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Full text of "Raccolta d'autori italiani che trattano del moto dell' acque"

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D'  AUTORI   ITAHANI 


CSS  TRATTANO 


DEL  MOTO  DELL'  ACQUE 


TOMO  a. 


PTe»o  per  gli  AssoeuOi 

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F^U  fi  di  stampa  %  •oot.  %%.  il  foglia 
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RAGGOLTA 

D'AUTORI  ITALIANI 


CHE  T^&àOTAlfO 

DEL  MOTO  DELL'  ACQUE 

EDIZIONE  QUARTA 

m 

ARRICCHITA  IH  MOLTE  COSE  INEDITE, 
£  D'ALCUNI  SCHIARIMENTI. 


^         / 


TOMO  IX. 


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BÒIX)GNA  •  MDCCCXXIV   . 


D^JXA  TIPOGRAFIA  DI  JACOPO  MARSI6U. 


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DI 


SCMTrURE.  E  RELA^ONI 


COHCERNEMTI  IL  «EOOLAMENTO 


PELLE  ;  AGQCE  DMXE  TRE  TKO  VTNCIE 


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l)r40U)6MA^  TEBAARA  ,  E  JlOHAGNA 


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RELAIS  IONE 


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0OMENIce  GA&SINI 


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S^ftkAOJ^  STATO  ViOUENTO  DBU/aGQOE  DBEf  BqfjaDìilfi.SR^  E  DEI*  MQb»  ' 

«:..'•         nò  .FAjCittA  nm  mduklr  Aixa  «tato  natueals.»  « 


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Le  tOènd^oo/j^I  temtoria  Bc^ognase.,  oBe  dai 
ìt^  !ii6rìore%  o  tràtteniite^  o.daI  foro  datura!  co»r 


^^ù^  «orti  é* 
eonfinanli  neUft 

so  divertite^;  c^^tlmtliiienf^  confuse^  ia  nn  1000^9  m^tt^  Ao^qxìì>  in  al* 
vei  ae^inratìrìqetlàcsiV'^oagiOQmni^'daatii   incredìbili' Mtfs  solo  al  pa^se 
&fét^ot&  còp  fotte,  ed  inonda^iofif  freqttent3d^iine> ^  con  continuo  pò--    • 
rfcòio^dt  aomniergere' i  paesi ^  ^ed-  abitazioni   soggiacenti^  m»  ailcora' 
al  stij^eridre ,.  eco  prhrArtb  di  scoti  nece^san  ali»  fertilvjtà  de'  terreni;^! 
Simo*  queste  V  aequfr  chi^e  ,  e  1*  acque  torbide  ;  *3(^He  chiare-  cWa- * 
miamo  quelle y  che  le'stesse  campagne^  dalfe  piogge  irrigatef,  stiirano*  . 
contìnttamenté  ìm canali  partìcoiarìr  profondati  tie^  terreni  ^  per  *taezr 
zo  de^  quali  «  si  por|ano''.|^er  ri  vf  marggtari  ^aiie  ¥af ti  inf^riocr  ,.  alle  quag- 
li ppr  si  riducono  l'^ai^qne  sorgenti  ne''  medésiimi  l^rrenr»^ 

Acque  torbide  def  Bolognese  soqp/ quelle ,.  che  dai  yicinp  Apeunino* 
eoli,  corèe  assai  rapido  ,  e  particolarmente  ne*' ^teitrpi  pìovosi>*  disceit-^' 
dotto  alia  pianura ,  óve  per  là  oiaggtor  parte  unite  ìn^  un  arveo-,  fbr^ 
datuftò  il  £uWìe  Reno;  ohe  da'^  monti  ^  onde  piìscipita  ^ Todeadò»  il  t^-' 
rena  ,  porta  mai^ia  ,  che  l^  Ib torbida  ►      "^^    ; 

Tenevano  i.nostH  paìtriJ^otatniepte  sej^arate  queste  due  sortì  d** ac- 
que, tìcchè  per  diverse  vfet  a^  suoi  termilni  al  dondueéranov  e  oerta^ 
ménte  coi|;  buona  regda  »  poiché  le  .torbide  cOfi*^'Ìa  •depóbi&ioae  d^Ue 
natene  »  <QÌe  poiane  |Sk  vengoiìa  a  poca,  é  poco  ad  ìnarzar  I^^or  al^^ 
Tei  ,  sicché  yjiertrttterfferle  è  necesaario  munirli  d'  argim;^  onde  poi 
81  riducouo  nijatmente  #  portarsi  Isopra  Ja  campagna^  il  ehe  poca  im^ 
porta ,  purché  vàdani>  lib^anrei^te.^  ancorcl)è:  sostéMat^^'àr  >uo  tar- 
mine ;  ma  li  cendotti  d'^acq^e  ohisrér  necpssaru^meàte  *detoiie  èsser 
bassi  »  e  prefoddàrsi  ne^  t^emV  altri  m^^ti  nonr  ppssoàf)  le  *campagtì[e' 
aver  ìiL  essi  lo^  scolo  necessaria  alla  ftrtìHtèv.    ^        j^-v     *     '  • 

•   I  condotti  dunque  del|^  acque  xhiare^Cocc^Vffie^^com^  nel- 

le Talli*- di  Mbrrarar ,,  ché^per  molte  bocche  si  scaricavano  ìmtnediatà-^ 
mente  nel  Pò  di  Primaro»  Ma  il  Rene,. che  pori:»'  Tacque  torbide,. 
direttamente  nel  Pa  di  Ferrara  s*  ìncanmHnava  ,  ivKmìAa  con  P  aqque 


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del  Po  8^  jDoltniTa  nel  nmo-di  yokoo^  oovie -por  Jaceva  Panaro,  ebe 

Più  8opra  nel  medesimo  Po  «di  .Fenara  s' IntroduoeTa .  Ebpo  che  il 
o  ,  apertasi  alla  Stellata  più  ipazìeaa  bocca  nel  ramo  di  ATenesia  ^ 
ntci  per  quella  con  isfogo  maggiore  $  né  più  traaroeaae  le  acque  jpw 
la  più  angusta ,  ed  obliqua  via  nel  Ttmo  di  Ferrara ,  e  P  acque  del 
Po  dì  .Ferrara  9  contro  il  pr<{pno  corto,  follarono  indietro  lilla  Stel- 
»]ata,  seguendo  il  ramo  di  Venezia}  non  ha  dubbio,  che  il  Reno  ah 
Trel^e  seguitato  la  strada  medesima  diriltifiteilata^^ome  appunto  H^ 
C^  Panaro,  jBepoco  ^TÌtmimtì  foaseatlitrodat  J^oÀ-Ferran  nelle  yak 
li  divertito. 

Fu  dal  Po  di  Ferrara  divertito  con  disegno  di  Tolerlo  riporre ,  su- 
bito fa^a  r  escavaftone  dd  Po  di^errara ,  idie  a  quei  tempi  si  me- 
diava'p«r  iotrodurvi  di  iuioto  dal  Po.^nde  -ocfnA  auffieioate  per 
upa  navigazione. reale;  ma  conoteinta  ^M^Mmpresa  poco  Aen  ehm 
impossibile  ,vina«aime  dopo  aver  Panano  ,  e  il -Po  di  Serrani  rìfMfata 
indietro  il  corso  ,  lloveva  rimettersi  %1  «primieA  iuogo  ^  di  dove  »g  ai- 
tai^be. anch' egli  j^rtato  alla  Stellata,  ovvero  avr^be  continnato  il 
fùp  viaggio  per V Po  di  Volatìò  ,  nm  i  Feiraresi  interessati,  pes .^on- 
ifcev^rlo,. hanno  sempre  procurato  dì  dar  maggkare  cotere  uffa  possi^ 
btlità  dell*  introdoeiono  ^el  J'o^.ed  in  questh  maniera  perpetuar  b 
dimora  4eLReQO  nelle  valli. 

.^chiedevano  almeno  le  .valli  tnigìde  di  nuova  aoqito,  anovi  sfo-»- 
ghi-,  per  li  ^u^li  si  Caricassero^/ e  oeH*  introdbasiofte  appunto  ne  fa-, 
reno  destrtiati  saolti,  cioè  il  cavo  Zeniallno  »  che  scariea  Marrara  in 
Marmotta,  quel /della  ^Bastia  ,  che  ]^orta  l'acqua  di  Marmoria  in  Po.; 
molte. altre, bocche,  in  Primaro^i  e  finalménte  le  chiaviche  Paolino^ 
che  scaricavano  il^Bb  di  Primaro  nelle  valli  di  Gomacchiò  in  diflMto- 
tà  di  ben  14,  miglia  dal  mare.^  essendo  paruto  impossibile,  che  per 
alveo  si  stretto  si  potesse  oondorre  unta  mole  d' acque  per  ai  lungo 
spazio,  che  vi  restava:  ma. nò  le  cIbiaTtche  Paolino  turono  giammai  a« 
dOprate^per. essersi  laJabbrìeajdi  esse  con  Ja  prima  prova  aperta  oon^ 
dna  gran  iisv^ra,  che  anco'' oggi  si  vede.;  e  forso  ancora, per  non  dan^» 
ocgg^av-  lo  valli  di  Gomaochlo  con  introdnzionp.  d'acque  impetuose  » 
e  torbide.;  i.oayi  da  una  vallo  all'altra',  o  di*  torrlnti  delta  Roma- 
gfDa,  pur  divertiti* nelle  valli,  sono  Rinterriti , '«wevo  anco  attraversati 
con  argini,;  .le  bocche  ,  e  chiaiviche  ;fatte  per  introdurci'  acque  delle 
Talli  in  Po  in-  «ioinanza  di  JPérm^  sono  cfaihse ,  e  aestmitano  .1'  «equo 
atesse  in  aUj^^a  4i  qm^ttro,  e'più  {>ìé9i*  sopra  inacqua  del  ,fiunie  t 
come  alla  cirillica  de'  M^bri  abbiamo  veduto,  e  misurato*  . 

Or  phi  flr^f,  che  ^questo  ;.sìa  lo  stato  naturale  .delle  valli ,  0  dio 
tutta  questa  alte:^  sopra  il  ;Po  non  sia  caufftta  da'  ripari  fatti  alle 
bocche  ,  per  dove  avrebbero  naturalmente  a  ^scaricarsi  ? 

So  non  VI  ftsaero  interposto  le  gran  moli  d'  argini  fatti  non  dalla 


miitJtrA'9  uà  dftll'^ainanaartlficio 9  òhe.  sole  16  ^scootirmana^  dal  Po^i 
|POtrebbero  né  memrun  pelo  star  sopra  di^  quelle  inalzate?" 

Le  pianare  vastissime  ,  che  da  questi  quattro  »  e  più  piedi  d'  ao- 
-qua  alzati  éopra  là  naturai  wperfioie-  delle  Talli  restane  inondate  y  e 
queHe  pia  sa'^  che  restano  nonpivrtanto^ahe*  sopra^ki  ntiova  sUpui^ 
^ie  9  che  possano  scolarsi  ,  -  ed*"  in  consegoenza-  di  M>Y#rcluo  umore 
io»betttte'a£&tlo  s' insteriUmmo»  poone  eìieno  ciliaEnarsi  di  sua  natuta 
>«llive  sterili  »  e  per  arte  prima  del  tempo  bòmtìcate  »  come  dicono» 
^Ferraresi?  o  non  pìùt^to^da  qtresta  evidente  eadntsi. >< <||ie  sempre 
iHmno  avuta  sopra  4I  Po»  chiaramente  eoncludestt  Che  (ossero^ dì  soa 
satura  fertili  »  e-  nuovamente  dall^  acque  trattenute  insterìUteP  non 
è  già  più  basso  iLA>^'di  Pirimajro  di  quel  che^gii  fosse-  ne'  ^tempi  andati^ 
mai  9  come  tut(^^li  atari  fitimr* di  pianura  *»  si  è*  alzato  di  letto  •  L^ 
pianofe  dunque ifora 'Coperte  d'acqua  inaliata»  che  hanno  tanto  de- 
clivio sopra  il  Po  inalza  Co ,  molto  maggiore  ne  avevan<>^'già  sopra  il 
jnedesimo  più  basso  9  sicché  »  qua|ido^' 1^  acque  non  stavand  più  alte 
del  Po  9  erano  discoperte  $  e  feconde  •  £  vogliono  ì  Ferraresi^  tradut* 
xe  a  diletto^  ed  Mgerdigia  9  1'  iaduftria  de'  Bolognesi  nelfe  bonificar 
adoni  9  come  troppo  intempestiw  9  alla"  quale  sono  4/dIe  nuo^^  edcre^ 
ecenze  dell'  ac^a-  neceaskati  9  per-  MStkuìre  la  pristina  feriilità  a' 
léro  terren£>  •  «     -  . 

Sé  si  leveranno  i  vii^JèntS  ritegni  alfe  vàlfì,  eisi  JasdlntiìJio  esperti 
§^  dovuti  sfoghi  9  quante  pian'Ure  già  disooperie  ora  pop%Bte  dait^ae* 

Sa 9  trattenuta*  di  nuo^o  si^souoprrrannoP  quante  si  feconderanno*? 
laute  sono  appunto  quelle  che  corrispondoifQKalla  pendènza  di  4;'  a  5. 
pusdi  in  questi  siti^^A  cosi  poco  declivio»  che  noi|  arriva  a  m<)zzo^  mi- 
gflio  per  piede  •  Ma- se  non  sv  sfogano  ia- maniera  9  che  1'*  acqua  »  olìe 
<x>ntinuamente  ci  entia,  nononTaUiia  libèn^  1'  uscitay  in  quide  altezza 
sanmi^^  necessitate  a  «^trattenersi  ?  qtial  vastità  di  paese  giornalmeote 
Sion  allagheranno  P  '  quai  pericoli  fidahnente  noor*  sovrasteranno  alla  vU 
nana  <nUà  di  Ferrara  9^  già 'di  presente  molto  iiifimoM-alk  superQcìe 
delle  valli  in  que|ta  g^isa  sostentate  P 

Sua  dunque  «fflitto^r  necessario  i^re  i  sufficiei^;!  i&gìA^  alle  valli 
laou  solo  nel  Po  9  ma^ancora  ^eUe  valli  inferiori  sino  al.  m^e»  nott 
essendo  in  alcun  modo-  spfficiente  '  il  Po-  di  Primaro  a  ricévere  tutte 
V  acque  9  che  scendono  noRe  valli  /- 

.  Avanti  la  diversione  del  'Reno  9  e  degK'aHll;  fiumi  difilla  Romagna  » 
fa  ealcolato  9  che  non  era  il>  Po  di  Pnmiiro  caldee  della  quarta  parte 
dell'  acque  ohe  penna  entrar  per  tanti  àttrf  ^fUfli  nelle  v^ili .  Veda* 
n  dunque  .•come  è  possibile  >  che  ottidi  entrandevif! 9  oltre,  tutti  quei 
canali  9  il  Reno t  e  gli  altri  fiumi  dèlia  Remaenà'9  si^jcaricù  nelle 
piene  tutta  1'^  acqua  delle  valli  nel  mare  per  r  akeo  del;  Po  4^  Pri^ 
BUM  9  per  conseguenza   quanto^  e|^  è  neiesaario'  apiire  aitai  sfoghi 


a 

safBci^nti  a  portare  al  mare  V  acque ,  ohe  |>er  tanti  canali  vi  $'  in* 
troduoonò»  quando  4)DCi>ra  ae  foisero  xinuissi  ì  fiumi  nuovamente  ìop 

«  MaisSoarjl^ai:;le  valU-dal  ^so  sovevcliiodelracqua^  sena' altra  proT« 
jviaieae^  non  vl>a8ta  ^  JH  jReno^  .da  che  abooca  nelle  valli  con  le  sue 
torbide  «  je  ^talmente  interrita  9  ohe  la  navigazione  vecchia  da  Ma^ 
Jalbi^vgo.a  Feirara  per  la  via  più  brevo9g>ef  jnancamento  ài  fondo  ai 
è  abban3Eonata9'>e  jAresa  nim  tortuosa  strada  verso  il  mare^  cho 
rkt^op|>m*Ja  lunghezza  del  viaggio .  Quesu  ancora  ^  abbassate  cho 
fossero  te  Valli  in  uguaglianza  ài  Po  àV  Primaro  •  resterebbe  in  sec- 
cori -e  sai^bbe^ 'secèfsario  |K)avarla .  per  la  via  «più  ore  ve  nel  nnovo^  in- 
tenlmento  fattovi  dsd.  Reno  •  Ojjerazione  «  ^be  più  che  volentieri  si 
iarel^  j  e  si  pronmpverebbe  con*r  istess*  i^oqua  dei"  Canal  Naviglio  > 
^  ancofa  .eoa  V  intcodujEione  Ai  quello  di  Jaìolo^^  di  Scorsnro  nel 
fiuovo  caQ^.siuo'  a  Ferrara.     /  .      ; 

lì  anatitenimento  però  di  qnes^  navigazione»  <some  ancode^  ean»- 
li  d^iidque««obiàrej(^che  corrèssero  per  le  vaiti»  sarebbe  impossibile ^ 
«ffiei^tre  Heoo  WitiiMaase  a  ^hfHmw9Ì  /  jperohè  l>en  presto  di  nuova 
con'  le.  ,f  oc^_  torbijie  i*  ìfitèrn^béi.     ,       ^ 

JStirà  dunque  ^0a4to^|iei^0sarta  la  rimozione  del  Reno  dalle  TaHit  si 
per  lo  Tnantemn^iento  deUa.<»j;KavSgaziofVD  ^  che  iiopo   V  escolazione  delle 
.va^i,  si  iCa#^|èiy>e  Tettameste  da  JVIalalbar|^  a  Pentta»  si  per  io  tf- 
beVo  es^.deir  acque  cbisure  acdle  .vitlf^  e  là  *  oom'unicaìBiotte  diqae» 
>té  tcòl  Po  div  Primarò^t/ó  Con  le  'valli  inferkuri^.  Al  cbe  y  per  aknìl  ra« 
glène,  sarebbb'  giovevo^r  U  •''Pinozfoae  ^lle^^iiltre' torbida  della  Roma- 
gna, da'  Ferraresi  proposta^  aoofò   olw  queste  ^oxk  interrissero  i  ca- 
vi, ^' le  boccbe,  neifajjnàniefa»  clfe  oggidi.:si  ved^  aver  ridice  in- 
ferito ,ji^avo.2enEaIinò^  % 
,   .Dimosttata  la  t^tàl*  necessità  d^la  rimozioneVteLReno  daHt^  valli  p 
^vedìa             '  ^*  t^^  ^i^t     -1             ^-  j         11 

.•qufi 

vertito  nelle  valli  Con  .espressa  intenzione  di^ restituirlo   in  breve  al 
prìstino  corso  ;»  fatta  l' introduzione  ^^U' acque  del  *Po  graade^  se  fos- 

.-«e'^slaip  ppssibileV^igni dettame  Idi  fagÌJE>ne^  Cjdigiastiaia  ridiiede^  dm 
per  quallk^ strada  si  cOuiihca  il  Reno  al  mare^  per  la  quale  di  pr^ 
sente 'si  condurrebbe^  se  non  fosse  auto  nelle   valli  diverótOM        i 
jge^già  n(m^  fosse  stato  divertito ,  quando  Paoque  del  Po  di  t'erra- 

rra  rìvèltaiwi^' indielrò^l  suo  corso,  e  voltarono  seco  queUa  di  laaa- 

*  (o  ài  Po^jrande  alla  StèHUaj  t'acquo  del  Reno  9  o  si  sarebbero   ri- 
toUate  a  qi|èlla  parte,* ovvero  avrebbero  eontìnaatò  il  ano  corso  nel 

:P^  di  Volano;  adunque  0  nel  Po  grande,  o  nel  Po  di  Vadano  devono 

-  rlget^abi  ì^acque  dèi  Reno  "f  cioè  per  quella  strada  1  che  prima  fiu^e- 

.  vano  ,.0 .  per  .quella  »  cbeJ4i  pr^ente  darebbero  •     . 


01  q  qù^l  laicato  4iebba  al  prep^nte  darsegli^,  che  sia  conforme  a 
che  richieda  la  nataia. J^tessa «  e  T  equità;  essendosi  il  Eeno  di- 


Ma  è  assai  più  possibile)  che  si  fossero  voltate  alla  Stellata,  ai  per 
Y  esempio  di  Panaro  ,  che  sempre  è  andato  in  compagnia  del  Reoo  » 
io  maniera  che  prima  della  diversione  negli  accidenti ,  che  volta* 
ra  Panaro  verso  la  Stellata ,  seguitavate  il  Reno ,  e  pòi  unitameli* 
te  ritornavano  verso  Ferrara»  come  anche  per  P inclinazione ,  che 
vi  ha  r  acqua  del  canal  di  Cento ,  che  sbocca  nel  Po  di  Ferrara  » 
la  quale  se  da  un  argine ,  che  attraversa  quest'  alveo  vicino  al  Bon- 
deno  non  fosse  impedita,  a  quella  volta  pure  con  Panaro  s'incammi* 
nerebbe . 

L' acque  poi ,  che  versa  Reno  nelle  rotte  dalla  parte  di  ponente , 
le  quali,  superato  anche  il  canal  di  Cento,  vanno  a  sfogarsi  per  le 
chiaviche  di  Bondeno  in  Panaro,  che  già  era  Po,  mostrano  a  bastan- 
za r inclinazione,  che  ha  Reno  a  quella  parte  di  seguitare  con  Paaar 
rq  il  Po  grande  alla  Stellata,  dove  pure  dalle  livellazioni,  è  certo, 
che  ha  il  Reno  molto  maggior  caduta,  che  non  ha  in  pari  distanza 
nelle  valli,  anzi,  se  crediamo  a  più  probabili  aupposti  delP  Argenta  » 
e  d^ altri,  tanta  ne  ha  alla  Stellata,  quanta  al  mare,  correndo  il  Po 
da  quel  termine  sino  al  mare ,  senza-,  mìnima  cadata ,  e  solo  in  virtù 
dell'impulso  precedente. 

Là  dunque  s'incamminerebbe,  rimossi  gli  argini,  che  lo  diverti* 
acono  nelle  valli ,  introdotto  che  fosse  nelP  alveo  da  cui  prima  fu  di« 
Tertito ,  sicché  là  pure ,  per  non  tenerlo  più  nello  stato  di  violenza , 
deve  lasciarsi  correre  •  A  questa  ragione  non  solo  dovrebbero  quie* 
tarsi  i  Ferraresi,  ma  anco  gli  altri.  Principi  confinanti,  non  trattando 
i  Bolognesi  di  condurre  il  Reno  per  altra  via  di  quella ,  che  avrebbe 
presa  da  se  stesso,  quando  non  fosse  stato  rimosso  dal  pristino  luogo ,  e 
siccome  se  da  se  stesso  avesse  presa  quella  volta ,  ninno  avrebbe  po« 
tnto  impedirlo ,  cosi  al  presente  non  vi  è  ragione  d' impedire  quella 
vìa ,  che  per  se  stesso  avrebbe  spianala . 

Rimettersi  il  Reno  neir  alveo  vecchio ,  chi  può  vietarlo  ?  Levisi 
r argine  al  Bondeno,  che  non  v'era  quando  fu  rimosso  il  Reno,  e 
lascisi  allora  correre  a  quella  parte ,  che  da  se  stesso  prenderà , 
chi  può  querelarsi  ? 

Non  vichvedeano  altro  i  Bolognesi,  che  rimetterlo  dove  andereb* 
he ,  se  non  fosse  stato  rimosso ,  per  rimetterlo  dove  andava  •  Non  do^ 
mandano  di  condurlo  per  l' altrui  possessioni ,  ma  per  alvei  sempre 
per  ^addietro  occupati  da'  fiumi.  E  se  varj  partiti  hanno  proposto 
per  O0nduplo  al  Po  grande ,  l' hanno  fatto  per  aiotare ,  e.  facilitare 
eoa  pia  breve  corso  V  istessa  esigenza  della  natura ,  quando  se  ne 
fossero  contentati  i  Ferraresi,  compensando  con  l'altre  utilità  U 
basino,  che  fosiev»  statì  per  avere  nell' introdarre  il  Rane,  ne"  loro 
"Coltivati  terreni. 

Goni»  daaque  aoo  ai  mddssfiuio  4ella  varietà  dn'  pmposti  Hevnné.^ 


amplifieuido  inconvenienti ,  che  ne  riralterebbero  P  Vit  sé ,  chia- 
dansi  l' orecchie  ad  o^i  altro  partito  »  che  a  questo  di  lasciar  correr 
il  Reno,  dove  pet  se  stesso  (tolti  gì' impedimenti ^  correrebbe»  così 
a'  adempiranno  i  voti  de'  Bolognesi  »  così  si  eseguiranno   i   brevi  di 


,  eseguiranno „ 

tanti  fonimi   Pontefici ,  cosi  finalmente  si  leveranno  gli  attacchi  ^de' 
litigi  9^y  occasione  di  tante  querele  ai  Ferraresi  » 

Forse  i  Ferraresi  stretti  da  questa  ragione»  per  escluderla»  inata« 
ranno  »  che  si  scavi  l' alveo  di  Primaro  »  per  introdurvi  V  acque  del 
Po  grande  »  e  restituire  fa  navigazione  »  e  poi  vi  s' introduca  il  Re* 
no  »  conferme  la  bolla  di  Clemente  Ottavo .  Al  che  si  risponderà  »  che 
concesso  »  essere  tale  introduaione  possibile  »  la  quale  però  è  stata 
dimostrata  impossibile  dallo  stesso  Aleotti,  jierito  eruditissimo  de'  Fer- 
raresi »  e  per  tale  approvato  da  tutti  gli  altri  T>erìtì  »  mandati  da  Ro« 
ma  a  quest'  effetto  »  e  per  tale  supposta  da'  Poutefici  stessi  »  che  bau* 
no  ordinato  la  condotta  del  Reno  al  Po  grande»  senza  far  più  men*' 
zione  dell' escavazione^  del  Po  di  Primaro»  e  di  nuovo ,  con  ragioni 
a  parte»  si  dimostrerà  essere  impresa  almeno  d'incertissima  rìoBoita» 
di  spesa  intollerabile  »  ed  impossibile  a  mantenere  •  Gessa  nondimeno» 
la  necessità  di  tenere  al  presente  nelle  valli  il  Reno»  sino  che  sia 
fatta  1' escavazione  del  Po  di  Primaro»  perchè  potendosi  voltare  alla 
Stellata  non  porterà  le  sue  acque  nel  Po  di  Primaro»  come  fa  di 
presente  »  anzi  darà  comodità  di  scavarlo  da  Ferrara  sino  al  mare  »  il 
che  non  si  potrebbe  fare  adesso  senza  rimoverlo»  mentre  manda  di 
presente  le   sue  acque  in  Primaro» 

Voltisi  dunque  prima  Reno  alla  Stellata  »  e  poi  si  faccia  quell'  e- 
soavazione  del  Po  di  Primaro»  che  più  piace  »  indi  voltisi  il  corso  al 
Reno  »  se  sarà  allora  giudicato  espediente  »  e  si  continui  poi  lo  sca« 
vamento  del  Po  di  Ferrara  sino  alla  Stellata»  per  introdurvi  quella 
parte  del  Po  grande  »  che  basta  alla  pretesa  navigazione . 

Certamente»  se  a'  tempi  di  Clemente  Otta vo < fosse  andate  il  Reno 
alla  Stellata  9  o  fosse  stato  creduto  possibile  il  voltarvelo,  si  avrebbe 
avuto  questo  per  miglior  partito»  per  dar  comodità  all' esoavazione 
del  Po  di  Primaro»  che  voltarlo  nelle  valli. 

Gessando  dunque  il  motiva»  per  cui  vi  tu  rivoltato  »  deve  ora  le- 
varsene» anzi  mentre  lo  stesso  nume»  per  cui  fu  voltato  nelle  valli» 
vien  meglio  effettuato  con  voltarlo  alla  Stellata  »  colà  anco  a  fine  del- 
l' escavazione  del  Po  di  Primaro  deve  rivoltarsi  ;  vedano  adunque  i 
Ferraresi ,  che  mentre  fanone  instanza  »  che  sia  escavato  Primaro  »  m 
mettono  in  necessità  di  voltar  Reno  alla  Stellati  »  almeno  intanto  che 
si  faccia  la  richiesta*  eseavazione  * 

«  À^  vipieghi  »  che  ^propongono  i  Ferraresi  »  come  concernenti  alla 
stravagante  diversione  »  che  disegnerebbero  di  far  nelle  valli  »  non  si 
devono  altre  risposte  ^  che   questa  ia  generale  »  ohe  essendo  quelli 


/ 


/^ 


/ 


ir 

I 

br^natì  ad  un  fine  direttamente  opposto  a  quello»  che  abbiamo  d!« 
'mostrato  richieder  la  natura  is tessa»  l'equità»  e  il  pubblico  bene» 
non  vi  è  occasione  d' applicarvi  • 

Quanto  poi  appartiene  ad  altri  partiti  »  che  sieno  almeno  indiffe* 
renti»  e  che  non  ripugnino  al  pubblico  bene^  non  saranno  mai  i  Bo« 
lognesi  »  purché  conseguiscatio  il  loro  intento  »  per  farli  minima  op- 
posizione. 

Onde  rimosso  dalle  valli  il  Reno  seco  acconsentano ,  che  s'  aprano 
«foghi  di  valle  in  valle  sino  al  mare»  e  si  conducano  direttamente  i 
fiumi  delia  Romagna  pure  al  mare;  poiché  in  efSetto  ques-te  proposi- 
zioni sono  concernenti  al  ben  pubblico  »  a  cui  l' istanze  de'  Bolognesi 
aono  unicamente  ordinate^ 


ORIGINE  DELLE  MUTAZIONI  DEL  RENO. 


A 


vanti  ogoi  convenzione  fra  i  Duchi  di  Ferrara  ,  e  i  Bolognesi 
lì  Reno  andava  ad  unirsi  con  Panaro  al  Finale  »  e  con  esso  entrava  ia 
Po  al  Bondeno.  \  Anno  ^54^.  Biondo  Italia  illustrata  )  .  ' 

Dividevasi  allora  il  Po  alla  Stellata  in  due  rami ,  (  Domenico  Ma* 
Ha  Geografico  )  il  destro  che  era  il  jHincipale»  veniva  al  Bondeno  »  ove 
ricevuti  Panaro»  e  Reno  seguiva  indiviso  sino  a  Ferrara»  da  cui  pi- 
gliava il  nome  »  ed  ivi  alla  punta  di  S.  Gioifffio  in  due  gran  rami  di 
Frimaro  »  e  di  Volano  «i  divideva .  (  Sardi  Jst.  Ferr.  )  L'  espansipnt 
di  Prìmaro  ibrmavatio  le  valli  a  destra  »  per  mezzo  delle  quali  ri- 
•ceveva  gli  altri  fiumi  del  Bolognese  »  e  della  Romagna  fino  al  Lamo« 
ne  •  (  Pigna  Tst*  Estense  )  • 

Né  mancavano  diramazioni  al  Po  di  Volano  »  come  ^ra  quella  del 
Vergìnese  ,  che  metteva  €apo  nelle  valK  di  Gomacchio  • 

Il  ramro  sinistro ,  che  partiva  dalla  Stellata  verso  il  Lago  scure  »  e 
quello  »  a  cui  oggidì  tutto  si  riduce  il  Po  grande  »  che  seguita  indiw 
tìso  sino  alla  punta  d'Ariano.  Questo  ramo,  che  oggi  è  tutto  il  tron- 
te  del  Po  »  gì  istorici  Ferraresi  (  Sardi  ,  Pigna  »  Leandro  )  non  lo 
£inoo  più  antico  di  cinque,  secoli ,  attribuendone  P  origino  alla  rotta 
procurata  da  un  certo  'Sicardo  di  Figarolo  coatro  i  Ruinesi  »  per  cai 
portatosi  per  via  più  breve  »  e  libera  dagP  incontri  d'  altri  fiumi .  al 
mare  »  a  poco  a  poco  dilatandosi  »  e  profondandosi  sia  finalmente  arri* 
vate  alla  capacità  di  tutte  P  acqua  di  Loaibardia  »  delle  quali  da  prin» 
cipio  portava  solamente  una  parte. 

Sono  due  aecpli  »  che  cominciò  a  Tederai  imminente  la  rìdusioìne 
del  Po  al  solo  ramo  sinistro»  cominciando  a  sminuirsi  sensibilmente 
il  ramo  di  Ferrara  »  dal  che  temevasi  ^  come  poi  irreparabilmente  è 
successa»  la  perdita  della  navigazione  reale  deua  Lombardia  alle  ma? 
ra  della  città  di^ Ferrara, 


la 


*  Di  questa  unione  di  tntto  il  Po  nel  solo  ramo  sinistro»  e  dell' ab» 
bundoDO  di  quello  di  Ferrara  y  ne  vennero  Rimati  colpevoli  Panaro  » 
e  Reno ,  per  entrar  nel  ramo  destro  vicino  alla  diramazione .  Il  Pa- 
naro,  come  ficme  ^  che  sin  da'  suoi  focrti  .fino  allo  sbocco  in  Po  era 
eotto  il  domìnio  del  Duca  di  Ferrara,  fa  tollerato,  lasciato  al  suo 
^uogo ,  e  permessogli  il  recapito ,  che  da  se  stesso  si  trovò  ,  anche  con 
voltare  indietro  contro  V  antica  corrente  del  Po  per  1'  alveo  da  questi 
abbandonato,  il  suo  corso.  Tutta  la  colpa  venne  addossata  al  Reno» 
fiume  Bolognese ,  quando  ancora  sboccò  da  più  lontano  dalla  dirama- 
zione ,  e  perciò  in  varj  tempi ,  in  varie  maniere  venne  perturbato  » 
e  lacerato,  a  fine  di  voltarlo  a  buonificare  la  Sanmnrtina. 

Agli  attentati  de'  Duchi ,  come  pregiudicìali  a'  Bolognesi  »  ^'  oppo- 
sero in  ogni  tempo  i  Sommi  Pontefici  ,  ed  in  ogni  occasione  dì  no- 
vità ,  o  portata  dall'accidente^,  o  procurata  con  arte»  per  cui  venisse 
il  Reno  a  divertirsi  dal  Po,  operarono  che  vi  fosse  rimesso,  benché 
ciò  non  seguisse  sempre  per  le  medesime  vie ,  ma  per  diverse ,  se* 
condo  le  convenzioni  fatte  in  varj  tempi  fra  le  parti ,  avendo  sempre 
operato  i  Duchi  d'accostarlo  ogni  volta  più  alla  Sanmartina  ;  final- 
mente fatto  sboccare  a  Po  rotto ,  quattro  miglia  sopra  Ferrara ,  mai 
più  non  consentirono  i  Bolognesi ,  che  ne  fosse  rimosso ,  ancorché 
quasi  per  un  secolo  intiero  lo  procurassero  i  Ducbi  » 

Devoluto  alla  Santa  Sede  lo  stato  di  Ferrara,  ottennero  finalmente 
j  Ferraresi,  che  fosse  divertito  il  Reno  nella  Sanmartina,  fico  a  tan- 
to che  si  facesse  1'  escava^ione  del  Po  per  ricondnrb  a  Ferrara,  ope- 
ra allora  stimata  riuscibile  ,  e  di  breve  tempo.  L'  opera  tentata  non 
solo  non  dieHe  mai  speranza  di  riuscita,  ma  sempre  più  con  1' ope^ 
razioni  si  difiBcoltò  ;  onde  i  Bolognesi  cominciarono  a  proporre  il  re- 
capito del  Reno  in  Po  grande ,  alla  qual  proposizione  opposero  i  Fer- 
raresi l' instanza  del  proseguimento  dell' escavazione  per  introduzio- 
he  nel  Po.  - 

Dopo  molte  visite  de'  conup^issar]  Apostolici  fatte  con  gran  conten- 
zioni delle  parti ,  e.  senza  .alcuna  conclusione,  finalmente  Monsignor 
Corsini ,  specialmente  deputato  a  questo  interesse  ,  pronunziò  per  la 
diversione  del  Reno  in  Po  grande,  e  dalla  Santità  di  Urbano  Vili, 
per  breve  ne  venne  ordinata  l' esecuzione ,  che  poi  non  seguì . 

In- tanto  il  Reno,  sempre  più  imprigionato  da'  signori  Ferraresi 
«nehe  con  la  ebìnsa  delle  bocche  assegnategli  in  Po  »  cagiona  imo^i- 
senti  danni  al  Bolognese  »  e  Ferrarese ,  '  e  niinaocia  di  peggio  :  onde 
linovando  i  Bologneu  l' istanze ,  viene  dalla  Santità  di  Nostro  Signo* 
sre  ordinata  la  visita  .  principiata  con  la  sopraintendenza  del  signor 
Cardinal  Borromei  >  e  terminata  ora  sotto  l' Eminentiss.  Bandinelli  • 


i3 


SERIE  DE'  NEGOZIATI  DI  DUE  SECOLI  PER 
L' INTERESSE  DEL  RENO . 


J^  anno  1460.  avendo  il  Reno  rotti  gli  argini  a  Cento  con  gran 
danno  del  Bolognese,  e  Ferrarese,  né  curando  il  Duca  Borso  di  ri- 
metterlo in  Po,  ne  vien  sollecitato  dalla  Santità  di  Pio  IL  e  dal  Car-* 
d'male  Vescovo  di  Bologna ,  Signori  di  Cento ,  e  della  Pieve ,  oltre 
r instanze  de'  Bolognesi* 

Deputato  per  Commissario  a  trovar  maniera  di  recapitare  il  Reno  il 
Conte  Paolo  Cortabile  Giudice  de'  Savi,  che  con  commissarj  Bolo* 
^nesì  visita  più  volte  tutti  i  luoghi,  e  finalmente  vien  mandato  am- 
basciatore a  Cento  al  Cardinal  Vescovo ,  ove  i  Bolognesi  mandano 
per  commissario  Giovanni  Gaidotti,  e  di  nuovo  visitati  i  luoghi, 
convengono  nella  strada  di  mandar  Reno  in  Po.  L'alveo  assegnatogli 
passava  alla  torre  di  Canoli ,  eh'  era  vicina  al  Finale  ,  ed  alla  Bastia , 
ora  rovinato  sul  Bondenese  ^  nel  cui  territorio  sboccava  in  Po  ;  1'  al- 
veo si  fece  di  larghezza  di  pertiche  ii.  Bolognesi,  gli  argini  di  2  e 
mezzo  ,  lo  spazio  tra  J' alveo  di  qua,  e  di  là   dall'  argine  pertiche  4* 

Di  nuovo  il  Reno  rompendo  entra  nella  Sanmartina,  e  per  bonifi- 
carla il  Duca  Ercole  vi  fa  un  cavo  sino  al  Traghetto ,  ed  alzatala 
tanto  che  potè  fabbricarvi  molte  case  ,  e  poderi ,  rimette  il  Reno 
in  Po  • 

A  Po  rotto  poi,  ed  abbandonato  nella  parte  inferiore  quest'alveo 
s'apre  un'altra  bocca  in  Po  sopra  Vigarano  ,  (  i552)  la  quale  Alfon- 
so rrìmo  fa  istanza  ,  che  sia  chiusa  ,  conaentendo  alF  istanza  de'  Bo- 
lognesi ^  che  si  rimettesse  nell'alveo  vecchio  a  sboccare  in  Po,  come 
prima  ;  (  Instrom.  della  sec*  convenzione  )  là  rotta  si  piglia  a  S[»ese 
del  Duca,  e  de'  Centesì  ;  rescavazìone.  dell' alveo  vecchio  a  spese 
de'  Centesi ,  e  de'  Bplognesi  per  metà  ;  in  questa  oonvenzione  Riolo 
s'introduce  in  Reno  per  la  parte -^superiore  quattno  miglia  sotto  Bo- 
logna, il  rimanente  di.  lUolo  nella  parte  inferiore  gì:  lascia  correre 
separato  in  Po  a  Po  rottQ,  come  prima* 

.Comincia  a  mancare  a- Ferrara  sensibilmente  il  Po,  (Leandro,)  e 
già^ Panaro,  e  Reno  a  rivoltar  il  corso  verso  la  Stellata  a  ritro- 
varlo .  .     i 

Ercole  Secondo  Duca  di  Ferrara  procura  la  rotta  del  Reno  poco 
cottola  Pieve,  (i56a)  onde  viene  inondata,  e  ridotta  di  nuovo  a 
^Talle  la  Sanmartina,  Traversia,  e  RaVeda  con  altri  luoghi  vicini. 

La  Santità  di  Paolo  Terzo  manda  Monsig*  Strasoldi  a  visitare  il 
fatto ,  ed  avuta  là  Relarione  obbliga  il  Duca  a  ripigliare  a  sue  spese 
la  rotta ,  e  mantenere  nel  pristino  stato  il  Reno  * 

Ad  instanza  del  Duca  di  Ferrara  vien  mandato  da  Nostro  Signore 


N 


; 


j 


*4 

per  commisiario  a  veder  la  maniera  di  mantenere  la  fitvigasione  di 
Perrara,  Monsignor -de'  Medici  »  senza  speranza  di  riuscita* 

Alfonso  Secondo  per  mantenere  la  navigazione  di  Ferrara  ^  fa  con 
immense  spese  una  palificata  alla  Stellata,  perchè  spìnga  nel  Po  di 
Fen^ra  P  acque»  ma  senza  effetto }  -(  1 569.  Aleotti  Isl.  Ferr.  )  ondo 
ai  risolve  ìntrodurìo  per  via  d' esoavazione »  alla  quale,  con  imposi-* 
zione  di  nuove  gabelle,  Ak  principio,  ma  per  molta  diligenza  che 
'vi  faccia ,  né  meno  ha  effetto  ;  (  i  &7a.  Aleotti  Ist.  Ferr.  )  onde  dispe- 
rato affatto  del  successo,  fa  un  argine  nel  Po  al  Bondeno  ^  acciocché 
almeno  V  acque  di  Panaro ,  <e  del  Reno ,  prendano  il  corso  per  V  al- 
veo di  Volano,  debole  però  in  modo,  che  potesse  &cilmente  tagliar* 
ai  neU' escrescenze  del  V09  (1574»)  e  né  meno  aegue  P effetto,  per 
esserai  in  maniera  alzata  la  fooe ,  ohe  in  vece  di  correre  l' acqua  aU 
V  ingiù ,  volta  nel  Po  di  Venezia ,  onde  ei  tralascia  il  tutto  • 

Sono  ad  inatanza  del  Duca  Alfonso,  con  -h  soprìatendenm  di  Mon- 
signor della  Cava,  (ix57o.  visita  autentica  y)  httì  scandagli  dal  Pa 
grande  da  Lago  scuro  alla  Stellata ,  e  da'  Rami  di  Primaro ,  e  VoTa^* 
no  sino  al  mare  con  la  pianta  delle.  Talli  di  Marrara,  e  Marmorta^ 
ma  senza  conclusione,  trovandosi  in  questa  visita,  che  l'acqua  del 
fieno  corèe  verso  il  Po  grande  « 

Finalmente  il  Duca  vedendo ,.(  iSga.  ^260//},)  che  quel  poco  d'ao» 
qua,  che  veniva  dal  Reno  verso  Ferrara,  non  era  bastante   a  mante- 
nere la  navigazione  per  due  rami,  intesta  il  Po  d'Argenta  alla  punta, 
di  S.  Giorgio ,  e  riduce  Reno  in  Volano ,  per  cui  corse   sino  alla  di- 
versione nelle  vaUi  • 

Intanto  i  Veneziani  -con  nuovo  taglio  ebbreviano  il  <iorso  del  Po  i 
onde  tanto  più  s'accelera  la  riduzione  di  tutta  l'acqua  di  LombariLia 
nel  ramo  ministro ,  ed  il  totale  abbandono  del  ramo  di  Ferrara  ,  e 
fassi  l'alveo  del  Po  di  Ferrara  alveo  di  Panaro,  per  cui  va  all' in- 
dietro a  trovar  la  corrente  del  Po  alla  Stellata ,  seguendo  anche  oob 
parte  delle  sue  acque  il  Reno,  nen  easendo  ancora  tra  Panaro^  e 
neno  alcuna  intestatura  nel  Po  di  Ferrara^  per  lasciare  al  Po.,  ed  a 
Panaro  nelle  maggiori  escrescenze  del  Pò  questo  sfogo  ne'  due  rama 
di  Primaro ,  e  di  Volano ,  che  poi  daU'  eaperìenza  *4limostrato  non 
necessario ,  i  venuto  affatto  in  disuso  • 

Clemente  Vili,  ricuperata  la  città  di  Ferrara  condiscende  al- 
l' instanze  de'  Ferraresi  di  divertire  il  Reno  nella  Saomartina ,  (  i  $98. 
Bolla  ) ,  per  hr  V  escavazione  del  Po ,  manda  sei  Architetti  a  consi- 
derarne il  modo ,  i  quali  concludono  tutto  l'opposto  di  quello  si  di- 
segnava, che  si  conducessero  tutti  i  fiumi  arginati  in  Po,  ed  i  con- 
dotti si  facessero  passare  per  botte  nel  Polesine  di  S.  Giorgio  ^  ed 
approvato  il  parere  con  iscritture  stampate  da  altri  Architetti  • 

L' Aleotti  perito  Ferrarese  propone  altro  partito  ^  (  i6of  )  e  lo 


j 


-/. 


I 

jlifendev  dimoirtrando' essere  impossibile  T ititiròda^óne  del*  Po,  se  pri-* 
ma  non  si  ricapita  Reno  nel  tronco  principale  in  Po  grande»  e  ne 
insegba  il  modo  nella  difesa  stampata  in  Ferrara  • 

Il  Papa  »  seguendo  il  consiglio  del  p.'  Spernazzati  Gesuita  ,•  ordina 
la  diirersione  di^Rena  nella  Sanmartìna>  reclamando  sino  all' ultimo 
i  Bolognesi  •' 

Li  quali  si  pretende  di  mantenere  indenni  (  i6o4«  )  con^  perfezio- 
nare*  1  argine  circondario*^  della  SanmaiPtina ,  e  degli  argini  di  Cogne- 
la  Sina  a  Mavrara« 

-  Vengongli'^  assegnate  per  lo  sbocco  in  Po  la  boeca  de*  Masi,  del  Le-' 
valore»  dal  eavo  del  Duca»  ed  altre  bocche  inferiori,  ohe  sole  di 
presente  vengono  libere  •  ' 

..  L'estensione  dello  Spernazzati^  non  produce  alcanne  effetto  (i6o5.  ) 
ed  il  Reno  dalle  prime  piene  ,  rotti  gli  argini,  sommerge  i  ci^nvi* 
Cini  naesi;  del  Bolognese ,  e  Ferrarese  •    \ 

Alle  doglianze  de'  Bolognesi  si^  visitano  \  danni  prima  da  IVIonsign*^ 
Centurione  f  che  dopo  uua  lunga,  e  diligente  visita,  termina  prima 
dell' opei^azione  i  suoi  giorni. 

£•  poi  da  Monsìg*.  Gaetano  ,  («  i4o6»  )  con- 1' assistenza  degli  Amba- 
sciatori delle  partir  da'  quali  di  veduta,  e  confessione/ delle  medesi- 
me si:,  asserisce  accresciuto  il  disordine,  eia  necessità  di  provvedervi. 

Il  Gaetano  ,  fatto  Cardinale  sopraintendente  a  questo  affare,  fa  e* 
saìninare  con  lunga  visita  la  proposizione  de'  Ferraresi   di  prasegnire 

V  escavazione  del  I?o  ,^  e  de'  Bolognesi  di  condur  Reno  in^  Po  grande  • 
DelF  una,  e  dell'  altra  disegno    fansi  gli   scandagli   a   modo  delle 

parti,  che  non  conveogono*^ 

Ne  meno  altro  efletto  in  questo  particolare-  ebbe  la  visita  del  sig. 
Cardinale  Rivarola  suo  successore  (.  i6i3.  )   ' 

Onde  già  di  nuovo  anche  nel  presente  governo  disperata  l'intro* 
duzione  nel  Po,  il  Cardinale  Legato  di  Ferrara  per  questa  naviga- 
zione divertisce  dal  Po  il  Panaro ,  e  lo  volta  a  Ferrara  (  1617.  ).  Ma 
dal  Cardinal  Capponi  Soprintendente  all'acque,  si  risolve  di  voltare 
in  Po  Panaro,  e  Reno. 

Non  ha  effetto  la  rivolta  del  Reno  ,  da  nuovr  emergenti  è  distur- 
bata,  ma  solo  quella  di  Panaro,  per  cui  s'^  intesta  vicino  al  Bondeno 
il  Po  di  Ferrara  ,  ma  con  argine  debole ,  (  1622.  )  acciò  nell'  escre* 
scenze  del  Po 

V  antico  ramo 
mostrato  non  èssere  necessario. 

Monsig.  Corsini  specialmente  deputato  a  questo  interesse  (  x6siS.  ) 
dopo  una  lunga  visita  co'  Pteriti  deHe  parti,  con  P  assistenza  del  &- 
mosissimo  Castelli ,  dà  la  frua  relazione  per  l^^introdusione  di  Reno 
in  Po  alla  Stellata  |  ohe  giudica  potersi  fare  con  i5or  mila  scudi ,  e 


potesse  questi,  e  il  Panaro    avere'  il  solito   sfoga  nel- 
,  ^ìl  quale  si  è  dato ,  sin  tanta  che  1'  esperienza  ha  di- 


i6 

dalla  Santità  di  Urbano  ^II.   ne  viene  ordinata  per  Brere  1*  éaeoa* 
zione  »  (  1627.  )ja  qaale  da  nnovi  emergenti  vien  differita. 

Intanto  dal  Cardinale  Pallotta  di  nuovo  oon  autorità  Pontificia  u 
tenta  con  escavazioni  l' introduzione  del  Po  senza  successo  ;  e  per  fi- 
ne  dalla  Santità  d'  Innocenzo  X.  tiene  di  nuovo  ad  istanza  de  doIo^ 
gnesi,  agitata  questa  materia  con  gran  contenzioni  delle  parti,  senza 
risoluzione  • 

Nel  nuovo  pontificato  di  Nostro  Signore  Alessandro  VIL  i  Bolo- 
gnesi mandano  Ambasciatore  straordinario  a  Roma-  il  Marchese  Ta« 
nari  y  per  fare  instanza  della  remozione  del  Reno  dalle  valli  •  A  que- 
sta nella  prima  congregazione  de'  Cardinali  tenuta  d^  ordine  di  No- 
stro Signore  ,  oppone  il  Conte  Nigrelli  Ambasciatore  di  Ferrara  Tin- 
Stanza  dell'  escavazione  del  Po  ;  s-  intima  per  tanto  un'  altra  congre- 

f  azione  »  per  discutere  se  sia  possibile  ,  ed  utile  l' introduzione  del 
0  a  Ferrara  9  e  portate  per  V  una,  e  per  V  altra  parte  in  iscrìtto  le 
cagioni ,  e  le  repliche  9  non  esce  fuori  alcun  decreto  dalla  Sacra  Con- 
gregazione. Ma  intimata  la  terza  per  trattar  della  diversione  del  Re- 
no in  Po  grande,  intèse  le  ragioni  controverse,  e  repliche  delle  par- 
ti ,  si  decretò  la  livellazione  della  caduta  del  Reno  in  Po  gnnde ,  e 
la  perquisizione  degli  effetti  di  Panaro  introdottovi ,  da  farsi  con  la 
soprainten^enza  del  signor  Cardinale  Borromei  •  Interpostasi ,  per  cau- 
sa di  contagio,  e  d'altri  accidenti,  un  anno  di  dimora,  ottiene  in- 
tanto r  Ambascia  ter  di  Ferrara,  che  in  quest'occasione  ai  esamini  la 
caduta  del  Reno  nelle  valli ,  e  la  capaoità  di  esse  • 


H., 


>7 


MEMORIALI 


jaU  Santità  di  Nostro  Sigmon  Innocemo  X.  ed  agli  EminMiissimi 
€  Reverendissimi  Signori  Cardinali  della  Congregasdone 

delP  acque 


PER  LA  PiEMOZIONE  DEL  RENO 


Ad  istanza  del  Reggimento  di  Bologna,  e  degP  interessati 
Bolognesi  di  detto  Reno*  Dati  Tanno  i65i« 


EnUnentiésimi  ,  e  Reverendissimi  Signori  • 

,  XL  pisciato  aH'inBnita  «lemeasa,  e  rettissima  intenzione  di  No» 
atro  Signore. d^ esaudire  ultimamente  ramiVissime  instanze  fattale  di 
nnoYo  nnitamente,  e  ifel  Reggimento  di  Bologna,  e  dagristessì  in- 
teressati Bolognesi,  per  la  remozione  del  Ren<^  dalle  Talli,  col  com- 
mettere all'Eminenze  Vostre  la  disoassione,  e  deliberazione  del  dare 
al  ^etto  Reno  il  devoto  ricapito  « 

£  con   necessaria  la   remo^ione  del  Reno   dalle  valli,   che  anche 
per  giustizia  non  sì  deve  oggidì  più  negare  agli  oratori ,  e  molto  me- 
no  diifferìme  reseonzione,   sì   perchò   per   gr  interrimenti   fatti  dal 
Beno  nella  Sanmartina ,  e  nella  valle    di  Marrara ,  restano  queste  ,  e 
quella  dì  Marmorta  incapaci  delle  ano  torbide  ,  e  dell'  acque  di  tanti 
altri  fiumi,  e  condotti^  senza  lo  scolo  destinatoli  nel  Po  di  Primaro, 
più  delle  stesse   valli    alzato   di  fondo ,  e  ripieno  ;   sì  perchè  il  Reno 
medesimo ,  per  non  aver  caduta  alcuna   verso   la  valle ,   ha  perduto 
anche,  per  mi  tratto   di  dieci ,  e   più  miglia  lungi  dall'intestatura 
fatta  <k  ^Clemente  -  Ottavo ,  il  proprio  alveo ,  dimodoché   dall'  anno 
j635.  in  qua  non  è   snccessa  escrescenza   delle  sue  acque,  che  non 
abbia  causato  prima  di  portarsi  alla  valle,   o  spargimenti,  o  rotture 
negli  argini  inferiori ,  con  sommersioni  grandissime  ;  nell'  annesso  mo- 
menale   trasmesso   ultimamente  da  Nostro  Signore  all'Eminenze  Yo* 
atte  vengono  più  distintamente  rappresentate  le  cause  di  tanti  mali, 
ed  espressi  i  danni  immensi,  che  ne  risultano,  e  sovrastano  maggio- 
ri^ e  rimangono  molto  più .  giustificate  le  ragioni ,  per  le  quali  sem^ 
5 re  più  si  fa   urgente  la  necessità  di  levare  il  Reno  dalle  valli ,  e 
alle  visite  fatte  tant'anni  sono  dall' Eminentissimo  Capponi,  e  dalla 

i>uona  memoria  di  MoMignor  Gorsim ,  e  dalla  relazione ,  ohe  no  feod 
.  3 


\ 


16 


Monsignor  me Jetimcs  <^hB  a^  tal  efiotto  fi  esftifoo  nIP  Eminensr  To- 
stre,  come  anche  da?  Brevi  concessi  »  pw  introdurlo  nel  Po  grande  » 
da  Greaorio  XV.  ed  Urbano  Vili,  di  Santa  memoria. 

Supplicano  però,  umilmente  V  Eminente  Vostre  gli  Oratori  suddetti 
al  voler  benignamente  secondar  la  Santa  mente  di  Nostro^  Signore  ia 
concederli ,  e  decretare  la  detta  remozione   del   Beno  dalle   valli ,  ia 

Jjuel  modo  9  che  dalla   somma  loro   prudenza    verrà   determinato  più' 
unibile,  meno  dispendioso,  più  giovevofe  a  tutti,  e  meno  dannoso 
anche  agi'  istessi  Signori  Ferraresi .  €lhe  il  tutto ,  ec.  Quaa.  Deus-,,  eo^ 


BEATISSIUrO  PADRE-. 


E 


u  supplicata  umilmente  Vostra  Santità,  dal  Reggimento  di  Bolo-^ 
gna  dell'  anno  u64S»  per  la  remozione  del  Reno  dalle  valli  di  Marra^ 
ra ,  a  fine  d' introdurlo  nel  Po.  di  Lombardia ,  secondo  li  Brevi  altre 
Tolte  concessi  da  Gregorio  XV.  ed  Urbano  Vili,  e  si  compiacque  be- 
nignamente Vostra  Santità  di  rimetterne  la  cognizione  di  questa  sua 
umilissima  instanza  alla  Congregazione  dell'  acque ,  dalla  quale  non 
fu  pigliata  alcuna  risoluzione;  cappreseiHa  però  il  Reggimento  alla 
Santità.  Vostra^  le  stesse  eause  ,  che  allora  furono  dedotte  nella  sud- 
detta Congregazione  per  motivo  sufficiente  al  doversi  concedere  la 
detta  remozione  ;  e  perchè  si  rende  giornalmente  viepiù  urgente  la 
necessità  di  provvedere  a  tante  miserie ,,  supplica  aache  umilmente  la 
Santità  Vostra  per  la  necessaria  determinazione  •- 

Le  cause  suddette  sono-,  che  col  pretesto  dipanare  li  terreni  dalla 
deatra  del  Po  di  Ferrara,  e  di  Primaro,  e  di  preservare  quelli  da  sio* 
nistra,  e  ricondurre  una  parte  del  Po  di  Lombardia,  per  restituire 
la.  navigazione*  perduta  alla  città  di  Ferrara-,  contro  il  naturai  corso 
del  fiume  Reno  nel  Po^  come  si  ha  dalle  più  antiche  tradizioni ,  ed 
istorie,  e  contro  le  convenzioni  fra  la  città  di  Bologna^  e  li. Duchi «^ 
e  comune  di  Ferrara ,  e  contro  parimente  a  molti  Decreti',  e  Brevi 
de^  Sommi  Pontefici.,  e  particolarmente  di  Paolo  Terzo,  dopo  aver 
que&ti  ocularmente  di  persona  veduti  li  fatti,  fu  dell'anno  1604* 
voltato  il  corso  del  medesimo  Reno- ad  tempus  nella  Sanmartina» 
senza  la  precedente  esecuzione  della  mente  di  Clemente  VIIL  Sommo 
Pontefice,  a  fine  di  escavare  Inalveo  del  Po  di  Primaro,  e  di  Vola^ 
no ,  e  renderli  capaci,  della  nuova  introduzione  del  Po  di  Lombardia» 
e  del  Reno  ,  e  degli  altri  soliti  torrenti,  la  qiiale  escavaeione  fu  sup- 
posta opera  di  pochi  mesi ,  e  spesa  dì  poche  migliaia  di  scudi.  Que- 
8ta  dopo  il  corso  di  4^».  anni ,  e  molte  prove  ìautili  ,  e  dannose,  ooa 
dispendio  di  molte  centinaia  di  migliaia  di  scodi  cavati  da'  poveri 
auadiU  della  Santa  Sede ,.  rimane  anche  senza  efietto  aloono.  j  e  per 


'9 

éOMegoedza  T  impossibilifà  déna>*ntmtà'iiitròda2Ìofte  di  patte  de)  Por 
resta  dal  snoceaso  atesso  comprobata.. 

Fu  fiitto  alla  Sanmartina  ,  in  occaaioiìe  della  detta  diveraoue  del 
Seno ,  un  argine  oircoDdario^  acciò  lo  stesio  Reno  non  inondasse  i 
terreni  superiori ,  e  non  entrasse  nelle  -valli  «di  Marrara ,  del  Poggio  5 
e  di  Malalbergo  9  «a  per  dar  esito  all'acqne  di  Ini  chiarificate  nella 
Sanmartina,  furono  aperte  sopra  la  punta  di  S.  Giorgio  due  bocche 
seir  akee  del  Po  di  Ferrara,  nna  detta  de' Gappiicoini ,  e  l'altra  de' 
Masi ,  e  ^otlo  la  medesima  tpuiita  fu  aperta  nell'  alveo  di  Primato 
r  altra. detta  del  Levalor^  ,  escavando  anche  il  cavo  di  Marrara  ,  o 
vogliamo  del  Duca.,  acciò  per  tante  bocche  ai  spianassero  l'acque 
della  Sanmartina^  ma  peif  occasione  del  Panaro  condotto  a  Ferrara 
dal  signor  Cardinal  Sei^ra  ,  contro  ^l'istanze  de'  Bolognesi,  fu  con  ar- 
^ne  tirato  daUa  punta  di  Prtmaro  alla  destra  del  Po  di  Ferrara ,  ^ 
aduso  il  i)orso  delle  bocche  de'  Cappuccini,  e  de'  Masi  fri  loro^desti-^ 
nato  alveo  del  Po  di  Ferrara ,  e  perciò  in  breve  tempo  rimasero  in- 
territe., e  serrate^  massi  me  .000  1'  aiuto  delle  torbide  del  Panaro,  al 
quale,  nelle  sue  maggiori  escreaeeace  furono  da'  signori  Fenraresi  da« 
ti  ^più  volte  diversi  tagli  per  isfogo  della  Sanmartina  « 

È  successo  dunque,  che  per  tal  deposizione  del  Reno,  e  per  im- 
peto delle  sue  acque  non  ^esd  d«U'  argine  circondario  della  Sanmar- 
tina apparenza  di  vestigio  aloaao  ;  onde  il  Reno ,  contro  il  promesse 
dagli  Autori  della  sua  diversione  ,  scorte  neUe  valli  del  Poggio,  e  da 
quelle  cade  in  Marrara,  avendo  interrito  il  cavo -suddetto  del  Duca, 
e  moU'  altri  siti  più  profondi ,  iui  mòdo  che  portandosi  esso  più  in* 
sanzi  ,  quanto  più  si  eleva  ^on  le*  avie  deposizioni ,  e  con  la  mole 
delle  sue  acque  aelle  valli  iocapaoi  ^  arnva  ad  apportar  gran  Tuinc 
lungi  dalla  sua  diversione  in  paese  spaziosissimo ,  con  perdita  comu- 
oe,  e  danno  di  Santa  chiesa,  e  per  quella -conceivie  il  solo  -interesse 
de'  Bolognesi ,  ne  seguono  a  danno  loto  i  maH  ,  òhe  qua  sotto  breve- 
mente si  iiccennano^ 

Per  essere  la  valle  di  Marrara  liioapaoe  jdeU'aeque  di  due  torrenti,  ' 
oìoà  del  Reno,  e  •di  Savona;»  e* 'per  gl'interrimenti  dì  già  fatti,.^ 
QOD  avere  aoolo^  se  non  penosissimo,  ad  arbitrio  de'  eìgnori  Ferrare* 
ai ,  nel   suddetto  Po  di   Brimaro  ,   rsguiagkaBO  V  acque  .  d^l'  uno , 


nguiagHaBo  1'  acque  .  doti  uno ,  /& 
àfiìV  altro  1y>rrente  ne'  <be»i  •uperioii  adiaoepti  a  detta  valle  ,  per  uu 
tratto  però  di  otto  in  .dieci  mìflìa  di.aopsa  di  quella,  e  maggiamen- 
te si  dilatano  oggi ,  mentre  corre  sregolato  il  Reno  alla  destra  di  set- 
to daUa  <9>Dfina  Ferrarese,  attravérsaada  a  linea  retta  il  Rielo,  a 
Soorauno ,  seoli,  prìnoip^lissimi  del  terrìtodo  Sqjognese ,  ìb  4aiodo,  che 
impediti  in. oltre  àéle  torbide  del  Rodo  |;li>altrì  sooH  del  Soorsurolo 
dellq  Galcasrate.,  e  4a  gnett»  .di  Sanr (oa  §k  seeli  della  Loi^na ,  e  del- 
(iiijl^iw»  teridieaaiettte  air  piòi  nppireBentan  ^  «he  ttan  «téraa  parte 


#ella  piairan  del  territorio  Bologoete  retti  ^  o  per  V  inoodanmii 
detto  rigurgito  »  o  ber  la  difficoltà  degli  scoli  ^  poo9  meno',  «he  in* 
frottaosa  ,  o  notabilmente  fommeim  r 

U  torrente  suddetto  di  Ssvena  ^  eom»  attrarersato  dal  Reno  9  po-^ 
pbe  volte  conduce  felicemente  le  tue  torbide  nella  dette  valle  y  obe 
non  infondi  prima  le  cainpagne  p  rompendo  gli  argini  or  dall'  una ,  or 
dair altra  parte» 

La  navigazione  ,  cbe  dal  canal  Njivìglio  di  Bologna  per  le  Talli  di 
Ualalbergo  per  la  Sanmartina  passava  a  Ferrara ,  benehè  fosse  gU  an- 
1^  passati  divertita  per  linea  più  lunga  di  ao.  miglia  no'  siti  più  bas- 
ai della  valle  di  Marrara  »  ora  per  la  maggior  parte  dell'  anno  per 
nuovi  interrimenti  si  rende  impraticabile  »  e  tento  più  si  perderà  af- 
fitto,  quanto  cbe  scorre  di  presente  il  Reno  a  dirittura  nella  mede- 
«ma  navigazione  ,  causaoda  replenoni  maggiori  ne'  siti  di  quella  ^  e 
fra  poco  tempo  impedirà  totelmente  la  detta  navigazione,  con  danno 
Botabilìssima  non  solo  della  città  di  Bologna ,  ma  anche  detta  Game««^ 
n  Apostolica  per  le  gabelle  di  Ferrara ,  atteso  cbe  levata  la  navi«» 
gazìone  y  o  resasi  impratìeabile ,  la  condotte  delle  merci  volgerà  il 
rao  passaggio  per  lo  steto  di  Modena  ,  o  per  altri  pani  pia  facili  ^  ^ 
meno  dispendiosi» 

.  Dai  gravami  »  e  danni  cosi  immensi ,  ai  quali  per  anni   4^.  è  stete 
aoftteposte  la  più  bella ,  e  fruttifera  parte   del  territorio   di  Bologna  r 
acne  restete  desolate  molte  cbiese   parrooebiali ,  si  sono    impoveriti 
volti  monasteri  di  religiosi  ,  e  religiose  Ve  steto   necessiteto  il  pub» 
Mico  r  per  manteniroiento  de^  snoi  citladini .,  impiegare  ogn^  anno  mot» 
te  migliaia  £  scudi  in  grani  stranterìy^  dove  per  prima  abbondava  la 
eittà  de*^  propri  ,  anche  in  sovvenimente  dei  circonvicini  ;   molte  Gt^ 
anglie  rimbìssin» ,  e  nobtfissime  si  sonq  ridette  senaa  alcun  sostente» 
mento ,   si   sono  sommerse  molte  cassine  d'  animati ,  e  spopolate  le 
terre ,.  inondate  in  gravissime  psegindBaie  ^  e  detrimento  de**  daz}  Ga» 
mirali  ,  e  danne  del  Prìncipe  stesso  ,  anzi  per  le  suddette  inonda- 
«sfioni  ,  cbe  d*^  anno  in  amia  tncoedene  mag^ori  ,  viene  impedite  ai 
enrati  V^  amminiatrare*  i  Santissimi  Sacramenti  ai  moribondi  ^  e  moltr, 
e  molti  sono  morti ,  e  mnoiono  gtomalntente  senz^  atcnn  aiuto  spiri«- 
tpale  9  coqpe  apparisce  dalle  reiasioni  ^  ed  esclann  ,  cbe  fanne  i  curzK 
ti  delle  cbiese  più  condeoe  alla  valle  j  e  tante  pia  crescono  li  dair» 
Mr  e  nmerìe  >  quante  eae  senq^  rigori^tese  V  ac^ue  nelle  partì  so* 
ptfiori.. 

'  Anri  s  obe  per  essersi  elevate  il  'fimdo  dot  Rene  in  mode  cbe  per 
^  intesruncttti.  di  qneOe  r  be  dnUa  Pieve  in  già  pevdnie  il  sue  pri« 
aso  alveo  ^  e  con  peneeissime  déefivie  si.  porte  aUe  vaiti  deittre  argU 
m  ^  cbe  étXlà  Ppte  di  lenrcnte  ptflaoolarasettte  sene  déboKssmii,^  ed 
ìm  Vfltl  lìnogna  penooteaimQs  ^  seiKe  ipAe  pereiir  evideiMnMrnto 


5 


Ipposti  al  «omlnernrsi  per  roftore  tutd  E  terreni  pia  froftifèri  dei 
comani  inferiori  del  territorio  Bolognese»  cioè  di  Sànt' Agofftrinrr 
Caliera»  Raveda  ^  Foggio  »  S.  Venapsio  »  S.  Viaoeoao,  S«  Prospero  s 
Tombe  y  S.  Alberto  r  Malalbergo»  Pégola»  Massumatioo,  Pòggetto»  e  di 
altri  «operìori  a  cpmti^  e  similmeme  ancbe  la  maggior  parte^  dei  be^ 
bì  dell  Arcivesoovato  »  e  del  Gapitola  dellis  Cattedrale  posti  nei  sad* 
detti  comaoi .  del  Foggetto  ^  Massumatico  ^  e  Saot"^  Alberto  »  come  di 
là  molti  anni  sono  ,  cbe  tatti  1  s  addetti  terreni  provano  il  danno 
ella  total  p^dita  del  benefizio  degli  scoli  ^  né  iixferìorì  a  qnieste  sona 
Id  calamità»,  ebe  provano  li  terreni  adiacenti  alla  TaHe  di  Marmorta, 
e  tant'  altri  cornimi  »  e  terre  a  qnesta  saperiori  per  Te  continue  rot* 
tare^  dell' Idice»  e  <fel  SìllarQ»  e  per  le  replevioni  causate  da  questi  ^^ 
e  dal  Sant^rno  nel  finer  della  linea  del  Po  di  Frimaro  »  ridotto  per^ 
ei2»  in  isiato'  da  molti  aqfni  sono^  di  aon  poter  ricerere  Io  scolo  deHer 
dette  Talli,  e  portar  conve  prima  Te  foro  acque  af  mare v 

Consta  dunque  restar  li  terreni  delia  destra  del   Po  maggiorm  enrte 
sommersi  »  e  non  sanati  ».  come  fu  supposto  »  né  tampoco  e  seguita  Ta 

Jreservaziene  di  guellr  della  sinistra,  perobè  la  giuuta  dell'acque 
el  Reno  cagiona  di  continuo  tale, altezza  d'acquo  neUo  valli  ,  e  nel 
Primaro»  che  quella  parte»  che  oousiste  nel  Fofesine  di  &  Giorgio  ^ 
e  nelle  valli  di  Comaccbio  non  solo  rimane  evidentemente  soggetta  ai 
pericoli  di  grandissime  rotture  ».  ma  penetrando  a  forza  del  peso^  di 
tant' acque  stagnauti  per  la  porosità  della  terra>  [»rte  di  esse  rompe 
i  condotti»  o  Doorsori  del  medesimo  Polesine»  e  li  rende  incapaci  di 
ricever  Tacque  piovane  »  onde  restano  le  campagne»  per  cagione  di 
questo  »  e  per  le  sortnre  suddette,  misen»nente  inmtilr»^  ma  toccande 
questa  parte  più  ad  ogni  altnr»^  cbe  a'  Bolognesi  »  basterà*  questo  toc-^ 
co  »  per  dar  ìndico  -della  comunicanza  del  male  ancbe  aQa  sinistrar 
della  quale  gravissime  cose  rettano  da  «considerare  «^ 
'  Alle  ragioni  snddetSe  (a  risposto  da'"  mgnori  Ferraresi  y  cbe  il  vere 
ricapito  del  Reno  sia  Final vearlo  di  valle  in  valle  verso  il  Tragbet«^ 
to  sincbé  sia  effettuata  Fintrodomone  suddetta  di  parte  del- Po  di 
«Lombardia  a  Ferrara  »  per  restituirgli  la  perduta  .navigazione  »  e  cbe 
il  dare  il  recapito  al  Reno»  o  nel  Po  suddétto>  o  nel  Po  di  Ferrara 
aia  nn  esporre  a  pericolo  dì  sommersione  y  o  di  essere  eontinnamente 
daonegi^tti  la  città  e  iortezza  fi  Ferrara  » 

^  Rep£^  però  il  Reggimento»,  cbe  li  Holoepesi  non  banno  mai  fatto 
^[qposizione  all'*  uilMdttzioàe  del .  detto  Fo  dr  Iiombardia  nel  Po  di  Fer* 
rara  »  ma  sibbe^  creAiiabi  impraticabiTe  y  eiy^e  tale  è  riuscita  per  lo 
•pacioni  wpmì\/S^  e«non'sénca  ragione  si  sono  peieitasi  y  che  siasta-^ 
«a  dedotta  solamente  pi^  uno  speciosissimo  pretesto  di  ritardar  sin''o- 
ya  tavemomoDe  del  Rene  daQe  rallt ,  itelle  quali  »  cbe  non  possa  ,  o 
dAbit  maotetottsi  ]^  Iifaigsiimste  TSL9itt»r  ber  dimostra  tt  non  esser 


«J 


tL% 


2 seste  'pm  eapaci  delle  «M  teqtie  per  gf  hiterHmmti  »  e  repl«mi^ 
tte  nella  Sanmartinn,  nel  Gomìnale » •  ed  in  tanti* altri  ^terreni  conta-' 
Si  al  ^Po  di  PrimarOy  e  lo  giustifioane  più  pienamente  le  ^Relazioni 
te,-«  dair  Eminentìsaimo  signor Claniiaale  Capponi  sin  dell' anno 
i6af  •  e  da  Monsignor  Corsini  dell*  anno  i6aS.  dalle  quali  y  dopo  ma- 
tura,  e  diligente  discussione  delli  medesimi  supposti  f  e  pretensioni 
de'  signori  Ferraresi ,  evidentemente  si  prova ,  che  pur  di  quel  tenv- 
pò  era  necessarissimo  il  rimuovere  il  Reno  dallo-  dette  Talli ,  e  dal  Po 
di  Primaro  ,  per  evitare  particolarmente  V  inondazioni  «el  Poleaina 
di  S.  Giorgio ,  e  nella  citta  di  -Comaccbio  »  corno  ^e  fu  comprovata  la 
sussistenza  di  dette  relazioni ,  e  delle  determinazioni  fatto  in  eseca-' 
sione  di  quelle  dai  suddetti  éom mi: Pontefici  Oregorio  XV.  >  od  Urba-» 
no  Vili,  dal  successo  dell'inondazione,  che  aegui  -dell'anno  1647* 
nelle  valli,  e  città  di  Comacchio  ,  e  dal  reatar  quella' parte  sempre 
più  sottoposta  a  simili,  e  maggiori  sommersioni ,. siccome  anche  non 
solo  dalle  medesime  relazioni ,  ^na  dall'  ovideBaa  del  fatto  non  men 
chiaramente  si  esclude  il  supposto  pericolo  della  città,  e  fortezza  di 
Ferrara  ,  ^poiché  se  il  Reno  «  per  le  rotture  fatte,  ed  inondazioni  cau^ 
sate  verso  la  medesima  città,  si  dell'anno  i635«  come  in  molti  altri 
susseguenti  sopra  P  intestatura  fatta  da  Clemente  Vili,  ed  ultima- 
mente ancora  non  molto  lontano  dalla  confina  Ferrarese ,  non  ha  mai 
danneggiato  la  città,  né  la  Fortezza  suddetta,  ma  è  stato  molto  faci- 
le ai  «nedesimi  signori  Ferraresi  di  dargli  il  suo  ricapito,  senz'  alcun 
danno  di  queste ,  quanto  meno  si  può  dubitare  ,  'Oke  aia  per  appor- 
tare  il  supposto  danno  ,-0  pericolo, quando  venga  ben  regolato  den- 
tro gli  argini,  secondato  il  suo  corso  naturalo,  e  gli  aìeao  dati  li 
suoi  sfoghi  opportuni  ali'  a(^casioni  di  escresoensè  maggiori,  secondo 
che  nelle  visite  passate  e  stato  divisato,  e  risoluto. 

Mentre  dunque  la  causa  di  tanti  mali  è  stato  il  rimuovere  il  Re- 
no dal  suo  antico ,  e  naturale  corso  nel  Po  ,  oome  dagli  effetti  si  co- 
nosce, sarà  anche  giustissimo  il  ritovnarvelo  per  le  vie  più  spedite-; 
£iù  facili  ,  e  meno  dispendiose,  per  sollevamento  de'  popoli.,  e^dei 
olognesi  particolarmente  più  ^danneggiati  degli  altri  bencnè  superici 
ri  di  sito . 

Da  questa  risolazione  dipende  il  sollevamento  nrima  del  territorio 
di  Ferrara ,  come  altre  volte  è  stato  "Confessato  oai  medesimi  Ferra* 
resi  Cispadani,  per  fede,  che  si  conserva  nella  segretaria  del  Reggi- 
mento  di  Bologna  ,  e  per  l' instanze  ^  che  *  nuovamente  hanno  fatto 
altri  ,  come .  più  danneggiati  dall'  inondazioni  del  medesimo  Reno  9 
e  poi  del  Bolognese,  e  di  molte  comunità  delU  £onia|^a,  poiohè 
liberato  il  Po  di  Primaro  dall'  aeqne  del  Aeno^  sarà  Mcile  il  da» 
re  i  suoi  ricapiti  alli  fiumi  di  Savena ,  IcBee ,  SftllaBO ,  e  Santeme  » 
che  come  sopra  9 .  non  meno  del  Reso  »  daaoeggiifift  ntfNattivamoftbi 


Faitnr  jmrte  AtV  Bolognese  >  trh^  comcmità  Ticìne  delh  Romagna  • 
Che  poroiò  ridondMida  la  remozione  del  Reno  dallo  yalli  in  e?i* 
diate  benefizio  delle  più  belle  parti  della  stato  Eloclesì^astica ,  e  di 
taati  sudditi  di  Vostm  SaDtUà*»  «d  in  aamento  ancora  9- per  tanti  ca- 
pi 9  delle-  rendite  della  Gsnnera  Apostolica  r-  ^on  può-  Vostra  Santità 
far  determinazione  più-  gloriosa  »  e  più  giusta  9  che  il*  comandarne 
r  esecuzione  r  come  ne  viene  dal  Reggimento  suddetto  umilmente 
iopplioata  •  Che  il  tutto  -,  eó^ 
Quam  I]iena^.ec^ 

RISPOSTA  ^  DELLA  CITTA  m  BOLOGNA 

ALLE  SCRITTURE  DATE  Dà'  SIGNORI  FERRARESI  80PRA>LA-- 
AftMOZIONE  •M:Z'  BENO  DALLE  VALLI  ^ 

jOìa  Santità  di' Nostro  Signore  Innocenzo  X.  data- V  anno  j  661^ 


ir  ropengono*  alla  Santkàr  Vostra  lì  signori  f^erraresi  l' esecnzioiie 
diel  breve  di  Clemente  VIIL  di  S.  Mem.  per  V  introduzione  d'  uaa 
parte  del  Po  di  Lombardia  nelli  due  Po  di  Vokno,  e  Primaro  ,.  co** 
me  determinazione  approvata*  dagli  altri  Sommi  Pootelìci ,  e  eome 
sommamente  utile  alla  città»,  e  territorio  di  Ferrara-,  ed  a^  tutte  le 
Provincie  danneggiate  dall'  acque  ;  si  dolgono  dei  Bolognesi ,-  che  la 
suppongano- impossibrle  a  praticarsi  >  e  che  sieno  stati  autori  delia  di- 
lazione di  tanti-  anai  in  effettuarla ,  per  non  aver  voluto  sommini-' 
girar  la  sua  parte  dell»  spesa  ;- suppongono  che  il  Reno  abbia  caduta, 
e  ricapito*  suffieiente  per  molti  anni  nelle  valli  del  Poggio  ,  e  che  lar 
sciandolo  scorrere  in  quelle  ,  danneggierebbe  terreni  di  poca  quantità, 
ed  altre  volte  ioeolti ,  e  vallivi;  esclamano,  che  per  comodità  di  po- 
chi particolaFi  interessati ,  si  voglia  imporre  il  peso,  e  nuova  servi- 
tù al  tevricorie  di  Ferrara  di  ricevere  il  Reno, ^ e  la< scola  di  tuttp 
r  acquo 'del  > contado  Bologneso.  esagerano  le  miserie ,.  che  apporte- 
rebbe alla  città')  e  territorio  di  Ferrara  l'  introdurre  il  Reno  nel  Po 
di  Lombardia ,  allegando  il  perdimento  degli  seoli ,  gV  interrimenti , 
ohe  il  medesimo 'Reno  oauserebbe  nell'  alveo^  istesso  del  Po,  e  nello 
sbocco  nel  mare  »  e-  le  rotture  ,  ed  inondazioni  continue,  che  segu^ 
rebbero  ;  oltreché  vogliono  ,  :  che  vi  fosse  necessaria  la  spesa  d' un 
milione,  e  ducento  ìnila  scudi  ^-secondo- il.  oaloolo  stabilito  nella  vi- 
sita del  Cardinale  Gaetano  •- 

£  finalmente  pretendono  ^   che-  per  questi  motivi  fosse  revocato 


*4 

r<>rAuie  dato  da  iGreèom  XV.  «  ^^fpte  PMeonzioM  li  Brenr  di 
Urltaiìo  VBI.  per  la  éetta  iatrodinBiMM  dal  Rmo  mI  Po  pMoàe . 

La  felazioae  di  JMbtiiAgndr  Gorsii»  g;io8tHioafea  ^ieBaoBimto,  é  dallli 
Tiiita  del  Signor  Gardtiìm  Ci^pponi ,  e  dalla  ana  proprìa.^^  adi»  4]Dralf 


ai  leggoao  molto  ben  di^ouMe  sol  fatto  le  «amddiette  oopeatsioni  dir  ai« 
|;tiorì  Iwteiieaaati;»  e  Periti»  cosi  Penrareai,  oome  BoiogiieM,  aoddiifà 
.anclie  .aaifficiegiteedieiite)  'O  ^con  ragiofiì  molto  Jbeu  fondate  alle  propo* 
ate ,  Jdht  nuovamente  vengono  dedotte  da*  'SigMttì  Jlerraresi  ;  ^r  oon* 
fermare  però  maggiorniei3;te  a  Voatra  JSantttà  la  gifHti«Mia  pretensio- 
ne tflej  Reggimento  di  Bologna ,  ^he  per  neoeaaita  Ji  debba  ai  presen- 
te lev;ai-i»  ;])  jReno  .dalle  Valli ,  vien  per  parte  dèi  jn^eaimo  Reggi- 
mento jattccintamente  repUcato  alle  medesime  proposte^  con  Anteporro 
a  Vostra  Sa^tiSà  la  nvera  evidenza ,  e  verità  del  fililo.» 

L' introdmnone  jdi  parte  del  Po  di  JUotnJbndaa  aetK  due  Po  di  Vo- 
lano, e  Prìmaro,  nib  :meno  di  quel  tempo  jWhe  da  Clemente  VIIL  fu 
determinala ,  era  ored^ta  rinscibile ,  -e  pratioaJ3Ìle>  ma  piuttosto  « 
eojitemplazione.,  (e  «oddisfaaione  de'  signori  Ferraresi  né  £i  apedito  il 
Breve ,  «e  levato  il  Beno  dal  Po  di  Volano ,  con  fine  però  di  ritor- 
narvelo  in  breve ,  o ,  quando  fossero  .chiariti  li  signori  Ferraresi  del- 
l' imppssibilità  della  pretesa  navigazione  col  Po  grande  a  Ferrara  9 
d' inviafio  -in  qneiBli^  come  ain  d'  aHora  fu  stimato  panato  più  sicu« 
ro  {  e  questo  particolarmente  si  raaòo^e  ;da  una  lettera  òA  atgnor 
Cardinal  Piatti ,  .scritta  in  risposta  d  una  del  eigaor  Cardinale  Santi 
Qnattro  (  Come  alla  particola  delia  Lettera  del  signw  Cardhud 
Piatti  scritta  al  signor  Cardinal  Santi  Quattro  ) ,  e  Viea  taAto  jnù 
confeitnato  da  reclami  che  nella  visita   del  ai^nor   Cardinal  Gaetanro 

=anità  4IÌ  Ravenna ,  d' Imola ,  dì  Logo ,   di 


del  .161.0^  ne  lecevo  le  conHinii 

Bagnacavàllo  9  di  Foei^nano,  della  JMfassa,  diConseItce,  d'  Argenta  »  o 
4di  tutto  il  Polesine  di  S.  Giorgio,  dannando  la  anddetta  introduzio- 
ne del  Po  grande,  come  periCMosissima ^  noeiva»  e  totalmente  inuti- 
le {  Còme  alla  protesta  fatta  da  queste  .comunità  )  «  Gli  ateasi  siano- 
li Ferraresi  la  .conobbero  per  tale  9  mentre  deposto  il  pensiero  dell'  e- 
aecnzìone  del  Breve  di  Clemente  Vili,  per  io  «tesso  alveo,  per  U 
quale  dovevano  introdurre  il  Po  grande ,  portarono  a  Ferrara  il  Pana- 
ro ,  che  li  pose  In  tali  angnstie  la  città ,  ed  il  meglio  del  loro  ter- 
ritorio., cbe  stimarono  maggior  lor  benefizio  il  doversene  ben  subita- 
mente pri^vare,  e  ritornarlo  nel  Po  grande. 

£  mentre  Io  stesso  Po  grande  daHa  Stellata  9  di  dove  dovrebbe  por* 
tarsi  per  il  Po  di  Volano  ,  e  di  Primaro  al  mare ,  in  un  tratto  di 
aettanta  ^  e  più  miglia  non  vi  ba  caduta  immaginabile  ;  dopoché  pro^ 
fondatosi  maggiormente  verso  Figarolo,  ha  sregolato  l'equiHbrio  di 
qualunque  pendenza  verso  li  detti  Po  di  Volano ,  e  Primaro ,  e  so* 
guitando  la  linea  più  breve  >  e  suo  maggior  declivio  »  drizza  il  suo 


-^ 


* 

UOMO  al  mare»  ansi  per  le  medesime,  caoae  abbancloiia  T  aWeo  d' A- 
riaDo  ;  eTidentemente  appare  l' impoiBibilità  della  ffeteta  introdazio-i 
ne  del  Po  grande ,  dal^che  Tiene  almeno  scutata  T  opinione  de'  Bolo-  ' 
gnesi,  che  la  stimano  tale;  e  si  fa  molto  più  considerabile  T  esporsi 
a  tale  operazione ,  per  la  quale  deve  attendersi  lo  stato  presente  deU 
le  pendenze  e  non  quellode'  tempi  passati  • 

£  sebbene  dal  signor  Cardinal  Palletta ,  in  Teoe  di  dare  esecozìo- 
ne  al  breve  di  Clemente  ViH.  per  V  introduzione  del  Po  grande  per 
li  due  Po  di  Primaro  /  e  Volano  »  fu  giudicato  potersi  introdurre  al- 
meno per  il  Po  di  Volano  tant'  acqua  del  Po  gclnde,  che  fosse  ba- 
stante ad  una  competente  navigazione,  ed  al  portare  anche  il  Reno 
al  mare ,  quando  dopo  il  corso  di  molti  anni  si  fosse  profondato  lo 
stesso  alveo  di  Volano ,  senz*  alcuna  ragione  però  si  dolgono  li  signo- 
ri Ferraresi ,  che  li  Bolognesi  non  volessero  contribuire  a  questa  spe- 
sa ,  poiché  non  ne  fu  fatta  smì  tale  istanza ,  anzi ,  ehe  li  signori  Fer- 
raresi non  vi  cooperarono  pomo  ^  lasciandone  la  potale  inoumbenzà  al- 
lo stesso  signor  Uardinale ,  quale ,  per  la  continua  assistenza  ,  ed  as« 
sidue  fatiche  vi  ebbe  a  lasciar  la  vita  »  e  la  apcM  fa  fatta  di  un  asse- 
gnamento 9  ehe  sua  Eminenza  gli  ottenne  da  Urbano  VIIL  sopra  la 
gabella  della  Macina  di  i  a.  mila  scadi  P  anno ,  quale  dipw  fu  conver- 
tito in  altre  occorrenze  della  città-  non  applicando  lisigaorì  Ferrarési 

alla  cost!luias(it>ne  di  tale  -escavazìone ,  forse  per  le  difficoltà ,  prove-  \ 

ditte  f  led-ancòntrate  nel  petfezionada  come  dall'  evento  si  manifesta  ^ 
essendo  ridotto  ouelP  alveo  in  molto  poziore  stato  di  prima  « 

Il  supposto  de  signori  jPerraresi  »  che  il  Reno  abbia  caduta^  e  pos« 
sa  aver  ricetto  nelle  valli  del  Poggio  y  senza  danno  notabile ,  n<Hi  si 
Terifica  VCL  fatto  >  poiché  »  ae  il  Reno  avesse  caduta  nelle  valli  sud- 
dette ;  vi  scorrerebbe  con  velocità  »  né  per  mancanza  di  moto  afase- 
irebbeil  fondo  del  suo ^ alveo»  non  causerebbe  interrimenti,  e  non 
apporterebbe  rotture,  ^e  per  lo  più  proveng^mo  dal  sormontar  gli 
argini,  per  non  aver  il  dovuto  declivio  verso  la  medesima  valle  del 

Poggio  •  Che  ià  questa  non  yi^abbia  recq>ito  biute vole,  si  vede    pa-  ^ 

tenteosente ,  quando  che  dopo  aver  interrita  la  maggior  parte  del- 
la stessa  valle  si  porta  in  quella  di  Malalbèrgo ,  anzi  per  tutta  la  val- 
le di  Marrara ,  ed  unite  con  P  acque  di  Savena  nelle  loro  escrescenze 
unisse  questa  alla  ..valle  di  Muremorto,  e  tutte  insieme  non  sono  suf- 
ficiente vaso  alle  di  lui  acque ,  e  degli  altri  fiumi ,  ma  col  loro  n- 
^giirgito  inondano  paesi  immensi  ne'  terreni  sunericiri  lungi  dalle  ^ det- 
te valli,  dieci  e  dodici  miglia  per.  un  tratto  di  quaranta  e  più  mi- 
glia di  lunghezza* 

E  perciò  non  può  dira  ^  che  il  lasciare  il  ^eno  nelle  valli  non  ap- 
porti danni  considerabili,  poseiachè  lasciando,  che  le  valli  suddette 
sono  conca,  e  rioelto  dato  dalla  natuint  per  isoole  dell' acque  chiare 

4 


• 


^ 


a6 

di  tatto  il  .territorio  Bolognese  ,  e  che  sarebbe  pemioiosissimo  il  peri^ 
dere  per  gì'  interipmenti  del  Reno,  il  beneficio  degli  scoli ,  hanno  espo- 
sto a  vostra  Santità  i  signori  Ferraresi  danneggiati  dalP  acque  del  Re* 
no ,  ohe  per  l' iptroduzione  di  questo  nelle  yalli  si  sono  resi  boschi- 
vi,  e  vallivi  nel  loro  territorio  ,  terreni   per  prima    lavorativi  per  la 

Snantìtà  di  seimila  moggia ,  che  sono  tornatnre  60  mila ,  e  con  pei^ 
ita  di  aonna  rendita  di   scudi    90  mila  ,  come   costa    dal   Memoriate 
sottoscritto  da  moltissimi  Ferraresi  9  esistente  appresso  Monsig.   Fren- 
finetli  nella  sna  segreteria ,  (  Come  nella  copia  del  memoriale  dato  dcfi 
signori  Ferraresi  a  f)0stra  Santità  •  )  e  dal    comparto    fatto   del    1 6%x 
d'  ordine  del  signor  Cardinal  Capponi ,  per  la  spesa   della  remozione 
del  Reno,  si  prova  manifestamente,  che  nel  territorio  Bolognese    si- 
BO  di  quel  tempo  erano  danneggiate   tornature    217  mila  di    terre    al- 
tre >  volte  fruttifere  ,  per  lo  che  restava  dìrainnita  la   raccolta  un  ^n* 
BO  per  V  altro  dr  corbe    90  mila   di  frumento ,  oltre    le    desolazioni 
di  tanti  edificj  ,  la  mancanza  di  tante    (essine  d'animali^   la    perdita 
4dellu  navigazione  tra  Ferrara  ^  e  Bologna  ,  il  pericolo  di    nuova   som- 
mersione, al  quale  restano  esposta  la  città,   e    valle  di   Gomacohio  ^ 
V  abbaodonamenlo  di  tante  terre ,  e  gli  altri  danni   immensi   rappre- 
aentati  piò  diffusamente  nel  primo  Mlemoriale,  che  jtampato  fu  esibito 
alla  Santità  Vostra ,  e  nella  scrittura  ultimamente  data  del  sig.  Gior- 
gio Rivellini  ;  sicché  non  devono  li  signori  Ferraresi  considerar   sola-^ 
m^nte  il  danno  de'  terreni   Bolognesi  adiacenti  allo  ripe  del  Renò  ne*. 
Comuni  inferiori,  come  altre  volte  innondati  dalP acque    del    medeai* 
mo ,  ma  si  ben  tutta  la  linea  de'  terreni ,  che  daHe  stesse   ripe   del 
Beno  sino  al  confine  della  Romana  restano  bagnali ,  e  sommersi  • 

«Non  sono  dunque  giustificate  I  esclamasiooi  de'  signori  Ferraresi  j 
ohe  a  comodo  di  pochi  interessati  Bolognesi  si  tratti  di  gravare  il  lo- 
ro territorio  di  cosi  dannosa ,  e  pefrcolosa  servftu,  mentre  dalla  quan- 
tità de'  beni  sommersi,  e  da'  suddetti  danni  si  raccoglie»  che  l' in- 
teresse è  comune  a  tutti ,  o.  almeno  alla  maggior  parte  de'  partico- 
lari Boloenesi ,  e  si  fa  anche  proprio  dello  stesso  Iteggimento ,  trat- 
tandosi di  aportar  benefizio  evidentissimo  a  tutta  la  città ,  e  suo  ter- 
ritorio ;  si  può  ben  più. veridicamente  affermare,  che  l'introduzione 
del  Reno  in  Po  grande  non  possa  in  fine  apportare  pregiudizio  se 
non  a  pochi  signori  Ferraresi  (  Come  afferma  il  detto  memoriale  da» 
to  da  signori  Ferraresi  al  J.  E  perchè  9  ec*  )  i  beni  de'  quali  ,  o  ven* 
gano  intersecati  dal  nuovo  alveo  del  Reno ,  o  siano   adiacenti  alle,  ri- 

?e  del  Po  nelle  parte  superiore  alla  città,  o  situati  al  di  sotto  nel 
^desine  Ferrarese  ,  la  maggior  parte  de'  quali  sono  di  pessima  qua- 
lità ,  in  modo  che  molto  maggiore  si  rende  il  benefizio ,  che  si  fa  t? 
aignori  Ferraresi  in  preservare  i  beni  del  Polesine  di  S.  Giorgio,  ed 
asficnrare  U  beneficati  alla  deatra  del  Po  di  Primaro}  e  perciò  tatti 


r' 

I 


V 


■     a? 

questi  interessati  Pèrraresi  concorrono  con  li  Bolo^esi  a  snppKcar  n» 
nùloianie  Vostra  Santità  per  la  re^iozione  de)  Reno  dalle  iralli  ,  e  yìm 
più  di  queste  abborriscond'  ì'  ìntroddzione  (3el  Po  grande  nelli  Po  di 
Volano,  e  Priibaro ,  come  si  giustifica  per  le  continue  istanze  fatte 
da*  medesimi  (  Come  attesta  Momignor  Cófrini  nella  sua  Relazione 
al  $.  Le  quali  cose  tutte  ^  ec.  )  e  dai  suddetto  memoriale  nltiraamen- 
to  dato  a  Vostra  Santità. 

Ma  molto  più  vana  è  la  doglianza  ,  che  il  portare  il  Reno  in  Po 
grande ,  sia  un  gravare  i  signori  Ferraresi  d'  una  nuova  servitù  »  poi- 
ché per  là  situaaìone  del  loro  territorio  dalla  natura  viene  questo  ob- 
bligato al  ricever  V  acque  de)  contado  Bolognese  molt#  a  Ini  snperio* 
re  ,  ed  è  propria  natura  dell'acque  scorrere  seinpre  verso  il  suo  fi- 
ne, seguendo  la  Mx>w  .  cho  le  va  disegnando  il  suo  naturai  declivio, 
ebe  perciò  il  Reno  durante  la  padusà  ^  che  sino  all' anno  709.  si  spar- 
se verso  la  torre  dell'  OoQcllino,  cadde  sibbene  in  qaeHa,  perche 
veniva  ad  incontrarlo,  ma  di  poi  si  portò  sempre,  nel  Po  grande, 
drizzando  il  suo  corso  verso  quel  vaso ,  che  dalla  proporzione  del  sito 
della  terra  gli  veniva  destinato,  come  per  tempo  alcuno  non  ebbe 
già  inai  altro  vaso,  die  l'alveo  del  Po,  secondo  l'attestazione  di 
tntti  i  geografi  f  e  }>encbè ,  per  accidente  di  rotture  ,  molte  volte 
sìa  stato  costretto  dall'  opposizioni  de'  signori  Duchi  di  Ferrara  di^ 
vagare  per  le  campagne ,  or  da  una  parte ,  ed  or  dall'  altra ,  gli  fu 
nondimeno  dato  dagli"  stessi  Duchi  il  ricapito  nel  Po  di  Volano  dell' an» 
no  1460.  per  transazione  confermata  anche  dell'anno  rSaa,  e  furono 
'iipoi  necessitati  da  Paolo  Terzo  a  mantenervelo  dell'  anno  1542.  nò 
poterono  mai  ottenere  ,  per  molte  istanze ,  che  ne  facessero  ,  di  di- 
vertirlo nelle  vaiti ,  anziché  l' istesso  Clemente  Vili,  ohe  ne  conces* 
se  la  grazia  a'  signori  Ferraresi  ,  ordinò  nello  stesso  b!:;eve  ,  che  fat* 
te  le  necessarie  escavazioni  delli  due  Po  di  Volano  ,  e  Prlmaro  ,  si 
ritornasse  il  Reno  nel  medesimo  alveo  di  Volano  (  Che  il  Meno  si  ri' 
tomi  nel  Po  di  Filano  fatta  V  escavazione  di  questi  ,  e  di  Primaro , 
lo  dispone  il  breve  di  Clemente  Vili,  nel  $«  Gnm  autem  aqua  «  )  di- 
modoché non  solo  sono  tenuti  li  signori  Ferrarési  a  ricevere  il  Reno 
per  il  loro  territorio ,  e  non  ^ne  furono  liberati  da  Gleraeute  VUL 
ma  sono  maggiormente  obbligati  a  liberare  quanto  prima  li  Bologue- 
si  dalle  miserie  sostenute  per  il  corso  di  tant'anni  per  loro  colpa ,  ed 
a  loro  mera  contemplazione. 

.  Ne  si  possono  querelare  i  signori  Ferraresi   del   danno ,  che  ne  rì« 
coverebbero  i  particolari   per  il  nuovo  alveo,  .che  si  farebbe  sopra  i 

Sropri  beni ,  posciachò  nello  scandaglio  della  spesa  dell'  introduzione 
el  Reno  si  pone  la  compra  de'  suddetti  beni  ,  e  molto  meno  per 
quello,  che  riguarda  il  mantenimento  de'  nuovi  argini  peri  il  loro 
territorio ,  poichò  >  se  quando  scorreva   per  il  Po  di  Volano  per  an 


»8   . 

«ratto  di  tante  miglia ,  e  qoaado  &i  portate  nella  Sanmartioa  »  son 
(icusarooo  di  far  tale  spesa,  quattri  meno  resterebbero  ora  gravati  del 
mantenimento  di  questa  nuova  arginatura*  molto  pi  A  breve  e  di  mi- 


hanno  quella  sussistenza  in  fatto  »  che  io  apparensa  vengono  snppo« 
ate  per  molto  rilevanti»  perohò  rispetto  al  peraimeato  degli  scoli ,  cer- 
to è  >  che  portandosi  il  Reno  da  Mirabelle  alla  Stellata,  gli  scoli  de* 
beni  situati  tra  il  Reno  »  ed  il  Po  .grande  sono  Bnrana  »  il  Canale  di 
&  Bianca ,  ed  il  Canalino  di  Cento  •  n  condotto  di  Burana  »  o  si  vol- 
terebbe nello  stesso  Po  grande  »  ò  nelP  alveo  nuovo  del  Reno,  o  per 
botte  sotterranea  a  questi  seguirebbe  il  suo  solito  viaggio  •  Al  canaio 
di  Santa  Bianca  si  potrìa  lasciare  lo  stesso  sbocco,  che  di  presente 
Ila  nel  Panaro  ,  ovvero  a  questi ,  ed  al  canalino  di  Cento  si  darebbe 
Il  ricapito  neir alveo  del  medesimo  Reno»  o  per  botte  sotterranea  al 
Reno  si  porterebbono  per  P  alveo  di  Connano  verso  Ferrara  (  Lo  stes^ 
so  viene  approvato  da  Monsignor  Corsini  verso  il  fine  della  sua  relor 
^ne  nel  )•  Vengo  ora  alla  materia  degli  scoli  )  ed  avendo  il  sito  su- 
periore molta  caduta  nella  parte  inferiore  del  medesimo  alveo;  non 
ai  può  dubitare,  che  le  botti  non  sieno  per  operare  suflBioientemente 
il  suo  eiFetto:  e  quando  anche  si  levasse  l'acqua  del  canalino  di  Cen* 
to  alle  fosse  della  città  di  Ferrara,  vi  si  por-terebbe  quella  del  canal 
Navilio  di  Bologna  di  maggior  quantità  »  e  molto  più  utile  ;  siccome 
quando  si  trattasse  d*  introdurre  il  Reno  in  Po  a  Lago  scuro  ,  vi  sa- 
rebbono  egualmente  i  suoi  ricapiti  agli  scoli  de'  beni   superiori  • 

Quanto  agP  iolerrimenti ,  che  causerebbe  il  Reno  nel  Po  grande  , 
e  nello  sboccare-  in  mare»  V  esperienza  ne  dimostra  il  contrario ,  mea« 
tra  che  dalle  torbide  maggiori  di  Unti  altri  fiumi ,  non  è  mai  stato 
alterato  il  fondo  del  Po  grande  ,  e  si  vede  chiaramente  dalla  soglia 
della  chiavica  Filastrese  »  e  lo  conferma  la  ragione  >  poiché  dov^  è 
proporzione  di  declivio  >  impulso  d^  acqua  maggiore ,  e  velocità  di 
corso  ^  non  si  può  dar  luogo  alP  interrimento  ;  anziché  aggiungendovi-^ 
ai  maggior  quantità  d*  acque  >  allora  il  fiume  tanto  più  si  profonda  il 
Ietto»  arandolo  con  la  gravità  del  peso  dell'acque,  e  con  la  velocità 
del  moto  ;  né  r interrimento  pué  esser  causato  da  altro,  che  da  man- 
canza di  moto»  o  dal  restar  scoperto  il  fondo,  in  modo  che  il  Sole 
possa  assodare  la  materia  limosa  :  in  qualunque  stato ,  benché  bassis« 
Simo  si  sia  il  Po  grande  ,  non  si  pui^  negare  che  non  vi  sìa  propor- 
zione di  declivio  »  e  aufficiente  velocità  di  moto ,  e  che  non  resti 
sempre  coperto  il  suo  fondo  dall'  acque  >  deve  però  anche  concedersi» 


V 


ebe  il  Rm#  portata  ki  qfii«ll'  al?e#  non  potie  d^rre  hauinatorh» 
•  deptMieiidoIa ,  <^  questa  resti  sempre  umida ,  ia  toodiT  che  sopra v 
venendoTÌ  alouaa  escresoensa  del  Fo^  l'importo  dell'acqua  maggiore 
la  spinga 9  e  riporti  atdbito  al  mare;  cosi  16  sbocco ^irf  Po  in  mare 
resterà  sempre  più  libero  quando  il  Po  oolU  aggiunta  delF  acque  del 
Reso  si  porterà  pia  rigoroso»  e  con  maggi<Qr  impeto  in  mare»  e  te  li 
Mgnori  Ferraresi  noa  ricusano  di  ricevere  il  Reno  ner  H  Po  di  Vo* 
lano  portato,  da  una  minima  parte  del  Po  grande^,  senza  dubbio 
d' interrimento  delP  alveo  di  .volano »  e  del  suo  sbocoe  nel  ma,re ; 
molto  meno  devosu»  temere  di  tal  interrimento ,  «per  V  introduzione 
del  Reno  nel  Po  grande. 

E  quando  anche  si  dovesse  pur  fare  la  pretesa  intraduziofie  di  par* 
te  del  Po  traode  alla  Stellata  per  il  Po  di  Ferrara  »  cessa  per  le  me- 
desime  ragióni  r  obbietto  delP  interrimento  »  che  suppongoao  li  si- 
gnori Ferraresi  dover  seguire^  per  causa  del  Reno  nella  bocca  della^ 
stessa  introduzioQ  A  »  e  tanto  più»  perchè  dovendosi  fare  questa  intro- 
duroAue  nel  Po  grande  in  competente  distanza  dallo  sbocco  del  Reno 
nel  medesimo  Po»  certo  ^  è  »  che  V  acqua  del  Reno  non  verrebbe  a.  vol- 
tar tutta  per  la-  suddetta  bocca,  ma  solo  una  minima  parte  di  qud* 
la  y  dimodoché  non  si  può  dubitare  d' interrimento  nella  stessa  bocca» 
i9a  piuttosto»! che  seguisse  dalla  psrte  opposta»  dove  si  porteria  il 
Reno  con  tutto  il  suo  corpo  i  qnaodo  per6  il  Po  grandjp  abbiat  la  ca^ 
duta,  che  suppongono  i  signori  Ferraresi  verso  il  medesimo  Po  di 
Ferrara ,  sarà  impossibile  »  che  ioterrisca  l' ingresso  nell'  alveo  di  que« 
atò  9  stante  l'impeto»  col  quale  si  volterà  a  quella  parte • 
.   Le  rotture  »  e  r  inondazioni  del  Po  grande  vengono  temute  da*si« 

Sucri  Ferraresi  y  per  lo  supposto  alzamento  di  piedi  quattro  del  pelo 
eli'  acqua ,  che  verrebbe  causato  ^1  Reno  nelr  entrare  in  Po  gran- 
de quando  questa  fosse  nelle  sue  maggiori  escrescenze  f  ma  se  a  pro- 
porzione di  tal  supposto  ne  apportassero  Io  stesso  alzamento  gli  altri 
trenta ,  e  più  fiumi  »  che  entrano  in  Po  »  sarebbe  necessario  che  V  al* 
veo  di  questo  fosse  profondo  di  cento,  e  più  piedi»  e  pure  non  ha 
profondità  maggiore ,  che  di  piedi  venti  »  dal  che  evideiitemente  con* 
sta,  che  per  la  proporzione  della  larghezza  del  vaso  del  Po  grande  »  e 
per  la  velocità  del  suo  corso  »  che  si  fa  maggiore  per  V  impulso  di 
nuovo  accrescimento  d^  acque  »  si  rende  anche  insensibile  V  alzamento 
dell'  acqua  nel  Po  per  qualunque  introduzione  di  nuovo  fiume  »  prò* 
fondandosi  anche  maggiormente  V  alveo  quanto  più  vien  calcato  dal 
peso  di  maggior  quantità  d'  acque ,  come  successe  nel  introdurvi  il 
Panaro  •  (  Così  conclude  .Monsignor  Corsini  nella  medesima  relazione 
n^  S*  ^^  quanto  al  primo  eo.)  \ 

E  se  queste  dimostrazioni  non  apjj^ano  i  signori  Ferraresi  »  possono 
almeno  assicurarli  da  qualunque  timore  >  mentre  si  apra  il  corso 


/ 


u 


tir  «eqaa.  del  Vo  grande  ftno  si  P#  d*  Amo»  per  Io  ctrAmiito  tkU 
to,  e  perfez%Dffto  did  tìgoét*  Gardinel  Doti§|$bi^  tiii«<Siìè  restitailse  Ift 
tiaTjgftzione^  jlerdateti  io  detto  Po  -d*  Ariano,  obe  per  qoesto  nuoto 
amaltimento  d'  ÉoqntL  verrebbe  ad  abbaggarsi  molto  pia  il  pelo  del-^ 
r  accitia  dei  Po  grande ,  di  qaello  fogge  per  aliarlo  i*  f  cqna  del  Reno  i 
e  da  quegta  apertura  ne  tiiaiterebbe  paritneoti  iMHiefitio  fliìrabilo  a 
.  quegli  scoli  /  cbe  cadono  nel  Po  grande ,  quali  non  ai  altererebbero  f^k 
per  r  introdozioAe  del  Reno ,  come  dubitano  li  aignori  Ferrareai ,  ina 
troverebbero  A  ben  più  baggo  del  «olito  il  pelo  deiraofoa  dello  Mte§» 
ao  Po  9  mediante  qneato  nnovo  gmaltjmefito  d*  acqua  per  il  Po  4' A* 
riano  •  (  Questo  pure  viene  accennato  nella  stessei  Relazione  versò  il 
fine  nel  %,  E  for^  V  esperienza  ). 

E  gè  pure  il  fieno  trovando  il  Po  neHa  Ma  maggior  alteaza  noir 
potegae  forae  aupertf  la  gnperfieiedelPaoqna  di  queato^od  io  l!al  ea- 
ao  lasciando  aperto  ^  e  lìbero  T  alveo  ^  ebe  da  Mirabello  va  verao  lo 
valli ,  (lesserebbe  ogni  dubbio  di  rotture  nel  Po ,  e  negli  afgini  del 
Beno ,  o  facendovi  in  adiro  sito  più  ooraodo  uno  i  o  più  rego1a|ori  ^ 
fabbricati  anche  di  pietra ,  per  i  quali  con  ben  aggiustato  equilibrio 
ai  portasse  il  Reno  verso  la  valle ,  -quando  ^trovasaero  il  Po  grosso  re- 
aterebbero  aicuri  li  «ignori  Ferrareai  da  qualunque  pericolo  ^  e  aenea 
^cuna  loro  apega ,  e  li  Bologneai  in  tal  cago  danneggiati ,  del  obe  p^ 
TO  non  si  dolerebbono ,  perchè  anccederebbe  di  rado  il  riceverlo  nuo* 
vamente  nelle  valli  «  \  Lo  stesso  fu  proposto  da  Monsignor  'Corsini 
nella  sua  Relazione  al  5*  Jn  quanto  al  primo  eC.  ) 

Gessando  perciò  la  necessita  d*  aleare  maggioroiento  gli  argini  d^ 
Po  grande  »  ai  rende  ancbe  meno  ginatificata  la  taasa  della  apeaa  fatta 
dal  stg.  Cardinal  Gaetano,  o  molto  più  avverata  la  apega  di  viga  ta  da 
Mongìgnor  Gorgini.  (  Come  nello  ^andagUo  della  spesa  per  V  iìitro^ 
diizione  del  Reno  in  Po  grande  alia  Stellata  )  • 

Non  furono  dunque  Te  gnddette  oppogizìoni ,  che  rimogaero  la 
8*  Mem.  di  Gregorio  XV.  dall'  eseouEÌone  delP  ordine  dato  al  signor 
Gardioal  Gapponi ,  ma  piuttosto  le  poco  ben  aggiustate  intenaioni  •  ai 
benefizio  pubblico  di  alcuni  particolari ,  altri  de^  quali  premerono  nel 
aostenere  il  vantaggio  delle  loro  rendite ,  altri  neir  aasicurare  le  loro 
bonificazioni,  e  la  difesa  de'  jproprj  beni,  e  questi  offendendo  anche 
il  debito  di  buon  suddito ,  ebnero  ardire  di  eccitare  sotto  vano  pre- 
testo di  lero  immaginario  pregiudizio  le  contrarietà  de'  Principi  atra- 
nìeri ,  qntiii  non  poterono  essere  superati  prima ,  che  oe  aaccedesae 
là  morte  di  quel  Sommo  «Pontefice.  Furono  però  queate  negletto  da 
Urbano  Ottavo;  che  sino  allo  apirar  di  sua  vita  perseverò  nel  Yoler 
dare  esecuzione  al  suo  breve,  non  giammai  rivocato^  ^come  ai  sup- 
pone )  e  negli  ultimi  anni  del  suo  Pontificato  mandò  a  quest'  effetto 
il  aig.  Cardinal  San  Clemente ^  allora  Gomiùiaaario  del  Sant'Uffizio» 


f      -^ 


9$ 

a  fiir  niiqvil  i^ta  y  &I  quale  gli  Set  oonfannafa  pw  otUma  »;  e  nacea- 
saiia  Ja  liiolazione  di  rimiiovere  il  Rena  dalle  valli  j  ed  mtrodarlo 
nel  Po  grande  y  ma  da  diversi  accidenti  di  guerre  ,  e  d' altri  diati»- 
ÌÀ  gli  fa  impedito  di  esegaire  questa  aaa  dètwerazione  » 

Dal  persistere  però  li  signori  Ferraresi  (  neo  eatante  le  ai^ddetfe 
rafani  )  in  valer  o^ypàkf  •  cbe  si  dia  prima  V  esecuzione  al  breve  di 
CUemente  ottavo  per  1'  inirodnzione  di  parte  del  Po  grande  naUi  Po 
di  Volano  ^^  e  Primaro  ,  han  giusta  ragione  di  credere  par  anche  U 
Bolognesi  »  cit^  aia  nn  inero  pretesto  di  differire  oon  tal  proposizione, 
e  negoziaaiane  .la  rimozione  del  Reno  Aslle  vaDi ,  sicoome  gli  success 
se  di  i?oosegui|pe  del  <i646.  e  nondimeno  dopo  il  rescritto  »  che  dico- 
no d'  aver  allora  ottenuto  dalla  sagra  eoogregazione  di  dover  far  prì>» 
ma  r  ioiroduzione  del  Po  grande  »  non  hanno  nel^tevmine  di  cinque 
anni  £itto  alcun  motivo  per  tale  operazione ,  e  quando  anche  voles* 
aero  di  presente  eseguire  le  determinazieiH  fatte  da  Clemente  VJtlI. 
I^r  la  detta  iotroduziotte  del  Po  grande  ;  oon  solo  ai  dovrebbe  esca-* 
Tar  V  alveo  di  Volano ,  ma  quello  di  Primaro  ancora  ,  come  dispone 
il  breve  medesimo }  non  negneranno  però  i  signori  Ferraresi  ,  che  il 
Po  di  Primaro  non  pnò  essere  espurgato  ^  mentre  sia  soggetto  alP  in- 
Tasioni  delle  torbide  del  Reno  ,  e  resti  ricettacolo  deUe  sue  maggio- 
jpi  escreaceaze  i  faremo  perciò  tanto  piò  prudenti  le  delerminaziom 
'del  signor  Cardinale  Gappopi  »  e  di  Mensig;nor  Gorsini  d' introdurre 
pima  il  Reno  nel  Po  grande  alla  Stellata ,  per  baciar  libero  V  adito 
a*  sìgnari  Ferraresi  di  poter  fare  le  Decessa  rie  eseavazioni,  eosi  nel 
Po  di  Primaro  »  come  di  Volano  per  la  loro  pretesa  introduzìona  del 
"Bù  grande  r 

Restando  perciò  spianale  tutte  le  difficoltà ,  e  levate  l'  eccezioni 
proposte  da  signori  Ferraresi»  per  ritardar  la  remozione  del  Reno 
dalle  valli  »  e  P  introduzione  di  qoesto  nel  Po  grande  ,  supplica  di 
imovo  umilmente  Vostra  Santità  il  Reggimento  di  Bologna  per  V  ese- 
ooziene  di  quella  determinazione  ,  cbe  in  rimuovere  quanto  prima  il 
Beno  dflle  valli  verrà  dalla  aua  somma  prudenza-,  stimata  eguslmen* 
te  profittevole  a*  auoi  sudditi ,  e  più  uniforme  al  benefiaio  comune  di 
tutte  le  Provincie  interessate  ^  Cfbe  il  tutto  eo» 

DEIXE  LINEE  ALTRE  VOLTE  PROPOSTE  PER  Lk 
DIVERSIONE  DEL  RENO  DALLE  VALU. 

Lj  impreaa  del  recapito  del  Reno  più  volte  a  varj  commissari  Apo- 
aCoIici  commessa  «  a  da  essi  caldamente  abbracciata  ,  ha  ben  aempra 
avuti  grand'  apparati  di  visite ,  di  livellazioni ,  e  di  misure ,  ma  non 
veaeai  già  ,  che  sia  atata  dagP  Ingegneri  incanuninata  con  quel  buon 
ocdine  »  obe  a  tanto  ailare  ai  conveniva* 


Za 

In  T6ce  dì  fomuir  prima  U  piante  del  pjaaae  firappoato  %a  il  Retilo  » 
ed  il  Po  f  ed  in  essa  disegnar  le  linee  pia  opportnne  »  oioè  le  più 
brevi  9  le  più  aecendat^i  i  corti  de'  fiiuni  »  e  cne  minor  pregiodizio 
recassero  a'  paesi j  cbè  anterseoavano ,  ora  s'incamminavano  da  un 
fiume  air  altro  per  vie  battute  »  qoantanqae  lunghe»  e  stranamente 
angolose,  e  che  passavano  per  i  luoghi  più  colti  »  ed  abitau  del  ter- 
ritorio Ferrarese  ^  ed  in  vicinanza  della  «tessa  città»  era  feraivano  il 
corso  d'  alvei  antichi  »  quantunque  tortuosissimi ,  e  che  faoilmeute 
ebbero  triplicata ,  e  quadruplicata  la  necessaria  Innghessa  «  ora  posti 
auUa  riva  del  Reno  in  luogo  »  che  eleggevano  per  .opportuno ,  segui- 
vano la  dirittura  di  qualche  torre  loouna  ,  00010  delle  Dosze  ,  ^  de' 
•Crespi  ,  era  eleggevano  una  vìa  de'  confini  ^  scusa  osservare  con  qua* 
le  angolo  partisse  dal  Reno»  e  con  qual  tortuosità  proseguisse ,  ed  o- 
ra  finalmente  andando  per  vìa  breve,  e  dritta  trascuravano  di  sebi- 
Tare  V  intersecazioni  d^  canali  »  e  de'  condotti  »  ohe  per  la  bassezsa 
de'  paesi  non  ei  sarebbero  potuti  introdurre  in  Reno  arginato  »  né  ia 
altra  maniera  ricapitare. 

Questi  mal  digeriti  disegni  hanno  sempre  somminbtrate  copiosa 
selva  d'opposizioni  ni  poco  bene  affetti  alla  remoanone  del  Reno. 

£  sebbene  con  progmsso  di  tempo  si  sono  affatto  mutati  i  primi 
partiti 9  e  ad  essi  aostituiti  altri  migliori  di  minori  eccezioni»  ogni 
volta  però  ^  che  si  ripiglia  il  trattato  della  remoztone  »  le  stesse  oppo^ 
lizipni  adattate  a'  primi  di  nuovo  ai  ripigliano  « 

E  dunque  necessaria  1'  informazione  de' disegni  altre  volte  fatti  » 
ancorché  oggidì  mutati  »  A  per  conoscere  dove  vanno  inettamente  a 
ferire  tali  opposizioni  ^  come  anche  per  vedere  quanto  migliori  sieno 
quei  y  ehe  iurono  &tti  dopo  quei ,  che  di  nuovo   sono  proposti  • 

LINE  A    G  AET  AN  A. 

J^a  prima  vìa»  che  fosse  proposta  di  condurre  Reno  in  Po  gran* 
de  erta  tale:  aveari  a  rimetter  per  l'alveo  suo  vecchio  nel  Po  di  Fer- 
rara »  in  cui  aveva  da  camminar  più  di  due  miglia  verso  la  città  si- 
no all'isola  degli  Amorbati;  ivi  chiuso  l'aJveo  nuovo  doveva  rivol- 
tarsi nell'  antico  aino  al  froldo  di  Milzana  ;  indi  »  piegando  per  la  via 
di  mezzo»  passare  in  vicinanza  della  porta  di  S.  Benedetto  »  e  segui- 
re il  canale  del  Barco  »  e  della  navigazione  »  che  tutto  sino  a  Lago 
acuro  per  lo  apazio  dì  tre  miglia  doveva  entrare  nell*  alveo  nuovo  del 
Reno« 

Fu  esaminata  »  misurata  »  e  livellata  miesta  linea  nella  visita  del 
•Cardinal  Gaetano  l'anno  i6xo.  in  cui  nel  calcolo    della  spesa  solo'  le 
case  da  diroccarli  furono  stimate  ottantamila  sondi  »  il  terreno  da  00- 
onparsi  tra  T alveo»  eli  argini»  e  si' interrimenti  cento  trentamila' • 


Si 

E  perDbè  io  quel  tempo  il  Pò  ^nde  nelle  piene  ti  afogtw  incora 
nel  Po  dì  Ferrara»  e  vi  rivoltava  il  Panaro»  e  con  questa  iotrodastor 
ne  del  Reno  veniva  a  chinderii  questo  nogo'»  oateolavano  •  che  in 
riguardo  di  queste  tre  aeque,  delle  quali  doveva  carioarsi  nuovameo^ 
te  f  dovessero  alzarsi  gli  ai^ni  la  piedi  da  Lago  scuro  sino  alle  Pa» 
pozze  ;  in  maggiore  altezza  {ansavano  alzarli  dal  Bondeno  a  Lago  scu- 
ro 9  oè  so  con  quale  altro  coasiglio  volessero  pure  alzare  quelli  del 
Po  di  Ferrara  dal  Bondeno  al  Po  rotto»  mentre  a  nulla  aveva  pia  da 
fervìre  quest'  alveo • 

Cosi  ancora  »  in  riguardo  delle  piene  del  Po ,  volevano  alzar  gU 
argini  del  Reno  da  Pò  rotto  in  sa  per  sei  miglia»  a  fino  di.  poter 
contenere  il  rìugorgo  • 

Questa  diversione  »  che  passava  per  i  luoghi  più  abitati ,  e  ooltira- 
ti  del  territorio  Ferrarese  per  la  gelosia  della  città  vicina  ,  e  per  le 
due  acque  del  Panaro  ,  e  dello  sfogo  dèi  Po  »  che  con  P  introduzione 
del  Reno  venivano  nuovamente  nelle  piene  a  trattenersi  nel  Po  gran* 
de ,  richiedeva  spese  particolari ,  che  vengono  a  cessare  »  servendosi 
d* altra  maniera,  massime  in  questo  tempo»  in  cui  g^à  restano  indù- 
ai  nel  Po  grande  il  ramo  del  Po  di  Ferrara  »  e  Panaro  • 

Chi  volesse  emendar  questa  linea  »  e  servirsi  non  solo  dell'  alveo 
di  Reno  vecchio  »  ma  ancora  per  quanto  si  potesse  di  Poatello  »  noia 
dovrebbe  passare  la  dirittura  dell  argine  Traversagno»  ma  tenendosi 
a  sinistra  di  esso  seguirlo  sino  al  ponte  di  Lago  scuro* 

É 

LINEA  DEL  CARDINALE  CAPPONI . 

Altra  via  tenne  il  Capponi»  qnando  Panno  i6ai.  mentre, era  Ar- 
civescovo di  Ravenna  »  ottenne  per  il  Breve  dalla  Santità  di  Grego«^ 
rio  XV.  facoltà  di  provvedere  agP  interesli  dell'  acque  »  secondo  la 
disposizione  della  Santità  di  Clemente  Ottavo»  in  quella  maniera» 
élie  a  lui  fosse  parsa  più  espediente  •  Perchè  considerando  la  spenta* 
nea  rivolta  di  Panaro»  e  talvolta  anche  del  Reno  alla  Stellata  prima 
della  diversione  nelle  Talli  pensò  di  voler  secondare  il  coeso  della  Sa- 
tura» con  il  voltarvi  prò  tempore  Puno»  e  P altro  fiume. , 

Il  Cardinale  Serra»  eh'  era, allora  Legato  di  Ferrara  »  aveva  con  ntio»^ 
yo  taglio  alle  Dozze  rivoltato  alla  citta  il  Panaro  »  e  con  le  sue  oppo* 
aiziooi  non  potè  impedire  »  che  sotto  i  suoi  occhi  non  fosse  restituito 
al  Po  grande  »  ma  lo  stesso  anche  nel  mese  di  Settembre  vide  «hinsp  il 
nuovo  cavo  »  ed  aperto  lo  sbocco  da  lui  tirato  vèrso  la  Stellata  »  nelr 
la  maniera»  che  di  presente  si  conserva. 

Ma  non  cosi  facile  fii  la  rivolta' del  |leno:   cbe  per   non  condodo 

|»eT  via  lunghissima  a  Po  rotto  aveva  bisogno  di   nuovo   taglio»   che 

gli  abbreviasse  la  strada»  e  &cilitasse  il  corso*  Pensò  dunque  dt 

5 


i 


;.^ 


^ 


34 

tagliarlo  alla  Botta  de'  aignori  Ghtailiori  a  Mirabdlo  »  ed  iaeammioar» 
lo  al  Bondeoo. 

Gl'Ingegneri  posti  aa  ^ argine  aegnirono  la  Torre  delle»  Dozze$ 
eV  era  allora  poco  sopra  il  Bondeno  »  e  per  retta  linea  a  quella  s' in- 
oamminarono  •  Dalle  Dozze  voltarono  a  Gambarone  »  o?'  entrando  4el- 
l'alveo  di  Panaro  arrivarono  per  esso  sino  alla  Stellata. 

La  Innghezasa  del  nuovo  taglio  era  di  sette  miglia  in  circa  9  di  tut- 
ta la  linea  dieci  miglia ,  e  tutta  la  caduta  fu  ritrovata  di  piedi  ao. 

Si  partiva  veramente  dal  Reno  con  gran  piega»  e  verso  le  Dozze 
andava  molto  alta ,  passando  per  terreni  buoni ,  e  coltivati ,  interse- 
cava oltre  il  canale  di  Cento,  i  condotti  della  Schiavona,  di  Santa 
Bianca  ,  e  di  ^urana  • 

Si  possono  però  molti  di  questi  inconvenienti  schivare»  tenendosi 
|nù  a  destra  t  come  in  appresso  diremo* 

LINEE  DI  MONSIGNOR  CORSINI. 

xlppena  fu  assunto  al  Pontificato  la  Santità  d'Urbano  Vili,  che 
ripigliando  il  disegno  delle  remozioni  del  Reno ,  deputò  per  Commis- 
sario Generale  Monsignor  Corsini,  il  quale  più  d'una  linea  fece  e- 
aaminare ,  e  livellare  ,  per  eleggere  tra  esse  la  più  opportuna . 

La  prima  fu  per  V  alveo  suo  vecchio  a  Po  rotto ,  e  di  qua  per  retta 
linea  a  Lago  scuro.  Il  nuovo  taglio  era  di  cinque  miglia,  tutta  la 
lunghezza  poco  meno  di  otto  miglia  con  sedici  piedi  di  caduta  ,  se- 
conda JI  corso  del  Reno ,  e  del  Po  in  maniera ,  che  pare  disegnata 
dalla  natura  stessa. 

'  E  mentre  si  trovasse  vìa  di  ricapitare  i  condotti ,  che  attraversa- 
no, o  nel  Po  grande,  o  nel  nuovo  alveo  del  Reno,  o  in  botte  sot* 
to  di  esso,  non  resterebbe  ohe  desiderare  alla  perfezione  di  questa 
linea . 

Nella  seconda  linea  prese  per  termine  il  Po  di  Volano  :  disegnava- 
ai  di  condur  Reno  dalla  Torre  del  fondo  sino  alla  Bocca  de'  Masi; 
questa  da  lui  stesso  nella  sua  Relazione  per  molte  ragioni  è  riprova- 
ta •  Oggidì  però  ,  qnando  si  tenesse  per  opera  durevole  il  recapitarlo 
in  Volano ,  basterebbe  aprir  la  bocca  de'  Masi ,  che  già  stava  aperta 
in  larghezza  di  1 8  pertiche  ,  quanta  si  sia  quella  del  Reno ,  essendo^ 
ai  per  altra  via  se  stesso  incamminato,  sicché  ha  forzato  i  signori 
Ferraresi  a  rialzare ,  e  fortificare  gli  argini  dì  Poatello  ,  per  impedi- 
re ,  che  non  v'  entri  il  Reno  • 

Tutte  l'altre  linee  considerate  da  Monsignor  Corsini  erano  incam- 
Siinate  alla  Stellata  in  Po  grande ,  ma  per  diverse  vie  • 

Quella  ohe  fu  considerata  per  la  terza  rimetteva  Reno  in  Poatello 
m  Po  rotto  f  e  per  esso  rivoltata  al  Bondeno  ad  unirlo  con  Panaro  > 


J 


/^ 


^-  85 

OOT!  oni  arevà  da  unirsi  sino  alla  Stellata .  Vlag^o ,  che  prima  la  di<» 
Tersione  èA  Reno  (  al  testimonio  degli  scrittori  di  qaei  tempi  )  in  Po 
]m880  faceva  il  Reno,  onde  secondava  questa  linea  il  naturai  corso» 
ofie  per  se  stesso  prendeva  il  finme,  ma  è  molto  tortuosa,  e  lunga, 
o  cosi  un  sol  tagKo  d'un  mìglio,  e  mezzo,  ohe  si  iacesse  a  Maia* 
Tolta  potrebbesi  abbreviare  io.  miglia  • 

La  quarta  linea  è  una  breviatura  della  terza  con  un  taglio,  che 
da  Vigarano  andava  alla  rotta  de'  Biondi..  Pigliava  però  il  Reno  troppo 
Basso,  e  lo  portava  alto  ,  partendosi  con  angolo  acutissimo.  Me» 
^iò  sarebbe  pigliarlo  un  miglio ,  e  mezzo  di  sopra  dalla  casa  delle 
Pignatte  sino  al  canalino  di  Cento  ;  sarebbe  il  taglio  più  breve ,  ao« 
qnisterebbe  molto  maggior  caduta ,  e  passerebbe  per  terreni  sterili , 
ed  incolti. 

La -quinta  era  disegnata  per  la  via  della  confina  di  Bologna,  e  Fer-»^ 
rara ,  e  per  T  argine  Gapellare  sino  alla  rotta  de'  Biondi  • 

Questo  taglio  è  di  forma  quasi  semicircolare ,  e  per  conseguenza 
tortuoso,  e  lungo,  ed  in  vece  di  esso  potrebbe  prende;r8Ì  il  diamo* 
tro ,  ovvero  più  tosto  la  via  del  Marchese  Villa ,  che  dalla  confina  si 
porterebbe  a  terminar  mezzo  miglio  oltre  il  canale  di  Cento  ad  in* 
centrare  la  dirittura  di  Poatello. 

La  stessa  linea  fa  la  medesima  che  già  era  stata  eletta  dal  Cardi- 
nal  Capponi ,  che  finalmente  da  Monsignor  Corsini  fu  preferita  a  tut- 
te l' altre ,  ^per  le  ragioni  che  nella  sua  dottissima  Relazione  ne  rende  • 

Si  può  nondimeno  questa  stessa  molto  migliorare ,  incamminandola 
aon  alle  Dozze,  ma  all'argine  Capellare  per  la  linea  Meridiana  ,  nel* 
la  quale  continuasse  sino  a  Poatelio  ,  e  seguitasse ,  o  verso  ii  Pana- 
ro ,  per  unirsi  con  esso ,  o  più  tosto  tra  gli  argini  antichi  di  Po  a 
destra  di  Panaro.  Questa  linea  è  la  più  naturale  di  tutte,  e  la  più 
J^reye  di  quante  sì  possono  tirare  dallo  stesso  punto  sino  al  Po  gran-^ 
de»  e  però  ha  maggior  caduta  dell'altre;  non  toccherebbe  sul  Ferra- 
rese terreni  buoni ,  né  taglierebbe  altri  condotti ,  che  quello  di  Cen- 
to »  a  cui  in  ogni  altro  modo,  che  A  tenga,  è  Necessario  non  meno» 
ehe  in  questo  di  provvedere* 

Quando  poi  sì  volesse  tenere  il  Reno  lontano  da  Panaro ,  la  miglio- 
re sarebbe  finalmente  la  linea  a  Palantone,  la  quale,  condotto  Reno^ 
ìa  Poatello  per  la  precedente  linea ,  potrebbe  poi  condurlo  per  Poazr 
zò>  o  per  altra  linea,  òhe  più  paresse  opportuna. 


*\ 


BELLA  LINEA  DELLA  BrVERSIOKB  DI  RENO  IN  PO  GftANDb^ 
PROPOSTA,  E  CONSIDERATA  NELL' ULTUUE  VISITE. 

XNiuna  C€Ma  aboliamo  giudicata  più  conferente  alla   spedizione  del 
negozio  del  Reno ,-  che  troncare  la  moltiplidtà  de*  partiti^  come  quella  » 


S6 


non  potevft  portin  tanto  neHe  optimsioni,  qtnsto  ne*  tratto* 
ti ,  che  confai  ione  »  difficoltà  »  e  ian^oona  •  Perciò  fra  lo  diTortità 
delle  linee  coMiderato  in  dimeni  tempi  d*ofdttte  do*  Somnu  Bontefi« 
ci  ;  prima  dogli  Eminemiasimi  Gaetano ,  e  Capponi  »  e  poi  da  Monai» 
gnor  Corsini I  ed  altre  ancora»  che  prima  da  noi  esaminate  forono» 
con  autorità  del  Signor  Cardinal  Borromei ,  ammesse  alla  li^lasio» 
Ole,  si  è  gindicoto  opportuno  il  fermarsi  in  una  sola,  che  avesse  mip 
non  difficoltà,  e  che  esaminate  ^da  ogni  parte  tatto  le  ciroostanzot 
dasse  maggior  speransa  di  rinsciu. 

,  IVendwi  questa  da  casa  Gi»ilierì  a  Mirabelle  »  ed  indriosandosi 
precisamente  a  tramontana  per  nn  miglio ,  e  messo  sul  Bolognese  in» 
terseoa  la  confina  al  terraìne  ddP  argine  Gapellare ,  e  continuando  la 
atessa  dirittura  lungo  lo  stesso  argine  per  più  d'  un  miglio  »  passs  pcu 
H  canalino  di  Cente  »  e  1*  aWeo  del  Poatello  ora  asciatto  presso  la 
torre  de'  Crespi,  ed  nn  miglio  pia  oltre  incontra  Poasso  vestigio 
d*  nn  ramo  antico  del  Po ,  che  continua  ,  benché  interrotto  d^la 
Cttltnra  sino  a  Salratonica ,  aia  dove  |iotfebbe  arrivare  la  prima  di* 
rittow  della  linea ,  quando  ciò  fosse  più  espediente,  che  seguir  l'of^ 
ma  tortuosa  di  Poasso,  e  dalla  chiesa  di  Salvatonica  ra  diretcamento 
a  terminare  in  Po  grande  messo  mìglio  sopra  T  osteria  di  PabntonOf 
e  poco  fan  di  due  miglia  sotto  allo  sbocco  di  Panaro  • 

La  lunghessa  di  questa  Hnea  da  punto  a  punto  è  di  nere  miglia 
di  Ferrara,  poco  più  di  sei  di  Bologna,  ma  accrescerebbe  quasi  um 
miglio,  quando  si  seguitasse  la  tortuesHà  di  Poasso, 
-  Passa  uuesta  linea  dieci  miglia  lontana  dalla  città  di  Ferrara  ,  aU 
lontanando  però  il  pericolo ,  che  al  presente  teme  della  vioinansa*  461 
Reno . 

Né  per  cagione  della  superiorità  del  sito  T  espone  ad  alcun  nuovo 
pericolo  ,  perchè  se  di  presente  è  esposta  alle  rotte  éì  Panaro ,  da 
queste  insterà  difesa  dal  Reno ,  onde  da  quella  parte  non  sarà  so^ 
gotte ,  chn  ad  un  fiume ,  com'  è  di  presente,  mentre  rimuove  tot^ 
mente  quello,  che  ha  alle  mura  da  messo  giorno,  ansi  da  qnelln 
stessa  parte  (  molto  più  che  di  presente  non  e  )  resterà  assicurato 
dalla  nu%va  arginatura  di  Reno ,  che  si  fiirà  a  quest'  effetto,  piò  for- 
te ,  che  non  è  quella  di  Psnaro  troppo  soggetta  idle  corrosioni  eagio* 
nate  daHe  strane  tortuosità  di  questo  fiume. 

Passa  per  terreni  in  gran  parte  incold  ,  e  di  mala  qualità ,  parti- 
colarmente  lungo  l'argine  Gapellare,  esposti  di  presente  air  acqua 
senza  scòlo ,  ote  con  la  vìeiaansa  del  Reno  potrebbero  con  le  torbi- 
de alzarsi  ,  e  bonificarsi . 

Con  queste  9.  o  io.  miglia  di  nuova  arginatura  viene  a  cessare 
V  BSD  di  qtielia  ,  che  da  MirabeHo  in  giù  contiima  per  molto  mriglia 
tetto  Ferran ,   il   cui  mantonimento   per  V  altessa  dello  valli  riesce 


Mm  JU  tpeta  iotollenMlef  fjetUndo  anche  toheraitt  dalle  rptte  Tiadt- 
fefsa  •ollemtadine  $  t  V  assidua  oostodia  »  che  vi  s' impiega  • 

Siccome  anche  per  la  parte  saperìore  »  a  cagione  della  gran  caduta» 
che  ha  il  Reno  in  Po  grande»  cesserà  la  neoessità  di  tanta  altea»  , 
ebe  ài  praseote  continnamente  si  aggiunge  agli  argini^ 
-  Non  potcTasi  trovar  linea  »  che  desse  miner  incomodo  agli  sodi  de' 
paen  »  per  i  quali  passa  »  poicbè  non  interseca  altn>  di  eoosiderabi^ 
le  9  che  il  canale  di  Cento»  che  in  ogni  pertico  necessarìaiMnbi  ti 
attraversa  »  a  cni  però  converrà ,  senaa  alcun  risparmio  provvedere  » 
ed  il  condotto  Cittadino  presso  il  sno  principio  a  Salvatooica  »  ove  il 
paese  alto  può  provvedersi  di  sedo  nello  stesso  Po»  o  in  Panaro» 
od  in  Reno» 

Ed  in  ogni  caso  il  paese  »  che  resterebbe  compreso  tra  PanaM  »  e 
Reno  è  cosi  poco ,  che  non  ha  proporzione  con  quello  »  ohe  v(ers<> 
Ferrara  verrebbe  liberato  dalP  acque  • 

Sta  questa  linea  lontana  dagl  interessi  di  Panaro»  e  termina  in 
tanta  distanza  dal  di  lui  sbooco  ,  che  non  vi  è  periodo  »  che  possa 
ftrlo  rìngorgaré»  o  timttenere»  onde  non  può  avere  da  questo  capo 
sussistente  opposizione  da'  Modenesi .        ^ 

Siooooie  ne  meno»  l'cr  ragione  de*  beni  Allodiali  dd  Duca  di  Mo« 
dana  della  Dìamantina  »  tenendosi  a  questi  SMcriore  la  nostra  linea  »  il 

Sial  riguardo  si  ò  anche  avuto  d  paese  di  òasaglia  appartenente  ad 
tri  signori  di  grande  autorità. 

E  generalmente  se  si  paragonerìt  questa  linea  con  tutte  V  altre 
sin'. ora  propone  »  si  troverà  »  che  niun' altra  poteva  dar  si  poco  in» 
eeijìo«to  a^  ì  particdari  tanto  in  rìgnardo  de'  terreni  »  per  i  quali  pasi» 
aa  »  quanto  m  riguardo  di  quei  »  che  lascia  nella  parte  superiore  . 

E  perchè  i  signori  Ferraresi  non  cessano  di  lusiogarsi  con  1'  opi« 
nione  della  possibilità  della  restituzione  del  Po  a  Ferrara  »  e  di  qui 
cavano  opposizione  contro  l'introduzione  di  Redo  ia  Pq,  ohe  venisse 
ad  impossibilltaria  ;  non  milita  questa  contro  la  nostra  linea  »  che 
portando  lo  sbocco  del  fieno,  ove  di  puAlo  disegnava  il  loro  fiunoso 
architetto  Aleotti^  lascia  il  luogo  all' iotrodoziotm  dd  Po  aU' isola 
inferiore  di  Bondlo  »  secondo  il  di  Ini  disegno  »  eh'  è  1'  unico  »  die 
potesse  mai  dans  eperanza  di  siuacita ,  per  aitro  { come  ^U  dimostra  ^ 
unpossibtlè»  senza  l' introdorione  di  Reno  ia  Po  naUa  forte  superiora^ 

MostraM  le  4iedlaziooi  ;deUa  finca  (atte  men&re  il  Po  era. alto  sopna 
la  chiavica  Pilastrese  piedi  7 ,  once  5.  7  ,  le  quali  rappresentano  in 
fine  la  caduta  dd  fondo  del  Bieno  a  Mii^ello  od'  pelo  basAo  del  Po 
piedi  a3»  e  la  caduta  dd  Poitetb»  e  4d  oaualiiio  di  Geato  nel 
pelo  basso  del  Po  piedi  1 1  »  e  del  coadotto  oittadiuo  piedi  4  »  sicché 
in  td  sito  può  oomodainanlie  aeolaffe  in  .Bo-  faasfOt.  • 


jiT   i  \-     '  ...  Ir' 


3a 


BENEFIZI  DELLA  REMOZIONE  DEL  RENO 


Jxi mòsso  il  Reno,  e  TÌcaphato  in  Po  grande  9  resterebbero «aollo^ 
vati  tutti  i  paesi ,  che  patiscono  di  scolo  non  solo  in  TÌcinansa  delki 
▼alle  y  ma  anche  «nella  ptrte  superiore ,  per  la  gran  caduta  9  che  ao- 
qnìsterebbero ,  e  per  rimanere  i  condótti  liberi  non  più  sottoposti  a« 
§V  interrimenti ,  ed  al  rigorgo  delie  valli . 

Si  ridurrebbero  al  pristino  stato  quei  terreni ,  cbe  rimasero  deso- 
lati per  la  diversione  ,  ansi  per  essersi  grandemente  alzati  con  lo 
torbide ,  resterebbero  di  miglior  condizione  »  oltre  la  vastità  de'  pae- 
si nuovi  fatti  dalle  stesse  torbide  nella  valle  • 

Gesserebbero  le  continue  spese  degli  alzamenti  degli  ar^ni,  cbe 
m  fanno  per  tante  miglia  sul  Bolognese  ^  e  Ferrarese  «  a  cagione  de' 
fondi  che  continuamente  s'  inalzano  • 

Gesserebbero  i  danni  delle  rotte ,  che  in  questo  stato  del  Reno  so- 
no frequentissime,  e  le  gravi  spese  nel  ripigliarle* 

De'  quali  danni  tutti ,  acciò  si  possa  ut  concetto  ,  si  può  fiu«  il 
calcolo  di. quello  ,  che  in  io.  o  la.  anni  sieno  stimati. 
^  Resterebbe  di  miglior  condizione  tutto  il  Polesine  di  S.  Giorgio,  e 
Kberato  dai  contìnui  pericoli ,  siccome  anche  le  valli ,  e  la  città  di 
Gomacchio  ,  che  più  non  richiederebbero  si  gran  spesa  per  lo  mante» 
nimento  dell'  argine  del  Po  d'  Argenta  • 

Anche  tutti  i  paesi  ,  che  scolano  nelle  valli  inferiori  tanto  del  Bo^ 
lognese ,  e  Ferrarese ,  quanto  della  Romagna  ^  avrebbero  più  felice 
scolo  in  detto  Po ,  che  in  mancanza  dei  Reno  resterebbe  sempre  pia 
basso ,  massime  quando  si  perfezionasse  il  cavo  della  Bastia ,  in  cui 
cesserebbe  il  pericolo  ,  che  per  esso  avesse  da  riugorgare  1'  acqua 
del  Reno. 

Si  restituirebbe,  e  si  stabilirebbe  in  perpetuo  la  navigazione  da 
Bologna  a  Ferrara  per  retta  linea ,  che  ora ,  per  isfuggire  al  possibile 
le  torbide  del  Reno  ,  raggirandosi  per  tutu  la  tallo,  riesce  per  ess» 
di  lunghezza  triplicata  « 

Ed  in  Bomma  tutte  le  valli  superiori,  per  avere  tanta  caduta  in  Po 
d'  Argenta ,  quanto  sia  la  loro  ]profondità  «  e  per  lo  più  molto  mag- 
giore con  la  conveniente  escavazione  de'  canali,  resterebbero  affatto 
essicate  ,  toltone  alcuni  pochi,  fondi  di  lame  éì  ninna  consideiazionoi^ 

DàSfta  TEMUTI  DA*  SIGNORI  FERRARESI  DALLA 

DIVERSIONE  DI  RENO. 

Ijì  danni,  obe  i  «ignori  Femren  temono  dallt  demone  di  Ba* 
no  in  Po  grande ,  n  ndneono  a  pù  capi. 


Ò9 

n  primo  dipende  dall'  ittesto  alrea  naoTo  »  cbe  paMando  per  terre- 
ni  in  gran  parte  baoni»  li  renderà  di  peggior  coodizioae. 

Prìnia  9  perchè  particolarmente  sul  principio  patiranno  di  sorgÌY€  » 
trapelando  neUe  piene  si  di  Reno  9  eome  del  Po  per  i  pori  della  ter- 
ra non  ancora  bene  assodata  in  argine. 

Seeondo  y  perchè  gì'  istessi  terreni  saranno  supposti ,  come  tutti  gii 
altri»  che  oamimnauo  do'  fiumi ,  a  pericoli  delle  rottie  ,  ed  alla  sor* 
YÌtù  di  somministrar  materia  al  mantenimento  degli  argini. 

Terzo ,  perchè  molte  possessioni  resteranno  divise  dal  fiume ,  che 
leverà  la  comunicazione  da  una  parte  all'altra. 

Quarto  a'  terreni  specialmente ,  che  resteranno  chiusi  tra  Panaro  » 
Reno  9  Poatello  »  e  Po  grande  y  si  difficolterà  lo  scolo  per  1'  interseca- 
zione 9  che  si  fa  del  condotto  Cittadino  a  Salvatonica  »  uè  ciò  potrà  a 
l>astaQza  compensare  un  chiavìchino  in  Po  »  o  in  Reno  9  perchè  per 
esso  non  averanno  lo  scolo  perpetuo  y  come  di  presente ,  ma  solo  nel- 
lo stato  del  Po  basso»  oltre  la  servitù,  che  porta  la  chiavica* 

Quinto  j  perchè  a  tutti  i  terreni  »  che  resteranno  oltre  il  Reno ,  si 
Jiifficolterà  1'  accesso  y  e  saranno  sottoposti  alla   soggezione  del  passo  • 

Sesto ,  lo  stesso  alveo  di  Reno  intersecando  il  canalino  di  Cento 
incomoderà  quella  navigazione  »  che  non  si  potrà  più  fare ,  ahneuo 
lenza  traghetto»  quando  si  lasciasse  andare  a  Ferrara  per  botte  sot<^ 
terranea  »  e  quando  si  divertisse  in  Panaro  »  o  si  ricevesse,  in  Reno  » 
cdtre  la  necessità  »  e  servitù  della  chiavica  si  terrebbe  quella  navi- 
gazione »  o  bisognerebbe  allungarla  per  i  fiumi  a  Lago  seuro;  oltre 
ohe  si  priverebbe  della  comodità ,  ed  utik  di  quell'  acqua  la  città  di 
Ferrara ,  che  ne  ha  necessità  per  le  fosse  »  e  per  gli  edi6zi  »  a'  qua- 
li serve  di  presente  ;  e  restando  nelle  piene  de'  fiumi  ehiusa  la  chiaf- 
vioa  »  il  canalino  »  eh'  è  perenne  »  inonderebbe  le  possessioni  adiacen- 
ti per  lungo  tratto ,  senza  ricevere  in  tanto  altri  scoli. 

Settimo  9  passando  il  nuovo  fiume  in  frito  superiore  alla  città  »  0 
fortezza  di  Ferrara  »  benché  in  gran  distanza  ,  potrebbe  dubitarsi  d'  i« 
Bondazione  delle  rotte  »  %d  almeno  vi  sarebbe  sottoposto  il  Polesine 
tutto  di  Casagiia  sino  all'  argine  Traversagno  »  siccome  anche  nella 
parte  superiore  il  paese  di  Vigarano  almeno  sino  all'  argine  Oaresco  • 

Ottavo  »  gli  stessi  paen  »  ner  i  quali  passasse  il  Reno  »  almeno  a- 
vrebbero  il  carice  della  Guarda  nelle  pieno  »  laddove  da  quest*  altra 
parte  non  ne  ha  bisogno  per  molte  miglia  »  lasciandosi  a  destra  sol 
Ferrarese  totalmente  in  abbandono. 

Il  s^BCondo  capo  de'  danni  pretesi  da'  signori'  Ferraresi  dall'  intro^ 
duzionò  di  Reno  in  Po ,  è  circa  gli  eflbtti ,  che  suppongono  dovesso 
cagionare  in  esso. 

£  prima,  commisurando  la  larghezza  9  e  profondità  del  Reno  con 
la  larghezza  del  Po ,  calcolano  ^  che  fosse  per  £udo  creseere  nelle  pieno 


49 

Alqnuid  piedi ,  de*  quali  Don  iwteirekbe  eipeee  »  esModoti  trovato 
in  alcuoi  luoghi  9  che  pooo  pia  di  messo  piede  d'  %rgknm  topriTeiia 
«Uè  iDuggiorì  eacrescense  • 

£  benché  vi  sia  diraostrasione  aeoettata  dagl' iateodeoti-»  che  mi 
fiume  minore  ,  non  fa  creioere  il  maggiore  a  proporsione  della  misttv 
ira  delia  Ma  largbesza  ,  e  profondità»  ma  molto  meno»  ad  ogni  modo 

Siercbè  Ja  vera  proporsione  di  tali  incrementi  non  pare  ancora  liqu» 
a  y  avranno  per  ^tù  accertato  tenersi  al  modo  comanemente  pratica» 
to  »  come  per  loro  più  sicaro  • 

E  quando  con  1*  esempio  di  Panaro  »  che  si  è  verifioato  fare  Ami 
minore  altezsa  in  Po,  di  quel  »  ohe  si  wesapponeva  »  e  col  calcolo  di 
tatti  i  fiumi  che  mettono  io  Po»  e  de  paesi»  che  vi  scolano  ,  sieno 
costretti  a  confessare  ,  che  V  escreeceose  fatte  da  mascon  fiume  »  re* 
itano  minori  in  Po  di  quel  d^e  porti  tal  calcolo ,  e  diano  la  mano  ia 
concedere  »  che  non  sia  il  Reno  per  fare  in  Po  altessa  eoosiderabiie  » 
potranno  dire  5  che  ciò ,  che  non  va  in  altessa  »  «ccresce  la  rapidità  ^ 
•  che  perciò  il  Po  con  Reno  cagionerà  maggior  corrosione  »  che  sen- 
sa  di  esso  ;  sicché  gli  argini  adattati  alla  presente  rapidità  del  Po  t 
senza  il  Reno,  non  basteranno  alla  rapidità  del  Po  con  il  Reno,  ed 
addurranno  1'  esempio  di  Panaro,  che  in  effetto  entrando  in  Po  cor- 
srode  le  rive  ^  e  fa  dirupar  gli  argini  portando  necessità  di  ritirarli 
con  gravi  spese. 

Secondo,  le  piene  del  Reno  in  Po  basso  incomoderanno  gli  scolii 
«he  io  vicinanza  mettono  in  Po.  Perchè  sebbene  la  piena  del  Reno 
in  Po  alto  ,  non  farà  notabile  altezSH ,  la  £irà  però  maggiore  in  Po 
basso  i  e  ne'  tempi ,  che  con  difficoltà  entrano  gli  scoli  in  Po ,  so» 
pra^iungendo  Reno  non  entreranno  ,  onde  per  necessità  bisognerà 
chiudere  le  chiaviche  «  Oltrechò  intorbidandosi  T  acqua  del  Po,  s*  in* 
terriranno  i  condotti  delle  chiaviche  sino  alP  acqua  ,  che  cagioneran- 
no ,  che  non  possano  riaprirsi  ,  M  non  fatta  la  racoolu  di  buona  co- 
pia d'  acqua  •  Potranno  anche  pretendere ,  che  tale  altezza  fatta  dal 
Reno  in  Po  basso  ,  faccia  tisentìre  Panaro ,  e  gli  scoli  »  che  vi  pon* 
gono. 

Terzo ,  la  torbida ,  cbe  porta  Reno ,  se  non  interrirà  il  Po ,  9 
almeno  il  ramo  d'  Ariano  ,  sarà  portata  alla  foce  del  mare  »  dove  gli 
interrimenti  incomodano  grandamente  gli  scoli  del  Poleaìne  di  Ferra* 
va ,  a'  quali  la  bocca  del  Po  si  è  avvicinata  ,  con  aver  notalNlmente 
prolungata  1b  linea  degli  stessi  Vedi,  o  lasciato  nel  mare  pochissimo 
modo  ,  potendo  pretehdere  ,  che  il  Reno ,  per  ricevere  gli  scoli  di 
monti  di  terra,  e  lavinosi  ;  porti  maggior  copia  di  terra,  che  gli  altri  • 

Quarto ,  ancorché  poca  abbia  da  essere  V  escrescenza  cagionata  dal 
Beno  in  Po  alto,  non  può  negarsi,  che  nonv  sia  per  fiiroo  qualche 
poca  di  più  9  in  modo  che  .per  cansa.di  esso»  potrà  il  Po  vanirò  « 


4» 

eùxàe  ditìono»  dS  Cutrdft)  qaando  senza  U  Reno  non  verrebbe  ^  e  oo$ì 
darà  qneata  to^gesione  di  più  al  territorio;  Ferrarese. 

Quinto ,  sé  BgV  ÌDOonvenienti  del  numero  a.  e  4*  sì  dirà  di  prov^ 
vedere  con  chiavica  allo  sbocco  in  Po»  e  con  la  diversione  del  Reno 
in  tale  occasione  nelle  valli»  ove  ora  corre»  opporranno  ohe  in  quo* 
sta  maniera  non  potranno  aversi  le'  bonificazioni»  che  ^i  pretendono, 
mentre  a  qnesti  casi -saranno  ao(!br  soggette  le  valli  .^ 

Al  terzo  capo  principale  si  ridorrà  forse  la  scarsezza  dell' acqae  par 
i  moliai  di  MArrara  »  ed  altri  della; riviera  del  Po  d^  Argenta,  in  ri- 
tardo de^  qnali  ora  si  fanno  lecito  di  cbindere  a  loro  benefìzio  le 
bocche  delle  valli  ,  e  sostentare  1'  acque  a  grandi  altezze. 
.  Alcuni  finalmente  oppongono  1*  abbondanza  istessa  de'  raccolti,  che 
dalla  remozione  risulterebbe,  come  quella»  che  avesse  a  portare  di^ 
ficoltà  di  smaltirle ,  e  ad  abbassarne  i  prezzi  »  onde  venissftro  a  sce* 
mare  V  entrate  nelle  più  ricche  famiglie  di  Bologna  ,  e  di  Ferrara. 

L'  ultima  opposizione  è  circa  la  spesa»  che  dicono  i  signori  Ferrar 
resi  di  un  miglkone*  *  # 

RISPOSTE  ALLE  PRECEDENTI  OPPOSIZIONI. 

A  questi»  ed  altri  inconvenienti  »  che  possono  opporre  li  signori 
Ferraresi  »  rispondo  prima  in  generale  ;  che  quanto  grandi  si  fingono 
i  mali,  che  fosse  per  apportare  la  diversione  di  Reno  in  Po  grande y 
bisogna  paragonar  questi  con  i  danni  presenti  ^  e  con  li  benefizi  del- 
la remozione  ,  e  finalmente  con  i  danni»  che  cagionerebbe  il  partito 
de'  signori  Ferraresi^  poiché  li' danni  opposti  poouo  essere  rilevati  »  o 
Compensati  »  da  chi  resterà  sollevato  da  danni  presenti  »  o  da  qnelli  , 
che  ricevevebbono  il  benefizio  della  remozione  »  e  da  quelli  anche 
che  resterebbero  liberi  dal  pericolo»  che  loro  porterebbe  il  partito 
opposto  »  e  da  ciascuno  con  tale  proporzione ,  ohe  impediti  »  o  oon>- 
pensatì  tutti  i  danni»  e  pubblici  »  o  privati  »  grande  anche  restasse  il 
benefizio  ;  non  cessa  dunque  il  motivo  della  remoziooe  »  e  quando  an- 
che fosse  inevitabile  qualche  piccolo  disordine  »  per  rimediare  a'  gran- 
dissimi »  non  però  devono  trascurarsi  i  rimedj  • 

E  per  rispondere  a'  particolari  »  quanto  a'  primi  cinque  del  pri- 
mo capo ,  dico  »  che  se  i  danni  esagerati  sono  rimediabili  con  argini^ 
chiaviche»  e  fosse»  bisognerà  farli»  computandoli  nelle  spese  della 
remozione;  che  se  non  sono  rimediabili»  stimare  quanto  importano, 
e  soddisfare  con  T  equivalente  • 

Al  sesto  ponto.  Chi  considera  con  quanta  utilità  sia  praticato  sa 
lo  stato  Veneto,  ed  in  altre  parti  a  far  passare  sotto  fiumi  »  non  so* 
lo  canali  »  ma  anche  altri  fiumi  »  non  avrà  difficoltà  ad  intendere  » 
eome  con  ogni  sicorezsa  possa  il  canalino  di  Cento  passare    sotto  il 


4* 

Reno  9  e  partioolamente  »  mentre  It  ftbbrioa  ti  fiurà  prima  deB» 
stesso  alveo  del  Rodo  y  e  tanto  più  ohe  ^puodo  per  <|aaltiati  aeeiden* 
te  di  rottura  y  o  d'  altro ,  eooorretse  dtTertirlo ,  ti  ò  la  eadata  sa 
Panaro  ,  e  nel  Po  erande  •  Quanto  alP  inoomodo  »  ohe  porterebbe  il 
traghettare  in  qnella  pteoola  navigazione ,  ai  laaoia  opotiderare  »  ao 
questo  rispetto  abbia  a  fermare  un  negosio  di  tanta  importanaa  • 

Al  settimo ,  ed  ottavo  risjiondo  »  'ohe  molto  maggiori  sono  al  pr^ 
sente  i  perieoli  »  e  gì'  incomodi  »  ohe  porta  di  presente  il  Reno  a 
Femra ,  i  quali  con  allontanarlo  9  e  condurlo  a  termine  più  proprio  ^ 
•eemano  in  maniera  9  che  al  paragone  dello  stato  presente  si  può  di» 
re  ohe  cessino. 

Aggiungo  f  che  con  V  alveo  9  ed  arginatura  nuova  di  Reno  >,  da 
&rsi  a  tutta  soddisfssìone  de'  Ferraresi,  viene  a  difendersi  totalmen* 
te  la  città  di  Ferrara ,  ed  il  Polesine  di  Gasaelia  da'  pericoli  di  Pa« 
naro  9  che  per  essere  stranamente  tortuoso ,  ed  entrare  direttamente 
contro  la  corrente  del  Po,  è  assai  più  pericoloso  del  Reno,  che  si 
condurrà  con  1'  alveo  regolato ,  ed  entrerà  a  seconda  9  onde  generai 
mente  la  sicurezza  sarà  maggiore  9  che  di  presente  9  e  solo  resterà 
d'  inferiore  condizione  quella  lingua  di  terra ,  che  resterà  fra  Panar 
ro9  e  Reno. 

Al  primo  punto  del  secondo  capo  •  Fra  quanti  hanno  scritto  a'  no- 
atri  tempi  delle  misure  delP  acque  correnti  ninno  vi  è ,  che  non  mo- 
stri essere  difettoso  il  modo  di  determinare  1'  altezze  fatte  da  un  fiu« 
me  entrando  in  un  altro  con  la  sola  larghezza  di  questo ,  come  se 
non  occorresse ,  considerare  di  qua ,  e  di  là  tutte  le  misure  in  lun- 
ghezza, larghezza  ,  e  profondità.  Ma,  per  lasciare  ora  da  parte  ogni 
sottigliezza  di  speculazione  9  facciansi  solamente  due  considerazioni  as* 
sai  facili  •  Prima ,  che  il  paese ,  ohe  scola  in  Reno  non  è  più  della 
trentesima  terza  parte  di  quello ,  che  scola  in  Po ,  come  noi  mettere- 
mo sotto  gli  occhi  nella  carta  geografica  delia  Lombardia,  e  del  Pie- 
monte ,  e  che  le  somme  escrescenze  del  Po  nella  piogge  universali 
non  fanno  sopra  il  pelo  ordinario  altezza  maggiore  di  piedi  17.  e  mez- 
zo 9  sicché  a  tanto  paese  ,  quanto  è  quello  ,  che  scola  il  Reno ,  non 
tocca  che  poco  più  di  mezzo  piede  d  altezza ,  il  qnal  calcolo  cosi  al- 
la grossa  confronta  assai  bene  con  le  certissime  informazioni  ,  che  si 
sono  avute  di  Panaro,  che  non  fabcia  nelle  piene  crescere  il  Po  più 
di  mezzo  piede  •  Si  considerino  ancora  i  trenta  fiumi ,  che  mettono 
in  Po  con  tanti  altri  minori  canali ,  e  rivi ,  che  in  tutto  potranno 
fare  da  3A.  in  35.  fiumi  eguali  al  Reno  9  benché  il  peritissimo  Barat- 
tieri li  calcoli  anche  maggiori ,  e  toma  il  medesimo  ,  che  ad  un  fiu- 
me ,  come  Reno  si  deve  mezzo  piede  in  circa . 

Non  è  poi  alcuna  che  non  conosca ,  che  lo  stesso  fiume  entrando 
in  Po  alto  vi  fa  minore  altezza  ^  ohe  quando  entra  in  Po  basso  »  o 


J 


43 

ÉBezniio»  quando  boa  feste  per  altro  >  elmeao  per  la  hr§heaea  niag« 
^ore,  che  ha  nella  parte  anperìore,  e  fica  gli  argini»  di  quella  che 
abbia  nelP  inferiore  »  e  tra  le  ripe  ;  ma  ¥i  ai  aggiunge  un*  altra  ra- 
gione ,  che  consiste  ne'  gradi  di  Telócità  niaggiore  »  che  fa  subito  di* 
'ftendere  l'acqua  introdotta  9  e  sminuire  quett' altezza  »  che  farebbe 
r  istess'  acqua  nello  steeso 'stato  dell'alveo  con  grado  di  Telooità 
maggioro  ;  la  quel  ragione  5  perchè  da  tutti  non  <f  ieoe  intesa ,  perciò 
la  tralusciamo  ,  contentandoci  della  prima ,  da  cui  eridentemente  si 
conclude  »  che  un  fiume  sopraegiuegendo  alla  pieoa  di  nn  altro  ^  non 
&  in  esso  qaell'jalteaza^  che  farebbe  nello  stato  basso,  e  nello  stato 
ordinario  di  esso  •  Onde,  perchè  abbiamo  calcolato  eotifusamoote»  sen- 
za distinzione  di  ^ari  stati  del  Po,  che  33  o  34  fiumi  eguali  al  Re- 
no» fanno  insieme  crescere  il  Po  54»  ^  '^  mezzi  piedi»  de'  quali 
confusamente  tocca  a  ciascheduno  mezzo  piede  »  siccome  bisogna  con- 
fessare »  che  in  Po  basso  tale  agginota  idi  questi  fiumi  sarà  maggiore^ 
cosà  dobbiamo  anche  intendere  «  che  in  Po  alto  sarà  minore.;  ondo 
perchè  non  v'  ha  parte  degli  argini  si  bassa  »  a  cui  non  avanzi  nello 
maggiori  escrescenze  più  di  mezzo  piede ,  ancorché  non  si  alzassero  » 
non  vi  sarebbe  pericolo  ,  ohe  il  Reno  aggiunto  al  Po  lo  facesse  sor- 
montare gli  argini^ 

Ma  abbondiamo  in  cautela  »  ed  operiamo  negli  argini  del  Po  per 
V  aggiunta  del  Reno»  quanto  sarebbe  necessario  se  di  .presente  senza 
il  Reno  le  maggiori  escrescenze  in  qualche  iuogo  arrivassero  alla 
sommità  degli  argini. 

Dal  confronto  delle  livellazioni  degli  iargini  del  Po  abbiamo  trova- 
to non  essere  seguitamente  della  medesima  altezza ,  ma  dalli  siti  più 
bassi  »  com'  è  quello  di  Francolino  »  o  della  Guarda  agli  altri  siti ,  es- 
servi differenza  per  lo  -pia  di  i ,  a  »  o  3  piedi  ;  non  sarebbe  dunque 
gran  accenda  1'  alzare  i  siti  barai  »  che  sono  poohi  »  quanto  si  stima 
neeessarìo  per  la  nuova  introduzione  »  giacché  la  maggior  parte  sono 
tanto  più  alti  di  quel  ohe  &sso  necessario  per  l' aggiunta  di  molta 
maggior  acqua. 

E  quando  questa  non  basti  àHa  •qatete  de'  signori  Ferraresi  »  iac* 
ciasi  una  chiavica  »  che  nelle  somme  escrescenze  del  Po  divertisca  il 
Reno  per  quella  via»  che  fa  di  presente. 

Elgli  è  da  notalre  »  ehe  le  somme  escrescenze  vengono  cosi  di  raro 
almeno  nella  parte  superiore  »  che  nelle  perquisizioni  fatte  in  questa 
visita  non  si  e  potuto  aver  notìzia^  <^be  di  due  seguite 4  una  nella 
Legazione  dell'  Eminentiss.  Roeci  »  e  1'  altra  dell'  Eminentiss*  Gybò  » 
anzi  né  meno  a'  nostri  tempi  vien  cosi  spesso  di  Guarda  ;  ed  in  ef- 
fetto in  4-  anni  »  che  hanno  durato  queste  visite  »  non  è  mai  arriva- 
to al  segno  di  Guarda  «  Onde  per  un  caso  »  che  segua  una  volta  in 
xo.  anni  9  poco  inconveniente  sarebbe  oe  si  divertisse  il  Reno  per  la 


"44 

via  i  che  ora  fa  di  eontinuo  •  E  se  rimoisb  il  Reno  rìmanoMe  al* 
euD  fondo  di  valle  dod  riaicibtle  a  coltura  ,  per  ooa  estero  aa* 
ni  elevato  9  eoo  ricevere  in  tali  casi  le  torbide  del  Reno  9  potrebbe 
alzarsi.  . 

Ma  in  questo  poco  tempo  fiirebbe  -  vedere  l' esperienza  ciò  »  ehe  ha 
mostrato  in  proposito  di  Panaro ,  non  esservi  per  qualunque  escre- 
scenza necessario  tale  sfogo  »  perchè  quando  anche  di  presente  non 
^osse  capace  ,  ben  presto  lo  resterebbe. 

'  È  nota  V  ampiezza  maggiore  ,  che  va  continuamente  acquistando 
con  la  corrosione  delle  ripe,  e  della  profondità  maggiore  che  in  qua- 
lunque altra  visita  si  sia  mai  trovata ,  il  Po  ridotto  ,  e  nelP  uno ,  e 
nell'altro  tempo  al  medesimo  stato,  quanto  a'  segni  notabili  ne  fanno 
gli  scandagli  fatti  testimonianza .  Che  V  escrescenze  d'  oggidì  sieno 
minori  delle  passate ,  lo  dimostra  il  confronto  delle  osservazioni  au- 
tentiche d'  oggidì ,  che  sopra  il  pelo  basso  del  Po  riescono  solamente 
piedi  1 7*  e  mezzo ,  ed  a'  tempi  deir  Aleotti  erano  di  piedi  ao»  e 
mezzo,  il  che  concorda  con  le  visite  più  antiche,  sicché  le  maggio- 
ri escrescenze  de'  nostri  tempi  riescono  minori  piedi  3.  di  quello  del 
secolo  passato,  quando  ancora  si  è  voltato  in  questo  ramo  il  fiume 
Panaro ,  e  P  altre  acque  ,  che  allora  ai  dÌ8tribuivaui>  dal  Po  tra  Pri- 
maro  ,  e  Volano  • 

'  Al  secondo  è  da  osservare  ,  che  nel  Po  grande  a  destra  dalla  SteU 
lata  in  giù  non  sono  oggidì  chiaviche,  o  scoli,  ed  a  sinistra  sul  Fer- 
rarese altra  non  v'  è ,  che  la  chiavica  d'  Occhiob«)llo ,  la  quale  rice- 
verebbe quest'  incomodo  ,  che  bisognerebbe  chiuderla  qualche  ora 
prima,  di  quel  che  senza  il  Reno  fosse  necessario,  cioè  tanto  tempo 

E  rima ,  quanto  pervenisse  il  Reno  altri  fiumi  ;  perche  d'  ordinario  il 
eno  dal  suo  sbocco  in  Po  arriverebbe  con  la  piena  un  poco  prima 
degli  altri  per  essere  inferiore  a  tutti,  e  scolare  il  paese  più  vicino^ 
e  se  fingiamo,  che  la  piena  di  Reno  venisse  senza  quelle. derli  altri^ 
come  sarebbe  quando  piovesse  solamente  in  quella  parte  del  Bolo- 
gnese ,  che  il  Reno  riceve,  sarebbe,  come  si^ja,  di  pochissima  du- 
rata y  non  potendo  durare  molto  una  pioegia,  che  si  contenesse  fra 
si  angusti  termini.  Oltre  che  si  sa  9  ohe  le  piene  del  Reno  non  do* 
rane  mai ,  che  poche  ore . 

Che  il  Reno  poi  venendo  lolo  non  possa  deporre  in  nna  chiavica 
opposta  ,  è  manifesto  dalP  esempio  di  Panaro  »  che  essendosi  veduto 
in  questa  visita  entrar  solo  in  Po,  tutto  si  teneva  dalla  sua  parte 
destra  nel  termine  di  poche  pertiche  in  larghezza ,  restando  chiaro  U 
rimanente  alla  sinistra ,  non  permettendo  la  eorrente  del  Po  ohe  pas« 
tasse  ì  snoi  termini ,  il  che  segue  in  un  fiume ,  che  entra  contro  le 
eorrente  »  quanto  più  seguirebbe  di  uno ,  che  entrasse  a  seconda  ?  È 
noto  anche  V  esempio  del  fiume   Olio  ^  ohe  entrando  chiero  in  Po 


•  t 


45 

.torbido  9  BÌ  Tede  correre  diviso  alla  aaa  parte  e  eonaervare  per  laa* 
ghissimo  spazio  la-  sua  chiarezza  •        .  i 

Quanto  a  Panaro  9  e  gli  altri  acoli  Ticini  y  essendo  superiori  allo 
sbocco  di  Reno  due  miglia ,  gran  cosa  sarebbe  ,  che  in  tanta  distan» 
za  facesse  risentimento  sensibile ,  e  non  essendovi  sito  più  basso ,  né 
apertura  ove  sfogarsi  da  quella  parte ,  o  il  Po ,  o  il  Reno  »  che  in 
tal  caso  potrebbe  snccedere* 

E  mentre  c'immaginiamo  P  acqua  di  Reno  sostenere»  e  sollevare 
.1'  acqua  del  Po,  non  possiamo  non  intendere  nello  stesso  tempo  tal 
acqua  nel  sollevarsi  urtare  con  gran  violenza  quella  di  Reno  e  sfor- 
•zarla  a  distendersi,  e  correre  al  mare»  dove  non. solo  non  ha  opposi- 
zione ,  ma  quando  anche  fosse  cosa  non  fluida  verrebbe  portata  dal- 
la corrente  • 

Al  terzo ,  è  opinione  popolare»  che  fosse  per  interrirò  il  Po  »  per- 
suasa da  due  ragioni;  una  è  dal  vedere»  che  ha  fatto  interrimenti 
altissimi  nelle  valli  ;  l'altra  »  dal  credere»  che  il  Reno  abbia  inter* 
rito  il  ramo  di  Ferrara»  Ma  non  è  uomo  d* ingegno»  ohe  non  veda  » 
che  l'interrimento  segue  xielle  valli»  perchè  Tacque  vi  perdono  il 
moto  »  o  almeno  la  velocità  »  si  per  la  loro  ampiezza  »  come  anche 
per  esser  chiuse  le  bocche  già  assegnategli»  ed  essere  sostentate  in 
aito  ,  che  per  altro  ne'  canali  dove  corrono  »  ancorché  non  affatto  li* 
bere  d'impedimenti»  né  reeolate  da  argini,  mantengono  la  loro  pro« 
fondita»  come  si  è  veduto  lungo  gli  argini  del  Codilovo;  e  che  nel 
Po  non  vi  è  ragione  »  eh'  abbia  a  deporre  »  sì  per  avere  in  esso  libo* 
ro  il  corso  »  come  per  la  corrente  perpetua  dell'  acque  superiori  »  le 
.quali  »  se  conoschiamo  »  che  staccano  la  terra  (  per  cosi  dire  )  im« 
ptetrita  nel  fondo  »  e  nelle  sponde»  come  possiamo  immaginarci,  che 
lascino  nel  fondo  la  lezza  staccata  »  anzi   ancor   deposta   dall'  acque  ? 

Che  abbia  conQorso  il  Reno  ad  interrirò  il  ramo  di  Ferrara  »  con- 
cedasi ;  non  v'  è  per^  chi  non  intenda  »  che  se  di  sopra  non  fosso 
stata  r  apertura  del  sinisto  ove  divertirsi  1'  acque  »  sarebbe  stato  im- 
possibile l' interrirsi  »  mentre  la  necessita  del  moto  determinato  ad 
un  solo  alveo»  avrebbe  portato  via  tutti  gli  ostacoli;  ma  la  libertà» 
ohe  aveva  l'acqua  d'andar  nell'  altro  ramo  senza  opposizione  alcuna» 
fu  cagione  che  cedesse  agli  ostacoli»  ch'erano  da  questa  parte  »  ed 
in  alveo  cosi  ampio  abbandonato  dalla  solita  corrente  »  altrove  diver- 
.tita  »  desse  luogo  a  gì'  interrimenti  • 

E  quanto  al  Po  d'  Ariano  »  ohe  può  parer  soggetto  a  gì'  interri- 
menti per  le  aeeche  »  che.  in  pia  luoghi*  si  scuoprono  »  la  materia  del* 
lo  seecbe  non  è  deposizione  »  come  appare  dal  saggio»  ma  terra  te- 
nace» in  cui  l'acque  non  onerano  corrosione;  sarà  dunque  portata 
«I  mare  la  terk-a  ohe  intorbida  il  Reno»  ove  concorrerà  con  1'  altra 
ft  ht  $V  ioteìrrimettti  alla  fòco  »  ohe  si  rodono  continuamente  crescere  » 


ì  qnali  86  per  86  8t688i  8Ì6Do  danm»! ,  lo  8811110  i  8Ìpiori  Voneriani  i 
cbe  tanto  profitto  ne  cavano;  corto  è  cbo  non  in  altro  modo  è  fiitto 
tntto  il  territorio  Ferrareae ,  ohe  con  lo  depoiisioni  »  ed  interrimend 
del  Po  ;  è  vero  ^  clie  V  interrimento  prolunga  i  condotti ,  ma  abbi»- 
ino  ancbe  veduto,  cbe  questi  conservano  il  loro  canale  in  mare  più 
profondo  delie  lagune  laterali  quantp'iiìéogiia  fl  loro  corèo. 

Al  quarto  si  può  rimediare  .0  con  rassettare  gli  argini ,  rialianda 
le  altezze  minori,  o  conia  chiavica,  cbe  lo  divertisoa. 

AL  quinto  -rispondo ,  cbe  nel  bonificar  la  valle  si  può  lasciare  il  si» 
to ,  per  dove  corre  Reno  a'  fondi  maggiori  ,  cbe  senza  torbida  non 
potranno  a  bastanza  bonificarsi  j  ed  a'  padroni  de*  terreni  da  bonifi- 
carsi tornerà  conto  d' arginarsi  da  quella  parte  in  modo ,  cbe  passan» 
do  Reno  non  sia  per  molestarli ,  cbe  si  potrà  fiire  eon  ntHe ,  mentre 
tolti  i  sostegni  a  Gaibana  verranno  i  fi>ndi  e  restar  6  piedi  -più  bas» 
si ,  cbe  non  sono  al  presente ,  o  veramente  ^er  -tali  occasioni  ^  che 
di  rado  vengono  ,  potrebbe  incamminarsi  per  V(4ano ,  e  Primaro,  no* 
quali ,  cbe  non  fosse  per  cagionare  disordine ,  lo  dimostrano  le  rette, 
che  in  essi  sènza  disordini  hanno  portato  Reno  in  Volano ,  0  pure  si 
sa  ,  cbe  il  corso  delle  rotte  cagiona  maggiori  disordini  da'  eorsi  ov- 
dinari  regolati. 

Onde  non  è  favda ,  cbe  il  Po  oggidì  sia  assai  pi&  capace  di  quello  i 
cbe  già  mai  sia  stato ,  e  cbe  proporzioni  la  sua  capacità  all'  acque  » 
che  va  ricevendo  ,  e  ciò  cbe  na  latto  con  quelle  di  Panaro,  e  con  le 
altre ,  che  dal  Po  andavano  prima  nel  ramo  di  Ferrara ,  non  può  q^ 
garsì  ,  che  non  sia  per  fare  con  quelle  del  Reno  • 

In  quanto  alla  maggior  -rapidità  del  corso ,-  che  possa  cagionare  cor- 
rosioni  C09Ì  notatbili  di  Panaro ,  proviene  dallo  sbocco  scomodìssimo 
in  Po  ,  entrando  direttamente  opposto  al  tronco  superiore  in  un  an« 
•  gelo ,  che  lo  volta  dirèttamente  a  levante ,  formando  con  la  ripa  se- 
guente del  Po  un  angolo  acuto,  intorno  a  cui  si  raggira,  e  perciò 
non  cesserà  di  demolirlo  fincbò  non  l'abbia  reso -ottuso,  anzi  acco- 
modato alla  corrente  propria  ;  come  ,  per  -maggior  cbiarezza  ,  se  ne 
vede  il  disegno  nella  tavola  prima. 

La  dorrente  del  Po  (  tav.  i*fig*  i*)  va  -secondo  P  ordine  delle  lettere 
a,  by  e,  dj  e,  lo  sbocco  del  Panaro  b^  e ^  direttamente  opposto  alla 
corrente  a,  •(,  formando  nelP ingresso  P angolo  acuto  con  la  ripa  Cf 
onde  voltandosi  attorno  all'  angolo  e ,  stringendosi  alla  e ,  ^2 ,  ai  ne* 
cessila  deve  portar  Via  tutta  la  yunta  e ,  finche  si  abbia  adattata  al- 
la corrente  g  i  d  ^  cbe  sarà  quando  averìi  •  corroso  sino  alla  linea  fp 
g ,  secondante  il  corso  di  Panaro ,  e  del  Po ,  il  quale  inconveniente 
non  sarà  nel  noftce-n$aso ,  poiché  noi  abbiamo  disegnato  lo  sbocco  del 
Po ,  come  si  rappresenta  esattamente  in  detta  figura  ,  in  cui  la  corren- 
te del  Po  è  secondo  le  lettere  a,^9C>^,e,m,  »,2,la  dirittoM 


\ 


del  Reso  èa  SdTàfomcn  rina  al  Pò*  h^i,  che  seoonda  la  ripa  se- 
gaente  >  f  /  »  eoa  angolo  ottasimmo  ia  i  »  ove  peroiò  non  ha  oooa- 
mme  di  oorrodore .  Aeginngasi ,  che  ner  la  ptegatura  del  Po  in  m' , 
riascendo  l'angolo  molto  maggiore  »  cne  se  la  ripa  i$  I9  oontinaaseo 
Torso  is  9  dà  maggior  fermesaa  allo  sboooo  r  e  piti  V  assioura  dalla 
Corrosione» 

Non  si  adattano  dnoqae  al  Rena  introdotto  con  tale  osservazione 
in  Po  le  ragionry  per  le  spiali  fa  tali  corrosioni  Panaro,  non  dolen- 
dogli dare  sbocco  cosìf  improprio,  in  riguardo  di  cui  abbiamo  lascia- 
to  da  parte  il  partito  di  conginngere  Reno  con  Panaro  tra'  suoi  argi- 
ni ,  che  per  altro  sarebbe  di  moltor  minore  spesa ,  non  occorrendovi 
altro  9  che  la  dilatazione  ^If  alveo.  ^ 

Al  primo  del  terzo  capo,  benché  i  mulini  di  Marram  notv  abbia- 
no ragione  y  che  loro  sia  mancata  l' acqua  con  detrimento  pubblico  9 
pure ,  per  isfuggire  le  loro  opposLùoni ,  si  potrebbero  '  comprare  9  e 
aarebbe  tolto  questo  ostaeofo» 

'    Al  secondb,che  per  preferire    anoh.'es8o  rintevesse  privato*  al  be- 
nefizio pubblico ,  non  dovrebbe  aver  luogo  » 

Rispondo  ,  che  la  bonificazione  del  paese  porterebbe  la  popolazio- 
ne della  campagna ,  e  della  città ,  e  per  conseguenza  la  spedizione 
delle  robe  9  oltre  gli  altri  benefizi  ^  che  porta  a*  privati  il  pubbli- 
co bene  •  . 

Air  ultima,  opposizione  concernente  la  apesa ,:  è  da  osservare ,  che 
i  signori  Ferraresi  la  suppongono  secondo  il  calcolo ,  che  alle  loro 
instanze  ne  fiji  fatto  nella  visita'  del  signor  Cardinale  Gaetano ,  quando 
il  ricapito  del  Reno^  in  Po  grande  era  annesso  neeessarìamente  al  ricapi- 
ta di  Panaro  non  ancora  escluso,  dalle  piene  di  Poatello,  e  di  quella  par- 
te é?  acqua ,  che  dal  Po  di  Lombardia  pure  nelle  piene  si  sfogava  in 
Primarp ,  e  Volano  ;  onde  veoendo  allora  con  V  introduzione  del  Re- 
no a  ristringere  nuavamente  nel  Po  tutti  questi  fiumi ,  calcolavano 
doversi  alzare  gli  argini  a  proporzione  della  nuova  acqna^  nelle  piene 
ritenuta  ;  ma  oggidì  già  Panaro  è  introdotto  anche  nelle  piene ,  e 
V  esperienza  dimostra ,  che  né  meno  il  Po  ha  più  bisogno  di  sfogo , 
e  di  pia  il  confronto  delle  osservazioni  di  queste  con  quelle  di  quel 
tempo  dimostrano ,  che  oggidì  le  piene  stanno  più  basse ,  perchè  al- 
lora arrivavano*  a  piedi  ao  sopra  il  pela  ordinarie ,  ed  cggnH  solo  a 
p.  17,  e  mezzo.  Dunque  mm  abbiamo  da  valerci  di  quel  calcolo 
oggi(U  a  proposito  del  solo  Reno ,  essendo  certo ,  che  da  lui  solo  non 
possono  temersi  queir  escrescenze ,  che  si  temevanc  da  questo  istesso 
congiunto ,  e  però  non  è  necessario  tanto  alzamento  d'  argini  •  Ag- 
giungasi, ohe  allora  si  anpponeva,^  che  dovessero  alzarsi  da  per  tut- 
to egualmente ,  ed  oggi  troviamo  non  essere  in  egual  altezza  tutti  ^gli 
asiani  del  Po  9  ma  pochiasimi  essere  i  Inoghi  bassi  9  ohe  non  avanzitio 


\ 


y 


48 

air  escrescenze    iiiagg;iori   più  di  messo  piede»  STSDstndo  gli  «1111^ 
due,  o  tre» 

Ma  qualunque  siasi  la  spesa,  è  certamente  minore  de*  danni ,  che 
in  poco  tempo  cagiona  il  presente  stato  del  Reno  »  e  de'  benefizi , 
che  in  pochissimo  spazio  di  tempo  porterebbe  la  rimovone  dalle  Tal- 
li y  come  da'  calcoli  seguenti  potrà  considerarsi  • 


CALCOLO  P£R  LA  8PE8A  DELLA  DIVERSIONE  DEL  BMKO  PER  LA 

LINEA  DI  POAZZO  A  PaLANTONE  • 


p 


er   escavazione   dell'  alveo  passet- 
ti      «  num.     i4i8$6. 

Fosti  in  argine  a  lire  3,0  lire  4*  ii 
passetto . 

Per  terra  in  'finimento  dell'  argine  a 

lerante  passetti num*     76692. 

a  lire  3.   il   passetto 

Per  terra  per  compire  1'  argine  a  pò* 

nente    passetti      •     •     •     •     .  num.     57830. 
a  lire  3  il  passetto  ««•«•• 


lir.  4^6665* 


lir«  ^30076. 


lir.  171990» 
lir.  8s873j« 


Scfmmano  passetti  num.    276878.     ;     •     • 
Terreno  da   pagare   Tornature    1149*  e   mezzo»   a  più 

prezzi ••  lir.  124900* 

Chiesa  di  Salvatonica,  ed  altre  fabbriche lir.  aBooo. 

Botte  sotterranea  al  Reno  per   il  Canalino  di  pertiche 

60.  di    lunghezza •••  lir.  Soooot 

Risarcimento  d'argini   verso  il  Po.    •.•«.«     .  lir.  4^^^^^ 

Per  carrette»  ed  altri  arnesi .  lir.  .6ooc. 

Per  visite ,  assistenze ,  e  spese   straordinarie   ...     «  lir.  4^^^^* 

Per  supplemento  de'  prezzi •  lir.  4^000. 


■^ 


Somma  tutta  la  apesa  lir.  1177631. 
Che  sono  moneta  di  paoli  scudi    23S5a6. 


È 


DELLA  LINEA   DELLA  DIVERSIONE  DI  RENO  NELLE  VALLL 

PROPOSTA  da'  SIGNORI  FERRARESI. 


atata  sempre  la  linea  più  diletta  »  e  desiderata  da'  aignorì  Fer* 
raresi  quella  ,  per  cui  il  Reno  attraverso  delle  valli  si  dovesse  con^ 
durre  al  mare  ,  e  fu  già  il  pensiero  di  divertirlo  a  Vigarano ,  ed  incas- 
sato di  valle  in  valle  farlo  sboccare  a  sacca  di  Testa  d'Asino  nel 
mare  ;  ma  in  questi  tempi  più  recenti   variata  la  proposizione  del 


49 

prncipW»  ma  non  riatennone  del  ine»  vìen  mopotto  di  pigliar  Re* 
no  dalla  botta  degli  aunegati ,  ed  attraversando  Ilìolo ,  e  Soorsnro , 
condurlo  per  le  valli  incassato  alla  Confina  di  S.  Vincenzo  t  e  del 
Poggio  in  lunghezza  di  sei  miglia  Ferraresi  • 

Ha  questa  linea  «ino  a  Riolo  in  distanza  di  un  migHo  la  cadala  di 
piedi  ]5.  nel  rimanente  sino  alla  valle  in  poco  meno  di  5.  miglia 
non  ha  caduta  alcuna . 

Passa  per  terreni  coltivati ,  ed  alitati  »  benché  in  gran  parte  pra- 
tivi .  Non  termina  in  luogo ,  dove  aia  corso  d' acqua  »  o  alveo ,.  o  al- 
tra profondità  di  valle. 

Hi  volta  ^11  corso  del  Beno  Terso  il  ano  principio  >  accostando  lo 
sbocco  alla  parte  superiore. 

BENEFIZI  ,  CHE  NE  PRETENDONO  I  PIGNORI  IFEBJSJLBlWI  « 

I.  ^Allontanare  totalmente  Beno  dalla  città  di  Ferrara,  anzi  dal 
Ferrarese  nella  parte  superiore,  e  però  in  questo  liberarsi  afiFatto  da 
ogni  perìcolo,  mentre  venissero  tra  la  città  di  Ferrara,  e  Beno  ad 
esser  frammezzo  gli  altri  interrimenti,  che  dividono  le  valli  del  Pog<- 
^o  dalla  Saomartina» 

fir  Avanzare  tutte  le  arginature  ,  che  servono  al  Beno  ani  Ferrare* 
80,  e  liberarsi  dalle  continue  spese,  che  fanno  nel  ripararli,  fortifi- 
carli ,  e  rialzarli  • 

3.  Liberar  dalP acque  tatto  il  paese  in  vicinanza  di  Ferrara,  e  ri- 
tornarlo non  solo  alla  pristina  coltura ,  ma  in  molto  maggiore  stato  , 
ed  acquistar  tutto  quel  circuito  di  paese ,  ora  alzato  con  V  interrì- 
meljllo  ,  che  sarebbe  il  più  alto  di  tutto  il  Ferrarese» 

4*  ^ar  delle  valli  una  conserva  dell'acqua  di  Reno  ad  uso  della 
navigazione  di  Primaife ,  o  de'  molini  di  Marrara ,  e  di  tutta  quella 
riviera  • 

5.  E  per  quanto  spetta  all'  interesse  di  Bologna  non  pondo  esaltare 
la  brevità  del  corso,  che  si  darebbe  il  Reno,  mentre  non  avrebbe 
più  d'  andare  a  raggirare  intorno  la  Sanmartina  «  Onde  di  poi  ha  da 
ritornare  verso  mezzo  giorno ,  per  arrivare  a  quel  segno ,  ove  dalla 
botta  degli  Annegati  direttamente  per  linea  breve  potrebbe  incammi* 
narsi  • 

6.  Ohe  verrebbe  a  restar  libero  dalla  servitù  di  Reno,  e  dalla  gra* 
ve  spesa  del  mantenimento  degli  argini  la  parte  del  Bolognese ,  che 
resta  da  S.  Agostino  in  giù,  almeno  a  sinistra» 

7.  Che  per  la  brevità  del  corso,  che  acquisterelAe  Reno,  verreb- 
be nella  parte  superiore  a  proEbndarsì  notabilmente  l'alveo,  e  cosi 
anche  in  essa  cesserebbe  il  bisogno  d'alzare  nell'aYTCnire  gli  argini «* 


So 

8.  Che  la  Talle  ,  ora  itintile  »  venebbe  t  bonificarsi  con  le 
de  del  Reno,  da  potersi  in  brevità  di  tempo  ridurre  a  coltara,  in 
quella  maniera ,  cne  con  le  torbide  del  canal  Naviglio  si  fanno  le  bo- 
nificazioni di  Malalbergo,  e  tanto  più  presto,  quanto  più  copiosa  ò 
la  torbida  del  fumo,  cbe  del  canale. 


RISPOSTA  A*  PRECEDENTI  PUNTI . 


ÀI 


.1  primo.  Non  sarebbe  questo  benefizio  perpetuo,  percbè  quan- 
do avesse  il  Reno  alzata  con  gV  interrimenti  la  valle  a  segno ,  cbe 
fosse  pareggiato  a  gì'  interrimenti  del  Geminale ,  e  di  S.  Martino  ^ 
cbe  sono  tra  Ferrara,  e  la  valle,  di  nuovo  si  ridurrebbe  alla  parte 
inferiore ,  e  cagionerebbe  alla  città ,  e  fortezza  disturbi  similq  aUi 
presenti  ;  e  poi  simile  benefizio  noo^-^  solo  proprio  di  questo  partito» 
ma  ancora  si  ha  nella  nostra  proposizione ,  mentre  viene  il  Reno  al- 
lontanato dieci  miglia  dalla  citta,  e  quello  che  importa  con  proT^ 
visione  perpetua. 

Non  si  vede  però ,  come  tal  dìsoostamento  di  Reno  da  Ferrara  , 
nelle  piene  dovesse  riuscire ,  quando  non  s'  nrginasse  la  valle  a  sinL- 
itra,  perchè  dato,  che  nello  stato  ordinario  non  fosse  il  Reno  per  sor- 
montare gì'  interrimenti  del  Cominale ,  e  di  S.  Martino ,  chi  ci  assi- 
cura,  che  non  fosse  per  sormontarli  nelle  piene? 

Al  secondo  •  Anche  nel  nostro  partito  si  avanzano ,  se  non  tutte ,, 
sdmeno  la  maggior  parte  di  queste  arginature  ,  ed  in  perpetuo,  il  che 
non  seguirebbe  nel  partito  Ferrarese ,  perchè ,  quando  fossero  egua« 
^iati  gì'  interrimenti  nuovi  alli  vecchi,  a  chi  non  volesse  di  nuovo 
Reno  a  Ferrara  ,  sarebbe  necessario  arginarlo  tutto  alla  siaistra,  ben- 
ché ,  come  abbiamo  accennato  di  sopra ,  ciò  sarebbe  anche  for^  4ft^- 
oessario ,  almeno  per  li  casi  delle  piene,  al  principio. 

Al  terzo  •  Ciò  non  rinscirebbe ,  senz'  arginare  tutta  la  valle  a  sini« 
atra,  per  cagione  delle  piene  ,  cbe  si  potrebbero  spandere  per  tutti 
gli  interrimenti  •  Ma  al  nostro  partito  seguirebbe  la  necessità  senza 
umana  opera,  e  senza  la  soggezione ,  e  servitù  della  vicinanza  del  Reno* 

Al  quarto  •  Non  è  benefizio  da  comparare  con  V  immensità  de'  dan- 
ni ,  che  cagionerebbe ,  da  descriversi  in  appresso ,  e  particolarmente 
con  la  perdita  della  navigazione  di  Bologna ,  ma  piuttosto  sarebbe  e- 
spediente  regolare  il  canale  Naviglio  per  la  valle  sino  al  Po  di  Pri- 
maro ,  e  valersi  di  quest'  acqua  ,  e  di  quella  del  canalino  di  Cento 
per  la  navigazione  ,  e  per  i  molini  • 

Al  quinto  •  Non  è  da  paragonarsi  quest'  abbreviatura  con  quella  del 
nostro  partito,  che  con  sole  io*  miglia  cooduoe  Reno  al  suo  termi- 
ne  reale ,  cioè  in  Po  grande ,  che  dall'  altra  parte  non  si  può  con* 
4l}jre  al  marOf  per  6o«  miglia  • 


5i 

ÀI  sesto  •  E  cosa  di  pooo  rilie?o»  in  riguardo  de'  danni  »  che  ad  «U 
tre  partì  ai  porterebbero  •  x  ^    ^ 

Al  settimo  •  Molto  maggior  sarebbe  tal  effetto  nel  nostro  partito  » 
per  essere  molto  maggiore  la  caduta  »  che  ha  Reào  in  Po,  che  nello 
Talli  9  onde  con  la  gran  profondità  ,  che  si  farebbe  in  Reno  ,  aYreh- 
hesi  in  gran  parte  il  benefizio ,  che  si    pretendeva  al  num.  6. 

Air  ottavo .  Questa  bonificazione ,  che  non  può  farsi  senza  gran 
tempo  j  e  spesa  ,  porterebbe  la  devastazione  de'  paesi  superiori  »  bas^ 
ai  di  sito  9  che  rimarrebbero  senza  scoio; 

OPPOSIZIONI  ALLA  LINEA   DE'  SIGNORI    FERRARESI  • 

JuLccostandosi  lo  sbocco  del  Reno  alla  parte  snperiore  ,  verrebbero 
in  essa  a  restare  l' escrescenze  della  valle  molto  più  alte ,  che  di 
presenta 9  e  mentre  ora  al  Poggio ,  e  Malalbergo  cresce  solo  per  e- 
^pansìone  »  e  ringorgo  ,  che  non  viene  da  lontanissime  parti ,  allora 
crescerebbe  per  lo  ricevimento  immediato;  T esperienza  ha  mostrato ^ 
ohe  Y  escrescenza  delle  valli  a  Malalbergo  »  quando  il  Reno ,  prima 
della  rotta- del  Mozzarelle,  sboccava  più.  vicino,  la  valle  cresceva  ivi 
due  piedi  più  di  qaoUo  ,  che  faccia  al  presente  come  per  osservazio- 
ne de*  25.  Novembre  r66i.  e  pure  era  ancora  molto  lontano;  che 
farebbe  ora ,  se  vi  si  avvicinasse  tanto  più  ?  Senza  dubbio  inondereb» 
be  le  terre  >  ed  il  territorio  di  Malalbergo  »  e  dei  Poggio ,  e  tutti  gli 
altri  circonvicini. 

Confermasi  questo  pronostico  da*  successi  deiranno  i6o4*  quando 
fa  divertito  il  Reno  nella  Sanmartina ,  che  sebbene  era  da  questa 
parte  arginata  la  valle  con  V  argine  circondario  della  Sanmartina ,  a 
cui  succedeva  V  argine  di  Gognola ,  che  Y  aveva  da  dividere  da  que- 
ste valli  superiori ,  ad  ogni  modo  in  tanta  distanza  con  le  sole  e- 
spansioni  fatte  col  sormontare ,  e  rompere  questi  argini  ^  venne  ad 
inondare  tutti  li  paesi  superiori  »  che  circondano  la.  valle  »  e  pure  al- 
lora 9  oltre  la  Sanmartina  non  ancor  interrita ,  aveva  immediatamente 
due  gran  sfoghi  io  Primaro ,  e  Volano  della  bocca  de'  Masi  ^  e  del 
Levaloro;  che  farebbe  adunque  al  presente  escluso  dalla  Sanmartina 
aenza  tali  sfoghi  shoccando  m  tanta  vicinanza? 

Riempirebbero  le  piene  di  Reno  tutti  ì  condotti  del  Bolognese  ^ 
che  mettono  capo  nelle  valli  superiori ,  sicché  non  solo  non  iscolereb- 
bere  il  territorio  y  ma  porterebbero  V  acqua  alle  più  alte  parti . 

Noi  abbiamo  veduto  in  questa  visita  per  poca  piena  del  Reno  nel- 
lo stato  j  e  distanza  che  è  di  presente  correre  ali  insù  la  Galoaranda , 
portandovi  1'  acqua  della  valle ,  in  luogo  di  ripararla  da'  paesi  supe- 
riori,  che  farebbero  dunque,  e  questa,  e  gli  altri ,  quando  avesse 
lo  sbocco  nel  Reno  si  vicino  ?  Ond'  e  fitcile  a  conchiudere  la  desolazione 


5i& 

delia  miglior  parte  del  territorio  Bolognese  prìyo    affatto  degli  acoli  » 

Né  giova  il  dire  »  che  se  riceveaaero  i  condotti  V  acqua  nelle  pie* 
ne  y  la  renderebbero  »  abbassata  che  fosse  la  TaHe  »  perchè  ^  oltre  il 
danno  ^  che  farebbe  intanta  non  solo  il  trattenimento  degli  scoG,  ma 
r  istesse  espansioni  dell'  acqua  de*  condotti  per  i  fossi  ^  e  per  le  cam- 
pagne ,  non  potendo  la  valle  cosi  vasta  per  bocche  strette  'così  pre- 
sta sgombrarsi  »  ed  abbassata  che  fosse  ^  non  cosi  presta  scolare  i  pae» 
si ,  che  non  succedano  prima  altre  piene  »  sicché  il  male  duri  le  sta^ 
gioni  intere^  La  torbida  interrirebbe >  ed  uguaglierebbe  al  piana  gli 
atessL  condotti  y  onde  resterebbero  totalmente  ostrutti  »  ed  a  tenerli 
escavati  y  non  vi  sarebbe  spesa ,  a  fatica  ,  che  bastasse  » 

Né  potrebbesi  a  questi  due  disordini  portare  altro  rimedia  y  che 
con  arginare  tutta  la  valle  all'  iftltezza ,  a  cui  potessero  giungere  1'  e« 
screscenze  y  ed  alla  stessa  altezza  arginar  per  molte  miglia  all'  insù 
tntti  i  condotti  y  con  fare  a  ciascheduno  di  essi  la  sua  chiavica  allo 
sbocco ,  cosa  d' immensa  spesa  y  e  non  bastevole  ;  perchè  essendo  i  ca- 
nali prolungati  per  la  valle  y  ove  non  ponno  arginarsi  y  né  chiudersi 
in  quella  parte  »  verrebbero  da  ogni  piena  interriti  ;  1'  escavarli  ogni 
volta ,  oltre  la  difficoltà  di  farlo  in  acqua  y  sarebbe  un  voltare  il  8as« 
so  di  Sisifo  » 

Si  perderebbe  totalmente  la  navigazione  da  Bologna  a  Ferrara  con 
gì'  interrimenti  del  Reno  tanto  vicino  a  Malalbergo ,  in  quella  ma* 
niera  j  che  si  sono  interrite  sin'  ora  le  navigazioni  della  Torre  ,  del- 
la Fossa  ^  e  della  bocca  de'  Masi^  che  passavano  per  S»  Martino  »  il 
che  di  quanto  danno  sia  al  commercio  y  non  à  difficile  a  considerare  • 

Venendo  Reno  a  star  lontano  dallo  sfogo  y  che  ha  in  Volano ,  si 
per  la  Bonafina  >  come  anche  occorrendo  per  la  chiavica  del  Mambro, 
verrebbe  maggiormente  a  caricare  il  Po  di  Primaro^'  eh'  è  angusto , 
ed  incapace»  e  perciò^  tanto  maggiori  sarebbero  i  pericoli  delle  rotto 
nel  Polesine  di  S.  Giorgio»  e  nelle  valli  di  Gomacchio  »  che  ora  ò 
cosi  grande  »  che  più  non  vi  rimane  terra  da  riparare  gli  argini»  né 
a  questo  pericolo  altro  rimedio  vi  resta  ^  che  la  remozione  in  luogo 
dell'  introduzione  di  altr'  acqua .. 

Ristretta  maggiormente  la  valle ,  con  F  esclusione  della  Sanmartina». 
ed  allontanata  la  corrente  del  Reno  «dalle  bocche  in  Primaro»  ritor^ 
nerebbono  da  caponi  soliti  disordini  di  sormontare  i  dossi  fra  le  vai- 
fi  »  ed  impedire  le  inferiori  »  con  danno  anche  delle^  campagne  y,  cho 
le  circondano  »  e  col  trattenimento  de^  loro  scoli .. 

Lo  stesso  Po  di  Prìmaro»  gonfio  maggiortnente  di  nuova  aóqua  » 
nea  riceverebbe  cosi  facilmente  gli  scoli ,  e  fiumi  inferiori  y  che.  vi 
vanno  a  tern;iinare  ;,  onde  tutti  i  terreni  »  che  sono  tra  Reno  y  e  La- 
man»  verrebbono  a  patirne»  ed  a  risentirsi  i  fiumi j^^o  soggiacere  a 
rotte  i. 


i 


53: 

Tutti  gli  altri  danni  verificati  nella  Tisita  di  Monsignor  GTaetano» 
dopo  la  diversione  del  Reno  nelle  valli  T  anno  i6o6v  e  di  Monsignor 
Corsini  Tanna  i6sl5.  si  rìnoverebbero  con  tanto  maggiore  eccesso  ^^ 
qnanto  minore  è  oggi  deir  ampiezza ,  e  profondità  delle  valli  ,  a  cui 

F  interrimenti  hanno  tolta  U  capacita  ^  e  quanta  maggiore   à  la  ca-^ 

uta  y  cfie  ììBi  per  esse  «^ 
E  quanto  a  questa  punta  della  caduta  S  da  riflettere^  che  aT  luo^ 
gò)  ove  si  tratta  sboccare  nella  valle  il  Reno  ,    venendo   T  acqua  del 
Reno  dalla  parte  inferiore  versa  Ferrara  j,  viene  a  manifestarsi  questa 
9Ìto  più  bassa  nelPescrescenze  della^  parte  inferiore  delta  valle  y  al  Po» 
onde  rìngorga .  Ma   facendosi  ivi  sboccar  Reno  r  per  distendersi    da. 
questo  termine  per  la  valle  sina  alla  sbocco  ìq>  Po»,  è  necessariov cho 
ir  alzi  tanto ^  che  non  solamente  superi  la  caduta  contraria;  »  che  ha. 
di  prei^nte  nelle  piene  y.  ma  di   più   acquisti  caduta*  verso  il  Pò ,  la 
quale  altezza  non  può  essere  y  che  grande,  e  tanta  più ^ che  la.  man* 
canza  totale  dèlia  caduta  comincia  sino  a  Scorsuro^  cioè  quasi  quat- 
tro miglia*  prima  che  arrivi  alla^  valle ,  onde  ^  non  essendogli  facilita- 
lo il  corso  ad   alcuna    pendenza ,  è-  necessario  y  che  si  trattenga  sina 
che  coir  alzarsi  nella  parte  ^uperìor^^  se  l^abbia^  acquistata- 


DELLr  INCAPACITÀ  DELLE:  VALLI ^ 


\/ualunquo  siasi  l^'amplezza»  e  profondita  delle  valli,  già  per  con- 
tìnua irrefragabile  esperienza  di  87.  anni  più  chiara ,  ed  evidènte 
d*  ogni  altra  prova  ,:  e  misura  ,  quelle  del  Poggio  ,  e  di  Marrara  ,  e 
tutte  le  adiacenti  nou  sona  mal  state  capaci  della  sola  ridondanza ,  O' 
espansione  del  Reno ,  della  Sànmartioa  sin  quanda  avea  le  bocche  a- 
perte  ìn^  Primaro^  e  Volane,  non  che  del  Rene  tutto- 

Le  prove  di  ciò  noa  sono  pia  da  farev  ma  sono  abbondantissimamente 
fìtte  in  tutte  le  precedenti  visite  de'  Gòmmissarf  Apostolici,,  veden» 
dosi  dalla  prima  del  sig^  Cardinal  Gaetana  deF  1606.  che  le  valli  del 
Foggio ,  e  di  Malalbergo  non*  poterà  ne  meno'  capire  il  ringorgo  deU 
r acqua  soprabbondante  della  Sànmartina,  la  qual  erse  pur  divisa  da 
esse  per  mezzo.  deF  continente  del  Còminare,  e  di  Gaprara,  e  ciò  lìon 
ostante  y  che  fossera  aperte  molte  bocche  alla  Sanmartina<  nel  Po  di 
Ferrara ,.  e  di  Primaro  y  in  moda  che  diffuse  Facque  sormontando  gli 
argini,,  allagando  le  campagne>  e  le  case>  e  la  terra  stessa  di  Malal-- 
hergo .  come  co^  propri  occhi  vidde  il  suddetta  sig;  Cardinale  Gàe<* 
tane  il  àv  ló-  Grcnnaìor  onde  perciò^  ordinò-  un*  taglio  a  Longastrino^ 
con  pericolo^  delle  valUV  ^  della  città  di  Cbmacchio,  per  evitare  il 
maggiore  della  parte  superiore,,  e  fece  altre  provvisioni  ,  che  in  det- 
ta visita  si  leggono - 

Cosi  parimente  si  osserva  in  quella  di  Monsignor  Corsini  deiranna 


z' 


\ 


54 

1625.  a  CIÒ  apecialmente  depirtato  ,  come  difibssmente  nella  tua  re» 
lazioDe  ai  legge  ;  e  pure  egli  è  evidente  ^  che  a  quel  tempo  le  vaUi 
erano  più  capaci,  che  di  presente,  mentre  erano  meno  interrite ^ 
meno  alte  di  fondo ,  e  di  pelo ,  più  difese  dagli  argini  circondar]  ,  1» 
Tacque  avevano  allora  i  sfoghi  liberi  della  bocca  de'  Masi  yedel^Le- 
valoro ,  libero  il  cavo  del  Duca  ,  ed  il  Po  di  Primaro  dagli  argini  ^^ 
obe  di  presente  T  attraversane ,  né  per  anche  se  gli  erano  rialzati  in- 
contro gli  argini  di  Poatcllo,  e  di  Codilovo^ 

Come  potremo  dunque  dire,  che  restino  capaci  di  tutto  il  Reno 
quelle  vaili ^  che  Inrono  incapaci  delf  espansioni,  e  ringor^o,  quand'e- 
rano più  capaci  obe  di  presente? 

Si  può  opporre ,  che  se  di  presente  sono  meno  profonde ,  rispetto 
alla  parte  interrita,  sono  più  ampie,  rispetto  all' espansioni 5  e  que«' 
sto  chi  lo  niega  ?  Pur  troppo  si  sono  dilatate  su  i  paesi  fertili ,  che 
circondano  la  valle,  e  sul  Bolognese,  e  sul  Ferrarese,  e  nella  Roma'* 
gna^  e  questa  è  la  piaga,  che  già  tant' anni  sono  ehìama  rimedio  J 
Sono  capaci  di  maggior  male  in  quanto  possono  communicarlo  .aor 
cresciuto  Inngameate  al  paese  vicino ,  ma  questo  male  a  chi  porta 
rimedio  « 

Quanto  più  si  alzano,  e  si  dilatano  con  nnova  acqua  quelle  valli , 
oltre  le  mine  delle  parti  superiori ,  sempre  maggiormente  minaccia» 
no  le  inferiori ,  le  quali  già  di  presente ,  quando  anche  hanno  vicini 
gli  sfoghi ,  s' ingrossano ,  ed  a'  gran  fatica  si  difendono  • 

A  ^can  fatica  si  difende  il  Polesine  superiore  di  Ferrara ,  quello 
Ai  S.  Giorgio,  le  valli,  e  città  di  Gomacchio^  e  tanto  più  difficile' 
mente  si  difenderanno^  quanto  maggiore  sarà  la  mole  d'acqua,  cho 
ai  tratterrà  nelle  valli ^  quanto  più  alto  il  fondo,  che  di  continuo 
a'  interrisce  « 

Se  questo  dilatarsi  delle  valli  a  forza  è  un  renderle  capaci ,  possia* 
mo  alarli  la  capacità  che  vogliamo ,  con  alzar  di  contìnuo ,  come  si 
fa  in  qneste  parti ,  gli  argini  sin  <^he  arrivino  con  la  sommeivione  di 
tutta  la  pianura  ad  uguagliarsi  co'  mónti,  e  se  questa  è  capacità, 
pur  troppo  confessiamo ,  anzi  protestiamo  ^  che  sono  capaci ,  ma  »  di 
capacità  fatta  per  forza  d'  arginazione  »  con  là  rovina  di  queste  tro 
Provincie  •  ^ 

Ma  se  vogliamo  vedere ,  se  hanno  capacità  naturale  9  apriamo  gli 
sfoghi  negli  alvei  naturali ,  e  vediamo ,  se  restano  fondi ,  ma  percbò 
non  può  ottenersi  '  la  remozione  di  si  pregiudiciali  impedimenti ,  ve- 
dasi almeno  quanto  si  tiene  alta  la  valle  sopra  il  pelo  di  questi  alvei 
adiacenti ,  anzi  sopra  tutte  le  campagne ,  che  la  circondano ,  e  di» 
casi  poi  valle  capace  da  recapitar  fiumi  questa  eh'  è  tanto  più  alta  di 
quanto  terreno  intorno  la  cinge  del  paese  di  Vigarano ,  che  ha  a  pò* 
nente ,  del  Polesine  di  Sé  Giorgio  ^  che  ha  a  tramontana ,  non  che 


S5 

dall' QUO  f  a  deir  altro  tmìo  del  Po»  come  sì  può  y.edere  jn  ua*oc<- 
cAiiata  alla  bocca  de'  Masi ,  paragoaaódo  il  pelo  della  valle  con  qael* 
lo  di  Volano ,  ed  alla  chiavica  Baooafina ,  oaseryando  il  aaperiore  > 
ad  inferiore 


SCRITTURE 

jflla  Santità  di  N.  S^  Alessandro   VII.  per  la  Congregazione 
delV  acque  sopra  la  remozione  del  Beno  per  lo  Reggimento 

di  Bologna   date   V  anno  1657» 


Ji  Reno  ne'  secoli  passati  non  ba  giammai  aruto  altro  ricapito  9 
èbe  neir  alveo  del  Po  »  come  testificano  i  Cosmografi ,  e  per  transi* 
zione  anche  stabilite  con  li  Duchi  ,  e  città  di  Ferrara  gliene  fu  dato 
il  ricetto  nel  Po  di  Volano,  <|uando  particolarmente  dell'anno  iSaa. 
avendo  sopra  la  terra  di  Cento  abbandonato  il  proprio  alveo,  srego- 
lato veniva  a  cadere  nel  medesimo  Po,  con  danni  immensi.  Così  del 
territorio  Bolognese ,  come  Ferrarese  • 

E  benché  gli  stessi  Duchi  ^  e  città  di  Ferrara ,  eon  supposto  ,  che 
per  causa  delle  torbide  del  Reno ,  il  medesimo  Po  di  Volano  venisse 
ad  interrirsi ,  ed  a  perdersi  la  loro  navigazione  ;  facessero  dipoi  con* 
tinne  instanze  per  rimoverlo  col  portarlo  nelle  valli  verso  Argenta^ 
non  gli  fu  mai  concesso ^  per  estere  stato  conosciuto,  che  il  supposto 
del  suo  interrimento  non  poteva  derivare  da  altro ,  che  dal  mancamen* 
to  delle  pròprie  acque  per  lo  declivio  maggiore ,  che  si  faceva  il  Po 
di  Lombardia  per  linea  più  breve  al  mare  ;  e  che  il  voltarle  verso  le 
Talli  era  per  apportar  danni  immensi }  anzi  che  per  occasione  di  rot* 
ture  degli  argini  del  Reno  al  levante  snccesse  o  procurate  del  iS4i* 
nel  territorio  della  Pieve ,  per  le  quali  venivano  inondati  gli  stessi 
beni  del  territorio  Bolognese ,  che  oggidì  sono  esposti ,  e  soggetti  al- 
le medésime  sommersioni,  ricusando  il  Duca  di  Ferrara  di  (arie  ripi- 
gliare ,  con  allegare  le  stesse  ragioni ,  per  introdurre  il  Reno  nelle 
'valli,  sopra  le  quali  oggi  si  fondano  pure  i  signori  Ferraresi;  fu  pre- 
cettato aa  Paolo  Terzo,  dopo  avute  le  necessarie  informazioni,  e  re* 
lazioni  de'  Periti  ^  di  dovere  ubbidire  in  eseguire  la  suddetta  oon- 
:venzione  ;  come  appare  dal  breve  < 
£  portatosi  anche  il  Papa  sul  fatto ,  ed  uditi  li  contràditorj  de'  Pe- 
^*»  6  delle  partii   dopo  niatnra  disoassione  di  quanto  ocubrmente 


S6 

^ide  «d  fattamente  gli  Fa  rappreaenuto  »  «obbligo  5aa  entità  mag- 
gioraiente  il  Duca  suddetto  ad  ubbidire  ,  «ed  a  ^riporiaref  -e  «(uuten^ 
re  il  Reno  nel  Po  di  Ferrara  »  siccome  fu  eseguito  • 

Ma  coDtìnnaDdo  pure  le  doglianze  4e^  4nedesiini  signori  Terrareti. 
di  perdersi  Ja  loro  navigasione ,  per  gP  interrìmeuti  causati  dal  Reno 
nel  'medesimo  Po  xli  Ferrara ,  «oche  appresso  la  S.  Mem.  di  Gregorio 
Dechnoterzo , -e  rinnovando  ristesse  istanae^  «o  d*  inalvearlo  «on  gli  al* 
tri  fiumi  di  Savena ,  Idice  «  SilJaro  »  ^Santerno*  ^  Senio  «  ]>er  porurli 
unitamente  per  il  Po  di  Primaro  »  o  per  -altro  alveo  al  mare;  o  di 
voltarlo  prò  interim  nelle  Talli,  o  aboecado  nello  stesso  Pa  éì  Pri- 
maro sotto  la  terra  -d' Argenta  •  Purono  pur  anche ,  per  ^ordine  di 
ijuel  Sommo  Pontefice ,  diligentemente  discusse  le  proposte  loro ,  ma 
stimate  insussìstenti  ,  «  non  adeguate  al  benelìzio  -delP  uno ,  ^e  del- 
r  altro  territorio ,  -come  fu  partioalarmoB te-  rappresentato  al  medesimo 
Pontefice  da  D.  Scipio  de  Castro  nella  sua  relazione* 

Piacque  però  alla  San.  Mem.  di  Xjlemente  Ottavo  di  consolar  li 
aignorì  Ferraresi  ^  «ome  «noi  aiuovi  -sudditi ,  permettendogli  d^  intro- 
durre il  Reno  nella  Sanmartina  per  nn  interim  »  mentre  -si  faceva 
V  escavaziooe  del  Po  di  Volano ,  -e  del  Po  di  Primaro ,  ^on  iutenzio* 
ne  di  potersi  ricondurre  P  acqua  del  Po  grande  nello  atesso  Po  di 
Ferrara ,  ^  di  restituirvi  anche  ^  cubito  fatta  la  detta  escavazione  »  il 
medenimo  Reno,  «secondo  ohe  Jitteralmente  dispone  lo  stesso  breve 
dì  -quél  Sommo  Pontefice;  e  benché  Sua  Santità  'conoscesse  benissi- 
mo 9  ch&«i  era  reso  impraticabile  ain  di  quél  tempo  il  poter  intro- 
durre di  nuovo  P  acque  del  Po  grande  nel  Po  di  Ferrara ,  -e-  t^e  la 
diversione  del  Heno  nelle  Talli  «ra  dannosissima  al  territorio  Bolo- 
gnese ^  e  non  durabile  ;  volle  nondimeno  dare  tjuesta  aoddisfazione  a' 
signori  Ferraresi  »  con  la  preservativa  però  auddetta  di  ritornare  il 
Reno  nel  Po  di  Ferrara ,  o  nel  Po  grande  ^  come  pure  allora  dalla 
Sacra  Congregazione  delPaoqne  veniva  stimato  più,  espediente  »  se- 
condo che  attesta  il  Cardinal  Piatti  in  una  'Sua  lettera. 

Da  questa  introduzione  del  Reno  nelle  «valli  seguita  Panno  i6o4- 
xie  «successero  immediatamente  inondazioni  immense  9  a  aegoo  tale  9 
che  d'  4)rdine  della  «tessa  Congregazione ,  e  comandamento  della  San- 
ta Memoria  di  Paolo  V. ,  fu  di  Febbraio  i6c6.  dato  nrdine  al  Fresia 
dente  di  Romagna  di  fare  nn  taglio  nelf  argine  di  Primaro  a  Longa- 
strino  ^erso  le  valli  di  Comacchio ,  per  dìare  sfogo  all'  acque  del  no- 
no 9  «d  evitar  sommersioni  maggiori,  come  si  -vede  dalle  lettere  del- 
la  detta  Gongrejgazione^  scritte  dal  Cardinale  da  Camerino ,  e  Decre- 
to fatto  9  ed  esecuzione  datale  dal  medesimo  Cardinale  Gaetano  • 

Dalle  visite  fatte  da  Monsignor  Cientnrionfe  del  i6o5«  dallo  atesso 
sig«  Cardinal  Gaetano  susseguentemente,  e  più  accuratamente  dall' E- 
minentiss.  sig.  Cardinal  Capponi  del  x6j8.  e  da  Manaignqr  Corsini  del: 


57- 

]fi(S2&«  viepr,  fitoMmente  ginstifient»  di  quanto  pre^ttdivio  ib  »lstK 
rìntrodiizione  del  Keno  nelle  valli^  poielie  noti  solo  li  terreiiF  dtalUr 
destra  di  Primato  sono  restanti  totalmente  vaommerai^  kieodata  tutta 
la  parte  inferiore  del  territorio  Bolognese ,  gli  scoli  più  principali 
interriti ,  -e  la  navi^zione  tra  Ferrara ,  e  Bcflogna  affatto  perdata ., 
ma  dalla  sinistra  ancora  per  le  sortivo  causate  dalla  giunta  dell' ae^ 
qne  del  Reno  a  •quelle  -degli  filtri  torrenti^  e  acoli^  che  a  forza  del 
peso  di  cesi  gran  «ole  d' acque  stagnanti ,  penetrando  per  la  porosi- 
tà della  terra,  «ì  sono  rese  inutili  le  terre  del  medesimo  Polesine  di 
S.  Giorgio;  e  6naimente  negK  nltimi  anni  ancora  quando  il  Reno 
non  ha  avuto  lo  sfoga  nella  Sanoiartina ,  o  per  le  rotture  fatte  negli 
argini  da  ponente  per  le  chiaviche  del  Bondeno  nel  Panaro ,  e  per 
qaesti  nel  Po  grande ,  iia  apportate  reiterate  sommersioni  alle  valfi , 
e  città  di  Comacchio. 

Per  rimedio  opportuno  a  tanti  mali,  ed  a  tali  miserie,  fu  dalia 
Santa  Mem.  di  Gregorio  XV.  data  facoltà  deiranne^  i6a^s.  air'Emi- 
nentiss.  aig.  Cìardinal  Capponi  per  suo  .partìcolar  breve  ;  'di  rimuove- 
re il  Reno  «dalle  valli ,  *e  da  Sua  eminenza  la  staiiirito'  tli  nortarlo 
dalla  Botta  de^  signori  Ghisilieri  a  Mirabelle  in^  Pé  gratta  alla  Stelr 
lata,  e  del  i6ia.  si  portò  Sua  Eimnenza  sul  fatto,  per  eseguire  la 
Santa  Mente  <li  quel  Sommo  Pontefice  • 

In  esecusione  di  che  trasferendosi  Sua  Eimn.  sul  iitto ,  e  visitan- 
do tutti  li  luoghi  con  aomma  diligei^a  ,  e  fatica  ^i  mclti  mesi ,  fece 
fare  diverse  operaziopi ,  e  livellazioni  ,  conobbe-  e  riferì  la  necessità 
della  rimozione  del  Reno  dalle  valli ,  e  "per  ridurre  H-  negozio  alP  at- 
to pratico  più  che  fosse  possibile^  crdinò ,  che  si  facesse  il  circonda- 
rio delti  terreni  Bolognesi ,  che  dovevano  concorrere  «alla  spesa  con 
la  dovuta  graduazione  in  quattro  gradi ,  per  fermare  il  comparto  pia 
proporzionato  air  utile ,  che  ciascheduno  era  da  detta  -operazione  per 
ricevere ,  ed  il  tntto  fu  esegnitos. 

>  Ed  in  oltre ,  per  F  esazione  di  detto  compunto ,  comanda ,  che  per 
modo  di  ptovvisione  si  facete  una  tassa  di  i)tiaiftamita'  sencK  per  la' 
parte  della  spesa ,  che  ai  aupponeva  potesse  toccare  a^  Bblognesi^ , 
come  si  vede  dall^ inscrizione  del  campione  sepra  ciò  formato. 

Ma  mentre  si  stava  per  porre  mano  air  opera ,  sopravvenendo  di« 
versi  accidenti,  e  pafticolarmente  la  morte  del  Papa,  restò  il  neg(>- 
zio  senza  la  finale  esecuzione  • 

Assunto  però^  che  iU  al  Pontificato  Urbano  Vlil.  dì  Felice  Memoria*, 
fece  qiprifitendentd'  generale  alla  bonifieaziene  il  già  Monsignor  Gor« 
«ini ,  H  quale  intyrntt^F  dal  medesimo  signor  Cardinal  Capponi ,  e  ser» 
Tendtasi  delle  di  lui  direzioni ,  ed  eperaziom ,  parimente  si  trasferi 
in  quelle  partì ,  e  per*  levare  le  conlese  fra  le  parti ,  subito  deputò 
penti  Fen^nsi^  ^  ftelogneai»  ner  HUv^eeneardisfliente   W  liveHazioni 


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58 


prima  fiitte  dal  detto  sijg^Qor  Gardioale  di  tutti  li  Inoglui  per  li  quali 
8i  poteva  fare  Ja  di?er8Ìooe  di  Reno  • 

È  qaeito  fatta  la  visita  »  e  la  aaddetta  livellasìone  »  inerendo  alla 
relazione  del  detto  sìgaor  Cardinale  a  lai  consegnata,  riferì  ananto 
fosse  necessaria  la  remorione  del  Reno  dalle  valli ,  come  nelU  sna 
Relazione  • 

Ed  in  conformità  di  quella ,  il  detto  Urbano  VIU.  spedi  subito  uà 
breve  al  detto  Monsignor  Corsini ,  comandandole ,  cbe  dovesse  fare 
la  diversione  dei  Reno  dalla  villa  di  Mirabelle ,  territorio  di  Bologna» 
al  Bondeno ,  e  dì  là  al  Po  erande ,  eh*  è  la  sesta  linea  »  fra  le  sei 
proposte  allora 9  sceltale  stabilita,  come  al  disegno  delle  linee,  ed 
altro  colla  pianta  de'  territorj  di  fioloena ,  Ferrara ,  e  Romagna  inon* 
dati ,  e  loro  dichiarazioni  unite  ,  con  br  concorrere  alla  spesa  i  Bo» 
.lognesi ,  i  Ferraresi  ,  ed  altri  interessati ,  come  in  detlo  breve  • 

£  per  facilitare  quanto  più  fosse  possibile  il  negozio ,  fece  scanda- 
gliare ancora  tutta  la  spesa ,  che  si  doveva  fare  in  operare ,  conforme 
al  detto  disegno. 

Ma  dopo  molte  difficoltà  infrappostevi ,  per  divertire  la  Santa  Men- 
te di  quel  Sonunp  Pontefice ,  e  la  retta  intenzione  delP  Eminentiss. 
signor  Cardinal  Barberino,  si  compiacque  Sua  Santità  di  ordinare  al- 
l'Eminentiss.  Signor  Cardinale  S.  Clemente,  allora  Commissario  del 
Sant'  Ufficio ,  cne  si  portasse  ad  osservare  ocularmente  qaal  potesse 
essere  il  più  sicuro,  e  reale  ricapito  al  Reno,  e  da  sua  Emioeoza  fa 
approvato  per  unico  il  portarlo  nel  Po  grande,  ma  da  diversi  altri 
accidenti  fu  impedita  Sua  Santità  di  eseguire  questa  sqa  ferma  deli- 
beraziode  • 

.  Gol  fondamento  delle  predette  determinazioni  così  ben  giustifica- 
te, supplicò  il  Reggimento  di  Bologna  del  1646.  la  Santa  Memoria 
d'Innocenzo  Decimo,  per  la  remozione  del  Reno  dalle  valli  ,  e  per 
V  esecuzione  della  determinazione  predetta ,  stabilita  dopo  tante  vi- 
site ,  ed  al  memoriale  rimesso  alla  oacra  Congregazione  deir  acque  , 
fu  creduto  di  non  dover  rescrivere ,  per  1*  istanze ,  che  nuovamente 
fecero  li  signori  Ferraresi  di  voler  far  prima  la  loro  introduzione  del* 
r acqua  del  Po  grande  in  quello  di  Ferrara,  secondo  il  tenore  del 
suddetto  breve  di  Clemente  Vili.  Con  la  speciosità  di  questa  propo- 
sta fu  sospesa  qualunque  risoluzione  dal  medesimo  Innocenzo  anche 
nella  Congregazione,  che  del  i65i.  si  tenne  avanti  di  lui,  in  modo 
che  li  signori  Ferraresi  ottennero ,  come  desideravano ,  che  appresso 
Sua  Santità  non  restasse  più  apertura  alcuna  a'  Bolognesi  per  pego* 
zlazione  di  tale  interesse  ;  essendo  però  questi  mio  de'  più  gravi ,  e 
di  maggior  rilievo,  che  abbia  la  S.  Sede,  per  lo  comun  benefizio  di 
tanti  4«uddìti ,  e  per  lo  bonificamento  delle  più  principali ,  e  migliori 
parti  dello  Stato  Ecclesiastico}  ha  «pohe  Sua  Divina  Maestà  preservato 


»  -  ^ 


y 


V 


59 

alla  somma  ^rovvidenzA  9  e  pietà  della  Santità  Vostra  11  dare  il  dova* 
to  fioe  a  cosi  gloriosa  deliberazione  « 

Sapplica  dunque  umilmente  Vostra  Santità  il  Reggimento  dì  Bolo- 
gna a  sollevar  dalle  miserie  sostenute  per  il  corso  di  Sa.  anni  il  suo 
territorio,   col  far  rimuovere  il  Reno  dalle  valli. 

La  giustizia  di  queste  sue  umilissime  suppliche  resta  comprovata 
dalle  suddette  vìsite,  e  relazioni,  e  dalP  evidenza  del  fattoi  mentre 
il  Reno  ìmprigiouato  prima  dalle  valli,  e  dalle  chiusure  dì  tante 
chiaviche  già  destinategli  nel  Po  di  Primairro ,  e  poi  dagli  interrimen- 
ti causati  anche  nel  proprio  alveo,  non  ha  presentemente  altro  rica- 
pito 9  che  sopra  li  heni  adiacenti  de'  particolari  si  Ferraresi ,  come 
Bolognesi  con  sommersioni  dannosissime  dell'  uno ,  e  dell'  altro  terri- 
torio ,  e  quali  sieno  le  miserie  ,  e  calamità  presenti  causate  dalle 
continue  inondazioni  del  Reno  ,  è  ormai  notorio ,  e  le  rappresenta  di- 
stintamente Giorgio  Rivellini  in  una  sua  Scrittura. 

Dall'  evento  perciò  ,  più  che  dalle  suddette  ragioni ,  si  può  coih 
eludere  quanto  aia  pernicioso  il  partito ,  nel  quale  insistono  i  signori 
Ferraresi  di  portare  il  Reno, di  valle  in  yalle,  o  d'  unirlo  alme- 
no con  parte  degli  altri  torrenti  nel  Po  di  Prìmaro,  poiché  que- 
sta è  proposizione  ,  che  altre  volte,  e, sempre  è  stata  dannata  da  tut«* 
ti  per  gli  effetti ,  che  sono  poi^  succeduti ,  anche  per  la  sola  introdu- 
zione del  Reno  nelle  valli ^  come  si  può  con  molto  fondamento  rac- 
cogliere dal  secondo ,  e  terzo  dapo  della  stessa  Relazione  di  Don  Sci« 
pio  de  Castro,  e  dall'altra  di  Monsignor  Corsini  nel  §.  Onde  non 
'^^ggOy  nel  quale  particolarmente  asserisce,  che  viene  anche  detesta- 
ta, ed  impugnata  da  tutti  quelli  Ferraresi,  che  hanno  interesse  nel 
Polesine  dr  S.  Giorgio,  ed  alla  destra  del  Po  d'Argenta,  il  che  resta 
maggiormente  comprovato  da'  memoriali  dati  da'  medesimi  altre  vol- 
te 9  ed  ultimamente  alla  Santa  Memoria  d'  Innocenzo  Decimo.  E  con* 
seguentente  molto  meno  si  rende  praticabile  questa ,  o  simile  propo- 
sta ,  per  l' interesse  ,'  che  ha  la  Came)*a  Apostolica  in  dover  preser- 
yare  le  valli ,  e  città  di  Comacohio  ,  dalle  quali  perciò  si  .deve  allon- 
tanare il  Reno ,  per  quanto  sia  più  possibile ,  per  evitare  maggior-* 
niente  il  pericolo  di  nuove  inondazioni ,  e- soyimersìoni   di  quelle. 

Hh  il  Re'egimento  di  Bologna  supplicato  altre  volte  non  solo  per  la 
remozione  del  Reno  dalle  valli ,  ma  eziandio  per  V  introduzióne  del 
medesimo  nel  t^o  di  Lombardia ,  secondando  le  determinazioni  già 
fiitte  ,  e  come  sopra  approvate  da'  suddetti  Eminentissimi  Cardinali  ^ 
e  Sommi  Pontefici ,  e  tanto  più ,  quanto  ohe  appariscono  ^  sufficiente-, 
mente  abbattute  l' eccezioni  ,  ed  opposizioni  dedotte  da'  signosi  Fer-r 
raresi ,  e  dalla  lettura  dalla  detta  Relazione  di  Monsignor  Corsini ,  e 
da  quel  più  olie  per  parte  dello  stesso  Reggimento  9  fu  del  x65x«  aao- 
ointamente  risposto  alle  loro  S<ftittdiro  • 


6o 

Ma  perchè  la  Santità  Vostra  ha  ia  qcieito  interesse  del  Heoo  tat« 
te  le  notizie  più  nece88arie  a  quella  deliberazione ,  che  sarà  più  gio- 
Tèvole  a  tutti;  e.  l' interesse  della  oittà  di  Bologna  per  lo  sno  terri- 
.torio  9  e  cittadini  ,  consiste  solo  nel  Teder  quanto  prima  sprigionar 
to  il  Reno  dalle  valli  ,  col  destinargli  per  altra  parte  il  ano  eorto» 
dove  con  naturai  declivio  possa  ielicemente  portarsi  al  mare  ;  resta 
anche  solo  al  Reggimento  suddetto  di  supplicare ,  come  fa ,  umilmen- 
te  Vostra  Santità  a  voler  levare  quanto  prima  ogni  speranza  a'  si- 
•  gnori  Ferraresi  di  poter  più  lungamente  far  differire  la  remosione 
del  Reno  dalle  valli ,  o  col  solito  pretesto  di  doversi  prima  far  V  in- 
troduzione dell'acqua  del  Po  grande  in  qnello  di  Ferrara,  dagli  stes- 
si per  sempre  negletta ,  come  forse  da'  medesimi  ben  oooosointa  per 
impossìbile  ,  o  con  replicare  le  proposte  di  mantenerlo  nelle  etesse 
valli,  dando  ordini  precisi  per  1'  esecuzione  di  quel  recapito  al  Re- 
no, che  verrà  dalla  Santità  Vostra  stimato  egualmente  proficuo  a 
4anti  4ooi  sudiliti ,  ed  a  tutte  le  provincie  interessate  • 
Che  il  tutto  ec  Quam  Deus  ec. 

Id  Brevi  f  e  Scritture  enunciate  in  questo   memoriale  ,  si  troveran* 
no  unite  più  a  bassso  • 


DEL  C0R30  ANTICO  DEL  PO ,  E  DEL  RENO . 


Il 


.1  Bo ,  che  nel  sno  alveo  ,  come  afferma  Polibio .  (  Hist.  Uh.  a.  ) 
riceveva  già  tutte  V  acque  ,  che  dall'Appennino ,  e  dall'  Alpi  nell'  Ita- 
lia Trauiapennina  discendono ,  veniva^  indiviso  sin  sotto  alm  Stellata*, 
6  Figarolo,  luoghi  l'nn  contro  l'altro  17.  miglia  sopra   Ferrara. 

Ivi  a  sinistra  principiava  ,  secondo  CInverio,  {Clu^eriJ  Ital.  lib.  a. 
pag.  4^1.  e  4o5.  )  la  fossa  Filistina,  che  dopo  la  rotta  di  Figarolo, 
procurata  l'anno  11  Sa.  e  dopo  quella  ^i  Sicardo  dell'anno  iiga.  di- 
latata, e  profondata  si  tramutò  m  Po  di  Venezia.  {Pignti  pag*  tóo.) 

Continuava  a  destra  il  tronco  principale ,  che  poi  fu  detto  Po  di 
Ferrara,  che  però  passava  più  a  mezzogiorno  alla  torre  deli'UcelUno 
in  distanza  da  Ferrara  di  quattro  miglia .  (  Leander  pag.  S3o.  ) 

Secondo  il  Pigna ,  (  Pigna  pag.  1 5g.  )  ed  altri  Istorici  Ferraresi  al 
Capo  d'Eridauo  era  la  divisione  accennata  da  Polibio  a  TrigaboH  ne' 
duo  rami  principali  di  Volano,  (Blond.  pag.  S5r.)'0  Pad  usa,  come 
bgge  Giuverio ,  (  Cluv.  lib.  i .  pag.  394*  )  e  Prisoiano  Ferrarese ,  ap- 
presso fra  Leandro  •  { Priscian.  apud.  Leandrum  pag.  S^.  lib.  pag» 
894*  4<^*  4^^-  )  Volano  ramo  sinistro,  ritiene  oggicti  anche  il  suo  no- 
m^e  »  Padusa  altro  non  è ,  che  il  Po  di  Primaro ,  come  con  ragioni ,  e 
con  r  autorità  di  Polibio ,  Plinio ,  Virgilio ,  Servio  ,  e  d'  altri  antichi 
dìffasamente  prova  Oluverìo ,  coatro  r  errore  de'  moderni  Scrittori  ^ 
che  per  Fadusa  intendono  le  Baludi  dal  Fo  separato  • 


6i 

Dalla  Stellata  al  mare  là  via  più  bteve  fu  setìiprei  per  il  Po  di 
Venezia  ,  eh'  inoltrata  dagl'  interrimenti  fatti  aita  fooe ,  non  è  più 
lunga  di  67.  miglia.  A  questa,  per  «ordine  di  lunghezza,  segatta  la 
linea  per  Ferrara  a  Volano  di  niiglia  78.  Kù  Jonga  è  la  via  per  Per<- 
Xàtà,  a  Priraara  di  miglia  90.  Dalla  Stellata  in  giù  nel  mttìò  priooìpal^ 
ài  Ferrara  sbocoavano  per  Taddie tra  Panaro 9,  e  Reno,  e  questo  non 
solo  da  due  secoli  dopo  le  convenzioni  00'  Oocfai  di  Ferrara /( t^Mf^i 
'del  Cardinai  Gaetano  ,  e  di  Monsignor  Cércini  )  come  altti  suppone 
.gono  »  ma  in  tutti  i  tempi  precedenti  y  come  «r  vede  iu  Plinio  ^  (  Plin. 
ìib.  3.  cap^  16.  ),  che  vtvea.  Fanno'  di  GrìstO'  Se  'nelle  carte  antiche 
,MOgrafiche  di  Tolomeo ,  e  d' altri  Geografi  cedute  dal  Biondi ,  nella 
-illesa  d' Accursio  9  { Giosi  in.  L  r .  verbo-  Utile  ff.  de*  flum.  ttbi  an^ 
•gekis  $•  flumen^  )ì  che  vivea  Fanno^  i^ho*  in  Bartol<(,  (  Bart.  in  L  a. 
-subn.  ì.  in  fin^  ff.  cod.  BUloc.  oit.  )  che  fci  delFanno  iSSo,  ed  ìu 
altri  legisti  appresso  ,  e  nello  stesso-  Bkmdi  ^  che  scriveva  l' anno  t^So. 

Prova  questo  Autore  y  che  nel  tempo  y  che  il  Po  passava  alla  torre 
dell'  Uccellino  y  ivi  sboccava  il  Reno  >  e  ciò-  nou  solo  dalP  antiche 
Geografìe  y  ma  dagli*  alvei  dair  une ,  e  dalP  altro  ^ume  abbandonati , 
che  a'  suoi  tempi  si  vedevano  •  Ma  dopo*  essersi  ritirata  il  Po  quat- 
tro miglia  verso  Ferrara  ».  il  Reno-  rotto  nella' parte  superióre  a  ponen- 
te andò  ad  unirsi  con  Panaro,  e  col  canal  di  Cento  al  Finale  y  onde 
per  la  fossa  Fistorena  scaricavasi  in  Po  al  Bòndeno  • 

In  tale  stato  ritrovandosi  ancora  Tanno'  1400*-  Berso  primo  Duca 
-dì  Ferrara  y  come  si  legge  nel  suo  mandate  ài  proc«fra ,  per  rimedia- 
xe^  al  grave  9  ed  intollerabile  danno,  che-  da  alcuni  anni  pativano  i 
paesi  del  Bolognese  y  e  ^Ferrarese  ,  convenne  eo*  Bolognesi,  e  Gente« 
-•i  di  assegnarli  non  già  V  esita  in  Po  ,  che  ve  1f  aveva  ,  ma  sibbene  u* 
•na  via  più  comoda ,  e  men  dannosa  all'  itao ,  ed  all'  altro  territorio  y 
the  fudair  argine  sua  vecchia  di  Cento  sino  a  certo  termine  nel  Po 
tra  Bondeoo ,  e  Ferrara  » 

Ma  essendo  1*  anno  iSai;  seguita  una  retta,  ^tiAe  «ndàva  a  met^ 
tersi  per  altra  parte  snperìere  in  Pa ,  fu  T  arnia  iS'a^.  per  aMva  coah 
^rensieiie  (  Nella  convenzione  al  5«  Prima  ^  paìimsGe  •  )  rimessa  tfel^ 
Y  alvee  suo  vecdiio ,  che  di  «udvo  abbandonate ,  e  voltalo^  fteflà 
Sanoaartìmi  con  dinni  immann  dell'  uno  y  e  V  altro  territorio  ^  V  an^ 
HO  i54a.  per  rotta  aegaaU  alla  Ptere,  afonia  Grecie  H.  tiet  inògè 
liiHa  preeedeMe  eeoveneìMitf  rìneaso  ,  i4  <Ae  tftede  eceaiienè  aH'  ^tw 
«ce  ai  Fra  Leandro  wd  anjppiTre  1  (  Lemd.  <»a^.  $97%  e  Sf  7.4»  iaHth 
édk^.  )  Cihe  il  Rene  prima  noaiflfbMinisse  ini  Fb,  iltitnelrandwe  per  aK- 
tro  ben  tre  volte  éon  Plinie  tite  qadi  Hamì ,  <die  dsA  4^o  tene  poHad 
al>  mare-.."'  ♦  /      .      . 

Fsnalitieiile  Primara  rteeve^  i  fiiiaai'  dM' Bolognese  Sa^vetta^  Idi- 
ce^  Quaderna  >  SUlaro ,  e  fatet  della  RiÉuiagna ,  Saaterno  ,  '  &enio ,  e 


6i 

Lamine,  clie  poi  immediatameìite  fii  condótto  al  lAare^  ibooetQdo  og« 
gidì  gli  altri  nelle  paludi  a  destra  di  Prìmaro. 

Per   la   via  di  Venesia  ,   eh'  era  più    breve ,  avendo   il  Pò  ,  dopo 
r  accennate  rotte  »  trovata  maggior  lacilità ,  e  velocità  di   moto  j  co- 
minciò a  profondarti  »  e  voltarsi   con   maggior  quantità  d'  acque ,  ed 
in  conseguenza  a  scemare  nel  Po  di  Ferrara,    anzi  col  tempo  a  man- 
car quasi  sfiàtto  ;   il  ohe  per   ovviare ,  indamo   usarono  i  Duchi  di 
Ferrara  diversi  lavori  alla  divisione  ,  posoiaohè  in   progresso  di  tem« 
pò  ,  cedendo  all'  impeto  della  corrente  ,  più  volte  rifatti  rovinarono.. 
Go9Ì  V  acqua  nel  ramo  di  Ferrara ,  e  negli   altri  due  inferiori  dimi- 
nuita, spìngendo  con  minor  velocità  se  stessa,  e  le  torbide  de'  fiumi, 
e  torrenti  inferiori ,  cominciò  a  causare  interrimenti  per  la  deposizio- 
ne delle  materie I  cbe  sempre  segue  alla  tardità  del   moto.  Crebbero 
in  tal  guisa  gP  interrimenti  nel  Po  di  Ferrara ,  ohe  secondo    la  rda- 
2Ìone  del  Aleotti ,  {  Aleot^  pag^  79.  )  perito  Ferrarese  >  stampata  l'an- 
no i6ox.   quando  il  Po  di    Venezia   era  nella  sua  maggior   altezza  , 
oh'  è  in  tutto  piedi  34*  tid  Po  di  Ferrara  vicino  a  questa  città  non 
era  alto  più  di  sei  piedi ,  sicché  restava  il  fondo   di   questo  più  alto 
del  fondo  di  quello  piedi  a8.  dal  che  ne  segue,  ohe  solo  nelle  gran- 
di escrescenze   poteva   venir  acqua  dal   tronco  principale   nel  ro  £ 
Ferrara,  e  che .  neoesjiariamente  nell' abbassarsi   ritornavano    contro  il 
primiero  corso  alla  Stellata  tanto  l' acque  del  Po ,  quanto  di  Panaro  ^ 
e  Reno ,  (  Discorso  del  Mengoli  num.  27.  )  che   in   questo  ramo   in- 
territo sboccavano ,  e  nelle  mediocri  altezze  altre  acque   verso  Ferrar 
ra  più  non  mandava  il  Beno  ,  che  quanto  permetteva  il  jibero  esito» 
che  avea  a  qnesta  parto* col  poco  declivio,  che  gli  restava.    E  non  è 
dubbio,  cbe  se  il  Po  ai  fosse  attraversato  con  nn  argine  sotto  il  Re^ 
no ,  eome  dopo  molto  tempo  si  fece  sotto  Panaro ,  anche  egli  felicis- 
silnamente,  non  meno  che  oggidì  questo,  al  Po  di  Venezia   tntte  le 
acque   sue   rivolterebbe  ,  e   quando    per  arte  non  si  fosse  fatto,  eoi 
tempo  sjciu*amente  non  avrebbe  mancato  di  farlo  la  stessa  natura  col 
•totale  inteiTÌmento  del  poco  '  declivio ,   che  a  destra  gli  rimaneva  • 
(  cavasi  da'  testimoni  Ferraresi  esaminati   nella  visita  *di  Monsignor 
Corsini .  )   Né   mancò  1'  A4eotti  (  Meott.  pag.    97.  e  84«  p^^g*  loi. 
5»  E  perchè  alziamo .  )  di  proporre  più  volte  qnesto  partito  anche  a 
nome  della  ana  città  l'anno  i6oo.   in  Roma  ,  e  di  raccomandarlo  a' 

Sosterì  nella  sua  Scrittura ,  che  laaciò  stampata  per  singoiar  rimedio 
e'  i^sordini  cagionati  dall'  acque  »  e  per  preparamento  affatto  neoes- 
aario  a  chi  disegnasse  l' introduzione  dell'  acqua  del  Po  grande  no! 
rami  perduti  di  Primaro,  Volano  iù  mode  dnrevole. 

Ma  non  fu  abbastanza  inteso  qnesto  salutevole  partito,  anzi  in  ve- 
ce di  secondare  il  eorso  della  natura»,  al  applioò  ad  altra  manie- 
ra di  restituire  i  rami  perduti  eoo  Y  oioavazioDe  »  disegno  in  v«re 


63 

Ttttitsioiay  estendo  neeetmio»  per  &re  un*  introdneione  durevele 
soayare  qaesti  rami  alla  profondità  del  Po  di  Venozia  ,  e  più  anco» 
ra  j  ])er  compensare  con  la  profondità  di  quelli  la  brevità  della  linea 
di  onesto .  *  ;  ^ 

Nondimeno  »  perchè,  senza  qnesti  rigoardi  fa  rappresentata  per  ria* 
scibile  V  introdasione  alla  Santa  Memoria  di  Clemente  VIIL ,  a  fine 
di  esegnirla  ^  fu  1*  anno  i6c4-  divertito  il  Reno  dal  luogo  dove  sboc* 
cava  nel  Po  ,  e  voltato  nelle  valli  a  destra  di  Primaro ,  per  rimetter» 
lo  poi  nel  pristino  luogo,  fatta  V  escavamene  ,  cke  si  supponeva  o-« 
péra^  jdi  tempo  assai  breve  • 


DANNI  CAUSATI  DAL  RENO  NELLE  VALU. 


N. 


elle. valli  dunque,  ricevute  1*  acque  del  Renò,  perdendo  con  la 
dilatazione  ,  e  mancamento  di  pendenza  la  veloirità  del  moto ,  diede- 
ro principio  a'  mali ,  che  per  53.  aani  hanno  miseramente  afflitte  le 
Provincie  dì  Bologna ,  Ferrara  ,  e  Romagna ,  conosciuti ,  e  comtnisera- 
ti  nelle  visite  di  tanti.  Commissari  Apostolici,  ed  io  particolare  di 
Monsignor  Centurione ,  e  de'  signori  Cardinali  Gaetano ,  e  Capponi  y 
e  finalmente  di  Monsignor  Corsini,  che  nella  sua  Relazione  non 
manca  d!  accennarli  • 

Videsi  subito  al  principio  dell' anno  seguente  i6o5.  alla  prima  pie* 
na  rompersi  dall'una,  e  l'altra  parte  il  nuovo  argine,  che  nella  val- 
le lo  conduceva,,  allagare  alla  sinistra  i  terreni  Ferraresi  vicini  alla 
valle,  ed  alla  destra  i  Bolognesi,  ove,  come  appare  dalla  prima  vìsi- 
ta del  Cardinal  Gaetano,  rotti,  e  sormontati  gli  argini  della  valle, 
inondò  il  paese  del  Cominale ,  di  Raveda ,  del  Poggio ,  di  Caprara , 
delle  Giare  ;  di  à.  Agostino  ,  di  S.  Prospero ,  di  S.  Vincenzo  ,  con* 
estermioio  di  case,  chiese 9  e  ville,  che  anche  al  di  d'^oggi  rimango- 
no dall' acque  sommA'se.. 

Così,  mancando  a'   Bolognesi  i   campi 9  che  tenevano  la   città  ab-* 
bondantissima  di   grani ,  non  ai  può  abbastanza  spiegare  a  quali  mi- 
serie si  sia  ridotta  ,  con  carestie ,  -  mancamento   d' arti ,  e  spopolazio- 
ni ,  tanto  della  città ,  quanto  di  tutto  il  contado  • 

Né»'  solo  a'  paesi  sommersi  A  estesero  ì  danni ,  ma  anche  a'  supe- 
riori largamente  si  comunicarono ,  poiché  i  condotti ,  ne'  quali  le 
acque  piovane  del  Bol<^ese  sc^rfavano,  e  si  mandavano  alle  valli,  al 
gonfiare  di  queste  dalle  piene  del  Renf  y  non  solo  si  trattenevano  9 
e  rigurgitavano,  ma  ricevevano  le  stesse  .torbide  del  Reno,  porSaudo- 
le  da  dieci  miglia  alle  parti  superiori,  che  dal  .soverchio  umore  rite- 
nuto 9  e  nuovamente  imbevuto  s' insserilireno ,  )m  tacere  V  i«terri- 
m^to  de'  oondoili  stessi  oamUo  dalle  twhide   sà^nanti  del  Reno^ 


eh»  se  noo  rìmaogoAo  ffi^Ioaili  ^  imo  jf^tm^»  A»ymi  V^és^viB^  da'  tn^ 

Questi  mali»  oba  così  ««y^tQ  «dalU  ^Mmiaae  dal  Anai^  tassitaiirao  » 
poaero  in  neeessità  di  far  un  taglio  a  Loogaatrino  ^  ^per  acaràcar  L'  ao«^ 
qua  della  Sanmartiua  Jialle  tvaUì  ;di  -Comaedhio ,  come  ^rà  4f«4e  nefle 
kttere  della  Sacra  XIctogregasiDne.  4eU\a&tto  jSo6.  Ai  Ttobhraios  «e  nal 
decreto  aussegueotie^,  i^iina^itiQ,  ^ha  po«tao4a  aUtovo  il  jperioolot^  o^m 
^.  ebbe  per  be uè  altre  V4rfta'<4na{di<iaaa'.. 

.  JVIa  non  ^pq  già  da  taoMo  ^^riufterrìmeati,  ^li&  -caiùano  inacquo 
del  Reno  nelle  «^alli ,  ^ve  ioon  avendo  •6ufficÌAtiCe.dMUvio»^>ateBdaodo- 
8Ì  largamente  j>erdono  il  moto  ^'C  per  ^onegoensa  depongono}  4)oa 
tale  deposizione  TÌempiti  i  ibudi ,  ^piu  niin  restano  le  avalli  capici  4el- 
le  sopravvenienti  piene  ,  .ondìe  queste  ,  in  'Vece  .di  profondarsi , -«laas" 
dosi  5  <e  dilatandosi  vengono  sempre  ad  inondare  nuovi  paesi  alla  de- 
stra, e  sa  a  csiqistra  jiio0  Xoasero  4dtainaol#  ^oatentate  ^oa  4irgini^  a- 
yrebbero  oroiai  aomv^ersa  la,  rfwtecM  »  ^  ^eit^tà  -di  Perrara ,  il  Polesine 
di  S.  ^Giorfiìa»  io  vvaUi»  e  Ja  iqìtità.  4i  CÌDflMacbiìey  che  :già  ne.  ha  prò» 
vaio  rrcvidente  pericola,  eoa  due  rolte  aeguite  ranno  ]648..e  49. 
^on  isenza  jravi,  4pese  ^da'  ^aigltori  ^Cacdinali  .Donghi  ^  .e  ^Gybò  xipi- 
glìate.«. 

Un  altro  ^pravissimo  danne.  Iia  oanaato  all'  nna  »  ed  air  altra  ^ittà  » 
ed  alla  Camera  Apostolica  P interrimento  delle  valli,  ed  «è,  che  la 
i).avig«izioDe  da  MalaJbergo  a^  Fersiara  »  che  ^tto  Ji'iiniio»  ^  &o^a  pei:^ 
le  ^alli  9  43e'  tempi  Almeno  à^  inverno  afiaCta  necessaria  ài  passaggio 
deir  una  ,  e  V  altra  -città ,  ^qu^ntaAQ  da -tntu  >r  JCuropa  wL  arieggio 
dUtalia  in  vCermunia  >  ^£0  4all  aonoi  j64i«  «comieciò  e  maneare,  .on* 
de»  per' provvedervi^,  fu  necessario  lasciar  la  ^via  pia  breve ^  che 
direttamente  andava  alla  Torre  della  Fossa  in  'lunghezza  di  viaggio  di 
dieci  mi^Ua  ,  e  voltar  jpM  via  più  lunga  alla  Jbooca  -de'  ilasi ,  ove  fa 
pprtati  iranno  Jróai.  42he  di  nuovo  in  Jireve-tempo  interrita^  Jiise- 
gnò  l'anno  .i635.  ricercarla  con  gravi  epese  verità ievante ,  vcltando 
a|M  fionafina ,  per  via  dop^Hameote?  pili  Inoga  •  £  questa  ^ncbe ,  per 
mantenere  almeno  4a  mag||ior  parte,  dell*  anno  ^  é  canvenalo  «cfhiadera 
le  bocche  »  e  «chiaviche  »  peiv  le  quali  ie  •valli  turgide  deiV  acque;  del 
Reno  scariiDavansi,  n^l  JPo  di  Primano  ».  anzi  attvaversar  <]ueste  etesso 
fiume  'Con  wx  argÌM,.^sostAnendo^iuolenfeeaEieiite  l'acqua  di  quella  ve- 
sti/isima.  valle  in  altcwA;  dii  q^Uittro  ^.^  cinque  |»iedi  eopra  la  soperfr* 
eie  del  Po  eltp  »,  «e  ^el  Pn  Jba^iO'  4i  piedi  nove  »  e  dieci  ii»  ciroa  • 
Gojiside^ai  con  4]uale  aUsgetnmrto  de  terreni  ennerieri  di  si  poco 
declivio*»  che  ad  npi  imgUo.  di  peese  poche  «once,  di  peadeosa  corri- 
spendono;^  e  con  <qo4  peécelo  4eUa.  ciità  di  Ferrara ,  e  Polesìiie  di 
S,.  Giorgio  9  della  ¥|UU  ^  ^  citi»  di.  Cemecchie  poste  a  sinistra  in  sito 
^J^  ì^^p^rp^^^tm^o»iM.QWk  dalle  pieM  oeatinnate  del  Bene? 


6S 

Non  ti  possono  a  bastanza  stimare  i  Janni  cagionati  da  i[uest'  acqmi 
neir  entrare  senza  impulso  precedente ,  per  bocche  loro  assegnata 
(ch'ora  però  In  gran  parte  sono  chiuse)  nel  Po  di  Primaro;  poiché  f 
a  causa  deJla  gran  tardità  ^el  moto ,  tratleììendosi  in  grande  altezza  ^ 
non  lasciano  «entrare  Tacque  «degli  tgcòli^  <e  fiumi  inferiori  tanto  del 
Bolognese  ^  quairto  della  ^Àomargna  ,  se  non  'dopo  à^  essersi  nelle  valli 
alla  medesima  altezza  equilibrate*  Onde  anche  nella  parte  inferiore ^ 
oltre  V inondazione  dé^  paesi  contigui  ,  i  canali  <dell'. acque  -chiare,  in 
Tece  di  scolare  i  terreni  ,  vi  portano  contro  il  naturai  <)orso  V  acque 
torbide  de'  fimnl^  <€he  dì  -sotto  ricevono^  ^  le  -stesse  -valli  della  Sam 
martina,  di  Marrara,  e  di  Ravenna,  eh'  erano  prima,  con  interposizione 
di  terreni  colti  vati^  V  una  dall'altra  divise^  in  «natola  valle  si  dilatano* 

DELIBERAZIONI  PRESE  SINO  AL  PRESENTE . 

X  er  porgere  opportuno  rimedio  m  questi  mali ,  la  Santità  di  Paolo 
Quinto  ,  che  -1'  anno  eseguente  i6o5.  fu  assunto  al  Pontificato ,  com* 
mise  la  pronta  esecuzione  del  breve  della  Santa  JVIem.  di  Clemente 
Vili,  a  Monsignor  Centurione  Arcivescovo  «di  Genova ,  ^che  lasciata  in 
pochi  giorni  nelle  osservazioni  di  quell'ticque  la  vita  ,  ebbe  per  suo* 
eessore  il  Caisdinale  Gaetano,  il  quale  conosciute  le  difficoltà  dell' in- 
troduzione del  Po  in  Primaro  >,  e  Volano , 'Cominciò  a  dar  orecchiò 
alla  proposizione  de'  Bolognesi  ^  di  mandare  il  Reno  al  Po  di  Vene- 
ada  ,  e  nella  sua  diligente  vìsita  dell'anno  x6io.  fu  a  tjuest'  effetto 
con  l' intervento  'de'  Bolognesi  ^  Ferraresi ,  e  Romagnoli  misurata  ,  e 
livellata  nna  lìnea  di  diversione  del  Heno  «1  ponte  di  Lago  scuro,  ma 
difierendosi  per  le  ^contenzioni  delle  ]>arti  deU'  un  partito ,  e  dell'  al** 
irò  le . risoluzioni ^  l'anno  iCii.  ottennero  i  Ferraresi  di  fare  una  e« 
scavarione  di  Primaro ,  e  Volano  per  introduzione  di  Panaro  col  ca* 
naie  di  Cento ,  in  prova  della  riuscita ,  ^he  sarebbe  stata  per  ayere 
l'introduzione  del  ro^ 

Riuscita  in  vero  infeliee  5  perchè  avendo ,  -dopo  l' escavazione ,  in- 
trodotto Panaro  ,  non  trovando  in  quei  rami  sufficiente  declivio,  rìn« 
gorgo  in  maniera ,  che  per  liberare  da  evidente  perìcolo  di  sommer- 
aione  la  città  di  Ferrara ,  fu  necessario  nelle  piene  tagliarlo  nella  San* 
maxtina  a  danno  de'  territori  Bolognese ,  e  JFerrarese  ,  come  è  noto 
abbastanza  • 

Cosi  crescèndo  i  disordim  sino  alla  creazione  della  Santità  di  Gre« 

fotio  XV.    diede  il  Santo   Pontefice   nel   suo  breve  del  1 621.  piena 
looltà  al  9ig,  Cardinale  Capponi  di  recedere   dal  breve  della   Santa 
Mem#  di. Clemente  Vili,  oonforme  il  bisogno  de'  tempi. 

Onde, Sua  Eminenza  eonosdnu  sul  fatto  l' ìmpossibità  dell' intro-^ 
dazione  del  Po  ne'  rami  di  Primaro»  e  di  Vdano  »  applicò  a  rivoltar 

9 


66 

Panaro,  e  Reno  alla  Stellata'.  Fa  es6g;aita  la  rivolta  di  Panaro  nella 
maniera ,  che  oggidì  si  mantiene ,  e  sarebbe  seguita  quella  di  Reno 
con  taglio  disegnato  da  Mirabello  al  Bondeno ,  se  non  fosse  passato 
in  breve  tempo  a  miglior  vita  il  Santo  Pontefice* 

Ma  non  fu  però  questo  salutevole  partito  abbandonato  dalla  Santi-- 
tà  di  Urbano  VIIL  suo  successore ,  che  dopo  'd**  aver  deputato  'Mon- 
signor  Corsini  a  fare  una  diligente  visita  ,  nella  quale  furono  consi- 
derati cinque  modi  d'introdurre  Reno  in  Po  di  Venezia ,  ed  uno  in 
Volano ,  misurate  ,  e  livelLite  le  loro  linee ,  udite  sul  (atto  le  ragioni 
de'  Bolognesi,  e  Ferraresi,  e  data  una  distinta  relazione  dello  stato 
dell'acque  e  de'  modi  più  sicuri  di  rimediarvi;  diede  Sua  Santità 
ordine  allo  stesso  Monsignor  Corsini  con  breve  del  1628.  di  condur- 
re il  Reno  da  Mirabello  alla  Stellata,  ma  sopragiunti  poco  dopo  di- 
versi accidenti  ,  e  particolarmente  del  contagio,  non  si  venne  altri- 
menti all'esecuzione.  ^ 

Supplicarono  di  poi  li  Bolognesi  la  Santa  Memoria  d'  Innocenzo 
Decimo  per  esecuzione  delle  deliberazioni  così  maturamente  prese 
da'  suoi  predecessori  circa  la  remozione  del  Reno  ;  ma  instando  i  si- 
gnori Ferraresi  dover  prima  farsi  T  introduzione  dell'acqua  del  Po  ne' 
rami  di  Primaro,  é  Volano,  fu  in  tal  maniera  trattenuta  ogni  risoluzione. 
Con  questa  troppo  magnanima  proposizione  ,  e  poco  alle  forze  pro« 
Borzionata,  in  riguardo  non  solo  della  prima  spesa  immensa  nel  fare 
r  escavazione  di  tante  miglia  con  la  dovuta  profondità ,  ma  della  con- 
tinua poco  minore  in  mantenerla ,  ripigliata  da'  Ferraresi  ,  ogni  volta 
4)he  si  tratta  di  dar  recapito  al  Reno  ,  ottengono  il  loro  intento  di 
tenerlo  lungamente  nelle  valli,  cosai,  che  già  del  1540.  dopo  la'  na<^ 
va  rotta  di  questo  fiume  nel  territorio  della  Pieve ,  indarno  proca- 
rarono  i  Diichi  di  Ferrara ,  senza  aver  mai  potuto  ottenere  da'.  Bolo- 
gnesi di  mutargli  l'alveo  dal  luogo,  che  nella  convenzione  del«i5aa. 
m  comune  utilità  gli  assegnarono. 

Ma  egli  è  ben  ormai  tempo  ,  che  lasciandosi  muovere  da'  gravi,  ed 
ipsopor labili  danni  da  tal  intenzione  cagionati  non  solo  a'  Bolognesi, 
ma  anche  alla  Romagna ,  al  Ferrarese ,  ed  alla  Camera  Apostolica  j 
riflettendo  a'  pericoli  irreparabili,  eh'  ormai  sovrastano  alla  loro  cit- 
tà e  fortezza ,  al  Polesine  di  S.  Giorgio  ,  alla  città ,  e  valli  di  Go- 
maccbio  ,  avvisati  dalle  predizioni  di  Monsignor  Corsini,  che  già  nel- 
le rotte  seguite  del  ^.  e  49.  a  sinistra  del  Po  di  Primaro  hanno  co- 
minciato ad  avverarsi ,  condescndino.  finalmente  alla  *  remozione  del 
Reno ,  unico  rimedio  di  tanti  mali  ,  dopo  la  quale  tolti  i  violenti  so- 
stegni dell'  acque  scoprano ,  e  godano  i  vasti  terreni  del  Reno  boni- 
ficati ,  e  dieno  luogo  alla  navigazione  da  Malalbergo  a  Ferrara ,  da 
cavarsi  direttamente  per  li  nuovi  interrimenti  ^  ohe  non  è  possiJ>iIe 
in  alcun  altro  modo  restituire  •      ' 


/< 


67 


/ 


In  tale  stato  di  cose ,  nel  qnale  dalla  dimora  del  Reno  nelle  valli 
tanti  mali  irreparabilmente  soyraatano^  e  tante  utilità  alle  tre  Pro- 
vincie, ed  alla  camera  Apostolica  dalla  remozione  si  aspettano ,  il 
Beggìmento  di  Bologna  nmilmente  supplica  la  Santità  di  Nostro  Si- 
gnore 9  e  1'  Smiqianze  Vostre  a  rimuoverlo  dalle  valli  ,  e  rimetterlo 
in  Po,  suo  antico  recapito  nel  modo  meo  dispendioso,  ed  alla  co- 
mune utilità  più  conveniente  •  . 


CHE   IL  RENO  È  SEMPRE  ANDATO  AL  MARE  CON 

L'ACQUA  PERENNE  DEL  PO. 


A 


ncorcbè  non  professiamo  di  fondare  le  nostre  ragioni  di  condur- 
re Reno  in  Po  nelle  antichità  de'  tempi ,  ma  eonfidiamo  nelì'  eviden- 
ze di  quelle,  che  ci  competono  di  presente,  da  che  una,  e  più  vol- 
te ,  da  due  secoli  in  qua ,  dopo  esserne  stato  rimosso    abbiamo  otte* 
unto  per  convenzioni  da'  Ferraresi  di  rimettervelò ,   e  molto    più  an« 
che  da  che  dopo  l'ultima  remozione,  ventìllata  bene  la   causa,  dopo 
molte  visite  fatte  d'autorità  Pontificia,   abbiamo   per   breve,  che  v^ 
sìa  di  nuovo  rimesso.  Ad  ogni  modo  ,  poiché  i  Ferraresi    pensano  di 
opporvisi,  con  dare  ad  intendere,  che  ne'  tempi  più   antichi    non  vi 
fiboccasse ,  allegando    contro    di    noi  fra  Leandro    Alberti  Bolognese  , 
ohe  lo  nega ,  non  fondato  però   in    altre    istorie ,  o  relazioni ,  che  di 
Pellegrino  Prisciano  Autor  Ferrarese  contro  1'  autorità   espressa   degli 
altri  Istorici  ,  e  Geògrafi  aqtichi ,  e  moderni  ,  mostreremo   per  que- 
sto quanto  sia  contraddittoria  la  proposizione  di  Fra  Leandro  ,  che  il 
Reno   anticamente   non  isboccasse    nel    Po,  ma  nella  Padnsa  •  Niuno 
potrà  negare ,  che  il  Po  non   andasse   anticamente    con  un  suo  ramo 
sino  a  Ravenna ,  dicendo  Strabene  :  A  Placentia  autem  Ravennani  scr 
cundo  Pado  navigatur  duobus  diebiis:  e  cavandosi    ancora  da'  nume- 
ri Toloroaici ,  che  Po  pigliava  anticamente  alle  mura  di  Ravenna^  co« 
me  dal  sito  di  Ravenna  ^  e  dalla  bocca  del  Po  si  vede  • 


Ravenna 

Padi  fluvii  ostia 


longitudo . 
gr.  34*  4^* 
gr.  34«  45. 


latitudo . 
gr.  44.  o. 
gr.  44.  o. 


Onde  apparre  »  che  essendo  il  corso  del  Po  da  ponente  a  levante ,  ed 
avendo  là  foce  del  Po  la  stessa  latitudine  ,  che  Kavenna,  passava  alle 
mura  di  quella  città ,  e  sboccava  in  mare  in  circa  cinque  miglia  più 
oltre  ,  e  tale  indubitatamente  è  la  mente  di  Tolon;»eo  in  questi  quo 
▼ersi  posti  come  qui  stanno  ,  e  questo  come  pesto  solamente  da  To- 
lomeo ,  bisogna  che  fosse  già  lo  sfogo  principale  del  Po  .  Vero  è,  ohe 
abbandonato  a  poco  a  poco  quel!'  alveo 9  cominciossi  a  ristringere,  e 


68 

*gìk  era  ristretto  a'  tempi  di  Plima  »  mentre  dice  del  Pò  AugiUta 
fossa  Ravennani  trahitur  ,  ubi  P adusa  voùatur^  quondam  Messanictu 
ùppellatus .  Questa  fossa  dunque  j  o  ramo  del  Po  >  altro  non  è  9  cke 
r  antica  Pad  a  sa  ,  ore  contendono  i  Ferraresi  y  che  (mma  sboccasse  il 
Reno  9  sicché  mentre  contendono  y  che  sboccasse  neU^  antica  .  Padnsa  , 
irengono  ad  approvare  y  che  sboccasse  in  Po .  Ed  acciocché  non  si  di- 
ca y  che  da  noi  sia  male  intesa  questa  luogo  di  Plinio  y  ecco  quel 
che  ne  sentono  altri  Autori  ^^ 

Roberta  Stefani  nel  tesoro  della  lingua»  P adusa  fluvius  y  quen 
Podi  brachium  Ravennani  usque  perductum  facit  Messanicum  atio 
nomine  appellatum  Plinius  •. 

Firmiano  Maggi .  Padusa  fluinus  est  ^  quem  aiunt  Padi  -brachium 
quondam  Ravennani  usque  perductum  y  Messanicum  alio  nomine  ap» 
pellatum^  Ma  della  diramazione  del  Po  in  questa»  e  d*  un  altro  al- 
veo ,  o  ramo  odasi  Polibio  r  Primum  (  dice  egli  del  Po  )  ex  fontìJbut 
'hàbet  flnxum  simplicem^  dividitur  autem  in  duas  partes  apud  vocatùs 
Irigaholos  i  horum  quidem  altertwt  os  vcfcatur  Padusa  y  atterum  Ola^ 
nà.  Olana  è  Io  stesso  ^   che  Volana  ,  come  apertamente  avverte  Plinio. 

Erano  i  Trigabali ,  ove  questa  divaricazione  si  faceva  a  Godrea  gii 
capo  d' Erìdano 9  come  attestano  gli  storici» 

.  Onde  9  se  è  cosi  ,  che  sino  a  Godrea  andava  nnito  il  Po  y  avranno 
ancora  che  fare  i  Ferraresi  a  provare  y  eh*  entrasse  Rdno  nel  ramo  di 
Padusa  immediatamente  y  e  non  piuttosto  sopra  del  ramo  principale  y 
ove  si  vede»  che  tende  direttamente  la  linea  del  Reno»  che  ne'  tem- 
pi addietro  non  passava  più  gin  »  ma  piuttosto  più  su  da  ponente  ; 
ma  siasi  di  questa  quel  che  si  voglia»  certo  è»  che  il  Reno. non  an- 
dava al  mare  senza  V  acqua  perenne  del  Po  9  eh'  é  quello  che  pen- 
tiamo essere  abbastanza  dimostrato. 

DEL  MIGLIOR  MODO  D' INTRODURRE  1/  ACQUA 
DEL  PO  NEL  RAMO  DI  FERRARA . 

Risposte  alU  quesiti  fatti  dalla  Sacra  Congregazione  dell'  acque  ; 

jyientre  all'  urgentissime  instanze  de'  Bolognesi  »  per  la  remozione 
del  Reno  in  tempo  »  che  con  più  lunga  dimora  nelle  valli  minaccia 
rnine  irreparabili  più  alla  città»  e  stato  di  Ferrara  di  sito  inferiore^ 
che  al  Bolognese  superiore  »  insistono  anche  i  signori  Ferraresi  nella 
loro  proposizione»  che  prima  s'introduca  l'acqua  del  Po  grande  nel 
ramo  di  Ferrara  »  devono  forse  supporre  »  che  il  più  opportuno  riea- 
{nto  del  Reno  dipenda  dall'  introuuzione  del  Po  »  e  ohe  precedendo 
quello^  resti  poi  xmpossilnUtau^  ed  esoloat  qaeata»  non  essendo  per 


^9 

altro  eredibile»  che  frovaiidosr  già  in  tale  alteissa  le  Talli»  die  sch 
praggiangendo  le  piene  d'un  invernata  potrebbero  porre  in  evìdeqte 
«pericolo  di  sommersione  la  loro  vicina  citta,-  volessero^  difierire  il  ri- 
«nedio»  dopo  un  operavione-  di  tanta  perj^èssità,  e  lunghezza ,  cbe 
non  ha  poi  magg^oore-  urgenza >-  che  d' accostare  alle-  mura  una  navi^ 
gazione  reale  y  che  ìnr  tanto-  non  è'  più:'  di  tre  miglia*  distante  9  con  la 
comodità  ancora^di  un*  canale  9  che  di  là  sino  al  centro- della  città  in 
minori  barchette  conduce*  le  merci  y^  in  quella*  maniera>  che  ne'  por- 
ti, maggiori  anche  dalle  navi  a*^  lidi  dogliono^^  trasportarsi  ^ 

Onde  se- nor  diinostreremo  y>  che  il  migliore  ricapito- del  Reno  non 
spende  dalirfntrodùzrone' del  Po»- e  che  ad  essarnon  impedimento» 
o  difficoltà  ella  sarà  per  apportare^  precedendo  »  anziché^  piuttosto  è 
una  delle  disposizioni  necessarie  a~  precederla ,- ed  '  una  delle*  cause  pn« 
«e.  necessarie- ad"  ottennero  i  fiol\  pretesi ,  ci  giova  credenre^,  che  di 
'queste  due-  operazioni  saranno  per  abbracciare  là  più  urgente^,  e  pre- 
sparatoria  alPaltre».  mentre  questa  può  più  facilmente>  e  più  util* 
mente  eseguirsF.- 

Primieramente  è  da  notarsr,  cEe  potendosi  introdurre  l'^ acqua  del 
Po  in  due  modi*,,  o  della  Stellata  per  l'alveo  vecchio ,  da  cavarsi , 
sicché  in  essO'  abbiamo*  da  entrare ,  come  prima  Panaro ,  e  Reno ,  o 
^  altro  luogo  vicino  tra  la  Stellata,  e  Lago  scuro  per  nuovo  taglio 9 
che  lo  conducai  al^alveo  vecchio ,  sicché  possano^  questi  due  numi 
riboccare  net  tronca  principale^  sopra*  la-  divisione  ,-  quest**  ultimo  par* 
tito  per  un  introduzione^  durevole  è  molto'  migliore  della  preceden^ 
ftè;  poiché  nel  tronco  sarebbero  all'impulso  unito'  di  tutta  1'  acqua 
•euperiore-  portati  felicemente^  colle  Toro  torbida  al  mare  ;  ma  nel  nuo- 
To  ramo  artificiale  che  sarà  sempre  di  minor  capacità, ,  di  niuna ,  o 
pochissima  caduta ,.  sboccando  più  vioioo  allo  sfogo  della  Stellata  9 
che  al  mare  9- nou .  solo  non  potrebbero-  essere  dall'' acque  superiori 
portate,  ma  difficulterebbero- Ipro  i!  passo  ,  ritardandole,  e  sforzan- 
dole ancora  a  ritrovarsi  l' uscita»  per  lo  più  vicino  sfogo  alla  dirama- 
zione ,  per  portarsi  per  la  via  più  breve ,  e  meìio  ìnrpedita ,  del  ra- 
-mo  di  Venezia  al  mare ,  .  e  così  con  la  tardità  dell'  acque  superiori 
del  Poy  e  deir inferiori  di  questi  fiumi,  per  se  stessi  inabili  a  por- 
tarsi a  tanta  distanza ,  ,e  poco*  aiutati  dall' impelfen te,  verebbero  di 
nnovo  a  fare  deposizione  delle  materie  ed  interrimenti  nel  mezzo  y 
!tne  alzando  dossi  darebbero  pendenza  all'*  «ilveéi  tantio  verse  la  Stella- 
la» quanto  verso  il  mare 9.  sicché'  volterebbonss  di  nuovo,  come  feoer- 
JK»  per  lo  passato,  ed  anche  oggidì  fa  Panaro,» .a  metter  cfipo  nel  ra- 
-mo  di  Venezia ,  che  per  la  pocMssima  pendenza  e  cfpiasi  un  braccio 
«di  mare  sin  là  oonlinnato,  li  quali  inGOOveilienti  possono  cessare  ,  sa 
'tOi  la  Stellata ,  ed  il  dritto  di  Ferrara  nel  Po  '(prande ,  eh'  è  un  trat- 
^  di  quattordioi  e  più.  mì$ht^x  >*  iatroduca^  il  Po  »  ed  U  Reno  sbocchi 


/ 


.    7^ 

nella  parte  snper»»re ,  e  per  V  àlteo  eli  Panaro  9  o  per  nuovo  cavo  in* 
feriore  in  quella  distanza ,  che  più  parerà  opportuna . 

Del  qual  modo  abbiamo  1'  esempio  »  e  l' approvazione  nel  partito 
dell' Aleotti  9  architetto  Ferrarese  »  che  propose  la  rivolta  del  Reno 
alla  Stellata  per  l'alveo  di  Panaro  9  pigliando  poi  il  taglio  per  l' in- 
troduzione dell'  Po  dall'  isola  di  Bonello  a  Vìgarano,  e  ciò  nel  tem- 
po 9  che  passava  ancora  il  Reno  nel  ramo  di  Ferrara  ;  onde  li  Bolo* 
gnesi  non  ancora  «entivano^  che  si  rimovesse,  e  l'ordine  appunto  di 
V  queste  due  operazioni  dallo  stesso  Àleotti  proposto ,  è  che  la  condot- 
ta del  Reno  nel  Po  grande  preceda  1'  escavazione  dell'  alveo  da  intro* 
darre  a  Ferrara  1'  acqua  del  Po  p  tanto  è  lontano ,  che  in  questo  co« 
nosca  disordine  alcuno. 

Ma  tanto  più  ora  è  necessario  quest*  oidine ,  che  senza  rimuovere 
l'acque  del  Reno  non  è  facile  ad  escavar  questi  rami,  ne'  quali  sca* 
ricandovisi  per  varie  bocche  torbido  dalle  valli  interrite ,  non  solo  dif« 
fieni terebbe  l'operazione,  ma  con  le  piene,  che  nel  farla,  sopravve- 
nissero, potrebbe  in  un  subito  rovinare  il  lavoro  di  molto  tempo, 
né  più  vi  resta  capacità ,  ove  in  tanto  divertirle ,  e  trattenerle ,  per 
-essere  già  tutti  i  fondi  con  gl'interrimenti  riempiti. 

Essendosi  dunque  dimostrato ,  che  il  vero ,  e  reale  ricapito  del 
Reno  non  dipende  dall'introduzione  del  Po  nel  ramo  di  Ferrara,  e 
che  precedendo,  non  solo  non  difBculterebbe  tale  introduzione,  anzi 
la  faciliterebbe ,  e  poi  servirebbe  a  mantenerla ,  non  pare  a  noi 
d'  essere  in  necessità  di  dimostrarla  impossibile ,  bastandoci ,  che  per 
ae  stessa  sia  conosciuta  opera  di  tanta  perplessità ,  e  lunghezza  ,  ohe 
prima  di  porvi  mano  può  avere  il  Reno  ruinata  la  città ,  e  il  terri- 
torio di  Ferrara ,  con  danni  gravissimi  delle  vicine  provincie ,  confi- 
dando, che  questi  due  motivi,  l'urgenza  della  rimozione  del  Reno,  è 
comodità ,  che  si  lascia  all'  introduzione  del  Po ,  sieno  bastanti  per 
farci  conseguire  i  nostri  giustissimi,  ed  onestissimi  fini.  Onde  noa 
per  con  tradire  a'  signori  Ferraresi,  ma  per  rispondere  con  la  dovuta 
ingenuità  al  qnestito  della  Sacra  Congregazione  ,  tra  molti  capi  di 
difiicoltà^  toccheremo  sol  quello,  ch'abbiamo  dalle  già  fatte  cape* 


/• 


nenze . 


SE  SIA  POSSIBILE^ 


Uella  riuscita  delP  imprese  dubbiose  non^si  può  aver  più  oeifa 
notiza  altronde ,  che  dall'  esperienza  .  GÌ'  Ingegneri  nelle  loro  fanta- 
sie possono  errare,  ed  ingannarci.  L'esperienza  mai  non  inganna V 
Quei  sono  ottimi  artefici ,  eh'  hanno  questa  per  n^aestra .  Quei  pea- 
aimi ,  che  da  questa  partendo  seguono  i  proprj  capricci .  Vogliamo 
vedere  se  si  può  introdurre  in  forma  durevole  il  Po  nel  ramo  di  Fer^ 
rara 9  sinché  resterà  aperto  quello  di  Venezia}  vediamo»  ae  essendovi 


I 

— I 


altre  volte  staio  m  miglior  forma  di  quello ,  che  vi  si  possa  di  nuo- 
vo coaJurre,  dopo  d'essersi  lo  stesso  ramo  di  Venezia  nella  pre- 
sente maniera  dilatato ,  e  profondato ,  vi  si  mantenne .  Vogliamo  di 
più  vedere ,  se  con  arte  possiamo  in  questo  vincere  la'natura ,  vedia- 
mo se  con  le  stesse  arti,  che  meditiamo,  kltre  «rotte  con  ogni  stu- 
dio adoprate ,  si  ebbe  1'  e£fetto ,  che  noi  pretendiamo  •  Non  occorre 
cacvare  altronde  gli  esempj ,  mentre  abbiamo  prove  della  cosa  stessa. 
Della  riuscita ,  che  possono  avere  i  lavori  nel  Po ,  non  deve  farsi  giu- 
dizio dai  lavori  fatti  altrove  ,  che  nel  Po.' 


DISPARITI  TRA  IL  PO ,  ED  ALTRI  FIUMI . 


JNon  è  questo  un'  fiume  ordinario,  che  si  possa  al  pari  de'  suoi 
tributar]  domare  ;  può  l' uomo  fermare  nel  corso  un  montone  ,  ma 
non  un  toro  . 

Non  ha  questo  pendenza  sensìbile  ,  per  cui  si  porti  felicemente  al 
mare ,  ma  corre  quasi  per  solo  impulso  dell'  acque  superiori  ,  il  qua- 
le mancando  in  qualche  braccio,  è  necessario,  che  resti  stagnante. 
I  suoi  tributar)  ne  hanno  molta,  onde  derivandosi  da  quelli  un  ca- 
nale, ancorché  manchi  l'impulso  superiore,  corre  in  virtù  della  ca^ 
data ,  e  però  se  da  questi  felicemente  si  derivano  nuovi  rivi ,  tioa 
segue  che  possano  nel  medesimo  modo  derivarsi  dal  Po . 

Se  i  rami  da  quelli  derivati  con  la  caduta ,  eh'  hanno  sufficiente  , 
si  conserveranno  veloci,  e  profondi,  non  segue,  che  tale  possa  man- 
tenersi un  ramo  derivato  da  questo,  che  non  ha,  ne  può  av^re  ca- 
duta sensibile. 

, Altro  poi  è  mantenere  un  canale  di  otto,  o  nave  miglia,  altro  è 
mantenerne  uno  di  80/  o  90.  Riduciamoci  pure  a'  casi,  che  non 
ammettono  queste  enormi  disparita.  Parliamo  non  de'  fiumi  in  gene- 
To  9  ma  del  Po  di  Primaro ,  e  di  Volano  • 

DELLE  IRREPÀRÀBIU  RIVOLTE  DEL  PO . 

i^e  ripiglieremo  V  antiche  memorie  conosceremo  abbastanza ,  che 
non  può  ad  alvei  abbandoAati  mal  per  arte  umana  rivoltarsi  il  Po. 

Edi  è  antichissimo  costtftne  di  qiilesto  gran  fiume  xielle  gran  rotte 
degli  argini  inalvearsi  per  nuove  vie  sino  al  mare ,  e  lasciare  in  tal 
caso  l' alveo  antiòo  da  coìti  vare  a'  '  circostanti ,  privando  dall'  altra 
parte  gli  abitatori  de'  già  posseduti  campi  ^  com'  elegantemente  atte- 
sta Lucan^ftiiel  Hb*  4* 


0 


i   1 


7* 

JSìc  pieno  J'adui  .wt  tumens  super  nggaxe  jbda$ 
ExcuFiit  Ripas  f  ^et  totos  concutU  agros 
Succubuit  si  qua  .tellus  »  ,cumulumque  furenium 
Vndarum  nqn  jfossa  iruit.,  Jum  Flumine  tota 
Transit ,.et  ignotos Mperii  sibi^gurgite  Campai • 
Illos  terra  fugit  Dominos  »  his  rara  XJùlanis 
^ccedunt .  donante  Pado^ 

Non  potrel)l)w  con -parole  pia  fenu^MWedetorÌTere  la  rotta,  di  Fi^ 
garolo,  che  segui  tante  .centinaia  d' anni ^ìlqpo ,  per  lagnale  vera- 
fflienta  già  il  Po^,  Flumine  Jota  transit  •  La  ^eriuia  «irreparabile  de* 
terreni  'Tcanspadani  j  ora  occupati  «dalP  alveo  di  Venezia  ,  è  eapresaa 
in  queste  parole.:  rlllos  .terrxi  fugit  Dominos  ,  aicoome  J'  abbàadono 
^el  ramo  ^di  jrFerrara  nelle  iaegnontij  His  .rura  .Colonis  Mccedunt  .4o- 
nante  ,Pado.j  per  .non  ;più  ;ritoriiare  al  pristino  .alveo.* 

Sicché  ;tali  altre  rojtte,  runovi  inalv^^unenti^  «ed  :abbandoni ,  trailo 
già  molto  ^prima  eseguiti  .della  -ateaaa  srolta  .di  J'igacolo^ 

£  che  da  .queste  41  nove  tvie  non  m  possa  giammai  lin  alcali  :moda> 
avìare^  iper  rincoodarlo  alP^antiche  ,  è  assai  «manifesto,  peri^  te  ciò 
fosse  .posjsibile,,  non  ..soffriièbbero  .^gli  ud)itanti  .r^esterminio  ide'  loro 
campi  9.che  per  si  lungo  .tratto 'Xli  «paese  reatano  inondati,  ma  cbia* 
derebbero  la  rotta^  ..o  almeno^  se*qaesto  fosse  jiossibile^  da  restringe- 
rebbero ,  forzatadolo  a  voltare  .nelf  antico  Jetto^ 

:Se  .dunque  jTanticbissime  ^esperienze  e* insegnano  ^cbe  non  possono 
domarsi  ^ques  ti  àonavi  .germi  .del  Po  Jinoora. nascenti,  ajiereremo  vin- 
cerli g;à.ada^^.e.giganui?   . 

Con  jnoUé^  e  molte  esperienze  d^alvei  Irreparabilmente  «dal  Po 
abbandonati ,  <e  con  ^ràgiospi  .assai  ^evidenti  potremmo  stabflire  qnesta 
massima  f.  «Che  il  Po  .agi'  alvei  »  cb*.una  volta  Jasoia  »  mai  più  non  può 
rivpl  tarsi .« 

Ma  stciiieiamoci  air  individuo  »  lOonsiderando  il  presente  ^aoddent» 
dell'abbandono  ^el  .Po  di  Ferrara ^  per  Ja  rotta  a  iFigarolo^  ed  i  va- 


ni rimedi  j>iù  «volte  adoprati  ,per  restitoiilo .  L*  impresa ,  che  consul- 
tiamo di  voltare  l'/acqua  >del  Pò  di  Venezia  a  quel  di  Ferrara ,  non 
è  intentata ,  .sono  .da  cinquecento ,  e  pia  anni ,  che  si  volge  questo 
«asso  Sisifeo ,  come  dal  seguente  jraoeanto  .-ai  fica  manifesto  • 

■ 
•  *         ■ 

DELL*  ABBANDONO  DEI4 IK)  DI  TERRARA ,  E  DELLE 

PiaOVE  FATTE  PER  IMBEDIRLO«     . 

-  Jl*  a  già  r  aWeo  del  Po  ài  Ferrar»  di  tal  larghesn ,  tt  .j^ondità  i 
che  tenza  alcun  perìcolo  de*  pacai  oinxMtantì.  qiq^iva  non  acio'  tuttoi 

m 


Y  acqae ,  chlM^i  nel  Po  grande  di  Venezia  ti  riducono  ^  ma  di  piò 
ancora  qnelle  del  Reno,  come  nella  precedente  Scrittura  abbastansa 
ai  è  dimostrato ,  e  te  poi  nella  parte  anperiore  non  si  fiMse  aperto 
per  opra  nmana  imovo  sfogò  all'acque  nella  stetsa^apaoità ,  e  prò- 
fendità,  sì  sarebbe  pia  lungamente  mantenotò;  poicoè  tatto  il  cari» 
co  dell'acque  «nperiori  dalPalpi  della  Sa^oja ,  sino  a  questo  termine 
eontinnato  ,  avrebbe  tempre  superato  l'incontro  delF acque  inferiori  t 
e  tenuto  pulito  da  ogni  materia  deposta  nell'  alveo  principale  • 

Ma  la  rotta  »  che  ad  ìnstigazicne  del  malvagio  Sioardo ,  fu  col  ta- 
glio dell'argine  fatta  dagli  abitatori  di  Figarolo  17.  miglia  sopra  Fer- 
rara, a^  danni  de^  Ruinesi  loro  nemici t  avendo  aperta  per  l'antiche 
fesse  nuova  strada  più  breve ,  più  declive  ,  e .  più  libera  dagl'  incon- 
tri d'altri  6umi,  e*  torrenti  fino  al  jnare  ^''corainoiò  a  sviare  parto 
deir acqua  del  Po  dalP altra  via  più  lunga,  nien  declive,  «  più  diffl* 
eoi  tata  da'  fiumi  Panaro ,  eSji^ ,  che  sotto  vi  aboccavano ,  e  voltar- 
la irreparabilmente  alla  nu^HIP 

I  Ferraresi,  ^per  rimediare  al  acavissìmo  danno,  che  cagionava 
qnest' inondasìone,  e  deyiazione  del  Po  non  perdonarono  né  a  fatipa» 
uè  a  spesa  per  chiudere  la  rotta  ;  (  Sardi  hist.  )  ma  in  vano  per  due 
anni  continui  in  qnest^ operazione  ai  aftaticarono,  {Ferraresi  àll'ar^ 
no  ii5a.)  poiché  finalmente  si*  avvidero^  che  in  aXcun  mod^  non  po- 
tevano contrastare  in  quel  luogo  alla  violenza  della  corrente-;  fQ#de 
ebbero  per  opra  più  accertata  tolleraire  la  perdita  de'  terreni  inonaa^ 
ti  dal  nuovo  eorso  dell'  acqua ,  e  difendere  i  circostanti ,  con  «^r«p- 
narlo  dall'  una  ,  e  dall'  altra  p^rte  sino  al  jmare  trovando  maggior  &• 
cilità  in  Gir  tante ,  e  tante  miglia  d' argini  per  la  campagna ,  ch^  po- 
chi piedi,  per  chiudere,  o  ristringere  la «nuo'fa  rotta  dopo  due  anni 
d' operazione  >  primo  argomento  irrefragabile  delU  morale- impossib^ 
lità  di  rivoltar  mai  più  verso  Ferrara  quell'  acqua  ,  che  una  .volta 
abbia  preso  il  corso*  di  .Venezia  per  via  di  lavori  dalla  divisione,  0 
tanto  più  naanto  più  lungo  teni{>o'  si  è  assuefatta  a  questo  còrso , 
e  sviata  dal  ^Teoedtnte .{ Prisaano  Ferrar.,^  presso  Leandro,  paff. 
lai.  Sic.  )        •     ^  •  . 

Correva  sul  principio  il  nuovo,  ramo ,  benchèi  veloce ,  molto  ristre<?* 
to  d'alveo,  né  si  shffgòin  uu  subito >  ma  con  progresso  di  secoli', 
poiché  a'  j^mpi  di  Roberto  Re  di  Sicilia ,  e  di'  traocesco  Pqjtrarca  si 
era  aticora  s»  pocQ  dilatato  J  che  n^la  corografia  d' ìralia  da  loro  de- 
scrìtta, foAe  per  la  tenuità  non  fu  notato,  e  pejL  qadtò ,  che •  x^dia^^ 
mo  in  certa  carta  della  Lombardia  ^tt^  nel  tempo  >  che  ìf  Po  aveva 
rotto  alla  Piève",  forse  circa  il  1450.  impressa  m^  Reina -4^  anno  r548. 
e  di  nuovo  lùtaiìifata*  1'  anno  1648.  si  rapniésènta  anche  minor  di 
VoImo  y  è  j|mto  più  di  Primaro  ^  tronco  imora  principale  ;  dal  che 
ai-può  cavìA -quanta^' ingannino. quelli,  che  per  mazzo  del   moto 

IO 


,^ 


74 

natunlil  dell' aoqat  intendono  in  breve  tempo  di  carar  un  alveo  ab- 
bandonato • 

Ma  quando  ebbe  finalmente  aoqaittata  almeno  tanta  larghesza^ 
cbe  •ebbene  an<^e  minore  di  letto ,  per  la  aaa  yelooità  tcaneava  per 
easo  pia  acque  nel  mare  del  ramo  ai  Ferrara,  comiaoiò  allora  pia 
aensìbilmente,  con  dilatarti  »  a  vtacerlo,  con  vantaggio  alla  giornata , 
auperandolo .  Accadde  qneiito  nel  tempo  d*  Ercole  IL  Daoa  di  Ferrara , 
il  quale»  dopo  d'aver  l'anno  iSaa*  restituito  sopra  questa  città  lo 
abocco  al  Reno  »  dubito ,  cbe  non  fosse'  il  Po  per  ritirarsi  in  breve 
tutto  alla  parte  di  Venezia* 

Sicché  l' acqua  superiore  potò  spingere  al  mare  se  stessa  »  e  le  in« 
feriori  con  sufficiente  .velockà ,  non  si  osservarono  nel  Po  di  Ferrara 
interrimenti  ,  ed  affermano  ì  Ferraresi  in  certa  scrittnra  presentata  al 
•  Cardinale  Guastavillani  l'anno  1577.  ^^^  quando  il  Reno  nel  detto 
luogo  fu  posto,  aveva  questo  ramo  nd^sita  bassezaa  da  18.  in  ao. 
piedi  d'acqua,  quanta  certamente  Ì0B^  oggidì  anobe  in  laogbi  di 
non  minima  profondità  il  Po  di  Venezia. 

Nondimeno ,  conoscendo  il  Dbca  il  vantaggio ,  che  continnameote 
acquistava  questo  ramo,  pensò  di  frenarlo  in  modo»  cbe  non  &ces§e 
jnsggìor  acquisto  »  ma  ,  indarno ,  percbè  con  tal'  arte  parve  piuttosto 
d' accelerare  la  rivolta  totale  dell  acqlie  a  quella  parte  • 

Sgli  9  per  tenere  almeno  in  equilibrio  V  uno  »  e  1'  altro  ramo ,  fece 
co&tro  la  bocca  di  quel  di  Venezia  nna  palificata ,  opera  veramente 
Romana  ,  ed  angusta  di  spesa  incredibile,  cbe  cominoiando  da  Figa* 
rolo  veniva  obliquahiente ,  discendendo  fin  sotto  1'  imboccatura  del 
ramo  di  Ferrara.  Ma  l'effetto  di  questa  gran  mole  fu  in  tutto  con- 
trario 111  fine ,  pcHcbè  il  Pa  di  Venezia  si  aumento ,  ed  in  conseguen- 
za più  si  abbassò  l'acqua  in  quello  di  Ferrara,  ove  non  più  voltando 
1'  impulso  dell'  acque  superiori ,  nò  avendo  per  se  stessa  caduta  sen- 
f ibile  al  mare  ,  i  fiumi ,  che  dall'  appennino  con  caduta  vi  soendeva* 
aio  in  acqua  bassa,  e  quasi  stagnante,  non  mancavano  di  distenderai 
tanto  verso  la  bocca  4i  Figarofe ,  quanto  verso  il  mare ,  e  tanto  pù , 
che  gì'  interrimenti  verso  U  mare ,  cominciarono  ad  acquistare  à  quel* 
la  parte  altaiche  declivio  •  Onde  Monsìg..  de'  Medici ,  poi  Pio  IV« 
mandato  dalla  Santa  Mem.  di  Paolo  III.  ranno  i&38.  a  visitare  qno- 
at'  opera ,  vide  il  Po  di  Ferrara  quasi  asciutto ,  non  che  vaso  dimoile 
a  navigare ,  e  poi  alla  prima  piena ,  si  p^r  lo  gran  peso  dell'  noqne , 
Dome  per  lo  fondo  mal  stabile,  afflitto  svelta  tutta  la  mole. 

Oovea  bastare  quest'accidente,  per  insegnare  a'  posteri  quello t 
cbe  ^algAiio  d^l  Po  le  palifiòate  ;  nondimeno  il  Duca  Alfonlo  »  per* 
inaso  dagli  Architetti  jnù  vaghi  di  nuove  opefe  ,'  cbe  confidati  nella 
riuscita,  l'anno  1570*  s'indusse  a  rifarla,  né  fu  l'effettf»  punto  dia- 
•imile  dal  precedente»  poiché  parimente  la  prima  profa      "'     ^ 


I  )  I  n  .  )  b  n  \  I 


/ 


73 


■ 

attere  ."^eraniente  raso  ogni  sforzo  di  por  freao  a  sì  violento  fìame  : 
Onde  questo  Principe  »  conosciendo  a  sue  spese  l' inutilità  di'  questi 
rimedj^  ne  lasciò  finalmente  ogni  pensiero. 

