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Full text of "Ragguaglio storico della pestilenza che afflisse le isole di Malta e Gozo ..."

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I I 



Sc^o. ^'^o 



MUNIFICENTIA. 



OraUBUS MEUTtMSIBUS ADDITUM 

C^iAE MUNIHCENTIA 

HAHHIBAUS PUBUI SaCLUHAE. 

EC^iriSAURJCn.VIRI MAXIME. VEMCftAMDl 

m BiBUcrmcfA caeou rhodes o^coniensi 

CONGESTXSUHT 



3 




75 




t ) 




3 



H^GGDAGUO STORICO 



DELLA PESTILENZA 

CHE AFFUSSB LE ISOLE DJ MALTA E GOZO 

nt^ii unni t$t5 t ISH 

SCRITTO NEL «832 

1 

WBJL «U AaOABZ 



qucqtte ipse misfrrima vidi. 

YlRG. JEiTI. 




tvotno 



BEKTANI, ANTORELU E C 

1833. 



* <» 




A SUA ECCELLENZA 

IL MAGGIOR GENERALE 
l' onorabile 

SIR FREDERICK CAVENDISH PONSONBY, 

cavalisr commendatore 
dell' onorevolissimo ordine militare del BAGNO^ 

E DEL RBAL ORDINE GUELFO d' HANNOVER^ 

cavalibr gran croce 
del distintissimo ordine di s. michele^ e s. giorgio^ 
•luogotenente governatore^ e comandante 

le forze militari 

NELL' ISOLA DI MALTA^ E SUE DIPENDENZE^ 

■ ECC* ECC« ECC* 



Q>cce^ 



enza 



Si 



^E ognoT prode e valoroso vi dimostraste in guerra, e 
segnatamente nella memoranda giornata del maggior trùm^ 
fo per V armi Brittanne ai campi- sanguinosi di Waterloo, 
ben anche, o Signore, giusto, e benefico vi dimostrano in 



pace le provide cure, eie amorevolmente prendete a* vantag- 
gi di questa mia Patria al vostro savio reggimento affida/ta. 
Ne dan fede V introduzione del Giudizio Popolare in 
quest* Isola, per via del Jury^ scudo alV onore, alla libertà, 
ed alla vita d^ogni individuo, contro le aggressioni di qua- 
lunque arbitrario potere ; il dato incoraggiamento alla col- 
tivazione de^ bachi da seta, nuovo rumo d'industria^ epresur 
gio di ricchezza al Popolo Maltese; V assoggettamento delle 
milizie, si navali, che terrestri, alle leggi civili e penali 
dell' Isola, per cui venne maggiormente assicurato il buon 
ordine, e Vuntforme esereUamento. della Giustizia; le frau'- 
chigie da' dritti di porto accordate a tutt*- i piccoli fuwigli 
Maltesi, onde animare sempre piU le importazioni dall'estero, 
e sollevare la nostra marina ; l'esenzione non meno dagli 
stessi dritti recentemente coiwessa a qualunque légno, che li- 
mitasse le sue operazioni mercantili alla sola recezione di 
prodotti, e manifatture dell' Isola, onde facilitare d'altronde 
l'esportazione de' generi nazionali; il richiamo a tutto ri- 
gore de' Regolamenti Sanitarf in difesa della Pubblica Sa- 
lute ; e segnatamente poi l'ordinata compilazione di nuovi 
Codici, a prestantissimo Consesso di sa/y Giureconsulti, onde 
riparare alla deficienza e discordanza delle nostre attuali 
Leggi, completandole con ordine e chiarezza, e modellan- 
dole sh principj d'una perfetta civiltà sociale. Tutto ciò, o 
Signore, è frutto appunto delle vostre benefiche sollecitudini, 
apro di questa mia Patria, la quale fin oggi fruirebbe senza 
dubbio d'altri, 7um men di questi segnalati vantaggi, se i 
poteri a voi addati fossero tanto estesi, qwmt' e la magna- 
nimità del vostro core* 

