due fenomeni delV ultimo tronco j i quali sembrano opposti j
cioè accelerazione maggiore , e pendenza di fondo assai minore • Oj-
servazione generale dell* abate Castelli. Tavola delle successive ca^
date 'della superficie di Reno per ogni miglio neW ultimo tronco . AU
tra nuova cagione dell' accelerazione de* fiuriU ne* loro sbocchi •
l^e le sottigliezze de* partiti non avessero osoarata^ la verità , po-
co ci darebbe, che fare la pendenza del Reno dalla rotta Panfili per
la linea di Primaro sino al mare« Qaat più aateatica prova di sopr^b-
bondante pendenza si è it corso velocissimo , che ha già preso il Re-
no nnìto air Idicf , ed inalveato pel Primaro 9 do^e questo è argi«
nato? E mentre si contende tuttavia tra* teorici delta quantità di
onesta pendenza necessaria al soo eorso, il Reno ne ha già fatto la
•elisione col fatto. E non vi decorre il^Reno da tanti anni feiiee-»
mente in Primaro? E non vi entrano tutte le piene deiridice, do-
po b costrnxioao del cavo BoBodettino f Noa t'è latta nel PrimaM
r unione del Seiiìo ; 3èl Santerno » td i^timameiiCd del Lamone?
Non 8* è ^gli scavato il suo alveo? Non te lo è dilatato? E si dubi-
ta ancora delia sua pendenza» se capace sia^o no , di «sfog^are tutti
quest' influenti ? Ma se di fatto il Primaro li accoglie tatti ^ ed a
tutti dà sfogo ^- e velocità; a che serve dunque qui cercare^ e per**
der tempo ^intorno alla pendenza dì Primaro-? Il solo dubitarne sa-
Tcbbe una protesta contro 3 fatto. Se abbiamo Pefietto della penden-
za f che è la velocità delk sua corrente , a eui vanno già in oggi u*
nite le acque di tanti influenti , qual bisogno abbiamo più di. livel-
lazioni , e, di teorie-?
.£ che sia cosi, potrebbe bastare un cenno del risultato delle -nò-
atre osservazioni. Àbbiam navigato il Primaro in due differenti stati
d' acque basse ^ -e mezzane* In^amendue gli stati si aon &tti gli soan^
dagli, dal Morgone iino al mase^.Il Battifango Ferrarese., che faoeva
Suesti scandagli, provò a suo gran costo l'effètto della gsan velocità
i Primaro « Con quanta Nforza di braccia cacciava egli ogni volta ^ -
piombo r asta nel fondo AA fiume -per ritrarnela prestissimo » accioc-
qbò al ripido corto del fiume, e della barca non si desse tempo di
piegarla dal perpendicolo? Quante volte il vedemmo sopraffatto dalln
celerità della, corrente, la quale gli rendeva inutili le misure dell* al-
tezza,. e*eon suo trayaglio era costretto a ripeterle?, a sa^o che do-
vette^ saccedergli nella . fatica qualche altro robusto navicellaio • Che se
.il Primare non avesse pendenza , se 4ardo fosse ilsuo corsa, Aoi noa
avremmo sperimeutati- gli effetti di UbU velocità, ^mohe in acque
basse • Oncfe allora Ura noi si oooohiuse , che la sola fazione , ovvero
r. ignoranza del fatto , potevano far dubitare della sua pendenza •
£ jperehè qui si combatte cq' fatti, non con le teorie» riferiremo
un' altra più convincente. osservazione. Un giorno da Argenta si na*
vjgò verso le Mandriole. Lo stato di Primaro in quel di era d' acque
mezzane. Dopo un qualche miglio di navigazione ci scontrammo u
un fenomeno curioso. XiC acque correnti di Primaro ^ le quali prima
erano assai chiare, in progresso ad occhi vegenti ci divennero più
torbide • Si xìotò .l' accidente , e per allora non se ne fece gran caso.
Ma vedendo noi, che -sempre più V intorbidavano., in guisa che pò*
co difierenti parevano dalle torbide solite portarsi dalla piena , vi fal-
cammo maggior considerazione, e rivolti ai barcaiuolo Ferrarese, An-
tonio Fantelli spertissimo delle vicende di Primaro , T interrogammo
qual ne fosse la cagione, la quale per altro da noi già si comprende-
va . Egli rispose ingenuamente , che la velocità delle acque di Pri-
maro, maggiore in quel tratto, era quella ^ che corrodeva il fondo,
e. sparge va nell' acqua quell' interrimento, che andava sollevando. Si
ordinò di presente nella stessa barca , che si registrasse codesto fat-
to , e la hsposu del JSarcaiuoIo nel nostro diario delle osservatoti
4W
nfi rinunrcdllx • E Ueii 9^ay?id6 rtccorto uohm qaal oonsegaeoM
da noi se ne Toleise dedarre da questo fenomeno, il quale è fami*
liare nel Prìmaro »• oome poi abbiamo udito da altri navicellai • Sa
adunque le acque correnti del Frimara anche nello stato di loro ma-
grezza arrivano a scommuovere il fondo, ed a farvi le torbide; qual
SDAggior sovvertimento del fondo, e corrosione faranno le acque me-
desime in istato di piena». quando la velocità, diventa tanto maggioro
senza paragone?
Or in vista di fatti cosi' sonori, in vista dèlia corrente di Primaro,
e dell' unione già fatta nel suo alveo di Reno, dMdice , di Senio,- di
Santerno , e di tanti altri canali di scolo , in vista d' une scarico di
tutte queste acque felicissimo per tanti anni nel Primaro , a noi pa-
ce nna cosa stranissima , che alcuni cerchino oggidì, se possano inai-
Tearsi nel Primara, se tuttavia possaqikavervi corso , peiidenza, e ve-
locità. Ci pare una cosa non mai più udita , che alcuni abbiano ri-
chiesta a^ tal fine nuova visita , nuova livellazione per certificarsi dì
quello , eh* era già seguito^ come se ora si cliiedesse la livellazione
{ter decidere , se il Tevere s' abbia la necessaria pendenza per deoov-
xere in quello stesso alveo, per cui decorre di fatto al mare. Il ve-
ro , e real corso de' fiumi si è quello , che prescrive la legge della
pendenza ;- ma non la* prende ^ammai da- una teoria di pendenza »
ohe noi oi fingiamo in capo.^'
Diranno^ £orse , che il Reno da Cento fino alla rotta Panfili si api»'
propria una pendenza d' once 14 i per miglio in circa più o meno ,
come si fa palese dalla livellazione. Adunque questa dovrà continuar^-
segli sempre ancora per il Primaro • Ma il Primaro dal Morgohe fino
ad incontrare il pelo basso del mare, non ha che una pendenza dì
once 7. o 8. per miglio. Adunque il Primaro non è dotato di quel^
la pendenza, eh' è propria del Reno, il quale vogliasi inalveare per
U linea di Primaro». A questo discorso si riducono tutte le sottigUe?»-
ze de' moderni oppositori .• (
La diacci tà, che si muove, involge molti' errori di fattola molti
altri di massima, e pei;cia noi nella risposta ci fareftio a svolgere
tntti questi nodi , che qui si vanno aggomitolando . Interroghiamo a-
dunque gli» of^ositori di nuovo, se ^1 Reno unito air Idice^ .già da
molti anni entri nel Prìmaro al Morgone , o no ;^ e se poi si àccom«
^gni ancora col Santerno»,. e col Senio .-Se vi ^ntra^ come V abbram
▼eduto entrarvi ,>portati in barca dalla corrente della sua piena per
la valle di Gandazolo al Morgone giù nel Primaro 9 e se le piene
deir Idice già ci vanno inalveate dal cavo Benedettino , e si unisco*
90* col Rene nel Prìmaro, la qnistìone è decisa dal fatto • Tntta quo*
'stO'» corpo d' acque maggiori del solo Reno cammina benissimo con
jiaeUa. geod^aa , ^cono^ che a! abbia di Zj in 8« once pjsr migUO')
/
4>«
o tìa perchè l' tioione degli altri inflnenti in Primaro lo renda qni
meno bisogooso dì caduta , come beo lo predisse il Gnglielmini ^. o
sia per altra a ooi incognita ragione della qualità del fondo di Pri«
m&ro più o meno sabbigniccio , o cretoso , Checche dicasi , noi dob*
biamo pigliare la regola dal solo fatto , come suol farsi della penden-
za di tutti gli altri fiumi* In fatti, in qual altra guisa noi franca*
mente diciamo , che da Cento fino alla rotta Panfili bastino al Reno
once 14 \ di pendenza , se non perchè troviamo , che il fatto sta co^
sì : e se il Reno superiore a Cento prima dell' unione . con la Sam*
moggia ha molto maggior pendenza, questa non si prende per rego-
la generale di tutto il suo corso fino al mare; ma si dicci che in
quel tratto al Reno non bastano le once 14 ^ » P^a ce ne vogliono
alquante di più ; ed il perchè si risolve nel fatto ; e se al Reno in
Primaro bastano più poctie onoe, chi vorrà maravigliarsene? In aom*
ma le nostre teorie son troppo corte per definire quel più , e guel
meno di pendenza» che si vuole il fiume o in un tratto, o neir al-
tro. Noi vorremmo misurare^ e regolare tutt' i passi del Prioiaro. co-
me d' un bambino che non sa camminare \ pna se fosse capace di ra*
gione 9 si riderebbe egli delle nostre speculazioni • Non è il fiume ,
che debba a quelle conformarsi ; anzi noi dall' attuale suo corso dob*
biamo imparare le vere sue leggi • Se aduque il Reno inalveato nel
Primaro coll'ldice , con la 3avcna, col Senio ^ con Santerno corre
giù veloce con minor pendenza , il fatto dimostra , che quivi non ha
isogno di maggior caduta^ ed al più toccherà a^r Idrostatici lo spe*
colarne la ragione »
Sebbene , siccome dopo la vìsita Conti del 1761 abbiam^ora trova*
to , e dimostrato un. molto maggior scavamento di due, edjmche di
tre piedi nel tratto inferiore di Primaro ; noi da questo fatto pos«
Siam dedurre, che siasi il fiume accresciuta ancor la pendenza nel
tratto superiore , e non di poche once per miglio . Imperocché qiie^
sta è V universale proprietà di tutt' i fiumi , che con lo scavamento
in una parte ^ o coir alzamento in akra si adattino il loro alveo a
quella pendenza , oh' è proporzionale alla portata delle loro acque 9
e de* nuovi influenti.
^ S' aggiuBj^e un* altra nlevantissima oonriderazione , ed è , cbequal* ^
aiaia fiume introdotto in un nuovo alveo , se quivi pon trova quella
pendenza , che gli sarebbe naturale al suo corso , ae la fa da ae , ed
in pani lontanissime, e superiori o rialza il fonde colle deposieioni,
o la apiana , ed abbassa nelle inferiori ^ fino a prepararsi quel piane
iaclioato , nel qnale poi costanfemente si stabiliace , Ne abbiamo nv
esempio nel Reno medesimo • Prima che ecoaiiesse la rotta PanfiK
nel 1750 ; cioè , quando il Rene eorreva inalveato, e aostennte dal*
le tue erfiutttfe fi^e alia loMa aaoko ^« leMue di MinbeUa » le
48 i
««e piene in Cento rimolvano temlbilmenf e più «He <di pelo » ed il
più delle Tolte ìnondavabo le eae golene ,, come ci hanno riferito i
più diligenti esservatori della città di Cento. Ma quando il Reno
rnppe alia Panfili , le aue piene isbocoando in nn piano pià^baaso »
a' abbastarono di pel4> in distanza di molte miglia snperiormenle a
Geato^ ed il fondo atesso si rete più declive per lunghissimo tratto
air insù •
Nei ji76i. in quella generale livellazione, ohe si fece dalla rotta
Panfili per il Primaro aino al mare ^ ai scandagliò V altezza del fondo
di Reno alla medesima rotta per rapporto alla comune orizzontale
del pelo basso del mare^ e ae ne registrò la livellazione riferita ad
Ym punto stabile d' nna casa quivi x)ontigua« Or qui ci cadde in men-
te .di rinnovarne Io sperimento 5 e la stessa livellazione « e acandaglio»
affine .di osservare se dal 1761. fino al 1766. il fondo di Reno nei
medesimo alto della* rotta Panfili si fosse maggiormente alzato 9 ovve-
To abbassato ; ed Ji rinnoTare questo medesimo sperimento ci spronò
la fortunata occasione di avere in compagnia que' medesimi valenti
Profesftorì il signor Foreccbi perito ferrarese , ed il signor dottor
jMarìscotti celebre professore di matematica nelP Instituto di Bologna,
i quali si segnalarono nella visita Clonii o in prescrivere , o in ese-
guire le tante livellazioni . Si venne da essi alhD sperimento alla pre-
aenza nostra ^ e si irovò , che dalla visita Conti fino alla nostra visi-
ta in Ottobre del 1766.^11 fondo di Reno a' era alzato d'unpi^da di
più in questo sito; Ciò, ch^era* naturalisdiinò a aeguire^ imperocché
essendosi già quivi inalveato il Reno in mezzo alle aue alluvioni toi>
na ora a riprendere, quell' andamento, quel <^orso , che avea nel suo
.alveo, e si restituisce la primiera altezza di fondo « Onde se ora si
ripigliasse un^ altra livellazione dal fondo più alto del Reno alla rotta
Panfili fino allo aboceo .del Primaro in mare , dove abbiani trovato
in onesta irisita acavamento d' nn piede, di due, e di tre, più di
quello, 4)he jcì rappresentano le sezióni medesime della visita Conti,
èertamente Ja «nova livellazione ci darebbe ora nn piano molto più
inclinato di alquanti piedi , e x)i troveremmo in un nuovo vantaggio
di molto maggior caduta totale.
Non si dice qni ciò ^ perchè di questo accrescimento di pendenza
aa ne Teglia pnr face un grande atato , un gran rumore nel nostro
{>iano: Ho^ Noi ne abbiamo d'avanzo di quella pendenza, che ci dà
a aola livellazione Conti • Non vogliamo profittare delle iiostre sco-
perte • Diciamo aoltanto ^ che quand' anche il Reno per iscaricarsi
con più lepa in mare per il Po di Primaro, si trovasse mancare due,
o tre piedi di 4)adnta « e più ancora ^ il fiume stabilito di fondo sa-
prà ben* eas0 trovarseli 9 dove noi forse non pensiamo • Nò l' anda-
nento de* fiami può circoscrìversi dalle nostre troppo limitate viste .
£1
V '•
4»^
D»Bir 6ote dÌBtte 01 pub' nooo^Kert » éhà fl Ite^ dìaZU fottt Fa«f *
fi entra in Primìtro can queìlà pendenst di once i^i per miglio^
idie suol darti al Reno tolicaria, e oir siamo rittretti alla sola livella*
none del 1761. nello auto del Reno d* allora^ aenza Toler ùr foada^
1^ dalle nostre ultime osaer^zioni, perohe ». cerne abbiam^^ Mtto i
non ea fanno biaogoo. altri ulteciori aoccorai.. Ma che dii^mo poi ,
Jaando ai dimoatrì» cbe quella pendenza , ch^ è propria,, e eomiino
1 Reno aoUtario» rieace eccedente al Reno unito a^li altri fìanù l*
dice f e Savena al ano abocco in Primaro • Imperocché ae la aola a^
nione della Samm^gia* al Reno al di aopra di Cento baata a aoenur-^
ne la precedente pendenza, di alquante once per miglio-» quanto pia
qui nel Plrimaro* P unione dell' Idice ». e della Savona di tanto mag^
fiore portata .d^ acqua » che non è la* Sammoggitf Da qpanti alici
•coli 9 C' canali copioaiaMmi d* acque viene qui aecreaoiuto il Reno
prima di giugoece a' molini di Filo P* Noi non vogliamo perà defini-
re quanta diminuzione di pendenza cagioni nel Primaro il concorao-
di qiieati' nuovi influenti , come hanno fatto con azzardo altri Scrit-»
tori • Non abbiamo aperienze» che ci diano una regola generale di>
quella proporzione » che oaaerva la. natura delle acque tra lo acema»
mento di pendenza» e P aumento de' nuovi influenti. Malto- meno- ai
può definire la veriaimile portata d* acque di torrenti icregolariaainu
RìT calcolarne la. proporzionale diminuzione della pendenxa^ det fondoi.
ot appoggiamo i nostri diacorai auUe maaaime certe idroatatiche ^
ebe maggi0r corpo d* acquo richiedo minor pemdonza • £ però foella-
pendenzft di once 14* circa per miglio » cjie ai- ztcribnisce al Reno
dopo r nnione della Sammoggìa sarà certamente eccèdente allo atea*
ao Reno in Primaro dopo il. concorao deUMdicci.e della Savena». e
d* altri minóri influenti.
Ci pare però cbe alcuni non siano per anco soddisfatti appieno*^
Checché dicasi dell' unione d' altri influenti in Primaro , e àtl ve2o^
ee suo* corso ^ e scavameoto di. fondo, dove corre arginato» Torreb*
bono pur eglino vedere il Reno, spiccarsi dalla rotta Panfili-,, entrar.
in Primaro , ma aempre con uniiormità di pendenza di quelle eneo
14* per miglio a un dipresso , con cui una volta- essi hanno voluta
canonizzare la caduta ,0 V andamento di Reno .. Altrimenti par loro »
cbe, anziché correre , zoppichi il Reno anche ^in Primaro. OrsiSur
giacché la livellazione Conti ci presenta un panno, assai largo da Vk^
gliare intorno' a questa tanto desiderata pendenza , aaremo loro libo*
ralissimL nelP accordaii^U quo} che vogliono a piacimento. Discorria^
noia dunque cosi .
Se dalla rotta Panfili noi dimostriamo potersi condurre il Reno* i*
naiireato entro il Primaro con una aempre costante pendenza di onoo
\^\ per miglio » 0 con tal pendenza ci riuaciaao di fiido arclfare ^er
Hi
nSf 1k Ili flsQ a ipsA ponto di fondo , oro va a Ibaetere Ta oomaao
erìasontale tirata dal pelo ba^so del mare . Noi ttam oertamente per*-
•aaaiy dio i più aoerm cootraàditorì della linea di Primaro non *-
crebbero di ohe opporre alideno in questa parte ♦ Imperooohè una
tal Tantapgiosa pendenza -è appunto quella, one ha il Reno unito aU
la Sammoggia fino alla rotta nnfiU^ e qnando con questa medetima
pendenza il Beno nel Prhnaro giunga a ^el fondo » cbe giace nello
•tesa^ orizzonte 9 0 libello del pelo basto del mare » in questo sito gin-i
stamento poò considemii il ▼ero, e reale suo sbocco in mare, oro
il Reno > 4À0Ò il Primaro , va a spianarsi sul pelo basso del medesimo
con quella si gran cadente della stia superficie , J& cui paidoremo in
appresso^
Dalla semplieo immaginarono d^ nn caso a noi faTOf^rele passiamo
al rtro Atto. Prendasi in mano il profilo della li?èllaziooe Conti «
oh* è H nostro solito -9 ed nnico oracolo da consultarM. Qui già si ve^
de, che il pelo basso del maro si è considerato per la^ comune oriz-
sontale » alla quale si riferiscono tutto le misure di questa accuratis-
sima livellazione . Si osserTa inoltre , che dal .pelo basso del mare
j>rolnngando ^H' insù entro P altee di Primaro la medesima -orìzzon-
tale , questa Ta a battere , e tagliare il suo fiindo pertiche Ao. sopra
il canale de* molini di Filo • Fermiamoci qui , 0 riscontriamo sullo
stesso profilo con qnal pendenza continuata, ed nnifi>rme il Reno si
•caricherebbe snl pelo basso del mare. Primieramente trovasi, che
daL iondo di Amio dalla rotta Panfili fino a qne^o punto di co-
mune livellò col mare , la caduta totale è di piedi 37. ?• 7 ; che
la distanza dalla suddetta rotta al medesimo punto è di miglia 3i é\
Distribuendo adunque in questo intervallo la total caduta di Reno ^
ai darebbero a ciasona miglio once 14 ft di pendenza. £ quando il
Reno sbocchi sol pelo basso del mare con una cadutalo uguale, o di
pochissimo , o ài alcuni ptwti soltanto differente da quella , che ha
u Reno solitario inalveato da Cento finoi alla stessa rotta, qual cosa
poò desiderarsi di più?
Diranno forse altri, che codesta pendenza di once 14 | per mi-
glio nella livellazione della vìsita ^onti non trovasi nnìformemento
distribuita in tutto -questo lunghissimo tratto <li miglia 3 1 i fino a*
mdiint di Filo, ma anzi molto irregolarmente, perchè ove la penden-
za è di once ao^ ove di 17 , ove 'di i5 , ed ove di 9 . Ma la rispo-
sta di questa frivola difficoltà ealta agli occhi di tutti • Qnando vuol-
ai inalveare xm traevo fiume da on termine all' altro, la prima rogo**
k si è sempre ifuella di considerare , se al termine , al quale si vor-
rebbe condurre , il fiume vi avrebbe quella total caduta , che aveva
già in ugual tratto del suo alveo antico; perchè allora il nuovo fiume
puè ripartirsela o gegolangente in ^ascuu 0uglio ^ o irregolarmente f
484
come riohiedoBo tinte altre ca^ooi » le quali dMeorroao al . tue iia-
tarale movimento. Or ae in totto il tratto della già detta ìnalvea-
zione di Reno la sna totale caduta «al pelo batso del maro Io rende
cajpace di fiirti qneata coatante pendenza di once 14 | per miglio»
noi non dubitiamo ponto » che il Reno se la distribuirà da -se assai
prestamente » quando cosi ricbìegga il naturale sao eorso , secondo la
sopposizione degli oppositori » la quale noi per ora yo^Iiam loro me-
nar buona per non ingaggiare CO0 essi altre noe? e liti • Se il Reno
non può decorrere felicemente ^ se non c(m qoel suo passo andante,
ciò non si contrasta • Ma qui aecadem quello » che si osserva in tut-
t' i fiumi i quali si sono stabilito ^il loro nuovo foado nel oorso di
qualche anno , ed è » che il Reno si spianerà il fondo , ove la pen-
denza passerà un pochette i lìmiti delle faoioie xmoo 14 è per mi«
glio » ed ove la troverà scarsa » se T aooresoera ove con V alzsmesta ,
ed ove con iscavamento .. Purché la totale sua caduta da un tenmne
air altro Io renda capace di questa ridQzioiie.ad noa costante imsura
di declività per miglio» laaeiamone il* penatele» e T opera d^ eseguir-
la ai Reno aaedesimo , quando sfortunatameitte s' incontri per qnal*
che tratto nelle stessissime circostanze di uniforme- resistenza del fon-
do y di nguaU laighezze delle sue sezioni , e di cobtinnata lettitudi*
ne di corso.
Intorno a questa cotanto preciso , e «orapeloso lipartimento di
pendenza » il quale qui vuoisi ora permettere » per seoeiidare , non
la natura del corso de' fiumi » e del IQleBO» ma piattosar le filse jb^
veoohiate persuasioni degF oppositori 9 abbiam . ndito muoversi una
difficoltà , ed ò questa ; che quando il fondo iSk Reno daUa YanfiVia
sino a' molini di Filo si dovesse col tempo disporre su d' un piano
pendente le once i4 1 per miglio» come in filiti dalla livellazione
Conti s' è dimostrato esserne capace 9 ne seguirebbe alzamealo gran-
de di alquanti piedi al fondo di Prìmaro verse il Morgooe»
Ma si risponde ohe questi td£ oppositori troppe vogliono ristri-
gnere al loro limitato modo di pensare Tarte pia sott^» e più se*
greta della natura, nello stabilire la. peadenaa de' fi^mi » che sbocca-
no in mare . E perchè non. anzi dall' inalveamento del Reno , e di
tati' i fiumi' in PrimaM Don si tmeioettotto eglioe con ogni ricnrez-
za scavamento maggiore da' mofini di Filo vefze la foce del mate?
Forse che la naauia nel distribuirsi una vegolare pendenaa fino si
mare e sprovveduta. dT^ ogni altro raezao, fuorabè di. quello dell' alza*
mento del sao. fpnèo. nelle* poeti pia lontane f Quanta, maggior pr<>-
fendità. noi già abbiam trovato in qoesa' ultimo tmeo di Primare
dall' epoca della visita Goott » eh' è quelP onioa » che* qui eonside-
riamo 9 perchà è. queir nntoa » che ci. ha.asriourati i dati P Ma qaan^
4^. poi ri arenasse il Roto nel Primacot ^ a^impedisMN lia tanta
485
tue eipansiom» <][aiiido ai restituitte d Primaro il Lamoiie, quando
t* inalveassero nel Primaro il SiUaro » la Quaderna, la Gentonara» e
taìit] altri copiosi scoli y quanta forza e dalla velocità e dalla * massa
si accrescerebbe al Po di Primaro per iscavarsi il fondo » non solamen-^
te a' molini di Filo , ma molto più all^insu ; onde l' intersecavuone
della linea del pelo basso del mare col fendo di Primaro verrebbe a
portarsi molto più superiormente per alquante miglia , e la cadente
del suo fondo iino alla foce del mare si abbasserebbe d' alcuni piedi
sotto il pelo basso del medesimo ? £ non è questa V induzione gene*
rale di tutt' i fiumi , ohe sboccano in mare » i quali con quella me*
desima proporzione y colla quale da* nuovi influenti si accresce loro
la forza , più prestamente collo scavamento vanno ad ioconttare il
concorso del pelo basso dei mare ad ana maggior distanza dalla loro
foce P Se il Primaro dal 1761* fino al 1766. si è scavato* il suo fondo
neir ultimo tronco fino a due 9 ed anche tre piedi , non ostante il
lagrìmevole suo spandimento sulla riva destra disarginata y quanto
maggiore y e più disteso profondamento si farà colla semplice sua ar*
ginatara , e coli' aggiunta di tanti altri grandiosi influenti ? Non so-
no questi ìndòvinamenti , né congbietture ; sono conseguenze certis-
sime derivate dair esperienza , e da principi indubitati^
Non si nega già che a questo uniforme ripartimento delle once 14*
per miglio non si rendesse necessario un qualche moderato alzamen-
to di fondo nelle parti ancor piò lonti^ne, come già a' è dimostrato
essere avvenuto nel fondo del Reno alla Panfili dopo la visita Conti,
Ma perchè mai dagli oppositori vuobi regolare la. detta distribuzione
col solo alzamento del fondo di Primaro al Morgone, e non anzi col*
lo scavamento del suo fondo nelle parti inferiori da Argenta sino al*
la fòce? quando questa operazione è la^ prima ^ e la consueta di tut^
t' i fiumi y che si portano^ al mate ..'Non sa eceda dunque, che a' mo^
lini di Filos immobile star n ckabBa F origine! della nuova eadente
sotto il pelo , basso del mare • inai veati> ckai wolo^ nel Primaro tutt' i
fiumi 9 la linea del. pelo basse del* roace s^ inoltrerà sino ad Argen-
ta y o più oltre ancora y quanto maf^ore M fasi il corpo d^ acque
del Primaro. v '
Si opporrà forse quel eonsoeto disimpegaro da; simili consegueom,
ohe le torbide deti^idiee, del Santerno'» dui Senio ee. impedinanaa
lo scavamento eon idtemve il fendo ^ e fiiMnno anzi, che l' interse*
eazione del fondo di Primaro col pelo^ basse deF mare si. porti più al-
r ingiù verso la foce • Ma qaelK , ehe^ eosi^ oppongono , non sono più
hi tempo di poter abusare ai queste- dottriee preae deglr: eletti del^
le torbide , delle quali se n' è fatto . ptu? troppe ^eo pe» Y addietro •
8on finiti i sistemi dette acque cHiarì&nite in^ Piinramooni tanta ro*
Tina dille provinone snpeiiedf : Nò>. eka aoi^ si pmoea più '^dsonrare
4«6
quelle nitthne oòrtiiiime , ebe il moitù maggi49r 0&rpo it mcfiu pr^
vale a cenào doppi pia nello sea/oamento, di quello che possa caatrm^
starlo la natura delle torbide • Parierenio da qui ia aTanti ciaf Pei-
maro , come parlavasi Campo fa di qaetto medesimo canale » qsaodo
TI deeorroTano le pieBetorbidtMime d* mi ramo del Po grande^ •
non certamente chiarificate prima neH* eipaosioat delle valli » ed anm
non nsciremo più dalle redole oom«m « tatt* i fiami torbidisttmi^
che Tanno al mare» il Tevere ^ r Amo , P Adige , il Po grande di
Lombardia. Che ha che fare da torbidesn con quello seavaaieato^
die si fanno del fondo sotto il pelo basso del mare ^no alla distao^
■a^ chi di ao 9 chi di So , e chi di 70 miglia dalla fooe del medesi-
mo P E tanto basti a dimostrare che al corso di Reno in Primaro po-
irebbe avenri luogo la distribuiione d' una regolare cadente di on-
ce 14 1 per miglio» dalla retta Panfili fino a* moUni di Filo.
Fin qui abbiam Toluto soddisfare ancor a quelli» che fossero «t-
taccati a questa snperstìnosa distribumóne. Del resto ^ diciamolo pur
liberamente , certi Scrittori in questa controTersia sÀ paiono un fs^
troppo sofistici nel Toier ridurre V andamento d* un fiume a misura-
te regolari cadenze» come farebbe un maestro di ballo col ballerino
suo scolaro. Eh ch^la natura non s* i mai legatf a queste leggi.
Diati un' occhiau al profilo medesimo della lifcUazione superiormente
parti uguali
misure; ma eie fanno per cluareKa maggiore» e comodo di chi ieg^
gè» ma non mai perche il fiume debba subordinare U*sno. corso a quo*
sta distribuzione. In fatti chi ai pigliaste la briga di litellare U pen-
denza di molli fiumi della nostra Italia» qdanta diversità vi troro-
rebbe» passando semplicemente da un ibndo arenoso» eieggiero» jsA
un altro tenace» e duro; OTTUro da nnaseiuone più stretta ad un'al-
tra ))i^ larga » oTVeno da un corso retto ad un altro tortnoso • Nes-
sun Teorico per grande » je penetrante eh' egli Masi » potrà definire
giammai codesti gradi di pendenza sempre conformi alle medesime di-
stanze» ed io circostanze tanto diverse nel lungo corso d' un fiume.
Queste sono idee platoniche » che ci nascono in capo » guando si fi-
losofa de^ fiumi al tavolino» ove ci lavoriamo le teorie a modo no«-
stro ; ma queste ci svaniscono -tosto sul campo in vista delP irregpla-
rissimo movimento de' fiumi. Potrà bensì un dotto Teòrico argomen-
tare dair induzione » e dire , che se a cagion d* esempio » il Reno da
Cento alla rotta Panfili ha una tanta cadente» quanta basterebbe a
potergliene distribuire once 14 per miglio.; anche dalla rotu Panfili
fino ad incontrare il pelo basso del mare decorrerà con egual felici-
ti, se avrà una aomìgliaute cadente» come abbiam dimottraso fiia
r
#7
nfék-. QaeH* «rgrai6Btuioii5 ▼« lietta. He «omo poi dsl finmd ii rU
parttioa oìmcum partioolare cadente ^ te più ne Togljia darò ad «a
imglie 9 ohe ad uà altro ^ se anobe odo minor caduta possa il fiame
■ortiro un'eguale Telaci tà» quando- a' incontri in minor impedimenti
di foffiregamento di fondo» e di rire per rapporto tX medesimo corp^
4' acque : Chi a* ardirà mai di fitrne T indovino P
Ed eeco che finora abbiamo » per cosi dire , condotto come, per ma^
no il Reno daUa^ rotta Panfili per il Brimaro allo tcontro del pelo
basso del mare con una. cadente capace almeno d? once 14 \ per mic-
elio. Ma non si creda gik.9 obe una tanta quantità di caduta se gli ren**
«U necessaria^ fino a questo- termine «^ Nulla meno. Ciò sarebbe un er-
Mre • Abbiamo solamente voluto ison uu eccesso di declÌTÌtà far $&«*
cere una volta quelli'rche m querelano sempre della scarsa pendenn
di Reno in Primarov e fanno ^e maraviglie, che vi siane Idrosutici
al: mondo , che progettino la linea di Pri^laro • Ma qui » per far toc-
car con mano^il loro inganno» dimostreremo ora tutto all' opposta-»
ohe la detta pendenza di once 14 i pci^ miglio in Frimaro à troppa^
od eccede la portata dello stesso fiume •-
Egli i eertissimo r ^nel che affermò il GuglieTmioi» e Io dimostra
là sperìeflza ». che un fiunia partendo dalla sue origine, se da nuovi
influenti viene accresciuto-» si- va- egli scemando con pari propoì*aio*
no la soa pendenza • Senza partirci dal Reno» prendiamone gì' inse*
gnamentt da Ini medesimo» e dalla sua. unione, con la Sammoggia» da
coi ahbiam dato un cenno poco (a « Il Reno nefla parte superiore di
■liglia tre sopra lo sbocco oella Sammoggia pende a ragione di pie*
di a. i« 6« per miglio- in circa. Nella parte inferiore alla Sammoggia
tre miglia sotto lo sbocco». pende a ragione di piedi i. 8. 4* per mi*
glio. Adunque la caduta di sotto* alla Sammoggia scema a ragione
d'onoe 5. e punti due per miglio. Qi* se lu sola unione della Sammog-
gia col' Reno tanto- diminusce la sua caduta; che farà al Mòrgone l'ac-
crescimento a>Renod' un nuovo corpo d'acque ìt doppio, il triplo mag-p
fiore di quello della Sammoggia» cioè 1' uxiioae deiridice» della Sa«
Tona> e di tanti altri copioiÌ9SÌmi scolii» e torrentelli» che dalle ter-
re superiori quivi vanno- a scaricarsi in Primaro? Eh» che quando il
Primaro fosse arginato a destra »^. la pendenza di once 8» o 7. p^r mi^
glie non sarchile quasi da potersi soiTrire dà una portata d' acque co-
tanto maggiore «^ Ma se consideriamo poi nel progresso^ 1' unione del
Santerno» e del Senio» quant? altra diminuzione di caduta dee farsi?.