Da  questo  racconto  caveremo  i  seguenti  corollarj ,  i  quali  »  sicco- 
jfki\  qel  Po  9  fs  particolarmente  nel  Ferrarese  »  necessariamente  bannq 
da  verifioarsiìt  coù  9l>D  ^convengono  universalmente  a  tutti  gli  altri 
Urlili ,  Oi  massime  a^  tributar]  del  Po  j  là  disparita  è  manifestissima 
da  quel  ohe  abbiamo  di  sopra  accennato* 

Priipo.  Jl  Po  diviso  in  due  .rami  disuguali  in  lunghesaa,  e  di£b<i 
renti  in  declività  alla  proporzione ,  che  sono  quel  di  Venezia ,  e  di 
Ferrara s  si  ridurrà  tutto  al  più  breve»  e  più  dedive». abbandonando 
irreparabilmente  il  più  lungo  ,  e  più  orizzontale .  '  *^ 
.  $|^oQilo..  Se  il  ramo  più  breve ,  e  più  declive  porterà  meno  ac« 
qua  del  più  lungo,  si  dilate^rà,  e  xprofondqrà  sinché  lo  pareggi»  o 
possa  portare,  tutt^  l'acqua;  «e  poi  ^n  brevissimo*^  tempo  a  se  tutta  la 
volterà ,  non  ostante  quitiiiioglia  opera  artificiale^  che  umanameH* 
te  vi  si  pp^sa, interporre.  . 

Terzo.  Ma  se  il  ramo  più  b^eve  avrà  papaoita  di  portar  tutta  Tao-^ 
qipa»  non  restandogli  d'allargare,  l'alveo,  allora  »  senza  interposizione 
di  tempoi  cominciexà  a  voltare  .a  se  stesso  tuttit  l'acqua. 

•  Quarto .  Quanto  più  lil^éro  sarà  il  ramo  più  breve ,  e  più  declive  ^ 
e  quanto  {4ù  impedito^  da^  fiumi  tributar]  sarà  il  più  iuiigo  «  tanto  più 
presto  r  acqua  superiore  mancherà  al  più  ludgo  e  si  ridurrà  al  più  breve. 

Quinto.  ^^ì  ancora -..qpanto  più  largo',  e  profondo  sarà  il  ramo 
più  breve 3,  .^SLuUi  più  stretto  e  basio  sarà  il  più  lungo,  tanto  più 
.presto  si  ridurrà',!'  acqua^^al.pìù  breve. 

3esto  •  E)  se  nel  raipo  più  lungo  CMcorremnno .  maggìormei^e  in- 
jDontrp  de'  fiumi  »  maggior  strettezza ,  ed  altézza  di  fondo ,  tanto  più 
presto  ancora  dall'.adqui^  superiore. sarà  abbandonato. 

Settimo  .  li  .ramo  più  lungo  tende  sempre  alla  reple^ione^  onde  e» 
gli  è  .  |n^passìbile\  eoe  sìa  pro^fondató ,*  ed  allargate^  in.  qualsivoglia 
spmo  di  tempo  dal  poimo/^atiirale  dell'acqua  del  tronco  superiore • 

ì^n  .  du)iitiàn9<f  ,punt^^  chf9  chi/~esai)iinerà  diligeDCemente  queste 
.proposizioni,  e  le  conferirà  col  precedente  tacconto,-  non  sia  pei^'co- 
Aoscé^je^,  se  dal  Po  di  Venezia  iu  possa  fare;  no  itt^roduziooè'darevole 
|ie)  ,nìn(f  ài  Fcirjrara,  é  molto  più  l'introduzione  iu. tanta  copia  d'ao» 
;qaA9..<^^abbìa*a'9prtare^al  n^are.  li  fiumi  inferiori^ 
r  ^ije'T^in™^®  >  ^^V  ^^^1  vedere»  se  si  pi:^òfare  u^  mtrodtmone  dore- 
vpl|^  .deir apquà  dèfPo  grande %el  ramo  di  Fernrra,  fi0gasi  d'averla 
.gM  intro9ot£a,  in  qpellf  &lìpitt ,  che  vi  correva  l'anipo  4Saa.'e  veda 
^aaTprecedente  i^ccantoy.cbe  M  guindiéi,  o. sedici  amii^rà  per  avve«» 
hìtq  9/0  se  pensi^  rimediare  con  ifi^te  a  qii^l' evento >  veda  la  riuscita 
ch'hanno £itto  le  prove  d^I Ddcadi Ferrara o'ogUi lóro aforao posMUla* 


7C) 

Eppure  li  «ignori  Famre»  nel  otioolo  dato  dell'  esotvistoiie  nw 
solo  non  inteDdono  di  preparare  1'  alveo  a  quella  profondità  ,  e  eapa« 
cita,  eh'  aveva  ancora  in  quel  tempo:  ma  solamente  di  cavarlo  quat- 
tro piedi  sotto  la  toelia  della  chiavica  Pilaatrete  »  tetta  oni  qualche 
parte  deli'  anno  ii  abbaasa  il  Po  ^nde ,  e  solamente  in  dieci  perti- 
che di  larghezza  cpmpresa  la  scarpa  •  Vedasi  dunque  qnal  effètto  sarà 
per  avere  quest'  escayaaionè.  Confidano  forse,  che  1'  acqua  una  volta 
introdotta  abbia  da  dilatarlo,  e  profondarlo?  Ma  vedano^  se  tf^ovan* 
dosi  già  in  migliore  *  stato  si  dilatò  s  e  profondò  ,  o  veramente  se  si 
riempi. 

E  questa  prova  ancora ,  quanto  sia  difficile  da  eseguire  »  al  può 
vedere  dalle  fatiòhe  iinpiegatevi  inutilmente  da  53.  anni  in  qua  ,  le 
quali ,  come  già  disse  Monsignor  Corsini ,  non  hanno  servito  ad  altro, 
ohe  a  maggiormente  difficoltarla. 

Si   sono  adoperati  i  paletti ,  le  arature ,  e  non  hanno  servito  ;  i 

clini  »  le  chiaviche  »  I  acque  dell*  esdlenense  del 


molini  »  le  chiaviche  »  I  acque  dell  esdlenense  del  Po  ,  e  quelle  di 
Panaro ,  e  non  hanno  giovato  •  Ma  come  possono  queste  giovare ,  che 
son  avendovi  la  suffioiente  pendenza  con  le  deposiaioiii ,  hanno  mag* 
giormente^  da  interrire ,  come  veramente  hanno  fiitto  P  E  se  dal  levar 
a  mano  qualche  dosso  si  son  veduti  ^fletti  dell*  abbassamento  deli*  ac- 
que ,  ben  presto  di  nuovo  si  sono,  interriti  ,,e  tornati  allo  stato  di 
prima  ,  ma  altro  è  far  abbassare  Tacque  di  questi  fondi  alsati ,  oca 
uguagliarli ,  altro  ò  profondarli  alla  bassezza  neòessaria  per  introd^ur- 
re  il  Po  •  Forse  le  sorgenti  noi  permetterebbero ,  e  nell*  operazi<NCie  i- 
itessa  in  si  lungo  tratto  di  paese  in  tanto  tempo ,  chq  richiede  ,  le 
piogge  in  ti^nto  sopravvenienti  ruinerebbero  U  lavoro  ,  come  altra 
Tolte  «hanno  fatto ,  necessitando  a  rifare  seufa  fine ,  poco  meno  »  che 
,ae  si  solcasse  negl'acqua,  e  ciò  maMime  in  Primaro ,  per  le  grandi  ae* 
que ,  che  nelle  picgge  dalle  valli  •  finmi  in  -^a^to  numero  vi  corro* 
rebbero  •         .  ,  ' 

^  I  Bolognesi  nella  visita  del  signor  Cardinal  Oae^no  ToleTano  ,  che 
•t  facesse  1*  escavazione  almeno  8.  piedi  sotto  la  soglia  della  chiaTica 
Rlastrese ,  chcr  ne  meno  dicevano  bastare  $  restandovi  ancora  cinque 
piedi  alla*  profondità  del  Po  di  Venezia ,  e  con  larghezza  di  a5.  porti* 
ohe  al  principio ,  ed  in  questa  suppofizione  sì  fecero  i  calcoli  dell*  e* 
aoavaziooe,  e  di  consenso  delle  parti  furono  ^vati  passetti  iz^g^SBSi 
che  al  p^zz6  stimato  da*  signori  Ferraresi  di  (•«  ginlj  il  passetto  « 
importano  più  di  sette  milioni  di  sondi;  il  calcolo*' si  da  qui  in  ri- 
eretto . cavato  dalla  visiu  autentica  del  Agùor  Cardinal  Gaetano,  e 
nel  fine  si  aggiunge  il  capo  della  stessa  visita  end*  ò  cavato ,  «at" 
irwtendo ,  clie  due  furono  i  calcoli ,  uno  firt:to  daglw  arbhitetti  I^rrs* 
resi  in  profondità  di  quattro  piedi  sotto  la  scalia  della  chiavica  Pih^ 
•trese  ia  Urgheua   di  dieci  pertiche  ^  come  si  ò  detto,  U  q^e  di 


•  • 

l^i^  è  itftto  pgwentato  da'  signori  Ferraresi;  V  altro  fu  ad  istansa  de* 
Bolognesi  di  piedi  8.  sotto  la  stessa  soglia ,  e  skS.  pertiche  in  largheff- 
■a  f  V  uno  9  e  P  altro  fu  daUe   parti   aoooniato ,   e  sottoscrìtto .   Ne 

V  noo  9  nò  r  altro  arriva  alla  profondità  del  Po  di  Veneaia  »  ohe  sot- 
to la  stessa  soglia  è  pro&ndo  da  %3.  in  14»  piedi  ^  onde  di  molti  mi- 
lioni maggiore  sarebbe  la  spesa  a  profondarla  del  pari  ^ 

Escavazione  di  Primaro  d*^  otto  piedi  sotto  la  soglia  della  chiavi* 
pa  Pilastresey  esaminata   dalla  visita^  del  sigm   Cardinale   Gaetano 

V  anno  1610»  dei" Periti  Ferraresi^  e  Bolognesi  e  sottoscritta  dalle  partii 

laaglMBsa..    lughctia  •.  profondità  »        tolidità, 
pért.^iedUpert.jfUtB».    jfUtU.         passetti- pMt^ 

Dalia  punta  della  StellaU  alla 

prima  volta  sopra  ilBondMiOf.    xoS?»  6*.  %i^  16»      acrw      4' ^^4^ 
Imbocoatufa  ndlo .  entrar  del 

Po  alla/  Stellata   »  . ..    •    •    #      xco*.        t$»  t6»      ao^        sàooo^ 
Dalla   volta    suddetta  sÌAa  a 

Panaro»  e  Bondeno    •    -    .^      4^^        '^«^    ^-^      ^^•^      104400^ 
NtUo  stesso   spana  »   ove    à   '    . 

•  r  acqna     ««.«.•«.•»  io..    6«-      xi.        Sd%Sc- 

Dal  Bondeno»  fino  al  Po  rotto»      Sq^S»       34^  x  a»      xS*.    xx5868o«: 
>Dal  Pa  rotto  ama  ali*  «rgine 

di  S.  Giorgio..   «.••..»      1700»  K  4'*'  '^*'      ^^•^      783406..  IO 
Da  S*  Oioaigio  sino  ad  Argenta..    io835..       10.^  6.      5auo8o. 

Nello  stesso  spazia    •.  •    •    ..  38..  i6.    5270144» 

Da  Argenta  sino  a  S.  Alberto ..      8474*       ^^^  ^^^   3087667.   aS 

Da  S.  Alberta  Sina  alla*  volta 

del  Pera    »••..,•    «^    ..      tace*.  .    .Soé.  *  7.      aox6oo» 

Dalla  volta  del  Pera  uno  al 
'  xoare.    ..•»•/«»     2793..      36..  7»     6o4a88. 

■'  -  .  taa94Stt5.-  SS 

«     ti 

f  ...  96883755. 

Impcnrtà  qoésta  eseavudoAa  sètte  milioni»  treoento  •     7376751.    ' 
aottantii  sei  in^  setteoento  dtiquant^ìina  sondo  dipadi. 

SE  W  irftLE  L^  INTRO^ZIONKv  ' 

xJe  ntUità  »  ohe  si  frretetaoono  dair  intiodnaione  '  àelP  acqna  '  doV 
Po  grande  nel  ramo  dt^Feifrara,  si  ridneopo'fors^  a  tre  principali.  ' 
La  pMma  sarebbe  portare  u  inàre  tdtte  lé  aeqae  de'  fiumi  inferiori); 


78 

che  ora  abbancloiiftte  del  Po»  che  con  rimpallo  inperiere  ve  le  ipiii* 
geva ,  ODO  dìfEk^oItà  vi  8Ì  condacono . 

La  seconda  sarebbe  accostare  alle  mora  della  (nttà  la   naripiftioiio 
reale  • 
.  La  terza  scemare  1'  altezza  del  Po  nell'  escrescenze  •    * 

Ma  quanto  aUa  prima  utilità  ,  sanno  i  signori. Ferraresi». che  men^ 
tre  resterà  aperto  il  ramo  di  Venezia»  non  si  pt^p  a:rere»  avendo  e- 
glino  sempre  procurato  in  tutte  le  scritture  di  provare ,  che^  il  Re- 
no »  e  Panaro  »  con  portare  le  loro  torbide  nel  ramo  quasi  orizzonta- 
le di  Ferrara  y  tanto  con  distendersi  non  meno  vei*so  la  Stellata ,  che 
verso  il  mare ,  quanto  con  la  deposizione  delle  torbide»  hanno  vioien* 
tata  V  acqua  superiore  del  Pò  a  voltarsi  alla  divisione  della  Stellata  » 
e  pigliare  la  via  di  Venezia»  ov^  eglino  nell' escrescenze  oon>fla  dkg^ 
gior,  parte  dell'  acqua  »  .e  .Panaro  finalmente  »  fpk  ^ottanta  »  e  più  inni 
tutto  affatto  si  rivoltarono;  Se  dunqufa  queati  fiumi  dal  suo  alveo 
naturale  poterono  discacciarlo  ».  •come  noi  discacceranno  da  mi  cavo 
fatto  a  mano  »  non  mai  profondo  »  e  x»pace  quanto  V  antico  ? 

Circa  la  navigazione  »  rimossi  dal  nuovo  cavo  tatti  i  fiumi  »-  reste- 
rebbe da  superare  la  lunghezza  della  linea»  che  perde  di  dwUvio 
proporzionale  »  1*  angustia  »  e  l' altezza  del  letto  »  per  uguagliare  la  irelo- 
cita,  di  questo  a  quella  del  Po  di  Venezia  »  senza  la  quale  di  nuovo 
là  si  ridartebbe  »  o  veramente  ristringere  la  bocca  di.4[uello  con  mo* 
li,  e  palificate  impossìbili  a  resistere  alla  forza  della  corrente»  come 
insegna  T  esperienza  de'  tempi  passati»  e  lo  atesso '  Aleq^ti »  la  cui 
maniera  di  chiudere  il  Po  dà  una  parte ..  dell'  isola  di  Bonello  »  ne 
meno  è  affatto  sicura»  poiché  forse.  1  urto  d'un  corpo  d'acqua»  che 
viene  da  ago.  e  più  miglia»  che  malagevolmimte  nei  nnovo  cavo  di 
tanta  lunghezza»  angultia»  ed  altezza»  potrebbe. sfogarsi»  sarebbe  ha» 
stante  a  portar  via  un  melo  anche  d'un  miglio»  e  vìtolentato  romp^ 
re  nella  parte  superiore  .con  perìcolo  di  sommergere  a  destca  la.  cit- 
tà »  e  la  fortez'/a ,  di  sito  inferiore  »  o  aprirsi,  a  sinistra  nuova  via  al 
mare  »  abbandonando  »  non  che  Ferrara  ^  lo  stato  Ecclefiastico  »  olirà 
le  mine  »  ed  innondazioni  »  che  in  tal   modo  fi-enàto  porterebbe  alle 

{mrti  superiori  del  Ferrarese  ,  e  della  Lombardia  con  1'  alzamento. del- 
'acque  impedite»  che  farebbe  anche  alzare  il  nuovo  cavo^di  maggio- 
ri escrescenze ,  che  abbia  avuto  il  B»  »  con  lo  atesso  fiNerioolo  «dello 
città,  e  terrìtor)  di  Ferrara»  e  di  Gomacchìo»  non  senaii'  nuoji  danr 
ni  del  Bolognese»  e  pur  tal  chiusa  sarebbe  necessaria  a  &t  venire 
r  acque  in  un  «hreo  più^laogo  i  più .  stretto  »'  sievj  profondo  »  e  men 
declive.  ^  .^   - 


angnstia 


:. 


_J 


79 

erano  della .  profondità  del  Po  a  Bonello .  E  queste  difficoltà ,  cLe  re^ 
stano  nel  modo  dell' Alieotti  più  accertalo  degli  altri  ,^ono  sempre  pia 
vive  negli  altri  modi,  che  pigliano  la  divisione  in  maggior  distanza 
dal  mare  y  che  in  conseguenaa  lascia  maggior  lunghezasa  di  linea  in 
gito,  che  non  ammette  chinse,  né  nalificate.  E^poi,  per  accostare  tre 
•ole  miglia  la  navigazione ,  a  che  fare  di  un  cavo  ai  8o.  o  90.  ;  e 
mentre  ai  ha  in  questa  vicinanza  il  Po,  pigliarlo  17.  miglia  di  so- 
pra, a  correre  poi  in  sito  inferiore  alla  città ,  e  fortezza ,  con  espor- 
re U  tutto  ad  no  taglio  ,  ad  un  foro  «  che  ad  un  malvagio  di 
notte  e  tempo  potesse  essere  procurato ,  necessitarsi  alla  guardia  di 
tante  più  miglia  d' argini ,  mentre  appena  vi  è  gente  da  guardarne  nn 
aolo  9  ohe  se  già  furono  guardati ,  più  ancora  era  allora  la  moltitudi- 
ne degli  uomini,  ch'ora  a  molte,  e  molte  miglia  sono  mancati ,  e  fi- 
nalmente mettersi  in  necessità  di  mantenere  cavo, sì  lungo;  e  scava- 
to dalle  continue  deposizioni ,  che  vi  farebbe  L'  acqua  del  Po  nel  ca- 
lare 1'  escrescènze ,  e  perder  di  moto ,  con  voltarsi  anche  contro  il 
corso ,  come  aptimmente^  alla  divisione  • 

Non  "  manebereSDero  modi  più  reali ,  più  brevi ,  più  facili ,  men 
dannosi',  e  più  durevoli,  per  acquistar  queste  3.  miglia  di  naviga- 
zione ,  mentre  oob  la  dovuta  circospezione  vi  si  applicasse  ^ 

Ma  se  altri  dicesse,  che  si  avrebbe  utilità  passando  questa  aayìga- 
sione  per  lo  stato  di  Ferrara ,  senza  toccar  qnel  d'  altri  Principi  ;  nò 
meno  a  questo  manca  modo^  facile  ,  e  di  molto  minor  dispendio ,  mas* 
uìme  dopo  d' esser  ormai  ii  taglio  d' Adriano  ridotto  a  £uon  termine  • 

Non  è  da  trali&ciarsi  ^  che  se  a  Ferrara  fosse  avviata  scala  di  mer- 
canzie ,  non  si  svierdi>be  per  tre  miglia  di  distanza  di  navigazione ,  e 
ohe  hon  essendovi  per  accostarla ,  non  sarà  facile  introdurla ,  essen* 
do  ora  le  negoziazioni  stabilite  in  altre  città  d' Italia  9  più  comode 
al  commercio. 

.  Finalmente  si  paragoni  V  utile ,  che  si  avrebbe  dalle  tre  miglia  di 
navigazione  reale  con  le  spese  da  farsi  nell'  introduzione,  n^l  mante» 
nimento,o  d«ini  oaosati'  qell'  èscreiicenze ,  privazione ' ai  scoli,  ne- 
cessità di  guardie  raddoppiate*^  perìcoli  deUa  città,  e  Fbrtezza  »  e 
yedasi  qnal  prevalga. 


questi  nuovi ,  dopo  che  SOI0-  ripieni ,  non  entr%  altra  acqua ,  ohe 
quanta  lentavaente  si  scarica  àtàV  altra  parte ,  che  ian£be  pochissi* 
tti«  :  OQde  nel  tronco  principale  non  si  può  vedere  vennbile  abl^sssmen« 
to-  Ma. non  tutti  intendono  1%  bropc^ione  -con  la  quale  si  abbassane 
le'  acque  corrend ,  'difidendN^  »  non  Acondosene  ordinariamente  con^* 
cotto  diflfeiente  dall'acque  fliQìrte  »  e  itagnantiw  Non  è  questo  on  può* 


/' 


to  da  trattare  alla  afiif gita  ^  sdì  «ara  liene  a  rioietlerai  ^d  i%d  eeroU 
larìo  del  famoaieaimo  padre  Castelli  in  propeaito  diSereole  sì  ,  nm  che 
mòtto  acoonciafnente  a'  applica  al  caao  presente  .  Parla  dell'  ablMMa- 
mento  »  ebe  iaceva  il  Po  nelP  eacreaceoae  ^  quando  tagliato  T  argtoe 
al  Bondeno  ai  sfogava  nel  Po  di  Ferrara ,  di  Jrrìmaro,  «  di  Volano  ;  n 
pròva  9  ch^  era  sensibile  solamente  tìnobè  si  rievipifraoo  con  eéferìtà 
onesti  rami  prima  vuoti  ^  n[ia  poi  oh''  erano  -dall'  aoqna  <iel  Po  xiempì» 
ti ,  mancando  la  oaduta,  né  moveodovisi  Y  acqua  <kui  vdocità,  ritorna* 
Ta  per  necessità  il  Po  quasi  all'  altezza  priouera ,  a  metteva  in  aecea» 
sita  di  guardar  gli  argini  da  tutte  le  parti ,  e  cagionava  altri  danni 
da  lui  accenaati,  e  conosciuti  abfaastanxa  da'  signori  Ferraren,  la 
maggior,  partq  dé^  quali  non  «vogliono  V  introduaione  del  Po  >  come 
ne^  congressi  in  Ferrara  ^  e  né*  memoriali  dati  da  varj  particolari  si 
è  veduto* 

Queste  sono  le  difficoltà  »  <oV  abbiamo  stimato  doversi  Tippresenta« 
all'  £E.  W.  circa  l' introduzione  del  Pò  nel  ramo  di  Ferrara ,  le 
quali  ^  se  non  arrivano  all'  im^saibile  ^  4  ridaepoo  certamente  al* 
l'impraticabile.  L' anìfizio  d'  introdurre  il  Po  in  Sforma  durevole, 
consiste  in  porre  «  e  oona^rvsre  in  equilibrio  ambedue  i  rami,  aoeioo- 
cbè  non  avendo  uè  V  nno  ,  né  l' eltro  sufficaente  declivio  da  portarsi 
al  mafie,  l'impulso  superiore,  cbe.lo  eoùduoe,  si  mantenga  iu  me- 
do ,  cbe  tutto  non  penda  da  nna  parte  »  poiehò  a  quella  infidlibil* 
mente  sì  ridurrà  T  altra  « 

.  Qui ,  o  abbiamo  da  parenìare  le  pendense  ,  le  lunghezze  , .  le^  lar« 
ghezze,  le  profondità^  e  gì  impedimenti^  o  abbiamo  da  compenaare 
queste  discrepanze ,  con  qualche  grande  artificio ,  non  ancor  ritrova- 
to. Altro  non  abbiamo  di  certo,  se  non  «he  tutti  gli  axgtni  ,* tutti 
gli  sforzi  nsìiti  in  quesf  operazione,  'quasi  da  cinque  secoli  in  qua 
con  r  nnione  de*  popoli  ^  con  la  potenza  di  gran  Prihcipi  aempre  so^ 
no  riusciti  vanì  ,  senza  nemeno  darci .  nn   minimo  barlume  di  tali 


re 


I 

I 
I 
} 


speranze  « 

Vedano  dunque  TEE.  TV.  se  allùamo  ragione  di  supplicare  a  non 
differirci  la  rìmoanone  del  fieno  di  tanta  urgenza  ad  una  tale  opera* 
zione»  alla  quale  ancora ,  dopo  la  rimozione  resterà  luògo  d' applicare* 

Ccmprwazione  di  c^j  eh'  i  stato  detto  nelV  cntecedmte  Scrittura 
coli*  autorità  dell*  Aleotti  $   e  del  padre  Castelli  • 

^  vFio.  Battista  Aleotti  d'  Argenta  ingegnere  pei^tissimo  d*  aoque 
della  città  di  Ferrara ,  che  in  tutto  il  corso  di  sua*  vita  si  esercitò 
aell'  osservazioni  del  Po  ,  da  lui  scorso  tutto  dal  suo  principio  fino 
al  fine  f  t>.  particolarmente  in  ^utto  quallo  stato  a  parte  per  parte 
asisurato^  e  oonsiderato  ntìl  coAo  di  aa.4mni,  ohe  fu  adoprato  da 


1 


8t 

Alfonso  D.  Daea  di  Feimn  in  molte  operazioni,  particolermente  t  fa» 
re  una  esattisaima  Corografia  del  Ferrarese  »  lodata  da'  posteri ,  e  pre* 
ferita  di  gran  Innga  a  quella  del  Magini ,  e  continuò  ,  dopo  questo 
Principe  ,  a  servire  la  stessa  €ittà ,  ed  i  sommi  Pontefici ,  con  lode 
ringoiare  di  perizia,  di  fedeltà,  e  di  zelo,  mandato  V  anno  i6oo. 
Ambasciatore  alla  Santità  di  Clemente  YIIL  dalia  città  di  Ferrara  ^ 
per  interessi  dell'acque,  propose  una  maniera  d^  introdurre  l' acque  del 
Jro  grande  ,  {  pag.  84*  ^  ^^^^^  indice  alla  lettera  ^  •  )  e  dare  insie- 
me  ricuro 5  e  perpetuo  ricapito  al  Reno;  ma  forse  la  spesa  immensa 
necessaria  a  cale  introduzione  fu  cacone,  die  al  suo  parere  fosse 
preferito  ouello  d'  altri  Ingegneri  atranieri  ,  poco,  o  nulla  pratici  del 
Mese ,  e  degli  efietti ,  che  in  quelle  parti  cagiona  il  Po ,  i  quali  9 
benchò  portati  sul  fatto ,  non  videro  però ,  come  affejrma  lo  stesso  A- 
leotti  (  pag.  60.  ) ,  ciò  che  bisognava  vedere  ,  nemmeno  ebbero  le 
notizie  necessarie  ,  per  deliberare  cosi  importante  negozio  «      .  ' 

Soddisfece  però  al  suo  iselo  almeno  con  pubblicarle  alle  stampe^ 
non  diffidando  forse  ,  <^he  la  forza  delle  sue  verissime  ragioni  dovesse 
essere  anche  un  giorno  conosciuta . 

Or  dunque  mentre ,  secondo  il  decreto  della  Sacra  Congregazione^ 
abbiamo  da  esaminare  la  possibilità  dell'  introduzione  del   Po  ,  a  fine 
non  solo  di  restituire  a  Ferrara  la  navigiizione ,   ma   ancora  di  porta- 
re al  mare  il  Reno  ,  e  T  altre  acque  ,   della  quale  pienamente  ha  di- 
scorso l'Aleotti^  stimiamo  opportuno  raccogliere  il  suo  parere  dalP  o- 
«pera  stampata,  acciocché  apparisca   prima 9  che   l'introduzione   non 
può  servire   a  questi  due   noi  ;  secondo ,   che  la  nostra   proposizione 
di  recapitare  il  Beno  ,  tanto  è  lontano ,  che  repugn^  all'  introduzione 
del  Po  in  Ferrara ,  che  piuttosto  è  necessaria  a  precederle ,  al  giudi- 
.sio  di  questo  soggetto,  d'ogni  eccezione  maggiore,  e  tanto   interes- 
sato nella  salute ,  e  prosperità  dell»  stato  di   Ferrara ,   senza  contra- 
dirione  di  quest' istessa   città  ,  a.  cui    utilità   fece   tal  proposizione, 
conferendola  a'  magistrati  di  essa ,  ed  a'  pratici  del  paese  ,  come  af- 
ferma in  queste  parole  • 

j^  È  cosa,   che   {  pag.  97.  )   come   servitore   obbligato,   dissi  alla 

3,  Santità  di  nostro  Signore,  ed  all'illustrissimo  signor  Cardinale  Al- 

yy  dobrandini  1'  Agosto  passato  del  i6oo.  mentre  era  in  Roma  ,  di  che 

^  ed  a  Sua   Santità ,  ed  a  sua  Signoria  Illustrissima  ,  e  Reverendissi- 

^  ma  ne  lasciai  disegno   particolare  ,  siccome    le  dissi. dopo  al  signor 

yy  Giudice ,  ed  al  Magistrato  della  nostra  città ,  e  la  sera  del  mede- 

yy  Simo  giorno  all'  illustrissimo  signor  Cardinale   Visconti ,  eh'  era  al^ 

y)  loggiato  in  casa  del  reverendissimo   Monsignor   Vescovo  di  Ferrara 

yy  il  passato  mese  di    Dicembre ,  ed  a  molti  altri ,  e  prima ,  e  dopo , 

yy  per  sentire ,  ed  intendere  qual  sorta  di  contradizioni  poteva   aspet-* 

^  tare  dagl'  intelligenti  e  dell'arte ,  e  del  paese ,  anzi  che  molte  volte 

II 


8» 


:^  prima ,  ohe  di  lasciaraii  intendere  paletemente  »  toopetli  il  ima 
^  petfiaiero  a  pia  sorte  di  gente  pratioa  del  paese  >  eo. 


S 


FRAMMENTI  DELL»  ALEOTTI. 

Che  V  acqua   del  Po  introdotta  nel  ramo  di  Ferrara  mort 
può  portare   al  mare  i  fiumi  inferiori  • 


io  volessi  persuadére  ,  cbe  per  render  navigabile  il   Po  di  Fer- 
rara ,  ed  il  ramo  d'  Argenta  si   dovessero   tirarvi  dentro  tutti  li  fiu- 
mi, che  da^  monti,  di  Bologna,  e  delia  Romagna  scendono  nelle  vai* 
K,  che  sono  a  mano  destra  del  Po  d'  Argenta,   e  farvi   tornare    den- 
tro di  nuovo  i  fiumi  della  Romagnuola  ,   arginandoli   con  modo ,  eha 
potessero-  lare  di  non  correre  ristretti  tra^  gli  argini  di  questo  al  m»- 
re,  e  sMo  volessi  persuadere,  che  non  se  ne  rimovesse  il  Reno,  già 
r esperienza    delle  cose   maestra,   con  T esempio  di  queato,   e  degli 
altri  mi  ha  dimostrato,  che  questo,  per  le  di  sopra  allegate  ragiooi^ 
sarebbe  un  persuadere  d'escludere  in  perpetua  1  acqua  del  Po  gran- 
de ,  ec.  e  più  sotto  ^ 

Per  ritornare  navigabile  il  Pò^  di  Ferrara,  e  d'argenta,  conviene, 
per  le  ragioni  addotte  di  sopra,  levarne  il  Panaro,  il  Reno,  ^  tutti 
gli  altri  fiumi,  che  vi  mettono  capo  dentro  da  Reno  in  giù,  che  so- 
no  stati  cagione ,  come  altrove  si  è  detto ,  della  replezione ,  cbe  ai 
vede ,  la  quale  ogni  giorno  più  si  va  maggiormente  aumentando ,  e 
ohe  per  ogni  poca  pioggia  ruinosamente  scendono  in  esio  ,  il  quale 
se  ne  sta  bassissimo  i  tre  quarti  dell'  anno ,  e  ohe ,  come  si  è  tan-^ 
te  volte  di  sopra  replicato,  mentre  ai  trova  in  questo  stata  non  ha 
nessuna ,  o  poca  decaduta  dalla  Stellata  in  giù ,  per  andare  al  mare  ; 
onde  benché  abbia  corso,  non  corre  però  se  non  per  impulsione  del- 
Tacque  superiori  di  esso,  e  de'  tanti  fi.umi,  cbe  lo  caricano;  laonde 
non.  avenda  continua  la  su^  (bcza  superiore ,  con  la  quale  possa  col 
peso  di  se  stesso  caricare  su  le  piene  di  detti  fiumi  inferiori  ,  se 
noli  due  volte  Tanna,  come  altrove  si  è  detto,  e  talora  una.  sola, 
siccome  anche  sta  talvolta  due,  e  tre  anni,  ohe  non  ai  lascia  vedere 
grossissimo;  quindi  avviene,  che  quei  fiumi ,.  ehe  a  proporzione  di 
declivio  lo  superano  tanto  dì  ibrze,  mentre  è  basso,  e  mezzano,  noa 
solo  lo  fermano ,  ma  lo  sforzano  anche  a  tornare  al  contrario  di  quello  , 
che  dovre]}be  y  ed  essi ,  per  la  grandissima  loro  caduta,  molte  volte  lo 
seguitano,  come  veggiamo^  che  fanno  il  Reno,  e  Panare,  e  tratte- 
nendosi r  un  r  altro  (  come  si  è  mostrato  di  sonra  )  perchè  giungono 
tutti  ad  un  tempo ,  ed  hanno  poco  declivio  dalla  loro  sboccatura  nel 
Po  sino  in  mare,  quietano,  e  quietando  questi,  la- terra,  ohe  da  i 
calti  eampi  dell'  Apenaino  levaU  p.  si  trova  iaoofporata  noli'  acquo 


99 


i.'k 


lora  9  «i  floorpora  9  e  totmcleBdo  al  fosflo  lo  «sfenn^^  ed  alza ,  e  qa^ 
sto  interriineQto  81  va  facendo  ostacolo  al  medesimo  Po^oad'egti^ 
^ando  viea^ossO)  e  òke  dovrebbe  caricare  i  deMi  fiumi  »  pef"  cac^ 
ciarli  a  bassp ,  ritrovato  lo  interrimento  nel  suo  letto ,  volge  di  &e 
0t9$8o  altrettanta  ^arte  per 4^  altro  ramo  di  Figarolù  ;  ^ìt  qaale,  oltre 
che  aoivlia  dalia  Stellata  al. mare  Jiaedsano  impedimento,,  essendo  la 
lÌ4iea  .dei  suo  corso  pia  hreve  assai  degli  altri  rami ,  quivi  si  volge , 
comeanobe  di  sopra  si  è  detto,  per  kpiu  brere,  ed  espedita  stra- 
da, per  )giuQgere  i^anto  prima  ài -suo  fine.,  ec*       .     ^ 

£  se  J' otturarono  mentre  iu  vastissimo ,  e  profendiasimo  ,  quando 
questo  era  il  vascsuo  principale,  peggio  ben  anche  conviene .,  «he 
diciamo;  che  farebbono,  sentendosi  entrare  in  nnoavo  fatto  a  ma- 
no ,.  npn  mai  più  profondo  quant' era*  innanzi^  che  fosse  otturato^ 
anzi  pure  non  punto:  più  prolbndo  di  quello  ,  che  si  sia  la  supei^cio 
deir  acqua  dei  mare,  e  che  converrebbe  essem  stréttissimo,  rispetto 
alla  vastezza  ,  che  soleva  avere  ;  laonde  conviene ,  che  chi  pensa  di 
ritornare  navigabile  questo  fiume ,  ne  levi,  .ed  escluda  dai  suo  alveov 
senza  punto  d  indugio ,  questi  fiumi  del  tutto;  altramente.,  se  bene 
si  cavasse  con  qualsivoglia  spesa  grandissima  largo ,  e  profondo  quan* 
to  si  potesse  umanamente  cavare^  il  tutto  sarebbe  gettato,  perchè 
siamo  sicuri ,  che  non  durerebbe  ,  e  ci  vedremmo  perdere  quello  ^ 
che  poi  forse  pia  ^non  potremmo  riavere.^  ec« 

-iU  -BJCAPITG  JD£L  .BJBIfO^    SECONDO   jl'  àLEOTTX^ 

-Hi  perchè  abbiamo  detto  ( /7ag'«  idi*  *),  che  di  necessità  conviene 
che  dai  Po  si  debbano  escludere  il  Panaro ,  ^d  il  Reno ,  prepareremo 
un  cavo,  4^he  levi  il  Reno  ditlU  F  che  segue  dopo  il  nome  di  Reno, 
e  lo  porti  sopfH  Vigarano  nel  Po  air  altra  F,  che  è  principio  di  que- 
sto nome  Ferr*  come  la  linea  F  i^  ei  dimostra  (  cioè  da  Mirabelle  sin 
quasi  al  Bondeno  )  e  tra  questo  termine,  e  Vigarano  chiuderemo  il 
Po ,  come  dal  punto  F  in  esso  si  vede ,  acciocché  ,  questo  dal  Po  me- 
desimo ne  rèsti  perpetuamente  escluso ,  e  lo  lascieremo  andare  in  com- 
pagnia del  Panaro  nel  Po  grande  alla  Stellata,  arginandolo  ben  hen^ 
con  argini  grossi ,  ed  alti  tanto ,  che  non  gli  sormonti ,  né  possa  rom-» 
pere  in  luogo  nessuno ,  avvertendo  se  sarà  bene  a  lasciare  1  intestatu^- 
ra  fatta  nel  Po,  per  esdndere  il  Reno,  tanto  bassa,  ma  a  guisa  di 
chiusa  tanto  bene  fortificata,  che  quando  il  Po  si  troverà  neir  estre- 
ma sua  altezza ,  il  Reno  possa ,  sormontandolo  ^  alleggerire  i  suoi 
argini  « 


V 

3.  onraooraiom  del  io» 

«  , 

Suppone  già  ricapitato  il  Reno  nel  Po  grande^ 

In  cjaetto  mentre  prepareremo  no  alveo  nnoTo  per  il  Po  grandft  , 
il  cui  principio  sia  tra  Posteria  di  Palentono  ^  ^  "  Polesine^  ot ve- 
ro isola  di..BoneIlo  »  che  è  nel  mezzo  dei  Po»  di  sotto eiroa  un  mirilo 
di  detta  osteria  ,  ed  il  suo  fine  sia  nel  Po  di  Ferrara  sopra  la  chiesa 
di  Vigarano  ,  o  tra  detta  chiesa  9  e  V  intestatura  frtta  per  escluder- 
ne  il  Reno  5  il  che  benissimo  si  comprende  per  una  linea  segnata  » 
che  si  vede  nel  disegno  seguente  a  traverso  del  Polesine  di  Ferrara 
dall' uno  >  air  altro  di  detti  luoghi.  Questo  caramento  dotrà  essere 
arginato  con  la  più  gagliarda  maniera  »  che  sia  possibile ,  per  difesa 
del  paese  >  con  restare  gagliardo  »  e  per  li  pia  alti  dossi  oarato  ^  e 
profondato  sino  in  pari  almeno  alla  superficie  dell'  ac^a ,  che  dal 
mezzano  per  la  fossa  marina  avremo  tirato  nel  cavo  fatto  di  nuovo 
dair  intestatura  sopra  il  Zaoiolo  fio  sotto  V  argine  della  punta  di  S. 
Giorgio  y  ed  in  tanto  pur  anche  della  medesima  profondita  caveremo 
un  cavo  per  l'alveo  del  Po  di  Ferrara  da  Vigarano  »  dove  in  esso 
sboccherà  il  suddetto  alveo  nuovo  »  che  verrà  dal  Po  graode  sino  al- 
l'argine  suddetto  della  punta  di  S.  Giorgio  »  di  auella  larghezza,  che 
si  potrà  maggiore ,  e  per  la  più  profonda  parte  di  esso  »  col  suo  fon- 
do equilibrato,  co» 

E  perchè  (  come  anche  si  è  detto  di  sopra  )  il  Po  grande  è  tanto 
largo ,  e  così  profondo ,  che  si  rende  capace  di  tutto  il  corpo  dell'  ao- 
que  del  Po  di  Lombardia,  quindi  è,  che  della  latitudine  bisogna 
strìgnere ,  o  chiudemie  tanta  parte ,  quanta  sarà^la  quantità ,  ohe  ai 
vorrà ,  che  ne  venga  per  l' alveo  preparato  nel  Po  di  Ferrara ,  e  per 
il  ramo  d'  Argenta  ,  altrimenti  questo  in&UibUmente^si  perderebbe 
in  non  molto  tempo  ,  per  le  ragioni  di  sopra  addotte  ,  anzi  che  biso- 
gnerà alzare  dal  rimanente  tanto  il  fondo ,  che  questo  si  possa  ren- 
dere in  equilibrio  col  fondo  dell'  alveo  nuovo  preparato  da  Palentone 
a  Vigarano ,  acciocché  bilanciato  1'  eqnibrio  di  questi  due  vasi  nel-» 
l'angolo  della  nuova  bifurcazione  si  mantengano  in  perpetuo  equi* 
librati  • 
■  Laonde  ,  per  far  questo  con  comodo  >  che  altri  si  possa  assiourare, 
che  duri  in  eterno ,  io  non  lodo  le  palificate  se  non  per  un  princi- 
pio, perchè  conosco  il  fondo,  e  la  forza  estrema  di  questo  fiume  ,  e 
so  quale  sia  la  resistenza  ,  che  gli  fanno  i  legni ,  e  per  quanto  tem- 
po durano ,  e  con  quale  spesa  si  mantengono ,  e  però ,  per  potermi 
assicurare  di  poterne  promettere  a'  signori  ,  e  padroni  cosa,  che  lo- 
ro stessi  se  ne  compiacciano ,  e  che  per  tale  la  reputino ,  quale  io 
glie  la  dimostro ,  dico ,  che  ritrovandosi ,  come  ho  dett#,  nel  mezzo 


— 1 


8S 

dolT  almo  del  Po  gnnde  nn*  ìmU  di  jojtto  iàW  otfdria  di  Paleato« 
nev  detta  Bonello»  Msognii  chiadere  ir  ramo  di  Bo»  oh*  è  tra  questa, 
•  V  argine  del  Polesine  ai  Ferrara ,  ooq  on  molo  di  sassi  da  pali  trat* 
tenuti  per  {niocipio  det  feadamento  di  esso,  il  qaale  dovrà  esser 
lanro  assai ,  ed  alto  quanto  eonverra ,  ma  non  t)hiusQ^<afiatto  ^  perchè 
il  Po  grossissimo  possa  anche  esalarvi  j.  o  sborrarvi  so*pra  ^  operando  in 
modo  >  che  nella  parte  versa  il  mare  questa  molo  ^  a  letta  di  sassi 
abbia  una  graodissima  pendenza  ^  che  dxnan;»  abbia  gijnd^  argine  di 
bnona  terra»  che  di  sopra  sia  con  fascine ^  e  sassi  fbrtiiwata  alta  gui- 
sa che  vediama  farsi. le  chiuse  di  legnami  ne^  fiumi  per  alzare  V  ao* 
qua ,  e  far  macinar  molint  ^  e  perchè  V  altra  rama  del  Po  che  jesie- 
za  tra  V  ìsola  detta  ^  e  Margine  versa  il  Polesine  di  Gorzone ,  non  si 
possa  né  slargare ,  né  profondarsi ,  converrà  assodare  con  sassi  le 
sponde  da  ogni  ^ta  di  esso  t  e  similmente  il  suo  fonda  »  ec. 

In  tal  raamera  chiusa  la  metà  del  Po  ^  il  che  riuscirà  infallibil  mena- 
te» come  (li  già  ne  abbiama  veduta  V  eaperiena^^nel  ramo  delP  Aba- 
te f  serrata  dal  Duca  Alfonsa  1^  anna  i  S6S  ^  per  destinarla  ricettacolo 
deir  acque  delist  bonificazione  del  Polesine  d^  Ferrara  ,  ed  assodate  le 
Bue  rive  ^  come  ha  detto,  che  si  vede  la  riva  del  Po  innanzi  del  pa- 
lazzo della  Mescla  y  fabbricata  con  spesa  Regia  dair  Altezza  Sua ,  in 
quel  luogo  aspetterema  un  escrescenza  estrema  del  Po  grande  9  e  frat- 
tanto chiusa  il  ramo  di  Volane  sopra  il  ponte  di  S.  Giorgio  di  sotto 
della   chiavica  ,  eh' è  poca  di  sotto  della  Fornace  della  punta  aperta  5 

Pr  potere  scolar  V  acqua  sorgente  nel  Po  d'  Argenta  di  sotto  dal- 
argine  suddetta  della  punta  di  S^  Giorgia ,  e  debilitata  qd^st'  argi- 
ne medesima  della  punta  quando  ii  potrà ,  perchè  resista  malamente 
ad  una  gran  piena  del  Po  grande  che  venga ,  ed  aperto  T  alveo  pre- 
parato di  nuovo  a^igarano  ,  e  fortificati  ed  assodati  ad  nso  di  coro* 
nelle  nuove,  gli  suoi  argini  nuovi  benissima  con  banche»    e  instare 

Sagliardissime ,  e  riveduto  j  e  risarcito  tutti  gli  argini  del  Polesine 
i  nuovo  ,  e  provveduto  di  buone  guardie  lungo  le  rive  di  esso , 
4al  suo  principia  sina  al  mare  y  soppraggiunta  unaT.grandissima  pie- 
na 9  con  invocare  F  aiuta  Divino ,  e  con  chiamare  i  Santi  Protettori 
della  città ,  e  del  Polesine  in  nostra  aiuto  r  lo  taglieremo ,  ec.  ;  per 
oni  io  mi  confida  netl'  aiuta  Divina ,  e  nella  bontà  delF  opera ,  e 
nelle  ragioni  »  ohe  a  farla  in  saran  state  scorta^  e  guida ,  che  vedre* 
mo  infaUihilmente  navigarsi  subito  questa  fiume ,  e  ritornare  la  no-^ 
atra  città  a  quella  grandezza  ,  nella  quale  ella  crebbe  d'  umilissimo 
Borgo  alla  suprema  altezza  ne'  secoli  passati ,  né  jià  vedremo  il  Re«- 
no  disordinare  V  equilibrio  de'  nostri  paesi  »  come  si  trova  di  pre- 
sente» perchè  quésto  u  vedrà  entrare  ne'  rami  di  questa  biturcazic- 
ne  9  non  come  torrente  »  tatk  portato  dall'  acqua  di  tutto  il  correote 
J?a  di  iiomliirdia ,  il  quale  SQiiza  fiJlo  se  lo  porterà  con  la  sua  acqua 


M 

meschisto  »  siccome  3a^i  dtri  veàhmù  A&  tTTiene  >  éà  aHon  anà 
laogo  la  massima. di  quelli»  èfce  ra^onande  d* acque  non  sanno  altro t 
se  non  che  finme  non  atterra  finme ,  ec* 

• 

4*  iUGiai|i  dell'  vALsorn  gontbo  lb  palifigatb  jk  po« 

f^sre  a  anelli»  1  quali  si  credono  di  dir  bene»  che  intewandoti 
tuttavia  il  n  di  Ferrara  »  ed  allargandosi  »   e  profondandosi   oga*  ora 

J)m  il  ramo  di  Fiearolo  » -che  fosse  facile  il  fare»  e  mantenere  una  pa* 
ìfioata  contro  il  mrioso  corso  del  maggiore  fiume  dell' Europa  dal- 
r  Istro ,  o  Danubio  in  fuori  »  accresciuto  da  tanti  fiumi  reali  e  tri- 
butato da  tanti  torrenti  »  fosse  »  jagfai  »  condotti  »  e  cayamenti  »  contro 
il  furore  del  quale  a  fatica  reggerebbono  i  più  durì^  e  sodi  dorsi  del< 
r  Appennino  in  un  fondo  paludoso  delle  grandissime  campagne  del- 
l' Erìdano»  accresciuto,  e  ripieno  della  pura  sabbia  di  tanti  torrenti» 
che  dentro  vi  sboccarono  eternamente»  si  credono  forse  questi»  che 
ciò  dicono,  che  il  Re  spperbo»  e  minaccioso  de'  fiumi  sia  un  picco- 
lo torrente ,  simile  al  Ronco  »  al  Montone  »  all'  Isapi  »  al  iiamone  »  e 
al  Senio  P  Se  non  hanno  udito  le  sue  forze  sino  ad  ora  »  tforse  che 
1'  udiranno  anche  un  giorno  raccontare  »  quanta  fatica  »  quanta  spesa  » 
e  quanti  -stenti  ci  ha  speso  quel  glorioso  Duca  »  oltre  le  tante  spese 
fatte  dalla  comunità  di  Ferrara;  ben  si  vede  ciò  a'  libri  delle  speso 
per  ciò  fare  in  quc'  tempi  »  ohe  nell'  Archivio  di  essa  si  conserva- 
no,  ec.  '  ^ 

Par  forse  facile  a  molti  »  die  non  sanno  »  il  tenere  a  freno  un  fiu- 
me cosi  terribile ,  com'  è  il  Po ,  il  cui  profondissimo  alveo  Jiia  il  suo 
fondo  dì  pura  sabbia ,  e  di  paludi»  come  si  è  detto»  argomentando  le 
forze^sne  da  picciolissimi  torrenti  de'  loro  paesi  ^  ma  Bon -si  accorgo- 
no che  le  conseguenze  non  sono  buone  »  ec« 

Andranno  anche  comprendendo  »  che  quanto  peroìò  il  ramo  di  'Fer- 
rara perdeva  di  fondo  »  e  si  stringeva  in  latitudine  j  che  altrettanta 
era  di  mano  in  manp  la  forza  »  che  acquìftara  1'  altro  ramo  di  Figa- 
rolo  »  profondandosi  ed  allargandosi  »  a  che  molto  aiuto  porgeva  la  bre- 
vità del  corso  »  eh' era ,  ed  è  anche  di  presente»  benché  ai  sìa  di 
tanto  prolungato ,  molto  minore  di  quello  de'  ramigli  Volano»  e  d'  Ar- 

{[enta»  da  che  potranno  argomentare  quanto  forse  fesse  malagevole  il 
are»  e  mantenere  una  palificata  nella  bocca  di  quel  ramo»  che  tut- 
tavìa si  andava  allargando»  profondando  ogn'ora  più.»  ed  in  un  fondo 
arenoso  »  come  si  è  detto  »  e  non  -ponto  sodo»  ec. 

Saprà  in  oltre  chiunque  desidera  d'  intendere  »  che  tutte  le  palifi* 
cate  »  die  altri  »  con  voce  più  Toscana  della  Ferrarese  ordinaria  »  chia^ 
ma  steccate  ^  fiitte  nel  Po  da  tanti  segoli  scorsi  sino  a  qnesti  tempi  ^ 


87 

per  difenctère  le  lire  di  esso»  clie  non. ti  sono  mai  estete  ii^  larglieas- 
sa  dell'  alveo  del  Po-,  più  di  3»  4  S*  ^^o  in  6.  pertiche;:  anzi  non  , 
mai  o  poche  Tolte',  tanto  che  il  Po  non  se  V  abbia  nella  prima  jHena 
éavate  9  e  portote  al  mare , -eome  ne  paò ,  per  giustificarsi  del  vero 
▼ederne  qnalch'  una  »  ed  interrogarne  la  gente  del  paese  »  per  informar^» 
ti  della  verità  y  eo. 

La  palificata  ,  che  colà  comandò  1'  Altezza  Sua  si  facesse  con  if  con- 
tìglio d' Iseppo  Pontone  da  Verona ,  uomo  stimato  assai ,  e  che  nul- 
la valse,,  fu  dal  XS69.  fino  al  1 571.,  in  circa,  ec. 

Il  Po  grande  corre  con  comune  larghezza  di  pertiche  66.  ed  èlar-  ^ 

go  al  dritto  della  bocca  vecchia  del  Po  ,  che  veniva  a  Ferrara ,  per- 
tiche 180,  ed  è  profondo  i3*  piedi,  e  cresce  di  più  piedi  20.^  mez- 
EO»  Or  fàccia  quivi  ,  il  sig...  Mengoli  una    steccata,    eome    egli    dice, 

ohe  te  dibatterà  65.  pertiche,    larghezza  ordinaria  del  Po,  delie  i8o.  '  ^ 

eV  egli  è  largo  in  detto  luogo ,  gli  rimarrà  1  a,S.  pertiche ,  la  metà 
delle  quali  è  6a.  e  mezza,  e  tanta  converrà,  che  stringa  questa  gran 
larghezza  da  ogni  lato*  Malfatto  ciò ,.  i^n  ha  fatto  nulla ,  perchè  se 
il  Po  scorre  per  una  larghezza  di  65.  ffertiche ,  supposto,   che  la  sua  ^ 

tteecata  gii  riesca,,  scorrerà  ,0  passerà  anche  per  l'apertura ,  che  a^rrà 
lasciata.  Onde  qui  conviene,,  che  sia    ristretta    questa    bocca^  tanto  ' 

ehe  dell'  acqua  una  parte  se  ne  introduca  nel  Po  di  Ferrara,  sia  poi 
eon  qualsivoglia  proporzione  ,  o  aritmetica  ^  ^  geometrie^,  a  a  ra- 
gione di  decadute ,  o  di  quantità  di  eorpi ,  o  lunghezze  di  corsi ,  poi- 
ché odp  parlare  del  dividere  una  fluida  massa  dell'  acque  del  Po , 
quando  è  pieno  ,  con  proporzione  musicale ,  perchè  altri  non  lo  co- 
Bosce  ,  e  forse  argomentana  la  forza  di  questo  da  quella  del  Ronco, 
del  Montone  ,  dell'  Isapi  o  Savio  ,  e  del  Lamone ,  fiumi  di  Ravenna 
perohè  chi  legge  il  suo  discorso  ,  creda ,  che  cosi  a])punto  com'  egli 
tcrive  ,  sia  passibile  a  metter  termine  al  maggior  fiume  dell'Europa, 
oon  proporzione    aritmetica,    o  geometrica;  or  sia  ad  ognuno^  che  di 

ciò  ragiona  ^concesso  ciò  che  gli  piace;  dico,  ehe  bisogna   levare   al  . 

Po  grande  tant'  acqua  ,  che  il  Po  di  Ferrara,  e  conseguentemente  li 
rami  di  esso  Primaro  ,  e  Volano  si  facciano  navigabili ,  questi  ragie- 
Bevolmente  dovranno  portare  la  metà  dell'acqua,  perohè  il  Po  di 
Ferrara  ha  le  due  foci  dette  ,  ed- il  Po  grande  due  altre ,  che  sono  le 
Fornaci  e  Gero ,  se  ben  quella  delle  Fornaci  ha  cinque  bocche ,  che 
k>  scaricano- ìa  mare  •  Ora  supponiamo-^  ohe  si  debba  tirare-  nel  Po 
di  Ferrara  un  terzo  solo  dell'  acqua  ,  e  facciamone  ad    ognuno   tutta 

la  derrata  che  vogliono  ,  bisogna  qui  stringerlo  di  più ,  che  non   è.  il  *     « 

terzo  di  65.  pertiche,  ol^e  sarà- pertiche  aiv  •  mezza,   la  metà  delle  v^ 

^;iiaU  sia  undici  pertiche  ;  su  non  tengano  conto-  di  minuzie  supecpar-  r^ 

»enti ,  ed  alla  fatta  palificata  aggiugniamone  tante  da  ceni  lato-,  oBe 
ì  ^puk,  6  di  là  Tedsema^  che  «oonTersebbe  stringevo  u  Po^pestiobe 


88 

73.  e  mozzai  dunque  orediatu>  di  spioverei  nel  Pa  f3.  perttehe  « 
mezza  da  ogni  lato  9  e  ci  creoaanio  «  che  una  palificata  dekba  reggere 
ad  un  pcao  di  tanti  mila  piedi  d*  aoqiia  caricata  dal  peto  della  cada« 
ta  del  ro,  e  di  tanti  fiumi  >  ohe  lo  granano  ^  tempo  delle  ineiie? 
Non  vogliamo  noi  9  ohe  il  Po  aentendoai  ristretto ,  «  caricato  9  tt  pro- 
fondi ,  e  cacci  le  palificate  ^  e  le  rompa  ?  Qua!  lun^ezza  di  legno  aa« 
rà  quella ,  ohe  arrivi  al  fondo  ^  si  ficchi  »  e  regga  a  sì  gran  peso  f 
Credami  chiunque  brama  d'  intender  il  vero  9  che  non  ognuno  ha 
veduto  in  collera  questo  fiume  $  lo  wide  l>ene  T  Ariosto  nostro  ^  e  pe« 
rò  proruppe  cantando  « 

I 

Con  quel  furor  j  che  il  Re  dé^  fiumi  alHero 

Quando  rompe  talora  argini  ^  .0  sponde  ,  , 

£  che  ne'  campi  Ocnei  y  Apre  il  sentiero  ^  €€• 

Non  possono  reggere  le  palificate  ^  che  come  ho  detto  »  ei  «stendono 
solo  in  larghezza  tre,  o  quattro  pertiche  nel  P«,  e  reggere  se  le  cre- 
dono le  agenti  di  tanta  larghefear  II  modo  di  domare  onesto  superbo  9 
o  minaccioso  fiume,  non  è  «questo  per  mio  avviso,  e  chi  lo  crede  «^in- 
ganna; pub  essere  ,  che  anch'  io  m'  inganni,  tuttavia  ho  V  esperien- 
za in  aiuto  del  mio  parere  «  Ma  mi  persuado  bene^  che  se  cai  non 
rha  veduto,  lo  vede  un  giorno  nella  grandezza  diella  sua  maggior 
possanza  ,  muterà  pensiero  ^  e  iasoterà  di  concorrere  nelP  opinione  • 
Che  perciò  dalla  l)anda  di  Figarolo  si  facciano  alcuni  ripari  con  pa- 
lificate «  Ma  scorgo  qui  nuova  difficoltà ,  eh*  è  questa  ;  dubito  ^  che 
ancorché  la  bocca  del  Po  grande  si  ristringa ,  che  la  profondità  ^  e 
larghezza  sua  non  l'inghiottisca  meglio»  che  la  bocca  »  che  si  fiirà  per 
!  introdurlo  nel  Po  di  Jrerrara  cavato  di  nuovo  • 

^  Qui  si  tralascia  una  hreve  Scrittura  del  padre  Don  Benedetto 
Castelli^  essendo  la  medesima  data  da  noi  -con  i'  altre  sue  opere  nel 
tomo  IIL  del  Corollario  XIII» 

REPLICHE    AD    ALCUNE     AISPOSTK    DE*    SIGNORI   FERRARESI 

ALLE  PREGEDEMTI   SCRITTURE. 

iN  ella  risposta  al  calcolo  da  noi  presentato  per  l' introduzione  del 

Po,  sottoscritto  dalle   parti   nella  visita  del  eie.  Cardinal  Gaetano, 

^  procurano  i  signori  Ferraresi   di  persuadere,  fme  sia  superfluo  prò- 

/  fondare  il  Po  di  Ferrara  egualmente  a  quel  'di  Lombardia ,  ed   alcu« 

^  ,  ni  piedi   sotto  la   superficie  del   mare,  asserendo  essere   sufficiente 

dare  ai  fiumi  la  linea  della  caduta  al  pelo  di  esso  ;  il  che ,  se  bene  si 
.  considera  9  si  troverà  lontano  dal  vero  ne*  fiumi  navigabili  >  che  se 


«9 

nella  sbocco  ia.  »ife  non  tono  tanto  prdEbiidit  quanto  V  immergo 
neiracqaa  il  na¥]«:Iio,  non  sarà  ^ìà  mai  possibile  ^  che  vi  possa  oo*- 
trare.  Ecco  dakiqae  1*  evidentissima  necessità  di  pro(oo«nrli  tanto 
gotto  il  pelo  del  mare»  quanto  è  T  immersione  de^  navigli^  die  ù 
vogliono  ammettere  alla  navigazione  « 

fi  caso  della  rotta  della  Cava,  che  ai  potè  pigliare ^  addita  per  te 
ftesso  la  disparità  della  rotta  del  Figarolo»  da  cai  fu  fbrtnato  il  Po 
grande ,  toentre  confessano  i  aignori  Ferraresi,  che  per  essa  rotta  noii 
s'inalveò^  ma  si  apafse  per  la  «cainpagna»  onde  non  è  makarviglia ^  se 
da  quella  ai^potè  aeccar  V  acqua  f  ne  aeffne  da  ciò,  «he  ai  possa  avìlF- 
re  dal  Pò  grande  tanto  profondamente  inalveato  ^/e  restano  aempre 
vìve T esperiènze,  che  infrattosamenta  per  tant^  anni  ne  hanno  &tto 
i  J3uchi  di  iPerrara. 

"G«ca  il  sentimento  dell' Aleotti ,  e  la  eoa  amliasoieria  veggasi  il  suo 
lihro  stampato  in  Ferrara  l'anno  1601.  e  iieir  Indice  la  parola  Ar^ 
genia ,  ove  leggesi  V  Argenta  mandato  dalla  comunità  di  Ferrara 
Ambasciatore  al  Papa. 

EminenJSssifni^e  reverendissimi  signoria 

Jl  oiohò  i  signor!  Ferraresi  nel  memoriale  dato  per  qndsta  prossi- 
ma còngrenzione  notano ,  che  nella  relazione  stampata  di  Monsignor 
Corsini  ,  il  condurre  navigabile  il  Po  d'  Ariano ,  è  stimato  spesa  so» 
lo  di.  acoCé  scudi,  intorno  al  quale  già  ae  ne  aono  spesi  Soooo.  senza 
«ssersi  ancora  perFeinonata  l' operaeiotie  ;  dal  <^he  vogliono  inferir,  si* 
mìle  differeriaa  «i€flla  spesia  da  lui  stimata  per  T introduzione*  dèi  Re^ 
no  in  Po ,  mostreremo  prima  un  evidente  errore  4ii  stampa  in  quel 
numero  »  e  poi  additeremo  il  fondamento  del  éi  lui  giudizio  «  accioc^ 
che  apparisca  quanto  sia  debole  la  •conseguenza  ^  cihe  se  ne  cava  •  A 
questo  effetto  riporteremo  dalla  sua  visita  autentica ,  il  caso ,  che 
contiene  V  inìformaaione  presa  di  quesito  particolare ,  é^  coi  resterà 
appieno  giustificata  la  relaaione  di  quél  prelato. 

* 

Xunedi  THdiiiftà  n  SU  ^i  Aprile  i6a5. 
Monsignor  niustrissimo  partì  dal  palazzo  de'  signori  OilioU ,  a^ 
scolto  la  messa  nella  chiesa  delle  Papozze ,  qui  montò  in  Bucintoro^ 
e  seguitò  il  suor  piaggio  in  già  per  il  Po  delle  Tornaci,  e  giunto  di^ 
rimpetto  alla  chiesa  di  Santa  Maria  j  smontò  in  terra ,  e  qui  fu  det^ 
to  da  Domenico  Prigoli ,  parane  da  Francolino  ,  che  in  questo  luogo 
facilmente  si  potrebbe  iiUrodutrè  il  Po  grande  nel  Pò  d  Ariano  con 
poca  spesa,  poiché  dal  Po  grande  al  Po  d*  AHdno  i)i  è  poca  distane 
za,  e  r  acqua  del  Po  grande  percuote  col  filone  nella  volta  di  Santa 
Maria  • 

xa 


90 

«  Som  Signoria!  Ilhuirissima ,  intéso  il  ragionamento^  si  trasfen  si 
-piedi  sino  al  Po  d' Ariano ,  al  /tolda  sotto  la  secca  di  Santa  Maria  ^ 
e  poi  ritornò  al  Po  grande  alla  volta  tra' S.  Maria,  e  Corbola ,  e 
vidde  f  che  facilmente  si  potria  pigliare  V  acqua  del  Po  grande  mila 
volta  tra  S.  Maria  y  e  Corbolarpoco  sopra  la  casa  di  Paolo  Goti  ^  a 
condurla  al  Po  d^  Ariano  al  froldo  sotto  la  secca  di  Santa  Maria 
rincontro  la  casa  bianca  di  Domenico  ^  e  Virginio  de*  MaregoU  éLaUe 
Papozze . 

«  Jn  questo  modo  si  potrebbe^  introdurre  f  e  mantenere  la  namgaziùne 
nel  Po  d*  Ariano  con  spesa  di  iit,  mila  scudi  in  circa  ^  non  bisognane 
'dosi  fare  se  non  pertiche  160.  d^ alveo  in  lunghezza ,  e  largo  4^* 
pertiche,  computato  la  larghezza  degli  argini;  ma^  al  pm  la  spesa 
non  eccederebbe  1 6.  mila  scudi ,  computato  il  pr^ezzo  de*  terreni , 
che  si  piglierebbono  per  V  alveo  .  O 

Se  questo  seguisse  ^  il  Porto  di- Gora  sarebbe^  più  frequentato  cor»  le 
/nercanzie  di  tiombardia  »  la  città  di  Ferrara  si  manterebbe  più  o» 
pulente,  e  tutto  il  suo  stato  y  e  Ventrata  della.  Camera-  Appostolica 
si  aumenterebbe  pure  assai» 

È  dupque  maiùiesto^  ohe  U  cedersi- ncflU  relazione  stampata  siooo. 
in  laogo  di  laooo  è  errore  di  BtaofTpa ,  quale  appunto  è  1'  occorso  nel 
calcolo  dell' escavazione  presentato  da  signori  Ferraresi,  ore  nella 
prima  partita  leggesi ,  il  Po  ya  ca^vato  fondo  piedi  6.  in  Inogo  di  pie- 
di 16.  come  appare  nella  visita»  ond^è  cavato. 


\ 


«  Giacfomo  Rusc^  perito  della  città  di  Ferrara  9  a  cui  sarà  toccato 
di  f'ire  il  palcolp,  senza  intervento  de'  Bolognesi,  onde  può  giudicar- 
si, che 'debba  essere  della  stima  da  loro  fatta  dell'  escavazione  del  Po 
dì  Ferrara. 

Anzi  da: questa  jspesa  tanto  maggiore  di  Soooo*  sondi  fitta  per  ren- 
dere navigabile  il  ramo  brève  di  Ariano,  ove  per  se  stessa  corre 
r  acqua  del  Po ,  si  può  far  giudizio  di  quella ,  che  bisognerebbe  a 
render  navigabile*  il  Po  di  Ferrara ,  con  suoi  rami  di  tanta ,  e  tanta 
*  lunghezza ,  pienezza,  ed  anguatia ,  già  tanto  tempo  dal  Po  affatto  lab-, 
bandonati . 

Ne  segue  perciò ,  che  Monsignor  Illnstrissimo  fosse  parimente  in* 
pannato  nella  spesa  dell'  introduzione  del  Reno  in  Po,  poiché  quella 
informazione  del  taglio  d'Ariano  fu  presa  di  passaggio ,  ma.  per  l'in« 
Iroduzioae  del  Reno  furono  per  molti  mesi  fitte  livellazioni  >  misuro 
e  calcoli  9  coRie  dalla  visita  appare • 


9» 

GHlS  ih  a£NO  PER    SE  fiT£S80  HA    SEMPRE  8E0C1TA  LA  ÒOUtlESTTS 
DEL  PO    DI  LOMBARDIA  ,   ANCHE   DOPO  D^  ESSERSI  TUTTA 

RIDOTTA  AL  PO  GRANDE^ 

C^onduire  Beno  ki  Po  jgraoée  altro  non  è,  che  rìanìrlo  a  quella 
Corrente^  obe  sino  dall'alpi  della  Savoia  scendendo  per  tutta  la  Lom^ 
bardia^  acoresoiata  «da  tanti  fi«mi^.  con  violenza  ìacomparabMe  di 
moto  sempre  per  V  addietro  porta  vaio  felicemente  ai  mare,  e  da  cui 
mai  per  alcuna  mutaEione  d^  alveo  per  se  stesso  non  si  disgiunse  , 
ma  -ovunque  con  progresso  de'  tempi  sì  rivoltò ,  sempre  trovò  vìa  di 
sciguìrla,  sinché,  con  opera  umana  non  fu  violeotemente  impedito  • 

Questa  vei^tà  poco  sia'  ora  'Considerata  y  poiché  con  molta  cbìarez- 
sa  addita  quello  ,  cbe  d^  presente  abbia  a  ftrsi  del  Reno.,  deve  es^ 
aere  m.  noi  rappresentata  in  jnaoiera^  cbe  non  aia  oeU'  avvenire  obi 
n'  abbia  a  d  ubi  tare  ^ 

Per  lasciare  addietrti  la  mirabile  rivolta  del  Reno-,  quando  la  cor- 
rente del  Po  ,  clie  prima  lo  riceveva  alla  torre  dell'  Ucoellìoo  ,  tutta: 
ritirò  nell'  aflveo  di  Ferrara,  ed  egli ,  per  non  restar  in  abbandono, 
andò  ad  accompagnarsi  con  Panaro ,  e  Formigine  ,  cbie  sbocca vancr 
nel  Po  -di  Ferrara  al  Boadeoo  ;  ci  stenderemo  AM^amemeintornot  1' ul-^ 
tima  rivolta,  con  cui  abbandonando  la  corrente  del  .Poi' alveo  antii* 
00  di  Ferrara ,  andava  il  Reno  a  ritrovarla  nel  Po  grande  alhi'8oellfttai« 

Sincbé  il  Po,  anobe  dopo  la  diramacBÌoQ6  alla  Stellata  ,  continuò  a 
mandare  buon  nervo  d' acque,  per  1'  alveo  antico  di  Ferrara ,  il.  ^eM 
no,  e  Panaro  ,  obe  entro  vi  sboccavano  ,  erano  ancora  da  lui  spinti 
Terso  Ferraio  al  mare  ;  ma  dopo  che  dilagato  a  sufficienza  f  alveo 
miovo  ,  che  per  la  più^brevo ,  e  ^m  apediu  via  lo  oonduceva  al.  stto 
termine,  iul^&tidito  finalmente  dalla  più  lunga,. e  penosa,  sempre 
dalla  natura  estremiiinc^nte  aborrita  ,  lasciava  iu  tempo  di   bassezza  di 

Sin  passare  per  l'alveo  àntice  con  sofiioien|e  yelocitk,*e  qnantitàr 
'  acque  a  riceverli^  eglino,  cbe  senza  di  lui  malageyolmente  per 
alveo  di  ninna  pendenza  al  mare.M  portavano^'  oo^j^erarono  con  le 
de])osizioni  a  difficoltarsi  la  via,  neoessitando.se -stessila  voltiarsi  coa- 
tro il  corso  del  fiume  >  ed  asoendere  per.  molte  miglia  sino  alla  divi- 
sione a  trovare ,  nel  siqistro  ramo  il  oorso  maggiore  del  Po  ,  e  seco 
incamminarsi,  al  ano  itemine^% 

Quanta  fu  già  T  altezza  déU!  acque  nel  raaro  di  Ferrara,  nefle  mae*; 
glori  bassezaenpU;  minore  di  àug  pertiche^  tanta  nel  brev^cootso  di 
cinquanta  anniin  circa\  cbe  prepedeasem  raii|H>.i577.  fii  i^iahessa 
dell'  interrimenti  del  lV>  di  Feneata  OMtinuato  per  niolte  migfia  nti^ 
l'alveo  di  Primato >  e  di  Volano'».  sìcobò'iiQn  seloj  pèt:  .mancansa 
d' ìnclipazione ,  jpa  per^rìtroTare  aflbito.  dbibsa  la  stradai»  «non  poteva 
j^'sare  il  Po  a  Éantn  tiiel\e  sue  :JMSMMie  $.  e  'Samro^.OiReAo  »  dio 


< 


9» 

in  fondo  tanto  pia  alto  tboocaTano  9  eon  tanta  nagnor  facilità  Terao 
il  Po  grande ,  ancorché  contro  il  corso  primiero  §  incamminayano  • 
Solo  nell'  escrescenze  maggiori  poteva  per  questa  via  sfogarsi  il  Po  , 
e  voltar  verso  Ferrara  al  mare  Panaro,  e  Reno  ;  ma  nello  scemare  l'è* 
acrescenza,  ritirandosi  verso  la  Stellata  il  Po  grande»  1*  aeqae  del  ra« 
mo  di  Ferrara  erano  dalF  acque  di  Pknaro  ,  e  di  Reno  seguitate  »  ed 
in  tanto  con  la  tardità  nel  rivoltaro  il  corso  ,  tuttavia  maggiori  se- 
goivano  gP  interrimenti  >.  sicché  nello,  npasio  seguente  di  trent'  anni 
crebbe  la  pienezza  dell'alveo  di  Ferrara  sopra  la  maggior  basaesxa 
del  Po  piedi  14*  e  mezzo ,  il  che  evidentemente  deduce  T  Aleotti  da 
questa  osservazione  y  che  quando  il  Po  sopra  la  bassezza  sna  maggio- 
re s' innalzava  piedi  venti ,  e  mezzo  j  eh*  erano  allora  le  maggiori  e*- 
screscenze  ,  solo  sei  piedi  d*  acqua  passavano  per  V  alveo  di  Ferrara  • 

Stendevasi  cosi  alta  replezione  non  per  poco  spazio,  ma  cOine  lo 
stesso  Aleotti  Tanno  i6oi*  nella  sua  dìfesa^attesta  per  osservazioni 
dello  stato  del  Po  &tte  Tanno  iSqS.  con  autorità  del  Cardinal  Vì>- 
scontiy  da'  Periti  Romani  ,  Bolognesi ,  Ferraresi,  e  Ravennati,  arrivava 
dalla  Stellata  al  Traghetto  per  lo  spazio  di  trentatrè  miglia  ,  cosa  in 
vero  degna  di  grandissima  riflessione,  mostrando  quanto  si  allon tanti- 
no dal  vero  quelli ,  che  oggidì  con  esoavazione  minore  di  due  piedi 
da  S.  Giorgio  ad  Argenta,  dato  il  calcolo ,  pensano  amvaro  quattro 
piedi  sotto  la  maggior  bassezza  del  Po» 

Ma  essendo  questo  grand*  interrimento  in  maggior  colmo  tra  Ben* 
dono  ,  e  Ferrara  con  pendenza  verso  la  Stellata  ,  e .  verso  il  mare , 
efa*  cagione  ^  che  Panaro  sboccando  in  più  bassa  parte  verso  la  Stel- 
lata ,  non  poteva  se  non  al  Po  grande  incamminarsi ,  e  tanto  più  , 
mentl'e  dalr altra  parte  era  spinto  dal  Reno,-  che  colà  pure  rivolge* 
vasi  •  II  Reno  pero  vicino  alla  sommità  spargevasi  ancora  verso  P  n« 
na,  e  verso  P««|ltra  parte;  pure,  perchè  maggiore  verso  la  Stellata 
era  la  pende  *        *    »^  — ?^v    j^«   -^^-^     ^  i^  ^a  ^_ 

Sia  d*  ac^e  , 
Iellata  per  gì 

anata  con  le  deposizioni  a  riempirlo,  e  seguitando  pure  a  coopeinr- 
vi  r  escrescenze  del  Pq  ^  che  non  cessano  ancora  di  ^curvisi ,  bre- 
vissimo spazio  di  tempo  restava  a  riempirlo  affatto ,  e  chiudere  nel- 
r escrescenze  a  so  steiso,  ed  ancora  al  Po,  ed  a  IHinaro  ogni  uscita 
per  questa  parte  ;  quando  fu  dalP  alveo  di  Ferrara  ,  che  a  se-  stesso 
adattava ,  iper  portarsi  tutto  al  Po  grande^  n^Me  valli,  ov^è  di  ere- 
aeote,  divertito.  Siccliè  sebbene  nel  tempo  della  diverrione  stendeva 
non  8oIq  il  braccio  skiistrd  vMso  la  Stellata  al 'Po,  ^  àncora  il  de* 
atro  già  debile  per  Volano  al  mare^  quasi  stringendosi  con  entrambe 
a  tutto  il  terriiorìo  Ferrarese,  auva  però  in  pì^otinto  per  ritrtirré' am- 
eba il  uleatro  dal  mare  •  0  stringevi  tutto  dPéigìrande.  ^  -     ^**''*  i 


J 


9» 

Non  petsoDo  i  ngnori  Ferraresi  contnicBra  a  qnesfe  Terìtà ,  che  da 
loro  stesaì  sono  9tate  altre  Tolte  pienamente  esagerate  •  Onde  eoa  V  au- 
torità appunto  de'  loro  scntti   siamo  di^  presente  a  eonfermarle. 

Eglino  nella  Scrittura  da  loro  presentata  al  signor  Cardinale  6ua« 
ataviilaoi  Fanno  /Si 7.  cosi  ragionano «^ 

Il  venire  Uu  piena  del  Reno  per  lo  più  quando  il  Po  è  basso ,  ò 
causa  j  che  V  acqua  di  esso,  cV  è  molto  più  alta  di  quella  del  Po  , 
si  volge  non  solo  versa  Ferrara ,  ma  ne-  va  anche  parte  alV  insù  (  1  )  » 
di  modOf  che  sopraggiungendo  la  piena  di  Panaro  y  non  potendo  ve» 
,  nirsene  in  giù  >  per  la  tanta  altezza  del  Reno  »  è  sforzato  anch*  esso 
volgere  parte  delle  sue  acque  alV  insh^  e  mcmdimdole  per  altro  ra* 
mo  >  nel  quale  conseguentemente  V  acque  basse  del  Po  superiori  » 
vinte  e  dal  Reno  9  e  dal  Panaro  tutte  si  rivolgono  9  (2).  e  se  accade 
tal*  ora  ^  che  le  pietie  del  Reno  e  del  Po  s'  incontrino^  insieme  y  non 
ne  può  seguire  effetto  9  che  giovi  al  nostro  rumor  ^  perchè-  in  tal  caso 
va  più  acqius  per  la  ramo  di  Venezia ,  perche  sentendo  in  quello  di 
Ferrara  un  impedimento  insolito  dell'' acque  del  Rena,,  piglia  il  corso 
per  r  altro  9  dove  non  ve  n*  e  ninno  j  e  perciò  si  scema  molto  la  far* 
%a  del  nostro  Tomo  9  (3)  ond*  e  y  quando  il  Po  è  basso  9  e  quando  è 
pieno  di  quel  di  Venezia,  si  è  fatto  sempre  più;  grande,  r  si  è  acqui» 
stato  maggior  i^lodtà  y  per  la  moltitudine  delV  acque;  e  V  altro  si  è 
fatto  più  piccolo,  e  men  veloce  (4)  ;  per  la  qual  cosa  non  è  stato  pos* 
Sibile ,  che  T  escrescenza  del  Po  quando  e  venuta  sola  9-  tutto  che  non 
abbia  trovato  V  acque  del  Rena ,  si  difanda  la  sua  profanditày  e  por^ 
ti  via  la  materia  già  postavi  (5);  ha  ben  potuto  ricavare  alquanto  9 
ma  le  sopraiwenienti  piene  del  Reno  V  hanno  subito  riempito.  Dalle 
predette  cause  è  avvenuta  V  atterramento  del  ramo  di  Ferrara ,  e  si 
trova  ora  (6)  il  fanda  di  esso  sì  alto  9  che  qtsando  il  Po  è  basso  ,  non 
solo  non  viene  acqua  di  quello'  alla  nostra  città  \  ma  Panaro  ,  e  par» 
te  del  Reno  se  ne  corrono  per  V  altro  ramo  • 

La  stessa  rivolta  dell' aoqae  del  Reno  9    alla.  Stellata   fa  conosciuta 


j(i)  Ecco  il  fteno,  che  restando  superiore  al  Fo  grande^  ra.con  parte  delle  sue 
aique  a  ritrotiirlo^  ,         , 

(a)  Ecco  con  qual  yipleuz^  ra  al  Po   |pande  9  che  può  con  essa  risjHngere  un 
Pàbaro,  ed  tm  brafccio  di  Po.  *    *  * 

(3)  Tanto  dunque  anche  nell'escrezenze  del  Fo  sfonavasi  il  Rentf  d'andare -al 
Po  grande. 

(4>  Goti  dunque  farebbe  in  etemo ,  tanto  più  per  un  caro  non  naturale ,  e  con  ■- 
quantità  d'acque 9  come  ti  propone  da'  signori  Ferraresi. 

(5)  Ed  ora  si  persuade  9  che  introdotto  porterebbe  via  la  materia  già  tant'  anni 
assodata  • 

(6)  Sin  dall'  anno  1577. 


< 


94 

da  Bologoesi  nella  vitita  del  j58o.  ove  notmo ,  dte  il   Reno  portava 
a  Venezia  la  legna  dell!  incetta  di  Bolagna>. 

Cesare  Mengoli  nel  diacorso  stampato  prima  io  Cesena  »  e  poi  in 
Ferrara  V  anno  róoo.  al  num.  27.  cosi  attesta^ 

Quando  Panaro  ^  e  Reno  vengano  grossi  col  JP^^  -n  convertono  ^a 
Ferrara  ,  ma  quando  il  JPo  di  Lombardia  è  basso  ^  ed  essi  pieni  5  si 
convertono  parte  nel  ramo  di  .Venezia  ^  ^che  per  non  venire  ùi  quel  di 
Ferrara  se  non  poca  acqua^  allora  eh' è  gravida  di  matèria  ^terrea , 
e  per  aver  poco  declivio  ,  -e  tanto  meno ,,  quanto  che  non  è  aiutata 
dal  carico  non  solo  deW  acque  del  Po  9. ma  ne  anche  di  tutta  la  laro 
acqua  propria  ,  è  iiorwenuto ,  che  deponghano  j  >ec* 

Mdla  vìsita  di  Monsig.  .Centurione  deir  anno  i6o5.  aotto  il  di  7. 
di  Settembre  alcuni  mesi  dopo  la  remozione  del  Jleno  neU'  alveo  di 
Ferrara  tra  lo  sbocco  di  .Reno,  e  di  Panaro  nell' interrimento  aJtit« 
aìmo  fu  osservato  un  canale  ,  ohe  per  se  steaso  aveva  ^acavato  il  Re- 
no nel  portarsi  alla  Stellata.. 

Il  medesimo  corso  del  Reno  alla  Stellata  nel  Po  grande  tvovaai  no- 
tato in  molte  Scritture  .di  Periti ,  che  per  non  essere  stampate  ^  né 
per  altro  autentiche  ,  benché  sinoere  «  non  sono  da  Jioi  .portate  ^  pa- 
rendoci bastare  questi  testimoni,  che  .non  hanno  eocezione^  che  il 
Reno  prima  >della  remozione ,  per  ae  atesso  .correva  al  Po  .gsande  alla 
Stellata  • 

L'  Àleotti  -architetto  pubblico  di  Ferrara,  e  da  questa  ateasa  città 
mandato  altre  volte  per  qaeati  intereasi  alla  Santità  di  Clemente 
yill.  a  carte  79.  Cosi  attesta^ 

Quando  il  Po  si  trova  basso  aUa  Stellata  y  e  che  il  Meno  viene, 
ee  ne  vfs  correndo  -oon  maggior  furia  vemo  ia  Stellata  ^  che  non  fa 
verso  il  mare  ^  perchè  trova  qui  altrettanto  declivio  y  come  si  dirà  ,  e 
strada  più  breve,  e  più  flessibile',  ed  a  cart»  81  •  Tirato  il  profilo 
vedrassi  ,  che ,  innanzi  che  il  Po  di  Figarolo  ^ia  tant^  alto  ,  {  oggidì 
Po  grande  )  che  stia  in  pari  al  letto  dell*  alveo ,  eh*  era  del  Po ,  dal 
Reno  M  Ferrara  j  e  j^er  conseguenza  al  suddetto  argine  della  punta  ^ 
conviene  che  si  alzi  jc\pra  la  maggior  bassezza  Mta ,  piedi  quattordici  j 
e  mezzo  •     T 

Dal  qual  anppotto  evidentemente  risulta  »  t>he  IValveé  vecchio  di 
Reno  aveva  pendenza  alia  Stellata  sojpra  V  acqua  bassa  tlel  Po  gran- 
de  piedi  quattordici  ^  e  mezzo  ^  onde  non  è  niaravi^lia  ae  •colà  '*^* 
oemente  correva^ 


Vw 


5,5 

CHS  IL   RBirO  ,  8£N2^  OPRA  UMANA  ^  9t  SAREBBE  IK  BREVE  P&R 
SS  STESSO  TDTTa/ABF ATTO  RWOIìTATO' AL  PO%  GRANDE 

ANCHE    NELL'  E8GRESENZE  ^ 

Xnma  obe  H^Renodal  Pe  di-  Ferrara  fosse  div^rtiton»  scaravasi  da 
una  parte  negP  interrìmenti  di  esso  verso  il  Po  grande  T  àlveo  prò- 
prorzionato  al  suo  corpo,  come  dalla  vìsita  dì  Monsignor  Gentanone 
si  è  di  sopr»  notato ,.  e  cìò^  per  portarsi  a  qaella  parte  più  veloce- 
mente ,  come  attesta'  V  Aleotti  •  Ma  dair  altra .  parte  verso  Ferrara 
tempre*  pìvr-  interriva  per  la  ragione  di  sopra  toccata  dal  Mongoli  , 
^oè  9  per  non  venire  a  quella  parte  se  non  poca  acqua  gravida  di 
materia  terrea>per  avervi  poco- declivio  ^e-per  non  essere  più.  aiutata 
dal  earieO'9«nè  dall'acque  del  Po,  né  ancho  di  tutte  le  proprie» 
Kon  rìmnovendosL  dunque , .  avrebbe  proseguito  d' interrirò  sino  alla 
sommità  degli  argini  il  Po  dì  Ferrara  »,  e  per  conseguenza  chiusa  af« 
fatto  da  quella  parte  ogni  uscita  •■ 

So  vegnamo  stare  aU'  attestazione,  e  giudizio'  de'  Ferraresi ^^  giu- 
rìdicamente sopra  di  ciò  esaminati,  il  periodo  del  tempo ,  nel  quale 
aveva  ciò  a  compirsi ,  era  brevissimo  *  Posciacbè  i  testimoni  esa- 
minati a  Migliare  nella  visita  di  Mo^ignor  Corsini  li  9'.  Aprile  del 
i6a5»  atteataBO,  che  il  Reno  negli  ultimi  anni  venendo  solo  in  Volano^ 
lasciava  in  ogni  piena  un  piede  di  lezza^,^  e  che  in  un  anno  avrebbe 
riempito  tutto  1' alveo  sino  alla  sommità  d^gli  argini^ 

Finalmente  il  Reno  ^  se  fosse  stato  lasciaioove  correva  prima-,  che 
convenissero  i  Ferraresi,  e  Bolognesi  di  portarlo  quattro  miglia  vicino 
a  Ferrara ,..nemmeno*' si  sarebbe  scofnpagnato  dal  Po  grande». 

Imperoìooc^hè  abbiamo  già  dìn>o8trato  dall' autorità  del  Biondi  confir* 
mata  dalle  veatigie*  del  6umo  riconosciute  dalle  parti  nella  vìsita  di 
Slonsignor  de*  Medici  V  anno  i&38.  che  prima  sboccava  con  Panaro  a 
Bondeno  ;-  adunque  dove-  corre  ora  Panaro^  correrebbe  it  Reno  •  Ma 
Panaro  da  ottanta  e  più  anni,  da  pero  se  seguì  il  Po  grande,  dunque 
anche  al  Po  grande^  si- a^rrebbe  voltata  il  Reno» 

Da  tutte  le  sopraddetto  notizie  si  forma  un  entimema,  che  dkno* 
atra  la  ragione  ,  che  ha  il  Réna  d'  unirai  di  nuovo,  alla  corrente  del 
Po 5^  ancorcbò  più  non.  passi  a  Ferrara,  eh'  è  tale. 

JU  Reno  di  sua  natura  è  sempre  corso  con  tanta  felicità  in  Po,. che 
Bon  ostante  le  mutazioni  di  alvei  fatte  ovunque  egli  non  ai  è  ritira- 
to, colà  V  ha  seguito  senza  giammai  staccarsene  ,w^  se  non  quando  per 
Opra  nmana  n' e  stato  divertito ,.  né  per  altra  strada  ha  declivio  da 
portarsi  al  mare*. 

AQa  corrente  dunque  del  Po  deve  di  nuove  riunirsi» 


^ 


CON   QUAITTA  FACILITA'  SI  SARCBBE  FOTUtO»  IN  VEGB  DSIXA 

JUUHOZIOIIE^  ^ROVYKD£&ft  AL  JLENO. 


L>(oa  un  jolo  argine  -sotto  lo  isbocco  -ài  ]Reno  a  traverso  del  Po 
Ferrata^  dell' altezza  poco  maggiore  -ài  sei  piedi  ^  «e  oredianie  alle 
osservazioni  4leir  Aleotti ,  poteasi  iiopédire  9  ebe  oè  il  Beno  »  né  il  Po 
anche  néir  escrescenze  di  pedi  vejki.,  e  meiso  |>otaBaere  passare  a 
Ferrara  ,  mentre  egli  è  Tero,  che  ^eno,  Pamvo,  «e  Po  non  pass)a vano 
giammai  <2on  ^altezza  maggiore  nello  spazio  tra  Reso,  «e  Ferrara  «  Con 
intercetto  loro  «da  questa  4>pposiziooe  il  passo.,  era  neoessario^  At 
tutti  nelf  alveo  <del  Pc^  grande  al  mare  V  incamminassero*. 

In  somma  con  qaella  facilità^  con  cui  si  provvide  a  Panaro ,  con 
intestare  il  Po  di  Ferrara  con  nn  argine  sotto  Panaro ,  con  la  atessa 
potè  vasi  fycowederé  insieme  idi'  uno^  od  air  altro.»  intestandolo  sot- 
to il  Reno« 

CHE  LA  JIAGCIOfi  BiFfKOLTA*   DI'GONDOE  JUE2T0  IN  PO  GRANDS 

±  GIA^SUPBRATA 

XJa  maggior  -difficoltà ,  «che  nella  visita  del  Clatdinal  Caetano  si 
presentasse  controia  remozione  ^el  Jleno,  era»  -òhe  antix>dnceadolo 
nel  Po  grande  :reniva  a  chiudersi  il  jramo  hIì  J*errara->  per  io  quale 
neir  escrescenze  mandava  §tAn  parto  delle  sue  acgue ,  e  respingeva 
quelle  ^i  Panaro  9  e  cosi  era  opinione ,  *che  restassero  molto  pin  bM« 
se  r  escrescenze  del  Po  per  «questo  sfogo  ,  e  per  V  oscinriono  di  Pa- 
naro ^  onde  inferi  vasi.,  ohe  venendo  a  riccTere  il  Po  «grande  nelP  e- 
screscenze  ^  oltre  Tacque  «del  Reoo^  quelle,  ohe  si  sfogavano  per  il  Po 
di  Feirara ,  o  quelle  di  Panaro }  sarebbero  state  1'  esoreaoenze  molto 
più  alte  «del  s.oKto . 

Or  questa  jgran  difficoltà  %  superata  afflitto ,  peroUè  fn  poi  iì  Pe 
di  Ferrara  al  Bondeno  ^otto  Panaro  intestate  «con  argine  5- per  imp^ 
dire  »  che  uh  Panaro  i  uè  alcuna  parte  del  Po  neU^  ordinario  eacro- 
acenze  passino  a  Ferrara,  e  sebbene  «quesf  ar^ne  nelP  osorèsconze 
maggiori  da  principio  aolea  tagliarsi^  conoaetuta  poi  T inutilità,  A 
gr&n  tempo  in  qua  più  non  ai  taglia;  onde  né  meno  nelle  mageio- 
ri  escrescenze  pu$  passare  per  P  aWeo  di  JFerrara  né  Panaro  »  né  akn« 
na  parte  Jel  Pò^  ^  ^  •       ^ 

A  quali  enormi  alzamenti  <d'  argini  non  erano  nella  visita  del  si' 
gnor  Cardinal  Caetano  condannati  i  Bolognesi  in  rìgnardo  delP  eaore- 
acenza  maggiore^  ch'avena  da  fare  il  Po  solo  per  questo  sfogo  im- 
pedito ?  Leggasi  il  caso  presentato  Anche  ultimamente  da  signori  Fer- 
raresi ,  che  non  a  questo  tempo  9  ma  a  quello  si  adattava  ;  ove  da 
Po  rotto  sino  alla  Stellata  dicevano  doyersi  alzare  alti  gli  ariani  piedi 


tei  •  I  iikB  àrglDi  di  Pantro  tTeTtno  da  alzarti  piedi  tre  •  Dalla 
Stellata  tioo  al  ponte  di  Lago  tcuro»  dove  aveva  da  tboooare  il  R»- 
no  9  piedi  3  e  meno  9  iatetando  per  ora  P  iagrottameoto  enerme  de- 
gli argini  ^  die  in  qnel  calcolo  possono  considerarsi ,  e  tnito  ciò  mm 
per  V  acq[na  di  Reno ,  cb^  aveva  da  sboccare  di  sotto  »  ma  per  Pana* 
ro  >  e  per  lo  «fogo  di  Po  intercetto  •  Dal  Reno  in  gin  poi ,  ove  bito« 
gnava  considerare  1'  acoresoimento  di  qnest'  acque  tino  alle  Papoeze  » 
ordinavano  «alo  l'altezza  di  piedi  dae.  Onde  è   manifesto ^  cbe   snp- 

Eonevano ,  che  io  tntta  la  luoghezza  j  che  aveva  da  servire  ancbe   al 
eno,  sormontassero  gli  argini  T  escrescenza  di  qae'  tem^  almeno  un 
piede  9  e  mesto* 

Ma  V  esperienza  ba  mostrato  »  che  qnantnnqne  ti  ten^a  èhiaso 
^taello  sfogo,  ad  ogni  modo  non  vi  ba  bisognato  un  pelo  d'  argine  di 
piò ,  poiché  non  sono  riuscite  aensibìimente  I*  escrescenze  maggiori  j 
anzi  quel  che  più  pare  mara  vigli  oso ,  ma  in  ^effetto  ba  U  sna  cagione 
naturale  y  e  necessaria  »  per  lo  maggior  peso  delP  acqne ,  per  la  mag- 
gior vdoettà ,  tson  cui  sì  ^  ^cavmto  ^  e  profondata  V  alveo  ^  ti  sono 
oggidì  molto  dimìnoite«  Gonferiscanti  pure  V  escretoenze  di  quei  tem- 
pi ,  che  ancora  ti  sfogavano  nel  Po  di  Ferrara  con  quelle  de*  tempi 
presenti ,  e  cbiarirassi  il  vero  . 

L' Aleottì  nella  più  volte  citata  tcrittnra  ttampata  in  Ferrara  l'  an- 
nò  i6oi.  a  cart.  79.  Rafferma,  cbe  quando  il  Po  alla  Stellata  cresco 
dalla  sua  bassezza  sino  all'  altezza  «uà  ma^ìore ,  ti  alza  piedi  venti  ^ 
e  mezzo ,  come  già  si  è  notato  9  e  ciò  no^di  passaggio  9'  né  per  er- 
mre  di  numeri ,  poiché  soggiungendo  »  che  al  dritto  di  Ferrara  non  ò 
alta  allora  se  non  piedi  sei ,  conclude  a  carte  ottantuna  ,  cbe  mi" 
ma  cbe  il  Po  di  Finrolo  sia  tant'  alto ,  cbe  sia  in  pari  al  letto  ael- 
r  alveo ,  cbe  era  del  Po  dal  Reno  a  Ferrara ,  e  quasi  rino  al  Traghet- 
to, conviene,  ohe  si  alzi  sopra  la  maggiore  bassezza  sua  piedi  quat^- 
tordici  e  mezzo ,  a'  quali  aggiunti  piedi  sei ,  restano  di  nuovo  piedi 
Tenti  e   mezzo. 

Oggidì  nell'  ala  sinistra  della  chiavica  Pilastrese  si  mostra  un  se- 
gno',  dove  arrivò  la  maggior  escrescenza  cbe  sia  venuta, "da  cbe  non 
ti  taglia  queir  argine  al  Bondeno ,  la  quale  non  arriva  di  gran  lunga 
a  diecinove  4>iedi  Ferraresi  sopra  la  soglia  della  chiavica  Pilastrese  » 
•otto  la  quale ,  o  poco ,  o  nulla  snoie  abbassarsi  il  Po ,  e  Questa  può 
ogni  volta  rivedersi  ,  e  certificarsene  • 

È  dunque  manifesto ,  che  oggidì  riescond'  molto  minori  lo  mag- 
giori escrescenze  ,  di  quel  cfhe  fossero  prima  che  il  Po  nelV  e- 
tcrescenze  litenetse  V  acque  dello  sfogo  del  ramo  di  Ferrara ,  e  di 
•Panaro.  '  . 

^  .^  E  certo  una  maraviglia  ,  che  i  signori   Ferrareti  propongono ,   che 

ti  &c<na  tanto  caso  di  quel  loro  calcolo  preteiitaEo  jlelle  speso  della 

i3 


l  • 


98 

remozione  del  Reno  $  che  procedeva  con  sapposisioni  d*  àltene  li 
esorbitiiiti 9  da  farsi  dalle  sopraddette  acque,  che  oggidì  restano  m 
Po ,  mentre  con  tanta  evidenza  sono  ritrovate  dalle  osservazioni  man- 
care,  e  mettono  anche  in  conto  quella  spesa  ,  che  la  stessa  natura 
ha  dichiarato  più  che  superflua ,  per  ricevere  V  acque  »  che  già  sono 
in  Po 9  senza  aver  fatta  maggiore  altezza,  anzi  diminuita. 

Superflue  pure  si  dimostrano  le  aggiunte  di  quattro  piedi  d'  altez- 
za ,  da  fiirsi  per  sei  miglia  agli  argini  vecchi  del  Reno ,  che  solo  a 
questa  maggiore  escrescenza  del  Po  per  lo  chiuso  sbocco  aveano  ri* 
aguardo  •  Superfluo  in  somma  1'  eccesso  degli  argini  nuovi  del  Re- 
no 9  che  per  ricevere  questa  maggiore  escrescenza  si  sono  disegnati . 
Tolgano  pure  dal  calcolo  presentato  queste  superfluità  manifestissime, 
che  vedranno,  ohe  la  spesa  accennata  da  Monsignor  Corsini  non  si  di^ 
scosta  puillo  dal  ragionevole.  Non  è  già  tale  il  calcolo  da  noi  puh- 
blicato  per  V  introduzione  del  Po ,  nel  quale  ci  siamo  conteotati  di 
supporre  un  escavazione  ad  ogni  modo  insufficientissima,  aenza  far 
menzione  degl'  areini ,  che  per  tante  miglia  anderebbero  innalzati ,  e 
risarciti ,  nò  di  chiaviche  air  ingresso*  de'  canali  nel  Po ,  né  di  ter* 
reni  da  occuparsi  da  nuovo  taglio ,  né  della  palificata ,  che  da  sei  ar« 
chitetti  di  Clemente  Vili,  per  se  sola  fu  stimata  più  di  dugento  cin- 

auanta  mila  scudi,  e  se  ad  uso  della  navigazione  sia  necessario  aver 
fiume  profondità  ali*  ingresso  nel  mare  ,  almeno  quanto  s'  immerge 
il  naviglio ,  si  rimette  al  giudizio  de'  prudenti . 

Ma ,  per  ritornare  al  nostro  proposito  >  V  esempio  di  Panaro ,  e 
dello  scolo  di  Po  chiuso  insieme  »  ben  più  volte  maggiori  del  solo  Re- 
no, che  non  solo  non  ha  fatto  escrescenze  maggiori,  anzi  le  ha  ami- 
nuite;  mostra  apertamente,  che  non  sia  da  temere,  che  il  Reno  in 
Po  debba  alzar  l'escrescenze  ,  ann  ancor  esso  scemarle,  aiutando  al- 
tresì a  scavare ,  e  dilatare  per  la  sua  parte  di,  velocità ,  e  del  peso  » 
che  a  proporzione  del  suo  corpo  aggiungerà. 

Questa  proprietà  alla  copia  d'  acque ,  ed  alla  velocità  di  esse  non 
si  può  non  attribuire ,  mentre  non  per  altra  cagione  il  Po  grande  dal* 
r  augusta  fossa  Filistina  é  venuto  in  tanta  ampiezza  e  profondità  • 

Né  vale  il  dire ,  il  Po  é  solo  proporzionato  all'  acque  presenti  » 
dunque  non  ne  capirà  di  più ,  perohe  si  risponde ,  eh'  egli  é  proporr 
zionato  a  incita  maggior  copia  d'  acque  di  quelle  che  abbia  oggidì^ 
Imperocché  gli  argini  sono  stati  fatti  in  tempo,  che  1'  escrescenze  e- 
rano  maggiori ,  e  prìnAi  che  fosse  in  tanta  profondità,  ed  ampiezza > 
come  dalle  soprannotate  osservazioni  sabbiamo  dimostrato  •  Può  dun- 
que capire  di  presente  maggior  copia  d'  acque  di  prima  « 

E  se  bene  sono  gli  argini  in  qualche  luogo,  ove  sono  passi,  e  tra*» 
ghetti  non  poco  corrosi ,  dò  Q^rò  trovasi  in  pochi  luo|^  >  e  non  aa* 
rebbe  di  gran  spesa  P  ognagliarH  » 


99 

llélia  TiiifA  di  MomigBw  Gottini  iìtrono  osiervtti  gli  argini  sopra 
la  superficie  del  Po  basso  alti  yentìdue  piedi ,  e  d^e  once  •  Quando 
dunque  V  escrescenze  arrivavano  a  piedi  venti ,  e  mezzo ,  restava  di 
Tiva  agli  argini  un  piede ,.  ed  otto  once ,  il  che  confronta  con  quel- 
lo *  che  di  sopra  abbiamo  dedotto  dall'  aggiunta,  che  nella  visita  del 
•  Cardinal  Gaetano  si  proponeva  di  fare  agli  argini  dal  Lago  scuro  alle 
PapoKze  due  fnedi ,  mentre  I^  escrescenze  di  Reno  9  di  Panaro  »  e  deK 
lo  sfogo  di  Po  si  supponevano  di  tre  piedi,  e  mezzo.  Ma  oggi  essen* 
do  r escrescenze  minori,  avanzano  almeno  tre  piedi  regolarmente. 

Non  si  sa  con  qual  fondamento  i  signori  Ferraresi  oggidì  suppoH* 
cono,  che  il  Reno  farebbe  alzare  1'  escrescenze  del  Po  quattro  piedi  « 
Questo  è  certo ,  che  ^ubìto  si  convince  di  manifestissima  esorbitanza* 
Trenta  gran  fiumi  entrano  in  Po,  e  tanti  altri  torrenti,  e  rivi,  che 
farebbero  almeno  quaranta  Reni  •  Similmente  commisurando  il  paese  ^ 
che  scola  il  Reno  t  con  quello  ,  che  scola  il  Po  io  carte  grandi  Geo- 
grafiche, appena  lo  troviamo  la  quarantesima  parte  di  quello ,  e  pure 
non  àÌL  al  Reno  acque  vive  di  fonti ,  che  tutte  nel  canal  Navìglio 
di  Roloffua  si  divertiscono  •  Onde  di  necessità  V  acqua ,  che  porta  il 
Reno,  e  molto  minore  della  quarantesima  parte  di  quella,  ohe  porta 
]J  Po;  sarebbe  dunque  escrescenza  di  160  piedi ^  e  pure  appena  si 
trova  di  diciannove:  parlo  delle  escrescenze^  perchè  il  Reno  fuori 
del  tempo  delle  sue  piene  non  porta  acqua  di  Considerazione  « 

Dipoi  nella  visita  del  Cardinal  Gaetano ,  ^  nella  quale  ogni  cosa 
contro  il  Reno  fa  stimata  esorbitante ,  tutta  V  escrescenza ,  ch^  aveva 
da  fare  il  Reno  5  Panaro ,  e  il  Po  di  Ferrara  nel  Po  grande ,  fu  giur 
dioata  a  beneplacito  de*  Ferraresi  tre  piedi,  e  mezzo. 

Come  dunque  ora  quella  del  Reno  solo  viene  da  loro  am^plificata 
di  quattro  piedi  ?  £gli  è  certo ,  che  V  acque  del  Reno  non  sono  la 
quarta  parte  di  tutte  queste  tre  acque  insieme;  dunqiie  seconda 
quella  supposizione  ,  noif  sarà  mai  l'altezza  di  un  piede. 
.  Ma  noi  assai  chiaramente  dÌDM>streremo ,  che  nell'  escrescenze , 
V  acqua  del  -  Reno  aggiunta  in  Po  noii'  farà  mai  crescerlo  tre ,  q 
quattro  once  ;  onde  può  vedersi  se  restandogli  ordinariamente  tra 
piedi  d^  argini  possa  dare  un  minimo  pericolo  uè  alla  città ,  né  ail<» 
•tato  di  Ferrara  come  tanto  si  esagera,  anzi  che  con  P esempio  di 
Panaro,  e  dello  sfogo  di  Po  ridotti  in  Po  grande,  affermiamo  per  co» 
.aa  certissima ,  che  scemerà  ]ì  pericoli ,  mentre  coopererà  a  maggiore- 
mente  scavarlo ,  e  dilatarlo ,  e  per  consegu^nzii  a  sceoiare  P  altezzsi 
^pra  il  piano  della  campi|g|ia« 

Pure  non  isfnggiremo  di  esaminare  quale  sia  P altezza»  che  nell'e* 
.screscenze,  sul  principio  può  aggii^gnere  Reno  al  Po,  dopo  che  avr^ 
mo  provate  due  cose  necessarie  a  sapersi  prima ,  una  è ,  che  V  acquai 
del  Reno  in  pari  lunghezza  d^  alveo  *non  pnò  occupare  tanto  spazio 


»0» 

in  Po»  qatato  nd  Reno  ;  e  raltra»  èho  quanti^  nianioffe  i  Pdtn^ 
m  9  cbo  trova  in  Po  »  tanto  minoro  è  l'altein,  oho  »  il  Reno  in  Po* 

CHB  IL  BXNO  NON  FUÒ  ALZARE  SBKSanjfERTK  LI  KAGCIOU 

BBORBSGENZR  OBL  VO. 

IS  on  dovrebbe  OMer  clì£BiciIe  ad  intendere ,  ebe  molti  finmi  nnid 
in  noo  solo,  ocoupano  datchednno  minor  Inogo»  o  alteasa,  di  qaello 
fiurebbero ,  te  correste  ciascbedano  in  fiumi  diversi  separati ,  ancor* 
€bè  in  larghezza  eguali •  Imperciocché  l'acque  distribuite  in  molti 
alvei  separati  non  si  premono  t  né  stringono  V  una  V  altra  ;  ma  in  un 
solo  alveo  ristrette»  è  necessario»  cbe  sovrastando  l'nna  e  T  altra  , 
col  proprio  peso  si  premano,  e  premute  colla  propria  lubricità  scor- 
zano 9  e  piglino  nel  medesimo  tempo  con  nuova  velocità  maggior 
campo  in  lunghezza  »  e  tanto  più  sempre  è  neoessasio  »  che  si  acce* 
lerìno»  quanto  è  maggiore  il  peso   di  se  stesse  ;  onde  sempre  all'  ag* 

F*unta  di  nuova  acqua  cresce  di  tutte  la  velocità  »  He  resta  tanta 
altezza . 

Se  il  Reno  entrando  solo  in  Po  si  estenderà  in  un  minuto'  cento 
piedi  »  con  quattro  piedi  d' altezza  ;  sopravvenendogli  tant' acqua  »  che 
col  nuovo  peso  lo  taccia  il  doppio  più  veloce»  sicché  in  un  minuto 
si  distenda  duecento  piedi  ;  certo  é  »  che  dne  soli  piedi  d' altezza  oo- 
euperà  ;  e  se  di  quattro  volte  più  velooe  »  sicché  pure  in  un  minuto 
si  stenda  quattrocento  piedi  »  un  solo  piede  resterà  V  altezza  ;  poiché 
tanta  é  la  quantità  dell  acqua  di  lunghezza  di  cento  piedi  »  e  d' al- 
tezza di  quattro»  quanta  quella  di  lunghezza  di  dugento  piedi»  e  di 
altezza  di  due  ;  e  quella  di  quattrocento  con  altezza  d'  uno  ;  poiché 
sempre  moltiplicate  le  lunghezze  con  le  altezze»  riesce  il  medesimo 
numero  quattrocento,  e  noi  supponiamo  che  in  tempi  eguali  entrì^ 
no  dal  Reno  nelle  maggiori  gonfiezze  in  Po,  eguali  quantità  d'acque* 
Chi  pué  dunque  intendere»  che  molti  fiumi  uniti  in  uno,  acquisd- 
no  molta  maggior  velocità  di  quello  ,  eh'  avrebbero  separati ,  ed  in 
conseguenza  scemino  la  somma  delie  altezze,  che  separatamente  fi.- 


tributar]  insieme  uniti  •  L  osservazione  dt  tutti  i  gran 
li  confi^rma  tante  evidentemente   questa  conclusione»  che  non  può 
dubitarsene  • 

Non  sarìi  già  mai  il  Po  della  capacità  di  dodim  fiumi  suoi  trìbn* 
tarj»  non  dico  de'  maggiori»  ma  de'  mediocri»  ove  capirebbero  dun- 
que gK  altri  »  e  fiumi  »  e  canali  e  torrenti ,  che  restano  in  tanto  nu« 
mero  insieme?  Ma  lo  ristringersi  » 'e  velocitarsi  unitamente»  é  eagio- 
Mf  che  tutte  le  Imo  acque  vi  capiscano ,  stendendosi  con  hi  vincita 


in  làiig|baai>  ciò  ohe  inderebbe  in  tug^ssa  t  isd  aheen;  enda  ep* 
pere  ver  goal  ragione  si  mostri  il  Po,  il  pia  t eloee  fione  »  ohe  Té» 
da  ai  mare. 

Erìdanus  y  quo  rum  aUus  per  pinguta  eidta 
In  mare  veUxìohan^  viàientiór  infhUt  amnis  • 

Cioè ,  perohè  essendo  assar  angusto'^  in*  rieoardo  di  tanti  fianu  i 
ohe  riee^e ,  per  Io  gran  oarioo^  deir  aoqne  addossate  l' una  ali'  altra 
con  la  yelooità  ,  grandisnms  oopia  ne*  scarica*.. 

E  similmente  rendesi  le  ragione  ,.  perchè  essendoTi  altri  fiumi  nel 
mondo  f  ohe  Io  superano  ben  tre-^  e  quattro  Tolte  di  larghexza»  rior 
ne  anche  giudicato  il  Aiagg^or  fiume  del  mondo  » 


uoque  magie  miUum  téUus  ee  iolvit  in  amnem  • 


dice  Lucano  ;  cioò  perchè  con  la  sua  Telocità  smaltisce  nel  suo  angn* 
ato  aWeo  magipor  copia  d*  acque  •  Apparisce  in  ciò  la  rifiestioae  di 
questo  Autore  ,  che  comparandolo  appresso  al  Nilo',  asserisce  censi- 
etere  la  difièrenza  solo  in  questo,  ch'egli  dilatandosi  per  le  campa* 
gne  non  va  con  tanu  yelocità ,  ma  quasi  stagnante ,  e  però  porta 
minor  copia  d' acque  • 

Non  minor  toc  Nilo,  si  non  per  plana  iacentis 
Eegypti  Lybicas  Nihu  stagnaret  arenai. 

Per  conoscere  dunque  qua!  debba  essere  V  alteaza»  che  faranno  le 
j^ene  del  Reno  in  Po  »  non  basta  paragonare  insieme  gli'  alvei  ,  co» 
me  sogliooo  fiire  troppo  grossamente  i  pratici  ,  che  troppo  enorme  sa» 
rebbe  lo  svario ,  nemmano  basta  considerare  quanta  parte  na  V  acqua 
del  Reno  di  tutta  quell»,  ohe  dall'Italia  riceve  il  Po,  per  esempio 
la  quarantesima  ;  ma  è  necessario  5  in  oltre,  distiogaere  quanti  gradi 
di  velocità  d'acqua  troverà  io  Po  ,  e  ciò  in  vari  sesti  d'  alteasa, 
perchè  trovandovi  poca  acqua  ,  maggior  altean  vi  farà,  che  trovatt- 
doTcne  moka,  sicché  neir  escrescenze  pochissima  rìosdrà  Paltettat 
che  egli  per  ^se  solo  vi  fiirà . 

D.  Benedetto  Castèlli  mafematioo  celebre  dblla  Santità  d'  Orbano 
Vni.  nel  suo  dtottiHÌmo  libra  della  misnni  dèlP  acque  oernentì ,-  da  il 
modo  di  misurare  V  altezze  tatto  da*  fiuihi  entrando  in  nu  altro,  datp 
le  larghezze  delP  uno,  e  delP  altro  ^  e  la  proporzione  delle  velocità  • 

Ma  non  &eendo  egH  ivi  menzione  delta  proporzione  9  eon  la  quap 
fe  eiesce  la  velomtà  eresoenda  V  acque  ;  sarà  guesu  da  nm  adxlitita 


IO* 

]B  una  fola  propotinonè  »  fmittt  in  ragione  mafanttiet  i  tà  ìà 
esperienze  oonlari  et identìttime  « 

jil  crescere  delV  acque  ne*  canaK  regolati  j  crescono  con  la  stessa 
proporzione  V  altezze  ,  e  le  velocità  9  nella  >  maniera  9  che  al  crescere 
de'  triangoli  di  «pedo  determinata  creseono  nelh  Jtessa  proporzione 
i  lati,  e  la  base^ 

Per  dichiararlo  con  esempio  9  ae  in  nn  canale  V  acqna  alta  nn  pia- 
de, ih  qb'  ora  si  .stende  un  miglio,  alta  due  piedi  in  nnVoi^  si  sten* 
dora,  due  miglia ,  alta  tre  piedi ,  in  nu'  ora  si  atenderà  tre  miglia ,  e 
cosi  sempre  per  ordine  • 

Onde  segue ,  che  a  £ir  dae  piedi  d*  alteeza  ,à  necessaria  quattro 
▼ohe  tanta  acqua  ^  quanta  a  farne  un  solo^  poiché  non  solo  è  due 
Tolte  più  alta ,  ma  due  Tolte  più  distesa  ;  e  per  fare  tre  piedi  d'  al* 
tezza  e  necessaria  nove  Tolte  tant'  acqna,  perchè  non  solo  è  tre  Tol- 
te più  alta , .  ma  tre  Tolte  più  distesa  ;  oosi  a  fare  trenta  piedi  d'  al- 
tézza è  necessaria  noTCcento  Tolte  tant' acqua ,  perchè  è  ttenta  Tolte 
più  alta  ,  e  trenta  Tolte  più  distesa  ;  e  trenta  Tolte  trenta  sono  no- 
Tcceoto  «  Toftto  ciò  possiamo'  confermare  .con  esperienaa  oculate ,  ri- 
ducendo  moki  canali  eguali  in  un  solo  canale  »  oto  ossenrasi  9  che  se 
nn  solo  eanale  fa  .un  piede  d'  altezza ,  quattro  canali  ne  fanno  due 
soli^  andando  il  «imanente  in  lunghezza ,  e  Tclocità ,  cosi  nove  ea- 
Bali  ;ie  faranno  tre  »  e  cosi  sucoessivamente  secondo  la  ragione  de* 
numeri  quadrati. 

E  noi  abbiamo  fatta  esperienza  anche  quest' istesso  giorno  in  Ro- 
ma  con  noTO  xanali  d'  acqua  <)orrente  eguali  introdotti  in  un  solo  , 
ora  uno,  ora  quattro^  ora  tutti  noTe ,  ed  in  effetto  se  un  .canale  ha 
fatto  un  oncia  d'  altezza ,  quattro  canali  hanno  fatto  solo  due  once , 
ooTe  canali  solo  tre,  e  cosi  cento  non  ne  avrebbero  fatto  9  ehe  dieci»  ec. 

Ciò  .posto,  Tolendo  noi  sapere  quanti  fiuoii  d'un  piede  d'altezza 
r  uno ,  e  di  larghezza  eguale  al  Po  iarebbe  anche  il  Po  solo ,  quan- 
do è  in  altezza  di  trenta  piedi  ;  basta  moltiplioàare  tr^nU  piedi  d' al* 
tezza  io  trciita  gradi  di  Telocità ,  che  jsono  novecento  «  ^  ^ 
.  £  quanti  di  questi  fiumi  firebbe  correre  qnando  è  in  altezza  di 
piedi  trentuno»  similmente  moltiplicando  trentuno  piedi, di  altezza  in 
trentuno  gradi  di  Telocità ,  e  aaranno  noTecento  sessantuno  ;  sicché 
aessantnno.  fiumi  si  ricercano  a  fiirlo  oresoere  un  piede  sopra  trenta 
piedi  di  altezza  •  ...  1 

i  Onde  appiire ,  ehe  uno  di  questi  fiumi  all'  altezza  di  piedi  trenta 
appena  ,  aggiungerebbe  I*  sessagesima  oaxte  C  ^^  piede  ^  eh'  è  nn 
quinto  d' oncia  « 

.  Ed  tm  fiume ,  che  {)er  se  solo  potesse  fare  cinque  Po  d'  altezza 
d'  un  piede  V  uno,  aggiunger^bé  al  Po  alto  appena  un  oncia  di  al- 
ttmik. 


io3 

Cd  ih  fttti ,  essendo  il  Po  sei?  escrescenza  alla  Stellata  piedi  ti^eà- 
ta  in  trentano ,  poiché  l' escrescenza  j  che  già  era  dì  piedi  Tenti ,  e 
06220  per  la  dilatazione ,  è  restata  di  piedi  diciannove;  e  la  mrndr 
Bassezza  »  eh'  era  prima  di  piedi  tredici  »  e  mezzo ,  sarà  di  piedi  do- 
dici ,  e  mezzo ,  che  in  tutto  fanno  trentuno  »  e  mezzo  • 

Quanti  Po  farebbe  correre  U  Reno  con  un  piede  d' altezza ,  tanti 
quinti  d'oncia  al  più  farebbe  nelle  maggiori  esorescenze  del  Po,  se 
potesse  farne  correr  cinque,  alzerebbe  un' oncia ,  se  dieci,  due  ance9 
quindici,  tre,  e  cosi  successivamente. 

Certamente  ninno  direbbe  giammai ,  che  il  solo  Reno  potesse  far 
correre  venti  fiumi  eguali  al  ro  in  altezza  d'  un  piede ,  e  pure  in 
qnesta  si  esorbitante  snpposizione  non  farebbe  crescerio  quattr'onoe 
nelle  maggiori  escrescenze  di  piedi  trentuno  in  circa.  * 

Non  si  desidera  che  un  poco  d*  applicazione ,  per  assentire  a  que- 
ste proposizioni  d'eterna  verità.,  le  quali  in  negozio  si  grave  non 
devono  già  trascurarsi  «. 

MODO  FACILE  DI  FARE  ABBASSARE  IL  PO . 

idebbene  per  V  insensibilità  dell'  altezza  ,  che  farebbe  Reno  nell'  e- 
screscénze  del  Po  non  vi  è  bisogno  d'  altra  provvisione,  nò:  d'  argi- 
ni, i^è  di  sfogo  ;  pure  non  vi  manca  modo  facile  di  far  molto  pia 
abbassare  il  Po  di  quello ,.  che  mai  possa  fare  alzace  il  Reno ,  che 
sarebbe  con  perfezionare  il  taglio  d'Ariano,  dal  signor  Cardinal  Doa<- 
ghi  gli  anni  passati  quasi  all'  ultima  perfezione  ridotto  • 

Questo  essendosi  fatto  alla  capacità  di  tutto  il  Po ,.  riceverebbe  la 
metà  dell^acque ,  onde  si  abbasserebbe  in  quel  sito  non  già  la  metà 
dell'  altezza  viva ,  ma  appunto  tanto ,  quanto  manca  il  lato  del  qua- 
drato dal  suo  diametro  ,  cioè  più  della  terza  parte  ,  onde  l' acqua  su- 
periore ,  che  acquisterebbe  U  terzo  più  di  caduta,  verrebbe  pure  a 
deprìmersi  con  velocitarsi* 

Aggìungesi ,  che  verrebbe  a  schivarsi  il  rigurgito,  che  cagiommo 
.le  secche  di  Santa  Maria,  formate  di  tivaro  ihsuperabile ,  e  dalla 
strettezza,  e  lunghezza  del  ramo  delle  Fornaci^  che  cagiona  le  mag- 
giori escrescenze  del  Po,  e^quelle  escrescenze  ancora,  che  sono  ca- 
gionate dal  vento  in  bocca  ali!  altro^ramo ,  verrebbero  pure  ad  essere 
in  parte  scemate,  bkre  molti  altri  importantissim>  benefizi,  che  ilo 
rìsEUterebbero  alla  città  e  Stato  di  Ferrara ,  ed  alla  Camera  Aposto- 
lica ,  con  ridursi  tutta  pelle  Stato  Ferrareae^  navigazione  del  Po, 
con  liberarsi  da^  dazj ,  '  che  pagano;.  Il  vascelli  ner  le  loro  mercanzie 
passando  per  l'altro  ramo;  si  restituirebbe  il  porto  di  Gero,  che 
per  nM^kcanea  dUcqua  deterioiatd  yer^ve^be  coir  la  violenza  del  Po 


/ 


i«4 

introdotto  il  linoTo  t  tottmi  j  sìmUm  eetto  '  dì  aitntoMni  pei^ 
CaameBte  onesta  mno^  e  di  miglkmni  MApn  più  per  In  ma^ier 
IweTÌtà  délk  linea,  'O  «cob  r^esempio  «del  tagfio  Veaeto ,  ohe  per  ei-» 
•ere  :»taio  pin  Ireve  Jd  4X>t80  «ntico .»  ha  iMiIiooBto  ikàta  a  ••  tatta 
r  acqua  de^  fami  csinìstn^ 

Da  alia  td  •operasione  òen  inteaa  »  e  fondata  9  lontatia  da  ogm  pe- 
ricolo» che  potrebbe  in  «dae  meaì  rìdimi  a  bnòn  Sne»  devono  oer- 
eacsi  qòei  beneiisi  »  che  i  signori  Ferraresi  aspettano  da  un*  opera- 
zione aborrita  dalla  natura,  e. però  non  riuseabile  »  nò  darevole  ,  di 
perìcoli ,  e  danni  «naoilescìssiini  ^  qua!'  ò  V  introdaaioae  del  Po  nel 
zamo  di  Ferrara  per  alveo  sì  lungo ^  e  si  angusto,  e  si  altamente  in- 
territo» e  tanto  nnalmente  vicino  alla  <Atik  di  Ferrafa,  ohe  temendo 
d^  un  pìcciol  Reno  non  deve  inorridirsi  della  pvesenza  del  Po  • 

Più  non  dovreèjbero  i  :signorì  Ferraresi  »  con  questa  operazione  » 
che  non  possono  4incersm«nte  -volere ,  e  che  quando  ne  Imboo  avuta 
facoltà  sotto  il  signor  Cardinal  Pàllotto,  non  si  sono  curati  di  perfe- 
zionarla ,  procurar  di  sospendere  la  risoluzione  della  remozione  del 
Reno  tanto  necessaria  per  liberar  se  stessi,  e  loro  territorio  da  evi- 
dentissimi' pericoli  d'  inondazione  »  e  tanto  utile  per  discoprirsi  con  i 
fertilissimi  terreni  già  dal  Reno  inondati,  e  le  vaili  dalle  sue  torbide 
riempite,  «e  bonificate;  e  lasciar  noi  liberi  dagli  insopportabili  danni, 
olhe  da  oinquantatre  anni  a   loro  beneplMito  miseramente   ci  afflig- 

Ecco  dunque  Emioenttssimi  signori  superate  le  difficoltà  generali 
4i  condur  Reno  in  Po  grande ,  il  quale ,  come  abbiamo  pienamente 
dimostrato ,  essendo  il  suo  vero  ricetto  dalla  stessa  natura  destinato- 
gli ,  clie  da  'Ogni  altra  parte  gli  nega  V  adito  felice  al  mare ,  e  verso 
il  Po  grande  9  anche  contro  il  corso  naturale  de^  fiumi  per  se  stessa 
leliceoiente  lo  conduce ,  non  deve  in  alcun  modo  per  violenza  uma- 
na negarseeli*  Ma  è  ragionevole,  che  onde  violentemente  ò  stato  ri- 
mosso »  là  di  nuovo  si  t>onduca ,  cosi  tanto  è  lontano  9  cfae  si  portino 
quei  perìcoli  alla  città ^  e  stato  di  Ferrara,  che  vanamente  si  fingo- 
no,  che  piuttosto  da*  pericoli,  certissimi  di  sommersione ,  che  nello 
stato  presente  del  Reno  irreparabilmente  gli  sovrastano,  viene  in 
perpetuo  a  liberarsi  ;  oltre  V  unità  presente  di    liberar  le  campagne 

Sìa  fertilissime ,  ora  somnierse  dal  Reno ,  d'  acquistar  nuovi  terreni 
al4e  torbide  in  cinquantatre  anni  bonificati  •  Gbe  il  modo  da*  signo- 
ri Fofraresi  proposto  di  ricapitare  il  Reno  con  V  introduzione  dell  ac- 
^ua  del  Po  grande  non  abbia  talcuna  sussistenza ,  oltre  le  difficoltà 
insuperabili,  che  in  tale  introduzione  si  scuoprono,  già  l6r è  nella 
precedente  scrittura  evidentemente  djimostrato»  e  nella  presente  pure 
confermato  • 

éupfAiehiamo  pertanto  TKoinenze  Vostre  a  n<m  gifavarsi  di  riflfefletto 


scS 

ìftOe  n^èm  »  ìAii  mM^  una  »  è  neV  9itìrà  Mmmó-  {Kvrtàta  9  mpfidiiti- 
do»  che  ^tttnto  più  ti  poodertoanoo,  tanto  pia  ii  troT6rattfK>  so^ 
^^  e  ton^^f  e  ohe  da  ^Me'  ben  ilispasse  debba  Teoirii  la  risold» 
0one  di  nòa  più  sospendere  la  remosioDe  del  Beno  tanto  «i^eote ,  e 
necessuìa  in  rigoardo '4eU'inti9dduaioae'eosì  inntite  a  questo  effetto 
del  qnal  ai  ritenum^  tf'di  restare  noi'iooa  J*  altre  Provincie  ^  per  mei- 
so  del  pródentiasimo  ^indisio  ;deir  Eoftnense  Vostre  ,  ben  presto  li- 
beri  da^  presenti  anali  j*  come  ébn  4>0ni  nmiltà  non  lassiamo  di  sapr 
plieamele.    " 

'    BBLL^  £9CR^GBNZE  ,  tUfS  POTREBBE  ^ilRE  BENO  AI/IO 

IN  PO  ALTO^ 

d  ^videipi  della  pieeola  nìtezza  y  "efae  ftrebbii  SI  Rei^  atto-in* 
trodotto  in  Pò  allo  ,  ^pìacemi  di  considerare  Palie^zà^  «che  jnrebbe  il 
Reno  alto  aiéTT^Heo  del  Pò  vóto  ^^ina  tiguaigliàto  ^nMmaniera  ,  che 
OompenSando  ìe'ninàggK)^'  *nroTondità  ^on  le  minori  Ibsse  in  tutta  la 
aua  larghezza  di  -e^èl  'protbndita  •'  ^ 

I  Periti  Pei^esi ,  in  conformità  ^1  -quello  >  *ch^  hanno  tempre  prò* 
testato  ^ 'pretenìleTano  *cbe  il  Reno  alto  introdotto^  nel  4P0  voto  in 
tal  maniera  tlgnsgttato ,  sia  per  far  T^altezza  di  piedi  >3ae-;  ma  per 
'abbondare  in  *<$ertezza ,  aupponiamo  pare ,  -che  fosse  per  farvi  quat« 
tro  piedi  >d' altezza  >,  ^e  isonsiderando  quella  ^  che  yi  farebbe  in  questa 
-tagìone  "staìfdo  il  Po  «Ito  in  ^massima  altezza ^  ^e  aia  di  94*  pi^dt 
«opra  il  fondo  •• 

bisogna  sapporre  «dalla  'scienza  di  Ynolti»  'éhe  ae  piedi  quattro  d'al« 
tezza  è  fatira  in  Po  da  un  Rene  ;  otto  piedi  d' altezza ,  eh*  è  il  dop« 
pio,  sarìk  fatta  non  da  dne  Rv^qi,  tna  ila  (jfhattro,  cioè  da  due  q|olti«* 
plicato  in  se  'stesso,  poiché  le  altezze  ^  t)he  * méltìplioano  le  Tclocità  » 
e  le  quantità  deir^acqn^,  aono  -^ome  le  velopita. 

Cosi  piedi  sei  t)^ altezza >  x^^è  'tre  'Voltò  magpore  del|a  prima» 
sarà  fatta  non  ila  tre  Reni^  ma  -  tda^  nove ,  che  è  tre  moltiplicato 
in  se  stesso. 

Sicché  qnando  Terremo  a  piedi  ^4«  d*  altezza  >  oh'  è  sei  volte  maj&- 
«fiore  delhi  prima  ^  questa  non  iiarà  fatta  da  aei  ReBi.9  ma  moltipu* 
eando  sei  in  se  stesso,  Mrà  questa  fiittà  da  Ì6.  Reni.  - 
^  Yediatno  ora  quale  altezza  »  aggi]àngerebbè  un  Reno  all'  altezza  del 
Po  di  piedi  24*  supposto  sempre,  ohe  il  Reno  fosse  stato'  in  fondo  > 
per  far  1'  altezza  di  piedi  quattro  % 

Poiché  a  questa  ragione  36^  Ri^ni  'llicevino  n^I  Po  l'altézza  di  ^4. 
spiedi  >  aggiuntoti  un  Reno  saranno  Reni  37.  WUògnk  trovare  un  nu- 
mero, che  moltìplica^  in  se  stesso  iac^a  Sy.  qarésto  è  6*  ed  8.  cen«* 
ttnmi ,  che  moltiplicando  1!  altezza  »ìff  fdkido  4.  darà  là  tiuova  altezza 


/^ 


to6 

Eifldi  s4  f  «  w  term  9  Mjpoliè  dato  »  ebe  .  il  Ren»  m1  foii4»  del  ^ 
isse  per  farei  l'«ìtezsa  di  piedi  quattro,  «quando  U  Po  aarà  alto  pie» 
di  a^.  noa  yi  ti  potrà  fare  9  ohe  V  altessa  di  aa  terso  f|i  piede ,  oioè 
d*  onoie  ^ 

Con  l'iatesto  metodo  ae  aoppMrreino»  che  Reno  aolo  ia  Po  faccia 
r altezza  di  piedi  doe^  avremo»  che  trovaodo  il  Reno  piedi  «4. 
d'altezza  d'  acqua  io  Po  »  oon  ri  aggiaogetàf  che  uo* oncia.  * 

Ma  te  poi ,  ia  vece  di  piedi  a4«  d*  alteau  d*  acqua  la  Po  9  sup- 
porremo la  Tora  misura  delle  di  lui  massime  escrescenze  «  .  cioè  pie<& 
3i  ,  e  mezzo 9  che  tale  ablnamof  detto  di  sopra  corrispondere  alros* 
servazione ,  e  snpponendp  gP  istessi  doe  piedi  d' altezza  ,  che  fareh- 
he  il  Reno  in  Po  Toto,  ritro?eremo ,  cne  arrivando  il  Reno  in  Po 
non  vi  aggiungerebbe  d'  altezza  d'  acqua  più  di  sei  cente|imi  di  pie« 
de  f  cioè  tre  quatti  d'  oncia  prossimamente  »  ^ 

Chi  negasse,  che  T altezza  moltiplicasse  in  questo  modo  la  Teloct- 
tà,  ed  in  oonfcguenza  la  quantità  dell*  acqua,  si  potrebbe  convince* 
re  con  1*  esperienza ,  moslrando ,  che  se  un  canaletto  di  un*  oncia 
scaricando  T acqua  in  un  canale  maggiore,  fiirà  in.  esso  T altezza  di 
nn  minato  ;  per  fare  in  questo  V  sitezza  di  due  minuti  9  bisognerà 
scaricarvi^  quattro  canaletti  di  un*  oncia ,  per  fare  V  altezza  di  tre  mi- 
nuti bitQgi^rà  acaricarvene  nove,  e  cesi  successivamente  moltipli- 
cando sempre ^in  se  stessa  V altezaa  dell'acqua,  che  si  .vuol  laro  nd 
canale. 

GEe  ne'  fiumi,  e  nel  Po  si  servi  questa  raaìone  ,\si  può  conside* 
rare  da  questo,  che  nelle  sue  piene  scaricandosi  in  esso  tutti  i  fiu- 
mi,  e  torrenti ,  che  tutti  inlieme  fiirebbono  36.  Reni ,  ciascheduno 
de'  quali  ammettianio ,  che  potesse  fiur  correre  da  se  solo  il  Po  di 
quattro  piedi ,  la  somma  ilelle  altezze ,  che  farebbe  in  diversi  alvtf 
piedi  144.  in  un  solo  alveo  del  Po  non  riesce  maggiore  di  piedi  ^4* 

DELL*  BSGBSSGEirZB  dÙ  PO  NOK  CnVSCIUTB  PfE  I«' INTBO00ZIONn 

JXBX*    FAHARQ. 

IN^ella  Tisita  di  Mofasignor  Corsini  dell'anno  i6a5.  sotto  li  8. 
d'  Aprile  si  rìoonol)ì)ero  nel  muro  della  «  chiavica  di  Rurana  i  segni 
di  due  escrescenze  del  Po ,  lo  roagpori ,  ohe^  poi  sieno  venute  :  una 
delle  quali  arrivò  a&a  soiyimità  degli  argini.  Le  parole  della  tisita 
sono  le  seguenti  •  ^ 

n  che  fatto ,  intese  da  Pietro  Branchi  Ghiarizzano  di  dette  bocche» 
nomo  vecchio  del  Boiidenos  che  sono  4^0.  e  piò  anni ,  che  l' acqua 
del  Po  grande  due  voke  in  di.versi  tempi  arrivò  sino  alla  detta  boc- 
ca alta  siuQ  aUe.  due  cavicchie  di  ferro  confioq^te  nel  maro  di  det- 
ta ohiATica  ye]^  il  fiume  Panaro. 


Tom.  IX.  pag.  io6* 


DMa  proporzione  con   cui  crmcono 
np'  canali  V  altm^  delV  acqua 
correnti  por  V  aggiunta  di 
num^  mcque . 

Sia  VI  canale  regolato  dell*  al- 
tezza di  AH  ,  della  larghezza  di  H  g 
VII. ,  in  cui  abbiansi  a  introdurre 
■airi  ninr^*  ^*>«oy^  e  di  e^nalpen- 

L' akesza  ^  Ae  fareb)>e  il  Reno  so- 
Io  in  Po  sarebbe  AB ,'  di  piedi  5. 
ma  trovandori  V  acqua  d'  uà  altro 
fiume  eguale  a  se  stesso  aggiunge- 
rebbe 1'  altezza  da  i  a  a  ,  e  taevan- 
dovene  due  farebbe  V  alteza  da  due 
a  tre ,  e  cevi  successivamente  • 


E  percbi  qui  la  jninisia  altezza 
del  Po  si  suppone  di  piedi  i^.  o  io. 
JUrriverebbe  quasi  sempre  al  numero 
^.  #  7  f  cade  la  maggioilP  altezza  » 
che  possa  aggiungere  iii  tal  supposi- 
zione il  ]^eno  al  Po  sarà  da  6.  a  7. ,  o 
Am  7*  a  S.  e  trovandolo  più  alto  sem- 
pre farà  minove  altezza  ;  trorando 
mi  Po  air  altezza  6  »  di  3o.  piedi , 
troTerebbe  36.  Reni^  ed  aggiunge- 
rebbe da  36.  in  S^. ,  e  trovandolo 
all'  aliezza  4^*  ageiungerebbe  da  40. 
in  4'*  restaiMo  luuneno  sino  a  47* 
y  ayafvo  degli  ar|pnì , 


•■        9 


.     ♦ 


ft 


^ 


O 


J07 

.  TJm,  c|^  itoo  alU  mù  luMa  etviecliM»  idta  Mia  segt  oorti  di 
piotre.nnin.  $•  bassa  w  dentello  del  mnroVIi  esse  beeehe  corsi  di 
pietre  ottin*  ai*  .         . 

L'altra»  eioò  alla  .^^  alu  oaviecbia»  alta  dalla  sega  oiMi  di  pie- 
tre  iiaai«.  ••  iMssa  dal.deotello  saddeit*  corso  di  pietre  nam.  i8; 
che.  vieae  ad  ^esatoe  r^Itima  vblta^  dee  la  pia  alu  ia  livello  dei- 
pia^  d<^U  ai^Qi^^^pet  quanto  si  poteva  conoscere,  perchè*  non  Pfae 
mai  più  r  ted«la  , celi  «ka  ^ao  alUi  sonmità  degli  archi  di  dette 
]M>cche.    .  ,        .! 

Farono 'dnnqne  quest'escrescenze  circa  Tanno  i6o5.  quando  an* 
€»ra  era  spetto  il  Po  di  Rsrrarat  dove  voluva  nel!' escrescense  Panaro. 
£  che  dopo  c1iìqsoy:6os  argine  al  ^ndeno  qneste  sfì^  »  e  ritenuto 
aoelie  nelr  escrescmse  Panaro»  non  sieno  poi  'sdte  ì^scresdense  mag* 
giori,  e  ;oei!tissinio;i.  perchè  essendo  F  uiftinia  di  quesle  due  arrivata 
alla  sommità  degli  argini  »  una  maggiofer J^-  awebbe  formeolaii  »  ii 
jQt»é  non  è  saccesso.      ^ 

E  se  in  quel  iito^  si  piaaden  infiomiuAdoM  dove  ogg^tfì  tfrriviffflf 
resoreseenae.del  Po»  si  vedrà  ijuaato  rteeconò  miewi. 

Si  può  fiire  ancoloa  riflessiotie  a  ^utelo.»  ohe  sai  privt^io  T  argine 
al  Bondeno  oeU^'escreaoenze.  soleva  tacKatsi^  ed  osteidà  nèu  non  si  ta« 


/ 


ehe  coir  essersi  abbassate  riMueseense. 

JUSmiKA   JJD  UVA  SGSrriftoEA  db'  SlCHOÙràliBARBSI. 

^  JLiìsponderèno  aolo  In  presente  alle  difficoltà  generali  opneaté  da' 
aìgnori^  Ferraresi  cirea  la  diversione  del  Reno  io  Po^fraùiie ,  riser« 
Tandoci  a  rispondere  a'  .fartiodan  ».  pev  noU  uscire  "dal  sogig^tto  pre-' 
•eritto  ipc  la»  weaeaite  congregèniboe  • 

La  pniM. difficoltà  generale*  ò  Virea  le*  rotte  ds3  Reno;  eh^  potrtb* 
loro  segnile  su  lo  atato  di  'IVirrara  |yr  éaè  ragispi  »  una  per  1*  e^ 
acrescense  del  Pò  »  che  difljkeilflimitfe  safli||ri}ero  .  sormontate  dalle  so- 
prav vomenti  del  Reno»  V  dtra  per  le  maohedlp  »  e  roste»  che  so 
no  attraversarsi  all'  alveo»  e  trattener  il  corse  M^  acqua  anMrìore 

Al  primo  modo  rispondasi  »  che  .nell'  esQreseenae  dal  Vo  enUbnu» 
l'acqua  per  mékte.  nri^lia  neU' alveo  del  Beno  sino  alreqnilibrìo  dU^ 
la  OMrente  del  Po  vmedesimo»  eke  si  ealbola  deporr  arrivare  «tao  a 
Miranello  aUa  e%afina  del  Bdognese  »  ornando  sbboeàsse  a  Lago  scuro» 
e  più  S(^ni»  .qnando«  sboocasfe  alla  Stellata;  se  dall'acqua  del   Po 


iib* 


eovrasterèbbe 


quetteoswi  nèaBteiitàt  ni  «Ha  fottem/nè  «Ib  Mi«o  #^FaMMi; 
Ma  neomietto  io  deosa  tmiHera  tarelibero  le  iptene  dal  Reoo  tratta^ 
niite  dal  Po ,  perchè  nel!'  arrivare  a  Mirabello  »  sto  dove  al  tMké&  dd 
Béoo  n  aiuterebbero  le  pieoe  del  Po»  eermeaMfrebbero  attbitd  quan» 
to  baita  per  aearicarai,  e  aegvkafe  eioe  al  Po*gJniode  ;  e  pòoo  immif^ 
ta  in  qoesto  laogo  ìateoderey  obé  il  ÌUh»  sl  iteadeaa?  'aepm  ^Vrjù^' 
q«a  del  Po  9  epenettaife^per  di  tette,  o  >Atf«Me  d*  *  ma  panb  » 
perebè  ad  apà  q|odò  tempre  ti  •planeveU^e  eel  Po  gtémà»  eoa  la  te» 
la  gtoota  dì  queir  alteaaa  iuentibile  »  che  nella  propotta  ablMamo* 
aecemiata..  •    i-  •  ,     i  .    ..v^. 

•  *    

B  tràttenern  pei  le  voete,  «-^aMebede  nelPahreo  del*  Reno»  oon*e^ 
▼er  poi  altre  ¥q)te  e||Btale  «otte  >  è  erieinate  dallo' alalo  praiente  M 
Reno»  ^e  entrando  nelle  Talli  per4totdii  ^'e  tafnaa  eaxlnta»  è'CaMi*» 
che  ti  trattengano  ,  il  die  non  *ie|(direl>be  »  teia;ratte  il' ano  oenio: 
nel  n»|  ove  hpeadnta.tàjnmlev*       -  -     "'* 

In  tomma  dare  conriderami ,  che  per  quella  cagietie  »  éhe-  non  tona-' 
peno  ilfinini  in  ^rieinansà^ab  inarà ,  pomlir  la  -  gottlieàaa .  deir  acc^ge 
tnccede  nella  parte  téperieee  »  tinche  abfcìa' -acquattata  la  pendenza 
neoetaaria  iopn  T  inferiore»  pw-rittetta  ragione  non  teguirefebero 
le  rotte  del  Reno  in  Tieinanaa  del  Po  »  eh'  è  qnati  il  mate  del  René» 
mi  al  pin  netta  parte  anperiore  del*  Bolqgnete  »  che  perà  per  lo  moW 
to  più  fòlioe  corto  nel  Po»  che  nelle  Talli»  Terrebbe  con  aitai  minar 
frequenza  a  patirne. 

Fintlmeate  la  ektà»  e  Ibfiean  t di  :  Ferrara  dalla  parte  tnperiore 
TÌen  difetit  dall'  argine  travertagno  fabbricato  da*  Principi  ettonti  » 
pef  libanala  da'  nerieiiB,  a'  quii  e  dal  Po  »  e  <  dal  Reno  èra  già  par 
tna  notare  *to|getta^  il  fnal  argine  in  ogoi  ratta  tnperbnre  non  ha 
mai  permetto 7  che  iif*aecàbliw  acqua 'oHn^cìti^. 

La  maggior  piena  »  che  mai  aUnéiiArinte  «'Fertem' io.  4'mip&'vM7v 
nel  ifaete'dr  Oingtto»*clie.già  fio» .rtppe»- né  tormentò  gli  argini  del 
Po  grande  »  ma  rnppe  ben  gli  argini  d«|  Po  di^EerMra  ,  che  ttara  a« 
porto  »  affondando  la  D«ama(^%ittà»  la  GataÌKlia  »  ed- in  tommt  tutto  il 
paete  ira  il  Po  grande  »^  ed  il  Po  di  Ferrara  tino  ali*  argine  traTéi^ 
atgno  »  e  qneeto  la  AVafténne  »  che..  n<fn  pptè  paitÌM'e  alla  città . 

^^nto  a'  piloti  de? rene  del  Po  grande»  cb'aTette  da  canmre  H 
Réne  »  non  .ilevranno  ettot  più  oppetto  da'  eignori  Fetrareil»  co- 
notceóda^r  ineotibiltlà  deHf  eloTaaioqe  »  ohe  iìnebbe  il  Rene  neN*  o^ 
aeretcenfe  »  anzi  Pelbtto  »vObe  farà  di^  aòaVar  mMgiermente,  e  pro- 
fondar r  aWeo  del  Po  grMder  »  coi^  V  e^Rfropie  di  Hmato  r  e  dello  tfo- 
go  del  Po  di!  Ferrara  ottorato  i^^onde  pl(ttó  il  ReMo^  in  Po  »  per  tal  ea« 

(;ionè  Temnno  itf  br4tTe  ad  abbattarii  «leltp  V  altezze   magari  del- 
'  eacreteenf  è  »  cotanto  più  mentre  le  pifeoe  dal  Reno  Tengono  ordì* 
nartamentoi  qoando  è  4iattó  il  E^»  e  pen^  i  qa«kto  eglé  d' debib  a. 


«WHiMem  k  «t  prrfcmJH»»  <m3e  HjaerrMi  »  <bt*da.  dir  «mm  il 
Reno^al  Po  grande  »  ove  r  come  abbiame  diinotinto  faerit  dell*  elare^ 
foenae  mag|^ueri  del  Po  »  maodajra  la  maggior  parte  delle  aae  aoqae  ; 
dalla;  Stellata  in  gw  tono  rettale  molte  «^plclaioni»  e  ghiaie  BeU'àl» 
vea»  eagionale  dal  .mancameniQ.  del  Kaao'r  óod?  è.  reataio*  V  aWeo  paà 
cyee  nelle ^baiaenao  deKBifegPo^-^lo  ▼»  pfopor^FoBandò  all'aoqne 
mneri»le^iMlit  repletolonii.?er«|bbeM'  ia  niLsnbtto  sgMcibraté  »  ritor» 
ni&do  il  Benft^T    \  ^        •  /  .     .  . 

.  Né  dete  in  ^neata  lsog<h.taoaic$i  U  dìacre^nmoi' coatame  del  Rene^ 
per  unta;,  il  tempo*  jmiàeiabibnente'AMsecfato»  druon^  Teirir  mai  pie» 
nOi  in  lea^per.  delle*  maggior»  eactesoenaet  del  «Pò^»  per  non  dar  nò  me* 
so  aotpette  di  oantare^^iiel  &ooe9,obe'aémnieii»o«uMrebbe  venendo 
fteno  »- onde  aeimr^  Pir  nel^  beatene  »  e  noii  lo-  gn^v»  neUé*  aCiea- 
ne^  .La  nigioQr^  patfribr  toìmnenie  il  JRèno  gonfiai  far  le*|!9eg^e  eonta* 
aae ,  ebe  aoendono^  da*^  moìui  »  e  peceiò«  nea-  ne'  tem^t»  ettiirir  ^  il  fo 
tiétt  aolameMe  alle  maggierìr  pieneue  la  alate- ^  per  Uiiue&Yat- le  nevi: 
Augetur  ad  Canu  i}riUn^*Jiqim^U-  nivibiè$'ì*àÌM.^Ì^  e  tanto  eoup 
ferma  il  corto. di  tiuii  impattati  tecoli. 


^ 


^  £?vi  memoria  r  ^^'  V  autunno^  deU^anno-  iSa6,.  fawfo^  P^^H^  ^*^ 
byi  per  tttttà  meliate  liOmbofdU 9  le  anali',  riampircmo  ulmente  i 
finmi  9  ebe  non  potenda-  r'aoqae  eapir  ne^  ^^piopri^^^  toroMoiaAmo 

gli  aigku^  e  mppero  in*  diverte  pecti'9  e  pkirtteolkanepto  ttftti  i  k^i- 
Mitari.del  Po  di  Lombardia»  e*  eoa^lntto*  oiò«*nonj  parve  ».  ebe  ti  me» 
ireate  il  flb,  ma  atette  e  meaaa-ripationc^  ti  eóootòe  guanto  poeo 
nettano  i  finnu  earicbi.d'aoqiu^  piovana^  quale  tempraci  Rane  nel* 
te  piene,  a  fkr  oaetoere  tt  Po  »  ^de  loon  manna  nbi  a  eaute  ooealte 
tifiiritoa  le  t«n;|^en0«»  •  '    «     *  ^ 

.  Quanto  alle  piene  eagìonalMa  ik'  vanti  »  ohe  imbeoeano  il  Po  »  bi* 
aogM'^naptideraK  »  ébe  ib  vente  ba  fona  limiuta  di  trattener  T  acqua 
aino'^TC^na  detnnninata  aitasse  y  ebe  perciò  tutte  le  altre  vincono  # 
e  aeorreno,  onde  p^  aeceatcerti  V  aequA,  non  può  in  alcun  modo 
eretcere  a  'tale  altezza.»  a^pzi  vigteendo  non  la  violenza  »  è  jieto  uni|o  ^ 
toalie  hk  eanta  di  tale  awnnente» 

La  teconda  difficoltà  ò  circa,  l' impedimefto  ^egli  tedi  de'  terre- 
ni »  ebe  teolano  in  «Po  graade ,  ^nali  dioÌMio  aver  telo  due»  o  tre 
piedi  di  caduti^  noli'  acqua  del  Po  batto»  ed*  affermano  41  Reno  alzZi^ 
xa  il  Po  batto  qoaittso* piedi.  ,...-.  .       4,   . 

Ma  r  intutaittensa  4leU'uno^  e  l'altro  ^tuppotto  fitoilraente  ai  -di» 
noatra  ;  poicbè  «dall'  eaattitaiine  ttvellaKonà  fatte  dtRa  vitita  di  Man- 
eigoor  Gortini»  il  men^'delktcaMpa^  dek'Folestne.  di  Fama^a»  che 
«lemmena Afcola  in  Po  grande»  me^iper'vimai^  |lMllgé^ti  conduce  al  ma* 
ve }  oìnlle  può  larti  conteguenza ,  ohe  tt%  più  batto  d<%gli  altri  »  che 
n  fitnjao  tèohu^inaVo»  eBaodMffli^modo  ]^         del.  pelo  ocdiujurio 


110 

lei  Fa  ipnAda  piedi  n^re»  omm  bt  ofMrvato  A  Gettóait  TatM 
L6a5«  e  il  pela  ael  etnei  bieMe  alto  più  di  piedi  quetcvo  » 
Dair altre  parte ,  ohe  noa   solo  qaettro  piedi,  ma  neflaoMiio  ubd^ 

Cesa  fiire  il  Reoo   d'altena  in   Po  Immso  si  dtmeetrat  perebè   il  B0 
880  ha  sempre  tra  la  Stdlsta ,  e  Lago  soore  d*  alteexa  viira  elmeas 
da  dediei^  *in  tredioi  piedi  (  dseqae  aenendo  la  mgiwie  s^|ate  mi^ 
la  precedente  tcrittnra»  per  auibngwe  no  pìkde  d^aieeaea  tn  tal  À*' 
to  >  Ti  Terrebbero  Tenticinqije  ro  con  un  piede  d*  altessa  per  oieeohe- 
dune ,  ma  mU  è  un  esorbiunsa  il  dire  »  *cbe  il  Renor  anootebè  pie* 
no  potesse  w  correre  Tenticittqoe  Po  con  ridteaa  d' nn  piede  ;•  é 
dunque  parimente  nn  eeorbitansa  il  dire  ohe  il  Reno»  eMomè  pie^ 
00,  in  Po  basto  possa  fiir  raiteest  d*nn  piede • 
:  E  ad  ogni  moda  dorando  poche  ore  le  piene  del  fieno  «  ogw  imoofi^^ 
mento»  che  portassero,  poco  preciudieiale  sarebbe  per  .si  breve  dnremooo.' 
Ne  vale  il  dirot  o^  sieup  Ireqnenti,  perohè  passata  la  piena  t  gli 
scoli  impediti  petserebbero  »  e  qnsAlo  t  ohe  tnooettÌ¥aniesite<  non  A 
fiM)esse  a  poco  a  POCo«  anderddie  fteendosi  a  vicenda  • 

La  terza  difficolta  è  oiroa  rinoerlena  della  ondata  di  Beno  ia  Po 
io  Inogheasa  di  tanto  paese  »  ed  iaegnalo  •       * 

È  dunque  opera  nostra  il  dimottrtfO ,  ohe  tei  otduta  k  ttnto   oer* 
tt ,  ohe  non  può  dubittrseOe  • 

Le  liveMssioni  tanto  dell'  Alootli  »  qntnto  di  Monrignor  Gernni  to-< 
no  state  fiitte  con  V  tcaua  continnau  dal  Rjpno  a  Po  grande  •'  AstoiI 
eoe  r  Àleotti ,  cbo  dal  Po  grande  per  Talreo  di   Forfait  aUo  sboeeo 
di  Reno  no#  arrivava  ao<{ua ,  se  non  qoando  era  alta  alk  SteUata  ao* 
pra  la  sna  ipag^ore  basseisa  medi  quattordici  9  e  mesoo. 

Cli  Architetti  Bolognesi  »  e  Ferraresi  nella  visita  diMensig.  Ooftini 
si  servirono  dell' aoqna  del  canal  di  Cento»  ia  quale  passando  per  Po  di 
Ferrara  allo  sboco  di«Reno  veoohio  entra  nelle  -fosse  della  ftrfeeatsa  »•  e 
città  di  Ferrara ,  e  va  per  il  canal  del  Bareo  sino  al  pento  di  Lago  scuro. 
Fu  trovato  il  fondo  di  Reno  veeotrio  aUa  boooa  più  alto  dril*  ao» 
qua  del  Po  di  Ferrafu,  eia  escavato  per  Panaro    .    .  p»    6.    o«  i« 

Il  pelo  deir  acqua  dei  Po  più  alu  della  foasa  del» 
la  città  al  Baluardo  di   porta  Paula    ••••••  s*        8* 

Questo  era  più  alto  del  pélo  detta  fisssa  della  fi»r» 

tessa    .    •    • .    .    .    ^         m.        S. 

Questo  di  nuovo  era  pia  alto  del  pelo  ddk  pò» 
eebiera  •••«•«.•««««•••.««         o.        8, 

£  questo  più  sito  del  cavo  del  Baroo *     x*        $4  & 

Finalmente  il  pelo  del-  cavo  del  bneoo  al  paolo  àà 

Lago  senio  pin  alto  del  pelo  del  Po  < 4*       %•  6 

■  ■ 

Lo  aepna*  è  in  ipiMer  p» .  1^»   ci. 


alt  : 


E  ofift  wìào  tpasio  éi  mnme  '  miglia  • 

E  non  pnò  certo  sndar  r  àoqua  dallo  sbocco  di  Reno  fino  al  ponte 
di  Lago  icaroif  senna  qualche  pen«len)sa  delia  propria  snperficìe ,  quan- 
fonqne  mininia  ;  è  dunqne  certo  »  che  tal  caduta  dal  Reno  a  Lago 
fcuro  è  piuttosto  maggiore  ^  che  minore  »  quanto  importa  appunto  la 
pendensBa.  necessaria  al  corso  dell'  acqoa  »  sebbene  a  quest'  effetto  fu 
fatta  stagnare  »  siccome  ancora  non  si  nega  »  che  per  la  stessa  ragione 
la  pendensa  dell'  iUeotti  dallo  sbocco  di  Reno  alla  Stellata  non  debba 
iriuscire  qnalehe  poco  minore ,  quanto  *  pure  importa  la  pochissima 
pendenasa  della  supei^cie  dell'  acqua  nel  venire  dalla  Stellata  ^  quasi 
ataenante*  '  '        » 

Qualunque  poi  si  sia  tal  caduta  di  Reno  in  Po ,  certo  è ,  eh'  è 
ma^^gtore  in  cinque  miglia,  ohe  Ti  restano ,  per  arriyarvi  »  che  non 
à  in  cinquanta)  per  addarci  al  mare  per  altra  via,  e  però  per  nessitp 
altra  via  può  meglio  portarvisi ,  ohe  per  Po  grande  «.  * 

La  quarta  difficolta  *  è  circa  la  spésa ,  che  i  siguori  Ferraresi  nel 
funicolo  Gaetano  fecero  crescere  a  gran  somma  • 

Ma. già  abbiamo  noi  dimostrate  le  superfluità,  òhe  contiene  tal 
calcolo,  che  consiste  néll'  enorme  alzamento  degli;  argini  proposto  da' 
aignori  Ferraresi ,  che  fu  £stto  non  di  consenso  de'  Bolognesi ,  ansi 
conforme  alle  mere  opposizioni  .de'  Ferrare^ ,  *.  come  sppare  dìilla  vi- 
aita  autentica  t  ove  sotto  gli  ii.  di  Maggio  róiò.  sì  nots  • 

Sila  Signorìa  Illustrisnn%à  decretò  ^  cne  lo  Spinvla  calcolasse  tutta 
la  spesa  f  che  onderebbe  ad  0har'  gli  atgi/ii  dalla  pùnta  della  Stel» 
tata  sino  al  mare.j  conforme  alle  opposizioni  fatte  nelle  scritture  "dal 
sig*  Conte  Manfredi  ,  eh'  era  ivi  presenie ,  Ov^  è*^  da  notarsi  la  parola 
opposizioni  »  che  non  .  importa  ne  giustificazione  9  né  verificazione  \ 
anolto  meào  consenso  delle  parti  • 

Ma  quando  pure  le  parti  in  questo  fossero  concorse  ,  perchè  si 
fondavano  in  aupputsizioni  false ,  e  ueH'  ignoranza  della  proporzione  » 
oan  la  qnsle  crescono  l'altezze  dell'  acqiie ''-correnti,  alla  quale  non 
arrivavano  in.  quel  tempo  gli  Àrehitetti ,  come  attesta  il  padre  Bene- 
detto Castelli  matematico  insigne^  nella  misura  delle  acque  correnti  « 
Operetta  crebre  stampau  in  Roma  IVanno  1639.  ove  *  all'  appendice 
terza ^  di  proposito  riprende  qnest' iatessi  Architetti  in  queste  parole. 

Simile  errore  mi  pare  ch^  abbiano  commesso  tutti  quo*  periti ,  i  qua^ 
li,  per  impedire  ohe  non  si  diperiisce  il  Reno  di  Bologna  nel  Po 
dalle  valli  »  dove  di  presente  corre  9  giudicarono ,  che  essendo  il  Re^ 
monelle  sue  massime  escrescenze  iiocc.  piedi  in'  circa  •  ed  essendo  il 
Po  larso  %o6o.  piedi  in  circa  giudicarono  j  dico  ^  €^  mettendosi  Re» 
no  in  Jro  avrebbe  alzata  r  acqua,  del  Po  .due  piedi  ^  'dal  qaale  alza^ 
meato  conoludevano  poi  disordini  esorbitantissimi ,  ovvero  di  stralordi» 
norie  inmdaaBioai  ^  avvero  di,  spe$e  immense  ^  ^d  intollerabili  a'  popoli 


US 


\ 


in   rialzare  gli  argini   del  Po ,  è  del  Menò ,  e  con   simìU   debolezze 
si  perturbano  vanamente  bene  spesso  ie  menti   degP  interessati . 

rotrebbeti  vedere  tutto  quel  «éottHttino  libretto  nel  qaele  sono 
confutati  9  e  dimostrsti  igli  errori  enormi -^de*  jNsriti  in  queuo  genere 
pregindicialÌMimi  n*  puhbliot:^  e  ipmtti  inlereséi* 

Doyireaio  «dunque  lermarrci  in  tu!  oalcolo  ^  •che  sopri  si  gravi  erro- 
ri »  e  false  svppusiisìoni  ^è  fondato  ? 

Quinto»  cirCA  grinterrk&enti,c1iein  altre  rscrìttnre  si  sono  opposti  » 
<^^  cagioAerehbe  U  £eno  jneì  Po  .grande  ^  «lon  •oooerMrebbe  risposta 
ora,  ^he  suppongono  «ohe  non  fosse  per  eaosare  io  ton  caro  nuore 
più  angusto ,  e  più  lungo ,  con  poca  «qnanthà  d^acqua ,  benché  an* 
che  resti  tuttavìa  sj>erto  ii  Po  grande,  nondmeno  nspondeéi,  che  la 
forza  unita  *deU' acqua  superiore,  che  scavando eempre 9  e  dilataodosi 
porta  via  la  terrli  assodata^)  tanto  più  facilme'tate  porterìi  via  la  *ter- 
%a,  che  intorbida  T acqua  4el  Reno,  (^^rsse  stessa  è  in  moto. 

Finalmente  oppongono  i  sìf^nori  .iFerraresi ,  che  la  Temoafione  del 
Reno  non  sìa  'interèsse* «del  Heggìmentò^  ve  della  città  «di  Bologna  ma 
solo  di  particQlhit^..  ^       '    '     ' 

Ma  «quale  i neon-Veniente  pub  ndirsi  insg|iore  'di  questo  ,  che 
non  sia  puUalico  ii  danno  di  tanti  particolari ,  di  tante  chiese  »  di 
tanti  luoghi  Pìi  ,  4Ae*  quàR^tanti  terreoi  fertilissimi  restano  sominer- 
si,  tanti ^  e  taikti ^eon  Ja  TÌcensione,  e  •rlngorghi  nielli  scoli  cagionati 
<lalle  torbide  del  Beno  ìnell'alzarsì ^  «ed*  -entrar  né^  -condotti  ^steriliti, 
e  tanti 'finalmente  espósti  a  contiailé  fnondasioni?  Che  non  ^sìa  pub- 
blico il  danno  *ddle  caMStie  ,  die 'dopo  Vinondasione  di  quei  tei*re« 
ni^  che  somministravano "^ran^arte  dellèTacco1te,èene  spesso  in  Bo- 
logna .si  provano  P  Che  non  sia  pubblieo  il  danno  d^lla  spopolazione, 
del  mancamento  deÌParti.,  che  al  manoamenio  delP  abbondanza  sono 
oessase? 

Non*  è  -danno  pfibblico  la  perdita  'della  navieasione  «di  Bolog^na , 
che  dopo  d' es&ersi  tre  Tolte -dépo -la  diversione  del  Reno  interrita-, 
e  con  gravissime  «spese  ogni  vòlta  ristorata^  ora  non  può  in  modo 
alcuno  simifbò  il  •Reno  non  sia  rimosso,  restituirsi?  Per  tacere  i  da- 
2J ,  che  dalla  iiavigaeione  mi  cartono  y  cnde  -si  mantiene  lo  studio  ,  in 
cui  conservasi  V  antico,  e  singolare  s{flendore  della  nostra  città,  e 
r  entrate  pubbliche ,  che  cavandosi  da  ìinposizioni  su  s  terreni  fer- 
tili^ non  si  poslotio  avere  dagli  steriliti,  e  molto  meno  da*  sommersi . 

Fosse  «Imene  interesse  di  particolari  luJoro  pretesa  ìntroduziood 
del  Po,  che  i  nostja  mali^  che  per  ossa  aoffriamo  ,  non  riuscirebbe* 
ro  così  ifiiolleTaìbìli •  Ma  che?  Altro  non  è, -che  un  impegni»,  che 
flou  vedesi  a  chi  abbia  a  giovare,  onde  non  è  maraviglia  ,  se  quando 
hanno  avuta  £iccfka  di  farìa  sotto  il  signor  Cardinal  Pallotto  con  as- 
aegnamento  di  denari  dallA  Santa  Memoria  di  UrtM&o  VUL  ikon  -  si 


curaropo  dVeffettMrla»  anzi  fattone  qaaldhe  parte,  conTertifono  il 
denaro  asiegnato  in  dtri  usi .  Solo  la  vogliono  quando  trattan  ;di  ri«> 
capitare  il  neno^  per  impedire  oon  questa  la  nostra  tanto  necessaria 
operazione  •  ^  . 

Con  quai  sentimento  in  fine  oi  esortano  a  domandar  V  introdnzio*- 
ne  del  J?o  ?  Se  nette  cose  faCcibiU  si  da  alcuna  sorte  di  dimostrazio* 
ne  f  non  abbiamo  noi  dimostrato  »  <A'  ella  è  impossibile  al  fine ,  che 
ai  rioercaP    . 

;  Noi.  abbiamo  loco  presentato  il  Po  di  Ferrara  profondo ,  ed  escava* 
to  col  felioe  corso  oeH*  acqua  •»  oom'  -era  P  anno  iS^a  ;  «ti  abbiamo 
posto  il  Reno  da  condurre  al  mare  ;  abbiamo  dimostrato  »  the  n'  è 
successo  il  totale  ritiro  àbl  Po  nel  ramo  grande  »  ed  il  seguito  del 
Beno  pur  nel  Po  grande  • 

Gho:  iroffliono  eglino  fare  P  Scavare  il  Po  alk  prinnera  profondità  P 
Introdurirr  P<acqoa  a  correre  qoH  la  felicità  di  prima?  Sia  il  tutto 
fatto  •  E  poi  mettervi  il  Reuo  P  Che  Be|airà  P  II  Po  di  Ferrara  si  riti«> 
rerà  al  Po  grande'^  ed  il  Reno  lo -se^uiterk  ,  quando  ttos  si-  sia  mu« 
tata  éi  pensiero  la  natura  stessa  •  Rtspoodasio  a  questa ,  prima  d'  e- 
sortarci  all'  introduzione  del  Po  nel  r^mo  di  'Eermta  »  per  mettervi 
dentro  il  Reno. 

Ma  non  avendo  queste  ragioni  risposta  $  sono  inegati  da  noi  i  si- 
gnori Ferraresi  a  Usoiare  lormai  da  parte. jl  pensiero  di  tale  introdu- 
zione ,  come  dimostrata  almeno  a  quest'  èfletto  impossibile  »  e  ad  u* 
nini  con  noi  ad  accelerare  la  condotta  dd  Reno  in  Po  gnrìide  9^  non 
restandovi  dm  ricapito^  ^  altre  rimedio  «per  liberare  la  loro  città  » 
fortezza ,  territorio  da'  periooli  9  cbe  oon  più  lunga  dimora  del  Reno 
nelle  vaiti  ,  stanno  imminenti  • 

Replica  alla  risposta  data  àaf  Ugn$ri  Ferraresi  alla  scrittura 
d^  BclogncH  f  perla  Congregazione  del* Acque 

de*  S.  Settémbte  1657. 

A.,  torto  ci  biasimano  i  signori  Ferfaresi  »  perchè  nella  nostra  can* 
•a  ci  serviamo  di^  discorsi  teorici  9  Matematici  9  e .  Specnlativi'9  adatta* 
ti  alle  iéattedre;  e  delF  autorità  di  qualùnque' *4^utore  9  che  troviamo 
avere  opportupamente  smtto  di  queste  materie;  quasi  ohe  non  sia 
lemto  rappresentare  la  verità  in  tutte  le  migliori  9  e  più  proprie  msp 
niere  ohe  posriamo.  /         " 

Soiappressa^Oiudici  ordinai]  si  trattasse  una,  causa  piane  9  e  &ci- 
le  9  ]yréMderé!Anu>  9  come  ri  suole  tidR^  altre  9  con  induzióni  -di  leggi  9 
e  di*  btféhri  9  ohe  non  ci  mancano.  Non  è  feirse  bastante  ad  accredita- 
Té  le  nostra  ragioni  il  Breve  si  maturamente  pul^icato  dalla  Santa 
Memoiìa  di  urbano  Vili,  di  condurre  il  Reno  da  Mirabello  albi 

i5 


/ 


««4 

Stellati  9  o  unito  eoa  Panato  9  o  dWiho  »  o-  in  qiultiTCN^ia^  altro  lao^ 
go»  e  modo,  die  fosse  parso  a  Monsignor  Gorsim,  che  dal  princi- 
pio del  i6aS.  sino  alla  ohe.  del  i6aB,  areya  oon  visite  dilìgentiisinie 
con  r  assistenza  d'  ottimi  Matematici ,  e  Periti  ben  discusse  p  e  dige^ 
lite  queste  materie  ?  • 

Ma  trattaofdosi  la.  oansa  avanti  la  Sacra  Gongiegaatone ,  anzi  il 
Principe  istesso ,  a  cui  tocca  ooaoscere.  delle  leggi ,  e  oorre^gerle  se- 
condo la  ragione  f  e  P  opportunità  de*  tempi ,  parrebbeci  di  fam  in- 
curia a  tanta  maeatà^  se  voUssimo. pretendere». che. in  negosio:^  n 
grande  importanza  dovesse  •  senza, soddisfam. delle  ragioni  9  stare  al- 
le sole  precedenti  disposizioni.  A  noi  che  nella  sapienza  del  Princi- 
pe ripooghiamo  la  speranza  della  salute  pubblica,  giova  presentargli 
da'  fonti  le  più  pure  verità,  le  quali  se  ci  £iociamo . anclie  lecito 
d'ornare' di  qualche  poetipo  abbellimento.,  supponghiamo  di  .trattare 
eoo  ehi  sa  quanto,  vagliano ,  e  sino  a  qual  segno  devono  aversi  in  con- 
siderazione, i     '>    i  . 

Qrave  poi  è  V  iagiiuda.,  cbe  fanno  alb  verità,  ed'  a  loro  stean  ,  m 
volerci  far  apnavire^niendaei  «ielle  cose  da  noi  affermate,  e  che  tut- 
tavia più  evidentemente  .possono  confermai^i  i  e  chiarirai  %^ 

Negano  ciò ,  che  di  Gio.  Batista  Àleotti  d' Argenta  abbiamo  noi  a<v 
oennaio.  nella  seconda  scrittura,  che  fosse  ministro  della,  città  di 
Ferrara,  e  da  questa^ateasa  .mand&to..  ambasciatore  alla  Santità  di 
Clepiiente  VIIL.  e  pur  uqì  gli  rimaedaniAio  all' indice,  ove  leggeai^ 
r  Argenta  maudaiiì.  dalla  cìwtunUà  di  Ftrrwa-  ambasciatore  al  Pafay 
ed  a  caste  84-  ove  legges^ ,  mentre  a'-  pieifi  di  Sua  Santità  fui  man^ 
dato  dalla  mia  città  amkasciatorfi,  alla  Santità  Sua  per  questo  nego» 
zio  d^  acque  9  con  P  Illustrissimo  signor  Dottore  MoreUir  àol  qwsU 
dalV  Illustriss.  sig.  Conte  Girolamo  Gilioli  ambasciatore  residente  in 
Roma  fui  introdotto  a  baciare  i  santissimi  piedi  a  Sua  Santità ,  ee» 
Onde,  e  da  quello,  che  nella- seconda  sorittura  abbiamo  dedotto  1 
può  apparire  quanta  fosse  in  Ferrara  la  ^ttma  della  perizia ,  della  sin- 
cerità, e  della  fede  di  quest'  uomo,  eh*  ora  i  Ferraresi  vogliono^  £ir 
apparire  p^r .interessato  in  pesche  j  e  di  ninna  ponsideraanone  9 -Àose 
assai  più  facili -a  dire,  che. -a  protaro*  .,         ^  .  v        / 

Gli  Autori  da  noi   citati  ìq  prova  d^l  ielice  corso ,  che   il  Reno 

frima  della  divcirsjone- nelle  valli  avea  spontaneamente  pnsso  verso  il 
o  grande  alla  Stellata»  ne  bau  scrilto-^  come  di  cosa  de'  loro  teffl; 
E" ,  quando  se'  non  fosse  stato  vero  certamente ,  ne  sarebbero  stati 
ébti ,  e  fuassiiM  essendo  ;iAoi90-.disCQ(rsi  Mapipati  in  quel  tempo  ìa 
Ferrara  t  ove  pptea;  questo  acpidente  4a  ,chi  si. aia  distinguere,  e  oolH 
fntare,  .e  pure  da-quel. tempo  i^ino  al  di  d'  oggi  non  hanno* «pi in* 
centrata  una  minuiia  co'ntradizioue>;  l'emulazione  appunto  dell'. Ateot^ 
ti  I  e  del  Mengeli  da'  signori  Ferraresi  oppose»  »  squa  dubbio  ,aYxebibe 


ii5 

léopieifa  la  fidntk  »  uè  mo  tmbbeJMoiato  nùotntt  A  gita  qpropo- 
•ito  dell'altro 9  senza  scbermrloy.e  pare  ote  nel  resto  sono  discof^ 
di  9  in  questo   confiroatanò  >   ar|;omento   certissimo   di   Tenta  io* 

doBitata.: 

Foco  importa  poi  »  olie  pon  vogliano  conoscere  per  loro  la  scritta* 
n  deirannp  1SS7.  da  noi  citata^: ritrovandola  inserta  in  una  relauo- 
ne  di  ]>on  Scipio  de  Castro  alla  Santità  di  Gnmono  XUL  poichò  ^  ad 
ogni  mo^  il  medesimo  possiamo  ginstificare  dafia  visita  del  Cardino» 
le  GuastaviUsni»  e  «di  Monsignor  della  Cava  l'anno  i$79.  ove  a  di 
17.  Maggio  si  nota,  che  allo  shocco  di  Reno  in  Po  correva  airinfù^ 
$ioè  versoi  In  Stellau  ^  U  medesima  notasi  alli  1 8.  »  e  si  comprova 
con  tre  operazioni  di  tre  livellazioni  per  <nasoana*, 

Lo  stesso  fi  osserfò  a  di  19»  a  Vigarano  di  iinovo  con  triplicato 
osservazioni ,  sicché  non  è  cosa  da  nvocar  in  dubbio ,  che  sin  dal 
«579.  mm  corresse  il  Beno  per  il  Po  di  Ferrsra  al  Po  grande  alla 
Stellata.. 

L'anno  poi  iSa&.  setto  Arohitettì»  che  d'ordine  della  Santità  di 
Clemente  VlIL  tivellarono  il  Po  di  Ferrara,  il  Floriafii ,  Fontana, 
Crescenzio ,  Giaoaioni ,  Riccio^  Aleotti ,  e  Dattari  trovarono ,  ohe  dal* 
la  soglia  della  chiavica  Mantovana  «ino  al  fondo  di  Panaro  alzava  U 
sito  piedi  quattro  9  e  sette  ;  e  dal  fondo  di  Pananh^ino  al  fiindo  del 
Reno  nella  sua  sboccatura  in  Poi  alzava  p^i  tre ,  e  sette  ;  onde  ap« 
parisce  la  necessità,  ch^ aveva  il  Reno  di  scendere  alla- Stellata  m 
acqua  bassa  dd  Fb  «  L*  istassa  necessità  •  del  corso  del  Reno  verso  la 
Stellata ,  per  cansa  della  gran  caduta  dallo  sbocco  in  Po  r4>tto ,  sino 
al  pelo  basso  del  Po  grande  alla  Stellata ,  vedesi  pnre  nella  visita  di 
Monsig,  Centurione  »  e  massime  sotio  li  a?»  Settembre  del  i6o5  ;  in 
quella  del  Cardinal  Gaetano  dd  16  io.  e  iinalmento  dalle  osservazioni 
esattissime  fatte  da  Monsig^  Corsini  «. 

Ma  che  occorre  affaticarsi  neJla  con&vmazione  di  questo ,  s'.egli- 
no  stessi  ne  asssegnano  le  canse  da  noi  adotte ,  e  il  confermano  con 
V  esempio  di  Santemo ,  e  JSenio^  .che  nelle  loro  piene  dicono  voltare 
air  insù  per  molte  miglia* 

Procede  ciò  piyr  inponvenienfi  pfeoedMti ,  e  per  supposti  ;  per  tali 
incoRvenieuti  procedeva  pure  la  rivolta  del  Reno,  ntta  pure  in  tal 
caso  conveniente  •  Erano  gì*  inconvenienti  il  ritiro  del  Po  nell'  altro 
ramo  9  e  F  alzamento  del^  fondo  vecdUa}  ma  qnesti ,  sopposti ,  che 
non  hanno  rimc^dio  ;  era  convenient» ,  0  necessano  9  che  il  Reno  andai» 
ae  a  ritrovare  il  Po  vicino  »  non  essendo  mai  posnbìle  9  che  per  altm 
via  si  j^rtasse  fi^lìcemente  al  mare^^ 

Riferiscono  qui  i  signori  Ferrnumi  un  istorietta»  della  quale  di 
iraleremo  a  nostro  proposito  »  poichò  .^  mettendo  ^^o  in  controver» 
aia  quante  ne  portiamo  da  idtrì  Anton,,  e  non  riconoscendo  più  I9 


N 


/ 


&i6 

antiobe  die  noi  didaino  iTer  da  loro  »  iMbiamo  propotto  di  fiderai 
ancke  delle  loro  moderne  tcri  tiare  • 

Sapra  Santemo ,  e  Senio  V  anno  1646.  segni  nna  rotta  del  Po  di 
Prìmaro  9  obe  scaricavasi  nelle  valli  di  Gomacchio  ;  onde  qneyti  fiumi 
voltarono  in  tu  a  9cariearsi  per 'detta  rotta  nelle*  valli* 

Ripigliata  obe  Ai  dalla  vigìlanaa  del  aig.  Cardinal  Dongbi ,  l' acqttai 
non  [«otendo  più  aootrere  per  éHa,  impedito  da  interrtmenti  Vti^ 
veo  9  in  un  anbito  ai  aliarono  da  cinque  in  più  piedi  »  ondd  ebbe 
forza  detto  rialzamento  col  peao  »  ed  impnlao  di  aoavare  gì*  interri- 
menti • 

Se  non  ai  foaae  affatto  cbinaa  la  «rotta  »  certo  è  ^  ohe  i  detti  fi  ami 
avrebbero  aempre  oontìnnato  a  corrervi  contro  il  loro*  primiero  ooiv 
to  f  nò  aincbò  foBae  atata  aperta ,  avrebbe  P  abqna  mai  avnta  forza  di 
acavare  gP  interrimenti  verte  il  mare  .      ' 

Ecco  appunto  una  piccola  aembianza  della  rotta  di  Sicarde  »  per 
cui  dopo  ohe  abbastanza  fa  dilatata  ,  pasaando  ormai  tntta  V  aoqna 
del  Po  di  Lombardia ,  anche  i  fiumi  Panaro ,  e  Reno  li  ai  conduce- 
vano  9  come  appunto  nella  precedente  Santemo ,  e  Senio .  Siccome 
dnnque  ae  non  ri  fo«ae  cbiuia  quella  rotta  9  non  mai  ai  avrebbero  po- 
tuti per  altra  via  que'  fiumi  incanmrinare  al  mare  »  né  per  forza 
d' acqua  acavarai  quegl'  interrinientì  ;  cosi  ae  non  ai  chiuae  affatto 
la  rotta  di  Sioardo,.  cioè  tatto' il  9&  gmnde  ,  non  ai  potranno  mai 
Condurre  felicemente  al  mare  per  altra  via  Panaro,  e  Reno,  nemme- 
no scavarai  giammai  per  via  d'acqua  mV  interrimenti  del  Po  di  Fer* 
rara  •  Riapondaai  a'  quatto ,  e  conaideriri  V  eaempio ,  te  le  nostre 
tecricbe,  ancbe  in  caai  non  mu  penaatì ,  alla  pratica  corrìapondono  • 
.Non  potendoli  dunque  chiudere  m  rotta  di  Sioardo ,  reatà  solo  che  si 
laacino  questi  due  fiumi  correre  per  essa ,  e  ai  deponga  ogni  pensiero 
di  far  escavarionè  del  Po  di  Ferrara  per  via  d'  acqua  • 

Che  poi  non  sìa  stata  cosa  incomparabilmente  di  molto  maggior 
pericolo  il  ehindere  il  ramo  di  Ferrara ,  ove  in  ogni  escrescenza  ri 
afogava  il  Po ,  e  a*  escludeva  Panare  »  eh'  ora  V  introdurre  il  Reno ,  ò 
tanto  chiaro ,  obe  non  ha  bisogno  di  prova  •  Prima ,  perchè  molte 
maggiore  è  la  quantità  d'acqua  dèi  ramo  di  Ferrai^,  e  di  Panaro, 
eh'  ora  di  più  nell'eaereacenze  si  trattiene  ia  Po  grande,  che  non  ò 
quella  del  Reno. 

Secondo ,  perchè  quella ,  che  andavi' al  Po  di  Ferrara ,  si  trattiene 
in  ogni  escrescenza  »  ma  Reno  nell'  escresdenze  d^^  Po  non  suole  nuu 
venire  con  le  «uè  piene ,  venendo  queste  in  contrarie  "atagioni .. 

Se  aìeno  poi  aoeraate ,  o  cresciute  le  maggiori  escrescenze  del  Po, 
dopo  che  affatto  si  è  chioso  il  xaMo  di  Ferrara ,  dipendendo  ciò  dal- 
la giustificazione  del  segno  da  noi  nominato ,  o  da  altft  tale ,  che 
possa  mostrarri  9  a  quelle  giustificarioni  dovremo  rimetterci  «  Questo 


^•^ 


"7 

•agno  apparente ,  fatto  eon  U  sonro  »  d  fa  mostrato  da'  iMieaani  pra- 
tici y  'qnando  a  di  4-  Maggio  déW  anno  preaente-,  prima  di  venire  a 
jRoma  y  fammo  ad  osservar  quei  luoghi ,  e  non  prevedendo  ancora  in 
qnale  occasione  avesse  -da  servire,  pure  non  lasciammo  di  notarlo  » 
per  aver  notizia  degK  effetti-  ^1  Po»,  sopra,  di  cbe>»  occorrendo!  pò* 
tranne  esaminarsi  i  testi  monj*. 

Che  gK  argini  poi  abbiano  talor  bisogno  d*  essere  alzati  »  non  è 
maraviglia,  abbassandosi  continnamente  anche  i  monti  »  molto  piagli 
argini ,  che  in  miei  paesr  sogliono*  servire  di  strade ,  ed  a  questo  ef- 
fetto hanno  i  coloni  obbligazione  di  mantenerli  alla  primiera  altezza  « 
C  poi»  mentre  trattiamo-  noi'  di  queste  materie  in  Roma  »  non  possia-^ 
ino .  discorrerpe  se  non*  in  quanto ,  esaminiamo  le  osservazioni  diligen- 
ti ^tte  da'  Periti  in  oocasioB»  di  vìnte  generali  db'  commissarj  A- 
postoliciy  come^  c'^  ingegniamo  di  fare  »  non  avendo  noi  qni  presente 
il  Po  da  portare  in  discorso.  Ed'  in  questo  molto  ci  afiroala  risolu- 
zione pesatisaima  ài  Monsignor  Gtosini  ,  ohe  dopo  qnaltx^  anni  di  di^ 
acussione,  udite  tante  e  tante  volte  le  parti  dt  Ferrara  ,  giudicò  do* 
versi  :  veniro  air  introduzione  del  Reno  in  Po  senz*  altro  alzamento 
d'argini,  non  essendo  credilnle  ,4^0  si- prudente  prelato  avesse  ve* 
luto  mettere  a  si  maniftsto  pevicdo  Io  -stato  <K   Ferrara  y  del>  che  pe* 


rò  i^li  pensava  di  levare  ^oi  ombra  con  lo  sfogo-  Jaseiato-  o  nel  Po 

I9  uà 


i  Ferrara,.  O' nelle  valH,  dk  ▼aferselBìe' quando*  a'  incontrassero  le  pie* 
BO  del  Keno  ^  e  del  Pò ,  oosia  die  non  segue  una  volta  in  molti  an* 
si  ^  ed  in  tanto  il  Reno  pnò  avere  proporzionatila  la  maggiore  capacità- 
dei  Po  f  mediante  la  dilataziono^,  ed  éseavazione  • 

Finalmente  ^  mentre  tutti  questi  dobbj  cessereU>ero  con  aprire  il 
tagBo  d*  Ariano  ,  non  si  sa  percbè  si  Begbi  9  ohe  '  non  abbia  atte- 
nenza con  T  introduzione  di  ^Renu*  in  Fb. 

Qualunque  poi  ^  sìeno  i  diserdìtri ,  che  potesse  causare  il  Reno  in^ 
tradotto  in  Po  grande  ;  rtfleitasi  ,  che  sempre  molto  maggiori  saran- 
ino  introdneendoJo  in  un  Poatelto*,  ih  quate  ad  ogni  modo-  nel!'  escre- 
aoeuM  ha  da  equilibrarsi  alla  -sttperfi(ne  -  del  Po  grande  ;  afa  per  esse- 
re più  angusto ,  e  men  profondo  vi-  farebbe  H  Reno  molto  maggior 
altezza  f.  a  proporzione  della  quale  Cjl^flrferrebbe  alzar  gli  arj^ni  ;  l' i* 
a  tesso  dicasi  e  delle  rotte  del  Reno  i  e  di  qneUe  del^Po^iOpao,  men- 
tre i  signori  Ferraresi  fimno  if  Po  grande  inabile  a  rioevere  il  Reno, 
conoscendo  dall'  altra  par|6  -molto^ -maggi ore  Ì0at]^tà'  in  ^sser  que- 
sto ricevuto  isLÌ  B>  vecctòo  V  ttséMa  ^iiedessalrifaiqnsnte'  tfrtdéré  ,^  che 
per  qualsivoglia  altro  Une  TOgliatiol'itttrtfdnaiòne  del.Pb  nel  ramo  di 
'Ferrara  ,  che  per  recaj^tarvi  il  Rmo';'  ardhr*se  l'Eminenze  Vostre 
£iranno  riflessione  »  conosceirahno*  'bène  da;*  ^qual  -  parte  siai  la  sinceri* 
tà  delle  proposizioni» 


\ 


OSSERyAZIONI 

Dd  Po  f  Panaro,  e  JRmOf  a  dette  Falli,  che  lo  ricevono i 


I.  Il  pelo  ordinario  del  Po ,  ^[Vftle  fa  oteenrito  a  dà  ai«  Ottobre 
t658.  quando  dopo  due  ^orni  di  pioggia  »  non  erano  aoehe  arrÌTato 
le  piene  de'  finmi  al  piente  jdi  Lago  ^aonro  9  ita  sotto  il  piano  del» 
r  antica  ohiavioa  sNìcoIuia  «^^.l..*  •.  p.ao.  8.  10 
i-  E  sotto  la  sommità  dell*  argino  in  detto  luogo  •  *  ^  ào«  io.  io 
I    £  sotto  il  piano  della  oampana  in  detto  luogo  ^    •    ^    8.    4.    o 

Consta  dalle  liTellasioni  di  detto  giorno  de*  ai  »  0  deUe  altre  beu^ 
aure  della^  chiaYica  prese  a  di  sa*  mllo  stesso  mese^  e  dall*  ultima 
liyellazioni  de'  i5.  Aprile  i66o. 

n.  Il  detto  pelo  ordinario  del  Po  oado  sotto  k  foglia  della  olnoti- 
ea  Pìlastrase  meaao  siedo  in  oiica* 

Li  17.  Aprile  dell  istesso  tempo  P  aci^aa  alla  eluanca  Nieoliaa  so- 
pra il  pelo  ordinario-    ..«-•.•••-.•-    p,    ^^  xr*  7 

Ed  alla  Pilastrese  swra  la  so|;iia  •-•*---     ^7.     S.  2 

Dunque  la  cadente  nella  so^ba  paialMa  al  pelo  ordi« 
nano  al  Lago  aouro  -•-«-«-•«.-«     pf    e.    S^  6 

III.  Ija  sommità  della  obiavioa  Pilastrese  è  alta  dalla 

soglia.    .^•--...-•- itM.ìOKS 

per  misura  dei  io«  Settembve  i658« 

?ua8i  eguale  alla  sommità  della  Nieolina  sojpra  il  pelo  ordinario 
o  9  ed  eguale  afiatto  Alla  sommità  delP  aicino  amuMute  ad-  esso 
praddetto  pelò- ordinario  stabilito  al  nom.  h 

IV.  n  pelo  ordinario  del  Po  è  più  basso  dd  pelò  dd  caro  delU 
navigarione  4el  Bsroo«  il  quato  rioevo  il  condotto  Cittadino  soolatoro 
di  gran  parjte  óàl  paese  fra  il  Panaro  »  e  Ferrara  ora  p.  4*  ora  p.  5« 
consu  dalle  liYellaaioni  di  detti  due  giorni^  e  déV  alteasa  maggioro 
di  esso  0aìM>,9  ofser?ato  a  di.3o.  Maggio  1659. 

V.  Dal  cbè.  segue,  ohe  il  Po  nello  stato  wdinarìo  corre  oggidì  da 
per  tutto  profondo  fra  terra  t  poicbè  l' istesso  condotto  Cittadino  $ 
òhe  ba  cii^^ue  piedi  di  caduta  sul  pedo  ordinario  del  Pp ,  come  rioo* 
'vitore  degli  scoli  della  campagna  >,''^aocb'  esso,  corre  Ira  terra  •  Alla  ca« 
duta  dunque  del  condotto  Cittadino  in  Po  ag^nngari  la  caduta,  òhe 
banno  in  esso  le  camoagne ,  che  ti  scolano ,  per  aver  la  bassMss 
del  pelo  del  Po  sotto  il  piano  dèlia  campala.  Lo  stesso  oonfismano 
le  osseryarirai  del  nwnero  IL  0  le  li?ellaiioni  degli  ar|^  col  piano 


110 

della  oftmptgna  pien  in  moltimim  luoghi  nel  mese  d'  Aprile  del- 
l' anno  1660. 

<  VL  II  pelo  del  Ganal-bianoo,  tilie  come  rioeTÌtore  degli   scoli  di 
paesi  liassissimi   di  tatto  il  Polesine   di  Ferrara,  e  sioo   al   mare  di 
elianto  ètra  esso,  ed  il  Po, corre  profondissimo  fira  tèrra  alle  chiaTiche 
d'  Ariano  ,  ba  dne  piedi  di  oadnta  sopra  il   pelo  basso  del   Po  ;  eosta 
dalle  osservazioni   fiitte  a  di  aa.   Marzo    i66o.  che  fu   trovato   ori»^ 
sentale  alla  piena  precedente  ,  che  fu  di  piedi  a. 
\  VIL  II  fondo  del  condotto  Nicolino   vecchio  prossimo  alla  chiavica 
Nicoliua  ha  once  4*   ^  caduta  sopra  la  soglia  di  essa  chiavica  ,  la 
qnale  ha  piedi  4*  e  once  di  caduta  sopra  il  pelo   ordinario   del  Po  ; 
consta  dalle  -livellaaioni  di  detti  due   giorni  ;  nò  può^  dirsi ,    che  il 
detto  condotto  sia  incemlo  ,  perchè  non  ricevendo  detto   condotto , 
che  acque  chiare  ,  non  può  da  esse  interrirsi. 

'  yni.  Se  è  veridica-  la  «elasione   del  Cavalier  Paciotti ,  fktta  d' or- 
dino- della  Sautitk  di  Nostro  Signore  Panno  *i6ad.  ove  notasi,  che  il 
condotto  Nicolino ,  .che  già  aveva   seolo  in   Po  alla  chiavica  di  Lago 
acoro  ^  allor  più  non  poteva  scolarvi  ,  ed  era  stato  necessario  incam* 
minarlo  al  mare  per  r  altezza   maggiore ,  troPvandosi   oggidì  tanta  la 
caduta  del   fondo   del  condotto   Nicoitno  vecchio  in  Po ,  resterebbe 
molto  più  basso  di  pelo  di  quel  che  fosse  in  quel  tempo;  Io  che  può 
arguirsi  dalli  pali  fondamentali   di    detta  chiavica ,  e  tavobti  che  la 
sostentano  p.  3.  e  mezzo  j^n  alti  dei  pelo,  a  di  ai.   Ottobre  i658; 
che  pure  per  le  buone  regole  dovevano  essere  sotto  il  pelo  deir  acqua. 
IX«  L'  escrescenze  straordinarie  di  Po  grande  ,  delle   quali  due  so« 
no  succedute  a  nostra  memoria ,  una  nella  Legazione  del  signor  Gar« 
dinaie  Rocci ,  V  altra  del  signor  Cardinal  Gybò  osservate    da  certissi- 
mi segni  al  ponte  di  Lago  scuro  ,  sono  arrivate  al   detto  piano  della 
chiavica  Nicolina  -    ------------p.     3,t.     3 

E  sotto  il  piano  delP  argine  contìguo  «  *  ^  *  -  p.  3.  $•  3 
Consta  dalle  diUgentissìme  osservazioni  Atte  li  a3.  Uttobre  i658. 
X^  La  misura  di  tutta  V  escresceiTza  stradrdinaf ia  ,  ch^  è  di  quanto 
pOBsotio  £ir  crescere  il  Po  le  piene  di  tutti  li'  fiumi  >  condotti ,  che 
riceve  insieme  uniti  oggidi  ' --  *  •  -•  -  «  .  -  -  p^  17.  7.  7' 
Appare  sottraendo  dalla  misura  posta  al  miin.  L  <"  ^  ao.  8»  jo 
La  misura  postaal  numero  DL  k«  -    •    •   «    .    •     ^    3.     i»    3 

Resta   p.  17.    7*    7 

XI.  Se  è  vero  ciò f  che  scyriye  V  AIeot6  x>e^«  «  cavte  %S*.ed  altro- 
i(e ,  che  il  Po  cresce  p«  ^9c«  si  meaao».  sardbbèttr.  a'  suoi  teaq>i  «rìvata 
r  escrescenze  tre  once  sotto  la  somlìiità  della  ematica  Nmolina  ,  a 
cui!  anche  ora  manc^  nel  piano  pcesentcf  la  coltellata  • 

io.  Ma  nella'  vìsiU  generale  del  xS79t  a  di  8«  Maggio  abbiamo  il 


segno  deir  escrescenze  sopra  la  stessa  sommità  de^a  obiavica  Niooliiha. 

Dunqae  le  somme  escrescenze  del  1.579»  per  il  lóoi.  sino  a  que- 
sto tempo  ,  «empre  sono  iodate  deofesoendo  sino  a  J^.'  3%  o  once  9  il 
che  deve  essere  carenato  dalla  maggior  profondità  %  e  dilatàsioné  ao- 
qnistata  9  sì  per  T  assorbimento  notabile  del  Fo  ili  Fwrara  ^  e  di  Pa« 
naro ,  coaie  per  causa  -del  taglio  Veneto^  e  per  la  4ai^a  oontinnano* 
ne  del  corso  xinito  in  un'alveo  cb'  abbia  operato  anobe  dopo  If  prò* 
duzione  della  lunghezza  della  linea^ 

XIII.  Gli  argini  di  .ginsta  altezza  ^  che  ^sopraYansaTano  poco  più  del 
bisogno  neir  escrescenze  Jtraordinarìe  del  Po  grande ,  sono  il  froldo 
di  Franoolino  »  ed  il  froldo  della  Guarda  .j  ove  sopravanzavano  poobe 
once  -d*  argine  ■• 

Gli  altri  luogbi  da  a5  »  e  più  »  olle  n  sono  ^^sserrad  dalia  punta 
d*  Ariano  alla  Stellata  ('sopravanzando  x.  a.  a  3»  e  sino  a  4*  pi^ 
d'  arginatura  ,  apno  alT  altezza  ^oprabbondante^  consta  dalla  livell»- 
^ione  degli  argini  col  pelo  del  Po  grande  latte  V  anno  1659.  a  di 
aa.  Maggio;  parte  nel  fine  di  Blarzo^  e  ^aeir  Aprile  1660.  parago» 
iiate  al  aito  di  detta  chiivrioa  Nioolina^  od'  altri  segni  delle  detto 
escrescenze  ^Icvovo  prese  ^ 

La  maggior  piena  del  i6i^  dio  seguì  il  mese  di  Macgio^  naancava 
dalle  somme  escrescenze  p.  9.  8.  o;  con  questo  si   Jiveilarono  gli  ar- 

Sim  di  Lago  scuro  posto  nella  prima  cobnna ,  da  cui  detratti  i  pie- 
i  9*  8.  o  che  maacauo  alla  somma  escresoenza»  rosta  l'avanzo  degli 
«rgìni  alla  somma  eaeresoenza^ 

Jvaiim  degli  mrglni  u  Àoùnxù  aìU  scm» 

questa  e»cr«jceiuM .  nrn  «rererocitse  • 

Avanti  il  portico  di  Lago  scuro  •  p.  i4.  io.  o.  »  •  p.  a«  5.  o 

Alia  chiavica  Nicolina  •    •     •    «  •  9»  la.  x3.  6.  •  •  ,93.  3.  6 

Al  froldo  di  Val  longa  .    -     .     .  .  ,,  ji.  ii.  o.  •  •  „  a.  3,  o 

Vicino  alla  casa  de'  pp.  della  Sosa.  tf  i3.     3,  6.  ^  .  „  3.  7.  6 

Al  iroldó  della    Tagliola    •    •    «  «  ^^  i3«  xi.  6.  •  •  ^  4*  3.  6 

Sopra  al  Palaotono •  ^  a3«     6.  6.  »  ^  t»  3.  io*  6 

Alla  Hitnioalda      •«•«••  ^  ^^  i3«    7*  o«  ••  •  y»  3.  ii«  ò 

Alla  chiavica  Pilastrese  •    •    ...  «  •  •>.  la.    9,  o«  .  ^  „  3.  !•  o 

XV.  "Molto  più  alta  è  stata  la  piena  madore  doU'anìio  i66o.  ve- 
nuta per  la  copia  di  neve  ammassata  l' inverno  passato  »  mancò  duotr 
quo  neHo  somme  escrescenze  alla  chiavica  Nioouna  p.  3.  6.  o{  quo» 
sta  ci  serva  per  livellare  gli  argini  rimanenti  del  Po,  grande  li  i3. 
i4-  ^  i5«  Aprile  >  osservapdo  1  altezza  loro  non  solo  sopra  il  pelo 
oorrentOj^  ma  jinèhe  sopca  il  pelo  lasoiàto  ner.gU'afgìni ,  o  ripe  aella 

Siena ,  che  già  calava ,  non   trascurando  d' osservare  V  abbassamento 
eli' acqua  9  che  nel  tempo  dell'operazione  seguiva,  ondo  cavasi  il 
]^resentó 


lAI 


e. 

screscenze  • 

Avanzo  deìV  argina  Avanzo  alle  som» 

a  questa  jnena  •  fne  escrescenxa 

Al  froldo  di  fossa  Sambra.    -    -    -  p.  4.  7.  Ì5.  -  -  p,  i.     1.  6 

La  sua   Coronella.  -    ---•-,,  a,  8,  o.  manca  9»  o.  io.  4 

Alla   Certosa,  o   Bera\    -    -    -    •    •»  5.-  7.  o.  -  -  „  a.     i.  o 

Froldo   di  Cotogna  .    -    -    -    -    -    99  4«  7*  6.  -  -  p»  i*     i-  6 

Froldo  Barone*  --*---••     „  5.  3.  o.  -  -  „  i.     9.  o 

Guardò-   ---------     „  4,  S*  0.  -  -  „  o.     9.  o 

Frassaoello*  --------     ,,6.  g,  o.  -  -  ,,3.     3.  o 

Zocca  -    ------     -    -    -     „  6.  5.  7.  -  -  „  a.  II.  o 

Ricciolo    -    -    -    -    -    -    ^    -    -     „  6.  o.  4.  -  -  „  a.     6.  o 

Sabioni     -     -     -    -    -     -     -    -    -     ,,  5.  io.  o.  -  ^  „  a.     4*  ^ 

Prancolino     -------     -     ,,4.  a.  o.  -  *•  „  o.     8.  o 

Dal  Cappo     --------     „  7.  3.  6.  -  -  ,,3.     9.  6 

Forche  froldo     -------     „  6.  i.  3.  -  -  9»  3*     7*  3 

Ghiaiùca  Nicolina  '•-----,,  6.  8.  o.  -  -  j,  3.     a.  o 

Alla  Sagrada-    -    -    -----,,  5.  3.  4*  "  ""  *j  V    9*  4 

Marchese  Trotti-    -----     -  .^*-.  5.  9.  3.  -  -  ,,  a.>    3.  3 

Ravalle     -    -    -------     ,^7.  7.  j.  -  -  ,,3.     7.  i 

Caselle-     ---------,,  6.  7.  a.  -  -  „  8«     i.  a 

XVL  Per  conoscere  da  osservazioni  immediate  1'  avanzo  degli  argi- 
ni del  Po  grande  vicino  alla  scavazione  d'Ariano. 

Al  froldo  della  Trombona  air  incontro  delle  Papoza^e  fu  mostrato 
il  segno  delle  massime  escrescenze  ,.ch^è  sotto  il  ciglio  verso  il  fiu- 
me p.  I.  5.   i«  sotto  la  sommità  deir  argine  p.  a.  9.  i. 

Ed  alla  casa  del  Montista  Giglioli  al  segno  delle  somme  escrescen- 
ze 9  sopravanza  l' argine  antico  p.  a.  6  3* 

Simile  avanzo  d' argine  è  al  cavo  Contarhio  »  e  nag^ore  alla  Corc- 
^  nella  di  Casal  nuovo ,  come  consta  alli   alf.  Marzo  1660. 

Onde  appare 9  che  di  tanti  luoghi  osservati,  due  o  tre  sono  quelli» 
a'  quali  il  sopravanzo  degli  argini  non  arriva  a  un  piede ,  altrettan- 
ta 9  che  non  arrivano  a  a.  piedi ,  ed  il  resto  degli  argini  sopravanza- 
no a.  3.  sino  a  4*  piedi. 

XVIL  È  cosa  tanto  incredibile ,  quanto  verissima  »  come  consta  dal- 
^]a  visita  9  che  non  si  alzano  gli  argini  in  alcun  Itiogo,  ove  la  livella- 
.auone  non  mostri»  che  sono  per  se- stessi  più  alti  degli  altri,  tanto  ò 
lontano ,  che  vi  sia  di  bisogno  di  alzarli  ;  vedasi  ul  froldo  di  Franco- 
lino 9  e  della  Guarda ,  che  non  si  alzano  ^  alzandosi  il  Freddo  »  eh'  ò 

jpr»meggo  II  qusto  deU'  avanzo  soprannotato  « 

16 


\  ' 


• 

XVIII#  Le  piene  magipiori  del  Po  d*  A^ritflo  »  te  deire  étuA  t  fpbA^ 
lo  I  che  fu  attesttfo ,  sono  molto  più  frequenti  di  qneUe  di  Pò  gimnde» 
-«serendoBi  seguir  qnette  pia  Tolte  1'  aono^  OTe  di  midle  del  Po  gnu- 
de  non  ne  segue  una  in  molti  anni,  il  ohe  dimostrerabbe  bob  prooedecD 
qtaelle  dalP  acqua  supe/iore,  ma  dalie  borasche  del  mafo  tìouio»  il 
qnale  si  alza  alcuni  piedi ,  come  per  informasionl  prete  li  i8.  Mano 
ij66o.  alla  chiavica  deir  Abate. 

XIX.  Gli  argini  del  Po  d' Ariano  sono  affitto  negletti  »  ed  ia  akmtt 
luoghi  rasi  sino  al  piano  delia  golena  »  il  ohe  dimostra  apertamente  , 
òhe  '  quantunque  oggidì  sia  prolungato  alcune  mielia  »  ^resta  di  pelo 
più  basso  9  che  la  golena ,  che  come  fatta  dalla  aeposizione  del  Po 
^ià  fu  sormontata 9  ora* frena  il  Po,  non  tì  essendo  argine  più  alto^ 
oltre  del  quale  la  campagna  è  bassa;  consta  dalla  TÌsita  U  39.  Feb*» 
braioy  li  14*  e  1 6*  Marzo  i66o. 

XX.  La  dilatazione  del  Po  grande  a*  tempi  nostri ,  oltre  d' esuer  no* 
tona  a  Lago  scuro  li  aS.  Ottobre  i658.  consta,  dalla  continua  neoeè* 
sita  di  tirar  eli  argini  indietro  dall'una»  ò  dall'altra  parte  dalle, 
^fabbriche,  dalle  chiaviche  e  di  Lago  scuro t  e  di  PalantonCt  che  m- 
no  nell'alveo 9  essendo  state  fabbricate  lontano. 

XXI  All'età  nostra  non  si  sa  che  sia  seguita  altra  rotta  in  Po  gran- 
de ,  che  quella  della  Zocca ,  e  questa  segui  solo  a  causa  del  fondamen- 
to deir  argine  paludoso ,  o  taroso  9  e  non  perchè  fosse  sormontato 
1*  argine  y  per  relazione  del  signor  Gavalier  Danesi  • 
.  XXII.  E  pur  consta  dalle  istorie  di  Ferrara,  dair  istoria  dell'Alber- 
ti ,  che  nel  secolo  passato ,  quando  Panaro  veniva  ancora  a  Ferrara 
con  gran  parte  del  Po  grande,  erano  frequentissime  le  rotte,  e  Ti* 
nondazioni. 

XXIIL  U  Po  granda  sta  bassissimo  tre  quarti  dell'  anno ,  non  ore» 
6ce  notabilmente,  che  due  volte  Tanno,  e  tal'  ora  una  sola.  Siccome 
ancora  sta  tal  volta  a.  o  3.  anni ,  che  non  si  lascia  veder  grossissimo» 

XXIV.  Le  isole ,  Dossi ,  e  Giare  osservate  nei  Po  Grande ,  nou  so- 
no nuove  ,  essendo  state  notate ,  ed  ammesse  nella  visita  di  Monsi- 
gnor Centurione  li  4.  Settembre  1705*  nelle  scritture  delle  parti  al 
numero  14*  ' 

PANARO. 

XXV.  XJe  piene  di  Panaro  ,  che  si  discernono ,  non  fanno  in  Po  at* 
terazione  sensibile  •  A  di  7.  Novembre  una  piena  di  Panaro  oltre  al 
Bondeno  Sormontò -il  segno  d'una  piena  passata   del   Po  grande,   la 

Zuale    era   arrivata  p.  7.  e   8.    sopra  la  soglia   della   chiavica  di   S. 
riovanni ,  ovvero  di  Santa  Bianca ,  allo  sbocco  in  Po  fu    trovato  so^- 
to  il   segno   della  piena  del  Po  grande  piedi  7,0  once  6  )  e  non  si 

potò  distinguere;  cne  facesse  crescere  il  Po ^  eoa  la  quale  occasiojip 


ritetttitt  M  patMtore  e«imin«to  depole  ;  cbe  Paoato  non  foocra 
oretoere  3  Po  «Ito  ibocoo  ,  il  che  se  non  fosse  stato  venssimo ,  eoa 
la  prev»  presente  si  sarebbe  potuto  convincere .  Confermasi  da  pia 
ieaHmooi  avuti  a  di.  ...  e  i3.  di  detto  mese,  da  mano  de  quali 
mai  ai  potè  cavare ,  ohe  Panaro  i"  qualùvoglia  piena  cresce  aUo 
•booco  cosa  sensibile»  e  pia  di  mezso  piede.       ^  „      ,  .^-, 

XXVI.  Il   Paitaro  in  vece  di  crescerò  neUe  piene  allo  sbocco  iiT 
1*0 ,  córre  con   tanta  velocità ,   che  si  rende  impossibile  il  passarlo 
con  barca,  attestato  preso  li  la.  di  detto  mese. 

XXVII.  Lo  sbocco  di  Panaro  è  afl&Uo  opposto  alla  corrente  supe- 
riore del  Po,  il  dimostra  la  pianta;  la  cagione  è,  perchè  1  alveo  di 
Panaro  non  è  altro,  ohe  U  oontinttaaione  del  tronco  già  principaio 
4lel  Po  di  Lombardia,  abbandonato  di  poi  per  la  rotta  di  Sicardo  4 
sinistra,  per  dove  s'inalveò  il  Po  grande.  .     .  n 

XXVin.  Che  non  ostante  neU'  entrate  in  Po  subito  si  piega  alla 
destra  ,  e  tutto  si  tiene  ad  essa  ben  ristretto  in  largheeza  non  majg- 
giore  «U  dne,  o  tre  ^  pertiche .  Osservazione  immediata  oculare  do 
a3.  di  detto  mese  contro  ta  deposizione  del  chiavicaote  della  Pila- 
atrese,  e  d* un*  altro  suo  compagno  degli  ix. 

XXIX.  Onde  ne  >eegné ,  ohe  dopo  il  taglio  Popoli ,  fatto  ultimamen- 

no  del 

in  altri  tempi ,  quali  ragionevolmente  hanno  da  oes«are ,  quando  saT 
rà  P aneolo -spuntato ^  e  raddriszata  la  ripa  al  corso  di  Panaro. 

XXX.  Nel  mancare  il  Po  al  Bondeno ,  l'alveo  del  Po  dalla  Stellata 
al  Bondeno  »  rimasto  alveo  di  Panaro ,  si  rUtringe  ;  così  acquistò   nel 

fondo  la  conveniente  pendenza ,   alzandosi  al  Bondeno  in  modo ,  che  .  / 

ntilla  visita  di  Monsignor  Centurione  sotto  li  7.  Settembre  già  aveva 

cadnta  su   la  chiavica  Pilastrese   vecchia  p.  4.  7.  6.   eh'  è    sotto   la 

Unova  abbassata  once  19.  sotto  la  vecchia  9  come  dalla  vistu  di  Mon* 

signor  Corsini  li  14*  Gennaro  i6aS.  p.  6.  a.  6.  Ond'è,  che  alla  chia* 

"vica  di  Burana ,  e  di  S.  Giovanni  restò  la  soglia  più  bassa  del  bìso-  . 

gno  9  come  consta  dalla  visita  jtfesente  • 

XXXL  Da  quel  tempo  in  qua  il  fondo  si  è  mantenuto  nella  stet» 
M  maniera ,  senza  essersi  alzato  sensibilmente  nella  visita  di  Monli* 

Snor  Corsini  a  di  14.  Gennaro  i6a5a  il  fendo  di  Panaro  era  pia  alto  .  *? 

ella  soglia  Pilastrese  nuova  p.  5.  9.  6.  Dunque  dal  x6oS.  sino  al 
36a$.  non  si  era  alzato»  ma  pm  tosto  abbassato  ance  5.  supposta  poi 
la  cadùU  della  soglia  della  chiavica  di  Sanu  Bianca  sopra  la  Pila- 
strese nuova  subiliu  nella  visiu  di  Monsignor  Qsrsini  a  di  14*  Gen« 


naro  i6a5.  di  p.  5.  7.  6.  e  gli  scandagli  di  Panaro  fiitti  li  a9o  Otto- 
hct  i658.  quando  T  acqua  di  Panaro  era  alta  sopra  la  soglia  di  dotta 


ia4 

ehiaTÌca  p.  3*  xi,  jO.  ore  ri  th)^  il  fondò  p»  3.  io.  o,  p.  4*  ^f  p*  ^  4*  ^> 
p.  I.  6.  o.  p.  1.  4*  <>•  ^  fondo  di  Panaro  viene  ad  essere  più  alto  di 
detta  soglia  Pìkstrese  noova  p.  5.  4.  o,  p,  5.  a.  o»  p.  6.  10.0» 
p.  6,  8.  o,  p*  7.  IO.  o.  fra  le  quali  misure  >  la  media  del  numero  di 
Monsìg.  Centurione  p.  6.  a.  6.  a  di  Monsignor  Corsini  p.  5.  0..6. 

XXXIL  Panaro  nel  tempo  9  che  stette  divertito  dal  Po  per  V  alveo 
del  cavo  Serra  alzò  il  iondo  del  suo  cavo  nuovo  >  eh*  era  stato  fatto 
orizzontale  a  quel  -di  Panaro  p.  5.  nella  visita  di  Monsignor  Corsini  » 
3*  Aprile  i6aS. 

XXXIIL  Gli  argini  di  Panaro  al  Bondeno,  per  concordato  nella  vi- 
sita di  Monsignor  Corsini  ^  sono  orizzontali  agli  argini  del  Po  grande 
alla  Stellata ,  ed  alla  sommità  della  chiavica  Pilastrese . 

XXXIV.  Alla  chiavica  di  S.  Giovanni,  e  di  Santa  Bianca  al  Bon- 
deno,  le  somme  escrescenze  di  Panaro ,  e  di  Po  insieme  unite  y  arri- 
vano un  piede  sótto  la  sommità  della  chiavica,  per  attestato  preso 
li  sig.  Ottobre  i658. 

XXXV.  Eppure  li  ^9.  Maggio  1659.  qQAii<lo  il  Po  grande  poteva 
ancor  crescere  p.  9^  8.  3.  era  sotto  la  sommità  della  stessa  cniavica 
di  S.  Giovanni  p.  io.  io.  3.  ove  resta ,  che  per  causa  del  solo  Po  in 
acqua  ordinaria  di  Panaro  possa  arrivare  p.  i.  a.  o.  sotto  la  sommità 
della  chiavica  • 

XXXVI.  Onde  appare ,  che  la  piena  di  Panaro  sopraggiunta  a  quel- 
la di  Po  ,  lo  fa  crescere  al  Bondeno  più  di  due  once  • 

XXXVIL  La  chiavica  di  Santa  Bianca ,  e  di  S.  Giovanni  alquanto 
più  alta  deir  argine  adiacente  di  Panaro  è  alta  dalla  soglia  alla  som- 
mità p.  i5.  6.  come  per  misura  delli  29.  Ottobre  1669  ;  anche  nella 
visita  di  Monsignor  Corsini  sotto  li  j3.  Genoajo  162S.  la  sua  caduta 
sopra  la  soglia  Pìlastrese  p.  ao.  io.  6  ,  la  sommità  della  Pìlastrese  fa 
determinata  a  di  ii.  Novembre  i658.  p.  20.  io.  8;  onde  la  sommità 
di  essa  chiavica  di  S.  Giovanni  è  affatto  orizzontale  alla  chiavica  Pi« 
lastre se  • 

XXXVIII.  Gli  argini  di  Panaro  al  Bondeno  nella  visita  di  Monsignor 
Corsini  erano  orizzontali  a  quelli  dei  Po  grande  alla  Stellata  ,  come 
nelle  livellazioni  ;  e  questi  erano  orizzontali .  alla  sommità  della  chia- 
vica Pìlastrese  y  cioè  anche  a  quella  di  Santa  Bianca. 

XXXIX.  Dunque  gli  argini  di  Panaro  al  Bondeno  non  si  sono  da 
quel  tempo  in  qua  alzati ,  anzi  taiito  dal  calpestio  abbassati  y  quanto 
sono  sopravancati  gli  argini  dalla  chiavica  di  Santa  Bianca  • 

XL.  Nella  parte  inferiore  ,  ove  si  sqno  alzati  gli  argini  ,  soprab- 
Bendano  alP  escrescenze  p.  3.  7.  e.  per  attestato  alla  livellazione  de* 
xa, -Novembre  i658» 

'   XLI.  Nellle  piene  del  Po  grande   sino   ali*  anno  1639.  ^^l^^^  darsi 
sfogo  a  Panaro  9  ed  a  Po  grande  per  i*  alveo  di  Ferrara ,  di  Primaro  « 


e  di  Volano  col  tiglio  dell'  intettatara  di  Poatello  ;  1'  nltimo  taglio 
4a  fatto  dal  signor  Gavalier  Danesi  ^  pSòhi  giorni  prima  della  rottura 
della  Zocca  •  « 

XLII.  Dopo  ohe  non  si  apre  piiiL  questo  sfogo  »  non  è  mai  più  ae* 
fttita  alonna  rotta  del  Po  erude:  è  notoria. 

XLIIL  Nemmeno  da  qnei  tempo  m  qua  si  ha  notizia  essere  seguita 
altra  rotta  in  Panaro  ^  ohe  una  verso  le  confina  di  Modena  notata 
nella  visita  • 

XLIV.  li  Reno  t  prima  che  fosse  divertito  nella  Sanmartina  nelle 
.piene  del  Po,  veniva  con  parte  del  Po^e  con  Panaro  di  Ferrara,  di« 
Tideodosi  in  Primaro,  e  Volano;  ma  in  Po  basso,  particolarmente 
nelle  piene,  correva  più  verso  la  Stellata  con  Panaro,  che  ver^o  Fer- 
rara; consta  dalla  relazione  del  cavalier  Paciotti  del  1677.  dal  discor- 
80  di  Cesare  Meneoli,  ristampata  dair  Àleotti  in  Ferrara  1'  anno  i6oi* 
al  numero  27.  dalla  difesa  deli*  Àleotti  stampata  ìji  Ferrara  V  istesso 
anno  a  carte  119  ;  sicché  corse  in  tal  maniera  almeno  Io  spazio  di  an- 
.ni  1&7.  cioè  dal  1577»  al  i6o4« 

XLV.  Quando  fu  divertito  nella  Sanmartina  ,  il  cavo  della  diver- 
sione fu  arginato  dalP  una,  e  dalP  altra  parte  in  lunghezza  di  per- 
tiche 390;  visita  di  Monsignor  Centurione  ii.  Settembre  i6o5. 

XLVI.  Per  sostenere  il  Reno  nella  Sanmartina ,  fu  aggiustato  Par* 
gine  circondario  della  Sanmartina  ,  che  Io  divideva  dai  Cominale  ; 
visita^ di  Monsignor  Corsini  li  i8.  Febbraio  lóaS. 

XLVII.  Quest'argine  della  Sanmartina  si  partiva  dalla  torre  della 
fossa ,  ed  attaccavasi  all'  argine  di   Reno  alla  torre   del  fondo  ;  esser-  / 

vazione  della  stessa  vìsita  a  di  detto  • 

XLVIII.  Da  tale  arginatura  pretendevano  i  signori  Ferraresi ,  che 
fosse  levato  ogni  pericolo  del  danno  temuto  da'  Bolognesi  ^  visita  di 
Monsignor  Centurione  li  io.  Settembre  • 

XLIX,  Ma  secondo  le   predizioni  de'   Bolognesi ,    ivi   notate  ,  alle  ' 

prime  piene  ruppe  gli  argini  del  cavo  nuovo  della  Sanmartina,  som- 
iperse  tutto  il  Geminale,  passò  a  vista  di  Monsignor  Gaetano  nelle 
valli  del  Poggio ,  di  Malalbergo ,  di  Marrara ,  anzi  anche  nelle  valli 
jdi  Marmorta ,  e  con  la  sola  soprabbondante  sommerse  a  vista  di  Mon- 
jignor  Gaetano^  buona  parte  del  territorio  del  Poggio ,  di  Malalbergo 
della  Pegola  ,  del  Te,  della  Ba risella ,  di  Corniolo,  della  Selva,  del- 
la Molinella ,  di  Durazzo ,  di  Medicina  per  alquante  miglia  in  distan- 
.za  della  valle  sino  al  fiume  Sillaro  ,  in  modo  che  si  navigava  sopra 
^li  argini ,  inondò  la  di  Sanmartina ,  è  di  Malalbergo ,  trattenne ,  o 
£^ce  correre  all'  indietro    tatti  i  condotti  l  e  la  navigazione  ^  stessa 


'  ^ 


i 


126 

visita ,  ed  inspetioiie  ocnlare  di  Monsignor  Gaetano  con  Io  parti  da' 
16.  a*  ao*  Genoaìo  i6o6.  * 

L,  Gli  altri  effetti  prodotti  ipoi  neHa  Tallo  di  Marrara  ,  e  Marmor* 
ta,  e  di  Rayenoa  negli  scoli,  e  ne*  finmi,  che  t^  entrano  ne*  paeti 
inferiori  ,  nel  Polesine  di  S.  Giorgio ,  e  nella  naTigazione  »  sono  dM 
atesi  nella  relazione  di  Monsignor  Corsini  • 

LL  £  pure  dalla  Sànmartina  aireva  lo  sfogo  immediato  nel  Po  dS 
Volano ,  e  di  Prìmaro  per  le  bocche  de*  Masi ,  e  del  Leraloro  9  e  per 


ignor  uorsini  m  qaa 
gine  destro  del  Gavo  nnoTO,  pare  che  fosso  attaccato  1*  argino  sini- 
stro air  argine  della  Sànmartina^  e  fuori  di  essa  incamminato  il  Bo- 
no verso  la  terra  di  S.  Martino;  Tedesi  dal  corso  ora  abbandonato 
dalla  rotta  de'  Boschi  • 

LIIL  Ma  per  la  rotta  de*  Boschi  »  fu  staccata  come  sì  Tede  <]aesta 
congiuntura  dell*  argine ,  sicché  di  nuovo  cade  verso  la  Sànmartina  # 

LIV.  Onde  di  presente  il  Peno  dall*  intestatura  corre  per  1*  alveo 
4ella  diversione  sino  ali*  argine  della  Sànmartina ,  ov*  era  già  la  Ter» 
re  del  fondo  »  di  dove  longo  1*  argine  di  Rido  vecchio  corre  promni- 
tosamente  a  Po  rotto  »  ove  appoggiato  ali*  argine  di.  Poatello  ^  quello 
va  secondando  sino  a  Ferrara. 

LV*  Qui  trovando  la  bocca  de*  Masi  da  molti  anni  in  qua  chiusa  ^ 
ed  intestata,  più  non  può  sfogarsi  immediatamente  come  prima  in  Vo* 
lano  •  Onde  proseguendo  per  la  Valle  trovando  anche  intestata  la  bdo» 
ca  di  Levaloro  y  continua  il  viaggio  sensa  entrare  in  Po  sino  a  Gai* 
bana. 

LVI.  A  GaibaoH  attraversato  il  Poatello  da  un*  argine  entra  per  l>oo- 
ca  aperta  nella  parte  superiore  una  porzione  del  Beno»  la  crualo  ri* 
torna  a  Ferrara ,  entrando  dopo  il  giro  di  14.  miglia  in  volano  lA 
tanta  quantità,  quanto  basta  per  la  navigazione.  £  nella  parte  infe* 
riore  a  Gaibana  cade  sotto  1*  argine  per  una  chiavica  »  o  sostegno  in 
Prìmaro  un*  altra  porzione  d*  acqua  sopprabbondante ,  la  rimanento 
raggirando  per  la  valle ,  non  potendo  scaricarsi  immediatamente  per 
lo  Cavo  del  Duca  intestato  aa  uso  della  navigazione  >  entravi  distante 
dodici  miglia  da  Ferrara. 

LVn.  Questa  è  la  prima  bocca  libera  da  impedimenti  ^  e  da  soste» 
pni ,  eh'  abbia  di  presente  iteno  in  Po  di  Prinuro ,  restando  chiose  -o 
impedite  da  un  gran  tempo  in  qua  le  superiori»  col  pretesto  di  vie* 
tare,  che  il  Beno  non  entri  torbido. 

LVIII.  E  pure  non  può  impedirsi ,  che  Reno  per  ojpn  poco  di  piog» 

S*a  non  entri  torbido  m  Volano  ;  si  è  veduto  nella  visita  del  sig.  Gap»' 
naie  Bjorromei  9.  Aprile  x66o* 


LDL  Ed  in  Primaro  tnoon  hanno  tttestato  li  tignori  Ferraresi ,  ohe 
corre  torbido  aino  «otto  Argenta;  lo  stetto  Sa  attestato  nella  visita  di 
Monsignor  Corsini  i6.  Marao  i6a5. 

LX«  Non  bastando  donqae  a  cbiarifioarlo  tutte  le  Tatti  »  nelle  qaa^ 
li  Tiene  oon  obiase»  e  sostegni  a  forca  sostenuto»  è  forzato  a  dilatarsi  • 

LXI.  E  oosi  la  obinsa  delle  bocche  superiori  non  sortisce  il  fine 
preteso  9  e  come  per  se  stesso  è  noto»  cagiona  gra¥issimi  pericoli ,  e 
danni  inestimabili  di  privaaione  di  scolo ,  di  continui  alzamenti  d*  ar» 
^ni»  e  di  frequentissime  rotte  del  Reno. 

LXn.  Da  che  sta  chiusa  la.  bocca  de'  Masi»  che  dava  immediato 
scolo  al  Reno  in  Volano  »  sodo  celebri  molte  rotte  di  Reno  »  due  de' 
Fachenetti  a  ponente  »  una  del  Calino  a  lerante  »  due  del  Battaglia  a 
j»onentè  »  due  della  Pieve  a  legante  •  due  degli  Aniiegati  »  una  a  po« 
nente ,  e  1'  altra  a  levante  »  e  due  de'  Boschi  »  come  anche  due  gra- 
TÌssime  rotte  nelle  valli  di  Gomacchio  per  V  incapacità  dell'  alveo 
angusto  di  Primaro  a  maggior  copia  d'  acqua  del  Reno  unita  a  quella 
degli  altri  fiumi  inferiori  che  riceve  • 

LXIII.  Gli  argini  di  Poatello  »  di  Reno  veochio  >  e  di  Reno  si  sono 
alzati  aléuni  piedi  da  Gaibana»  sino  sopra  Cento. 

LXIV.  Quando  fu  divertito  Reno  nelle  valli»  aveva  più  caduta  nella 
Sanmartìna»  che^el  Po  di  Ferrara  piedi  5.  nella  visita  di  Monsignor 
Centurione  7.  Ottobre  i6o5;  nella  visita  di  Monsignor   Corsini   la* 
Gennaio  i6a5.  questa  caduta  si  era  ridotta  a  sole  oiioe  6.»  dunque  dal 
1605-.  al  i6a5.  scemò  il  declivio  nelle  valli  piedi  4*  ^  mezzo. 

LXV.  La  Sanmartina  in  tale  stato  nel  detto  giorno  avea  di  caduta 
sul  pelo  basso  del  Po  al  ponte  di  Lago  scuro  piedi  9.  10.  o.  In  que«- 
sta  visita  si  è  trovata  essere  cresciuta  sino  a  p.  iS.  6.  8.  per  liveila- 
sSioni  delli  29.  Maggio  1659.  aggiunte  a  quelle  de*  ai.  e  a3.  Ottobre 
i658.  Dunque  dal  i6a5.  sino  tu  i659«  è  alzato  il  pelo  del  Reno  nel-- 
la  Sanmartina  piedi  5.  8.  8. 

LXVL  Sicché  dalla  diversione  del  Reno  in  qua  è  scemata  la  caduta 
del  -Reno  nelle  valli  piedi  i  o.  a.  6^ 

LXVIL  II  fondo  del  Reno  alla  botta  de^  signori  GhisigUeri  di  pre- 
sente ha  caduta  sopra  il  pelo  del  Po  grande  a  Palantone  cadente  dal- 
In  soglia  della  chiavica  Pilastrese  p.  ai.  consta  dal  calcolo  deir  ulti* 
me  livellazioni. 

LXVJdl.  L'  argine  di  Reno  a  detta  botta  »  ha  caduta  sull'  argine  del 
Po  grande  a  Palantone  p.  18. 

LXIX.  E  la  distanza  tra  questi  due  termini  è  miglia  io.  Ferraresi» 
ohe  sono  7.  Bolognesi . 

LXX.  £  nella  parte  superiore  per  nn  miglio»  e  mezzo  »  che  si  ò 
livellato  ;  si  è  trovato  solo  once  io.  di  caduta  per  calcolo  deÙe 
•livellazioni* 


IA& 


LXXI«  Ond'  è  di  gran  lunga  maggiore  la  caduta  ,  òh^  ha  il  Reno  dal 
detto  termine  verso  il  Po  9  che  non  ha  nella  parte  anperiore  • 

LXXIL  II  Keno  fuori  del  tempo  delle  piene,  corre  chiaro;  si  è  o^ 
servato  chiaro  li  a5.  Aprile  1660.  nel  fine  delle  liTcUasioni ,  quando 
poteva  ancor  <{alare  un  piede* 


LE     V  A  L  L  i« 


LXXIIL  11  pelo  delle  valli  contro  la  Città  di  FcVrara  è  sostentito 
alto  sopra  il  pelo  del  Foatello  comunicante  con  Primaro,  e  Volano 
piedi  4.  e  once  9.  per  livellazione  immediata  de*  ap.  Maggio   1659. 

LXXIV.  Anche  a  Caibana  alla  chiavica  Bopafina  vien  sostenuta  la 
valle  sopra  il  pelo  di  Primaro  p.  4*  ^  cuce  9  ed  in  Po  basso  molto  ]>iu; 
livellazione  fatta  nella  visita  deir  Eminentìss.  signor  Cardinal  Borro- 
mei  li  8.  Aprile  1660»  vedasi  al  numero  So.  T  altezza  della  valle  so- 
pra il  Pelo  di  Poatello  nello  stato  ordinario  dell*  uno,  e  delPaltro^ 

LXXV.  Onde  appare  ^  che  le  valli  di  Jdarrara  ,  e  1'  altre  superiori 
dal  Poggio  a  Malalbergo  ad  esse  continuate  ,  e  comunicanti',  non  so- 
no in  veritii  più  valli,  ma  chiuse,  e  sostegni. 

LXXVi.  Il  detto  pelo  delle  valli  contro  Ferrara,  ha  caduta  sopra  il 

f>eIo  ordinario  del  Po  grande  al  ponte  di  lago  scuro  p.  iS«  6.  6.  per 
ivellazione  de'  129.  Maggio  xóSp.  congiunte  ad  altre  de'  ai.  e  a3. 
Ottobre  i658. 

LXXYII.  Il  pelo  delle  valli  a  Malalbergo  sino  dall'anno  i6a5.  nel- 
l'escrescenze, si  alzava  sopra  Pecchie  dell'anello  della  casa  dell'ufi^ 
zio  once  4;  livellazione  di  Monsignor  Corsini  19.  Febbraio  ló^S. 

LXXVIU.  Nello  stesso  luogo  di  Malalbergo,  l'altezza  Bella  valle  nel* 
r escrescenze  cresceva  sopra  il  pelo  di  tal  giorno,  ch'era  bassa  p:  a.  io. 

LXXIX.  E  pure ,  per  essersi  solo  alzata  li  aa.  e  24.  Marzo  di  det- 
to anno  once  ii.  6«  come  percmisnra  de'  a4  >  ^^^^  Monsignor  Cor- 
sini alli  ^a.  inondati  paesi ,  e  trattenuti  tutti  i  condotti  correre  at- 
Fìnsù  la  Zena,  e  finmicello  di  Diolo,  entrandovi  dentro  la  valle  di 
Marrara  ,  con  dabno ,  e  rovina  della  Barìgella ,  Gò  del  fiume  ,  e  Dio* 
lo ,  con  inondazione  di  campagne  alberate ,  e  coltivate  in  qne'  con- 
torni ,  siccome  anche  li  aS.  vide  inondarsi  le  campagne  coltivate  del 
Te  e  della  Pegola,  trattenuta  l'Organa,  e  sommersi  i  paefi  adia- 
centi j  dalla  visita  sotto  gli  stessi  giorni  • 

Le  seguenti  notizie  si  hanno  dalV  ultima  visita  i66i. 

LS2IX  .L  acqua  della  ralle  ò  tottenuta  copra  il  pelo  del  PoAtdle 


■  « 


"9 

p,  6.  3.  osservazione  alla  chiavica  Boiiafina  iz.    Ottcfbre   16619  e  i5. 
Noveinbre  di  detto  anno  p.  6. 

LXXXI.  Nel  cavo  del  Duca  è  sostenuta  '^acqua  con  intestatura 
nella  valle  p.  4*  8*  ^^  il  fondo  del  cavo  sopra  l' intestatura  è  più  al^ 
to  del  fondo  di  sotto  9  ora  asciutto  5  p.  a.  e  tale  intestatura  nelle 
somme  escrescenze  della  valle  è  sormontata  dall'acqua  once  4*  Li  la» 
Ottobre  con  inondasione  di  tutta  la  campagna  sino  al  Po. 

LXXXU.  Il  cavo  del  Duca  tra  la  divisione,  e  T intestatura  ha  tre 
bocche ,  che  spargono  1'  acqua  per  la  valle  ;  a  di  detto  • 

LXXXIIL  Da  molini  di  Marrara  è  sostenuta   l'acqua  p.  4*  8'  ^^^ 
neir  escrescenze  maggiori  si  ^za  anche  di  più  p.  4.  7  ;  i8.   Otto- 
bre j66i. 
W     LXXXIV.  Del  cavo  di  Zanzalino  alla  Fascinata  appena  resta  vesti- 
gio; a  di  detto* 

LXXXV*  L'  acqua  della  valle  nelle  mageiorì  escrescenze  sormonta 
r  argine  circondario  di  essa  alto  sopra  la  valle  asciutta  p.  4>  19* 
detto  • 

LXXXVL  Di  nuovo  verso  la  Zena,  e  Savena  vecchia  1'  acqua  del- 
la valle  sopra  la  campagna  ora  asciutta  s'  alza  nell'  escrescenze  pie- 
di 4.  ove  il  piano  della  campagoa  è  più  alto  dell'  aequa  di  Savena 
vecchia  comunicante  nella  valle  p.  ii.  8  ;  li  io.  Ottobre. 

LXXXVII.  Il  fiume  Savena  nell'ingresso  nella  valle  ha  un  gran 
dosso 9  che  impedisce  il  corso  retto,  e  lo  £1  voltare  sregolatamente  à 
destra  ;  li  &S.  Ottobre. 

LXXXVUI.  L'acqua,  ohe  bonifica  ì  terreni  verso  Malalbergo  de' 
signori  Guastavillani  è  più  alta  del  condotto  Organa  comunicante  con 
la  valle  p.  3.  io;  %6.  detto* 

LXXXIX.  L'argine  verso  il  Poggio  è  solo  alto  piedi  3.  sopra  il 
piano  vallivo ,  e  sopra  il  prativo  di  fuori  piedi  a.  a. ,  e  yiene  anche 
oggi  sommerso  dall  acqua;  3i.  detto. 

KG.  Il  condotto  Galoaratella  veduto  correre  all'  insù  per  la  piena 
del  Reno.,  che  Gònfia  nella  parte  inferiore  della  valle,  essendo  il  pe- 
lo dell'  acqua  interiore  più  alto  del  pelo  della  superiore  once  quat- 
tro ;  a  di  detto  • 

XCL  L'  acqua  bonificante  i  terreni  de'  signori  Campeggi  più  alta 
del  pelo  dell'  Organa  piedi  a». once      ;  lì  a.  Novembre. 

LGIL  L'  acqua  veduta  correre  all'  insù  per  il  canal  vecchio  delle 
parature  ;  3.  Novembre. 

XCIIL  L'  escrescenze  del  Reno  alla  torre  dell'  Uccellino  sì  stendo- 
BO  pertiche  88.  e  mezza  per  sito  latrati vo,  ed  altre  sgS.  per  bo- 
schivo; 9.  dettò. 

XCÉf,,  Al  Bottifrèdo  1'  escrescenza  della  valle   in  tutto  piedi  4.  a* 

XCV.  Essendo  la  valle  nello  stesso  stato  si  idza  di  più  al  Bottiired^ 

'7 


I 


I 

I 


.  i3o 

piedi  ».  8  ;  li  »8,  Norembre:  ed  al  ottone  di  GùbaneUa  piedi  3.  0. 
6  ;  li  a».  Norembre .  r»       *  w. 

XGVI.  L' aoqaa  della  valle  a  MaUlbergo  aranti  ohe  teenisse  U  rot- 
ta  del  Reno  alla  torretu  del  Moszarello  crescerà  «opra  U  pelo  pie- 
•ente  piedi  3.  5.  ora  cretoe  «olo  piedi  i.  4.  «iochò  la  differensa  è  pie- 
di  a.  I }  h  aS.  Norembre .  ^ 

^?S*"l  *  trotta  profondità  neUe  ralli ,  che  arnri  *  piedi  7,  dalli 
Ji.  Ottobre  amo  alli  a.  Dicembre  1661. 


NOTIZIE 

D*  ALCUNI    FATTI    ANTICHI    CAVATI    DA    RELAZIONI  9    E    VISITE 
AUTENTICHE  ,   E  DA*  LIBRI  STAMPATI  IN  QUEI  TEMPI  « 


Circa  a  eorso  di  Bono  in  Po  grande  alla  Stellata. 


Velia  Relauone  del  Cavalier  Paciottì  per  ordine  di  Ifostro  Signore 

li  17.  Ottóbre  1677. 

Oi  vede  manifestameate  »  che  il  Reno  grosso ,  quando  il  Po  è  bas- 
so va  con  più  caduta  in  sa  vewo  la  Stellata ,  che  non  viene  il  Po 
per  I  ordinario  in  giù  verso  Ferrara ,  quando  Reno  ete.  nei  suoi  ter- 
mini, e  per  osservazione  si  è  veduto,  che  alcune  cose  portate  perii 
Keno  hanno  camminato  per  il  Po  di  Venezia ,  e  quivi  si  sono  trovate . 

Dal  discorso  di^  Cesare  Mengoli  ristampato  dalV  AUoUi  V  anno 
1660.  ed  annesso  alla  sua  difesa  al  numero  :»7. 

V^uando  Panaro,  e  Reno  vengono  erossi  col  Po  si  convertono  s 
Ferrara ,  ma  quando  il  Po  di  Lombardia  è  basso ,  od  essi  pieni ,  sì 
convertono  parte  nel  ramo  di  Venezia  • 

Della  stessa  difesa  deW  Jleotti  a  carte  79* 

\/uando  il  Po  n  trova  basso  alla  Stellata  >  e  ohe  Reno  tiene  ^  te 
ne  va  correndo  con  maggior  furia  verso  la  Stellata  ^  che  non  fit  ver- 
io  il  mare ,  perchè  trova  qoi  altrettanto  declifìat  0  stnda  -^-^  *" — 
.ve  ,  e  più 


•  *      n         •!  • 


* 

V     . 


«. 


idi 


È 


CaB€A  hk  UÀGCVOi  ALTEZZA  DSL  90  KSL  «EGOLO  PASSATO . 

Dalla  reUmone  stessa  del  CavalUr  P adotti. 


da  notare  »  ohe  V  altezza  dell' aoqaa  del  Po  di  Venezia*  di  pie« 
di  i5.  oome  si  è  detto ,  ohe  si  trovò  nello  scandaglio  ^  non  è  causa* 
ta  per  essersi  abbassato  il  fondò  di  esso  ,  come  molti  credono  ,  anzi 
si  m  alzato  ;  e  che  ciò  sia  vero  »  il  canal  Nicolino  »  che  qnivi  è ,  che 
per  il  passato  scolava  in  Po  alla  chiavica  del  ponte  di  Lago  scnro 
non  può  scolare  ;  ed  ha  bisognato  y  che  s' incammini  al  mare^,  e  ciò 
è  avvenuto ,  per  essersi  alzato  tanto  il  detto  Po  di  Venezia ,  che 
l' acqne  di  quelle  campagne  non  hanno  più  caduta  in  esse . 

£  perciò  si  è  veduto  dalle  livellazioni  de'  ai.  e  a5.  Ottobre  i658^ 
aver  ora  la  soglia  di  essa  chiavica  più  di  piedi  4*  ^  oaduta  in  Po  ^ 
e  la  campagna  più  d|i  piedi  8. 

Dalla  visita  di  Monsignor  Corsini  della  Cava  li  ih.  Maggio  iS79> 

liei  Po  di  Venezia  al  ponte  di  Lago  scuro  alla  chiavica  del  Ni- 
colino si  misurò  dal  pelo  dell'  acqua  ai  segnp  della  somma  escrescen- 
za del  Po  9  il  qual  segno  era  sotto  la  sommità  di  essa  chiavica  pie-> 
di  II.  6. 

Oggidì  il  segno  delle  somme  escrescenze  è  sotto  la  sommità  di  es- 
sa chiavica  p.  3.  i.  6.  come  dall' informazioni ,  e  livellazioni  de'  &3, 
Ottobre  i658. 

Dalla  difesa  delF  Aleotti  a  carte  79.  parlando  del  Po  * 

l^nando  egli  cresce  dalla  maggior  bassezza  sua  alla  maggiore  altez* 
za  >  si  alza  sino  alla  somma  di  piedi  2,0.  è  mezzo  ^  l' istesso  ripete  a 
carte  86. 

Ponderazione   del  Dottor  Cassini  al  sig*  Card.  Borromei  def  danni 
del  Reno  ossen^ati  nella  visita  di  sua  JSnùneTiza  • 

JjLa  Vostra  Eminenza  nel  corso  dì  questa  sua  visita  veduto  con 
li  occhi  priori  i  danni  cagionati  dalla  dimora  del  Reno  nelle  vai- 
di  gran  lunga  maggiori  della  fama,  e  superiori  ad  ogni  oredeà- 
;  poicfrò  lo  stato  delle  cose»  che  in  tutte  l'altre  visite,  de'  Gom- 
missarj  Apostolici  fu  dichiarato  violento,  e  bisognoso  di  risoluto  ri- 
medio fora  si  è  ridotto  a  tal  tennine,  ohe  non  può  più  lungo  tem^ 
pò  sussistere  • 


I' 


za 


\ 


Già  le  Tallì  tutte  trai  il  Reno ,  e  il  Sàntenio  grandemente  interrite 
dalle  torbide,  quanto  si  aono  alzate  di  fondo,  altrettanto  verso  le  par- 
ti superiori  si  sono  dilatate  in  ampiezxa ,  oconpando  i  paesi  circo- 
stanti già  fertili ,  e  ridueendo  col  trattenimento  degli  scoli  a  sterilità 
i  lontani,  già  ne'  tempi  delle  piene  sormontati  tutti  i  dossi  interpo- 
sti ;  formato  di  cotanti  seni  on  sol  mare  ,  che  appoggiati  nella  parte 
inferiore  al  solo  argine  sinistro  del  Po  di  Prìmaro,  unica  difesa  delle 
valli  di  Gommacchio ,  e  di  gran  parte  del  Polesine  di  S.  Giorgio  (  es- 
sendo il  destro  anche  nello  stato  ordinario  sormontato  dalle  valli  rial* 
zate  )  quello  urta  in  maniera ,  che  non  è  più  bastante  nella  solita 
grossezza  a  sostentare  tanto  carico. 

Ha  perciò  veduto  V.  E.  la  nuova  forma  d'  arginatura  di  lunghezza 
in  queste  parti  straordinaria ,  e  rinforzata  di  nuove  banche  a  spese 
della  Camera  Apostolica ,  che  piaccia  a  Dio  che  sia  bastante ,  cre- 
scendo sempre  più  la  forza  superiore  col  maggiore  rialzamento  delle 
valli  ;  già  manca  da  questo  la  to  la  terra  necessaria  al  riparamento , 
onde  è  necessario  nell'avvenire  pigliarla  di  qua  dal  fiume  nel  terri- 
torio di  Ravenna,  il  che  quanto  sia  svantaggio  per  ripararsi  dal  peri- 
colo imminente  ^  ohe  alla  giornata  può  succedere ,  non  ha  bisogno  di 
esagerazione  • 

Né  sono  infrequenti  i  pericoli,  anzi  nemmeno  i  danni  delle  rotte, 
avendo  V.  E.  veduto  il  sito  di  due ,  succedute  una  nella  Legazione 
del  sig.  Cardinale  Donghi,  l'altra  del  signor  Cardinal  Cybò,  ben  mol- 
to prima  predette  da  Monsignor  Corsini,  benché  di  presente  la  spe- 
sa, che  si  farebbe  di  ripigliar  le  rotte  imminenti  si  prevenga  con 
quella  di  riparare  i  luoghi  deboli. 

^  Ma  nella  parte  superiore  ,  ove  dall'  una  ,  e  dall'  altra  parte  si  man- 
tiene arginato  il  Po  ,  1'  argine  destro ,  che  deve  difendere  la  campa- 
Sna  delr  acqua  del  Po  ,  fa  contrario  effetto,  e  difende  il  Po  dall'  acque 
e'  fiumi  laterali  ,  per  la  nuova  massima  di  non  ammetterle ,  sinché 
non  sieno  chiarificate  nelle  valli,  in  un  alveo;  che  finalmente  dalla 
natura  è  ordinato  a  riceverle  chiare  nelle  piene,  mai  si  ottenne ,  non 
essendo  le  valli  di  tal  capacità ,  che  possano  trattenerle  tanto  ,  che 
depongano  la  torbida  ,  al  che  l' esperienza  mostra  ricercarsi  una 
quiete  di  tempo  non  così  breve. 

Con  questa  massima,  che  come  origine  evidente  di  molti  mali,  do- 
vrebbe meglio  ventilarsi ,  tengonsi  ora  chiuse  tutte  le  bocche  da  Gai- 


la  del  Po ,  con  cui  dovrebbe  equilibrarsi ,  é  necessitata  una  porzione 
del  Reno  a  ritornare  indietro  per  otto  miglia  verso  Ferrara ,  per  vol- 
tare in  Volano  ad  uso  della  navigazione,  ove  giunta  vedesi  soprastata 


ji 


*i33 


altri  piedi  4*  ^  oi\oe  3.  dalP  acqua  della  v^Ie  »  come  dalla  livellato- 
ne fatta  V  anno  passata  contro  la  porta  di  S.  Paolo  »  e  dair  ocofaio 
atesso  è  manifesto  ;  «  pure  per  la  booca  d*^  Masi ,  che  fu  assegnata  - 
allo  sfogo  del  Reno  dalla  Sanmartina  in  PrifAaro  ^  e  Volano ,  che  ael* 
la  visita  del  signor  Cardinal  Gaetano  fa  misurata  la  larghezza  di  per^^ 
tiche  i<8  9  ora  chiusa ,  dovrebbe  anche  in  questo  luogo  V  acqua  delle 
valli  discendere  air  equilibrio  del  Po,  e  non  minacciar  da  tanta  al« 
tezsa  la  città,  e  fortezza  di  Ferrara  col  Polesine  di  S.  Giorgio,  e 
necessitare  ad  alzar  tanto  gli  iirgini  per  1»  non  mai  più  sicura  difesa 
quei  di  Primaro  da  Gaibana  a  Ferrara ,  di  i^oatello  da  Ferrara  a  Po 
rotto,  di  Reno  vecchio  sino  alP intestatura  y  e  per  la  corrispondenza 
l'uno,  e  r altro  argine  di  Reno  a  ponente,  e  levante  sino  ad  otto  . 
miglia  in  circa  sopra  la  terra  di  Cento  nell' altezza  straordinaria  ^  che 
V.  E.  ha  veduta,  non  altronde  cagionata,  che  dal  violento  sostenta- 
mento de1I!acque  nella  Sanmartioa»  ove  mette  capo  il  Reno,  essen- 
do necessario,  che  quanto  t'inalza  il  termine^  altrettanto  si  alzi  la 
linea  della  sua  caduta. 

Eppure  con  tanta  spesa  nelP  arginature ,  che  ogni  giorno  cresce 
maggiore  sino  all'  intollerabile ,  quanti  paesi  già  fertili ,  e  deliziosi 
nou  vengono  difesi,  ma  abbandonati  alla  discrezione  dell'acque? 

Esposto ,  e  desolato  ha  veduta  Vostra  Eminenza  tutto  il  territorio 
Ferrarese  a  destra  del  Reno  dalle  confina  di  Bologna ,  sino  all'  inte- 
statura di  qua  a  destra  di  Reno  vecchio ,  sino  a  Po  rotto ,  e  conti- 
nuando  a  destra  di  Poatello  sino  alla  città  ,  e  più  giù  per  lungo 
tratto,  uo,n  servendo  più  l'arginatura  ad  altro  >  che  a  tener  escluso 
Reno  dagli  alvei  vecchi ,  a'  quali ,  come  se  avesse  senso ,  si  vede 
con  ogni  sforzo  inclinare,  potendo  difficilmente  esser  tenuto  dagli 
argini  interposti ,  a'  quali  già  mancando  in  molti  luoghi  la  terra  da 
riparare ,  è  necessario  portarla  per  ponti  di  là  dal  Po  •  Con  tanti 
aforzi  vengono  mantenuti  a  total  distruzione  della  campagna  quegli^ 
argini ,  che  fui^ono  già  drizzati  a  difenderla,. 

'  Per  l'abbandono  di  questo  destro  lato  del  Reno,  viene  a  restare 
esposto  alle  sue  espansioni  il  lato  bo^'eale  de'  Bolognesi,  sino  a'  con- 
dotti di  Rido ,  e  di  Scorsuro ,  scoli  principali  della  miglior  parte  del 
paese  superiore  ridotti  dagl'interrimenti  dall'ampiezza  non  disdice- 
vole a  fiume ,  ad  angustia  di  fossi  ripieni ,.  e  senza  moto  ,  dall'  infeli- 
eissimo  stato  de'  quali  può  lien  congetturarsi  quanto  inestimabile  sia 
al  danno,  che  per  mancanza  di  scolo  patisce  la  maggior  parte  della  pia« 
)ìura  Bolognese.  E  sebbene  abbiamo  la  facoltà  di  riparare  gli  argini 
da  questa  parte  sul  Ferrarese,  siccome  l'hanno  i  signori  Ferraresi  nella 
parte  opposta  tra  il  Dosso,  e  le  confina  per  lo  spazio  di  6.  o  7.  miglia 
sul  Bolognese,  ove  eglino  di  là^  aliano  a  nostre» spese  monti  d'  argini 
ecoedenti  il  bisogno  >  ed  uso  ordinario  del  Reno  y  da  essi  ci  vien 


•4-* 


iS4  ^ 

cimtrbTetso  Falsar  di  qna  nn^a^ginino  a  difese  di  quelle  ompagne; 
e  flcoli ,  che  non  tanto  dalla  semplice  dimora  del  Reno  nella  valle  » 
quanto   dal   sostentamento  violento   dell'  aoqne  nella  parte   inferiore 
vengono  danneggiati  •  OnÉe  è  »  che  sino  a  tanto  >  che  da  Vostra  Emi- 
nenza ci  venga  opportunamente  proTvedoto»  non  occorrerà,  che  met- 
tiamo mano  air  escavaaione   di  essi  condotti ,  mentre   subito  dair  e- 
spansioni  delle  torbide  del  Reno  di  nuovo  ci  potrebbero  essere  inter- 
riti ,  bencbò  come  Vostra  Eminenza  ha  notato ,  il  ponte  del  Molwaa- 
zo  dal  veder  r  acqua  di  questi  due    condotti  equilibrata    con  quella 
della  valle  pòca  utilità  possa  sperarsi  da  tale  escavasione  ».  sinché  sa- 
rà la  valle  mantenuta  in  questa  altezza ,  e  così  sempre  torna  da  capo 
la  necessità  assoluta  della  total  remozione  del  Reno  :  pure  di  due  ma- 
li 9  a'  quali  sono  soggetti  questi  due  condotti ,  uno  di  non  poter  smal- 
tire le  sue  acque  comuni  a   tutti  gli  altri,  che  sboccano  in   queste 
Talli  ;  r  altro  dal  coutinno  interrimento  cagionato  dall'  espjmsioni  im- 
mediate  delle  torbide ,    è   pur  meglio   medicarne  uno  »  che  lasciarli 
ambedue  incurabili. 

Da  che  Vostra  Eminenza  vidde  l'altro  sostentamento  dell'acque 
della  valle  a  Gaibana ,  e  a  Ferrara,  seppe  congetturare  quanto  fosse 
necessario,  che  nelle  parti  superiori  si  fosse  dilatata  la  valle,  qual 
vastità  di  paesi  privata  di  scolo  in  sito  qusisi  orizzontale»  a  cui  po- 
che once  di  pendenza  per  meglio  corrispondere.  E  quando  intese  tal 
sostegno  esser  necessario  al  mantenimento  della  navigazione,  che  per 
altro  già  sarebbe  asciutta,  congetturò  qual  fosse  l'interrimento  delle 
valli  :  del  tutto  ha  veduto  il  confronto  ovunque  si  è  compiaciuta  di 
portarsi ,  poiché  la  navigazione ,  che  per  isniggire  l' interrimento  la 
terza  volta  è  mutata ,  ed  in  ultimo ,  per  allontanarla  quanto  fosse 
possibile  dalle  torbide  per  un  lunghissimo  giro  condotta  a  circondare 
fa  valle  di  Marrani ,  si  è  veduta  ridotta  a  tale ,  che  quest'  istesso  au« 
no  è  stato  necessario  escavar  le  lame  saggiate  col  Reno  di  poca  pro- 
fondità ,  e  di  fondo  fangoso  in  segno  più  che  probabile  di  molta  dì- 
aposizione  ;  ne'  sommi  si  è  trovata  in  alcun  luogo  tal  profondità  d'  ao> 
qua  ,  che  detratti  i  4«  piedi  deli'  altezza  del  sostegno ,  non  si  ridu- 
cesse o  in  secco ,  o  in  molta  poca  altezza  • 

Similmente  i  trattenimenti  degli  scoli  da  tal  sostentamento  cagio- 
nati si  sono  da  Vostra  Eminenza  josservati  al  Poggio ,  sì  nella  quiete 
dell'  acque ,  come  nelle  campagne  di  Ravenna ,  che  prima  scolando 
felicemente  in  Riolo,  ora  rimangono  conche  arginate  molto  inferiori 
al  pelo  del  Riolo,  e  delle  valli  «  e  da  una  fertilità  celebre  ridotte' 
ad  estrema  sterilità. 

Questo  sostentamento  d'acque  a  Ferrara,  cagione  di  tanti  mali, 
non  si  vede  nella  visita  di  Monsignor  Corsini ,  ove  nella  livellazione 
del  secondo  giorno  »  che  fu  li  9.  di  Gennaio  del  lóaS.  alla  bocca  do' 


i35 

Mail,  il  pelo  della  valle  non  aveva  caduta  sopra  il  pelo  del  Po  ,  an- 
zi nemmeno  sopra  il  fondo  di  Primaro  »  nà  sopra  il  fondo  di  Volano 
Bolo  p.  3.  e  mezzo.  Veda  dunque  Vostra  Eminenza  quanto  sono  ac^ 
cresciuti  i  disordini,  e  quanto  bisogno  abbiamo  di  pronto  rimedio  « 
Noi  per  questo  ci  *8Ìamo  ristretti  ad  una  linea  di  diversione  »  che 
da];ido  esito  reale  all' acque  »  ne  allegerisce  le  valli  >  il  Po  di  Prima- 
ro ,-ted  in  conseguenza  libera  dal  continuo  pericolo  la  città,  e  for- 
tezza di  Ferrara,  il  Polesine  di  &  Giorgio,  e  le  valli  di  Comacohio« 
risana  tutta  la  parte  del  Ferrarese  a  destra  di  Reno ,  e  di  Poatello  , 
e  di  Primaro;  ristora  tutto  il  Bolognese,  e  gran  parte  della  Roma- 
gna per  lo  scolo  più  felice ,  che  acquisteranno  nelle  valli  sceme ,  e  nel 
Po  magro  ;  da  luogo  a  costituire  una  navigazione  perpetua ,  e  di  bre- 
ve* linea ,  allontanandosi  da  dieci  miglia  in  circa  da  Ferrara  verso  po- 
nente porta  lontani  i  pericoli;  intraprende  fra  se,  e  Panaro  poca 
lingua  di  terra,  cbe  per  essére  in  sito  alto,  sarà  facilmente  provve- 
duta di  scolo  ;  passa  per  terreni  in  eran  parte  inculti ,  servesi  in 
gran  parte  d^  argini  ,  e  di  cavi  antichi ,  non  muove  né  Panaro ,  né 
Burano ,  nà  il  condotto  di  Santa  Bianca ,  come  già  &cevano  le  altra 
già  proposte ,  lascia  intatta  la  Sanmartina ,  e  Gasaglia ,  e  tutti  i  loro 
scoli;  né  porta  necessità  di  muovere  altro  condotto,  che  il  canale  di 
Cento,  a  cui  non  mancano  modi  per  provvedere^  di  compensare  ru- 
tile che  porta  dell'acque,  e  della  navigazione.  Ha  esempio  di  sicura 
riuscita  aa  Panaro  ,  di  cai  aveva  molto  più  felice  corsa,  e  molto  mi- 
glior  ingresso  nel  Po,  di  cui,  mentre  questa  diversione  non  sia  per 
portar  maggiori  disordini,  che  certamente  per  V  elezione  della  linea 
saranno  minori,  non  arriveranno  giammai  ad  una  minima  parte  de' 
presenti;  le  quali  cose  confidiamo,  che  dalla  somma  accortezza  di 
.  V  •.  E.  saranno  con  esquisitissima  bilancia  ponderate  • 

m 

Transazione  del  Duca  Alfonso  di  Ferrara  cotti  Bolognesi  per^ 

rimettere  il  Reno  ove  andava  nel  Po  * 

In  christi  nomina  ,  amen  •  Anno  Nativitatis  ejusdem  millesimo 
iguingentesimo  vigesimo  secundo,  Indictione  decima,  die  quinta  Men- 
8ÌS  Oecembrìs ,  tempore  Pontifioatus  Sanctissimi  in  Ghristo  Patria  ,  «t 
D.  N.  D.  Adriani  Divina  Providéntia  Papae  Sexti,  lUustriss.  et  Ex- 
eellentiss.  Dominus  D.  Aìphonsus  Estensis  Dux  Ferrariae ,  Mutinae , 
et  Regii  suo,  et  omnium,  et  quorumcumque  suorum  Subditorum  , 
]^ro  quibus  omnibus  de  rato,  et  rati  habitione  «omnium,  et  singulo- 
rum  contentorùm  in  presenti  Instrumento  solemniter  promisit»  et 
qaod  ilta  observabunt ,  et  eis  non  contravenìent  aliqao.  modo  nomi?' 
nibas  ex  una,  et  Magnificus,  et  Generosos  Eques  D.  Annibal  de 
Stjksuno  Equea  aoratus^  et  Patritioa  |foQomen8is^   nnoa  de  niuMYo 


^ 

k 


i3^ 

Magnificorum  DD.  Qaadraginta  Reformatoram  Statuì  Libertatis 
vitatis  Bononiae  Gonunissarius  ^  et  Syndious^  et  Procurator  Reveren- 
diss.  in  Christo  Patria  ^  et  D.  D.  Vicele^aii  fioooniae  ^  ao  Magnifico- 
rum DD.  Antiaxiorum  ^  et  dictorum  DD.  Quadra^nta  ejasdem  Civita* 
tis^  et  Communis  Ronoiuae^  et  hahens,  jit  ip«e  eixibait^  Ad  infrascri* 
pta  omnia  jolemne^  et  spSiciena  Jui  Syndicalus^  et  Procarae  Mao- 
datum  per  litterfis  patente»  ejasdem  Reverendias.  D.  D.  Vicele|;ati 
subscriptas  ,  etc.  et  reornm  jiominibus  partibua  ex  altera  de^et  su- 
per praedictia  4>mnibua  in  A*  JSyndicatua,  et  Procarae  Instromento 
aupra  fuirrato^  «t  expreaia,  et  illorum  occaaione,  mataiaqae  petido- 
nibua  hijgc  inde  per  ìpaaa  partea   factia  xeapective  ^idelicet^  per  i- 

Eaum  lUuatriaa.  et  Excellentiaa.  D.  Ducem,  ut  .ii07ua  al  vena,  «iva 
ucca^  «t  xuptura  per  dictum  Plamen  Rheni  facta  XoUatar,  et  ìm-. 
plealnr^i  et  per  ìpaoa  Magnificoa  Dominoa  Sononienaea ,  ^et  eorum  no« 
mìnibua  ^  et  per  eumdem  iUuatriaa.  D.  Ducem ,  ^a  #ive  alia  commo- 
dìori  via  liber  adi^ua^  et  decuraua  iigaia  ejuadem  Flaminia  uaque  ad  j 
et  in  Padum  prò  communi  «comodo  ^  et  jutilitate  detur^  «t  ut  inde- 
mnitate  utriuague  Terrilorìi  fionon.  et  Ferrarien*  necnon  Genti  ,  et 
Plebia  omnino  provideatur ,  ac  ejuadem  Illustriaa.  et  Excellentiaa.  D. 
Dncia  ,  et  ipsornm  Magnìficprum  DD«  Booonienaium  pari  voto  reape- 
ctive  «alia  sat  ex  «ansa  praeaentia  contractua  ,  «t  Inatrumenti  ^  ao 
compo8ÌtionÌ8  ,  tranaaotionia ,  «et  concordiae  per  ,  et  inter  ipaaa  par- 
tea  de»  et  auper  praecniaaia  omnibua ,  et  illornm  •occaaione  ,  et  ad 
tollendaa  quaacumque  litea ,  iiltercationea^  et  differentiaa,  quae  super 
inde  oriri  j  ^t  in  judicium  xleduci.potuiaaent^  et  prò  bono  pacis ,  et 
concordiae  j  «et  mutui  rimerìa  9  et  aolitae  benevolentiae  inter  ipaaa  par* 
tea  conaervatìone ,  ac  aliaa  ad  omnem  meliorem  finem  ^  et  eSectum  9 
et  omiii  meliorì  modo ,  jure^  via^  cauaa  ,  et  forma  ^  qnibus  magia  , 
meliua^  ac  validiua  £eri  potuit^  et  poteat«  Sponte  ad  infraaoriptam 
devenernnt  tranaactionem  conoordiam  ,  pcomiaaionea  »  pacta  9  Gapitu- 
la  9  et  eonventionea  bic  materno  «ermoue  de  partium  conaenau  facta , 
et  deacripta9  xit  infra  aequi  tur  "videlicet^ 

Capitoli  9  e  convenzioni  fatte  per  9  et  inter  l' IUuatriaa. .  ed  Eccel- 
leniiab.  aig.  Duca  di  Ferrara  901  aignori  JBolo^neai  circii  il  tirare  9  a 
mantenere  il  £ume  di  Reno  in  Po . 

h  Si  patuiace9  e  conviene,  e  y noie 9  e  eonaente  il  predetto  Illa* 
atriaa.  aignor  Duca  di  Ferrara  9  obe  omnino  il  fiume  di  Reno  abbia  ^ 
e  deì)ba  andare  per  V  alveo  vecchio  ^  dove  era  aolito  andare  avanti 
faceaae. l'alveo  niiovo,  ^eu  rotta 9  ehe  fece  l'anno  paaaato».  ed  entra- 
re nel  fiume  <di  Po  9  nel  luogo  dove  è  la  rótta  di  Madonna  Silvia  ». 
con  li  modi  9  et  ordini  infraacritti  9  cioè  9  che.  avanti  che  ai  aerrì  Ja 
bocca  dell'alveo  nuovo ,  jprima  ai  debba  nettare  9  e  agombrare  la  via 
dell' alteo  vecchio  arenato  ».  ed  ^  quel  tempo  aprirai  il  corao  auoia  Po. 


i57 

IL  Item ,  ohe  li  predetti  signori  Botogaesi  non  possano  »  né  tollerar 
debbano  »  che  io  detto  fiume  di  Reno  entri  altr'  aoc^ua  d' altro  fiame 
correo  te ,  la  qnale  abbia  da  cartoare  V  alreo  dì  Reno  di  pia  acqua  di 
quella,  che  vi  corre  di  presente. 

IH.  Item  »  che  1*  Illnstriss.  sig.  Dilca  »  incontanente  che  li  signori 
Bolognesi  faranno  entrare  in  opera  gli  uomioi  loro  a  lavorare  ,  ed  a* 
prire  la  bocca  di  essi  »  come  .di  sopra  assegnata  in  Po,  per  sua  Signo- 
rìa Illustrìss.  sia  obbligato  di  fare  abbassare,  e  serrare  la  rotta  di 
Reno  solito  a  entrare  in  Po  sopra  air  assignata  rotta ,  e  massime 
quella ,  eh'  è  indirìtto  a  Vigarano  »  e  la  Maioarda ,  che  tutte  son  so- 
pra air  assignata  rotta  ,  sìve  bocca  di  Madonna  Silvia  • 

IV.  Ttrniplìir  li  predetti  signori  Bolognesi  (  oltre  a  quello  hanno 
a  contribuii  gli  uomini  di  Cento  )  tutti  li  oavamenti ,  argini  ,  ster- 
pate,  taglMe,  che  saranno  cosi  in  Bolognese,  come  in  Ferrarese  Io 
abbino  a  far  fare  di  tempo  in  tempo  a  loro  spes^ ,  secondocbè'  biso- 
gneranno per  li  maestramenti  avranno  dèi  detto  fiume,  e  per  con- 
durre e  mantenere  esso  in  Po  dal  detto  alveo  nuovo,  sive  rotta  in* 
ginso  ,  sendo  obbligati  li  signori  Bolognesi  a  fare  una  sterpata  comin* 
eìando  alla  bocca  di  Madonna  5ilvia>  a  traverso  la  valle,  sino  alle 
ghiare  di  Reno»  di  larghezza  di  pertiche  ao.  in  aS.  per  dar  princi- 
pio al. corso  di  detto  ìiume,  e  poi  di  tempo  in  tempo  a  slargare  da 
ogni  lato  detta  sterpata  pertiche  5o  »  e  più  »  secondo  parerà  alli  si- 
gnori Bolognesi.  -- 

V*  Item ,  che  gli  nomini  di  Cento  abbiano  a  conferire  alla  metà 
delle  spese,  ed  in  serrar  la  bocca  deir  alveo  nuovo  ,  sive  rotta,  co- 
me ancora  in  cavar  1'  alveo  vecchio  arenato ,  cioè  quel  cavezze  d'  al- 
veo ,  eh'  è  di  sotto  dalla  rotta  di  quanta  quantità  si  sia ,  e  non  più  » 

VL  Item ,  ohe  il  {ledette  sie*  Duca  sia  obbligato  fare ,  e  così  esso 
promette,  che  lo  farà»  e  curerà  con  ogni  effetto  di  ragione,  et  de  fa- 
cto, e  di  ciasoupa  difficoltà,  ed  impossibilità,  eccezione  rimossa,  cho 
quelli  di  chi  sono  li  terreni  suso  u  suo  territorio,  per  li  quali  ter- 
reni il  Reno  se  ne  condurrà  in  Po»  non  fiiranno  impedimento  alcuno, 
anzi  liberamente  lasceranno  lavorare  »  sterpare ,  tagliare ,  cavare ,  ed 
arginare  a  piacere  ,  e  comodo  de'  signori  Bolognesi ,  e  senza  paga- 
mento 5  gravezsKa ,  ed  impedimento  alcuno ,  per  quella  larghezza ,  é 
modo  gli  sarà  neccessario  per  detto  fiume,  e  più  che  i  detd  padnH 
ni  de'  terreni ,  ed  altre  persone  d'  ogni  altra  condizione  mai  per  tem- 
po alcuno  non  possano  fra  gli  argini  di  detto  fiume,  né  etiam  ia 
quelli  piantare ,  uè  allevare ,  uè  tenero  aii>ori ,  nò  berlede  di  sorte 
alcuna»  né  altro  impedimento  fare»  né  faranno  a)  decorso  di  dette 
fiume,  ed  opera»  e  che  facendoli,  il  predetto  Ulustriss.  sig.  Duca  sia 
obbligato,  e  con  promette  far  levare»  e  portar  iia  tali  impedimenti 

a  sgeso  di  chi  li  tacesse  »  ed  nihilominus  mancando  di  fare  U  signor 

i8         .        - 


/ 


i38 

Daoa  quanto  dì* sopra»  ftia  leolto»  e  postano  ti  signori  Bolognesi  eo» 
rum  propria  auctoritate ,  e  senz^  alcnna  requisiasìone  di  giadice  ,  ov- 
vero uffloiali^  SITO  altri  9  levare  detti  impedimenti  a  dette  spese  » 

VII.  Item ,  che  quando  gK  nomini  di  Cento  e  Piève  quanto  sia 
nel  loro  territorio  respectiTe,  e  li  signpri  Bolognesi  avranno  finiti 
li  sopraddétti  cavamenti ,  ed  argini  a  sustentaziooe  di  detto  fiume  si* 
no. in  Po,  secondo  bisogneranno,  come  di  sopra,  e  quando  avranno 
assegnati  all'  Illnstriss.  sig.  Duca  gli  argini  deiP  Ferrarese ,  ed  em 
argini  del  Ferrarese  riconosciuti  saranno  per  Perici  dell^  una  ,  e  T  al- 
tra parte  eletti ,  ed  in  casa  discordiae  da  es»ere  laudati ,  ed  appro* 
bati  dair  lUustriss.  signor  Duca  ttar  bene ,  aHora  ogni  nomo  -sia  te* 
muto  mantenerli  e  conservarli  reepeotive  in  suso  il  suo  ^^itorio,  ed 
aimilìter  mentre  si  farà  V  opera  ,  in  caso  di  nuovo  rompaa^ró  ,  e  che 
nondimeno  se  quelli,  nel  territorio  de'  quali  detti  argini^mpessero, 
sì  in  Bolognese ,  come  in  quello  di  Cento  ,  o  di  Pieve  ,  in  Ferrarese, 
quando  che  per  assignasionerieefuti  gli  avranno,  come  di  sopra  re- 
quisiti ,  fossero  negligenti  a  ripararli ,  sia  lecito  agli  altri  di  sua  prò-* 
pria  autorità,  e  senza  requisizione  di  giudice,  ovvero  ufficiali^  anda- 
ne, stare,  e  lavorare  net  dette  territorio,  è  detti  argini  rifare^^  e  ripa- 
rare a  suo  piacere ,  senza  pregiudizio  però  della  giurisdizione  deir  n- 
Da,  e  l'altra  parte,  ne  per  questo  possano  essere  impec&ti^,  e£ 
quanto  spenderanno  in  rifare ,  e  riparare  detti  argini ,  tanto  possano 
esigere  da  quelli ,  nel  territorio  de  quali  saranno  detti  argini  ripara- 
ti,  e  rifatti ,  e  li  quali  fossero  stati  obbligati  a  ri&rli  ^  ed  a  riparar- 
li ,  come  di  sopra ,  senca  interesse  alcuno .. 

Vili»  Item,  perchè  ultimate  nel  concludere  H  presenti  patti,  eea* 
piteli  insta  r  Eccellenza  del  stg.  Duca ,  ehe  tutte  le  acque  del  detto 
Hume  -di  Reno  ,  per  una  sei  becca  ,  et  sic  per  detto  alveo  si  farà ,  e 
&on  per  più  entrino  in  Po,  se  d!onviene>  che  li  signori  Bolognesi 
quand€M3amque  requisiti  m  nome  del  predetto  Illustriss.  rigoc^  Daca 
infra  tre  anni  tunc  projcimae  susseguenti ,  debbano^  ed  etiam  non  te* 
qnisiti  possano  interim  ,  e  sempre  ad  ogni  lor  beneplacito  1'  acque 
"iive. ,  e  correnti  del  condotto  y  sive  Scorsuro  ,  chiamato  Rido  ìéi  Bo- 
legnese ,  qual  da  Bolina ,  e  da  sopra  di  essa  disoetidono  dal  detto 
fiume^di  Repo  ,  sive  canale  di  esso  ,  ed  entrano  in  detto  Riole,  d> 
vertire  ,  e  rimuovere  >  e  queUe  condurre  nel  dette  fifHne  di  Reno  di 
sotto  da:  Bologna  per  4*^  miglia,  dove  ad  essi  aignori  Bologneai  pare* 
va.  Il  resto  però  dell'acque  di  detto  Riole  da  lì  in  giù^  per  esso  va- 
dana  inirPoi,  «econda  il  eonsueto-^  Ita  tame»,  ehe  non  gli  ogorrala 
4etto  Rielo  «eqne  vive  del  Bolognese ,  ma  solo  i  condotti ,  e  scolate- 
]d  deir  acquo  piovane,  e  ehe  qpando  i  precetti  signori  Belegnesi, eo« 
•ì> requisiti'^  non^  volessero,  o  non  potessero  nel  'sopraddetto  hiego 
tKV.te  dette  acque  ^el  detto  Riolo  x  ^  quelle  condurrei  la  Reno^  ut^ 

m 

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I 

J 


1^9 

snpra  >  timo  posaano  »  e  debbano  fare  niia  obiavicji  fiella  -tpoiKla  di 
detto  Biolo  di  grandezza  atta  a  torre  la  quantità  dì  dette  acque  aio 
descendente  da  Reno  in  detto  Riolo ,  e  per  quella  essa  quantità  d'ac- 
que trarre  y  condurre  ,  e  derivare  ad  altro  luogo  in  Bolognese,  dove 
parerà  alli  signori  Bolognesi  •  li  resto  però  dell'  acque ,  e  del  Hiolo 
Tadano  in  Po ,  secondo  il  consueto^  et  ut  supra ,  ed  in  caso^  che  in 
£ra  détto  tempo  non  si  divertissero  dette  acq^e,  siccome  è  detto  di 
sopra»  che  sia  lecito  al  signor  Duca,  a  spese  de'  signori  Bolognesi, 
condurre  >  e  far  condurre  il  predetto  Rido  per  il  territorio  Bologne^ 
se  nelle  valli  de'  Bolognesi,  senza  eccezione  alcuna  tanto  per  il  pub* 
blica»  quanto  per  il  privato^  ec.  Die  Lunae  asi«  Decembris  x5aa. 

JBreve  di  P.  Paolo  ìli.  al  JPuca  Ercole  di  Ferrara  f  per  far 
serrare  l^  rptte   del   Rer\Q ,  e  ritornare  il  cono  di 

esso,  in  Pristino  • 

L/ilecte  Fili  Salutem  et0.  Àuditìs  bis ,  quae  dilecf ns  Filius  Panif^  ^ 
pbilius  Astrasoldns  ad  Nos  reversus  super  aggere  Rheni ,  et  Fossa 
Santernis  Fiuviorum  Noj^is  retulit,  visaque  maxima  instantia  Bono- 
nìen.  et  tuo  Oratore  pervocato  huc  doximus  decernen»  Ut  in  prì* 
mìs  omnia  in  pristinum  statum,  sicut  decet  restituantur  ;  Ideiaqas 
Nos  pari  erga  te ,  et  illos  Voluntate  videamus ,  et  deliberemus  quid 
anper  bis  per  Nos  statuti  oporteat.  Quamobrem  nobilitatem  tuam  tam- 
qaam  fidelem>  ac  fidelem  Nobilem  S.  R.  E.  Subditum  hortamur,  ei" 
qae  in  virtute  S.  Obedìentiae  praecipimus»  Ut  cum  attentata  omni 
lare  prohibeantur ,  aggerem  Rheni  ,  qui  dirnptus  est  sìne  dilatione  re- 
poni,  et  ut  prius  munirì  a  tuis  facias,  taliterque  conservari  munitum» 
nt  iterua\  non  dirumpatur ,  sicut  etiam  scis  te  ex  forma .  Instrumenti 
inter  bon.  mem*  Geuitorem  tuum  ,  et  ipsos  Bononiensea  facci ,  ess» 
astrictum;  tnm  etiam, .  nt  fossaui  ^anterni.,  a  te  nobis  iqconsultis  &• 
ctam ,' per  quam  mutato  veteri  alveo  ipsum  Flumen  conabaria  aver* 
tere  9  ita  obstrui  cures ,  sic.  obstructam  manuteneri ,  ot  cursus  Fla« 
minia  solito  alveo  decurrat.  Quod  si  fecerìs,  sicut  debes,  et  Nos  ape» 
ramns,  daturì  postea  sumus  operam,  ut  oognoscas  noa  in  determina* 
tiene  faujus  negotii  acqua  in  te  benevolentia ,  ao  lance  cnm  utrìus* 
que  partis  Domini ,  ac  parentis  simus  ita  processuroa  |  ut  te  aequa 
petentem  non  peniteat  Nobis  obedi visse. 
Datum  Romae  5*  Decembria  MDXLII» 

Relazione^  6  parere  di  D^  Scipio  de  Castrò  a  Papa 

Gregorio  XIII* 

« 

Y  oatra  Santità  fiii  fece  comtuidaM  li  giorni  «ddietto  dall^  iltaatusi. 


i4o 

signor  Gcrdinale  Gaattavinatìi  »  elie  nel  ptróto  »  il  qaale  ti  propontt 
da'  signori  Ferraresi  a*  signori  Bolognesi ,  per  rimediare  alla  naviga- 
zione di  Ferrara  »  ohe  si  perde  »  io   dovessi  (  intese   prima  le   parti 


con  diligenza)  dire  a  Vostra  Beatitudine  il  mio  parere  intorno  a  tra 
particolari ,  de'  quali  il  primo  ò ,  s' io  gtndico  »  che  il  Reno  di  Bolo- 
gna sia  anello ,  one  araù  talmente  il  Po  di  Ferrara ,  che  lo  renda 
malagevole  a  navigarsi  • 

n  secondo  »  a'  è  rinsoSbile  »  e  bnono  il  disegno ,  che  si  propone  da' 
signori  Ferraresi  di  mettere  in  nn'  alveo  qnei  sette  fiumi  »  che  sono  il 
Reno 9  la  Savenu,  ridice» il  Sillaro»  il  Senio,  il  Santemo,  e  la  Saver* 
na,  e  passando  per  le  cinque  valK,  che  sono  parti  dell'antica  Pada» 
sa  9  mandarla  a  sboccare  nel  mare  Adriatico. 

Il  terso ,  se  può  essere  utile  »  o  dannoso  al  contado  di  Bologna  il 
partito,  che  si  propone  da'  medesimi  signori  per  un  interim,  fioche 
si  conduca  a  fine  l'alveo  predetto,  eh' è  di  volgere  il  Reno  nelle 
valli ,  che  stagnano  sotto  Ferrara ,  e  tirandolo  per  lo  spazio  di  molte 

Fertìche  per  luoghi  pertinenti  al  detto  contado ,  dargli  1'  esito  nel 
o  sotto  Argenta  • 

Ora  per  ubbidire  al  comandamento  di  Vostra  Beatitudine,  vengo  a 
dirle ,  che  ascoltate  molto  accuratamente  ,  ed  in  contraditorio  le  par- 
tì,  e  ben  considerate  tutte  le  scritture  prodotte  da'  signori  Ferrare- 
ei ,  per  provare  1'  intensione  loro  »  mi  .  sono  risoluto  nel  modo  se* 
guente . 

Quanto  al  primo  particolare ,  io  son  di  parere ,  che  il  Reno  né  ab- 
bia arenato.,  ne  possa  arenare  il  Po  di  Ferrara  in  guisa,  che  impe- 
disca la  sua  navigasione.  E  questa  opinione  mi  nasce  da  tre  cause  » 
dall'  esperienza ,  dalla  ragione  ,  e  dalle  prove  istesse  con  le  quali  vo- 
gliono mostrare  il  contrario  li  signori  Ferraresi  nelle  scritture  pre- 
tentate. 

Quanto  al  primo  capo  di  questa  prova  dico,  che  quell'esperienza 
tmiversale  delP acque  correnti,  ch'ha  fatta  fin  d'oggi  l'età  del  mon- 
do ,  ci  mostra  chiaramente ,  eh'  è  fiilsa  opinione  il  credere  ,  che  il 
Reno  areni  il  Po,  parlando  però  sempre  di  quell'arenamento,  che 
può  impedire  l'alveo,  e  far  che  non  sia  navigabile,  essendo  cosa 
contraria  alla  sopraddetta  esperienza  l'afiermare,  che  fiuìne  areni 
fiume  in  questa  forma ,  da  che  non  ai  trova  menzione  d'  un  acciden- 
te simile ,  per  la  memoria  di  tutti  i  secoli  passati ,  né  tra  gli  Auto^ 
tori  Greci ,  nò  tra  i  Latini  •  Né  si  può  dire ,  che  la  materia  de'  fiu- 
mi sia  trascurata  dagli  Scrittori  ,  poiché  tanto  particolarmente  viene 
trattata  cosi  dagl'  Istorici ,  come  anche  da'  Filosofi  •  Ma  accioohé  ai 
parli  con  qual^e  ordine  di  questo  soggetto  :  dico ,  che  i  fiumi ,  se- 
oondo  la  divisione  universale ,  sono  di  due  modi ,  o  tributar] ,  o  Rea« 
•li  •   Tributar]  sono  ehiamati  i  fiumi  ignobili  ,  e  minori ,  che  ed 


'4» 

tnbato  dèiraeqne  loro  sono  nooTiid  da'  fiami  Reali  T^  gnnàì  :  Reali 
SODO  detti  quelli I  che  a  beneficio»  ed  oraamento  del  mondo  sono 
dalla'  oatnra  depmati  non  solo  per  la  fertilità  y  per  V  amenità ,  e  per 
li  tanti  comodi  della  navigazione  »  ma  tono  anche  a  gnisa  di  conche , 
e  recipienti  comuni ,  non  solo  a'  fiumi  ignobili ,  e  minori ,  ma  a'  ri- 
▼i»  a'  torrenti»  a'  laghi  »  e  ad  ogni  altra  specie  d'acque  atte  a  cor* 
rem* 

E  perchè  tntd  li  fiumi  ».  sebben  tr%  lora  diflbriscona  molta  gli  ac- 
cidenti ,  convengono  nondìmena  sempre  nella  sostanza ,,  ed  in  certe 
.  proprietà  essenziali  ;  hanno  per  questa  fra  lora  tanta  analogia ,  che 
non  è  mai  avTcnuto ,  né  pua  nataratmente  avvenire ,  che  fiume  are- 
ni fiume.  E  se  questa  arenamenia  non  si  e  Tcduta  giammai  ne'  fin* 
nu  tributari  »  molto  mena  potrà  vedersi  ne**  Resli ,.  che  sona  rap;ione- 
Tolmente  chiamati  instmmentl  necessari  della  natura  per  la  vita ,  e 
aostegno  degli  animali  »  e  deputati  ancara  (.come  si  à  detto  \  per  ac- 
quedotti comuni  atti  a  dar  1*  esito  a  queir  acque»  le  quali  ner  altro 
sarebbero  pestifere  »  e  causa  di  mille  danni  agli  abitatori  delia  terra  • 

Ora  uno  di  questi  necessarj  instrumenti ,  e  grandi  acquedotti  è  il 
Po  nelP  ombelico  dell'  italia»  il  quale  non  per  aUro  fa  da^  Greci  chia- 
mato Re  de'  fiumi»  se  non  perchè/ nello  spazio  di  poco  più»  che  di 
trecento  ottanta  midia  riceve  il  tributo  di  cento  altri  fiumi,  che 
Tcneono  a  sboccare  in  esso  »  li  quali  sebbene  sona  in  tutti  (  da  sei 
in  ruorì  )  torbidi»  e  carichi  di  molta,  materia»  non  si  è  pere  veduto 
dalla  prima  ora  »  che  la  natura  destine  il  lora  corso  fino  al  di  d'  og- 
gi» ch'abbino  avuta  forza  d'atterare  uè.  il  gran  tronco  del  Po»  né 
alcuno  de'  su<h  rami  »  perchè  se  ciò  potesse  avvenire  »  molti  secoli  pri- 
ma i  più  grandi  »  e  più  famosi  fiumi  »  che  bagnano  il  globo  della  ter* 
ra  avrebbono  mutato  il  sito  »  e  corso  »  e  nome  •  Chi  ha  mediocre 
cognizioni  della  Cosmografia  pub  considerare  quanto  è  grande  il  no-' 
mero  de'  fiumi  Reali  »  che  sono  vasi  %  e  recipienti  d'  altri  innumera* 
bili  fiumi  torbidi»  e  limosi  »  com'è  nell'  Asia  il  Gange  »  ohe  ne  rac- 
coglie ottantacinque;  l'Indo»*che  ne  abbraccna  .  cento  »  e  sei;  l'Eu- 
frate sessantotto;  il  Tigre  novantatre;  il  Fasis  cinquantadue;  in  Eu« 
topa  il  Tevere  ne  riceve  quaranta  »  secondo  Plinio  ;  il  Danubio  ses- 
•anta  ;  la  Volga  cento  »  e  diciotto  •  Oltre  di  questi  quanti  ne  abbrac- 
cia in  Ispagna  »  T  Ebro  »  il  Tago»  il  DouroP  Quanti  in  Germania  <  il 
Reno?  In  Francia  il  Rodano?  e  pur  si  vede»  che  non  solo  questi» 
che  si  son  detti  »  ma  infiniti  altri  (  che  per  brevità  si  lasciano  )  si  con* 
servano  perpetui  non  meno  ne'  rami  »  che  negli  alvei  capitali ,  i  qua- 
li  rami  latti  »  o  dalla  natura  (  com'  è  la  ma^or  parte  di  quelli  del 
Canee  )  o  dall'  arte  p  come  sonò  li  sei  del  fTilo  »  o  dagli  accidenti  » 
com  è  la  maggior  parte  di  questi  del  Po»  nou  mutano  stato  natural- 
ménte giammai  9  mentre  nelle  linee  ddle  divisioni  si  mantengono 


t4^ 

• 

proporzionati  glir  eqnilibr}  delle  pendexise ,  siccome  6i  Tsde  ne^  ciik» 
que  rami  d^l  Gange ^  ne'  aetle  d^eirindo»  del  Nilo»  dd  Danubio ^  e 
&e'  sei  del  Boristena,  la  qual  proporzione  non  ai  è  già  conservata  ia 
quella  diversione,  che  fa  il  Po  aopra  di  Figarolo»  dove  Tequalità 
della  pendenza  ai  è  talni^te  disordinata  ^  che  di  là  si  vede  chiarìssi- 
lìiamente  nascere  quel  danno ^  del  quale  si  ragiona,  e  di  fìi  s^rzata- 
mente  bisognerà,  che  venga  quél  rimedio,  che  si  desidera.  Il  tene- 
re bene  ordinate  le  proporzioni  delle  pendenze,  importa  tanto  alla 
perpetuità  de'  rami ,  che  se  il  Po  si  dividesse  in  due ,  ed  'm  tre  aV- 
vei  nella  medesima  lìnea  sopra  Figarolo,  dove  si  parte  in  due*  ed 
in  que'  rami  entrassero  molti  Beni^  sarebbero  tutti  perpetui,  e  si- 
curi di  arenamento,  mentre  non  variassero,  come  sic  detto,  le  pro-^ 
porzioni  delle  pendenze  ;  e  che  succedesse  appunto ,  come  io  dico  % 
ce  lo  mostra  coiaro  il  partimento  del  Gange,  il  cui  £ran  corpo  sap* 
piamo ,  ohe  dpve  ha  larghezza  di  venti  miglia  fu  da  Giro  diviso  ^ 
come  dice  Eutropio ,  in  quattrocento  sessanta  rami ,  molti  de'  quali 
ricevevano  bu0,n  numero  de'  fiumi  torbidi,  e  limosi,  né  giammai  sa 
ne  arenò  pur  uno ,  se  non  quando  si  cominciò  a  disordinare  P  equi^t 
lìbrio  de'  lord  declivj ,  segno ,  e  prova  evidentissima ,  che  mai  fium» 
arenò  fiume:  ma  qual  più  viyo  esempio  si  può  addurre  per  prova  di 
quanto  si  dice,  che  quello  dell' istesso  Reno ,  di  cui  si  tratta,  pelu- 
che non  dal  ai.  in  qua ,  come  altri  pensa ,  ma  dall'  origine  del  mon- 
do sino  ad  oggi ,  quando  il  Reno  è  venuto  grosso ,  è  ito  sempre  a 
sboccare  nel  ÌPo ,  non  tollerando  l'ordine  della  natura,  che.  potesse 
fare  altro  viaggio,  che  quello,  d'ondo  Io  guida  il  suo  declivio,  e 
ve/so  quel  vaso,  che  gli  fu  destinato,  come  suo  recipiente  ,  inovi* 
mento  naturale  a  tutte  l'acque  correnti,  le  quali,  se  ben  talora 
danno  qualche  rotta  fuori  del  corso  ^  siccome  anche  ha  fatto  il  Renò 
talvolta,  nondimeno,  o  ci  rimedia  subito  l'industria  degli  uomini  « 
o  la  patura  si  regola  da  se  stessa^  ma  né  quelli,  nò  questa  possono 
far  altro ,  che  seguir  la  linea  del  declivio ,  ed  inviarsi  verso  il  vaso 
destinatogli  dalla  proporzione  #  eh'  ha  il  sito  della  terra ,  uè  altro 
vaso  ebbe  giammai  il  Reno  #  che  l' alveo  del  Pò  siccome  dicono  tutti 
i  Codmograiì,  ne  per  altra  parte  fu  ,  né  poteva  essere  la  sua  caduta  ^ 
irazi  tanto  più  certamente  andava  il  Reno  ad  imboccare  nel  fiume 
sopraddetto  ne'  sècoli  passati ,  quanto  più  comodamente  se  gli  face- 
va incontro  l'alveo  del  Po,  il  quale  tu  sempre  sino  all'anno  della 
postra  salute  settecento ,  e  novcf  quattro  miglia  più  verso  Ostro  di 
quellp,  che  é  ocgi,  e  correva  alla  torre  dell' Ucellino ,  siccome  nar- 
ra 1' Autore,  dell  istorie  Ferraresi  nel  terzo  libro. 

Ma  perchè  si  rispoinde ,  che  sebbene  il  Reno  è  ito  sempre  ad  im* 
beccare  nel  Po ,  non  vi  é  però  andat4>  giammai  ristretto  in  alveo  psf* 
.ticblare  nel  modo,  che  va  oggi,'  se  non  dal  a  a.  in  qua,  e  non  ayendo 


i4S 

prima   letto  proprio,  si  spareeya  per  la  campagna >  e  stagnando  io 
molti.  InogM  non  t^orreva  nel  ro  se  non  lambìcato ,'  e   chiaro,  p^r  la 
matèria  depòsta.  Io  dico,   che    questa   non  è  risposta  da  uomo,   che 
intenda  la  natura  d^etr acque;  Ta  quale  è  di   córrere   sèmpre  verta  ti 
suo  fin«  ,  seguendola  linea,  che  le  va  disegnando    il    suo   decKTio,^ 
propot?^onandòsi  t'alreo,  profondandosi  il  letto,  e  stabilendosi  il  ripa* 
ro   delle   sponde,  pritic^palmente   quando  la   pendenza   è  si  grande > 
quanta  dicotfo  i  signori  Ferraresi  esser  quella  del  Reno  verso  il  Po  > 
n  qual  Reno  se  dà^  Éiedesimi  sigtiori  Perra^esi  in  una  delle  loro  scrìttu- 
te  sì  prèsupone ,  che  posto  a  benefizio  di'  natura  nelle  valli  fra  pochi 
anni  aebba  da  se  proporzionarsi  ti  vaso,  e  formarsi  le  sponde  in  gui« 
sa,  ch'abbia  a  correre  si  ben  fren^o ,  che  non  possa  andar  vagando, 
e  stagnando  per  ìk  larghezza  delle  vaiti ,  in  che  modo  vogliono  K'  me* 
desimi  signori,  ehé  T istesso  Réne   sta  stato  impotente  a   fare  il  me» 
deaimo  effetto  per  ìì  corso  di   tantt   secolr,    che  passarono  dalla  sua 
prima  orìgine  nno  al  2^2»  Non  è  dunque  risposta ,   ma   inconveniente^ 
Ben  grande  ,  qt>el  che  si  risponde  :  A  colui ,    che  per  evi  tara   questa 
incon veniente ,  mi  disse  ,  che  il  Reofo  non  correva  nel  Po  anticamen* 
te  ,  ma,  n^Ha  Padusa,  noo  accade,  che  io  faccia  risposta  ,  perchè  Aì^ 
mostra  di  non  aver  mai  Ietto  pur  nno  de'  Cosmografi  ,   ne  di  sapere 
ciò,  bhe  fosse  Pàdnsa,  ne  quando  si  formò,   né    fra    quaK  termini  si 
éhiadeva  ,  né  qhal  proporzione  potesse  avere   col  corso^  naturale  del 
Beno.  Resta    dunque    chiaramente   concluse  ,   per  quello  che  ci  mo^ 
atra  T  esperienza  ,  eh'  ^  f^^^  opinione  it  credere  ,  che  il  Reno*  arex^^ 
il  Po;  essendo  ^HsVy  raffermare,  che  fiume  areni  fiume. 

Quel  che  òr  '  niòitra  P  esperienza  ,  viene  anche  insegnato  daUa  ra-»* 
gione  ,  là  '  quale  si  raccc^gHe    a    queste    modo  t    ogni    fiume    ha   tre 

{>arti  tanto  esenajàli ,  che   senza  quelle   non   può  chiamarsi  fiume  ^ 
e  quali  sono»  aliezzn'  di  corpo ,.  proporzione  di  declivio ,  e  velocità 
ài  inota.  !    '        '     '    *  ^ 

L'  altezza  del  bnor  corpH^^  &  ttecestana  air  acqua  per  superare  F  ìni^ 
^dimeàto,  e  la  voragiiie,  ohe  eansa  P  aridità  delk  terra;  la  propor*» 
ziene  del  declivie  bisogna  perrincere  il  contrasto  ,  che  le  fa  H'  con<-^ 
Vesso  deHa  medesin^a  tèrra  ,  la  qnale  essenéò  di  figura  sfèrica,  e  gì» 
rande  là  sua  circonferenza  dugentb  cinquantadiie  mila  stadi ,  secondo 
Eratostene ,  fa  per  la  ragione  ^omretrìca  ,  che  ogni  Hnea  retta  tirata 
Bella  superficie  dSf  qudla  per  la  lunghézza  di  mille  passi ,  venga  ne- 
eessariamente  ad-  alzarsi  die^i  dita  *  Dà  cotale  altezza  si  causa ,  che  ogni 
acqua  per  fi^sS  òortente  bisógna,  oh'  abbia  dal  principio,  d'  onde^  si 
jipta^  sino  aB^ ùltimo  teitniae'd!  mille  passi  almèbeirn  piede  inte- 
ra ^  iefAftìé  ,'^àhrimenti  testa'  immobUe  ,  per  la  forza ,  che  le  fa  ti 
natura  della  oircenfereaza  prt^dietta..  '    • 

'La  téIaiQÌt&dbrm'ot;4  segue  nfebeasariameste data  F altezza  del  corpo ^ 


144 

e  la  proporzioDe  del  declivio  ^  la  qual  projparuone  apre  il  eammilio 
alla  masMi  fluviale  »  «  fia've . 

E  ai  dice  declivio  propocsioDato  y  perchè  ae  pasiaate  la  peodensa 
di  sei  piedi  aarebbe  per  la  gran  rapidità  nocivo  m  aiiilte  cose ,  e  prin* 
cìjpalineiiie  alla  na vipisione  «  Or  queata  -velocità  di  moto  per  T  alveo 
spedito ,  e  per  declivio  proporzionato  non  pub  mai  eaiere  gianoaDai  r>> 
tardata ,  ae  non  per  grande  impedimento  >  xiht  le  deaae  tfaaldie  groa* 
$o  corpo  ài  terra ,  il  qoale  ai  meacclasse  €on  V  acqne  »  aìcoome  dico 
Ariatotile  ,  t^be  soleva  avvenire  al  finme  Bosforo  »  ner  la  moka  ijnan- 
tità  di  limo»  eh' eruttava  dal  ano  fonte;  dimodoché  per  eonoacere  la 
quantità  della  terra^  che  porta  aeeo  nn*  acqua  corrente  ,  e  la  pro- 
porzione ,  che  possa  tenere  la  terra  portata  con  qoel  corpo  d^  mcqna» 
che  la  porta  ,  bisogna  oonstderare  la  qualità  del  moto  »  che  fa  quel- 
V  acqua  nel  suo  letto ,  e  ae  il  moto  risponde  al  declìvio,  aìccome  accade 
aempre  in  tutti  i  fiumi,  di  necessità  ai  ha  da  ooncludere,  che  la 
terra ,  la  quale  va  mista  con  quelli  ^  aia  una  parte  minimissima  >  ed 
inconsiderabile  ,  rispetto  alla  cran  massa  delP  acque  loro ,  e  che  per- 
ciò è  COSA  del  ^  tutto  impossibile ,  che  fiume  atterri  fiume ,  per  molto 
grande  ^  che  apparÌMe  la  quantità  del  limo  portato  ,  siccome  avviene 
al  ìiììo ,  dal  quale  se  ne  conduce  sempre  ai  gran  parie  ,  cW  ha  dato 
il  nome  al  fiume  ,  perciocché  il  Kilo  altro  non  significa ,  che  limo . 

Ora ,  che  il  Reno  abbia  il  ano  corso  naturale  proporzionsto  al  suo 
declivio,  senza  che  il  Reno  portato  da  quello  possa  impedirlo  ^  è  co» 
sa  manifestissima  al  aenso ,  ed  anche  molto  bene  osservata  da'  aign<HÌ 
Ferraresi ,  i  tiuali  in  una  acrìttura  presentata  da  .loro  >  vanno  cooidu* 
deodo,  che  il  Reno  nella  aua  escrescenza  (  eh*  è  appunto  quando  porta 
maggior  quantità  di  limo  )  si  muove  con  tanta  velocità >  che  fa  quat- 
tro miglia  per  ora ,  cosa  che  non  potrebbe  avvenire  a  conto  ninno  , 
se  il  limo,  che  porta  aeco»  avesse  pur  un  ombra  di  proporzione  col 


gran  massa  celi  acqua 
con  la  poca  quantità  di  limo,  che  porta» 
Questo  medesimo  ai  conclude  ^  considerando  tutti  gli  stati  ^  ne' 

Suali  possa  trovarsi  il  Po,  quando  gli  sopragffiuogono  le  piene  del 
eno,  perchè  quando  il  Reno  viene  potente ^  bisogna,  che  necessa^ 
riamente  trovi  il  Po  in  nno  de^  tre  auti ,  o  grosso  ^  e  mediocre ,  o 
basso. 