Penetralo, come Cittadino Maltese, dalla pikviva. riso* 
noscenza, a voi dedico, o Signore, questa.mia tenue fatica, 
la Storia, della Pestilenza, da cui fu, lacerata nel 1813 
questa istessa Popolazione, da vm in og^ qffettuosmnente 



protetta : Storia che io consegno atte stampe, perchè non fu 
sin ora da vertm altro completamente trattata, e perchè la 
stimo atta a conmtuwere gli animi, ed a spargere de' lumi fra 
i nUei compatriotti, sulV importantissimo oggetto della pub- 
Mica preservazione da' terribili flagelli di quel morbo ineso^ 
roMle. 

Che un taU oggetto, fra le vostre rilevanti cure, vi stia 
principalmente a core, ben lo dimostra, o Signore, V occhio 
vigile con cui difendete la santità delle Leggi Sanitarie ; 
essendo esse Vvnico egida contro gli assalti di tutte quelle 
micidiaii infermità, che sgraziatamente sembrano moltipli* 
carsi a' dì notri, e contro cui vien meno ogni sapere umano. 

Fidato pertanto nelPurbanità, e benevolenza del vostro 
belV animo, sfero. Signore, che accoglierete benignamente 
questa mia ri^ettosa offerta di un libro, che non e disgiunto 
dalle vedute iella vostra savia amministrazione; non me^ 
nocchi le sùcerissime protestazioni di queir alta stima, e 
profondo ossepiio, con cui ho Ponore di essere, 

m 

DI VOSTRA ECCELLENZJ, 



Umilissimo, ed Obbedientissimo Servitore 

CIUSBPPS MABU DE PIRO. 



msmsÈ nìmmmssa^^ìfììm 



JLia peste essendo uno de^ pia terrìbili mali a 
cui fatalmente ranno più o meno soggètte tutte le popo- 
lazioni , qualunque opera , o scritto da cui possa ricavarsi 
qualche salutare avvertimento, onde prevenire o riparare 
li suoi micidiali effetti , diviene un acquisto prezioso a 
tutti i paesi civilizzati, e particolarmente a quelli che, 
per certe condizioni locali e politiche, trovansi più degli 
altri esposti ad essere dalla medesima contaminati. Tal è 
sgraziatamente Pisola di Malta mia patria, situata fra la 
Turchia, l'Egitto, e le reggenze Barbaresche, con cui è 
costretta mantenere continue relazioni, onde poter sostenere 
il suo commercio, e supplire alla scarsezza de'suoi prodotti, 
in nulla corrispondenti a^ bisogni della sua numerosa po- 
polazione!» Non ostante però T esistenza di tali pericoli , 
che già furono per lei causa funesta di varie pestilenze , 
ninno mai assunse V impegno di minutamente descrìvere 
ed istoriare tutto ciò die di bene e di male avvenne , e 
si Cipero in quei luttuosi tempi ^ negligenza che privò i 
posteri di m(Hte informazioni utilissime alla loro preser- 
vazione. 

Il conte Ciantar nella sua MALTA ILLUSTRATA 
ci dà non dubbie notizie di quattro pesti avvenute nel- 
Pisola, governando li Cavalieri di Gerusalemme, la prima 
cioè nel i5g2, la seconda nel 1623, la terza nel i6S5 , 
e la quarta, più funesta di tutte le predette, nel 167 5; 
ma benché ee\i sia lo storico che più diffusamente abbia 
scritto di Malta ristrettissime sono le relazioni , eh' egli 
ci dona su tali memotabili avvenimenti , le quali si rag« 



1 



girano particolarmente su ì mòdi come (a iùtiodotta là 
malattia ^ e sul numero delle vittime cadute in ciascun 
periodo. 