E se vi aggiungeremo il Lanfbne » U Sillaro » la Quaderna » la Gen-
tonarar<o ^i altri piccoli scoli di Marmorta, potrà il Reno, nel Pri-
maro scaricarsi in mare con una caduta ancor molto minore. È ben-
sì vem» come si è detto » che non abbiamo dall'Idrostatica regole
•erte j^er definire r e. per poter pjredlr^ di quanto- precisamente da
4M
ciascnn inflaente diminuir debbisi di i^endenzA' fi fiume prinoipale:
Intanto egli è certo ^ che la diminuzione aempre conaegaente alf ae»
creecimento delle acque; e molto Jume di aomiglianti scemamenti»
almeno per rapporto ai Reno 9 ci pu^ dare la Sammoggià , ed altri
infloenti anperiori. Una tota cosa è da notarsi, ed è, ohe qui coni*
battiamo co nostri oppositori in una foggia assai onriosa'9 e liberale-
Essi chieggono poco , e noi diam loro molto di più * Essi pretendo-
no y che il Reno cammini con una pendenza proporzionale al ano
corpo accresòiato in Prìmaro^ Noi aiam loro liberali più di quello 9
che chiedono 9 cioè d^nna pendenza d'onoe 14 è'p^r raìglio 9 quale
ba il Reno solitario da Cento fino alla rotta Panfili; quando attesi i
nuovi influenti in Primaro in questo tratto sarebbero iDontenti d' a*
na molto minor pendenza i.
Finalmente ripigliano altri a contraddire 9 e dicono 9 cbe ai eom«»
inette da noi un equivpco 9 volendo considerare per termine delia tol-
tale caduta di Primaro , e per un equivalente suo sbocco im mare
quel punto , e queir incominciamento di fondo 9 che fsoincide oell'o*
rizzontale del pelo basso del medesimo mare . Dicono 9. che il fatto
non istà cosi , e che da' molini di Filo in Primaro 9 quantunque ivi
risenta in ogni atato il rigurgito del mare 9 il quale vi-si vedrebbe so
V alveo superiore fosse asciutto ; non pertanto da quel punto conti-
nua il fiume il suo corso per altre miglia 19. in circa prima' di met«
ter foce ai mare ; e però questo punto , che noi prendiamo per ter-
mine della totale sua caduta, come se ^qui entrasse in mare 9 non aa*^
•rebbe quello da considerarsi ; perchè da qui al mare il' Primaro ai fil
un'altra nuova caduta ^
Si risponde , che ci piace V instanza 9 perchè apre a noi un nuovo
campo d'illustrare questa materia colle nuove acoperte fatte da' mo*
derni Idrostatici , e segnatamente in occasione della celebre livella-
zione Conti 9 la quale - ha posta in miglior veduta la primaria pro-
prietà dello sbocco de' fiumi in mare . Adunque sarà da dimostrarti
da noi 9 come a questo punto de' molini *di Filo 9 4Ì' ove a' ìncontn
la comune orizzonfale del pelo basso del mare 9 a* abbia oxh ik suo
termine la regolare cadente da noi fin qui descritta del corso supe-
riore di Primaro 9 e che qui appunto prenda il jiuq nuovo loeomin-
ciamento l'altra più precipitosa cadente del fiume 9 la f{uale non deo.
confondersi , né pigliarsi per la medesima con la prima 9 perorile re-
golata da forze motrici diverse ; sarà da dimostrarsi 9 che da qoeato
punto comincia un altro moto accelerato del fiume 9 aplnto da duo
cadenti « cioè dall' una del fondo iscavato molti piedi al di eotto del
{lelo basso del mare» e dall* altra cadente più valida del] j* auperfide»
a quale anch'essa s'incurva per molti piedi ad ispianarsi sul pelo
basso del mare eoo quella medesima forma d' aooeleraaioue 9 otn ov
489
«i meffòQO tn pia velam «Qjrimento le acque . corre|itj| , le quali
oadono dalla sommità delle loro cateratte , e aostegai . Diamo pria*
4Upio a queste regole da una generale osservazione «
È proprietà generale di tutri fiumi ^ che vanno a metter foce in
mera ^ ehe in quel punto » ove il loro fondo coincide coli' orizzonte
del maxe ^ ancorché lonfano per fnolte miglia, qjaivi appunto abbia-
no il eno principio due fenomeni » ì quali sembrano un paradosso ,
^ioè » Mccelerazione uniforme 41 velocità molto maggiore della prece^
dente ^ -e pendenza mssM minore del loro fondo ^ a segno di farsi
qìiesto ancora orizzontale per molte miglia ^ e poscia eziandio acclive
Terso la foce^ L'« abate Castelli fu^l primo osservatore di questo no-
tabile accresciDjento di velocità in qualche determinata distanza dal
mave più ^ o meno ^ secopado la grandezza de* fiumi ; ed alle cose
'Ohe .«iam per dioe, gioverà il ire^strarne qui la di lui bellissima os-
servazione id .ooroliarìo 1 4- della . Misura delle acque correnti ^ nel
tTooi» IH. di questa Raccolta* .Nei fiumi reali , cV entrano^ in mare,
dio'ejglij comA qui in Italia Po^ Adige,, Arno , i, quniU per le loro
escrescenze jsono jarmati 4^ argini, si osserva^ che lontano dalla ma-*
pina Manno bisogno di una notatfile altezza d'argini , la quale altez-
sa va poi di mano in mano scemando , quanto più s' accosta alla
mmrina; in modo tale, che il ^jPo* lontano dal mare cinquanta, ov^ife-
ro sessanta "nUjgìia intorno a ¥ermra avrà più di . ao. piedi d^ idtez'
sa d* orìgini sopra V acqua 4)rdiuaria ;• ma lofitano dal mare dieci , o
dodici. (miglia sotam&Ue ^ .non éi^fUvano gU ar£if^ ^ i^. piedi d* ah
iessza sopra la npedésima xuoqua .ordinaria ^ ancorché la larghezza del
fiume sia uguale ec. Ma noi con i nostri principj possiamo rendere la
ragione di tal eletto » e dire , che queir eccesso di quantità d' acqua
sopra V acqua ordinaria t)a sempre acquistando maggior velocità ,
^pianto più s^ accosta alla marina 9 e però scema di. misura y e per
conseguenza di altezza * • p '
!' jtfa qui è appunto dove nasce il dabJ)io<* Imperocché secondo il pro-
filo del Po grande nella visita d' Adda^ e Barberini del 1693* esibi-
to alla Sagra Congregazione y ìsk pendenza del ano fondo in distanza
di 70. miglia dal mare ai. va diminuendo in modo 9 ch^ lo stesso fon-
do oammina por lungo tratto orizzontalmente, ed anzi verso la foce
43 acclive notabilmente con risalire per molti .piedi •• Lo stesso dee
dirai di tutt' ì fiamÌ5 che vanno al mare più^ o mep^o, secondo la
portata deHe loro acque « Accelerano tatti il Jor^ corso nelP accostar-
si al fnare^ e scemano allo ate^so tempo di pendenza. ]VI[a Io sciogli-
mento del dobbio ci vien .da,jto dallo stesso profilo di Primaro fatto
con una cosi esquisita accuratezza 9 e perizia 9 che forse per .1' addie-
tro non se n' é fatto uno simile 9 il quale ci abbia scoperta la ve-
ra orìgine di questa strana accelerazione di tutt^ i fiumi al mare
6a
49*
aeir iiltiai# Toro troneo . Codesto Beomeritii profilo di PKimm oi
preteota duo oadonti . La prkna ti 6 quella » cbo tatt* ì fiumi , die-
Tanno al mare ti fbnntno da se , itcaTandia il loro letto per mol^
piedi di profondità sotto il pelo basso del maro ^ come avviene al Po,
al Tevere , air Adige , nìV Arno « e come ci presettta qui il pn^o^
della liTelhxìone & Primaro » che da* nkol&ni di Filo^ al mare per
miglia 19* conduce la cadente del soe fondo piedi 10^ r. 6« tetto il
pelo basso del mare nell' ultimo sno^ sbocco • Onde » oiatona mi^W
apparterrebbero once 7. in circa di questa pemlansa^»
La seconda pia tantaggiosa cadefilS si è quella regolata dal pelb
delle piassimo escretcense- di Primaro. Questa pooo dopo^ oomincia»
aensibilmente a piegarsi dal suo paraleUismo*, dove c^i noia il ibudo
ad abbassarsi sotto la linea oriszontaie dei pelo baaso del mare: e
questa inflessione ftssi più. viMbile iuperiormente allo sbocco dei'Saji-
terno quattro miglia • Or questa cadente dal predetto principio' della
sua curralxiFa tino aUa foce poff fes distanza di 17» miglia, ai^è di.
piedi r4r^* o ». e però quando si volesse anifoimemente ripartirla a
eiasoon miglio» ne toccberebbero once 10 i in* circa.
Si rifletta qui di passaggio ar quel* , che la quotidiana apefienar
o* insegna » cbe sopri nn* fondo perpetuamente crìi aontale d- un ca^
naie V acqua vi può decorrere con una* gvsndissima velocita: » aenaa
ohe riconosca altra cagione del suo nioviì(nento> ohe 1* iocliuaaione
talvòlta appena discernibile' del auo^ pelo. li IV certamente corra sia
d* un fondo , ohe in molti tratti poco ai diseoau. dMlk linea orimaom^
tale 9. e vi corre con una velocità assai ripida» i* qnalò non ricevo
altra determinazione » che dalla insensibi\e lucViuaaioae del sua pe\o ^
h quallì^ talvolta aottentra da ae aola a* fer le veci deUa cadente del
fondo» ed assai volte ai uniace a questa per accrescere' il movimento^
Or ae una cadente appena aenaibile di auperficie può in^ bingUasimP'
tratto inprimere tanta velocità nelle acque correnti de' fiumi » e de?
canali 9 quanta ne potrà dare ai' Primaro una- cadente di piedi 14. i*
neir intervallo di aole 17, migliai
Ma' ritornando al nostro proposito , si uniscano ora le due cadianti»^
Puna di piedi 14* i^» P altra di niedi io.- 1. 6. in circa, le quali 00»
spirano alla medésima aceelerasiooe eoa foncé unitele ripartendo* la
aomma di piedi 24* ?• 6» netta totale «jiatanza-di miglia^ if).- dal ma^
re^ la quale, oompreodè amen due le oadentt ^ la massima eacroacensa
avrebbe di pendenti once ifi. 6. in- ciaacun- mìglio-:^ pebdemsa die
oltrepassa tutta quella » che anele attribuirsi al Reno solitaria da
Gente fino alla rotta Panfili » e molto* più dopcT unione degli alaci
influenti- al Morgoite.'
Che il Primaro poi in-quest^ ultimo suo* tronco ai distribaiaea tàah
acuna) delle due cadenti/ oon eguali misure, per miglio « tiM noa
4»!
I! »iSatmiaiE»a Mtélotemente ; ma in oiò oì slam eoararmati al oomu
nodo dì pensare , come si è detto di aopra • Del reato 9 se togliamo
atteneroi alle IjSggi delia natura , «d al fiitto del profilo medeaimo »
le doe cadenti , cioè 1* una del fondo , ^ l' altra 4ella aaperficie » ai
accordano in ciò , ofao mentre la prima aol poohiaaimo va creaoendo
ael ano progreaao verao la foce^ la .seconda cadente dal ano primo
5 legamento alquanto aotto i molinì di Filo ai ta talmente accreacen-
o f che neile ultime tre miglia ci dà nna caduta 4i once 17^0 poi
x8 , e finalmente di tee yiedi yerao la foce • £ ^({ueato progreaao è
^tt oonforare alla natura , if^uale da uno atato all' altro non vi
paaaa per aalto^ ma per tutti ì gradi intermedi « Esponremo qui la
tavola di queate aucceaaive cadute della superficie , le quali aoflfrono
f ualcbe accidentale varìacione daiy incontro de' due ahooobi del San*
temo è del Senio^ t
a
La caduta della superficie -deUa mas Ama escrescenza dei f rimare
dal punto sotto lo sbocco del Santerno miglia J^ fino aUo sbacco di
asso Primaro in ^uare è di piedi 14* -once 1 1 • € punti 6 ,, ed è ima
distanza di circa u miglia 1 7 > •come .tutto si rileva dal profilo^ del
Primaro fatto nella visita Conti* Ripartendo la' detta pendenza nelle
^predette miglia 17 , tocca n ciascun miglio once 10 è «
E desumendo la suddetta pendenza di . csascusk miglio dal suddet-^
io prqfilo^ si trova ia ssigueata^
■■W* Wi^P« ^VM<
9« Miglio aopralo aboccadel Santerno migl. 4* 99 o. i. o
•a*- Miglio •-----•----. -^o. 9. a
3. Miglio"-! ---^--•-••--••3,0. X. 4
4- Miglio -----•.♦---•-^o, a. o
5« Miglio aotto lo abpcoo del canale della Vela ^ i. a. 8
S, Miglio - • - • - - \ - . - • - - ^ o. 7. 4
7* Detto aotto alla chiavica Calcagnuu - *- ^ o. 9. 8
"S. Detto -.-^--------jjO. 8. o
9* Detto aotto allo abocoo del Senio, e fos-
ao vecchio -------*.-- ^ o. 7. io
jio. Detto ----•--------^c. 9. o
»i. Detto ------ --►---•^o. II. 6
ta4 Detto ---•-•--•-•--^1. a. 4>
i3. Detto -•---•-,•--.-- jf 1. o. «
i4- Detto •-----••••-^-5,0. II. 6
i5. Detto -.-.--------••^i. 6. 6.
i6. Detto --^-.--••-.---jji. 7. o
1.7* Detto allo abfeoo in mare ----«- j^. a. 11, o
49*
Quinto poi ille sveeeMive dimiDazìonì della pesdeoza del fondo»
dal profilo ii rìcnTa , che da* iDolioi di Filo Terso il mare » meotce
il pelo della massima escrescenza corre ancor parallelo all'orizzonte
per quasi due miglia » la declivilà del fondo si mantiene net grado
di prima. In segaito questa Ta gradatamente manoando a tenore del
pieeamento maggiore della curva della piena ; ed all^ afvìeinarsi del«
la foce , dove il pelo ddl* escrescenza ha la massima caduta t come
si è detto y il fondo si fa acclive > e risale per mohi piedi » e da que-
sta sommità la piena si scarica in mare . £d ecco , che a questa di«>
ligentissima visita Conti» e sua livellazione gl'Idrostatici tutti sa*
ranno sempre debitori d' un profilo , il quale ci rappresenta cosi he*
ne al vivo 1' economia tutta della natura nelP incamminare i fiumi al
mare fin' a quel pnnto » ove giugno l' orizzontale del pelo basso del
medesimo.
Sebbene , non si è ancora fatta palese un' altra potentissima cagio*-
Ite dell' aceelerazioife de' fiumi al mare in quest' ultimo loro tron-
co in distanza di molte miglia dalla foce» Questa non è la sola pen*
deoza del fondo y non è la sola cadente della superficie , non è sol-
tanto la somma delle duo cadenti» come /'^ ragionato fin qui » ma
è un' altra assai poderosa cagione y la quale ha luogo segnatamente
negli sbocchi de' fintfti in mare» Impetocobè non cosi tosto il fondo
del fiume contincìa ad abbassarsi cotto il pélo basso del mare con un
continuato profondamento , come avviene .qai al PrioMro di piedi
ìo. I. 6 , che le acque inferiori del fiume vie pia sentono U pres*
si one / 1' arto y e la forza sollecitante delle acque superiori » che ai
tengono in collo ; essendo cosa manifesta » che le più a\te con tutto
il loro peso , e moto premono y ed incalzano le più basse y e que*
ste poste in una maggiore -accelevaziono scemano d' altezza » e si
spianano sul fondo medesimo orizzontale » come abbiam detto arerò
il Castelli osservato del Po » e di tutti gK Altri fiumi d'Italia •
Di qui licavasi d' onde avvenga ^ che i medesimi fiumi in qual*
che distanza dalla foce si profondinb tanto* quella straordinaria cavi-
tà di fondo , su cur risalgono acclivi per*iscaricarsi nel mare. L'ef*
fette di quello scavamento procede dall' immensa forza di percossa , ^
* con cui sul fendo piomba ivi il -fiume con tutto quasi il peso delle
acque superiori , che gH si caricano addosso- » e tanta impressione vi
fanno » cìie oltre allo scavamento » forzano* lo acque contenute in
quella «cavità a risalire il fondo -acclive con tanta celerità y ohe 1' al-
tezza delle piene alla fiice riesce incomparabilmente minore dk^el*
.la delle parti superiori^piu lontane *dal finme .
Queiit' efletto di scavamento straordinario* del fondo de' fiumi pres-
so la foce è somigliantissimo a quello, che vi fanno tutte le cado*
te delle aoque oorrenti de' fiumi o- da soitegni > o da piani inoUnati
49*
•al lora fondo laferiore» che ne riceTe la percossa» la quale preva-
lendo nel principio alla resistenza del fondo » il va corrodendo » ed
iscaVando fino allo stato d' equilibrio tra la forza della percossa » che
va scemando con lo scavamento , e la resistenza del fondo » che va
crescendo in maggior profondità • L' acqua del fiume contenuta in
quella cavità con dee considerarsi come stagnante y ma come posta
in un gagliardissimo movimento da una forza superiore di percossa »
che le sta sempre al fianco , e la fa risalire contro la naturale sua
gravità con una velocità molto maggiore di quella > eh' è propria del
fiume in tutto il suo precedente corso regolare •
Ma lasciate in disparte tante altre utilissime considerazioni» le
quali potrebboDo farsi sullo stesso profilo dello sbocco di Primaro in
niare» poniamo fine a quest'articolo con una sola riflessione» Se il
Primaro fosse arginato, a destra; se per l'alveo suo fossero inalveato
le acque de' soliti suoi influenti senza nocevoU espansioni; se inoU
tre come progettò il Guglielmini » ei conducessero nuovamente ad i*
sboccare nel Primaro le acque del Sillaro-, della Quaderna» della^
Gentonara» e segnatamente del Lamone; ohe ne verrebbe di buona'
eonseguenza? Non altro» che quella favorevolissima d'uno scavamen*
to maggiore da' molini di Filo all' insù per alquante miglia» come
appunto quivi in quest'ultimo tronco l'abbiam trovato di qualche
piede dì più di quello della visita Conti del 1761. Da questo nuovo
profondamento ne seguirebbe» che il concorso del pelo basso del mare t
cioè l' equivalente sbocco del fiume in mare s' avanzerebbe » come si
è detto » molto più all' insù de' molini di Filo ; onde la stessa totalo-
^ caduta dalla rotta Panfili fino a quest'incontro della comune orizzon«
tale» distribuendosi allora ;a un intervallo più corto di prima» da*
rebbe una maggior pendenza per ciascun miglio. Inoltre da questo
punto» ove verrebbe a battere il mare in ogni stato fino alla foco
di Primaro » il grande accrescimento delle acque unite farebbe pie*
gare molto prima la curva della cadente del pelo dell' escrescenze »
Iirofonderebbe il fopdo alquanti piedi più sotto la comune orizzonta*
e del mare con altra maggior cadente dell' ultimo sno tronco • Con
questi» ed altri a noi incogniti mezzi» i fiumi nel progresso degli
anni si vanno formando quella pendenza» che giammai sapranno tro«
vare nel loro corso ì teorici, anoor più sublimi •
^s
À9i
-PARTE SECONDA.
1
Metodo ielle operazioni da prescrioern 4mW iHalveamone di Mmo
.dalla rotta panfili per la linea di Friauuo
.sino al mare*
ARTICOLO PRIMO.
Serie delle operanoni fino al Poggio Lamhertìm^
SOMMARIO.
Difficoltà dell* esecmiane « Qualità delV eseeutore • Preoe$nioni n^
oessarie all'intrapresa delle grandi inalveazioni. Stabilimento del UO'
to de* fiumi, opera della natura in più anni. Per qual ragione la
nuova cadente qui si determini non dal termine , ma dal principio
dell' inalveazione di Reno • Descrizione , e misure delle altezza delle
colmate alla destra ^ e alla sinistra di Meno fino ai Poggio . Ingiu^
sto progetto di continuare le colmate • Prescrizione delle arginature ,
e. delle loro dimensioni, e distanze ^ e della larghezza d'alveo, o
della golena m Regola generale da osservarsi in tutte le seguenti ar-
ginature . Prolungamento della coronella sulla destra , lungo il mar--
gine delle valli . Cateratta allo sbocco del Riolo . Metodo di op-
plicare M forze del Reno ad iscavarsi , e dilatarsi il cavo fina aue
* valli del Poggio..
AìV ettenzìonà d* opere grandi io q[aal8uia genere, e maulmamen*
te d' inalTeazione de' fiumi potrà benai an ottimo Architetto premet-
tere un accurato modello di tutte le primarie operazioni ris^nardan-
ti la gua stabilità f ma non però mai ai potranno antivenire, a ad
lime ad una preacri?ere le tante altre più minate operazioni, le qua-
li ai conoscono o necessarie » o utili soltanto nell' atto di tentare U
natura , e di porre in opera il meditato disegno.. Allora è quando o
la iraria qualità non 4^reveduta del terreno f che s'incontra, od altri
^ ostacoli , j)bbljgano V architetto a prender partito sul posto , e s tro-
Tare ora un ripiego , ed ora nn altro , affine di superare ancor , que-
ati minori contrasti, che la natura gli va scuoprendo.
Con questa riserva noi entriamo qni a proporre il metodo delle
'Operazioni da eseguirsi nell' inalveazione di Reno. Meli' ultima nostra
visita si sono da noi ed esaminate, e concertate di comun parere le
più rilevanti operazioni e delle arginature da farsi, e delle colmate
da disporsi ne' luoghi più bassi, e dove si abbiano 'ad incamminare
gli scoli tutti deUe campagne • Tatto si è meditato au' profili deVU
CTelUzrooe Conti « e ti è oondaftO' a^ qael grado di Certezza ^ ohe
paò desiderarsi in simili materie* la aoa parola coi dimostriamo
qui, e celli terza parte> ohe tatto quel Tastissirao tratto di paese ,
quale ora è inondata da tante acque, tutto pu^ sanarci- e ridursi a
eolton • Abbiamo troyata^ soprabbondaiUe pendenza a poter sodare o
io Priiaaro, o in- maro^ tutto qnel terreno^ che da un secolo» a
jìiò. rimane paludoso o* nel Ravegtiano ^ o nel Bolognese » o nel Fer-
sarese. In somma il disegna del nostra progetto ci pare sicfirissimO'
in ogni sua parte » come dimostreremo. Ma per venire alla eseca^
aione» e per assicurarne l'esitoy noi qui premettiamo», che la' fida-
eia nostra sta ripoata nella deputazione di un^ capo> di- un direttore
di tntta r opera» di an< nomo, che comprenda gli affari delle acque t
ed abbia in contante gli spedienti var} » e proporzionati alle eiroo-
stanze » ohe insorgono » d' un< uomo*, che nella eset^uzìonè non si ar-
resti per qoalsisia accidentale incontro O' di terreno fradicio , o di
una rotta improvvisa* d'argine nuova y. o^di simili disavventure di
nessoo conto* • Una riparazione distesa per tre. provincie ha bisogne ^
4i nn nomo fornito di autorità^ colla quale si- renda, egli superiore
a tutt^i partiti^ di un uomo» ohe facoia servire la natura», e la for-
za delle acque a' nostri disegni ;< ne) che consistala vera- economia
contro r errore- di quelli'» i quali si persuadono , che l'inalveuzione
de^ fiumi debba tutsa essere un- efletto delle braccia de' giornalieri »
e di ^andiose spese : d* an nomo finalmente» che intenda hon pò*
tersi preoipitare iw nn anno»- o due la serie delle operazioni » che
aoi verremo tosto divisando» ma che le disponga' in modo» che ansf
operazione ben latta si tragga dietro Tal tra» e le serva di modello.-
La scelta dnnqoe di un staremo direttole» e motore di quest'epe-*
ra è tanto interessante» quant'è la pianta di qnaUisia ben fondato*
progetto. Questa a nulla vale » se non trovasi chi le di4 forma » e'
Tita neir esecuzione •-
Un' altra- importantissima » e tntta pratica prevenzióne dobbiamo
aaiticìpare a' signori delle tre provincie pei^ ciò» che si attiene all'è*
fecnzione di- qualunque piano » che sia per proporsi a Iorio sollievo-;
Primieramente il volgo si crede» ohe tutte codeste opere de' fiumi
ostano arginature» od altri ripari » debbano considerarsi^ come opere
«scite di gitto dalle mani de' lavoratori» e che fatte una» volta non
et si debba pensar pìà^ Chi* pensa coei, pensa pur male. Lavorate
ohe siano le arginature» delle quali parleremo, couvien ricordarsi*»
ohe» quantunque la terra sia' stata ben battuta» sarà senza dubbio
il> suo naturale assettamento» e si abbasseranno d'un piede in circa^*
Si riatixino adunque di* mano in mano » finattantochè si stabiliscano»
e si cueprono di quella naturale loro corteccia di gramigna , che le
difenda dal guasto dello scorrimento delle acque piovane t
\
49» •
Secondo : SareLba troppo noTÌzio nel riparo de* fiami cbi ti per-
•nadetse» che neisnna cattiva nuova di rotta di queste arginaturo
dovesae udire per ti lungo tratto di tante miglia. Nessun fiume al
mondo » che corra arginato , va esente da simili accidenti ; non il
Po» non r Adda 9 non il Ticino » non T Adige, non la Brenta, Ja
quale nel passato Ottobre ha sofferte tre rotte* Quando queste acca-
Qono f si riparano prontamente : e questo è il regolamento 5 che si
tiene ii^ ogni parte del mondo ; né il solo Reno può esser privilepa*
to iopra la comune condizione di tutt^i fiumi arginati»
Terzo » Noi abbiamo detto nella prima parte » ohe quando il Reno
•iasi arginato sino allo sbocco in Prìmaro, e di qui alno al mare
colla nuova arginatura dalla ma riva destra» e con P alzamento di
altri quattro piedi dell' argine sinistro , e dopo V immissione degli
altri influenti , de' quali parla il Guglielmini , abbiamo detto » che
€00 tanto maggior copia d' acque ai scaverà vie più il suo fondo » e
che da luogo a luogo si atabiìirà sopra quella cadente, che è propor*
Clonale al suo corpo accresciuto; che si distribuirà la totale aua ca*
duta per eguali intervalli con una pendenza più confacente ad acce-
lerarne il suo corso, e a diminuire l'altezza delle sue massime pio*
ne» Tutto ciò si è detto, e' qui ai conferma; ma non credasi già,
che l'opera della riduzione del fondo allo atato del ano atabiiimento
possa farsi dal fiume , come fa il veuto soffiando nella polvere , e
•ollevahdola in vortici: non credaai, che fatta VimmìsBÌoae in Pri-
mare del Sillaro, della Quaderna, e dei/a Centooara^ come conBÌgìià
il Guglielmini » debba il fiume cominciare , il giorno dopo la loro
introduzione , a correre su quel fondo , aopra il quale oorrerauuo poi
Ì;r influenti tutti , quando se lo saranno ridotto alla pendenza , che
aro è necessaria . Questo è un errore del volgo , e di tutti quelli ,
che non sanno quanto tempo spenda la natura a prepararsi iJ suo
Ietto, e a distribuirne la pendenza. Noi adunque non contiamo sul-
r alveo bello, e fatto per quel tempo, in cui la natura col aoccorso
dell'arte ae lo va facendo. E noi appunto per prevenire qualunque
accidentale disordine di un qualche maggior alzamento di piena in
questo frattempo di ulteriore scavamento, abbiamo prescrìtto^ che i
basaiasimi , e aebolìssimi argini del Polesine e ai alzassero per quat-
tro piedi di più, e si rinforzassero con base maggiore; perchè quan-
do il fiume avrà terminata l'opera di tutto il suo acavamento nel
eorso di qualche anno, in tal caso codesto accrescimento di quattro
piedi in altezza non sarà forse più necessario, ed avrà avuto quel
medesimo uso, che suol farai delle centine, le quali sono necessa-
rie, mentre si stanno fabbricando le grandi volte» ma compite che
queste siano , esse si reggono da per se , e loro ai toglie di sotto epa-
luoque altro aostegno.
497
Qaesfe ennoi le due importami rifleniani , la qaali abbiamo do-
Tnto premettero per aprirci la 7ia a guella esatta Berie di operazìo*
ni y lo qaali noi qui verremo sponendo ^ prendendone il principio
dalla rotta Panfili ^ cioè dal proseguimento delle arginature di R^u»
pel nnoTO suo corso. Né questo incominciamento di operazioni deo
^ur maraviglia •- Imperocché sappiamo benissimo ^ che quando ad un
fiume 9 o torrente vuoisi dare una nuova manofatta inulveazidne^ il
principio della cadente auol determinarti dal termine , al quale ai
vorrebbe condurre 4} collo sbocco in mare 9 o in altro recipiente j a
da questo termine andando all' insù 6no al principio della Quova di*
versione » ai dispone poscia il letto del fiume con quella medeeima
Sendenza 9 larghezza ^ e profondità » che gii avrebbe data la satura
elle acque , ae da ae si fosse aoavato il suq alveo • Ma qui non aia«
mo punto nel «caso di voler ^con l'arte dare al Reno una analveazio*
ne diversa da quella , eh' egli stesso in parte ai è già formato ^ « in
parte si va preparando per condursi ad ìsboccare nel Primaro^ «e
quindi al mare. Or giacché il disegno » o ala l'abbozzo di <codeata
inalveazione di Reno ci ai presenta agli occhi già fatta dal ^presento
ano corso dalla rotta Panfìli sino al cavo Passardo^ 'e quindi per la
Tia nuova nel cavo Benedettino» di dove per la Tallo d^ Gandazolo
^Utra nel Prìmaro al Mormone» per dove passa ad iscaricarsi nel ma*
^e 9 non altro m rimane a fare » che a seguir le tracce della natura
flDèdésima, « dell'andamento del fiume ^ presòrlvendo soltanto quegli
atabilimeoti , 1 quali possano impedire le dannose ano «spansioni sul*
le terre del Bolognese.:, e del Perrarese, ed anticipare a queste de-
solate Provincie quel provvedimento » 4>he in più lungo tempo loro
avrebbe dato la natura del fiume «
Adunque nelle replicato vìsite da noi fatte alla rotta Panfili , ^
in tutto quel vasto contorno abbiamo attentamente osservato^ che ii
Reno ai è già inalveato con nna direzione divenuta migliore ancora
di qaella, che ci fu descritta dal Tipo della visita Conti nel 1761 ,
là qual direzione va felicemente ad incontrare il cavo Benedettino
er mezzo delle Savenelle^ o del cavo Passardo, e della Vìa Nuova.
