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Full text of "Raccolta di quanto venne pubblicato in morte di S. M. I. R. A. l'imperatore Francesco Primo, colla descrizione delle pompe funebri celebratesi in Vienna, in Venezia, in Parma, in Treviso ecc. e di quella che avrà luogo nella Metropolitana di Milano nei giorni 7, 8 e 9 aprile 1835, decorata di sedici tavole in rame rappresentanti il sarcofago e l'apparato del tempio, di direzione e disegno del celebre artista Alessandro Sanquirico"

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RACCOLTA 

DI    QUANTO    VENNE    PUBBLICATO 
IIN   MORTE 

DI.S.  M.  I.  R.  A.  L'IMPERATORE 


COLLA 

DESCRIZIONE 

DELLE  POMPE  FUI^EBRI 

CELEBRATIÌSl 

IN  VIENNA,  IN  VENEZIA,  IN  PARMA,  IN  TREVISO  ECC. 

E    DI    QUELLA    CHE    AVRÀ*    LUOGO 

ISELLA  BIETROPOLITAi^A  DI  MILAA'O 

NEI  Gionsi  7,  8  e  9  APRILE  i835 
DECORATA  DI  SEDICt  TAVOLE  IN  RAME 

RAPPRESENTANTI 
DI  Dir.EZIONE  E  DISEGNO  DEL  CELEBRE  ARTISTA 

ALESSANDRO  SAINQUIRICO 

WEMBBO  dell'i.  R.  ACCADEMIA  DI  BELtB  ARTI  T.CC. 


MILANO 

TIPOGRAFIA  MALATESTA  DI  C,  TINELLI 
MDCCCXXXV 


Edizione  posta  sotto  la  protezione  delle  vigenti  leggi. 


e/ ri) no ,  ArotwJde  ancne  dui  /lo/ioio  aeua  ^ùomam-aia  codi 
hTo/onaa  e  ao/orod-a  dc^uia/zione  on.  co  non  aiw-tio  Jarà  /i&r 
9'r/xti-ci7'e  araa/ia  una  d%accotàz  cu  auaoify)  /u  /uwvuazào  dui 
/i//)ied-k)  avv-eniìne^iio  ;  7ns7ià/'e  cdda ,  cor?ie  uno  dAeccmoj  A^'e^ 
desiai  u  a<//ia?'o  ae//e  7?iau^ddiìne  6  diwuìno  tmj-ìu  c/ie  aaorna= 
vano  ùo  armza  ayuìno  aol  >ymonarca ,  e  ra  ■/?ie??io?'ui  ae//e 
aua/c  darà  de>rìÀre  ogaeéù)  aeua  uncve^uce  a/niìTura^one. 

UÙ?'e  Am  la  aedoroz/one  ae/c  indca^ve  t/arco/aao  ea  a/^a= 
rato  ael  ùy>r^.ùo  (Uy  a^edùz  f-Àoeù'o/io/cfyzna,  6  aeue  reuf^we  àtvole' 
lìiccde  tft  rame  aenàlyn&nte  doni/}run(dérale  aalletk^mw  ^^m^sniorej 
dcanor  ty^leddufiaro  c/miaucrwo ,  coTreaano  la  £ri)accMài  a/arte 
inóort^oni'  Ic^iumi'te  c/ie  fxfm^nemàzTto  o  /adù,  e  l&  /i7^tnc^au 
^ìùcne  ae/  /wrruiiodo  ifnA&ro  aei  a^^ìiéo  Cf0V7'nna 


J^  écuiore 
(oarlo   ^C7ie//i: 


MGCIOILTI 


DI    QUANTO    VEIVISE    PUBBLICATO 

cu  acca^wne  aeU  i)7/au<i-àóà{/?rui  ifiorie 
DI  S.  M.  L'IMPERATORE  E  RE 

FRANCESCO  PRIMO 


— ECSeas?»-*  «*•-« 


IMon  appena  le  Gazzette  nazionali  ebbero  finito  di  annunziare  le 
dimostrazioni  di  esultanza,  colle  quali  i  popoli  tutti  della  Monarchia 
celebrarono  l'anniversario  della  nascita  di  S.  M.  1'  Imperatore  e  Re, 
che  la  Gazzetta  privilegiata  di  Vienna,  pubblicando  colla  data  del 
28  febbraio  gli  andamenti  della  malattia,  dalla  quale  la  Maestà  Sua 
era  stata  assalita,  e  lo  stato  in  cui  erasi  trovato  nella  notte  del  26 
al  27,  ed  indi  nel  i.*  marzo,  convalidò  le  notizie  che  già  eransi 
privatamente  ricevute  del  pericolo  in  cui  era  la  Monarchia  di  per- 
dere da  un  istante  all'altro  l'adorato  Sovrano.  Infatti  il  temuto 
e  lugubre  avvenimento  venne  annunciato  dal  Supplimento  alla 
Gazeetta  stessa  del  2  marzo  suddetto,  N.°  49?  coli'  articolo  seguente: 

VIENNA 

2  marzo  i835. 

Piacque  all'  Onnipotente  Iddio  di  richiamare  da  questo  mondo 
Sua  Maestà  I.  R.  l' Imperatore  e  Re,  Francesco  Primo,  nostro  ama- 
tissimo padre  della  patria.  La  Maestà  Sua  spirò  qucst'  oggi  alle  ore 
ima  meno  un  quarto  di  mattina. 


Sua  I.  R.  Apostolica  Maestà,  Ferdinando  Primo,  nostro  ora  re- 
gnante grazlosissirao  Signore ,  si  ò  degnata  dopo  questo  funestis- 
simo avvenimento,  di  rilasciare  le  seguenti  sovrane  lettere  autografe; 

AL  GRAN  MAGGIORDOMO  MAGGIORE 
PRINCIPE  DI  COLLOREDO. 

Caro  PRI^clPE  m  Colloredo! 

Vienna^  il  2  marzo  i835. 

È  piaciuto  a  Dio  Onnipotente  di  richiamare  da  questa  terrena 
esistenza  Sua  Maestà  l' Imperatore  e  Re,  mio  veneratissimo  ed  ama- 
tissimo Padre. 

Sua  INIaestà  è  spirata  questa  mattina  alle  ore  una  meno  un  quarto. 
Col  sentimento  del  più  profondo  dolore  per  la  perdita  dell'  il- 
lustre Defunto,  la  cui  sapienza  seppe  fondare  la  felicità   de' suoi 
popoli  in  mezzo  alle  burrasche  dei  tempi,  la  cui  giustizia  era  un 
validissimo  sostegno  di  qualunque  diritto,  ed  uno  scudo  possente 
contro  ogni  arbitrio,  le  cui  virtù  serviranno  di  modello  in  tutti 
i  tempi ,  Io  seguo  1'  alta  vocazione  di  continuare  quella  carriera, 
eh'  Egli  ha  SI  saviamente  tracciata,  e  con  tanta  fermezza  proseguita. 
Ascendo  il  mio  trono  avito  colla  ferma  risoluzione,  fedele  ai 
sentimenti  del  Padre  mio,  e  con  pia  fiducia  nell'Ente  Supremo, 
com'  Egli,  di  avere,  seguendo  le  vie  della  giustizia,  per  iscopo  di 
tutti  i  miei  sforzi  e  delle  mie  premure,  il  bene   e  la  prosperità 
de'  miei  popoli. 

Io  diffido  pertanto  tutti  gli  organi  della  mia  amministrazione 
di  Corte  e  di  Stato,  I  quali  col  presente  Io  confermo,  senza  di- 
stinzione, nei  loro  uffici,  cariche  e  dignità  a  prestarmi  la  dovuta 
loro  assistenza  nelle  mie  cure,  ed  in  conformità  del  loro  giuia- 
mento,  dalla  cui  solenne  rinnovazione  Io  li  assolvo,  a  dedicarsi 
agli  affari  di  loro  istituto  con  zelo  e  scrupolosità  a  tenore  delle 
veglianti  prescrizioni. 

Ella  disporrà  dunque  tantosto  ciò  che  è  di  suo  ufficio  nella  pre- 


3 

sente  occasione,  informerà  senza  indugio  del  tenore  di  questa  mia 
lettera  autografa  tanto  i  Dipartimenti  delle  grandi  Cariche  di  Corte 
quanto  gli  Ufici  di  Corte,  le  Guardie,  le  Cancellerie  degli  Ordini 
e  gli  aulici  Dicasteri,  affinchè  ognuno  nelle  sue  attril^uzioni  disponga 
l'occorrente,  o,  se  fosse  necessario,  me  ne  faccia  la  proposizione; 
Ella  poi  ingiungerci  particolarmente  alle  Cancellerie  auliche  di  pren- 
dere sollecite  misure  per  la  celebrazione  delle  esequie  e  degli  of- 
fici funebri  pel  defunto  mio  Genitore  e  per  la  sospensione  in  tutte 
le  Provincie  d'  ogni  specie  di  pubblico  divertimento  incompatibile 
col  generale  dolore. 

Firmato  Ferdinando  m.  p. 


Al  Cancelliere  della  Corte  e  Stato,  Principe  di  Melternich. 
Al  Ministro  di  Stato  e  delle  Conferenze,  Conte  di  KoUowrat. 
Al  Generale  di  Cavalleria  e  Presidente  del  Consiglio  Aulico  di  Guerra^ 
(SuppUmento  alla  Gazzella  di  Milano  del  7  marzo  iS35,  N.  66). 


Conte  di  ffardegg. 


ALTRI    BIGLIETTI    AUTOGRAFI    DI    S.    M.  IMPERIALE    REALE    APOSTOLICA 


A  S.  A.  I.  IL  SIGNOR  ARCIDUCA  LUIGI. 

Caro  Signor  Zio  ,,  Arciduca  Luigi  ! 

Vienna,  4  marzo  i835. 

Io  pongo  fra  uno  dei  primi  doveri,  nel  principio  del  Mio  Re- 
gno, quello  di  renderle  col  cuore  commosso  le  dovute  grazie  per 
la  fedele  e  zelante  assistenza  prestata  al  defunto  Mio  Genitore, 
che  ora  riposa  in  Dio,  in  una  gran  parte  degli  affari  più  impor- 
tanti della  Monarchia. 


4 

Testimonio  della  confidenza  che  la  gloriosa  memoria  dell'  Im- 
peratore donava  alla  saviezza  dei  consigl]  di  Lei,  mi  trovo  spinto 
a  desiderare,  eh'  Ella  voglia  continuare  a  Me  pure  quello  stesso 
appoggio,  ch'Ella  aveva  consacrato  a  Mio  Padre. 

Io  m'  affida  alle  viste  profonde,  e  ai  nobili  sentimenti,  che  per 
una  serie  d' anni  caratterizzai-ono  la  di  Lei  attività,  e  sono  certo 
eh'  Ella  non  ricuserà  di  corrispondere  al  Mio  invito,  nel  quale 
Ella  potrà  ravvisare  una  prova  della  vera  Mia  confidenza. 

Firmato  Ferdinando  in.  p. 

AL  CANCELLIERE  DELLA  CASA,  DI  CORTE  E  STATO 
PRINCIPE  DI  METTERNICH. 

Caro  Principe  di  Metternich  ! 

P^ienna,  3  marzo  i835. 

Per  dare  una  prova  d' amore  filiale  e  di  profonda  venerazione 
pel  Mio  Genitore  d' indelebile  memoria ,  e  persuaso  come  sono 
d'  altronde  di  corrispondere  ai  sentimenti  de'  fedeli  Miei  sudditi, 
ho  determinato  d' eternare  la  memoria  di  Mio  Padre  coli'  ere- 
zione d'  un  monumento. 

Io  la  incarico  pertanto,  nella  sua  qualità  di  curatore  dell'Ac- 
cademia delle  Belle-Arti,  di  propormene  un  disegno  entro  il  più 
breve  termine. 
Firmato  Ferdinando  m.  p. 


A   S.  A.  I.  R.  IL  SERENISSIMO  ARCIDUCA  RAINERI 
VICERÉ  DEL  REGNO  LOMBARDO- VENETO. 

Caro  signor  zio.  Arciduca  Raineri  ! 

Pierina,  i  marzo  i835. 

È  piaciuto  agi'  imperscrutabili  consiglj  dell'  Onnipotente  di  chia- 
mare a  miglior  vita  questa  mattina  ad  un'  ora  meno  un  quarto 
Sua  Maestà  il  Mio  veueratissimo  ed  amatissimo  Padre,  Nostro  cle- 
mentissimo  Sig"nore  ed  Imperatore. 

IMeutre  Io  le  comunico  questa  notizia  che  m'immerge  nel  piti 
profondo  dolore,  nutro  la  più  ferma  fiducia  eh'  Ella  vorrà  con- 
tinuare a  dirigere  ramministrazione  del  Regno  Lombardo-Veneto 
affidatale  dal  defunto  Mio  Genitore,  col  medesimo  zelo,  e  in  quel 
distinto  modo  che  le  hanno  meritato  sempre  la  di  Lui  piena  sod- 
disfazione. 
Firmato  Ferdinando  ni.  p. 

Non  poteva  giungere  dalla  Capitale  notiaia  più  atta  a  rattemprare  in  parie  il  dolore, 
da  cui  sono  penetrati  gli  abitanti  della  Lombardia  per  l'amarissima  perdita  dell'adorato 
loro  Sovrano,  di  quella  della  conferma  nell'alte  sue  funzioni  dell'ottimo  Principe,  il  sere- 
nissimo Arciduca  Viceré,  il  quale,  siccome  fu  sempre  P  interprete  dei  bisogni  e  dei  de- 
siderj  dei  popoli  alle  sagge  sue  cure  affidati  presso  il  trono  dell'amato  suo  Fratello  ora 
defunto,  hanno  essi  la  dolce  lusinga  che  vorrà  esserlo  anche  presso  l'augusto  Successore, 
e  che  abbiano  a  continuare  in  loro  i  beneficj  della  saggia  e  paterna  sua  amministrazione. 


ESTRATTO  DEL  TESTAMENTO 

DI 

S.  M.  L'IMPERATORE   FRArSCESCO  I. 

d.  d.   i.°  marzo   i835. 

§.  i4.  Lascio  il  mio  amore  ai  miei  sudditi.  Spero  di  poter  pre- 
gare presso  a  Dio  per  essi,  e  li  invito  a  dimostrare  ai  legittimi  miei 
successori  la  stessa  fedeltà  ed  affezione,  di  cui  mi  hanno  dato  prova 
tanto  nella  buona  quanto  nella  cattiva  fortuna.  Ringrazio  di  cuore 
la  fedele  mia  armata  pei  servigi  da  essa  prestatimi,  ai  quali  è  dovuta 
la  conservazione  del  mio  trono.  Li  invito  tutti  a  dimostrare  sempre 
la  stessa  fedeltà  e  la  medesima  affezione  al  mio  Successore.  Ringrazio 
qui  tutti  gl'impiegati  che  mi  hanno  ben  servito. 


LUTTO  GEÌ^ERALE 

V^ienna,  6  marzo   i835. 

S.  M.  I.  R.  Ap.  si  è  compiaciuta  d'ordinare  in  data  del  6  marzo 
corrente  che  il  lutto  per  la  morte  del  glorioso  amatissimo  Suo 
Genitore  sia  portato  per  sei  mesi,  dal  -j  marzo  al  4  settembre  i835, 
da  tutti  gì  impiegati  aulici ,  civili ,  militari ,  tanto  di  Governo 
quanto  degli  Stati  e  delle  città,  nella  forma  seguente  :  che  nella 
prima  metà  del  lutto  colf  uniforme  cibile  si  porti  nel  cappello 
il  velo  nero  sporgente  in  fuori  ,  come  pure  al  braccio ,  calze  e 
calzoni  neri,  fibbie  nere  e  l'asola  e  il  bottone  del  cappello  co- 
perti di  velo  nero.  Nella  seconda  metà  del  lutto  il  velo  nero 
sarà  portato  soltanto  al  braccio. 

Per  gT  impiegati  pubblici  del  Regno  d' Ungheria  il  lutto  è  or- 
dinato nella  forma  seguente,  cioè  :  che  nella  prima  metà  di  esso, 
con  gli  uniformi  ungaresi  civih,  e  in  generale  con  l' abito  unghe- 
rese si  porti  il  velo  al  braccio,  col  beretto  e  la  sciabola  coperti 
di  velo;  nella  seconda  metà  il  solo  velo  al  braccio.  Coli"  abito 
tutto  nero  resta  escluso  il  velo  al  braccio  e  sul  beretto.  La  scia- 
bola e  gli  speroni  debbono  essere  bruniti. 


CElSm  BrOGRAFlCr 


ti- Augusta  Famiglia  Imperiale,  la-  Gorté  e  tutte  le  classi  degli 
abitanti  della  capitale  sono  immerse  in  profondo  lutto  per  Taf- 
lliggente  morte  di  S.  M.  Francesca- 1,  liitto  che  può  solo  essere 
paragonato  a  fjuell^  amóre  e  fedeltà  che  ognuno-  de' suoi  sudditi 
portava  all'Eccelso  defunto  Monarca,  tsuot  popoli,  eh' Egli  amava 
col  più  tenero  affetto^  piangono  in  lui  non  solo  ntt  venerato  Re- 
gnante, ma  un  amato- Padre  di  una  numerosa  famiglia,  che  tutto 
abl)raccia  lo  Stato.  L'  Europa  poi  perde  nell'Eccelso  Defunto  uno 
dei  più  esemplari  ed  onorevoli  reggenti  che  mai  adorn*tssero  un 
trono. 

L' Eccelso  defunto  Monarca  naccjue  in  Firenze  il  1 2  febbraja 
r*^G8,  e  pervenne  al  governo  degli  Stati  ereditarj  il  i.''  marzo  1792. 
U  7  di  luglio  venne  Egli  elètto  Imperatore  romano  de'  Germani; 
<jd  in  tale  qualità  coronato  a  Francoforte  il  i4  luglio  dello  stesso 
anno.  Nell'i  i  agosto  i8o4  dichiarato  Imperatore  d'Austria,  fu  come 
tale  proclamato  a  Vienna  il  7  dicembre  dello  stesso  annone  de- 
pose nel  G  agosto  180G  l"  imperiale  corona  germanÌGa,  allorché  le 
circostanze  causarono^lo  scioglimento  dell' Impero  germanico.  Dia- 
lo chiamò  ora  a  se  nell'anno  67:"  appena  compiuto  di  sua  età  e 
dopo  quarantatre  anni  di  glorioso  regno. 

All'eccelso  Monarca  venne  imposta  l'alta  missiane  di  trance  intatta 
più  volle  l'Austria  dai  più  incalzanti  pericoli  e  dai  più  intralciati 
rapporti,  do[^o  quelle  variate  e  gravi  prove  che  la  Provvidenza 
destinava  a  (fuesto  gran  Regno  come  a  tutta  rEurop;i,  e  di  prò-- 
ourare  agli  Slati  In^periali  col  suo  saggio  gaverno  pel  carso  di  una- 
])ace  generale  quasi  non  interrotta  ia  20  anni  =:::■■  die  V  Eccelso- 
defunto  Imperatore  Francesco  et  usi  mai  sempre  forzato  dì  man- 
tenere =r  un  certo  grado  di  forza,  di  l>enessere  e  di  stima  in  tutta 
Europa,- per  lo  che  quest'epoca  divenne  una  delle  più  risplen- 
denti e  felici  nella  patria  storia. 