Dopo il rB^S , fin o^gi V isola non soffii da quel 
morbo stniggitore altri flagelli, se non che quello avvenuto 
sotto il governo della Gran Brettagna nel i8i3. Di questo 
in veix) molte sono le notizie storico-mediche che rese 
fuix>no alle stampe da^rofessori Faulkner^ Calvert, Stafford, 
Maclean , Granville , TuUj, Stancorck , Nandi , ed ultima- 
mente dal dottore Stennen^ ma essendo* queste distese in 
idioma inglese, e quella del dottor Nandi in latino, esse 
non sono di volgare intelligenza , e d^ altronde non di- 
scorrono che di quei casi , li quali si riferiscono alla na- 
tura, ed al modo curativo delta stessa malattia. 

Oltre le opere dì tali professori esiste indirizzo «sullo 
\ stesso soggetto , spedito in Inghilterra dal fu generale sir 
Thomas Juaitlana in Aprile 1819, a lord Bathurst, allora 
ministro per le Colonie , in occasione di certe strane opi- 
nioni teoriche, aquelPepoca correnti in Inghilterra, sul modo 
come la peste si avventi a^ corpi umani , e Suir arie di 
trattarla, considerandola certuni come malattia piuttosto 
epidemica , che contagiosa. Il general Maitland persuaso 
delP erroneità di tali opinioni , per V esperienze da lui 
medesimo fatte nelle (successive pesti di Malta , Gozo , 
Corfù^ e Cefalonia y ov^ egli avea presieduto al governo , 
dimostrò in detto suo indirizzo ^olla citazione di varj 
notabili fatti , che la peste sia un male propagabile me- 
ramente per contatto , e narrò in conferma di questo , 
come egli regolandosi su tal prindino fosse . felicemente 
riuscito, col ]:M:acci^ d^un^attiva e ben regolata pulizia, 
di arrestare , e spegnere in pochi mesi la malattia dalle 
pi^dette isole ^ non valendosi d^ altri mezzi, che di quelli 
creduti più efficaci a togliere le oomunicazloni fra gk abi- 
tanti, ed il maneggio di generi soggetti a contagio. Lord 
Bathurst non esitò di presentare alla camera deTari quel 
piego, il quale per rautenticità de' fatti in esso riportati 
recò tale convinzione in quell' autorevole congresso , che 
ne ordinò tosto la pubblicazione a comune, vantaggio ddila 
società. 

Io non ommisi di esporre nel fine di questo mio 
scritto la traduzione di simile documento (appendice i.^) 



3 
sieoome alto ad illuminare i goremì sul modo come essi 
debbano agire in tempo di peste, e sufficiente ad assicu- 
rare le menti di coloro , se pur ne rimangono , li quali 
titubano ancora se V aria , o il contatto comunichi agli 
uomini questo morbo inesoralnle. Simile indirizzo d^ al- 
tronde, per riguardo alla storia della peste di Malta, non 
è che una semplice memoria, mista con quella delle pesti 
aTYenute nelle tsole Jonie. 

Inoltre hayyi pure una succinta relazione pubbli- 
'cata in Giugno niello stesso anno [8i3, da Vittorio Bar- 
zoni ( autore già chiaro per yarie opere di merito , allcn:^ 
editore del giornale di Malta ) , in cui egli narra i pro- 
gressi fino allora fatti dalla malattia , e le misure dal go- 
verno adottate, ma anche questa è composta in forma 
compendiata, propria d^un giornale di cui porta il titolo. 

Osservando pertanto che non esiste veruna storia 
completa di tali memorabili successi, e considerando d'al- 
tronde che collo scorrere degli anni anderebbero a smar- 
rirsi quei pubblici documenti , e quelle particolari nozioni 
che potrebbero servire di materiale alla storia di quest'ul- 
tima pestilenza , che io stesso vidi , e illeso trascorsi per 
mercè Divina , mi accinsi a ragunarle , ed a certificarle 
con ogni possibile diligenza, formandone Fattuale storico 
ragguaglio. Spoglio da qualunque parziale riguardo , di- 
chiarai in esso la più probabile opinione sui modo con 
cui si trasmise in Malta la detta pestilenza^ manifestai le 
false opinioni popolari, le contravenzioni, Ferronee diagnosi 
di alcuni medici all'apparire della medesima, li tarai ri- 