*arte non potrebbe £ir niente di meglio « Dal aito della rotta Pan«>
fili procedendo innanzi » il Reno ai h già formato lin naturalissimo
circolare piegamento 5 col qualo va giusto ad investire il cavo Pas*
aardo« In tutto qneato tratto da noi più volte riconoscÌHto a destra,
e a sinistra , ed in acque basse 9 ed in piena ^ e per terra , e per
acqua 9 nairigando al Reno medÀimo, abbiamo veduto, che fino al
Poggio f e più oltre ^ per sette miglia il Reno ai è già ottimamente
inalveato nelle vastissime sue, ed alte colmate, le quali dalla destra
ai stendono in larghezza per più d' un miglio fino alla Coronella lun*
ao il Riolo^ ed alla sinistra, dove le colmate, e l'espansioni della
• 63
E
49»
f lime A Reno aos tòno arrestate ^ ^nnrtf^^t^br^^cMvnéRtr
•Qooti prolangate per Tastitsimo pianare di più mi^ia in lar^ezzsa..
E perohà prima, di porUrci alla ysita ci erano, aiate fatte soliecir
te pretensioni intorno alla neoeisità di dar tempo al Reno di acere»
ecerti le colmate» e di non precipitar cosi preato la deliJberaaìone*
d'impedire le sne eipanaioni ». e di chiudere il ana eorso tea le ar<^
(inatnre r noi di proposita al>biam. iroluto^ porre all' esame (|Qesto me*
desimO' articolo' tanto raccomandataci delle colmate • Tr«k le molte
esservaaioni registrate nel ni»tro diario &remo scelta di alcune po«^
ebe » ma. più rilevanti . Dalla parte destra tra il Rene ». e la già det-
ta coronella nel tratto di sei miglia si notò da tutti uno straordiasf-
rio alaamento di deposizioni di^ terreno .^ Mentre, sr camminaya sol
piano- dellar coronella » di mano in mano si vederano le --Teccbie esse
giii sepolte dalle colmate fino al tetto» e tra le altre una cappella
ottancolare di buona architettura ». e situata al pie della coronella ^
si tide da tutti sepolta sotto la terra per quindici piedi almeno.
Gli aiutatori- poi di quelle campagne da noi interrogati sul luogo cr
rìsposete concordemente » che. tutto «yiel vastÌBsimo aratto alla destra
del Reno era di ^a colmato sino alP altezza dove di dieci » dove di
dodici » e doTO di quindici piedi ^^ Ciò » che ancor più. ohiaramenta*
dimostiSTasi dalla coronella medesima » la quale dàlia parte dèlie a-
diaoenti campagne coltlTate ayera un* altezza di molti pié^ sopra iT
piano inferiore», e dalla parte delle colmate avera pochissimo £ vi*
vo » e jperò^ incontramme in quel eiorne molti laforatoriV. e figaur
Ueri ». I quali si adoperavano a rialzarià •.
Dalla parte sinistra del Reno, dalla rotta Panfili fino al Vò^o^
Lambertini le colmate sono ancor maggiori per ta rag\bne. » che dU
temo . Tutte queste terre situate alla sinistra del _Reno sono state
soggette alle sue espansioni per più luoep tempo» cioè a quel/e dèi»
la rottvdi Mirabelle nel i7.3t » a q^aclie della rotta de^^Jr Annegata
nel 1738-» e a queste ultime espansioni della sotta Panfili nel 17S0»
fino^al giorno d-oggi» onde vi hanno potuto cagionare più alto V'va&
terrimeuto^ G* inoltrammo dunque fila visita della terra, di. S. Ago*
stino distante più di un miglio, dalla rotta Panfili . Quivi it psrroca
di questa popolazione ci dimostrò^ con evidenti contrassegni » ^be il
oampanile dcAla Chiesa paiTocchiale era già sepolto sotterra per P'al^ .
tozza di^ ventidue {^edii. lo stesso dicasi delFa Chiesa. Dellb caso
Siù Antiche non si vede altro » che it t^tto . E3 il portico di casac
oselli destinato ad introdurvi carri di fièno», ed altre masserizia noia
è più: accessibile» e tutto^ sotterra si sta nascosto. Sòmigrtante efiEbt»
te di alzamento straordinario di teireno si ò fitto ih tutto il* susae^*-
gnente tratto di territorio alla sinistra sino al* Poggio Eambertini^ e
più* oltre . Al castello medesimo Lambertini y quantunq|ie situato sia.
499
in étto pia «ffitaenf e ^ non perttnto yi sono penefrate le 'hiónflazio-
ni 9 e le grandi colmato » le quali banoo riempiute le eue fosse ^ e le
cantine «
A qneata Tista ai proruppe da tutti noi in un conoorde , e vena*
Simo sentimento • Ed a ohe fine ^ si disse , e con qua! prò si dìfieri*
▼ano anoora le ar^natare» ie quali impedissero quel dannosissimo
spandimento? Si coleva forse differirle fino a quando le colmate si
aiaassero alla sémmìtà de' campanili , e delle torri ? X3on «qual legge
di equità ^ o di pubblico vantaggio $i possono -condannare tante ter-
«« a far colmate » e nnlla più^
Diciamo adunque » che ^oramiti è giunto il tempo di preacnrere le
arptaature • Si attaccheranno i due nuovi argini a* due Tccchi non
meno a deatra » che a sinistra della rotta Panfili , e dall' une e daU
V altro lato si continnecaano fino al fine del cavo Passardo presso le
tratti, o per meglio dire» presso le pianure alquanto più nasse del
Poggio , e (U Alalalbergo; con questa condizione pere , che la distan-
za tra nn arsine t e f altro sìa costantemente di pertiche Bologneai
SS f acciocché tì rimangano pertiche sto. di golena da una parte , e
dall' altra delle due sponde, e ai iasmno liberalmente peptiche i6. ài
largbeHa aH' alveo del Reno affine di assegnarli tutta questa massima
larghezsa , che il Reno ha superiormente m pochi tratti > e per ca-
gioni accidentali delle ano tortuosità. Che se nna tanta^ larghezza di
alveo paresse ad alcuni soverdhia » il fiume ai adatterà a quella , che
nuò bastaigli » e rìlasderà quel di pia per accrescimento » ^ guadagno
della golena^
Parn forse a talnno soverchia una tanC ampiezza di golena > e si
pm distanza delle due arginature maestre » le quali sono destinate
a contenere le massime escrescenze • Anzi questa sarà la regola gene-
nlcy che noi prescrìveremo a tutte le nuove arginature, che di ma«
no in mano si verranno facendo per inalveare tutte queste acque al
mare « Quanto j^iù ampia è la golena , e niù lontano resta l' argina
dalla corrente viva dei fiume , tanto più difeso » e^ sicuro si è l'at-
gine atesso , e moke meno soggetto alle corrosioni , ed alle rotte «
Imperoccbè con quella medesima proporzione , con cui la piena sois
montando le basse rive dell' alveo si dilata nell' ampiezza ^elle gole*
. BO , la sua velocità si scema di molto in una aezione tanto maggio-
xe ^ e- quindi il movimento delle acque al pie dell' argine riesce as-
aai tardo , e di nessuna forza a corroderlo « Oltre di che in codesto
più ampio spandimento d'acque torbide ia piena va colmando le par-
ti laterali più vicine a^i argini , le va incessantemente rialzando» e
dilatando sino a formarsi da ambi i lati delle rive un altro nuovo y o
riloYato terreno , entro cui vi corre incassato il fiume • Tale è una
fran patto del vecchio corso del Reno « il di cui &>uào sotto Cento 9
>
• altroTè retta a YirtXtù del pboo della città medetiiM « JKa <^ nxA-
la ostante a ohi dalla citta Ta talendo Terio il Reoo » ed ivi si fer*
ma a rimirarne il suo corso » pare di ^ Tedervelo nataralmeote ioeas«i
•aia in terra ferma » perchè V alveo rimano compreso da altistime, e
hen larghe golene formate dallo socoessive deposizioni sestenate da-
gli argini maestri situati co» ottimo avvedimento fin dal principio di
questa inalveasione in molu dtstaaaa . Quindi codesti piani di gole*
ne nel cono degli anni precedenti ridotti sono a tant' altesu , cb»
rarissime volte si sormontano dalle piene del fiume , e però sembra*
no belle campagne coltivate con ogni genere di seminagione , e que-
ste fanno un fortissimo antemurale alle arginature medesime»
L' altesaaa degli argini non può stabilirsi' ora con precisione v per-
chè ci manca un esatto profilo del .piano delle presenti rpplesioni , e
colmate» le quali con ogni ragione supponiamo essersi mollo accre-
seiate doyi> la visita deir Eminentissimo Conti • Rimettiamo pertanto^
la cura di rinnovare la livellasìone > ed il profilo » e di stabilire l' al*
tezia dei predetti due argini a chi avrà la direiione del lavoro . Ciò
che può farsi speditamente nell' atto atesso delie operasioni • Unica*»
mente qui proponiamo la massima generale ; ed è, che, gli argini da
per tutto siano rìalaati tanto » che la cima di essi resti aaperiore di
piedi quattco alla linea cadente » che è fibrmata delle maggiori eaore*
scense.. Credbmo ancora» che convenga disporre nella cima unalar^
gbezza di medi ao f acciocché si possano riaisaie gli àrgim con &ci««
htkf quando fosse bisogno» All' altezza dì piedi quMttro ai disparrk
nna panchina di piedi 3» per ciascuna parte ; sicché date le penden-»
te y ed inclinazioni alle parti esteme d un piede per piede > e aVa\A«
lita sul posto Tsltezza per mezzo di un nuovo premo v come si è
detto > il direttore dell^ opera ricaverà la larghezza dell' argine in
jnanta •
Noi prescriviamo altre Tegole per rapporto all' escavazione delP al-
veo del Reno » si perchè da qui in avanti racchiuso tra gli argini
pici facilmente da Ée stesso potrà inalvearsi sn quel fondo » cbe sarà
becessario alla di lui portata y e si ancora perchè apparterrà alla pe*
riria del direttore Tapi^care con Tarte le forze del fiunae al ano
medesimo allargamenco» e scavamento ^ e regolare il ano corso in
quelle parti » dove si vedeaso deviare dalla aua linea» A questo fimo .
ogni anno converrà portare avanti T ai^;inazione y-aprendo al §ttma i
la strada nel mtrno , ancor con qualche escavarione manofàtta * '
E perchè , fino a tapto cbe il Reno non sia intersmente chinao
dsUe arginature sina al cavo Benedettino^ aceaderà,. che la piena a*
rivata al termine delle arginature fino a quel tempo avanzatct rigtcr-
giti dietro elle spalle degli argini medesimi ad inondare al di sopra
quelle oclnxate già idonee alla ooltnra ; noi ocPsigUaaao» cb» sJla
Sci
Sm èk ogni porzione d* argine f chù tara coadotto avanti >» anno per
anno » si Accia dair «d|i , e dall' altra parte una ^riroka a aqaadra di
pioeolo argine > con prolangarlo tanta » cbe serve come di coroaetta
a difcM delle depoaiziont snperiorì , le quali immediatamente domo»
BO' coItÌTarsi y e non impedisca gii acoli » Ed intanto ai lascerà il Re^
no liberp a spagliare per le valli » cioè per le ptaqnre inferiori del
Poggio > e Malalbergo» e con canaletti manofiitti a' incammineranno
le torbide ne' maggiori fondi » come ai ooatoma nelle colmate arti-
CSon qnella preporzione medesima » con cni si verrà prolungando
dalla rotta Panfili T argiuatara destra » si renderà inutile; la coronel*
la 9 la" i{aale da molti anni si è. costrutta sulla destra dplh nuova i*
nàlveazione di Reno , ove è lo scolo dette di Biolo » e noi V abbia**
ino passeggiata , e riconosciata^ nella: visita * Apparterà dunque al di*
rettore dell'opera il definire sul posto quàl {Mirto di essa possa aÌK
bandonarsi ^ e qnal parte mantenersi • Si avverta però » che dove va
ora a terminarsi codesta coronella in vicinanza ' delle valli del Po^*
gin, e di Malalbergo y di qui dovrassi ripigliare la sua continuazio»
ne ; ed un tale prolungamento non si farà in diritto , ma girapdo
Idngo il margine delle valli , cioè deUe basse » e inondate pi^fiura
còMigne» affine d' impedire lo spandimejuta delle aeque torbide so?
pira' i terreni'^ che sono in Urutto y e questo. mroondaho potrà iàrsi
poco per Volta > e eecondo^l' opportunità > e quel metodo» cb^ iiel«r>
le diverse circostanze parrà al direttore doversi praticai^ > i
Qualora poi si osservasse , che le acque di Reno rialzate da qaal«» ;
che piena risalissero su pel canale di scolo detto il Rido con pre»
giudizio de' terreni adiacenti > si potrà ailiiare provvisionalmente una
cateratta sulla fine del ^iolo» o sia canale di scolo» a due porte be*
ne imperniate 9 perchè possano da loroiftesse aprirsi dalle acque su-'
perìori ; e riserrarsi col carico delle a^ne inferiori ; ed avvertasi »
che detta cateratta può fiirsi tutta di legname^ poiché fatta la eol-r
mata» e prolungato 1 argine maestro» quella non avrà più uso veruno*.
Per cooperare poi meglio a questo corso , e direzione , che già da
•e ha preso il Reno in questo tratte.^ e per/tnticipare il più presto
con l'arte quella perfezione y a cut tende la natura» accenniamo qui
un altro importantissimo provvedimento di pochissimo eosto » ma di
Sran giovamento* Dalla rotta Panfili fino al cavo Pàssardo » sotto U
i coi nome comprenderemo da. qui in av«ati tutto lo Savenelle su»
periori » il fiume si è già scavato il suo canale» sul quale noi abbia*
mo navigato V Or questo canale è motto più stretto di quello, ohe
convenga alla portata di Reno » In molti Inoghi oonverp^be dilatar-^
lo' quattro» e sei volte più dello stato .pnesente . Il volere far ciò con
P opera d^ lavoratori, f^r si lungo tratta di 'liquame. miglia sanlibe.
5#^
di «o -Mceuivo Sispeodio. Abbhmb detCd pi& ^ vèlie \ tibe la Terl «^
oonomia coDiiste- nel far buon mo delle forte M fiome.. Nel tempe
adnnqae» ia coi «i fliaTigava qaeato tratto ^ esfervammo , che le ri»
pe , dove il eaeale eorre più strétto » erano di tenaoe creta^ ^d ìaoI^
tre bea naaite 4i foltiaiime oannaoee » e piantarelle di aaBet , le^
qnali colle loro radici -aviritiooiiiaode H temoD impediTano die la
oorreote ▼! peiietr#ise a eorrodeflo • Abbiamo dunque gttidioato $ cbe
il mezie più -apeditb , -ed OT^rio aborre questo impedimento» eresi-
etenaa alla naturale dilatasnone dell' alveo , aia quello di porre in o-
pera due volte Tanno per pochi giorni un qualche enffieieiite:aumere
di zappatori ; e ciò semp^ prima delle consuete piene di Reno^-^ae*
, ati non avranno già addiseavare 1* alveo» non avtraspovlar teneno j nien*
te di tutto ciò che suol essere più operoso. 4L' epera di questi sari
aemplicemente di zappare le sponde » di aprirle con gran Ugli^ e di
svinoelarle dall' intreccio deHe ^radici delle .eanne« li reatante.» ehe è
l'eggetio primario» &rassi dalk sopraTveniente jnena^ {mpemohè^
quando questa s' iocontierà in sponde pia arrendevoli » quando ne*
solchi anerti sulle rive dalle «ajipe potrà far presa .» ed urto > e ta«
gtia, alfom verrà dirupando» e traendo seco massi Jnterì ài riva » e
cosi V alveo in breve tempo ai emplìerà qnanto Wta.alla pertatadel
finme . Uè bisogna ^figurarai ., -ohe qui ai deliba mettere in campo um
eserate 4i guastatori • in questo tratto di 5.' miglia atno al me dal
cavo Rassavdo basta una cinquaniina d'uomini <liatribuìci. a dovere #
«e regolati ila an direttore » ehe Intenda il ilne di qut9to travaglie •
Basta che questo squateiamento di ripe-preeeda pooo^prima il tempe
delle piene. Or con^una -operazione tento semj^ice « ma secondata
immediatamente dalle superiori forze del fiume» ai otterrà essai pre»
ato quella dilatazione del cavo Passardo» che anpena ai coasegaÌMlH
be in molto tempo da 4in esoMitodi migliaia <Ìi lavoratosi*
Nò si tema , caie si gran. quantità di terra squarciata dalle mwt »
trasportata in giù dalla corrente d<d Reno in piena» possa cagionare
o riempimento del cavo Passardo» e impedimento al corso susseguono
te del fiume » di là dal Pog^o » e nelle ^vdli di Malslbergo • La >^-
va corrente della piena i6sa più vigorosa » perchè eenteouta dalle ar-
' ginature, trasporterà di là dal cavo Passardo tutto questo -ai gran
materiale di terra , 'la quale ivi ci sarà ntilissima » e necessaria a ri-"
empire le basse pianure » e formare nuove riw » nuove golene» ed
arginature » come dirassi in progresso •
A voler poi perfezionare lo ^cavamente » e la dilatazione di queste
Medesimo cavo si -richiede nn* aitin avvertenza » un* altra operazio-
ne , piccola si » ma di gran conseguenza per . accelcFame U i^ompi^
mento. Nella visita nostra si sono notati in questo tratto alquatf*
tt^-aocondari^ canali di diversione dal canale ^rinoipalev Or qiKste
V
\
So«
iitlitmmi d?«Ofa# ponenti ioSaodiisooiio il eorpt^ prìttariot it quafo
non pub (KU r qpoanta fa bitogoo» isoavarti il foado , ed ampliar n il
caTO nella inalvfBAzume ». ohe. ti mrepara dalla naiura • Sarà dan-
qua cura deV direttore a oiò. deputato U far sì\ che le aperture di
oneste diveraioni , e aeginatamente quella del' Rtazzo p. detto di Bua-
ni 9 otturate siano o con faaoinate » o con gabbioni » o con palafitte.»
• in quella pia efficace maniera» ohe gli parrà pia convenirci al fi^
no;» qnaì! ^ quello di applicare (atte le forse unite delle acque cor*
senti' ar peHesionarsi il suou alveo »
Tukto te. deacrìtte afginature^ ed^ operazioni si potiTanno». quando
it voglia} compire n&' primi due anni ». e queste serviranno di mc^
deilò alle seguenti operazioni ^ onindi si darà noa volta incomincia
alla aalvezsa ai tutto quel vastissimo tratto di molte miglia di
menta
e senza . incertezze t e. con .quei soia dispendio » cne richiedono le
semplice arginatura» e poco p^u. Certo e» ohe il solò prorenta del
semipatò ne* primi due anni, in un territorio di più miglia qiiadrap
;te « q|Bu4' è ^eato> oltrepasH^ lunga qjialsiasi spesa 4iq(Uk
ito priflu^rXiadattainente. . } .
A B T I G O L 0 8 E CO KDO^
n 9 é
àtrU 4^11$ ,pp0rasiom dal fine dèi fapo Passarlo nelle valli d^^
Boggfi pj%i di llùilaìhergQ finf ql principio della Vta Nuov^^j
e dè^ cwOQ Benedettina .
SOMMARIO-
Statò piFesenù dèltèvalltdil Pòggio^ e di Malalhergo . Beno dt^
Mtveaia in. queste va^U* Mèlo (io d* inalvearlo senza il dispendio de^
gli scaioasifienti • Bive manofattp con strati di fascine ver ai, > e loro
mttitudi^ ad accrescere gi^iaterrimpnti. Principio di scavamento dal
fiprso di Menò . reso più, veloqe tra h. fpande . Esempio di simile pra^
tlca d^ indtvèàziono^ g^ià ese^uiia nel. cavo Passar do. Usa delle Bo»
sea/fHó net regolamento de* fiumi', e lóro piezzo pot&ttissimo per la
. instaSHi^ Esempio degli argini di Po^ ,
>* X/al fine" &r cavo Fàssardo fioo al' principio del' canale denomina^
le U Via Nu»ois %i correli» tre miglia in circa «^ In tutto il corio del
/
/
ReDi> qaetfo ItrtOo « quel ìmìIo » €lie 'mtifea d* inthritsiàoe . B Beno
dal cavo Paséardo sbocca in una Tastbaima pUAnra , o qain ae no
forma no la^ dal quale le aòqae ai tratnanoano di.otipyo inalveate
iiella Via Nuova, e quindi nel cavo Benedettino, Òr qni è d^^é
con V arte ci convìen cooperare alla natura del fiume » disponendo-
gli quella inaWeazìone » alla quale il Reno medeaimo ha già prepara*
to tntt' i materiali d' interrimenti ^ e di colmate per ftbbrìcargU b
aponde • Imperocché nella patsata Tiaita ani fine d Ottobre , avendo
noi navigato per tutto il cavo Paasardo in uno atato d' acque baaae ,
entrammo finalmente verso il tramontar del giorno in queata laguna
del Poggio « e di Malalbergo » ma presto ci vedemmo dagP ifiten?-
menti 9 e dalle colmate arrestati dal navigar più óltre. Oaaervàmmo
tutt* air intomo la auperficìe delle acque 9 la anale nello atato ^ al-
lora'non er^ più alta d'un piede dal fondo rialzato da tante dépoai-
«sioni . Giudicammo pertanto 9 che in tale diaposizione di fondo agé-
vole cosa fosse il disporre al Reno un dveo rettiaaimo per tre hA^ltk
-fino ad imboccare la Via Nuòva . Imperocché dal cavo Pasaardo aboé-
eando ir Reno in questa' vastissima piaonra 9 'e palude, qoiyi perdRa
q^aki ogni velociti^ 9 « forza wt inalvearsi • Tutta V arte dunqìie "ii
riduce a poter ristrìgnere il Reno in qualche alveo artefatto Mt
la prima volta ^ e tutto ciò aenaa diapeodioai aoa^amenti ; acciocchèp
impedita V inutile espaeriione 9 il fiume tieof^rì la aua fiirza per I-
acavar^elo più pro/ondanif nte colla viva porieot^ • e per .ideare non
lAl^e còl;pate le prime ViV» irrtfièiaìi ? IT^k^V^^^^
te farallo poi iì Reno medéiimo nel progieud di 'qnalo W' aiAD(<f « Eo-
cene tutta la pratica-
si acelga il tempo d' eatate » quando lè acque del Reno tono acar-
aissime • Sulla diresione 9 e linea, che fcondtioe alla Via Nuova pren-
dasi una distanza di 13, o i5. pertiche Bolognesi , le fuali ci ^an-
no ima delle maggiori latitudini della portata di Renò. Ade due e-
atremitì di questa distanza ai dia principio alla costmtioftè delle ^'rl-
'Te» comunque imperfette y aufficienti petò a riaèngoeré', é contene-
-lè qualche piccola paiate della piena di Bituó • E jperchè *& terrete
acino verdi 9 di aalici9 e di altre piantarelle» le quali posato aott^ao-
3na orizzontalmente, e fra loro Oollegate, ed anohe fisaate au^i ^0-
o con pati 9 ai verranno alzando spanto basta a sormontare d*nn^
chisaimo il pelo delle acque atagnanti. La largheziSa di questa base
aarà di cinque , o aei piedi , e come parrà 9^ direttore • ^^f^ ^\
questa ai riporrà in altezza di un piede 9 o dde la terra scavala du
-tondo 9 che ai vuol abilitare « canale 9 0 queata terrìk 'ftcìAatik m
5o5
altro 60mplice strato di verdi fascine conficcate con verdi pali nel
fottopò'sto terreno^ e finalmente aopra quest^ ultimo strato si ripon-
ga nuova terra iscavata dall' alveo «
Appena può spiegarsi quanto prestamente questo lavoro conferisca
alla formazione « all' alzamento ^ e alla solidità delle rive . Imperoc<^
cbè e pali verdi , e verdi fascine di vetrìci, di salici^ e di simil ge-
nere germogliancjo per ogni lato su queste rive manofatte ^ vi fanno
tosto una folta ^ e bassa boscaglia, che fa sostegno» e spalla al corso
del fiume , il quale comincia ad incassarsi , e coli' impedimento » e
contrasto de^ fron'dosi rami rallenta quivi la velocità , vi ferma le tor-
bide 5 le quali si posano. sulle ripe medesime, e le vanno rialzando.
Ài lungo però di queste sponde manofatte si lascerà di tanto in
tanto qualche notabile apertura a giudizio del direttore, acciocché le
acque torbide si possano spandere dietro le rive medesime , e Tarvt
colmate • S^ aggiugne , che le rive manofatte , sul principio deboli, sa-
ranno meno esposte al rovesciamento , quando in^ occasione di piene
vengano sostenute da pressioni contrarie delle acque al medesimo li-
vello , altre correnti iu fronte, altre stagnanti dietro le spalle. Per
questa ragione per la prima volta 1' altezza di questo abbozzo di ri-<
ve dovrà regolarsi in modo , che entrandovi il Keoo in piena le
possa sormontare j e si stiano coperte sotto il pelo alto delle sue
acque «
Non pertanto, fatta questa prima operazione, una parte; delle, ac-
que di ileno in piena , sboccando dal cavo Passardo in questo nuovo
canale , vi córrerà ristretta in altezza di quattro, o cinque piedi per
la prima volta , e in progresso riacquisti^do quivi le acque il suo
spirito, e la velocità, scaveranno semprei più l'alveo da se , e no
Iirofonderanno il fondo per molti piedi , e.ne alzeranno le rive con
e colmate . Così il fiume s^ imprigionerà da se nel suo alveo •
Né questa idea d' inalveazione può accusarsi , e rigettarsi , come
di vana, Q poetica fantasia; anzi nella visita stessa l'abbiamo appre-
sa sul fatto, e ne abbiamo osservati gli effetti. Gran parte del pro«
lungamento della coronella in valle, e delle prime sue sponde per
mezzo alla laguna si è fatta da' contadini a nn dipresso con questo
medesimo artifizio di atra ci di fascine verdi interposte a strati di ter-
ra , ed il sig. dottor Marìscotti , il quale era in nostra compagnia ,
navigando noi tutti su questo canale , ce ne additava i segnali de'
pali aneor fitti , e delle fascine. Vero è però, che queste medesime
operazioni si eseguirono allora troppo grossolanamente da' medesimi
contadini, e senza lo scopo di preparare al fiume una inalveazione
proporzionata al suo corpo d' acque « Diciamo soltanto , che codesta
operazione è comprovata dalla sperienza , o dalla ragione , e dispone
il fiume a farsi quelle rive, e quello scavamento, che richiederebbe
64
j
/
moa tpeta unmeoti ,. qatodo tt dbvwM diegaitit toRtiito oolfo limm^
de' laboratori.
Gontiene però ricordarsi ^ che ^ette tìto artifiaiali AVanoo ne*
primi mesi un notabile assettamenta^ e iterò al primo buon tempo
a*aoano basse ssrà duooo di rialzarle, riordinarie, e rassodarle col
metodo già prescritto. Sopra tatto si ponga ogni stadia in fatri aU
Ugnare, e crescere nna folla, e bassa boscaglia luogo là direzione di
queste rive , sopra le anali sì ficciano continui piantamene neUe sta*
gioni proprie. Tatto il resto- der canale si tenga sgombro dà canne,,
e da ogni altro impedimento , ed ansi gioTcrà assaissimo , cKe navi-
gato sia frequentemento da barcbe cariolie di qnalèbe peso*} ciò ohe'
concorre mirabilmente , « pjò di qnoUo , che ii volgo si creda , allo
•eavamento delle nuove inai veaaioni • In somma qui fa bisogno pia
d* arte , che di spesa , mentre V opera maggiqrè dèlio scavamento
del fondo , e delP alzamento delle rive Ò riservata al fiume, il quale
si solcherà il fonda con lo soirito delle acque 'onite ,. e si
il piano deQe rive con le colmate dèlie torbida.
Ma non bisogna fermarci qui in^ questo primo abbosio d^lnalVea-^
sione da perfezionarsi' dal finoie. Ridotte ohe siano la acque di Rène
a correre alquanto incassate fra queste rive , almeno nel lóro mezza-
no stato , dò che può conseguirsi in poco tèmpo ; conrerrà applicar-^
si alla costruzione delle arginature erandi nella prescritta divtauza di
ao. pertiche dalle rive, acciocché r impediscano nna^ volta i traboc»
ostnenti delle piene, e la desolazione d'immense oàmpugae. £a di£Ei^
coita di questa operazione , più che dal contrasto delta natura , oi
sarà mossa dalFa fantasia di molti, i quali sii figurano le va\\i Aeiir
^og^io > e di Malalbergo , come incapaci di questa o|teras\one*, e lo^
ro fa guerra T introdótto ^Tocabolo di v/iUi. É qjii per non d&re oc*
oasipne d'inganno a chi non ha perancUe veduti questi luoghi, ii«
flètteremo, che sotto nome di valli non s^ in tendono vaste cavità, la
quali si pjrtifondino sotto il comune livello degli adiacenti terreni ,
come appunto si nrofòndano le vere valli dè^ monti sotto P altezza
delle loro cime: No. Quelle, -che qui si chiamano vaUi,. sono bellis-
sime , e grandi pianure di molte miglia quadrate ; ma perchè si tro-^
vano ora ricoperte dall'espansioni dei Reno, si sono voluta chiamar
^alli» Del resto, quando fossero asciugate, si chiamerebbero pianw
re 9 come tutte le altre. Abbiamo* voluto prevenire chi lègge. À que-
sta equivoeazione , perchè anche noi sul posto ci si^mo- ricredtitì di
queir errore , nel quale ci aveva indotti là denominazione di valU »
immaginandoci prima, che ner riempiere quelle vaste profóndiUi, e per
ridurle al comune livello a' una continuata pianura , fosse sp^enta
il permettere, che per moltissimi anni in avvenire si lasciasse diaal-
veato , e disarginato il Reno in questa parte per 6rvi p<ft ahmìma
So:
%
le coliBafe . Ha il fatto noti ìstà coii , -<)ome alibumo TeStito. Soaoti
già alzate con le deposiziooi di Reno quelle » che ai chiamaTano cal-
U; ti aono oguagliatc coni rìenipimenti qoelle irregolarità di «terre-
no ^ Bopva dèi quale ai possono ora alzare le arginature. Queste a-
dunque già condotte precedentemente sino al fine del cavo Passardo
si prelunghiiio in distanza ^ zo. nertiebe dalle riYC di questa nno-
*Ta inaWeazione» e loro si dia queir altezza^ ohe dimostrerà il profi*
lo detta nuova Uvéllazione da tarsi •
Che se taluno opponesse l'instabilità del fondo» e delle cuor§^
le quali <|i tanto in tanto a' incontreranno in questo nuovo prolun-
j^amento d* arginature » ai lisponde » che il ripiego è facilissimo , ed
«sato già in somiglianti incontri. la fiitfi quando ..si debbono, per la
corrosioni di Po traq;>ortare gli argini o sul Mantovano , o altrove ^
accade non jrare ^olte.» cfhe il terreno è paludoso ^ incostante» e non
lien fermo» sa cui vorrebbesi fabbricare il nuovo argine^ per .rìtirario
dalle rive corrose. Adunque per dargH iermezza in quella stessissi-
fna situazione.» se gli cosiruisoe una larga base di gabbioni ben in«-
«trecciati.» o in quella vece di grosse fascine» e su questa base si alza
il tei;rsj>ieno con altri strati interposti di gabbioni » o di fascine . Goa
questa forma di legamento T argine non può abbassarsi.» fuorché tut-
Jto unito senz* alterazione della prima struttura • Onde non altro ri-
^ jnane a farsi» che a soprapporvi altrettanta terra ben battuta» quan-
to è stato r abbassiimento ; ciò che accade di doversi rinnovare più
ii*iina volta» finché col proprio peso schiaccia le cuore» ed ivi sì
atabilisce immobilmenteu
Or questo^ usatissimo apediente può applicarsi al caso di somlgliao*
te incantro nella continuazione di queste arginature » come s^ è appli«*
cato alla eostruzione delle prime rive » delle quali s' è parlato • Si ri-
fletta però » ohe le altissime colmate » le quali ai sono fatte in que-
ste vani per il corso di un secolo ci danno nn fondo di terra creto-
sa tenace» e resistente^ e non ci fanno temere di codeste cnòre» se
Sion nella esteriore superficie» ed in poca altezza.