Se  il  Reno  trova  il  Po  grosso,  non  solo  non  pn6  temersi  di  aif^è» 

namento  9  ma  sappiamo ,  che  fiitto  maggiore  per  la  ginnta  del  Reno  » 

anderà  gagliardamente  arando,  e  nrofonudandosi  il  letto  con  la  gravi* 

tà  del  peso ,  e  con  la  velocità  del  moto  « 

Se  al  Reno  trova  al  Po  mediooret  né.  anche  per  questo  avrà  fona 


i45 

di  arenario  t  percbè  il  Po  anmentato  sabito  dair  acque  del  Reno  si  fa* 
rà  gagliardo 9  che  potrà  sostenere  io  ìspalla  quella  salma  limosa  »  che 
gii  poi*ta  il  Reno ,  e  condurla  fino  al  mare  9  senza  deporla  mai  ;  lo 
forze  9  eh*  avrà  il  Po  «  quando  sarà  mediocre ,  si  possono  calcolare 
dall*  ìstesse  scritture  presentate  da'  signori  Ferraresi ,  da'  quali  si  afr 
ferma  in  una  di  quelle,  che  il  Po  era  solito,,  innanzi  questo  arena* 
mento,  avere  nella  mediocrità  sua  da  diciotto  in  venti  piedi  d'acqua* 
Di  modo  eh'  oggi  considerato  il  danno  dell'  arenamento  assai  maggiore 
di  quello ,  eh'  è  in  effetto ,  bisogna  confessare  9  che  il  Po  abbia  nova 
piedi  d'acqua  almeno  quando  sarà  mediocre  «  In  un'altra  scrittura  di- 
cono i  medesimi  signori  Ferraresi,  che  il  Reno  nelle  sue  escr.esceoze 
ha  sedici  piedi  d' acqua ,  li  quali  entrati  nell'  alveo  del  Po ,.  eh'  è  al 
doppio  maggiore  di  quello  del  Reno,  si  potria  calcolare',  che  xliven* 
tasserò  otto,  ma  io  non  voglio  presupporli  più  di  cinque,  li  quali 
aggiunti  alli  nove  del  Po,  vengono  a  fare  una  masfsa  d'acqua,  di 
quattordici  piedi  d'altezza,  e  di  quaranta    pertiche,  in  circa  di    Uiw 

§hezza;  il  qual  corpo  senza  dubbio  sarà  bastante  non  solo  ad  imper 
ire  il  sedimento  della  materia:  con  l'impeto  del  moto,  ma  ad  aprire 
aùche ,  ed  a  profondare  il  suo  alveo  •  Dunque  né  anche  nello  stato 
della  mediocrità  del  Po  sarà  potente  il  Reno  ad  arenarlo  • 

Se  il  Reno  trova  il  Po  basso  non  sarà  mai  di  tanta  bassezza ,  che 
non  abbia  tre  palmi  d'  acqua  almeno ,  alli  quali  aggiunti  li  oinque 
del  Reno  faranno  un  corpo  d'  acqua  largo  da  quaranta  pertiche  9  ed 
alto  palmi  nove  • 

Dico ,  che  una  massa  d'  acque  della  larghezza  9  ed  altezza  predette  , 
la  quale  premendo  il  suo  letto  corra  per  il  suo  declivio,  non  con- 
sentirà già  mai,. né  potrà  naturalmente  consentirei  che  il  suo  limo 
faccia  sedimento ,  mentre  dura  la  medesima  causa ,  che  lo  solleva  » 
non  tollerando  la  natura  due  contrf^ri  in  un  soletto,  come  sono,  stato  ^ 
e  moto  in  nn  tempo  medesimo  :  ne  importa  ,  .che  si  veda  talvolta , 
che  dalla  materia  portata  nella  saperficie  dell'  acque  ne  vada  il  fiu- 
me lasciando  qualche  particella  per  quelle  sponde ,  che  l:ambisce  la 
parte  estrema  della  medesima  superficie  •  Conciossiacosaché  9  questo 
non  avviene  se  non  per  quelle  parti  dell'alveo,  che  fanno  banco,  e 
nel  tempo  che  1'  acque  calano  9  la  massa  tutta  del  suo  limo  solleva- 
ta  dal  fondo  per  V  impeto  del  moto  vien  portata  sempre  nella  superr 
ficie  del  fiume,  né  là  depone  già  mai 9  se  non  ^quando  giunge  al  suo 
fine,  dove  anche  termina  il  moto»  Non  potrà  dunque  il  Reno  «né 
anche  quando  trova  il  Po  basso  atterrarlo  per  le  ragioni  jMredette  • 

Ma  per  maggior  chiarézza  del  vero  io  voglio  presnporre  ifuel  ohe 
]U>ii  è  forse  mai  avvenuto  9  cioè  9  che  il.  Reno  giunga  talora  con  la 
Bvm,  piena  in  tempo  9  che  trova  il  Po  con  tre  sole  dita  d'  accpia  9  on« 
de  sia  sforzato  a  deporre  subito  la  sua  materia.  Dico  9  ehe  nò  anchtf 

'9 


i46 

in  tal  caso  può  il  Reno  arenare  il  Po ,  perobè  quando  ei5  arrenia- 
se ,  certa  cosa  è ,  che  il  Reno  non  lascierebbe  altro  »  che  la  sua  tar« 
bida ,  la  quale  tenuta  umida  da  quella  poca  quantità  d*  acque  pre-» 
detta  j  sarebbe  subito  spinta  ferso  il  mare  dalla  prima  piena  medio- 
cre ,  che  sopraggi  ungesse  al  Po  ;  e  noi  sappiamo  j  che  arenamento 
non  vuol  dire  torbida ,  ma  sodezza  tale  di  terreno ,  che  resìsta  aU 
r  arare  dell*  acqua ,  e  non  lasci  cavar  alveo  dalle  piene  •  Il  che  non 
può  avvenire  se  non  per  un  totale  mancamento  d^  acqua  »  durato  per 
tanto  tebìpo ,  quanto  basti  al  Sole ,  per  far  simile  effetto ,  cosa  non 
accaduta  giammai  al  Po  di  Ferrara  uno  al  di  nostri,  né  possibile  ad  ao- 
f  cadere ,  se  non  quando  il  Po  di  Venezia  avrà  finito  di  vincere ,  e  dì- 

[  aordinare  affatto  l'equilibrio  delle  pendenze,   ch^ avevano   questi  dna 

rami  sopra  la  punta  di  Figarolo ,  tirando  a  se  tutto  il  corpo  dell'  ao-* 
qua  con  la  forza  del  declivio  • 

E  dunque  manifesto,  sì  per  quello ,  che  ci  mostra  Y  esperienza  ^ 
come  per  quello  ,  che  e^  insegna  la  ragione ,  eh'  è  falsa  opinione  il 
credere,  che  il  Reno  areni  il  Po»  già  eh' e  £dsa  il  dire,  che  fiume 
areni  fiume» 

Ma  perchè.  Beatissimo  Padre,  non  solo  io  dico,  ch^è  vero  Pare^ 
namento  del  Po  di  Ferrara,  mA  sono  anche  di  parere,  che  non  vi 
si  dando  rimedio  conveniente  ,  debba  farsi  molto  maggiore  fra  lo  spa^ 
aio  di  pochi  anni ,  con  grave  danno  di  quella  città ,  ob'  è  uno  dellr 
BMggìori  ornamenti  d'Italia;  voglio  per  questo  mostrare  quali  sia  \m 
Tcra  causa  di  cotal  arenamento,  si  perche  Vostra  Santità  lo  desidera 
per  il  beneficio  de)  suo  fèudo,  sì  anche  per  abolire  quell'opinione 
popolare  del  danno  apportato  dal  Reno  tanto  lontana  da  ogni  ter-^ 
mine  di  ragione ,  e  sommamente  dannosa  per  la  navigazione  di  Fer- 
vara ,  quandy  trovasse  credenza  •  Dico  dunque ,  che  i  rami  de'  fiunù 
sona  di  tre  mo«li,  naturali,  come  quelli  del  Danubio,  arti^ciali ,  oo» 
ine  li  sei  del  Nilo  ;  accidentali  come  aleoni  del  Po  » 
'  Li  naturali  sono  fatti  da  quel  maestro^,  che  mai  non  erra,  nao- 
strano  gran  prowidenaa  della  natura  a  benefizio  del  mondo ,  e  quan- 
to a  se  sfmo  perpetui  » 

Gli  artificiali  seno  per  opere  di  grandi,  e  prndenttssimi  artefici 
regolate  dall'  imitazione  che  si  piglia  dal  procedere  della  natura  ^  e 
durano  quanto  a  se  perpetuamente  anch'  essi . 

Gli  accidentali ,  come  efièiti  di  cause   vielenti ,  e  disordinate  vexh- 

{[Oao  sempre  accompagnati  da  qualche  dannoso  inconveniente ,  il  qaap 
e  ,  se  non  così  presto  ,  almeno  col  tempo  si  va  scoprendo.  Ora  u» 
se  de'  più  dannosi  inconvenienti ,  che  sogliono  portar  seco  i  rami 
accidentali  ,  e  che 'sempre  nel  principia  della  rotta,  ohe  fanno  eoi 
eolmo  dell'  acque  veementissime  profondano  il  vaso  loro  ùù  di  qudU^ 
lo  s  <^at  bisofuerebfae  per  tenere  pareggiata  1'  equilibrio  dei  deolitia'. 


i47 

il  qual  equilibrio  è  tiRlo  necessario  nel  principio  della  linea  y  dovA 
81  fa  la  difisione  dell'  acqae  ,  per  bilanciare  la  forza  de'  rami  ,  ch« 
aenza  quello  necessaria  meo  te  Tun  ramo  viene  col  tempo  ad  assorbir- 
si l' altro ,  tirando  a  se  quello ,  ch^  è  pia  profondo  ,  tutto  il  corpo 
dell'  acqua  con  la  calamita  della  pendenza. 

Da  questa  causa  accidentale  nasce  quel  danno ,  che  oggidì  patisce 
il  Po  di  Ferrara ,  perchè,  avendo  Figarolo  ricevuto  due  rotte ,  sickcc- 
rue  narrano  i'  istorie  Ferraresi  nel  terzo  libro ,  una  nel  1 1  Sa ,  V  al» 
tra  nel  1192»;  questa  seconda  causata  da  un  impeto  veementissirao 
d^  acqn^  formò  il  ramo ,  eh'  oggi  si  chiama  di  Venezia  ^  il  quale  vici- 
no ad  Ariano  si  divise  in  due  parti ,  con  1'  una  ne  andò  verso  A- 
dria  aprendo  la  foce^  detta  le  Fornaci»  con  l'altra,  eh'  è  nella  mao 
no  dritta  non  molto  lungi  dal  mare  »  fece  due  corsi  1'  uno  dell'  Aba- 
te »  e  1'  altro  del  Coro  •  L' impeto  di  questa  seconda  rotta ,  che  for* 
mò  il  ramo  sopradetto,  fu  sì  grande,  e  veemente  ,  ohe  secoudo  l'or- 
dinario delle  rotte ,  profondò  il  suo  vaso ,  e  priocipalmeate  la  boc- 
ca ,  molto  più  di  quello ,  eh'  avrebbe  fatto  un  regolato  movimento 
della  natura  ,  o  dell'arte  ;  oominciossi  pian  piano  a  conoscere  questo 
inconveniente  da'  paesani  9  e  li  Principi  di  quello  stato ,  avvertiti  del 
danno  futuro,  cominoiarono  ad  aver  cura  particolare  di  quelU  bocca, 
aforzandosi  di  tenerla  più  frenata,  che  si  poteva,  con  ripari,  e  chiù* 
«e  garliardissime ,  ma  difficilmente  si  pone  freno  alla  natica  degli  e»- 
lementi  ,  e  principalmente  di  questo,  il  quale  per  la  gravità  del  suo 
corpo ,  e  per  la  sottigliezza  delle  sue  parti ,  suole  essere  molto  con<- 
tomaoe ,  e  resiste  gagliardamente  alle  violenze ,  che  se  gli  fanno  ; 
prevalendo  dunque  la  natura  ogni  dì  più  ,  è  venuto  l' incon^eniento 
Bino  al  segno ,  eh'  oggi  si  vede ,  con  apertura  di  bocca ,  con  larghez- 
SEa  di  vaso,  e  con  pendenza  così  grande,  che  rendono  quell'alveo  at* 
rissimo  a  soprafiare  il  ramo  di  Ferrara,  le  quali  apertura,  larghezza  » 
e  pendenza ,  sono  state  molto  aiutate  da  un'  altra  causa  accidentale  : 
conciossiacosaché  sempre  ,  quando  sono  venute  le  piene  gagliarde ,  e 
di  molte  ore,  le  due  isole,  ehe  si  trovano  nel  Po  presso  a  Ferrara, 
hanno  causati  danni  molto  notabili ,  e  poco  considerati ,  perchè  £u» 
cendo  quell'isole  schiena  al  gran  colmo  dell'acque  correnti,  e  ritar- 
dando loro  il  corso,  sopraggiungeva  bene  spesso  la  seconda,  la  tex^ 
za,  e  la  quarta  rincalzata  della  piena,  avanti  che  l'alveo  si  trpva^so 
scarico  della  prima.  Onde  gonfiando  quel  gran  corpo,  che  s'ingorga- 
va  nelle  strettezze  causate  dall'isole  ,  e  sospendendosi  la  massa  del- 
l'acque, era  sforzata  a  rigurgitare  nel  vaso  proprio,  ed  a  precipita- 
.re  nel  ramo  vicino,  dove  anche  l'invitava,  come  si  è  detto,  il  àe^ 
clivìo  maggiore ,  causato  dagli  accidenti ,  che  formò  il  ramo  ,  verso 
il  quale ,  piegando  di  tempo  in  tempo  maggior  colmo  d^  acque  ,  si  è 
Uo  profondando  jtanto ,  ed  acquistando  tanto  il  declivio  9  eh'  oggidì 


x48 

Ila  forza  di  tirare  a  86  la  maggior  parto.  E  di  qui  a  pooo  tempo  at» 
sorbirà  tutto  il  corpo  di  quel  tìame  ;  lasciando  quanto  a  se  secoo  il 
ramo  di  Ferrara,  se  non  yì  si  rimedia;  effetti  soliti,  ed  ordinar]  di 
queir  isole ,  che  attrsTersano  T impeto  del  corso  a*  fiami  grandi,  e 
reali ,  siccome  si  Tede  nel  Nilo  ,  neir  Indo ,  nel  Boristene  »  nel  Da* 
nubio  ,  e  nel  Reno  di  Germania. 

Una  dunque ,  Beatissimo  Padre  ,  è  la  causa  dell'  atterramento  del 
Po  di  Ferrara ,  cioò  il  mancamento  dell'  acque  sue  :  una  sola  cagiooB 
fa  questo  mancamento ,  cioè  il  declivio  maggiore ,  eh'  ha  il  Po  di  Ve* 
nezia  nella  linea  della  divisione,  che  si  fa  sopra  Figarolo.  E  duo  so- 
le  sono  le  cause  ,  eh'  hanno  fatto  questo  declivio  cosi  grande  :  la  piì« 
ma  fu  l' ìmpeto  veementissimo  di  quell'  acque ,  che  formarono  il  ramo, 
ed  appresso  le  foci ,  nel  tempo  sopraddetto ,  profondando  la  bocca 
più  di  quel  che  bisognava,  il  quale  inconvenieute  s'  è  ito  piati  piano 
dilatando  •  E  la  seconda  causa  è  il  gran  riverso ,  che  per  il  gonhare , 
e  rigurgitare  dell'acque  ha  fatto  l'alveo  del  Po  di  Ferrara  ,  per  l' im- 
pedimento datogli  dall'isole  sopraddette  ,  sempre  che  sono  venute  le 
Ì>iene  grandi,  e  durabili.  E  perchè.  Beatissimo  Padre,  queste  sono 
e  vere  cause  del  male ,  a  queste  bisogna  che  siano  applicati  li  rime- 
di,  i  qi^^li  ,  al  mio  giudizio  sono  due  ;  o  alzare  tanta  parte  del  let- 
to,  eh  ha  il  ramo  di  Venezia ,  quanto  bastasse  a  pareggiare  li  dodi- 
yì  ,  o  dare  un  nuovo  taglio  al  Po  tanto  lontano  dalla  linea  della 
divisione,  ch'oggi  si  fa,  che  il  ramo  di  Ferrara  non  tosse  assorbito 
da  quel  di  Venezia ,  e  questo  sarebbe  più  spedito ,  e  di  spesa  minore* 

Il  Secondo  capo  era ,  se  fosse  riuscibile ,  e  buono  il  disegno  di 
mettere  in  un  alveo  quei  sette  fiumi ,  che  sono  il  Reno ,  l' Idice  ,  Im 
Savena ,  il  Sillaro ,  il  Senio,  il  Santerno,  e  la  Saverna,  e  passando  per 
le  cinque  valli ,  che  si  mostrano  nel  disegno ,  mandarli  a  sboccare  nel 
mare  Adriatico. 

Intorno  a  questo ,  io  sono  di  parere  ,  che  il  sopradetto  partito  ver* 
tebbe  accompagnato  da  molti  pericolosi  inconvenienti  ,  primieramen- 
te ,  per  essere  stimato  grand'  errore  in  questo  genere  di  filosofia ,  il 
divertire  li  torrenti  da  quel  corso,  eh' ha  dato  loro  la  natura.  Gon« 
ciossiacosachè  le  rovine  di  simili  acque  non  si  possono  schivare  più  si- 
curamente ,  che  con  l' aprire  loro  a  linea  retta ,  più  che  sia  possibile, 
la  strada  del  declivio  naturale  ,  e  non  impedire  mai  quel  viaggio  , 
*che  a  dirittura  li  guida  verso  la  conca  loro  • 

Secondo  ,  sarebbe  errore  1'  unire  insieme  sette  torrenti  in  un  al- 
Teo  solo,  perciocché  tal  alveo  altro  non  sarebbe,  che  un  fonte  per* 
petuo  d' inconvenienti  dannosissimi ,  parte  per  la  qualità  del  vaso  Io* 
xo  ,  perchè  non  e  possibile  all'  arte  proporzionare  un  alveo  a  sette 
corpi  d'  acqua  irregolari ,  auaùdo  bene  si  disegnasse  di  girarveli  tat- 
ti in  una  volta  ,  quanto  più  avendosi  a  formare  ad  tino  per  uno  9  0 


y"  '  ^    ,• 


M9 

doTendosi  aspettare  il  benefissio  del  tempo  9  e  parte  per  qaella  forza 
eooeMiva,  co' avrebbe  una  massa  d' acqua  sì,  gsande^  e  difficile  ad 
essere  aignoreggiata f  e  sarebbe  come  seooo  avesse  a  combattere  con 
sette  nemici  separati  »  e  volesse  noirli  tatti  insieme  »  per  noo  sapere 
il  danno»  che  gli  potesse  nascere  da  tale  oniotie  • 

Il  terso  errore  sarebbe  il  voler  tenere  in  ispalla  nn  eorpo  gtandis« 
Simo  d'acque  violenti  «  con  sospenderle  nel  meaza  del  oorso  loro»  n 
violentare  la  forza  del  declivio»  quando  la  natura  più  resiste  al  disc» 
gno  deir  arte  •  Gonciossiachè  da  simili  sospenaiooi  nascono  per  l' oxw 
dinario  U  maggiori ^  e  più  miserabili  danni»  cbe   sogliono  ricevere  i 
popoli  da  questo  elemento»  e  dalla  medesima  sospensiooa  baono  ori- 
gine tutte  le  più  grandi»  e  più   infami  paludi»  che  affligono   molte 
parti  del  mondo  »  siccome   è   noto  a  .  tutti   coloro  »  che  iatendono  3 
aito»  e  la  graduazione  della  terra;  li  sopraddetti  inooavenienti  tanto^ 
più  oerti  si  potrebbono  aspettare  da  questo  vaso  »  quanto   che  forza* 
tamente  delti  sette  torrenti  ne  avrebbe  a  ricevere  li  sei   a  linea  ret? 
ta  »  da'  quali  venendo,  percosso  con  impeto  eccesùvo  il  fianco   infe^ 
rìore  dell'  alveo  »  di    necessità  bisognerebbe  o  che  rompesse  »  o   ohe 
versasse  con  pericdosissima  inondazione   comprata  con  molto  oro»   e 
molte  fatiche  »  e  non  solo  senza  giovare  »  ma  con  nuocere  anche  gran* 
demente  alla  navigazione  di  Ferrara  »  facendosi  povero  d'  acque  tutto 
quel  ramo  »  per  la  privazione  di  tanti  fiumi  ;  il  qual  mancamento  ao^ 
4»mpagnato  col   danno  »  che  fa  il  Po  di   Venezia  »  causerebbe   tosto 
F ultimo  atterramento  del  Po  di  Ferrara»  Queste  ragioni  dette  da  mo 
più  volte  a'  signori  Ferraresi  nel  corso  della  causa  furono  da  loro  ri» 
conosciute  per  efficaci  »  e  mutato  disegno  »  ne  proposero   uo  altro, 
col  quale  sì  fuggivano  li  tre  inconvenienti  sopraddetti  »  che  sono  la 
diversione»  l'unione»  e  la  sospensione  di  tante  aoque»  il  qual  seooft» 
^o  partito  »  tutta  volta  che  non  ai  levi  il  Reno  dal  letto  »  eh'  oggi 
tiene»  io  stimo»  ohe  sia  buono»  e  degnò:  d'essere  abbracciato  non 
f  ià  per  altra  cansa  »  che  per  la  bomfieazione   delle  valli  proposta  da' 
aignori  Ferraresi  »  cosa  utilissima  al    pubblico  »  ed  al  privato  »  ed  at* 
ta  a  fare  immortale  »  e  gloriosa  la  lama  di  iquel  Prìncipe  »  ohe  ci*  at- 
tendesse* 

Qoanto  al  terzo  capo»  cioè  se  fosse  utile»  o  dannoso  al  contado  di 
Bologna  »  il  partito  »  che  si  propone  per  un  interim»  sinché  sì  condu- 
cesse a  fine  1'  alveo  predetto  ^  eh'  era  di  metterei  il  Reno  nelle  valli  » 
che  stagnando  sotto   di  Ferrai:a»'e  tirandolo  per  lo  spasdo  di -molte 

Ferticfae  per  luoghi   pertinenti    al  detto  contado»  dargli  l'esito  nel 
o  sotto  Argenta.  > 

Io  sono  di  parere  r  ohe  se  i  signori  Bolognesi  lascieranno  roveaciarn 
addosso  acque  potenti  »  come  sono  quelle  del  Reno»  atte  a  fiire  i« 
«nondazioni  ,  m  ék^  abbiano  a  eorreve  per  quidohe  tempo .  a  benefizia 


lOO 


dì  nttiirt  9  rum  potna  efseré  giammai  dUnittenti,  che  ilannoso  al  con^ 
ttdo  loro  y  elianto  pia,  «e  qae'  terrosi  ,  c%e  «arebLono  vicini  al  pe* 
riodo ,  aresBero  pititto^to  bìéogoo  di  dooUtori  per  V  acqae  proprie , 
die  d*  inondaxìoBi  d'  aOC[ii6  aliene ,  il  pericolo  delle  quali  inoodasio* 
fu  sarà  e  grande  y  e  vioìdo  ,  te  vogliono  eoiMÌderare  primieramente 
^'ei  che  ìnipOrM  il  torcere  (  come  si  è  detto  di  sopra)  il  3uo  viaggio 
naturalo  ad  «tu  torrente  ruiooao  ,  che  a  linea  retta  ae  ite  4$orro  alla 
aentina  deatìoatagli  dalla  natura.  Secondò,  il  mandarlo  aeiisa  freno 
d'argini,  e  di  letto  proprio,  iincbè  egli  si  vada  formando  tutte  qae** 
ete  cose  da  se  steaso*  Terzo,  per  il  danno,  che  potrebbe  apportare 
rnnìòne  dì  cinqne  corpi  d* acquo  in  quel  tempo,  ohe  gli  aspetti  del 
cielo,  e  la  qualità  della  stagione  si  unissero  ^  come  sogliono  spesso)  a 
fare  piogge  langhe,  abbondanti,  «e  ruinose.  Dico  cinque  corpi  d^ao* 
quo ,  considerando  prima  V  acque  -■  proprie  ,  ed  ordinarie  delle  Talli  ; 
secondo' quelle,  ohe  pattasse  il  Reno;  terzo  le  accidentali,  che  d 
mandasse  il  roverscio  del  Po ,  chiamato  da  loro  le  Pavesane  ;  quarto , 
quelle  che  vi  concorressero  de'  molti  scolatori,  ed  altri  rivi,  o  xì* 
Tetti,  ed  nitìmaniente  quella  quantità,  che  potrebbe  raccogliere  nel 
«uo  grembo  Tistessa  valle  dal  cadere  delle  piogge  per  tutto  lo  spfr» 
ffio  della  sua  grandezza,  la  quale  dalli  signori  Ferraresi  in  una  scrit» 
tura  presentatami ,  si  calcola  lunga  da  dieci ,  e  larga  da  selce  in  otto 
miglia .  Considerato  eie ,  si  gran  raunanza  di  tante  acque  £icilissiaia 
«  succedere ,  non  pnò  essere ,  so  non  pericolosa ,  e  dannosa  sommar 
mente  al  contado  di  Bologna. 

L'ultimo  partito  dell'interim,  il  qnal  danno  parte  si  va  rimedian- 
do da'  signori  Frrraresi ,  con  dire ,  la  gli  argini ,  rompe  gli  argini ,  e 
rifa  gli  argini,  rimedio  assai  malagevole  a  chi  volesse  adoperariOf 
parte  si  va  estenuando   con    un    argomento  poco  aussisteote  fatto  in 

Snella  scrittura  presentata  da'  signori  Ferraresi,  nella  quale  rispond- 
ono alle  obiezioni ,  *  che  fece  l' Ingegnerò  di  Bologna ,  perchè  toIoii- 
do  i  sopraddetti  signori  Ferraresi  provare ,  che  per  qualsivoglia  i- 
nondaziono,  l'acque  delle  valli  non   ai  alerebbero    più  d'un  piede, 

•e  potendo  la  suddétta  valle  rioi^vepe  cinque  corpi  d'acqua  ^  come  si 
è  detto  di  sopra)  essi  non  fanno  menzione,  che  d'un  corpo  solo, 
eh' è  quello  del  Reno,  e  aappiamo,.  che  quando  concorrono  molte 
cause  ad  un  effetto,  sopra  del  quale  si  argomenta ,  bisogna  narrarle 
tutte  a  compimento,  altrìmenti  l' argomento  riesce  fallace,  com'  è 
questo.;  in  oltre  quell'argomento  si  appoggia   ad  un  .fondamento  fai» 

ito,  quanido  dice,. che  ona  pioggia  non  può  durare  ventiquattr^  oro 
senza  cessare,  perchè  a' incontrano  ai  fatte  costellazioni  aiutate  dalia 
stagione  ^  e  dalla^  qualità  particolare  del  luogo ,  che   causano   piogga 

-si  lunghe,  e  si   ruinose,  che   ragionevolmente  si  possono  chiamaro 

«piccoli  diluvi^  6  da'  znedeaìmi  algoori  Ferraresi  si  anerma^  ohe  l' anno 


i5i 

1549.  qaando  il  Reno  toppe  in  un  queflo  della  Piere,,  forona  co^ 
81  lunghe  piogge»  che  durarono  tre  mesi  eoolifiuiy  ma  dicono  anche, 
che  questi  sono  efietli  molto  rari  v  Volendo  perciò  inferire ,  che  non 
ai  devono  temere ,  Qonsiglio  al  mie  gindìzie  poco  sicuro  per  colora , 
ch'hanno  il  governo  delle  cose  pubbliche,  da'  quali  ogni  inconve^ 
niente  possibile ,  se  ben  di  raro  oontigente  ;  si  deve  veggiare  coq 
tanta  cautela,  come  se  si  fosse  ad  ogni  ora  dietro  alla  porta >  potendo 
nascere  in  poche  ore  una  ruica  si  grande  >  che  duri  poi  per  molti 
secoli  5  come  fu  quella  del  medesimo  Po,  narrata  da  Herodiano, 
quando  con  veementissima  ineodai^one  annegò  tutto  il  paese!  vicino  a 
molte  miglia ,  e  formò  le  sette  lagune  ehìamate  dal  medesimo  Heio^ 
diano  li  sette  mari,  da'  quali  per  molti  secoli  fu  afflitta  k  più  bella 
parte  d' Italia  :  quest'inondazione  ,  chi  bene  la*  considcfa  vedrà ,  che 
nacque  dall' ignora  osa  di  coloro,  che  si  lasciarono  riversadre  addosso  L'ac«^ 

Sue  della  fossa  Clodiana,  senaa  considerare,  che  se  con  quelle,  vi  si 
)f8ero  congiunte  V  altr^  acque,  ohe  vi  potevano  concorrere,  sicoome 
Ti  concorsero,  si  sarebbe  causato  uà  danno  irreparabile^  come  si 
causò  in  effetto* 

Epilogando  dunque  Antti  li  tre  eapiy  concludo,  che  H  Reno  ncm 
atterra,  ne  può  atterrare  il  Po:  che  il  primo  disegno  di  mettere 
li  sette  fiumi  in  un  aliireo,  e  mandarli  a  sfogare  nell  Adriatico,  non 
è  buono,  ne.  riuscibile»  E  che.  il  seconde  disegno  è  buono,  e  riuscip 
bile;  ma  solo  per  la  bonificaviene  dello  valli.  Che  il  partito  dell'  ìn-^ 
terim  sarebbe  di  gran  soggezione,  e  danno  al  contado  di  Bologna,  e 
potrebbe  succedere  caso ,  che  gli  tosse  causa  di  gran  calamità ,  per 
le  cause  narrate  in  ciascuna  d^'  capi  sopraddetti* 

Breve  di  Papa  Clemente  VIII^  AL  Cardinale  di  S.  Clemeate  per 

V  introduzione  del  Meno  nelle  valli  «       .    . 

JL/ilecte  FilJ  noster,  salutem.,  etc.  £sigit  a  nohis  Offiof  nostri  n» 
tic  r  i^t  nostrorum  ,  et  Apostolieae  Sedis  Suhditorum  statuì ,  et  hono- 
rum conservatioai  omni  studio  censulamus,  nif  eamqùe  céuran»  praecz-» 
pue  incumlismus ,  ut  ea  ,  quae  qnovis  .modo  illis  damno  r  et  detrimen* 
to  esse  possunt ,  omni  cura ,  et  diligentia  adUbita  removeamns  'y  vo- 
lentes  ìgitur  innumeris^  et  gravibus  damni»,  quae  Agri»  Provinciae 
Bomandiolae ,  Ducatus  Ferrarìae ,  et  Gomitatns  nostrorum  Bononiae 
ex  aquis  stagoanttbus  ad  dexteram  Flunrisis  Padi  Ferrariensis  nummpir 
inferuntur,  opportune  prospìcere,  (1)  et  insnper  navigationem  ilii-^ 
US  rami  Fluminis  Padi  iam  deperditam ,  et  amisnam  a  loco  Stellatao 


(x)  Pro  xestimenda  na^Igaóona  Padi'Ftm»ìa«. 


*      • 


j 


\ 


2S2 

Danonpat.  sen  alio  opportuoiori  prolocoraoi  varìetate  designando  usqne 
ad  loca  9  quae  vulgo  dicuntur  Primari ,  et  Volanae  rettitaere  ,  (1)  ac 
in  primis  Givitatem  nostram  Ferrariae,  ac  iliius  Statum  ab  evidenti 
periculo  submersionis ,  quod  illi  ex  veloci  cnrsa  ,  et  ìmpetu  Piami- 
nis  Rbeni  pluviae  tempore  imminet  eximere,  et  liberare,  animadverw 
tentesqne  9  ut  ex  ioformationibus  captis  nobis  ìnnotaii,  haeo  omnia 
mala  a  torrentibus  provenire  5  qui  tempore  iaundationum  aquas  tnr- 
bidas  in  alveum  dicti  fluminis  Padi  Ferrarìensis  defereotes  alveum 
ipsum  terra  9  et  ceno  replevernnt ,  .  ao  in  dies  magis ,  ao  magis  re- 
plent,  ab  eo  tempore  ^citra  potissimum,  quo  aquae  fluminis  magni  ^ 
et  praecipue  Padi  Lombardiae,  in  dictum  alveum  Padi  Ferrariae  in- 
greci  ,  et  infloete  destiterunt ,  quia ,  ut  verisimiliter  creditur ,  aqua 

firaedicta  Padi  Lombardìae ,  dum  per  dictum  alveum  decurrebat  il- 
um  magis  purum ,  et  expargatum  conservabat^  et  quandoquidem  bn- 
jusmodìrepletios  qn«^  in  dies  angetur  in  causa  est,  ut  aquae  Val- 
lium  ad  dexteram  dicti  alvei  iacentium  in  dies  similiter  magis  au* 
geantur- ,  et  agros  submergant  ,  ìpssqne  Givitss  Ferrariae  ,  et  e- 
ius  agri  in  deteriorem  statum  reducantur.  Idcirco  nos  auditis  re- 
latiooibus  plurium  Peri  ter  um  ,  et  nominatidi  dilectorum  filioram 
Augnstini  de  Spernazzatis  Lauden.  e  Societate  Jesu,  ao  Everanfi 
Gonzzeruae  Flandri  nostro  jussu,  ac  in  re  adhibitorum,  ac  auditìi 
etìam  saepius  Oratoribus,  et  Procuratoribus  Givitatum  interesse  ha-* 
bentium  •  {a)  Tandem  ex  Vato  ethim  dilectorum  filiorum  nostrórum 
Flamioj  Sanotae  Mariae  de  Pace  Piatti ,  Petri  S.  Pancratj  Aldobran- 
dini  S.  R.  E.  Gamerarj  ,  Octavj  Sanctae  Sabinae  Bandini ,  Pompei 
Sanctae  Balbinae  Arrigonj  ,  Alphonsi  S.  8ixti  Vicecomitis ,  et  Pauli 
Aemilj  S.  Marcelli  Titulorum  Praesbyterorum ,  ac  Cinthj  S.  Georg] 
in  Velabro,  et  Barthoiomaei  Sanctae  Mariae  in  Portìcu  Diaconòrum 
Gaesi]  nuncnpat.  ejosdem  S.  R.  E.  Gardinalium,  ac  suo,  quos  ad 
boc  negotium  examinandum,  et  discutiendum  delegimus  in  bano  ve- 
nimus  deliberationem  nimirum,  Alveus  praedictus  Padi  Ferrariensii 
a  loco  Stellatae  supradicto ,  seu  alio  opportuoiori ,  ut  dictum  est 
designam.  effoéiatur,  excavetur,  expurgetur,  et  in  pristìnum  ejus 
atatum ,  prout  fieri  poterit ,  redueatur  ,  ut  et  aquae,  quae  vieinoa 
agros  sumbergunt  anum  decursum,  et  exitum  babere  per  snpradi-* 
cium  Padi  alveum  prìstina   navigatio   restitui   queat.  {fi)  Hujusmqdi 

• 

(1)  Pj-oìb«nda  Ci  vitate  Ferrariae  ab  evidenti  periculo  submerstonis  ob  flninen  Reni* 
(a)    Ideo   Pontifex  de  consiglio    Eminentiflsimorum  Card.   Congregai  super  hoe 

negotio  Prefectorum  mandat ,  ut  efibdiatur  alveus  Padi  Ferrariae  a  loco  Stellatae 

ad  loca  Primari  ,  et  Volanae. 
(3)  Incipiendam  excavationem  a   loco  appellato   la  Riviera  di  Filo ,  ut  primo 

aquae  stagnantes  in  inferiorìbns  part&bus  excoleatur  ia  Padum  Primari. 


itatein'e{ru«ìoneni  pu>  x«]»riAol»in  eupit^t^nem  Ha  ineipt«Dd«ii  «- 
te  deceròìinuB .  Prlmum  ■cUicet  nt  4r»um  illad,  «co  ilU  ttrrr«e  ele^ 
-ntio ,  ao  repletip,  quaa  in^pdem  Fidi  alveo  mino  oonspicitor  in 
lofio  appellato ,  la  RWiefa  di  FÙu .  Item  aUa  atmilia  dotsa-  tam  aape- 

S.  AlbertuDitollitmuT,  vel  matiiuli  -  Opcrariorum   laboi^   voi  ipira- 

tmet    aquae   auxifto ,    prout    el^ecieDtia   la    ipionipt  ogbrej  et  I060 

melius  forei  den 

hnjuBmodi   don 

Hs  partibns.  infì 

a  dd.  Feritis  1^ 

solito  eursu  ,  ^ 

Padi    supra  Giv 

Marti  oae  feriva 

terit  expurg^tuj 

rariensìs  ^cjarr 

dem  Peritoram 

Ili ,  et  purgatici 

locnin  Volaoae^ 

dìae  a  loco  *up 

do  ,  '  et   forrtiff  1 

hanc   effèotam 

vatìonca-;   tìpi$ 

per  lÌDearfl  alvo 

maro,  ad  brotii 

le ,  et  debere-  ' 

profondi  tate.,  é 

eligendis  henev 

jEnerìt  opportun 

jtb>  ipsìa  Periti? 

in  dic.tuoi  alvec 

trodncta  fu«nt  t 

nae^Dram,  et 

Bheni ,  et  alìot 

men  RbeO;)^  in.' 

et  modo  a.  pn 

oaetefos  VerOt 

l'adi   Frìmari  < 

— -i : ■■■'■ 'K-'" ;  I  '  1  ji     -jÌ— il...-.-."    •  "  HI  »»i^<*tll  ii.'-i- 

(t]  Poatea  deducator  flamen  Rtieni  in  vaUem  S.  Manìn^e..*, 

(a)  Deiode    excavecar  alvet»    d.  Padi  lupra  Civit..  J^crT' ,pTO    introdócefldi  in 

«nm  equa  Padi  Lomb.  ^  '.''•',> 

(3)  Qua  introducca,  Tolt  ^od  flumen'  Hbatù  in  ieandaiB  alrrad  ìatrodaMtwi 


.54  . 

torbida  miteria  in  ValUbai,  durerdita  «xpar^atot  in  illnm  i^redt 
probibemus.  Verom  ubi  aqoalRracli  Lombardiae  modo  quo  proxìim 
«opra  dictum  eat  iotroducta  fuerit  fpno  ilti  gaoqae  in  praediotom 
aWenm  Padi  Ferrarìeosii  ìis  in  locia ,.  et  modia ,  qiios  praedicti  Pl- 
inti desìgnaTfrit  restitui  pone  iteeeraìmn».  Pro  ezecatiooe  aatem 
pcMmÌBBoruni  ,  et  alioron  quamrqsumqae ,  qaae  ad  proaeqatioaean  ^ 
et  perfeetiooem  hujuamodì  opecìs- -nCoesaaria  fiutiot,,  et  opportit* 
oa  :  (i)  Noi' auctorxcate'  A|>afttonca,  tenore-  praeaeolrnim  ,  aistriets 
pAtecìfàenclo  wudamns,^  at  tam.  Coramuiufttet ,  et  nàiversitatet  m- 
TÌtatuT9 1  ^  Icworum^..  qium  Ecolesiae,.  MonAterla ,  Gt^legia  ,  et  Lo- 
ca Pia,  et  partioulares.peivonae  qaaecumqi^,  uhi  "SBeoulares  qoam 
Eeeleausticao.qn^cun]qoe..dignìtatef.  et  praeniiaadtia  ^  etiam  speciali 
nota  4k°ae  pD^efal^lbitei  ,  et  quibnscuQique.  pr^rVÌe^iig^ ,  gratiia  , 
et  ìudaftis  aufialte  ab^ae  aliqaa  contncliotione  JfL  eoram  agria,  et 
bwÌB  qiMSCUtn^Q.  eSemones,  et  incìsiòltea  «  aW^s ,  foisM  i  taoi  prò 
darivationa  aqva(uaL  Yàllìtim,.  et  dt^' ana  In  alifm  ded^ctionem  , 
qnae  prò  diirenìoae  Rilevi, .et  Lamooiì»  et   aliorami  torreotiam ,  ac 

fro  dÌTeoti««e|juiMA àlvei  ejotdem  Padì  niincnpat  ,'ut.dìetam  est,  il 
0  di  Ferrara.  <(  ql  Prìmaip^  Gerì  petmft^at,  (a)  et  qai  p^  tali  oaasa 
''  "'  "*"  iBL  refecybnei^  praételuliftit ,  Id  circuin* 

I  opprit  9aperiateitijré'n'tèin  iilepuCaifdaai 
T- in  t«riniaoA;et  tennJ^^a  A  testatnen- 
ivoDÌen»  ratio  nabert ,  etil^' debtth  oom- 
compeasatìo ,  et  darrfnoram  itfectìa  eo* 
it,  qui  tx  hQJusmodi  bonificatione»  uti- 
iam  satnptibn's^  anirersiun  «pus  ejndeai 
t  .  Qaociroa  eandem  cireacni{>ectioDein 
-totendentem  auctoritata  ,  et  tenore  prae> 
tBinn9>  tibiqaeiaÌDngìmas,  ot  a?  eomm- 
em  quamprìmBm  deTeniri  cures  ^  et  oboi 
enam,  amnlani)  et  noiversaa  facqlt^ten 
liaaa  ,  et  alia  ad  foelìeero  prose^tioéen  > 
a  /leoessaria  p  et  opportuna  faoieadì'^  or- 
a  etiank  per  illorum  exeòutio^em  omOH  i 
me  dictarom  aquarant  comi^fklam  sea* 
opere  necesaario  fàciendas  Contriìmuit 
»  et  beaeficìum  «  quod  exinde  caicàmqpe 
-'li-'  .  • 

'  (i)  Mawritt  n*  dUus  oujiucumqus   conditioais,  «te  oontradicat   operadoolbiu 

(a)  ^9°^  omnipìbnB  tamen  Siri  dthtt  cotnpenaatìo  damnornm ,  samptìboi ,  in- 
teresso haben, ,  e  (ideo  nemnarlam  dat  facuTtatero  hai,  er  alia  perficendi'. 

(3)  Et  nt  cujucumqae  iatsretM  dignotcatar  mandat  tarrai  nunturari  adhibitìl 
rtàoi  età- 


i5S 

intereuft  tubèntl  profeùtbm   eat  !a^uiHdignotGÌ  valeat,  «t  ad  effe- 

ctnm ,  nt  prò  Boa  rata  tantam  qais<^   uipratliotorlira   ia   hujuimotli . 

expeoMfi  coDCnnat,  aUitodine    aguaru^ ,  et  teiminos  qi^os  attingant 

eam  ìnterventa  Perìtorum  -cU-atit   intiireMe    habentibut,   rneasuratìo 

&ctenda  ,  et  terrat,  et  4»oa  ìa    Territorio   Ferrariemi  «  fionomeiiiij  ^ 

et  Romandiolae  nitoo  Paliiatria»  aut  iJuibeatia  ,  sire   P«di ,  alioMiin- 

ve  flnminai 

]Ìi»  boBÌB  fa: 

modo,  ao  n 

BÌgaatis  per 

caltunm  tc 

ntitiora  Ted 

ìmmffèiionib 

ut  lAìud  qijii 

Beqtii  poaùji 

exspeoias  bi 

boDoram,  a< 

bitrìo  tao  ji 

et  effeotuàle 

diotoa  Veeit* 

TÌ08  arbitrio 

opus  ^erit  '; 

«titaeDdi ,  e 

praeterèa  et 

qnìMs  Tel  ì 

operai»  ,  ■^t 

ìmpeaderìat 

tao  redtuaei 

modolibet  oj 

(i)  caasas  qi 

nificationeB.  i 

marie  simpli 

nu  Regia ,  i 

pellatiope ,  : 

nt  recarrT  A 

tìficèk  Boooe 

et  proooBsuB 

ia»  «xectttìo 

Bpeodi  jiqbbìI 


(i)  Cnm  facnlute  dedden.  qnatcniuqiiecaìuai  •ìoUftlicitM'de'ttlaBo,  etc. 
■ppellaiione  nupenùva  reniou>  et  deputanii  Committanoi  >  et'Jsdicot.-  ' 


i56 

«Ht  SeclMM  &p9*ti>llcam ,  /«af  edogonmqne  ìnhn>itionU ,  nìii  Gomnii»- 
■■W-'OADa  Aoitra, Hit  RomMi  Fontifiaa  aocdeiuiis  noitrì  pn»  tempo- 
"te:  existentii.-  ligoau  fnerit   evo   hte  exprenione  ,   qaod   gaspeadatnr 
exeontio  ,  etiam  intra  limitef  Logatìobìs  Baawiiae,  aut  alibi  nbicun- 
qae   epos   fuerit    nudieadi ,'  cognotceadi  ,'  tcrdiìnaiKli ,    et   decideodi 
cnm ■  potestate  qaoa  ,  et  qaibDk^opaa  fuerit,  etiam   sub  Gentarìi  ,  et 
poenìs  EccIesyiMioìs  citaanif  et  inlibandi  prìtatire  quoad  alioa  qaoi- 
toa ,   DeODoa  quoscantine  Com- 
jue   locÌB  ti^   bepoTÌui ,  todes 
Ili  caaaat  bajutmoÈtì  DogaQacant, 
H.f  et  %xequaottir   oam  ^hiili  , 
ntaodi.    (i)  MécnAo'eriam  qQÌ- 
is,  et  alìia ,  AflMtoliDa^  S^tsMi- 
GominiiDitatSqi ,    UpÌTcraftati- 
ìb  Terrì|orliB  Ferranenaia  ,  B»- 
bmet  GiTÌtatute  B^olKen.  Fet- 
te, cìri^  praemissa  ,   oìrdiiiaiidK  » 
ndare  procuftot.  aottoiitate  no* 
lis  jarÌB  ,  «t  faqtì'  Mbiaibis  qua- 
'"  ^nqift  «]»pdl«Uone ,  et  recimu    poapositis-^t^eo.  «i  ott^peHttL.  (a) 
iBBin  ,  Tel  plorea  Depoaìtartot ,  et'Extctores  uxaruB/|wr  te'd^man- 
éato  tuft  faoìen.  ab   interesae  4iabMÌ.   supràdictn  'ei^^dfruMj^depo. 
tao. -et  iit  fadttaa,  et  fidelìter  in  opus  praedjetum  exoffq^tar  sb  ei- 
•detfv  Depo0itariis  ,  aen  Exactoribui  idooeain    CftiuÌ9nenUrecV^ted.  (3) 
et  iVSiipei'  dllectia  fitìia^  Gubernatortbua  ì    OfBcìakbua  ,'•  et  Mniit^a  , 
neooftn  CcAiminaitatibufl  ,  >  «t  UsiTeriitaubaB,,    et   pi^ìoùlarìbua  ,p«T- 
■onìi  j' quibatcamque  ,    Caeteritqae  ,  ad   qcB>a    •paoùt.'^'tt' *^»«t«bit, 
ut  tìbi  in  bmoibut  prompte   obedianl ,  tuaqus-i  jusn  eAqAMtor  per 
pì'SMeiites  {)rae{ìi|nmi)9  >  et    mandamui.  (4)    Non  '  obitaatibut  .qtiìbiH* 
eninque  Goottifotìonibua,  et  ord^natiòniboi'' ApwtoIiQiat  &c  qiiaruiQ- 
obinqtie  Civitatom  ,  Teiramm ,  et  .Looorum  etìam  jiìramento  «od&nbf 
tioni  ApostoliAae,  vel  quavis  fitvtìtate   alia  robaraL  aStàtia  ,   et  eoo- 
Buetudinibuff  ,  privìlegiia  ,  qaoque- Indultis    exemptf ODÌhu& ,    et.  Lìtte- 
rit  Apostolicia  quibusvta  ex.  praedictia  Commuoitatibua  ,   et  IJaivwsi- 
Utibna  ,  necoon  Gollegiit,  EocleBÌia.,    Mootateriia,  M   Locit  Pìia  ,  ao 
persoais  Um  Eoclesiaitiots ,  quata  Saecu^ìbaa  caìaKiln»qae  gradaa , 
ordtnla  ,  et  cottdìtìovia  exìateo.  sub  qpibiuéaraque  teifiiribua,  et  &rmi«, 
•t  cuu  qa'ìbaavia^oUttattliBj  et  decretia  iii  xsDtratìam  prtenùatonun 

.  (t)  £t  qaod  omn«(  ordinata  exeqBÓani  aandeu  _ 

(a)  Elieanrtir  Depotitarii .  ' 
(3)  Gubcrnatoru  «bwtiant. 
<4)  Noa  tj>tunùbua  qiubiu«iia»iaii-j  ,.  r.  - 


15? 

quomodolìbet  oesoeiii  ,*  eonfirmatM ,  et  «ppro^ttis  :  qmb»  otnnì- 
bai  ,  «t  singnlU  eorum  teoorfls  praesentibas  prò  expressis  babea« 
tes  hao  vice  dumtaxat  apeoialìter,  et  expresso  deroganma  *  caetei^ 
■quo  contrarìia  qaibuioamque. 

Dat.  Romao  apad  S*  Maronin,  etc* 

Die  II.  Ao^slà  i6o4>  Aoqo  XIII. 

Particola  d'  una  detterà  d«l  stg.  Caràinal  Piatti  al  dg.  CardifitU 
SS.  Quattro  scritta  V  anno  i6a4* 

2'uelli  j  «li*fa«iiDo  supposto  a  V.  S.  lUuatniBicoa  »  e  olie  vanno  tpar- 
0  vAee^  ohe,  il'  Bìgoor  Àmbasfliatòre  da  Bologna  Isolaoi ,  abbia 
prestato  il  loo  ^nsenso  ,  o  tacito  ,  o  eapretso  pfw  U  taglio  del  Reno , 
ed  introdu^otiB  di  ease  nella  SaDoiartina,  .li.  altauitaiiaDÓ  interamente 
dalla  vAità  ,  poiché  eiiso  sìg^sv  Conte ,  e  snelle  ynl^liohfr  Co^rega- 
w^ni,  e  prÌTatameate  con  tutti-  cotcàtì  enei  aigoori  IU)iitn|ainii  ha 
«empie ,  efL  ia  vece ,  e  con  scrktare'  ìmpagnata  a  ti^tto  aao  potere 
onesta  risokiaioiie  ,-addQceqda  infinite  buone  ragioni ,  ed  offereodoù 
iti  provfiie,  soppUcanda  ^lì  foBVe  ceneedtfto'teinì^>'.dAleadoai  tempra 
fìiOT  dì  modo  delli  precipitosi  petMÌeri  del  padre  Speroazzati  unto 
pregiudÌBiali  alla,  eoa  patria,  e  tpn  imposìbilità  di  potersi  conaeguire 
il  line  supposto  dal  padre-  Crede  pure  V.  $. -ItliutrisBÌOM  i  che  il 
Conte  non  ha  hi  siuna  ^aqi«ra  eooteotìto,  '9  creda  ancora,  che  la 
Tisdazìooe  sostata  mera,  ed  ebiasa  volontà  di. Nostro  Signore,  per 
dar  gDSto'a  cotesti. latn  nuovi  sudditi,  e  grati&care  questo  suo  dilet- 
to parto  ,  coj  da 
«tare  pocbiss  F«iv 
raresi  de)!*  ii  inde 
a.  Ferrara  ,'  e  >«4'"  " 
tevehlwTÓ ,  ti  stra- 
da >  che  s«rì  Po 
nrande ,  cara  ^ 
i^ccaauo  diae  -ntU 
lì  Signori  de  ote- 
•tit  valle  ,  e  '.  »  -e 
daòm  grandi  itile 
)d  Fetrareae-,  *u*       ■■- 


i58 

Lettera  del  signor  CarMnale  éU  Camerino  a  Monsignor  preddente 
di  Romagna ,  per  tagliar  gli  Margini  tdfi  Po  a  Longasirina  • 

Venerdì ,  che  farono  li  3^  dello  itante ,  Ta  tenuta  in.  €on|fregazio- 
oe  BoVìU  di  cotesto  acquo  ianansi  Nostro  Signore  »  o  fdopo  ^essersi  in- 
tese le  Parti.,  o  gli  ^Architetti^  e  discorso  di  molto   cose  ,  ma  parti- 
colarmente »  'se  si  dotea  (rìtoci^re  il  Reno  nel  sno  alveo  aniaco.   Soa 
Beatllodine   ordipò^  ohd  ci  coogrqgassimo  di  nuovo  »  «come  «facemmo 
Domenica,,  *cho  fu  li   5.  ^dupo  .fnranxo  In  'Casa.mia^^r  «determinare 
quel  che  fosse  gindioato  -pia   spedìente^  per  rìmofliare  agi'  immiaenti 
pericoli  »  che  sovrastano ,  dove  essendosi  intese  di  .nuovo  lo  Parti,  e 
gli  Architétti,  fu  risolato  ,  che  por -modura  proviéìoaist  :ainohè  passi 
il  pericolo  dello'  nevi ,  si   rimetta  mano  .all' .opra.,  >o  'Si  -aprano  .  tutto 
le  cbiifVicbé  di  Jlrgacita,  o  le  altre,  4)he  oi  trovano  da.Argpnta  a  has* 
so  a  mano  «destra,   o  che  il    medesimo' si  Accia  :dé'jnolim.,''e  l>iso- 
gnando'li  ;lSMBÌa  ^nn  taglio,  o4lao  da  Longastrino  41  'Jbaasoy'dove.pa- 
rerà  meglio^  gii^dloandósi  olio  non  possa  nuocere  «allo  vain.«di  ^Gonsae*- 
cliio  ,*  poiché  in  qoesto  tempo  si  tengono  aperte  per  ia  «aoota  do'  pe* 
ad,  0  fu  orJirMito  a  me,  ohe  prima  di  pubblicarci 'quèstaJEtft{hizione, 
io  ne  dessi  conto  a  -sua  Beatitudino  ,  come  feci    iermattine^  a    Soa 
Santità  pareva,  che  approvasse  questa  risoluaione,   ma  pciau  di  ese« 
gnirsi,  avrebbe  Toluto  che  s'intimasse  die  parti;  e   die  V.  &.  in- 
tendesse sopra  di  essa  i  Ciomaoohiesì ,   con    avvisare  ^osSlo^   oV  ave« 
irano  replicato  di  rilievo^  ma  avendolo  io  lascioto  la  mttwra  di   V.  S. 
del  primo ,  con  la  «quale  ^da  conto  del  miserabile  stato  di  qliel  paese , 
tnaodò  da  me  il  sig«  Pavoni -suo  -segretario  dopo  pranso  e  dùpdllv  cbo 
atante  il  gran  pericolo,  ohe  sovrasta ,  ai  ordinasse  a  loi , . ofi* es^uis* 
ae  senz*  altro  la  sudietta  risoluzione^  con  a werflrla  ad  a^er  conside« 
]V2Ìone,  in  caso,  ohe  U  Comaocbiosi  avessero  fatto  rumore,  e  dodot* 
fai  cosa  di  nuovo,  e  dimostrabile.,  che  io   lo  partecipassi   cdi^ questi 
aignori  Cardinali ,  -ohe  furono  in  GongregasiooO  •  Omto  ^Osta  fuetti* 
na ,  con  T  occasione  ddla  ^eapedla  ,  ne  bo  pariate  con  gl*^ustriyi«i 
Piatto,  Bandino,«d  Arrigone,  non  essendo  venuto  Visconti,  e  tutd 
per  la  soa  lettera,  oh*  è  andata  per  m«iiti9 ,  soaio  di  parere,  obe  sen* 
za  aspettarsi  altro ,  si  eseguisca  quatito   è  stato  risoluto,'  e  che  per 
maggior  prestezza  io  glie  ne  specUsca  staiSs»^^  come  Jfo  ;  tog^inuMu- 
dole ,  eh  avendo  riferito  il  parere  di  questi  atgnori   Gnrdiaeli  a  fi^o* 
atro  Signore,  finita  la   cappella.  Sua   Saotita  approva  il  tutto,  ma 
però^  con  1*  intendersi  li  Gomacchiesi  per  vedere   se  proponessero  co* 
sa  di  nuovo,  e  che  facesse   dubitare  di   maggior  male  di   quello,  a 
che  si  vuole  rimediare,  in  che  il  giudisio   di   lei  ha  da  operare,   • 
discemere  se  le  opposizioni,  ohe  £M)essero  li  Gomacchiesi  procedono 


da  ^are  9  ed  latereMÌ  pàrtioolari ,  oppufe  da.  ragioni  tantii  ovideuti  » 
che  possa  rìteneria  di  esegoire*  qaaal;o  ha  risolato  la.  Gongregazioae , 
e  rimediare  alla  raiaa  ,.  che*  sovrasta  a 'tantL  paesi ,  e*  partioolarriiéata 
alla/Zena  d^  Argenta  ^  ohe-  sarà  il  lìaet*  con  che  io>me  le  raccomaa« 
do  •  Di  Roma  lì  8*.  Febbraio^  i6c6.. 

DfiQRJSTO^  STEC.  SUDDETTO^  IffONSIGNOR'  GAETANO^  PER  IL    TAGLIO 
SUDDETTO  FATTO' IL-^  dì  17.  FEBBRAIO  i6o6». 

Illustriss.  et  RèverendisSé  Di  D:  Bonifiitius  Gaetanus' Episcopus  Coj- 
s€mensis' Phovinciaei' Romondiolae-j  et  Exurcatus' RoQennae  Pràeses  j 
et  supeii  honijicatvme^  agrofum  PJ^lùstf^um'  4ictae  provincieie^  nei> 

>  non  Ducatus  Fefrariae  et  dmitutus-  Bònq^^iae.  .Commissarius.  Apo* 
stoUcus  Getter àlis  :  '    . 

?^  executiene'  Idttèràrwn^  ab  Illustriss.  et.' Reverendìsf.  D*  Sardi^ 
naie  de  Camerino  >  de  nu^ndàtff*  SanqfU^mi'  JDomini  Nostri  Papae  ^ 
neenen  Sacrae  Cóng^égi^titgfis  Uaysdiiiiidium^  super  baijuifnodi^nijica^ 
fione  speciafiter^  deputtxtàrum^  €Ui.ditis  '  Roffim^-  ^^  et   Periporum 

Judido^ in* (Xftgregatìombus  corani' eodeniSanctissimOf  €tc  respective 
inter  eos4^m  lUust'riss^JO.Dè.  Cardihalès^  diebus-  tertia,.  èti  octava 
hujus' desupff^  h'àbitts  suscripfarum'y  et  Dbminffiónis  Suae  Jitustrissi^ 
mete  per:  speciatèai'  nunciunt^  directarw^'  sub»  J^atim^  jRojjnat  die  8. 
hujusy.tenoris,eic.AuditiS',jua:àa'earumdeni  Uttèrarwn  tenorem  Co^ 
maclènsìbusy,  et  de  r/ition^us  per  ipsos  allegatis  eodentf^  Illustrissimo 
J7»  Cardinale-  de  Camerino  -  per  '  priviUas  j-  ut  dicitur,^  Utteras  ^  reddi* 
to  cettiore  y  viso^  etiani  Porta  y  ut  vulgo^  dicitur  y  il  canaie^di*  Magna* 
Tacca V  viso*  etiam-  apud'  Argentam  '  oppidum\  Flunùfie  >•  et'  copia  aqua^ 
rum  '  plurimis  '  in  lòcis  '  ahtiquos  '  uggeres'^  super  : .  as&ndente  y  -  et  conside^ 
rato  *  imminentf  pericola ,  et  aquarum  pr.(mjeitUn  stàgriatione  \  insensibi^ 
U  firej mota  ^emoi^entUm'^'én^ibMquei auis;fuxt0r iènorem^  litterarum 
praeà&tarwh:  diligenter  '  vfsis  9±^  examinaiis  v  auditis  :  etiam  ' .  Jòvìmn* 
JSaptfsta:  Alèotta*  Argentano  »  Coefore  MengQlo'  RopennateMt  '^  Storia' 
no  '  Ambroeino-  Bònomènse'^  ^*B(irtholòmaeo  *  a  S.^  Angelo  -  in  Vado  »  Pe- 
ritls' missìM ' ditrevit^ dewHìrv debere^adpraec^onemag^mufh' ad  ^ini» 
sticams  flurninis^' P adi'  versus-  CòmacUnseS'  Vallea'  jiixtu  mcretum  su^ 
pfNidictae  Sàcrae  Còngregatiànis  per*  modum  ,  videlicet  pro^kiònis  , 
donéc'  et'  quousque^  tempora  per mtttent  fieri'  alias'  operatiòn&i  ih  bene^ 
/Udunt  boni^atiàms  supradictaej^prouf*meliuS'eidem^'Sanctiss.  D.  N» 
et  Sac^-  Còngregationi'praediciae'expedire'videbitùr'ih'  loco  nuncupa* 
to  y  la  FToppa",.  intera  villàm'  Longastrini  ,  et'lòcum  nuncupatum, 
ìì  Boschi^  super. bonis  scilicet' Hierofvymi  de  Simonis'  de  Comodo  a 


*4k 


9 


•• 


i6o 

superiori  ,  et  aggiri  contigìds ,  et  Dominici  Soldati  a  pari»  inferiori 
versus  valles  illorum  de'  Coattis  in  quo  idem  Illuitrissimus  Bond^ 
nus  personaliter  stuns  mandavit ,  et  supradictum  aggerem  >  praescin» 
di  fecitj  et  ita^  eie* 

PEOTESTE  DELLE  GUMUNITA*    Dt    ROMAGNA,  ROMAGNUOLA,  £  FERRARA 

CONTRO    l'introduzione  DEL  RAMO  DEL  PO  GRANDE  NEL  PO  DI 

J£RRARA  SFATTE  NELLA   VlfilTA  DEL  B\Q.   CARD.  GAETANO  . 

Die  8#  Mensis  Mali  j6io* 

Kyoram  Illustrissimo ,  et  Meverendisùna  Domino   Cardinale  Qaet€h 

no  Provinciae  RomandioJae  Legato  >  et  Commissario  generali  super  li* 

vellatione  ,  et  mensuratione  asscftae  iatroductionis  aquarum  Podi  JLom» 

bardiae  in  Ramis  Volani,    et    Primari,  comparuerunt  infrascripti  De^ 

jmtati  ab  infrascrip^  CìiHtafìbuM  ^  '^t  terris  Jlomàndiolae  ,  videlicet , 

lUusftes  ^  et  M&'gmjici   M:  Eques  Joanne^    Tosnovus  prò   Ravenna, 

Alexander  Faridintsa  prò  JmulA  j  Camij^us  Russius  prò  Lago ,  Nicolam 

jinechirms  fra  'Bagnaccthudlo  ^  Éaptista  Spadatèus  prò  Fusigftano  ,  aa 

Territ9rieh  Leo^irio ,   et  JoMnnes  Baptist»  TeUgn^ius  jpro  Jl^fsssa ,    et 

ConseUae  in  loda  detto  la  Stellata^  juxta  visiafUm  per  Illustrissimant 

D.  Su  ip^s  factum  y  et  videntes,  quo  A  DotrUpi  Thotaas\$MMa  Agri- 

snensòr  ,  et  Barthólomaeus  Briceiolus  Arohitectus  coepèrunÓiveUare,  et 

mensura^  ad'  eorum  praesentiam  ,  dubitunles  quod  propter  dictum  t^* 

rum  ac0essmnakq^oa  pósset  inferri  praejudicium  eorunì  Qonmunitatìkus 

prot^talàe  féeriint  ^  et  protestaniur  ooram  Dorninàtiom  Sua  Illustrisi 

sinfa,  et  ad  praesentiam  Illustrissm  jD.  Condtìs  JÌnibùlis^  Manfredi   a- 

geniis  lìtustris  Communitatis  JFerraHae  nolle  ullo  mfdo  interv^fnire^ 

nec  assentire  dictis  jjibellationi ,  et  mensurationi  y  nec  mirms  dictae  as^ 

sertae  introductioni  Padi  tamquam   damnosae^    nocivae^   oc  omnibus 

inutili  f  et  licèt  se  ipsos  contideriiit   ad  dictum  locum  Stellarne ,  hoc 

fec4runt  de  ordine  Dominatìonis  Suae  Illustrissiqiae  j  Declarantes  quod 

aaium  Commuaitates  nullo  poeto ,  nec  modo  aliquo  intendunt  dictis  U^ 

veliationi,  et  mensurationi  consentire.^  aut  aliquid  contribuere  dictae 

asserte  intr^ductiord  ,,^ed  eam  in  omnibus  ,  et  per  omnia  impugnan» 

do  y  <t  cori^adicendo  modis ,  et  formis  supradictis  protestantur  ^00- 

tra  JFerrariénses  de  omnibus   damnis ,  <rf  expensis ,   et  interèsse   fuo* 

qumtoéQ  patiendis  per  dictam   introductionem ,   Instantesque   dictam 

proHstutianem  per  Illustrissùnam  Dominationem  Suam  recipi  et  sut^ 

mitti  non  f^tummodo  praedicto^  sed  et  omni  alio  meliori  modo^  de 

quibus  omni ,  €i4u 

A  di  8-  di  inaggìo  1610.  avanti   a    Monsignar  Illaatria$iiiio ,  e  Ke- 
Ycrcndwimo  CarcUijaJ^  Ca«Una  Legato  di  Romagna»  e  Generalo 


i6i 

Soprmtendeota  della  l>omficazion6  delli  territor]  di  FerrarSf  Bolog;Qa  » 
e  Baveooa,  ed  altri»  ^comparso  U  «ig.  Bartolommeo  Mattioli,  a- 
gente  ed  a  nome  dell' IH  us  tre  comuoità  d'Argenta,  il  quale  avaodo 
inteso,  che  si  pretendie  per  la  parte  de'  signori  Ferraresi  d' introdur- 
re l'acque  del  Po  grande  nel  Po  vecchio  del  BoMenp,  e  Vigarana, 
e  quivi  ^condurle  per  l'alveo  nuovo,  nell'alveo  vecchio  ^d'Argenta, 
e  per  essa  al  marie ,.  preveden^or  il  gravissimo  danno ,  che  ne  sia  per 
portare  tutto  il  ferritorip,  e  la  terra  medesima  4^rgenta  e  il  gra- 
vissimo dispendio,  che  oltre  gli  altri  danni ^  ne  potrebbe  tocoare  al- 
la detta  comunità  d'Argenta,  ed  abitapti  in  quel  territorio,  ha  eoa 
ogni  debita  riverenza,  ed  umiltà,  sentendolo  esso .  Illustrìssimo ,  e 
Reverendilsimo  signor  Cardinale  Legato  i  protestato^  e .  protesta  per 
nome  della  detta  sua^comunità ,  che  non  int^de ,  nò  vuole  ooasen- 
tire  all'introduzione  dell'acque   predette,  né  ad  alcuna   spesa,   che 

f»er  tale  occasione  si  possa,  o  debba  fare  ,  anzi  protesta  :  contro  l|ua - 
unquQ  si  sia,  presente  anche  l'Illustriss.  sig.  Conte  Annibale  > Man* 
^iredi  interveniente. per  I9  Magistrato  di  Ferrara,  di  tutti.  U  Gianni .^ 
spese,  ed  interessi,  che  in  qualunque  faiodo ,  per  tal  causa,  si4  per 
patirne  tantp  la  detta  comunità  -Jin  genéi^e,  quanto  la  terra,  ed  a- 
hitanti  in  Argenta,  e  suo.  territorio,  per  ripeterli  da  quella  parte, 
la  quale  avrà  dat<r  cauia  a  tali  danni,  e  cosi  protesta,  e  rìprot^sta 
in  ogni  miglior  mòdo,  rogans  me  Notattum  lA  apud  Acta  mea  regi* 
^trarem  talem  proteHationem  /  pronUttins  de  rata  ,  etc. 

QiU  IHustrissimus  j  et  ReverendUsimm  Dominus  CardinaUs  Gaeàa* 
nus  Lègatos  ,  etc.  et  bomficatiar&$  GeneraUs  Superintendens  mandamù 
procedi  ad  ulteriore  i/|  livellatiané ,  et  mensuratiane  praedicta  ,  in 
execu^onem  Litterarum  Illusi(nssinU  ^  et  Reverendissimi  Domini  Car^ 
dinalis  BurghesJ  Sacrae  Aquarum  Cangregationis  Praefecti  •  in  teU^ 
qnis  protestationes.  aSoisit  sic  9  et' in  quantum,  et  praètstames  iremi» 
sit  Sanctissimo  Domini  Nostro,  Papae ,  et  Sacrae  Gongrégationi  prme*! 
diciae,  et  super  qiubus,  etc.  .1 

Calcolo,  delle  misure,' e  scandagli,  e  livelli  fatti  d^  accordo,  fer  l 
V  introduzione  del  Po  in  Primaro  ,  per  ^rditifi  del  signor 
.    Cardinale  Gaetano,  sejpondo  l* intenzione  de* 
Bolognesi 9  fatto  Vanno  i6io. 

Cialpolo  delle  misure,  scandagli,  e  livelli  fatti  d' accòrdo ^  e  d*oi^ 
dine  deir  111  nstriss*  e  Re verendiss.  signor  tUirdiiial  GaéUno  dalli  si- 
gnori Bartelommeo  Breecioli  Architetto , .  e  Tcnnmasa  SpinoUi ,  Agriw 
mensore  A^lh  bonifioauone,  con   T  intervento*,  e  oonoordia  dbHi  si« 
gnori  Giacomo  RosdNlif   perito  di  Ferrara»  e  Floriano   Ambroshn^ 

perito  di  Bologna ,  per  P  introdazione  fM  Po  di  PrinuurD ,  oon^foW'* 

ai  ^  ^         ' 


■ 
j. 


x> 


i6a 

air  intenzione ,  e  proposta  delti  signóri  Bolof^nesi,  dklU  Stellata  8\no 
al  mare  per  l'alveo  ài  Primaro  ,  pigliando  HI  punto'  sotto  la  aogtia 
della  chiavica  Pilastres^  piedi  otto ,  ed  andando  sin  sotto  il  pelo  del- 
l'acqaa  del  mare  Diedi  sei,  conforme  dalla  visita  si  vede,  eh' è  sta- 
ta fatta  scora  di  ciò ,  sotto  Irogito  di  Giuseppe  Erbliairdi ,  Notare  di 
detta  boninòazione ,  dalli  8.  sino  alli  3o.  di  Maggio  i6jo. 

I.  Dalla  punta  /Iella  Stellata  sin<»  alla  prima?  svolta  di  sopra  del 
Bondeno  incontr<f  alla-casa  de'  signori  ForiÀ,  in  luogliezza  di  perti- 
che mijle,  e  treatasette  ,  e  piedi  sei:  cavo  piedi  venti  :  e*  largo  per- 
ticbe 'Ventìcinque,  che  in  tutto  fa  passetti  quattrocènto  quindici  mi- 
la, e  ^larantà.  Passetti  4'^^4^* 

"IL  Di   più    vi    va  l'imboccatura   all'entt^re   del    Po  alfa  Stellata  » 
-quale  va  più  larga  pertiche  quiodici,  in  lunghacza  di  pertiche  cento j 
e  fondo  piedi  vénti ,  che  fanno  paisetti  dodici  mila  .  Pa"^.  12000. 

III.  E  più  alla  volta  suddetta  dritto  la-  casa  de'  signori  Forni ,  e 
aegoita  «ino  allo  sbocco  dt  Panaro  al  Bondeno- per  l'Mveo  del  Po  per- 
tiche quattrocento  trentacinque ,  che  va  cavalo  fondo,  ragguagliato 
un  luogo' per  l'altro',  piedi  venti,  largd  pertiche  quindici,  che  fau- 
no passetti  cento  quattromila,  e  quattrocento .Pas.   104400. 

IV.  E  più'  in  detto  spazio  il  Po  va  escavato  ,  dov'è  l'acqua  ,  pie- 
dì  undici ,  e  largo  pertiche  <  dieci ,  che  fanno  paséfetti  A^umero  tren* 
ietto  mila;  e  dugeoto 'otta  sfa*.  Pas.  'SQ^8o.  *'* 

V.  E  più  seguita  dal  Bondeno  sin(^  a  Po  rottciu  lunghezza  di 
pèrtiche  tre  mila,  e  ottanta  «>Rqiie,  in  lunghezza  di'{)emcbe  trén- 
taquattro,' fondo  piedi  quindici,  id  numero  di  passetti  un  milione 
ducente  cinquantotto  mila  ,  e  seicento  ottanta  •.  Pas.  i25868o.  - 

•  VI.  E  più  da  Po^  rotto  andando  sino  all'argine  dell' intestaHara  di 
£4  Giorgio  in  lunghezza  di  pertiche  mille»  e  setteoeoto,  e  piedi  u- 
no  di  larghezza  di  pertiche  quarantotto,  e  fondo'  piedi  dodici ^  in 
numero  di* passetti  settecento  ottantatre  miUi  e  quattrocento  sei,  e 
piedi  dieci.  Pas.  783406.  —  io. 

VII.  E  più  da  S.  Giorgio  sino  ad  Argenta  al  dritto  della  porta  dei- 
la  piazza  in  distanssa -di  pertiche  dieci  mila  ottocento  trentacinque , 
che  va. largo  pèrtiche  dieoi,  oh' è  dov'è  l'acqua ,  e  cavo 'piedi  sei, 
in  numero  di  passetti  cinquecento  venti  mila,  e  ottanta.  Pas.  520080. 

Vili.  E  più  in  detta  lungbeficza  va  allargato  peVtiche  trentotto,  ca- 
To  piedi  sedici,  in  numero  di  passetti  cinque  miIlioni;|  ducento  aet- 
tanta  mila^  e  cento  quarantaquattro  v  Pas.  Safot44. 

IXì,  E^piiiiida  Argenta  sinata  S.  Alberto  in' lut^hezM  di  pertiche 
oUgmiU:^  è  quettrooento  .aostatrtaquattr^ ,  si  sfargberli  it'Po  perti- 
che l^ebtotta.ìa  «profondità  éii  piedi •  dodici^  in  4iumèrb  di  passetti 
tré  miiHoM  ottantashtte  milav»  e  <  seice&Oo  aessauiaisettib ,  e  piedi  veor 
tmaqìie^.*  Pafv  do8'7657.  ««^  aS,.  '       - 


y 


t'X.  E  d]*|>là  da  S:  Àlbevto,  pérf^qnaato  dafa.iI  Po  anovo  tino  alla 
Tolta  del  Pero  in  lunghezza  liK. pertiche  mille»  e  duoento ,  e  va  alar* 
gato  pertiche^  trenta  in  profondità  di  piedi  aotte  »    ò   nituaoro  di  pas«*- 
settì  duceotano  mila,  e  seiceoto*;  Pat.  loióoo^  ,   <.  . 

XI.  E  dì  più  dalla  snddetta  volta  dèi  P^ro  andando  per  il  Po  veo* 
ebìo'siiio  al  h>are  a  Prìmro  in  distanza  di  pertiche  dne  mila 9. e  .set*- 
tecento  troHtaieiv  e  «di  prorfbadìià. piedi  aett««9  onee  m^  ift  numero^ 
di  pascetti  àeicento  tarodiila,  e  ^ucento  ottantotto. H^as.  6o3a88« 

Di  più  la  tpeaa  di  quattro  <3ÌiiarvÌQfaev']lii&  per  la  valle  drMai?rara,  e 
due  ^r  la  vaile  di 'Mavmorta  ,1  per  -flOiiJac  l'acque  delli  paesi  «upo* 
rìori  con  tre  occhi  per  oiaaohedixna ,  larghi  piedi  sei ,  con  le  tue  ali  » 
volte  9  portor,  ed  altre  cose' aetetaarie,; ohe  costerà  l'nna  scudi  otto 
mila  ,  in  tutte,  scudi  8i»ooo« 

lo  Bartoiomeo  BrncdoU  suddetto  .affermo\  quamta  si   contiene  nella 

d^tU  scrittura  .     '         '      ••'•   '    rfv  :         ''•)     '   '    i.       •>.".•..  .M      .;    .     /     . 

-  Jo  Tommaso  S^pinola  affermo  uù  supra*    i-    t   • 

'   Io 'Gittcomo^Hosee^'^fid  presenta ^   ed   affermo  qwtmto  di  sopra  si 

contiene  •  .    -  . ,  •  ^  .  ^  .  . 

Io  Floriano  AnArosirà  fui  perdente  ^  ed  affermo  quanto  di  sopra  ^ 

'  La  spmma  de'  passetti,  di  questa  eoea^iizionè  del  Po  è  dodici  mi- 
Kotii  ducente  nevaotaquattremila,  e  cinquecdlto  ottautaoioque ,  che 
valutati  àlmefno  sei  gtoli"^ il?  pusseittOydr  sigoori' Ferraresi,  importerà 
sette  miilibni  trecento  settantasei/mìia ,  ^settecento  otaquantunoi  scu- 
do dal  ehe  si  potrà  far  Ooùgett«ra  dell' escavazìone  del  vamo  rimanen- 
te di.  Volano ,  •  e  di  quello  bhe  si  avesse  da  fare  atla  profondità  di 
quello  di  Veheaia,  il  cui  fandp>'è  circa  i3.  e  i4«  piedi  sotto  la  so* 
glia  diblla  suddetta  ehìavic»  Pilf\sitFese« 

Breve  di  Papa  Gregmio*  XV*  al  Cardinale  Capponi  per  rimediare 
t  M*^  inaU  :Oàusirtù  dai^Meno^  nelle  wdìi^^  « 

ìleote  FjH'  éostev  salutem,  etc.  ,GSlup  alia»  ibi^L  iieCéìÒleteens 
Papa  Vili,  praedeoéssor  noster  »  colcos .  intittmejrÌ9  9  et  gravibus  daoi* 
BIS  y  quae  agris  provineìae  Ronaadiola^  ,  Ducatus.  Ferrariae  ,  et  Co- 
nìtatus  Dostrorum  Boniensls  ex  aquis  stagnantihus  ad  de:(teram  flu*^: 
minia  Padi  Ferrariensis  nuncapat.  inferebantar  oppoTitune  prospicere, 
et  insupei^  navigationem  iUitis  rami  flamioià  Jam  |)erditam  J^  ..loco 
Stellatae  nuncupat.  seu  alio  opportuniori  prò  locoirum  varìetate  desi- 
^naodo  usque  ad  loca ,  auae  vulgo  dicuntur  Primàri  ^  et  Vòlanàe  re- 
stittiere  .  Et  in  ì'rimis  (jivitatém  nòBtrani/tunc 'suabl  FerràHeiiìiem  ^ 
et  illios  S tatuai  ab  evidenti  periculp  submersionis  quod  illi'ex  veloci 
oursu^et  impela  fluminis  Bkem  plunae  tempore  jjoimin^t  ejdijaoTe^, 


i64 

et  liberare»  mmehtbita  matare   deliberalione »  et  oentiiltatieiie  onta 
noDDuilU  S.  jR.  E.  Gardhialibas  f   et  ^illùbito    diversoraon   Peritoram 
ooDsilio  Bonovlla  decreta  9  et  ordioaùonet  super  exooUtiooe  aquaram 
ata^DaDtiam  praedictaram  ,  et  redactione   dicti  .flmninia  Padi  Ferra* 
me  in  DavigabUi  observaoda  ediderit)»  et  prò  illorum  ezeoatiaoe  boa. 
nem.  FraDciseoin  Titali  S.  Glemeatia  Praeabiterom  Gardiaalem  tane 
Gollegatam  Ferrane  »  (i)  et  aubìode   foel.  ree.  Paaliu   Papa  V.  eùam 
praedeeeMor  iiester  d.  Franoìtoo  vita  iaoctò  Jmd;  meni.  Alexeodram 
Arobiepiacopam   Jaonen.    illoque  e  vìyìs  aablato^  boa.  mem*    Bodì£i« 
tiam  Gardinalem  Gaetannm  ;  peatea  irero  dileetam  Filìam  oostram  Do- 
minicnin   Titali   Saooti  Martini  in  Montìboa    Praeabiteroin  Gardiiu- 
lem  Rivarolam  iianoap^t.  noatram  ac  Sedia    Apoatelicae  ìm  ProyiDcia 
Romandiolae  de  Lacere  Legatam  ia  praeaenti  opere  Superìateodeatea 
oaÌD  diveraia  faoaltaùbua  reapective  depauvertot;  dictaa  fero  Domi- 
nicoa  Gardinalia  propediem  ad  Romanam  Gariam   dimiaaa    Legatiooe 
hajaamodi  benediceote  Domino  redditamr  ait .  Noa   ne   opoa  prae£i* 
tum  tam  oeceaaarinm ,  ut  praefertnr  »  intermittatar  f  aat  qaomodoU- 
bet  deatitnatnr  opportune  providere  voleatea  de  tnae   eiroumapectio- 
nia  fide  »  prudentia  »   et  in  rebaa   agendia  experientia  »   et  diligentia 
pinrìmum  in  Domino  oonfM  ;  necnoo  Glementia  »  et  Pauli  praedecea- 
aomm    praedictorom  Liiterarnm  deaoper  expeditarum  teooria  prae- 
nntibua  prò  expreaaia  babentea.  (a)  Te  in  looum  ejuaden  D.  Cardi- 
nalia  in  praeaenti   opere  anpraiolendentem  auotoritate  Apostolica  te* 
Bore  praeaentìum  conatitnimuy  ,  et  deputamna^   tibiqne   injaogimas, 
ut  in  qniboa  atatu»  et  termima  opna   praedictnm  jam  oaeptnm  repe* 
ritur  diligenter  inqoiraa  :  ao  illud  joxta  decreta  dicti  Glementia  prae- 
deoeaaorìa  ad  perfectionem   dedaei    ourea ,  et  faciaa  »  tibiqne  omnia  , 
et  aingnla  in  praediotia    Litteria  Glementia   praedeoeaaoria  contenta^ 
et  alia  deanper  neceaaaria ,  et  opportuna  facien.   ordinandi  ,   et  exe- 

Jnendt  ^  necnon  prò  illorum  execntione  omnea»  et  aingnloa  etiam 
ilericoa  regnlarea,  aaecularea  cojuavia  ordinia,  qui  ex  deri  va  tiene  dd. 
a^narnm  commodnm  aentient  ad  exapenaaa  in  boo  opere  neoeaaario  &- 
ciendaa  contribàant  ordinandi  »  utque  utilità» ,  et  benefioium  quod 
exinde  -onique  intereaae  baben.  proventurum  eat  fiieiliua  dignoaci  va- 
leat,  ad  effectnm,  ut  prò  ana  rata  tamen  qniaque  aupradiotorum  in  ba- 
jusmodi  expenaaa  eoncurrat  ahìtndinera  aqoarnm  ,  et  terminoa  qnos 
attingutit  oum  ioterventn  Peritoram  oitatia  intereaae  haben.  elìaoi  £o» 
cleaiaaticia  ,  et  Regulariboa  menanrari   faciendi,   ao  terraa»  et  bona 


(j)  Et  juxta  faciiltates  dataa.  a  Paulo  V.  I>,  Arcbiepiacopo  JaDuae,  daia4p  D. 
Vard.  Gaetano .  tt  postmodum  D,  Card,  Rivarolae* 

(a)  Ec  sic  8i]l)8tituitur  in  éoram  locuni  Emineatiss.  Gappoìiina  cum  facaltatìtea 
epportanis  jtixta  in  «upràdi^  Brevi  Gleia^  diapoaiu* 


x65 

etiam  Eeoleltasiieoilm  »  ift  fttj^ra  »  et  ftliemm  etitm  qmoomque 
dignitatd  fulgeo.  et  auctoritaiie .  Territoriis  Ferrariae  »  Boooniae  |  et 
Romandiolae  nano  pala«tria  ,  Iiaut  humentìa  ,  8ive  Padis  alioraruve 
flamìoiim  »  et  aqaaram  inuQdatiQnibae.obnoxia  deacribeù,  et  desigoaa. 
e^  ab  alila  boait  hujatmodi  detrime^tb  minime  Qbopxiis  Beparaodi , 
et  prò  modo»  ac  ntione  utilitatis  ^  qi£ae  d4*  boni^,  aio  de^priptis  ^  et 
desigaatia  proveaerioty  aive  ex  eo  quod  ^  tali  bpoifioatioue  faoiliaa 
ad  cultaram  reduci  ^  Tel  alias  rediKfta.  nane  fertiìtora ,  et  uberio.ra  > 
aut  utiliora  reddi ,  Yel-^ex  eo  quod  a  flumiae»  et  aliaram  aquaruni 
ÌDcnrsioDÌbas ,  et  inoadatiooibaa  tutiora  »  et  seeariora  remauere ,  a- 
Qt  aliquid  qooà?Ì8  eommodum  »  et  utilitatem  ex  opere  bujusmodi 
coDieqai  peaseot  prò  modd^^et  c&ta  ,  et  qaalitate  commodi ,  et  uti- 
Htatia  expeiisai  bajasmodi  ìoter  omoes  ,  e(  siagulos  possessores  ddé 
bomornm  •  adbibito  Perìtarnai  ad  boo  eleotoram»  sive  eligeu.  judioìo^ 
arintrto  tuo  stataeodt ,,  dividendi  »  et  partieodi».  epsdemque  ad  rea^ 
lem  ,  ^ffeetualem  Batiét\ctioneqi  eogendi  »  et  coippelteodi  ;  necnon  ul- 
tra diotos  Perìtos  quosoumque  QffioìaleB  in  boc  opere  faoieudp  ueces^ 
sarios  arbitrio  tuo  eligen  ^  et  illos  qaandocqmque  »  et  quotìescumque 
opus  fuerit  rautandi  ;  provisiones,  et  meroedes  qaibuscumqae  perso* 
ma  (  Arobìteoto  excepto ,  et  Gong regationis  Veoerab.  Fratrum  nostro^^ 
rum  S«  R.  E.  Cardinalium  super  aqaaram  i^egotio  bujosuiodi  Secretane 
haetéoos  assigoatas  )  annuUaodi  ^  et  alia  quaecumque  circa  ea  Decessa- 
ria ,  aea  quomodolibet  opportuna  £iciendi  »  ordinandi  ,  maodandi ,  et 
exeqoendi  ;  òausas  quascumque  ,  etiam  circa  personal  Eoelesiaaticas  , 
ut  sopra  tam  Giviles  ,  quam  Griminalea  ad  buiusmodi  booificationes 
speotaoteSy  aut  ab  ea  depeodentes  »  et  enicrgentes  summarie,  sim- 
pUciter,  et  de  plano  si  ne  strepito ,  et  figura  judicii,  manu  regia» 
nnllo  )uris  ocdine  servato,,  ao  ornai,  et  qu^cumque  appellatione  »  re<- 
cursu  y  et  reclamatiooe ,  postpositis  ,  itaut  si  appellari  ^  aut  recnrr^ 
eontiogat^  non.  ad  alium.,  quam  ad  nos^  aut  Romaoos  Pootifices  sue- 
eeasores  nostroa  appelletur  »  et  reourratur  :  Et  nihilomious  nec  prò* 
cessus  causae  ,  nec  operis  praedicti  proseootio,  aut  inteigra  ejus  exe* 
entio  aliquo  modo  impedirì,  aut  dìflerri»  yel  suspendi  possit  vigore 
enjusvis  appellationis ,  aut  recursna  etiam  ad^nos  y  et  sedem  ApostQ- 
Hcam  ,.ant  otajuscumque  inbibitionis  nisi  Gommisio  manu  nostra  ,  a- 
vt  Romani  Pontificia  success«rìs  nostri  prò  teinpore^  existendi  sjgnata 
fuerit  eom  bao  expressione,  quod  exeootio  suspendatur  etiam  intra 
limites  Legationum  Ferramae  >  :  aut  Bononiae,  aut  alibi  obicumqae 
opus  fiierit  aodiendi ,  cogoosoendi ,  terminandi  y  ^et  decidendi  cunst 
potestate  quos ,  et  quibus  opus  fìierit  etiam  sub  censuris  ,  et  poenìs 
£ilS^esia9tÌGÌs  citandi,  et  inbibendi  privative^  quòàd  alios  quoscum- 
glie  Judices  ordinarìos  ,  et  delegatos  étiani  S.  It«  E.  Gardinales ,  e- 
tuun    de    laatere  liegatoa  ,  HAcnon  qa0scumque   Gomniissarios  ,  et 


i66 

Judiees  in, 'qi^busctiBique  home  tibi  bedevìiis  totiet  quetiei  Taluerìs, 
et  ubi  Tìdebitur,  qni  oaBSfts  barjttftmodi'eogDoscaDt,  e€  termiaent,  ec 
alia  necessaria  faciant ,  et  eognoscaot  cum  simili  »  vel  limitata  facili-* 
fate  arbitrio  Ciia  depotaodi  »  ftec^on  etiaod  quibueoainque  Gubcraato- 
YÌbus  ,  et  OfficiaÌU»08 ,  et  alii«  A.p08tolieae  Sedia  Miniatrit  ubioanaqne 
exifrtentibua  ,  atq^e  Coma^unitaiibi&s,  Univeraitatibfli ,  ao  etiam  par- 
ticuldri'ljua  persoaia  in  Territori  va  Ferrarien.  BoDonìea.  et  Romandio* 
ke ,  et  ipaàruminet  Givitatum  Boiuhi.  et  Ferrarien.  ut  ^Mnaia ,  et  sia- 
gula  per  te  circa  praemiaaa  ,  et  atatuendà  dehkae  exectttieai  deaian* 
dari  precitrent  auctoritate  Boatra  «aandandi ,  ac  ioobedieiitcfa  oppor« 
tunie  juria,  et  facti  ^remediia  quacumqtte  appella tiooe ,  etireoarau  pò* 
atpositia  cogendi ,  -et  oompellebdi  ;  WHim  ,  ?ei  pliirea  Depeaitarioa ,  ec 
exactoree  taxarum^per  te  »  aeu  de  mandato  tua  faoiei».  ab  ^nteietao 
babentibua  aupradiotia  e9Lìjgòtiu  dep^tao.  ut  'fideltttr  in  opus  praedi- 
ctum  expendantnr  ab  eiadem  Depoaitatiìa  ,  aeu-  e^actoribua'  idoneam 
Gautiotìem" recipiendi  •  (i)  Itaanper  prò 'féltet  hujua  operia  proaeanti^ 
ne  ,  et  expeditìone  non  aolum  praefata  omnia ,  et  aingula  in  eia  non 
contenta  ,  et  quae  tibi.quomodolìbet  neoeaaaria»  et -opportana  vide* 
buntur  ai  lalia  .ait>t  ,  vel  fuerint ,  de  qoibna  epeoialia  ^  specifica  >  et 
jIRpredaa  -mentio  babenda  foret  »  jièanon  etiam  ea,^uae  Venerabilea 
fratrea  nostri  S.  R.  E.  Gardinalea  auper  aquia  hujaamodi  deputati  &- 
cere  possnnt  faeiendi,  dieeadi»  gei^ndi  »  ec  exequMdi  plenaia.  ^  ijbe* 
ram  ,  et  amplam  Àpoatolica  auctorìtat^  teùoce  praeaen^m  ^icaitatem, 
et  auotoritatem  conoédimua,  -et  impartimur ,  quodque  de  fai^adia  ^ 
gerendia  ,  et  exercendìa  per  te  »  vigere  praeaentium  j  taemitìi^  prae* 
terquam  soli  Deo  ,  rationem  reddere  tenearia ,  auctoritate  ,  et  tenere 
praedictis  ,  deoernìmua,  et  declaramua,  et  nihilotnaiua  ditectia  fiUis 
Cubernatoribua  »  Officialibua  »  et  Minìatrìa  »  necnon  Gommuaitaitibuaf 
Universitatrbuf ,  et  particnlaribna  jperaonìa  qaibaaeumque ,  eaeterìi* 
aque  ,  ad  quos  ^peotat ,  et  apeotabit,  ut  proaipte  kn^Mnoibaa  obè^ 
diant  ,  tuaqiie  jnssa  exeqaàntnr  per  praeaentea  pracoifamua ,  non  ob- 
atantibiia  quibuavia  copstitutionibua  »  et  ordinationibua  'Apoatolicia , 
ac  quarumoumque  Givitatum»  Terrarnm,  «t  Leooram  etiam  juramen- 
to  confirmaiione  Apoatolica ,  vel  -qnavia  firmitate  alia  roboratìa  ,  ata- 
tutia  ,  et  consuetudinibas ,  priviJegiia  quoque  Indaltia  Littoria  Apo- 
atolicis  quibusvìa,  et  aupradictia  Clommunitatibua,  Univeiaifattbus , 
ziecnon  Gollegiìa,  Monaateriia ,  et  Locia  Piie  ,  ^ao  PeraooSa  tam  Eo^ 
clesiaatìcis ,  quain  'Saecularìbua  eujuaenmqae  gradua,  efdiaia^  et  con* 
dfetionia  exiaten.  aub    qnibuscumque    tenoribaa  »  et   formia^  ao  caffi 


•••■ 


^^\3}  *'^°*  facultafte  etiam  recedi  a  decretis  dicti  Glemends  Vili,  et  quacum- 

jiianu^- 
ratiooaia  ^ 


K^).^^  *'"»»  lacuitafte  etiam  receai  a  decreus  dicn  Uiementis  Vili,  et  qua 

Sue  illi  neceasaria  videbuntar  ,  et  qnaa  Eminentiss.   Card,  ^uper  aquis  huji 
i  deputati  facere  possunt  faciendi  cum  obbligatone  aoli  Deo  reddeadi  ratio 


j 


s 


167 

quibasVia^  cli^tticilili  \  efi  dMii^tià  in  oontrarium  praemissòftim  quomo* 
dolibet  060069»!»  ,  oonftrmatis,  et'  approbatis.  Qa>bus  omnibas  ,  et 
iSngolf»  eornm  tenorei^  praeseotibM  prò  espressìs  babente»  hac  ¥ice 
dòmtaxat  speohiHtér  »  et  esprèsse  derogatnus^  oaeterisqiie  co»trariÌ8 
'goibuscamque  ..  Volunrms  aatein.|  ut  tam  tu ,  qaam  tut  Ministri  qui- 
oimi^ae  io  praemìsei»  adbibeodì,  qui  Clerìin  extiterint  ip  negotiia  , 
at  teauais-  Crinainalibus  ratiooe  eorunuletn  praemissoru^m  vos  ìmioìscen- 
da  noUam  preptere»  oensuram  Eooleaiasùeairi' ,  vel  irregularitatia  no- 
tam  ìneortatia  ^  dtimmodo  a  sententia  saogaioìs  per  vos  ìpsos  fereiì- 
da  abstioeatìs  «  Voluiiiua  etiam  at  tibi  sabaidiàm  meoetruum  oeutum, 
et  Arcfattecto  provisèo  decem  SoMormn  auri  in  auro  io  peouttiis  e- 
xaotis  ,  et  .ejci^eodìs.  causa  ;  et  occasioai  sapradìoti  oegotii-  persol  van- 
tar •  Datam  Ronaae  «pud  3.  Petrum  sub  Aónulo- Piacatoris  die*  2^»  Ju- 
nìi  A^ntift^attts  nostri  anno  primo..  m  ^t\ 

Jk^reèo^  del  sigi  Salutio  BartoU  circa  cdla  Gré^efimiziohe  degli     ^ 

interessati  Bolognesi  per  la  spesa  della 
•^'.  '^  réìnoziotiie.  del  Meno.  "'-  - 

A:  :  ■  -  :  • 
vendo  miostriss.  e  Revereodìss.  sì]gnor  Cardinale  GTapporii  ge- 
nerale* Sópraintendeotè  dell'  aequé  di  Romagna  »  'Ferrara  ,  e  Bologna 
deputalo  noi  a  tassare  li  terreni >  che  dorranno  coooorrere  alle  opera- 
zioni destinate  da  Saa  Signoria  HI  astri  ssi  ma  ,  come  consta  per  }ette- 
xe  patenti  date  li  io.  d'  Agosto*  lóf^a.  ed  averMo  noi  legitiù»ameate 
intimati  gl^  in tèfresKiti>  visitato  il  teml^ìo- di  Bologna  ^,  e  pigliale  fé 
Beoessarie  infiirmaziom'  nel  fatto»»  &  stabilito  il  cìreondario  de'  Terr 
reni ,'  ohe  devono^  concorrere  con  qoel  piar  eh'  abbiamo^  gkidieato-  ne* 
eessario  per  ben  effisttuaré  F  ordine  di  sua  Signoria  Hlustriss-ìma ,  e 
TÌpartlre  la  spesa-,  in  conformità  del  giusto  ,  e  del  ragionevole  a  pro- 
porzione idell'  utile  ,'  che  oiasohedano  sentirà  efiottivamente  dàlU.ope- 
razìv-nì  da  £tm<«-   •'  •//•     >'■■'.,,  •  -.'-.w      •   ..  .  t,     <"••.•,     .    ■   ^ 

Instando  ..CH'aK  signori  ^Assunti  dell' acqtie  di- Bologna  -per  la^di* 
ehiiirffsifne^e  per.  il:  comparto  del  Bolognese  •  r..      ** 

Gol  presente  nostro  decreto  ,  inerendo  allt^  deputazione  dataci  /<da 
Sua  Signoria  Illustrissima ,  ordiniamo,  e  dlchiarianm,  e  decretiamo, 
che  devono  concorrere  all^operaziom  destinate  da  Sua  Signoria ?IUu- 
Btrissima  tutti  li  possessori  negl' infrascritti  vObmluii  ^  e  luoghi ,  cioè 
Medesano ,  Ganzanigo  »  •  Faptozza  ^  .èv  Medicina. >.dalTa  via ,  che  va  da 
Budrio  a  Medicina.  .^ 

dfòta.de^  cornimi y'iitA[.\paiisc0ti»  peri  occaiiipne^:ckt,  Mem>  è. stratte" 
nato' dal  proprio  corsoi  ^naturale  »  1..'     ^r^.''-       ^^    i    (/.  .    , 

Buda ,  iVillafontana  y  Piazzetta  ,*  Selm  >  fid^o^a «, ,  Budrìo  di  so tt^ 
dejila  via^  V^ditnaySpinobiaoeo^Darazzd^-.GiNrola^  lagUamMnnanzi, 


/- 


t68 

S.  Martino  in  Argile  di  sopra ,  S.  M&rtiM  ia  Aisgik  di  sotto ,  Mo- 
lineila  »  Ronco  di  Bagnarola  da  S.  Zenouo  a  basso»  Cassano  da  Mo- 
lino del  Lusso  a  basso ,  Lovelletto  »  S.  Marino  9  Casoni ,  Capo  del 
fiume  Diolo  »  Mesolara  »  S.  Martino  »  Sovrasano  »  Barisella  «  Corniolo , 
Minerbio,  case  de'  Fabrì,  Tedo,  Salotto,  Malalbergo,  Sant»  Maria 
in  Dono ,  Pegola ,  Olmo^  S.  Alberto ,  Robiszano  »  S,  Pietro  in  Gasa- 
la 9  S.  Benedetto,  Gayascetto,  Genaochio,  Macaredolo,  S.  ViooenaBo, 
Tombe,  S.  Agostino  di  sotto,  e  di  sopra,  Galiera,  S.  VenaittOj 
Ra?eda,  Poggio,  Regnatico ,' Massnmatico ,  Poggetto,  S.  OioTanoi  in 
Trìario,  S.  Giorgio,  Gberghinsano ,  Venazzano,  e  Cinquanta. 


Ma  percbò  delTi  possessori  in  detti  Comuni,  a  luoghi  alcuni  resta- 
so quasi  sempre  sotto  l'acqua,  altri  ai  bagnano  in  tempo  d*escre- 
scensa ,  altri  patiscono  di  scolo ,  o  stanno  tanto  Ticino  a  patirne , 
che  non  fatte  1'  operazioni  destinata  patirono  al  sicuro ,  per  cammi« 
nare  con  la  dovuta  proporziona  tra  tutti  i  possessori  in  datti  comu- 
ni ,  a  luoghi  col  presenta  decreto  dichiariamo ,  a  formiamo  qaattro 
gradi  differenti,  a  distanti,  conforme  alti  termini  stabiliti,  fatti  por- 
re da  noi  per  rogito  di  M*  Gio.  Pietro  Donati  Notanr  della  boninca* 
ziooe  da  registrarsi  in  fine. 

Dichiarando ,  che  quelli ,  che  possederanno  dentro  U  primo  grado , 
quale  principierà  dalia  parte  inferiore  Terso  la  valle  inclusive,  do* 
vranno  concorrere  per  sei ,  quelli  che  possederanno  dentro  aj  fecon- 
do per  quattro ,  quelli  che  possederanno  dentro  il  terzo  per  due , 
quelli  che  saranno  nel  quarto  grado ,  f^er  uno  ,  ec» 

E  con  questa  distinzione  di  gradi ,  e  propoczione  di  fttgamanti  ool 
presente  nostro  decreto  ordiniamo,  e  dichiariamo,  ehé  si  deva  for- 
mare ,  ed  ordinare  per  il  Bolognese  dal  notare  della  bonificazione  un 
campione,  o  comparto  di  ottantamila  scudi,  quale  però  non  possa 
in  modo  alcuno  effettuarM ,  o  eseguirsi ,  se  prima  non  sarà  dall'  Illu- 
atriss.  sig.  Cardinal  Capponi  Generale  sopraiilteodente ,  o  da  noi  ven- 
duto f  approvato ,  autonzzato ,  e  riservandosi  però  la  &ooltà  di  aggpoo* 
Sere,  e  diminuii^,  e  di  ittuure  come  a  ndi  parerà  di  ragione.  Cosi 
iciamo,  giudichiamo»  dichiariamo,  ed  ordiniamo  in  ogni  miglior 
modo ,  eò. 


Comparto  di  ottantamila  scudi  fra  gV  interessati  Bolognesi  ger  la 
remoKÌono  del  Beno  fatto  d'^  ordine  dell' Eminentissimo 

'Signor  Cardinale  Capponi^ 

Uovendosi  dar  principio  alla  diversione  del  Reno,  ed  altra  ope» 
«azioni  necessarie  per  servizio  della  bonificazione  dalli  Paesi  Bolo- 

fnese.  Ferrarese,  e  di  Romagna  inclusi  nel  circondario  di  essa  beni- 
canone  fatto  di  nostra  ordine ,  abbiamo  per  modo  di  provviaioa^  ^ 


f 


169 

ed  a  conto  della  speaa  da  farsi  per  la  parte ,  ohe  tocca  alK  signori 
Bolognesi  »  ordinato  y  e  stabilito  i'  infrascritta  tassa  di  scadi  ottanta- 
mila sopra  li  terreni  lavorativi ,  prativi ,  pascolivi  5  boschivi ,  bedosti- 
vi ,  e  vallivi  del  Bolognese ,  distinta  in  quattro  gradi ,  conforme  alla 
sentenza ,  o  decreto  di  Monsignor  Bartoli  nostro  Vicario ,  che  sarà  re-  ' 
gistrata  in  fine  del  presente  campione ,  e  secondo  la  visita  fatta  de* 
saddetti  terreni  dal  predetto  Monsignore  9  e  da'  suoi  Ministri  sul  fattoi 
per  detto  effetto,  quali  gradi  sono  gì' infrascritti ,  cioè: 

Il  primo  grado  a  lire    una,   soldi   quattordici,  e  denari  cinque   la 
tornatura  ,   cioè     ------------  lir.  1.  14*    S. 

Il  secondo  grado  a  lire  una  y  soldi  due ,  e  denari  un* 
dici  per  tornatura,  cioè    ---------  lir.  i.    a.  ti. 

n  terzo  grado    a    soldi  undici,  e  denari  cinque  per 
tornatura,   cioè     ------------  lir.-—  11.    S. 

Il  quarto  grado    a.  soldi   cinque  denari  otto,  e  cin- 
que sesti  per  tornatura  ,  cioè  --------  lir.  —    S.     8  § 

Quali,  tassati  dovranno  in  termine  di  otto  giorni  dopo  la  pubblicazio- 
ne dell'editto  pubblico,  o  dell'intimazione  da  eseguirsi  in  persona^ 
o  alle  case  a  ciascheduno  interessato  pagare,  e  con  effetto  aver  pa- 
gato quel  tanto  sono  stati  tassati  li  loro  terreni  di  qualsivoglia  delle 
suddette  qualità ,  come  avanti  si  vede  alla  partita  di  ciascheduno ,  e 
non  volendo ,  o  non  potendo  pagare  la  detta  loro  tassa ,  pagheranno  a 
ragione  di  lir*  8.  per  cento  per  la  partizione  a  ciascheduno  di  ìjuellà 
somma  di  denari ,  che  si  anderà  pigliando  di  mano  in  mano,  secondo 
occorrerà  spendere  in  detta  impresa ,  de'  quali  otto  per  cento ,  parte 
serviranno  per  frutti,  e  parte  per  l'estinzione  del  capitale,  dimodo^ 
che  la  suddetta  esazione  sarà  estinta  in  tempo  di  ventitré  anni ,  e  H 
quali  Interessati  dovranno  pagare  il  denaro  in  mano  al  Depositarie 
da  nominarsi ,  quale  non  dovrà  pagare    quantità  alcuna   grande ,   nò 

Sìcciola,  se  non  con  li  mandati  sottoscritti  dalli  signori  Gonfalonieri 
i  Giustizia  f  Assnnti  deli'  acque ,  o  della  iq^ggior  parte  di  essi ,  o  da 
noi ,  quali  denari  si  dovranno  spendere  in  servizio  di  detta  bonifica** 
zione ,  e  quegl'  interessati ,  che  in  detto  termine  degli  otto  giorni 
non  avranno  effettualmente  pagati^»  ex  nane  si  da  autorità  all' infra- 
acrìtto  nostro"  Notaro ,  o  altro  da  deputarsi  da  noi  di  farli  pignorare  » 
levare  ì  pegni ,  venderli ,  subastarli  »  e  liberarli ,  per  far  sequestrare 
li  frutti  de  terreni ,  non .  ostante  il  possedere  beni  stabili ,  dichiaran- 
do, che  si  eseguirà  indistinatamente  contro  qualsivoglia  persona  Eo- 
desiaslica ,  o  Secolare  ^  e  di'  qualsivoglia  ordine ,  o  esenzione  y  o  oon« 
tro  anche  quelli»  che  allegassero  essere  necessario  fare  speciale  men« 
zione  di  loro ,  o  altri  pretesi  esenti  non  ostante  inhibizioni ,  ricorsi  » 
polize  graziose  9  o  qualsivoelìa  altro  impedimento  ,  e  perchè  furono 

pubblicati  editti  9  che  ciaschedano  interessato  dovesse  denunziare  il 

Aa 


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170 

Basnero  delle  tornttare  de'  loro  f erreni  di  qnaltiToglia  qualità ,  sotto 
pena  di  lire  quattro  per  tomatura;  con  la  presente  si  da  autorità  al 
detto  nostro  Notare ,  o  altro  »  oome  di  sopra ,  di  fare  tutte  le  diligensa 
possibili  f  etiam  mediante  persone  da  deputarsi  da  esso ,  per  trovare 
ohi  non  avesse  denunziato  il  sao  terreno  ,  o  \alle  ,  ovvero  non  avesae 
denunziato  il  giusto  esegnendo  eontro  tutti  9  come  di  sopra ,  la  pena  ^ 
quale  si  eseguirà  solamente  contro   quelli»  che  non  sono  desorittì  a- 
vanti  in  detto  campione  »  Dichiarando»  che  detta  pena   di  lire   quat- 
tro per  tornatura  si  dia  per  un  terzo  alla  bonificazione  »  un  terzo  al- 
Y  esecutore  9  e  V  altro  terzo  all'  accusatore  »  con  autorità  anche  di  an- 
dare al  possesso  de'  terreni  e  valli  »  ed  usare  tutti  li  rimedi   somma- 
rj  sin  tanto  »  che  si  sarà  riscossa  la  tassa ,  e  pena  incorsa  da'  contu- 
maci ,  e  che  gli  affittuar)  sieoo  tenuti    a   pagare   a   conto  de'   frutd 
tanto  decorsi ,  cenante  da  decorrere  »  sotto  pena  della  privazione  delli 
loro  proprj  beni. 
In  quorum  fidem  eo» 

A«  Card.  Gappponi  • 


Bre(^  di  Papa  Urbano  FI  IL  a  Monsignor  Cornni ,  per  condurre 

il  Beno  nel  Po  grande  aUa  Stellata . 

Yenerabilis  Fr.  salutero»  et  Apostolicam  benedictionem  :  Assidua 
de  nostris  »  et  S.  R.  E.  Subditis  cura  »  et  sollioitndo  »  necnou  praeci- 
puus»  quo  eos  complectimur  pateroae  Gharitatis  affeotns  postulai,  af 
inter  caeteras  Apostolicae  servitutis  curas  in  eam  peculiari  studio  in- 
CunJximtts,  qua  eorumdem  Subditorum  incommodfis»  damoisqae,  et 
jacturis  obviam  itur,  illoromque  utilitati»  et  securitati  opportuuis 
rationibus  consnlitur*  Gum  itaque,  siout  accepimus  alias  foel.  record. 
Clemens  Papa  Vili,  praedecessor  noster  Givitatem  nostram  tunc  auam 
Ferrariensem  ejosque  terrìtorium,  necnon  agros  Provinciae  Roman- 
diolae  »  et  Gomitatns  ndstrorum  tunc  suornm  Bononien«  a  perioulis  » 

Suae  ex  aquarum  inundationibus  imminebant  eximere9  et  liberare 
ecrevisset,  et  opus  hujosmodi  curae»  et  fides  bon.  mem.  Frauciscu 
Tituli  S.  Glementis  praesbyteri  Gardinalis  S.  Glementis  demandasset 
(i)  idem  Francisous  Óardinalis  inherendo  mandatis  dìcti  Glmentis  nrae* 
decessoris ,  et  in  vim  fiicultatum  sibi  ab  eo  prò  su^  in  simili  u>rma 
Brevis  sub  die  t%.  Angusti  1604  exneditis  litteris  concessaram  flu- 
snen  Rheni  e  solo  9  et  naturali  suo  alveo  eduxerit,  si  ve  derivaverit  in 
vallem  Sammartìaae  ad  effectum»  ut  ibidem  tamdia  remaneret  >  donec 


(1)  Qaod  cum  I>.  Cani.  S.  Glementis  in  vim  domandatoram  Glem.  YIII.  de  qui» 
bus  in  supcadicto  Brevi  flnnon  Aheai  in  vallem  fiammartinee  dedaxis«at« 


y 


ftqna  Padi  Lombirdiae  in  aWemn  a  Stellata ,  tea  alia  opportaaiori 
loco  ad  Ibca  Primari,  et  Volanae  j osata  perìtorain  designationem  de^ 
dncen.  in  ea   qQantitate  »  et  suffioientia  iotroduota  etaet ,  et  alyeum 
jpsnm  nsqae  ad  praediota  loca  Primari  9  et  Volanae   noram  9  et  pur* 
^atnm  conseryare ,  ac  turbidaa  aqnas  flnminis  Rbeni  deducere  »  et  ez«^ 
pellere  po8set  ;  ea  tamen  intentione»  ut  tnnc  ipsum  flumen  Rheni  im 
loco  Perìtis  approbando  in  eundem  alvenm  a  dicto  Steilatae  utqae  ad 
Primari  y  et  Volanae  loca  hujasmodi  ezpurgandam  rettimi  valeret  (i) 
processa  ^ero  temporìs  flumen   praedictnm   Vallem  ìpsam  terra  adeo 
xepleverity  nt  majori  periculo  versai  GiVitatem  Ferrariensem   praedi' 
ctam  aquis  tarbidis  proflaat»   et  grayioribas    Provinciam  Romandìo« 
lae ,  ac  Comi  tatù  m  Bononiensem  praedictoa  ruinis  ,  jacturisque  affli* 
gat  cnm  certo  ,  atque  evidenti  non  modo  Givitatis  Ferrariae ,  vernm 
'etiam  Polesini  Sancii  Georgii  nnncapat.  Vallis  Gomaclensis  perìcalo» 
adeout  bodie   Civitas   Hostras   Ferrarien.    non  solum'  totnm,  et  iute- 
gram  Terrìtoriam  ,  quod  habet  a  parte    dextra   Padi   nuocapat.    Fer^ 
rarien.  versus  agrum  Bononiensem  ,  et  Provinciam  Romandiolae  »  at- 
potè  aqnis  submersum  amiserit,  sed  etiam  brevi  sui  ipsius,  et  Pole- 
sini S.  Georgii  una  oum  civitate  nostra   Gomaclensi  ,  et   illius  Valli* 
bas  inevitabilem   submersionem ,  ac   totalem   devastationem  subitura 
videatur.  Ager  vero   Provinciae   Romandiolae ,  et   Gomitatus   nostro- 
rum   Bononiaa  nedum  fere   totus   snbmersns  ,   et   aquis  Valìginibua 
Vallium  sterilis  ,  et  incultus  redditus  reperiatur  »  -  sea  in  die  magia  ^ 
81  quid  sani ,  et  fertilis  babet  submergatur  ,  et  in  deteriorem  statum' 
reducatur  ^  nos  qui  tot  5  et  tanta  nostrorum   subditorum    praeterita  , 
et  praesentia  ,  ac  futura  pericula ,  et  detrimenta  absque  ingenti  ani- 
mi nostri  moreore  aulire  non  possumus  paterna  soUicitudine  tam  il* 
lis  9  quam  ejusdem  GiVitatis  securitati ,  agrorumque ,  et  locorum  Pro- 
vinciae, et  Gomitatus  praedictorum  ab  inundationibus  fiuminis  Rbe- 
ni bujus  modi,  damnisque  innmerabilibus   exinde  provenien.    libera-» 
tioni  quantum  nobis  ex  alto  concedi  tur  providere  volentes  quonsquo 
alveus  praedictns  a  loco  Steilatae  ,  sea  alio  opf^ortuniori  usqae  ad  lo- 
ca Volanae,  et   Primari   praedicta   exoavatus,  expurgatas,  et  perfe- 
ctus  erìt,  et  aquae  Padi  Lombardie  in   eumdem  alveum  ejus  quan^ 
titatìs  introdudta  faerit ,  ut  illum  excavatum ,  et  expurgatum  manute-  , 
nere,  et  conservare  possit,  et  valeat;  (a)  mota  proprio,  et  ex  certa 

^  (i)  Et  processu  temporis  d.  flumen  Vallem  praedictam  replevisset!  ita,  ut  majo- 
ri perìcùlo  venns  Ferrariam  flneret ,  et  gravioribus  ruinis  JaflU^et  Gomitatum 
Bononie,  et  ProTinciam  Romandiolae  cum  certo  ^  et  evidenti  periculo  ipsius  Gì- 
TÌt%  Ferrar.  Polesini  S.  Georgii ,  et  Vallis  Gomaclens. 

(a)  Motu  proprio  mandat   Pontìfex^  ut  flumen  Rheni  a   solito    cuna   in  loco 
M&rabelli  dedncatnr  per  lineam  rectam  ad  Bondenum  ,  et  inde  ad  Gambaromua 


m 

•cientia,  flo  matnra  deliberatìone  Dos  libi  dietum  flamen  Rbeni  a 
aao  cursa  ordinario  9  et  Territorio  Bonon.  et  loca  Mirabelli  vulgo 
Duncapat^  removere  »  ao  per  liDeam  rectam  ad  locum  Bondeni  ^  et 
per  illum  ad  locum  Gambaroni  similiter  nuDOopat.  et  ex  boo  Fel 
unitum ,  seu  separatum  cum  flomine  Panaro  ad  flumen  Padi  magai  , 
et  locum  la  Stellata  pariter  nuncupat.  juxta  ipsius  lineae  typuoi  , 
qui  tìbi  cum  praesentibuB  jussa  nostro  transmiti  tur  ,  sive  ad  quem<- 
oumque  alium  locum  ,  qui  tibi  videbitur ,  et  placuerit  deducere  ,  et 
derivare  libere  ,  et  licite  possìs  ,  et  valeas  Apostolica  auctoritate  te- 
nore praesentium  ,  potestatem,  et  auctoritatem  concedimus  et  impar- 
tìmur.  Dantes  tibi  plenam  ,  liberam,  et  amptitn  facultatem  dietum 
flumen  Rheni  non  solum  in  ipso  Mirabelli  >  ^ernm  etiam  in  alio  ^[uo- 
cnmque  loco  Territoriorum  Bonon.  et  Ferrarien.  hujusmodi  ,  ut  prae* 
dietum.  removendi ,  et  per  quaecumque  eorumdem  Territoriorum  lo- 
oa  in  quamcnmq'ue  Vallem)  seu  quodcumque  aliud  flumen,  ant  quem- 
oumque  locum  »  quae ,  seu  quod  y  verqui  tibi  magis  expedire  vide- 
bitur ,  et  placuerit  deducendi ,  et  dertvandi  /  et  ad  hunc  effectum 
quoscumque  alveos  9  et  quascumqae  fossas,  et  exoavationea  in  prae- 
missìs  neeessarias ,  et  opportunas  faoiendi  in  longitudine  ,  latìtudi- 
ne  ,  profunditateque ,  et  in  quibuscaiuqne  locis  ,  necnon  quoscum- 
que aggeres  ubicumque  opus  fuerit  infaltitudine  ,•  latitudine  ,  et  lon- 
gitudine 9  prout  expediens  tibi  visum  fuerit ,  omniaq  ;  et  singnla 
desuper  necessaria  9  et  opportuna  faoiendi ,  coostituendi  ,  maudandi  ^ 
et  exequendi  rexpectìve  ,  nec  non  prò  illorum  executione  (1)  omnes, 
et  singulos  etiam  Ecclesiastioos  Saeculares ,  et  Regulares  ,  cuìuscum- 
que  Ordinis  ,  qui  ex  praedicto  opere  commodum  sentient,  ut  ad  ex- 
pensas  prò  boo  opere  necessaria  facien.  contribuant  ordinandi,  et  de- 
super  opportunas  taxas ,  et  reparationes  faciendi ,  illasque  exequen- 
di,  utque  utilitas,  et  beoeficium  ,  quod  exìnde  cuicumqne  interesse 
babenti  proventurum  est  facilius  dignosci  valeat  ad  effectum  ,  ut  prò 
sua  rata  tantum  quisqùe  supradictorum  in  bujnsmodi  expensas  con- 
currant  altitudinera  aquarum ,  et  terminos  ,  quos  attingunt  cum  in- 
terventu ,  interesse  babentium ,  Tel  etiam  illis  ,  et  aliis  quibuseum- 
que  citatis ,  vel  non  citatis  ,  tam  Laicis ,  quam  etiam  Ecclesiasticis  ^ 
et  Regularibtts  mensurari  facien.  ao  terrai  ,  et  bona  etiam  Ecclesia- 
sticornm,  ut  sapra,  et  aliorum  cnjascumque status ,  conditionis,  qua- 
litatis,  et  praeheminentiis  etiam  quacumque  diguitate,  ao  anotorìta- 
te  fulgen,  ao  speciali   mentiòne  9   et   nota  dignorum  in  Territorio 


in  Padam  magnum  juxta  lineae  tjpum,  quem   transmitut ,  vel  ad  alium  locum 
etc.  cum  amplissimis  facnltatibns  • 

(i)  Contra  quoscumque  etiam  Ecclesiasticos  9  etc,  describendo  ^   et  taxandó  o» 
anes  interesse  habentes  proportionabiliter* 


! 


17*- 

,        .-•       •  .     ' 

Fertarien.  Bononien.  et  Romandiolae  nano  palartrìa  ,  aat  hanteutia-, 
0Ìve  ìnundationi  bujusmodi  obooxia  y  terras ,  ^  bona  habentium  de- 
.acribendì^  et  desigoandi  ,  et  ab  aliis  boni»  bujustnodi  detrimentia  oiU 
nioie  obnoxiis  separao*  ac  prò  modo ,  et  ratione  utilìtatis  y  quae  bis 
Jbonis  sic  descriptis  ,  et  designati»   provenìet ,  givo   ex  eo  qaod  ex  o- 

fiere  bujusmodi  facilius  ad   oalturam   reduci,. vel  alia»  redaota  nano 
aciliora  ,  uberiora  ,  et    atiliora  reddi,    vel  ex  eo  quod   ab  aquaruni 
incursionibus  9  et  inundatioDÌbus  tutiora ,   et  securiora  remanere*5  ant 
alìud  quodvis  commodum,  et  utilitatem    ex  opere   hujasniodi   conse-* 
qui  possent  prò  modo»  et   rata,   et   qualitate   commodi   utilicatis ,  et 
expensas    hujusmodi    inter  omnes  »  et  singuips   possessores   dictoram 
bonorum  adhibito  Peritorum  ad  hoc  electorum ,  sen  eligeDdoruai  ju' 
dicio,  et  tuo  arbitrio  statuendì ,  dividendi  ,  et  partìeodi,  eosdemqae 
.ad  realem,  et  effectualem  sati^factioQem  oogere,  et  compellere ,  nec- 
ton ultra  dictos  Perìtos  qaoHcamque  OfBcialeg  in  hoc  opere  faciendo 
necessarios  arbitrio  tuo  buj asmodi  eligendi ,  et  illos   qaandocamqae  , 
et  quotìescumqae  opus  fuerit  mutare,  provisiones,  et  mercede»  qui- 
buscumqùe  peraonis  non  tamen    ArchitectOy   neo   Goagregationig  Ve- 
nerabilium  FraKum  nostrorum  S.  R.  E.  Gardiaaliam  super   aquaraoi 
hujusmodi  negotio  Secretano,    hujusmodi  hactenus   assignatag  annui-» 
.laudi,  et  cagsandi ,  et   alia    quaecumque    circa   praemissa   omnia  ,  et 
siogula  quomodolibet  necegsaria ,  geu  opportuna  faciendì ,  ordinandi  9 
.mandandi,  et  exequendi,  (i)  ac  qua&cumque  causai   etiam  circa  per* 
sonag  Ecclesiasticag ,  ut  gupra  tam  civiles  ,  quam    Griminales    ad  hu- 
jusmodi  opus   gpectanteg  ,    aut    ab   eo   dependeptes  ,   et   emergentea 
aummarie  ,  simpliciter,  et  de  plano  sine   strepitu  ,  et  figura  Judicii  , 
manu  regia  ,  nuUoque  Juris  ordine  gervato  ,  ac  omni,  et  quacumque 
appeliatione  ,  recursu ,  et  reclamatione  postpogtig  ,  itaut  sì   appellari  , 
aut  recurri  contingat  non  ad  alium,  quam  ad  nos,  aut  itomanos  Pon- 
tificeg  appelletur ,  et  recurratur ,  et  nibilominug    nec   processas  cau- 
aa.e  ,  nec  operìs  praedicti  prosecutio  ,   aut  integra  ejug   executio  ali- 
quo  modo  impediri  9   retardari ,   diflerri ,   nec  suspendi   possit  vigore 
cujusvig  inhibitionìg ,  nigi  commisgio  manu  nostra,  aut   Romani  Pon- 
tifìcis  guccegsorig  nostri  prò  tempore  exigtentig  signata  fuerit  cum  bac 
expreggione  ,  quod  executio  gugpendatur,  necnon   etiam  intra  limites 
Le^ationum  Ferrane  9  et  Bononiae,  aut  alibi  ubicumque  opug  fuerit 
audiendi ,  cogoogcendi,  terminandi,  et  deoidendi,   cum    potestate, 
.  quos  f  ^t  quibua  opus  fuerit ,  etiam  sub  cengurig ,  et  poenis  Ecclesia* 
aticia  citandi ,  et  inhibendi  privative  quoad  alioa  quoscumque  Judicea 


^  (i)  Cansag  omneS  9  ete«  cognoscendi  smnniarie  9  etc«  appellatiooe  etiam  gnspeiM 
giva  remota  • 


/ 


174 

ordioaiìot  »  et  delegatot  etiam  S.  R.  E  Cardinales ,  etiam  de  Lateré 
Legatos  ^  necnon  quoacnmque  GomtniaaariM  j  et  Jadices  in  qaibiia- 
cnmque  locia  tibi  bene  tìsìs  »  totiea  qootiea  tibi  TÌdebitor  »  am  orna* 
eaa  hujasBiodi  cognosoaot ,  et  terminent  »  et  dia  neceataria  nciant  , 
et  exequaotQr  cam  tÌHiiliy  vel  lìmitau  frcaltate   deputare,  te  etiam 

Juibascninqae  Goberoatorìbua ,  Officialibns ,  et  aliia  Apoatolicae  Se« 
ia  MìBÌatria  nbicnniqiie  existentibua ,  atqae  GomiDanitatUma  ,  Uni- 
^eraitatibna ,  ac  coram  particalarìbua   peraooia ,  et    Territoriia  Ferra- 
rien.  Bononien.  et  ProTiocie  Romaodioiae ,  ao  ipaaram  Givitatam  fio- 
non.  et  Ferrarìen.  ut  omnia,  e^aìngnbi  Ber  te  circa  praemiaaa,  ordì- 
canda,  et  atatnenda  debitae  execatioai  detnandare   procorent  aucUn 
TÌtate  Doatra  mandandi ,  et  inobedientea  epportuoia  Jarìa ,  et  facti  re- 
mediia,   qnacamque   appellatioiie ,    et  recnraa  poatpoaitia  cogere,  et 
coiiipellere ,  unumqae ,  vel  plarea  Depoaitarioa ,  et  Execotorea  taxar 
mm  per  te ,  et  toc  mandato  frciendarom  ab  kitereaae  babentibaa  so* 
pradictìa  exìgeodamm  depntan*  otqae   fidelìter  io  opna  praedictam, 
et  non  in  alinm  nsum  exponatnr ,  ab  eiadem  Depoaitarìia  aea  exacto- 
ribua   idoneam   Gantìonem   recipiendi  inaoper  foelici  hnjaaee  operia 
proaecutiooe ,  et  expeditìone  non  aolnm  praedìcca  omma  ,  et  aingnla, 
ac  decreta  dicti   Glementia   praedeceaaoiia   deanper  edita ,  et  in  iilii 
praeacrìpta  facien.  f  cren, ,  et  exequen.  per  te  vigore  praeaentiom  no- 
mini ,  praeterquam  adi  Dee ,   rationem  reddere  tenearis ,  et  nibiJ* 
ominua  dilectia  filiia  Gubernatorìbna  ,  0£Eicialibna ,  et  llimatria  ,  neo* 
non  Gommnnitatìbaa ,  Univeraitatiboa ,  et  particalariboa  peraooia  qoi- 
buacumqae  ,  caeteriaqoe  ,  ad  qnoa  «pectat ,  et  apectabit  ;  ut   tibi  in 
omnibua  prompte  obediant ,  tuaqne  jnasa  exeqaantnr   per  praeaentea 
praecipimua  •  Non  obstantibna  qaibnacamqae  Óooatitntionibna ,  et  or- 
dìnatìonibna  Apoatolicis ,  ac  qoammcamqae  Givitatam ,  Terrarnm ,  et 
locorum ,  etiam  Juramento,  eonfirmatione  Apoatolica,  vel  qoavia  firmita- 
te  alia  roboratia ,  Statntis ,  et  Gonanetadiniboa,  Privilegiia,  Indultia ,  et 
Litterìa  Apoatolicia  qdibnavia  ex  anpradictia  Gommnnitatìbaa ,  Univer- 
aitatibua ,  necnon  Collegiia ,  Monaateriia  ,  et  Locia  Piia ,   ac  peraonia 
tam   Ecoleaiaaticia ,  qnam  Secnlaribua  cuiaacumqne  gradua,  ordinit, 
et  conditionia  exiatentibna ,  a\ib  qaibuacamqae  tenoribua  ,  et  fbrmia  ^ 
ac  cum  quibaacomqne  danaulia ,  et  decretia  in  eontrarinra  praemiaao- 
rnm  qnomodolibet  conceaaia,  confirmatia ,  et  approbatia.  Quibaa   omni« 
bua ,  et  aingulia  eomm  tenorea  prò  piene ,  et  aaffioienter  expreaaia  ba-> 
bentea  bac  vice  apecialiter,  et  expreaae  derogamna ,  caeteriaqne  contra- 
riia  quibuacnmqne  •  Volumna  autem  ,  ut  tam  tn,  quamtni  Miniatri,  qui- 
dunque  in  praemiaaia  adhibendi,  qui  Glerici  extiterint  in  negotiia,  et 
causia  Grìminalibua  ratione  eornmdem  praemiaaorum ,  voa  immiacendo 
nullam  propterea  centra  Eccleaiaaticam,  aut  iregularitatia  notam  incor- 
ratia,  dummodo  a  Sententia  aanguinia  per  yoa  ìpaoa  feren.  aJbatineatia  • 


17* 

Datam  Romte  apad  Sanctam  Mariani  Majorem  tab  Aiial6  Piacato* 
tia  die  4.  Novembria  I6^S.  Poatfioatus  nostri  anao  sexto» 
M.  A.  Maraldas. 


D, 


Scandaglio  della  spesa  da  farsi  per  la  diversione  del  Eena  da 

MirabeiUo  alla  Stellata  nel  Po  grande^ 

dovendoti  fare  la  diyersioae  del  Reno  y>  come  nella  Pianta  data 
eon  l'altre  scritture  con  la  linea  rossa  segnata  FA»  ovvero  AB,  da 
Mirabello  al  Bondeno  nel  Panaro  »  conducendolo  ad  entrare  nel  detto 
Panaro  al  Bondeoo  per  la  linea  BG  »  o  veramente  umto  col  detto 
Panarp  in  punto  di  traversare  la  camjpagna  del  Bondeno  y  rientrando 
nell'alveo  di  detto  alla  volta  di  Gamnarone  in  punto  segnato  E^j^r 
lasciare  aperta  la  strada  a'  ugoori  Ferraresi  di  poter  ^  se  possibile 
fosse,  dedurre  il  ramo  del  Po  grande  da  loro  designata  dalla  Botta 
de'  Riminaldì  alla  volta  del  punto  segnato  F ,  conforme  h1  parere  del 
signor  Cardinal  Capponi,  il  cavo  da  farsi  da  Mirabello  al  canalino 
di  Cento,  cbe  sarà  di  lunghezza  pertiche  iiao.  in  profondità  di  pie- 
di 3.  in  4*  di  larghezza  pertiche  num.  a4«  portando  la  terra,  che  si 
caverà  di  detto  alveo  in  argine  dall'  nna  »  e  dall'  altra  parte  propose 
zonatamente,  in  risgnardo  del  sito,  facendo  li  medesimi  argini  alti 
aopra  al  piano  della  campagna  piedi  14.  respetti vamen te  di  lunghezza 
nel  fondo  piedi  43*  ideila  superficie  larghi  piedi  i5»  che  saranno  pas^ 
aetti  nnm.  65»  per  pertica  andante^  che  in  tutto  sono  passetti  nnm* 
7a8oo.   a  sei  ^uli   il   passetto  importerà  -----    se    4^^^ 

Ed  il  terreno,  per  il  quale-  sì  dovrà  fare  il  detto  cavo,  che 
ai  dovrà  pagare  da  Mirabello  al  detto   canalino ,.  essendo  tor- . 
nature  num.  34».  valutato  sc«  a5.  per  tornatora ,  costerà  so*  -      955o 

H  eavo,  che  si  dovrà  fare  dal  detto  canalino,  sino  al  Bon- 
deno nel  modo  suddetta ,  essendo  di  langhezza  di  pertiche 
670»  a  scudi  4^.  la  pertica,  per  essere  il  terreno  più  iuta,  im- 
porterà   -    ---------------    sc#    aMio 

Ed  il  terreno  da  escavarsi ,  e  pagarsi  come  sopra,  essendo 
tornatore  ao7.  a  scudi  %%,  la  tornatura  importerà    -    -    se.      J^SS^ 

E  per  sapere  qnant'  epere  oi  Torranna  per  fare  qnest'  epe-* 
nzione ,,  e  consegnentemente  in  quanto  tempo  si  potrà  perfe* 
zionaiB ,  si  è  già  detto ,  che  la  terra ,  òhe  si  escaverà  da  Mt« 
libello  al  canalino  di  Cento  tra  gli  argini ,  e  cavi  sarà  pae* 
aetti  num.  7aftco.  che  per  esser  più  basse  le  rive  del  cava, 
e  perchè  aen  vi  essendo  nel  cave  terra  a  bastanza ,  per  finire 
gli  argi|ii,  si  piglierà  terra  sopra  barche,  che  vi  aaderanna 
aolamente  opere  dne  f  e  mezso  per  passetta ,  in  tatto  opere 
nnm*  ì8aooo« 


t 

176 

E  dal  canalino  sino  al  Bondeno»  in  riguardo  dell' escaTa- 
zione  suddetta,  jsono  passetti  nnm.  4^6o5.  e  per  ogni  passet* 
to  vi  aiideraono  tre  opere  ,  ohe  sono  num.  14581 5* 

E  COSI  in  tutto  saranno  passetti   da   Mirabello   al  Bondeno  .._ 
numero  i2i4o5.  opere  numero  327815.  costerà    -    •    ^    ac*     85594 

Se  poi  si  dovesse  continuare  rescavazione  pet  le  campagne 
del  Bondeno ,  per  detta  linea  PE ,  della  medesima  larghezza 
di  pertiche  num.  24*  nia  di  profondità  di  piedi  9.  respetti- 
vamente  ,  per  essere  il  sito  del  terreno  piò  alto ,  portando  la 
terra  fuor}  in  detta  distanza  di  pertiche  10.  dal  labbro  del 
cavo  per  /eiaschedtina  parte  9  e  formando  gli  argini  piedi  ia« 
alti  di  larghezza  nel  piano  della  campagna  di  piedi  39.  nella  - 
•uper^cje  larghi  piedi  i5.  che  fanno  passetti  per  ogni  perti- 
ca andante  173.  m  circa,  che  in  tutti  saranno  passetti  num. 
743000.  in  circa  ^  che  in  riguardo  di  (re  giuli  del  passetto , 
aaranno  a  ragione  di  scudi  5i.  in  circa  per  pertica ,  essendo 
pertiche  43o.   di  lunghezza  importerà  la  apesa    >-    ^    -    ac*     aiQSo 

E  saranno  opere  num.  a  12900.  ec. 

Ed  il  terreno ,  per  il  quale  si  dovrà  fare  la  detta  escsrva- 
zione  dal  punto  DE,  sarà  tornature  i3i.  che  a  scudi  4o.  per 
tornatnra  importa  ----^---..    -...«(>.       5^40 

Ma  se  occorresse  alzare  gli  argini  del  Panaro  dal  Bondeno 
fino  al  Po  grande  piedi  3.  che  costerebbero  acudi  6.  in  circa 
per  pertica  in  Junghezza  di  pertiche  num.  i6oo«  la  apesa  sa- 
rebbe di-----^--.--^----.-gc*      9600 

Per  due  botte  sotto  al  Reno  per  condurre  il  canalino  di 
Cento ,  ed  altri  scoli  nel  Po  di  Ferrara ,  importeranno  *    ac.    aoooo 

Spese  per  la  chiavjca,  ed  altro  per  Borana  -    -    -    .    se.     loooo 

Vi  ai  aggiunge  per  le  apesa  atraordinarie  di  cariole  «  ponti , 
scoli,  Periti,  e  Soprintendenti    -    -    ^   -    -    *    ;.    ^    ac.     loooo 

Tutta  la  apesa  dell*escavazione^  arginatura^  compra  di  ter- 
reni ,  0  chiaviche  ^  ipaporterà   ^    --'--;-«.*    ac*  162274 

Tutte  V  opere  saranno  da  Mirabello  jal  Bondeno  ^  num.  3278 1 5 
Pai  Bondeno  alla  Stellata  jper  Gambarone,  opere  ^  ^  nunu  a  12900 

Somma  in  tatto  opere  *  r  imm.  54071 5 


»77 


È 


Selaziane  dello  stato  presente  del  Reno  di  Gibrgh 

JUvelUm  Alalia  Fratta^ 


notorio  9  tche  la  'Santità  .di  demeiite  Ottavo  4iviertì  il  Beno 
selle  Talli  4)er  un  interim  »  con  x>rdine  y  che  %\  preparMae  un  alveo 
altrove»  e  ohe  si  irimovease  idalle  edotte  yalli  ^  cooasceodo.,  4>he:  noo 
>erano  quei  fondi  dalla  lutura  'deitioati  alla  metà  di  esso  Reno. v   . 

I  8acQefi9ori  4i  «Gremente  *ebl>ero.i  medesimi.  Bensì,  .deliache  ne  so-* 
no  fedeli  testimoni  le  visite,  ed  i  Processi  di  .Monsignor  Gaotoriof 
ne,  MonsifKnor  >Clorsini.^..ed  ^Uri ^  ^d;i. decreti 4Ìi  Crefforio  JCV.^  e  di 
Urtano  VIIL     «  . 

L'interim  di  Clemente  si  è  irasformajto  in  un  mezso:  «ecolo ^  «  fra 
tanto  correndo  il  Reno  per  #ito  improprio  »  sO  Jbcendo  «danni  inenar- 
nibili  (i)  ha  fabbricato  4S^ae^  stesso  non  ,vie^  o  Jilveo»  jna  ^^taaoli.»  ed 
impedimenti  insjipaxal>iru  Le  xotte.^  e  le  .continuate  ^  «e  jdispendiosa 
Teparwiooi^  tsòno  srvefragabMi  prorve  4IÌ  questa  >verita:« 

lia  Jiotexietà  jdunqne  Idelln  inejite -de*  suddetti  Pontefici  •  pone  in 
chiaro.,  .cbe  iti  Seno  iiirono  jirestate  le  valli  per  tempo  limitato  ^  e 
^bìt  non  intesero  di  pregiudicare^  joè  togliere  rjna.  a' JSolojgoesi  di 
Dulo  «correre  in  .altra  parte)  «del  jPerrarese^ 

Quanto  foravo  danno  abbia  arrecato  il  Reno  perlai  cagione  .ili  <erp 
ritorio  .di  JBjologna^  u^ltiTe.a'  fondi  jsonegati^  le  opulenti  ville  di  JBon* 
•convento,  di  &é  Agostino^  palUera^  Raveda^  JMjrabello^^  Bosso,  ^ 
contìgue .5  ierreni  li  più  grassi^  ^e  |>ijii  leraci  4tel  JBologoese:,  ne  pos- 
eono  ^£irie>dolojosa  jede^  essendo  *dimewsìte  »d'jibitatori^  e  di  xendi- 
te:,  con  vanendo  «spendere  ^gn'.anno  air  ingrosso^  per  ripararsi  dalla 
inondazioni^  poiobe  fnon  correndo  più  il  fiume  per  le  viscere  della 
terra  j[ naturai  camminò)  rora-'da  una  lunga > cortina  d'  argini  vien  so* 
atennto  In  molta  altezza  ^  «sicché  trapelando  gli  rargini ,  ibrroa  uoa 
perènne  jsor^vm\Xielle.\campagne,,  in  «vece.  jDbe  per  debito  avrebbe  k 
ncc<H*re  J^aoqne  piovane  nel  proprio  letto>  *  .  ^ 

II  Poggio,  e  le  'Ville  uli  sC^prara^  dominale ^  Diolo,  Tedo^  Ca- 
giojosa ,  .Castellina^  MalaUier^  %  Pegola.,  e  tant'.altre  in  parte  sono 
distrutte  affiliale ,  caduti  gli  tcdifici .,  -che  appena  àe.  ne  veggono  1  "ire- 
'tìgi ,  parte  ridotte  pescarecce,  parte  del  tutto  abbandonate^  alt^e 
divenute  infruttifere ,  altre  *  rese  inospitali ,  onde  con  la  perdita  di 
trecenlomila  Jtornature  M  terra  ^  la  quale  aeminata  pe^r  una  terza 


(i)  -Quando  in  posto  il  Reno  nella  vallo  Sanmardna  in  'Con  intenEÌone ,  che 
non  passasse  «n  quella  di  Afacrara  ,  per  non  panneggiare  i  :tsiTeni  superiori ,  on- 
de in  fatto  un  argine  cireondarió  da'  Ferraresi  oon  grossa  contribusione  de'  Bolo* 
^nesi  ,  ma  nsn  giovò  punto  ,  ed  ora  non  se  ne  vede  quasi  orma  • 

a3 


MwìAì 


yuelt  renderebbero  lao.  mila  corbe  di  erano  (r),  vi  è  tncbe  U  man- 
^Minxa  di  quattromila  contadini,  che T abitavano 9  e  ooltivavano. 

La  ragione  dunqae  persuade,  e  la  necessità  costrìnge  i  Bolognesi 
ad  implorare  il  braccio  del  supremo  Prìncipe ,  dopo  cinqnant'  anni  di 
sofferenza  ,  giacche  i  Ferraresi  non  solo  non  hanno  mai  ammesse  le  giu- 
ste querele  degli  oppressi ,  ma  nel  messo  delle  pubbliche ,  e  gioiose  ao* 
elamMioni  per  1*  assuntone  del  Santissimo  Pontefice  Innocenao  X.  ia* 
Aestando  sopra  V  orasione  congratulatoria  un  preserratiTo  ,  hanno  fatto 
instanza ,  cne  si  tolga  il  mormorio  (a)  della   remosione  Aet  Reno  • 

Ma  per  far  manifesto,  che  i  Ferraresi  hanno 'forse  non  minor  iute* 
resse  de'  Bolognesi  nella  remozione  del  Reno»  eccoci  con  un  argo- 
mento ad  hominem* 

Tutto  ciò  ,  eh'  è  graTcmente  nocivo  »  dannoso  »  e  pregiudiciale  al- 
la Repubblica  in  genere  di  buon  gorerno  9  devo  oorregersi ,  e  rimo- 
diarvisi« 

n  Reno  è  stato,  è,  e  maggiormente  sarà  gravemente  noci?o ^  e  dan-^ 
noso  allo  stato  di  Ferrara.  Dunque  devesi  rimediare,  e  riikiiioverle 
dalle  valli. 

La  maggiore  non  ammette  contradiaione ,  la  minore  non  può  ne- 
garsi ,  perchè  il  fatto  ne  porta  la  prova ,  come  A  vedrà  qui  appres* 
00.  Dunque  la  conclusione  è  perfetta. 

'  La  Pieve  ,  e  Cento  terre  grossissime ,  e  già  poco  tempo  pieno  di 
abitatoti  molto  ricchi ,  oltre  le  sogi^ette  ville  dt  Massumatieo ,  Pog- 
getto,  ed  altre  eòavioine,  spesso  Si  veggono  il  Reno  nelle  oase  ^  e 
nelle  strade,  e  crescendo  continuamente  il  fondo  del  finme,  esse  riman- 
gono io  conseguenza  più  basse,  ed  esposte  alla  discrezione  dell'  acqua  • 
Tutta  la  riviera  poi  del  Reno  dalla  parte  di  levante,  territorio  di 
'Ferrara  è  stata  ridotta  in  valle,  e  nosco,  dove  prima  era  campa- 
gna fertilissima  • 

Dal  lato  dì  pouenlp ,  cominciando  da  Mirabelle  $  confino  del  BoIih 

gnese  ,  sino  ali  alveo  vecchio  del  Reno,  i  due  comoni   di  Vigarane 

*con  Je  ville  adiacenti  racchiuse  fra  il  Reno ,  ed  il  Po  di  Volano  ,  pa* 

tiscono  i  medeaimi  mali,  e  maggiori  di  8.  Agostino,  ed  altre  vÙle 

-  Bolognesi  sopranominate,  per  essere  queste  in  livello^^à  alto. 


(f)  Una  Gorbs  di  grano  pesa  d'ordinario  libbre  i6o« 

La  Città  di  Bologna  non  suol  comprare  nn  anno  per  1*  altro  più  che  CSoxbe  aS 
'  Ulna  ; 

(a)  la  Orazione  ad  Sanctiss.  è  stampata  in  Roma  da  Francesco  Garallo  V  anno 
i64&*  ^  parole  tono  le  tegnenti:' 

Hujus  c^ro  Coiumbae  aspéctu  confimuHa  pécé  conhtmax  Kkmti  propinfuioris  eesf&t 
wurmur/M  md  Férrariensium  prscs^,  ne  oh  Firrarkminm  erumnas  Umm  $itun^ 
dai  auditum .  •  t^.  . . 


»?9 

Ltmeo  la  spónda. di  Reno  Tecchio  alla  mano  ciestra  sino  alla  ohie^ 
•a  di  Po  rotto,  non  iri  è  so  noo  bosco,  con  alcuoi  veitigi  di  oaaa«* 
menti  iparsi  per  detti  Boschi  sino  agli  argini  • 

La  chiesa  ai  Po -rotto,  rimasta  aoU  ,  benché  eiroondata  d'  argini  ^ 
Tiene  so  tonte  visitata  dal  Beno,  né  gode  un  palmo  di  terra  ascinttat 
é  non  sono  qnattr'  anni ,  eh'  è  ridotta  in  questa  miseria  • 

Tntto  qael  tratto  della  chiesa  sino  alla  porta  della  città,  cMbmata- 
Paola ,  è  della  medesima  oondizione ,  rimanendovi  solo  le  case  prossi» 
me  all'  argine,  le  quali  due ,  o  tre  ToIte^l'  anno  sono  ìnaffiate  dal  Reno* 

Il  Borgo  dì  8.  Luca  situato  fra  le  dne   porte  Paola  ,  e  S;   Giorgio' 
(  divìso  dalla  città ,  mediante  il  Po  di  Volano  )  sono  pochi  anni ,  che 
dalle  mura  della  città  viene  compassionato  per  V  inondazione  nell'  Or 
soresoenEe  del  Reno. 

U  medesimo  stile  tengono  P  acque  del  Reno ,  proseguendo  di  li  per 
k  riviera  del  Po  d'Argenta  (i)  sino  alla  Torre  della  Fossa,  villa  già 
ripiena  di  grandi ,  e  belli   edifici.,  ed  ora  quasi  affatto  desolata  • 

Per  r  istessa  linea  sino  a  fossa  Zaniela ,  ed  oltre  sino  alla  Fasmna» 
ta  ,  tratto  di  molte  miglia ,  vi  è  aolo  1'  argine  in  parte  accasato ,  ma 
la  campagna ,  abbondante  di  oannocoe,  non  conserva,  ehe  la  memo-*' 
ria  de'  siti  già  coltivati  • 

La  villa  di  S.  Martino  nel  tempo  delle  diversione  del  Reno,  abita* 
ta  da  migliaia  di  persone  ,  ed  ora  da  centinaia,  è  divenuta  d'  una 
speeie  singolare  fra  le  cose  create 9. non  eapendosi ,  se  sia  terra,  o  ao- 
qua,  poiché  il  Reno  con  le  sue  eaeresoenze  ba  ricoperte  con  terra 
la  sommità  delle  finestre  delle  più  alte  case ,  e  delle  pia  umili  ,  0 
basse  (  sena»  iperbole  )  ha  uguagliato  il  tetto  ^  e  nondimeno  con  lai 
pienare  torna  a  galleggiarvi ,  ncohò  dovrà  presto  rimanere  abbandonata.-. 

La  campagna  della  Sanmartina  ,  già  tanto  feconda  ,  e  doviaiosa  di 
cassine,  ed  animali,  ora  è  valle,  e  qualche  scanno,  o  dosso  eretto- 
vi dal  Reno ,  non  è  che  bosco  impraticabile  • 

I)  Polesine  dì  S.  Giorgio  ,  intitolato  da  Gio.  Battista  Aleotti  (  ce«» 
lebve  ingegnerò  Ferrarese-  )  anima  ,  e  spirito  vitale  dello  stato  di  Fer« 
rara ,  avendo  pwdnti  gli  scoli ,  per  1'  interrimento  del  Po  d' Argenta, 
ed  inalsamenm  delle  sue  acque ,  mentre  ora  non  può  svenarsi  nelle 
valli,  come  fiioeva  prima  per  le  bocche,  altrìmente  chiamate  Buote^ 
cammina  a  gran  passi  alla  total  sua  perdita  (a).  ^  ' 

Lascio  da  parte  gì'  infiniti  danni  ,  e  mali ,  eh'  ha  £itto ,  e  fa  nel« 
l' Argentano ,  Gonsandplo,  Massa ,  Riviera  di  Filo ,  Lugo,  Bagnaoavallo  » 
Conselice  9  ed  altri ,  e  quanti  gentiluomini  sono  morti  miserabili ,  e 


(i)  n  Po  d' Af|penta  viene  aaofae  cl^iamate  Po. di  Prìiiiaro« 
(a)  L' Aelotò  stampò  la  corografia.  Panno  1601.  od  iti  quella  predica  la  som* 
nofiione  dal  Polesine  di  8*  Giorgio,  ed  eia  Ferrarese,  e  stipendiato  daUa  città* 


i8o 

qnaoti  hanno' disabitato  la  città,  quanti  non  bannopotnto  ammogliar- 
si,  quante  famiglie  estinte  ,  e  quanti  luoghi  Pii  hanno  perduto  le 
loro  sostanze,  o  in  tutto,  o  in  parte.. 

Questa  rappresentazione  noa  ò  nn  corpa  fantastioo  ,  non-  chimera^ 
o  congettura,  ma  dimostrativa,,  nemmeno  un  quid  fuHsy  ma»  vai  quùi 
facti ,  onde  la  pertinacia  de'  Ferraresi  si  può  piuttosto,  attribuire  a 
aeiagurà  fatale  di  queste  dae  città ,  a  territori  ^  che*  a  vero^  sentimeo» 
to  ragionevole  ^ 

Aggi  liuto,  per  motivo  non>  inefficace,,  che  la  fortezza,,  la  città  di 
Ferrara  ,  e  le  valli  di  Gomacchio  hanno*  sino*  ad*  ora  ,  per  disordini 
del  Rena,  sentite,  male  crisi,  ma  per  raVv^eoire^  non.  ponno*  fuggire 
quegli  effetti  maligni,  che  le  ridurrà  air  eccidio^ 

Dal  margine  della  fossa  della  Fortezza ,.  sino  al  labbro  del  Po  di  Va» 
lane,  non  vi  è  di  cootineote,.  che  un-  tira  di  balestra..  Il  Pò  di  Vo- 
lano non  è  ivi  più  largo  di  un*  condottOr,  e  per  linea  divisoria  fra 
esso  Po ,  e  P  aoqua  stagnante  del  Reno ,  non.  vi  è  altro*  intervallo , 
ohe  la  strada..  Va  cresoenda  ciascheduni  anno  L'acqua  del  Reno,  e 
deponenda  materia  5.  sicché'  alzando*  quel  fondo  ^  si  abbassa  la  fortezza, 
onde  acciò  lion  trabocchi  P acqua  del  Réna  nel  Po,  ed  indi  nella  fos- 
aa  della  fortezza,,  sona  tre  anni,  che  la  suddetta  strada  divisoria  vie* 
ne  innalzata  con  terra ,  a  proporziona  delP  accrescimento  deli*  acqua 
in  £Biccia  alla   fortezza^   ,  ^    . 

Quanto  poi  anche  vada  deteriòranda  la  detta  fortezza  nella  salubri- 
tà deir  aria  ,  e  città  istessa  ».  o  quanto,  vadana  abilitandosi  col  rima- 
nente in  conca  a  ricevere  la  furia  delP  acqua,  ogni*  debole  ioteiJetto 
paò  darne  il  giudizio;  e  se  succedessero  di  netta  gli  accidenti,  che 
sono  succeduti  di  giorno  alcune  volte  »,  darebbe  P  ultimo  tracotto  a 
quella  città. 

*  Le  valli ,  e  città  di  Gomacchio  ».  qnanda  rompesse ,  o  soverohias- 
se  il  Po  di  Primaro  nel  Polesine  di  S.  6 inizio ,  saranno  il  ricettaoa* 
lo  delP  acque  del  Reno,  con>  poca  speranza»,  che  mai  più  si  pren- 
da la  rotta ,  particolarmente  se  alla  rotta  ne  succedesse  reiterate  pie* 
Bare  del  Reno ,  avendo  il  Po  di  Primaro*  circa»  14*  piedi  di  caduta 
Bel  Polesine.  « 

La^  navigazione  da  Ferrara  a  Bologna  si  è  già*  perduta  una  volta  » 
e  si  è 'rifatta  con  gran  spesa,  e  con  allungamento  del  doppio  viag- 
gio, e  va  mancando  anche  questa,  neppur  serve  se  bon  per  pochi 
mesi  dell'  anno  •  La  spesa  delia  condotta  per  acqua  di  carra  sei  di 
ibereaozia  importa  al  presente  lire  16.  di  questa  ùienèta  ;  per  terra  lire 
144»  (O.nia  non  si  può  uè  anche  praticare  il  viaggio  di  terra  ae  noa 


«»• 


(1)  Lire  16  di  moneta  di  Bologna,  fanno  di  Roma  «cadi  3.  baiocc  Si.  :  o  li»  lAtt. 
•e  «9.  9$.  '    ;  T  »  ^  -T-i- 


i8r 

ts»  mesi  deir  anm»  ioii^i^àrdo  delle  peisim^  strade  di  questa  regione. 

Qaantò  deooros  utiie  |,  abbondanM ,  e  popolazione  arr^hi  alle  città 
il.  traffico  9  à  politica  peculiare' r  qioaato»  nnpoiti  alla  Camera  per  la  ga-* 
belh  di  Eawara,  è  facile  dìi; farne  la^seàodaglto». 

Dalli  suddetlU accidiejiti' c^o<Bvertiti  in  «ostanza  si  vede,  e  secisibil'^ 
incinta'  su  oeupsoet»  ohe  le^  valli.  noa«  sono:  il  •centro  del  Reno*»,  né  at« 
tivaniDBnte  9  nò  passivaaionte ..  Attivamente^  perchè  ha-  bisogno'  d'  un 
fine,  reale^  né  ama  di  terminare  im  acque*  »tag(iaatÌ9."^nn^veat&ndogli 
fi)  o  gran  cadnta  9,  o  aeqna  fluida»  e-  veloce*»  che  porti  la  sua  torbi-^ 
da -al:  mare*^  Pkssìwamenfe  ^  peisehèc  le*  valli  sono*  no  ptccoL  mare  ,  ov- 
vero^ tanti  catini  de'  quali  ve-  n'  è  necessiti  »*  per  ricettaeoro  dell' ac- 
que* del' Ferrarese  ».  Bolognese  ».  e  Romagnola,  onde-  con"  riempirsi  di 
vantaggio  9  e  0<m  P' acqua  stagnante,  e' con  la  terra,  che  portji  il 
Reno.,  Ferrara  coi  Polesine  di  S.  Oiergio»- rimarrebbero-  sommerai",  le 
yilUL  di.  Giimafittbia  diverrebbero^  scoli  delL^  acque;  chiare  »:  e  la  città  di 
Gomaochk)  ingoiata  •. 

L!  esperieiusa  è  verìdica' maestra*  dr  quello*  dovrà*  succedere ,?  men« 
tre  ora  si:  veda  essere  statai  interrita  tanta  porzione  di  dette  valli  » 
perduti  g)«  scoli,»  ed^iuafzale  Tacque;  del  Po* dT Argenta ».^  per  cadere 
ruinosamente  nel  Polesine' di  S..  Giorgio  »,  o*  pia*  in.  su  »  a  più  in  giù» 
cerner  porterà  il  caso ... 

e  Non  vr  rimane  in  tanto  altro  aftov  per  iiicammÌMre  il  Reno,  che 
«ueiro  del  Po.  di  Venezia  ,  tanto-  più,  che  il  tirare'  un  ramo  di  detto 
ro' innaDÙ.  la  città  di  Ferrara  vien  stima tO'^dispeDdioso  ,  e  d' impos»-^ 
aibile  riuscita  (2)^' mentre^ che  ii  Duca-  di  Ferrara  versato  iuf queste^  mate*» 
vìe >  ed'  aocerobiatO'  da  uomini  insignir  iut  pratica  ,  e  teorica^ tentò  io 
yauo-.r  impresa ..  Nel^  Po  di  Vene^ ia;t  si  verificano'  i  due'  'requisiti  per 
il  Renov  cioè  caduta  (3)  e  velocità  di  corso» delP  acqua  paziente.. 

Piùv  prova- della^  velocità  si  dice  $  che  il  sopportar  ^9;  fiumi  eh'  en« 
tirano- ael!  snor lètlor»  e  particolanneniìe'  r'Adice  y,  il  quale   porta    più 
torbida'  in  una*  volta  »>  che.  il   Rene  iir  quattro  ,  ne  vi  è  segnc  d' in^ 
terrimento'  in-  migliaia-  d'  anni  »  pare  ohe  sia'  sufficiente  • 
i   Quindi  si  fa^  luoga  di  rispondere;  a^  due  obiezioni'  fattar  da:  alcuni  ; 


^*-»^ 


«■*» 


(i^  L^ estensione  '  del  Ferrarese  è  piuttosto  orizzontale ,; che  pendice  vo  costiero  » 
a  però  de  tesi' éepii  tare- i  siti  declinati.  * 

(a)  Non  sitsoao' potute' cdtictliare:  Pdpinioiil^de'FèrraTesi:  diséo'rdi' fra.  di  loro', 
circa  il*  punto- e  sito  da*  pigBare  il  Po^^  per  stirarlo  a  Ferrara./ 

(3)  O^gr  lai  difficoltèud?  introdurre- iFramafdel:  Po  ìnuapzÌ4FéixAi^  del 

passato  ,  in  rigpBcda  ,  che  il  Reno  ha*  «con volto. tutti  i. piani' ^ e  siti  •  Vincenzo 
Sassi  livellò  l*annQ>  lóar.  e  trovò  che  il  Reno  dal  luogo  ^  dóve  si  doveva  fare  il 
taglio  sino  àUa  Stellata ,  vi  sono  piedi  aS  di  caduta  nel  Po .  Ora  ve  ne  saranno 
pia.  di  So*,    '  . 


.  \ 


i8a 


cioè,  cbe  il  Reno  abbia  aAticamenio  Soterrko  ìi  Podi  Ferrara •  Si  sa» 
ch'estendo  diviso  il  Po  in  due  raani ,  ed  essendo  gaseto  reqnilibrio 


a  Figarolo ,  che  regolava  il  ranso  anddetto  »  nò  essendovisi  posto  ca- 
ra ,  a  poco  a  poco  V  alveo  del  Po  di  Venexta  andò  prop«Mrsioaandosi  , 
coni  in  larghessa^  oeme  io  profondità  alla  oofna  della*  nnova  soqna 
accresciuta  tirando  a  ae  maggior  .quantità ,  e  le  torbide  »  ebe  giange- 
-rane  nel  Po ,  troTaodo  <|uel  ramo  di  Ferrara  debole  »  e  aoarso  d^  ao- 
qua ,  cominciarono  a  deporre  la  materia  limeaa ,  ove  ^vnto  il  Reno  » 
e  sboccando  in  quel  grand' alveo,  povero  d'aeqnat  si  dilatò,  rc  aei^ 
vandosi  tant'alv^^o,  quanto  fosse  sufficiente  al  sno  oorso  (effetto  na- 
turale) depose  nel  rimanente  .dell' alveo  aemimorto  «del  Po  la  materia 
della  torbida^ 

Che  anche  potesse  interrire  la  Ssce  dcd  mare ,  rio  diflieihncnte 
può  accadete  in  qualche  P^rte  del  Mondo ,  dove  il  mava  non  id>bìa 
profondità , .0  non  abbia  fiosso,  e  reflusso,  ma  l'esperiema  mostiat 
che  in  cinquemila ,  e  più  anni  dalla  creazione ,  se  il  mare  fesse  so^ 
toposlo  ad  interrimento,  non  vi  sarebbe  «più  mare»  pevdbò  tnfeti  li 
fiumi  del  Mondo  terminano  nel  mare  • 

Che  il  Beno  possa  accrescere  notabilmente  aoma  si  Po,  qoMMio 
detto  Po  sìa  tumido ,  .e  gonfio  Ji  il  che  non  snoie  accadere ,  proce- 
dendo r  ingrossaménto  di  detti  6umi ,  da  causa ,  o  venti  ^pnaai  con-> 
trarjj  ai  ilice,  che  .stante  la  regola,  che  «n  corpo  minore,  e  mea 
violento  non  può  eoirare  nel  msegiore  »  e  più  viMonto ,  U  Bìene  noQ 
potria  entrare  «nel  Po^  prima  ch^bUa  eqnilibnta  la  ena  aeqna  ^cen 
quella  del  Po,  né  vi  -potrà  entrare ,  se  non  con  quella  poraione,  che 
supererà  l' acqua  del  Po ,  la  quale  san  poca ,  poiché  «eli' atto  mede* 
Simo ,  che  V  acqua  del  Reno .  avrà  aoperato  il  pelo  dell'  aequa  del  Po , 
onella  si  spaigerà  sopre  la  superficie  <li  questa ,  la  quale  dilatata  per 
r  ampio  seno  dì  quel  ,.,gren  vaso  i  ^  «portata  .npidamente  al  mare , 
non  potendone  giùngere  -tanta  quantità ,  che  la  ^Sorrento  del  Po  non 
l'sblaa  trasmessa,  e  stnunmacsatu  in  mare. 

Per  rispondere  anche  in  particolare ,  fiforato  il  caso ,  che  il  Reno 
debba  entrare  nel  Po  con  due  piedi  quadri  d'4ieqna  (  benché  dicono 
sei  )  si  dice ,  eh'  entreodo  %g.  numi  nel  Po ,  e  molti  triplicatamente 
maggiori  del  -Reno,  se  entrassero  nel  Po  con  due  piedi  quadri  d'ae« 
qua ,  sanano  piedi  58.  d' acqua ,  ma  perebé  il  Po  non  na  tanta  al- 
tezza ,  né  anche  dalla  sommifà  degli  argini  ^  sino  al  cupo  del  tao 
fimdo ,  però  non  vi  si  deve  ^ar  altra  riflessione ,  né  addurre  regioni  j 
perché  il  fatto  condode  il  contrario . 

Per  correttivo  ancora  di  questo  panico  timore  ai  dice ,  che  si  poi» 
sono  limitare  Tacque  del  Reno  con  una,  o  due  soglie  laterali  »  o  ci* 
dote ,  sicché  non  entrerà  mai  nel  Po ,  se  non  quella  misura  d'ac- 
qua »  che  gli  sarà  daU  dal  regolamento  suddetto»  ed  il  Reno  sempre 


i8S 

t 

andari^  felieeoieiif e ,  perché^,  mentre  abbia  cono  ,  soata  il  suo  lettor 
uè  «{«dita  maatima  è  mai  tutta  richiamata  in  dubbio . 

Menunialé  dato  per  parte  de*  signori  Ferraresi  a  N.  S.  per 

la  remozione  del  Reno  dotte  valli  •' 

fjrli  nmiUanmi^  )9  derrotiaMmi  Serri  anoi  gP  interessati  di  Santa 
Bianca  »  Garamai^y  e  Vibrano  dalP  acque  del  Reno ,  per  la  rotta  se* 

r*  la  m  SeóC  Agostine  »  TìHa  «ef  Bolognese  ,  ed  insieme  *  gV  interessati 
Po  rotto  ySaniaartiiia^  Torte  della*  Fossa  »  Fòssa  naoTs  ,  Sant*  Egi- 
dio» Marrara  ^  Gìarré  dt  Reno,  Torre  de)  Fondo,  e -Comi  naie,  tutte 
TÌUe  del  Ferrarese ,  cbe^  già  erano  arative ,  arborate ,  e  vitate ,  ora  tat^ 
te  besohive ,  e  viralKTe'  per  causa  dell'  acque  del  Reno  ,  vedendo  che 
per  causa  delle  '  differense ,  die  in  questo  particolare  vertono  fra  là 
città  di  B^ogna> e' Ferrara  non  possono  conseguire  rimedio^  è  tine  a 
tanti  loro  danni,  e  «riserìe  ^  eh  banno  aggiuntola  ruiua  di'  itiolte  fa- 
miglie ,  in  gravissiàfeo  dituno  dèlia  città  di  Ferrara,  e  della  Rdveren* 
da  Camera  Apostolica  per  i  diritti ,  ch^  erìgerebbe  sopra  P  eutrasé 
di  tanti  beni,  se  fossero  éoltivati,  e  fruttiferi,  quali  Vostra  Sabtità 
può  &oilmen$e  argomentare  dalla  quantità  del  terreno  fatta  boschivo, 
e  vallivo ,  eh'  è  circa  moggia  quattromila  ,  e  del  terreoo  inoaJata  di 
auovo ,  eh'  è  più  di  moggia  duemila ,  quale  si  figura  possa  rendere 
d'entrata  ogn'anno  (considerate  tutte  le  qualità)  almeno  scudi  quin- 
dici^ moggio  di  terra,  che  sono  scudi  novaotamila  ogn'auno,  sepxa 
la  parte  rustieale ,  .oltre  la  pèrdita  di  fabbriche  ,  ^alberi ,  viti ,  ed  ani* 
mali ,  per  la  lusrte  de'  Ferri^resi ,  restandovi  poi  la  parte  de'  beni  de^ 
Bolognesi,  de  quali  si  avrà  da  essi  notizia • 


•  » 


£  perchè  per  la  disunione  d'  alcuni  cittadini  de'  più  grandi  guida* 

ti'4a    propri  interessi  vien  impedito  al   Magistrato   lo  scoprir  queste 

piaghe  a  Vostra  Santità  per  mezzo  dell'  Ambasciatore  ;  si  sono  perciò 

risoluti  gli  Oratori ,  umilissimi  suoi  servi ,  e  sudditi ,  ricorrere  gencH 

flessi  a  suoi  santissimi  piedi ,  supplicandola  a  porgere  ormai  con  fa  s|ia 

4y»9to«issima^  mano  oppOTtuno  rimedio  alle  loro  mine,  che  di  présente 

.«arebhe^,  il  comandare  espressamente  a'  signori  bolognesi ,  che  ripigtias- 

tesoi  la  rotta>'^  .poi aSttbito ,  che  il  Reno   a'  inoaisasse  netta  Via;  ove 

al  presente  piega  nel  Po  grande  verso  la  Stellata ,  altre  volte  disegna* 

ta^  e  patinata  a  quest'  efietto,  che  tale  vien  stimato  il  vero,  reale, 

e  perpetuo  rimedio  a  questi  mali  • 

£  cosìfCrederiafio!  sostar  provviste  4  ìoto  medeslm},  e  liberato  la 
città ,  lai  forteasa ,  il  Polesiae:di>  S.  Gìoi^o^  con^  lis  t^ittà ,  e  valli  di 
.Comaochio.  dagl'  amminenli  iperìocdi ,  che  gii  «ovrattano  ,^  non  ricUsén- 
do  alena  altro  rimedio,:  che :<opportand  pateMe  alla  Santità  Vostra  in 
bqIUcvo,  «:^v«mentf  de^  orateci)  ed  <atìie  della  stato  di  Sante 


/' 


I 
\ 


l84 

Ghiera  «  acciò  questB  citik^e  4Uo  daeato  slèM  teoaU  fierpummenie 
ricoDCMoere ,  e  profesrare  «gaetto  £tàxì  Jb^nefaiA  jdalk  .pi»toiÌMÌ««  a^ 
no  dimostra  Santità.» 
Quam  Dous  .ec*  ^  ^ 


Bonifacio  Bevilacqua 

Gioan  Carlo  Magnamni^^ 

Lqdqpico  Carpi  .^ 

Franceji^o  NaselU^,  >' 

Zaccaria  Poverelli  ^  per  tutU^  la 

cofia  Poverelli  • 
Fr^  V.^ura  Afnadei  .Procur.  4^  - 

Servi  f» 
Ottavio.^Ariosti. 
Giulio  Vacca  • 
VincfiuzQ  JPigqnti  fiianonico  Teo*  ■ 

Ioga . 
Ciarlo  JBrandoUjB 
Luigi  Capello  • 

Giacomo,  Muraria 
Carlo  ^rapini  ^ 

Paolo  .Navile.0 

Filippo  Manzoli. 

Affurea  Guareschi^ 

Giacomo  ji*  JlrcQ  JBiietU  4i  fona 

Nuova,* 
Andrea  JHuzzarelli  • 
^Rinaldo  Buosi* 
Giacomo  Venuro  • 
Alonso  Ruiti. 
Luca  Mattioli^  . 


] 


Vincenzo  Cinuìd  fiffermo^ 

GiovmmU  iBonlei  • 

Già.  Mm$iita  SuperH.  : 

Jl  moiósimo*  jmr*  M  ngnù%  ^AkjH 

Mindro .  JH^gn  pufUUo.. 
.Domenico  JP«fiiawu>»ì  •  >  - 
&iO.  Antonio  Rmepij^ 
JSirolama  FerrOMMi  * 
JFraocefco  Jia^àjgliaL 
jGia€0mo^é^lighmid   i- 
tCeeare  jSignà^ 

Giulio  Peretii^ 

Gio.  .Maria  GaUerm^ 

Antonio  JJtùUa 
Girolamo  SLanMOtti^ 

AntoniQ  Serrai 

JSrcole  Borjgna^ 

.Carlo  FoUgattim 

^  Emilio  .di  Ftrrara  éCelarmio  ài 

.    S.  ^Giorgio  per  .il  Monastero  * 

Luigi  Muz%arelli,^ 

Muzio  Arivieri^ 

^artolommeo  Alhwtino   Manda* 
torio  delle  Monache  di  S.  Moù- 

jCOm 


Furie  .Scritture  nel  caso  rdi  aver  Uoato  V  .acqua  del  JRmo  di  Bologna 
dal  cadere  nel  Po  ,  e  di  rimetterlo  di  nuovo  »  leoùndolo  dal  cado^ 
re  nelle  vaili  »  del  signmr  Gio.  Batista  Barattieri^  ingogngro  della 
ia  Ducal  jcamera  di  .JkElano  ^  ecm 


V  arietà  dUoeidtiiti  liaoQO  pm  "Tolte  fermata  IMmprattioM  ^  qae-* 
•t'opera 4 <e  perchè  frattanto ftono  òomparte  lobbie  fatte -dall' aJ^te 
J).  ^Benedetto  ifinaAclU  in  tiimle  materia  d'aoqee  »  tette  in  un  corpo 
con  i  Moi  manoscritti  '  stampati  in  Bologna  da'  Xkoesi ,  e  tono  le  me- 
de»ime^  che  noi  inseriaouD  in  qoeata  seconda  pvte  \  ToloTano  ^rcab 


i85 

aloQm  9  che  m  tràhsinatie  di  contiontre  i  legnenti  manoscritti ,  e  ri* 
metterti  {ter  eni  al  '  già  atanf^ato  da'  Dosai  ;  ma  perchè  il  nostro  fi- 
sa' if  di  onire  in  questo  corpo  tatto  quello  9  che  noi  sappiamo  esse- 
re  stato  sincera  scritto  nella  materia  deil'acqne,  è  prevalsa  la  ra* 
pone  di  oonttnnare  al  modo 9  ch'ella  fa  ordinata  fin  da  principio, 
stimando  che  possa  dare  m  tal  maniera  più  compita  aoddisfaaiona 
a  tutti  • 

E  perchè  nello  stampato  a  Bologna  vi  hanno  agjpnnto  di  più  certa 
scrittuaa  di  Relaaione,  che  fa  fiitta  V  anno  i6a5.  dall' Ulustrìssiroo  t 
e  Rererendissimo  Monsignor  Cesare  Corsini  sopra  la  eaosa  dell'ac- 
que del  Reno  di  Bolosna ,  del  Po ,  e  d' altri  fiumi  della  Romagnola  , 
che  si  controvertono  ira  ì  signori  Bolognesi ,  e  Ferraresi ,  e  fatta  da 
esso  Monsignore  quando  fu  generale  visitatore  deputato  in  quella  fao* 
cenda,  per  ordine  della  fel.  mem.  di  Papa  Urbano  Vllf.  Opera  degna 
di  essere  veduta,  perchè  discorre  d' uno  de'  maggiori  interessi  d'  ac* 
que  ,  eh'  oggidì  si  senta  disputare  iu  Europa  ^  .  abbiamo  noi  anche 
perciò  risoluto  di  arricchire  con  la  medesima  relazione  queste  fatiche^ 
massime,  che  già  v'  era  il  pensiero  di  farlo  senz'  altro,  e  "porvi  d' av^ 
vantaggio  quel  poco  da  noi  scritto  gli  anni  passati  sopra  lo  stesso 
fatto  Sperando ,  che  possa  in  tal  •  modo  restare  più  adempito  il  nostro 
pensiero ,  massime  che  questo  caso  può  servir€f  d' esempio  molto  gran» 
de  a  quelli ,  eh*  avranne  mai  da  risolvere  sofura  materie  d' acque  tan- 
to rileranti ,  non  potendosi  a  tfeno  di  non  detestare  una  tanta  risola* 
zione  di  levare  l'acque  del  Reno  dal  continuare  la  caduta  nel  Po ,  a 
mandarla  dentro  le  valli  f  eoi  pensiero ,  che  d  avesse  da  ritornare  al 
ano  primo  viaggio  quando  fossero  stati  espurgati  quegli  alvei  di  Vo* 
lana ,  e'  Prìmaro ,  e  rimessa  di  nuovo  la  navigazione  in  essi  oomum- 
cata  col  Po  grande;  operazione,  che  ancorché  assistita  da  potentissi^ 
me  persone  ,  era  nondimeno  da  stimarsi  impossibile,  come  l'eape*' 
rìenza  l'ha  poi  fatto  vedere  a  tutto  il  mondo,  essendono seguite  tante 
mine ,  che  nel  Bolognese  si  contato  di  possesdoni ,  e  villaggi  perda» 
ti,  ed  annegati,  per  1' annoa  rendita  di  cento  ottantamila  dnoatoni, 
e  poco  meno  di  altrettanto  Ti  è  di  perita  nel  Ferrarese ,  olore  all'  a^ 
ver  posto  la  città  medesima  di  Ferrara  in  istato  ,  che  Dio  sa  ciò  che 
ne  Sta  per  seguire ,  e  ne  dovevano  essere  avvertiti ,  perchè  la  scava- 
zione d  una  tanta  lunghezza  d'  alvei ,  e  la  rimessa  del  Po  negli  aU 
Tei  di  Ferrara  ed  altri  siné  al  mare,  noil  poè,  eh'  esaeio  stimata  im* 
possibile. 

Ma  perchè,  senif  essere  aocompagnata  k  aerittura  di  questo^Mon* 
aignote  da  una  carta ,  che  mostri  la  figura  4i  quel  paese ,  e  màssime 
de'  siti  sopra  quali  si  discorre ,  non  sarà  <riia  forse  ben  ttjteaa  da  tal» 
ti  ;  aggtannremo  noi  qui  le  seguenti  notizie  ,  mediante  tè  J[aali  po« 
tra  ciascheSuno  Telerai  delle  tavsole  '  del  Fomirese  >  Bok^aese  ,  0 

a4 


^ 


• 


tr 


i86 

Roma^ola  ^  stampate  in  libro  con  V  halia  fnttà  del  MigiM^,  fticfaè 
comparirà  k  carta  ben  aggiastata  éi  quel  fttjto^  ohe  dcuol  Tirtnooi 
Tanno  ÀiceBd»  per  ordine  di  queUe  dae*  città  f  che  avaali  di  Svut 
Santità  discorrono  le  forme  di  pretvedenri.- 

Si  vedono  quantità  di  acrittnre  sopra  questa  ptrtieolare,  tenCo 
m  istarapa  ,  quanto^  a  meno  ,  fiitte  i»  pi»  tempi ,  da?  primi  eoggeiti 
d' Italia ,  e  fuori ,  in  occasioni  di  più  vìsite  iatte  da  diversi  de*  più 
qnafificati  Emìneòtissimi  Cardinali  del  Geneistore*  »  e  da  diversi^  Pre- 
lati d'  ordine  de*  Sommi  Pontefici,  seconda  i  tempi»  .ed  altagetteata 
1^  parte  ancora». 

1:  rima-,  si  avverte  che  nella*  tavole  deT  Ferrarese^  dbve  if  confine 
£ra  Bolognesi ,  e  Ferraresi  attraversa  il  Reno ,  si  vede  sopra  la  mdì- 
atra  sponda  di  esso  Reno-  la  villa  »  che  dicono  Osterìa  naova  ;  quest» 
eon  il  medesimo  confine  vorrebbe  essere  ma  poco  più  verso  iL  mei* 
sodi;  e  nello  stesso  punto  poi  dove-  hanno  postO'tiàe  osteria  r  vorieb* 
be  esservi  la  chiesa  ai  'Yigarano  •• 

Dove  si  vede  posto  Mirabelle  »  vorrebbe  esswvi  la  vifla  die^  GIb^ 
alien ,  e  quelle  di  Mirabelle  poi  tra'  Bhtslieri».  e  1*  Qstexìa  ano  va  so-^ 
pradd'etta. 

Alla  chiesa  di  Vigaraao  sopraddetta  »  V  anno*  i6o4*  fo  eerrate*  1*  ai* 
veo  del  Reno  ;  e  fcn-ono  volute  1*  aeqne  sue  a  correre  verso  levanlCy 
passando  per  di  sotto  la  toire  di  j^ndo ,  sino  »  trovare  la  valle  San- 
martina  •  Restò  derelitto  per  questo  1*  alveo  del  Reno^  da*  detta*  due-^ 
aa  sino  a  Po  rotto  ^  come  resta  ancora*. 

A  Riolo  9  fiumicello  di  quella  pane  »  andava  diritte  nel:  Pò  a  Gas- 
sana  ,  o  Po  rotte  ;.  fn  levato  di  sopKa  dalla^  terre  di  Verga ,  e  manda- 
to^ come  sr  vede ,  sella  valle  di  Mlirrara  ,  e  restai  perciò  intorrìto 
qnef  canale  da  dette  terre  sino  al  Po  rotto ,  e  lo  stesso  fa  il  fiami' 
celio*  Scorsuro*. 

•  Dopo  tale  diversione  y  il  Rene^  ha  scorso  ui^  tempo*  dalla  chiesa  di 
Vigarane  alla  valle  Sanmariina  ,  distendendosi  ancora  dentro  quella  di 
Merrara  ;  ma  rompendosi ,  pochi  anni  sono.»  verso^  tramontana  »  si  ò 
poi  fatto  r  alveo,  come  dal  centro  di 


dette  valle  Saomartina  ^  ^tno  a 
mettersi  ndl*  antico  lette  di  RickK  a  Po  rotto-»  dove  poi  si  ò  voltato 
Con  il  suo  corso  fuori  dell'  argine  parallelo  del  Po  di  Fonerà ,  e  vi<»- 
fio  alla  torre  della  Fossa  a  disperdersi  di  nnovo  nella  valle  di  Marra- 
ra ,  Kstindo  tra  esso  Reno ,  e  Po ,  non  più  terrena»  che  le  pianta 
dell'  argine  »  che  pure  ancora  si  oonserra  aano  • 


r 


i87     . 

Sotti  de'  -Ghialidn  è  «mi  euwatnra  fermata  fiA  JReno  con  U  Bini* 
atra  parto  poco  sotto  Mìrabello ,  qual  Mirabelle  vuole  essere  Ghi-* 
aìierio  • 

La  nayìgazioBe  4a  .Bologna  a  FesrAra  -è  canale  lifaviglio^  ^ch'  esce 
dft  Bologna ,  ^  va  a  Malalbergo ,  .nel  qual  s)|o ,  voltato  a  levante 
^uel  Naviglio  »  u  disperde  a  ux  4elle  .bonificazioni  ^oon  le  torbide£/.e 
in  quelle  vaUi  • 

A  Malalblì^o  •ai  muta  nave,  -e  si  iiaviga  ^^er  .canali  dentro  le  «tesse 
vcalli.  Era  prima  distesa  tale  navigazione  da  Malalbergo  a  Botti&eddo, 
a  Sanmartino -,  e  passando  tra  le  valli  Saamartina^  e  Marr^ira:,  andava 
Bel  Po  a  Ferrara  iper  le  iioccbe  «de'  Masi ,  che  si  diranno ^ 

Qì^  interrimenti  fatti  in  qaelle  valli  dal  Reno  »  dotpo  ccbe  vi  entra.^ 
^  banno  interrita  .k  prima  navigazione ,  fu  perciò  necessario  portadrla 
più  il  basso  ed  entrare  nel  Po  alla  topre  della  Fossa.» 

£  perchè  -si  è  interrita  la  valle  d'  avvantaggio.,  hanno  traportate 
la  via  della  navigatone  »  cioè  da  Malalbergo  n^  poco  per  la  via  veo- 
ehia  e  poi  piegando,  sono  andati  a  trovare  il  confine  tra' Bolognesi , 
e  i  Ferraresi  nella  vaile  di  Marrara  ^  sopra  la  linea  di  tal  confine  ^^ 
oh'  è  retta  camminando  a  levante  circa  due  miglia ,  bunoo  poi  vol« 
tato  il  viaggio  a  tramontana  per  essa  valle  sino  a  trovare  il  canale 
del  Dnca ,  eh'  è  quello ,  che  nel  disino  dicono  Canale  unovo ,  per. 
dentro  del  qnale  «voltandosi  a  ponente ,  .poco  avanti  si  ievano^  e  tor- 
nando a  traihontana,  vanno  dentro  del  Po  inoootro  la  torre  di  Cai- 
baaa  >  e  per  di  là  nel  Po  a  Ferrara^  e ^hi  V4iele  verso  levante  al  mare* 

H  canale  Ael  Dnca  è  quello  f  che  le  tavole  pongono  per  Canal  nuo- 
vo ;  |Nissa  p^r  la  valle  Sanmartina  »  e  passando  per  quelle  di  Marrara  » 
ai  inette  nel  Po ,  di  sotto  quella  terra ,  detta  di  Marrara^ 

U  Po  di  Ferrara  oggidì  non  corre  più  dalla  Stellata  abbasso^  corren- 
do tutto  il  Po  dentro  del  Po  grande ,  che  chiamano  il  Po  di  Vene* 
aday'Che  passa  a  Lago  scuro^  Quel  txatto  di  canale^  che  fu  Po  dalla 
villa  biella  Stellata^  sino  aUa  villa  del  Bondeno  «  serve  -solamente  di 
Canale  a  Pacare  »  fiume  del  Modenese  »  che  va  a  mettersi  nel  Po  sot- 
to esaa  Stellata  •  Dal  Bondeno  eino  al  cacale  di  Cento ,  1'  alveo  dd 
Po  4i  Ferrara  è  xiempito  di  terra  ;  e  perchè  quest'  alveo  derelitto^ 
era  (  come  pur  anche  è  di  p^sente  )  provveduto  d'  argini  dall'  uni^ 
e  dall'  altra  pi^rte  >  hanno  ^i  i.  Ferraresi  fatto  un  arsine  a  traver- 
so di  ^etto  alveo -9  riempito  -impresso  la  terra  del  Bondeno  ^  intesta- 
to  da'  capi  agli  albini  iate||U  sopraddetti  4  -quest'  argine  attraversate 
alla  valle  9  o  letto  deirelitto  Jel  Po.  ^li  Ferrara»  è  queUo  che.P  a- 
bate  Castelli  con,  il  -suo  Corcolario  XuL  dice  ^  che  lesse  selite  essere 
tagliato  da'  Ferraresi  nel  tempo  delle  grosse  piene  del  Po,  accioc- 
ché si  scaripasaero  tali  piene  u\  mare  9  anolie  ppr  esso  Po  derelitto 
verso  Ferrara.  ,^  . 


t. 


i88 

Il  canal  Serra  oTTero  il  Stramasxo  »  è  'un  alreo  manufatte  '  per 
condurre  Panaro  nel  Po  di  Ferrara  »  pigUaodoIo  poco  topn^  del  Boti* 
deno ,  e  sboccandolo  nel  Po  verso  la  l)occa  del  canale  di  Gente  ;  pen- 
sarono di  mantenere  la  navinsione  a  Ferrara  con  il  Panaro  9  ma  non 
ebbe  effetto ,  ed  è  aerreto ,  disperso  $  e  riempito  • 

Gambarone  TÌUa ,  €bieaa  di  G^mbarone  >  e  Tolta  di  Gambarone ,  è 
una  chiesa  con  villa  sopra  la  sinistra  parte  di  Panaro  »  messo  miglio 
sotto  del  Bondeno  verso  la  Stellata  ;  la  volta  è  9  obe  il  PHbaro  paasap- 
to  il  Bondeno  si  distende  assu  verso  V  Ospidaletto  «  e  poi  torna  con 
giro  sotto  esso  Bondeno  alla  chiesa  di  Gambarone  dove  pare  si  volta , 
e  torna  verso  sette  peleaini }  e  la  volta  citata  è  quella  9  ohe  ai  &  adi- 
to la  medesima  chiesa. 

Le  valli ,  che  descrìvono ,  per  doversi  mandare  1*  aoqae  di  Reno  y 
e  degli  altri  fiumi  di  Romagna  al  mare  9  sensa  V  alveo  del  Po  di  Pri- 
maro  ^  o  d*  Argenta  »  anno  lagone  verso  messodì  dello  atetso  Po 
d'  Argenta  y  o  Prìmaro  •  La  prima  valle  e  quella  f  che  dicono  di  San- 
martina,  distesa  incontro  Ferrara  da  Po  rotto  a  torre  della  Fosaa  aioo 
al  Cominale.  La  seconda  valle  è  quella  di  Marrara»  dialeaa  dalla  tor- 
re della  Fossa  aino  al  Traghetto  9  e  Molinella ,  e  da  detto  Po  d'  Ar- 
Senta  sino  a  Malalbergo  •  La  tersa  valle  è  quella  di  Marmorta ,  o  aia 
'  Argenta ,  che  va  sino  al  fossato  Zeniolo  •  La  quarta  valle  e  quella 
acritta  Territorio  Leonino ,  distesa  sino  al  mare  ,  che  per  esaere  nel 
Ravigniino ,  anche  vien  detta  valle  di  Ravenna  • 
-  Queste  valli  sono  fra  loro  distinte  con  un  poco  di  terpno  alquan- 
to più  alto  delle  loro  acque;  cascano  perciò  Tacque  un  po'  poco 
dall'  una  nel!'  altra,  e  cosi  dalla  prima  alla  aeoonda»  e  ^alla  aeoonda 
alla  terza ,  vanno  (  ai  può  dire  )  sino  al  mare ,  ma  con  di^coltk  »  per 
essere  poca  la  pendensa  9  e  grande  V  impedimento  di  oanoacoe  t  4i  pal- 
niaoci  9  ed  altri  erbaggi  »  che  sogliono  produrre  V  acque  »  ed  i  nti  di 
qaella  sorte ,  scolano  però  nel  Po  d'  Argenta  con  varie  bocehe  »  eh*  ea- 
ai  chiamano  Bove  »  ma  perchè  molta  di  esse  ai  tengono  impeidite  con 
i;  molini,  o  chiuse ,  malamente  ne  aegue  V  effetto  di  acciaro  • 

Valle  di  Geminale  è  poi  quella  parte  di  valle  »  o  di  terreno  »  ebo 
resta  fra  la  valle  Sanmartina  »  ed  il  Riolo  nuovo  da  Bottifroddo  sino  a 
Rido  vecchio  ,  e  torre  di  Verga  •  ^ 

Nella  tavola  del  Bolognese  si  vede  Riolo  vecchio»  0  Riolo  nnovo, 
il  vecchio  più  non  corre  »  essendo  egli  già  tutto  interrito  dalle  tcMr- 
Bide  di  Reno ,  che  cadono  nella  valle  Goi|inale  e  Sanmartina  9  e  rin- 
gorga  verso  Sant'  Agostino  ;  sioeiiò  oggidì  va  per  il  nuovo  Riolo  (arto 
a  quest^  effetto  alla  valle  di  Marrara»  ohe  non  serve»  perohè  non  ha 
caduta  • 

Paeae  di  Raveda,  Poagio  ,  Gaprara,    Oiarre  di  Reno»  e  Saot'A* 
goatino  p  sono  ville  »  ch^  hanno  i  Joro  tenrito4  »  che  ai  pirdttio  9  per 


189 

essèm  interriti  gli  scoli  9  ed  in  quella  putte  del  Bolognese  9  ehe  re- 
sta tra  la  Pieve  ,  Cominale  ,  e  Galearedela  sino  a  Galliera ,  e  San 
Pietro  in  Gasale,  segue  lo  stesso  disordine* 

Boocbe  de'  Masi  sono  qaelle ,  per  le  quali  1'  acqae  della  Sanmarti- 
uà  si  scarìoano  rientro  del  Po  di  Ferrara;  sono   incontro  la  punta  di' 
S«  Giorgio,  dove  il  Po  si  divide  ne'  due  rami  di  Pritnaro,  e  Volana^ 

Boccile  di  Lievaloro  sono  un  poco  più  sotto  le  passate    de'  Masi  • 

Bocche  libi  Gastaldo  de^  Rossi  ,  e  Bocca  nuova. sono  per  le  valli  di 
Marrara  ,  e  fanno  P  esito  all'  acque  del  Po  d'  Argenta  nel  sito ,  che 
81  vede  a  mezza  via  tra  Marrara  ,  ed  il  Traghetto  • 

Il  Ganale  di  Gacnpate  è  un  canale  distete  ^  come  se  la  S*vena  veo* 
ehìa  andasse  dritta  al  Po  d'Argenta  al  Gastaldo  de'. Rossi. 

Cavamente  Zaniolg  è  un  nuovo  canate  fatto  nella  vaile  di  Marrara , 
parallelo  al  Po  d'Argenta;   comincia  presso   Marrara  nel  canale  Ga- 
ctipate  ,  e  sì  atende  sino  fra  il  Travetto  ,  e  la   Molinella»  e  scari- 
ca 1'  acque  nella  valle  di  Marmorta  «. 

1/ alveo  del  Po  di  Prìmaro  è  stata  modernamente  drizzato  da  S. 
Alberto  sino  alla  volta  dell' Abate  alta  Mandriola  vicino  al  mare. 

Ghìavicbe  Pìlastresi,  che  sono  alla  Stellata  ,  servono  per  passare 
sdtlo  l'argine  l'acque  ,  che  colane  il  Mirandolescy  parte  del  Man- 
tovano y  del  Ferrarese ,  e  Modane.se  ancora  ,  e  vanno  dentro  del  Po 
grande  poco  prima  di  Panaro  ;  queste  si  aprono ,  e  si  serrano  y  secon- 
do gli  alzamenti  del  Po. 

C^iavicl;^  di  Qnadrea  sono  a  Quadrea  villa  nella  destra  parte  del 
Pe  di  Volana  poco  sotto  a  Ferrara  ;  servivano  altre  volte  di  bocca 
a  cavar  acqua  dal  Po ,  per  fare  de'  molini  a  Belriguardo  villa  del 
Polesine  di  S.  Giorgio  ;  quest^  acqua  poi  andava  a  ca4ere  nella  vdle 
del  Mezzano  ,  o  di  Gomacchio ,  portata  dal  canal  Verginese'.  E  fabbri* 
ca  molto  bene  intesa ,  e 'fu  fatta  sine  al  tempo  de'  Duchi  di  Ferrai* 
ra ,  e  di  suo  ordine  * 

'  Gbiàviche  Paolino  è  una  ^bbrica  molto  maggiore  della  passata  , 
fatta  nella  sponda  sinistra  del  Po  d'  Argenta  verso  le  Valli  di  Gomac* 
ehio  9  poco    sotte  1'  osteria  di  Fillo  ;  P  apertura  è  di   cinque   gran 

})orte  ;  fu  ^tta  con  pensiére  ,  ehe  per  di  là  si  avessero  da  scaricare 
'  acque  chiare  soprabbondànti  di  Primaro  nelle  valli  di  Gomacchio  ; 
mia  perchè  la  prima  volta»  che. vi  fecero  correre  l'  acqua,  èomincia- 
Tono  a  minacciare  mina,  apretìAisi  alcune  muraglie  delle" principali , 
furono  perciò  interrite  ,  lie  pìà-hamio  operato . 

Dfrdàna  è  un  fiume,  e. lacuna  één  acque  perenni»  sopra  1'  alte 
lix>pcrnnìiie  del  Bolojgnese,  le  qibili  BÉturalmeme  si>  scaricano  dentro 
dì  Panaro  :  hanno  diseguMo  tme  Vjòlte  i'  signori  Bolognesi  di  voltarle 
dentro  deliuo  Reno  ,  pèr^farló  pW  copióso^  d^  «eqtea  in  servizio  del 
•no  natiglìo  navigabili» e  &rlo  MlaCjBm  Midalbei^e  sino  a  Ferrata* 


( 


^90 

-Gò  di  Coro  terra  dèi  «Ferrarete  dietm  al  To  di  Yolaiia  è  opeRa 
che  hanno  aoritto  per  capo  di  Goco^  e  le  chiaTÌche  di  Goro  eimaua 
in  detto  Po  poco  sopra  eaaa  terra^ 

V  alveo  ddl  JReno  dalla  Pieire^  oTvero  da  Cento  a  hasao^,  -oorre ,  ai 
p«LÒ  idìxe  sc^ra  la  'Campagna ,  oontennto  daeli  arguii  aaoi  latenti ,  eh^ 
per. non  aver  ^pendensa,  -ai  alaa  di  «corpo  a'  acqna  in  modo  9  che  per 
contenerla ,  bisogna  ohe  -tali  ai^gini  aieno  &bbrioati  idtissimi,  e  s^oe 
lo  stesso  al  £amiceUo  Savena  ^  ^d  altci  »  ohe  vanno  io  4^eIIe  valli 
cim  r  aoqne  de'  siti  alti  del  'Bologneae^  e  che  portano  torbidezze»  per* 
che  deponendosi  quelle  in  fine  del  loro  corso»  dio  -resta  senza  moto» 
•aforiano  ogni  anno  a  nuovi  alzamenti  d'  argini  • 

Bott^  degli  Annegati  «è  nella  paste  .deatra  del  Beno  9000  4i  ssapra 
da  Ohielìaro  »  verao  &ini'  Agostino^ 

Etoldo  h  nome  abbreviato  da'  Eerfaroai  »  c4  altri  di.  qne'  contomi  « 
ed  è  quel  sito  »  ed  argine  del  fiume  »  che  si  trova  unito  «con  la  ooc« 
rosione  e  quasi  Froldo  ;  è  quando  la  corrosione  vi  sta  poco  lontana. 
'  Pavesane  sono  Je  inondezìoni   d'  acqae  fiitto  nelle  valli  con  il  rìn- 

Sorgo  de'  fiumi  ^  che  vi  entrano  per  «ezze  dalle  bove  #  ^o  bocche  ^ 
ì  quali  -aubito  calano  con  il  calare  del  £ame^ 

.Serrare  una  rotta  «  o  pigliare  lOna  rotta  in  qiidie  parti  «  h  qnaodo 
ai  serra  una  delle  rotture  fiitte  da  «quei  fiumi  ne'  saoi  argini,  l'-ope- 
nzione  inesce  difficile ,  e  dispendiosa^  ed  hanno  portato  avanti  aJcu- 
lie  più  anni  prima  che  si  sieno  potute  aerrare;  la  causa  della  diffi^ 
colta  è  y  che  correndo  i'  acqua  di  quei  fiomi  aempre  x^^olenuta  da 
tali  suoi  ai>gini.,  oorrono  aempre  1'  acque  per  le  niedesime  rotte  in 
snodo  9  ancorché  sia  ceduta  Ja  piena  9  che  non  è  poca  difficoltà  il 
fi^rmarla  •  Una  particolare  ^  che  segui  gli  anni  passati  *1  Po  d' Allen- 
ta ^  e  per  la  ^quale  correva  l' acqua  nelle  valli  di  Cemacchio  »  per  la 
^n  caduta  4al  fondo  dell' .alveo  del  ^uniQ  a  quello  della  vdle  9  era 
si  terribile  di  velocità  ,  che  bisognò ,  che  oltre  la  spesa  ^  più  dieci- 
ne di  migliaia  di-acudi«  vi  concorresse  ia  risoluzione  ancora  detU'a- 
nìmo  grande  dell'  Eminentissimo  Donghi  »  Legato  in  quel  tempo  in 
quelle  parti  »  altrimente  veniva  stimata  i'  opera  impossibile.;  e  perchè 
molte  volte  nel  rimettervi  poi  l' i^gine  di  jiuovo  ai  forma  una  figura 
aemicircolare  5  4]ueU' opera  curvata  si  dimanda  Coronella^ 

Per  divertire  V  acqna  del  Reno  dalle  valli  »  je  ometterlo  ad  Po  ^ 
perche  vada  .al  mare,  vengono  proposte  più  vie*'. 

La  prima  è  quella  (  che  sareUie.  vittima  )  di  fiir  continuare  il  Reno 
oim  la  atrada  vecchia  dalla  Chiesa  di  Vigarano,  4o^o  fu  serrato  ia 
prima  volta  sino  a.  J^o  rotto ,  e  poi  a^che  dritto  sino  a  trovare  il  Po 
grande  sotto  la  terra  di  Laco .  scuro  ;  Aa  qoeata  h  la  più  contenziosa» 

Ln  seconda  è  di  farlo  andare  d#Ua  JBbUa  A^  Ghislieci  al  Po  di  Fer- 
ri^ poco. di  %Q$f^fi  df)Te  entra  il  iMifude  di  Cogito  »o  aia  di  Saggio  ^  e 


/ 


V 


di  IK.&I  B^odeno  ad  niHrf(9»  ooir  Phmro^,  r  vada  alla  Slelhtaf  e  <}ae«^ 
8t3i,^p6'  la  prima ,  èftimata  }a  piàf  praticabile,  ed' assai  buona  ^ 
^   La^  tetta, ,  eiie  Vada^  dlir  osteria*  di  cooBiia.  fiao^aL  medesimo*  Po  di 
Ferrara  ,  dove  faimo  Pindaro  laaecoa^a. 

'  Lar  qaatt*  viea*  disegìsatà  dal  Reno  »  metm  vi»  ^va  F  osteria  sadh 
detta,  e  la  chièsa  di  Vigar«|6^  e^ofae  yada  alla  Ma^avolta  del  Po  6& 
Ferrara:  qMsìa  ò^ì»  pm  bre^re,  per  andane  al  Po»  di  Ferrara,. ed  aor 
dasse  poi ,.  tome  le  altre  alla  Stellata  ^  oot  Panaro  u 

•  La  qiuBta  vìM  disegnata  »  pigliando  il  Reno  frammeaze  Ik  tersa  e 
la  quarta  ,  e  là  &»no"  andare-  quasi  alla*  beeea  del  oanale  di  Gento-^ 
e  per  di  )à  come  le  altre  *.  •         '    '     ^       .  '         .  ' 

La- sesta,  »  prende  alla  trotta  di  Ghislierì'o  oòpiur  né- meno ,.  èotlie 
la  seconda,  e  la  eondocono  a  Panaro  sopra  del  Bondeno,  e  poi  drit^ 
ta  con  il;  medesimo^  Panaso  alla-  Toltai  di^  Gamharone  ^.  e  ool  ranara  at 
Pe  sotto  la  Stellata.. 

La  settima  è^  ebe  Vadavdmre  corre  di'presente  il  Reno-  sino^  in 
mezzo- la  valle  Sànmartina,  e  segniti  poi  dritto  sino  alle  bocche  de' 
Masi  a  Ferrara ,.  e  ¥ada  per  Volano',  o  per  Primaro ,  come  sL  voglia* 

L^  ottava  ò ,  cHe  vada-  il  Reno*  dalli  rotta  degB  Annegati  oh?  è  pò* 
so  di  setto >  da  S*  Agostino  a  Malalbiergo  tra  Te  ¥8111  ^..e.  li-  terreni 
ntti',  e  si  iaccìana  passace  per  di  sotto  al  Reno  li  oanali  di  Riolo, 
di  ScNorsuro ,  ed  ritri  «no  a>  metttersi  nel  Po  di  Primaro  al  Traghet^ 
to^,9passsndo  per  la«  ^alle-di^Iarrtfa*  Che  serve  d' avviso  a' curiosi 
di  queste  materie  d'  acque-* 

È  possono  nelresto  servire  le  taTole  sopraddette.' del  Magini,  pex^ 

è  si  accostano^  assai  ak  Ynr&,**  a 


Cànrider^izioni  sopra  U*  mettere  F  acqua'  dèi  Ména  di  Bologna  ne¥  Pa* 
grande  alla  Stellata,  o  Pnlaàtone  del  Ferrarese ,  e  dalV  altezza-^ 
Ghepuò^fcuner^  pienissimo' Po  l^  aggiunta*  deW  acqua  del  pierdssi^ 

mo  Reno*^ 


lLe£||ins  seriHa'  dah  suddetto^  Barattieri'  al  sig^  Pietro^ 

I  '        Paolo  Caravaggio 

E*  • 

bby  ordine  9-  mese  passato  dalP  ffltetrìss.  Reggimento  di  Bologna 
dì  mettere  in  ise#ittiira  il  mio  parere  circa  la  diveroiorfe  di  quell'  ao- 

3 ne  9  che  per  essere  loro  *  stata  akre  volte  levata  la  strada  .  naturale 
'  andare  al  Po  v  o  con  esso  al.  mare  ,-'restano  ristagnate  a*  danni ,  e 
mina  di  buona*  parte  del  Suo  contado  Bblogoese.  Quello  feci ,  ma 
con  ti^e  strettezza^  di>  tempo  ,  che  non  potei  ben  dire  tutte  le  par- 
ticolarità, oh^  erano  bisogoeroli  ^  J)ìSn,  che  bisognava  per  primo  fon- 
^buaenio  , .  èdic  unico  limedia  di  <}uaL  male  *  eoadasi*<  17  acoua  del 


-  • 

^nme  Beno  a  iotricarsi  nd,  Po  graii^ ,  veirso  le  terre  -delli  StelUta  » 
o  di  Pakntooe  del  Fermrese^.  £  perchè  aveva  osservato  da  Miitt^-* 
ne  predate  9  e  dal  dire  di  molti ,  jolie  aiuùle  proposicioae  (  ia  qaalsi* 
voglia  parte  proposta  )  si  rendeva  apavenlosa  #  qaelli  j  ohe  hanno 
concepito  nejl'  animo  ^  %e  V  aggiunta  ddr  acaoa  del  piviadmo  Ke- 
no  a  quella  del  pìtoiaiimo  Po  »  ojibli^lyebbe  V  istesao  Po  ad  Mzarw 
si  nel  tempo  dèlie  sne  pene  maggiori  almeno  due ,  e  forse  quattro 
piedi  d'  avantaggio  ;  e  ohe  non  essendo  ^  ar^ni  in  alftesa  capaci 
di  un  tale  aliamento  ,  aegniiehhe  Don  la  prima  piena .  il  ^  conquassa- 
.mento  degli  argini»  e  eònseguenleaente  poi  la  aommersioue  perpe- 
pefua  di  tanti  paesi  sottoposti  ;  yolli  aoohe  perciò  dire,  in  quella 
scrittura  ,  per  levare  tale  opinione  »  che  V  aggiunta  dell^  acqua  del 
Reno  all'acqua  del  Po  in  tempi  d'acque  altissime,  non  avrebbe  cau- 
aat»  magiare  alsEamento  ^  che  di  tre  once  4^1  suo  pledD ,  appoggian- 
do le  mìe  lygioni  sopra  due  fondamenti  ^ 

II  primo ,  che  V  aoqua  del  pienissimo  Po  a  Lagoicuro  ^  o  Palante* 
ne  aia  tmat'  otto  quantità  d*  acqua  aiiuHi  M  tutta  V  acqua  «  che  può 
«vere  il  Reno  quand'  egli  si  trova  pienissimo  •    . 

JD  accendo  9  ohe  li  quadrati  4eir  altease  Tire  ^  deU'  acque  corren- 
ti 9  quando  sono  basse ,  af  quadrati  dell'  aitene  vive  »  quando  sodo 
idte ,  sieno  ^  ovvero  abbiano  U  steasa  proponione  fra  loie  »  che  si 
trova  essere  tra  le  quantità  deli'  acque  de'  medesimi  £0011  in  tempo 
basso  y  alla  quantità  deli'  acque  del  tempo  alto  ;  questo  perciò  à^n  j 
senza  porvi  appresso  le  necessarie  notizie  da  potersi  ^ustiftoare  i 
roedciimi  fondamentr..  Per  il  che  io  coniesso ,  che  possa  restar  so- 
spesa la%redeiiza  di  tale  mìa  proposi^ooe  ^  e  maasimc  a  quelli ,  che 
non  avranno  cognizione  d*  alcuni  di  questi  fondamenti . 

Io  perciò  4  conaideraCa  la  nudeasa  della  mia  acrittura  e  conseguen^ 
temente  la  ragione  di  quei  lali ,  ho  risoluto  di  mandarle  appresso 
quest'  altra  9  la  quale  ^  ae  non  avrìi  l' orditura  compita  ^  porierà  pe- 
rò seco  le  particolarità  ^  che  ricercano  le  prove  delle  cose  in  quella 
supposte  9  con  altre  ancora  9  che  serviranno  a  molt'  altre  osserva- 
zioni di  ^uel  fttlo  ;  e  cosi  spero  ^  che  reateMnno  aoddie&tti  almeno 
ì  più  amorevoli^ 

£  fferchè  non  si  possono  avere  al  presente  da  questi  fiumi  le  preci- 
se misure  dell'  acque  9  e  le  velocità  9  cIm  si  trovaflo  in  essi  9  auando 
aono  altissiine  ^  come  aarehbe  forse  necessario  ;  vedrò  9  con  il  mudar- 
mi sopra  le  cose  aciitte  nella  accenda  parte  della  nostra  Architettu- 
ra d' ao^ne  9  0  cen  le  notìzie  che  ai  cavano  dalla  relamone  9  che  fece 
Mbustgnor  Goraini  a  Sua  Santità  1'  aono  i6a5.  e  da  certo  libix)  atam* 
pato  in  Ferrara  t'  anno  i6oa«  chiamato  Difesa  di  Gio.  Batista  Aleot- 
ti  d'  Argenta  9  di  provare  il  mio  discorso  9  e  moatrare  9  che  la  pro- 
porzione  della  quantità  dell' acou  del  pieniftsimo  Reno»  inacqua 


» 

^  «del  f>ienÌ08Ìmo  Po  ,  «la  piuttosto  'da  ^no  a  -^4^.  obe  da  nno  a  38.  co* 

r,  me  Jbo  d^tto  nella  >inìa  prima  scrittura  ;    né  j>oi8a    perciò  il  ipseaissU 

i  mo  Reno.,  aggiunto  ;al  ^pienissimo  Po.,  fcausare  .maggion  altezza  «dello 

I  .tre  .once  già  dette  j'-ma  molto  .-meno . 

;  Invio  per  tanto  a  Y.  S.  JUastrissima  i  pres^enti  scherzi.,  «concernen*» 

ti  al  mìo  dire  in  materia  d^cque,  assicurato  in  me  stessO;,  che  men- 
tre scorreranno,  spalleggìirti'dali' aura  favorevole  dell' innata  sua  gen- 
:  viilezza  ,  non  potranno ,  rbenchè  tra  l'aegue  ;patir  iiaufragio  « 


N  0  T  I  Z  I  E, 

JL  rimar^  nella  suddetta  relazione  di  JMpnstgnor  Corsini  ralla  prima 
facciata  del  suo  sesto  foglio  si  vede  ^  che  chi  contradivsè  al  porsi 
nel  Po  l'acque  del  Reno  ,  e  del  Panaro,  pretende ,  che  ^quéidue  fiu<- 
mi  Reno,  e  Pana»  abbiano  2800.  piedi  quadri  d'acqua, «che  sono, 
come  se  in  essi  si  formassero  »le  -sezioni  trasversali  larghe  ciaschedu- 
na piede  700  ,  ed  alte  piedi  4,*e^che  posta^quell' acqua  nel  Po  largo 
piedi  700  ,  abbiti  jperciò  da  formarsi  Jiel  .Po  J' altezza  di  quattro  pie- 
di d'  avvantaggio^ 

Seconda.,  il  Panaro  scarica  -oggidì  bel  To  ;  Testa  ^solamente  da  -esse- 
>re  considerala  .l'acqua  del  Reno;  e , perchè  égli  è  notorio-,  che  que- 
sti due  'torrenti  ^an no  del  pari  nella  sjuantitàr dell'. acqua ,  -trattando- 
sì  ora  del  cReno  solo,  "diremo, secondo  il  sentitnento  di  quelli^  ohe 
r  acqua  del  Reno  ^sia  stata  conosciuta  ;per^un  corpo  d^-aequa  in  quan- 
tità di  1400.  piedi  quadrati^  e -che  l'altezza  da  farsi  in  .un^alveo  di 
larghezza  piedi  700.  come  il  Po,  a'  abbia  da  far    due  piediv 

Terza,  nella  difesar. dell' Aleotti  fol.  69.  si- vede  -aver  «egli  Dotata 
r  altezza  vdell' acqua -ordinaria  dei  Po  alla  Stellata^  ed 'essere  nel  più 
cupo  piedi  11  5.  e  mezzo-,  ^ch*  equiparandola  noi  col  :men  profondo  » 
€4' riesce  piedi  io,  e  mezzo ,  e  tanta rappcmto  l'abbiamo  trovata  es- 
aere oggidì  biella  sezione  trÀisversale  nel  Po  fatta  nel  aito  f  dove  si 
passa  quei  'fiume  r<con  il  ponte ,  o  porto  a  Lago  -scuro ,  nel  'qual  stalo 
ordinario  ^cade^  <che  la  superficie  di  tal  acqua  ordinaria ,  resta  egua- 
le al  fondo  ^elle«chiavlbhe  Pilastresi.;  ^e -serva  d' -avviso,  quand'  oc- 
corra il  saperlo^ 

Quarta,  i'  altezza  ^eir acqua  <lel  Po  pfenissimo^  «secondo  la  ^suddet- 
ta  Relazióne,  arriva  Sino  a  piedi  ^o«40pra  la  ^uddatta  acqua  ordina- 
ria; I'  Aleotii  Mh  r86.  la  fiota  ^essere  aino  a  piedi  ao.  e  mezzo,  rìilu-* 
cendo  1'  ordinaria  4iel  più  -cupo  piedi  1 3.  «Sia  'Come  -si  TogUa ,  noi 
concediamo  P' ordinaria  piedi  io.  e  'mesezo-,  ^  It 'Straordinaiia  piedi  ao. 
e  mezzo  d' avvantaggio ,  che  in  tutto  sono  piedi  3i  ,  oh'  è  quello  , 
che  pflft  essere  alta  1'  acqua  nel  Po  al  detto  luogo  • 

Quinta  p  conP queste   notizie   cher'*  ai    sentono  anch#  generalmente 

s6 


194 

approvate  eh.  tntti  lìi  rùoe ,  «n^eino;  noi  discorrendo^  questo  £a€Co  r  ^ 
quanda  occorrerà  Talfirsi  della  larghezza  dell'  alveo  del  Po  la  prende^ 
remo  a.  Lago  scuro ,  dove  anche ,  secondo^  V  Aleotti.^  sebbene  raggua<^ 
gUatamente  la  fa  pertiche  6b  ,  risulta  però  70 ,  che:  sono  giedi  700  p 
ancorché  ella  sìa  torse  altaiche  cosa  d?  avvantaggio  « 

Sesta  elle  si  abbiano,  da  misurare  V  acque  correnti  dentro  le-  sezioni 
transversali  da.  fitrsi  ne'  regolatori  •  Che*  cosa  sienoi  i  regolatori  da  n^ 
surar  Tacque  CMventi.  de'  fiumi,  e  le  seatoni  delle  medesime  tbque 
correnti ,  perchè  restano  spiegati  nel  primo  Kbro  di  questa  seconda 
parte  ,  ci  rimettiamo  a  quello ,  ohe  colà  si  è  detto  (i)  • 

Che  sebbene  il  medesimo  fiume  può  avere  varie ,  e  diverse  al* 
tezae  in  diverse  parti,  del)?  alvea  suo  »  per  le  varie  vehMutàt  9  p^u* 
dense  dellf  acque  »  non  si  fa  qui  conto,  alcuno.,  perchò  si  tratta  deU 
l'acqua  del  Po.  in  un.  sol  sito,  ove  l'acqua,  passa.,  e  testa  sempre 
con.  una  stessa  pendenza^   né    perciò    dimrente    di   velocità ,  se:  non 

Suindo  ella  può. trovarsi  maggiore  o  minora  d!  altezza. per  la.  quanti- 
,.  nel  qnal  caso  supplirà  sempre  il. quadrata  dell'altezza  senza  fio» 
altn  cooiìderazione  alla  mutazione,  che  si  potrà  mai  trovare.. 

SUPPOSIZIONI.. 

Jl  rima ,  si  suppone ,  che  i  fiumi  eguali  di  larghezza ,  e  d' altezza 
viva,  e  che  hanno  la  medesima  inclinazione  di  letto,. debbano  anche 
avevo  eguale  velocità. 

Seconda ,  supponiamo  ancora ,  che  sa  saranno^  due  fiumi  di  lètti',  e 
di  larghfìcza  uguali,  e  della  medesima  inclinazione ,  ma  d'  altezze  vi* 
ve  disuguali,,  debbano^ muoversi  oon  simili  veloaità  ,. conférme  al  sen- 
to esplicato  nella  seconda  definizione  del  secondo .  libro  di  questa  se- 
conda parte  .. 

Terza ,  che  non  avendo  cognizione  della  quantità  dell'  acque  di  «1 
fiume,,  si. possa  supporre  quella  essere  ina  tanta  quantità.,  qaanto  a 
noi  pare. 

AVVERTENZ  E . 

JTrima ,  occorrerà  d' averrf  a  misurare  esattamente  il  tempo ,  che 
consumerà  un'acqua  nel  iafe  il  passaggio  per  una  tanta  lunghezza 
di  canale  per  avere  cognizione  della  sua  Velocità ,  rfooprendo  in  tal 
esso  a  quello,  che  si  è  mostrato  al  Gap..VL.  del  primo  Ubio  di  que* 
ata  seconda  Parte,  si  avrà  quanto  si  può  desiderare •- 


(i)  Barattieri  JWchitettnra  dell' acijue ,  ore  sono  inserite  le  presenti  sue  Scriidue^ 


105 

"Seconda  »  e  pfercliè  il  principale  fondamento  di  qtmrta  scrittara  re- 
sta appoggiato  Mprau9  <one'le  quantità  »   dell'acque   oorreoti  »  quando 
•on  isLUse,  alle  .quantità  .quando   sono   alte»   abbiano   le    proporzioni 
medeaime  fra  loro, ^ch'bannbi  numeri  quadrati  delle  loro  altezze;  ed 
essendosi  questo  particolare  abbastanza  mostrato  nel  secondo  libro ,  e 
nella  prova  mostrata   al  cap.  Il  •  dcfl  terzo  ^libro  di  questa  parte  »   ri- 
metteremo il  curioso  a  quello ,  che  colà  si  vede  scritto }  e  resterà  qui 
concesso^  che  le  quantità  dell'  acque  correnti ,  ed  i  quadrati  delle  lo« 
ro  altezze  sono    sempre  1  medesimi  ^   avvero  Jmnno   sempre  ira  loro 
I0  medesime  proporzioni,. 

a^noposizioNj:  prima. 

I 

JJate  due  sezioni  d'acque  correnti  di  filimi ,  uguali  di  penden- 
za, 0  di  larghezza,  e  sieno  note  le  loro  difierenti  «Itezze ,  e  nota  ;fat 
quantttà  ' dell'acqua  udì  orna  di  .esse. aeziom#  trovare  la  quantità  deU 
I  acqua  delP  altm  sezione^ 

,Sia  la  sezione  A.,  larga  pi3i  700 ,    .i*^  r 

ed  alta  piedi  a ,  e  sìa  noto ,  che  per    |  ^  ^  1 

essa  i»  un  dato  tempo  passino  x[uat'tor-  * 

dici  quantità.,  o  misure  d' Mqua ,  e^sia    1 


B 


la  .sezione  3^  larga  .piedi  700,  alta  jpie- 
di  3t,  e  di  questa  B ,  si  voglia  sapere 

Saante  delle  stesse  misure  ,-0  quantità     ,.^ 
'  acqna  ,paasiqo  per.  la  medesima  B       X' acqua  di  A,iè  quantità  14. 
nel  medesimo  tempo^ 

'Facciasi  il  quadrato  dell'  altezza  a.  déUa  sezione  A ,  che  sarà  4  • 
Facciasi  il  .quadrato  dell'  altezza  Bi.  di  B.,  che  sarà  961,  e  perchè 
le  mantità  sono  come  i. quadrati,  con  la  regola  aurea,  se  il  quadra- 
to di  A^  4  »  ^^  quantità  44»  il  numero  961.  farà  quantità  num.  336S» 
e  mezzo^  jier  la  sezione  B.  Dunquo  essendo  ^4.  le  quantità  dell' ac- 
qrua  che  passa  jper  A  ,  saranno -3363,  e  mezzo  quantità  simili  quelle  « 
che  nello  stesso  tempo  passeranno  per  B , .(  noi  pere  lascieremo  qui 
qoel  mezzo  per  attendere  alla  brevità .)  e  perchè  il  1.4  ^  3363.  ha  la 
pnsporzione , '  che  ha  1  a  ^40.  M  dirà ,  che  se  1'  acqua  di  Aj  è  xt»^ 
no;^  quella  di  B,  sarà  940,  eh'  è  quello  >  eo. 

i»K0Bt)SlZ10N«    SIICONDA. 

Uata  V  acqua  di  na  torrente ,  che  si  voglia  metter?  d^-aggiunfa 
all'  'acqua  di  nn  fiume,  ^aper  quanto  avrà  da  crescere  l'altezza  del» 
1*  acqua  *dì  <pifA  tid  fiume  ^  per  l' aggiunta  dell'^acqna  del  torrente . 


/^ 


\ 

I 

I 


196 

Sia  l'aoqna  del  torrente  quella,,  cbe^    j              '       ^  i 

mostra  la  sezione  A  ,  e  sia.  noto*,,  che     1  ^         1 


2».  K 


r  altezza  di  A ,.  sìa  due.  piedi  ,^  e  la 
larghezza  700,.  e  la.  sua.  quantità,  mi* 
sure  una*. 

Sia  r acqua-  del  fiume  quella  della 
sezione^  &  »,  e  sìa  nota  la  sua  larghez- 
za  piedi  700 ,-  e  l'altezza  pedi*  3i  ,  e       ^.^^q^*  di  A  è  quantità  una. 

1      *  J.^    j»      _       J?  «•        A^  L  acqua,  di  B  e  quantità  aAo,. 

le  sue:  quantità-  d  acqua   num,  240.-  ^  %  ^ 

Facciasi  il  quadrato  dell'  altezza  3i.  perB\  che  sarà:  nnm^  961  ,  e 
con  là>  medesima  regola  aurea  sì  faccia  ,  se   le  quantità.  240..  della 


del  torrente-  A  ?  Sortirà:  venire-  da  un:  numero-  quadrato  ,  che  sarà 
9^,  la  radice  del  quale  sar^  Si,,  e  circa  un-  dodicesimo,  d'  avvantag- 
gio ,  levasi  3r..  altezza  della,  prim*  acqua  del  fiume- da  3i,.  ed  un  do- 
dicesimo:^ altezza  delir acqua  del  fiume  con  T'acqua  del  torrente,  cbe 
il  dodicesima  di  più  sarà,  quella,  cht  sarà  stata  alzata  l'acqua  dall'ac- 
qua deb  torrente  aggiunto  ^ 

£  da  questa  si:  conchiude  ,  ch'essendo  l'^acqua*  deV  pìenissinfo  Re- 
no una  sezione  larga  piedi  700^,  ed  alta  piedi  a.  come- si  è  detto  di 
sopra  alfa  prima,  notizia»  la  quale  si  suppone,  ch'ella  faccia  una 
quantità  sola  y,  e^ che- aggiungendola  all'acqua  del  pienissimo  Po y. che, 
seconda  la  quarta  natizia ,  s' intende  ,  eh'  egli  abbia  tla  se  stesso  u- 
na  sezione  larga  piedi  700,. alta- piedi  3i,  che  scarica  240.  delle  me« 
desime  quantità,  che  il  Reno  scarica-  una  3.  si  farà,  alzare  l'acqua 
dentro  di  esso«Po  un  dodicesimo  di  piede  d^avvantaggio  di  quello, 
che  si  trova  essere  alto  con.  V  acqua  sola  del  menissima^  Pò-*- 

£  da  questa  si'  vede  >.  che  se  il  Po  fosse  eli  ^40^  RenL  dj  acqua, 
come  sarebbe  ,  se  fosse  la  considerazione  solamente  di  sopra ,  che  il 
Po  avesse  la  larghezza  700,.  e- 1'^ altezza-  3i»-  come  ha  y  e-  fosse  il  Re- 
no piedi  1400.  (quadri  in  una  sezione  larga  700,  alta  sl.  come  dicono 
sìa,  e  facesse  una  delle  medesime-  quantità,  per  le  quali  si  alzereb- 
be il  Po  una  sola  oncia;  Pavere  io  detto  nella  mia  scrittura,  delli 
17.  del  passato  >  cbe  sia  38.  quantità  simili  al"  Reno,  che  portano 
d'  alzamenta  once  3»  non  è  un  assurdo ,,  a  ipotesi  impossibile  ,  toc- 
cando con  mane  ^  che  non  può  essere  1'  acqua  di  sì  gran  fiume  nien- 
te meno  di  38.  Reni ,  né  poter  perciò  causare  l^ziamenta  maggiore 
di   quello  ,  che  sì  è  detto  • 

Se  io  iò^^  poi  ricercata  del  perchè  io  abbia  presa  per  supposto 
nella  mia  prima  scrittura  che  1'  acqua  del  Po  sia  solamente  in  qaaa* 
tità  di  38.  Reni  ^  potendolo  supporre  a4c.  come   in  questa  scrittura 


197 

81  iiÌ80olrT6  ;ì SOI obe  io  potrei  con  jiocera*  verità  rispondere  d'averlo 
tatto  9  peraeoDstarmi  in  tal  moda  al  vero^  pia'  preciso  ^  e  più:  sicuro  , 
avendo  io^  per- eie  fare  calcolato,  le^  portate- de'  fiumi  tattivche  sono 
tributari  del' Po,  secondo^ le  loro  pio^  vere- quantità  di  ciasclìeduno » 
paragonati*  col  Reno^«  Ne-  mi  sono^ attaccato-  in  quella^  al'  pensiero  di 
%4^»  percbè^  le  bo«  stimate-  per*  verità^  sqspettose,  e  m'àcpertano  di 
questo  le:  dne^  seguentr  considerazioni  •- 

La  prima^  y.  che-  il  Pa  a  Casal  Monferrato^  sia  almeno^  tré- 
Reni  ------    -    —  -    -    -    -    -    -    -    -    -    -    -num.  3. 

11  Tanaro^altrettanto,  ed  almeno  due^  è  Seri  via'  almeno  uno.  99  3. 
U  Corone  y.  la*  Stafora ,.  ed  altri'  di  queL  contorno ,  per 

mez2;o  Reno*    -   -    -    .^    -    -    ^    -    -    -    -    -    -  .-    —  99  -i 

Il  Sesa  >.  Gògna'^  e  Terdoppio  y,  tra:  tutti  almeno  due  —  „  a. 

num.  8  I 

Siccbè  il  Pò ,  ridotto  y  ricevere  il  Tioinov  riesce*  otto» 
Reni,  e  raeazo'    -    -    -----    -     ....---    -^  num»  8  i. 

Il  TÌGÌna^%a  del  pari.  ooF  Po  sarà«^altri«  otto    -    -    —   —       ,,8. 

L'Adda  è' il  quarto   meno  del  Tìcìno^sarà  sei    -    -     --        ,,  6. 

E  più  a  basso ,.  Tìdòne*  mezzo  Reno,'  Trebbia^*  due  Re-" 
ni,  Nura^uno,  Chiavemia* ,.  Ongina  ,  I^rdà,  e  Stirene  tra 
tutti  almeno    uno,   e- mezzov  sono      —   -    -----    -         ,,4* 

TarO'  metà-  più   di    Trebbia      -    ^    ------    —        ,,3. 

Parma  ,.  Lenza  ,.  Crostolo  due ,-  Secchia^y.  e  Panaro  due 
e  mezzo  ^^in-  tutto^   -^    ---..-    -^    -----    —       »9  4  i 

Oglio  ,  e  Mincio*  due  ,  Lambro^,r  ed  (Mona^  uno  e  mezzo  -         99  3  | 

Questf  tutti  fanne  Rent  num.  874 

Tanti  altri'  torrenti  dì  minor  conto-,-  o^e^  non  si  sono-  contati , 
tant' altre  acque,' che  cadono*  in  Po^  non  calcolate  ^  che  sono  più  di 
tie  Reniv  si-  possono  ben-  supporre  pw  une-,,  ed  almeno*  il  mezzo,  che 
manca  per  compire  il  trentotto  già*  supposti ,. 

L^altra*  coiisidbrazione  fu-  da^  me*  fatta  sopra  Fa'  quantità*  della  su- 
perficie^èlla  terrav che  concorre  a  dar* acqua  al  Po  senza  il  Reno, 
ed  alla  superfìcie  che  concorre  al  Reno,. e  trovato,  secondo  le  tavole 
del'Magiiii ,.  che  il  Pc  cominciar  col  suo  fonte  nel  grado  29.  di  lun- 
ghezza ,  e  faoend#lò-  terminare  alla*  bocck  del  fiume  Secchitflin  Po  nel 
grado  33.  e  mezza*  pur  di  Funghezza;  e  che  la  costa  dell'  Afpennino 
meridionale  sia  nel  gradò  431  So;  di  larghezza ,  e  la  costa  dcir  Àpen- 
nino  settentrionale  sia  nel  grado  46»  ^o.  pur  di  larghezaSa,  che  restano 
per    termini  del   parallelogrammo    rettangolo   del  paese ,    che  rende 


\ 


198 

r^cqneper  ffibnto  al'Po  lan^  iiiigKa^A70,(«  krgo  miglia  iSo ,  ohe 
oostituUcoiio  syglia  quadre  num.  4^5oo.  E  ehferal  Reno  di  Bologna 
reró ^oUopo8ta  tanta  superficie»  che  censtitnisce •  aiij|tia  quadre  niink 
900.9  che  4j«iando  anche  rsieno -mille  »  riaseono  pure  Ja  quarantesima 
parte  delle. miglia  quadre  superficiali  del  paese  del-P#;  per  lo  che 
abbiamo  ben  potuto  ccedere^  che  possa  in  qaeste  stare  Ja  *proporzio-^ 
ne  di  uno  a  38,  come  si  vede  essersi  in  quella  supposto  p  ^neodo  in 
questo  caso ,  che  le  piogge  9  ^  altre  influenze  d'  acque  coapivassero 
anche  tutte  in  quaUivoglia  parte,  in  un  medesimo  tempo- in -mandare 
acque  .al  Po  ,  ed  al  Reno,  ne!  tempo  medesimo  delle  piene  maggj^pii. 

Se  a  me  ;&sse  data  -T  inovmbenza  di  acoprire  le  quantila  ,  ed  al- 
tezze deir  acque  di  questi  fiumi ,  per  la  loro  unione  »  io  prenderei 
quel  tempo  delle  lor  pene  maggiori ,  el^e  «a  me  fi>sse  iipossibile-  a^eie; 
e  perchè  non  si  può  fabbricaire  in  essi  i  regolatori  necessari ,  che  con 
grandiiuima  difficoltà ,  per  poterne  cavare  precisamente  le  loro  dknen- 
aìoni  d'altezza,  e  larghezza  regolata,  io  perciò  prendeMi  T alveo  del 
Reno  al  passo  tra  le  terre  di  'Cento ,  o  della  -  Pieve ,  e  quello  del  Po 
a  La|o  scuro ,  perchè  in  esse  parti  si  vedono  assai  bone  regolale  le 
•ponue  unite  con  -rìì  argini  de  «aadtsimi  fiumi  »  ed  .in  Inodo,  che 
forxpnno  P  alveo  aH'nno,  e  l'altro^  regolato  quasi  come  dentfo  <U 
due  regolatori,,  -ed  in  questi  luoghi,  /«egnate  le  loro  sezioni .  trans  ver- 
sali,  prenderei  tre,  o  quattro,  o  sei  altezze  vive  delPaogce  dell' u» 
no,  e  dell'altro  fiume, -ed  unite  le  maggiori  con  le  minori,  ne  ca* 
verei  r  altezza  viva  adequata  delP  acque.,  chopcorressero  in  quel  tem- 
po dentro  di  ciascheduno  di  essi  fiumi  separatamente  tanto-  del  PO| 
qpanii  del  Reno  ;  facendo  V  istesso  anche  della  larghezza  ^IP  ano  , 
e  deir  altro,  e  con  talìrmisure  formerei  .i  suoi  {)araUelogrjmmi  vet<- 
tangoli  -delle  loro,  sezioni  tra^sversall ,  de*  jjuali  perciò  sarebbero  no- 
te le  misure. 

Con  P  istromento  poi  descritto  al  cap.  VI«  del  primo  Kbro  di  que- 
ata  seconda  parte  ,  misurerei  la  velocità  delP  acqua  del  Reno  al  me- 
desimo luogo ,  e  .poi  anche  la  velocita  delP  acqua  del  Po ,  dove  fi 
filasse  fattala  sezione,  e  perchè  il  polso  proposto  per  descrivere  ÌL 
tempo,  può  per  accidenti  diversi,  diversificarsi  di  moto  nelP  andare 
del  Reno  al  Po,  mi  valerci •4>  d'  orinolo  ^i  aabbia^  o  4'^'^^  tosa, 
che  non  potesse  sbagliare,  ed  avutane  Ìn^e«la  cognizione  ».  noterà 
col  resto  quello,  che  avessi  ritrovato.. 

£upponghiamo  noi  dunque  ^'  avere 
trovalo  la^  sezione  trans  versale  del  Reno 
tra  le  «erre  di  Cento  ,  ^  della  Pieve 
larga  piedi  17S  ,  ed  alu  piedi  5,  e  la 
sua  velocità  ubo  ,  e  mezso^  come  ia  sp- 
adone A. 


J 


velooo  t.  «e  •meno . 


17S 


t  • 


199 


B 


veloce 'UBO  ^ 


AO 


700 


E  snpponiflina  ancora  d'aver  trovatala 
•ezibne  traanversale  del  Po  a  Bìsgo  scuro 
larga  piedi  700,  alta  piedi  ao)  e  veloce- 
ìXÈnif  eroe  aa  terzo  meno -veloce  di  quel- 
la $i  0  trovata  V  acquaci  Reno,  e  aia  la  B. 

lìMendasi  ud'  altra  sezione  larga ,  come 
quella  di  A  9  ed  alta  v  e  veloce  ,  come 
spella  di  B ,  e*  sia^  la  sezione  G  • 

Suppongasi^  ohe  per  la  sezione  A^in-nn 
minuto  d^'ora>^  passino  sei  quantità  *d^  ac*« 
qua. 

Facciasi  ih  quadrato  della  '  altezza  5.'  di 
A ,  che  per  aver  la  ^  pendenza  di  uno  ,  e 
mezzo  %  si  farà*  5/;  per  i^  è  mezzo^£i  7.  e  mezzo;  e  7.  e  mezzo  in  se 
atesso  il  quadrato  56.  ed- un  quarto. 9  come  al'cap«-lll.  dei  terzo  li» 
hro  di  questa  parte  • 

Facciasi  pur  anche  il  quadrato  dell'altezza  ao:- di 'G^  che  saracco; 
e  con  la  regola  aurea  si*  veda-,  che  se  il  num.  &6,  ed  un  quarto  ,  qua* 
Srato  di  A',  rende  quantità  sei  d'acqua ,  il  quadrata- 4^0.  di  G,  ne 
renderà  quantità  4^,  ednn  nonesimo.  E  perehè  noi  vogliamo  sapere 
la  quantità  dell' acqua  della  sezione  B^  eh' è  larga  piedi  700  ,  cioè 
ouattro  volte  tanto  di  larghezza,  quanto -la  G>.  se  perciò  la  Q^rea^ 
de  quantità>439  ed  un  nonesimo,  la  sezione  B;  quattro  volte  tanto 
ktrga,  renderà» quanti tà.J79y  e  quattro* ^nonesimi .  £  perchè  la  sezio-^ 
ne  B,  è  quella  del  Po  ,., dunque  avremo  conosciuto,  che^T  acqua  del 
Bo  alta  piedi  20,  sarà'"* quantità  d'acqua  i^:t,  e  quattro  nonesìmi,  di 
quelle ,  che' iV»  Re  no  alto  cernine  ,  veloce  la  metà^^ptur-,  ne  rende^sei* 
Nel  qual'caso  eaderebbe,  che  il  Reno -avesse  presso  la  ventinoveaima 
jjpirte  del  numero  172»^  e  mezzo,  cioè  sarebbe  2,3  .  e  tre  quarti. 

E  perchè  noi  vogliamo  la  qpfntità  deli' una ,  e  dell'altro  fiume >- 
secondo  lo  stato  delle  sue  piene  maggiori ,  nonr  arrivandovi  l' altezza 
sto.  del  Po,  né  quella  di  5.  del  Reno,  che  vogliono  essere*,  verbi 
grazia,  per  il  Reno^pìedì  10^  e  per  il  Po,Si>^ló  travwemo  operando 
in  qi;iest-o  moda. 

Se  iP quadrata  del- Reno  pfrF altezza  5v  ed  anzi  7^  e  mezzo ^  per* 
la  velocità^  eh' è  56,  ed  un  quarto,  ha  dato  quantità  sei,  dovenda 
esaere  alto  piedi  lo^^che  per  la  velocità  i,^e  mezzo ^  sarà  iS^ed  in 
se  stesso  farà  aa5,.dica,  se  56.  fa  6,ul  num.  a^S,  farà  quantità  a4} 
dunque  il  Reno  alto  io,  farà  a^^  di  quelle  quantità  «  d'acqua,  che 
alto  5.  nT'era>6^  è  p^rf he  lar  maggior  altezza  si  suppone  j  e,  anche  la 
maggior  acqua  sarà  quantità  34* 

Il  quadrato^  èf^  Po*  fatto   4^0*   per  l'^altaaM   ao;  nella  sezione  &» 
quantità  d' acqua- 17^^  e  quattro  nonfsìmi.  M  quadrata  di  di» 


SUA  maggior  altezza  è  961.  se  U  quadrato  .400.  diede  quantità /i  71*; « 
quattro  noueaimi ,  il  quadrato  igói.  •eoo  Ja  suddetta  re^la. farà. quan- 
tità presso  ^a  .419*  ^^  un  terzo  4  sicché  T  acqua  detJPo  costituito  nel^ 
la  maggiore  altezza  sarà,  verbi  grazia 419*  quantità ,  ed  un  terzo ^ 
e  r  acqua  ^el  .maggior  .Reno  .aarà  Terbi  jgradii  ,a^  ideile  .medesimd 
quantità.. 

Ma  le  quantità  4^9*  ^à  un  terzo  ^deir  acqua  del  JPo  y  vengono  d« 
un  quadrato,  che  è  961.  /per  la  sua  altezza,  che  è ^i.  ^Se  aggiunge- 
remo in  «questo  caso  le  .quantità  .5^4-  ^^^  Beno  alle  quantità  419^  ed 
un  terzo  del  Bò ,  saranno  in  tutto  quantità  44^*  ^^  ^^^  terzo  •  Se   le 

3uanti£à4i9*  ^d  un  terzo  dell'acqua  del  Po  y  vengono  .dal  suo  qua- 
rato  961!.  dell'altezza  3u  dell' acqua  del  Po  aenza  :Reno  ^  le  .quanti- 
tà 443.  i.ed  un  terzo 9  <obe  <aarebba  l'acqua  del  Po  .con  l'acqua  idei  Re- 
no, per  ia  suddetta  regola  sortiranno  vvenire^  da  jin  jiumero  quadra- 
to, «che  sarà  quasi  a 016  ,  che  la  sua  radice  .sarà  Si.  :^  rtre  quarti  » 
non  iSd  .che  d'avvantaggio.  .Sicché  con  i' aver  aggiunto  quantità  a4- 
d' acqua  >del  Reno  .alle  ^quantità  419*  ^^  un  terzo  ^ell'  acqua  -dèi  Po  , 
avremmo  fatto  alzare  il  Po  tre  quarti  di  ;piede  d'avvantaggio ^  -E  per* 
cbè  24.  ve  solamente  un  dicessettesimo ,  e  .mezzo  ^di  4^9*  ^  -mezzo  ,  si 
può  dire  ,  che  quando  J>en  anche  il  Jleno  fosse  la  dicessettesìoia 
parte  del  Po ,  non  si  alzerebbe  poi  né  ,anche  onai  più  di  tre  quarti 
d'un  piede  «d'avvantaggio  alla  maggior  crescenza,  che  possa  fare  il 
pienissimo  Po^  .quando  le  fosse  aggiunta  l' acqua  del  pienissimo  Re- 
no ,  eh'  è  quéUo ,  johe  M  .è  j)reteso  di  .mostrare  i  £  qui  perciò  reste 
raccordandomi 

Di  y.  S.  Illustrìssima 


lì  ao.  tOìugno  3 65 7^ 


Sermtore  IHv0tissimó 

Gio.  Batista  Barattieri ,  Ingegnerò  Collegiato  di  Lodi  ^ 
e  dell'Altezza  Serenissima  di  Parma. 


ADI 

SCRITTURA 

I>el  padre  Agostino  Spernazzatì  Gesuita  ,  a  Papa  Clemenie  Vltt*  - 

per  la  diversione  del  Iteno  nelle  valli . 

vJgni  bonificainoiie,  che  sì  pretende  di  £irè  di  paludi^  laghi  »  fia- 
mi,  lagune,  torbidi,  aortumi ,  t  simili,  è  di  due  aorta,  principali.; 
Y  una  è  quando  Io  stato  di  t^iièl  mrile  effetto  è  tatrto  antico ,  che  non 
Ti  è-  memoria  d*  ìiomìnì','  o  di  scritture  in  eontrario;  l'altra  è  quando 
si  sa,  che  già  fu  in  buono  stato,  e  che  poi  per  qualche  accidente  è 
deteriorato;  quella  per  sua  natura  ha  più  del  difficile  in  ritrovare  il 
rimedio  reale ,  perchè  ha  bisogno  di  maggiore  speculazione ,  per  ritro* 
var  modo  d' inclinare  la  natura  a  fare  effetti  diversi  da  quello ,  che 
sempre  fece  ;  questa  è  molto  più  facile  perchè  è  facile  trovare  la  cau- 
sa efficiente  del  nuovo  danno',  nella  quale  solo  consiste  it  rimedio 
reale ,  avendo  nel  resto  per  maestra  la  natura  ìstessa  «  Ora  trattandosi 
di  bonificare  il  Polesine  S.  S.  Giorgio  dalle  sortene  causatele  dal- 
l' acque  stagnanti  atla  destra  del  Po  di  Ferrata ,  e  di  risanare  il  ter- 
ritorio della  détta  destra  del  Po  sommerso  dalP  acque  piovane ,  e  da' 
torrenti ,  )e  quali  non  potendo  aver  esito  né  per  la  via  del  Po ,  per 
essere  riempito ,  né  per  V  altra  parte ,  per  essere  intrachiuse  dagli 
slvei  istéssi  de'  torrenti,  è  necessario,  t)he  risorgano  tanto  all' insù, 
quanto  importa  la  caduta  sopra  all' idtQrrimento  del  Po,  e  trattando- 
si di  restituire  la  navigazione  dalla  Stellata  sino  a  Primaro ,  ed  a  Vo- 
Jano,  perduta  per  l'abbandóno  dell' adque,  che  venivano  per  il  Po 
di  Ferrara ,  e  di  -provvedére  a^  danni  imminenti  ,  che  si^sommerga  la 
città  istessa  di  Ferrara ,  e  poi  il  Polesine  di  S,  Giorgio ,  e  le  valli  di 
Comacchio,  e  le  campagne  fer^lìi»del  Bolognese,  e  Romagna ,  le  qua* 
li  evidentemente  si  sonimqrgeranno  di  mano  in  mano,  mentre  i  tor- 
renti disordinatamente  riempiendo,  gli  vanno  imprigionando  lo  scolo 
(i),  e  finalmente,  che  là  restitnzlone  della  navigazione  si  vada  ogni  dì 
più  difficultando  ,  cosbtdtte  deteriorate  a^  nostri  siorni,  e  che  pri* 
ma  non  erano  ;  il  dovere  vorria ,  che  fosse  facife  1  accertarne  il  vero» 
e  reale  rimedio,  il  quale,  se  fià  qui  non  si  è  trovato,  è  perchè  non 
si  è  premuto  in  questo  punto  necessario. 

Più  canse  concorrono  in  questo  negozio  ,  P  interrimento  dèlP  al* 
veo  del  Po,  e  questa  è  la  prossima  ;  i  torrenti ,  ohe  hanno  fatto  l'in- 
terrimeoto;  1'  aobandoùo  del  Po ,  che  'ha  dato  campo  a'  torrenti  ^  che 
potessero  iaterrire  V  alveo  j  e  P  accidente  per  il  quale  il  Po  ha  ab* 
Bandonato  • 


/ 


(i)  A  così  cattivo  effetto  si  è  data  nuova,  e  maggior  causa  coU'iitesso 
proposto  dell*  introduzione  del  Reno  nelle  valli'» 

a6 


AOA 


Se  come  arcani  voglìqtio,  i  torrenti  fossero  questa  causa,  e  cBe  dk^ 
essi  solo  sia  proceduto  non  solo  l' interrimento',  ma  anche  V  abbandono- 
d^it  Po,.,  è  manifesto  ,   che  a  questo  bisognerebbe  rimediare   necessa- 
riamente ,  ed  ogn?  altro  rimedio  sarebbe  vano  ;.  ma  vano  è  questo  sup- 
posto ,  come  si  mostrerà  nel  progresso  d^  questo  discorso  »  ed  è  chia- 
ro» principio  di  difficoltà  ^  ofacc  la.  causa    originaria  è  l'abbandono  del 
fo,  causato  non  da'  torrenti  (i).,   ma   dagli-  accidenti,  ordinari    delle 
escrescenze  sue,  le  quali  o  per  manoamento  dT alveo  a  Fòro  proporzio- 
nato, o.  per  causa  di  linea,  curva,. o  simili^  allargano  l'alveo  dà  quella 
parie,  che  è  meno  atta  a  resister^  alla- violenza ,.  ed  eocessivo  carico 
dell'acqua,   lasciando  poi,    quando  il  fiume  si.  riduce  ail' ordinario , 
r  altra  parte  iaispiaggia^  come  superflua;  riserbandòsi  per  quest'altra 
pajrte  il  suo  filone,  corso.»  e  profondità  maggiore.    Cosi    ha    fatto    il 
ra- grande ,  cominciauda  fino  di  sopra    d^   Figarolo    ad    allargarsi    per 
quella  parte  9  .e  seguitando  sin  dentro  del.  lata  dell' angolo ,  che  va  a 
Venezia  ^  per  il  quale  facendosi,  il.  suo  corso.,    fu    necessario  ^   che   il 
lato  di  |!errara  restasse  senz'acqua  viva,  fuorché  nel.  tempo   dell' e— 
acrescenze  ;.  laonde  trovando- i  torrenti  una  linea  orizzontale,   fa   ne- 
oessario  ,  che  deponessero  la  materia  (a) , .  e  sebbene .  1'  escrescenze  del 
Po  col  loro^peso  per  un  gran  tempo,  andavano  escavando  quei    primi 
kiterrimeociy  nondimeno  perche  i  torrenti  erano  più  solleciti  a  veni- 
re dell'  escrescenze  del.  Po ,  pigliarooa  tanto  vantaggio,  che  al/a    fine 
xestarono  padroni ,  ed  avendo  latto  1'^  interri  mento  ,  che  ora  si  vede  , 
aopra  il  quale  non  vi  arriva  più  il  Po,  se  non  a  g^na  nel  tempo  del- 
le maggiori  escrescenze,  le  quali,   sebbene    escavano   qualche    poco  ,. 
nondimeoo  la  prima  venuta^  che.  immediatamente    segue  de'  torreUi- 
ìi^.  l'adogua  di  nuovo». 

Essendo  dunque  questa  fa  causa  originaria  dèF danno,  a  questo  si 
dovrebbe  attendere,  col  fare,  strada  al  Po  con  quei  migliori  modi  &• 
cili'9  e  meno  dispendiosi ,.  cbe  sia  possibile»  accio  con  l'aiuto  delle 
palificate  necessarie  y  e  dell'  escavamento,  .che  da  se  stesso  farà  (3)  » 
possa,  ritornare  dove  già  naturalmente  andava  9.  lasciando  ogni  altra 
spesa  de' cavamenti  9  arginature»  e  diversioni  de'  torrenti  »  proposte 
da  alcuni  (4)  ;  spesa  intollerabile,  e  buttata,  ed  in  ogni  caso  super- 
flua ;  perchè  si  può  fare  la  bonificazione ,  senza  quella ,  e  con  spesa 
di  gran  langa  minorev  E  questa  tanto  più,  perchè  dopo  tè  diversio- 
ni de'  torrenti  in  ogni  caso  è  necessario  di  venire  all'atto  dell' istessa 
^scavazione,  del   Po»,  o.  di  uno  eq^ivalente  da  Ferrara  in  giù,  acciò 


(i)  Dunque  al  Reiiò^  non  si  deve  la  colpa  bell'abbandono  del  Po«. 
(a)  Ma  devesi  al  ritiro  del  Po  1' effetto  dell' interrimento  d«l  Reno» 
(3)  L'esperienza  ha  mostrata  fallita  questa  opinióne.. 
(4^  Confessa  per  spesa  intollerabile,  e  buttata  1' escavazióne  manufatta w 


T 

Tpossano  k  eainpagne  sommerse  SGoWe  ^ilsil  éht  nén  seguirebbe , 
«ebbene  si  fossero  filiti  mille  diversioni  di  tovreoti,  qaando  non  si 
ftcesse  detto  eseaTamento,,  oltre  obe  non  seguirebbe  4' intiera  boniti- 
cazione,  perchè  resteremmo  pmvi'  d^lla  più  bella  parte,,  -ohe  è  Ja  re«- 
stitnzìone  della  navigazione.' 

Ma  è  fieeèssario  di  soddisfare  a  qmilli.,  che  dicono  prima^  òhe  è 
jiecesSàrito  hi  tutti  i  casi  divertire  i  torrenti.,  acciò  da  se  vadano  al 
mare  ,  'alirimènii  interriranno  di  nuovoL,  e  però  la  spesa  Aon  solo 
non  sarebbe  buttata,  ma  necessaria.. 

Rispondo,  e  dico;  primo,   che   il  divertire'*!  torrenti  acciò  da -so 
vadano  al  mare  ae'  moc(i  proposti  «da   alcuno  ,   cioè   facendoli  andaro 
dietro  al  To ,  o  per  H  continènte,  o  per  le  valli ,  arginandoli  la    cir- 
conferenza ,  abciò  per  forza  vadano  ^poi  tatti  a  sboccare    in  un  alveo 
aolo  .,  che  gli  coad crea  aLmare^  è   spesa   buttata.,  se  non  si   diverti- 
scono  tanto  insù  ,  HjtKinto   possano    avere    caduta   necessaria,  e -suffi* 
ciente  sino  al 'fine ,  aecip  pe.r  istrada  non  depongano  materia,   e  que- 
sto sarebbe  impossibile,  moralmente  parlando,  come  a  basso  •' inten- 
derà. «Chela  spesa  fosse  buttata  -è  x)hiaro ,  perchè  non  ^si    potrebbe 
avere  V  é£Petto ,  che  ^ì  pretende  ;  lo  «proi^o  prima  con  l' esperienza  • 
Non    vi   possono  andare   per  la  via  del  Po,    dunque  non  vi  anderau* 
Ito  né  anche  per  linea  parallela  ad  esso  Pq  (2).  Poco  importa   andare 
per  *la  via  del  Po,  ovvero  pe»  quest'altra,   perchè -poco    si  può  ab- 
Jbreviare  la  lìnea  in  qualunque  modo  si  Taccia  •  ^eoondo  ai  prova  con 
ragione  •  Chiaro  è ,  che  un  fiume  torbido*,  acciò  '|)Ofti    la   materia  al . 
fine,  senza  depotla  per  istrada,  %  aeeeasarìo , H)he  abbia  caduta  sufB-. 
ciente,  che  mantfsfnga    l'acqua    in  modo    tale,    ohe    P  istessa  acqua,, 
che  s' imbocca  nel  principio  biella  sua  diversione ,    vada   continuando 
numero  ,  pendere ,    et   mensurnifiuo  al  fine*,   e   non  per  impulsione,- 
perchè  quaiidò   quevta  cessasse,  cesserebbe   anche  la  caduta >,    e   per 
oonse<s:uenza  H  moto  ,  che  impedisse  la  deposizióne  della  materia  ;  mja 
queste  diversioni  non  hanno  fuiduta  su£&ciente  ,  ^  anche  presso   ad. 
un  pezzo;  ergo,  la  maggiore  è  manifesta ,    provo  la   minore.  Prima, 
perchè  sì  vede ,  che  il  Santerno  per  èsperienea  in  una    linea  di   otto 
miglia  in  circa  l'ha  interrita  in  akezza  dirotto,  e  dieci  piedi,  e  pe* 
ro  e  stato  -necessitato  andare  per  aria,  che  farebbe  poi  quando  la  li- 
nea si  allungasse  sino  a' sto.  3t>.  e  40.  miglia?  Dunque  .è    manifesto., 
obe  non  vi  è  caduta  sufficiente.  Secondo  si  prova,  perchè  la  caduta 
aufficiente  è  una  vigeaima  quarta  di  misera  per  ogni  cet^to  di  quella. 


\ 


(t;)  Sicché  la  diversione  de' torrenti.,  ch^  è  stata  iatta  senza  Tescavazione  del 
Po  è  stata  inutile  per  il  fine  della  bonificazione . 

(a)  Impugna  il  pensiero  di  mandare  i  torrenti  per  qualunque  via  uniti  ^  o  se«^ 
parati  ali  mare,  senza  i' impulse  dell'acqua  del  Po. 


aò4 

quésta  noti  ti  è  anoIiQ  pratso  a  un  pesca;  ergo  t  e  jq[tieftta  cabo- 
ta 86  sia  necessaria  si  potrà  chiarire  eoa  la  dimostrazione  »  dalla  qaa* 
le  ne^  paesi  dove  si  professa  di  condurre  acqoa  ,  che  al  compra  ben 
cara ,  ne  è  derivata  una  regola  nniversale  «  Di  più  il  voler  ridurre 
tutti  questi  torrenti  in  un  solo  alveo ^  che  vada  al  mare,,  sarà  ne* 
cesaario»  6he  ai  faccia  tanto  largo  ^  che  eia  capace  per  tutti ,,  ed  ea-^ 
aendo ,  che  spesso  ne  corre  un  solò  y  di  qui  è  »  che  queUO'  interrirà, 
l'alveo  agli  altri ^  riservandosi  sola  it  suo  bisogno «.  Oltreché  non  so 
come  si  potesse  proporzionare  queat^ alveo  a  diversi  fiumi  fra  ae  di-» 
versi  di  site  Si  aggiunge  dipoi ,  che  restando  i  torrenti  di  correre 
V  estate  y  il  mare  riempirebbe  la  foce  di  esso  •  Non  si  può/  dunque 
fare  diversione,  che  da  se  vadano  al  fine  aenza  deporre  materia» 
snella  non  si  fa  t%nta  insù,  quanto  col  livello  ».  ai  troveirà  esservi  la 
sopraddetta  caduta,  e  che  vadano  separati  1'  una  dair altre 

Dico  secondo ,.  che  è.  necessaria  levare  i  torrenti  »  che.  noa  entrìoa 
in  Po  torbidi ,  sinché  sia  escavata  V  alveo  del  Pò  »  ed  introdotta  eoa 
sicurezza  Tacqua  del  Po  grande ,  ma  non  farli  andare  da  se  al  ma- 
re 9  perchè  ,  sebbene  ciò  potesse  riuscire ,,  facendo  la  diversione  nel 
modo  sopraddetto  ^  nondimeno  la> spesa  intollerabile,,  la  lunghezza  del 
tempo  neir  escavazione  ,' la  difficoltà  de'  transiti  j^  T opposizioni ,  le 
c^uerele  universali»  e  particolari,  &nno  che  ai  possa  dire  il  neg;ozìop 
impossibile,  moralmente,  parlando,  e  ohe»  adessa  non  sia  tempo  a 
pensarvi ,  essendo  che.  si  può  fave  la  bonificazione  senza  questa  spe- 
sa ,.  che  quando  poi  si  vedesse  in  pregressa  di  tempo  ,.  per  esperienza  ,. 
che  ciò  fosse  bisogno  ,  allora  ohe  gì*  Interessati  aaranna  già  ristorati ,. 
sarà  tempo  opportuno  per  farlo,  e  non  metterli  in  necessità,  adessa 
che  sono  già  rovinati ,  a  fare  una  spesa  nuova»,  che  si  può  rispar- 
mìare ,  perchè  abbianO'  •  poi  ad  aapetture  un'  età  a  sentirne  qualche 
utile ..  Si  avranno  dunque  a  levare^  i  fiumi ,,  e  metterli  nelle,  valli , 
acciò  non  entrino  torbidi  ia  Po  ,.  mentre:  egli  ai  andrà  riducendo ,, 
perchè  altrimenti  ciò  sarebbe  incompatibile ,.  e:  per  far  questa  $1  di-^ 
segnerà  prima  la  Unea  della  diversione  di  oiaacheduno  di  essi  separa- 
tamente r  uno  dall'* altro  verso  il  mare:  sì,,  ma  che  vada  a  trovare  il 
Po  a  seconda  di  esso ,  ed  ad  angolo<  acuto  •  IL  capO'  della  diversione 
ai  dovrebbe  fare  là  dove  cominciano,  i  fiumi  andare  sopra  terra ,  e 
lasciare ,.  che  si  alzasse  il  territorio'  tanto ,  che;  i  fiumi  camminassera 
sèmpre  fra  terra  y  acciocché  si  fosse  fuor  di  perìcolo  d' inondazione  i 
ed  in  ogtri  tempo  si  potesse  ,  aenza  danna  allungare  la  linea  an-^ 
che  sino  al  mare  ,;  se  .  fosse  bisogno  ::  ma  perchè  credo  sarà  difficile 
persuadere,  questo  a  molti  interessati ,,  e  pia  presto  si  contentano  di 
godere  al  meglio,  che:  poasonO'  quel  vallumt  ^  col  ricevere  ogn^anno 
molte  rotte,,  che-  aver  pazienza  un  poco  di  tempo  con  molto  loro 
vantaggia  i  non  mi  afiaticherò  in  questo  ^  lasciandola  nel  pura  arbitrìe» 


aò5 

loro ,  Basterà  cBo  n  eommci  la  divemòae  do*  fiumi  tanto»  in  ra  5. 
quanto  basterà  per  introdurre  ciascheduno  di  essi  delta  sua  valle  « 
nella  parte  più  superiore  di  essa  ebe  sia  possibile  ^  e  ^lasciare  ,  che 
81  vadano  facendo  da  per  loro  ta  linea  a  loro  beneplacito  ,  mentre 
però  si  abbia  cura  a  due  cose  ;  V  una  che  niuu  particolare  ìnal-*^ 
zi  9  né  spinga  innanzi  il  fiume,  sino  che  avrà  alzato  tanto,  quanto 
basterà  a  giudizio  di  perito  ;.  V  altra  è  quando  si  farà ,  non  si  fac-^ 
eia  fuori  della  linea  disegnata  ;,  a  queste  due  cote  convert^aver  cu» 
ra  particolare  y  acciò  a  tempo  avvenire  non  ne  seguano  quei  disordin- 
ili, che  ora  si  veggono,  per  avere  spinto  innanzi  i  fiami  incassati 
Uoppo  presto,  per  la  gola  di  godere  avanti  tempo,  che  però  adesso 
sono  necessitati  mantenere  i  fiumi  in  aria ,  e  ricevere  molte,  rotte  > 
e  maggior  briga;  e  maggior  danno  avranno  ancora  per  Tav venire  », 
mentre  la  linea  si  anderà  allungandcT;  tutto  questo  sir  avrà  a  fare 
senza  spesa  della  bonificazione,,  perchè  ciascun  particofare  avrà  penr 
siero  di  apingere^innanzi  il  fiume  di  mano  in  mano  ,^  che  interrirà  , 
sinché,  arriverà  al  Po  nel  luogo  disegnato  y  ed  alle  campagne  situate 
fra  l'^  un  fiume,  e  l'altro  non  sarà' impedito  lo  scolo,,  dovendo  essi 
andare  separati  Tuno  dair  altro  •. 

Disponendo  i  fiumi  ìli  questo  modo,.  la  bonifi^eazione  de''  terreni 
sommersi,^  e  per  conseguenza  del  Polesine  di  S.  Giorgio,-  viene  ad 
essere  tanto  facile  y  e  di  poca  spesa ,  che  iu  due  o  tre  mesi  con  3boa- 
scudi  in  circa  sii  farebbe  col*  mezzo*  delP acqua-  stessa  nel  modo  già 
da  me  proposto,,  con  offerta  di  fame  la  prova  ,^  perchè  e  manifesto, 
che  unica  causa  della  sommersione  del  territorio  della  destra  del  Pò 
è  il  solo  interrimento  del  Po'.  dalla  Bastia  in  giù  per  sette  miglia  in 
circa ,  e  però  levato:  questo  ,,  immediatamente  le  campagne  sariano* 
risanate  «  Il  cfae«  quando  noU'f>iacerft  di  fàrlO'  in  questo  modo,,  si  po- 
trà fare"  per  la  via  ordinaria  con:  opera  manuale  ,^  che  sebbene  vi  si 
spendessero  ice  mila  scudi  sarebbono  bene  spesi  (1).. 

Dico  terzo ,,  che  acmocchè  la  bonificazione  riesca  reale>  e  perpe- 
tua^ è  necessario'  provvedere-  alla  prima  causa,,  e  restituire  il  Pò, 
perché-  altrimenti  i  fiumi  correndo  torbidi  ,  col  tempo  in  essò>  inter* 
TÌrebbero  di  nuovOy  ma  restituendosi  il  Po,,  dico,,  che  nou  potranno 
ìuterrirey  mentre  si  mantenga,,  e  sostenga ,  come  si  dave>  la  distri- 
huzione  deir acque  alla  Stellata  neirangolo*  della  diversione  (7,}. 

Per  provar  questo ,  si  ha  da  supporre  per  chiaro,,  prima,,  cbe  in: 
due  modi  un  fiume  può»  avere  la  sua  caduta ,  ovvero-  per  rispetto* 
del  sito  dell'  alveo  stesso  »  ovvero  q^oando  questo  non  deoade  „  T  kvrk 


r 


(i).  MoltO'  più;  ne-  sono^  ttate*  spese  in  varie-  occasioni  y  e-  sempre  inuufmente .. 
(a)  Ciò>  non^  rinsci  con  spesa  immenstt  allt  Duchi  di  Ferrara ,:  che  più.  d'  una 
Toka  la  tentarono*. 


dfiir  impixIsioTie  9   alzandosi  Tadqaa  m  se   stessa  ^iiio  *cfae  arHVi  aHa 
proporzione  dell' impellente. 

Secondo  si  supponga  in  consegaQiMi  9  che  «a  fiume ,  o  canale  ft- 
pert4>  non  potrà  jnai  con*eFe  «senza  ia  sua  caduta  necessaria  9  <e  prò- 
porzìonata  • 

Terzo  si  bada  «n^orre  ancora  per  ohiaro,  ohe  nn  torrente  lor- 
hido  non  potrà  mai  deporre  la  materia  «ine  che  non  gU^essa  la  ca- 
duta, e  per  conseguenza  il  moto  ;  Vioohè  9  se  bene  un  torrente  se  ne 
andasse  per  una  lìnea  orizsontale  piana»  noo-<ieporra  però  -mai  la 
materia  durante  l'impulsione,  ma  solo  quando  -^la  cesserà. 

'  Ora  9  supposto  questo  9  sarà  facile  prosare  la  saddetta  proposizio- 
ne  9  e  discendendo. al  nostro  particolare  9  dico  9  che  torrente  torbide 
Bon  potrà  interrirò  il  Po  di  Ferrara  9  quando  oorrerà  sicuramente, 
perchè  questo  Po  correrà  necessariamente  eon  caduta  proporzionata 
al 'Po  grande,  come  nei  primo  supposto  si  dice-;  torrenti  noninter- 
risoono  il  Po  grande  9  e  qiMsto  è  manifesto  4^)9  dunque  ne  aoche 
questo-;  e  la  oooseguenaa  è  chiara,  perchè  milita  la  stessa  ragione.; 
ma  pmviamolo  a  priori;  torrente  non  paò  deporre  la  matem  duran* 
te  la  caduta  9  e  moto  9  come  in  questo  terzo  supposto  ;  entrando  nel 
Po  di  Ferrara  sempre  a^rà xadata^  o  moto,  come  nel  secondo  aup- 
posto  ;  ergo  ec. 

Né  osta  che  io  abbia  detto  9  che  accie  nn  torrente  non  deponga 
la  materia  per  istrada ,  conviene  che  abbia  un  tanto  di  caduta,  e 
questa  non  ci  sarebbe  9  dolendo  andare  col  Po  9  il  quale  nqn  V  ha-; 
ergo .  Terchè  'sono  diversi  i  termini  ;  là  si  parla  di  torrente  9  che  va- 
da da  se  libero  da -ogni  moto  9  e  peso  d' altr^  ^tcqua  9  che  -gV  impedi* 
8ca  la  deposizione  9  e  qui  si  tratta  di  torrente  9  etie  entra  in  un  corpo 
di  gran  lunga  maggiore  di  lui  9  del  quale  è  necessavio9  che  riceva  li 
stessa  qualità  9  e  natura  9  che  è  di  non  potere  col  suo  continuo  pio- 
to 9  e  peso  interrirsi  9  siccome  si  é  detto,  che  fanno  anche  i  torrenti 
stessi  per  linea  orizzontale  piana  9  durante  T  impulsione.» 

Né  ^er  gran  qnantità  d*  acqua  torbida  9  e  velocità  9  ohe  abbia  il 
torrente ,  può  interrirò  il  Po  9  supposta  la  mutazione  deHa  distribu- 
zione delP  acqua  nell'angolo  9  oome  molti  dicono 9  sotto  pretesto^ 
che  'trovando  il  Po  basso  Io  faccia  arrestare  9  ed  andare  per  V  altre 
ramo  di  Venezia,  è  cosi  non  abbia  poi  ohi  gP  impedisca  V  ioterri- 
.  mento;  perchè  dato  che  un  toprente  potesse  soprabbondare  «tanto, 
ohe^  soverchiasse  il  B09  e  lo  facesse  anche  arrestare;  chiaro  69  per  le 
ragioni  addotte ,  che  durante  questa  eoprabbondanza  non  potrìa  in* 
terrire^  se  non  quando  calerà,  e  sarà  basso,  e  questo  allora  non  gli 


(1)  Il  Po  grande  non  ^  interrito  .da*  torrenti ,  dunque  non  vi  è  da  temere,  che 
il  Reno  introdottovi 9  T interrisca. 


ao7 

pearmettera  il  Pò ,  perchè  mentre  cbe  .ìP  torrente  dt  mano  iti  maofo 
eederà  9  immediatamente  il  Po  subentrerà ,  e  se  prima  violentemen- 
te era  astretto  andare  per  il  ramo  di  Venezia,  cessante  la  yiolenia. 
Intornerà  immediatamente  al  suo  cammina;  jie  nelP  istessoi-tenipo  ^-clie 
iJ  torrènte  facesse  per  forza. divertire  il  Po  nell'altro  ramo,  potesse 
ancora  deporre  la  materia.,  allora  farebbe  la.  diversione  continnaf  ma 
questo  non  lo- può  fare. allora»  e  quando^  lo  potesse  fare,  sabito  sa- 
rebbe impedito  dalP  immediato,  ritorna  del  Poy-ia  questa  equivoca* 
no ,  non  distinguendo  V  angolo^  della  divisione  dell'  acqjie  saldo ,  a 
fermo  ,1  dal. disordinato,  e..non  distinguendo  Po  basso,  e  senza  cadu- 
ta ,  pecche,  già ,«  per-  lo  disordine,  dell'  angolo ,,  la  maggior  quantità 
dell'  acqua  se  ne.  va  pec  l'altro  ramo  del  Po  basso^,  a  proporzione 
del  tronco ,  ed  all'  altro  ramo  ». 

Al  secondo^' che  la. bonificazione  riuscirà  ,.  levati  i  torrenti  in  mo- 
do, che  più  non.  possano  interrirò,  ancorché  non  si    rimedi  alla  pr^ 
ma  causa,  rispondo ,. che  divertendo  i  torrenti  nel  modo  suddetto,  ac* 
oìò  abbiano. la. caduta  necessaria  per  non  deporre  la  materia,  non  per 
questo,  in  ógni  caso,  tutta  la  bonificazione    riuscirebbe  ,f  perchè   in 
essa  vi  si^ comprende  anche  la  navigazione   pordata,  la  qpale  non  si- 
ricupererebbe ,  se  non.  si  reatituisse  il  P^  ;  oltre  dhè  .jiou  tutto  quel- 
lo, die  si  può  fare  ,^  si  deve  fare,  se  non^ò  circostanziato   in.  modo» 
ohe  si  renda  dégno  d'  essere  posto  in  esecuzione ,    ma  in-  questo  ca^ 
so  tanto  è  lontano,  che  sia  espediente,    cbe  ciò  si  faccia  ,.  che  anzi 
sarebbe  espressa  pazzia  il  peasarvi,    nen   che  l'eseguirlo  (i);  e  quot- 
ato non  solo  per    rispetto   della    riputazione,. ed.  utile    inestimabile,, 
che  cesserebbe  dalla  privazione  déHa    navigazione,. ma    anche  per  ri*- 
spetto  della  spesa  iotollerabile  di  milioni  >^  che  vi  .  auderebbono  ,  aio**^ 
ohe,  se  coa^i^cea   spesa   si.  può>  fare  Ia>  totale,  bonificazione,   pazzia* 
grande  è  a  pensare  di  farne  una.  sola  parte  con  apesa  ,.  senza   compa- 
razione   maggiore;  e  se- si   dicesso  di  voler  divertire  i  torreoti  nel- 
l'altro^ modo  a  basse  vicino  al  Pò,R^r  spendere  manco,. come  si  di-- 
oe  di  sopra  ,. già  abbiamo  veduto ^^ che  questa,  sarebbe  spesa  buttata;, 
ma: dato,. che  iacesse  efietto  jt  nondimeno    la   detta  spesa,  eccede  di': 
tre  volte,  e  più  questa ,  con  la  quale  si: farà  il  tutto .^ 

.E  perchè  a   sigùori  Bolognesi,^ se  ben  pare,  che  per  una  parte. loro > 
piaccia  il  modo  di  questa  bonificazione  ,^per  n^zzo   della    reatituzio-- 
ne  delPò,  non*  piaceìono  loro  pprò.  alcune  cose  necessarie  a  farsi,  in 
particolare  ^  muovere  il   RènQ>;   il  qpale   ònecessario*  muovere  >  e 


/ 


'  (I)  Quando  si  potesse  conseguire  ,  senza  là  resùinzione'dél  Fo  di.  Ferrara,  la. 
bonificazione  di  ridurre,  e  restituire  a  cultura  più  di  loo.  miglia*  di  buon  paese,., 
coniplireBbe  sageiamente  al  Principe  P  applicarvi  ^^  anche  con  -  spesa  considérabilf-». 


levare  5  come  gli  altri  ,  ftcciò  non  entri  in  Po  torbido  (1) ,  mentre  ù 
rìiJurrxi  il  Po  «addetto  assegnandogli  la  linea  ,  acciò  «coli  poi  cbiarì* 
fieato  in  Po  verso  Marrara  in  circa  9  «  divertendolo  dal  «ao  alveo  sai 
Ferrarese  nel  continente,  e  facendolo  andar  aénipre  ani  Ferrareae 
dentro  gli  argini ,  che  aostengono  1^  acque  delle  valli  anperiorì ,  e  la- 
sciando ad  essi  Bolognesi  in  libertà ,  per  lo  scolo  de^  loro  territori  , 
tutto  quello,  che  di  presente  hanno,  e  sempre  hanno  avuto;  è  ne- 
cessario vedere  ,  se  si  possono  sgannare  delle  opinioni,  che  hanno  di 
dover  ricevere  gran  danno  ,  e  pregiudizio. 

Dicono  prima ,  che  poco  utile  sentiranno  i  loro  territori  sommersi, 
dallo  scolo,  che  avranno  net  Po,  quando  gli  correrà,  perchè  dall^e^ 
screscenze  sue  patiranno  poco  meno  della  presente  sommersione,  e 
però  voriano  maggior  scolo,  e  più  sicuro. 

Dicono  secondo,  che  i  torrenti  ,  andando  per  le  valli,  acciò,  men- 
tre si  riduce  il  Po,  scolino  in  esse  chiarificati,  sino,  ohe  si  sieoo 
fatti ,  e  dopo  che  sarà  fatta  la  linea  disegnata  porteranno  danno  alle 
loro. campagne  superiori,  impedendo  lo  scolo,  e  però  vernano  subito 
incassarli  in  Po  a  perpendicolo  « 

Dicono  terzo ,  che  il  rimuovere  il  Beno ,  col  farlo  al  luogo  sud- 
detto di  Marrara  in  ci^ca ,  gli  porterà  gran  danno,  perehè  impedirà 
l'esito  nella  valle  di  Riolo ,  e  Scprsuro,  e  di  altri  condotti  di  scoli 
de'  loro  territori. 

Dicono  quarto ,    clic  se  per  qualche  nuovo  accidente  si  tornasse  a 

ferdere  il  Po  di  Ferrara  alla  Stellata ,  ovvero    si  perdesse   questo  di 
rimato,  restando    quello  di  Volano,  che  resterebbero  privi  di  quel 
refugiò,  ch'oggidì  hanno  per  il  Po  di  Volano. 

Dicono  quinto ,  che  però  non  si  deve  muovere  il  Reno  dal  suo 
luogo,  stante  che  si  può  escavare  l'interrimento  dell' istesso  Renò 
aiutato  da  Panaro,  e  poi  escavato,  subito  fare  imboccare  il  Po  alla 
Stellata,  il  quale,  assicurato  con  debite  palificate,  non  .permettere , 
che  mai  più  il  Reno  né  altri  possano  interrirò. 

Al  primo  rispondo ,  e  dico ,  prima ,  che  avranno  tutto  quello  scolo, 
e  niente  meno,  che  sempre,  mentre  è  corso  il  Po,  hanno  avuto ,  e 
per  conseguenza  è  necessario  affermare,  che  riceveranno  tutto  quel 
Benefizio,  che  per  P  addietro  hanno  sempre  ricevuto  perle  loro  cam- 
pagne allora  coltivabili ,  ed  adesso  sommerse ,  ovvero  bisogna  dire , 
che  non  deteriorati  punto  da  quello ,  eh'  erano ,  ed  in  questo  ca- 
so-non  avranno  che  fare  in  questa  bonificazione,   e  però   né   anche 


(0  Tutto  questo  capitolo  mostra  espressamente  I-5  condiziona  della  difCTSÌOD* 
del  Beno,  le  qitali  non  essendo  sute  osservate,  e  mantenute,  coli' aver  partoriw 
tutti  li  passati ,  e  presenti  disordini ,  e  danni  temuti ,  tendono  giustissime  T  in- 
stanze di  rìmuorerlo  dalle  valli. 


/"» 


potrelibero  pretendere  maggior  scolo  »  non  «ole  di  quello  ^  cV  avraa* 
no  nel  Po  rettituito^  ma  né  anche' di  quello^  che  hanno  di  preaente. 
Dico  secondo ,  che  in  quattro  modi ,  e  non  più ,  ai  paò  acolàre  la 
destra  del  Po,  e  questo 9  ovvero  nel  tempo,  cne  le  valli  reatituiraor  . 
no  l'acque  chiare ,  che  riceveranno  torbide,  ovvero  dopo  che  i  tor- 
renti aboccberanno  in  Po  restituito*  Il  primo  modo  è  nel  Po  :  il  ae^ 
coodo  andafndo  al  mare  :  il  terzo  in  una  parte  della  valle  Saverna , 
divisa  dal  resto  con  buon  argine ,  ^  con  una  chiavica  z  testa  d^  asì* 
no  :  il  quarto  nelle  valli  di  Comacchio ,  mediante  una  tromba  sotto 
il  Po  »  Quest^  ultimo  è  il  desiderato  da^  Bolognesi ,  come  il  più  utile 
ed  io  anche  lo  confesso,  ma  è  il  manco  riuscibile  di  tutti,  anzi  il 
più  dannoso.  Questo  parerà  un  paradosso,  e  pure  la  verità  credo, 
ohe  aia  cosi ,  perchè  là  spesa  ,  la  quale  conviene ,  che  sia  grandissima, 
non  può  corrispondere  air  utile,  che  d' indi  ne.  seguirà,  si  con* 
Sideri  la  spesa  che  si  farebbe  per  mettere  ciò  in  pratica,  e  poi  po^ 
tranne  risolvere  se  metterà  conto  il  farlo  •  Prima  bisognerà  condurre 
l' acque  loro  sino  per  riscontro  al  luogo ,  dove  avranno  a  passare 
sotto  il  Po,  il  che  sarà  necessariamente  oltre  il  molino  de'  Sentivo- 
gli  a  Longastrìno  in  circa,  acciocché  non  entrassero  nella  Tallo,  so 
non  oltre  l'argine  del  Mantello.  Qua,  dopo  1'  aver  divertito  il  Po 
per  un  altro  cavo  da  farsi ,  si  avrà  a  fabbricare  una  tromba ,  in  lun^ 

fhezza  di  pertiche  70.  in  circa,  4c-  per  l'alveo  del  Po,  ao.  per  li 
uè  argini  di  esso,  e  io.  per .  l'imboccatura,  e  sj^occatura,  ed  in 
larghezza  più  di  quello  dicono  ,  perchè  non  decaderà  la  tromba,  co<^ 
me  pensano ,  avendo  prima  andar  sotto ,  e  poi  saltare  su  sforzatamene 
te  •  Per  piantar  questa  fabbrica  bisognerà  profondare  tanto  ,  quanto 
importeriano  p.  12.  sotto  il  fondo  delle  valli  di  Comacchio,  perchè 
si  avrà  a  lasciar  libero  per  il  fondo  del  Po  sino  a  livello  del  fondo 
di  dette  valli  ,  poi  tra. esso  fondo,  e  la  snperfioie  superiore  del  voi-* 
to  vi  avrà  da  essere  almeno  p.  4*  ^i  ghiarra ,  il  corpo  del  volto  al* 
meno  p.  1 ,  il  vacuo  p*  5 ,  ed  il  fondamento  p.  2.  Ora  chi  è  colui  , 
che  voglia  pigliar  a  fare  aopra  di  se  tal  fabbrica  con  questa  profondità? 
In  sito  circondato  da  tanti  pari ,  con  quella  apesa ,  che  pensano  i  Bo» 
lognesi?  Quali  macchine  saranno  baatanti  per  ismaltir  l'  acqua  ,  che 
vi  concorrerà?  Laacio  poi,  che  al  sicuro  non  ai  troverà  buon  fonda* 
mento ,  e  lascio ,  che  oltre  la  tromba  di  pietra ,  bisognerà  ve  ne  sia 
una  murata  dentro  di  forti  legnami,  altrimenti,  per  il  troppo  carico 
deir  acqua ,  che  violentemente  avrà-  da  salire  quella  di  pietra  si  rom« 
perebbe  ben  presto  :  ma  quello  che  importa',  e  che  neceaaariamento 
biaogna,  che'  tutta  queata  fàbbrica  aia  finita  in  due  meai  in  circa  , 
altrimenti  ai  correrebbe  pericolo  con  le  nuove  acque  aopravvenienti 
di  rovinare  ogni  cosa .  Aggiungasi  pure  un  argine  lungo  più  di  ao. 
miglia,  forte  ]^  ed  atto  a  resistere  alle  fortune  del  mare,  che  converebbe 

*7 


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fare  per  diviìfere^  quella   parte  di   valle  ^  cBe  te  gli  concedèite.  Ag-* 
giungasi  il  taglio  neicoutinente  ffa  la  detta    valle  ,  ed  ìL  mare.  Àg- 
ciungaai  una  ehiavioa ,  oorae  an'  altra  di  Bell'  occhio  •  Ag^iuogasi  poi 
infinite  altre  spese  annue  per  il    mantenimento»  e  guardia,,  e  per  la 
concesasione  della  valle ,  ed:  altre  simili  ;  mettiamo   ora  tutte   ^vLestJd 
spese,  insieme,  e  paragoniamole  all'utile  di  quel  vallume,  cWti  sco* 
prisse  più  di  quello  che  ti  scoprirà  scolando  nel  Po ,  e-  indiamo ,  se 
ciò  mette  conto ,  poiché*  questo  ò  un  vallarne  in  sito    piano  sotlopo- 
>to  a  ruine    ordinarie    de    fiumi,    che  gli   sovrastano ,  che   non  sarà 
mai  buono  ad  altro >  ohe  produrre  giunchi,  lischl,. e  simili  erbacce^. 
e  chi  li  seminasse ,  sarebbe  sorte  ,  se    raccogliesse  ;  in  somma   bis(K 
gna  sgannarsi ,  e  confessare,  ohe  non  solo  questo  territorio ,"  ma  an- 
che quello,  eh'  è  già  scoperto  vicino  alle  valli,  non  valerà  mal  nien- 
te ,  se  non  si  bonifica   per    replezione  r  od  a  questo    dovrebbero  at- 
.  tendere  ,  giacché  la  natura  gli  porge  si   bella  occasione   di  far/o  con 
tanta  fiioilità^  e  poca  spesa.,,  e  quando  questo  si  facesse,  lo  scolo  del 
Po  gli  sarebbe  di  vantaggio,  e  così  riceverìano  da  un'  ìstessa  opera- 
zione due  importanti  utili  y  lo  sparagno  d'  una  intollerabile  spesa ,  e 
la  perfezione  del  territorio,  che  aarebbe   atto   ad. ogni   seme,,  sicuro 
da  ogni  rotta  de'  fiumi,,  e  libero    nello   scolo   per  qualsivoglia  inon- 
dazione ,   che    avvenisse ,  e  certo    oh'  è  cosa   degna  ^  di   maraviglia  il 
sentir  dire  ,  che  si  voglia    bonificare    una-  valle   per   essicazìooe  con 
spesa  grande  ,  potendolo  fare  con    poca,  per  replezione ,  essendo  che 
caeteris  pceribus  ,  questa  si   preferisce    da  chi  s' intende  d!  sgrLcoltUr 
ra  senza  dubitarne  punto;  ed  anche  con  qualche  spasa  di  più,  quan^ 
do  la  valle  essicata  non  fosse  più  che  sicura-  dalle  inondazioni,  e  hrt 
bera  nello  scolo  ,  come  non  sarebbe  questa,. che  per  no«  aver  cadu- 
ta in  se  stessa  per  arrivare  collo  scolo  al  suo  fine ,,  sempre  al  tempo 
delle  piogge  si  sommergerla;    ma.  in.  ogni   caso,  quando   pure  sì. vo- 
glia tentare  questa  maggiore  essicazione,  dico  ,  che  si  debba  più  pre- 
sto scolare  nella  Saverua  ,  poiché  la  spesa  é  senza  paragone  minare , 
la  riuscita  sicura  ,  e  l' utile  quasi  l' istesso  ,  non  essendovi  altra  d죻 
ferenza,  se  nou  che  si  allungarla  linea  dello  scolo  S.  miglia  in. circa 
di  più  ,  poiché  da  questo  luogo  della  tromba  alla  valle  di  Gotuacchio 
vi  sono  due  tniglia ,  e  fino   alla   Saverna    ve    ne  sono   sette ,  e  forse 
manco  ;  ma  se  valesse  il  mio  consiglio  non  si    farebbe    né  quella,  né 
questa  spesa  ,  e  mi  contenterei  di  quello ,  che  si  contentarono  gli  an- 
tichi ,  i  quali ,    quando    vollero  di  più  ,   si  valsero   del  beuefizio  de' 
torrenti,  e  riempirono  tutto  quel  territorio  ,  che  oggi  si  vede,  e  l'i- 
atesso  possono  fare  li  moderni ,  se  vogliono ,  e  se  non  vogliono  io  mi 
contenterei   dello  scolo  nel  Po,  con  assicurarmi  dell' escrescenze  «  ed 
inondazioni  sue ,  pigliando  una  latitudine  conveniente  della  valle,  pei 
ricettacolo  degli  acoli  divisa  dal  resto  con  un  buon  argina  >  e  con  la 


V. 


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'Mia  cliiaVioa j  e  porta ,  jmr  seiraf la  in  tempo  dell*  escrescenze  ^  e  pe  r 
aprirla  poi  quando  fossero  cessate  .  ' 

Al  secondo  rts]n>Ddo.,  Che  "non  potranno  mai  ricevere   danno   alcu- 
no^ percfaè  in  tanto  ,  che  eirtra  un  torrente  ih  una  Talle,    ricettaco- 
ìo  de'  scolatoi  bielle  oampa^ne  ^'superiori ,  può  portar  danno  alle    det- 
te  campagne,  in  quanto  che  *<>  farà  gonfiar  la  valle.,  o  otturerà  li  con* 
dotti  di  detti  scolatoi;  nar  nno^  né  4' altro  può    essere^    ergo   nou 
può  far  gonfiar  le  valli ,  perchè  si  suppone  dargli  esito   reale   per   il 
ro  (i),  sicché  quanto  n'entrerà   in  esse,  tanto  ne   uscirà;    non   può 
'  impedire  ia  strada  alli  scolatoi ,  perchè  tra  1'  una ,  e  V  altra  linea  de' 
torrenti,  che  si  farà,  vi  si  potrà  lasciare  tutto  quello  spazio.,  che  si 
vorrà  ^2) ;  il  che  meglio  col  disegno  in  mano  si  potrà  vedere. 

Replicherano  ,  che  andando  il  torrente  per  la  valle  è  necessario  » 
icbe  quel  corpo  di  più  faccia  gonfiare  4a  valle,  il  che  non  farebbe,  se 
andasse  dritto  incassato  nel  ^o* 

Rispondo  ,  e  nego,  che  nnon  facesse  l'istesso  andando  per  altra  strada 
perchè  parìa  sunt  quanto  ài  far  gonfiar  la  valle ,    1'  andare  il    torreu* 
te  in  essa,  ed  immediatanfyente  con  essa  eongiungersi ,  ovvero  il  con- 
f^inngersi  poi  al  luogo  dell'  esito.  Se  il  torrente  andando  da  se  in  Po 
conseguisse  fi  suo  fine  diverso  da  quello   della  valle,  sarebbe  vera  la 
proposizione  fatta,  ma  non  è  cosi,  perchè  tatti  e  due  in  ogni  modo  ai 
troverranno  insieme  nel'lnogo  necessario  per  losboccamento  della  ral- 
le, dalla  positura  dei  qdal  luogo/,  e  sito  vien  regolato  il  crescere,  ed 
il  calare  della  valle,  conforme  alla  quantità  maggiore.,  o  minoro ,  che 
ivi  si  troverà ,  e  che  da  qual8Ì?oglia  parte  vi  concorrerà ,  ma  dichia- 
riamolo con    un    problema,   discendendo   al    particolar  nostro,   acciò 
meglio  s'  intenda  ,  poiché  la  cosa  importa  merito  per  altre  conseguen- 
ze ,  che    da    questa   si    deducono-:  l' esito    della   valle  d'  Argenta  sia 
l'alveo  del  Po  a  S.  Biagio,  questo  abbia  tre  gradi  da  smaltire  l'acquo 
della  valle,  V  uno  pia  alto  dell'altro,  H  quali  eorrìspofidono  a  tre  gra- 
di di  superfìcie  d'essa    valle,'!' una   più    bassa  dell'altra.  Qiurndo  la 
superficie  della  valle  sarà  in    equilibtio    col  primo   grado  dell'  esito , 
questa  aia  in  primo  grado  bassa ,  o   quando  sarà  in  equilibrio  coi  se- 
condo, sia  anche  ella  nel  secondo  grado  men  -bassa,  e  così  iiel%terzt>: 
ora  poniamo  ,  ctie  non  corra   nei   Po  l'Idiee,   e   solo  -scoli  l'acqua 
ordinaria  «della  valle  ,  e  che  però  essa  valle  resti  in  primo  grado  bassa ^ 


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(i)  Si  suppone  dar  esito  reale  alle  valli  per  il  Po  con  'far  uscire  tant'  aoqna  , 
quanta  n^ entrerà  in- esse  del  Aeno,-ina  adesso  coli' otturaineìito  dcSle  chiaviche, 
o'buoye  esce  appesa  per  lambicco. 

(a)  L*  elevazione  dell*  acque  nelle  valli  causa  ormai ,  die  cune  il  paese  tra  un 
torrente,  e 4* altro  resta  sommerso.  Onde  non  vi  rimane  aloono  qiaaio-^^i{»eito 
istrada  y  e  sfogo  degli  scolatoi. 


Serchè  sii  eqoìlilmtt  tola  ool  primo  grido  dell*  esito  ;  Tengt  1^  Idieo 
ritto  per  il  coiftioente^  ed  entri  nell'  ij^eo  del  Po  al  Tr^faelto»  e 
poi  feogft  a  80  Biagio ,  dove  trott  V  eaito  ooeupato  tino  al  primo  gra» 
do,  e  che  esso  Idice  ahhia  tanto  corpo 9  che  V  occupi  aino  dt  aecomlo; 
eerto .  che  la  vaHe  bisognerà  ,  che  si  alai  sino  al  secondo  gndo  deJ/a 
soa  superficie*  Vei^  poi  il  Po  »  ed  occupi  sino  al  terzo  grado  del* 
1'  esito  ;  certo  che  la  Tallo  si  alserà  sino  al  terzo  grado  della  sua  sii- 
perfioie,  eppure  ne  questo»,  ne  quello  sono  entrati  io  essa  Talle»  pet'* 
che  quelli  non  avrìano  maggior  corpo  andando  per  la  Tallo  »  che  fbo* 
ri  di  essa ,  V  alterazione  del  qual  corpo  è  la  sola  causa  di  fare  atte* 
rare  T  esito,  dal  quale,  come  registro  »  dipende  T  alterazione  della 
Tslle  f  sicché  si  tocca  con  roano  ,  che  niente  affatto  importa  al  goa- 
fiare  delta*  TsIIe ,  che  altro  corpo  d^  acqua  in  essa  tì  entri  ,  o  non  vi 
entri ,  quando  che  necessariamente  hanno  a  ritrovarsi  insieme  al  laogo 
d'un  istesso  esito»  Dirannc»»  che  sarà  se  si  riempisse  di  terra  tutta  y 
<o  la  maggior  *parte  della  Talle  P  Rispondo ,  che  a  loro  basta  tanto  si- 
to  aperto,  quanto  sarà  necessario  per  condurre  li  suoi  soolatia,  è 
ben  Tero ,  che  in  quel  caso  perderiano  quella  caduta ,  che  biaogoerìa 
dare  air  acqua  che  per  Tia  di  moto  avèria  d'andare  air  esito,  la 
quale  prima  si  sparagnaTa,  peiofaè  V  iocorporava  con  la  Talle ,  la  qoa- 
le  in  tutte  le  sue  parti  era  equilibrata  all'  orizzonte  ;  ma  noi  non 
trattiamo  d^ioterrire  tutta  la  Talle,  ma  sola  una  lingua  sofficiente 
per  la  condotta  sicura  del  torrente  (  1  )  •  Ma  a  questo  anche  oppongo* 
-no,  dicendo,  che  dopa  fatta  la  linea,  e  dopo  che  i  torrenti  sboo* 
eheranao  in  Po  gli  daranno  danno;  perchè  faranno  delle  rotte,  e 
cnempiranno,  ed  impediranno  i  loro  condotti .  Rispondo  ,  che  come 
si  è  detto,  non  si  STiianno  a  s(»gnere  innanzi  incassati,  sino  che. non 
possono  andare  fra  terra  ,  e  pero  in  ogni  altro  luogo  potranno  rem* 
pere,  fuori  che  in  questa  nuova  linea  ,  ed  in  ogni  caso  è  £icile  il 
provredere,  che  tale  retta  non  si  distenda,  se  non  tauro  quanto  si 
vuole  y  come  appunto  hanno  saputo  fare  li  terrazzani  della  Moìincìh , 
li  quali  hanno  trattenuto  rinondazione,  e  rinterrimento  dell' Idice 
in  altezza  al  pari  de'  tetti  delle  case  loro,  acciò  non  precipitasse 
sella  detta  terra,  e  questo  T hanno  fatto  a  puntino  net  confine,  sen- 
za lasciarlo  passare  un  palmo  ,  ma  non  per  questo  ,  in  ogni  caso ,  si 
dcTO  impedire  il  naturale  alveo  del  torrente ,  che  senza  spesa  si  fii* 
l'i  9  per^  violentarlo  con  spesa  grande  ,  acoi^  vada  ad   imbocearst  a 

Serpendicolo  in  Po,  il  che  è  un  pensare  di  far  rompere  la   sinistra 
et  Po  ,  e  di  loTare'  ogni  oeeanone  di   tirar  li  fiumi  Terso  il  mare , 
quando  a  tempo  aTTcnire  si  Tedesse  esser  016  necessario» 


•  (»)  Quesfo^incoaveniensa,  par  troppo  è  successo,   non  essendosi  lofolato  Tia* 
tOfiuneACo  ad  una  sola  lingiBa,  ma  d^Iatatty  per  mese  le  valls* 


Al  terzo  rispondo ,  che  io  ood  so  tederò  »  come  possono  ricevere 
danno  i  coadotti  dc^'  loro  scoli  dal  Reno  tirato  per  quella  parte  y  poi* 
cbè  se   ciò  non   avverrebbe  quando  si    tirasse  il   Reno  per   la   valle 
Stessa ,  come  di  sopra  si  è  mostrato ,  che  sarà  tirandolo  per  il  conti- 
nente, e  lasciando  libero  ad  essi  tutto  quello  scolo,  e  niente  meno/ 
che  sempre  hanno  avuto P  Farà  delle  rotte,  dicono,  ed  entrerà  nella 
ralle,  passando  gli  argini  del  Geminale  ,  della  Sanmartina,  e  di  Cu-  ^ 
gnola;  ed  io  rispondo,  che  se  volessimo  incassare  subito  il  Reno  per 
quel  continente,  e  farlo  andare  per  aria,    a  similitudine    di    tutti  i 
torrenti  incassati  da  essi  Bolognesi  ^  giustamente  potrebbono  dubitare 
di  simile  rotte  ad  essi  molto  ordinarie,  ma  noi  pretendiamo,  che  si 
alzi  il  territorio  tanto,  che  vada  fra  terra,  acciò  non  possa  rompere 
uè  apposta  ,  né  a  caso  ;,  perchè  acciò  spandesse  ,  bisognerebbe  proCU-^ 
m:Io  con  cavi  £itti  a  mana  per  il  continente):  tutto  ,  che  crebbe  tra 
il  continente,  e  la  valle;  ma  quando   potesse  rompere,   li  padroni 
delle  campagoe  coerenti  vi  avranno   a  pensare ,  li ,  quali   riceveranno 
il  danno  deir  interrimento ,  ma  non  li  Bolognesi ,  perchè  ricevessero 
V  acqua  nella  valle    patirebbero  alcun    danno ,   come    sopra  ai  è  mo* 
strato;  e  dato,  che  ivi  nel  confine  fra  il  continente,  e  la  Yalle  essa 
ai  riempisse ,  che  ha  da  fare  con  li  loro  condotti ,  essendovi  in  mez« 
zo  nna  latitudine  di  7.  8.  ic^  x5»  e  ao»  miglia  per  diametro?  Ma  di* 
co  assolutamente,  cbe  il  Reno  siccome  ogni   altro  torrente  non  in* 
terrirà  se  non  quella  latitudine  ,  e  sino  a  quel  termine ,  che  si  vor-^ 
rà  (1),  e  per  conseguenza  non  passerà   T ardine,  che  sostiene,  e   di- 
vide la  valle  dal  continente  verso  il  Po^  e  Io  provo  «^  Il  fondo    della 
Sanmartina  ha  di   caduta    sul  fondo  del  Po  oggidì  a  Marrani  p»  7,  la 
"valle  superiore  ha  di  caduta  sopra  il  fondo   della   Sanmartiua,    e  del 
restante  sino  a  Marrara  p*  6.' 7.  ed  ft,  la  quale  altezza  viene  soete^ 
unta  da  un  argine  acciò  non  scarichi  in  qnesto  continente   ciato-,   o 
difeso  dal  detto  aitino  di  Marrara,  anzi  dai  Traghetto  sino  al   Reno 
porterà  mille  piedi  quadri  in  circa  d' acqua ,  distribuendo  questo  oor* 
pò  in  quella  latitudine  cinta»   e  cadente  non  potrà  arrivare  a   un  > 


anperficie  del  Po,  e  se  non  basterà,  si   alzerà  raiig;itte .  Replicano, 
che  r  espeiieoza  mostra  il  contrario  ,  peiohè  quandi^  rompe  passa  il 


(i)  Non  tardò^  molto  a  T&dersi    quant»  si  fbéce  iirganirato  l'Autore,  poicbè  ti 
primo  anno  ruppero  mm  gli  argini ,  e  s' inondò*  tatto  il  paese. 
\(ft)  Anche  in  tu) "proporzione sbacli^  l'Autore,  esaendogi  elevate  P  acquo  molti 
l^iedi  con  inoodasiorie  di  paesi  molta  loinani^  Ye^ansi  le  visite  tutte  tie'  llionsi- 
(aeri  Ceatmioiiey  Cersini  ^  ed  altri» 


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detto  argtoe,  ed  entra  nèHa  valle.  Rispondo ^  e  tlìeo -ptima »  éhe  può 
essere ,  che  il  Reno  rompa  in  tal  sito,  che  il  suo  eorso  immediato 
aìno  aHa  ^alle.,  che  a  perpendicolo  vi  scaricasse  addosso  •  Secondò 
anohe  concedo  ,  che  in  qnaisWoglia  modo  rompa  in  questi  tempii  e- 
gli  passera  il  detto  argine;  ma  nego  »  che  lo  possa  «fare »  quando  pre- 
tenaiamo  di  divertirlo  per  quella  parte»  e  qnesto  é  l'equivoco  de' 
Bolognesi,  non  distinguendo  i  tempi.  Adesto  qnesto  continente  ^stà 
tutto  allagato  in  altezza  di  piedi  5.  nel' minor  fondo,  ed  in  <tempo 
diella  maggior  'siecità  per  oansa  deiP interrimento  inferiore  del  Po, 
che  gli  riogorga,  e  stagna  addosso  4' acqua  delle  valli  superiori^  lo 
quali, ^quando  abbondano  pia  di  acqna,  come  nelP inverno,  non  po- 
tendo a^er  eaito  sopra  quelP  interrimento ,  fanno  alzar  ^molto  pia 
Rallagamento  di -questo  continente,  che  in'  molti  Inogi  si  riduce  e* 
nilibraio  alla  valle  Mi|>erìore , 'laonde  è  necessario,  che  sopravvenen-^ 
o  maggior  corpo  d'acqua , -non  dico  ri^rgi tata  ,  che  poco  meno  fa- 
rebbe ,  ma  vìif«,'e  con  gran  velocità*  sopra  il  detto -Tingorgo  ,  e  non 
trovando 4' esito- a  sua  propoFEiooe ,  è  necessario  dico,  che  Vi  alzi  so- 

f^ra  ogni ,  e  ^qualunque  corpo  d' acqua  'Stagnante ,  e  ingurgitata  daU 
^interrimento, 'Sopra  il  quale  questa  nuova  aequa  è  necessario,  <^he 
sì  alzi  ^  per  «verno  l'-esi te 'pro]»oraiionato  a  se,  e  però  neiì  è  maravi- 
glia se  è  necessitato  andare  ncHa  detta ^valle,  <e  gonfiarla,  perchè  è 
necessario  alzarsi  sopra  ogni  superficie,  che  si  trovi  solo  bassa  a  propor- 
aìone  dell' ìstesso  esito  delileno  ,  e  che  aìdiiaoomunicazionejibera  col 
detto  esito;  ma  noi  pretendiamo  prima  levar  l' interrimento  suddetto 
fi) ,  il  quale  levato  subito  questo  continente  resterà  asciutto  eoa  la 
tua.  caduta  reale  sul  fondo -del  Po  a  Marrara,-e  sino  al  mare,  e  jpói 
tirarci  il  Reno ,  al  quale  allora  cesseranno  tutte  ie  cause  per  alzar- 
si,  non  dico  sopra  quell* argine.,  ma  né  anche  pressò  a  un  pezzo,  e 
quanto  più  quel  continente -si  anderà  alzando  di 'terra  a  proporzione 
del  sito  del  Reno ,  tanto  'più  acquisterà  -caduta  per  il  suo  fiae ,  e 
tanto  meno  potrà  nuocere  alle -valli  superiori  con  rette,  o  con  altro. 
In  ogni  caso  dico ,  che  i  Bolognesi  sono  sottoposti  addesso  alle  stesso 
rotte  andando  il  Reno  dove  va,  ohe  sebbene  4  un  poco  più  lontano, 
questo  niente 'importerebbe ,  perchè  l'acqua   per  sua  natura    non  tii 

Suo ''fermare ,  ma -oercà  sempre  d'andare  alla  valle;  ma  quel  che 
ovrebbe  -levare  ogni  ansietà ,  è  che  questo  muovere  del  Rene  avrà 
ad  eesere  sole  ad  tempos  («) ,  sino  the  sia  restituito  sicuramente  il 
Po  ;  che  se  allora  non   piacerà ,   che   vada  per  quella   parte ,  niente 

(i)  Questo  non  fu  eseguito  essendori  voltato  il  Reno  nelle  valli.,  sensa  levate 
minima  parte  del  detto  interrimento  del  Po.  - 

(fl)  Questa  conditone  temporanea  fa  ottima  aelP  intenzione,  ma  si  è  resa  pessima 
neir^eseciizione,  poiché  non  potendosi  restituirei!  Po,  si  nega  di  rimuovere  il. Reno. 