Le  sovrane  virtù    con  cui  l'augusto  Defunto  promosse  questi 
gloriosi  e  felici  successi   furono  una  sincera  e  profonda  pietà  di 


& 

cuore  unita  ad  uà  iuaUeiablle  fedele  attaccamento  alla  religione 
degli  avi  suoi,  un  saldo  e  costante  amore  per  la  giustizia  eh'  egli 
professò  mai  sempre  e  riconobbe  in  ogni  sua  azione  come  il  più 
essenziale  fondamento  di  ogni  terrestre  sovranità ,  un  modo  di 
operare,  corrispondente  in  lutti  ì  rapporti  delta  vita  a  questo  con- 
vincimento, una  indefessa  cura  pel  bene  de' popoli  a  lui  affidati, 
il  cui  progresso  fu  il  problema  della  sua  vita  e  la  giornaliera  cura 
del  suo  llegno,  ed  infine  un'affabilità  e  popolarità  emergente  dalla 
profonda  conoscenza  de'  suoi  doveri  inverso  Iddio  che  guadagna- 
rono irresistibilmente  il  cuore  di  tutti  quelli  che  avvicinavano  l'au- 
gusto Defunto,  il  quale  non  ricusava  l'accesso  presso  di  sé  a  ninno 
de'  suoi  sudditi.  Ecco  le  inalterabili  sue  qualità  che  lo  distinsero 
nella  sorte  propizia  ed  avversa,  qualità  che  la  patria  nell'augusto 
Sovrano  amava  ed  ammirava,  e  che  vennero  riconosciute  anche 
dagli  esteri  Stali  con  rispetto  e  fiducia. 

Al  giusto  dolore  dei  sudditi  per  la  perdita  di  tanto  Monarca  si 
luiisce  peraltro  una  ferma  ed  inalterabile  fiducia  nell' avvenire.  Essi 
confidano  dapprima  nella  protezione  dell'  Onnipossente  che  pro- 
tesse mai  sempre  evidentemente  l'augusta  Casa  d'Austria,  poi  nelle 
virtù  ereditarie  dell'  angusta  stirpe  di  S.  M.  l' Imperatore  ara  re- 
gnante Ferdinando  1.",  la  cui  pietà  e  fermezza  di  carattere  e  fedele 
amore  all'augustissimo  suo  Genitore,  che  ora  riposa  con  Dio,, 
costituiscono  le  s^^eranze  di   tutti  i  suoi  fedeli  sudditi. 

Su  queste  sublimi  quahtà  fondasi  la  certezza  che  1'  augustissijno 
Regnante  governi  coi  sentimenti  e  colle  massime  dell'augusto  De- 
funto, e  ciò  con  tanta  maggior  sicurezza  che  il  periodo  del  suo 
governo  pel  corso  di  4'^  «t"'iì  formò  e  consolidi)  il  carattere  del- 
l'amministrazione  degli  interni  ed  esteri  rapporti  dell'Austria,  di 
modo  che  lo  spirito  del  governo  dell'  augusto  defunto  Moiiaro 
jiotrà  continuare  ad  agire  anche  dopo  il  suo  trapasso. 

(Z)a//'ObS.  Austr.,  3  maj-zo   i83J). 


TRASPORTO 
E  POMPA  FUNEBRE 


Martedì  3  del  mese  corrente  di  mattina  il  cadavere  di  S.  M. 
il  defunto  Imperatore  e  Re  Francesco  I,  in  presenza  dei  medici 
del  Corpo  fu  aperto  e  imbalsamato,  e  a  dieci  ore  della  sera,  previa 
la  benedizione,  fu  solennemente  portato  fuori  dall'imperiale  ap- 
partamento d' abitazione  per  la  scala  delle  colonne,  e  degli  am- 
basciatori nella  Chiesa  parrocchiale  di  Corte. 

Precedevano  due  forieri  di  Corte,  indi  seguiva  la  croce  par- 
rocchiale, poi  sacerdoti  orando  ad  alta  voce,  il  Vicario  della  par- 
rochia  di  Corte  con  gli  assistenti.  Due  II.  RR.  Camerieri  portavano 
il  vaso  con  entro  le  iateriora,  e  un  altro  di  essi  recava  il  nappo 
d'  argento  col  cuore.  Venne  in  seguito  da'  camerieri  e  staffieri  di 
Corte  portato  in  un  magnifico  feretro  il  cadavere  del  defunto  Im- 
peradore  in  uniforme  da  maresciallo  con  le  decorazioni  di  tutti 
gli  Ordini  cavallereschi.  Accanto  al  feretro  andavano  dodici  II.  RR. 
Paggi  con  ardenti  cerei,  e  intorno  ad  essi  l'I.  R.  guardia  degli 
Arcieri,  e  la  reale  guardia  Ungherese  con  sciabola  sguainata,  ed 
esteriormente  a  queste  1'  I.  R.  guardia  de'  Trabanti  colle  alabarde. 
Dietro  al  feretro  veniva  1'  I.  R.  Ciambellano  principe  Ferdinando 
Lobkowitz,  in  luogo  del  gran  Ciambellano,  impedito  per  motivo 
di  salute,  e  a  lui  s'unirono  i  capitani  delle  guardie  del  Corpo  e 
rAjutante  generale  della  defunta  M.  S. 

Nella  Chiesa  parrocchiale  di  Corte  fu  di  nuovo  benedetto  il 
cadavere,  e  collocato  sul  letto  di  parata  alto  quattro  gradini,  e  cir- 
condato da  candele  accese  sopra  alti  candelieri  d'argento.  Le  Corone 
imperiale  e  reale,  il  globo  imperiale  e  lo  scettro,  il  cappello  ar- 
ciducale, le  insegne  degli  ordini,  come  pure  la  spada,  il  bastone^ 
il  cappello  e  i  guanti  vennero  posti  sopra  sei  guanciali  di  stoffa 
d'oro,  a  dritta  e  a  sinistra  del  feretro.  —  Il  nappo  col  cuore  e  il  vaso 
colle  iateriora  furono  collocati  appiedi  del  cadavere  sul  primo  gra- 
dino. Le  guardie  del  corpo  coprirono  i  posti  intorno  al  feretro, 


IO 


e  le  (livoLe  preghiere  durate  giorno  e  notte  negli  apparlanientl 
imperiali  dai  Sacerdoti  e  persone  attenenti  alla  Corte,  vennero 
continuate  anche  in  Chiesa. 

Jeri  mercoledì  4  marzo  alle  7  ore  della  mattina  fu  ammesso  il 
popolo  nella  Chiesa  per  vedere  la  spoglia  mortale  dell'ottimo  prin- 
cipe, e  cominciarono  allora  anche  gì'  II.  RR.  Ciambellani  il  loro  torno 
di  preghiere.  —  La  sera  alle  6  ore  fu  chiusa  al  pubblico  la  Chie- 
sa—  Ma  per  tutta  la  notte  rimasero  le  guardie  intorno  al  feretro 
e  continuarono  le  preghiere.  Cosi  avverrà  anche  tutt'  oggi  e  do- 
mani, in  cui  verrà  ammesso  il  pubblico  dalle  y  ore  di  mattina 
fino  alle  6  della  sera.  — 

Sabbato  'y  corrente,  alle  ore  undici  antimeridiane  venne  solen- 
nemente trasportato  dalla  chiesa  parrocchiale  di  corte,  passando 
per  la  strada  degli  Agostini,  nella  chiesa  di  corte  degli  Agostiniani 
il  cuore  di  S.  M.  il  defunto  Imperatore,  dopo  che  1'  I.  R.  vicario 
di  corte  e  di  palazzo  l'ebbe  benedetto.  Era  portato  da  due  II. 
RR.  camerieri  accompagnati  da  un  foriere  di  corte,  da  due  forieri 
di  camera,  da  due  paggi  con  torcie  di  cera  e  da  due  II.  RR. 
ciambellani ,  sotto  la  scorta  di  due  guardie  del  corpo  degli  ar- 
cieri, due  di  quello  degli  ungheresi  ed  otto  t'-abanti.  Venne  colà 
ricevuto  dal  priore  e  dal  religiosi  del  convento,  e  deposto  con  le 
consuete  formalità   nella  cappella  di  Loreto. 

Subito  dopo ,  fatta  precedere  la  benedizione,  furono  recate  le 
viscere,  con  1'  accompagnamento  suddetto  ed  in  una  carrozza  di 
gala  a  tiro  sei,  nella  chiesa  metropolitana  di  Santo  Stefano,  ove 
furono  ricevute  dal  capitolo  vestito  degli  abiti  sacri  e  portate 
alla  tomba  in  solenne  processione,  ove  si  diede  ad  esse  sepoltura 
con  le  consuete  cermionie  e  preci  della  Chiesa, 

Nel  dopo  pranzo  si  fecero  i  solenni  funerali.  Fino  dalle  ore  tre 
procedeva  la  prima  processione  dalla  chiesa  di  corte  degli  Ago- 
stiniani a  quella  dei  Cappuccini  sul  mercato  nuovo.  Preceduti  da 
un  drappello  di  cavalleria  venivano  pei  primi  gli  individui  dello 
Spedale,  poscia  gli  ordini  religiosi  a  due  a  due  con  torcie  di  cera 
accese  ;  parimenti  le  parrocchie  della  città  e  dei  sobborghi  ;  poscia 
gli  uffiziali  di  tutti  i  reggimenti  e  corpi  civili,  indi  la  municipalità, 
i  deputati  provinciali  dell'  Austria  inferiore,  i  consiglieri  del  con- 


II 


slgUo  segreto  e  del  collegio,  senza  distinzione  di  grado,  ed  i  quattro 
ufficiali  di  corte  (Hofstaebe)  in  abito  di  lutto  e  mantelli  neri. 

Nel  frattempo  si  radunarono  nella  chiesa  dei  Cappuccini  i  ca- 
valieri del  tosoa  d'oro,  e  degli  altri  ordini  11.  RR.,  gli  II.  RR. 
ministri,  i  consiglieri  intimi,  i  ciambellani  e  gli  altri  cavalieri  esterni, 
le  dame,  il  rettore  magnifico  ed  i  quattro  decani  di  questa  uni- 
versità, il  capitolo  metropolitano,  ed  in  gran  numero  i  membri 
della  dieta  ungarica  appositamente  qui  venuti  da  Presburgo  in 
occasione  della  tristissima  circostanza  della  morte  della  defunta 
M.  S.  I.  R.  Nella  sagrestia  di  quella  chiesa  trovossi  pure  1'  I.  R. 
primo  gran  maresciallo. 

Poco  prima  che  l' effettiva  processione  si  dipartisse  dal  palaxzo 
imperiale ,  l'  I.  R.  primo  gran  maggiordomo ,  preceduto  da  una 
scorta  di  cavalleria,  si  recò  pure  egli  nella  chiesa  dei  Cappuccini, 
ed  in  quella  sagrestia,  ove  giunse  anche  S.  M.  ora  regnante  con 
S.  M.  l' Imperatrice  e  le  LL.  AA.  II.  RR.  gli  Arciduchi  e  le  Ar- 
ciduchesse per  assistere  alla  benedizione. 

Alle  ore  quattro  la  salma  venne  benedetta  dall'  I.  R.  vicario 
della  parrocchia  di  corte,  assistito  dal  cerimoniere  e  dai  cappel- 
lani di  corte,  colla  presenza  dei  paggi  portanti  torcie  accese,  delle 
guardie  del  corpo,  dell'  I.  R.  ciambellano ,  che  sosteneva  le  veci 
dell'I.  R.  gran  ciambellano,  del  grande  scudiere,  dei  tre  capitani 
delle  guardie  del  corpo,  di  due  II.  RR.  ciambellani  dell'ordine 
principesco  e  dell'  aiutante  generale  lasciato  dal  defunto.  Dopo 
di  ciò  la  bara  venne  trasportata  da  II.  RR.  camerieri,  assistiti  da 
II.  RR.  staffieri  di  camera,  sul  carro  funebre  di  corte  nel  cortile 
degli  Svizzeri. 

Si  mosse  allora  la  processione,  dirigendosi  alla  chiesa  dei  Cap- 
puccini, passando  per  le  piazze  dell'Imperiale  palazzo,  di  S.  Mi- 
chele, di  S.  Giuseppe  e  dello  spedale  civico,  ov'era  dappertutto 
schierata  la  truppa. 

L'  ordine  della  processione  era  il  seguente  :  Precedeva  la  caval- 
leria, poscia  veniva  un  carro  di  corte  tirato  da  un  solo  cavallo, 
indi  seguivano  tre  carrozze  di  corte  da  quattro  persone  con  II. 
RR.  forieri  di  corte  ed  II.  RR.  camerieri,  un'  I.  R.  foriere  di  corte 
a  cavallo,  una  carrozza  di  corte  a  tiro  sei,  nella  quale  sedevano 


IS 

i  tre  capitani  della  guardia  del  corpo  e  Tajutante  generale  lasciato 
dal  Defunto ,  ed  un'  altra  carrozza  di  corte  col  ciambellano  che 
sosteneva  le  veci  dell'  I.  R.  gran  ciambellano,  1'  I.  R.  giaa  scu- 
diere e  due  ciambellani  dell'  ordine  dei  principi.  Dopo  venivano 
gì'  II.  RR.  staffieri  di  camera  in  lutto,  indi  la  I.  R.  guardia  del 
corpo  de'  trabanti ,  suonando  con  gli  stromenti  scordati  ,  e  col 
velo  nero  su  la  bandiera,  e  finalmente  il  carro  fune])re  con  la 
bara,  giacente  in  alto  sopra  cuscini.  Ad  ogni  portiera  del  carro 
camminavano  due  II.  RR.  staffieri  di  camera  e  da  ogni  lato  di 
esso  sei  II.  RR.  Paggi  con  torce  accese.  Dodici  II.  RR.  arcieri  e 
dodici  RR.  guardie  del  corpo  Ungherese,  come  pure  dodici  II. 
RR.  guardie  del  corpo  dei  trabanti  formavano  l'accompagnamento 
da' lati.  Dietro  al  carro  funebre  seguivano  gli  11.  RR.  arcieri,  e 
la  R.  guardia  del  corpo  Ungherese  a  cavallo  e  con  musica  fu- 
nebre. Una  compagnia  di  granatieri  ed  un  drappello  di  cavalleria 
chiudevano  la  processione. 

Giunta  la  bara  alla  porta  della  chiesa  venne  tratta  dal  carro 
da  II.  RR.  camerieri  con  l'assistenza  di  II.  RR.  staffieri  di  camera , 
posta  sovra  un  palco  coperto  di  stoffa  d' oro  ed  eretto  nella 
chiesa ,  e  là,  dopo  che  1'  I.  R.  primo  gran  maggiordomo  ebbe  an- 
nunziato r  arrivo  della  salma,  e  che  gli  anglisti  principi,  princi- 
pesse, cavalieri  e  dame  si  furono  recati  nella  chiesa  ai  posti  pre- 
parati, venne  essa  benedetta  da  questo  principe  arcivescovo,  as- 
sistito da  molti  vescovi  e  dai  prelati  dell'Austria  inferiore.  Venne 
finalmente  portata  abbasso  nella  tomba  dai  PP.  cappuccini  assi- 
stiti da  II.  RR.  staffieri  di  camera,  e  colà  per  l'ultima  volta  be- 
nedetta dal  principe  arcivescovo. 

L'  I.  R.  primo  gran  maggiordomo,  il  quale  aveva  seguito  dap- 
presso r  augusta  salma  nella  tomba,  col  bastone  in  pugno,  fece 
aprire  la  bara  da  un  I.  R.  foriere  di  camera,  mostrò  al  guardiano 
dei  cappuccini  il  cadavere,  e  lo  consegnò  alla  sua  guardia,  pro- 
messa dal  guardiano  nelle  guise  di  metodo.  Dopo  di  ciò  venne 
chiusa  la  bara  a  due  chiavi ,  d' una  delle  quali  il  guardiano  si 
assunse  la  custodia  ;  1'  altra  l' ebbe  1'  I.  R.  ciambellano,  consigliere 
aulico  e  direttore  della  cancelleria  dell'  I.  R.  ufficio  del  gran  mag- 
giordomato,  per  essere  deposta  nell'  I.  R.  tesoro. 


i3 

Tosto  che  ri.  R.  primo  gran  maggiordomo,  uscendo  dalla 
tomba,  fu' di  ritorno  nella  chiesa,  i  supremi  gran  dignitarj  di 
corte,  i  capitani,  le  guardie ,  ed  il  rimanente  corteggio  uscirono 
da  quella  già  abbandonata  dalle  LL.  MM.  II.  e  dai  rimanenti 
principi  e  cavalieri  subito  dopo  la  benedizione. 

(G.  di  F.) 

Osseivatore  austrìaco. 

La  notificazione  officiale  della  morte  di  S.  M.  l' Imperatore 
Francesco ,  come  pure  l' avvenimento  al  trono  dell'  imperatore 
Ferdinando  non  sarà  fatta  alle  Corti  straniere  che  dopo  alcuni 
giorni  ;  frattanto  S.  A.  S.  il  principe  di  Metternich  ha  fitto  parte  di 
questo  avvenimento  al  corpo  diplomatico  per  mezzo  delle  circolari, 
esprimendo  il  desiderio  che  i  signori  membri  del  corpo  diploma- 
tico volessero  istruirne  le  rispettive  loro  Corti.  L' ambasciatore 
di  Russia,  gl'inviati  di  Baviera,  di  Napoli,  come  pure  gl'incari- 
cati d'  affari  di  Prussia,  d' Inghilterra  e  di  Francia  hanno  spedito 
corrieri  incaricati  di  portare  siffatta  comunicazione  alla  loro  Corte. 
I  rappresentanti  degli  altri  Stati  si  sono  serviti  a  quest'  effetto 
del  mezzo  ordinario. 

Le  formalità  da  osservarsi  fin  dal  principio  del  nuovo  Regno 
e  la  quantità  delle  nuove  ordinanze  che  lo  risguardano  non  la- 
sciano un  solo  momento  di  riposo  ai  personaggi  di  Stato  ^  essi 
sono  forzati  di  raddop[)iare  di  attività  per  mandare  a  termini  i 
lavori  che  erano  diggià  ammucchiati  dinanzi  a  loro  :  per  cui  il 
personale  dei  diversi  ministeri  è  trattenuto  di  e  notte  negli  iifficj 
ove  trovasi  quasi  di  permanenza.  Pare  che  l' Imperatore  sia  rivale 
neir  attività  a'  suoi  ministri  e  voglia  contribuire  in  persona  ad 
attivare  l'  esecuzione  degli  affari.  Egli  osserva  esattamente  in  que- 
sta circostanza  la  maniera  di  procedere  dell'  Augusto  suo  Padre, 
il  quale  diceva  sovente  :  «  Ciascuno  è  obbligato  di  fire  il  proprio 
dovere,  ed  Io  del  pari  che  sono  1'  ultimo  dello  Stato.  Noi  dob- 
biamo tutti  cooperare  alla  pubblica    prosperità ,    colla  differenza 


i4 

però  che  io,  nella  mia  qualità  d'Imperatore,  debbo  darne  l'esem- 
pio ».  Cosi  accadeva  di  sovente  che  l' Imperatore  Francesco  si 
levava  alle  ore  cinque,  si  metteva  subito  al  lavoro,  esaminava  e 
spediva  i  documenti  lutti  che  erano  sottomessi  alla  sua  decisione, 
e  dava  in  seguito  udienza  o  conferiva  co' suoi  ministri.  L'inten- 
zione del  nostro  Imperatore  attuale  è  di  seguire  quell'  esempio  ; 
i  primi  giorni  del  suo  governo  mostrano  di  già  ciò  che  l'Austria 
ha  motivo  di  sperare  dal  suo  nuovo  Sovrano  e  con  quale  fiducia 
le  sia  permesso  spingere  lo  sguardo  nell'  avvenire. 