Sari ad essa opposti, cagioni tutte che contribuirono a 
ifibnderla ^ e progredendo nella mia narrazione secondo 
i gradi che si vede crescere , diminuire , e cessare il di- 
sastro , esposi le rigide , ma savie disposizioni sanitarie 
successivamente promulgate dal governo , i generosi soc- 
corsi da lui prestati, le indefesse fatiche de' suoi ministri, 
la pietà degli agiati abitanti, lo zelo coraggioso de' sacer- 
doti , ne tralasciai d' accennare quelle opinioni mediche 
relative alla peste , che vidi verificate dall' esperienza , né 
quelle virtù e quei vizj, che nelle pubbUche calamità di- 
vengono ognora più appariscenti. Da tale doloroso quadro si 
convincerà il lettore cu egli è interesse d' ogni buon sud- 
dito di cooperare col suo governo , onde prevenira le in- 

1 



4 

sidiose aggressioni di quella mortifera malattia ; che a ciò 
non basta lo stabilimento di savie leggi sanitarie , se l6 
medesime non sono amministrate con scrupolosa esattezza, 
e sommo rigore, ed apprenderà non meno tutto quello 
che una fatale esperienza c^ insegnò doversi adottare , o 
schivare in mezzo alla peste, onde preservarsi da' suoi at- 
tacchi y ed ostare alla sua propagazione. 

TaP è il contenuto , ed il fine di questa mia fa- 
tica , la quale siccome fin oggi non eseguita da altri ^ 
spero , nel confidarla alle stampe, che verrà dal pubblico 
in generale favorevolmente accolta. 



Sottett0 



V^ome chi dal macel d* un mostro orrendo 
Fu n dì sottratto per Divin fevore, 
£ yada or mesto agli occhi alf^ui pingendo 
Di lui gli aguati , e 'L micidial furore ; 

Tal io d' un mal pestifero tremendo ^ 
In cui già vissi fra lutto e squallore ^ 
Un lagrimevol quadro vo' porgendo , 
Che verità mi detta, e patrio amore. 

Xiaudi non cerco , ma col cor trafitto 
Stragi rammento , già da me vedute , 
Onde set van d' esempio, e di profitto j 

Che se alcun bene alla comun saliate 
Recar potrà questo mid tetro scrìttto, 
Saranno appien le brame mie compiute^ 



^ CAPITOLO I. 



Cenno sullo siato prospero delV Isole di Malta e 
Crozo^ prima che {unissero ins^ase dalla peste. 



X^air incominciare del corrente secolo fino al 
tempo che accadettero i luttuosi fatti die imprendo a 
narrare , la storia di Malta segna un periodo di anni 
quanto straordinarj in politica, altrettanto per lei felici ^ 
cosi divenuti, allorquando Napoleone esaltato dalla yit- 
toria, e colmo di sdegno contro P Inghilterra, sua unica 
rivale ed implacabile nemica , progredì fieramente al di 
lei danno nel meditato esterna coótiaentale, ch^ egli an- 
dò prima severamente imponendo a' suoi popoli sofferenti 
ed a principi deboli, e che finalmente nel 1808 giunto 
alP apice della sua potenza , rigorosamente estese dal 
Baltico alP Adriatico. 

In conseguenza d^ un tale sistema chiudendosi suc- 
cessivamente air Inghilterra pressoché tutt' i porti euro- 
pei , V isola di Malta^ bella per le sue <5omode e ben 
architettate città , forte per gP inespugnabili bastioni che 
la coronano, e sicura a qualunque più numerosa flotta 
pe' suoi vasti e ben ripartiti porti , divenne per essa In- 
ghilterra, in quello straordinario sconvolgimento politico, 
piazza d' ogni munizione per gli eserciti, e navigli, ed il 
più importante scalo di commercio n^ Mediterraneo. Im- 
mune dagli enormi tributi , dalle coscrizioni , dal ferro , 
e dal fuoco che straziavano V Europa, Malta vide ben 
presto concorrere in lei un numero prodigioso di ricchi 
negozianti , e di fuggiaschi continentali d^ ogni condizione 
e fortuna, li quali aumentarono di molte migliaja la sua 
popolazione, e V affluenza del traffico la rese ben tosto 
doviziosissima. Li suoi porti in quei tempi felici, sem- 
bravano pochi ed angusti a tante navi , che a guisa d^ una 
selva di pini ondeggianti V ingombravano da tutt^ i lati , 
fra le quali venivano condotte prede di ricchi carichi , 
che aumentavano tutto di la sua opulenza. E non che il 