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impwta,  clie  si  &ocia  jaiBocoare  in  P&  tanto  iii  su  »  qaaatO"  si  ya^ 
le,  purché  ciò  si -faccia  a  seconda  di  esso  Po»  e  ad^ad%olo^  ao€rtO',il 
eoi  lato  8uperio|ìe  sia  lungo  più  che  sia  possibile,  e  11  linea  si  potrà- 
dise^pnare  atlessa  per  allora  »  divvero  riiBettern  a  quel  tempo  ;  final* 
mente  io  dico^cbe  dato>e  concesso  ogni  cojsa  alla  peggio,  in  ogni 
XDodo  o  bisogna  levare  il  Reno*,.,  se  si  vuol  faro  questa  bonifieaziona 
in  questo  modo,,  ovvero  bisogna  trovare  altra  modo ,  ovvero  bisogna: 
stare  00*^1^  e  lasciar  fare  alla-  natura.  Circa  al  trovare*,  altro -modo  > 
universalmente  parlando  ^. io  j^rotesto  di-^uon  saperne  altro-,  cbo  pos^ 
sa  soddisfare.  Che  sia  necessario*  levare  il -Reno,  per  eseguire  il  mo^ 
do  proposto  ,  lo  vedremo  abbasso  ^neUa  risposta  del  sopraddetto  ^ 

AI  quarto. rispondo,  e  dico  , -primo ,  che  perdendosi  di  n«ovo  il  Po 
alla  Stellata,. essendo  in  elezione   de'  Ferraresi    di   mandare   il    Reno 
per  r^lveo  di  Prima ro^  non  possono  prete>ndere  i  Bolognesi ,  che  ab^ 
ma  per  ragione  d^  andare  per  ctnello- di*  Volano    (1),    e    però*  non    a- 
Vrebbono  quel  rifugio,. se  nou/ìb  tanto,  quanto  mettesse  cónto  a  Fer^^ 
xaresi  di  mandarlo  per  Volano*  Dico < secondo  ,  che  il  Po^  dì    Primaro- 
non  si  può  perdere,  restando  quel  di  Volano,  se  non   per   canna   del' 
fièno,  che  lo  riempisse. di  terra,  che  se  questo  confessassero  i^Bologne-- 
si ,  bisognerebbe  dua(fue  rimuoverlo   necessariamente   dak  luogo  pre^- 
sente,  aociòv  non  faccia  perdere^ quello^  della    Stellata,,  poiché    milita*^ 
la  stessa  ragiono,. ma  se  restituito  il  Po^^  si.'rostitutrà  aashe  il  Reno ^ 
come  si  è  detto  ;.r  cesserà  •  ogni  sospizione  . 

Al  quinto  rispondo,  e  concedo,  che  assicurata  la   restituzione   del 
Fo ,  non  potrà  piu.il  Reno^  uè  altri  fiumi  interrirò  ;    ma    nego  ,- che- 
con  lo  stesso  Reno  si.  possa  escavare  tanto  ^^che  si  possa  fare ,  che    il 
£0  s' imbocchi  sicuramente*  in  ogni  tempo,  e  che  non  solo  non  esca-- 
vera. niente  afiatto^  ma  anzi  riempirà  di  nuovo;  lo  provo,  una  stes^- 
M  cosa  nella  medesima  materia,.. e  nellp^ stesso>  tempo y  o  luogo    noa^ 
può  produrre  due  effetti  contrari .  - 

II  Reno,  come,  sopra  si  è  provato,  necessariamente  Ha  interrito', 
interrisce,  ed.  interrirà*,  dacl^ne  non  può  escavare,  e  portar  via  1' i- 
stessa  materia ,  che  nell' iste9so  tegipo ,  e  luogo  vi  pone*.  Che  dalla 
punta  di  S.Ciorgio-allatorro  della  Fossa  vi  è  caduta,  >  ergo  escave* 
rebbe  quel  dosso,  concedo ,, ma- nego>  che  lo- portasse  al  mare,  suo^ 
ttltimoTfine,  perchè  lo  distenderebbe  per  P  alveo  subito  y- e  poi  vi 
aggiungerebbe  di  più  la  materia,. che  egli  portasse ^seco-j  la^  ragione 
è,  perchè  in  distanza  di  5o.  miglia,  che  vi  sono,  non  vi  è  la  caduta». 
Bon  dico  per '.escavare.,  e  portare  al  fine  la»  materia,  depesta,  ma  né* 


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(i)  È  detta  grati»,  tal  proposizione >  anzi- avendo  il  Reno\  introdaaÀoiie  nel  Po  di 
Ferrara  prima  che  si  suddiWdesse  in  Primaro  ,  e*  Volano  ,  xorre    alli  Bolognesi  ìsk* 
jus  ugualmente  di  rimetterlo  o. in- Priniara^^O  in  Volano  ». 


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anche  accio  non  poMa  deporre  •  Tutto  qnetto  già  ai  è  prórafo  Sk  ao^ 
pra  9  e  con  ragioDC  »  e  con  V  esperieoza  del  Saniérno  :  T  isteaso  ai  di« 
ce  del  Reno  9  cbe  8^£gli  avesse  cadala  snfficieotet  Almeno  per  non 
deporre ,  non  avrebbe  interrito  1'  alveo  di  Volaoo  »  aiccome  per  farsi 
la  caduta  5  cbe  necessariamente  bisogna  ^  ohe  ogni  torrente  si  faccia  ^ 
per  proporzionarsi ,  conviene ,  che  egli  si  vada  interrendo  ^  ed  alaan» 
-do^  insìoo  cbe  1'  abbia  acquistata^  Che  il  Reno  con  T  aiuto  di  Panaro 
potesse  adequare  quei  maggiori  dossi  ^  che  trovasse  dentro  delP  al- 
veo,  a  proporzione  della  bassa  ^  ohe  immediatamente  segue  ^  non  lo 
voglio  negare  y  ma  nego  bene ,  che  per  via  di  caduta  possa  tirare  la 
materia  al  mare  ;  potrebbe  bene  per  vìa  di  peso  »  ma  nò  tanta  quan- 
tità d'  acqua  fa  il  Reno  con  Panaro ,  né  per  tanta  1*  alveo  con  li  suoi 
argini  è  capace  ma  dato ,  che  fosse  capace ,  e  dato  che  il  Reno  eoa 
Panaro  fosse  in  tanta  quantità,  cbe  bastasse  per  escavare  per  via  di 
peso  (  il  cbe  non  può  essere  )  in  ogni  modo  più  sarebbe  la  perdita  , 
cbe  il  guadagno ,  perche  questi  aono  torrenti ,  li  quali ,  perduta  V  é- 
apnlsione^  subito  deporrianp  più  di  quello t  che  avessero  levato,  cho 
sebbene  Panaro  non  porta  terra 5  ne  porte  però  tanta  Reno,  che  è 
sufficiente  in  una  volta  a  far  grande  interrimento,  ma  dato  che  Re- 
no potesse  escavare,  è  chiaro,  che  dal  luogo  dove  entra  in  Po,  comò 
dal  centro ,  comincerebbe  la  sua  linea  cadente  verso  it  mare*  Dan* 
quo -non  escaverebbe  nò  il  sito  della  sua  sboccatura  in  Po,  nò  il  si- 
to superiore  verso  Bondeno ,  nò  Panaro,  come  più  basso,  lo  potrebbe 
escavare  perche  non  solo  non  avrebbe  caduta  sopra  il  Reno  necessa- 
ria per  escavare,  ma  bisognerebbe  che  vi  montasse  molto,  e  per 
conseguenza  per  lo  rigurgito  suo  non  potrebbe  fare  altro  effetto ,  cho 
deporre  nuova  materia,  se  P  avesse;  ma  dato  che  Reno  ,  e  Panaro 
escavassero,  ò  portassero  al  fine  la  materia,  e  riducessero  P àlveo 
|m>porzionato  a  Panaro ,  e  non  solo  questo ,  ma  si  profondasse  in  e« 
quiiibrio  col  tronco  del  Po  grande  (1),  in  ogni  modo  non  avremmo 
utto  niente,  se  insieme  P alveo  suddetto  non  fosse  anche  tanto  ca- 
pace in  larghezza,  che  P acqua  ,  la  quale  s'introducesse  dal  tronco, 
fosse  atta ,  e  snfficiento  ad  impedire  la  deposizione  del  Reno  \  ma 
questa  capacità  non  la  potrebbero  fare  quei  torrenti ,  ergo  •  La  mag- 

Siore  ai  prova,  e  per  le  ragioni  dette  di  sopra,  e  con  l'esperienza 
elio  stesso  Reno,  il  quale  sino  da  principio,  che  cominciò  Questa 
Po  di  Ferrara  a.  rallentare ,  con  tatto  che  P  alveo  fosse  in  equilibrio 
alP  altro ,  nondimeno  ,  perchò  vi  era  poc'  acqua ,  e  per  conseguenza 
poca ,  o  ninna  caduta ,  e  moto ,  non  potè  essere  impedito.,  che  non 


(1)  Per  render  capace,  secondo  l'Autore,  P  alveo  di  Ferrara  a  sufficienza,  vuol, 
essere  profondato  all'  aquiUbrìo  del  fondo  del  Po  di   Yenesta ,  ed  essere  inoltra 
allargato  molto. 


V 


ai7 

deponesse .  La  minore  provo ,  perchè  un  fiume  non  può  farsi  da  aé 
Alveo  più  capaoe  di  quello  che  richiede  il  ano  corpo  ;  ma  il  corpo  di 
detti  torrenti  non  arriva  presso  a  un  pezzo  al  bisogno  del  Po,  ergo . 
Non  si  può  dire ,  che  si  farebbe  per  violenza  di  palificate  entrare  in 
^all'alveo  tanto  corpo  d'acqua 9  che  avrebbe  caduta,  e  moto  suffi- 
ciente, per  impedire  la  deposizione  della  materia  a'  torrenti,  perchè 
in  pratica  non  pnò  riuscire,  che  sebbene  ciò  succedesse  per  Po  bas- 
so ,  è  però  manifesto ,  che  la  prima  escrescenza  rovinerebbe ,  e  fra«^ 
casserebbe  ogni  cosa  (i) ,  e  quando  questo  non  fosse  ,  sarebbe  ne- 
cessario, che  il  Po  rompesse  di  sopra. 

Ma  quel  che  ci  può  chiarire  d  ogni  dubbio  ,  se  Reno  con  Pana«> 
ro  possa  escavare ,  è  il  considerare  1'  esempio  d'  una  simile  operasio-. 
ne,  che  ogni  dì  vediamo,  e  tocchiamo  con  mano*  Nella  riviera  di 
Filo  vi  è  un  dosso  fatto  da  Santerno ,  da  questo  dosso  a  Loogastri- 
no,  ed  a  S.  Alberto  vi  h  più  caduta,  che  non  è  dal  dosso  di  S«  Gioi>- 
gio  alla  torre  della  Fossa  •  Il  Santerno  ha  aiuto  delP  acque  chiare  so^ 
periorì ,  ed  in  quantità ,  e  qualità  maggiori  di  Panaro ,  e  pure  non 
solo  il  Santerno  non  ha  mai  saputo  escavare  il  detto  dosaci,  -ma  sib- 
bene  l' è  andato  alzando  tanto ,  che ,  non  potendo  più  sormontarvi-, 
ha  pigliata  altra  strada,  dunque  l'istesso  si  ha  da  dire  del  fieno-.     ' 

JVfa  per  levare  ogni  disputa  vengasi  alla  prova,  la  quale  con  faci- 
lità ,  e  poca  spesa  si  potrà  fare  ;  liveniamo  prima  la  positura  dei  si* 
to  dell'  alveo  in  diversi  luoghi  dalla  bocca  del  Reno  sino  di  sotto  da 
Ferrara  verso  Volano,  poi  si  volti^Panaro  verso  Ferrara,  ed  a  Gin* 
gno,  e  Luglio  (giacché  più  presto  non  si  può  far  altro)  vedremo  poi 
quanto  avrà  escavato.  Che  se  troveremo  questo  miracolo,  allora  pò* 
tremo  prometterci  dell*  istesso  per  1^  alveo  di  Prìmaro ,  ancorché  mao» 
co  caduta  vi  sia  in  questo,  che  in  quello,  per  essere  la  linea  più 
lunga . 

Dalle  suddette  ragioni  si  conclude ,  che  volendosi.rfare  questa  re« 
stituzione  del  Po  con  facilità,  e  poca  spesa,  non  si  può  lare  se  non 
col  benefizio  del  tempo ,  e  delP  istesso  Po  (2) ,  col  mezzo  delle  sue 
escrescenze,  acciò  ^ada  di  mano  in  mano  escavando,  ed  allargando 
r  alveo ,  e  che  qnatido  poi  si  abbassa  non  vi  sìa  chi  ritomi  a  riem» 
pire  r  alveo  acquistato,  e  questo  non  si  può  fare,  se  non  si  muove 
li  Reno ,  sino  a  tanto ,  che  questa  operazione  sia  ridotta  a  perferione. 


(i)  Questo  concorda  con  i  grandi  tentattyi  fatti  da*  Duchi  di  Ferrara  ,  ri  asciti 
sempre  vani  ,  per  sforzare  il  Po  con  palificate . 

(a)  L'esperienza  di  molt' anni  insegnò' con  evidenza,  che  Pacqne  dell' escre* 
•cenze  del  Po  non  solo  non  escavarono  V  alveo  di  Ferrara ,  ma  vi  accrebbero 
l'interrimento^  onde  fu  necessario  d'intestare  il  detto  alveo  con  un  argìntt  9  e 
di   tener  sempre  chiuso  l' adito  ,  e  l' ingresso  in  ogni  tempo  alle  desse  «cqne . 

ai 


Al8 

Si  potrebbe  bene  ,  se  non  riocresoe  la  ^pesa ,  fare  senza  muòvere  it 
Reno,  qnando  ai  volesse  in- una  estate  ,  che  non  corre  il  Reno,  con 
opera  manuale  far  tutto  TaWeo  largo,  e  proibndo  a  proporzione  del 
Fo ,  che  si  pretende  introdurre ,  e  nello  s^sso  tempo  anche  aver  fab- 
bricata la  palificata  iiecessaria  alla  Stellata' ,  ma  non  so  se  si  trovas- 
sero tanti  denar^^  e  tanti  uomini  per  farlo. 

■  Ma  perchè ,  come  si  e  detto ,  ia  questo  modo  proposto  intorno  a 
questa  bonificazione  si  suppone  necessariamente  la  restituzione  del 
Fo  in  questo  ramo  di  Ferrara ,  e  che  poi  si  divida  ,  come  faceva  a 
S.  Ciorgio  per  Primaro,  e  Volano  ;^è  necessario  rispondere  anche  a 
quelli ,  che  ciò»  mettono  per  impossibile  ,  pubblicandone  sopra  oìh 
molti  discorsi  in  iscritto  ;  e  certo  se  parlano  d'impossibilità  fisica,  la 
cosa  non  ha  principio  di  diiBcoltà  ,  perchè  la  natura,,  e  l'esperienza 
stessa  ci  ha  mostrato  il  contrario  ,  avendo  sempre  questo  rama  corso 
per   tante  centinara   d'  anni ,  che  sebbene  poi    ha   abbandonato ,  ciò^ 

f>erò  non  ha  fatto  per  natura,  ma  costretto  dalla  violenza  fatale  (i)  , 
a  quale  levaia  non  sarà  difl&cile  il  farlo  ritoi'nare  »  dove  naturalmen- 
te correva  » 

.  Secondo,  perchè  il  fine  di  questo- ramo  è  lo  stesso  di  quello  d'og- 
cidi,  né- altra  di£ferenza  vi  è  ,  che  la  linea  di  questo  è  un  poco  pia 
lunga  ,  la  qual  lunghezza  maggiore ,  io  soroiùa  non  può^  portare  più 
ohe  duo  minati  in  circa  di  cadata  ,  che  quel  ramo  di  Venezia  avreb^ 
Jbe  per  nfre^lio  di  più  di  questo,  se  la  pigliamo,  conforme  s'^  deve, 
dal  fondo  del  tronco  ,  là  dove  si  dovrà  fare  la  distribuzione ,  perchè 
non  'ha  in.  tutto  da  quel  luogo  sino  al  mare  più  di  sk.  o  S.  piedi  djl 
caduta ,  sicché  couverria  che  per  impulsione  corra  V  uno ,  e  V  altrp 
ramo;  e  quello  airrà  maggior  vantaggio  ,  il  quale  avrà  maggiori  am^ 
miniceli  di  palificate  levate,  latitudini,,  rettitudine  di  linee,  e  ai* 
milì,  le  quali  potendosi  applicare  a  questo  ramo  ,  non  si  .pnè  dire  il 
negozio  impossibile,  né  anche  moralmente  parlando.  Se  parlano  poi 
d' impossibilità  morali ,  per  la  gran  difficoltà  ,  e  per  le  spese  ecoes- 
aive  ;  rispondo ,  che  né  V  uno ,  né  V  altro  vi  concorre .  Non  la  difii- 
eoltà ,  perchè  con  gran  facilità  (a)  con  V  acqiia  stessa  si  leverà  per 
via  di  caduta  tutto  T interrimento,  che  si  troverà  essere  superiore 
alli  Iati  del r  alveo,  e  se  questo  non  bastasse  per  introdurre  aoqpa 
sufficiente  ,  acciò  poi  col  peso  suo  escavasse  il  restante  »  si  potrà  la- 
re  con    facilità   con  opera  manuale  al  solito  •  Non  spesa  eccessiva  ; 


(i)  Il  ritiro  del  Po  dall'alveo  di  Ferrara  viene  considerato  in  nrincipio  della 
Scrittura  nel  J.  Se  come  alcuni  vogliono,  per  effetto  naturale  degli  accidenti  ordi- 
narj  dell*  escrescenze  de*  fiumi , 

(a)  Già  ,  come  si  è  detto ,  l*  esperienza  ha  annichilato  il  fondamento  di  quesu 
creduta  facilità. 


\ 


l 


perelìè}  amìò  sìa  tale,  conviene,  cbe  superi  Futile,  ma  il  mìHione 
di  «peisa  «Negata  da  <)09toro  ,  per  provare  l'eccesso  della  spesa,  dato 
che  fosse  vero.,  che  vi  aedasse  i  il  che  «on  è  né   anche   presso  a  un 
pezzo '(i),  non  solo  non   farebbe  Tati^,    ma  né   anche   adequerebbe 
una  part^di  quello.  'Questo  «i  4)rova  ;  perchè   per  . comune  opinióne 
un   millione   sarebbe    bene  impiegato,   «olo    per  V  utile ,  che   per  se 
atessa  porterebbe -la  sola  navigazione  alla  città  di  Ferrara  (a),  all'al- 
tf^  di  Romagna ,  generalmente ,  a'  particolari  ,  ed  alla  Sede  Aposto- 
lica,  perule  tratte  de'   granii  oltre  la   salubrità   deiraere.,    che  per 
difetto  di  questa  ormai  e  disabitato   quel  paese  ,  ma  che   diremo  se 
^i  potrà,  giudicare ,  che  ciò  si  farà  con  loo.  mila  acudi ,  o  poco  più? 
Né  questa  spesa ,  etiam   che  fosse  di  un    millione ,  ^i  pot-rebbe  dire 
Ckccéssiva  ,  rispetto  alle  speset  proposte  da  altri  ,  perchè  «e  faremo  il 
conto ,  tutte  -jiassano  un  millione  ^^3}  ;  ma  è  cosa  graziosa  quello ,  che 
a  questo  proposito  dicesi  in  una  «crittura,  che  nuovamente  si  è  pub- 
licata  contro  questa  mia  proposta  d^  escavar -con  Tacque,  che  già  fe-^ 
<>i  in  Ferrara,   dove   opponendosi  4^  Autore   di   essa  scrittura,  reste 
>ià  d' una  ^olta  pubblicamente  sgannato-:;  per  prevare  V  eccesso   del- 
a  spesa  'intorno  al  rendere  la  boni&pazione  -perfetta  ,  dopo  averne  so- 
-gnate  molte,  che  io  non  -^vi  pensai  mai  di  farle,  e  dopo  di  averle  e- 
eagerate^  calcolandole  conforme  alle  sae« chimere,  ella  fine    concbiu- 
^e  pei^  dir  cosa  stravagante ,  ^he  la^^pesa  sarebbe  di  ftcudi  5oo.  mi- 
la ,  e  pure  la  proposta ,  eh^gli  ha  fiitto  aopra  di  questo  stesso  nego*  ' 
«io,  dopo  di  aver  taciuto  tutte  T altre.,  4ion  si  eseguirebbe  oon  dn6 
milioni.  Ma  quésto  sarebbe  anche  il  meno   male,    il  peggio  è.,  che 
ella  é  proposta  vana  non  riuscibile ,  e  con  cuina  manifeata  ,  ed  irre- 
-parabile  delle  campagne  di  S.   Alberto,  e  delle  ^alli  di  Co  macchio^ 
e  queato   mi  ofiro  a  provare   tutta    volta  ^   ohe  la  Santità    Vostra 

0 

*— — — i— — W— — — ■    ■  ■■!  ■  — — — ^«P— Mi— ^— — —      111  ■       I         11— —— ^»«— 

(%)  Posta  la  necessità  di  dare  la  cagacicà.  ali!  alveo  con  opera  manuale,  vedasi  lo 
scandaglio  della  spesa  fatta  Tanno  i6xo.  a  cart.  38o.  e  si  consideri. ,  dhe  doTen<« 
dosi ,  secondo  V  opinione  dell'  Autore  ,  ngnagliare  V  equilibrio  del  fondo  del  Po 
tfande  eh*  è  più  di  p.  iJL^fotco  la  soglia  pilastrese,  tanto  maggiore  dovrà  essere 
la  spesa,  che  passerà  uv^^  milioni.,  non  luie^UBiselo,  •  di  loo.  mila  «cudi,  co« 
me  suppone  .V  Autore. 

(a)  SA  Jìayigazione  teala  del  Po  grande  .non  è  distante  ,  che  sole  tre ,  ipiglia 
^  la  città  di  Ferrara;^  onde  in  questo  poco  avvicinamento  non  può  considerarsi 
utile  d«  paragònani  con  alcuna  proporzione'  alla  .^pesa  eccessiva  ed  intoUerifl>ilé 
di  tanti  miHoni.  "   .  v 

(3)  La,so^la,infero8u9Éìone  di  ^eno  in  Po. grande  a  Palantoné  oggidì  pvopostas,  si 
Direbbe  .con  soIq  3oo.  mila  scudi  in  circa  ,  e  porterebbe  la.  bonificazione  me- 
diata, o  immediata  della  maggior  parte  del  paese  alla  destra  del  Po,  ed  il  risto* 
xamento  pejgpètuo  d'  una  felice  navigazione  tra  'Bologna.,  .é  Ferrara ,  e  tra  <[uesta 
colla  Roinagna  9  eh' è  forse  di  maggior 'considerazione  per  il  commercio,  che  non 
farebbe  V  avvicinare  quella  -di  l^go  scuro  alle,  àmra  di  Ferrara  ^ 


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/- 


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aao 


comanderà  f  hod  partendami  punta  dtH!  anppMti  »  cbe  egli  stesso  fa  , 
eoo  tutta  che  molti  ye  ne  sieoa  de*  falsi*  Dunque  la  spesa  di  scii» 
di  too..  mila  per  questo  capo  dì  comparazione  ,  doq  sola  non  si  pnj^ 
arguire  di  eeeessa»  ma  è  dt  gran  lunga  minore  d*  ogni  altra  siu  qui 
preposta  y  e  che  questa  moda  da  me  proposta  non  sia  per  passare  ì^ 
suddetta  spesa»  si  toccherà  con  mana  a  bassa  nel  discorsa  pratico» 
Mentre  si  TOgKa  escavare  con  V  acqua» 

Né  per  sostenere  questa  impossìbitità  >  vale  il  dire  ^  che  sarà  diffi^ 
eile  maritenere  Taugola  a  proporsibue^  che  divida  P  acqua  alta  Stel«» 
lata  y  perchè  ta  natur»  assicurata  della  suddetta  manutenzione  da  qud^ 
la  ci  ha  data  coir  allargare  it  tronco»  lasciando  a  questo  ramo  if  cor» 
"SO  per  linea  retta  »  ed  a  quel  di  Venezia  {jer  linea  curva  »  sicché  non 
occorrerà  se  non  fabbricare  una  punta  »  che  vada  a  ricevere ,  e  soste- 
nere  per  retta  linea  il  corsa  naturale  r  lasciando,  il-  resta  delfa  latitu- 
dine per  iscarioatore  delP  escrescenze  9^  le  quali  sona  uuica  causa  det-^ 
fe  difficoltà  io  mantenere  la  distribuzione  dell'  acque  in  sito  angusto> 
ed  unica  rimedia  per  facilitarla ',  >ed  assicurarla  ,*  è  V  avere  in  tempa 
^i  dette  escrescenze  campagna  larga  ^  per  ìsoaricarta  »  acciò  non  vie» 
lenti  r  angora^,  it  quale  qnanda  per  la^  natura  del  sita  è  palificata  ver^ 
sa  il  corpa  per  linea  retta  ».  e  non  per  diametro  ^  come  accade  alle 
diversioni  de^  fiumi  ad  angofa  etiatik  ottuso ,  ha  tutto  quello ,  che  in 
simit  materia  si  possa  desuerare,.  acci&  ne  riesca  buon  effetto  »  p^& 
è  ficaissima  il  supposta  9  che  si  fa  in  detta  scrittura  ,  mentcechè ,  per* 

Jrovare  V  impossibilità  della  detta  restitnzione  del  Fa ,  dice  ,  che  il 
'a  grande  vi  ha  fatto  if  corsa  con  la  sua  msggiore  profondità  dalla 
rrte  di  Fìgaroloy.  anzi  la  revità  è  tutta  all' opposto  ».  perchè,  comesi 
detta y  il  corsa  per  linea  retta  viene  verso  noi,  e  perchè  per  Tin» 
terrtmenta  non  si  pnè  imboccare ,  come  si  maaifesta,  che  Terrebbe 
ìfi  si  facesse  strada,»  di  qui  è,,  che  ivi  con  una  pertica  di  p-  14*^  net 
inese  di  Settembre  passata»  mentre  si  faceva  la  visita ,.  non  poteomio^ 
toccar  fonda,  essenda  il  restante  tutto  egualmente  sina  all'altra  ripa 
di  Figarofa  sina  7»  a  8V  piedi  ;.  ma  che  stiamo  a  disputare  P  Veggasi 
la  punta  fatta  per  il  Fa  d*"  Ariana  eoa  tutta  che  sia  restata  imper-* 
letta  ,  e  che  quel  sita  r  rispetta  a  quest<)r ,,  sta  in  diavantaggia  g]ran» 
éissimo ,.  si  traverà  non  sola  esssere  stata  salda  ma  assicurata  del  tut- 
to r  indizia  certissima  della  buona  riuscita  di  quel  negosia  «.  In  oltre» 
te  qui  la  restituzione  del  Fa  fosse  impossibile,  e  che  però  sia  pazzia 
il  pensarvi ,  come  si  dice  in  detta  scrittura ,  molta  p^  pazzi  sareb- 
bero li  Veneziani  iir^spendere  tanta ^  per  divertire  il  Fa,,  con  tanta 
■Miggior  difficoltà  r  quanta  mag^ore  è  la  profondità  »  ed  il  filone  del 
Fa  che  pretendona  divertire» 

Molta  mena  osta  in  altra  certa  scrittura  ,  che  si  dice  essere  già 
Slata  data  idla  Santità  Yoitray  nella  spiale  T  Autore  pretende  jncomn 


-OSI 


r  iiap088it41iti  della   restitaanone  di   questo  ramo ,  perdTiè  ^  anzi  dal 
ano  detto  proprio  >  si  prova  il  oon trarlo ,  purché  la  liveilazioae,  che 
^li  stesso  allega,  si  applichi  come  si  deve,  e  non  si  confonda  con    i 
.termini ,  com^  egli   fa  *  Dalla   superficie   della  maggior  secca  del  Fo 
grande  y  die' egli  y  alla   superficie  dritto  al  Santemo,   moota   p<   ?y 
P acqaa  la  detto  luogo ,  secondo  esso,  è  p.  2&,    dunque  resta  se  non 
piedi  I»  mettendo  il  termine  ad.  quentf  come  si  deve  sopra  il    fbado 
deiralv«o,  e  non  sopra  la  superficie  d»  quell'acque,  com'egli  (a^  dal* 
la  snperficie  dritto  a  Ssnierno^»  dice,  aifu  superficie  dritto  a   Longa- 
atrino  cade  p..3»  4»    ^^  sottrattone,  secondo  esso»  il  corpo  dell'  ac-^ 
qua  dell' uno  9  e  deir  altro  termine  da  fondo    a  fondo  cade  p*  4^  ro* 
Dunque  è  falso >  che  dal  Po  sino  a  questo  luogo  vi    sia  di  caduta  se 
non  p.  I.  a,   com^eglt  dice,  confondendo  i  termini  della   livellazìo* 
ne  •  Escavisi  ora  questT>  fondo  dritto  al  Santerno  p-  7«^   6  r  <^^^  tanto 
dice  essere  di  caduta  di  qui  al   mare,  troveremo,  che  secondo  essi 
dal  Po  al  mare  cade  p.  ii*  4"-  Dunque  non  è  impossibile  la   naviga* 
zioiie  per  questo  corpo  •> 

Ma  ridicolosa  è  quella ,  quando  dice  per  far  navigaBìTe  il  Po  bisogna 
escavarlo  p»  i*  sotto  la  sua  seccu ,  dunque  il  Santerno  avrà  questi  tre 
di  più  di  caduta  sopra  la  detta  secca,  quasi  che  i  termini  a  quo^  et  ad 
quem  si  abbiano  ad  alterare,  quando  il  mezzo  si  alterasse  ;  che  se  questo 
potesse  essere,  altrettanta  contiene,  che  cadesse  il  Po  verso  Santerno  « 
Non  meno  ridicofoso  è  qiielfo,  cbe  a  questo  proporsito  si  dico  in 
quella  scrittura,  che  riprende  questo  mìo  modo  d'esca  vare,  con  l'ac-^ 
qua,  meiitre  dice  la  detta  escavazione  non  essere  riusoibife,  tn^  dato 
che  fosse  rinscibile,  che  non  per  questo  il  Po^sarebbe  navigabile, 
perchè  sarebbe,  dice,  il  suo  fondo  solo  in  equilibrio  col  mare,  at 
più  ,  che  si  potesse  fare ,  e  perir  le  barche  che  hanno  da  venite 
dal  mare,  non  averìano  acqua  ,  se  non  si  escavasse  il  Po  3.  o  4*  p^^* 
di  almeno  di  sotto  della  superficie  del  mscre  ,  siccome  si  vede ,  dice  , 
ohe  non  si  posFono  navigare  te  valli  di  Comacchìo  ,  quasi  che  pre-^ 
tendiamo  di  fare  la  navigazione  dell'  alveo  del  Po  col  mare ,  e  non 
con  r acqua  del  Po.  Certo,  che  se  si  metterà  il  Po  in  quest'alveo 
escavato  a  quella  proporzione  ^  ovrero  nelle  valli  di  Gbmaccfaio,  al 
ncuro  si  navigheranno» 

Altro  non  mi  resta ,  se  non  di  mettere  in  considerazione  atta  San-r 
tita  Vostra,  che  se  gli  piacesse  fare  un  nuovo  taglio  al  Po  dalla  voU 
ta  di  sotto  éirS.  Alberto  ^  che  per  dritta  linea  andasse  s  sboccare  a  *" 
testa  d'asino-  in  lundbezza  di  io.  miglia  ìm  circa,  sarebbe  opera 
molto  giovevole  per  vi  prestezza  della  riduzione  dei  Po ,  ed  assicu* 
lamente  di  esso,  e  della  sua  parte  sinistra ,  per  la  caduta  ,  che  ao-* 
qiusterebbe  dalla  linea  ,  ohe  sì  scorterebbe  di  uM^te  miglia  ^  e  dalls 
profotidità  di  esaa  riaj^tta  »  ^ell»  dell»  pieaeate« 


•  • 


%%Sk 


Questa  è  in  «oimna  U  modo  »  dhe  iio  tapttfo  trovare  per  rimedio 
di  questi  disordini ,  del  quale  altro  non  eredo  sia  più  reale ,  come 
quello  9  ohe  la  natura  stessa  oi  ha  mostrato  ;  -che  sebbene  il  Po  ìm 
Àbandonato,  «  iatto  altra  strada,  questo  è  stato  per  accidente ,  ^ 
'Oruale  levato,  sarà  facile  fiirlo  ritornare  dove  naturalmente  andava^ 
Oltrebhè  è  modo  facile ,  di  poca  spesa ,  e  che  dalle  stesso  principio 
•si  comincerà  a  sentirne  utile  •  E  le  prime  «operazioni ,  e  preparatorìi^ 
•che  si  avranno  a  fare  per  metterlo  ia  esecuzione  sono  tali ,  che  senw 
-pre  saranno  necessarie  iaogni  caso  per- quaiaivoglia  idtro  modo,  sic» 
ohe  non  impedisce ,  che  se  in  progresso  di  tempo  si  -facesse  altra  ri- 
folnxioQe  9  che  ciò  non  si  &cda  sena  pregiudwio  della  spesa  *iatta^ 


/      ' 


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RELAZIONE 


DEIXO  STATO  FBSS£NT£.DELI.'  ACQUE  CHE  INFESTANO  LE  TRE  PROVINCIE 

DI  ROMAGNA,  FERRARA,  E  BOLOGNA 

r 

Cì^n  il  parere  sopra  li  rimedi  proposti  fatta  alta,  Santità  di  .  Nòstra 

Signore   Papa  Innocenzio   XTL  pubblicata    d'  ordine   della. 

Santità  di  Nostro  Signore  Papa  demento  XI. 

nelV  anno  MDCCXV. 


JLia  bonificaziooe  generale  delle  tre  proviocie,  commessaci  dal  pa- 
terno zelo  dì  Vostra  Santità  ^  è  stata  T  oggetto  de*  pabblici  voti  nel 
Gorso  quasi  d'un  secolo  »  e  tentata  più  volte  eoa  opera  infruttuosa 
per  le  contigenze  de'  tempi  •  La  cagione  j  ohe  ha  modsi  li  clamori  di 
questi*  sudditi  della  S.  V.  ad  implorare  si  sovente  la  suprema  autorità 
de'  suoi  predecessori  9  è  andata  sempre  crescendo  nel  progresso  degli 
anni  9  e  si>è  ormai  così  estesa ,  che  hanno  ragione  dL  temer  e"  la-  loro^ 
vicina 9  e  totale  rovina  ,  senza  il  soccorso  d' nn  pronto  rimedio*. 

ÀUo  aregolato- corso  dell'acque  ohe  sono(  a  deatra  del  Po  di  Prima- 
TOy  si  devono-  riferire   le    miserie    di    questa  bella  parte  dello    stato- 
Ecclesiastico-  Molti    sono    li   torrentL,    che    scendono    dalP.appenino- 
precipitosi,  e  carichi  di- terra,. e  di  arena,  vi  fanno  impressione  de' 
toro  effetti  maligni  y  ma  più  di  tutti  è  il    Reno,  che  per  ragioni  pe-- 
cmliari  ne  vìen  riputato  L' autor  principale.  L'essere  egli  maggiore  di 
corpo  d' acqua ,.  il  più.  torbido ,.  il   più   lontano- dal  mare,   e  ora  va^ 
gante  nelle  valli,. che  per  gi' interrimenti  ne  hanno  perduto  quasi  il 
nome  9.  e  si  sono  rese  incapaci  a  più- riceverlo  nel  loro  seno  ,  ha  fat* 
to  giudicace  egualmente  necessario,  che  difficile    il  dovergli  dare  so« 
pra  d' ogni  altro  uno  sfogo  ,  che  aia  atto  a  portare  felicemente  le  sue 
licque  al  mare  - 
,  Fu  questo  torrente  per  ordine  di  Glemenle-  VtIL  divertito  dal  Po 
di  Ferrara  con  alto ,  e  magnanimo  pensiero  di  restituire  a  quella  città 
la  perduta  navigazione.,^  e  fu  posto  nella   Saamartina ,  valle  allora  di 
giro  di  molte  miglia,   dove   chiarificate  le    sue  acque  ^  a«eva>  l'esito 
per  più  bocche  nel  Po  di  Primaro*  Non  soffri  però   lunga  tempo    di  , 
star  chiuso  ne'  termini  assegnatigli,,  che    rotto    l'argine  circondàrio, 
e  fattosi  con  la  forza  il  passaggio  nelle  valli  di  Marrani ,  diede  jprin- 
cipio  colle   inondazioni  a  quei  mali»  elio  sono  andati  serpeujdoj^  ^ 


dilatandosi  sino  ai  giorno  d^  oggi 9  con  apparenza  di  dover  creicere 
sempre  più  ^  se  non  viene  migliorata  la  condàzione  delle  cose  • 

Correndo  disargìnato  da  Galline  in  gin  alla  parte  destra  ^  versa  le 
sue  acque  da  quel  lato  in  maniera ,  che  tntto  H  paese  fra  esso ,  ed 
il  canal  naviglio  ,  resta  soggetto  alle  grandi  espansioni  delle  sue  piè- 
ne, dond'è  venuto,  che  T  estese  pianure  del  iSominale^  di  Gaprara , 
del  Poggio^  di  Raveda,  di  S.  Prospero,  di  S.  Vincenzo 9  ed  altre  mol- 
te ^  che  per  V  addietro  furono  buone ,  e  coltivate  9  sono  ridotte  ora 
ad  pna  pessima  condi;BÌone ,  prive  d*  abitatori  ^  e  latte  solo  ricetto  di 
acque  stagnanti ,  e  paludose  1» 

Alzate  le  valli  di  fondo  per  gì* interrimenti ^  e  gonfie  d'acque  atra* 
niere^  pltre  l'esser  sostentato  il  loro  pelo  ordinario  in  altezza  di  più 
piedi,  vi  hanno  perduto  lo  scolo  i  terreni  superiori:  onde  ^ritenute 
nel  proprio  seno  l' acque  piovane  5  e  atagnanti  ^  n'  è  resa  valliva  una 
buona  parte  ;  e  riempiuti  di  lezza  i  /condotti  principali ,  in  4ttogo  di 
servire  air  uso,  a  cui  sono  destinati^  si  veggono  alle  volte  correrò 
air  insù  verso  il  loro  principio^ 

Per  comprendere  poi  T aumento  del  male  presente,  in  confronto 
del  passato,  senza  venire  ad  una  lunga  deduzione  de'  particolari 5 
basta  riflettere,  ch'in  oggi  l'acque  delle  valli  di  Malalbergo  si  alza- 
lo nelle  loro  somme  escrescenze  tre  piedi  in  cirea  più  di  quello, 
che  fu  trovalo  nella  visita  di  Monsignor  Corsini  l'anno  1625.  la  qua- 
le  altezza  quanto  imponi  di  estensione  ad  occupare  i  aiti ,  ch'erano 
prima  intatti^  ai  pup  facil/nente  capire,  se  ai  considera,  ciò  auoee- 
aere  in  nn  paeae  quasi  orizzontale  •  Al  che  si  dee  aggiungere  P  ap- 
prensione^ in  cui  si  vive  da  qualche  anno  in  qua  dell'aria  corrotta, 
non  solo  nella  campagna,  ma  nella  città  stessa  di  Bologna. 

La  navigazione  fra  Bologna,  e  Ferrara  interrotta  già  più  volte  per 
P  intersecazione  fattane  dal  Reno ,  e  con  nuovi  giri ,  e  spese  ;  ritro- 
vate nuove,  ma  più  lunghe  vie  ,  per  mantenerla  ,  ai  è  ormai  ridotta 
a  segno ,  che  protratta  la  4inea  di  Reno  sin  quasi  ali'  unirsi  col  dos- 
so di  jSavena^  non  resta  più  luogo,  che  per  poco  tempo,  e  spesa 
continua  a  non  perderla  affatto  it 

L' istessa  protrazione  di  linea  p  cbe  va  sempre  più  avanzandosi  nel* 
la  valle  cpiP  alzamento  delle  parti  inferiori ,  na  cagionato  quelle  del- 
le superiori^  come  a  Cento ,  alla  Pieve ,  ed  a  Mirabello ,  in  maniere 
che  camminando  il  suo  alveo  per  lungo  tratto  molti  piedi  sopra  il 
piano  delle  campag^ie  con  arginatura  di  altezza  prodigiosa ,  sieno  in 
continuo  perìcolo  di  rotte,  seguite  già  più  volte,  e  provino  il  dan« 
no  presente  nelle  sorgive  ^ 

Passando  dalla  valle  di  Marrara  per  la  bocca  detta  delle  Gacupate, 
ed  altre  nel  Po  di  Primaro  ,  v'entra ,  non  gni  chiarificato,  come  n^ 
fa  il  primo  pensiero ,  nota  in  parte  carico  della  sua  limosa  soma ,  non 


ancora  deposta  interamente  per  istrada,  cni  tenendo  alta  la  superfi* 
eie  del  Po  sino  al  mare  9  quando  vieu  gonfio  dalle  sue  piene  ^  è  in 
gran  parte  cagione  che  il. medesimo  Po,  si  renda  incapace  di  riòeve- 
re  io  scarico  delle  valli  di  Marmorta,  e  le  inferiori  di  Buonacqaisto, 
e  di  Ravenna ,  in  modo  che  sostentate  queate ,  ai  dilatano  air  insù,  fi 
perdendovi  la  caduta  i  condotti  degli  acoli  ^  rigorgitano  sopra  li  ter* 
reni ,  che  dovrebbero  goderne  il  benefizio . 

Il  Sillaro  ,  e  r  Idice,  ed  altri  fiumi  minori  non  potendo  per  tal 
cagione  smaltire  le  loro  acque  per  le  bocche  di  Marmorta ,  dove  bau* 
no^ l'esito ,  che  piuttosto  ne  ricevono  dal  Po,  tengono  tanto  pia  gon- 
fia la  valle,  ristretta  ormai  per  le  deposizioni  di  questi,  a  segno  che 
non  tì  restano ,  che  pochissimi  fondi ,  onde  ne  nas^e ,  che  V  espan» 
flioni  sì  distendono  ai  terreni  coltivati  air  intorno,  s^ interriscono  gli 
scoli  ,  e  i  fiumi  stessi  ne'  propri  alvei,  sostentate  le  acque  loro,  ne 
risentono  gli  effetti  perniciosi ,  mentre  elevati  di  letto  con  arginatu- 
re altissime ,  cagionano  frequenti  rotte  nelle  parti  superiori  • 

Quest'  alzamento  sproporzionato  della  superfieie  del  Po  di  Primaro 
per  il  lungo  tratto ,  che  s'  interpone  dal  Gavedone  di  Marrara  sino 
a  S.  Alberto,  tanto  superiore  alle  campagne  del  Polesine  di  S.  Gior« 

£'0 ,  fa  che  il  lento  moto  dell'  acqna  in  nn  paese  tanto  basso  ,  trape** 
odo  per  li  pori  delia  terra  ,  vi  cagioni  le  sorgive  ,  e  v'  insterilisof 
una  parte  di  quel  territorio  abbondante ,  eh'  ebbe  il  nome  di  grana* 
io  del  Ferrarese  ;  siecome  è  pur  considerabile  la  soggezione  del  perì- 
colo delle  rotte  ,  che  patisce  colle  valli  di  Gomacchio  in  un  argina*» 
tura  poco  buona  di  tante  miglia ,  in  molti  siti  difficile  a  ripararsi 
per  mancamento  della  materia  ;  in  modo  che  le  valli  suddette  di  Co* 
macchio  hanno  gli  esempi  recenti ,  quanto  sia  malagevole  il  ripigUat 
delle  rotte ,  che  vi  sono  segnite  ;  onde  si  può  dedurre  il  gran  danno, 
che  seguirebbe  alla  Camera  Apostolica  colla  perdita  di  esBtj  la  gran* 
dezza  del  pericolo,  e  quanto  sia  necessario  d'iapportarvi  il  rimedio 
j^er  metterie  in  sicuro  • 
Verificate  tutte  le  cose  sopra  enunciate  nella  visita  da  noi  fatta,  oi 


più  atto ,  il  più  fattibile  ,  e  meno  dispendi 
so«  Ginque. sono  le  proposizioni  principali,  che  sono  state  discussa. 
Di  tutte  rappresenteremo  a  V.  S.  gli  utili ,  e  i  danni ,  col  giudizio , 
che  ne  abbiamo  fatto ,  acciocché  la  S.  V.  possa  poi  ordinare  per  il 
benefizio  de'  suoi  sudditi,  dò  che  Sarà  riputato  più  conferente  dalla 
•lu  suprema  prorvidenza. 


v'^ 


Am6 


T, 


Pitopasiziùne^ 


Uneadi  vatte  in  vatte'- 


ra  ì  lìmedi,  che  sono  stati  pia  volte  proposti,  ed  esaminati  per 
rìcapìt»  di  ^este  aociae^'une  de  più  anticni,  e  i;inoinatì  è  qaèllo  di 

S render  Reoo  alla  botta  degli  Anaegati  ^  ed  iotroduceodolo  nella  valle 
el  Poggio,  portarlo  con  retta  linea  per  Maitre  valli  inferiori  sino 
alla  Sacca  di  testa  d^  asina  al  mate  ».  unito  agli  altri  torrenti ,  6n 
aaccessivamenie  s?  incontrano^  oppure  aepasatl. dagli  ultimi,  che'sono* 
il  Senio.,  il  Santerno,  ed  il  Lamone. 

Pes  ciò  fare  si  penserebbe  d'  andar  Ibrmandc  un  nuovo,  alveo  ne^ 
•iti  pia  elevati ,  cne  si  frappongono,  tra  una  valle ,  e  V  altra  ;  e  dove 
queste  sL  dilatano  colP  espansioni  ^,  si  vorrel)be  alzare  un  argine  cir^ 
condacio ,  accioochè  in  tal  modo  ristrette  V  acque ,  e  forzate  a  corre* 
re  verso  il  suo  termine, vsi  formassero  da  loro  stesse  un  letto  prOf 
porziónato  ,  senza  potere  in  tanto  innondare  ,  e  danneggiare  i  terrìto-^ 
ri,  che  vi  sono,  ali  intorno;  e  perchè ,. oltre  alP  acqne  de*  torrenti 9. 
hanno*  anche  il  suo  sfogo  nell^  valili  gli  scoli-  delle  campagne  superio- 
ri ,  per  darof  a  questi  il  debito  provvediipeoto ,  si  penserebbe  d*  unir* 
ne  moki  assieme,  e  portarli  a,  sfogsre  per  efaiavicbe  nelle  medesime 
valli  ^  oppure  tirandogli  a  quflla  parte ,  dove  V  alveo  già  detto  fosse 
più  angusto,  e-  più  comodo,  farli  passare  al  di  sotto  con  botti  sot*^ 
terranee  nel  Po  di  Primara. 

Ha  questo  progetto  V  apparenzik'  del  piu^  facile ,  e  pJiL  conforme  al 
bisogno,  del  quale  si  tratta f  poiché  con  esso  pare  che  si  secondi  la 
naturale  incliuazione  del  Keno,  e  di  queste  altre  acque  ,  che  presene 
temente  si  sfogano  in  dette  valli  9  le  quali ,.  formando  senza  dubbio  la 
pia  cupa,,  e  profónda  parte  di  questa  supériiipie ,  e  conservando,  le 
reliquie  deir  antica  Pàdusa,  paiono  appunto  destinate  dalia  natura  al 
essere  ricettacolo  di  tutte  V  aeque  9  che  scendono  da*  monU ,  e.  dalle 
campagne,  che  loro  sovrastano^* 

S'  aggiugne.,  che  in  questo  modo  sembra  ottenersi  là  desiderata  bop 
nifioazione,  con  restituire  alla>  cnltuza  una  buona  parte  de*  terreni 
ora  occupati  dall*  acque ,  e  si  renderebbero  fruttiferi  molti  altri  ^  che 
di  sua  natura  sono  sempre  stati  vallivi,  e  palustri  ;  in  maniera  che 
tutta  la  parte  Traspndana ,  rìstvette  le  ac^ue  con  buon  regolamento 
in  un  solo  alveo ,  petsebbe  in  pregressa  di  tempo  liberarsi  non  solo 
dai  danni  presenti  ;  ma  far  ai|£0<  aquisto  di  molu-  beni.^  che  ora  sono 

perduti.  ...*.• 

(bn  ostante  però  queste  considerazioni  non  si  crede  da  noi  prati- 
chile simile  diversione .  Ma  prima  di  adurre  li  motivi.,,  pare  in  qual- 
che modo  necessario  di  rifferire  per  fondamento ,  e  chiarezza  insieme 
di  tutto  il  seguente  discorso ,  la  massima  generale  nella  materia  dei- 
r  acque  :  che  in  due  soli  modi  nn  fiume  9  e  torrente  ,  ohe  porti 


."f 


V 


%%1 


/ 


mescolate  le  me  acqn^  con  letza  ,  ed  arena  »  possa  condurle  al  mare^ 
-sènza  fare  deposiziooi  seasibili  «nel  proprio  alveo ,  o  con  aver  tal  pcn« 
'densa  9  ededlivio  proporzionato  al  suo'  oerpo  d'  acqua  ,  che  colla  con* 
eepnta  violenza  non  gli  lasci  separare  la  nuteria  grave  che  porta ,  o 
«con  impulso  d*  acqua  perenne.»  che  gli  dia  fon^  di  spinerò  al  stbo 
'termine ,  e  supplisca  a  <|ualnnqtte  mancamento  di  caduta  « 

Da  qui  ^nnsce ,  che  que'  tosrenti  »  li  quali  vengono  da'  monti  a  ca- 
dere ne'  piani  di  poca  pendènza,  vadano  per  provvedimento  della  na- 
'  tura  lasciando  nelle  parli  ^superiori   fante   parti   della   sua    limosità  ,> 
sinché  acquistino  la  cardata  necessaria   coir  alzamento  del    fondo    del 

Sroprio  alveo,  e  si  formino  il  declivio  sufficiente,  che  mancava   loro 
a  principio  in  quella  parte  •  1 

Per  istabilire  poi  qual  sia  il  bisogno  preciso  di  qnSsto  declivio,  aeh- 
Bene  pare  il  sentimento  *più  comone  de'  Periti.,  che  debba  easere  al- 
-meno  di  sedici  once  per  miglio ^àn  ogni  modo  1'  esperienza  "ha  fatto  a 
«noi  conoscere,  che  non  dobbiamo -attendere  ad  una  regola  universa- 
le ;  ma  sìa  miglior  consiglio  di  riferini  all'  osservazione  particolaBO 
di  ciascheduno  de'  torrenti ,  che  richiede  inaggiore ,  o  minore  i'  in* 
clinazìone  del  proprio  fondo ,  secondo  la  maggiore^  ^o  minore  quanti* 
ti  d' acqua ,  e  carico  di  lezza ,  che  porta  • 

Stabilito  questo  principio .«  diremo  nei  caso,  di  cui  si   tratta-,   che 

•aancando  al  Beno.,  eome  afl  ogni  altro  torrèote  inferiore.,  la  perei]i- 

jaità  delle  sue  acque,  e  per  onesta  strada  il  requisito  della  sufxicieB- 

te  caduta.^  non  sia  opera  fattibile  il  condurvelo ,  senza  incorrere    neT 

disordini, <^e  saranno  dedotti   in  appresso. 

Dalle  «fivéllazioni  prese  nella  visita  rìsotu ,  che  dal  punto  della  di* 
sTersione  del  fonde  di  {leno  ,  che  in  -qui^la  parte  si  trova  superiore  id 

Siano  'delle  campagne  circa  piedi  sei ,  avrebbe  di  caduta  sul  fondo 
ella  sua  foce  in  mare  piedi  trentotto  ;  la  quale  distribuita  nel  tratto 
4ì  5o  miglia  in  circa  ,^cbe  vi  sono  da  un  termine  all'  altro,,  resta  di 
gran  lunga  inferiore  al  bisogno»;  poiché  essendosi  osservato  con  dili- 
gente misura  fatta  ad  acqua  sfagnante,  che  «9  Reno  stesso  dopo  l' in* 
{rosso   della  Sammog^a  cammina   con  /declivio  di    i4*   once,  e  trOv 

3narti  in  circa  per  mìglio»  e  in^altri  luoghi  anco  di  vantaggio ,  si  ve* 
^  e  chiapimente ,  quanto  sesti  difettosa  la  riferita  di  piedi  trentotto 
a|i  tanta  distanza ,  che  vervebbe  ad  essere  non  pia  ohe  once  9  ,  e 
«in  ottavo  per  iniglio  • 

^sendo  perciò  incontrovertìbile  questo  difetto  di  caduta ,  ne  vae* 
ne  in  conseeuenza,  che  il  Reno  con  gli  altri  torrenti  inferiori  ver- 
Mbbero  daTse  stessi  a  formarsela  colle  deposizioni ,  elevando  il  loro 
fondo  ,  -come  attualmente  si  vede  aaccedere  io  ognuno  di  essi,  che 
jper  tal  4ìagione  ihanno  owligato  a  munirli  d^  arginature ,  rialzate  suc- 
cessivamente a  tal  ^ado  che  &nno  terrore  a  chi  le  osserva  di  ao  ^  e 


V 


-^ 


pia  piedi  superiori  sòprft  il  piano  delle  catDpa|[ne>  con  pericolo  per* 
petuo  di  rotte;  che  seguite  già  più  volte  iit  pia  luoghi  hanno  por^ 
tata  là  desolazione  a  territori  interi,  e  con  ragione  fanno .  temere 
quelle  nuove  opere  ^  ohe  ne  inducessero  tanta  maggior  facilità,  quan* 
ta  sarebbe  in  quest*  alveo  di  si  gran  lunghezza»  Dove  si  deve  di  pia 
avvertire ,  che  le  rotte  stesse  sarebbera  difficili  a  ripigliarsi  per  la 
precipitosa  caduta  ,  che  troverebbero  in  tanta  altezza,  di  maniera  che 
In  luogo  di  bonificare  con  utilità,  si  vedrebbe  tutto  il  paese  a  de- 
atra ,  e  a  sinistra  esposto  >  coli'  uniotfe  di  tante  acque  violente ,  e  ri» 
tenute  dagli  argini  manufatti,  al  pericolo  di  frequenti  inondazióni  « 

Da  questa  necessaria  alzamento  dell'  alveo ,  e  delle  arginature  pd* 
ite  alle  valli,  ne  seguirebbe  ancora  un  tale  impedimento  agli  scoli, 
li  quali  ora  hanno  l'esito  nelle  valli  stesse,  a  in  Primaro,  che  si 
metterebbe  in  ìsconcerto  tutto  il  paese  superiore  coltivato  ,  dal  quale 
se  ne  goJe  il  benefizio,  senza  vedersene  il  rimedia  opportuno»  Oov 
de  se  si  volesse  provveder  loro  di  chiaviche,  sarebbe  necessario  argina» 
re  i  condotti  all'altezza  medesima,  che  l'osterebbe  stabilita  agli  argi** 
ni  delle  valli  ,  le  quali  andandosi ,  come  si  è  detto  rialzando  di  fon- 
do, a  gli  scoli  Vanderebbero  perdendo  la  caduta^  oppure,  restan- 
dogli questa  ,  seguirebbe  ,  che  qnanda  le  chiaviche  dovessero  star 
chiuse  per  impedire  U  rigurgita  dell'acque  tórbide ^  che  interrisco* 
no  i  condotti ,  venendo  molti  di  questi  scoli  da  siti  assai  alti ,  ed  e* 
levati,  né  potenda  ivi  ristagnare,  e  trattenersi  l'acqua  declinata  al 
sito  pia  basso,  venisse  tu^to  ad  nnirsi  colle  altre  acque  inferiori  vi- 
cino alle  chiaviche,  dove  non  aifendo  il  sua  sfogo,  s'  eleverebbe  a  tal 
altezza  ,  che  non  trovata  capacità  sufficiente  nel  suo  canale  argina^ 
fa,  traboccherebbe  nelle  campagne  ,  le  quali  per  esser  tutte  recinte 
d'argini  nelle  parti  più  basse  9>^on  potrebbera  se  non  difficilmente^ 
e  con  lunga  tempa  scolarsi»        ^^^ 

Se  pòi  si  volesse  ricorrere  al  pi^vvedimenta  delle  botti  sotterra-^ 
nee»  non  potandosi  queste  fabbricai  in  una  lunghezza,  che  attrae 
versaésè  1'  ampiezza  delle  valli ,  per  e^r  quivi  il  terrena  infetioe  ^ 
ed  inabile  al  comodo  di  tal  &bbrica,  che  sa^bbe  d'ìia  infinito  di^ 
fpendio  ,  bisognerebbe  ,  come  sopra  si  è  aò<?ennato  ,  formarla'  ne'  ii-^ 
ti  interposti  tra  te  valli  medesime  per  tutta  la  larghezza  del  nuova 
alveo,  che  vi  si  facesse  »  Ma  qui  ancora  si  presentano  difficoltà  dìgraa 
peso ,  non  sola  perchè  affine  di  non  impedire  ivi  il  corso  '  dell'  ao* 
qne  ,  6  bisognerebbe  attendere,  chef  il  rondo  si  fosse  alzato  a  misu- 
ra ,  senza  sapersi  intanta  come  dar  esita  agli  scoli  ;  eppure  sarebbe 
necessaria  foriti  Arie  tanta  profonde,  e  curve  satto  il  detto  alveo,  che 
con  difficoltà  potesse  l' acqua  \  degli  scoli  stesri  risorgere  per  avet 
sloga  nelle  parti  inferiori  ;  ma  ancora  ,  perchè  non  sarebbe  molta 
lacile  ridurre  tmtf  gli  scoli  lontani  a  passare  in  V|[neste  parti  »  dove 


/ 


si  penserebbe  ibrmar  dette  botti  y  potendo  forse  alcnnt  di  essi  non  •-  / 
vervi  sttffioiente  caduta  »  e  sarebbe  parimeate  più  difiicile  ^  e  dispen- 
dieso,  di  quello ,  che  apparentemente  si  crede  il  fabbricarle  »  e>  fon^ 
darle  in  questi  siti  per  se  stessi  acquosi  e  ripieni  di  radiche  9  e  can- 
Jincce  palustri  ammassate  insieme  che  qui  diiamano  Cuore  ^  come  fa 
anco  sentimento  dell' Aleotti  ^  al  quale  per  lunga  esperienza  ^  che  a- 
Teva  in  qnestp  materie ^  deve  darsi  non  poca  fede* 

A- questi  motivi  ^  che  sono  il  fondamento  reale  dì  qnesto  nostra 
giudizio 9  s'aggiungono  quel)!»  che  accenuano  Scipio  de  Castro  nella 
•aa  relazione  a  Gregorio  XIIL  »  e  il  pad»  Sparnazzati  nella  scrittura  da« 
ta  a  Clemente  VIIL  a*  quali  j  se  si  congiunge  T autorità  degli  altri 
aoggettt»  che  furono  seguaci  del  loro  parere  ^  insieme  la  perìzia  di 

-chi  gli  assisteva  fondata  nelle  lunghe  osserfazioni ,  e   fatiche. da   essi  / 

fatte  9  pare  che  con  bastante  ragione  resti  escluso  ni  progetto  di  que* 
aia  linea  9  colla  quale  verrebbe  ancora  a  torsi  il  commercio  della   na*   n 
vi^azione  tra  Bologna  »  e  Ferrara,  tanto  necessaria  a'  vantaggi  di  que- 
sti stati» 

Proposizione  della  linea  di  Volaruìm 

Jb  n  questa  linea  da  Monsig.  Corsini   creduta   degna   di  particoTar  ^ 
Gonsidérazìone  in^  questo  grande  affare  dell'acque  y  e  però   stimò  ne«? 
cessano  di  discuterne   nella  sua  relazione  le  ragioni,   che  potessero 
persuaderne,  o  dissuaderne  P impresa,  appigtiandosi  poi  egli  a  queste 
ultime  per  li  motivi,  che  diffusamente  ne  adduce. 

Non  v'è  dubbio y  che  (come  accenna  lo  stessa  Prelato):  pare  a  pn* 
ina  faccia  molto  plausibile  di  restituire  il  Reno,  dov^è  corso  gran 
tempo  9  e  dove  per  convenzione  reciproca  tra  Alfonso  Duca  di  Fer-» 
rara ,  ed  i  Bolognesi  fu  portato  in  tempo  d'  Adriano  VL  Di  pi(i 
conferisce  molto  af  pregio  di  ques^ opera  il  credere,  che  non  doves^ 
se  riuscire  molto  difficile,  e  dispendiosa,  per  trovarsi  già  fatto  qua- 
si tutto  r alveo,  restando  solo  la  soggezione  di  rìstatrrare^,  e  miglio» 
tare  gli  argini  antichi ,  con  alzarli  dose  fosse  di  bisogno ,  e  per  quel 
tratto  ove  occorresse  fare  il  nuovo  alveo,  cominciando  da  quel  sito  , 
ehe  ora  paresse  pia  a  proposito  per  maggior  sicurezza  ,  e  indennità 
di  JPerrara  ,  e  della  fortezza  »  Né  viene  riputata  la  spesa  cosi  ecces-» 
siva  »  che  non  meritasse  d'essere  impiegata  sulla  speranza  di  un  u» 
tile  tanto  considerabile;  aggiungendosi  in  fine  il*  migliorar  della  na* 
vtgaeione  per  P  alveo  di  Votano ,  eh' è  una  delle  prerogative  maggio^ 
ri ,  che  ha  perduto  Ferrara  con  V  allontanamento  del  Po  »  / 

'  Considerate  nondimeno  tutte  qifeste  pretese  facilità  ,  e  benefizj , 
pare  a  noi  di  doverli  lasciar  da  iparte,  persuasi  al  contrario,  che 
aoo  pòssa  per  questa  strada  il  Reno  portarsi  colle  sue  torbide  al 


^3o 


/ 


«lare.»  MDza  ottonare  iiiovità  pKgmdimàlbiiiDa  in  tatto  il  temto^ 

4rio  di  Ferrara  per  il  luogo  tratto. ,  che  è   dal.puoto  della  énrersion^ 

]>re80va  VigarailS  per  il  Reno  .«reocliio»  o  io  altra  parte   più    yicina 

•alla  fnota  di    S.    Giorgio,,    in   distanza   dal  mare   di  miglia  ^e.    in 

«circa»  dove  essendoai  trovato  nella  noatra   visita  ;Boa    aver  più,  cba 

piedi  35.  dicadnta  dal  fondo  di   Reae4i  Vigarano^ino  al  suo  aboo** 

co,  computativi  tutti  i  "vantaggi,  che  ai   deducono  dal  flosso,  e  ri» 

vBusao  del  mare ,  dal  terminare  la  lìnea  oadente  del'foudU)  quattro  pie» 

/di  fOtto  il.pelo  ordinario  del   medesimo   mare^  ai  dev^e  . eonoludore- ^^ 

-ohe  '^ia  •maoifestamente  difettosa,  ed   inaussiatente ,  mentre   non  a* 

tirremmo.più  di  once  otto,  e  cinque  «minuti  per  jniglio,  %nando  Tè- 

rdiamo,  oome  si  è  detto,  che  il. Rene  ne  ha  presentemente ^quattor- 

'dici,  e  tre  ^quarti  ^  aicchè  in  4utto'*»queato  apasuo  mancherelibefo  pie- 

di  27,  e. once .6.  di  caduta  necessaria^ 

A  questa  proporsione  dunque  Terrehbe  necessariamente  ad  akars! 
4!aIveo  di  questo  torrente,  nel  le  parti  y  superiori  di  Perrara ,  e  di  den- 
to,, ^come  appunto,  per  formare  questa  cadente  necessaria,  comin- 
<4>iò  a  succedere ,  quando  Panaro ,  ancorché  men  torbido,,  e  più  j^- 
'Teline  di  Reno  m  introdotto  con  -sran  -irtaaiso  dal  Cardinal  Serra 
per  il  Po  di  Fenara  in  4]uest*  alveo  di  Volano ,  mentre  nel  corso  di 
^o.-mesi^  e  non  più,  il  fondo  s*  alaò  ben  cinqne  piedi,  obbligando 
il  medesimo  Autore  a  rimuoverlo  per. esimere  io  stato  da  quei  mali ^ 
<oJi'  erano  per  succedergli* 

Quali  poi  dovessero  esserci  pfegindtq  da  oagienetsi  da  tale  aka- 
' mento  di  fondo  nelle :rìferite.TÌcinaoze  di  Ferrara,,  e  di  Cento,  ba- 
Jta  ricorrere  a  ciò,  che  abbiamo  detto. nel  passato. discorso  della  Jinea 
idi  valle  in  valle  ,  ponderando  1'  altesza  ,  e  la  soggezione  dell'  argina- 
.ture,  cb^  presentemente  vi  sono,  e  T estremità,  alla  quale  si  do- 
#Trebbero  accrescere  nella  auocessiva  alterazione  del  fondo  medesimo  • 
^  Nè-meoo  gMve.'Si  giudica  il  4lanno , . che  «nel  dare  effetto  a  questa' 
Jinea  sono  per  incontrare  quegli  scoli  de*  due  iRolesini»diFerrara,,  ^  di 
.S.  Giorgio ,  che  ora  si  .portano  felicemente  in  Volano.,  da  dove  ^re* 
eterebbero  esclusi,  o  almeno  infelici  tati ,  allorcbè  alzatb  iMetto  del 
Po,  vi  |)erdes8ero.]a  caduta^^e  mancherebbe  ancora  a'  J'errareai  ir 
ripiego  di  JToltare ,  come  aperano  ^  a  questa  4>arte  tutti  quegli  .altri 
scoti  che  ora  vajino  al  mare  a  dirittura.,  o  alle  ^alli  di  Comacchio^per 
il  Polesine  di^.  Giorgio,  giacché  quelli  4ono  ormai  (|uasi  inutili  per 
^r impedimenti,  ohe  ^si  vanno  facendo  -sempre  maggiori  allo  ebocca 
del  Po  d^AArianò ,  e  .queati  ai  difficultano  colle  Yasiaziooi.^  ohe  sono 
aeimìte  nelle  medesime  valli . 

^Perciò  è  necessario  di  riflettere.,  se  queata  mutaeione,  ed  eleva-» 
mone  di  fondo  potesse  evitarsi  con  il  aoccorso  d*  altre  acque  chiare  » 
ohe  aopplendo  al  4ifetto  della  «caduta  aiutassere  il  Reno  a  correre  - 


/ 


MiMKt^  dbpomv  E*  perclìè  T'esperieoM  fit  £itto*  eoiio8oere>  òhe  %ì^ 

8oeo  meoo- ehe*  yand  Ip  werare  di  piur  ÌDtrodarr&  ia>  questo  ramo   il 
9  graadft'y  propose  già  moosignor  Corsiai  a   que&t*  effetto    d,'  uairvi 
Uaoooedel  oaaal  naviglio*»  <^1   Guazzaloea ,  aella  .Dàrdagna ,.  e   del 
oaoalioo  di  GeQto;.ma  noi  noo  jDrediamo v che  pòssa  in- quesio  modo, 
«mediarsi  al  male,  «del  quale  si  diseorve ,  atteso  '  che,  parlaudo  pru- 
ina del*  canal  Naviglio  »  questo  ,per  esser-  paste    del   Reno ,  dal   qoalo* 
si  divide  «  alla,  chiusa    di ,  Gasaleecbip  >   nou  è   men    torbido    del  suo 
n^^gipp^^iQo.   Onde,   ancorché   ooo   accrescere   il   corpo  d^  acqua,, 
jiotesse  dar  qualche  maggioir  forza  all'  altre,  ad  ogoi  modo^  cresceiw 
dosi  ancora  proporzionatamente  nuove  torbide^,  ssrebbe    poco   coofe» 
sente  a  togliere  F occasione  di  deporre.   Il   far  poi  foodacnento   della 
Darcjagn^,  e  Guazzaloca  »  saria  ua^preteodere  di  ter  Tacque  da'  fon» 
fi  situati  io  domio]  forestieri,  e  condunle  per  lungo-  tratto  ne'    loro- 
territori  4   oltreché   r  unione   di    queste  acque  non^  fajrci|>b0^  mai    na^ 
OorpO'tàle,.  ohe  avesse  ^igor  bastante  dk  spingere  qiielle  del   Reno  al 
y ano  termine ,  anche  Con  aggiungerci  U  acque   del  canalino  di   Cento^^. 
senza. i  narrati  disordini,  poiché  per  essere  di  poca  quautità>,   e  per- 
ii difetto  grande  delia  caduta,  poco  potrebbe  operare». 

An^  se  si  considera  1' andamenta-  di  questo  canale,  ohe  serve  per' 
^agoare  le  fosse  della  fortezza  di  Ferrara,  nasce  ancora"  una    rilevan* 
te  difficolta  di  poterlo  introdurre  con  Reno  nel  Po  di  Volano  in  sito* 
tale,  che  potesse  vicino  a  Ferrara- dare  alH  acq^edLlui^r  aiuto,  che 
u  desidera^  Pòiobè  ,  quand'  anca-dovessimo..credere  per  sc^fficiente  la 
Oaduta*,  che  da  Vigaraoo  al  mare  avrebbe,  secondo   lo  stato    presente- 

Juest' alveo,  nulladimeoo  in  conseguenza,  delle  misura  prese  ,.  il*  pelo ^ 
all'  acque  del  Reno  da  Vagaranc^  sino ^ alla  punta  di  S^  Giorgio,   fo»»  . 
aaandosi  una  linea,  pronoczionata  ^,  e  corrispràdèiite  al   sito.'  inferiore  « 
Otorrerebbe  in  tempo  di  piene  circa- dodici  (^edi    pià^  atto    di.  quello^ 
dèi    canalino ,  quale  per  tal   cagione,  resterebbe  soggetto   colle   fqssO' 
dèlia. città,  e  fortezza  a'  rigurgiti ,. e  inondazioni   deUo   stesso  Reno>. 
fppure  saria  d'  nojpio  portar  quest'  acque  tanto  in  giù ,, ohe.  si  liberas- 
ae  hensbla  città  di  Ferrara  dal  timore  de'  detti .  rigurgiti  :  ma   sareb^- 
be  anche  privo  il  Reno  dell'aiuto,  che  si  pretende   ricevere   dall!iiv 
nione  superiore  dell'  acque  del  medesimo  canalino  •. 

Restando  in  tal  modo  assai  chiara  là,  diffi^boltàt  di  sovreniire  quanto-* 
basti  all'impulso  dell'acque  di  Reno ,  acciò  non  deponganov  ha  sng*» 
gerito  il*  dotto  Cassini  maitematico  del  Re  Gristianissimot*,  e  òhe  al* 
tre  Tolte  ha  avuto;  mano  in  Questo  i^egozio,d' aprire- al  Po  grande  n*. 
na  strada  vicina  a  fossa,  d^  Alberto  >.  sette  miglia,  sotta^  Fèrt^ara.,^  per 
meo^er  qfiindi.  con  un  regolatore- ben  •  formato  oaa  buona  porzione 
e?  acqiie  ia  tempo  delle  sue  piene.,.  Qjolla  qpale  potesse  mantenersi- 
pirofondoy  e  netta  qaest'  alvoo  di  y.alano  i;nóa  ostante  gl'ìnterrimentij. 


\ 


N. 


*3a 

che  il  Reno  vi  andaue  fonnando  y  ma  dì  questo  temperamento  » 
benché  proposto  da  oo  nomo  di  laoto  credito»  e  di  tanu  e&perienxa 
in  questa  materie  9  non  abbiamo  però  sapato  trovarne  1'  uso  propdr« 
sionato  al  bisogno  9  perchè  supposta  ancora  la  fabbrica  ben  sicura 
d'  un  tal  regolatore  9  che  sapesse  resistere  agli  sforzi  d'  uu  fiume  co* 
ai  potente ,  e  supposta  parimente  una^  escavazione  sì  ben  fondata  9  e 
airgìnata  9  che  non  facesse  temere  la  maggior  viciuanza ,  e  T  assedio , 
per  così  dire  ^  d'  un  nemico  tanto  grande ,  quanto  è  il  Po  9  troppo 
grave  sarebbe  il  pericolo  9  che  ne  risulterebbe  9  mentre  in  caso  d  li- 
na rotta  del  medesimo  P09  o  d'  altre  acqae  nelle  parti  superiori  ver-*- 
^0  Ferrara  9  non  potrebbe  sfogarsi  9  trovandosi  l' acque  d^  ogni  intor- 
no recinte  d'argini  altissimÌ9  quali  sarebbero  quelli  di  Po  a  settentrio- 
Be  ;  quelli  di  questo  canale  a  levante»  quelli  di  Jleno  a  mezzodì ,  met- 
temlo  in  perìcolo  d' affogare  l'istessa  città  di  Ferrara  *  Oltreché  9  man- 
cando forse  in  questo  nuovo  canale  la  forza  ali*  acque  9  massime  in 
tempo  di  declinazione  del  Po  9  resterebbe  facilmente  interrito  9  con- 
ine seguì  nel  Po  di  Ferrara  per  la  atessa  cagione  9  perdendosi  con 
eiò  la  spesa  9  che  sarebbe  molto  considerabile^  e  il  frutto  della  con- 
oepnta  speranza* 

Costerebbe  dunque  troppo  caro  9  il  tentativo  di  servirsi  di  questa 
liiiea  la  quale  9  quando  non  rinscisse  9  come  si  tien  per  certo  9  ci  fa- 
rebbe perder  molto  denaro  impiegatovi  9  e  quel  che  più  importa ,  ai 
toglierebbe  tutto  il  benefizio  9  che  gode  Ferrara  della  navigazione 
presente  colP  aiuto  de' sostegni  fabbricati  9  e  mantenuti  con  ispesa 
p*avissime  tanto  più ,  che  si  perderebbe  ancora  il  porto  di  Volano  » 
il  quale  ai  reputa  tra'  più  sicnri  9  e  migliori  dello  stato  Ecclesiasti- 
co ;  e  resterebbero  soggetti  ambedue  i  Polesini  di  Ferrara  9  e  di  S. 
Giorgio  alle  rotte  9  ^d  alle  sorgive  di  queste  nnove  acque  « 

Tutte  queste  considerazioni  hanno  mosso  «ragionevolmente  quelli  9 
die  per  il  passato  sono  stati  impiegati  in  quest^  affare  9  a  non  incli- 
nare a  questo  ripiego  9  e  muovono  anco  le  medesime  parti  interessa-^ 
te  a  non  consentirvi  9  il  che  tanto  più  conferma  noi  stessi  a  rigettar- 
lo 9  ed  a  cercarne  alcun  altro  più  congruo  9  e  più  confacevole  al  no- 
stro bisogno* 

Proposizione  della  linea  grande  ,  dal  Trebbo  allo  sbocco 

del  fiume  Savio. 

Xja  linea  de'  Ferraresi  9  che  merita  il  nome  di  grande  9  sebbene 
non  si  può  dire  nn  pensiero  affatto  nuovo  9  perché  in  tal  qual  mo^ 
do  fu  ideato  dal  p.  opernazzati  nella  scrittura  a  Clemente  YIII.  ^d 
Ogni  mòdo  non  piiò  negarsi  9  che  oggi  chiara  9  e  distìnta  9  almeno 
nel  suo  andamento  9  non  esca  in  luce  come  parto  novello  dello  ftlo  f 


e 


a  3  « 

'6  vigilanza  dt  cM  c6nosó6nclo  par  troppo  l'  eitremità  del  bisogna  di 
queste  podere  provinole ,  stima  necessità  precisa  V  applicar  iora  un 
rimedio  >  ohe  a  proporzióne  del  male  sia  ancor  egli  grande  >  e  stra« 
ordinario . 

Sr  kpicca  questa  linea  due  miglia  in  circa  sotto  Bologna  Terso  il 
Trebbo  ,  di  dove  divertendo  il  Reno,  lo  porta  con  cammino- paraUe« 
lo  alla  via  Emiliar  sino  atlo  sbocco  della  Salustìra  nel  Sillaro,  e  qdi- 
yi  piegandosi" verso  levante,  prosegue  sempre  con  maggiore  inclina» 
zione  a  quell*  aspetto,  sino  ad  introdursi  neir alveo  del  Savio  ,  col 
quale  poi  scende  nel  mare ,  intersecando  ^  e  raccògliendo  nel  snd 
cammino  tutti  H  torreìiti  ;  cbe  incontra . 

'  I  vantaggi ,  cbe  se  nò  premettono ,  non  sono  minori  di  quelli,  cbè 
il  possono  sperare  da  una  perfètta  bonificazione  di  tutta  la  parte  Tra* 
spadana,  da  cui  nasce  ancora  la  siònrezza  del  Polesine  di  S.  Gior- 
gio,  e  vaiti  di  Comaccbio,  con  Irbenirsi  affatto  dal  carico  dèlie  co« 
piose  acque  il  Po  di  Primaro:  e  di  più  l'apertura  d*  ucìa  nuova  nan 
vìgazione  dal  mare*  sino  a  Bologna ,  la  salubrità  del  clima  purgato  da* 
vapori  di  tante  paludi,  la  cessazione  delle  spese  gravissime  per  il 
mantenimento  di  laute  arginature ,  quante  ne  bisognano  per.  tutti  li 
torrenti  ,  che  di  continuo  s'^  alzano  di  letto  ,  computandosi  il  tratto 
di  questi  argini  in  estensione  di  più- centinaia  di  miglia. 
'  Considerate  nondimeno  le  óondizioni  dr  questa  linea ,  sìamo^  di  pa« 
rere,  che  non  sia  impresa  da  potersi  intraprendere  con  speranza  prò* 
babile  d' esito  felice  ,  e  rinscìbiie  per  il  fine  desideritto  • 

Imperocché  è  certo  ,  che  il  declivio  di  essa  dal  Trebbo  al  mare  » 
o  si.  computi  ^secondo  l^Bolognesi  di  piedi  8i«  in  miglia  4^»  9  di  pie^ 
di'  Gf8  ,  e  90.  in  miglia  47.  e  mezzo ,  come  asseriscono  i  Ferraresi , 
hon  eccede  la  pendenza  d'  un  pi^de ,  e  once  otto  per  miglio  ,  la  qua* 
ìe  ancorché  sìa  più  che  sufficiente  per  V  acque  torbide  ,  acciò  non  de- 
pongano per  il  cammino ,  màssime  quando  ^  come  nel  nostro  caso ,  si 
uniscono  più  corpi  d^  acqua  a  formarne  una  maggiore,  ad  ogni  modo 
una  tal  pendenza  non  basta  per  &r  ìimaltire  la  breccia,  o  ghiaia  pio- 
cola,  e  grbsisa,  ohe  in  quest'' alveo  comune  porterebbero  il  Rena,  tà 
Quaderna ,  la  Centonara  V  la  Gaiana  ,  l' Idice ,  ed  il  Sillaro ,  i  quaM  , 
secondo  T osservazione  fòttà  nella  nostra  visita,  resftano  tutti  inter- 
secati dà  detta  linea ,  in  sitò  dbve  corrono  in  ^biaia.' 

Né  può  in  modo  alcuno  dubitarsi  di  questa  deficienza  di  caduta^ , 
se  ricorriamo  agli  esempi  ,  e  livellazióni ,  che  abbiamo  del  declivio 
ài  alcuni  di  questi  torrenti.  Mentre  il  Reno,  benché,  quando  cam-* 
mina  senza  ghiaia ,  si  contenta  di  quattordici  once ,  e  tre  quarti  in 
circa  per  miglio ,  nientedimeno  correndo  in  ghiaia ,  e  nel  sito  mede- 
simo ,  dove  si  penserebbe  di  divertirlo  ,  cammina  con  tre  piedi ,  e 

lei  once  di  caanta  per  miglia  9  e  T  Idice  ancora  ficino  «Uà  chiusa; 

3o  . 


s»4 

ài  GMteoftM  f  àowe  resterebbe  te|;liate  de  qpetto  Itoee  r  cerreoJor  ptr- 
Tiraeate  m  ghiaia ,  he  otto  piedi  la  otroe  dì   eaduta  »  d*  onde  bea  ti 


ane  quello  del  Rena 
In  Tane  desque  •'  attende  V  aiuto  dell?  abbondaosa  delle  acquea  ohe 
nel  noatro  alveo  a'  unirebbero,  dopo^  V  iogresio  dell*  Idice  »  e  degli  al^ 
tri  torrenti  inferiori ,  mentre  nella  parte  superiore    non.  è  per  ritro» 
Tare  il  Reno  chi  giù  dia  impulsola  portar    via  Lusoa  fireocia  »  e  1!£» 
dioe  istesso  e  per  fargli  le  prime t  e  forse  le  pia  sensibili  opposizio^ 
ni  f  attrairevsando  il  oorso  ali!  acqne  superiori  del  Reno  •  E  poi  quan^^ 
d' anobe  giovasse  questa  anione  di  torcenti ,  che  bene  spessa  cesser 
irebbe  per  la   diversità  delle  cause,  che   sogliono  oonoorjsere  al- suo 
gonfiamento ,.  e  per  il  più  lungo.,  o  breve  camolino ,  che  fanoo.  ;  eoa 
tuttociò  tal  focaa  non  e  mai  per  sopplire  a  tal  difetto  di  caduta,  e 
in  conseguenia  1'  ammassamento    delle  ghiaie,  in   pia  siti   delP  alveo^ 
nuovo  si  conosce  inevitabile ,  di  maniera  che  ,,coo  impedire  il'-  cono, 
dell'acque  superiori,  sono  per  cagionare  in  qu«*.9to  risentimenti  tali^ 
che  o  traboccberauBo  per  la  campagna,  facendosi  strada  ne'  siti  piti 
£m^1ì  ,  e   conformi   alla    loro   inclinazione ,   a  almeno,   sarà  obbligato 
quest'alveo  ,  e  tutti  quelli  ancora  de'  sopmddetci  torrenti  ad  alzarsi,, 
per  formare  una.  cadente  proporzionata  al  corso  delle  proprie  -acque  , 
e  della  ghiaia,  che  seoo  portano  con  grave  pericolo,  e  sconcerto  del 
territori,  che  in  queste  grandi  mntaaioni  sogliono  provare   pregiudi» 
zi  irreparabili.  . 

Si  diminuirebbe  di  pia  la.  caduta  di  quest'  alveo,  se  si  considera» 
no  le  tortuosità,  che  necessariamente  s' anderebbero  facendo  in  esso 
coll^  urto  di  tante  acque ,  che  per  i  lati  l'  lnvesticanno>  come  anco 
per  le  torbide ,  che  in  gran  copia  s*  anderanno  deponendo  nel  loro 
sbocco  in  mare  i  onde  maegiore  sarà  sempre  1'  alterazione  del'  fondo 
nelle  parti  superiori ,  <yiale  ancora  pia  deve  temersi  ;  mentre  doven» 
^osi  1  inalveazione  fare  assai  ampia  ^  e  capace  di  tante  acque  insieme^ 
quando  queste  bene  spesso  correranno  separate  dall'altre,  o  divise» 
e  divertite  per  soccorsere  al  bisogno  de'  mulini,  come  pia  abbassa  si 
dirà  ;  quel  di  pia  ,  che  resterà  dell'  ampiezza  dell'^  alveo  senz'  ayere 
acqua  perenne,  che  lo  bagni,  si  anderà  sempre  assodando,  senza 
che  possa  poi  essere  arato,  o  smosso  dalle  piene  sopra v vegnenti^  H 
quali  piuttosto  cagioneranno  naove  deposizioni ,.  come  sappiamo  esser 
snccecluto  nel  Po  di  Ferrara,  quando,  essendo  colla  sua  gran  oapa« 
cita  avvea^zo  a  ricevere  con  il  Reno  Tacque  del  Po  grande,  manoaf» 
togli  il  soccorso  di  queste ,  si  riempi  subito  di  arena ,  e  di  lezza , 
come  attualme^ite  si  Tede  ^  il  che  si  può  credere  una  delle  ragjiom  i^. 


«3d 


e 


«per  cvi-Boipio  da  Giirtro,  e  il  p.  Spérnassatì  t' IndiHsem  adulferimif^j 

^he  non  sì  potaste  proporzipnare  eoli'  arie  un  alveo  a  più  torrenti  « 

Ammesso  eoa  queste  alierazioni  T  alasamenlo   del    fonda   del  naovo 

tlreo,  eessa  il  maggìer  fondamente.,. eoi  qaale  viene  proposto  a  tito«- 

^ìo,  che  debba  sempre,   o  quasi  sempre   camminare  incassate  dentro 

-terra ,  giacché  eoa  qaesto  sol  sapposto ,  per  «Uro  jion   Tcrificato  ^  ^ 

-atata  intrapresa  la  dìscnssìoòedi  questa  linea. 

E. in  vero,  se  qaesto  nuovo  ripiego  dovesse  tentarsi  celi*  obbligo  di 
'tener  ristrette  tra  argini  le  ac^pie  di  tanti  tnrrenti,  troppo  chiara  ^ 
ed  evidente  sarebbe  V  ìnrpesibìlttò  dell'  impresa  per  il  pericolo  oes^ 
to ,  che  potessero  spessissimo  restare  -innondati  tutti  .li  paesi  inferioci 
sposti  a  sinistra  di  detta Jinea^  e. pia  di  tutti  la  città,  e  territoria 
-di  Ravenna  situato  nel  più  basso;  mentre  le  rotte  sarebbero  tanto 
maggiori  ,  quanto  che  verrebbero  cagionate  da  Jin  corpo  di  tante  ao- 
-que  unite •  insieme,^  . e  il  dispendio  {>er ..eviurJe  earebbe  grande,  e 
«continuo^ 

Non  menta  minor  riflessione  <H  pregindisio,  e  aervitn,  a  cui   sa^ 
-lebbero  soggetti  tutti  li  terreni  ora  fertili  ,  e -buoni,  eituati  a  destra 
di  quest'alveo,  quando  si  dovesse  tenere  arginato ,  mentre   non   pò-» 
-trebberò <pvù  scolare  le  loro  acque  con  quella  liberta,  e  felicità,  che 
ora  godono  per  la  natora  vantaggiosa  del  sito;  na   dovrebbero  restar 
aèggetti  a  lambiccarsi  per    ehiaviebe  da   aprirsi ,  .o   serrarsi   aecondo 
-l'alteaza,  o  bassessa  deir acquiti  ohe  corressero  per  l'alveo  comune^ 
A  tutte  queste  diffioohi ,  che  derivano   dall'  insufficienza  del  de- 
clitio,  segue  l'altra  di  potere  accomodare  all'andamento   di   questo 
4inovo  alveo  lo  sbocco  delli  torrenti.,   che  e'  intersecheranno,  poiché' 
«econdo  la  diversità  delle  sìcnazioni  <le'  paesi^  che  bagnano ,  andando 
essi  con -maggiore  ,  o  minore  elevatezza,  è  quasi  impossibile  a  credere  p 
nbe  possano  incontrarsi   col   piano  .dal   loro   fondo  in   quello,  chea 
tutti  -insieme  ha  destinato  questa  linea  colla   sua   cadente  ;  onde   tre* 
dandosi   alcuni   di  essi  -più    alti ,   e  alcuni  mólto  più  bassi,  sarà  eia-» 
aeheduno  necessitato  ad  accomodare  la  propria  natnra  ai  precetti  dei* 
r  arte  ,  ebe  'potrebbe  forse  facilmente  restar   delusa ,  oppure    esposti 
a'  risentimenti  troppo  pregiudiciali^«e  sensibili  a  chi  dovesse  pcovaroa 
l^i  effetti .  E   qui  ritoma  ancora  la  considerazione  della  ghiaia ,  ^ha 
portano ,  e  le  difficoltà  -di  proporzionare  un  alveo  solo  a  tante  acqua 
torbide,  e  sregolate;  per  lo   che.,   sebbene   vengono  proposti  diversi 
metodi  affine   di  eoperarle ,  dà   apprensione ,  -ohe  oltre  il  non   esser 
quelli  appoggiati  ali  opinione  d'alcuno  Autore^  o  all' esperienza  d'al- 
tre simili  operazioni  ^  repugna  loro  non  poco  il  sentimenio  de'  rìfe- 
P^^  soggeni ,  e  di  altri ,  che  hanno  trattato  di  questa  materia  • 

Succede  .a  questa  la  difficoltà  di  provvedere  ai  mulini   tanto  a  de* 
atea  »  qnanto  a  ainistra  della  linea  9  che  ai  discorra^ .  Poicliò  «e'  primi 


sS6 

8i  iDCorrerebba  in  disordmt  per  le  Tariate  cdlditr  de'   fondenti  9  e 
partÌGolarmeate  in  qnelli  obbligati  con  partieplari  condotti  a  maoiùa- 
re  9  con  aerTÌrsi  ancora  ^egU   acoli   d' acque   chiare ,  qaali  trattenuti 
dalle  chiaviche,  o  da  i  rigurgiti  del  Àuo?o   àlveo,   sarebbero   forzati 
avalleggiare ,  e  sfogare   nelle  campagne   anperìori  •  -  Ne'  secondi   poi 
cagionenebbe  gran  mutazione,  la  necessità  di  dover  prendere  con  oet^ 
ta  regola ,  e  in  certo  tempo  le  aeque  At\V  aWeo   comune ,  per.  diver- 
tirle secondo   il   loro   bisogno  ;  ma  quello ,  cke   fa  temere  maggiore 
aconcerto,  sarebbe  la    neoesaità   delle  chiuse,   che   dovrebbero  ikrsi 
in  detto  alveo,  per  sostenere  le  acque  io  tempo  di  scarsezza,   quali 
ehinse   se   fossero  stabili,   si  renderebbero  forse   presto  inutili  con 
riempirsi  di  lessa,  e  cagionerebbero  continui  alzamenti  nel  resto  del- 
l'alveo, trattenute  l'acque    dal    loro  corso  regolare;  e  se  feaaen>  a- 
movibili,  cioè  iattecon  rialzameiite  di  terra,   e  fascine,  che   man- 
cassero nelle  piene ,  oltreehò  darebbero  ancora  in  queato  .modo  grao» 
de  occasione  di  deposizione,  sarebbero  d' una  spesa  continua,  e  assai 
grsive  per  la  loro  moltiplicitli  necessaria  •  > 

È  finalmente  considerabile  il  pregiudizio ,  ohe  da  questa   linea  ri* 
snlterebhe  alli  porti  di  Cervia,  e  del  Gandiano,  che    secondo    la  di- 
versità de'  venti,  e  la  forza  deV  mare  resterebbero   a  vicenda    riem- 
piuti dalle  torbide  ,  e  depo«izioni  di  tanti  torrenti ,  ohe  loro  sboccaase* 
TO  vicini ,  come  abbiamo  veduto  succedere  nella  medesima  spiaggia  di 
Ravenna  per  le  deposizioni  del  Lamone ,  e  del  Savio  ^  né  questo  dan«> 
DO  potrà  compensarsi  dall'  ideato  porto ,  che  si  suppone  debba  forma- 
re il  nuovo  alveo  ;  perchè   né  questi    sarebbe  adattato  come  gli  altri 
al  bisogno  di  Ravenna ,  e    di   Cervia , .  ne   potrebbe   in  molto  tempo 
dell'  anno  farsene  capitale ,  per  non   aver  1  acqua  perenne ,   giacché 
questi  torrenti  bene  spesso    si  veggono  asciutti,  e   quelle    poche  ao» 
que ,  che  loro   restano   dovrebbero  «divertirsi   in  servizio  de'   mulini 
predetti . 
•  Rimane  la  considerazione  della  spesa,  che  si  concorda  dover  esse- 
re di  milioni;  ed  è  certo,  che  non  pnì^  riuscire  se  non.  eccessi  va    se 
si  riflette  alla  grandezza  dell'impresa,  che  è  di  fare  un  alveo    di  47* 
e  più  miglia  in  lunghezza ,  profondo  almeno  di  piedi  ro,  e  largo  pia 
di  %o.  pertiche ,  prese  queste   ultime   misure  assai  scarsamente ,  do- 
Vendesi  a  tale  oggetto  comprare   una  quantità   di    terreni  fruttiferi^ 
col  gettito  di  più  abitazioni,  quante  si   può   presumere   in  un  paese 
ben  popolato,  che  s'incontrassero  nell'andamento  della  linea;  eia  al» 
l'incontro  colla  struttura  di  tante  fabbriche  di  cbiaviefae  per  i  muli* 
ni ,  di  ponti  per  la  comunicazione  delle  strade  principali ,   che  a'  at- 
traverseranno ,  e  altre  simili ,  ma  più  di  tutte  atterrisce  quella  di  un 
ponte  canale ,  che  ammetta  sotto  di  se   il   passaggio   del  canal    navì- 
glio >  necessario  per  la  navigazione  tra  UQÌt}g;tUL^  e  Ferrara >   q  oht 


AS7 

sostenga  sopra  il  Mo  clotso  tutto  il' grafi  oorpo  òe\  Reno,  che  do« 
crebbe  passarvi ,  e  di  più  un  altro  ponte  superiore  per  il  transito  y 
e  commercio  delle  genti  :  opera  al  certo  degna  di  ud  magistero  h^n 
-perfetto y  e  di  spesa  molto  rilevante,  ebe  pnre  potrebbe  restare -Inu- 
tile o  per  nno  sforzo  grande  dell'acqua  di  sopra,  e  di  sotto  »  che 
l'atterrasse,  o  per  un  andamento  contrario,  cbe  la  stess' acqua  pren- 
desse seoz' andare  ad  incontrar  questo  ponte:  il  che  qnanto  potesse 
riuscire  di  rnina,  e  di  danno  a  tutti  questi  territori,'  e  provincie, 
«ogn'ttno  da 'per  se  stesso  può  facilmente  comprendere. 

A  qnesto  cosi  grave  *  dispendio  non  si  scorge  bene ,  cbe   possa  cor- 
rispondere rutile,  che  si  presume  dalla  conoepnta  bonificazione   di 
tatti  ì  terreni  inferiori ,  perche'^  noà  si  crede  ,  che  iieiio:  per  rendere 
un  frutto  equivalente    a   quello,  a    cui  .conviene,  che  si  soggettino 
qfieite  priDvincie  per  il  capitale  d'una  somma  cosr  esofbitsmté  ,•  tao to^ 
più  ,  che  nemmeno  in  tal*  modo  resterebbero  queeti  ter  reni 'dek  tutto 
boniffcatì ,  ma   Con   la   servhà' di   ricevere    nelle    lopo'tl(llv  l'acque  , 
iDhe  si  derivasseto  per  i^  mulini',  le  'qoali'come   térbide  ,  non  si  ^o=> 
trebberò  mandare  a  dirìtiuiit'' in   Prilnaro^^'meciò   del*  tutto  non  Tìn* 
terrìssero,  levando  ih  questo  modo  lo  scolo  dell'' acqne  chiare  a  tut« 
te  le  valli.  Si  aggiunge,  -cfae^'all^ntile  di  qtmlchB/ territorio  inferiore 
si  contrapporrebbe  in  gran  parte  il  danno  delle  campagne   superiori, 
che  ora  sono  ottime,  e  resterebbero  pregiudicate -nella    maniera,  che 
di  sopra  abbiamo  avvertito  ;  ed  in  fine  è  degna  di  particolar  riflessAo* 
ne  la  Innghe^zza    del   t%mpo ,   che  si  ricercherebbe,   per  perfezionare 
questa  grand'  opra ,  quando-  accora   si    credesse  riusoibile ,  oonciosia-* 
cesachè,  se   mai  restasse'  per  qualche  nuovo,  ed  impensato  impedi- 
mento interrotta,  troppo  grave,  e  sensibile -è  il  danno,  che  restereb- 
be dalla  sospensione  del  lavoro;   massime   che    dovendosi    cominciare 
il  cavo  dalle  parti  inferiori ,  con  farlo  capace^della  quantità  di  tutte 
V  acque,  che  vi  si  avessero  da  introdurre,  se  per  qualche  tempo  re* 
stasse  colle  soie  acque  degli  ultimi  fiumi,  a  queste  solamente  si  an- 
derà  proporzionando ,  di  modo'^^che  sarebbe  poi  necessario  venire    ad 
una  nuova  escavazione ,  quandts  si  ritornasse  all'  impresa v 

Tutte  queste  ragioni  pare,  che  obblighino  ogni  umana  prudenza, 
a  non  impegnarsi  ad  una  impresa  cosi  ardua  ,'  e  pericolosa ,  nella 
quale,  oltre  a  ciò  ,  che  si  è  detto,  potrebbero  ,  come  è-solito  in  o* 
pere  tanto  grandi ,  incontrarsi  delle  difficoltà  maggiori  delle  acoen- 
mite,  e  non  prevedute;  onde  il  danno,  o  la  spesa  restasse  certa,  è 
r  utilità  del  rimedio  incerta  ,  e  non  corispondente  aìV  incomodo  di 
queste  provinole  :  che  perciò  nemmeno  abbiamo  stimato  eonfacevole 
Idia  scarsezza  del  tempo,  che  ci  ha  stimolati,*  ne  all'  utile  di  one- 
ste stesse  Provincie,  1  accrescer  loro  maggiori  spese  Con  nuove  piàn- 
te^ e  livellazioni  dì  questa  linea* 


aS8 

» 

erre  ftttntlnente  i'  aWeo  del  fBo  di  Prima^D  n  smaltire  poco  ma* 
no  che  tocte  le  aoqae^biare^  e  torbide^  ohe  gU  mo^  a  defttra»  le 
'quali  o  yi  ai  portano  iQoaaaate ,  oome  .fa  U  Senio  »  ed  il  .&iotemo  ^  o 
anetteDdo  capo  nelle  valli ,  dopo  d^aver  in.eaae  deposta  in  gran  paty 
^e  la  loro  les^a.t  e  aabbia  »  vi  entrano  per«4ivi9rie  bocche  .qaasi  che 
purgate  ;  parendo  perciò  questo  aito  destinato  d^la  natara  4>er  ano 
4e'  più  comodi  sfoghi  alle  medesinie.^Acqttet  che  per  loro  stesse  v'in- 
lelinanc,  ha  fatto  credere  necessario  d' esa^iioare  »  se  il  .progeiso  di 
tal  rimedio  potesse  jrinpcire.oppoctiuio  all'  e£[ettp  della  hòaificazioite^ 
«ehcrsi  cerca* 

JV  antico  ,,e  naturale  reeniimanto  dir  questa  -proposjzjooe  «è  stato  ^^ 
di  prendere  il  Reno  a   Vigarano»  e  incamminarlo  sotto  la  punta  di 
'S.Gjorgio  per  r  alveo  di  Frimaro  al  mare»  .ioktrodaoendovi  sueceni- 
gemente  J  jtorrenti  inferiori  nel  modo»  efbvma.»  eihefai  giudicasse 
più- jpedaente  ;   ma  non  giacendo  ad  alcuno  dqgl' interesaati  il  parti- 
to preso  in  questi  annidi  9  hanno  ^^releao  <  di  ^MMrreggerlo  con  metodi 
dimrenti,  cbe.si.aoQo  impegnati  di  spiegare  nella  disciisione  di. que- 
sta linea.  Poiché  alcuni  penserebbero   di   divertire   altrove  le  acqun 
del  Beno  »  e  se  fosse  passibile  anoora  queUe  biella  «Sav^a..^  .e  mandar 
poi  incassati  in  detto  alveo  gli  altri  torrenti^  unendovi^  o  lasciandor 
yi  separato  il  ^^ainoue;  altri  stimerebbero  più  a  propoaito  introdurre 
il  Reno  in  Prìmarf  ^vicioo.a  S.   Alberto  colla  Savena»   e  ridice»   e 
mandare .  il  Sillaro  »  il  Senio  »  e  Jl  rSapterno  ji   ritrovaise  il  Lamone  » 
acciocché  sboccassero  unitamente  sd  mare  t   aggiungendo  oielle  partì 
auperìorì  un  corpo  di  acque  chiare»  pe|r  ispingere  più  facilmente  le 
torbide  al  loro  termine  :  e  finalmente  "uno  de*  nostri   periti  ha  ang« 

ferito  un  /movo   ripiego»  al. parere   di  Ini»   più  atto  a  condurre  il 
iene  per  Prìmaro  ;  e  sarebbe  4ii  prender  la  ^ammoggia  ».  e  il  Lavino 
aottb  la  via  Emilia  »  e  porundoli  sdTrebbo  uniti  con  .il  Jteno»  e  la 
Savena  »  per   retta  linea  introdurli  per  V  alveo   dell' Jdìoe  aotto  l|t^ 
Biccardina».CQn  li  quali ^  «avansaasero  verso  il  Traghetto j. e  poi  per 
la  sponda  deHa  .valle  si   portassero  tutte   guest'  acque  a  .sboccare  in 
Primaro  verso  (S^niModolo»  o  più  giù  alla^stia»  con. ricevervi  an- 
coi^i  piccoli   torrenti   Gen tenera»  e  Quaderna»  e  altri   condotti.» « 
sopii,,  ^ho  pongono  4M|po  nella  valle  dì^trmorta»  dando  .successiva^ 
mente  rricetto  nello  stesso   alveo  ^li  altri  torrenti  inferiori  {.quando 
non  si  stimasse  più  proprio»  e  ^iù  utile  nell'  esecpzione  .d^esoIuder-. 
ne  alcuno^*  •  . 

Tutta  però  questa  diversitjt  4'  opinione  Jà  riduce  a  ì  eeguenti  nnn» 
ti  principali^  cne  aono:  di  vedere»  ae  il  Reno  in  alcnn  modo  da  ao 


folo  jr  o  imito^  i^  tltMT  ooqae  pom  averet  «fr  ribapito  adèqnato^per 
«ttesu  tcfada  :  o  pmre  8e  esolato  il  Reoo^»  sia  qaett'  alveo   di  Prìma- 


ptnre  8e  esolato  il  iieoo^»  sia  qaett 
xo  atto  almeno  a  poter  rioeTero  eoa  Mj^à*  tatto  ^o-  in^  parto  1-  altre 
ao^oe  inferiori  Transpadane  • 

Parlando'  donqae  del  prìmO'  psata»  seoondo.  il  riferito*  sentimetittK 
a  prendere  il  Reno  a  Vigaiano;  crediamo  assohitamente ,  ohe  non 
possa^  avere  il  suo  e^etto^»  mentro  in  esso  s' incontrerebbero  le- me- 
desime difficoltà,  e  aaBO»  maggiòrkdL  qnelle,  che  da  noi  sono  state 
considerate  nella  linea  di  Vofiino}  poiché  essendo  qoesta  dì<Primaro- 
piu  lunga  di  quella  per  b  maggiori  sue  tortuosità  ,  maggiore  anco- 
ra sarebbe  il  diflbtto^  del  declivio ,  che  si  richiede  per  il  fine  desi- 
derato, e  pefoià  pare,  che  non  possa  fiurri  foadammito  sortale  prò* 
posizione* 

E  sebbene- puc^  dirsi V  che  ììi  essa  militi  diversa  ragione  di  quelli  , 
che  procede  in  Volano-,  per  cagioo  deir  anione ,  ed- aggiunta  di  più 
corpi  d'acque,  che  concorrerebbero  in  Primaro  a  somministrargli 
maggior  peso^,  ed  impulso*;  ad  offuL  modo  sempre  questo-  aiate  sarà 
insufficiente ,r e  manchevole  per  &re,  che  Tacqui*  non  depongano,  e 
non  si  vadano  formando  una  cadente  proporzionata*  al  loro  bisogno: 
perchè ,  dovendo  -  V  accrescimento  delP  acque  fiirsi*  coH*  unione  di  Sa- 
Tenace  dell'Ilice  in^  parti  assaiv  discanti  d».  Vigarano- circa  %$.  mi- 
glia, per  questo  tratto  il  R%no,  correndo  solo  senz'altro  aiuto-,  avrii 
bisogno  della  sua  solita,  caduta  di  once  qfiaitordici ,  e  tre  q narri  per 
ciaschedun  miglio ,  né  trovandone  più  di  once  sei ,  e  tre  quarti ,  per 
non  esservi  in  tutto  il  detto  tratto  più- di  piedi-  t^  di  declivio,  sa- 
xebbero.  il  fóndo  ^  e^i  argini  obbligati  ad  alzarsi  a  questa  proporr 
sìone  con  quei  disoraini,  e  pericoli  che  giià  nell'akre  linee  si^  sono 
considerati.. 

Ma  neppure  dopo  che  Reno^  si  fosse  unite  air  altre  acque ,  potieb>^ 
be  il  fondo  ad  esse  comune  contentarsi  della  oadente,  cheha^di  prò* 
sente  ;  mentre ,  contandosi  dal  Traglietto  al  mare  circa-  35«  miglia 
aò^  essendovi  pia  di  piedi  ventuno  di  caduta',  resta  questa  assai  di* 
ftttosa  di  mona  cfie  non  pare ,  c|ie  mai  possa  no^  tal  difetto  supplir^ 
daF  concorso*  d?  acque  non  perennL  degli'  altri  torrenti ,  che  sono  poco 
meno  ^torbide  ék  qj^ieUe  del  Rèno^»- 

Nò  merita  alcun  riflesso^  il  dke,  che  da  tant'  anni  il  Reno  scarì<- 
chi  per' più  bocche  le  sue  aci^ue  in  Primaro,  senza  ave&in  esso- prò* 
dotto  quegli  .effetti  perniciosi ,  che  ora-  da  noi  si  temono  ;  perchè ,  se 
ai  osserva  il\«cdò,  col  qiialc  tanto  esso,.  qnantO'gli  altri  di  questi 
torrenti  "vi  mandano  le  acque  loro  r-  oenlaraente  appare  la  diverritè 
detto  statò;  mentre ,. dilatandosi  oggi  quest'acque  per  l'ampiezza. disi- 
le Talli,  mi  ivi  lasciando  la  materia  pia  grave ,  vi  entrano'  in  tal 
mameia,  che  non  possono»  cagionarsi  nel  fonda  altexarioni  sensibifi^^ 


^ 


come  succederebbe  >  aU#rcbà   vi  fimero  ifttrodetté  nel  mòdo ,  di  cui 
81  parla. 

Re8terei>be  inoltre  la  difficoltà  óì  dar  éiito  agli  scoli ,  ed  a*,  ccm* 
dotti  d' acque  chiare  di  tutto  il  paese  a  destra  »  i  *  quali  per  l' alza- 
mento del  fondo  di  Primaro,  perdendoti  la  caduta,  sarebbero  «obbli- 
g%(i  A  rigurgitare  ali*  insù,  e  rendere  v^ivi  li  terreni,  cfaèx<>ra  san 
buoni  :  né  par  che  sia  praticabile  il  pensiero  altre  volte  proposto ,  di 
separar  l'acqne  chiare  dalle  torbide,^  valersi  di  botti  sotterranee, 
per  mandarle  sotto  T  alveo  del  Po  a  sboccare  in  un  altr^ alveo,  cbe 
si  farebbe  tra  le  valli  di  Gomaccbio,  e  il  Primaro  medesimo  ,  per 
coi  andassero  ffslicemente  al  mare  •  È  un  impresa  trop^K>  difficìte ,  e 
dispendiosa'  qucata  delie  botti  in'  siti  paludosi-,  e  pièni  dL  cuore,  co- 
me avverti  già  1'  Argenta;  e  la  quantità  ,  che  ne  saitbbe  i^eceéi^^rià 
ccn  tanta  ìovertezzadì  suocesso^  non  può  dar  ttnimo  di  approvarne 
V  uso  inr  questo  caso  ^  eom'  è  putto  stato  da  noi  considenito  nella  li- 
nea di  valle' in  valle  •    *  ''/'*' 

Non  vi  sarebbe  dunque  altro  rimedio ,  per  evitare  tali  sconcetti , 
cbe  ricorrere,  secondo  la  massima  stabilita  di  sopra,  all'  aiuto  di  al- 
tre acque  perenni,  cbe  liberandoci  dal  pericolo  degli  lAterrimenti  • 
iluntenessero  aii>pia,  e  profondo  quest*  alveo  ;'  ma  la  msLut^BÉa  di  tal 
sorta  d'acque  già  abbastanza  par  che  resti  provata  nel  discorso  sti* 
pra  la  linea  di  Volano  ;  mentre  isi  conósce  pur  troppo  per  moralmen- 
te impossibile  la  tanto  meditata  introduzione  del  Po  grande  in  quel- 
lo di  Ferrara ,  e  V  altre  acque ,  che  si  potrebbero  proporre ,  o  non 
•ono  in-  nostro  potere ,  o  non  sono  in  conto  alcuno  sufficienti  per 
ottenere  il  nostro  fine  :  massime  che  quella  ancora  del  canalino  di 
QentO',  benché  di  poco- momento ,  non  può  divertirsi  dalle  fosse  di 
Ferrara  ,  e  dalla  navigazione  di    Volano  ,  dov'  è  tanto  necessaria. 

È  d'uopo  dunque  rtvolgei^si  ad  esaminare,  se  sia  riusòibile  l'altro 
modo  di  divertire  il  Reno  dal  .Trebbo ,  o  più  su,  portandolo  sino  al- 
l'Idìce  secondo  il  disegno,  come  sopra  formato/ 

Pare,  che  con  questo  ripiego  i' eviterebbe  il  considerabile  difetto 
di  caduta ,  almeno  sino  alrldice  sotto  la  Ricciardimt,  dove  il  decli- 
vio resterebbe  pìntosto  soprabbondante ^  che  manchevole,  di  maniera, 
che  per  correggerlo  9  lo  stesso  nostro  perito  ha  proposto  di  fare  af^ 
l'alveo  una  chiusa,  o  stramazzo  tra  la  Ricciardina^  e  il  Traghetta 9 
acciò  l' acque ,  quantunque  incassate  tra  terra  ^  non  urtassero  c'òu 
troppo  impeto  le  ripe.  Introdotto  poi  per  questa*  stradaci  Rei|o  co0 
gli  altri  torrenti  in  Primaro  verso  Consandolo^  o  alla  fhàtia,  bencbd 
non  ci  faccia  temere  il  pericolo  di  rotte  nelle  parti  superiori  al  det« 
to  stramazzo ,  mentre  in  esso  si  suppone  «  che  anderebbe  incassato  ;  s» 
nelle  parti  inferiori  si  crede  che  possa  non  aver  bisogno, di  tanta  c^- 
àùU  per  ragione  dell'  aiuto  ddlo  ahre  acque  »  cbe  vi  si  unirebbero  » 


^4« 

€»  per  il  fiafso,  e  riflusso  del  mare;  contattoeib  queste  ragioni, 
quantunque  sieno  eli  buona  apparenza ,  non  bastano  per  far  risolvere 
«id  nn  impresa  tanto  dispendiosa ,  e  incerta;  imperocché,  essendo 
in  realtà  difettosa  la  caduta  nel  tratto  ,  che  resta  <iail'  Idice  in  giù  per 
più  di  3S.  miglia^  ritorna  il  discorso  già  fatto  sopra  l'altro  modo  di 
prender  Reno  a  Vigarano  dopo  1'  unione  collMdice  ,  che  ci  fa  ragio- 
nevolmente temere  r alterazione  del  fondo;  e  il  pericolo  di  rotte,  con 
altri  mali  di  sopra  considerati  • 

Deve  fare  gran  forza,  che  a  questo  «dubbio  d'esito   infelice   s^  u- 
nisce  la  certezza  d^una  spesa  esorbitante,  che    :si   deduce  dal   dover 
fare  un  nuovo  cavo  lungo  molte  miglia,   per   merzo  di  terreni  della 
miglior  condizione ,  col  gettito  di  case ,   e  fabbriche  considerabili  ^  id 
dalla  construzionc  d^  un  -  ponte  canale ,  che  «erra  a  mantenere  la  na- 
vigazione tra  Bologna ,  e  Ferrara  ,  e  regga  sopra  di'<8e  il  gran  corpo 
del  Reno  nelle  sue  piene ,  la  di  cui  sussistenza  poi  non  ò  così  facile 
a  potersi  stabilire  5  che  fosse  durativa    per  il  contrasto   di  tante  ac- 
que 5  con  altri  sconcerti ,  come  si  è  dimostrato  tiel  discorso  della  li- 
nea   grande   proposta  da'  Ferraresi ,  ohre  la  necessità  d'  altri  ponti 
per  comodo  del   commercio   delle  strade  maestre-,   che  resterebbero'^ 
intersecate.  Né  mancano  ancora  in  questo  progetto  i  pericoli  de^  di- 
sordini neir unione  del  Reno,  e  della  Savona  col F  Idice,  prima  d'en- 
trare in  Primaro;   mentre   dalle   misure  prese  nella  visita  abbiamo  ^ 
che  Reno  in  alcuni  luoghi,  dopo  che  fosse  entrato  nell'alveo  dell'I* 
dice ,  camuunerebbe  col  fondo  per  qualche  tratto  «opra  terra  con  ar- 
gini di  piedi  17.  d'altezza,  ne^  q^ali   se  seguisse   una  rotta ^ sareb- 
ne  di  considerabilissimo  danno  per  esser  di  tant^aoque  unite  insieme* 

Pare  dunque,  che  da  queste  ragioni  sia  bastantemente  provato , 
che  non  possa  il  Reno ,  né  solo  ,  né  unito  con  gli  altri  torrenti  con- 
dursi ne'  modi  riferiti  per  questa  lìnea  felicemente* 

Se  poi  in  fine  si  pensasse  portarlo  fino  a  8.  Alberto,  sarebbe  una 
specie  di  linea  di  valle  In  valle ,  le  cui  difficoltà  sono  state  discusse 
nella  prcposiieione  di  essa  già  rigettata.  ^ 

Resta  ora  di  discorrere  il  secondo  punto  «  Se  divertite  altrove  le 
aVque  del  Reno  ,  possa  1'  alveo  di  Primaro  servire  per  isfogo  agli  al- 
tri torrenti  inferiori;  sopra  di  che  ci  ristringeremo  in  dire:  che  ab- 
biamo in  generale  formato  il  giudizio  ,  che  sopra  di  ciò  diede  Monsig. 
Corsini ,  cioè  :  che  questi  torrenti ,  non  potendo  per  lungo  t^empo 
continuare  a  spandersi  nelle  valli ,  giacché  queste  ridotte  ormai  dalle 
deposizioni  d<RR  medesimi  a  semplici ,  e  basse  pianure,  si  vanno  di 
CoUftinuo  alzando  di  fondo ,  in  maniera  che  in  molti  siti  9  che  prima 
erano  assai  profondi,  addosso  nemmeno  in  tempo  d'inverno  può  na- 
vigarsi con  barchette  ben  piccole  j,  come  é  accaduto  a  noi   stessi  nel 

visitarle;  e  nella  state  restano  quasi  del  tatto  asciutte, come  abbiamo 

3i 


fatto  riconoscere  da^  nostri  periti  ;  i%  ci5  deve  naturalmente  segnin» 
re,  che  quando  l'arte  non  ti  soccorra  ad  imitazione  dei  Senio  ,^  e 
del  Santerno ,  detti  torrenti  s'  anderanno  formando  da  loro  stessi  la 
atritoda  per  portarsi  con-  quella  regola,  che  darà  loro*  il  caso ,  e  la  na^ 
tnsa  più  fiicile  'de'  siti-,  a  sbocoare  in  Primaro»,  e  quivi  per  V  impro» 
prietà  dello  abocco  cagionare  que'  rigurgiti ,.  e  quegli  enetti  cattivi  » 
che  appunto  per  questa  causa  produce  il  Santerpo  • 

Quale  poi  debba  essere  il  modo  d' aiutare:  eoli'  arte-  V  andamento  di 
queste  acque ,.  pare  che  tolto  da  Primare ,  e  dalle  valli  sì  g^an  cor- 
p6  d' acque ,  quale  ò  quello  del'  Reno ,  potrà  facilmente  adattarsi-  lo 
sfogo  a  tutti  gli- altri  torrenti-,  o  almeno  alla  maggior  parte  di  essi ^ 
mentre  vi  avranno-  sufficiente  caduta.,  e  potranno  iotrodurvisi  ne'  si* 
ti,  che  neir  esecuzione  si.  siudiisheranno  più  proprj ,  e^  più  confacenr 
xoH  air  andamento  de'  medesimi*. 

FroposùUòne  della  linea-  del  Pò  grande'* 

ÌX  più^  dibattuto  Spartito  per  la  diversione  del  Reno  è  aempre  state^ 
il  mandarlo  nel  Po*,  fiume  xeale ,  e  ricettacolo  di  tutti  gli  altri  ficip 
mi ,  e  torrenti  al  medesimo  Reno  superiori  •  Vaiìe  sono  le-  linee-  per 
diversi  siti'  proposte  a  quest'oggetto,  io^  mol tiranni  addietro.  Abbia- 
mo però- stimato  di  fermaroi  nella  considerazione  di  una  in  partioo» 
lare,  suggerita*  pei^  la  oin^oile  ,la  più  sicura,  e  la^  meno  dispen- 
diesA,.  attesa  la  di  Ifi  maggior  brevità,,  e  transito  per,  terreni  di 
^on  buona  qualità ,  con  la  sola  intersecazione  del  canalino  di.  Gento^ 
e  della  Savenuzza ,  condotto  ohe  scarica  per  U  maggior  parte  le.  ao* 
que  del  territorio  Bolognese. 

Questa  lÌLca  comiooia  dalla  botta  di  Goccagna',  e  camminandola 
settentrione  sino  al  Po  di  Ferrava ,  piega  per  l' alveo  del  medesimo  » 
pooo  sotto  del  Bondeno^,  dove  entra  in  Panaro,  per  il  di  cui  letto 
da  dilatarsi  y  e  raddrizzarsi  in  più  parti ,  si  porta,  nel  Po  sotta  U 
Stellata.  .  ^ 

Se  dovessimo  in  questo*  affare  procedere  colla  sola  induzione  de- 
dotta dal  veder  chiusa  ogni-  altra  via  di.  ricapitare  il  Reno  secondo^  i 
discorsi  già  fatti  sopra  l' altre  linee,,  e  fondati  principalmente  nel  trop* 
pò  considerabile  difetto  di  caduta,  converrebbe  rendersi  alla  neoei» 
aita  d'incamminarlo  al  Po  grande,  senza  darsi  il  pensiero  di  un  osa* 
me  il  più  rigoroso;'  ma  non  contenti  di  ciò-,  considerando  i  pregio^ 
dìzi,  e  gli  sconcerti  temuti  da  ohi  si  oppone  a  queata  risoluzioiie» 
abbiamo  voluto  eoa  ogni  possibile  esattezza  esaminar  le  ragioni  ».  o- i 
fondamenti ,  ch^  possono  persuaderla  r  o*  dissoaderla  • 

Dalle  misure  prese  nella  nostra  visita  apparisce  ,<  che  la.  oadota  di 
quésta  linea  nel  tratto  di  miglia  otto  »  e  meszo  sia  di*  piedi  voatitià^^ 


V 


A 


.M3 

^nee  ite  9  ^e  miouti  nndioi  dal  fondo  di  Reno  alla  botta  éà  Cuccagna 
tino  ai  piaao  della  soglia  della  cbiavioa  Piiastrese  ,  dimodoché  ia  fpiie* 
«to  spazio  il  deplivio  viene  ad  essere  superiore  al  bisogno  5  «come 
a'  insegna  la  «perienea  già  accennata  dol  corso  del  Reno  niedesifno  , 
dopo  1  ingresso  della  Saoioggia  •  Onde  pare^  che  non  possa  dubitar* 
si ,  che  iu  tutto  questo  tratto  debba  il  Reno  correre  con  piena  feli- 
•cita  senza  cagionare  alcun  interrimento. 

Ma  in  contrario  si  fanno  molte   difficoltà  ^  tanto  circa  T  afndamento 
éeì  Reno  per  .detta  linea  sino   al  Po.,  quanto  circa   gli  efietd  »   che 
questo  torrente  potrà  cagionare  in  quel  gran  fiume   dopo  il  juo   ia- 
.gresso  •  Poiché ,  se  si  consìdoni  la  situazione  de'  terreni  y  pe^   ì   qua- 
li deve  passar  questa  linea»  si  oppone  ,  che  questa  venga  ad  esser  si 
bassa  dal  punto  della  diversione  sino  aiUo  sbocco  del  Po   di   Ferrara , 
-ehe  par  di  necessità ,  che  il  fondo  del  nuovo  alveo  resti  superiore  al 
piano  della  campagna..  Prende  nasce  il  timore,    che  camminando  so- 
ffra terra  «i  gran  4)orpo  di  acqua  ritenuto  tutto  diagli  argicu,  che  noa 
•potranno  avere  gran  forza  per  la  mala  qualità  del  terreno,   e    tratte- 
nuto talvolta 'da'  rigurgiti  del  Po,  jpossa  facilmente   rompere   coli' e- 
•termioio  di  tutto  il  paese   adiacente  «   e  forse    anche  della  ì>ittà  di 
Perrara  ;  oltre  il  danno  assai  grave.,  inevitabile  delle  sorgive  con  quel- 
lo che  risulterà  dall'  intersecazione  del  canalino  di  Cento,  e  della  Sa- 
^^enuzfsa ,  alle  quali  si  crede,  che  non  possa  darsi  rimedio  adequato. 
Passando   poi   a   considerare   i'  andamento    della  stessa  lìnea  ,   dopo 
Jùhe  il  Reno  si  sia  unito    a   Panaro ,  si  espongono   i  pregiudizi^  che 
patiranno  gli  scoli   delle   chiaviche    di   Rurana^  di  S.  Rianca,   e   di 
Clantagallo,    ridòtte  air  infelicità   di   dovere    star   chiuse   Ja   maggior 
parte  dell'  anno  per  l' accrescimento    notabile  dell'  altezza   dell'  acqua 
nell'alveo  di  Panaro  ,  e  del  fondo  a  causa  delle  deposizioni ,  quand  o- 
ra  ogni  pidci^la  alterazione  del  di   lui  ordinario   corso  basta  j)er  es- 
ser Ibro  d' iflajs^dknento  •  Di    più  si   pongono   in  considerazione  i  pe« 
ricoli  per  i  rigurgiti  del  Po,  in  tempo  de'    quali ,  se  per  l'accresci- 
inento  ^i  tant  acque    seguisse   una  rotta,   questa  sarebbe   tanto, più 
difficile   a  riparaì'si,  e  di  tanto peggìor  successo,  quanto  che  non  sa- 
rebbe d' un  £iume  solo.,  ma   di   Heno ,  e    di  Panaro ,  e  del   Po   in- 
sieme^ 

Molto  maggiori  sono  poi  li  disordini^  che  si  considerano  in  Po^ 
dopo  ohe  il  Reno  vi  sia  entrato:  poicbè,  se  vi  giunge  gonfio  delle 
aue.  acque ,  quando  il  Po  parimente  si  ritrovi  in  tale  stato ,  ogni  uno 
faeilmente  comprende  »  quanto  di  violenza  «  e  d'altezza  possa  accre- 
aoere  ad  ,un  fiume  già  pieno.,  e  cosi  potente,  un  aumento  di  due 
mila  piedi  di  acqua  riquadrati^  quanti  coaiunemente  se  ne  calcolano 
in  Reno  pienissimo  •  Quando  poi  vi  ai  scarichi  in  tempo  che  il  Po 
jsia  io  uno  stato  mediocre  ^  o  basso  1  non  mancano  ancora  i  timori  ^' 


/ 


I- 


244 

(^orroBioni  negìi  argiot,  e  d^  interrimeott  .jiel  fondo  in  qual  modo 
appunto ,  che  seguirooo  j^  qaanda  Reno  eorse  nel  Po  di  Ferrara  ,  e  ci^ 
più  sìcaramente  iaterverrebbe  nella  fbce^  dove  col  prolaDgamento 
della  linea  si  perderanno  affatto  gli  scoli  già-  troppo  mielici  dei  Pole-^ 
iìn^  di  Ferrara  per  le.  chiaviche^  delk^Abba;  siccome  pare  >  ohe  po8<» 
sano  parimente  ìnfelioitarsì  qaelli  dell*  altre  chiaTicbe  superiori  eoa 
troppa  notabile  deteriorazione  de^  terreni  »  che  vi  mandano  le  loro 
acque,  e  con  pericolo  in  fine  di  perdere  il  ramo  d*  Ariano  v  e  il  por<^ 
to  di  GorQ>  per  dove  la  navigazione  riesce  di  grandmatile  alla  Ga^ 
mera  ^  e  a  tutto  lo  stata  di  Ferrara  ^ 

Non  ostante  tutte  queste  opposizioni  y  è  parato  a  noi  nendimeno  , 
che  V' unica j^  &  reale-  rimedio^  praticabile  per  dar-  sesto  a  quest* aC'^ 
que  sia  il  mettere  Reno  net  Pa  grande  • 

Provano  già^  che  sia  1'  unico >  ì  discorsi,  ch*^ escludono  le  proposi*- 
zioni  deir  altre  linee  r  onde  resta  sola  a  provare  la  realtà  ,.  e  pratica- 
bilità del  medesimo  •  Presupponiamo  in  prima  fuogo  per  certa  k  pro- 
posizione già  stabilita  nel  discorso  della  linea  di  valle  in  valle  •  Che 
1  torrenti ,  per  correre  felicemente  senza  alzarsi  di  fondo  ,  hanno  hì^ 
sogno  o  di  caduta  proporzionata»,  o  d^ aiuto  d^  acque  perenni  ;  onde 
resta  net  caso'  nostro^  aìicor  certo,  che  mancando  in  tutto  il  gran 
continente  tra  Vigarano ,  e  il  mare  it  declivio  sufficiente ,  per  pro- 
porzionar la  caduta  al  Reno ,  it  quale  è  più  fontano  di  tutti  gii  altri 
soprammentovati  torrenti  dal  mare ,  è  necessario  dinricorrere  at  soc-^ 
corso  delP acque  perenni,  né  essendovi  altro  corpo  valevole  a  spin-^ 
gere  le  sue  acque  torbide  che  il  Po  grande  »  di  questo  solo  possiamo,, 
e  dobbiamo  servirci .. 

È  una  gran  riprova  di  questa  asserzione  ^  che  i  medesimi  Ferrare-^ 
si ,  prescindendo  dalla  gran^  linea  da  essi  nuovamente  proposta,  colisfc 
sola  considerazione  di  provvedere-  a  questo.  bisogno>  hanno  sempre 
ne*  tempi  passati  promossa^  e  continuata  l'istanza  di  richiamare  l^ac-^ 
^ue  del  Po  grande,  o  parte  di  esse  in  quelFa  di  Ferrara gt  non  rìpu^ 
^nando>  che  in/  tat  caso  il  Reno  „  e  qualchT altro  delli  torrrenti  infe-^ 
rieri  si  ritornasse  a  riporre  nello  slesso  Po*  di  Ferrara ,  e  di  Prima*^ 
xo  ,  secondo  la  disposizione  del  Breve  di  Glentente  VIIL ,.  ohe  oon 
^nesto  fine  medesimo  ne  ordino  la  diversione..  Onde  conoscendosi  già. 
per  morafnìcnte  impossibile  la  nuova  introduzione  del  Po  grande  in 
quet  di  Ferrara  ;.:  tanto  più  pare,^  che  resti  giustificato  il  motivo  dTin- 
éamminare  Tacque  del  Reno  nel  Po* 

Ma  più  fondato  ancora  lo  rende  la  disposizione ,  e  Fa  natura  me- 
d'esima  di  tutto  il  sistema  di  questo  complesso^  d'  acqua,  e  di  terra  ^ 
del  quale  si  parla  -  Poiché  vediamo  (  come  prudeutemente  osservò»  an- 
cora Monsig.  Corsini  ).•  it  Po  costitaito  nel  mezzo  di  quest^'ampia  pia- 
nura ik>  come  cloaca  maestra  destinata  a  ricevere  Tacque  di  tattili 


x 


V 


•iti   pio.  eminenti^^che  la  circondano ,  nel  moJo  appunta  ^  ciré  net 
corpo  umano  le  ven^  minori  si  portano  nelle  maggiori  » 
.    E  finalmente  tutto    ciò  meglio  si  dichiara    dagli  effetti  mei^esimi^ 
che  in  Reno  ne^  tempi  andati  sono  succeduti ,  e  che  saccedéirebbera, 
fé  l'arte  non  gli  si- fosse  opposta  ;  mentre   sappiamo   da^  Geografi  ,  e 
Istorici  più  amichi ,  e  accreditati ,  che  il  Reno    in   particolare  9?  an^^^ 
•nOYera  tra  i  finmi  aggregati  ai  Po.  E  benché,  correndo  ailora  le  sue 
'ftcqne  disarginate  in  queste  valli  ,  formassero  la  gran  Padusa  ;  questo- 
nulladimedo  non  toglie ,  che  1'  acqua  del  Po  non  servisse  alle  torbi- 
de del  Reno  per  portarle  al  mare»  E  parlando  delle   notizie  più  fre«' 
iohe,  non  può  negarsi,  cM  del   1522*  it  Reno  fosse   riposto  nel  Po 
di  Ferrara  Con  il  .conse^iso  del  Duca  Alfonso,  il  quale  prudentemen* 
te  deve  credersi ,  che  si  movesse  dallii  cognizione ,  che  il  Reno  non 
poteva  andare  per^attra  strada,  senza  cagionare  infiniti  danni,  e  mi«^ 
serie»  E  se  Ercole  secondo  atimò  .necessario    rimuoverlo,  atiribuen*^ 
-dogli   le  colpa  degl**  interrimenti;  del  Po  di  Ferrara  ,  fu  obbligato  ben 
presto  a  riporvelo  da  Paolo  IIL  V  anno  i543^  nà^  dopo  successe  altra 
innovazione,   sin   tanto   die  fu  per  un  interim   rimosso  d'  ordine  di 
Clemente  VIIK  per  por  dt  nuovo   introdurvelo,.   tornata  l'acqua  det 
Po   grande.    Onde   è  fuor   d'^ogni  dubbio,  che  il  Reno,  se   non  fos-^ 
%e  seguita  questa  provvisionai  diversione^  correrebbe   ancora  nel  Po 
tli  Ferrara ,  per  dove  non  ostante  V  avviamento  ,  che  aveva  per  il  Po 
di  Volano,  quando  il  Po  grande  era  Basso  ,.  correndo  verso  il  Bonde- 
no ,  andava  nelle  sue  piene  ad  unirsi  con  Panaro,  e  con*  questo  a  sboc- 
care nel  Po,  come  attestano  il  Pacciotti,.  il  Mengoli,  e  V  Aleottr ,  il 
eh&  serve  d^airCotitSr  a  far  credere,  quanto  per  se  medesimo  inclini 
questo  fiume  a  portarsi  come  prima  nel  Po  - 

Ne  devono  da  questa  introduzione  temersi  que*^  mali  ,  li  quali 
•*"  applicano  da  chi  pretende  d'  escruderla>  conciossiacosaché,  parlan- 
do prima  del  modo,,  col  quale  nella  linea  già  esposta  $t  pensa  d'  a-- 
nire  il  Reno  a)  Panaro,' e  poi  co»  questo  firlo^  sboccare  nel  Po,  re- 
stiamo assicurati ,  eh'  essa  ìtr  lunghezza  non  più  che  di  miglia  otto  y 
e  mezzo,  quattro  sole  miglia  dovrebbero  scavarsi  ,  e  munirsi  d**  argi- 
natura ,  supplendosi  il  rimanente  colF  alveo  vecchio  del  Fo  di  Ferrai»- 
ra  r  che  ricercherà  poca  escavazione ,  e  rassettamento  d''  argini  y  fa- 
cendo il  medesimo  neir alveo  dk  Panaro,  con  toglierglr ,  come  si  dis-^ 
se, alcune  tortuosità,  che»  gU  prolungano  il  corso;  d'inde  si  com- 
prenJe  <][uanto  facilmente  si  possa  provvedere  con  un**  arginatura  ben^ 
grossa  ,  e  fatta  con"  diligenza  agli-  accidenti  delle  rotte.. 

Se  consideriamo  la  caduta,  questa  non  può  muovere  difEcultà  r 
mentre  presa  ancora  coR''  accennato  svantaggio^  alfa  coglia  della  chia- 
vica Pilastrese  ,  cAe  rimane  più  alta  del  fèndo  dr  Pi^naro*,  e  tirata  aU 
F  insù  eolla  proporzione  delift  esènte  ^  che  ha  il  Reno  di  oùoe 


\ 


y 


N 


■  a46 

£[aattardici ,  e  tre  qnarti  per  miglio  sino  lAla  botta  fli  ^Ga^gtift ,  re- 
sterà in  questo  sito   superiore   un  declivio   assai   maggiore  di  quello 
che  bisogna;  T eccesso  del . quale  ,  quando  si  'Slioii  necessario   di  mo- 
derare coir  arte,  si  fotrà  togliere,  o  con  escavar  l'alveo  "veccbio  su- 
periore dal  punto  della  diversione  sino  alla  Sammoggìa,  dal  che  s'ot- 
terrebbe un  non  pìccolo  benefizio,  che  correndo  ora  il  Reno  còl  fon- 
:do  sopra  -terra ,  dove  6  ,  dove  4  9  ^  dove  a.  piedi ,  «i  vecrebbe  "atpro- 
fondar  r alveo,  e  resterebbe  supet^na  tanta  altezza  d'argini,  oppu^^ 
^re  quando  ciò  non  paia   praticabile  ,    potrà   formarsi  nel  luogo  delia 
diversione,  o  dove  parerà  più  a  proposito  uno  stramazzo,  che  .tolga 
ogni  pericolo  di    mutazione   nell'alveo  superiore,  e  d' intefrimento 
neir  inferiore  per  la  .4ropga  terra ,  che  nel   principio  potesse  cumu- 
lar visi  « 

^Hegolandosi  dunque  1'  andamento  .deHa  Jinea  in  questa  madieni, 
ànderà  incassato  dentro  terra  ,  e  .potranno  'formarsi  le  necessarie  IUh 
iStare.,  e  stabilir»  bene  gli  argini .,  -che  si  richiedono  •  E  se  in  qual* 
/che  picciola  parte  poco  potrà  profondarsi^  come -si  ^ede  da'  profili.^ 
òhe t sì  sono  fatti,  ad  ogni  modo  4n  questo. sito  vin&rzandosi  gli  ar«- 
igìni ,  non  vi  sarà  gran  pericolo  di  .rotte  pev4a  dirittura  del  corso^ 
-che  quivi  avranno  J' acque,  e  per  il  pendio  cbnsidevabile ,  che  1^ 
«sarà  ;  tanto  <più^  ohe  come  diremo  ipiù  anbasso^,  per  aasìcunir  meglio 
ia  fermezza  degli  argini ,  potrà  ,  se  .-si  vnole.nel  principio  tenersi  »-> 
-perto  ancora J' alveo  presente  ^di  Reno,  acciò  ^venendo  il  bisogno^ 
possano  quivi  divestirsi  le  ^sue  piene  ,  in  modo  però  che  quest'upep- 
tura  resti  in  sito,  dove  non  giunga  l'altezza  de'  rigurgiti  del  Fo.» 
il  che  anco  più  facilmente  potrebbe  riuscire  9  facendovi  il  motivata 
stramazzo  • 

'     Attesa  poi  questa  gran xaduta,  non  t'è  ragione  di  dubitare  d*  la- 
terrimenti  nell'alveo  di  Panaro,  il  quale  dovendo  portare  il  pelo  del»» 
le  proprie  acque  corrispondente  a  quello  del  Po  basso ,  come  sempre 
succede  ne^  fiumi  ,  che  sboocano.Jnan  altro  maggiore,   prof<mderà 
piuttosto,  che  alzaie 4I  suo  fondo. t  a  proporzione  del  corpo  maggio», 
re  dell'acque  ,  come  appunto  non  v'  è  notizia  ,  cheli'  alzasse  ^  quan- 
do ìJvReno  un  pezzo  fii  ^v'  entrava  bene  spesso  colle  sue  piene  ;per  il 
Po  di  Ferrara  •  In  tal  modo  non  pregiudicherà  agli  scoli,  che  al  pre- 
sente riceve ,  non  dovendo  aver  questi  che  la  soggezione  di  star  obiu^ 
si  nelle  piene  del  Reno,  che  .aogliono  quasi  sempre  venire  con  quelle 
dì  Panaro  , ^ .durano  per  poche  ore,  derivando  dalle  medesime  aau-» 
ae  ,  che  sono   le  piogge.^  e  le  navi   de' vicini   appennini .  JNè.deTo 
credersi,  c}ie  questa  soggezione  s'abbia  da  accrescere  col  solo  coi>po 
dell'  acqua  ordinaria  del  Jteno  .per  i'  aumento  ,  che  cagionerà  in  Pa* 
naro ,  mentre  si  penta  d'allargare  l'alveo  di  questo.,  e  proporzionarlo 
a  tutti  xluo  li  torreiotìi  in  modo  che  non  debba  elevarsi  sensibilmente 


F  altcfìèsa  dèi  pefo.  deH' «cqaa  ;  ma  questa  redti  oompensata  colla   lar- 

gbesxa • 

Resterà  ancora  provvisto  alla  Saveuazaa^iatersecata  da  qaesta  liaea^ 
portandola^  alla*  chiavica  di  S.  Giovano^  dove  col  declivio  maggiore 
a  quello^,  ch'ora  godt)  nel  Po  di  Ferrara,  gli  si  compenserà  il  danno 
d'  avere  a  star  soggetta  a^ scolare  per  via.  di  chiaviche ^^^ 

U  canalino  di  Cento  ha  per  se  stesso  il  sofiiGienie  deolivio  nel  Re-  . 
no;  onde  non  v!ò  dubhio,  che  voltandocelo  arginato,  non  sia  per  aó« 
darvi  felicemente*. È  ben  veio,  che  per»  la  soggezione  j^  e  spesa ,  che 
porterebbe  in  mantenerlo  arginato  sin  dentro  la  terra  di  GentO',  se 
ai  stimerÀ^più  proprio  nelll^esecoziofie  di  qi>esta  lineai  il  farlo  passa- 
re per  '  botte  sotterranea  ^  non  sarà  cosi*  difficile  V  impresa>,  che  non 
possa  sperarsene  l'esito  favorevole  ,  non  mancando  altri  esempi  di 
fabbriche  simili  9.. che  sono  durevoli  »  e- utili  »  quando  si  £inno  iu^  si- 
ti adattati.»    - 

Ciò  ohe  s?  oppone  circa  ì  rigurgiti   dèi  Pò   nell'alveo   comune ,  e 
particolare  di  questi  due  torrenti,  bastantemenie  si.  toglie  dagli   effet- 
ti 9  che  i  medesimi  rigurgiti  cagionano  •  attualmente- nell'  alveo  di  Pa- 
naro 9  dove- F  acqua  dì  essi  quasi  stagnante  non  fa^  violenza' connide- 
xabile  negli  argini  hen  sodi ,  che  vi>  sono-,  né   impedisco  che  il  Pa-. 
naro  non  trasmetta  le  aue*  Acque ,  e  torbide  felicemente  nel  Po  ,  co- 
me noi  stessi^  abbiamo  psservato  in  tempo  dell'  escrescenza  dello  stes-* 
BO  Po.  II  simile  dunque  sueoederL,' quando  vetiso* questa,  pt^rte  corra 
ben  arginato 'ancora  il' Reno  4  e  così    parimente    cessa  qnelIo>-  che  si- 
dice  intorno-aeli  shocchi  del  Reno  in  Panaro»  e  di  ambidue  nei  Po  ;. 
giacché  può  ad  essi   provvedersi   convenientemente    dall'  arte-,  tanto 
più  9  che  secondo  quel  che  si*  è  -  de  tto».  sappiamo  essere  il  Reno  altre 
Tolte  con  unagraur  porzione^  delle  sue  acque  sbeccato  ini  Panaro,  e  pei 
eon  esso  nel  Po  senz' aver  cagionati  quegli  sconcerti >  che  ora  si  rap- 
presentano ;   e  per  togliere  qualsivoglia    ombra  di  «timore  »  al  punta- 
medesimo  della  diversione    potrà    (come   dicemmo  ),  tenersi  aperto 
l'antico  alveo,  in-  modo   che   Reno   vi  si  versi  ne' primi  anni  colla- 
sommità  delle  sue  piene  9- sinché  si  sia  assodato 5.0.  sperimentato. l'aL^ 
Teo ,  e  gli  argini  •  della  nuova  Iinea>..' 

Passiamo  ora  a  consideraro  i^pericoIiV-  ehc  si'  miiiaeciano'  nel    Po*  ~ 
grande  dopo  l' ingresso-  di  queste  nuove  aeque .  E  prima  di  tutti  par* 
ohe  debba  ponderarsi  quello  chio  succederebbe  9. quando    il  Reno  hliih 
entrasse  in  Po  alto*»-  Giocolano-  in  -  questo  caso  li>  Ferratesi ,  che  alme-* 
no  si^  aggiungerebbero  a  sL  gran  fiume  quattro  piedi  d!  altezza-  d?  ae- 
qua, e  si  servono  d' un  metodo- loro  particolare ^v  che  proyere]^l>e  nn- 
che  di  piùi^. massime  col  supposto,  col  quale  si  regolano,,  che.  Reno-  . 
pieno  oorra^  otta  mìgjiia  Torav  coll^  altezu  d'acqua   di   piedi  quat-^. 
tardici . 


r 


w.* 


a48 

Per  il  contrarlo  di  due  altri  modi  èi  servono  li  Bolognesi  ;  dal 
primo  de'  quali  si  ricava  ^  che  il  Po  crettcerebbe  once  quattro  ì  e 
con  il  secondo  once  otto ,  e. due  terzi,  ^è  <Ìa  tali  sentimenti  si  di- 
scostano  il  Baratterie  9  il  p.  Kiccioli  Ferrarese ,  e  il  p.'  Claudio  JVIi- 
lìet  de  Cfaalles,  e  in  quéste  stesse ,  o  poco  diverse  misure  iooilcorrof* 
f)o  il  p.  Castelli,  il  Cassini  ^  il  TorriceiJi^  a  il  3alliani* 

L"  autorità  di  questi  scrittori  si  rende  .sempre  piìi  considerabile 
4al  riflettere;  primieramente  alla  maggiore  velocità»   che,  acquistano 

V  acque  coir jaccre3cimento  d'  un  corpo  maggiore,  ohe  aggiungendo» 
Je  peso,  fa  che  queste  più. prestamente  si  spianino,  e  «1  distendano 
per  approssimarsi  al  ioro  termine  *  IL  Ch^  il  {leno  ientrandq  in  Po  alto 
vi  trova  maggipre  spazio,  e  capacità  ,  che  in  Po  J9as80  per  la  maggior 
larghe;zza^  che  resta  tra  una  ripa,  e  l'altra  nelle  parti  più  alce  ,  e 
più  lontane  dal^ondo.  III.  Che  .secondo  !'•  osservazione  di  molti  Tao- 
4jue  del  Reno  non  procedono  dalla  trigesinia  terza  parte  di  oontinen- 
te  ,  rispetto  a  tbtto  quello  dell'  ialtre,  che  acoUno  in  Po  per  mezzo 
degli  altri  £umt«    Onde,  se  -  il   lerescere   di   tutti- questi   non  eccede 

V  altezza  di  piedi  venti  aopra  il  pelo  ordinario  del  Po,  non  potran* 
no  quelle  dei  solo  Beno  iarlo  ^Izare ,  che  un  piede  al  più  •  lV«  Che 
ì  fiumi  ,  che  entrano  in  Po,  vagliono  più  di  Tenti  Meni,  .dimodo- 
ché, se  dovessero  aggiunger  c^sdbeduno  quattro  piedi,  arriverebbe 
il  Po  a  gon6arsi  ottanta  ^iedi  ;  e  pur  Tediati^ ,  che  ì  segni  di  niag^ 
gior  escrescenza,  non  60i>o  più  alti  di  trentadue,  o  trentatrè. piedi. 
y.  Che  il  Paparo  introdotto  nel  Po  non  ha  necessitato  ad  alcun  ai^ 
zamento  d'argini,  contntlochè  con  il  Panaro  sia  entrato 9  e  ai  man« 
tenga  nel  Po  tutto  quel  corpo  d' acqua ,  che  prima  dal  medesimo  si 
diramava  in  caso  di  grandi  escrescenze  neiP  altro  Po  di  Ferrara  per 
il  tagliò,  ohe  sì  faceva  dell'intestatura  al  Bondeno.  VI.  Che 'secon- 
do le  notizie  lasciateci  dal  p.  Castelli  in  contigenza  d'aprire  detta 
intestatura  ,  con  tutto  lo  sfogo  d''  un  gran  corpo  d'a,cqua,  eh'  entra- 
va precipitosamente  nelPo  di  Ferrara^  il  Po  grande  per  alcune  ore 
calava  solamente  un  pied0  in  oirea  o  poco  piùj  onde  pare,  ohe  bea 
possa  argomentarsi^  che  molto  meno  di  questa  misura  sia  per  ere- 
acero  coli' aumento  d^un  corpo  d' acqua  minore  in  uno  spazio  maggiore* 

Ma  perchè  }n  un  negozio  cosi  grave  ogni  prudenza  persuade  ,  che 
si  proceda  con  tutta  la  possibile  cautela  ^  a  circospezione  ;  per  tor« 
re  a  chicchessia  ogni  pìccola  gelosia -^  o  timore  di  danno  9  crediamo 
doversi  jBenz^  alcun  dubbio  riattare,  e  alzare  gli  argini  del  Po,  di 
manieracliè  da  pertlitto  restino  superiori  alle  somme  escrescenze  con 
aféeqiiata  proporzione,  e  riguardo  alla  sicurezza  necessaria  per  1'  aa^ 
mento  della  nuova  acqua  ;  il  che  non  porterà  spesa  molto  eccessiva  • 
Di  più ,  quando  tion  ^i  stimasse  ioiecessario  lasciare  aperto  nel  modo^ 
già  accennato  1'  antico  alveo  del  Beno  >  oppure  che  dopo  la  aperienza 


a  qnmldt*  anno  dovetse  obindem ,  is  tal  cato  ai  faccia  mn^  nita«tatora 

nel  medesimo  aito ,  la  qaal  poaia^  e  debba  tagiìarii  a4  ogot  eeano 
de*  Lejjfaii  di  Ferrara,  a*  quali  per  maggior  aicarezza,  e  iBdennilà  ^ 
de^  Ferl^resi  potrà  commetterseoe  la  acpraintendeiiza  iotiema  «oa 
uaella  della  custodia ,  e  maoteuimeoto  degli  argini  poati  a  deatra  dA 
fteoo»  e  del  Paoaro  nella  oooformità,  che  ai  pratica  attualmente  ià 
altra  parte  del  Beno  ateeao  ;  di  maniera  però  che  queato  taglio  nott 
possa  mài  effettuarsi  ,  che  nel  solo  caso  ^  che  il  Reno  crescesse^ 
quando  anche  il  Po  fosse  pieno  ^  il  che  rarissime  volte  può  succede- 
re per  la  diversità  delle  cause  ^  che  influiscono  tiel  gonzamente  del» 
Tono,  e  dell* altro*  Poiché  il  Po  perviene  a  queste  somme  altesse 
in  tempo  d'estate^  e  d*autftnno  per  il  dileguamento' delle  nevi  nelr 
le  alpi  lontane  4  e  il  Reno 9  e  il  Panaro  si  gonfiano  per  le  sole  pk>g«  . 
gè  ,  o  per  le  nevi  de*  monti  Vicini  9  e  per  lo  più  in  tempo  d'  inver« 
no;  anzi  in  quest*  andò  della  nostra  visita  nel  mese  di  Gingoo^ 
mentre  il  Po  era  altissimo  9  non  si  è  veduto  mai  In  Reno  9  o  in  Pa» 
naro  croscimeoto  alcuno  di  coosiderasione  ^  con  lutto  che  U  stagiona 
aia  stata  fuori  dell'  ordinario  piovosa . 

Se  da  quello  9  che  abbiamo  detto  9  cessa  ogni  immaginato  pericolo 
nel  Po  alto,  motto  maggiormente  si  toglie  T apprensione  d' ogm  al^ 
tro,  considerando  questa  fiume  in  uno  stato  mediocre,  dove  solo 
a'  oppone^nalche  maggior  corrosione  d' argini  ,  che  non  merita  d'es- 
sere attesa  in  una  impresa  tanto  necessaria 9  ed  utile. 

Ci  resta  dunque  da  esaminare  gli  effetti  che  succederanno  in  Foi 
basso  I,  tra  li  quali  per  uno  de^  principali  si  adduce  il  timore  degli 
interrimenti;  ma  dal  considerare 9  che  il  Panaro  poco  men  torbido 
del  Reno  9  dopo  che  è  entrato  nel  Po  «  lo  ha  piuttosto  escavato  9  che 
interrato 9  come  pare,  che  concludentemente  si  provi.  Prima 9  dal* 
r  essersi  colle  misure  della  nostra  visita  trovati  gli  argini  del  Po  pi& 
hassi  di  quel  che  furono  osservaci  nelle  visite  prececfenti  ;  in  parti* 
colare  n^llo  sbocco  di  Panaro 9  dove  gli  argini  sono  al  psésente  pia 
d'un  piede  ìnferipri  ài  segno  delle  maggiori  escrescenaBC  riferite  nel« 
la  visita  di  Monsignor  Corsini .  IL  Dalle  soglie  delle  chiaviche  9  cho 
ora  si  fabbricano  pia  basse  di  quello  5  cbe  per  l' addietro  si  fabbri-^ 
cavano,  come  sì  vedp  nella  chiavica  Pilastrese,  e  nell' altra  della 
Massa  fatta  di  nuovo.  III.  Perehè  il  pelo  basso  del  Po  9  che  in  tem- 
po di  Monsignor  Corsini  ai  equilibrava  colia  superficie  della  soffia 
della  chiavica  Pilastrese  9  addesso  timane  inferiore  a  questa  di  tre 
piedi  in  circa  ^  Le  quali  prove  eskendo  assai  convincenti  acquistano 
Ibrza  dalla  regola  assai  trita  in  materie  dell' aeque.  Che  fiume  non 
interrisce  fiume  9  quando  si  tratta  d' im  recipiente  reale  ^  e  perem  v 
ne  9  Gom'  è  il  Po  •  Per  la  ^ual  cosa  gli  stessi  Ferraresi  ammette^ 
vano  )  o  anMnettono ,  oba  il  Reno  aarebbi  potato  ritornare  nel  Po  9 

3a 


s 


qnAQd#  <|iie9t«  Sae^e  stata  éi  naiivo  ìatroàùtto  in  qaello'  di  Ferrara '« 
Maggiore  oocasione  d'ifiterri-cnent'a  par  che  possa  essere  nel  ramo 
d'  Ariane  ,  do?e  correntia  minor  quantità  d'  acqua ,  ed  essendo  ia 
iMMiseguenxa  il  moto  di- essa  pia  lento,  poesono  pia  facilmente  sucoe<* 
dere  le  deposizioni  •  Nientedimeno  dal  eeofronto ,  che  può  aversi  dal«» 
Io  stato  antico,  e  moderno,  secondo  le  notizie  dateci  dalle  viaite  pag* 
sate  ,  ancorché  non  abbiamo  mìsiiTe  precìse  legato  a  termini  sta  bili  V 
combinandone  ona  fatta  del  x66o.  con  quella ,  die  è  atata  ordinata  da 
noi  incontro  alla  terra  d^Ariano  so[>ra.la  soglia  della  chiavica  del  Canal 
Bianco,  si  trova  piuttosto  maggiore,  che  minore  il  fondo  presente  ;  e 
lieiichè  da  alcuni  ragguagli  fieiiti  con  nuove  misiiro  ferimento  d*  ordU 
noinostro,  si  trovi  in  ciò  qualche  eontrarietà,  ad  ogni  modo  non  pds- 
.  axa<9o  da  queste  prendeii  regola  alcana,  percliè  non  si  sa,  se  eonfron4 
tioo  eo^  siti  degli  antichi  scandagli ,  né  dagli  atti  delle  visito  appari» 
aoe ,  ebe  in  essi  ai  èia  avuta  alensa  consideraeiooe  del  fkisso  ,  e  ri^ 
flusso  del  mare ,  col  quale  suol  variar  molto  V  akeaea  di  ciuesl'  ae*^ 
qae  ;  onde  non  possiamo  a^re  una  prova  cevta  sopra  tal  difierenea» 
Per  altro  ,  da  quel  che  ci  riferisco  1*  Argenta  in*  jhù  luoghi  della 
aoa  difesa,  d'  assai  peggior  condiaiooe  in  riguardo  ad  essere  naviga- 
bile y  o  no  ,  era  il  ramo  d'  Ariano-,  qnando  il  Po  correva  ancora  sot- 
to le  mura  di  Ferrara  ,.  di  quello  che  sia  al  presento,  dopo  che  si 
porta  tutto. nel  ramo  di  Locabàrdiaf  dal  cho  ben  sì  comprende,  qtian<^ 
to  gli  giovi  r  acerescimeato  di  otiove  aeque  ,  per  renderlo  più  navi« 
gàbile  ;  e  questa  stesso  ci  si  oooferma  ancor  meglio  dal  riflettere ,  che 
in  tempo  della  visita  di  Monsignor  Corsini ,  quando  da  pochi  anni 
vi  si  era  introdotto  il  Panaro  ,^  e  quando-  oontinuavasi  ancora  a  ta« 
gliare  P  intestatura  al  Bondeoo ,  non  poterono  li  Periti  avanzarsi  nep-^ 
pure  con  piccole  barchette  in  questo  ramo ,  essendo  il  pelo  deir  ao-* 
que  alto  once  eioqae  sopra  la  soglia  della  cbiavica  Pilastreso,  e  noi 
nella  nostra  visita  colla  medesima  altezaa  di  pelo  d'acqua  abbiamo 
navigato  felìcemeote  per  tutto  con  bucintori  ben  grandi ,  e  fu  misil«» 
rata  P  acqua  alta  quattro  piedi  ne*  siti  meno  profondi  •. 

Si  replica  a  questo  discorso,  che  la  scarsezza  dell* acque-  in  tempa 
di  Monsignor  Corsini  era  eiBetto  delle  secche  chiamate  di  >Santa  Ma» 
ria  ,  le  quali  impedivano  il  primo  ingresso  in  qnest*  alveo  y  e  che  ta«» 
le  impedimento  cesse  con  una  rotta,  che  portò  via  dette  secche;  ma 
questa  rispostila  ben  conoscere  ,  qnal  fosse  allora  V  ostacolo  ,  che  si 
ritrovava  ]$^  inoltrarsi  nel  Po  d*  Ariano  'y  non  distrugge  però  il  mo* 
tivo  di  credere,  che  se  quivi  per  la  natura  del  sito,,  e  per  la  len- 
tezza delP  acque  afìdassero  di  eontkiao  seguendo  interrimenti  ,  nel 
i  fondo,  non  s*  avesse  a  quest'ova  dopo  tanto  tempo,  che  fu  ripiglia» 
tft  là  rotta  ,  ad  esser  tanto  rialzato  queat'  alveo,  che  appena  restassero 
più  le  vestigia  del  Po  d' Ariano  i  o  che  almeno  noi  &0Q  aTessioio 


) 


•  tSr 

potuto  mvtgflrri  CNM  quella  felicità ,  che  tn  è  sncceduto  •  Bisogna  dun- 
que eoDcbiud«re^  cbe  aUitata  quivi  la  corrente  da  i  oreicìmenti  del 
mare»  si  «lantieoe  più  cbì»ra,  e  meno  atta  a  cagionare  interrimenti,  e 
cbe  quanto  più  d^  acqua  vi  ai  aggiungey  tanto  migliore'  ai  puh  spe- 
lare ,  che  debba  essere  seiapro  il  auo  siato  ,  "^  la  sua  na«viga8ÌoQe^,  la 
quale  fprse  anoora  <mki  qualcfae  altro  ripiego  potrebbe  migliorarsi  • 

Né  par    che   po^a  argomentarsi-  V  alsMuemo  del   fondo  d'  Ariano 
dagli  argini  fatti  di  nuovo  nlla  Mesola  ,  e  ^lalf  etevasione  degK  akrì» 
€he  già  vi  erano ,  perebè  questo  riguarda  1*  alterna  del   pelo  delP  iìo» 
qua  9  e  non  quella  del  fondo  »  dal  quale  non  si  muta  la  superfìcie  di 
tutto  il  c^rpo  della    medesima  acqua ,  che  ai  mantiene'  conforme  al* 
F  andamento  di  tutto  il  resto  del  fiume  ;  ma  tale  novità  deve  piut4:o- 
ito  ftStriboirsi  all'  allootanument^  del    mare  »  e  alla  protrazione   della 
liiiea  del  medeaimo  Po,  la  quale»  ancorché  si  conceda  suoceduta  por 
molte  miglia^  non  per  questo  fa  ,  ohe  non  possa    negarsi  i*  alzamon* 
tO'<del  fondo^  il  quade,  se  segniase   secondo   la  proporzione   di  essa  » 
sarebbe  troppo  notabile  ,  e  grando-;  e  pure  nel  caso  nostro  pare ^  che 
piuttosto  si  soòrga  il  contrario^  il  ohe  procede  dal  correre  che  fanno 
1  fiumi  pesenni ,  o  grandi  per  via  d'  impulso   ancora  in  ai^i  quasi  o- 
rìazontali  ,  «o  piani ,  còme  appnivt^   vediamo  ,  ohe  a<;oade  noli'  alveo 
del  Po»  ohe  ha  pochiasimo  «deoiivio  daHa  Stellata  al  mare. 
*  L' altro  .effetto  9  che  snppone   pregi udicialissimo  correndo  Reno  in 
Po  basso  9  si  e  r  impedimento  »  cbe  potrà  cagionare    la    maggiore  al- 
tesea  deiraoqbe  delle    chiaviche   degli    aooU  laterali;   ma  quest' ap- 
prensione svanisce  assai  facilmente;  perchè,  lasciando  di  parlare  dèi* 
le  chiaviche  poste,  i»  siti  assai  superiori  allo  ahocco  da  darei   al  Re- 
so, allo  quali  l'ingresso  di   queste   nuove  acque  non    potrà  mai  ,   o 
^meno  rarissimo  v^ko  portare  alcun  pregiudizio  notabile  per  il  pedo 
alsamento  ,  ohe  puè  avv^oise  in  queata  parte  ^  à   cmrto ,  ohe    il  nùo* 
ifo  incomodo  ,  che  a'  oppone  ,  può  solo  considerawi  ^  quando  apptfn*^ 
10)  essendo  il  Po  haeso  ,  le  chiàviche   stanno  aperte,    mentre  quando^ 
pto  qualche  eacresconn  oonsidenibile  del  medesimo  Po  esse  ai  troya*. 
no  chi^ee  ,  aUora-U  danno  ncm  potrà  attribuirsi  al  Reno  •  In  tal^ib^ 
ao  dunque,  o  il  Po  sarà  bassissimo  ,  e  avendo   in  lui    queste  chiavi- 
eke  caduta  sssai  felice  di  più  piedi ,  cono)  'ubi  stasai  nella  ▼isiSa  ^a^ 
liimno  osservato,  non  sarà  s<)mpre  neoesatfrio-  di  chiuderlo  'per  qijàlsfr*  ' 
'foglia . pionft  dei>Reno«:9ho  non  sia  ^dollo^ maggiori ^' giacehé  i  mettk 
di  di  case   haono  per   regola  -dì   bod   aetwrle   mai  ,  so   non  quando^ 
l^.aoqua  de*  còodottineir  imboccatura  detto >olriaviohe  rosttf  pia  fiiiit*: 
aa-di  quella  del  fiunie<  o  ii  Po  non  sarà  tanto  basso  ,  e  in  questa 
óoii|iuntuM ,  so  veranno  le  "piene  di^Rena  insieme  con  quelle  di  fsL^' 
ìmxo  \(  come  ^uaai  aeuapre  anooede  per  la  tìmoaiua  de'  paesi  ,  do^e* 
Ormilo  questi  toimntt^  li  quali  Joglionor'  orèseoró  'per  lo  atasao  piogge . 


•5*  . 

ttAU  foU  prwensione  di  einqae ,  o  tei  ore  OTifimiriinfeiite  AnW  niiA 
«ir  altra  )  già  per  te  ateffo  a»  vede  qaal  aia  il  pregiudizio  di  tener 
chiuae  le  chiaviche  per  queaw  poco  tempa  di  pia  *  So  poi  per  qual*' 
cJie  Mcidente,  che  aaaai  di  rado  fueoeiltf  il  Reno  vj^rrà  aolo^  easea* 
d<^  per  Io  più  le  piene  di  eaao  di^  pochiaaima  durala  ^  e  come  asseti^ 
acopo  quelli  del  paete^dk  aetle^o  otto  orOf  dimodoché  tal  vofta  ne 
veugooo  due,  o  tre  in  un  giorno  ,.  darà  aolo  ta  soggezione  di  qaeale 
poche  ore,  che  ragguaglratamenle  in  iMta  Tanno  forae  appena  fof« 
meranno  Io  apaaio  di  dicci  a  dodici  giorni, uo^ quali  non  pno  mal 
Gtedersi ,  che  abbiano  a  deteriorarsi  lì  torrenti  per  difetto  di  acolo* 
.  Per  qoello  poi,  che  riguarda  gli  acoli  deir  acque  di  tutta  il  Pole^ 
aine  di  Ferrara.,  che  Tanno  alle  chiaviche  dell  Abbi,  eatenda  ^k 
queste  rese^  infelici  dalla  protrazione  aooeooatn  del  Por  d^  Amno^pe* 
eo  deCerioramento  ricevereMneriy  dalle  nuove  torbide  di  Keso^  medo^ 
Tra  appunta  rimediarvisi  col  ripiego,  cop  coi  gii  nello  stato  preaen» 
te  aarebbero  in  pennera  li  Ferraresi  ,  jdi  Toltar  tutti  qaesU.  aeoU  nel 
Po  di  Volano,  dove  avranno  un»  fetiee  wduta# 

I(  porto  di  Gora  consiste  nel  semplice  sbocca,  che  Ha  10  mare  il 
Po  d  Ariana,  onde  per  quanta  torbida  vada  quivi  porCamTa  it  medesi'* 
AO  Po  ,  e  per  quanta  vi  formi  ii  mmre  i  suoi  banchi  4^  arerm  non  la* 
teiera  mai  questo  di  rieerem  il  tributa  del  fiume,,  nei  quella  cbin-* 
^ra  mai  ta  sue  foce,  per  mandar  ^  acqiae  al  sua  centra,  oome  bàk^ 
no  tutti  If  fiumi. 

Restana  dunque  tolti  di  mezM  tutti  li  pia  gnTs  ineovrenieuti^pc^^ 
rieoli ,  e  seeoeerti ,  che  si  allegano  eontro  di  queato  rimedio  ;  e  peraia 
pare  che  la  ragione  perauada  ,  die  debba  nbbnicoìarsi ,  siccome  tii  ab» 
hracciata  da  uomini  di  tanto  grido  ,  quanta  è  cpsello ,  del  quiile  si  n» 
aera  degni  in  queste  materie  li  Ginliuali  Gaetana  ,  e  Capponi  ,  Monsi» 
gnor  Corsini ,  il  Baratteria ,  il  p^  Castrili,  e  altri  adoperati  in  oiiesta 
gmode  afiare  ,  e  T  Aleottt  medetima ,  che  scrivendo  a  favore  de  Feiw 
raresi,  ingenuamente  credette,  non  poteni  in.  altro' meda  provvedem 
ella  beuificaaione  generale ,  il  dhe  finalnente  diede  ancora  motiva  ut** 
la  éel..  mem*.  d*  Urbana  VUL  di  ordinala  eoo  ma  auo  Breve  apooiale 
Peaecuaioner 

Nò  sì  può  dubitare,  obe  non  essa  ano  a* abbiano  da  oonsegulre  be-^ 
oafiai  oooaidetlabilisaimi  por  tutte  tre  le  provincie,  cbe  ora  gemono 
daanificate  da  tante .  aeque  ^  naeuire  sona  tropfp  chiari  li  fantaggi  , 
cb0  rifultane  da  questa  determinasioiie ,  a  aaraisaa  in  gran  parto 
TVifli  ippuniof  eoe  i  fiarimreai  ammettotia,  ae  Rena  a?  introdn^ease 
mi  Po  ^t  Ferrara,  quando  iu  questa  vi  corsease  il  Pa  grande;  cioB 
tstta  cbe  in  questo  caso  dovrebbero  temere,  pia  di  quella  che  adae» 
ee  Amia,  la  riolensa  del  Reno  per  la  osaf^ior  vicinanza  di  tani*  no» 
fncf  cbe  già  bmbirebbesa  le  niacii-  Si  atabilisà  dunque  ia  quesle 


vmdo  QQ  terminerai  Reno»  eoi  qaalonon  sarà  pia  soggetto  e  quello 
alteraziooi,  che  hanno  tenute  in  continue  aj^ttazioai  qae^  poveri   po- 
poli: cesserà  il  dispendioso  accrescimento  d'argini    nelle    parti   supe- 
xtpri  necessario,  e  sempre  maggiore,  sino  che  il  Reno  avrà  per  con* 
tró  la  valle ,  che  sempre  si  va  rialzando  :  sì  restituiranno  gli  scoli  già 
perduti  a  cosi  eran  parte  del  territorio  Bolognese  :  e  si    allontanerà 
da  tanti  perìcoli  la  città  di   Ferrara ,  quanti   sona  i   froldt   esistenti 
negli  argini,  che  la  difendono  da  Reno:  e  ritorneranno  in  buono  sta* 
to  tante  campagne  soffogate  dair  acque ,  principiando  dal  Poggio  sino 
alle  Larghe  oi  Bagnara  :  e  diminuendosi  le  piene  in  Primaro ,  resterà 
in  gran  parto  libero  dalle  sorgive  il  Polesine .  di  S.   Giorgio  :   meglio 
assicurate  le  valli  di  Commacchia;  e  resi  (ertili  molti   terreni  della 
sponda  destra  dello  stesso  Primai^o,   e  finalmente  migliorerà  grande- 
mente r  aria  renduta  poco  salubre  dal  cresmmento  ,  e  ristagoameiito 
continuo  di  tante  acque  «.  .  ' 

La  spesa  finalmente  di  questa  linea ,  per  essere  d^  un  tratto  assai 
breve ,  non  arriverà  ad  essere  tanto  eccessiva  ,  che  si  renda  superìo* 
re  alle  forze  di  queste  Provincie  ;  e  perchè  il  comodo  maggiore  di 
tal  risoluzione  pare,  che  almeno  presèntemente  risulti  a  favore  de* 
Bolognesi;  nosi  sarebbe  forse  lontano  dal  giusto,  chiassi  restassero 
obbligati  al  peso  di  mantenere  a  loro  spese  gli  argini  nuovi  a  destra 
del  Reno  ,  e  del  Panaro  »  Onde  ooncbiudiamo  ciò ,  cbe  net  principio 
dicemmo  :  che  secondo  il  nostro  parere  fra  là  diversità  de  rimèdi 
proposti  noD  ve  ne  sia  altro  pia  praticabile  dì  questo  • 


Bologna  a.  Gennaio  1694» 


Fefdbmndo  Carenai  ^  AdSk . 
Sìnmusco  Cardinat  Barbtarini^ 


*i4 

Mia,  Simiitàdi  Nostro  Signore  Olemmte  Jd.^^d  .alla  Saera 

Congregatone  delC  acque. ^ 

RELAZIONE,  E  VOTO 

jor  uoirszenoK. 
DOMENICO    RIVIERA 

•«kCBSTABIO    DKLLA  MSIÌS8IMA    JB  TltirATORS   JUPOSTIMLIGO ,    L*  AVITO    MPCQXÌHU 

JPer  riconoscere  lo  s iato , del  Renoj  del  JPanarOp  e  del  Po^  . 
e  V  accrescimento  de*  danni  cagionati  dal  primo^ 

.FXA     LA     GOVGRXGAZXOirX     DEI     3.    SXTTBMBBX     iSlJ* 


» 

I.  X  er  conoscere  ,  te  cippo  la  visita  delP  acque  dei  temtoil  fli  .Ro- 
magna ,  di  Ferrara ,  e  di  Bologna ,  fatta  con  ptovida  cara ,  e  liogola- 
re  diligenza  F  anno  1693  •  dagi^  Eminentissimi  «ignori  Cardinali  d' Ad- 
^a^  e  Barberini  ^  fossero  succedute  tali  alteraj^ióni  ne'  letti,  negli  ar« 
gìni ,  e. nelle  foci  de^  fiumi ^  Reno»  Panaro .9  e  Po, -che  non   permet- 
tessero più  r  esecuzione  del, sensatissimo  loro  vpto, -circa  il  rimoTcre 
ìt'Reno  dalle  valli,  e  condurlo  al  Po  grande ,  iacendota^  unito  prima 
col  Pafnaro ,  sboccare  poco  di  sotto  alla  Stellata ,  la  da  me  nel  passan- 
te Ottobre  delP  anno  1716,  unitamente   co*   deputati    delle  due  pia 
interessiate  provincie  di  Ferrara.,  e  di  Bologna,  fattala  visita  di  quel- 
le acque,  con  ogni  maggior  sollecitudine  à  me   singolarmente    racco- 
siandata  dui  paterno  amore  di  sua  Santità,  tutta   intenta   al    minore 
dispendio  di  quelle  afflìtte  città ,  ma  «insieme  però  con   tatta   1*  esat- 
tezza possibile ,  e  necessaria  in  un  affare   di  si   grava    momento ,  di 
cui  non  ba  lo  stato  temporale  di  Santa  Chiesa  presentemente  ti  mag- 

{;iore  •  Perciò  da*  Periti  di  ambe  le  parti ,  coli*  assistenza  de'  due  ce- 
ebrì  matematici  il  padre  abate  D.  ^uido  Grandi  monaco  Camaldole- 
se,  e  primo  lettore  delle  matematiche  nelP  Università  di  Pisa ,  ed 
il  padre  lettore  D.  Celestino  Galiano  monaco  Celestino,  soggetti  noa 
meno  di  nota  integrità,  che  di  singoiar  dottrina^  i  quali  assisterono 
alla  visita  con  totale  indifferenza,  e  come  mìei  consultori,  furono 
Atte  tutte  quelle  operasieni,  ed««sservazioni ,  ohe  si  credettero  ne- 
cessari^ ,  per  tpettqre  in  ^chiaro  la  verità  de*  punti  controversi ,  e  le 
quali  o  erano  state  praticate  nelP  altra  visiu ,  o  venivano  richieste 
dalle  parti  interessate,  alle  qaali  si  procurò  di  soddisfiire  in  tutto 
quello  >  che  ognuna  di  e9$^  richiedeva  • 


s55 

sr.  St  ebbe  partioatn^O'  aTTertensa ,  oBe  le  Kv^laiffbiii  »  e  gK  scandagti 
•i  facessero  ne*  medesimi  laoghi ,  ne*  quali  ecano  stati  fatti  nella  vi^ 
sita  deiraanó  suddetto  169!) ,  e  che  qaelle  si  riferissero  a'  medesimi 
termini  stabili^  a'  qaali  erano  stato  allora  riferite ,  per  potere  pia  ao^ 
eertatamenie  giudicare  di  qnaliMiqne  variaziooor  che  foese  da  qael 
tempo  in  qua  succeduta,,  e  rilevarne  le  oooseguenee, .  facendo»  poco 
eonto  di  quelle  operazioni  »  che  noo  legate  ad.  alcoit  sego<^  siabìle  po- 
tevano- facilmente  per  1'  incertezza  de'  siti  controvertersi ,  e  conira^ 
starsi  ;. e  nello  stesso,  tempo  poi»  siccome  si  ebbe  special  cura,,  che  le 
parti  convenissero  ne'  detti  luoghi ,  e  siti  y  e  nelle  misure ,  cosi ,  do** 
Te  ciò  noO'  accade var,  si  ebbe  avvertenza»  che  negli  atti  doila  visita 
ne  fosse  fatta  speciale ,  ed  espressa  mbnziooe  • 

3.  Senza  difibodermi  a  riferire  minutamente  tutte  le  particolarità 
osservate  -in  questa  proposita,  le  quali  possono  ricavarsi  dagli  atti  co* 
piosi  della  at^sa  visita,  e  tanto- dagli  esami  di  numerosi  testi m onj  , 
o  indotti  da'^erraresi-,  o  da*  me  esaminati  ex. officio,  eoa  avere  a^- 
vnta  particolare  avvertenza  di  chiamare  io  medesimo  all'  improvviso- 
le  persone  all'  esame ,.  e  di  servirmi  sempre  de'  custodi  delle  chiavìr^ 
ohe ,  o  degli  abitatori  de'  luoghi  contigui ,  o  piìt  vicini ,  «pianto  delle 
livellazioni,,  e  nHSure  in  quella  iàtie  ^^  mi  ristringerò  solamente  e  rap- 
presentare eoHa  maggior  brevità,  e  con  totta  la  possibile  distinzione 
eiò,  ohe  giudicherò  di  più  necessario,  e  di  pia  Hotabi^er,  da  cui  si 
possa  bastantemente  discernere  ,  a  qual  parte  pieghi  la  ragione ,  e  si«- 
enramente  giudicare  ,  e  risolvere  ,  qual  deter minaF^/ioae.  sia  opportuna 
e  prendersi ,  per  provvedere  ad  un  male ,  ohe ,  lanciandosi  senza  ri- 
medio, se  apporta  presentemente  danni ,  e  pregiudizj.:  gravissimi ,  col 
volgere  di  non  molte  ten>po  Fccberà.  V  ultima  desolazione  a  tre  più- 
fiorite  Provincie ,  ohe  sieno  sottoposte  alla  Sede  Apostolica  • 

4»  Siccome  quattro  erano  le  variazioni ,  che  nella  congregaaHone  te- 
anta  li  a8v  Maggio  dell'  anno  scorso ,  si  asseri^vano  per  parte  della  cita- 
la di  Ferrara  accadute  dopo  la  viaita  dot  1693*,  per  le  qjaali  non  po- 
tesse darsi  esecuzione  al  voto-  de'  predetti  Elmidentissimi  Cardinali  • 
La  prima  delle  quali  era  1'  abbassamento  del  fondo  del  Reno ,  dopo  le 
Mtte  di  esso,  seguite  l'anno  1714»  ^  i?^^»  lo  quali    dal    nome,  de' 

Fissessorl  de'  beni  adiacenti  veng'ono  chiamate^  Panfilia  la  prima  ,..6 
altra  Cremona  •  La  seconda  y  V  alzamento  universale  del  fondo  del 
Panaro  •  La  terza ,  il  riempimento  pare  universale  dell^  alve^  del  Po» 
E  la  quarta  finalmente  ¥  essersi  d'allora  in  qua  serraie  alcune  prioi- 
cipali  bocche  del-  medesimo;,  onde  concludevano,  che  nò  il  Reno  a^ 
vesso  nin  tanta  eaduta  da  potersi  introduvrer  come  prima  proponevar 
si,  emginnto  al-  Panato  nel  Po,  nò  queste  fosse  più.  capace  di  rioor 
V«lo»  e  smaltire  felìoamente  lo  tue  acque  nel  mare;  cosi  ad  altret* 
tanti  capi  ridnrrassi.la  presèlle  Relasuoflie ^ esaminando  prima  ciò  ohe 


listi  rtteoritrato  di^aifieta»  e  dtflTereiiM  Mio  «tettò  anfeoedente  » 
ordine  al  fondo  nel  Aeno  indi  nel  letto  di  Panaro  ;  potoia  nelP  aWeo 
del  Po  9  ed  appretto  nelle  tue  boeohe,  con  aggingnere  in  ogni  luogo 
Uitte  quelle  riflettioni  »  lo  quali ,  tecoodo  anche  il  giudizio  de*  pre^ 
delti  padri  matematici  da  me  tempre  cootultati,  ti  tono  giudicato 
4>pporiane  alla  pretente  materia ,  ed  ina ierae  quelle  ritpotte ,  che  to- 
no convenienti  alle  difficoltà  topra  detta  Yitita^  etpotte  dallo  parli 
•in  pia  tcritture  alla  Sacra  Congregazione  ^  indi  air  Emioentittimo  Pro* 
ietto  in  una  lunga  conferenza,  e  contraddittorio  »  a  cui  io  pure  in* 
•tervenni  con  detti  padri  matematici* 

. .  5..  E  primieramente  conviene  premettere  ,  ettere  uni  vertale  dottri- 
na di  tutti  quelli ,  che  hanno  pin  accuratamente  trattato  della  nato- 
dra  de'  fiumi  »  comprovata  .altreti  dalla  continua  etperiensa  ;  che  è 
proprii*tà  di  quelli,  i  quali  non  corrono  d^l  tutto  chiari,  d*  interri* 
re,  e  d*  inalzare  i  loro  fondi,  quando  corrono  batti,  e  tcarii  d'ac- 
qua, ed  air  incontro  di  eicairarìi  ,  e  profondarli  quando  ne  corrono 
•gonfi,  0  ripieni  $  talmente  che  in  ogni  fiume,' che  corra  torbido, 
più  basto  tempre  ti  ritenga  il  tuo  fondo,  quando  egli  è  nelle  mag- 
.fiori  tue  etcretceoze,  o  poco  dopo  di  ette,  di  quello  che  ritroviti , 
-quando  per  lungo  tempo  è  corso  nella  tua  bassezza  minore.  Ciò  fott- 
io, non  deve  nnicamtnte  gindicartì  delle  alteraaioni  de'  fondi  da 
iquello  che  Titnha  dagli  teandagli;  attetocbè,  te  non  tono  ttati  nel- 
le due  vitite  ritrovati  i  fiumi  nella  aletta  parità  di  circottanze,  ma 
allora  in  pièna ,  e  dipoi  nella  loro  quati  maggior  battezza,  egli  è  cer- 
to ,  che  col  mezzo  de'  predetti  teandagli ,  altri  fondi  dovevano  rìtro» 
Yartj  neir  oltima,  che  non  furono  ritrovati  nella  visita  antecedente. 

6.  JNè  per  quetto  dovrà  dirsi ,  ettere  accadute  alterazioni  reali,  o 
durevoli  ne' loro  fondi,  perchè  appunto  il  loro  ttabile,  e  durevole 
ttato ,  come  degli  altri,  che  parimente  non  corrono  del  tutto  chiari, 
non  in  altro  consiste ,  che  in  quetto  continuo  cangiamento  di  ettere 
più  bassi  ne'  loro  fondi  in  tempo  delle  maggiori  loro  escrescenze  ,  o 
oopo  di  esse ,  ed  all'  incontro  meno  profondi ,  quaodo  mattimamontn 
da  qnaicbe  tempo  corrono  magri  y  e  pólveri  d' acque  p 

7.  Ora  ettendo  tottociò  vero  ,  non  per  qnetto  debbono  tralatoiar- 
aiy  o  tono  ttati  in  *qnetta  vitita  ' tralasciati  gli  teandagli,  o  tutto 
quello ,  che  da  etti  con  ragionevole  ditcorso  ti  può  dedurre^;  bensi 
ebbeti  Particolare  avvertenza  di  rioonotcere  due  altre  cose ,  dallo 
quali  più  ticuramente  raccogliere  si  può  lo  ttatp  presente  4to'  fiumi 
fespettivamente  a  quello,  che  fu  trovato  del  1693.  L'  una  è,  se  dò* 
po  r  anno  suddetto  è  convenoto  rialzare  gli  argini ,  e  qoaoto  •  L'  ai« 
tra ,  te  le  piene  ,  o  maggiori  etcretcenze  tono  atale  più  elevate  di 
prima(  eoprioatiaootachè  ,  te  in  quetto  tempo  né  gK  argini  tono  alati 
maggiormente  elevata,  né  tono  giuoio  le  pione  a*  più  alta  9efna« 


# 


if 


1 

% 


pAre  che  con  oertezsa  mtgEiote  iédaxn  u  debba»!  che  non  ai  aoao 
oè  alzati ,  né  riempittU  i  ÌquÀì  de'  fiumi  «  IXtàU  ciò  maggiormeato 
Comprovato  dal  «oosiderarai  ^  che  le  «screscenza  aocàdiite  ia  questo 
tempo^  per  coofessione  delle  parti  medesime  ,  non  aono  «tate  di  mi»- 
nor  mole  d' acque  «  di  <iuello  -che  fossero  per  l' addietro;  onde  ,  uo# 
come  al  giudicherebbe  di  uà  vaso  ,  le  sponde  di  cui'  fossero  oggi  «£• 
£itto  1^  atesse  di  quelle  di  ieri,  ^  T acqua  «outenuta  da  -esse  in  ^aaa* 
tita  uguale  9  cbe  n^l  foado  del  vaso  nou  sia  succeduto  alcau  riempi- 
mento., che  lo  renda  meno  t^apace.,  «osi  '  lo  atesso  pure  giudicar  ai 
dovrà  di  quei  finmi»  e  de*  loro  alvei* 

4).  f^d  ìnoomiaciando  dal  Heao:  è  questo  fiume,  -o  torrente  aoste- 
liuto  con  argini  altissimi  aopra  il  piano  delle  vicine  campagne  ,  a  ca- 
gione della  grande  -elevazione  del  suo  letto  aopra  di  quelle  ,  cagiona- 
ta non  meno  dal  non  ayere  proporzionato  ,  «  libero  lAogo  nelle  parti 
idferiori ,  che  dalla  protrazione  della  linea  del  ano  corso ,  come  de« 
posero  quattro  testimoni  esaminati  sul  territorio  Ferrarese  ^(i).  Non 
è  pertanto  maraviglia,  che  Tompendo  or  qua  «  or  là  i  detti  argini  , 
e  precipitandosi  per  le  rotte  nelle  campagne  tanto  più  basse  ddi  auo 
fóndo,  tiri  a^co  altresì  in  qualche  parte  lo  ^stesso  suo  fondo,  con  ì^ 
abassarlo ,  massimamente  quando  tutte  le  acque  di  esso  fiume  ,  colà 
derivandosi,  corrono  di  continuo  per  la  nuova  apertura,  dove  trova* 
nò  maggior  caduta  »  abbandonando  dei  tutto  1' alveo  inferiore  alle 
rotte  «  Così  è  succeduto  prima  per  la  Panfilia,  e  poi  per  la  Cremo- 
na ,.per  le  quali  acaricandosi  non  aolamente  tutta  T  acqua  auperio« 
re,  ma  per  fino  V  inferiore  ,  che  nel  momento.  In  cui  ai  fece  là 
nuova  apertura  ,  subito  all'  indietro  ai  rivolse  a  quella  parte  ,  dove 
più  pronto  aveva  lo  acarico ,  come  depongono  con  loro  giuraa^nto  , 
(a)  quattro  testimoni  oculari  esaminati  sulla  faciùa  del  luogo,  rima- 
se affatto  asciutto  il  tratto  inferiore  del  letto  di  esso  Reno,  In  ma- 
ltiera 0he  ivi  ora  si  cammina  per  V  alveo  ,  come  pet  una  pubblica  via  » 
non  servendo  più  in  modo  alcuno  ad  uso  del  tìume« 
,  9»  Egli  e  vero  pertanto ,  che  ne'  luoghi  auperìori  alle  rotte  al  ò 
abbaasato  il  fondo  del  Reno  ;  onde  dalle  livellazioni ,  e  dagli  scanda« 
gli  (3)  latti  al  passo  di  Cento ,  ai  trovò  il  maggior  fóndo  dì  quel  fin* 
me  profondato  piedi  quattro,  once  nove,  e  minuti  undici,  più  di  quel* 
lo,,  cbefosae  trovato  nella  visita  del  1693,  il  che  pure  anche  fu  de- 
posto ^4)  ^A  ^^  testimoni  ivi  esaminati  «  « 

10.  Ma  non  per  questo  dovrà  dirsi  il  fondo   del   Reno  universal- 
mente profondato  ,  anzi  è  cosa  .manifesta  ,  che   non  ostante  questo 


}f)  Visita  Monsignor  Riviera  MS.  pag.  53.  55.  66.  83.    (a)  Pag.  83  84.  85.  86» 
3>  Pag.  64.  à      '  ^^^  Pagv55.  &9.  60.  6a.  ^4,  jS.. 


\ 


il 


«5«  ^ 

acGideatale  abbassaniento ,  «i  è  andato  tempre  nnirersaTmente  rìalzan^^ 
do  ,  ed  ha  obbligato  a  aojlevare  a  maggior  altezza  i  suoi  argini  ,  tao* 
to  i  Bolognesi  dalla  loro  ,  come  ameodue  lo  parti  eoofessarono  ìnge* 
nuamente  sul  luogo  delia  rotta  Gremooa^.  (i)  e  confermarono  aHa 
rotta  Panfilia.  Così:  pure  convennero  in.  quello  che  manifestamente 
Todevasi  9  cioè  essere  notabiln^onte  pia  alto  nel  fondo  l'alveo^  inferio- 
re ^Ue  rotte ,  di  quello  ora  il  superiore  ;  il*  che  poi  fa  dimostrato  e-^ 
^identenìente  drillo  livellazioni  fiitte^  e  riferite  agli:  stessi  termini  »ta* 
bili  ^  a^  quali  fucono  allegate  nell'anno  169!^  {%)•  AUa  botta  dunque- 
degli  Annegati  si  trovò  T  alveo  rialzato  piedi  tre»  once  cinque  ,  e 
minuti  quattro^.  Alla'bott»  di  Guocagoa  f  oh'  è  ì(  punto  della  diver^ 
siofie  del  Reno  stabìKto  nel  voto-  }•  (3)  piedi*  uno  »  once  tre  y  e  mioa*-^ 
ti  tre  •  Alla  botta  Ghislieri  in  Mirabello  y  prendendo*  i  fondi  raggua- 
gliati y  piedi  tre,  once  cinque,  e  minuti  qoattre,  (4)  e  secondo  i 
snaggiori  fendi  piedi:  uno ,  once  sette  ,  e  minuti  nove .  £  finalmente 
a  Vigarano  »  &  sia  air  intestatura  di  Rena  vecchio  (S\  piedi  quattro  ^ 
e  once  otto^ 

lì .  Ne  è  da  dubitarsi ,  che  chiuse ,  e  tipigliace  Te  suddette  rotte  ^ 
e  rimandata  Y  acqua  del  Reno  per  V  alveo  suo  consueto,  non  debbft 
questo,  dove  si  era  profondato  rialrarsi  dinnovo,  e  colle  deposizioni^ 
ohe  fera  avanti  a'  dossi  presenti,  ristagnandosi  le  acque,  FÌtornare 
il  fondo  alla  ripienezza  di  prima-,  con  uguagliarsi  le  parti  superior» 
alle  inferiori  io  aU<>z9a  sempre  maggiore  <K  quella  ,  che  ne'  siti  me«^ 
desimi. aveva  Tanno  >6q5.  Imperocché  dimostra  la  presente  coustita- 
mone  di  questo  fiume ,  che  per  non  avere  V  esito  convenevole ,  e  per 
essere  obbligato  a  prolungare  sempre  piiJt  lo  sregolato  corso,  vagando^ 
per  le  valli  ^e  per  le  campagne,  sì  debba  lo  stesso  sempre  più  elevare  di 
fondo,  (6)  come  sempre  finora  ha  fette,  attestandola  anche  oon^giu-- 
'l'amenio  cinque  esaminati  tt-siìmoni.. 

i.a  Ed  \u>  riprova  maggiore  di  questo  ahsamento  del  fondo  si  pob 
addurre  la  continua  elevazione- degi' argini ,  che  oltre  la  detta  con-» 
fessione  delle  parti,  resta  ancora  provata  dal  detto  di  sei  testimoni  ^ 
(7)  e  moHo  più*  poi  apparisce  dalla  livellaziooe  ora-  fetla-  al  passo  di 
Cento,  paragonandola  a  quella  del  1693»  con  riferirla  allo  stesso  se» 
gno  stabile  allora  preso ,  e  riconosoiuto  per  invariate  dalla  deposizio- 
ne  di  due  testimoni  •  Imperocché  ne  risuJu  y  che  in  qnel  luogo  ,  dove 
è  per  ahro  il>  fondo  abbassato  ,  (0)  1'  aitine  sinistro  dal  suddetto  ano» 
1693^  al  presente  ,  si  trova  ad  ogni  modo  rialzato  piedi  tre  ^  once  due,| 
e  minuti  tve»  e  il  destre»  piedi  due,   once  nove,   e   minuti  quattro.. 


I 


*(i)  Visita  Riviera  MS.  pag.  76.  78»  (a)  Pag.  1151.  (3)  Pag.  751. 

(4)  Pag.  86.        (5)  pag.  &85.  a9i.  (6)  Pag.  35.  56.  70.  75.  Si. 

(7)  f*»6*  7^*  75-  »^*  3o..  69.  71.  83.  84.    (8)  Pa^.  ^9.  71* 


^$9 

iS«  Aasì  aggìirgtier  si  deve.,  cbe  in  qoe«ti  ni  timi  anni  è  stato    ne-' 
^ceasarto  di  protongare  T  arginatura  di  questo  fiume  alle  suo  parti  su^ 
periori  e  quasi  sioo  al  Peole  della  via  Emilia  ,  cioè  a  dire  noh    lan- 

fi  dalle  faide  de^  tuonti^  quando  del  1*693.  incomioeiava  solamente  al 
'rebbot  4uogo  tre  miglia  inferiormente  sitaato,  e  eie  ^enne  attesta- 
to da  quattro  testimoni  esaminati  in  ^ue'  {voghi  ohe  dissero ,  avere 
lEedttto  fare  di  nnovo  quegli  argini  9  (i)  e  poi  frequentemente  anoom 
Inalzarli,  perchè  venìvaoe  soverefaiati  dalle  piene  9  oootuttocbè  questo 
non  sieno  ora  né  più  frequenti ,  né  di  maggior  altezia  sopra  il  fon- 
4o  di  prima»  attesoché  non  eiitrinp  ora  nel  Reno  altre  acqipè  9  fuor- 
ebè  le  solite  ,  come  asserirono  cÌQqse  alm  testimoni  giurati  pratici 
^  quel  fiume,  e  abitanti  istorio  ad  esso,  o  nelle  sue\^icinan2e  (a)« 
Anzi  aggiuqgeno  9  cbe  per  cagióne   del  continuo  alzamento   del   fon- 

«  do  9  a  misura  di  cui  conviene  9  ohe  ei  vada  elevando  la  superficie 
dell'  acqua  9  cbe  per  esso  scorre  9  credevano  essi  9  che  si  rendesse  pitt 
contumace  contro  i  ritegni  ^  e  più  pronta  alle  iuondazioni* 

14*  ^^1^  ^*  ^^  duaqtte~ragiooe  di  sospettare  9  che  le  piene  del  Re- 
no portino  ora  maggior  corpo  d' acqua  di  quello  che  per  lo  passato 
portavano  9  né  viene  ciò  in  alcun  modo  provato  dal  segno  di  mag- 
por  escrescenza  9  indicato  alla  chiusa  di  GasaJeccbio»  si  perobè  non 
trovandosene  nella  visita .  dell*  anno  16939  indicato  alcun  segno  in 
questo  luogo  9  non  può  farsi  confronto  delfo  stato  d'allora  col^pre- 
aonte*^  si  perchè  questa  maggior  copia  d'  acqua  del  Reno  dovrebbe 
pur  sapersi  d' onde  proceda  9  (5)  e  non  può  provarsi  in  modo  alcuno 
da  certi  piccioli  ripari  di  tavole  9  ebe  ora  ai  veggono  alla  «penda  si- 
nistra 9  e  superiormente  alla  detta  chiusa  j  perchè  ciò  potrebbe  pi^ 
cedere  da  qualche  accidentale  alzamento  del  fondo  nella  parte  supe-* 
l^ore  9  per  la  deposizione  di  dossi  ^  o  greti  più  rilevati  nella  destra  , 
ohe  nella  sinistra  9^  i  quali  ebbUgbino  il  fiume  che  ivi  corre  in  ghia- 
ia 9  e  non  ristretto  fra  gli  argini  9  ad  indrizzarsi  a  questa  parte  (co- 
me in  fatti  sul  luogo  fu  detto»  che  il  fiume  minacciava  di  lasciare 
in  disparte  la  detta  chiusa  9  è  aprirsi  un  nuovo  alveo  a  sinistra  di 
essa)  onde  restano  per  conseguenza  pesti  in  necessità  gli  abitatori ^  a 
munire  le  loro  sponde  dalla  corrosione  della  corrente  9  senza  che  per- 
ciò dir  si  possa  9  che  maggior  copia  d'acqua  siasi  accreéciuta  di  più 
di  quello  ch'era  ne'  tempii  paasati;  ed  in  fatti 9  flicoome  per  detto  di 

,      J4.  test}nM>ni  (4)  non  è  ora  diverso  l'crdinario  numero  delle   piene 


del 

m 


il  Reno  da  quello,  cbe  fosse  del  16989  cioè  di  tre  in  quattro  l'anno 
tggnaglia^tamente  i  cosi   da   cinque  de^  medesimi  testimoni  9   come 


(1)  Titka  Riviera  MS.  pag.  a7,  aS.  3o.        (a)!:Oag.  55.  56.  67.  So.  60. 
(9)  Pag.  stSL    (4)  Pag.  £0.  53»  54.  55.  67.  £8.  5$.  6x.  74.  7S.  «3.  84.  85. 


\ 


a  Mpn  ti  h  detto  >  Tiene  espressamente  assente ,.  isen  esser»  eHew» 
ia  se  stesse  pia  alte  ora  ^  (i)  o  più  copiose  di  prìm:f  »  Ne  si  è  muta** 
ta  ia  tempa»  in  cai  per  Io  pia  solevano  esse  succedere  9,  cioè  ^  o  sai 
fine  deiraatnnno»  a  neiriavernct  ne  I&  durazione  loro  apparisco 
akeratft  y  percbà  ancora  adesso  it  pia  sì  stende  a  quelle  dodici ,  o* 
quindici  ore^^  come,  già  era.  salito  ;  ed  io  somtna  né  dalle  deposizio-^ 
ni  di  chi  pratica  questo  fiume  *.  ne  dalle  osservazioni  fattevi  ^  traspi» 
ift  alena  contiasseguo  di  variazione  circa  la  quantità:  deir  acqua  ^  cho 
topport»,  a  circa  lo  altro  circostanze  delle  sue  piene  » 

i&«.  G(4|o  medesimo  ragioni  resta  tolta  V  altra  pretesa  prova  ^  eh^ 
i  Ferraresi  adducevano  nelle  loro  scritture  di  questo  accrescimento 
à^  acque  nel  Reno ,  dedotta  dair  essersi  trovato  le  pieno  di  esso  al 
Trebbo  più  atte  piedi  cinque^  once  sette ,  o  minuti  sei  ,  di  quello 
fessero  det  169.T.  meotro  tale  alzamento  non  può»  mostrare  raccre*^ 
aoimepta  deT  corpo  delTaqqua  y  ma  si  dee  rifondere  neUa  elevazione 
nniversale  del  fondo,  soprabbondantemento  provata  in  visita..  Né  già: 
fnb  dirsi  che  talo  etevazidno  noo  sia  bastevole  ad  un  tate  ef&ito  » 
fer  essersi  questa  a  Vigarano  osservata  tton  piuv  che  di  piedi  quat-^ 
tro  y  eneo  otto  >  o  minnti  otto  ;  perchè  siccome  quel  fondo  si  è  mag*- 

E'oìrmente  elevato  a  Vigarano  di  quello  ».  che  hì  sia  trovato  in  altri 
ogbi  di  questo  fiume  „  corno  in  questa  relazione  si  è  mostrato^  co- 
si pu&  motto  bene  essersi  elevato  al  Trebbo  più  che  a  Vigarano  », 
eioe  ì  suddetti  piedi  cinque  »  once  sette»  e  minuti  sei  »  che  si  tro«^ 
vano  di  differenza  fra  lo  piépe  d'  allora  »  è  le  presenti», 

16-  Bensì  motto  più  fondatamente  si  può-  argomentare  Patzamento^ 
M  fondo  det  Reno  dal  riempimento  accaduto  nelle  valli»  dove  collo 
Kvellazibni  fatte  in  questa  visita  a  Matalbergo»  si  prova  che  il  fondo> 
ìD'  questo^  tnogo  siasi  dal-  1 693Ì1*  alzato  almeno*  piedi  tre,,  once  quat* 
tro  y  e  minuti  sei ,.  e  che  il  segno  (a)*  a  cui  ora  giùngono  le  massime- 
escrescenze  9.  è  più.  alto  del  segno  indicato  nella  visita  de*'  signori 
GardinaUv  piedi  due»,  once  nove»  e  minuti  nove..  Che  se  dall'anno;' 
x6aS^..  in-  cui  segui  la  vìsita  di  Monsignor  Corsini»  fino  air  anno  1695- 
aet  corso  di  sessantotto  anni  »  (5^  i  predetti  signori  Cardinali  nel  lóro 
voto>  riconobbero  r  essersi  alzate  le  somme  escrescenze  piedi  tre  »  oroi 
m  qness^  ut tim»  visita  net  corso  di  soli  ventitré  anni  si  sono  trova*- 
Ut  alzate  poco  meno  che  altrettanto  di  qnello  avevano  prima  ht^ 
to  itti  sessantotto^,  dat  ohe  possono  dedbrsS  quelle  pernicioso  eon»^ 
fegoenze  d%  protratte»,  edi^ estese  inondazioni  nelle  campagne  su» 
periòri  ^  osservate  i»  quest*"  ultima  visita  ».  e  prima  saggiameiit* 
prognosticate  da''  detti  sigpori  Cardinali  net  mentovato-  loro  voto  - 

(i)  Visita  Rivièra..  MS^  pag.  8K  ?6.  57.  S9.  60.        (a)'  pag.  a73: 
(?)j  Vota  d' Àddaj^  a  Barberini  al  Proemio  nel  ^  Per  cosier€ndere.c 


s6i 

1  fr  E  percbè  V  iDxIsameato  del  recupiente  yb  sempre  connesso»  cot^ 
1  eleTaztone  dell' inflaeote  »  non  pajr  negars?  ,  che  na  tioHle  rieQ»pi« 
mento  di  fondo  non  sia  pnr  anche:  aocoedato-  nell''  alveo»  del  Rena  f 
9be  allocca,  in  quelle  valU,  altri  mentir  «on  sarebbera  cresointe  in  esse 
fuelle  deplorabili  mmrieyda  cui  sono  afflitti'  quegli*  infelici  Pòpoli;  nò 
ar  lagnerebbooa  questi  delfa  grand^  espansione  fìtta  dall^  acque  negli 
ultimi  ventitre  anni  con  si  grave  pre^ndizia  delia  coltura  ,  e  della 
popolasione  (i)'-  È  stata  giustificato  per  fedi  ginrate  de'  paroccbi 
prodotte  in  visita,  siccome  pure  era  stato  fatto  in  quella  nel  preoe* 
olente  mese  di  Marzo»  dell*  iatessa  anno>  ^716.  eseguita  aon  sommo 
zelo  »  ed  attenzione,  e  non  minore  fatica  ^  e  tolleranza  dall' Emìnen*»^ 
tissimo  Cardinal  Paracciani  ^  che  daU'anna  i69}«  sino»  at  passato,  di 
trentanove  comuni  i  ({uals  aonoi  stati  soggetti  a  nmilt  disgrazie,  si  ha 
distìnto,  e  sicura  riscontro,  che  ia  ventìses  di  esse  sono  rimaste  af- 
fogate 55940*»  tornature  di  terra  lavorata^  che  davano»  di  rendita  al- 
trettante corbe  di  frumento»  le  quali  corrispondono  a  nibbi  r  SqO*». 
Che  ia  ventidue  de^  medesimi  manca  la  rendita  di  corbe  sedioinrìla  ^ 
e  seicento  ventiquattro^  di  marzatelU  r  che  fìnuo"  rnbbi  949^.^  Che  in 
Venti  degli-  stessi  mancai^a  8476*».  abitanti;.  Che  in*  sedici  de'  medesi- 
mi restano»  sommèrse  26191..  tornature  di  prati,  che  rendevano^  ogni 
anno  calura  di  fieno*  io46a-*  Che  tono'  abbattute  554*  case  da  continii- 
ni  abitata  •.  Che  ia  quattordici  di  essi  reatano*  sommerse  lyr.  case 
civili  latte  per  comoda  de'  padroni  ^  Che  ih  nove  sola  d«''  medesimi 
ai  sono  perdute  4'*^  cascine  per  gli  armenti..  Che  in  otto  di  essi 
Xnancano^  seifìci  Chiese  -  Che  ne'  soli  due  comuni  di  Bagno*  di  Piane», 
e  della  liolinella  si  e  perduta  Centrata  di  104000;-  libbre  di  canupa  ». 
Che  net  solo  conrane  d'  Argile  si  è*  scaptutc  per  arSo;  capi  di  be« 
•tie  bovine  ,  e  minute^  ottre  il  danno*  incredibile,  che  in  ognuno  di 
questi  generi  sarà  succed'uta  agli  altr^  comuni,  che  non  hanno  po-^ 
tnto  esprimere  la  quantità  de^  danni  ^  ma  sohmente  in  termini  gè» 
aerali,  da  cui  non  può^  rilevarsene  la  vera  quantità* ,.  e*  valore - 
-  i8.  EI  ben  dòvevane  aspettarsi  cosi  pregi udìciali  effetti  da  un  fiu»^ 
me  laseiatc  quasi  oramai  senza  sfogo  r  se  noi»- in  quanto  nome  pet 
lambicce^  gli  è  permesso^  di  sfiorare  stentatamente  lie  sue  acque  con 
^no  scarico  infelioissim<>  net  Po^  di  Frimaro'  ^  tanto*  ^  tutte  le  parti 
Yiene  esso  viorentemente  ristretta  ,  e  centra  ogni  ordine  di  natura 
imprigionato.  Il  che  ben  riconobbi  nel  visitare>cBe  fècir  come  sC'- 
gretario»  della  Saera  Congregazione^  i  due  rami  di  Volano  r  e^  di  P¥i* 
Qiara  sina  alla  soocca  lora  nel  mare;:  po'*  quali  due  rami^  essendo' 
«orsa  anticamente  V  acqua  del  Pa».  n»'  è  rimasta  ad  essi  tuttavia*  H 


(1)  Yiaiu  Biviara  MSL  pag.  33&. 


I 

de  nominazione ,  telibene  t>Ta  non  òHiùflimo  «pia  t^e'    loro  mlveì  &BTn« 
meno  una  stilla  di  quel  gran  fiume  •  le  tale  oocaeione  ,  dico  ritrova- 
ti quasi  tutti  gli  acoli  delle  suddette  valli,  dove  ristagna  il  Reno  a  <ie- 
atra  del  Po  di  Primaro  ,  già  enunciati    nella   visita  ^ell*  anno   1*693.' 
io  quest'ultima  chiusi,  ed  interrati.  E  oiò   che  fa  maggior  compas* 
•ione,  ti -maggiore^  e  più  ampio  di  e^si ,  che   è  il  Cavo   detto  delle 
Gaccupate ,  con  fortissimi  ripari  di  lunghe  »  e  robuste  travi  altamen* 
te  conficcate  nel  suolo ,  con  altre  attraversatevi  ia -buon  .numero,  0 
sovra pposle  ad -una  stabile   soglia,  impedito  coutra  gli  antichi,  ed    i 
nuovi  Deweti  di  questa  Sagra  <2ongregazione , -dalla  quale  fu  peraiei* 
so  unicamente  a  principio  ad  una  privata  fiimiglia  di  poter  fare  qu43- 
ohe  piccola  rialzata  di  terreno,  che  nel  crescere  deiraoque,  potesse 
dalla  stessa  forza  della   corrente   essere  rimossa,  e  'Oon  ciò  derivare 
da  quelle  valli  .un  canale  a  K^omodo  di  alcuni  mnlini  ;  ed  ultimamene 
te  le  fu  solo  acoordato    un  rip^o  facilmente   amovibile ,  ;parohè  alla 
lìocca,   ellissi  applicava , -si  lasciasse  una  larghezza  di  treutanove  pie- 
di di  luce,  laddove  non  solamente  dopo  Tanno  ^698.  «fttvvi  fabbrica- 
to sopra  .unasoglia  fissa  ,  uno  stabile  r^  forte  ritegno  ,  ma  pochi  mesi^ 
ancora  antecedentemente  a  questa  -mia  visita  4ti  interamente  rinnova^ 
to  quel  grande   edificio  di    legno   sopra    descritto  ,  diviso  in  due  00* 
chi ,  il  destro  de'  quali  rimane  sempre  chiuso  eolie  travi  sovrapposte 
a  tale  altezza,  che  non  lascia  mai  per  quella  sparto  scorrere  4' acqua» 
onde  resta  la  metà  sola  della  luce  prescritta  aperta  tktìV  occhio  -sini* 
Distro,  largo  solamente  piedi  19.  in  circa  ;  <e  ^questo  altresì  perja  mag* 
gior  parte   del    tempo  ai  tiene  ingombrato    dalle   travi  sovrapposte^ 
cbe  non  mai    si   levano,    se   non   in   occasione  di  dure  il  passo  alle 
barche,  e  subitosi    rimettono,  ^  sì  accumulano  una  sopra  l'altra^ 
w  quel  numero  che    piace  a^  ministri  de'  mulini^  e  custodi  di  esse 
passo ,  i  qnaJi    con    tale  artificio  sostengono  t«sie  l'acque  delle*  valli 
Contìgue  a  loro  lalemo ,   ed  ^  in    arbitrro  di  essi  di  far  con  ciò  ore* 
scere ,  ed  alzare,  /O  immediatamente ,  o  mediatamente  neUe  parti  «a* 
peneri  ancora  a  -dette   valli,  1' -espansioni  dell' aeque^   e  gì  interri-^ 
menti ,  e  l'elevazioni  degli  alvei. 

19.  Né  qui  si  fermano  i  pregiudizi  recati  da  queste  artificioso  TÌ« 
teeno  ::  imperocché ,  essendo  questa  V  unica  parte  per  cui  mantiensi  ^ 
sebbene  infelicemente, -la  navigazione  tra  ferrerà-,  e  Bologna,  e 
conseguentemente  poi  a  Venezia ,  «oltre  l' immediata  comunicazione 
col  mare,. questo  è.  di  venuto  un  piano  assai  pericoloso  per  le  barche  > 
(1)  conforme  io  stesso  riconobbi»  e  viene  freqnentemente  ancora , 
qualunque  egli  siasi,  .0  negato»  .0  ritardato  a'  a»vigaati^  in  forma 


«PI 


(1)  YisiU  Riviera  MS.  da  pag.  a&6.  a  aS^  ^  e  «da  afe  a  a6fi. 


^63 

tale,  ehercMtor  dell'acque,  e  la  Ubertk^clfel  comnìercio  vad'a  sempre 
più  scalpitando.  Gosa^tanto  esorbitante  ,  ed  ingiusta,  che  i  moilesinni 
deputati ,  e  difensori  deUa  cìuà  di  Ferrara  ,  suUa  faccia  del  laogo 
noa-  seppero  altro- rispondere ,  se  non*  che  questo  era  nti  particolare 
interasse  ,  io  cui ,  siccome  non  aveva  quella  città  alcuna  parte ,  cosi 
non. voleva  averci  alcn^na  ingerenza  per  di-fenderlo* 

AC  Noa  voglia  stav  qui  a  riferire-  lo  spargo  del  canarie  d^lla  Sala» 
Tola  ordinato;  dopo  una  lunga  visita  da  Monsignor  Marabottini ,  e  da 
aie  in  quest'ultima  ritrovato  non  eseguito;  nemrneno    mi    diffonderSt. 
circa  gli  firgioi  a  sinistra  del  Reno,  eoe    tutta^via    difendono  la  Sao- 
martina  dopo  il  passo  di  Sk  Martino ,  poco  sopra   il^  Riazzo  del  Reno 
detto  Cfervella ,  quaoiuhque  con  replicati  decreti    tante    volte   vieta- 
to ^  e  solamente  mi  ristringa  a  rimettere  ,  che  nou  put*e    viene  nega*» 
to  alle  piene  dell^atsque  d^^L  Reno  uti  esito  proprio;',  e  reale  ,  che    io* 
porti  al  mare  (^il  qual  esito  iter.tamente  per  qaesca    parte  non  potreb^ 
be  sveni,  uè  sarebbe  perpetuo,  come  eoncluilèntemente    dimostrafia 
gli  EmìnentissVmi  Autori  del  Voto ,  ma  solo-  coU.^  intromissione  tli  que* 
sto  torrente  nel  Po  grande  si  potrà>  felieemente  ottenere),  ma  gli  vie** 
ne  ancora*  impedito  li  tenue    sollievo   di  qpaei  piccoli  scoli  ,  che    essa 
dopo  di  ai»er  vagato,,  e  deposte  le  sne  torbide-  nelle  valli.,  da  se  me- 
desimo  sì.  va  aprenda-^  e  cosi.  T eccitilo  delle  vicine,  e-  delle  superio*» 
ri  canipagne,  cbindendosi  per  ogni  parte,  e-  restringendosi  <]iielle  ac- 
que oltre  misura,  si  aocr«sce>  e  sempre  più  si  va  dilatando. 

Ski«  Da  quanto^  oni<  ai  è  detto,  non  meno  si  deduce  la  net;essità  di 
nmedio  ad  un  male,,  che  si  precipitosamente  si  avanza,  e  che  con  si 
lapida  forza  reca  rultituo  eccidio  ad  uno  già  fioritissimo  territorio^ 
dì  quello  si  argomenti,,  ohe  non  ri  è;  per  quanto-  io  creda  ,.  dalla 
parte  de! .Reno  ostacolo  alcuno,  d»  cui  resti  impedita^  P  esecuzio- 
ne del  voto  de'  signori  Cardinali ,  non  avendo  egli  perduta  pun<* 
to  la  oailuta ,.  ch<o ,  quando  emanò-  il  detta  voto ,  aveva  sopra  la^ 
soglia  della  chiavica  Pilastrese  per  lo  asserto  abbrissamento  dttl  sua 
Ibndo  i'  primieramente  perchè^  I  addotto  pnofondamento  e  succeduto 
in  parte  molto  saperìore  al  sito,  d'onde  ìnoominciar  dovrebbe  la. di» 
Tersione.  di  questo- fiume  proposta  nel  vx>to^,.  ond^  non  si  trova  alte» 
itato  il  toEroine  del  suo  prinoìpio,  o  come  dicono  a  quo;  ttnm  questo 
stesso  termiua  si  trova    piuttosto    innalzato,-  e  dotato  di  caduta  magi- 

£*ore  di  piedi  uno,  once  tre,,  e   minuti    quattro,   come  si  è  riferito. 
>  sopra;  secondariamente,,  perchè,  quando  pure  fosse  necessaria    ia 
ogni  parte  y  par  effettuale  la   progettata,  diversione  ^  (i|  tutta   quella. 

/ 


^   • 


•  -•' 


y 


M^  Voto,  d'  A4da  ,  e  Barberini  alla  psoposiziona  della,  lìnea  del  Po  grande  alli 
5:  Salle  misura  te*.  \.  Se  consideriamo  ec.  £.  Regolandosi  ec.  e  £•  Attesa  poi.  sc« 


elevazione  di  fondo ,  'cliè  ave^a  H  Reno  nel  Èempò  defla  Titita  d^ 
medesimi  BÌgnorì  Gardioali ,  la  quale  però  £a  da  bm  madeaioii  rìoo^^ 
nosciuta^  e  ^4idicata  troppo  afobondaBie  9  e  aòterehia  ài  bisogno  ^  ecK 
me  nel  loro  voto  già  è  tnani&i«to  9  ohe  ehiate  le  rotte  9  dovrà  il  ]ei« 
to  dei  Reno  tutto  egualmente  riempirsi  5  a  ritornare  in  ogni  éua  par* 
te  allo  stato  dì  prima  »  e  dovrà  avere  oonteguentemente  4a  ogni  lao«' 
s   go  la  ateasa  caduta ,  che  allora  aveva  .^  anzi  molto  maggiore  aneora^ 

fer  doversi  pareggiare  colle  altre  parti  delPalveoi  che  aono  rialzale  ^ 
inalmente^  in  terzo  luogo  rifletto  ,  che  dovendo  come  yìen  provato 
dal  voto  de*  signori  Cardinali  ^  il  letto  del  Heno  dopo  la  introduzio-; 
ne  dei  Po  notabilmente  profondarsi^  e  rimanere  tneassato  nella  cam^ 
pagna,  lì)  talmente  9  che  dal  profilo 5  che  i  Bolognesi  in  c[neata  visiur 
iianno  prodotto  ,  ricavisi  »  che  il  foodo  di  questo  iSume  diverrebbe 
più  basso  dello  stato,  in  cui  era  del  lòg'i.  al  punto* della  diversione 
intorno  a^  piedi  tredici  »  e  in  faccia  a  "Cento  piedi  dodici  io  circa; 
Tessersi  in  quest'ultimo  luogo  egli  atesso  da  se  profondato^  dopo  le 
rotte  poco  meno  di  cinque  piedi ,  anzi  che  nuocere ,  {2}  giova  piut- 
tosto air  intento  della  eaecuzione  del  detto  irhto ,  in  cui  viene  sta- 
bilito,  che  debba  acavarsi  l'alveo  dal  punto  della  diversione 5  aupe- 
riormente  precedendo  fino  alla  Samoggia ,  per  aiutare  colParte  la  na« 
tura  a  moderare  1'  eccessiva  pendenza ,  che  ha  questo  torrente  verso 
il  Po.  Se  dunque  per  altri  maligni  effetti  non  fossero  le  aegUite  rot- 
te di  troppo  pregiudizio,  e  danno  alle  campagne  sommerse,  si  a- 
vrebbe  motivo  di  ringraziare  le  stessa  natura  ^  che  avease  preventiva- 
mente fatta  da  se  una  gran  parte  delP  opera ,  e  risparmiato  tanto  di 
fatica,  e  di  spesa  «  " 

d'2.  Si  raccoglie  inoltre  da  questo  accidente  una  oculare ,  ed  inno- 

g abile  dimostrazione  dello  scavamento,  che  seguirà  nell'alveo  del 
Leno  fino  ad  incassarsi  fra  terra ,  quando  abbia  libero  P  esito  del 
Po  grande,  il*  cui  pelo  basso  è  tanto  inferiore  al  livello  delie  campa- 
gne ,  sulle  quali  per  le  rotte  sboccando  esso  Reno  ha  potato  co«i 
profondarsi  :  e  aiccome  tale  abbassamento  di  letto  è  ridondato  ia 
gran  vantaggio  da^'Centesi,  cosi  molto  più  vantaggioso  riuscirà  ad  ea» 
ai  ,  ed  a  tutti  gli  altri  interessati  dei  territorio  di  Ferrara 9  e  di  Bo- 
logna ,  se  mandandosi  il  Reno  a  Bboccare  in  un  termine  ancora  più 
basso ,  quale  è  il  Po  nello  stato  suo  ordinario  5  potrà  maggiormente 
scavarsi ,  ed  incassarsi  dentro  le  ripe  ^  e  le  campagne ,  come  in  fatti  * 
seguirebbe  con  tale  diversione,  esentandoli  dal  pericolo  delle  rotte,  e 
dalla  soggezione  di  mantenere   non   meno,    che  di  elevare  gli  argini- 


(1)  Visita  Riviera  MS.  pag.  xo8. 

(a)  Voto  d*  Adda,  e  Barberini ,  nella  linea  del  Po  grande  al  5.  8e 
ino  ec. 


a6S 

ad'  mia  eeoeMita  «Itezn  dalPniia»  e  dafirthra  parte  »  eòa  ta^tx>  di- 
•peodio  f  e  £itica  per  cooservarlt  »  e  eoo  sempre  vioiao  pencolo  di 
nnove  rotte,  e  di  deplorabili  ioondaaioni. * 

s5.  Avendo  bastaotemeote  discorso  del  Reno»  passo  a  favellare  del 
Panaro  ,  il  cui  fondo  si  rappresentò  alf  opposto  da'  Ferraresi  nniver- 
salmente  innalzato  dopo  Tanno  1693 »  e  gli  argini  di  esso  per  talea» 
gione  ridotti  ad  altezza  maggiore* 

a4  Fu  qnesto  stesso  opposto  da'  medesimi  Ferraresi  nella  visita  de' 
due  signori  Cardinali,  e   sotto   li  17.'  Luglio    1693.   dibattuto   fra  le 

Sarti  co'  confronti  degli  stati  delle  visite  precedenti  del  Cardinale 
raetani ,  di  Monsignor  Corsini ,  e  del  Cardinal  Borrommei ,  la  prima 
latta  l'anno  i6o5«  la  seconda  l'anno  i6a5,  e  la  terza  l'anno  i6S8> 
nò  pelò  fa  provato  un  alzamento  univeniale  di  quel!'  alveo,  ma  al  pia 
qnalqhe  piccola  elevazione  a  luogo  a  luogo ,  che  si  compensava  ^ 
ed  anco  si  superava  da  altrettanto,  o  maggiore  abbassamento  in  altri 
aiti  • 

aS.  Cosi  presentemente    ancora   cinque  testimoni   esaminati   bensi 
depongono  dell'alzamento  degli   argini  ,  ma  solo    dopo  l'anno  lyoS  , 
npn  già  per  1' addietro,^  quando   squarciati .  dal   gran  peso  dell'acque 
del  Po  ,  che  avendo  rotto  gli  argini  sul  Mantovano  dalla    parte,  ove 
confioa  colla  Stellata,  vennero  di  fianco  ad  appoggiarsi  sopra  i  sinistri^ 
del  Panaro,  e  sforzatili,  si  avanzarono  a  rompeire  (1)  ancora  i  destri, 
nome  da  essi  coqoordemente  fii  deposto  •  Aggiungendo  per  altro ,  che 
là  necessità  di  sollevare  detti  argini   cagionata  allora  da   questa  stra* 
ordinaria  inondazione  del  Po,   ordinariamente   poi  non  proviene  cho 
dallo  sbassamento,  a.  cui  gli  argini  medesimi  continuamente  sono  spg*, 
getti.,  servendo  essi  di  pubblicne   strade  a   passeggieri,  a  cavalli,  ed 
a  carri.  E  sebbene  alcuni  di  loro  ne  incolpavano  ancóra  qualche  pio* 
colo  alzamento  di  fondo  dello  stesso  fiume,  non  già, da  essi  immedia* 
tamente  osservato;  ma  cosi   da  loro  creduto,  per  averlo   inteso  da 
altri  affermare,  soggiunsero  però,  che  questi  piccoli  interrimenti  del 
fendo  restano  sgombrati  nel  tempo  delle  massime  piene  del  Panaro  , 
o  nel  ealare ,  che  fiume  le  piene  del  Po  rigurgitate  per  l' alveo  di 
quello» 

a6.  E  qui  pudico  a  proposito  di  brevemente  riferire  quanto  viene 
acritto  dal  dottore  Giuseppe  Bartoli  segretario  del  pubblico  di  Ferrara 
{%)  nel  suo  libro  dello  stato  di  quella  città ,  in  ordine  alla  rotta  di 
quatto  fiume,  e  del  Po  grande,  seguita  nell' accennato  anno  1705,  ao- 
eioeebè  apparisca  d' onde  quelle  ebbero  la   loro  origine  •  RiferisQo 


\ 


(i)  YìèìtA  RÌTieta  MS*  a  pag.  iia.  ii3.  ii5.  ii7«  ii9.  laS»  mS. 
(a)  Nel  Trattato  del  Monte  riparazione  pag,  4<* 

^34 


N. 


\ 


s66 

egli ,  eke  dalle  calamitose  emergenze  ^  le  quali  afflissero  tante  regioni 
deW  Europa  y  che  languirono  sotto  il  turbine  delle  pia  fiorite  arnut» 
te,  non  ne  andò  esente  lo  stato,  e  territorio  di  Itantova,  e  che  da 
questo  fonte  derivò  la  terribile  inondazione,  che  Vanno  i7.o5.  allaga 
ti  Ferrarese  per  la  impotenza  de'  signori  Mantovani ,  senza  forze  aì» 
trove  distratte,  e  senza  gente,  o  fuggitiva,  e  obbligata  a  militare 
ne*  lavori  senza  bovi^  o  morti ,  o  fatti  ciba  deUe  armate  a  riparata 
le  arginature  del  Po  grande  dalla  lora  piirte^  e  che  dalla  rottura  di 
esse  quasi  fu  ridotto  ali*  ultimo  eccidio,  oltre  il  Mantovana  medesima^ 
io  staio  ancora  di  Ferrara* 

ft7.  Prosegaeodo  ora  a  rappreeeotare  lo  utato  del  Plmiro'  nel  tempo- 
di  questa  visita  ^  sebbene  dalie    liveliasioni ,  e  dagli    scandagli    falli 
alle  ehisTiebe  di  Burana,  e  di  San  Giovanni,  e  alla  Rondana  ,  appari** 
seono  rialzati  eli  argini  daUo  stato ,  in  en»  erano   nella    ▼isita  de'  si-^ 
gùorì  Cardinali ,  apparisce  però  dalia  medesmia,  ehe  allbra  aooora  e- 
rano  bisognosi  di  questo  rialzamento,  (i)  mentre  in  alcuni  luoghi'  yc»" 
siTano  soverchiati  dalle  acque,  creme  ricavasi  da'  ptà  testimooj  allora 
esaminati   tanto  alla  detta   chiavica  d4   San  Giovanni ,  quanto  altro- 
ve ,  uno  de'  quaK  attestcr,  che    hi    piena  superasse  i   detti   argini    ia 
qualche    sito   alt'  altezza   d' un   piede  •    Giò   ohe  assai  bene  confronta 
con  le  misure  prese  nella  mia  visita  ,  dalle  quali  il  Valeriaoi   perita 
Ferrarese  in  una  sua  scrittura  ha  raccolte  ,  che  il  seigno  di   massima 
escrescenza  del  1689.    contrassegnato  con  croce  alla  chiavica    di  Bn^ 
na,  e  isidicate  del  1693.  a'  signori  Cardinali',  era  nn  piede  ,  ed  un'ini^ 
eia   superiore   alta   vecchia  corteHata  della    chiavica  di  San    Giovan- 
ni ,  che  stava  ia  pari  altesza  con  gli  argini  ad    essa  contig^ui.  Onde 
sembra  naturai  cosa ,  ehe  dopo  le  suddett«t  rotte  del  detta  anno  1705» 
èssendosi  dovuti  riattare  gli  argini ,  sieno  stati  questi  inalzati   a  quel 
segno,  a  cui    avrebbono  dovuto  gingnere   ancora   per  T innanzi.   Q, 
fendo  però  del   Panaro,   eie   ehe   siasi   degli   argini,  si  è  trovato  in. 
quest'  ultima  visita  piuttosto  abbassate ,  die  rialzato ,  o  almeno  qtiasf 
'  il  medesime ,  che  era  del  detta  anno  1693,  ae  si    paragoneranno  le. 
snismre  d'allora  colle  presenti.    Poiché  in  faccia  alla  cbiaviea  di  Bo-f. 
rana,  il  maggior  fondo  di  esso    fiume   paragonata  allo  stata,  in  ciu 
era  ne)  1693,  apparisce  pia    basso  once   CHi<|ue,  e  nmuti  uno;   ma 
se  preadesi  il  fondo  ragguagliato ,  (a)  st  trova  alzata  once  ima,  e  mi*^ 
unti  dieci.  Alla  chiavica  di  San  Giovanni  detta  pure  anche  di   Sante. 
Bianca  j  il  mag«;ior  fendo  si  vede  abbassato ,  rispetto  alle  misure   pre«. 
ae  li  ]3;   Maggia  ^69^3.  piedi   uno,,  e   once  tre,  e   rispetto  a  qoeljb 


M»t 


(i)  Visita  d'Adda,  e  Barberini  del  ifi^S.  sotto  li  la.  e  sS.  Febbiaie 
(a)  Visita  Biviera  MS.  pag.  iai« 


a67 

preae  3  dì  ai.  Settembre  dello  etetso  anno  ^.  pare  abliassato  piedi 
<tae»  ooee  cinque,  e  miBati  «ette,  ed  il  fondo  ragguagliato  si  trova  pare 
più  profonde  di  prima  piedi  dae  »  oooe  due  ^  e  minuti  due  iu  rela« 
z^ione  alla  «addetta  liv-ellazioae  delii  i3*  Maggio  1693,  (t)ed  in  relazio- 
ne  alla  aecoada  «de*  a««  Settembre  quasi  altrettanto  >  mancandovi  in- 
detto eccesso  un  salo  punto  e  tre  cmarti  di  divario ,  che  poeo^  •. 
nulla  dee  corarsi.  Alla  chiavica  Rondona,  il  maggior  fonde  si  ritrò* 
%h  rialzato  <once  otto ,  e  minuti  tre  y  ed  il  fondo .  raggaagliaio  pure 
più  alto  di  quello  fosse  deL  4693.  piedi  ano»  once  «oa,  e  minuti 
dieci  l%).»  Sicché  compenaaodo  quei  pop^  di  alzamento  »  che  quivi  si 
ossene  coir  abbassarnento  maggiore  trovato  negli  altri  due  luoghi;' 
tton  può  stare  la  presunzione  »  se  non  per  lo  abbassamento  9  che  pre-- 
Tate ,  o  per  la  considteaza  dello  stesso  fondo  a  un  dipresso  nel  mede* 
aimo  stato  di  prìma^  corna  fu  trovato  Tanno  1093,  paragonandolo  oth 
|{li  stati  delle  visita  precedenti  • 

à8«  Né  appresso  di  me  ha  forza  alcuna  V  alzamento  del  fondo  di 
tre  pedi  9  e  doe  once^  ^addotto  da*  Ferraresi  sopra  le  osservazioni 
fiitte  al  %>ldo  della  -Goccapana  situato  nella  parte  pia  superiore  del 
Panaro  assai  al  di  sopra  -dei  luog«,  (^)  dove  a  questo  fiume  dovrebbo 
il  Reno  congiungersi.;  poiché  le  livellazioni^  rae  ivi  furono  fatte  li 
11.  Febbraio  1693 ,  non  si  trovano  riferite  iHLnu  termine,  stabile,  e 
indubitato ,  ma  al  solo  piano  della  campagna  adiacènte  talmente  va* 
fio  9  ed  irregolare  »  die  :  in  diversi  luoghi  quelle  facendosi ,  poteva 
ciascuna  delle  parti  ricavarne  ttaa  prova  a  se  favorevole  ^  massima- 
mente  avendo  quei  iroldo  molta  estensione^  e  non  sapendosi  il  pror, 
eiso  sito»  in  cui  fu  esaminato  del  1698,  e  a  qual  parte  delPadia^ 
oente  campagna  allora  si  riferisse   r>operazione«    Non  potendosi   dan« 

Sue  sapere  ,  se  le  livellazioni  suddette  furono  per  V  appunto  riferite 
lo  atessa  sito  dell'anno  «693,  conseguentemente  non  ae  ne  pué  far 
aicuro  riscontro  »  e  tutto  questo  fu  esposto  dalle  parti  medesime  aul« 
la  faccia  del  luogo  ,  le  quali  non  potendo  in  eie  convenire,  fit  r^i« 
atrata  negli  atti  della  vista  la  dffe ronza  »  che  fra  esse  leeKeva  ^  e 
dUedo  ciò  motivo  a  tralasciare  queUe  operazioni  »  che  non  legate  a 
teilnini  aicurì\,«d  incontrastabili,  alavano  piuttosto  motivo  ad  escu* 
xan  ,  -che  a  rinvenire  la  verità .  ^ 

%^  Ncilla  più  resta  provato  T  alzamento  del  fondò  del   Panaro  dal*  « 
le  osservazioni  fatte  in  questa  visita  allo   sbocco  di  esso  nel   Po  i  (4) 

Cliché  qaantndque  i)aragonandosi  queste  con  altre   simili  fatte  li  i6. 
aggio  1693.  si  trovi  un  alzamento   di  fondò,  sncéeduto  dopò  quel 
tempo  p  maggiore  di  otto  piedi  ;  é  però  àltresi  certo»  che  tre  volti 


(I)  Visita  Riviera  MS.  pag.  taa.    (a)  Pag.  laS    (3)  Pag.  9».    (4)  Pag.  i36.  ^47. 


a6S 

in  quell'anno  fii  tcandaglitta  Ttoqui  nelle  vicnnanse  dello  sboooo  del 
Panaro»  cioè  a'  14 1  od  a'  j6.  di  Maggio ,  ed  ultimamence  alti  6*.  di 
Novembre.  I  primi  scandagli  fatti  li  t4«  Maggio,  paragonati  a  qoèI<^ 
li  di  queita  visita,  non  danno  ohe  il  tenutssimo  alzamento  di  sole 
ottce  due,  e  minuti  dieci,  e  quelli  delli  6.  Novembre  di  sole  once 
una,  e  minuti  sette*      * 

8o.  E  obi  è  dunque,  il  qnal  non  vegga,  cbe  quel  fondo  non  ri« 
trovato  due  giorni  prima,  poi  ritrovato  ii  i6.  Maggio,  quMdo  cer- 
tamente non  poteva  essere  accaduta  in  pocbe  óre  una  così  notabile 
Tariasione  nel  letto  del  fiume  9  quel  fondo ^  che  sei  mesi  appresso 
non  fu  rinvenuto ,  non  poteva  essere  che  un  fondo ,  o  gorgo  acciden* 
tale,  o  uno  scandaglio  piuttosto  gittate  nel  Fo,  cbe  nel  Panaro,  e 
ohe  lo  stato  delli  i4«  Alaggio,  corrispoAdéndo  a  quello  de'  6.  No* 
vembre  ,  è  lo  stato  »  cbe  dee  nnioamente  osservarsi  ?  Bensì  da  qoe^ 
sto  manifestamente  raccolgo  ciò ,  cbe  sopra  ancora  bo  riferito ,  cioè 
V  incertezza  di  ritrovare  i  fondi  maggiori  col   mezzo  degli  scandagK  • 

Sié  E  per  verità,  che  il  fondo  delli  i6.  Maggio  non  fosse  il  vero, 
ed  ordinario  fondo  del  Panaro,  resta  inoltre  da  più  altre  ragioni  ad 
evidenza  comprovato  •  E  primieramente  dir  converrebbe ,  '  cbe  avesso 
avuto  allora  maggior  fondo  il  Panaro,  cbe  il  Po,  cioè  più  P influen- 
te ,  cbe  il  recipiente  »  giacché  cogli  scandagli  fatti  quello  stesso  gior- 
no alla  chiavica  Pilastrese  in  Po,  la  maggiore  altezza  d* acqua  non 
fii  c^e  di  piedi  ventitré  ,  e  once  nove  ,  ed  in  Panaro  alto  sbocco  di 
piedi  ventiquattro,  e  once  dieci,  il  che  quanto  sia  lontano  dalla  ra- 
gione ,  e  dal  verisimile ,  non  vi  è  certamente  chi  non  Io  conósca  • 
Secondariamente  prendendo  il  fondo  de'  fiumi  regola  dal  piano  degli 
sbocchi,  se  dopo  la  visita  dell'anno  1693.  realmente  pia  di  otto  pie« 
di  si  fosse  rialzato  lo  sbocco  del  Panaro ,  altrettanto ,  o  poco  meno 
aenzà  dubbio  si  sarebbe  trovato  alzato  tutto  l'alveo  suo  superiore:  e 
pare  per  le  osservazioni  fatte  alla  chiavica  di  Burana,  (1)  ed  a  queU 
le  di  S.  Giovanni  si  é  trovato  anzi  abbassato  ,  cbe  rialzato»'  In  terzo' 
luogo  ,  se  coli' alzamento  dello  sbocco  va  congiunto  quello  detrai- 
feo  superiore  ,  col  riempimento  di  questo  é  altr&si  iodispensabilmern* 
te  connessa  la  maggiore  elevazione  della   superficie  dell  acque  taeNe 


sue  maggióri  escrescenze  ;  eppure ,  quaotunqne  da'  Ferraresi  si  pre« 
tenda  ,  che  dopo  la  visita  de  signori  Cardinali  '  sieoo  Tenute  piene 
di  maggior  mole  d' aequa  ,  cbe  prima  ,  ad  ogni  modo  da'  testimoni 
esaminati  in  questa  visita  ,  (a)  e  da'  -segni  *  delle  maggiori  eacrescèn- 
se  da  essi  indicati  apparisoe^  cbe  le  piene  venute  dopo  quel  tedapo 
■on  bannox  sormontato  sensibilmente  i  segni  di  quelle  venute  per  lo 


j(s)  yitita  Riviere' MS.  pag.  lai.  lAa.        (a)  Tug.  uA  ts^ 


f 


X  # 


iniuuizi  •  La  pia  alta  di  queste  »  venata  nel  tempo  inteunedlo  tra  le 
vdne  visite  9  (i)  per  quanto  da  cinque    testimoni   è  stato  deposto ,  fu 

2 nella  deJl' anno  1*71 4*  Il  segno  di  questa  indicato  alla  ehiavica  diS. 
rjovaoni  non  resta  ,  ohe  una  sola  oncia,  e  minuti  otto  superiore  alle 
escresoenasie ,  che  furono  dimostrate  a*  signori  Cardinali  V  anno  1693 , 
anzi  V  altezza  dell'argine  sinistro  in  faccia  >lla  suddetta  chiavica,  il 
quale  resta  inferiore  once  tre,  e  minuti  otto  at  suddetto  segno  del- 
la piena  del  1714»  ^^  conoscere,  o  dubitare  ,  che  questo  sia  forse 
atatp  indicato  più  alto  ancora  del  dovere  ,  mentre  ]\on  fu  deposto  da 
alcupo  de'  testimoni ,  che  tal  piena  sormontasse  quégli  argini  •  E 
quantnnque  il  segno  mostrato  di  questa  stessa  piena  alla  chiavica  di 
Burana  da  altro  testimonio.,  resti,  più  alto  del  più  alto  segno  di  pte« 
na,  che  fu  quivMndicato  a'  aignori  Cardinali»  di  once  sei,  e  mez- 
zo (a),  nulladimeno  e  perchè  il.  suo  asserto  non  si  accorda  col  prì* 
mo  esaminato  alla  chiavica  di  S.  Giovanni ,  e  perchè  nel  sno  emme 
riuso»  cpofuao ,  (3)  ne  seppe  spiegarsi ,  come  apparisce  dagl'  atti  del- 
la visita  ,  anzi  ancora  mendace ,  mentre  depose ,.  che  dopo  V  anno 
1693.  (4)  la  soglia  inferiore  della  chiavica  di  Burana  era  stata  alzata 
-piedi  due ,  quando  poi  dalle  misure  prese  in  quest*  ultima  visita  pa- 
ragonate a  quelle  del  1693.  coostò ,  essere  stata  abbassata  :  non  pare, 
che  del  suo  detto  debba  /arsi  gran  caso  (5)  •  Le  altre  piene  accadute 
tra  le  due  vìsite ,  sono  rimaste  tutte  inferiori  a*  medesimi  segni ,  qbe 
iìirono  a  detta  chiavica  di  Burana  indicati  nel  1693.  (6)  E  itebbene 
nel  tempo  delle  rotte,  che  succedettero  nel  171^5.  per  le  cagioni  di 
aopra  riferire ,  ^secondo  il  segno  mostratone  alla  stessa  chiavica  di  Bu- 
rana, (7)  l'acqua  superò  gli  antichi  segni  di  once  sette:  è  chiaro 
Qulladiaieno,  non  doversi  quel  caso  straordinario  numerare  tra  le 
piene  del  Panaro,. atteso  che  non  giunse  egli  a  tanta  altezza ,  se  non 
per  le  acque  del  Po  in  lui  travasate  con  rompere,  (lì)  o  superare. di 
traverso  i  suoi  argini ,  come  depongono^  alcuni  de'  predetti  testi- 
moni «.  Aggiungo. .finalmente,  che  de'  tre  scandagli  fatti  allo  sbooóo 
del  .Panaro  Tanno  .  1693*  aion-  deve  attendersi  che  T  ultimo  delli.  6» 
Novembre;  il  quale  poqo,  o  nulla  è  diverso  da  quello  ritrovato  nel* 
l'anno  scorso,  giacché,  essendo  stata  diretta,  questa  visita  a  ricolmo— 
acero  le  variazioni  occorse  dopo  l'anno  1693,  e  non  le  seguite ^  deù* 
tro  quel!'  anno  medesimo ,  deve  farsi  il  paragone  dell»  stato^  presen- 
te coli' ultimo  stato  dell'anno  suddetto  osservato  da'  signori  Calci- 
nali Visitatori ,  e  non  già ^coll' antecedente  :  il,  che  per.  mio  creder» 
toglie  di  mezzo  ogni  dubbio.  .^ 


\ 


(i)  YUìta  Riviera  MS.pag.  iia.  114.  116. 1^4.  ir6.    (a)  Pag.  izi.    (3)  Pag.  119» 
(4)  Pag*  107,  (5)  Pag.  lao.  (6)  Pàgw  jao.  lai.  (7)  Pag.  mi. 

(8)  Pag»  zia  ii3»  %i5é  117.  ia6.  za7. 


.V 


3a.  Se  flnnqne  le  j^ne  dopo  il  1698.  uan  bMóò  -oltrepitsaii  1  «e-» 
gni  di  prima  ,  come  da'  testimoni  »  e  dalle  liyeilaztODi  ancora  si  rao»' 
coglie  9  non  dubito   di   conchiudere,  che  nel  fondo  di  Panaro -dopo 
quel  tempo  non  è  segnilo   ateamento  generale»  che  ài  distenda  per' 
tutto  il  «uo  letio ,  benché  ^qualche  piccolo  dosso  in  alcun  -luogo  pos«^ 
sa  essere  stato  rinvenuto  »  che  dimostri  alsamento  »  mentre  altrettali*' 
to,  ed  anche  pia  altrove  si  trovm  abbassato.  Sono  queste  piccole  Ta^* 
nazioni  ordinarie  a  tutt*i  6umi  ,  nò   percifè   alterano  Ja  loro  condì* 
sione  :  onde  -né  tampoco  dalla  parte  di  Panaro  io   giudico  9  che  tro^ 
visi  a4c4ioa  variazione  »  4a  quale  impedisca  V  esecuzione  del  voto  • 

33.  Ma  per  logHere  ogni  ombra  di  difficokà  »  che  TÌ«iaoer  mal 
potesse,  aggiungo  per  ultimo,  che  quando  -aucora  fosse  vero  niì* 
rialzamento  maggiore  di  otto  piedi  -ado  aboceo  di  questo  fiume,  ciò 
non  ostante  sarebbe  luogo  alla  esecuzione  del  voto-;  mentre ,  veuendo- 
in  esso  tiratala  elidente  del  nuovo  alveo  di  diversione  <lftl  piano  del- 
la soglia  della  chiavica  Pilastrese ,  (1)  o  al  più  piedi  tre.,  e  »nou  già 
jHedi  quindici,  o  sedici  sotto  di  quella,  eome  era  il  fondo ,  -che  fa- 
trovato  a'  sedici  di  Maggio ,  non  atteso  allora  in  conto  aloimo  nel 
voto  de'  signori  Cardinali  :  se  il  fondo  ritrovato  allo  sbooco  di  Pana- 
vo ndr  ultima  visita  non  aolamente  è  ^à  pari  -di  quéNa  soglia ,  ;(a)  «sa 
anche  piti  basso  -di  essa  piedi  -oiiattro .,  once  -tre  ,  e  'minuti  otto  ;  ^ 
iWnseguentemente  maggiore  delti  tre  piedi  cimsiderati  da  detti  Emi* 
sentissi  mi ,  è  chiaro,  che  anche  ammettendosi  il  preteso  alzanientoi 
non  ne  risulta- perciò  .viiriazione  ^  che  possa  ritardare  la  esecuzione 
«del  'loro  voto. 

34.  Mi  avanzo  ^>ra  a  i;oBsiderar<r  il  9o  grande  »  e  ad  esaminare:| 
se  riempimento  universale  sia  veramente  succeduto  nel  suo  fondo  « 
Fu  ciò  preteso  nella  stessa  forma,  che  ora  da*  Ferraresi  ne^  coùtradit- 
titori  fatti  alla  presenza  de*  signori  Cardinali  li  4«  Agosto  delP  aBCi# 
X6^i.  (3)  ed  agitato  con  molto  studio    fra  ie   parti,  delle  quali  leg* 

Sensi  intorno  a  questo  articolo  più  acritture»  e  replicho  negli  atti 
i  quella  visita';  ma  ciò  non  ostante,  il  giudizio  de  medesimi  Smi«* 
nentissimi  Cardinali  espresso  nel  loro  voto  fu ,  <^he  il  &ndo  del  Pe 
dopo  la  totale  introduzione  del  Panaro,  e  dopo  la  intera  TÌduzione 
delle  sue  acque  nel  ramo  di  Lombardia ,  (4)  si  fosse  piuttosto  esca^ 
Tato ,  <5be  interrato  •  In  fatti ,  come  bene  avvertirono  V  Eminenze  lof# 
nel  voto  suddetto  ,  gli  argini  del  Po  alla  chiavica  Pilastrese ,  i  quaK 
al  tempo  deUa  visita  Corsini  iuri>né  riconosoiutt  dà'  Periti  al  pati 


(i)  Voto  d*  Adda  e  Barbecui  alla  linea  del  Po  grande  5*  ^a  consideriamo  eO^ 
ì(ft)  Visita  Riviera  MS.  peg.  i36.  léj. 

(8)  V^oto  d'Adda,  e  Barberini  al  5-  ài  resta  dunque  ec.  della  linea  del  Po  grande* 
(4)  Vota  d*  Adda ,  e  Sarberiai  della  linea  del  ro  grande  al  detto  5*  Ci  fesca  ee« 


?7« 

éel  pnino  della  coltellata  superiore  di  quella  oBiavica,  ft)  si  travaro- 
■o-  al  tempo  della  loro  viiiita  più  bassi  del  medesimo  piano ,  ove.  pie- 
ài  anOf  e  once  sei,  ed  ove  piedi  due ,  e  once  tre  ;  ne  può  dubitarsi 
della  variasione-  di  detto  stabile ,  ^2)  bencbà*  allegata  da'  Ferraresi 
jieJie  loro  ultime  scritture  ,  perchè  i  Bolognesi  hanno  cottcludeote** 
«ente  provato  y  noa  essere  succeduta  in  questo  variazione  alcuna  dal 
tempo  di  essa  visita  Corsini  in  qua ,  onde  è-  manifesto  ,  che  la  diffe- 
renza trov;ita«  negli*  argini  suddetti-  è  uà  vero  abbassamento^  de''  me- 
-desimi  •.  DeUo  stesso-  aDbassamento  si'  può  pur  anche  dare  un  altro-  ri^ 
scontro  a  Laga  scuro  ,  menire  dalle  liv«llazioni  fatte  nella  visita  del 
1.693»  riaulta  ,  che  l' argine  sinistro  dèi  Po»  di  Ferrara  alla  Gassana  ^ 
o-  sia  al  puatOy  ove  sboccava  il  Reno-  prima  della  sua  diversione  fat- 
ta Tanno  1604  (il  quale  al  certo-  noD>  dee  credersi  alzato ,  da  che 
non  corre  .pia  ia  quel  ramo^»  (3)  che- la  semplice  acqua  del  canalino 
di  Cento),  era  più  ako  del  dentro  del  Pi»  grande  a  Lago  scuro ,  o^e 
piedi  due 9  once  no^e,  e, minuti  tre,,  e. del  sinistro  ove  piedi  otto  > 
once  due  9.  e  minati  sef^r  ed  ove  piedi  cito,  once  una,  e  min  ufi. 
tre:  e  pure  ogni  ragion  vuole,  ohe  tali  argini  fossero  alla. medesima 
altezza,  quando  il  Po  diviso  alla  Stellata  scorreva  per  l'ano,  e  V sì^ 
tro  alveo:  e  iO'  fatti  dalla  visita  Corsini  risulta,,  che  non  vi  era  fra 
detti  argini  ne'  predetti  stesM  aì^ti  altra  differenza  ,  (4)  che  d*  sola 
once  due ,  e  minuti  sei  di  maggiore  altezza  in  quella  del  Po  di.  Fer*- 
zara  •-  Da'  quali  sicuri  riscontri  sa  rende  evidente  l'abbassamento  del^ 
le  sommo  escrescenze ,  ed  ia  conseguenza  anche  del  fondo  del  Po 
grande  dal  i6a5v  al  i6i|5«-  Se  poi  da  q^uest'  ultimo  anno  in  qua  sia 
io  esso  suoeedttJta  rieAipimento  ,  o*  altr&  variazione  di  rilievo  potrà 
iMstantemeote  rieoooscersi  da  quello  ,  che  intorno-  a  questo  capo  am^ 
deròt  a  parte  riferendo  • 

3€.  E'  prima  di  ogni  altra  oosa-  giudico  necessario  il  fiur  noto*,  cbe . 

.  Bel  tempO'  dell'ultima  visitii  il  Po*  era*  taoto  scarso  d'acqua ,  che  tro- 

"Mvasi  ridotta  ^tiasr  alla  aaa>  estreim   twssezza ,  (5)  nou  sopravanzaor 

.db*f  èhe    di  tre  ia   q^iattrò   piedi  il   minore  stato,  al  quale  soglia 

.  giammai  abbassarri»  Restò'  ciò-  provato  dall'esame  di  sedici  tesfeimo* 

ni»  i  quali  inoltre  tutti  concordemente  asserirono»  che   cosi  basso-, 


(i)  Visita  Gortinì  i&  Gennaro-,  e  6;  Vbbbrato  i6a5. 

(4)  Visita  d' Adda  ,  e  fiarberini  1693.  livellazioni   fatte  li  x6..  Maggio ,  e  rife- 
rite li  a3.  d^llo  stesso  • 

(3)  Visita  d*  Adda ,  e  Barberini  169?*.  i3w  Luglio  .. 
.    (4)  Visita  Corsini  io..  Gennaio  i6a5. 

(5)  Vìsita  Riviera  MS.  pae.    i38.  i3o.  i43.  145.  i58.  1S9.  i6a.  264.  iSà.  ]8& 
^990.  196.  19.7.  z33w  pae.  x38k.  idg..  ilo.  145..  146.  p«ig.,  %/^  i5o.  pag.  158^, 269* 

x6a.  164.  pag.  184.  i85/pag.  ^93.  igo.  197.    ""^  .».      ->      «- 


a33.  pàg»  i43,  284.  x86«  xja. 


/ 


»7»  . 

ed  «oche  più  era  egli  corso  in  tutto  qQoH'aiiiio:  agglagnen^o  inol- 
Ire»  che  non  vi  era  stata  in  lai  piena  grande,  e  di  quelle»  che  ica* 
Tano  il  ano  fondo»  da  due  anni ,  e  pia  innanri  •  Furono  i  suddetti 
sedioi  testimoni  esaminali  in  più  luogo  lungo  il  Po,  cioè,  quattro 
alla  chiavica  Pilastrese ,  due  alia  chiavica  di  Bellocchio ,  quattro  '« 
Lago  scuro  ;  due  alla  chiavica  di  Raccano  di  sotto  Lago  scuro  ;  4{aatK 
tro  finalmente  alle  Papesse  • 

36.  Quattro  di  essi  poi  più  pratica  degli  accidenti  del  Po,  per  et- 

.  sere  barcaioli,  affermarono  ancora,  che  allora  non  era  tempo  di  rh*. 
trovare  de'  gran  fondi  in  quello  ;  perchè ,  come  essi  dic»»v>ano ,  il 
Po  è  un  fiume ,  che  ora*  si  rtalsa  ^  ed  ora  si  abbassa  di  fondo  •  Soa» 
vasi,  e  profondasi  nelle  maggiori  piene,  ed  alP incontro  s'interrisoOf 
e  si  rialsa,  quando  per  qualche  tempo  corre  scarso  d'aoqua  accre» 
•cinta  solo  di  quando  in  quando  da  piene  messane,  (i)  come  oltre  i. 
suddetti  quattro ,  affermarono  altri  cinque  testimoni  giurati  • 

37.  Or  cosi  essendo ,  e  venendo  ciò  comprovato  non  solamente  nel 
Po,  ma  anche  in  ogni  altro  fiume,  che  non  corra  del  tutto  chiaro, 
tanto  dalla  ragione,  quanto  dalla  continua  esperiensa,  resta  eviden- 
te, come  già  sul  principio  accennai,  che  per  giudicare  del  fondo  de' 
fiumi,  e  se  da  un  tempo  all'altro  aiensi  rialsa  ti,  ò  molto  pia  sicura 
prova  quella  de'  iegni  delle  loro  maggiorì  eserescense ,  e  de'  loro  ar- 
gini ,  se  sono  più  ,  o  meno  alti  di'  prima ,  dell*  altra  degli  scandagli . 
incerti,  e  fiillaci  (a).  Verità,  la  quale  fu  molto  bene  conosciuta  da-  * 
gli  Eminentissimi  Autori  del  Voto,  i  quaK  argomentarono  l'  abbassa- 
mento del  fondo  del  Po  seguito  dopo  le  visite   precedenti,  non  già 
dagli  scandagli,  ma  dall' abbansamento  si  degli  argini,  come  delle  so* 
glie  delle  chiaviche ,  e  da'  segni  delle  massime  eserescense  ,  ritrovati .. 
allora  men   alti  di  quello,  che   fossero  per   l' innansi  •  Quindi ,  ao-» 
ciocché  anche  da  questi  indisi   si  possa  ora   con  mag^or  sìcuressai 

E*udicare  dello  stato  presente  del  fondo  del  Po  in  controoto  di  quel-»- 
,  che  fu   ritrovato   nella  visita  dell'anno  1693,  riferirò  tuttooìò,. 
che  intomo  agli  ar^ni,   ed  alle  maggiori  eserescense  delie   pieno^ 
tanto  da  testimoni,  quanto  da  misure,  e   liveilosioni  ai  e  potata  . 
raccorrò  • 

58.  Ed  incominciando  dagli  argini ,  (3)  per  sapere  con  certessa  se 
fossero  stati  rialsati  dopo  la  visita  delf  anno  169S,  si  sono  in  que- 
sta esaminati  fino  a  dieci  testimoni  abitanti  dietro  di  essi,  cioè  duo 


(i)  Vìsita  Rivièra  MS.  pae.  i43.  184.  186.  19^.  194.  196.  197.  aa8*  s92* 

(»)  Voto  d'Adda-,    e  fiarberini  alla  proposizione    delia  linea  del  Po   grande 

5.  Ci  resta  ec« 

(3)  Visita  Riviera   pag.   143.   146*    pag.    i58.    160.    i6a.  pag.    184*  pag.   %^ 

293.  1^.  196.  198» 


/ 


a7S 

alla  chiavict  Pilaatfete»  tva  a  Lagfo  acaro ,  uà  altro  alla  chiavica  di 
Radano,  e  quattro  per  fine  alte  Papozse ,  i  qhuìì  tutti  concordemente 
con    giuramento   depoaero ,   che  9   essendovi    sopra   gli  areini   strà-^ 
de  pubbliche,   e   centìnuaraente  frequentate,  e  battute   dal  conti^ 
nuo  passaggio  di  nomini ,  di  bestiami,  e  di  carri , oltre  al  consumo  V 
ebe    ne  £nno  i  venti ,  e  le  piogge.,  ai  vanno  quelle  a  poco  a   poco 
diminuendo,  ed  ablmssaodo ,  «e  -perciò  conveniva'V^cbe  di   €empo  in 
tempo  si  racconciassero,  -e  si  rialzassero,  non   già  per' renderli  pie 
elevati  di  prima ,  ma  solamente  par  manteneiii  •  nella  foro  altezza  ao^ 
lita,  ed  ordinaria.  A!  detto  de'  tesdmoni'   corrispouddno' le  misure, 
e  le  livellazioDi  degli   argini  medesimi,   essendo  col    biez^o  di  esse, 
riferite  agli  stessi  invariati   termini  stabili ,   a'  quali   furono  allegati 
Fanno  1 69^ ,, trovati  non  differenti  da   quella   stessa  altezza,   in  cui' 
erano  in  tempo  della   visita  degli  Eminéntiasimi   Cardinali,  toltane 
qualche  tenuissima  differenza  in  alcuni  luoghi  incontrata  ,  ma  in   ta« 
la  piccolezza,  che  .non  inerita  di  essere  avuta  in-  alcun  conto;   per^ 
che  egli  è  impossibile ,  che  lo  stato  presente  compassati  in  ogni  par- 
te affatto  affatto  colle  stesse  misure  si  rincontri* 

39.  Alla  chiavica  Pilastrese ,'  V  argine  destro  del  Po ,  esaminatosi 
dalle  parti  a  loro  intera  soddisfazione  in  più  siti,  alcuni  più  alti,edv 
altri  più  bassi,  (1)  ai  è  trovato  in  un  luògo  a  sinistra  di  essa  chiavi-^ 
oa  più  basso  di  quello  fosse  del  t693«  'piedi  ano,  once  ^e  ì  e  raiou* 
ti  UDO,  ed  in  altro  luogo  pure  e  sinistra  piedi  tono 9  e  mibnti  die*' 
ci ,  bassezza  in  amendue  i  luoghi  inferiore  al  più  alto  segno  di  anti«*' 
ca  massima  escrescenza,  indicato  > bella  visita  de'  signori 'Gardinali^ 
altrove  poi  era  lo  stesso  arpne  più  basso  dello  stato,  in  cui  efa  dei 
1693.  once  quattro,  e  minuti  ùndici*  Nella  parte  poi  inferiore,  cioè 9 
a  destra  della  medesima,  non  si  è. trovato  rialzato,  che  poco  più  di 
una  mezz'  oncia ,  che  è  quanto  a  dire  in  tatto  della  atessa  altezza  ^ 
a  cui  giungeva  deiranno  1693^  •  .     ' 

.  40;  A.  Lago  scnro  l'argine  sinistro,  non  essendosi  in  quest^  ultima 
TÌsita  livellato  il  destro  (a.)  ;  neHa  parte  ptùr  bassa  apparisce  rialzato 
di  nule  once  sette,  e 'minuti  undici. 
;  4^»  E  per  fine  alla  chiavica  di  Raccano  F  argine  d^tre  si  trovò 
abbassato  piedi  uno  y  once  tre ,  e  minuti  dne ,  ed  il  sinistro  in  più  . 
siti  esaminato ,  (3)  si  riconobbe  dove  abbassato  meno  xU  mezz^  oncia , 
0:dove  rialzato  once  due,  ed  u<i Squarto.       - 

f4a*  Da  questo  confronto  di*'iiii«ure  dèlie  .due  visite  chiaramente 
apparisce,  non  essere  ora  gli  argini notabilmiente  dìfferen ti ^a  quello, 
che  erano  neìl'  anno  1693,  e  però  non  esser  vero   queir  universale 


■  *.      <toC^  .^  «.-■-.  « 


■a 


(I)  Yìnu  Rivieni  MS.  pa^.  t33.  iS?.      (a)  Pa{.  i65-      (3)  Pm.  186. 

35 


\ 


«74 

alzsmieQtof  eBe  •aréBbe.atato  irecetBano^  te^  si  fòsse  l'nterprto,  td  «T- 
salo,  generalineate  il  foado>  del  Po,  e  coase^^enteniente  si  sollevassero*  ' 
ora  le  sue  somme-  escresenee  pià>,  che  ne'  tompi.  andati;  avvertendo* 
cb&  molto  maggior  provai  &  uà  solo  luogo^;  ove  st  ritrovino'  abbassati* 
glif  argini ,  quando  per  esso  non  sono  tfasèese  le  piene-,  di  quello  &o^ 
ciano  più>  e  più^ku>ghi>  otte  mag^k>rmeDte*  elevali^  si  rinvengano.    * 

43«  Lar  variasione ,  *  ofao  non  si  trova'  negti^  argini>  nè^  pure  ritrova-^ 
•ine^  segni  d^lle  maggiora  escioscenze ,  o  ne'  confronti  degli  stessi  ter* 
mi^i  siat>ili  neU'  nnsf,  è  nelF altra  visita  indicati  {h)ì,  equi  giudico  ài 
dover  iiferir<e'  quello ,  che  da  pia  testimoni  fiì>  deposto»  imorno  a'  se* 
gol  delle  maggiori  escrescenze  •  Doe  di  essi  indotti  da»*  Ferraresi.,  ^ 
venuti  a  loro  istanza  dalla  Massa  asaeriroae.  alla  cbiavica  Pilastrese^ 
ohe  ^ra  le  pieqe  del  Po  vengono  come  per  T  addietro ,.  e  noa  già  piw 
alto  di  quello  che  fossero  venti,  e  venticinque  anni  av^witi ,  Gbsi  pa<« 
rìmente  tanto  alla  cbìaViea'.PiUstrese,  quanto*  a  quella  di  Bellocchio  f 
&  Lago  scoro,  ed  alla>  chia^ea<  di  Raocano,  essendo  stati  indicati  con 
giiu-amento- da' custodi  di  case,,  e  da.  altri  abitanti  in  qoe'  contorni  ì 
segni  delle  più  alte  piene  vei>ute  dopo  V  anno»  1693^  da  foro*  osserva* 
tOt  i^<>D-  si  sono  questi  trovati,  che  di  poche  sole  once ,  o  più  bassi, 
o  più  alti  degli  altri  simili  segni,  ohe  furono  a'  signori  Cardinali  di»- 
mostrati  ,.*comi^ in  appresso  stimo  espediente  riferirò» 

44*  Adunque  alla  chiavica  Pilaatr^se  nella  viaita^  det  i6g3.  furono- 
indicati  due  segni  di  massime  escrescenze  :  il  più  alto  de*  quali  e 
sotto»  la  sommità  della  coIteHata  piedi'  due ,  once  due,  e  mezzo,  e  il 
più.  bano  è  sotto  la  stessa  sommità . piedi  due,  once  undici,,  e  xm 
quarto  (%).•*  Nella  visita  jgite^ente  due  altri^  simili' segni  di  gran*  piena 
parimense  sono  itati  indicati:  una  si  disto-  da*  uo  sol  testimonio,  es« 
Bere  accadata  delPanno  j7ii«,  e  questa  resta  più  alta<  una  sola  mez* 
z'^oncìaidel  suddetto  .  |^  alfe  segno  di  antiche  escrescenze  rP.  altro 
poi  di  una  escrescjenza  accaduta  nplP  anno  1714*  indicato  similmeote 
da  un  solo  testimonio,  e  questo- resta  più;  basso  «dello  stesso  piò  alta 
antico  segnp  once  nove ,  e*  mil^nti  sette. 

45.  Alla  chiavica  di  Occhiobello  ,  essmioati  i  due  custodi,  che  da 
Ipngo  tempo-  esercitano  queir  ufficio  »  deposévo ,  ohe  la  sola  straordi* 
Bsria.  piena  dd  1705.  (3).  da  loro  osaerrata  ,  airav^  alla  veneta-  della 
pietra,  di  marmo,  e  io  questa  visita  rieoriosoiata  invariata  dailo  stato^ 
in  cui  era  del  169^  ,  il  che  porioreMt>e  iolasiAetiteì  l' alzamento*  di  no 
oncia,  O' minuti  nove  aopfft^lb  maggaeri  tt)ieoa  iri  indijoate-  a'' signori 
CardinaU,  divario,,  cher^o*di£ifin»i  allo  .stesso  ondeggiamenti  del^^ 
r  acqua.;  '\,  ,;  .»    ^-    :.     j-^i-  i  ix^m:  v  :    ■  (  •••?    i  jh    ..':•*        ^    * 


fi)  Visita- Rirrera  MS;  pag;    r4ar-T46;—    (fl)   Bàg.    i53;  1S8.    iSg.   x4c, 
(3)  Pag.  148.  14]^.  »  .      . 


v_ 


. ;ìf6.  A  liigè  soHto  da  quattro  testknom'dv  lunga *^tà ,'  ivi  nati ,  e 
•continuamente  abitanti.,  due  de'  quali  «ono  cus^tòdi  dt  un  magazziao 
^da  olio  a  destra  del  Po  9,  ricercati  ex  offipìo  ad  indicare  il  segno,  a 
^ui,  avessero  creduto  giagnere  le  maggiori  piene  del  Po, '(1)  concorde- 
mente, eoa  gipramenlo  deposero,  «(he  le  piene  per  grandisaime ,  che 
sieno  state  a  .Iqjro  memoria., -non  hanno  mai  oltrepassata  ia  sommità' 
del  marmo ,  che  sostiene  il  cardine  inferiore  della  porta  di  quel  ma- 
gazzino verso  il  Po ,  e  questo  «tesso  marmo ^  prima  degli  esami,  era 
atato  ^sAìe  parti  riconosciuto,  e  confessato  per  invariato  dopo  tI  1693, 
mentre  la  sommità  di  -qnel  marmo  era  stata  ìi  20.  Febbraio  dello 
stesso  anno  indicata  a' eignori  Gaidi^ali  per  segno  deUe  maggiori  es« 
crescenze  prima  della  loro  visita  accadute;  onde  ne  eeg^^,  che  le  ve- 
nute dopo  non  sono  state  più  alte  .di  qpelle.  Soggiunsero  altresì  i 
medesimi  -quattro  JtestimoiMÌ*>9  che  la  ^ola  ptena  straordinaria ,  succe- 
duta nei  170S.  quando  seguirono  le  ìrotte  eul  Mantovano  ,  giunse  tt  ;- 
pareggiar  la  sommità  di  quel  marmo  ,  ma  ehe  tutte  le  altre  erano 
rimaste  quattro  ,  o  sei  ^ooee ,  e  «talvolta  anche  fino  ad  un  piede  infe- 
riore •  Dal  che  si  rende  e^ideateniente  sospetto,  anzi  insussistente  il 
segno  della  piena  del  17 ii.  indicato^  nome  sopra-^  arila  Pi>astreiie, 
non  potendo  sWre^  che  1'  acqua  s'  alzi  di  livello  nelle  parti-  superio- 
ri, senza  che  nello  «tesso  tempo  s'alzi  anOora  nelle  infcn^ìori,  come 
«àrebbe  «ncceduto,  se  quella  piena  del  1 711.. indicata  alla  Pìlastresè, 
non  essendo  a  Lago  scuro  arrivata  neppure  alla  sommità  del  marmo ^ 
colà  avesse  oltrepassato  tutte  le  altre  venute  per  V  addietro^ 
.  4?  Fralmente  alla  ehiaviea  di  lUecatto  per  deposizione  di  quel  cu- 
stode, la  stessa  piena  del  1705.  da  luì  asserita  per  la  maggiore  vena- 
ta a' suoi  giorni,  non  ai  (trovò  più  alta,  che  di  cinque  sesti  d'  oncia 
«Opra  il  più  alto  segno  indioato  nelU  visita  del  1698  (2)  ;  non  doven- 
dosi qui  attendere  V  altro  segno  superiore  al  suddetto  d^  once  cin- 
que 9  e  minuti  nove ,  ivi  indicato  da  un  altro  teatimoiiio  pur  Ferra- 
rese, perchè,  questo  obbUgato  al  giuramento,  l^òme  sempre  eon  ogni 
testimonio  era3Ì  praticato»  (3)  pose  in  dubbio,  qaant'O  aveva  afsaerito, 
^  paseossì  con  dire,  che  né  voleva,  né  poteva  giurarlo* 

\6,  Quindi  vedesi  9  che  siccome  gU  argini  non  sono  «tati  inalzati 
dopo  la  visixa  de'  «ignori  Cardinali  ;  «così  neppure  «i  è  trovato ,  che 
le  piene  da  quel  tempo  «ieno  giunte  a  più  altivsegni^  mentre  l'ae- 
^^rescunento  di  queste  necessariamente  avrebbe,  per  la  ^fesa  deHe 
vicine  campagne,  portato  l'ailzamento  di  quetIL;  laonde,  «e  dopa  la 
visita   dell'anno  lOpS».  tono  v.eaute  piene  «alla  meno  alte ,  ohe  prìoias . 


I  f 


■«MW 


*  .  . 

.  ij)  Visita  Riviera  M3.  pi^  ì56.  167.  159.  i6f.  f63.  i65/    (%)  Pag.  i^a.  itt. 
<3)  Pag.  i85.  i«6.  '  .       .  »    V 


L 


e  della  ttesia  mole  d'  acqua  »  per  estera  state  dalle  medesime  ea« 
giani   prodotte  e   queste  »  e  quelle ,  eppure  ^  per  con  tenerle,  ed  im»' 
pedìre  il  travasamento  dell'acque  sopra  le   campagne  adiacenti,  non 
è  convenuto  elevare  gli  argini  ad  alteaza  maggiore  di    quella,  a  cai 
giungevano  per  lo  innanzi  ;  da  questo  solo  mi  sembra ,  che  possa  si* 
curamente  giudicarsi ,  che  dopo  quel  tempo  nei  fondo  del  Po  non  è 
succeduto  alcun   notabile   alzamento;   per   esser  cosa  evidente,   cbe 
quando  un  fiume   si   alza  di   fondo,   non   riuscendo  più  P alveo  suo 
capace  di  contenere  la  stessa  quantità  di  acqua,  che  nelle  più. gran* 
dì  piene  suole  radunarsi  dentro  di  esso  ;  sì  debba  necessariamente  la 
superficie  di  quella  alzare, di  livello,  e  però  le  escrescenze   maggiori 
oltrepassare  i,  segni  consueti ,  eoo  obbligare  conseguentemente  a  sol* 
levare  gli  argini  per  contenerle  • 

49*  Né  a  quanto  fin'  ora  si  è  detto ,  giova  T  opporre ,  che  intanto 
le  piene  dopo  il  lógS.  non   hanno  oltrepassati  i  segni   di  prima,. in 

Juanto  V  alveo  del  ^  Po  nello  stesso  tempo ,  che  si  è  andato  rialzando 
i  fondo ,  SI  à  anche  allargato  nelle  sponde.  ;  perchè  oltre  lion  eppa* 
rire  dalla  vis]j^*quest«  generale  dilatazione  dell'  alveo ,  ed  oltre  il 
non  importai^  nulla  al  nostro  proposito  dell'  intromissione  de)  Reno» 
che  il  Po  sia  capace  ora  di  taot' acqua,  come  prima,  per  un  aliar* 
^amento  d'alveo,  che  ne  compensi  qualche  accidentale  riempimento 
di  ibndo,  oppure  per  essere  inalterata  la  profondità  del  suo  alveo» 
iioD  meno  cbe  la  sua  larghezza  ;  può  ancora  pretendersi ,  non  essere 
cosi  fiicile,  che  un  fiume  di  tetto  già  stabilito,  qua)  è  da  credersi 
il  Po  dopo  il  corso  di  tanti ,  e  tanti  ^nni ,  possa  mai  allargarsi ,  sen-^ 
sa  ohe  nello  stesso  tempo  ai  profi^ndi»  L'alveo  di  un  fiume  dicesi 
stabilito  »  quando  per  la  forza  delle  sue  acque  pareggiata  datte  resi* 
atenze  tanto  del  fondo»  quanto  delle  sponde»  cessa  non  meno  di  al<» 
largarsi,  che  di  profondarsi:  onde  ridotto  che  egli  sia  a  tale  stato > 
son  è  verisimiie»  che  accresciuta  per  qualunque  cagione  la  /orza  del* 
r  acqua  »  incominci  di  nuovo  a  rodere  le  sponde ,  senza  che  nella 
Messo  tempo  eserciti  ancora  la  sna  forza  net  fondo  coir  ararlo,  o 
coli' escavarlo  ;  non  dico  già  nelle  parti  di  esso  più  regolarmente  di« 
fpostè,  e  parallele  a)  corso  del  fiume,  ma  ne*  aossi  ,  e  risalti  (  che 
non  mancano  ,  anzi  frequentemente  a'  incontrano  ne)  fondo  del  Po  ) 
Ile'  quali  urta  l'acqua  con  assai  maggior  forza  »  che  non  fa  nell'ine*^ 
gualità  delle  sponde.  Se  si  vuole  dunque  credere  allargato  il  Po  » 
•òn  già  per  opera  d*  uomini  eoa  lavoro  manu&tto,  ma  per  la  soU 
Ibrza  dell'acque  da  qualche  tempo  acoresoiute,  converrà  concedere ^ 
ohe  siasi  medesimamente  profondato  ;  siccome  appunto  nell'  nltimii 
.tisita  si  è  riscontrato  nel  Po  d'  Ariano^  il  quale  ,  quantunque  trova* 
.  tosi  dopo  l'anno  t693«  allargato»  ciò  non  ostante  ni  è  trovato  molto 
pia  ancora  profondato  di  quel  che  fosse  per  i'  addietro  • 


*7T 

.So.  Retta  ora  a  riferire  la  prova  meno  sicura,  è  più  faHace,  do-^ 
mo  ai  è  dimostrati»  di  sopra ,  la  quale  è  quella  degli  scaodagU ,  con- 
frontaodo  quelli  della  presente  con  gli  altri  della  passata  visita  «In 
tre  luoghi  furono  essi  allora  fatti,  e  riferiti  a  termipi  stabili,  cioè, 
alla  chiavica  Pilastrese ,  a  Lsj^o  scuro ,  ed  alle  Papozze ,  e  ne'  mede- 
limi  luog^hi  sono  essi  «tati  presentemente  rinnovati. 

.Si-    e  inoominoiando   dalla   chiavica   Pilastrese;    due  volte  fu  ivi 

scandagliato  il  fondo  del  Po  nella  visita  de'  signori  Cardinali:  la  prì^ 

ma  a'  ]4«  di  Febbraio^;  la  seconda  a'  t6.  di  Maggio   dello   stesso  an« 

no  1693.  Il  maggior   fondo  delli   14»   Febbraio   riesce   più  basso  de^        ,  V 

maggior  fondo  trovajto  in  quest'  ultima  visita  di  piedi  quattro ,  e  mi*        ^ 

unti  nove;  ma  di  quello   che  fn  trovato  a'  i6.  ui  Maggio,   lo  stesso 

maggior  fondo  trovato  nell'ultima  visita    non  è  più  alto,   (1)  che  di 

sole  once  nove  y  come  viene  candidamente  confessato  dalle  parti  stes-* 

se  •  Ricorre  dunqa^  sempre  U  discorso  della  fallacia  degli  scandagli  ; 

mentre  nello  sp9£M>,di  adi  tre  mesi  dall'  una  all'altra  operazione  ubU 

V  anno  stesso  1693.  sarebbesi  accresciuto  il  fondo   del  Po  più  di  tre  , 
piedi,  cosa  difficile  a  credersi ,  e  per'  lo  contrario  in    ventitré  anni 

dall'  ultima  operazione  fino  a  questa  visita  ,  sarebbesi  alzato  sole  o,n« 
ce  9*  Ma  quando  pure  ciò  voglia  credersi  da  alcuno ,  ricade  parimente 
in  acconcio  quello  ,  cbe  del  Panaro  già  è  stato  detto  ,  che ,  essendo 
lo  scandaglio  delli  6«  Novembre  1' ultinao  fatto  U/»!!'  anno  1693.  non 
col  primo ,.  ma  solo- coli'  ultimo  stato  di  esso  deve  confrontarsi  il 
presente ,  nel  quale  .non  si  trov4  >  che  la  sola  appena  osservabile  dif- 
ferenza di  poche  once.  -  ' 

52.  A  Lago  scuro  nella  visita  de'  signori  Cardinali  fu  il  fondo  del 
Po  misurato  a^  6»  di  Giugno  dell'  anno  1693.  in  tempo  ,  che  da  più 
settimane  »  assai  alto  correva  quel  fiume  >  come  si  ricava  dalle  epe* 
razioni  allora  fatte   dalli  14*   fino   alli  19*  di  Maggio  ;    talmente  che 

V  i5.  poi  dello  stesso  mese  di  Giugno  giunse  alla  somma  escrescen-^ 
sa  ^  la  quale  fu  una  delle  maggiori  piene  (2)  che  sienó  mai   state  ia 

Po  ,  come  pure  fu  deposto  da  quattro  testimoni  ivi  esaminati  nell'ul*  ^         ^ 

tima  visita  »  non   esseoda  stata   inferiore  che   d'  un*  oncia  ,  e  mezzo 

alla  sommità  del  mentovato  marmo  del  magazzino,  ed  alla  Pilastrese  .  ^ 

£iedi  tre,  once  otto  sotto  la  sommità  di  quella  coltellata,  come  dal« 
i  visita  di  qii^l  tempo  raccogliesi  ;  ed  in  fatti  negli  scandagli  del-», 
r  accennato  giorno  6»  Gingno  1693*  dirimpetto  alla  Chiesa  di  Santa 
Maria  Maddalena  si  troy&  l'  acqua  alta  sopra  del  fondo  sino  a  treo^ 
tacinque  piedi,  e  mezzo,  restando  la  soglia  della  porta  di  quella 
€hieia  «1  quatta  d*  oncia  più  bassa  della  anperficie  di  queiraltezza^ 


(i)  Visita  Riviera  MS.  pag.  iSKS.  e  seg.         (a)  Paj^  157.  1S9.  t6i.  i63« 


\ 


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a  cui  li  Fo  AMai-  di  rado  stMrt  giacete.  Ma  per  Io  «ootrario  m)lo 
ate880  luogo  m  questa  'visita  la  Superficie  (MV  acqua  restava  pru  J3as« 
sa  della  detta  «soglia  4>iedi  ^undM ,  ^^^nce  tre.,  e  minati  quattro  ,  e  se- 
condo  i  maggiori  scandagli,  il  fiume  non  si  è  trovato  pia  alto  di 
piedi  quindici ,  e  mezzo.  Or  paragonandosi  i  fendi  misurati  in  circo- 
stanze  cotanto  diverse,  il  massimo  Titrovató  neMa^visita  dò*  signori- 
Cardinali  «riesce  più  basso  di  quello  trovato  nell'  ultima ,  di  piedi  otto, 
once  sette ,  e  mìliuti  undici .  RiflettMO  però  si  deve ,  dhe  essendosi 
in  tutto  r  intero  «uno  1693.  replioatamente  scandagliato,  e  risoanda^ 
liato  queir  alv^o  io  tanti ,  e  tanti  siti  il  nasMÌmo  di  tutti  gti  scam-^ 
agli  fu. quello  tro^vato  a  Ijago  scuro;  onde  se  egli  sembra  impossibi« 
le,  che  alcuno  di  essi  non  fosse  gettato  in  an  gorgo,  questol  dovriT 
credersi  del  maggiore ,  e  cosi  per  conseguenza ,  che  quella  non  fosso 
1'  altezza  regolare  del  fondo  del  lìume  :  tanto  più  poi ,  -^cbe  -il  fondo 
suddetto  rimacieva  più  basso  dei  pelo  ordinario  del  mare  quasi  quat- 
tordici spiedi,  e  il  ritrovato  in  quett*  «Itima  visita  più  di  cinque  pie- 
di sotto  il  medesimo  .pelo,  onde  non  è  maraviglia ,  se  da  quel  tempo 
al  proibente  siasi  àn  parte  riempiate,  né  pregiudica  punto  ,  che  aia 
ora  pieno  di  terra  piuttosto,  ^e  d*  acqaa  come  prima ,  quando  per 
altro  presentemente  .ancora  si  calcola  pia  basso  del  fondo  degli  sboo- 
ohi  del  mare^ 

53.  JUilella «terza  sezione^  e  seanda^i riatti  alle  Papozze  si  è  troTa« 
to  in  questa  visita  profondato  il  fondo  dì  piedi  tve^  once  sei,  e  mi* 
unti  tre  più  di  quello ,  che  fosse  del  1693.  Né  la  eccezione  allegata 
da'  Ferraresi  in  una  loro  scrittura ,  che  gK  scandagli  furono  fatti  ia 
diverso  luogo  da  quello  delfaìino  1696  ,  cioè,  sessanta  ^pertiche  più 
sotto. daUe  Papozze,  pnòan  conto  alcuno  da  me  approvarsi,  mentre.^ 
oltre  Tessere  negli ^atti  della  visita  vegistrato  il  contrario,  debbo  io 
medesimo  attestare,  che .  questa  ^troppo  animosa  eccezione  noo  ha  al^ 
con  fondamento^ di  verità  (1)  •  Se  au  la  faccia  del  luogo  fosse  stata 
eccitata  da  loro  questa  difficoltà,  sarebbe  stata  a'  medesimi  data' 
quella  soddisfazione,  che  in  akri  1  neghi liiioevettero,  o  sarelfte  atata; 
almeno  -registrata  negli  atti  la  controversia  da  loro  mossa  ;  ma  che 
dojK)  essersi  ivi -mostrati  contenti  dell' operazione ,  e  quella  congiua«> 
tamente .colla  parte  contraria  fatta  registrare  negli  atti  suddetti,  e 
dopo  essersi  nel  fine  della  vìsita  due  volte  dichiarati  esfiressameate 
contenti  di  tntte  le -operazioni  fatte  (a),  «venga  -ora  eccitata  >tal  preten^- 
sione ,  credo  ohe  sembrar  debba  cosa  strana ,  ^  che  non  meriti  .ia-<9on- 
to  alcuno  di  essere  attesa.  Àggiungnendo  poi,  <Ao  nel  contzaditorio 
fa  confessato ,  che  la  sezione  incomincio  A  dal  dovuto  aito ,  ma  eira 


/•' 


(i)  Yiwu  Kivìeia  MS.  Pag.  «35.  166. 


<a)  Pag.  a4o.  3ii.  Sca^SìS. 


\ 


^"^ 


\ 


«79 

aeKp^^«^^  all' *Uni  '  tpOTida  fiiuénlk  coerente  d^  fiume-  spinta  m* 
fefùormeoie  k  barca  :  eooezioiie  ,  olie  da^  ai  potrebbe  a  quante  ope^" 
raz^ien»  aono  atale  fatte-  al  tempo  aocora  delle ,^iiUre  visite  nel  Po  ^  ed 
hi  Urt-ti  i  fianunel  eoi;80'di  uà  aecolor  intero  »  noo^  che  a  questa.,  so- 
le ilelle  Papoa^e. 

'  54.  E  di  qui  passando^  al  ramo  di  Ariano:,  ai  à  questo»  ritFovate 
da  per  t^i^tov.  notabilmente  profondato*.  Poco  aotto-  alla  diraoMzioAe 
dirimpetto  alla  casa  di*  Fra^ncesca  Pietro  PoU  pieifi  quattro*  once  uoa, 
ed  un  quarto  f.»);.  Più  in  giù  al  casino  Je^  Gilioli  (  ove  fu  rtoopo^oia* 
t0  p<!r  immotalo  lo  atabiV/ preso,  nella  viaita.  del  1693)  piedi  tre^ 
once  sev,  e  minuti,  tre  42),»  e  pixh  ia  già  .alla  casa  degli  Uccelli , 
'Spiedi  due>  oono'  cinque  ^  e  minul^  tre  •  C  p^oceiienclo'  sempre  iofb- 
xiormante  dirimpetto  alla,  easo- de*  Guglielihini  pi^di  uno,  e. once  a* 
sa  (3)..  Alla  casetta  di  Scocco  yeroneae  piedi  uno^  once  una  ,.  e  Ali- 
anti cinque  -  Alk  qtiia  fica^.  à\  Quatt«oocbi  dirimpetto  alla  terra  di 
Ariano  ptedL  cinque  »  once.  iK>v<e.^  e  «linvitì  due*  Alla  casa  di  Carlo  ' 
Antonia  Nicolasi-  ojsce  oud^^  tre  quactti».  Di  -eontro  alla  casa  di 
Giuseppe  Paventi- piedi  unot  once  qUo-,.,  e  o^inuti  cinque.  In  faocii^ 
alla  casa  dì  Paolo  Noie  piedi  due»  ^oce  quattro ,- e  tre  quarti .  Alla 
casa  del  Magazzino  once  sevy.  e  ti;e  minuti  ».  Ed  in  fine  al  Capannone 
della  torve*  Panfilia  piedi*  quattro>^  ed"  otice  tre 

55*.  Volendosi  dunque  ai^cora  dar  fede  airincerta^  proira  degli  scanp 
dagli ,  non  pajf  dirai ,.  ohe  il  fbntlò  àjdì.  Pò  dopo  V  anno  169.Ì.  siaai 
generalmente  inalzato';,  perchè  ^  se  di  tre  sol^  tuorli,,  pv^  futuscanda- 
gliatO'9  e  confrontato  cogli  aotichi  acandàgU  per  uo  tratto  di  quasi 
miglia,  t^aranta*,  quante  ne  sono  daHa  Stellat»  fine  alta-  Papoaise,  al* 
la  Stellata  si  trova  a  un  dipressa  nella  atato^  di  prima;  a  Lago  scuro 
apparisce  rialzato  ;,  e  abbassato  uHe  Papozzo  ;  poi  profondato  per 
tutto  it  tratto  del  ramo  di  Amno  ».  compenaamiosi  1  abbassamento 
xinpontratO'  in.  tanti  luoghi  col  riempimento  tr^vatoon-  un  altìro  solo, 
io  per  me  oj;edoy.  che  debba^i  fermamente  oonchiudere,  che  anche 
^el  fondo  del  Pa  flou  èsucced'utar  cilevante.  aUexaaìoue,:,  che.  raglia 
ad  impedire  riesecuzione^  del  votp  •  . 

S6.  Né  in- prova<  del  piieteso  generale  alzamento  del  fóndo  del  Fo 
fi  possono  addurre  gli  scandagli  fatti  nell'ultima  visita,  e  gittati 
qua^y  e*  là  a.  caso  netjifiaggia^^e^.  che  facevaai  per,  quel  fiume  ;:  per- 
chè non.  aapeqdosi.che  feudi  avesse  il  Pa  in-  que'  medesimi  aiti  nella 
visita  dfgii  Ei^jnes^msaiiiii^  Cardinali  ,,  non.  .può  farsene  ora-  il  coufrpu^ 
.tó.«  QuiiHJ^  n^n^  s^  ,^^^^  ,èou  miai  fonujamento  venga  [«eteso»  di 
fajjr  paragona  di, ^^e9ti;8<}acM|a^      lattica  caso  ioori  de-    aiti,  osservati 


^ 


> 


(i>  Y'mttk  Riviera  M3..pa§«  191.  i$f).  pag,  199..  .    (a)  Pag.  aoi. 

'  (?)  f  ag.  ai4.  pag.  ivf.  sag*  ai4  P^S*  ^>^*  P^&  ^i9*  VH^  ^^9»  pag^^aao.  pag.  atfS^ 


sto 


Betr  «hra  irigtU  »  col  grande  »  «  maggior  fondo  »  ohe  alK  ^.  ài  Gm^ 
gno  fo-irovato  a  Lago  scuro;  come  te  foaae  certo  »  che  allora  x>et 
oeni  parte  del  Po  ai  trotaaaero  qae*  ntedestmi  trentacinque  piedi 
d  acqua ,  che  furono  trovati  ai  detto  luogo  »  quando  dagli  atti  di 
quella  yìaita  apparisce  manifestamente  il  contrario  •  Pretensione ,  che 
tiene  rigettata  tanto  dalla  curva  t  sinuosa  ^  od  irregolare  disposizione 
del  fonilo  de'  fiumi  ^  quanto  dagli  scandagli  fiitti  in  quest^  ultima  yU 
aita  9  per  mezzo  de'  quali ,  «e  in  certi  siti  si  sono  rinvenuti  fino  % 
trenta  piedi  d'acqua,  in  altri  appena  quattro»  o  cinque  ne  Sono  sta- 
ti ritrovati*  Oltredichò  soggiace  ad  un  altro  difetto  questo  metodo ^ 
trascurandosi  la  cadente  del  pelo»  e  considerandosi  la  superficie  del^ 
l'acqua  del  Po,  come  se  simile  à  quella  del  mare  fosse  in  A  lungo 
tratto  del  tutto  orizzontale.  Questo  difiptto  principalmente  s'incon- 
tra ,  dove  in  una  scrittura  data  alla  'Sacra  CSongre^^atione  sopra  le 
variazioni,  si  pretende  provare,  che  il  fondo  ritnWato  nell'uldma 
visita  alle  Papozze»  sia  più  alto  d'un  pìeide»'  e  once  otto  di  quello 
Irovato  a  Lago  scuro ,  ndà  per  altra  ragibne  ,  se  non  perchè  fatta  la 
riduzione  de^  peli ,  la  maggior  rfequa  trovata  a  Lago  scuro  fu  di  pie* 
di  quindici ,  once  sei ,  e  mintiti  sei ,  e  quella  alle  Papozze  di  piedi 
tredici,  once  nove,  e  minuti  note.  Ma  se  si  fosse  avvertito,  chò 
vi  sono  d^  Lago  acuro  alle  Papozze  trenta  miglia  ,  e  che  il  Po  in  ì* 
stato  d'acqua  bassa  cammina  còlla  cadente  di  pelo  di  circa  due  once 
per  miglio ,  ed  in  istato  di  sómma  escrescenza  di  circa  fette  once,  cò- 
me si  raccoglie  dalle  livellazioni  fatte  nella  visita  del  1693  ,  si  sareb* 
be  facilmente  avvertito,  che  il  maggior  fondo  incontrato  alle  Papoz* 
ze,  non  solamente  non  è  più  alto,  ma  che  anzi  resta  da  tre  piedi 
più  basso  del  maggior  fondo  trovato  a  Lago  scuro* 

Sj.  Stimo  di  aver  rappresentato  abbastanza  Io  stato  presente  dèi 
fondo  del  Po  riconosciuto  colle  livellazioni.,  e  colle  sezioni;  onde 
passo  a  riferire  ciò,  che  del  tempo  delle  sue  piene,  e  dello  stato  di 
esso  da  più  testimoni  si  è'  ricavato .  Quanto  alle  |>iene ,  sono  stati  con- 
cordi tredici  testimoni  sfa  t^le  particolare  esaminata  con  giuramento 
in  questa  visita ,  i  quali  non  disconvengono  da  ^i^^H^  esaminati  nel<- 
l'anno  1693,  cioè,  tanto  i  cinque  esaminati  al  Bóodeno,  o  poco^  di 
sotto,  mentre    visitavasi  il  Panaro  ,  quanto  gli  altri  òtto  esaminati  ia 

Siù  luoghi  lungo  il  Po;  cioè;  due  alla  Pilastrese ,  o  sia  alla  Stellata', 
ne  a  Occbiobello,  e  quattro  a  Lmgo  scuro,  jfòno,  dico,  stati  con* 
cordi  nel  deporre ,  che  il  tempo  loro  più  ordinario ,  ei  frequente  sia 
il  Maggio ,  o  il  Giugno  »  e  che  assai'  di  rado  ne  sia'  ialVòlta  ^enu« 
fa  alcuna  anche  d'autunno,  (ì)  nd'qaai   tèmpb  due,  o  al  più  ire 

(j)  Visita  Riviera  MS^  a  pag.  iia«  fn|.-ti7.  ra6.  ta(.^4a.  145.  14S.  149.  x&7« 
sS9«  x6a.  x6S. 


aòUmente  distero  »  rioordanene  a'  giorni  loro  ;  il  ohe  è  da  notarsi  4 
perobò  ciò  pro?a ,  che  possano   concorrere ,   benché  di  rado  le  pientf^ 
di   questo  gran  finme  con  quelle  del  Aeno  »  come  in  fatti  le  piene  ac«^ 
cadute  nel  Po*del  1714»  e  del  17089  seguirono   appunto   ne^  mesi 
d' antnnno  9  nel  qual  tempo  ,  già  detto  abbiamo  di  sopra  ,  poter  veni* 
re  ancora  quelle  di  Reno  »  secondo  gli  attestati  di  sopra  già  addotti  • 
58.  Quanto  poi  allo  stato  del  Po  ricavato  dalle    attestazioai  giurate 
di  più  testimoni;   riferirò ,  che   da   undici  di  essi  esaminati   in  pia 
luoghi  (  ciò  che  rispetto  ad  alcuni   di  loro    avvenne ,  prima   ancora 
€^  se  ne  facessero  gli  scandagli  )  trovasi   deposto  V  abbassamento  u- 
niversale  di  sopra  riferito  del  ramo  di  Ariano ,  avendo  tutti  con  giu- 
ramento asserito,  uniformemente  a  quanto  cogli  scandagli 9  già  ài  w^ 
Sra  accennati 9  dipoi  si  riconobbe»  che  questo  ramo   del  Po    in  veoe 
'  essere,  in  istato  d^  interrirsi^  si  va  huzì  sempre  più  profondando  ^  a 
che  però  la  navigazione  per  esso  si  fa  ora  in  ogni  tempo  assai  felice- 
mente con  ogni  sorta  di  harche  «  per  quanto  cariche  si  sieno  9   éenza 
che  vi  sia  mai  necessità  di  liberarle  5  o  sia  agrayarle  di   peso ,  sieoo- 
me  altre  volte  in  tempo  de^  loro  padri^  o  de'  loro  primi  anni  prati- 
c»iTasi  in  istato  d^  acqua  i>assa  ;  il  che  attesta  pur  anche  V  Aieotti  nel 
princìpio  ddla  sua  difesa ,   riferendo   la   infelicità  di  quel    ramo  :  ò 

Jnesto  in  tutto  conforme  a  quello  9  che  di  questo  ramo  si  riferisoe 
a*  signori  Gardiuali  nel  loro  voto,  (1)  che  laddove  nella  visita  di 
Monsignor  Corsini  non  poterono  i  Periti  neppure  con  piccole  barchet- 
te avanzarsi  verso  Ariano,  fu  navigato  da  essi  felicemente  con  bucin- 
tori ben  grandi  «'Né  solo  in  quesu  visita  ancora  è  stato  praticato  lo 
•tesso;  ma  inoltre  alquanto  di  sopra  allo  sbocco  di  questo  ramo  in 
mare  furono  veduti  navigarvi  due  barconi  chiamati  trabaccoli  di 
grandezza  lungamente  maggiore,  (a)  che  i  bucintori,  i  quali  armati 
ciascuno  di  otto  petriere ,  e  carichi  di  olio  »  si  erano  dal  mare  inol- 
trati nel  fiume  verso  la  terra  di  Ariano* 

Sg.  Vedesi  perciò  tanto  da  quello ,  che  risulta  dagli  scandagli , 
quanto  dai  ctenune  detto  da'  testimoni ,  che  il  Po  d' Ariano  non  so« 
lamenta  non  si  va  interrando,  ma  anzi  sempre  maggiormente  ren« 
dendo  proCbndo  •  Essendo  dunque  questo  suo  abbassamento ,  per  quan- 
to raccogliesi  didle  visite  passate ,  stato  osservato  ,  dopo  che-  fu  in- 
trodotto nel  Po  grande  il  Panaro ,  e  che  si  cessò  nell'  anno  r639«  di 
tagliare  l'intestatura  del  ramo  di  Ferrara  al  Bondeno,  riducendosi 
con  ciò  nel  solo  tronco  di  Venezia  tutta  l'acqua,  che  derivavasi  nel 
Po  di  Ferrara  in  tempo  delle  maggiori  escrescenze  di  quello  ^  non 


(i)  Voto  d'  Adda ,  •  Barberini  nelln  proposiaùone  della    linea  df  I  Po  grande  al 
5*.  Per  altro  ec.  '  (a)  Vìsita  Riviera  MS.  pag.  aa?. 

36 


i. 
•^ 


I 


1 


fembra  ben  fondato  iì  timore  ,  ebe  posst*  quel  rama  nrterrirn  ,, 
quando  ia  esso  rivolgasi  il  Reno  a  soaricarci  le  aue  acq.ae  ;  imperoo* 
ehè  egli  non  è  facile  ad  incendersi,  perchè^  Pavere  altre  Tolte-  in«- 
trodoiu  nuove  acque  in  quel  gran  fiume  abbia  caigionato  profonda*»- 
mento  y  ed  escavaxione  in  '  tatto  T  al veo  y  e  specialmente  in  questo» 
ramo  di  Ariano  y  e  che  ora  per  V  opposto-  succeder  dovesse  un  efiet^ 
to  d'interrimento  totalmente  a  quelfo  contrario*. 

60.  E  perchè  a  ciò^  risponder  si  suole,  che  alle  eccessive  torbido- 
dei  Reno  deve  attribuirsi  fak  diversità  degli  effetti,  che  seguirebbe^ 
Bo  ,.  io  non  debbo  omettere ,  che  le  acq«e  del  Panaro  ossjsrvate  m 
questa  visita,  torbide  nello  stesso  giorno^  (i).!!»  cui  erano  state  pure 
osservate  quelle  del-  Reno  poco  dì  aotto  a  Cento  y  non  furono^  ritro» 
^ate  fra  lóro  differenti^  {2)  eome  pur  anche  consideravano  i  due  ai*- 
gnori  Cardinalt  nel  loro  voto;  anzi  qualche  giorno  avanti  le  piogge», 
la  stessa  acqua  del  Reno  taato  aHa  chiusa  di  Casaleocbie,  quanto  al 
Trebbo  era  stata  riconoaciuta  eortere  del  tutto  chiara  ^  e  da  due  te» 
atimoni  in  Cento  fu  deposto ,.  che  eoa»  chiara  corre  ordinariamente 
tutto  l*"  anno  ^  e  da  altri ,.  che  solamente  eorre*  torbida^ ,  (i)  quando 
Tengono  piogge^  o  ai  liquefanno  le  nevi.  Po^  pertanto  credemi,. 
«he,  siccome  Panaro  voltato  a  scaricarsi  in  Po,  lo  ha  profondato  ,  e 
non  interrito ,.  lo  stesso  sia  per  aeguire  ^  quando  il  Reno  ancora,  tì 
a*  introduca  •> 

'  6i.  Né  credeai  già,  che  dair essersi  trovato  iT  ramo  dì  Ariano- pio- 
abbondante  d* acqua,  e  profondato  più  che  prima  non  era,  ne  restt-. 
acarso>  o  sia  meno  profondo  quello  delle  Fornaci  .  Anche  questo  ri» 
mane  abboodantissinrio ,  talniente  che  pare  noo^  ne  aia  staccato  quel- 
gran  canale,  che  è  il  Po  di  Ariano^,  che  dall'altro  divideM  alla  pun- 
ta 4i  Santa  Maria.  Imperocché,,  essendosi  fatto  miaurare  tutto-  it 
tronco  principale  del  Po  grande  avanti  la  diramazione ,.  ai  trovò  es^ 
aere^  di  larghezza  di  mille  ,  e  cento  quarantanove  piedi ,  (4)  e  acai»* 
d^^gliatone  il  fondo  ìir  sedici  luoghi  y  ai  ebbe  un'altezza*  ragguagliata- 
d' acqua  di  piedi  dieci ,.  once  sei ,  e  tre  quarti  di  minuto  e  di  nuo-^ 
TO  presa  la  larghezza  al  disotto^  (5)  dopo  le  diramazione  nel  ranra 
delle  Fornaci ,  fu  trovato  di  piedi  miHe ,  e  eente  ottautaquattro  »  e^ 
acandagliata  in  diciassette  luoghi  l'acqua,  si  ebbe  uà' altezza  raggui^ 
^iata  di  piedi  dieci ,  once  quattro ,  e  minuti  ondiol ,  e  due  terzi  r 
aicchò  molto  piar  largo ,  e  poco  mene  ako  era  il  Pò  dopo  la  deriva* 
zione  del'  ramo  di  Ariane,  che  prima  di  casa  ;   eppure  ia  larghezaik 


(x)  VUìta  Riviera  MS.  pag.  78.90. 