La  Borsa  che  durante  la  malattia  dell'  Imperatore  Francesco  I." 
s'è  quasi  mostrata  più  atterrita  di  quello  che  noi  fosse  alla  notizia 
della  rivoluzione  di  luglio,  comincia  a  diventare  più  calma.  I  fondi 
sono  in  rialzo,  e  non  tarderanno  a  tornare  al  punto  in  cui  tro- 
vavansi  ,•  ciò  che  prova  come  il  terrore  da  cui  si  erano  lasciali  si- 
gnoreggiare gli  animi,  fosse  poco  fondato.  Non  doveasi  forse  pre- 
vedere che  non  sarebbesi  operato  cangiamento  di  sorta  nella  con- 
dizione degli  affliri ,  dal  momento  in  cui  si  poteva  essere  sicuri 
che  il  nuovo  Monarca  non  avea  nulla  che  gli  stesse  maggiormente 
a  cuore  quanto  la  prosperità  del  suo  popolo?  E  certamente  non 
v'era  motivo  di  dubitarne  ;  non  v' era  il  menomo  dubbio  ch'egli 
non  fosse  per  agire  nel  medesimo  senso  del  venerato  suo  prede- 
cessore :  ecco  quanto  avrebbero  dovuto  considerare  i  più  timo- 
rosi ;,  e  quand"  anche  le  lettere  autografe  del  nuovo  Imperatore , 
che  hanno  prodotto  sul  pubblico  un  magico  effetto  e  rianimala 
la  confidenza  a  cui  si  era  accostumati,  non  fossero  state  in  sé  slesse 
r  espressione  di  tutto  un  sistema  di  governo,  avrebbe  dovuto  cia- 
scuno, in  ragione  dello  spirilo  dominante  nella  nostra  amministra- 
strazione,  esserne  bastantemente  rassicurato,  e  non  abbandonarsi 
alla  panica  idea  di  un  cangiamento  di  sistema. 


i5 


FRAIVCFORT 


5  marzo  j835. 


Francesco  I.°  più  non  esiste  ! ...  In  lui  perde  l'Austria  un  padre, 
r  Europa  il  Nestore  delle  sue  monarchie,  la  Germania  1'  ultimo  de' 
suoi  Imperatori. 

Se,  come  nell'  antico  Egitto,  s'  avesse  ad  erigere  un  tribunale  su 
le  tombe  regali,  se  severa  voce  precedente  il  giudizio  della  storia, 
dovesse  pronunciare  il  suo  parere  intorno  al  carattere  ed  al  regno 
di  Colui  che  più  non  è ,  udrebbesi  questa  voce  ploclamare  che 
cpiesto  monarca  fu  Uomo  giusto,  e  l' umanità  tutta  farebbe  plauso 
a  tale  solenne  giudizio. 

La  giustizia  !  Ecco  qual  era  1'  unica  passione  di  quella  nobile 
e  tranquilla  anima.  //  diritto  e  la  ìegge^  era  la  sua  divisa,  mentre 
credeva  leggere  in  questi  detti  ogni  suo  dovere.  Francesco  con- 
siderava lo  scettro  e  la  corona  qual  sacro  retaggio  che  doveva  con- 
servare, migliorare  ed  intatto  trasmettere  a'  suoi  successori.  Da  ciò 
deriva  il  suo  pio  rispetto  per  tutto  quanto  era  tradizionale  ed  ere- 
ditario; da  ciò  i  suoi  savi  consigli  che,  non  seguendolo  nella  tomba, 
saranno  risgiiardati  dall'  Augusto  Successore  di  Lui  non  come  l'in- 
fimo fra  i  tesori  ad  esso  legati.  Il  possente  erede  della  corona  sarà 
pure  erede  della  paterna  saggezza;  ed  il  suo  filiale  cuore  ram- 
menterà queste  parole  della  Scrittura  ;  /  consigli  che  partono  dal 
cuore  d' un  degno  persojmggio,  rassomigliano  a  profonda  acqua  ove 
attignerà  il  saggio. 


i6 


L'  ULTIMO  DE^  INOSTRI  mPERATORI 


Il  Principe  imprime  il  carattere  del  suo  spirito 
alla  Corte,  la  Corte  alla  città,  la  città  alle 
province.  L'anima  del  Sovrano  è  uno  stam  - 
pò  che  dà  la  forma  a  tutte  le  altre. 

MoKTESQDIEU. 


La  cerimonia  funebre  è  compiuta.  Sotto  quelle  tetre  vòlte  ove 
furono  coronati  tanti  Imperatori ,  risuonano  ancora  de'  cantici 
per  un  Imperatore  ;  ma  sono  canti  di  dolore,  di  lutto.  E  cessato 
il  requiem.  Una  fredda  pietra  copre  ora  la  spoglia  mortale  del 
principe,  nel  quale  l'Austria  piange  un  tenero  Padre ,  1'  umanità 
un  IMonarca  buono  e  generoso,  TEuropa  un  possente  Imperatore. 
Cosi  trascorre  la  vita,  cos'i  la  gloria  del  mondo,  perchè  Dio  solo 
è  eterno.  Al  termine  della  più  imponente^  della  più  augusta  esi- 
stenza giunge  un  momento  in  cui  pare  che  tutto  sia  stato  nul- 
r  altro  che  sogno,  tranne  la  virtù.  Essa  sola  rimane  per  conso- 
lare co'  suoi  effetti,  colle  sue  rimembranze  la  famiglia  e  il  popolo 
che  perdono  un  principe  adorato  ;  essa  sola  rimane  per  benedire 
alla  sua  memoria,  lungo  tempo  dopo  ch'egli  ha  cessato  di  esistere. 

Altri  narreranno  la  vita  politica  di  Francesco  d'  Austria,  e  di- 
ranno quale  fu  lo  splendore  del  suo  scettro  imperiale  che  por- 
tarono prima  di  lui  piii  di  cinquanta  Imperatori,  vorranno  altri 
lasciare  alla  storia  i  particolari  di  que'  secoli  memorandi  che  re- 
sero r  Alemagna  sì  possente  e  si  formidabile  dai  Carlovingi  fino 
alla  Casa  d' Habsbourg  ;  da  Carlomagno  d' immensa  e  gloriosa 
memoria,  sino  a  quel  grande  e  modesto  Monarca  che  oggi  pian- 
giamo in  fimiglia.  Quanto  a  noi,  la  cui  debolezza  spaventerebbesi 
dinanzi  ad  un'  impresa  tanto  sublime  ,  non  vogliamo  richiamare 
alla  memoria  de"  suoi  figli,  de"  suoi  sudditi  che  il  Sovrano  dab- 
bene, il  saggio ,  il  tenero  padre.  Il  loro  comune  dolore  si  con- 
fonde in  questi  giorni  di  lutto  ^  come  già  confondevasi  la  loro 
tenerezza.  Attesii  l'  unione  del  loro  cordoglio,  I'  unanime  accordo 
della  loro  filiale  simpatia  all'Europa  ed  al  mondo  la  sincerità 
del  loro  amore  pel  Sovrano  che  hanno  perduto. 


'7 
Ah  !  Chi  non  benedh'ebbe  per  sempre  alla  rimembranza  cV  un 

tal  carattere?  Supponete,  poiché  all'uomo  sempre  conviene  qual- 
che illusione  lontana,  supponete  che  nell'  aprire  gli  annali  della 
storia  vi  vediate  tracciato  il  sublime  quadro  che  la  Provvidenza 
ha  offerto  all'  umanità.  Un  monarca  morente  cui  l' età  e  le  pa- 
terne sue  sollecitudini  hanno  imbianchito  i  capelli  e  lasciato 
r  impronta  della  fatica  sul  venerabile  volto,  sollevasi  a  stento  e 
con  una  mano  che  la  morte  renderà  bentosto  immobile ,  segna 
queste  parole  semplici  e  solenni  :  «  Lascio  al  mio  popolo  tutto 
il  mio  amore  e  vo  a  pregare  per  lui  l' Ente  Supremo  ...  Io  lo 
prego  di  mostrare  a'  miei  figli  la  stessa  fedeltà ,  lo  stasso  attac- 
camento che  egli  mi  ha  sempre  attestato  sì  nelle  prospere  che 
nelle  avverse  vicende  !  » 

Ah  !  se  attraverso  le  età  e  suU'  orizzonte  della  storia  si  figu- 
rasse un  Re-Patriarca  morente  così  come  principe ,  come  padre 
e  come  cristiano,  il  suo  nome  raccolto  da  tutti  con  rispetto  pas- 
serebbe in  tutti  i  racconti  e  brillerebbe  negli  annali  immortali 
per  r  edificazione  della  posterità.  Ebbene  !  questo  saggio,  noi  lo 
conoscevamo,  questo  patriarca  l'abbiamo  veduto;  e  il  quadro 
commovente  che  ci  inspirerel)be  tenerezza  nella  storia ,  è  stato 
per  noi  una  dolorosa  e  solenne  realtà  ! 

Ma  presso  quel  letto  funebre  ove  la  morte  viene  a  prendere 
la  sua  vittima  reale,  l'erede  legittimo,  colpito  dal  dolore,  ode 
già  la  voce  del  popolo  e  dell'armata  domandare  e  proclamare 
ad  alte  grida  il  nuovo  Sovrano;  ciascuno  gli  offre  il  giuramento, 
ed  egli  lo  ricusa!  Egli  Io  ricusa,  egli  cui  la  gravità  del  giuramento 
penetra  di  rispetto  come  se  avesse  a  prestarlo  egli  medesimo,  ce  Hanno 
giurato  a  mio  padre ,  ed  al  mio  Imperatore  ,  diss'  egli  ;  perchè 
farli  giurare  ancora  ?  L'esigere  un  impegno  verso  di  me,  sarebbe 
in  apparenza  come  sospettarne  la  necessità.  Il  nostro  Padre  co- 
mune disse  loro  morendo  :  Portate  a'  miei  successori  la  stessa  fe- 
deltà e  lo  stesso  attaccamento  che  avevate  per  me.  Io  conosco 
il  cuore  e  la  lealtà  de'  miei  figli.  Non  voglio  nuovi  giuramenti  !  » 

A  tali  sentimenti  si  risponde  colle  lagrime  della  gratitudine; 
e  ci  felicitiamo,  in  mezzo  al  pubblico  dolore,  di  avere  a  vivere 
sotto  un  tal  Principe  e  in  uà  tal  paese. 

4 


38 

VIENNA 

Fra  breve  partirà  alcuno  da  qui  per  Berlino  affine  di  comu- 
nicare ofiicialmente  la  morte  del  defunto  Imperatore  di  felice 
memoria ,  e  si  crede  ne  verrà  incaricato  il  principe  di  Schw^ar- 
zcnl)erg  mentre  il  principe  Carlo  Lichtenstein  andrà  con  l'eguale 
missione  a  Pietroburgo.  Non  si  stabilì  per  anco  chi  andrà  a  Lon- 
dra, a  Parigi;,  ed  alle  Corti  di  famiglia.  S' aspetta  tuttodì  una  de- 
putazione da  Presburgo  che  deve  offerire  a  S.  M.  gli  omaggi  della 
uazioue  ungarese  ;  alcuni  membri  di  essa  sono  già  fra  di  noi.  Di- 
cesi che  trascorso  il  termine  dello  stretto  lutto  il  INIonarca  rice- 
verà i  formali  omaggi  di  tutto  1"  Arciducato  ed  indi  avrà  luogo 
la  sua  incoronazione  come  Imperatore  d'Austria  e  Re  di  Boemia. 
Probabilmente  si  terrà  anche  un  capitolo  dell'  Ordine  del  Toson 
d' oro,  come  suolsi  praticare  ad  ogni  nuovo  Regno.  In  ogni  uf- 
ficio regna  la  massima  attività ,  ed  il  nuovo  Sovrano  accorda  ai 
puljblici  affari  uua  non  interrotta  attenzione.  (G.   U.) 

12  marzo  i835. 

Al  funesto  annunzio  della  morte  dell'  Imperatore  Francesco  I.", 
di  gloriosa  memoria,  il  Re  di  Prussia  penetrato  dal  più  profondo 
dolore  determinò  di  spedire  a  Vienna  il  principe  Guglielmo,  suo 
figlio  secondogenito,  per  attestare  i  suoi  sentimenti  di  condoglianza 
a  S.  M.  r  Imperatore  e  Re ,  e  felicitandolo  al  tempo  stesso  pel 
suo  avvenimento  al  trono. 

S.  A.  R.  il  Principe  Guglielmo  è  qui  giunto  jeri  alle  dieci  ore 
della  sera  ed  è  smontato  alla  Corte  I.  R.  —  S.  INI.  il  Re  di  Prus- 
sia, facendo  eccezione  al  regolamento,  ha  ordinato  un  lutto  di 
quattro  settimane  alla  Corte,  ed  anche  a  tutta  1'  armata.  I  teatri 
di  Corte  rimasero  chiusi  per  tre  giorni,  ed  in  Potsdam  verrà  ce- 
lebrato un  solenne  servizio  funebre,  al  quale  assisterà  il  reggi- 
mento Imperatore  Francesco  I.^  ora  di  guarnigione  in  Berlino,  al 
qual  reggimento  S.  M.  il  Re  ha  ordinato  che  debba  per  sempre 
rimanere  il  nome  dell'  eccelso  suo  Proprietario. 

■  ■I  .■■i7ai»8|iiBi8tii. 


19 
Le  espressioni  usate  dal  defunto  Imperatore  nel  suo  testamento 
all'istante  di  congedarsi  dal  suo  popolo  e  dall'esercito,  produs- 
sero nella  nostra  città  tal  dolorosa  impressione  che  difficil  riesce 
a  descriversi  ;  dicesi  che  Y  augusto  Monarca  le  scrivesse  col  lapis, 
poco  prima  della  sua  morte.  (Joiir.  de  Frane/.) 

j4lle  solenni  esequie  celebrate  nella  Chiesa  aulica  degli  agostiniani 
in  Vienna  per  la  Maestà  del  defunto  Imperatore  vanno  aggiunte  le 
seguenti  iscrizioni,  che  furono  collocate  ai  quattro  lati  del  Catafalco. 

I. 

FRANCISCVS   .   I  .  P   .  F   .  A 

AVSTRIAE  .  IMPERATOR 

HVNG  .  BOH  .  LOMB  .  VENET  .  DALM  .  CROAT  .  SLAV 

GAL  .  LOD  .  ET  .  ILLYR  .  REX  .  A  .  A  .  ETG  .  ETG 

DIVI  .  LEOPOLDI  .  U  .  FILIVS 

NAT   .  FLORENTIAE   .  XII  .  FEBR 

MDCCLXVIII 

MORT  .  YINDOB  .  ANTE  .  HORAM  .  PRIM  .  MATVT  .  II  .  MART 

MDCCCXXXV 

2. 

LEGE  .  FIDE  .  IVSTITIA 

CONDIDIT 

IMPERIVM  .  AVSTRIAGVM 

ARMIS 
SERVAYIT  .  ET  .  AVXIT 


PACATOR  .  EVROPAE 

INNVMERIS  .  BENEFICIIS 

PATER  .  PATRIAE 

POPVLI .  AMORE 

IMMORTALIS 

4 

TANTO  .  PRINCIPI 

NVLLVM  .  PAR  .  ELOQVIVM 

NOMEN  .  IPSIVS 

ORBEM  .  COMPLET  .  TERRARVM 

SIDYS  .  COELESTE  .  FYLGET 

INTER  .  ASTRA 


ao 


POMPE    FUNEBRI 

IN  VENEZIA 


Venezia^  18  marzo  i835. 

Venezia  in  questi  giorni  d' altro  non  suona  che  di  canti  e  di 
funebri  preci  in  suffragio  della  pia  e  gloriosa  anima  di  fu  S.  M. 
r  Imperatore  Francesco  I,  la  cui  perdita  da  tutti  si  piange  come 
patria  sciagura.  Le  quali  solennità  se  fanno  dall'  un  canto  prova 
del  fdiale  attaccamento  che  univa  ogni  classe  di  persone  al  suo 
defunto  Signore,  pongono  in  mostra  dall'altro  la  pietà  e  la  splen- 
didezza de'  Veneziani.  Certo  con  eguale  fervore  ed  affetto  si  pre- 
gherà pace  alla  Grand'  anima  anche  altrove,  ma  in  nessun  luogo 
forse  fuor  di  Venezia  si  pregherà  in  mezzo  a  tanto  splendore  di 
cere  e  sontuosità  di  sacri  paramenti  ed  arredi. 

Sabbato  le  solenni  esequie  si  cantarono  in  tutte  le  trenta  par- 
rocchie con  intervento  grande  di  devoti  in  tutte  le  chie^je,,  fra  le 
quali  per  magnificenza  avanzarono  tutte  le  altre  quelle  di  S.  Ge- 
remia, de' SS.  Ejmagora  e  FortunatOj  di  S.  Canciauo,  di  S.  Luca, 
di  S.  Zaccaria  e  de'  Gesuiti. 


ai 


OMAGGIO  FUNEBRE 

CELEBRATO 

DAL  CORPO  DELLA  MARINA  AUSTRIACA  DI  GUERRA 

IN  VENEZIA 


Mentre  Venezia  risuona  del  gemito  universale,  mentre  la  me- 
stizia è  dipinta  sulla  faccia,  apparisce  negli  atti  e  nel  contegno 
di  tutti,  mentre  la  Religione  sacrosanta  fa  che  s'alzino  t  )spiri  e 
voti  per  r  eterno  riposo  del  benefico,  del  clemente,  del  magna- 
nimo defunto  Imperatore  e  Re,  Francesco  I,  di  eterna  memoria , 
non  poteva  la  Marina  austriaca  di  guerra  da  lui  fondata  e  pro- 
tetta restar  silenziosa  spettatrice  nella  general  commotione. 

Essa  volle  prendervi  parte,  e  prese  la  mossa  dal  sentimento 
di  giusta  gratitudine  verso  il  saggio  suo  Benefattore,  in  modo  dì 
lasciar  traccia  non  dubbia  d' intenso  cordoglio,  di  profondo  do- 
lore, di  riconoscente  filial  devozione. 

S.  E.  il  sig.  Vice-ammiraglio  marchese  Paolucci ,  comandante 
in  capo,  rivolgevasi  già  al  corpo  dell'  uffizialità,  ai  varj  gradi  degli 
impiegati  marittimi  per  istabilire  il  modo  di  dare  esecuzione  al 
suo  divisamento,  quando  ebbe  la  dolce  soddisfazione  che  tutti  in- 
torno a  lui  si  affollassero,  instando  perchè  avesse  luogo  vma  re- 
ligiosa solennità  universalmente  desiderata,  e  necessaria  a  satisfare 
al  loro  devoto  affetto. 