Con quel progresso » con cni si avanzeranno le due .grandi argina-
ture in distanza tra loro di 55, pertiche Bolognesi,» conforme la re-
gola già prescritta » si verranno formando le colmate fira gli ai^gtnì »
e le rive dalle torbide delle piene» le quali fra questo intervallo aa-
tanno contenute » e vi condurranno » e vi deporranno copia immensa
di terra» nello spazio assai ampio della golena» ed a pie dell'argino
incominciato; e quindi la golena stessa somministrerà il materiaTe»
eoi quale^ si possano continuare gli argini » e condursi a quell* altez«
sa , che impedisca interamente le nocive espansioni di Reno •
E qui siaci lecito di consigliare luti' i padroni di queste ampie go-
Une ad imboschirle» quel più che si pnò» come ai j^tica in tutta
N^
5o8
la Lombarclia nelle golene di Po , nelle qiiali con ordine , e aimetm
si sotterrano piccole fascinette Terdi contìccate nel terreno con pali
parimente verdi , sicché tatto il terreno ne resti occapato . Queste
nella primavera mettono i germogli, • prolungano i rami ironJosi}
cade tutto quel tratto si cambia in un densissimo bosco. Appena
può spiegarsi di quanto riparo siano a' fiumi , e alle loro arginature
codeste boscaglie dall'una, e dall'altra golena del fiume, e quanta
resistenza facciano al corso delle acqua disalveate, e quanta copia di
terra fermino su questi piani. Che se i padroni di questi fondi tra-
scurassero il privato, ed il pubblico vantaggio , sarebbe in questo
caso necessaria la legge del Principe , la quale assoggettasse tutti a
cooperare ad uno s'tabilimento tanto sospirato dalle Provincie.
Se in qualche tratto di terreno paludoso , e coperto di cuore man*
casse copia di terra , onde potersi sul posto alzare V argine , non sa-
rà disdetto l'interromperne quivi la continuazione per ripigliarla,
quando siansi alzate le colmate, e per sollecitarle il più presto, sa-
rà sicuro consiglio quello di molìplicarvi in questo sito de' pianta-
menti , in quella maggior copia, che si potrà, acciocché con tanti
nuovi impedimenti le acque torbide di Reno ritardate dal moto vi
facciano più pronte , e più copiose le deposizioni •
Anzi talvolta nelle prime operazioni sarà lodevole il lasciare al-
3uanti intervalli aperti nell'argine stesso, accioccbò le acque terbi-
e spagliandosi ancor dietro 1' argine vi condacano quantità di ter-
ra • Né sempre , quand' anche si possa , s' alzerà, V argiae a quella
massima altezza, la quale sormonti di qualche piede il pelo delle
massime escrescenze , ma si terrà più basso studiosamente , acciocché
le prime piene possano avere tutto lo spandimento di qua , e di là
dall' argine stesso sommerso sott' acqua . E quantunque qualche por-
2Ìone d'argine incominciato venga a rovesciarsi, poco importa, mea^'
tre allo stesso tempo si accresce il materiale necessario alla sut^ co-
struzione • In somma qui dobbiamo fare , per cosi dire , una nuova'
creazione di rive, di golene, d'argini, di scavamento in una parte,
e di riempimento nell'altra. Cose tutte , le quali non possono fani
eseguire da altro fabbrichiere , che dal Reno medesimo ; sicché esso
trasporti la terra, esso soavi l'alveo, esso riemnia le cavità paludo-
se, esso rassodi le rive. Si rimette adunque alla perizia, ed alla
sagacità del direttore di quest' opera la «celta di que* vaij spedien-
ti , che più conducano a far buon uso delle forze t e del genio del
Reno»
ARTICOLO TERZO.
Metodo del riadattamento del cavo Benedettino •
SOMMARIO.
Continuazione di Reno col canale della. Via Nuova , e col cavo
Benedettino . Ottima idea , ed utilità di questo cavo . Necessità in
que* tempi dell' argina circondare nel passaggio di Reno per la indile
di Gandazolo . Cagioni del suo interrimento . Si rifiutano altre false
dicerie . Scai^amento da farsi con limitazione . Avvertimento generale
in tutte le arginature delle nuove inaheazioni* Abbandono delle rot^
te del circondario della valle • Proposta d* incassare ora il Reno* ne'
suoi propri argini • Dalle colmate di Reno si è già stabilito il fondo
altre volte instabile della valle . Pratica di daf fermezza agli argi'*
TU ne* fondi corrosi . Operazioni contemporanee dello scavamento , e
del nuovo argine ,^ Idice ristabilito nel suo aheo* Corso dell* I dice
nel Cavo Benedettino •
JCid ecco che slam giunti ad unire Tinalveazione del Reno nel ca*
naie chiamato la Via Nuova ^ per dove abbiamo navigato più volte
in questa visita ed in acque mezzane , ed in piena » prima di entra-
. re nel cavo Benedettino. Qui nei^ uno » e nell* altro stato d^acqae
s'incontrò una straordinaria velocità , é tanta ^ che le barche carighe
non possono assai volte nuperare la corrente , e costrette sono a pie-
gare per il canal Volta. Adunque codesto canale della Via Nuova è
già fatto, già iscavato 9 e. di larghezza capace delia portata del Re-
no* Non altro rimane a farsi , che la costruzione delie arginature
nella lolita distanza di ao. perfiche dalle sue rive, acciocché colle
frequenti sue colmate si alzino le golene , e sempre più s'incassi il
finme nell' alveo suo senza espansioni rovinose •
Dal canale della Via Nuova entrammo nel cavo Benedettino, nel
quale si navigo fino alla rotta di Gandazolo per due miglia» di do-
ve si piego colla barca nella valle. Or quando la' prima volta c'in-
contrammo in questo cavo Benedettina non prima veduto da noi»
quando si osservò attentamente la rapidità del suo corso » 1! ampiez*
za dell* alveo, la solidità delle arginature munite dalle sue golene,
ci guardammo in viso 1' un V altra con istupore : E questo » si disse
tosto» e questa è quell' v^felice^analé cosi mal disegnato , e peggio "
eseguito» come ci avevano riferito aloubi prima della visita? Questo
è quel canale» cui manca la pendenza necessaria, quando ancor in
acque mezzane il Reno vi corre con tanta velocità , come veggtamo
9X presente P Egli e vero ^ òhe dopo la rotta dell' argine cqrcondaiio
/
*•
si;
della t^e di Gamtezalp» il Reco ^ al QtT»,Beoedettino #t -toaTica ptr
questa. rotta al Prìmaro» abbandonando ora il restante ano cavo» cba
iù rettamente conduoevalo ad itboccare. nel Primaro al. Mormone.
la questo disastro di qnalcbe rotta ed è comune a tutte le onoT#
arginatQre f e può ora rìpacani assai faciUnenté , qaaado si wogli^ ,
jSiacehè la aostansa del canale Benedettino rimane quella di piima» e
apltanto ha bisogno di una moderata espnfp^iotie da GamlaeoW fino
allo sbocco delT Idioe t . eh* è jun tratto di altre due miglia.
Ma perchè di .questo sviainento del Reno dal cavo Benedettino per
la detta rotta, e di questo. riempimento del.medettmo caTo fino.al-
r.Idice se n* è parlato t e se n^.è scritto assai Tariamente» e confusa-
mente. aecoodo le diverfe mire^ od anteresai ddle j^uti, noi riferi-
remo ({ui Teracemente il fatto , quale abbiamo osservato in Tiaita di-
ligentemente e le cagioni di questa rotta » e il metodo ùcìle dì re^
atituire il Reno al cavo Benedettino • Nd temno » in cui mxAtì anni
aono abilitavasi il cavo .Benedettino, attraverso U ralle di Oandasolo,
^ incontrò in qiiesto sito ^.. e per il tratto di messo miglio nna di&
,c6ltii , la quale parre insuperabile a' direttori dell* opera . Erasì per
;il Gorso di due miglia dal fine della Vìa Nuova fino a questo punto,
arginato felicemente il nuovo cavo, come si vede ancor di j>reaente •
0ui fu, dove per 1* instabilità . del fondo fradicio, cedente, e cnoro-
so si videro sotto gli occbi profondare 1* argine , e quel eh' è neg--
gìOf mancava anoon sul sito a rialsarlo la necessaria quantità di
terra tei^kce , e copsistente, la quale doveva trasportarsi molto di
lontano con esorbitaiite SfNCfa • 3i prese per tanto quel partito ^ èhm
parve allora jiecessario » cioè di a^nandonare qaestk parta di argina*
tura , e di permettere , che quivi il R^o ai apandease. nétta vaile , a
cui si fece un argine circondario di circa tre miglia e messo., e di
diametro cirqa un ..ipiglio acciocché dopo il riempimento di questo
aynplissimo ricettacolo d* acque sti|gnaQti, il Reno jipigfiasse poi it
retto suo corso per il «ossegucnte cavo Benedettino ben axginato da
anìbe le rive , e congiungendo le sue ac^ue con la Savena, con ridi-
ce , sì portasse ^d isboccare nel Piimaro al Morgone • Eà ecco posto
in chiaro le due primarie cagióni., le quali concorsero all'interri-
mento di questo tratto del cavo Benedettino fino aU*ldice •
La prima fu , perchè il Reno b^ne i|falveato per due miglia nel
cayo Éeiledettino , e condotto a questo 3Ìto con gran velocità t .quivi
flivertendo eran mrte della sua piena a riempiere prima il vastissi-
pio tratto del circondraio di questa valle ., non poteva continuare
capo era natnralittsima la sequela
mentre le piene del Bmo, coxac abbiami^MÒr^Ato Ancora ndla visita^
5ra» o mesor sempre titivauo tòrbiJè nel caro Benedettino. Lad^
ore 9 qaando un nume corre sempre incassato tra sponde^, e stabili
arg;inatare » • p molto pia senza diversione delle sue acqae ^ vi man-
tiene la sua costante relocità proporzionale alla tài;ghezza della sC*
«ione 9 e' quindi sostiene lè torbide , né le lAscia calare a fondo , e
però da questo solo mancamento d' arginatura nel passaggio del fin*
me per questa Tallé n'era conseguente P interrimento » quand* an«
ebe non concorressero altre accidentali eaeioni .
Ma la seconda rilevante cagione fb quella, che consumando il Re-
no ^ran tèmpo a riempire il vasto recinto di questa valle, troppi^
tardi arrivava a congiungere la sua piena' con quella- dèir Idice , il
quale sboccando nel" cavo Benedettino due miglia al' disotto non po(^
te va èssere accelerato immediatamente dal molto maggior corpo deltè^
acque di^Rèoo , e per conseguenza le torbide dell' Idice non eran^
sostenute in tempo dàUa &rza delle acque unito •
La terza potentissima cagione dèi xroto interrimento fa^là rotta del
drcondàrlo, per dove il Rene fbce una totale diversione , abbando*
nando il suo corso primiero pel cavo Benedettino. Ognuno sa ^. cbb
da qualkisia rotta di fiume ne seguono Io deporizioni nel restante ca-
nale, che si abbandona.
La quarta, ed ultima cagióne di ' talr interrimento fu la rotta dei-
sostegno, che modè:[^va la troppo eccessiva caduta dell' Idioó nel ca^
vo Benedettino. Imperocché, come abbiamo detto altrove, tolto il
•ostegne, priticipiò la furiosa corrente dell' Idice, iscavande il suo
fondo j>er molte miglia , e trasportandone la materia ad interrìre il
cavo Benedettino;
Abbiamo voluto partitàmentè esporre le oafiioni vàrie di questo tan-
to ingrandito interrìmenio , del quale se ir è incolpata a torto U
sola introduzione dèir Idice nel Benedettino , come altrove a' è già
dimoètrato; ma nostra inten^rione si è, che sempre si separino i fat»
ti veri, e le vere cagioni dairingombro delle opinioni, e de*' parti-
ti* Venendo dunque noi a dire quello, che sentiamo intorno a que-
sto Atto ed alla riparazione del cavo^ Benedettino , concordemente
affermiamo in primo Ino^o , tfon essere vero quello , che a noi rap^
presentavasi di questo interrimento prima della visita, doè d'un
ammassataiento straordinario di tèrra tra la rotta di Candazoló, e Io
ibocco deirifi^ce, ed in tale altezza , che ne restassero gli argini so-
verchiati» Onde ci s'insinuava 'la somma difficoltà di fare un nuovo
intero scavamento di canale per due migKa affine di abilitare il ^fiu-
me al primiero corso in questo trattor. Tutto all'opposto. Abbiamo
veduto r interrimento , ma soltanto d|i pochi piedi nell'alveo suo,
pAr il quale nelle massime piene di Bièno ci narravano , che tuttavia
vi decorre una parte delle sue acque fino aU* Ilice. Noa abbiamo
trovato quelle montagne di oolniate« che ei ai narraTano ne' raecon-
ti, e nelle scritture. Le epoDde, e le golene risaltano notabilmente
sopra il fondo presente, e molto più gli argini, i quali sono intatti ,
conio apparisce dal profilo della vìsita Conti* Insomma la costruzio-
ne tutta del cavo ci coropanre la medesima di prima, quanto alia sua
aoBtanzs .
Abbiamo adunque giudicato concordemente , che debba risparmiar*
si il profondamento di tutta intera la sezione di questa parte del
Benedettino; ma che basti uno scavamento in larghezza di tre perti-
che nel mezzo del cavo principale , ed in profondità, quanta basti a
congiungere il piano del suo fondo con il susseguente dopo lo sboc-
co deiridice. Noi siamo persuasissimi , che quando possa chindersi
con valida arginatura la valle di Gandazolo^ e quivi incassarsi il £a*
me tra le sue rive , e golene , e cacciare , per cosi dire , il capo in
questo moderato cavamente manufatto; noi siamo persuasissimi, ohe
le piene del fiume faranno il resto, e via trasporteranno tutte quel-
le materie » le quali ora ingombrano , e rialzano il fondo di questa
parte di canale • La terra dello scavamento si gitterà parte dietro le
spalle dell'argine ad ingrossarlo da cima al fondo, e parte aopra la
sommità del medesimo ad accrescerne l'altezza.
In questa prima operazione del riadattamento del cavo Benedetti-
no si avverta a rialzare tutte le sue arginature d'un qualche piede
di più di quello , che richiederà il profilo della visita Conti , eJ il
nuovo , che farassi in questa occasione dal Direttore deir open , La
ragione si è» perchè fin' a tanto che il Reno non siasi da se profon-
dato l' alveo suo , e distribuita quella pendenza , la quale è propor-
aionata al suo corpo, e alla totale caduta, dalla rotta Pan&li fino al
pelo basso del mare ; fin' a tanto che il Reno non siasi dilatato 1' al-
veo coiì levarsi tutti gl'impedimenti al suo corso; le prime piene
saranno d' altezza alquanto maggiore di quella, che avranno negli
anni seguenti • E questa è un* avvertenza generale , a cui debbono
attentamente badare gli Architetti d' acque in qualunque nuova i-
ntlyeazione di fiume.
La maggiore arduità , che poisa affacciarsi nel riadattamento dèi
cavo Benedettino , si è appunto questa di farlo correre incassato tra
le sue rive , e golene , ed arginature in questo mezzo miglio del pas-
saggio della valle di Gandazoio. Imperocché siamo di parere, che si
debbano' abbandonare le rotte dell'argine circondario della vaile per
non incorrere nel primiero difetto di lasciar divagare il Reno in que-
sta valle con perdita di velocità, e di tempo nel suo più pronto
congiungimento con la Savena, e con l'Idice. Quella difficoltà, cho
allora parve insuperabile nella formazione di queste arginature, oca
affatto li è tolta e dal tempo ^ e dal Reno medesimo. Imperocché > a«
I
$1»
BeMft ptimiL CùBtnmiùne ùtì cavo fieneileltino qui «^inconfro un ter«
Yeoo €aori)i0 j ^d incapace di reggere il peso delle arginature ; se iti
^1^^ iem^ il trasporlo dì terra idonea alla loro formazione da parti
fimote xiusciva diifioile^ e dispendioso ^ svaniscono ora tutte queste
di£EicoItà dopo tanti anni di piene y aìì espansioni^ di coltnate aitìssi-
me in tutto il piano di questa .medesima valle* Abbiafno qui ii suo
fondo già ijen conjBisXente • Abbiamo sul posto copia , quanta si vqf
gUa^ 4i terreno tenace per arginare il Reno a quaiuuijue altezza*
Anzi per andare incontro a qualunque scrupolosità, si potila qui « ad
arbitrio del. Di rettore , dare nuova fermezza a questo breve tratto
d'arginature o con strati di fascine 9O di gabbioni, come abbiamo
detto «ostuniarsi talvolta nelle arginature di Po grande; ed i pratici
in tal genere di Javori fanno ripari fortissimi ali^ escrescenze di Po
ancbe in luogbi paludosi^ e meno atabili« Sebbene questa parte di
traile si è talmente risanata dair infezione delie cuore per mezzo del*
le colmate » che non farà bisogno di ricórrere a più studiate manie*
re per dare aodezza a queste nuove arginature. Finalmente a tutti
quelli 9 che tanto paventano Je cuore, e «empre le hanno in ca})o^
e solla lingua , diremo una verissima riflessione • Quando negli anti*
chissìnii tempi cominciò ad inalvearsi il Po grande iu queste mede-
6Htt8 provinole » e si asciugò in gran parte la famosa pad usa ; obquan«
tè cuore si «aranno incontrate nel fondo di quella vecchia ^ e vasta
! Illude. Guai a queste provincie di Ferrara^ dì Mantova^ e del Po*
esine 9 se il timore di abbattersi nelle cuore avesse arrestati que*
primi coltivatori di queste nuove terre dal fabbricarvi , ed ancora
rifabbricarvi gli argini ^ che impedissero lo epandimento delle piene
del Po,
Prina di passare innanzi avvertiamo il Direttore deircpera^ che Io
dae presontte operazioni e dello scavamento di questo cavo dalla
Mita di Gaqdazolo fino allo sboeco delPIdice, e della continuazione
deirarj^ine^ che incassi il Reno» codeste due operazioni debbono
esaere contemporanee; sicché V una cooperi air altra* Se la piena di
Reno sarà inalveata nella valle , perfezionerà lo scavamento dell' al*
veo seguente fino airidioe; e se questo scavamento earà già prepa<>
Mie f la piena non si alzerà . soverchiamente t nò troppo graverà le
■nove arginature nella valle • .
Quanto airidice , e al suo sbocco « noi direnio quello 9 che abbia«
no osservato di vero. Eatrammo in* barea allo sbocco delr Idice in
Frimaro, ed in istato d'acqua mediocrissima di questo torrente* Ci
siferivano i batti£inghÌ9 ed i barcaiuoli, che ridice già si era adat^
tato il eoo letto , la sua pendenza verso il cavo Benedettino ; che il
•no sboeco riuscita ora naturalissimo nelle piene , che il suo prece»
dento corso era molto meno impetuoso » dopo la rotta di que) piima
65
/'
ti 4.
nd pMMto sotteno^ a dèpo irgnir profiìndàmaif» fittoti Mtw
fendo ; e si coochiaie » cbe tirebbo una gnu pisua U Tolerlo o»
tlterare di qaello stoto, al quale ai ò ridotto da m. Che dopo
V nniooo di Keno-si farà quivi qaello teaTainento» che tara propor-^
sonalo al naoTO grandioso inflaenta • Dal Beoedettino si pasa^ jH'
baroa nel^Primaro , ove ai oominciarono gji Mandagli c^tiati nella<
tavola già esposta nella prima parte •
Da tutte le nostre osservasioni abbiamo^ dedotto , ohe r« Idice dik
Mo ibooeo fina-all* ingresso* nel Priinaro non ba riempito il oavo Ba»
nedettioo; obe le sne- piene ora rv deoorrono* oon Telooità grande*
Unicamente si è rieonosciulOy cbecoa le sue deposidoni sotto le aaO'
rÌTO si ò alquanto ristretta V ampieaaa del' primo oa?o » la quale orar
d^tinata al concorso del Reno^» o^ della Serena , o* dell' Idice ; . easea--
do proprietà' generalissima di tutt* i fiumi dt adattarsi la largbessa^
delr idvea aUa portata delle loro aoque • Che se il Reno dalla ralle^
di Gandasolo s' introdurrà' di duoto- nel Benedettiao, eom? e da suo-
rare, il fiume stesso eolie sue maggiori > piene unite a quelle deUrl^
dboe si^diktei^ da se il « primiero suo oato-, o ùxk egli atesso* lo ape?-
se di questa abilitasiono- Sina al Bloripono.
In somma siamo di parerò » ebe ìd questa generalo riparasiottfr^
qualsisiapiano» cbe propongasi » non debba nà punto» uè pooo di»-
soostarsi giammai dalr idea del oafo- Benedettino già «proposta in^quon
primi tempi dall^ Eminentissimo signor Cardinale Alessandro Albani»..
& da esso -lui promossa oon-otttm» consiglio^ Ciò obo è MMadaia-dà
malo» non incolpa la bontà, o la siooresaa del progetto» ma o^ lai
mala • eseenaioae » o- il* easo^ fortuito- dalla io%ia . É*ae pet aMoAi aa»
oidenti si dovessero abbandonare le inalveazioni de* fiumi » e la lora-
arginature» troppo ' infelice sarebbe la Lombardia nostra » ii^om Io
rotte di Po son» tanto fr---'- - —- ^^- — "
te di stato Veneto » per
ta disaminata ia quest^ anno^ per tre rotte. Ghi ba qualche apttleia-
aa de' fiumi > o delle loro piene si ride in cuor suo in udendo qui»
dio si fiiecia tanto caso» e tanto stupore della rótta dell'argine oir'^
oondaria di Oaadazolo» e ohe per ispaTcnto H>n* siasi - mai posta la
nano acbiuderlas Sebbene noa tutti, sono^ poi cotanto- noriu nèl^
mestiere delle acque » cbe non intendano » cbe la prima Yoita potata*
Margine ripararsi con più di solidità v- Sanno tutto ciò» ma saaaoan*
ocra » cbe alcuni » a' quali aio apparteneva^» erano inimioissimi del*
cavo Benedettino; ohe lo^ avevano contrastato co» tutta le pivLaper««
te« contradirioni» o trame* nascosto »'e che* ne bramavano la rovina •.
Or obi poteva sperare*» che quo' medesimi » i quali tanto ripagoava*
no inooor loro al suddetto cavo» appUaassen^ poi ^la maao^ o lo apo:^
•e a ripacirlo a^ dovere P.
rotte di Po son» tanto fiunigliari ; troppo misera sarebbe quella pas^t
r dove vi covre T Adige» e moke più 'la firea-
ARTICOLO QUARTO.
JDéUa inaheaziane del Po di Prìmaro ^a peìfezionarsi daìlo jftocM
del Benedettino al Mormone Juw al mare,.
^SOMMARI Q.
.Sfilogò de* provvedimenti generali suggeriti neUa prima pariti.
Trasporto del Cat^edone di Marrara al Morgone. tTtilità di questo
trasporto al Polesine di S. Giorgio. Preservamento dalle inondazioni
-del Traghetto, e risparmio della Guardia dell'argine sinistro per
otto miglia . Scólo felice della valle di Murrara.^ e del Poggio • Ar*
^namento della sponda destra del Primaro morto j e-^e ne rende la
ragione. Inutilità^ e insussistenza del progetto di addirizzare il Pri^
snarOm Necessità dell* ^arginamento sulla sponda destra del Primaro
dal Margone verso il mare • Necessità di ristabilire V argine della
.riva sinistra. da .Filo di .Longastrino^ sino aUa .chiavica d* Umana.
X 000 awemo qaì dhe ftggingntre alle eoae ampiamente dette nelk
Jmiìia parte. Già^ ciò che Yorrehbero occultare 8tadi<Ì8aonente » gìk
'anione de' primi influeati si è fatta nel Primaro tanti ^ani aono.
il Reno, il quale por la rotta vi «i portava dalla Valle di Candaeo-
Jo 9 ora m aadrà dallo sbocco del cavo Benedettino , ^e quanto al Pri-
maro torna nel medesimo o il Reno ▼£ a' incammini per una via » •
per nn' altra . Al Primaro per ora non -si accresce <TernB altro torren-
te 5 o -fiume inori di-^elli» che già vi si sono diretti dopo 4a costruzio-
ne del cavo Benedettino ^ se non nel caso , -ohe vi si volesse incanì*
minare il Sillaro , la Quaderna , la Gentonara , e restitaire il Lame-
ne^ secondo il consiglio del Guglielmini., al quale noi sottoscriviamo
volentieri • Quanto ^la capacità del Primaro , alla ena pendernsa » al-
la sicurezza del Polesine » alle arginature non meno a ministra » che a
4estra , già da noi nulla si è omesso nella prima parte di qnanto può
desiderarsi da chi cerca la verità , non la contradizione* Certamente
qnal più sconsigliato e furìossi^mpegno si è quello di non voler ì
pedire l' espansione di quelle acque , che già 'vi vanno unite » e e
non possono divertirsi altrove • Parrebbe cosa più ra^onevole » che
almeno dalla necessità si prendesse il consiglio di perfezionare V inal-
veazione di Primaro» e di salvar ^tutti con un progetto solo , come
abbiamo inteso di fase in tuttala prima parte « Ma quél bene» ^he
non farà mai allo tre provincie V invecchiata rivalità de' partiti » sarà
finalmente dall' EE. W. a tutti 0 graziosamente iptoouxato^ ed effi*
caoemeue stabilito^
im«
che
Si 6
Adanqne in qneil* nltim» articolo ti Terranno proponendo molti
mitri miglioramenti , de* quali finora non sì è traiuto , e che con*
dacono alla perfesìone , e aicorezza^ di questa stessa ioalveaziooo
di Frimaro * Il osvectooo reccìiìo di Marrara potrà trasportarsi al
Morgone, quando il Reno sarà inalveato nel Benedettino sino al Pri--
maro; poiché allora si potrà allungare T argine sinistro del Reno ,
e con esso attraversare il Primaro per intestarlo all' argine , che ri-
guarda il Polesine di S* Giorgio. Di quanta utilità , e sicurezza sia
per riuscire al Polesine questo trasporto del cavedone, iaeilmento
s' intenderà da chi avrà qualche mediocre cognizione de^ luoghi » Fri-
mieranrìente^ quanto tolta sia ogni eomuDioazione tra le acque cor-
renti di Primaro al mare» e quelle stagnanti , e ri^^r^tate dello stes»
so Primaro , che si stende all' insù fino « Marrani per otto mìgìÌM ,
verrà parimente tolto ogni pericolo di escrescenze in tntto questo
lunghissimo tratto. Tutte le case, a popolazioni, le quali misera*
mente si giacciono sulla riva destra disarginata di questa parte di
Primaro , aoderebbero esenti dallo consuete inondazioni y che sofiro»
no , e tra le altre , le case » che compongono la popolata terra del
Traghetto , sommerse ora dalle acque di questo Primaro morto . Se-
condo: Ma poi qual' altro maggior bene pnò desiderarsi al Polesine,
che quello di liberarlo in un solo colpo dalle grandiose annuali ape*
se della guardia di tanti mesi per un tratto cosi lungo di otto mi-
glia • Se forse questo medesimo benefizio non riascisse ùntfiro, o di«
taggradevole a qoe^ pochi , che su' pericoli ìmmagìnAiì del PoleBÌne ,
o sulta necessità di questa gnardi» banno fondato il loro Patrimonio •
Terzo : Si aggiugne un altro rilevanftssimo bene , clie appartevrìn %
molti Possessori nella valle di Marrara , e del Poggior, ed è , cbe le»
Tandost il vecchio cavedene di Marrani , o trasportandosi al Morgo»
ne , e rìiliicendo il hiìào del Primaro morto -atla h^snezzu mcffesima
deir altro vei^o Ferrara, ai aprirà imo srofo' léfiee a tutta quella par-
te della valle di Marrara , e dcHa valle del Poggio , che rimangono
amenduo solla sinistra del Reno. Imperocché si potrà allora faeslmen*
te aprire uno scolo per P alveo veecbio del Reno , ohe sbocca nel«
l'alveo antico del Po sopTA Ferrara. Essendosr da noi dedotto con
ogni sìcorearza dalla livelhizione Gotici ; efce il fondo di esso Primaro
morto alla punta 4i S* Giorgio è più basso del fbmio al cavo Passar-
do piedi 8. 6. o . E giacché si è veduto, che alla stessa punta di San
Giorgio abbiamo un fendo cosi abboardEaute per là rtebiamare tntt' ì
predetti scoli delle terre , <^ restano a sfntstra di Reoo , ciò potrà
esegnirsi liberamente , essendo noìf certi , elio nina pregiodisio appoi^
teranno alle tenute , le quali ▼! scolano d» presente ; tanto più efae so
per nna maggior sicnreaxa si volesse accrescere nna pia vantaggiosa
caduta t ti pouà abbassare p o levare affiitto il Materno dL Godkea ,
5f7
per forre Si mezzo 0^1 pm sottile è scrupoloso dnb1>io 9 elie i ntto-
ti scoli «ia aprirsi da quella parte possano cagionare alzamento sen*
iibile, di far pregiudizio a qne' particolari possessori » i quali di
presente scolano nel Primaro morto ^
La sponda destra del Po di Ptimaro morto fino al cavedone da far-
il di nuovo al Morgone dovrà essere tutta l>en munita di sodo» ed
alto argine ; poiché se il cavo Benedettico fatto alveo di Renò rom-
pesse sulla sinistra le acque provenienti da esso cavo non avessero
a piombare nell^ alveo morto di Primaro , e così si toglierà a tatti
qualsìsia pretesto di querele.
Per quello poi , die si appartiene a dar Io scolo alle yalli di Mar»»
rara ; basterà » che i fossi particolari abbiano alla foce de' cateratti^
ni sulla Salarola, e sul Po morto^ essendo i terreni intennedi alti^
più che abbastanza per levarli dall' infelice condizione di valli e ri-
onrle ad nna perfetta coltura •
Per dare baca sesto al Primaro non ci resta altro da pensare ^ cha
dal Morgone al mare* Il progetto del suo radJirìzzamento tanto prò*
mosso da certuni per accrescerne la caduta coir accorciamento del
•no corso per linea più breve , da noi si ritìuta per molti capi. Pri«
mo : perchè abbiamo già una caduta abbondantissima , come si è di*
mostrato neir Articolo V. della prima parte, senza dover ricorrere a
nuove inaiveazìoni dispendiosissime , e di esito incertissimo . Secon-
do il signor Guglielmini'y il quale propose la linea di Primaro nel
celebre. suo voto, fu bensì egli sollecito , che si divertissero nel Pri*
maro tutti gli altri fiumi del Senio, del Santerno, del Lamone, e de*
torrenti di Marmorta per accrescervi tanto corpo d' acque , quanto
bastass'e a supplire in buona parte la perdita del Po grande , dal qua*
le f tempo fa , il Reno era portato in mare • Ma questo si gran Mae«
atro della scienza delle acque tròn fece mai parob , né cenno di que-
sto medesimo -accorciamento di Priniaro, sul quale alcuni vi contano
assai • Terzo : codesto addtrizzamento del Pirittiaro dovrebbe farsi tat-
to attraverso di Marmorta • Or chi potrà imrtiaginare , non che ese-
guire una inalveazione consistente, b stabile per 'mezzo di nn' anti«
ca vastissima palude ? Quarto : Ma poi non è vero , che la natura de'
fiuitii affetti la linea fetta; anzi le tortdoi^ità sono effetti della nata*
ra del medesimo fiume, cfioè di tutte quelle cagioni , le quali entra*
no a parte del loro corso • E quante Tolte abbiamo veduto farsi nuo-
Te rettissime inalveazioni de^ fiotni , le <|tìUl in br>ve tempo Sonosi
fiitte più tortuose di prima. Crediamo adunque di potet fare booa
uso deir àlveo vecchio di {Rimato , qttaP è nello stato presente , sen*
za investire un progetto di nessuna tiiilttà, e di somma incertezza*
Non ci possiamo però astenere dal proporre* di ik|iòVo per neces^
Ufiaiimo r ar^aametita folla parte deatMi del PrimaM ; dal Morgontt
'
seno il dire; pMche imm ^naiforMnUbé aoa instib il pragetteM
nuovi lavori per atciagire iDtertmeDtè f a bonifiotre tntte lo villi
del Bolognese, del .Ravegnano, o del Femxwo medesinio; . etsoado
chiaro 9 che te da una parte si apro ano. scolo reale, che porti 'faori
tntte le acquo chiare, delle campagne, o delle volli; e dalT altra. par-
to ostinatamente si procura di runandarvono altrettanto con i diverti*
vi , che si aprono . incessantemente dal .Frimaio , egii> è manitosto^
jphe tutta. r. opera sarà perduta • Noi adunane ripetiamo qpì quello,»
ohe. più stesameate abbiamo dimosttsto nella ^rima parte intomo la
necessità d* nn argino sulla destra del Prìmaro , ohe ti nnisoa ool-
Tiltro aigine destw del cavo Benedettino ,, o vc^iam dire del Re-
no , il qual arjpoe seguiti a costeggiare U parto destra del Prìmaro^
fino ad lenirsi ooU'oiltro inferiore , cho ritrovati al fosso voooUo pò*
.co sotto .allo sbocco del fiume Sonio. 8i osservi nere di laseiarti
nna continuata golena larga lo solite pertiche venti Bologneti.