(a)  Voto  d'  Adda,  e  Barberini  nella  proposizione  d'ella  linea  del   Pò  grande  al 
J.  Ci  resta  dunq^ue,  ec«         (3)  Visita*  Riviera  MS.  pag,  aa;  2i«  pag«  Si.  63*. 
(4)  Pag.  189.  190V  (5^  Pag.  190.  1^ 


aS8 


di'  questo  ramo  di  Àriatio  nel  pniif  o  della  sua  separazione'  «del  tronco 
prÌDcipale^  o  poco  al  diaotto  fu  trovata   di    piedi    dagento  «quindici; 
e  acajidagiiata  4?acg4]a  in  eoi  loogiii ,  (i^  fu  trovata  raggaagliatamente 
di  ttodici  piedi  di  altezza  4  ^onde  la   aezione   di  qaso   ramo  d' Ariano 
diviso  da  quello  delle  Fornaoi  era  di  piedi  quadri  due   mila  trecento 
iBessaiHacìoque  .  Quella  del  tronco  principale  avanti  la  separazione  di 
piedi  ^lutidri    dodici    nila ,  e  trecento  settanta  •  £  i'  altra  del  ram» 
delle  Fornaci  di  piedi  quadri  dodici  filila  trecento  trenta ,  -e  mezzow 
Ora  chi  mai  4SiPederei)be ,  <iìe  4id  un  canale  d'  acqua  ,   la  cui  sezione 
jia  di  dodici  jnila ,  ^  trecento  trenta  piedi  quadri ,  «e  mezzo  »  qual  è 
^quello  deHe  Fornaci  y  potesse    unirsi    tani*  acqua  »  -quanta    ne    passa 
per  osa  sezione  di  piedi    quadri  due    mila    trecento    sessantacinque^ 
come  sì  trova  nel  ramo  di  Ariano  »  ?seniea   fare  ^  larghezza    maggiore  ^ 
anzi  minore  di  trentaeinqtte  piedi ,  -e  con  accresocM   poco  più  d'  un 
oncia ^  e  mezzo  aolaoieate  d'  altezza^  riduoendesi  a   passare    per  una 
aeziooe  di  piedi    quadri   dodici    mila-,  e  aettanta  y  -quale  è  ri    tronco 
principale  del  f  o  grande  alle  Papozze  avanti  la  sua  divisione  oe'  duo 
xanH  di  Ariano,  e  deUe  Fornaci?  Eppure  tutta  l'acqua    deir  uno»  e 
dell'  altro  ramo  è  passata  già  prima  per  lo  tronco  suddetto  principa* 
le  del  Po  gxande  ^  aivanti  che  egli  si  divida  nelli  due  delie   Fornaci  ^ 
•O  di  Ariano-,  aggiustandosi  ogni  differenza  eolla    vana    velocita,   elio 
risulta  ne'  detti  canali.  Né  si  puè  did^itare  y  cito  siccome   ciÀ  accado 
sei  divorzio  del  troiioo  auddetto  priacipale  in  qtie'  due  rami  divisi  ^ 
jCOSì  non  succedesse  lo  stesso^  quando  eoo  moto  retrogrado  que' me* 
,desimi  due   rami   divisi   dovessero    m  un  sol   tronco    riunirsi ,  e   ciò. 
molto  pia  agevolmente  ,  quando  fosse  fatta  la  confluenza  ad    angolo 
più  aeuto  ,  che  ivi  non  e  ,  il  che  gioverebbe  ad  aecnrescere  nel  tron- 
00  unito  la  velocità,  -onde  si  raccoglie ,  quanto  pgco  (ondata  sia  1'  ap- 
prensione di  quelli^  che  tanto  ai  atterriscono  dal  iien tire,  che  si  trat* 
ti  di  condurre  il  Reno  al  Po  grande,  a  cui   ha   il  Reno  tanto  mino» 
re  proporzione  y  che  non  ha  il  ramo  di  Ariano  a  quello  delle  Fornaci  « 
6a.  £  per  aggiungere  forza-  a  questo  discorso  si  rifletta  y  che  comò 
-èi  noto»  il  Po  grande  detto  di  Lombardia    poco  sotto  la   Stellata  di- 
xamavasi  ne'  we*  rami  di  Venezia,  *e  di  Ferrara  y  e  che  qualche  se- 
cedo  addietro  può  ragionevolmente  credersi  y  che  l' acqua  sia  corsa  u- 
funle  y  o  poco  meno  per  ciascheduno  di  essi«  Ora,  se  essendo  le  co* 
me  in  questo  stato  y  taluno  airesse  proposto  d' obbligare  tutta  l' acqua, 
che  acorreva  per  lo  destro  ramo  di  Ferrara  y  a  scorrere  pel  solo  alni* 
#tro  di  Venezia  ;  quali    Innesti  accidenti  dalP  esecuzione   di   un  tale 
progetto  non  si  aaiwbbono  .pronosticati  F   Necessità  di  elevare  gli  ar- 
fpnì  ad  eccessive  altezze:  piene  smisurate  da  non  esser  contenute  in 


il)  Visita 


MS,  tag^  z^i. 


^m^ 


m84 

3 nel  solo  àlveo  :  rotte  »  inondazioni  »  e  per  fine  il  totale  eaterminio 
el  paese  adiacente  alP  una  »  ed  ail*  altra  sponda  *    Eppure   la  natura 
sensa  soccorso  delF  arte  ha  &tta  da  se   medesima  la  grande  unione  y 
e  coir  esperienza  ci  ha  dimostrato  y  quanto  sareUiono  stati  allora  va* 
ni  tali  timori.  A  proporzione  delle  nnove  aeque  ,  che  si  sono  anda* 
te  introducendo 9  il    ramo  di  Venezia  si  è  profondato,  ed   allargato 
talmente  ,  (i)  che  fuori  del  tempo  delle  piene  cammina  per  più  pie* 
di  colla  superficie  delle  sue.  acque  incassato  fra  terra  universalmente> 
come  può  riconoscersi  dalle  osservazioni  faite  nella  visita  del  i6g3. 
dalla   Stellata  fino  alle  Papozze  in  tempo  di  somma  escrescenza  del  Po* 
63»  Con  questo  esempio  potrebbe  correggersi  V  apprensione  de'  gran 
danni  y  che  si  temono ,  e  si  rapresentano  da  alcuni  per  V  introduzio» 
ne  del  Reno  net  Po ,  mentre  anzi   sperar  ai  deve  »  che  quelP  alveo  f 
il  quale  è  stato  capace  di  ricevere  le  acque  di  un  gran  nome,  quale 
era  ne*  tempi  andati  il  Po  di  Ferrara  »  senza  che  ne  seguissero  que^ 
funesti  effetti^  c{ìe  forse  allora  sarebhono  stati  temuti ,  sarà  ancora  baa» 
tante  a  ricevere  il  Reno^  ed  a  condurre  con  felicità  le  sue  acque  si» 
BO  al  mare*.  Tanto  pia  che  siamo  accertati  »  che  non  solo  dall^  unio» 
ne  de*  due  rami  in  un  sol  tronco  non  è  derivato  alcun   danno  f  ma 
anzi  n*  è  provenuto  benefizio  ,  come  dagli  effetti  dimostrati  :  mentre 
le  rotte  sodo  motto  men  frequentemente  accadute  dopo  la  detta  iute» 
va  unione  ^  che  prima ,  come  consta  per  confessione  de*  Ferraresi  in 
vn  Sommario  di  una  loro  scrittura  data  nella  visita  del   1694*  li  aS* 
Giugno,  dalla  quale  apparisce»  che  dall*  anno  1S61»  per  fino  al  1896^ 
cioè  in  trentaseì  anni  erano  succèdute  ben  otto  rotte  nel  Po  grande^ 
laddove  dall'anno  s64o»  fino  al  1686.  dopo  che  tutta  F acqua  del  Po» 
e  del  Panaro  corre  nel  solo  tronco  di  Venezia  »  cioè  in  quarantasei 
anni  »  non  si  contano  che  sole  tre  rotte  ;  che  se  vi  si  aggiunge  l' ul- 
tima accaduta  Panno  170S»  a  Corbola   nel   Po  delle  Fornaci»  dovd^ 
^rsi  »  che  dall'anno  i&'68.  in  cui  si  cessò  col  taglio  neir  intestatura 
del  Po  di  Ferrara  al  Bondeno  di  dare  sfogo  per  quest^  alveo  alle  man» 
nme  piene  del  Po  di   Lombardia    sino  al  presente  armo  1717»  nel 
eorso  di  settantanove  sono  succedute  sole  quattro  rotte  nel  Po  info» 
riormente  alla  Stellata»  cioè  al  punto  delPautica  diversione  di  quel 
gran  fiume  ridotto  io  un  sol  tronco  •  Eppure  in  questo  tenrao  U  Pa» 
naro  distolto  prima  dal  Cardinale  Serra  dal  Po  »  vi  fu  dal  Cardinale 
Capppni  restituito  »  oltre  P  essersi  chiuso  ogni   sfogo  al  Po  medenmo 


(i)  Visita  d^Adda»  e  Barberini  t6^3.  ai«  IittgSa# 


à85 

lai  si-  soariea  dalle  sue  fonti  ,  ne  è  d  foarso ,  ohe  paò  qnasi    paaaarsi 
a  piedi  asciutti  9  e  non  potrà  ciò  segaire ,  senza   eoe   ne  proTeogano 

?ae'  fiioesti  accidenti ,  che   tanto   vengono  esagerati  per  impedirne 
esecuzione  t 

64«  Uno  di  questi  accidenti  $  da  cui  si  temono  perniciose  conse* 
gnenze,  è  il  prolungamento  della  linea  del  Po»  e  singolarmente  del* 
ramo  d'  Ariano»  Fu  questa  difficoltà  eccitata  ancora  nella  visita  del- 
l' anno  1 693.  ma  si  può  presentemente  ad  essa  rispondere  colla  cer-* 
ta  prova  della  stessa  esperienza  9  la  quale  dimostra  bensì  la  linea  pro- 
lungata 9  ma  nello  stesso  tempo  il  fondo  del  ramo  d^  Ariano  abbassa- 
to molto  più  9  che  non  era  •  Ma  per  aggiungere  alla  prova  dell'  esue* 
lienza  la  forza  ancora  della  ragione ,  considerare  5  e  riflettere  si  de- 
ve alla  diversità ,  che  corre  fra  il  prolungamento  della  linea*  de'  fin-* 
mi  di  fondo  inclinato ,  i  quali  esìgono  per  correre,  e  non  fare  depo* 
iizione  delle  torbide  ,  una  determinata  pendenza  ,  come  è  il  Reno  , 
ohe  ne  ha  quattordici  once  in  circa  per  ogni  mìglio  ,  che  perciò  ri- 
«  oeve  gravissimo  danno  dal  prolungamento  della  sua  linea  nelle  valli  , 
il  che  abbiamo  riferito  di  sopra  ;  e  de'  fiumi  di  fondo  orizzontale  , 
quale  è  il  Po  grande  9  che  non  ha  nel  suo  fonda  pendenza  >  o  decli-  ■. 
vio  sensibile  almeno  nelle  sue  parti  inferiori,  il  che  si  raccoglie  dal 
confrontare  più  livellazioni  che' tanto  nella  visita  del  1693.  quanto  in 
quest'ultima  sono  state  fatte.  Ne'  primi  al  prolungarsi  della  linea 
conviene,  che  succeda  1'  inalzamento  del  fondo  a  quel  segna  almeno, 
che  sia  bastante  per  formarsi ,  e  mantenersi  la  sua  necessaria  pendeu- 
za.  E  questa  obbliga  poi  gli  abitatori  ad  una  proporzionata  eievaziO'^ 
ne  degli  argini  •  Ne'  s«)condi  ciò  non  succede  in  alcun  conto  ,  men- 
tre 4a  forza  dell'  acqua  è  bastante  a  spignere  le  torbide  fopra  un 
-fendo  anche  orizzontale ,  ed  a  portarle  lelicemente  al  mare  •  Non  de- 
ve dunque  temersi  in  questi ,  che  dal  loro  prolungamento  succedano 
interrimenti ,  e  deposizioni  nel  fondo  di  essi ,  massimamente  quando 
nello  stesso  tempo  ,  che  vi  sì  aggiunge  materia  atta  a  cagionare  si- 
mili deposizioni  ,  vi  sì  aggiunga  maggior  forza,  e  velocita  maggiore, 
coli'  accrescervi  maggior  corpo  d'  acqua  ,  come  si  farebbe  ,  congiun» 
gendo  al  Po  l'acque  del  Reno.  L'allungamento  poi  della  spiaggia  , 
^ando  non  segua  elevazione  di  fondo  ,  non  è  in  se  stesso  aicun  ma^ 
le  9  mentre  per  esso  vengono  ad  am^Jiarsi  i  territori ,  e  le  campa- 

Sne  ,  che  divengono  poi  colte ,  e  popolate  ,  come  d'  una  gran  parte 
eli' Ferrarese  ò  seguito  ne'  tempi  trascorsi,  (1)  per  confessione  de' 
loro  scrittori  medesimi ,  e  va  tuttavia  fuccedenda  a  comodo  dello 
stato  Pontificio  ^  e  de'  eonfinantì  ancora  9  che  sopra  tali  acquisti  di 


(1)  Nel  lib.  indttilam  il  Perfetto  Giudice  d' argine  pag.  4r< 


«a6 

terra  prodotti  ^alle  allavionì  ,  bamio  fabbricato   oaM ,  6   palaasu  lì- 
^iiardevoliy  ed  acquistate  fertili,  e  spaziose  piaoure  (i). 

65.  Resta  ora  da  esamÌDarti  Ja  quarta  delle  apportate  opposizioni  , 
cioè  il  supposto  ìnterriaieoto  delle  bocche  del  Po  allegato  pur  ancho 
del  j-égS*  per  cai  si  reinla  incapace  non  mene  dì  smaltire  le  .proprie 
«eque,  cbe  di  riceirerne  delle  altre  nel  suo  alveo«  Tanto   dalla   oc»^ 
lare  inspezione ,  quanto  da*  testimoni  «sa'minati  in  più  luoghi  si  rac- 
coglie ^  che  nenuneno  per  questo  capo  ò  seguita  variazione   in   quei 
fiume  9  dalla  quale  resti  impedita    V  eaecuzione   del    voto4  mentre  vi 
sono  presentemente  tante ^  e  sì  ampie  foci,  quante  ve   n'erano  del- 
l' anno  1693. 'per  le  quali  navicami  grossissimi  legni  senxa  alcun  pe* 
ricolo ,  che  l' acqua  ven|;a  sostenuta  per  difetto  4'  esito  felice  »  e  sni^ 
ficiente.   J4el  tempo  x^he  il  Po  ha  grand' acqua ,   Jiooome  ai   profon- 
da il  letto  9  cosi  le  bocche  si  escavano,  e  si  rip^urgano,  e  talvolta  si 
dilatano  ancora.;   anzi  nelle   piene   maggiori  se  ne  aprono  frequente- 
mente delle  nuove ,  o  le  meno  ampie   si    allargano  «  e  quasi   cu  anno 
in  anno  continuamente  si  mutano  ;  onde  perciò  mutano  aocora  il  no- 
me ,  dal  che  nasce  qualche  •confusione  nel  fare  il  confronto  delle  an- 
tiche  «olle  presentii   Egli  À  certo  però*  ^che  qnante  V4>lte  mi  sono 
interrite  alcune  delle  bocche  del  Po,  altre  iiello  stesso  tempo  si  sono 
aperte  9  e  ciò   viene   deposto   concordemente  da  quattro  testimoni ,  i 
quali  praticano,  e  navigano  tutte  le  ore  quel  fiume  1%).  Non  convie- 
ne per  tanto  fare  molto  caso  della  diminuzione  della  bocca  della  Ba- 
l^lìona  ,  perchè  ci  tre   il   non   esser   vero ,  «che   sio^i   qaesta   del  tutto 
jchiusa  ,  ed  interrita  ,  attesoché  in  Po    basso  ^  e  molto   più  in  flusso 
di  mare,  vi  b  praticano  arche   piccole,    ed   in  tempo  di  Po  alto  vi 
vanno  ancora  barche  maggiori ,  come  asseriscono  cinque  testimoni  di 
eerta,  ed  infalliliil  saputa  {3);  egli  è  pur  anco  vero»    <^c  a  misura  « 
che  qnesta  foce  si  è  andata   diminuendo  «  1'  altra  b5cca  chiamata  la 
Donzella  ,  che  era  una  delle  bocche   minori  del  Po   co'  suoi  due  rar 
mi  la  Scovetta ,  e  la  Gnocca,  si  è  renduta  sempre  più  ampia,  e  fe- 
lice, come  pure  la  bocoa  del  Gamelo^  che  prima  era  nn  picciolo  ra- 
metto capace  solamente  di  piccole  barche^   da  pochi  anni  in   qua  si 
è  dilatata  ,  e  profondata  ,  portando  tutte  grossi  bastimenti  ,  come  at- 
testarono tutti  i  predetti  testimoni   sa  tale  particolare   esaminati  ^  i 
quali  di  più  asserirono,  che  presentemente   tanto  ai  scarica  il  Po  in 
mare  quanto  faceva  prima ,  e  colla  .stessa  facilità  »  aprendosi  le  sut 
acque  la  strada  ora  per  1'  una ,   ora  per  l'altra  parte  ,  aenza  ineon-. 
trare  ostacolo   maggiore  di  prima  •    Oltredictià  ,    essendo  cagiona 


(i)  L'ietesso  autore  del  Perfetto  Giudice  d'ardine  pag.  x6a.  iM* 
^a»)  Visita  Riviera  MS.  pag.  ao6.  aii.  fl3o.  a96. 
,8J  Fiig.  Ao5.  fle8«  A09.  ai  j,  aag.  a3o.  aSa.  a34*  ^^^j»  ^^*  ^* 


ì 


•87 

r  iiitevrimento  Si  aìcmie'  d!  queste  BoccBe  dalTs  rotta  sncoedata  in  Gor- 
lK>la ,  per  la  quale  ai  è  divertita  una  parte  deH'  acqua ,  che  per  essa 
idovea  scaricarai,  (i)   cerne  attestano   alcoai  de'  medesimi   testi  mani  » 
ripigliaado-  detta  rotta  ^  ritornerapno  facilmente  )e  cose  allo  stato  loro 
primiere.  Si  aggiunge  ia  oltre,  che  quelle  atesse  bocche  minori ,  che 
in  Pa  basso-  non  sono  praticabili  che  da    barchette   piccole  ,  come'  è 
ara  la  suddetta  Baglioaa  'r  quella  dellìa  Tote  ,  la  Scolnizza ,  o  dell'  O- 
eà  ,  o  quella  delF  Asinino,  ritenendo  queste  comuuicazioni   col  m4* 
re,  servoao  con  fiicilità  ia  Po  alto,  e  nel  maggto#^  suo  bisogno  allo 
aoarico  delte  sue  acque^-^  neu  mebo  che  le  bocche   più   grandi  dello 
atesso  ramo  delle  Fornaci,,  che  sotìo  il  Gamelo,  1'  Àsino ,^   e  la  Don*^ 
cella  con  le  sue  due    gran  bocche  la  Soovetta  ,  e  la   Gnooca  y  tutte 
capaci  di  barche  maggiori  ,   tre   delle  quali  cioò ,   la  Soolaizza  ,  la 
Gnocca ,  e  la  Scovetta  furono  in  questa   ¥isita    scandagl^te  ,  e  rico- 
nosciute .  E  questa  stessa  cootinaa    Tariaziono  ,  a  felicità   di  boccho 
del  Po  delle   Fornaci  fu   attestata    da  que'   medesimi  marinari  ,  che 
eelle  loro'  barche,  servirono  a  riconoscerle  ^  e  che  di  esse  una  piena^. 
e  distìnta  notizia  avenrano.^ 

66^  Nò  punto  meno  felice  ha  il  Pò  ìo  scarico  dalTa  parte  deT  rami»' 
d'  Ariano  d>  qudlo  abbia  nel  troneo  delle  Fornaci ,  anzi  è^a  notar-^ 
ai,  che  quello r  dove  prima  aveva  una  sola  bocca,  ne  ha  presente- 
mente due  divise  da  im' isoletta^  o  Bone)lo,  come  suole  colà  chiamar-' 
m  f  nato  all«  sua  foce  per  affondamento  d' una  nave  di  grano  nelle- 
ultime  passate*  guerre  seguite ,  e  sono  amendue  queste  bocche  a  un 
dipresso  egualmente  larghe  ,•  e  capaci  de'  maggiori  bastimenti  ,  come 
octllarmente  ne  fu  osservato  uno  di  otto  petriere  nell' uscire  per  u- 
na  dì  queste  foci  in  aaare  ,.  e  net  ritornare  per  P  altra  •  Au2Ì  è  piv 
pronto ,  e  libero  per  queste  due  bocche  lo  smaltimento  dell'  acqua- 
Bel  mare,  ed  è; più  felice  hi  navigazione  y  che  prima  non  era,  (a)  co- 
me atttestarono  pia  testimoni,  quali  deposero ,  riceversi  da  esse  il' 
vantaggio,  che  non  potendosi  a  cagione  di  un-  vento  contrario  inv- 
fcoccare  in  una  ,  £iGÌluiente  ciò  succede  nell'  altra,  per  essere  a  di^ 
"versi  venti  rivolte . 

67.  Se  dunque-  le  bocche  del  Pb  vaniate  di  sito,  nonr  si  sono  ra» 
riate  nella  eaj^cità,  e  felicità  di  condurre'  1'  actpie  al  mare  ;  se  il  lo- 
ro numero'  non-  si*  è  punto  diminuito  ;  se  quelle  di  Ariano  si  sono 
&tte  molto  maggiori,  io  giudico  ,  che  nemmeno  per  questo  conto  vi 
aia  alcuna  innovaaìone  ,•  per  cui  meriti  di  essere  ritardata  ,  e  n>olto 
neA#  impedita  l'esecnaione  del  parere  y  e  del  voto  de'  due  Eminen- 
tissìmi  Cardinali  . 


(i)  Visita;  Riviera  MS.  pag.  fl07.  aio.  aire  a35; 
(a)  Pag.  ao6v  aio.  a^S^  aa6;  aau  a38,  Sà3^ 


68.  Mi  peraaada  di  avere  finora  bastanteneote  dimpitrafo ,  eto 
noa  vengono  iopra  vero  fondamento  appo^ate.le  quattro  variazioni 
allegate  per  impedire  V  introduzione  del  Reno  nel  Po  ;  ma  perohà 
frattanto  fa  ancora  per  parte  de'  confinanti  paesi  mossa  una  naova  » 
né  mai  per  V  addietro  eccitata  difficoltà ,  cioè  il  perìcolo ,  il  quale  a 
loro  6ovrastere})be  de^  rìgnr^iti»  che  seguirebbero  nel  Po,  d&ir  unio- 
ne del  Reno  $  verso  le  part^  superiori  »  e  fu  asserito  da  loro ,  cha 
questi  di  sua  natura  si  distèndono  indefinitamente  all'  insù ,  dispo- 
nendosi 9  come  a  scarpa  »  e  facendosi  conseguentemente  sempre  mag- 
giori nelle  parti  più  lontane  ^  e  più  Remote  dal  loro  principio ,  perciò 
atimai  bene  »  senza  entrare  nella  discussione  della  materia ,  di  ricer« 
care  coli'  esame    di  nume)ro3Ì   testimoni  abitanti  alle   rive  del  Po  »  i 

2uali  rendono  a  maravielia  buon  conto  di  tutti  gli  accidenti  di  quel 
urne  y  la  qi^lità  »  la  frequenaa  t  lo  stato ,  e  gli  effetti  di  detti  ri* 
gorgiti»  £  per  verità  sette  di  essi  concordemente  deposero ,  (i)  che 
più  si  alzano  i  rigurgiti  nelle  parti  del  fiume  più  vicine  al  lido  ma- 
rino^ cbe  nelle  parti  lontane  ^  di  maniera  ohe  a  proporìeione  »  che  ai 
dilungano  dal  mare  »  si  vanno  anch*  essi  diminuendo  »  onde  ordina* 
riamente  non  oltrepassano  Crespino  »  e  nelle  grandi  burrasche  giun- 
gono a  Francolino  »  o  poco  più  oltre  si  stendono  a  proporzione  »  che 
trovasi  allora  il  Po  »  o  magro  ^  o  carico  di  aeque  :  perchè  essendo  il 
fiume  più  basso»  i  rigurgiti  maggioamente  in  esso  si  risentono»  e  ai 
stendono  più  lontano;  ma  essendo  alto,  si  rendono  più  insensibili ^ja 
terminano  più  da  vicino  »  come  attestarono  i  medesimi  testimoni  ao- 
pra ciò  esaminati  »  Ed  in  fatti  la  sperìenza  comprova  » .  che  ora  dopo 
essersi  allontanato  il  mare ^  giungono  i  suoi  rigurgiti  meno  all'  in  au, 
di  quando  era  più  vicino  (a)  come  da  uno  di  essi  sette  testimoni  fìi 
individualmente  attestato» 

69.  Ponendosi  adunque  ancora  il  Reno  nel  Po»  i  suoi  rigurgiti  jio- 
co  sopra  potranno  stendersi ,  e  minori  sempre  si  scorgeranno  in  mag« 
gior  lontananza  ;  siccome  ancora  in  Po  aito  »  che  e  il  tempo  del 
maggior  pericolo  »  riusciranno  di  minore  altezza»  ed  a  più  breve  di- 
stanza si  prolungheranno  »  senza  che  le  provìncie  superiori  al  Ferra* 
rese  nemmeno  si  accorgano  »  cher  sia  introdotto  1  o  non  introdotto  il 
Reno  nel  Po  :  siccome  certamente  non  sanno  quando  venga  »  0  non 
venga  piena  in  Panaro  »  o  in  altro  fiume»  che  assai  ioferiormeule  ad 
esse  uniscasi  alla  corrente  del  Po  medesimo  • 

70.  Con  quanto  ho  spportato  sìnora  »  spero  di  avere  interamente 
soddisfatto  alla  mia  obbligazione  di  esporre  il  presente  stato  del*  Re« 
nò ,  del  Panaro»  del  Po  e  de'  suoi  sbocchi»  come  altresì  il  deplorabile 


(i)  Visita  Riviera  MS.  pag.  19».  193.  195.  197.  ao8.  sAsl  a36. 
(a)  Pag.  ao8. 


^«9 

AteresèifneiitO'  cle^  daatii^  efae  per  le  aeqQe  it  tutte  le  ptrti  riatrettei 
ira  sempre  più  eofiretido  il  territorio  Bolognese  «  confrontando  ^e- 
•to»  e^aello  collo  itato  dell'anno  1693.  per  rioonosoere^  se  éìéko 
da  qnei  tempo  accadute  tali  ¥ariazioni  ^  onde  non  p08#  più  eseguir- 
ai il  foto  de  due  Eminentisaimi  Cardinali  •  Guddo  ancora  di.a?ere 
Aaatantemetìte  dichiarato  il  mio  parere  9  qnal  è ,  che  le  pretese  mutt^ 
jdoni  non  vi  aieno  realmente  5  e  non  afcrao  tali  9  che  per  esse  ^^'^bmì 
venduto  più  dijfficile  9  non  che  impossibile  il  progettato  rimedio 'w 
oongiungere  i]  fieno  al  Panaro  j  e  di  condarre  amendne  unitamente 
jid  isboccare  nel  Po  « 

7&.  Non  mi  difibnderb  dunque  in  rispondere  a  quelle  immense  de* 
posizioni  di  terreno»  di  alzamenti  d'argini,  di  prolungamenti  di  li- 
nea 9  d' impedimenti  di  scoli,  che  si  asseriscono  essere  per  succedere 
dopo  la  detta  introdueione  del  fieno  nell'  alveo  di  questo  gran  fin* 
tne  9  perchè  bastantemente  fu  a  tutto  ciò  risposto  dagli  Etmuentissìp* 
mi  Cardinali  nel  loro  voto*  Dirò  ben  aofo^  che  quelle  stesse  difficol- 
tà I  che  si  apportano  contro  questa  linea ,  crescono  a  dismisura  con- 
tro ogni  altra ,  dove  il  Beno  colle  sue  acque  ,  o  de^  vicini  torrenti, 
non  congiunto  ad  un  fiume  reale  con  acqua  perenne  qual  è  il  Po , 
ai  pretende  condurxe  al  mare* 

7a.  Ma  dovrà  dunqae  per  questo  trascurarsi  1'  eccidio  d^  una  pro- 
vincia, senz'accorrervi  con  qualche  riparo,  e  piuttosto  che  tentare 
nn  rimedio  ,  sofiTrìre ,  che  dopo  la  perdita  di  essa  corrano  ancora  le 
ju^que  a  ricoprire  il  territorio  ,  e  la  stessa  città  dì  Ferrara?  Questo 
non  è  un  remoto  pericolo ,  ma  una  certa  evidenza  ^  soprastando  an- 
cora presentemente  di  più  piedi  la  superficie  delle  somme  escreseen* 
se  presentì  delle  valli  al  territorio  Ferrarese  ,  ove  già  scorrerèbbono, 
ae  trattenute  non  fossero  dallo  spalto  formato  a  destra  del  Reno  dal- 
le sue  torbide  ^  e  da  qualche  argine,  da  cui  viene  difeso*  Verità  co- 
ai  manifesta,  che  non  esiteranno  punto  a  confessarla  in  questa. visita 
i  'medesimi  Deputati ,  e  Periti  di  quella  città  ,  e  molto  prima  già  e- 
xa  stata  comprovata  dal  loro  perito  Valerìani ,  nella  sua  scrittura 
stampata  in  Ferrara  del  1710»  col  titolo  d'  Informazione  delle  Inno" 
vaziom  fatte  ec.  ove  (  pag.  la.  )  deplora  il  gran  pericolo,  a  cui  sog- 
giace per  la  suddetta  cagione  la  sua  patria ,  con  addnrne  •  V  esempio 
di  ciò ,  che  in  circostanze  meno  pericolose  gran  tempo  fa  le  succes- 
ee ,  dicendo  :  In  pro^a  di  che  abbiamo  V  esempio  della  rotta  Muzza^ 
rella  seguita  ,  sessan^  anni  sono  in  circa  ,  nel  qual  tempo  probabile 
mente  il  fotfdq  di  Reno  non  dovea  trovarsi  ,  come  ora  ^  tanto  eteva^ 
tff,  deducendosi  di^  di  lui  argini  tante  volte  rialzati  d'iallora  in 
qua ,  e  gli  argini  del  Po  di  Ferrara  dovevano  essere  pih  ulti  ,  r/- 
eendo  da  quel  tempo  in  qua  stati  sempre  battuH  dal  continuo  tran» 
.  sitarvi  de*  carri  ,  n^  mai  riparati  con  alzamento  i  epjntre  ¥  acqua  del 

3? 


Beno  9  dopo  avere  rotto  il  di  lui  argine  ",  sormontò  quelli  del  Po  a 
destra ,  e  a  sinistra ,  passò  nelle  fosse  della  città  ,  e  della  fortezza  y 
e  *  con  tutte  le  difese  possibili  fatte  col  murare  la  porta  di  ,S.  Bene^ 
detto,  e  serrare  tutte  le  bocche  de*  sotterranei,  cìie  servono  alla  cit" 
tà  di  scolo,  non  si 'potè  impedire  del  tutto  alV  acqua  della  suddetta 
"Pott^  j  che  non  entrasse  nella  città  medesima  ,  alzandosi  fin  sopra  gii 
altari  della  Chiesa  deUa  Cofisolazione  :  il  che  si  raccoglie  da  scrittu" 
re  concernenti  detta  rotta,  die  si  conservano  nella  segretaria  di  qu^ 
st^  Illustrissima  Comunità  .  Ma  se  allora  V  acqua  del  Beno  tanto  più 
basso  di  fóndo  j  colla  difesa  degli  argini  dei  Po  arsche  pi  h  alti  del 
presente ,  potè  sormontarli ,  ed  entrare  nella  €itìà  ;  che  farebbe  in  og* 
gij  che  gli  argini  suddetti    del    Po  sono   smantellati   del  tutto  a  di" 


aoqae  del  Reno*  Queste  coatroversie   agitate 
sogliono  fra  particolari  persone ,  ma   non  già   quando  si   tratta  della 
pubUica  utilità,  e  dell'interesse  del  Principe* 

74*  Tale  è  divenuta  presentemente  questa  controversia,  trattando- 
si che  non  si  perda  un  intero  territorio  •  Che  tanti  popolati  luoghi 
non  restino  abbandonati.  Che  tante  fertili  campagne  non  divengano 
valli  infelici  :  laonde  devesi  passare  sopra  il  titolo  di  privata  servita, 
e  unicamente  determinare  quello,  cfaie  essendo  la  conservazione  de' 
sudditi  ,  e  ancora  il  maggior  vantaggio  del  Principe .  Che  se  per  a- 
prire  una  pubblica  via,  o  per  tirare  il  comodo  di  un  acquedotto,  si 
dividono ,  e  si  soggettano  i  terreni  de'  possessori  vicini ,  che  per  al* 
tro  non  avrebbono  privata  obbligazione  ,  o  servitù  di  soffrirlo  i  quan- 
to più  dovrà  ciò  praticarsi  in  caso  di  tanta  rilevanza  ,  e  di  necessità 
tanto  maggiore ,  qual  è  quella  di  porre  ostacolo  all'  eccidio  d'  una 
quasi  intera  provincia  ,  ed  ovviare  al  pericolo  imminente ,  che  in 
progresso  di  poco  tempo  non  resti  dall'  acque  sommersa  una  fortea* 
za  »  ed  una  città  cosi   riguardevole  ? 

75.  Poco  dunque  curar  si  deve  ,  se  i  Bolognesi  abbiano  io  stesso 
dritto  di  condurre  il  loro  Reno  al  Po  di  Lombardia,  che  avevano  a 
quello  di  Ferrara ,  e  se  questo  sia  differente  da  quello  •  Io  dirò  sola- 
mente in  questo  proposito,  che  tanto  la  S.  Mem.  di  Clemente  Vili, 
quanto  i  medesimi  Ferraresi  credettero ,  che  una  sola  parte  del  Po 
ricondotta  nel  ramo  di  Ferrara  ,  fosse  bastante  a  spignere  le  torbida 
non  meno  del  Reno ,  che  di  tutti  gli  altri  torrenti ,  che  sono  a  de- 
stra del  Po  di  Primaro  fino  al  mare  .  Ecoene  le  pàr(4et  Cam  autem 
aqua  Padi  Lombardiae  in  dictum  alveum  Ferrariensem  ad  eam  qttan* 
titatem ,  et  sufficientiam  introducta  fuerit ,  ut  alveum  ipsum  ad  loca 
usque  primarii  ,  et  f^olanae  purum  ,  et  expurgatum  conservare ,  et  tur^ 
hidàs  aquas  fiumirds  Bheni^  et  aliorum  deducere  ^  et  expellere  poteritf 


tunt  ipsum  flumioi  Sbeni  y  in  eundem  alveum  juxta  civttatem  Ferrt»^ 
riensem  in  iocOf  et  modos  a  predictis  Peritis  approhando ,  restituì  pos^ 
M  decemimus  •  E  che  presentemente  senza  esitazione  alcuna  afTernA- 
no  yche  tntto  V  intero  Po  non  sarà  bastante  a  oondurTd^.  Che  allo- 
ra non  si  tenaeva  la  desolazione  della  città  di  Ferrara  ,  ricevendo  il 
fieno. nel  Po  sotto  le  mura  di  essa,  e  che  adesso  viene  temuta ^  in« 
troduoendolo  più  miglia  da  essa  lontano.  Se  dunque  gli  esagerati 
motivi  dì  alzamento  di  fondo ,  di  prolungamento  di  linea  ,  dì  depo- 
sizioni capaci  a  riempiere  intere,  e  spaziose  valli  ^  e  consegi»en te- 
mente per  loro  detto»  molto  più  dannevoli  al  solo  alveo  d'  un  fiume^ 
con  dovevano  in  quel  .teiUpo  porre  ostacolo  alla  restituzione  del  Re- 
no nel  solo  ramo  di  Ferrara  con  parte  dell'  acqua  del  Po  ;  e  come 
mai  dovranno  porlo  in  tanto  più  remato  9  e  lontano  pericolo  P 

76.  Sia  stata  dunque  la  Padnsa,  o  una  gran  conca  separata  dal  Po, 
di  cui  per  altro  attestar  posso,  che  non  m'è  stato  mostrato  alcun 
Testigio,  come  P  ho  veduto  degli  antichi  argini  del  Reno,  fra  i  quali 
passando  vicino  a  Cento  entrava  poi  nel  Panaro,  o  sia  stata  la  Padu- 
•a  quelP  espansione  ,  che  nelle  parti  inferiori  faceva  il  Po  non  risr 
tretto  tra  ar^tni  4  io  per  me  giudico  che  questo ,  nulla  rieguardi  il 
momento  della  causa ,  il  quale  a  questo  solo  discorso  per  mio  senti- 
mento ristringesi . 

77*  Va  perdendosi  al  Principe  sna  considerahile ,  e  miglior  parte 
del  territorio  Bolognese,  e  non  solamente  si  accresce  il  pericolo  di 
■empre  più  perderne ,  ma  snsseguentemente  poi  quello  ancora  di  Fer- 
rara^ senza  che  ne  rimanga  esente  la  Città  istessa  i  Dunque  deve:  il 
Prìncipe  tentare  ogni  rimedio  *,  per  porre  ostacolo  al  propri.o  danno , 
e  tmvar   riparo  aUa   salate  de' sudditi  ,.  che  è  la   primardi   tutte  lo 

78.  Le  altre  vie  tutte  di  condurre  il  Reno  al  mare  sono  renduté 
impossibili  dalla  natura  ^  e  non  dagli  uomini  ,  giacche  sono  prive  del- 


la  stessa  natura,  ma  vi  contrihuìsce  colla  sperienza. 

79.  I  minacciati  interrimenti  della  linea  del  Po  (  quando  ancora 
Mugliano  mettersi  in  dubbio  le  ragioni  lungamente  riferite  per  esclu- 
derli I  possono  esaere ,  e  non  estfetre  ;  laddove  neir  altre  linee  tutto 
sono  iqdobiuti.^  ed  ogni  ragione,. che  li  comprova  in  quella,  li  com- 

Srova  in  queste,  ma  non  già  ogni  ragione,  che  in  queste  li  dimostp, 
I  ;^utila  aoQora  dimostrali ,  per  congiungersi  ivi  ad  un  gran  corpo 
d^  acqaa,^e  puòìacilmenteijmpedirli.;  liu>nde.chi  non  vede  che  so* 
Miitar  si  deye.ih  pait])|o,.d^te  )a:  difficoltà  non, è  certa^  e  solamente 
fbiJbJiioao  il  pericolo ?.£.4iai;|tÌQ)9  dor^r  lÉft^ttere ,itfhe  non  pei  «ina 


•9» 

t 

rotili  clia  tégQt  nel  Pò  »  il  qnale  eoi  sito  jftt^ente  flìtto  non  tote 
Oftmmina  fra  terra  »  ma  Tenti ,  •  pio  ptedi  sotto-  il  plano  della  città  » 
00  prendesi  la  misura  a  Lago  scuro  ^  resterebbe  qnel  territorio  »  e  la 
città  medesima  desolata  ;  mentre  tante  che  ne  ba  sofferte  ,  e  singo-» 
Isrmente  quelle  del  i7oS,.  sopnggiuotete  di  traverso  ,  non  hanno  mai 
oftrepassate  le  sogUp  delle  sne  poti»  »  Oltrediehè  i  laoelii  medesimi 
altro  Tolte  inondati  dalTo  rotte  ,  sono  ora  ritornati  a  lertili  campa* 
pio  come  prima  ;  quando  dall'  adra  parto  il  danno  che  viene  alle  cam«» 
pagno  Bolognesi  da  un  perpetuo  stagnamento  d^  aequo  di  un  fiume 
senza  esito»  apporta  un  sempre  durevole  ecfridia*. 

So»  Per  conservar  dunque  alla  Sede  Apostolica  tre  dello  sue  pie 
fiorite  Provincie  :  per  togliere  i  danni  che  dal  continuo  vagare  ael« 
V  aeque  risentono  le  campagne  -ancora  della  Romagna  ;  per  porre  ri* 
medio  a^  molto  maggiori^  da*  qnali  tante^  e  tante  ne  vengono  som* 
nerse  net  territorio  Bolognese  ^  e  medesimamente  alcune  del  Ferrs* 
rese;  e  finalmente  per  allontanare  ancora  il  pericolo  certo,  ed  ìodo« 
bitato  di  vedere  rovesciata  col  tempo  questa  gran  piena  »  ed  ammas» 
samento  d^ aeque  sopra  il  territorio»  e  la  stessa  citta  di  Ferrara,  io 
tono  di  parere  ;  cbe  debba  eseguirsi  il  voto  de*  due  Eminentisràmi 
Cardinali,  d*  Adda  ,  è  Barberini ,1  e  per  mezzo  del  Panaro  introdursi 
ii  Reno  nel  Po  - 

8t*  Quésto  stesso  nel  corso  dt  più  d*  nn  secolo   e  stato   giudica eo 
espediente  da  quanti  visitatori  a  riconoscere  lo  stato  di  que^  paesi  ha 

spedili  la  Sede  Apostolica  ,  i  quali  dalla  visita  de^  tuogbi  hanno  cer-^ 

tamente  potuto  conoscere  più  di  quello ,  che  o  dalle  carte  delineate  ^ 

vacGogriesi  »  o  nelle  scrittore  delle  parti  si  allega  » 

8a.  Di   questo  sentimento  fu   ii   Card»   Gaetani ,   cbe  neH'  amo 

s6io«.  giudica  »  doversi  condurre  il  Reno  al  Po  grande  non  da  L^ago 

•curo» 

83.  Di  questo  stesso  nelTanno  i6af*  fu  il  Cardinate  Capponi  ,11 

ii  cui  pensiero  fu  di  eongiangere  ii  Reno  at  Panaro  y  e  per  ts$^  i»* 

frodarlo  nel  Po  r         -    . 

84*^  Cosi  giudicar  nel  t6a5«.  Monsignor  Corsini^  il  quale  pfopoOi» 

più  vie,  ma  cbe  tntte  conducevano  il  Reno  nel  Por  Parere  che  fia 

poi  confermato  dalla  S»  Mem.  d^  Urbano  VIIL 
8^5.  E  COSI  finalmente  trahisciando  le  altre  visite  intermedie^  nelle 

f «ali  non  fu  fttta  positiva  propensione'  di  nuove  ifeee  ^  ^  giudicato 

dopo  una  lunga  9  faticosa  ,  e  diligeniìssima  visita  da'  due  RmigenjLie»' 

Ani  Cardinali  d'  Adda  ,  e  Barberini; 

*6^  Al  parere  de*^  Visitatori  è  stato  sempre  uniforme  quello  ib'^  piik 

celebri  matematici  del  secolo  ^  cbe  a  tntté  le  vì^fte  hannoi^  assiatìto  • 
S7.  Onde  io  dopo  ricofiosointo  acenratamenter  tntto  il  paese ,  e  bett 

fowtarate  amila  iiceia  del  luogo  4t  ragioni  delfe  pajrti  ,  ineenoaiflie»!^ 


*9» 

Confesso  d*  esser  renaio  persuaso  dalle  stesse  ragioni  ^  ohe  persuase* 
fo  quelli 9  e  ohe  noitamente  coni  dae  intendemissimi >  e  profondi 
ttiatematici»  che  in  questa  visita  hanno  supplito  alle  mie  insanicienze^ 
non  mi  so  dal  parere,  e  dalle  risoluzioni  degli  altri  visitatori  dipartire  « 
'  88.  Ma  perchè  in  un  affare  di  tanto  rilievo  f  o^ni  cautela  ,  che  ai 
usi  »  non  sarà  nuii  soprabbondante  ,  e  la  città  di  Ferrara  per  tanti 
titoli  nobile  5  riguardevole ,  e- cospicua  y  non  solamente  merita  di  re- 
star libera  da  ogni  immaginabile  perìcolo ,  ma  ancora  ,  se  possibil 
sia  9  dal  timore  »  il  quale  anch'est  e  un  male  ,  oh»  in  realtà  è  tan* 
to  altamente  radicato  negli  animi  di  que'  suoi  cittadini^  che  uoa 
esaminano  per  i  loro  principj  la  materia  ^  perciò*  non  solo  io  credo  ^ 
ebe  usar  si  debbano  tutte  le  cautele  coti,  singoiar  avvedimento  sta-^ 
biiite  da'  due  Eminemissimi  Cardinali  nel  loro  voto  ^  e  speciahnentar 
quella  dello  sfi>go  da  darsi  alle  acque  del  Reno  io  concorrenza  delle 
somme  escrescen^te  deir  una  ^  e  T  altro  fiume  t  V  apertura  del  quale 
sfogo  stia  sempre  soggetta  air  arbitrio  de''  Legati  di  Ferrara  ,  e  da 
cui  venga  impedita  la  concorrenza  delle  sonraie  eserescenze  del  Re» 
no  colle  somme  escrescenze  del  Fo  y  ma  ohe  ia  oltre  possano ,  e  deb» 
bano  prendersi  gF  infrascritti  temperamenti» 

8g*  Prime ,  che  dopo  F  introduzione  del  Reno  debbano  per  un  de* 
terminato  tempo  riconoscersi  i  segni  delle  maggiori  escrescenze  del 
Foy,  COD  prefiggere  inr  ogni  tratto  ^  che  da  un  giudice  d'^ argine  vieit 
cust€»dito ,  uno  stabile  in  cui  autenticamente  restano  i  detti  segni 
notati  ;  il  che  se  avessero  fatto  per  F  innanzi^  nou  si  dorrebbero  ora, 
ohe  nelle  visite  si  riceva  hi  deposizione  di  vili»,  ed  iguorauti  testintoni,. 

90*  Secondo  ,  che  si  debbano  colte  livellazioni  riconoscere  gli  ap- 
giniy  da  che  sarunno  ridotti  alla  dovuta  altezza  regolata  suMa  pro- 
pria cadente  »  secondo  il  voto  degli  Emìneutissimi  GardioaU  ,  se  si 
manteagono  alla  medesima  altezza  già  stabilita,. 

91.  Terzo  9  che  si  riconoscano  amberà  le  fbói  de£  Po  »  e  le  Taria* 
lioai  ebe  int  esse  suecedona- 

99^  E  quarto  finalmente  t  ohe  in  tanti  Tuoghi  Sa  stabiTirsi ,  si  pra- 
tiehi  ancora  il  per  altro  men  sicuro  riscontro  degli  scandagli  da  fiir- 
ài  per6  nella  maggiore  uniformità  pos^bire..dB  circostanze  ^  ed  io  tal 
somma  ancora  si  osservino  le  alterazioni  de!  fondo  •> 

^^  Quando  per  tre,  o  qnatfiro  lustri  di  si  mi  le  esperimento  iron  si 
trvvi  mutaziooe  in  quel  fiume  ,  potranno  finahnente  i  Ferraresi  de* 
fOfre  il  lolro  timore  ;.  e  diversamente  seguendo  j  potrà  allora  il  Pria» 
eipe  prendere  quella  determinazioBe,  che  giudicMrà  più  opportuna» 
Vùt  non  è  giusto  frattanto  ,  ebe  un  sol  remoto  spavento  prevalga  al» 
la  Yovifea ,  ed  aU'  eccidio  e  presente,  e  futura  dh  tanta,  e  cos>  eoo*» 
aiderabile  parte  della  Slate  ccoiesiastico  » 


*d4 


RELAZIONE 


MI*  Eminmtisi.  e  Reverendiss.  Mg.  Cardinale  Pietro  Paolo  Conti 

sopra  il  regolamento  dell'  acque  dMle  tre  provincie 

di  Bologna  9  Ferrara  ^  "e  Romagna^ 


t. 


I.  J  danni  i  quali  a  oansa  del  corso   sregolato  de*  fiumi  »  ^e  partir- 
/colarmente  del  Reno  si  soffrono  5  o  si  temono  come  imminenti  dallo 
tre  Provincie  di  Bologna ,  Ferrara,  e  Romagna  sono  oramai  dopo  Io 
spazio  di  un  secolo ,  e  mezzo  ridotti  a  segno  »  che  non  può   dinerir* 
iene  più   lungamente  il  rimedio ,   volendo   provvedere  alla  salvezza 
delle  tre  provincie  accennate ,  che  è  quanto  dire  della  più  fertile ,  a* 
mena ,  doviziosa ,  e  popolata  parte   ^ello   stato  della  4Jbiesa  •    Nella 
lunga ,  e   diligentissima  visita  intrapresa  y  e  terminata   da  V*   £•  di 
ordine  di  N.  Sig.  con  tanto  zelo  ,  assiduità,  e  sofferenza  ha  V  E*  V., 
oltre  a]l'  assicurarsi  con  gli  occhi  propri  delle  calamità  delle  tre  pro- 
vincie ,  e  della  necessità  del  riparo  ,  rilevate  tutte   quelle  circostan- 
ze di  fatto ,  che    possono   servire  a  determinarne    la  scelta  ,  e  dalU 
scritture  presentate   delle    parti  interessate  intese  le  ragioni ,  colle 
quali  ciascuna  lia  procurato  d*^  appoggiare  quel  progetto  ,  il  quale ,  il 
ilesiderio  di  bonificare  i  proprj  terreni  ,  la  rimozione  de*  pericoli  ve- 
ri,  o  immaginati ,  e  la  supposta  facilità ,  e  sicurezza  dell'  esecuzio- 
ne ,  le  ha  tatto  credere  il  più  adattato.  Dovendo  io  però  in  sequela 
dell'  onore  compartitomi  dall'  £«  V.   con  prescegliermi    ad  assisterla 
in  qualità  di  matematico  nella  visita  accennata,   esporle   il  mio. de- 
bole sentimento  ,   anderò   prima  esaminando  i  progetti   esibiti  dalla 
parti  con.  farvi  «opra    le  riflessioni    opportune ,  e  quindi   passerò   al 
mio ,  il  quale  m'  ingegnerò  di  dimostrate  ueonforoie  a  i  prmcipj  gè- 
jieralmeote  ricevuti  d'idrometria,  e  alle  regole   comuni   della   prò-' 
denza  :  nel  che  fare  mi  dichiaro ,  che  venendo  obbligato  dalla  neces<- 
sità  ad  impugnare  gli  altrui  pareri,  intendo   sempre   di  farlo    senza 
minima  diminuzione  della  stima  giustamente  dovuta  ai  loro  Autori  , 
e  che  da  me  pure  in  modo  particolare  loro  si  professa ,  protestando* 
mi  di  non  avere  altro  scopo  ,  che  la  ricerea  del  yero  ^  con  prevaler** 
mi  a^  tal  effetto   di   quella  libertà  di  pensare ,  ed   esporre  i  proprj 
pensieri  ,^  la  quale   nelle  controversie   di  questa   sorte  si  accorda  a 
chicchessia ,  purché  nel  farne  uso  serbi  la  aovuta  mo.deraaione  • 
II*  Prima  |»rò  di  passare  più  pltre  9  stimo  a  proposito  il  ri 


brevemente  T  isteria  del  eorte  del  Po  ,*  e  del  ttencr^  b-  delle  matazio^ 
Ili  le  qaali  i>er  legge  di  natara  y  o  per  opera  umana  sono  accadute 
negli  alvei  deli'  ano ,  e  dell'  altro ,  il  che  servirà  »  oltre  al  togliere  aU 
ociai  pregiadiz)^ ,  a  pia  chiara  intelligenza  dell'  affare ,  che  si  ha  fra 
le  mani ,  e  di  quanto  siamo  per  dire  in  appresso  •  É  noto ,  che  il  Po 
dalla  metà  del  duodecimo  secolo  fino  al  principio  del  decimosettimo 
ha  avato  il  si|»  corso  per  un  alveo  »  il  quale  alla  Stellata  si  divide- 
va in  due  rami ,  il  destro  de'  quali  9Ì  chiamava  Po  di  Ferrara  ,  e  il 
•inistro  di  Venezia ,.  o  di  Lombardia  •  Il  Po  di  Ferrara  giungendo  al*- 
la  punta  di  S*  Giorgio  si  spartiva  di  nuovo  in  due  altri  rami  ,  il  de- 
stro detto  di  Prinuiro  »  o  d  Argenta.»  e  il  sinistro  di  Volano  »  i  qua- 
li vien  creduto 9  che  con  poca  differenza  corrispondessero  a'  due  chia- 
mati da  Polibia,  e  da  Plinio  co'  nomi  di  Padusa  ,  e  d'Olana  .  £  da 
notarsi  però  che  col  nome  di  Padusa  s'intendeva  ancora  1'  estensione 
della  Palude  prodotta  dagli  spogli  dell'  istesso  Po  ,  la  quale  ne'  tem- 

S\  più  remoti  occupatva  gran  parto  della  pianura  di  Lombardia  »  e  di 
omagna ,  e  della  quale  si  veggono  tuttavia  i  residui  nelle  paludi  , 
che  costeggiano  a  mano  destra  il  corso  del  Primaro  •  Resta  perciò 
senza  fondamento  1'  opinione  di  coloro  »  che  pretesero  di  formare  del- 
la Padusa  un  fiume  particolare  »  e  distinto  dal  Po  >  il  quale  con  foce 
separata  si  scaricasse  in  mare  5  quando  è  certo  >  che  la  Padusa  nella 
sua  foce  confondeva  1'  acque  con  quelle  delle  altre  bocche  del  Po ,  o 
tutte  insieme  correvano  a  coprire  d'  acque  quel  tratto  della  Spiaggia 
dell' Adriatico ,  il  quale  per  la  sua  ampiezza  si  chiamava  i  sette  ma-^ 
ri  f  e  del  quale  una  porzione  si  conserva  ancora  nelle  valli  di  Gomao- 
ohio  •  Ma  ritornando  col  discorso  ai  due  rami  del  Po  di  Ferrara ,  e 
di  Venezia  ,  si  mantennero  essi  in  una  specie  di  equilibrio  ambidne 
proFoiidi ,  e  navigabili  da  ogni  sorte  di  legni  fino  alla  metà  del  se- 
colo decimosesto ,  nel  qual  tempo  fu  osservato ,  che  il  Po  di  Ferrara 
andava  manifestamente  dimagrando 9  e  impoverendosi  d'  acque,  le 
quali  venivano  pei  la  massima  parte  assorbite  dal  Po  di  Venezia ,  e 
nell'  istesso  tempo  si  rialzava  il  fondo  di  modo  che  si  era  reso  ormai 
impotente  a  sostenere  i  legni  di  maggior  carico  con  pregiudizio  del* 
la  navigazione ,  e  del  commercio  •  I^n  mancò  veramente  1'  ultimo 
de'  Duchi  di  Ferrara  Alfonso  II.  di  sforzarsi  di  riparare  a  un  tal  di- 
sordine 5  avecido  a  quest'  effetto  fatte  fabbricare  con  gravissima  spe- 
sa diverse  palizzate  ,  pretendendo  con  esse  di  respinger  V  acque,  die 
in  troppa  abbondanza  entravano  nel  Po  di  Venezia ^  e  d'obbligarle  a 
incamminarsi  per  il  ramo  di  Ferrara ,  ma  con  esito  poco  felice ,  es- 
sendo state  ben  presto  scalzate ,  e  distrutte  dalla  forzai  di  si  gran 
fiume  troppo  superiore  a  questa  sorta  di  ripari.  Nello  spazio  di  non 
molti  anni  la  scarsezza  dell'  acqua,  e  la  ripienezza  dell'  alveo  nel. Po 
di  Ferrara  giunsero  a  s^no ,  che   il  Reno  ,  e  il  Panaro   entrandovi 


r' 


frolle  loro  piene  in  tempo  d\  ftcqna  iMttt ,  invece  idi  contìniiAre  il 
caromiDo  verso  il  mare^  rivolgevano  per  U  massima  parte  V  acque  al 
oontrarip  del  cor^o  del  reeipiente  ^  andando  a  ritrovare  il  Po  di  Vene» 
ria  alla  Stellata ,  finalmente  poco  dopo  #egnitt  la  devolnrione  del  \>x^ 
cato  di  Ferrara  alla  3*  3ede9  essendo  alato  rimoaso  il  Reno  dal  Pa 
di  Ferrara  f  e  intestato  sussegaentemente  T  istesso^  Po  Don  nn  arj^i- 
ne  a  traverso  del  suo  aWeo  vicino  al  Bondeno  «  oioè  sotto  appunto 
Io  abocco  in  esso  del  Panaro  »  maoqò  afiatto  nel  Po  accennato  P  io* 
flusso  deirac^ue  del  Po  grande  »  o  vogliamo  dire  del  tronco  dd  Po 
auperiore  alla  Stellata  fuori  solamente  del  tempo  delle  piene  «  nel 
quale  una  porzione  delP  acque  del  Po  grande  ai  sfogava  per  il  ramo 
frià  detto  di  Ferrara  •  Ma  avendo  mostrato  V  esperienza  ^  cne  il  bene- 
fizio »  il  quale  si  riceveva  dallo  .acarico  delle  piene  del  Po  grande  «  e- 
ra  di  poop  momento ,  e  non  compensava  di  gran  lunga  il  perìcolo  « 
Udì  quale  dall'  acc^ne  del  Po  grande  ricevute  nelP  alveo  ristretto ,  e 
interrito  del  Po  di  Ferrara  si  poneva  il  Polesine  di  S.  Giorgio,  par* 
te  tanto  gelosa»  e  interessante  del  territorio  Ferrarese  ,  ra,  segui- 
tando  in  questo  particolare  il  consiglio  del  famoso  p.  alMle  Castelli , 
tolta  affatto  ogni  comunicazione  fra  il  Po  grande ,  e  il  l^o  di  Ferra- 
ra 9  intestando  stabilmente  qnest'  ultimo  al  Bondeno  ,  di  modo  che 
rimasto  privo  dopo  quel  temoo  d' acque  perenni  fuori  di  quelle  po- 
che,  cbe  gli  vengono  manoate  dal  canalino  di  Cento,  ò  divenato 
quasi  cadavere  di  fiume ,  ba  fino  perduta  V  antica  denominazione,  va^ 
Bendo  volgarmente  chiamato  a  distinzione  del  Po  grande  ^  o  di  Ve- 
pe^ia  col  nome  di  Poatello» 

III*  Per  quanto  spetta  al  corso  del  Reno  non  sono  note  cosi  per 
appunto  le  vicende  delle  mutazioni  seguite  nel  di  lui  alveo,  e  sola*- 
mente  si  hanno  dei  riscontri  ,  che  verso  la  metà  del  secolo  decima* 
quinto  andava  unito  col  Panaro  a  shoccare  nel  Po  di  Ferrara  ,  come 
apparisce  dall'  alveo  abbandonato  dallo  atesso  Reno  a  ponente  della 
città  di  Cento,  e  altre  voice  ai  scaricava  nel  Po  con  foce  separa- 
ta •  Né  si  esclude  perciò ,  che  il  Reno  aia  andato  in  diversi  teaipi 
a  scaricarsi  nelle  paludi  vicine  al  suo  corso,  o  a  quello  del  Po,  ae* 
condo  che  gli  davano  occasione  le  rotte  de*  suoi  argini,  o  i  tagli  ma- 
nufatti con  i  quali  veniva  distornato  dai  confinanti,  ad  effetto  di  bo- 
nificar colle  deposizioni  delle  torbe  le  proprie  possessioni  »  Tale  per 
esempio  fu  la  diversione  del  Reno  fatta  dal  Poca  Ercole  IL  di  Fn^ 
rara,  il  quale  venne  Ifinalmente  obbligato  dal  Pontefice  Paofe  III. 
mosso  dalle  querele  de  Bolognesi  per  il  pregiudizio ,  che  ne  risenti- 
vano a  rimetterlo  nell'  alveo  usato ,  per  il  quale  seguitò  poi  sempro 
a  correre ,  fino  che  ne  fu  rimosso  a  tempo  di  Clemente  VJIL  Sicco* 
me  ))erò  dopo  il  recapito  del  Reno  nel  Po  di  Ferrara  incominciò  la 
ripienezza  deir  alveo  dell*  istesso  Po  a  rendersi  più  sensibile ,  coaì  è 


*97 

toccata  al  Reno  la  dit^zia  ii  TCtiìre  incolpafo  da  mplti  »  come  V  a* 
tiica  cacone  dal  riempimento  accennato,  il  quale  al  parer  loro  non 
avrebbe  mai  avato  Inogo^  ae  il  Reno. in  Tcce  d'essere  introdotto  nel 
Po  a  interrirlo  colle  sne  sabbie»  fosse  perpetuamente  rimasta  confi- 
nato nel  recinto  della  Padusa  •  H  discorso  ba  qualche .  apparenza  ,  e 
concluderebbe  ^  se  nel  Po  di  Ferrara  non  fossero  entrate  altre  ac^é 
torbide  fuori  di  quelle  del  Reno  9  o  non  potesse  assegnarsi  altra  ca- 
gione fuori  dell'  immissione  del  Reno  nell'  alveo  del  Po  capace  di  pro- 
durne il  riempimento  »  Ma  il  Pò  insieme  col  Reno  riceveva  ancora  il 
Panaro ,  fiume  non  minore  del  Reno,  ed  egualmente  torbido  ,  e  l'ec- 
cesso della  pendenza  nel  ramo  di  Venezia  sopra  quella  del  ramo  di 
Ferrara  mediante  la  lunghezza  della  linea  del  primo  9  minore  censi- 
derabilmente  di  quella  della  .linea  del  secondo  ,  era  più  che  sufficien-. 
te  per  tirare  in  progresso  di  tempo  la  maggior  parte  deli'  acque  nel 
ramo  di  Venezia  »  e  conseguentemente  indebolir  tanto  il  corpo  d'  ac« 
qua  del  ramo  di  Fe^iira ,  che  gli  mancasse  la  forza  necessaria  per  te- 
ner sospesa  la  terra 9  e  l'arena  delle  piene  senza  lasciarla  cadere  al 
fondo  :  L' immissione  del  Reno  nel  Po  di  Ferrara  potè  dunque  con- 
correre a  interrirne  l' alveo ,  poste  le  circostanze ,  nelle  quali  si  ri- 
trovava il  Po  allora ,  ma  non  1'  avrebbe  già  verisimilmente  interrito^ 
le  quel  ramo  del  Po  non  avesse  preventivamente  perduta  la  sua  for- 
Ba  còlla  diminuzione  dell'  acque  •  Che  se  paresse  difficile  il  concepi- 
re ,  come  il  Po  di  Ferrara  dopo  essersi  mantenuto  per  lo  spazio  di 
quattro  secoli  profondo ,  e  ricco  d'  acque  a  fronte  del  Po  di  Vene- 
zia abbia  potuto  nel  termine  di  6o.  anni  ridursi  nel  grado ,  che  si  è 
detto,  couvien  riflettere  al  prolungamento  della  linea  dell' istesso  Po 
mediami  1'  arginature  fabbricate  dai  Duchi  di  Ferrara  per  ottenere 
la  bonificazione  del  Polesine  di  S.  Giorgio ,  e  1'  utile  della  pesca  del- 
le valli  di  Comacchio.  Non  vi  è  dubbio,  che  il  Po  anticamente  si 
scaricasse  nelle  paludi  dette  i  sette  mari,  le  quali  col  pelo  si  spia- 
navano sopra  il  livello  del  mare,  ed  avendo  riguardo  alla  loro  am- 
piezza ,  dovevano  stendersi  alla  distanza  di  poche  miglia  dalla  terra 
a*  Argenta  ,  dalla  quale  la  foce  del  Primaro  è  lontano  più  di  aS.  mi- 
glia ,  di  modo  che  il  prolungamento  della  linea  del  Po  medianti  l' ar- 
ginature non  sarà  stato  meno  di  i5.  o  j8.  miglia,  e  la  caduta  del 
pelo  del  Po  dalla  Stellata  alla  distanza  dello  sbocco  antico  del  Po 
nelle  paludi  d'  Argenta ,  dovette  necessariamente  diminuirsi  d' altret- 
tanto quanto  importa  la  caduta  del  Primaro  nelle  ultime  iS,  o  18. 
miglia  del  suo  corso.  Non  è  dunque  da  stupire,  se  l'acque  del  Po 
grande  ritrovando  farsi  sempre  minore  il  declivio  dalla  parte  del  ra- 
mo di  Ferrara ,  che  da  quella  del  ramo  di  Venezia ,  si  rivolsero  final- 
mente a  quest'  ultimo ,  abbandonando  quasi  totalmente  il  primo  • 
'    VL  Comunque  sia   la  perdita  della  navigazione  tanto   vantaggiosa 

38 


% 


N 


À9» 

*àel  Po ,  e  r  istanze  della  città  di  Pemn  mosf ero  Glemenf e  Vni.  do^ 
pò  seguita  di  freseo  la  devoliisione  di  qael  Daoato  alia  S.  Sede  »  ad 
ordinate  col  sno  celebfe  Brere  la  rimozione  del  Reno  dal  Po,  gettan- 
dolo nella  Tallo  Sanmartina  per  vagarvi  intanto»  e  bonificarla  fino 
cÌÉ^  si  compisse  Pescavazione  del  Po  di  Ferrara  »  impresa  supposta  a 
quel  Pontence  di  fiicile  esecnzione  per  dorerie  poi  rimettere  neiral- 
reo  del  Po  ^  il  quale  si  crederà ,  che  profondato  »  e  allargato ,  doves- 
se tosto  ridursi  all'antico  equiliI>rio  col  Po  di  Venezia  »  e  conseguen* 
temente  restituire  la  perduta  navigazione  »  La  diversione  del  Reno 
con  tuttoché  contraddetta  acremente  dalla  parte  di  Bologna ,  fu  non- 
dimeno posta  ad  effetto  9  ma  V  esearazione  del  Po  di  Ferrara  nella 
profondita  e  larghezza  necessaria  al  fine  di  richiamarri  in  quantità 
sufficiente  Tacque  del  Po  grande ,  fu  dopo  dirersi  tentatiri  rìcono» 
scinta  per  opera  impossibile  ad  eseguirsi  senza  il  dispendio  di  più 
milioni ,  onde  conrenne  finalmente  aM>andonare  affatto  il  pensièro  » 
Intanto  il  Reno  ristretto  nella  Sanmartina  non  Soffri  di  starvi  lungi^ 
mente  rinchiuso  »  ma  rotto  V  argine  circondario  »  e  fattasi  strada  nel- 
le valli  di  Marrara  «  diede  principio  colle  inondazioni  a  quelle  cala- 
mità del  territorio  Bolognese  »  le  quali  sono  andate  sempre  serpendo  » 
e  dilatandosi  fino  al  aiomo  d' oggi  •  Queste  si  fecero  considerabilmente 
maggiori  allora  che  m  Sanmartina  ormai  colmata,  e  ridottta  capaca 
•di  coltura,  fu  ricinta  d'argini  escludendone  totalmente  il  Reno;  il 
quale  in  conseguenza ,  venendogli  impedito  lo  spaglio  da  quella  pax^ 
te ,  fu  sforzato  a  roltarsi  ad  occnpare  altri  terreni ,  come  in  fatti  se- 
gui dei  compresi  nelle  pianure  del  Geminale,  Caprara,  Poggio,  Saa 
rrospero ,  S.  Vinoenzio ,  ed  altre ,  le  quali  erano  per  V  avanti  o  in 
tutto ,  o  in  parte  fertili ,  e  buone ,  e  rimasero  sommerse  »  Per  la 
stessa  cagione  le  valli ,  che  restavano  situate  ancora  nelP  antico  fin 
il  Poggio ,  e  Malalbergo  gonfie  per  V  a£B«sso  di  tante  acque  si  alza* 
reno  di  pelo  in  modo ,  che  gli  sceli  campestri ,  che  vi  sboccavano  ^ 
persero  affatto  la  caduta,  onde  renne  ad  infrigidirsi  gran  quantità 
di  terreni ,  che  prima  ri  scolarano  ,  e  per  la  bassezza  del  recipiente 
si  mantenerano  asciutti.  Inoltre  il  fondo  delle  stesse  valli  riempien- 
dosi ,  e  rialzandosi  dalle  deposizioni  delle  torbe  ,  fu  causa  ,  che  il 
pelo  delle  inondazioni  in  progresso  di  tempo  si  andasse  anch'esso 
sollerando ,  e  in  conseguenza  le  inondazioni  si  stendessero  ad  occa- 
])are  maggior  tratte  di  campagna  nelle  parti  superiori ,  come  si  può 
riconoscere  dal  confronto  delle  somme  escrescenze  rilerate  nella  ri* 


cornspont 
piedi  in  una  campagna  poco  meno  che  orizzontale.  Né  minora  fu  il 


J0 


a99 

pregiudizio   cagionato  dalle   depoeizioni    delle  torbide  del   Reno   allo 
valli  di  Marrafa  ,  nelle  quali  rialzate  di  fondo,  e  di  pelo,  rimare,  sa 
non  impedito  affatto ,  almeno  gi^ndemente  difficoltato  l' ingresso  agli 
scoli  Lorgana ,  Fiumieello ,  e  Zona ,  che  vi  mettevano  foce ,  e    servi- 
Yano  di  scarico  a  nna  porzione  considerabile  del  territorio   di   B(do» 
gna .  U  fondo  stesso  del  Reno  a  misura  che  ha  protratta  la  linea  del 
tuo  corso,  si  è  andato  ancor' esso  sollevando  non  solo  nelle  valli ,  ma 
ancora  superiormente  come  a  Mirabelle  5  a  Cento ,  alla  Pieve ,   dispo- 
nendosi in  nna  curvità  regolare  per  mantenersi  la  caduta  necessaria  j, 
di  modo,  che  ridotto  superiore   alla  campagna  coir  arginature  soste- 
snte.ad  altezze  che   fanno   spavento,  finalmente  squarciando  gli   ar- 
gini alla  destra  con  diverse  rotte ,   chiamate    secondo  i   siti  Risacca , 
Annegati,  Panfilia,  1a  quale  ultima  resta  tuttavia  aperta,  ha  cagiona- 
ti danni  immensi ,  e  particolarmente  coli'  occasione  della  Panfilia ,  ha 
posta  sotto  acqua  tutta  la  pianura  situata  fra  il  suo  alveo  ^  e  il  Pog- 
gio Lambertini ,  nella  quale  si  comprendono  le  vaste  tenute  del  Pog- 
gio di  S.  Prospero ,  di   S.  Vincenzo  ,  oltre    molti  altri  terreni  posti 
nelle  comunità  di  Galiera,  di  S«  Vincenzo,  e  di  S.  Agostino. 

V.  Ai  danni  accennati  prodotti  dagli  spagli  del  Reno  nelle  valli  su-- 
periori,  ha  in  ogni  tempo  contribuito  non  poco  l'angustia  delle  boo- 
nhe  per  le  quali  l' acqUe  del  Reno  si  scaricavano  nel  Po ,  e  la  lun-^ 
ghezza ,  ristrettezza ,  e  tortuosità  dell'  alveo  del  Primaro ,  per  il  qua- 
le dovevano  condursi  in  mare.  Oltre  a  ciò  le  stesse  piene  del  Reno 
entrate  nel  Primaro ,  1'  alveo  del  quale  a  man  destra  è  disarginato , 
trabboccando  riempiono  le  valli  inferiori  di  Marmorta ,  e  d'  Argenta 
insieme  coli' altre  situate  nel  territorio  di  Romagna,  cioè  di  Filo, 
Liongastrino ,  e  della  Vela ,  infelìcitando  così  gli  scoli  delle  campagne 
adiacenti  •  Non  può  però  ne^rsi ,  che  ai  danni ,  che  soffrono  le  cam- 

{>agne  accennate  non    concorra   efficacemente  un'altra   cagione,  cìoò 
a  ripienezza  delle   stesse  valli  medianti  le    deposizioni  delle  torbide 
dei  torrenti  5illaro,  Quaderna,  Santerno  ec,   a  motivo   della  quale 
le  piene  dei  torrenti   menzionati ,  e   degli  scoli  campestri   non   tro- 
vando più  spazio  sufficiente   dove   essere  ricevute ,   sono   sforzate  a 
spandersi ,  e  occupare  quei  terreni ,  che  una  volta,  erano  asciutti ,   e 
coltivati  «  Vero  e  altresì ,  che   il   pregitedizio  cagionato  dalle  deposi- 
zioni dei  torrenti  sarebbe  riuscito  molto  minore ,  o  forse  anche  con- 
Tertito  in  vantaggio  di  non  poca  conseguenza ,  se  i  proprietari  delle 
Talli,  e  della  campagna  vicina,  in  vece  di  permettere  ai  torrenti  dì 
▼agare  senza  regola;  e  deporre  qua  ,  e  là  a  caso  la  terra  ,   si  fosisero 
valuti  del  benefazio   delle  torbide  per  rialzare   i   terreni    situati  nel 
labro  delle  valli,  e  avessero   intraprese   nel  circondario,  stesso  delle 
valli  le  colmato   regolari,   provvedendo   all'acque  chiarificate   scolo 
lìbero  nel  modo  che  si  pratica  in  Toscana  nella   campagna  delle 


Sòo 


Chiane  ,  e  altroTO  eoo  eTideofe  ntilita  del  pnbblioo  ^  e  dei  priTati  f 

VI.  Non  mancarono  i  tignorì  Bolognesi  fin  dal  tèmpo  dei  primi 
•uccessorì  di  Clemente  VIIL ,  e  particolarmente  di  Gregorio  XV. ,  e 
d'  Urbano  VIIL  d' insistere  con  replicati  ricorsi ,  acciò  il  Reno  fosse 
riiwsso  dalle  valli ,  nelle  quali  era  stato  confinato  per  modo  di  jprov* 
visione  con  procurargli  esito  conveniente  ^  proponendo  a  tale  efiettOy 
giaccbè  l'esperienza  aveva  mostrata  T impossibilità  dell'ideata  esca» 
vasione  del  Po  di  Ferrara,  di  recapitarlo  nel  Po  di  Venezia  per  la 
strada  più  breve  »  e  meno  incomoda.  Questa  proposta  incontrò  subì* 
to  la  contradizione  dei  signori  Ferraresi  per  timore  che   il  Reno,   il 

?nale  al  parer  loro  aveva  per  se  solo  interrato  colle  torbide  il  Po  di 
errara  introdotto  nel  Po  di  Venezia  facesse  lo  stesso.  Alle  opposi- 
aioni  dei  signori  Ferraresi  si  sono  aggiunte  aegli  ultimi  tempi  Graella 
dei  Principi  confinanti  col  corso  del  Po,  benché  l'esempio  del  rana* 
ro,  il  quale  nel  Pontificato  di  Gregorio  XV.  era  stato  condotto  a 
^  learìcarsi  nel  Po  di  Venezia  senza  avervi  cagionato  veruno  dei  disor- 
dini,  che  si  temevano  per  l'immissione  del  Reno  nello  stesso  fiume , 
potesse  parere  argomento  sufficiente  per  giustificare  il  sentimento 
di  chi  credeva  il  recapito  nel  Po  del  Reno ,  esente  da  ogni  perìcolo  • 
Comunque  sia  questa  controversia  fra  due  provincie  confinanti ,  e 
suddite  d' uno  stesso  Sovrano  sopra  il  ricevere ,  o  non  ricevere  nel  Po 
l'acque  del  Reno,  è  durata,  non  ostanti  le  visite,  e  i  voti  di  più 
commissàri  Apostolici ,  un  secolo ,  e  mezzo ,  e  può  dirsi ,  ohe  eolle 
scritture,  e  trattati  pubblicati  in  questa  occasione  dai  più  illustri 
matematici  d' Italia ,  principiando  dal  p.  Ablite  Castelli ,  consultati 
dalle  parti ,  e  dai^  visitatori  Apostolici ,  ha  dato  motivo ,  se  non  al 
sollievo  sperato  dagl'interessati  nelle  campagne  danneggiate  dal  Re- 
no ,  certamente  al  progresso ,  e  al  grado  di  perfezione  al  quale  si  ve- 
de modernamente  condotta  la  dottrina  importantissima  dell'  architeC« 
tura  delle  acque. 

VII.  Mosso  finalmente  da  tante  calamità  l'animo  paterno  della  S. 
M.  di  Benedetto  XIV.  ,  risolse  ,  abbandonando  il  progetto  di  ricapi- 
tare il  Reno  nel  Po,  di  provvedere  in  altro  modo  di  scolo  pia  feli- 
ce all'  acque  ,  che  inondavano  le  campagne  superiori  del  Bolognese 
con  ordinare  1'  escavazione  di  una  fossa  ,  la  quale  per  la  via  più  bre- 
ve, e  meno  impedita  le  scaricasse  nel  Primaro.  Questa  fu  il  tanto 
celebre  cavo  Benedettino ,  il  quale   principiando  dal  passo  Serai  ,  e 

J prendendo ,  le  acque  provenienti  dal  Reno  dopo  chiarificate  nelle  vai- 
i  del  Poggio,  e  di  Malalbergo  doveva  portarle  nel  Primaro  al  Moi^ 
Sene  con  ricevere  per  la  strada  le  acque  della  Savena  ,  e  dell'  Idice, 
[  quale  mediante  una  rotta  aveva  abbandonato  il  suo  antico  corso 
nelle  valli  di  Marmorta ,  e  si  spandeva  sopra  i  terreni  di  S.  M.  Mad- 
dalena t  di  Co  di  fiume»  ed  altri.  L'idea  del  cavo  aocennaitOi  h 


1 


Sci 

optale  non  fu  fissata  dal  Pontefice  senz*  averne  V  approvazione  di  so|^ 
getti  di  valore  ,  e  periti  delle  dottrine  idrometriche ,  avrebbe  certa*' 
mente  ottenuto  il  suo  fine  »  se  nel  porla  in  esecuzione ,  per  una  sor* 
te  di  fatalità  »  non  si  fossero  frapposti  diversi  accidenti ,  i  quali  ope* 
rarono  »  che  i  disordini  prodotti  dal  corso  sregolato  dell'  acque  in  ve- 
ce di  diminuire  si  accrescessero  più  che  mai*  Primieramente  dasen^ 
dosi  incontrata  nella  costruzione  del  cavo  uoa  valle  di  pessimo  fon«> 
ìdo  y  detta  la  valle  di  Gandanzolo ,  si  pretese  di  sostenervi  a  dispetto 
della  mala  qualità  del  terreno  V  arginature  y  le  quali  non  reggendo  9 
anzi  venendo  appena  costrutte  9  ingoiate  per  cosi  dire  dal  suolo  ista* 
bile  9  e  marcio  ,  fu  alla  fine  presa  la  lisoluzione  di  abbracciare  con 
due  coronelle  la  circonferenza  intera  della  valle.  Questo  partito,  il 
quale  a  dire  il  vero  avrebbe  dovuto  esser  abbracciato  assai  prima  a« 
vanti  d*  impegnarsi  in  ispese  esorbitanti  »  e  inutili ,  riusci  nondime- 
no anch'  esso  vano  per  non  essere  stati  costrutti  gli  argini  di  quel* 
r altezza ^  e  robustezza,  che  ricercava  la  condizione  del.sito^e 
del  corpo  dell'  acque  ,  che  si  volevano  inalveare ,  onde  si  ruppero  in 
più  luoghi  f  e  V  acque  esceodo  dalle  rotte  tornarono  a  spagliare  BOr 
pra  gli  stessi  terreni  che  coprivano  avanti ,  e  a  cadere  nel  Primaro 
er  la  solita  foce  delle  Gacuppàtè  •  In  secondo  luogo  la  rottura  del- 
e  coronelle  accennate  produsse  un  altro  non  minor  disordine ,  ed  è, 
c^e  V  Idice  giungendo  colle  sue  piene ,  e  trovando  caduta  nell'  alveo 
del  cavo  tanto  superiormente,  che  inferiormente  al  suo  sbocco  prin* 
cipiò  a  dividere  1  acque ,  parte  trasmettendone  verso  il  Morgone  ^  e 
parte  con  moto  retrogrado  verso  le  rotte  menzionate  di  Gandazolo  , 
mediante  la  qual  divisione ,  divenendo  minore  il  corpo ,  ed  in  conse* 

J;uenza  la  velocità  dell'  acque  rimaste  inoltre  prive  dell'  impulso  del- 
'  acqua  chiara  del  cavo  divertita  per  le  rotte ,  persero  la  forza  ne- 
cessaria per  sostenere  incorporata  la  terra,  e  la  sabbia,  le  quali  ca- 
dendo al  fondo,  lo  riempirono  in  modo  ,  che  resta  impedito  l' ingres- 
so nel  cavo  a'  due  Scoli  Zena ,  e  Fiumicello ,  i  fondi  de'  quali  nello 
sbocco  sono  assai  più  bassi  del  fondo  presente  del  cavo.  Questa  bas- 
sezza è  causa  y  che  le  acque  piovane ,  che  sì  scaricavano  per  gli  «co- 
li accennati  non  avendo  più  esito  sono  costrette  a  fermarsi  sopra  le 
campagne  ,  onde  restano  inondate  l' ampie  pianure  comprese  nelle  co- 
munità di  S.  Gabriello ,  Barisella  ec.  All'  inconveniente  accennato 
della  ripienezza  del  cavo  Benedettino  ha  contribuito  ancora  non  po- 
co la  rovina  seguita  repentinamente  in  occasione  d'  una  piena  delrl- 
dice  della  chiusa ,  o  steccata  fabbricata  al  suo  sbocco  ad  effetto 
d' impedire  l' abbassamento  del  fondo  sopra  lo  sbocco  per  unirsi  col 
fondo  del  recipiente.  Ma  non  essendo  la  chiusa  stata  costrutta  della 
•tabilità ,  éhe  si  richiedeva ,  rimase  mediante  un  gorgo  prodotto  al 
atto  piede  dalla  caduta  dell'acque  scalzata^  e  indtebolita a  segno,  che 


E 


Sol 

dovette  necesiammente  cedere  d   peso  «del   ferreoo  »  «d   air  impet<] 
della  corrente,  la   qiiale   superato  r  ostacolo   della  chiusa  ,  tirò  seoo 
immediatamente  la  sabbia ,  e  la  terra  dell*  alveo  delP  Idioe^  fino  al-^ 
la  profondità  d'  alquanti  piedi ,  deponendola  poi  per  la  massima  par* 
te  neir  alveo  .del  oavo .  Oltre  i  danni  .esposti  accaduti  in  consegnen* 
sa  della  esecuzione  poco  ben  regolata  della  fabbrica  del  cavo ,  un  al- 
tro pure  ne  risente  il  Primaro  mediante  la  maggior   altezza^  e  dura- 
ta delle  piene  nel  tratto  da  Marrara  al  Morgone  •  .La  causa  icnmedi^^ 
ta  di  tale  accrescimento  d'  altezza  9  e  di  tempo   delle  piene  nel  Pri- 
maro, pare  che  debba  riferirsi  non  tanto  al  rialeamoato  dei  fondo, 
quanto  all'angustia  della  sezione  dello  stesso  fiume  .dirimpetto   al 
Mprgone  ridotta   in   oggi  assai  più  ristretta  di  quello,  che  già  era 
prima  della  costrcKione   degli  argini  del  cavo  ,  i  quali  in  vicinanza 
del  suo  «becco  con  àoeostarsi  air  argine  sinistro  del  Primaro ,  ne  li- 
mitano ,  e  ristringono  considerabilmenta  la  sezione  ,   né  può  meUer- 
81  in  dabbio  ,  che  rimossi  gli  argini  menzionati  del  cavo  in  quel  -si- 
to  ,  e  reso  più  libero ,  e  capace  il  passo  all'  acque .,  queste  non  doves- 
aero  smaltirsi   più  velocemente,  0  le  piene   in  oonseguenza  riuscire 
meno  alte  ,  e  più  brevi  • 

Vili.  Resta  ^  che  si  mettano  in  vista  i  danni ,  i  quali  sono  per  suc- 
cedere^ necessariamente  nell'  avvenire ,  se  non  si  prendono  le  oppor'- 
tune  risoluzioni  per  il  regolamento  delle  acque  menzionate  •  E  prima 
]>er  quanto  spetta  al  '  territorio  di  Bologna ,  è  manifesto  »   che  duran- 
do la  aeque  torbide  dei  torrenti  a  spagliare  sopra  i  terreni  inondati 
gli  anderanno  benchò  irregolarmente  alzando ,  e   colmando  colle  de- 
posizioni ,  e  si  alzarono  di  pelo  anch'  esse ,  quando  non  veqgano  prov- 
viste di  scolo  più  libero ,  e  si  spanderaivM  ad  occupare  le  campagne 
superiori ,  che  presentemente  sodo  asciutte ,  -a  coltivate  •  Secondaria- 
mente per  la  stessa  ragione  venendo  a  crescere   gì'  impedimenti  agli 
seoli  delle   campagne ,   resteranno  le  medesime   tanto    più  offese  oai 
ristagni  delle  acque  piovane,  e  ridnoendosi  a  condizione  sempre  più 
infelice  •  £  sebbene  e  vero ,  che  le  inondazioni  per  la  ùtuazione  del 
terreno,  il  quale  nelle  parti  superiori  resta  molti   piedi  più  alto  del 
pelo  delle  vidli^  e  delle  campagne  inondate,  hanno  un  limite,  oltre 
al  quale  non  arriveranno  giammai   qualunque   siano  i  ravvolgimenti, 
che  farà  il  Reno  col  rimanente  dei  torrenti  nella  pianura  più  bassa  , 
non  lascia  però  il  pregiudizio  cagionato  dal  oorso  irregolare   di  tanto 
aeque  al  territorio  di  Bologna  d' esser  considerabilissimo  ,  scorgendo- 
ai  tratto  eosi  ampio  di  campagna   fruttifera  ridotto   ad  un  vero  la^o 
d'  acqua  palustre  colla  perdita  delle   sostanze  di  gran   numero  di  fa- 
mìglie, rovina  di  fabbriche,  e  diminuzione   di  popolo,  e  'd' agricol- 
tura ,  che  ò  quanto  dire  del  nervo  dello  stato  ,  disgrazia  invero ,  cho 
merita  ogni  compassione ,  come  accaduta  senza  veruna  saa  colpa  ad 


N 


So8 

una  oittit  r  It  quale  per  h*  grandessa ,  la  popohiziene  »  i!  commer^A»; 
e  Io  stadio  delle  belle  arti,  e  delle  scienze  /iMdle  quali  tanto  si  dì- 
itiof^ae  9  merita  di  esser  riguardata  a  gran  ragione  »  come  una  delle 
pia  illustri  9  e  splendide  d' Italia  • 

IX.  Per  quanto  appartiene  alla  provincia  di  Ferrara  »  il  principai 
pregiudizio  y  ehe  scure  mediante  il^  corso  presente  delle  acque ,  si  ri^ 
duce  sopra  tutto  all'  altezza  delle  piene  del  Primaro ,  il  quale  dura 
a  correr  geofio  venti  »  trenta  y  e  talora  più  giorni  »  mìnaceiando  dal- 
r  alto  degli  argini  y  ai  quali  appena  vestana  pecbe  once  di  franco  so- 
pra il  pelò  delle  piene  maggiori  di  traboccare  y  e  sommergere  il  Poi- 
lesine  ai  &  Giorgio ,  parte  importantissima  del  territorio  dì  Ferrara» 
e  dal  quale  quella  città  tanto  nobile ,  e  riguardevole    ricava  princi* 

falmente  il  suo  sostentamento  .  Questo  pericolo  delle  inondazioni  del 
rimare ,  dee  per  neoessità  andar  sempre  pia  crescendo  nelL'  avveni- 
re per  il  ristringimento  delle  valli  situate  a  man  destra  ,  le  quali  si 
riempiono  d'  acqua  y  e  servono  di  diversivo  al  Primaro  y  durante  il 
tempo^  delle  piene  •  Che  le  valli  accennate  si  siano  ristrette  ,  e  si  va- 
dano continuamente  ristringendo  ,  non  può  negarsi  da  chi  riflette  al 
numero-  dei  torrenti  y  ehe  vi  metton  toce ,  e  vi  depongono  le  loro 
torbide  ,  e  alla  quantità  dei  terreni  y  che  nel  recinto  delle  valli  sono 
rimasti  scoperti  y  e  bonificati .. 

Non  è  patrimenle  da  farsi  poco  conto  del  danno. ,  che  riceve  il  Poi- 
lesine  accennato  daUe  sorgive ,  le  quali  in  tempo  d'  acque  alte  del 
Primaro  facendosi  strada  a  traverso  dell'  argine  scaturiscono  al  piò 
della  scarpa  estema  particolarmente  in  quel  tratto  y  che  resta  fira  Mag- 
iara 9  e  il  Morgone  •  Queste  >  e  per  V  abbondanza  dell'  acqua  che  tra- 
mandano ,  o  perchè  riempiendo  ^i  scoli  maestri  impediscono  lo  scarico 
all'  aeque  piovane  del  Polesine  >  le  qual^  perciò  si  trattengono  stagnanti 
topra  la  superficie  dei  campi ,  sono  cagione  »  ohe  una  buona  quantità  di 
terreno  rimane  infrigidita,  la  quale»  rimosso  uu  tale  ostacolo ,  sarehr 
be  buona  y  e  fruttifera  al  ])ari  del  reito  di  quella  fertilissima  campagna  • 

AI  danno  dei  terreni  del  Polesine   o&si   dalle  sorgive  y  si  dee  ag^ 

f fungere  il  pregiudiaio*  d'un' altra  parte  non  piccola  del  territorio 
ierraiese  situata' alla  destra  del  Primaro ,  la  quale  è  sottoposta  allo 
•paelio  delle  aeque  dei  torrenti  di  Marmorta ,.  e  ai  trabocchi  di  queL- 
le  del  Primaro  senaa  speranza  di  poterne  mai  ricavare  vernu  frutto  y 
^2>enchè  buona  porzione  della  medesima  sia  in  grado  di  poter  ricevere 
qualunque  coltura.  Ho  detto  buona  porrione  per  escludere  le  valli 
di  Marmorta  ,  e  d' Argenta  le  quali  benché  comprese  nel  tratto  ao- 
connato  del  territorio  di  Ferrara  y  non  sono  y  conforme  si  ò  rilevato 
dalle  osservazioni  della  visita  capaci  di  bonificazione  ia  altro  modo-» 
che  per  replezione  venendo  ripiene  »  e  colmate  di  terra  per  mezzo 
delle  torbide  dei  torreuu . 


/ 


Sc4 

X.  li  pfegiadi^sio  ^  che  0oirre  U  Romtgiia  propiameiife  detta  ^  eon^ 
•iste  neir inondazione  di  i^ueir ampio  tratto  di  terreno»  che  retta 
compreso  fra  il  Prìmaro  »  lì  Santeroo»  e  lo  sepie  Zaniolo,  medianti  I 
trabocchi  del  Prìmaro ,  il  qnale  nella  miglior  parte  della  sponda  de^ 
atra  è  privo  d' arginatjdre  ^  e  ta)e  vien  mantenuto  a  bella  posta  ^  acciò 
le  sne  piene  possano  spandersi,  liberamente  per  la  campagna  men^o« 
^  nata  9  la  quale  in  questa  modo  serve  al  fiume  di  diversiro  »  Coir  ar« 
ginare  il  Prìmaro  a  mano  destra  pon  yì  è  dubbio,  che  escludendoai 
&  piene ,  si  farebbe  adquisto  di  gran  quantità  di  terre  9  alle  quaH 
niente  altro  manca  per  esser  buone»  e  ooltiyabiU  »  che  U  liberarsi 
dalle  inondazioni ,  e  infatti  non  hanno  lasciato  gl^  interessiti  4ella  Ro- 
.  magna  di  addpprarsi  più  volte  per  ottenere  la  permissione  di  munire 
coir ar^natnre  la  sponda  del  Prìmaro  alla  destra»  ma  l'interesse  dei 
aignorì^  Ferraresi  ^  ai  quali  compie  »  che  il  Primato  spanda  le  acqne 
per  le  campagne  situate  dirimpetto  al  Polesine  di  S«  Giorgio,  acciò 
il  pelo  delle  piene  si  alssi  meno ,  e  non  pon^a  in  pericolo  gli  argtm 
del  Polesine  ^  è  atato  cagione ,  che  sempre  si  aono  opposti  *  L*  istesso 
appunto  accade  ai  terreni  situati  fra  il  Santerno  »  e  S.  Alberto  >  nel' 
qual  tratto  parimente  il  Prìmaro  alla  destra  rìmaue  almeno  in  gran 
parte  privo  d'  arginature  p 

XIp  è  manifesto,  che  il  fine  da  prefiggersi  per  rimediare  ai  daor 
tii ,  e  periixoli  fin  qui  esposti ,  non  può  esser  altro  »  che  V  impedire 
lo  spaglio  delle  acque  dei  torrenti  sopra  i  terreni  coltivati»  0  colti^ 
Tahiti  con  ridurle  in  un  solo  alveo  »  dal  quale  vengono  oaudotte  al 
mare ,  ed  il  provvedere  nello  stesso  tempo  le  campagne  di  scoli  a- 
dattati  per  lo  scarico  delle  piovane.  Ho  detto  con  ridurre  le  aoque 
de'  torrenti  in  un  solo  alveo»  perchè  troppo  gran  semplicità  sarebbe 
il  figurarsi  di  poterle  condurre-  al  loro  termine  più  felicemente  per 
alvei  separati ,  0  pure  di  diminuire  »  diminuendo  la  quantità  delle 
acque  ristrette  in  un  alveo  solo»  la  spesa»  la  soggezione»  e  i  peri^ 
coli  qualunque  fossero  »  nei  quali  ci  ponesse  la  di  lui.  costruzione  « 
La  ragione  accompagnata  dall'  esperienza  mostra  ,  che  è  proprietà 
generale  dei  fiumi  torbidi  il  richiedere  in  parità  dell'altre  circostan* 
ze  minor  declività  d'  alveo  ,  quando  corrono  più  ricchi  d'  acque  par^ 
ticolarmente  perenni,  e  all'opposto  maggiore»  quando  sono  piÀ  scar- 
si, e  che  le  acque  sono  temporanee.  In  conseguenza  Irattandosi  dì 
torrenti  i  quali  per  lo  smaltimento  delle  torbide  richiedono  per  l' or* 
.  dìnario  cadute  di  tre ,  quattro  e  più  piedi  per  migUo ,  riesce  impose 
sibile  il  condurli  per  campagne  di  poco  declive  senza  unirne  insieme 
più  d' uno  5  e  senza  sottoporsi  al  dispendio  ,  ed  al  pericolo  d' argina* 
ture  altissime  per  contenere  l'acque  sopra  fondi  superiori  al  piane 
della  campagna.  Supponendo  dunque,  come  è  ragionevole,  e  confort 
me  alle   regole   universalmente  ricevute  d'  idrometria  »   che  il  Rene 


(    • 


8c5 

unito  Al  resto  dei  tonanti  del  Bolognese ^  e   della  Romagna,   debUsi 
per  un  sol  alveo  coodorsi  al  mare  »  tre  eoao  le  linee  9  'per  le  qaali 
viea  proposto  d' incamminarlo  « 
XIL  La  prima  si  parte  dalla  rotta  Panfilia,  e  giunge   retta  fino  al 

Sasso  Segni*  la  questo  spazio  attraveiya  le  valli  del  Poggio ,  e  di 
[alalbergo  ^  ed  in  ultin^o  seguita  la  direzione  del  canale  detto  della 
navigazione  ordinaria  con  una  lunghezza  in  t-utto  di  miglia  so.  Quin- 
di proseguisce  per  il  cavo  Benedettino  fino  alP  ultima  svolta  avanti 
il  Morgone  per  un  tratto  di  miglia  7,  e  pertiche  iSo.  Dalla  svolta 
accennata  si  conduca  per  altro  tratto  di  miglia  %y  %  perlinhe  ^4^«  fi- 
so a  un  punto  preso  nel  canale  della  Beecara,  e  distante  dal  Prima- 
ro  misurando  secondo  P  andamento  dello  stesso  canale  un  niglio  e 
5!0.  pertiche.  Qui  poi  sì  volge  verso  il  Primaro,coii  5  rette  di  lun- 
ghezza fra  tutte  di  Miglia  4  9  ^  pertiche  ^260.  si  conduce  in  Primaro 
dirimpetto  alla  Bastia  «  In  questo  tratto  passa  per  terreni   situati  fra 

10  stesso  Primaro  ^  e  le  valli  d'  Argenta ,  come  mej^Uo  si  può  vedere 
nella  pianta .  It  restante  dell'  alveo  del  Reno  fino  al  mare  ^  non  è  al^ 
tro  elle  il  Primaro  arenato  da  ambedue  le  partii  e  ridotto  alla  con* 
veniente  larjgfaezea»  abbreviandone  inoltre  il  corso  con  diversi  addi* 
rizzamene  9  con  i  quali  in  sostanza  si  abbandona  quasi  interamente 
P alveo  Tecchio  del  Primaro  dalla  Bastia  fino  a  S.  Alberto*  V ultimo 
tratto  da  S.  Alberto  al  mate  resta  lo  stesso ,  ed  è  comune  a  tutti 
tre  i  progetti  •  Gli  addirizssamenti  accennati  si  riducono  ai  seguenti  • 

11  primo  dilla  Bastia  alla  Miadonna  dei  Boschi^  portando  P alveo  sul 
labbro  superiore  delle  valli  di  Filo,  e  Longastrino  nello  spalto  fra 
esse  9  ed  il  Santerno^  Il  secondo  dal  termine  del  primo  fino  allo  sboe« 
co  del  Senio  »  Il  terzo  ^  ed  il  quarto  finalmente  per  togliere  la  graii*^ 
de  svolta  9  che  fa  X  Primaro  superiormente  a  S.  Alberto ,  e  P  altra  ia 
faccia  delle  Mandriole^ 

XHI,  La  seconda  Unea  proposta  per  P  inalveauone  del  Bmo  9  e 
ì  torrenti  piglia  il  Bent  alla  Botta  Sampieri  ^  sef;uitaBd#  per  qual* 
che  tratto  la  direzione  del  suo  alveo  superiore  alla  detta  Botta  %.  tta 
in  seguito  piegando  verso  ostro  giunge  ad  uu  punto  distante  90»  per^ 
fiche  a  tramontana  dal  convento  dei  pp.  Francescani,  in  vieinann 
del  quale  riceve  la  Sammoggia  divertita  in  un  pimto  inferiore  ni^fii 
»  \  alla  coafluenza  ddla  medesima  col  Lavino*  Dal  punto  aoeenmio 
seguita  per  440.  pertidie  in  linea,  retta  fino  alla  fossa  storta,  iga. 
pertìehe  sopca  tjl  sbocco  della  medesima  fi>ssa  in  RicJo.  Quindi  ftcen- 
do  «n  Mgdk^,  api>ena  sensibile  verso  tramontana,  si  avanza  con  al* 
tra  retta  di  j4>  nisglia,  e  agS.  pertiche,  fino  ad  un  punto  situato 
in  istanza  di  So.  peruciia  verso  estro  dalla  chiesa  di  IHiiaseo  •  Oi 
&  I^goido  oou  nn  angolo  parimente  assai  lieve  verso  tramontana  va. 
«Ire  retta  di  migfia  a ,.  q  pet tiche  8e.  ad  inooittraro  n»  punto 


3to6 

<listanfe  70.  perticKe  verso  tltro  daV  palazzo  dèlia  Frascata  soìlà  vi:t^ 
Corriera,  e  quivi  dopo  altra  piccola  piegatura  s'inoltra  dirittamente 
per "6.  miglia,  e  267.  pertiche  fino  allo  scolo  dell' Alfonsine  6io. 
pertiche  sopra  lo  sbocco  del  medesimo  in  Primaro.  Colà  nuovameotQ' 
ìocarvandosi  alquanto  verso  il  Primaro  taglia  la  strada  Raspona  iit 
distanza  da  quel  fluide  di  pertiche  44^  9^  giunta  al  Senio- proceden- 
do dirittamente  entra  in  Primaro  alla  chiavica  Formenti  a  S«  Alber- 
to, e  finalmente  per  l'alveo  del  Primara  in  mare.. 

XIV.  La  terza  linea,  che  può  ancora  chiamarsi  superiore,  essendo^ 
tale  rispetto  al  sito  dei  terreni,  per  i   quali   passa  in   paragone  deU- 
V  altre  due  linee ,  principia  con  pigliare  il  Reno  vieico  all'  osteria  di 
Malacappa ,  donde^  incurvandosi  leggermente   lo    porta  verso   Riolo  , . 
passando  prima  circa  loo.- pertiche   sopra  la  Palazzina  detta   il  Chie- 
sette per  lunghezza   in-  tutto  d'un<  migliore  ^.  In  questo  sito    si 
propone  d'unirlo  alla  Sammoggia  con  divertirla  circa  a  3oo.  pertiche 
sotto  Forcelli ,   cioè  sotto  la  confluenza  della  medesima   col   Lavino»'. 
Dall'ingresso  della  Sammoggia  continua  la  linea  per  Simiglia  flno  al 
naviglio,  il  quale  resta  intersecato  dalla  medesima  in  un  punte  infe- 
riore joo.  pertiche  al  punto  livellato  dai  Periti -Di   qui  seguita  per 
miglia  6.  scarse  fino  all'Idice,  ice.  pertiche  sopra  la  chiesa  dei  Ron- 
chi ,  attraversando  prima  il  torrente  Savena  poco  «opra  la  chiesa  del-- 
la  Gà  dei  Fabbri  nel  punto  a- un  dipresso   per  il   quale  è  passata    la. 
livellazione.  S'indirizza  in  seguito  alla  volta  del  Sillaro  circa   a  loo. 

{>erttohe  sotto  la  chiesa  di  Portonuovo.  La  lunghezza  del.  tratto  £%• 
'IdicOy-e  il  Sillaro  ò  di  miglia  9 ,  e  uu  quinto  ,  e  l'andamento  pre* 
ciso  è  il  seguente.  Dalf  Idice  va  dirittamente- alla  svolta  della  Qua« 
derna ,  dove  si  unisce  colla  Gaiana  aoa.  perticbe  in  circa  sopra  il 
palazzo  della  Contea  Malvezzi.  Indi*  eosteggia  per  lungo  spazio  l'al^ 
veo  della  Quaderna  portandosi  in  seguito  al  Sillaro  nel  punto  indica- 
to di  sopra.  Dal  Sillaro  s'incammina  la  linea  dirittamente  verso'  il 
casino  Bagnara ,  ed  in  seguito  al  Santerno  fino  a  100.  pertiche  ia 
circa  sotto  Posteria  del  Moro.  Quindi  continua  il  suo  corso-  verso 
l'osteria  delllt  Pianta,  e  precisamente   ad  un  punto,  che  resta   4<^<x 

Sertiche  ad  ostro  della  detta-  osteria.  La  lunghezza  della  linea  dal^ 
illaro  all'osteria  menzionata  è  di  miglia  7.  Finalmente  da  quest'ul- 
timo punto  si^  conduce  ad  unirsi  alia  seconda  linea  sopra  la  chiesa 
delk  Madonna  del  Passetto  e  colla  direzione- di  essa  va  a  terminare 
nel  Primaro  in  fàccia  a  S.-  Alberto  dopo  scorso  uno  Spazio  di^  miglia 
f.  Da  S.  Alberto  poi  al  mare,  come  nell'altre  due  linee  inferiori^ 
così  parimente  in  questa  serve  l' alveo  dello  stesso'  Primaro  fuorché- 
in  fiiocia  alle  Mandriole ,  dove  si  propone  di  fare  un-  taglio  per  leva« 
re  la  grande  svolta,  che  è  in^  quel  sito  ^  e  allora  la  lunghene^deU' at 
veo  del  Primaro  da  S.  Alberto  al  mare  ^ sarà  di  miglia  6.  e  o&^fiunto. 


*o7 

1SV.  'Oltre  alle  fr^Jinee  già  esposte  pnò  anoera  aver  luogo  un  al- 
tro progetto, «ed  è,  ritenendo  gli  stessi 'Mpposti  della  prima -licrea  dal 
Ren9  fina  al  Morgoiie,* di  condurre  Tacque  del  Reno  dal  Morgone 
alla  Bastia  9  e  dalla  Bastia  a  Longastrino  valendosi  dell'alveo  presente 
del  Frìmaro  ridotto  però  alla  eonveniente  larghezza, 'e  aiirginato,  e 
(?a  Longastrino  scaricarle  unite  «U' acque  del  Primaro  nelle  valli  di 
Comacchio ,.  ria|^rendo  la  bocca  oramai  chiusa  di  Bellocchio .  Degli 
altri  progetti  ideati,  ed  esposti  con  isoritture  pubbliche,  o  private  in 
occasione  della  vìsita,  n#n- è  necessario  far  menzione  particolare, 
mentre  o  si  riducono  con  poco  divario  ad  uno  dei  tre  primi  accen* 
»ati  di  sopra 9  o  sono  tali,  che  ad  ogni  modo  sarebbe  tempo,  e  o^ 
j)era  perduta  il  ragionarne. 

XYl*  Non   istaremo   nemmeno  ad  esaminare  la  proposizione  altre 
volte  tanto  dibattuta  del  ricapito  del  Reno  nel   Po  di  Lombardia,  e 
ciò  per  i  seguenti  motivi.    In   primo   luogo  perchè  essendo   stata *^la 
visita  ultimamente   fatta  diretta  unicamente  al  fine  dì    esaminare  il 
progetto  di  condurre  Tacque  del  Reno.,  e  del   resto  dei  torrenti  del 
-mlognetia  5  e  della  Romagna  al  mare  per  il  Primaro ,  o  per  altro   al- 
veo da  scavarsi  parallelamente  allo  stesso  Primaro ,  non   si  eooo  pre* 
ae  altre  notizie ^  nò  fatte  altre  operazioni,  che  relativamente  al  cor- 
ào  del'Prìraaro,  ed  alla  situazione  delle  valli,  e  campagne  adiacenti  ^ 
onde  non  si  e  in  grado  per  mancanza   dì   fatti   sicuri ,    e   concordati 
fra  le  partì  ^^  rispondere  alle  opposizioni ,  che  fossero  poste  in  cam- 
po (come  sì  può  certamente   aspettare   che   lo  sarebbero)  contro   la 
proposizione  accennata,  particolarmente  appofgiate  alla  diversità ,  la 
quale  venisse  preteso  ritrovarsi  f«a  lo  stato,   nel  quale  sono  di  pre« 
sente  i  fondi  del  Po ,  e  del  Reno  ^  e  quello ,  io  cui  ^rano  nel  tempo 
^delle  «visite  Riviera ,  e  Rinuccinì  •  Secondo ,  perchè  voltando   il  Reno 
nel  Po  conforme  al  sentimento   dei  visitatori  Apostolici ,  si    rimedìe- 
irebbe  è  vero  ai  danni^^  che  soffre  la  parte  superiore  della  campagna 
Bolognese ,  ma  resterebbe  senza 'rimedio  la  parte  più  bassa  sottoposta 
all^  spaglio  dei  torrenti  pcincipalmente  d'Idica,  e  di  Savena,  sìcQo- 
me  converrdabe  tralasciare  il  pensiero  della  bonificazione  della  Roma- 
gna.^ Terzo,  è  da  riflettere  alT opposizione  dei  Princìpi  confinanti.,  i 
qaali  non  è  verisimile ,  che  siano  per  recedere  dalle  massime  abbrac- 
ciate da  essi  con  tanto  impegno  in  occasione  delle  visite  passate  « 

XVIL  Che  poi  conducendo  il  Reno  a  scaricarsi  nel  Po  grande.,  sia. 
impossibile  il  riparare  alle  inondazioni  cagionate  dal  rimanente  dei 
torrenti  del  Bolognese,  e  della  Romagna,  si  rende  manifesto <,  censi* 
dorando,  che  non  possono  i  torrenti  in  tal  caso  unirai  col  Reno  in 
un  alveo  comune ,  e  dovendo  portarsi  al  mare  ,  o  nel  Po  separati ,  0. 
privi  delT impulso  delT acque  del  Reno,  richiedono  cadute  grandi, 
e  tali ,  che  sollevojrehbero  i  %pdi  de||U.alyQÌ  ad  altezze  enormi  sopra 


So8 


/ 


trettanto  sopn'il  piano  della  eampagoa.  God  uq   calcolo  poco 
rente  ritroveremo >  ohe  airiJice  preso  parimente   a}  sao  sh#C( 


il  piallo  delle  campagne  .  Sdppooebìamo  per  ptmpioi  che  dovease 
recapitarsi  Savena  nel  Po  »  preodeiìdola  al  sao  sbocco  nel  cavo  Bene- 
dettino ,  dove  il  suo  fondo  si  è  ritrovato  più  aito  del  pelo  Jbisao  del 
mare  piedi  aa.  1 1  »  0  conduoendola  direttamente  al  Ponte  di  Lago* 
scuro  per  ma  tratto  di  ii.  miglia  ^  ohe  è  il  più  breve  ^  per  il  anale 
ai  possa  giungere  al  Po  partendo  dal  aita  accennato.  U  pelo  nassa 
del  Po  a  Lago  scuro  ò  più  alto  del  pelo  basso  del  Haare  7.  piedi ,  i 
quali  aottratti  dalla  caduta  di  Savona  sopra  il  pelo  basso  del  mare  9 
laaoiano  di  differenza  piedi  1 5.  11  ,  ed  a  questi  aggiungendo  4*  P^^* 
di,  per  i  quali  l'alveo  di  Savena  allo  sbocco  dovrebM  profondarai 
sotto  il  pelo  basso  del  Po  ,  avremo  in  tutto  di  caduta ,  per  il  fondo 
di  Savena  dal  Benedettino  al  Po  grande  piedi  19.  ii.  Ma  Savena» 
come  si  ricava  dalle  livellazioni»  richiede  tre  piedi  almeno  di  caduta 
per  miglio  ed  in  conseguenza  in  11»  migfia  33.  piedi ,  dunque  man* 
c&no  alla  caduta  di  Savena  nel  tratto  accennato  i3.  piedi  »  per  gua« 
dagnare  i  quali  converrebbe  »  che  il  fondo^  di  Saveiia  a*  alzazze  d  al« 

poco  diffe- 
sh#cco   nel 
Benedettino   mancano   per  condursi  nel  Po  a  Lagodcuro  7.  piedi  di 
caduta •  E  ae  bene  e  vero»  obe  i  due  torrenti  menzionati   potrebbe- 
ro portarsi  uniti  per  un  tratto  di  circa  6.  miglia  ,  nel  qual  caso  noa 
è  da  dubitare  9  che  si  guadagnerebbe  qualche  cosa  nella   caduiap»  pa- 
re altresì  quasi  certo ,  che  il  guadagno  non  può  esser  tanto  da   oom<* 
pensare  il  difetto»  che  si  è  ritrovato  di  sopra  nel  aupposto,  che  aiii* 
x>idtte  i  torrenti  doveaaèro  portarsi  al  Po  grande  aeparati.  Si  aggiun- 
ga »  che  la  campagna  ,  la  quale  dovrebbe  tagliarsi  colP  alveo  dei  det- 
ti torrenti  è  molto  bassa  »  onde  nasce  ragionerò!  motivo  di  dubitare  » 
che  l' alveo  non  potesse  tenersi  incassato ,  e  rimarrebbero  inoltre  ta- 
gliati f  e  impediti   gli  scoli  »  ancor   essi  bassissimi  »  del  Polesine    di 
Casaglia  »  nel  quale  sono  comprese  le  vaste  tenute  delia  Diamanttoa  » 
e  di  CasagHa»  e  buona  quantità  di  terreni  dei  <(fstret,ti  dell' osp^dn^ 
le»  di  S.  Kagioy  Palaotone,  Ravalle,  e  $Urì,  ohe  si  tralasciano . -Ms 
se  in  vece  di  recarvi  tare  T  Idice  nel  Po   grande»  si  volesse   condairla 
aolitarìo  al  mare  per  ta  lìnea  più  brete  *  la  quale  sarebbe   di  nuglia 
m<) ,  principiando  parimente  dal  suo  abocco  nel  BenedetÉno ,  rìtrove-* 
remo ,  supposU  la  caduta  delP  Idice  di  due  piedi  per   miglio»  e  che 
la    pendenza  deir  alveo   si  perda   affatto  nella  distanza  di  6.  miglia 
dal  mare»  che  alla  caduta  totale  manca  qualche  cosa  più  di  aS.  pie- 
di .  Se  poi  aupporremò  di  condurre  ridice  per  l'alveo  del  Primaro  » 
dandogli  la  caduta  di  due  piedi  per  miglio ,  aupposti  di  aopra  9  e  pò- 
ito  inoltre  ,  che  la  pendenza  deir  alveo  svaniaca  io.  miglia  sopra  la 
foce  del  Prìmaro  in   mare»  ai  troverà»   che   la   mancanza  di  caduta 
a«n  è  meno  di  So.  piedi  »  e  oeiiaegaei|termenta  riesce  maggiore,    ohe 


"e' 


809 

nelP  altro  caso  •  Né  è  da  far  gran  capitale  dell'  anione  coir  Idice  de« 
gli  altri  torrenti  inferiori  fino  al  Santerno  »  essendo  i  medesimi  di 
poca  portata  paragonati  all'  Idice  y  conforme  si  raccoglie  dalle  penden- 
se  dei  loro  alvei  9  le  quali  in  paragone  della  pendenza  dell'  Idice  si 
sono  ritrovate  assai  maggiori.  Riman  dunque  provato ^  ohe  volendo 
ottenere  la  bonificazione  generale  dei  terreni  inondati  delle  tre  Pro- 
vincie y  è  in^pensabile  V  oaire  l' acque  del  Reno  con  quelle  degli 
altri  torrenti,  e  ristrette  in  un  solo  alveo»  portarle  al  mare  per  una 
linea  alla  destra  del  Primaro»   nel  modo,  cne  vedremo  in  appresso. 

XVIII.  Passando  ora  all'  esame  delle  tre  linee  accennate  di  sopra  , 
iocomiiicìando  dalla  prima,  nella  quale  si  propone  di  valersi  dell'al- 
veo del  Primaro  facendovi  le  necessarie  mutazioni  per  iscaricarvi  l' ac* 
que  del  Reno ,  e  dei  torrenti ,  fu  questa  pensiero  del   sig.  Gabbriel- 
lo  Manfredi  di  chiariss.  mem.   spiegato  da  lui  diffusamente   in  nna 
sua  serittura*  pubblicata  colle  stampe  nel  mese  di  Febbraio  dell'  anno 
1759.  S oppose  in  essa  il  sig.  Manfredi  la  caduta  del   pelo  basso  del 
Primaro  dal  .cavedone  di  Marrara  al  mare  di  piedi  27.    coerentemen* 
te  al  risultato  della  livellazione  dello  stesso  Primaro  fatta  d'accordo 
da  tre  periti  eletti  dalle  tre  provincie  1'  anno  17S8.   Oltre  a  ciò  os* 
serva  il  sig.  Manfredi,  valendosi  detto  serioni  del  Primaro,  prese  in 
occasione  della  livellazione  accennata  ,  e  parimente  delle  sezioni  del 
Po  grande  prese  nelle  due  ultime  visite  Riviera ,  e  Rinnccini ,  che  il 
fendo  degli  alvei  dei   fiumi   superiormente   ai  loro   sbocchi   in  mare 
non  si  dispone  in  una  declività  continuata,  e  nemmeno  si   mantiene 
sempre  superiore  di  livello  al  fondo  degli  sbocchi ,  ma  in  qualche  di* 
stanza  dal  mare  si  abbassa  sotto  il  fondo  degli  sbocchi ,  e   quindi   va 
gradatamente  risalendo  »  e  facendosi  acclive ,  di  modo ,  che  la  sua   li- 
nea rappresenta  una  specie  di  conoide ,  la  quale  tocca  colla  sua  por* 
zione  convessa  una  retta  parallela  air  orizzonte   nel  ponto  infimo    di 
tutto  l'alveo.  Da  questa  osservazione  deduceva  sottilmente  il  signor 
Manfredi ,  eiie  per  determinare  la'linea  del  fondo  degli  alvei  nei  fiu- 
mì  torbidi ,  che  sboccano  in  mare  non  è  necessario  prendere  il  prin- 
cipio della  cadente  dal   fondo  dello  sbocco,  conforme  la  pratica  co- 
mune deeli  Idrometri,  ma  che  può  bastare  il  principiare  da  qualche 
punto  della  concavità  accennata  snperiormente  al  punto  della   massi- 
ma bassezza  ,  il  quAle  si  ritrova  per  ordinario  distante  qualche   mi- 
glio dallo  sbocco,  e  nel  caso  del  Primaro  cade  nel   mezzo   prossima- 
mente fra  S.  Alberto ,  e  lo  sbocco  del  Primaro  in   mare   in   distanza 
dal  mare  di  miglia  i2i|.  Posto  dunque,  che  il  fondo  del  Primaro  in 
faccia  dello  sbocco  del  Santerno  si  abbassi  sotto   V  orizzontale   tirata 
per   il  pelo   basso  del   mare  piedi  a  i ,  coodnceva  il  sig.  Manfredi  la 
sua  Cadente  assegnando  al  fondo    del  Primaro  once    t^  di  pendemsm 
per  mìglio  dal  Sanier no jdk  Bastia, tpflce  i4^4a!U  BaKtiia  al  MorgtfneV 


cuce  14  I  dal  Margone   alla  Salarola,  e  finalmeote  once    14  3   dalla 
Salarola  ai  Reno  •  Quest'  ultima  pendenza  fu  da  lai  fissata  fondandosi 
nella  livellazione  del  Reno  fatta  di  comune  accordo  dei  signori  Bolo- 
gnesi, e  Ferraresi   Tanno    1693.   in  occasione  della -celebre   visita 
d*  Adda ,  e  Barberini  per  mezzo  'àtW  acqua  stagnante  del  canalino  di 
Cento ,  da .  Genio  alla  botta  Gbis&Uerì  •  Non  è  da  tacere  ,  che  il  pro- 
getto del  sig.  Manfredi  fu  con  approvazione   di  lui   medesimo  muta- 
to ,  e  migliorato  in  qualche  parte  dal  chiariss.  p.  Paolo  Frisi  Profes* 
acre  d'  Analitica  nello  studio  Pisano  »  colla  proposizione  d'  un  taglio 
da  effettuarsi  nel  mezzo  della  valle  dì  Marmorta ,   col  quale  1'  acque 
si  conducessero  .  dirittamente  dal  Morgone   alla  Bastia  |  abbreviando 
in  questo  modo  il  corso  del  Primaro  circa  ,3«  miglia. 
.   Supposte  le  pendenze  accennate,  e  che  l'altezza  del  Reno  nelle 
piene  sia  di  1 1  •  piedi ,  quanta  ei  raecogUe  dalla  sezione  osaerwta  su- 
periormente alla  rotta  Panfilia ,  mostrò  il  sig.  Manfredi ,  che  V  acque 
del  Reno  ^  e  dei   torrenti  potetano   incanalarsi  nel   Primaro  «ridotto 
alla  conveniente  larghezza,   senza  che  permò  si  avesse  motivo  ragio- 
nevole di  temere  V  interrimento  del  fonda,  o  il   trabocco   delle  pie- 
ne sopra  il  ciglio   degli    argini,   e  conseguentemente  il   pericolo  del 
Polesine  di .  S.  Giorgio ,  e  delle  valli  di  Gomacchio  . 

XIX.  Il  discorso  del   sig.   Manfredi'  sembra   concludente,  ammessi 
una  volta  i  supposti ,   sopra  i  quali  si  fonda.    Quanto   alla  pendenza 
assegnata  al  Reno  solitario  di  once  ^4 1  P®^  miglio  non  è  luogo  a  du- 
bitarne, risultando  immediatamente  da  livellazioni  non  sospètte  per- 
chè fatte  per  mezzo  dell'acqua  stagnante.  .£  se  bene. pare,  che  dal- 
le livellazioni  fatte  in  occasione  dell'  ultima  visita  si  raccolga  alquan- 
to maggiore 5  x^ioè  di  once  i3.  per  miglio^,  conviene  avvertire  che  H 
fondo  del  Reno -nelle  ultime   livellazioni  si  è  ritrovato   notabilmente 
alterato  dalla  vicinanza  della  rotta  Panfilia  ,  per  la  quale  ha   dovuto 
abbassarsi  alquanti  piedi ,  e  però  ^  da  starsene  onninamente  al  risul- 
tato delle  prime.  Nemmeno  può   cader  difficolta  sopra  le  pendenze 
inferiori  del  Reno  dalla  Salarola  al  Morgone  ^    dal  Morgone  alla  Bar 
stia, e  dalla. Bastia  al  Santerno  fissate  dal  sig.  Manfredi,  mentre  seb- 
bene vanno  successivamente  diminuendo  di  ^  d'  oncia  alla  volta  ,  la 
diminuzione  è  cosi  piccola ,  che  bene  è  da   credere ,  che  V  accresci* 
xnento  del  corpo  d'acqua  del  .Reno  per  l'in'gresso  dell' Idice,  e  del 
rimanente  dèi  torrenti,  non  sia  mai  per  esigerne  .una  minore.   Mag- 
gior dubbio  potrebbe   nascere   in  proposito  del  punto.,  dal  quale  il 
aig.  Manfredi  .principia  la  sua  cadente  in  vicinanza  dello  «hocco  del 
San  terno  sulla  supposizione,  che  1'  alveo  del   Primaro  per  l'ingresso 
dell'  acque  torbide  del  Reno ,  e  dei   torrenti   non  debba   soffrire  dal 
Santerno  in  giù  mutazione  veruna   del   suo  fondo,  ma  di  questo  a- 
vromo  occasione  dì.  ragionare  fìù%  lungo  fra  poco*  L' opposiauone 


\ 


piìor  gagliarda  al  progetto  del- ^.  Manfredi  è  stata  portata  dal  ibhia^ 
xiasim.  sjg.  dottor  Romaaldo  Bertaglia  matematico  di  Ferrara ,  e  coq- 
tiste  nella  caduta  del  Primaro  da  Marrara  al  mare ,  supposta  dal  si- 
gnor Manfredi  di  piedi  n^.  sulla  fede  della  livellazione  deir  anno  1758 
ma  contradetta  dal  signor  Bertaglia,  come  erronea,  e^  maggiore  dal 
vero»  In  fatti  essendosi  rifatte  le  stesse  operazioni  eoa  istromento  più 
esatto,  e  della  giustezza  del  quale  si  hanno  riscontn  sicuri  registra»  ^ 
ti  in  memoria  a  parte  9egH  atti  dell'  ultima  visita,  la  vera  caduta 
del  Primaro  d»  Marrara  al  mare  è  stata  ritrovata  minore  quasi  la  me^ 
tà  cioè  di  i3.  piedi  ,  e  once  >f •  solamente,  ed  in  conseguenza  infe* 
TJore  di  troppo  a  quanto  rìchied^a  il  bisogno  del  progetto  del  sig. 
Manfredi,  stando  fermi  gli  altri  suoi  supposti.  E.  quantunque  non 
possa  negarsi,  che  eseguito  F  abbreviamento  della  linea  del  Primaro 
mediante  il  taglio  suggerito  dal  p.  Frisi  nella  valle- di  Marmorta  ,  si 
avanzerebbero  piedi  3«  7.  di  caduta,  nondimeno  1' avanzo  è  troppo 
tenne  per  compensare  la  mancaiiza  procedente  dall'  errore  commesso 
nella  livellazione .      , 

XX.  Il  dottissimo  sig;  Giacomo   Marescotti   dettero ,  e  lettor  pub« 
blico  di  filosofia  nelP  università  di  Bologna^  e  prescelto  per  supplire 
alle  veci  del  sig.   Manfredi  mancatoci  poco  fa  con  grave  iattura  del- 
le scienze  matematiche,  ha  intrapreso  non  ostante  il  difetto  della  ca- 
duta scoperto  nel    Primaro  dì   sostenete  il  progetto   dello  stesso   sig. 
Manfredi,  e  ciò  in  due  modi.  H  primo  è  con  individuare  diversi  t>- 
glì,  medianti  i^  quali  la  linea  del  Primaro  verrà   ad   abbreviarsi  circa 
4»  miglia  ,  alle  quali  corrispondon  piedi  4*  8.  di  caduta,  e  questi  a^^ 
^nnti  a  piedi  3.  7,  che  importa  P  abbreviamento  mediante  il  taglio 
preposto  ^dalp.  Frisi  si  avranno  in  tutto  piedi  8.  3.  di  sorte  il  difet- 
to aella  caduta  del  Primaro  da  piedi  i3.  5.  si  ridurrà  a  soli  piedi  S« 
di  In  secondo  luogo   riflette  il   sig.    Marescetti,    che  le  diminuzioni 
delle  cadute  nei  tratti  successici  dalla  Salarola  al    Santerno  supposte 
dal  sig.  Manfredi  costantemente  d'  ^  d' oncia  per  miglio  sono  in  re- 
altà troppo  searse  ,  e  in  pratica^devono  riuscire  assai   maggiori,  on- 
de* può  darsi  benissimo  il  caso ,  che  la^somma  degli  eccessi  delle  ve- 
Ife-  aiminuzioni  sopim  le  supposte  dal  sig.  Manfredi  giunga  a  compen^ 
Mre  i  piedi  S,  a^  aceennati .  Con  questa  sapposizione  principia  il  sig. 
Marescotti  la  aua  cadente  da  un  punto  del  tondo   del  Primaro  preso 
ITI  faccia- allo  sbocco  del  Santerno,  il    quale  resta  inferiore   piedi  »* 
7.  al  pelo  infimo  4el  mare  •  Dal   punto   accennato  fino   alla  Bastia  la 
pendenza  ò  a  ragione  di  once  91  io.  per  miglio,   dalla    Bastìa  all' I« 
dice  di    once    io*.  9*  dall' Idice    alla   Savena  di  once  la.  5  ,  e  final- 
mente dalla  Savena  al  Beno  di  once  i4-  $•  Quanto  alla  larghezza  del- 
l' alv^o;  vien'  essa  detemunata  dal  sig.  Marescotti  di  piedi  19H  ,  pren- 
dendo regola,  dalla  se^doaedel  Rena  osservata  n^Ua  visita  2S,  pertiobe 


3ii 

fC'pm  1^  casa  della  Ag.*  Iiabellà  PiomMbi,  e  rispetto  all'altezza  del* 
V  arginature  il  sig.  Marescottì  la  regola  sol  sapposto  »  che  le  piene  si 
alzino  al  Morgone  piedi  14»  alla  Bastia  piedi  iS,  e  al  San  terno  pie* 
di  i6.  Per  comprovare  la  safficienai  delle  pendenze  accennate  »  si 
vale  il  sie.  Marescottì  d'  un  teorema  proposto  dal  cbiàrissìmo  p.  Frisi 
oeir  erudito  Trattato  sopra  le  cadute  ^dei  fiumi  torbidi  ^  pubblicato 
da  lui  Tanno  scorso. 

XXI.  Insegna  il  p.  Frisi  nel  teorema  accennato  9  che  i  seni  delP  in« 
elinazioni  all'  orizzonte  degli  alvei  di  due  fiumi  torbidi  9  simili  nelle 
altre  circostanze  ,  ma  differititi  nelle  portate  d'acqua,  stanno  fra  lo- 
ro in  ragione  inversa  di  quella  delie  stesse  portate  •  La  dimostrazio* 
ne  di  questo  teorema  data   dal  p.   Frisi   si  appoggia  principalmente 
sopra  alcune  sperienze  fatte  dal  sig.  Gennetè,  e  da  lui   espostf  nella 
sua  lettera  ad  un  ministro  Olandese  sopra   il  corso  dei  fiqmi.  Affer* 
ma  in  essa  il  sig.  Gennetè  d'avere  sperimentato  »  che  introdotta  ìb  uà 
canale  d'  acqua  corrente  9  il  di  cui  fondo  aveva  di   caduta  5  piedi 
per  miglio  »  P  acqua  d' un  altro  canale  eguale  9  non  si  osservò  acore?- 
•oimenio  alcuno  d' altezza  nel  canale  dell'  acque  unite  9  e  solamente 
dopo  l'introduzione  d^nn  terzo  eguale  a  ciascuno  dei  primi  due 9  po- 
tè notarsi  qualcbe  sensibile  alzamento*   Quello  che  si  vede  accade- 
re nei  canali  di  noca  portata  ,  e  mannfiitst9   pretende  il  sig.  Gonne* 
tè  9  che  si  veriiicni  né  più  9  né  meno  nei  fiumi  magpori  9  addncen- 
do  in  prova  l' esempio   del    Danubio  9  il  quale  riceve   V  Inn  poco  a 
lui  inferiore  di  portata  d' acqua  9  senza  che  sotto  la   oonfinenza  L'  al- 
veo si  faccia  maggiore  .  Secondo  questa  dottrina  seguirebbe  9  che  u- 
nendosi  due  torrenti  egualmente   torbidi   in  un  sol  alveo  9  dovranno 
r  acque  unite  dell'  influente  9  e  del  recipiente  correre  ristrette  nella 
.atessa  sezione  9  nella  quale  correvano  prima  le  acque  solitarie  del  re* 
.€Ìpiente9  ed  in  conseguenza  la  velocità  dell'acque  del  recipiente  con- 
verrà 9  che   si  accresca   colla  stessa  proporadone9   che  si  accresce  il 
corpo  d^  acqua  del  recipiente  per  V  aggiunta  dell'  influente  .^  La  ve- 
locità accresciuta   dee   cagionare  necessariamente  la  corrosione  del 
fondo  del  recipiente  9  la  ouale  durerà  fino  a  tanto  9  che  l' istesso  foo^ 
-do  si  disponga  in  un  declivio  più  dolce  9  il  quale  dimimuaca   la  ve- 
locità ^^  ^      '       •  •       ••       '•  ^  •      ^  •  "     -^- 

aveva 
dersi  spi 

XXlL  Ora  benché  io  non  provi  difficoltà  ad  saMnettere  per  vero:  9 
oIm  V  acqua  d*tin  fiume  può  qualche  volta  essere  xìoevnta  iiell^  alveo 
d*  un  altro  9  e  corrervi  senea  cagionarvi  aensibil  mutazione 9  non  m- 
prei  nere  indurmi  ad  accordare  cosi  di  leggiero  9  che  dall*  osservazio* 
ne  d  un  caso  particolare  si  possa  dedurre  sìonnmeiite  h  regola^  «ut* 
versale  per  tutti  senza  perìcolo  d' errore  •  Non  £•  nào  Mme  »  éka 


ili 

nei  fiumi  particòlaroiente  migporì  s' incontrine  tratti  assai  lunghi 
nei  quali  le  larghezze  sono  soprahhondanti ,  ed  in  conseguenza  una 
parte  della  sezione  rimane  morta ,  o  con  pochissimo  moto  9  e  questa 
dall'  ingresso  dell'  acqua  d' un  altro  fiume  venendo  ravvivata  9  e  resa 
più  veloce  può  benissimo  bastare  a  smaltire  le  acque  dell' influente  , 
senza  che  le  sezioni  del  recipiente  sotto  la  confluenza  alano  necessi- 
tate  a  crescere  in  altezza,  o  larghezza*  Ma  prescindendo  ancora  daU 
la  considerazione  esposta  9  è  da  riflettere ,  che  acciò  l' esempio  del 
Danubio  tirasse  a  conseguenza ,  converrebbe  che  si  avessero  le  misa« 
re  dell'altezze  ragguagliate  delle  sezioni  avanti,  e  dopo  la.confluen* 
za  dell' Inn,  essendo  notO|  che  per  accrescere  la  portata  d'un  fiu- 
me y  molto  più  opera  per  1'  ordinario  l' accrescimento  nelle  sezioni 
di  pochi  piedi  di  altezza  9  che  di  molte  pertiche  di  larghezza  «  Final- 
mente  non  posso  dissimulare  di  parermi  assai  stravagante  il  leggere 
riferito  nel  libro  del  sig.  Gennetè ,  che  gli  alzamenti  del  livello  del- 
V  acqua  nel  suo  fiume  artifiziale  dopo  ricevuti  successivamente  quat- 
tro volte  eguali  accrescimenti  d' acqua  siano  riusciti  sempre  eguali  ,  il 
che  è  direttamente  contrario  a  tutte  le  sperienzce  le  teorie  ricevute 
finora ,  le  quali  si  accordano  in  istabilire,  che  gli  alzamenti  prodotti 
dalla  stessa  quantità  d'acqua  in  diversi  stati  d'un  medesimo  fiume 
sono  disuguali  9  e  riescopo  «empre  maggiori  quando  è  più  scarso 
d'acque.  Da  tutto  questo  concludo 9  ohe  le  aperienze  del  sig.  Cen«* 
netè  meritano  d^  essere  rifatte  con  osservarne  attentamente  tutte  le 
circostanze  9  a  fine  di  fiiggire  gli  equivoci ,  e  che  fino  a  tanto  che 
non  Airanno  verificate  9  e  poste  fuori  di  controversia  non  possono  ser- 
vire di  base  per  fondarvi  aopta  una  teoria  superiore  ad  ogni  eccezio* 
ne  intomo  alle  cadend  dei  numi  torbidi  {t)^ 

XXIII.  Un*  altra  riflessione  9  la  quale  mostra  chiaramente  1'  incer« 
tozza  9  nella  quale  «ìamo  ancora  a  riguardo  delle  vere  regole  9  che  os- 
serva la  natura  nello  stabilire  la  pendenza  dell'alveo  ai  fiumi  terbi* 
di  dopo  la  loro  nnione9  si  desume  dal  concorso  delle  piene  9  senza  la 
cognizione  del  quale  non  è  possibile  accertare  cosa  luouna,  quando 
anche  ai  supponga  nota  la  regola  9  colla  quale  si  dispongono  le  pen^ 
denze  in  due  fiumi  simili  neir  altre  circostanze  9  e  difierenti  sola- 
mente nelle  portate.  Supponghiamo  per  esempio  due  torrenti  simili 9 
ed  eguali  9  i  quali  concorrano  insieme  in  un  alveo  comune  9  in  modo . 
I^erò  9  che  le  piene  del  primo  non  ai  accordino  mai  ad  incontrarsi 
con  quelle  del  sfondo  9  è  manifesto  9  che  la  pendenza  deU'  alveo  di 


(f )  L*  esperìenee  fatte  dal  sig.  Gennetè  nel  suo  fiume  attifiziale  sono  state  ulti- 

S «mente  ripemte  con  molta  esuttesza  in  Homa  dal  signor  I>ott.  Teodoro  Bonatti 
aiematico  Ferrarese,   e  P esito  si  è  osserralo  totalmente  diverso. 

.40 


8i4 

oiagcniio  non  dovrà  variarsi  dopo  il  concorso  >  giacche  le  quantità  del* 
le  piene  le  quali  sole  nei  fiumi  determinano  le  pendenze    degli  alvei 
restano  in  questo  caso  le   stesse    nell' uno  »  e   nell'altro.  Ma  se  dal« 
r  altra  parte  supporremo  che  le  piene  d'  amhidne  i  torrenti    concor- 
rano sempre   ad  unirsi   nell'alveo    comune,   dovrà  secondo  il    parer 
comune  degl'Idrometri  la   pendenza  diminuirsi   dopo   il  concorso,  o 
sia  secondo  la  ragione  inversa. dei  corpi  d'acqua  avanti,  e  dopo  l'u- 
nione ,  o  secondo  qualunque  altra  •   Poiché  dunque  nel   primo   caso , 
cioè  quando  le  piene  non  concorrono  mai ,  la  pendenza  resta  l' istes^ 
sa ,  e  nel  secondo  cioè  quando  concorrono  perpetuamente ,  soffre  una 
certa  variazione,  quando  le  piene  sono  in  un  caso  di  mezzo»  cioè  non 
concorrono  veramente  tutte  le  volte,  ma  pure  concorrono  di  quando 
in  quando ,  potrà  accadere ,  che  la  diminuzione  della  pendenza  s egim 
anch'  essa  la   stessa  legge ,  cnoè   uè  sia  nulla ,  come  nel   primo  caso  » 
e  oè  men  tanto  grande ,  quanto  nel   secondo  y  e   che  la  sua  misura 
dipenda  dalla  diversa  granaezza  delle   piene    simultanee ,   e  dalla  di- 
stanza dei  tempi,  nei  quali  concorrono.  Ciò >  che  si  è    detto  di  due 
torrenti  eguali,  può  applicarsi  proporzionalmente  a  tutti  gli  altri,  e 
siccome  crescendo  il  numero   dei   torrenti ,  che  confluiscono  in  uno 
stesso  alveo ,  cresce  il  numero  delle  combinazioni  delle  piene ,   e  dei 
tempi ,  nei  quali  si   uniscono ,   cosi   crescerà  ancora  la  difficoltà   di 
determinarne  con  precisione  l'effetto,  di  modo,   che  lo  scioglimento 
del  problema  di  ritrovare  la  pendenza  dell'  alveo  d' un  fiume  torbido 
formato  dall'unione  di  più  altri,  riesce  moralmente  impossibile,  sen- 
za consultare  l'esperienza,   la   quale  sola  può  darci  lume   suffiéfento 
in  questo  proposito.  Quello,  che  può   stabilirsi  prevent]^ament4.  col 
calcolo,  SI    riduce   ai   limiti   delle   altezze  massima  ,  o  minima,  al- 
le quali  possa  mai  giungere  l' alveo  del  fiume  unito ,  dopo  l' ingresso 
degl'influenti.  Il   limite   della   massima  si  definisce  facilménte   con 
supporla  eguale  a  quella,  ohe   competerebbe  all'alveo  del   massimo 
degl'influenti,  che   concorrono  in   un   tronco  comune,   e   potrebbe 
ancora  detefminarsi   riguardo  >  alla  miniima ,  tacendo    uso  di  qualche 
ipotesi  probabile  ,  o  più  sicuramente  péc  mezzo  di  una  serie  regolan- 
te d'  osservazioni  d' altri  casi ,  ma  con  tutto  ciò  la  pendenza,  dentro 
i  limiti  accennati   rimarrà  sempre   incerta ,  e  l'incertezza  nuocerà 
tanto  maerìor mente ,  quanto  i  limiti  saranno  più  distanti ,  il  ohe  in 
parità  dell  altre  circostanze   accade,  quando  si  accresce  il  numero, 
e  le  distanze  degli  sbocchi,  e  delle  origini  degli  influenti. 

XXIV.  La  difficoltà  provata  fin' ora  di  stabilire  con  sicurezza  la  neu- 
denza  dopo  l'ingresso  del   Rene,- e  del  resto  dei  torrenti  nell'alveo 
del  Primaro  si  manifesta  ancora  più  chiaramente   per  un  altro  capo» 
cioè  considerando  l'alveo  del  Pnmaro  dal  Santerno  in  giù,  nel   qual .. 
tratto  ai  auppone  gratuitamente  dal  sig.  Manfredi  seguitato  in  ciò  dal 


6i5 


t\g.  Marescotti,  che  AehUk  maùtetiersi  oostantemente  nel 
stato ,  senza  mutar  figura  nella  sua  concavità ,  o  riempiendola  in 
parte,  o  trasportandone  l'infimo  puntò  in  un  sito  più  vicino  alla  fo- 
ce •  Che  i  fiumi  torbidi ,  o  chiari  »  i  quali  corrono  sopra  fondi  capaci 
di  corrosione  si  dispongano  gli  alvei»  in  modo  johe  in  qnatebe  distan- 
za delhi  foce  »  di  declivi  si  rendano  acclivi  9  formando  una  concavità 
più  profonda  del  fondo  stesso  d^la  foce»  pare^  che  resti  comprovato  . 
abbastanza  dall' osservazione  del  Po   grande»  dell'Adige»  del  Prima-  ^ 

To ,  del  Lamone  »  e  si  può  aggiungere  ancora  del  Teyere  »  e  dell'  Ar* 
no»  per  quanto  si  raccoglie  da/alcnne  misure  prese  cosi  all'ingros- 
so »  riguardo  a  quest'  ullimo  »  E  ancora  assai  verisimile ,  che  la  oa- 
jgione  dì  questo  strano  giuoco  della  natura  nella  formazione  degli  aU 
vei  dei  fiumi  debba  ^ripetersi  principalmente  dall'acceleramento  del- 
l'acque» il  quale  accade  sempre  più»  o  meno  distante  dalla  foce 
sell'  occasione  delle  piene  •  Giò  si  rende  manifesto  »  riflettendo  all'  ec- 
cfesso  del  declivio  del  pelo  delle  piene  comparativamente  al  pelo  del-  ^ 

l' acque  basse  »  il  quali  eccesso  principia  in  qualche  distanza  .dalla  fo*-  / 

ce  »  cioè   nel  j)unto  »  nel   quale  i   peli   dell'  acque  alte  »  e  basse  »  i 
quali  nelle  maggiori  distanze  dalla  foce  si  erano  mantenuti    sensibil- 
mente paralleli  fra  loro»   principiano  a  farsi  '  convergenti .    Non    può 
parimente  porsi  in  dubbio^»  che  il  declivio  del  pelo  sia  la  causa  prin« 
Ci  pale  della  velocità  dell'  acqua  in  preferenza  ai  declivio  del   fondo  » 
giacché  il  fondo  »  oltre   al  ritrovarsi  per  l' ordinario  almeno  nei  fiu- 
mi maggiori  irregolare  »  può  essere  ancora  orizzontale»  o  acclive»  do- 
ve all'opposto  la  linea  del  pelo  dell'acqua  si  osserva  regolare»  e  do- 
tata sempre  di  qualche   pendenza .    Non   mi  è  ignoto  »  che  uomini 
grandi  in  questa  professione  hanno  creduto»  che   l'acqua  possa  cor-         * 
rere  in  un   canale   perfettamente   orizzontale   tanto   nel   fontlé'»   che 
nel'  pelo  dell'  acqua  »  e  si  sono  sforzati  di  dimostrarlo  •   Ma  lasciando 
ria  parte  il  caso  proposto  da  loro  »  il  quale  è  assai  metafisico  »  credo  » 
che  in  fatto  non  si  ritroverà  fiume»  o  caaide»  nel  quale  il  pelo  del- 
l'acqua non  sia    dotato   di  qualche  pendenza   verno  la  foce.   Poiché 
dunque  néll'  avvicinarsi  l' acqua  alle  foci  dei  fiumi  »  cresce  la  velocità 
per  l'aumento  del  declivio»  e  per  l'abbassamento  della  sezione»  non  e 
maravigUa  »  che  il  momento  accresciuto  dell' acqua  »  giunga  a  seavare 
il  fondo»  superando  la   tenacità  delle  parti  del  terreno»  a   superare 
la  quale  non  bastava  il  momento  dell'acqua   dotata   di  minor-  veloci- 
tà •  Ma  ammettendo  per  belle ,   e  buone  le  dottrine   esposte  »  non 
veggo  però  »  che  siamo  ancora  in  grado  di  potere  stabilire  sicuramen- 
te con    qual  proporzione  i   fiumi  di    dìfierente   portata  si    escavino 
l'alveo  sopra  la  foce»  e  se  poste  le  larghezze  degli  alvei»  e  l'altezze 
delle  piene  eguali  »  l' escavazioni  si  mantengano  costantemente  le  stes- 
te, ^pure  vadano  variando  nei  fiumi  temporanei»  e  nei  perenni»  in 


\ 

/ 


Si6 

qofti»  ehe  oorrono  sMipre  ohiari»  e  in  qaei>  ohe  •' iotwbidaiio  nel- 
le piene»  in   qnei»    nei   quali   le  piene  paHano  in  poche  ore,  e  in 
quei ,  nei  quali  durano  ì  mesi  snten  •  La  aoluzione  di  queste  ^  ed  al- 
tre simili  questioui  ooir  aiuto  della   aola  teorica   per  meszo  dell' ap* 
plìcazione  nei  prinòipj . oomqni  della  meccanica,  riesce  impresa  trop* 
pò  ardna  »  essendo  noi  troppo  air  oscuro  delle  vere  legg^ ,  che  ossei^ 
vano  le  acque  correnti  dei  fiumi ,  onde  non  resta  altro  partito  ^  cho 
il  ricorrere  ad  noi  serie  d*  osservazioni ,  quanto  si  può  esaite  »  sopra 
Je  portate  »  le  pendenze ,  e  le  misure  in  lai^bezza  9  e   profondità  de* 
gli  alvei  di  fiumi  diversi  pw  ritrarnd   qualche   lume  nelle  occorren* 
ze  »  ma  questa  appunto  ci  manca  •  Resta  dunque  provato  alibastanza  9 
che  la  caduta  assegnata  nel  progetto  del  sig.  Manfredi  riformato  dal 
sig.  Marescotti  all'alveo  <lei  Primaro  non  è  stabilita  con  tal  certezza , 
che  non  vi  resti  luogo  a  dubitare  di  qualche  oocia  per  miglio  d' er* 
rore,  il  quale  moltiplicandosi  successiTamente ,  potrebb' esser  causa,- 
che  l'alveo  menzionato  si  riducesse  in  grado  »  che  gli  scoli,  e  i  tor- 
renti ,  almeno  in  parte ,  non  vi  avessero  l' ingresso  ,  e  le  acque  delle 
piene  giungessero  ad  un'altezza  da  porre  in  soggezione,  e  pericolo 
più  che  mai  le  arginature  alla  sinistra ,  che  difendono   il  Polesine  di 
S.  Giorgio  ,.  e  le  valli  di  Gomacchio  • 

XXV.  Passando  alla  seconda  linea ,  che  è  la  progettata  dal  signor 
dottor  Bertaglia,  osservo,  che  le  pendenze  da  lui  riputate  sufficienti 
si  riducono  alle  notate  qui  appresso.  La  prima  principia  da  un  pun- 
to preso  nella  foce  del  Primaro  4*  piedi  sotto  il  pelo  hasso  del  mare , 
e  ascende  verso  un  punto,  che  resta  superiore  aSo.  pertiche  al  taglio 
Gorelli,  nel  qual  tratto,  ohe  uguaglia  la  distanza  delb  sbocco  del 
Santerno  dalla  foce  menzionata  del  Primaro,  la  linea  ha  in  tutto  di 
caduta  3.  piedi  >  di  modo,  che  nel  punto  superiore  al  taglio  Gorelli 
resta  inferiore  al  pelo  basso  del  mare  un  piede.  Dal  putito  menzio* 
nato  fino  al  Sillaro  la  pendenza  è  a  ragione  di  once  9  l  per  miglio  , 
dal  Sillaro  all'  Idice  di  once  10  | ,  dall'  Idice  alla  Savena  di  enea 
la  i,  e  finalmente  dalla  Savena  al  Reno  di  once  i3  I .  La  cadente  ac- 
cennata ò ,  secondo  il  sig.  Bertaglia  quella ,  che  competerebbe  natural- 
mente al  fondo  del  nuovo  fiume  >  ma  perchè  dovendo  disporlo  sopra 
.  di  essa ,  converrebbe  particolarmente  nel  tratto ,  che  resta  fira  il  Re-* 
no ,  e  la  Savena  ^  iiinpegnarsi  in  escavarioni  molto  profonde ,  vengono 
proposte  per  risparmio  di  spesa  duratfte  nn  certo  tratto  due  altra 
cadenti,  una  cioè^  che  si  parte  dalla  cadente  naturale  all'intersezio*» 
ne  della  Savena ,  e  proseguendo  verso  Reno  si  alza  al  Naviglio/  duo 
piedi  sopra  la  cadente  naturale  menzionata,  e  quindi  si  conduce  per 
linea  retta  ad  incontrare  l'alveo  del  Reno  tre  piedi  sotto  il  suo  ton- 
do .  L'altra  cadente,  che  riesce  ancora  più  alta  aella  descritta^  si  parto 
dalla  cadente  naturale  al  Fossato  Vidoso  t  e  si  abbassa  snooessiva4fent% 


Sf7 

8.  pieài  sotto  il  fondo  della  Zena,  3^.  sotto  qaellt^  del  Naviglio»  e  S* 
in  ifne  sotto  il  fondo  del  Reno*         * 

XXVL  RifletteDdo  dipoi  »  che  la  Savana  alP  intersezione  della  se-* 
cooda  linea  resta  col  fondo  alto  piedi  ao^  4*   sopra  la   cadente  nata* 
tale  dal  fondo  del  nuovo   finme  »  e  piedi   i4»  ii»   sopra  la  cadente 
aHifieiale  proposta  in  secondo  luogo  :  suggerisce  il  sig.   Bertaglia  di 
fabbricare  nel   primo   caso   i^.  chiuse  »  e  io«  nel   secondo»  'acciò  il 
corso  troppo-  violento   dell'acqua  corrodendo  in   un  subito  il  fondo 
non .  faccia  dirupare  le  sponde  •  Per  ia  stessa  ragione  air  Idice  »  ìt 
quale  dove  incontra  la  stessa  linea  ha  il  suo  fondo  pia  alto  piedi  %ié 
a.  della  cadente  naturale»  e  i8.  8.  dell' artificiale  »  si  propongono  1 4* 
chiuse  nel  primo  caso»  e  la»  nel  secondo»  Parimente  al  Sillaro»  il 
quale  neir  incontro  colla  linea  accennata  resta  più  alto  di  fondo  del* 
la  cadente  naturale  piedi  i6»  si  assegnano  8*  chiuse .  Al  SaiMerno  più 
alto  piedi  1 1 .  4-  *o  ^^^  danno  7  »  e  finalmente  al  Senio  più  alto  pie* 
di  7.  se  ne  attribuiseono  sole  4.  Al  Lamone  ultimo   degli  influenti  » 
giacche  questo  ancora  secondo  il  progetto  del  sig.  Bertaglia  dovreb- 
be scaricarsi  nel  Primaro  »  nel  quale  metteva  foce  prima  ehe  V  anno 
1620.  con  un  taglio  ne  venisse  discornato  »  non  si  assegnano  chiuse» 
perchè  sebbene  il  suo  fondo  nel  punto»  nel   quale  si  penserebbe  di 
divertirlo  dalP  alveo  »  nel  quale  corre  di  presente  »  resta  più  alto  9. 
piedi  del  pelo  basso  del  mare  »  vien  creduto  »  che  la  caduta  super<^ 
fina  possa  smaltirsi  in  quel  tratto  »  che  dal  punto  della  di  verdone  si 
stende  al   Primaro  per  lunghezza   di  3oo»   pertiche  in  circa  •   Non 
si  stima  né  meno  necessario  l'adattare   le  chiuse  agli   altri  influenti 
minori  nel  nuovo  fiume  »  con  tutto  che  alcani  restino    nel  loro  in^ 
gresso  superiori  al  suo  fondo  di  parecchi  piedi  a  motivo  delle  loro 
piccole  portate. 

XXVII.  Le  chiuse  menzionate  dovrebbero  fabbricarsi  di  legname 
verde  di  salcio»  e  di  grossi  pali  »  alte  ciascuna  piedi.  3  i  »  larghe  per 
tutta  l' ampiezza  dell'  alveo  da  una  sponda  all'  altra  »  e  distanti  fra 
loro  da  3o.  a  So»  pertiche»  e  più  ancora»  se  sarà  possibile»  La  su-» 
perìore  si  collocherà  col  ciglio  più  basso  piedi  s  i  dèi  fendo  presente 
4lel  fiume ,  e  l' ultima  col  ciglio  più  alto  a«  piedi  del  fondo  del  re- 
cipiente •  'Dovranno  poi  demolirsi  principiando  dalla  superiore  a  mi* 
aura  che  il  fondo  dell'influènte  si  anderà  abbassando»  e  comecché 
può  accadere  facilmente  »  che  abbassandosi  il  fondo  si  facciano  delle 
corrosioni  nelle  sponde  »  sì  propone  quando  venissero  ad  essere  cor« 
rosi»  e  intaccati  gli  argini  di  nnfiancarli  colla  terra  tolta  dalla  par* 
te  più  alta  dei  medesimi»  o  con  quella»  che  si  avrà  searioandoli  nel* 
la  scarpa  interna  »  prima  che  l' acqua  abbia  dato  princìpio  alla  oot^ 
Tosione  * 
JKXVIIL  L' altezza  dell'  arginature  viene  aitegaata  di  piedi  i8. 


y 


8t» 

•opra  il  fomlo  del  fiume  dal  suo  priacSpio  fino  a  S«  Alberto ,  e  qain^ 
di  fino  alla  foce  dee  dìmÌDiiire 'proporzionalmente.  Una  tale  altezza 
sì  crede  sufficiente  perchè  mag;giore  di  quella  dell'  argine  sinistro 
del  Primaro ,  e  quando  pure* nascesse  il  dubbio ,  che  dalla  Quaderna 
al  Senio  non  fosse  sufficiente  »  si  propone  d*  accrescerla  coli'  aggiun- 
ta di  due  altri  piedi .  La  larghezza  dell'  alveo ,  comprese  le  argina- 
ture ,  si  determina  di  8o.  pertiche  dal  mare  allo  sbocco  del  Santer*' 
no  9  di  70.  dal  Santerno  all'  Jdice ,  e  di  6o«  dall'  Idice  alla  botta 
Sampieri .  La  larghezza  del  canale  da  scavarsi  nel  mezzo  dell'  alveo 
sarà  di  8.  pertiche  solamente  • 

XXDL  In  ultimo  per  maggior  facilità  si  propone  dal  sig.  Bertaglia 
di  scavare  il  canale  accennato  in  figura  triangolare ,  col  vertice  che 
termini  sulla  linea  della  cadente  »  la  base  larga  i6.  pertiche,  e  l'al- 
tezza la  stessa  y  che  dovrebbe  darsi  al  canale  scavato  in  figura  di  ret- 
tangolo ,  o  di  trapezio  secondo  il  solito  •  I  vantaggi ,  che  si  aspetta- 
tane da  questa  nuova  operazione  sono  ,  L  la  minore  spesa  ;  IL  la  ne-' 
oessità  ,  nella  quale  sarà  il  filone  di  mantenersi  nel  mezzo  dell'  alveo  ; 
IIL  che  dovendo  il  canale  menzionato  allargarsi  in  virtù  del  corso 
dell'  acque ,  ciò  seguirà  nel  mezzo  ,  dove  per  la  sezione  ristretta^  e  ^ 
per  r altezza,  la  forza  dell'acqua  sarà  maggiore. 

XXX.  Per  esporre  sinceramente  il  mio  sentimento  sopra  il  pfoget- 
to  descritto  ,  osservo ,  che  le  pendenze  assegnate  dal  signor  Bertaglia 
alla  linea  da  lui^  proposta   sono   le  stes.^  ,  o  piiittosto  qualche  poco 
minore  di  quelle  assegnate  dal  sig.  Marescotti  «Da  sua,  siccome  po- 
co diverso  e  il  risoltato  delle  supposizioni .  dell^  uno ,  e  dell'  altro  ri- 
guardo al  principio  della  cadente •   Mentre  sebbene  è  vero,  che  la 
eadente  dai  sig.  Bertaglia  si  fa  principiare   da  un  punto   preso  nella 
foce  del  Primaro  4*  piedi  sotto  il  pelo  basso  del  mare  ,  seguitando  in 
ciò  la  dottrina  del  Guglielmini ,  e  del  sig.  Eustachio   Manfredi  d' il- 
lustre memoria ,  contnttooiò   nella  distanza  di    1%  miglia ,  e  |  dalla 
foce  del  Primaro,  la  cadente  aecennata  resta  inferiore  al   pelo  basso 
del  mare  un  piede,  ed  in  conseguenza  riesce  più  alta  della  supposta 
dal  sig.  Marescotli   soli  piedi  i  |,  differenza,  che   viene  in  seguito 
assorbita  dall'  eccesso  delle  pendenze  determinate  dal   sig.  Marescotti 
topra  quelle  del  sig.  Bertaglia.   Donde   segue,  ohe  se  i  supposti  del 
sig.  Bertaglia  reggono  in  fatto  ,  converrà  accordare ,  che  il  progetto 
adottato  dai  signori  Manfredi  ,  e  Marescotti  può  anch'»esso  eseguirsi 
•enza  pericolo  dell'  eccidio  delle  campagne  vicine  •  Vero  è  per  altro  , 
che  nel  progetto  del  sig.  Bertaglia,   siccome  la  di  lui  alinea  scostan- 
dosi dal  rrìmaro  va  ad  incontrare  gli  sco4i ,  e  i  torrenti  in  sito ,  tua 
quale^  restano  più  alti  di  fondo ,  cosi  avanza  qualche   cosa  alle  cadu- 
te dei  medesimi  sopra  il  fondo  del  nuovo  fiume,  di  modo  ,  che  quan- 
do ancora  gì'  interrunenti  lo  alzassero  di  qualche  piede ,  potrebbero 


J 


3i^ 

non  ostante  gli  scoli ,  e  i  torrentì  avervi  V  iogresso  >  il  ohe  non  cosi 
fecilmente  aocaderebbe  nel   progetto  dei  signori   Manfredi ,  e  Mara- 
scotti  ,  nel  quale  gli  scoli ,  e  torrenti  scaricandosi  nel  Pritnaro  rasset- 
tato di  fondo  y  vi  avrebbero  solamente   la  necessaria  èaduta .  Non  o- 
stante  però  il  vantaggio  accennato  della  caduta  nel  progetto   del  sic. 
Bertaglia  ritornano  sempre   in  campo  le  stesse   difficoltà  intorno    us 
pendenze ,  le  quali  non   possiamo  assicurarci  »   che  dal   sig.  Bertaglia 
siano    state  determinate  con  tanta  felicità ,  che  non  vi  sia  corso  qual- 
che errore  capace  di  far  si,  che  una  parte  almeno   degli  scoli  desti- 
nati ad  esser  ricevuti  nel  nuovo  fiume  ne  resti  esclusa.  L'incertez* 
za  y  nella  quale  siamo  ,  riguardo  alla  cadente  del  nuovo  fiume»  non 
può  mancare  di  rendere  arresi  dubbie  le  misure  degli  alzamenti  del 
pelo  delie  piene,  ed  in  conseguenza  dell'  altezze ,  alle  quali  dovAn- 
no  condursi  le  arginature  ,  siccome  delle  distanze  delle  medesime  y  e 
delle  larghezze  degli  alvei.  Ma  sopra  questo  ultimo  particolare  ci  ri- 
serbiamo  a  fare  qualche  ulterior  riflessione  più  a  basso. 

XXXI.  Resta  da  considerarsi  la  terza   linea  5  o   superiore ,  che  vo- 
gliamo   dire  ,    proposta ,   e    sostenuta  con    pubbliche    scritture   dagli 
eruditissimi  signori  Dottor  Pio  Fantoni ,  e  m.  rev.  p.  Domenico  San- 
tini ,  e  preferita  per  varj    rispetti  dall'  istesso  sig.   Bertaglia  alla  sua 
propria  riferita  di  sopra .  In  questa  terza  lìnea  le  pendenze   sono  di- 
stribuite come  in  appresso.  Il  principio  della  cadente  si  prende  nel- 
le vicinanze  di  S.  Alberto  da  un  punto  del  Primaro  inferiore  tre  pie- 
di al  pelo  basso  dermare»  dal  qual  punto  la  cadente  va   ascendendo 
fino    al    Santerno  verso   1'  osteria  della  Pianta  con  una  pendenza  di 
once  IO.  per  miglio 4  Dal  Santerno  al  Sillaro  la  pendenza  è   di  piedi 
1.  3,  dal  Sillarò   all'  Idice   di  piedi  i.  5  ,  dall' Idice  al    Naviglio  di 
piedi  I.  8,  e  finalmente   dal  Naviglio  al   Reno   piedi  a.  6.  I  motivi 
di  fis«are  le  cadute  accennate  rilevati  dal  p.  Santini,  sono  primiera-* 
mente  9  che  la  Sammoggia  sotto  ai  Porcelli ,   dove  principia  la  terza 
lìnea,  si  ritrova  avere  una  pendenza  di  piedi  3.  4*  per  miglio,  e  che 
il  Reno  sotto  Malacappa  dove  entrerebbe  nel  buovo  alveo  pende  piedi 
A«  5.  per  miglio,  ma  dopo    ricevuta  la   Sammoggia,  non  ostante  la  ^ 
rotta  aperta  alla  Panfilia,  non  ha  maggior  pendenza,  ohe  di  piedi  i. 
5  I  ragguagliatamente. 

aXXII.  Secondariamente  ha  procurato  il  p.  Santini  di  ricavare  da- 

Sli  atti  della  visita  le  portate  del  Reno,  e  della  Sammoggia,  valen- 
osi  dello  stesso  metoao  usato  dal  sig.  Gabbriello  Manfredi,  e  dello 
proprietà  comunemente  ricevute  dell'acque  correnti.  A  tal' effetto 
r    ^      j.         .__.  ^..^    ^ — 1.^  ^..1:    .1...    dell'uno,  e   dell'altro, 

acqua  nelle  piene  di  mi- 

praticato  riguardo  alla   Save- 

superficiali  nelle  piene  di 


2^0 


miglia  5.  per  ora ,  e  con  qaeBti  detti  ha  ritrorato,  che  le  portate  dello 

J^iene  del  Beno,  Sammoggìa,  Savona 5  e  Jdice,  «tanno  per  ordine 
ra  loro  in  ragione  dei  nnmeri  6093  «  a834,  tato,  ao65  •  Uàì  nume- 
ri esposti  f\  raccoglie,  che  la  Sammoggìa  è  alquanto  minore  della 
metà  del  Reno ,  la  Savona  è  prossimamente  la  quinta  parte ,  e  l' Idi* 
ce  qualche  cosa  maggiore  di  >  .  E  perchè  dai  rilievi  della  visita  ha 
riconosciuto  il  detto  Padre ,  che  l' ingresso  della  Sammoggìa  è  cau- 
sa, che  il  Reno  diminuisca  la  sua  pendenza  di  quasi  un  piede  per 
tnìglio  ,  cioè  di  circa  |  della  pendenza  totale  •  Sopra  questo  detto  sta- 
bilisce tutta  la  sua  teoria  delle  pendenze  da  distribuirsi  nelF  alveo 
del  nuovo  fiume  nel  modo  seguente. 

]^XIIL  Ci  avvisa  dunque ,  che  col  fondamento  a  suo.  credere  ih^ 
dubitato  della  diminuzione  accennata  di  sopra,  potrebbe  assegnare 
francamente  all'alveo  del  nuovo  fiume  «otto  Malacappa  dopo  ricevu- 
ta la  Sammoggìa  noa  caduta  di  piedi  i.  5  |  per  miglio  fino  alio 
sbocco  della  Savena,  ma  che  però  m  questo  tratto,  a  fine  di  porsi 
nel  sicuro 4  si  contenta  d'assegnarli  piedi  a,  o  anche  piedi  a.  6,  se 
ai  desiderano  a 

DopoT unione  dHIa  Savena,  la  quale  può  dirsìp  eguale  alla  quin« 
ta  parte  in  circa  del  Reno,  potrebbe,  secondo  il  p.  oantinì  ^  in  vir- 
tù della  regola  dedotta  dall  unione  della  Sammoggìa  col  Rea#'',  U 
pendenza  del  nuovo  alveo  supposta  di  piedi  i.  5  |  diminuirsi  di 
due,  o  tre  once  per  miglio,  e  ridursi  v,  gr.  a  piedi  i.  3,  ma  per 
inajTgior  sicurezza  si  accordano  piedi  ji.  B. 

Venendo  alPIdice,  il  quale,  come  si  è  detto,  è  eguale  a  |  del 
Reno ,  poteva  parimente  il  p.  Santini ,  secondo  i  suoi  prineip] ,  ri- 
durre la  caduta  da  piedi  1  •  9.  per  miglio  a  un  piede  solamente . 
Gontuttociò  per  non  abbandonar  mai  secondo  che  egli  etesso  ai  espri- 
me ,  la  più  minuta  sicurezza  ha  voluto  accordare  al  suo  alveo  dal* 
ridice  al  Sillaro,  invece  del  piede  accennato,  piedi  i.  5.  almeno 
per  midio. 

Dal  Sillaro  al  Santerno  in  faccia  all' osteria  della  Pianta,  preten- 
de il  p.  Santini,  fondandosi  sempre  nel  sopraddetto  raziocinio,  che 
basti  al  suo  fiume  una  caduta  di  g.  in  io.  once,  onde  qualifica  di 
soprabbondante  quella,  che  gH  viene  assegnata  di  piedi  1.  3.  per 
miglio . 

Finalmente  dall'osterìa  della  Pianta  a  S.  Alberto  concede  il  detto 
Padre  al  suo  alveo  una  pendenza  di  once  ao.  per  mìglio,  benché  sia 
persuaso  ,  che  nel  predette  tratto  non  abHsogni  di  caduta ,  nsentra 
secondo  ì  profili  della  visita  verrebbe  col  fondo  ad  incontrare  il  pelo 
basso  del  mare  ,  vicino  al  sito  accennato  dell'osteria  della  Pianta. 

XXXIV.  Quanto  alle  misure  delle  larghezze  dell'alveo  si  detensina 
dal   p.   Santini  V  escavazione  dal  Reno  alla  Savena  di  larglMzza   4s 


I 


Ut 

pertiche  8  ,  dalla  SaTeat  all'  Idioe  di  pertiche  9  »  dall'  Idice  al  San* 
terno  di  pertiche  io,  e  fioalmente  dal  SaQterao  a  S.  Alberto  di  per-^ 
tiQhe  la.  Gli  argini  si  preacri?oao  distanti  nel  piede  dalla  sponda  nei 
primi  due  tratti  pertiche  to  y  nel  terzo  pertiche  1 1  »  e  pertiche  r  a» 
nel  quarto 9  col  ciglio  alto  circa  piedi  i6.  aopra  la  cadente  del  fondo 
del  fiame« 

XXXV*  Se  per  formar  concetto  adequato  delle  tre  linee  esposte 
finora,  o  d'altre  simili  destinate  a  rappresentare  l'andamento  di  na 
nuovo  alvjBo  capace  di  ricevere  Tacque  del  Keno»  e  del  resto  dei 
torrenti ,  e  scoli  del  Bolognese  5  e  della  Romagna ,  bastasse  il  aolo 
riguardo  alla  caduta  senza  mettersi  in  pena  d'altro,  non  vi  è  dnb« 
hìo^  che  il  Progetto  del  p.  Santini  non  meriti  la  pneferenza,  giacche 
la  linea  da  lui  proposta  prevale  certamente  in  questo  particolare  a  tut« 
te  •  Ma  siccome  oltre  la  considerazione  della  caduta ,  vi  hanno  luogo 
ancora  altri  riflessi  di  molta  importanza,  coaì  credo  opportuno  di  an* 
darli  brevemente  accennando  per  venire  in  chiaro    se  il  progetto   di 

Suesta  terza  linea  sia  in  realtà  tale,  quale  si  mostra  in  apparenza, 
a  potersi  cioè  abbracciare  «icuramente  senza  dubbio  d' incorrere  ia 
qaei  danni  e  pericoli  ,  ohe  si  sono  esposti  di  sopra ,  trattando  delle 
dae  lìnee  inferiori. 

XXXVL  Primieramente  è  noto ,  che  le  pendenze  assegnate  alla  tua 
linea  dal  p.  Santini  di  piedi  a,  i«  B  ,  i«  5 ,  i ,  3»  o.  io,  per  miglio 
vengono  da'  lui  riputate  maggiori  del  bisogno ,  mentre  nella  sua 
scrittura  in  risposta  al  sig.  Marescotti  ai  sforza  di  provare  coU'esem^ 
pio  del  Beno ,  e  della  Sammoggia  adattato  agli  altri  torrenti ,  dopo 
averne  calcolate  le  portate ,  che  le  stesse  pendenze  possono  senza  in- 
conveniente ridursi  a  piedi  a,  i.  5  S- ,  i.  3  ,  1.  o ,  o*   io. 

Posto  dunque,  che  le  pendenze  minori  siano  sufficienti,  non  par 
troppo  buon  consìglio  quello  di  tenersi  colla  linea  in  aito  cosi  alto  , 
mentre  in  tal  guisa  si  accresce  notabilmente  senza  necessità  la  spesa 
del  lavoro,  non  solo  per  il  maggior  valore  dei  terreni,  che  dovran* 
no  occuparsi  dall'alveo,  e  dair arginature  del  nuovo  fiume 9  i  quali 
sono  dei  più  fertili ,  e  meno  esposti  alle  inondazioni ,  ma  ancora  a 
motivo  dell'  escavazìoni  più  profonde ,  che  sarà  necessario  fare  in 
quel  sito,  e  le  quali,  oltre  al  richiedere  somme  esorbitanti  di  dea»- 
ro ,  potrebbero  riuscire  in  quslche  caso  impraticabili  per  la  quantità 
delle  sorgive,  le  quali  s'incontrano  per  l'ordinario  tanto  più  abbon- 
danti ,  quanto  maggiormente  ai  protondano  l' escavazioni  sotto  la  su- 
pcvficie  delle  campagne* 

Ma  se  venisse  replicato ,  che  non  è  veramente  certo ,  die  le  cadu- 
te più  piccole  menzionate  di  sopra  pdftsano  essere  baatanti ,  e  che 
pere  a  fine  di  stare  sul  sicuro  sono  ^  state  assegnate  alla  linea  l' al* 
tre  Biaggiori,  converrà  esaminare,  se  non  ostante  il  vantaggio  delle 

4« 


pendenze  accennate  sopra  T  altre  attrìbnite  alle  linee  inferiori ,  vi  re^ 
sti  tattayia  motivo  di  dubitare  della  loro  sufficienza  . 

XXXVII,  È  principio  costante  d'idrometria,  clie  le  pendenze  de.U 
r  alveo  di  qualsivoglia  fiume  hanno  relazipne  non  solo  al  corpo  di 
acqua  delle  piene  9  ma  ancora  alla  qualità  delle  materie  che  porta , 
di  modo  t  che  data  la  parità  di  tutte  le  altre  circostanze ,  se  avremo 
due  fiumi  y  uno  de'  quali  corra  in  ghiaia  »  e  V  altro  in  arena ,  la  pen- 
denza, del  primo  sarà  sempre    maggiore   di  quella  del  secondo ,  e   la 


denza  richiesta  da  nn  fiume ,  il  «juale  corra  in  ghiaia  »  è  problema 
non  ancora  sciolto  y  e  che  forse  non  si  scioglierà  mai  per  altra  stra* 
da,  che  per  mezzo  dell'induzione  tirata  da  un  numero  grande  di  os- 
servazioni fiitte  sopra  altri  fiumi ,  scegliendo  quei  di  condizione  il 
meno  che  si  può  diversa  da  quella  del  fiume  proj^sto,  e  paragonati* 
do  la  serie  delle  pendenze  con  quella  dei  diametri ,  e  gravità  specifi- 
che delle  ghiaie  per  ritrovare ,  dato  un  termine  nell'  una  $  il  suo  cor- 
rispondente nell'altra* 

aXXVIIL  Stabilito  il  principio  accennato  passiamo  a  farne  l'ap^i- 
oazione  al  caso  della  linea  superiore  •  Questa  si  parte ,  conforme  ti  è 
detto,  dal  Reno  in  im  sito,  ove  non  ha  lasciata  ancora  totalmente 
la  ghiaia,  osservandosene  in  quelle  vicinanze  qualche  piccolo  itauc- 
Ohio  sparso  qua ,  e  là  nel  fondo ,  e  vicino  alle  ripe  •  Vero  è  per  al<* 
tro ,  che  poco  dopo  il  prinoipio  della  linea  non  ai  vede  più  vestigio 
di  ghiaia  a  riserva  di  poca  porzione  della  più  minuta  9  la  quale  si 
ritrova  mescolata  con  molta  quantità  d' arena  •  La  Savena ,  che  è  la 
prima  degli  influenti  nel  nuovo  fiume,  resta  intersecata  in  sito»  do- 
ve la  medesima  porta  ghiaia  assai  sensibile,  la  quale  si  osserva  di* 
ipersa  a  luogo  a  luogo  per  tutto  il  tratto  inferiore  alla  linea  fino 
quasi  alla  rotta,  sempre  però  di  minor  grossezza ..L'Idice  parimente 
tanto  sopra  l'intersezione  della  linea,  quanto  inferiormente  fino  a 
poca  distanza  dalla  linea  <n  mezzo,  ha  sparsa  interrottamente  la 
ghiaia  sopra  il  sno  fondo ,  sempre  però  colla  solita  legge ,  che  la  su* 
periiore  superi  d'assai  in  grossézza  l'inferiore.  Nell'alveo  della  Gen- 
tonara  si  osserva  terminare  il  trasporto  della  ghiaia  in  un  punto ,  il 
quale  resta  superiore  circa  3o4«  pertiche  al  ponte  della  Rondanina, 
die  è  €[uel  ùto,  dove  il  predetto  torrente  è  stato  attraversato  dalla 
livellazione  della  linea  superiore,  ma  siccome  questa  interseca  h 
stesso  torrente  in  nn  punto  superiore  a  quello  della  livellazione  aSo 
pertiche ,  cosi  la  distanza  del  termine  della  ghiaia  nell'  alveo  della 
Gentonara  dalla  linea  superiore  sarà  di  sole  pertiche  54*  È  per  altro 
assai  probabile ,  che  il  torrente  accennato  prima  che  si  prolungasse 


3a3 

V,aWeo  fra  le  deposizion'^  strascinasse  la  ghiaia  anche  inferiormente 
al  ponte  menzionato  della  Rondanina  ritrovandosi  qualche  quantità 
della  detta  materia  sparsa  in  diversi  siti  sopra  l'argine  detto >  e  par- 
ticolarmente nella  oampafna  in  faccia  al  ponte  menzionato ,  ove  si 
ha  dal  detto  d' un  testimonio  »  che  succedesse  una  rotta  due  ann^. 
sono.  La  Quaderna  porta  ancor  essa  la  ghiaia  nel  sito  destinato  per 
il  suo  sbocco  nel  nuovo  fiume  ,  e  di  più  la  spinge  più  a  basso  sotto 
il  medesimo  sbocco ,  per  il  tratto  di  miglia  1 1  ìnterrottamente ,  e 
sempre  più  minuta  »  a  proporzione  che  va  accostandosi  al  termine 
accennato.  Il  Sillaro  lascia  interamente  la  ghiaia  in  un  sito  superio* 
re  circa  un  mìglio,  e  mez;zo  al  punto,  dove  dovrebbe  sboccare  nel* 
r alveo  del  nuovo  fiume.  Finalmente  il  Santerno,  il  Senio,  ed  il  La- 
mone  non  dannò  veruno  indizio  di  ghiaia  nelle  vicinanze  dei  siti , 
nei  quali  verrebbero  tagliati  i  loro  alvei  dalla  linea  superiore ,  e  ben- 
ché non  sia  stato  rilevato  a  quali  distanze  dai  siti  accennati  lascino 
le  ghiaie  ,  si  hanno  tuttavia  dei  riscontri ,  che  queste  distanze  sono 
di  molte  miglia ,  in  ispecie  nel  Senio ,  e  nel  Lamone,  che  sono  gV  tn- 
feriorì . 

XXXIX.  Dall' addotto  fin  qui  apparisce,  che  il  Reno,    ridice,   la 
Savena  ,  la  Gentonara,  e  la  Quaderna  porteranno  nell'alveo  del  nuo- 
vo fiume  qualche  porzione  di  ghiaia,  mescolata  coli' arene   più  gros- 
se .  Se  questa  verrà  dalla  forza  dell'  acqua  trasportata  al  mare ,  è  cer- 
to ,  che  il  fiume  si  manterrà  il  fondo  in  quel  segno  ,  nel   quale  sarà 
stato  escavato ,  ma  siccome  un  tal  caso   non  accaderà   mai ,  giacche 
abbiamo  gli  esempj  d' dtri  fiumi ,  come  il  Tevere ,  e  l'Arno ,  i  quali 
non  giungono  a   portar   la   ghiaia  in  siti  dove  le  pendenze   dei    loro 
alvei  sono   pochissimo   differenti   da  quella  dell'alveo  del  nuovo  fiu- 
me ,  e  ì    corpi    d' aequa   molto  maggiori ,   cosi    possiamo   aspettarci , 
che  la  ghiaia  o   poco,  o   assai    si  deporrà  finalmente  una   volta   nel 
fondo  del  nuovo  fiume.  Qual  sia  per  essere  il  sito,  nel  quale  segui- 
rà la  deposizione,    non  è   facile   determinarlo;  bensì  possiamo  esser 
certi ,  che  ciò  accaderà  nelle  parti  inferiori ,  cioè  dove  si^iminuisce 
la  pendenza 9  nulla    ostando  in   contrario,  che  il  corpa  d'acqua   del 
iìnme^  in  quel  luogo  si  faccia   maggiore ,  atteso  che  per  condurre  le 
materie  gravi ,  le  quali  strisciano  rasente  il  fondo  ,  come   la  ghiaia  9 
e  non  rimangono  sospese  nell'acqua,  come  la   terra,  e  l'arena,  mo* 
Btra  l'esperienza,  che  oltre  il  corpo  d'acqua,  si  richiede  ancora  nel 
fondo  del  fi'ume  una  certa   indlinazioue .    Qualunque  sia  il  sito,  nel 
qnale  si  deporranno  le  materie  ^  è  indubitato ,  che  un   tale  alzamen- 
to ne  produrrà   altrettanto  nelle   parti    superiori ,   di  modo ,   che  il 
fondo  ael  nnovo  fiume  fino  al   suo   principio  si   inderà  disponendo 
aopra  una  cadente  parallela  alla  prima,  o  poco  diversamente  inclina- 
ta secondo  la  varietà  dello,  circoatanze  •  V  altezza  dell'  accennato 


i%4 

rìalzamenfò  noti  ptiò  veramente  stabilirsi  eon  esattezza ,  né  sappiamo 
coosegpaentemente  se  riuscirà  tale  da  pregìadicare  agli  scoli.  Vi  è 
però  luogo  di  dubitare ,  e  questo  solo  dee  bastare  per  renderci  can* 
telati  nell^ abbracciare  il  progetto  aoceunate»*^ 

^  XL»  Né  vale  T opporre^  che  la  quantità  della  gbiaia,  ohe  portano 
1  sopraddetti  torrenti  nei  luoghi  assegnati  ai  loro  sbocchi  nel  nnovo 
fiume  è  totalmente  piccola ,  che  non  pnò  cagionare  Temo  danno  , 
molto  più  perchè  il  sasso  dopo  scorso  un  certo  tratta  ^  A  riduce  fi- 
nalmente in  arena  y  la  quele  incorporandosi  coir  acqua ,  può  esser 
trasportata  al  mare»  ancne  in  un  fiume ,  it  di  cui  fondo  si  supponga 
privo  di  qualunque  pendenza ,  mentre  è  fiicile  il  rispondere  •  Primie- 
ramente 9.  che  la  ghiaia  di  tutti  i  torrenti  menzionati ,  venendo  rac* 
colta  in  un  sol  alveo  »  non  sarà  così  poca  ^  come  si  suppone.  Io  se- 
condo luogo  y  non  è  Èltrimenti  vero ,  che  tutta  la  ghiaia  d^  un  fiume 
si  consumi  a  forza  di  sofiregamealo  y  secondo  ^  che  già  credette  il 
Guglielmini^  mentre  la  ragione,  e  T esperienza  insieme  mostrano^ 
che  tale  effetto  si  richiederebbe  una  lunghezza  di  viaggio  molto 
maggiore  di  quella  del  tratto  »  per  il  quale  si  osserva  ordinariamente 
xiegli  alvei  dei  fiumi  la  ghiaia,  onde  convien  concludere»  che  resti 
almeno  per  la  massima  parte  ammontata  nel  fondo ,  come  in  fatti 
apparisce,  ritrovandosi  in  occasione  dell' esoavazioni  la  ghiaia,  non 
solo  nella  superficie  del  fondo  dei  fiumi ,  ma  ancora  per  molti  piedi 
sotto ,.  e  sempre  continuata .  E  ben  poi  vero ,  che  i'  alzamento  del 
Ibndo  nei  fiumi,,  i  quali  corrono  in  ghiaia,  non  segue  con  quella 
prestezza  y.  che  molti  s' immaginano ,  non  ostante  la  quaatità  del  sas- 
so  r  ^  della  ghiaia  9  che  vi  condnoono  le  piene ,  potendosi  eìì^  spiega- 
re ottimamente  nella  maniera  proposta  dal  sig»  Dottor  Bertaglia ,  che 
è  la  seguente 

XLI.  Chi  esaminasse,  dioe  egli,  il  fondo  d^  un  fiume  in  piena  ,  lo 
ritroverebbe  tutto  sconvolto  daW  impeto  delV  acque  fino  ad  una  notar' 
bile  profì>ndità  •^  In  quello  seonoolgimento  della  materia  componente 
quel  fonder,  la  pia  grossa  come  di  maggior  peso  assoluto j.  e  difficile 
ad  asportarsi  per  lungo  tratto  dalla  forza  dell*^  acqua  y  va  ad  oocu* 
pare  i  siti  più  bassi ,  lasciando  mi  di  sopra  la  più  minuta  esposta  ad 
essere  dalV  acqua  con  facilità  scavata,  e  trasportata.  La  concluaio- 
ne  h  dunque ,  che  1'  acqua  scavi  dal  fondo ,  e  porti  via  quasi  altret- 
tanta materia  pitr  sottile  y  quanta  è  la  più  grossa ,  che  vi  si  ferma , 
ammettendo  per  altro  y  che  qualche  porzione  si  riduca  in  arena  y  o 
in  ghiaia  più  minuta  mediante  Turto»  e  il  8o£Eregamroto  dei  sassi 
mageiorì  fra  bro- 

XLlI.  Questo  cBscerso  pn^  essere  vero  »  trattandosi  di  fiumi ,  che 
abbiano  il  fondo  composto  di  materie  sciolte,  e  amovibili,  come  sona 
r arena»  la  ghiai»  minusa»  ma  it  ibodo  del  oaovo  fioflw  oomposlo 


Ai  terra  vergine ,  e  tenace  non  verrà  punto  soonvolto  dalla  forza  deU 
Tacana,  oooft  la  ghiaia  portata  in  esso  ^  poca  »  o  molta  che  sia,  non 
potrà  restarvi  sepolta,  ma  si  poserà  tutta  sopra  la  superficie >  ed  ia 
conseguenza  verrà  a  riatearlo»  conforme  si  è  detto* 

XLIIL  La  materia ,  che  si  ritrova  nei  torrenti  menzionati  vicino 
agli  sbocchi  nel  nuovo  fiume,  non  è  pero  quella  sola,  che  Caccisi  te- 
mere gli  sconcerti  accennati ,  potendosi  credere  ,  che  ciascuno  degli 
stessi  torrenti  sia  per  introdurne  nel  nuovo  fiume  molto  maggior 
quantità  j  a  motivo  della  caduta  ,  che  dovramia  far  Tacque  dei  me* 
desimi  per  ispianarsi  aopra  il  pelo  del  recipiente  •  Ecco  in  ristrette 
Come  resteranno  appresso  a  poco  i  fondi  degP  influenti  relativamente 
a  quello  del  recipiente .  Il  Reno  avrà  il  suo  fondo  a  Malacappa  pia 
alto  di  quello  del  nuovo  fiume  piedi  iS,  la  Savona  parimente  piedi 
13  ,  ridice  piedi  i8  ,  la  Centonara  piedi  9,  la  Quaderna  piedi  8,  il 
Sii  laro  piedi  ii ,  ed  il  Santerno  timilmente  piedi  ir.  È  certo  ^  che 
V  acqua  cadendo  dalle  predette  altezze  ^  ^  non  incontrando  ^  si  può 
dir,  resistenza,  dovrà  notabilmente  accelerarsi.  Un  tate  accrescimen- 
to di  velocità  sarà  cagìope  ^  che  tutta  T acqua  del  fiume  anche  per 
un  tratto  considerabile  superiormente  ai  siti  delle  cadute  accennate» 
si  anderà  parimente  accelerando ,  conseguentemente  guadagnando  for-^ 
za  per  sollevare  dal  fondo ,  e  trasportare  avanti  molte  delle  materie , 
che  si  erano  precedentemente  deposte  net  tratto  memBÌonato .  Né  può* 
dubitarsi ,  che  segua  altrimenti ,  riflettendo ,  che  la  pendenza  dei 
fiumi,  poste  r altre  ^rcostaaze  del  pari,  ò  regolata  dalla  velocità, 
di  modo ,  che  se  il  fondo  d'une  degli  influenti  accennati  richiedeva 
per  esempio  una  pendenza  dt  due  piedi  per  miglio  ^  questa  stessa  sa-^ 
rà  soprabbondante  ,  quando  T  acqua  del  medesimo  inuueate  sarà  dw 
venuta 'più  veloce,  e  però  il  fondo  dovrà  scavarsi  fino  a  tanto,  che 
la  pendenza  sì  riduca  in  grado  da  non  permettere  piìt  oltre  reaea<*- 
vazione  ,  né  gì'  interrimenti  - 

Da  tutto  ciò  si  raccoglte  manifoatamente ,  che  ciascuno  dei  torren* 
ti  nominati  di  sopra,  porterà  nell'alveo  del  nuovo  fiume  molto  mag- 
gior quantità  di  ghiaia  di  quella ,  ohe  si  osserva  nei  siti ,  nei  quali 
verranno  intersecati  dal  di  lui  alveo,  e  siccome  questa  sarà  ancora 
di  maggior  grossezza,  cosi  vi  è  luogo  di  temere  con  molto  fondar 
mento ,  che  i  rialzamenti  possano  ancora  riuscire  più  grandi  di  quan« 
to  abbiamo  di  sopra  accennato  .^ 

XLIV.  U  alterazione  del  fondo  del  nuovo  fimne  riuscirebbe  anooni 
in  questo  caso  maggiore,  quando  le  chiuse  y  le  quali  vien  pr<^o- 
sto  di  fabbrtccare  agli  sbocchi  di  tutti  t  torrenti  dovessero  rrnsoo-- 
versi  a  poco  per  volta ,  acciò  i  fondi  dei  torrenti  andassero  finaTmen* 
te  a  spianarsi  sopra  il  fondo  del  recipiente  ^  mentre  allora  sarebbe 
in  molto  maggior  quantità  fe  gbtaiar,.  e  il  sasso  ,  che  va  enUrecefabey 


Ma  giaccliè  le  dette  chiuse  possono  fabbricarsi  stabili  9  e  impedire  ia 
conseguenza  il  profondamento  accennato ,  non  ci  dilungheremo  da  van« 
taggio  per  esaminare  gli  effetti  che  da  quello  potessero  cagionarsi. 
Solamente  avvertiamo ,  che  acciò  possano  resistere  all'  urto  delle  pie  - 
ne  non  dovrebbero  costruirsi  come  vien  proposto  »  di  legno  verde  5 
ma  bensì  di  palizzate  doppie  molto  forti  »  o  di  muraglia ,  nel  qual 
caso  riuscirebbero  migliori,  particolarmente  trattandosi  di  doverle 
mantenere  perpetuamente  •  Né  serve  addurre  in  questo  proposito  V  e- 
sempio  in  contrario  di  quelle  del  Panaro  9  mentre  non  è  altrimenti 
vero,  ohe  siano  composte  semplicemente  di  legname  verde ,  ma  sono 
bensì  costrutte  nella  loro  ossatura  di  travi  di  rovere  molto  bene  in- 
catenate, e  collegate  insieme. 

XLV.  Non  vanno  inoltre  lasciate  senza  la  debita  riflessione  le  dif- 
ficoltà,  che  s* incontrerebbero  nel  fare  T  esoavazione  dell'alveo  ac- 
cennato ,  e  si  concepiscono  facilmente ,  ponendo  mente  al  metodo  » 
col  quale  simili  operazioni  sogliono  eseguirai.  Per  procedere  con  re- 
gola ,  l' escavazìone  si  principia  sempre  dallo  sbocco ,  e  si  prosegui- 
sce  salendo  gradatamente,  acciò  l'acque  delle  sorgive  abbiano  facoltà 
di  scolare,  e  non  impediscano,  restando  stagnanti,  la  continuazione 
del  lavoro  ,  oppure  per  non  accrescere  la  spesa ,  la  quale  diventereb- 
be esorbitante,  se  dovessero ,  essendo  prive  di  scolo ,  asciugarsi  a  for* 
za  di  trombe,  o  d'altre  macchine» 

XLVI.  L'  escavazione  dell'  alveo  accennato  dovrà  dunque  avere  il 
suo  princìpio  da  S.  Alberto,  e  quindi  condursi  6no  al  Santeroo,  do- 
ve converrà  interromperla ,  mentre  ivi  resta  attraversata  dall'  alveo 
del  fiume  accennato.  Sarà  però  necessario  principiarla  di  nuovo  su- 
periormente al  Santerno  per  continuarla  fino  al  Sillaro,  e  quivi  pure 
per  lo  stesso  motivo  è  forza  abbandonarla  •  L'  istesso  convien  prati- 
care dal  Sillaro  alla  Quaderna  ,  dalla  Quaderna  alla  Gentonara ,  dalla 
Gentonara  all' Id ice ,  da  questo  alla  Savena,  dalla  Savena  al  Beno^ 
e  dal  Reno  finalmente  alla  Saramoggia. 

XLVIL  Posto  ciò  avremo  altrettanti  tronchi  d'  alveo  ,  che  non 
comunicheranno  insieme ,  ma  resteranno  divisi  d^^li  alvei  dei  torren- 
ti predetti.  Fino  che  i  tronchi  accennati,  eccettuato  l'  ultimo  da  S. 
Alberto  al  Santerno,  avranno  il  fondo  più  alto  d'uno  qualunque  si 
sia  dei  canali  ,  i  quali  resteranno  intersecati,  e  servono  di  scolo  al- 
le campasne  situate  fra  i  torrenti ,  potranno  le  sorgive  scolare  me- 
diante gli  stessi  canali ,  ma  proseguendosi  1'  escavazione,  al  segno  in- 
dicato dalla  cadente  determinata  dal  p.  Santini ,  e  perciò  occorrendo 
profondarsi  per  qualche  piede  sotto  il    fondo  ìnfimo*  degli   accennati 


e» 


3ia7 

sorgerà ,  la  quale  trattandosi  d'  una  profondità  di  circa  piedi  ao  , 
quali  sono  quelle,  cbe  a' incoutreranoo  superiormente,  e  inferiore 
mente  al  Reno ,  fra  il  Beno ,  e  la  Saven^^ ,  e  da  ambedue  le  ripe  del- 
l' Idice ,  non  può  essere  se  non  in  molta  abbondanza ,  conforme  ci  fa 
Tedere  V  esperienza  in  casi  simili  •  Vi  è  di  più  ,  che  siccome  tntti  i 
predetti  scoli  resteranno  tagliati  dall'  alveo  ,  che  si  anderà  scavando, 
così   l' acque ,   cbe   i  medesimi  porteranno  in  tempo  di   piogge ,  le 


teramente  smaltite. 

XLVIIL  Quanto  sconcertino  simili  accidenti  1'  operazioni  di  questa 
sorte  ,  e  quanto  in  conseguenza  facciano  ricrescere  la  apesa ,  partico-* 
larmente  trattandosi  di  lavoro  così  vasto  ,  e  nel  quale  dovrebbero  es^ 
sei'e  impiegate  molte  centinaia  di  persone ,  è  facile  a  rilevarsi  da  chi 
ne  ha  l  animo  preocupato ,  e  però  non  ne  parleremo  da  vantaggio  • 
Che  ae  poi  non  si  volessero  tagliare  i  predetti  scoli  per  impedire 
gì'  inconvenienti  accennati,  nascerebbe  allora  un'  altra  difficoltà,  cioè, 
che  dovendosi  interrompere  l' escavazione  non  solo  all'  incontro  d'  o* 
gni  torrente  ,  ma  di  qualsivoglia  scolo  ,  con  fare  un  numero  grande 
di  buche  separate  fra  loro  ,  si  viene  a  rendere  sempre  più  arduo ,  o 
almeno  dispendioso  il  proseguimento  dell'  operazione ,  a  motivo  di 
doversi  estrarre  dalle  buche  accennate  a  forza  di  macchine  tutta 
quella  quantità  d'  acqua,  che  sorgerà  in  esse  anche  nel  principio 
dell'  escavazione  dell'  alveo ,  il  che  non  accaderebbe  y  tenendo  1'  altro 
prescritto  regolamento  • 

,  XLIX.  Passando  adesso  alle  misure  dell'  alveo  del  nuovo  0ume ,  ac- 
corda il  p.  Santini  ,  cbe  le  larghezze  da  lui  prescrìtte  all'  eseavazio- 
ne  siano  molto  minori  del  bisogno ,  ma  pretende ,  prescrivendole  tali, 
d' ottenere  un  risparmio  considerabile  nella  spesa  delH  escavazione , 
lasciando  all'  acqua  il  carico  di  ridurre  le  sezioni  alla  larghezza  con- 
veniente, come  ha  insegnato  il  Guglielmini  nel  suo  Trattato  della 
Natura  dei  Fiumi ,  sopra  questo  metodo  però  sono  da  fam  le  se- 
guenti considerazioni. 

Primieramente  si  dice ,  che  il  discorso  del  Guglielmini  non  è  adat- 
tabile alle  presenti  circostanze ,  poiché  un  tal  metodo  è  suggerito  da 
lui ,  allora  solamente ,  che  si  tratta  d'  addirizzare  con  i  tagli  oppor- 
tuni le  tortuosità  di  qualche  fiume  ,  lasciando  però  intanto  aperto 
l' alveo  vecchio  ,  nel  quale  s' intende  ottimamente  ,  che  1'  acqua  ,  la 
quale  non  può  capir  tutta  nel  nuovo  cavo,  avrà  il  suo  sfoso  per  il 
canale ,  che  -s'  intende  d'  abbandonare  ,  e  come  a  misura  che  il  pri* 
mo  si  anderà  escavando  ,  e  dilatando ,  1'  altro  debba  interrirsi .  Ma 
se  vorremo  introdurre  nel  cavo  del  nuovo  fiume  tutta  l' acqua  ad  uo 


3*8 

tratto  (  né  può  già  &rti  altrimenti  »  non  volendo  eaporsi  al  perìcolo» 
che  1'  alveo  già  escavato  a'  interritca ,  lasciandovi  correre  una  pane 
dei  torrenti ,  quando  la  pendenza  si  è  proporzionata  al  complesso  del 


tezza  considerabile,  e  manoando  in  questo  particolare  nella  prims^ 
costmziooe ,  si  darà  ocoaiione  j  mediante  il  traboeeo^  delle  piene  ,  ad 
inondazioni  vaste,  e  dannose  al  maggior  Mgno  sopra  le  migliori 
campagne  • 

Secondariamente  è  da  avvertire ,  cbe  V  acqna  può  al  più  produrre 
la  corrosione  delle  sponde ,  quando  il  terreno  ^  del  quale  sono  oom* 
poste,  sia  sciolto,  e  arenoso ,  ma  non  già  quando  h  di  qualità  Argil- 
losa ,  e  tenace  ,  conforme  ha  dimostrato  V  esperienza  in  più  casi ,  e 
particolarmente  in  questo  riferito  dallo  Zendrini  dell'  escavazione  fatta 
per  la  diversione  dei  due  fiumi  Ronco ,  e  Montone ,  ai  qdali  essendo 
stato  preparato  un  alveo  più  stretto  del  dovere  sulla  speranza  del  ri« 
sparmio  della  spesa  ,  fu  necessario  ridurlo  interamente  alla  larghezza 
dovuta  IL  forza  d'  esoavazione  manufatta ,  a  motivo  ohe  l'acqua  per  la 
tenacità  del  terreno  non  prodnceva  l'effistto,  che  si  sperava» 

In  terzo  luogo  merita  d'  esser  fintato  un  altro  accidente ,  che  si 
osserva  giornalmente  nell'acque  torbide  «  ed  è,  ohe  movendosi  con 
una  data  velocità  non  possono  sostenere  incorporata  altro  che  una 
quantità  parimente  determinata  d'arena,  o  di  terra^  di  modo,  che 
aggiungendone  di  più  ,  tanta  appunto  verrà  a  deporsi  nel  fondo , 
quanta  sarà  stata  1'  aggiunta  di  nuovo  •  Applicando  V  osservazione  al 
caso  presente  ,  è  indubitato ,  che  1'  aeqve ,  le  quali  dovranno  scavare  il 
nuovo  alveo,  saranno  tutte  torbide,  onde  benché  possano  esser  dota- 
te di  tal  forza,  che  basti  a  corrodere  il  fondo,  e  le  sponde,  non  sia- 
mo però  certi ,  se  potranno  condurre  le  materie  corrose  al  mare ,  o 
pnre  dovranno  deporlo  per  la  strada ,  il  che  potrebbe  cs^gionare  un  ai-- 
s^amento  del  fondo  nelle  parti  inferiori  dell'alveo»  capace  di  scoo« 
certare  il  lavoro .  Aggiungo  intanto  ^  che  colla  teoria  addotta  si  spie- 
ga  chiaramente  per  qual  causa  ì  fiumi ,  i  quali  corrono  qualche  voi* 
ta  in  piena  con  acque  chiare ,  si  mantengano  l' alveo  scavato ,  e 
sgombrino  gl'interrimenti  lasciati  dalle  piene  degl'influenti  torbidi, 
che  è  il  caso  appunto  del  Primaro^ 

L.  Il  discorso  fatto  fin  qui  si  riduce  in  sostanza  a  provare  la  neeea* 
sita  di  scavar  l'alveo  del  nuovo  fiume  nella  larghezza  conveniente,  la 
quale  per  quanto  si  supponga  ristretta ,  non  può  mai  esser  minore  di 
quella  della  sezione  più  angusta  del  primo,  è  maggiore  degli  infliieiH 
ti,  che  è  il  Reno,  fino  a  tanto,  che  non  riceverà  altri  torrenti,  ma 
dopo  V  ingresso  dei  medesimi  dovrà  andarsi  gradatamente  accrescendo  * 


La  sezione  ^ià  an(;mta  dd  Reno,  presa  in  un  tratto  più  regolare , 
è  quella  >  che  resta  iu  faccia  al  ^ihzzQ  detto  della  volta  del  signor 
Marchese  Sampieri,  ed  è  larga  a  pelo  d'  acqua  bassa  pertiche  i3  i , 
colle  golene  larghe  »  la  destra  pertiche  ao ,  e  la  sinistra  33  • 

Dal  P.  Santini  ^si  assegna  al  sno  fiume  nel  primo  tratto  dopo  la  di- 
Tersione  del  Reno  una  larghezza  di  sole  8.  pertiche,  minore  in  con- 
seguenza pertiche  5  ^  di  quella,  che  naturalmente  so  li  compeiereb* 
jbe  •  Le  golene  parimente  assegnate  dall'  isteaso  padre  al  nuova  fiu- 
me ,  larghe  ciascuna  io  pertiche,  nel  tratto  dal  Reno  airidice,  so- 
no minori  33  pertiche  delle  riferite  di  sopra  dell'  alveo  del  Reno  in 
faccia  al   palazzo  della  Volta  • 

Questa  maggiore  escavazione  necessaria  insieme  odia  compra  del 
terreno  avendo  ancora  riguardo  alla  maggior  distanza  dei  trasporti» 
non  può  importar  meno  d'  un  milione  Sì  scudi,  il  quale  aggiunto  ad 
un  milione ,  e  mezzo ,  ohe  a  tanto  si  fa  ascendere  nel  calcolo  esibi- 
to in  visita  la  spesa  di  tutto  il  lavoro ,  si  avrà  una  somma  di  due 
milioni ,  e  mezzo  di  scudi  •  Ma  non  è  fuori  del  verisimile ,  che  la 
spesa  totale  di  questa  operazione  possa  arrivare  ancora  a  tre  milioni , 
avenda  riguardo  ai  prezzi  dei  terreni ,  i  quali  sono  dei  più  fertili 
del  Bolojpiese ,  e  della  Romagnola ,  allo  strazio ,  che  converrà  fare 
degli  efibtti  dei  particolari ,  tagliandoli ,  e  soggettandoli  a  ricever  le 
acque  che  sceleranno  dalle  parti  più  alte  ^  e  che  non  potendo  in  tem- 
po di  piena  avere  ingresso  nel  nuovo  iiume,  saranno  perciò  obbliga- 
ae  a  spandersi  soprala  campagna,  e  valutando  più  esattamente  le 
«pese  di  tutte  1'  altre  partite,  cioè  deile  chipse ,  delle  chiaviche  da 
fibbricarsi  a  ciascuno  degli  scoli  dei  ponti  per  le  strade ,  che  reste* 
ranno  intersecate ,  e  del  Navìglio*  Si  aggiunga  il  rifaccimento  di 
tutte  le  fabbriche  ,  o  siano  per  uso  dei  coloni ,  o  per  delizia,  dei  mu«>. 
lini  ec»  e  finalmente  quel  tanto,  che  potrà  occorrere  per  le  difficol* 
tà  impreviste,  che  si  affiicceraono  ìu  una  operazione  così  vasta  ,  la 
quali  notu  saranno  cesi  poche  se  dee  prendersi  recola  da  ciò  che 
accade  giornalAiente  in  altre  imprese  più  facili ,  e  di  minor  rilievo  , 
eenza  paragone  di  quella  ,  di  cui  si  tratta  «  Non  si  pretende  già  ,  che 
1'  articolo  della  spesa  sia  1'  unico  da  aversi  in  vista ,  per  ammettere  , 
o  rigettare  il  partito  accennato ,  ma  si  è  stimato  bene  di  porlo  nel 
•uo  vero  lume ,  acciò  fat  lusinga  di  conseguire  con  medioere  dispen^ 
dio  vantaggi  d'  importanza,  non  serva  d'  eccitamento  ad  impegnar- 
si in  wiìà  operazione  sottoposta  d'  altronde  a  non  poche  difficoltà ,  e 
della  quale  si  è  mostrato  il  dubbio  della  riuscita  • 

LL  Qualunque  sconcerto  poi  seguisse  in  quest'  opera  ,  o  per  man- 
canza di  caduta,  o  per  non  essersi  assegnate  all'  al?eo  la  dovuta  lar- 
ghezza, o  altezza  necessaria  all'arginature,  oltre  la  spesa  grande, 
che  si  richiederebbe  per  rimediarvi ,  potrebbe  esser  cagione  ,  che  le 

4^ 


53o 

ounpa^e  più  ftmene  y  e  frattifere  del  Bolognese  >  e  della  Romagno- 
la, attraverso  alle  qnali  si  yaol  condurre  il  nuovo  fiume ,  veoisseror 
devastate  dalle  acque,  o  almeno  danneggiate  notabilmente  per  qnal* 
che  tempo,. e  ridotte  alla  trista  condizione  di  rimanere  sottoposte  a 
perpetui  danni ,  e  pericoli  nell'  avvenire  . 

Questo  lavoro  adunque ,  il  di  cui  esito  è  incerto  ,  che  pone  in  pe- 
ricolo i  migliòri  terreni  di  due  provincie  principali,  e  che  per  la 
raa  esecuzione  riehiede  spese  immense,  non  so  vedere  ,  come  possa 
intraprendersi  aenza  nota  di  soverchia  animosità. 

LlL  Rimane  il  quarto  progetto ,  nel  qttale  si  propone  incanalare 
le  acque  del  Reno,  e  del  rimanente  dei  torrenti  nei  Primaro  rioa» 
vando  prima  ,  e  rassettando  il  Benedettino  ,  dove  fa  di  bisogne ,  con 
scaricare  susseguentemente  il  Primaro  nelle  valli  di  Gomaccbio  per 
una  foce  da  aprirsi  nelle  vicinanze  di   Longastrìno  • 

LUI.  Non  può  certamente  negarsi ,  che  r  :asecuzione  di  quest'  ul- 
timo progetto  non  permetta  in  apparenza  ogni  pia  felice  successo  • 
In  fiitti  il  pelo  delle  piene  maggiori  del  Primaro ,  si  alza  sopra  il 
pelo  delle  valli  confinanti  alla  sinistra  circa  14.  piedi ,  é  dovendo , 
dopo  aperta  la  foce  nelle  valli ,  spianarti  immediatamente  sopra  la 
superficie  delle  medesime ,  è  manifesto  ,  ohe  in  breve  tratto  guada- 
gnerebbe r4*  piedi  di  caduta»  Dall'  altra  parte  è  certo,  che. nei  fiu- 
mi di  fondo  orizzontale ,  o  che  si  accosta  alP  orizzontale ,  la  caduta 
del  pelo  è  quella  principalmente ,  che  determina  la  velocità  dell'  ac- 
qua ,  e  però  nel  caso  presente  f  V  accrescimento  di  14*  piedi  nella 
caduta  del  pelo  del  Primaro  ,  non  potrà  mancare  d'  accrescere  nota- 
bilmente la  velocità  dell'  acqua  nel  tronco  superiore  del  fiume  ,  ed 
in  conseguenza,  di  abbassarne  notabilmente  la  superficie,  d'  onde 
seguirebbe ,  che  tutte  le  valli  situate  alla  destra  vi  avessero  nno  sco- 
lo felice ,  e  si  risanerebbero  quasi  tutti  i  terreni  ,  che  sono  al  pre- 
sente danneggiati  dalle  inondazioni  dei  torrenti  ,  e  dai  ristagni  delle 
piovane  •  Non  ostante  però  i  vantaggi  accennati  ,  sono  di  parere  , 
che  facendo  più  matura  considerazione ,  si  ritroveranno  nel  progetto^ 
accennato  tali  inconvenienti ,  che  distoglieranno  interamente  dall'  a» 
derirvi  • 

^  LI V.  Il  primo  è ,  che  il  progetto ,  per  quanto  possa  apportare  d' a* 
tile  nel  principio ,  sarà  però  sempre  temporaneo  •  Per  rimanerne  con- 
vinti basta  riflettere,  che  le  acque  torbide  delle  piene  del  Primaro» 
scaricandosi  nelle  valli  di  Gomaccbio ,  il  pelo  delle  quali  è  orizzon- 
tale, dovranno  perdere  quasi  tutta  la  velocità,  ritenendone  soltan- 
to quel  poco ,  che  basti  a  condurle  con  moto  lentissimo  all'  emissa- 
rio delle  valli  più  vicino,  cioè  a  Bellocchio*  La  perdita  della  veloci- 
tà porterà  seco  necessariamente  la  perdita  della  fòrza  dell'  acque  ,  per 
sostenere  le  materie  incorporate  ,  le  quali  però  •  doi^ranno  depositarsi 


53i 

net    f^do   prossimamente  alk    fooe ,  e    la  deposieiòne  si   farà   mag- 
giore dalle  parti  laterali  del  filone ,  che  nel  mezzo ,  dove  la  velocità 
dell*  acqaa  patirà  minor  diminuzione ,  conaeguentementt^  la  terra  ,  e 
1^  arena  deposte  ,  formeranno  nel  fondo  della  yalle  un   abbozzo  d*  al- 
veo y  il  quale  si  anderà  protraendo ,  e  rialzando  a  misura ,  che  le  tor- 
]bide  delle. piene  somministreranno  materia  per  il  di  lui  accrescimen- 
to. Tale  accrescimento  non  può  mancare  di  farsi  con  molta  prestez- 
za,  a  motivo  del  pochissimo  fondo  delle  valli ,  e  della   quantità  del- 
la materia  grave  incorporata  nelle  piene   del  Reno ,  e  dèi  rimanente 
dei  torrenti ,  la  quale  benché  non  giunga  ad  un  terzo  dell'  acqua  flu- 
ente, come  ctfh  esorbitanza  in  vero  troppo  manifesta  è  stato  creduto 
altre  volte  ^  tuttavia  dall'  esperienze  fatte  nella  visita  apparisce ,  che 
giunge  alla  trentesima  parte  9  anche  nell'acqua  presa  vicino  alla  su- 
perficie 9  la  qual  misura  per  altro  non  si  osserva  sempre  la  stessa,  ed 
è  molto  probabile  9  che   vada  variando    secondo   i  diversi    stati  della 
campagna ,  e  particolarmente  dei  terreni  arativi  delle  colline  ,  in  oc- 
casione delle  piogge  •  Suppenendo ,  che  1'  alveo  menzionato  si  condu- 
ca direttamente  fino  a  Bellocchio,   non   sarà  lungo  meno  di  12.  mi- 
glia ,  e  allora ,  quanto  alla  brevità   delibi  linea ,    non   differirebbe  da 
un  altro  alveo ,  che  potrebbe  costruirsi  alla  destra   del  Primaro ,  ma 
un  tal  caso ,  a  dire    il  vero  ,  è  quasi    impossibile  ,  e  piuttosto    dob- 
biamo aspettarci  ,  che  la  direzione  dell'alveo,  dagli  ostacoli  che  in- 
contrerà per  là  strada ,  sia  obbligata  a  torcere  or  qua ,  or  là  ,  e  di- 
sporsi in  una  linea  flessuosa  ,  la  quale  accresca  di  buon  tratto  la  lun- 
ghezza ,  conforme  è  accaduto  nel  Primaro   stesso ,  e  si  vede  giornal- 
mente accadere    negli  alvei ,  i   quali  formano   i   torrenti  nel    mezzo 
«Ielle  alluvioni.  Al  prolungamento  dell'alveo,  terrà  dietro  necessaria- 
mente il  rialzamento  del  fondo ,  e  1'  altezza  del  pelo    delle  piene ,  la 
quale  non  sarebbe    maraviglia ,   che  si  riducesse  finalmente  a  quello 
stesso  segno  ,  o  forse  anche  superiore ,  al  quale  giunge    di  presente . 
LV.  Il  secondo  inconveniente   consiste  nel   pregiudizio ,  che  riseo- 
tirebbero  gl'interessati  della  Romagna,  a  causa  dei  torrenti    Santer- 
no  ,  e  Senio  ,  i  quali    dovrebbero  prolungarsi  la  linea ,    il  primo  H. 
miglia  almeno  ;  e  4?  ì^  secondo ,  per  andare  a  ritrovare  il  nuovo  aU 
veo  ,  ed  in  conseguenza   sarebbero  obbligati   ad   alzarsi   di  fondo  al- 
trettanto ,  quanto  importano  le  loro  cadute  nei  tratti  accennati ,  cioè 
a  dire  parecchi  piedi  .  Onde  se  al   presente  per  1'  altezza   dei  fondi 
riesce  tanto  difficile,  e  dispendioso  ai  confinanti  il  contenerli  ristret- 
ti dentro  la  cassa  degli  argini,  è  manifesto,   che  alzati    che  fossero 
di  fondo  quanto  si  è  detto  ,  sarebbe  impossibile  l' impedire  ,  che  tra- 
Bocòando  ,   9  rompendo   1'  arginature   non   si   spandessero    a  deva- 
stare la  campagna»   Peggio  ancora  accaderebbe  ,  se   per  fuggire   gli 
soonoerti  accennati ,  si  laisciasaero  correre  al  mare  disgiunti  dai  Reno, 


e  d&l   resto   dei  torrenti.   Il    fondo   del  Prìmaro  dallo  •booco   del 
Santerao  al  mare  per  un  tratto  di  i  a.  miglia  e  |  non  ha  si  può  dire 
caduu.  Il  Sauterno,  Ticino  al  suo  sboooo  nel  Prioiaro   ha  di  cadala 
piedi  I.  IO.  6.  per  miglio  9  e  intanto   corre  per  T alveo  del  Prìmaro  . 
•enea  cadata ,  in  quanto  Tiene  aiutato  dall'  impnlto  delle  acque  an* 

Feriori  •  Mancando  quìeste  ^  converrà  che  ai  iacoia  dallo  abocco  nel 
rimaro  al  mare  quella  caduta  »  ohe  ricluede  il  corpo  »  e  la  qualità 
delle  ane  acque  nel  modo  iatesso,  che  ai  oaaerra  aver  &tto  nel  La- 
mone  dopo  divertito  dal  Primaro  >  nel  quale  metteva  foce»  circa  140 
anni  acne  •  E  perchè  la  diatanza  dallo  sbocco  del  Santemo  al  mare  , 
è  molto  maggiore  di  quella  »  che  corre  dallo  stesso  sbocco  al  aito  del* 
la  diversione  del  Primaro  nelle  valli  di  Gomaccbio  »  luirà  perciò  più 
grande  il  rialzamento  del  fondo ,  e  in  conseguenza  crescerà  il  peri* 
colo  dei  terreni  adiacenti  agli  alvei  dei  torrenti  menzionati  . 

LVL  n  terzo  riguarda  il  Polesine  di  S*  Giorgio  parte  la  più  gelo- 
sa del  territorio  Ferrarese ,  gli  scoli  della  quale  ai  scaricano  nelle  val- 
li di  Gomaccbio  »  e  resterebbero  almeno  nella  parte  più  bassa  nota- 
bilmente impediti  »  mediante  V  alzamento  del  pelo  delle  valli  cagio- 
nato dair  afituaso  di  tante  acque  »  onde  vi  perderebbero  in  tutto  »  o 
in  parte  la  caduta  » 

LVIL  Gonaiate  il  quarto,  nella  perdita  in  una  porzione  considera- 
bile delle  valli  accennate  neir  uso  della  pesca  ,  la  quale  porta  profit* 
to  cosi  rilevante  alla  Reverenda  Gamera  »  ed  è  le  causa  principalo 
della  popolazione  della  città  di  Gomaccbio» 

LVin.  Ricapitolando  dunque  in  breve  il  discorso  fatto  fin  qui ,  in- 
torno i  progetti  proposti  per  il  regolamento  delle  acque  delle  tre  Pro- 
vincie 9.  concludiamo  L  Ghe  non  è  praticabile  presentemente  V  im- 
missione del  Reno  nel  Po  grande  approvata  altre  volte  dai  visitatori 
Apostolici  »   perchè   lascia  senza  speranza  di  rimedio  i  danni  >  che 
soffre  una  parte  della  campagna  per  le  inondazioni  dei  torrenti  ^infe- 
riori •  IL  Ghe  il  ricapitare  le  acque  del  Reno  »  nnite  a  quelle  del  ri- 
manente dei  torrenti  nel  Primaro  ^  ò  pericoloao  9  perche  non  aiamo 
aicuri  »  ae  le  cadute  assegnate  di  mano  in  mano  al  fondo  del  Prìma- 
ro ,  saranno  aufBcienti .   IIL   Ghé  V  alveo  ideato  dal  aig»  Bertaglia  ^ 
sebbene  ha  qualche  vantaggio  sopra  P  alveo  del  Primaro  »  perchè  in- 
contra gli  scoli ,  e  i  torrenti  in  punti  più  alti  »  e  però  ammette  cadu- 
te msggìori  »  tuttavia  non  essendo  noti  abbastanza  i  limiti  delle  pen- 
denze del   fondo ,  aiccome  delP  altezze  delle  arginature  9  non  reata 
seppur  caso  esente ,   quando  si   vogliano  introdurvi  1'  acquò  torbide 
tutte  ad  un  tratto»  dal  dubbio  dell'  accecamento  d'  una  parte  degli 
acoli  f  e  delle  inondazioni  »  niente  minori  delle  preaenti ,  posto  che  ni 
mancasse  di  fabbricare  l'alveo  della  capacità  necessaria»  Né  a  queato 
pericolo  può  provvedersi  con  eecedere  nelle  nwore  >  perchè  trattandoti 


^ 


m 

i*  nn  òorpo  ooii  fasto  à^  acqne  »  troppo  grande  eonverrel>l>e,  ch^ 
fiosso  P  eocoiso  per  istàre  sul  sicaro^  il  che  produrrebbe  un  altro  eo- 
cesso  di  spesa  »  gran  parte  della  quale  pub  darsi  il  caso  »  che  fosse 
gettata  Tia  •  IV.  Che  il  progetto  della  linea  superiore ,  benché  dotata 
qi  maggior  caduta  di  tutte  >  nondimena  per  la  qualità  delle  materie  » 
ohe  porterebbero  nel  nuovo  alveo  i  torrenti ,  per  lo  scarico  delle 
quali  è  incerto  »  se  le  pendenze  assegnate  quantunque  maggiori  ba- 
steranno per  la  spesa  >  e  difficoltà  dell'  esecuzione  ,  e  per  la  sogge* 
zione  9  ed  il  perìcolo.,  ùtl  quale  sì  pongono  i  migliori  terreni  del 
Bolognese  »  e   della  Romagnola ,  non  merita  .  d'  essere   abbracciato  * 

V.  Che  r  istesifo  può  dirsi  del  progetta  dì  scaricare  1'  acqne  del 
Prìmaro  dopo,  ricevuto  il  Reno  col  resto  dei  torrenti  nelle  valli  dì 
Gomacchio  »  per  una  foce  situata  nelle  vicinanze  di  Longastrino  »  a 
motivo  d'  essere  un  tal  provvedimento  di  poca  durata ,  del  pericolo 
nel  quale  porrebbe  i  terreni  della  Romagna  ,  e  del  pregiudizio  del 
Polesine  di  S.  Giorgio  »  e  delle  valli  di  Gomacchio.. 

LIX»  Non  vorrei  però,. che  dalle  difficoltà  incontrate  nei  Progetti 
esposti,  si  tirasse  la  conseguenza,  che  metta  perciò  il  conto  di  la- 
sciar vagare  le  acque  del  Reno ,  e  del  resto  dei  torrenti  j  qua ,  e  là 
senza  freno,  aspettando  dalla  sola  natura,  senza  il  soccorso  dell' ar- 
te ,  il  benefizio  di  vederle  incanalarsi  spontaneamente  al  mare ,  come 
seguirà  senza  dubbio  una  volta  ^  dopo  che  avranno  rialzate ,  e  colma- 
te colle  deposizioni  le  campagne  del  Bolognese,  piombando  quindi  a 
sommergere  i  terreni  asciutti  »  tanto  inferiori  del  Ferrarese ,  e  della 
Romagna  •  Tale  non  è  certamente  il  mio  sentimento ,  bensì  credo  » 
ohe  nel  progetto  da  scegliersi  per  il  regolamento  dell'acque  delle  tre 
provinole,  debbano  concorrere  necessariamente  le  condizioni  seguen- 
ti •  L  Ghe  la  linea  dell' alveo,  nel  quale  correranno  ristrette  le  acque 
del  Reno^  e  dei  torrenti,  sia  tale  da  non  esporre  al  pericolo  le  cam- 
pagne, presentemente  fertili^  e  libere  dalle  inondazioni  «  IL  Ghe  Te- 
secuzione  del  progetto  non  porti  seco  somma  difficoltà ,  e  spesa  ec- 
cessiva •  IIL  Ghe  il  progetto  impedisca  .di  sicuro  il  progresso  delle 
inondazioni ,  risani  in  tutto ,  o  in  parte  i  terreni  sommersi ,  o  ìn- 
fiigiditi ,  e  nel  tempo  istesso  del  lavoro ,  riesca  di  profitto  »  IV.  Ghe 
non  obblighi  ad  impegnarsi  in  operazioni  d'esito  dubbio ^  o  pericolo- 
so »  ma  lascia  la  iacoltà  di  eseguire  quelle  sole  >  delle  quali  possiamo 
comprometterci ,  che  riusciranno  felicemente  »  ed  intanto  sommini- 
streranne  lume  >  e  regola  per  quel  tanto  >  che  dovrà  intraprendersi 
neir  avvenire  » 

LX.  In  sequela  dunque  delle  massime  esposte  di  sopra ,  proporrei 
in  primo  luogo  V  addirìzzamento  della  svolta  ^  ohe  fa  il  Primaro  in 
faccia  alle  Mandriole ,  nniformandomi  in   ciò  al  parere  degli  Autori 

il  progetti  delle  tre  linee  ^  i  quali  si  accordano  tutti  sopra  questo 


; 


^ 


684 

punto*  Tale  operazione  pnò  dirsi  neoeMaria»  ai 5  perchè  aMirevia 
di  ^35.  pertiche  la  linea  del  Primaro,  si  perchè  rendendo  T alveo 
più  rettilineo,  dà  facoltà  all'acqua  di   correre  con  minore  intoppo, 


prad( 

molto  probabile,  appena  vi   resta  luogo  da  ritirarlo  »   per  difenderai 

dalle  rotte. 

Susseguentemente  l'alleo  del  Primaro  da  S.  Alberto  al  mare,  do* 
vrà  ridursi  alla  larghezza  uniforme  di  pertiche  la.  a  pelo  d'acqua 
bassa.  La  lunghezza  dell'alveo  accennato,  mettendo  in  conto  P abbre- 
viamento proposto ,  è  di  miglia  6  |  in  circa ,  nel  qual  tratto  per  al- 
tro si  lasceranno  senza  mutazione  tutti  quei  aiti,  nei  quali  la  lar- 
ghezza dell'alveo  si  ritrovasse  maggiore  dell'assegnata. 

LXI.  Accomodato  l' alveo  del  Primaro  da  S.  Alberto  al  mare ,  do- 
vrà principiarsi  l' alveo  del  nuovo  fiune  dallo  sbocco  nel  Primaro 
dello  scolo  delia  chiavica  Fermenti ,  nel  qual  punto  parimente  è  sta- 
to proposto  concordemente  dalli  Autori  dei  progetti  delle  tre  linee, 
di  unire  gli  alvei  da  loro  ideati  al  Priinaro  •  Dal  predetto  punto  del- 
lo sbocco  dello  scolo  Fermenti,  si  condurrà  l'alveo  per  linea  retta 
in  lunghezza  di  miglia  5  ^  ,  ad  intersecare  il  Santerno  6oo.  pertiche 
sopra  lo  sbocco  dì  quest'ultimo  nel  Primaro.  In  questo  tratto  di 
mezzo  s' incontra  necessariamente  l' alveo  del  Senio ,  il  quale  resterà 
intersecato  un  miglio  anch'esso  sopra  il  ano  sbocco.  Quando  l'esca- 
vazione  sarà  giunta  al  Senio ,  dovrà  questo  introdursi  immediatamen- 
te nel  nuovo  alveo,  per  avere  la  facoltà,  proseguendo  l' escavazione 
nel  tratto  superiore ,  di  dare  lo  scolo  alle  acque  ,  che  s' incontrasse- 
ro nel  profondarsi  sotto  la  superficie  del  terreno.,  il  che  non  sarebbe 
fàcile  ad  ottenere ,  quando  il  torrente  accennato  non  dovesse  aver 
recapito  nel  nuovo  alveo ,  se  non  dopo  terminata  V  escavazione  •  L' u- 
nica  diflficoltà,  che  possa  farsi  all'introduzione  del  nuovo  alveo  del 
torrente  già  detto,  e,  che  dovendo  corrervi  qualche  tempo  «olitarìo  , 
potrebbe  interrirlo  ,  giacché  la  caduta  da  assegnarsi  al  nuove  alveo 
dallo  sbocco  del  Senio  in  giù ,  essendo  relativa  al  corpo  d'  acqua  , 
che  dee  avervi  il  corso ,  non  può  non  esser  molto  minore  di  quella  , 
ohe  richiede  il  Senio  ,  quando  è  solo .  A  questa  difficoltà  ti  rispen* 
de  9  che  il  tempo ,  nel  quale  il  Senio  correrà  solitario  nel  nuovo  al- 
veo ,  dovendo  esser  brevissimo ,  non  permetterà  V  interrimento  ,  a 
motivo,  che  ^unta  Pesca  vazione  in  faccia  alla  chiesa  della  Madonna 
dei  Boschi ,  si  potrà ,  mediante  un  canale  lungo  circa  1 00.  pertiche  , 
introdurre  nel  nuovo  alveo  l'acqua  del  Primaro.  Né  vi  è  luogo  a 
dubitare,  che  dopo  introdotta  l'acqua  del  Primaro  nel  nuovo  alveo  ^ 
il  Senio  possa  farvi  delle  deposizioni  ^  mentre  non  le  £1  nell'idveo 


35S 

presesf e  del  Prìmaro  »  te  condizioni  del  quale ,  riguardo  a  quelle  del 
»uoTo  da  escavarsi ,  sono  a  puntino  le  stesse . 

LXIL  Incontrato  che  sia  il  Santerno  dal  nuovo  alveo,  nel  punto 
menzionato  di  sopra,  dovrà  quivi  interrompersi  l' escavazione >  per 
ripigliarla  da  capo  immediatamente  sopra  il  Santerno,  d'onde  si  con- 
durrà direttamente  per  lunghezza  di  miglia  5  | ,  ad  intersecare  la 
strada  corriera  in  un  punto  inferiore  aoo.  pertiche  al  palazzo  della 
Frascata*  Dal  punto  accennato,  proseguirà  l'alveo  per  un'altra  linea 
parimente  retta ,  fa  quale  termini  in  un  punto  distante  20.  pertiche 
a  tramontana,  dalla  Torre  dei  Cavalli.  Non  dee  però  continuarsi  l'è- 
scavazione ,  se  non  fino  al  condotto  Zaniolo ,  a  causa , .  che  arrivati 
in  questo  sito  col  nuovo  alveo,  convìen  pensare  a  valersi  dello  stes- 
so  per  procurare  tutto  quel  sollievo,  che  può  mai  ottenersi  alle  cam- 

Sagne  inondate ,  anche  durante  il  tempo  dell'  esecuzione  del  lavoro . 
.  tal'  effetto  dunque  terminata  che  avremo  l' escavazione  del  Santerno 
al  Zaniolo  neUa  profondità  da  determinarsi  in  appresso ,  aprendo  per^ 
ciò  ,  se  farà  di  bisogno ,  una  fossa  parallela  al  Santerno ,  la  quale 
serva  a  scolare  nel  Primaro  le  sorgive  ,  che  venissero  ad  incontrarsi , 
s'introdurrà  in  primo  luogo  nel  cavo  il  Santerno,  e  nello  stesso  tem- 

{)o  vi  si  porteranno  ancora  le  acque  del  Primaro ,  mediante  un  cana« 
e,  il  quale  abbia  il  suo  principio  alla  svolta  dello  stesso  Prìmaro, 
poco  sotte  la  chiesa  di  S.  Biagio,  e  termini  nel  punto,  dove  il  nuo* 
vo  alveo  verrà  a  tagliare  il  condotto  Zaniolo,  seguitando  prossima- 
mente la  traccia  della  fossa  dell'Orsa.  Si  potranno  parimente  intro^ 
durre  speditamente  nello  stesso  alveo  l'acque  della  valle  di  Marmor- 
ta  per  mezzo  d'un  qualche  canale  da  costruirsi  a  traverso  la  stessa  , 
il  quale  sbocchi  neli'  alveo  già  detto  ,  al  punto  più  volte  menzionato 
dell'  intersezione  dello  Zaniolo  » 

LXIIL  Àccamodato  che  sarà  il  nuovo  fi^irme  dallo  sbocco  nel  Pri-> 
maro  al  Zaniolo  nella  forma  prescritta,  dovrà  seguitarsi  l' escavaziona 
per  linea  retta,  fino  alla  Torre  dei  Cavalli,  conforme  si  è  accenna- 
to ,  per  il  tratto  di  miglia  5  i  in  circa .  Dalla  Torre  menzionata  si 
continuerà  per  altre  miglia  43»  ^"^  all'Idice,  nel  sito  della  svolta, 
che  fa  il  detto  torrente  poco  sopra  la  via  del  Ganalazzo  •  In  quest'  ul- 
timo tratto  del  nupvo  alveo,  dovranno  introdursi  finalmente  l'acque 
del  Benedettino,  mediante  un  canale,  il  quale  si  parta  dalla  svolta 
del  Benedettino,  dirimpetto  alla  villa  del  Traghetto,  e  incontri  l'al^i- 
veo  accennato  in  un  p»nto  superiore  un  miglio  alla  Torre  già  detta 
dei  Cavalli  •  La  lunghezza  del  canale  accennato  sarà  di  miglia  3^  |  in 
circa. 

XXIV.  Nel  tempo,  che  si  anderà  lavorando  al  nuovo  alveo  dal 
Zaniolo  al  Benedettino,  converrà  precurare,  che  i  torrenti  della  val- 
le di  Marmorta  spandano  le  loro  torbide  nelle. valli    superiori,  acciò 


riif 


t/- 


33d 

siano  ricevute  nel  nuoro  àlveo  chiarifioate  •  Potranno  però  i  torren- 
ti accenuti  ammettersi  torbidi  nel  nuovo  alveo  iuMnediatamente  dopo 
che  ai  saranno  introdotte  Je  acque  del  Benedettino ,  il  quale  a  que- 
st'effetto dorrà  preventivamente  rinettarai»  sgombrandone  gV  inter- 
rimenti cagionati  dall'  Idice  ,  e  riserrando  le  rotto  delle  coronelle 
della  valle  di  Gandazzolo*  con  fortificare,  e  rialzare  le  dette  coro^ 
nelle  dovunque  faccia  di  bisogno. 

t.XV.  Circa  alle  cadute  da  assegnarsi  al  nuovo  alveo  sono  di  pa- 
rere 9  e  m' ingegnerò  di  provarlo  in  qualche  modo  in  appresso  »  che 
le  fissate  da'  aignori  Marescotti  j  e  Bertaglia  possono  convenire  otti-- 
inamente  alla  mia  proposizione.  Stando  in  questo  supposto»  prìnci- 
pieremo  l' escavazione  da  un  punto  del  fondo  del  Prfanaro ,  dirimpet- 
to alla  chiavica  Fermenti ,  il  quale  in  quel  aito  ,  resta  più  basso  del- 
l'orizzontale ,  tirata  per  il  pelo  infimo  del  mare  piedi  3.  io.  Dal 
detto  punto  salendo  fino  all'  interaezione  del  Santemo  si  disporrà 
la  cadente  del  fondo  del  nuovo  fiume ,  in  maniera  ,  che  nel  punto 
dell'intersezione  accennata  resti  precisamente  a  livello  col  pelo  infi- 
mo al  mare  .  E  perchè  potrebbe  darsi  il  caso ,  che  1'  escavazione  del- 
l'alveo  del  nuovo  fiume^  sotto  il  pelo  basso  del  mare,  da  S.  Alber* 
to  al  Santemo  rìescisse  troppo  difficile,  o  dispendiosa,  si  propone 
per  maggior  facilità ,  di  condurle  solamente  fino  al  livello  del  peìo 
accennatola  lasciando  che  la   forza   dell'acqua  oelle  piene,  che  so- 

{)raggiongeranDo  5  compisca  il  rimanente»  Dal  Santerno  seguitando  la 
inea  del  nuovo  fiume  per  miglia  8.  in  circa,  cioè  fino  ah  punto.  do« 
ve  il  Sillaro  vi  avrà  l'ingresso ,  si  darà  al  fondo  una  pendenza  d'  on-- 
ce  9.  per  miglio*  Dal  Siliaro   progredendo   parimente  verso  le  parti 
più  alte  fino    al   punto  dell'  unione   delle   torbide   dell'  Idice ,   colle 
chiare  del  Benedettino,  un  miglio  sopra  la  Torre  dei  Cavalli,  si  da- 
rà al  fondo  la  pendenza  d'once  10.  per  miglio.  Per  il  resto  del  nuo- 
TO  alveo,  dallo  sbocco  deiriJice  al  Benedettino,  e  per  il  rimanente 
del  Benedettino  sino  al  passo  Segni,  ci  serviremo  della  stessa  cada^ 
ta ,  che  si  ritrova  fra  i  due  termini  accennati ,  ma  con  disporla  re- 
golarmente ,  di  modo   che   essendo  la  caduta  da  fondo  a  fondo  fra  il 
passo  Segni ,  e  lo  sbocco  accennato  dell'  Idice  di  piedi  io.  8  ,  ripar- 
tendola in  miglia  8|  veneano  a  toccarne  piedi  i.  a|   per  miglio. 
Questa  veramente,  trattandosi  d' acque  chiare',  è  aaaai  più  che  auffi* 
cicute ,  ma  si  lascia  tale ,  per  diminuire  la  apesa   dell  escavazione^ 
Quanto  a  quel  tratto  ,  che  dee  servire  per  la  condotta  dell' acqae 
dell' Idice,  sì  dovrà  dispome  il  fondo,  in  guisa,  che  nel  punto  del -^ 
l'unione,  col  nuovo  alveo  resti  più  alto  di  questo   piedi  a,  e  supe- 
riormente vada  a  spianarsi  sul  fondo  presente  dell' Idice  ,  accomodaxi- 
dosi  nel  mezzo  in  quella  forma,  che  sarà  più  adattata  per  aeguitara 
r  andamento  della  superficie  della  campagna ,  giacché  si  ha  la  facoltà 


337 

^  VMare  qaeir  arbìtrio  9  ^^^  più  torna  conto  ^  per  ^  essere  la  I3s44t» 
nel  tratto  aooennato  più  del  aoppio  maggiore  del  biiogoo  • 

LXVI.  n  canale  da  loavarsi  9  dovrà  esser  largo  da  S.  Alberto  »  fi 
Santemo  io«  pertiche  nel  fondo  »  e  qnindi  fino  ^Uo  sbocoo  àfiV  |dir 
oe  andarsi  gradatamente  ristringendo^  fino  a  ridarsi  in  vietnaQRfl  44* 

10  sbocco  accennato  ,  largo  nel  fondo  aolamente  8*  pertiche»  0OQ  dar 
re  da  per  tntto  alle  ripe  9  nna  scarpa  di  due  piedi  «  per  Dgni  pÌQ4? 
d-  altezza .  Circa  alle  distanze ,  e  altezze  degli  argini  ^  dovrà  cifisciir* 
no  nel  tnitto  da  8.  Alberto  al  Santerno  farsi  distante  dal  #mo  oppo- 
sto nel  piede  della  acarpa  interna  60.  pertiche  •  Dal  Santerno  at  $ìlr 
laro  5  la  distanza  sarà  di  pertiche  54  9  e  dal  Sillaro  all'  Idice  di  49* 

11  ciglio  degli  argini  sì  disporrà  in  nna  linea  parallela  alla  cadente  del 


partieolare ,  e  di  quanti 
del  nuovo  fiume  »  e  del  Benedettino ,  ai  fitrà  eguale  al  ISenedetUno  » 
non  solamente  riguardo  alla  larghezza  dell'  escavaziene  9  ma  anooni  al* 
la  distanza  ^  e  altezza  degli  argini  «  Parimente  neU'  altro  cenale  de« 
etìnato  a  condnrre  nel  nuovo  nume  Tacque  dell' Idice»  si  prenderà 
V  esempio  per  la  fermezza  dett' escavazione,  e  1'  altezza  degli  ar^n^ 
dallo  stesso  Corrente  9  e  precisamente  dalla  sezione  rilevata  nella  vi*^ 
eita ,  in  vicinanza  della  via  del  Ganalazzo  >  eh'  è  la  più  regolare.  So« 
lamento  la  distanza  degli  argini  opposti  dovrà  farsi  la  atessa  »  che  si 
è  determinata  di  sopra  per  il  nuovo  fiume  9  allo  sbocco  pure  deli'  t« 
dice  ,  cioè  di  4^*  pertiche  • 

LXVIIr  Compiti  che  saranno  i  lavori  fin  qui  desoiittt  9  spettanti  al- 
l'alveo  del  nuòvo  fiume  tornerà  secondo  il  mio  parere  a  proposito  il 
sospendere  per 'qualche  tempo  rnlterìor  proseguimento  dello  stesso 
nIveO)  fino  al  Reno,  e  la  ragione  è,  perchè  possiamo  bensì  persna* 
derci  con  tutta  probabilità ,  che  il  lavoro  proposto  colle  cadenti  asse- 
tate riuscirà  felicemente  9  ma  non  sappiamo  poi  se  le  dette  cadenti 
potranno  mantenersi,  introducendo  nel  nuovo  alveo  incanalati  anoiie 
a  due  torrenti  Savena,  e  Reno.  Tale  incertezza  nasce  dalla  qualità 
dell'acque  del  nuovo  fiume,  le  quali  allora  sarebbero  tutte  torbide, 
fiel  qua!  caso  non  è  possibile  stabilire  con  qualche  precisione  la  pen^ 
detfza,  che  richiederebbero ,  come  si  è  detto  più  volte  di  sopra  •  Al^ 
f  opposto  nel  caso ,  nel  quale  all'  acque  torbide  si  unìace  nn  corso 
d^  acque  ebiare ,  ei  hanno  dei  motivi  snffidenti  per  comprometterai 
d'una  felice  riusdla.  Il  principale  fira  questi  ai  desume  dall' osserva* 
«ione  del  Canal  bianco.  È  questo  un  fiume,  il  ^qnale  è  destinato  a 
eoaricare  dal  Maggio  al  Novembre  nna  porzione  delle  piene  dell'  A*- 
dìge  ,  al  qunle  serve  in  luogo  di  diversivo  «  Oltre  le  piene  dell'  A- 
dige ,  serve  1'  ^stesso  fiume  a  scolare  le  aoque  ^delle  valli  Veronesi  9 


i 


S3ft 

eolle  qmli  ha  oomamcazìone,  mediante  nn  canale  cliiamato  il  TarCarohr 
il  quale  porta  solamente  acqne  chiare ,  e  di  più  perenni ,  onde  il  ca- 
nal Bianco  viene  per  necessità  a  partecipare  delle  condiaioni  insieme 
d'  un  fiume  torbido ,  e  d'  un  chiaro  •  Dai  rilievi  delU  visita  dei  oomr^ 
nissar}  Pontificio  »  Cesareo ,  e  Veneto,  fiitta  V  anno    i7ao.  si  racoo- 

flie  9  che  V  infimo  £ondó  del  canal  Bianca  in  faccia  della  Polesella  , 
a  di  caduta  sopra  il  peb  basso  del  mare  circa  9»  piedi  »  ma  dicia- 
mo pure  II»  stando  nei  supposti  più  svantaggiosi  per  maggior  sicu- 
rezza •  La  distanza  della  Polesella  dal  mare  9  sccoikIo  la  difigentisai- 
ma  earta  del  territorio  Ferrarese  9  pubblicata  dal  sig.  Baruffaldi  »  ò 
di  a?,  miglia*  Al  nuovo  alveo  ,  dal  punto  dell'ingresso  deiridice  al 
mare  >  in  un  tratto  <U  miglia  aS  |  iu  circa,  si  è  assegnata  una  oa«> 
duta  di  piedi  io.  7»  la  quale  essendo  prossimamente  eguale^  alla  ca<- 
duta  del  canal  Bianco  ,  se  questa  vien  dimostrata  dall'  espet ienaa  pec 
sufficiente  al  bisogno  >  può  credersi  con  tutta  radono  9  ^he  tale  anoo- 
ra  sia  per  riuscire  la  caduta  assegm^ta  al  nuovo  fiume^  y  fintanto  che 
le  sue  piene  »  conformemente  a  quelle  del  canal  Bianco  ^  saranno 
composte  d'  acque  in  parte  chiare  .  Non  si  pretende  perciò  ^  che  P  e- 
8em])io  del  canni  Bianco  debba  servire  per  una  dimostraeione  com- 
pleta della  quantità  deUa  caduta  ^  che  esigerà  il  nuovo  fiume  9  men- 
tre a  tal  effetto  converrebbe  prima  assicurarsi  p  che  le  circostanze  del 
canal  Bianco ,  e  del  nuovo  fiume  fi>ssero  simili  per  V  appunto  «.  Ma 
la  verità  è  9  ehe  il  oanal  Bianeo  dalla  Gauda  9  cioè  dai  ponto  9  dove 
le  torbide  dell'  Adige  9  e  le  chiare  del  Tartaro  si  noìscono  9  al  mare 
corre  per  una  lunghezza  di  37.  miglia  senza  ricevete  alcun  infiueiii- 
te  9  dove  all'  opposto  nel  nostro  fiume  9.  dopo  l' unione  dell'  Idice  col 
Benedettino  9  dovranno  entrare  6«  altri  torrenti  tutti  torbidi)  le  pie- 
ne dei  quali  probabilmente  non  si  aocordevanno  sempre  ad  incontrai^ 
si  insieme  nel  comun  recipiente .  Inoltre  si  ha  qualche  motivo  iH  du- 
bitare 9  che  la  portata  del  ^nat  Bianco  sia.  alquanto  maggiore  di  quel- 
la del  nuovo  fiume,  e  dall'altra  parte  siamo  certi >  che  k  proporzio-> 
ne  delle  acque  chiare  alle  torbide  è  asaid  maggiore  del  nuovo  finme^ 
che  nel  canal  Bianco  •  Oltre  a  cììk  la  linea  del  nostro  fiume  devia  po- 
^  cfaissimo  dalla  retta  »  dove  al  opposto  queUa  del  canal  Bianco  è   tor« 

tuosa  9  e  non  manca  di  svolte  mclinate  ad  angoli  assai  risentiti.  Tat* 
"ter  questa  varietà  di  circostanze  9  parte  contrarie  9  e  parte-  favorevoli 
al  nuovo  fiume  9  riguardo  al  canal  Bianeo  9  siccome  non  si  nega ,  cha 
possa  indurre  qualche  diversità  neUe  cadute  assegnate  al  nuovo  fiu- 
me ,  da  quelle  9  che  richiederà  la  natura  per  ìspingere  'le*  acque  tor- 
bide al:  loro  termine  y  seuM  interrirsi  1'  alveo  9  diversità  però»  minore 
di  gran  lunga  di  quella  9  che  potrebbe  aver  luogo  9  introducendo  nel 
nuovo  fiume^  tutti  gP  influenti  torbidi  9.  senza  prima  assicurarsi  delle 
^  cadale  necessarie 9^^  cosi  mostra  chiaramente  la  ragione,,  che  si  ha.  di 


539 

proiporre  il  non  proseguire  il  lavoro  più  oltre  del  termina  aisegna^ 
di  sopra ,  per  osservare  in  tanto  ciò  »  che  «accederà  nel  fondo  del 
nuovo  fiume  ».e  se  la  larghezza  dell'  escavazione ,  e  P  altezza  desìi 
argini  saranno  sufficienti  a  contenere  le  massime  pi«ne  •  Nel  caso  che 
il  fondo  si  vada  successivamente  alzando ,  comecché  V  alzamento  do-> 
Tra  farsi  a  poco  alla  volta  ^  avremo  tatto  il  tempo  di  provvedere  a- 
i;Ii  scoli  9  che  fossero  per  restare  accecati  con  tirarli  più  a  basso ,  ùr 
oendoli  inoltre  passare  ,  quando  il  bisogno  lo  riofaieda ,  per  botte  sot- 
terranea^  sotto  l'alveo  di  quel  torrente 9  che  ne  impedisse  la  protra-» 
sione  •  Gli  scoli  di  Marmorta  sono  ibrse  quelli,  che  più  di  tutti  gU 
altri  richiederanno  un  tal  provvedimento ,  con  esser  fatti  cassare 
sotto  gli  alvei  dei  torrenti  Gentonara^  e  Quaderna ,  ma  un  tal  lavo- 
ro essendo  di  pochissima  conseguenza  5  non  dee  cagionare  la  minima 
apprensione.  Quel  che  si  è  detto  del  fondo  del  nuovo  fiume  ^  si  dee 
applicare  propor/aonaimente  alla  capacità  dell'  alveo,  nel  quale  intro« 
ducendosi  il  maggior  corpo  delle  acque ^  che  è  il  Beno  successiva- 
mente  ^  re  non  tutto  alla  volta^  avremo  tempo  bastante  per  rilevare 
i  mancamenti  9  che  per  avventnra  jsi  fossero  commessi  nella  larghez« 
sa  dell'  escayaaione  ^  o  nell'  alteìsza  degli  argini  ^  e  di  rimediarvi  fa* 
cilmeate  con  accrescere  1'  naa  f  o  V  altra  «  secondo  l' occorrenza  •  O- 
f>erando  in  questo  modo  ^  saremo  sicuri  della  riuscita  dell'  opera  »  e 
ai  otterrà  un  risparmio  considerabile  nella  spesa  »  mentre  non  verrà 
JL  fiirsi  altro  lavoro t  fuori  di  quello,  che  è  puramente   necessario. 

LXVIII.  Ma  quando  ancora  accadesse ,  che  per  qualche  repentino 
alzamento  del  fondo  del  nuovo  fiume  { il  qnal'  caso  per  altro  pare  as- 
sai difficile  a  succedere)  ^U  scoti  accennati,  tutti,  o  in  parte  rima- 
nessero ad  un  tratto  chiusi  9  non  ne   risalterebbe  perciò  ve^nn  dan- 
no, giacché  l'aoque  dei  detti  scoli  nel  tempo,  cne  ai  medesimi  si 
procurasse  altro  recapito  nel  modo  accennato  di  sopra ,  verrebbero  fi- 
nalmente ad  inondare  .quegli  stessi  terreni ,  i  quaU  al  presente  sono 
^ià  sottoposti  alle  inondazioni ,  e  non  altri  fertili  ^  e  coltivati  ^   come 
per  esempio  accaderebbe^  dandosi  una  simile  disgrazia  nell' esecuzio- 
ne del  progetto  della  linea  superiore.   La  medesima  riflessione    ha 
inogo^  parimente  nel  caso ,  che  per  difetto  d' altezza  sufficiente  negli 
.srgini ,  accadessero  i  trabocchi  delle  piene  5  mentre  allora  resterebbe- 
jro  sommerse  solamente  le  campagne^  che  s^ inondano  ancora  presen- 
temente ,  o  non  correrebbero  Tcrun  rischio  qudUe ,  che  ffodono  di  col- 
tmm  •  Questo  riflesso  di  non  sottoporre  al  pericolo  deU'  inondazione 
^quelle  camnagne»  che  la  natura  deUa  loro  situazione   non  ha  esposte 
A  un  tal. disastro^  è   di   tanto  momento,  che  per  esso  solo,  quando 
jnanoass^ro  gli  altri ^  il  progetto  di  situare   l'alveo  del  nuovo   fiume 
,nel  più  basso  della  pianura^  meriterebbe  sempre  la  preferenza ,  tan- 
tQ  maggiormente  poi  concorrendovi  V  altro  di  non  essere  obbIi|;ad  ad 


24o 

ìttpegoarsi  in  etcavaiìoai  coti  profcmda  »  ed  io  oont^aenm  di  ritpar* 
Miare  la  spesa  »  che  ia  somma  è  T  istesso  >  che  operare  con  ecooo*^ 
Alia ,  e  sìcaresaa  • 

LXIX.  Per  la  medesima  ragione  di  non  portar  pregindizie  alle  co* 
munita  della  Romagpola  ^  si  è  prestelto  la  situazione  delPalreo  del 
nnoTo  finme  alla  sinistra  del  Santemo  ,  tratasmande  il  portarlo  alla 
destra  >  conforme  alla  proposizione  degli  Antori  della  linea  superiore , 
acciò  nel  casa»  che  per  disgrazia  seguisse  nna  rotta  idla  destra  del 
xiaoYO  finme»  non  restino  percij^  sommersi  i  terreni  dèlia  Romaeno* 
la ,  giacché  P  acque  scappando  dalla  rotta  sarebbero  trattenute  dagli 
argini  del  Santerno» 

LXX»  Si  aggitmge ,  che  in  questa  maniera  si  risparmia  la  neceasi* 
ià  di  iàbbricare  tante  chiuse  una  sopra  V  altra  agli  sbocchi  dei  tor*^ 
tenti  nel  nuovo  aWeo  >  senza  che  perciò  si  vei^  a  perdere  la  ape» 
fanza  di  ottenere  un  maegior  incassamento  deg»  alvei  dei  torrenti» 
togliendo  a  poco  a  poco  le  chiuse  accennate..  Per  dame  un  esempio 
suppongbiamo  »  che  dopo  introdotto  nel  nuovo  fiume  »  il  Santemo 
nei  punto  da  noi  descrìtto  y  non  si  osservino  dopo  qnalolie  spazio  di 
tempo  scalzai  nel  piede»  mediante  la  corrosione  del  fondo»  e  dirn-r 
pati  in  onatunqpie  parte  gli  argini»  sarà  ciò  segno ^  che  1*^ abbassar 
mento  del  fondo  del  Santemo  non  è  riuscito  d^  alcun  pregiudizio  »  e 
perciò  si  potrà  tentare  P  introduzione  del  medesimo  nel  nuovo  fiume 
m  un  punto  superiore»  cioè  vicino  alP catena  della  Pknta^  e  quindi 
ancora  più  sopra  »  cioè  verso  Posteria  del  Moro»  seguendo  prossi-- 
marnante  la  traccia  »  che  teneva  anticamente  per  entrare  nel  Fnmaro 
alle  Rossette,  supposto  per  altro  »  che  il  nuovo  fiume ,  anche  dopo 
la  mutazione  delio  tbòcoo  del  Santerno  non  abbia  soffèrta  alterano» 
se  nel  fondo  dalle  materie  »  le  quali  si  saranno  staccate  dal  fondo 
del  Satitérno» 

LXXI»  Oltre  £  vantaggi  menzionati  »  che  risultano  dalla  sitnaìione 
prescelta  ^er  Palveo  del  nuovo  fiume  »  se  ne  otterranno  ancora  de-^ 
gli  altri  di  non  poco  rilievo»  Uno  sarà  certamente»  che  quando  noo 
si  possano  bonificare  totalmente  per  essicazione  le  valli  di  Marmor* 
ta,  e  di  Filo»  conforme  è  motto  probabile»  riacohè  no» mancano  iia 
ambedue  dei  tiutti  di  molta-  estensione»  e  ai  pessimo  fondo»  potrò-» 
mo  almeno  »  sempre  conseguire  la  bonificazione  intera  delle  medeai^ 
me ,  p^r  repleziotie  »  con  introdurre  regolarmente  net  siti  pia  Iiaaai  ». 
Je  torbide  del  nnovo  fiume  per  mezzo  d^àfoune  ohiavidie»  o  eate-* 
ratte  da  farsi  nel  suo  argine  sinistro»  ricingendo  però  inaanzi  d*ar^ 
gini  il  Bito  da  ricolmarsi»  e  provvedendo  lo  scolo  .aU^Éeque  cUarifi*^ 
cate  nelP  alveo  del  Primaro.^  Un  tal  vantaggio  non  è  sperabile  in  *ve-^ 
run  conto  »  supposta  Pesecuzìone  del  progetto  ddla  linea  superiore  » 
mentre  allora:  la  distanza  gnmde  del  Qume  dai  fondi  da  rioolssuaral  > 


34i 

•areUbe  cansa  »  -oBe  le  torbide  derivate  dal  fiume  non  potrebbero 
fiiun^rvi  prima  di  aver  deposta  la  terra  per  la  strada,  senza  mettere 
m  eonto  la  spesa  tanto  maggiore^  che  importerebbe  la  costraziooe 
idei  eanali  ^  per  la  condotta  delie  torbide  in  nno  spazio  cosi  luogo  • 

LXXIL  Per  lo  stesso  fine  di  ridurre  bonificati  y  e  coltivabili  quM 
tratti  di  campagna  9  ohe  in  altro  modo  sarebbero  condannati  a  resta* 
re  eternamente  paludosi  »  dovrà  procurarsi ,  che  nel  tempo  y  ohe  si 
anderanno  eseguendo  i  lavori  descritti  di  sopra  j  e  dopo  ancora  ter- 
minati 9  il  Reno  interrisca  i  mag^ori  fondi  delle  valli  di  Malalber- 
go»  col  qual  mezso  si  otterrà^  che  quando  saremo  in  grado  d*  inai* 
veare  anche  il  detta  torrente  »  ci  troverremo  aver  guadagnata  assai 
maggior  quantità  di  terreno  capace  di  coltura»  ohe  non  si  acquisto* 
rebbe  al  presente  colTeseousnone  del  progetto  d'  una  delle  due  linee 
superiori.  La- ragione  è  la  medesima  »  ohe  si  è  addotta  poco  fit,  par-» 
landò  delle  valli  inferiori  di  Marmorta  ,  e  di  Filo ,  cioè ,  perchè  nel» 
iè  valli  di  Malàlbergo  egualmente  »  o  più  ancora  ,  che  nelle  valli  in-* 
feriori  si  ritrovano  in  buon  numero  i  siti  di  suolo  marcio ,  o  fango-' 
so^  e  imbevuto  d^  acqua  a  tal  profondità, ,  che  non  lascia  luogo  a 
sperarne  la  bonificazione  senza  colmarlo,  e.  rialzarlo  con  terra  di 
miglior  qualità y  portata  d'altronde.  Quel  che  si  dice  del  Reno,  può 
applicarsi^  parimente  alla  Savena ,  la  q^uale  intanto  potrà  ancor  essa 
aver  Io  scarico  nelle  valli  della  P^ola ,  e  del  Tede ,  che  sono  situate 
fra  il  suo  alveo  ,  e  il  canal  naviglio  per  riempirne  «  e  rialzarne  colle 
deposizioni  ditte  torbide ,  i  ibnui  più  bassi  ^  Intanto^  gli  scoli  delle 
valli  predette  della  Pegola  ec»  sx  miglioreianno  con  protraerli  » 
fin  tanto ,  che  si  ritrovi  nel  Benedettino  un  punto  più  basso  di  quelIo,^ 
-dove  scaricano  al  presente  le  loro  acque  »  L' istesso  provvedimen-» 
to  potrà  avere  luogo  nelle  valli  di  Dugiiolo,  e  della  mrigella,  coo-^ 
ducendone  gli  scoli  y  cioè  il  Fiumicell^,  e  la  Zana  per  mezzo  d^  un 
canale  da  costruirsi  parallelo  al  Benedettino,  a  sboccare  nel  nuovo 
alveo ,  net  punto  segnata  ocdla  lettera  *  r  •  In  questo  modo  si  verrà  a 
provvedere  al  bisogno  de^li  interessati  nelle  valli  di  Dugliolo ,  e  del* 
la  Barìgella  ,  di  procui«ra  uno  socio  fUice  per  i  loro  terreni^  senza 
ehe  èia  perciò^  necessario  V  attraversare  coi»  una  botte  sotterranea 
Y  alvea  aellfldice,  oonfimoe  il  temperamento  proposta  nel  memoriale 
presentato  à  Y»  E»  nel  tempo  della  visita  r 

LXXfn»  Parmi ,  da  qminta  si  è  addotto  fin  qui  ,  provato  abbastaQ* 
za  ,  che  nel  progetto  scelta  per  il  regolamento  deUe  ^cqae  delle  tse 
Provincie  ,  coocorrona  in  fatti  tutte  le  qualità  richieste  al  numero 
Lue ,  cioè  la  probaBlitii  d:ell8  riuscita ,  la  sieur^zza  delle  can^gne 
leoltivate,  ed  m  piartieolar^  del  Polesine  di  S»  Giorgio,  la  b<mifioa-^ 
'mone  in  tutto,,  o  in  parte  dei  terreni  sommersi,  la  spesa  non  eooc'^ 
dante ,  almeno  paragonata  a  ^eUa,  ohe  ai  3lM)faiederebbe>  abbracciaBd^ 


«4^ 

al  Drogato  della  linea  ivperiove ,  6  U  aaa  difficile  eseoucione  •  La 
ditesa  del  Poleaioe  di  &.  Giorgio  dA  ogni  iaBuIto  d*  aoquo  forestiere  » 
«  stata  in  tutti  i  tempi  consideiata  dai  signori  Ferraresi  come  il  loro 
principale  interesse ,  onde  si  ha  motivo  di  credere ,  che  «Tenendo  I'  i«» 
•tesso  Polesine  assicurato,  con  liberarlo  dalla  vicànanza^  e  dal  peri- 
colo delle  piene  del  Prìmaro ,  con  essersi  inoltre  provvisto  iiUa  parte 
^del  territorio  Ferrarese ,  situata  alla  destra  del  Primaro  ,  eseataudoU 
;dall' inondazioni ^  alle  quali  di  presente, è  sottoposta,  non  vorranno 
\  signori  Ferraresi  opporsi  ali*  esecuzione  d^  un  progetto ,  del  -quale 
ottengono  tutti  quei  vantaggi,  che  ragionevolmente  ^potevano  spera- 
re .  L' istesso  si  dica  della  Reverenda  ^Camera ,  per  V  interesse ,  che 
"^  Ila  nella  conservazione  delle  valli  di  <jomaochio ,  riguardo  al  proveor 
4o  considerabile,  che  ^avia 'dall' i^])alto  della  pesca  «  La  città  di  Bo- 
logna non  dovrà  neppur  essa  mostrarsi  .avrersa  ad  un'.opera,  dalia 
quale  consegrusà  la  jiberaaione  dell^acque  d'  una  buona^  parie  del  suo 
«erritbrio  ,  la  quale  rimane  attualmente  aionuneiea ,  a  insieme  la  n« 
4!nrezza  delle  campagne  prossime  ad  infrigidire ,  con  arrestarsi  il  pio* 
grosso  delle  inomlazioni ,  e  procurarsi  maggior  felicità  agli  scoli .  £ 
•ebbene  è  vero ,  che  qualche  estensione  di  terreno  resterà  come  pri<» 
ma  esposta  aJlo -spadio  dei  torrenti,  tuttavìa  potrà  ancor  questa^  &• 
cendo  uso  del  metodo ,  ^  delle  ditigenae  accennate  di  sopra ,  ridursi 
col  tempo  a  perfetta  bonificazione*  Tutto  mò  si  ottiene  senza  pre* 
indizio  d' alcuno ,  e  senza  sottoporre  a  danno ,  o  pericolo  i  terreni 
coltivati ,  e  liberi  dalla  soggezione  d^'  acque  j>er  la  g^alità  del  aito« 
nel  quale  sono  collocati* 

LXXIV.  Resta  ,  che  si  lisponfla  con  l)reviià  alTobleaaoni  più  ap* 
fMrenti ,  die  potrebbero  venir  fatte  in  contrario  •  La  prima ,  e  prin- 
cipale sì  desume  ^la  qualità  deir  acque  del  Reno ,  le  quali  nelle 
«piene  sono  torbide ,  ed  in  ^conseguenza  non  {)ossono  .mancare  di  att« 
darsi  prolungando  V  alveo  in  mezzo  ag|l'  interrimenti ,  d'4»nde  ai  no- 
4^ogUe.,  ohe  col  progresso  del. tempo  si  conudnrranno  ad  entrare  nel 
Senedetrtino  inalveate  ,  e  il  nuovo  fiume  correrà  interamente  torbi- 
do ,  e  non  misto  di  aoque  torbide .,  e  chiare  ^  come  correrebbe  al 
presente.  Postb  ciò,  ritornano  in  «campo  ICiatesse  difficoltà  circa  Tìn- 
»eufficienza  della  caduta,  che  si  sono  afiacdate  «el  progetto  della  li- 
nea del  Primaro ,  la  quale  addirizzata ,  e  aUireinata  con  i  tagli  pro- 
j>osti  dal  sigt  Marescotti^  e  pochissimo  differente  in  lunghezza  aalla 
*Bostira«  Onde  •parerrebbe,,  che  a  questo  modo  il  progetto. del  nuovo  fiu- 
me si  'riducesse  ad  un  Timedio  puramente  provvisionale  • 

'L2LXV.  Più  <cose  possono  rispondersi  a  queste  discorso .  Primiera- 
mente J'  inalveamento  dcA  Reno  nella  valle  di  Malalbergo ,  e  i'  in- 
gresso 4lelle  torbide  nel  Benedettino ,  iion  seguiranno  certamente  in 
pochi  .annÌ4  e  nemmeno  tutti  in  una  volta»  Poeto  ciò|  a?remo  tempo 


34* 

a  bastanza  dt  godere  del  benefizio  ^  ohe  or  proearerà  il  nuòvo  fiume  ^ 
oon  dar  l' afito  all'  aoque  «tannanti  »  ed  intanto  d' osservare  V  effetto  ». 
che  prodnrranno  Id  torbide,  nel  ano  alveo,  se  lasceranno  cioè  il  fonda 
neUa  stessa  altezza  y  oppure.  Io  anderanno  successivamente  rialzando  •. 
Nel  primo  caso  si  poUsà  seguitare  il  lavoro  del  nuova  alveo  fino  alla 
Pa&filia  f  per  introdurre-  il  Beno  interamente  incassato  nel  nuovo  fiu-^ 
me  •  Né  faccia  specie  9  che  questo  caso  presentemente  si  ammetta  cck 
me  possibile^»  quasi  che  venehiamo.  perciò  a  contradire  a.  quanto  si 
e  afiermatQ  di  sopra»  trattando  delU  linea  del  Primaro  »  mentre  la 
verità  è  »  che  non  si  è  mai  desto ,  ohe  le  pendenze  assegnate  alla  li*^ 
Bea  del  Prìmaro  »  non  possono  essere  sufficienti ,  ma  solamente  »  che 
.  non  si  ha  certezza  »  se  lo  saranno»,  e  che  ia  tal  dubbio ,  non  mette 
conto  l' arrischiare  una.  operazione.^  la^  quale  non  riuscendo  »  potreb* 
be  cagionare  pericoU^  »  e  danni  grq^4l  ^^  Polesine  di  S..  Giorgio  »  e  al- 
le valli  di  Gomacchia.  Di  maniera  che  supposto  ancora»  che  con  e- 
seguire  il  nostra  progetto  si  otteogau  lo  stesso  >  che  si  otterrebbe  »  né 
più  né-  meno^  coli'  esecuzione  del  progetta  del  Primaro».  avremo  sem- 

Sre  dal  nostro  canta  la  sicurezza  dell'operazione»  e  questa  trattan* 
osi  di  un  affare  di  tanta  importanza»  non  è  da  valutarsi  per  picool 
v^otag^a.  Ma  quando  1'  esperienza  dimostri  »  ohe  le  pendenze  asso- 
guato  al  nuovo  alveo  »  introducendovi  le  acque  del  Reno  torbide,  non 
siano  sufficienti»  in  modo  però»  che  la  mancanza  della  caduta  non  rie« 
sca  eccessiva  »  -  ma  si  limiti  a  pochi  piedi ,  potrà  in.  tal  caso  procu** 
mrsi  di  guadagnare  la  caduta  mancante  coli'  abbreviamento  della  li- 
nea »  abbandonando  totalmente  il  Benedettino  »  e  conducendo ,  me- 
diante un  taglio  y  V  alveo  del  nuovo  fiume»,  ad  incontiuire  1'  alveo  del 
Reno  in  un  punto  superiore  »  come  ex.  gr.  »  alla  botta  Sampieri ,  e 
ragolandosi  nel  resto  ».  secondo  che  le  circostanze,  d'  allora  richieder 
ranno • 
LXXVL  Secondanaraente  »  dandosi  P  altro  caso  »  cioè   quando  1'  e- 

Serionza  dimostrasse  y  che  la  natura  delle  torbide  del  Reno  »  e  degU 
tri  torcenti  uniti  ».  richieda  molto,  maggior  caduta  di  quella»,  che  si 
e  assegnata  d*  nuova  fiume»  noa  sarebbe  veramente  buon  consiglio 
il  prolungarne  l' alveo  »  fino  ad  unirlo  coli'  alveo  del  Reno  »  ma  noa 
mancherebbero  però  provvedimenti  »  acquali  ricorrerò  per  ottenero 
la  conservazione  deU  alveo  del  nuovo  fiume»  libero  dagr  interrimeiv- 
ti  •  Tale  sarebbe  »  per  esempio  ».  quello  di  servirsi  delle  torbide  dei 
tocrenti  per  colmare  le  campagne  più  basse  »  introducenda  nel  nuovo 
fkmo  1'  acquo  già  chiarificate .  Un.  simil  metodo  è  stato  posto  in  ur 
so  da  eento  »  e  più'  anni  in  qjaa  ^  e  si  usa  tuttavia,  nel  tinme  della 
Chiana  »  il  quale  ancor  esso  manca  di*  caduta  »  correndo  per  una  ]>ia- 
siura  pochissimo  declive»,  di  modo»  che  i  torrenti  tributari  mettendo- 
vi tormdi  »  noa  potrebbera  ùxe  a  mena  d'  interrirlo  »  e.  rialzarne  il 


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844 

fondo ,  ed  in  conse^enasa  di  Cft|ionare  eenimne  inonlaaaoBt  ^  e  Ia  pèr- 
dita degli  ftcoti  dei  terreni  o^ltivati  •  ^er  mvian  a  qoeato  disordine» 
ai  cotinma  di  tenere  i  torrenti  confinati  qma»  e  }k  nei  recinti  del- 
le colmate  9  aenza  permetterli  lo  searioio  pd  comw  rertfiente,  prp- 
nia  d*  aver  deposta  U  terra ,  e  la  sabina  »  col  ^al  mea^ao  •  mq  sola^ 


fneute  si  ottiene  di  mantenere  il  canale  della  Gbtana  netto  #  e  prò* 
fondo ,  ma  si  sono  ancora  bonificati  Tasti  tratti  di  teireno  paludoso  9 
di  modo»  che  le  campagne  della  Chiana  una  irolta  infami  per  V  aria 
pestilente  9  e  perciò  deserte ,  e  incolte  ,  seno  ni  presente  diveniate 
salubri 9  fertili 9  e  popolate^  al  ][>ari  di  ^naJsÌYo^lia  altra  parte  4el«^ 
la  Toscana, 

LXXVII.  Terzo ,  qnando  il  progetto  issposto  delle   colmate  »  |>ef 
qualche  ragione  non  piacesse  »  p  non  fosse  più  Inogo  ad  eseguirlo  ,  e 
r  istesso  si  dica  del  taglio  per  aìMfbscere  la  caduta  del  nnoTO  fiume, 
ad  ogni  modo  resterà  sempre  per  ultimo  un  idtro  rimedio  reale  9  e  si- 
curo ,  cioè  il  far  capitale  delle  acque  perenni  del   Po  grande  9  derì« 
vandpne  119  ramo  vicino  alla  Stellata  »  e  conducendolo  ad  unirsi  col 
nuovo  fiume  ,  il  quale  9  allora   accresciuto  di  portata  aoquistwebbe 
forza  bastante  per  ispingere  al  mare  le  sue  torbide  senza  deporre  l'a- 
rena 9  e  la  terra  per  la  strada.  Questo  pensiero  non  può  dirsi  nuo» 
VO9  essendo  stato  proposto  circa  un  secolo  fa,  dal  famosissimo  astto^ 
jiomo  Gio.  Dopienioo  Cassini  9  e  riprodotto  un'  altra  volta  dal  signor 
Eustachio  Manfredi  di  senipre  chiara  memoria  nelle  conferenze  ftenu* 
te  per  gli  afiarì  del  Jleno,  ranno  i^aS.  nella  città  di  Faenza  ooU'  ap« 
provazione  dei  due  celebri  abati  Grandi  »  e  Galiani,  V  ano,  e  T  al- 
tro matematico  Pontificio  •  Vero  è  per  altro  9  che  si  trattava  ii  de«» 
rivare  1'  acqua  dal  Po  grande  nel  Volano  9  per  introdurvi  Buoeessiv«<' 
mente  il  ^eno  9  col  ^ual  progetto  9  oltre  al  condursi  V  acque  per  un 
cammino  pin  lungo  si  otteneva  solamente  il  rimedio  alle  ìnonoazioni 
dei  terreni  superiori  del  Bolognese ,  dove  col  nostro  si  conseguirebbe 
la  bonificazione  generale  di  tutte  tre  le  provincie .  Ag^ungo  9  che  il 
progetto  proposto  da  noi  toma  in  efietto   P istesso,  colla  propesÌBie* 
pe  antica  dei  signori  Ferraresi   promossa  con  tanto  studio ,  $xk  nel 
tempo  del  Pontefice  Clemente  Vili,  e  sussegnentemente  tentata  ,  ri<- 
spetto  al  Po  di  Ferrara,  benché  infruttuosamente,  d^  cbe  non  vi  sa- 
rebbe Inogo^  di  temere  al  presente ,  trattandosi  d*  un  causile  pvà  bre« 
ve ,  più  dirìtto ,  e  senza  comparazione  più  fecile  ad  escavarsi  » 

{jXXVni.  Quarto,  si  rifletta  (  e  questo  ^  un  punto,  il  qude  ine-» 
rita  somma  considerazione  )  che  quslnuque  ria  il  provvedimento,  ^e 
si  ^prenderà  per  ottenere  lo  scarico  delr  acque  *  del  Reno  ,  e  degÉl  •!-* 
tri  torrentì ,  la  linea  per.  condurli  al  mare ,  non  può  diversificarsi  da 
quella ,  che  abbiamo  proposta ,  almeno  per  il  tratto  da  S.  Alberto  al* 
U  Torre  dei  Cavalli ,  non  volendo  esporre  al  pericolo  il  Polesioa  ^' 


34$ 

San  Giorgio  9  1^  ▼alU  4i  Gomaoobio  9  •  le  campagne  coltivato  del  Bo* 
logneae  9  e  della  Aomagnola  •  Dall'  altra  parte  è  certo  p  che  seconda 
le  re|;ole  dell'arte  ,  trattandosi  4'  inalveare    nn  fiume,   il  lavoro  deo 
prtncipiarai  dallo  aboooo»  continuando  verso  le  parti  superiori^  finp 
ali*  origine  vera ,  o  equivalente  0  Io  consegnenza  il  lavoro,  ordinato  fi- 
no all'  Idice  9  non  è  altrimenti  nn  rimedio  provvisionale  9  ma  è  parto 
ossenzialissima  d'  un  rimedio  redo  9  e  non  solo  reale  »  ma  V  nnico  j 
che  possa  porsi  in  esecuzione  ^  aupposte  le  condizioni  accennate  «  Dì 
modo  «  ohe  quando  in  progresso  ai  tempo  9  per  supplire  al  difetto 
della  raduta^  ei  pensasse  o  ad  abbreviare  la  strada  dal  Beno  al  nuo- 
TO  fiume 5  o  a  derivaro  nn  corpo  d'acqua  dal  Po  grande  per  acero- 
ecere  al  nuovo  fiume  la  portata  »  o  la  forza  ^  1'  una  «  o  V  altra  operar 
fione  supporrà  sempre  necessariamente  eseguito   al  lavoro  da.  S.  Al- 
berto all'  Idice  9  e  piopriamente  potrà  dirsene  nna  continuazione  9  la 
quale  si  suggerisce   di  sospendere  a  fine  di  godere  del  benefizio  del 
tempo  9  ed  intanto   acquistare  nuovi  lumi  per  procedere  con  piede 
più  sicuro  in  affare  così  importante  « 

LXXIX»  La  seconda  obiezione  |»otrebbe  desumersi  dal  terreno^  pew 
il  quale  passa  la  nostra  linea  ^  e  il  quale  può  dubitarsi  ^  se   riuscirà 
da  per  tutto  di  ^alità  consistente  a  segno  di  esser  capace   d'  esca^ 
▼azione  9  e  di  sostenere  il  peso  dell'  arginature  •  A  ciò  si  risponde  , 
che  sebbene  si  è  oondotèa-  la  linea  del  nuovo  fiume  per  luoghi  dove 
non  pare  9  ohe  cada  questo  sospetto  »  nondimeno  in  tutti  i  casi  baste- 
rà 1'  alzare  qualche  coronella  intomo  i  siti  di  suolo  instabile  ^   a  val- 
IÌVO9  i  quali  per  altro  saranno  sempre  di  poca  ampiezza 9    lasciando, 
che  intanto  possano  ie  torbide  ricounarli  9  e  assodarli .   Nè^  dee   fare 
opeeie ,  che  1  terreni  compresi  dentro  le  coronelle  9  si  abbiano  a  te« 
iiere  lungamente  sott*  acqua  ^  senza  ricavarne  verun  profitto  9  essendo 
manifesto  9  che  supposti  gli  stessi  terreni  della  qualità  già   detta , 
tornerebbe  ad  ogni  modo  tutt'  uno  9  quando  1'  alveo  del  nuovo  fiume 
si  obbligasse  à  prendere  qnalunque  altro  cammino. 

LXXa.  Un'  altra  simile  difficoltà'  può  dedursi  dalla  situasdone  bassa 
delle  campagne  adiacenti  al  nuovo  nume,  la  quale  farebbe  si,  che 
rialzandosi  tanto ,  o  quanto  il  suo  fondo  9  sarebbe  molto  difficile , 
per  non  dire  impossìbile,  il  ritenere  ristrette  dentro  la  cassa  degli 
argini  l'  acque  delle  piene  ;  le  quali  perciò  traboccando ,  cagionereb^ 
boro  frequenti  innondazioni ,  ed  in  conseguenza  gli  stessi  danni  nò 
più  né  meno  alle  campagne  •  Per  risolvere  questa  difficoltà  diciamo  9 
che  dato  ancora  9  che  succeda  un  tale  accidente ,  il  pregiudizio  addotto 
non,  paò  aver  luogo ,  che  in  alcuni  tratti  dLpoca  estensione  fra  la  Gen« 
tonare  9  e  la  Quaderna  9  i  quali  non  sarebbe  né  lunga  9  né  difficile  im- 
presa il  colmare  colle  torbide  del  nuovo  fiume  9  fino  a  ridurli  in  grado, 
eke  V  istesso  fiume ,  anche  rialzato  di  fondo,  potesse  corrervi  incassato. 

44 


846 

LXXXI  •  La  quarta  obiezione  »  e  in  apparensa  la  più  forte  »  è ,  olici 
abbracciando  il  progetto  da  noi  proposto ,  non  si  rimedia  interamente 
a  tutte  le  inondazioni.  A  queaU  difficoltà  paò  servire  di  replica 
r  esame  fatto  superiormente  di  tutti  gli  altri  progetti ,  dai  quale , 
se  non  erro ,  resta  provato  abbastanza ,  che  non  vi  e  luogo  nelle  cir- 
costanze presenti  a  lusingarsi  d'  un  provvedimento  reale»  e  che  possa 
eseguirsi  tutto  ad  un  tratto  »  senza  fasciar  niente  da  pensare ,  e  ope^» 
rare  nell'avvenire»  volendo  procedere  con  quella  cautela,  che  ri« 
cerca  V  importanza  dell'  affare-,  e  la  sicurezza  di  ciascuna  delle  Pro- 
vincie interessate  .  Dall'  altra  parte  e  certo ,  che  eoli'  eseenzrone  del 
nodtro  progetto»  se  non  si  ottengono  tutti  i  vanUggi  immaginabili, 
si  ottiene  però  1'  asciugamento  per  la  massima  parte  delle  campagne 
situate  fra  la  Savena,  e  il  mare  per  la  lunghezza  di  SS.  miglia,  nel- 
lo stesso  modo  ,  che  si  conseguirebbe ,  eseguendo  il  progetto  della 
linea  superiore  ;  si  migliorano  di  condizione  1'  altre  poste  fra  la  Sa- 
Yena  ,  ed  il  Reno ,  alle  quali  si  procura  uno  scolo  più  felice ,  e  fi- 
nalmente resta  la  speranza  ben  fondata ,  die  anche  di  queste  ultime 
si  possa  ottenere  un  giorno  la  bonificazione  totale ,  seguitando  il  me- 
toao ,  che  sì  è  proposto  • 

LXXXII.  Un'altra  difficoltà  di  non  poco   momanj^o  può   esser  pro- 
mossa per  parte  degl'  interessati  nelle  valli  di  Malalbergo ,  e  della  Pe- 
gola ,  a  motivo ,  che  ricavando    essi   presentemente   qualche  profitto 
dalle  valli  menzionate  colla  pesca ,  il  quale  probabilmente  dovrà  per* 
dersi  in  tutto  ,  o  in  parte ,    mentre    ohe   dureranno   le  colmate  non 
vorranno  a  verun  patto  restarne  privi  ,  durante  il  tempo  accennato  • 
Ma  si  risponde  in  primo  luogo,  che  il  profitto  della  pesca  si  perde- 
rà né  più  né  meno ,  mettendosi  in  esecuzione  il  progetto  d'  una  del- 
le due  lìnee  superiori  ,  giacché  la  maggior  parte  delle   valli  menzio- 
nate ,  a  causa  della  bassezza,  e  mala  qualità  dei  loro  fondi,  non. sa- 
rebbe capace  di  coltura ,  e  mancandole  1'  afflusso  delle  acque  peren- 
ni del  Reno,  e  della  Savena,  dovrebbe    necessariamente  ridursi  alla 
condizione  di  pantano ,  e  in  conseguenza  non  atta   all'  uso  della  pe- 
sca •  In  secondo  luogo ,  la  perdita  dell'  utile  della  pesca  verrà  ricom* 
pensata   abbondantemente    dall'  acquisto   di    gran  quantità  d'  ottimo 
terreno ,  capace  di  ricevere  qualunque    cultura ,  quando   ai  eseguisca 
la  colmata  delle  valli  colle  torbide  dei  torrenti   superiori ,  nel  modo 
ohe  si  ò  detto .  Ma  perché  la  natura  della  maggior  parte  degli  nomi- 
ni é  di   riguardare  precisamente   il  presente,  e  perciò  pochi  ri  ritro« 
vano ,  che  consentano  a  privarsi  d'  un  profitto  attuale  ,  ancora  medio- 
cre, in  vista   di   un   utile  futuro  benché   molto  più  rilevante,  per 
fuggire   le    difficoltà  ,  e  non   esporsi  al  rìschio,  che  per   l' ii 


privato  resti  frastornata  1'  esecuzione  d' un'  opera  di   tanto  vantaggio 
per  il  pubblico,  si   potrebbe  proporre  1'  acquisto  di  tatto ^  o  pari^ 


«4? 

Adlla  Avié  Talli /flcoetiiiife  9  da  fiirsi  a  tpeae  oomnni  del  rimfloeDto 
degli  ìntereMiti ,  ai  quali  debbono  restare  in  proprietà  tutti  i  terre- 
ni 9  che  si  bonificheranno  per  reple^ìoae  »  impresa  che  forse  richiede- 
rà qaalohe  lunghezza  di  tempo  »  ma  certamente  non  potrà  mancare 
d*  apportare  notabilissimo  profitto  • 

LXXXin.  Restano  in  ultimo  luogo  le  difficoltà  esposte  diffusamen- 
te dagl'  interessati  della  Romagnola ,  e  della  Romagna  ,  le  quali  si  ri- 
ducono in  sostanza  a  due.  La  prima  è  il  timore  delle  inondazioni  , 
a  che  rialzandosi  il  fondo  del  nuovo  fiume ,  restino  perduti  ,  o  al- 
meno difficoltati  gli  scoli  delle  loro  campagne.  La  seconda  si  riduce 
aldxibbio»  che  le  torbide  dei  torrenti  introdotti  nel  nuovo  fium» 
scaricandosi  in  mare ,  interriscano  i  porti^  in  ispecie  quello  del  Piro- 
tolo,  al  quale  la  tbce  del  Primaro  resta  sopravento  in  distanza  di  6* 
miglia  in  circa. 

LXXXIV.  Quanto  al  primo  capo  si  risponde ,  che  le  misure  asse- 
gnate alla  larghezza  dell  alveo  »  e  alla  grossezza  ,  ed  altezza  delle  ar- 
ginature del  nuovo  fiume  non  sono  cosi  scarse,  che  ragionevolmente 
si  abbiano  a  temere  le  rotte  >  e  che  quando  pure  per  disgrazia  ne 
89gi}a  alcuna 9  la  situazione  del  terreno,  per  il  quale  si  è  condotta  la 
nostra  linea,  farà  che  riesca,  come  si  e  detto,  di  poco  danno,  e  fa- 
cile a  ripigliarsi  •  Per  ciò  che  appartiene  agli  scoli  ,  supposto  che  il 
fondo  del  nuovo  si  rialzi  più  d  uno ,  o  due  piedi ,  vi  avranno  sem- 
pre felice  V  ingresso ,  e  quando  ancora  si  rialzi  da  vantaggio ,  non 
mancherà  tempo  ,  e  modo  di  provvedervi ,  conducendoli  a  sboccare 
nello  stesso  alveo  inferiormente  nel  punto  più  adattato.  Se  all'inco- 
modo ,  e  alla  spesa ,  che  può  cagionare  la  protrazione  d'  uno ,  o  due 
scoli ,  e  il  riattamento  di  qualche  pezzo  d'  arginatura  ,  contrappor- 
ranno i  signori  Romagnoli  il  vantaggio  grande  di  liberarsi  per  sem- 
pre dalle  continue  inondazioni  del  Primaro  ,  e  della  bonificazione  di 
spazio  così  vasto  di  terreno ,  al  quale  potranno  procurare  Io  scolo 
nell'alveo  abbandonato  del  Primaro,  e  di  quivi,  mediante  una,  o  pia 
chiaviche  ,  nelle  valli  di  Gomacchio,  credo  che  dovranno  rimaner 
persuasi  di  non  aver  ragione  di  opporsi  all'  esecuzione  d'  un  proget- 
to ,  il  quale  »  in  vece  dì  danno ,  apporterebbe  loro  un  evidente  be- 
nefizio • 

LXXXV.  Quanto  al  perìcolo  dell'  interrimento  del  Pirotolo,  a  can- 
ta delle  torbide  dei  torrenti  superiori  ,  le  quali ,  eseguendosi  qualsi* 
Teglia  dei  progetti  proposti ,  dovranno  finalmente  una  volta  scarìcar- 
ai  in  mare ,  convien  riflettere  9  che  la  distanza  di  6.  miglia  dalla  fo- 
ce del  Primaro  al  Pirotolo  è  troppo  grande,  perchè  possano  gianger- 
tì  1'  arena ,  e  la  terra  condotta  dalle  piene  ,  unto  più  se  la  for- 
za del  fiume  per  ispingere  le  torbide  in  alto  mare ,  verrà  ad  accre- 
scerli ^  crescendo  il   corpo   d'  acqua   nel  Primaro ,   come  seguirebbe 


»4«>  

timettendoni  il  LatnoQe»  secondo  il  «entimeoto  nniformo^  dcS  niftfé^ 
natici  Autori  dei  progetti  delle  tre  linee ,  al  qaale  io  pur  volontìer 
mi  sottoscrivo .  Vero  è  che  per  sostenere  U  possibilità  del  trasporto 
deir  arene  della  foce  del  Prìmaro  al  Pirptoio ,  si  allega  T  autorità 
del  celebre  Montanari  nel  suo  discorso  sopra  la  corrente  del  mar» 
Adriatico  9  ma  salvo  il  rispetto  dovuto  alla  memoria  di  qnell'  uomo 
insigne»  non  so  intendere»  come  T effètto  attribuito  dal  Montanari 
alla  corrente  menzionata  di  accumulare  le  sabbie  in  vicinanza  dello 
bocche  dei  fiumi  »  e  dei  porti ,  si  accordi  colle  tegffi  ordinarie  della 
meccanica  »   La  velocità  della   corrente  lungo  i  Udi  deir  Adriatico , 


tentiamoci  di  6..  miglia  sole  »  conseguentemeute  le  forze  deli^  acqua 
in  ambedue  i  casi  staranno  fra  loro,  come  aSo^-  &d  i.  la  quantità 
della  terra  incorporata  coir  acqua  dello  piene  del  Reno  1  la  suppor» 
rò  una  sedicesima  parte  >  benché  in  realtà  non  vi  giunga  a  gran  pezf» 
so  »  e  supponendo  inoltre ,  come  mi  pare  di  poter  dedurre,  da  più  ri- 
scontri f.  che  le  quantità  della  materia  omogenea  «  incorporata  in  qoaìt-- 
tità  eguali  d^  acqua  mosse  con  diverse  velocità ,  stiano  fra  loro  loo» 
me  le  forze  dell  acqua  »  la  quantità  delta  terra  incorporata  neir  ac- 
qua mossa  colla  velocità  della  corrente  dell*  Adriatico  non  sarà  pia 
^'  l6  ^67  parte  ^  cioè  a  ragione  di  meno  d'  |  di  grano  per  libbra  »  ohe 
i  quanto  dire  y  che  T  aequa  sarà   chiara   affatto  f  ciacche  molte  b 


sono 


le  accrae  chiare  di  pozzo  »  e  di  fonte  p  le  squali  svaporate  »  fasciano 

})iù  d^  I  di  grano  per  libbra  di  sedimeMo»  È  dunque  manifesto ,  che 
a  terra  fuorché  finissima  »  e  in  quantità  impercettibile ,  e  a  più  for» 
'  te  ragione  »  l' arene  non  possono  essere    trasportate  ^  nà  accumulato 
dal  moto  radente  dell*  Adriatico  »  Quanto  ai  vasti  ammassi  d*  arena  , 
éhe  si  formano  appresso  le  bocche  dei  ficraii  y.  e  dei  porti  ^  sono  d^  o«» 
pinione,^  che  la  causa  debba  attribuirsene  piuttosto  ad  alcuni  venti 


o  altro  simile^  le  obblighi  a  fermarsi»  Che  il  "fatto  segua  veramente 
così ,  ne  porge  indizio  evidente ,  V  osservazione  del  Pirotolo  stesso  r 
ael  quale  la  passonata  più  estesa  per  trattenere  V  ingresso  dell*  arena 
nel  canale,  che  serve  di  porto,  è  la  destra ,  la  quale  dalla  parte  e- 
sterna  resta  sepolta  in  banehi  ampissimi  di  sabina  portatavi  dalle  tem-^ 
pcHte  eccitate  dal  vento  scirocco  »  al  quale  principalmente  è  sottopo-^ 
sto  r  Adriatico ,  dove  ali*  incontro  la  passonata  sinistra  è  assai  più  cer- 
la,  e  meno  inoltrata  nel  mare.  Invano  dunque  si  accusano  le  areno 
iondoite  dal  Prinwro^  quando  T  ispezione  oculare  mostra^  che  il  diasno 


degli  hifenfiinenti  ba  oAgme  dalla  parte  opposla .  B  w  sfotta  rèpHoa>' 
io  9  ohe  le  arene  dei  torrenti  saperiori  soarioate  dal  Primaro  ^  depo» 
nbndosi  -poca  lungi  dalla  fooe  »  possano  però  esser  eomoiosse ,  e  sol* 
levate  dalle  tempeste  ,  e  snsseguentemente  trasportate  nel  Pirotolo  r 
direi  cbe  ia  tanti  secoli  p  nei  quali  il  Prìmaro  è  corso  torbido  in  ma« 
T^f  ba  senza  dnlMo  condotta  tanta  quantità  d' arena  y  e   terra ,  cbe 

{ino.  bastare  ad  interrire  il  Pirotolo  y  e  gli  altri  porti ,  ^ncfae  senza 
-aiuto  di  quella ,  che  condurrà  dopo  V  ìnalveazione  del  Reno  »  e  de- 
^  altri  torrenti ,  e  che^non  temendosi  il  pregiudizio  della  prima  , 
non  occorre  mettersi  in  pena  nò  anche  dell*  altra  •  Aggiungo  di  piv( 
che  se  i  aignori  Romagnoli  non  credono ,  che  il  Pirotolo  p<issa  rice«' 
▼er  danno  dal  Lamone  fiume  torbidissimo ,  e  distante  colla  sua  foce 
dal  Pirotolo^  sole  4*  miglia  sopravvento  »  molta  meno  è  credibile  ^  cbe 
possa  riceverlo  allora  che  il  Lamone  sarà  distante  la  metà ,  e  avrà  le 
tue  acque  mescolate  colPacqiie  assai  men  torbide  del  Primaro .  Tut-r 
te  questa  sia  detto  per  abbondare  f  mentre  è  manifesto ,  che  quando 
aDcora  il  timore  mostrato  dai  signori  Romagnoli  della  perdita  del  Pi- 
sotolo  fesse  ben  fondato,  tuttavia  resterebbe  loro* la  facoltà  di  va- 
lersi della  foce  antica  dei  fiumi  Ronco»  e  Montane»  riducendole  a 
porto  nel  modo  proposto  dai  due  chiarissimi  idrometri  Manfredi ,  e 
Zendrini»  nella  loro  relazione  stampata  intorno  la  diversione  dei  due 
fiumi  menzionati  » 

LXXXVL  Finalmente  per  confermare ,  e  stabilire  maggiormente  il 
mio  pensiero  circa  il  progetto  da  abbraociarsi  nelle  presenti  circostan-- 
se  per  il  regolamento  delP  acque  del  Reno  »  e  degli  altri  torrenti  mi 
Talora  dell'  autorità  dello'  sorittore  il  più  classico»  e  per  comune  sen- 
tenza dei  dotti  y  riputato  cnrmai  maestro  il  più  accreditato  d' idrome* 
tria»  cioè  del  tanto  celebre  Dottor  Domenico  Cuglielmini .  Questi 
venendo  consultato  nei  suoi  ultimi  tempi»  cioè  l'anao  1709»  dai  si^ 
gnor!  assunti  d^^acque  di  Bologna  sopra  il  modo  di  dar  esito  alle  ac- 
que del  Reno  »  supposto  che  non  fosse  permesso  di  scaricale  nel  Po 
grande  »  rispose  con  una  sua  scrittura  »  della  quale  conservo  la  co« 
pia ,.  d^  esser  di  parere»  che  dovessero  scaricarsi  nel  Pi-imaro»  condu- 
cendovi  nello  stesso  tempo  a  sboccare  immediatamente  il  resto  dei 
torrenti  del  Bolognese y  e  della  Romagna»  con  cbe  però  1' inalveazio*. 
ne  si  principiasse  dalP  ultimo  influente  vicino  alla  foce»  introdotto  il 
qnale  sì  osservasse  diligentemente  T  efletto»  che  ne  seguirebbe»  il 
qnale  quando  fosse  riuscito  felice»  si  poteva  tirare  innanzi  ad  inai* 
▼eare  in  simil  modo  il  penultimo  »  e  cosi  andar  passo  passo  seguitan- 
^  fino  aL  primo  ^  confessando  ingenuamente  di  non  sapere  il  meto-^ 
do  di  deterilìinare  le  pendènze  »  larghezze  »  e  profondità  di  un  alveo 
comune  a  più' fiumi  torbidi  da  unirsi  insieme»  senza  il  soccorso  del- 
l' esperienza  •  Dietro  V  esempio  d^  uomo  si  grande ,  della  dottrina  del 


"A 


SSo 

quale  in  questa  parte  della  aoieiusa  del  moto  dalP  aòqne  »  mi  vntémé 
Toneratore  9  e  ae£iiace ,  ho  procarato  di  re^^olarmi  ancor  io  nell'  idea* 
re  il  progetto  detoritto  in  questi  fogli ,  proponendo  d'  inalveare 
prima  1  torrenti  inferiori ,  .e  d^  osservare  V  enetto  9  cbe  produrrà  V  n» 
nione  dei  medesimi  coli'  acque  del  Reno  al  presente  chiare  ,  ma  che 
in  progresso  si  anderanno  intorbidando»  avanti  di  passare  ad  ulterio* 
ri  operazioni  •  Né  osta  »  che  la  linea  del  nostro  progetto  non  coincida 
con  quella  del  Prìmaro  »  nò  che  i  torrenti  inferiori  fino  all'  Idice  in- 
clusi vamente  s'introducano  nell'alveo  del  nuovo  fiume  tutti  ad  ona 
volta  f  e  non  ad  uno  ad  uno  »  come   voleva  il  Ouglielmini  ,   mentre 

Suanto  al  primo  si  è  prescelta  la  nostra  linea  »  per  esser  più  breve 
i  quella  del  Primaro ,  riconosciuto  c^e  ultime  »  e  più  diligenti  os* 
servazioni  troppo  lungo,  e  tortuoso,  e  per  accostare  l'alveo  dà  nuovo, 
fiume    ai   torrenti  di  Marmorta,  i  quali   difficilmente  si  sarebbero 


condotti  a  sboccarvi  in  altro  modo  ,  e  quanto  al  secondo  abbiamo  se- 
guito 1'  esemplare  del  canal  Bianco ,  il  quale  se  lesse  stato  cognito  e- 
fattamente  nei  tempi  del  Guglielmini,  come  lo  è  al  presente  dopo  la 
visita  Rinucciniy  è  molto  credibile,  che  il  Guglielmini  non  avrebbe 
lasciato  di  servirsene  anch'  esso  per  guida  in  simile  operazione  • 

LXXXVIL  Questo  è  quanto  nell'  affare  importantissmio ,  che  sì  ha 
fra  mano  ,  ho  creduto  dopo  matura   considerazione   di  dover  rappre- 
sentare  all'  E.  V. ,  alla  quale  finalmente  rassegnando  il  mio  riverea« 
tissimo  ossequio,  bacio  la  Sagra  Veste,  e  mi  dico 
Di  Vostra  Eminenza 

Roma  i.  Febbraio  Z76$« 


UmiUtt.  D^otis9.  Ohbligatiss.  ServUorm . 
Topimaso  Perellì. 


X 


Ut 


P  A  R  E  R  E 

DI    DUE    MATEMATICI 

SOPRA  DIVERSI  PROGETTI 

Intorno   al  regolamento  dell*  acque  delle  tre  provincie  di  Bologna  i 
Ferrara  f  e  Bomagna ,  presentato  ali*  Emo  ^  e  Revmo  sig.  Cardinale^ 

Pietro  Paolo  Conti  Visitatore  Apostolico» 


ATendooi  onorati  Vostra  Eminenza  di  richiedere  il  nostro  »  ben- 
ohe  debole ,  sentimento  sopra  i  diversi  progetti  per  il  regolamento 
delle  acque  delle  tre  suddette  provinole  ;  per  ubbidire  alli  veneratisi 
timi  comandi  col  miglior  modo  a  noi  possibile ,  abbiamo  stimato  con- 
▼enevole  il  dividere  le  nostre  riflessioni  in  tre  parti ,  e  anche  il  di- 
stinguerle con  numeri  per  evitare  1'  oscurità ,  e  la  confusione  dello 
materie  • 

Nella  prima  parte  si  proyerà  la  necessità  di  qualche  rimedio,  o  ri- 
paro ,  qualunque  egli  sia  •  Nella  seconda  si  esporranno  i  principali 
progetti.  Nella  terza  finalmente  si  ricercherà ,  e  si  sceglierà  tra  i 
progetti  proposti  quello ,  che  si  crederà  meritare  la  preferenza  •  Sti- 
miamo superfluo  dichiarare ,  come  si  suol  fare ,  il  nostro  animo  alie« 
no  da  qualunque  parzialità ,  o  vile  interesse  »  credendo  noi  avere  da- 
te sufficienti  prove  delle  qualità  opposte  ;  e  desideriamo  di  poter 
dare  uguali  contrassegni  della  nostra  perizia  nella  proposta  materia  ^ 
e  del  nostro  zelo  nell'  ubbidire  a  obi  ci  comanda . 

L  I.  Nella  presente  oausa  delle  acque  i  danni  da  considerarsi  es- 
sendo T^ativi  alle  tre  provincie  di  Bologna ,  di  Ferrara ,  e  della  Ro- 
magna y  è  necessario  il  disaminare  i  pregiudizi  »  ^^^  patisce ,  o  può 
patire  ognuna  delle  tre  provincie ,  per  conchìuderoe  dipoi  la  necessi- 
tà,  e  la  scelta  di  qualche  rimedio  •  In  quanto  alla  provincia  di  Bolo- 
gna,  le  acque  torbide  de^  torrenti  spandendosi  »  e  ristagnandosi  nelle 
campagne 9  alzano  i  fondi  colle  deposizioni,  le  quali  accumulandosi , 
massimamente  in  tempo  delle  piene  ,  fanno  ostacolo  agli  scoli  »  e  cre- 
scendo viepiù  gì'  impedimenti ,  )e  acque  arrivano  fino  alle  campagna 
soperiori.  Onde  per  impedire  il  progresso  del  mare  è  necessario  di 
munire  gli  alvei  di  robuste ,  e  alte  arginature ,  con  pericolo  perpetuo 
di  rotte  yv  le  quali  minacciano  il  paese  intero  di  violenti  »  e  frequea- 
tiasìme  inondazioni  ^   affatto  inevitabili ,  se  non  potessero  ripararci 


*5t 

colia  prontezza  neceataria  le  dette  rotte  ;  il  che  «arebbe  da  temerti 
per  la  precipitosa  cadata  delle  acqae  in  tanta  altezza.  Si  deve  otser- 
vare  »  cne  per  campagoe  snperiorì  non  intendiamo  i  terreni  più  alti , 
il  aito  felice  de*  quali  li  libera  affatto  dal  perìcolo  delle  inondazio- 
ni •  Ma  bencbè  alcune  campagne ,  per  il  ▼antaggio  della  loro  aitaazio« 
ne  9  non  siano  soggette  a  questo  pericolo,  nnliadimeno  sono  degne 
deir  attenzione  del  SoTrano  9  e  implorano  la  sua  clemenza  tante,  altre 
campagne  più  basse ,  o  meno  alte ,  ridotte  in  nno  stato  deplorabile , 
e  cangiate  in  laghi .  Non  dee  certamente  prevalere  un  timore  senza 
fondamento  alcuno^  o  un  leggiero  danno  ,  aofferto  àa  qualche  parti- 
colare p  ed  una  ruina  quasi  totale  di  vastissime  campagne  »  alla  deso- 
lazione di  numerosissime  famiglie  »  e  alla  distruzione  dell'  agricoltu- 
ra •  Di  questi  perniciosissimi  effetti  fitnno  fede  le  campagne  inferìo- 
ri,  e  meno  alte  del  Bolognese,  i  vasti  terreni  abbondanti,  e  rimasti 
$0Bm  coltwa  f  e  popolazione  ;  ne  dimostrano  finalmente  le  funeste 
eonsegnenze  i  danni  acéresciu'^  in  tempi  di  gran  piogge,  e  di  piene  « 
Non  ci  crediamo  obbligati  di  confermare  con  altre  prove  questi  fu* 
nestissimi  effetti,  i  quali  se  veiiissero  messi  in  dubbio,  potrebbero 
comprovarci  coli'  ispezione  del  male ,  con  gli  atti  delle  visite  fatte  in 
diversi  tempi ,  ne*  quali  si  può  osservare  il  progresso  de*  danni  ;  fi«« 
nalmente  colle  scritture  dei  signori  interessati ,  e  con  una  prova  co- 
mune a  tutti ,  cioè  colle  spese  enormi ,  alle  quali  è  stata  soggetta  la 
provincia  per  liberarsi  dal  male  presente ,  e  preservarsi  dal  futuro  « 
Queste  poche  prove ,  mn,  pur  troppo  convincenti ,  ci  paiono  csiere 
Bufficienti  in  un  parere  ,  nel  qual  ci  propouiamo  di  esser  brevi  t.  senza 
essere  oscuri,  o  mancanti  in  cose  necessarie. 