Sembrò  allora  che  un  genio  misterioso  guidasse  per  mano  le 
mosse  di  tutti  :  parve  che  nuova  energia,  nuovo  vigore  fosse  in- 
trodotto ne'  cuori,  fosse  propagato  quasi  per  incantesimo  nell'  animo 
di  tutti  !  E  quindi,  lasciate  da  parte  le  private  faccende,  abban- 
donato il  riposo,  neglette  le  cure  domestiche,  videsi  ognuno  dar 


2a 


opera  con  la  mente  e  con  la  persona  alle  incumbenze  che  per 
r  apprestamento  della  solennità  secondo  le  diverse  mansioni  par- 
ticolarmente a  ciascuno  spettava. 

La  piazza  Fi'ancesco  ,  eh'  è  la  più  nobile  e  la  più  opportuna 
nell'Arsenale ,  venne  scelta  a  celebrare  la  funebre  pompa.  Ivi  si 
è  fatto  sorgere  un  colossal  monumento  destinato  a  rappresentare 
la  tomba  dell'adorato  Monarca.  Sopra  ampio  stilobate  ergesi  la 
camera  mortuaria ,  in  cui  supponesi  collocato  il  feretro  e  vi  si 
ascende  a  mezzo  di  quattro  ampie  gradinate;  la  cella  stessa  or- 
nata di  colonne  e  di  trabeazioni  serve  di  base  alla  piramide,  al 
cui  vertice  sta  il  misterioso  simbolo  della  vita  e  dell'  eternità. 

Ergonsi  agli  angoli  dello  stilobate  stesso  quattro  massi  su  quali 
stan  fasci  d'  armi,  elmi  e  corazze  in  bella  forma  ordinati.  Intorno 
al  monumento  sono  disposti  cannoni,  proiettili,  armi,  militari  ad- 
dol)bi.  arnesi  di  guerra,  e  quanto  può  concorrere  a  dar  venustà 
sacra  ed  aspetto  militare  ali"  apparato.  Da'  tripodi  in  qualche  di- 
stanza collocati  si  elevano  fumi  ed  incensi ,  e  tutto  concorre  a 
manifestare  che  la  funzione  è  data  dalla  Marina  di  guerra  alla 
memoria  di  un  religiosissimo  Monarca. 

Ma  ciò  che  più  di  tutto  onora  questa  solennità,  quello  che  la 
rende  in  supremo  modo  commovente,  pietosa,  singolare,  toccante, 
è  il  leggere  scritti  sulle  quattro  ficee  della  superficie  piramidale 
que'  legati  di  Padre,  que'  sensi  di  amore,  quelle  espressioni  di  rin- 
graziamento, quegli  affettuosi  voti  pel  nostro  bene  diretti  al  trono 
di  Dio,  che  furono  pur  troppo  le  ultime  parole  pronunciate  dal 
compianto  Sovrano ,  e  che  ci  restano  qual  prezioso  irrefragabile 
documento  di  sua  religione,  di  sua  mansuetudine,  del  suo  affetto. 
A  tale  considerazione  un  figlio  della  marina,  un  obbediente  sud- 
dito non  regge  :  la  commozione  s' impadronisce  di  ogni  sua  fa- 
coltà, né  può  trattenere  che  a  forza  sul  ciglio  le  lagrime  .... 

Oltre  il  sarcofago ,  vedesi  eretta  una  tenda  sotto  cui  \'  ostia 
espiatrice  venne  jeri  offerta  al  Dio  degli  eserciti,  mentre  il  corpo 
e  rami  tutti  della  marina,  le  truppe  di  ogni  arma,  gli  allievi  del 
collegio,  quelli  della  casa  di  educazione,  il  corpo  meccanico  dell'Ar- 
senale, con  eletta  schiera  di  personaggi  distinti,  ed  immensa  folla  di 
cittadini  e  stranieri  assistettero  con  l'intervento  dell'intiera  guarnì- 


23 

gione,  compresi  di  devoto  cordoglio,  anco  alle  assoluzioni  mortuarie. 

Oltre  questo  giorno  di  martedì  17  marzo,  in  cui  ebbero  luogo 
le  funzioni  di  requie,  l'apparato  si  lascia  sussistere  per  due  altre 
giornate  affinchè  soddisfar  si  possa  la  universale  giusta  e  pia  curiosità. 

Un  marmo  deposto  al  sito  del  monumento  tramanderà  ai  po- 
steri la  memoria  di  questo  giorno. 

Tale  è  r  ultimo  tributo  che  la  Marina  di  guerra  consacra  al 
munificentissimo  suo  institutore  e  benefattore,  Francesco  1°  Im- 
peratore e  Re;  ma  se  con  lo  sparir  della  pompa  cessar  può  l'a- 
spetto esteriore  di  mestizi-a ,  non  saia  mar  cancellato  dal  cuore 
de'  figli  della  Marina  quel  sentimento  di  gratitudine  e  di  venera- 
zione che  ognuna  va  superbo  di  conservare  al  Conciliatore  de- 
gl'  Imperj,  al  saggio  Moderatore  de'  Popoli,  all'  Europeo  Pacifica- 
tore, al  Sostegno  fermissimo  della  Cattolica  Religione. 

Sulle  facce  delia  Piramide  è  scritto 


I. 

LAscro 

IL 

MIO  AMORE 

AI 

3IIEI  SUDDITI 

3. 

SPERO 

CHE  POTRÒ  PREGARE 

PER  ESSI 

JJSNAKZI  A  DIO 


3. 

RLXGRAZro 

CORDI  ALMEiNTE 

LA-  MIA  FEDELE  ARMATAi 

DEI  SERVIGI 

CHE 
MI  HA  RESL 

4. 

A  TUTTI 

I  FUKZIONARJI 

DELLO  STATO 

CHE 

m  HANiNO  SERVITO 

BENE 

RENDO  LE  MIE  GRAZIE 


al 

^uìla  porta  deW Arsenale  leggemsi  la  seguente   iscrizione 

A  .  FRANCESCO  .  PRIMO 

ÌMPEBATOBE  .  E  .  .«E 

INVITTO  .  rBUUIÌ.NTE  ,  BE.NEFICO 

FORTE  .  mUUL  .  AVVEDE 

MODERATO  .  NELLE  .  PBOSPEEE  .  COSE 

DELLA  .  RELIGIONE  .  SOSTEGNO  .  FERMISSIMO 

SAGGIO  .  PACllTCATORE 

TADBE  .  DE'  .  SUOI  ,  POPOLI 

LA  .  MAllUNA  ,  AU-SXrilACA  .  DI  .  GUEItSA 

DA  .  LUI  .  FONDATA  .  E  .  PROTETTA 

/QUESTO  .  FUiXEDP.E  .  OMAGGIO 

COL  ,  PIANTO  .  DE'  .  FIGLI 

DOLENTE 

TRIBUTA 

XVII     MA)!ZO  .  M  .  DCCC  .  XXXV 

FIJNZIOI^T.  FUNEBEE 
CELEBRATA  DAI  GRECI  IN  VENEZIA 

«  Appena  giunse  X  infausta  e  dolorosa  notizia  della  morte  del 
nostro  Augustissimo  Sovrano  Francesco  I ,  e  appena  si  seppe  il 
lodevole  e  doveroso  divisamento  di  tributare  a  tanto  Monarca 
gU  estremi  uffizii  di  requie,  unico  conforto  rimasto  in  così  grande 
sciagura  a' suoi  fedelissimi  sudditi,  la  Nazione  Greca  di  questa 
Città  volle  anch'essa  mostrarsi  non  ultima  nel  dare  una  dimo- 
i. trazione  di  attaccamento  e  di  fdiale  rispetto  al  suo  defunto  So- 
vrano, Neir  interno  del  Tempio  leggevansi  alle  parti  laterali  le 
seguenti  ins<:rizionj,  le  quali  vedevansi  inoltre  tradotte  nella  greca 
favella  : 


2D 
I. 


ALL'  VNIVERSALE  DOLORE 

PER  LA  MORTE 

DI  S.  M.  l.  R.  A. 

FRANCESCO   I. 

LA  NAZIONE  GRECA  DI  QVESTA  CITTÀ 

VISSVTA  PER  TANTI  ANNI  FELICE 

SOTTO  IL  PATERNO  SVO  SCETTRO 

SI  ASSOCIA 


DI  FRANCESCO  I. 

INVITTISSIMO  IMPERATORE 

CHE  RICONDVSSE  LA  TRANQVILLITA  NE'SVOI  REGNI 

E  LIBERÒ  LA  RELIGIONE  DAGLI  OPPRESSORI 

LA  MEMORIA  ETERNAMENTE  STARÀ 


FORTE  SI  PIANSE  IL  DÌ 

IN  evi  A  COSTERNARE  ITALIA  E  GERMANIA 

CORSE  IL  FVNESTO  ANNVNZIO 

CHE  RISVONA  NEL  CVORE  DI  TVTTI 

L'LMPERATORE  E  RE  NOSTRO 

FRANCESCO   I. 

È  MORTO  ! 


LA  ISTRVZIONE  PVBBLICA  DIFFVSA 

LE  ACCADEMIE  MVNIFICENTEMENTE  PROTETTE 

L'INDVSTRIA  PREMIATA  E  PROMOSSA 

I  COSTVMl  DELLE  OTTIME  DISCIPLINE 

E  DELLE  PVBBLICHE  E  PRIVATE  VIRTV 

RISTORATI 

LE  LEGGI  SAPIENTEMENTE  DATE 

LA  PACE  GLORIOSAMENTE  CONSERVATA 

SONO  I  PIV  SPLENDIDI  TITOLI 

DEL  DEFVNTO  MONARCA 

ALLA  GRATITVDINE 

DEI  POPOLI 
DA  LUI  GOVERNATI 


OMAGGIO  FLISEBRE 

NEL  TEMPIO  MAGGIORE  DELLA  COMUNIONE  ISRAELITICA 

IN  VERONA 


Tulli  I  fedeli  sudditi  del  defunto  graziosissimo  Imperatore  e  Re, 
Francesco  I.°,  di  gloriosa  memoria,  si  unirono  a  benedire  l'anima 
beata  dell'ottimo  fra  i  Monarchi,  che  dopo  un  lungo  regno  di 
equità  e  di  giustizia,  lasciò  ad  essi  tutti  indistintamente  il  dolce 
e  prezioso  legato  del  suo  amore,  e  la  tenera  e  commovente  pro- 
messa  di  pregire  a  loro  favore  dinanzi  al  Trono  dell'  Eterno. 

Animata  da  siffatti  sentimenti,  anche  nella  presente  luttuosa  cir- 
costanza, questa  Comunione  israelitica  dimostrò  il  suo  suddito 
amore  verso  1'  augusta  Gasa  regnante. 

Nel  di  lei  Tempio  maggiore ,  convenientemente  illuminato  ed 
apparalo  a  lutto,  e  nel  di  cui  mezzo  sorgeva  architettonico  mo- 
numento funebre,  nelle  ore  pomeridiane  d'  oggi  fra  la  commozione 
di  tutti  gli  astanti ,  ed  ufficiando  il  venerando  signor  Rabbino 
maggiore  assistito  dai  cappellani  del  Tempio,  si  celebrarono  con 
religioso  fervore  le  preci  di  requie  per  l'adorato  defunto  Sovrano, 
che  fu  Padre  comune  a  tutti  i  fedeli  suoi  sudditi. 

Grande  fu  il  concorso  di  ogni  ceto  di  persone,  tra  cui  distin- 
guevasi  S.  E.  il  signor  tenente-maresciallo  di  Fùrslenwerther,  f  f. 
di  Generale  in  capo  presso  questo  eccelso  Generale  Comando  del 
Regno  Lombardo-\  eneto,  con  altri  due  generali,  colouuelli  e  varj 
li.  R.  impiegati. 

Tra  i  diversi  scelti  pezzi  musicali  eseguiti  dai  bene  istruiti  cantori 
Israeliti  si  ammirò  il  Salmo /?e/;ro/?<n(^«,  messo  appositamente  in 
musica  nella  sua  lingua  originale  dal  nostro  bravo  maestro  sig.  Pietro 
Bercanovich  per  otto  voci,  e  con  accompagnamento  della  davidica 
arpa  dal  medesimo  sig.  Bercanovich  maestrevolmente  toccata. 


27 

POMPE  FUI^EBUI 

IN  TREVISO 


II  dolore  profondo  vivissimo  che  invase  lutti  gli  animi  air  an- 
nunzio fatale  di  quel  tristissimo  avvenimento  che  in  ogni  parte 
della  vasta  Austriaca  Monarchia  fu  sentito  come  una  grande  sven- 
tura nazionale;  il  dolore  inesprimibile  di  tutti  i  fedeli  sudditi 
che  accompagnò  la  dipartita  dalla  terra  di  S.  M.  V  Imperatore  e 
Re  Francesco  I.°  d' immortale  e  gloriosa  memoria,  anche  in  que- 
sta Città  raccolse  ieri  a'  piedi  degli  altari  tutta  questa  devota  po- 
polazione a  pregare  il  Dio  delle  misericordie  per  quell'  anima  ec- 
celsa, ahi  !  troppo  presto  rapita  all'  affetto  de'  suoi  popoli,  all'  am- 
mirazione del  mondo. 

Né  con  le  sole  cerimonie  religiose  raanifestossi  il  pubblico  lutto, 
che  in  quel  giorno  si  chiusero  spontaneamente  le  officine  e  le 
botteghe  della  città,  perchè  un  solo  pensiero  dominava  in  tutte 
le  menti,  un  solo  voto  si  formava  in  tutti  i  cuori  :  che  Iddio  Si- 
gnore voglia  donare  eterna  pace  e  riposo  a  quel  Grande  che  alla 
pace  ed  al  riposo  de' suoi  popoli  consacrò  l'intera  gloriosa  sua  vita. 

In  questa  occasione  sulla  porta  maggiore  della  Chiesa,  e  sopra 
il  ciitafalco  si  leggevano  le  seguenti  iscrizioni. 


Sopra  la  porla  della  Cattedrale. 
FRANCISCI  I. 

AVSTRIAE  .  IMP  .  ET  .  REGIS  .  NOSTRI 

HONORI  .  ET  .  ME.MORI.\E  .  I.MMORT  .  P.\REx\T.\TVR 

ADESTE  .  uve .  OMNES  .  ET  .  PACIS  .  PROPVGAATORI 

PACE.M  .  SE.MPITERNA.M  .  LNTER  .  CAELITES  .  PRECE.MVR 


Sulle  due  Jhonti  del  Catafalco. 
GLORIAE  .  IMMORTALI 

D.  N.  FRANCISCI  AUG. 

CVJVS  ,  VIRTVS  .  IN  .  ADVERSIS  .  INVICTA 

ACTIS  .  EX  .  HOSTIBVS  .  TRIVMPIIIS 

FINIBVS  .  LMrERII  .  PROLATIS 

REI  .  PVBBLICAE  .  NOMEN  .  ET  DIGKITATEM  .  AVXIT 


FELICITAS  .  HAEC  .  FVIT  .  SAPIENTISSIMO  .  CAESARI 

TVTATVM  .  ESSE  .  AEVO  .  INFAVSTO 

SVMMA  .  CONSILIORVM  .  PROVVIDENTIA 

OPTIMARVM  .  LEGYM  .  INSTITVTIONE 

PACEM  .  CIVIVM 

SVBDITARVM  .  GENTIVM  .  SECYRITATEM 


Ài  due  lati  del  Catafalco. 

VIVET  .  VIVET 
IN  .  ANIMIS  .  POPVLORVM  .  MENS  .  MAXIMI  .  PRINCIPIS 

QVI  .  IN  .  EXEMPLVM  .  POSTERITATIS 

NVLLO  .  VNQVAM  .  RERVM  .  DISCRIMINE  .  PERCVLSVS 

DOMI  .  FORISQUE  .  ANNOS  .  XXXXIII 

AEQVISSIMO  .  JVRE  .  OMNIA  .  AESTIMANS 

REGNI  .  FVNDAMENTVM  .  JVSTITIAM  .  FECIT. 

PARENTI  .  PVBLICO 
TVTORI  .  ARTIVM  .  BONARYM  .  VINDICI  .  EELIGIONIS 

REGNI  .  MVNIFICO  .  INDVLGENTISSIMO  * 

DIVINITVS  .  DATO  .  GENTIBVS  .  IMPERIO  .  REGVNDIS 

INFERIAS  .  AFFERT  .  CLERVS  .  POPVLVSQ  .  TARVISINUS  .  DIE  .  VII. 

VTI  .  MAGNAE  .  ANIMAE 

AEYITAS  .  AETERNAE  .  BEATITATIS  .  ADFVLGEAT. 


29 

POMPE    rr^EBRI 

NELLA  DUCALE  CITTÀ  DI  PARMA 


Parma,   i8  marzo   i835. 

Gli  ufTicIall  delie  truppe  di  questi  Ducati  desiderosi  di  porgere 
air  amatissima  nostra  Sovrana  un  qualche  segno  del  loro  cordo- 
glio per  la  recente  perdita  di  S.  M.  Francesco  I."  Imperatore 
d'Austria,  vollero  che  la  mattina  del  di  i6  di  questo  mese  fosse 
consecrala  ad  una  solenne  cerimonia  di  suffragio  ali"  anima  del- 
l'Illustre Defunto,  il  quale,  come  fu  specchio  ai  Monarchi  per 
doti  esimie  di  mente  e  di  cuore,  così  sarà  molt'  anni  memorato 
e  pianto  dai  popoli  che  lo  ebbero  a  Padre,  più  che  a  Sovrano. 
La  pia  funzione  fu  decorosa  quanto  poteva  comportarlo  l'angu- 
stia del  Tempio  di  questo  Ducale  Castello.  Eranvi  oltre  a  tutti 
gli  ufficiali  dello  Stato  in  attualità  di  servigio  presenti  in  questa 
capitale,  moltissimi  di  pensionar]  e  di  titolari.  Intervennero  S.  E. 
il  sig.  conte  di  Bombelles^  maggiordomo  maggiore  della  Corte  e 
della  Casa  di  S.  M.,  capo  dell'  Ispezione  generale  delle  cose  mi- 
litari, il  sig.  general  maggiore  barone  Pirquet,  comandante  le  II. 
RR.  Truppe  austriache  stanziate  nel  Ducato  di  Parma,  il  sig.  cav. 
de  Richer,  maggiore  nelle  truppe  austriache,  segretario  di  gabi- 
netto di  S.  M.  incaricato  degli  affiri  esteri ,  e  il  .sig.  podestà  di 
Parma;,  oltrecciò  gli  ufficiali  austriaci  in  gran  numero,  e  moiri 
de' superiori  ;  né  vi  mancò  il  sesso  gentile,  mogli  e  figlie  di  mi- 
litari, desideroso  di  tributare  anch'esso  le  sue  lagrime  all'estinto 
Monarca.  Cantarono  solenne  messa  di  requie  i  RR.  Padri  minori 
riformati,  mentre  la  banda  della  divisione  di  linea  per  intervalli 
eseguiva  scelti  pezzi  di  musica  lugubre.  Dinanzi  alla  Chiesa  stava 
schierato  un  numeroso  e  scelto  drappello  di  dragoni  Ducali  a 
cavallo,  le  due  compagnie  della  divisione  di  linea^  le  guardie  del 
fuoco.  Su  la  porta  leggevasi  una  Iscrizione,  che  rimembrava  lo 
scopo  di  quella  sacra  pompa,  ed  accennava  molte  fra  quelle  virtù 
che  illustrarono  la  vita  dell'Eccelso  defunto. 