• Quapto all'argine sinistro del frimaio ««o^aia dd Polesine^ per o-
^oi maggior sicurezza si potià rialzare quattro piedi in circa d^ ai-
iteaza media , convenendo neir iatesso tempo rimettere la cima diste-
sa in una linea andante ,. e regolata dal nolo delle m:\ggiori esore-
scenze per levare quelle mostruose irreeolarità dimostrateci dall' i^
stesso profilo del Primaro • E tutto ciò dbvià Dirsi dal auovo cave*
.dono del Morgone fino alla chiavica d' Umana. , dove comincia V ar-
gino a mantenerti con «gni. maggior fiumosza dalla pescagione dello
valli di Comacchio.
E qui torniamo a . ricordare all' £E. W. anello ^ . di che tiiù at^
,samente abbiamo parlato nell'Appendice deW artìcolo TV. 4e\\a^ ptii-
.ma parte* .Quella parte, d'argino sinistro del Primarci» che rimane
isolata tra le valli di .Gomacchio > ed il Primaro» ^troppo è.trascurapr
ta, e lasciata in abbandono .nresentemente • Non Jia solidità di laiv
ghezza» nonbabase » nò difesa, dallo corrotioni • Iol sua rovina poco
interessa il Polesine » ma idamente &rebbe danno gravissimo alla
Camera Apostolica • Si risolva adunque .di ritorlo dalle mani , o^ dal-
la giurisdizione di quelli » i quali dal loro interesse non sono niente
spronati a ripararlo. .a dovere., e se. ne dia il /nuovo suo ristabilimen^
to al Fermiero della pescagione ». il quale aaprà ridudo a quella fé»»
mezza » con la quale regge» e reggerà. in avvenire P argine suo dal^
la chiavica d' Umana sino al maro*
.La necessità di questo nuovo jirovvedimento non dipende già da
Ter nn nostro piano « No • Noi lasciamo il Primaro .in quello stato di
C#rpo d'acque.» in cui P. abbiamo trovato» qe vi tacciamo nuoto
introduzioni di torrenti • L' unione di questi già si è fatta anteceden-
temente. Ciò è quello » che inculchiamo frequentemente» acciocché
V inteqida «he ai.tratu.ora di soltaato stabilire il cono dii Primaro »
cihe noli riestt aoelro^^o Mii^riNpaiMiioaiy • cM^lè rotte in qaattt
parte delle valli di Gomaochio , dorè gli argini tono troppo^mbbande*'
nati al caso. Se qneata negligenza aia oolpevole» o innoeente» ohi-
So aaperloP Egli è Yero 9 cne eerte sorìttim palesano gran zelo ner
èia della peaoagione. Ma qui i fiitti oontradaicoQO alle parole. In«
tanto , qnand*iinehe VEE. YV. non^ a^ inohinaaaerp ad approfare il
BOftro piano , la aalvessa delle Talli di Gomacohio riohiederì^ aempre
qaeato prowedÌHMnto » ik quale non è contegnente dal nostro pro^
getto 9 ma dillo stato reale 9 e presente del rrìmaro » nel ^nale pk-
A sono' Introdotti d» tanto^tempo^ e Róno, ed Idioe v- e * Saatemo V o
Senio 9 e li e<^iosissimi aeoli di Uarmorti^ per il fosso Toochio. A
questa nniono di torrenti, e* pieaesaa di^ escreseenze del Prìniaro è
indispensabile ìK ripaio degU argini delle valU di Gonaoebio « de Filo^
di.Loog|Mtrin» &iO'alU.ouatioit 4' Unaiia» ^
J
PARTE TfiBZA.
DtU» operazioni y che riguardano il regolamento éegli sedi
delle campagne situate «Ula destra del Rem,
* ARTICOLO UNICO.
SOMMARIO.
Bicordo di Domenico Cassini per rapporto al regolamento degli
scoli. Eniisnto contrario al disegno d4'gii architetti del Benedettino
nella direzione di Zena , e di Fiamicello » Approvazione della botte
sotto V Idice . Pratica universale del passaggio delle aeque sotto il
fondo de' fiumi . Arginamento dell0 riva destra, del Primari fino ai'
lo sbocco della Beccara , e da questo sbocco fino alV argine sinistro
della Quaderna* Unione della Quaderna con la Centonara. Canale
della Beccara preservato dalle torbide, ed espansioni di Reno, e de'
torrenti . Situazione della soglia della botte sotto V Idice . Condizioni
favorevoli a questo scolo. Dicerie false ^ e celebre sentimento del Grans^
di • Cateratta allo sbocco della Beccara , e sue porte » le quali da se
si aprano , e si chiudono dal peso delle acque • Paragone degli scoli
in Po grande con quelli di Zena, e di Fiumicello nel Poatello di
Primaro • Errore di massima , ed osservazione del Guglielmini intomo
alle acque rigurgitate. Preparazione del canale della Bepcara agli
scoli superiori della destra di Reno. Accrescimento di larghezza al'
medesimo canale. Risposta alle difficoltà de* Legisti contro la botte
sotto V Idice • Servita necessarie atta mnmna società , e giusto conv'
penso per la deviazione delV Idice nel cavo Benedettino . Risposta ai
sospetti intorno alla rotta di Savena , ed aW abuso della Botte • Due
partiti per la rotta di Savena . Secondo progetto piti sicuro del pri^
mo • Risposta generale , che provoca alio spcrùnenio della botte , e
sue condizioni. Scolo più universale , e livellazioni dallo Scorsuro
fino alla soglia della botte sotto V Idice , ed alla soglia della Beo*
cara • Incontro della Savena , e del Naviglio j^ e botti per lo scolo
. superiore •
Jl celebre matematico Domenico Cassini, e fra quegli Scrìttoli;
cfae del regolamento delle acque del Bolognese , e del Ferrarese trat*
tarono con più d^ acutezza , fu uno de* primi che diede qaeir irapor-
tantissimo riconio d^ incamminare gli scoli delle campagne per canali
diversi» e separati dalle inalveazioni de* torrenti « e de' fiumi terbi-
di 9 ì quali scendono dal vicino Ap[»ennino • Tenevano, cosi egli scri«
ve (in princìpio di questo tomo) tenevano i nostri Padri totalmttitie
separate •^[neife éhié tòrte Jf Jààqué ^ jsióAè jmr éieersn wie Jit sUm ten
mini M conditcévano j e certamente 4^on iuona regola; poiché le tor^
ade 'de*, torrenti y .-e de^ Jiumi ^con .la -deposizione delle .materie ^kè
portano y vengono 4i poco Sf poco ad inalzare i suoi alvei; sicshè A
necessario jmunirli d' argini y onde poi ;si riducono finalmente n pof^
tarsi :sopra la ^campagna ; it che poco importa y purckè vadtmo JiM^
tamente y 4mcorchè sostentate al suo termine • Ma i condotti d' jocgtàè
chiare jiecessarìamente ,debbono ^sser bassi ^ e profondarsi inef terrstdr^ $
altrimenti non possono le -éampagne aver in essi io Jcoio J9ece$sa$i9 .
aRa toro fertilità ^
Con 4].uesta mamma 9t\ HhtinxA^ iltk ^a|K> noi '«ntrìamo* a irattarv
Aeì regolamento «degli -«coK dell^ campagne del Bolognese , del Fei^
Tar^séy del ìilairBgnano , ^ della 2(oniag>Da J>asta «itoQU 4iUa 'deétra di
Reno , ^ non dubitiamo ptintodi- poterle tnife aaoìngare > -e -dt troviti
ve ricapito a tanti *t«oIi ^oìi la «acorta , «che oi 'darb i^ incomparabile
livellazione Conti. Ma noi non ^ figureremo già qnellos ^h^ '^ ^tmv
jnerébbe :pia .comodo 9 cioèL, «be 'A foncf^o' dì Heno -dipaec^iaf d\ riee«
^erli • Questo darebbe nn 4ccoticiflrsi Je ^o9e a modb atro . ^sppramor
Snello di cbe ^i lia avvertiti k\ Cassini, e fa^pcrrienza • Condurremo
unque gli scoli tutti ^epnratamenté ^^Retio, -flnattadtoebèincoiHri*
Ho recipiente più liasso dei idre- fondo^ ^ ^^\ Prìiftaro, «od! «nche ili
mare • Ci fa bensì maraviglia y che ttfnti -serictovi f^osterioiri ni Cas**
alni ili questa massrmv d^l regolinmeittc^ d^H «eoli Piansi ingannati iit
thtt' i j>roget4 delle tante ilnce da esw imftiaglnate ^ g propelle *
Imperocché motti dt ioro peHsÉfaitd d**in<Èammtriare gli «Joli imme*'
Mistamente nel Keno ^ « ne* st*o' alveo fkrne <|uella tiuienei, che -pro-
urtarono deiridice» e della S^avemi , ^ 'degH tfltri torrenti . Qwest»
errore lo troviamo spargo iti gran parte delte Scritture'. In fatti d#
^al altro disastro , nioteBè* da questo , ebbe V origine <fnella fune-
iCis5Ìma inonda^Jone , che- dopo fa costr!!ieione del -cavo BenedertiMf •
€n0 at dì i^Toggl soffrono le vslU delle Brtigiatt, dì Dbgliolo, odel<«
\k l^rigelhf Siccome il ca-vo Beneélèfttincr, per dove s' inalveala il
lAmb , dbvea tagliare il «orso , ^d il canale di Zèna^ ^ Fiutnicellov
4lhìi degli scoli di queste Valli al Ptìnrsro, -cosi qtiegU Architetti al
jpersuasero di poter scaricare -quesft s^di medesimi , senz'.aUri^ cartiw
sviamento, neir alveo <;<>tnnne d(d BenedeUtino. Gho ne avvenne? Il I
letto di Renoy^al quale neri potevìano -^pararw per tiessan -con-;
to le torbide , tioscendo natur^^lntente' moltb più alto di avello de'
terreni, stt' quali decorrono Zema*, ^ Piumit^ello^ fece tosto- \ì>*
ro barriera, ^dr argine dì frótìtfe, IM ffiarteo* pei, dalle» argiitatore^ di i
Shvenai a sitAstra , e dir ifuellè 9tW I9tce' it destra ^ trovando- \
a intircbinsì , si aIzarf>(io 'di pblò a* stugnare' set questi» Valli, e- si j
attesero per tàntir migKa qitadtate* di all' aerrene por motti secoli
£6
ffhBt feràci8*i0io , p«t do^e fto^ abUMao Mttgtto éae ìottri gtorai^.
Or se si fossero allora richiamate alla mente le maulme del diTcr*
•o regolamento da darsi agli 800119 ed a* fiumi torbidi ^ certameotOL
fin da que' tempi si sarebbe Mggerito quel ripiego ^ che ora li pro-^
iMlne da signori Bolognesi intorno agli scoli di Zeoa » e di Fiuoilcel*
lOy dopo un eaperimento cotanto diagraaiato. Ed ecco.» che ìntorao^
alla domanda fiotta da* medesimi signori Bolognesi di edificare un^
botte sotto il fiume Idice per isfogo di queati scoli per un nuovo ca«
naie fino allo sbocco della Beccara in Primaro ^.•già siamo ora entra*
ti a dire il nostro sentimento 9 che Teramente dovevamo amiliare ia
primo luogo all' EIE. VV. , perchè principalmente ne siamo stati ri-
chiesti • Ma V ordine della nostra visita cominciata sul Reno da Gen«
te» e dalla rotta Panfili», ci ha obbligati a seguitare il Reao, ed il
Primaro; sino al mare . Tanto più ,- che la botte predetta non $i pò»
teva disgingnere dagli altn lavori appartenenti agli scoli particolari.^
per aTere con essi una troppo stretta connessione •
Prima peto di farci a ragionare di questa botte tanto per V addie-
tro contrastata ( e cosa y'ò ohe non si contrasti I ) sarà bene, che.
si tolga un volgare pregiudizio di molti » a' qjuli pare una strava-
gansa il progetto d' incamminare Zona , e Fiumicello per un ooodot-^
to , o sia botte sotto il fondo dell' Idice • Ma questi si palesano po-
chissimo informati di ciò, che concerne il regolamento aello acqiMy
e troppo forestieri nella pratica già introdotta da molti secoli in. tan«
ti paesi dell'Italia nostra, del Milanese, Venaaiaoo, e Tosotno^ Dm.
quante botti sotterranee si attraversano e fiumi ^ o canali di' naviga*
lione
acque
oertamente
Egli è d' una portata d' acque molto maggiore
forse intimoriti gli Architetti , ovvero tra essi è insorto contrasto ,.
Ìer farlo ivi passere per botte sotterranea sotto il fiume, e eaual^
i navigazione ,. denominato Naviglio della MarUsana? Quante altre ^
botti sotterranee alla condotta delle acque d' irrigatone danno il pas»
saggio nel Lodigiano sotto il fiume Musza , e sotto taotì altri cana<»
li P Tutte le Provincie del Milanese felicemente irrigate oà tante ac-
que , ed attraversato da tanti fiumi non hanno altro scampo per libe*-
rarsi da' ristagni degli scoli, che quello di scaricarli per botti sotta-
i fondi più alti de' fiumi medesimi, o de' torrenti: la stessa pratica,
ò familiarissima nel Veronese, nel Bresciano ,i e nella Toscana ;.o
troppo noiosa cosa ^sarebbe il volerne qui produrre gli esempi.
Sebbene non mancano testimoni domestici* ancora nelle tre provin*-
eiedi Bologna, di Ferrara, e dt-lla Romagna, dove per la copia, e
variO' aorsot de' fiumi , o de' torreoti y freqiieatissimo si & il Vera
itrooatro ; osflc 11 pm .nsafto , e piti sióuro npiego «i è quello o dì
fkr trapassare la corrente dell' uno sopra qaella dell' altro per mezzo
Ae* ponti canali^ ovvero di aprire la via al corao d' ano sotto <pxelle
dell altro per mezzo di inatti y e chiaviche • 'GoA in queste medesime
provinole si dà passaggio alle acque del Canal bianco j del Samiato^
del Contarino , al condotto *di Buonacquisto j allo scolo di Fossa Zug'
isa» al Sampieriy ed a molti simili. Onde quanto all'idea almeno a«
ttràtta di botte sotto V Idice , non debbono adombrarsi gli opposito-
ri y come d' una novità , che offenda •
La botte adunque richiesta da' signori Bolognesi non solamente sìa-
liio persuaù che debba approvarsi liberamente y ma , per quello che
diremo in appresso » da noi si giudica senza dubbio essere questa la
chiave unica per aprire la strada ne' tempi avvenire, e dar moto al-
le acque stagnanti superiori sino al Riolo , cioè , a tutte le chiare ,
che discendono dalle campagne situate a destra del Reno. Ma sicco-
me V estensione di questo progetto aHe valli superiori del Poggio'» e
di Mal albergo non può aver luogo-^ se non dopo' che ri Reno dal]«
rotta Panfili si sarà sodamente arginato , ed inalveato nel cavo Be-»
«edettino per separare il corso delle acque torbide da quello delle
ofaiare dì queste valli , coÀ noi qui tratterremo in primo luogo dal
tamplice progetto di dare lo^ scolo alle valH éi l)ìigliolo , della Bari-
gella \ e delle Bmgiate ; che appunto 'è quel progettt» , il quale ora
può , e deve «seguirsi . In secondo hrogo proporremo il piano » col
quale possa darsi lo. scolo ancor aflle valli superiori, quando lo per-
metterà la compiuta inalveazione di Reno nel cavo Benedettino .
E giacché per tanti altri titoli , come s' è dimostrato nella prima
parte » dee togliersi quell' ingiusta , "C t»*udele servitù del disargina-
mento della riva destra del Primaro, sarà^ben fatto » e forse anche
necessario 9 che per maggior sicurezza del nuovo canale di scolo , e
de! possessori di Marmorta si dia ineominciamento all'arginatura destra
del Primaro dal Margone, o sia dal fine dell'argine destro Benedet-
tine sino allo sbocco almeno di innèsto canale della Beccara in Prima-
ro per la kmghexfea di miglia '5 \ i hnperocchè non meno per la bas*
iesea della riva destra del Primaro in questa parte, come per le di-
versioni, e tagli manofatti sulla medesima , -come si è detto, daque»
wto lato si fanno in ogni piena grandiose espansioni di torbide, le
tgfuaK inondano le pianure del Morgone, «e di Marmorta , per dove
Al conduce il nuovo canale di scolo , e perciò potrebbe forse correre
il pericolo d' essere' soggetto ad interrimenti , e riempimenti d' acque,
e rigurgiti , ed inabilitato al fine di tramandare le acque de' noti
scoli al Primaro. Questa prima ojperazione va all' inoontro , e taglia
di corto una serie di gravi difficoltà, le quali fin dal principio oppo-
Mo furono a questo progetto dellii botto , assicura k scolo da qualsisìa
/
««4
iiiterrìmeato» ed alla itetio tenp# & aa gran tantaf^^i^ « fuetU \^
iblic» piaourft del Morene, la ij^uale» qaaado sU preterirau <|an' e*
fpADsloiii di Primaro, potrà caltivarsi cao aicureasa;. ad aozt il paa^
aaggio di questa canale aarà utilitaima » e darà poscia 1<^ acola alle
acque chiara di taita la vaile del Morgoae » e di Marmorta *
La seconda operazione y che potrebbe premettersi per maggior af*
cnraaaa at progetta della botte » si è » che dalld^ sbuiuca in Primara
de) canale delia Beocara» aodanda airinso» si costruisca salta sua
riva destra un argine» il quale dee contiouarsi per la lunghezza di
miglia a i ìa circa aioa ad intesurs» suir argine sinistra delta Qua-
derna « La costruzione di quest^ argine riuscirà iacilissitna ; .poiché do-^
. vcnJosi dilatare» ed iscavare il canale della Beccara^ seconda le mi»
aure che riferirema» la terra della* acavamtnta» ed a/rarg;i«ei}to si
gì tterà tutta sulla riva destra dà questa canale per formarvi T argine
con una sola operazione •
Il fine di queUa arginamento ba 4ae as^tti , aineodue rilevanti
Bello sute presente delle c^se . Il prima h e di separare dalle piana-^
re del Morgone» e della Molìuella la valle d'Argenta, entra la quale
nanna ora ad isbocoare il Sillaro, la Quaderna ec. » e le grandi e--
spansioni, e tagli manoiatti della riva destra del Prioiara tra Av^^tk»
ta ^ e la Bastia » Iqtoeroecbè puà taluna rsgtonevolmente opporsf^ ohe
tutte queste acque torbide raccolte io detta v«lle » can alzarsi di pe«^
Io, debbano rvgurglure nel canale della Béccara eoa perJcofa d' io»
terrtmenta , 3e ne t9t§a adunque la ooamaifiaaiooe col descritra mu^
ginamento..
Ila perchè patrd>besi sospettare ancora ^ coni' e aUto 0][^^atQ da
alcuni » che le acque di tanti scoU neUa Beeaare teabeeoasa^u^ ad a»»
crescere W inondazioni delln valli d' Argenta» e dk Marmorta^. il se*
conda nostra 6ne è atata quella Ji iaroe le separazione coV prmpoéi0
argioamenta » ]fW disarnftarli aecora di questa preste e Qttaatuaqiw
da nei ri sappia» ohe» se* tutta gli: seolk della Beccata « e de^ pesset**
WQgi di MamuNCta » entraasase nelle dette valli » near là aficsresceveUi**
ra r alterna » fuanC h U groaaeiae d^ ma fogUa- dà carto* eotf^avrade
questa soaU propoc«iaae aenébile eo» la eopWs immola» d*aeq^se
eh' entra vi soaricane taeti toneati » e le tetribilà espanaionà dàle
piene dd Frinare» tre Argenta ». e la Baatie « Me ii> no affiire piene j
d^ adon^ramee^t m» abUiaviqr gindieala ^ ki nigliere » il levare da» I
gl^ omIu vfsealdata de' oeviiedittori eeri& pieoaIsri«aiaiiipi» tbe ad ^
as4Ì perral>tMHW menane de mo poterai aanMelaie »
Biisogee ^ riwrdam » ebe qoesse canale de aeak> denoas&rvepre^
paaaedoi pet rieevero» a Mere gta seelà deUe> Soaflatiit», eie* «fella pev*
le deatm anpeatcee de Rtoe» quande U JReno aarèi quivi ioeasaati^ tie
W mm wc$ •Immm aijìwrfìirf Imyiieceliè «Uare fie&ii Mele
itrftllìio altro riMpito^ cbe I9 qvatCa eanale; e quando £* d*^MJt
non «i disponesse loro la vìa capaco di sGaricarvisi fiicilnKiitè , fe ao**
que cbrare impedito dal loro corso vi farebbero qae*^ medosimi mlla^
gacnentr» i qnaii ora soffrono quello terre dat Reno disalveato^ coca* è
avvenuto agli scoli di Zena y e Fìumicello nella coscruzioftie dot oavi^
Benedettino » Per rendere adunque il eanale della Beecara vie ipiji b9^
pace di questi scoti ^ aarà utilissimo T antivediofento di divertirne
tutte le torbide della CeAtooara ^ le qaaii in copia vi potessero dot
tempo entTftife. Imperocohèr sa queste medesime pianure, nelle q«a4l
ai vede aperto it cànaìe deila Qecoara^ vi -scorre disalveato H terrea*
te delk óenfonara^ ^ co» le sue espansioni riempie neiia. parte piÀ
^SM defU' ^Wtimo aito 4ìrbaoo io atesso cavo « d' acqtie <»rbiifo^ B
d' MiSefrrm^tik.
PertaìitOv tfcve itt QehtMiaiti ^eeorre m assai peea tlivtaaza tTaU*
Quaderna net «ito iiadica<o dal Tipo^ olm bi pvopon^v si iarà nel prò*
gresso del tempo la diversiomè -dt lineila, nel 'Oanale delfa Quaderna ^
che vo ad ìsboccare già nella valle d^ Argenta di là dal descritto ar^
gine» A facilitare questa diversione conoorroiiu' tutte le più favore^
voli circostanze di gran peudensa, di buon terrenov o di pooa dii»
stanza, I vantaggi di questa diversione sono: L la separazione delio
acque chiare dalle torbide» li. L^^ndennità di tante campagne ioolii<»
vate da' possessori di Marmorta , ed esposte ora all'" espansioni della
Centonara. IIL Ij^abilìtaztote della Beccar» a ricevere molto msggiot
oorpo d*^ acque chiare, e Éf tutti gli scoli rie'' terreni , pe* quali plissé
it nuovo fosso dìsarginato> in luo^o delfe tante torbide de*^ torrenti^
che ora vi entrano. IV» E quet che più è* da Considerarsi per rapM»
ferto el sìsténaa generale, ruottme della Oantonàra con la Quaderna
UBI oggetto di gran rilieve, per quando vornntoo inalvearsi net PìA^
marok Quaderna, ed il Sillaro., iseootido s( consiglio del Giigltetminf^
già «daU*^ esperieiiza dimostxurto titilisstnib al Primaro medesimo ; sic^
ofaè ogni cosa cospira a promtfovero fin d'^a quel aisteina geiiérafe^
ebe. cs aiaai proposti ^ detr indeqnitfc di tatti » Gbe pei questo nuovo
Oanale capace sia di tutt^ i menfovatt adeli non aieno per fa sOa hrb^
gbetza , ^ pro£sQditè , cbo par la grnlido sua peodeaaa > Io dÌsiK)Stre«^
verno fra'pot30«
I^isto in aahro , o diftao il iivovo oaUafe di icoTo dair aspaasiòWf
delia destra di IVìitiàro, é èt^ rigargiti-4elle valli inTeriori à^ ftt^eu-^
ta , e di Marmorta^ o da^ riempimenti delfe torbide delta Ceatoda^
ra ^ vaniamo ora al pvnto |n:ioetpale di stabiifTO la siCìfsaidn<$ deHa ìo«
glia della botte aóUo V Idiee . Abbiamo dedotto daU* Olattissima liVél*
hisione Conti ^ che ta predetta soglia dèlia Bette l9eo stabilirsi topit
la connine orizzontate piedi i5» li ^^ p^cbè ^er ^[Wat'aUoz^a paMi
fai sputilo II Iwalo «bl imt4 . ho^nMoHm il mwnt fii^ j^riUMtid^
^
N.
\
gki8ta il-eantttere ddU commiisìoae inspofUòi » li è f«éAt> éi fkv
servire il rimedio particolare delle tre Talli ti Tantaggio flhaì?ert8le
dì tutta la provinola , quando Terrà il tempo di farne uso .
Ma tomaodo a <[aesto affare particolare» H luogo dor* è da -ai-
tnarsi la botte sotto V Idice , è il punto dittante circa pertiefae 4S0
dal di lui. sbocco nel Benedettino, nel qoal punto ai trora il fonda
deir Idice più alto della comune orizseontale piedi a3« r. 6 i • aioehi
la predetta soglia sarà sotto il fondo dellMdioe piedi 8. liovata perà
}a grossesea di «piedi 1 • ^5. per k volta , e per im buon lastrico
sopra, resterà piedi 6. 7. per T altezza, e luce della botte. E per*
ebè la costruaione di questa -fin 4' ora dee regolarsi in modo, che
si renda capace deg^i scoli superiori , seau biseco di rifabbricarne
un* altra , quando giunga il tempo d' introdnrteli dopo T ioalTeavo»
le , e l'arginatura di Reno aeUe TalU di Malalbergo , • del Po^io :
di qui ^ , che la predetta botte richiederà tre «cebi , o Togliaoi dìx%
tee luci; «e l>otrà finsi quella di messo larga piedi 5 ,^e le due lato-
rali larghe piedi 4, con le doe [Hle 4i messo grosse ciaeeoaa piedi «.
Passata poi , la botte -aarà bene allargare il canale di scolo , r&dooei»^
dolo a piedi ao« di larghesza sul -fondo, • cosi Qontjowuido -fiao idle
sbocco della Beccara in limare «
Passiam ora ad esaminare se codesto seolo vada esente tia quelle
imperfezioni , le quali lo possono rendere o meno utile » o f orae ao-
eivo a quelle terre, per do?e ba da pas«|rt?. La felicilà d*ono seóJe
dipende I. dalla qualità delle. ano acmie; If. daUa mJirora delh smm
cadente; IIL dal termine, ove ^wa 4id iscaricaxai . Qui tutto ooMUrre
a favore del progettato scolo «
L Che le acqjue di Zena , e di fi«miceIlo siano sempre òbiare , non
può dubiUrsene ; onde per quanto s* attiene alla qualità di qaesti
loolì, non può cadere u sospetto d'interrimenti, di «Uamento di
fondo del canale di scolo , e di traboccamenti . Quanto alla rotta di
Savona , o si risponderà sabito , come tante volte se ne sono pvofe»*
ti i possessori di queste valli in tutte 4e loro Scritture , ovvero per
jHie , o^ tre anni ai userà quel ripiego , di cui parleremo , accioccbi
la torbide di Savena non si contendano con le clHare di Zena « e Ku^
della Gentonara si divertiranno , come si è detto •
A tutt'i torrenti interposti tra ridice, e la /Quaderna, i^ali-pripia,
oltre r essere inondati dall' espansioni di Primaro , non potevano li-
beramente scolare le acque pluviali , si lascerà libero lo scolo in qae-
sto medesimo canale, le di cui rive saranno a questo medesiibo fi-
n9 .dis4rginate.9 per dar luogo in ogm tempo allo scarico deOe Acauo
^/
f
eliiat6^>lQ ({aatta^ forma la Mtfit&s alla.faale si- sof^j^ttaH pidno del
Mor|;one » e della MoUnella all' esaere attraversato da questo- eanale »
Tiene compensata da un vantaggio a molti doppi maggioce .
n.. La misura della cadente di qoefte acqua di socio è tate » e tan^
ta^ che basterebbe andare velocissimo* corso ad un grandioso» e tor-
£]dissimo torrente» non che ad una limitata quantità di semplici sco»
ti d* acque cUiare • Onde non sarà qui da temersi alenn alzamento
^egindìziale di queste acque nel loro scorrimento » e scarico nel Pri^i
maro » Imi>erocQhei dàlia soglia della botte sotta V Idice alla soglia
della cateratta della Beccara», più alta un piede e mezao dal fondo
del Pfimaro ». abbiamo trovata una pendenza di piedi 7, a. 5. in ma-
glia 8» e pertiche 90» sicché a ciascun miglio toccano once io-» e
p^nnti 7* di pendenza» là quale cerumente è soprabbondaate » e ca-^
Sace a mantetx^re con la rapidissima sua coiTcnto spianato ^ e basie
pelo dì qualiinque quantità di queste acque degli scoli.