A.  Si  rende  molto  più  manifesta  la  necessità  d^un  riparo  nella 
provincia  di  Ferrara .  Il  danno  principale ,  al  quale  si  trova  soggetta 
la  detta  provìncia,  consiste  particolarmente'  nelle  piene  del  Primaro, 
il  quale  rimane  gonfio  aleune  volte  per  lo  spazio  di  ao«  .0  So.  gioD* 
ni ,  minacciando  gli  argini  appena  di  qualche  oncia  superiore  air  ac* 
que ,  esponendo  a  un  pressantissimo ,  e  sommo  pericolo  il  Poleaine  dì 
6.  Giorgio,  cioò  alla  sommemone  di  questa  importantissima  patte 
del  Ferrarese ,  la  quale  somministra  alla  città  di  Ferrara ,  e  stila  prò* 
vincia  il  principale  sostentamento  #  Anderii  aumentandosi  il  pericolo 
d^anno  in  anno  per  il  restringimento  delle  valli;  non  il  aolo  Polesi- 
ne^ ma  anche  le  valli  di  Gomaochio  si  ridurrebbero  all'infelice  stata 
d*  estere  i  recipienti  delle  acque  •  Finalmente  la  navigazione  del  Po , 

!;ià  non  poco  aanneggifeta ,  si  renderebbe  affatto  impraticabile  ,^  e  dal'» 
a  corrosione,  e  deposizione  delle  materie. seguirebne  Pinterrimenta 
dell'  alveo .  In  conseguenza  aarebbe  perduto  affitto  il  oommeroio  per 
^cqua  fra  la  Rontaffiia ,  e  Ferrara .  In  fatti ,  che  le  valli  si  rìatringa- 
Ào  è  evidente  >  pQichò  U  torrenti  mediante  la  deposizione  dell' acque 


353 

torbide  5  rialzano  il  terreno ,   e   ne  Iianno  anche    bonificate   alcune 

{>arti.  Onde  si  rende  niaaifeato,  che  il  ristringìmeoto  di  qaeste  vai- 
1 9  le  acque  che  le  vanno  riempiendo  nel  tempo  delle  piene  ^  de- 
vono necessariamente  cagionare  dei  disviamenti  nel  corso  del  Prima- 
ro ,  e  interrirne  P  alveo  •  Ài  saddetti  pericoli  dev^  aggiungersi  un 
altro,  al  quale  è  esposto  il  Polesine  di  S.  Giorgio,  ed  è  il  danno, 
che  riceve  dalle  sorgive,  le  quali  particolarmente  in  tempo  dall'e- 
screscenze del  Primaro ,  si  fanno  strada  attraverso  agli  argini ,  scor- 
rono alla  base  della  scarpa  esteriore  ,  massimamente  nello  spazio  com- 
preso tra  Marrara,  e  il  Morgone.  Queste  sorgive,  per  la  copia  del- 
l' acque  ,  che  vanno  somministrando  ,  riempiranno  gli  scoli  principa- 
li, verrà  impedito  lo  scolo  delle  acque  del  Polesine  di  S.  Giorgio, 
ed  ivi  stagnando  resteranno  incapaci  di  coltivazione  molte,  campagne 
fertilissime  .  Non  si  deve  far  poco  conto  d'  no  altro  pregiudizio ,  al 
quale  è  soggetta  una  parte  considerabile  del  Ferrarese  situata  alla  de- 
stra del  Primaro ,  la  quale  rimane  esposta  ai  torrenti  di  Marmorta  , 
e  alle  piene  del  Primaro  ,  senza  speranza  alcuna  nel  presente  stato 
delle  cose  di  ricavare  qualche  vantaggio  da  queste  campagne ,  capa- 
ci in  gran  parte  di  ottima  coltura. 

3.  Quanto   alla  Romagna  i  danni ,  che  ella  soffre ,  consiiitono  prtn* 
cipalmente    nelle  inondazioni  delle  campagne  tra  il   Primaro ,  il  San- 
terno  ,  e  il  Zaoiolo.    Sono   cagionate    queste   inondazioni  dalle  pieno 
del  Primaro,  il  quale  in  una  gran  parte  del  suo  corso  a  destra  è  di- 
aarginato  ,    e    conseguentemente    permette  lo.  sfogo  alle   acque  nelle 
campagne  •  Si  potrebbero    impedire ,  o  almeno   diminuire  le   dette  i^ 
nonaazioni  col  mezzo  degli  argini  ;  ma  il  rimedio    generalmente  con- 
siderato sarebbe  peggiore  del  male  i  poiché  in  questo  caso  il  Primaro 
spanderebbe  le  sue  acque  nelle  campagne   dirimpetto  al    Polesine  di 
S.  Giorgio  •  Al  medesimo  pregiudìzio   sono    espc^ste    le   campagne  tra 
il  Santerno  ,  e  S.  Alberto  ,  nel  qual   tratto   di   terreno   la   parte  del 
Primaro  a  destra  è  quasi  tutta    disarginata  •    Onde    le  piene  sormon- 
tando ,  colmano   le   valli   dì  Marmorta  ,   d'Argenta,    ed  altre  situate 
nel  territorio  della  Romagna  ,  cioè  di  Filo  ^  Longastrino ,  e  della  Ve* 
la  •  Finalmente  riempiendosi  queste  valli  colle  deposizioni  delle  acque 
torbide  dei  torrenti    Sillaro,    Quaderna  ,   Santerno   ec. ,  le   piene  di- 
quei  torrenti,  e  degli  scoli,   non    trovando    spazio   sufficiente,  sono 
obbligate  di  spandersi  nelle  campagne.  La  funestissima  serie  di  que^ 
ati  danni  accennati  è  confermata  dagli  atti  delle  visite,  e   dalla  sup^ 
plica  presentata  all'  Eminenza  Vostra,  nella  quale  i  signori  interessa^ 
ti  dèlia  Romagna  deplorano  la  perdita  di  molte   loro   campagne,   e  I0 
continue  spese  necessarie  per  diminuire  il  male.  Da  queste  poche ;rx« 
flessioni  è  facile  il  concbiudere  quanto  sarebbe  contrario  al  bene  co« 

mone  delle  tre  Provincie ,  e  anco  al  privato  interesse  della  Romagna 

45 


S54  i 

il  rigettare  qnalaaqne  progetto.  E  realmente  gli  autori  della  saddef* 
ta  sup^Jioa  non  escludono  qualunque  lìnea ,  ma  solamente  quelle, 
nelle  quali  si  conducessero  le  acque  della  Sammoggia  ,  Reno^  e  altri 
torrenti  -verso  la  Romagna .  E  manifesto ,  che  la  Romagna  non  può 
ricusare  generalmentt»  ogni  progetto  »  se  non  ai  porranno  alla  destra 
del  Prìmaro  aufficienti  arginature  capaci  d*  impedire  V  espansione 
della  acque  nelle  campagne  •  Ma  abbiamo  già  accennato  il  pericolo 
di  un  tal  rimedio  • 

Benché  nelle  prove  già  addotte  della  necessità  di  qualche  rimedio^ 
abbiamo  fatta  espressa  menzione  delle  sole  campagne  ,  è  chiaro  nul- 
ladimeno,  che  in  questa  necessità  siano  anche  comprese  le  città  di 
fiologna,  Ferrara  ,  e'  Ravenna.  Imperocché  la  necessità  di  un  riparo 
non  deve  ristringersi  ai  terreni  vicini,  e  al  solo  pericolo  prossimo 
delle  città;  ma  anche  si  stende  al  pericolo  rìmoto,  cioè  alla  perdita 
di  vasti,  e  fruttiferi  terreni  più  lontani.  L'interesse  d* una  città  non 
è  limitato  nelle  mura ,  a  nei  terreni  adiacenti ,  contiene  ancora  le 
possessioni  più  distanti ,  che  somministrano  il  mantenimento  agli  a- 
sitanti,  e  accrescono  la  ricchezza  dei  medesimi.  Ma  nel  caso  preseU'^ 
te,  per  non  parlare  della  città  di  Ferrara,  la  quale  essa  medesima 
in  tempo  di  piene  soggiace  ad  un  perìcolo  imminente  d' inondazione, 
ci  ristringeremo  a  dire  qualche  cosa  delle  campagne  Ravegoant,  e 
della  città  stessa  di  Ravenna  •  È  certissimo  ,  che  esigono  qualche  sta- 
bile riparo  le  dette  campagne  pregiudicate  dalle  espansioni  del  Prì- 
jnaro,  o  dal  rigurgito  degli  scoli.  Le  terre  Ravegnane  vicine  al  Prì- 
maro vie  più  si  vanno  perdendo  per  la  caduta,  che  va  mancando  a- 
gli  scoli  nelle  valli ,  e  con  esse  terre  si  perderanno  ancora  molte  val- 
li della  Romagna ,  e  della  stessa  campagna  di  Ravenna  •  Finalmente 
li  torrenti  delle  montagne  ,  che  entrano  nelle  valli  ,  o  nel  Primaro 
cagionano  molti  danni,  i  quali  non  potranno  essere  cosuntemente 
riparati ,  che  coIP  abbassare  gli  alvei  notabilmente  di  fendo  •  Ora  que* 
sto  abbassamento  nel  Lamone  è  necessario,  non  solamente  per  ia 
campagna  ,  ma  anche  per  la  città  di  Ravenna ,  la  quale  in  tempo  dèU 
V  escrescenze  viene  minacciata  da  quell'  alto  fiume  ;  e  da  tanto  pe-^ 
ricolo  non  può  liberarsi  la  detta  città  senza  grandissime  ,  e  frequen- 
ti spese.  Nò  può  distruggere  la  necessità  di  qualche  rimedio  la  per- 
dila di  alcuni  terreni  fertili,  ai  quali  potrebl^  pregiudicare  1'  esecu* 
sione  d'  un  progetto.  Il  vantaggio  della  città  non  dipende  da  pochi 
terreni,  che  hanno  una  breve  estensione,  principalmente  in  larghez- 
uà.  Se  una  tal  ragione  prevalesse,  non  potrebbe  mai  darsi  esecuzio- 
ne ad  alcun  progetto  idraulico,  né  anche  a  molti  altri  pubblici  prov- 
vc^liraenti ,  quali  sono  le  pubbliche  strade,  e  simili  lavori  apparte- 
nenti al  bene  comune;  le  quali  conseguenze  sono  certamente  assarde* 

4*    Quantunque  fondate  siano  le  precedenti  ragioni  ^  nulladinteno 


355 

« 

non  8&rà  fuor  di  proposito  il  rinnovare  la  tristissima  memoria  di  tan* 
te    escrescenze^   e   particolarmente  delle   piene    accadate  negli  anni 
17679  1758,  1761 ,  le  quali  hanno    posto  in  sommo   pericolo,    e  co- 
sternazione tutte  tre  le  proYÌncie  •  Le  piene  suddette  possono  legger- 
si in  relazioni  autentiche;  ma    non -deve    tralasciarsi  il  pericoloso  e- 
sempio  ,  che   ci   ha    somministrato  il    cavo  Benedettino   nel  mese  di 
Maggio  deiranno  scorso /Il  giorno  i3.  del  detto  mese  in  tempo  d^u* 
na  dirottissima  pioggia  di  trent'ore  continuate  9  giunse   improvvisa- 
mente una  tal  piena  deir  Idice  ,  che  nel  cavo  Benedettino ,  é  ^preci- 
samente nel  canale  delP  acque  unite  si  alzò  1 8*  once  sopra  la  'massi- 
ma piena  ivi  accaduta  li  4*  Novèmbre  1761.  Sormontò  gli  argini  tan- 
to a  destra,  che  a  sinistra  in  molti  siti.  Ma  perchè  a  destra  sono  più 
robusti,  e  vi   accorse  moltissima  gente  ,   che  indefessa  vi  lavorò  in 
tempo  così  piovoso  ;  succedettero  ben  sì  alcuni  trapassamenti  d' acqua, 
ma  di  mediocre  danno  •  Al  contrario  dalP  altra  parte   nessuno   essen- 
dovi accorso  ,  V  acqua  operò  con  tanta  forza  ,  che  dopo  av^r  sormon^p 
tato  in  diversi   luoghi ,   spezzò   V  argine  sinistro  dicontro    al  palazzo 
Tubertini  in  due  siti .  Essendo  state  misurate  le  due  rotte  ,  la  supe- 
riore fu   ritrovata  di   piedi  55  ,  e  l'inferiore   di  So,  senza  speranza 
di  potervi  per  allora  rimediare,  essendo  la  campagna  un  mare  d'  ac- 
<fua,  e  il  Po,  che  era  sopra  la   guardia  once  10,  avendo  fatto  le  so- 
lite continuate  espansioni  alla  destra  •  Sul  principio  il  corso  dell'  ac- 
qua era  diretto  verso  il  palazzo  Tubertini;  ma  essendosi   formato  un 
ostacolo  verlo  la  parte  superiore ,  le  acque  piegarono  il  loro  corso  verso 
la  strada  del  Traghetto  •  Indi  passando  sopra  di  essa  ,  e  sopra  i  prati 
inferiori ,  si  scaricarono  in  Primaro  •  Da  questa  relazione  si  vede  chia- 
ramente ,  che  V  acqua  torbidissima  dell'  Idice  entrata  nel  Po  al  Tra- 
ghetto per  una  strada  brevissima ,  avrà  certamente  alterato  quel  fon- 
do dal  Morgone  in  su ,  e  cagionato  maggiore  alzamento  ;    onde  ritar- 
dando le  acque   superiori  del  Primaro  ,   vengono   sempre   esposte  a 
maggiore  pericolo  le  parti  auperiori,  e  più  sane  del  Polesine  di  San 
Giorgio  • 

Questo  esempio  conferma  pur  troppo  le  ragioni  accennate  •  Nò 
vale  a  dire,  che  in  tali  casi  deve  portarsi  un  sollecito  rimedio;  im- 
perocché il  male  essendo  subitaneo ,  ed  improvviso ,  un  lavoro  pronto 
può  ben  impedire  una  parte  del  danno,  ma  non  toglierlo  affatto.  H 
che  si  vede  anohe  nel  sopraddetto  esempio  ,  poiché  essendo  inondata 
le  campagne  f  e  non  potendo  scoprirsi  terra  ne'  prati ,  non  era  possi- 
bile di  chiudere  le  rotte  •  Onde  sopraggiungendo  un'  altra  piena ,  e 
dilatandosi  maggiormente  le  dette  rotte ,  vi  era  da  temere  molto  per 
il  Polesine  di  S.  Giorgio  •  È  bensì  vero ,  che  fu  sollecitamente  preve- 
dato  il  male ,  armando  con  robuste  pali/.zate  le  testate  delle  rotte  ; 
sua  feggiorando  lo  cose  ,  il  male  non  ]^r mette,  sempre  tali  rimedj ,  e 


\ 


tS6 

non  può  negarti  »  ohe  ti  ridarrà  Baalmente  a  tal  estremo  »  ebe  sia 
iDtuperabìle  dair  indastria  »  e  dall'arte.  Oode^  bisognerà  ,  ohe  ceda* 
no  le  difese  dell'arginature,  che  si  rompano ,  e  passino  le  acque  nel 
Polesine ,  e  nelle  ?alli  ;  cioè ,  resteranno  rovinate  qnelle  floride  e 
fruttifere  parti  dello  stato»  il  Polesine  di  S.  Giorgio ,  e  le  valli  di  Co- 
macchio,  come  abbiamo  già  detto.  Quest*  istesso  raziocinio  prova 
anche  V  ìnsofficienza  dei  rimedj  provvisionali,  dopo  i  quali  con  esor- 
bitanti replicate  spese,  bisognerebbe  finalmente  venire  a  qualche   ri* 

medio  reale. 

5.  Benché  siano  gravissimi  i  pregiudizj ,  che  appartengono  all' a* 
grìcoltura ,  e  air  economia  delle  campagne ,  nulladimeno  sono  pia  da 
temersi  quelli,  che  interessano  l'economia  animale,  e  la  salute  degli 
nomini.  Non  dobbiamo  dunque  omettere  in  questa  prima  partei  la 
considerazione  dei  perniciosi  effetti ,  che  producono  le  acque  scagnan» 
ti,  e  corrotte  sull'aria,  che  ha  tanta  relazione  colla  nostra  vita.  Ora 
è  certo,  e  Io  dimostra  la  sperienza,  qualunque  ne  sia  la  Q^usa  fisi» 
ca ,  che  li  siti  paludosi ,  e  inondati  da  acque  stagnanti  sono  soggetti 
a  malattie  frequentissime,  e  febbri  pestilenziali. 

Da  queste ,  e  dalle  precedenti  riflessioni  crediamo  dimostrata  la 
necessità  di  qualche  riparo  per  le  tre  provincie.  A  questo  riparo, 
del  quale  si  discorrerà  nella  terza  parte ,  non  avrebbero  certamente 
diritto  alcuno  di  opporsi  quegli  abitanti^  che  sarebbero  lontani  dal 
pericolo  delle  inondazioni  •  Un  timore  poco  fondato ,  e  1'  utilità  pri- 
vata non  devono  mai  prevalere  al  bene  pubblico .  Nò  maggior  forza 
dovrebbe  avere  l'opposizione  di  quelli,  i  quali  nell' esecuzione  di 
qualche  progetto  determinato  soggiacerebbero  necessariamente  a  qual- 
che pregiudizio  •  Imperocché  oltre  la  suddetta  ragione  dei  ben  co- 
mune, onde  deriva  dominio  eminente  de'  Sovrani  sopra  i  beni  parti- 
eoUri ,  si  potrebbe  rimediare  anche  a  questo  male  con  qualche  com- 
penso ,  o  risarcimento  de^  danni  :  ma  queste  difficoltà  essendo  pura- 
mente politiche ,  non  è  incombenza  nostra  il  risolverlo  più  diffusa» 
mente  « 

6.  Ne  parrerebbe  giusto  di  eseguire  da  noi  antecedentemente  alla 
determinazione  d^un  progetto,  un  calcolo  esatto  delle  spese,  dei  la* 
veri,  del  prezzo  de'  materiali,  della  perdita  de'  terreni,  delle  case 
ec.  Benché  siano  necessarj  tali  calcoli  nell'esecuzione  attuale >  nulla- 
dimeno sono  inutili,  e  non  possono  fare  ostacolo  alcuno,  quando  si 
tratta  di'  una  riparazione  necessaria  »  senza  la  quale  seguirebbe  una 
mina  totale. 

Per  rispondere  a  qneste  ingiuste  scense ,  che  potrebbertf  urèi  dei- 
fa  nostra  imperizia  in  tali  materie  economiche,  le  quali  propriamea- 
te  non  appartengono  a  matematici ,  noi  ripeteremo  il  vero  senso  >  e 
li  termini  di  questa  nostra  commissione  •  Doblwuno  doo^pe  esaminare 


«7 

i   progetti  prinoipali»  astenerci   da   qnalaiiqae  altro  naoro  proget- 
to, fare  la  scelta  d'uno  tra  i  proposti.  Ora  e  evxdeate ,  ohe  il    pro- 
getto da   scegliersi    deve   esser  tale,   che  il  felice  esito  sìa  certo ,  o 
più  probabile  »  e  anche  meno  dispendioso ,  se  fosse  possibile  ;  ma  ac- 
cade frequentemente ,  che  queste  due  qualità ,  cioè ,  la  maggior  pro- 
babilità, e  il  minor  dispendio  non  possono  conciliarsi  assieme.  In  que- 
fto  caso  non  vi  è  dubbio  alcuno,  che  deve  preferirsi  il  progetto  più 
probabile ,  e  più  dispendioso  •  Onde  senza  ricerche  inutili  sulle    spe- 
se,  e  P  economia ,  stimeremo  avere  soddisfatto ,    quanto  lo    permette 
la  nostra  debolezza,  alle   prescrìtte   condizioni  del  nostro  parere,  se 
tra  ì  progetti  proposti  ne   possiamo   scegliere-  uno ,  del  quale  il  suo* 
cesso  sia  nìoralmeote  certo,  e   anche    dimostrare.,  che  tra  questi  sia 
r  unico  probabile  •  Da    questa    dimostrasione ,  e  dalla  necessità  indi- 
spensabile di  qualche   progetto,  già  provata,  si  vede   quanto  sia  su- 
perfluo, prima  delP  esecuzione,    qualunque   calcolo  economico;  pur- 
obè  V  esecuzione  non  sia  superiore  alle  forze  delle  provìacie  9    il  che 
^  fuor  di  dubbio.  Deve  osservarsi  attentamente,  che  con  avvertenza 
abbiamo  attribuito  a    qualunque    progetto,  che  potesse  scegliersi,   il 
solo  nome  di  probabile,  o  anche  di  moralmente  certo.  Nessuno  scrit- 
tore ben  intelligente  della  materia  ,  e  avvezzftto  alT  evidenza  geome- 
trica ,  ardirà    di  adoperare    la    parola  di    dimostrazione ,  e  ^assicurare 
dimostrativamente  il  felice  successo  di  un  progetto  qualunque  idrau- 
lico ,  il  quale  dipende    da  molte    coodizionì    occulte ,  quali  sono  -    la 
natura  del  terreno  in  un  lunghissimo  tratto,  la  portata  dei  fiumi ,  e 
torrenti  riuniti,  la  fedeltà,  ed  esattezza  neir esecuzione .  Ma  è  mani- 
festo ,  che  in  tali  casi  non    si   ricerca  una  dimostrazione  rigorosa  ,   e 
ohe  basta    una    certezza    morale,    la    quale  se  non  fosse    sufficiente^ 
non  si  potrebbe  ^mai  intraprendere  progetto  alcuno  ,  non  potendo  es- 
3ervene  uno ,  che  meriti  il  nome  di  esatta  dimostrazione  • 

S*  IL  7.  Ogni  qualunque  progetto  nel  presente  importantissimo  af- 
fare deve  esser  diretto  a  questi  due  fini ,  cioè,  ad  impedire  Tespan- 
sione  delle  acque  de'  torrenti  nelle  campagne  coltivate,  ed  a  liberar- 
pe  le  campagne  capaci  di  coltivazione.  I  prìncipj  idraulici  insegna- 
no, che  per  ottenere  questi  efifetti  sarebbe  assurdo  il  dividere  le  ac* 
Ste  de'  torrenti  in  diversi  alvei,  poiché  se  ne  minuirebbe  la  veloci- 
•  Dunque  ogni  progetto  deve  ridursi  a  condurre  le  acque  al  mare 
in  UQ  medesimo  alveo  •  Onde  in  questa  seconda  parte  non  dobbiamo 
descrìvere,  che  i  soli  progetti  di  questa  natura,  e  anche  tra  essi 
lion  ammetteremo  quelli,  che  vengono  universalmente  esclusi.  £  fi«*> 
nali^ei^te  per  non  inoltiplicare  il  numero  de'  progetti ,  non  distingue^ 
remo  quei,  che  bando  tra  di  loro  poca,  e  quasi  nessuna  differenza  • 
pi  contenteremo  dnlfqne  di  annoverare  quattro  linee. 

JUi  prima  Uosa  parte  dalla  rotta  PanlUia^  e  ya  direttamente,  al 


SS8 

Sasso  Segni  y  attrAversando   in   qneato  tratto   le    valli   ài  Poggio  ^  e 
lalalbergo;  aiegae  di  poi  la  direzione  del  oanale  detto  della  naviga- 
zione ordinaria  per  la  langhezxa  in  tatto  di  miglia  io.  Qnindi  la  li- 
nea V  incammina   per  il  cavo   Benedettino   fino  ali*  ultimo  angolo  a<* 
vanti  il  Morgone  per  uno  spazio  di  7.  miglia  9  e  i  So.  pertiche  •  Dal* 
l'angolo  suddetto  il   canale  si  continua  per  un  altro  tratto  di  a.  mi- 
glia, e  44^*  pertiche,  fino  a  un  punto  preso  nel  canale  delta  Becca* 
ra  ,  e  distante  dal   Primaro ,    secondo  la   direzione  del  canale ,  d*  un 
miglio,  e  pertiche  3io.  Ivi  si  piega  verso  il  Primaro»  e  per  un  trat- 
to di  4  miglia  y  e  pertiche  260.  è  condotto  al  Primaro  dirimpetto  al- 
la Bastia.  In  questo  tratto  attraversa   i  terreni  situati   tra  U  Prima- 
ro >  e  la  valle  di  Argenta.  Il  restante  dell'alveo  dal  Reno  fiAo  al  maro 
h  in  parte  V  alveo  del   Primaro ,  abbreviandone   il   corso  con  diversi 
addirizeamenti ,  talmente,  che  dalla  Bastia  fino  a   S.  Alberto   venga 
quasi  affatto  abbandonato  V  alveo  vecchio  del  Primaro .  L' ultima  par* 
te   dell'andamento   di    questo  canale   da  S.  Alberto   fino   al  mare  ò 
l'istessa  in  tutti  i  4«  Progetti.  Gli  addirizzamenti  accennati  ai  rida* 
cono  a  quattro  •  Il  primo ,  dalla  Bastia  fino  alla  Madonna  de'  Boschi , 
conducendo  il  canale  sul!'  orlo  delle  valli  di   Filo ,  e  Longastrino  •   Il 
secondo ,  dal  termine  del  primo  fino  allo  sbocco  del'  Senio .  Il  terzo , 
per  togliere  quella  grande  inflessione ,  che  fa  il  Primaro  superiormen- 
te a  S.  Alberto .    Il   quarto ,   finalmente  per   levare  l' altra  svolta  ia 
faccia  delle  Mandriòle  .  Questa  prima  linea  fu  proposta  dal  sig.  Gab- 
briello  Manfredi  dottissimo  professore  di  matematica,  e  coli' approva- 
zione del  suo  autore  fa  mutata  dal  chiarissimo  padre  Frisio,  il  quale 
propose  un  taglio  da  efiettuarsi  per  il  mezzo  della  valle  di  Marmor- 
ta,  mediante  il  quale  si  conducessero  le  acque  direttamente  dal  Mor- 
gone alla  Bastia.  Il  vantaggio  di  questa  mutazione  è  di  abbreviare  il 
corso  del  Primaro  in  circa  a  3.  miglia ,  e  di  guadagnare  3.  piedi  on-^ 
ce  7.  di  caduta.  Il  signor  Giacomo   Marescotti   celebre  professore  di 
filosofia  ha  intrapreso  a  sostenere  il  progetto  del  sig.  Manfredi,  ab- 
breviando con  diversi  tagli  la   linea  del  Primaro  in  circa  4«  miglia  • 
alli  quali   corrispondono   piedi  4.  8. .  di   caduta ,  i  qnali  essendo    ag-> 
giunti  a  piedi  3.  7 ,  che  procura   l' abbreviamento  del  padre  Frisio , 
si  avranno  in  tutto  piedi  8.  3.    Principia  il   signor  Marescotti  la  sua 
cadente  da  un  punto  del  fondo  del  Primaro»  preso  in  faccia  allo  aboo- 
co  del  Santefno,  il  quale  resta  inferiore  di   piedi  a.  7.   al  pelo  infi- 
mo dei  mare  •  Dal   detto   punto   fino  alla   Bastia ,    la  pendenza  è  di 
once  9.  IO.  per  miglio.  Dalla  Bastia  all'Idice    io.  9.  Dall' Idioa  alla 
Savena  di  once    la.  5,  e  finalmente  dalla  Savena   al  Reno    di   once 
\4*  9*  Ci  basta  per  ora  di  avere  seguitata   la  direzione   della  prima 
linea,  come  anche   faremo  delle  altre,   senzii\|^e  menzione   aloaua 
delle  lari^e^ze  dell'  alveo,  e  delle  operazioni  fteicriite  per  iscarieaxvi 


ie  aoqne  de'  forrenti  ^  8i  Tedrà  la  ragione  di  questo  lilensio  nella 
terza  parte. 

8.  La  seconda  linea  proposta  per  IMntrodazione  de'  torrenti  nel 
Reno  9  prende  il  Reno  aita  Botta  Sampieri  seguitando  per  qualche 
tratto  la  direzione  del  suo  alveo  superiore  alla  detta  Botta*  Ma  di- 
poi piegandosi  verso  ostro  »  arriva  a  un  punto  distante  90.  pertiche  a 
tramontana  dal  convento  de'  padri  Francescani  »  in  vicinanza  del  qua- 
le riceve  la  Saminoggia  divertita  in  un  punto  inferiore  miglia  a  ^ 
alla  confluenza  della  medesima  col  Lavino.  Dal  punto  accennato  se- 
guita in  linea  retta  per  lo  spazio  di  44<>*  pertiche  sino  alla  Fossa  Stor* 
ta  9  1 90.  pertiche  sopra  lo  sbocco  della  medesima  Fossa  nel  Rido  ; 
Quindi  piegandosi  verso  tramontana ,  continua  il  suo  andamento  qua- 
si rettamente  per  il  tratto  di  miglia  14 1  e  pertiche  29^,  sino  a  un 
}>nnto  distante  So.  pertiche  verso  ostro  dalla  chiesa  di  Durazzo .  Ivi 
acendo  nn  angolo  assai  piccolo  verso  tramontana ,  siegue  per  un'  al- 
tra retta  di  9.  miglia,  pertiche  80 ,  ad  incontrare  un  punto  distante 
70.  pertiche  verso  ostro  dal  palazzo  della  Frascata  sulla  via  Corrie- 
ra ;  e  di  là  dopo  aver  fatto  un  piccolo  angolo  ,  si  avanza  per  lo  spa- 
zio di  6.  miglia  267.  pertiche  fino  allo  scolo  delle  Alfonsino,  610. 
S ortiche  sopra  lo  sbocco  del  medesimo  nel  Primaro.  Dipoi  »  mutando 
irezione  verso  il  Primaro  y  viene  ad  intersecare  la  strada  Raspona  in 
distanza  da  quel  fiume  dì  pertiche  a4o ,  e  giunta  al  Senio  avanzan- 
dosi rettamente  f  entra  il  Primaro  alla  chiavica  a  S.  Alberto  »  e  fi- 
nalmente nel  mare  per  l'alveo  del  Primaro.  Coli' occasione  di  questa 
feconda  linea,  che  fu  pensiere  del  signor  Bertaglia,  non  deve  omet- 
tersi, che  dall' is tesso  autore  fu  proposta  un'altra  linea  inferiore  ri- 
apettivamente  alla  precedente  descritta ,  come  può  vedersi  neU'  esa- 
me del  voto  Manfredi ,  sCamputo  in  Ferrara  nel  1759 ,  al  qual  esanco 
è  annessa  una  pianta  che  rappresenta  la  prima  linea  Bertaglia.  La 
detta  linea  conviene  prossimamente  colla  linea  ultimamente  proposta 
dal  dottissimo  sig.  Perelli  ;  nulladimeno  essendovi  alcune  piccole  Aìf- 
ferenze ,  e  di  più  la  detta  linea  essendo  stata  minutamente  descritta 
da  (|uesto  celebre  professore,  coli' aggiungervi  anche  tutte  le  condi- 
zioni 9  e  tutto  il  metodo  dell'  esecuzione ,  deve  attribuirsi  al  suo  ul- 
timo autore ,  descrìveremo  ia  compendio  la  sostanza  del  progetto . 
!•  Si  addirizzi  il  Primaro  in  faccia  alle  Mandriole  •  Dal  Primaro 
Alberto  si  cominci  il  nuovo  alveo  >  che  vada  per  linea  retta  si- 
no 9I  Santerno  6oo.  pertiche  sopra  lo  sbocco  di  quest'ultimo  nel 
Primaro  •  Poi  si  conduca  il  detto  alveo  con  altra  retta  a  nn  punto 
isco.  pertiche  a  tramontana  del  palazzo  della  Frascata  sulla  via  CSòr- 
rìera  :  con  altro  tratto  parimente  retto  si  prolunghi  a  ac.  pertiche  a 
tramontana  deUa  torre  de'  Cavalli  ,  e  si  Tada  poi  con  altra  retta  al- 
la Stolta  dell'  Idice  poco  saperiormente  alla  tu  del  Ganalazao  •  Se 


.1' 


86o 

per  avventura  s^  incontrassero  fondi  valtivi  ^  ed  incapaci  di  arginata- 
re  il  che  non  si  crede  dall*  antere  »  si  facciano  degli  argini  circondap 
TJ  ÌEi  qnelle  valli  »  che  si  dicono  essere  di  poca  esteosione .  Ora  se  A 
paragona  T  andamento  di  questa  linea  sino  all'IJice  con  la    prima  lig- 
nea Bertaglia ,  segnata    nella    Mappa  suddetta ,  non  si    trovarà    diffe- 
ftoza  notabile  •  Seguitiamo  il  corso   della   linea  proposta  dal  sig*  Pe« 
relli .  Abbiamo  già  percorso  il  canale  fino  aiP  Idice  :    In    caso  che   le 
acque  torbide  del  Reno  non  lascino    deposizioni   nel  cavo   Benedetti- 
no, prescrive  l'antere  del  progetto  di  proseguire  V  istesso  canale  si- 
no alla  rotta  Panfilia.  Se    poi  f esperienza   dimostrasse    il  contrario, 
si  deve  allora  abbandonare  totalmente  il  6avo  Benedettino,  e  median- 
te un  taglio  condurre  T alveo  del  nuovo   fiume  a   incontrare    P  alveo 
di  Reno  in  un  punto  superiore ,   come  per    esempio  alU  botta  Sam- 
pierì .  Finaimeute  se  non  bastassero  le  operazioni  prescritte ,  in  que- 
sto caso  si  potrebbe  derivare  un  ramo  dell'acque  del  Po  grande,  po- 
co sotto  la   Stellata ,    unendolo  al  nuovo  fiume ,  acciò  acquisti   forza 
Inastante  perjspìngere  le  torbide  al  mare»  Deve  osservarsi  i(  dubbio 
dell'autore ,  dal  quale    apparisce,    che   l'andamento    della   sua   linea 
non  sia   sufficientemente   determinato  9  e  che  piegandola  a  tramonta- 
na, o  ad  ostro  ricaderebbe   da  quella   parte  nella  linea   del  sig.  Ber- 
taglia,   e   da    questa   nella  linea   del    p.   Frisi.  Abbiamo  considerato 
sin' adesso  la  direzione  dell'alveo,  la  quale  benché  sia  sufiEiciente  per 
formare  qualche  giudizio  sul  progetto,  accenneremo  nulladimeno  una 
parte  delle  operazioni  prescritte  dall'autore  nel  progresso  dell'alveo* 
Giunta  1' escavazione  da  S.  Alberto  al  Senio,  s'introduca  il  Senio 
nel  nuovo  alveo  ;  ma   arrivati    coli'  escavazione  alla  Madonna  de'  Bo« 
•chi,  sMnterrompa,  e  si  ripigli  oltre  il    Santerno.   Si   prescrive  ,  se 
sarà  necessario,  di  fare  una  fossa  parallela  al  Santerno,  per  dare  sfo- 
go alle  sorgive  ,  che  potranno  ^occorrere  nell'  cscavaziane  •   Giunti  al 
Zaniolo,  si  faccia  un  taglio,   che   vada   a  ricevere  le  acque   del  Pri- 
maro  poco  sotto  la  Chiesa  di  S.  Biagio,  fatto  il  quale,    s'introdurrà 
il  Santerno  nel  nuovo  alveo*  Per   un  altro   taglio  attraverso  la  vallo 
di  Marmorta  si  conducano  le  acque  di  quella  valle  nel  nuovo  alveo  • 
Da  un  punto  del  nuovo  alveo  un  mìglio  sopra  la  torte  de'  Cavalli,  si 
faccia  un   altro  taglio  ,   che    vada  al  cavo  benedettino   dirimpetto  al 
Traghetto  •  Si  chiudano  le   coronelle  in  Gandazzuolo  ,  si  rinforzino , 
e  si  rialzino,  se  occorre;  si  rinetti  il  cavo  dagl'interrimenti   dell' I- 
dice  f  Si  avverta  ,  che  i  torrenti  di  Marmorta  non  portino  le  loro  ac- 
que torbide  del  nuovo  fiume ,  ohe  dopo  l' introduzione   in  esso  delle 
acque  chiare  del  Benedettino  ;  ma  prima   servano  le  acque  torbide  a 
colmare  le  valli  superiori ,  per  cadere  poi  chiarificate  nel   nuovo  àl- 
veo.  Gli  scoli  Zena,  e  Fiumicello  si  conducano  con  un  nuovo  cavo 
parallelo  al  Benedettino  a  shoccare  nei  nuovo  alveo*  Si  procari  »  otte 


8Ì5f 

6aT6na  vada  a  colmare  le  Talli  pm  baaie  «Ièlla  Fegolà  »  «  del  Tedo , 
In  un  punta  vantaggioso  8^  ìntrodaca  il  Lamone  nel  Primaro  a  S.  Al» 
berlo  ;  ma  si  osservi  ,  se  il  fondo  del  Santerno  dopo  la  sua  introdu« 
isione  s' abbassi  con  regola  ,  senza  far  dirupare  gli  argini ,  e  se  fosse 
maggior  vantaggio  d' introdurlo  nel  nuovo  fiume  in  altro  punto  au<> 
ùerìore.  Nelle  valli  di  Filo,  di  Marmortà,  del  Poggio  ,  e  di  Malal* 
iiergo  vi  sono  dei  vasti  tratti  di  fondo  incapace  di  escavazìoue  •  Si 
Tuole  nel  progetto  »  che  tali  fondi  «i  colmino  con  metodo,  mediante 
le  torbide  del   Reno  ^   e  del  nuovo  fiume.    Quanto  poi  alle   regole 

I prescritte  dalF  Autore  intorno  alle  pendenze,  e  al  buon  ordine  del- 
e  openizioni  ^  crediamo  meglio  il  dìfibrìrne  Tesposizìone  nella  terza 
parte  « 

IO.  La  quarta  linea  chiamata  superiore  relativamente  alle  altre  già 
descritte 5  cioè,  per  rispetto  ai  terreni,    per  i  quali  passa,   piglia  il 
Reno  vicino  all'osteria  di  Malacappa,  d'onde  piegandosi  leggiermen* 
te,  lo  porta  verso  Riolo   passando   prima  loo.    pertiche  sopra  la  Pa- 
lazzina, detta  «il  Ghiesotto,   per   lunghezza  in   tutto  di  un  miglio  |. 
In  questo  sito  viene  proposto  di   unirlo   alla  Sammoggia ,   con  diver- 
tirla 3co.  pertiche  in  circa  aotto  i  Fòrcelli,  cioè  «otto  la  confluenza 
della  medesima  col  Lavino .  Darli'  ingresso  della  Sammoggia ,  la  linea 
aìegue  per  lo  spazio  di  tre  miglia  fino   al  Naviglio  ,  il  quale   rimane 
intersecato  dalla  medesima  in  uu  punto  inferiore  lòo.  pertiche  sotto 
il  punto  livellato  dai  periti.  Quindi  continua  per  miglia  6  |  incirca 
fino  all'  Idice  i  oc  pertiche  sopra  la  Chiesa  de'  Ronchi ,  attraversando 
primieramente  il  torrente  Savena  poco  sopra  la  Chiesa  detta  de'Fab* 
x>ri.  La  lifaea  a' indirizza  dipoi  alla  volta  del  Siìlaro  loo.  pertiche  in 
circa  sotto  la  Chiesa  di   porto   Nuovo  •    La   lunghezza  del,  tratto   fra 
l' Idice,  e  il  Siilaro  è  di  miglia  9  |.  Dall' Idice  siegue   direttamente 
alla  svolta  della  Qnaderna ,  dove  si  unisce  colla  Gaiana  aoo.  pertiche 
in  circa  sopra  il  palazzo  della  contea  Malvezzi .    Indi  seguita   costeg- 
giando per  lungo  spazio  l' alveo  della  Quaderna  portandosi  al  Siilaro. 
Dal   Siilaro  continua   direttamente  verso   il   casino   Bagnara  ,  e   di* 
poi  al  Santerno  sino  a  100.  pertiche  in  circa  sotto  l'osteria  del  Mo- 
ro. Quindi  continua  il  suo  corso  verso  l'osteria  della  Pianta.  La  lun- 
ghezza della  linea  dal  Siilaro  all'  osteria   suddetta  è  di  miglia   7.  Fi- 
nalmente da  quest'ultimo  punto  si  conduce    ad  unirsi  colla  seconda 
linea  sopra  la  Chiesa  della  Madonna  del- Passetto,  e  colla  direzione  di 
easa  va  a  terminare  in  Primaro  in  faccia  a  Sant'  Alberto  ;  dopo  scor* 
«o  un  tratto  di  miglia  g.  Da  Sant'  Alberto   poi  al   mare,  come  nelle 
linee  inferiori,  eerve  in  questa  l'alveo  del  Primaro,  fuorché  in  fac* 
eia  alle  Mandriole  ,  dove  si  propone  di  fare  un  taglio  per  togliere  la 
grande   svolta  ,  eh'  è  in  quel  sito ,  e   allora  la  lunghezza  dell'  alveo 

del  Primaro   da  S.  Alberto  al  mare  sarà  di   miglia  €^.  Ci  ^asta  di* 

46 


96^ 

ftyer  percorso  V  an lametta  Si  questa  linea  ,  risertiaBdeci  Si  tratta» 
delle  altre  condizieBi  di  latte  le  liaee  nel  segoente  articolo  •  Non  è 
Bccessarìo  di  avvertire»  che  ia  qaesta  seconda  parte  siamo  stati  ob- 
bligati di  segnttare  la  descrizioBe  deUe  diverse  liìiee  date  ds^V  Auto- 
ri medesimi ,  osservando  perj^  nn  ordine  diverso  »  e  tralasciando  le  o* 
perasioni  pratiche  per  maggior  chiareaza  >.  e  per  noa  interrompere  il 
corso  delle  respeltive  linee» 

III.  tp^  Prima  di  formare  gìndizio  alonno  su-  i  progettìr  proposti , 
dobbiamo,  rimettere   in  vista  »  e  dichiarare  pia  aiffiisamente  le  già 
accennate  condizioni  da  osservitrai  in  qnalan^e  progetta  idraulico  y 
rioè  9  che  il  felice  esita  sia   moralmente   certa»  a  probabilissimo ,  e 
•he  l'esecnzione  non  sia  di  nna  esorbitante  spesa  •  Qaanto  alla  secoo^ 
da  condizione  9  si  toglierà  di  mezza  in  ^esto  nostra  parere  ,.  se  fa* 
remo  vedere ,  che  vi  sia  un  progetto  unica  probabile  tra.  i  proposti , 
^alunqae   altra   di  esù  essendo  affatto  impossibile  »  o  almeno  poco 
probabile  •  Onde  sarà  rimossa  da  queste  nostre  consideraziom  la  que- 
itione  agitata  intorno  alla  spesa  •  Quanto  alla  prima  condizione  della 
eertezza  morale  ^  o  probabilità  somma ,  essa  dipende  nel  preaente  af^ 
fiire  da  due  altre,  condizioni  ^  cioè  dalla  sufficienza  della  caduta ,  e 
dalla  qualità  del  terrena.  Queste  due  condizioni  esigono  qualche  det«^ 
taglio  •  Un  finme  ».  e  un  torrente  y  ohe  porti  le  sue  acque  mescolate 
con    lezza»   arena  »  e   ghiaia»,  in  due  sole  maniere  può  condurle  al 
maro  senza  fiire  deposizioni  sensibili   nel  propria  alveo  ;,  o  con  avere 
tal  pendenza  ,  che  la  forza   impressa,  non   gli  lasci  soparara  la  mate- 
ria gravo  9^  che  porta;  o  con  aggiungere  V  impulso  d'  acqua  perenne  » 
ohe  accresca  la   forza  per  ispignere-  le.  parti  eterogenee  al  termine  » 
Per  istabilire  poi  quale  sia  il  preciso  bisogno  delia  caduta  y  ci  voglio-^ 
no  esattissime  sperienze  in  aualunqjue   fiume>  e  torrente  determina^ 
to,  né  bastano  osservazioni  fatte  sulle   acque  solitarie  »  ma  anche  si 
^ricercano  molti  sperimenti  sulle  acque  unite.  È  evidente  la  necessir 
tà  di  queste  diligenze  i  poiché  la  caduta  delle  acque  dipende  da  mol^ 
te  circostanze  variabili ,  cioè  »  dalla  qualità  y  e  quantità  delle  acque-» 
dalla  natura  del'  terrena,  dalla  larghezza  delP  alveo  ec  Onde  e  ma^ 
nifesco,  che  aia  necessario  dì  essere   informato,  quanto  è  possìbile» 
di  tutte  queste  condizioni;  come  si  farà  più  evidente,   considerando 
a  parte  tutte  le  accennate   circostanze ..  La  qualità  dell'  acqua  censii 
Ite  nella  maggiore  ,  o  minore  quantità  delle  materie  eterogenee ,  net 
maggiore  ,.  o  minor  pesa  delle   medesime  •  È  chiaro ,  che  nel  primo 
caso ,  caeteris  paribus ,  ai  ricerca  un  maggiore  declivio ,  e  un  minore 
nel  secondo  •  i)eye  ancora  considerarsi  la  quantità  delle   acque  chia- 
re,, e  torbide  assieme;,  poiché  è  certissimo,  che  P accrescimento  del- 
le acq^e  chiare,,  e  anche  la  mescolanza   colle  torbide  r  accresce  nel 
primo  casa  k  v^elocità.  delP  «eque  chiAre»  e  delP  acqfxe  torbide  ,   ma. 


r 


« 

non  vtcendevolmeate  le  aoque  torbide  meteolate  colle  clìiare  accref 
SCODO  sempre  la  velocità  deUe  seconde  »  sazi  possono  ritardarla  con- 
siderabilfsente  •  Questi  priaóipj  eoaformi  alla  teoria  idraulica  soii# 
jiccordati  -da  tutti  i  buoni  Periti. 

NoB  deve  lasciarsi  seau  gualche  osservaeione  V  opinioBe  di  aionni 
intorno  alla  velocità  accresciuta  delle  acque  in  ragione  della  quanti* 
tà  delle  acque  medesifoe  ,  talmeate  ohe  uà  naedesimo  alveo   potesse 
ricevere  due  influenti  eguali»  benché  non  fosse  maggiore  deli  alveo ^ 
nel  quale  correvano  separati  prima  della  coaflueasa .  È  fuor  di  dub- 
bio 9  cbe  la  quantità'  dello  acque  chiare  aecresce  la  velocità ,  in  qua« 
lunque  ragione  »  o  legge  si  facoia  questo  aeerescimento  •   Ma   seaza 
entrare  in  teorìe  difficili  ^  e  fuor  di  proposito  ,  una  semplicissima  ra- 
none  farà  conoscere  la  falsità  di  un  tale  principio»  se  si  considera 
in  tutta  la  sua  generalità  •  Imperocché  supponiamo»  ohe  due  infltieu* 
ti  uguali  »  e  simili  »  eioò  della  stessa  qualità  ^  non  ^occupino  un  alveo 
maggiore  di  quello ,  che  occupavano  separati ,  questi  due  influenti  si 
potranno  dipoi  considerare  come  un  influente  solo,  e  eoiristessa  ra<* 
gione  si  potrà  introdurre  nn   altro  infloento  senza  accrescimento   di 
alveo;  ristesse  potrebbe  dirsi  d'un   numero  qualunque  d'influenti» 
il  che  è  assurdo  •  Non  vogliamo  aulladimeno  impugnare  gli  sperimenti 
fatti  da  alcuni  valeat'  nomini  »  i  quali  hanno  osservato  »  che  ano  influ-^ 
enti  correvano  in  nn  alveo  comune  senza  mutare  le  loro  dimensioni; 
ma  siamo  persuasi  »  che  questo  caso  »  se  accade  gianimai  »  sia  rarissimo» 
e  non  possa  fare   una  regola  generale  i  le  osservazioni  in  questo  gè* 
aere  sono  difficilissime;  devono  paragonarsi  assieme  la  velocità  dei 
dne  influenti  separati  5  gli  alvei  tra  di  loro  »  e  eoli'  alveo  comune  »  la 
resistenza»   la   tortuosità»  oc  ec.  Quanta  poi  alla  terza   condizione 
della  natura  del  terreno  ;  è  chiaro  »   che   deve  considerarsi  con  tutta' 
la  diligenza»  tanto  per  rispetto  alle  corrosioni»  quanto  per  rispetto 
alle  deposizioni.  Se   la  qualità  del  terreno  sia  tale»  che  ceda   facil* 
jnente  all'impeto  delPacque^  aUora  il  male  comincia  colla  conrosìone» 
•ol  princìpio  della  quale  la  forza  dell'  aequa  è  sufficiente  per  traspor- 
'^ire  le  materie  sino  ad  una  certa  distanza  ;  ma  poi  créscendo  la  quan- 
tità di  materia  »  la  resistenza  diventa  superiore  »  si  fanno  le   solite 
dcnposizìoni »  dalle  qaali  nascono  in  seguito  li  danni  già  accennati.  Fi- 
aialinente  ncm  dove  trascararsi  la  larghezza  dell'  alveo  ^  imperoc- 
ehè  »  generalmente  parlando  »  il  solo  ristrineimento  dell'  alveo  »   eoe* 
terìs  paribus  »  accresce  la   velocità  »  e  di  pia    viene  diminuita  in  un 
alveo  più  afi^to  la  resistenza»   che  proviene  dallo  stropiociamen* 
to    degli  alvei»  e  per  conseguenza  viene   accrescinta  la   velocità. 
Queste^  quattro  condizioni  accennate  aprirebbeE!ro  un  vasto  campo   a 
•obliali  teorie  a  ohi   ne  volesse  fiir  pompa  »  ma  estendo  persuasi  del- 
la poca»  ù  anche  nulla  utilità  di  eise  nella  pAtica  de'  fin^  »  ce  no 


N 


S64 

prerarraina  lolamente  come  de'  limiti  per  fitaare  goalohe  progetto  ; 
~  la.  Dagli  esposti  principj  si  coochiude»  che  4oveiido8Ì  introdarre 
iQ  un  alfeo  acqae  torbide  sole»  o  aoche  mescolate  eoa  aoqae  chiare» 
il  difetto  di  caduta  è  uq  male  irrimediabile  »  e  che  rende  coasegaen» 
temente  il  progetto  impossibile»  Cresce  il  male»  so  il  terreno  non 
abbia  sufficiente  consistenza  per  resistere  alP  impeto  deir acque. 
Finalmente  se  il  terreno  non  sia  capace  di  forti  arginature ,  è  evi- 
dente,  che  un  tal  progetto  minaccia  una  mina  prossima»  ed  il  dan* 
no  irreparabile  di  tutte  le  campagne  Ticino  •  Ma  se  la  caduta  al  con- 
trario sia  maggiore  del  bisogno»  non  potrà  accadere  male  alcuno; 
purché  V  eccesso  della  velocità  »  e  T  instabilità  del  terreno  non  siano 
tali  »  che  succedano  dello  corrosioni  considerabili  •  A  questo  eccesso 
di. velocità  vi  potrà  essere  sempre  il  rimedio  diminuendo  la  velocita» 
il  ohe  può  ottenersi  in  molte  maniere;  col  diminuire  la  caduta»  ac- 
orescere  la  larghezza  dell'  alveo  »  e  con  altri  metodi ,  che  suggerisce 
il  sito  medesimo  »  in  cui  si  deve  operare  »  Non  vi  è  dunque  dubbio 
alcuno»  che  nel  conflitto  di  Yarj  progetti  »  ne'  quali  si  proponga 
d*  introdurre  acque  chiare  con  tórbiae ,  devono  assolutamente  riget* 
tarsi  quelli  »  che  peccano  per  difetto  dì  caduta»  e  preferirsi  quelli  » 
che  peccano  per  eccesso ,  purché  non  ve  ne  sia  uno  »  che  abbia  la 
giusta  pendenza  assieme  colle  altre  condizioni  necessarie  •  Questi  so- 
no i  ^principj  ,  che  ci  serviranno  di  regola  nell'^  esame  del  progetti 
propost) . 

'  i3.  Cominciando  dalla  prima  linea  Manfredi  ^  dobbhma  conside'» 
rarla  »  come  anche  le  altro  seguenti  linee  »  quanto  a  due  condizioni 
principali  ;  cioè  quanto  alla  sufficienza  della  caduta»  e  alla  atabilitài 
del  terreno  •  Quantunque  sia  impossibile  »  come  abbiamo  già  osserva- 
to di  sopra»  il  determinare  con  regola  generale  il  bisogno  preciso 
della  pendenza»  nulladimeno  nel  caso  presente  viene  fissata  dai  Peri- 
ti »  e  Matematici  della  visita  del  1693.  di  once  14 f  per  ogni  miglio. 
L'istesso  stabilirono  i  Matematici  de^  congressi  di  Faenza .  Il  cele- 
bro sìg»  Gabbriello  Manfredi  assegna  alla  sua  cadente  >  seoondo  le  va-' 
rie  circostanze  de'  siti,  once  14*  per  miglio,  poscia  14  i»  ^4  §  *  ^^ 
chiarissimo  p.  Frisi  propone  V  istessa  pendenza  nel  suo  progetto  dato 
alla  luce.  Ora ,  senza  entrare  nelle  ragioni  di  queste  varie  pendenze ,  01 
serviremo  della  caduta  la  più  vantaggiosa  ula.  prima  linea,  cioè  Ai 
once  »4*  V^^  mìglio  ragguagHatamente  »  Osserva  il  sig*  Manfredi  pre-- 
valendosi  dello  sezioni  de)  Primaro.  prese  *nella  liveliazione  del  1767» 
e  parimente  bielle  sezioni  del  Po  grande  prese-  nelle  due  ultime  visito 
Riviera,  e  Rìnuccini ,  che  il  fondo  degli* alvei  dei  -fiumi  in  qaaich# 
distanza  dal  mare,  non  conserva  un  declivio  contiimo ,  e  non  resta 
sempre  superiore  di  livello  al  fondo  degli  sbocchi  in  mare;  ma  divie- 
ne inferiore  al  fimdo  de*  medesimi  »  e  dipoi  va  risalendo  i  e  &oendoti 


aeolite»  di  modo  che  la  linea  dell'  aWeè^  dice  il  ti^»  Manfredi  » 


qaali  supposizioni 
autore  la  curvatura  dell'  alveo  in  una  certa  distanza  del  mare  ^  sa^ 
rebbe  una  rìoerca  troppo  sublii&e  »  e  anche  inutile  in  questo  parere  » 
Bel  quale  consideriamo  solamente  qael ,  che  è  a  proposito  per  la  so- 
stanza del  pro^tto  «^  Da  queste  osservazioni  ricava  il  sig.  Manfredi , 
che  per  determinare  la  linea  del  fondo  degli  alvei  nei  fiumi  torbidi , 
che  sboccano  ih  mare  »  non  è  necessario  di  prendere  il  principio  deU 
la  cadente  del  fondo  dello  sbocco»  secondo  la  pratica  comune  dei 
Periti  y  ma  che  pnò^  principiarsi  da  qualche  punto  della  convessità 
accennata  superiormente  ai  punto  della  massima  bassezza  y  il  quale 
suol  ritrovarsi  distante  qualche  mìglio  dallo  sbocco ,  e  nel  caso  del 
Primaro  si  osserva  nel  mezzo  prossimamente  fra  S.  Alberto  ,  e  lo 
sbocco  del  Primaro  in  mare»  Posto  dunque,  che  il  ibado  del  Prima- 
ro in  faccia  dello  sbocco  del  Santemo  distante  dal  mare  miglia  1 2  | 
ai  abbassi  sotto  P  orizzontale  ^  condotta  per  il  pelo  basso  del  mare  , 
piedi  I A  -g  ;  dirigeva  il  sig»  Manfredi  là  sua  cadente  »  assegnando  al 
rondo  del  Primaro  once  14  di  pendenza  per  mìglio  dal  Santerno  alla 
Bastia,  once  14  i  dalla  Bastia  al  Morgone,  once  i4|  dal  Morgone 
alla  Salarola  9  e  finalmente  once  144  dalla  Salarola  al  Reno.  Benché 
non. possa  negarsi  »  che  il  detto  progetto  sia  i ingegnosamente  pensato, 
non*  può  negarsi  parimente  »  che  fautore  parta  da  supposìzoui  erro*' 
nee^  e  fake,  supponendo  sulla  fede  della  livellazione  delF  anno  1757, 
ohe  la  caduta  del  Primaro  da  Marcara  al  mare  sia  dì  piedi  27;  ma 
essendo  state  ripetute  le  livellazioni  con  maggiore  esattezza  néll'  ulti- 
ma visita  ^  si  è  accordata  da  tutti  la  vera  caduta  del  Primaro  da  Mar- 
rara  al  mare  di  i3.  piedi,  e  once  7,  cioò  minore  quasi  la  metà  di 
qfMlIa  supposta  dal  sig.  Manfredi ,  e  per  conseguenza  molto  minore 
«del  bitogno*  Si  vedano  gli  atti  della  visita  lettera  B. 

Con  questa  stessa  ragione  viene  ancora  dimostrato  insufficiente 
1'  abbreviamento^  della  linea  del  Primaro,  mediante  il  taglio  suggeri- 
to dal  p.  Frisi  nella  valle  di  Marmorta  ,  con  il  quale  taglio  si  ver- 
rebbero a  guadagnare  soli  piedi  3.  7.  di  caduta .  Né  anche  hastcreb- 
be  ia  caduta  accresciuita  dal  signor  MaresGotti;  poiché  prese  ancora 
le  cose  più  vantaggiose  alla  detta  correzione  y  il  difetto  sarebbe  al- 
meno di  piedi  5.  a.  La  pendenza  assegnata  dal  suddetto  autore  non 
pa6  dimostrarsi  sufficiente  eolle  già  accennate  sperienze  idrauliche 
di  due  fiumi  confluenti  in  uu  alveo ,.  i  quali  corrono  in  un  recipien- 
te aolo  senza  accrescere  le  loro  dimensioni.  Benché  noi  non  abbiamo 
difficoltà  di  accordare  y  che  questo  possa  succedere  ,  ma  di  rado;  an- 
si non  ripugna ,  che-  due   fiumi   uuiti  occupino  spazio  minore  dopo 


J'nDÌoD<  ,  che 'prima  deUa  medetima;  non  ^  deve  -pMò  introdane 
jiella  pratica  come  una  regola  .geoerale  un  caso  rarissimo ,  e  che  nel» 
le  acque  torbide  pare  impossibile  «  Jlè  deve  accot dar»  iaciJmente , 
«che  uo  fiume  ^  ia  una  distanza  considerabile  dal  mare  »  Jion  abbia  bi- 
aogno  di  ^quaicbe  pendenaa  •  £  bensì  vero ,  che  alcuni  ahret  si  esser* 
yano  quasi  orizsontali  -in  qualche  distanza  dal  4nare  »  moTendost  le  ac- 
^ue  colla  velocità  acquistata  •  È  vero  ancora  »  che  per  varie  combi- 
nazioni difficili  a  ^piegarsi  ^  non  si  dispongono  eempre  gli  alvei  in  a* 
oa  declività  oontinnala,,  e  diventano  anche  alcane  volte  acclivi.  Ma 
«he  si  possa  fissare  la  pendenza  deH*  alveo  ^a  un  ponto  molto  distan- 
ie  dal  mare  ,  principalmente  -se  le  acque  sono  torbide ,  nel  qnal  43a* 
ao  viene  molto  ritardata  4a  velocità,  questo  ò  un  principio  fidso»  o  al- 


Ji  tondi  intersecati  dalr  alveo  sono  incapaci  di  robuste  arginature, 
^me  fanno  fede  gli  atti  ildla  trìsita  leti.  D.  i  •  £000  dunque  tutto  il 
'ristretto  del  nostro  raziorìnio  quanto  alla  detta  linea  •  Dal  difetto  di  c^ 
duta  verrà  in  conseguenza ,  secondo  i  principj  premessi  che  11  fiumi,  e 
torrenti  alzeranno  colle  deposizioni  i  foro  fondi  •  Per  tal  cacone  dun- 
que dovrebbero  munirsi  gli  alvei  oon  fortissime  arginature  w  un  tei^ 
reno  incapace ,  e  conseguentemente  con  perpetuo  pericolo  di  rotte , 
che  porterebbero  finalmente  uaa  mina  totale  delle  campagne ,  per  la 
difficoltà  y  -e  impossibilità  .di  ripigliare  le  dette  vette  in  una  caduta 
tanto  precipitosa*  Crediamo  inutile  il  desorivofe  le-diverse  opwàMO* 
ni  pratiche  per  introdurre  gli  scolii  e  i  torrenti  nell'  alveo  menato- 
l3ato,  le  quali  operazi<Hii  sofirono  tante  difficoltà  ,  <^e  molti  degli 
atessi  torrenti ,  e  scoli  non  vi  potrebbero  avere  ingresso  ;  ma  avMoto 
dimostrata  V  insufficienza  dell'  opeoizìone  principale  »  poasiamo  per 
maggiore  brevità  omettere  le  o^peRazioni  accessorie  « 

2:4.  Alcune  difficoltà  precedenti  aono   comuni   oolla  seconda  linea 

Srogettata  dal  sig.  Bertaglia  9  il  quale  stabilisce  le  p^idenze  nelF  or- 
ine seguente^  La  prima  comincia  da  un  punto  prese  nella  foce  del 
Primaro  4«  piedi  sotto  il  pelo  basso  4el  mare^  e  ascende  verso  un 
punto  ,  che  resta  superiore  aSo.  pertiche  al  taglio  GoreUi ,  nel  qua! 
tratto  la  linea  ha  in  tutto  di  ^^aduta  tre  piedi  ^  di  modo  ehe  nel  pun- 
to superiore  al  Uglio  Corelli  resta  inferiore  al  pelo  basso  del  mare 
un  piedi 

ce  9^ 
Saveni 

i<a  cadente  proposta  secando  il  sìg.  Bertaglia  è  quella  che  eo«ver- 
irebbe  nuturalmente  al  fondo  del  nuovo  fiame;  ma  jperehè  ji  richie- 
derebbero »  partioolariAente  nel  tratto  »  ohe  resta  tra  il  Reno  «  e  la 
SavcQ*  I  ^scavazioni  molto  pwfonde  9  veogonò  preposte  per  iragione 


/ 


367 

d'  ecoMmia^^^  doratirte  tur  certo  tratta,  Jae  altre  cadenti;  una  si  par^ 
te  daUa  cadente  naturate  all'  intersezione  della  Savena ,  e  proseguendo' 
Terso  il  Reno ,  si  aloa  al  Naviglio  due  piedi  sopra  la  detta  cacante 
natunrale  »  e  quindi  va  per  linea  retta  ad  incontrare  1^  alveo»  del  Re^ 
no*  tee  piedi  sotto  il  suo  fbndo^.  L*'  altra  cadente  y  che  riesce  ancora 
«ò  alta  della  menasionata,  si  parte  dalla  cadente  naturale  al  fossato- 
Vidoso  9  e  si  abbassa  snccessivafflente  ^  piedi  sotto*  il  fimdo  della  Ze* 
»a  ,  »3.  sotto  quello  del  Naviglio,  e  3*  in  fine  setto  quello-  del  Re^ 
BO.  Rifiettendo  dq)oi  il  sig.  Ber  taglia*,  che  la  Savena  all'  ìntersezio- 
«e  della  seconda  linea  retta  col  fondo  alta  piedi  2t>.  4*  ^pra  la  ca- 
duta naturale  del  fendo  del  nuove  fiunaè,  e  piedi  i4-  ii*  sopra  la  ca^ 
dente  artifiziale  propost»  in  secondo  luogo}  propone  l'autore  di  fab*- 
bricare  nel  primo  caso  i4-  chiuse-,  e  lo^  nel  secoodo ,  acciò'  il  con- 
80  trippe  violento  delP  acqua  corrodendo*  in  un  subito  il  fondo,  non 
faccia'  oiropare  le  sponde  •  Per  l' istessa^  ragione  propone  altre  chiuse 
in  dìfversi  Inogln,  delle  quali  nou  ne  faremo  menzione  alcuna,  poi- 
ché non  ci  p%r  dovere  scegliere  questa  linea ,  e  eonseguentemen« 
te  viene  inutile^  di  riferire  il  metodo  da  tenersi  nell'esecuzione.  Ab- 
biamo già  osserWo  ^  che  il  presente  progetto  era  soggetto  a  m^lte 
difficoltà  comuni  col  precedente  ••  Ed  in  fatti  si  vede  dalla  descrìzio* 
Be  di  questa  linea ,  eoe  le  pendenze  assegnate  dal  ng.  Bertaglia  sono 
le  medesime ,  e  forse  minori  di  quelle  stabilite  dal  aig.  Marescotti  • 
Poco  diversi  anche  ai  osservanc^i  risultati  delle  supposizioni  dell'uno,  e 
deli'  altro  quanto  al  principio  deUa  cadente  f  poiché  nell»  distanza  di 
lA.  miglia  \  dalla  foce  del  Primaro ,  la  eadente  di  quest'  iiltima  linea 
xestfr  inferiore  al  pelo  basso  del  mare  un-  piede ,  onde  riesce  più  alta 
della  supposta  dal  aig.  Marescotti  soli  pieai  i  \ ,  differenza ,  che  vie- 
ae  in  seguito-  compensata  coli'  eccesao  delle  pendenze  determinate 
dal  sig.  Marescotti  sopra  quelle  del  signor  Bertaglia  >  Onde  essendo 
Belli  due  progetti  le  medesime  difficoltà  quanto  aHe  pendenze ,  ne  sie» 
gue ,  che  si  deve  rigettare  T  uno ,  e  1'  altro-;  cou  questa  differenza 
-^BuUadimeno ,  che  la;  linea  del  signor  Bertaglia  non  è  soggetta  ali'  in- 
capacità de'  terreni  come  è  la  prima  ^  Sì  leggano  gli  atti  della  visi- 
te IttU  Co, 

14.  La  terza  linea  è  qnella  propo^  dal  signor  PerelU  •  Avendo  già 
noi  osservato  ,^  che  la  detta  linea  coincide  prossimamente  colla  prima 
Bertaglia  affatto  esclusa  anche  dal  suo  autore  medesimo,  potrebbe  ba- 
stare questo  solo  motivo  per  escludere  ancora  Ib*  linea*  Perelli  •  Ed  ia 
latti  essendo  stati  debutati  i  Periti  aell'  ultima  visita  per  livellare 
F  andamento  di  detta-  linea ,  il  terrene  fu  trovato  cosi*  impraticabile 
a  causa  de'  fondi  marci  ^  ^  della  bassezza  deHe  valli  ,  che  funon  oh- 
Isli^atv  di  uscire  fuori  delle  yaUi  suddette .  Si  vedano  gli  atti  della 
Tioita  Utt.  cit.  Ma  non  vi  à  altra  differenza  fra  la  prima  linea  Bertaglia» 


368 

e  la  Iioes  Perdili  ^  che  qaest'  ultima  pana  per  valli  «  e  siti  inferiori 
Alla  prima  j  e  conBegueatemeote  queata  è  asposta  alle  medesime  ,  e 
anche  maggiori  difficoltà  di  quella ^  tanto  per  rti^uardo  alle  penden« 
zOy  quanto  alla  cattiva  qualità  de'  terreni;  ma  eonTÌene  di  esamina* 
re  più  distintamente  la  detta  linea  »  sulla  quale  no&  sarà  difficile  il 
prendere  una  determinazione  dopo  le  cose  già  dette  •  Benché  dunque 
Beir  ultima  visita  siasi  omessa  la  livellazione  esatta  d^a  linea  Perei- 
li  9  il  che  bastava  per  non  proporla  ,  poiobò  non  se  ne  poteva  forma* 
re  un  piano  giusto ,  nuUadimeno  dalle  traaversali  ultimamente  prese  ^ 
4aì  fondi  delle  valli  ^  dalP  espansioni ,  e  livellazioni  del  Primaro»  e 
cavo  Benedettino ,  e  da  altri  dati  di  essa  visita ,  si  è  in  fine  ricavato 
quanto  si  può  con  tali  metodi ,  il  profilo  della  mentovata  linea ,  il 
quale  viene  ammesso  dallo  stesso  dottissimo  autore  « 

Devono   notarsi  primieramente  le  incertezze  nelle  operazioni  pro- 
poste ;  per  esempio  »  si  propone  un  nuovo  alveo  di  miglia  5  |  dallo 
sbocco  della   chiavica   Fermenti   in   Primaro^  sino  ad  intersecare  il 
Santerno  6oo.  pertiche  sopra  il  presente  suo  sbocco  in  esso  Prìmaro  • 
iPiù  sotto  si  aggiunge,  che  se  entrato  il  Santerno  in  detto  nuovo  al- 
veo non  si  esservasse  alcun  dirupamento  al  piede  de*  suoi  argini»  sa- 
rà segno ,  che  1'  abbassamento  deLibndo  del  Santerno  non  è  riuscito» 
e  quindi  si  potrà  tentare  V  introduzione  del   medesimo  %on  un  nuo- 
vo alveo  superiore  »  cioè  »  dair  osterìa  della  Pianta  »  oppure  da  quel- 
la del  Moro  *  Il  progetto  del  sìg.    Perelli  è  pieno   di   simili  ambigui 
tentativi  »  dopo   li  quali   propone  altre  operazioni  ,  eh'  esso  giudica 
aicnre  »  o  meno  incerte  »  Perchè  fare  imprese  inutili  »  e  dispendiose  » 
e  non  proporre  subito  P  operazione  la   più  sicura ,'  o  meno  incerta  ? 
Non  vediamo  tutta  la  diligenza   necessaria  nel  progresso  de*  lavori* 
Dal  principio  della  linea  si  prescrive  ,  che  dal  rrimaro  in  faccia  alla 
Madonna  de'  Boschi  si    faccia  un    canale  di  ice.  pertiche»  il  quale 
porti  l' acqua  di  detto  Primaro    nel  nuovo  alveo  •  Il  FrìmBTO  è  infe- 
riore »  e  il  nuovo  alveo   superiore»   come  lo  dimostra  la  pianta  me- 
•desima  .  Ondo  V  acqua  dovrebbe  salire  dallo  in  giù  allo  insù  •  Di  più 
il  nuovo  canale  »  che  va  ad  intersecare  la  strada  corriera  in  un  pun- 
to aco.  pertiche  inferiore  al  palazzo  della  Frascata»  si  accosta  già  al- 
le valli  ;  e  P  altro  canale   ao.  pertiche  a  tramontana  dalla  Torre  de' 
Cavalli  è  portato  francamente   in   mezzo  a  profonde   valli  con  un  al* 
Teo  di  acque  torbide.  Si  deve    dire  V  istesso   delP altro  canale  dalla 
•addetta  Torre  de'  Cavalli  sino  all'  Idice  sopra  la  via  del  Canalazzo  » 
col  quale  si   proseguisce  il  nuovo  fiume  «    Questo  canale  correrebbe 
in  profonde  valli^  con  poca  certezza  di  potere  alzare  robuste  arj^ina- 
ture  di  i6.  piedi»  come  dice  Pantere,  vien  prescritto,  un    altro  ca« 
naie  »  che  dal  Benedettino  in  faccia  al   Traghetto  porti  le   acque  dei 
Benedettino  alla  Torre  de'  Cavalli.  Escavandosi  il  Benedettino»  com^  è 


v- 


369 

ordinato  >  se  0!  levano  tatti  gU  interrì  menti,  8Ì  dev^  temere,  ehe  ^  «ad- 
detto canale,  il  quale  va  ad  unirsi  air  Idice  ,  rimanga  quasi  senza  deciì- 
vio.'Se  poi  si  lascia  pi||rte  degr  interrimenti ,  si  seema  la  pendei» 
al  Reno  9  che  richiede  almeno  once  14*  |h  P^^  miglio  •  Finalmenti» 
nn  tal  progetto  minaccia  d' un  pericolo  prossimo  le  cappone  cU 
Durasse ,  la  Contea  gdella  §elva ,  Villa  Fontana ,  la  terra  di  Medici- 
na, e  tatìt' altre  comunità  del  Bolognese,  e  della  Romagnola.  Onde 
vien^  per  neceMtà  prescritto ,  che  si  alzino  coronelle  ,  o  alano  gron- 
si  argini ,  ma  senza  speranza  d' un  felice  esito  intorno  ai  fondi  iqsjta»* 
bili  ,  per  cui  passa  la  linea  •  Crescerà  il  timóre ,  se  noi  psserviAmQ 
V  accrescimento  delle  acque  portate  ia  luoghi fracidi  assai  estesi;  si  rip 
chiederanno  coronelle  di  molte  miglia  con  maggior  pericolo  di  rotte 
Dei  piani  racchiusi  tra  le  medesime ,  i  quali  ooiilinuamente  anderan^ 
no  elerandosi  per  le  deposizioni  delle  torbide .  Per  rimediai;é  allo 
aconeerto  degli  scoli  si  prescrivono  botti  sotterranee,  attraversando 
i  rispettivi  fiumi  vicini ,  ove  succede  il  ristagno  •  Pare  disperato  il 
rimedio  per  la  somvia  difficoltà  di  formare  tali ,  e  tante  fabbriche  in 
luoghi  cosi  bassi,  e  paludosi,  di  fondo  instabile,  pieno  di  sorgive, 
d^Ue  quali  si  fa  tanto  conto  nelle  altre  linee.  Proseguiamo  ora  T an- 
damento della  linea. 

Se  il  Reno  torbido  non  lasciasse  deposizioni  nel  cavo  Benedettino , 
allora  ai  deve  continuare  in  detto  alveo  sino  alla  rotta  Panfilia .  Que* 
Bté  è  nn  tratto  di  miglia  io.  in  gran  parte  in  mezzo  alle  valli  del 
Poggio ,  e  Mal^Ibei^o  •  Mi^  se  V  esperienza  mostrasse  ,  che  jgìvi  succe^ 
idano  le  suddette  deposizioni ,  in  tal  caso  deve  abbandonarsi  total- 
mente il  Benedettino,  mediante  un  altro  canale  di  circa  14-  miglia» 
ti  prolungherà  il  nuovo  fiume ,  già  lasciato  all'  Idice  verso  la  Tpire 
de'  Cavalli ,  sino  ad  un  punto  più  superiore  di  esso  Reno ,  come  alla 


quando  non  vi  fosse  più  luogo  di  eseguire  la  detta  Unea,  si  propone 
un  altro  pirogetto  creduto  reale ,  e  sicurissimo ,  ed  è  di  demare  nn 
xaBi#  d'  acqua  perenne  dal  Po  grande  vicino  alla  Stellata  par  con«» 
durlo  ad  nnirai  al  nnavo  fiume  •  Qtfi  H  wede  V  incertezza  dàU'  auto- 
re dal  principio  al  fine,  con  profusione  di  danaro.  Di  più  conviene 
riflettere,  che  avendp  il  Po  grande  pochissimo  declivio,  deve  la  sua 
velocità  principalmente  al  corpo  d'acque,  il  quale,  se  ai  scemasse 
pollerebbe  forza  ^  e  ^verrebbe  ad  alzarsi  di  ibndo  con  maggior  perì- 
colo di  rotte  9  e  anche  u  perderebbe  a  poco  a  poco  il  ramo  di:  Lm»- 
l)ardfia ,  L' una  «  e  T  altra  consegneAza  aarebbe  innesta  ;  perciò  qné«* 
sta  derivazione  quando  fu  proposte  nel  i7a&#  tkùa  fo  accordata  da' 
Prìncipi  coiifioanti* 

47 


\ 


é 


Sto  ' 

Prima  di  termioare  qnesto  nostro  seutimento  «nlla  linea  PéreUi; 
per  dame  ooa  qualche  idea  ,  si  supponga  condotta  una  eadente  da 
Bant^  AI]>erto  all'  Idìce  secondo  V  esigenza  ielle  torbide  »  la  quale 
per  comune  consenso  di  tMti  i  Matematici  è  stata  stabilita  tra  Te  ii(, 
e  i5  once  per  mìglio»  Si  vedrà  in  molti  siti  la  linea ,  e  conseguen- 
temente il  tiuoYO  alveo  fuori  delle  campagne  ^  «ioè  in  aria  •  In  due 
maniere  si  studia  il  sig.  Pèrelli  di  appoggiare  le  sue  cadetiti ,  P  u- 
Ba  èy  che  quasi  sono  le  medesime  con  quelle  del  signor  Marescotti; 
V  altra  è  P esempio  del  canal  Bianco»  Quanto  all'esempio  della  linea 
Marescetti ,  ekso  non  favorisce  la  linea  PereHi  »  poiché  è  statò  già  di- 
mostrato insussistente  dal  sig.  Perelti  medesimo.. 

L'  esempio  del  canal  Bianco  fu  proposto  dal  Corradi  nelfa  visita 
del  sig.  Cardinal  Piazza  del  172$  ,  e  lo  stesso  Corradi  fu  convinto, 
e  costretto  ad  abbandenare  il  suo  paragone  per  le  mollfe  di/ferenze, 
che  gli  furono  portate  dai  Matematici  »  e  prineipalàìente  dà!  signoì: 
Eustachio  Manfredi  ,  come  costa  dagK:  atti  della  stessa-  visita  esisten* 
ti  nel  Bul^eo  Archivio*  della  città'  di  Faenza.  Ed  in  fatti  cotesto 
canale  è  nn  diversivo  delP  Adige,  largo  circa  35  pertiche.  lu  esso 
•bocca  il  Tartaro  in&uente  principale  o^  una  krgHezza  di:  circa  perti- 
che iS  9  profondo  da  la  piedi  »  il  quale  corre  sempre  perenne  »  anneno 
in  un'  altezza  di  3  piedi  d'^ acqua.  Esso  canale  prende  la  sua  orìgine 
dagli  scoli  9  e  piccole  riviere  di  Niohìesola ,  dt  Menago ,  di  Tremonct 
di  Teione^e  di  Tartaro  »' il  quale  ultimo  influente ,   come  abbianio 

5ià  detto^  somministra  la  maggior  quantità  d*  acqua  »  Tutti  qnest'' in» 
uenti  derivano  dalle  sorgive  dei  due  laghi  di  Cardu  ,  e  di  ÌA^ntii^^^ 
dagli  scoli  delle  campagne  »  e  delle  vallt  Veronesi  »  Essi  scorrono  per 
TMte  campagne  ,  per  le  quali  le  lóro  ac<]fue  tengono  chiarificate  •  Q 
4etto  canal  Bianco  rimane  aperte  da  Maggio*  sitio  a  Novembre  per 
isearicare  in  parte  col  meazo  di  un  emissnrio  '  le  torbide  delP  Adige 
dìhiite  dalle  ghiaie.  Non  è-  P Adige  torbifdo  come  il  Keno»  Prinur  di 
arrivare  al  detto  emissario  ha  camminata  già  quasi  dsnto*  miglia  lon* 
tano  dalle  montagne ,  onde  non  può  poi^tare  torbide  della  tiàtùra  dei*, 
torventi,  de'  quali  si  tratta  nel  presente  progetta.  'Né  si  pai^  avere 
il  presidia  delle  aeque  chiare,  come  nel  canal  Biam^o'»^  ConStiMtfòiò 
xi'^oansitet  Bianco  porta  iP  sue  tbndo  motto  elevate  sopra  il  piano 'dèlia 
6aUnpa^e  ^  ed  è  fornite  d»  arginature.  Per  queste  ragioni  »  e  per  al- 
tre >  che  sarebbe  troppo  hingo  di  rifecire  »  abbiami  crèdoto  dovere 
escludere  il  terzo  progetto. 

XVI.  Resta  ora  da  considerare  la  linea  supeiCofe  »  Ja  quaTe  ae  noa 
a^vesse  le  condizion»  necessarie^  se  Verrebbe  in  con%e|^ueììza  >  olhe  do- 
vesse Tigettaràì  qualunque  dei  progetti  '  proposti  j  GoAVkné  dunque 
esaminare  rigorosamente  quésta  Uneai.'  ?•    ^'  <*  '  • 

Abbiamo  già  premesso  un  principio  idraulico  |  ^kf^tjàirle  dipende 


I    «• 


\ 


S7I 

piincipalineiite  il  feliee  esito  d^  a&  progetto  iielf  iaalveflzione  dello 
acque.  Questo  principio  è  T abbondanza,  o  almeno  laBufficienisa.  delr» 
la  caduta  •  E  ammesso  da  tutti ,  e  provatQ  con  gli  atti  della  visita , 
che  la  Qaduta  nella  Une^  supeijore  sìa  molto  più  vantaggiosa ,  che 
neir  altre  linee^  a  conseguentementf ,  quanto  a  questo  punto,  la 
detta  linea  merita  di  èsser  pr,eferita  a  qualunque  altra  delle  propo- 
ste. Ma  ciò  non  basta  per  approvarla^  se  dì  più  non  viene  provata 
la  sufficienza  della  pendeniza  » .  Per  farlo  con  ordine  t  supporremo  al- 
cuni dati  della  visita*  Si  vedano  i  detti  atti  JLett*  G.  E.  Il  Lavino 
solitario  pende  nel  suo  fondo  più  regolare  75  once,  per  miglia.;  la. 
Sammoggia  solitaria  pende  circa  88»  8.  Ambedue  unite  dispongono 
r  alveo  loro  in  once  3o.  air  incirca,  quasi  3  miglia  prima  a'.InUui-. 
F6  col  Reno«  Si  rilava  }\  declivio  di  .fieno  solitarip  essere  alto  in  cirr 
oa  di  24  ^nce  per  xni|^io  vere^  U  pr(mosta  diversione  setto  di  Ma-- 
lacappa;  e  in  oltre  si  sa^  che  il  detto  Reno  dopO;  ^nito  alla  Sammog- 
gia contentasi  d'  una  pendenza  di  circa  once  17.  8.  pcii  miglio  «^  Di 
più  fu  osservato  in  essa  visita ,  che  il  Reno  in  piena  corre  superficial- 
mente circa  7  miglia  l'ora^  e  gli  altri  torrenti  solamente  .miglia  5«. 
Questi  sono  i  dati  della  visita  •  Ora  h  comune  tra  li  Geometri  il  me- 
todo di  determinare  la  portata  dei  fiumi  dipend^tem^qte  dalla  qua-, 
dratura  della  parabola ,  ..supponeufio  b  .velocità  deiU'  acqua  ip  divec- 
àe  altezze^  deua  medesima  sezione  rappresen^tata  poUe  <]|rdinate  d'/una 
aemiparabolalxopcata,.  il  <d^  cifi  vertice  sia  nella,  licita  orizzontala 
condotta  dal  principio  d^lr alveo. sino, alla  sezione  data«.jiQualuQq.ue 
sìa  r  esattezza  dell  ipotesi,  sono  state  rilevate  le  por*tat0  degU' in- 
fluenti Sammoggia,  Reno.i^  Savei^a,  e;  Idice.  FatCòii| /Seguito  il  con- 
fronto di  cotesto  portate,»  e  del/a  ^iuxinuzione  di  pendenza  »  ohe  o- 
pera  la  natura  d^e^  fiumi»  quando  si  ^niscctpp,  l^amnfioggia  »  «|; Lavino,;; 
indi  quando  si  unisce  detta  Sao^oegiarCoo.  ^enoiseguit]^^ 
eia   della  ^  natura  9  -pi  de^piÌMUO  ^   pen^^^  ;  sufl^^  f^l  nuovO: 

fiume  aggìun|;<e9dlo  di  ^fiop  z|i.,maQ9i  Siiye^ift^^  e  ^ice^.;  La  virtù  di 
questi  metodi  ^  Dcpdeii^e  sojQO.sU(ei.rìtiovafe  per  Repo  solitario  si- 
no air  incontro  della  Sammoggia  onpe  %^^a:^%%\  uniti  fino  alla  cooflu-. 
enztt  di  Savena  once^  17.  ft.  Da^^^testo  punto  .jSno  a  quelU  4^11'  Idi* 
ce  once  i5.  Da  esso  sino  all' ìng^essp  d^  Siìlaro  once  ia«  e  cosi  di- 
minuendo sino^^  .S.  Alfa^rt^,.  ^qn^.jà,.  defC(,cr^derf|^^.come  si  persijiado- 
xip  forse^aIci:^il^.'e^o.^q9ps^  calcobsiài^o  sicuri  in:, pratica, ,  ed  esatti^ 
^bi  li  riguardiamo^  ó^me  .iui  giirp.  abnso^  della  geometria  i  se  non  si 
jbonsiderano  conie  appj^siijfjAzipfji  anche  lontane ,.  come  limiti  9  o  me-« 
ire  direzioni  nellf  esecuzioiiie •  In^' questo. senso  folamentet  adopreremo 
le  deduzioni  pr/B.cedénti  f  Si  .accrescano  dunque  le  dett^  pendenze 
slella  linea. superiore  di  5  ^  o  6  once  per  miglio.  Cioè  la  prima  pen* 
flenza  di  once  24.  si  riduca  ad  once  ito*  I^a  seconda  di  oncfe  i?»  80 


/ 


ad  once  ^4.  La  tersa  di  onoe  i5.  ad  once  ao.  La  qaarta  di  once  1%* 
ad  once  17  9  e  cosi  fino  a  S.  Alberto  »  al  quale  accrescimento  di  pen* 
denza  può  &ci!mente  soddiaikre  la  linea  superiore.  Onde  nella  detta 
linea  non  folamente  si  ha  la  sufficienza  y  ma  anche  1'  abbondanza  del- 
la caduta  ;  poiché  senza  anche  V  uso  de*  metodi  precedenti ,  sapen  - 
dosi  che  bastano  14*  in  tS\  once  per  miglio,  possiamo  averop  18, 
secondo  il  profilo  della  menzionata  linea  •  Resta  ora  1*  altra  conside- 
razione anche  necessaria  per  la  sicurezza  ,  e  felicità  d*  un  progetto , 
ed  è  la  buona  qualità  de^  terreni ,  per  i  quali  passa  la  linea ..  y nesta 
seconda  condizione  è  stata  yerificata  nella  linea  superiore  ,  come  vie- 
ne  din^trato  dagli  atti  della  visita  lett.  cit*  Si  ritrovano  dunque  nel- 
la linea  suddetta  le  condizioni  ricercatrfV 

XVn.  Rimane  ora,  che  noi  rispondiamo  a  tre  difficoltà  ,  le  qnali 
tono  credute  fortissime.  La  prima  si  ricava  dalla  copia  delle  sorgi- 
TC .  La  seconda  daHa  quantità  della  ghiaia  •  La  terza  finalmente  dal- 
la quantità  ^4klle  piene  •  Quanto  ali'  obiezione  presa  dalle  sorgile,  che 
potrebbero  in  qualche  caso  refadere  l' escavazione  impraticabile ,  non 
ci  pare  per  molti  motivi  di  forza  alcuna  •  Primieramente  milita  u- 
gualmente  »  sinzi  più  contro  le  linee  inferiori  ,  nelle  qc^i  con  mag- 
gior fondamento  si  potrebbe  temere  l'abbondanza  delle  sorci  ve;  ed 
in  fttti  il  sig.  Perelli  prescrìve  deeli  scoli  per  dare  sfogo  alle  sorgi- 
ve ,  che  potrebbero  ineontratéi  nella  sua  liqea .  Ma  nella  linea  supe- 
riore pare  meno  fondato  il  timore  delle  ifirgive  ;  poichò  in  tntto  il 
territorio  alto  del  Bolognese  non  si  osserva  vestigio  alcuno  di  tali  sorgi- 
ve )  le  quali  ,  se  vi  fossero ,  riuscirebbero  di  sommo  vantaggio  in  quei 
siti  y  ne'  quali  vi  è  un'  estrema  penuria  d' acqua .  Finalmente  sappo-. 
niàmo  andhe  queste  sorgive;  non  mancano  diversi  artific]  meccanici 

Eer  evacuarle ,  indicati  molte  volte  dalla  situazione  medesima  >  e  di|l* 
i  naturi  del  luogo  •  Per  darne  un  esempio  »  Sughiamo ,  che  dal  Cq'^ 
Secchio  al  SilFara  a'  ióèontrassèro  abbondanti  sorgive  ;  basterebbe  di 
scavare  un  fossèllo  prenfo  il  Gorecchio  a  sinistra  »  che  andasse  4  finv^ 
re  nella  valle  bassa  d'Argenta  si  evacuarebbero  per  la  Gscciarìna  le 
dette  sorgive;  poiché  il  fondo  dei  nuovo  fiume  presso  al  Goreodiio 
al  Sillaro  riesce  sulla  comune  orizzontale  piedi  8»  9.  in  circa^  Il  fon- 
da della  Gacciarìna  è  stato  trovato  sulla   medesima   orizzontale  piedi 
;.  2»  e  1' aequa  del  l'o   allo  sbocco  della  Gaociarina  piedi    5.  io. 
Dunque  potranno  fihoiltnentè  queste  sorgive  avere  l'esito  per  la  Gac** 
eiarina  tiel  Po.  Kell'istessà  manièra   le  acqiie'  ira  il  Sillaro  »  e  la 
Quaderna  petfrébbéi^o  avere  lo  scolo  pel  fosso  della  Ghiesa»  e  da  tno  p^r 
^  la  Menata  nelle  vaili  d'Argenta.  Sarebbe  cosa  troppo  Ìuiy;a  il  percor* 
rere  tutto  il  tratto  della  linea  superióre  »  e  indicare  ne    diversi  aiti 
T  evacuazione  delle  sorgive;  basta  di  avere  risposto  brevemente  a  questa 
«bieaioaè ,  benché  non  si  credk  che  abbia  luogo  la  copia  delle  sorgive  « 


XVUL  L*  altra  obiezioae  rioaTata  dalla  quantità  della  gbiaia  pò* 
irebbe  avere  maggior  peso,  e  merita  maggior  attenzione  •  Benché  ven- 
ga accordato^  da  tutti  »  che  avendo  rieuardo  i^Ua  sola  caduta ,  il  prò* 
getto  della  linea  superiore  sia  da  preferirsi  a  ìfualuoque  altro  >  nuUa*- 
dimeno  viene  negata  da  "alcuni  la  sufficienza  della  caduta  rispetti  v»« 
'mente  alle  circostanze  della  ghiaia ,  la  anale  esigerebbe  maggiore  pen*- 
denza  •  Conviene  dunque  di  pesare  b  forza  di  queste  difficoltà  •  Sap- 

•  piamo  dagli  atti  della  visita  de'  19.  Dicembre  1761»  cbe.  fu  osserva- 
ta della  ghiaia  ne'  fondi  di  Reno  »  di  Savena  »  d' Idice  »  della  Gento^ 
xiara  y  6  della  Quaderna  ;^  ma  in  nessuno  dei  torrenti  fu  veduta  con- 
tinua^ 9  ma  solamente  dispersa  or  qua ,  orlà^  come  ^dissero  i  Periti 

^nella  loro  relazione  •  Ed  in  fiitti  ^  che  quella  ghiaia  sia  molto  rara , 
siamo  assicurati  dal  sig.  Ferelli  rispetto  al  Reno  a  Malacuppa  :  poiché 
il  iodato  celebre  matematico  ip  un  foglio  esibito  in  visita  19.  Giu- 
gno X76i&.  riferisce»  che  la  ghiaia  ha  una  piccolissima  proporzione  al 
rimanente  della  materia  del  fondo  di  Reno  •  Quanto  alla.  Savena ,  aU 
V  Idice ,  alla  Gentonara ,  e  alla  Quaderna  »  ci  rendono  testimonianza 
gli  atti  della  visita»  di  non  essersi  incontrati  vestigi  di  ghiaia  ne'  con* 
tórni  della  linea  superiore  «  Il  celebre  Guglielmiiii  e'  istruijsce ,  che 

.  le  ghiaie  di^Reno  si  arrestano  circa  miglia  5.  sotto  la  chiusa  di  Ga* 
solecchio  »  cioè  ,  circa  4  9  ^  plù  miglia  al  di  sopra  della  intersecazio- 
ne dell'  alveo  superiore  •  Quanto  ^agli  allri  influenti  sappiamo  »  eh'  es^ 
ài  depongoiio  le  ghiaie  3  «  o  4«  miglia  più  sopra  alla  diversione  della 
linea  superiore  ;  poiché  lainno  fede  i  pubblici  registri»  ohe  .cdnta« 
dini  debbano  portarsi  colle  carra  a  prendere  le  ghiaie  più  sopra»  e 
condurle  inferiormente  »  per  mantenimento  delle  strade  pubbliche^  la 
quale  &tica  non  è  verisimile  »  che  si  prendessero  »  se  le  ghiaie  si^  tro-» 
Tasserò  a  minore  distanza . 

Né  deve  temersi  »  che  la  detta  ghiaia  »  e  grossa  arena  accumulata 
nel  fondo  di  Sammoggia  sotto  i  Forcelli,  e  nel  fonda  di  Reno  sotto 
la  Volta  Sampierì  faccia  un  ammasso  nocivo  •  Il  timore  del  sknor 
FereUi  non  pare  appoggiata  sull'  esperienza  •  D  Lavina  entra  in  &im- 
moggia  ai  Porcelli»  portando  amendue  nella  confluenza  un  poco  di 
kninuta  ghiaia  ;  la  Sammoggia  passa  in  Rena  alla  rotta  Sampieri  ,  e  si 
osserva  qualche  vestigio  di  grosse  arene  ancora  neir  unione  »  Nulladi* 
m^iio  da  tanti  secoli  u  Lavino  ha  ricapita  nella  Sammoggia  ^  e  la  Sarn-» 
moggia  in  Reno»  senza  pregiudizio  alcuna  proveniente  dalla  ghiaia  ai 
aspettivi  fondi  dopa  la  confluenza ..  Dunque  non  vi  è  fondamento  al* 
cune  di  credere  »  che  la  ghiaia  possa  portar  danno  alla  linea  superio- 
4re  ;  ed  eccone  la  ragione  •  In  Reno  si  è  veduta  la  ghiua  da  Malaeappa 
in  su  »  ma  non  cosi  da  Malaeappa  in  giù  sino  alla  Sammoggia  *  E  pu* 
re  il  fondo  di  ^eno  stipérìormente  a  Malaeappa  non  ha  pendenn  ma^ 
Slore  di  quella  che  si  trova  avere  di  aotto  a  Malaeappa  sina  alla 


Sammoggia  •  Tarìmente  Deir  Idicd  .'è  ^tata  oHcfwata  piccola  ^atxtHa 
di  ghiaia  or  qua  j  or  là  fino  quasi  alla  linea  del  ^g.  Bertaglia ,  e  la 
ghiaia  ai  è  veduta  tanto  più  grossa^  quanto  più  si  aF^anza  dalla  det- 
ta linea  all'  inaiu  Nolladimeno  in  tutto  il  tratto  del  torrente ,  ìa  cui 
ai  sono  fatte  ;le  oasenrafisioni^  non  ostante  la  direna  grossezza  della, 
ghiaia,  -il  fondo  oonsenra  la  medesima  pendenza  da  per  tutto  •  L^^- 
stessa  pendenza  ai  osserva  rispetti  vamon te  negli  altri  torrenaì ,  ne^ 
quali  »si  è  rveduta  la  ghiaia .«  J]>a  questi  esempi  ai  conohiude ,  che  la 
ghiaia  *non  alterando  il  fondo  degli  alvei  foraiti  di  minore  pendettaa^ 
anche  nella  confluenza  de'  torrenti  ^  molto  meno  sarà  capace  di  al- 
terare 1'  alvoo  deHa  linea  stiperìow ,  4)he  ha  una  maggiore  caduta ,  e 
magaci»  larghezza  «  Onde  Ja  ghiaia,  la  quale  ora  ai  vede  or  qua  ,  or 
là  f  sarà  viepiù  dispersa  nel  nuovo  alveo  »  e  non  produrrà  alterazio^ 
ne  alcuna  nella  detta  linea  superiore  •  Xa  .di£Eicoltà  suddetta  ^i  scior 
glie  ikcilmentOy  distìnraendo  i  fiumi ^  che  corrooo  in  ghiaia:»  da 
quelli  j  ohe  tniggono  solamente  poca  quantità  di  ghiaia  ^« 

Quanto  dia  terza  obiezione  ricavata  dalla  larghezza  dell'alveo,  ila 
quale  .aon  sarebbe  capace  di  contenere  le  acque  in  lempo  delle  maa- 
aìme  piene ,  si  può  lìspond^sie  ^  ^be  in  questo  nostro  ^parere  non  vi 
è  luogo  alla  presente  difficdltà  »  poiché  ci  basta  di  avere  provato 
l' abbondanza  .della  4iaduta  »  e  la  consistenza  del  terreno^  Queste  due 
condizioni  ^sendo  dimostrate  «  jnon  può  rimanexe.  impedito -alcuno 
ner  r  ampiezza  dell'  alveo,,  ^  Ja  diversità  deUe  sraioni^  essendo  iicW 
e  ,  quando  lo  permette  il  tecreno  ,  come  è  stato  già  provato  di  da-^ 

aezioni^ 
del- 
potranno  di  nuovo  osservare  con  lutta  la  possibile  e« 
aattezza  •  Nnlladimcno  benéhè  oon  <ci  crediamo  «obbligati  di  rispoude- 
re  a  questa  difficoltà,  la  , quale  appartiene  più  all'  esecuzione ,  tbm 
alla  soataoza  del  progetto  generale  ,  non  sarà  <lifficìle  d<  soddisfarò 
anche  a  quest'  ultima  obiezione  con  un  breve  4)alcolo  ^  acegliendo  il 
caso  ,  come  si  dove  fare  in  tsdi  materie,  il  meno  vantaggioso  alla  £l- 
nea  superiiore,  cioè^  adopranda  la  sezione  la  più  ristretta»  je  dimo- 
strandola capace 'di  contenere  le  massime  piene  4  per  *esempio  nei  sito 
di  Beno  unito  oon  la  Sammoggia  •  Sia  dunaue  nella  detta  uunore  ae- 
zione  la  pi:ofi)ndità  media  -del  xumale  di  piedi  m>*  aolamente^|j|a  qua- 
le in  fatti  ò  anche  di  i.5.  Sia  ia  larghezza  ^el  fondo  '.  di  pitiche  '8  , 
una  acarpa  anche  tenue  ne  produrrà  al^ieno  ja.  in  somnùtà.  Ónde 
la  media  larghciSBza  dì  osso  canaio  sarà  di  pertiche  .io,  0  sia  piedi 
ico^  e  la  sezione  sarà  4IÌ  piedi  quadrata  icoo.  Ognuna  delle  golenO 
più  ristrette  ,si  faccia  di  pertiche  uo,  and>edae  insieme,  saranno  di 
piedi  20c.  Ma  T  altezza  degli  argini  è  di  piedi  la ,  e  lasciandone  a. 
con  isvantaggio ,  rimangono  soli  piedi  1^  Dunque  V  area  sul  piano 


f. 


V 


té  . 


delle  gofene  riesce,  di  piedr  qUftcTratr  2000 ,  r  ^aali  aggiunti  ai  looo* 
saddettf  producoDo  una  sezione  di  piedi  qaad];;ati  3ooo.  Ora  parago- 
siama  la  massima  pienu  accadut»  ia«  risita  li  l'S  Novembre  1761» 
colla  detta  sezione  •  Questa  di  larghezza  saperfioiale  si  stendeva  a 
piedi  157,  e  di  larghezza  inferiore  a  i(^5.  Onde  la  media  larghezza 
sari  di  piedi  1 4&»  1  altezza  inedia*  sopra  il  fondo  si  trova  nella  me* 
desimia  sezione  data  dblla  visita  di  piedi  i^.  3 ,  ddnque  1^  area  resta 
uguale  a  piedi  quadrati^  ciroa  1190 ,  e  consegaeotemente  la  sezione 
la  più  ristretta  della    linea    superiore  rimane  nM>lto  pi  ir  della  quarta 

?arte  maggiore  ìn^  capacità-  di  quella  r  ohe  viene  obiettata  dal  signor 
èreHi  nelh  massima  piena  di  Reno  •  Si  potrebbe  dimostrare  lo  stes- 
so», prevalendosi  del  paragone  delle  akre  piene  •  Dunque  le  sezioni 
prescritte  nella  linea  superiore  rimangouo  ia  vantaggio,  il  quale  vao- 
taggio  si  dimostrerebbe  anche  molto  maggiore  ,  considerando  ,  che  il 
auovo  alveo- potrebbe  esse?  più*  retto  del  presente,  più  regolare,  e 
provviste  di  una  pendeofiia  maggiore  della  supposta  di  once   z4>  9* 

XIX»  Da  qiieste  rìflessiooi  conchiuderemo  -finalmente   per  modo  dk 
ricapitolazione  ,  ohe  la  prima  linea  kr  soggetta  a  gravissime ,  ed  inscH 
perabìli   dilHooItà   quanto    alla    pendenza  dell'  alveo ,.  ed  alla  qualità 
del  terreno  «^  Onde  non  abbiamo  fondamento  di  sperare  alcun  buon  e- 
sito  dot  primo  Progetto.   1a  secpoda   Knea^,   benché   nou  patisca  le 
stesse  diiBóoItà  deihi  prima ,  qoanto  alla   qualità  de'  terreni ,  nulla- 
dimeno'  è-  poco  sictira  per  riguardo*  alla  caduta-,  e  crediamo  improba-- 
bile  il  ielice    successo  della   medesima  •  La  terza  linea    manca  delle 
due  qualità  necessarie,  e  di  più  il  metodp    dell'  esecuzione  e  espo- 
stO'  a  moltissimi  pericoli.  Onde  ci  pare  dover  esclitdere  il  terzo  Pro* 
getto.  La  quarta,  e  ultima  linea  superiore  è  dotata  di  tutte  Je  eon* 
dizioni ,  che  possono  promettere ,  e   anche  assicurare    moralmentc^la 
felicità  d'un  progetto,  purché  l'esecuzione  si  faccia  con  tutta  l'esat^ 
tefeaa,  e  fedeltà  neoessarìav  Dunque  risulta^,  che  si  eseguisca  il  quat- 
to PirogettO',  o  non  si  eseguisca  aleuno  dei  proposti,  permettendo  nul- 
ladiàunoiu  quest'ultima  caso- i  rimedi  opportuni ,  cme  verranno  sug^ 
geriti-' aUe  rispettive  provincìe  dalla  necessìtà^>>e  dalla  situazione,  pur- 
ekè  tali  rimedi  noo  consisÉauo*  in  diversioni ,  o  scariohi  di  acque  nel- 
le eampagne  vicine ,  e  in  simili  operazioni  ,  che  portassero  danno  al- 
li  viciiii.  Noù  si  eroda ,.  ehó  l'uso-  di  tali  .ripari  sia  contrario^  aUe  co- 
se detfte  da  noi  precedentemente ,  avejado  già  rigettati  cpme  ìnsiiiB- 
mentive^  ppeò/ .durevoli  ii  rin^edi  prov  visionali  ;  ma.  è. meglio  di  ri« 
ìavdare-  it  male-  con  qualche-  mparo'  anche  provvisionale  y  purcbà  a^ 
l»a  le  covdksioni   accennate ,   cae   di  accelerarlo   coli?  esecuzione  di 
qualche  Progelto  dèi  tre  primi  proposti.  È  bensì'  v^mh,  ohe  ìl.qaar- 
.to  Pcogfetto  ben*  eseguito  ha  tutte  le  qualità ,  che  lo  rendono  moral*- 
«oente  certo}  nttllàdiaiena ,  àe  occorresse  senza  necessità  alcuna ,  e 


/^ 


8:6 


l 


solimente  per  procedere  con  maggior  ftoddisfazìoae  »  e  tranquillità 
delle'  parti  inreresaate^  dì  piegare  dolcemeote  .alla  aioistra  la  linea 
euptriore,  appena  passate  le  valli  di  Medicina ,  e  di  condarla  ad  a- 
nirs^  alla  linea  Perelli  dirimpetto  all'osteria  della  PianU  all' incirca , 
qaesta  leggiera  mntasione  »  hepcfaè  senza  vantaggio  ^  non  yarierebbe 
le  condizioni  della  linea  superiore ,  e  npn  servirebbe  ad  altro ,  che 
per  accosursi  il  più  eh'  è  possibile  all'  opinione  degli  altri  »  e  per 
declinare  le  difficoltà  ^  che  potessero  muoversi ,  benché  senza  foMap 
mento,  da  qcei  che  stanno  alla  destra  del  Santerno* 

XX.  Termineremo  questo  noMro  Parere  col  professare  là  dovuta 
stima  agli  Autori  delle  altre  linee  »  il  sentimento  de'  quali  siamo  co- 
stretti  di  non  approvare  per  le  accennate  ragioni  con  sommo  nostro 
dispiacere;  protestando  di  più,  che  dopo  avere  esposte  le  nostre  ri- 
flessioni con  tutta  la  sincerità  »  sfug^remo  di  leggere  qualunque  cri- 
tica y  principalmente  le  risposte  acerbe  »  e  *in(^urìose  ^  che  disonorano 
i  Letterati ,  e  discreditano  la  letteratura  medesima  •  Basterà  prevenire 
un'  obiezione ,  la  quale ,  come  la  più  naturale  »  verrà  probabilmente 
Atta  •  Saremo  forse  tacciati  d' imprudenza  di  aver  portato  il  nostro 
giudizio  in  una  materia,  la  quale  richiede  la  presenza,  e  l'ispezione 
oculare  •  È  vero ,  che  sarebbero  necessarie  osservazioni  esattissime  sa 
i  terreni  medesimi ,  se  vi  fosse  qualche  dubbio  intorno  alle  condizio- 
ni richieste ,  e  se  avessimo  da  proporre  qualche  nuovo  Progetto  •  Ma 
essendo  ammessi  con  unanime  consenso  i  dati  necessari  per  giudica^- 
Te  dei  Progetti ,  ed  essendoci  comandato  di  astenerci  da  qaalnnque 
altro  Progetto,  è  evidente,  che  siano  inutili  altre  osservazioni  fatte 
da  noi  medesimi,  o  in  presenza  nostra.  Onde  si  deve  a/vertiroy  che 
io  questo  Parere  abbiamo  stimato  il  quarto  Progetto  éome  il  solo  e- 
eeguibile  tra  ì  proposti ,  ma  non  come  il  solo  possibile  ;  benché  es« 
sendo  stato  tante  volte,  e  da  lungo  tempo  esattissimamente  visitato 
da  celebri  Matematici  il  terreno,  di  cui  si  tratta,  si  possa  cred«f%9 
ohe  siano  «tati  proposti  tutti  i  Progetti ,  de'  quali  fosse  capace  la  sU 
Inazione  de'  luoghi  «  La  risposta  alla  procedente  obierione  servirà  an- 
cor^ a  noi  di  ginstificazione  per  avere  .ricavato  dalle  diverse  Memo- 
rie ,  che  ci  sono  state  esibite  le  descrizioaii  de'  siti ,  delle  linee ,  ed 
altri  dati .  In  materie  di  fatti  non  è  lecita  1'  invenzione ,  onde  tutta 
là  nostra  incombenza  si  riduce  va  a  descrivwe  brevemento  i  dati,  che 
abbiamo  creduti^  necessari  per  formare  un  giudico ,  omettendo  le 
cose ,  le  quali  ci  parevano  abbondanti ,  e  non  neoeasarse  ;  finalmente 
ad  esaminare  le  ragioni  addotte  in  favore  delle  linee,  proviJendMi 
delle  Scritture  degli  Autori  medesimi ,  oeservaado  quanto  aUiiamo 
potuto  l'ordine,  e  la  chiarezza.  Qualunque  sia  l'esito  di  queste  no^ 
atre  oonsideraziooi ,  avremo  il  merito  dell'  ubbidienza ,  d  delk  buon^ 
volontà  di  poter  corrispondere ,  secondo  le  nostre  deboji  forze  ^  allo 


hi 

«elo  per  il  bene  pubblico  |  dall*  EmlnentininKi  Visitato^  ^mostrato 
ia  tante  occasioni  ^  e  nltimamente  nella  laboriosissima  visita   intra- 


presa con  tanta  diligenza  ner  il  vantaggio  delle  tre 
Roma  dalla  Trinità  de'  Monti  a8.  Gennaio  1764. 


provinole 


Fra  Franeescò  Jacqtder  Professóre  di  maUmatica. 
Fra  Tommaso  le  Seat  Professor 6  di  matematica  • 


48 


s?» 


RISPOSTA  AL  PARERE 

DE'  PADRI  Le  SEUR  ,  E  JACQUIER 

Sopra  i  diversi  progetti  per  il  regolamento  delV  acque  delle   tre 

Provincie  di  Bologna,  Ferrara  e  Romagna . 


i^d  ì  molti  reverendi»  e  dottissimi  padri  Le  Séur ,  e  jMqiUer  nella 
scrittura  pubblicata  da  loro  in  Roma  nell'  anno  scorso  col  tìtolo  di  Esar^ 
me  sopra  diversi  progetti  intorno  al  regolamento  deW  acque  delle  tre 
Provincie  di  Bologna  ,  Ferrara  ,  e  Romagna  ^  avessero  »  trattando  del 

{>rogetto  proposto  dal  dottor  Perelli  nella  sua  relazione  indiriaszata  al- 
'  Eminentissimo  sig.  Cardinal  Conti  »  adempita  alquanto  meglio  la 
promessa  fatta  nel  proemio  della  detta  loro  scrittura  d'  osservare  n- 
na  totale  indifferenza,  il  Perelli  seguiterebbe  il  suo  primo  proposito 
di  tenersi ,  dopo  esposto  il  suo  sentimento  >  in  silenzio  ;  e  in  vecs 
di  scrivere  in  sua  difesa  ,  attenderebbe  tranquillamente  che  la  aomr 
ma  prudenza  degli  Eminentissimi  Personaggi  ,  ai  quali  toc6A  il  giu- 
dicare in  questa  importantissima  causa  »  decida  a  quale  veramente  dei 
diversi  progetti  comparsi  finora  in  luce  sia  dovuta  la  preferenza.  Ma 
giacché  i  Reverendi  Padri  non  contenti  di  appoggiare  con  ogni  lòto 
afotzo  il  progetto  della  linea  saperiore  nel  riferire  il  progetto  del  Pa- 
relli,  o  confidando  soverchiamente  nelle  relazioni  <li  persone  appa»*. 
alenate  5  o  trasportati  dalla  prevenzione  ,  o  per  qualunque  altro  mo- 
tivo »  con  alterare  i  fatti,  e  tirare  i  detti  del  Perelli  a  conse^aenzo 
assurde  ,  e  lontane  dalla  di  lui  intenzione,  pare  che  abbiano  posto 
ogni  loro  studio  in  fare  apparire,  il  progetto  del  Perelli  come  una 
scempiaggine  indegna  d'  esser  caduta  in  mente  non  solo  di  chi  pro- 
fessi le  maten^atiche ,  ma  nemmeno  di  chi  sia  dotato  del  semplice 
senso  comune  :  il  PereHi  spera  d*  esser  compatito  ,  se  per  difesa  del 
yero,  e  della  propria  riputazione,  s'induce  a  ripigliare  la  penna  con 
esporre  alla  vista  del  pubblico  in  questi  fogli  il  suo  progetto  nello 
sue  vere  circostanze  insieme  col  dettaglio  delle  ragioni,  dalle  quali 
è  stato  persuaso  ad  anteporlo  a-  tutti  gli  altri ,  e  particolarmente  a 
quello  della  linea  superiore  ,  ^nto  applaudito  dai  Reverendi  Padri  • 
Per  procedere  con  brevità  ,  e  chiarezza  ,  ridurremo  le  obiezioni  con- 
tenute nella  scrittura  dei  Reverendi  Padri  ad  donni  capi,  dando  a 
ciascuno  la  risposb^^  conveniente  i  e  "^quindi   passeremo  ad  esamìiiare 


y^ 


8f9 

gli  argomenti  >  con  i  jquali  i  Reverendi  Padri  si  sono  ingegnati  di  so* 
«tenere  il  loro  impegno  a  favore  del  progetto  delia  linea  superiore. 
-  La  prima  e  più  forte  obiezione. promossa  dai  Reverendi  Padri,  con* 
tra  il  progetto  del  Perelli  è  desunta  dalla  linea  ideata  da  lui  per 
V  andamento  del  suo  nuovp  fiume ,  la  quale  secondo  che  affermano  i 
Reverendi  Padri  coincide  colla  linea  proposta  altre  volte  dal  fu  signor 
dottor  Romualdo  Bertaglia  nella  scrittura  pubblicata  da  lui  in  Ferrai* 
ra  nel  17S9.  in  risposta  al  voto  del  chiarissimo  sig.  Gabbriello  Man- 
*  fredi.  Nella  mappa  annessa  alla  detta  scrittura  si  vede  segnata  la  li» 
nea  d' nn  alveo  ,  per  il  quale  il  sig.  Bertaglia  pensava  di  condnr  le 
acque  del  Reno  y  e  dei  torrenti  del  Bolognese ,  e  della  Romagna ,  la 
qual  Jinea  al  dire  dei  Reverendi  Padri  è  pochissimo  differente  dalia 
linea  del  Perelli.  La  sola  differenza,  la  quale  secondo  i  Reverendi 
4Padri  si  ritrova  fra  le  linee ,  Bertaglia,  e  Perelli,  è  che  1'  ultima  si  con- 
duce per  fondi  più  instabili ,  e  di  situazione  più  infelice  dell'  altra,  e 
in  conseguenza  soggiace  a  maggiori  difficoltà,  tanto  rispetto  alle  pen- 
denze ,  che  alla  qualità  del  terreno  •  Aggiungono ,  che  nel  progetto 
del  Perelli  V  alveo  del  nuovo  fiume  passa  dalla  Torre  de'  Cavalli  in 
giù  per  mezzo  a  valli  profonde  ;  e  lo  stesso  affermano  del  canale , 
che  partendo  dall'alveo  dell' idice  si  porta  alla  Torre  accennata.  Per 
tutti  questi  motivi  concludono  ,  che  il  progetto  del  Perelli  come 
chimerico  ,  e  già  riconosciuto  d' impossibile  esecuzione  ,  npn  merita 
che  se  ne  faccia  conto.  • 

Non  sì  può  dubitare.^  che  data  la  verità  dei  supposti  avanzati  dai 
Reverendissimi. Padri  essi  abbiano  ragione,  e  che  il  Perelli  meritereb* 
be  ogni  biasimo  avendo  impiegati  5  mesi ,  e  non  già  r  i .  interi  dal 
tempo  del  suo  soggiorno  in  Roma  a  ideare  ,  e  proporre  nella  sua  re- 
lazione un  evidente  sproposito  •  Per  sua  buona  fortuna  la  verità  e 
ohe  i  sopposti ,  sopra  i  quali  si .  fondano  i  Reverendi  Padri  ricavando*^ 
li  daHa  scrittura  del  p.  Santini  ,  o  dalle  informazioni  di  qualche*  al«« 
tro  parti  tante  del  progetto  delia  linea  superiore,  non  sus&listono  in 
fatto.  Primieramente  non  sussiste^  che  la  linea  Perelli  sia  la  stessa» 
o  poco  differente  dalla  linea  progettata  dal  sig.  Bertaglia  nella,  rispo- 
4Bta  al  voto  del  sig.  Gabbriello  Manfredi.  Per  rimanerne  persuasi  basta 
^confrontare  con  diligenza  l'andamento  dell'  una  e  dell'  altra .  La  linea 
Bertaglia  incomincia  dall'  alveo  del  Reno  in  vicinanza  della  Botta  Sam- 
^ierì;  la  linea  Perelli  ha  il  suo  principio  dal  principio  del  cavo  Bene- 
dettino .  Nelle  valli  di  Marmorta ,  e  d'  Argenta  »  cioè  in  quo'  siti  ap- 
puntò ,  nei  quali. la  mala  qualità  dei  fondi  obbligò  i  Periti  destinati 
a  livellare  la  linea  Bertaglia  a  discostarsi  dalla  traccia  segnata  dal 
aignor  BertagUa  nella  mappa  annessa  alla  sua  scrittura,  le  line^i^eti^ 
taglia  »  e  Perelli ,  sono  lontane  1'  una  dall'  altra  i&oo  pertiche  ahne- 
no  \  ed  e  facile  intendere  qual  differenza  di  staBilità  di  suolo.  >  e  di 


^^pialità  ài  terreno  conif pendente  a  una  dssfaiitt  ti  &tta ,  ttrattande- 
ai  di  yalli  ripiene  in  buona  parte  dalle  deposizioni  delle  torbide  dei 
torrenti  •  La  disttnisa  fra  i  punti ,  nei  quali  l' istesse  linee  gik  vicine 
a  terminare  nel  Primaro  intersegano  V  alveo  del  Santemo ,  è  ancora^ 
aaolto  maggiore  »  cioè  niente  meno  di  tre   miglia  e  mezzo  •  La  difii> 
renza  dnnqne  fra  le  linee  Bertaglia  e  Perelli ,  non  ò  con  piccola,  come 
vorrebbero  dare  a  credere  i  Reverendi  Padri  »  e  merita  d^  esser  tanto 
più  eonsiderata^  quanto  da  essa  dipende  prineipalmente  la  diversità 
essenziale»  che   passa  fra  il  progetto  del  sig»  Bertaglia,  e  il  progetto 
étl  Perelli ,  e  tntto  il   vantaggio ,  cbe  V  ultimo  ha  sopra  il  primo , 
come  yedremo    in   appresso  •  Secondariamente  è  falso ,  che   ta  linea 
del  Perelli  si  conduca  per  siti  di  fondo  marcio ,  e   per  valli  piofon- 
de»  e  che  perciò  P  escavazione   delP  alveo   pronosto  dal  Perelli  per 
incanalarvi  le  acque  depurate  del  Reno,  e  le  toroide  dei  torrenti  in- 
•ieme  colla  fabbrica   dell'  arginature  ,  sia  da  tenersi  in  conto  d' im- 
presa disperata  »  Per  ischiarire  pienamente   questo   punto ,  il  quale  a 
ehi  non  tosse  bene  informati^  può  invero  fiire  SDeció  più  d'  ogni  aK 
Irò,  e  però  si  vede  ripetuto,  e  inculcato  come  d'accordo  dagli  oppo* 
aitori  al  progetto  del  Perelli  nelle  loro  scritture ,  converrà  esaminare 
parte  a  parte  la  linea  Perelli ,  e  per  farlo  comodamente  la  dividere- 
mo in  quattro  porzioni  »  La  prima  conterrà  quel  tratto  ,  che  dal  prin» 
eipìo  del  cavo  Benedettino  conduce  alla^  Torre  de*  Gavalli*  Nella  se* 
conda  si   comprenderà  il  canale  ,  il  quale  partendosi  dall*  Idice  alla 
via  del  Canalazzo.,  va  a  metter  foce  nell^  alveo  delle  acque  nnìte  un 
miglio  in  circa  sopra  la  Torre  accennata  dei   Cavalli*  La  terza  rac« 
chiuderà  il  tratto  compreso  fra  la  detta  Torre,  e  lo  scolo  Zaniolo» 
E  la  quarta  finalmente  il  restante  della  linea  fra    gli  alvei   del  Za- 
niolo,  e  del  Primaro»  Quanto  alla  prima  porzione^  e  alP ultima,  sal- 
irebbe vanità  il  disputarne  :  giacche  o  si  tratta  di  rinnovare  escavazìo- 
ni  vecchie,  o  trattandosi  d^ intraprenderne  delle  nuove,  la  semplice 
vista  della  mappa  lavorata  d'  accordo  nel  tempo  della  visita  dai  Peri-^ 
ti  di  Bologna  ,  e  di  Ferrara  ,  mostra  a  sufficienza  che  i  terreni  ,  per 
B  quali  passa  la  linea  ,  sono  prativi  ,  boschivi  ,  e  Coltivati ,  e  con  se* 
guentemente  capaci  d' escavazione ,  e  di  sostiMiere  Parginatura*  E  bea« 
che  la  linea  per  un  breve  tratte  prima  di  giugnere  alla  Torre  dei  Ca- 
valli tocchi  il  margine  della  valle  di  Maróiorta  ;  tuttavia  non  è  diffi* 
eile  Io  scansare  ogni  inconveniente  discostandosi  dalla  valle  verso  o- 
atro  >  e  costeggiando  la  Centonara ,  e  il  fossato  Vldoso  •  Per  ciò  che 
apetta  alla  porzione  f  la  quale  comprende  il  canale  ,  che  dall'  Idice  si 
conduce  al  nuovo  alveo  un  miglio  sopra  la  Torre  dei  Cavalli,  è  vero 
^a  fmssa  a  traverso  la  valle  di  Durazzo ,  ma  ò  altresì  vero  cbe  per 
la  stessa  valle  passa  ancora  il  torrente  Centonara,  il  quale  si  è  già 

firmato  P  alveo»  e  le  sponde  per  meno  |e  aUuvioni:  e  giacché  corre 


88i 

tieinisBimo  alla  linea  ,  e  eon  la  stessa  direzione  >  pii&  >  tenendoci 
allargato  9  e  arginato  l'alveo  a  misura  del  bisogno  9  servire  a  condurr 
re  le  acqne  deli'Idice  fino  al  nuovo  alveo  sopra  la  Torre  menzionata» 
Tutta  la  difficoltà  allora  si  ridurrebbe  a  circondare  coli'  argine  quel* 
la  porzione  di  valle ,  cbe  viene  intersecata  dalla  Gorletta  ;  il  che  pu6 
ottenersi  agevolmente  a  motivo  della  poca  estensione  della  ponsione 
accennata  ^  •  la  quale  non  eccede  col  suo  giro  la  lunghezza  d  nn  tni-^ 
-  glie.  Ma  suppongfaiamo  pure  per  troncare  tutte  le  dispute^  che  ad 
effetto  di  condurre  il  canale  a  traverso  la  valle  già  detta  di  Dnraz* 
zo,  sìa  d'assoluta  necessità  l'arginarla  tutta  all'intorno;  non  ne  se- 
gue perciò  y  che  tale  intrapresa  n>eritt  d'essere  rigettata  come  troppe» 
difficile  a  eseguirsi  »  o  soverchiamente  dispendiosa .  Già  la  valle  re^ 
sta  presentemente  recìnta  in  parte  d'  arginature  erette  a  fine  di  prs^ 
servare  dall'inondazione  ì  terreni  coltivati  confinanti ,  di  modo  che 
riguardo  a  queste  non  si  richiede  altro  ^  ohe  rialzarle  »  e  rinfiancarle^ 
opera  né  molto  difficile ,  né  di  soverchio  costo  ;  e  quanto  al  rimanente 
la  spesa  per  fabbricarne  delle  nuove  resterà  abbondantemente  ricon»» 
pensata  dagli  acquisti  di  terreno  fruttifero  9  che  si  faranno  ben  presto* 
nella  valle  mediami  le  deposizioni  dell'  Idice  •  L' Idice  oltre  ali  esser 
torrente  per  sua  natura  assai  torbido  ,  venendo  obbligato  a  correre 
dalla  via  del  Ganalazzo  in  giù  nel  canale  accennato  9.  nel  quale  avrà 
di  caduta  5  piedi  almeno  pia  del  bisogno  ^  non  potrà  fare  meno  di 
corrodersi  il  fondo  fino  a  stabilire  P  alveo  più-basso  gl'istessi  S  pie^ 
di  per  qualche  miglio  sopra  1'  imboccatura  del  canale  •  Posto  ciò  9 
tutta  l'arena»  e  la  terra  ^  contenute  nell'alveo  deiridice  fino  alla 
profondità   di  S  piedi  per  il  tratta  d' alcune  miglia  ^  dovranno  dallo 


ammesso  a  spagliare  nella  valle  »  nella  quale  deponendo  oltre  le  ma«^ 
tene  condotte  al  solito  dalle  torbide  V  arena  »  e  la  terra ,.  corrose  dal 
proprio  alveo  ^  contribuirà  a  tanto  più  sollecitamente  riempirla  »  e 
bonificarla*  Che  poi  la  spesa  della  fabbrica  dell'arginature  non  sia 
per  ascendere  a  sommar*  eccedente ,  sì  rende  manifesto  dalla  misura 
del  giro  della  valle  »  il  quale  non  è  più  di  6  miglia ,  dalle  quali  sot- 
tratta la  metà  almeno»  che  al  presente  si  ritrova  di  già  arginata  ^  re* 
stano  3»  solamente  ;  e  sottraendone  di  nuova  miglia  1 1  per  V  argina^ 
tara»  che  ad  ogni  modo  sarebbe  necessaria»  benché  r alveo  in  rece 


della   spesa   non  giungerebbe  forse  a  ^^  della  spesa  intera  »  Veggasi 
dunque  so  U  Perelli  aveva  ragione  a  non  mettersi  io  pensiex!a  del 


S8a  V  ^ 

passaggio  del  canale  proposto  da  Ini  per  condnrre  le  icgne  dell'  Idi- 
oe  per  xnezM  a  Talli  profonde,  come  gli  rinfacciano  i  Reverendi  «Pa- 
dri giacché  l'incontro  del  canale  colla  valle  di  Darmzo  in  vece  di 
nuocere,  favorisce  mirabilmente  il  ano  progetto»  toflìendo  una  difi&« 
colta  di  qualche  niomento ,  che  potrebbe  venirgli  opposta  •  Né  a  tale 
eifetto  osta  punto  la  profondità  delle  valli  decantate  dai  Reverendi 
Padri  j  anzi  piuttosto  serve  a  dimostrare,  che  per  ottenere ^la  bonifi- 
cazione dei  terreni  vallivi  delle  tre  provincie ,  non  basta  la  vìa  or* 
dinaria  d' essicazione  proposta  dai  Reverendi  Padri  pretendendo  eoa 
essa  d'  asciugare ,  e  ridurre  a  coltura  le  valli  del  P<^ggio ,  Malalber- 
go  ec.  ma  si  ricerca  Tuso  delle  colmate,  valendosi  delle  torbide 
del  Reno ,  e  degli  altri  torrenti ,  nel  modo  praticato  felicemente  in 
Toscana  nelF  asciugamento  delle  paludi  della  Chiana ,  e  del  Pisano , 
e  che  si  va  praticando  attualmente  dai  Reverendi  Monaci  di  S.  Vita- 
le di  Ravenna ,  e  da  altri  particolari  nella  bonificazione  delle  valli 
sitnate  fra  il  Lamone,  e  la  nineta,  medianti  le  torbide  dello  stésso 
Lamone  ;  altrimenti  i  fondi  oelle  valli  rimarranno  sempre  pieni  d' ac- 
qua ,  e  gli  stessi  terreni  bonificati  non  potranno  senxa  molta  difficolr 
tà  a  motivo  della  loro  bassezza  scolare  le  acque  piovane  in  un  reci- 
piente così  lontano^  qual  è  il  Prìmaro  .  Passando  alla  porzione  della 
linea  compresa  fra  la  Torre  dei  Cavalli,  e  T alveo  dello  Zauiolo ,  ne  pa« 
re  in  questa  si  verifica  1'  asserzione  dei  Reverendi  Padri  ,  che  il  Peret 
li  neir ordinare  il  suo  nuovo  alveo  sia  proceduto  alla  cieca,  senza 
informarsi  avanti  della  natura  dei  siti,  e  però  abbia  proposta  un'im- 
presa impossibile  ad  eseguirsi .  Avea  il  Perelli  Ietta  la  relazione  dei 
signori  ^reguglia ,  e  Gamberìni ,  i  quali  nel  livellare  la  linea  Bei- 
taglia  a  tenore  dell'  istruzioni  ricevute  riconobbero  i  terreni  alla 
diritta  ,  e  alla  sinistra  della  detta  linea  a  distanze  considerabili,  den- 
tro le  quali  cade  la  linea  Perelli ,  e  gli  ritrovarono  sienramente  ca- 
paci per  la  massima  parte  di  escavazione ,  e  di  arginatura  •  Sapeva 
in  oltre ,  che  in  quel  sito ,  dove  i  medesimi  mostrarono  il  maggior 
dubbio ,  fu  snsseguentemente  fabbricato  a  istanza  dici  signori  Ferrare- 
si un  argine  alto  io  piedi,  il  quale  riuscì  di  tutta  stabilità,  come 
apparisce  dalla  relazione  dei  signori  Chiesa ,  e  Miliati  •  Gli  era  pari- 
mente noto  per  altra  relazione  dei  medesimi  Periti,  che  nella  mag- 
{;ior  distanza  della  linea  segnata  da  lui  dalla  linea  Bertaglia,  il  suo- 
o  per  il  quale  passa  la  prima ,  à  saldo ,  capace  di  escavazione  ,  e  di 
reggere  il  peso  degli  argini ,  giacché  dalla  descrizione  fatta  dai  Peri- 
ti menzionati  della  trasversale  tirata  per  il  canale  ,  detto  il  Clava* 
mento  nuovo ,  si  raccoglie  ,  che  V  ìstesso  canale  ,  benché  attraversi 
la  valle  ,  ha  l'alveo  arginato  alla  destra,  particolarmente  in  quel  si- 
to ,  nel  quale  resta  intersegato  dalla  linea  Perelli ,  e  inferioi'mente  ò 
fiancheggiato  alla  sinistra  da  terreni  boschivi»   e  io  conseguenza  di 


38^ 

qnMÌìA  eonaiitente .  Da  tutte  le  prefledenti  notizie  aggiunte  ai  lumi 
ohe  «ommimstra  la  pianta  generale  formata  oonoordetnente  dai  Periti 
di  Bologna,  e  di  Ferrara  apparisce,  «he  il  Perelli  era  baatantement» 
inlormato  della  natura  del  suolò,  per  il  quale  passa  la  sua  linea,  • 
ebe  1  signori  Ferraresi  avendo  creduta  possibile  T  esecuzione  deUa  li- 


/ 


papna  aella  condotta  ^B?fÌl^^°V  ^K^^^^^°^ 

cosi  Inpga»  qaal  è  la  linea  del  Perelli,  per  quanto  esatta  si  supponga 
la  notizia  4ei  siti ,  e  delle  altre  circostanze  ;  tuttavia  riesce  difficilia<^ 
00 ,  per  non  dire  impossibile»  1'  accertare  cosi  per  Tappooto  nel  di- 
segno dei  laYoriy  che  non  resti  luogo  nell'esecuzione  a  qualche  can* 
giamento  richiesto  da  ostacoli  non  preveduti  j  che  si  vanno  scoprendo» 
Questa  stessa  difficoltà  vien  confessata  dai  Reverendi  Padri  i  quali  per* 
ciò  al  num.  &  della  loro  scrittura  non  dubitano  d'  affermare»  che  ninno 
scrittore  intelligente  delia  materia^  e  avvezzo  air  evidenza  geometri* 
ca»  ardirà  d'assicurare  dimostrativamente  il    successo  d'un  progetto 
qualunque  idraulico,  il  quale  dipende   da  molte   condizioni  occulte  , 
quali  sono  1^  condizione  del  tcffreno  per  lunghissimo  tratto  ec.  e  che 
a  tal  motivo  hanno  a vverten temente  attribuito  a  qualunque   progetto 
potesse  scegliersi  il  solo  nome  di  probabile  •  Ma  se  la  qualità  del  ter- 
reno anche   nel  progetto  della  linea   superiore ,   la   quale    passa  per* 
campagne   coltivate  da  molto  tempo,  è  nondimeno   cosi  difficile  ad 
essere  riconosciuta  da  per  tutto  nel  tratto  di  molte  miglia,  che  essi 
non  si  fidano  di  chiamarla  con   altro  nome,   che   d'  occulta  ;.  perchè 
dunque  accusano  il  Perelli  chiamando  la  sua  linea  non  determinata  a 
sufficienza ,  e  il  suo  progetto  nieno  di  tentativi  incerti  ?  quando  egli 
alla  fine  non  ha  fatto  altro ,  che  riserbarsi  la  facoltà  di    allontanarsi 
qualche  poco  dalla  traccia  diritta  della  linea  segnata  da  lui  a  motivo 
appunto  della  qualità  del  terreno ,  la  quale  benché  generalmente  par- 
lando in  tutta  la  sua  linea  dalla  valle  di  Durazzo  in  fuori  comparisca 
assai  buona  ;  pure  riguardo  alla  lunga  estensione   di  a  a  miglia ,  e  aU 
r  essere  il  terreno  formato  in  gran  parte  dalle  deposizioni  non  molto 
antiche  dei  torrenti ,  potrebbe  per  qualche  piccol  tratto  scoprirsi  po- 
co adattato  al  bisogno  ,^  onde  tornasse  conto  lo  scansarla  con  deviare 
alquanto  dalla  prima  difezione .  Tal  deviamento  però  non  altera   l' ì- 
dea  generale  del  progetto  del  Perelli ,  la  quale  non  è  legata  così  stret- 
tamente alla  linea  segnata  da  lui ,  che  la  detta  lit/ba  corretta ,  e  mu- 
tata iu  qualche  parte 9^  o   un'altra  parallela^  e  lontana  So^  o   lop 


3fi4 
pertiche ,  «ori  l' irtewa  linea  BertagH*  IWeltat»  nelU  tUIU,  nouM 
Ja  conveuirle,  e  «e  nella  saa  Relazione  ai  è  ducctato.  da  quest»  ni- 
tima .  tenendosi  alquanto  più  ad  ostro ,  la  ragione  è  «tate  per  lawna- 
re  maggipre  «pario  allo  spaglio  delle  piene  dei  torrenti  in   caso   che 
wpravtenissero  nel  tempo  dell» escavazione  del  nnovo  aWeo,  e  m  oon- 
Sn/a  per  fuggire  ìfnericoìo ,  che  V  aWeo  ecavato  m  tatto,  o  io 
pa?^e  rcsusse  intlrrito  iTlle  deposizioni .  Toho  questf  nnieo  moturo^ 
Leo  rileva  per  il  progetto  del  Perelli,  che  la  traccia  de^a  »»^„5 
iceosti  alquanto  piS  ad  ostro ,  o  a  settentnone     jnrc^  i  gj^w 
«er  ì  quali  passa,  sì  ritrovino  wmpre  *«l!% '9y»i'J*j;2'*SSugUa ,  e 
lairiHAWfieriale  del  progetto  del  Perelh  dil®(wendi  Pa£i  Aon 
consìste  neU' andamento  deniriìnéa  /  ma  nella  condizione  delle  acquo 
del  Reno  f  a  idei  torrenti ,  delle  qaali  le  prime  nel  progetto  del  Pe* 
rolli  entrano  nell'  alveo  romìine  già  depurate  ^  e  le  seconde  non  vi 
conducono  ghiaia^  al  contrario  di  ciò»   che  accade  negli  altri  due 
menzionati  •  Quel  che  rende  maravidia  è ,  che  la  differenza  accennata 
l>encliè  serva  di  fondamento  alla  relazione  del  Perelli  ^  e  dal  meded- 
mo  non  mancasse  d'esser  ripetuta  p  e  inculcata  nelle  conferenze  tena« 
te  con  i  Reverendi  Padri  d' ordine  »  e  alla  presenza  deli'  EkninentissiiQO 
Visitatore,  tuttavia  è  stata  da  loro  negletta ,  o  dissimulata  in  modo, 
che  al  num.  1 5.  della  loro  scrittura  parlando  del  cavo  Benedettino  af« 
fermano ,  che  non  togliendo  interamente  gì'  interrimenti  del  cavo  si  di« 
minuirà  la  pendenza  d'  once  i4*  9*  P^'  miglio  richiesta  dal  Jteco;   e 
tolti  afiatto  gì'  interrimenti  si  corre  rischio  ^  che  il  canale  »  il  quale 
conduce  le  acque  dell'  Idice  nell'  alveo   comune   sopra  la  Torre   dei 
Cavalli ,  resti  senza  caduta  *  Dalle  quali  parole  è  manifesto  ^  che  sup« 
pongono  le  acque  del  Reno  introdotte  torhide  nel  Benedettino  ;  altri- 
menti sarehhe  a  sproposito  il  richiedere  per   la   pendenza  del  Bene* 
dettino  once  i4«  9*  per  miglio,  cioè  P  istessa  pendenza  del  Reno,  e 
conseguentemente  confondono  il  progetto  del  Perelli  col  progetto  Ber* 
taglia,   benché  non   possano  ignorare  e  confessino  anzi  nella  loro 
acrittura ,  che  il  progetto  Bertaglia ,  sia  stato  per  buone   ragioni   li^ 
fiutato  dal  Perelli  .    Strano  parimente  è  il  dubitare ,  che  tolti  affiitta 
gì'  interrimenti  del  Benedettino  ,  il  canale ,   che  dall'  Idice  ai  condn«» 
ce  alla  Torre  dei  Cavalli ,  sia  per  mancare  di  caduta  ^  quando  al  con- 
trario dalle  livellazioni  si  raccoglie ,  che  ne  avrà  più  del  bisogno  > 
cioè  a  ragione  di  piedi  i .  a  |  per  miglio  •  Pare  ohe  i  Reverendi  Padri 
i  quali  al  num.  |5.  della  loro  scrittura  accusano  senza  giusta  cagiona 
^  il  Perelli  di  poca  diligenza,  avessero  dovuto  mostrarsi  più  diligenti 
jiell'  informarsi  della  verità  dei  fatti   dalle   osservazioni  della  visita  » 
'  prima  d'  avanzare  obiezioni  cosi  mal  fondate. 

Sciolta  la  difficoltà   principale  desunta  dalla  pretesa  imposiibilUà 


J 

à^  «tasiure  i  hwm  preior itti  dal  Pertolli  »  la  quale  iiell*  ai^o  dal 
mep^  informati  poteva  fare  qualche  impreasione  »  e  perà  meritava 
d*  e^aere  pieoameote  achiarita,  paasereino  a  liapondere  alla  altre  4Ìi 
nÌBor  momento  contenute  nella  acrittnra  dei  Reverendi  Padri.   Fra 

ancate  è  singolare  Tuddotta  al  nani.  2 5.   pretendendo,   che  Tevere 
Parelli  tralasciato  di  far  livellare  a  parte  la  sua  linea  9  potaa  servi* 
re  di  motivo  sufficiente  per  non  proporla  •  Quando  i  Reverendi  Padri 
nou  avessero  date  altre  prove  dd  loro  impegno  in  favorire  il  proget» 
to  della  linea  superiore  9  ed  esclndere  in  tutti  i  modi  quello  del  Pe* 
relli ,  1'  obiesione^  accennata  Basterebbe  aola  per  dimostrarlo.  Nei  ri* 
aaltati  delle  operazioni  fatte  nella  visita  si  hanno  le  livellazioni  delle 
due  linee  Bertaglia^  e  del  Frimaro,  fra  le  quali  cadérla  linea  Perei* 
li  ;  e  di  parecchie  trasversali  tirate  dall'  una  all'  altra  ;  si  ha  parìmea* 
te  la  liveilajBiOne  del  'Cavo  Benedettino  dal  ano  principio  fino  al  Mor«» 
{one,  e  d^nn  buon  tratto  dell' Idice  fino  al  suo  sbocco   nel  Benedet» 
tino.  Tutti  xfuesti  dati  anno  più  ohe   bastanti  per  aegaare  il   prefile 
della  linea  Perelli  »  e  dei  terreni ,  per  li  quali  passa  con  tutta  la  giu« 
atezza  necessaria.  Che  occorreva  dunque  rinfacciare  al  Perelli  l'aver 
tralasciata  un' operazione  «  la  mancanza  della  quale  può  cosi  facilmeoi» 
ta  essere  supplita  per  mezzo  d'altre  pk  fiitteP  Se  il  Perelli  dicesse 
ai  Reverendi  Padri  che  la  linea  superiore   adottata  da  loro  ai  scosta 
io  più  luoghi  dalia  traccia  della  livellas«ìone   aoo   e  Soo  pertiche,  e 
fino  a  un  miglio  »  cioè  più  dei  doppio  di  quanto   la  linea  Perelli  si 
fcoata  dalla  BertagUa  nelle  sue  maggiori  disunze  9  e  cha  però  4a  li» 
iiea  superiore  può  francamente  rigettarsi  senz'  altro    esame  ;  qnal  ri- 
spigata  darebbero?  Il  Perelli  ^  il  quale  non  borivo  per  contradire  9  non 
lia  mai  proposta  una  simil  difficoltà ,  né  intende  di   proporla  ^   anzi 
acKMH'da  volentieri  9  che  attesa  la  direzione  del   declivio-  della   campai 
gna»  la  quale  pende  da  occidente  verso   oriente  9   la   linea  superiore 
fognata  nella  mappa ,  e  la  livellata ,  possano  conuderarsi  come  equi* 
aulenti  ;  ma  crede  »  che   l' iateaso  riguardo  debba  aver  luogo   anche 
sella  linea  propoata  da  lui  »  la  quale  paasa  per  terreni  di  livello  più 
iMeao  »  e  di  minor  caduta  « 

JDi  niente  maggior  peao  i  l'obiezione  fatta  dai  Reverendi  Padri  al 
contenuto  nel  num.  70.  della  Relazione  del  Perelli.  Aveva  egli  acrit* 
to  oel  luogo  citato  9  che  il  con  vederai,  dopo  introdotto  il  Santerìio 
9el  anevo  fiume  proposto  da  lui»  acalzata  nel  piede,  e  dirupata  l'ar-^ 

Sioatura  dello  ateaso  Santerno,  aarebbe  aegno,  che  P abbassamento 
el  ibndo  non  rieaoe  di  pregiudizio  all'  arginatura ,  onde  ai  potrebbe 
t^fttare  l' ialrodimione  del  Saatemo  nel  nuovo  fiume  in  nn  punto  più 
nlt»  >  per  eaenipld»  all^  oateria  delU  Pianta ,  o  a  ^oella  del  Moro  ^  rì« 
npemuande  uà  queate  modo  la  apeaa ,  e  la  aoggemone  d^  un  buca  trat- 
to 4*  aWeo  p  •  godeada  del  mmtaggia  dello  aoejaameUta  dell'  altezza 

49 


SS6 

delle  |»6De  »  e  dell'  argraatort  •  I  Reverendi  Padri  liportaodo  at  nn-^ 
mero  i5.  della  loro  scrittara  il  sentimento  del  Perelli,  gii  fanno  di» 
Te  f  che  se  dopo  entrato  il  Santemo  nel  nuovo  fiitme  non  ai  osserte* 
n  aloan  dirupamento  al  piede  de'  suoi  areini ,  sarà  indizio ,  che 
l'abbassamento  del  fondo  del  Santemo  non  e  riascito,  e  gnindi  n 
potrà  tentare  1'  iotroduzìone  del  medesimo  in  un  punto  superiore  eo« 
Aggiungono  dipoi ,  che  il  progetto  del  Perelli  ò  pieof^  di  simili  tenta^ 
tivi  ainJbigniy  e  finalmente  esclamano.  Perohè  intraprendere  imprese 
inutili ,  e  dispendiose ,  e  non  proporre  subito  l' operasnone  più  aico* 
n  9  e  meno  inoerta  ?  Ma  primieramente  il  Perelli  non  ha  mai  deito 
lo  sproposito  f  che  i  Reverendi  Padri  eli  attribuiscono  ^  cioè  che  non 
osservandosi  dirupamento  al  piede  dell  argine  del  San  terno  >  sarà  se» 
gno  y  che  non  sia  seguito  V  abbassamento  del  fondo  ;  anzi  al"  con- 
trario tiene  per  certo  »  che  accrescendosi  k  caduta ,  F  abbassamela^ 
to  del  fondo  del  Santerno  seguirà  sempre»  secua  o  non  segua  il 
dirupamento^  dell'  arginatura»  Secondariamente  1  operazione  di  tra-? 
sportare    più   ad   alto  lo  sbocco  del  Santerno  nel  nuovo   fiume  rW 

Suarda  il  benefizio  particolare  dei  signori  Romagnoli,  e  non  ha  obo 
ire  col  progetto  suggerito  dal  Perelli  per  il  regolamento  dello  acfue 
delle  tre  provinoie,  il  quale  avrebbe  luogo  nò  pia  uè  mei»o,  ancor- 
ché il  consiglio  del  Perelli  venisse  rifiutato  dai  signon  Romagnoli ,  a 
ohe  le  circostanze  contrarie  vietassero  ìi  porio  in  esecuzione»  Ter^. 
zOj  V  inlerrogi^e  il  Perelli  perehè  non  abbia  ordinato  addirittura  un 
lavoro ,  il  quale  per  essere  prescritto  richiede  là  cognizione  della 
struttura  stabile  degli  argini  del  Santerno ,  deUa  larghezza*  delle  go^ 
lene  in  tutto  il  suo  corso ,  e  di  cento  altre  eondiziom ,  delle  quaK 
il  Perelli  non-  ha  >  né  può  avere  notizie  sufiicienti ,  pare  assai  poco  a 
proposito..  Finalmente  qnando  i  Reverendi  Pad^i  dicono  »  che  il  pro- 
getto del  Perelli  è  pieno  di  tentativi  ambigui ,  sono  pregati  a  dicnia- 
Tarsi  se  intendono  di  tentativi  avanti  1'  esecuzione  del  progetto  del 
Perelli,  o  dopo  •  Nel  primo  caso  sono  in  obbligo  di  dare  qualche  riscon-. 
tre  di  quanto  asseriscono^ ,  giaccbà  l' esempio  ^  il*  quale  adducono  del- 
la mutazione  dello  sbocco  del  Santerno,  non  conclude  cosa  alcuna; 
altrimenti  la  loro*  semplice  affermativa  sena' altra  prova  non  avrà 
maggior  forza  della  negativa  del  Perelli.  Nel  caso  poi  che  intendano 
dei  tentativi  da  farsi  dopo  incanalate  le  acque  del  Reno ,  o  dei  tot^ 
rtntii^il  Perelli  accorda,  che  dicono  il  vero;  ma  insieme  risponde , 
che  i  diversi  tentativi ,  che  possono  intraprendersi  nel  sao  progetto  f. 
ben  lungi  da  mostrarne  L' imperfezione  ^  n^  scuoprooo  anzi  il  prègio  ^ 
giacche  danno  il.  modo  di  riparare  ai  disordini,  i  quali  potessero  so- 
pravvenire a  poco  alla  volta,  e  con  intera  sicurezza,  godendo  intan- 
to il  profitto*  delle  operazioni  già  fatte  •  Il  contrario  appunto  accade» 
rebbe  nel  profitto  della  linea  superiore ,  abbracóatg  dai  Revormdi 


V 


Padri»  eseguito  il  qaale,  quando  T esperienza  f coprisse»  die  i  Reve« 
cendi  Padri  avessero  fallato  il  conto  nelle  cadute  assegnate  da  loro» 
e  in  conseguenza  il  fondo  del  fiume  veniBse  ad  alzarsi  più  di  quanto 
si  jono  ìmuiaginati»  e  a  porre  in  aogge^ione»  e  in  perìcolo  le.  cani'- 
pagne  adiacenti  »  il  male  non  avrebbe  rimedio ,  e  i  Reyerendi  Padri 
'  colla  spesa  dì  tre  milioni  almeno  non  avifebbero  finalmente  conse- 
guito altra»  che  di  liberare  dai  danni  delle  acque  il  Polesine  di  Saa 
Criorgio  »  e  le  campagne  più  basse  del  territorio  Boloenese  »  per  rì« 
durre  nella  stessa  condizione  una  parte  consideràbile  or  un^  altra  prò* 
y  incia  fertilissima  »  e  di  sua  natuifà  non  sottoposta  all'  inondazioni 
delleracqae  forestiere ,  cioè  della  Romagna  • 

,  Ma  che  diremo  dell'  obiezione  proposta  daL  Reverendi  Padri  nello 
stesso  ^um.  i5«  della  loro  scrittura  contrer  il  contenuto  nel  num/6i« 
della  relazione  del  Perelli  P  Aveva  esso  suggerito  nel  aumertf  acoen- 
nato   ir  derivare   in   vicinanza  della   Chiesa  della  Madonna  dei  /Bo- 
schi un  ramo  d'acqua  del  Primaro  nel  nuovo  alveo  proposto  da  lui» 
e  ciò  ad  effetto  »  cba  dovendo  »   giunta  l' escavazìoue  del  ^nuovo  al- 
^eo  al  Senio  »  introdurvisi   immediatamente   l' istesso  Senio ,  quando 
prima  di  giungere  coli'  escavaziene  al  Benedettino,  fosse  sopraggiunta* 
qualche  piena  del  Senio  »  l' acqua  derivata  dal  Primaro  servisse  a  di- 
luirla»  e  impedire  le   deposizioni.    Contro  1'  operazione   aocennata 
mossero  qualche  difficoltà  i.  Reverendi  Padri  nelle  conferenze  tenuto 
col  Perelli  davanti  1'  Eminentissimo   visitatore  »  alla  quale  .il  Perelli 
rìapose  facilmente  »  facendo  osservare  ai  Reverendi  Padri  che  il  fondo 
del  nuova  alveo  proposto  da  lui  doveva  escavarsi  fino    all'  orizzonta- 
la tirata  per  il  pelo  basso  del    mare»  e  in   conseguenza   era   vano  il 
bubitare^  se  il  Primaro  ,  il  quale  spingeva  le  acque  al  mare  distante 
più  di  IO  miglia  »   potesse  spingerle  al  fondo  del  nuovo  alveo  egual- 
mente  basso  e  distante  non   più   di  xoo  pertiche»    che  è  l' istesso  in 
somma»  che  porre  in  dubbio»  se  un  fiume»  il  quale  attualmente  cor- 
re con  una  certa  pendenza»  potrà  correre  accrescendola  più  di  qua- 
ranta volte .  Ognuno  crederebbe  »  che  dopo  una  risposta  cosi  decisiva 
ì  Reverendi  Padri  si  fossero  acquietati   senza  insistere  d^  vantaggio 
in .  una  difficoltà  »  che  non  ha  la  minima  ombra  di  ragione  ;  con  tut- 
ta ciò  i  Reverendi  Padri  non  lasciano  di  riprodurla  »  e  per  ischernire 
^il  Ferelli  aggiungono  »  che  nell'  operazione  prescritta  da  lui  »  l' aequa 
dovrebbe  salire    dall'  ingiù ^  ali*  insù^  Il  motivo»  che  adducono  di 
un'  asserzione  cosi  strana  »  è  »  ehe  secondo   mostra  la  pianta  »  il  Pri- 
maro è  inferiore»  e  il  nuovo  alveo  superiore.  Ma  lasciando  da  pi&rte 
V  improprietà  di  dire  »  che  la  pianta  dimostri  la  maggior  bamiezza  del 
Primaro ,  cké  del  nuovo  alveo  »  quando  ò  noto  »  che  le   Mappe  non 
mostrano  altro  che  il  aemplioe  andamento  delle  linee  dei  fiumi  ridot* 
fa  a  an  piano  orizs&ontale  »  e  che  le  aUezae  delle  ripe»  e  le  prof  ordita 


\ 


MS 

da^ì  alrei  A  rweolniio  dai  profili  delle  Ktellarioan ,  if  rùntVké  ift« 
BfMTtt  dai  Ref emdi  fMil  se  quanda  afiérmaso ,  citd  il  Primam  è  jpià 
faaMo  del  nii9To  ai?eo ,  intendono  del  pefo  dei  Pitntaro ,  cr  del  ram^ 
d0i.  È  eeitOy  che  oos  poàaono  hartendere  del  ptimo,  altiimeffti  se* 
^irebbe  r  ob^  doTenda  il  fonda  del  nmrfù  alireo  rhrotant  nella  ates» 
aar  omzoctale*  col  pelo  baaae  del   mare ,   il  pelo   del  Frìmaro  sareb^ 
ìm  infertovo^  aE  pelo  basso  del  mare ,  il  che  è  troppo,  grande  assur** 
do  •  Resta  dooqne ,  obe  per  necessità  intendbim  del  fendo  del  Pr rma« 
ro  y  il  quale  in  fatti  Tieino  alla  Ghìesa  della  MadonM  dei  Boscbi ,  à 
idqaanto  psQ  profondo  del  pelo  basso  del  mare ,  e  in  consegaenza  re- 
sta inferiore  al  fondo  del  naovo  alveo  progettato   dal  Perelli.  Ma  se 
ooaì  è  »  donde  banno  mai  tratta  x  Reyerendi  Padri  qaesta  Quota  rego« 
la ,  cbe  un  fiome  aon  possa  tramandare  porzione  delle  sne  aeqae  in  un 
recipiente  9  ebe  non  eìi  sia  inferiore  di  fofido?  A  qnesto   modo  se** 
ffàfSL  ,  ohe  dandosi  il  easo  d^  una  inondazione  »  v*  g.  del  Tevere ,  il 
quaJe  in  qvalebe  sua  massima  piena  immerga  le  strade  ptà  basse  dì 
Roma;  ^  eonverrà  dire ,  o  che  il  piano  delio  strade    più  basse  sia  in- 
feriore al  fondo  del  Tevere  »  o  che  1*  acqua  del  fiume  nel  tempo  del« 
1!  inondazione  si  muova  dall*  ingiù  y  alV  insìi  •  Confessa  il  Pbrelli^  che 
leggenda  1'  obiezione  citata ,  e  le  altre  di  simil  lega ,  contenute  nel* 
la  acrittnra  dei  Reverendi  Padri ,  si  sente   portato  fortemente  a  cre- 
devo y  che  hr  acrittnra  aceennsta ,  benché  pubblicata   sotto  nome  dei 
Reverendi  Padri  ,  con  tntto  ciò  non  sia  opera  loro ,  ma  supposta  da 
qualche  purtìgisno   del   Progetto  detta  linea  snperrore  per  acipiistar 
ereditor  làla  propria  opinione  ,  non  parendogli  punto  verisimile  »  cbe 
due  soggetti  così  dotti ,  e  versati  nelle  dottrine  matentaticbe  ,  quali 
sono   generalmente   riconosciuti   i  medesimi  Padri  per  P  impegno  di 
oontradire  al  progetto  del  Perelli  si  siano  j)otuti   indurre  a  lasciarsi 
scappare  dalla  penna  esorbitanze  di  questa  fatta. 

Aveva  il  Perelli  al  nan^  67.  della  sua  relazione  »  per  giustificare  Io 
cadenti  assegnate  da  lui  di  mano  in  mano  al  suo  nuovo  fiume ,  ad^ 
dotto  1'  esempio  del  Canal  branco  come  adattato  per  questo  fine  «  es- 
tendo il  Canal  bianco  anch'esso  utf  fiume,  il  quale  insieme  colle  ac- 
que chiare  provenienti  dagli  seoli  delle  valli  Veronesi  conduce  le  tor« 
Inde  dell'  Adige ,  al  quale  serve  di  dtvei^ivo  •  L' altezza  del  pelo  del- 
le'piene  del  Canal  bianco  sopra  il  suo  fbndo  poco  difierente  dalPal^ 
tezs»,  Alla  quale  giungerebbero  le  piene  del  nuovo  fiume  »  la  pro« 
pttyrEione  delle  acque  chkro  alle  torbide  maggiore  nel  nuovo  fiume  » 
ohe  nei  Oaoal  bianco,  e  Fa  maggiore  attitudine  della  Iineir^  parevano 
eondizìoni ,  che  non  lanciassero  che  dbsiderare  nella  scelta  delP  e- 
iemplare  propostosi  dal  Perelli  per  regola  nei  lavori  intorno  al  suo 
nuovo  fiume .  Gi6  non  ostante  1  Reverendi  Padri  al  nuun  iS.  pr^  vol- 
to ostato  detta^lonr  aerifttttni  htmife  rdati^  impugnarla  1  e  ptiniocamentor 


I«5 

fliferiseòtto»  ebe  PeWMnpiò  iti  G&iial  IfiatiGfdf  fh  ttltre  tofte  «topin 
»to  dal  matematieò'  Corradi  deUer  ootìferreo^er  tcftfnM  in  Pa&ùzat  oàvart- 
ti  al  aigoor  Cardinal  Piazssa ,  e  òbe  l' iartessor  Corradi  testh  convinto  y 
e  qgatretto  ad  abbandonarla  por  le  difficoltà ,  che  gli  farono  ipot^été 
contro  dalla  chiara  memoria  del  aig.  Eo^taolrio  Manfredi .  Quelito  $ 
▼ero  ,  ma  è  vero  altren ,  che  il  progetto  del  Corradi  differitff  total** 
Aieote  dal  progetto  del  Perelli  ;  anzi  proprìaifteote  parlando  ertt  tin 
miato  del  progetto  BertagHa^;  e  del  progetto  della  linea-  iup^riòre  ab- 
bracciato dai  Reverendi  radri  c6n  questa  differenza  ,  che  l'atroa  del- 
le accfue  anite  in  vece  di  aboccare  nel  Primaro  in  vicinanza  ddU 
chiaTicaf  Formenti ,  ai  condaceva  a  unirsi  col  Lanìon^^  e  <]fuindi  pei* 
linea  retta  a!  porto  del  Pirotolo*  Il  principale  argomento  del  cpialor 
ai  servi  il  sig.  Eustachio  nella  controversia  col  Corradi  y  cfotrsittWià^ 
sella  diaparità  fra  il  Canal  bianco ,  il  anale  Corre  colP  a0(|ue  Cbiard 
meacolate  còlle  torbide  >  e  il  nuovo  fiume  ideato  dal  Clorradi  »  nel 
ifnale  prinoipiando  dal  Reno  doveano  correire  lo  acqné~  interamente 
torbide  senza  mistnr»  colle  chiare.  In  conseguenza  T autorità  del  ai^ 
^or  Eustachio  pno  valere  al  più  centra  il  pronto  dei  aig.  Bertagtia»- 
9  qnalo  rispetto  alle  acqne  torbide  si  ritrova  ìtt  drcostanzo  cimili 
B  quelle  del  Corradi ,  e  non  contro  il  Perelli ,  che  è  iti  un  caso  td« 
talmente  diverso.  In  secondo  luogo  affermano  i  Reverendi  Padri  che^ 
Vb  piene  deir  Adige  non*  sono  cosi  torbide  y  come  quelle'  d'et  Retto. 
Già  quando  la  loro  àsserziomf'  fosse  vera,  non*  farebbie  a  proposito  ^ 
poiché  dovendo  Io  acque  del  Reno  entrare  nd-nuo ro  alveo  dopo  pia- 
aàte  per  il  benedettino.  Che  è  qoantb  dire  dopo  chiarificate;  pòCd 
importa ,  che  le  pilone  del  Reno  aiano  più  o  meno  cariche'  di  mate- 
ria di  quelle  dell  Adige ,  Ma  ammettiamo  pure  il  paragone  dèlie  pìe^ 
ne  dell  Adige ,  e  del  Reno ,  benché  nientd  necessarie  •  Le  piene  daru* 
que  dfAV  Adige  a  detto  dei  Reverendi  Padri'  sono  meno  torbide  di 
quelle  dd  Repov  Come  Io  sanno?  L'*  Adige  ,  dicono  csai ,  quatld^ 
^ttftge  ali*" emiètiàriò  f  pfer  il  quale  acàrica  una  parte. dèllér' sue  fiiotitf 
nel  Canal  biancp,  ha  già  corso  un  tratto  di  ìoo  miglili ' itit^rl  d^lTer 
ffiontagflte  ,  onde  rion  ptiò  portare  torbide  della  qualità  £relf é*  Còb.di)rtt0:* 
dai  torrenti,  de^. quali  si  parla.  La  consegnenia  sarebbe,  ^oféta ,  it(t 
ai  trattasse  deV  Reno,  e  àeg\ì  altri  torrènti,  fino  ch#^'ccftWÌ!o  rin 
atretti  fra  le  montagne  del  Bolognesi^  j  o  della  Tòsk^ana  ;  ma'  trattàn-^ 
dosr  dei  medesimi  giunti  faori  delle  montagne  a  una  ];^anTLra  di  po-> 
chissimo  declivio  ,  quale  la  partepiù  bassa  del.  tei^rì  torio  Bologne* 
io  ,  e  Romagnnolo  ,  chi  dice  ai  Reverendi  PadH^  cfie  per  necessità 
debbano  correre  più  torbidi  dell*' Adige  fiume  rapidissimo,  e  def 
Ataggiori  d' ItaKa ,  il  qilale  oltre  àlldr  materie  ,  che  porti  dai  moti* 
fi  si  carica  di  rena  ,  e  di  Wtn  ttélle  v^ste  eortaniofii ,  db»  fbrma 
ntf  IVttatino»  e  txA  Yétmutf  pltrc  «^^oiò  il  (irincipià  snppostiT 


8»9 

tacitamente  dai  medeaimi  Padri  ^  cioè  che  i  AnnA  tovhriì  uaoitl  da}!# 
0iontagne  diminuiscano  la  quantità  delle  materie  incorporate  coir  ac- 
qua a  misura  del  viaggio  f  che  vanno  facendo  p  abbisognerebbe  àk 
<yialche  prx^va^  o  scbìahmento  per  lo  meno,  non  parendo  che  s'ao* 
cordi  eoli'  osservazione  5  la  quale  mostra  che  il  Nilo  v*  ^.  il  quale  ii* 
aeito  dai  monti  della  Nubia  corre  centinaia  di  leghe  wima  di  con- 
dursi al  Mediti;rraneo  ,  e  però  a  questo  conto  'dovrenbe  giungervi 
coir  acque  poco  meno  che  cristalline  9  nondimeno  depone  vi<uno  alla, 
foce  ammassi  sterminati  di  rena,  colla  quale  SóxmM,  dei  banchi  sot- 
t*  noqua  4  e  va  protraendo  Ja  spiaggia .  Ma  per  non  perdere  il  tempo 
in  discorsi  80j3ra  un  fatto. «  il  qude  può. chiarirsi  coli*  eapeiienza ,  di- 
remo ohe  negli  atti  della  visita  del  Po  grande  da  Lago  scuro  fino  al. 
mare  9  fatta  ranno  i7ax.  aniumeute  da  tre  Commissari  Pontificio  »: 
Impeciale '9  e  Veneto^  trattandosi  del  GasUgnaro»  cioè  del  canale  j. 
per  mezzo  del  qmi^le  le  piene  dell'  Adige  si  scaricano  nel  Canal  bian^ 
co,  sono  ^registrate  P appresso  parole,  fi  Furono  parimenti  osservata 
t9  le  sabbie  in  questa  alveo  d^l  Castagnaro  j  e  ritrovate  assai  grosse  ^ 
„  e' con  qualche  mistura  di  ghiarella  minuta»  ^»  Un  fiume ,  che  può 
condurre  arena  grossa  t  e  ghiaia  minuta,  |)ar  molto  probabile^  ohii 
abbia  altresì  forza  aafi&ciente  per  condurre  rena  ordinaria^  e  terra, 
che  anno  le  sole  materie ,  le  quali  dai  torrenti  potrebbero  scaricar&i  nel 
nuovo  alveo  proposto  dal  Perelli^  Aggiupgono  i  Reverendi  Padri  che 
neir  istesso  ^uovo  alv^eo  non  si  può  avere  il  presidio  djalla  acque 
ciliare  ^  e  ebe  «on  tutto  ciò  il  Canal  bianco  porta  il  suo  fondo  niol* 
lo  elevato  sopra  il  piano  della  campagna  ^  ed  è  fornito  di  arginature^ 
Ma  quanto  al  primo  punto  i  Reverendi  Padri  si  sono  apparentemen- 
te scordciti  che  il  Benedettino  conduce  acque  chiare ,  e  non  torbide  j 
e  quanto  al,  secondo  basta,  per  P  intento  del  Perelli ,  che  V  alveo  del 
Canal  bianco  ^el  grado»  Bel  quale  si  ritrova,  sia  permanente  «  nulla, 
importando  quanto  al  resto  ,  che  corra  col  fondo  sollevato  per  aria  9 
o  sepolto  nel  terreno  •  Tf emmeno  è  da  tener  conto  della  circostanza 
dell'arginatura  ,  la  quale,  qualunque  possa  essere  ^il  suo  effetto,  noa, 
altera  punto  la  similitudine  fra  il  nuovo  fiume  del  Porcili  j  e  il  Ga» 
nal  bianpo  ;  esfendo  comune  ad  ambedue  « 

Restano  da  esaminarsi  le  obiezioni  addotte  dai  Reverendi  Pa4rì 
oelP  istesso  nnm«  1 5«  della  loro  scrittura  contro  V  espediente  sngge* 
rito  in  ultimo  luogo  dal  Perelli  di  derivare  un  ramo  dal  Po  grande,. 
e  condurlo  nel  suo.  nuovo  fiume  ad  effetto  d' ottenero  ttu  corpo  d'ac- 
qua sufficiente  a  spingere  al  mare  le  materie  incorporate  colla  tor- 
bida del  Reno ,  e  dei  torrenti ,  senza  lasciarle  deporre  per  la  strada. 
Questo  pensiero  non  è  nuovo  j  nò  proprio  del  Perelli ,  ma  fu  propo« 
sto  la  prima  volta  dal  celebre  astronomo  Gìo*  Domenico  Cassini  Pan- 
no 1693.  e  riprodotto  con  alcune  modificazioni  dal  chiarissimo  signor 


r 


Ettstscliio  Manfredi  V  anmo  172$.  nei  congressi  »  i  qnadi  d'ordine  del« 
la  S.  Memoria  di  Benedetto  XIII.  furono  tonati  d' acanti  al  sig.  Car^ 
dinal  Piazza  in  Faenza .  Il  Perelli  danaio  non  ha  avuti  tutti  i  torti 
se  confidando  neli'  autorità  di  due  soggetti  cosi  rispettabili ,  ai  quali 
ai  possono  aggiungere  il  Guglielmini ,  e  due  celebri  abati  Grandi  y  % 
Galiani.y  ha  rimessa  in  campo  l' istessa  proposizione .  Ma  sentiamo  di 

grazia   gli   argomenti ,  con  i  quali  Tiene   combattuta  dai  Reverendi 
adri.  Dopo  d'aver  ricantata  la  sditK  nenia   dell'incertezza  del  Pe- 
relli nei  suoi   progetti  ^  e    allegata   la    profusicme  del  denaro  ,  quasi 
che  essi  non  avessero  abbracciato  un  progetto  >  che  per  la  sua  esecu- 
zione richiederà  tre  milioni  almeno   di  spesa  y  adducono  ,   che  aven* 
do  il  Po  grande  pochissimo  declive  y  deve  la  sna   velocità  principal- 
mente al  corpo  neir  acqna  y  diminuito-  il  cenalo  perderebbe  di  forza  y 
e  si  alzerebbe  di  fondo  con  maggior  pericolo    di  rotte  y  e  oltre  a  eiÒ 
si  verrebbe  a  perdere  d  poco  a  poco   il  tronco   di  Lombardia  •  L'  u- 
na ,  e  V  altra  conseguenza  sarebbe  funesta  y  e  però^  a  detto   loro  que« 
sta   derivazione   quando  fu    proposta  nel  1725.  non   fu    accettata  dai 
Principi  confinanti»    Ma  con   buona   licenza    dei  Reverendi  Padri  si 
mostrano  molto  male   informati  di  un  afiare  y  che  per  la   sua  impor- 
tanza ,  e  per  i'  impegno ,  col  quale  fu  trattato  y  fece  allora  grandissi- 
mo strepito  ;  e  non  è  finalmente  d' una  data  tanto  antica  y  che  al  pre^ 
sente  sia  mancato  afiSilto  obi  possa  ricordarsene  »  I  Principi  confinane 
ti  col  Po  ,  i  quali  potevano  avere  interesse  nella  navigazione  del  fiu- 
me 9  e  neir  indennità  delle  campagne  adkeenti,  erano  oltre  il  Ponte- 
fice, rimperator  Carlo  VI.  di  gloriosa  memoria,  e  la  Serenissima  Re^ 
pubblica  di  Veneata  .  H  Ponefice  dopo  uditi  i   parereri  di   diversi  in* 
tendenti,  e  fra  gli  altri  di  Monsignor  Galiani  Arcivescovo  di  Tessaloni* 
ca,  il  quale  fu  consultato  espressamente  sopr»  questo  proposito,  ap- 
provò il'  progetto  in  generale^  riservandoci •  a   limitare  i  particolari  a 
misura  delle  circostanze,  che  si  fossero  scoperte  nella  faccia  del  luo- 
go .  A  questo  fine  tre  anni  dopo  la  «morte  del  Cardinal    Piazza ,  e  lo 
scioglimento  del  congresso  di  Faenza,  fu  tenuto   un  nuovo  congresso 
a  Lagoscnro  fra  i  Matematici  Pontificio  %  Imperiale ,  e  Veneto  ,  cioè 
a  dire ,  il  celebre  p.  abate  Grandi  in  qualità  di  matematibo   Pontifi- 
cio,  e  i  Matematici  Marinoni  per  la  parte  Imperiale ,  e  Zendrini  per 
h  Veneta,  coir  intervento  inoltre  del  chiarissimo  sìg«  EuAtachio  Man^ 
frodi  per  la  parte  di  Bblocna ,  e  dei   Periti    d' alcune  altre  città  di 
Lombardia  •  Dopo  fiitte  le  debite  considerazioni  restò-  fissata  la  quan- 
tità dell'acqua  da  estrarsi  dal  Po,  per  dare  impube   sufficiente  alle 
acque  del  Reno ,  e  dei  torrenti  y  senza  pregiudicare  alla  navigazione , 
e  senza  pericolo  per  il  Po  d'interrimento.  Furono  perciò  determina- 
te la  larghezza  della   luce,  e  l'altezza   della   soglia  d'un  regolatore 
di   muro   dar  fiibbricarsi  immediatamente  sotto  all'  imboccatura  del 


?9* 

patta  9   014  4i  H  fr»  le  cij[lì#  de|;U  argini  ^    ^  In  femmU  4i  4  pì^dl 
f  m^zo  sotto  il  pelp  d^lF  aoqun  baiy».  Il  calcolo  che  fa  allora  fatt^ 
^ello  «cem^m^Qto  delPaltezTa  del  Po  do|^o  la  derirasdone ,   dimoats^ 
^he  i\  Uy^llp  del  Po  nelle  eiroo^tanxe  più  ^fayprevoli.»  cioè   nel  tem^v 
pO  d«ìl)a  magetor  «oareez»  d§ll'  aoqaa ,  upp  «i  farebbe  abbassato  pift 
0i  ine;«iHi  piefle  «  ina  nelle  mi^iprì  piene  V  abbaipamento  aarebba  ita**' 
io  d^  ttP  pÌA4«  Ì9  ciroa  .  Tennintta  la  vitita.»  ja  corte  di  Vienna  pre«« 
ftì^  ^nterafioepte  U   «no  ppnaenso  air  eaeou^ionp  del  progetto  «  iiè  il 
Sepatp  Yepeto  ai  mostrò  ali^o  dalT  aderirvi  •  Ferohò  poi  restasse  inca* 
gliata  9  «  d'  Qi^de.  procedessero  le  opposieioni  #  e  da  chi  9  e  per  quali 
mezai  vefiiisprp  proparate ,  non  e  neceasario  il  i^feurlo  »  e  basti  aoW» 
pente  |)  far  Tedòrp  qoant^  é  alloiitafii  dal  vero  l' asseraione  dei  Rat- 
irere^di  Padin  intorno  al  non  «aspre  atatp  ricevuto  i\  progetto  della  de» 
jrivimiopp  <^i  Qa  i^rpo  d^  acqfia  dal  Po  dai  Principi  confinanti.  JSAa 
pasiando  al  motiyo  addotto  dai  Revarendi  Padri  j^ontro  il  prcigetto  ae« 
pppnatOf  cioè  9  che  il  Pp  inda boUto  per  la  i>erdita  delle  acque  cock 
dotte  nel  Beno  >  s*  interrisca  >  e  rislai  il  f$ndo  a  spgno  »  icbe  <^ol  tem-i 
PO  si  ^enfa  a  perdere  il  tronco  di  Lombardia ,  non   può  a  4ir  vero 
ndim  apn/^  maraviglia ,  cbe  i  Reverendi  Padri  per  una  ra^ooe  ooal 
£acea  ei  aieno  impeguatì  a  coutradire  a  un  progetto  lieevnto^  ^  ap^ 
proyato  dojpp  maturo  esame  da  tanti  yalemnoananl  «  quanti  soqo  i 
rimpiantaci  di  aopra ^  Il  Po  non  ^è  |;iàqoalpbe  pioeoi  rnscello  da  pas^ 
aarsi  isaUandp  a  piedi  asciutti;  ma  un  fiume  ireale»  il  tpassi^xp  d'I^ 
taHa^  «d  «guate  ai  intggiori  d' Europa  1  dotata  di  tanta  ^kbboqdansa 
^Vapqua ,  e  di  tal  forza ^  che  ba  durato  a  correre»  per  saooU  interi 
diramato  ip  due  f  ran  tronebi  di  Venezia ,  e  dì  JFerrara  «  con  divide^ 
rp  inoltre  il  aeoondo  in  due  altri  rami  Prìmaro»  e  Volano,  ^utti  spik 
Scienti  4, portare  non  solamente  grosse  barcbe  per  e^rvi^io  «del  <ooin«» 
mencio 4  9)a  ^po  a  lutare  armate  navali.  Ciò  a^ppesto»  il  pi^tasdasw 
p)ie  uu  fi^1|le^  il  quale  nei  t^iupi  addietro  ba  potila  divider  ie  ao« 
gue  pey  :n^É^  «e^aa  inferririi  V  aWeo  a  debba  neceasaaàameute  T\eia* 
pirlp  pe^rdendo  apio  taQt'a^qna,  cbe  non  giunga  «lenimeno  alla  qniu<p 
dicesima  partf  di  tutto  il  <)orpo,  è  vanita  groppo  manifesta  ^  e  aarab* 
ho  UM  perdere  il  tempo  1'  affaticarsi  a  <y>ofutarla  •  Solamente  ootere*- 
ino  9  c^p  dagr  Ingegneri  Ferraresi  in  una  ecrittura  pubblicata  ranno 

Ì^S6f  fi  ffnger^no  ì  pei^opli  ip^inenti  al  4;6rritoi*ìp  di  Feivara  par 
p  altej(fe  eambitantU  allo  quali  «ono  giunte  le  piene  4el  Po  |b  q«a« 
ftti  uliìpai  9nm;  ondi»  parrebbe,  c^ie  V  unico  rimedio  per  as^urarsi 
dal\p  rotte  <HHMi»tp  ip  propnwre  pgni  mezzo  d^  abbassare  il  livali^ 
4el  Pp  ^^ìy  escresceoflw  t  ma  aepondo  i  Reverendi  Padri  lo  aoemameu^ 
^  d' nn  piede  soUm^tQ  d'  altpa^a  nelle  ma84me   psexM  del  fo  pr^r 

<m-r«  U  {ipmpwienio  dail'  altao  i^gnito  da  danni  ìivepa»b«]i,  I^ 


ft 


% 


si  saprebbe  intendere  9  come  «m  osUirte  tanfi  contrstìetà  il  i^aèrì» 
^  Ai  massime  fra  i  segaaoi  d*uao  stesso  partito  s'  acoordino' poi  tot* 
ti  nella  conclusione,  cioè  nelP esdtfdere  qualunque  riparo  alle  iiipn* 
dazioni  del  Reno,  eccetto  qaello  di  condurlo  unito  al  resto  deiibr^ 
renti  fnori  dei  territorio  di  Ferrara ,  tagliando  le  campa^he  superio- 
ri del  Bolognese,  e  ^ella  Romagna  « 

Fin  qui  ci  siamo  ingegnati  di  difendere  il  -progetto  del  PerelK  dal- 
le oppoiBÌ2Ìoni  contenute   nelU  scrittura    dei  Reverendi  Padri;  testa. 
ciie  si  facci*  brevemente  1*  esame  ftell»  ragioni ,  colle   quali  i  Reve- 
rendi Padri  procurano  di  «nstiilcare  la  loro  scelta  dd  progetto  del- 
la linea  superiore  in  preTerenca   di  ^utti  gli  altri.   A  quest'effetto 
oòminòèremo  dal  riferire  i  principi  idrometrici}  dei  quali  si  sono*  ser- 
viti ,  e  che  essendo  totalmente^  nuovi  •  e  loro  proprj  ,   meritano  per- 
ciò di  essere  tanto  più  attentamente  considerati  •   Affermano   dunque 
at  §A  ni.  doversi  necessariamente  aver  riguardo  alla  quantità  delle  ac- 
que chiare  ,  è  torbide  insteme  ,  eèsendo  al  parer  loro  certissimo,  che 
1  accrescimento  delle  acqtie  chiare,  e  ànphe  la  mescolanza  colle  tor- 
bide, accresce  la  veloci  ta  delle  acque  <diiarè,  e  torbide;  ma  non  Vi- 
ceversa le  acque  tórbide  mescolate  colle  chiare  accrescono  sempre  la 
velocità  delle  seconde ,  anzi  possono  ritardarla  coiisiderabilmente  «  Al 
num.  z3.  impugnano  le  pendenze  attribuite  dal  dottissimo  sig.  Mare- 
sMtti  al  suo  alveo ,  dicendo ,  che  non  possono  dimostrarsi   èufficien- 
ti  cdir esperienze  idrauliche  di ^ due  fiumi,  i  quali  si  uniscono  in    un 
recipiente  solo ,  mantenendo  uniti  V  istessa   sezione ,  che  aveva  per 
l' avanti  ciascuno   di  essi  ébparatalnente ;  accordano  però,  che  un  si- 
mi)   caso  possa  succedere ,  ma  di  rado ,  anzi  non  ripugni ,  che   due 
finmi  uniti  occupino  minore   spazio  dopo  l' mnione ,  che  prima  della 
medesima ,  ma  che  tuttavia  non  dee  farsene  conto  nella  pratica  come 
M^cidente  rarissimo  ,  e  '  il  quale  .  nAle  acque  torbide  non  pare ,   che^ 
poaia  aver  luògo  •   Aggiungono  ih|  ^mpiiU)  y  che  non  dee  facilmente 
alMordarsL,  che  un  fiiHDC  in' diè^nza'  Considerabile  dal  mare,  non 
abbia  bisogno  dL^aicfre  pendènza*  ;'mk:biie^  per  altro  è  vero ,  che  al- 
c%ini  fiumi  in  quaiclìe  distanza  dal  mate  A  osservano  con  i  fondi  qua- 
ai'  cjrìszontall  (e  potevano  aggiungere  orìin^ntali  affatto,  e  anche  ac- 
cKvi  )  movendosi  le  acque  colla  velocità  aócluistata  •  Finalmente   con- 
oladoBo,  che  doVfodosi  introdurre  in  un:  alveo' acque  torbide  sole,  e 
anche ' mescolate  collochiate,  la  iààlttcànza  -della  caduta  e  un  male 
senza  rfinedio,  e' òhe  rende  in' cdfakegttens^a  impossibile  il  progetto. 
*  La  conclusione  è  certalnente  vera',  ìi  Comtf  tale  non  può  mancare 
di  estere  ammessa  scusa  difficoltà  /dag^lhtéiìdénti   d* idrometria.  Ma 
non  sappiamo  poi  se  cella  stessa  ftcilitS  saranno  accordate  ai  Reve- 
rendi Padri  le  dottrine ,  eolie  quali  pretendono   di  dimostrarla ,  e  le 
altre  esposte  4a  Ip^  in'  queita  eecasionè ,  alcune  delle  quali  »  oltre 

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9 


^9^  ■  ^ 

al  non  iiteve  tppoggitile  '«  wrnnn  tÌ90&Bfm  fi  t«tii*itè,  <^  ik  ngi^ 
ut  9  paiono  tosi  prete  nel  tento  |im  ovfio»  eotta  il  qaele  ti  pretofti' 
tanp  contraFÌe  »i  princsp)  vioevuts  fioore  eoinimemente  nello  soion» 
ddHe  4Kqae  eonenti .  Un»  di*  ^aetti ,  e  forse  dei  pia  importanti^  ^  è  » 
che  il  moto^  delle  acque,  dei  fiumi  non  dee  riponi  netto  olateo  dei 
moti  equabilmente  accelerati  »  ma  beoti  dogli  alterati  ditlft  gravi^  ^. 
e  dbtlli  retìttensa  inèiemo  f  a  gnita  i^  moto  doi  gravi  eadenti  fer 
nn  memo  flnìdo»  o  però  b/k  na  tormuio  di  Telooita»  al  quale  »  aìg<i>^ 
xotamento  parlando' ,  non  6>*fF^  ^^>  »  benehè  dopo^  tcooto  qnald;i^ 
tpazio  9  il  quale  nei  fiumi  tuorotter  ataai  breve  ^  yì  m  aoootti  tante  ^ 
ohe  pnò  prendersi  senza  tfroro  sentibìln^  ootfie  uniferoo .  Questa  te» 
Incita  viene  determinata  dalle  retiitenae  dette  ripe ,,  o  del  fonde  ^ 
combinate  eoUa  pendenza  dell* alveo  »  o  coir  altezza  detT acqua,  lo 
quali  ciroottanze  manteoeodeai  V  istessa  ^  la  velocità  parimente  retta 
invariabile  »  e  incapace  di  aceoesoknento  ^  o  diminuzione .  Quel  cho 
M  ò  detto  del  moto  deiraccuia  continnamonto  acoelerato,  ha  luogo»* 
ancora  nel  ritardato»  il  qn^^  accade  ogiu  volta ,  ebo  l^mqua  del  fin* 
me  per  qualsivoglia  d^ono^si  ritrovi  aSettta  ^  una  velocità  mac» 
gioro  d^ll'  equabile  descritta  di  s<^ra  ;  nel  ^al  caso  pnoe  m  vcriS-- 
oa  y  cbe  la  velocità,  con  suoces^ve  .dimioozioni  si  va  accostando  aUa 
velocità  equabile  ^à  ^Uèl  m  modo  »  obe  dopa  ihpeis  intervalla  la 
differenza  diventa  intenstlMle  •  L*  esperienza  qootidSana  del  corso  dei 
fiumi  conferma  la  verità  della  teòrica  esposta»  osscrvandosà » '^olm 
V  acqpa  benché  cadendo  por  qualcbe  altezza  dal  ciglio  doUo  caterafr» 
te ,  o  pescaie  ,  si  acceleri^  notabilmente  ,  tuttavia  doptf  scorse  pocho 
centinaia  di  piedi  si  restitmsee  alla*  velocità  di  prima  e  Puteseo  ac«» 
cade  quando  per  gli  ostacoli  frapposti  al  sno  moto  nelP  abitìo  dei  fin» 
mi  si  ritarda  »  e  perde  della  vemoità ,  colla  quale  correva ,  la  qnalo 
ncapera  bentòsto  ioteramento  trili  gì*  impedimenti..  Dalle  *pNnKfMn 
addotte  pare,  che  si  possa  raccoglierò  una  cons^nenza ,  ed  ò  élie 
nn  fiume,  il  qtiale  corra  con  o»  dotermìnàt<v oeroo  d'ac<]^  innia 
alveo  di  data  pendenza»^  m.  larghezza,  o  col  fondo  4LAata  qpiìUità  ài 
materia  y^  g*  di  sabbia ,  avrà  sempre  noeessitrianieeiMiua  vnlooita  o 
altezza  parimente  determinato  r  «cnza  ohe  possano  mai  cangiam  fina 
che  le  condizioni  accennato  dirila  q.nantità  idei  eorpa  A' acqua ,.  e  del- 
la pendenza,  e  larghezza  ^  o  qoaliÀ  delle  materie  dell' alroo  >  nnn  al 
muteranno  •.  P^to  ciò >  si .  dimostra  con  poca  fatica  falsa  la  rsigola 
spacciata  come  sicura  dai  Eeverendi  Padri  cioè,  «ho  Taggimita  di 
anquo  chiare  accresco  sempre  la  velncità  ai  fiumi  chiari  ,  a  Jozbidi  i 
ma  che  l' influsso  di  acque  toWUde  qualche  volta  in  vece  ai  aoci^o^ 
scere  la  velocità  nel  recipiente:  ghiera t  o  torbido  puà  notabilmencn 
diminuirla  •  Al  contmrip  per  le  coeo  dette  di  sopra  si  &  manifeata  ^ 
ebc  qualsivoglia  inflnento ,,  sia  chiasn^  a  tMbido^il  ^aaio  j^orttrà 


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891^, 


mÀ  msipìeiiK»  toma  étttrùMÈtbk  ^«fità  Ai  M^a ,  iiippoMa  fi  teci«» 
piente  ttelU  ttoàto  «lato  di  magresaa ,  •  di  «bbaodaoza  di  lÉoqite , ,  ti 
eaigioaerà  seiapre  rétteaso  aoore^oiaentd  di  i^ooìià  ^  e  di  altesza  ì  e  ^ 
6a8i  il  Panar»,  per  etempie»  entraaio  toiiiìdo  nel  JPo  basso^noii  vi 
prodorrà  punto  minor  ireioeità,  clie  ae  vi  entrasse  coll'acqaa  etiìara 
eome  il  «erìsullo  •  Poe  beniì  darti  il  easo  ^  cke  P  influente  torbide 
tdopp  V  ingresso  nel  reoipieiild  ^deponga  nna  pernione  deUe  materie 
i;rayi  bM)orponte  àioir  aeqna  »  e  peroiè  ^eaga  ad  alsare  T  alyee  d^ 
jmnpientey  e  consegaettteEtiente  ad  allerame  la  velocità^;  ma  là  de** 
posi^ne  non  acoaderà,  pei^hè  la  veleoità  del  reeipiente  ^pe  T  in- 
flusso delle  ae^pie  torbide  diMÌnnisen  tn  veee  d'aoorescersi ,  ma  per^ 
cbè  anebe  aecresciata  ^  potrà  essere  »  ohe  si  ritroTi  inabile  a  sostenere 
le  materie  eravi  condotte  didl'inflaente  eenaa  precipiiarae  nna  parte 
sd  fondò .  S  aggiunga  ,  dbe  la  deposifeione  dell'  inflnente  torbido  nel* 
V  ahreo  del  reoipiente  sieoone  aocnsoe  ia  pendenza  di  qnest*  ultimo , 
eosi  oòntribniscè  fintteete  ad  aecrescere  U  veloeità,  la  quale  per  id- 
tro  gli  eompeterebbe  dopo  P  ingresso  delP  infl-nente ,  che  a  diminuir- 
la. È  iaeile  ancora  il  racoojdiere  qual  conte  debba  farsi  dell'  opinione 
di  ^  ba  creduto  che  un  nume  9  o  eanale ,  mantenendo  la  stessa  lar- 
flessa  9  o  pendenza  d'alveo»  possa  soarieare  per  sezioni  eguali  quan- 
tità d'ao^p^  diffe^«iti  fino  al  doppio^'P  v>a  di^i!  altra,  allegando  oltre 
Atte  pretese  esperienco  nei  canali  artificiali  P  esempio  dei  fiume  Ino  » 
il  qrnab  entra  nel  Danubio  »  iensa  che  il  ÓanuUo  perciò  si  faccia  do« 

fi  la  oenflnenn  più  largo ,  o  più  profeodo*^  Sopra  questo  proposito 
Reverendi  Kdri  si  mostrano  «tetto  ambirai^  ora  dicendo  »  che  non 
pretendono  d'impugnare  gK  esperimenti  tatti  da  alcuni  valentuomi- 
ni»  ora  «fibrmanoo,  obe  mn  tal  caso  è  rarissimo»  e  non  può  serrire 
di  regela  generale  nella  pratica .  Ma  primieramente  non  s*  intende  » 
acme  i  HoYerendi  Padri  oeferiseeiie  tanto  ad  esperienze  non  veduta , 
ni  esaminato  da  loro  9  dopo  d*  essere  stati  testimoB]  di  vista  di  al- 
tre sìn^  fiitte  dal  dottiteìmo  aig.  Sonali  in  Roma  nel  giardino  del 
loio  eonventg|.  della  Trinità  dei  monti  eot  esito  totalmente  diverso  • 
It  Perelli  anébn  prima  d'aver  vedute  P esperienz^el  sig.  Bonati  so- 
Opettò  di  «ualcbe  abbaglio  nrile  citate  dai  Riverendi  Padri,  e  però  si 
rtaerbò  a  dinb  il  suo  parere  dopo  avorio  rifatte  coHa  giunta  d' altro 
ideate  allora  divini;  il  risultato  di  tutte  le  quali  sarà  pubblicato  dal 
Fnrelli  a  sijo  tempo  cdP  oooaaione  di  rispondere  a  qnalche  altro  'suo 
oppoMtore.  Qufuto  alPesem|»o  delPIiln,  mancando  P  osservazione 
\  oaroostWEiata  delle  altezae  n^gnagfiate  del  Danubio  avanti  e  dopo  la 
cosfloMza  pcese  nelle  seaioni  ^ive  del  fiume  Jpu^to  di  somma  im« 
portanaa,  e  del  fQntte'noa  è  fiMiite  per  altro  P assiourarsi )  apparisce 
BìSMiiCsstaniénte ,  tttà  non  poè  farsene  capitale  •  Aggiungono  poco  sot- 
tQ  i  ReTorandi  Padri  at.  wmttu^  a3«  ^  «4.  della  Igtp  scrittura,  ohe 


J 


^«r 


•ebbent  i|oo  \tfano  difll^oltìi  a  MMadcii»  •  j0li«' doe  fioou  «QnfiseMi 
gasano  correre  ia  un  solo  aWeo  tesat  aoerepoere^  la^Ioro  dknyim- 
m ,'  anzi  non  ripugni  »  che  dna  fiiuni  aotti.  oociifiino  minore  apazlo 
dopo  r  nniòne  ^  che  prim%4  niente  di  meno  «jwno  perMeei  »  €m  un 
caso  simile  sia  rarìssim<H  e  nelle  aoque  torbide  .impqsubiie  •  Qui  Te* 
ramenie  si  potrebbe  desiderare ,  che  i  Refeneodot  Padri  aifetaero  spie» 

Sato  con  alquanto  maggior  cbiigresu  V  mmo  loio  »  ^sodbè  se  inten^^ 
ono  p  come  pare  che  le  paiole  sttooino,,  che  la  iterione  di  dn#.  fiumi 
uniti  in  un  solo  alreo  »  rare  volte  aie  eguale  »,.o  minore  delibi  somma 
delle  sezÌQni  degli  stessi  fiumi  separati  »  ci^  ò  tanto  falso»  idie  ano 
al  contrario  accade  sempre»  che  la  aesinne  di  q[nalsÌYoglia  finme  si 
ritrova  assai  minore  delle  sezioni  prese-  insieme  degli  inflnenti  :  ma 
se  vogliono  dire»  come  pare  più  conforme  a  quanta  affermano  di  so^^ 

Era  »  che  il  correre  un  fiume.. oen-.  sezioni  eguali  »  o  anofae  miiu^i^ 
enchè  accresciuto  di  nuove  acque  »  sia  caso  raro  ;  si  ciaponde  »  dia 
supposta  viva  la  spione  avviti  T  influsso  »  e»  .la  larghezza  »  a  pendane 
sa  dell'alveo  la  medesima  ».  il  caso  non  pura  a  raro.»  ma  fiooramenta 
non  aceaderà  mai  »  sieno  le  acque  chiare  $  p  torbide  »  come  si  vuole  < 
Avrebbero  inoltre  dovuto  i  Reverendi  Padri  assegna^  il  motivo  delUt 
distinzione  »  che  fanno  fra  le  acque  chiare  »  e  la  torbide  nel  propo- 
sito di  cui  si  tratta  »  non  appafendo  n^oue ,  par^  la  qn^  il  caso.  » 
che  supppneono  possila  nelle  prima»  non  poisa  avftr  luogo  ancor 
nelle  seconde* 

Le  altre  proposizioni .  enunciate.. jiussegueutenttfita.  dai  Ravara»» 
di  Padri  cioè  »  che  non  debba  facilmente  aocordam»  olla  iiAmT  ia 
distanze  considerabili  dal  mare  non  aiibiaoo  bisogno  di  iqnaMia..  pa»» 
danza  »  e  che  alcuni  alvei  in  qualche  distanza  dal  mira  A»  aiservino 
quasi  orizzontali  movendosi  le  Aoque  colla  «  velpaità  acquistata  »  so& 
irooo  anch'  esse  gravi  difficoltà  •  Giraa.  alla  prima  sa  taattisiyo  daUa 
pendenza  del  fondo  non  ripugiia»  che  per  qualoJba  apaaia  il  f»odo 
d' un  fiume  si  disponga  in  una  concavità» Ja  fpala  nel  suo  infimo 
punto^  tocchi  il  piano  dell' oriaonta»  a  in  consegueOM  si  fiioiia  «e* 
dive  in  qualche  parte  »  e  tale  aocidante .  nel  foiaa  del^^^oai  auooada 
per  l'ordinario  in  vicinanza. degli  f bocchi»  aicooma  ancora  Mpm  lo 
pescaie  »  o  altri  ostacoli  »  che  attraversino  l' alveo»  a  obhlijgluna  1  acqua 
a  cadere  da  qualche  altezza»  conforma  mostra  l'osaarvaaiona;  ma 
trattando  del  pelo  dell' acqua  corrente  »  para  che.  neoasaariamante  ai 
richieda  qualche  pendenza  »  e  i  Revemnoi  Padri  non  patranMi^.  alle§a* 
re  un  esempio  solo  di  qualaha  fiume  il. quale  oorrt  ooUa  amarfiaia 
affatto  orizzontale*  Quanto  alla  «eocmda  non  maiM^ieiè ibrsa  ^  d^a^ 
no  9  il  quale  diffiailmenta  s' indurii  a  ore4aza  »  ohe  ntt  fiume  eolia 
sola  velocità  impressa  possa  correre  3c«  o  4e*  miglia  Hwoaa  vamia 
nuovo  impulso  a  quel  che  è  più  micabUe»  sansa  ritardarai  pax  I0 


rollicene  obe  iocoafn  Mr  ia  strada  y  e  più  toifo  si  permadetà  »  eiie 
la  oagione  4«l  corso  dTelIe  aeqao  dei  fiumi ,  quando  il  fondo  maooa 
di  caduta»  sia  la  pendenza  del  pelo  ddia  corrente  »  mediante  la  qua<^ 
le  le  parti  dell^  acqua  più  vioine  aUa  superficie  .discendendo  comuni- 
cano il  moto  alle  inferiori*  In  fatti  .si  osserra»  che  nelle-  piene  quan<« 
do  cresco  notabilmente  la  j>endenaa  del  pelo  deQa  correorte»  e  l'ai* 
teassa  delle  acque  superiori*  al  tinello  della  superficie  del  mareV  il 
molo  si  commiica  fino  alle  acque  dei  bassi  fondi ,  o  dei  gorghi^  le 
quali  nel  tempo  della  magrezza  del  Qume  rimangono  atagnanti  ;  lad-» 
dove ,  se  fosse  yen  1'  opinione  ^i  ReTcrendi  Padri  circa  V  erigi* 
ne  del  moto  nei  fiumi  di  fondo  orizzontale  »  dovrebbero  le  acque 
più  basse  seguitare  neir  un  caso ,  e  nelL'  altro  il  moto  delle  su*^ 
periori  • 

Molte  atee  eose  reatevelibera  .da  dico  in  priiposito  dello  dottrine^ 
idrometriche  dei  Revenndi  Padri  »  ma  passiamote  pure  sotto  sileni- 
zio»  mentre  ad  ogni  modo  si  resta  d' accordo  nella  condunone,  cioè, 
che  la  mancanza  della  caduta  nella  condotta  dei   fiumi  tcUbàdi  sitf 
male  irremediabilo ^  e  però  torni    sempre  conto,  trattandosi  della 
caduta  ^  peocaro-oer  eccesso  y  piuttosto  che  peri  ctifetto^  giacché  là 
caduta  soprabbondante  può  con  &cilità  dimintiirsi  ^  ma  non  vioende* 
Tolmente  la  deficiente  ricerere  accrescimento  #  Prima  però  di  vedere^ 
Con  qual  iUidtà  riesct  ai  Reveimidi  Padri  P  applicare  la  conclusione 
nenzionata  al  caso  della  linea  superiore  ,  oòovien  difendere  il  Perelli 
dalla  tacciarla  quale  da  essi  ^i  YÌeo  data  al'  num.  iS»>  c.^  a^.  della 
loro  scrittura  y  protendendo,  cne;  abbia  prima  accordata  al  miovo  al* 
"veo,  secondo  la   dirMione  della  linea  superiore,   P abbondanza  dèlia 
caduta  >  eho  P  aU>ìa  negfita  in   seguito  y  e   finalmente  confessata  di 
nuovo  y  che  è  quanto  diro  y  che  si  sia  contraddetto  due  volte  nelP  i-^ 
atesso  proposito.   Per  distruggeva- un'accusa   così  mal  fondata   oda 
aatare,  che  il  Perellr  non  ha  nm  detto  assola tsiaièn te,  che  lé  cadu* 
te  '^assegnate  dal  p»  Santini  al  miove  alveo  aleno  soprabbondantì ,  ma 
ohe  quando  Io  fissero,  confórme  veniva  proteso,  tal  prorogativa  del"* 
la  linea  supetlbre  siftscirebbe  j^nttosto  di  danno ,  che  <  di  vantaggio 
al  progetto,  a  motivo  dì^Ie  esoavaaiòni  profonde,  che  si  richiedeireb^ 
boro  ,  eoo  rìselùo  d^  incontrare ,  profbncÉindosi  nel  terreno ,  le  soi^gi*^ 
ve  delle  acque  sotterranee ,  che  impedissércf  il  lavoro^  •   Del  roste  Ja 
ava  intenzione  P  ha  dichiarata  ampiamente  al  num»  38.  drila»  sna  ro* 
Iasione ^' dicendo  ,  die  ncoeme  la  Savenà.^  PIdice;,  la  Gentonaro  ,  e 
la  Qaadeirna  portennno»  necesnriamente  non  poca  quantità  di  ghiaia 
nel  nuovo  alveo;  cosi  la  ragola  proposta. dal  ]^à«  Santini,   e  addotta 
dai  Reverendi  Padri  non  pno  serviro  a  dei^erminare  la  cadnta ,  che 
riafaiederà  il  nuòve  alveo ,   essMdo  fondata  nel   razioinnio  dedotto 
(non  sì  cerca  se  bene»  o  male)  dalP esperienza  der  fiomi,  i  qnak 


M  ; 

fljorrono  «ool  ionào  ooptito  Ai  toU  reu*  IK  namnit  <iba  la  «eo^Mf' 
.a&ooe  del  Perelli  circa  l' abbondanllsa   della  oi^dmta  nel   anovo   aSreo^ 
^  non  riguarda  propriamente  altra  «  che  il  tratto  ceiwreso  fra  il  Reno, 
'  6  la  Savona ,  oppore  aacoim  fra  II  Sammoggia ,  e  U  Reno  »   nei  qoafi 
pare  «examente ,  'Che  le  cadute  éwfiedi  a  »  e  ^edi  a  |  jper  nuglio  sic- 
no  ocoedenti^  Posto  ciò  f  dov^  ò  la  oontradìsione  rin&oeiata  al  Po- 
melli P  £  forse   contradittono  9  che  ristesse   fiume  in  una  parte  d0Ì 
suo  corso  abbondi  di  ^XMluta  euperflua  ^  ^  «eirj^  -ai  eepp^iiaca  coir  al- 
tee nel  tevfeno  »  e  in  un'  >ikra  mandii  della  aecenaria  »  e  in  -oonae* 


gtiensa  s*  alm  col  ibndo  sopra  ìt  piano  della  campagna  ?  Questa   sifiet- 
tazione.  dei  Reverendi  Eaori  d^  attribuire  4d  Ferelli  esorbitanze  non 


sud  sognate  da 4 ni,  ora  dicendo»  eh'  ei  pretende  di£u:  aalire  T acqua 
dair  ingiù  all'  insù  »  ora  eh'  ei  si  contraaice  »  concedendo ,  e  negan- 
do l'iatessa  oosa,  eoft  altm  simili  gentilease»  e  che  far  divQi|a  uni- 
camente al  fine  di  fiir  ^nredere  ai  poco  informati ,  che  il  Peren  espo» 
nendo  il  suo  parere  sopra  il  regolamento  deUe  acqne  del  Reno  non 
abbia  scritto  altro  »  che  errori  ^  e  fallacie  »  non  et  vede  come  si  ac- 
cordi colla  coavenienBa  ^  e  sincerità  »  *  della  quale  i  foverendi  Padri 
fiinno  professione  nella  loro  acrittura  •  Ma  ritwnando  al  proposito  del 
nnoTO  4iWeo  »  secondò  l' andamento  àella  linea  snperion  9  d&fo  di  fH 
▼ere  i  ^  lleverendi  Padri  aaseg9ate  all'  al?eo  accennato  le  cadute  di 
mano  in  mano ,  ricavatole  «dalle  misore  delle  portate  dd  torrenti 
Sammoggia  »  Savona»  e  Idice  t  pavasonati  col  Reno  »  o  dalla  dimini^ 
sione  delU  cadata  del  Reno  ,  dopo  l' ingresso  ddUa  Saswnoggia  ^  in» 
traprendono  di  rispondere  ai  dubb]  proposti  dal  Perelli  nella  sualUo- 
lazione^  e  dedotti  dalla  difficoltà  di  eoavare  il  nuovo  iklfoo  slla  pr 0^ 
fi>ndità'riohiesta  per  l'impedimento  <lelle  sorgive  9  daUa  qnaiititè  del^ 
le  ghiaie .,  .che  necessariamente  dovrebbero  esservi  condotte  dai  ter- 
Muti  »  ^ensa  sapersi ,  né  guanto  9  ni  per  qnal  tratto  potessero  riid» 
sarpe  il  fondo  9  e  dall'angustia  della^aesione^  nelle  misnra  a$$ùgaMt9 
dal  p.  Ssotioi  9  incapace  di  trasmettere  le  acque  del  fiume  tenxa  vec? 
sarle  per  la  campagna  »  Non  istaremo  a  far  parole  intorno  A  metodi  , 
con  ^i  quali  mooolgono  la  misura  deDe  portate  dei  tdRenti  9  n  dslk 
diminuzione  ^eHa  caduta  del  Reno  9  aocresciufo  ideila  Sammoggia , 
deduoono  le  cadute  successive  ner  il  rimanente  del  ano  40om  9  Mp^ 
i  quali  per  altro  non  maHeherenbe  mobo  da  dire-f  ma  ristringegdéci 
air  esanie  delle  risposte  date  dai  Reverendi  Pìsdri  d  dohb)  «neoenna- 
ti  9  diciamo  9  ohe  quanto  al  primo  9  il  PereHi  non  ha  mai  ipristeso  , 
ohe  P  incontro  delle  aorgive  nello  scavamento  4' mia  psrte  del  a|f|ovo 
•Iveo  9  renda  1'  esecuzione  del  progetto  della  linea  Superiore  impoa- 
sibilo  y  ma  solamente  9  che  accrescerà  la  apesa  9  la  qnde  venendo  dai 
partìtanti  del  precetto  accennato  •estenuata  oltre  ogni  dovere  9  ma  a^ 
oondo  il  calcolo  tatto  dal  Perelli  »  n^n  intendo  giùngere  a.  n&eno  di 


r 


*» 


trt  .inìlìotil  9  eMfa  iroIFe  »  cfi^n  a^dtirre  nn  capo  af  qnafe  nov  era  ttito. 
pensata' da  vedano  ,  mostrare  quanto  a'  ingannavaao.  Di  mMÌera  obo^ 
quando  ancora  i  Ré?evendi  'Padri  dimostrassera  conci adentemente  , 
che  1#  sor^e  nello'  acavamento  delT  aWeo  proposto  da  l<Hre  non  po^ 
son0  ^aver  raogo  ,  non  avrebbero  i^it^  fine  fitUo  altro  »  che  -diminairo 
alfàanto'nna  sola  deUe  difficoltà  »  che  ostano  al  loro  progetto,  ré^ 
9tando  tuttavia  in  piedi ,  e  nella  loro^  intera  forM  le  altre  niente  me* 
no  imnortand  •  Ciò  ptamesso  »  sentiamo  le  risposte  y  collo  anali  i  Re^ 
verenu  Padri  s'  ingegnano  di  risolTere  il  primo  dabbi<^9  le^  qoali  si 
ritroveranno^  assai  fiacche  .  Adducono)  in  primo  Inogo  ,  che  h  mede- 
sima difficoltà  bft  laogo  parimente  nelle  linee  inferiori ,  ma  non  è 
V  istessa  fiiceenda  il  vuotare  V  acqua  d'  una  fossa  profonda  a5.  piedi  » 
e  d^  nn'  altra  profonda  5,06%  alla  quale  pnò  darsi  £icilmente  scole 
nel  ^Àmaro  »  distante  poche  centinaia  di*  persiche  •  Rispondono  se- 
fiodariamente  »  che  nel  territorio  alto  di  Bologna  non  apparisce  ve- 
stilo di  sorgive  »  le  quali  se  vi  fossero  non  A  patirebbe  penuria 
d^  acqua  ;  ma  tale  aséerzione  vìen  contradeSta  dall*  esperienza  ,  la 
quale  mostra- ,  che  nel  terrìtorìe  accennato  si  iii  uso  per  bere  dell*  ac- 
qua dei  poaai  »  i  quali  riconoscono  la  loro  erigìpe  dàlie  sorgenti  del- 
le ncque  sotterranee  ,  .né  perciò*  ripida  ,  che  t  lavoratori  della  cam- 
pagna soffrane  qualche  scarsezsit  9  ac^a  nelle  scagioni  pia  calde  ^ 
non  essendo  quella  dei  poazi  »  o  assai  abbondante  >  e  assai  commode 
per  supplire  e  tutti  i  bisogni  delle  opere  ^  villerebeie  •  Terzo  »  final- 
Ba|iiiente  soggiuegeno  »  che  dato  ancora  T  incontro  deHe  sorgive»  po- 
tnme  le  aoqne  evacuarsi  con-  gli  artifizj»  meccanici  »  e  con  inviarle 
per  viar  di  fosse  maninfatte  Bei  Prìmavo^»  e  nella  valle  cf  Argenta  «r 
Tetto  bene ,  ma  l*  uso  delle  macchine  idrauliche  >  e  lo  scavamento 
dcdle  fosse  per  nn  tratto  cosi  lungo  »  richiederà  seinpre  aecirescimen- 
te  nen  l^igiera  di  spesa  \,  e  qujssto  è  q^nanto  ha  preteso  il  PereUi  ^  e 
non  altre  «^  ^ 

Segno  la  secondk  difficoltà  »  fa  quale  è  di  maggiore  importanza  dr . 
tette  9  e  conaiste  nella  cadiita  »  la  qualie  dai  Reverendi  Padri  ri  pre^ 
tende  più  che  sufficiente  }  ma  dal  Perelli  »  il  qnale  per  altre  non  è 
solo  di  qnesto  sentimente ,  si  teme  con  ragì<me  »  che  riescirà  difetttf^ 
^  ae.  Per  deqlinare  la  forza  dell'  argomento  dedotte  dalla*  quantità  del* 
la  ^^aia  ^  ohe  entreris  nel  nuovo  alveo  ,  pnncipiatto  i  Reverendi  Pa^ 
dri  dal  ticerdaie ,  che  la  giuria  ^  la  quale  fu  enervata  durante  In  vi- 
Mta  nel  mese  di  Dicembre  dell'anno  1761»^  negli  alvei  del  Reno^ 
deUi  Savene  ^  dell'  IdlCe  ,  della  Gentonara  ,  e  della  Quaderna  v  non- 
-  era  eontinnaCar  i>^  ricoprive  interamente  il  fendo,  ma  era  dispersa 
inr  nmcehi  ammassati'  qua  e  là  ^  come  dissero  l  Periti  aeHa  loro  rda* 
sione  •  Aggiungono  ^  che  la  ghiria  negli  alvei  accennati  ò  molte  rara^ 
idlegandf^  q^nto  al  Rene  l'  attestate  dell' istesse  PewBir  e  fuanto 


4oo 

iih  Savena  ^  all'fdice^  alla  Centonara ,  e  alla  Qnadeitia  gli  atdi«Mt- 
U  visita  ^  dai  quali  a  detto  lor.o  apparisce   non*  iBOontcarsì  la  ghiaia 
mei  contorni   della  linea  raperiore  *  ;  Ma  concedendo  4ìhe   la  ghiaia 
del  Reno  nelle  vicinanze  di  Malacappa  {  nel  qnal  aito  ne  Ai  dal  Pe- 
rolli  visitato  V  alveo  ad  effetto  di  riconoscere   le  materie  che  porta  ) 
sia  veramente  di  pochissima  quantità  ^  non  può   dirsi  Pistesso* dogli 
altri  torrenti  accennati  ;  ed  è  maraviglia ,  poBse  i  Reverendi  Padri  a& 
fermino  cosi  francamente  ^  che  nei  contorni  éatia  linea-  superiore  non 
ai  osservi  vestigio  di  ghiaie  nel  fondo  dei  tononti»   citando  gli  atti 
della  vìsita ,' quando  dagristessi  attì  appunto  apparisce  tutto  u  con- 
trario j  e  che  la  Savena  j  V  Idice  »  la  Quaderna  ,  la  Centonara  ec.  non 
solo  condncono  la  ghiaia  nel  sito  dove  restano  intersecali  dalla  linea 
auperiore^  ma  lungo  tratto  più  a  basso.  Per  provare  in  aeguito^  che 
la  ^iaia  portata  dai  torrenti  non  caaionerà  variazione  nelle  dftdentt 
del  nuovo  i^veo  stabilite  da  loré  ^  addncono   V  esempio  del  Reno ,  -il 
quale  conserva  Tistessa  cadnta  sopra,  e  «otto ^Malacappa ,  benché  so^ 
pra  Malacappa  si  osservi  liei  Reno^  qualche  quantità  di  ghiaia-^  e  pò* 
chissima ,  o  punto  al  di  sotto  •  Bia  con  buona  licenea  dei  Reverendi 
Padri  r  argomento  dedotto  dall*  esempio  del  Reno  fii  contro  <fi  loro  , 
e  per  restarne  persuasi  basta  riflettere  ^  che  il  fondo  del  Reno   sotto 
Malacappa  è  alterato  dalla  rotta  Panfili ,  mediante  la  quale  si  è  ab- 
bassato ,  ed  ha  accresciuta  la  cadnta  ;  onde  ee  questa  nel  tempo,  che 
r  alveo  del  Reno  godeva  del  suo  naturai  declive 9  ai  folse  conaervata 
eguale  sopra  »  e  sotto  Malacappa  ^  dovrebbe  al  presente  da  Mahofp^ 
pa  io  giù  ritrovarsi  maggiore  ^  il  che  non  ai  yerificando  è  forza  c&a^ 
Qlndere  »  che  1'  alveo  del  Reno  nel  tratto  superiore  a  Mdacappa  ,  do- 
ve porta  qualche  quantità  di  ghiaia  »  avesse  mag^r  caduta ,  che  nel 
tratto  inferiore  •  Dopo  1'  esempio  del  Reno  adduijoDo  i  Reverendi  Pa- 
4rì  un'  akra  ìnstanza ,  ricavata   dall*  ingresso  del  Lavino^  nella  3àui«<^ 
moggia  9  e  della  Sammoggia  nel  Reno;  senza  che  nel  fondo  deireoi* 

Eienjti  ai  osservi  alterazione»  benché  il-JLa^rino  nella  Sammog^a  ,  e 
i  Sammoggia  nel  Reno  portino  qualche  santità  di  ^mia  minuta  ; 
onde  argomentano  che  tanto  meno  vi  aia  motivci  di  temere  di  acon- 
certi nel  nuovo  alveo  »  cagionati  dalle  ghiaie  condotte  dai  torrenti  » 
quanto  la  cadnta  nel  nuo;o  alveo  sarà  maggiore ,  che  nelb  Safflmog^ 
già  9  e  nel  Reno.  Ma  si  nuò  rispondere,  che  acciò  il  discorso  dei^e- 
verendi  Padri  fosse  concludente  9  converrebbe ,  che  essi  priAia  prc 
vasaofo  i  che  lo  stato,  nel  quale  presentemente  ai  ritrovano  gfi  urèi 
della  Sammoggia  9  e  del  Reno  dopo  4a  oonflnetta  del  Lavino  »  -e  dtel^ 
1a  Sap)«ioggia  9  aia  quoti*  iatesso,  ohe  avrebbe  luogo  se  il  Lavino ,  é 
lai  Sammoggia  non  vi  avotsen.  mai  condette  le  ghiaie ,  e  maseandò 
questa  prova ,  la  quale  per  altro  pare  assai  malagevole  a  &rsi ,  V  ar* 
femento  dei  Reverendi  Padri  resta  senza  fem  ,  e  ai  ridnoe  ìa  ultimo 


r 


4o«  ' 

t  watL  pnn  petìiiont  Ai  priineìino  •  Vi  sarebbero  altre  risposta  da 
/  dare  dedotte  dal  nnmero  ^  e  dalla  vicinanza  dei  torrenti ,  i  quali  eoo- 

durjrebbero  le  ghiaie  nel  nno^o  alveo ,  e  nella  disparità  deUe  circo- 
•tanze  del  nuovo  alveo ,  e  degli  alvei  della Sammoggia ,  e  del  Reno, 
lo  quali  fli  tralaeoìano  «  Non  deve  però  dissimnlarsi  ^  che  la  regola 
portata  dai  Reverendi  Padri  cioè ,  che  le  matazionl  cagionate  dall^a- 
grosso  delle  ghiaie  dell'  inflaeate  ueW/  alveo  del  recipiente  «  aieno  ixA- 
noli  a  misura  ^  che  l' alveo  del  recipiente  è  dotato  dì  maggior  cadu- 
ta» ha  bisogno  di  limitazione 9. parendo  che  ii»  molti  casi  accada  tut- 
to il  contrario  «  e  che  la  maggior  caduta  con  ispingere  le  ghiaie  più 
t  basso 5  e  accumularle  in  sito,  nel  quale  T alveo  del  recipiente  ha 
poco  declive  ,  e  il  fondo  ^  superiore,  o  poco  differente  d'altezza  dal 
piano  della  campagna ,  cagioni  nel!'  alveo  accennato  mutazioni   mag- 

Siori,  o  almeno  più  dannose  di  quelle,  che  avrebbero  luogo ;»  quan« 
o  la  minor  caduta  trattenesse  le  ghiaie  più  ad  alto  ;  né  sarebbe  for- 
se affatto  fuori  di  proposito  il  dubitare 9  che  ristesse  sia  per  succe- 
dere nel  caso  del  nuovo  alveo,  del  quale  si  tratta  «  Affermano  iool- 
tre  i  Reverendi  Padri  èhe  negli  alvei  dell'  Idice  ,  e  del  resto  dei  tor- 
renti ,  benché  le  ghiaie  vadano  diminuendo  di  quantità ,  e  di  gros- 
sezza, non  si  vede  tuttavia  variazione  di  pendenza;  e  concludooo 
distinguendo  ì  fiumi  i  quali  corrono  in  ghiaia  da  quei  che  ne  con- 
ducono  poca  quantità  ,  e  perciò  possono  «versi  nell'  istesso  conto , 

che  se  corressero  in  sola  terra  «  Ma  quanto  al   primo  ci  prenderepio 

la  libertà  di  negar  loro  1'  osservazione^  mentre  dalle  livellazioni  £it- 

te  nella  vìsita  apparisce  appunto  tutto  il   contrario;  e  quanto  al  di- 

aungnere  i  fiumi ,  i  quali  corrono  in  ghiaia ,  da  quei   che  ne  porta-  ^ 

Ito  poca  quantità ,  sarebbe  da  desiderarsi  ,  che  ì   Reverendi  ^Padri  a* 

iFcssero  distinti  con  magj^or  precisione  i  limiti  di  quella  quantità  di 

ghiaia ,  la  quale  seconde  loro  può  produrre  mutazione  sensibile  nelle 

òadute  degli  alvei  dove  s^  incontra ,  con  mostrare  di  più ,  che  la  ghia<^ 

ia  condotta  dai  torrenti  nd  nuovo  alveo  cade  fupri  dei  limiti  aq^cen- 

Batì  ,  altrimenti  resteremo  sempre  nelle  stesse  incertezze  di  prima , 

e  non  sappiamo  se  nna  semplice  distinzione  verbale  sarà,  bastante  ad 

aasicnrare  gì'  interessati  del  Bolognese ,  e  della  Romagna ,.  dal  timo* 

ne  dell'alzamento  del  fondo,  e  del  livoUo,  al  quale  giongen  il  pelo 

delle  piene  in  un  fiume  carico  di  tanta  acque,  e  consegnentementa 

delle  inondazioni ,  0  del  devastaaaenta  della  campagna  • 

n  terzo  dùU^io  moposto  dal  Perdli  nelbi  sua- Rdbzioo^>  versavi^ 

eìrea  le  misure  della  sezione  dal  nuove  alv^ ,  le  quali  ^  pareva  a  ,  | 

efae  se  fossero  sttte  fissate  dftl  p.  Santini  troppe  scarse,  ad  affatto  4i  j 

iisparmilire  la  spesa  della  eoiDpra  del  teiveno,  e  daU'eaOMetfjcme. ,  e  j 

ehe  avessero  dovuto  fiupsi  assai  maggiori ,  pigliando  esemjne  dall'  al^ 

Tee  del  Rene   ori  suo  tratte  più  regelare   m  vìoaneza  del  palazae^ 

il 


y 


4^« 

detto  la  Volta  del  tig.  l^rchefe  Sampieri.  RispendoBai  Revenacfi 
Padri  che  è  facile  il  dare  ad  ao  alveo  la  larghezza  conveniente ,  o 
Tariamo  le  seaioni  aecoodo  il  bisogno  delle  portate  degl'  inflaenti. 
Ciò  non  ai  nega,  ma  conviene  altreai  accordare  r  che  il  ridurre  Ift 
sezioni  del  nuovo  alveo  alla  misura  dovuta ,  aocreseerà  d'  assai  la 
spesa ,  e  ehe  la  mancanza  eoounosaa  da  principio  fabbricando  V  alveo 
in  assegnarli  la  capacità  necessaria  »  esporrà  inevitabilmente  all'  inon-  , 
dazione  i  migliori  terreni  del  Bolognese  »  e  della  Romagnai  »  Prudaco- 
no  dipoi  un  calcolo  ,  col  quole  paragonando  la  sezione  del  nuovo  al», 
Teo  nelle  misure  stabilite  dal  p.  Santini  colla  sezione  del  Reno  pre- 
sa sotto  la  confluenza  della  SammoggiSf  per  la  quale  passò  la  piena 
pretesa  massima  del  Reno  nel  di  i5*  Novembre  1761.  ritrovano» 
^  che  lo   spazio   deUa   sezione  del  noo^o   alveo  è  maggiore   più  d^ua 

^  quarto  della  sezione  del  Reno  ;  onde  concludono  »  cbe-  le   sezioni  as- 

segnate al  aoovo  alveo  dal  p.  Santini  possono  dirsi  avvantaggiate.  ÉL 
manifesto^  che  i  Reverendi  Padri  suppongono   nel  calcolo  accennato^ 
le  relocit»  medie  d'  ambe  le  sezioiu  cenali  y  il  qual  supposto  non  es- 
^  sondo    sempre  vero»,  anzi  mostrando  1  osservazione  ^  che   le   velocità 

nello  diverse  sezioni  d'  un  istesso-  fiume  variano  d' assai  »  secondo  cbo 
V  acqua  corre  pia  alta  »  o  più  bassa ,  non  doveva  assumersi  senza, 
prova  «^  U  Perelli»  cbe  ha  sifiuto  V  istesso  calcolo,  supponendo  le  ve- 
locità proporzionali  alle  altezze  seeondo  V  ipotesi  del  p.  Castelli  »  UQa 
perchè  la  pretenda  esattamente  vera  y  ma  perchè  per  alcuni  riscontri 
la  erede  più  prossima  al  vero  delle  altre  r  ^^  ritrovato  che  V  acqqa  », 
la  quale  può  passare  per  k  sezione  assegnata  al  nuovo  alveo ,  suppo^ 
nendolo  pieno  fino  al  ciglio  degli  argini  »  riesce  minore  un  terzo  del- 
la portata  del  fiume  »  e  però  non  pare  >  che  la  difficoltà  addotta  d^u 
hii  in  questo  proposito-  sie  priva  di  fondamento  ^ 

Ma  diranno  finalmente  i  Reverendi  Padri  anche  concedendo  ,  cha 
F  esecuzione  del  progetto-  della  linea  superiore  non-  mancali  di  gravi 
difficoltà ,  ohe  richieda  necessariamente  una  spesa  di  milioni  ^  e  cha 

C>nga  in>  pericolo ,  e  certamenie  in  soggezione  le  campagne  del  Bo-^ 
gnese,  e  dellar  Remagna  ancora  intatte  dall'acque,  non  si  puòtiiU* 
tavia  fsT  dimeno  d'abbraociada^  giacché  deL progetto  del  Perelli  di^ 
mostrato  impossibile  a  eseguirsi  non  è  da  far  conU> ,.  e  il  lasciar  cor*» 
vere  le  acque  inalveate  in  qualunque  modo  nel  Primaro  cagionerei 
he  r  estermiuio  totale  del  Polesine  di  S»  Giofgio,  parte.. cosi  gelosa^ 
a  importante  del  territorio  Fervamse  ,  e  dalla  quale  la^eittk  <U; Fer- 
rara ricava  il  suo  principale  sostentamento  »  In  prova  del  loi^  assun*-^ 
to  si  diffondono  i  Reveimdi  Padri  in  descrivere. al. ^»  L  num^  4^  del- 
la loro  scrittura  la^  piena  ▼eouta  il  di  j 3».  di  Maggio  1768,.  nel  cavo^ 
Benedettiao ,  mediante  la  quale  l'argine  sinistro  del  cavo  fu  rotto  in. 
due  luoghi  ia  faooìa  doL  palazzo  TuMrtiai  »  f  T  aoqija.  s^  akò^uu  yiede 


Il 


«  nfezxo  nel  oaVo  oltro  il  Imlfo  ddlo  maggiori  oiDreaceDBe^  «  io. 
once  nel  Prìmaro,  oltre ^il  aegDo  di  guardia.   Dalle  rotte,  aeoennate 
l'acqua  torbida  deH'  Idice  entrata  nel  Primaro   per  la  via  pia  brere 
averà  secondo  il  parere  dei  Reyerendi  Padri  alzato  il  fondo  del  Prì* 
nato  dal  Morgone  in  sa  ;  e  in  conseguenza  venendo  ritardato  Io  sca- 
rico alle  acque  anperiori  restano  esposti  a  maggior   pericolo  i  terre- 
tn  più  alti  y  e  più  satii  del  Polesine  di  S.  Giorgio  •  Ma  non  finiscono 
qui  i  danni ,  cne  dal  corso  delle  acque  per  il  Primaro   vengono   mi*' 
naociati  air  istesse  Polesine  •  Le  piene  del  Primaro ,  le  qoali  durano 
jKOà*  e  3o«  gichmi  per  volta ,  «  s^  alzano  tanto  da  lasciare   appena  po- 
'cbe  once  di  vivo  al  ciglio  degli  argini  ^  pongono  in  pr-ossimo  perico- 
lo il  Polesine  ^  e  le  valli  di  Gomacchìo .  Neir  istesso  tempo  il  ristrin- 
'gimento  delle  vaHi  sitnate  a  man  destra ,/ cagionato  dalle  deposizioni 
delle  torbide  dei  torrenti ,  trattiene  io  sfogo  delle  piene  del  Prima- 
Yo  nelle  valli  ^  e  benché  la   maggiore,  aliezza  »  «  barata   deUe  piene 
contribuisca  per  V  ordinàrio  a  mantenere  scavati  gli  alvei  de'  fiumi  ^ 
i:ilttavia  a  detto  defi  Reverendi   Padri   per    una   disgrazia   particolare 
^ìSer  Polesine  nel  Primaro  accade  tutto  l' opposto  9  e  mentre   le  piena 
'ai  fanno  altissime  oltro  i  segni  osservata  per  1'  addìetra,  V  alveo  s'in^ 
terrisoe .  La  cagione  di  un  accidente  eosì  strano  viene  attribuita  dai 
Keverendi  Padri  ai  disviamentt  del  corso  del  Primaro  prodotti  dal- 
* V  angustia  delle  valli  9  e  dalle  ac^ue  ohe  le  vanno  riempiendo  duranti 
le  piene.  >]Vfa'con    buona   loro  licenza   parrerebbe  9   cne  il  ristringi- 
jrnento  delle  v^lH^  diveonte  perciò  incapaci   di  ricevere  colla  stessa. 
laóiHtà  li  spagli  del  Primaro^  dovesse  piuttosto  impedire  i  disviamene 
^i  delle   acque  ^elV  istesso  ^  Primaro .  Come  ciò  iioà  ostante  accada 
-CnttO'  il  contrario  i  Reverendi  Padri  non  si  sono  curati  di  spiegaroe- 
'1^  »  ^  basta  loro  il  concludere  ,  ohe  non  è  possibile  il  contenere  per 
'meiABO  deilef  arginature  le  acque  del  Cavo  benedettino ,  e  del  Prima- 
to'9  in  niòdo  ime  non  tbaboccbino  a  inondare  il  Polesine  di  S,  Gior- 
^-gio ,  e  le  vaHi  di   Oònlacchio  ;  ohe  il  chiudere  le  rotte  menzionate 
''dell'  argine  siniétro  del  cavo  ò  rimedie  soltanto  provvisionale  ^  e  che 
^ITnalàiente  non  volendo^  perdere  il  Polesine  ,  e.  le  valli ,  si  ha  da  ve- 

*  nìre  ^er  necefifsità  >a  un  rimedio  redo  :  e  questo  al  parer  loro  non 
'  |>nò  esser  altro  ,  che  V  escludere  per  sempre  dal  Primaro  nel  tratto  » 
*ehè  da'Marrara  si  stende  a  S.  Alberto ^  te  acque  dei  Reno,  e  con- 
^  darle  nì)^tb  a  quelle  del  resto  dei  torrenti  per  un  nuovo  alveo  9  ta- 
rg^hiiìdó  i  terreni  del  Bolognese  nella*  sua  parte  più  alta  ,  e  della  Ro<* 

Già  dà  quanta  si  h  esporto'  di  sopni ,  difendendo  il  progetto  del 
^Ferelli  daHe  opposidOni  de' Reverendi  Padri  apparisce  r  insussisten- 

*  za  del  loro' discorso  ,'  non  èssendo  véro  9  che  là  linea  proposta  daini 
delle  oondfKÌonì^  necessarie  Sguardo  alla  pendenza,  e  alla 


^fiviruà  iàì  ra^g%  e  molto  meno  »  oha  il  metodo  iìtST  oteottaM*  m 
Mgl^eito  a  noltissimd  difficolià»  Noodioieoti  per  farjredero  più  cUa«^ 
ramente  qaftnte  8sa  poco  foudatt  U  neoessitl  pretOM  dai  ReveraBdi 
Padri  d*  etegnire  il  pre^ettt^  della  liaea  toperioro  «ean  rj^psasdo  alla 
apesa  enermo  dì  miUeni  >  figariamoci ,  che  il  Barelli  ia  ireee  di  iii|^ 
gerire  nn  pr^;etto  i uo  proprio  »  ti  foeto  conteolata  di  pcoporre  Sem* 
plioemento  il  rinettare  il  cavo  BenedettiiiOy  marcime  »  e  TÌalamii 

fu  argini  ^  rìtisare  parimente  dove  oocomra  V  arg^e  aimatio  del 
rìmaro,,  e  ridurre  in  toiama  le  cote  nett^iateiso  avado^  nekmiale 
ù  ritrovavano  imewdjatamente  dopo  reaecocioDo  del  BreYO  delia  $• 
Memoria  di  Benedetto  JUV»  Non  tì  è  dubbio^  ohe  ritrovaddon  al 
presente  il  cavo  interrito  »  e  ripieno  in .  bnooa  parte  dalla  rena  »  e 
dalla  terra  >  condottevi  dall^  Idioe  allora  quando  1^  alveo  del  detto  tm^ 


renio  per  la  rovina  della  olttOBa  situata  aila  ana  imhocoatnra  u  %Jt^ 
Iwasò  IO.  piedi  per  il  tratto  d^  alquote  m^ia  >  il  rinetlace  V  alve^^ 
del  cavo  aocreaeerehho  grandemente  la  ana  capacita  »  e  ralteaaa  d^ 
pelo  delle  pieno  non  potrebbe  maneare  d^  abbaaaait i  per  qoalohe  pio^ 
de  y  ma  per  maggior'  sicnrezza  diciamo  8»  once  solamente»  Soppenp* 
ghiiimo  inoltre  »  ohe  per  assienrare  dai  trabocchi  delle  piene  il  Pala» 
aine  ^  e  le  valli  di  Comacdno  p  gli  argini  del  cavo ,  e  del  PknMiià 
fi>8aero  rialzati  un  piede  ».  e  il  corso  del  Primara  abbreviata  eoa  eao-^ 
gnire  in  tatto  »  o*  in  parto  i  tagli  proposti  dal  sig.  Maresooliì..  L* ar- 
gine sinistro  del  cavo  eaaeodo  riaoato  d^  nn  piede  »  e  il  pelo  della 
saaaaime  ^ene  abbassato  otto^  once»  doveva  il  4Uglao  4^MrgM^  ri^ 
■aaner  aaperìore  alte  meno  àag^ori  piedi  i  f  ;  ma  la  .piepii  4iffl  4i^ 
i3»  Maggio  1763»  si  alza»  aopra  il  Uvello  dello  piene  miig^QO  aoli^ 
mente  jiHkedl  1 1  ;  dunque  la  piene  aceemita  farenbe  rinaita  pia  bee-^ 
•a  del  ciglio  deir  argine»  o  ab  eonsegiaanaa  U  trabocco  delie  aoqii# 
del  eaiMr»  e  Ib  due  fotte  descritte  dai  Reverendi  Padri  Io  quali  im 
parano  la  atrada  del  Traghetto  >  e  i  prati  inferiori  nott  avrebbera 
Tttto  luogo»  Simibneate  il  oiglio  deiraigiae  del  Priasaro»  al  c^uafe 
riatessa  piena  lascia  poefae  once  di  vivo  a^  atteasa  sopra  il  p^  da^ 
V  aequa  »  sarebbe  rìaiaato  soporioro  mò  A^mu  mede  «^  Meetm»  dmth 

2 no  i  Reverendi  Padri  se  Iona  dà  i^ampo»  che  >l  rioetkare  ì^àtwm 
el  cavo,,  ofaiaidere  le  rotte^  •  rìalaara  d^wt  pis4e  gli  aifiai  del  oa^ 
TO  t  e  r  argine  unia tro  del  Pnusiam  ablMiviandc»  ao  cosi  piaco  la  li-^ 
area  di  jqnesi'' attimo  loeo  qualohe  todba»  lama  tyM»tt|fi|iHi»  naia.al-^ 
ehiedMo  oernsaeno  )a  daeima  pvto  dalla  apes»  noetwiiifia  pw  V'.ff^ 
cnzione  del  progetto  della  linea  auperiore»  debbano  averai  ita  coiaio 
dT  impresa  impeesibile»  e  peaeifr  ussaro  ngp*<ali>  SMtaiao  iiiol|ra>» 
che  la  eoodiytione  del  Poleaioe  diJl^  da  ula  amoalue  aia.|i«igmm 
delta  aorte  di  tanti  altri  tenoni  vimnl  et  «M^io  da'"  fimai  »  e  partioa^ 
knnente  dei  confinanti  col  Po  grande»  IL.F«  trtharieijAo  1% 


4^5 

giMiessi  9  è  la  T^tocdtìi  e  fona  delle  scie  ^Locpie  »  t^ondiaioin  tatto  > 
ftdUe  quali  supera»  per  cosà  dire,  infioitamente  il  Frimaro»»,  dura  aiK 
eer  esso  a  correre  gonfio  ao«  e  So.  gioroi  di  segaito»  si  alza  col  pe«- 
1^  deMe  piene  maggiori  p  a  tegao  di  .pareggiare  il  ciglio  degli  argiaì  ^ 
e  quache  volta  trijK>cca ,  e  gli  rompe  »  e  bod  per  questo  si  preten*»^ 
de  mutarli  raWeo».o  si  declama  coatro  la  possibilità  di  eputeoerl^ 
MT  meno  degli  argani  ^  in  modo  che  .non  si  spaoda  a  Siommerger^ 
la  eampagua.  -  • 
-  Nò  serre»  che  i  Eerereodi  Padri  rispoudana  come  q^Ic&e^  aìtr» 
^fenaere  del  progetto  della  liuea  sii^enore  -,  cfae  V  esperìeuza  ha  gif 
mostrato  >  òhe  le  tiMrbide  deir  Idice  ueu  possono  avere  it  loro  cc^ao 
tee!  cavo  senza  interrirlo»  e  in  cooseguenssa  il  rinettaanento  del  cavo 
aera  opera  inutile  »  e  spesa  gettata  ,.  -dovendo  per  necessità  at  soprag*^ 
giungere  delle-  prime  piane  dell'  Uicf^  interrirsi  ds  nuovo». Sia  la  ve* 
aita  è  »  dbe  T  esperienza  dell^  inljei^vimento  del  cavo  prova  sQ^ameab» 
«sa  ìFeaita  già  nota >  cioè»  ohe  i  progetti  i  me^io  coooepiti^  quau«^ 
^  neir eseguali  si  manca  della  dlìigenza  ,  «  cautela  dovuta^  moltt 
volto  non  riescono  •>  L' introdusdono  nel  cavo  delle  torbide  delP  Idico 
troppo  per  tempo  senza  V  accompagnamento  delle  acque  cbiare  degli 
ipagti  del  Rsno>'e  la  poca  stalnlità  della  chiusa  fabbricata  allo  sboo» 
00  deir  Idicr»  la  quale  rovinando  tirò»,  seco  la  sana  »  e  la  terra  del» 
I*  alveo  deir  ìstesso  torrente  laUa  profiuidità.  d^  io»  piedi  per  il  tratto 
di  àleane  miglia^  furapo  cagio^ìTt^  che  il  cavo  n  riempisi  >  aociden^ 
ìsi-cImi  aeeonao  tutta  Is^  probabi^t»  non.iivsf^^  avuto  I^ogo  senza  il 
/Éoocono  delle,  eiifcost^uze  acoennalie  », ,  &e^g^)Oi  qe  fia>  obe  ,r  alveo  del 
•eavo  dopo  la  «ovina  delta  cMusa  deU'Ùfce  noip^  si  è  andato  continua^ 
«ente  rialzando»  benché  intanto  r  Idioeab^  coplioaato  a  entrai 
^n  cMe  sue  piene  f  anzi  il  p^arellt  in  oqpAiioqe  d' essersi  portato  a 
«sitarlo  ì*  anno  176^.  esservò .  )^,  4iìps|8Ì;Mpni.  d^r  ltli<N»  corrose  ita 
•«ià  hioglii  dal  corso;  delle  acque  ^pìjt  4op4fr  i'4^  w^Ch  abèassato  aotló 
al  liveUo  dalla  superficie  delle  depefi^tlo^ifiinHiiw  piede.  L'ìatess^^ai 
jnA  verisimìhneeto  credere»  che .  aocada  sib^  4epps»ioai  prodotto 
ebll^iMessa  eagioBO  liei  fimdiodel  Px^maro  «{pi^  il  Àforgene»  e  i  Re^ 
emendi  Fadrì  i  quali  suppoiigono  ^  che  dopo  le  rotte  seguite  il  dì 
tf.  Novembre  17Ì6S»  nega  avgini  del  cave ,  U  fpndo  del  Primaro  per 
l^ÌDgpasso  dette  torbide  delT  Idice  ai  aia  i^ab^ttp^  av^eblKJPO  dovuto 
"dira*  qmìHo^  «iaeeùteo^  ilieiitre  i|  Icnto  s^oa^^ieemetute  aas^irto  non 
%  ftmm^db»hmd*  Ddìl^ eiiuoste^  £9  ^i  rimai^  ebtaro.  a  bastaoza» 
fibe  la  pretesa  ìmpossibifità  4k  asfW^ayo  110  pmigetto  isu^ìoieiite  jffft 
■iilviaga  dalle  lueodaiienl  la  ppvto  nop  ^aucpaa  loum^nsi  4f^^  càoapa^ 
(  iMSà  BelegflMe  »  e  il  Poleai^o  ,d$  ^aa  4:^ofgio»  cesm  tag^ 
om  zm  iMBévo  alveo  lo  oaaq^gM  Beiegoent  vm  #)tt  »  f  la  Kom^ 
i  etMa  lesidaaMftto* 


j»-^ 


X. 


4o6 

Hepficfberaimo  i  ReYerendi  Ttdii  che  aromeità  tneora  U  pos»3)9ìtk 
della  riuscita  degli  altri  progetti,  non  si  può  tuttavia  negare,  cbe^U 
progetto  della  linea  superiore  non  ineriti  la  preferenza  sopra  tolti 
per  la  quantità  dei  terreni ,  i  -quali  Terrebbero  a  racquistarsi ,  a  i'  in* 
tera  sieurezza  del  Polesine  di  San  Giorgio ,  il  q«ale  resterebbe  per* 
petuaraente  libero  da  ogni  riseliio^'e  dalla  toggezione  d<Ar arginata-^ 
re  ;  onde  non  merìprano  d' essere  ascoltate  le  contraddizioni  dei  pair* 
ticolari ,  le  possessioni  dei  quali  Terrebbero  tagliate  dal  nuovo;  fiume, 
non  dovendo  l' interesse  di  pochi  preTalera  al  vantaggio  di  on'  inte- 
ra provincia  •  Se  si  avesse  qnalobe  sicurezza ,  che  il  nnoTo  alreo  xt^ 
sterà  da  per  tutto  incassato  nel  terreno,  che  gli  «coli  della  caoipagoa 
Ti  avranno  felice  r  ingresso  ^  che  le  piene  non  ai  alzeranno  a  segno 
dì  porre  in  perìcolo  la  parte -ancora  intatta  del  territorio  Bokt^ese^ 
o  la  Romagna ,  e  finalmente ,  che  la  spesa  non  eccederà  una  «omnia 
discreu ,  la  proposizione  sarebbe  tollerabile ,  e  «1  Gerelli  non  avrehba 
avuta  difficoltà  ad  approvarla  .  Ma  essetido  la  riuscita  del  «progetto 
favorito  dai  Reverendi  Piidri  incerta  ,  e  certa  soltanto  la  somma  eecHa» 
feivH  del  denaro  necessario  per  eseguirlo-;  qual  regola  di  giustizia',  o 
di  prudenza ,  voleva  ,  che  n  PerelK  prescrivesse  un  lavoro  di  «pesa 
immensa  per  liberare  dal  perìcolo  deH'  inondazioni ,  -e  dalla  soggezio- 
ne deir  arginature  4a  provincia  di  Ferrara  a  rischio  di  sottoporre  «^ 
gli  stessi  inoonvenienti  due  altre  parti  dello  stato  della  Chiesa  é* 
guaflmente  importanti ,  e  4ibere  per  la  (({uaKptà  -delki  tono  sìtuabiotie 
dai  danni,  è  dalla  aervitn  delle  acque  ,  qtlftli  sono  la  campagna 'afl'» 
periore  Bolognese,  «  la  Romagna  P  È  ^ero  ,  che  il  ^.'  Santini  aelb 
sua  scrittura ,  ooHa  quale  ha  pretese  di  confutarer  la  relasione  dal 
Gerelli,  fra  le  altre  stravaganze,  delle  quali*  è  piena,  per  assicurate 
dal  timore  delle  inondazioni  el*  interessati  del  Bolognese ,  e  della  Ro- 
jmagna,  afferma  a  carte  ai.  che  tutto  il' male,  il  quale  pòCreUio-«* 
gionarsi  dalle  rotte  del  nuovo  fi  ulne  ^  secondo  r^utdamento-  ^lofla  1^ 
Dea  superiore  aarebbe  i^'itigrassare  quel  terreno,  sopra  il  quale  la toé- 
Ibide  si  fermassero  qualche  giorno,  scordandosi  di  avere  scritto >  a  imr-' 
te  6.  che  h  éampagna  Bolognese  rìalaata  dalle  deponzionl  ideila '!tM- 
i)ide  dei  torrenti  -e  composta  di  strati  dì  rena ,  e  peroiè  4i  sperkneo^ 
la  sterile,  e  ingrata»  Ma  il  PerelK,  il  quale  non  (sapeva ^  eba  il  tir 
coprire  di  rena  le  terre  coltivate  fosse  un  mezzo' per  ingfraaaaiie;  iaion 
si  è  preso  pensiero  di  procunre  un  simlt  benefizia  ai  teqrìfcori  dt^Bo^ 
legna,  e  della  Romagna,  e  non  crede,  che  4  signori '^ftotftgntfsi ,  e 
Romagnoli  si  terrano  perciò  aggfaTati  da  lui  •   -•'    *  ;;  »•    "'*> 

Molto  meno  possono  dolersi  i  signori  Ferraraai ,  <Ae  aéio  nom^'^Mt^ 
bia  avnto  a  cuore  qbanto  si  conveniva  il  loro:  interesia  'nella' eonaa^ 
vazione  del  Polesine  di  S.  Giorgio,  oaseiHio  manifesta,'  ehe  ab  «no 
progetto ,  quanto  air  assicurare  il  Polesine  »* non  *di Aviéca  >daL  profpatto 


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ICertagfìajr  ^miSy^  w  erano  eotrtenti ,.  eome  non*  pa^re ,  da  mettersi  ior 
dubbio .»  della  proposizione  di  quel  loro  buon  cittadino,  e  sacerdote, 
Bpa  si  sa  vedere ,  pesche  ìoi  oggi  mostriiU)  taot»  cipugnanza.  ad  ao^ 
^Dettare  quella,  del  Pèrelli  r  la  quale  in  soouna  riguarda  al  loro  vaoh 
taggio  produce  l'istesfo  effetto  y  ed  è  dall'altra  parie  senza  compara* 
%ioxi'^  più  facile  ^  e  sicura^.^  L' ispesso  pu^  dirsi  della  R.  G«  riguardo 
air  interest  y  che  ha  nelle  valli  di  Gomacchio»  essendosi  espresso  il 
stg.  Barriifaldl  perito  della  mede^im»  nella  sua  prima  serittura  pre- 
sentata negli  atti  della  visita,  che  credeva  approvabile  per  quanto 
spetta  (dV  interesse  della  R.  G^  qualunque  prhgetto  dei  proposti  su  la 
destra  del  Primaro  tutte  le  volte  ^  che  col  nuovo  cwo  non  restino  le 
acque  inalveate  neW  istesso  Primaro  superiormente   a  S.  Alberto .. 

Non  dee   tacersi  in  questa  proposito  >  che   il  9Ìg.  Ber  taglia  nella 
9Crittapa ,  la  qu^le  diede  nella   visita  in  risposta  aìTe   scritture  della 
Komagnola  ,  si  valse  per  giustificare  il   suo  progetto,  dello  stesso  6i* 
tempia  del  Canal  bianco   addotto  dal    Perelll  nella   sua   relazione,  o 
impugnato  dal  p.  Santini ,  e  dai  due   Be-vereudi    Padri  Matematici  • 
Qui  pure  può   parere  assai  strano^  cbe  uà   argomento  proposto  dal 
Corradi  la  prima* volta  ^  e  poi  da£  sig.  Bertaglia  Professori  da' più  in^ 
tigni  fra  quanti  hanno  patrocinHta  la  causa  di  Ferrara,,  solamente  per 
essere  stato  allegata  dal  Perelli  per   sostenere   un   prog;etto ,.  il  quale 
ha  avuta  la  dis^grazia  di  non  incontrare  il  genio  dei  sif^ori   Ferrare- 
si» abbia  perduta  a  un  tratto  tutta  la  forza,  yu  e  sia  divenuto  eosì  ya^' 
no  e  leggiero  ^  come  i  Revei^endi  Padri  procurano  di   farla  apparire  • 
Ha  quel  che  ac|oresce  la  maraviglia  è^  cbe  1'  autorità  deL  sigv. Berta- 
glia  nou  lascia  tuttavia  d'essere^  allegata»  e  seguita.^  quando  fi  ritro- 
sa favorevole  al  progetto  della  linea  superiore,  citandosi  come  ragio«* 
Ufi  di  molto  peso  per  la   preferenza  dell' istesso  progetto  adf  9gnl  al- 
tro,. Tessere  stato  confessato  migliore  del  proprio  ,  e   come,  ta^  vao^ 
comandato  pei?  ,i'  eseciizìbne  del  sig,.  Bertaglia.  ìa.  un  a   lettera  9critt% 
poco  avanti  al  fine,  della  sua.  vita,,  é  fesa. pubblica.. colle  stampe.  M% 
tralascianda  1'  eccemoni  ^  che  potrebbero  dacsi  al  detta  sigi.  BertagUagi" 
il  qu^le  c^isendosi  i^ostratp  i^i  ogni  congiuntiu'a  appasjsion^to.rdi&nsqre 
degl' intfvKfsi  della  sua  patrì^i^i^  npn  può  giustamente;  rrM^yersi;  pqjpg 
indifferente  >  qu^ando  si.  tratta  d'  un  progetto  >  il  q^ale   a^nza  dubbia 
per  l'interesse  di  Ferrara  e  ir  più  vantaggioso,  merita  d'esser  rile-^ 
irata  la  ,f^n|r»ìotà^  fra  il  «fintimenta  del  sig.  Bertaglia ,  e  il  parere 
diei  Revq^^i.  Fadr).<  Mentre  sel>bene  &  vero  che  il  sig.  Bertaglia  J^ 
oocardata  la.  preferenza'  a)  progetto  della.  lìnea  auperiore,  è  verof  a^. 
treai,  che  il  sig..  Bertaglia  non  ha  mai  né* prima,, né  poi  oondanjmia 
^.'Pi;<^pn(h9  oom^^,inoapace  d'  esecuzione,  e  di  riuscita ^v<^on  . tutto  cna 
fosse  molto  bene  inlormato  «  phe  le  livellazioni,  fatt^.  nejla*  visita  da<* 
Wnq  la  oadnt»  del  Priqiaro  nunore  la  metà  di  quelhii^  che  l' istesso 


« 


V 


4<A 

ung.  Bertflglhi^  e  11  «ig.  C^abrìello  lifAnfre^  nrwmo  iSiippotfa.  In  twy» 
Mf&tjìzfi  r.aatorita  del  8i^*  Bertaglia  conibatte  il  parere  dei  Rev#- 
t^nc^i  Padii^  il  quale  si  fonda  jprincipalmeitte  nella  preteaa  jmpoaai]n« 
lità  dell' issecuziene  9  o  della  fiuacita  di.qndanqne  altro  progettò  fuo- 
ri dell' janìco  della  linea  auperiore;  e  queata  diacrepansa  d^iOpimoni 
è  tantp  pift  favorevole  al  progetto  del  FereHi  »  iquanto  rigaarao  idla 
Aìrczìpjìt  della  linea ,  e  a  qaajobe  jaltra  circostattM ,  éì  avvicina  pia 
d^i  altri  al  progetto  del  sig.  Bertaglia ,  in  modo  cbe  il  p.  Santiiii 
fiMi  hz  dubitato  di  affìi;rmare,  benché  al  ano  solito  eenza  fondamen* 
to  di  verità ,  che  i  progetti  del  sig.  JBerta^ìa ,  0  del  Perelli ,  sono 
•ee^a  difilerenza  tntt'nno^ 

Si  oppone  finalmente  al  Perelli  »  «he  il  ano  projgetto  non  è  stato 
applandito  9  né  approvato  dalle  parti  interesaate  ^  le  qnali  a  riserva 
solamente  dei  aignori  Bolognesi  hanno  ricnsato  di  aderirvi  0  V  zrgo^ 
mento  avrà  qualche  forza  quando  si  udirà  la  proposizione  di  un  pro- 
getto ^  nel  quale  concorrono  tutte  le  tre  provincìe  senza  oontraddi» 
aione .  Tale  non  è  certamente  il  progetto  della  linea  superiore  ^  co- 
me mostrano  a  bastanza  le  opposiziotii  gagliarde ,  che  ha  incontrate 
dalla  parte  di  Bologna  ^  e  della  Romagna.  Di  modo  che  tutto  i'ap* 
plauso  riscosso  dal  medesimo  ai  ristringe  finalmente  ad  alconi  par- 
ticolari interessati  Bolognesi  ^  e  alla  città  |di  Ferrara  ,  la  quale  non 
.  è  credibile  ,  che  si  prenda  maggior  pensiero  della  sìcureaza  dei  ter- 
ritori di  Bologna  ^  e  della  Romagna  nel  caso  dell'  esecnaiotte  del  pro« 
getto  della  lìnea  superiore  di  quello,  che  il  Magìatxato  dell' Assubto* 
ria  deir  acque  di  Bologna  si  prende  dalla  riuscita  del  progetto  del 
Perelli  in  benefi;do  della  campagna  bassa  Bolognese  aottoposta  alle  \^ 
nondazioni  ^  ^ 

'  ^6e  al  Perelli  non  è  sortito  di  proporre  un  progetto  capace  di  sod- 
disfare» e  riunire  gl'interessi  diversi ,  e  in  mn  parte  opposti  della 
tre  provinbie  (  disgrazia  per  altro  9  la  qdale  è  stata  comune  a  Ini  con 
tuHr  quei  valentuomini^  i  quali  nel  aeoolo.  passato,  o  nel  presente  ^ 
tenne  avuta  ingerenza  in  questo  ìntrigatissimo  affare  della  condotta 
dèlie  alcqne  del  Reno,  con  un  CastelU ,  con  un  OMéini ,  con  nn;Gii- 
l^ielmini^  cdn  un  Manfredi,  con  nn  (Àandì^  don  nn  Galiani)  ha  al- 
meno  di  òhe  consolarsi  3  riflettendo  di  non  aver  maneato  dalla  eoa 
parte  di  zelo  »  e  d'  attenaione  per  il  bene  nniversale  delle  tre  pro« 
vinoie ,  senza  nota  di  parzialità  per  U  vantftgjpo  d' alotina  in  partii 
colare  >  Questa  ginstiaia  non  crede  ^  che  gli  atra  negata  da  tfriimqfie 
aia  informato  del  contegpo  ptàllcato  da  lui  nel  tempo  della  viska^  # 
méne  ancora  da  chi  abbia  letta  \^  di  lui  reladone  »  In  fatti  l' efj^ge** 
ib  9  che  SI  h  pre6sso  in  concepiria ,  è  stato  priarferameote  il  non  4éth 
reriorare  in  vérun  conto  la  condizione  presente  delle  tra  province  % 
e  in  secondo  luogo  il  procurare  per  quanto  è   possibile  il  rimedio  ai 


4<% 

danni  cagionati  a  ciaacnna  dal  corso  aregolato  delle  acqae«  A  t^le  ef- 
fetto f  per  .ciò  che  riguarda  il  territorio  Bologaeae»  ha  proposto  il 
risarcimento  del  cavo  Benedettino ,  giacché  da  parte  del  pubblio* 
delta  detta  città  veniva  assicurato  y  che  erano  soddisfatti  del  benefit 
EÌOy  che  rivevevano  dal  cavo  Benedettino  nei  primi  tempi  dopo  la 
tua  escavazione  •  Per  nn  simil  motivo  si  è  indotto ,  riguardo  a  Ferra* 
ra ,  ad  approvare  il  {progetto  del  sig.  Bertaglia  ,  in  quanto  spetta  al 
liberare  il  Polesine  di  S.  Giorgio  dal  pericolo  delle  rotte  del  Prima- 
roy  6  dalla  soggezione  dell'arginatura,  supponendo  che  di  tanto  da^ 
cessero  contentarsi  i  signori  Ferraresi ,  come  in  fatti .  si  contentava- 
no precedentemente  ai  loro  impegni  in  favore  del  progetto  della  li- 
nea superiore.  Circa  alla  Romagna  ,  non  crede,  che  neppur  essa  pos- 
ta chiamarsi  aggravata  ,  mentre  non  si  tagliano  le  di  lei  campagne  , 
né  si  pregiudicano  gli  scoli  ,  anzi  se  le  apporta  non  poco   vantaggio 

Ser  la  quantità  del  terreno,  il  quale  resterebbe  libero  dagli  spagli 
el  Primaro ,  e  però  capace  di  essere  ridotto  a  perfetta  coltura  «  Ai 
benefizio  di  ciascuna  delle  tre  provinole  si  aggiunga  la  spesa  non  ec- 
cedente ,  almeno  in  paragone  di  ^quelle ,  che  si  ricercano  neir  esecu- 
Eione  degli  altri  progetti ,  e  la  speranza  certa  del  buon  esito  deir  o- 
perazione  •  Non  è  mancato  veramente  fra  i  difensori  del  progetto  del- 
ia linea  superiore  chi  abbia  preteso ,  che  la  spesa  necessaria  per  e- 
•egoirlo  non  sia  maggiore  della  richiesta  per  1'  esecuzione  del  pro- 
getto del  Perelli  ;  ma  basta  riflettere  alla  lunghezza  dell'  alveo  mag- 
giore 1  nel  primo ,  che  nel  secondo ,  al  valore  tanto  più  grande  dei 
terreni  ,  che  dovrebbero  comprarsi ,  alle  fabbriche  che  converrebbe 
diroccare,  alle  chiuse  ,  chiaviche,  ponti  ,  mulini,  co.  da  fabbricarsi 
di  nuovo  ,  e  alla  necessita  di  provvedere  alia  navigazione  tanto  im- 
portante de)  canal  Naviglio ,  per  rimaner  convinti  della  falsità  d'  un 
asserzione  cosi  spropositata  • 
La  certezza  ,  si  torna  a  ripetere  della  riuscita  del  lavoro   nel  pro- 

fBtto  del  Perelli  è  fondata  nell'  esperienza ,  la  quale  mostra,  che  un 
urne  composto  di  acque  chiare ,  e  torbide ,  può  correre  senza  in- 
terrirsi V  alveo,  con  caduta  assai  minore  di  quella,  che  si  richiede- 
febbe  alP  istesso  corpo  d'  acqua  supposta  interamente  torbida  •  L'  e- 
sempio  addotto  dal  Perelli  del  Canal  bianco  non  lascia  dubitare  di 
questa  verità  ;  e  poiché  le  circostanze  dell'  altezza  dell'acqua ,  della 

Sroporzione  della  chiara  alla  torbida ,  della  dirittura ,  e  lunghezza  > 
ella  linea  ec.  o  sono  P  ittesse ,  o  piuttosto  vantaggiose  dalla  parte 
del  nuovo  fintne  proposto  dal  Perelli ,  si  ha .  tutta  V  apparenza  del 
Toro  per  concludere,  che  il  nuovo  fiume  si  manterrà  1  alveo  senza 
alterazione ^  come  accade  nel  Canal  bianco*  Questa  stessa  certezza 
coethnisce  la  prima ,  e  principal  differenza  del  progetto  del  Perelli 
dagli  altri,  nei  quali  la  speranza  della  riuscita  si  appoggia   a  nuove 

&a 


^ 


irteteta  Moperte  non  ancori  verifioate  «  fiatCmst-,  o*  a^  teai^liei  asMr^ 
^ooi,  senza  xidcootro  di  teorica ,  o  d'  etperiensa.  Dall'  espoto  fin  qn» 
(indiclu  intanto  obi  e  pri^o  da  pasMone ,  se  V  intenzione  d<rl-  Pirelli 
poteva  esser  più-  retta ,  o  i-  mezzi  per  adempiFla  più-  adattati  »  O'  se 
perciò  meritava  di  esser  trattato  nel  modo-  ineìvila ,  e^  con  isehemi  ^. 
•  tratti  inginrìosi ,  usati  vesso,  di  lai  dal  p«  Santini ,  e  da  qoalcbÉ 
altro  soo  oppositore  nelle  loro  scrittore  ^  senza  che  abbiano^daJni  ri^ 
oevnta  la  minima  occasiono  di  disgusto ,  fnori  dt  qoella.  di  non  avet 
aegnitate  ciecamente  le  loro,  opiniom  •  Qnel^  oha  diminuisce  la  marat* 
viglia  del  Perelli  per  un  procedere  si- fatto  è  it  sapere  »  che  pur  tropi- 
pò  è  stato- 9  e  sarà  sempre  costume  di  chi  si  ritrova  impegnato  a  u» 
fendere  una  cattiva  Causa ,  il-  supplire  ooU'  ingiurìe  x.  o  con.  ìstrapaz^ 
xare  T  avversario  alla  mancanza-  delle  ragioni .. 

Non  deve  per  ultimo  tralasciarsi  di  rispondere  alla  dlfEcoltà  di  al* 
anni  9  ai  quali  »  henehè  il  progetta   del  Perelli  paia  ragionevole  ^  • 
da  sperarne  buon  effetto ,.  tuttavia  dà^  molta  fastidio^  il  non.  esser  rea» 
la ,  cioè  di  tal  sorte  y  che  eseguito-  una.  volta  non-  lasci  dà.  pensar»- 
neir  avvenire  ad  dtro  »  che  a  mantenere  i*  lavori  già  faUi ,  senza  ob-^ 
bligo  d'  intraprenderne  dei  nuovi.  Ciò  apparisce^  dicona  essi,  mani» 
&stamente,  riflettendo»  che  colmate  una  volta- le  valli  superiori ^ pe» 
le  quali  spagliano  le  acque  dei  Reno^-  dovranno   finalmente,  gli   alvei 
del  Reno  9  e  del  cavo  Benedettino  formare  un  sol  canale  continuato^ 
il  quale  manoanda  della  caduta  peoessaria  per  convogliace  let  toihide^^ 
dovrà  ceeessariaraente  rialzarsi  il  fondò  colie- deporizìoni,  dando  coli 
oiò  occasione  a  tutti  quei- rischi,  e  inconveniènti ,  a  motivo  dei  quali- 
il  progetto  del  sig.  Bertaglia,  e  quello^ della. linea  del  firimaro j^^ seno 
stati  rifiatati  dal  Perelli-  nella  sua  Relazione  .^ 

Se  fosse  possibile  aMcgnare  nel  nostro  caso  im- progettor  reale  »  neF 
quale  concorressero  le  altre  condizioni  richieste,  il  dìscono   camini»' 
nerebbe,  e  il  Perelli  avrebbe  certamente  avuto  il  torto  a  mettere  iis 
oamp<y  un  progetto  solamente  provvisionale  •  Ma  se  tutti  ì  progetti 
reali  assegnati,  e  ohe  possona  assegnarsi- per  i  disordini,-  e  periooU^ 
che  portano^  seco ,  si  dimostrano  impraticabili  ;  perchè  non  contentar^ 
',BÌ  d*^un  altro-,  il  quale  ci  faccia  godere  del  benefizio  del   tempo,  • 
oi  procuri  intanto  la  comodità,  d^  acquistare  i  lumi  necessaij.pec  con** 
dnrsi  senza  pericolo  d'  errare  in- un*  impresa  oesL ardua,  e  cha  noia 
Ba*  finora  esempio,  quaP  è  quella  d'  unire  più  fiumi  torbidi- di  quali-» 
tà  dilTeirenti  in  un  sola  alveo?  Ma  il  tempo.,  rispondono^,   durante  ìt 
qnale  si  goderà  il    vantaggia  procurato  dall' esecuzioiie.  d'un   sinuL 
progetto  ,  sarà  molto  breve.  Qnal  riscontro  ne  hanno R  Se  dobbiamo^ 
argomentare  dalla  quantità,  dei  terrenr  bonificati  dal  Reno    dopa-  in» 
trodotto  nelle  valli  per  il  corso  di  i6o«  anni,  paragpnata-  coli* esten- 
sione delle:  valli  superipri  contigna  aL  ouvo.  Bònedetiiao^  nelle  <i)iali 


mnoiàào  VuMméont  dei  BeTM^nfi  Pa£i  non  mmoano  .'gotgiii  pro^ 
'Ibndìssiini  »  si  *può  credere  ragionevolmente  »  che  non  ci  vorrà  mena 
-di  mesaso  secolo ,  prima  che  restino  aflhtto  ripiene ,  partioolarmeato 
•«e  intanto  con  ì  tagli  «o^orttmi  si  farà  uso .  deHe  torbide  del  Rene 
^r  colfliare  in  tntto,  o  in  parte»  le  valli  inferiori.  U progetto  d' in^ 
^rodarrQ  ll^Heao  nelle  valli  eoi  fine  di  scavare  V  alveo  interrile  del 
Po  di  Ferrara  ^  propoeto  4i  Clemente  Vili,  dal  padre  ^ernazzati ,  ed 
esegiuto'  non  ostante  la  contraddizione  di  Bologna ,  era  pnr  anch'  es- 
ii>  provvisionale^  Per  ^al  disgrazia  del  territorio  Bolognese  accade^ 
dhe  per  rovinarlo  sia  stato  abbracciato  un  ^progetto  in  apparenza 
fffo  V  visionale  «  ma  che  poi  In  fatti  si  è  reso  purtroppo  jierpetuo^ 
•ed  ora  che  si  tratta  di  conbederli  qualche  sollievo  da  si  lunghe  cala- 
iinità  f  venga  biasimato  quel  progetto ,  dal  quale  potrebbe  in  prefe- 
tvenza  ad  ogni  éltro  aspettare  un  tal  benefizio  per  il  solo  motivo 
'd?  esser  provvisionale J 

;£d  ecco  findmente  esposto  quél  tanto  ^  ohe  il  Perelli  ha  credute 
di  dover  addurre  in  giustificazione  del  suo  sentimento  contro  U  cri- 
.liea  dei  Reverendi  Padri  e  d'altri  suoi  oppositori.  Da  qui  innanzi 
^i  si  conformerà  atta  saggia  risoluzione  presa  dai  Reverendi  Padri 
ed  esposta  nel  numero  so*  del  -loro  -parere  »  cioè  di  non  rispondere 
ma  altre  «scritture  che  gli  venissero  pubblicate  con^ ,  tanto  più  si^ 
jfiMsenf  di  quel  carattere  acerbo»  e  ingiurioso  »  il  quale  si  scorge  inai« 
eue  di  qudle^  che  vanno  attorno .  Del  resto  egli  desidera  con  tut- 
«o 'Io  spinte,  die  qudunque  sia  la  mcduzione  9  che  sarà  presa  in 
^[uesto  unportantìssimo  affare»  rìesea  con  felieità;  e  quando  sia  con- 
<«ana  al  di  lui  sentimento  »  -godrà  d*  essersi  'ingannato  »  purché  il  sue 
«Uiaglie  sìa  accompagnato  dal  benefim  da  ciascuna  delle  jprovinoie 
dnterfiff  ate  ■ 


4^ 


4. 


^erOH  ; 


R  E  L  A  Z I 0  NE 

DELLA   VISITA 

ALLE  TERRE  DANNEGGIATE  DALLE  ACQUE 
DI  BOLOGNA  »  FERRARA  »  E  RAVENNA 

Per  deputazione  di  Nostro  Signore  Clemente  Papa  XIII. ,  fatta  dai 

padre  Antonio  Lepchi ,  dal  signor  Tommaso  Temanza ,  dal 

signor  Giovanni  Verace  ^  e  loro  concorde  parere  esposto 

dal. medesimo  padre  Jbttomo  Lecchi^  e  da  tutti  ^ 

tre  sottoscritto  • 


Informarne  preliminare  •  Divisione  di  tutto  il  Piano  •  Errori 
scoperti  ne*  fatti  ^articolari  •  Epoca  de^  dati  certi  dalla  visita  Cìon^ 
ti  •  Sperienze  dell*  unione  di  tutt*  i  fiumi  nel  Po  di  Primaro  propo^ 
sta  dal  Guglielmini^  e  soltanto  eseguita  in  massima  parte  m  ^imH 

ultimi  tempi:  suo  esito  sicuro •  .4 

la  questa  preliminare  ioformaeione  siaci  permeila  d^  iatiodsmi 
èon  un  paragone  natoci  in  ca|H>  tal  campo  della  9oatm  vi«taf  con 
nn  paragone ,  ohe  pare  una  semplice  jEantasia  del  pusato»  nia  è  ansi 
on  modello  9  che  ci  porse ,  deU'  inalveazione  di  tatti  i  fiumi^  a  ape» 
oìalmente  del  Reno^  e  dimostra  mirabilmente  qaanto  cadano  errata 
le  più  sublimi  teorìe  f  quando  non  posano  il  pie  fermo  su'  fatti ,  e 
sugV  insegnamenti  della  natura  delle  acque  correnti  neir  incamminarla 
al  mare  •  Fi£uriamoci  adunque  »  che  a^  Filosofi  di  quella  vetusta  a» 
tk  t  quando  l' antica  Padusa  occupava  il  vasto  tratto  di  codeste  prò* 
vincie  dai  colli  della  Romagna  fino  air  Adice  »  e  fi>rse  anche  più  ol». 
tre  f  nel  mezzo  delle  quali  fa  poscia  edificata  la  nobilissima  città  di 
Ferrara  ;  figuriamoci  y  che  a  qua*  matematici  »  a  que*  periti  ,  a  qne^ 
gli  architetti  delle  acque  9  de'  rimottissimi  tempi  d' allora  9  fosse  sta- 
to proposto  il  gran  problema  di  studiare  la  maniere  di  asciugare  a« 
na  palude  cotanto  sterminata ,  e  d' inalveare  il  Po  al  mare ,  e  que* 
tanti  fiumi,  e  torrenti  ch'entro  vi  si  confondevano;  e  fingiamo  i-- 
nohre ,  che  alla  concorde  decisione  di  questi  si  fodse  unicamente  rx« 
servato'  dalla  natura  V  esito  di  si  grand'  affare  ;  egli  è  certissimo  » 
che  saremmo  ancora  da  capo  9  ed  affogati  nelle  acque  si  vedrebbero 
in  oggi  tanti  deliziosi,  e  vasti  Paesi  del  Polesine,  e  di  Ferrara  • 


4t3 

Impdroeohò  quanti  sTarittissimi  progetti  per  jàà  teebli^si  ttrebberoi 
inutilmente  propoAi,  e  rifiatati  »  gli  ani  centrari  agli  altri}  qaanto 
linee  d'  inalveazione  al  mare  si  sarebbero  tirate  da  lontani ,  e  diter* 
n  ponti  ;  e  chi  vi  avrebbe  volato  condarre  tatti  gli  altri  fiaini  par« 
tioolari  ad  isboccare  nel  comune  recipiente  di  Po;  e  chi  sarebnesi 
ostinato  a  voler  persnadere  non  potersi  trovare ,  nò  ideata  un  oo« 
mone  ricettacolo ,  che  fosse  capace  di  ricevere  tutti  gU  inflaenil  di 
Vo^-e  di  mandarli  inalveati  al  mare  •  ^dì  è  vero  ^  che  si  sarebbero 
dette  bellissime  cose  nell'  occasione  del  contrasto  di  tanti  snblinvi 
fasgegni  ;  ma  la  Padusa  sarebbe  ancora  qaella  stessissima  di  prima  i 
e  mentre  da'  popoli  si  piangerebbe  V  universale  desolazione  9  le  con- 
troversie de'  progettisti  diverrebbero  vie  più  accese  »  e  per  colmo  de' 
mali  i  loro  volami  cresciuti  sarebbero  a  dismisura*. 

141  natura  però  ben  più  sagace  di  quante  teorie  si  possano  combi- 
nare da  Filosofi  9  seppe  già  ella^  col  proseguimento  de'  tempi ,  col- 
mare le  paludi ,  e  oa  quell'  universale  concorso  ,  e  mischiamento  di 
tanti  fiumi ,  .Po ,  Adige  »  Tartaro  ,^  e  Reno  y  e  molti  altri  superiori  9 
Tenne  ella  ^  o  a  separarne  alcuni  9  incamminandoli  al  mare  »  o  ad  inaU 
veame  molti  in  un  alveo  comune  f  di  quella  capacità  9  che  loro 
oonveniva  »  e  questo  fu  il  Po  grande  9  rassettandone  il  fondo ,  ove 
con  ahamento  9  ove  con  iscavamento  9  e  per  dargli  quella  pendenza, 
eh'  eri  dovuta  al  corpo  delle  acque  9  ed  alle  materie  9  che  conduce- 
va*  E  di  quante  utilissime  scoperte  9  alle  quali  non  sarebbero  giam- 
mai arrivati  per  più  secoli  ne'  loro  contrasti  i  filosofi  tutti  9  di  quan- 
te nuove  regole  «tidrostatiche  ci  arricchì  il  corso  di  questo  .fiume  in 
mn  sol  fiitto.  Il  Po  già  da  se  inalveatosi  al  mare  fra  le  sue  colmato 
dimostrò  9  che  a'  gran  fiumi  uu'  assai  scarsa  pendenza  di  fondo  basta 
per  iscaricarvisi  ;  dimostrò  ciò  che  potava  parere  un  assurdo  9  che 
nell'ultimo  suo  tronco  superiore  di  ivollte  miglia  allo  sbocco  in  ma* 
re  il  gran  fiume  vi  corre  9  ancor  più  che  altrove ,  rapidamente  sopra 
nn  fondo  9  non  che  orizzontale  9  ma  acclive  ancora  supplendo  al  di* 
fetto  dcHa  cadente  del' fondo  con  una  molto  più  grande  cadente  del- 
la superficie  ;  ^de  le  piene  accelerate  di  movimento  si  spianano  9  e 
ti  abbassano  di  altezza  9  con  quel  progresso  medesimo  con  cui  si  van-» 
no  accostando  al  mare  • 

Tanto  ò  vero  9  che  pur  troppo  incognite  ci  sono  le  leggi  immuta- 
gli della  natuna  nel  corso  de'  fiumi ,  e.  che  le  nostre  teorie  saranno 
tempre  lontanissime  da  quelle  vie  segrete^  che  tiene  la  natura  nel» 
r  incamminare  i  fiumi  al  mate  •  Onde  a  noi  non  timaiie  altro  »  che 
lo  studio  di  tener  dietro  a  quel  movimento,  a  quegli  eiietdt  ed  a 
q|lielle  indicazioni  9  che  ci  va  scuoprendo  la  natura  delle  acque  corrono 
ta  in  qualsisia  cato  9  o  problèma  .particolare  «  Su  questa  baie  certissi- 
ma noi  abbiamo  appoggiato  i  risultati  delh  nostra  visita  nell'  affare 


\ 


4«4 

cammetmà  d^iaalretn  Jl^no»  e  fati!  ffì'Otn  -fianS,  i  qiidt  on 
cospirano  a'  tUnoi  di  tre  vbertoge  pro?iii6iè  •  Bd  i^o  a  che  ridaceli 
tatto  il  aostM'pbno*  Noi -salla 'faccia  del  laogo  ci  «iamo  finalmmto 
a«tiearati , -cke -9  mentre  da  oa  ^eecolo  e  mézzo  01  'Tanno  divisando 
sempre  naovi  ^  ed  ingegnosi  ritroTamenti  ^  mentre  si  Tanno  proponendo 
naoTO  linee  ^  «nlle  •  qiuili  ei  oontoode  éella  preferenza  da  tanto  teat- 

So  9  la  natara  ^orda  a  4aiiC*  inTÌti ,  e  ttnlé  insinghe  de'  più  cUari 
crittodi  della  nostra  ^elà,  ed  inesorabile  nelle  ^ne  leggi ,  ha  gìa^qua* 
ai  inalTcato  il  Reno  nelle  sne  medesimo  allnTÌoni  dalla  rotta  PattfiH 

Sei  caTo  PassardOy  e  nella  parte  snperimre  del  Benedettino  sino  alPo^ 
i  J^rìmaro  al  Morgone  ;  ed  il  finme  medesimo  <a  4a  iadk>ata  la  via^ 
e  condotta  la  linea ,  eh'  egli  -preferisce  a  tutte  4e  «Itre  ^  e  col  &tto 
1'  ha  giustificata  da  gueU'  eccezioni  »  che  gli  si  opponeraoo  • 

Imperocché  aTOTamo  prima  «letto»  e  jsentito  dirsi  »  che  il  Priaiiro 
non  era '•eapaoo  delP  unione  di  tutti  i  'fiumi,:  Sa  vena ,  I(Uce^  Re* 
no ,  Santemo ,  e  Senio ,  e  Che  le  sue  sezioni  uon  erano  4igusli  a 
gnelle  del  solo  Reno  •  'Bfa  da  noi  con  piacere  m  è  Tcduto ,  che  que^ 
sta ,  4a  quale  altre  -Tolte  chìamarasi  fatide  anione  di  tult'  i  mentova- 
ti fiumi  nell'alTeo  di  Primaro,  si  è  già  fatta  da  molti  anm  in  qua, 
senza  nemmeno  aTTodersene,  con  l'ag^nnta  di  più  del  Lamone  in 
tutto  r  anno  passato  9  e  ci  siamo  chiariti  »  che  V  alToo  di  Primaro  è 
capacissimo  di  tutti  questi  9  e  di  altri  ancora  9  e  che  la  natura  eolle 
corrosioni  da  noi  osserTate^  e  con  gli  scaTumenti  9  che  rifezisemo^ 
se  io  Ta  allargando  a  sue  spese  • 

Si  TooiferaTa  dapprima»  che  ridice  introdotto  uri  Primaro  Io  a* 
TOTs  coile  sue  torbide  ^  riempito  9  eoa  pericolo  di  traboccament» 
sa  tutto  il  Polesine  di  a.  Giorgio .  Noi  confronUndo  nella  ^risita  nò- 
atra  le  sezioni  9  gli  scandàgli  90  Je  misure  della  celebre  TÌùta  Gontì^ 
abbiam  tTOTato,  che  il  Primaro»  doTo  ria  Ta  incassato»  o  arginato^ 
ai  è  scsTato  il  fondo  ora  due  piedi  9  ed -era  tre« 

Si  uegaTa  arditamente  da   molti  la  -necessaria   pendenza  di  enea 
i4't   per  midio  all' incominciata   inaWeazione    di  Reno    dalU.  TOttr 
Panfili  sino  allo  sbocco  di  Primaro  al  Morgone .  Noi  ^V  irrefragabiW 
liTellazione  della  Tiska  Conti  ci   siamo  certi^oati ,  che   la  pendone 
M9  qnale  ha  di  fatto  il  Reno  solitario  dalla  rotta  Panfili  sino  al  Mor* 
gene  9  è  anzi  cTìdentemente  sonrerchia  9  cioè  di  ao.  once  per  miglio  % 
Si  reclsmaTa  da  alcuni  9   che  9  «e  il  Reno  dalla  rotta  Panfili  imi!U 
TeaTasi  nel  Primaro»  qniTi  almeno  si  scontrerebbe  in  un    difetto  sm^ 
tabile  di  caduta  •  'Ma  «U'  medesima  indubiuta  lÌTèllazione  Conti  c£ 
toglie  .ancora  da   questo  comune  •inganno/  e  ci   dimostra  che  Ja<M(* 
dente  del  ibndo  di  Reno   ripartita   dalia  rotu  Panfili  sino  al  fondi» 
di  Primaro  sbpra  i  moUni  di-  Filo  9  oto  in  tal  sito  arriTa  il  pelo  liaa^ 
so  del  muOf  è  di  once  14  i  per  miglio»  pendenza  »  xb»  aca   ^a^ 


/ 


-    .       4M 

4bnJevaftr  ame^gióre  al  Reno  solitario  »  non  che  al  Rtono^  gHi  aecresciti- 
to  da  tantr  influenti  nel  Pcimaro .  Il  profilo  poi  della  stessa  livellik- 
i|ione'  ci  lia  scoperta  noc^  solameate  la^  oadeate  del  sao  foado ,  ma 
faiita  cadente  del*  suo  pelo^  Terso  iL  mare  r  che  amendue  le  ojadenti 
/Unite  insieme>. e  cospiranti  aU-acceleraziono  delle  sue  aoqjiOv danno 
ad  Prìmaro  aa  rapidisMmo<  movimento^. 

E  di  quanti  altri  falsi  raecontt  ci  ha^  dlsmgannatd  la^  nostra  tìsì- 
ta..  Erasi  da  noi  letto  in  tante  scritture 9  ed  al  primo  nostro  arrivo 
in  Roma  ci  venivi^  raccontato  oon  ispa^ento  >  che  il  Reno  già  incas- 
aato  fra  le- sue  colmate*  snperiori  nelle  valli  >  entrava  ora  nel  Po  di 
Prìmaro  non  più  colle  acque  chiarificate ,  ma  colle  torbide,  contro 
il  sistema  primiero  del^  cavo  Benedettino  >  ed  in  tal  oaso  ci  predìce- 
Tano  funesti  alzamenti- d^l  soo  fondo,  e  delle  sae  piener,  ed  il  sov^ 
Tertimento»  di  tutto^  il  Polesine  di-  S^  Giorgio .  Noi ,  con  pace  di  tanh  ' 
ti  funesti  pronostici ,  confessiamo^  di  aver  veduto  bensì  entrar  torbi- 
do il  Reno  in  Frimaro^  in- due  piene,  ed  ancor  noi  ci  persuadiamo-, 
ohe  vi'  entrerà  sempre  più  torbido  in-  a-venire .  M^  tanto  siamo  Ipi»- 
tani  daU' intimorirci  di  sL  fatto  fenomena,..che  aggiungiamo  ancora 
di  aver  ceduto  entrare  ner  Prìmaro  V  Idice  torbido ,  il  Santerno  top» 
lido >.  il  Senio  torbido,  e  frescamente  di  avere  udito  esservi  entrato 
torbidissimo  il  Lamone  per-  ii«- interi  mesi  ^  e  ciò  nulla  ostante  eì 
siamo  certificati  con  le  osservazioni ,  che  riferiremo  ^  che  il  fondo  di 
Primaro- si  è  grandemente  soavata,  dove  maggiore  er»  T  unione  ^ 
^esti  torbidissimi  torrenti,  ed  il  fatto  cr  ha  dimostrato  essère  verìs- 
aimo  l'assioma  del  Guglielminì^  e  de'  veri  Maestri  della  scienza  de' 
finmi  ,-,  che  pia  n^ale  aìby*  scavmnento  il  maggior  corpo  delle  aeque  j 
quantunque  torbide  ,  che   la   lóro  torbidezza  all'  interrimento  del  for^ 

ao  •  Nò  qui-  finiscono  le  falae  informazioni  ^  che  ci  erano  percorse  ii| 
Berna  ^ 

Su  quante  Relazióni,  e  scritture  si  erano' ingrandite  per  lo  passa^ 
te  le  altezze  delle   piene  di  Primar o ,.  ed  il  pericolo   del   soverchia- 
mento  degli  argini  a  sinistra   dèi  Polesine?  E  nei   stando  a  quello^* 
ohe  ci  veniv»  rappresentato ,   e   descritto,.'  credevamà  d'incontrarci 
&f  argini  altìssimi^,  i  quali  non  lasciassero  quasi  piùr  luogo  ad*  nlte^ 
rièro  alzamento*  Ma- appena  arrivati  al   Frimaro  nella  visita  nostra, 
ossewamme  tosta^codesti  arginelli,  ì  quali  rassomigliano  semplici  spon- 
de dèr fiume,  e  si  alzano  dal  basso  piano ,  dove  tre,  dove  quattro, 
o  soli  cinque  piedi ,   come   apparisce  dalla  visita  Conti  •  A  tal  vista 
immediatamente  ci  sfumò-  dalla  fantasia   qciel  magico  ingrandimento 
di  pericoli.  Sebbene  penetrammo  ben  presto  l'occulto ,  e  sagacissimo 
fine  Ai  volere  ostinatamente  tanta  bassezfsa   d' argini  a-*  sinistjra  ^  JEìa 
destra  rìva^  del  Primaro  si  vnole  disarginata ,  ed  esposta  all'  eapansio- 
M  del  fiume V  Contro  qs»esso^  durissimo  ^^  ed  iaesorabile*  dtoreto  del 


Polesine  tolama  il  territorio  di  RaTenna ,  e  di  Ferrara  ancora ,  che 
ai  vedono  inondati  dagli  apandìmenti  della  destra  ^riva  di  Primaro» 
Grida  la  Romagna  bassa  »  e  tutti  pretendono  di  arginarsi  alla  destra. 
Or  qni  è  dove  osservammo  con  qnal  macchina  siasi  fiitta  loro  resi- 
sistenza  fino  al  dì  d'oggi,  e  qnanto  T artificiosa  depressione  degli  af- 
rìnì  del  Polesine  contrìbnisca  a  mantenere  sempre  desto  in  Rom^ 
il  mormorio 9  e  l'allarme,  cbe  le  piene  sono  già  già  vicine  alla  loro 
sommità;  che  gli  argini  del  Polesine  sono  in  gnarclia;  che  quando 
concedasi  a'  Ferraresi ,  agli  Argentani ,  a'  Ravennati  il  diritto  di  jir- 
gioare  la  destra  riva,^  addio  areini  del  Polesine ,  addio  le  feractssx* 
me  sue  pianure  ;  il  Primaro  se  le  divora  • 

Di  somiglianti  errori  di  fatto,  e  false  vociferazioni  ci  ha  levati 
d' incanno  la  sola  visita ,  che  abbiam  fatto  ne'  due  passati  mesi  di 
Ottobre ,  e  di  Novembre  nelle  tre  legazioni  ;  ed  in  questo  Proemio 
ne  abbiam  dato  qui  un  cenno  alla  sfuggita ,  non  meno  per  disarmaro 
i  pregiudizi ,  che  si  son  fatti  correre ,  ma  per  iscoprire  anticipata- 
mente airEE*  W«  quale  aia  il  nostro  concorde  sentimento. 

In  poche  parole  diciamo,  che  un  sì  gran  disordine  ò  riparabile 
nella  serie  di  pochi  anni  ;  che  si  possono  asciugare  tutte  quelle  inn 
mense  campagne,  le  quali  sì  chiamano  valli •  Affermiamo,  che  il 
Reno  dalla  rotta  Panfili  già  si  è  fatta  una  gran  parte  della  sna  inal- 
veazione ,  e  cavamente  in  mezzo  alle  sue  colmate ,  e  nel  restante 
ano  corso  già  chiaramente  ci  ha  indicato  la  via,  che  si  è  aperta ,  e 
•i  va  disponendo  fino  al  Primaro  con  1'  unione  già  fatta  de  princi^ 
pali  influenti  del  Bolognese ,  e  della  Romagna  •  Noi  teniamo  per  cer- 
to ,  che  sarebbe  per  lo  meno  un  grande  azzardo  il  tentare  ora  altra 
linee  diverse  da  quella  unica ,  sulla  quale  ^ià  corre  il  Reno  »  e  vi 
•otio  incamminati  da  gran  tempo  tutti  gli  altri  fiumi  •  Che  qui  non 
fa  bisogno  di  nuove  dispendiosissime  escavazioni  ;  ma  basta ,  che  eoa 
l'arte  si  pongano  in  orerà  le  forze  immense  del  fiume  ad  iscavam» 
ed  ampliarsi ,  e  perfezionarsi  la  medesima  sua  già  incominciata  inal- 
▼eazione  sino  al  mare» 

Ed  acciocché  TEE.  W,  comprendano  in  poche  parole  tutto  quel- 
lo, che  verremo  poscia  partitamente  dimostrando  nel  progresso,  di- 
vidiamo il  nostro  Piano  in  tre  Parti.  Nella  prima  parte  si  giustifi- 
cheranno i  fondamenti  primarj  di  questa  linea,  alla  qtiale  si  è  già 
incamminato  il  Reno  con  gli  altri  fiumi  ;  si  dimostrerà  la  soprabbon- 
dante pendenza ,  non  meno  del  Reno  ad  isboocare  nel  Primaro ,  che 
di  questo  ad  iscaricarsi  in  mare.  Si  dìmostreiÀ  la  capacità  del  Pri- 
maro a  ricevere,  come  già  fa,  nel  suo  alveo,  tutti  gli  altri  finiti^ 
ed  il  ^  Lsmone  ancora  ;  ed  allo  stesso  tempo  si  porrà  in  chiaro  l' in- 
vecchiato errore  di  voler  contendere  tutt^ora  al  territorio  Ferrsreae 
situato  sulla  destra  riva  di  Primaro  »  all'  ArgenUno ,  al  Ravegnano  »  a| 


4»7 

BoTognede  »  ed  alla  Romagna  bassa  la  naturale ,  e  giustisììtna  difesa 
di  arginare  la  destra  riva  per  impedirne  T  espansioni  di  Primaro ,  e 
sì  dichiarerà  con  evidenza  ^  che  una  tal  difesa  permessa  dal  diritto 
delle  genti  ^  ovunque  corrono  fiumi ,  niente  può  derogare  .alla  sicut» 
rezza ,  ed  a  quella  somma  gelosìa  y  che  possa  aversi  della  felice  «  e 
privilegiata  provìncia  del  Polesine  di  &  Giorgio. 

La  seconda  parte  sarà  tutta  da  noi  impiegata  nclP  esporre  la  serie 
di  quelle  operazioni,  che  giudichiamo  opportune  ^  per  far  buon  uso 
delle  medesime  piene  di  Reno  ,  ed  applicare  le  loro  forze  ad  isca^ 
varne  V  incominciato  alveo  y  e  a  dilatarlo  a  misura  della  porta- 
ta delle  sue  acque  •  £  siccome  qui  da  noi  non  sì  prescrive  »  nò 
ai  vuole  altr' opera,  che  quella,  che  secondi,  e  cooperi  al  pre* 
sente  corso  di  Reno;  cosi  le  operazioni  non  si  diranno  tutte  in  un 
colpo,  e  nel  medesimo  anno^  ma  nel  seguito  di  alquanti  anni  si  al- 
zeranno arginature  dove  il  Reno  ha  già  compite  le  sue  più  alte  col* 
mate  ;  si  permetterà  per  qualche  anno  lo  spandimento ,  dove  avrem 
bisogno  di  alzare  maggiormente  con  gP  interrimenti  succèssivi  il  pia- 
no delle  campagne  inondate,  ed  a  tenore  delP alzamento  di  queste, 
ai  verranno  prolungando  le  arginature  dalla  rotta  Panfili  sino  al  Pog- 
gio, e  da  questo  sino  al  Primaro  pel  cavo  Benedettino.  Con  tale 
progresso  niente  azzardoso  5  e  sempre'  sicuro ,  d^anno  ^n  anno  si  po- 
tranno asciugare  successivamente  tutte  le  terre  superiori,  e  con  que» 
Sto  regolato  metodo  si  otterrà  quel  vantaggio,  chq  dee  sempre  aversi 
in  vista  nelle  grandi  intraprese  de'  fiumi ,  cioè ,  che  qualsisia  parti* 
colare  operazione  eseguita,  in  un  anno,  vaglia  sempre  di  modello^  e 
per  cosi  dire  ,  di  sicurtà  a  quella  ,  che  si  prescriverà  nell'  anno  se* 
guente  ;  e  quindi  la  pratica  stessa  delle  successive  operazioni  ripar- 
tite in  molti  anni,  darà  nuovo  lume,  e  scoprirà  i  più  facili  ripieghi, 
per  r  esecuzione  di  quelle  »  che  restano' a  farsi.  In  questa  medesima 
seconda  parte  si  tratterà  del  cavo  Benedettino ,  del  suo  riadattamene» 
tOf  delle  sue  arginature  nella  vaile  di  Gandazolo,  acciocché  ivi  an* 
ocra  decorra  incassato  »  né  si  rallenti  di  velocità  coIP  importuna  'sua 
diversione  nella  valle* 

La  terza  parte  sarà  rivolta  ad  ispiegare  la  via  per  cui  si  possono 
condurre  gli  scoli  delle  campagne  più  alte  ad  isboccare  ne'  recipien^ 
ti  più  bassi ,'0  del  Primaro  alla  destra  di  Reno,  o  del  Po  di  Volano 
alla  sinistra  •  E  qui  si  porrà  in  chiaro  i'  inganno  di  quelli  i  i{naU 
pretesero  di  condurre  immediatamente  gli  scoli  ^  «ome  .Zena ,  e  Fin*» 
mioello ,  ad  iscaricarsi  nell'  alveo  itesso  del  Reno ,  cioè  nel  cavo  Be* 
nedettino.  I  fiumi  torbidi  ordinariamente  si  mantengono  T  alveo  pia 
rilevato  del  livello,  delle  campagne  adiacenti ,  le  quali  perciò  non 
possono  scolare   in   questi   recipienti,  e  quindi  al  caso  nostro  applt» 

cberemo  T  universale  pratica  del  Veronese  )  Padovano  9  Vicentino  ^ 

63 


4>ft 


ì 


Milanese»  Lodigiano»  e  nTantarano^  additando  qui  mimrtamente  co^ 
me  pet  canali  separati  dal  Reno  si  debbano  condurre  gli  scoli  supe-^ 
iriorì  del  Bolognese  aè  iscaricarsi  nel  Primaro;  e  gli  scoli  inferiori 
del  territorio  di  Ravenna ,  e  deUa  Romagna  bassa  j  ad  isboccara  dove 
il  Pìrimara  decorre  più  rapido^,  e  più  spianato  verso  la  fece  del  niare> 
•  qm  appnnto  si  tratterà  separatamente ,  se  alle  valli  di  Dugliolo ,  e 
di  barigetla  f  e  dblle  Bmgiate  possa  ,  ed  anzi  debba  concedersi  V  in* 
trodnrro  i  snoi  scoli  per  una  botte  sotto  P  Idice  ^  come  w  eostumfa 
•on  sicurezsa  in  tante  altre  parti  ddl' Italia  • 

Prima  di  rifarci  da  capo  neHa  trattazione  di  questa  materia ,  ci 
'veggiamO'  astretti  di  levarci  d' intorno  un'  apparente',  e  popolare  pre- 
giumzioy  il'  quale*  ei  si  è  già  mosso  contro  da  certuni.  Dicono-  quot- 
ati che  il  vdev  oggi  ricondurre  il  Reno  nella  linea  di  Primaro ,  alla 
quale  fu  sempre  preferita  da'  primi  Matematici  del  passato  secolo  la 
linea  del  Po  gvande,  incontrerebbe  la  taccia  di  troppa  fidanza ,  e  di 
volerne  sapere  più  di  eisr.  Ma  qui  si  risponde  >  che  nel  approvare 
ohe  da  noi  si  fii ,  e  nel  preferire  a  tutte  la  altre  questa  linea  di  Prì^- 
-maro  y  non  oi  arroghiamo'  per  ciò  maggioranza  di  autorità' ,  e  dì  sa^ 
pere  sopra  qne'  primi  antichi  Matematici;  ma  solamente  possiame 
dire  con  verità ,  clke  noi  siam  più*  fortunati  di  loro  »  e  diremo  come  • 
Quegli  inrigni  Matematici  »  V  autorità*  de'  quali  ora  a  noi  si'  vorreb^ 
be  opporre  9  erano  aprovvedutr  di  sperienze  per  poter  decidere  in 
que'  tempi  »  se  il  Primaro  fosse-  capace  delF  unione  del  R^no  »  e  di 
tutti  gli  altri  confluenti  ;  e  lo*  stesso  sig.  Guglielmini  nel  celebre  suo 
voto  confessa  ingenuamente  di  non  sapere,  senza  il  lume  della  sperien^»' 
za,  su  quali  princip}  si  petCHero  stabilire  nel  Primaro  le  pendenze, 
larghezM  ,  e  profondità,  quando  il  suo  alveo  divenisse  eomnne  a 
più  fiumi  torbidi  da  unirsi  insieme.  Propone  egli  adunque,  che, 
quando  non  possa  eseguirsi  là*  linea  del  Po  grande ,  eh'  egli  avea  sem« 

Sre  anteposta  a  qualsivoglia  altra ,  propone-  egli  di  tentare  quella 
ella  linea  di  Primaro,  a  condizione  pero  di  assicurarsene  prima  bea 
bene  per  via  di*  sperienze,  soli  Primaro  ne  fosse  capace.  Ecco  il 
metodo  delle  sue  sperienze*  Consiglia  egli ,  che  dallo  sbocoe  di  Pri« 
maro  in  mare,  procedendo  all' insù ,  si  dia  principio  ad  inalveare  nel 
Primaro*  il  Lamone,  ed  osservatone  l'effetto  fa  vere  vole  di  scavamene 
to ,  e  dv  allargamento,  si  proceda  innanzi  ad  unirvi  il  Senio ,  poscia  ìì 
Santemo,  ed^in  fine  l' Idiee  ,  Savena,  e  Reno  ;  e  se  ripetendo  ado« 
gni. nuova  inai veazione  le  osservazioni  suddette,  l'esperimento  fosse 
sempre  favorevole  a  queHe ,  che  reitassevo  da  farsi ,  si  sarebbe  in  fi^ 
ne  ottenuto  un  rimedio  reale. 

E  qui  ri  rifletta ,  che  a  ciascuna  inslveazione  da  farri  non  appone 
egli  per  condiaione  di  allargare  ogni  volta  P  alveo  susseguente  di  Pri« 
maro  •  Il  gran  maeatvo  delk.  scienza^  delle   acque  sapeva  benissimx^. 


\ 


4^9 

tilie  il  Primaro  a  prepomone  €e'  nuovi  inflaeitti  A  8are1)be  «mpliafo 
r  alveo  di  per  se  ,  e  che  jiesauno  Idrostatico  può  prescrivere  al  oon^ 
corso  de' nuovi  fiumi  quella  dilatazione^  ohe  la  natura  delle  aoqae 
'Correnti  immediatamente  si  va  facendo  ^  con  lo  scavamento  del  fon- 
do» o  con  le  corrosioni  delle  rive. 