3o 

MILAISO 


NOTIFICAZIONE 

Sua  Maestà  I.  R.  Ap.  Ferdinando  I.^  Nostro  graziosisslmo  Si- 
gnore si  è  degnata  di  abbassare  all'  I.  R.  Governo  di  Lombardia 
il  seguente  Sovrano  rescritto: 

FERDINANDO  V 

PER     LA     GRAZIA     DI      DIO 

IMPERATORE  d'aUSTRIA,  RE  d'uNGHERIA,  BOEMIA,  LOMBARDIA,  VENEZIA,  GALIZIA, 
LODOMIRIA  ED  ILLIRIA,  ARCIDUCA  d' AUSTRIA,  ECC.,  ECC. 

Cari  e  fedeli  ! 

Piacque  a  Dio  Onnipossente  di  chiamare  a  Sé  da  questa  terra 
S.  M.  r  Imperatore  e  Re  Nostro  veneratissimo  ed  amatissimo  Padre. 
S.  M.  spirò  alle  ore   12  e  tre  quarti  della  scorsa  notte. 

Penetrati  dal  sentimento  del  più  profondo  dolore  per  la  per- 
dita dell'  Augustissimo  defunto,  la  di  cui  sapienza  in  mezzo  alle 
burrasche  de'  tempi  ha  messo  la  base  la  più  solida  della  felicità 
de'suoi  popoli,  la  di  cui  giustizia  fu  un  possente  sostegno  ad  ogni 
diritto,  non  che  uno  scudo  vigoroso  contro  ogni  arbitrio,  e  le  di 
cui  virtù  serviranno  di  modello  in  ogni  tempo.  Noi  segniamo  la 
chiamata  sublime  di  progredire  sulla  via  di  Lui  si  saggiamente 
tracciata  e  con  tanta  perseveranza  tenuta. 

Fedeli  alle  intenzioni  dell'Augustissimo  Nostro  Padre,  e  fidando, 
come  Lui,  nella  divina  Provvidenza  ascendiamo  al  trono  avito  colla 
ferma  risoluzione  di  rendere  scopo  di  tutte  le  Nostre  cure  e  sol- 
lecitudini la  felicità  e  prosperità  dei  Nostri  popoli  seguendo  la  via 
del  giusto. 

Mentre  Noi  confermiamo  tutti  i  funzionar]  della  pnJjblica  am- 
ministrazione nel  loro  posti,  ufiicj  e  nelle  loro  dignità,  eccitiamo 


3i 
j  medesimi  e  specialmente  il  Governo  a  prestare  la  dovuta  coo- 
perazione alle  Nostre  premure^  e  a  dedicarsi  eoa  integrità  e  zelo 
ai  loro  impegni  a  tenore  delle  vigenti  prescrizioni  ed  a  norma  del 
loro  giuramento,  dalla  solenne  rinnovazione  del  quale  li  dispen- 
siamo. 

Del  resto  sarà  cura  del  Governo  di  rendere  nota  colla  mag- 
giore prontezza  la  Nostra  mente  a  tutte  le  Autorità  da  lui  di- 
pendenti e  di  disporre  in  particolare  d'accordo  cogli  Ordinariati, 
che  per  S.  M.  il  defunto  Augustissimo  Imperatore  e  Re  vengano 
celebrate  le  consuete  esequie,  sante  Messe  e  preghiere  tanto  nelle 
città  che  in  campagna,  facendo  tosto  cessare  ogni  sorta  di  diver- 
timento non  compatibile  col  lutto  universale. 

Ed  a  ciò  sia  prestato  il  più  esatto  adempimento. 

Dato  dalla  Nostra  capitale  e  residenza  Imperiale  di  p^ienna  questo 
giorno  due  marzo  dell  anno  mille  ottocento  trentacinque ,  e  primo 
de'  Nostri  Regni. 

Firmalo  FERomANDO  m.  p. 

AVVISO  AI  PARROCHI 

A  segno  di  dolore  e  ad  invito  dei  fedeli  a  preghiere  in  suf- 
fragio dell'  ora  defunto  Imperatore  Francesco  I,  già  nostro  benefico 
ed  amato  Sovrano,  ordiniamo  che  si  abbiano  a  suonare  le  cam- 
pane di  tutte  le  Chiese  di  questa  Città  per  tre  giorni  consecutivi 
(9,  IO  e  II  corrente)  una  volta  al  mezzodì  e  Taltia  all'Ave  Maria 
della  sera  di  ciascun  giorno,  e  il  suono  dovrà  essere  continuato 
per  un'  ora  ad  uso  dei  funerali. 

Il  primo  tocco  di  campana  sarà  dato  ogni  volta  dalla  Metro- 
politana e  ad  esso  risponderanno  subito  le  altre  Chiese. 

Dal  Palazzo  arcivescovile,  8  marzo  i835. 

Arcidiacono  Giuseppe  Rusca, 
Deleg.  delV  Em.  Arciv. 


3a 

CJllCOLARE 

AI  VENERABILI  PARROCHI  DELLA  CITTA  E  DIOCESI 

Dopo  avere  col  più  vivo  sentimento  dell'  animo  adorato  i  con- 
sigli dell'  Altissimo ,  cui  è  piaciuto  di  toglierci  l'Augusto  Nostro 
Sovrano,  Sua  Maestà  l'Imperatore  e  Re  Francesco  I.",  affrettia- 
moci a  compiere  verso  di  Lui  quei  sacri  doveri  che  la  pietà  del 
pari  e  la  riconoscenza  ci  impongono. 

Le  virtù  che  i-ifulsero  mirabilmente  nell'  Eccelso  Defunto,  e  ce 
ne  fauno  ora  piangere  acerbamente  la  perdita,  la  fermezza  inal- 
terabile neir  avversa  fortuna,  la  rara  moderazione  nella  prospera, 
lo  zelo  per  la  giustizia,  il  generoso  studio  della  pace,  la  sincera 
ed  esemplare  religione  di  Lui,  ci  inspirano  sicuramente  una  tran- 
quilla fiducia  che  la  sua  anima  già  felice  riposi  in  Chi  costante- 
mente essa  lui  sperato  e  creduto. 

Noi  però  memori  come  i  giudizii  del  Signore  sono  un  profóndo 
abisso^  con  quell'affetto,  con  tutta  quella  efficacia  di  cui  siamo 
capaci  invochiamo  le  sue  immense  misericordie  suU'  estinto  Mo- 
narca, e  invitiamo  la  pietà  dei  fedeli  ad  invocarle  con  noi. 

A  quest'  intento  giovedì  giorno  1 1  del  corrente  in  questa  Me- 
tropolitana, e  in  tutte  le  altre  Chiese  Collegiate,  Parrocchiali  e 
Regolari  della  Città  si  celebrerà  un  Ufficio  solenne  con  Messa 
prò  De/'uncto. 

Lo  stesso  avrà  luogo  nelle  Parrocchiali  della  Diocesi  il  giorno 
che  verrà  assegnato  dai  rispettivi  Yicarj  Foranei,  datone  il  segno 
la  sera  antecedente  col  suono   lugubre  per  un'ora  de' sacri  bronzi. 

I  Sacerdoti  si  Secolari  che  Regolari  della  Citrà  e  Diocesi ,  a 
refrigerio  dell'anima  del  trapassato  Imperatore,  celebreranno  la 
Messa  per  tre  ferie  consecutive  dopo  avuta  la  presente;  e  le  Mo- 
nache reciteranno  un  Ufficio  da  morto,  conchiudendolo  coli'  ora- 
zione prò  De/'uncto. 

Nel  pregare  il  Clementissimo  Iddio  che  si  degni  accogliere 
nella  sua  gloria  l"  amatissimo  Nostro  Sovrano  Francesco  1.°,  non 
scordiamoci  di  domandare  con  affettuosa  sollecitudine  la  pienezza 
delle  celesti  benedizioni  sull'  Augusto  Capo  del  ben  degno  Sue- 


33 

cessore  di  Lui,  Sua  Maestà  Imperiale  Ferdiuanclo  I.° ,  il  di  cui 
regno  giustamente  confidiamo  sia  per  essere  il  regno  glorioso 
della  religione,  e  quindi  della  comune  felicità. 

Milano,  dal  Palazzo  Arcivescovilcy  io  marzo  i835. 
Sott.  Arcidiacono  Giuseppe  Rusca,  Deleg.  dell' Em.  Arciv. 


CIROCLARE 

DEL  VESCOVO  DI  PAVIA 

AL  VENERABILE  CLERO  E  DILETTISSIMO  POPOLO  DELLA  CITTA  E  DIOCESI. 

La  tristissima  notizia  già  pur  troppo  divulgata  della  lagrimevole 
perdita  che  abbiam  fatto  nella  notte  precedente  il  secondo  giorno 
del  corrente  mese,  del  nostro  ottimo  amatissimo  Sovrano,  ci  ha 
tutti  immersi  nel  più  profondo  dolore.  Noi  non  vi  diciamo  quale 
e  quanto  aspra  ferita  abbia  aperta  nel  nostro  cuore  questa  fatale 
perdita,  noi  che  avemmo  da  Lui  tante  prove  di  speciale  degna- 
zione, e  di  generosa  beneficenza  a  favore  di  questa  Diocesi  e  di 
questo  Clero ,  che  non  potranno  mai  essere  da  noi  e  dai  nostri 
successori  dimenticate.  Ciascuno  di  voi  onorava  ed  amava  più  qual 
Padre  amoroso  che  quale  Sovrano  l'Augustissimo  Imperatore  e  Re 
Francesco  I.°:  ciascuno  rammenta  consentimenti  di  venerazione  la 
Sua  insigne  pietà  ,  comprovata  mai  sempre  e  dall'  esempio  delle 
Sue  virtù  pubbliche  e  domestiche,  e  dall' ardente  Suo  zelo  per 
l'onore  della  Religione  e  della  S.  Chiesa:  il  Suo  intenso  e  costante 
amore  per  la  giustizia  ,  che  formava  il  più  deciso  ed  evidente  suo 
carattere:  la  Sua  clemenza  e  magnanimità  da  tutti  commendata 
altamente  :  la  Sua  munificenza  nel  promovere  l'istruzione  de' popoli 
e  nel  proteggere  le  scienze  e  i  cultori  di  esse:  le  Sue  sollecitu- 
dini indefesse  per  allontanare  non  solo  da  noi  Suoi  amati  figli, 
ma  da  tutti  i  popoli  dell'Europa  il  minacciato  flagello  della  guerra. 
Ciascuno  sa  quale  continuo  sacrificio  Egli  facesse  di  Sé  medesimo 

6 


3i 

e  della  Sua  quieto  al  hune  dì  lutti  indistintamente  per  quaran- 
tatre anni  compiti  di  regno  sempre  glorioso,  malgrado  l'esten- 
sione immensa  e  l' indole  svariala  de'  Suoi  Stati,  e  la  sempre  debole 
Sua  salate. 

Noi  tutti  riguardavamo  la  conservazione  di  un  tale  Sovrano 
come  il  più  segnalato  beneficio  della  Divina  Provvidenza,  e  fa- 
cevamo continui  voti  perchè  ci  venisse  prolungata  ancora  a  molti 
anni.  Ma  a  quel  Dio  che  ce  lo  aveva  dato  e  conservato  a  lungo 
per  dono  di  sua  misericordia  in  tempi  difficili  e  burrascosi,  è 
piaciuto  di  chiamarlo   a  ricevere  la  corona  di  tanti  suoi  meriti. 

Ora  è  ben  giusto  che  rivolgiamo  l' amarezza  del  nostro  duolo 
a  rendere  a  quelT  anima  veramente  grande  una  solenne  testimo- 
nianza della  nostra  venerazione,  gratitudine  ed  affezione  teneris- 
sima,  offrendo  al  Dio  delle  misericordie  e  delle  consolazioni  le 
])iii  fervorose  preghiere  (U  espiazione  a  ìine  di  sollecitare  all'anima 
deir  eccelso  defunto  Monarca  il  pieno  possedimento  della  beata 
pace   preparatagli   per  l'Eternità  in  Paradiso. 

l^erciò  avendo  noi,  per  avviso  di  S.  E.  il  signor  conte  Gover- 
natore, ordinato  che  in  tutte  le  chiese  della  cittcà  e  dei  sobborghi 
si  suonassero  nei  giorni  9,  [o  e  11  del  corrente  tutte  le  campane 
alla  distesa  in  suono  lugubre  al  mezzodì  ed  alla  sera,  a  fine  di 
eccitare  la  pietà  dei  fedeli  ad  impetrare  dal  Signore  con  divote 
preghiere  il  riposo  all'anima  del  defunto  Imperatore  e  Re  nostro; 
lo  stesso  ordiniamo  che  si  faccia  in  tutte  le  parrocchie  della  Diocesi 
per  tre  giorni  successivi  alla  ricevuta  di  questa  lettera,  esortando 
i   fedeli  ai  medesimi  uffi(  j   privati  di  cristiana  pietà. 

Nel  giorno  di  lunedi  16  corrente  nella  nostra  Cattedrale  si  can- 
terà dopo  r  Ufficio  de'  Morti  la  Messa  pontificale  da  Requiem,  e 
si  celebreranno  le  solenni  esequie  coli'  intervento  di  tutte  le  Au- 
torità e  della  Nobiltà.  La  medesima  sacra  funzione  si  ripeterà  in 
ciascuna  parrocchia  della  città  nei  giorni  segueuti  ripartitamente, 
affinchè  coli"  intervento  del  maggior  numero  possibile  di  Clero 
riesca  più  decorosa.  Lo  stesso  si  firà  in  ciascuna  parrocchia  fo- 
rese tostochè  le  sia  giunto  questo  avviso  :  alla  sera  poi  in  tutte 
le  parrocchie  si  darà  la  benedizione  col  SS.  Sacramento,  premesso 
il  canto  del  Salmo  Miserere. 


35 
Saranno  esortati  tutti  i  fedeli  ad  intervenire  a  queste  sacre 
funzioni,  ed  o  nella  Chiesa  o  nelle  private  famiglie  a  concorrere 
al  dovuto  suffragio  dell'  Augusto  Defunto  colla  recita  del  S.  Ro- 
sario e  di  altre  preghiere. 

Tutte  le  Scuole  della  Dottrina  Cristiana  faranno  per  tre  feste 
consecutive  quelle  preghiere  comuni  che  sono  indicate  dalle  regole 
o  consuetudini  in  suffragio  dei  Defunti  più  distinti. 

Finalmente  vogliamo  avvertiti  tutti  i  sacerdoti,  che  nel  canone 
della  S.  Messa  e  nella  recita  dell'  Orazione  Pro  Jiege  al  nome  di 
Francesco  si  sostituisca  quello  di  Ferdinando,  nuovo  nostro  So- 
vrano: e  ricordiamo  a  tutti,  ma  specialmente  al  Clero  l'obbligo 
preciso  di  implorare  continuamente  le  benedizioni  del  Signore  sulla 
sacre  persone  di  Lui,  dell'Imperiale  famiglia,  e  di  cli,i  in  nome 
di  Lui  assiste  al  Governo  di  questi  felicissimi  Stati. 

Pavia,dal Palazzo  y escovile,  io  marzo  i835. 

^  Luigi  Vescovo 

LUTTO  DI  CORTE 

31/ lana,  io  marzo  i835. 

Per  ordine  supremo  la  Corte  veste  a  lutto  per  sei  mesi,  co- 
minciando dal  9  marzo  a  tutto  il  6  settembre  i835,  per  la  morte 
di  S.  M.  I.  R.  A.  Francesco  1.°,  colle  seguenti  variazioni: 

I  Cavalieri  per  7  settimane,  fino  a  tutto  il  26  aprile,  vesti- 
ranno l'abito  di  panno  nero  rovescio  (ratine),  con  pochi  bottoni 
(i  paramani  senza  bottoni),  pleureuses,  manichetti  di  tela  battista 
con  orlo  largo,  calze  di  lana,  spada  coperta  in  nero,  fibbie  nere, 
e  velo  al  cappello. 

Per  le  successive  7  settimane,  dal  27  aprile  al  i4  giugno, 
r  eguale  vestiario,  ma  senza  pleureuses. 

Per  le  successive  6  settimane,  dal  i5  giugno  al  0.G  luglio, 
panno  nero  liscio,  spada,  e  fìbbie  nere. 

Per  le  ultime  6  settimane,  dal  27  luglio  al  G  settembre,  l'e- 
guale vestiario,  spada,  e  fibbie  di  colore. 


36 

Le  Dame  per  i4  seltltiiane,  a  lutto  il  i4  giugno,  vestiranno 
r  abito  dì  stoffa  di  lana  nera,  con  acconciatura  di  testa  in  nero, 
gioie,  ventaglio,  e  guanti  neri. 

Per  le  successive  6  settimane,  dal  i5  giugno  al  26  luglio,  abito 
nero  di  seta,  acconciatura  di  testa  in  nero,  guarnizioni,  e  gioie  nere. 

Per  le  ultime  6  settimane,  dal  27  luglio  al  6  settembre,  l'eguale 
vestiario,  ma  con  merletti,  e  blonde,  e  gioie  fine. 

Durante  tutto  il  lutto  i  Cavalieri  e  le  Dame  vestono  in  livrea 
nera  la  loro  servitìi. 

Ciò  è  permesso  anche  ai  Cavalieri  degli  II.  RR.  Ordini  austriaci. 
//  Gran  Masr^iordomo  Fimi.  Meraviglia. 

POMPA   FLI^EBRE 

NELLA  CAPPELLA  DI  SAN  GOTTARDO 

ISEL  PALAZZO  DI  CORTE 

Per  disposizione  di  S.  A.  I.  R.  il  Serenissimo  Arciduca  Vice-Re 
vennero  celebrate  le  esequie  a  riposo  dell'  anima  di  S.  M.  I.  R. 
Apostolica,  il  defunto  Imperatore  Francesco  I,  nostro  veneratissimo 
Sovrano  ed  amatissimo  Padre,  nell'  I.  R.  Cappella  di  S.  Gottardo 
nel  Palazzo  di  Corte,  le  quali  precedute  nel  giorno  1 1  dai  sacri 
Vesperi  ebbero  jeri  compimento  colla  Messa  solenne.  Assistevano 
alla  funebre  cerimonia  le  LL.  A  A.  II.  RR.  il  serenissimo  Arciduca 
Vice-Re  e  la  serenissima  Arciduchessa  Vice-Regina,  i  Grandi  Ut- 
ikiali  della  Corona,  tutti  gì'  II.  RR.  Consiglieri  Intimi  e  Ciambel- 
lani, e  le  Dame  di  Palazzo. 