)*^è dee parere strano» che da noi siasi pjesa questa cadente dalla
soglia della botte alla soglia della cateratta sotto il pelo di^Primaro'i
^uasì che r altezza dèi Prìmaro sopra la sogfia delift cateratta apert»
impedir possa» o ritardare la velocità della cadente» che sbocca al«
quaùti piedi di sotto al suo pelò. Niente meno* Imperocché» ^uan^
Go la sogna delta botte» e molto più il pelo dell* acqua ivi decorren«
del po^
Zena>
^glia della cateratta alla Beccata sot-
to il pelo di Prìmaro in amendùe gli' stati, senza iV minima eontra«
ito , secondo Io note regple idrostatiche dell' equilibrio , e della pre-*
valenza delle pressióni ne* flùidi comunicanti -• In simil guisa tutti
gr influenti sboccano » e si spianano sotto il pelo de' recipienti. Ri*
corriamo ora al' nostro solito oracolo^ delle livellazioni della visita Gon^
' ti per decidere il problema.
n pelo basso di rrimaro nello stato » in cui si- trovò" da' 4ivelf atori
alla Beccara» è sopra T orizzontale comune piedi 9, 6* 3. Il pelo al-
tb della massima sua piena^ da'" inedesimi fu* trovato sopra la stessa '
comune orizzontale piedi 17, iz. si. Adunque il pelo d' una media
escrescenza sarll sopra l'orizzontale piedi 1 3. 9. -^r-
Da queste premesse 06 ne deduce. L Che essendo la> soglia della
botte deiridice più alta délP orizzontale piedi i5. 1.6» resterà la
medesima più alta della media escrescenza, dì Primaro piedi i. 4* 4^
n. Prendendo là sola acqpa bassa del* Primaro» eh' e sopra la coma*
ne orizzontale piedi 9. 6. 3» resterà là soglia della botte dell' Idice
pia atta del pelo basso di Primaro piedi 5# 7. 3. III. Quindi anppo*^
iiendò» che ir fosso di scolo porti sempre una costante quantità di
icque » M« se^^ cho. la cateratta della Beccara starà aperta a tutt^
le media ^tefttctflte ^ nelle «piaK tir mect^shiit coù le Inoì a eoe er»^-
<1]DÌ> j €omB AirMKa, «carìclierà le eeqmr per T ordine di sopra • IV;
E però il telale cbiudimenfe àtlh «steratta ai rìdarrà a ^neilo aoar«
ii»flinio ttnpo del 4^e1ina della piena . V. Fmahnente Ja vera tradente
di 'qoe.ftto* eene^e 4i scolo dairrà regolarsi 4al1k soglia della Botte idfii
toglie 4%àa, joattratu ^ài peà 7. 2. S. dSt ioOtlta ^duta 9 « di iiocd
so 9 e fHl-nii 7* per eìaseun miglio •
Nctt qei per determinare ia lòm dfelll «adente ad ìsboccare i&,
sotto* al pelo di Primaro « al»biamo tempre ^confrontato la soglia della
Ixate col pslo dello stesso Primaro ne^ tre differenti suti . Or quanto
pifT di vantaggio acooista TaltezEa di qnesta cadente, qaando si pa*
wgoQÌ il pelo più alto deir* acqua sopra la soglia della Lotte ^cot me»
desioso pelo- di Frimaro. Ma noi in un eccesso di declività non mÌ}^
biaiA veluto preilHare di questi piccoli ||aad)i£ài, i €[uaU sL lasciano
e quelli 9 chsK si Ire vano in poyertA^ '
«lipposta une tanta pendenira di qudshl scoTo , anclie sopra il pelo
deMe* medie escrescenze di Primaro, e supposta tanta velocità del
eev eerse 9 chi ▼* è, che aticor dlihiti dè^ ristagni , de' trahoccamen*
ti in* un cave profondo S« piedi ragguagfiatamente , e largo ao. pie-
de sui fondo? Si tratta forse d'*nn gran ilume d* aeque chiare 1? K
BOfv< è neta M Htnitata superficie di terreno, d*onde vengono ^questi
•eoli', e le fero mcMèrata quantità? Siam forse tanto pellegrini al
yiondé, ohe da noi non si sappia, ohe lauti altri iucomparabilmeut^
pia» cofiosì* fossi* di scolo, e per pie lungo tratto sul Mantovano, sul
Cvénidnese, sul Milanese , e nella Toscana liauno molto xnlnot ^eu*
dm^at, e vi corrono felicenìente ? Quanto scarsa è la pendenza degli
seoll det Polesine di S. Giorgio, e quanto appena discernibile h il
esovimetito d*»He loro aoque. E pure con foss»i dì molte mì^Ha di'g;ì?*
ve si sona derivati quegli scoli nelle valli di Gomaccfaio con tanto
vantaggio di quelle ^erre • Quanti altri canali di scolo si aprono fre^
etumteroenfe' ài tanto minor caduta nette provincie di LombaTdta<«
Geaìr se^ ogni volta* si dOve^freto chiamate a consulta i letterati d* XU-
Ke^ oen tarrti- ehinroft , Vohimi,.e visite. Un semplice capomastro, no
ewttedieo prstiety,. e* di' buon senso Jeoide altrove quel problema j
che noi peniamo qni a risolvere» con tatita maggior prevalenza di de*
ellvlià. S eira abbiamo qui a dubitare? 31 teme jiocora^ohe non vi
possseiif scoftre le accine chiare di tutte quelle campagne dèi JUòrgo*
M 9. e di Mfrrmorte-, Its quaK sono attraversate da questo nuova ca*
sialo Plebei non sia capatré degli scolii l. quali jie** tempi avvenirOj
•ottiè ditemi» , vi deeorferatmo cfklfé parti superiori d<el Pò£gio».e cU
MliIMllergo, con* ana- larghezza , e proibndità , quale si è descrittala
#, quei eV è pi# dii valutarsi tìello scarico delH aoque «, con una pea-
^ÌMM) AthItartliHe bene ad ui fir^n &àmù torbido ?" n udlrk aUòM'i
s "
5*9
quel fanciullefico timore, che tanta copia d'ueqae •chiare degli $ca<^
li possano accrescere T altezza delle pieae diPrimaxos quuml^aa-
si , se fossero il ^doppio » il triplo di quelle, cbe scao, le.abbasae*
xebbero di fondo , e ^It pelo? E fio' a quando ai vorrà cespitare au'
primi |>rincipj delia scienza delle acque? Fìn^a quando «si ^continue*
rà .ad imporre al volgo, che la bott^ sott€rranea è una orrenda ca^
verna, ed un prodigioso , ed inaudito lavoro, ed il fosso 'di «colo u^ ^
na crudeltà matemaidca , con altre più disprezzabili espressioni, ohe
si leggono nelle contrarie acritture ? £ /^ore , riflette qui ottimameo-
^ p e nelle medesime circostanze il celebre p* abate Grandi : E pure
cen tali Junciullagini si .mettono jossopra le provincìe^ si sbigottisco^
no i popoli interi , -^i sorprendono gli .animi de* Principi , per render'^
li avversi al progetto, di cui si tratta , e tanta è la forza dell' im'^
pegno j che passa sopra .agli stimoli della propria riputazione, la qua-
le presso i saggi vien vergognosamente a ^deturparsi , ed ai rimproveri
della coscienza , da cui internamente ben sono avvisati dell* ingiusto
loro procedere , ^ del gravissimo xlebito , che contraggono per V im*
menso pregiudizio ■, che .senz(f~ragionevole motivo ^ e con sì vano pre^
testo cagionano altrui , per mezzo di tali dance messe in -campo dal'»
la ostinazione di chi non vuole mai cedere al vero da lui un tempfs
per disgrazia oppugnato . Cosi parlano , e scrivono gli uomini dotti ^
^ dahtbene . Ma passiamo .oramai alla terza preroj;atìva degli acoli ^
eh* è il loro termific^
ni. Il termine , ove vanno ad ìscarlcarsì queste acque, è il Prima*
ro ■ ^
per
teriore
to raccomandato della riva destra del Primaro / Ad impedire poi ohe
nelle massime sue escretceoze il Primaro non >rigurgiti colle sue tor-
bide nel canale alla foce della Beccara , converrà edificare una cate-
^ ratta con la soglia più alta piedi uno «e mezzo del fondo di Primaro,
e questa pure a tre Jnci, ^on le Joro porte bene imperniate, aocioc*
ohe , come già si «costuma in molte parti , possano da se chiudersi
dall' escTsesoenze del Primaro, e riaprirsi col carico delle acque aupe-
riori dello scolo • Si soggiunge , che siccome 1' altezza di questa ca-
teratta sopravanzerà il pelo delle massime escrescenze, cosi essendo
le porte molto alte , si potrebbe dividere tutta l'altezza in due par«
ti , accioochè le porte di sopra al primo abbassamento d^I Primaro
possano dare il passo alle acque superiori del nuovo condotto; il
quale poi , quando il Prunaro si sarà restituito allo stato suo natu-
rale, si scaricherà .del tutto con l'apertura, ohe seguirà, dalle porte
inferiori, come se ne vedono tanti altri esempi, e particolarmente
Ira Firenze , e Prato , avanti lo sbocco del fosso nel fiume Bisenzio »
67
iwt una timild eatèrattt moTto granfioM oper» a mraTi^fia «in «L^
mile meoctnbiDO . Inoltre qàetU cateratta si dovrà fare a tre vani
e siano Inci » come ti ò detto di sopra j con dare a quella di mez-
so piedi 6 , di largheaza , ed aUe dae laterali piedi 5 , eoo le duo
pile interposte 9 ^osse piedi a.
Ma qui è appunto , dote alcani rifngliano il coraggio £ eontrad*^
dire f e dicono; e che accaderà frattanto a questi sodi di Zena , e di
Finmioello , quando in tempo del colmo delia piena chiuso sia dalla
cateratta il loro sbocco nel Primaro ? Questi , che coù oppongono ,
e non sono pochi , si palesano da^ per se per troppo novizi^ nel rogo*
hmento delle acque , ed affatto inesperti di quello , che si pratica-
in tutto il mondo. Risponderemo adunque» che accaderà a questi
scoli , quello stestissimo » che Tcggiamc Arsi iu tutti i fo$$i degli
scoli » i quali shoccano ne' fiumi soggetti ad escrescenae , e però al-
la loro fooe per quel tempo muniti sono di cateratte. Le acque chia-
re ifi trattenute si vanno accumulando in tutta la Innghezaa del ibs«
so di scolo » e lo riempiono , finattantochè , abbassatasi la piena» co»
minciano a scaricarsi. Codesto riempimento de* fossi degli scoli si^
▼ode in tutti que* condotti, i quali per molte miglia porUno le ao*
quo chiare delle campagne nel ro grande di Lombardia » sul Manto-
.^ Tane » sul Cremonese » sul PaTCse» per quel tempo , e per quello sta-
to /di alteasa della piena , nel quale chiuse sono le porte della ca**
teratta ,^ e quand* ancho accada un qualche trsboooameoto dal labbro
de* fossi p questo non apporta il menomo danno a* seminati , ed a/ia
campagna» la 'quale dopo pochissimi giorni» cessata la piena» si sco*
la snbito » e si rasciuga . Possibile ì che in questa contro^erMa ai co-
glia contendere ogni passo» e si debba sempre ricorrere a* primi
princìpi » ed alle prime notissime sperienze ? Possibile \ che qui si
pretenda di daréad intendere per assuxdo » quello » che ti puatioa^
in tutto il mondo P
Replicheranno altri » che gli esempi del Po grande non si adattano
àt Primaro » le di cui piene sono di maggior durata • Ma troppo gran-
di » e stravsganti privilegi Torrebbono darsi a codesto Po di Prima*»-
ro» o come altri dicono» Poatello , cioè di non introdurvi » che le
acque chiarificate» e quasi lambiccate de* torrenti» e di pretendere
inoltre che le suo piene sieno di maggior durata di quelle dei Po
grande • Ma già a tutti è notissimo» che le piene di cotesto Pastello
non altro bodo» che le piene di pochi» e già conosciuti torrenti» e^
dtl Reno medesimo» tutte di corta durata» quanto alla loro massima
altessa • Or se i canali di scolo in Po grande capaci sono di contenero
le loro acque chiare in tutto il tempo della piena» quanto pia sarà ca-
pace di contenerle il nostro canale di scolo» si per la minore durata»
comjs per V ampiezza di piedi ao. sui fondo» e lungheùa di ft. miglia .
DI
53r
W an altro scrupolo » che oi è >'8tato opporto , -ci faoekmo oanoo di
darne lo scìoglimeiìto , per soddisfare a quelli , che non contraddico-
so per impegno» ma aono di pasta un po' troppo dolce per lasciarsi
aedurre . Quando la piena di Primaro comincia ad abbassarsi » si ^
de tto da noi nella poo' anzi descritta cateratta , che da se si aprono
le sue porte superiori, rimanendo serrate le inferiori dalla pressione
dell' altezea » minore bensì , ma tuttavia durante della piena • In que-»
ato stato d'ano sbocco più alto di questi scoli » ne viene in conse-
guenza oh' entro il eanale vi ai manterrà tuttavia a notabile altezza
un corpo d' acqu^ stagnanti, ed immobili , sopra delle quali, come
aopra d'un nuovo strato orizzontale di terra, e pm alto saranno co-
atrettì allora a decorrere gli scoli di Zona, e di Fiumicello; e quindi
scemata in questo frattempo,/ che suol essere un po' più luogo , la
profondità del Canale , ne seguirebbe traboccamento nocivo di questi
jcoli , a' quali ancora manca tutto intero lo sbocco libero •
La prima risposta , che s' intenderà da tutti , e che chiude tosta-
mente la bocca aeli pppositorì , ai prende dalla pratica de' più eccel-
lenti Architetti d acque » i quali , per anticipare Io sfogo a canali di
acolo su' fiumi soggetti ad escrescenze , ricorrono appunto alla qua-
lità da noi descritta di capteratta , la quale e più comoda di tutte le
altre , perchè da se si apre , e perchè al primo incominciamento del-
l' abbassarsi , che fa la piena , apre subito una parte del suo sbocco , e
acarica il canale; vantaggio, che non può aversi dalle comuni cate-
ratte , con le quali per altro alle foci de^ canali di scolo in Po gran-
de si preservano illese le vaste campagne del Mantovano, del Gre*
xnonese, del Pavese^ del Piacentino, e -tante altre. E chi vorrà fi«
furarsi che il PoateUo solo debba essere cotanto indocile , e contu-
mace contro i comuni regolamenti?
Ma perchè questa difficoltà, che ora si muove, contiene un erro- n
re di massima , sarà bene che ci fermiamo alcun poco per disingan*
nare ancor quelli, che amano il disinganno. Non è vero adunque
quello , che dicevasi , cioè , ohe ad un fosso d' acqua atagnante so*
pravvenendo un' acqua corrente , questa cammini sopra la superficie
di quella , come sopra d* un nuovo fondo immobile ., e d* uno strato
orizzontale di terra ^ e più alto: No. Là nuova acqua corrente, non
meno per ^a sua pressione , che per 1* adesione delle aue parti con le
) inferiori , comunica immediatamente il suo movimento progressivo a
tutta, quell' acqua , oh' era stagnante , e seco la trae a scaricarsi giù
per lo sbocco tuttavia più alto , e per le porte superiori della cate-
\ ratta, anche in quel breve tempo, nel quale si stanno ancor chiuse
!i le porte inferiori • Al disinganno basterà l' osservazione , e l' insegna-
mento del maestro degl' Idrostatici , il Gnglielmini ^ il quale al cap«
- & della Natura de' fiumi Um» I* éì qqelta Edizione ^ cosi scrìve •
r
y -
\
S3&
Da questo principia anche dipende la eausa d' un^ apparenza as$a£
sorprendente » la quale rendesi impercettibile a molti , ed è j che tra*
dandosi un fiume influente con poc^ acqua propria, ma con un gran
rigurgito del recipiente, che lasci poco di vivo agli argini, o sponde
del primo, sembra a molti , che venendo una piena a questo dovrebbe
sormontare le proprie sponde y parendo loro inverisimile , che pochi
piedi , e talora poche once di ripa » che sopravanzano al pelo del ri*
gurgiio y possano essere sufficienti a contenere una piena, che sopra^}-
venga ^ E pure, quando sono succeduti di tali casi, si è veduto che
la piena non ha sormontato le sponde , e si è elevata pochissimo so-
pra la superficie del rigurgito predetto ; ma nello stesso tempo si è
osservato che tutta V acqua , che prima pareva immobile , ha conUn^
eiato a moversi verso lo sbocco* E pare qui noa si tratta -di pieni
di torrente , che sopraggiunga ; si tratta d' nna parte di qpie^ limiu-
ti scoli di Zena , e di Fiomioello , quali seguitano a decorrere sopi-
rà una parte delle acque sostenntct per poco tempo nel canale fino
al totale abbassamento della piena» ed apriraento delle porte inferio-
ri della cateratta..
Ma non sono poi tanto limitate » replicano altri , le acque chiare
di Zena 9 e di Fiumicello. E non s' è detto che raccolgono le acque
pluviali da nna superficie di molte miglia quadrate? Un carico così
grandioso d* acque ricaderà in gran pregiudizio del canale della Beo*
cara , e de*" possessori di Msrmorta »
A questa difficoltà risponderebbere per noi ZeasL ^ e Fiamìcello in-
colpati a torto d* un eccesse d^ acque . Quanti altri scoli in altre pro-
Tincie raccolgono le acque chiare da una superficie al doppio p\ù
tasta? Ma qui tutto si fa comparire per istrano» e torpretkdente. E
poi chi v' è che non sappia cosa sia Zena » 0 FioimceVlo » cosa siane
1 lore scoli d* acque chiare ? Non h questa la prima volta , che si
fiiccisn vedere » Già ne' tempi pasttti si sone incamminati ai Prima*
re nel loro antica cavo; né s' è mai udite, che abbiano fatto queU
Io strepito , che si vorrebèe che fiiccian' ora Bel nuove canale di
tanto maggior pendenaa , e laf gftevza ..
Egli è vere, che hanno inondata tutta V eiteeeione di queste valU ^
ève fanno gran oompana • Ma quest' efbtte som provai , che codesti
scoli decorrano ìa cerpe grande-, prava voltante ohe sooe impediti
dal loro corse > dal lere sfogo v Andie hik ruseeUette trattenute, ma
perenne, può formefe un grande alkgamento; ehi noi sa? Cran for*
la della fentasia de^ contiedittori f Quelle scele di 2eéa > e di Fiumi-
celle, ohe prima della fermimene 4el cave Benedettino nèmeaene nomi-
aavasiy né coneavasi tm' corpi d'^scque di qualche ceneideraaione, ora
st pretende di &rlo eomparirè en fieflie., on torrente, del quale non
possa niuloivi ctptoe il naovt^ «tetto pi& iurge oaaaie^ e peadsnimime.
53)
Fa maraTiglia^ però ad altri ^ che dal passaggio sotto ridice» fino
allo sbocco ìq Primaro, non si prescrìvano da noi a questo canale:
le arginature di ameodue le rive per contenere le acque di tanti
scoli • Ma si risponde facitnìente y eoe te arginature sarebbero inuti-
li, ed inoltre nocive» Che bisogno abbiamo qui di continuate argi-
nature ad un canale di semplice scolo» e d'una profondità di 5» pie*
di ragguagliatameote , come da noi s'è considerato » e d' una targhez-
sa di piedi ao» sul fondo ^^ e di pendenza di once io , e più per
miglio^ quale sarebbe propria d'^uu fiume assai rapido? Con quanta
prestezsa,^ e perciò eoa quanto poco d'altezza si trasmetteranno le
sue acque al Primaro. Due, o tre piedi d*^ altezza » che s'abbia lo
acolo 9 in tanta velocità di corso proporzionale alla pendenza^ ed ia
tanta la:^bezza , quanto gran corpo d'^ acque potrà scaricare incessane
temente r I dati di questo calcolo sono certi » Ma poi le arginature
sarebbero nocive, perchè impedirebbero gli scoli de' possessori di
Marmorta, per dove passa»
Adunque,, ripigliano tosto, iF nuovo condotto si caricherà ancora;
d'altri scoli diversi da quelli di Z^ena ,. e di Flumicello. Appunto»
Non facciam misteri » Niente qui di male avremo , e molto di^ bene »
Se il canale della Beccara veniva prima carìcato dall' espansioni del-^
la riva destra del Primaro al Morgone ,• da' rigurgiti della valle d' Ar*
genta ,. e di Marooorta ,. dalle irruzioni della Ci&ntonara disalveata in
queste pianure i se tante torbide interrivano' più volte il suo cavo »
£ non è un grande alleggerimento al medesimo ,^ che con le argina-
tnre» delle quali s'è parlato, e con l'^unione della Quaderna con la
Gentonara , si preservi da tante acque de^ torrenti , ed in quella ve*
ce si surroghiqo i semplici scoli d' acque chiare delle terre coltivate
di Marmorta ? Quat paragone può farsi di questi scoli con le torbi-
de , che ora vi entrano negli spandimeiiti del Primaro , e de'^ torren-
ti f E non everrebbe in quel caso il canale della Beccara di molto
snsgrior condizione ?*
Risponderanno, che non ri fòrmano qu? gli accrescimenti ié^ nno-
TX scoli ,. i quali vi hanno ad entrare in queato condotto , almeno
nel progresso del tempo , perchè- qneeta botte sotto l' Idice y e que-
sto canale della Beccara si va fin d' era preparando a ricevere gli
ledi tutti della parte destra superiore del Reno fino allo Scorsuro ,.
i quali non possono in aftra parte incammtnarsi ; e se ora se ne dif-
ferisce l' esecuzione , si è, perchè il Reno in quel tratto non è per
anche inalveato perfettamente , ed arenato • Or come mai^ il nuovo
condotto potrà contenere un tanto accrescimento secraa suo traboc-
camento, e senza arginature?' Ma noi appunto abbiamo prevedu-
ti questi timori , e ne siamo andati al riparo con ogni sicurezza •
^t^U altra mira haxmo te cautele da lìoi preneriue di arginare la
riva dtitra del rrimtro dal Moigona fiao %ilo sboMo titilla Becoara.
Quale oggetto ha rargioaiara della destra sponda del mede^ioio ca-
vo dal suo sbocco fino ad intestarsi coir argine siaittro ^lelUvQaa*-
ilerna • Qnal* altra prcmara può aTerel* anione della Genton^ra *con
la Quaderna , se non V intv essantissimo antìTedimento di liberare - il
canale della Beccam dalle irruzioni della nva destra del Primaro,
da' rignrgid deUe Talli d' Argenta , e di Marmorta » e dalle torbide^
che vi j>orta in gran copia la Gentonara» che va a. spandersi in que^
ste medesime pianure ? La quantità di tante acque torbido , le quali
in ogni tempo di piena ora entrano nel canale della Beccara« è in-
comparabilmente molto maggiore di tntti i . nuoTi sq^Iì inferiori, e
di quelli ancora, che dal niolo superiormente ti c' introdurranno >.
^oi adunque colli provvedimenti progettati le ahbiam tolto -dal ca-
nale della Beccara ,. per sostituirvi le ohiare de* nuovi scoli , e per
j>repararIo a poterle ricevete • _>
Ma finalmente , quando si volesse abbondare di soverchio nella ea-
£ scita di questo cavo , anche nel caso di oonducTi .J naovi scoli del
. iolo, quale ipediente da .prendersi per quel tempo e più eomodo^
e più pronto di quello d' allargare il canale della Beccara fino a Se.
jiiedi di fondo, dalla botte sotto ridice per tutto il suo corso fine
al primaro? Qualsisia. maggior larghezza, che se gli dia, diventa o-
^erantissima allo scarico , perchè va sempre congiunta con la pen-
densa di once io. per mìgUo. Onde aUùamo in ogni caso sul posto
il ripiego, secondo le nuove circostanze.
Nel tempo, in cui si scrivevano.da. noi- co taJi xiflessionLy oì venne
Jnossa una difficoltà, la quale non ci sarebbe caduta in capoi natoxal- *
mente . Si diceva che lo sbocco della Beccara nel primaro s\ era peg-
^orato di condizione do^o la visita Conti ^ che assai vrobabilmente
M oggi il fondo di Primaro erasi alzato alla, foce della Beccara ; onde
Je ma88ime escrescenze rinsoivano ora più sollevate di pelo ..Strana
forza della fitntasia alterata dal lungo contrasto . Si tirano per fino
jn iscena le probabilità per contendere su d'ogni cosa. Ma sia, co-
xne si vuole. A queste probabilità noi contrapponiamo la certezza
d' uno scavamento di alquanti piedi maggiore , che figurassi in pco^rei-
so , non solsmente alla foce della Beccara , ma in tutto il corso del
Primaro , dal Morgone sino al mare ,' quando la riva destra del Pri-
naro sarà arginata , quando impedite siano le nocive espansioni ,
quando un maggior corpo d'iicque correrà unito su questo ibndo
con msggior velocità .• Questa massima, sì, che non è una jprobabi-
lità. Ma quali sono codeste probabilità, almeno dopo la vìsita Con-
ti. Noi nella nostra visita non abbiam fatto il confronto di questa
sezione , con quella , che fu calcolata in quella celebre visita , e<^^
•Argenta songsi teminate le sperìenze delle sezioni da jioi ;^^te
\
r
5S5
tip esame» ed al paragone'. Non pertanto in ma tayoia registrata nel*-
r articolo III. della prima parte abbiamor esposti gli scandagli dal Mor-
gono sino ad Argenta nello stato d'acque mezzane » a£EinQ di forma*^
re una qualche giusta idea dello stato del Primaro » e dei suo fondo,
anche in questo tratto >" quantunque disalveato, e più disposto a«
gì- interrimenti 9 come si è' detto più Tolte. Noi alla^foce della Beo-
cara vi.abbiam trovata una profondità di piedi ii. maggiore d^ ogni
altra parte snperiore del Primaro , perchè appunto poco prima il nu«
me comincia a correre alquanto incassato, almeno nello stato d' ac-
Sue mezzane » comò ivi nella tavola si avverte • Adunque lo sbocco^
ella Beccara i situato nel sito della presente maggior profondità del
Primaro » la quale in progresso^ si accresoerà con il prescritto argi-f
namento •
Finalmente agridrostalici succedono i Legisti » i quali cercano per'
qnal diritto- i possessori di queste valli vogliono ora aprire la strada'
a' loro seoli sotto 1* Idice per condurli in Primaro» A questa ricerca
noi rispondiamo in primo luogo , che ciò possono fare col diritto, e
con r esempio di tutte le genti ^ le quali in ogni parte del moi^o
ooneedono ne' lori territori il passaggio alle acque che scendono da^
piani più^altì, quando ciò possa farsi eoo loro indennità, non ostan*
te qualche leggiero incomodo, al quale di lor condizione soggiacciono'
sempre le terre inferiormente situate. E se talvolta insórga qualcho
contrasto, la legge, che ha per iscopo la pubbHca felicità, ed il be-
ne dell'umana società, ha già provveduto in questa parte. Che più?
Per fino ne* pnesi di diverso dominio copiosi d' acque , e di sorgenti '
la stessa legse di società prevale ad ogni altro diritto , o interesse •
In fatti tra U Mantovano, ed il Veronese , tra '1 Cremonese, ed iF"
Bresciano , tra'l Milanese, ed il Cremasene, quanti scoli, e canali di
acque dal 'dominio d'un Principe si fanno passare per le terre del-
l' altro con reciproco vantaggio ? Or quella ostilità , che non s' è
giammai udita tra paesi di diverso domìnio , e nemmeno tra popoli
i più incolti, quanto comparirebbe più- ingiusta , e violenta tra' sud-
diti dello stesso Sovrano ! - ^ ^
Rispondiamo in secondo luogo , che i possessori delle valli di Du^
glielo, delle Brugiate-, é della Bàrìgella ^ prima che si aprisse il ca-
vo Benedettino , avevano l' antichissimo possesso ^ e diritto di man-
dare i loro scoli di Zenà^, e di Fiumicellò nel Primaro, attraversan-'
do il piano ocèupato ora dal nuovo cavo. Ma gli Architetti pretese^-*
ro d' aeeorciare la via a questi scoti , ineamminandoli immediatamen^
te nel cavo stesso Benedettine ; ed il Principe accordò loro questo
ripiego , con ìnten^one di migliorare ancora la condizione de pos-
sessori medesimi di dette valli. L'evento contrario al disegno .degli
Architetti rovesciò le ottime idee del Sovrano \ perche , come s - è
r>36
detto, il fondo del cavo I^oedettìno più alto di qiifgTi scoli, k»
loro argine , e sostegno , e portò la desolazione a qaesie fertilissime
CPTìipagne • Or , chi sarà tanto imperito » o ingiasto , «he -dica , che
il Principe abbia spogliato questi paesi del loro ÌQooatraetabìle dirit-
to di scaricare i loro scoli ? Che dica cbe li abbia coodaonttk a qiiel«
la perpetua inondaeione, che noi per dae glorili di TÌsita abbiam
wcduto coD orrore. Nulla meno; anci affermiamo, ohe il Principe è
in debito di restituire a questi suoi popoli V antico stato di fertili-
tà, e condizione di potere scolare le loro Tallii se non per il pri-
miero canale , almeno per il nuore canale della Beiseara.
Ma replicano altri , che ciò sarebbe un voler indurre una Bnova
servitù al canale deHa Beccafa. Si rispcMode con la prima massima di
natora, e di ragione,/!^ i quando si volessero togliere dal mondo
somiglianti servitù, troppo misero sarebbe lo stato di tutti; si ri-
sponde , che ciascuno dee servire al bene degli altri , se oib non ri-
donda in suo danno , e però nel caso nostro non trovandosi altro
mezzo di potere scolare un territorio tanto vasto ^ questa nuova ser*
vitù divenuta e necessaria, e giusta, e conforme alla pratica di tutte
le genti , per quel vicendevole legame di eocietà, cbe ci obbliga a con-*
correre al bene degli altri , anche col peso di qualche incomodo . Si
risponde finalmente che io vista d^nnjgran bene prevalente, qoal'è
3ue1lo della fertilità restituita ad un intera provincia , può , e deve
Prìncipe al CHnale della Beccara imporre questa nuova servitù di
riceverne gli scoli , a condizione però, che da' po$Beé9ori delle valli
si abiliti questo cavo al nuovo accrescimento delle acque ^
I principali oppositori a questo passaggiio per la botte , ed a que-
sta nuova servitù del eanale della Beccara sono i possessori di Mar*
morta , e della Molineila • A questi si contrappone poi una sola con-
siderazione. Il propetto del cavo Benedettino ordinato dal ^Sovrane
ne* tempi passati ebbe quel rilevantissimo fine , tra gli altri .1 di li-
berare i possessori di Marmorta, e della Molineila dalle inondazioni
lagrimevoli delP Idice , il quale decorreva a quella parte • La eostru-
zione del cavo Benedettino, quanto fu salutare a Marmorta, ed alla
Molineila , perchè diede luogo alla diversione delP Idice, altretUnto
fu fatale alle tre valli di Dugliolo, della Bardella, e delle Brojgiate^
alle quali interchinse gli scoli «
Or chi v'è tanto ignaro del diritto eomune, ehe non sappia Dea
petersi negare a' possessori di queste valli il passo a* loro 0OOH , al-
meno per titolo d'una giusta, e necessaria compensazione, mitrimeli-
ti potrt-bbono giusfameete reclamare, e chiedere al Sovrano, che si
restituiscano le valli agli antichi foro possessi, e stati; che si riter-
ni ridice in Marmorta, ed in quella vece si rimetta nelP antico sa»
eavo lo seolo di Zena, e Finmicellot al quale era si ooatnsU il
fMtiggb «otto l' Idìoe A Qaaudo V tffiure èi ridaeefise a ideati prMÌu
tennini dì ragiose , o quando ora «e xie facesse per la prima «rolta la
propoata^ ohi <8arel>befi ira' potseaaorì 4li Marmorta , e della MdUaoU
M ^ ohe non Acoeijtasae di baooa ^ii^lia i' ìonoceoto aer?itii di qaesiia
TpBMBMgi^o degli aooU, anei ^che jritornaro alle primiera oalaoiità* Coaai'ii
derÌDo -ej^lino qual fosse lo alato dì Marmorta» prima della dÌTorsiono^
4ell' Idiee ^ quanto freqaeaii le rotte ì con quanto dispendio ai tene-
va arginato nn fiume , il quale ^oorreva aopra un foodo superiore di
nolti piedi al liirello delle 4)ampagne« Da quanti interrimenti «rano
impediti ì loro aceli « Or se col pregiudizio di queste itre valli ai sono
j»si liberati da tanto ealanittà> perchè ^psano ora di negare a questo
il compenso necetsario^ o giusto del jiuovo passaggio a' loro acoli •
^ Finalmente altri^ i quali non possono combattere più «con le r^
^oni, ai armano di sospetti ^ con li qaidi mostrano ^i temere « che
per la botte ai voglia aprire alle acque di Savena nna atrada per
condurle in Primaro • Codesta cpppsizi&ne ò una delle più irragione-
^Folì^ che f>ossan &rsi« Imperocché nessun^ altra cosa più efficace-
Mente debbono impedire i' possessori di queste valli ^ che il passag-
;gio delle acqne torbide di Savena ^ per questa l>otte9 la quale pre-
•tamente resierebbe chiusa dalle deposij&ioni 5 ed iaterrito sarebbe il
4^nale jdella Beccara.; .e quindi ai vedrebbero ridotti ali' infelice «tato
di «prima 5 col danno di più della spesa fatta inutilmente^ L'interesse
adunque de' posaessori medesimi ci fa aicnrtà 9 -che aoo al permette-
rà giammai da essi jtn talo disordine^ il quale ricaderebbe adltanto
a loro rovina^
Venendo ora ^oi a fiarlaM de* firovvedimenti da darsi alla Save^
Isa 9 non meno per indennità della botte 4 Jd dello acolo ^^ che per la
aicurezza di tutti ^ noi aiamo entrati in parere^ che due vie qui
fosaono praticarsi , e ne riaaettianio la acelta alla aaggìa deliberaiio*
BO de)r£E. W« La prima ai jè c^he immediatamente si chiuda la
xbtta di Savena» e a'inoamminino le «ne torbide^ come per Tavan-
ti 9- nel cavo Benedettino ; al che i possessori dolio tre valli ae ne ao«
»o protesati sempre fxrontiasimi in tutte le loro tsoritture « Quando
ai piando qnasto partito > aoì >qui prem^tiamo alcuni rilevantissUai
avvolti mentì 9 che ai attengono a questa eseeiizione«
L Non basta riparare il aemplice aito della rotta col nuovo argi*-
HO» e con le maniere più atodiate di* palafitte 3 e d'altri ripari^ per
dar fermezaa al freaco arginamento i ma aarà necessario il continna*
re queste armature per alunne pertiebe^ e di aoifto , e di aopra del
miovo chiuHimento della rotta' negli argìm ancor anssiatenti 9 acoioc«-
ciiè qneati^ i quali per la rotta ac^ta b«ni|0 aoffejPto qualche acio*
flimento, e eorrcsione, ai rinforzino 9 e validamente ai uniscano al
BHoto argino^ ohe chiuderà la rotta, Oitradi.cbe tutte le aeigueati
é»
Si»
«rginature afibradòntte per Unti anni ti dÓTTanao rialzare eoa mg^-
gìor base $ e grossezsa .