Ora  queir  esperimento  che  fin  dal  1609.  desiderava  il  famose  6u« 
glielmini  ,^  ora  s' è  già  fatto  4  -e  noi  in  questa  parte  siamo  più  fortu- 
nati di  lui  y  perchè  abbiamo  ora  que'  lumi ,  che  a  lai  mancavano  .  U 
Senio  già  a'  ò  introdotto  nel  Primaro  4  anche  il  Santemo  gonfio  d' ac- 
que nelle  sne  piene  ora  vi  sbocca  ^  ed  in  quest'  anno  per  buona  sor- 
te di  questo  medesimo  sperimento  eziandio  il  Lamone ,  con  orna  por- 
tata di  acque  forse  eguale  ad  nn  mezz^  Reno  ,  per  1'  alveo  suo  vec- 
chio vi  «i  è  condotto  per  undici  interi  mesi,  come  ce  ne  siamo  assi* 
curati  nella  visita  ^  con  la  diligente  osservazione  del  suo  sbocco  a 
Sant'  Alberto  «  Che  più  !  Già  per  il  cavo  Benedettino  si  sono  intro- 
dotti in  Primaro  e  Idice  ^  e  Savena  ;  e  finalmente  il  Reno  con  tutte 
le  sa9  piene  dalla  rotta  di  Ganda^lo  entra,  nel  Primaro  9  e  vi  entra, 
già  quasi  inalveato  nelle  sue  precedenti  alluvioni^  le  quali  si  va  egli 
accrescendo  in  quelle  belle  pianure,  che  poi  si  addimandano  valli  con 
abuso  di  vocabolo  ;  Or  quali  sono  gli  efiètti,  che  noi  osservammo 
nella  visita^  dopo  il  concerto  di  tanti  fiumi  P  II  Primaro  s'  è  dilatato 
nelle  sezioni ,  e  da  noi  si  notarono  le  vestigia  di  recenti  grandi  cor- 
rosioni,  dopo  r  influenza  di  qualche  precedente  piena  del  Senio ^  del. 
Lamone>  del  Santerno^  del  Reno.  Noi  dimostreremo  in  progresso  il 
ano  scavamento.  In  due  piene  del. Reno  ^  dell' Idice 9  del  Santerno, 
succedute  sotto  i  nostri  occhi ,  V  alveo  di  Primaro,  s'è  veduto  car 
^acissimo  per  contenere  tutte  queste  acque  ,  e  molte  pin  ancora,  e 
velocissimo  allo  stesso  tempo  per  tramandarle  ai  mare.  L'altezza 
delle  sue  piene  da  noi  osservate  arriva  a.  lambire  poco  più  oltre  il 
piede  del  piccolo  irregolarissfmo  arginello  del  Polesine.,  e  se  alla  ri- 
"va  destra  disarginata  notammo  V  espansioni  di  Primaro  per  qualcho 
tratto  a  danno  deHo  stesso  territorio^  Ferrarese,  n  conobbe  allo  stes- 
so tempo,  che  codeste  espi^nsipni  vi  sono,  perchè  si  vuole-,  che  vir 
siano  ;  non  già  per  sicurezza  del  Polesine,  ^ome  dimostreremo  a  suo 
luogo,  ma  o  per  errore,  o  per  certa  antica  sovranità  di  voler  assog- 

Ssttare  la  riva  destra  j  e  di  sagrificare  quell'  immenso  paese  al  coma- 
0  delia  sinistra  riva« 
Or  se  il  sjg.  Guglielmini  avesse  veduto  campito  dopp  tanti  anni  il 

1  proposto  da  lui  sperimento,  come  a  noi  è  toccato  in  sorte  di  veder- 
0,  certamente  non  avrebbe  esitato  punto  di  preferire  la  linea  del. 
Primaro  a  qualunque  altra;  molto  più  poi ,  'quando  sulP apporto, 
d'una  delle  più  esatte  livellazioni,  di  quante  siansi  fatte  per  .lo  pas- 
sato, qual  e  h  livellaaione  delU  celebre  visita  Conti»  avulse  egli 


»» 


4to 

Potuto  conoscere  »  che  la  pendeou  del  Pritnaro  è  8oprabboiidaate5  Ce* 
me  da  noi  si  dimostrerà  con  tutta  la  desiderabile  esatteeza ,  e  verità. 

Su  qaesti  dati  non  è  un'  arroganssa  »  non  ò  ana  le^gterezza  ,  ma  ò 
una  deliberazione  accertatissima  il  voler  xscnservare,  e  migliorare  il 
corso  di  tutti  questi  fiumi  neir alveo  di  Primaro»  e  con  ciò  dare  la 
•alvezsa  a  tante  desolate  provinole  • 

Si  aggiunge  ancora  un  altro  rilevantissimo  nostro  ▼antaggto,  quale 
non  ebbero  gli  altri  scrittori  9  prima  della  celebre  visita  Conti  del 
X76i.  Questa  è  quell'epoca  felice ^  che  finalmente  dopo  tante  incer-' 
tezze  ci  ba  assicurati  i  dati^  su  quali  ora  si  può  ragionare  con  cer* 
tezza  •  Imperocché  egli  è  vero  j  che  in  tutte  le  antiche  precedenti  vi« 
site  s'erano  fatte  livellazioni,  s'erano  fatti  profili,  s'erano  prese  ìe 
sezioni  delPrimaro,  e  scandagliate  le  sue  profondità.  Ma  cm  ?  dio« 
come  a  tutti  questi  sperimenti  o  non  erano  intervenute  le  parti,  o 
non  vi  avevano  sottoscritto,  ed  anche  alcune  operazioni  s'erano  ao* 
cusate  di  errore,  come  si  verificò  in  qualche  livellazione,  così  rì« 
masero  sempre  oscuri,  e  ondeggianti  i  primi  fondamenti  di  si  gran* 
d'affare.  La  sola  visita  Conti  ci  ha  finalmente  tolta  tutta  l'ambi* 
gnità  ;  mentre  in  questa  si  ebbe  il  necessario  antivedimento  di  far 
si,  che  tutte  le  parti  contrarie  facessero  le  medesime  livellazioni,  si 
assicurassero  de'  medesmi  scandagli,  ed  accettassero  concordfStnenta 
tutt'  i  risultati  della  visita  •  Di  questo  sommo  vantaggio  siam  debito* 
ri  alla  vigilanza  e  zelo,  e  sommo  accorgimento  di  Sua  Eminenza  il 
signor  Cardinal  Conti  Visitatore  •  Da  quel  tempo  in  qua  non  ri  000* 
tende  più  >u'  dati,  come  Jaeevasi  per  i'  avanti,  c&bl  grave  pregiudi- 
zio degl'  interessi  delle  provinole  • 

Non  farà  adunque  maraviglia,  ohe  noi  non  andremo  vagando  pia 
pelle  inestricabili  dìspute  degli  anteriori  Scrittor?,  se  l'Idice  abbia 
interrito  Primaro;  e  cose  simili.  No:  il  nostro  Archìvio,  ed  anzi, 
per  casi  dire,  il  solo  libro  canonico»  irrefragabile  da  consultarsi  da 
noi  in  qnalsisia  occorrente  quistione,  sarà  la  visita  Conti,  saranno  i 
suoi  prefili,  le  sue  livellazioni,  le  sue  sezioni  di  Primaro,  e  le  pro- 
fondità ,  e  Te  pendenze  ivi  descritte  •  In  ^^ista  di  questo  gran  model- 
lò abbiàhio  rinnovato  i  nostri  sperimenti  t  quali  siano  i  risulutit 
verremo  in  progresso  dichiarando  •  Cosi  porrassi  nna  volta  il  termi* 
no  alle  dispute ,  e  si  discorrerà  sul  fiitto  sempre  maggiore  d'  ogni 
eccezione  •  z 

Prima  però  dt  porre  fine  a  questa  j^relimióare  informazione ,  oi  ri* 
niane  a  fare  una  onorata ,  ed  ingenua  confessione ,  ed  è ,  che  at  di* 
sordine  fisico  di  queste  acque  punto  non  dubitiamo ,  che  si  poaaa 
trovare  nn  reale  rimèdio;  ma  quanto  al  ditordine  morale,  le  nostre 
viste  ^on  troppo  Corte  per  saperne  suggerire  il  riparo.  Imperoc- 
ché, ehi'  t>otrà  mai  assoggettare  al  pubblico  bene  Unti  disparatissioii 


4" 

m 

infereMi  privati  p  Non  y'iia  al  mondo  cthinità  cotanto  grave  »  che  non 
sia  d'un  ricco  patrimonio  ad  alcnni  poobi;  chi  è  possessore  di  belle  col* 
line»  vedrà  di  mal  occhio  asciugate  le  basse  pianure  •  Quanti  ne  pasce 
e  ne  stipendia  il  solo  disordine  del  Reno  disalveato?  PerBao  i  batti* 
fanghi  9  ed  i  pescatori  non  ci  saranno  benevoli.  Ma  quanto  più  di 
guerra  ci  si  moverà  dagli  Scrittori  riscaldali  in  qualche  partito?  Co* 
me  potremo  soddisfare  ancor' a  questi,  per  quanto  da  noi  si  dica^  e 
si  ragioni  ?  Certe  conversioni  letterarie  non  si  possono  aperare  cosi 
di  leggieri .  E  poi  una  si  lunga  controversia  accesa  da  un  secolo  e 
mezzo  tra  popcni  confinanti  ha  guasto  tra  essi  talmente  il  sangue  » 
ed  inaspriti  gli  animi  ,  che  agli  uni  lìon  può  andare  a  verso  il  van^- 
taggio  degli  altri  ,  quantunque  procurato  con  loro  indennità  • 

Da  uno  stuolo  si  numeroso  di  gente  di  partito  9'  attraverseranno 
le  deliberazioni  tutte  da  prendersi  in  prò  delle  provincie  ^  e  si  por* 
rà  in  uso  quella  sempre  vittoriosa ,  ed  ìnjcannevolò' macchina  de* 
naovi  ricorsi  9  i  quali  da  nn  secolo  e  mezzo  non  hanno  cessato  giam« 
mai  di  fare  un  buon  gioco.  Si  dirà  ,  ehe  la  sentenza  now^  dee  precU 
pitarsii  che  vogliono  essere  uditi  •  Ma  a  che  (ine?  Per  ridire  il  già 
detto  cento  volte ,  per  ritessere  sempre  T  istessa  tela  ,  e  con  essa  av«* 
viloppare  le  trattazioni  favorevoli  alle  provincia.  Si  cercheranno  di- 
lazioni 9  ed  il  tempo  farà  poi  quello  y  che  non  può  ottenersi  dalla  ra- 
gione^ cioè  9  'Come  altre  volte  9  di  oscurare  ogni  cosa  ^  W  sempre  top» 
nar  da  capo  • 

Ghe  più?  Siccome  la  fazione  in  altri  tempi  è  gianta  a  segno  di 
collegarsi  perfino  coi  confinanti  per. fdrnis  sospendere  le  prime  medi- 
tate inalveazioni  di  .Reno}  cosi  ai  presente  non  si  risparmia  il  poten- 
tissimo artifizio  dèlie  alleanze  almeno  interne  •  e  si  tirano  in  iscena 
le  valli  di  Comacchio,  si  mostra  zelo  per  gl'interessi  della  Camera 
Apostolica,  o  si  va  disseminando! ,  che  i^  unioìie'di  tntt'  i  fiumi  in 
Primaro  soverchierebbe  gli  argani  di  qùfelle  valli  ,  e  porterebbe  le 
torbide  alla  rovina  di  una' sì  ricca  pescagione;  A  questi  basta  poi  nn 
fiilso  allarme  per  delndere  qaalalsia-  delibera^ìotie  •  Del  restò  sanno  e- 

flittò  benissimo  9  che  V  nnione  de'  prìmarj  fiumi  già  s'  è  fatta  in 
^rimare  molti  anni  fa,  senza  che  nemmeno  se  n'avvedessero  ;  sanno 
che  gli  argini  delle  valli  di  Gomacchio  per  tutto  quel  tratto ,  che 
a'  appartiene  alla  giurisdizione  5  e  custodia  del  signor  Fermiere  della 
pescagione  9  cioè  dalla  chiavica  d'  Ufnana  sino  al  mare  ,  sanno ,  che 
questi  argini  sono  gelosamente  'guardati^  e  sicurissimi  ,  ed  impone* 
trabili  a  qualunque  rotta  »  non  meno  per  1*  altezza  ,  dhé  per  la  gran-^ 
de  loro  solidità  »  e  difesa  dalle-  corrosioni  :  ma  sanno  atidera^  che 
«[nella  parte  d'argini  superiori  tra'  molini  di  Filo ',  e  la  détta  chia^ 
tiea  d*  Umana  di  loro  giurisdizione  i  minaccerà  sempre  il  pericolo 
d*  una.  rotta  ^  non  al  Peleaine  »  ma  alle  sole  valli  di  Gomacchto  :  che 


^questo  pericolo  è  sempre  ia  loro  balia  di  fiu4a  pia  prossitno  ;  'Ceim 
avvenne  nel  1716.  con  danno  deUa  sola  pescagione,  per  essere  quivi 
gli  argini  e  «graoilissimi ,  e  bassissimi ,  e  mal  cnstodUi  :  sanno  »  che 
questa  è  la  chiave  maestra  per  ischiadere  tutt^  i  venti  pia  prooello- 
Ùy  ogni  qnal  volta  si  faccia  parola  della  linea  di  Primaro ,  e  che  for - 

"  laca  t  o 
go  cast 

_. ^., ^ quando 

avvenga^  o -soltanto  si  minaccia  »  la  buona  fortuna  darà  loro  in  ma- 
no r  arme  solita  deU'  interesse  delle  valli  di  Gomacchio  9  scambiando 
li*  vero  interesse  della  Camera  Apostolica  -con  altro  apparente ,  ed  in- 
gannevole ,  come  da  •noi  si  dìmostrMà  la  progresso  •  Ita  ir anchezza 
poi  di  sì  fatte  sottilissime  trame  nasce  dal  sapere  y  che  pochissimi  si 
sono  trovati  sul  posto:  ohe  a  -ehi  non  Radica  sol  fatto  in  somiglian- 
ti controversie  »  si  pn&  imporre  impanemente  4  ohe  a  buon  conta  la 
maggior  parte  degli  uomini  eeatenzia  su*  nimorì  poBolari  ;  e  tanto  ba- 
ata  per  tvraxu  dietvo  an  gran *^'  "- '" — * '"^ 


«Or  qui  è  dove  veracemente  confessiamo^  che  noi  non'  siamo  da 
tanto  da  poter  superare  ancate  triplicate  trincee  di  contradittori  «  Il 
Beno  sarà  molto  più  docile  alle  nostre  domande  ;  ed  anzi  le  nostra 
ordinazioni  saranno  sempre  uniformi  alle  sue  leggi  •  Ma  la  concordia; 
de^li  uomini ,  e  la  vittoria  delle  fazioni  da  noi  si  disj[>era  •  Questa  si 
otterrà  ,  noa  dalla  ragione ,  ma  dalla  fotza,  e  prevalenza  del  Princir,^ 
p^o»  le  di  cui  mire  aon  hauno  altro  bersa£lÌQ.9  ohe  la  pahhiioa  &- 
catà  :  ^d  appunto  qnesU  vittoria  è  già  rìseibata  all'  alto  consiglio  ,  a 
provvidentissimo  .celo  delle  Eminènze  Vostre.  Voi  ci  cViamaate  da 
rimote  parti  dell'Italia  nostra  per  fiire  scelu  di  giudici  non  mai  per 
r  addietro  Involti  nelle  fa^Eioni  del  Reno.  Voi  ci  spediste  alla  visiu ^ 
a,vvaIorandooi  00'  più  saggi  dettami  di  prudantissime  istraziooì  •  Noi. 
presentiamo  ora  all'  EE.  VV^  il  nostM  ooncorde  parere  varamente  ioi*; 
parziale,  xuoò  un  frutto^  che  è  tutta  vostro  «  a  ^iel  vostro  seW  «  e 
consiglo-;  e  qui  dove  avxà  fine  il  nostro  travaglia»  avrà  il  suo  feUoa 
inoominciamento  la  serie  delle  vostre .  patesne  prpvvidenze,  la  tior« 
dittazione  de'  passati  sconcerti  dd  Reno  »  e  quel  che  è  più  iirdaò  ia 
Ogni  affare  »  la  pronta^  e  non  contrastata  esecuzione  d  Jin  ximedìa 
reale,  ed  a  tutti  egualmente  benefico. 

.  Hesta  fiaalmeote  da  «rvertìrsi»  che  sten  potrà  recarcìsi  a  colpa 
d^  arroganza  j  se  in  tutta  la  traccia  del  nostro  pianar  aoi^  accettua- 
line  i  primi  maestri  4ella  scienza  delle  acque»  risparmieremo  di  ci- 
tare veruno  di  tanti  egregi  Scrittoli ,  i  quali  hanno  illustrato  la  jpra- 
aente  coutroversia  del  Reno  ,  massimamente  negli  ultimi  tempi  •  Ciò  » 
che  ^r  altro  sarebbe  stato  a  noi  e  di  giacere  per  quella  somma  ve- 
neraziQne  »   quale  ad  assi  portiamo  1  a  ai  grand  uso  per  dare  col  loro 


s. 


4a3 

eredita  nraggiar*  (ermesza.  a^  nostri*  paireri.  Ma  i*  qìieata  ìn^ecofaia^ 
ta  oontroversia  pur  troppo  ferace  di  soapiciofli»  uoa  verissima  consU 
aerazione  oi  ha  resi  cauti  dal  neppur  nomiaare  alcaDO*^  de^  pio-  ri- 
apettabili  Scrittori  diqoalsiaia  partito^,.  per  tema  y  che  dal  volgo  non 
fi  credesse  *  che  la»  lora  grande^  autorità  ci  avesse  potuto-  piegare  al- 
quanto da  quella*  imparzialità ,  che  ci  è  nataralissima  •  Noi  adunque 
entriamo  a  scrivere  in  qoest'  afiare ,  come  se  la  -prima  volta^  se  ne 
trattasse  •  I  fonti  y  da'  quali  si  derivane  i  nostri  ragionamenti ,  non 
altro  sono r  come  abbiane  detto ,  che  le  ^erienza 'della  visita  Conti» 
ed  inoltre  il  testimonio  de'  nostri  occhi ,  e  di  quanto*  ci  hanno  essi 
eertificato- sul  sito:  onde  le  nostre  prove  saranno  e  semplicissime,  e 
niente  ricercate.  Né  d'un  affare  cotanto  g^rave^c  serio  vogliamo 
qui  farcene  un  campo  di  gloria ,  con  divagarci  in  sottigliezze  pia  ab* 
te  ad  annebbiare 9  ohe  a  rischiarire  U  vero.  Nò. l  A.  voler  decidere 
di  questa  importantissima  controversia^  ci  bastano  le  generali  notissi^ 
me  massime  idrostatiche  ;  T^  basta  il  vero  stato  del  Reno  da  noi  ve* 
duto;  e  ci  basta  quell' inesorabile  giudice ,  che  è  il  senso  comune  9  a 
cui  suole  sempre  appellarsi,  chi  ha  una  buona  causa  tra  le  mani. 

L' ultima  avvertenza  da  noi  si  soggiugne  per  nostra  apologia  •   Noi 
qui  ci  troviamo  in   un  affare  popolare,   del  quale  parlano   tntti ,  e 
tutti  scrivono  9  perchè  tutti  in  causa  propria  sì  danno  ad    intendere 
d'essere  da* senno  Idrostatici «-  Scrìve  il  volgo,  e  scrivono  i  veri,  e 
dotti  Professori.  Se  con.  questi  solamente  si  avesse  a. con  venire,  la 
eontroversia  sarebbe  presto  finita»,  le  comuni  massime  non   ci  sareb^ 
bere  contrastate ,  e  le  nostre  conseguenze    si   dedurebber^o*  con  ogni 
brevità,  e  precisione.  Ma  con  questi  noi  non  abbiami  di  che    piati- 
vo •  Gli  errori ,  si-,  d' un  vdgo^  indocile ,  saranno  que'  so4i ,  che   qui 
prenderemo  di  mira.  Non   pàrrà^  dunque   strano,   che-  a  ricondurre 
9iesti  sulle  vie  del  buon  senso,  e  de'  primi  principj.  del  regolamen* 
to  de'  fiumi  si  debba  da*  noi  porre  in^  opera  un  treno  più   strepitoso 
di  prove  r  ed  uno  stile  aneor  più  penetrante  di  ({uello ,   che  conver- 
rebbesi  ad*  una  letteraria,   e  pacifica   dissertazione.   Noi  siamo   in 
debito  di  farci  sentire ,  e  di  farci  intendere  ancor  da  quelli ,  i  quali 
sono  sordi  alla  ragione ,  o  più  veramente  vogliono  esserlo  per  priviti 
ti  limv  fini ,  o  per  vecchie  rivalità . 

P  A9  T  E    PR  IMA. 

X  utti  quelli ,  i*  quali  una  volta  si  misero  in  capo  di  volere  ad  0- 

fni  conto  contraddire  alla  linea  d' inalveaziose  di  Reno,  dalla  rotta 
^anfili  per  il  Po  di  Pfimaro  fino- al  mare  ,  si  videro^  sempre  astretti 
a  dover  ricorrere  agli  usati  artifizi  di  clamorosi  pregiudizi,  che  ne 
sarebbero  derivati  a'^  danni  delle   provincie.  Né  altrimenti  sarebbe 


4*4 

loro  riascito  d' impedirne  sino  ad  ora  U  preferenza  di  ^eafa  «opra 
tnlie  le  altre.  Imperocché  chi  s*  è  troTato  fai  posto  per  iapiare  U 
genio  del  fiume ,  atra  già  osservato ,  che  il  Reno  medesimo  sa  qaesta 
direzione  ci  presenta  il  vero  disegno  di  quel  corso ,  eh*  è  il  più  con* 
forme  alle  sne  immutabili  leggi.  Avrà  veduto^  che  per  aaesta  linea 
si  è  già  in  parte  scavato  V  alveo ,  nel  quale  noi  ancor'  abbiamo  navi* 

J;ato  ne'  due  diversi  suoi  stati  d' acque  alte  ^  e  basse  •  Che  si  è  già 
ormato  le  rive,  e  le  golene  con  le  altissime  sne  colmate  .r  Che  n 
è  già  scelta  quella  penden^,  che  è  la  più  favorevole  allo  scarico 
delle  sue  acque .  Attesi  si  rilevanti  vantaggi ,  chi  oserebbe  di  oppor« 
cisi?  Adunque  quanto  più  plausibile  parevano  agli  oppositori  1  ac- 
cettazione di  questa  sopra  tutte  le  altre  linee  »  tantS  più  forti  mac- 
chine vi  adoperarono  a  combatterla,  a  screditarla  ed  a  metterla  in 
mala  fede,  almeno  presso  il  volgo  ;  ed  il  contrasto  viepiù  si  accese ^ 
allor  quando  negli  ultimi  tempi  si  progettò,  e  poscia  si  esegui  il  ce- 
lebre cavo  Benedettino ,  il  quale  altro  non  è  che  un  secondamento , 
ed  una  continuazione  del  corso  già  preso  dal  Reno ,  e  da  tutte  que- 
ste acque  verso  il  Po  di  Primaro» 

Adunque  in  questa  prima  parte  si  dimostreranno  ad  nna  ad  nna 
le  fallacie  delle  varie  opposizioni  finora  fattesi  in  divorai  generi ,  ed 
allo  stesso  tempo  entreremo  a  stabilire  i  veri  fondamenti,  su'  quali 
la  natura  del  fiume  si  è  da  molto  tempo  preparata  la  sua  medesima 
ioalveazione .  A  combattere  però  o  V  inganno ,  o  la  rivalità  delle  fa* 
nioni  contrarie,  le  teorìe  non  andranno  mai  disgiunte  àMe  prore  di 
latto  le  più  autentiche»  Imperoccbò  le  prime  convincono  soltanto 
gP intelletti  già  disposti  al  vero;  le  seconde  atterrano  ancora  le  te* 
ate  più  indomite,  le  quali  contrastano  la  verità  conosciuta  «  Le  sole 
irretragabili  sperienze  fatte  fu  gli  occhi  de*  Gontnd&ttoti  medesimi 
acn  poi  qeelle ,  che  fiiono  ammutolire  le  loro  Jo^uaoità  in  fUesti 
•erta  d*  invecchiate  t  ed  impUcabili  controvenie  • 


4a5 
ARTICOLO    PRIMO. 

« 

JDelJa  capacità  del   Po  di    Primaro. 
SOMMARIO* 

'  Regole  false  contrapposte  alle  "vere  intomo  nlla  capacità  de^  fiumi 
per  rapporto  à^  loro  influenti.  Con  quali  mezzi  la  natura  si  faciliti 
un  maggior  scarico  di  acque  nel  recipiente  di  minor  larghezza*  Di^ 
mostrazioni,  e*  teorie  inutili  a  chi  si  i  già  fissato  in  capo  immobile 
mente  la  sua  conchiusione  »  Fatto  autentico  del  Reno  inalveato  nel 
Primaro  dalV  anno  1693.  fino  al  J738.  Unione  già  seguita  di 
tutti  gV  influenti  ^  cioè  di  Reno  ,  d' Idice ,  di  S avena  nel  Po  di  Fri* 
maro  dopo  la  costruzione  del  cavo  Benedettino,  Fingimento  poetico 
del  Reno ,  che  entra  nel  Primaro  a  «lilla  a  stilla  ^  e  come  per  fambic- 
€0  •  Espansioni  di  Reno  nelle  pianure ,  le  quali  1  si  chiamano  valli  ^ 
non  impediscono  ia  corrente  viva ,  o  sia  filone  di  mezzo  #    Osservazio^ 

ni,  ed  esempj  su  tal  proposito • 

JcliQtra  in  oftfldpo  k  prima  opposizione,  oioà  ,  T incapacità  ^oo- 
m^  essi  aicono,  ddP  alveo  di  Primaro  a  poter  ricevere  9  e  scarica» 
re  il  solo  Reno,  aon  che  le  piece  di  tanti  altri  influenti ,  ohe  van- 
uo  uniti  al  Reno,  oioè  Savena  ,  Idice,  Santerno  ,  e  Senio  «  Per  di- 
mostrarne l' incapacità ,  gli  oppositori  ai  fanno»  dapprima  a  tnisarare 
la  larghezza  del  solo  Primaro  per  farne  poscia  il  rapporto  alle  sezìo» 
ni  di  oiascano  de'  particolari  numi  ^  ma  segnatamente  alla  larghezza 
molto  maggiore  del  solo  Reno  «  Finalmente  piantano  questa  massima 
i4ro9tatica  ^  per  modo  di  aasioma  «enza  la  menoma  prova  ,  che  a  vo*  • 
ler  rendere  il  Priaiaro  capace  de'  «noi  diversi  influenti  ^  gli  si  ren* 
ab  necesaaria  naa  larghezza ,  «e  non  nguale  alla  somma  delle  larghez« 
se  di  tatti ,  etbneno  più  grande  di  quella  delV  influente  maggiore  • 
E  qasndi  il  Po  di  Primaro  oon  una  sezione  infatti  minore  di  quella 
4el  Kbqo  ,  eh'  è  il  maggiore  de'  euoi  influenti ,  non  sarà  mai  capace 
di  coBtetiMe  le  eoe  piene  « 

Da  quali  prìnoip] ,  ed  osseryazioni  siasi  da  questi  dedotta  aot  ta) 
Mgola  ,  su  quali  Aiitori  l' abbiano  letta ,  chi  può  saperlo  ?  Più  vera* 
meato  può  credersi,  ohe  se  la  siano  acconciata  in  capo  sol  perchè 
fiiToma^  V  intento  d^  «sfodero  Renò  dal  Primaro  •  Ed  o  vera ,  o  fai* 
•a  ebe  sia  ,  basta  poi  fero  che.  ti  &dam  alle  teste  volgari  ,  alle  quali 
V^  pttMr  mntanSke .  Del  resto  non  tk  bisogno  d' essere  un  grande 
Ureetatioo  per  oouoseenie  la  sua  &lsita  •  Quanti  fiumi  pcincipali  al 
mondo  si  contengono  in  sezioni  di  larghezza  molto  minore  di  quella 
éM  maggiore  de*  loro  influenti P  V  ampiezza  del  fiume  Brembo  nelle 

M 


y 


•ne  piene  ^w€  &  maggiore  £  «pteTIa  del  fiame  Adda  nel  SGUnete^;; 
•he  n'  è  il  recipiente  ?  Qaaolo  sterminato  è  il  lettp  ^  per  cui  deeor* 
tono  te  piene  de)  Serio  ^  le  qftali  vann»  ad  ìsboGcarr  nelP  alveo  vc^ 
•ompara&lmente  pia  angusto  del  medesimo  fiume  ÀddaP  Quanti  tor»« 
venti  ^  e  fiumi  conducono  le  loto  piene  eoo  tanta  espansione  delie  !o« 
ro  acque  ^  e  larghezza  di  letto  »  che  supera  il  doppio  la  larghezza  del 
Po  grande  ,  entra  cui  Tanno  ad  xsboccare?  E  qui  s^  avverta ,  ébe  ne* 
•itati  esempj  non  meno  1'  influente  t  che  il  fiume  principale  decoT* 
tono  colla   stessa  condizione  òk    fonda  o  ugualmente   ghiaroso,   e  u«« 

Sualmente  tefrea»  e  cretoso.  Sebbene  innnmerabiU  sono  gli  esempi 
i  questo  genere  »  i  quali  convincono  di  falsità  T  arbttraria  .regolay  che 
ai  fingono  a.  hH?o  proposito  r  Sia  pure  il  Rena  uno  de'  maggiori  in-* 
fluenti  net  Primaro ,  e  sia  la  sezioD  di  questo  minora  di  quella  del 
solo  Reno;  non  pertanta  da  questa  capo  non  se  ne  proverà  giammai 
r  incapacità  pretesa;  imperocché  T  ampiezza:  dell'alveo  degl'infla-» 
enti  non  nasce  totalmente  dalla  grandezza  deUe  tara  piene ,  la  quali 
non  si  possana  contenere  in  un  alvea  minore ,  ma  da  molte,  oltre  cif» 
eostanze ,  cioè  »  o  dal  diietto  di  pendenza ,  a  lentezza  dello  scarico  ^ 
a  dal  disaWeamento  delle  acque ,  le  quali  perciò  -si  spandono  in  pò» 
ea  altezza,  e  dalla  resistenza  del  fondo  al  suo  scavamento»,  o  da  bau- 
phi  di  rena»  di  ghiaia  ,  a  di  terra,  a  quali  framezzino  L'alvea^y^e  so» 
atengana  le  aeque,  e  la  obblighino  a  maggiori  espansioni,  a  final* 
mente  la  stessa  maggior  larghezza  procede  assai  ^o\t^  dalle  irregola* 
A  del  loro  movimenta  aempra  tortuoso,,  cbe  percooteodo  io  riva 
•r^  in  una  parte  ,  ed  or  nell'  altra ,  sovercbiamente  le  dilata  • 

Laddove  la  natura*  de*  fiumi  principali  ha  ben  aUrl  mezzi  'di  fà> 
passare-  per  la  stesso  recipiente  maggior  quantità  d'  a.cqna  y  senza  es* 
aere  costretta  a  regolare  Ve  sue  sezioni  sul  modello  del  maggiore  in» 
ftuente.  Godesti  mezzi  sona  fra  gli  altri  ^  L  II  molto  maggiore  aca* 
vamento  del  fondo  a  tenore  del  maggior  corpo  d'acque  ivi  unite  ;  17» 
La  sempre  minor  proporzione  delle  resistènze  del  fondo ,  e  delle  ri- 
pe per  rapporto  a  sempre  maggiori  accrescimenti  delle  acqae,  e  per 
conseguenza  la  lora  velocità  sempre  più  vigorosa  ,  e  rapida-;  UL  S 
^indi  tutte  le  parti  del  fiume  poste  sono  in  uniforme  movimento , 
massimamente  le  pia  vicine  aUe  riva ,  ove  se  ne  travano  cK  quelle  , 
ohe  siano  pia  inerti  y  e-  non  operanti  al  discarico-  delle  acque  ,  IV«. 
Anzi  la  sola  maggior  copia  delle  acque  unite  acquistando  maggior  e^ 
Sergia  per  rimuovere,  a  vincere  gP impedimenti ,  fhe  ingombrano 
1*  alveo  del  recipiente ,  ne  facilita  per  tal*  modo  il  corso  y  ^  lo  acari-^ 
eo,  ohe  non  rendesi  apesse  volte*  necessario  a  l'alzamento  della  au« 
perficie  ,  a  I"  allargamento  delle  ripe  r  ^tnd'  anche  tì  concorrano 
nuovi  influenti* 
GonfisHiamo  però-  il^  rera  ^  ohe  >.  sa  l' errore  aotorfli»  UU  capacità 


N 


/ 


4*7 

éi  VàtMfo  foste  yeranente  innocente»  «e  foste  errer  d'kiteUetfo  ^ 
non  di  volontà  ,  inganno  di  falsa  masiima^  non  pretasto  di  ostinata 
Contradizione 9  yorremmo  pur  essere  indulgenti  a  ([uesti  più  leali:  op« 
positori  9  ed  accordar  loro  un  qualche  allargamento  del  Prìfliaro  do- 
'  Te  ad  essi  paresse  deverai  fare  con  V  opera  de'  lavoratori  •  Codesta 
«pesa  sarebbe  ben^^i  inutile  al  fine  di  renderlo  più  capace  di  quello» 
cV  è  in  oggi  ,  de^  mentovati  influenti  •  Ma  sarebbe  atilissiina  al  fine 
di  torc^  UH  ingombro  daUa  loro  fantasia  •  Certi  errori  popolari  ti  vin* 
cono  »  parte  cedendo ,  e  parte  contrastando  •  Purché  si  ottenesse  sen* 
ca  contrasto  la  salute  delle  provincie ,  si  potrebbe  rinunziare  a  quel* 
k  inflessibilità  di  ragioni ,  cbci  ci  tengono  forti  neir  asserire  ia  ca« 
paoità  di  Primaro  nello  stato ,  in  cui  trovasi  di  presente^  Ma  una  ta- 
le accondiscendenza  ■,  oltre  il  getto  del  danaro»  a  nulla  giovecebbe «• 
Disarmauti  cbe  fossero  eglino  di  questo  pretesto  ^  quanti  altri  me  ver* 
xebbero  producendo  senza  fine?  Già  si  sa,  ohe  da  essi  si  è  fissato  im- 
mobilmente il  punto ,  che  non  si  vuole  né  Reno,  né  -Savena  ,  né  I* 
dice  in  Primaro,  e  nella  stessa  nostra  visita  ce  ne  siamo  pur  troppo 
chiariti  «  Si  ritorni  ridice  in  Marmorta,  dicono  essi,  si  ricorra  a 
qualche  linea  superiore  per  il  Reno  ,  e  per  la  Savena  ;  segaaiie  poa 
altrove  ciò  ,  che  si  voglia  ;  ma  si  abbandoni  per  sempre  il  Primaro  « 
Che  guesti  siano  i  pratici  loro  aentimeuti  ,  non  se  ne  può  dubi- 
tare ragionevolmente^  Imperocché  quanto  alla  sognata  ix»«<ip&ottk  del 
Primaro  ,  sanno  eglino  di  già  benissimo ,  e  non  hanno  bisogno  d*  es* 
aeroe  avvertiti ,  che  a  proporzione  de*  nuovi  influenti,  che  t'intro- 
durranno, il  Po  di  Primaro  farà  ottimamente  P officio  suo,  di  render* 
il  caoace  del  concorso  di  tutte  queste  acque  «  Sanno,  che  quando  ne» 
eli  ultimi  tempi  furono  condotti  ad  isboccare  nel  Primaro  i  due  gran 
numi  Saoterno ,  e  Senio ,  non  s*  inquietarono  perciò  gli  Architetti 
4'  allora  ,  aflìne  di  accrqy cere  precedentemente  le  larghezze  dell'  aU 
yeo  suo  ,  ma  .lasciarono  a^  due  influenti ,  che  se  lo  adattassero  a  mo* 
do  loro  o  con  profondamento  ,  o  con  allargamento  ,  o  con  T  uno  6 
r altro  insieme.  Sanno <ohe  faranno  lo  stesso  il  Reno,  Savena,  ed 
Idice  nel  Po  di  Primaro.  Ciò  nulla  ostante  non  vogliono  più  Reno 
fra'  piedi ,  e  giacché/tempo  fa  lo  hanno  tenuto  lontano  col  celebre» 
e  sempre  dureVole  interim ,  lo  vogliono  ora  lontanìssnno  ;  e  quindi  o 
ai  danno  ad  intendere  ,  o  danno  a  credere  altrui ,  che  U  Primaro  non 
ju'  é  capace  • 

Ma  é  tempo  ormai ,  che  si  scuopra  col  fatto  V  inganno  vero  •  Noi 
abbiam  ragionato  fin  qui  con  le  sole  ragioni,  e  teorie,  se  il  Prima- 
ro capace  aia  dell' immissione  di  Reno^  quasi  che  da  gran  tempb  i| 
Reno  non  siavi  già  entralo  con  tujtto  il  suo  gran  corpo  d'  acque  ,  e 
qnasi  che  debbasi  ora  deliberare  d'introdurvelo  la  prima  volta  sen- 
za pcfcedante   sperimento  «  No  ^  ohe  noa  ò  cosi  *  U  Primaro  ha 


•) 


/ 


4»s 

dunostrafo  Col  fiiMò  d^  essera»  t^amcbsimo  e  qmnda  dalla  viaifa  de^ 
due  ceiebri  Gardiiiali  del  1693.^  fino  al  ta^Ì4>  di  Pietro  (ralta,  il  Re* 
DO  corr&Vft  torbida  per  la  Salarola  in  Po  di  Frìmaro^  e  similmente 
quando  $i  cacciò*  torbido  orila  Zena  ,  e  per  essa  i»  Prìmaro  9  oyo 
giungeva  torbido  »  e  quasi  inalveato  totalmente  y  eome  Io  attesta  lo 
tteaso  segretario  Bartoli  Ferrarese  con  qtxesto  parete  :  il  Rena,  dopa 
avere  interrata  ec.  si  pub  dire  ,  che  entri  inalveata  dei  tutta  nel  Pa 
di  Primaro  z  e  come  «ì  fa  paleso  ancora  dalla  visita  ds  Monsig.  Ma- 
rabottioi  seguita  Terso  la  fine  ^cir  1711.  Questa  èia  via  Battuta  dal* 
le  piene  del  Reno  ancbe  ne'  tempi  pin  prossimi  »  Xmperoccbò  quan- 
do nel  1731*  accadde  a  Mirabelle  la  prima  rotta  di  Reno ,  detta  Bi« 
aacca;  dove  s'incamminarono  mai  le  sne  acque,  se  non  nell'alveo 
di  Primaro  9  sulla  direzione  della  Via  nuova  y  e  det  cava  Aldrovandi , 
e  sia  del  Gallo  P  E  quando  ruppe  nuovamente  it  BCeno  alla  Botta  de- 
gli Annegati  nell'  anno  1 788  »  le  sue  piene  si  rivolsero  pe'  medesimi 
canati  al  Po  di  Primaro  » 

G^e  pini  Non  è  egli  notissimo ,  cbe  a'  nostri  di  dopo  la  costm* 
ziono  del  cavo  Benedettino  aonosi  già  inalveate  nel  Primaro  le  pie* 
ne  non  solamente  di  Reno ,  ma  di  Savena  ,  almeno  prima  dellaji  sna 
rotta  ,  e  dell'  Idice  ?  'QnaA  argomento  più  convincente  della  capacità 
di^  Primaro  »  che  il  fatto  medesime  del  loro  concorso.  Imperocché  due 
miglia  kffuiioa  dt  sotto  il  Traghetto  al  Morgone  sboccano  dal  cavo 
Benedettino  net  Po  dì  Primaro  le  piene  delP  Idiee,  e  della  Savena  > 
la  quale  dopo  la  Rotta  Balla  ora  entra  nei  Benedettine  per  V  alveo 
veocltio  del  finmicello  delle  Brngiate  ^  e  per  lo  medesiipo  sbocco  pre-^ 
senlemente  Barelle  entrato  ne)  Primaro  aneora  il  Reno ,  se  le  snpe» 
rieri  rette  nelb  valle  di  Gandasolo  non  lo  ave^yero  divertito  da  quo-* 
•te  eorso  destinatogli  fin  diAIa  prima  costruzione  del  cavo  Benedetti- 
no »  Non  pertanto  in  oggi  il  Reno  entra  in  Primaro  dalla  valle  di 
Gandazolo  per  altra  diversione  superiore  al  Morgone  ;  onde  ^ìl  ati* 
biamo  un  latto  eertissimo  ^  ehe  la  prima  confluenza  d'' acque ^  cbe 
forma  il  Po  di  Primaro  nasce  dallo  sbocco  dell'  Idice  9  di  Savena  »  e 
di  Reno  9  i  quali  si  uniscono  al  Morgone  *  I  primi  due  dal  cavo  Be» 
nedettino  ,  ed  il  Reno  dalle  rotte  di  Gandazolo»  In  progresso  poi  il 
Primaro  riceve  la  eonflnenza  d' altre  acque  di  piccoli  torrentelli  ,  e 
scoli ,  e  viene  notabilmente  eecresciute  dal  Santerno  9  e  dal  Senio  » 
due  torbidissimi ,  e  grandiosi  torrenti  •  DalP  unione  di  tutti  questi 
nominati  fiumii  nasce  ,  e  si  accresce  il  piccole  Po  di  Primaro  ,  per 
d<»ve  anticamente  decorreva  un  ramo  de)  Po  grande  cR  Lombardia  • 

Noi  ci  Siam  veduti  a«trerti  a  iare  qtfesta  breve  deserisiono  per  di- 
aiaganno  di  quelli  9  ohe  nulla  sanno  ;  perchè  non  si  sono  mai  trovati 
•ni  posto  .  Questi  dopo  la  nostra  visita  sono  itati  tratti  in  errore  da 
fttse  dieerie  •tudioBamente  sparso  in  Roma  >  che  il  nostra  progettf 


era  quello  di  unire  la  prima  volta  tatti  qaesti' fiiMni ,  e  torreott  nai 
solo  alveo  di  Primal'o.  Sappiano  adunque  »  ch&>  questi  vi  sono  già  u« 
niti ,  già  vi  deoorrevano  tanti  anni  prima  della  sosCra  vìsita  *  Nò  può 
farsi  altramente ,  senza  un  continuo  miracolo  j  ohe  vi  vorrebbe  in  far 
sì  9  che  le  acque  non  a'  incamminassera  dalle  parti  più  alte  alle  pia 
basse  del  fondo  di  Primaro ,  dal  quale  nessun  matematico  potrà  di- 
vertirle giammai.  Se  adufique.  dall' unione  di  tanti  fiumi  non  è  se« 
guito  alcun  disastro  per  io  passato;  che  avremo  a  temere  in  avvent* 
re?  Il  Primaro  ^  n'  è  reso  capacissipno ,  come  ce  ne  siamo  certifica-^ 
):i  nella  visita  in  oceasione  di  due  pien^  contemporanee  di  Reno^^ 
d' Idice  unite  nel  solo  alveo  di  Primaro  al  Morgone.  Al  più  ci  rimar- 
rà y  che  <fe  noi  si  preficriva  quel  combne  provvedimento  j  che  suol 
darsi  a  tutt'x  fiumi  del  mondo  sottoposti~^  al  escresìt^eoa^e  ^  cioè  T  or« 
dinario  riparo  delle  arginature,  e  della  loro  altezza  proporzionale  alla 
qualità  delle  piene ,  e  deir  ampiezza  delie  golene  ,  sulle  quali  tal- 
volta il  fiume  possa  spandersi  impunemente  r 

I  nostri  oppositori  dà  questo  fatto  si  trovano  fertemente  imbaraz^ 
zati  ^  negar  non  lo  possono  arditamente  ;  cercano  per6  sempre  di  na- 
Bconderlo  per  essere  coerenti  alle  loro  prima  dottrine  y  ed  a  quello 
{grilla  y  e  clamori  j  che  alzarono  già  contro  il  cavo  Benedettino  *  Di* 
cono^  che  il  Reno  non  entra  tutto»  inalveato  in  Primaro  »  e  che  moK 
to  se  ne  consama  ,  e  si  perde  nelP  espansioni  dello  toIH  superiori 
del  Poggio  ,  e  di  Malalbeirgo.  Qui  si  nasconde  una  volgare  equivoca- 
zione* Egli  è  vero,  che  quando  dopo  una  giunga  Cecità,  e  dopo  Pa* 
•ciugamento  delle  pianure  ,  o  ^ian  valli  ,  si  fa  vedere  dalla  rotta  Pan-^ 
fili  nelP  Ottobre  la  prima  piena  di  Reno,  questa  consuma  tra  vìa 
molta  copia  d*  acque  a  riempirne  la  vasca  deiraUagamento  superiora 
delle  campagne.  Ma  tutto  questo  riempimento  si  spedisce  in  pocha 
ore;  e  noi  P  abbiamo  provato  al  Poggio  L^pfibcrtini  ,  dove  una  piena 
di.  Reno  sopraggiunta  alla  note  allagò  prestamente  tutto  quel  vasto 
contorno  dì  paese  j  in  guisa  ohe  alla  mattina  seguente  fummo  obbliga* 
ti  ad  uscire  dal  palazzo  in  barca  }  ed  appunto  questa  era  la  prima 
piena  dì  Reno  nelP  Ottobre.  ~    / 

Fatta  questa  prima  espansione  d' acque  »  a  riempimento  di  valli  » 
le  seguenti  frequentissime  piene  d' Ottobre  j  di  Novembre  9  e  di  tnt-^ 
to  V  inverno  non  trovano  più  spazio  da  divagarsi  9  a  la  corrente  tut* 


a  qualsisia  altro  fiume  ne'  suoi  vasti  spandimenti  di  molte  miglia  di 
qua 9  a  di  là  dalla  sua  viva  corrente  di  mezzo,  la  quale  si  vede  dà- 
eorrere  9  come  se  fosse  arginata  dalla  acqua  laterali  stagnàntt^.  Accada 
^pì  ai  Rena  nostro  ^  coma  al  TieinO)  alP  Adda  ».  ed  a  cpiabiiia  difi/ 


430^  . 

inme  »  cbe  tboooM  in  aa  hgo  ;  Se  la  pifima  ^olCa  ti  entrane  9  ^« 
•penderebbe  tanto  tempo  a  riempirlo  »  quanta  è  la  aoa  capacita .  Ma 
dopo  il  suo  diempimantOt  egli  è  veritiimo»  che  qaant'  acqua  vi  a' in- 
troduce V  altrettanta  a'  eace  dal  Juo  emiaaario  »  nò  più  »  nò  jneno  ^  ed 
al  medesìkoo  tempo.. 

JBoB  Mnno  ^queata  verità  quegli  apeitiaaìmi  liToccbieri  del  Pidmaro  , 
jda  noi  più  volte  interrogati  au  questo  punto,  eglino*  ci  risposero ^ 
che  la  prima  piena  »  che  compariace  alla  rotta  Panfìli  dopo  V  estate  « 
e  V  autunno  »  vi  spenderà  fiik  4>|[e  per  arrivare  in  Pximaro  »  ed  ansa 
ti  giunge  assai  chiarificata  per  la  prima  volta ,  in  cui  ha  dovuto 
consumar  molto  tem|K>  nel  riempimento  delle  valli ,  e  nelle  colmate  • 
Ha  que'  medesimi  ci  xaccontavano»  che  le  seguenti  ^piene  dalla  rot* 
ta  Panfili  si  fanno  vedere  assai  tosto  al  Morgone  di^  Primaro^  «  ti 
fanno  vedere  torbide^  oome  bea  ie  vedemmo,  in  Prìmaro  medesimo 
in  occasione  d'altre  piene  di  Reno  aoa  accompagnate  dalla  piena 
deiridice.  Conviene  adunque  disingannarsi,  e  persuadersi  una  verità^ 
che  le  prime  espansioni  di  .Reno  pochissimo  giovalo  a  scemare  la 
portata  .delle  «sue  acque  al  Po  di  Primaro  »  JDhe  nelle  susseguenti  iai- 
mediate  piene  quaor  acqua  esce  di  Reno  dalla  rotta  Panfili ,  tanta 
n'rcntra  nel  Po  di  Primaro  al  Morgone ,  come  se  vi  decorresse  inéa»- 
aata  fra  sponde  .stabili  •  Adunque  T  unione  di  Reno  9  e  degli  altri  no* 
niuaii  £u4m  nel  Primaro  .ò  già  fatta;  né  ora  si  cerca  di  farla  di 
nuovo  9  perchè  .ò  già  immobilmente  alabilita  dalle  ieg^i  della  natura 
delle  acque  correnti  »  che  vanno  *dair  alto  al  basso  « 

Questa  verità,  la  quale  non  è  una  teoria^  non  una  specniaztane  « 
ma  un  fatto  cectissimo^  quanto  «esca  odiosa  agli  oppositori ,  ai  pu^ 
argomentare  dalle  diverse ,  e  studiate  ritirate ,  alle  quali  ricorrono 
per  isfuggire  il  colpo,  ^e  batte  a  terra  ogni  loro  pretesto^  Dicono, 
che  eziandio  dopo  il  riempimento  delle  valli  del  Poggio ,  di  Malal- 
^ergo,  di  Candazolo^  &tto  dalla  prima  piena  di  Reno,  oome  si  à 
detto,,  le  susseguenti  sue  piène ,  ^ogniqual volta  sopraggiungono ,  vi 
tanno  un  notabile  alzamento  d' acqua  ia  queste  lagune  ^  le  quali  ao* 
quistaoo  maggior  espansione.  Ciò  che  dimostra  quanto  consumo  d^ao- 
qne  facciano  le  piiene  tutte  :tra  via.,  prima  di  arrivare  al  Primaro.;  e 
quindi  pensano  di  poter  dedurre  non  esser  vero,  che  io  stessissimo 
corpo  d  acque  ^  ^he  sbocca  dalla  rotta  Panfili  in  qgni  piena  ^  entri 
in  Primaro  al  Morgone. 

Si  risponde  ^ser  verissimo^  e  notissimo  a  tutti  £^li  abitatori  di  queU 
le  infelici  pianure ,  che  al  primo  sboccar  della  piena  di  Reno  dalla 
Mtta  Panfili ,  si  fa  ogni  volta  un  notabile  alzamento  ,  e  spandimene 
^^  ^'f^^®  in  quelle  più  basse  pianure.  Ma  ai  rifletta  ancora  cho 
Igueat' effetto  iu  ogni  piena,  più,  o  meno  fra  poche  ore  ha  il  auo 
termine^  plbre  il  jquak  ia  piena  noa  opera  più  alcun' alzameiUx)  » 


amr  ostante  c&e  pronegna  nrello  stesso*  gndo«  di  pienens  %.  deconvro 

Cr  più  ^of  ai  verso  il  Pricnaro  •  K  nor  stessi  nella,  visita  sequestrati 
prima  notte  al  poggio  Lambertini  da^  un'improvvisa  pieoa^  la-qua-»^ 
le  era  k  prima  dell'autunno,  e  àfirò  tre  giorni  continui ,  osserv^wn»^ 
no  che  1»  prima  notte  si  dilatò*  fino  al  labaro  delta  fossa  del  Gastellor 
ohe  fu  il  limite  del  suo^  alaamento^^  #  poscia  prosegui 'colla  medetim^ 
copia  dTaeque  ne'  giorni  ^guen ti ,  senza  cagionare  ulteriore  aIzaniento«< 

Or  m  questo  stato  costante  di  alzamento-  d' af  que  »  durante  la-  pie» 
sa  9  chi  può  dubitore  y  che  tutta  non  entri  in  Primaro  ,'  sensa  il.  mi-^ 
BÌmo  consumo 9  nel  passaggio  per  ie  valli?  La  dimontrazione  è  cbi^ris- 
sima.  Perchè V^e  parte  <klla  piena  si  rimaneòse  sempre  per  istrada, 
egli  è  eyidente  che  V  alzamento  delle  acque  r  ^  l' espansione  ii  farebf 
]ie  sempre  mag^ore  pe»  tu^to-  quel  tempo ,  in  cui  dura  la  piena  .di 
Reno.  Uiò  che  è  contrario  a-  tutte  le  osservazioni»  delle  pieìie>  le  ^ 
quali  hanno  la  durata  di  più  giorni.. 

Per  dichiararci:  ancor  meglio ,  torniamo  all'esempla  de'  I&ghi ,  |\ 
quali:  si  fermano  da'  fiumi  ^  eh'  entro  vi  sboccane  ^  e  n'  escono  pe' 
loro  emissari.  Se^'acai^on  d'esempio*,  il  fiume  Adda  entra  in  pieit 
sa  nel  lago. di  Como,^  vi  fa  toste-  uu  alzamento*  d'acqiie  in  tntta^  la 
vastissima  sua  superficie  di  molte  nugUar  quadrate .  Or  finattantochè 
la  piena-  dell'  Adda  v^  opecando- 1' eftetto  dell'  alzamento ,  noa  totte 
esce  dall'  emissario  4el  lago ,  ed  una  buona  parte  se  ne  resta  addie* 
tre .  Ma  condotto  l' alzamento  del  lago  a  qufcl  limite  ,  eh'  ò  proporr 
sionale  alia  qualitj^  della  piena,  e- fiitto  permanente  il  liv«eUo   del  la* 


lag< 

stesso  dee  dirsi ,  e  con  ]hù.  ragione ,  di  queste  piccole  lagune ,  ed  e» 
spansioni  del  Poggio ,  e  di-  Malalbergo  per  rapporto  alle  piene  di  Re- 
ito-»  ed  a  quel  limitato  alzamento^,,  che  vi  operano  sul  loro  princi- 
pio,  ma  non  nel  progresso,  quando  l'espansione  è  giuntar  al -scio,  tes* 
mine,  ^lora  ò,  che  di  tutta  la  piena  di  Renc^  entrata  dalla  rotta 
Panfili  niente  se  ne  perde  nelle  valli ,  e  tutta  intera  passa  a  scari* 
carsi  dalle  stesse  la^ne  nell'  emissario  del  Reno  al  Morgone- . 

Se  dunque  le  piene*  di  Reno  senza-  diminuzione ,  ma  solamente 
con  qualche  ritardo  di  poche  ore ,  entrano  già  in  Pnmaro  ;  a  che 
giova  il  cercare  adesso ,  se  il  Pirimaro  ne  sia  capace  ?'  Il  problema  si 
risolve  dal  fatto ,  e  molto  pia,  quaAdo  le  contemporanee  piene  del-^ 
ridice,  del  Senio,  e  del  Santerno  ben  dimostrano,  che  in«.  Primaro 
r  unione  di  tutt'  i  fiumi  non  ò  più-  un?  ideale  progetto  da  eseguirsi , 
ma  un  fiitto  da  non  potersi  più  dissimulare ,  un-  iatf^^he  disarma  le 
dicerìe  di  que'  tanti  pericoli  di  sommersione  ml^iacciati  al  Pòlesiae 
de  qii,esta  aaienev 


•  » 


4«B  • 

B  pare  ^^ il  crederebbe?  La  pertinacVi  dell' tmptgoo  è  giunU  a 
tale  di  scrivere  poeeie  per  oecmltare  il  fatte  «  Una  tra  le  altre  è  quel- 
la ^  )a  quale,  ee  non  fbaee  «tat»  regiaftata,  <Mae  eote  veM^  e  degna 
di  atampa  aa  aionne  serittQre  »  earebbe  da  aai  rigettata  col  eolo  di- 
eprezzo  «  e  ailenzìo  •  Nelle  prime  iDfonna2ÌoiM>  ohe  da  aleiani  oi  ven- 
Bero  -date  in  Berna  prima  della  Vìuta ,  ci  ai  raeoootava  ^  che  il  Reno 
non  entrava  pa  col  corpo  delle  aae  piene  in.  .  Priflaaro ,  ma  soltanto 
a  stilla  a  stilla  e  come  per  lambicco  dallo  aoolo ,  e  traapirazkme  as- 
aai  lenta^^elie  terre  anperiorì  f  le  quali  ai  v'ogliono  chiamare  valli , 
e  ci  81  dava  ad  intendere  i  che  rcosì  venÌTa  poi  il  Reno  ballo ,  e 
chiarificato  in  Primaro  •  Godeste  poetiche  ìmmalginaziom  non  ai  apar* 
^no  pòi  a  .caio,  ma  con  'aottilisaimo  artifi^,  perchè  ai  ▼orrel>be  oc- 
oultare,  .o  almeno  contraflàre  nn  fatto  cert»  dell' ioalreazìefle  pre- 
aente.,  quantunque-  imperfetta^  di  Beno  nel  Primaro^  e  della  sua  ca- 
pacitai j  iA^mw%i  ciò  darebbe  &nalmente  la  apiata  agi'  indiffetenti  a 
Toler  preferire  la  li«ea  di  Primaro  a  qualunque  altra  •  Difaai  adun- 
que ^  che  r  ingressi»  di  Rene  io  Primaro  al  Morgana  ^^  non  è  altro  » 
•he  una  «pecie  di  lambicco  ;  che  ivi  non  è  pia  ileno  »  ma  na  goccio^ 
latoio  di  Reno .  Ma  noi  in  tempo  della  nostra  visita  ^  quando  in  f* 
sa  piena  di  Beno  per  il  cavo  Benedettino  entrammo  nella  valla  di 
Gandazelo,  portati  sempre  dalla  corrente. medesima  fino  al  MorgonCf 
ei  rìsamo  allora  di  simili  fingimenti ,  e  ai   diceva  per  ischerzo  9  cba 

Sui  certamente  il  Reno  non  ci  portava  cosi  rapidamente  dalla  valle 
i  Gandazolo  nel  Primaro  in  barca  per  via  di  ìambScca,  o  di  g^e^ 
eiolatoloi  e  che  queste  .eraiio  fantasie  per  divertire  le  menti  da  wx, 
fatto  9  che  non  si  voleva  confessare  per  vero  ^  Abbiam  voluto  ^aeens** 
dere  a  queste  minutezze  »  che  parrebbono  da  tacerù  •  Ma  neUa  visii* 
ta  abbiamo  ndito  de^  grandi  errori  ne'  frtti^  ed  id)biamo  impanca 
dalla  sperienza ,  che  negli  afiari  popolari  bisogna  fare  più  conto  di 
amentire  eerie  volgari  dicerie  ^  che  di  far  uso  ià  dottrina  pift  pel- 
legrine « 


X 


ARTICOLO    SECONDO. 

Mtaau  deU*  false  regoUi  idrostatiche  degli   oppositori,  contrapposte 
alte  vere  del  Guglielmini,  e  di  tutti  gli  scrittori. 

SOMMARIO. 

ParàUllo  delle  Massime  del  Guglielmini  diametralmente  contrarie 
a  quelle  de^  moderni  oppositori  intomo  alV  inalveazione  di  Meno  per 
la  linea  del  Primaro  •  Espansioni  del  Primaro ,  e  suo  disarginamento 
a  destra,  cagione  d'altezza  maggiore  alle  sue  piene  secondo  il  Gu^ 
gUelmlni  «  Descrizione  geografica  del  paese  inondato  •  Ricorso  inutile 
alle  acque  chiarificate  per  impedire  le  deposizioni .  Unione  di  tutt'  i 
fiumi  in  Primaro  proposta  dal  Guglielmini  •  Sperimento  recente  del» 
l'  immissione  del  Lamone  in  Primaro  ,  e  progetto  di  riunirvelo  stàbile 
mente  •  Parere  del  Guglielmini  già  eseguito  felicemente  in  massima 
parte f  e  soltanto  da  perfezionarsi  •  Primaro  navigabile  in  tutto  l'hanno  • 


/ 


\ 


Ir  rima  d'iooltrarct  a  sciogliere  il  resto  delle  difficoltà,  le  quali 
9ono8Ì  altre  volte  mosse  »  che  si  faranno  sempre  rinascere  le  mede- 
sime contro  la  linea  di  Primaro ,  sarà  b^n  fatto  ^  che  si  richiamino 
air  esame  le  massime  tutte ,  sulle  quali  s'  appoggiano  i  nostri  oppo- 
sitori 9  per  conoscere ,  «e  almeno  camminino  sulla  buona  strada  de' 
veri  prìncipj  d' idrostatica .  La  maniera  più  spedita  di  questo  esame 
sarà  quella  di  contrapporre  semplicemente  le  massime  loro  a  quello 
del  celebre  Guglielmini ,  U  quale  appunto  per  via  di  sperimento  pro- 
gettò già  questa  medesima  inalveazione  di  Keno  nel  Primaro  con  tut-  ,  <^ 
ti  gli  altri  noti  influenti  •  La  sola  difformità ,  che  troveremo  dello 
loro  massimo  da  quelle  di  si  gran  maestro,  senza  divagarci  in  altro 
prove  9  sarà  un  manifesto  carattere  della  loro  falsità  •  Imperocché 
qui  non  n  tratta  d^nn  paralello,  che  da  noi  s'introduca  con  uno 
tonttore  o  dozzinale ,  o  prezzolato  a  scrivere  tutto  quello ,  che  vo- 
gliano ,  e  gli  comandino  i  suoi  padroni  ;  no  ;  si  tratta  del  primo  mae^ 
atro  della  scienza  dello  acque  »  e  d'  un  Guglielmini ,  le  dimeni  rispo* 
sto  dal  mondo  letterato  si  prendono  per  altrettanti  oracoli  •  Si  tratta 
d*  uno  »  il  quale  non  avrebbe  azzardato  V  altissima  sua  riputazione 
acquistatasi  nelle  famoso  suo  opere  »  col  volerla  poi  ora  sagriBcaré 
ali  arbitrio  d*  una  fazi<mé  particolare ,  in  occasiono  del  suo  Voto ,  di 
oui  egli  venne  riohiesto  V  ansio  1 709*  Ma  non  perdiam  tempo  ;  il 
Gogliolmioi  comincia  cosi.                                                                                      ^ 

!#'  altro  progetto  da   mettersi  sul  tappeto  a  titolo  di   esperimento 
s'  appoggia  a  prineipj  medesimi  del   rimedio  reale ,  ed  è  d' inalveare 

55 


' 


434 

tata  fiumi  dal  Reno  at  Lamone-  dentro  Vahea^  det  Po  di  Primaro  :. 
Siccoine  la  riunioner  del  Reno  col  Po   grande   dal  Cuglielmiai    tanto- 
OODSÌgliata»  e  promossa,,  si  era  sempre  gìodicata  i2  vero^ principio  def 
rimedia  reale^  eomanq^ae  noa  eiegaita^  pec   contcasto-  de:  coniìnanti  ; 
cosi  egli  qui  dice  potersi  per  ▼!&  di  sperimento^  tentare>  se-  alia  fata- 
le separazione  deLPo  grande-  potesse  surrogare:  con  eqnWal'ente  effèt- 
to nn'altrai  nuota,  niuonr  di  tutt^l  finml  in^  Frimaro ,  i  (joall  fórmas-- 
iero  nn-  corpo*  dTacqjae'»  se  non  ogoafe-  al  Pò  ^  capace-  almenoi^  di  spia- 
£ere  il  Reno  al  mare  •  Il  grancTnomo»  chTegll  era ,  non^  sapeva  filoso- 
fare' altrimenti  cfie*  dietra  la  scorta.  deUranlwrsale-  indizione-  di  tut- 
t^i  fiumi  9  i  quali  se  nel  loro  pregresso   Tengono*  arricchiti  di  tmori 
aoccorsl  d^'acque  tributarie,  con*  questo»  solo^  me^zo*  si  conseryano*  le 
profondità,. il  movimento y.  e   lo  scarico*  pronto  delle  loro  piène.  So: 
questa  osservazione  il  Guglielininl  tornai  a.  ripetere-  la»  sua^  costanto: 
proposizione ,  e  soggtugne  •. 

Se-  alcuna:  delle  linee  altre-  volte  proposte'  e  riuscibilè-^^  certo  e  quet^ 
la  del  Primaro  ;  ma  nel  soTo  sistema,   che  dentro   quesi^ alveo*  con^ 
finiscano  tutti  i  fiìwd j  ed  altre*  acque  di  sopra  accennate.  Premette* 
egli  pòi  la  massima  regolatrice* di  tutto  il  suo  progetto.  Si  haperprin^ 
eipiO'  indribitato ,  die*' egli,  convalidato'  dall* esperiènza  màesira^  delle 
eose,  che  V  unione  dell!' acque*  correnti  tiene  ,,  e  fa  gli  alvei  profondi  ^, 
e  gli  rende  meno  bisognosi  di  caduti^  per  portare   le  acque  al  mere  . 
Sicché  y.  secondo  V  irrefiragabilc  principio'  del  Gaglìefmioi ,,  tutto  quel* 
]^  che- può  coocorreref  alla:  diminuzione'  del  corpo*  delle-  acqae  nel 
oorsO'  dun  fiume-  torbido,  o  perchè* esso*  sia*  disarginato,  e  spanda  le 
acque,  o-  perchè  frequentemente-  le  sue  rive-  tagliate-  siano^  da  canali  ». 
e  bocche- di  diversione ,  ed' anche  perchè  sMropedisc»  studiosamente 
il  concorso  d'  altri  fiumi  tributari ,  tutto  ciò  sarà  sempre  una  cagio— 
Ite  potentissima  del  sua  riempimento ,.  o  sia^  alzamento^  di  foado  •• 

Godeste  sono  le-  massime  deF  Guglielininl,.  o ,,  per  vere  dire,  le* 
massime  del  senso*  comune.  Vediam  ora:  le- oppostissime  pratiche  deT 
aignori  regolatori ,  giudici,  ed  offiziali<  tutti*  del  Primaro^r  deaùnatt  e 
mantenerlo  scavato,  e  profóndo,,  sicché*  non  sì  riempia^  drinterrimen-  ' 
ti,  non^  alzi  il  fondo,  e  per  conseguenza  il  pelo  dèlie  massime*  pieno 
con.  perìcolo  di  traboccamento  sopra^  i  bassissimi,-  ed:  irregolari  argini 
alla*  sinistra'  del  Polesine.  Per  conseguire  eglino  questo rìlèvaUtissiilio 
fine  fanno  tutto  al  rovescio  con  una-  cotal  loro-  novissìioia  idìrostatì- 
oa  ..  Vogliano  disacginato  il  Primaro-  alla  déstm  per  20V  e  pià^rikiglia  , 
e  cooi  ciò'  lo  impoveriscono  inoradibiltaiente  con  P'espansioni  ;:  ed  i-* 
noi  tre  per  le  prime  9..  miglia  vi  aprono  sulla»' riva  de  gran*  tagli,  e 
bocche  per  farne  copiosissime  diversioni  d*  acque ..  Moi>  coir^  isCli« 
pore  abbiamo^  osservato  nella*  visita  codeste  grandiose*  rotte  manofat- 
te ,  profonde ,  e  larghe  di  molti  piedi  »  e  che  anco  oellc  stati»  d' ac^^- 


■*  ■  -^"" — ^ 


:485 


Ibasse  del  Primaro  »  a  'gmsfflr  di  ^anSi 'Canali^'dWertivaiio  fgran 
«del  fiume  y  a  danno  ^ella  'Romagna  bassa,  del  Ravegnano,  del  Ferra- 
rese,  e  Bolognese^  Gbi  iivesse  ,per  £ne  di  riempire,  e  distruggere 
l'aWeo  di  Pritaaro ,  non  Bàjprébhe  -porre  in  opera  mezzi  |)iù  efficaci , 
con  la  rovina  -delle  })rov4ncie  vicine.  Riferiremo  gui  in  lireve  la  tra» 
gica  serie  de' -mali  ^presentì^  La  sola  inondazione -causata  da  ques^ 
tagli  9  e  dalla  ti  va  tlestra  disarginata  fra  lo  sbocco  del  cavo  Benedet- 
tino 9  e  quello  'del  Zaniolo  rsarà  in  lungliezza  «di  -poco  .meno  Ai  io« 
miglia  JBolqgnesì^  e  ^ino  ^Ua  «distanza  ^i  «6,  miglia  dal  Primaró  me- 
desimo. 

Fra  il  'Zaniòlo^  ed  il  Goreccluo  e  giunta  ^  distendersi  IVinondazìo* 
ne  alla  distanza  parimente  di  6  miglia  dal  Prìmaro- 

Dal  Zaniolo  sino  al  Santemo,  ed  al  canale  della  Vela  P  espansione 
della  riva  disargma^ta  ^è  àrri^vata  alla  distanza  -di  quasi  7.  4niglia  ^  ^ioè 
.a  Fusigoano ,  *ed  -alla  via  detta  del  -Passetto  .      , 

Dàl;^anale  della  Vela  -sino  al  -Senio  le  suddette  >espansioni  nom 
s'inoltrano  npiù  d^un  miglio,  e  mezzo,  perchè  fermate  4ono  dair'arr 
^ine  circondario  della  Badia  di  Porto^ 

Lo  svagamento  poi  del  Primaro  fuori  delle  sue  sponde  non  -ar^* 
mte  cagiona  un  altro  ]gravissimo  male  9  qual  ò  di  tenere  in  ^ollo,  e 
far  rigurgitare  tutti  i  condotti  ^egli  acoli,  e  de^  ipiccoli  torrenti  Gen- 
tonara  ,  e  'Quaderna,  ^a'^uali  rimamgono  inondati  Tastissitni  paesi^ 

Oltre  il  territorio  Bolognese  {guasto  dalle 'espansioni  del  Primaro, 
a  destra,  quello  di  Ravenna  dal  suo  ^confine  andando  ingiù  £no  allo 
abocco  del  fosso  Teccblo  immediatamente  soggiace  alle  inondazioni 
•della  riva  dnarginata  ,  ^  de'  suoi  tagli,  e  diversioni  manofatte  «  Le 
inondazioni  >di  Filo,  ^i  liongastrino,  di  Buonacquisto,  e  di  tante  al- 
tro terre  appartenenti  al  territorio  di  Ravenna ,  ^d  alla  mensa  Arci- 
vescovile ,  sono  to^tte  conseguenze  «dell'  ingiusta  <dÌ8alveazione  «a  de^ 
«tra  del  Pritù^aró*  .      - 

]  Ubi  ;vole6sé  sa  d^una  carta  ]geogralEca  t^alcolare  P  immenso  danno 
'cagionato  da  «questa  durissima  legge  di  non  arginare  a  destra  il  Po 
^di  Primaro  dal  Mprgone  fina  al  Senio ,  troverà",  che  il  paese  ^anneg- 
j;iato  e  ^i  molto  muggior  vastità  di  quello  del  Polesine  di  8.  'Gior- 
gio, .e;:di  xiguale  fertilità,  e  di  molto  maggior  felicità  :dì  scolo  per 
^rappprto  ,ajla  jx^à  alta  .sua  situaz^oii^  risnetto  al  pelo  basso  del  Primaro^ 


.^e^z^^^^L.peip.^^ll^rrniassif^  JNiente  meno;  anzi,  secondo   le 

,T^e  |nj«ym€^|clèl^G#g)iieimJn\,  le  solleyeranne  sempre  più,  fino^ja  so- 
Sjearcliinre;  que*  I^ssi  ^Tginelli,^e^  PpUsinè,  de'  quali  si^paiìerà.ip  se* 
4ffitq*  Imi^rMct^è  ^gli  è.  PiMaVcvid^nte  >  cHe  qualsisia  ispansionè  di 


4J« 

fittine  f  e  molto  j>ia  qaalaaqua  rotta  ,  e  diTertione   manofiitti  rtttfda 
iminediatainente  la  Telocità  del  f  ussegaeate  corso  del  fittine  ,  e  -però 
quivi  testtòno  maggiori  le  deposizioni  di  qaelle  materie  »  le  qaau  e- 
rane  prima  sostenate  dalle  acque  »   e   ricadono  al  fondo  9  e  ti  ùnna 
quel  riempimento  tanto  fatale  a'  fiumi ,  ohe  8olle?a  le  pien^  poi    a 
maffsiori  altezze ,  e  le  fa  traboccare  dalle  ar^natare  •  Ed  in  fiitti   la 
contessano  eziandio  i  medesimi  patrocinatori  del  Polesine ,  i  quali  ne' 
loro  scritti  affermano ,  ohe  le  piene  di  Prìmaro  ri  fanno  ogni  anno 
pio  alte  •  Questa  volta  daremo  fóde  a'  loro  detti ,  perchè   accoppiati 
▼anno  con  la  ragione.  Si,  le  piene   del  Primaro  si  faranno  aempre 
più  afte  9  ma  non  per  colpa  del  Primaro  »  ma  de*  loro   direttori  ^  i 
quali  ciecamente  lo  vogliono  dìsarginato ,  e  divertito  in  tanti  candti . 
Qnal  uomo  dì  buon  aenso ,  se  ri  trovasse  sulla  riva  di  Prìmaro  in  00- 
casioBO  di  piena ,  non  predirebbe  il  suo  vicino  riempimento  P  Impe- 
rocché quale  e  quanta  si  vede  quivi   la  tardità  del  movimento   4$11^ 
acque  torbide  nella  piena  •  Quanto  interrimento  dee  farsi  ogni  volta 
nel  suo  fondo  ;  laddove ,  se  corressero  incassate  fra  stabili  arginiture 
dalP  una  e  dair  altra  riva  »  si  ripiglierebbe  la  velocità   quivi   perduta 
ira  tant'  espanrioni  »  e  dove  si  scaverebbe  sempre  più  il  fondo  »  devo 
se  Io  manterrebbe  costantemente  nella  dovnta  sua  profondità ,  corno 
dimostreremo  essere  avvenuto  nel  restante  alveo  di  Primaro ,  dove  il 
fiume ,  quantunque  impoverito  di  tante  acque   superiormente  »  puro, 
correndo  ivi  unito  fra  rive  più  alte ,  ri   è  scsvato  il  suo  fondo  dove 
due  piedi ,  e  dove  tre  • 

Rtpiglieranno  i  patrocinatori  del  Polesine ,  che  ben   conoscono  U 
conseenenza  dell*  interrimento  del  Prìmaro  »  dove  cammina  disargina* 
to  a  aefftra  •  Ma  giusto  per  questa  stessi  ragione  con  tanto  calore  in* 
ristono  I  che  dal  Primaro  si  escludano  tutte   le  acque  torbide ,  e  si 
ammettano  le  sole  chiare  $  0  almeno  chiarificate,  delle  quali  non  p^ò 
temersi  un  tal  pregiudizio.  ÀI  che  rispondiamo  assai  ingenuamente  , 
che  a  Voler  privilegiare  il  Primaro  in  questa  stranissima  prerogadva 
di  non  ammettere  nel  suo  alveo ,  che  le  sole  acqne  clnarìncate,  con* 
verrebbe  seriamente  pensare  a  qualche  lambicco  universale  «  dal  qoi^ 
le  jtoi  venissero  ben  purgate  le  acque  tutte  in  Primaro.  Nesapreb- 
besi  altrimenti  ridurre   ad  effetto  un  tal  progetto,   che  nell'atroce 
maniera ,  che  già  si  pratica  sul  Bolognese  ,  doè  rinserrando  in  ni» 
trettaifti  Isghi  ciascun  fiume ,  che  decorra  per  il  Bolognese  ,  per  U 
Ferrarese  ,  per  V  Argentano  ,  per  il  Ha vegnano ,  per  la  Romagiui  bn* 
•a  ,  e  cambiando  tutte  queste  provincie  in  nnove  Bidnie ,  non  si  par» 
mettesse  poi ,  che  le  loro  acque  entrassero  nel  Primaro ,  se  lum  do» 
pò  molti  giorni  della  piena ,  e  del  loro  sedimento  •  Or  dii  ha  mai 
sognato   pazrie  ootaoto  ridicole  ?  E  pure   qaal  altro  ^ediento  pu^ 
immaginarsi  per  soddisfi^e  al  genio  di  ^«Utf  i  ^pudi  fwocobboro  fAi» 


Ah 

il  foado  di  Prìmaro  i  come  cosa  sacra ,  non  potesse  profanarsi  dal  pie 
fangoso  de'  torrenti,  perchè  ùon  seguane  T interrimento  »  che  si  mi- 
naccia dal  suo  disalveamento  ?  Parliami  chiaro  finalmente  •  Tutti  i 
torreòti  per  necessità  di  natura  discendono  dall' alto  al  basso  ne' fitta- 
mi,  e  tutti  vi  portano  le  loro  materie .  A  far  si ,  che  queste  mate- 
rie non  riempiano  ìL fondo  del  recipiente ,  non  s'è  trovata  finora  al 
mondo  altra  invenzione  9  altro  progetto ,  che  quello  di  mantenere  u- 
nito  tntto  il  corpo  d'  acque  torbide  degl'  influenti  fra  le  rive  9  e  le 
ene  arginature  9  ed  inoltre  di  accrescere  quel  pia  che  si  può,  il  cor- 
po d'acque  con  la  derivazione  d'altri  influenti.  Con  quest'arte  si 
mantiene  sempre  viva,  e  si  accresce  la  velocità,  e  per  conseguenza 
la  forza  delle  acque  correnti  nel  trasporto  delle  materie  }  ed  a  que- 
at'  arte  sola  ricorre  il  Guglielmini ,  ote  va  proseguendo  la  esposizio* 
ne  del  suo  piano  con  queste  parole  • 

Primieramente  dwrdfbe  rimettersi  il  Lamone  nel  Po  di  Primato 
per  la  stessa  via  del  secolo  scorso  >  e  dopo  introdotto  ^  osservare  se  U 
fondo  si  abbassasse,  e  quanto,  e  similmemte  si  diminuisse  la  mag^ 
gior  altezza  deW acqua.  Tutto  ciò  dovrebbe  succedere  in  vigore  del* 
tf  accennato  principio ,  e  con  la  norma  delle  osservazioni  fatte  nel 
tempo ,  che  il  Lamone  fu  divertito  dal  Po  •  Due  effetti  tra  loro  coo-^ 
nessi  rileva  qui  il  Guglielmini  dover  succedere  per  la  nuova  immis- 
sione del  Lamone  in  virtù  di  queir  indubitato ,  ed  universale  princi- 
pio ,  eh'  egli  aveva  premesso  •  Abbassamento  di  fondo ,  e  minore  al* 
tezza  delle  piene  in  Primaro  •  Del  primo  effetto  n'  è  conseguenza  il 
secondo  •  81  paragoni  adunque ,  die'  egli ,  la  profondità  del  fondo  di 
Prìmaro  prima  dell'  immissione  del  Lamone  con  quella  del  medesi- 
mo alveo  accresciuto  da  questo  nuovo  influente*,  e  si  deciderà  il 
quanto  siasi  abbassato ,  e  quanto  scemar  debbano  d' altezza  le  nuove 

Jiene  del  Primaro  •  Imperocché  il  fondo  de'  fiumi  non  dee  dirsi  sta- 
ilito,  se  non  dopo  l'unione  di  tntt^i  suoi  influenti ^   che  ne  atabi- 
Csoono  il  Corpo. 

Queste  sono  le  vere  massime  del  Gugtielnuni ,  e  di  tutti  gì'  Idro- 
statici 9  che  ragionano  su'  fiitti  della  natura ,  non  an'  pregiudìzi .  o 
dei  partito,  o  delP  educazione /Si,  egli  ò  verissimo,  che  introdotto 
il  Lamone ,  fiume  d'una  grandissima  portata  d'ac^ae ,  e  forse  il  mag- 
giore dopo  il  Reno ,  egli  è  verissimo  »  che  le  piene  di  Primaro  sa- 
imnno  di  minore  altezza.  Crescerà  il  corpo  d'acane,  e  ai  abbasae- 
ranoc  le  piene .  In  fatti  la  buona  fortuna  ce  ne  ha  nato  un  Qnovo  spe- 
rimento in  questa  visita .  Il  Lamone  sin  dall'  anno  passato  poco  sonni 
3.  Alberto  aveva  fatu  nna  di  quelle  tante  rotte ,  die  tfnol  fare  ire- 
^entemente  ;  onde  il  fiume  avea  ripigliato  V  antico ,  a  Brevi|Mimo 
•anale  9  dal  quale  entra  in  Primaro ,  e  vi  era  ito  per  nndiei  interi 
■Mi  I  priflui  Che  <A  dundcMo  nltìmanente  Ifi  vetta  •  IH»  il  iìébdi 


4^8 

fermati  per  molte  ^re  a  S.  Alberto  a  contiderartia  lo  ^sbocco  »  «  Fath 
•damento  del  vecohio  suo  cavo  •  CU  abitatori  del  luogo  ^ci  assicurava- 
so  9  che  il  LamoDc  è  .torbidissimo  » -guanto  Jverun  altro  torrente  della 
Romagna,  o  del  Bolognese.  l*7on  j>ertanto  il  fondo  di  Primaro  dopo 
V  immissione  del  Xamone  -non  <:he  iutertirsi^  ^'  è  trovato  K^ogli  speri- 
menti, che  riferiremo^  scavato  di  ^ue,  ^d  anche  di  ire , piedi  più 
di  quello ,  che  fu  .trovato  nella  visita  Conti .  Tanto  è  -saldo  il  prin- 
cipio del  Cuglielmini,  .onde  egli  s^^ra  jnosso  a  j[»rogettarne  la  Jiaova 
immissione .  ' 

Che  oppostissime  siano  le  ^massime  ^^è*  contradittorl  4id  «approTare 
la  riunione  derLamone  .col  Primaro  »  si  può  far   palese  «con  :un   solo 
esempio .  Trattavasi  in  questi  anni  se  ^U  ^ooli  di  .Zena ,  e  di  ìFiumi- 
cello  dalle  pianure  -di  .Dugliolo  ^  e  -delle  "Brugiate  potessero  incammi* 
narsi  per  ,una  'botte  ^otto  i'  Idice  nel  Primaro .  Xa  proposizione  rcra 
delle  jpiù  semplici^  ed  «sitate  in  Antimi  ^aesì^,  4oveai  vuole jflar  j)as« 
ao  alle  ac^uè  ;piovane ,  anclie  a  traverso  /de*  £uml.^  i  «quali  ^Violta 
ne  chiudono  la  via  •  Ma  che?  Quanti  ai  sollevarono   tosto  contro  au 
tale  innocentissimo  partito!  Con  quante  scritture  fu   combattuto!  Si 
esagerò,  che  ne   verrebbe  pregiudicato   il  Primaro   con  la  giunta  di 
queste  nuove  acque,  e  con  la  loro  torbidezza  1  E  pnre  trattatasi  di 
condurre  in  Primaro  un  semplice  ^colo  d'jicque  chiare  «Che  sarebbe 

Soi  avvenuto  ,  se  prima  della  rotta  del  Lamone  .si  fosse  a  .qué^  me-* 
esifni  proposto  il  pensieri)  d'intr/idurvelo  «poataceaniente  .almeno 
pfer  un  almo  «ole  per  iarne  Jo  f perimento?  .Quanti  ricorsi  atrebbero 
assediata  questa  .Sagra  Conne^àzione  /delle  acque  ?  Con  quante  .grida 
ai  sarebbe  rappresentato  1  interrimento  del  Primaro  ^  V  alzamento 
delle  piene ,  il  pericolo  del  Polesine?  Ma  il  .Lamone  prevenendo  tan- 
ti clamori ,  .e  aenz'  aspettare  il  consenso  ^el  ^uo  tribunale ,  'C  quello 
del  Polesine ,  la  mostrato  .col  fatto  quanto  vane  'siano  certe  ^opinioai^ 
le  quali  gassano  in^tradizloue  ne'  po|toli^  ^la*  quali  Me  wìKj  né  Terso 
può  ritrovarsi  per  isradicafle  - 

;Ànjsi ,  ;giacchè  il  discorso  /cì  lia  portati  -a  -questo  ^asso  ^  tiol  per 
compassione  e. ili  Ravenna^  e  della  Romagna  siamo  in  debito  di  con- 
iigliare  la  .Sagra  Congregazione  delle  acque  a  voler  -oorreggere^  il  pas- 
sato errore^  wcd  a  rimettere  {>er  sempre  il  Xiamofùe  nel  ^suo  antico  al- 
veo di  Primaro  «  ImperoQohò  la  restituzione  4lel  Lamone  al  Primaro  » 
oltre  V  abil^a^lo  ad  un  maggiore  soavamopto^  iibererebbe  daÙe  ^antb 
rotte,  ^  inondazioni  quelle  .due. infelici  provinole^  La  ngvpfiè  ai 
tocca  con  mano;  "per  divertire  il  L^amone  ^alla  sua  via  brevissima  del 
Primaro,  e  condurlo  solitario  al  mare^  ^egli  «dovette  atlku^Vi^  per 
molte  midia  il  corso.  'CpdejSto  prolungamento  di  linea  al  èuo,acaricp 
in  mare  tu  cagióne,  che  mancasse  4i -caduta,  e  iibe  11  fiume  Ifosae 
coatretto^a.faratlajaujperiorm^ate  con  od  mpstcuoso  al«am,eato/ai  foudo 


439' 

«vpra  il  Hrallb  délli^  campagne*  adiacentr  ^  Qbindi  non  correDdb  pia 
iDoassatO' sotterra  9.  come  per  T  avanti  >  ma  sostenuto-  dalla  sole  ar-- 
ginatare  r  appena  può-  spiegarsi  con^  c^uante^  rotte  inondi  le  belle 
^^ampsaffe:  di  quelle  provincie,  e  le-  diserti  •-  Gottignola^  ìL  sa  y  ed  il 
sanno  tante  altre  terre^perle  quali?  decorre.  0>  se  al  Lamone  si  a- 
prissé'  di  nuovo  la-  via'  cortissinia^  allo-  sbocco  Jn-  PrimarOr  che  tenne 
tattili  V  anno  passato>.  sr  Spianerebbe  il  suo*  fbndo^  nelle*  partr  supe- 
riori^ più  lontane^»  e  darebbesr  la^  pace  a  tanti  paesi  »^  Possibile  y  che 
ad  mif  errore- commesso  da'  Feriti  di  quel>  tempo-  non  siavi-  piùr  luo-^- 
ga  a^  correzioni  ?r  Possibile  y  che-  lo-  stesso  inganno^  sposato^  per  massi- 
ma^ dii-'  posteriori-  diventi  una»  legger  indeclinabile  P  Ma  ritorniamo  ài 
GugQelmini  9'  il  quale  prosieguo  il  suo»  celebro  voto  cosiv 

Osservatty  il   buono-  effetto^  si  dovrebbe  procedere  all'  inalveaxioner 
degli  altri'  fiumi  a  parte-  o" parte' y  cioè  prima:  deV  Sènio' y  poscia  del 
Santerno  j    ed  acque*  intermedie^  Baon^  pernol,  che- si  e  già  fatto 

Sili  per  necessità^  quel  che-  non*  sarebbesi  mai  ottenuto*  dàlla^  pregiu* 
icatat  opinione  •  I  due*  fiumi  sboccano^  ora-  nel  Primaro*  con^  tanta  fe^ 
licita  y  che  ir  suo  alveo  si  vede-  qui  e-  grandbme^e  dilatata^,  e  prò* 
frndamente  scavato*.  Consiglia  poi  2^  inalveazione^  de*  fiumi  di  Mar^- 
morta  >  ed  in- fine  di  S'avena,- e  di  Reno\  E  qui  comiDciano*  i  guaì , 
e  le  con  tradizioni.  I  fiumi  di  Marmorta  sono  ridice  9  la  Savena ,  la 
Quaderna^,  là^  Gentonara^r  il  Sillaro >  ed*  altri^  minori».  Quante  all'  I- 
dice  9  lo  vogliono'  ora-  ricondotto*  ìtt  Marmorta-,.  di$  dove  pochi  anni 
fono-  fu*  divertito^  nel  PrimarO'  per  il  cavo  Benedettino  •  E^  perchè  P 
Perchè*  oon^  le*  sue^  torbide  »  dicono'  essi'r  riempirà  tutto  1'  alveo  di 
Frimaro'-  QneìUo  è-  il  fantoccio- fallacissimoy  che  si  sono  eglino  messi 
in*  capo*.  Il  suo  efiettOy.  dicono^  essere-  il  riempimento y  che  il  Gtìgliel- 
mini  dice-  essere  lo^  scavamento  ;  e*  che  V  Idice*  abbia-  già  operato  que- 
•tO'  efietto  im  quella  parte  y  ove  il  PrìmarO'  decorre  incassato?  colle  sue 
aDque>  le  dimostreremo  quv  appresso  •-  Intanto  può^  vaFere  qui  la  mas- 
simat  certa*  del'  Gùglielmini ,  che  a  fare-  lo-  scavamento*  del  fondo  ,. 
molto*  più  di  forza*  con&risce  P  accrescimento^  d^un  piò  gran  cor{>0' 
unito  d^  acque  y  di  quelle  che  pregiudicar  possane  le  parti  terree 
framisohiate  coli'  Idice  •- 

E  pure  non*  terminano  mai  di  assordare  Te*  orecchre  di  tutti  con  le 
SDKte  voci ,  che  si  ritorni  V  Jdice  in  Marmorta  »  altrimenti  V  Idice 
interrirà  il^  Primaro.  Al  che  rispondiamcr,  che  interrirà*  il  Primaro» 
dove  si  vuole  disalveato  y  disarginatov  e  diviso-  in  tante  diramazioni . 
Interviirà!  il  Primaro  y  dove-  con^  tante  espansioni  perde  la  sua-  veloci- 
tà. Intt^rrirài  il  Primaro,*  perchè  si  vorrà  ».  che  interri  , e  non»  per 
colpa  dell'  Idice  ,  ma>  per'  colpa  di  chi  a  si  dunt  legge  lo  he  assogget- 
tato. Del  reste  a  chi  mal  verrebbe  ìe  mente  di  ricondurre  P  Idice 
in  Marmorta  9  se  non  cou  una  prevarioazionemanifestad''ogm  buona 


44o 

maNinia  Mfieènenfe  il  rególtmenfd  de*  fiami ,  e  de'  torrenti?  Ha 
torrente  non  pnò  inalyearti  in  uni  la^na  già  tanto  alzata  di  fondo  » 
senza  cbé  s' interrisca  il  suo  %bocco  »  e  oontinnamente  se  lo  vada  ai- 
sando.  Codesto  oontinao  alsamento  dello  sbocco  trae  in  consegnen* 
sa  l'alzamento  continuato  per  molte  miglia  deLfondo  del  torrente, 
cosCretto  poi  a  decorrere  in  aria»  sostenuto  dalle  semplici  arginato-* 
re ,  le  quali  tra  per  corrosioni  »  e  per  percona  delle  piene  si  aprono 
in  molte  parti  »  ed  inondano  le  campagne  •  Queste  erano  le  fa- 
neste  conseguenze  sperimentate  per  il  corso  di  un  secolo  da*  popoli 
infelici  della  Molinella  »  e  di  que'  contomi ,  quando  F  Idice  sboccaTa 
in  Marmorta  •  Ma  obi  oswebbd  di  rinnoyarle  per  servire  ad  na.  toU 
garissimo  errore?  / 

Per  ciò  che  s'  attiene  agli  altri  fiumi  »  che  tuttavia  vanno  a  con- 
dursi in  Marmorta  »  il  GugUelmini  vuole  ,  che  tutti  tutti  siano  inal- 
veati nel  Primaro  ,  affine  di  accrescervi  quel  più  che  si  può ,  il  mag** 
l^or  corpo  d*  acque  unite  »  giusta  la  nota  sua  massima .  Gli  opposito* 
ri  vogliono  condannati  tutti  que*  fiumi  in  Marmorta  con  perpetuo 
bando  dal  Primaro ,  e  guai  che  se  ne  parli  altrimenti  ;  perchè  subito 
s*  armano  9  non  con  altre  ragioni  idrostatiche  9  che  con  quelle  prese 
da*  soliti  terrori  delle  valli  di  Gomacchio  perdute,  del  Poletine  inon- 
dato •  Il  Gaglielmini  conchiude  finalmente  cosi  • 

E  se  ripetendo  ad  ogni  nuova  inalveazione  le  osservazioni  suddet^ 
te  f  V  esperimento  fosse  sempre  favorevole  a  quelle  ,  che  restassero  da 
farsi  ;  sicché  ^  o  il  piano  di  campagna  con  V  aiuto  d*  argini  di  mo^ 
derata  altezza  si  mostrasse  atto  a  patire ,  e  mantenere  le  inalveaziqm 
ni  tutte  j  ed  a  lasciar  fondi  di  fiume  ,  che  potessero  con  V  aiuto  del^ 
le  chiaviche  ricevere  quelle  delle  i?alli  ,  e  degli  .scoli  ^  si  potrebbero 
poi  condurre  questi  a*  termini  piìi  propri ,  ed  adattati  al,  benefizio  de* 
territori.  E  ciò  accadendo  si  sarebbe  fatto  un  rimedio  reale,  e  correi^ 
io  in  qualche  parte  V  errore  commesso  in  separare  le  acque  de*  no^ 
stri  fiumi  da  quelle  del  Po  • 

Ed  ecco  9  che  le  conseguenze  prevedute  dal  Gu^lielmini  sono  sta- 
te veridiche .  Lo  sperimento  delle  nuove  inalveazioni  del  Senio ,  e 
del  Santerno ,  dell'  Idìoe  ,  e  del  Reno  in  Primaro  è  già  stato  favore^ 
vole  a  quelle  j  che  restano  da  farsi  del  Lamone  ,  del  Pillare  9  della 
Gentonara ,  della  ,  Quaderna  «  Il  Primaro  s*  è  scavato  di  fondo ,  s*  è 
dilatato  nelle  sezioni  ,  s*  è  reso  viepiù  capace  dell'  unione  di  tutti 
questi  fiumi  •  Il  piano  della  campagna  con  1*  aiuto  d*  argini  di  mode" 
rata  altezza  si  mostra  già  atto  a  mantenere  le  ittalveazioni  tutte. 
Basta  che  la  deatra  riva  del  Primaro  munita  sia  d*  un  argine  conti- 
nuato parimente  di  moderata  altezza .  Gli  scoli  tutti  vanno  felice- 
mente a  decorrere  in  Primaro  »  come  dimostreremo  nellaf  tersa  parte, 
con  il  profilo  di  tutte  le  pendenze  rìcaYAte  dalle  liyellazioni  della 


44t 

visita  Conti  •  In  somma  V  esito  di  qaell?  esperimenfo  ,  cbe  desideraya 
il  Gnglielmioi ,  già  s^  è  oonsegaito .  Non  altro  rimane  ae  son  ch«  ai 
riduea  alla  sua  perfezione.  Imperocché  il  Beno  entra  beniaaimo  ora 
in  Prìmaro  al  Morgone ,  come  voleva  il  OngUelmini  :  ma  non  ha  mài 
detto  il  Goglielmini,  cbe  si  allagassero  prima  tutte  le  campagne  Fer- 
raresi 9  Argentane ,  Ravegnane ,  perchè  non  entrasse  torbido  in  Pri- 
maro  •  Nuova  maniera  di  preservare  dair  interrimento  il  fondo  do' 
fiumi  •  Il  paralello  è  finito  •  Quali  siano  le  massime  del  Guglielmini , 
tutti  le  intendono.  Quali  «iaao  quelle  degli  oppositori,  non  saprem- 
mo indovinarlo  «  * 

Per  quanto  concerne  a  quest'artìcolo,  non  altro  rimane  »  se  non 
che  da  noi  si  soddisfaccia  ad  una  firivola  ai ,  ma  popolare  oppostrio- 
ne  da  noi  udita  più  volte  farsi  non  da*  Professori ,  ma  da  quelli  ohe 
possiedono  grande  autorità  nel  loro  partito  •  È  tanto  ci  può  bastare 
per  fame  gran  caso;  perchè  alla  perfine  tutto  ricade  nello  stesso  o 
sia  che  V  esito  delF  affare  dipenda  dallo  «cioglimento  di  solide  diffi- 
coltà ,  od  anche  di  fiacchi  rilievi  ;  giacché  in  tutti  gli  affiiri  non  la 
cose ,  ma  le  apparenze  delle  cose ,  son  poi  quelle  ,  che  ci  fanno  la 
guerra  «  Dicono  adunque  certuni,  che  quelle  famose  regole  idro- 
statiche proposte  poco  fa  dal  Gnglielmini  ,  ed  accettate  per  verissi- 
me da  tutti  gli  Scrittori  non  hanno  luogo  ne^  fiunu  temporanei ,  o 
ne'  torrente  com'  è  il  Primaro .  Che  ne'  fiumi  perenni ,  e  costanti  ^t 
è  certissimo,  che  il  concorso  di  più  influenti  nel  loro  alveo  accelera 
grandemente  la  velocità  delle  acque  in  tutte  le  parti,  e  ciò  con  pen» 
densa  molto  minore ,  accresce  forza  al  fiume  per  isca varai ,  diminui- 
sce P  altezza  delle  piene  •  Ma  nel  Primaro  attesa  V  incostanza  sua  , 
non  possono  operarsi  questi  buoni  cfiettì  dell'  unione  di  quelle  ao-* 
que  ,  delle  quali  abbiamo  parlato  • 

Ma  primieramente  chi  ha  detto  a  questi ,  che  le  medesime  regole 
idrostatiche  non  convengono  a'  torrenti  ?  Se  ancor  qui  militano  le 
medésime  cagioni ,  perchè  non  avranno  luogo  gli  stessissimi  effetti  ? 
Si ,  anche  ne  torrenti  il  maggior  corpo  d' acqua  si  adatta  una  caduta 
minore  ;  anche  ne'  torrenti  il  concorso  di  più  influenti  ne  accresce  là 
velocità,  e  la  profondità ,  e  più  spianate  rende  le  piene;  ciò  che  veg- 
giamo  tutto  di  nel  corso  de'  torrenti.  Che  poi  il  letto  «rimanga  a- 
scintto ,  codesto  fatto  non  indebolisce  la  forza  viva  delle  cause  ope« 
ranti  in  tempo  di  piena. 

Inoltre  chi  ha  detto  loro,  che  il  Prìmaro  sia  un  torrente,  il  quale 
rimanga  asciutto  la  maggior  parte  dell'  anno  ?  Noi  per  appurare  an* 
cor  questo  fatto  fermateci  per  più  ore  a  S.  Alberto  alle  rive  del  Pri- 
maro per  riconoscere  il  vecchio  corso  del  Lamone,  abbiamo  quivi 
interrogato  di  ciò  i  nocchieri ,  i  quali  tutto  1'  anno  navigano  su  que- 
sto  fiume,  e   concordemente  ci   hanno  attestato,  che  il  Prìmaro  è 

.    56 


44« 

tMipfd  ntTigftbile  dnieiio  da  btrofae  miocri  ttKt^  I'  aiin#  e  per  ì» 
•eiegKmento  dello  nevi  in  prìntavefa  »  e  per'  le  piogge  d' antanao ,  m 
deir  inverno^  »  o  per  i  freqaenti  scoppi  de',  temporali  nella  siate  „  la  piur- 
ti  o  TÌoine  al  fiume  »  o  assai  rimote  ».  anche  d'  uo  qualche  oenttnaio 
di  imglia  •  Anan,  ohre  i  noti  influenti  di  Reno  ,  di  Savena ,  Idice  » 
SanternOy  NaTÌgUo  di  Bologna»  e  canale  de'  molini  della  Bastia  ee.» 
f  aanti  altri  copiosissimi  scoli  della  Romagna  Bassa  ^  del  Ravegnano  »  dei 
Bolognese  »  del  Ferrarese  entrano  in  Prìmaro  in  ogni  giorno  deir  sa-* 
no?  Che  se  nelle  grandi»  e  straordinarie  siccità  della  «tate  il  Pti^ 
maro  si  vede  decorrere  con  penuria  d' acque ,  questa  accidente  è  co- 
mune a*  finmi  ancor,  maggiori  »  E  quante  voUe^  è  accadute^'  che  U  Po 
della  Lombardia  per  qualche  siccità  non  fosse  naTÌgahile  da  barche 
di  grosso  carica P  II  fiume  Ticino  si  riduce  nella  state  assai  volte»  e 
nel  .più  cruda  gela  dell'  inverno  ancor  a  tanta  magrezza  »   che  per 

Jnalche  settimana  s'intermette  la  solita  navigazione»  ed  il  trasporlo 
elle  merci  •  Lo  stesso  potremmo  affermare  .di  tant'  altri  finmi  pe- 
renni da  noi  veduti .  Ecco  chiusa  V  ultima  debolissima  ritirata  dfgli 
oppositori  »  che  il  Prìmaro  Mn  sia  fiume  stabile  »  e  perenne ,  in  cai 
non  abbiano  luoga  le  regole  idrostatiche  del  6«iglielmin] .  Sebbene 
non  ^  maraviglia  eh'  eglino  inciampino  in  simili  assurdi .  Troppo  ad 
essi  riesce  odioso  il  Piimaro  »  Lo  vorrebbero  scariare  dal  ruolo  de* 
fiumi  perenni»  e  disalvearlo  »  e  distruggerlo  »  e  cancellarne  perfino  il 
nome  »  e  la  memoria  »  che  nel  suo  alveo  per  tanti  secoli  si|b  QorM  ii 
Xo  grande^  Passiam'  osa  all'  eaaoM  d'  altae  ecceaioni. 


\ 


^^ 


^4> 

ARTICOLO    TE  R  Z  0. 

Se  a  Po  di  Prìmaro  siasi  interrito  dalie  torbide  delf  Mdiee 

dof9  la  visita  Coutil 

SOMMÀRIO. 

t 

Cai  pàragène  delle  sesaoni  delia  visita  Conti  del  i^éu  H  dimo» 
stra ,  che  il  Prìmaro  dopo  V  unione  delC  Idice  con  gli  <iUri  infiuenti 
^  si  è  scavato  TÈOtàbilmente  il  suo  fondo  fin  dove  corre  incassato  fra  ri- 
PC  alte  j  ed  arginate  ;  e  dove  corro  disarginatOy  ed  unche  disalvea^ 
io  ^  si  dimostra ,  che  un  qtsalóhe  piccolo  interrimento  dee  ascriver* 
si  non  alla  torbidezza  dell'  Idice ,  ma  aile  false  massime  de'  suoi~re^ 
golatorì.  Contrari  effetti  dell*  unione  ,  e  disunione  delle  acque  sor^ 
Tenti.  Tavola  degli  scandagli  delia  préf ondila  di  P rimaro  da  Ar-- 
genta  fino  ed  Morgone  •  Sperimento  delta  torbidezza  dell*  Idice  •  Me" 
golamento  erròneo  de'  direttori  dèi  Po  di  P rimaro.  Alla  rotta  di  . 
Menoj  e   non  aU*  Idice  dee  ascriversi   V  interrimento   d'  una  parte 

del  cavo  Benedettino'. 

JLie  dieerie  ootÀntiqiie  false  y  ina  artificioaaiMnte  dUieimnate ,  '  to* 
if o  pare  una  gran*  colà  per  itftoAidare  gli  'affari  •  Gton  qnesta  mao*  « 
china  n  è  tenuta  sospesa  per  oentecinijuant'  anni  qualunque  delibe- 
fazione  di  Reno;  tuttavia  di  qaest'  arte  se  ne  fa  ia  oggi  un  reo  u« 
so.  Quante  cose  si  narravano  iu  Roma  prima  della  vìsita  per  darci 
ad  intendere  ,  ohe  T  Idice  colle  sue  torbide  aveva  riempito  il  Prima* 
>o  j  che  il  suo  alzamento  di  fondo  avea  tolta  la  caduta  in  Primaso  a 
tinti' scoli  della  Romagna  bassa,  del  Raregnano,  del  Bologo^se^  ohe 
altro  scampo  non  rimaneva ,  che  rifo^ieì4o  dal  Prìmaro  ,  ed  esiliar* 
lo  là  in  Marmorta  a  colmare  il  restante  di  quella  laguna  i  e  cose 
•imìli  • 

A  chiarirci  9eHa  verità  di  queste  dicerie  giunti  aile  Mandriele  in 
▼ioinanza  di  Ravenna  ci  cadde  in  pensiero  di  venire  alle  prove  d'  un 
tanto  decantata  riempimento  di  Primare ,  e  di  paragonare  le  sue  se- 
noni  presenti  »  e  le  sue  profondità  con  quelle  della  visita  Conti  nel 
1761.  Per  buona  sorte  di  queste,  ed  altre  aimili  osseì'vazioni  erane 
nel|a  nostra  comitiva  il  celebre  signor  dottor  Mariscottl ,  il  quale  in- 
^tervenne  alla  visita  Conti  qual  matematico  di  Bologna ,  ed  il  signor 
perito  Forecchio»  il  quale  con  tanta  «lode  erasi  già  adoperato  nelle 
più  esatte  sp^iìenze  delle  sezioni  di  Primaro  •  Questo  ci  si  proferì  im- 
^mediatamente  a  rinnovarle  alla  nostra  presenza  con  quelle  medesime 
operazioni ,  e  circostanze  di  livellazioni  ,  di  caposaMi  »  e  di  soaur 
digli ,  le  quali   si  erano  da  loro  praticate  nella  pulita  viait*  oca 


444 

ftpproTazione  di  tiitt*  i  Periti  dello  tre  proTtneift  »  Cosi  il  risaltato  di 
qaeste  tperiense  sarebbe  idoneo  a  poter  decidere  ,  se  1*  Idice  avesse 
alzato  il  fondo  di  Prìmaro»  o  più  verameote»  secondo  i  prinoipj  del 
Gagliobniai»  se  la  sua  unione  con  gli  altri  finmi  lo  avesse  abbassato  • 

Si  Tenne  adunque  da  tutti  alla  prima  sezione  della  obiavica  Leo« 
sarda  distante  un  miglio  »  e  pertiche  196»  dalla  fooe  di  Prìmaro  in 
mare ,.  Quivi  scandagliata  tntta  la  segone  nella  maniera  già  tenuta 
nella  visita  del  1761  »  e  regolata  la  liveilassione  de*  medesimi  capo- 
saldi  secondo  V  usata  prataoa  »  e  fattone  da  tuti^  i  Professori  il  calco- 
lo, risaltò  concordemente  in  queste  seaione  una  scavamenta  di  piedi 
i«  I.  6«  sopra  la  profondità  della  medesima  nella  visita  Conti  • 

Inaspettato  giunse  un  tal  effetto  a  certuni ,.  i  quali  avevano  prono- 
sticato prima  >  che  appunto  presso  la  fooe  in  quest^  ultimo  tratto  a- 
vremmo  trovato  un  maggiore  alxamento  di  fondo  »  a  cagione  delle 
materie  deli^  Idice  ^  cbe  ivi  «^  ammassavano  in  oo{Ma  »  più  che  in  o- 
gni  altra  parte  »  per  la  pochissima  »  come  dicevano  9  ed  ansi  nessuna 
pendenza  di  fondo ,  e  per  la  molto  maggiore  ampiecza  del  canale  • 
Passammo  alla  seconda  sezione  della  chiavica  di  Bedone  distante  dal- 
la  prima  un  miglio»  e  perti(die  laa»  e  distante  dal  mare  a*  miglia, 
e  pertiche  Sao.  Rifatte  -accuratamente  tutte  le'  consuete  operazioni 
nsiiltò  uno  soavamento  molto  nuggiore  di  qwsi  due  piedi ,  cioè  di 
piedi  I*  ZI»  34  L* esito  di  questo  seoondo  sperimento  cominciÒL  a  n<m 
andar  tr^po  a  versoi  a  certuni  i  qoidi  poco  prima  avevano  esagerati 
gì*  interrimenti  dell'  Idice ,.  e  non  ne  dissimularono  la  sorpresa  »  Pure  si 
tirò  innanzi  con  qualche  proimbilità  d^  interrimento  nella  seguente 
sezione ,.  ove  il  torbidissimo  Senio  sboccato  in  Primaro  pochi  giorni 
prima»  poteva  avervi  lasciato  »  nel  calar  della  sua  piena  »  que*^  banchi 
di  rena  »  i  quali  sogliono  vedersi  agli  sbocchi  de*  torrenti  ^  quando 
Bon  siano  tosto  trasportati  da  qualcne  sopravvegnente  piena  del  fiu.- 

e  Drìncipale  » 

Aaunque  arrivammo  alla  terza  sezione  della  chiavica  dinanzi  al 
magazzino  de*  padri  di  Porto  ira  il  Senio»  e  il  fosso  ttecehio*  L'  in- 
tervallo di  questa  sezione  daUa  precedente  era  di  miglia  &  »  e  perti- 
che Sfta  »  e  dal  mare  miglia  a  »  e  pertiche  ao$»  Rifatti  accuratamen- 
te gli  sperimenti  »  ritrovammo  uno  strano  samàmento  di  piedi  3«  8. 
&»  Ognnno  può  %nvarsi  con  quanta  sottieliezza  di  critica  si  fiicesse- 
ra  gli  scandagli  ^  si  rise— tirassero  le  livalazioni ,:  si  esaminassero  i 
eatedi  ^  mefttro  i  fatti  contraddicevano  alle  persuasioni  >  che  alcuni 
avevano  sqbo  portate  alta  vìsita  «.  Ne  quest*  ^Ebtto  poteva   ascriversi 

ani  a  quel  tardissinso  movimento  da  noi  osservato  del  flusso,  e  ri- 
osso ,.  a  cui  soggiace  qaest*  ultimo  tronco»  Altra  ben  più  possen- 
te cagione  si  ncliiede  ad  cerare  un  tanto  scavamento ,  e  noi  fra 
poco  la  scopriremo  ^  oto  si  parlerà  delle  due  cadenti  del  tondo  dì 


445 

Primaro  >  e  molto  più  del    pelo   alto  delle  sue^pien»  verso   ta  ftrce. 

Almeno  poteva  dubitarsi  di  an  qualche  princìpio  d^  iaterrìmeuta  ^ 
o  di  minore  scavamento  da  qui  in  avanti  »  dove  comincia  il  disargi- 
namento  del  Primaro,  &  le  solite  espansioni  vanno  crescenda^  quaa*-^ 
to  più  basse  si  vanno  £icéndo  le  sne  rive»  procedendo  alPinsu*  Im«^ 
perocché  scemandosi  quivi  la  velocità ,  e  la  quantità  delle  aisque  ^  il 
favore  >  cioè  la  fòrza  delle  piene  comincia  ad  essere  meno  propizia 
allo  scavamento  •  Ciò  che  è  appunto  il  gran  disordine  del  Primaro  » 
Gì  portammo  adunque  tatti  alla  quarta  sezione  deUa  chiavica  d^  U* 
mana ,  pochissima  distante  dalla  terza  »  cioè  sole  pertiche  ^77.  Qui*- 
vi  rifatte  le  consaete  operazioni  »  si  trovè^  una  sawamenta  minore  di 
prima»  eioè  di  piedi  i.^  o«.  io» 

U  giorno  seguente  si  navigò»  alla  quinta  sezione  al  di  sopra  del  ca«^ 
naie  della  Vela  pertiche  la  »  e  distante  3-  miglia  dalla  quarta  sego- 
ne »  e  quasi  X  a  miglia  dal  mare  »  In  tutto  questo  gran  tratta  noi  osaer- 
vammo  attentamente  »  che-  la  riva  a  destra  semjpre  pia  si  abbassava  » 
e  che  r  espanffioni  delle  pieae  di  Primaro  si  facevano  sempre  mag* 
pori.  Onde  la  foro  forza  rimaneva  sempre  pia  infiacchita. /Non  per*^ 
tanto  y  contro  ancor  la  nostra  aspettatone  y  ci  venne  fiitto  di  trova-^ 
re  uiu>  scavamento^  di  piedi  -— ^  4-  ^'' 

Prestamente  eoa  brevissima  viaggio  di  sole  44p-  pèrtiehe  sr  venne 
tèrso  la  sera  alta  sesta  aenone  sotto  to  sbocco  del  Santemo  .  Per 
due  cagioni  si  esitò ,  se  dovesse  tralasciarsi  questa  y  e  la  segxtente  m* 
sione  dirimpetto  la  Chiesa  di  Longastrino  •  La  prima  ragione ,  che 
militava  per  amendue  ^  era  perchè ,  come  fu  rilevato  da'*  signori  Pe- 
riti delle  Provincie  »  quando  nella  visita  Conti  del  1761..  si  ieee<^ 
ro  gli  scandagli,  e  si  presero  le  misure  della  profondità  di  queste  due 
sezioni ,  i  molini  di  Filo  posti  in  -ntuaziooe  superiore  erano  ia  quel 
tempo  chiosi  >  e  non  macinavano  ^  vale  a  dire>  che  dal  canafe,  che 
va  fr  molini  »  non  si  faceva  quella  gran  diversione  ,  che  ora  si  fa .: 
Allora  tutto  intero  il  corpo  d'' acque  del  Primaro  decorreva.  alP  ingiù 
per  le  due  sleHoni..  Or  qoeata  circostanza  concorreva  lìresentemente 
moltissimo  ad  alterare  Io  stato  delle  aeasioni  inferiori  in  kk*o  vantaggto»^ 
e  molto  più:  della  sesta  sotto  to  sbocco  del  Santemo ,.  dui  quale  due 
giorni  prima  del  nostro  arrivo  ^  crasi  scaricata  una  piena  iu  Prima-^ 
ro ,»  e  se  ne  vedevano  i  segnali  recenti  »  Or  siccome  sul  finir  d'^ogni 
piena ,.  ed  at  cessar  delte  &ue  forze ,.  rimangono  sempre  allo  sbocco 
motti  banchi  di  aocideatali  deposizioni^,  queste  noe  potevano  allora 
essere  immediatamente  e  dissipate  y  e  trasportate  dallo  scarso  co?po 
d^  acque  ^  che  superiormente  si  seartcava  net  Primaro ,  e  motto  pia 
dopo  la  superiore  diversione  da'*  molini  •.  Ed  apptmto  la  sesta  sezione 
da  esaminarsi  era  aotto  lo  sbocco  del  Santerno  s<rfo  pertiche  3& ,  e 
coirlo  scandaglio  si  toccarono  i  banchi  ancor  firesehi  »  ed  anendetoli 


^ 


44« 

d«'  renai ,  i  q[ciftU  lien  dbtiDgaeYattsì  dd  nftf ard  fonflo  duro ,«  eoiS^ 
siBiente  del  tiunie . 

La  seconda  ragione  di  dubitare  di  questa  sesta  sezione  €i  Tenne 
dall'  incertezza  del  caposaldo ,  a  cui  era  connessa  la  livellazione  della 
visita  Conti.,  e  diremo  come  •  La  ripa  opposta  allo  sbocoo^  del  San^ 
terno  è.  ben  munita  da  un  ordine  di  colonne  dì  rovere  ivi  pantace 
per  sostenere  P  impressione  della  sua  piena ,  che  va  a  percuoterla 
direttamente .  Negli  atti  della  vìsita  Conti  registravasi ,  che  una  di 
queste  colonne  era  il  caposaldo,  a  cai  si  era  legata  la  livellazione^ 
e  lo  scandaglio  di  quella  sezione  •  Dice  vasi  che  il  suo  segnale  censi* 
•teva  in  ilue  taglia  o. come  vokarmente  dicono,  tacche^  e  se  n*  era- 
no accoppiate  due  insieme  avvedutamente,  acciocché  questo  «egno  non 
si  confondesse  con  altri  somiglianti  tagli,  i  quali  o  per  accidente ,  o 
per  qualche  fine  sodionsi  indifFerentemente  imprimere  in  questa  sor- 
ta di  legni,  prima  di  porli  in  opera.  Si  riconobbero  ad  una  ad  una 
le  teste  di  queste  octlonne ,  alcune  delle  «quali  erano  più  alte  dell'  al- 
tre.. Una  se  ne  trovo  contrassegnata  da  «in  taglio  solo.  Né ,  per  quan- 
to si  cercasse ,  se  ne  potè  trovar  1'  altro ,  che  individuasse  più  deter- 
sninatamente  il  vero  caposaldo  sceko  nella  visita  Conti. 

In  mezzo  a  queste  incertezise ,  prima  che  tramontasse  il  Sole»  ti 
▼olle    far  uso  in  ogni  conto  di  questo  medesimo   ancor  ambiguo   ca- 

{loaaldo  ;  perchè  ^  quantunque  qui  si  corresse  pericolo  di  errare ,  % 
o  sperimento  di  questa  sezione  non  si  passasse  per  buono ,  nondime- 
no la  costante  induzione  delie  precedenti  eeatoni  riscontrate  colfis 
medesime  circostanze  della  visita  Conti ,  e  conr  li  medesimi  eaposal- 
di  «  ci  -dava  già  una  regola  generale  per  decidere.,  se  V  Idice  avesse  ^ 
e  nò  riempito  il  Primaro  colle  sue  torbide . 

Pertanto  fatte  prestamente  le  consuete  operazicni  degli  scandagli^ 
e  di  livellazioni  riferite  al  già  detto  incerto  caposaldo ,  risultò  in  que^ 
sta  sezione,  non  iscavjpanento ,  ma  interrimento  di  piedi  i«  5.  fi. 

Parimente  alla  settima  sezione  ^rimpetto  alla  Chiesa  di  Longastri- 
no  sotto  a*  molini  di  Filo  si  trovò  un  leggierissimo  ìifterrimento  di 
piedi  o.  5.  5. 

Or  che  la  superiore  diversione  del  ^an  canale ,  che  va  a*  meUni 
di  Filo ,  impoverisce  il  Primaro,-  e  per  conseguenza  fosse  la  cagione  « 
ohe  tuttavia  durassero  que*  banchi  di  recentissimo  interiiraento  alle, 
sbocco  del  Saoterno ,  senzii  che  potessero  in  ^que'  dì  trasportarsi  dal 
Primaro,  apparve  a  tutti  -chiaramente «  quando  giunti  il  eeguente 
giorno  con  la  barca  a'  raolini  di  Filo ,  e  nella  sezione  ottava  alquan- 
to sopra  al  detto  canale ,  ève  il  fiuiùe  aveva  tatto  il  «no  intero  oor« 
pò  di  acqua  ,  rinnovati  gli  stessi  sperimenti  4ella  visita  Conti  ^  si 
trovò,  uno  4cavumentQ  notabile  di  quasi  due  j^edi,  cioè  di  piedi 
I.  II.  S«        • 


■^ 


He  questo  efletto*,  pnò^  aicmem  aBa  maggiof  *  chiamata'  dello  acquo 
ftitta  dal  canale  inferiore  di  diversione  ;  onde  il  fiame  io  questa 
sezione  sì  accelerasse  di  moto  •  Ciò  potrebbe  sospettarsi  y  quando  la  di- 
versione a'  mtHini  avesse  un  corso  rapido  ^  e  più  veloce^di  quello  del 
Primaro .  Ma  noi  osservammo  essere  altrimenti  passeggiando-  le  rive 
di  questo  canale ,  e  riconosoeoHa  i'  altezza  de?  sostegni  de'  molini ,  e 
la  caduta  delle  acque .  Quivi  V  acqua  corrente  del  canale  è  molto  ri- 
tardata y.  e  rigurgitata  da'  sostegni  ».  da.'  quali  noa  si  permette  la  ea- 
duta  y  se  non  da  un  più  alto  livello  ,  al  quale  perciò-  è  costretta  a 
sollevarsi  ad  uBa  del  roteggio  •  Onde  non  si  potè  da  noi  scuapriro 
nel  canale  di  diversione  maggior  velocità,  di  quella ,  che  avesse  in 
quello  stato  il  Primaro  medesimo  ;  e  quindi  1'  effetto  ricadeva  nello 
stesso  o  si  serrassero  i  molini  di  Elio  x  com'  era  avvenuto  nella,  visita 
Conti»  o  fossero  aperti*. 

Che  se  taluno  più  cavilloso  non  ammettesse  per  buono^y  e  legitti* 
mo  questo  sperimento  dell'  ottava  sezione  ».  sol  perchè  erano  ora  aper^ 
ti  i  molini  di  Filo ,  noi  lo  lasceremo  pensare  a  modo  suo  »  né  vo- 
glìamo  perciò,  inquietarlo  y  ^jurchè  con  la  medesima  eccezione  »  e  Cjon 
più  di  ragione  scarti  dal  racla  d&'  buoni  sperimenti  V  effetto  dello 
due  precedenti  sezioni»vper  rapporto  a  quelle  misurate  nella  visita  Goo- 
li  colla  circostanza  del  cbiudimento  de'  Molini'. 

'E  qui  avvertasi  »,  che  codesta  serie  di  sperimenti  »^e  di  sezioni  si 
i  bensì  introdotta  ,da  noi  per  levare  d' inganno  alcuni  »  ma  non  deo 
dar  occasione  di  credere  »,  che  questi  piccoli  interrimenti  signifiobino 
alcuna  cosa- 41  stabilii  Nò*  Tutt'^i  Ietti  de'  fiumi ,  che  ricevono  in* 
fluenti»  sono  variabmssimi  in  questo  genere  .^  E  se  più  volte  T  anao 
et  sorgesse  il  talento  di  paragonare  le  sezioni  d'  un  fium^  colle  pre» 
eedenti  »  c'^  incontreremmo  sempre  in^  qnalebe  accidentale  diversità  o 
di  maggiore  schivamente  ».  o  di  qualche  alzamento  del  fondo»  secondo- 
le  circostanze  favorevoli  o  all'  ano  »  o-  all'  altro  •  A  cagion  d'  esem>« 
pio  »  se  il  torrente  »  che  sbocca  nel  fiume  principale  ^  lo  trova  magro 
e  basso  di  pelo  »  facilmente  sul  suo  fondo  qua  »  e  là  vi  lascia  banchi 
di  materie  •  Ma  se  di  li  a  ppcHr  giorni  sopravviene  una  grossa  piena 
del  fiume  principale»  questa  distrugge»  e  seco  rapisce  tutti  que' ban-» 
ehi  di  materie  depositate.  La  medesima  alternazione  si  osserva  nel 
Po  grande»  ed  in  tutt'  l  fiumi  minori»  quantunque  si  chiamino  sta- 
biliti di  fondo  ;  ciò  che  non  altro  vuol  dire  »  se  non  che  il  ^  fia- 
me  si  mantiene  tra'  limiti  di  questi  temporanei  interrimenti  »^  • 
scavamenti.  Per  questa  ragione  cene  più  strepitose  piene  si  chia- 
mano^ dagli  osservatori  le  medicine  de'  fiumi  »  perchè  precipita- 
no tante  materie  indigeste  »  le  quali  sì  erano  ammassate  dalle  me* 
diocri  piene .  Ma  se  ancora  le  maggiori  piene  saranno  divertite ,  e 
diminuite   di   corpo  ^  la  tal  caso  cesserà  -  quel  potentiitimo  mezzo  ^ 


448 

€lie  }i«nno  ì  fiami  di  tem|H>  in  tempo  per  eipurpuraì  interanieiite 
V  aWeo« 

£d  appunto  da  qui  in  avanti  il  Piimaro  non  folamente  dà  luogo  a 
maggiori  espansioni  delle  piene  per  le  sue  più  basse  ^  e  disarginate 
rive  9  ma  molto  più  per  il  suo  diaalveamento  artificiosamente  procu- 
rato con  le  frequenti  bocche  aperte  »  affine  di  divertire  non  soiamen- 
te  le  acque  alte  di  Primaro^  ma  ancora  le  basse.  Con  tale  e  tanto 
dissipamento  le  piene  superiori  qnivi  perdono  tutto  il  loro  vigore  y  e 
forza  di  mantenersi  scavato  V  alveo  in  questo  trttto;  laddove  per  rap- 
porto alle  sezioni  inferiori  già  da  noi  esaminate ,  <sodesto  atraordina- 
rio  scemamente  d' acque  viene  tosto  riparato"  da  anovi  grandiosi  in- 
fluenti del  Senio  del  Santerno^  e  del  Lamone  introdottoli  ancora 
neir  anno  passatOA,  i  quali  dal  fosso  vecchio  corrono  inalveati  £nq  al 
mare .  Ma  appunto  questa  medesima  disparità  fii  quella ,  che  ^ì  mos- 
se a  procedere  più  innanzi  per  osservare  qual  fosse  V  effetto  delle 
aeque  unite  «  e  sostenute  dall'  arginature .,  e  quale  P  effetto  delle  ac- 


que dissiimte  ,  e  disalveate  in  questo  aecondo  tratto  del  Prìmaro  «  o- 
ve  si  replicarono  da  noi  i  seguenti  'Sperimenti  di  queste  -sezioni  ^  non 
già  peremo  da  noi  ai  dubitasse  di  quella  massima  generale  del  Gu* 
glielmini ,  e  di  tutti  ^V  Idrostatici  intorno  agli  efièttì  diversissimi 
delle  acque  unite ,  4>  disunite ,  ma  per  torre  nna  (volta  ^  ae  pur  si 
potrà  »^  d' errore  alcuni  di  quelli  »  i  quali  «i  ostinano  in  voler  disal* 
veato  il  Prìmaro  con  tanto  danno  del  territorio  Ferrarese  sagri- 
ficato  ad  un*  erronea  massima  «  L'  esito  di  queste  ultime  cinque  le- 
sioni sino  ad  Argenta ,  come  di  tutte  le  altre  pi^edenti^  sarà  par- 
titamente  registrato  in  una  Tavola ,  cbe  qui  si  soggisMee,  ove  il  sem- 

Slice  paragone  dimostra ,  che  non  alla  torbidezza  dell  Idice ,  o^  dal 
Leno  dee  attribuirsi  qualche  poco  d' interrimento  in  queste  sezioni , 
ma  alla  sola  divisione,  e  apandimentOy  e  diiDÌQinaone  del  coipo  del- 
le acque • 


V 


449 


Tavola  del  risultato  di  alcune  sezioni  fatte  da  noi ,  attraverso  aìC  édveo 

del  Po  di  P rimaro  ne  giorni  %\  ,  e'aa*  Novembre  1766^  col 

confronto  di  quelle  fatte  negli  stessi  luoghi  nel  1761. 

nella  visita  Conti  ^ 


Biitinsa  in  1    DittaiMiA^i 
una,  teBÌone    |    eiatcuna  4al 
«  l'altra. 


«ig.    pan. 

i«  Sezione  alla  chiavica  Leo* 
Barda.  In  questo  tratto  il . 
Primaro  cammina  arginato 
da  ambe  le   parti  «  «  .  ^  •  o«      o 

a.  Sezione  alla  chiavica  di 
Bedone.  Seguita  i^  argina- 
tura  da  ambe  le  parti*  •  «  x»  xaa  { 

3.  Sezione  al  magazzino  de* 
padri  di  Porto  fra  il  Se* 
nio  9  e  il  fosso  vecchio  • 
Qui  comincia  il  disargina- 
ménto della  ripa  destra  «  •  5»  36a  | 

4.  Sezione  pertiche  8.  su- 
periormente alla  chiavica 
d'Umana.   La  ripa  destra 

\  e  disarginata.  •  «  .  •  «  .  «  e.  S77 

5.  Sezione  pertiche  xa.  su* 
periormente  al  canale  del- 
la Vela.  Seguita  il  disar- 
ginamento della   suddetta 

ripa  .•' ..«.S.     xo 

6.  Sezione  pertiche  S8.  in- 
feriormente allo  sbocco  dei 
Santeme .  Oltre  ad  essere 
disarginata  la  ripa  destra  » 
vi  sono  quattro  fosse,  che 
servono  di  diversione  alle 
acque  del  Primaro  in  tem- 

§0  di  piene  •••••*••  o.  4^^ 
lezione  dirimpetto  la  chie- 
sa parrocchiale  di  Longa- 
strino.  La  ripa  destra  se- 
guita ad  essere  disargina- 
ta ..  - .  .  S.     85 

37 


H 

MUV  « 

nug* 

{•rt. 

1. 

178 

a. 

3oo  i 

8. 

x83 

460 

If. 

47a 

II.  $70 


iS.  4SS. 


Abl>auanaii« 

to  del  fondo 

dal  Po- 

pia 

.oncpun. 

x. 

X. 

6 

■ 

I. 

11. 

s 

». 

8. 

t 

lotammonìo 

del  rondo 

del  P». 


«■ 


jpic.'Oitc.paa. 


O.      C      t> 


o.    e.    o 


e    e.    e 


e    IO 


e.    4*    6 


o. 


e.    e. 


o»     o. 


o. 


I.     5»     S 


Ò.    S 


\ 


45* 


nn*  Msione  t 
•  r  tltim . 


BÌf.         pClt. 

!•  Sesione^  a^  mofini  di  Fi- 
lo .  In  tempo  ,  ohe  si  ò 
&tta  questa  seaiooe»  i-ino* 
lini-  macinaTanOy  ciò  che 
non   seguiva  nel  1761.  •  •  ^«.44^ 

'9.  S&zione  al  marno  della- 
RosetU*  Oltre  al  disargi- 
namente  della  ripa  destra 
Ti  HoQo  nove  fosse  »  o  ca« 
nali  nel  tratto  superiore* 
ad  Argenta,  che  seryono 
di  deviazione  dellb.  acque 
in  piena  del  Primaro  •  •  •  3^^    44 

210*  Sezione  di  contro  alla 
Chiesa  della.  Gelletta.  Vi 
sono  nella  ripa  destra  di* 
larginata  tre  fòssi ,  o  canali 
nella  parte  auperiore,  li 
quali  iatroducoDO:  le  ac- 
que nelle  valli  di  Argenta 
in  tempo  di  escresceoze 
dèi  Pnmaro ,.  •  •  %h.  i^r 

i^i.  Sezione  alla  chiavica  Bor- 
ghese* Vi  è  nel  tratto  au» 
periore  .  della  ripa  destra 
disarginata  una  fossa,  ol- 
tre alto  diverse  bocche , 
ohe  servono  di  diversivo- 
alle  pieae  del  Primaro  .  .  i. 

Xia«  Sezione  in  faccia*  la  por- 
ta Marchiana  ,.  o-  Cinani 
della  terra  d^ Argenta.  La 
ripa  destra  seguita  nella 
forma   che  sopra  .  •  .  ,  •  e. 

laS.  Sezione  in  faccia'  lai  por- 
ta degli  scalini  dì  detta 
terra  d*  Argenta.  Seguita 
la  ripa  destra. come*  sopra,  o. 


i35 


4? 


84- 


Dittoia  ài 
ciMcvaa  dal 


mi^       E*'*^ 


18.    398 


òmì  fondo 
M  Fo. 


t9' 


dtl  fend^ 
d»l  Po. 


ptt.  oBc.  pun.  j  pM.  oae*  pwii 


I.  ti^     3 


ai»  44^ 


%4,  *w  lo.   o. 


aS.  ai8'   io.     o. 


,* 


aS.  dS8 


a  5.  34a 


o. 


o.    o.    e 


I. 


p.    S; .  4 


y 


i\ 


O.        7;     II; 


e.    e 


9«     $ 


In  Argenta  si-  pose  fine  all' ulterier  esame  delle  susseguenti  teBWm 


4^^ 

étl  PrìmtTO  iiBo  al  Morgime,  ai  per  im<rra  piena  sopseggittedta .  d^- 
r  Idioe  y'oome  anoora  pwohè  <U  Argenta  all'  insù  la  ri?a  detUra  jà  tal- 
mente trinciata  da  tanti  taglia  e  vette  9  e  bocche  ,  che  il  Prìmàro  in 
piena  non  ha  più  forma  d'meo  y  ma  d'nn  irregolare  spandimento, 
dal  quale  non  si  vpiiò  dedurre  xegcda  alcuna  del  corso  de*  fiumi  i  E., 
siccome  dalle  istruzioni  dateci  dalla  Sagra  Congregazione  ei  .venWa;' 
prescrkto'di  fare  quelle  sole  osservazioni  ^  e  jperieaze*,  le  quadi  da, 
noi  si  riputassero  utili  al  fine  jproposto,  senza*  «Svagarci  in  alcre  in* 
terminàbSi  ricerche  per  ^soddimire  a' diversi  partiti;  ceisi  ci  poteva 
bastare  il  confronto  di  questi  due  tratti  di  Primaro  per  molte  mi* 
glia  di  corso  ^  affine  di  confermare  la  massima  del  GuglielaHui»  te- di 
tutti  gì'  Idrostatici  9  chey- dove  il  corso  di  molti  influenti  è  uruiOì  in 
nn  alveo  solo  y  la  loro  torbidezza  niente  pregiudica  alV  ulteriore  sca- 
vamento ,  che  vi  fa  il  molto  maggior  corpo  delle  acque  .correnti. 

Non  si  creda  però,  che  ci  fosse  allora  incognito  1  alveo  di  Prima- 
ro da  Argenta  fine  al  Morgoue  9  dove  dal  -cavo  Bendettìùo  vi  sb^oa 
r  Idice«  Ck>dest<r  tratto  d'alveo  da  noi  alcuni  giorni  prima  ai  era  già 
esaminato  con  lo  scandaglio  violante  9  e  con  giusti  intervalli  se  ne  e- 
ra  misurata  la  profondità  9  in  uno  stato  9  che  allora  correva  d^  acque 
mezzaue  9  *ed  opportunissimo  a  questa  ricognizione  r  Nella  seguente 
tavola  si  «spongono  le  misure  di  questi  scandagli  9  da'  quali  può  Me-' 
dursene  la  media  pro&ndità  di  tutto  questo  canale  disalveate.  Vera- 
mente ci  parve  un  miracolo  il  trovare  tanta  profoodità  in  ^questa. 
parte  di  Primaro  sino  al  Morgone  •  A  diìiqpetto  di  tante  rotte  antiche» 
e -di  tante  altre  nuove 9  e  delle  replicate  diversioni  delle  piene,  e  di 
tanto  scemamento  delle  forze  del  iiume.»  P  alveo  si  è  maateniito  sca- 
vato ^  come  qui  sotto  si  vede« 

Altezze  degli  scandagli  vaganti  fatti  nel  Po  di  Pimaro  dal  Xhr^ 
gone  fino  ad  Argenta  nello  stato  d^^scqua  mezzana 


Alla  ooirfluenza  del  Benedettino  in  Primaro  •    ^    ^    ^  ji  6«  o.    o 

Fin  sotto  in  sezione  regolata  •    •    ^    ^    •    •    «    •     •  ^  7*  4«    * 

In  faccia  al   Riazzo  Farina    «     •     •     •    ^    ^    ^    «    •  si  8.  4*    ^ 

In  fiK^cia  alla  Golena  di  Beliariva    «     •    .    •    •    ^    •  ^  6.  ^»    o 

In  fàccia  alla  casa  de'  Bartolt  ragguagliatamente  ^    ^  .  ^  1^  S.    o 

In  faccia  alla  ^sasa  Paccheni  Snsena    ••    ^    >.<..•  s»  8»  co 

Poco  sopra  dia  casa  detta  di  Gonsandelo    >»    ^.  ^    ^  9  so«  o«    -o 

In  faccia  alla  casa  del  s^nor  itecelui  •««•«*•  9  7*  "^  >  -^ 

In  faccia  aHà   casa  del  Dazio    .    ..    ^    ^    .    *    ^    ^  \'  6.  6p    o 

In  faccia  alla  oasa  dello  Scaraeni  «•••«••  9.  i(*  6«    o 

Ift  £Mma  alla  metà  deMe  fiof^e  Scaneni    «    «    •    «  »  9.  o«    • 


4 


Qia  conuatia  il  fium^  a  oornrm  incassato^  rettandù  ^a* 
c#  ^  ^i  vivo  ai/#  W/?e  n^Uo  stuta  presenta 

d*  acque  mezzana  •  « 

lo  fiiMU  alk  Chietft  di  BoMaleone    •.«^.•....,^9»o»o 

Fià  Mtto  oiiM  mena  miglia    -•.•.^»»»^3^io«.    o»o 
la  fiiocì»  alla  Beceara    •    «^    •    «^    ••••••..    j^  ii..    o*.    a 

Pariménte  poco  sotto  a  questo  luogo  ,  la  ripa  de^ 
etra  si  alza  sopra  aì  pelo  d*  acqua  onc-  9» 

nello  stato  presente  • 
I0  facoim  al  palassa  Ravagniat    •     ^^^^^^^^^j^o^o 
in  fibooia.  d*^  Argenta»    ...    ^    •*.....•»    j»  ri.,    o.    o 

1  suddetti  16-  scandagli  ci  danna  una -snedia  altezza  di  piedi  8^  3.  o^ 

Altezze^  delle  ripe  del  Po  di-  Primara  sopra  il  pela  d^  apqua  in 

piena  mezzana  y  rilevate  a,  stima  da  noi  nella  visita  di  esso 

Primaro  »  e  sono^  dal  Margone  al  mare  «. 

pud*    CB9*    pVB* 

fa  fteom  alta  metà  delle  pioppe  di  Soanena    ».    ..    »    sp.   o.    9.    o. 
Feooi  «otta  al  canale  delU  Becoara  ..•.•»•.»,,    o..9«o 
Sopra  alla,  caia  del  Ravegiiani^  la  ripa  destra  .    •    •    j^    j«    o*    o 
In  fiuseia  alla  oua  del  signor  Recohi  •,    ^   ^    ^    *.    .    ^^    z.    o.    o 

Sopra  alla  casa  Gnbianohl    •.    •    •. ,,    a.    e«    o 

Sopra  al  marmo  della  Rosetta  ••*•••.  «^  •.  ^  a.  o»  o 
Sotto  allo  sboccO'  del  Santerno  »  la  ripa  destra  ^  •  •.  y^  ^  ci  o 
In  faccia  alla  casa  del  sig»  Spadacci ,.  la  destra  sponda  ^  6.  o*  o 
Alla  Madoilna  de'  Bòschi ,  ta  sponda  destra  •.•>••  ^  ?«  o.  e 
Qoal  maggiore  profondità  pa^  darsi  al  Plrimari^da  Argenta  al  Mor- 
gone^  j  che  quella ,,  che  ha  presentemente  r  ragguagliau ,  e  media  di 
^  piedi  8-  3'  nello  stato  d'  acque  poco  più  che  messane  ?  Adunque  non 


delie  acque  y  e  del  ^ora  incassamento  •  In  somma  la  natura  del 
fiume- fa  bénisi^imo  le  parti  sue ..  Soltant<^  o  la  malizia  »  a- 1' ignorai* 
^sa  degli  uomini  si  è  quella  ohe  nuoce  •• 

Non  si  vollero  ancora  qui  omettere  altre  pia'  sottilS  dili^eaM  peir 
£soolpare  V  Idice  da  gaell' interrimenti  »  che  gli  si  attribniva  a.  tor* 
te ..  Correva  allora  per  Primaro  .sotte  Argenta  una  ben  grossa  pieu% 
dlell*^  Idice  ^  e  g;iacGftà  tante  gran  cose  s' erane  dette  j,  e  si  ndicef  e&o  ài 


453      -- 

quest^  Idioe  9  ^  ^^  queste  torfiUe^  quasi  ch&  aHro*  no»  foste ro^  r  ^^^  ' 
una  pasta  di  fango  ^  ci  cadde  ««Il  animo-  di  esaminare  qttl  sul  posto» 
la  quantità  di  queste  parti  terree^  e  qual  proporzione  avesse  a  tutta 
il  corpo  deir  acqu» ..  Presa  pertanto^  una  boccia  quadrata  di  yeiro ,. 
questa  si  attufiR^  da  uor  navicellaio  ,  per  quanto*  potè  egli  arriivare  », 
sott'  aequa»,  eou  tutta  la  sporginrento  del  corpo 9.  e  delle  braccia  ste*-  % 

se  dalla  barca;:  e  si  ritrasse  piena  di  quella  tanta  decantata  torbida.. 
Passata  qualcbe  pa'  di  tempa  5.  e  durante  la  stessa  piena  se  ne  rieai«- 
pi  un*^  altra  nella  atessa  maniera  per  farne  il  confronto  •  Dopo  due 
giorni  di  quiete»  e  fatta  tutta  iL  sedimento  ,.  e  chiarificata  l' acqua 9. 
si  calcolò-  da  tuttr^  che  la  quantità  della  parte  terrea  rimasta  al  fon- 
da in  amendue  t  vasi  d»  vetra  era  una  settantesima  parte  di  tutto  ìt 
eorpa  deiracque  dell'  Idice .  Fece  a  tutti  maraviglia ,  che  una  cosi 
piccola  parte  dìfFusa  per  tutta  il  suo  corpa  appannasse ,.  ed  intorbi*^ 
dasse  talmente  l'acqua»  che  ognuna  al  giudicarne  dall' apparenza> 
V  avrebbe  creduta  pregna  d'  una  quarta*  parte  di  terra ..  Ma  cosi  giu- 
dica il  volgo,  e  di  questi  pregiudizi  ài  arma  il  partita •-  E  potrema, 
poi  dubitare,  se  le  altre  sessantanove  parti  d'^ acqua  O'  sia  dell'  Idice 
solo,  o  dell'Idice  col  Reno^  in  Prìmara,  ma<  poste  in  movimento ^  sit- 
ano più  possenti  a  sostenere ,.  e  trasportare   una  sola  settantesima 

parte  di  terra?  Pò  trema  dubitare  se  questa  sola   prevalga  alla  fòrza  "^ 

del  moto  d'  uu  corpoF  d'  acque  incomparabilmente  maggiore^  Egli  è 
vero ,.  che  se  1'  acqua  d»l  fiume  perderà  la  velocità ,  o  perchè*  dìsaA* 
vesta  sìa,  o  per  altre  ragioni^  le  parti  terree  cadèranno  al  fondo  ;: 
ma  questa  nunlesima  eifètca  accaderebbe  ,*  quad'' anche  la  paT te  terrea 
fosse  una  milionesima  parte  di  tutta  il  corpa  d' acqua  ^  Tutta  l**  ar- 
te adunque  d' impedire  la  deposizioni  si  riduce*  ad  un  solo  artico-^ 
lo  di  tenere-  sempre*  inalveate,  ed  unite  ^  e  correnti  le  acque  de'' 
fiumi  toirbidi  -  ^ 

Or  chi  potrà  soffrire,  che  il  regolamento  del-Frimaro  si  riduca  adf 
una  massima  diametralmente  contraria;  cioè,,  di  procurarne  VesgiOSH 
eioni,,  le  diversioni,,  quanta  sia  possibile P  {mperoccfaè  ,  oltre  i  tagli,. 
ed  i  canal»  di  diversione  gKr  aperti ,  e  descritti  nel  tipa  della  vìsita 
Cbnti ,  quanti  altri  con:  lo  stessa  fàrore  se  ne  vanne  aprenda  de**  ^ 
nuovi  ?  Basta  dire,  che  ìm  quel  breve  nostra  soggiorna  in  Argenta 
osservarama  con  istupore,  e  compassione  ,.  che  sotta  gli  occhi  nostri 
9i  a[lriva  attualmente  uà  altro  nuova  canale  sulla  destra ,  che  porta» 
Te  le  inondazioni  sul  terrìtorrìo  Ferrarese.  *  Ànsi  tale  e  tanta  è  fa  su* 
pisrstizxone ,  o  per  megiia  dire  ,•  pazzia  di  volere  codesti  spandimeoti 
di  Primaro ,  che  si*  giunge  a  segno^  A.  prescrivere  agli  sbocchi  ie^  w^ 
Bfttli  degli  scoli   in    Primaro,.  che  stiano> sempre  aperti  a  ricevere  Ì9 

n*  ne ,.  e  che  non*  siano  muniti  delle  loro  cateratte  da  abbassarsi  ne)» 
scrtsoenze ,  come  si  costuma  io  ogjn  altra  parte  del  sottra  mondo  r 


\ 


ì 


4H 

ISo-.  Si  pretenifle,  6he  le  pÌ6M  si  sfo^biiia  per  questi  etesii  eo»* 
dotti»  e  si  dilatino  sulle  terre  deir Jkrgentano ,  del  Ferrarese»  e  del 
Ravegnano.  In  latti  »  ^lell*  occasione  della  vinta  n^  osservammo  con 
quanta  indegnazione ,  e  ^sorpresa  alcuni  predominati  da   questo   ìn- 

Sanno  videro  il  canale  di  sode  della  Beccara  munito  gindixiosamente 
I  prima  ^volta  in.quest' anno  della  sua  cateratta  allo  sbocoo  in  Pri« 
maro  •  <Quanto  disseco  eglino  contro  questa  »cbe  chiamavano  n0vità4 
quasi  che  i  paesi.  »  ne'  quali  ci  trovaouno ,  fossero  le  terre  Maiella» 
niohe,»  nelle  quali  ò  novità  qualunque  buon  regolamexito  • 

Confessiasìo  però  che  .daVnostii  discorsi.»  e 'Persuasioni  non  potrà 
torsi  giammai»  ne  punto  scemarsi  .un  errore  eosi  liarbare»  e  grosse 
lane  »  .percbè  invecchiato  negli  animi  di  molti»  e  ben  radicato  per  a* 
ducazione  »  e  per  legge  di  partito.  Più  che  ei  dirà»  pia  vi  ai  ostme- 
ranno  •  Il  braccio  del  .Prìncipe  lè  quel^  solo  soccorsa»  «  xìmedio  »  che 
può  prevalere..  Un  aemplioe  inesorabile  copiando  »  che  qui  prescriva 

Snello»  che  nel  regolamento  de'  fiumi  si  pratica  in  ogni  altra  parte 
el  mondo  colto  »e  molto  jpiu  delP  Italia^  andrà  al  uglio  de^  pre- 
senti.» e  de'  iutorì  disordini:  arginare  la  riva  destra ., -chiudere  le 
rotte.,  munire  di  cateratte  gli  sbocchi  4utti  degli  scoli  ,  dove  ^fa  òi» 
sogno  9  ed  inalveare  .tutte  le  acque  unite  in  Prmaro.  Qual  atrana 
pazzia  è  quella  di  voler  disertare  gran  parte  del  territorio  stesso 
Ferrarese  ».e  diaporre  il  Pximaro  a  riempirsi  con  pericolo  di^  tatto 
il  Polesine  P 

.Si  oppone  da  alcuni ,  che  ridice  ba  interrite  il  ca^o  Benedettine^ 
quando  Ja  prima  volt^  vi  fu  introdotto»  e  ohe  farà  lo  stesso  col  Pri«' 
maro  quantunque  arginato.  Ma  ri  .risponde»  che  in  questo  Catto  »  eA 
accidente  si  framischiano.»  e  si  "Confondono  pia  cose.,  e  diverse  ori» 
ini  per  oscurare  lutto  l' affiire  «  La  vera  cagione  dell' interrimento 
el  cavo  Benedettino  non  fu  già  l' immissione  dell'  Idice  »  ma  unica- 
mente dee  l'iferirsi  alla  rotta  del  Beno  ndla  valle  di  Candazolo  »  ac- 
caduta due  migUa  aopra  lo  sbocco  dell'  Idice. •  La  aola  diversione  del- 
le 4ioque  del  Reno»  per  questo  lato  rallentò  immediatamente  il  ano 
corso  nel  susseguente  cavo  Benedettino  »  -a  segno  che  calarono  toste 
al  JPoodo  le  sue  torbide  »  le  ^qnali  lo  riempirono*  £  questa  è  sempre 
r  universale  cagione  del  riempimento  di  tutt'  i  cavi  vecchi  de'  tin- 
mi,»'e  de'  torrenti»  dietro  le  rotte»  e  diversioni»  le  quali  ani  prìn« 
cijpio  -vanno  scemando  talmente  Ja  quantità»  e  la  velocità  delle  ao» 
que  correnti  nel  vecchio  alv,eo»  che  in  breve  lo  abbandonano  intera^* 
mente .  Or  in  questo  progresso  mancando  a  quella  parte  residaa  di  fio- 
me^  la  quale  tuttavia  decorre  Jiel  primitivo  cavo»  la  forsa  di  sostene* 
te  »  «e .  di  .trasportare  le  materie  terree  »  queste  rioadono  tosto  al  fonda 
p  .vi  ^nop  quell'alzamento  »  ohe  si  vede  nel  tratto  del  cavo  abbaia 
donato  «   In  fatti  ^  senza  partire  dal  Renot  chi  ba  interrito  il  9ìm 


i 


4SS 

nitìo0»eBTO  àkVik  fotta  dr  Mìrafielfo  allHngìa?  E  quando- di  nuo^o  ac- 
cadde la^  rotta  Panfili,  chi  alzò  il  fondo  del  seguente  ano  alveo  $  come 
oticvranuno' nella  visita?.  Certamente  qui  non  possiamo^ incolpare  l'I- 
dioe  y  nò  verun  altro  torrente  •  U  solo  Reno  ne  fn  la  cagione  dopo 
te  mentovate  rotto  •  Mancando  quivi  V  nnioii^e  di  tutte  le  soe  acqu^, 
e  la»  velocità  del  soo  corso  y  ne  seguirono  quelle  tante  deposizioni , 
ebe  riempirono  il  suo  canale  .Lo  stesso  effetto  di  riempimento  segui 
in  quel  tratta-  di  cavo.  Benedettino  abbandonato*  dal  Reno- fino  allo 
•boGOO  dell^Idioe  dopo  la  rotta  superiore  di  Gandazolo.  Qual  prova 
più  convincente  ^  ebe  ridico  non  fa  l'origine  di  quell- interrimento > 
quando  esso  prosegui  allora  il  stM>  corso  in  altra  parte >  e  lo  coutil- 
una.  tuttavia  felicemente  nel  tratto  inferiore  del  cavo-  Benedettino- 
fino  allo  sbocco  in  Primaro  al  Mormone  ? 

Diranno ,  che  dietro  la  rotta  deUr  argine  di  Gàndàzolo  »  parte  del^ 
la  piena  deir  Idioo  rigurgitò  air  indietro  >  e  corse  retrograda  alla  stès* 
aa  rotta  •  {Aa  di  questa  accidente  nulla  abbiamo  di  cbe  maravigliar- 
cene. Questo- fu  un.  efietto- cons^uente  alla  rotta.  Perocchò  abbat* 
aandosi  le  acque  del*  Reno  per  la  saperiore  diversione ,  ed  alzandosi 
nel  cava  Benedettino  le  acque" dell' Id ice.  per  la. sua  piena,  era  natq- 
xmlissimo  ad  accadere  ^  che  parte  delle  acque  dell' Idiee  più.alte  di 
Itelo  ricadesse  indietro  a  decorrere  sul  fondo >  ebe  attualmente  si 
abbandonava  dal  Reno  medesimo .  Un^  tal  movimento  non  è  strava* 
gante  9  ma  comune  a  tutti  gf  influendo  L  quali  concorrono  in  un  al» 
veo  comune»  Sa  una  piena,  di  questi  a' abbatta  a  trovare  il  fiume 
principale  in.  acquetasse  tO  magre  ^  l'altezza  delle  loro  acque  allo 
sbocco. fa  sì,. che  una  parte^di  quelle  non  segua  il  corso  del  fiume, 
ma  ricada  all' indietro  retrogrado  ad  intorbidare  le  sue  acque  chiare  • 
Ciò,  cbe  pnò  osservarsi ,  massimamente  ne'  fiumi  principali,  i  qua« 
li  corrono  con- poca^  pendenza.,  ed  in  acque  basse.  La  linea  del  rì- 
giirgito,.e  della  retrocè(ssione  d' un  improvviso  influente   torbido,   e 


.  qmlsta  per 

«tre  naturalissimo  effetto  •  Egli  ò  vero,  che  qnella  parte  delle  tor^ 
bidè  dell' Idioe,- che  corre  retrograda  per  la  rotta  di^Grandazok),  vi^ 
avrà,  lasciato  anch'essa  il  ano  interrimento.  Ma  queste  son  tutte- 
oonseguenze  della  prima  origine,  cioè  della  superiore  diversione  di 
Beno  per  quella  rotta.  Se  la  piena  di  Reno  si  tosse  contenuta  fra  le 
ano  arginature ,  e  tutta  nell'  alveo  comune  si  fosse  portata  a  conginn* 
gersi  coli'  léice».  niente  di  simili  accidenti  sarebbe  accaduta.  Troppo 
ai  vogliono •  confondere  gli  effetti  con  le  vere  cagioni.. 

Sebbene,  o  a  torto  ,   o  a   diritto,   la   massima   ferma  era   sempre 
qaella  di^  voler  accusar  l' Idice .   Questo   s' era  -rimosso  xia  Mamorta 


r^ 


4S6 

«ODtro  loT  Teglia .  Questo  ^  ern  titiito  <?ol  Reno ,  «oh  ia  Sarena  ndl 
cavo  Benedettino  .  L' unione  di  questi  finmì ,  e  torrenti ,  quanto  lo- 
é»iA  dal  Ouglielmìni ,  altrettanto  era  •contradetta  dal  partito.  :Si  di- 
^h  dunque,  che  tutto  il  male  vien  dairidice;  s'incolpi  ridice  per 
Ja  rotta  di  Oandaxolo  ,  quantunque  «uperior*^  di  due  miglia  dal 
juo  sbocco;  si  condanni  Pldice  <iell' interrimento  seguito,  e  della 
•novità  pel  suo  corso  retrogrado;  si  condanni  ridice  del  supposto 
riempimento  del  Po  di  Primaro.  Forse  a  -simiK  vociferazioni  «i  darà 
fede,  senza  esaroitiarle  più  che  tanto?  E  con  questa  impressioni  ai- 
4>tterrà ,  che  mai  più  si  ponga  mano  alla  riparazione  ideila  rotta  iB 
<randazolo ,  e  del  cavo  Benedettino? 

E  che  cosi  la  discorressero  alcuni ,  cosi  sperassero ,  «i  può  ai^go» 
meniare  da  un  simile  abuso,  ch'essi  fecero  d'altro  :disparatissim<» 
acciflente.  Quando  la  prima  volta  a' intAveò  P  Idioe  nel  cavo  Bene- 
•dettiiio  ,  SI  «avvidero  gli  Architetti ,  che  la  ^na  pendenza  «ra  maggio* 
re  di  quella ,  che  gii  convenisse  •  6i  prese  lo  spediente  di  moderarne 
la  caduta  con  un  sostegno,  che  ri  fabbricarono  ^Uo  abocco^  VéXkon 
Ja  sua  prima  piena  ,  ed  o  fosse  per  la  fiacchezza  delle  parti  Aéì  ao^ 
stegno ,  o  per  la  mala  costruzione ,  lo  ruppe  immediatamente ,  lo  ro* 
▼esciò,  ed  il  torrente  precipitò  nel  Benedettino  con  sì  rapida  «adoi-* 
ta  /  che  di  alquanti  piedi  profondò  il  sno  letto  per  molte  miglia  al- 
iMnsù,  e  seco  trasse  jielP  alveo  comune  gran  copia  di  terra  «  Per  qa^** 
ato  accidente  della  rovina  nel  «ostegno  ,  quante  damorose  accuse  si 
alzarono  allora  contro  l' Idice ,  quasi  che  in  torrenti  molto  minori 
non  si  rimioirassero  tutto  di  simili  fortuite  ^isaTventure.  Si  diceva,  che 
ridice  non  poteva  «oifrire  la  società  col  Reno;  éhe  Pldice  aveva  por* 
tato  un  monte  di  terra  per  serrare  affatto  il  cavo  Benedettino  ^  MTa 
Pldice  col  suo  stesso  andamento  negl'anni  seguenti  ha  smentite 
tutte  .queste  dicerie  ;  giacché  esso  da  se  ^  senza  bisogno  di  sostegno^ 
ai  è  formato  il  suo  cavo ,  la  sua  caduta  proporzionale  alla  quantità  ^ 
e  qualità  delle  sue  acque .  L'  Idice  per  tanti  anni  sbocca  nel  Bene- 
^ettino'^llk'Kcemente ,  e  senza  querela  almeno  giusta  «  L'  Idice  decorre 
nei  Benedettino  fino  al  Primaro  ,  senza  essersi  serrato  it  ano  corso  ^ 
come  dicevasi .  E  quando  la  prima  volta  si-  tolse  da'  piedi  quel  mal 
pensato  sostegno  ,  l' Idice  non  portò  nel  cavo  Benedettino  quelle  mon* 
tagne  di  tem  ,  che  si  magnificavano .  A)  più ,  in  quel  tratto  tra  la 
rotta  di  Gandazolo  ,  e  !o  sbocco  delPIdice^  abbiam  osservato  quel* 
l'ordinario  interrimento  ,  che  $ì  vede  per  altre  rotte  di  Reno  nelca- 
^o  abbandonato  ,  e  eh'  era  qui  onturaliashno  a  seguire  atH5ora  pel  cói^ 
so  retrogrado  d'una  parte  dell'  Idice  non  sostenuto  dal  Reno«  Ma 
tolgasi  finalmente  la  m.-ischera  a  quello  spauracchio  d'  Idice  ^  che 
certuni  si  sono  lavorato  colla  loro  fantasia  per  metter  paura  ^  e  di« 
oasi  una  volta  per  sempre ,  che  la  torbidezza  dell^dice  non  h  punte 


45? 

differente  da  quella ,  eh' è  eoimiM  agli  altri  fiumi  del  Senìo^  del 
Santerao»  del  Lamone,  del  Reno»  come  abbìam  dimostrato  con  lo 
•perimento  di  sopra  riferito  •  £  siccome  tatti  questi  uniti  col  Reno  » 
fanno  u  buooa  aUeansa ,  non  è  da  dubitare  y  che  faralla  ancor  V  Idi- 
«e  y  aenza  esiliarlo  di  bel  nuovo  in  Marmoxta* 


ARTICOLO    QUARTO, 

Se  alla  iicurezfo.  del  Polesine  sia^  non  che  di  vantaggio  ^  ma  di 

necessità  ,  V  arginatura  destra  del  JP rimaro  « 


SOMMARIO. 


Disarginamento  della  riva  destra  di  Primaro  fa  un  affetto  contrae 


Tbvtrr^fMfVV  UfCt0  tffv^v   i*c     c</r«^c#»i^  9  v    «»c    j&ié^f§t>  •   jLjtrvti^  *^o^t*    «uf^t^^f//*»  .ar* 

chitetti  nelle  diversioni  d^  fiumi  •  Osservazioni  delV  immissione  di  Pa* 
naro  in  Po  grande ,  e  c2'  altre  unioni  de*,  fiumi  •  Osservazione  delV  u- 
nfcne  del  Lamone  col  Primaro  ,  e  de*  ^uoi  effetti  •  Incertezza  de*  caU 
coli  intomo  la  portata  delle  piene  •  Accrescimenti  uguali  d^  acqua 
non  fanno  uguali  alzamenti  del  fiume  •  Sperienze  ed  osservazioni  del 
p*  Castelli ,  €  d*  altri .  Unico  caso  delle  velocità  proporzionali  ni  cor" 
pò  delle  acque  nel  sistema  del  Gennetè .  Diritto  ^  e  pratica  di  tutte 
le  genti  nel  riparo  de'  fiumi  m  Straordinaria  depressione  degli  argini 
del  Polesine,  e  tannala  aelle  loro  altezze*  lUsposta  ad  ima  Relazione 
delle  piene  d*  Idice  •  Alzamento  di  4*  piedi  di  più  prescritto  ali*  ar^ 
girne  sinistro  .   Nuoqo  disordine  scoperto  nella  visita  intomo  ali*  ab» 

bandono  degli  argini  vecchia 

JL  arra  ano  atrano  paradosso  quello  »  cbe  qui  da  nei  sì  afierma 
francamente  •  E  quanti  saranno  ributtati  dalla  sola  proposiaione  di 
questo  artìcolo  I  Tanto  Tide  la  p^giudicata  opinione  di  coloro  i  qua-* 
n  tutto  al  roYCSCÌo  pensano  »  che  la  sicuresza  del  Polesine  riposta  sia 
in  questo  medesimo  disargìnament^  della  riva  destra,  sulla  quale  di- 
htandosi  le  piene  di  Primaro  »  non  possano  giammai  alzarsi  a  soYer* 
chiare  gli  argini  della  sinistra  riva  •  ^Ghe  questo  ripiego  sia  un  erro- 
re  massiccio  ne'  buoni  princi]p]  dell'  idrostatica  ,  sarà  nostra  premu- 
ra al  dimostrarlo  con  ogni  chiarezza»  E  perchè  non  si  creda,  che  u- 
sa  giusta  compassione  a  tanti  paesi  inondati  per  questo  disargiua* 
■sento  ci  possa  &r  piegare  alla  loro  salute ,  anche  con  qualche  aisca» 
pito  del  Polesine;  ^oi   qui  per  ora  porremo  in    disparte  V  interesse 

di  quelle  proYÌncie«  Siano   pur  elleno  per  antica  servitù  sagrificatd 

58 


tatto  al  cdmadb,  edalla  aìcoMZza  del  solò  Pòlestnev  Farcbò^  si  tiAH 
H  Polesine  »  si  perda  il  resto  ;  sia  cosi  •  Si  guardine  però  i  loro  pa« 
trocinatori  di  non  osare  disavvedotamente  di  qoe'  meszi ,.  t^  quali 
.  promnoYono  on  effetto  contrario  a  quello^  ohe-  eui  pretendono  «Piie» 
tendono  con  tale  disarginamento-»  ohe  le  piene  di  Primaro  si  tenga*^ 
no  sempre  più  basse  •  Noi  dimostreremo  »  che  quanto  maggiori  siano 
1!  espansioni  sulla  rive  destra-  del  Primaro  >  tantO'più  alce  si  rendO'^ 
ranno  fé  sue  piene  »  e  più  pressamente  s' accosterà  il  soTercliiamtnto 
de^'  bassi  argini  del  Polenne  alta  sinistra  ;  ed  aU'  o^fWMto  ,  impedite 
ohe  siano  codeste  espansioni»  e  fatta  1'  unione  di  tutitf  le  sue  acque 
in  un  solo  alveo  » .  le  piene  di  Primaro  sempre  più  s'  abbasseranno 
di  pelo*. 

Cominciamo  dà  quelle  prove  t  che  sono  pianissime^  perchè  deriva- 
te  da'  primi  prtncipj  dell  idrostatiaa»  ed  ansi  dal  seusa  comune  »  e 
dalle  immediate  speriense.  La  forza  >  che  ha  un  fiume   per  iscavare 
_il  sue  fendo  9  e  per  mantenerlo   già   seavato^  e  profondo ^  nasce*  da 
due  parti  ,  che  la  compongono  »  cioè)  dal  corpo  deJVi  acque  ,  e  dalla 
Illecita  4  Se  una  sola  di  queste   cresca  »  rimanenendo   invariata  T  al- 
tra, cresce  la  forza  ,  che  gP  Idrostatiei  chiamaue    momento^  e  molto* 
più  se  amendue  uuitamente  s' aumentino, . cioò ,  massa^ e  vdocitààéì^ 
r  acquai  Allora- tale  sifft.  la  pressione,  e  la  corrosione  del  fondo,  ed. 
il  suo   profond amento 5   tal  è  la   spìnta  delle  acque,  che  con  molto% 
minor  pendenza  vi  corre  -  rapidissimo  il  fiume>. 

Egli  è  dunque  evidente,  che  se  il  Primaro  sarà  arginato  a  dà9irs,\ 
se  neir  alveo  suo  si  uniranno  le  aeque  tatte ,  che  vanno  ora  disper« 
se  ,  il  corpo  «del  fiume  si  farà  maggiore  •  E  quel  ^. che  qui. dee  oonai-- 
dorarsi  attentamente  ,  le  acque  incassate   tra  gli  Argini  rìj^gUerannov 
una  velooità- incomparabilmente  più  grande  di  prima  «  Adunque  tan-j; 
to  più   si  profonderà   V  alveo  di  Primaro  ^  .  quanto    maggiore  sarà  la 
forza  delle  sue  piene  unite,  e  per  conseguenza  anche  le  aiesse  pieno 
«  su  d'  un -fondo  più  soavato-s'  aèibasseranno  da  quel  livello.^.  aL  qualo 
ora  giungono ,  e  sostenute  da  fondo  più  alto  • 

In  fatti  y. chi  non  vede*  quant^  lents  mente  si  «muova  il  Primaro  in- 
questo  suo  prima  tratto  disalveato  ,  e  qpanto  più  facili  si  rendon^^ 
le  deposizioni  delle  sue  torbide  ?  Chi  non  prooosdcherebbe  il  suo .  vi# 
oino  riempimento  ?  EUl  in  tal  caso  le  stesse  piene  quanto  più  alte  si. 
vedrebbero'  decorrere  presso  la  sommità. di  que'  miseri  arginelli , Xibe« 
difendono  il  Polesine?  lafiniii  esempj  del  corso  de'  fiumi  «  e^  de' tor-»- 
renti  dimostrano  essere  verissima  quello ,.  ohe  qui*si  va  dioenda« 
Quanto  alzamento  del  lor<i  fondo  ^^ e  deUe  loro  piene  fanno  i  torreiii. 
ti  disarginati?  Quanta  è  la  premura  de'  veri  Idrostatici  per  seqBar«* 
li  tra  forti  argini  ,  .per  accrescere  la  loro  forza ,  e  per  obbligarli  n^n 
a  spandersi^  ma  ad  isoavére  iL fondo  ,  o  a  mantenerselo,  iscavato? 


^ 


4St 

■ 

Sappiamo :!  clie  una  Tolta  correva  r  errore  pretto  li  alcuni  Àrchi^ 
tetti  d'  ac^o^  che  a  aoemare  l' altazu  delle  piene  di  qualche  fiume 
prìncipalcfmeUa  nostra  Italia ,  giovassero  le  diversioni.  Sappiamo,  che 

Sueste  si^efl^ttnarono,  tempo  fa»  nel  medesimo  fiume  per  iscaricò 
elle  sue  piene.»  Ma  ohe?  Si  scemava  benù  il  corpo  d'  acque  nel  fiu- 
me .principale  «^  ma  ciò,  che  pareva  un  paradosso  ,  l'altezza  delle 
pienoni  manteneva  la  medesima,  come  per  l'4ivanti^  ed  in  appresso 
si  fece  maggiore.  Codesto  «perimento  contro  la  loro  aspettazione  a- 
epri  gli  occhi  a  quegli  ^irohitetti  per  intenderne  la  ragione .  Impe- 
rocché da  sa  fatte  diversioni  diminuendosi  allo  stesso  tempo  ed  il  corpo 
d^acqua ,  eia  velocità,  le  piene  mantenevano  la  stessa  misura  d'aU 
tea&ea,  ed  inoltre  il  ibndo  del  fiume  dctpo  molte  piene  si  vidde  alza- 
to incredibilmente,  e  con  esso  alzarsi  ancor  le  piene  •  L'  errore  de^ 
passati -faa  migliorate  le  mìissime 'degli  Architetti  presenti,  i  quali  o- 
ra  detestano  tutte  qneste  diversioni ,  e  prescrivono  ,  «he  tutte  le  ac- 
que delle  piene  Cam mimno  unite  ,'ed  anche  ristrette  nello  stesso  al- 
"veo ,  acciocché  in  sezioni  sminori  crescano  di  velocità  ,  di  corpo ,  di 
forza  per  trasportare  le  pesanti  materie ,  e  per  sostenere  le  torbide  . 
Bertanto  a  volere  abilitare  il  Primaro  a  contenero  le  sue  piene  in 
sezioni  più  profonde,  e  più  capaci ,  %\  uniscano  le  acque  tutte,  non 
ai  disperdano^,  ed  allora  si  ^oosegairà  quell*  effetto  di  scavamento  9 
ohe  si  è  trovato  da  Filo  di  Longastrino  .all' ingiù  verso  la  foce,  che 
mette  al  mare  • 

Ripiglieranno  forse  alcuni,  che  se  tutte  l'espansioni  di  Primare 
della  destra  riva  ai  contenessero  nel  ano  alveo ,  accrescerebbero  il 
suo  corpo  a  dismisura ,  «e  l' altezza  ancora  delle  ano  piene  •  Ma  per- 
chè questa  difficoltà  nasce  da  una  fantasia  mal  4ibituata ,  cosi  noi  la 
everremo  a  poco  a  poco  addimesticando  al  vero ,  con  esempi  di  fatto, 
e  di  quanto  la  varia  velocità  de^  differenti  corpi  d'  acque  giunga  a 
agguagliare  le  miaure  delP  altezza  de'  fiumi  •  Quando  la  prima  volta 
ai  trattò  d'inalveare  il  Panaro  nel  Fo  grande,  le  stesse  clamorose  op- 
posizioni^ le  quali  ora  si  rinnovano  per  il  Primaro "*,  si  fecero  allori^ 
contro  l'ideata  unione,  predicendone  uno  strano  alzamento  del  Po 
grande  •  Fatta  poi  l' immissione  di  Panaro  in  Po ,  si  calmò  subito  tut- 
to quel  gran  contrasto  di  gente,  che  parla  ,  e  scrive,  e  sentenza 
lenza  fondo  di  sapere,  e  di  sperìenza;  e  ne  rende  la  ragione  Monsi- 
gnor Corsini ,  il  quale  coli'  assistenza  del  '  celebre  p.  Abate  Castelli 
parlando  nella  sua  Relazione  di  quésto  fatto  »  dice.:  Che  anzi  che  gorvf 
fiore  il  Po  ^  V  ha  piuttosto  renduto  magro  ;  perchè  egli  è  andato  ro^ 
dendo  molti  renai  p  e  molte  isolette  creatasi  nel  suo  letto  ec.  Questo 
è  a|>punto  quello  «he .  dice  vasi  nel  primo  .articolo  dì  questa  parte  •  Uà 
fiume  principale.,  sens&a  dilatar  la  sezione,  né  alzare  il  suo  pelo^  si 
fa  capace  talvolta  dell'  unione  d'altro  fiume ^  con  dissipare  aoltanto 


s        » 


/ 


466 

gr  impedimenti  »  ed  aoimue  di  relocità  tatte  le  lue  parti  »  le  quali 
prima  o  lentamente  nioTeansi,  o  si  stavano  oziose .  li  meilesimo  Mon* 
signor  Corsini  poco  dopo  soggiunge  no  ahr»  sperimensAI  9  "the  eonfer* 
ma  quella  massima  9  che  si  va  ridicendo  »  che  V  nnione  di  tutte  le  e- 
spansioni  di  Primaro  a  non  &rebbe  alena  alsamento  »  o  lo  farebbe 
insensibile  9  e  cosi  scrive  r  Come  ^  impara  dalla  prwa  fatta  da  noi 
nel  tartara  con  V  acqua  di  Burana^  corKiossiacosackè  messi  nel  fiu* 
me  segni  stabili ,  e  twata  la  detta  chiameay  non  si  vide  abbassamene 
to  sensibile^  nemmena  avendaìa  dopo  aperta ^  sensibil&  alzamento; 
d(d  die  si  giudica  dover  succedere  U  medesima  al  Pa  del  Reno  ,  a- 
vendo  senz^  altro  maggior  proporzione  Burana  al  Panaro  ^  che  Re* 
no   al  Pa  j.  considerata  la  stata  di  essi  fiumi  ^  nel  quale  fu  fatta 

V  osseri^azione  ^ 

Un'  altra  più  convincente  osservastone  fatta  coucordemente  dalle 
parti  9  o  confermata  dal  ^•.  abate  Grandi  9^  e  dal  p*  I>^  Geleslino  Gal- 
fiani  si  produce  da  Monsignor  Riviera  nella  sua  Reiasione  at  num.  61 
ov'  egli  racconta  9  che  dopa  la  diramasionor  del  Po  d' Ariano  9  la  se- 
zionja  nel  tronco  residuo  del  Pa  dello  Fornaci  ha  una  maggior  lar- 
ghezza 9,  che  nel  tronca  superiore  unita  9.  e  V  altezza  non  è  9  che  po- 
ca minore  di  sotto  9.  che  di  sopra  la  diramazione  9.  cioè  nel  tronco  stf- 
periore  unita  avanti  la  diramazione»  scandagliatone  il  fondo  in  sedict 
luoghi  9  si  ebbe  un'  altezza  ragguagliata  d*  acqua  di  piedi  XO9.  onceó, 
e  tre  quarti  di  minuto  :  e  dopa  la  diramazione  nel  ramo  delle  For- 
saci  9  scandagliata  in  diciassette  luoghi  T  acqua  »  si  ebbe  un'  altezza 
ragguagliata  di  piedi  io  9  once  4  9  minuti  ir  9.  e  f  ;  cioè  poca  di  più 
d'un^oaeia  e  mezzo  solamente  d'  altezza»    Eppure  dio'  egli  9  tutta 

V  acqua  delV  uno  ^  e  dell"  altro  ramO'  è  passata  ,  già  prima  per  lo 
tronco  suddetto  principale  del  Po  grande  j  avanti  che  egU  si  divida 
nelli  due  delle  Fornaci  ,.  e  di  Ariano  y  aggiustandosi  ogni  differenza 
colla  Qaria  velocità,,  che-  risulta  ne^  detti  cànalK  Ne  si  pub  dubitare, 
che  siccome  ciò  accade  nel  divorzio  del  tronco  suddetto  principale  in  que^ 
due  rami  divisi  ;  così  non  stUKedesse  lo  Hesso,  quando  con  moto  retro* 
grado  <me^  medesimi  due'  rami  divisi  dovessero  ih  un  sol  tronco  unirsi  ec* 

Cent  altri  esempi  presi  dal  corsa  de**  fiumi  dimostrana  ohiaramen- 
te>  che  assai  volte  T  unione  di  molti  influenti,,  o  rami  in  un  alveo 
aola  9.  a  la  loro^  diramazione  non  altera  sensibilmente  1'  altezza  delle 
acque  y  e  del!  pela  delle  massime  piene  nel  tronca  prineipaìe  9  tro- 
vando lai  natura  altri  mezzi  di  contenere  le  aeque  aoorescitxte  9  qua* 
si  al  medesima  livello* di  prima  o  per  acorescìfMnta  di  velocità  9  o 
per  altargamenta  di  sezioni  y  o  per  iscavamenta  del  ibnda  y  a  per  tut- 
r  insieme  questi  ripiei^i;  e  però^»  quanda  il  PrimarO'  pel  suo  «ret- 
namentO'  a  destrai  contenesse  tutt*^  i  suoi  spandimenti  9  non  farebbe 
pei:^  tutta  ci&  sensibile  alzamento  «. 


46i 

Che  lia  <m>8Ì  ,  pr«ndiam<>  nn'  altra  prova  conTinceotUsima  cfa(  Fn^ 
maro  xnedeaìmo  »  e  da  un  fatta  della  naova  immissione  del  Lamtme  ^ 
Ognnoo  9B  9  quale  e  quante  grandiosa  sia  ta  portata  d'  ona  piena  del 
Lamone»  e  ben  le  sanno  qne'  miseri  terÉritorj,  pe*"  quali   passa ,»  e  li 
diserta  con  orribili  inondazioni  •  Qual  rapporto  s*"  abbia  at  Rano|»  non 
meno  il  Lamone  «  che  eìascun  altre  inftoente  nel  Frìmare  nelle  mas» 
sime  lore  piene  r  gii  ^  state  altre  Tolte  calciate  da  eccellènti  roate-^ 
matici  »  Noi  confessiame  it  vero  ^  che  di  simili  calcoli  poco  ei  posna** 
me  fidare ..  Converrebbe  determinare  la  massima  velocità  di  ciascun 
fiume  y  ma  nel  colmo  della  sua  piena  ,  e  ciò^  più  volte ..  Ma  chi  v^  è^ 
che  dica  d^  averle  fiitte  ?  E  poi  tutti  codesti  calcoli  sr  fondano  sulte 
due  famose  ipotesi  e  d^Ua  vefoeita  proporaionale  alT  altezza ,  e  della 
velocità  proporzionale  alle  radici  dell'  altezza  -  Ma  il  moderno  autore 
dell^  idrostatica  esam^ta-^  n»^  suoi  principf  dimostra  aasai  chianuBen^ 
te ,  che  al  ^rso  de'  fiumi  »  e  de'  torrenti  non  pnò^^  inr  nessun  conte 
applicarsi  veruna  delle  due  ipotesi  ».  le  quali  non  hanno   luogo  y  fuop^ 
che  nalta  velocità  delle  acque  y  eh'  escono»  da'"  forr  de'  vasi  sotta  va^: 
rie  altezze  »  edf  ancor  qui  il  medesime  scrittore  dimostri^ .  la:  grande 
incertezza- delle  sperìenze-  Noi  valutiame  pia  assai'  la.  stimati  va  del 
senso  comune  di  quei  battifiingbi  ^  i  quali  scorrone  lunee  le  rive  di 
questi  fiumi  ^  e  fiiono  frequentemente  it  paragone  delr  escrescenze 
del  Lamone  con  quelle  di  Reno  »  e  degli^  altri  fiunu  •.  Tutti  questi 
concordemente  affermane  ^  che  il  Lamone  in  piena  masuìaia  uguaglia,. 
chi  dice  un  terze ,.  chi  une  metà  delta  piena  di  Reno ..  Ma  sia  co^ 
me  si  voglia  »  Il  determinarne  il  precise ,.  noni  è  di  questo*  esame  - 
Ma  a  buon  conta  codeste  massime  piene  del  Lamone  sono«  entrate  in 
Primare  pel^  tutte  T  auno  passato  •.  E-  quat  èr  stato^  L'  efifetto   di  cosi 
strana  novità  ?  S' è  forse  udita  querela  di  qualche  miave  alzamenti 
^  fattovi  ?  Forse  il  Fjrìmare  per  tale  aggiunta  ha  sormontate  le  rive  ? 
FoKse    ha  messe  in  qualche  pericoTo  il  Polerine  r  o  piuttosto  le  valli 
di  Comacchio  ?  Niente  di  tutte  ciò;  n^  manca  se  ne  sona  accoi»^ 
ti  ^li  abitatori  alle  rive  di  Pnmace;^  moka  mena  hanna  accd'era>- 
te  il  ohiudimentadella  rotta>  e  la  diversione  del  Lamone  ::  anzi  ,  se 
si  fosse  prese  il  partita,  di  laaoiasvela  per  sempre'  decorrere  nel  Pci*^ 
mare ,:  com"  era  eertamente  mi^ior  consigliò ,.  nessuna  pigliavasi  Ta 
briga  di  fiirvi  ostaoolo*.  K  perahè?  Pèrohe  coni  tutta  L' imn^asione  ddl 
Lamone  9.  it  Primara  decorreva:  come-  prima  y  ed'  anzi  .oens  vantagg  ia  ^ 
aveada  &{ta  una  seavamente^  dbve  d-  un  .piede 9.  d'ove  di  dtte>  e  ào^ 
ve  di  tre»,  co»  afteft  noev»  diiatasione  delle  rive  y  come  da  noi  si  è 
dedetta  dalle  recenti  eocroaiòQa  de.  S..  Alberta  r,  àwt:  he  sboccata  ini 
Primare  9.  Sina  a t  mare- 

Traaferiama  ora  questa  latta  del  Lamone  all'*  espansioni  superioii  da 
Primare  r  ^  q^^  P^^  ^  preesttata  arginaturai  noi  opk  censktertamo  ^ 


4^ 

tke  81  rìmtngoDo  confeniìte  nel  Bi'iiiiato  ^  ^e  eer6liiioio  xjnì  qtiàl  ef- 
fetto-di alzamento  vi  faranno  .  A  noi  pare  t -che  la  decisione  aia -gii 
fatta  col  paragone  del  Lamone  •   Inipe rocche  concedasi  pare  ,  che  la 

3nantità  di  quest'  espansioni  arrivi  ad  ugaagliare  -  mia  piena  masaima 
el  Lamone  9  cioè  quasi  k  metà'  del  Reno;  ciò,  che  «on  è  ponto 
'Verisiraile.  Ma  sia  cosi.  Non 'pertanto  gli  ^pandimenti  contenuti  ti«ì 
«Primaro  faranno  benaì  maggioi'e  scalamento  *del  ano  fondo ,- maggior 
^latazione  ddle-sue  rive  ;  ma  alzamento  ddl  ano  pelo  non -mai,  • 
«ppena  insensibile ,  giusto  aj^anto  ,  ooin'  è  accaduto  per  la  nuow 
ammissione  del  Lamone •  E  queste  iM>n'aono  speculazioni  astratte,  ma 
consegaenze  dedotte  da'  «fatti  •  veri  • 

.  Ma  perchè  ci  sta  a  cUore  il  comhattero  aptto  tutti  -gli  aspetti  un 
errore  invecchiato  a  favore  di  questo  disarginamento ,  aggiungiamo 
aneora  un'altra  rilevantissima  ^osservasEiono •  >La  tenenza  c'insegna 
con  una.  costantissima  induzione ,  che  non  tolti  gli  aocrèecimenti  u« 


guali  de' -nuovi  influenti  in  nn  fiume  &nno  ngnàii  alzamenti  del  su« 
f>elo;  ma  se  lo  trovano  assai  bawo,  ^' magro  lo  aheranno  sùbito»  -a 
mgion  d'esempio,  per  due,'0  tre  piedi;  e  «e^s'^abbattono  nello  stea* 
«ó- fisime  alto,  e  gonfio,  vi  faranno  nno  aoarsissimo ,  e  talvolta  non 
discernibile  alzamento.  Chi  a' è  trovato •  spesse  volte  alle  rive  di  Po., 
dove  vi  sbocca  la  ^Secchia ,  il  'Panaro ,  e  tanti  al^i  torrenti ,  avn^ 
potuto  certificarsi  di  questo  fenomeno;  ao  una -iola  piena  d'alcuno 
.di  questi  torrenti,  formatasi  per  qualche  scoppio  di  temporale  nelle 
^allì ,  t  per  dirotte  piogge ,  ^ntra  in  Po  ne'  sommi  calori  della  sta- 
te ,  ^quando  il  fiume  ha  somma  penuria  d' acque ,  quella  ^i  fa  tosta«- 
snent^nn  tale  alzamento,  che  sotto  ^i  oochi  vi  riempie  immediata* 
anente  il  «vasto  suo  letto;  laddove,  se  la  medesima  aopraggiunge  al 
Po  già  in  piena  nell'autunno,  nessun' alterazione  da  noi  può  seoiv^ 
gOMÌ  del  suo  alzamento,  ohe  ci 'è  insentibile. 'La  medesima  osserva- 
zione feto  f;ià  il  -padre  abate  Castelli  nel  ano  trattato  della  nmnra 
delle  aoque  correnti  al  •'eofioll.  3.  oon  queste  paifole  •  Osservasi  on* 
cora^  che  mentre  il  fiume  principale  è  hassò,  sopravvenendo  mia, 
ancorché  debole  pioggia  ,  <fa  sùbito  notabile  crescimento  ,  ed  alzamene 
tOy  ma  quando  H  fiume  è  di  giù  ingrossato,  ancorché  di  nuovo  gli 
40prawenga  gagliarda  pioggia,  in  ogni  moch  non  cresee  tanto,  psoH'- 
fo  UQ^a  fatto  sul  ^principio ,  ie  proporzionatamente  tMa  pioggia ,  che 
e  sopraggiunta .  La  guai  cosa  noi  possiamo  dire ,  •  vhe  partiaolarmen^ 
4e  dipende ì perchè,  nel' primo  caso,  mentre  il  fiume  e  basso.,  si  ri* 
"trova  ancora  assai  tardo  ,  e  però  la  po^ acqua,  ^e  ci  entra.,  cam* 
mina,  ..e  passa  oon  poca  veloeità,  e  in  conseguenata  occupa  gran  mi' 
sura;  ma  quando  il  fiume  è  di  già  ingrossato  per  nuova  acqua,  ei* 
sendo  ^ancora  fatta  più  veloce,  fa,  vhe  la  gran  copia  ^ acqua ^ 
che  sopram4ene,,  tenga  minor  misura,  e  non  faccia  tant' altezza  • 


Kii  r  alteriare  ragioìiey-e  più  ani  venale  di  quest'effetto  si  ritot- 
we  nella  teoria  delie  resistenze,  e  viene  chiaramente  dimostrata  dal« 
1^  autore  deir  opera  di  fresco  uscita  alla  luce  »  ed  intitolata  Idrostati^ 
^a- esaminata  nef  suoi  principj i  noi  qjjii  daremo-  un  breve  cenno  di 
quanto  più  ampjlaniente  dimostrar  il  lodato  scrittore  nella  parte  te- 
Gpnda  del  secondo  esame  •  Se  iL  corso  de'  fiumi  né  punto  »  né  poco 
ritardato  fosse. dalle  tante  resistenze  ne'  loro  alvei,  la  loro  velocità 
sarebbe.' sempre  pro^rzmnale- al  corpo  d^ acqua  ,.  ^  crescendo  questoy 
créscerebbe,  la  velocità  nella  stessa  proporzione  ;  onde  non*  ne  segui* 
xebbe  alzamento  verimo  per  qualunque  nuovo  influente  %  dal  quale  un 
firUme  fosse  accresciuta, «come  pensò* il  signor  Génnetè ,  ma  con  trop<» 
pa  universalità  contraria  alle  sperienze  •  Attese  dunque  le  resistenze , 
^  accreseimenti  delle  velocità^  il  più- delle  volte  non  •  sono  propor« 
zionali  agU  accrescimenti  delle  acqi;ie ,,  ma.  in  prop^rzicne  minore v 
Onde  ne  sej;^e  1^  effètto*  dell' alzamento  del  pelo,  del  fiume -,  per.  la 
giunta  del  nuovo  influente.^Y«ro*^è  però,  che  crescendo  sempre  pia 
il  corpp  d'acqua^  nel  fiume  ,..  la  sua-  forza  contrastando-  più  validav 
mente  le  resistenze,  e  facendosi  maggiore,, si.  accosta  finidmente  al^ 
l'èq^librio  con  le  medesime;  nel  qual  caso  qualunque  altro  ìnfl^ien* 
te ,>, che  sop/av venga  ,. non.  incontra  più'  il  contrasto >  né.  il  ritarda 
delle  resìatenze,  e  vi  accresce  la  velocità  proporzionale  %1  suo  cor* 
pe,.  e  per  conseguenza  noiLalza  più  ìLpplo  del -fiume  principale  •  E 
questore  quell'unico^  caso  (  ailì^'. il  ^lodata  scrittore)  .^/e/Z^  velocità  prò* 
porzionali  al  corpo  d' acqua  nel  sistema  del  Germetò }.  cioè  ^  allo* 
ra  solamente  j  .quando  la  somma  delle  resistenze  si  •  trova^  uguale  alla 
somma  delle  azioni  della  gravità  del  fluido ,  alla  quale  uguaglianza 
necessariamente  si  riduM  il  corso,  d' un  fiume   accresciuto  da   nuovi 

intuenti .  .^  >  ..  - 

Ma  checchessia  della'  ragióne  ^^npi'  siam  soliti  a  etflbilire  le  massime 
generali  nel  solo  fiittp^.il  quale  nel  caso  nostro  ci  dimostra ,  che 
gii  accrescimenti  d' àcq^a  in  un  fiume,  .sempje  più  gonfio , ,  vi  fauna 
alzamenti  8emp;re  minori,  fina  a  rendersi  insensibili  ;  e  supposta  qtie«^ 
sta  massimaegli  è  manifesto ,  .die^  quando  «  gU  spgadimentl  deUrri- 
maro  in  piena  si  contenessero  dentro  l' àlveo  sup  dal^arginatura  deU 
la  riva  destra-,  l'accrescimento  di  queste  aoqge  a  pochissimo^  a  for^ 
^  nulla  yi  opererebbero  di  alzamento  del  suo  pelo;  mentr9.  il  fiumév 
non  potendi^  traboccare  dalle  sue  sponde,. se  non  nello  statò  di^gie^^ 
na,  questo  appunto  è  quello  st-ato^^  nel  qi^ate  tatt'i  fiumi  per  b^ 
giunta  di  nuove  acque  accrescono  bensì  la  velocità,  ma  non  1'  altez« 
sea,  com' è  '  succeduto  l' anno  passato  'al  Primara  medesimo  pisr.  la 
nuova^  .unione  delle  p|ene  granaios^  del  Lamonc  •    - 

Ma<per  togliere  sempre  più*  d' ogni  timore  i  jiossessori  del  Polesi*». 
viti,  almen  quelli^  chà  amano  il  disinganno,  fingiamo  «,  che  le  acgne 


/ 


<di  ^spantlone^  del  Primaro  in  piena  «  «ontenute  nel  ano  alveo  ^i  fa- 
cessero  un  alsamento  ^  andie  4i  oezzo  piede ,  oV  è  quel  tatto  y  € 
quel  più  9  che  paò  figurarsi  4a  ama  fantasia,  clie  non  rapona.  E 
non  iivremo  tosto  nn  compenso  incomparabilmente  maggiore  d'  nno 
scavamento  del  suo  fondo 5  d^nn  piede,  di  dne^  di  tre,  come  abbia* 
jno  trovato  jempre  maggiore  lo  acavuiento  in  tutto  quel  lunghissimo 
tratto  di  Prìmaro ,  dove  il  fiume  è  arginato  fino  fulla  foce  del  mare  ? 
€hi  può  dubitare ,  che  1^  unione  delle  acque  flou  accrescesse  la  velo- 
cità ,  e  la  forza  di  corrodere  il  fondo  fino  a  queir  equilibrio ,  di  cui 
J^arlò  il  Cuglièlmini ,  dell'  azione  delle  acque ,  e  della  resistenza  del 
ondo  ?  E  se  è  così ,  com'  è  in  fatti  ^  quanto  ai  abbasserebbe  il  pelo 
delle  piene  di  Primaro. 

Ma  finiamola  una  volta,  e  parliam  più  chiaro^  e  fuori  d'ogni  soC* 
'tigliezza..  Quand'anche  si  volesse  concedere  per  caprìccio,  che  ar- 
|;inandosi  la  destra  riva  di  Primaro  ,  la  sua  piena  l'alzasse  d' un  pie- 
de e  dicìam  pure  all'impazzata,  di  due  piedi  ancora,  qual  consce 
«ronza  dovrebbe  dedursene  in  buona  ragione  ?  Il  disarginamento  del- 
ia destra  riva?  No,  che  non  a^ò  ndita  mal  legge  cotanto  iufi^usta; 
tua  anri  1'  alzamento  di  due  ,  tre ,  o  quanti  ai  vogliano  piedi  dell'  ar- 
j;ine  einistro  del  Polesine.  Questa  ò  la  conseguenza  adottata  da  tut-> 


la  nva  cpposta ,  la  il  meoesimo  •  JNessunò  prescrivo  in  casa  d' altri 
la  misura  delle  «uè  difese  ^ 

A  questo  tasto  l>en  sappiamo ,  che  alcuni  non  ai  terranno  più  al- 
le mcMsse^  4B  grideranno  ad  alta  voce  9  che  gli  argini  del  Polesine  so* 
no  altìssimi  ,  né  «i  possono  portar  più  in  aIto«  Con  questa  illusione 
aparsa  in  tante  dicerìe ,  appena  par  crediUle  ^  che  abbiano  pototo 
prevalere  per  piùd'  nn  eeoolo  «  aagrificando  allo  ate^minio  tante  ter* 
re  Ferraresi  auUa  riva  destra  disarginata  «  Ansila  dirla  ingennamen- 
le  ,  ancora  noi  eravamo  quasi  incappati  in  quest*  inganno ,  perchè  » 
prima  di  portarci  a  [questa  w^isita,  avevamo  udite  in  Roma  si  gran 
cose  di  questi  argini  del  Polesine ,  e  de*  loro  aoprassogli  in  occasiono 
di  piene,  che  [0^ immaginavamo  ,  che  codesti  argini  fossero  almeno 
uguali  in  altezza  ^  ed  in  aolidità  a  quelli ,  che  i  aignori  Periti  di  Fer« 
rara  mantengono  alla  riva  ainistra  del  Reno  ^  in  altezza  ^  per  lappov* 
to  al  piano  della  campagna,  dove  di  ao.  piedi,  dove  di  aS»  e  più 
ancora  da  Cento  fino  alla  rotta  Panfili  «  Ma  quando  fummo  sul  posto 
pi  spari  tutta  questa  fantastica  idea  ingenerateci  dalle  false  relazioni; 
e  se  i  tre  aignori  Periti  delle  tre  Leeasioni  non  ci  avessero  attesta* 
to ,  che  tutta  quella  riva  sinistra  4  sulla  quale  si  pasteggiava  allora  t 
non  altro  era,  che  il  famoso  aigine  del  rolesine,  noi  non  co  ne  aa* 
resaifflo  imì  avveduti.  Imperocchò  in  moltissimi  tratti  quello,  obo^B 


\ 


s 


46S 

•chiama  argine  t  non  ha  altra  Bemlianza  i  fche  ^3*  nna  fira  ^orflinaria 
idei  fiome  f  e  dove  dal  ;piano  vdella  bassa  priva ,  «o  sia  ;gòlena  rsi  alza 
tre  piedi  9  dove  -quattro  t  o  ciaqae  -solamente  9  ^e  dal  spiano  della  cam- 

Sagna  ragguagliatamente  jpochi  jpiedi  di  più.  >Ed  'acciecehè non  dioasi 
a  taluno  lesserai  cda  >noi  esagerata  ^una  «tanta  «depressidne  hIì  -^qaest^ar- 
gìne  sinistro  «  islcoome  4ill' opposto  noi  veramente  aocnsiamo  ^per  «esa- 
gerata,  <«  falsa  «queir  ialtezza  ^  -che  ^altri  cantano  9  'sottopon^emo  -qui  a- 
li  occhi  /di  tutti  3a  tavola  ^elle  ^altezze  Mieli' 4irgine  ^opiyt  al  piano 
ella  Tipa-»  «e  -sopra  il  j>elo  'delle  massime  escrescenze^  'quale  ^appunto 
ce  la  rappresenta  il  profilo  ^del  Primaro  ^esibito  rnegli  atti  «della  ^vìsita 
•Conti  nel  i76a«  'Così  finiranno  :nna  'volta  le  declamazioni ,  ed'  i  ,pre- 
testi»  e  si  ^discorrerà  «da  qui  in  ^ivanti  sul  ibndo  Tero  del  iatto  • 

Tatuala  ideile  altezze  ddP  ^argine  fsimstro  ^el  To  di'Pmmaro  temt^ 
to  in  guardia  da^  signori  Ferraresi  per  la  difesa  del  Polesine  di  San 
Giorgio,  .incominciando  .sotto  lo  sbocco  ^del  .Benedettino  al  sito  del 
Margone  ^  fino  >alla  chiavica  £  Umana  ,  -ove  dernuna  la  manutenzione 
^l  medesimo  »a  vanco  *de*  'detti  signori  .Ferraresi.  Tale  ^'altezza  è  in 
rapporto  al  piano  <della  ripa  ,  fO  golena  ^di  esso  fiume  •  Bilevandosi 
tutto  ciò  dal  profilo  del  Primaro  j  esibito  negli  atti  della  visita  ^del-" 
V  Eminentissimo  C<mti  li  la»  -Giagno  i^óz,  Xte  misure  rsono  state  pre^ 
j$e  jBol  compasso  dove  mancavano  i  numeri-  «      . 


^Iteiza  del- 

r  argine  sopra 

la  ripa  • 


iAlt«auM  Bèi  • 
med.   sopra  9a 
mass,  pione  ■• 


Pertiche  'So.  di  sotto  lo  shocco  del  Benedetti* 


j»iod«  onc.  pun.  {  pied.  on(x.  ^bb. 


5.    o. 

9- 
3. 


ti. 


00   in  Primaro    .    ^    .    .    .     *    . 
In  faccia  4illa  casa  del  signor  Cavallini 
Alla  .<^asa  del  aig»  Mardiese  Rondinelli    •     •    ^  4* 
Alla,  casa  del  sìg.  Conte  I^accheni    •    •    •    «    y^  S. 
Alla  casa  del  Prìncipe  Pio      •     •     •     •     •     •    ^3. 

In  faccia  alla  H^sa  ai  Paris  Sellato  • 
Alla  casa  del  dazio  di  donaandolo  •  . . 
Air  Oratorio  di  Boccaleone  •  •  .  • 
Jn  faccia  al  già  molino  della  Béccara  . 
Alla  porta  detta  degli  aoalini  della   terra  -d'Ar-* 

genta     ^     «    .*    ^     •    •    •    «     •    •     .^^  •    -^  %»  ji 
Alla  Chiesa  della  Celletta 


» 


» 


3. 

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7- 

X. 

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3. 

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a.  X.  o 

Xf'lO*  o 

a.  e*  o 

i.  li.  ^ 

o.  7.  6 

o.  3.  o 


•    '. 


^  i.  i. 
In  faccia  allo  «hocco  in  Primaro  del  canale   del 

molino  Saiani  '  •     • .  •    .«    ^ .   «     •     •     •     •    ^  4*  ^* 

Allo  yhoccoidel  canale  del  molino  della  Bastia  «    yy  i.  3. 

Al  marmo  della  Rosetu 3.  4*  8 . 

59   . 


o 
o 

€ 


o*  io. 
o.     8. 


X. 


I.    fi 

S.    o 


#« 


iflle  oRbTiclte  Pàolioe.    •    • 

A  Santa  Liberata  ••••.<... 
Io  faccia  alla  Ghieta  parmeobida  di  Filo 
Al  casale  de*  niolini  di  Filo  .  •  .  • 
Alla  oaaa^  del  lì^é  Marchete 


♦    •■ 


V  aigiB»  aopra 
U  ripft 

OMd.  topcm  W 

pM.  «OS.  putt.  ( 

1^  3v  Si  o 
9  »&  f  r.     o 

n  »•  9-  6 
n  e.     ft.     o 

9   4*       '^'  >^ 

pM.  «oo.  pao. 

I.      i«      6 

!•       9.        0 
I.      0.       0 

0.  ri.     0 

1.  9.     0 

Alla  eata  inGUeoa  dèlsig.  Gmaeppe  GortUi  ^  4;  8. 
Alla  Chiesa  parrocchiale  di  bongastoìne  ..  94»^  a^ 
Dioontn^  il- catino  del  tig.  Giitteppe  Gorelli  j^^'ti. 
•In  fiiooia  lo^  sbocco  della   fotta  in  PfioMro  det» 

ta  dell' ArcÌTOtcovo  •    •    .     .    •     •    •    •    »  5^    Sé 
In  &ccia  allo  tbocco  del  Santenio*   .    . 
In  iacma>  al  canale   deMa  Vela    .     • 
Alla  cliiat«ca>di  toolo  de*  beni  Galcagniai 
Alla  chiatioa  d*  Umana. 


ntofn  ti  pUoo  I  Sopra  !•  m9M$4 
maUm  ripa  .     |    ntffMCMst  -. 

I 


6 
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O  .    I. 


H   9«     II* 

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O.    IO. 


iv-to. 

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Landdetti   vf  teandagli  »  o  allem  danno 
nna  inedia  alieiaa  ék  ^  $• 


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I 


5.     « 


Segue  V  argine  marUtnuto^  dalla  ptÉàagiane  ddle  mMi  di  Cornacchie, 
dove  le  piene  di  Primato  si  spianano ,  e  vanno  a  congfun^ 

gfitsi  col  pela  basso  dèi- mare.- 


pM*  «Bt.  pan.    pM.  «m«:  pua^ 


Pertiche  44*  sotto  aUa  chia?ica' d*  Umana    .     „  4.  11 
Pertiche  So.  toperiormente  allo  tbocco  ael  Sis- 


mo 


S.  io; 


6. 


In  faccia  al  magazzino  de'  Padri  di  Porto    •     ^  4. 
Ib  faccia  allo  tbocco  in  Primaro  delfojBso.  vec- 
chio-     .     .     •     . .   3j  4.    6.     o 

Alla  nuora  cliìavica  Lepri     •     •     •    •     •     •     ^  5«    4*     ^ 

In  faccia  alla  onta  LovattelK    •     ••    .     .     .  .  9»^  S; 

In  fàccia  al  casóne ',  o , capanno  del  sig*  Gaer* 


rini 


Pertiche   444.    infisriormeate    a    detto'  caìiond 

Guerrini „ 

Ih  faccia   alla  casa  dcua  la  Baladora    .    .     n 


4^    9^ 

5.     1; 
a;     o« 


O.    IO 

6 


a.  •   6« 

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2..  Ile 
.!•     7- 


o 
o 


1.     6". 

6- 

a.  IO. 
a.-  '9« 

6 
6 

1.  Il* 

a.     1. 
or.     9* 


6 

o 


Tertìcbe   Sco.    imeriormente    alla   obiaTiea    di 

Bedone ^  a.     i.     5 

Alla  chiavica  Leonarda ^  o.     7*     e 

Alia  aerrartara  della  catena   ver90  ia   torre  del 
Primaro  allo  sbocco  in  mare     .    ..     .     •     ^  1.     9.     6 


4^7 

jpUa.  onc-  pie». 

I.       9.      6. 
1.       A.      O^ 

a.     o.     • 
a«     o.     • 


^ 


La  inedia  aliezza  di  qaeste  la.  misure  è  di    ^  3.  ^o.     7 1   a« 

Su  questa  tavola  »  oltre  la  bassezza  dell'  argine  del  Polesine ,  4sil 
Morgone  fino  alla  chiavica  d*  Umana ,  notisi  di  passaggio  la  grande 
sua  irregolarità  •  Una  delle  regole  più  gelose  nella  costruzione  degli 
argini  si  è  quella  9  che  la  loro  sommità  sia  da  per  tutto  egualmente 
alta  soj)ra  il  jpelo  delle  massime  piene.  Altrimenti  se  una  sola  parte 
<r  argine  è  più  bassa  »  e  .più  vicina  al  pericolo  del  traboccamento  del 
fiume  >  rende  inutile  tutta  la  restante  arginatura ,  quantunque  conti-  ( 
nuata  per  molte  miglia.  Diasi  un'  oochiata  al  continuo  avvicendarsi 
d' alto  9  e  di  basso  /  ohe  fa  quest'  areine  del  Polesine  ;  ove  si  rileva 
.d*  un  piede  ,  ora  <ti  due  9  ora  di  pochissime  once  dal  .pelo  delle  mas- 
sime escrescenze  •  Se  i  Giudici  di  quest'  aiEginsftura  sinistra  non  ios- 
^ero  que'  valenti  Architetti  »  1  quali  «ono  maestri  in  auest'  arte  »  co- 
inè ben  lo  palesano  ^U  argini  di  Po  grande  »  e  quelli/  aello  stèsso  Re*- 
so  da  Cento  fino  alla  rotta  Panfili  »  potrebbe  sospettarsi ,  che  il  mo- 
dello degli  argini  del  Polesine  uscito  fosse  dal  caso .  Ma  non  è  cosi . 
Or  qui  è ,  dove  nasce  la  maraviglia  ;  perchè ,  se  veramente  eglino  te- 
messeib  delle  piene  di  Primaro  ^  come  veramente  temono  delle  piene 
superiori  del  Reno  da  Cento  fine  alla  rotta  Panfili ,  si  vedrebbero  an- 
che qui  effettuare  le  prove  del  loro  alto  sapere  9  e  della  sperienza 
nella  formazione  di  questi  argini  •  Si  vedrebbe  la  loro  altezza  supe- 
riore di  molti  piedi  al  pelo  delle  escrescenze.  Allora  ancor  quest^ ar- 
gine ci  sarebbe  uno  di  que'  tanti"  modelli  delle  buone  regole  da  pra- 
ticarsi ,  come  lo  sono  tutti  gli  altri  fabbricati  da'  medesimi  signori 
Periti  •  Pare  dunque ,  che  col  fatto  qui  contraddicano  a'  loro  stes- 
si timori  ;  se  forse  non  si  dicesse  da  taluno ,  che  manchino  le  forze 
di  poter  fare  spese  proporzionali  ad  una  più  lodevole  costruzione. 
Ma  questa  scusa  farebbe-  un  gran  torto  alla  provvidenza ,  e  zelo  di 
quél  pubblico  >  il  quale  ogni  anno  somministra  una  grandiosa  somma 
di  molte ,  e  molte  migliaia  di  scudi  per  simiglianti  ripari ,  e  con 
tanta  liberalità ,  che  a  voler  consumare  lodevolmente  tutto  questo  da- 
naro ,  fa  bisogno  di  grande  studio  ^.  e  d'  opere  soprabbondanti  per 
una  maggior  sicurezza  •  Che  diremo  adunque  di  tanta  non  curanzi^ 
de'  soli  argini  del  Polesine  P  Chi  sa,  se  forse  in  realtà  niente  tema- 
no delle  pipne  di  Primaro  »  ed  anche  in  cuor  loro  se  ne  burlino  f 
Chi  sa  y  se  questo  mistero  nasconda  un  fottiliisimo  artifizio  di  tener 


tempre-  fiam  codesti  argini^,  aooiocchò' in:  ogniì  piena»  rimangon  pocW 
once  di.  vìvo  ;.  e  quindi  si  prenda  il  destro  di  mandare  poi  a  Roma^, 
e  di  stampare  quelle  relazioni  atroci*  delle  straordinarie  piene-  di  Pri- 
maro,-  e  di  confermare  la>  necessità  del'  disarginamentc della-  riva  de-^- 
atra  ;  altrimenti  si  predice:  giàj  vicino#  il  diluvio'  universale-^  del  Po- 
lesine». 

Noi>  siamO'  troppo^  lontani:  dal'  sospettaro- d^nir  simile  artifizio*.  Ma  «> 
dirla  ingenuamente ,  ce  ne  aveva  dato  un  grande  stimolo^  certa  stam«- 
pata*  relazione  della  piena  seguita  nelH  Ottobre  del  1764^  ove  cou'  for- 
molo di  spavento  si  narra ,  che  le  piene'  dell*Idice  unite-  a  quelle  di 
Beno  concorsero  a  far  alzare  iV  Primaro  ^e  tenerlo^  alto  ^  ed  in  guar^- 
dia:  a^.  giorni  continui.  A  questa^  relazione-  noi  rispondiamo',  che^ 
non  ci  fa  punto  di  sorpresa  la  guardia;  di  58.-  giorni  y  dopc  cbe  noi 
abbiam.  veduto*  quello  ,.  che  è  in.  l'atti ,  e  quello,,  che  significa  qui  nel^ 
Polesine  la  guardia-  continua  ».  Anzi  ,.  quando*  hramassera»  di*  farvi  1&> 
guardia,  tutto.  Panno  ,.  ciò/  sarebbe-  in  loro*  balia^  abbassando-  un  po'' 
più  que'*  miseri  arginelli' ,1  o  puc-  soltanto^  la.  lineai  dellai  guardia  ,  lai 

3 naie  arbitrariamente  può  stabilirsi,  o^  più:  breve,  o  più  bassa  ,.  secon- 
0  il  fine  di.  volérvi  fare  o.  più:  lunga ,.  o^  più'  breve*,  o  nessuna^  guar-- 
dla  •  Or  questi,  terribili^  racconti  trasportati  qua  a-  Róma' ,  e*  ad-  altre- 
città  fannO' bensì:  qualche^  impressione  a;  quelli  ,.che:  non^  hanno  maii 
veduti  gli'  argini  del  Polesine  ;;  ma^  atlò^  stesso^  tempo'  a^  chi*  si^  è  tro-- 
vato  sul  posto-  fanno<  conoscere^*  1*  artifizio^  di<  simili  ingrandimenti  «. 
Bnpérocchè.  appunto  nella,  passata:  vìsita-  ci  venne  fatto-  d*' entrar  la. 

Erhna  voltai  dalla  valle  di  GànJàzoIo^  in<  Fi*imaro>  in:  tempo  dii  piena  •. 
iterxogammou  subito,  il*  perito^  se  codesta)  piena  poco^  mancava  ad  ar- 
rivare a  quella  linea,,  a  quel  segnale' di  porre-  in^  guardia*  le  argina- 
ture •  Si'  rispose ,.  che*  mancava  di  poco  più  d!  un  piede  •  Qhi^  ci  guar- 
dammo in  viso.*  con;  nn  po^'dL  sofpjesa  f  perche  quella  y  che  chiama- 
rasi  dal  'SilùiixìgO'  piena  y.  a^  noii  compariva-  un;  corsoi  df'acque*  poca« 
i^ivii  cH^  mezzane  àw  Primaro*,  e  dii  qttaistsia>  altrO' fiijune  ;:e*pet  i— 
scherzo,  si  disse,  tra^  noi ,.  cbe  qui  si  dovevano^  mutare- 1  vocaboli  del- 
le- cose  r  e- chiamar  j9i>7i^'  quella  ^  che  si  direbbe-  altrove,  acqua  mes^- 
zana  y  ed  a-  quel  moderato  alzamento^,  che^  sogliono  avere  le-  natura- 
li rive-  de'  fiumi  »  dàre^  il'  nome-  di  arginature  ^.  Grani  forza-  dell'  im— 
geeno'  preso'  una.  volta  •' 

Ma  peitehè  ssppiàmo,  cHe-'una  parte*  déll^nmana' prudènzar*  nei  pufi^ 
blicl  provvedimeiìti  cdn^ijte  talvolta  nel  soprabBomlàre-  di  cautela  ,. 
quando  ciò  posstì  ottenersi  tòrr  ifiedferato'  disdendio  y  noi'  afi&ne  di'*  le-- 
vare  interamente  qualsisra*  adÒTttbratìientò^  cfrqnest^'argine- sinistro  ^t 
eoncordémente'  siarào'  entrati^  nel!  pai'ere',.  che'  gli  dia  un*  nuovo- alza- 
mento; di>  altri  4'.  piedi ,  con*  questa  lègge  però,  che  /'  argine' presen- 
ta si  ridiécw prima:  ad!  uniforme^  e:  continuatoi^  altezza',  paraCtUa  al^ 


469^ 

pelo  delle  massime  escréseeriee'^  secondàrie  solite  regale  delle  arginar 
ture  de^  fiumi  .  Fatta  questoi riduzione  ^^si^  accrescano'  inoltre  li  sud' 
détti  4.  piedi  di  nuova'-  altèaza^  viva  •  • 

Qai  già  ci<  aspettiamo*  la*  tanto. volte' ripetuta^  cantilena ,  che  noi 
finalmente  vogliamo  fare;  dell'^argine  dcL  Polesine  a/ia  montagna \  ^a 
non  sono  essi*  più^  in^  tempc  dL  gittar' sugli  occhi  di- tutti  queste  o- 
scurità^  dopo  ì  lumv  daticL  dalla-  visita^  Conti  •-  Si  guardi'  un'  altra  vol- 
ta la  tavola-  cavata-  dal^  pro.filo^'del  Pfimaro.-  Un'  tale  accrescimento 
non  ^aItro«  farebbe,  che  nna.  moderatissima  altezza  totale^  ragguagliata 
di  7.  piedi  d*  argine-  sopra^iP  piano**  della?  riva.^  Or  che  ha  che  fare 
questa^  mediocrissima  altezza  con  quella^  dell'  argine  superiore  di  Re- 
no da  Cento  fino*  alla"  rottai  Panfili  9. fabbricato^  da*  medesimi  signori' 
Periti  R 

Sì'  aggiunga  un  altro-  vantagció^  perpetuo  ,  cHe*  sorpassa'*  il  discapu^' 
to  della  temporanea  spesa  da  tarsi  per  una  sol  volta  in  questo  alza- 
mento ,  ed  eS  che*  non*  sarebbe^  più*  necessaria'  dn  qui  in  avanti  la 
spesa*  della;  guardia:*  di  questi^  argini^  continuata  per^  molti>  mesi  ,  e  con 
tanto«  numero*  db  conradini',- e- di»  soldati  .-  La  quale' spesa- non  è  al 
certo  piccola  9  ed  una 'parte  noi  Tabbiamo^  riconosciuta  da'  libri  pub- 
Blici  della  comunità^  d' Argenta .- No  «vCli  abitatori^  del  Polesine  po-f 
Iranno- allora  dormire:^  tranquillamente  i' loro^  sonni ,<s  senza  temere  pià^ 
d'^alcun*  soverchiàmento^  dèlie*  lòro^^  più^  alte-  arginature  •" 

Opporranno-  altri  ^  che  Ravenna  ^  e  la  Romagna-  bassa >  e  parte  deF 
territorio  Ferrarese  noiv  possonpr  obbligare-  il  Polesine*  a  spese   mag»- 
glori*  di'  quelle'y^  che  ha^  fatte  finora  nelr  alzamanto'  del  sua  argine  si-* 
nistro  ;*  ohe  piccoli?  arginelli^  ora*  gli  .bastano'  a*  sua^>  difesa- ,-  perdessero* 
appunto'  dièarginata-  la-  ri  va^  destra»-  Al  che  rispondiamo ,  che  nemme- 
no-il>  Polesine  perenna  maggior  sua' economia  può^obhligare*  il  terri- 
tòrio^ Ferrarese  ,  e  Ravenna'y-e  la  Romana  bassa  a  tenere  disargina- 
tk'  là'  sponda  dèstra^  del^  Primaro"  conr"  immenso^ sno^  danno'.   Consultia- 
mo il^  diritto^  delle  genti ,  il' diritto' oomunev  e  la'  pratica^  universale 
di*tntt^t   popofiyi  quali»  abitano ^  lungò^le*  rivendi- qualche'  fiume  • 
Tutti  tuttii  alzano»  L  loro^  ripart'  dalla-  lora^  parte ;-  tutti  fanno*  a  piaci* 
mento  Ife  loro* difese- da'  traboccamenti^  del*  fiume  •  Né  s'  è*  udito  al- 
trove'giammai-  il  caso >  ohe-  io'anMjerrìtorio^ egualmente*  stimabile  deb- 
ba' essere'  sagrificato'  interamente*  per"  fare  -  un  po'  d'  economia  all'  al- 
tro »*  eoD«  rispiàrmiarlli  1^  ilsamentO'^  do?  aaoLargiDi^  de'  soli*  4^  piedi 
l' più*. 

Si  usi  alcneno*  qnestir  CdTtMiav  er  discretèszr  eoa  il  Polesine  »  di- 
cono'altri  ,  che- gli  argioi>  aiU'  ^ettra^  ri«iangooo*  pia. depressi  d'un 
Siede'  degli-  argini>  alla^  sinistra  -  Rispondiamo  y  che  questa  legge»  quan* 
o  venisie^  imposta 9.  farebbe  ìogittstièiima'i  ed-  in*  olire  darebbe  luo- 
go ad  infinita  soandali  p.  e  liti  sul  più*,  e  meno  d'altezza  in  taott 


■xyr» 


y 


-irfegolarita  di  piaoi  aUi,  e  batti.  Non  è  e^ì  notistime,  che  negli 
anni  passati  appena  alzavati  un  qaalche  mitere  argiaello  tu  questa  rì- 
v«  per  riparo  a*iin  pò*  di  temi  nato;  non  e  e^i  notissimo  ,  che  sba« 
cavano  tosto  i  guastatori  ad  atterrarlo  P  E  ohe  farebbero  ora ,  quan- 
do si  prescrivesse  questa  legge  d'  abbassamento  d*argiiie.«  anche  d'un 
aolo,  piede  P  8on  pure  la  trista  sorgente  di  gran  mali  i  partiti  tatti 
di  mezzo.  Eb  che  bisogna  camminare  snlle  strade  reali  della  ragio- 
ne ,  qnando -si  Togliono  dare  veri  provredimenti  pubblici.  lu  ogni 
parte  del  mondo  si  difendono  d^*  traboccamenti  de'  fiumi  a  misura 
de'  loro  timori*  Né  questo  è  unfaMo  nuovo,  per  cui  si  debbano 
addesso  consultare  i  Loggiati ,  gì'  Idrostatici  >  di  ciò ,  che  convenga 
fare.  Prima  delle  decisioni  de'  Dottori,  e  degli  Idrostatici j  il  senso 
comune  della  ragione  ha  condotti  gli  uomini  a  fare  quelb  «  che  si  la 
nel  riparo  de'  fiumi . 

Tuttavia  pare  ad  alcuni ,  cAie  non  possa  rionsarsi  il  partito  'prov- 
visionale  per  un  anno ,  o  due  ,  per  via  di  sperimento  di'  tenere  al- 
quanto più  '  depressa  1'  arginatura  destra .  Ma  Dio  ci  guardi  tempre 
da'  progetti  provvisionali ,  che  finiscono  sempre  male.  Già. si  sa  quan- 
to lagrime  volo  alle  Provincie  riuscita  sia  la  provvisionale  rimozione 
di  Reno  dal  Po  di  Ferrara .  Camminiamo  adunque  auUa  via  battuta 
del  diritto  comune.  Ma  poi  si 'risponde,  che  1' esperimento  più  libe- 
ramente può  farsi  da'  possessori  del  Polesine  con  alzare  tèmpre  «n 
|»ìede  di  più  il  loro  argine  sinistro,  e  te  noi  ne  preiaeriviamo  4>  ®'*^ 
ne  alzino  pur  5.  piedi  per  mantenere  1'  antica  prerogativa  di  supo^ 
riorità  sopra  1'  opposta  «riva .  Finalmente  altri  adducono  1'  antico  pos- 
sesso del  Polesine  di  prescrivere  il  disarginamento  della  riva  destra^ 
e  qui  entrerebbero  in  iscena  i  signori  Leggistì  con  una  atucchevole 
filza  di  citazioni  legali.  Ma  ti  «risponde,  che  il  pNOSsesto  d'  un  disordi- 
ne ancor  centenario  non  fa  prescrizione  contro  il  pubblico  bene,  • 
contro  la  suprema  autorità  del  Principe ,  «  ^cui  a'  appartiene ,  pnrchè, 
soltanto  il  voglit,  promuovere  la  felicità  con  nuovi  provvedimenti  • 
Qui  siamo  in  un  affare  d'  altra  sfera  di  quella ,  «che  tuole  ventilarsi' 
dalle  forensi  controversie  tra'  privati  possessori. 

£  se  al  Primaro  mancasse  la  necessaria  pendenza  al  tua  corso , 
quanto  sarebbe  da  mettersi  I'  arginamento  della  riva  destra  P  Questo 
è  1'  ultimo  ricovero  di  chi  si  vede  spogliato  d'ogni  ragione.  IM^che 
la  pendenza ,  e  la  sua  velocità  aia  maggiore  del  bisogno ,  ti  è  già  di- 
knostrato  dal  fatto  medesimo  del  suo  scavamento ,  dove  corre  argina- 
to .  Che  se  di  questa  tanto  contrastata  pendenza  se  ne  volessero  pro- 
ve ancor  più  palpabili  »  nn  dettaj^lio  più  esatto  ti  rimette  all'  artico- 
lo seguente . 

Un  solo  avvertimento  ei  rimane  a  tuggerìre  per  conto  dell'  alza* 
mento  pretcritto  all'  argine  ainistro  •  MelU  vitita  nottra  ci  ha  torpreto 


N 


«na  oronricà  jptegindbiàld  a  cfciestl  argiDÌ  (fd  PoIesiM;  Tratto  trat- 
to abbiamo  natalo;  che  sì  Tanno  abbaodonaodo  gli  argani  antichi  as- 
sai distanti  dalla  riva^  o  però' ben- difesi  dalle  loro^golene»  ed  a  quel- 
li si  Tanno  surrogando  altri  argìneUi  meno  alti  «sulF  orlo  delle  rive  di 
Prlmanr  ^  affino  di  coltirare  quelP  ampio  spaaio  di  terreno  interposto 
tra  V  argine  Teccbia,  e  la  riva ^  che  suol  chiamarsi  la  golena.  Que- 
sta novità 9  òhe  già  s'  è  fatta  altre  Tolte,  e  cbe  ora  si  Ta  continuane 
db  »  è  un  errore  massiccio^  contro  tatto  le  buone  regole  delle  argina- 
ture de*  fiumi.  La  golena^  quanto  pia  Tasta,  e  spaziosa  ella  ò-,  tan- 
to più  preserTa  P  argine  dalle  corrosiom,  perchè  la  corrente  della 
piena  del' fiume  ha  qniTi  campo  di  spandersi,  e  di  allentare  la  Telo- 
oità  a  proporzione  della  sezione  maggiore  del  suo  corso.  Se  un  argi- 
ne  resta  disarmato  dall^  golèna ,  è  più  Ticino  a  perdersi ,  ad  esser 
corroso  ^  e  trasportato  dal  fiume.  Per  questa  ragione  noi  a  suo  luogo- 
nescrÌTeremo ,  cbe  al  nuoTo  argine  da  fabbricarsi  sulla  destra  rÌTa , 
orasi  una  distanza  di  pertiofae  ao^-dalb  medésima,  acciocché  ^il  Fri- 
maro  ^traboccando  nelle  sue  piene  possa  ^Ulatarsi ,.  e  scemar  di  forzo  • 
jmma  d*  arriTare  al'- pie  dell  argine  •- 

E  tale  fui  appunto  il^  eaggio  diseermmen lo  degli  antichi   Architetó- 
nella  costruzione  degli  argini  del  Polesine  •  Or  per  qnal  fine  d' inte- 
resse in  oggi  SI  abbando&iao  gK  argini  antichi  molto  distanti  dalle  ri'* 
Te,  per  qual  cagione  si  alzino- argini  novelli  sulle   spondo   medésime 
o  noa  sì  dubiti  pnnfo-£  restringerò- la  oorrente,  la  quale  cosi  è  pia 
disposta  a  corroderli^  noi  non  Sfaremmo  indoTinare  altra  ragione,  fuor- 
ché quella-,  la  quale  dalla  lunga  sperienza  è  stata  ad   essi  insegnata ,. 
cioè ,  cho  ad  impedire  le  irruzioni  del  Primaro  sono  snffioientissimi^ 
ed  afgtnellì  ancor  piu-bassi  ed  esposti,  alla  corrente   immediata   del 
fi^me  senza  discapito  di  tanto  tetreno^per    uso  di  golena.    Ciò    che 
conferma  quello,  che  si  è  detto  di  sopra  Tale  a  dire,    che  le   piene, 
dt  Pifìmaro  non  sono  quelle  s^  strepitose ,  cbe  si  descrìvono  nelle  ref- 
lazioni, ma  la  loro  forza  è  proporziomUO'  alla^  tenuità  do'  ripari,   i- 
quali  modernamente  si  vanno  facendo .-  - 

Tra  gU  altri  disordini  in  questo  genere,  uno  ci  è  parso  più  limar* 
cabile,  e  dégno  di  compassione,  che  riferiremo  qui*  In  quella  parte 
di  Primaro,  che  chiamasi  il  Tra^/ta^^o  sulla  sua  rÌTa  destra  al  solito 
dìsarginata  Tcdesi  in  oggi  piantata  un'  antica-,  e  numerosa  popolazìo* 
ne ,  e  ricca  di  buone  fabbriche  j-  e  d'  una  bella  Chiesa  situata  sullo 
sponde  del  fiume  •  Ail^  opposto*  V  argine  antico  del  Polesine  alla  sinir 
stra  era  distante  di  molte  pertiche  dalla  rivale  questa»  spaziosa  go- 
lèna iù  occasione  di  piene  permetteva  al  Primaro  tutto*  il  desiderabi- 
le sfogo  da  queste  lato^  senza  che  la  corrente  obbligata  fosse -a  cari- 
care tutta  ralla  riva  destra,  e  sulle  sue  case,  Or  Tanno  passato  per 
faro-di  questa  gdeaa  una  noo^a  economia  ,  e  convertirla  iu  un  orto^ 


f^ 


>jtra 


4ra 

i  è  dato  principiò  4àd  altra  ^irginafara  ^tal  labbro  «della  itìrn,  «im. 
.tra  j  e  noi  stessi  r..abbUm  passeggiata .ndla  saa  sommità.  !L'  efietto 
di  qaesta  novità  contro  ;gii  .^ntiwi  rStabilimenti  tsi  ^  >  che  la  oorrento 
della  piena  molto  più  ristretta  si  carica  addosso  H  jriya  destra ,  e  le 
abitazioni  ^  .e  rmolto  più  a  danno  ^e)la  ^Ghiesji  f  'la  ^gaale  tè  sempre  4il- 
lagata  in  >modo,xbe. assai  volte  al  Sacerdote ^è  costretto  a  celebrare 
il  divino  SagrifiziOfCogli  stivali^ -^  co^.piediAell* acqua.»  j^otrebbero  , 
è  vero ,  gli  abitatori  della  riva  destra  «ripararsi  ^dalle  inondazioni  con 
un  argine  circondario.:  Ma  ,no  •  JjO  difese ,  i  ripari  flutti  -soao  vietati 
dal  Polesine, -e  si  marciscano  pur^quivi  ^quegli  ;abltatori  ^con  tanto 
danno  del  Ferrarese,^  di  .tutto  il  Principato^ *<)be  non  per  tutto  ciò 
*jsi  raddolcirà  la  dura  legge  ^  rChe  ,^ieta  .ad  .essi  .la  naturale  «.difesa..  ^ 

J1PPENDJ.CJE. 

JD' altrì  più  relativi  difetti .  dé^  .mentovati  .argini  in  quel  tratto  idi 

P rimaro  ,   che   inunediatamente  *s^, apparsene,  alla   difesa 

delle  valli   di  Comacchio  da^  molini .  di  Filo  Jino 

^alla .  chioi^ica  jd*  JJmana^ 

JLroppo  importa ^d  alP  adempimento  ^dél  nostro  dovere,   ed  alla 
giusta  estimazione  di  questo  affare»  che  da  noi  .s' informino  1V£E.  VIT. 
. ancor  più  stesamente  della  qualità  «  e.  dello  .stato  4egli  .argini  >del  Po-* 
lesine  ,  non. solamente, quanto  .alla. già  «riferita  Joro  ^dej>reasiane ,   ed 
irregolarità  d' altezze ,  -ma  .guanto  ad  altri  più  jiericolosi  difetti  ,parti« 
.4)olarmente.in.quel  lunghissimo -tratto  d' .argine  ,  ohe  da  Xongastrino 
tino  alla  chiavica  dVUmana  s' appartiene  alla. giurisdizione  -.del    Pole- 
sine, .ed  immediatamente  divide  il  Primaro  .dal  coginngimento  con 
.  le  lagune  ,di  iGomacchio«  ìQuesta  ^arte  ,  siccome  .quella  ^  che  ;poco^  o 
nulla  interessa  la  difesa  .delle  .terre  del  Polesine  ^  cosi  ^è  la  più  ne- 
gletta •  Quivi  >abbiam  <vednti  gli  argini  in  jino  ^ssai  emisero  stato  9  e 
che  richiedeva  in  .molti  luoghi  .quasi  .un  totale  ^rifacimento  •  Impe- 
rocché «noi  abbiam  detto  Jiensi^  ^  lo  diremo  più  volte.,  -che  -dal  4)oi^ 
ao  del  Primuro  niente  ^possono  «temere  le  valli  di  Gomaechio  ^  a  con- 
dizione però,  che  non  inter^renga  o  d'arbitrio  ^legli  nomini,  .0  T  ab« 
bandx)fno »degli   argini,  od  nn  qualche  nascosto  £ne  axendere  il  Pri^ 
maro  minaccioso  alle  valli.«  Altrimenti  tenza  questa   riserva  nessuno 
potrebbe  predire  la  sioorezza  nemmeno   della  città  di   Ferrara  anch#   ' 
in  vista  ,de'  suoi  famosi  argini  di  Po  grande  a  X*agoscuro« 

.Confessiamo  ;pero  che,  ^da  :noi  si  è  -durato  gran  fatica  a  voler  pene- 
trare il  mistero  di  .questa  Irascuraggine  •  Imperocché  ,  ae  la  debolea« 
8a ,  in  cui  si  vogliono  quasi  a  bello  studio  mantenere  gli  argini  di 
questo  tratto ,  fosse  un  mezzo  idoneo  a  divertire  dal  Pr;m%ro  le  pieof 


47» 

di-  Reno  f  dell*  Idice ,  della  Savana  »  del  Santerao  »  del  Senio  »  coma 
▼orrebbooo,  si  accorderebbe  (jaasi  per  buono  ,  per  lodevole  nn  coti 
fatto  artifizio  »  Ma  se  o  bene  p  o  male ,  che  siasi  ,^  V  unione  di  que- 
sti fiumi  già  s'  è  fatta  in  Primaro  »  come  s'  è  detto  tante  volte ,  so 
più  non  v'  è  scampo  ad  impedirla  ;  con  qual  prò  9  ed  a  che  fine  9  al* 
meno  in  questa  parte  più  gelosa ,  non  si  stabiliscono  una  volta  gli  ar« 
gini  con  quella  base»  e  golena,  e  scarpa,  e  con  altri  opportunissimi 
ripari  dalle  corrosioni ,  i  quali  felicemente  si  veggono  posti  in  opera 
in  poca  distanza  dal  sig,  Fermiere  della  pescagione  delle  valli,  io 
q[uel  tratto ,  che  a  lui  s'  appartiene  dalla  chiavica  d'  Umana  fino  al 
mare  ?  In  fatti  si  confrontiao  le  opere  da  esso  lui  fatte  in  difesa  del- 
le sue  arginature ,  i  pennelli  ^  le  palificate  ,  le  fascinate ,  V  accresci- 
mento  delia  grossezza  degli  argini  dalla  parte  delle  valli ,  si  confron- 
tino pure  con  que'  leggerissimi  risarcimenti ,  che  senesi  fatti  nell'  al« 
tro  tratto  d'  argini  dalla  chiavica  d'Umana  andando  all' insù  ,  fino  a' 
molini  di  Filo ,  e  più  oltre ,  e  presto  si  conoscerà  quello ,  che  abbiam 
▼eduto  co'  nostri  occhi ,  cioè  la  nessuna  sollecitudine  dì  farli  sussi- 
stenti in  questa  parte ,  e  regg»)nti  all'  impressione  ,  non  che  delle  pie- 
ne ,  ma  nemmeno  delle  acque  basse  di  Primaro  • 

li  primo  difetto  ,  che  ci  cadde  sotto  l'occhio,  navigando  da  Argen- 
ta alle  Mandriole,  fu  l'osservare,  che  affine  di  risarcire  gli  argini 
dal  solito  abbassamento ,  si  scavava  la  terra  dall'  alveo  mrede^imo  del 
Primaro  al  pie  della  riva ,  e  dell'  argine ,  cioè  da  quella  poca  scarpa, 
0  golena,  eoe  il  fiume  erasi  formato  sotto  le  sue  rive.  Ma  chi  non 
sa  ,  che  la  golena  difende  il  piede  dell'  argine  dalle  corrosioni ,  e  mol- 
to più  la  golena ,  e  la  scarpa  prolungata  nelle  acque  del  fiume  sono 
necessarie  quando  1'  argine  è  posto  in  ìsola  tra  il  fiume ,  e  le  valli 
di  Gomacchjo,  come  si  vede  alquanto  sopra  i  molini  di  Filo  fino  al- 
la chiavica  d'Umana.  Se  l'argine  in  questa  sua  situazione  ha  poco 
riparo  nella  base  quanto  è  facile  che  per  alcuna  delle  tante  cagioni 
accidentali  si  apra  la  via  alle  acque,  ed  al  suo  squarciamento? 

Adunque  in  questo  tratto  geloso ,  non  solamente  è  disdetto  il  le* 
Tare  terra  dalla  golena ,  e  dal  piede  dell'  argine ,  ma  anzi  dee  pro- 
curarsi studiosamente  di  sempre  più  accrescerla;  e  dove  fi  fiume  de- 
corre sopra  il  piede  dell'  argine  disarmato  dalla  golena  ,  è  indispen* 
iabile ,  che  si  applichi  tutta  1'  arte  a  farvi  de'  nuovi  interrimenti 
Con  pennelli,  e  laacioate  verdi,  le  quali  germoglino  nell'alveo  me- 
deaimo  sotto  il  pie  dell'  argine ,  e  più  facilmente  vi  fermino  le  tor- 
bide, come  ahbiam  vednto  essersi  lodevolmente  praticato  dal  signor 
Lepri  ;  e  perjy  le  sue  arginature  niente  temono  di  quella  unione  de*^ 
iami  ,  che  da  tant^  anni  si  è  già  fatta  in  Primaro  • 

Diranno  ,  che  dove  I'  àrgine  rim«ne  in  isola  tra  la  Jagnna  di  Cornac* 

cUoy  ed  lì  PrimarCy  la  terra  pel  suo  risarcioientc  non  può  prenderli 

60 


V 


I 


I 


474 

aUroDde».che   dair  »!? eo   medéiimo^»  e  dklla   tua  foìèm^  Ifb  An^- 

S[>ooile»  che  dod  f^  certamente  cosi  il  tìgnor  Fermiere  delta  Talli 
i  Gomacchio ,  e  chiunque  ha  vera  premura  della  fermezza  de*  snoi^ 
argini}  che  egli  noa  ispoglia  il  piede,  e  la  golena  ddr  argine  per 
trovarsi  la  terra,  ma  U  fa  trasportare  da- altre  parti,  od  anche  dalla 
riva  opposta.  Egli  è  vero  ,  che  con  ciò  si  accresce  •  spesa }  ma  quando 
la  spesa  è  necessaria ,.  non*  può  inoolparai;  ed  anzi,  la  buona  ecoao* 
mia  la  consiglia  • 

Il  secondo  difetta  di  questi  albini  in  quel  tratte ,/  nel  quale  sono- 
posti  in  mezzo  fra  la  Is^una  di  Gomacchio  ,  ed  il  Prìmaro ,  si  è ,  che 
indifferentemente  si  lascia  decorrere  il  fiume  sotto  il-  pie  àóiV-  argine» 
$i  lascia,  corrodere  la  riva ,  sulla  quale  è  costrutto  1'  argine  senza  al» 
cuna  sorta  di  que*  ripari  soliti  a  farsi  per  rispingere  la  corrente  aU 
r  altra  riva  •  Noi  osservammo  >  che  in  alcuni  siti  sopra  i.  molini  dL 
Eilo ,  e  di  sotta  ancora,  la  corrosione  erasi  tanto  avanzata,,  che  pa» 
vera  un  argine  abbandonata  al  caso ^  Quanta  sia  facile  il  rìspingero^ 
la  corrente  all'  altra  riva,. e  conservare  salvo ,  e  ben.  dileso  1'  ar^ne» 
ai  potrà  comprendere  dal  fatto  medesimo  delle  arginatare  del  signot- 
Cepri ,  le  quali  sono  anch'  esse  egualmente  isolate  tra  la  laguna  eéL 
il  Prìmaro ,  e  ciò.  non  ostante  si  reggono  in.  modo  da  non  ùr  temerai 
alcun  disastra».  ^ 

Il  terzo  difetto  consiste  nella  troppa  aoarsa  larghezza  di  pochi  pie^ 
di  nella  base  già  corrosa  di  qviest'  irregolarlssimi  argini  da  Longastri-' 
no  fina  alla  chiavica  d'  Umana.  Or  codesta  gracilità  Ji  rende  piàdi-^ 
sposti  al  trapelamento  delle  acqne,   ed  alla  rovina.    Ma  noi   ponti* 
Duacdo  le  osservazioni ,  e  giunti  alla  chiavica  d'  Umana,  dove  Itianna 
principio  gli  argini  del  signor  Lepri,  quivi  si  scontrò   con  eli   occhi- 
immediatamente  la  molto  maggiore  solidità  de' suoi  argini ^bbricati^. 
e  mantenuti  con  tutte  quelle  cautele ,    e  regole   solite  a  praticarsi^ 
quando  si  vuole,  tener  lontano  qualunque  pericola,  di  rotta-^'a  di  cor«- 
rosione..  « 

Il  quarto- difetto  è  coiisegnente  dal  precedente  ^  ed  ha  princi^o  dà 
Argenta  sino  a  Longastrino ,  e  di  qui  fino  alla   chiavica   d'  Umana  ^ 
oW  è  il  teràaine  degli  argini  malamente   costrutti  >.    Siccome  per   ri-» 
sparmio  di  spesa  in  tntto  questo  tratto  si  prescrive  all'argine  un*as-^ 
sai  ristretta   base,  cosi  colla   stessa  proporzione    dovendosi    regolare, 
là  pendènza  da  cima  al  piede,  questa   riesce  talmepte  ripida ,.  che.  le^ 
sole  acque   piovane  bastano  ad  ìsfasciare  gli  arginl^  con  rigagnoli  »    e 
col   loro  scorrimento  •  Di  simil  fatta  s'  incontrò   un  tratto    d'  argiae 
modernamento  ristnurato,   mentre  si  navigava  da  Argenta  a.  Fila  ;    ^ 
ci  mosse  alle   risa  il  partito   preso*  per   reggere   la  terra  ,^  Ja  qixalo- 
difficilmente  poteva  sostenersi  in  quel  pendio  ,  che  poco  si  scostava 
dal  perpendicolo  ^  'meglio  pjù  le  da  qpalche   i^oggU:  veoiisa.  ttuaolata 


4?? 

'%  idrocciflilflre  A  pie  deìF  argine .  Vedemmo  adatiqtié  dalla  barca,  eht 
tutta  quella  pericolante  »  e  fresca  superficie  d'argine  era  stata  copet^ 
la  da  certe  tavole  di  stuore  per  un  tratto  laagtiissimo  ,  àffiae  di  di- 
fenderla dal. guasto  delle  acque,  fin  «  tanto  che  aWeno  la  terra  fa- 
cesse presa,  e  s'indurasse.  Ma  chi  ha  mai  yeiluto  lavorarsi  argini  di 
nmìl  fatta,  ohe  per  tenersi  in  piedi,  e  per  non  morir  di  freddo  han* 
ao  bisogno  delle  coperte  di  stuore ,  «  di  tavole  di  cannucce?  Il  si« 
gnor  Lepri  non  £1  casi  lavorare  i  suoi .  Qui  si  vede  regolata  la  pen- 
denan ,  accresciuta  4a  grossézza  «della  base ,  e  del  -suo  j^iede  -prolun- 
gato ancor  nelle  acque  di  Primaro,  dove  fabbisógno. 

Il  frutto  di  questa  nostra  visita  in  questa  parte ,  fu  una  conside- 
racioae  rilevantissima ,  la  quale  noi  sottoponiamo  all'  EE.  VV. ,  ed 
e  queata  che  ^liremo^  Tutto  qael  lunghissimo  tratto  di  più  miglia 
da  Longastrino  fino  alla  chiavica  d' lymana ,  dove  J' argine  è  frappo* 
sto  tra  Primaro ,  ò  la  laguna  di  Gomacchio ,  pare  a  noi ,  che  sareb- 
be miglior  consìglio ,  ed  anzi  un  necessario  provvedimento.,  che  con- 
-eegnato  fosse  alla  custodia  del  Fermiere  generale  della  pescagione  ,  o 
non  già  a*  possessori  del  Polesine*  La  ragione  è  chiara,  ed  è  tolta 
'da  quella  massima  del  cui  bona ,  che  regola  tutti  gli  afTarì  ^el  Mon- 
do •  Se  codesiti  argini  confinanti  con  la  vaUe  di  Gomacchio  ai  sfa* 
aoiano  per  qualche  rotta ,  le  acque  di  Primaro  dove  andranno  a  sca- 
ricarsi r  Sulle  terre  coltivate  del  Polesine?  No  certamente,  ma  im- 
medialamente  nella  laguna  di  Gomacchio  ,  ove  porteranno  le  torbide 
•con  altri  danni  notissimi  della  pescagione  •  Il  Polesine  si  rimarrebbe 
in  asciutto ,  e  vedrebbe  le  Torlne  della  Camera  Apostolica  ^  aenza  il 
minilno  suo  danno,  eecettuatone  qualche  piccolo  alzamento  della  la- 
ìrana  ,  la  quale  presto  si  scaricherebbe  in  mare  «  S*  aggiunge ,  che 
r  interessa  di  alcune  provincue  richiederebbe  anzi  il  fortunato  acclu- 
dente di  qualche  rotta  in  questi  argini  confinanti  con  le  valli,  per- 
chè il  Primaro ,  molto  prima  di  portarsi  al  mare  per  via  più  lunga , 
scaricandosi  più  impetuosamente  nelle  valli  di  Gomacchio ,  s' abbasse- 
rebbe di  qualche  piede  alP  insù ,.  e  darebbe  lo  scolo  a  tante  terre  su- 
periori inondate  dal  Reno ,  dal  Sillaro ,  e  da  altri  torrenfi  • 

Or  qual  più  sconsigliato  sistema  si  è  quello  di  consegnare  la  cu- 
stodia di  questi  àrgini  a  quelli ,  a*  quali  poco ,  e  nulla  importa  del- 
la loro  èussistenza;  ed  anzi  la  loro  rovina  può  essere  di  giovamento^ 
almeno  per  rapporto  a  molti  particolari  possessori  •  Con  qual  corag- 
gio., e  liberalità  potranno  questi  far  le  spese  della  loro  manutenzio- 
ne, quando  queste  siano  rivolte  unicamente  alla  difesa,  e  vantaggio 
^elle  valli  Camerali ,  e  del  suo  Fermiere  ?  E  perchè  non  anzi  si  vri« 
solve  di  gravare  il  Fermiere  medesimo  di  questo  carico,  e  di  solle- 
varne i  possessori  del  Polesine ,  con  la  -debita  ti^fuaglianza  per^  da 
iqualche  vantaggio  proporauonato  al  nuovo  peso? 


/ 


fi.» 


/ 


4?6 

E  qui  è  dova  abbitm  luogo  di  dire  una  Terità  libenmeoie  •  Lo  m-> 
lo  della  Camera  Apottolìoa  par  troppo  ti  è  fatto  giaooare  fuor  di  pro- 
posito. Tatto  quelle  fervide  dioerìe,  delle  qaali  TaoDo  piene  molto 
•crittare ,  non  ci  palesano  no  atomo  di  Toro  mIo  .  Sono  preteatì  ^  so- 
no coperte  d'  altri  fini  •  Se  vorremo  le  valli  io  avvenire  sieamsimo 
da  o|ni  disastro  di  rotta  »  sieno  liOensiatì  i  vecchi  costodi  degli  ar- 
gini m  qaesto  tratto  9  e  siane  surrogato  quel  solo  costode ,  il  qaal» 
dall'  interesse  nroprio  spronato  sia  a  ikr  da  vero .  Qaeato  consiglio  è 
indipendente  dal  nostro  piano  ;  o  si  esegaisca  questo  »  o  no;  o  ù  la- 
scino le  cose  del  Reno  nd,  misero  stato  di  prima  ^  codesta  ìnasiono 
sarà  un  gran  male  di  molti  »  ma  aarà  sempre  oa  gran  bene  della  Ca- 
mera Apostolica  il  commettere  ad  un  castode  più  vipUinte ,  e  nienr 
te  sospetto  la  siouressa  dello  sao  valli  »  delle  sue  rendite  • 


•47T 

ARTICOLO    QUINTO. 


Della  pendenza  del  Reno  dalla  rotta  Panfili  per  la  linea  di 
maro  fino    ad  incontrare  la  comune  orizzontale  del  pelo  basso 
del  mare  a'  molini  di  Filo.,  e  delle  due  cadenti  delle  mas» 
sime  escrescenze  di  Primaro  da!  molini  di  Filo  al  mare . 

SOMMÀRIO. 

Pendenza  di  Primaro  decisa  dal  fatto  medesimo  della  sua  grande 
velocità  in  amendue  i  stati  d*  acque  alte ,  e  mezzane  •  Nuove  spe^ 
riense ,  ed  osservazioni .  Il  dubitare  della  pendenza  di  Primaro  è  u^ 
fui  protesta  contro  il  fatto .  Ordine  prepostero  di  voler  applicare  il 
eorso  de^  fiumi  alle  teorie,  e  non  le  teorie  al  corso  de^ fiumi.  Qual» 
sisia  fiume  si  stabilisce  la  sua  pendenza  proporzionale  al  corpo  d*  ae* 
que  •  Esempio  del  Reno  dopo  la  rotta  Panfili .  Pendenza  di  Reno  di* 
venuta  ora  maggiore  di  quella  della  visita  Conti  dalla  rotta  Panfi* 
li  sino  al  mare .  Dalla  sola  livellazione  Conti  si  dimostra ,  che  la 
pendenza  di  Reno  dalla  rotta  Panfili  sino  a'  molini  di  Filo ,  cioè  ul^ 
r  incontro  del  pelo  basso  del  mare  è  di  once  1 4  |  per  miglio  •  Si  di* 
mostra,  che  in  Primaro  questa  pendenza  sarebbe  eccessiva.  Effetto 
delV  unione  del  Reno  colla  Sammoggia  paragonata  a  quello  dell'  u* 
nione  sua  coli*  Idice ,  Savena  y  Santerno  ,  Senio  ,  e  Lamone  •  Si  di» 
mostra  che  da'  molini  di  Filo  ha  principio  un  nuovo  moto  accelerato 
di  Primaro j  spinto  da  due  ccèdenti .  Quanta  forza  abbia  ali*  accelera^ 
zióne  la  sola  cadente  del  pélo  ,  si  dichiara  coir  andamento  di  Po .  Si 
spiegano  due  fenomeni  delV  ultimo  tronco  j  i  quali  sembrano  opposti  j 
cioè  accelerazione  maggiore ,  e  pendenza  di  fondo  assai  minore  •  Oj- 
servazione  generale  dell*  abate  Castelli.  Tavola  delle  successive  ca^ 
date  'della  superficie  di  Reno  per  ogni  miglio  neW  ultimo  tronco .  AU 
tra   nuova  cagione  dell'  accelerazione   de*  fiuriU  ne*   loro  sbocchi  • 


l^e  le  sottigliezze  de*  partiti  non  avessero  osoarata^  la  verità ,  po- 
co ci  darebbe,  che  fare  la  pendenza  del  Reno  dalla  rotta  Panfili  per 
la  linea  di  Primaro  sino  al  mare«  Qaat  più  aateatica  prova  di  sopr^b- 
bondante  pendenza  si  è  it  corso  velocissimo ,  che  ha  già  preso  il  Re- 
no nnìto  air  Idicf  ,  ed  inalveato  pel  Primaro  9  do^e  questo  è  argi« 
nato?  E  mentre  si  contende  tuttavia  tra*  teorici  delta  quantità  di 
onesta  pendenza  necessaria  al  soo  eorso,  il  Reno  ne  ha  già  fatto  la 
•elisione  col  fatto.  E  non  vi  decorre  il^Reno  da  tanti  anni  feiiee-» 
mente  in  Primaro?  E  non  vi  entrano  tutte  le  piene  deiridice,  do- 
po b  costrnxioao  del  cavo  BoBodettino  f  Noa  t'è  latta  nel  PrimaM 


r  unione  del  Seiiìo  ;  3èl  Santerno  »  td  i^timameiiCd  del  Lamone? 
Non  8*  è  ^gli  scavato  il  suo  alveo?  Non  te  lo  è  dilatato?  E  si  dubi- 
ta ancora  delia  sua  pendenza»  se  capace  sia^o  no  ,  di  «sfog^are  tutti 
quest'  influenti  ?  Ma  se  di  fatto  il  Primaro  li  accoglie  tatti  ^  ed  a 
tutti  dà  sfogo ^- e  velocità;  a  che  serve  dunque  qui  cercare^  e  per** 
der  tempo  ^intorno  alla  pendenza  dì  Primaro-?  Il  solo  dubitarne  sa- 
Tcbbe  una  protesta  contro  3  fatto.  Se  abbiamo  Pefietto  della  penden- 
za f  che  è  la  velocità  delk  sua  corrente  ,  a  eui  vanno  già  in  oggi  u* 
nite  le  acque  di  tanti  influenti ,  qual  bisogno  abbiamo  più  di. livel- 
lazioni ,  e,  di  teorie-? 

.£  che  sia  cosi,  potrebbe  bastare  un  cenno  del  risultato  delle  -nò- 
atre  osservazioni.  Àbbiam  navigato  il  Primaro  in  due  differenti  stati 
d'  acque  basse ^ -e  mezzane*  In^amendue  gli  stati  si  aon  &tti  gli  soan^ 
dagli,  dal  Morgone  iino  al  mase^.Il  Battifango  Ferrarese.,   che  faoeva 

Suesti  scandagli,  provò  a  suo  gran  costo  l'effètto  della  gsan  velocità 
i  Primaro  «  Con  quanta  Nforza  di  braccia  cacciava  egli  ogni  volta  ^  - 
piombo  r  asta  nel  fondo  AA  fiume  -per  ritrarnela  prestissimo  »  accioc- 
qbò  al  ripido  corto  del  fiume,  e  della  barca  non  si  desse  tempo  di 
piegarla  dal  perpendicolo?  Quante  volte  il  vedemmo  sopraffatto  dalln 
celerità  della,  corrente,  la  quale  gli  rendeva  inutili  le  misure  dell*  al- 
tezza,. e*eon  suo  trayaglio  era  costretto  a  ripeterle?,  a  sa^o  che  do- 
vette^ saccedergli  nella .  fatica  qualche  altro  robusto  navicellaio  •  Che  se 
.il  Primare  non  avesse  pendenza ,  se  4ardo  fosse  ilsuo  corsa,  Aoi  noa 
avremmo  sperimeutati- gli  effetti  di  UbU  velocità,  ^mohe  in  acque 
basse  •  Oncfe  allora  Ura  noi  si  oooohiuse ,  che  la  sola  fazione ,  ovvero 
r.  ignoranza  del  fatto ,  potevano  far  dubitare  della  sua  pendenza  • 

£  jperehè  qui  si  combatte  cq' fatti,  non  con  le  teorie»  riferiremo 
un' altra  più  convincente. osservazione.  Un  giorno  da  Argenta  si  na* 
vjgò  verso  le  Mandriole.  Lo  stato  di  Primaro  in  quel  di  era  d'  acque 
mezzane.  Dopo  un  qualche  miglio  di  navigazione  ci  scontrammo  u 
un  fenomeno  curioso.  XiC  acque  correnti  di  Primaro ^  le  quali  prima 
erano  assai  chiare,  in  progresso  ad  occhi  vegenti  ci  divennero  più 
torbide  •  Si  xìotò  .l' accidente ,  e  per  allora  non  se  ne  fece  gran  caso. 
Ma  vedendo  noi,  che  -sempre  più  V  intorbidavano.,  in  guisa  che  pò* 
co  difierenti  parevano  dalle  torbide  solite  portarsi  dalla  piena ,  vi  fal- 
cammo maggior  considerazione,  e  rivolti  ai  barcaiuolo  Ferrarese,  An- 
tonio Fantelli  spertissimo  delle  vicende  di  Primaro  ,  T  interrogammo 
qual  ne  fosse  la  cagione,  la  quale  per  altro  da  noi  già  si  comprende- 
va .  Egli  rispose  ingenuamente ,  che  la  velocità  delle  acque  di  Pri- 
maro, maggiore  in  quel  tratto,  era  quella ^  che  corrodeva  il  fondo, 
e.  sparge  va  nell'  acqua  quell'  interrimento,  che  andava  sollevando.  Si 
ordinò  di  presente  nella  stessa  barca ,  che  si  registrasse  codesto  fat- 
to ,  e  la  hsposu  del  JSarcaiuoIo  nel  nostro  diario  delle  osservatoti 


4W 

nfi  rinunrcdllx  •  E  Ueii  9^ay?id6  rtccorto  uohm  qaal  oonsegaeoM 
da  noi  se  ne  Toleise  dedarre  da  questo  fenomeno,  il  quale  è  fami* 
liare  nel  Prìmaro  »•  oome  poi  abbiamo  udito  da  altri  navicellai  •  Sa 
adunque  le  acque  correnti  del  Frimara  anche  nello  stato  di  loro  ma- 
grezza arrivano  a  scommuovere  il  fondo,  ed  a  farvi  le  torbide;  qual 
SDAggior  sovvertimento  del  fondo,  e  corrosione  faranno  le  acque  me- 
desime in  istato  di  piena». quando  la  velocità,  diventa  tanto  maggioro 
senza  paragone? 

Or  in  vista  di  fatti  cosi' sonori,  in  vista  dèlia  corrente  di  Primaro, 
e  dell'  unione  già  fatta  nel  suo  alveo  di  Reno,  dMdice  ,  di  Senio,- di 
Santerno ,  e  di  tanti  altri  canali  di  scolo ,  in  vista  d'  une  scarico  di 
tutte  queste  acque  felicissimo  per  tanti  anni  nel  Primaro ,  a  noi  pa- 
ce nna  cosa  stranissima  ,  che  alcuni  cerchino  oggidì,  se  possano  inai- 
Tearsi  nel  Primara,  se  tuttavia  possaqikavervi  corso ,  peiidenza,  e  ve- 
locità. Ci  pare  una  cosa  non  mai  più  udita  ,  che  alcuni  abbiano  ri- 
chiesta  a^  tal  fine  nuova  visita ,  nuova  livellazione  per  certificarsi  dì 
quello ,  eh*  era  già  seguito^  come  se  ora  si  cliiedesse  la  livellazione 
{ter  decidere ,  se  il  Tevere  s'  abbia  la  necessaria  pendenza  per  deoov- 
xere  in  quello  stesso  alveo,  per  cui  decorre  di  fatto  al  mare.  Il  ve- 
ro ,  e  real  corso  de'  fiumi  si  è  quello  ,  che  prescrive  la  legge  della 
pendenza  ;-  ma  non  la*  prende  ^ammai  da-  una  teoria  di  pendenza  » 
ohe  noi  oi  fingiamo  in  capo.^' 

Diranno^  £orse ,  che  il  Reno  da  Cento  fino  alla  rotta  Panfili  si  api»' 
propria  una  pendenza  d' once  14  i  per  miglio  in  circa  più  o  meno  , 
come  si  fa  palese  dalla  livellazione.  Adunque  questa  dovrà  continuar^- 
segli  sempre  ancora  per  il  Primaro  •  Ma  il  Primaro  dal  Morgohe  fino 
ad  incontrare  il  pelo  basso  del  mare,  non  ha  che  una  pendenza  dì 
once  7.  o  8.  per  miglio.  Adunque  il  Primaro  non  è  dotato  di  quel^ 
la  pendenza,  eh' è  propria  del  Reno,  il  quale  vogliasi  inalveare  per 
U  linea  di  Primaro».  A  questo  discorso  si  riducono  tutte  le  sottigUe?»- 
ze  de'  moderni  oppositori  .•  ( 

La  diacci  tà,  che  si  muove,  involge  molti' errori  di  fattola  molti 
altri  di  massima,  e  pei;cia  noi  nella  risposta  ci  fareftio  a  svolgere 
tntti  questi  nodi ,  che  qui  si  vanno  aggomitolando .  Interroghiamo  a- 
dunque  gli»  of^ositori  di  nuovo,  se  ^1  Reno  unito  air  Idice^  .già  da 
molti  anni  entri  nel  Prìmaro  al  Morgone ,  o  no  ;^  e  se  poi  si  àccom« 
^gni  ancora  col  Santerno»,. e  col  Senio  .-Se  vi  ^ntra^  come  V  abbram 
▼eduto  entrarvi  ,>portati  in  barca  dalla  corrente  della  sua  piena  per 
la  valle  di  Gandazolo  al  Morgone  giù  nel  Primaro  9  e  se  le  piene 
deir  Idice  già  ci  vanno  inalveate  dal  cavo  Benedettino ,  e  si  unisco* 
90*  col  Rene  nel  Prìmaro,  la  qnistìone  è  decisa  dal  fatto  •  Tntta  quo* 
'stO'»  corpo  d'  acque  maggiori  del  solo  Reno  cammina  benissimo  con 
jiaeUa.  geod^aa ,  ^cono^  che  a!  abbia  di  Zj  in  8«  once  pjsr  migUO') 


/ 


4>« 

o  tìa  perchè  l' tioione  degli  altri  inflnenti  in  Primaro  lo  renda  qni 
meno  bisogooso  dì  caduta ,  come  beo  lo  predisse  il  Gnglielmini  ^.  o 
sia  per  altra  a  ooi  incognita  ragione  della  qualità  del  fondo  di  Pri« 
m&ro  più  o  meno  sabbigniccio ,  o  cretoso ,  Checche  dicasi  ,  noi  dob* 
biamo  pigliare  la  regola  dal  solo  fatto ,  come  suol  farsi  della  penden- 
za di  tutti  gli  altri  fiumi*  In  fatti,  in  qual  altra  guisa  noi  franca* 
mente  diciamo  ,  che  da  Cento  fino  alla  rotta  Panfili  bastino  al  Reno 
once  14  \  di  pendenza ,  se  non  perchè  troviamo ,  che  il  fatto  sta  co^ 
sì  :  e  se  il  Reno  superiore  a  Cento  prima  dell'  unione .  con  la  Sam* 
moggia  ha  molto  maggior  pendenza,  questa  non  si  prende  per  rego- 
la generale  di  tutto  il  suo  corso  fino  al  mare;  ma  si  dicci  che  in 
quel  tratto  al  Reno  non  bastano  le  once  14  ^  »  P^a  ce  ne  vogliono 
alquante  di  più  ;  ed  il  perchè  si  risolve  nel  fatto  ;  e  se  al  Reno  in 
Primaro  bastano  più  poctie  onoe,  chi  vorrà  maravigliarsene?  In  aom* 
ma  le  nostre  teorie  son  troppo  corte  per  definire  quel  più  ,  e  guel 
meno  di  pendenza»  che  si  vuole  il  fiume  o  in  un  tratto,  o  neir  al- 
tro. Noi  vorremmo  misurare^  e  regolare  tutt'  i  passi  del  Prioiaro.  co- 
me d' un  bambino  che  non  sa  camminare  \  pna  se  fosse  capace  di  ra* 
gione  9  si  riderebbe  egli  delle  nostre  speculazioni  •  Non  è  il  fiume , 
che  debba  a  quelle  conformarsi  ;  anzi  noi  dall'  attuale  suo  corso  dob* 
biamo  imparare  le  vere  sue  leggi  •  Se  aduque  il  Reno  inalveato  nel 
Primaro  coll'ldice ,  con  la   3avcna,  col   Senio  ^  con   Santerno  corre 

giù  veloce  con  minor  pendenza ,  il  fatto  dimostra  ,  che  quivi  non  ha 
isogno  di  maggior  caduta^  ed  al  più  toccherà  a^r Idrostatici  lo  spe* 
colarne  la  ragione  » 

Sebbene  ,  siccome  dopo  la  vìsita  Conti  del  1761  abbiam^ora  trova* 
to ,  e  dimostrato  un.  molto  maggior  scavamento  di  due,  edjmche  di 
tre  piedi  nel  tratto  inferiore  di  Primaro  ;  noi  da  questo  fatto  pos« 
Siam  dedurre,  che  siasi  il  fiume  accresciuta  ancor  la  pendenza  nel 
tratto  superiore ,  e  non  di  poche  once  per  miglio  .  Imperocché  qiie^ 
sta  è  V  universale  proprietà  di  tutt'  i  fiumi ,  che  con  lo  scavamento 
in  una  parte  ^  o  coir  alzamento  in  akra  si  adattino  il  loro  alveo  a 
quella  pendenza ,  oh'  è  proporzionale  alla  portata  delle  loro  acque  9 
e  de*  nuovi  influenti. 

^  S' aggiuBj^e  un*  altra  nlevantissima  oonriderazione ,  ed  è ,  cbequal*  ^ 
aiaia  fiume  introdotto  in  un  nuovo  alveo ,  se  quivi  pon  trova  quella 
pendenza ,  che  gli  sarebbe  naturale  al  suo  corso ,  ae  la  fa  da  ae ,  ed 
in  pani  lontanissime,  e  superiori  o  rialza  il  fonde  colle  deposieioni, 
o  la  apiana  ,  ed  abbassa  nelle  inferiori  ^  fino  a  prepararsi  quel  piane 
iaclioato  ,  nel  qnale  poi  costanfemente  si  stabiliace  ,  Ne  abbiamo  nv 
esempio  nel  Reno  medesimo  •  Prima  che  ecoaiiesse  la  rotta  PanfiK 
nel  1750  ;  cioè  ,  quando  il  Rene  eorreva  inalveato,  e  aostennte  dal* 
le  tue  erfiutttfe  fi^e  alia  loMa  aaoko  ^«  leMue  di  MinbeUa  »  le 


48  i 

««e  piene  in  Cento  rimolvano  temlbilmenf e  più  «He  <di  pelo  »  ed  il 
più  delle  Tolte  ìnondavabo  le  eae  golene ,,  come  ci  hanno  riferito  i 
più  diligenti  esservatori  della  città  di  Cento.  Ma  quando  il  Reno 
rnppe  alia  Panfili ,  le  aue  piene  isbocoando  in  nn  piano  pià^baaso  » 
a'  abbastarono  di  pel4>  in  distanza  di  molte  miglia  snperiormenle  a 
Geato^  ed  il  fondo  atesso  si  rete  più  declive  per  lunghissimo  tratto 
air  insù  • 

Nei  ji76i.  in  quella  generale  livellazione,  ohe  si  fece  dalla  rotta 
Panfili  per  il  Primaro  aino  al  mare  ^  ai  scandagliò  V  altezza  del  fondo 
di  Reno  alla  medesima  rotta  per  rapporto  alla  comune  orizzontale 
del  pelo  basso  del  mare^  e  ae  ne  registrò  la  livellazione  riferita  ad 
Ym  punto  stabile  d'  nna  casa  quivi  x)ontigua«  Or  qui  ci  cadde  in  men- 
te .di  rinnovarne  Io  sperimento  5  e  la  stessa  livellazione  «  e  acandaglio» 
affine  .di  osservare  se  dal  1761.  fino  al  1766.  il  fondo  di  Reno  nei 
medesimo  alto  della*  rotta  Panfili  si  fosse  maggiormente  alzato  9  ovve- 
To  abbassato  ;  ed  Ji  rinnoTare  questo  medesimo  sperimento  ci  spronò 
la  fortunata  occasione  di  avere  in  compagnia  que'  medesimi  valenti 
Profesftorì  il  signor  Foreccbi  perito  ferrarese  ,  ed  il  signor  dottor 
jMarìscotti  celebre  professore  di  matematica  nelP  Instituto  di  Bologna, 
i  quali  si  segnalarono  nella  visita  Clonii  o  in  prescrivere ,  o  in  ese- 
guire le  tante  livellazioni .  Si  venne  da  essi  alhD  sperimento  alla  pre- 
aenza  nostra  ^  e  si  irovò ,  che  dalla  visita  Conti  fino  alla  nostra  visi- 
ta in  Ottobre  del  1766.^11  fondo  di  Reno  a'  era  alzato  d'unpi^da  di 
più  in  questo  sito;  Ciò,  ch^era*  naturalisdiinò  a  aeguire^  imperocché 
essendosi  già  quivi  inalveato  il  Reno  in  mezzo  alle  aue  alluvioni  toi> 
na  ora  a  riprendere,  quell'  andamento,  quel  <^orso ,  che  avea  nel  suo 
.alveo,  e  si  restituisce  la  primiera  altezza  di  fondo  «  Onde  se  ora  si 
ripigliasse  un^  altra  livellazione  dal  fondo  più  alto  del  Reno  alla  rotta 
Panfili  fino  allo  aboceo  .del  Primaro  in  mare ,  dove  abbiani  trovato 
in  onesta  irisita  acavamento  d'  nn  piede,  di  due,  e  di  tre,  più  di 
quello,  4)he  jcì  rappresentano  le  sezióni  medesime  della  visita  Conti, 
èertamente  Ja  «nova  livellazione  ci  darebbe  ora  nn  piano  molto  più 
inclinato  di  alquanti  piedi ,  e  x)i  troveremmo  in  un  nuovo  vantaggio 
di  molto  maggior  caduta  totale. 

Non  si  dice  qni  ciò  ^  perchè  di  questo  accrescimento  di  pendenza 
aa  ne  Teglia  pnr  face  un  grande  atato  ,  un  gran  rumore  nel  nostro 

{>iano:  Ho^  Noi  ne  abbiamo  d'avanzo  di  quella  pendenza,  che  ci  dà 
a  aola  livellazione  Conti  •  Non  vogliamo  profittare  delle  iiostre  sco- 
perte •  Diciamo  aoltanto  ^  che  quand'  anche  il  Reno  per  iscaricarsi 
con  più  lepa  in  mare  per  il  Po  di  Primaro,  si  trovasse  mancare  due, 
o  tre  piedi  di  4)adnta  «  e  più  ancora  ^  il  fiume  stabilito  di  fondo  sa- 
prà ben*  eas0  trovarseli  9  dove  noi  forse  non  pensiamo  •  Nò  l' anda- 
nento  de*  fiami  può  circoscrìversi  dalle  nostre  troppo  limitate  viste . 

£1 


V       '• 


4»^ 

D»Bir  6ote  dÌBtte  01  pub'  nooo^Kert  »  éhà  fl  Ite^  dìaZU  fottt  Fa«f * 
fi  entra  in  Primìtro  can  queìlà  pendenst  di  once  i^i  per  miglio^ 
idie  suol  darti  al  Reno  tolicaria,  e  oir  siamo  rittretti  alla  sola  livella* 
none  del  1761.  nello  auto  del  Reno  d*  allora^  aenza  Toler  ùr  foada^ 
1^  dalle  nostre  ultime  osaer^zioni,  perohe  ».  cerne  abbiam^^  Mtto  i 
non  ea  fanno  biaogoo.  altri   ulteciori  aoccorai..  Ma   che  dii^mo  poi  , 

Jaando  ai  dimoatrì»  cbe  quella  pendenza  ,  ch^  è  propria,,  e  eomiino 
1  Reno  aoUtario»  rieace  eccedente  al  Reno  unito  a^li  altri  fìanù  l* 
dice  f  e  Savena  al  ano  abocco  in  Primaro  •  Imperocché  ae  la  aola  a^ 
nione  della  Samm^gia*  al  Reno  al  di  aopra  di  Cento  baata  a  aoenur-^ 
ne  la  precedente  pendenza,  di  alquante  once  per  miglio-»  quanto  pia 
qui  nel  Plrimaro*  P  unione  dell'  Idice  ».  e  della  Savona  di  tanto  mag^ 
fiore  portata  .d^  acqua  »  che  non  è  la*  Sammoggitf  Da  qpanti  alici 
•coli  9  C'  canali  copioaiaMmi  d*  acque  viene  qui  aecreaoiuto  il  Reno 
prima  di  giugoece  a'  molini  di  Filo  P*  Noi  non  vogliamo  perà  defini- 
re quanta  diminuzione  di  pendenza  cagioni  nel  Primaro  il  concorao- 
di  qiieati'  nuovi  influenti ,  come  hanno  fatto  con  azzardo  altri  Scrit-» 
tori  •  Non  abbiamo  aperienze»  che  ci  diano  una  regola  generale  di> 
quella  proporzione  »  che  oaaerva  la.  natura  delle  acque  tra  lo  acema» 
mento  di  pendenza»  e  P aumento  de'  nuovi  influenti.  Malto-  meno- ai 
può  definire  la  veriaimile  portata  d*  acque  di  torrenti  icregolariaainu 

RìT  calcolarne  la.  proporzionale  diminuzione  della  pendenxa^  det  fondoi. 
ot  appoggiamo  i  nostri  diacorai  auUe  maaaime  certe  idroatatiche  ^ 
ebe  maggi0r  corpo  d*  acquo  richiedo  minor  pemdonza  •  £  però  foella- 
pendenzft  di  once  14*  circa  per  miglio  »  cjie  ai-  ztcribnisce  al  Reno 
dopo  r  nnione  della  Sammoggìa  sarà  certamente  eccèdente  allo  atea* 
ao  Reno  in  Primaro  dopo  il. concorao  deUMdicci.e  della  Savena». e 
d* altri  minóri  influenti. 

Ci  pare  però  cbe  alcuni  non  siano  per  anco  soddisfatti  appieno*^ 
Checché  dicasi  dell'  unione  d'  altri  influenti  in  Primaro ,  e  àtl  ve2o^ 
ee  suo*  corso  ^  e  scavameoto  di.  fondo,  dove  corre  arginato»  Torreb* 
bono  pur  eglino  vedere  il  Reno,  spiccarsi  dalla  rotta  Panfili-,,  entrar. 
in  Primaro  ,  ma  aempre  con  uniiormità  di  pendenza  di  quelle  eneo 
14*  per  miglio  a  un  dipresso ,  con  cui  una  volta-  essi  hanno  voluta 
canonizzare  la  caduta  ,0  V  andamento  di  Reno  ..  Altrimenti  par  loro  » 
cbe,  anziché  correre ,  zoppichi  il  Reno  anche  ^in  Primaro.  OrsiSur 
giacché  la  livellazione  Conti  ci  presenta  un  panno,  assai  largo  da  Vk^ 
gliare  intorno'  a  questa  tanto  desiderata  pendenza ,  aaremo  loro  libo* 
ralissimL  nelP  accordaii^U  quo}  che  vogliono  a  piacimento.  Discorria^ 
noia  dunque  cosi . 

Se  dalla  rotta  Panfili  noi  dimostriamo  potersi  condurre  il  Reno*  i* 
naiireato  entro  il  Primaro  con  una  aempre  costante  pendenza  di  onoo 
\^\  per  miglio  »  0  con  tal  pendenza  ci  riuaciaao  di  fiido  arclfare  ^er 


Hi 

nSf  1k  Ili  flsQ  a  ipsA  ponto  di  fondo  ,  oro  va  a  Ibaetere  Ta  oomaao 
erìasontale  tirata  dal  pelo  ba^so  del  mare .  Noi  ttam  oertamente  per*- 
•aaaiy  dio  i  più  aoerm  cootraàditorì  della  linea  di  Primaro  non  *- 
crebbero  di  ohe  opporre  alideno  in  questa  parte  ♦  Imperooohè  una 
tal  Tantapgiosa  pendenza -è  appunto  quella,  one  ha  il  Reno  unito  aU 
la  Sammoggia  fino  alla  rotta  nnfiU^  e  qnando  con  questa  medetima 
pendenza  il  Beno  nel  Prhnaro  giunga  a  ^el  fondo  »  cbe  giace  nello 
•tesa^  orizzonte  9  0  libello  del  pelo  basto  del  mare  »  in  questo  sito  gin-i 
stamento  poò  considemii  il  ▼ero,  e  reale  suo  sbocco  in  mare,  oro 
il  Reno  >  4À0Ò  il  Primaro ,  va  a  spianarsi  sul  pelo  basso  del  medesimo 
con  quella  si  gran  cadente  della  stia  superficie ,  J&  cui  paidoremo  in 
appresso^ 

Dalla  semplieo  immaginarono  d^  nn  caso  a  noi  faTOf^rele  passiamo 
al  rtro  Atto.  Prendasi  in  mano  il  profilo  della  li?èllaziooe  Conti  « 
oh*  è  H  nostro  solito -9  ed  nnico  oracolo  da  consultarM.  Qui  già  si  ve^ 
de,  che  il  pelo  basso  del  maro  si  è  considerato  per  la^ comune  oriz- 
sontale »  alla  quale  si  riferiscono  tutto  le  misure  di  questa  accuratis- 
sima livellazione .  Si  osserTa  inoltre ,  che  dal  .pelo  basso  del  mare 
j>rolnngando  ^H'  insù  entro  P  altee  di  Primaro  la  medesima  -orìzzon- 
tale ,  questa  Ta  a  battere ,  e  tagliare  il  suo  fiindo  pertiche  Ao.  sopra 
il  canale  de*  molini  di  Filo  •  Fermiamoci  qui ,  0  riscontriamo  sullo 
stesso  profilo  con  qnal  pendenza  continuata,  ed  nnifi>rme  il  Reno  si 
•caricherebbe  snl  pelo  basso  del  mare.  Primieramente  trovasi,  che 
daL  iondo  di  Amio  dalla  rotta  Panfili  fino  a  qne^o  punto  di  co- 
mune livellò  col  mare ,  la  caduta  totale  è  di  piedi  37.  ?•  7  ;  che 
la  distanza  dalla  suddetta  rotta  al  medesimo  punto  è  di  miglia  3i  é\ 
Distribuendo  adunque  in  questo  intervallo  la  total  caduta  di  Reno  ^ 
ai  darebbero  a  ciasona  miglio  once  14  ft  di  pendenza.  £  quando  il 
Reno  sbocchi  sol  pelo  basso  del  mare  con  una  cadutalo  uguale,  o  di 
pochissimo ,  o  ài  alcuni  ptwti  soltanto  differente  da  quella  ,  che  ha 
u  Reno  solitario  inalveato  da  Cento  finoi  alla  stessa  rotta,  qual  cosa 
poò  desiderarsi  di  più? 

Diranno  forse  altri,  che  codesta  pendenza  di  once  14  |  per  mi- 
glio nella  livellazione  della  vìsita  ^onti  non  trovasi  nnìformemento 
distribuita  in  tutto  -questo  lunghissimo  tratto  <li  miglia  3 1  i  fino  a* 
mdiint  di  Filo,  ma  anzi  molto  irregolarmente,  perchè  ove  la  penden- 
za è  di  once  ao^  ove  di  17 ,  ove  'di  i5  ,  ed  ove  di  9 .  Ma  la  rispo- 
sta di  questa  frivola  difficoltà  ealta  agli  occhi  di  tutti  •  Qnando  vuol- 
ai  inalveare  xm  traevo  fiume  da  on  termine  all'  altro,  la  prima  rogo** 
k  si  è  sempre  ifuella  di  considerare ,  se  al  termine ,  al  quale  si  vor- 
rebbe condurre ,  il  fiume  vi  avrebbe  quella  total  caduta ,  che  aveva 
già  in  ugual  tratto  del  suo  alveo  antico;  perchè  allora  il  nuovo  fiume 
puè  ripartirsela  o  gegolangente  in  ^ascuu  0uglio  ^  o  irregolarmente  f 


484 

come  riohiedoBo  tinte  altre  ca^ooi  »  le  quali  dMeorroao  al .  tue  iia- 
tarale  movimento.  Or  ae  in  totto  il  tratto  della  già  detta  ìnalvea- 
zione  di  Reno  la  sna  totale  caduta  «al  pelo  batso  del  maro  Io  rende 
cajpace  di  fiirti  qneata  coatante  pendenza  di  once  14  |  per  miglio» 
noi  non  dubitiamo  ponto  »  che  il  Reno  se  la  distribuirà  da  -se  assai 
prestamente  »  quando  cosi  ricbìegga  il  naturale  sao  eorso ,  secondo  la 
sopposizione  degli  oppositori  »  la  quale  noi  per  ora  yo^Iiam  loro  me- 
nar buona  per  non  ingaggiare  CO0  essi  altre  noe? e  liti  •  Se  il  Reno 
non  può  decorrere  felicemente ^  se  non  c(m  qoel  suo  passo  andante, 
ciò  non  si  contrasta  •  Ma  qui  aecadem  quello  »  che  si  osserva  in  tut- 
t' i  fiumi  i  quali  si  sono  stabilito  ^il  loro  nuovo  foado  nel  oorso  di 
qualche  anno ,  ed  è  »  che  il  Reno   si  spianerà  il  fondo ,  ove  la  pen- 


denza passerà  un  pochette  i  lìmiti  delle  faoioie  xmoo  14  è  per  mi« 
glio  »  ed  ove  la  troverà  scarsa  »  se  T  aooresoera  ove  con  V  alzsmesta , 
ed  ove  con  iscavamento ..  Purché  la  totale  sua  caduta  da  un  tenmne 
air  altro  Io  renda  capace  di  questa  ridQzioiie.ad  noa  costante  imsura 
di  declività  per  miglio»  laaeiamone  il* penatele»  e  T opera  d^  eseguir- 
la ai  Reno  aaedesimo ,  quando  sfortunatameitte  s'  incontri  per  qnal* 
che  tratto  nelle  stessissime  circostanze  di  uniforme- resistenza  del  fon- 
do y  di  nguaU  laighezze  delle  sue  sezioni  ,  e  di  cobtinnata  lettitudi* 
ne  di  corso. 

Intorno  a  questa  cotanto  preciso ,  e  «orapeloso  lipartimento  di 
pendenza  »  il  quale  qui  vuoisi  ora  permettere  »  per  seoeiidare  ,  non 
la  natura  del  corso  de'  fiumi  »  e  del  IQleBO»  ma  piattosar  le  filse  jb^ 
veoohiate  persuasioni  degF  oppositori  9  abbiam  .  ndito  muoversi  una 
difficoltà  ,  ed  ò  questa  ;  che  quando  il  fondo  iSk  Reno  daUa  YanfiVia 
sino  a'  molini  di  Filo  si  dovesse  col  tempo  disporre  su  d' un  piano 
pendente  le  once  i4  1  per  miglio»  come  in  filiti  dalla  livellazione 
Conti  s'  è  dimostrato  esserne  capace  9  ne  seguirebbe  alzamealo  gran- 
de  di  alquanti  piedi  al  fondo  di  Prìmaro  verse  il  Morgooe» 

Ma  si  risponde  ohe  questi  td£  oppositori  troppe  vogliono  ristri- 
gnere  al  loro  limitato  modo  di  pensare  Tarte  pia  sott^»  e  più  se* 
greta  della  natura,  nello  stabilire  la.  peadenaa  de'  fi^mi  »  che  sbocca- 
no  in  mare .  E  perchè  non.  anzi  dall'  inalveamento  del  Reno ,  e  di 
tati'  i  fiumi'  in  PrimaM  Don  si  tmeioettotto  eglioe  con  ogni  ricnrez- 
za  scavamento  maggiore  da'  mofini  di  Filo  vefze  la  foce  del  mate? 
Forse  che  la  naauia  nel  distribuirsi  una  vegolare  pendenaa  fino  si 
mare  e  sprovveduta.  dT^  ogni  altro  raezao,  fuorabè  di.  quello  dell' alza* 
mento  del  sao.  fpnèo.  nelle*  poeti  pia  lontane  f  Quanta,  maggior  pr<>- 
fendità.  noi  già  abbiam  trovato  in  qoesa'  ultimo  tmeo  di  Primare 
dall'  epoca  della  visita  Goott  »  eh'  è  quelP  onioa  »  che*  qui  eonside- 
riamo  9  perchà  è.  queir  nntoa  »  che  ci.  ha.asriourati  i  dati  P  Ma  qaan^ 
4^. poi  ri  arenasse  il  Roto  nel  Primacot  ^  a^impedisMN  lia  tanta 


485 

tue  eipansiom»  <][aiiido  ai  restituitte  d  Primaro  il  Lamoiie,  quando 
t*  inalveassero  nel  Primaro  il  SiUaro  »  la  Quaderna,  la  Gentonara»  e 
taìit]  altri  copiosi  scoli  y  quanta  forza  e  dalla  velocità  e  dalla  *  massa 
si  accrescerebbe  al  Po  di  Primaro  per  iscavarsi  il  fondo  »  non  solamen-^ 
te  a'  molini  di  Filo ,  ma  molto  più  all^insu  ;  onde  l' intersecavuone 
della  linea  del  pelo  basso  del  mare  col  fendo  di  Primaro  verrebbe  a 
portarsi  molto  più  superiormente  per  alquante  miglia  ,  e  la  cadente 
del  suo  fondo  iino  alla  foce  del  mare  si  abbasserebbe  d'  alcuni  piedi 
sotto  il  pelo  basso  del  medesimo  ?  £  non  è  questa  V  induzione  gene* 
rale  di  tutt'  i  fiumi ,  ohe  sboccano  in  mare  »  i  quali  con  quella  me* 
desima  proporzione  y  colla  quale  da*  nuovi  influenti  si  accresce  loro 
la  forza  ,  più  prestamente  collo  scavamento  vanno  ad  ioconttare  il 
concorso  del  pelo  basso  dei  mare  ad  ana  maggior  distanza  dalla  loro 
foce  P  Se  il  Primaro  dal  1761*  fino  al  1766.  si  è  scavato*  il  suo  fondo 
neir  ultimo  tronco  fino  a  due  9  ed  anche  tre  piedi ,  non  ostante  il 
lagrìmevole  suo  spandimento  sulla  riva  destra  disarginata  y  quanto 
maggiore  y  e  più  disteso  profondamento  si  farà  colla  semplice  sua  ar* 
ginatara ,  e  coli'  aggiunta  di  tanti  altri  grandiosi  influenti  ?  Non  so- 
no  questi  ìndòvinamenti  ,  né  congbietture  ;  sono  conseguenze  certis- 
sime derivate  dair esperienza ,  e  da  principi  indubitati^ 

Non  si  nega  già  che  a  questo  uniforme  ripartimento  delle  once  14* 
per  miglio  non  si  rendesse  necessario  un  qualche  moderato  alzamen- 
to di  fondo  nelle  parti  ancor  piò  lonti^ne,  come  già  a'  è  dimostrato 
essere  avvenuto  nel  fondo  del  Reno  alla  Panfili  dopo  la  visita  Conti, 
Ma  perchè  mai  dagli  oppositori  vuobi  regolare  la.  detta  distribuzione 
col  solo  alzamento  del  fondo  di  Primaro  al  Morgone,  e  non  anzi  col* 
lo  scavamento  del  suo  fondo  nelle  parti  inferiori  da  Argenta  sino  al* 
la  fòce?  quando  questa  operazione  è  la^  prima  ^  e  la  consueta  di  tut^ 
t'  i  fiumi  y  che  si  portano^  al  mate  ..'Non  sa  eceda  dunque,  che  a'  mo^ 
lini  di  Filos  immobile  star  n  ckabBa  F  origine!  della  nuova  eadente 
sotto  il  pelo ,  basso  del  mare  •  inai veati>  ckai  wolo^  nel  Primaro  tutt'  i 
fiumi 9  la  linea  del. pelo  basse  del*  roace  s^  inoltrerà  sino  ad  Argen- 
ta y  o  più  oltre  ancora  y  quanto  maf^ore  M  fasi  il  corpo  d^  acque 
del  Primaro.  v  ' 

Si  opporrà  forse  quel  eonsoeto  disimpegaro  da;  simili  consegueom, 
ohe  le  torbide  deti^idiee,  del  Santerno'»  dui  Senio  ee.  impedinanaa 
lo  scavamento  eon  idtemve  il  fendo  ^  e  fiiMnno  anzi,  che  l' interse* 
eazione  del  fondo  di  Primaro  col  pelo^  basse  deF  mare  si.  porti  più  al- 
r  ingiù  verso  la  foce  •  Ma  qaelK ,  ehe^  eosi^  oppongono ,  non  sono  più 
hi  tempo  di  poter  abusare  ai  queste-  dottriee  preae  deglr:  eletti  del^ 
le  torbide ,  delle  quali  se  n'  è  fatto .  ptu?  troppe  ^eo  pe»  Y  addietro  • 
8on  finiti  i  sistemi  dette  acque  cHiarì&nite  in^  Piinramooni  tanta  ro* 
Tina  dille  provinone  snpeiiedf  :  Nò>.  eka  aoi^  si  pmoea  più  '^dsonrare 


4«6 

quelle  nitthne  oòrtiiiime ,  ebe  il  moitù  maggi49r  0&rpo  it  mcfiu  pr^ 
vale  a  cenào  doppi  pia  nello  sea/oamento,  di  quello  che  possa  caatrm^ 
starlo  la  natura  delle  torbide  •  Parierenio  da  qui  ia  aTanti  ciaf  Pei- 
maro ,  come  parlavasi  Campo  fa  di  qaetto  medesimo  canale  »  qsaodo 
TI  deeorroTano  le  pieBetorbidtMime  d*  mi  ramo  del  Po  grande^  • 
non  certamente  chiarificate  prima  neH*  eipaosioat  delle  valli  »  ed  anm 
non  nsciremo  più  dalle  redole  oom«m  «  tatt*  i  fiami  torbidisttmi^ 
che  Tanno  al  mare»  il  Tevere  ^  r  Amo ,  P  Adige ,  il  Po  grande  di 
Lombardia.  Che  ha  che  fare  da  torbidesn  con  quello  seavaaieato^ 
die  si  fanno  del  fondo  sotto  il  pelo  basso  del  mare  ^no  alla  distao^ 
■a^  chi  di  ao  9  chi  di  So ,  e  chi  di  70  miglia  dalla  fooe  del  medesi- 
mo P  E  tanto  basti  a  dimostrare  che  al  corso  di  Reno  in  Primaro  po- 
irebbe  avenri  luogo  la  distribuiione  d' una  regolare  cadente  di  on- 
ce 14  1  per  miglio»  dalla  retta  Panfili  fino  a*  moUni  di  Filo. 

Fin  qui  abbiam  Toluto  soddisfare  ancor  a  quelli»  che  fossero  «t- 
taccati  a  questa  snperstìnosa  distribumóne.  Del  resto  ^  diciamolo  pur 
liberamente ,  certi  Scrittori  in  questa  controTersia  sÀ  paiono  un  fs^ 
troppo  sofistici  nel  Toier  ridurre  V  andamento  d*  un  fiume  a  misura- 
te regolari  cadenze»  come  farebbe  un  maestro  di  ballo  col  ballerino 
suo  scolaro.  Eh  ch^la  natura  non  s*  i  mai  legatf  a  queste  leggi. 
Diati  un'  occhiau  al  profilo  medesimo  della  lifcUazione  superiormente 


parti  uguali 
misure;  ma  eie  fanno  per  cluareKa  maggiore»  e  comodo  di  chi  ieg^ 
gè»  ma  non  mai  perche  il  fiume  debba  subordinare  U*sno.  corso  a  quo* 
sta  distribuzione.  In  fatti  chi  ai  pigliaste  la  briga  di  litellare  U  pen- 
denza di  molli  fiumi  della  nostra  Italia»  qdanta  diversità  vi  troro- 
rebbe»  passando  semplicemente  da  un  ibndo  arenoso»  eieggiero»  jsA 
un  altro  tenace»  e  duro;  OTTUro  da  nnaseiuone  più  stretta  ad  un'al- 
tra ))i^  larga  »    oTVeno  da  un  corso  retto  ad  un  altro  tortnoso  •  Nes- 
sun Teorico  per  grande  »  je  penetrante   eh'  egli   Masi  »   potrà  definire 
giammai  codesti  gradi  di  pendenza  sempre  conformi  alle  medesime  di- 
stanze» ed  io  circostanze  tanto  diverse  nel  lungo  corso  d'  un  fiume. 
Queste  sono  idee  platoniche  »  che  ci  nascono  in  capo  »  guando  si  fi- 
losofa de^  fiumi  al  tavolino»  ove  ci  lavoriamo  le  teorie   a   modo   no«- 
stro  ;  ma  queste  ci  svaniscono  -tosto  sul  campo  in  vista  delP  irregpla- 
rissimo  movimento  de'  fiumi.  Potrà  bensì  un  dotto  Teòrico  argomen- 
tare dair  induzione  »  e  dire ,  che  se  a  cagion  d*  esempio  »  il  Reno  da 
Cento  alla  rotta  Panfili  ha  una   tanta  cadente»  quanta  basterebbe  a 
potergliene  distribuire  once  14   per  miglio.;  anche  dalla  rotu   Panfili 
fino  ad  incontrare  il  pelo  basso  del  mare  decorrerà  con  egual  felici- 
ti, se  avrà  una  aomìgliaute  cadente»   come  abbiam  dimottraso  fiia 


r 


#7 

nfék-.  QaeH*  «rgrai6Btuioii5  ▼«  lietta.  He  «omo  poi  dsl  finmd  ii  rU 
parttioa  oìmcum  partioolare  cadente  ^  te  più  ne  Togljia  darò  ad  «a 
imglie  9  ohe  ad  uà  altro  ^  se  anobe  odo  minor  caduta  possa  il  fiame 
■ortiro  un'eguale  Telaci tà»  quando- a' incontri  in  minor  impedimenti 
di  foffiregamento  di  fondo»  e  di  rire  per  rapporto  tX  medesimo  corp^ 
4'  acque  :  Chi  a*  ardirà  mai  di  fitrne  T  indovino  P 

Ed  eeco  che  finora  abbiamo  »  per  cosi  dire  ,  condotto  come, per  ma^ 
no  il  Reno  daUa^  rotta  Panfili  per  il  Brimaro  allo  tcontro  del  pelo 
basso  del  mare  con  una.  cadente  capace  almeno  d?  once  14  \  per  mic- 
elio. Ma  non  si  creda  gik.9  obe  una  tanta  quantità  di  caduta  se  gli  ren** 
«U  necessaria^  fino  a  questo-  termine «^  Nulla  meno.  Ciò  sarebbe  un  er- 
Mre  •  Abbiamo  solamente  voluto  ison  uu  eccesso  di  declÌTÌtà  far  $&«* 
cere  una  volta  quelli'rche  m  querelano  sempre  della  scarsa  pendenn 
di  Reno  in  Primarov  e  fanno ^e  maraviglie,  che  vi  siane  Idrosutici 
al:  mondo ,  che  progettino  la  linea  di  Pri^laro  •  Ma  qui  »  per  far  toc- 
car con  mano^il  loro  inganno»  dimostreremo  ora  tutto  all' opposta-» 
ohe  la  detta  pendenza  di  once  14  i  pci^  miglio  in  Frimaro  à  troppa^ 
od  eccede  la  portata  dello  stesso  fiume  •- 

Egli  i  eertissimo  r  ^nel  che  affermò  il  GuglieTmioi»  e  Io  dimostra 
là  sperìeflza ».  che  un  fiunia  partendo  dalla  sue  origine,  se   da   nuovi 
influenti  viene  accresciuto-»  si- va- egli  scemando  con  pari   propoì*aio* 
no  la  soa  pendenza •  Senza  partirci  dal  Reno»   prendiamone  gì'  inse* 
gnamentt  da  Ini  medesimo»  e  dalla  sua.  unione,  con  la  Sammoggia»  da 
coi  ahbiam  dato  un  cenno  poco  (a  «  Il  Reno  nefla  parte  superiore  di 
■liglia  tre  sopra  lo  sbocco  oella  Sammoggia  pende  a   ragione  di   pie* 
di  a.  i«  6«  per  miglio- in  circa.  Nella  parte  inferiore  alla  Sammoggia 
tre  miglia  sotto  lo  sbocco». pende  a  ragione  di  piedi  i.  8.  4*  per  mi* 
glio.  Adunque  la  caduta  di  sotto*  alla  Sammoggia   scema   a   ragione 
d'onoe  5.  e  punti  due  per  miglio.  Qi*  se  lu  sola  unione  della  Sammog- 
gia col'  Reno  tanto- diminusce  la  sua  caduta;  che  farà  al  Mòrgone  l'ac- 
crescimento a>Renod' un  nuovo  corpo  d'acque  ìt doppio,  il  triplo  mag-p 
fiore  di  quello  della  Sammoggia»  cioè  1'  uxiioae  deiridice»  della  Sa« 
Tona>  e  di  tanti  altri  copioiÌ9SÌmi  scolii»  e  torrentelli»  che  dalle  ter- 
re superiori  quivi  vanno- a  scaricarsi  in  Primaro?  Eh»  che  quando  il 
Primaro  fosse  arginato  a  destra »^. la  pendenza  di  once  8»  o  7.  p^r  mi^ 
glie  non  sarchile  quasi  da  potersi  soiTrire  dà  una  portata  d'  acque  co- 
tanto maggiore  «^  Ma  se  consideriamo  poi  nel  progresso^  1'  unione  del 
Santerno»  e  del  Senio»  quant?  altra  diminuzione  di  caduta  dee  farsi?. 
E  se  vi  aggiungeremo  il  Lanfbne  »  U  Sillaro  »  la  Quaderna  »   la   Gen- 
tonarar<o  ^i  altri  piccoli  scoli  di  Marmorta,  potrà  il  Reno,  nel  Pri- 
maro scaricarsi  in  mare  con  una  caduta  ancor  molto  minore.  È  ben- 
sì vem»  come  si  è  detto  »  che  non    abbiamo    dall'Idrostatica  regole 
•erte  j^er  definire  r  e.  per  poter  pjredlr^  di  quanto-  precisamente  da 


4M 

ciascnn  inflaente  diminuir  debbisi  di  i^endenzA'  fi  fiume  prinoipale: 
Intanto  egli  è  certo  ^  che  la  diminuzione  aempre  conaegaente  alf  ae» 
creecimento  delle  acque;  e  molto  Jume  di  aomiglianti  scemamenti» 
almeno  per  rapporto  ai  Reno  9  ci  pu^  dare  la  Sammoggià  ,  ed  altri 
infloenti  anperiori.  Una  tota  cosa  è  da  notarsi,  ed  è,  ohe  qui  coni* 
battiamo  co  nostri  oppositori  in  una  foggia  assai  onriosa'9  e  liberale- 
Essi  chieggono  poco  ,  e  noi  diam  loro  molto  di  più  *  Essi  pretendo- 
no y  che  il  Reno  cammini  con  una  pendenza  proporzionale  al  ano 
corpo  accresòiato  in  Prìmaro^  Noi  aiam  loro  liberali  più  di  quello  9 
che  chiedono  9  cioè  d^nna  pendenza  d'onoe  14  è'p^r  raìglio  9  quale 
ba  il  Reno  solitario  da  Cento  fino  alla  rotta  Panfili;  quando  attesi  i 
nuovi  influenti  in  Primaro  in  questo  tratto  sarebbero  iDontenti  d'  a* 
na  molto  minor  pendenza  i. 

Finalmente  ripigliano  altri  a  contraddire  9  e  dicono  9  cbe  ai  eom«» 
inette  da  noi  un  equivpco  9  volendo  considerare  per  termine  delia  tol- 
tale caduta  di  Primaro ,  e  per  un  equivalente  suo  sbocco  im  mare 
quel  punto ,  e  queir  incominciamento  di  fondo  9  che  fsoincide  oell'o* 
rizzontale  del  pelo  basso  del  medesimo  mare .  Dicono  9.  che  il  fatto 
non  istà  cosi ,  e  che  da'  molini  di  Filo  in  Primaro  9  quantunque  ivi 
risenta  in  ogni  atato  il  rigurgito  del  mare  9  il  quale  vi-si  vedrebbe  so 
V  alveo  superiore  fosse  asciutto  ;  non  pertanto  da  quel  punto  conti- 
nua il  fiume  il  suo  corso  per  altre  miglia  19.  in  circa  prima' di  met« 
ter  foce  ai  mare  ;  e  però  questo  punto ,  che  noi  prendiamo  per  ter- 
mine della  totale  sua  caduta,  come  se  ^qui  entrasse  in  mare  9  non  aa*^ 
•rebbe  quello  da  considerarsi  ;  perchè  da  qui  al  mare  il'  Primaro  ai  fil 
un'altra  nuova  caduta ^ 

Si  risponde ,  che  ci  piace  V  instanza  9  perchè  apre  a  noi  un  nuovo 
campo  d'illustrare  questa  materia  colle  nuove  acoperte  fatte  da'  mo* 
derni  Idrostatici ,  e  segnatamente  in  occasione  della  celebre  livella- 
zione Conti  9  la  quale  -  ha  posta  in  miglior  veduta  la  primaria  pro- 
prietà dello  sbocco  de'  fiumi  in  mare  .  Adunque  sarà  da  dimostrarti 
da  noi  9  come  a  questo  punto  de'  molini  *di  Filo  9  4Ì' ove  a' ìncontn 
la  comune  orizzonfale  del  pelo  basso  del  mare  9  a*  abbia  oxh  ik  suo 
termine  la  regolare  cadente  da  noi  fin  qui  descritta  del  corso  supe- 
riore di  Primaro  9  e  che  qui  appunto  prenda  il  jiuq  nuovo  loeomin- 
ciamento  l'altra  più  precipitosa  cadente  del  fiume 9  la  f{uale  non  deo. 
confondersi ,  né  pigliarsi  per  la  medesima  con  la  prima  9  perorile  re- 
golata da  forze  motrici  diverse  ;  sarà  da  dimostrarsi  9  che  da  qoeato 
punto  comincia  un  altro  moto  accelerato  del  fiume  9  aplnto  da  duo 
cadenti  «  cioè  dall'  una  del  fondo  iscavato  molti  piedi  al  di  eotto  del 

{lelo  basso  del  mare»  e  dall*  altra  cadente  più  valida  del] j*  auperfide» 
a  quale  anch'essa  s'incurva  per  molti  piedi  ad  ispianarsi   sul  pelo 
basso  del  mare  eoo  quella  medesima  forma  d'  aooeleraaioue  9  otn  ov 


489 

«i  meffòQO  tn  pia  velam  «Qjrimento  le  acque .  corre|itj| ,  le  quali 
oadono  dalla  sommità  delle  loro  cateratte  ,  e  aostegai .  Diamo  pria* 
4Upio  a  queste  regole  da  una  generale  osservazione  « 

È  proprietà  generale  di  tutri  fiumi  ^  che  vanno  a  metter   foce  in 
mera  ^  ehe  in  quel  punto  »  ove  il  loro  fondo   coincide   coli'  orizzonte 
del  maxe  ^  ancorché  lonfano  per  fnolte  miglia,  qjaivi  appunto  abbia- 
no il  eno  principio  due  fenomeni  »  ì  quali   sembrano  un  paradosso  , 
^ioè  »  Mccelerazione  uniforme  41  velocità  molto  maggiore  della  prece^ 
dente  ^  -e  pendenza   mssM  minore  del  loro  fondo  ^  a  segno  di   farsi 
qìiesto  ancora  orizzontale  per  molte  miglia  ^  e  poscia  eziandio  acclive 
Terso  la  foce^  L'« abate  Castelli  fu^l  primo  osservatore  di  questo  no- 
tabile accresciDjento  di  velocità  in  qualche  determinata   distanza  dal 
mave  più  ^  o  meno  ^  secopado  la  grandezza   de*   fiumi  ;   ed   alle  cose 
'Ohe  .«iam  per  dioe,  gioverà  il  ire^strarne  qui  la  di  lui  bellissima    os- 
servazione id  .ooroliarìo   1 4-   della  .  Misura  delle  acque  correnti  ^  nel 
tTooi»  IH.  di  questa  Raccolta*  .Nei  fiumi  reali  ,  cV entrano^  in  mare, 
dio'ejglij  comA  qui  in   Italia   Po^  Adige,,   Arno  ,  i,  quniU  per  le  loro 
escrescenze  jsono  jarmati  4^  argini,  si  osserva^  che  lontano   dalla  ma-* 
pina  Manno  bisogno  di  una  notatfile  altezza  d'argini ,  la  quale  altez- 
sa  va  poi  di  mano   in  mano  scemando ,  quanto  più  s'  accosta   alla 
mmrina;  in  modo  tale,  che  il ^jPo* lontano  dal  mare  cinquanta,  ov^ife- 
ro  sessanta  "nUjgìia  intorno  a  ¥ermra  avrà  più  di  .  ao.  piedi  d^  idtez' 
sa  d*  orìgini  sopra  V  acqua  4)rdiuaria  ;•  ma  lofitano  dal  mare  dieci ,  o 
dodici. (miglia  sotam&Ue  ^  .non  éi^fUvano  gU  ar£if^  ^  i^.  piedi  d*  ah 
iessza  sopra  la  npedésima  xuoqua  .ordinaria  ^  ancorché  la  larghezza  del 
fiume  sia  uguale  ec.  Ma  noi  con  i  nostri  principj  possiamo  rendere  la 
ragione  di  tal  eletto  »  e  dire  ,  che  queir  eccesso  di  quantità  d'  acqua 
sopra    V  acqua  ordinaria    t)a   sempre   acquistando   maggior  velocità , 
^pianto  più  s^  accosta   alla  marina  9  e  però  scema  di.  misura y  e  per 
conseguenza  di  altezza  *  •  p  ' 

!'  jtfa  qui  è  appunto  dove  nasce  il  dabJ)io<*  Imperocché  secondo  il  pro- 
filo del  Po  grande  nella  visita  d'  Adda^  e  Barberini  del  1693*  esibi- 
to alla  Sagra  Congregazione  y  ìsk  pendenza  del  ano  fondo  in  distanza 
di  70.  miglia  dal  mare  ai.  va  diminuendo  in  modo  9  ch^  lo  stesso  fon- 
do oammina  por  lungo  tratto  orizzontalmente,  ed  anzi  verso  la  foce 
43  acclive  notabilmente  con  risalire  per  molti  .piedi  ••  Lo  stesso  dee 
dirai  di  tutt' ì  fiamÌ5  che  vanno  al  mare  più^  o  mep^o,  secondo  la 
portata  deHe  loro  acque  «  Accelerano  tatti  il  Jor^  corso  nelP  accostar- 
si al  fnare^  e  scemano  allo  ate^so  tempo  di  pendenza.  ]VI[a  Io  sciogli- 
mento del  dobbio  ci  vien  .da,jto  dallo  stesso  profilo  di  Primaro  fatto 
con  una  cosi  esquisita  accuratezza  9  e  perizia  9  che  forse  per  .1'  addie- 
tro non  se  n'  é  fatto  uno  simile  9  il  quale  ci  abbia  scoperta  la  ve- 
ra  orìgine   di   questa  strana  accelerazione    di    tutt^  i  fiumi  al  mare 

6a 


49* 

aeir  iiltiai#  Toro  troneo .  Codesto  Beomeritii  profilo  di  PKimm  oi 
preteota  duo  oadonti .  La  prkna  ti  6  quella  »  cbo  tatt*  ì  fiumi ,  die- 
Tanno  al  mare  ti  fbnntno  da  se ,  itcaTandia  il  loro  letto  per  mol^ 
piedi  di  profondità  sotto  il  pelo  basso  del  maro  ^  come  avviene  al  Po, 
al  Tevere  ,  air  Adige  ,  nìV  Arno  «  e  come  ci  presettta  qui  il  pn^o^ 
della  liTelhxìone  &  Primaro  »  che  da*  nkol&ni  di  Filo^  al  mare  per 
miglia  19*  conduce  la  cadente  del  soe  fondo  piedi  10^  r.  6«  tetto  il 
pelo  basso  del  mare  nell'  ultimo  sno^  sbocco  •  Onde  »  oiatona  mi^W 
apparterrebbero  once  7.  in  circa  di  questa  pemlansa^» 

La  seconda  pia  tantaggiosa  cadefilS  si  è  quella  regolata  dal  pelb 
delle  piassimo  escretcense-  di  Primaro.  Questa  pooo  dopo^  oomincia» 
aensibilmente  a  piegarsi  dal  suo  paraleUismo*,  dove  c^i noia  il  ibudo 
ad  abbassarsi  sotto  la  linea  oriszontaie  dei  pelo  baaso  del  mare:  e 
questa  inflessione  ftssi  più.  viMbile  iuperiormente  allo  sbocco  dei'Saji- 
terno  quattro  miglia  •  Or  questa  cadente  dal  predetto  principio'  della 
sua  curralxiFa  tino  aUa  foce  poff  fes  distanza  di  17»  miglia,  ai^è  di. 
piedi  r4r^*  o  ».  e  però  quando  si  volesse  anifoimemente  ripartirla  a 
eiasoon  miglio»  ne  toccberebbero  once  10  i  in* circa. 