La  Cappella  era  tutta  magnificamente  addobbata  di  nero  con  fran- 
ge ed  emblemi  d'  oro.  Nel  mezzo  sorgeva  un  sontuoso  Mausoleo 
rettangolare  adorno  di  dipinti  rappresentanti  le  imprese  dell'Augusto 
defunto.  Quattro  statue  negli  angoli  raffiguravano  la  Giustizia,  la 
Fortezza,  la  Temperanza  e  la  Religione,  virtù  che  nell'  Augusto 
Trapassato  erano  su  tutte  l'altre  eminenti.  Intorno  al  feretro  quattro 
Genj  piangenti  erano  simbolo  del  dolore  del  popoli  per  una  per- 
dita così  lagrimevole.  Tutto  il  monumento  veniva  coperto  da  un 


3, 
amplissimo  baldacchino  colla  Corona  Imperiale.  Sui  lati  di  esso 
si  leggevano  le  seguenti  iscrizioni  dettate  eoa  elegante  schiettezza 
dall'  archeologo  dottor  Labus. 

I. 

Di  fronte  : 

PRAECLARAM  .  INDOLEM  .  FASTIGIO  .  SVO  .  PAREM  .  NACTVS 

INllT  .  niPERIVM 

AVITAE  .  RELIGIONIS  .  CVSTOS  .  ADSERTOR 

ADITU  .  FACILIS  .  INGENIO  .  BENIGNVS  .  MENTE  .  PROVIDUS 

IVSTITIAM  .  CLEMENTIA  j  TEMPERANS 

AVSPEX  .  PVBLICAE  .  FAVSTITATIS 

2. 

JVel  lato  destro  : 

INGRVENTIBVS  .  TEMPORVM  .  ASPERRIMIS  .  CALAmTATIBVS 

PROPOSITI  .  TENAX 

SAPIENTIA  .  VIRTVTE  .  FIRMITVDINE  .  VSVS 

HOSTIVM  .  COPllS  .  FVSIS  .  CAPTIS  .  IN  .  DEDITIONEM  .  ACCEPTIS 

LIBERTATEM  .  EVROPAE  .  PACEM  .  POPVLIS  .  REDDIDIT 

AVCTOR  .  PERPETVAE  .  TRANQVILLITATIS 

3. 

Dì  contro  alV  altare  : 

NON  .  ADSIDVIS  .  LABORIB  .  NON  .  MORBIS  .  GRAVIB  .  FRACTUS 

PATERNO  .  ADFECTV 

SVBDITARVM  .  MAIESTATI  .  SVAE  .  PROVINCIARVM 

OPYLENTIAE  .  COMMODIS  .  FELICITATI  .  IVGITER  .  PROSPEXIT 

TVTOR  .  SOLLERTIS  .  CIVILITATIS 

4. 

Nel  lato  sinistro: 

SALVE  .  SVPREMVM  .  PRINCEPS  .  PIENTISSIME  .  INCOMPARABILIS 

ABREPTE  .  AD  .  CAEIJISTES 

TE  .  AVGVSTA  .  DOMVS  .  ITALIA  .  GERMANIA  .  VNIVERSAQ  .  EVROPA 

VIRTVTVM  .  TVARVM  .  SPLENDORE  .  INLVSTRATAE 

VNO  .  ANIMO  .  VIVENTEM  .  COLVERE 

TB  .  AMISSVM  .  LVGEiNT  6» 


38 
In  fixtnle  nlln  Chieaa  era  collocata  t  altra  iscrizione  seguente  ; 

IMP  .  CAES  .  FRANCISCO  AVGVSTO 

LEOPOLDI  .  AVG  .  FIL  .  FRANCISCI  .  AVG  .  N. 

OPTI.MO  .  PIO  .  FORTlSSniO  ,  PROVlDEiNTISSlMO  .  PRUNCIPI 

PARENTI  .  PVBLICO 

RAINERIVS  .  AVG  .  FRATER  .  VICE  .  SACRA 

SVPREMA  .  ET  .  LACRIMAS. 

OMAGGIO  FUI>EBUE 

DELLA  DIREZIONE  DELLO  SPEDALE  MAGGIORE 
E  LUOGHI  PII  UNITI 

Milano  il   12  Marzo   i83{>. 

La  Direzione  dell'  Ospitale  e  de' Luoghi  Pii  uniti  di  questa  città 
ha  jerl  fatto  celebrare  nella  Cappella  interna  dello  stesso  Spedale 
un  Officio  de' Morti  con  Messa  Pontificale  da  Requiem,  onde  im- 
petrare le  celesti  Misericordie  per  1  anima  dell'  Augustissimo  de- 
funto Monarca  Francesco  I.°,  che  largiva  protezione  e  favori  alla 
Causa  della  beneficenza. 

Vi  intervennero  il  Direttore  e  l' Amministratore  dei  detti  Pii 
Istituti  e  il  Medico  dell'  I.  R.  Delegazione  con  uno  stuolo  numeroso 
di  medici,  di  chirurghi  e  di  impiegati  addetti  agli  stessi  Luoghi  Pii. 

Vedevasi  la  pietà  di  tutti  nella  concorde  preghiera  di  espia- 
zione, e  portava  ciascuno  scolpito  in  faccia  un  sincero  dolore  per 
la   fatale  perdita  che  abbiamo  sofferta. 

Semplice  ma  commovente  era  la  seguente  iscrizione  che  si  leg- 
geva alla  porta  della  Cappella  suddetta  : 

FRANCISCO  .  I  .  COESARI  .  AVGVSTO 

PRINCIPI  .  IVSTISSIMO  .  FIRMISSLMO 

COELESTIVM  .  GLORIAM 

INTEMERATA  .  VITA  .  PARATAM 

ADPROPERATVRI 

BONI  .  ACCEDITE 


39 

OMAGGIO  FUNEBRE 

DEI  PADRI  OSPITALIERI  FATEBENEFRATELLI 


31ilano   17  Marzo. 

I  Padri  ospedalieri  Fatebenefratelli  di  questa  città  tributarono 
jeri  un  commovente  attestato  di  filiale  subditanza,  e  vera  carità 
evangelica  all'  Augustissimo  Defunto  Sovrano  colla  celebrazione  di 
un  devoto  e  decoroso  suffragio.  Vi  si  leggeva  la  seguente  iscrizione  : 

ALL'  .  IMPERATORE  .  E  .  RE  .  FRANCESCO  .  1 

AL\SS1M0  .  AVGVSTO  .  GIVSTISSLMO 

DELLE  .  BENEFICHE  .  PIE  .  ISTITVZIONI 

TVTELA  .  E  .  SOSTEGNO 

TOLTO  .  ALL'  .  AMORE  .  DE'  .  POPOLI 

NELL'  .  ANNO  XLIII  .  DEL  MEMORANDO  .  SVO  IMPERO 

I  .  RELIGIOSI 

DELL'  .  ORDINE  .  DI  .  S.  GIOVANNI  .  DI  .  DIO 

DALL'  .  ETERNO  .  ONNIPOSSENTE  .  REGGITORE 

NELLE  .  evi  .  MANI  .  STANNO  .  LE  .  SORTI 

DE'  .  PRINCIPI  .  E  .  DELLE  .  GENTI 

PREGANO 

LA  .  BEN  .  MERITATA  .  GLORIA  .  DE'  .  CIELI 


OMAGGIO  FtI>EBRE 

DELLA  CONGREGAZIONE  DE"  BARNABITI 


Mila 


no ,   20  marzo. 


La  Congregazione  de'  Barnabiti  legata  con  particolari  nodi 
alla  Maestà  di  Francesco  I.",  che  la  ristabilì  in  questi  felicissimi 
Stati,  non  poteva  appagarsi  de'  comuni  suffragi  ordinati  al  Clero 
Secolare  e  Regolare  nel  giorno  12  corrente;  e  però  nel  giorno  20 


4o 

ne  fece  dei  particolari  nella  Chiesa  di  S.  Barnaba  di  questa  città, 

sopra  la  di  cui  porta  leggevasi  la  seguente  iscrizione  : 

A     ±     a 

FRANCISCO  .  I  .  CAESARVM  .  MAXIMO 
CYIVS  .  VIRTVTI  .  NVLLVM  .  PAR  .  ELLOGIUM 

QVOD 

ORDINEM  .  CLERICORVM  .  REGVLARIVM  .  A  .  S  .  PAVLLO 

INFANDA  .  SVPERIORVM  .  TEMPORVM  .  VI 

MOERENTIBVS  .  BONIS  .  EXTINCTVM 

ANNO  .  M  .  DCCC  .  XXV 

TOTA  .  PLAVDENTE  .  CIVITATE 

EXCITARIT 

RESTITVTI  .  EIVSDEM  .  ORDIKIS  .  SODALES 

TANTO  .  IMPERATORI  :  AC  .  REGI 

EHEV  .  SVPREMVM  .  DIEM  .  OBEVNTI 

DEVOTI  .  GRATI  .  QVE  .  ANIMI  .  ERGO 

rVNERVM  .  SOLLEMNIA 


Miìano  23  marzo   i835. 

Il  profondo  dolore  di  questa  devota  popolazione  per  la  lagri- 
mevole  perdita  del  veneratisslmo  suo  Sovrano  ed  amatissimo  Padre, 
il  defunto  Imperatore  Francesco  I.°  di  gloriosa  memoria ,  trovò 
un  conforto  nell'  accorrere  alla  chiamata  del  suo  Pastore  ad  as- 
sistere alle  solenni  esequie  che  nel  giorno  12  del  corrente  ven- 
nero celebrate  in  tutte  le  parrocchie  di  questa  città.  Era  un'ado- 
lorata  famiglia  che  scioglieva  un  supremo  tributo  di  religiose  pre- 
ghiere al  suo  Capo.  I  Parrochi  e  le  Fabbricerie  collo  zelo  il  più 
distinto  addobbarono  le  chiese  di  fiinereii  ornamenti.  Il  Clero  anche 
estraneo  alla  parrocchialità  mosso  da  sentimento  di  divozione  con- 
corse spontaneo  a  rendere  più  solenni  le  ufficiature  INIerita  spe- 
ciale menzione  la  pompa  singolare  con  cui  furono  celebrate  nella 
Metropolitana,  nell'  I.  R.  Basilica  di  S.  Ambrogio  e  nella  Chiesa 
preposi  turale  di  S.  Fedele. 


4' 

Nei  giorni  successlYÌ  varj  Stabilimenti  gareggiarono  nel  celebrare 

uelle  loro  particolari  cappelle  e  chiese  funebri  funzioni. 

Allo  zelo  delle  Parrocchie  della  città  corrispose  quello  delle 
foresi,  e.  la  popolazione  d'ogni  comune  e  d'ogni  terra  accorse 
con  islraordinaria  emozione  ad  assistere  ai  riti  funerarj  per  l'ado- 
rato Sovrano. 

Da  tutte  le  provincie  riceviamo  le  più  particolari  notizie  che 
r  egual  zelo ,  1'  eguale  concorso  si  è  dovunque  dimostrato  e  nel 
celebrare  simili  esequie  con  singolare  pompa  e  magnificenza,  e  nel- 
r  assistere  ad  esse  per  impulso  universale,  assecondando  le  pie  di- 
sposizioni dei  Vescovi,  delle  Fabbricerie,  dei  Municipi.  Nelle  città 
intervennero  ai  sacri  riti  tutte  le  autorità  amministrative,  giudi- 
ziarie e  militari,  e  la  nobiltà. 

Tutte  le  cattedrali  erano  addobbate  di  nero  con  frange  ed  or- 
namenti d'  oro ,  con  stemmi  ed  emblemi  Nel  mezzo  di  esse  sor- 
gevano magnifici  mausolei  adorni  dove  da  statue  rappresentanti 
le  piìx  eminenti  virtù  dell'augustissimo  Trapassato,  dove  cande- 
labri, dove  incensieri,  dove  simboli  ed  altri  dipinti,  e  tutte  da 
analoghe  iscrizioni  dettate  (piali  con  latina,  quali  con  Italiana  ele- 
ganza. —  Atta  base  del  monumento  eretto  nella  Cattedrale  di  Ber- 
gamo era  appesa  l'immagine  veneranda  di  Lui  pel  quale  le  solenni 
preghiere  erano  innalzate.  —  Nella  Cattedrale  di  Cremona  venne 
recitato  1'  elogio  funebre  dell'  immortale  Defunto  dal  professore 
d'eloquenza  sacra  in  quel  seminario  vescovile,  sacerdote  Benza , 
e  nella  collegiata  di  Sondrio  una  allocuzione  dal  professore  d' uma- 
nità in  queir  I.  R.  Ginnasio,  sacerdote  Giovanni  Gualzetti. 

In  tutte  queste  dimostrazioni  di  tutte  le  provincie  Lombarde  si 
ha  un  testimonio  ben  solenne  della  pubblica  universale  devozione 
verso  r  augusto  INIonarca  di  cui  si  compiange  la  perdita,  e  della 
venerazione  in  cui  egli  era  nel  cuore  di  tutta  questa  fedelissima 
popolazione. 


\ 


4« 


DI  UIV  SUDDITO   E   FUNZIONARIO   FEDELE 

PER  LA   PERDITA 

DELL'  ADORATO  MONARCA 

FRANCESCO    PRIMO 


^' 


DU)lttD 


jCjLhi  !  «egro  giorno  !  atroce  colpo  e  rio  ! 

Sclamaa  Lamagna ,  Insubria ,  Europa  intiera. 
Ahi ,  sorte  acerba ,  disj)ietata  e  fiera , 
Che  il  mondo  orbò  di  Re  sì  giusto  e  pio. 

Oh  !  come  in  pochi  di  ratta  spario 
Vita  tanto  preziosa  e  lusinghiera  ! 
Crudel  destin  che  notte  avanti  sera 
A  noi  portasti ,  e  insiem  ferale  addio  ! 

Ma  se  andò  vuoto  il  supplicar  dei  buoni 
A  trar  di  man  dell'  inflessibil  Parca 
Lo  strai  pendente  sul  miglior  de'  Troni , 

E  certo  almen  che  d'ogni  labe  scarca 
L'  Alma  sua  bella  fra  i  celesti  suoni 
De' Beati  alla  sede  anela  e  varca. 

G.  B. 


r]^ 


42 

IL  PARAGRAFO  14  DEL  TESTAMENTO 


Iti 

S.  M.  L' IMPERATORE 


FRAiVCESCO    PRIMO 


»»»^ia»CT. 


xVscolto  il  suon  delle  pietose  note 

Che  '1  mio  buon  Padhe  mi  vergò  morente , 
E  tal  mi  sorge  affetto  in  sen  possente , 
Che  l'alma  a  parte  a  parte  agita  e  scuote. 

E  pur  pensando  i'  dico  :  Quanto  puote 
Amor  di  Prence  in  suo  regnar  clemente  ! 
E ,  come  invita  il  cor ,  soavemente 
Discorre  il  pianto  ad  irrorar  le  gote. 

Ti; ,  mio  Signor ,  Tu ,  Padre  mio ,  1'  amore 
Mi  legasti  morendo ,  e  in  un  la  speme 
Che  pregherai  per  me  1'  alto  Fattore. 

Oh  cari  accenti  !  ora  confido  anch'  io , 
Che  sarò  Teco  e  co' Beati  insieme, 
Perch'  io  ben  so  che  Tu  riposi  in  Dio. 

Can.  Feudinando  Belltsomi 

Prefetto  del  Ginnasio  Imp.  di  S.  Alessandro 
in  Milano. 


44 


IN     M  O  RTE 

ni 

S.  M.  U  IMPERATORE 

FRANCESCO    PRIMO 


JtXedia  quel  giorno  che  sul  trono  avito  (i) 
Salisti,  e  morte  non  osava,  o  Sike, 
Te  air  amor  de'  tuoi  popoli  rapire 
Pria  che  sì  fausto  dì  fosse  compito. 

Or  de'  tuoi  regni  il  duol ,  di  llto  in  lito , 
Corse  r  Europa ,  che-  nel  tuo  morire , 
Sì  presto  ahi  troppo  pel  comun  desire. 
Un  Eroe  della  pace  è  in  te  perito. 

Oh  quante  volte  delle  spade  il  lampo 
Tu  contenesti,  e  all'ombra  dell'oliva 
Non  invidiavi  i  tristi  allor  del  campo. 

Ma  pur  si  tempri  il  lutto.  Or  degno  Erede 
Del  cor,  del  senno  tuo  Fernando  viva. 
Da  cener  di  Fenice  altra  succede. 

Barabani 


(i)  E  noto  che  S.  M.  l'Imperatore  Francesco  I  succedette   al   trono    del   suo   Augusto   Ge- 
nitore il   I."  marzo   1792,  e  mori  a  tre  quarti  della  prima  ora  del  i  marzo  corrente. 


45 


IL  GIORNO  DUE  DI  MARZO 


D 


eh  !  bronzi,  cessate 
Lo  squillo  ferale, 
Non  più  lamentate 
L'  annunzio  fatale. 


Al  trono  Superno 
Salì  la  beli'  alma, 
In  sen  dell'  eterno 
Raccolse  la  palma. 

Il  giusto  che  cinse 
Più  bella  corona, 
Con  Dio,  cui  strinse. 
Di  noi  già  ragiona, 


Ragiona  del  Figlio 
Che  il  mite  governo. 
Il  saggio  consiglio. 
Il  cuore  Paterno , 

Degnissimo  erede, 
Raccoglie  piangente; 
Di  noi  che  a  lui  fede 
Giuriamo  fervente 

Sorride  il  Signore; 
Lo  spirto  diletto 
Non  vuol  più  squallore, 
S' infiora  d' affetto. 


Voi,  bronzi^  cessate 
Lo  squillo  ferale , 
Non  più  lamentate 
L'  annunzio  fatale. 


M.  B.  R. 


FINE  DELLA  RACCOLTA 


7- 


INDICE 

DEGLI    ARTICOLI 


L 


Editore,  ossia  idea  del  contenuto Pag.  m 

Anniversario  della  nascita  di  S.  IM. »  i 

Annuncio  della  morte ,  dall' Oss.   Aust »  ivi 

Lettera  di  S.  M.  Ferdinando  I.  al  Gran  Maggiordomo  Maggiore  »  2 

»      Asli  altri  Ministri »  3 

»     A  S.  A.  I.  l  Arciduca  Luigi «  ivi 

»     Al  Principe  di  Metternich,  Curatore  dell  Accademia  di 

belle  Arti,  per  l'erezione  di  un  monumento     .      .     »  4 

»     A  S.  A.  L  l'Arciduca  Ranieri,  Viceré  del  Regno  Lom- 
bardo  Veneto »  5 

Estratto    del   Testamento    di  S.   M.   Francesco  I.      ...»  6 

Lutto  generale  =   Vienna »  ivi 

Cenni  Bibliografici »  -, 

Trasporto  e  pompa  funebre ^^  Q 

Notificazione  della  morte  al  Corpo  Diplomatico    .     .     .     .     »  i3 

Articolo  della  Gazzetta  di  Francfort »  i5 

Altro „  i5 

Partenza  per  le  Corti  estere  d' incaricati  alla  comunicazione  of- 
ficiale della  morte  dell' Lnperatore  Francesco,  e  dell'assunzione 

al  trono  di  Ferdinando  L »  18 

Arrivo  a   Vienna  del  Principe  Guglielmo  di  Prussia     .     .      »  ivi 
Esequie  in  Vienna  nella  Chiesa  aulica  degli   Agostiniani ,    ed 

iscrizioni »  io 

Pompe  funebri  in  Venezia »  20 

Oma^io  funebre  del  Corpo  della  Marina  Austriaca  di  Guerra 

in  Venezia , »  21 


48 

Funzione  funebre  dei  Greci  in  Venezia Pag.   24 

Omaggio  funebre  nel   Tempio  Maggiore  della  Comunione  Israe- 
litica in  Verona ;....»   26 

Pompe  funebri  in   Treviso »   27 

«  in  Parma ^'29 

Notìficazioìie  abbassata    al    Governo    di  Lombardia  da  S.  M. 