' IL Se il torrente' per qualche- tao tnperiore toieimenta' Ta* m- bat>-
tere più fariosamente qaeata parte, dov'è- ae^oiu la i^tta, come
V è otierf aio , se ne totga V origine delia percossa con raddìrizaare
H precedente suo andamento» e corso-.
ftl. Siccóme per h rotu , e per la dtTersione dv Savona n^ i se^
gnito riempimento di fondo in tntto il restante canale abbandonalo
tino allo sbocco nel Benedettino » come sempre avvenir saole in tat-
te le rotte ; cosi nno de' più importanti lavori sarà quello ddUo soa*^
ramento di tutta questa parte d'alveo di Savena; altrimenti alls
prima piena ne seguirebbe rigni|;ito» alsameata della, corrente, o^
nuovo pericolo di rotta •
IV. Aociocchè poi lo sbocco di SaToaa nel Benedettino non resti
impedito, e ritardato dal suo al samento di fimdo, sarà di somma iaa-^
portanza , cbe per b mezzo dell' alveo del Benedettino, si apra un*
canale in larghezza ahneno di tre pertiche fino diloabeòeo dell' Idi-
ce , per dare libero- il corso aHe piene' di SaTona , affine di congiun-
gersi prestamente con quelle delrldice.
La seconda Tia da praticarsi nel presente provv^mento di« Save^
na ,. e della sua rotta , si è quella , die qui soggiungeremo più sicura ,
' e più yantaggiosa • Ma a quello , òhe siamo per sugerire , m è no-^
cessario premettere una considerazione di sommo ruMto nel tistoou,
in cui ci troviamo. Il fondo del Benedettino tn SMrenM, od Idiee»i è
riempito , come s' è detto . Il fame ora ano soavamento , qaanto Aa*-
«tasse ad aprire un canale alle acque* di Savena fino eìV Idioe < aaxeb-
Be di cortissima durata, sì perchè le acque torbide dv Savena sono
troppo scarse a mantenerselo iscavato , e sì perchè la piene dell' Idi-
ce rigurgitando in* parte all' indietro verso Savena, lo riempireUiero
Srestamentr. Da ciò ne verreM>e che le imcdc di Savena non aweb^
ero corso lìbere, e rigurgitate sarebbero allo sbocco fin eatro al
medesimo canale di Savena, con altro nuovo pericolo di rotte . Ol^o
dì che, le piène stesse di Savena, sboccando nel Benedettino si fa-
rebbero anch'esse retrograde almeno in parte verso la rotta^di Oan-
dazolo, e quindi per la divisione delle acquo ne varrebbeio de aaoTi
riempimene*.
A noi pare che la' restituzione' di* Savena nel Benedetdwo non deb^
ba farsi senza là contemporanea riordinazione del Reno nello stesso
cavo Benedettino. Troppa è la connessione del sistema di queato eoa
il corso della Savena. Qftando chiuso sìa, ed- impedito il divagamen-
t6\ e ìk diversione^ di Reno per la Tallo di Gandazolo oca la d^
scritta arginatura} quando il Reno tutto incanalato nel Benedettino
decorra eolie sue pUnt a sostenere , e spingere cou' attLto mifS^^
53$
' »
velooirtà 1« 'Savena » e Vlàìoty e se ne formi an aòlo c«rpo d*ao-
3ae ; allora 8i che il «istema de' fiomi uniti nel Benedettino .opererà
, maggior profondamento del suo alveo in questo tratto., e lo sboc^
^o dì Javena riusoirà mollo più Ubero ^ e più depresso . AlIo]:a non
l>otranno temersi riempimenti , e rigurgiti.» e corsi retrogradi dell'I*
4lice, e della Savona » ed altri nocevoli effetti*
Pensiamo adunque che sasebbe il più sicuro consiglio quello di ri-
juettere ia presa della rotta di Savena per quel tempo non molto
lontano della riordinazione di Reno nei Benedettino • In tanto per
Anticipare ad una par4e di .queste valli il desiderato, e giuato soUie*
▼o di far uso immediatainente della botte, e del canale di scolo ^
noi consigliamo i possessori dell'altra valle delle Brugiate., a farà
|»rìma buon uso della rotta di Sayena per colmare le irregolarità
jdella lalle , senaa il menomo >perìcolo ohe le torbide di Savena pos-
sano avere ingresso nella Jbotte , oome dimostriamo • Imperocché U
regolamento di queste colmate può condursi, con ogni sicurezza in
:Uà maniera. Primieramente le vdli a destra della strada di Savena
▼eccbia , dov' è situata la botte^ sono divise da quelle a sinistra «
4doà delle rBrugìatC:, da tma jitrada assai larga , ma altissima , formata
anticamente dall'alveo stesso di Savena, e dalle sue colmate. Que«
Jt^ strada attraverso di tutta la valle forma un grand' argine sicuris-
jimo ^ e di tale ampiezza , clv» aopra di esso si yeggeno fabbricate
quasi tutte le case di queste valli, e toglie qualunque comunicazic-
M0 delle acque d'iuna valle con quelle dell' altra , come ce jie assi-
curarono gli abitatori del luogo <da noi interrogati , i quali ci rispose-
xo, che dalla rotta Balla sino al giorno d'oggi, per qualunque piena
di Savena , non era mai accaduto , non che tcascorrimento delle sue
torbide sopra quest'argine, ma nemmeno accostamento al suo ciglio,
eccettuatone un piccolo abbassamento fattovi studiosamente in que-
at' argine per il passaggio de' carri, che potevasi tosto rialzare age--
Tolraente. Onde le acque torbide della Savena, le quali ora riem«
j>iono ia sinistra Tallo , non potrebbero giammai accostarsi alla de«-
atra^ mentre ancora a tal fine proponiamo un idtr' argine^ o sia co-
ronella ehe si parta da} Benedettino ^ e che vada a terminare nell' al-
to di §• Gabbriello , cioè al capo di quella strada , di cui abbiamo
J>arlato ; avvertendo però di lasciare in detto argine attraversante un
regolatore , o sfioratore ben composto ^ e difeso , con intreccia-
tura -di salici, e vetrici, dall'uno e l'alti^ lato, eon la soglia si-
milmente stabilita^ a guisa d' una pescùa più alta i e questa dovrà
alzarsi a misura de' riempimenti di essa. L'uso di questo sfio-
ratore sarà per trabocco delle acque schiarite, nella colmata , le
^uali dovranno avere necessariainente il passo per la botte sotto
ridice.
S4«
Mft qui •! orfano Utri , obd mettono ia campa BQove diffiooltl e
iicoDo: E se dopo ettem aperU U botto compeste Tldiee daJl'^al»
tro lato della valle dtDagliolo; lo ane torbido a' ioeamm worcbbero
per lo botte fiel nuovo ooodotto P Ma al rispondo eoa altro iaterro«
gazioBO di aimil gfuto^.* E se oaaoaase ii mo«do , e ao hq qooiobe
E AD; terremoto disalveaaao i finmi^ e It iaooaae oonrer« retrogradi al«^
loro origioi y ohe aarebbo oliera di q«eato botto P Vogliam dire ,
obo ae in ogni provvodimottto da &rti ai doveaaem kiebiadeie tutd
gli atravagaati oeoideBti y V amaoai priidott» aarebbo tolto dal mon*
do. Qaaado avvenìtae it oaao atraordisarìo d'uno rotta d'Idioo» allo»
ra le torbide ai spagUoramo per questo vallo ^ e poseia aMncammi*
preaderà sabito la rotU.. Se valesse questa diffiooltà» ai poCitbbeT0
tta d^^ora abbandonare ^ o* obiadore tanti altri oanall di acolo» pe^
quali si volgerebbero le torbide ^ oo acoadèsae «la disgrasiata rotta
o net Keno^ o> pel Santerno^ Or nel Senio», e nel Lamoae«. Pen^
Siam ora al eorso^ ordinarie delle ooao^. e laaotamo il eyaoeio dette
atraordinarie a obi so le prendo »
È. tempo oranui ohe con nna aola risposte ai Cronebino fé dio9rie
tatte> ebe sono infinite »^ degli Oppositori alla botto; altrimenU e^i<-
ne a questa causa darebbero nna proroga ttd nn altre feoofe». eome
a* è fatto< ffoora del Rene. Faooiame adunque eoii» Non bì oontraHi
più y se vera aia »* e falso il timore do^ daonf , ebe debbane sodare i
poisessori di Marmorta> e del Moigone pel pasa^gto, e scavioo dm
queste nuove canate di oeolo ; ma ae «e riaaatto la deciaione a\k^
aperimente della botte med'eaima non le oondizioni segnanti da im-
perai ad ambe le parti ^ 81 preaorive portante dalla Sagra Congrega^
xiooo' r eho per ciasonne delle tro Inei della botto ai eostrnisoa nna^
eatoratta da alaarai ^ ed abbassarti 9. e obiudorar coi» chiave •• Alla cn«^
atodia r al regolàmente di quoato porto si seelgO) dalla Sagra Congie«^
gaaione quella persona y ta male* parrà pi& eonvenirsr y e cbe unioa-^
mente dipenda da quel rettissimo 9 e supreme Tribonale.. Diasi poi
Ib- searico a questi sooli dì Zéna y e di AuraioeUe per la botte ame
al canale della Beocara- y con la cantola però ,. ohe aiaosi prima vno*^
lite le valli del loro antico allagamento > affine d» valutare aoramento ^
oom' è giusta r gli oflettr delle acque correo tr di questv scoR.^ Si os»
servi attentamente netle farime settimane,* no^ primi mesi, ae qneat^
aoqnev ehe passane per la botte del nuove ibsser iatme male ad al*
enne de* possessori ai Marmorta , del Morgone«^ Se veramente avven-^
5} il caso di qualche nov idealev ma^ verov e^ reale nocnmente ^
ineiidaaioni^ 9 4i Moli jmjitdìti %i cinottan^ inswàp u ^irnSìom
54t
tosto le porte » si serrino eoo diiave» non si aprano mai più. U af-^
fare sarà finito , e la controversia decisa dal fatto » né si farà più
J^arohi Ai botte ; e qneHe misere Tailt destinate saranno dalla loro
disgrazia ad essere eternamente uno stagmy di canne palustri»
Glie se ali^ opposto lo sperimetito delta botte ,r e del fosso di scolo
discaopra una volta , lehe le tante diiBSeohà, mossegli contro ne^
tempi .passati t erano falsi abombramenti ; se it fatto ci assicuri che
tntte queste aeqne degtt scoli decorrono nel nnovo fosso con veloci-
tà asm gratìde y e iptt oonsegueiiza con abbassamento del loro pelo »
e senza ngnrgiti y e traboccamenti ; se si toccherà con mano^ che i
possessori di Marmorta vi potraìnfio anch'^essi scolare le loro campa<»
gne "COD altro nuovo vantaggio; se le torbide non vi avranno V in<*
gressoy essen(fo esctuse dalia valle del Morgone 1^ espansioni di Prl-^
filare^ e quelle delle valli d^ Argenta con li prescritci due argina*»
menti ; quando tutto ciò , ^be si era predetto di buono , si vegga av*
verato appuntino, altera si dark facoltà al Direttore della botte di
tenere sempre aperte le porte ^ e di perpetuarne Tusor In questo
solo caso d^esperimento favorevole si restituirà stabilmente al Prin'^
eipato nn* territorio capace d'Anna seminagione di diecimila corbe di
grano; ritorneranno i Parrochi alle loro chiese per tanti anni afiR>ga^
te nelle acque ; rimpatrieratmo gli abitatori ^ e rifabbricheranno le
antiche foro case , ora diroccate , e guaste dalle- acque ; gli agricoU
tori porranno roano alParatra, dove ora non si veggono che squa^
I!£, e rari pescatori ► Quando la condizione del progetto^ e deli' e»
sperimento si proponga in questi termini > quaruomo còsi duro può^
trovarsf-xìhe ricusi dTaccet turi à? Crederemo noi ^ che il Sovrano
voglia privarsi d*^ una parte si rispettabile del suo Principato- sul
Ifetto deglr oppositori , e senza la prova del fatto , che Io renda si^
enrissimo delle ree conseguenze, che ne predicono? Non è questo»
tm afiare ,. che debba starsene eosii pendente ^ in grazia d^lle fantasie
dTaTcnnt»^
Sfa forse i possessori delfe tre valli di Duglioro , della ffarigelTa , e
jTelIe Brugiate saranno alquanto ritrosi ad arrendersi a questa condi*^
sione deir esperimento della botte> da sospendersi in perpetuo y quan*^
r esito non Is favorisca ,^ e non la dichiari innocente .^ Diranno
lóro Botte .. (Tgnuno sa quanto itinesti> siano i soli nomi di Màrmorm^
fa y e àx Argenta ^ Ognnno* sa che q[ueste valli* destinate sono alTs
futa servitix degU> airagamentr delle acque y che tuct' i fiumi delle
tre provincior vr scaricano^, ir Primaro, il Sillaro, la Quaderna ,• fa
Gwtoiians ee^ Ma q;aand<(f wA la s^im» toIcs ^gercf f § Jbotce sott^
y
, 54»
riilioe» td-meAiiin^aato lo toolo per fiirnelo •ptrimMto.^ tutu queitl
siali Teochissimi %\ fannno oompariM^ per novisiinu , *e .tatti tatti
originati da questo scolo • Non si parlerà più del Sillaro » ooo si ac-
cuserà più la Quaderna , non T eapansioni di Primaro, e qua' |;raa
tagli : Nò . «Le suppliche , 4 ricorsi tutti alla S^grm Congregasiooe sa*
sanno rÌTolti ad esiigerare i danni di questi ,acoU.
Noi però .risponderemo, ora a' loro timon, e diremo ^ ohe non de*
Tono sgomentarsi i possessori delle tre TtUi dall' accettare la coudir
zione dello sperimento , che ad essi proponiamo , per trovare V usci-
ta a qaesto afiare . Gonfessiamo essere Terusimo .quanto essi temo-
no ; ma a buon conto jivranno sempre in Roma un Tribunale anpre-
mo, che ben conoscerà , se qne' danni si riferiscono alla botte. ^ ed
agli scoli 9 ovvero alle Tecchie c&use tuttaTiaperseTorauti. Nò (que-
sta Sagra Gongregasione sarà mai sorpresa da. prove iundiose. £ poi
il tempo raffredda il caldo delle Cizioni. Anche dell', Idice iutrodotto
in Primaro si prediccTano qoelle grandi tragedie del Primaro riem-
pito , del Polesine sommerso , e delle jralli di Gomaocbio perdute^
Ora -non si parla ^ più dell' Idioe •, Con forse aocaderà aiicor qui* ite
prime ^rida saranno Tiolente ; ma. si ammutoliranuo poi in Tìsta del
fatto, quando riesca faTorevele. Basta che ora si sostengano pauea-
temeote le priìne impressioni . .Torniaino adunque a ripeterlo . Il di-
simpegno più sicncD 9 e più plausibile del pcobiema presente si è ri-
metterne Ja decisione al. Atto « come si è detto. Chi e sicuro in cuor
suo delle sue ragioni » doro accettarlo • Chi finora ha finto Ai t^tawr
nt , dee ricusarlo » per iion rimanerne Sfer^ognato alle prore. ^
Abbiamo finora ragionato del rimedio particolare deUe tee "vaUì , ma
aempre con 1' occhio rivolto a farne buon uso pel rimedio^ generale
della provincia tutta , e con avvedimento di preparare il già divisa-
.to capale a poter ricevere gli scoli ancora di tutte le superiori cam-
paene situate alla destra ilei Reno » le qnali , quando venga arginato
il Iteno» non possono da questo lato scaricarsi delle acque cmate^
fuorché per questa botte ,9. e per il canale della Boccerà in Primaro.
Non altro adunqae restaci a. dimostrare., se non in qual guisa ai. poe-
sa continuare ali' insù il canale » o scolo iiuovo fin qui descritto» par
dare un perpetuo esito alle acque anperiori •
E percnè la primaria avvertenza da aversi nella condotta degli sco-
li si è la .pendenza del loro cavo al termine , dove si hanno ad iu-
camminare , noi dalla livellazione Genti abbiamo esaminata queala
pendenza sotto due aspetti , cioò , J. Dallo Scorsuro sino alla soglia
della botte deir Idice; IL Dallo Scorsuro sino alU soglia della cate-
ratta della Beccare , che ò il termine della totale caduta ; acciooclM
e nel tratto più breve alla botte , ed in quello più lungo ali' ulti-
ao termioe del lup iboceo ia Frimaio ti asaicuraiie al canale una
v^
pendèmi eoif mf emeate sopnhbondànte ; € ctpaciftiiinii a ' mantenere
le acque chiare in gran Tclocità^ e imnore altezza.
I. DaT fondo dello Scorsaro nel Riolo alla soglia distia botte dell' Idi^
oe là pendenza ò di piedi jqì k 6. in miglia iì, e pertiche 4^0;
la qaale distrìbnita in questo interTallo dà- a ciascnn migKo once io:
&• di pendenza ••
n. Dalla- stesso fonda dello Scorsaro fina alla soglia della caterat-
ta della Beceara il medesimo cavo ha- di caduta piedi 17. 3. iz , in
miglia sa 9 pertiche io; • per6 a^ ciaacun miglia ne' toccano on-^
ee io. 4*
Quale altro seolo può fignrarsi » che corrà più rapido , che prof
trai
per
pendenza •
Passiam ora a descrìremer andamenta. Gondueendòsi air insù il
imoTo canale y s- incontra primieramente la Savona 9 e poscia il Navi-
2^io. 11^ fondo ' della. Savena è sopra la comnne orizzontale piedi icr.
IO. lOy e sopra il rendo del nuovo fosso reale piedi li»; onde leva^
tino piedi li S« di volta, e lastrico-» resta da far capitale di' luce
piedi IO. 7;' altezza abbondantissima a) carpo' d* aoqùe^ ehiare» che
sotte vi debbono * decorrere • Somigliantemente si potrà' far' questi
botte sotta la Savena » tre luci coma F altra dell'Idice • B- parimene-
te una tersa botte a tre luci converrà fiibbrioare sotto al Naviglio»
il quale ha il &ndo più alto della comnne orizzontale piedi 27 » e
eepra il fondo dèi miovo canale piedi &• p ; e levando da questa
misura la grossezza della volta , tf lastrico di piedi x • 5 , rèstereb^
bere piedi 5. 4» ohe danno uno sfogo capacissimo a tutte le acqne
siipeneri.'Lo staUlinkento della botte sotto al' Naviglio non altera
punto la presente navìj|azione , e quando verrà il caso di dover at-
Heno , non mancheranno ripie|
ita » che porgerà F abbassamen
per continuarvr là navigazione
Sappiamo» che alcuni, 1 quali dalla novità di codeste botti sonosi
sempre adoinbrati» banno dubitato, se la grossezza di piedi i. 5. da
noi assegnata alla volta delle botti, e lastrico, fosse troppo scarsa,*
e non reggente alla forza delle acqpe correnti . Ma se questi , che
tanto temono per difètto di sperienza , si potessero condurre per tut-
ta la Lombardia ad osservare co* propri occhi le tante botti , le qua-
li danno il transito ad acque di molto maggior portata sotto a' fiumi
è torrenti , con soltanto di grossezza alla loro volta , e lastrico , quan-
ta ae ne assegna da noi qui, si ricrederebbero del loro inganno,
e la sperienza farebbe loro deporre ogni timore. Ma perchè in un
«44
àSkt» iCottnfo vtito t • eimtntCafd ^ ttoii lati ami A MOTieae tli»
iu^ puntìfU d'altre controveme di neaaiiQ conto» af^arterrà alla
praae&za del pirettore il iarai |^ù, o meno liberale in aimill mila*
re^ per tenere cantanti tatti, ove ai pnò^ dando alla iarghesita dell^
luci quel poco « che pi toglie dall' alt^a •
Quando ai giunga coli' esoafauone dalla botte del NaTÌglto nno al-
lo ibooco ddlo Sconnro nel Riolo» qui o^incootrereino in na'altiB-
SOL maggiore di fondo di piedi ^ > i quali ai dovranno dittribniite al^
Tinsu con ulteriore profoodamento in rantoggio de* dae foaai mede*
aimi, e di tutte qnelle campagne, le ^uali preaentemente aoolaao
nello Scorsuro , e nel Riolo p
La larghezza di questo nuovo canale èk acolo di no* piedi ani &n«
do pare soverchia , non che aufficientiMima • Ciò noUe' ostante hanno
opposto ^cnni essere tanta la quantità: delle acque di questi jSCoU
auperìori , che nell' alveo del aolo Riolo , o v' è costeggiato dalla coro*
nella comunque aia largo nel ano ^ fondo piedi r$ , pure nel tempo
delle piogge 9i m alzano le acque > in modo che le adiacenti campagne
restano pregiudicate ne' loro scolii Ma si risponde, che codesta ap-
parente , e fallace altezasa d' acque nel Riolo , non è un' altezza viva
id' acque lìberamente correnti» ma un' altezza aempre rigur^tata plù^
o meno dall'allagamento, ed alzamento delle valli inferiori, ove va
ad isboccare il Riolo, come da noi si osservò nella visita, anche
in tempo , nel quale non erano immediatamente precedute piene di
Reno. Ond'è che questi scoli nello atato presente sì muovono verso
le valli con tardissimo movimento , e la loro altezza non dinota ve*
xa grandezza di corpo d' acque » Trasportiama èva il peniieTe al no»
atro canale di acolo, niente impedito da' rigurgiti, e con una peu«
denza atraordinaria a' canali di socio, cioò più d'once io. per mi«>
glie, e capiremo facilmente come queato acque medesime JMiìwm
decorrere in assai scarsa altezza #
545
r
APPENDICE.
Dello scolo più universale Mno al mare^
SOMMARIO.
Utilità d* uno scolo più universale prolungato sino al mare ^ per
asciugare le pianure JRavegnane più basse « Problema dello scolo del^
le campagne di Pisa inondate • Scioglimento datone dal Castelli . Ap*
plicazione al caso nostro . Sbocco dello jscolo 4n mare molto più has*
so di quello in Primaro» Bassezza della sboccatura guanto conferii
sca alla felicità degli scoli ancor più lontani . Osservazione del Ca^
stelli f che conferma la stessa dottrina •■ Avvertimento del GugUelnUni
intomo a più scoli uniti in un solo alveo 0
1/ in qui pare a noi d'avere 5 per coti dire, alla lettera soddisfat*
to alla nostra commigsione , ed istruzione^ Ma noa^ possiamo astener-
ci di iar noto all'EE. VV., che allora ci parrebbe perfetta la nostra
ossequiosa rappresentanza, quando «i fosse potuto estendere il nostro
nuovo canale di scolo ad isboocare libero nel mare, tra la foce del
Primaro, e quella del Lamone, prolungandolo per altre aa. miglia,
con una caduta molto maggiore , s^Qza rimetterlo troppo presto nel
Primaro medesimo , per mezzo della descritta cateratta ^ che ai è de^-
$tinata allo sbocco del canale della Baccarà. Ip, questo parere siamo
senza molta pena convenuti tutti e tre per la somma utilità, e ne-
cessità di poter asciugare tutte le più depresse valli Ravegnane , il
fondo delle quali è bensì più basso del pelo di Primaro alla Becca-
ra , anche nella sna magrezza , ma è assai più alto del pelo basso del
mare«
Proporremo adunque in qnest* appendice , separatamente dal pre-
cedente piano, il nostro pensiero, qualunque arasi, e daremo un
cenno d^ suoi fondamenti, acciocché, quand'anche ora non possa
eseguirsi , per doversi dar luogo alle cperazipni più premurose , aom-
tnìnistrì almeno un qualche buon lume ne' tempi avvenire* Certi
pensamenti, e progetti sono appunto come i aemi^ i quali si debbo-
no stare sotterra per qualche tempo , e come dimenticati , per po*
tervi germogliare, e dare il frutto nelle proprie loro stagioni^ ver-
rà tempo che si esaminerà più addentro codesto prolungamento di
scolo^ più universale , dopo inalveato il Reno , ed altri torrenti in
Primaro •
Sappiamo benissimo , che a primo «contro parrà nna novità la qua*
le per 1* addietro ad altri non è caduta in mente • Ma rispondiamo ,
69
N
•/
r
$4*
A% tatti gli tUrì Scptttin nòw eKBero attrr ìiiira> cEe ai riftnw
V^ •operiori dampagne pia alte del Poggio, di Malalbergo, di Da-
gliolo ec.> e di* dare a queste lo scolo • Ma poi non' ponsarooo allora
• preparare lo «colo alle valli più basse di Lago, di Fusignanp, di
Baoaacqaìsto » di Medicina , di Dorazao^ della Gorla , di MarmoKa ,.
di Argenta. Or so a queste ancora si paò dare la salate» chi yorrh
TÌètarlo P '
Noi pertanto» dopo aver esaminati attentamente i profili della IV-
Tellazione Conti» e con la scorU de' pia olassici Autori dVIdrome*
tria giudicbiamo assolutamente » che non altrimenti possa darsi là ca«
data alio acqae chiare di qaeate Talli, ohe con- ufio scoio^ reale - pro-
lungato fino allo sboeco sul pelo del mare . U caso , che qui si tra^
ta, non. ò sensa .esempio^ od ansi è* quello stesso in termini »< che si
deliberò a' tempi^ del- celebre abate Castelli . TraUsvasi di dare Io-
scolo allo campagne inondate di Pisa. Queste scaricavano le loro ao*
quo chiare in un gran canale » che chiamavasi Fiume Morto , e ceeca*
vasi trai periti, se* a codesto canale discolo si defesse dare lo sboo-
oo immediatamente nel fiume corrente del Serchio , ovvero se al fi«
ne principale deli' asciugamento- di quelle basse campagne pia con*
Tcnisse il portarne innanai lo sbocco sino al mare. Ed*. ecco, che il
problema d'allora ò lo stessissimo con quello , che IratSasi in oggi , sa
al fosso reeledegli scali convenga darsi lo sbocco nel Primaro alla Beo*
cara , oppure , con guadagno di- assai maggior caduta ^ trasportarsi lo
stesso sbocco al maro.
Al problema rispose costar abate Gsstelli ne/fà dottitsinm Ietterai
oh' egli scrìsse al padre Francesco di S. Giuseppe r:: In esecunona
4el comandamento, che mi fece V* P. j i* ordime del* Serenùsimo
Principe Lepoldo mio Signore , che io dovesU diro il mèo- parerò iis»
torno alla sboccatura di Fiumo Moria p se si debba- mettere in mare^
ovvero in Serchio ; io dico , che mi trovai già i8. anni sono in circa*^
quando la- medesima bocca fu aperta in mare ,^ e serrata quella del
Serchio; la quale operazione fu fatta per rimediare alla grande^ inon^
dazione- j che si faceva in^Jutto quehpae^e , e piano di Pisa, che
resta fra il fiume Arno , ed i monti diS, Giuliano, ed il fiume del
Serchio ; il qual piano rimaneva sempre sott* 4icqua , in modo die non
solo V inverno j ma anco gran parte dell* estate quelle campagne veni»
f)anp coperte dall* acqua , ed* effettivamente aperta» che fu la bocca
di Fiume Morto in mare , subito il paese rimale libero- dalle acque,
od' asciutto con grandissima soddisfazione degV Interessati in quella
Campagne . zr, È qui n»olto acutamente il Castelli ci porge un vero
•riterio; per discernere in sì fatte deliberazioni il parere de' giusti
tatimatori delle cose , dal falso » ed ingannevole di quelli» che voglio-
no pei^etuaic la gubblìca calamità in gra loro \^ e gerò egli aoggiunie t
\
«47
rr JS qui mi pare casa Segna d'essere avvertita, éhe per I0 pA
tutti quelli che posseggono beni in quel paese j vorrebbero che la
bocca di Fiume Morto stesse aperta in mare; e quelli che la vorreb^
bero aperta in Serùhio^ sono persone die non vi hanno altro interest
yse, che di guadagnare j con fare spese di comandamenti, ed altro ec. :zz
Il Mondo cammina sempre «alle stesse ruote , e dalle stesse passioai
^rìcevoDo il iDovimetito i eempre nuovi contrasti. Ma il Castelli pro-
-siegue a rendere del sue parere quella medesima ragione .1 ohe tutta
-si confà al nostro proposito di voler portare lo sbocco dello scolo »
•non al Primaro ^ ma in mare » e scrive cosi : =: Imperocché V altezza
delle acque di quelle pianure viene regolata dalV altezza delle acqu€
nella sboccatura di Fiume Morto^ cioè , essendo le acque alla sbocc
tura alte, ancora le acque s^ alzano nelle campagne, e quando le ap»
que alla sboccatura sono basse, si abbassano ancora le acque nella
-campagna; ne basta a dire , che lo sfogo di Fiume Morto sia conti'
nuo; ma bisogna dire, che sia bassissimo ( sicché secondo il Castelli
la felicita d'uno scolo generale liducesi tutta alla bassezza da procu-
Tarsi alla sua sboocatura). Ora-, quando il Fiume Morto terminasse
in Serchio , chiara cosa è, che terminerebbe in alto, -e^ di mano in
■snano , che il Serchio abbonda più d' acqua, e si alza, ^ necessario .,
-che ancora Fiume Morto abbia pia alto il suo. livello , in conseguenza
mantenga più alte le acque nHla campagna.- Anzi non potendosi mai
»in tempo alcuno trovare Je acque del Serchio., per magro che sia
(come fra noi il Primaró) tanto basso di livello, quant* è il mare^
che è luogk) bassissimo delle acque,, ne segue , che mai in qualsivo*
glia tempo deW anno , le acque di Piume Morto , mentre terminasse^
ro in Serchio y non sarebbero tanto basse, quanto arridano a sbassar-*
si , quando il medesimo Fiume Morto termina in mare . = Il GastelR
in questo luogo fassi a sciogliere una frivola difficoltà , che gli vend-
ile niosda contro da altri Periti , e die potrebbe da taluno muoversi
ancora contro il nostro progetto^ e risponde cosi. == Egli è ben ve^^
ro , che la bocca di Fiume Morto aperta in mare è soggetta all' in*
comodo di serrarsi- per V impeto de' venti. Ma qui è necessario usar
diligenza ad aprirla ; la qual cosa si fa facilmente con tagliare un
f^oco queir arena che rrsta nella bocca , quietato che sia il vento , e
asta farci un fossetto largo poco più di due palmi ; perchè comin*
dando V acqua a scorrervi , porta via in pòche ore queW arena , e
seguirà un fosso profondo , e largo y vhe smaltisce tutta V acqua de*
piani in pochissimo tempo . Ed io mi ritrovai in fatto » che essendo
stata rimessa dalla furia^ del libeccio una gran quantità d' arena in
bocca di Fiume Morto , fatto fare che io ebbi il fossetto una matti^
na , poco avanti il mezza giorno , s* aprì una bocca larga ^o. brac'*
€ic^., con fondo notabile , in modo che V acqua .» la quale uvea già
/
\
"«^^ ■■
548»
ingombrata tutta la campagna, scorse via in meno di tre giorni^ e
lasciò libero , ed asciutto il paese con maraviglia di tutti • Si trovò
presente a questo fatto sopra il luogo stesso^ nel medesimo gior^
nò che s* aperse , il Serenissimo Gran Duca , la Serenissima ^rcidu^
ehessa Madre, tutto il Magistrato def Fossi, e tutti videro molto
bene, che non fu mai possibile, che una barchetta armata di otto
remi, che era venuta di Livorno, per servire il Serenissimo Gran
Duca y potesse superare la corrente , ed avanzarsi dentro Fiume Mor-
io . E la Serenissima , la quale èra venuta con pensiero di far serra^
re la detta bocca in mare, ed aprire quella in Serchio,, mutò pare-
re ordinando , che si lasciasse aperta in mare, come fu eseguito ^
Tanto è .yero che Segnius irritant animos demissa per aures, quam
quae sunt oculis subiecta fidelibus • = Che molù proclivi a cootrad-
dire , 80 ù trovassero sai posto ad osservare co' propri occhi gli ef-
fetti del corso delle acque , si ricrederebbero delle false loro per*
saasioni • ^
Abbiam volato ampiamente esporre , non solamente il parere , ma
la dottrina chiarissima del Castelli , e le risposte sue alle opposisio»
ni , che gli furono fatte ^ perchè da tatti s' intenda » che lo sbocco
molto pia basso in mare del progettato nostro canale di tutti gli sco-
li sarà sempre da preferirsi a quello più alto nel Primaro alla Bacca-
rà • E qui non si creda già ^ che questo prolaogamento del fosso rea-
le io mare siasi da noi introdotto soltanto a Ùlvoto ài Ravenna , e
Eer dare Io scolo alle sa$ più basse vaili meno distanti dal mar&.
fo certamente ; ma abbiamo inteso di preparare eoa ciò ano scolo
più libero , più declive » e più basso ancora ^ alle campagne più lon-
tane di Daglielo y delle Bragiate y di Malalbergo ce. Perchè è massi-
ma del Castelli , e massima verissima , che qualunque , ancorché pio-
colo guadagno di bassezza» si faccia allo sbocco in mare, -questo va
ricrescendo air insù in partì molto più lontane, con abbassamento
molto maggiore del medesimo scolo, e del suo pelo. -Onde un ta\e
prolungamento del fosso al mare sarebbe a ngualmente , o forse più
vantaggioso alle eampagne Bolognesi, e Ferraresi, che alle Ravegnane »
Il Castelli nella citata lettera si apre la via ad una dottrina più re-
condita, e meno osservata» con queste paro}e • =: Quello, che ho
detto fin qui , è assai chiaro , e intelligibile da tutti quelli , che hanr
no qualche notizia , e mediocre ingegno in queste materie ; ma quel»
lo, che sono' per proporre da qui avanti , sono molto ben sicuro , che
sarà inteso da V. R* ; ma parrà strano , ed inverisimile a molti = •
Entra poi ^gli ad applicare al fossa degli scoli delle campagne di Pisa ,
che chiamasi Fiume MortOf qìaella sua massima generale cavata dalPo»^
nervazione di tutt^i fiumi , e canali, d'acque, che sboccano in ma-
re. Premette egli adunque doversi fare grande atima d' ogni poco
V.