Si  rifletta  qui  di   passaggio  ar  quel* ,   che  la  quotidiana  apefienar 
o*  insegna  »  cbe  sopri  nn*  fondo  perpetuamente  crìi aontale  d-  un  ca^ 
naie  V  acqua  vi  può   decorrere   con  una*  gvsndissima  velocita:  »  aenaa 
ohe  riconosca  altra  cagione  del   suo  nioviì(nento>  ohe  1* iocliuaaione 
talvòlta  appena  discernibile' del  auo^  pelo.  li  IV  certamente  corra  sia 
d*  un  fondo ,  ohe  in  molti  tratti  poco  ai  diseoau.  dMlk  linea  orimaom^ 
tale  9. e  vi  corre  con  una  velocità   assai  ripida»  i*  qnalò  non  ricevo 
altra  determinazione  »  che  dalla  insensibi\e  lucViuaaioae  del  sua  pe\o  ^ 
h  quallì^  talvolta  aottentra  da  ae  aola  a*  fer  le  veci  deUa  cadente  del 
fondo»  ed  assai  volte  ai  uniace  a  questa  per  accrescere' il  movimento^ 
Or  ae  una  cadente  appena  aenaibile  di  auperficie  può  in^  bingUasimP' 
tratto  inprimere  tanta  velocità  nelle  acque  correnti  de'  fiumi  »  e  de? 
canali  9  quanta  ne  potrà  dare  ai' Primaro  una-  cadente  di  piedi  14. i* 
neir  intervallo  di  aole  17,  migliai 

Ma'  ritornando  al  nostro  proposito ,  si  uniscano  ora  le  due  cadianti»^ 
Puna  di  piedi  14*  i^»  P altra  di  niedi  io.- 1.  6.  in  circa,  le  quali  00» 
spirano  alla  medésima  aceelerasiooe  eoa  foncé  unitele  ripartendo* la 
aomma  di  piedi  24*  ?•  6»  netta  totale  «jiatanza-di  miglia^  if).-  dal  ma^ 
re^  la  quale,  oompreodè  amen  due  le  oadentt  ^  la  massima  eacroacensa 
avrebbe  di  pendenti  once  ifi.  6.  in-  ciaacun-  mìglio-:^  pebdemsa  die 
oltrepassa  tutta  quella  »  che  anele  attribuirsi  al  Reno  solitaria  da 
Gente  fino  alla  rotta  Panfili  »  e  molto*  più  dopcT  unione  degli  alaci 
influenti- al  Morgoite.' 

Che  il  Primaro  poi  in-quest^  ultimo  suo* tronco  ai  distribaiaea  tàah 
acuna)  delle  due  cadenti/  oon   eguali  misure,  per  miglio  «  tiM  noa 


4»! 

I!  »iSatmiaiE»a  Mtélotemente  ;  ma  in  oiò  oì  slam  eoararmati  al  oomu 
nodo  dì  pensare  ,  come  si  è  detto  di  aopra  •  Del  reato  9  se  togliamo 
atteneroi  alle  IjSggi  delia  natura  ,  «d  al  fiitto  del  profilo  medeaimo  » 
le  doe  cadenti ,  cioè  1*  una  del  fondo ,  ^  l' altra  4ella  aaperficie  »  ai 
accordano  in  ciò ,  ofao  mentre  la  prima  aol  poohiaaimo  va  creaoendo 
ael  ano  progreaao   verao  la  foce^  la  .seconda  cadente  dal  ano  primo 

5 legamento  alquanto  aotto  i  molinì  di  Filo  ai  ta  talmente  accreacen- 
o  f  che  neile  ultime  tre  miglia  ci  dà  nna  caduta  4i  once  17^0  poi 
x8 ,  e  finalmente  di  tee  yiedi  yerao  la  foce  •  £  ^({ueato  progreaao  è 
^tt  oonforare  alla  natura ,  if^uale  da  uno  atato  all'  altro  non  vi 
paaaa  per  aalto^  ma  per  tutti  ì  gradi  intermedi  «  Esponremo  qui  la 
tavola  di  queate  aucceaaive  cadute  della  superficie ,  le  quali  aoflfrono 
f  ualcbe  accidentale  varìacione  daiy  incontro  de'  due  ahooobi  del  San* 
temo  è  del  Senio^  t 

a 

La  caduta  della  superficie  -deUa  mas  Ama  escrescenza  dei  f rimare 
dal  punto  sotto  lo  sbocco  del  Santerno  miglia  J^  fino  aUo  sbacco  di 
asso  Primaro  in  ^uare  è  di  piedi  14*  -once  1 1  •  €  punti  6 ,,  ed  è  ima 
distanza  di  circa  u  miglia  1 7  >  •come  .tutto  si  rileva  dal  profilo^  del 
Primaro  fatto  nella  visita  Conti*  Ripartendo  la'  detta  pendenza  nelle 
^predette  miglia  17  ,  tocca  n  ciascun  miglio  once  10  è  « 

E  desumendo  la  suddetta  pendenza  di  .  csascusk  miglio  dal  suddet-^ 
io  prqfilo^  si  trova  ia  ssigueata^ 


■■W*      Wi^P«  ^VM< 

9«  Miglio  aopralo  aboccadel  Santerno  migl.  4*    99  o.     i.  o 

•a*- Miglio  •-----•----.   -^o.     9.  a 

3.  Miglio"-!    ---^--•-••--••3,0.     X.  4 

4-  Miglio  -----•.♦---•-^o,     a.  o 

5«  Miglio  aotto  lo  abpcoo  del  canale  della  Vela    ^  i.    a.  8 

S,  Miglio  -    •    -    •    -    -  \  -    .    -    •    -    -    ^  o.    7.  4 

7*  Detto  aotto  alla  chiavica  Calcagnuu    -    *-    ^  o.    9.  8 

"S.  Detto    -.-^--------jjO.    8.  o 

9*  Detto  aotto  allo  abocoo  del  Senio,  e  fos- 

ao  vecchio    -------*.--    ^  o.    7.  io 

jio.  Detto    ----•--------^c.    9.  o 

»i.  Detto   ------    --►---•^o.  II.  6 

ta4  Detto    ---•-•--•-•--^1.    a.  4> 

i3.  Detto    -•---•-,•--.--    jf  1.    o.  « 

i4-  Detto    •-----••••-^-5,0.  II.  6 

i5.  Detto    -.-.--------••^i.     6.  6. 

i6.  Detto    --^-.--••-.---jji.     7.  o 

1.7*  Detto  allo  abfeoo  in  mare    ----«-    j^. a.  11,  o 


49* 

Quinto  poi  ille  sveeeMive  dimiDazìonì  della  pesdeoza  del  fondo» 
dal  profilo  ii  rìcnTa ,  che  da*  iDolioi  di  Filo  Terso  il  mare  »  meotce 
il  pelo  della  massima  escrescenza  corre  ancor  parallelo  all'orizzonte 
per  quasi  due  miglia  »  la  declivilà  del  fondo  si  mantiene  net  grado 
di  prima.  In  segaito  questa  Ta  gradatamente  manoando  a  tenore  del 
pieeamento  maggiore  della  curva  della  piena  ;  ed  all^  afvìeinarsi  del« 
la  foce ,  dove  il  pelo  ddl*  escrescenza  ha  la  massima  caduta  t  come 
si  è  detto  y  il  fondo  si  fa  acclive  >  e  risale  per  mohi  piedi  »  e  da  que- 
sta sommità  la  piena  si  scarica  in  mare .  £d  ecco ,  che  a  questa  di«> 
ligentissima  visita  Conti»  e  sua  livellazione  gl'Idrostatici  tutti  sa* 
ranno  sempre  debitori  d'  un  profilo ,  il  quale  ci  rappresenta  cosi  he* 
ne  al  vivo  1' economia  tutta  della  natura  nelP  incamminare  i  fiumi  al 
mare  fin'  a  quel  pnnto  »  ove  giugno  l' orizzontale  del  pelo  basso  del 
medesimo. 

Sebbene  ,  non  si  è  ancora  fatta  palese  un'  altra  potentissima  cagio*- 
Ite  dell'  aceelerazioife  de'  fiumi  al  mare  in  quest'  ultimo  loro  tron- 
co in  distanza  di  molte  miglia  dalla  foce»  Questa  non  è  la  sola  pen* 
deoza  del  fondo  y  non  è  la  sola  cadente  della  superficie ,  non  è  sol- 
tanto  la  somma  delle  duo  cadenti»  come  /'^  ragionato  fin  qui  »  ma 
è  un'  altra  assai  poderosa  cagione  y  la  quale  ha  luogo  segnatamente 
negli  sbocchi  de'  fintfti  in  mare»  Impetocobè  non  cosi  tosto  il  fondo 
del  fiume  contincìa  ad  abbassarsi  cotto  il  pélo  basso  del  mare  con  un 
continuato  profondamento  ,  come  avviene  .qai  al  PrioMro  di  piedi 
ìo.  I.  6  ,  che  le  acque  inferiori  del  fiume  vie  pia  sentono  U  pres* 
si one  /  1' arto  y  e  la  forza  sollecitante  delle  acque  superiori  »  che  ai 
tengono  in  collo  ;  essendo  cosa  manifesta  »  che  le  più  a\te  con  tutto 
il  loro  peso  ,  e  moto  premono  y  ed  incalzano  le  più  basse  y  e  que* 
ste  poste  in  una  maggiore  -accelevaziono  scemano  d'  altezza  »  e  si 
spianano  sul  fondo  medesimo  orizzontale  »  come  abbiam  detto  arerò 
il  Castelli  osservato  del  Po  »  e  di  tutti  gK  Altri  fiumi  d'Italia  • 

Di  qui  licavasi  d'  onde  avvenga  ^  che  i  medesimi  fiumi  in  qual* 
che  distanza  dalla  foce  si  profondinb  tanto*  quella  straordinaria  cavi- 
tà di  fondo  ,  su  cur risalgono  acclivi  per*iscaricarsi  nel  mare.  L'ef* 
fette  di  quello  scavamento  procede   dall'  immensa  forza  di  percossa ,  ^ 

*  con  cui  sul  fendo  piomba  ivi  il  -fiume  con  tutto  quasi  il  peso  delle 
acque  superiori ,  che  gH  si  caricano  addosso- »  e  tanta  impressione  vi 
fanno  »  cìie  oltre  allo  scavamento  »  forzano*  lo  acque  contenute  in 
quella  «cavità  a  risalire  il  fondo  -acclive  con  tanta  celerità  y  ohe  1'  al- 
tezza  delle  piene  alla  fiice  riesce  incomparabilmente   minore  dk^el* 

.la  delle  parti  superiori^piu  lontane  *dal  finme . 

Queiit'  efletto  di  scavamento  straordinario* del  fondo  de' fiumi  pres- 
so la  foce  è  somigliantissimo  a  quello,  che  vi  fanno  tutte  le  cado* 
te  delle  aoque  oorrenti  de'  fiumi  o-  da  soitegni  >  o  da  piani  inoUnati 


49* 

•al  lora  fondo  laferiore»  che  ne  riceTe  la  percossa»  la  quale  preva- 
lendo nel  principio  alla  resistenza  del  fondo  »  il  va  corrodendo  »  ed 
iscaVando  fino  allo  stato  d'  equilibrio  tra  la  forza  della  percossa  »  che 
va  scemando  con  lo  scavamento  ,  e  la  resistenza  del  fondo  »  che  va 
crescendo  in  maggior  profondità  •  L'  acqua  del  fiume  contenuta  in 
quella  cavità  con  dee  considerarsi  come  stagnante  y  ma  come  posta 
in  un  gagliardissimo  movimento  da  una  forza  superiore  di  percossa  » 
che  le  sta  sempre  al  fianco  ,  e  la  fa  risalire  contro  la  naturale  sua 
gravità  con  una  velocità  molto  maggiore  di  quella  >  eh'  è  propria  del 
fiume  in  tutto  il  suo  precedente  corso  regolare  • 

Ma  lasciate  in  disparte  tante    altre   utilissime   considerazioni»   le 
quali  potrebboDo  farsi  sullo  stesso  profilo  dello  sbocco  di  Primaro  in 
niare»  poniamo  fine  a  quest'articolo  con   una  sola   riflessione»  Se   il 
Primaro  fosse  arginato, a  destra;  se  per  l'alveo  suo  fossero   inalveato 
le  acque  de'  soliti  suoi  influenti  senza  nocevoU  espansioni;   se   inoU 
tre  come  progettò  il  Guglielmini  »  ei  conducessero  nuovamente  ad   i* 
sboccare   nel   Primaro  le   acque   del   Sillaro-,   della  Quaderna»  della^ 
Gentonara»  e  segnatamente  del  Lamone;  ohe  ne  verrebbe  di   buona' 
eonseguenza?  Non  altro»  che  quella  favorevolissima  d'uno  scavamen* 
to  maggiore  da'  molini   di   Filo  all' insù  per   alquante   miglia»  come 
appunto  quivi   in   quest'ultimo    tronco  l'abbiam   trovato  di  qualche 
piede  dì  più  di  quello  della  visita  Conti  del  1761.  Da   questo  nuovo 
profondamento  ne  seguirebbe»  che  il  concorso  del  pelo  basso  del  mare  t 
cioè  l' equivalente  sbocco  del  fiume  in  mare  s' avanzerebbe  »  come  si 
è  detto  »  molto  più  all'  insù  de'  molini  di  Filo  ;  onde  la  stessa  totalo- 
^     caduta  dalla  rotta  Panfili  fino  a  quest'incontro  della  comune  orizzon« 
tale»  distribuendosi  allora  ;a   un  intervallo    più  corto  di  prima»    da* 
rebbe  una  maggior  pendenza   per   ciascun  miglio.  Inoltre  da  questo 
punto»  ove  verrebbe   a  battere  il   mare  in  ogni  stato  fino  alla  foco 
di  Primaro  »  il  grande  accrescimento   delle  acque  unite  farebbe  pie* 
gare  molto  prima  la  curva  della   cadente    del   pelo  dell'  escrescenze  » 

Iirofonderebbe  il  fopdo  alquanti  piedi  più  sotto  la  comune  orizzonta* 
e  del  mare  con  altra  maggior  cadente  dell'  ultimo  sno  tronco  •  Con 
questi»  ed  altri  a  noi  incogniti  mezzi»  i  fiumi  nel  progresso  degli 
anni  si  vanno  formando  quella  pendenza»  che  giammai  sapranno  tro« 
vare  nel  loro  corso  ì  teorici,  anoor  più  sublimi  • 


^s 


À9i 

-PARTE     SECONDA. 

1 

Metodo  ielle  operazioni  da  prescrioern  4mW  iHalveamone  di  Mmo 
.dalla  rotta  panfili  per  la   linea  di  Friauuo 

.sino  al  mare* 

ARTICOLO   PRIMO. 

Serie  delle  operanoni  fino  al  Poggio  Lamhertìm^ 

SOMMARIO. 

Difficoltà  dell*  esecmiane  «  Qualità  delV  eseeutore  •  Preoe$nioni  n^ 
oessarie  all'intrapresa  delle  grandi  inalveazioni.  Stabilimento  del  UO' 
to  de*  fiumi,  opera  della  natura  in  più  anni.  Per  qual  ragione  la 
nuova  cadente  qui  si  determini  non  dal  termine ,  ma  dal  principio 
dell'  inalveazione  di  Reno  •  Descrizione ,  e  misure  delle  altezza  delle 
colmate  alla  destra  ^  e  alla  sinistra  di  Meno  fino  ai  Poggio .  Ingiu^ 
sto  progetto  di  continuare  le  colmate  •  Prescrizione  delle  arginature  , 
e. delle  loro  dimensioni,  e  distanze ^  e  della  larghezza  d'alveo,  o 
della  golena  m  Regola  generale  da  osservarsi  in  tutte  le  seguenti  ar- 
ginature .  Prolungamento  della  coronella  sulla  destra ,  lungo  il  mar-- 
gine  delle  valli .  Cateratta  allo  sbocco  del  Riolo .  Metodo  di  op- 
plicare  M  forze  del  Reno  ad  iscavarsi ,  e  dilatarsi  il  cavo  fina  aue 
*  valli  del  Poggio.. 

AìV ettenzìonà  d* opere  grandi  io  q[aal8uia  genere,  e  maulmamen* 
te  d' inalTeazione  de'  fiumi  potrà  benai  an  ottimo  Architetto  premet- 
tere un  accurato  modello  di  tutte  le  primarie  operazioni  ris^nardan- 
ti  la  gua  stabilità f  ma  non  però  mai  ai  potranno  antivenire,  a  ad 
lime  ad  una  preacri?ere  le  tante  altre  più  minate  operazioni,  le  qua- 
li ai  conoscono  o  necessarie  »  o  utili  soltanto  nell'  atto  di  tentare  U 
natura ,  e  di  porre  in  opera  il  meditato  disegno..  Allora  è  quando  o 
la  iraria  qualità  non  4^reveduta  del  terreno  f  che  s'incontra,  od  altri 
^  ostacoli ,  j)bbljgano  V  architetto  a  prender  partito  sul  posto ,  e  s  tro- 
Tare  ora  un  ripiego ,  ed  ora  nn  altro ,  affine  di  superare  ancor ,  que- 
ati  minori  contrasti,  che  la  natura  gli  va  scuoprendo. 

Con  questa  riserva  noi  entriamo  qni  a  proporre  il  metodo  delle 
'Operazioni  da  eseguirsi  nell' inalveazione  di  Reno.  Meli' ultima  nostra 
visita  si  sono  da  noi  ed  esaminate,  e  concertate  di  comun  parere  le 
più  rilevanti  operazioni  e  delle  arginature  da  farsi,  e  delle  colmate 
da  disporsi  ne'  luoghi  più  bassi,  e  dove  si  abbiano  'ad  incamminare 
gli  scoli  tutti  deUe  campagne  •   Tatto  si  è  meditato  au'  profili  deVU 


CTelUzrooe  Conti  «  e  ti   è  oondaftO'  a^  qael  grado  di  Certezza  ^  ohe 
paò   desiderarsi  in   simili  materie*   la   aoa   parola  coi  dimostriamo 
qui,  e  celli  terza  parte>  ohe  tatto  quel  Tastissirao  tratto  di   paese  , 
quale  ora  è  inondata  da  tante   acque,  tutto  pu^  sanarci- e  ridursi  a 
eolton  •  Abbiamo  troyata^  soprabbondaiUe  pendenza  a  poter  sodare  o 
io  Priiaaro,  o  in-  maro^  tutto  qnel   terreno^  che   da   un  secolo»   a 
jìiò.  rimane  paludoso  o*  nel  Ravegtiano  ^  o  nel  Bolognese  »   o  nel   Fer- 
sarese.  In  somma  il  disegna  del   nostra  progetto  ci  pare   sicfirissimO' 
in  ogni  sua  parte  »   come   dimostreremo.  Ma  per  venire  alla   eseca^ 
aione»  e  per  assicurarne  l'esitoy  noi  qui  premettiamo»,  che  la'  fida- 
eia  nostra  sta  ripoata  nella  deputazione  di  un^  capo>  di-  un  direttore 
di  tntta  r opera»  di  an<  nomo,  che  comprenda  gli  affari  delle  acque t 
ed  abbia  in  contante   gli   spedienti   var}  »   e  proporzionati  alle  eiroo- 
stanze  »  ohe  insorgono  »  d'  un<  uomo*,  che  nella  eset^uzìonè  non  si  ar- 
resti per    qoalsisia  accidentale  incontro   O' di  terreno  fradicio  ,  o   di 
una   rotta    improvvisa*  d'argine   nuova y.  o^di  simili   disavventure  di 
nessoo  conto*  •  Una  riparazione   distesa   per  tre.  provincie   ha  bisogne  ^ 
4i  nn  nomo  fornito  di  autorità^  colla  quale  si- renda,  egli    superiore 
a  tutt^i  partiti^ di  un  uomo»  ohe  facoia  servire  la  natura», e  la  for- 
za delle  acque  a'  nostri  disegni ;< ne)  che   consistala  vera-  economia 
contro  r  errore-  di  quelli'»  i  quali  si    persuadono ,  che   l'inalveuzione 
de^  fiumi  debba  tutsa  essere  un-  efletto  delle  braccia  de'  giornalieri  » 
e  di  ^andiose  spese  :  d*  an    nomo  finalmente»  che  intenda  hon   pò* 
tersi  preoipitare  iw  nn    anno»-  o  due  la  serie  delle   operazioni  »  che 
aoi  verremo  tosto  divisando»  ma  che  le  disponga' in  modo»  che  ansf 
operazione  ben  latta  si  tragga  dietro  Tal  tra»  e  le  serva  di  modello.- 
La  scelta  dnnqoe  di  un  staremo  direttole»  e   motore    di  quest'epe-* 
ra  è  tanto  interessante»  quant'è  la    pianta  di  qnaUisia   ben  fondato* 
progetto.  Questa  a  nulla  vale  »  se  non  trovasi   chi  le  di4  forma  »   e' 
Tita  neir  esecuzione  •- 

Un' altra- importantissima  »  e  tntta  pratica  prevenzióne  dobbiamo 
aaiticìpare  a'  signori  delle  tre  provincie  pei^  ciò»  che  si  attiene  all'è* 
fecnzione  di-  qualunque  piano  »  che  sia  per  proporsi  a  Iorio  sollievo-; 
Primieramente  il  volgo  si  crede»  ohe  tutte  codeste  opere  de'  fiumi 
ostano  arginature»  od  altri  ripari  »  debbano  considerarsi^  come  opere 
«scite  di  gitto  dalle  mani  de'  lavoratori»  e  che  fatte  una»  volta  non 
et  si  debba  pensar  pìà^  Chi*  pensa  coei,  pensa  pur  male.  Lavorate 
ohe  siano  le  arginature»  delle  quali  parleremo,  couvien  ricordarsi*» 
ohe»  quantunque  la  terra  sia'  stata  ben  battuta»  sarà  senza  dubbio 
il>  suo  naturale  assettamento»  e  si  abbasseranno  d'un  piede  in  circa^* 
Si  riatixino  adunque  di*  mano  in  mano  »  finattantochè  si  stabiliscano» 
e  si  cueprono  di  quella  naturale  loro  corteccia  di  gramigna  ,  che  le 
difenda  dal  guasto  dello  scorrimento  delle  acque  piovane  t 


\ 


49»    • 

Secondo  :  SareLba  troppo  noTÌzio  nel  riparo  de*  fiami  cbi  ti  per- 
•nadetse»  che  neisnna  cattiva  nuova  di  rotta  di  queste  arginaturo 
dovesae  udire  per  ti  lungo  tratto  di  tante  miglia.  Nessun  fiume  al 
mondo  »  che  corra  arginato ,  va  esente  da  simili  accidenti  ;  non  il 
Po»  non  r  Adda  9  non  il  Ticino  »  non  T  Adige,  non  la  Brenta,  Ja 
quale  nel  passato  Ottobre  ha  sofferte  tre  rotte*  Quando  queste  acca- 
Qono  f  si  riparano  prontamente  :  e  questo  è  il  regolamento  5  che  si 
tiene  ii^  ogni  parte  del  mondo  ;  né  il  solo  Reno  può  esser  privilepa* 
to  iopra  la  comune  condizione  di  tutt^i  fiumi  arginati» 

Terzo  »  Noi  abbiamo  detto  nella  prima  parte  »  ohe  quando  il  Reno 
•iasi  arginato  sino  allo  sbocco  in  Prìmaro,  e  di  qui  alno  al  mare 
colla  nuova  arginatura  dalla  ma  riva  destra»  e  con  P alzamento  di 
altri  quattro  piedi  dell'  argine  sinistro ,  e  dopo  V  immissione  degli 
altri  influenti ,  de'  quali  parla  il  Guglielmini ,  abbiamo  detto  »  che 
€00  tanto  maggior  copia  d' acque  ai  scaverà  vie  più  il  suo  fondo  »  e 
che  da  luogo  a  luogo  si  atabiìirà  sopra  quella  cadente,  che  è  propor* 
Clonale  al  suo  corpo  accresciuto;  che  si  distribuirà  la  totale  aua  ca* 
duta  per  eguali  intervalli  con  una  pendenza  più  confacente  ad  acce- 
lerarne il  suo  corso,  e  a  diminuire  l'altezza  delle  sue  massime  pio* 
ne»  Tutto  ciò  si  è  detto,  e'  qui  ai  conferma;  ma  non  credasi  già, 
che  l'opera  della  riduzione  del  fondo  allo  atato  del  ano  atabiiimento 
possa  farsi  dal  fiume  ,  come  fa  il  veuto  soffiando  nella  polvere ,  e 
•ollevahdola  in  vortici:  non  credaai,  che  fatta  VimmìsBÌoae  in  Pri- 
mare  del  Sillaro,  della  Quaderna,  e  dei/a  Centooara^  come  conBÌgìià 
il  Guglielmini  »  debba  il  fiume  cominciare ,  il  giorno  dopo  la  loro 
introduzione ,  a  correre  su  quel  fondo ,  aopra  il  quale  oorrerauuo  poi 

Ì;r  influenti  tutti ,  quando  se  lo  saranno  ridotto  alla  pendenza ,  che 
aro  è  necessaria .  Questo  è  un  errore  del  volgo ,  e  di  tutti  quelli , 
che  non  sanno  quanto  tempo  spenda  la  natura  a  prepararsi  iJ  suo 
Ietto,  e  a  distribuirne  la  pendenza.  Noi  adunque  non  contiamo  sul- 
r alveo  bello,  e  fatto  per  quel  tempo,  in  cui  la  natura  col  aoccorso 
dell'arte  ae  lo  va  facendo.  E  noi  appunto  per  prevenire  qualunque 
accidentale  disordine  di  un  qualche  maggior  alzamento  di  piena  in 
questo  frattempo  di  ulteriore  scavamento,  abbiamo  prescrìtto^  che  i 
basaiasimi ,  e  aebolìssimi  argini  del  Polesine  e  ai  alzassero  per  quat- 
tro piedi  di  più,  e  si  rinforzassero  con  base  maggiore;  perchè  quan- 
do  il  fiume  avrà  terminata  l'opera  di  tutto  il  suo  acavamento  nel 
eorso  di  qualche  anno,  in  tal  caso  codesto  accrescimento  di  quattro 
piedi  in  altezza  non  sarà  forse  più  necessario,  ed  avrà  avuto  quel 
medesimo  uso,  che  suol  farai  delle  centine,  le  quali  sono  necessa- 
rie, mentre  si  stanno  fabbricando  le  grandi  volte»  ma  compite  che 
queste  siano ,  esse  si  reggono  da  per  se ,  e  loro  ai  toglie  di  sotto  epa- 
luoque  altro  aostegno. 


497 

Qaesfe  ennoi  le  due  importami  rifleniani ,  la  qaali  abbiamo  do- 
Tnto  premettero  per  aprirci  la  7ia  a  guella  esatta  Berie  di  operazìo* 
ni  y  lo  qaali  noi  qui  verremo  sponendo  ^  prendendone  il  principio 
dalla  rotta  Panfili  ^  cioè  dal  proseguimento  delle  arginature  di  R^u» 
pel  nnoTO  suo  corso.  Né  questo  incominciamento  di  operazioni  deo 
^ur  maraviglia  •- Imperocché  sappiamo  benissimo  ^  che  quando  ad  un 
fiume  9  o  torrente  vuoisi  dare  una  nuova  manofatta  inulveazidne^  il 
principio  della  cadente  auol  determinarti  dal  termine ,  al  quale  ai 
vorrebbe  condurre  4}  collo  sbocco  in  mare  9  o  in  altro  recipiente  j  a 
da  questo  termine  andando  all' insù  6no  al  principio  della  Quova  di* 
versione  »  ai  dispone  poscia  il  letto  del  fiume  con  quella  medeeima 

Sendenza  9  larghezza  ^  e  profondità  »  che  gii   avrebbe  data   la  satura 
elle  acque ,  ae  da  ae  si  fosse  aoavato  il  suq  alveo  •  Ma  qui  non  aia« 
mo  punto  nel  «caso  di  voler  ^con  l'arte  dare  al  Reno  una   analveazio* 
ne  diversa   da  quella  ,  eh'  egli  stesso  in  parte  ai  è  già  formato  ^  «  in 
parte  si   va  preparando   per   condursi   ad   ìsboccare  nel  Primaro^  «e 
quindi  al  mare.  Or  giacché  il  disegno  »  o  ala  l'abbozzo  di  <codeata 
inalveazione  di  Reno  ci  ai  presenta  agli  occhi   già  fatta  dal  ^presento 
ano  corso  dalla  rotta  Panfìli  sino  al  cavo  Passardo^  'e  quindi  per   la 
Tia  nuova  nel   cavo  Benedettino»  di  dove  per  la  Tallo  d^  Gandazolo 
^Utra  nel  Prìmaro  al  Mormone»  per  dove  passa  ad  iscaricarsi  nel  ma* 
^e  9  non  altro  m  rimane  a  fare  »  che  a  seguir  le  tracce   della  natura 
flDèdésima,  «  dell'andamento  del  fiume ^  presòrlvendo  soltanto  quegli 
atabilimeoti ,  1  quali  possano  impedire  le  dannose  ano  «spansioni  sul* 
le  terre  del  Bolognese.:,  e  del  Perrarese,  ed  anticipare  a  queste  de- 
solate Provincie  quel  provvedimento  »  4>he   in  più  lungo  tempo  loro 
avrebbe  dato  la  natura  del  fiume  « 

Adunque  nelle  replicato  vìsite  da  noi  fatte  alla  rotta  Panfili ,  ^ 
in  tutto  quel  vasto  contorno  abbiamo  attentamente  osservato^  che  ii 
Reno  ai  è  già  inalveato  con  nna  direzione  divenuta  migliore  ancora 
di  qaella,  che  ci  fu  descritta  dal  Tipo  della  visita  Conti   nel  1761  , 
là  qual  direzione   va  felicemente  ad  incontrare  il  cavo  Benedettino 
er  mezzo  delle  Savenelle^  o  del  cavo  Passardo,  e  della  Vìa  Nuova. 
*arte  non  potrebbe  £ir  niente  di  meglio  «   Dal  aito  della  rotta  Pan«> 
fili  procedendo  innanzi  »  il  Reno  ai  h   già  formato   lin   naturalissimo 
circolare  piegamento  5  col  qualo  va  giusto  ad  investire  il  cavo  Pas* 
aardo«  In  tutto  qneato  tratto  da  noi  più  volte  riconoscÌHto  a  destra, 
e  a  sinistra ,  ed  in  acque  basse  9  ed  in    piena  ^   e  per  terra ,  e  per 
acqua 9  nairigando   al  Reno  medÀimo,  abbiamo  veduto,  che  fino  al 
Poggio  f  e  più  oltre  ^  per  sette  miglia  il  Reno  ai  è  già  ottimamente 
inalveato  nelle  vastissime  sue,  ed  alte  colmate,  le  quali  dalla  destra 
ai  stendono  in  larghezza  per  più  d' un  miglio  fino  alla  Coronella  lun* 
ao  il  Riolo^  ed  alla  sinistra,  dove  le   colmate,  e   l'espansioni  della 
•  63 


E 


49» 

f  lime  A  Reno   aos  tòno  arrestate  ^  ^nnrtf^^t^br^^cMvnéRtr 
•Qooti  prolangate  per  Tastitsimo  pianare  di  più  mi^ia  in  lar^ezzsa.. 
E  perohà  prima,  di  porUrci  alla  ysita  ci  erano,  aiate   fatte    soliecir 
te  pretensioni  intorno  alla  neoeisità  di  dar  tempo  al  Reno  di  acere» 
ecerti  le  colmate»   e  di   non  precipitar   cosi  preato  la  deliJberaaìone* 
d'impedire  le  sne  eipanaioni ».  e  di  chiudere  il   ana  eorso  tea  le  ar<^ 
(inatnre  r  noi  di  proposita  al>biam.  iroluto^  porre  all'  esame  (|Qesto  me* 
desimO' articolo'  tanto   raccomandataci  delle   colmate  •   Tr«k  le  molte 
esservaaioni  registrate  nel  ni»tro  diario  &remo  scelta  di  alcune  po«^ 
ebe  »  ma.  più  rilevanti .  Dalla  parte  destra  tra  il  Rene  ».  e  la  già  det- 
ta coronella  nel  tratto  di  sei  miglia  si  notò  da  tutti  uno  straordiasf- 
rio  alaamento  di   deposizioni  di^  terreno  .^  Mentre,  sr  camminaya  sol 
piano- dellar  coronella  »  di  mano  in  mano  si  vederano  le  --Teccbie  esse 
giii  sepolte  dalle  colmate  fino  al    tetto»  e  tra  le  altre   una  cappella 
ottancolare  di  buona  architettura  ».  e   situata  al  pie  della  coronella  ^ 
si  tide  da  tutti   sepolta   sotto  la  terra  per  quindici   piedi  almeno. 
Gli  aiutatori-  poi  di  quelle  campagne  da  noi  interrogati  sul   luogo  cr 
rìsposete  concordemente  »  che.  tutto  «yiel  vastÌBsimo  aratto  alla  destra 
del  Reno  era  di  ^a  colmato  sino  alP  altezza  dove  di  dieci  »  dove  di 
dodici  »  e  doTO  di  quindici  piedi  ^^  Ciò  »   che   ancor  più.  ohiaramenta* 
dimostiSTasi  dalla  coronella  medesima  »  la  quale  dàlia  parte   dèlie  a- 
diaoenti  campagne  coltlTate  ayera  un*  altezza  di  molti  pié^   sopra  iT 
piano  inferiore»,  e  dalla  parte  delle  colmate  avera  pochissimo  £   vi* 
vo  »  e  jperò^  incontramme  in  quel  eiorne  molti  laforatoriV.  e  figaur 
Ueri  ».  I  quali  si  adoperavano  a  rialzarià  •. 

Dalla  parte  sinistra  del  Reno,  dalla  rotta  Panfili  fino  al  Vò^o^ 
Lambertini  le  colmate  sono  ancor  maggiori  per  ta  rag\bne.  »  che  dU 
temo .  Tutte  queste  terre  situate  alla  sinistra  del  _Reno  sono  state 
soggette  alle  sue  espansioni  per  più  luoep  tempo»  cioè  a  quel/e  dèi» 
la  rottvdi  Mirabelle  nel  i7.3t  »  a  q^aclie  della  rotta  de^^Jr  Annegata 
nel  1738-»  e  a  queste  ultime  espansioni  della  sotta  Panfili  nel  17S0» 
fino^al  giorno  d-oggi»  onde  vi  hanno  potuto  cagionare  più  alto  V'va& 
terrimeuto^  G*  inoltrammo  dunque  fila  visita  della  terra,  di.  S.  Ago* 
stino  distante  più  di  un  miglio,  dalla  rotta  Panfili .  Quivi  it  psrroca 
di  questa  popolazione  ci  dimostrò^  con  evidenti  contrassegni  »  ^be  il 
oampanile  dcAla  Chiesa  paiTocchiale  era  già  sepolto  sotterra  per  P'al^  . 
tozza  di^  ventidue   {^edii.  lo   stesso  dicasi  delFa  Chiesa.  Dellb  caso 

Siù  Antiche  non  si  vede  altro  »  che  it  t^tto .  E3  il  portico  di  casac 
oselli  destinato  ad  introdurvi  carri  di  fièno»,  ed  altre  masserizia  noia 
è  più:  accessibile»  e  tutto^  sotterra  si  sta  nascosto.  Sòmigrtante  efiEbt» 
te  di  alzamento  straordinario  di  teireno  si  ò  fitto  ih  tutto  il*  susae^*- 
gnente  tratto  di  territorio  alla  sinistra  sino  al*  Poggio  Eambertini^  e 
più*  oltre .  Al  castello  medesimo  Lambertini  y  quantunq|ie  situato  sia. 


499 

in  étto  pia  «ffitaenf e  ^  non  perttnto  yi  sono  penefrate  le  'hiónflazio- 
ni  9  e  le  grandi  colmato  »  le  quali  banoo  riempiute  le  eue  fosse  ^  e  le 
cantine  « 

A  qneata  Tista  ai  proruppe  da  tutti  noi  in  un  conoorde ,  e  vena* 
Simo  sentimento  •  Ed  a  ohe  fine  ^  si  disse ,  e  con  qua!  prò  si  dìfieri* 
▼ano  anoora  le  ar^natare»  ie  quali  impedissero  quel  dannosissimo 
spandimento?  Si  coleva  forse  differirle  fino  a  quando  le  colmate  si 
aiaassero  alla  sémmìtà  de'  campanili ,  e  delle  torri  ?  X3on  «qual  legge 
di  equità  ^  o  di  pubblico  vantaggio  $i  possono  -condannare  tante  ter- 
««  a  far  colmate  »  e  nnlla  più^ 

Diciamo  adunque  »  che  ^oramiti  è  giunto  il  tempo  di  preacnrere  le 
arptaature  •  Si  attaccheranno  i  due  nuovi  argini  a*  due  Tccchi  non 
meno  a  deatra  »  che  a  sinistra  della  rotta  Panfili ,  e  dall'  une  e  daU 
V  altro  lato  si  continnecaano  fino  al  fine  del  cavo  Passardo  presso  le 
tratti,  o  per  meglio  dire»  presso  le  pianure  alquanto  più  nasse  del 
Poggio ,  e  (U  Alalalbergo;  con  questa  condizione  pere ,  che  la  distan- 
za tra  nn  arsine  t  e  f  altro  sìa  costantemente  di  pertiche  Bologneai 
SS  f  acciocché  tì  rimangano  pertiche  sto.  di  golena  da  una  parte ,  e 
dall'  altra  delle  due  sponde,  e  ai  iasmno  liberalmente  peptiche  i6.  ài 
largbeHa  aH'  alveo  del  Reno  affine  di  assegnarli  tutta  questa  massima 
larghezsa ,  che  il  Reno  ha  superiormente  m  pochi  tratti  >  e  per  ca- 
gioni accidentali  delle  ano  tortuosità.  Che  se  nna  tanta^ larghezza  di 
alveo  paresse  ad  alcuni  soverdhia  »  il  fiume  ai  adatterà  a  quella ,  che 
nuò  bastaigli  »  e  rìlasderà  quel  di  pia  per  accrescimento  »  ^  guadagno 
della  golena^ 

Parn  forse  a  talnno  soverchia  una  tanC  ampiezza  di  golena  >  e  si 
pm  distanza  delle  due  arginature  maestre  »  le  quali  sono  destinate 
a  contenere  le  massime  escrescenze  •  Anzi  questa  sarà  la  regola  gene- 
nlcy  che  noi  prescrìveremo  a  tutte  le  nuove  arginature,  che  di  ma« 
no  in  mano  si  verranno  facendo  per  inalveare  tutte  queste  acque  al 
mare  «  Quanto  j^iù  ampia  è  la  golena  ,  e  niù  lontano  resta  l' argina 
dalla  corrente  viva  dei  fiume  ,  tanto  più  difeso  »  e^  sicuro  si  è  l'at- 
gine  atesso ,  e  moke  meno  soggetto  alle  corrosioni ,  ed  alle  rotte  « 
Imperoccbè  con  quella  medesima  proporzione ,  con  cui  la  piena  sois 
montando  le  basse  rive  dell'  alveo  si  dilata  nell'  ampiezza  ^elle  gole* 
.  BO ,  la  sua  velocità  si  scema  di  molto  in  una  aezione  tanto  maggio- 
xe  ^  e-  quindi  il  movimento  delle  acque  al  pie  dell'  argine  riesce  as- 
aai  tardo  ,  e  di  nessuna  forza  a  corroderlo  «  Oltre  di  che  in  codesto 
più  ampio  spandimento  d'acque  torbide  ia  piena  va  colmando  le  par- 
ti  laterali  più  vicine  a^i  argini ,  le  va  incessantemente  rialzando»  e 
dilatando  sino  a  formarsi  da  ambi  i  lati  delle  rive  un  altro  nuovo  y  o 
riloYato  terreno  ,  entro  cui  vi  corre  incassato  il  fiume  •  Tale  è  una 
fran  patto  del  vecchio  corso  del  Reno  «  il  di  cui  &>uào  sotto  Cento  9 


> 

•  altroTè  retta  a  YirtXtù  del  pboo  della  città  medetiiM  «  JKa  <^  nxA- 
la  ostante  a  ohi  dalla  citta  Ta  talendo  Terio  il  Reoo  »  ed  ivi  si  fer* 
ma  a  rimirarne  il  suo  corso  »  pare  di  ^  Tedervelo  nataralmeote  ioeas«i 
•aia  in  terra  ferma  »  perchè  V  alveo  rimano  compreso  da  altistime,  e 
hen  larghe  golene  formate  dallo  socoessive  deposizioni  sestenate  da- 
gli argini  maestri  situati  co»  ottimo  avvedimento  fin  dal  principio  di 
questa  inalveasione  in  molu  dtstaaaa  .  Quindi  codesti  piani  di  gole* 
ne  nel  cono  degli  anni  precedenti  ridotti  sono  a  tant'  altesu  ,  cb» 
rarissime  volte  si  sormontano  dalle  piene  del  fiume ,  e  però  sembra* 
no  belle  campagne  coltivate  con  ogni  genere  di  seminagione  ,  e  que- 
ste fanno  un  fortissimo  antemurale  alle  arginature  medesime» 

L'  altesaaa  degli  argini  non  può  stabilirsi' ora  con  precisione v  per- 
chè ci  manca  un  esatto  profilo  del  .piano  delle  presenti  rpplesioni ,  e 
colmate»  le  quali  con  ogni  ragione  supponiamo  essersi  mollo  accre- 
seiate  doyi>  la  visita  deir  Eminentissimo  Conti  •  Rimettiamo  pertanto^ 
la  cura  di  rinnovare  la  livellasìone  >  ed  il  profilo  »  e  di  stabilire  l' al* 
tezia  dei  predetti  due  argini  a  chi  avrà  la  direiione  del  lavoro .  Ciò 
che  può  farsi  speditamente  nell'  atto  atesso  delie  operasioni  •  Unica*» 
mente  qui  proponiamo  la  massima  generale  ;  ed  è,  che,  gli  argini  da 
per  tutto  siano  rìalaati  tanto  »  che  la  cima  di  essi  resti  aaperiore  di 
piedi  quattco  alla  linea  cadente  »  che  è  fibrmata  delle  maggiori  eaore* 
scense..  Credbmo  ancora»  che  convenga  disporre  nella  cima  unalar^ 
gbezza  di  medi  ao  f  acciocché  si  possano  riaisaie  gli  àrgim  con  &ci«« 
htkf  quando  fosse  bisogno»  All'  altezza  dì  piedi  quMttro  ai  disparrk 
nna  panchina  di  piedi  3»  per  ciascuna  parte  ;  sicché  date  le  penden-» 
te  y  ed  inclinazioni  alle  parti  esteme  d  un  piede  per  piede  >  e  aVa\A« 
lita  sul  posto  Tsltezza  per  mezzo  di  un  nuovo  premo  v  come  si  è 
detto  >  il  direttore  dell^  opera  ricaverà  la  larghezza  dell'  argine  in 
jnanta  • 

Noi  prescriviamo  altre  Tegole  per  rapporto  all'  escavazione  delP  al- 
veo del  Reno  »  si  perchè  da  qui  in  avanti  racchiuso  tra  gli  argini 
pici  facilmente  da  Ée  stesso  potrà  inalvearsi  sn  quel  fondo  »  cbe  sarà 
becessario  alla  di  lui  portata  y  e  si  ancora  perchè  apparterrà  alla  pe* 
riria  del  direttore  Tapi^care  con  Tarte  le  forze  del  fiunae  al  ano 
medesimo  allargamenco»  e  scavamento  ^  e  regolare  il  ano  corso  in 
quelle  parti  »  dove  si  vedeaso  deviare  dalla  aua  linea»  A  questo  fimo  . 
ogni  anno  converrà  portare  avanti  T  ai^;inazione  y-aprendo  al  §ttma  i 

la  strada  nel  mtrno  ,  ancor  con  qualche  escavarione    manofàtta  *  ' 

E  perchè  ,  fino  a  tapto  cbe  il  Reno  non  sia  intersmente  chinao 
dsUe  arginature  sina  al  cavo  Benedettino^  aceaderà,.  che  la  piena  a* 
rivata  al  termine  delle  arginature  fino  a  quel  tempo  avanzatct  rigtcr- 
giti  dietro  elle  spalle  degli  argini  medesimi  ad  inondare  al  di  sopra 
quelle  oclnxate  già  idonee  alla  ooltnra  ;  noi  ocPsigUaaao»  cb»  sJla 


Sci 

Sm  èk  ogni  porzione  d*  argine  f  chù  tara  coadotto  avanti  >»  anno  per 
anno  »  si  Accia  dair  «d|i  ,  e  dall'  altra  parte  una  ^riroka  a  aqaadra  di 
pioeolo  argine  >  con  prolangarlo  tanta  »  cbe  serve  come  di  coroaetta 
a  difcM  delle  depoaiziont  snperiorì  ,  le  quali  immediatamente  domo» 
BO'  coItÌTarsi  y  e  non  impedisca  gii  acoli  »  Ed  intanto  ai  lascerà  il  Re^ 
no  liberp  a  spagliare  per  le  valli  »  cioè  per  le  ptaqnre  inferiori  del 
Poggio  >  e  Malalbergo»  e  con  canaletti  manofiitti  a'  incammineranno 
le  torbide  ne'  maggiori  fondi  »  come  ai  ooatoma  nelle  colmate  arti- 


CSon  qnella  preporzione  medesima  »  con  cni  si  verrà  prolungando 
dalla  rotta  Panfili  T  argiuatara  destra  »  si  renderà  inutile;  la  coronel* 
la  9  la"  i{aale  da  molti  anni  si  è.  costrutta  sulla  destra  dplh  nuova  i* 
nàlveazione  di  Reno ,  ove  è  lo  scolo  dette  di  Biolo  »  e  noi  V  abbia** 
ino  passeggiata  ,  e  riconosciata^  nella:  visita  *  Apparterà  dunque  al  di* 
rettore  dell'opera  il  definire  sul  posto  quàl  {Mirto  di  essa  possa  aÌK 
bandonarsi  ^  e  qnal  parte  mantenersi  •  Si  avverta  però  »  che  dove  va 
ora  a  terminarsi  codesta  coronella  in  vicinanza  '  delle  valli  del  Po^* 
gin,  e  di  Malalbergo  y  di  qui  dovrassi  ripigliare  la  sua  continuazio» 
ne  ;  ed  un  tale  prolungamento  non  si  farà  in  diritto  ,  ma  girapdo 
Idngo  il  margine  delle  valli ,  cioè  deUe  basse  »  e  inondate  pi^fiura 
còMigne»  affine  d' impedire  lo  spandimejuta  delle  aeque  torbide  so? 
pira'  i  terreni'^  che  sono  in  Urutto  y  e  questo. mroondaho  potrà  iàrsi 
poco  per  Volta  >  e  eecondo^l'  opportunità >  e  quel  metodo»  cb^  iiel«r> 
le  diverse  circostanze  parrà  al  direttore  doversi  praticai^  >  i 

Qualora  poi  si  osservasse  ,  che  le  acque  di  Reno  rialzate  da  qaal«»  ; 
che  piena   risalissero  su  pel    canale  di  scolo  detto  il   Rido  con  pre» 
giudizio  de'  terreni  adiacenti  >  si  potrà  ailiiare  provvisionalmente  una 
cateratta  sulla  fine  del  ^iolo»  o  sia  canale  di  scolo»  a  due  porte  be* 
ne  imperniate  9  perchè  possano  da  loroiftesse  aprirsi  dalle  acque  su-' 
perìori  ;  e   riserrarsi   col  carico  delle  a^ne   inferiori  ;  ed  avvertasi  » 
che  detta  cateratta  può  fiirsi   tutta  di  legname^  poiché  fatta  la  eol-r 
mata»  e  prolungato  1  argine  maestro»  quella  non  avrà  più  uso  veruno*. 

Per  cooperare  poi  meglio  a  questo  corso ,  e  direzione  ,  che  già  da 
•e  ha  preso  il  Reno  in  questo  tratte.^  e  per/tnticipare  il  più  presto 
con  l'arte  quella  perfezione  y  a  cut  tende  la  natura»  accenniamo  qui 
un  altro  importantissimo  provvedimento  di  pochissimo   eosto  »  ma  di 

Sran  giovamento*  Dalla  rotta  Panfili  fino  al  cavo  Pàssardo  »  sotto  U 
i  coi  nome  comprenderemo  da.  qui  in  av«ati  tutto  lo  Savenelle  su» 
periori  »  il  fiume  si  è  già  scavato  il  suo  canale»  sul  quale  noi  abbia* 
mo  navigato  V  Or  questo  canale  è  motto  più  stretto  di  quello,  ohe 
convenga  alla  portata  di  Reno  »  In  molti  Inoghi  oonverp^be  dilatar-^ 
lo'  quattro»  e  sei  volte  più  dello  stato  .pnesente .  Il  volere  far  ciò  con 

P  opera  d^  lavoratori,  f^r  si  lungo  tratta  di 'liquame. miglia  sanlibe. 


5#^ 

di  «o  -Mceuivo  Sispeodio.  Abbhmb  detCd  pi&  ^ vèlie  \  tibe  la  Terl  «^ 
oonomia  coDiiste-  nel  far  buon  mo  delle  forte  M  fiome..  Nel  tempe 
adnnqae»  ia  coi  «i  fliaTigava  qaeato  tratto ^  esfervammo ,  che  le  ri» 
pe ,  dove  il  eaeale  eorre  più  strétto  »  erano  di  tenaoe  creta^  ^d  ìaoI^ 
tre  bea  naaite  4i  foltiaiime  oannaoee  »  e  piantarelle  di  aaBet  ,   le^ 
qnali  colle  loro  radici  -aviritiooiiiaode  H  temoD  impediTano  die  la 
oorreote  ▼!  peiietr#ise  a  eorrodeflo  •  Abbiamo  dunque  gttidioato  $  cbe 
il  mezie  più -apeditb , -ed  OT^rio  aborre  questo  impedimento»  eresi- 
etenaa  alla  naturale  dilatasnone  dell'  alveo ,  aia  quello  di  porre  in  o- 
pera  due  volte  Tanno  per  pochi  giorni  un  qualche enffieieiite:aumere 
di  zappatori  ;  e  ciò  semp^  prima  delle  consuete  piene  di  Reno^-^ae* 
,    ati  non  avranno  già  addiseavare  1*  alveo»  non  avtraspovlar  teneno  j  nien* 
te  di  tutto  ciò  che  suol  essere   più  operoso.  4L' epera  di  questi  sari 
aemplicemente  di  zappare  le  sponde  »  di  aprirle  con  gran  Ugli^  e  di 
svinoelarle  dall'  intreccio  deHe  ^radici  delle  .eanne«  li  reatante.»  ehe  è 
l'eggetio  primario»  &rassi  dalk  sopraTveniente  jnena^  {mpemohè^ 
quando  questa  s' iocontierà  in  sponde  pia  arrendevoli  »  quando  ne* 
solchi  anerti  sulle  rive  dalle  «ajipe  potrà  far  presa .»  ed  urto  >  e  ta« 
gtia,  alfom  verrà  dirupando»  e  traendo  seco  massi  Jnterì  ài  riva  »  e 
cosi  V  alveo  in  breve  tempo  ai  emplìerà  qnanto  Wta.alla  pertatadel 
finme .  Uè  bisogna  ^figurarai .,  -ohe  qui  ai  deliba  mettere  in  campo  um 
eserate  4i  guastatori  •  in  questo  tratto  di  5.'  miglia  atno  al  me  dal 
cavo  Rassavdo  basta  una  cinquaniina  d'uomini  <liatribuìci.  a  dovere  # 
«e  regolati  ila  an  direttore  »  ehe  Intenda  il  ilne  di  qut9to  travaglie  • 
Basta  che  questo  squateiamento  di  ripe-preeeda  pooo^prima  il  tempe 
delle  piene.  Or  con^una  -operazione  tento  semj^ice  «  ma  secondata 
immediatamente  dalle  superiori  forze  del  fiume»  ai  otterrà  essai  pre» 
ato  quella  dilatazione  del  cavo  Passardo»  che  anpena  ai  coasegaÌMlH 
be  in  molto  tempo  da  4in  esoMitodi  migliaia  <Ìi  lavoratosi* 

Nò  si  tema  ,  caie  si  gran. quantità  di  terra  squarciata  dalle  mwt  » 
trasportata  in  giù  dalla  corrente  d<d  Reno  in  piena»  possa  cagionare 
o  riempimento  del  cavo  Passardo»  e  impedimento  al  corso  susseguono 
te  del  fiume  »  di  là  dal  Pog^o  »  e  nelle  ^vdli  di  Malslbergo  •  La  >^- 
va  corrente  della  piena  i6sa  più  vigorosa  »  perchè  eenteouta  dalle  ar- 
'  ginature,  trasporterà  di  là  dal  cavo  Passardo  tutto  questo  -ai  gran 
materiale  di  terra ,  'la  quale  ivi  ci  sarà  ntilissima  »  e  necessaria  a  ri-" 
empire  le  basse  pianure  »  e  formare  nuove  riw  »  nuove  golene»  ed 
arginature  »  come  dirassi  in  progresso  • 

A  voler  poi  perfezionare  lo  ^cavamente  »  e  la  dilatazione  di  queste 
Medesimo  cavo  si  -richiede  nn*  aitin  avvertenza  »  un*  altra  operazio- 
ne ,  piccola  si  »  ma  di  gran  conseguenza  per .  accelcFame  U  i^ompi^ 
mento.  Nella  visita  nostra  si  sono  notati  in  questo  tratto  alquatf* 
tt^-aocondari^  canali  di  diversione  dal  canale  ^rinoipalev  Or  qiKste 


V 


\ 


So« 


iitlitmmi  d?«Ofa#  ponenti  ioSaodiisooiio  il  eorpt^  prìttariot  it  quafo 
non  pub  (KU  r  qpoanta  fa  bitogoo»  isoavarti  il  foado  ,  ed  ampliar n  il 
caTO  nella  inalvfBAzume  ».  ohe.  ti  mrepara  dalla  naiura  •  Sarà  dan- 
qua  cura  deV  direttore  a  oiò.  deputato  U  far  sì\  che  le  aperture  di 
oneste  diveraioni  ,  e  aeginatamente  quella  del'  Rtazzo  p.  detto  di  Bua- 
ni  9  otturate  siano  o  con  faaoinate  »  o  con  gabbioni  »  o  con  palafitte.» 
•  in  quella  pia  efficace  maniera»  ohe  gli  parrà  pia  convenirci  al  fi^ 
no;»  qnaì!  ^  quello  di  applicare  (atte  le  forse  unite  delle  acque  cor* 
senti' ar  peHesionarsi  il  suou alveo  » 

Tukto  te.  deacrìtte  afginature^  ed^  operazioni  si  potiTanno».  quando 
it  voglia}  compire   n&'  primi   due  anni  ».  e  queste  serviranno  di  mc^ 
deilò  alle  seguenti  operazioni  ^  onindi  si  darà  noa  volta  incomincia 
alla  aalvezsa  ai  tutto  quel  vastissimo  tratto  di  molte  miglia  di 


menta 


e  senza .  incertezze  t  e.  con  .quei  soia  dispendio  »  cne  richiedono  le 
semplice  arginatura»  e  poco  p^u.  Certo  e»  ohe  il  solò  prorenta  del 
semipatò  ne*  primi  due  anni,  in  un  territorio  di  più  miglia  qiiadrap 
;te  «  q|Bu4' è  ^eato>  oltrepasH^  lunga  qjialsiasi  spesa  4iq(Uk 

ito  priflu^rXiadattainente.  .        }  . 

A  B  T  I  G  O  L  0    8  E  CO  KDO^ 

n  9  é 

àtrU  4^11$  ,pp0rasiom  dal  fine  dèi  fapo  Passarlo  nelle  valli  d^^ 
Boggfi  pj%i  di  llùilaìhergQ  finf  ql  principio  della  Vta  Nuov^^j 

e   dè^  cwOQ   Benedettina  . 

SOMMARIO- 


Statò  piFesenù  dèltèvalltdil  Pòggio^  e  di  Malalhergo .  Beno  dt^ 
Mtveaia  in. queste  va^U*  Mèlo  (io  d*  inalvearlo  senza  il  dispendio  de^ 
gli  scaioasifienti  •  Bive  manofattp  con  strati  di  fascine  ver  ai,  >  e  loro 
mttitudi^  ad  accrescere  gi^iaterrimpnti.  Principio  di  scavamento  dal 
fiprso  di  Menò .  reso  più,  veloqe  tra  h.  fpande .  Esempio  di  simile  pra^ 
tlca  d^  indtvèàziono^  g^ià  ese^uiia  nel.  cavo  Passar  do.  Usa  delle  Bo» 
sea/fHó  net  regolamento  de*  fiumi',  e  lóro  piezzo  pot&ttissimo  per  la 


.    instaSHi^  Esempio  degli  argini  di  Po^ , 

>*  X/al  fine" &r cavo  Fàssardo  fioo  al' principio  del' canale  denomina^ 
le  U  Via  Nu»ois  %i  correli»  tre  miglia  in  circa  «^  In  tutto  il  corio  del 


/ 

/ 


ReDi>  qaetfo  ItrtOo  «  quel  ìmìIo  »  €lie  'mtifea  d*  inthritsiàoe .  B  Beno 
dal  cavo  Paséardo  sbocca  in  una  Tastbaima  pUAnra ,  o  qain  ae  no 
forma  no  la^  dal  quale  le  aòqae  ai  tratnanoano  di.otipyo  inalveate 
iiella  Via  Nuova,  e  quindi  nel  cavo  Benedettino,  Òr  qni  è  d^^é 
con  V  arte  ci  convìen  cooperare  alla  natura  del  fiume  »  disponendo- 
gli  quella  inaWeazìone  »  alla  quale  il  Reno  medeaimo  ha  già  prepara* 
to  tntt' i  materiali  d' interrimenti  ^  e  di  colmate  per  ftbbrìcargU  b 
aponde  •  Imperocché  nella  patsata  Tiaita  ani  fine  d  Ottobre  ,  avendo 
noi  navigato  per  tutto  il  cavo  Paasardo  in  uno  atato  d' acque  baaae , 
entrammo  finalmente  verso  il  tramontar  del  giorno  in  queata  laguna 
del  Poggio  «  e  di  Malalbergo  »  ma  presto  ci  vedemmo  dagP  ifiten?- 
menti 9  e  dalle  colmate  arrestati  dal  navigar  più  óltre.  Oaaervàmmo 
tutt*  air  intomo  la  auperficìe  delle  acque  9  la  anale  nello  atato  ^  al- 
lora'non  er^  più  alta  d'un  piede  dal  fondo  rialzato  da  tante  dépoai- 
«sioni .  Giudicammo  pertanto  9  che  in  tale  diaposizione  di  fondo  agé- 
vole cosa  fosse  il  disporre  al  Reno  un  dveo  rettiaaimo  per  tre  hA^ltk 
-fino  ad  imboccare  la  Via  Nuòva .  Imperocché  dal  cavo  Pasaardo  aboé- 
eando  ir  Reno  in  questa'  vastissima  piaonra  9  'e  palude,  qoiyi  perdRa 
q^aki  ogni  velociti^  9  «  forza  wt  inalvearsi  •  Tutta  V  arte  dunqìie  "ii 
riduce  a  poter  ristrìgnere  il  Reno  in  qualche  alveo  artefatto  Mt 
la  prima  volta  ^  e  tutto  ciò  aenaa  diapeodioai  aoa^amenti  ;  acciocchèp 
impedita  V  inutile  espaeriione  9  il  fiume  tieof^rì  la  aua  fiirza  per  I- 
acavar^elo  più  pro/ondanif  nte  colla  viva  porieot^  •  e  per  .ideare  non 
lAl^e  còl;pate  le  prime  ViV»  irrtfièiaìi  ?  IT^k^V^^^^ 
te  farallo  poi  iì  Reno  medéiimo  nel  progieud  di 'qnalo W'  aiAD(<f  «  Eo- 
cene tutta  la  pratica- 
si acelga  il  tempo  d'  eatate  »  quando  lè  acque  del  Reno  tono  acar- 
aissime  •  Sulla  diresione  9  e  linea,  che  fcondtioe  alla  Via  Nuova  pren- 
dasi una  distanza  di  13,  o  i5.  pertiche  Bolognesi  ,  le  fuali  ci  ^an- 
no ima  delle  maggiori  latitudini  della  portata  di  Renò.  Ade  due  e- 
atremitì  di  questa  distanza  ai  dia  principio  alla  costmtioftè  delle  ^'rl- 
'Te»  comunque  imperfette y  aufficienti  petò  a  riaèngoeré',  é  contene- 
-lè  qualche  piccola  paiate  della   piena  di  Bituó  •   E  jperchè  *&  terrete 


acino  verdi  9  di  aalici9  e  di  altre  piantarelle»  le  quali  posato  aott^ao- 

3na  orizzontalmente,  e  fra  loro  Oollegate,  ed  anohe  fisaate  au^i  ^0- 
o  con  pati  9  ai  verranno  alzando  spanto  basta  a  sormontare  d*nn^ 
chisaimo  il  pelo  delle  acque  atagnanti.  La  largheziSa  di  questa  base 
aarà  di  cinque ,  o  aei  piedi ,  e  come  parrà  9^  direttore  •  ^^f^  ^\ 
questa  ai  riporrà  in  altezza  di  un  piede  9  o  dde  la  terra  scavala  du 
-tondo  9  che  ai  vuol  abilitare  «  canale  9  0  queata  terrìk  'ftcìAatik  m 


5o5 

altro  60mplice  strato  di  verdi  fascine  conficcate  con  verdi  pali  nel 
fottopò'sto  terreno^  e  finalmente  aopra  quest^  ultimo  strato  si  ripon- 
ga nuova  terra  iscavata  dall'  alveo  « 

Appena  può  spiegarsi  quanto  prestamente  questo  lavoro  conferisca 
alla  formazione  «  all'  alzamento  ^  e  alla  solidità  delle  rive  .  Imperoc<^ 
cbè  e  pali  verdi ,  e  verdi  fascine  di  vetrìci,  di  salici^  e  di  simil  ge- 
nere germogliancjo  per  ogni  lato  su  queste  rive  manofatte  ^  vi  fanno 
tosto  una  folta ^  e  bassa  boscaglia,  che  fa  sostegno»  e  spalla  al  corso 
del  fiume  ,  il  quale  comincia  ad  incassarsi  ,  e  coli'  impedimento  »  e 
contrasto  de^  fron'dosi  rami  rallenta  quivi  la  velocità  ,  vi  ferma  le  tor- 
bide 5  le  quali  si  posano. sulle  ripe  medesime,  e  le  vanno  rialzando. 

Ài  lungo  però  di  queste  sponde  manofatte  si  lascerà  di  tanto  in 
tanto  qualche  notabile  apertura  a  giudizio  del  direttore,  acciocché  le 
acque  torbide  si  possano  spandere  dietro  le  rive  medesime ,  e  Tarvt 
colmate  •  S^  aggiugne ,  che  le  rive  manofatte  ,  sul  principio  deboli,  sa- 
ranno meno  esposte  al  rovesciamento ,  quando  in^  occasione  di  piene 
vengano  sostenute  da  pressioni  contrarie  delle  acque  al  medesimo  li- 
vello ,  altre  correnti  iu  fronte,  altre  stagnanti  dietro  le  spalle.  Per 
questa  ragione  per  la  prima  volta  1'  altezza  di  questo  abbozzo  di  ri-< 
ve  dovrà  regolarsi  in  modo  ,  che  entrandovi  il  Keoo  in  piena  le 
possa  sormontare  j  e  si  stiano  coperte  sotto  il  pelo  alto  delle  sue 
acque  « 

Non  pertanto,  fatta  questa  prima  operazione,  una  parte;  delle, ac- 
que di  ileno  in  piena ,  sboccando  dal  cavo  Passardo  in  questo  nuovo 
canale  ,  vi  córrerà  ristretta  in  altezza  di  quattro,  o  cinque  piedi  per 
la  prima  volta  ,  e  in  progresso  riacquisti^do  quivi  le  acque  il  suo 
spirito,  e  la  velocità,  scaveranno   semprei  più   l'alveo    da  se  ,  e  no 

Iirofonderanno  il  fondo   per  molti  piedi ,  e.ne  alzeranno  le  rive  con 
e  colmate  .  Così  il  fiume  s^  imprigionerà  da  se  nel  suo  alveo  • 

Né  questa  idea  d'  inalveazione  può  accusarsi  ,  e  rigettarsi  ,  come 
di  vana,  Q  poetica  fantasia;  anzi  nella  visita  stessa  l'abbiamo  appre- 
sa sul  fatto,  e  ne  abbiamo  osservati  gli  effetti.  Gran  parte  del  pro« 
lungamento  della  coronella  in  valle,  e  delle  prime  sue  sponde  per 
mezzo  alla  laguna  si  è  fatta  da'  contadini  a  nn  dipresso  con  questo 
medesimo  artifizio  di  atra  ci  di  fascine  verdi  interposte  a  strati  di  ter- 
ra ,  ed  il  sig.  dottor  Marìscotti ,  il  quale  era  in  nostra  compagnia , 
navigando  noi  tutti  su  questo  canale ,  ce  ne  additava  i  segnali  de' 
pali  aneor  fitti  ,  e  delle  fascine.  Vero  è  però,  che  queste  medesime 
operazioni  si  eseguirono  allora  troppo  grossolanamente  da'  medesimi 
contadini,  e  senza  lo  scopo  di  preparare  al  fiume  una  inalveazione 
proporzionata  al  suo  corpo  d'  acque  «  Diciamo  soltanto  ,  che  codesta 
operazione  è  comprovata  dalla  sperienza  ,  o  dalla  ragione  ,  e  dispone 

il  fiume  a  farsi  quelle  rive,  e  quello  scavamento,  che  richiederebbe 

64 


j 


/ 


moa  tpeta  unmeoti  ,.  qatodo  tt  dbvwM  diegaitit  toRtiito  oolfo  limm^ 
de'  laboratori. 

Gontiene  però  ricordarsi  ^  che  ^ette  tìto  artifiaiali  AVanoo  ne* 
primi  mesi  un  notabile  assettamenta^  e  iterò  al  primo  buon  tempo 
a*aoano  basse  ssrà  duooo  di  rialzarle,  riordinarie,  e  rassodarle  col 
metodo  già  prescritto.  Sopra  tatto  si  ponga  ogni  stadia  in  fatri  aU 
Ugnare,  e  crescere  nna  folla,  e  bassa  boscaglia  luogo  là  direzione  di 
queste  rive ,  sopra  le  anali  sì  ficciano  continui  piantamene  neUe  sta* 
gioni  proprie.  Tatto  il  resto-  der canale  si  tenga  sgombro  dà  canne,, 
e  da  ogni  altro  impedimento ,  ed  ansi  gioTcrà  assaissimo ,  cKe  navi- 
gato sia  frequentemento  da  barcbe  cariolie  di  qnalèbe  peso*}  ciò  ohe' 
concorre  mirabilmente  ,  «  pjò  di  qnoUo  ,  che  ii  volgo  si  creda ,  allo 
•eavamento  delle  nuove  inai veaaioni  •  In  somma  qui  fa  bisogno  pia 
d*  arte  ,  che  di  spesa ,  mentre  V  opera  maggiqrè  dèlio  scavamento 
del  fondo ,  e  delP  alzamento  delle  rive  Ò  riservata  al  fiume,  il  quale 
si  solcherà  il  fonda  con  lo  soirito  delle  acque  'onite  ,.  e  si 
il  piano  deQe  rive  con  le  colmate  dèlie  torbida. 

Ma  non  bisogna  fermarci  qui  in^  questo  primo  abbosio  d^lnalVea-^ 
sione  da  perfezionarsi'  dal  finoie.  Ridotte  ohe  siano  la  acque  di  Rène 
a  correre  alquanto  incassate  fra  queste  rive ,  almeno  nel  lóro  mezza- 
no stato ,  dò  che  può  conseguirsi  in  poco  tèmpo  ;  conrerrà  applicar-^ 
si  alla  costruzione  delle  arginature  erandi  nella  prescritta  divtauza  di 
ao.  pertiche  dalle  rive,  acciocché  r impediscano  nna^  volta  i  traboc» 
ostnenti  delle  piene,  e  la  desolazione  d'immense  oàmpugae.  £a  di£Ei^ 
coita  di  questa  operazione ,   più  che  dal  contrasto  delta  natura ,  oi 
sarà  mossa  dalFa    fantasia  di   molti,   i  quali  sii  figurano  le  va\\i  Aeiir 
^og^io  >  e  di  Malalbergo ,  come  incapaci  di  questa  o|teras\one*,  e  lo^ 
ro  fa  guerra  T  introdótto ^Tocabolo  di  v/iUi.  É  qjii  per  non  d&re  oc* 
oasipne  d'inganno  a  chi  non  ha  perancUe  veduti   questi  luoghi,  ii« 
flètteremo,  che  sotto  nome  di  valli  non  s^  in  tendono  vaste  cavità,  la 
quali  si  pjrtifondino  sotto   il    comune   livello  degli  adiacenti  terreni  , 
come  appunto  si  nrofòndano   le   vere   valli  dè^  monti  sotto  P  altezza 
delle  loro  cime:  No.  Quelle, -che  qui  si  chiamano  vaUi,.  sono  bellis- 
sime ,  e  grandi  pianure  di  molte  miglia  quadrate  ;  ma  perchè  si  tro-^ 
vano  ora  ricoperte  dall'espansioni  dei  Reno,  si  sono  voluta  chiamar 
^alli»  Del  resto,  quando  fossero  asciugate,  si  chiamerebbero  pianw 
re 9  come  tutte  le  altre.  Abbiamo* voluto  prevenire  chi  lègge. À  que- 
sta equivoeazione ,  perchè  anche  noi  sul  posto  ci  si^mo-  ricredtitì  di 
queir  errore  ,  nel  quale   ci  aveva  indotti  là  denominazione  di  valU  » 
immaginandoci  prima,  che  ner  riempiere  quelle  vaste  profóndiUi,  e  per 
ridurle  al  comune  livello  a'  una  continuata  pianura ,  fosse  sp^enta 
il  permettere,  che  per  moltissimi  anni  in  avvenire  si  lasciasse  diaal- 
veato  ,  e  disarginato  il  Reno  in   questa  parte  per  6rvi  p<ft  ahmìma 


So: 


% 


le  coliBafe .  Ha  il  fatto  noti  ìstà  coii ,  -<)ome  alibumo  TeStito.  Soaoti 
già  alzate  con  le  deposiziooi  di  Reno  quelle  »  che  ai  chiamaTano  cal- 
U;  ti  aono  oguagliatc  coni  rìenipimenti  qoelle  irregolarità  di  «terre- 
no ^  Bopva  dèi  quale  ai  possono  ora  alzare  le  arginature.  Queste  a- 
dunque  già  condotte  precedentemente  sino  al  fine  del  cavo  Passardo 
si  prelunghiiio  in  distanza  ^  zo.  nertiebe  dalle  riYC  di  questa  nno- 
*Ta  inaWeazione»  e  loro  si  dia  queir  altezza^  ohe  dimostrerà  il  profi* 
lo  detta  nuova  Uvéllazione  da  tarsi  • 

Che  se  taluno  opponesse  l'instabilità  del  fondo»  e  delle  cuor§^ 
le  quali  <|i  tanto  in  tanto  a'  incontreranno  in  questo  nuovo  prolun- 
j^amento  d*  arginature  »  ai  lisponde  »  che  il  ripiego  è  facilissimo  ,  ed 
«sato  già  in  somiglianti  incontri.  la  fiitfi  quando  ..si  debbono,  per  la 
corrosioni  di  Po  traq;>ortare  gli  argini  o  sul  Mantovano  ,  o  altrove  ^ 
accade  non  jrare  ^olte.»  cfhe  il  terreno  è  paludoso ^  incostante»  e  non 
lien  fermo»  sa  cui  vorrebbesi  fabbricare  il  nuovo  argine^  per  .rìtirario 
dalle  rive  corrose.  Adunque  per  dargH  iermezza  in  quella  stessissi- 
fna  situazione.»  se  gli  cosiruisoe  una  larga  base  di  gabbioni  ben  in«- 
«trecciati.»  o  in  quella  vece  di  grosse  fascine»  e  su  questa  base  si  alza 
il  tei;rsj>ieno  con  altri  strati  interposti  di  gabbioni  »  o  di  fascine .  Goa 
questa  forma  di  legamento  T argine  non  può  abbassarsi.»  fuorché  tut- 
Jto  unito  senz*  alterazione  della  prima  struttura  •  Onde  non  altro  ri- 
^  jnane  a  farsi»  che  a  soprapporvi  altrettanta  terra  ben  battuta»  quan- 
to è  stato  r  abbassiimento  ;  ciò  che  accade  di  doversi  rinnovare  più 
ii*iina  volta»  finché  col  proprio  peso  schiaccia  le  cuore»  ed  ivi  sì 
atabilisce  immobilmenteu 

Or  questo^  usatissimo  apediente  può  applicarsi  al  caso  di  somlgliao* 
te  incantro  nella  continuazione  di  queste  arginature  »  come  s^  è  appli«* 
cato  alla  eostruzione  delle  prime  rive  »  delle  quali  s' è  parlato  •  Si  ri- 
fletta però  »  ohe  le  altissime  colmate  »  le  quali  ai  sono  fatte  in  que- 
ste vani  per  il  corso  di  un  secolo  ci  danno  nn  fondo  di  terra  creto- 
sa tenace»  e  resistente^  e  non  ci  fanno  temere  di  codeste  cnòre»  se 
Sion  nella  esteriore  superficie»  ed  in  poca  altezza. 

Con  quel  progresso  »  con  cni  si  avanzeranno  le  due  .grandi  argina- 
ture in  distanza  tra  loro  di  55,  pertiche  Bolognesi,»  conforme  la  re- 
gola già  prescritta  »  si  verranno  formando  le  colmate  fira  gli  ai^gtnì  » 
e  le  rive  dalle  torbide  delle  piene»  le  quali  fra  questo  intervallo  aa- 
tanno  contenute  »  e  vi  condurranno  »  e  vi  deporranno  copia  immensa 
di  terra»  nello  spazio  assai  ampio  della  golena»  ed  a  pie  dell'argino 
incominciato;  e  quindi  la  golena  stessa  somministrerà  il  materiaTe» 
eoi  quale^  si  possano  continuare  gli  argini  »  e  condursi  a  quell*  altez« 
sa ,  che  impedisca  interamente  le  nocive  espansioni  di  Reno  • 

E  qui  siaci  lecito  di  consigliare  luti'  i  padroni  di  queste  ampie  go- 
Une  ad  imboschirle»  quel  più  che  si  pnò»  come  ai  j^tica  in  tutta 


N^ 


5o8 

la  Lombarclia  nelle  golene  di  Po ,  nelle  qiiali  con  ordine ,  e  aimetm 
si  sotterrano  piccole  fascinette  Terdi  contìccate  nel  terreno  con  pali 
parimente  verdi ,  sicché  tatto  il  terreno  ne  resti  occapato .  Queste 
nella  primavera  mettono  i  germogli,  •  prolungano  i  rami  ironJosi} 
cade  tutto  quel  tratto  si  cambia  in  un  densissimo  bosco.  Appena 
può  spiegarsi  di  quanto  riparo  siano  a'  fiumi ,  e  alle  loro  arginature 
codeste  boscaglie  dall'una,  e  dall'altra  golena  del  fiume,  e  quanta 
resistenza  facciano  al  corso  delle  acqua  disalveate,  e  quanta  copia  di 
terra  fermino  su  questi  piani.  Che  se  i  padroni  di  questi  fondi  tra- 
scurassero il  privato,  ed  il  pubblico  vantaggio  ,  sarebbe  in  questo 
caso  necessaria  la  legge  del  Principe ,  la  quale  assoggettasse  tutti  a 
cooperare  ad  uno  s'tabilimento  tanto  sospirato  dalle  Provincie. 

Se  in  qualche  tratto  di  terreno  paludoso ,  e  coperto  di  cuore  man* 
casse  copia  di  terra  ,  onde  potersi  sul  posto  alzare  V  argine ,  non  sa- 
rà disdetto  l'interromperne  quivi  la  continuazione  per  ripigliarla, 
quando  siansi  alzate  le  colmate,  e  per  sollecitarle  il  più  presto,  sa- 
rà sicuro  consiglio  quello  di  molìplicarvi  in  questo  sito  de'  pianta- 
menti ,  in  quella  maggior  copia,  che  si  potrà,  acciocché  con  tanti 
nuovi  impedimenti  le  acque  torbide  di  Reno  ritardate  dal  moto  vi 
facciano  più  pronte ,  e  più  copiose  le  deposizioni  • 

Anzi  talvolta  nelle    prime  operazioni    sarà  lodevole   il  lasciare  al- 

3uanti  intervalli  aperti  nell'argine  stesso,  accioccbò  le  acque  terbi- 
e  spagliandosi  ancor  dietro  1'  argine  vi  condacano  quantità  di  ter- 
ra •  Né  sempre ,  quand'  anche  si  possa ,  s' alzerà,  V  argiae  a  quella 
massima  altezza,  la  quale  sormonti  di  qualche  piede  il  pelo  delle 
massime  escrescenze ,  ma  si  terrà  più  basso  studiosamente  ,  acciocché 
le  prime  piene  possano  avere  tutto  lo  spandimento  di  qua ,  e  di  là 
dall'  argine  stesso  sommerso  sott'  acqua .  E  quantunque  qualche  por- 
2Ìone  d'argine  incominciato  venga  a  rovesciarsi,  poco  importa,  mea^' 
tre  allo  stesso  tempo  si  accresce  il  materiale  necessario  alla  sut^  co- 
struzione •  In  somma  qui  dobbiamo  fare ,  per  cosi  dire ,  una  nuova' 
creazione  di  rive,  di  golene,  d'argini,  di  scavamento  in  una  parte, 
e  di  riempimento  nell'altra.  Cose  tutte  ,  le  quali  non  possono  fani 
eseguire  da  altro  fabbrichiere ,  che  dal  Reno  medesimo  ;  sicché  esso 
trasporti  la  terra,  esso  soavi  l'alveo,  esso  riemnia  le  cavità  paludo- 
se, esso  rassodi  le  rive.  Si  rimette  adunque  alla  perizia,  ed  alla 
sagacità  del  direttore  di  quest'  opera  la  «celta  di  que*  vaij  spedien- 
ti ,  che  più  conducano  a  far  buon  uso  delle  forze  t  e  del  genio  del 
Reno» 


ARTICOLO     TERZO. 

Metodo  del  riadattamento  del  cavo  Benedettino  • 

SOMMARIO. 

Continuazione  di  Reno  col  canale  della.  Via  Nuova ,  e  col  cavo 
Benedettino  .  Ottima  idea  ,  ed  utilità  di  questo  cavo  .  Necessità  in 
que*  tempi  dell'  argina  circondare  nel  passaggio  di  Reno  per  la  indile 
di  Gandazolo .  Cagioni  del  suo  interrimento .  Si  rifiutano  altre  false 
dicerie .  Scai^amento  da  farsi  con  limitazione .  Avvertimento  generale 
in  tutte  le  arginature  delle  nuove  inaheazioni*  Abbandono  delle  rot^ 
te  del  circondario  della  valle  •  Proposta  d*  incassare  ora  il  Reno*  ne' 
suoi  propri  argini  •  Dalle  colmate  di  Reno  si  è  già  stabilito  il  fondo 
altre  volte  instabile  della  valle .  Pratica  di  daf  fermezza  agli  argi'* 
TU  ne*  fondi  corrosi .  Operazioni  contemporanee  dello  scavamento ,  e 
del  nuovo  argine  ,^   Idice  ristabilito   nel   suo  aheo*    Corso  dell*  I dice 

nel  Cavo  Benedettino  • 

JCid  ecco  che  slam  giunti  ad  unire  Tinalveazione  del  Reno  nel  ca* 
naie  chiamato  la  Via  Nuova  ^  per  dove  abbiamo  navigato  più  volte 
in  questa  visita  ed  in  acque  mezzane  ,  ed  in  piena  »  prima  di  entra- 
.  re  nel  cavo  Benedettino.  Qui  nei^  uno  »  e  nell* altro  stato  d^acqae 
s'incontrò  una  straordinaria  velocità  ,  é  tanta ^  che  le  barche  carighe 
non  possono  assai  volte  nuperare  la  corrente ,  e  costrette  sono  a  pie- 
gare per  il  canal  Volta.  Adunque  codesto  canale  della  Via  Nuova  è 
già  fatto,  già  iscavato  9  e. di  larghezza  capace  delia  portata  del  Re- 
no* Non  altro  rimane  a  farsi ,  che  la  costruzione  delie  arginature 
nella  lolita  distanza  di  ao.  perfiche  dalle  sue  rive,  acciocché  colle 
frequenti  sue  colmate  si  alzino  le  golene  ,  e  sempre  più  s'incassi  il 
finme  nell'  alveo  suo  senza  espansioni  rovinose  • 

Dal  canale  della  Via  Nuova  entrammo  nel  cavo  Benedettino,  nel 
quale  si  navigo  fino  alla  rotta  di  Gandazolo  per  due  miglia»  di  do- 
ve si  piego  colla  barca  nella  valle.  Or  quando  la' prima  volta  c'in- 
contrammo in  questo  cavo  Benedettina  non  prima  veduto  da  noi» 
quando  si  osservò  attentamente  la  rapidità  del  suo  corso  »  1!  ampiez* 
za  dell*  alveo,  la  solidità  delle  arginature  munite  dalle  sue  golene, 
ci  guardammo  in  viso  1'  un  V  altra  con  istupore  :  E  questo  »  si  disse 
tosto»  e  questa  è  quell' v^felice^analé  cosi  mal  disegnato  ,  e  peggio  " 
eseguito»  come  ci  avevano  riferito  aloubi  prima  della  visita?  Questo 
è  quel  canale»  cui  manca  la  pendenza  necessaria,  quando  ancor  in 
acque  mezzane  il  Reno  vi  corre  con  tanta  velocità ,  come  veggtamo 
9X  presente  P  Egli  e  vero  ^  òhe  dopo  la  rotta  dell'  argine  cqrcondaiio 


/ 


*• 


si; 


della  t^e  di  Gamtezalp»  il  Reco  ^ al  QtT»,Beoedettino  #t -toaTica  ptr 
questa. rotta  al  Prìmaro»  abbandonando  ora  il  restante  ano  cavo»  cba 

iù  rettamente   conduoevalo  ad  itboccare.  nel   Primaro  al. Mormone. 

la  questo  disastro  di  qnalcbe  rotta  ed  è  comune  a  tutte  le  onoT# 
arginatQre  f  e  può  ora  rìpacani   assai  faciUnenté ,   qaaado  si  wogli^ , 
jSiacehè  la  aostansa  del  canale  Benedettino  rimane  quella  di  piima»  e 
apltanto  ha  bisogno  di  una  moderata  espnfp^iotie  da  GamlaeoW  fino 
allo  sbocco  delT  Idioe t . eh* è  jun  tratto  di  altre  due  miglia. 

Ma  perchè  di  .questo  sviainento  del  Reno  dal  cavo  Benedettino  per 
la  detta  rotta,  e  di  questo. riempimento  del.medettmo  caTo  fino.al- 
r.Idice  se  n*  è  parlato  t  e  se  n^.è  scritto  assai  Tariamente»  e  confusa- 
mente. aecoodo  le  diverfe  mire^  od  anteresai  ddle  j^uti,  noi  riferi- 
remo ({ui  Teracemente  il  fatto ,  quale  abbiamo  osservato  in  Tiaita  di- 
ligentemente e  le  cagioni  di  questa  rotta  »  e  il  metodo  ùcìle  dì  re^ 
atituire  il  Reno  al  cavo  Benedettino  •  Nd  temno  »  in  cui  mxAtì  anni 
aono  abilitavasi  il  cavo  .Benedettino,  attraverso  U  ralle  di  Oandasolo, 
^  incontrò  in  qiiesto  sito ^.. e  per  il  tratto  di  messo  miglio  nna  di& 
,c6ltii ,  la  quale  parre  insuperabile  a'  direttori  dell*  opera .  Erasì  per 
;il  Gorso  di  due  miglia  dal  fine  della  Vìa  Nuova  fino  a  questo  punto, 
arginato  felicemente  il  nuovo  cavo,  come  si  vede  ancor  di  j>reaente  • 
0ui  fu,  dove  per  1* instabilità . del  fondo  fradicio,  cedente,  e  cnoro- 
so  si  videro  sotto  gli  occbi  profondare  1*  argine ,  e  quel  eh'  è  neg-- 
gìOf  mancava  anoon  sul  sito  a  rialsarlo  la  necessaria  quantità  di 
terra  tei^kce  ,  e  copsistente,  la  quale  doveva  trasportarsi  molto  di 
lontano  con  esorbitaiite  SfNCfa  •  3i  prese  per  tanto  quel  partito  ^  èhm 
parve  allora  jiecessario  »  cioè  di  a^nandonare  qaestk  parta  di  argina* 
tura ,  e  di  permettere ,  che  quivi  il  R^o  ai  apandease. nétta  vaile  ,  a 
cui  si  fece  un  argine  circondario  di  circa  tre  miglia  e  messo.,  e  di 


diametro  cirqa  un  ..ipiglio  acciocché  dopo  il  riempimento  di  questo 
aynplissimo  ricettacolo  d*  acque  sti|gnaQti,  il  Reno  jipigfiasse  poi  it 
retto  suo  corso  per  il  «ossegucnte  cavo  Benedettino  ben  axginato  da 
anìbe  le  rive ,  e  congiungendo  le  sue  ac^ue  con  la  Savena,  con  ridi- 
ce ,  sì  portasse  ^d  isboccare  nel  Piimaro  al  Morgone  •  Eà  ecco  posto 
in  chiaro  le  due  primarie  cagióni.,  le  quali  concorsero  all'interri- 
mento di  questo  tratto  del  cavo  Benedettino  fino  aU*ldice  • 

La  prima  fu ,  perchè  il  Reno  b^ne  i|falveato  per  due  miglia  nel 
cayo  Éeiledettino ,  e  condotto  a  questo  3Ìto  con  gran  velocità  t  .quivi 
flivertendo  eran  mrte  della  sua  piena  a  riempiere  prima  il  vastissi- 
pio  tratto  del  circondraio  di  questa  valle .,   non   poteva  continuare 


capo  era  natnralittsima  la  sequela 
mentre  le  piene  del  Bmo,  coxac  abbiami^MÒr^Ato Ancora ndla  visita^ 


5ra»  o  mesor  sempre  titivauo  tòrbiJè  nel  caro  Benedettino.  Lad^ 
ore  9  qaando  un  nume  corre  sempre  incassato  tra  sponde^,  e  stabili 
arg;inatare  »  •  p  molto  pia  senza  diversione  delle  sue  acqae  ^  vi  man- 
tiene la  sua  costante  relocità  proporzionale  alla  tài;ghezza  della  sC* 
«ione  9  e'  quindi  sostiene  lè  torbide  ,  né  le  lAscia  calare  a  fondo ,  e 
però  da  questo  solo  mancamento  d'  arginatura  nel  passaggio  del  fin* 
me  per  questa  Tallé  n'era  conseguente  P interrimento  »  quand*  an« 
ebe  non  concorressero  altre  accidentali  eaeioni . 

Ma  la  seconda  rilevante  cagione  fb  quella,  che  consumando  il  Re- 
no  ^ran  tèmpo  a  riempire  il  vasto  recinto  di  questa  valle,  troppi^ 
tardi  arrivava  a  congiungere  la  sua  piena' con  quella- dèir Idice ,  il 
quale  sboccando  nel"  cavo  Benedettino  due  miglia  al' disotto  non  po(^ 
te  va  èssere  accelerato  immediatamente  dal  molto  maggior  corpo  deltè^ 
acque  di^Rèoo ,  e  per  conseguenza  le  torbide  dell' Idice  non  eran^ 
sostenute  in  tempo  dàUa  &rza  delle  acque  unito  • 

La  terza  potentissima  cagione  dèi  xroto  interrimento  fa^là  rotta  del 
drcondàrlo,  per  dove  il  Rene  fbce  una  totale  diversione ,  abbando* 
nando  il  suo  corso  primiero  pel  cavo  Benedettino.  Ognuno  sa ^.  cbb 
da  qualkisia  rotta  di  fiume  ne  seguono  Io  deporizioni  nel  restante  ca- 
nale, che  si  abbandona. 

La  quarta,  ed  ultima  cagióne  di ' talr  interrimento  fu  la  rotta  dei- 
sostegno,  che  modè:[^va  la  troppo  eccessiva  caduta  dell' Idioó  nel  ca^ 
vo  Benedettino.  Imperocché,  come  abbiamo  detto  altrove,  tolto  il 
•ostegne,  priticipiò  la  furiosa  corrente  dell' Idice,  iscavande  il  suo 
fondo  j>er  molte  miglia  ,  e  trasportandone  la  materia  ad  interrìre  il 
cavo  Benedettino; 

Abbiamo  voluto  partitàmentè  esporre  le  oafiioni  vàrie  di  questo  tan- 
to ingrandito  interrìmenio ,  del  quale  se  ir  è  incolpata  a  torto  U 
sola  introduzione  dèir  Idice  nel  Benedettino ,  come  altrove  a'  è  già 
dimoètrato;  ma  nostra  inten^rione  si  è,  che  sempre  si  separino  i  fat» 
ti  veri,  e  le  vere  cagioni  dairingombro  delle  opinioni,  e  de*'  parti- 
ti*  Venendo  dunque  noi  a  dire  quello,  che  sentiamo  intorno  a  que- 
sto Atto  ed  alla  riparazione  del  cavo^  Benedettino ,  concordemente 
affermiamo  in  primo  Ino^o ,  tfon  essere  vero  quello ,  che  a  noi  rap^ 
presentavasi  di  questo  interrimento  prima  della  visita,  doè  d'un 
ammassataiento  straordinario  di  tèrra  tra  la  rotta  di  Candazoló,  e  Io 
ibocco  deirifi^ce,  ed  in  tale  altezza ,  che  ne  restassero  gli  argini  so- 
verchiati» Onde  ci  s'insinuava 'la  somma  difficoltà  di  fare  un  nuovo 
intero  scavamento  di  canale  per  due  migKa  affine  di  abilitare  il  ^fiu- 
me al  primiero  corso  in  questo  trattor.  Tutto  all'opposto.  Abbiamo 
veduto  r  interrimento ,  ma  soltanto  d|i  pochi  piedi  nell'alveo  suo, 
pAr  il  quale  nelle  massime  piene  di  Bièno  ci  narravano ,  che  tuttavia 
vi  decorre  una  parte  delle  sue  acque  fino  aU* Ilice.  Noa  abbiamo 


trovato  quelle  montagne  di  oolniate«  che  ei  ai  narraTano  ne'  raecon- 
ti,  e  nelle  scritture.  Le  epoDde,  e  le  golene  risaltano  notabilmente 
sopra  il  fondo  presente,  e  molto  più  gli  argini,  i  quali  sono  intatti , 
conio  apparisce  dal  profilo  della  vìsita  Conti*  Insomma  la  costruzio- 
ne tutta  del  cavo  ci  coropanre  la  medesima  di  prima,  quanto  alia  sua 
aoBtanzs . 

Abbiamo  adunque  giudicato  concordemente ,  che  debba  risparmiar* 
si  il  profondamento  di  tutta  intera  la  sezione  di  questa  parte  del 
Benedettino;  ma  che  basti  uno  scavamento  in  larghezza  di  tre  perti- 
che nel  mezzo  del  cavo  principale  ,  ed  in  profondità,  quanta  basti  a 
congiungere  il  piano  del  suo  fondo  con  il  susseguente  dopo  lo  sboc- 
co deiridice.  Noi  siamo  persuasissimi ,  che  quando  possa  chindersi 
con  valida  arginatura  la  valle  di  Gandazolo^  e  quivi  incassarsi  il  £a* 
me  tra  le  sue  rive ,  e  golene ,  e  cacciare ,  per  cosi  dire ,  il  capo  in 
questo  moderato  cavamente  manufatto;  noi  siamo  persuasissimi,  ohe 
le  piene  del  fiume  faranno  il  resto,  e  via  trasporteranno  tutte  quel- 
le materie  »  le  quali  ora  ingombrano ,  e  rialzano  il  fondo  di  questa 
parte  di  canale  •  La  terra  dello  scavamento  si  gitterà  parte  dietro  le 
spalle  dell'argine  ad  ingrossarlo  da  cima  al  fondo,  e  parte  aopra  la 
sommità  del  medesimo  ad  accrescerne  l'altezza. 

In  questa  prima  operazione  del  riadattamento  del  cavo  Benedetti- 
no si  avverta  a  rialzare  tutte  le  sue  arginature  d'un  qualche  piede 
di  più  di  quello ,  che  richiederà  il  profilo  della  visita  Conti ,  eJ  il 
nuovo ,  che  farassi  in  questa  occasione  dal  Direttore  deir  open  ,  La 
ragione  si  è»  perchè  fin' a  tanto  che  il  Reno  non  siasi  da  se  profon- 
dato l' alveo  suo ,  e  distribuita  quella  pendenza ,  la  quale  è  propor- 
aionata  al  suo  corpo,  e  alla  totale  caduta,  dalla  rotta  Pan&li  fino  al 
pelo  basso  del  mare  ;  fin'  a  tanto  che  il  Reno  non  siasi  dilatato  1'  al- 
veo coiì  levarsi  tutti  gl'impedimenti  al  suo  corso;  le  prime  piene 
saranno  d'  altezza  alquanto  maggiore  di  quella,  che  avranno  negli 
anni  seguenti  •  E  questa  è  un*  avvertenza  generale  ,  a  cui  debbono 
attentamente  badare  gli  Architetti  d' acque  in  qualunque  nuova  i- 
ntlyeazione  di  fiume. 

La  maggiore  arduità ,  che  poisa  affacciarsi  nel  riadattamento  dèi 
cavo  Benedettino  ,  si  è  appunto  questa  di  farlo  correre  incassato  tra 
le  sue  rive  ,  e  golene  ,  ed  arginature  in  questo  mezzo  miglio  del  pas- 
saggio della  valle  di  Gandazoio.  Imperocché  siamo  di  parere,  che  si 
debbano' abbandonare  le  rotte  dell'argine  circondario  della  vaile  per 
non  incorrere  nel  primiero  difetto  di  lasciar  divagare  il  Reno  in  que- 
sta valle  con  perdita  di  velocità,  e  di  tempo  nel  suo  più  pronto 
congiungimento  con  la  Savena,  e  con  l'Idice.  Quella  difficoltà,  cho 
allora  parve  insuperabile  nella  formazione  di  queste  arginature,  oca 
affatto  li  è  tolta  e  dal  tempo ^  e  dal  Reno  medesimo.  Imperocché >  a« 


I 


$1» 

BeMft  ptimiL  CùBtnmiùne  ùtì  cavo  fieneileltino  qui  «^inconfro  un  ter« 
Yeoo  €aori)i0  j  ^d  incapace  di  reggere  il  peso  delle  arginature  ;  se  iti 
^1^^  iem^  il  trasporlo  dì  terra  idonea  alla  loro  formazione  da  parti 
fimote  xiusciva  diifioile^  e  dispendioso  ^  svaniscono  ora  tutte  queste 
di£EicoItà  dopo  tanti  anni  di  piene  y  aìì  espansioni^  di  coltnate  aitìssi- 
me  in  tutto  il  piano  di  questa  .medesima  valle*  Abbiafno  qui  ii  suo 
fondo  già  ijen  conjBisXente  •  Abbiamo  sul  posto  copia ,  quanta  si  vqf 
gUa^  4i  terreno  tenace  per  arginare  il  Reno  a  quaiuuijue  altezza* 
Anzi  per  andare  incontro  a  qualunque  scrupolosità,  si  potila  qui  «  ad 
arbitrio  del.  Di  rettore ,  dare  nuova  fermezza  a  questo  breve  tratto 
d'arginature  o  con  strati  di  fascine 9O  di  gabbioni,  come  abbiamo 
detto  «ostuniarsi  talvolta  nelle  arginature  di  Po  grande;  ed  i  pratici 
in  tal  genere  di  Javori  fanno  ripari  fortissimi  ali^  escrescenze  di  Po 
ancbe  in  luogbi  paludosi^  e  meno  atabili«  Sebbene  questa  parte  di 
traile  si  è  talmente  risanata  dair  infezione  delie  cuore  per  mezzo  del* 
le  colmate  »  che  non  farà  bisogno  di  ricórrere  a  più  studiate  manie* 
re  per  dare  aodezza  a  queste  nuove  arginature.  Finalmente  a  tutti 
quelli  9  che  tanto  paventano  Je  cuore,  e  «empre  le  hanno  in  ca})o^ 
e  solla  lingua ,  diremo  una  verissima  riflessione  •  Quando  negli  anti* 
chissìnii  tempi  cominciò  ad  inalvearsi  il  Po  grande  iu  queste  mede- 
6Htt8  provinole  »  e  si  asciugò  in  gran  parte  la  famosa  pad  usa  ;  obquan« 
tè  cuore  si  «aranno  incontrate  nel   fondo  di  quella    vecchia  ^  e  vasta 

!  Illude.  Guai  a  queste  provincie  di  Ferrara^  dì  Mantova^  e  del  Po* 
esine  9  se  il  timore  di  abbattersi   nelle  cuore    avesse  arrestati  que* 
primi  coltivatori  di  queste  nuove   terre  dal  fabbricarvi ,  ed  ancora 
rifabbricarvi  gli  argini  ^  che  impedissero  lo  epandimento   delle  piene 
del  Po, 

Prina  di  passare  innanzi  avvertiamo  il  Direttore  deircpera^  che  Io 
dae  presontte  operazioni  e  dello  scavamento  di  questo  cavo  dalla 
Mita  di  Gaqdazolo  fino  allo  sboeco  delPIdice,  e  della  continuazione 
deirarj^ine^  che  incassi  il  Reno»  codeste  due  operazioni  debbono 
esaere  contemporanee;  sicché  V  una  cooperi  air  altra*  Se  la  piena  di 
Reno  sarà  inalveata  nella  valle  ,  perfezionerà  lo  scavamento  dell'  al* 
veo  seguente  fino  airidioe;  e  se  questo  scavamento  earà  già  prepa<> 
Mie  f  la  piena  non  si  alzerà  .  soverchiamente  t  nò  troppo  graverà  le 
■nove  arginature  nella  valle  •  . 

Quanto  airidice  ,  e  al  suo  sbocco  «  noi  direnio  quello  9  che  abbia« 
no  osservato  di  vero.  Eatrammo  in*  barea  allo  sbocco  delr  Idice  in 
Frimaro,  ed  in  istato  d'acqua  mediocrissima  di  questo  torrente*  Ci 
siferivano  i  batti£inghÌ9  ed  i  barcaiuoli,  che  ridice  già  si  era  adat^ 
tato  il  eoo  letto  ,  la  sua  pendenza  verso  il  cavo  Benedettino  ;  che  il 
•no  sboeco  riuscita  ora  naturalissimo  nelle  piene ,  che  il  suo  prece» 
dento  corso  era  molto  meno  impetuoso  »  dopo  la  rotta  di  que)  piima 

65 


/' 


ti  4. 

nd  pMMto  sotteno^  a  dèpo  irgnir  profiìndàmaif»  fittoti  Mtw 
fendo  ;  e  si  coochiaie  »  cbe  tirebbo  una  gnu  pisua  U  Tolerlo  o» 
tlterare  di  qaello  stoto,  al  quale  ai  ò  ridotto  da  m.  Che  dopo 
V  nniooo  di  Keno-si  farà  quivi  qaello  teaTainento»  che  tara  propor-^ 
sonalo  al  naoTO  grandioso  inflaenta  •  Dal  Beoedettino  si  pasa^  jH' 
baroa  nel^Primaro  ,  ove  ai  oominciarono  gji  Mandagli  c^tiati  nella< 
tavola  già  esposta  nella  prima  parte  • 

Da  tutte  le  nostre  osservasioni  abbiamo^  dedotto ,  ohe  r«  Idice  dik 
Mo  ibooeo  fina-all*  ingresso*  nel  Priinaro  non  ba  riempito  il  oavo  Ba» 
nedettioo;  obe  le  sne-  piene  ora  rv  deoorrono*  oon  Telooità  grande* 
Unicamente  si  è  rieonosciulOy  cbecoa  le  sue  deposidoni  sotto  le  aaO' 
rÌTO  si  ò  alquanto  ristretta  V  ampieaaa  del' primo  oa?o  »  la  quale  orar 
d^tinata  al  concorso  del  Reno^»  o^  della  Serena  ,  o*  dell'  Idice  ; .  easea-- 
do  proprietà'  generalissima  di  tutt*  i  fiumi  dt  adattarsi  la  largbessa^ 
delr  idvea  aUa  portata  delle  loro  aoque  •  Che  se  il  Reno  dalla  ralle^ 
di  Gandasolo  s' introdurrà' di  duoto-  nel  Benedettiao,  eom?  e  da  suo- 
rare,  il  fiume  stesso  eolie  sue  maggiori > piene  unite  a  quelle  deUrl^ 
dboe  si^diktei^  da  se  il  «  primiero  suo  oato-,  o  ùxk  egli  atesso*  lo  ape?- 
se  di  questa  abilitasiono- Sina  al  Bloripono. 

In  somma  siamo  di  parerò  »  ebe  ìd  questa  generalo   riparasiottfr^ 
qualsisiapiano»  cbe  propongasi  »  non  debba  nà  punto»  uè  pooo  di»- 
soostarsi  giammai  dalr  idea  del  oafo- Benedettino  già  «proposta  in^quon 
primi  tempi  dall^  Eminentissimo  signor  Cardinale  Alessandro  Albani».. 
&  da  esso -lui  promossa  oon-otttm»  consiglio^  Ciò  obo  è  MMadaia-dà 
malo»  non  incolpa  la  bontà,  o  la  siooresaa  del  progetto»  ma  o^ lai 
mala •  eseenaioae  »  o- il* easo^ fortuito- dalla  io%ia  .  É*ae  pet  aMoAi  aa» 
oidenti  si  dovessero  abbandonare  le  inalveazioni  de*  fiumi  »  e  la  lora- 
arginature»  troppo '  infelice  sarebbe  la  Lombardia  nostra  »  ii^om  Io 
rotte  di  Po  son»  tanto  fr---'-  -     —- ^^-   — " 

te  di  stato  Veneto  »  per 

ta  disaminata  ia  quest^ anno^ per  tre  rotte.  Ghi  ba  qualche  apttleia- 
aa  de'  fiumi >  o  delle  loro  piene  si  ride  in  cuor  suo  in  udendo  qui» 
dio  si  fiiecia  tanto  caso»  e  tanto  stupore  della  rótta  dell'argine  oir'^ 
oondaria  di  Oaadazolo»  e  ohe  per  ispaTcnto  H>n*  siasi  -  mai  posta  la 
nano  acbiuderlas  Sebbene  noa  tutti,  sono^  poi  cotanto-  noriu  nèl^ 
mestiere  delle  acque  »  cbe  non  intendano  »  cbe  la  prima  Yoita  potata* 
Margine  ripararsi  con  più  di  solidità  v- Sanno  tutto  ciò»  ma  saaaoan* 
ocra  »  cbe  alcuni  »  a'  quali  aio  apparteneva^»  erano  inimioissimi  del* 
cavo  Benedettino;  ohe  lo^  avevano  contrastato  co»  tutta  le  pivLaper«« 
te«  contradirioni»  o  trame*  nascosto  »'e  che*  ne  bramavano  la  rovina  •. 
Or  obi  poteva  sperare*»  che  quo'  medesimi  »  i  quali  tanto  ripagoava* 
no  inooor  loro  al  suddetto  cavo»  appUaassen^ poi ^la  maao^  o lo apo:^ 
•e  a  ripacirlo  a^  dovere  P. 


rotte  di  Po  son»  tanto  fiunigliari  ;  troppo  misera  sarebbe  quella  pas^t 

r  dove  vi  covre  T  Adige»  e  moke  più 'la  firea- 


ARTICOLO     QUARTO. 

JDéUa  inaheaziane  del  Po  di  Prìmaro  ^a  peìfezionarsi  daìlo  jftocM 

del  Benedettino  al  Mormone  Juw  al  mare,. 

^SOMMARI  Q. 

.Sfilogò  de*  provvedimenti  generali  suggeriti  neUa  prima  pariti. 
Trasporto  del  Cat^edone  di  Marrara  al  Morgone.  tTtilità  di  questo 
trasporto  al  Polesine  di  S.  Giorgio.  Preservamento  dalle  inondazioni 
-del  Traghetto,  e  risparmio  della  Guardia  dell'argine  sinistro  per 
otto  miglia .  Scólo  felice  della  valle  di  Murrara.^  e  del  Poggio  •  Ar* 
^namento  della  sponda  destra  del  Primaro  morto  j  e-^e  ne  rende  la 
ragione.  Inutilità^  e  insussistenza  del  progetto  di  addirizzare  il  Pri^ 
snarOm  Necessità  dell* ^arginamento  sulla  sponda  destra  del  Primaro 
dal  Margone  verso  il  mare  •  Necessità  di  ristabilire  V  argine  della 
.riva  sinistra. da  .Filo  di .Longastrino^  sino  aUa  .chiavica  d*  Umana. 

X  000  awemo  qaì  dhe  ftggingntre  alle  eoae  ampiamente  dette  nelk 

Jmiìia  parte.  Già^  ciò  che  Yorrehbero  occultare  8tadi<Ì8aonente »  gìk 
'anione  de'  primi  influeati  si  è  fatta  nel  Primaro  tanti  ^ani  aono. 
il  Reno,  il  quale  por  la  rotta  vi  «i  portava  dalla  Valle  di  Candaeo- 
Jo  9  ora  m  aadrà  dallo  sbocco  del  cavo  Benedettino ,  ^e  quanto  al  Pri- 
maro torna  nel  medesimo  o  il  Reno  ▼£  a'  incammini  per  una  via  »  • 
per  nn'  altra .  Al  Primaro  per  ora  non  -si  accresce  <TernB  altro  torren- 
te  5  o -fiume  inori  di-^elli»  che  già  vi  si  sono  diretti  dopo  4a  costruzio- 
ne del  cavo  Benedettino  ^  se  non  nel  caso ,  -ohe  vi  si  volesse  incanì* 
minare  il  Sillaro ,  la  Quaderna ,  la  Gentonara ,  e  restitaire  il  Lame- 
ne^  secondo  il  consiglio  del  Guglielmini.,  al  quale  noi  sottoscriviamo 
volentieri  •  Quanto  ^la  capacità  del  Primaro ,  alla  ena  pendernsa  »  al- 
la sicurezza  del  Polesine  »  alle  arginature  non  meno  a  ministra  »  che  a 
4estra ,  già  da  noi  nulla  si  è  omesso  nella  prima  parte  di  qnanto  può 
desiderarsi  da  chi  cerca  la  verità ,  non  la  contradizione*  Certamente 
qnal  più  sconsigliato  e  furìossi^mpegno  si  è  quello  di  non  voler  ì 
pedire  l' espansione  di  quelle  acque ,  che  già  'vi  vanno  unite  »  e  e 
non  possono  divertirsi  altrove  •  Parrebbe  cosa  più  ra^onevole  »  che 
almeno  dalla  necessità  si  prendesse  il  consiglio  di  perfezionare  V  inal- 
veazione  di  Primaro»  e  di  salvar  ^tutti  con  un  progetto  solo ,  come 
abbiamo  inteso  di  fase  in  tuttala  prima  parte  «  Ma  quél  bene»  ^he 
non  farà  mai  allo  tre  provincie  V  invecchiata  rivalità  de'  partiti  »  sarà 
finalmente  dall'  EE.  W.  a  tutti  0  graziosamente  iptoouxato^  ed  effi* 
caoemeue  stabilito^ 


im« 
che 


Si  6 

Adanqne  in  qneil*  nltim»  articolo  ti  Terranno  proponendo  molti 
mitri  miglioramenti ,  de*  quali  finora  non  sì  è  traiuto  ,  e  che  con* 
dacono  alla  perfesìone  ,  e  aicorezza^  di  questa  stessa  ioalveaziooo 
di  Frimaro  *  Il  osvectooo  reccìiìo  di  Marrara  potrà  trasportarsi  al 
Morgone,  quando  il  Reno  sarà  inalveato  nel  Benedettino  sino  al  Pri-- 
maro;  poiché  allora  si  potrà  allungare  T  argine  sinistro  del  Reno , 
e  con  esso  attraversare  il  Primaro  per  intestarlo  all'  argine ,  che  ri- 
guarda il  Polesine  di  S*  Giorgio.  Di  quanta  utilità ,  e  sicurezza  sia 
per  riuscire  al  Polesine  questo  trasporto  del  cavedone,  iaeilmento 
s' intenderà  da  chi  avrà  qualche  mediocre  cognizione  de^  luoghi  »  Fri- 
mieranrìente^  quanto  tolta  sia  ogni  eomuDioazione  tra  le  acque  cor- 
renti di  Primaro  al  mare»  e  quelle  stagnanti ,  e  ri^^r^tate  dello  stes» 
so  Primaro ,  che  si  stende  all'  insù  fino  «  Marrani  per  otto  mìgìÌM , 
verrà  parimente  tolto  ogni  pericolo  di  escrescenze  in  tntto  questo 
lunghissimo  tratto.  Tutte  le  case,  a  popolazioni,  le  quali  misera* 
mente  si  giacciono  sulla  riva  destra  disarginata  di  questa  parte  di 
Primaro  ,  aoderebbero  esenti  dallo  consuete  inondazioni  y  che  sofiro» 
no ,  e  tra  le  altre ,  le  case  »  che  compongono  la  popolata  terra  del 
Traghetto ,  sommerse  ora  dalle  acque  di  questo  Primaro  morto .  Se- 
condo: Ma  poi  qual'  altro  maggior  bene  pnò  desiderarsi  al  Polesine, 
che  quello  di  liberarlo  in  un  solo  colpo  dalle  grandiose  annuali  ape* 
se  della  guardia  di  tanti  mesi  per  un  tratto  cosi  lungo  di  otto  mi- 
glia •  Se  forse  questo  medesimo  benefizio  non  riascisse  ùntfiro,  o  di« 
taggradevole  a  qoe^  pochi ,  che  su'  pericoli  ìmmagìnAiì  del  PoleBÌne  , 
o  sulta  necessità  di  questa  gnardi»  banno  fondato  il  loro  Patrimonio  • 
Terzo  :  Si  aggiugne  un  altro  rilevanftssimo  bene ,  clie  appartevrìn  % 
molti  Possessori  nella  valle  di  Marrara ,  e  del  Poggior,  ed  è  ,  cbe  le» 
Tandost  il  vecchio  cavedene  di  Marrani ,  o  trasportandosi  al  Morgo» 
ne  ,  e  rìiliicendo  il  hiìào  del  Primaro  morto  -atla  h^snezzu  mcffesima 
deir  altro  vei^o  Ferrara,  ai  aprirà  imo  srofo'  léfiee  a  tutta  quella  par- 
te della  valle  di  Marrara ,  e  dcHa  valle  del  Poggio ,  che  rimangono 
amenduo  solla  sinistra  del  Reno.  Imperocché  si  potrà  allora  faeslmen* 
te  aprire  uno  scolo  per  P  alveo  veecbio  del  Reno ,  ohe  sbocca  nel« 
l'alveo  antico  del  Po  sopTA Ferrara.  Essendosr  da  noi  dedotto  con 
ogni  sìcorearza  dalla  livelhizione  Gotici  ;  efce  il  fondo  di  esso  Primaro 
morto  alla  punta  4i  S*  Giorgio  è  più  basso  del  fbmio  al  cavo  Passar- 
do  piedi  8.  6.  o .  E  giacché  si  è  veduto,  che  alla  stessa  punta  di  San 
Giorgio  abbiamo  un  fendo  cosi  abboardEaute  per  là  rtebiamare  tntt'  ì 
predetti  scoli  delle  terre  ,  <^  restano  a  sfntstra  di  Reoo ,  ciò  potrà 
esegnirsi  liberamente  ,  essendo  noìf  certi ,  elio  nina  pregiodisio  appoi^ 
teranno  alle  tenute ,  le  quali  ▼!  scolano  d»  presente  ;  tanto  più  efae  so 
per  nna  maggior  sicnreaxa  si  volesse  accrescere  nna  pia  vantaggiosa 
caduta  t  ti  pouà  abbassare  p  o  levare  affiitto  il  Materno  dL  Godkea , 


5f7 

per  forre  Si  mezzo  0^1  pm  sottile  è  scrupoloso  dnb1>io  9  elie  i  ntto- 
ti  scoli  «ia  aprirsi  da  quella  parte  possano  cagionare  alzamento  sen* 
iibile,  di  far  pregiudizio  a  qne'  particolari  possessori  »  i  quali  di 
presente  scolano  nel  Primaro  morto  ^ 

La  sponda  destra  del  Po  di  Ptimaro  morto  fino  al  cavedone  da  far- 
il  di  nuovo  al  Morgone  dovrà  essere  tutta  l>en  munita  di  sodo»  ed 
alto  argine  ;  poiché  se  il  cavo  Benedettico  fatto  alveo  di  Renò  rom- 
pesse sulla  sinistra  le  acque  provenienti  da  esso  cavo  non  avessero 
a  piombare  nell^  alveo  morto  di  Primaro ,  e  così  si  toglierà  a  tatti 
qualsìsia  pretesto  di  querele. 

Per  quello  poi ,  die  si  appartiene  a  dar  Io  scolo  alle  yalli  di  Mar»» 
rara  ;  basterà  »  che  i  fossi  particolari  abbiano  alla  foce   de'   cateratti^ 
ni  sulla  Salarola,  e  sul  Po  morto^   essendo   i    terreni    intennedi  alti^ 
più  che  abbastanza  per  levarli  dall'  infelice  condizione  di  valli   e    ri- 
onrle  ad  nna  perfetta  coltura  • 

Per  dare  baca  sesto  al  Primaro  non  ci  resta  altro  da  pensare  ^  cha 
dal  Morgone  al  mare*  Il  progetto  del  suo  radJirìzzamento  tanto  prò* 
mosso  da  certuni  per  accrescerne  la  caduta  coir  accorciamento  del 
•no  corso  per  linea  più  breve ,  da  noi  si  ritìuta  per  molti  capi.  Pri« 
mo  :  perchè  abbiamo  già  una  caduta  abbondantissima ,  come  si  è  di* 
mostrato  neir  Articolo  V.  della  prima  parte,  senza  dover  ricorrere  a 
nuove  inaiveazìoni  dispendiosissime ,  e  di  esito  incertissimo .  Secon- 
do il  signor  Guglielmini'y  il  quale  propose  la  linea  di  Primaro  nel 
celebre. suo  voto,  fu  bensì  egli  sollecito  ,  che  si  divertissero  nel  Pri* 
maro  tutti  gli  altri  fiumi  del  Senio,  del  Santerno,  del  Lamone,  e  de* 
torrenti  di  Marmorta  per  accrescervi  tanto  corpo  d'  acque ,  quanto 
bastass'e  a  supplire  in  buona  parte  la  perdita  del  Po  grande ,  dal  qua* 
le  f  tempo  fa  ,  il  Reno  era  portato  in  mare  •  Ma  questo  si  gran  Mae« 
atro  della  scienza  delle  acque  tròn  fece  mai  parob ,  né  cenno  di  que- 
sto medesimo -accorciamento  di  Priniaro,  sul  quale  alcuni  vi  contano 
assai  •  Terzo  :  codesto  addtrizzamento  del  Pirittiaro  dovrebbe  farsi  tat- 
to attraverso  di  Marmorta  •  Or  chi  potrà  imrtiaginare ,  non  che  ese- 
guire una  inalveazione  consistente,  b  stabile  per 'mezzo  di  nn' anti« 
ca  vastissima  palude  ?  Quarto  :  Ma  poi  non  è  vero ,  che  la  natura  de' 
fiuitii  affetti  la  linea  fetta;  anzi  le  tortdoi^ità  sono  effetti  della  nata* 
ra  del  medesimo  fiume,  cfioè  di  tutte  quelle  cagioni ,  le  quali  entra* 
no  a  parte  del  loro  corso  •  E  quante  Tolte  abbiamo  veduto  farsi  nuo- 
Te  rettissime  inalveazioni  de^  fiotni ,  le  <|tìUl  in  br>ve  tempo  Sonosi 
fiitte  più  tortuose  di  prima.  Crediamo  adunque  di  potet  fare  booa 
uso  deir  àlveo  vecchio  di  {Rimato  ,  qttaP  è  nello  stato  presente ,  sen* 
za  investire  un  progetto  di  nessuna  tiiilttà,  e  di  somma  incertezza* 

Non  ci  possiamo  però   astenere  dal  proporre*  di   ik|iòVo   per  neces^ 

Ufiaiimo  r  ar^aametita  folla  parte  deatMi  del  PrimaM  ;  dal  Morgontt 


' 


seno  il  dire;  pMche  imm  ^naiforMnUbé  aoa  instib  il  pragetteM 
nuovi  lavori  per    atciagire  iDtertmeDtè  f  a  bonifiotre  tntte  lo  villi 
del  Bolognese,  del  .Ravegnano,  o  del  Femxwo   medesinio; . etsoado 
chiaro 9  che  te  da  una  parte  si  apro  ano. scolo  reale,  che  porti 'faori 
tntte  le  acquo  chiare,  delle  campagne,  o  delle  volli;  e  dalT  altra. par- 
to ostinatamente  si  procura  di  runandarvono  altrettanto  con  i  diverti* 
vi ,  che  si  aprono  .  incessantemente  dal  .Frimaio  ,  egii>  è  manitosto^ 
jphe  tutta. r. opera  sarà  perduta •  Noi  adunane  ripetiamo  qpì  quello,» 
ohe.  più  stesameate  abbiamo  dimosttsto  nella  ^rima  parte  intomo  la 
necessità  d*  nn  argino  sulla  destra  del  Prìmaro  ,  ohe  ti  nnisoa  ool- 
Tiltro  aigine  destw  del  cavo  Benedettino ,,  o  vc^iam  dire  del  Re- 
no ,  il  qual  arjpoe  seguiti  a  costeggiare  U  parto  destra  del  Prìmaro^ 
fino  ad  lenirsi  ooU'oiltro  inferiore ,  cho  ritrovati  al  fosso  voooUo  pò* 
.co  sotto  .allo  sbocco  del  fiume  Sonio.  8i  osservi  nere  di  laseiarti 
nna  continuata  golena  larga  lo  solite  pertiche  venti  Bologneti. 

•  Quapto  all'argine  sinistro  del  frimaio  ««o^aia  dd  Polesine^  per  o- 
^oi  maggior  sicurezza  si  potià  rialzare  quattro  piedi  in  circa  d^  ai- 
iteaza  media ,  convenendo  neir  iatesso  tempo  rimettere  la  cima  diste- 
sa in  una  linea  andante ,.  e  regolata  dal  nolo  delle  m:\ggiori  esore- 
scenze  per  levare  quelle  mostruose  irreeolarità  dimostrateci  dall' i^ 
stesso  profilo  del  Primaro  •  E  tutto  ciò  dbvià  Dirsi  dal  auovo  cave* 
.dono  del  Morgone  fino  alla  chiavica  d'  Umana. ,  dove  comincia  V  ar- 
gino a  mantenerti  con  «gni. maggior  fiumosza  dalla  pescagione  dello 
valli  di  Comacchio. 

E  qui  torniamo  a .  ricordare  all'  £E.  W.  anello  ^  .  di  che  tiiù  at^ 
,samente  abbiamo  parlato  nell'Appendice  deW  artìcolo  TV.  4e\\a^  ptii- 
.ma  parte*  .Quella  parte, d'argino  sinistro  del  Primarci»  che  rimane 
isolata  tra  le  valli  di .Gomacchio >  ed  il  Primaro»  ^troppo  è.trascurapr 
ta,  e  lasciata  in  abbandono  .nresentemente  •   Non  Jia  solidità  di  laiv 
ghezza»  nonbabase  »  nò  difesa,  dallo  corrotioni  •  Iol  sua  rovina  poco 
interessa   il  Polesine  »  ma  idamente  &rebbe  danno   gravissimo  alla 
Camera  Apostolica  •  Si  risolva  adunque  .di  ritorlo  dalle  mani ,  o^  dal- 
la giurisdizione  di  quelli  »  i  quali  dal  loro  interesse  non  sono  niente 
spronati  a  ripararlo. .a  dovere.,  e  se. ne  dia  il /nuovo  suo  ristabilimen^ 
to  al  Fermiero  della  pescagione  ».  il  quale  aaprà  ridudo  a  quella  fé»» 
mezza  »  con  la  quale  regge»  e  reggerà. in  avvenire   P argine  suo  dal^ 
la  chiavica  d'  Umana  sino  al  maro* 

.La  necessità  di  questo  nuovo  jirovvedimento  non  dipende  già  da 
Ter  nn  nostro  piano  «  No  •  Noi  lasciamo  il  Primaro  .in  quello  stato  di 
C#rpo  d'acque.»  in  cui  P. abbiamo  trovato»  qe  vi  tacciamo  nuoto 
introduzioni  di  torrenti  •  L'  unione  di  questi  già  si  è  fatta  anteceden- 
temente. Ciò  è  quello  »  che  inculchiamo  frequentemente»  acciocché 
V  inteqida  «he  ai.tratu.ora  di  soltaato  stabilire  il  cono  dii  Primaro  » 


cihe  noli  riestt  aoelro^^o  Mii^riNpaiMiioaiy  •  cM^lè  rotte  in  qaattt 
parte  delle  valli  di  Gomaochio ,  dorè  gli  argini  tono  troppo^mbbande*' 
nati  al  caso.  Se  qneata   negligenza  aia  oolpevole»  o  innoeente»  ohi- 

So  aaperloP  Egli  è  Yero  9  cne  eerte  sorìttim  palesano  gran  zelo  ner 
èia  della  peaoagione.  Ma  qui  i  fiitti  oontradaicoQO  alle  parole.  In« 
tanto  ,  qnand*iinehe  VEE.  YV.  non^  a^  inohinaaaerp  ad  approfare  il 
BOftro  piano ,  la  aalvessa  delle  Talli  di  Gomacohio  riohiederì^  aempre 
qaeato  prowedÌHMnto  »  ik  quale  non  è  contegnente  dal  nostro  pro^ 
getto  9  ma  dillo  stato  reale  9  e  presente  del  rrìmaro  »  nel  ^nale  pk- 
A  sono' Introdotti  d»  tanto^tempo^  e  Róno,  ed  Idioe  v- e  *  Saatemo V  o 
Senio  9  e  li  e<^iosissimi  aeoli  di  Uarmorti^  per  il  fosso  Toochio.  A 
questa  nniono  di  torrenti,  e*  pieaesaa  di^  escreseenze  del  Prìniaro  è 
indispensabile  ìK  ripaio  degU  argini  delle  valU  di  Gonaoebio  «  de  Filo^ 
di.Loog|Mtrin»  &iO'alU.ouatioit  4'  Unaiia»  ^ 


J 


PARTE     TfiBZA. 

DtU»  operazioni  y  che  riguardano  il  regolamento  éegli  sedi 
delle  campagne  situate  «Ula  destra  del  Rem, 

*  ARTICOLO   UNICO. 

SOMMARIO. 

Bicordo  di  Domenico  Cassini  per  rapporto  al  regolamento  degli 
scoli.  Eniisnto  contrario  al  disegno  d4'gii  architetti  del  Benedettino 
nella  direzione  di  Zena  ,  e  di  Fiamicello  »  Approvazione  della  botte 
sotto  V  Idice .  Pratica  universale  del  passaggio  delle  aeque  sotto  il 
fondo  de'  fiumi .  Arginamento  dell0  riva  destra,  del  Primari  fino  ai' 
lo  sbocco  della  Beccara  ,  e  da  questo  sbocco  fino  alV  argine  sinistro 
della  Quaderna*  Unione  della  Quaderna  con  la  Centonara.  Canale 
della  Beccara  preservato  dalle  torbide,  ed  espansioni  di  Reno,  e  de' 
torrenti .  Situazione  della  soglia  della  botte  sotto  V  Idice .  Condizioni 
favorevoli  a  questo  scolo.  Dicerie  false ^  e  celebre  sentimento  del  Grans^ 
di  •  Cateratta  allo  sbocco  della  Beccara  ,  e  sue  porte  »  le  quali  da  se 
si  aprano  ,  e  si  chiudono  dal  peso  delle  acque  •  Paragone  degli  scoli 
in  Po  grande  con  quelli  di  Zena,  e  di  Fiumicello  nel  Poatello  di 
Primaro  •  Errore  di  massima  ,  ed  osservazione  del  Guglielmini  intomo 
alle  acque  rigurgitate.  Preparazione  del  canale  della  Bepcara  agli 
scoli  superiori  della  destra  di  Reno.  Accrescimento  di  larghezza  al' 
medesimo  canale.  Risposta  alle  difficoltà  de*  Legisti  contro  la  botte 
sotto  V  Idice  •  Servita  necessarie  atta  mnmna  società  ,  e  giusto  conv' 
penso  per  la  deviazione  delV  Idice  nel  cavo  Benedettino .  Risposta  ai 
sospetti  intorno  alla  rotta  di  Savena ,  ed  aW  abuso  della  Botte  •  Due 
partiti  per  la  rotta  di  Savena .  Secondo  progetto  piti  sicuro  del  pri^ 
mo  •  Risposta  generale ,  che  provoca  alio  spcrùnenio  della  botte ,  e 
sue  condizioni.  Scolo  più  universale ,  e  livellazioni  dallo  Scorsuro 
fino  alla  soglia  della  botte  sotto  V  Idice  ,  ed  alla  soglia  della  Beo* 
cara  •  Incontro  della  Savena ,   e  del  Naviglio  j^  e  botti  per  lo  scolo 

.     superiore  • 

Jl  celebre  matematico  Domenico  Cassini,  e  fra  quegli  Scrìttoli; 
cfae  del  regolamento  delle  acque  del  Bolognese ,  e  del  Ferrarese  trat* 
tarono  con  più  d^  acutezza ,  fu  uno  de*  primi  che  diede  qaeir  irapor- 
tantissimo  riconio  d^  incamminare  gli  scoli  delle  campagne  per  canali 
diversi»  e  separati  dalle  inalveazioni  de*  torrenti  «  e  de'  fiumi  terbi- 
di  9  ì  quali  scendono  dal  vicino  Ap[»ennino  •  Tenevano,  cosi  egli  scri« 
ve  (in  princìpio  di  questo  tomo)  tenevano  i  nostri  Padri  totalmttitie 


separate  •^[neife  éhié  tòrte  Jf  Jààqué  ^  jsióAè  jmr  éieersn  wie  Jit  sUm  ten 

mini  M  conditcévano j  e  certamente  4^on  iuona  regola;  poiché  le  tor^ 

ade  'de*,  torrenti  y  .-e  de^  Jiumi  ^con  .la  -deposizione  delle  .materie  ^kè 

portano y  vengono  4i  poco  Sf poco  ad  inalzare  i  suoi  alvei;  sicshè   A 

necessario  jmunirli  d'  argini  y   onde  poi  ;si  riducono  finalmente  n  pof^ 

tarsi  :sopra  la  ^campagna  ;  it  che  poco  importa  y  purckè  vadtmo  JiM^ 

tamente  y  4mcorchè  sostentate  al  suo  termine  •  Ma  i  condotti  d' jocgtàè 

chiare  jiecessarìamente  ,debbono  ^sser  bassi  ^  e  profondarsi  inef  terrstdr^  $ 

altrimenti  non  possono   le  -éampagne  aver  in  essi  io  Jcoio  J9ece$sa$i9  . 

aRa  toro  fertilità  ^ 

Con  4].uesta  mamma  9t\  HhtinxA^  iltk  ^a|K>  noi  '«ntrìamo*  a  irattarv 
Aeì  regolamento  «degli  -«coK  dell^  campagne  del  Bolognese ,  del  Fei^ 
Tar^séy  del  ìilairBgnano ,  ^  della  2(oniag>Da  J>asta  «itoQU  4iUa  'deétra  di 
Reno  ,  ^  non  dubitiamo  ptintodi-  poterle  tnife  aaoìngare  >  -e  -dt  troviti 
ve  ricapito  a  tanti  *t«oIi  ^oìi  la  «acorta  ,  «che  oi  'darb  i^  incomparabile 
livellazione  Conti.  Ma  noi  non  ^  figureremo  già  qnellos  ^h^  '^  ^tmv 
jnerébbe  :pia  .comodo  9  cioèL,  «be  'A  foncf^o'  dì  Heno  -dipaec^iaf  d\  riee« 
^erli  •  Questo  darebbe  nn  4ccoticiflrsi  Je  ^o9e  a  modb    atro .  ^sppramor 

Snello  di  cbe  ^i  lia  avvertiti  k\  Cassini,  e  fa^pcrrienza •  Condurremo 
unque  gli  scoli  tutti  ^epnratamenté  ^^Retio,  -flnattadtoebèincoiHri* 
Ho  recipiente  più  liasso  dei  idre-  fondo^  ^  ^^\  Prìiftaro,  «od!  «nche  ili 
mare  •  Ci  fa  bensì  maraviglia  y  che  ttfnti  -serictovi  f^osterioiri  ni  Cas** 
alni  ili  questa  massrmv  d^l  regolinmeittc^  d^H  «eoli  Piansi  ingannati  iit 
thtt'  i  j>roget4  delle  tante  ilnce  da  esw  imftiaglnate  ^  g  propelle  * 
Imperocché  motti  dt  ioro  peHsÉfaitd  d**in<Èammtriare  gli  «Joli  imme*' 
Mistamente  nel  Keno  ^  «  ne*  st*o'  alveo  fkrne  <|uella  tiuienei,  che  -pro- 
urtarono  deiridice»  e  della  S^avemi ,  ^  'degH  tfltri  torrenti .  Qwest» 
errore  lo  troviamo  spargo  iti  gran  parte  delte  Scritture'.  In  fatti  d# 
^al  altro  disastro  ,  nioteBè*  da  questo ,  ebbe  V  origine  <fnella  fune- 
iCis5Ìma  inonda^Jone  ,  che- dopo  fa  costr!!ieione  del  -cavo  BenedertiMf  • 
€n0  at  dì  i^Toggl  soffrono  le  vslU  delle  Brtigiatt,  dì  Dbgliolo,  odel<« 
\k  l^rigelhf  Siccome  il  ca-vo  Beneélèfttincr,  per  dove  s' inalveala  il 
lAmb ,  dbvea  tagliare  il  «orso  ,  ^d  il  canale  di  Zèna^  ^  Fiutnicellov 
4lhìi  degli  scoli  di  queste  Valli  al  Ptìnrsro,  -cosi  qtiegU  Architetti  al 
jpersuasero  di  poter  scaricare  -quesft  s^di  medesimi ,  senz'.aUri^  cartiw 

sviamento,  neir alveo  <;<>tnnne  d(d  BenedeUtino.  Gho  ne  avvenne?  Il  I 

letto  di  Renoy^al  quale  neri  potevìano  -^pararw  per  tiessan  -con-; 
to  le  torbide  ,  tioscendo  natur^^lntente'  moltb  più  alto  di  avello  de' 
terreni,   stt'   quali   decorrono  Zema*,   ^  Piumit^ello^   fece  tosto-  \ì>* 

ro  barriera,  ^dr  argine  dì  frótìtfe,  IM  ffiarteo*  pei,  dalle» argiitatore^  di  i 

Shvenai  a  sitAstra  ,  e  dir  ifuellè  9tW  I9tce'  it   destra  ^  trovando-  \ 

a  intircbinsì ,   si  aIzarf>(io  'di  pblò  a*  stugnare'  set  questi»  Valli,  e- si  j 

attesero  per  tàntir  migKa  qitadtate*  di  all'  aerrene  por  motti  secoli 

£6 


ffhBt  feràci8*i0io ,  p«t  do^e  fto^  abUMao  Mttgtto  éae  ìottri  gtorai^. 

Or  se  si  fossero  allora  richiamate  alla  mente  le  maulme  del  diTcr* 
•o  regolamento  da  darsi  agli  800119  ed   a*  fiumi   torbidi  ^  certameotOL 
fin  da  que'  tempi  si  sarebbe  Mggerito  quel  ripiego  ^  che  ora  li  pro-^ 
iMlne  da   signori  Bolognesi  intorno  agli  scoli  di  Zeoa  »  e  di  Fiuoilcel* 
lOy  dopo  un  eaperimento  cotanto  diagraaiato.  Ed  ecco.»  che  ìntorao^ 
alla  domanda   fiotta   da*  medesimi  signori  Bolognesi  di  edificare  un^ 
botte  sotto  il  fiume  Idice  per  isfogo  di  queati  scoli  per  un  nuovo  ca« 
naie  fino  allo  sbocco  della  Beccara  in  Primaro  ^.•già  siamo  ora  entra* 
ti  a  dire  il  nostro  sentimento  9  che  Teramente  dovevamo  amiliare  ia 
primo  luogo  all'  EIE.  VV. ,  perchè  principalmente  ne  siamo   stati  ri- 
chiesti •  Ma  V  ordine  della  nostra  visita  cominciata  sul  Reno  da  Gen« 
te»  e  dalla   rotta  Panfili»,  ci  ha  obbligati  a  seguitare  il    Reao,  ed  il 
Primaro;  sino  al  mare .  Tanto  più ,-   che  la  botte  predetta  non  $i  pò» 
teva  disgingnere  dagli  altn  lavori  appartenenti  agli  scoli  particolari.^ 
per  aTere  con  essi  una  troppo  stretta  connessione  • 

Prima  peto  di  farci  a  ragionare  di  questa  botte  tanto  per  V  addie- 
tro contrastata  (  e  cosa  y'ò  ohe  non  si  contrasti I  )  sarà  bene,  che. 
si  tolga  un  volgare  pregiudizio  di  molti  »  a'  qjuli  pare  una  strava- 
gansa  il  progetto  d' incamminare  Zona  ,  e  Fiumicello  per  un  ooodot-^ 
to ,  o  sia  botte  sotto  il  fondo  dell'  Idice  •  Ma  questi  si  palesano  po- 
chissimo informati  di  ciò,  che  concerne  il  regolamento  aello  acqiMy 
e  troppo  forestieri  nella  pratica  già  introdotta  da  molti  secoli  in.  tan« 
ti  paesi  dell'Italia  nostra,  del  Milanese,  Venaaiaoo,  e  Tosotno^  Dm. 
quante  botti  sotterranee  si  attraversano  e  fiumi  ^  o  canali  di'  naviga* 
lione 
acque 
oertamente 

Egli  è  d'  una  portata    d'  acque    molto   maggiore 
forse  intimoriti  gli  Architetti  ,  ovvero   tra  essi  è  insorto   contrasto  ,. 

Ìer  farlo  ivi  passere  per  botte  sotterranea  sotto  il  fiume,  e  eaual^ 
i  navigazione  ,.  denominato  Naviglio  della  MarUsana?  Quante  altre ^ 
botti  sotterranee  alla  condotta  delle  acque  d'  irrigatone  danno  il  pas» 
saggio  nel  Lodigiano  sotto  il  fiume  Musza ,  e  sotto  taotì  altri  cana<» 
li  P  Tutte  le  Provincie  del  Milanese  felicemente  irrigate  oà  tante  ac- 
que ,  ed  attraversato  da  tanti  fiumi  non  hanno  altro  scampo  per  libe*- 
rarsi  da' ristagni  degli  scoli,  che  quello  di  scaricarli  per  botti  sotta- 
i  fondi  più  alti  de'  fiumi  medesimi,  o  de'  torrenti:  la  stessa  pratica, 
ò  familiarissima  nel  Veronese,  nel  Bresciano  ,i  e  nella  Toscana  ;.o 
troppo  noiosa  cosa  ^sarebbe  il  volerne  qui  produrre  gli  esempi. 

Sebbene  non  mancano  testimoni  domestici*  ancora  nelle  tre  provin*- 
eiedi  Bologna,  di  Ferrara,  e  dt-lla  Romagna,  dove  per  la  copia,  e 
variO'  aorsot  de'   fiumi  ,  o  de'   torreoti  y  freqiieatissimo  si  &  il  Vera 


itrooatro  ;  osflc  11  pm  .nsafto  ,  e  piti  sióuro  npiego  «i  è  quello  o  dì 
fkr  trapassare  la  corrente  dell'  uno  sopra  qaella  dell'  altro  per  mezzo 
Ae*  ponti  canali^  ovvero  di  aprire  la  via  al  corao  d'  ano  sotto  <pxelle 
dell  altro  per  mezzo  di  inatti  y  e  chiaviche  •  'GoA  in  queste  medesime 
provinole  si  dà  passaggio  alle  acque  del  Canal  bianco  j  del  Samiato^ 
del  Contarino ,  al  condotto  *di  Buonacquisto  j  allo  scolo  di  Fossa  Zug' 
isa»  al  Sampieriy  ed  a  molti  simili.  Onde  quanto  all'idea  almeno  a« 
ttràtta  di  botte  sotto  V  Idice ,  non  debbono  adombrarsi  gli  opposito- 
ri  y  come  d'  una  novità ,  che  offenda  • 

La  botte  adunque  richiesta  da'  signori  Bolognesi  non  solamente  sìa- 
liio  persuaù  che  debba  approvarsi  liberamente  y  ma  ,  per  quello  che 
diremo  in  appresso  »  da  noi  si  giudica  senza  dubbio  essere  questa  la 
chiave  unica  per  aprire  la  strada  ne'  tempi  avvenire,  e  dar  moto  al- 
le acque  stagnanti  superiori  sino  al  Riolo ,  cioè ,  a  tutte  le  chiare , 
che  discendono  dalle  campagne  situate  a  destra  del  Reno.  Ma  sicco- 
me V  estensione  di  questo  progetto  aHe  valli  superiori  del  Poggio'»  e 
di  Mal  albergo  non  può  aver  luogo-^  se  non  dopo' che  ri  Reno  dal]« 
rotta  Panfili  si  sarà  sodamente  arginato ,  ed  inalveato  nel  cavo  Be-» 
«edettino  per  separare  il  corso  delle  acque  torbide  da  quello  delle 
ofaiare  dì  queste  valli ,  coÀ  noi  qui  tratterremo  in  primo  luogo  dal 
tamplice  progetto  di  dare  lo^  scolo  alle  valH  éi  l)ìigliolo ,  della  Bari- 
gella  \  e  delle  Bmgiate  ;  che  appunto  'è  quel  progettt» ,  il  quale  ora 
può  ,  e  deve  «seguirsi .  In  secondo  hrogo  proporremo  il  piano  »  col 
quale  possa  darsi  lo. scolo  ancor  aflle  valli  superiori,  quando  lo  per- 
metterà la  compiuta  inalveazione  di  Reno  nel  cavo  Benedettino . 

E  giacché  per  tanti  altri  titoli ,  come  s'  è  dimostrato  nella  prima 
parte  »  dee  togliersi  quell'  ingiusta ,  "C  t»*udele  servitù  del  disargina- 
mento  della  riva  destra  del  Primaro,  sarà^ben  fatto  »  e  forse  anche 
necessario  9  che  per  maggior  sicurezza  del  nuovo  canale  di  scolo  ,  e 
de!  possessori  di  Marmorta  si  dia  ineominciamento  all'arginatura  destra 
del  Primaro  dal  Margone,  o  sia  dal  fine  dell'argine  destro  Benedet- 
tine sino  allo  sbocco  almeno  di  innèsto  canale  della  Beccara  in  Prima- 
ro per  la  kmghexfea  di  miglia  '5  \  i  hnperocchè  non  meno  per  la  bas* 
iesea  della  riva  destra  del  Primaro  in  questa  parte,  come  per  le  di- 
versioni, e  tagli  manofatti  sulla  medesima , -come  si  è  detto,  daque» 
wto  lato  si  fanno  in  ogni  piena  grandiose  espansioni  di  torbide,  le 
tgfuaK  inondano  le  pianure  del  Morgone,  «e  di  Marmorta  ,  per  dove 
Al  conduce  il  nuovo  canale  di  scolo ,  e  perciò  potrebbe  forse  correre 
il  pericolo  d' essere' soggetto  ad  interrimenti  ,  e  riempimenti  d'  acque, 
e  rigurgiti ,  ed  inabilitato  al  fine  di  tramandare  le  acque  de'  noti 
scoli  al  Primaro.  Questa  prima  ojperazione  va  all' inoontro  ,  e  taglia 
di  corto  una  serie  di  gravi  difficoltà,  le  quali  fin  dal  principio  oppo- 
Mo  furono  a  questo  progetto  dellii  botto  ,  assicura  k  scolo  da  qualsisìa 


/ 


««4 

iiiterrìmeato»  ed  alla  itetio  tenp#  &  aa  gran  tantaf^^i^  «  fuetU  \^ 
iblic»  piaourft  del  Morene,  la  ij^uale»  qaaado  sU  preterirau  <|an'  e* 
fpADsloiii  di  Primaro,  potrà  caltivarsi  cao  aicureasa;.  ad  aozt  il  paa^ 
aaggio  di  questa  canale  aarà  utilitaima  »  e  darà  poscia  1<^  acola  alle 
acque  chiara  di  taita  la  vaile  del  Morgoae  »  e  di  Marmorta  * 

La  seconda  operazione  y  che  potrebbe  premettersi  per  maggior  af* 
cnraaaa  at  progetta  della  botte  »  si  è  »  che  dalld^  sbuiuca  in  Primara 
de)  canale  delia  Beocara»  aodanda  airinso»  si  costruisca  salta  sua 
riva  destra  un  argine»  il  quale  dee  contiouarsi  per  la  lunghezza  di 
miglia  a  i  ìa  circa  aioa  ad  intesurs»  suir argine  sinistra  delta  Qua- 
derna «  La  costruzione  di  quest^ argine  riuscirà  iacilissitna  ;  .poiché  do-^ 
.  vcnJosi  dilatare»  ed  iscavare  il  canale  della  Beccara^  seconda  le  mi» 
aure  che  riferirema»  la  terra  della*  acavamtnta»  ed  a/rarg;i«ei}to  si 
gì tterà  tutta  sulla  riva  destra  dà  questa  canale  per  formarvi  T  argine 
con  una  sola  operazione  • 

Il  fine  di  queUa  arginamento  ba  4ae  as^tti ,  aineodue  rilevanti 
Bello  sute  presente  delle  c^se .  Il  prima  h  e  di  separare  dalle  piana-^ 
re  del  Morgone»  e  della  Molìuella  la  valle  d'Argenta,  entra  la  quale 
nanna  ora  ad  isbocoare  il  Sillaro,  la  Quaderna  ec.  »  e  le  grandi  e-- 
spansioni,  e  tagli  manoiatti  della  riva  destra  del  Prioiara  tra  Av^^tk» 
ta  ^  e  la  Bastia  »  Iqtoeroecbè  puà  taluna  rsgtonevolmente  opporsf^  ohe 
tutte  queste  acque  torbide  raccolte  io  detta  v«lle  »  can  alzarsi  di  pe«^ 
Io,  debbano  rvgurglure  nel  canale  della  Béccara  eoa  perJcofa  d'  io» 
terrtmenta ,  3e  ne  t9t§a  adunque  la  ooamaifiaaiooe  col  descritra  mu^ 
ginamento.. 

Ila  perchè  patrd>besi  sospettare  ancora  ^  coni'  e  aUto  0][^^atQ  da 
alcuni  »  che  le  acque  di  tanti  scoU  neUa  Beeaare  teabeeoasa^u^  ad  a»» 
crescere  W  inondazioni  delln  valli  d' Argenta»  e  dk  Marmorta^.  il  se* 
conda  nostra  6ne  è  atata  quella  Ji  iaroe  le  separazione  coV  prmpoéi0 
argioamenta  »  ]fW  disarnftarli  aecora  di  questa  preste  e  Qttaatuaqiw 
da  nei  ri  sappia»  ohe»  se*  tutta  gli:  seolk  della  Beccata  «  e  de^  pesset** 
WQgi  di  MamuNCta  »  entraasase  nelle  dette  valli  »  near  là  aficsresceveUi** 
ra  r  alterna  »  fuanC  h  U  groaaeiae  d^  ma  fogUa-  dà  carto*  eotf^avrade 
questa  soaU  propoc«iaae  aenébile  eo»  la  eopWs  immola»  d*aeq^se 
eh'  entra  vi  soaricane  taeti  toneati  »  e  le  tetribilà  espanaionà  dàle 
piene  dd  Frinare»  tre  Argenta  ».  e  la  Baatie  «  Me  ii>  no  affiire  piene  j 

d^  adon^ramee^t  m»  abUiaviqr  gindieala  ^  ki  nigliere  »  il  levare  da»  I 
gl^  omIu  vfsealdata  de'  oeviiedittori  eeri&  pieoaIsri«aiaiiipi»  tbe  ad  ^ 
as4Ì  perral>tMHW  menane  de  mo  poterai  aanMelaie  » 

Biisogee  ^  riwrdam  »  ebe  qoesse  canale  de  aeak>  denoas&rvepre^ 
paaaedoi  pet  rieevero»  a  Mere  gta  seelà  deUe>  Soaflatiit»,  eie*  «fella  pev* 
le  deatm  anpeatcee  de  Rtoe»  quande  U  JReno  aarèi  quivi  ioeasaati^  tie 

W  mm  wc$  •Immm  aijìwrfìirf    Imyiieceliè  «Uare  fie&ii  Mele 


itrftllìio  altro  riMpito^  cbe  I9  qvatCa  eanale;  e  quando  £*  d*^MJt 
non  «i  disponesse  loro  la  vìa  capaco  di  sGaricarvisi  fiicilnKiitè  ,  fe  ao** 
que  cbrare  impedito  dal  loro  corso  vi  farebbero  qae*^  medosimi  mlla^ 
gacnentr»  i  qnaii  ora  soffrono  quello  terre  dat  Reno  disalveato^  coca* è 
avvenuto  agli  scoli  di  Zena  y  e  Fìumicello  nella  coscruzioftie  dot  oavi^ 
Benedettino  »  Per  rendere  adunque  il  eanale  della  Beecara  vie  ipiji  b9^ 
pace  di  questi  scoti  ^  aarà  utilissimo  T  antivediofento  di  divertirne 
tutte  le  torbide  della  CeAtooara  ^  le  qaaii  in  copia  vi  potessero  dot 
tempo  entTftife.  Imperocohèr  sa  queste  medesime  pianure,  nelle  q«a4l 
ai  vede  aperto  it  cànaìe  deila  Qecoara^  vi  -scorre  disalveato  H  terrea* 
te  delk  óenfonara^  ^  co»  le  sue  espansioni  riempie  neiia.  parte  piÀ 
^SM  defU' ^Wtimo  aito  4ìrbaoo  io  atesso  cavo  «  d' acqtie  <»rbiifo^  B 
d' MiSefrrm^tik. 

PertaìitOv  tfcve  itt  QehtMiaiti  ^eeorre  m  assai  peea  tlivtaaza  tTaU* 
Quaderna  net  «ito  iiadica<o  dal  Tipo^  olm  bi  pvopon^v  si  iarà  nel  prò* 
gresso  del  tempo  la  diversiomè  -dt  lineila,  nel  'Oanale  delfa  Quaderna  ^ 
che  vo  ad  ìsboccare  già  nella  valle  d^  Argenta  di  là  dal  descritto  ar^ 
gine»  A  facilitare  questa  diversione  conoorroiiu'  tutte  le  più  favore^ 
voli  circostanze  di  gran  peudensa,  di  buon  terrenov  o  di  pooa  dii» 
stanza,  I  vantaggi  di  questa  diversione  sono:  L  la  separazione  delio 
acque  chiare  dalle  torbide»  li.  L^^ndennità  di  tante  campagne  ioolii<» 
vate  da'  possessori  di  Marmorta  ,  ed  esposte  ora  all'"  espansioni  della 
Centonara.  IIL  Ij^abilìtaztote  della  Beccar»  a  ricevere  molto  msggiot 
oorpo  d*^ acque  chiare,  e  Éf  tutti  gli  scoli  rie'' terreni  ,  pe*  quali  plissé 
it  nuovo  fosso  dìsarginato>  in  luo^o  delfe  tante  torbide  de*^  torrenti^ 
che  ora  vi  entrano.   IV»  E  quet  che  più  è*  da  Considerarsi   per  rapM» 

ferto  el  sìsténaa  generale,  ruottme  della  Oantonàra  con  la  Quaderna 
UBI  oggetto  di  gran  rilieve,  per  quando  vornntoo  inalvearsi  net  PìA^ 
marok  Quaderna,  ed  il  Sillaro.,  iseootido  s(  consiglio  del  Giigltetminf^ 
già  «daU*^  esperieiiza  dimostxurto  titilisstnib  al  Primaro  medesimo  ;  sic^ 
ofaè  ogni  cosa  cospira  a  promtfovero  fin  d'^a  quel  aisteina  geiiérafe^ 
ebe.  cs  aiaai  proposti  ^  detr  indeqnitfc  di  tatti  »  Gbe  pei  questo  nuovo 
Oanale  capace  sia  di  tutt^  i  menfovatt  adeli  non  aieno  per  fa  sOa  hrb^ 
gbetza  ,  ^  pro£sQditè  ,  cbo  par  la  grnlido  sua  peodeaaa  >  Io  dÌsiK)Stre«^ 
verno  fra'pot30« 

I^isto  in  aahro ,  o  diftao  il  iivovo  oaUafe  di  icoTo  dair  aspaasiòWf 
delia  destra  di  IVìitiàro,  é  èt^  rigargiti-4elle  valli  inTeriori  à^  ftt^eu-^ 
ta  ,  e  di  Marmorta^  o  da^  riempimenti  delfe  torbide  delta  Ceatoda^ 
ra  ^  vaniamo  ora  al  pvnto  |n:ioetpale  di  stabiifTO  la  siCìfsaidn<$  deHa  ìo« 
glia  della  botte  aóUo  V  Idiee .  Abbiamo  dedotto  daU*  Olattissima  liVél* 
hisione  Conti  ^  che  ta  predetta  soglia  dèlia  Bette  l9eo  stabilirsi  topit 
la  connine  orizzontate  piedi  i5»  li  ^^  p^cbè  ^er  ^[Wat'aUoz^a  paMi 

fai  sputilo  II  Iwalo  «bl  imt4 .  ho^nMoHm  il  mwnt  fii^  j^riUMtid^ 


^ 

N. 


\ 


gki8ta  il-eantttere  ddU  commiisìoae  inspofUòi  »  li  è  f«éAt>  éi  fkv 
servire  il  rimedio  particolare  delle  tre  Talli  ti  Tantaggio  flhaì?ert8le 
dì  tutta  la  provinola ,  quando  Terrà  il  tempo  di  farne  uso . 

Ma  tomaodo   a  <[aesto  affare  particolare»  H  luogo  dor*  è    da  -ai- 
tnarsi  la  botte  sotto  V  Idice ,  è   il  punto  dittante  circa  pertiefae  4S0 
dal  di  lui. sbocco  nel  Benedettino,  nel  qoal  punto   ai    trora  il  fonda 
deir  Idice   più  alto  della  comune  orizseontale  piedi  a3«  r.  6  i  •  aioehi 
la  predetta  soglia  sarà  sotto  il  fondo  dellMdioe  piedi  8.  liovata  perà 
}a  grossesea   di  «piedi  1  •  ^5.   per  k   volta ,  e   per   im   buon  lastrico 
sopra,  resterà  piedi  6.  7.  per  T altezza,  e  luce  della  botte.  E  per* 
ebè  la  costruaione   di  questa -fin  4'  ora  dee  regolarsi  in  modo,  che 
si  renda  capace  deg^i  scoli  superiori ,  seau  biseco  di  rifabbricarne 
un*  altra ,  quando  giunga  il  tempo  d'  introdnrteli  dopo   T  ioalTeavo» 
le ,  e  l'arginatura  di  Reno  aeUe  TalU  di  Malalbergo ,  •  del  Po^io  : 
di  qui  ^ ,  che  la  predetta  botte  richiederà  tre  «cebi ,  o  Togliaoi  dìx% 
tee  luci;  «e  l>otrà  finsi  quella  di  messo  larga  piedi  5  ,^e  le  due  lato- 
rali  larghe  piedi  4,  con  le  doe  [Hle  4i  messo  grosse  ciaeeoaa  piedi  «. 
Passata  poi ,  la  botte  -aarà  bene  allargare  il  canale  di   scolo  ,   r&dooei»^ 
dolo  a  piedi  ao«  di  larghesza  sul -fondo,  •  cosi  Qontjowuido  -fiao  idle 
sbocco  della  Beccara  in  limare  « 

Passiam  ora  ad  esaminare  se  codesto  seolo  vada  esente  tia  quelle 
imperfezioni ,  le  quali  lo  possono  rendere  o  meno  utile  »  o  f  orae  ao- 
eivo  a  quelle  terre,  per  do?e  ba  da  pas«|rt?.  La  felicilà  d*ono  seóJe 
dipende  I.  dalla  qualità  delle. ano  acmie;  If.  daUa  mJirora  delh  smm 
cadente;  IIL  dal  termine,  ove ^wa 4id  iscaricaxai .  Qui  tutto  ooMUrre 
a  favore  del  progettato  scolo  « 

L  Che  le  acqjue  di  Zena ,  e  di  fi«miceIlo  siano  sempre  òbiare ,  non 
può  dubiUrsene  ;  onde  per  quanto  s*  attiene  alla  qualità  di  qaesti 
loolì,  non  può  cadere  u  sospetto  d'interrimenti,  di  «Uamento  di 
fondo  del  canale  di  scolo ,  e  di  traboccamenti .  Quanto  alla  rotta  di 
Savona ,  o  si  risponderà  sabito ,  come  tante  volte  se  ne  sono  pvofe»* 
ti  i  possessori  di  queste  valli  in  tutte  4e  loro  Scritture ,  ovvero  per 
jHie ,  o^  tre  anni  ai  userà  quel  ripiego ,  di  cui  parleremo ,  accioccbi 
la  torbide  di  Savena  non  si  contendano  con  le  clHare  di  Zena  «  e  Ku^ 


della  Gentonara  si  divertiranno ,  come  si  è  detto  • 

A  tutt'i  torrenti  interposti  tra  ridice,  e  la /Quaderna,  i^ali-pripia, 
oltre  r  essere  inondati  dall'  espansioni  di  Primaro ,  non  potevano  li- 
beramente scolare  le  acque  pluviali ,  si  lascerà  libero  lo  scolo  in  qae- 
sto  medesimo  canale,  le  di  cui  rive  saranno  a  questo  medesiibo  fi- 
n9  .dis4rginate.9  per  dar  luogo  in  ogm  tempo  allo  scarico  deOe  Acauo 


^/ 


f 

eliiat6^>lQ  ({aatta^  forma  la  Mtfit&s  alla.faale  si- sof^j^ttaH  pidno  del 
Mor|;one  »  e  della  MoUnella  all'  esaere  attraversato  da  questo-  eanale  » 
Tiene  compensata  da  un  vantaggio  a  molti  doppi  maggioce . 

n..  La  misura  della  cadente  di  qoefte  acqua  di  socio  è  tate  »  e  tan^ 
ta^  che  basterebbe  andare  velocissimo* corso  ad  un  grandioso»  e  tor- 
£]dissimo  torrente»  non  che  ad  una  limitata  quantità  di  semplici  sco» 
ti  d*  acque  cUiare  •  Onde  non  sarà  qui  da  temersi  alenn  alzamento 
^egindìziale  di  queste  acque  nel  loro  scorrimento  »  e  scarico  nel  Pri^i 
maro  »  Imi>erocQhei  dàlia  soglia  della  botte  sotta  V  Idice  alla  soglia 
della  cateratta  della  Beccara»,  più  alta  un  piede  e  mezao  dal  fondo 
del  Pfimaro  ».  abbiamo  trovata  una  pendenza  di  piedi  7,  a.  5.  in  ma- 
glia 8»  e  pertiche  90»  sicché  a  ciascun  miglio  toccano  once  io-»  e 
p^nnti  7*  di  pendenza»  là  quale  cerumente  è  soprabbondaate »   e   ca-^ 

Sace  a  mantetx^re  con  la  rapidissima  sua  coiTcnto  spianato  ^  e   basie 
pelo  dì  qualiinque  quantità  di  queste  acque  degli  scoli. 

)*^è  dee  parere  strano»  che  da  noi  siasi  pjesa  questa  cadente  dalla 
soglia  della  botte  alla  soglia  della  cateratta  sotto  il  pelo  di^Primaro'i 
^uasì  che  r  altezza  dèi  Prìmaro  sopra  la  sogfia  delift  cateratta  apert» 
impedir  possa»  o  ritardare  la  velocità  della  cadente»  che  sbocca  al« 
quaùti  piedi  di  sotto  al  suo  pelò.  Niente  meno*  Imperocché»  ^uan^ 
Go  la  sogna  delta  botte»  e  molto  più  il  pelo  dell*  acqua  ivi  decorren« 

del  po^ 
Zena> 
^glia  della  cateratta  alla  Beccata  sot- 
to il  pelo  di  Prìmaro  in  amendùe  gli' stati,  senza  iV  minima  eontra« 
ito ,  secondo  Io  note  regple  idrostatiche  dell'  equilibrio ,  e  della  pre-* 
valenza  delle  pressióni  ne*  flùidi  comunicanti -•  In  simil  guisa  tutti 
gr  influenti  sboccano  »  e  si  spianano  sotto  il  pelo  de'  recipienti.  Ri* 
corriamo  ora  al' nostro  solito  oracolo^  delle  livellazioni  della  visita  Gon^ 
'  ti  per  decidere  il  problema. 

n  pelo  basso  di  rrimaro  nello  stato  »  in  cui  si-  trovò"  da'  4ivelf  atori 
alla  Beccara»  è  sopra  T  orizzontale  comune  piedi  9,  6*  3.  Il  pelo  al- 
tb  della  massima  sua  piena^  da'"  inedesimi  fu*  trovato  sopra  la  stessa  ' 
comune  orizzontale  piedi  17,  iz.  si.  Adunque  il  pelo  d'  una  media 
escrescenza  sarll  sopra  l'orizzontale  piedi  1 3.  9.  -^r- 

Da  queste  premesse  06  ne  deduce.  L  Che  essendo  la>  soglia  della 
botte  deiridice  più  alta  délP  orizzontale  piedi  i5.  1.6»  resterà  la 
medesima  più  alta  della  media  escrescenza,  dì  Primaro  piedi  i.  4*  4^ 
n.  Prendendo  là  sola  acqpa  bassa  del* Primaro»  eh'  e  sopra  la  coma* 
ne  orizzontale  piedi  9.  6.  3»  resterà  là  soglia  della  botte  dell'  Idice 
pia  atta  del  pelo  basso  di  Primaro  piedi  5#  7.  3.  III.  Quindi  anppo*^ 
iiendò»  che  ir  fosso  di  scolo  porti  sempre  una  costante  quantità  di 
icque  »  M«  se^^  cho.  la  cateratta  della  Beccara  starà  aperta  a  tutt^ 


le  media  ^tefttctflte  ^  nelle  «piaK  tir  mect^shiit  coù  le  Inoì  a  eoe  er»^- 
<1]DÌ>  j  €omB  AirMKa,  «carìclierà  le  eeqmr  per  T  ordine  di  sopra  •  IV; 
E  però  il  telale  cbiudimenfe  àtlh  «steratta  ai  rìdarrà  a  ^neilo  aoar« 
ii»flinio  ttnpo  del  4^e1ina  della  piena .  V.  Fmahnente  Ja  vera  tradente 
di  'qoe.ftto*  eene^e  4i  scolo  dairrà  regolarsi  4al1k  soglia  della  Botte  idfii 
toglie  4%àa,  joattratu  ^ài  peà  7.  2.  S.  dSt  ioOtlta  ^duta  9  «  di  iiocd 
so  9  e  fHl-nii  7*  per  eìaseun  miglio  • 

Nctt  qei  per  determinare  ia  lòm  dfelll  «adente  ad  ìsboccare  i&, 
sotto*  al  pelo  di  Primaro  «  al»biamo  tempre  ^confrontato  la  soglia  della 
Ixate  col  pslo  dello  stesso  Primaro  ne^  tre  differenti  suti .  Or  quanto 
pifT  di  vantaggio  acooista  TaltezEa  di  qnesta  cadente,  qaando  si  pa* 
wgoQÌ  il  pelo  più  alto  deir* acqua  sopra  la  soglia  della  Lotte  ^cot  me» 
desioso  pelo- di  Frimaro.  Ma  noi  in  un  eccesso  di  declività  non  mÌ}^ 
biaiA  veluto  preilHare  di  questi  piccoli  ||aad)i£ài,  i  €[uaU  sL  lasciano 
e  quelli  9  chsK  si  Ire  vano  in  poyertA^   ' 

«lipposta  une  tanta  pendenira  di  qudshl  scoTo ,  anclie  sopra  il  pelo 
deMe*  medie  escrescenze  di  Primaro,  e  supposta  tanta  velocità  del 
eev  eerse  9  chi  ▼*  è,  che  aticor  dlihiti  dè^  ristagni ,  de'  trahoccamen* 
ti  in*  un  cave  profondo  S«  piedi  ragguagfiatamente  ,  e  largo  ao.  pie- 
de sui  fondo?  Si  tratta  forse  d'*nn  gran  ilume  d*  aeque  chiare  1?  K 
BOfv<  è  neta  M  Htnitata  superficie  di  terreno,  d*onde  vengono  ^questi 
•eoli',  e  le  fero  mcMèrata  quantità?  Siam  forse  tanto  pellegrini  al 
yiondé,  ohe  da  noi  non  si  sappia,  ohe  lauti  altri  iucomparabilmeut^ 
pia» cofiosì* fossi*  di  scolo,  e  per  pie  lungo  tratto  sul  Mantovano,  sul 
Cvénidnese,  sul  Milanese ,  e  nella  Toscana  liauno  molto  xnlnot  ^eu* 
dm^at,  e  vi  corrono  felicenìente  ?  Quanto  scarsa  è  la  pendenza  degli 
seoll  det  Polesine  di  S.  Giorgio,  e  quanto  appena  discernibile  h  il 
esovimetito  d*»He  loro  aoque.  E  pure  con  foss»i  dì  molte  mì^Ha  di'g;ì?* 
ve  si  sona  derivati  quegli  scoli  nelle  valli  di  Gomaccfaio  con  tanto 
vantaggio  di  quelle  ^erre  •  Quanti  altri  canali  di  scolo  si  aprono  fre^ 
etumteroenfe'  ài  tanto  minor  caduta  nette  provincie  di  LombaTdta<« 
Geaìr  se^  ogni  volta*  si  dOve^freto  chiamate  a  consulta  i  letterati  d*  XU- 
Ke^  oen  tarrti- ehinroft ,  Vohimi,.e  visite.  Un  semplice  capomastro,  no 
ewttedieo  prstiety,.  e*  di'  buon  senso  Jeoide  altrove  quel  problema  j 
che  noi  peniamo  qni  a  risolvere»  con  tatita  maggior  prevalenza  di  de* 
ellvlià.  S  eira  abbiamo  qui  a  dubitare?  31  teme  jiocora^ohe  non  vi 
possseiif  scoftre  le  accine  chiare  di  tutte  quelle  campagne  dèi  JUòrgo* 
M  9.  e  di  Mfrrmorte-,  Its  quaK  sono  attraversate  da  questo  nuova  ca* 
sialo  Plebei  non  sia  capatré  degli  scolii  l. quali  jie**  tempi  avvenirOj 
•ottiè  ditemi» ,  vi  deeorferatmo  cfklfé  parti  superiori  d<el  Pò£gio».e  cU 
MliIMllergo,  con*  ana- larghezza  ,  e  proibndità  ,  quale  si  è  descrittala 
#,  quei  eV  è  pi#  dii  valutarsi  tìello  scarico  delH  aoque  «,  con  una  pea- 
^ÌMM)  AthItartliHe  bene  ad  ui  fir^n  &àmù  torbido  ?"  n  udlrk  aUòM'i 


s  " 


5*9 

quel  fanciullefico  timore,  che  tanta  copia  d'ueqae  •chiare  degli  $ca<^ 
li    possano   accrescere   T  altezza  delle   pieae    diPrimaxos   quuml^aa- 
si  ,  se  fossero  il  ^doppio  »  il    triplo   di  quelle,  cbe  scao,  le.abbasae* 
xebbero  di  fondo ,  e  ^It  pelo?  E  fio'  a  quando  ai  vorrà   cespitare  au' 
primi  |>rincipj  delia  scienza  delle  acque?   Fìn^a  quando  «si  ^continue* 
rà  .ad  imporre  al  volgo,  che  la   bott^  sott€rranea  è  una  orrenda  ca^ 
verna,  ed  un  prodigioso ,  ed  inaudito  lavoro,  ed  il  fosso  'di  «colo  u^  ^ 
na  crudeltà  matemaidca ,   con  altre  più  disprezzabili  espressioni,  ohe 
si  leggono  nelle  contrarie  acritture  ?  £ /^ore ,  riflette  qui  ottimameo- 
^  p  e  nelle  medesime  circostanze  il  celebre  p*  abate  Grandi  :  E  pure 
cen  tali  Junciullagini  si  .mettono  jossopra  le  provincìe^  si  sbigottisco^ 
no  i  popoli  interi ,  -^i  sorprendono  gli  .animi  de*  Principi ,  per  render'^ 
li  avversi  al  progetto,  di  cui  si  tratta  ,  e  tanta  è  la  forza   dell'  im'^ 
pegno  j  che  passa  sopra  .agli  stimoli  della  propria  riputazione,  la  qua- 
le presso  i  saggi  vien  vergognosamente  a  ^deturparsi  ,  ed  ai  rimproveri 
della  coscienza ,  da  cui  internamente  ben  sono  avvisati   dell*  ingiusto 
loro  procedere ,  ^  del  gravissimo  xlebito  ,  che  contraggono  per  V  im* 
menso  pregiudizio  ■,  che  .senz(f~ragionevole  motivo  ^  e  con  sì  vano  pre^ 
testo  cagionano  altrui  ,  per  mezzo  di  tali  dance  messe  in  -campo  dal'» 
la  ostinazione  di  chi  non  vuole  mai  cedere  al  vero  da  lui  un  tempfs 
per  disgrazia  oppugnato .  Cosi  parlano  ,  e  scrivono  gli  uomini  dotti  ^ 
^  dahtbene  .   Ma  passiamo  .oramai  alla  terza  preroj;atìva  degli  acoli  ^ 
eh*  è  il  loro  termific^ 

ni.  Il  termine  ,  ove  vanno  ad  ìscarlcarsì  queste  acque,  è  il  Prima* 
ro  ■  ^ 


per 

teriore 

to  raccomandato  della  riva  destra  del  Primaro  /  Ad  impedire  poi  ohe 
nelle  massime  sue  escretceoze  il  Primaro  non  >rigurgiti  colle  sue  tor- 
bide nel  canale  alla  foce  della  Beccara ,  converrà  edificare  una  cate- 
^  ratta  con  la  soglia  più  alta  piedi  uno  «e  mezzo  del  fondo  di  Primaro, 
e  questa  pure  a  tre  Jnci,  ^on  le  Joro  porte  bene  imperniate,  aocioc* 
ohe  ,  come  già  si  «costuma  in  molte  parti ,  possano  da  se  chiudersi 
dall'  escTsesoenze  del  Primaro,  e  riaprirsi  col  carico  delle  acque aupe- 
riori  dello  scolo  •  Si  soggiunge ,  che  siccome  1'  altezza  di  questa  ca- 
teratta sopravanzerà  il  pelo  delle  massime  escrescenze,  cosi  essendo 
le  porte  molto  alte ,  si  potrebbe  dividere  tutta  l'altezza  in  due  par« 
ti ,  accioochè  le  porte  di  sopra  al  primo  abbassamento  d^I  Primaro 
possano  dare  il  passo  alle  acque  superiori  del  nuovo  condotto;  il 
quale  poi ,  quando  il  Prunaro  si  sarà  restituito  allo  stato  suo  natu- 
rale, si  scaricherà  .del  tutto  con  l'apertura,  ohe  seguirà,  dalle  porte 
inferiori,  come  se  ne  vedono  tanti  altri  esempi,  e  particolarmente 
Ira  Firenze ,  e  Prato ,  avanti  lo  sbocco  del  fosso  nel  fiume  Bisenzio  » 

67 


iwt  una  timild  eatèrattt  moTto  granfioM  oper»  a  mraTi^fia  «in  «L^ 
mile  meoctnbiDO .  Inoltre  qàetU  cateratta  si  dovrà  fare  a   tre  vani 
e  siano  Inci  »  come  ti  ò  detto  di  sopra  j  con  dare  a  quella   di   mez- 
so  piedi  6 ,  di  largheaza ,   ed  aUe  dae  laterali  piedi  5  ,  eoo  le  duo 
pile  interposte  9  ^osse  piedi  a. 

Ma  qui  è  appunto ,  dote  alcani  rifngliano  il  coraggio  £  eontrad*^ 
dire  f  e  dicono;  e  che  accaderà  frattanto  a  questi  sodi  di  Zena  ,  e  di 
Finmioello  ,  quando  in  tempo  del  colmo  delia  piena  chiuso  sia  dalla 
cateratta  il  loro   sbocco  nel  Primaro  ?   Questi ,  che  coù  oppongono , 
e  non  sono  pochi  ,  si  palesano  da^  per  se  per  troppo  novizi^  nel  rogo* 
hmento  delle  acque ,  ed  affatto   inesperti  di  quello ,    che  si  pratica- 
in  tutto  il  mondo.  Risponderemo  adunque»  che  accaderà  a   questi 
scoli  ,  quello  stestissimo  »    che  Tcggiamc  Arsi  iu  tutti  i  fo$$i  degli 
scoli  »  i  quali  shoccano  ne'  fiumi  soggetti  ad  escrescenae ,  e  però  al- 
la loro  fooe  per  quel  tempo  muniti  sono  di  cateratte.  Le  acque  chia- 
re ifi  trattenute  si  vanno  accumulando  in  tutta  la  Innghezaa  del  ibs« 
so  di  scolo  »  e  lo  riempiono ,  finattantochè ,  abbassatasi  la  piena»  co» 
minciano  a  scaricarsi.   Codesto  riempimento  de*  fossi  degli  scoli  si^ 
▼ode  in  tutti  que*  condotti,  i  quali  per  molte  miglia  porUno  le  ao* 
quo  chiare  delle  campagne  nel  ro  grande  di  Lombardia  »  sul  Manto- 
.^  Tane  »  sul  Cremonese  »  sul  PaTCse»  per  quel  tempo ,  e  per  quello  sta- 

to /di  alteasa  della  piena ,  nel  quale  chiuse  sono  le  porte  della  ca** 
teratta  ,^  e  quand*  ancho  accada  un  qualche  trsboooameoto  dal  labbro 
de*  fossi  p  questo  non  apporta  il  menomo  danno  a*  seminati  ,  ed  a/ia 
campagna»  la 'quale  dopo  pochissimi  giorni»  cessata  la  piena»  si  sco* 
la  snbito  »  e  si  rasciuga .  Possibile  ì  che  in  questa  contro^erMa  ai  co- 
glia contendere  ogni  passo»  e  si  debba  sempre  ricorrere  a*  primi 
princìpi  »  ed  alle  prime  notissime  sperienze  ?  Possibile  \  che  qui  si 
pretenda  di  daréad  intendere  per  assuxdo  »  quello  »  che  ti  puatioa^ 
in  tutto  il  mondo  P 

Replicheranno  altri  »  che  gli  esempi  del  Po  grande  non  si  adattano 
àt  Primaro  »  le  di  cui  piene  sono  di  maggior  durata  •  Ma  troppo  gran- 
di »  e  stravsganti  privilegi  Torrebbono  darsi  a  codesto  Po  di  Prima*»- 
ro»  o  come  altri  dicono»  Poatello ,  cioè  di  non  introdurvi  »  che  le 
acque  chiarificate»  e  quasi  lambiccate  de*  torrenti»  e  di  pretendere 
inoltre  che  le  suo  piene  sieno  di  maggior  durata  di  quelle  dei  Po 
grande  •  Ma  già  a  tutti  è  notissimo»  che  le  piene  di  cotesto  Pastello 
non  altro  bodo»  che  le  piene  di  pochi»  e  già  conosciuti  torrenti»  e^ 
dtl  Reno  medesimo»  tutte  di  corta  durata»  quanto  alla  loro  massima 
altessa  •  Or  se  i  canali  di  scolo  in  Po  grande  capaci  sono  di  contenero 
le  loro  acque  chiare  in  tutto  il  tempo  della  piena»  quanto  pia  sarà  ca- 
pace di  contenerle  il  nostro  canale  di  scolo»  si  per  la  minore  durata» 
comjs  per  V  ampiezza  di  piedi  ao.  sui  fondo»  e  lungheùa  di  ft.  miglia . 


DI 


53r 

W  an  altro  scrupolo  »  che  oi  è  >'8tato  opporto ,  -ci  faoekmo  oanoo  di 
darne  lo  scìoglimeiìto ,  per  soddisfare  a  quelli ,  che  non  contraddico- 
so  per  impegno»  ma  aono  di  pasta  un  po'  troppo  dolce  per  lasciarsi 
aedurre .  Quando  la  piena  di  Primaro  comincia  ad  abbassarsi  »  si  ^ 
de  tto  da  noi  nella  poo'  anzi  descritta  cateratta ,  che  da  se  si  aprono 
le  sue  porte  superiori,  rimanendo  serrate  le  inferiori  dalla  pressione 
dell'  altezea  »  minore  bensì ,  ma  tuttavia  durante  della  piena  •  In  que-» 
ato  stato  d'ano  sbocco  più  alto  di  questi  scoli  »  ne  viene  in  conse- 
guenza oh'  entro  il  eanale  vi  ai  manterrà  tuttavia  a  notabile  altezza 
un  corpo  d' acqu^  stagnanti,  ed  immobili ,  sopra  delle  quali,  come 
aopra  d'un  nuovo  strato  orizzontale  di  terra,  e  pm  alto  saranno  co- 
atrettì  allora  a  decorrere  gli  scoli  di  Zona,  e  di  Fiumicello;  e  quindi 
scemata  in  questo  frattempo,/  che  suol  essere  un  po'  più  luogo  ,  la 
profondità  del  Canale ,  ne  seguirebbe  traboccamento  nocivo  di  questi 
jcoli  ,  a'  quali  ancora  manca  tutto  intero  lo  sbocco  libero  • 

La  prima  risposta ,  che  s'  intenderà  da  tutti ,  e  che  chiude  tosta- 
mente la  bocca  aeli  pppositorì ,  ai  prende  dalla  pratica  de'  più  eccel- 
lenti Architetti  d  acque  »  i  quali ,  per  anticipare  Io  sfogo  a  canali  di 
acolo  su'  fiumi  soggetti  ad  escrescenze  ,  ricorrono  appunto  alla  qua- 
lità da  noi  descritta  di  capteratta ,  la  quale  e  più  comoda  di  tutte  le 
altre ,  perchè  da  se  si  apre ,  e  perchè  al  primo  incominciamento  del- 
l' abbassarsi ,  che  fa  la  piena ,  apre  subito  una  parte  del  suo  sbocco ,  e 
acarica  il  canale;  vantaggio,  che  non  può  aversi  dalle  comuni  cate- 
ratte ,  con  le  quali  per  altro  alle  foci  de^  canali  di  scolo  in  Po  gran- 
de si  preservano  illese  le  vaste  campagne  del  Mantovano,  del  Gre* 
xnonese,  del  Pavese^  del  Piacentino,  e  -tante  altre.  E  chi  vorrà  fi« 
furarsi  che  il  PoateUo  solo  debba  essere  cotanto  indocile ,  e  contu- 
mace contro  i  comuni  regolamenti? 

Ma  perchè  questa  difficoltà,  che  ora  si  muove,  contiene  un  erro-  n 

re  di  massima ,  sarà  bene  che  ci  fermiamo  alcun  poco  per  disingan* 
nare  ancor  quelli,  che  amano  il  disinganno.  Non  è  vero  adunque 
quello ,  che  dicevasi ,  cioè ,  ohe  ad  un  fosso  d' acqua  atagnante  so* 
pravvenendo  un'  acqua  corrente ,  questa  cammini  sopra  la  superficie 
di  quella ,  come  sopra  d*  un  nuovo  fondo  immobile .,  e  d*  uno  strato 
orizzontale  di  terra ^  e  più  alto:  No.  Là  nuova  acqua  corrente,  non 
meno  per  ^a  sua  pressione ,  che  per  1*  adesione  delle  aue  parti  con  le 
)  inferiori ,  comunica  immediatamente  il  suo  movimento  progressivo  a 

tutta,  quell'  acqua ,  oh'  era  stagnante ,  e  seco  la  trae  a  scaricarsi  giù 
per  lo  sbocco  tuttavia  più  alto ,  e  per  le  porte  superiori   della  cate- 
\  ratta,  anche  in  quel  breve  tempo,  nel  quale  si  stanno  ancor  chiuse 

!i  le  porte  inferiori  •  Al  disinganno  basterà  l' osservazione  ,  e  l' insegna- 

mento del  maestro   degl'  Idrostatici ,  il  Gnglielmini  ^  il  quale  al  cap« 
-    &  della  Natura  de'  fiumi  Um»  I*  éì  qqelta  Edizione  ^  cosi  scrìve  • 


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S3& 

Da  questo  principia  anche  dipende  la  eausa  d'  un^  apparenza  as$a£ 
sorprendente  »  la  quale  rendesi  impercettibile  a  molti  ,  ed  è  j  che  tra* 
dandosi  un  fiume  influente  con  poc^  acqua  propria,  ma  con  un  gran 
rigurgito  del  recipiente,  che  lasci  poco  di  vivo  agli  argini,  o  sponde 
del  primo,  sembra  a  molti ,  che  venendo  una  piena  a  questo  dovrebbe 
sormontare  le  proprie  sponde  y  parendo  loro  inverisimile  ,  che  pochi 
piedi  ,  e  talora  poche  once  di  ripa  »  che  sopravanzano  al  pelo  del  ri* 
gurgiio  y  possano  essere  sufficienti  a  contenere  una  piena,  che  sopra^}- 
venga ^  E  pure,  quando  sono  succeduti  di  tali  casi,  si  è  veduto  che 
la  piena  non  ha  sormontato  le  sponde ,  e  si  è  elevata  pochissimo  so- 
pra la  superficie  del  rigurgito  predetto  ;  ma  nello  stesso  tempo  si  è 
osservato  che  tutta  V  acqua  ,  che  prima  pareva  immobile  ,  ha  conUn^ 
eiato  a  moversi  verso  lo  sbocco*  E  pare  qui  noa  si  tratta  -di  pieni 
di  torrente ,  che  sopraggiunga  ;  si  tratta  d' nna  parte  di  qpie^  limiu- 
ti  scoli  di  Zena ,  e  di  Fiomioello ,  quali  seguitano  a  decorrere  sopi- 
rà una  parte  delle  acque  sostenntct  per  poco  tempo  nel  canale  fino 
al  totale  abbassamento  della  piena»  ed  apriraento  delle  porte  inferio- 
ri della  cateratta.. 

Ma  non  sono  poi  tanto  limitate  »  replicano  altri ,  le  acque  chiare 
di  Zena  9  e  di  Fiumicello.  E  non  s'  è  detto  che  raccolgono  le  acque 
pluviali  da  nna  superficie  di  molte  miglia  quadrate?  Un  carico  così 
grandioso  d*  acque  ricaderà  in  gran  pregiudizio  del  canale  della  Beo* 
cara ,  e  de*"  possessori  di  Msrmorta  » 

A  questa  difficoltà  risponderebbere  per  noi  ZeasL  ^  e  Fiamìcello  in- 
colpati a  torto  d*  un  eccesse  d^  acque .  Quanti  altri  scoli  in  altre  pro- 
Tincie  raccolgono  le  acque  chiare  da  una  superficie  al  doppio  p\ù 
tasta?  Ma  qui  tutto  si  fa  comparire  per  istrano»  e  torpretkdente.  E 
poi  chi  v'  è  che  non  sappia  cosa  sia  Zena  »  0  FioimceVlo  »  cosa  siane 
1  lore  scoli  d*  acque  chiare  ?  Non  h  questa  la  prima  volta ,  che  si 
fiiccisn  vedere  »  Già  ne'  tempi  pasttti  si  sone  incamminati  ai  Prima* 
re  nel  loro  antica  cavo;  né  s'  è  mai  udite,  che  abbiano  fatto  queU 
Io  strepito ,  che  si  vorrebèe  che  fiiccian'  ora  Bel  nuove  canale  di 
tanto  maggior  pendenaa  ,  e  laf gftevza .. 

Egli  è  vere,  che  hanno  inondata  tutta  V  eiteeeione  di  queste  valU ^ 
ève  fanno  gran  oompana  •  Ma  quest'  efbtte  som  provai ,  che  codesti 
scoli  decorrano  ìa  cerpe  grande-,  prava  voltante  ohe  sooe  impediti 
dal  loro  corse >  dal  lere  sfogo  v  Andie  hik  ruseeUette  trattenute,  ma 
perenne,  può  formefe  un  grande  alkgamento;  ehi  noi  sa?  Cran  for* 
la  della  fentasia  de^  contiedittori  f  Quelle  scele  di  2eéa  >  e  di  Fiumi- 
celle,  ohe  prima  della  fermimene  4el  cave  Benedettino  nèmeaene  nomi- 
aavasiy  né  coneavasi  tm'  corpi  d'^scque  di  qualche  ceneideraaione,  ora 
st  pretende  di  &rlo  eomparirè  en  fieflie.,  on  torrente,  del  quale  non 
possa  niuloivi  ctptoe  il  naovt^  «tetto  pi&  iurge  oaaaie^  e  peadsnimime. 


53) 

Fa  maraTiglia^  però  ad  altri ^  che  dal  passaggio  sotto  ridice»  fino 
allo  sbocco  ìq  Primaro,  non  si  prescrìvano  da  noi  a  questo  canale: 
le  arginature  di  ameodue  le  rive  per  contenere  le  acque  di  tanti 
scoli  •  Ma  si  risponde  facitnìente  y  eoe  te  arginature  sarebbero  inuti- 
li,  ed  inoltre  nocive»  Che  bisogno  abbiamo  qui  di  continuate  argi- 
nature  ad  un  canale  di  semplice  scolo»  e  d'una  profondità  di  5»  pie* 
di  ragguagliatameote  ,  come  da  noi  s'è  considerato  »  e  d'  una  targhez- 
sa  di  piedi  ao»  sul  fondo ^^  e  di  pendenza  di  once  io  ,  e  più  per 
miglio^  quale  sarebbe  propria  d'^uu  fiume  assai  rapido?  Con  quanta 
prestezsa,^  e  perciò  eoa  quanto  poco  d'altezza  si  trasmetteranno  le 
sue  acque  al  Primaro.  Due,  o  tre  piedi  d*^ altezza  »  che  s'abbia  lo 
acolo  9  in  tanta  velocità  di  corso  proporzionale  alla  pendenza^  ed  ia 
tanta  la:^bezza ,  quanto  gran  corpo  d'^ acque  potrà  scaricare  incessane 
temente  r  I  dati  di  questo  calcolo  sono  certi  »  Ma  poi  le  arginature 
sarebbero  nocive,  perchè  impedirebbero  gli  scoli  de'  possessori  di 
Marmorta,  per  dove  passa» 

Adunque,,  ripigliano  tosto,  iF  nuovo  condotto  si  caricherà  ancora; 
d'altri  scoli  diversi  da  quelli  di  Z^ena ,.  e  di  Flumicello.  Appunto» 
Non  facciam  misteri  »  Niente  qui  di  male  avremo ,  e  molto  di^  bene  » 
Se  il  canale  della  Beccara  veniva  prima  carìcato  dall'  espansioni  del-^ 
la  riva  destra  del  Primaro  al  Morgone  ,•  da'  rigurgiti  della  valle  d' Ar* 
genta ,.  e  di  Marooorta ,.  dalle  irruzioni  della  Ci&ntonara  disalveata  in 
queste  pianure  i  se  tante  torbide  interrivano'  più  volte  il  suo  cavo  » 
£  non  è  un  grande  alleggerimento  al  medesimo  ,^  che  con  le  argina- 
tnre»  delle  quali  s'è  parlato,  e  con  l'^unione  della  Quaderna  con  la 
Gentonara ,  si  preservi  da  tante  acque  de^  torrenti  ,  ed  in  quella  ve* 
ce  si  surroghiqo  i  semplici  scoli  d' acque  chiare  delle  terre  coltivate 
di  Marmorta  ?  Quat  paragone  può  farsi  di  questi  scoli  con  le  torbi- 
de ,  che  ora  vi  entrano  negli  spandimeiiti  del  Primaro ,  e  de'^  torren- 
ti f  E  non  everrebbe  in  quel  caso  il  canale  della  Beccara  di  molto 
snsgrior  condizione  ?* 

Risponderanno,  che  non  ri  fòrmano  qu?  gli  accrescimenti  ié^  nno- 
TX  scoli ,.  i  quali  vi  hanno  ad  entrare  in  queato  condotto ,  almeno 
nel  progresso  del  tempo ,  perchè-  qneeta  botte  sotto  l' Idice  y  e  que- 
sto canale  della  Beccara  si  va  fin  d' era  preparando  a  ricevere  gli 
ledi  tutti  della  parte  destra  superiore  del  Reno  fino  allo  Scorsuro ,. 
i  quali  non  possono  in  aftra  parte  incammtnarsi  ;  e  se  ora  se  ne  dif- 
ferisce l' esecuzione ,  si  è,  perchè  il  Reno  in  quel  tratto  non  è  per 
anche  inalveato  perfettamente ,  ed  arenato  •  Or  come  mai^  il  nuovo 
condotto  potrà  contenere  un  tanto  accrescimento  secraa  suo  traboc- 
camento, e  senza  arginature?'  Ma  noi  appunto  abbiamo  prevedu- 
ti questi  timori ,  e  ne  siamo  andati  al  riparo  con  ogni  sicurezza  • 
^t^U  altra  mira  haxmo  te  cautele  da  lìoi  preneriue  di  arginare  la 


riva  dtitra  del  rrimtro  dal  Moigona  fiao  %ilo   sboMo  titilla  Becoara. 
Quale  oggetto  ha  rargioaiara  della  destra   sponda  del  mede^ioio  ca- 
vo dal  suo  sbocco  fino  ad  intestarsi  coir  argine   siaittro  ^lelUvQaa*- 
ilerna  •  Qnal*  altra  prcmara  può  aTerel*  anione  della  Genton^ra  *con 
la  Quaderna ,  se  non  V  intv essantissimo  antìTedimento   di  liberare  -  il 
canale  della  Beccam  dalle    irruzioni  della  nva  destra  del  Primaro, 
da'  rignrgid  deUe  Talli  d' Argenta ,  e  di  Marmorta  »  e  dalle  torbide^ 
che  vi  j>orta  in  gran  copia  la  Gentonara»  che  va  a. spandersi  in  que^ 
ste  medesime  pianure  ?  La  quantità  di  tante  acque  torbido ,  le  quali 
in  ogni  tempo  di  piena  ora  entrano  nel  canale  della  Beccara«  è  in- 
comparabilmente molto  maggiore   di  tntti  i .  nuoTi  sq^Iì  inferiori,  e 
di  quelli  ancora,  che   dal   niolo  superiormente  ti  c' introdurranno >. 
^oi  adunque  colli  provvedimenti   progettati  le  ahbiam  tolto  -dal   ca- 
nale della  Beccara ,.  per   sostituirvi  le   ohiare  de*  nuovi  scoli ,  e  per 
j>repararIo  a  poterle  ricevete  •  _> 

Ma  finalmente ,  quando  si  volesse  abbondare  di  soverchio  nella  ea- 

£  scita  di  questo  cavo ,  anche  nel  caso  di  oonducTi  .J  naovi  scoli  del 
.  iolo,  quale  ipediente  da  .prendersi  per  quel  tempo  e  più  eomodo^ 
e  più  pronto  di  quello  d'  allargare  il  canale  della  Beccara  fino  a  Se. 
jiiedi  di  fondo,  dalla  botte  sotto  ridice  per  tutto  il  suo  corso  fine 
al  primaro?  Qualsisia. maggior  larghezza,  che  se  gli  dia,  diventa  o- 
^erantissima  allo  scarico  ,  perchè  va  sempre  congiunta  con  la  pen- 
densa  di  once  io.  per  mìgUo.  Onde  aUùamo  in  ogni  caso  sul  posto 
il  ripiego,  secondo  le  nuove  circostanze. 

Nel  tempo,  in  cui  si  scrivevano.da. noi- co taJi  xiflessionLy  oì  venne 
Jnossa  una  difficoltà,  la  quale  non  ci  sarebbe  caduta  in  capoi natoxal-  * 
mente .  Si  diceva  che  lo  sbocco  della  Beccara  nel  primaro  s\  era  peg- 
^orato  di  condizione  do^o  la  visita  Conti  ^  che  assai  vrobabilmente 
M  oggi  il  fondo  di  Primaro  erasi  alzato  alla,  foce  della  Beccara  ;  onde 
Je  ma88ime  escrescenze  rinsoivano  ora  più  sollevate  di  pelo  ..Strana 
forza  della  fitntasia  alterata  dal  lungo  contrasto .  Si  tirano  per  fino 
jn  iscena  le  probabilità  per  contendere  su  d'ogni  cosa.  Ma  sia,  co- 
xne  si  vuole.  A  queste  probabilità  noi  contrapponiamo  la  certezza 
d'  uno  scavamento  di  alquanti  piedi  maggiore ,  che  figurassi  in  pco^rei- 
so ,  non  solsmente  alla  foce  della  Beccara ,  ma  in  tutto  il  corso  del 
Primaro ,  dal  Morgone  sino  al  mare ,'  quando  la  riva  destra  del  Pri- 
naro  sarà  arginata ,  quando  impedite  siano  le  nocive  espansioni , 
quando  un  maggior  corpo  d'iicque  correrà  unito  su  questo  ibndo 
con  msggior  velocità .•  Questa  massima,  sì,  che  non  è  una  jprobabi- 
lità.  Ma  quali  sono  codeste  probabilità,  almeno  dopo  la  vìsita  Con- 
ti. Noi  nella  nostra  visita  non  abbiam  fatto  il  confronto  di  questa 
sezione  ,  con  quella ,  che  fu  calcolata  in  quella  celebre  visita ,  e<^^ 
•Argenta  songsi  teminate  le    sperìenze  delle  sezioni  da  jioi  ;^^te 


\ 


r 


5S5 

tip  esame»  ed  al  paragone'.  Non  pertanto  in  ma  tayoia  registrata  nel*- 
r  articolo  III.  della  prima  parte  abbiamor  esposti  gli  scandagli  dal  Mor- 
gono  sino  ad  Argenta  nello  stato  d'acque  mezzane  »  a£EinQ  di  forma*^ 
re  una  qualche  giusta  idea  dello  stato  del  Primaro  »  e  dei  suo  fondo, 
anche  in  questo  tratto >" quantunque  disalveato,  e  più  disposto  a« 
gì-  interrimenti 9  come  si  è'  detto  più  Tolte.  Noi  alla^foce  della  Beo- 
cara  vi.abbiam  trovata  una  profondità  di  piedi  ii.  maggiore  d^ ogni 
altra  parte  snperiore  del  Primaro ,  perchè  appunto  poco  prima  il  nu« 
me  comincia  a  correre  alquanto  incassato,  almeno  nello   stato   d'  ac- 

Sue  mezzane  »  comò  ivi  nella    tavola  si  avverte  •    Adunque  lo  sbocco^ 
ella  Beccara  i  situato  nel  sito  della  presente  maggior  profondità  del 
Primaro  »  la  quale  in  progresso^  si  accresoerà  con  il   prescritto  argi-f 
namento  • 

Finalmente  agridrostalici  succedono  i  Legisti  »  i  quali  cercano  per' 
qnal  diritto-  i  possessori  di  queste  valli  vogliono  ora   aprire  la  strada' 
a'  loro  seoli  sotto  1*  Idice  per  condurli  in  Primaro»  A  questa  ricerca 
noi  rispondiamo  in  primo  luogo ,  che  ciò  possono  fare  col  diritto,  e 
con  r  esempio  di  tutte   le  genti  ^  le  quali  in   ogni  parte  del  moi^o 
ooneedono  ne'  lori  territori  il  passaggio   alle  acque  che  scendono  da^ 
piani  più^altì,  quando  ciò  possa  farsi  eoo  loro  indennità,  non  ostan* 
te  qualche  leggiero  incomodo,  al  quale  di  lor  condizione  soggiacciono' 
sempre  le  terre  inferiormente  situate.  E  se  talvolta  insórga   qualcho 
contrasto,  la  legge,  che  ha  per  iscopo  la  pubbHca  felicità,  ed  il  be- 
ne dell'umana  società,  ha  già  provveduto  in  questa  parte.  Che  più? 
Per  fino  ne*  pnesi  di  diverso  dominio  copiosi  d'  acque ,  e  di  sorgenti  ' 
la  stessa  legse  di  società   prevale  ad  ogni   altro   diritto ,  o  interesse  • 
In  fatti  tra  U  Mantovano,  ed  il   Veronese  ,  tra '1   Cremonese,   ed  iF" 
Bresciano ,  tra'l  Milanese,  ed  il  Cremasene,  quanti  scoli,  e  canali  di 
acque  dal 'dominio  d'un   Principe   si  fanno  passare  per  le  terre  del- 
l' altro   con  reciproco  vantaggio  ?  Or   quella   ostilità  ,  che  non    s'  è 
giammai  udita  tra  paesi  di  diverso  domìnio  ,  e  nemmeno   tra  popoli 
i  più  incolti,  quanto  comparirebbe  più- ingiusta ,  e  violenta  tra' sud- 
diti dello  stesso  Sovrano  !  -      ^  ^ 
Rispondiamo  in  secondo  luogo ,  che  i  possessori  delle    valli  di  Du^ 
glielo,  delle  Brugiate-,  é  della  Bàrìgella  ^  prima  che  si  aprisse  il   ca- 
vo Benedettino  ,  avevano   l' antichissimo  possesso  ^  e  diritto   di  man- 
dare i  loro  scoli  di  Zenà^,  e  di  Fiumicellò  nel  Primaro,  attraversan-' 
do  il  piano  ocèupato  ora  dal  nuovo  cavo.  Ma  gli  Architetti  pretese^-* 
ro  d'  aeeorciare  la  via  a  questi  scoti ,  ineamminandoli  immediatamen^ 
te  nel  cavo  stesso   Benedettine  ;  ed  il  Principe  accordò   loro  questo 
ripiego ,  con  ìnten^one  di  migliorare   ancora  la  condizione   de   pos- 
sessori medesimi  di  dette  valli.  L'evento  contrario  al  disegno  .degli 
Architetti  rovesciò  le  ottime  idee  del  Sovrano  \  perche  ,  come  s  -  è 


r>36 

detto,  il  fondo  del  cavo  I^oedettìno  più   alto   di  qiifgTi    scoli,   k» 
loro  argine ,  e  sostegno ,  e  portò    la  desolazione  a  qaesie    fertilissime 
CPTìipagne  •  Or ,  chi  sarà  tanto  imperito  »   o    ingiasto ,  «he  -dica  ,  che 
il  Principe  abbia  spogliato  questi  paesi  del  loro  ÌQooatraetabìle  dirit- 
to di  scaricare  i  loro  scoli  ?  Che  dica  cbe  li  abbia  coodaonttk  a  qiiel« 
la  perpetua  inondaeione,  che  noi   per   dae    glorili   di   TÌsita  abbiam 
wcduto  coD  orrore.  Nulla  meno;  anci  affermiamo,  ohe  il  Principe  è 
in  debito  di  restituire  a  questi  suoi  popoli   V  antico  stato  di  fertili- 
tà, e  condizione  di  potere  scolare  le   loro  Tallii  se  non  per  il  pri- 
miero canale  ,  almeno  per  il  nuore  canale  della  Beiseara. 

Ma  replicano  altri ,  che  ciò  sarebbe  un  voler  indurre  una  Bnova 
servitù  al  canale  deHa  Beccafa.  Si  rispcMode  con  la  prima  massima  di 
natora,  e  di  ragione,/!^ i  quando  si  volessero  togliere  dal  mondo 
somiglianti  servitù,  troppo  misero  sarebbe  lo  stato  di  tutti;  si  ri- 
sponde ,  che  ciascuno  dee  servire  al  bene  degli  altri ,  se  oib  non  ri- 
donda in  suo  danno ,  e  però  nel  caso  nostro  non  trovandosi  altro 
mezzo  di  potere  scolare  un  territorio  tanto  vasto  ^  questa  nuova  ser* 
vitù  divenuta  e  necessaria,  e  giusta,  e  conforme  alla  pratica  di  tutte 
le  genti ,  per  quel  vicendevole  legame  di  eocietà,  cbe  ci  obbliga  a  con-* 
correre  al  bene  degli  altri ,  anche  col  peso  di  qualche  incomodo .  Si 
risponde  finalmente  che  io  vista  d^nnjgran  bene  prevalente,  qoal'è 

3ue1lo  della  fertilità  restituita  ad  un  intera  provincia ,  può ,  e  deve 
Prìncipe  al  CHnale  della  Beccara  imporre  questa  nuova  servitù  di 
riceverne  gli  scoli ,  a  condizione  però,  che  da'  po$Beé9ori  delle  valli 
si  abiliti  questo  cavo  al  nuovo  accrescimento  delle  acque  ^ 

I  principali  oppositori  a  questo  passaggiio  per  la  botte  ,  ed  a  que- 
sta nuova  servitù  del  eanale  della  Beccara  sono  i  possessori  di  Mar* 
morta ,  e  della  Molineila  •  A  questi  si  contrappone  poi  una  sola  con- 
siderazione. Il  propetto  del  cavo  Benedettino  ordinato  dal  ^Sovrane 
ne*  tempi  passati  ebbe  quel  rilevantissimo  fine ,  tra  gli  altri  .1  di  li- 
berare i  possessori  di  Marmorta,  e  della  Molineila  dalle  inondazioni 
lagrimevoli  delP  Idice ,  il  quale  decorreva  a  quella  parte  •  La  eostru- 
zione del  cavo  Benedettino,  quanto  fu  salutare  a  Marmorta,  ed  alla 
Molineila  ,  perchè  diede  luogo  alla  diversione  delP Idice,  altretUnto 
fu  fatale  alle  tre  valli  di  Dugliolo,  della  Bardella,  e  delle  Brojgiate^ 
alle  quali  interchinse  gli  scoli  « 

Or  chi  v'è  tanto  ignaro  del  diritto  eomune,  ehe  non  sappia  Dea 
petersi  negare  a'  possessori  di  queste  valli  il  passo  a*  loro  0OOH ,  al- 
meno per  titolo  d'una  giusta,  e  necessaria  compensazione,  mitrimeli- 
ti  potrt-bbono  giusfameete  reclamare,  e  chiedere  al  Sovrano,  che  si 
restituiscano  le  valli  agli  antichi  foro  possessi,  e  stati;  che  si  riter- 
ni ridice  in  Marmorta,  ed  in  quella  vece  si  rimetta  nelP antico  sa» 
eavo  lo  seolo  di  Zena,   e  Finmicellot  al  quale  era  si  ooatnsU  il 


fMtiggb  «otto  l' Idìoe  A  Qaaudo  V  tffiure  èi  ridaeefise  a  ideati  prMÌu 
tennini  dì  ragiose ,  o  quando  ora  «e  xie  facesse  per  la  prima  «rolta  la 
propoata^  ohi  <8arel>befi  ira'  potseaaorì  4li  Marmorta ,  e  della  MdUaoU 
M  ^  ohe  non  Acoeijtasae  di  baooa  ^ii^lia  i'  ìonoceoto  aer?itii  di  qaesiia 
TpBMBMgi^o  degli  aooU,  anei  ^che  jritornaro  alle  primiera  oalaoiità*  Coaai'ii 
derÌDo  -ej^lino  qual  fosse  lo  alato  dì  Marmorta»  prima  della  dÌTorsiono^ 
4ell'  Idiee  ^  quanto  freqaeaii  le  rotte  ì  con  quanto  dispendio  ai  tene- 
va arginato  nn  fiume ,  il  quale  ^oorreva  aopra  un  foodo  superiore  di 
nolti  piedi  al  liirello  delle  4)ampagne«  Da  quanti  interrimenti  «rano 
impediti  ì  loro  aceli  «  Or  se  col  pregiudizio  di  queste  itre  valli  ai  sono 
j»si  liberati  da  tanto  ealanittà>  perchè  ^psano  ora  di  negare  a  questo 
il  compenso  necetsario^  o  giusto  del  jiuovo  passaggio  a'  loro  acoli  • 

^  Finalmente  altri^  i  quali  non  possono  combattere  più  «con  le  r^ 
^oni,  ai  armano  di  sospetti  ^  con  li  qaidi  mostrano  ^i  temere  «  che 
per  la  botte  ai  voglia  aprire  alle  acque  di  Savena  nna  atrada  per 
condurle  in  Primaro  •  Codesta  cpppsizi&ne  ò  una  delle  più  irragione- 
^Folì^  che  f>ossan  &rsi«  Imperocché  nessun^  altra  cosa  più  efficace- 
Mente  debbono  impedire  i'  possessori  di  queste  valli  ^  che  il  passag- 
;gio  delle  acqne  torbide  di  Savena  ^  per  questa  l>otte9  la  quale  pre- 
•tamente  resierebbe  chiusa  dalle  deposij&ioni  5  ed  iaterrito  sarebbe  il 
4^nale  jdella  Beccara.;  .e  quindi  ai  vedrebbero  ridotti  ali'  infelice  «tato 
di  «prima  5  col  danno  di  più  della  spesa  fatta  inutilmente^  L'interesse 
adunque  de'  posaessori  medesimi  ci  fa  aicnrtà  9  -che  aoo  al  permette- 
rà giammai  da  essi  jtn  talo  disordine^  il  quale  ricaderebbe  adltanto 
a  loro  rovina^ 

Venendo  ora  ^oi  a  fiarlaM  de*  firovvedimenti  da  darsi  alla  Save^ 
Isa  9  non  meno  per  indennità  della  botte  4  Jd  dello  acolo  ^^  che  per  la 
aicurezza  di  tutti ^  noi  aiamo  entrati  in  parere^  che  due  vie  qui 
fosaono  praticarsi ,  e  ne  riaaettianio  la  acelta  alla  aaggìa  deliberaiio* 
BO  de)r£E.  W«  La  prima  ai  jè  c^he  immediatamente  si  chiuda  la 
xbtta  di  Savena»  e  a'inoamminino  le  «ne  torbide^  come  per  Tavan- 
ti  9-  nel  cavo  Benedettino  ;  al  che  i  possessori  dolio  tre  valli  ae  ne  ao« 
»o  protesati sempre  fxrontiasimi  in  tutte  le  loro  tsoritture  «  Quando 
ai  piando  qnasto  partito  >  aoì  >qui  prem^tiamo  alcuni  rilevantissUai 
avvolti  mentì  9  che  ai  attengono  a  questa  eseeiizione« 

L  Non  basta  riparare  il  aemplice  aito  della  rotta  col  nuovo  argi*- 
HO»  e  con  le  maniere  più  atodiate  di*  palafitte 3  e  d'altri  ripari^  per 
dar  fermezaa  al  freaco  arginamento  i  ma  aarà  necessario  il  continna* 
re  queste  armature  per  alunne  pertiebe^  e  di  aoifto  ,  e  di  aopra  del 
miovo  chiuHimento  della  rotta'  negli  argìm  ancor  anssiatenti  9  acoioc«- 
ciiè  qneati^  i  quali  per  la  rotta  ac^ta  b«ni|0  aoffejPto  qualche  acio* 
flimento,  e  eorrcsione,  ai  rinforzino  9  e  validamente  ai  uniscano  al 
BHoto  argino^  ohe  chiuderà  la  rotta,  Oitradi.cbe  tutte  le  aeigueati 

é» 


Si» 

«rginature  afibradòntte  per  Unti  anni  ti  dÓTTanao  rialzare  eoa  mg^- 
gìor  base  $  e  grossezsa  . 

'  IL  Se  il  torrente'  per  qualche-  tao  tnperiore  toieimenta'  Ta*  m-  bat>- 
tere  più  fariosamente  qaeata  parte,  dov'è-  ae^oiu  la  i^tta,  come 
V  è  otierf  aio ,  se  ne  totga  V  origine  delia  percossa  con  raddìrizaare 
H  precedente  suo  andamento»  e  corso-. 

ftl.  Siccóme  per  h  rotu ,  e  per  la  dtTersione  dv  Savona  n^  i  se^ 
gnito  riempimento  di  fondo  in  tntto  il  restante  canale  abbandonalo 
tino  allo  sbocco  nel  Benedettino  »  come  sempre  avvenir  saole  in  tat- 
te  le  rotte  ;  cosi  nno  de'  più  importanti  lavori  sarà  quello  ddUo  soa*^ 
ramento  di  tutta  questa  parte  d'alveo  di  Savena;  altrimenti  alls 
prima  piena  ne  seguirebbe  rigni|;ito»  alsameata  della,  corrente,  o^ 
nuovo  pericolo  di  rotta  • 

IV.  Aociocchè  poi  lo  sbocco  di  SaToaa  nel  Benedettino  non  resti 
impedito,  e  ritardato  dal  suo  al  samento  di  fimdo,  sarà  di  somma  iaa-^ 
portanza ,  cbe  per  b  mezzo  dell'  alveo  del  Benedettino,  si  apra  un* 
canale  in  larghezza  ahneno  di  tre  pertiche  fino  diloabeòeo  dell' Idi- 
ce ,  per  dare  libero- il  corso  aHe  piene' di  SaTona  ,  affine  di  congiun- 
gersi prestamente  con  quelle  delrldice. 

La  seconda  Tia  da  praticarsi  nel  presente  provv^mento  di«  Save^ 
na ,.  e  della  sua  rotta ,  si  è  quella ,  die  qui  soggiungeremo  più  sicura  , 
'  e  più  yantaggiosa  •  Ma  a  quello ,  òhe  siamo  per  sugerire ,  m  è  no-^ 
cessario  premettere  una  considerazione  di  sommo  ruMto  nel  tistoou, 
in  cui  ci  troviamo.  Il  fondo  del  Benedettino  tn  SMrenM,  od  Idiee»i  è 
riempito ,  come  s' è  detto .  Il  fame  ora  ano  soavamento ,  qaanto  Aa*- 
«tasse  ad  aprire  un  canale  alle  acque*  di  Savena  fino  eìV  Idioe  <  aaxeb- 
Be  di  cortissima  durata,  sì  perchè  le  acque  torbide  dv Savena  sono 
troppo  scarse  a  mantenerselo  iscavato ,  e  sì  perchè  la  piene  dell'  Idi- 
ce  rigurgitando  in*  parte  all' indietro   verso  Savena,  lo  riempireUiero 

Srestamentr.  Da  ciò  ne  verreM>e  che  le  imcdc  di  Savena  non  aweb^ 
ero  corso  lìbere,  e  rigurgitate  sarebbero  allo  sbocco  fin  eatro  al 
medesimo  canale  di  Savena,  con  altro  nuovo  pericolo  di  rotte .  Ol^o 
dì  che,  le  piène  stesse  di  Savena,  sboccando  nel  Benedettino  si  fa- 
rebbero anch'esse  retrograde  almeno  in  parte  verso  la  rotta^di  Oan- 
dazolo,  e  quindi  per  la  divisione  delle  acquo  ne  varrebbeio  de  aaoTi 

riempimene*. 

A  noi  pare  che  la' restituzione' di*  Savena  nel  Benedetdwo  non  deb^ 
ba  farsi  senza  là  contemporanea  riordinazione  del  Reno  nello  stesso 
cavo  Benedettino.  Troppa  è  la  connessione  del  sistema  di  queato  eoa 
il  corso  della  Savena.  Qftando  chiuso  sìa,  ed- impedito  il  divagamen- 
t6\  e  ìk  diversione^  di  Reno  per  la  Tallo  di  Gandazolo  oca  la  d^ 
scritta  arginatura}  quando  il  Reno  tutto  incanalato  nel  Benedettino 
decorra  eolie  sue  pUnt  a  sostenere ,  e  spingere  cou' attLto  mifS^^ 


53$ 

'  » 

velooirtà  1« 'Savena  »  e  Vlàìoty  e   se  ne  formi  an  aòlo  c«rpo   d*ao- 

3ae  ;  allora  8i  che  il  «istema  de'  fiomi  uniti  nel  Benedettino  .opererà 
,  maggior  profondamento  del  suo  alveo  in  questo  tratto.,  e  lo  sboc^ 
^o  dì  Javena  riusoirà  mollo  più  Ubero  ^  e  più  depresso .  AlIo]:a  non 
l>otranno  temersi  riempimenti ,  e  rigurgiti.»  e  corsi  retrogradi  dell'I* 
4lice,  e  della  Savona  »  ed  altri  nocevoli  effetti* 

Pensiamo  adunque  che  sasebbe  il  più  sicuro  consiglio  quello  di  ri- 
juettere  ia  presa  della  rotta  di  Savena  per  quel  tempo  non  molto 
lontano  della  riordinazione  di  Reno  nei  Benedettino  •  In  tanto  per 
Anticipare  ad  una  par4e  di  .queste  valli  il  desiderato,  e  giuato  soUie* 
▼o  di  far  uso  immediatainente  della  botte,  e  del  canale  di  scolo ^ 
noi  consigliamo  i  possessori  dell'altra  valle  delle  Brugiate.,  a  farà 
|»rìma  buon  uso  della  rotta  di  Sayena  per  colmare  le  irregolarità 
jdella  lalle ,  senaa  il  menomo  >perìcolo  ohe  le  torbide  di  Savena  pos- 
sano avere  ingresso  nella  Jbotte ,  oome  dimostriamo  •  Imperocché  U 
regolamento  di  queste  colmate  può  condursi,  con  ogni  sicurezza  in 
:Uà  maniera.  Primieramente  le  vdli  a  destra  della  strada  di  Savena 
▼eccbia ,  dov' è  situata  la  botte^  sono  divise  da  quelle  a  sinistra  « 
4doà  delle  rBrugìatC:,  da  tma  jitrada  assai  larga ,  ma  altissima ,  formata 
anticamente  dall'alveo  stesso  di  Savena,  e  dalle  sue  colmate.  Que« 
Jt^  strada  attraverso  di  tutta  la  valle  forma  un  grand' argine  sicuris- 
jimo  ^  e  di  tale  ampiezza ,  clv»  aopra  di  esso  si  yeggeno  fabbricate 
quasi  tutte  le  case  di  queste  valli,  e  toglie  qualunque  comunicazic- 
M0  delle  acque  d'iuna  valle  con  quelle  dell'  altra ,  come  ce  jie  assi- 
curarono gli  abitatori  del  luogo  <da  noi  interrogati ,  i  quali  ci  rispose- 
xo,  che  dalla  rotta  Balla  sino  al  giorno  d'oggi,  per  qualunque  piena 
di  Savena ,  non  era  mai  accaduto ,  non  che  tcascorrimento  delle  sue 
torbide  sopra  quest'argine,  ma  nemmeno  accostamento  al  suo  ciglio, 
eccettuatone  un  piccolo  abbassamento  fattovi  studiosamente  in  que- 
at' argine  per  il  passaggio  de'  carri,  che  potevasi  tosto  rialzare  age-- 
Tolraente.  Onde  le  acque  torbide  della  Savena,  le  quali  ora  riem« 
j>iono  ia  sinistra  Tallo ,  non  potrebbero  giammai  accostarsi  alla  de«- 
atra^  mentre  ancora  a  tal  fine  proponiamo  un  idtr' argine^  o  sia  co- 
ronella ehe  si  parta  da}  Benedettino  ^  e  che  vada  a  terminare  nell'  al- 
to di  §•  Gabbriello ,  cioè  al  capo  di  quella  strada ,  di  cui  abbiamo 
J>arlato  ;  avvertendo  però  di  lasciare  in  detto  argine  attraversante  un 
regolatore  ,  o  sfioratore  ben  composto  ^  e  difeso  ,  con  intreccia- 
tura -di  salici,  e  vetrici,  dall'uno  e  l'alti^  lato,  eon  la  soglia  si- 
milmente stabilita^  a  guisa  d' una  pescùa  più  alta  i  e  questa  dovrà 
alzarsi  a  misura  de'  riempimenti  di  essa.  L'uso  di  questo  sfio- 
ratore sarà  per  trabocco  delle  acque  schiarite,  nella  colmata  ,  le 
^uali  dovranno  avere  necessariainente  il  passo  per  la  botte  sotto 
ridice. 


S4« 

Mft  qui  •!  orfano  Utri ,  obd  mettono  ia  campa  BQove  diffiooltl  e 
iicoDo:  E  se  dopo  ettem  aperU  U  botto  compeste  Tldiee  daJl'^al» 
tro  lato  della  valle  dtDagliolo;  lo  ane  torbido  a' ioeamm worcbbero 
per  lo  botte  fiel  nuovo  ooodotto  P  Ma  al  rispondo  eoa  altro  iaterro« 
gazioBO  di  aimil  gfuto^.*  E  se  oaaoaase  ii  mo«do  ,  e  ao  hq  qooiobe 

E  AD;  terremoto  disalveaaao  i  finmi^  e  It  iaooaae  oonrer«  retrogradi  al«^ 
loro  origioi  y  ohe  aarebbo  oliera  di  q«eato  botto  P  Vogliam  dire , 
obo  ae  in  ogni  provvodimottto  da  &rti  ai  doveaaem  kiebiadeie  tutd 
gli  atravagaati  oeoideBti  y  V  amaoai  priidott»  aarebbo  tolto  dal  mon* 
do.  Qaaado  avvenìtae  it  oaao  atraordisarìo  d'uno  rotta  d'Idioo»  allo» 
ra  le  torbide  ai  spagUoramo  per  questo  vallo  ^  e  poseia  aMncammi* 


preaderà  sabito  la  rotU..  Se  valesse  questa  diffiooltà»  ai  poCitbbeT0 
tta  d^^ora  abbandonare  ^  o*  obiadore  tanti  altri  oanall  di  acolo»  pe^ 
quali  si  volgerebbero  le  torbide  ^  oo  acoadèsae  «la  disgrasiata  rotta 
o  net  Keno^  o>  pel  Santerno^  Or  nel  Senio»,  e  nel  Lamoae«.  Pen^ 
Siam  ora  al  eorso^  ordinarie  delle  ooao^.  e  laaotamo  il  eyaoeio  dette 
atraordinarie  a  obi  so  le  prendo  » 

È.  tempo  oranui  ohe  con  nna  aola  risposte  ai  Cronebino  fé  dio9rie 
tatte>  ebe  sono  infinite »^  degli  Oppositori  alla  botto;  altrimenU  e^i<- 
ne  a  questa  causa  darebbero  nna  proroga  ttd  nn  altre  feoofe».  eome 
a*  è  fatto<  ffoora  del  Rene.  Faooiame  adunque  eoii»  Non  bì  oontraHi 
più  y  se  vera  aia  »*  e  falso  il  timore  do^  daonf ,  ebe  debbane  sodare  i 
poisessori  di  Marmorta>  e  del  Moigone  pel  pasa^gto,  e  scavioo  dm 
queste  nuove  canate  di  oeolo  ;  ma  ae  «e  riaaatto  la  deciaione  a\k^ 
aperimente  della  botte  med'eaima  non  le  oondizioni  segnanti  da  im- 
perai ad  ambe  le   parti  ^  81  preaorive  portante  dalla  Sagra  Congrega^ 
xiooo'  r  eho  per  ciasonne  delle  tro  Inei  della  botto  ai  eostrnisoa  nna^ 
eatoratta  da  alaarai  ^  ed  abbassarti  9.  e  obiudorar  coi»  chiave  ••  Alla  cn«^ 
atodia  r  al  regolàmente  di  quoato  porto  si  seelgO)  dalla  Sagra  Congie«^ 
gaaione  quella  persona  y  ta  male*  parrà  pi&  eonvenirsr  y  e  cbe  unioa-^ 
mente  dipenda  da  quel  rettissimo  9  e  supreme  Tribonale..  Diasi  poi 
Ib-  searico  a  questi  sooli  dì  Zéna  y  e  di  AuraioeUe  per  la  botte  ame 
al  canale  della  Beocara-  y  con  la  cantola  però ,.  ohe  aiaosi  prima  vno*^ 
lite  le  valli  del  loro  antico  allagamento >  affine  d»  valutare  aoramento  ^ 
oom'  è  giusta r  gli  oflettr  delle  acque  correo tr  di  questv  scoR.^  Si  os» 
servi  attentamente  netle  farime  settimane,*  no^  primi  mesi,  ae  qneat^ 
aoqnev  ehe  passane  per  la  botte  del  nuove  ibsser  iatme  male  ad  al* 
enne  de*  possessori  ai  Marmorta ,  del  Morgone«^  Se  veramente  avven-^ 

5}  il  caso  di  qualche  nov  idealev  ma^  verov  e^  reale  nocnmente  ^ 
ineiidaaioni^  9  4i  Moli  jmjitdìti  %i  cinottan^  inswàp  u  ^irnSìom 


54t 

tosto  le  porte  »  si  serrino  eoo  diiave»  non  si  aprano  mai  più.  U  af-^ 
fare  sarà  finito ,  e  la  controversia  decisa  dal  fatto  »  né  si  farà  più 
J^arohi  Ai  botte  ;  e  qneHe  misere  Tailt  destinate  saranno  dalla  loro 
disgrazia  ad  essere  eternamente  uno  stagmy  di  canne  palustri» 

Glie  se  ali^  opposto  lo  sperimetito  delta  botte  ,r  e  del  fosso  di  scolo 
discaopra  una  volta ,  lehe  le  tante  diiBSeohà,   mossegli  contro  ne^ 
tempi  .passati  t  erano  falsi   abombramenti  ;  se  it  fatto  ci  assicuri   che 
tntte  queste  aeqne  degtt  scoli  decorrono  nel  nnovo  fosso  con  veloci- 
tà asm  gratìde  y  e  iptt  oonsegueiiza  con  abbassamento  del  loro  pelo  » 
e  senza  ngnrgiti  y  e  traboccamenti  ;  se  si  toccherà  con   mano^  che  i 
possessori  di  Marmorta  vi  potraìnfio  anch'^essi  scolare  le   loro  campa<» 
gne  "COD  altro  nuovo  vantaggio;  se  le  torbide  non   vi  avranno  V  in<* 
gressoy  essen(fo  esctuse  dalia  valle  del  Morgone  1^ espansioni  di   Prl-^ 
filare^  e  quelle   delle  valli  d^ Argenta  con   li   prescritci  due  argina*» 
menti  ;  quando  tutto  ciò ,  ^be  si  era  predetto  di  buono ,  si  vegga  av* 
verato  appuntino,  altera  si  dark  facoltà  al  Direttore   della   botte  di 
tenere  sempre  aperte  le  porte  ^   e  di  perpetuarne  Tusor  In   questo 
solo  caso  d^esperimento  favorevole  si  restituirà   stabilmente  al  Prin'^ 
eipato  nn*  territorio  capace  d'Anna  seminagione  di  diecimila    corbe  di 
grano;  ritorneranno  i  Parrochi  alle  loro  chiese  per  tanti  anni  afiR>ga^ 
te  nelle  acque  ;   rimpatrieratmo  gli  abitatori  ^  e  rifabbricheranno  le 
antiche  foro  case ,  ora  diroccate ,  e  guaste  dalle-  acque  ;  gli  agricoU 
tori  porranno  roano  alParatra,  dove   ora  non  si  veggono  che  squa^ 
I!£,   e  rari  pescatori ►  Quando  la  condizione  del  progetto^  e  deli' e» 
sperimento  si  proponga  in  questi  termini  >  quaruomo  còsi  duro  può^ 
trovarsf-xìhe  ricusi  dTaccet turi à?  Crederemo  noi  ^   che  il   Sovrano 
voglia  privarsi   d*^  una   parte  si   rispettabile  del    suo  Principato-  sul 
Ifetto  deglr  oppositori  ,  e  senza  la  prova  del  fatto ,  che  Io  renda  si^ 
enrissimo  delle  ree  conseguenze,  che  ne  predicono?  Non  è  questo» 
tm  afiare ,.  che  debba  starsene  eosii  pendente  ^  in  grazia  d^lle  fantasie 
dTaTcnnt»^ 

Sfa  forse  i  possessori  delfe  tre  valli  di  Duglioro  ,  della  ffarigelTa ,  e 
jTelIe  Brugiate  saranno  alquanto  ritrosi  ad  arrendersi  a  questa  condi*^ 
sione  deir  esperimento  della  botte>  da  sospendersi  in  perpetuo  y  quan*^ 
r  esito  non  Is  favorisca  ,^  e  non  la  dichiari  innocente  .^  Diranno 


lóro  Botte ..  (Tgnuno  sa  quanto  itinesti>  siano  i  soli  nomi  di  Màrmorm^ 
fa  y  e  àx  Argenta ^  Ognnno*  sa  che  q[ueste  valli*  destinate  sono  alTs 
futa  servitix  degU>  airagamentr  delle  acque  y  che  tuct' i  fiumi  delle 
tre  provincior  vr  scaricano^,  ir  Primaro,  il  Sillaro,  la   Quaderna  ,•  fa 

Gwtoiians  ee^  Ma  q;aand<(f  wA  la  s^im»  toIcs  ^gercf  f §  Jbotce  sott^ 


y 


,     54» 

riilioe»  td-meAiiin^aato  lo  toolo  per  fiirnelo  •ptrimMto.^  tutu  queitl 
siali   Teochissimi  %\  fannno  oompariM^  per  novisiinu ,  *e  .tatti  tatti 


originati  da  questo  scolo  •  Non  si  parlerà  più  del  Sillaro  »  ooo  si  ac- 
cuserà più  la  Quaderna  ,  non  T  eapansioni  di  Primaro,  e  qua'  |;raa 
tagli  :  Nò .  «Le  suppliche ,  4  ricorsi  tutti  alla  S^grm  Congregasiooe  sa* 
sanno  rÌTolti  ad  esiigerare  i  danni  di  questi  ,acoU. 

Noi  però  .risponderemo,  ora  a'  loro  timon,  e  diremo  ^  ohe  non  de* 
Tono  sgomentarsi  i  possessori  delle  tre  TtUi  dall'  accettare  la  coudir 
zione  dello  sperimento ,  che  ad  essi  proponiamo ,  per  trovare  V  usci- 
ta a  qaesto  afiare .  Gonfessiamo  essere  Terusimo  .quanto  essi  temo- 
no ;  ma  a  buon  conto  jivranno  sempre  in  Roma  un  Tribunale  anpre- 
mo,  che  ben  conoscerà ,  se  qne'  danni  si  riferiscono  alla  botte.  ^  ed 
agli  scoli  9  ovvero  alle  Tecchie  c&use  tuttaTiaperseTorauti.  Nò  (que- 
sta Sagra  Gongregasione  sarà  mai  sorpresa  da. prove  iundiose.  £  poi 
il  tempo  raffredda  il  caldo  delle  Cizioni.  Anche  dell', Idice  iutrodotto 
in  Primaro  si  prediccTano  qoelle  grandi  tragedie  del  Primaro  riem- 
pito ,  del  Polesine  sommerso ,  e  delle  jralli  di  Gomaocbio  perdute^ 
Ora -non  si  parla  ^  più  dell' Idioe  •, Con  forse  aocaderà  aiicor  qui*  ite 
prime  ^rida  saranno  Tiolente  ;  ma.  si  ammutoliranuo  poi  in  Tìsta  del 
fatto,  quando  riesca  faTorevele.  Basta  che  ora  si  sostengano  pauea- 
temeote  le  priìne  impressioni .  .Torniaino  adunque  a  ripeterlo .  Il  di- 
simpegno più  sicncD  9  e  più  plausibile  del  pcobiema  presente  si  è  ri- 
metterne Ja  decisione  al.  Atto  «  come  si  è  detto.  Chi  e  sicuro  in  cuor 
suo  delle  sue  ragioni  »  doro  accettarlo  •  Chi  finora  ha  finto  Ai  t^tawr 
nt ,  dee  ricusarlo  »  per  iion  rimanerne  Sfer^ognato  alle  prore.  ^ 

Abbiamo  finora  ragionato  del  rimedio  particolare  deUe  tee  "vaUì ,  ma 
aempre  con  1'  occhio  rivolto  a  farne  buon  uso  pel  rimedio^  generale 
della  provincia  tutta ,  e  con  avvedimento  di  preparare  il  già  divisa- 
.to  capale  a  poter  ricevere  gli  scoli  ancora  di  tutte  le  superiori  cam- 
paene  situate  alla  destra  ilei  Reno  »  le  qnali ,  quando  venga  arginato 
il  Iteno»  non  possono  da  questo  lato  scaricarsi  delle  acque  cmate^ 
fuorché  per  questa  botte ,9. e  per  il  canale  della  Boccerà  in  Primaro. 
Non  altro  adunqae  restaci  a. dimostrare.,  se  non  in  qual  guisa  ai. poe- 
sa  continuare  ali'  insù  il  canale  »  o  scolo  iiuovo  fin  qui  descritto»  par 
dare  un  perpetuo  esito  alle  acque  anperiori  • 

E  percnè  la  primaria  avvertenza  da  aversi  nella  condotta  degli  sco- 
li si  è  la  .pendenza  del  loro  cavo  al  termine ,  dove  si  hanno  ad  iu- 
camminare ,  noi  dalla  livellazione  Genti  abbiamo  esaminata  queala 
pendenza  sotto  due  aspetti ,  cioò ,  J.  Dallo  Scorsuro  sino  alla  soglia 
della  botte  deir  Idice;  IL  Dallo  Scorsuro  sino  alU  soglia  della  cate- 
ratta della  Beccare ,  che  ò  il  termine  della  totale  caduta  ;  acciooclM 
e  nel  tratto  più  breve  alla  botte ,  ed  in  quello  più  lungo  ali'  ulti- 
ao  termioe  del  lup  iboceo  ia  Frimaio  ti  asaicuraiie  al  canale  una 


v^ 


pendèmi  eoif mf emeate  sopnhbondànte  ;  €  ctpaciftiiinii  a '  mantenere 
le  acque  chiare  in  gran  Tclocità^  e  imnore  altezza. 

I.  DaT  fondo  dello  Scorsaro  nel  Riolo  alla  soglia  distia  botte  dell'  Idi^ 
oe  là  pendenza  ò  di  piedi  jqì  k  6.  in  miglia  iì,  e  pertiche  4^0; 
la  qaale  distrìbnita  in  questo  interTallo  dà- a  ciascnn  migKo  once  io: 
&•  di  pendenza  •• 

n.  Dalla-  stesso  fonda  dello  Scorsaro  fina  alla  soglia  della  caterat- 
ta della  Beceara  il  medesimo  cavo  ha- di  caduta  piedi  17.  3.  iz  ,  in 
miglia  sa 9  pertiche  io;  •  per6  a^  ciaacun  miglia  ne'  toccano  on-^ 
ee  io.  4* 

Quale  altro  seolo  può  fignrarsi  »   che  corrà  più  rapido  ,   che  prof 

trai 
per 
pendenza • 

Passiam  ora  a  descrìremer  andamenta.  Gondueendòsi  air  insù  il 
imoTo  canale  y  s- incontra  primieramente  la  Savona  9  e  poscia  il  Navi- 
2^io.  11^  fondo  '  della.  Savena  è  sopra  la  comnne  orizzontale  piedi  icr. 
IO.  lOy  e  sopra  il  rendo  del  nuovo  fosso  reale  piedi  li»;  onde  leva^ 
tino  piedi  li  S«  di  volta,  e  lastrico-»  resta  da  far  capitale  di'  luce 
piedi  IO.  7;'  altezza  abbondantissima  a)  carpo'  d*  aoqùe^  ehiare»  che 
sotte  vi  debbono  *  decorrere  •  Somigliantemente  si  potrà'  far'  questi 
botte  sotta  la  Savena  »  tre  luci  coma  F altra  dell'Idice  •  B- parimene- 
te  una  tersa  botte  a  tre  luci  converrà  fiibbrioare  sotto  al  Naviglio» 
il  quale  ha  il  &ndo  più  alto  della  comnne  orizzontale  piedi  27  »  e 
eepra  il  fondo  dèi  miovo  canale  piedi  &•  p  ;  e  levando  da  questa 
misura  la  grossezza  della  volta ,  tf  lastrico  di  piedi  x  •  5 ,  rèstereb^ 
bere  piedi  5.  4»  ohe  danno  uno  sfogo  capacissimo  a  tutte  le  acqne 
siipeneri.'Lo  staUlinkento  della  botte  sotto  al'  Naviglio  non  altera 
punto  la  presente  navìj|azione  ,  e  quando  verrà  il  caso   di   dover  at- 

Heno ,  non  mancheranno  ripie| 
ita  »  che  porgerà  F  abbassamen 
per  continuarvr  là  navigazione 
Sappiamo»  che  alcuni,  1  quali  dalla  novità  di  codeste  botti  sonosi 
sempre  adoinbrati»  banno  dubitato,  se  la  grossezza  di  piedi  i.  5.  da 
noi  assegnata  alla  volta  delle  botti,  e  lastrico,  fosse  troppo  scarsa,* 
e  non  reggente  alla  forza  delle  acqpe  correnti .  Ma  se  questi ,  che 
tanto  temono  per  difètto  di  sperienza ,  si  potessero  condurre  per  tut- 
ta la  Lombardia  ad  osservare  co*  propri  occhi  le  tante  botti ,  le  qua- 
li danno  il  transito  ad  acque  di  molto  maggior  portata  sotto  a'  fiumi 
è  torrenti ,  con  soltanto  di  grossezza  alla  loro  volta ,  e  lastrico ,  quan- 
ta ae  ne  assegna  da  noi  qui,  si  ricrederebbero  del  loro  inganno, 
e  la  sperienza  farebbe  loro  deporre  ogni  timore.   Ma  perchè  in  un 


«44 

àSkt»  iCottnfo  vtito  t  •  eimtntCafd  ^  ttoii  lati  ami  A  MOTieae  tli» 

iu^  puntìfU  d'altre  controveme  di  neaaiiQ  conto»  af^arterrà  alla 
praae&za  del  pirettore  il  iarai  |^ù,  o  meno  liberale  in  aimill  mila* 
re^  per  tenere  cantanti  tatti,  ove  ai  pnò^  dando  alla  iarghesita  dell^ 
luci  quel  poco  «  che  pi  toglie  dall'  alt^a  • 

Quando  ai  giunga  coli'  esoafauone  dalla  botte  del  NaTÌglto  nno  al- 
lo ibooco  ddlo  Sconnro  nel  Riolo»  qui  o^incootrereino  in  na'altiB- 
SOL  maggiore  di  fondo  di  piedi  ^  >  i  quali  ai  dovranno  dittribniite  al^ 
Tinsu  con  ulteriore  profoodamento  in  rantoggio  de*  dae  foaai  mede* 
aimi,  e  di  tutte  qnelle  campagne,  le  ^uali  preaentemente  aoolaao 
nello  Scorsuro ,  e  nel  Riolo  p 

La  larghezza  di  questo  nuovo  canale  èk  acolo  di  no*  piedi  ani  &n« 
do  pare  soverchia ,  non  che  aufficientiMima  •  Ciò  noUe'  ostante  hanno 
opposto  ^cnni  essere  tanta  la  quantità:  delle  acque  di  questi  jSCoU 
auperìori ,  che  nell'  alveo  del  aolo  Riolo ,  o v'  è  costeggiato  dalla  coro* 
nella  comunque  aia  largo  nel  ano  ^  fondo  piedi  r$ ,  pure  nel  tempo 
delle  piogge  9i  m  alzano  le  acque  >  in  modo  che  le  adiacenti  campagne 
restano  pregiudicate  ne'  loro  scolii  Ma  si  risponde,  che  codesta  ap- 
parente ,  e  fallace  altezasa  d' acque  nel  Riolo ,  non  è  un'  altezza  viva 
id' acque  lìberamente  correnti»  ma  un' altezza aempre  rigur^tata  plù^ 
o  meno  dall'allagamento,  ed  alzamento  delle  valli  inferiori,  ove  va 
ad  isboccare  il  Riolo,  come  da  noi  si  osservò  nella  visita,  anche 
in  tempo ,  nel  quale  non  erano  immediatamente  precedute  piene  di 
Reno.  Ond'è  che  questi  scoli  nello  atato  presente  sì  muovono  verso 
le  valli  con  tardissimo  movimento ,  e  la  loro  altezza  non  dinota  ve* 
xa  grandezza  di  corpo  d'  acque  »  Trasportiama  èva  il  peniieTe  al  no» 
atro  canale  di  acolo,  niente  impedito  da'  rigurgiti,  e  con  una  peu« 
denza  atraordinaria  a'  canali  di  socio,  cioò  più  d'once  io.  per  mi«> 
glie,  e  capiremo  facilmente  come  queato  acque  medesime  JMiìwm 
decorrere  in  assai  scarsa  altezza  # 


545 


r 


APPENDICE. 

Dello  scolo  più  universale  Mno  al  mare^ 

SOMMARIO. 


Utilità  d*  uno  scolo  più  universale  prolungato  sino  al  mare  ^  per 
asciugare  le  pianure  JRavegnane  più  basse  «  Problema  dello  scolo  del^ 
le  campagne  di  Pisa  inondate  •  Scioglimento  datone  dal  Castelli .  Ap* 
plicazione  al  caso  nostro .  Sbocco  dello  jscolo  4n  mare  molto  più  has* 
so  di  quello  in  Primaro»  Bassezza  della  sboccatura  guanto  conferii 
sca  alla  felicità  degli  scoli  ancor  più  lontani .  Osservazione  del  Ca^ 
stelli  f  che  conferma  la  stessa  dottrina  •■  Avvertimento  del  GugUelnUni 

intomo  a  più  scoli  uniti  in  un  solo  alveo  0 

1/  in  qui  pare  a  noi  d'avere 5  per  coti  dire,  alla  lettera  soddisfat* 
to  alla  nostra  commigsione ,  ed  istruzione^  Ma  noa^  possiamo  astener- 
ci di  iar  noto  all'EE.  VV.,  che  allora  ci  parrebbe  perfetta  la  nostra 
ossequiosa  rappresentanza,  quando  «i  fosse  potuto  estendere  il  nostro 
nuovo  canale  di  scolo  ad  isboocare  libero  nel  mare,  tra  la  foce  del 
Primaro,  e  quella  del  Lamone,  prolungandolo  per  altre  aa.  miglia, 
con  una  caduta  molto  maggiore ,  s^Qza  rimetterlo  troppo  presto  nel 
Primaro  medesimo ,  per  mezzo  della  descritta  cateratta  ^  che  ai  è  de^- 
$tinata  allo  sbocco  del  canale  della  Baccarà.  Ip,  questo  parere  siamo 
senza  molta  pena  convenuti  tutti  e  tre  per  la  somma  utilità,  e  ne- 
cessità di  poter  asciugare  tutte  le  più  depresse  valli  Ravegnane ,  il 
fondo  delle  quali  è  bensì  più  basso  del  pelo  di  Primaro  alla  Becca- 
ra ,  anche  nella  sna  magrezza ,  ma  è  assai  più  alto  del  pelo  basso  del 
mare« 

Proporremo  adunque  in  qnest*  appendice ,  separatamente  dal  pre- 
cedente piano,  il  nostro  pensiero,  qualunque  arasi,  e  daremo  un 
cenno  d^  suoi  fondamenti,  acciocché,  quand'anche  ora  non  possa 
eseguirsi ,  per  doversi  dar  luogo  alle  cperazipni  più  premurose ,  aom- 
tnìnistrì  almeno  un  qualche  buon  lume  ne'  tempi  avvenire*  Certi 
pensamenti,  e  progetti  sono  appunto  come  i  aemi^  i  quali  si  debbo- 
no stare  sotterra  per  qualche  tempo ,  e  come  dimenticati ,  per  po* 
tervi  germogliare,  e  dare  il  frutto  nelle  proprie  loro  stagioni^  ver- 
rà tempo  che  si  esaminerà  più  addentro  codesto  prolungamento  di 
scolo^  più  universale ,  dopo  inalveato  il  Reno ,  ed  altri  torrenti  in 
Primaro  • 

Sappiamo  benissimo ,  che  a  primo  «contro  parrà  nna  novità  la  qua* 
le  per  1*  addietro  ad  altri  non  è  caduta  in  mente  •  Ma   rispondiamo , 

69 


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$4* 

A%  tatti  gli  tUrì  Scptttin  nòw  eKBero  attrr  ìiiira>  cEe  ai  riftnw 
V^  •operiori  dampagne  pia  alte  del  Poggio,  di  Malalbergo,  di  Da- 
gliolo  ec.>  e  di*  dare  a  queste  lo  scolo  •  Ma  poi  non' ponsarooo  allora 
•  preparare  lo  «colo  alle  valli  più  basse  di  Lago,  di  Fusignanp,  di 
Baoaacqaìsto  »  di  Medicina  ,  di  Dorazao^  della  Gorla ,  di  MarmoKa ,. 
di  Argenta.  Or  so  a  queste  ancora  si  paò  dare  la  salate»  chi  yorrh 
TÌètarlo  P  ' 

Noi  pertanto»  dopo  aver  esaminati  attentamente  i  profili  della  IV- 
Tellazione  Conti»  e  con  la  scorU  de'  pia  olassici  Autori  dVIdrome* 
tria  giudicbiamo  assolutamente  »  che  non  altrimenti  possa  darsi  là  ca« 
data  alio  acqae  chiare  di  qaeate  Talli,  ohe  con- ufio  scoio^  reale  -  pro- 
lungato fino  allo  sboeco  sul  pelo  del  mare .  U  caso ,  che  qui  si  tra^ 
ta,  non.  ò  sensa  .esempio^  od  ansi  è*  quello  stesso  in  termini  »<  che  si 
deliberò  a'  tempi^  del-  celebre  abate  Castelli .  TraUsvasi  di  dare  Io- 
scolo  allo  campagne  inondate  di  Pisa.  Queste  scaricavano  le  loro  ao* 
quo  chiare  in  un  gran  canale  »  che  chiamavasi  Fiume  Morto ,  e  ceeca* 
vasi  trai  periti,  se*  a  codesto  canale  discolo  si  defesse  dare  lo  sboo- 
oo  immediatamente  nel  fiume  corrente  del  Serchio ,  ovvero  se  al  fi« 
ne  principale  deli'  asciugamento-  di  quelle  basse  campagne  pia  con* 
Tcnisse  il  portarne  innanai  lo  sbocco  sino  al  mare.  Ed*. ecco,  che  il 
problema  d'allora  ò  lo  stessissimo  con  quello ,  che  IratSasi  in  oggi ,  sa 
al  fosso  reeledegli  scali  convenga  darsi  lo  sbocco  nel  Primaro  alla  Beo* 
cara ,  oppure  ,  con  guadagno  di-  assai  maggior  caduta  ^  trasportarsi  lo 
stesso  sbocco  al  maro. 

Al  problema  rispose  costar  abate  Gsstelli  ne/fà  dottitsinm  Ietterai 
oh'  egli  scrìsse  al  padre  Francesco  di  S.  Giuseppe  r::  In  esecunona 
4el  comandamento,  che  mi  fece  V*  P.  j  i*  ordime  del*  Serenùsimo 
Principe  Lepoldo  mio  Signore ,  che  io  dovesU  diro  il  mèo- parerò  iis» 
torno  alla  sboccatura  di  Fiumo  Moria  p  se  si  debba- mettere  in  mare^ 
ovvero  in  Serchio  ;  io  dico  ,  che  mi  trovai  già  i8.  anni  sono  in  circa*^ 
quando  la- medesima  bocca  fu  aperta  in  mare  ,^  e  serrata  quella  del 
Serchio;  la  quale  operazione  fu  fatta  per  rimediare  alla  grande^  inon^ 
dazione- j  che  si  faceva  in^Jutto  quehpae^e ,  e  piano  di  Pisa,  che 
resta  fra  il  fiume  Arno ,  ed  i  monti  diS,  Giuliano,  ed  il  fiume  del 
Serchio  ;  il  qual  piano  rimaneva  sempre  sott*  4icqua ,  in  modo  die  non 
solo  V  inverno j  ma  anco  gran  parte  dell*  estate  quelle  campagne  veni» 
f)anp  coperte  dall*  acqua ,  ed*  effettivamente  aperta»  che  fu  la  bocca 
di  Fiume  Morto  in  mare  ,  subito  il  paese  rimale  libero-  dalle  acque, 
od'  asciutto  con  grandissima  soddisfazione  degV  Interessati  in  quella 
Campagne .  zr,  È  qui  n»olto  acutamente  il  Castelli  ci  porge  un  vero 
•riterio;  per  discernere  in  sì  fatte  deliberazioni  il  parere  de'  giusti 
tatimatori  delle  cose ,  dal  falso  »  ed  ingannevole  di  quelli»  che  voglio- 
no pei^etuaic  la  gubblìca  calamità  in  gra  loro  \^  e  gerò  egli  aoggiunie  t 


\ 


«47 

rr  JS  qui  mi  pare  casa  Segna   d'essere  avvertita,  éhe  per  I0  pA 
tutti   quelli   che  posseggono   beni  in   quel  paese  j  vorrebbero  che   la 
bocca  di  Fiume  Morto  stesse  aperta  in  mare;  e  quelli  che  la  vorreb^ 
bero  aperta  in  Serùhio^  sono  persone  die  non  vi  hanno  altro  interest 
yse,  che  di  guadagnare j  con  fare  spese  di  comandamenti,  ed  altro  ec.  :zz 
Il  Mondo  cammina  sempre  «alle  stesse  ruote ,  e  dalle  stesse  passioai 
^rìcevoDo  il  iDovimetito  i  eempre  nuovi  contrasti.  Ma  il  Castelli  pro- 
-siegue  a  rendere  del  sue  parere  quella  medesima  ragione  .1  ohe  tutta 
-si  confà  al  nostro  proposito  di  voler  portare  lo  sbocco   dello   scolo  » 
•non  al  Primaro  ^  ma  in  mare  »  e  scrive  cosi  :  =:  Imperocché  V  altezza 
delle  acque  di  quelle  pianure  viene  regolata  dalV  altezza  delle  acqu€ 
nella  sboccatura  di  Fiume  Morto^  cioè  ,  essendo  le  acque  alla  sbocc 
tura  alte,  ancora  le  acque  s^ alzano  nelle  campagne,  e  quando  le  ap» 
que   alla  sboccatura  sono  basse,   si   abbassano  ancora  le  acque  nella 
-campagna;  ne  basta  a  dire ,  che  lo  sfogo  di  Fiume  Morto  sia  conti' 
nuo;  ma  bisogna  dire,  che  sia  bassissimo   (  sicché  secondo  il  Castelli 
la  felicita  d'uno  scolo  generale  liducesi  tutta  alla  bassezza  da  procu- 
Tarsi  alla  sua  sboocatura).   Ora-,  quando  il  Fiume  Morto   terminasse 
in  Serchio ,  chiara   cosa  è,  che  terminerebbe  in  alto,  -e^  di  mano  in 
■snano  ,  che  il  Serchio  abbonda  più  d' acqua,  e  si  alza,  ^  necessario ., 
-che  ancora  Fiume  Morto  abbia  pia  alto  il  suo.  livello  ,  in  conseguenza 
mantenga  più  alte  le  acque  nHla  campagna.- Anzi  non  potendosi  mai 
»in  tempo   alcuno   trovare  Je   acque   del   Serchio.,  per  magro  che  sia 
(come  fra  noi  il  Primaró)  tanto  basso  di  livello,  quant* è   il  mare^ 
che  è  luogk)  bassissimo  delle  acque,,    ne  segue  ,   che  mai  in   qualsivo* 
glia  tempo  deW  anno ,  le  acque  di  Piume  Morto ,  mentre  terminasse^ 
ro  in  Serchio  y  non  sarebbero  tanto  basse,  quanto  arridano  a  sbassar-* 
si  ,  quando  il  medesimo  Fiume  Morto  termina  in  mare .  =  Il  GastelR 
in  questo  luogo  fassi  a  sciogliere  una  frivola  difficoltà ,  che  gli  vend- 
ile niosda  contro  da  altri  Periti ,  e  die  potrebbe  da  taluno   muoversi 
ancora  contro  il  nostro  progetto^  e  risponde  cosi.  ==  Egli  è  ben  ve^^ 
ro ,  che  la  bocca  di  Fiume  Morto  aperta  in  mare  è  soggetta   all'  in* 
comodo  di  serrarsi- per  V  impeto  de'  venti.  Ma  qui  è  necessario  usar 
diligenza  ad  aprirla  ;  la  qual  cosa  si  fa  facilmente  con  tagliare   un 

f^oco  queir  arena  che  rrsta  nella  bocca  ,  quietato  che  sia  il  vento  ,  e 
asta  farci  un  fossetto  largo  poco  più  di  due  palmi  ;  perchè  comin* 
dando  V  acqua  a  scorrervi ,  porta  via  in  pòche  ore  queW  arena  ,  e 
seguirà  un  fosso  profondo  ,  e  largo  y  vhe  smaltisce  tutta  V  acqua  de* 
piani  in  pochissimo  tempo .  Ed  io  mi  ritrovai  in  fatto  »  che  essendo 
stata  rimessa  dalla  furia^  del  libeccio  una  gran  quantità  d'  arena  in 
bocca  di  Fiume  Morto  ,  fatto  fare  che  io  ebbi  il  fossetto  una  matti^ 
na ,  poco  avanti  il  mezza  giorno  ,  s*  aprì  una  bocca  larga  ^o.  brac'* 
€ic^.,  con  fondo  notabile ,  in  modo  che  V  acqua .»   la  quale  uvea   già 


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"«^^  ■■ 


548» 

ingombrata  tutta  la  campagna,  scorse  via  in  meno  di  tre  giorni^  e 
lasciò  libero ,  ed  asciutto  il  paese  con  maraviglia  di  tutti  •  Si  trovò 
presente  a  questo  fatto  sopra  il  luogo  stesso^  nel  medesimo  gior^ 
nò  che  s*  aperse ,  il  Serenissimo  Gran  Duca ,  la  Serenissima  ^rcidu^ 
ehessa  Madre,  tutto  il  Magistrato  def  Fossi,  e  tutti  videro  molto 
bene,  che  non  fu  mai  possibile,  che  una  barchetta  armata  di  otto 
remi,  che  era  venuta  di  Livorno,  per  servire  il  Serenissimo  Gran 
Duca  y  potesse  superare  la  corrente  ,  ed  avanzarsi  dentro  Fiume  Mor- 
io  .  E  la  Serenissima ,  la  quale  èra  venuta  con  pensiero  di  far  serra^ 
re  la  detta  bocca  in  mare,  ed  aprire  quella  in  Serchio,,  mutò  pare- 
re ordinando ,  che  si  lasciasse  aperta  in  mare,  come  fu  eseguito ^ 
Tanto  è  .yero  che  Segnius  irritant  animos  demissa  per  aures,  quam 
quae  sunt  oculis  subiecta  fidelibus  •  =  Che  molù  proclivi  a  cootrad- 
dire  ,  80  ù  trovassero  sai  posto  ad  osservare  co' propri  occhi  gli  ef- 
fetti del  corso  delle  acque  ,  si  ricrederebbero  delle  false  loro  per* 
saasioni  •  ^ 

Abbiam  volato  ampiamente  esporre ,  non  solamente  il  parere ,  ma 
la  dottrina  chiarissima  del  Castelli ,  e  le  risposte  sue  alle  opposisio» 
ni ,  che  gli  furono  fatte  ^  perchè  da  tatti  s' intenda  »  che  lo  sbocco 
molto  pia  basso  in  mare  del  progettato  nostro  canale  di  tutti  gli  sco- 
li sarà  sempre  da  preferirsi  a  quello  più  alto  nel  Primaro  alla  Bacca- 
rà •  E  qui  non  si  creda  già  ^  che  questo  prolaogamento  del  fosso  rea- 
le io  mare  siasi  da  noi  introdotto  soltanto  a  Ùlvoto  ài  Ravenna  ,  e 
Eer  dare  Io  scolo  alle  sa$  più  basse  vaili  meno  distanti  dal  mar&. 
fo  certamente  ;  ma  abbiamo  inteso  di  preparare  eoa  ciò  ano  scolo 
più  libero ,  più  declive  »  e  più  basso  ancora  ^  alle  campagne  più  lon- 
tane di  Daglielo  y  delle  Bragiate  y  di  Malalbergo  ce.  Perchè  è  massi- 
ma del  Castelli ,  e  massima  verissima ,  che  qualunque ,  ancorché  pio- 
colo  guadagno  di  bassezza»  si  faccia  allo  sbocco  in  mare,  -questo  va 
ricrescendo  air  insù  in  partì  molto  più  lontane,  con  abbassamento 
molto  maggiore  del  medesimo  scolo,  e  del  suo  pelo.  -Onde  un  ta\e 
prolungamento  del  fosso  al  mare  sarebbe  a  ngualmente ,  o  forse  più 
vantaggioso  alle  eampagne  Bolognesi,  e  Ferraresi,  che  alle  Ravegnane » 
Il  Castelli  nella  citata  lettera  si  apre  la  via  ad  una  dottrina  più  re- 
condita, e  meno  osservata»  con  queste  paro}e  •  =:  Quello,  che  ho 
detto  fin  qui ,  è  assai  chiaro ,  e  intelligibile  da  tutti  quelli ,  che  hanr 
no  qualche  notizia ,  e  mediocre  ingegno  in  queste  materie  ;  ma  quel» 
lo,  che  sono'  per  proporre  da  qui  avanti ,  sono  molto  ben  sicuro ,  che 
sarà  inteso  da  V.  R*  ;  ma  parrà  strano  ,  ed  inverisimile  a  molti  =  • 
Entra  poi  ^gli  ad  applicare  al  fossa  degli  scoli  delle  campagne  di  Pisa , 
che  chiamasi  Fiume  MortOf  qìaella  sua  massima  generale  cavata  dalPo»^ 
nervazione  di  tutt^i  fiumi ,  e  canali,  d'acque,  che  sboccano  in  ma- 
re.  Premette  egli  adunque  doversi  fare  grande  atima  d' ogni  poco 


V. 


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549 

d' alsamento 9  e  sbasiamento  d'acque  alla  marina  in   Fiume  Morto; 
perchè  questi   alzamenti»  e   sbassamenti  ^  ancorché  9Ìeno  tenui  alla 
marina 9  in  jogni  modo  operano,  e  8on6  accompagnati  da  notabili  aiz- 
zamenti >  e  sbassamenti  dentro  la  terra ,  e    lontano    dalla  marina*  Si 
dichiara  poi   egli   con   T  osservazione  di  tutt'  i  fiumi ,  i  quali    in  di* 
stanza  dalla  foce  in  mare  accelerano  il  l'oro  corso,  e  con  altezze  sem- 
pre minori  Tanno  li  spianarsi  sul  suo  pelo.  Si  restringe  ad  un  esem- 
{no  preso ^al  sito  medesimo,  dov'era  nata  la  controversia,    cioè  al- 
'  esempio  dell' Arno,   nel   quale   sopravvenendo   una   piena,   che  lo 
faccia  crescere  sopra  la  sua  altezza  ordinaria  dentro  Pisa  sei ,  o  sette 
braccia,  quest'altezza  della    medesima    piena  riesce  sempre   minore; 
quanto  più  si  accosta  alla  marina ,   ove   non  sarà  rialzato  il    medesi* 
mo  fiume  a  fatica  mezzo  braccio,  e  meno  ancora*  Dal  che  ne  dedu^ 
ce  egli  per  necessaria  conseguenza,  che  se  alcuno  informato  di  que« 
sto  accidente  si  ritrovasse  alla  marina  »  non  sapendo  altro   di  quello , 
ohe  accade  in  Pisa,  e  vedesse  rialzato  il  fiume  d'Arno  per  una  pie- 
na mezzo  braccio ,  potrebbe  di  sicura  inferire  il  medesimo  fiume  al- 
zato in  Pisa  quelle  sei,  o  sette  braooia»  Da  questo  accidente  comu- 
ne a  tutte  le  acque  ^  che  sboccatif^  in  tnare ,.  conchiude  nella  medesi- 
ma lettera  il  Castelli  =1  Essere  necessario  tenere  grandissima  conto 
.d^ ogni  poco  d*  alzamento ^[che  fa  it  Fiume  morto  itila  marina  per  i-  '_ 
sboccare   in  Serchio^  Permè,  quando   bene  V  alzamento   del   Fiume 
Morto  per  dover  sgorgare  le   sue  acque  in  Serchio  s^erso   la  manna 
fosse  solo   un  quarto  di  braccio  j^  potrema  molto   bene  essere  sicuri, 
che  lontano  dalla   marina  intorno  a  Pisa ,  e  sopra  quelle  campagne 
V alzamento  sarà  molto  maggiore ,  e  riuscirà   due   e  tre  braccia;    e 
perchè  il  paese  è  basso  y  tale  alzamento  opererà  una  continua  inonda^ 
zione  delle  campdgne,  ^=1:  come  faceva  ,  prima  che  il  Castelli   facesse 
aprire  la  sua  bocca  in  mare.  Finalmente  il  lodato  scrittore  conferma 
tutta   questa   sua   dottrina*  con   un  fatto  accadutogli  /  e  dice   così» 
=  Qui  io  potrei  addurre  un  caso-  bellissimo  occorso  a  me  nella  cam^ 
pagna^  di  Róma^  vicino  alla  marina  ,  dove  rasciugai  un  pantano  dél^ 
la  condizione  delle  acque  di  Fisa  ^  e  mi  riusci  V  impresa ,   sbassando 
le  acque  nel  sito  Toro  alla  marina  sólo  tre  palmi  ^    ed  in  ogni   modo 
nel  vantano  si  sbassarono  piU  di  quindici  palnti  ^ 

L  applicazione  di  questa  dottrina ,.  e  di  q^nesti  fittti  al  casa  no^ 
atro,  quanta  è  facile,  altrettanta  h  convincente.  Imperocché  e^i  ò 
manifesto  y,  che  la  sbocca,  del  fosso  reale  di  tutto  gli  scoli  superiori 
in  Prìmara  alla  Beccara  riuscirebbe  pia  alta  di  alquanti  piedi  delta 
sbocco  ani  pela  bassa  del  mare.  È  inoltre  palese ,  che  il  fonda  del 
canale  prolungato  at  mare  avrebbe  anche  nel  tratta  superiore  mag- 
giore profondità  del  medesima  camile ,  qiianda  fosse  condotta  ad  i- 
sboccare  net  Frìmara  p  e  finalmente  è  oerUs9ÌBio  r  che  il  pela  deUe 


V 


L 


.^ 


tcqae  del  mhiU  di  seoìo  con  lo  »boeeo  in  mtre  Mi{nifter6bb6  nA 
tìto  della  Beccar!  maggiore  abbassameato  di  quello,  che  a'aUiia  il 
pelo  di  Primaro  nel  luogo  medeaimo,  ed  ia  qualonque  ano  atato^ 
Adunque  ai  deduce ,  che  codesto  canale  di  tuui  gli  acoU  abocoando 
in  mare  acquisterà  joxk  oiolto  maggior  vantaggio  di  abbassamento  e 
del  suo. pelo  »  e  del  ano  fondo  fino  alla  botte  aotto  V  Idice,  e  sari 
molto  più  idoneo  ad  asciugare  le  valli  tutte  di  Barigeila,  di  DugUo* 
lo ,  e  delle  Brugiate  •  Ed  ecco ,  che  lo  acolo  nniveraale  condotto  lino 
al  mare  per  canale  separato  dal  Po  di  Primaro  unirebbe  e  Ravenna- 
ti ,  e  Bolognesi ,  e  Ferrareai  in  un  aolo  interesse  comune  di  aaciuga- 
re  mollo  più  facilmente  tutte  le  loro  paludi  .  Sebbene  quanti  altri 
esempi  potremmo  qui  addurre  de'  canali  di  acolo  prolungati  .per  mol* 
•te  miglia  fino  al  mare  ,  e  aeparati  4a'  fiumi  principali ,  i  q^nali  a- 
^endo  il  loro  letto  più  alto  delle  campagne  non  potrebbe  ricevere  la 
acque  chiare  delle  medeaime  •  Ma  il  £n  qui  detto  può  bastare  a  Sxt 
comprendere  di  quanta  utilità  sia  pe.f  essere  a  tutte  Je  provinde^ 
che  dal  mare  ai  conduca  all' insù  il  fosso  reale  di  tutti  gli  scoli  »  e 
concbiudi;imo  con  un  avvertimento  generale,,  che  ci  da  il  Goglielmini 
nell'opera  della  natura  de'  fiumi  al^capo  XL,  ove  tratta  degli  aedi 
delle  cami»agne ,  e  delle  loro  regole ,  eoa  <{ueate  parole  =  Si  dee 
dunque ,  avvertire  alV nlzamento  del  pelo,  che  possono  fare  nel  con- 
dotto  tutte  le  acque  unite .  E  quando  esso  resti  in  istato  di  non  renr 
dersi  nocivo  a  veruno  9  quante  più  acqnea'uoiscooo,  tanto  è  più  u- 
tile  ;  perchè  ,  oltre  il  consumare  meno  di  terreno,  ed  in  non  intersé- 
-care  la  campagna  con  tanti  condotti  %  a'  uniscono  jdUresì  -più  borse  ut 
un  solo,  interesse.^  cioè,  alla  manut^nsàone  dtW  alveo  di  scólo  ^  che 
riesce  meno  dispendiosa  a*  particolari.  Bisogna  adunque,  quando  si 
'tratta  di  €tggiugnere  nuova  acqua  ad  un  condotto  di  ^colo,  ne  subì^ 
-io  rigettare  la  proposizione ,  ne  subito  approvarla;  ma  bensì  pondo^ 
rare  gli  effetti,  che^ne  possono  succedere,  e  rim^enutiU^  mettere  in 
■bilancia  i  vantaggi,  ed  i  pregiudizi  f  che  se  ne  possono  ricevere  ^-t 
secondo  la  prevalenza  o  degli  uni,  o  degli  altri-,  risolversi j  o  ad 
ammettere  la  proposizione  con  equità  ,  o  a  rigettarla  con  giustizia:^ 
e  quando  la  disposizione  della  legge  obblighi  la  parte  inferiore  a  ri^ 
cevere  le  acque,  tutto  che  nuove,  della  superiore  9  anche  con  pregine 
dizio ,  pensare  a  qne'  ripicgìd  che  possono  tagliere^- o  almeno  sminuì* 
re  il  danno,  fra^  quali  non  ha  piccola  parte  la  dilatazione  dell*  air 
veo  del  condotto  •  :r=  Fin  qui  il  Cuglielmini  • 

Quanto  poi  a  divisare  partitamente  il  modo -di  dar  eaecnzaone  al 
prolungamento  di  questo  scolo  sino  al  mare  y  noi  ci  siamo  già  premu- 
niti di  tutte  le  Mservaziooi ,  e  misure  necessarie  ad  estendere  il  det- 
to canale  al  termine  ideato.  Abbiamo  prese  sicure  livellazioni,  e 
composto  altro  nuovo  profilo  per  determinare  l' aUezza  de'  fondi  46l 


ifenid»  del  Sinterno»  del  Sìllaro»  della  Quaderna»  per  rapporto  alla 
oomune  oriszontaley  e*8tabiltrQe  il  ricaro  passagg^ia  per  botti  sotter- 
ranee; avvertendo,  che  le  soglie  delle  botti,  oominciando  da  quella 
deiridice  alP  iota  ^^  sono  Intte  fissiate  in  qae'  punti,  che  '  corrispon- 
dono allo  scolo  universale  portato  fino  al  mare;  e  però  non  vi  sarà- 
alcnn  bisogno  di  niente  alterare  il  fondo^del  canale  già  fatto  fino  al- 
la Becoara^  quandb  si  ponga  mano  a  tutta  il  progetto.  Non  abbiami 
osato  di  fame  qui  una  distesa  Relazione,  per  non  uscire  dai  Umiii 
dèlia  nostra  commissione.  Soltanto  se  n^  è  fttto  quel  cenno,  cheba- 
su  per  attendere  le  deliberazioni  ultime  dell'  ££^  VV*»  alle  quali 
noi  coAseoriamo  la  nostra  più  divoia  ubbidienza  » 

AVVERTENZA    GENERALE. 

In  mi  afiare  d*  aeque  cotanto  Tasto ,   e  compreso  da  svariatbstme"^ 
circostanze-,  e  soggetto  a  continue  alterazioni,  come  sempre  avviene' 
a^^  fiumi  disalveati,  sarebbe  o  grande  imprudenza,  o  difetto  di  peri-' 
sia  il  voler  pretendere  di  poter   ora   suggerire   tutt*  i    modi  pratici 
delle  openzroni'BeU^ atto-' delP  esecuzione,  e  1'  ohima  individua  de- 
terminazione della  qualità^  e  quantità  de'  ripari.    Sappiamo  che   la 
perfezione  del  regolamenta  de'  fiumi  non  •  può  prescriversi  altrimenti^ 
ohe  sul  posto >  e  nell'  atto  di  tentare  la  natura  col  lavoro^  ove  si  yàkf 
far  uso  di  quelle  circostanze  di  sito,  di  declività ,  di  altezza ,  e  d  al- 
tre, le  quali  prima  erane  ignote  alla  scrittore ,  e-che  danno  all' ope*^ 
ta  talvolta  una  sicurezza  >  maggiore   di   quella»    che  prima   oereavau 
oon  più  operosi  «provvedimenti  •  Rimettiamo  *  adunque ,  come  s' è  det* 
te  sul  principio  della  seconda  parte  del  nostro  progetto v   rimettiamo' 
all*aocorgimentO' del»  Direttore  la  scelta  di  qne    piò  facili  ripieghi  » 
ohe  di  mano  in* mano  gli^* verranno^  scoperti   dalla- natnra   de'  Inoghi- 
0^  delle  acqne  •  Imperocché  y  per  quanto  spetta  ali'  esecuzione ,  abbia- 
mo bensì  giudicata  essere  hostrodovere  1' esporne  alquanti   de'    pia 
noti ,  e  sicuri  nella  pratica-  dell'  ìnalveazione  de'-  fiumi  ;  ma  molti  vX» 
tri  forse  ancor  piu^  vantaggiosi  partiti  ci  terrebbero  alla  mente ,  quan-» 
àx^  da  noi  medesimi  si*  mettesse  mano  alP  esecuzione  o  della  direzio- 
ne degli  scoli  ',  a  dell'  inalveamenta  di  Rena  o  dello  stabilimento  delle 
sue  arginature.  Non.  vo^liama  pertanto^  limitare  al  Direttore  il  modo 
dell' esecozione ,  a  far  si^  che  un'opera  tanto  interessante  venga  de^ 
fraudata  daque'  migliori  pensamenti ,  che  sogliono  cadere   in   mento 
a  chi  nell'  atto  del  lavoro  s'  avvede  dei  mezzi  più  fiivorevoli  per  se- 
condare la  natura  o  nella  sitoazione  delle  arginature,  o  nella  prefe-^* 
senza 'd'  niu  operazione'  ad  uà'  altra  neli'  or^e  del  tempp  ^  • 


N 


EPILOGO 

I 

DE*  VANTAGGI  DEL  PIANO  GENERALE 

E    METODO 

Delle  operazioni  da  premettersi  ordinatamente  V  una  alV  altra  in 
qìieìla  jerie  d'anni,  che  richiederà  la  perfetta  inalveoaionc     v 

di  Mena  sino  al  mare . 


X  tacerà  certamente  ali*  EEJ.  W. ,  che  eotto  un  solo  pnnto  di  vi- 
eta qui  ti  flottopongano  «  e  si  raccolgano  in  nn  biCTe  prospetto  tntt'  i 
pia  rileranti  vantaggi  del  nostro  piano  «  fiappiamo  eoe  nelle  delil>e*- 
rasioni  amane  *  non  V  ottimo ,  che  non  pnò'  aversi  ffiammai ,  ma  il 
solo  bene  prevalente  si  è  quello  ^  che  ci  dà  la  regola  di  preferenza 
tra  molti  partiti  «  Il  piano  da  noi  proposto  de/i' inai  veazione  di  i?e- 
tio  9  e  degli  altri  influenti  è  tale ,  che  se  si  considera  1'  utilità ,  si 
restituisce  allo  stato  Pontificio  nn  gran  paese  di  nuova  conquista  ^ 
quanto  alla  primitiva  sua  fertilità ,  dopo  la  perdita  fattane  cento  cin- 
quanta anni  fa  •  Se  si  considera  la  facilità  della  esecuaione  »  non  altro 
si  prescrive  «  che  di  perfeadonare  con  V  arte  l' inalveaaioBe  già  inco- 
minciata dalla  natura  del  fiume:  Se  si  riflette  al  carico  delia  e^eee , 
queste  saranno  assai  tollerabili^  perchò  ripartite  per  necessità  in  una 
serie  d'anni,  ed  immediatamente  risarcite  con  osara  dalia  ftrtilìlà 
di  quelle  terre  ^  le  quali  ri  verranno  asmugando  anno  per  anno^  nel 
]>rogresso  delle  operazioni  «  Il  nostro  progetto  ci  pare  benefico^  a  tut* 
ti  9  ed  egualmente  tende  a  tofcliera  le  inondarioni  da'  territori  delle 
tre  danneggiate  provinole  di  Ferrara^  di  Bologna,  e  di  Ravenna;  a 
di  qnest'  ultima  penriarao  ancora  di  poter  asciugare  quegli  atagni  im- 
mensi alimentati  dall'  espansioni  di  Primaro,  e  da  scoli  impediti. 

Ciò  quanto  alla  generalità  del  progetto  •  Ma  per  acoostarei  ora  al- 
le sue  particolarità,  abbiamo  qui  un  vantaggio,  che  non  pub  aver 
Inogo  in  ogni  altra  linea  di  nuova  inalveazione ;  ed  «è,  che  qn^sìsìa 
parte,  ed  operazione  da  noi  prescritta,  V  una  separatamente  dall'al- 
tra ,  è  da  se  utilissima ,  e  niente   azzardosa  ;   e  ciascuna ,  almeno 


\  ■ 


étlU  |)rifliane  opcmiinii  i  può  .eiegniièsi  l  lensa  r  aceompagnamento 

delle  altre  »  quando  còsi  oenvenga  di  £ire  »   e  di  dare  respiro   dalie 
tpeie  alle  provincie.  Oode  nel  nostro  piano  non  si  entra  in  nn  impegna 
arduo  da  non  poterne  uscire  con  frutto»  aenza  vederci   costretti  a 
Continuarlo  frettolosamentie  dai  mare   sino   al   principio   della   nuova 
diversione  j  col  dispendio  di  que'  tanti  milioni  di  scudi  »  che  m  cai-* 
colavano  una  volta ,  e  Dio  sa ,  ae  qne'  cd<)oli  fatt;  ài  lume  delle  so- 
le speculazioni  sul  tavolino  di  studio  reggessero  alle   prove  de'  fatti 
sul  campo  d'  una  inalveaztotie  cotanto  operosa  «   Or  codesta  libertà  dà 
poter  sempre  far  buon  Uso  dell'  ìbalveazmne   già    incominciata  dalla 
natura  del  fiume ,  e  di  poter  ripartire  i  provvedimenti  a  misura  del- 
It  forze  delle  provincie  »  e  di  |>iromnovere  >  anno  per   anno  9   la   loco 
talvezza  con  nn  carico  setàpt^  comportabile ,  e  sempre  utile   fino  al 
conseguimento  del  fine  propostooi»  Ohi  non  «a.»  che  ciò  è  1'  oggetto 
iftaportantissimo  di  chi  presiedlB  al  governo   d^'  popoli,  acciocché    il 
ìimedio  noìi  divenga    talvolta  peggiore  del  male,  come  sarebbe  cer- 
tamente avvenuto  neli'  eseguimento  di  alcuno  de'  tanti  progetti ,  che 
si  sono  altre  volte  ideati  •  Spieghiamoci  nel  caso   nostro  con  qual- 
che esempio. 
Primieramente  ìlei  nostro  piano  facciam  buoik  uso  di   tutte   quelle 

randiosissime  spese  già  fatte  nella  costTU^ioùe  del  cavo  Benedettino, 
quale  nella  massima  sua  parte   è   tuttavia  sussistente ,  come  a'  a 
detto  ;  laddove  in  tutti  gli  altri   progetti   questo    si    abbandona  eoa 
perdita  di  un'opera  gmndè.  Utilissima,  Bd  ottimamente  pensata,  ed 
eseguita  •  E  quando  si  fermasse  qui  il  progetto  della  nostra  riparazio- 
ìie,.nè  procedesse  più  innatizi,  quanto  gran  bene  se  ne  deriverebbe 
da  una  sola  parte  del  Uiédòinmo,  non  meno  p6r  1'  inidveazione  mol- 
lo più  sicura  della  Savena  kìel  cavo  benedettino ,  che  per  1'  unione 
de'  fiumi  ad  iscavame  più  profondamente  il  suo  alveo,   e  pe;  1'  a- 
iciugamento  di  tutta  la  vallò  di  Oaudazolo«  Se  poi  1'  £E.  VV.  mos- 
se da  una  giusta  cotDpassioAe  dall'infelice  atato  delle  tre   note   valli 
inondate  da  scoli  impediti  èi  piegassero  a  eoncedere  loro    finalmente 
V  aprìmento  della  botte  sotto  i'  Idice ,  e  del  nuovo  canale  di   scolo  • 
Quelta  sarebbe  bensì  una  piccola  parte  del  Giostro  piano,  ma   non 

Sdccola  utilità  alla  provincia.  Quànte/lnlglia  quadrate  di  paeéò  si  re- 
titnirebbero  alla  coltura  Doti  ana  <doia  opetiasione  1  A  quahte  famiglie 
desolate  èi  darebbe  vita ,  e  sostegno  ]  Lo  jstésso  dicasi  d'  altre  opera* 
zìoni,  che  compongono  il  nostro  pi^og^to  •  Ciascuna  può  essere  pre- 
scelta a  piacrmento,  più  Su  un  tempo,  che  in  un  altro,  e  sempve 
con  fratto .  Ed  abbenchè  all'  ÉÈ.  VY.  atia  «gualriiente  a  cuòre  il 
heM  Ai  tutti ,  pure  là  libéf tà  della  scdta  apre  il  Itiogo  a  quel!'  ór- 
dine di  giustizia  ,  che  fa  anticipare  il  provvedimento  a  chi  ha  quel 
Sólo  iberito  d'  cftsere  il  più  miserò  di  tutti  ^  e  più  vìeÌBo  a  peihe  • 

70 


I 


A 


ì 


S*  •gj^ttgóe  I  oBe  m  qaetti  Fora»  •  t  proMfto  eon  ogtA  «icaresai  7 
'Qufllsisia  operazione  eeparatimente  eaeguiu»  aerTìrà  di  modello,  di 
aperimeato  »  di  •ioartà  per  la  segoeiUe  da  (arai.  Gi&.  che  gtzit  lama 
auol  dare  a'  direttori  deU*  opera  • 

Le  ipete  poi»  ohe  ai  propoogono'»  tono  tolIerabiK  dalle  (orse  delle 
proTÌncio  f  ed  il  peso  è  tosto  accompagnato  dal  fratto  pretenta  •  Non 
ai  tratta  qat  di  fare   grandi  scavamenti,  con.  T opera  de*  lavoratori. 
Noi  applichiamo  le  forze  del   fiume  ad  isca^^rsL  V  alveo  »,*  a  formarsi 
^  le  rive  con  le  eolmate  »  a  traaportsre  U  tona  »  dove  fa;  bisogno  •  Nel 

nostro  piano  il  principale  attore  ».  £shbricbiece  y  lavoratore   ò  il  Reno 

medesimo  t  ed  a  spese  sua   nella  massima  parte  dee   perfezionarsi  là 

}  ana  medesima  incominciata  inalveazione  •  Tatti   questi  ».  e   tanti  altri 

'Vantaggi  non  possono  aver  luogo  ia  qualunque  altra,  linea  di  naova 
inalveazione  »  delle  tante  saperìori  »  le  quali  fin*  ora  ae  ne  sono  pror 
dotto  •  Da  qualunque  di  queste  non  pu&  ricavarsene  (rutto  alcuna  » 
ae  non  dopo  compiuta  tutta  quanta  V  inalveazione  manofatu  ».  e  dopo 
immensa  apesa  »  e  sempre  con  queir  incertezza  »  dalla  quale  vengono 
aocompagnate  tutte  lo  nuove  »  o  gran  diversioni  de'  fiumi  •  Nel  doi^ 
^  atro  piano  poi  »  sensa  bisogno  di  far  nuovo  cavamente  ainu  al  mare  » 

lasciam  decorrere  il  Beno  »  dove  già.  vi  ai  ò  introdotto,  tutto  con  gli 
altri  fiumi  nel  Mnale  di  Premaro  «  e  dove  vi  è  ito  tanti  aeooli  prima^ 
oon  un  ramo  di  Pa  grande»  e  aol tanto,  qui  prescriviamo  quella  sor^ 
ta  di  rtpsri  »  i  quali  aouo  comuni  a  tutt'  i  fiumi  ;  onde  una  diserei 
tissima  somma  di  danaro  da  ripartirsi  in  pochi  anni  ci  dark  perfezia- 
nata  V  opera  medesima  della  natusa. 

Passiam*ora  ad  uo^  altra  più  interessante  considetazioTie  •  Siccomn 
le  descritte  operazioni  nella  seconda  parte  del  nostro  progetto  no 
debbono»  nò  possono  eseguirsi  tutte  in.  un  tempo»  così  ci  venne  oc- 
dina  t.>  dair  E£;  VV.  »  che  da  noi  si  dichiarasse  qual  metodo  ci  pa?- 
resse  il  più  acconcio  nel  preferire  Tuna  air  altra  neJ/*  ordino  dell  e* 
aeonzione.  Noi  ubbidiremo  anche  in  questa  parte  a*  veneralissimi 
comandamenti  dell' EE.  VV.  Subordiniamo  però  il  metodo  nostro  i- 
drostatico  a  quelle  più  alte  considerazioni  ».  le  quali  dal  superiore  in* 
tendimento^  deir  £E.  VV.  possona  pigliarai  di  mira  nel  dare  la  £refe- 
Mnza  del  tempo  più  air  una  »  che  ali'  altra  riparazione  • 

I»  Giacché'  la  Ssgra  Congregazione  si  è  palesata  giustamente  sensK- 
Bile  alla  calamità  delle  tra  note  valli  »  e  già  proclive  a  dar  loro  uà 
compensa  equivalente  air  antico  scolo-  perduta  in  grazia  del  cavo  Bo* 
aedettino  »  e  della  diversione  dell'  Idice  da.  Marmorta  ;  fiare  a  noi., 
ohe  la  prima  a  deliberarsi  esser  debba  l'operazione  di  dar  paasaggio 
a*  loro  scoli  sotto*  V  Idice  c^IP  usato  ri  pietra  della,  botto  aotterranea.^ 
aeoondo  quel  regolamento»  che  si  è  già  dichiarato. 
•  IL  Noa  Bn&  dubitarsi,  che  U  ri^arazioac  del  cave  Benedettino  aia 


5S5 

*  U  l>ase  fli  ttrtta  la  generalo  riordinazione  del  Reno  disalveato  • 
qui  dipende  la  presa  della  rotta  di  Savena,  e  la  saa  restituzione  nel 
medesimo  cavo  già  prima  abilitato  a  riceverla..  Di  qui  dipende,  che 
il  Reno  di  nuovo  nulto  alla  Saveaa  ,  ed  alPIdice  ai  porti  ad  isboo- 
care  dal  cavo  Benedettino  nel  Primaro  al  Morgone  ;  e  da  questo  co- 
mune sbocco  de^  tre  fiumi  dipende,  che  il  Gavedone  di  Marrars^ 
possa  trasportarsi  al  Morgone ,  come  s'è  detto;  e,  quindi  tagliarsi  la 
comunicazione  del  Reno  col  Primaro  morto  in  quella  parte,  con  as- 
sicurare per  8.  miglia  da  ogni  irrazione  di  Reno  l' argine  sinistre 
del  Polesine,  e  le  terre  Ferraresi  inondate  alta  destra. 

III.  Mentre  si  staranno  facendo  superiormente  queste  operazioni  ^ 
fi  verrà  disponendo  il  Primaro  ad  una  più  compiuta,  e  «elida  inai- 
yeazione.  Si  alzerà  contemporaneamente  l'argine  sinistro  per  4*  pie^lì 
di  più,  e  se  gli  darà  moke  maggior  base,  e  «carpa,  con  qne'  ripa- 
ri allp  corrosioni,  che  sogliono  praticarsi,  inassimamente  da'  molioi 
di  Filo  alla  chiavica  d'Umana.  Si  continuerà  l'argine  destro  dallo 
iboccod  ella  Beccara  sino  al  fosso  vecchio  ;  e  se  in  qualche  luogo 
parrà  convenirsi  un  qualche  maggior  allargamento  dell'  alveo  di  Pri- 
maro ,  sarà  sempre  ottimamente  fatto  ;  purché  la  dilatazione  si  pren* 
da  dalla  riva  destra ,  e  basterà  di  quando  in  quando,  in  vicinanza  del- 
le piene ,  con  zappe  scommuoverla ,  scomporla ,  ed  abilitarla  sempre 
prù  ad  essere  corrosa  dalle  correnti  delle  piene.  Né  da  questa  opera- 
sione  di  più  facile  dilatazione  dell'alveo  alla  destra  potranno  temersi 
riempimenti,  ed  alzamento  di  fondo.  Imperocché  quando  dall'argina- 
tura destra^si  contengano  nel  Primaro  le  piene  tutte  de'  fiumi  in- 
finenti ,  e  molto  più  quando  nel  Primaro  si  rimetta  il  Lamone ,  le  sue 
correnti  più  vive ,  più  vigorose ,  trasporteranno  al  mare  tntti  que* 
massi  di  terra ,  che  nel  escrescenza  dei  fiume  diroccheranno  giù  dal- 
le rive  a  tal  fine  trinciate  dalle  zappe ,  e  preparate  alla  corrosione  • 

IV.  La  dilatazione  del  cavo  superiore  già  incominciato  dal  Reno 
medesimo  dalla  rotta  Panfìli  fino  al  Poggio,  e  le  due  già  descritto 
arginature ,  siccome  non  banno  alcuna  dipendenza  con  le  operazioni 
poc'anzi  mentovate;  cosi  se  ne  rimette  al  Direttore  l'arbitrio  di  co* 
minciarle ,  e  di  proseguirle ,  quanclo ,  e  come  parrà  convenirsi  alla 
necessità  di  restituire  un  tanto  paese  alla  primiera  fertilità  ;  essendo- 
si quivi  già  fatte  le  colmate  oltre  il  bisogno. 

V.  Ànohe  tutte  le  operazioni  superiori  al  cavo  Benedettino  po- 
tranno eseguirsi  in  qualsivoglia  tempo;  perchè  questo  sono  indipen- 
denti  dalle  altre. 

VI.  Quando  siasi  inalveato,  ed  arginate  il  Reno  dalla  rotta  Panfili 
sino  al  canale  della  Via  Nuova  ^  allora  si  potrà  applicare  il  pensiero, 
e  1'  opera  alla  continuazione  del  canale  di  scolo  dalla  botte  sotto  1'  I- 
dice ,  procedendo  ali'  insù/  fino  allo  Soorsuro  >  per  iioaricaro  le  «equo 


ehiare  di  fatta  U  destra  riva  lopf riore  di  B^eno  i  eonif  a'  è  dichiarar 
la  nella  terza  parie. 

VII.  Finalruenie  per  aaoiagara  tiatte  la  valli  ^^Teg^ane  li  potrà  por- 
re mano  all'  uHimo  importaniltsuvi»  tcolo  dal  iMre  fio^  a  congiaa- 
gersi  col  canale  della  Beeeara. 

Ed  eccoci  fioalcieate  ai  oompimei^tek  d'tiA  pÌMo,  il  quale  appena 
cempariri  al  puLklieo»  sarà  cootrajstato •  K  da^  ch\?  dal  Reno}  nò, 
né  dalla  natura  del  fiume»  che  anzi  la  a^ie  pieoe,  le  sue  torbido 
militeranno  a  iavore  de'  noitri  diaegaii  ma  ds^li  nomini,  sì  »  che  ci 
verrà  tutto  il  contratto  »  e  da  quegU  ao«|ini  ^  i  quali  o  per  interes- 
se »  o  per  fa  aiofie  hanno  già  preso  partite  •  Questi  iM>n  ai  acquiete- 
ranno giammai.  11  passato  ci  ò  indovina  del  futuro.  Quel  clie  s'è 
fatto  per  cento  cinquant'  anni  9  si  vorrà  rinnovare  anche  in  oggi  •  Le 
fazioni  9  le  discordie  sono  le  B^edesime  y  che  le  antiche  •  Non  cosi 
tosto  uscirà  alla  luce  il  nostro  concorde  parere^,  che  ci  si  schiuderà 
contro  un  nemho  di  dicerie  >  di  libretti ,  di  lettere  »  di  nuove  rifles- 
sioni »  e  per  fino  i  pubblio*  fogli  deUei  oaveUe  ai  iaranno  ragionare 
da  Idrostatici. 

Noi  però  avvertiamo  fijft  d'  ora  i^  nostri  futuri  contradittori ,  ^he 
stiano  pur  di  buon  animo  ,  che  sorivano  liberameate  ,  e  senza  tema } 
perchè  noi  non  e'  inquieteremo  punto  di  questo  popolare  allarme,  e 
daremo  ad  essi  di  buona  veglia  il  oontento  d'  una  vittoria  immagina* 
ria,  e  del  non  essersi  da  noi  fatta  la  menoosa  disposta  alle  dicerie  » 
che  preparane. 

Ne  all^  opposto  potranno  querelarsi ,  c2ie  laro  non  ai  rì$ponda  ;  che 
nosi  si  rimandino  sod^di^fatti  almeno ,  che  n^u  sìiano  sk^ti  iwibp^ alan- 
te uditi  ia  giudizio  fermala.  Quelite  qudfek  sono  ai!àÙQag)ài^.  v^iii^^ 
se  ;  già  sepolte  ne'  passati  giudiai .  E  iAm  ?  Non  sono  mi&a  tre^  m/m 
ma  sono  cento  cinquanta  anni  »  che  paaienteeokeflkte  si  odono ,  si   am- 
mettono gli  s^ssi  rioorsi ,  e  si  ridioona  la  medesime  opposizioni  •  Qa- 
sta  poi  cosi  a  qaella  rigorosa  giustizia»  a  qnelia  inxparzi^Yuk;  e  con*- 
discendenza  »  che  debbono  profes3Sire  i  gimbci.  Tatto  il  di  più  sareb- 
be prevarioaziene .  Dopo  oeiktQ  QÌAqa^a4' aoni  d'e#aiae  di  questa  cau- 
sa la  aentenoa  non  pQ|trà  dirsi  praoiptiata  •  A  eha  prò  voisr  tuttavia 
etarnaM  le   proprie,  e  le  elurai  calamità. 

Frattanto  per  ubbidire,  a'  vaneratissimi  coiModasseiHi  deiriJE  W., 
noi  pnasentiano  lom  il  aoatm^  parere ,  a  non  i^pi^Uere^PQ  più  ia 
peatna  in  naaao ,  foon^è,  per  auovameate  ubbidire  a  qiiaMto  ci  A^sq 
imposto  dairEE.  VV.  o  di  meglio  illustrare  qnalcbe  part^  del  noatra 
progetto,  o  dà  dar  acàegfimbnto  a  qualche.  d;i&^oUà  -  l  aoJli  Vostri  cen- 
ni saranno  a  noi  nonna ,  e  le^e ,  e  del  nostro^  siieo^sio ,  e  dello  scri- 
vere più  oltre  in  questa  esosa ,  la  quale  può  diesi  terxniuata ,  qaanto 
aUa  ragìAM  ^  ma  quanta  aU'  iaA«MUiUità  dQ*  partiti ,  sarebbe  eterna  » 


S5^ 

Brwe  d^  TTrUamt  TTTT.  u-  Mtmsignor  CànuU ,  pn  eandam  U  Reno  nel  Pù 

grande  alla  Stellata pas.  T70' 

Scandagliù  della,  spesa  da  farsi  per  la  diversione  del  Reno  da  MiràbeUo  alla 

Stellata  nel  Po  grande „  17S 

ReloMÌone  dello  Stato  dèi  Rena  di  Gioi^ìo  Rivellini  della  Fratta    •    •    *     „  177 
Memoriale  dato  per  parte  de'  signori  terraren  a  Nostro  Signore  per  la  remo» 

fuone  del  Reno  nelle  valli 9>  x83' 

Wario  scritturo  del  BaraOieri  nel  caso  di  aoer  levato  V  acqua  del  Reno  dal 

cadere  nel  Po,  e  di  rimetterlo  di  nuovo ,  levandolo  dal  cadere  nelle  Valli  „  184- 
Considerazioni  sopra  il  ^mettere  V  acqua  del  Reno  nel  Po  grande  alla  Stellata  , 

o  Palantone  ,.  e  dell*  altezza  che  puà  fare  nel  pienissimo  Po  V  aggiunta 

deir  acqua  nel  pienissimo  Reno.  Lettera  del  suddetto  Barattieri    ...     >,  tgn 
Scrittura  del  padre  Agostino  Spernazzati  Gesuita  a  Papà  Clemente  FI  IL  per 

la  diversione  del  Reno  nette  valli  ..•••..../•••    ^^  aoi 
B'Adda,  0  Barberini.  Relazione  dello  àtato presente  dell* acque  che  infestano 

U  tre  Provincie  di  Remagna ,  Ferrara ,  e  Bologna  ....«.•>, 

RiTÌera.  Reìùzione  e  voto   »    •     • ,.».,,,  sàS^, 

Feralli  Tommaso.  Relasùone  sopra  il  regolamento  delV  acque  delle  tre  provine 

eie  di  Bolopt.%  ,  Ferrara,  e  Romagna    • ,,  ^9^ 

Iia  8ear,  e  Jacquier.  Parere  sopra  diversi- progetti  intomo  al  regolamento 

dell'  acque  delle  tre  provincié^  ee* „  3Sz 

Barelli  Tommaso.  Risposta  id  parere  ec*  »    •     . „  SjS' 

Lsochi,  T^manxa^  e  Veraco.    Relaziono  della  insita  àUo  terre  danneggiate 

dalUaeqpe  dL Bologna,  Ferrara ,,0  Romagna    •    »    .    ••  •    •    •    •    ^j  4<a. 


SS8 
Se  sia  utile  r  ìntrodvzìoné    :    .    .    •    •    •  „•    •    ^    '    •    •  .•    •     •  ,;,   V«*   ^ 


Comprobazione  di  ciò  ,  che  è  stato  detto  neU' anitcedento  scnttun  ecU  auU^- 
rità  dell'  Jleotti ,  e  del  padre  Castelh    ...    •     .    .     .    •    .     •    •     "    ^ 

JUpUche  Md  alcune  risposte  d/  signori  Ferraresi  dU precedenti  *^*«r*'-.    "    ** 

CAdì  il  Reno  per  se  stesso  ha  sempre  seguita  la  corrente  dèi  Po  di  bombar- 
dia ,  a»i6ke  dopo  V  essersi  tutta  ridotta  al  Po  grande  «     .    .    .    .    •    ,,     9 

Che  il  Reno ,  senui  opra  umana ,  si  sarebbe  m  breve  per  se  stesso  tatto  affatto 
rivoltato  al  Po  grande ,  anche  nelV  escrescenze    ...     .    •    •^-    '    "    9» 

Con  quanta  felicità  si  sarebbe  potuto ,  m  vece  della  renuaume ,  provvedere  ai 


I 


Che  taZ^ggior' difficoltà  di  ^ndmR:enòi^Pogr^  '.     '»    «« 


lOO 


Che  il  Rem  non  può  alzare  sensibilmente  le  maggiori  escrescenze  del  Po     .    „ 

Modo  facile  di  fare  abbassare  ,»^  -P»    •••.•••  ,• "  !?| 

Dell' efcreseenze  che  potrebbe  fare  Reno  alto  tn  Po  alto    .    ...    .    .     „  w» 

Dell'  escrescenze  del  Po  non  cresciute  /«ni'  mtroduxwne  dd  Panon  ...  „  io« 
Risposta  ad  una  scrittura  de'  signori  Ferraresi  .  .  .  •  •  ,•  •  •  :  »♦  '™ 
Scaalla  risposta  data  da'  signori  Ferraresi  alla  s^^a  de*  Bolopusi  per 

lo  Congregazione  dell'  aeque  de'.  5.  Settembre   t6S^ «  "» 

Osservazioni:  Del  Po  grande • «  "• 

Del  Panaro "    "       < 

Del  Reno "  'JSt 

Velie  valli •.•.••;.••.•.••  J' 

notizie  d' alcuni  fatti  antichi  cavati  da  ReUaiom  ,  e  visUe  autentiche ,.  e  dm 

libri  stampati  in  quei  tempi  •     • .  •     •    •.   •     •    •     •    :    • ,  *    '  .  V,'„" 

'Ponderazioni  del  Dottor  Cassini  al  sig.  Cardinale  Borromet  de  donni  del  So- 
no,  osservati  nella  visita  di  Sm  Eminenza    .     .    ...     .    .     ...     »  «« 

Transazione  del  Duca  Alfonso  di  Ferrara  colli  Bologneu ,  per  rimettere  U 

Reno  ,  ove  andava  nel  Po J    '    '     '    i'  '^ 

JBreve  di  Papa  Paolo  III.  al  Duca  Ercole  di  Ferrara  ,  per  far  Mrraro  te 

rotte  del  Reno  ,  e  ritornare  U  corso  di  «ssom  pmttno  .  .  .  •  >  »  '«9 
Relazione,  e  parere  di  D.  Scipio  de  Castro  a  Papa  ^^^g*"» ,^"*-  :  •  ■,'\  *'^ 
Breve  di  Papa  Clemmte  Vili  al  Cardinale  S.ClemeMe  perla  àivorsumo  del  ^^^ 

Reno  nelle  valli '^.'    :    i    '    '     '^  'tiLwi'  cl.r>ii 

Particola  d' una  lettera  del  signor  Cardinal  Piatti  al  signor  Cardinal  Santp- 

quattro ,  scritta  l' anno  i>)o4.    .    .     .     .     •     •    •    •    .•    '    '  j/ »*  _.1_J1      ' 
\Lettera  del  sig.  Cardinal  di  Camerino  a  Monsignor  Prendente  M  Romagna 

per  taelìar  eli  aieini  del  Po  a  Longastrìno    .    .     .     •    •     •    •     '    •     " 
Decftlo  ali  suìdetto^Monsignor  Gaetano  per  U  taglio  suddetto,  fattod  di 

17.  Febbraro  1606 ',*'»'**  ^»*o^^  rùtJL 

Proteste  delle  comunità  di  Romagna,  Romagnola,  e  P^^f^'^^2ì^^ 
dazione  del  ramo  del  Po  grandenel  Po  di  Ferrara ,  fatte  nella  visita  del  ^^ 

si &noT  Cardinal  Gaetano     .     .     •     •,,.•'  .•,,'     '     ",    *     *  7"  ;J*^^„»;a«Ì 
creolo  delle  misure,  scandagli,  e  livelli  fatti  d  ^cordeper  ^ J»*'^"?,'^ 

del  Po  in  Prìmàro  per  ordine  del  sig.  Cardinal  Gaetano,  secondo  l  m. 

tenàone  de'  Bolognesi ,  fatto  V anno  1610.  .  .  >.  •  •  •  .•  •,.'"  ^ 
Breve  di  Papa  Gregorio  x/ al  Cardinal  Capponi  per  rimediare  ai  mais  ca,^^ 

sali  dal  Reno  nelle  valli    .     .     •     •  '•     •,  *    .*     ','  1:  :'t^.ì„*{  pZ. 
Decreto  del  sig.  Salustio  Bartoli  circa  alla  graduazione  degli  interessati  Uo- 

lostesi  per  la  spesa  della  remozione  del  l^-eno-    •   /    •     '    '     '  _.'     '  j",    ^ 

Comparto  di  80.  mila  scudi  fra  gì'  Interessati  Bolognesi  P/»- /«^;^f««»*  *^  ^^ 
Reno  fatta  d' ordino  dell' EmìttentUtìmo  ttg.CardmaU  Cappont    .    -    ,,  «* 


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