J.  R.  A.  Ferdinando  I. »   3o 

Avviso  ai  Parrochi  =  Curia  di  Milano     ......  )j   3 1 

Circolare  ai  Parrochi  della   Città  e  Diocesi »   32 

Idem  del  Vescovo  di  Pavia  al  Clero  delia  Città  e  Diocesi  «  33 

Lutto  di  Corte  =a  Milano »   35 

Pompa  funebre  nelUi  Cappella    di  S.   Gottardo  nel  Palazzo  di 

Corte  di  Milano »   36 

Oma.^0  funebre    della  Direzione    dello    Spedale    Maggiore  in 

Milano       »  38 

Idem  dei  Padri  Ospitalieri  Fatebenefratelli »   ^9 

Esequie  in  tutte  le  Parrocchie  della  Città  di  Milano    .     .  »  4^ 

Lamento  di  un  siuidito  fedele  e  funzionario  =  Sonetto     .  x>  ^7. 

//  §   i4  del  Testamento  di  S.  M.  Francesco  L  =  Sonetto  »  4^ 

Li  morte  di  S.  M.   Vhnp.  Francesco  L  =  Sonetto   .     .     .  »  44 

//  giorno  due  marzo  =  Stroffe r>  l\^ 


FINE   DELL   INDICE 


OMAGGIO  FUNEBRE 

CHE    SI    TRIBUTA 

NELLA   METROPOLITANA  DI  iMILANO 

ALLA  GLORIOSA  MEMORfA 
DI  S.  M.  L' IMPERATORE  E  RE 

FRAIVCESCO  I. 


-^»<»l»a^ 


Descrizione  JeH' Apparato  del  Tempio,  del  Mausoleo,  delle  Medaglie  e  degli  Emblemi 
coi  rispettivi  disegni  espressi  in  sedici  tavole  incise  in  rame,  e  colle  Inscrizioni  in 
testo  italiano  tanto  iiwrenti  al  Sarcofago,  che  allusive  alle  medaglie,  ed  esprimenti 
i  fasti  del  Monarca  defunto,  aggiuntovi  il  Cerimoniale  della  Funzione  funebre. 


MILAINO 

TIPOGRAFIA  MALATESTA  DI  C.  TINELEr 

MDCCCXXXY 


grazie  ac/a  c/ct/iorco7V  77iiim'/rcen/za  c/i6j  a/  novue  /len^ 

di'&rSi^  i.'ccoMiaicuU   ae// méca7i6   Amn/ia    /imeore,   /ornc^ce    il 

cam/w  a//a    ci&uofa  ^.Àéuano    ao  /ucrc  ae/ià7?au&}^ù     oiel    /ì?v^ 

À?%o  O772aamo  ac  ae/o/néo  c/oirmio  /  ^oae  a//  mù/nUMiue  t^/= 

tió^,  c/i6  col  ^uo  g07uo  6  cmTuzconCj  e  con  /'a?7àr.  A^'on/e^a,   e 

/fucceJ^  conco?tfe  a  rca/i^z/zaì'e  i'léuMi7ne  a(V{d^m7i&77fo/ *  t>4éum7o 

'ueae  /i&r  eco  coi??/^^^^  t'I'  /trc^i/rw    v-oio  con    ^/lamz/ytceo^a  ao 

v-oio  ^eódo  co7^rt»f/iona&?tle,    e  con    cei&7'ùà  /ia7%  al   ae^if'a&f^fo  : 

ea  d  ^-o-ià)d07%Uo  na  /a  /fom/wauone  m  /luav/icare ,  e  v-€</&ì'e 

m,    7na/no  ao  >iuoù    conc{tì:aamù   /a    acJcrczionc    ae/ca    /io7nÀa 

■mea6é</7na  /i/rt77ia  a/ncae  aeo  gco7vu  aeé^iaiù  al/a  ce/eén 

*^ùum,o,  4  ^M"^^  ^SSs. 


^  Giù.éorc 
^a7'/o  tJo7tcca: 


*  È  cosa  nota  che  ii  sig.  Alessandro   Simqtiirico   immagino   ed  csegìiì  il  grande  pivgello  in 
ventidue  giorni. 


m<:'wne. 


DESCRIZIONE 

DEL 

GRANDIOSO  GENERALE 

APPARATO  DEL  TEMPIO 

E  BEL  MAGNIFICO 

SARCOFAGO 

DI  STILE  GOTICO. 


JLiel  gran  Tempio,  ove  tanto  raggio  della  Onnipotenza  divini"' 
rifulge  nelle  opere  dell'arte,  la  Superiore  Autorità  ha  provvef 
duto,  perchè  la  funzione  funebre  corrispondesse  nel  miglior  modo 
ai  meriti  del  Sommo  cui  era  destinata,  ed  al  sentimento  dal  quale 
moveva.  Ordinando  quindi  che  oltre  un  INtonumento  temporario 
Varamente  insigne  da  erigersi  nel  punto  più  confacente,  a  lutto 
si  rivestisse  l' ingresso  del  Tempio  e  tutto  il  colonnato  della  nave 
maggiore,  e  questo  si  adornasse  di  fregi  e  di  decorazioni  corri- 
spondenti, ne  commise  il  pensiero  e  la  direzione  al  genio,  al  ta- 
lento ed  alla  sollecitudine  di  Alessandro  Sanqulrico. 

All'  esterno  del  Tempio  d' avanti  il  principale  ingresso  ergesi 
ampio  analogo  vestibolo  addobbato  in  nero  ed  oro  e  Soruion- 
lato  da  grande  Stemma  Imperiale. 

Pende  dalla  porta  gran  Cartellone  con  ricchi  contorni  orna-* 
mentali  ed   analoghe  cimase,  fiancheggiato    da  figure  simboliche. 

Neir  interno  del  Tempio  superiormenie  alla  porta  maggiore  avvi 
un  Cartellone  che  ricorda  agli  intervenuti  le  commoventissime  pa- 
role del  §   i4  del  testamento  del  defunto  Sovrano. 

A  tutta  la  nave  di  mezzo,  dalla  porta  principale  fino  alle  gra-^* 
dinate  dell'  Altare  maggiore,  destinata  al  concorso  delle  Autorità, 


VI 

e  di  tutti  i  ceti  di  persone  Invitate  od  ammesse  alla  cerimonia 
funebre  nei  tre  giorni  prefissi ,  si  estende  il  ricco  e  sontuoso 
addobbo,  È  desso  uniforme  a  ciascuna  delle  ventidue  colonne, 
che  sostengono  la  nave  di  mezzo,  compresi  i  quattro  piloni,  su 
cui  poggia  la  gran  cupola.  Dal  capitello  sino  alla  base  sono  esse 
tutte  ammantate  in  nero  con  tocca  d'  oro  cadente,  ed  in  analogia 
all'  ossatura  loro. 

Alla  parte  superiore  di  ciascuna  appoggiansi  le  Aquile  Impe- 
riali aventi  sul  petto  gli  emblemi  dei  varj  Dipartimenti  della 
Monarchia.  Scende  dalle  stesse  una  ricca  drapperia  in  oro  sotto 
alla  quale  un  medaglione  decorato  come  sopra  alludente  ad 
altra  delle  principali  epoche  del  glorioso  Impero  del  defunto 
Monarca. 

L' intercolonnio  è  attraversato  da  altra  drapperia,  alla  cui  som- 
mità un  ramo  di  quercia  alternasi  con  altro  di  ulivo,  e  più  sotto 
alcuni  genj  dorati  sostengono  una  Corona  Imperiale.  —  Nel  cen- 
tro ad  altra  ricca  drapperia  esiste  gran  cartellone  con  ricco  con- 
torno ornamentale  rappresentante  in  finto  Ijasso  rilievo  alcuna 
delle  principali  gesta  dell'  estinto  Monarca.  Detto  cartellone  viene 
poscia  alternato  dall'intercolonnio  susseguente  con  altro  cartello, 
decorato  da  due  genj  piangenti  o  figure  mortuarie  ,  che  lo  so- 
vrastano a  guisa  di  cimase,  esprimenti  la  Storia  seduta,  aggrup- 
pata con  altro    genio  dolente ,  in  atto  di  scrivere. 

SARCOFAGO  —  Sopra  zoccolo  decorato  da  quattro  ricchi  can- 
delabri, e  da  otto  leoni  dormienti,  simbolo  della  forza,  poggia 
un  grandioso  basamento  ottangolare  ornato  di  scanellature  gotiche 
colle  rispettive  mend^rature  superiori  ed  inferiori  lavorale  con 
oro,  quattro  lati  del  quale  offrono  quattro  cartelloni  con  analo- 
ghe iscrizioni:  ire  spaziose  gratlinate  fiancheggiate  da  Ermilli  e 
da  Incensieri  occupano  tre  lati  :  1  altro  presenta  1'  ingresso 
alla  Cella  sepolcrale  sotterranea,  rischiarata  da  una  lampada,  nella 
({uale  sopra  ricco  piedistallo  si  suppone  abbiansi  poscia  a  de- 
porre le  spoglie  dell'Illustre  Defuuro.  Otto  ricchi  candelabii  e 
quattro  statue  colossali  poste  sopia  eleganti  zoccoli  rappresen- 
tanti la  Giustizia,  la  Temperanza ,  la  Prudenza ,  la  Costanza 
joimano  la  decorazione  superiore  del  suddetto  basamento,  abba- 


VII 

stanza  spazioso  per  potervi  conioclamenle  compiere  la  sacra  ce- 
rimonia. —  Nel  mezzo  dello  stesso  basamento  sopra  altro 
zoccolo  elegantemente  ornato  elevasi  magnifico  Mausoleo,  so- 
stenuto da  otto  colonne  con  otto  archi  acuti  terminanti  in  al- 
trettanti frontoni  semiaculi,  sopra  i  quali  posa  la  guglia  a  pira- 
mide pure  ottangola,  terminata  con  un  gran  toro.  Su  di  essa  posa 
una  statua  colossale  in  piedi,  rappresentante  la  Fede,  che  tiene 
il  posto  ad  essa  il  più  conveniente,  come  altra  delle  più  sublimi 
virtù  dell'  estinto  Monarca.  Innanzi  alle  dette  colonne  figurano 
otto  statue  in  rilievo,  la  Speranza,  la  Carità,  la  Modestia,  la  Purità,  la 
Riconoscenza,  la  Sapienza,  la  Prudenza,  la  Liberalità.  Altre  statuine 
di  alto  rihevo  in  oro  con  eleganti  baldacchini  sono  applicate  al 
corpo  superiore  delle  colonne  in  istile  gotico.  Dalla  sommità  in- 
feriore degli  archi  pendono  otto  lampade,  ed  un'altra  è  raccoman- 
data al  centro  della  tazza  interna  del  Mausoleo,  riccamente  ornata 
di  arabeschi  gotici,  combinati  colle  aquile  imperlali.  Esternamente 
sugli  angoli  acuti  al  nascimento  de' frontoni  sonovi  otto  genj  pian- 
genti colle  ilaccole  rovesciate ,  e  sulle  sommità  semiacute  dei  me- 
desimi otto  candelabri;  l'esterno  della  piiamide  superiore,  ossia 
guglia  è  formato  a  scanellature  gotiche  col  fondo  ornato  in  oro, 
e  sugli  angoli  guarnita  di  fogliami.  Le  facciate  dei  frontoni,  oltre  alle 
rispeltive  meml)rature  in  oro  lavorate,  presentano  de'genii  in  basso 
rilievo  colle  corone  imperiali. 

Internamente  al  ripetuto  monumento  sorge  sopra  alte  gradi- 
nate l'urna  sostenuta  da  quattro  aquile  imperiali  sopra  elegante 
basamento  ornato  da  sei  genii  in  basso  rilievo  con  festoni  d  alloro 
e  patere  tutte  In  oro.  Sopra  l'urna  sono  collocate  nel  centro  so- 
pra cuscino  la  corona  imperiale  dell'Austria  collo  scettro  e  la  spada, 
ed  ai  quattro  angoli  le  altre  dell"  Lnghcrla,  Boemia,  e  del  Regno 
Lombardo-Veneto. 

Tutto  II  Monumento,  che  è  dell'altezza  di  circa  piedi  80,  e 
la  di  cui  base  è  di  piedi  ^G,  finto  in  marino  di  Gariaia  è  son- 
tuosaniente  decorato  di  fìnte  sculture  e  finti  bronzi  convenien- 
temente alla  maestà  del  personaggio  cui  è  destinato.  Nel  centro 
della  cupola  e  sn})erìorniente  al  ì\fausolco  è  appesa  ima  Corona 
ìt:;pciiale  del  dlan^etro  tli   dica   piedi    iG,    da  cui  pende  la  da- 


Mìì 

mide  foderata  di  armelTino,  divisa  in  quattro  parti,  le  quali  sona 

attaccate  ai  quattro   piloui,    che   sostengono  la  gran  cupola  del 

Tempio. 

Indicazioni 

I.  li' altezza  del  Sarcofago,  piedi  80  parigini. 

II.  La  base  dello  stesso,  piedi  76. 

III.  Diametro  della  Corona  superiore,  piedi  16. 

IV.  Il  numero  dei  lumi  4oo. 

V.  Panno  e  stoffa  in  oro  in  opera,  braccia  57000. 

VI.  Le  quattro  virtù  sedute  sul  basamento  sono  lavori  del 

Gav.  Professore  Pompeo  Marchesi. 

VII.  Gli  otto  Leoni  sul  primo  zoccolo  sono  dei  signori  Pat- 

tinati, Tantardini  e  Motelli. 

VIII.  Le  otto  statue  davanti  alle    colonne ,  e  quella  colossale 

sulla  della  guglia  sommità,  sono  del  sig.  Luigi  Scorzini. 

IX.  "    Gli  otto  genj  superiormente  al  nascimento  dei  frontoni 

sono  dei  signori  Soma]  ni  e  Scorzini  suddetto. 


IX 

ISCRIZIOIM 


j4lla  porta  del   Tempio. 


«e 


SOLENNI  ESEQUIE 

DELL'  IMPERATORE  E  RE  FRANCESCO  I. 

DATO  DAL  CIELO 

NE'  PIÙ  DIFFICILI  TEMPI 

A  SOSTENIMENTO 

DELLA  GLORIOSA  E  PATERNA  AUSTRIACA  DINASTIA 

RAPITO 

ALLO  INESTINGUIBILE  DESIDERIO  DEI  POPOLI 

DOPO  IL  XLIII  ANNO 

DI  MEMORABILE  IMPERO. 

LONGOBARDI 

ALL'  ANIMA  GRANDE 

AL  MONARCA  OTTIMO  MERITISSIMO 

DE'  SUPERNI  LA  GLORIA  INVOCATE 


XI 


Neir  intento  del  Tempio 
superiormente  alla  porta  di  sortita. 


<to  ^9  ®  0«t« 


CHIUNQUE  TU  SIA  CHE  IN  QUESTO  TEMPIO 

LA  TOMBA  VISITASTI 

DEL  MASSIMO  PIISSIMO  MONARCA 

SOVVENGATI 

CH'  EI  NEGLI  ESTREMI  ANELITI 

QUESTE  MEMORANDE  E  COMMOVENTISSIME  PAROLE 

DETTAVA 

AI  SUDDITI  MIEI 

LASCIO  IL  MIO   AMORE 

SPERO    CHE    INNANZI    A    DIO 

POTRÒ  PREGARE  PER  ESSI 


xni 


Alla   tómba. 


•«•^»0^»>tr 


L 


AL  MONARCA  RELIGIOSISSIMO 

CHE  LA  CRISTIANA  PIETADE  COLLA  ILLIBATEZZA  DEL  VIVERE 

COLL'  ESEMPIO  COLLE  ISTITUZIONI 

AVVIVÒ  E  PROMOSSE. 

AL  PRINCIPE  VERAMENTE  APOSTOLICO 

CHE  IL  VENERANDO  SUCCESSORE  DI  PIETRO 

TRASSE  DALLE  ANGUSTIE  DELL'  ESIGLIO 

E  NELLA  SEDE  DELLA  CATTOLICA  CHIESA 

RIMISE 
MONARCA  AL  CIELO  ED  AGLI  UOMINI  DILETTO 


II. 


AL  MONARCA  SAPIENTISSIMO^ 
CHE  RIPIENO  LA  MENTE  ED  IL  CUORE 
DELLA  SANTA  PER  LUI  CELEBRATISSIMA  SENTENZA 
ESSERE  LA  GIUSTIZIA  IL  FONDAMENTO  DEI  REGNI 
DIE  CODICI  EQUISSIMI  UNIFORMI 
LA  GRAVEZZA  DE'  GIUDIZH 
COLLA  BENIGNITADE  COLLA  CLEMENZA  RATTEMPRANDO^ 
PRINCIPE  RETTO  INTEGERRIMO  FERMO 
SE  ANCORA  ALLA  SANTITADE  DELLE  LEGGI  SOMMISE 


XIV 

III. 

al  monarca  virtuosissimo 

ciiiì:  la  venerazione  e  la  benevolenza  procacciossi 

di  regi  e  imperatori 

dalle  gonquisfre  alieno  non  impugno  le  armi 

che  per  ridonare  ai  popoli  la  pace. 

modesto  semplice  sobrio  nelle  cose  proprie. 

nelle  pubbliche  magnificentissimo 

effuso  affabile  dolce 

modello  ai  possenti  della  terra 

di  monarchiche  e  cittadine  virtudl 

al  popoli  il  costante  paterno  amor  suo  rammemorando 

svestì  le  terrene  spoglie 

il  mattino  del  ii  di  marzo  del  m.dgcc.xxxv 


IV 


IMPERSCRUTABILI  VOLERI  DELL'  ONNIPOSSENTE. 

:1N  QUESTO  TEMPIO  NON  HA  GUARI 

ESULTANTI  CANTAMMO  LO  EUCARISTICO  INNO 

PER  LO  FELICE  RITORNO  DEL  NATALIZIO  SUO 

TUTTO  CON  AUGURII  E  VOTI  ALLEGRaNTESI  V  IMPERO 

.ED  ORA  AHI  !  MISERI  NE  LAMENTIAMO  LA  MORTE. 

SALVE  ANIMA  GRANDE 

i.A  MISERICORDIA  DIVINA  TE  NEL  SUO  GREMBO  ACCOLGA 

SALVE  AUGUSTO 

IL  NOME  E  LE  LAUDI  TUE 

RISUONERANNO  SVL  LABBRO  ìh OSTRO  PERENNI 


XV 


DESCRIZIOPfE 

DEI    DIECI    CARTELLONI 

RAPPRESENTANTI 

XE  GESTA  DEL  DEFUNTO  IMPERATORE 


I, 

Sua   assunzione    al  Trono. 

!FIGLIO  DI  LEOPOLDO  li.  NEPOTE  DI  MARIA  TEIVESA 

PRONEPOTE  DI  CARLO  "VI 

NACQUE  IN  FIRENZE  IL  XII.  DI  PEBBRAJO  D12L  M.OCCXXVIII. 

ASCESE  AL  TRONO  DE'  CESARI 

IL  I.  RI  MARZO  DEL  M.DGC.XCII. 