^
/
/
549
d' alsamento 9 e sbasiamento d'acque alla marina in Fiume Morto;
perchè questi alzamenti» e sbassamenti ^ ancorché 9Ìeno tenui alla
marina 9 in jogni modo operano, e 8on6 accompagnati da notabili aiz-
zamenti > e sbassamenti dentro la terra , e lontano dalla marina* Si
dichiara poi egli con T osservazione di tutt' i fiumi , i quali in di*
stanza dalla foce in mare accelerano il l'oro corso, e con altezze sem-
pre minori Tanno li spianarsi sul suo pelo. Si restringe ad un esem-
{no preso ^al sito medesimo, dov'era nata la controversia, cioè al-
' esempio dell' Arno, nel quale sopravvenendo una piena, che lo
faccia crescere sopra la sua altezza ordinaria dentro Pisa sei , o sette
braccia, quest'altezza della medesima piena riesce sempre minore;
quanto più si accosta alla marina , ove non sarà rialzato il medesi*
mo fiume a fatica mezzo braccio, e meno ancora* Dal che ne dedu^
ce egli per necessaria conseguenza, che se alcuno informato di que«
sto accidente si ritrovasse alla marina » non sapendo altro di quello ,
ohe accade in Pisa, e vedesse rialzato il fiume d'Arno per una pie-
na mezzo braccio , potrebbe di sicura inferire il medesimo fiume al-
zato in Pisa quelle sei, o sette braooia» Da questo accidente comu-
ne a tutte le acque ^ che sboccatif^ in tnare ,. conchiude nella medesi-
ma lettera il Castelli =1 Essere necessario tenere grandissima conto
.d^ ogni poco d* alzamento ^[che fa it Fiume morto itila marina per i- '_
sboccare in Serchio^ Permè, quando bene V alzamento del Fiume
Morto per dover sgorgare le sue acque in Serchio s^erso la manna
fosse solo un quarto di braccio j^ potrema molto bene essere sicuri,
che lontano dalla marina intorno a Pisa , e sopra quelle campagne
V alzamento sarà molto maggiore , e riuscirà due e tre braccia; e
perchè il paese è basso y tale alzamento opererà una continua inonda^
zione delle campdgne, ^=1: come faceva , prima che il Castelli facesse
aprire la sua bocca in mare. Finalmente il lodato scrittore conferma
tutta questa sua dottrina* con un fatto accadutogli / e dice così»
= Qui io potrei addurre un caso- bellissimo occorso a me nella cam^
pagna^ di Róma^ vicino alla marina , dove rasciugai un pantano dél^
la condizione delle acque di Fisa ^ e mi riusci V impresa , sbassando
le acque nel sito Toro alla marina sólo tre palmi ^ ed in ogni modo
nel vantano si sbassarono piU di quindici palnti ^
L applicazione di questa dottrina ,. e di q^nesti fittti al casa no^
atro, quanta è facile, altrettanta h convincente. Imperocché e^i ò
manifesto y, che la sbocca, del fosso reale di tutto gli scoli superiori
in Prìmara alla Beccara riuscirebbe pia alta di alquanti piedi delta
sbocco ani pela bassa del mare. È inoltre palese , che il fonda del
canale prolungato at mare avrebbe anche nel tratta superiore mag-
giore profondità del medesima camile , qiianda fosse condotta ad i-
sboccare net Frìmara p e finalmente è oerUs9ÌBio r che il pela deUe
V
L
.^
tcqae del mhiU di seoìo con lo »boeeo in mtre Mi{nifter6bb6 nA
tìto della Beccar! maggiore abbassameato di quello, che a'aUiia il
pelo di Primaro nel luogo medeaimo, ed ia qualonque ano atato^
Adunque ai deduce , che codesto canale di tuui gli acoU abocoando
in mare acquisterà joxk oiolto maggior vantaggio di abbassamento e
del suo. pelo » e del ano fondo fino alla botte aotto V Idice, e sari
molto più idoneo ad asciugare le valli tutte di Barigeila, di DugUo*
lo , e delle Brugiate • Ed ecco , che lo acolo nniveraale condotto lino
al mare per canale separato dal Po di Primaro unirebbe e Ravenna-
ti , e Bolognesi , e Ferrareai in un aolo interesse comune di aaciuga-
re mollo più facilmente tutte le loro paludi . Sebbene quanti altri
esempi potremmo qui addurre de' canali di acolo prolungati .per mol*
•te miglia fino al mare , e aeparati 4a' fiumi principali , i q^nali a-
^endo il loro letto più alto delle campagne non potrebbe ricevere la
acque chiare delle medeaime • Ma il £n qui detto può bastare a Sxt
comprendere di quanta utilità sia pe.f essere a tutte Je provinde^
che dal mare ai conduca all' insù il fosso reale di tutti gli scoli » e
concbiudi;imo con un avvertimento generale,, che ci da il Goglielmini
nell'opera della natura de' fiumi al^capo XL, ove tratta degli aedi
delle cami»agne , e delle loro regole , eoa <{ueate parole = Si dee
dunque , avvertire alV nlzamento del pelo, che possono fare nel con-
dotto tutte le acque unite . E quando esso resti in istato di non renr
dersi nocivo a veruno 9 quante più acqnea'uoiscooo, tanto è più u-
tile ; perchè , oltre il consumare meno di terreno, ed in non intersé-
-care la campagna con tanti condotti % a' uniscono jdUresì -più borse ut
un solo, interesse.^ cioè, alla manut^nsàone dtW alveo di scólo ^ che
riesce meno dispendiosa a* particolari. Bisogna adunque, quando si
'tratta di €tggiugnere nuova acqua ad un condotto di ^colo, ne subì^
-io rigettare la proposizione , ne subito approvarla; ma bensì pondo^
rare gli effetti, che^ne possono succedere, e rim^enutiU^ mettere in
■bilancia i vantaggi, ed i pregiudizi f che se ne possono ricevere ^-t
secondo la prevalenza o degli uni, o degli altri-, risolversi j o ad
ammettere la proposizione con equità , o a rigettarla con giustizia:^
e quando la disposizione della legge obblighi la parte inferiore a ri^
cevere le acque, tutto che nuove, della superiore 9 anche con pregine
dizio , pensare a qne' ripicgìd che possono tagliere^- o almeno sminuì*
re il danno, fra^ quali non ha piccola parte la dilatazione dell* air
veo del condotto • :r= Fin qui il Cuglielmini •
Quanto poi a divisare partitamente il modo -di dar eaecnzaone al
prolungamento di questo scolo sino al mare y noi ci siamo già premu-
niti di tutte le Mservaziooi , e misure necessarie ad estendere il det-
to canale al termine ideato. Abbiamo prese sicure livellazioni, e
composto altro nuovo profilo per determinare l' aUezza de' fondi 46l
ifenid» del Sinterno» del Sìllaro» della Quaderna» per rapporto alla
oomune oriszontaley e*8tabiltrQe il ricaro passagg^ia per botti sotter-
ranee; avvertendo, che le soglie delle botti, oominciando da quella
deiridice alP iota ^^ sono Intte fissiate in qae' punti, che ' corrispon-
dono allo scolo universale portato fino al mare; e però non vi sarà-
alcnn bisogno di niente alterare il fondo^del canale già fatto fino al-
la Becoara^ quandb si ponga mano a tutta il progetto. Non abbiami
osato di fame qui una distesa Relazione, per non uscire dai Umiii
dèlia nostra commissione. Soltanto se n^ è fttto quel cenno, cheba-
su per attendere le deliberazioni ultime dell' ££^ VV*» alle quali
noi coAseoriamo la nostra più divoia ubbidienza »
AVVERTENZA GENERALE.
In mi afiare d* aeque cotanto Tasto , e compreso da svariatbstme"^
circostanze-, e soggetto a continue alterazioni, come sempre avviene'
a^^ fiumi disalveati, sarebbe o grande imprudenza, o difetto di peri-'
sia il voler pretendere di poter ora suggerire tutt* i modi pratici
delle openzroni'BeU^ atto-' delP esecuzione, e 1' ohima individua de-
terminazione della qualità^ e quantità de' ripari. Sappiamo che la
perfezione del regolamenta de' fiumi non • può prescriversi altrimenti^
ohe sul posto > e nell' atto di tentare la natura col lavoro^ ove si yàkf
far uso di quelle circostanze di sito, di declività , di altezza , e d al-
tre, le quali prima erane ignote alla scrittore , e-che danno all' ope*^
ta talvolta una sicurezza > maggiore di quella» che prima oereavau
oon più operosi «provvedimenti • Rimettiamo * adunque , come s' è det*
te sul principio della seconda parte del nostro progetto v rimettiamo'
all*aocorgimentO' del» Direttore la scelta di qne piò facili ripieghi »
ohe di mano in* mano gli^* verranno^ scoperti dalla- natnra de' Inoghi-
0^ delle acqne • Imperocché y per quanto spetta ali' esecuzione , abbia-
mo bensì giudicata essere hostrodovere 1' esporne alquanti de' pia
noti , e sicuri nella pratica- dell' ìnalveazione de'- fiumi ; ma molti vX»
tri forse ancor piu^ vantaggiosi partiti ci terrebbero alla mente , quan-»
àx^ da noi medesimi si* mettesse mano alP esecuzione o della direzio-
ne degli scoli ', a dell' inalveamenta di Rena o dello stabilimento delle
sue arginature. Non. vo^liama pertanto^ limitare al Direttore il modo
dell' esecozione , a far si^ che un'opera tanto interessante venga de^
fraudata daque' migliori pensamenti , che sogliono cadere in mento
a chi nell' atto del lavoro s' avvede dei mezzi più fiivorevoli per se-
condare la natura o nella sitoazione delle arginature, o nella prefe-^*
senza 'd' niu operazione' ad uà' altra neli' or^e del tempp ^ •
N
EPILOGO
I
DE* VANTAGGI DEL PIANO GENERALE
E METODO
Delle operazioni da premettersi ordinatamente V una alV altra in
qìieìla jerie d'anni, che richiederà la perfetta inalveoaionc v
di Mena sino al mare .
X tacerà certamente ali* EEJ. W. , che eotto un solo pnnto di vi-
eta qui ti flottopongano « e si raccolgano in nn biCTe prospetto tntt' i
pia rileranti vantaggi del nostro piano « fiappiamo eoe nelle delil>e*-
rasioni amane * non V ottimo , che non pnò' aversi ffiammai , ma il
solo bene prevalente si è quello ^ che ci dà la regola di preferenza
tra molti partiti « Il piano da noi proposto de/i' inai veazione di i?e-
tio 9 e degli altri influenti è tale , che se si considera 1' utilità , si
restituisce allo stato Pontificio nn gran paese di nuova conquista ^
quanto alla primitiva sua fertilità , dopo la perdita fattane cento cin-
quanta anni fa • Se si considera la facilità della esecuaione » non altro
si prescrive « che di perfeadonare con V arte l' inalveaaioBe già inco-
minciata dalla natura del fiume: Se si riflette al carico delia e^eee ,
queste saranno assai tollerabili^ perchò ripartite per necessità in una
serie d'anni, ed immediatamente risarcite con osara dalia ftrtilìlà
di quelle terre ^ le quali ri verranno asmugando anno per anno^ nel
]>rogresso delle operazioni « Il nostro progetto ci pare benefico^ a tut*
ti 9 ed egualmente tende a tofcliera le inondarioni da' territori delle
tre danneggiate provinole di Ferrara^ di Bologna, e di Ravenna; a
di qnest' ultima penriarao ancora di poter asciugare quegli atagni im-
mensi alimentati dall' espansioni di Primaro, e da scoli impediti.
Ciò quanto alla generalità del progetto • Ma per acoostarei ora al-
le sue particolarità, abbiamo qui un vantaggio, che non pub aver
Inogo in ogni altra linea di nuova inalveazione ; ed «è, che qn^sìsìa
parte, ed operazione da noi prescritta, V una separatamente dall'al-
tra , è da se utilissima , e niente azzardosa ; e ciascuna , almeno
\ ■
étlU |)rifliane opcmiinii i può .eiegniièsi l lensa r aceompagnamento
delle altre » quando còsi oenvenga di £ire » e di dare respiro dalie
tpeie alle provincie. Oode nel nostro piano non si entra in nn impegna
arduo da non poterne uscire con frutto» aenza vederci costretti a
Continuarlo frettolosamentie dai mare sino al principio della nuova
diversione j col dispendio di que' tanti milioni di scudi » che m cai-*
colavano una volta , e Dio sa , ae qne' cd<)oli fatt; ài lume delle so-
le speculazioni sul tavolino di studio reggessero alle prove de' fatti
sul campo d' una inalveaztotie cotanto operosa « Or codesta libertà dà
poter sempre far buon Uso dell' ìbalveazmne già incominciata dalla
natura del fiume , e di poter ripartire i provvedimenti a misura del-
It forze delle provincie » e di |>iromnovere > anno per anno 9 la loco
talvezza con nn carico setàpt^ comportabile , e sempre utile fino al
conseguimento del fine propostooi» Ohi non «a.» che ciò è 1' oggetto
iftaportantissimo di chi presiedlB al governo d^' popoli, acciocché il
ìimedio noìi divenga talvolta peggiore del male, come sarebbe cer-
tamente avvenuto neli' eseguimento di alcuno de' tanti progetti , che
si sono altre volte ideati • Spieghiamoci nel caso nostro con qual-
che esempio.
Primieramente ìlei nostro piano facciam buoik uso di tutte quelle
randiosissime spese già fatte nella costTU^ioùe del cavo Benedettino,
quale nella massima sua parte è tuttavia sussistente , come a' a
detto ; laddove in tutti gli altri progetti questo si abbandona eoa
perdita di un'opera gmndè. Utilissima, Bd ottimamente pensata, ed
eseguita • E quando si fermasse qui il progetto della nostra riparazio-
ìie,.nè procedesse più innatizi, quanto gran bene se ne deriverebbe
da una sola parte del Uiédòinmo, non meno p6r 1' inidveazione mol-
lo più sicura della Savena kìel cavo benedettino , che per 1' unione
de' fiumi ad iscavame più profondamente il suo alveo, e pe; 1' a-
iciugamento di tutta la vallò di Oaudazolo« Se poi 1' £E. VV. mos-
se da una giusta cotDpassioAe dall'infelice atato delle tre note valli
inondate da scoli impediti èi piegassero a eoncedere loro finalmente
V aprìmento della botte sotto i' Idice , e del nuovo canale di scolo •
Quelta sarebbe bensì una piccola parte del Giostro piano, ma non
Sdccola utilità alla provincia. Quànte/lnlglia quadrate di paeéò si re-
titnirebbero alla coltura Doti ana <doia opetiasione 1 A quahte famiglie
desolate èi darebbe vita , e sostegno ] Lo jstésso dicasi d' altre opera*
zìoni, che compongono il nostro pi^og^to • Ciascuna può essere pre-
scelta a piacrmento, più Su un tempo, che in un altro, e sempve
con fratto . Ed abbenchè all' ÉÈ. VY. atia «gualriiente a cuòre il
heM Ai tutti , pure là libéf tà della scdta apre il Itiogo a quel!' ór-
dine di giustizia , che fa anticipare il provvedimento a chi ha quel
Sólo iberito d' cftsere il più miserò di tutti ^ e più vìeÌBo a peihe •
70
I
A
ì
S* •gj^ttgóe I oBe m qaetti Fora» • t proMfto eon ogtA «icaresai 7
'Qufllsisia operazione eeparatimente eaeguiu» aerTìrà di modello, di
aperimeato » di •ioartà per la segoeiUe da (arai. Gi&. che gtzit lama
auol dare a' direttori deU* opera •
Le ipete poi» ohe ai propoogono'» tono tolIerabiK dalle (orse delle
proTÌncio f ed il peso è tosto accompagnato dal fratto pretenta • Non
ai tratta qat di fare grandi scavamenti, con. T opera de* lavoratori.
Noi applichiamo le forze del fiume ad isca^^rsL V alveo »,* a formarsi
^ le rive con le eolmate » a traaportsre U tona » dove fa; bisogno • Nel
nostro piano il principale attore ». £shbricbiece y lavoratore ò il Reno
medesimo t ed a spese sua nella massima parte dee perfezionarsi là
} ana medesima incominciata inalveazione • Tatti questi ». e tanti altri
'Vantaggi non possono aver luogo ia qualunque altra, linea di naova
inalveazione » delle tante saperìori » le quali fin* ora ae ne sono pror
dotto • Da qualunque di queste non pu& ricavarsene (rutto alcuna »
ae non dopo compiuta tutta quanta V inalveazione manofatu ». e dopo
immensa apesa » e sempre con queir incertezza » dalla quale vengono
aocompagnate tutte lo nuove » o gran diversioni de' fiumi • Nel doi^
^ atro piano poi » sensa bisogno di far nuovo cavamente ainu al mare »
lasciam decorrere il Beno » dove già. vi ai ò introdotto, tutto con gli
altri fiumi nel Mnale di Premaro « e dove vi è ito tanti aeooli prima^
oon un ramo di Pa grande» e aol tanto, qui prescriviamo quella sor^
ta di rtpsri » i quali aouo comuni a tutt' i fiumi ; onde una diserei
tissima somma di danaro da ripartirsi in pochi anni ci dark perfezia-
nata V opera medesima della natusa.
Passiam*ora ad uo^ altra più interessante considetazioTie • Siccomn
le descritte operazioni nella seconda parte del nostro progetto no
debbono» nò possono eseguirsi tutte in. un tempo» così ci venne oc-
dina t.> dair E£; VV. » che da noi si dichiarasse qual metodo ci pa?-
resse il più acconcio nel preferire Tuna air altra neJ/* ordino dell e*
aeonzione. Noi ubbidiremo anche in questa parte a* veneralissimi
comandamenti dell' EE. VV. Subordiniamo però il metodo nostro i-
drostatico a quelle più alte considerazioni ». le quali dal superiore in*
tendimento^ deir £E. VV. possona pigliarai di mira nel dare la £refe-
Mnza del tempo più air una » che ali' altra riparazione •
I» Giacché' la Ssgra Congregazione si è palesata giustamente sensK-
Bile alla calamità delle tra note valli » e già proclive a dar loro uà
compensa equivalente air antico scolo- perduta in grazia del cavo Bo*
aedettino » e della diversione dell' Idice da. Marmorta ; fiare a noi.,
ohe la prima a deliberarsi esser debba l'operazione di dar paasaggio
a* loro scoli sotto* V Idice c^IP usato ri pietra della, botto aotterranea.^
aeoondo quel regolamento» che si è già dichiarato.
• IL Noa Bn& dubitarsi, che U ri^arazioac del cave Benedettino aia
5S5
* U l>ase fli ttrtta la generalo riordinazione del Reno disalveato •
qui dipende la presa della rotta di Savena, e la saa restituzione nel
medesimo cavo già prima abilitato a riceverla.. Di qui dipende, che
il Reno di nuovo nulto alla Saveaa , ed alPIdice ai porti ad isboo-
care dal cavo Benedettino nel Primaro al Morgone ; e da questo co-
mune sbocco de^ tre fiumi dipende, che il Gavedone di Marrars^
possa trasportarsi al Morgone , come s'è detto; e, quindi tagliarsi la
comunicazione del Reno col Primaro morto in quella parte, con as-
sicurare per 8. miglia da ogni irrazione di Reno l' argine sinistre
del Polesine, e le terre Ferraresi inondate alta destra.
III. Mentre si staranno facendo superiormente queste operazioni ^
fi verrà disponendo il Primaro ad una più compiuta, e «elida inai-
yeazione. Si alzerà contemporaneamente l'argine sinistro per 4* pie^lì
di più, e se gli darà moke maggior base, e «carpa, con qne' ripa-
ri allp corrosioni, che sogliono praticarsi, inassimamente da' molioi
di Filo alla chiavica d'Umana. Si continuerà l'argine destro dallo
iboccod ella Beccara sino al fosso vecchio ; e se in qualche luogo
parrà convenirsi un qualche maggior allargamento dell' alveo di Pri-
maro , sarà sempre ottimamente fatto ; purché la dilatazione si pren*
da dalla riva destra , e basterà di quando in quando, in vicinanza del-
le piene , con zappe scommuoverla , scomporla , ed abilitarla sempre
prù ad essere corrosa dalle correnti delle piene. Né da questa opera-
sione di più facile dilatazione dell'alveo alla destra potranno temersi
riempimenti, ed alzamento di fondo. Imperocché quando dall'argina-
tura destra^si contengano nel Primaro le piene tutte de' fiumi in-
finenti , e molto più quando nel Primaro si rimetta il Lamone , le sue
correnti più vive , più vigorose , trasporteranno al mare tntti que*
massi di terra , che nel escrescenza dei fiume diroccheranno giù dal-
le rive a tal fine trinciate dalle zappe , e preparate alla corrosione •
IV. La dilatazione del cavo superiore già incominciato dal Reno
medesimo dalla rotta Panfìli fino al Poggio, e le due già descritto
arginature , siccome non banno alcuna dipendenza con le operazioni
poc'anzi mentovate; cosi se ne rimette al Direttore l'arbitrio di co*
minciarle , e di proseguirle , quanclo , e come parrà convenirsi alla
necessità di restituire un tanto paese alla primiera fertilità ; essendo-
si quivi già fatte le colmate oltre il bisogno.
V. Ànohe tutte le operazioni superiori al cavo Benedettino po-
tranno eseguirsi in qualsivoglia tempo; perchè questo sono indipen-
denti dalle altre.
VI. Quando siasi inalveato, ed arginate il Reno dalla rotta Panfili
sino al canale della Via Nuova ^ allora si potrà applicare il pensiero,
e 1' opera alla continuazione del canale di scolo dalla botte sotto 1' I-
dice , procedendo ali' insù/ fino allo Soorsuro > per iioaricaro le «equo
ehiare di fatta U destra riva lopf riore di B^eno i eonif a' è dichiarar
la nella terza parie.
VII. Finalruenie per aaoiagara tiatte la valli ^^Teg^ane li potrà por-
re mano all' uHimo importaniltsuvi» tcolo dal iMre fio^ a congiaa-
gersi col canale della Beeeara.
Ed eccoci fioalcieate ai oompimei^tek d'tiA pÌMo, il quale appena
cempariri al puLklieo» sarà cootrajstato • K da^ ch\? dal Reno} nò,
né dalla natura del fiume» che anzi la a^ie pieoe, le sue torbido
militeranno a iavore de' noitri diaegaii ma ds^li nomini, sì » che ci
verrà tutto il contratto » e da quegU ao«|ini ^ i quali o per interes-
se » o per fa aiofie hanno già preso partite • Questi iM>n ai acquiete-
ranno giammai. 11 passato ci ò indovina del futuro. Quel clie s'è
fatto per cento cinquant' anni 9 si vorrà rinnovare anche in oggi • Le
fazioni 9 le discordie sono le B^edesime y che le antiche • Non cosi
tosto uscirà alla luce il nostro concorde parere^, che ci si schiuderà
contro un nemho di dicerie > di libretti , di lettere » di nuove rifles-
sioni » e per fino i pubblio* fogli deUei oaveUe ai iaranno ragionare
da Idrostatici.
Noi però avvertiamo fijft d' ora i^ nostri futuri contradittori , ^he
stiano pur di buon animo , che sorivano liberameate , e senza tema }
perchè noi non e' inquieteremo punto di questo popolare allarme, e
daremo ad essi di buona veglia il oontento d' una vittoria immagina*
ria, e del non essersi da noi fatta la menoosa disposta alle dicerie »
che preparane.
Ne all^ opposto potranno querelarsi , c2ie laro non ai rì$ponda ; che
nosi si rimandino sod^di^fatti almeno , che n^u sìiano sk^ti iwibp^ alan-
te uditi ia giudizio fermala. Quelite qudfek sono ai!àÙQag)ài^. v^iii^^
se ; già sepolte ne' passati giudiai . E iAm ? Non sono mi&a tre^ m/m
ma sono cento cinquanta anni » che paaienteeokeflkte si odono , si am-
mettono gli s^ssi rioorsi , e si ridioona la medesime opposizioni • Qa-
sta poi cosi a qaella rigorosa giustizia» a qnelia inxparzi^Yuk; e con*-
discendenza » che debbono profes3Sire i gimbci. Tatto il di più sareb-
be prevarioaziene . Dopo oeiktQ QÌAqa^a4' aoni d'e#aiae di questa cau-
sa la aentenoa non pQ|trà dirsi praoiptiata • A eha prò voisr tuttavia
etarnaM le proprie, e le elurai calamità.
Frattanto per ubbidire, a' vaneratissimi coiModasseiHi deiriJE W.,
noi pnasentiano lom il aoatm^ parere , a non i^pi^Uere^PQ più ia
peatna in naaao , foon^è, per auovameate ubbidire a qiiaMto ci A^sq
imposto dairEE. VV. o di meglio illustrare qnalcbe part^ del noatra
progetto, o dà dar acàegfimbnto a qualche. d;i&^oUà - l aoJli Vostri cen-
ni saranno a noi nonna , e le^e , e del nostro^ siieo^sio , e dello scri-
vere più oltre in questa esosa , la quale può diesi terxniuata , qaanto
aUa ragìAM ^ ma quanta aU' iaA«MUiUità dQ* partiti , sarebbe eterna »
S5^
Brwe d^ TTrUamt TTTT. u- Mtmsignor CànuU , pn eandam U Reno nel Pù
grande alla Stellata pas. T70'
Scandagliù della, spesa da farsi per la diversione del Reno da MiràbeUo alla
Stellata nel Po grande „ 17S
ReloMÌone dello Stato dèi Rena di Gioi^ìo Rivellini della Fratta • • * „ 177
Memoriale dato per parte de' signori terraren a Nostro Signore per la remo»
fuone del Reno nelle valli 9> x83'
Wario scritturo del BaraOieri nel caso di aoer levato V acqua del Reno dal
cadere nel Po, e di rimetterlo di nuovo , levandolo dal cadere nelle Valli „ 184-
Considerazioni sopra il ^mettere V acqua del Reno nel Po grande alla Stellata ,
o Palantone ,. e dell* altezza che puà fare nel pienissimo Po V aggiunta
deir acqua nel pienissimo Reno. Lettera del suddetto Barattieri ... >, tgn
Scrittura del padre Agostino Spernazzati Gesuita a Papà Clemente FI IL per
la diversione del Reno nette valli ..•••..../••• ^^ aoi
B'Adda, 0 Barberini. Relazione dello àtato presente dell* acque che infestano
U tre Provincie di Remagna , Ferrara , e Bologna ....«.•>,
RiTÌera. Reìùzione e voto » • • ,.».,,, sàS^,
Feralli Tommaso. Relasùone sopra il regolamento delV acque delle tre provine
eie di Bolopt.% , Ferrara, e Romagna • ,, ^9^
Iia 8ear, e Jacquier. Parere sopra diversi- progetti intomo al regolamento
dell' acque delle tre provincié^ ee* „ 3Sz
Barelli Tommaso. Risposta id parere ec* » • . „ SjS'
Lsochi, T^manxa^ e Veraco. Relaziono della insita àUo terre danneggiate
dalUaeqpe dL Bologna, Ferrara ,,0 Romagna • » . •• • • • • ^j 4<a.
SS8
Se sia utile r ìntrodvzìoné : . . • • • „• • ^ ' • • .• • • ,;, V«* ^
Comprobazione di ciò , che è stato detto neU' anitcedento scnttun ecU auU^-
rità dell' Jleotti , e del padre Castelh ... • . . . • . • • " ^
JUpUche Md alcune risposte d/ signori Ferraresi dU precedenti *^*«r*'-. " **
CAdì il Reno per se stesso ha sempre seguita la corrente dèi Po di bombar-
dia , a»i6ke dopo V essersi tutta ridotta al Po grande « . . . . • ,, 9
Che il Reno , senui opra umana , si sarebbe m breve per se stesso tatto affatto
rivoltato al Po grande , anche nelV escrescenze ... . • •^- ' " 9»
Con quanta felicità si sarebbe potuto , m vece della renuaume , provvedere ai
I
Che taZ^ggior' difficoltà di ^ndmR:enòi^Pogr^ '. '» ««
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Che il Rem non può alzare sensibilmente le maggiori escrescenze del Po . „
Modo facile di fare abbassare ,»^ -P» •••.••• ,• " !?|
Dell' efcreseenze che potrebbe fare Reno alto tn Po alto . ... . . „ w»
Dell' escrescenze del Po non cresciute /«ni' mtroduxwne dd Panon ... „ io«
Risposta ad una scrittura de' signori Ferraresi . . . • • ,• • • : »♦ '™
Scaalla risposta data da' signori Ferraresi alla s^^a de* Bolopusi per
lo Congregazione dell' aeque de'. 5. Settembre t6S^ « "»
Osservazioni: Del Po grande • « "•
Del Panaro " " <
Del Reno " 'JSt
Velie valli •.•.••;.••.•.•• J'
notizie d' alcuni fatti antichi cavati da ReUaiom , e visUe autentiche ,. e dm
libri stampati in quei tempi • • . • • •. • • • • : • , * ' . V,'„"
'Ponderazioni del Dottor Cassini al sig. Cardinale Borromet de donni del So-
no, osservati nella visita di Sm Eminenza . . ... . . ... » ««
Transazione del Duca Alfonso di Ferrara colli Bologneu , per rimettere U
Reno , ove andava nel Po J ' ' ' i' '^
JBreve di Papa Paolo III. al Duca Ercole di Ferrara , per far Mrraro te
rotte del Reno , e ritornare U corso di «ssom pmttno . . . • > » '«9
Relazione, e parere di D. Scipio de Castro a Papa ^^^g*"» ,^"*- : • ■,'\ *'^
Breve di Papa Clemmte Vili al Cardinale S.ClemeMe perla àivorsumo del ^^^
Reno nelle valli '^.' : i ' ' '^ 'tiLwi' cl.r>ii
Particola d' una lettera del signor Cardinal Piatti al signor Cardinal Santp-
quattro , scritta l' anno i>)o4. . . . . • • • • .• ' ' j/ »* _.1_J1 '
\Lettera del sig. Cardinal di Camerino a Monsignor Prendente M Romagna
per taelìar eli aieini del Po a Longastrìno . . . • • • • ' • "
Decftlo ali suìdetto^Monsignor Gaetano per U taglio suddetto, fattod di
17. Febbraro 1606 ',*'»'** ^»*o^^ rùtJL
Proteste delle comunità di Romagna, Romagnola, e P^^f^'^^2ì^^
dazione del ramo del Po grandenel Po di Ferrara , fatte nella visita del ^^
si &noT Cardinal Gaetano . . • •,,.•' .•,,' ' ", * * 7" ;J*^^„»;a«Ì
creolo delle misure, scandagli, e livelli fatti d ^cordeper ^ J»*'^"?,'^
del Po in Prìmàro per ordine del sig. Cardinal Gaetano, secondo l m.
tenàone de' Bolognesi , fatto V anno 1610. . . >. • • • .• •,.'" ^
Breve di Papa Gregorio x/ al Cardinal Capponi per rimediare ai mais ca,^^
sali dal Reno nelle valli . . • • '• •, * .* ',' 1: :'t^.ì„*{ pZ.
Decreto del sig. Salustio Bartoli circa alla graduazione degli interessati Uo-
lostesi per la spesa della remozione del l^-eno- • / • ' ' ' _.' ' j", ^
Comparto di 80. mila scudi fra gì' Interessati Bolognesi P/»- /«^;^f««»* *^ ^^
Reno fatta d' ordino dell' EmìttentUtìmo ttg.CardmaU Cappont . - ,, «*
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