FRA  L'OMAGGIO  E  LA  SPERANZA  DEI  POPOLI 

CHE  IN  LUI  RAVVISAVANO 

L'ASTRO  DELLA  PUBBLICA  QUIETE 

^  COMUN  PADRE  IL  BENEFICENTISSIMO  SIGNORE 


XVI 


II. 


Sua  coronazione  a   Francoforte, 
e  sua  dichiarazione  in   Imperatore  d'Austria. 


^<i>i 


INAUGURATO  LMPERATORE  DE'  ROMANI 

CINSE  IL  SAGRO  DIADEMA 

IN  FRANCOFORTE  SUL  MENO 

IL  XIV.  DI  LUGLIO  DEL  M.  DGC.  XC.  II. 

PLAUDENTI  GLI  ALEMANNI  OSSEQUIANTI  E  PRINCIPI  E  REGI. 

TRA  LE  PROCELLE  K  LE  CALAMITADI  D'  EUROPA 

TUTTO  A'  SUDDITI  SUOI  L'  ANIMO  VOLGENDO 

SÉ  PROCLAMA  DELLA  AUSTRIACA  DINASTIA  PRIMO  IMPERATORE 

IL  GIORNO  XI  DI  AGOSTO  DEL  M.  DCCC.  IV. 


>xvn 

III. 

Suo  ritorno  in   Vienna  dopo  la  batlaglla   di  Wagrara, 

/IMPERTURBABILE  NELL'AVVERSA  FORTUNA 

SOLO  DELL'  ONNIPOSSENTE  ALLA  VOLONTADE  PIEGANDO 

CEDETTE  ALLA  PREPOTENZA  DELLE   ARMI 

R ACQUISTATA  LA  PACE 

CUI  L'ANIMO  SUO  COSTANTEMENTE  MIRAVA 

RIENTRA  NELLA  PREDILETTA  METROPOLI 

FRA  I  TRIPUDI!    E    LE  ACCLAMAZIONI 

FRA  I  PIANTI  D' INEFFABILE  GAUDIO 

DEI  FEDELISSIMI  POPOLI 

COMMOVENTE  TRIONFO  DI  DEVOZIONE  E  AMORE 


XVIII 


IV. 

Ylllorla  di  Lipsia. 


COLLA  MEDIAZIONE  COLL'  AUTORITADE  SUA 

L'  ANIMO  DEL  PlÙ  POSSENTE 

A  MITI  CONSIGLI  DI  PACE  E  CONCORDIA 

INDARNO  TENTATO 

COLLEGANDOSI 

COI  MAGNANIMI  FEDERATI 

INCLINAR  FECE  LA  VITTORIA  AL  SOLLIEVO   DE'  POPOLI 

ALLA  INDEPENDENZA  DELL'  EUROPA 

NELLA  BATTAGLIA  DI  LIPSIA  IN  ETERNO  MEMORANDA 


XIX 

V. 
Sua  miinitìcenza  nelle  pubbliche  costiazlora. 

RIVOLTE  LE  SOVRANE  BENEFICHE  CURE 
ALLA  INTERNA  PROSPERITADE  DEL  NUOVO  REGNO 
CON  CESAREA  MUNIFICENZA 
COMPIE  CANALI  SOGGIOGA  FIUMI  PONTI  INNALZA, 

APRENDO 

FRA  ROGGIE  GIOGHI  E  SCOSCENDIMENTI 

LE  GRANDIOSE   STRADE 

DELLA  SPLUGA  DELLO  STELVIO  DEL  LARIO 

PROVVEDE  AL  COMODO  DE'  TRAFFICANTI  E  DE'  VIAGGIATORI 

L'  INSUBRIA  ALLA  GERMANIA  AVVICINA  CONGIUGNE 


XX 


VI. 

Fondazione  del  Regno  Lombardo- Ven^o. 


RECUPERATI  IN  ITALIA  GLI  AVITI  RETAGGI 
E  COLLE  VENETE  PROVINCIE  AMPLIATI 
FONDA  FLORIDISSIMO  REGNO. 
A  CONSECRARNE  V  EPOCA  GLORIOSA 
CREA  L'  AUSTRIACO  EQ.  ORDINE  DELLA  CORONA  FERREA 
A  RAPPRESENTARNE  LE  CITTADI  E  LE  PROVINCIE 
AGGIUGNE  ILLUSTRE  CONSESSO 
ALLO  ECCELSO  CONSIGLIO  DI  GOVERNO 
AD  AMPLIARNE  LO  SPLENDORE 
DELEGA  COLLE  SAGRATE  SUE  VECI 
UN  AMATISSIMO  FRATELLO  LO  ARCIDUCA  RANIERI 
RADIANTE  SPEGLIO  DI  DONTADE  E  RETTITUDINE 


XXI 


VII. 


Suo  ingresso  in   Milano  nel    iSaS. 


NEL  X.  DI     MAGGIO  DEL  M.DCCC.XXV. 

^       GIORNO  FAUSTISSIMO 

NEL  CUORE  DEI  LOMBARDI  INDELEBILE 

QbESTA  BELLISSIMA  PATRIA  RICONSOLA 

DI  NUOVO  BEANDOLA  DI  SUA  SOSPIRATA  PRESENZA 

FRA  LE  BENEDIZIONI  DEGLI  AFFOLLATI  POPOLI 

CHE  PADRE  LO  SALUTANO 

PADRE  GIUSTO  MUNIFICO  PIO 


XXII 


TlII. 

Promuove  in  Lombardia  V  Istruzione. 
Scuole  elemenlari,   Ginnasll,   Licei  ecc. 


AVVISANDO  CHE  VERA  CIVILTADE  ESSERE  NON  PUOTE 

OVE  LA  .RELIGIONE  E  LA  CULTURA  DELL'  ANIMO 

NON  FIORISCANO 

LENA  E  VIGORIA  INFONDE  NELLE  PRIMORDIALI  SCUOLE 

AD  AMBO  I  SESSI 

A'  MINORI  ED  A'  PIÙ  REMOTI  VILLAGGI 

-LE  ESTENDE 

FONDA  CATTEDRE  NE'  GINNASII  NE'  LICEI  NELLE  UNIVERSITADI 

AMPLIA  LE  BIBLIOTECHE  I  MUSEI  LE  SPECOLE 

GLI  SCIENTIFICI  GABINETTI 

A  BASE  DI  OGNI  INSEGNAMENTO  E  PUBBLICO  E  PRIVATO 

LA  SCIENZA  PONENDO 

CHE  DEL  CRISTIANO  E  DEL  CITTADINO  I  DOVERI  RISGUARDA 


XXIII 


Permeile  che  venga  compiuto  TArco  del    Semplone 
colla  cìenomìnazlone  di   Arco  della   Pace. 


VINCITORE  GENEROSO 

ANNUISCE  AL  COMPIMENTO  DELL'  ARCO 

CHE  A  PERPETUARE  I  FASTI  DELLE  ARMI 

GIÀ  DALLE  FONDAMENTA  SORGEVA 

PRINCIPE  MODERATISSIMO 
SOLO  TENERO  DEL  PUBBLICO  BENE 
AI  TRIONFI  DELLA  GUERRA 
DEI  POPOLI  LA  TRANQUILLITADE  ANTEPONENDO 

COMANDA 
CHE  SIA  ALLA  PACE  DEDICATO 


XXIV 


Sua  beneficenza  verso  i   Pli   Islituli, 
Je  Chiese,  11  Duomo  ecc. 


LA  PIETADE  EMULANDO  DEI  MAGGIORI 

I  SAGRI  MINISTRI  E  LE  CHIESE 

SUSSIDIA 

PROTEGGE  GLI  ASILI  DEI  POVERI  DEGLI  ORFANI  DEGLI  INFERMI 

SOMME  AMPLISSIME  VERSA 

ALLO  INCREMENTO  DI  QUESTO  TEMPIO 

DELLA  RELIGIONE  E  DELL'  ARTE 

EUROPEO  MONUMENTO 

CUI  DINANTI  LO  ATTONITO  PEREGRINO 

LE  CIGLIA  MARAVIGLIANDO  INARCA 


XXV 


1 1\  D  I  e  E 

DELLE   TAVOLE 


Tavola  I.  Prospetto  del  Sarcofago. 

—  II.  Pianta  del  suddetto. 

—  III.  Pianta  e  spaccato  della  Cella  sepolcrale. 

—  IV.  lutercolounii  con  apparato. 

—  IV.  ^  Medaglioni  appesi  alle  colonne  e  negli  intercolonnii. 

—  V.  Corona  superiore  al  Sarcofago. 

—  VI.  Ascensione  di  S.  M.  I.  R.  al  Trono. 

—  VII.  Incoronazione  a  Francoforte. 

—  Vili.  Ritorno  in  Vienna  dopo  la  battaglia  di  Wagram. 

—  IX.  Confederazione  prima  della  Vittoria  di  Lipsia. 

—  X.  Ordinazione  della  strada  dello  Stelvio  ecc. 

—  XI.  Fondazione  del  Regno  Lombardo  Veneto. 

—  XII.  Ingresso  in  Milano  nell'anno   iSaS. 

—  XIII.  Istituzione  delle  Scuole  Elementari. 

—  XIV.  Ordina  la  continuazione  dell'Arco  della  Pace. 

—  XV.  Disposizioni  di  Pubblica  Beneficenza. 


CERIMONIALE 

NELLE  FUNZIONI  FUNEBRI 

A.  S.  M.  I.  R.  A. 

FRA]\CESCO  PRIMO 

IMPERATORE  E  RE 

che  si  eseguiranno  nella  Metropolitana  di  iWilano  7iei  giorni  n ^ 
8  e  c)  di  aprile  i835,  coW  intervento  delle  LL.AA.  II.RR.  il 
J'^icerè  e  la  Vicere^na.,  degli  Eccellentissimi  signori  Consiglieri 
Intimi,  dei  Ciambellani,  delle  Dame  di  Palazzo,  dei  Dicasteri 
dell'  Imperiale  Regio  Governo,  dei  Tribunali,  dei  Militari,  della 
Nobiltà  ecc. 


n»g|^.|8«ra     -■ 


Oua  Emln.  Rev.  invita  con  lettera  tutto  il  Clero  della  Città  , 
cioè  i  due  Capitoli  di  S.  Ambrogio  e  di  S.  Babila,  tutti  i  Rev. 
signori  Proposti  e  ParrochL,  esclusi  però  i  Coadjutori  non  tito- 
lari, né  di  possesso  ed  i  Cappellani  mercenarj.  Questo  Clero  si 
radunerà  nei  suindicati  giorni  nella  Cappella  maggiore  Arcive- 
scovile, e  vi  vestirà  le  insegne  Corali;  quindi  accompagnerà  in 
Duomo  per  la  strada  sotterranea  Sua  Eniin.  il  sig.  Cardinale  Ar- 
civescovo col  Capitolo  Metropolitano  alle  ore  9  3/4  precìse. 

In  Coro  tutti  prenderanno  il  posto  loro  assegnato,  e  che  verrà 
indicato  dal  Vice  Maestro  delle  Cerimonie. 

d 


xxvin 

A  tempo  debito  secondo  l'avviso  di  Corte,  quando  saranno 
per  uscire  dal  Palazzo  Imperiale  e  Reale  le  LL.  AA. ,  il  solo 
Rev.  Capitolo  ISletropolitano  preceduto  dai  Chierici  Seminaristi 
andrà  con  Sua  Emin.  Rev.  alla  porta  maggiore  per  ricevere  i  Se- 
renissimi Principi ,  ai  quali  S.  Emin.  porgerà  l'aspersorio  dell'acqua 
benedetta. 

Ritornati  in  Coro  ,  Sua  Emin.  Rev.  veste  con  gli  abiti  pon- 
tificali di  lamiglia  luorella  celebrando  tanto  nel  primo  che  nel 
terzo  giorno  la  S.  Messa  di  Requie  assistito  da  cinque  soli  Mi- 
nistri compresi  gli  Assistenti. 

Sua  Emin.  Rev.  in  tali  Messe  non  usa  uè  Pallio,  né  San- 
dali, uè  Pastorale;  come  pure  non  si  porla  in  tai  giorni  a  baciare 
il  testo  del  Vangelo  ai  Serenissimi  Principi,  uè  a  Sua  Emin.  Rev., 
nò  si  dà  r  incenso  e  la  pace ,  essendo  la  Messa  da  morto. 

Dopo  la  Messa  Sua  Emin.  Rev.  si  spoglia  della  Pianeta  e  delle 
Dalmatiche,  e  veste  il  Pluviale  di  lamiglia  morella,  e  la  Mitra  di 
tela  d'  argento. 

Si  vestono  quattro  Dignità  del  Capitolo  INIetropolitano  con  Istola 
e  pluviale  di  veluto  nero,  e  con  mitra  di  seta  bianca.  S' intuona 
dal  Diacono,  primo  assistente  a  Sua  Emin.  Rev.,  l'antifona  Usqiie 
in  vita  rnea  etc. ,  e  si  dirige  subito  la  processione  al  feretro 
con  intervento  rlla  stessa  dei  soli  Senjinaristi  di  servizio,  del  Clero 
Metropolitano  con  Sua  Emin.  Rev.  ,  ascendendo  per  la  scala 
di  facciata  alla  porta.  I  beneficiali  Lettori  si  collocano  sulla 
gradinala  a  mano  destra,  cioè  verso  l'Altare  di  S.  Giovanni,  e 
cosi  pure  in  giro  al  Sarcofago  nel  piano  praticabile  si  pongono 
i  Rev.  sigg.  Canonici  Ordinarj  dell'ordine  Diaconale  e  Soddia- 
conale,  ed  a  mano  sinistra  sulla  gradinata  verso  la  Madonna  si 
collocano  i  beneficiati  Mazzaconici ,  e  in  giro  sul  piano  del 
Sarcofago  i  Rev.  sigg.  Canonici  Ordinar)  dell'  ordine  Presbiterale. 
Ai  quattro  angoli  del  Sarcofago  si  collocano  le  quattro  Dignità 
vestite  di  pluviale  e  mitrate,  e  sedono  su  di  un  tamburino  co- 
perto di  panno   nero  nel  modo  sottodescritto. 

Disposti  tutti  in  giro  il  Diacono  assistente  canta  l'Antifona 
Eedemptor  mcus,  die  si  prosegue  dal  Coro  alternativamente.  Il  Sal- 
mo Miscrere  si  canta  dai  Musici  :    in   fine    si    ripete    dall'  istesso 


XXIX 

Diacono  l'Antifona  suddetta,  finita  la  quale  Sua  Emln.  Rev.  si 
alza  senza  mitra,  dice  rOrazione  Non  intres  eie.  come  sul  Pontifi- 
cale, dopo  della  quale  tutti  siedono,  e  lultimo  tra  i  Diaconi  in- 
tuona il  Responsorio  Remitle  milii.  Quando  si  ripete  il  responso- 
rio  il  Vice  Maestro  delle  Ceremonie  si  accosta  alla  prima  Dignità 
la  quale  levasi  in  piedi  senza  mitra,  infonde  l'incenso  nel  turibolo, 
e  dopo  la  recita  dei  tre  Kyrie  eleison  si  levano  tutti  senza 
mitra  ,  tranne  Sua  Emin.  Rev. 

Dalla  prima  Dignità  dicesi  Pater  noster  che  prosegue  sot- 
to voce,  e,  ricevuto  l'aspersorio  dal  Vice  Ceremoniere  ,  asper- 
ge il  letto  funebre  tre  volte  in  ciaschedun  lato,  girando  alla 
destra,  e  passando  avanti  alle  altre  Dignità  fa  un  inchino  ,  ed 
uno  più  profondo  alla  Croce  ed  a  Sua  Emin.  Rev.  Giunto  al 
suo  posto  consegna  l' aspersorio  al  Vice  Ceremoniere ,  e  riceve 
da  lui  il   turibolo  con  cui  incensa  il    feretro  nel  modo  suddetto. 

Terminata  l' incensazione,  ed  arrivata  la  prima  Dignità  al  suo 
posto  dice  chiaramente,  e  senza  canto  Et  ne  nos  inducas  in  tcn- 
tatìonem  colle  altre   preci  che  trovansi  sul  Pontificale. 

Finita  l'orazione  siedono  tutti  con  mitra  in  capo ,  ed  allora  il 
penultimo  Diacono  canta  il  responsorio  Qui  suscitasti  Lazaruin,  ed 
a  tempo  come  sopra  la  seconda  Dignità  infonde  F  incenso,  ed  ese- 
guisce r  aspersione  e  turificazione  nel  modo  suindicato.  Il  terzo 
penultimo  Diacono  canta  il  Responsorio  ISon  tinicòis,  e  la  terza 
Dignità  asperge  ed  incensa  come  sopra. 

Il  quartultimo  Diacono  canta  il  Responsorio  Libera  me  eie..,  e 
la  quarta  Dignità  infonde  l'incenso,  asperge  e  turifica  come  sopra. 

Il  quintultimo  Diacono  canta  il  Responsorio  Paucitas  dierum, 
durante  il  qu;i!e  Monsig.  Arciprete  presenta  la  navicella  a  Sua 
Emin.    Rev.  ,  ed  il  Ceremoniere  genuflesso  il  turibolo. 

L' Eminentissimo  infonde  senza  benedizione,  terminalo  il  Re- 
sponsorio ,  e  detti  i  tre  Kyrie  Sua  Emin.  Rev.  senza  mitra  ese- 
guisce r  aspersione,  e  turificazione  come  sopra,  accompagnandolo 
i  due  Diaconi  assistenti,  sostenendogli  il  lembo  del  Pluviale. 

Terminata  l'aspersione  e  Tincensazioue  del  letto  funebre,  e  dette 
le  preci  come  nel  Pontificale,  siedono  tutti  con  mitra. 

L'  ultimo  Leltf)re  minore  avanti  la  Croce  Arcivescovile  intuona 


XXX 

il  responsorio  In  maniis  ttms  in  suono  grave,  indi  tutti  si  levano , 
e  senza  mitra  s'inginocchiano.  Si  cantano  le  Litanie  de'Santi  dai 
Musici,  in  fine  delle  quali  Sua  Eniin.  Rev.  si  alza  cogli  altri, 
dice  Requiem  ceternam  dona  ei  Domine,  a  cui  rispondono  i  Mu- 
sici ,  e  quindi  l' Eminenlissinio  compie  la  funzione  facendo  un 
segno  di  Croce  sul  Feretro:  Anima  Famuli  lui  Francisci  Im- 
peratoris  et  Regis ,  et  aniince  omnium  fidelium  defunctorum  per 
Dei  misericordiam  requiescant  in  pace.  P^.  Amen. 

Dopo  tutto  questo  con  1"  eguale  ordine  di  prima  si  ritorna 
in  Coro,  ed  allora  il  Reverendissimo  Capitolo  Metropolitano  ac- 
compagna alla  porta  maggiore  le  LL.  AA.  Imperiali. 

Nel  terzo  giorno  poi,  subito  dopo  la  Messa  solenne,  cantata  da 
Sua  Emin.  Rev. ,  ascende  il  pulpito  l' Illustrissimo  e  Reveren- 
dissimo monsign.  Mascheroni  penitenziere  maggiore,  vestito  di  ro- 
chetto  e  raantelletta  nera,  e  vi  legge  1'  Orazione  funebre  in  lìn- 
gua italiana. 


FINE 


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