7 
solo traffico, ma qualunque professione, arte, o mestiere, 

era in (fwi giorni una continua sorgente di guadagno 
per tutti coloro clie P esercitayano, mentre anche V umile 
contadino ritraendo un considerabile introito da^ prodotti 
delle sue fatiche, sodisfaceva puntuale al signore di cui 
tenea le terre, e rimaneaglì assai più che a£i>isognasse al 
suo frugale sostentamento. L^ isola del Gozo, per la sua 
dipendenza da Malta, partecipava egualmente della pro- 
sperità di questa , ricavando anch^ essa un lucro pinguis- 
simo dair esportazione delle sue abbondanti produzioni 
campestri. ^ 

Era £rato iPvedere in quei giorni avventurosi le 
città, e particolarmente la Valletta, ricolme d^un foltissimo 
popolo tutt^ intento allo sbrigamento di lavori, di negozj, e 
air intrapresa di nuovi ^ fra il cui incessante movimento 
e generale bisbiglio udivansi idiomi , osservavansi costumi 
gli uni dagli altri diversi, per li molti forastierì di va- 
rie nazioni ivi congregati ^ un continuo attraversare di 
carri, di giumenti, di facchini con some, per le vie , e 
le marine 5 navi a deporre merci , altre a riceverne ^ un 
perpetuo veleggiar ne' porti di chi arriva e di chi parte 5 
e quindi cessando col giorno quell' attività , e quelP affac- 
cendarsi generale, vedeansi di notte le botteghe, i caffè, 
il teatro , e tutti i luoghi di ritrovo , rigurgitanti d' una 
popolazione contenta e festiva. Felicitavasi il nazionale nel 
veder bandita ogni miseria dalla sua patria, resa emporio 
d' ogni dovizia commerciale ; godea lo straniero nel ritro- 
varvi ospitalità, e sicurezza, e pago il governo compia- 
ceasi de^ suoi pingui introiti , e della generale felicità de- 
gli abitanti. 

Tal era Malta in quegli anni di straodinar] avve^ 
nimenti politici^ e intantochè iva raccogliendo dallo sdegno 
di Napoleone quella prosperità impareggiabile, ella udiva 
impavida rumoreggiare d' intomo il turbìn di guerra , 
sicura che non potea colpirla sotto gli auspicj della grande 
potenza , che sola reggea lo scettix) de' mari. Ma sciagura- 
tamente fu di poca aurata il suo godimento. Mentre una 
ruinosa guersa mieteva vittime per tutta V Europa, Iddio 
permise che anche Malta soggiacesse ad un altro terribile 
flagello!... alla peste! 

Erano già trascorsi i38 anni dalP ultima volta , 
che quella fiara devastatrice delP umanità era comparsa a 



« 

fare strage dell' Isola, (i) Dopo tal epoca essa era rlconn'- 
parsa alcune fiate, or nel lazzeretto, or sulle nari, che 
giungeano da luoghi Infetti, ed una Tolta scoppiò fin 
aentro le pubbliche prigioni della Valletta, governando il 
penultimo gi*an maestro fra Emmanuele de Rohan, sen- 
za che la popolazione soffrìsse alcun nocumento. (2) Quel-^ 
le stesse leggi e pratiche sanitarie che allora aveano po^ 
tuto conservar V isola indenne da quei pericoli, e proai^ 
giosàmente dall' ultimo accennato, erano tuttavia in vigore 
nel i8i3 , e forse V avrebbero anche in quel tempo 
salvata, se la secretezza e la circosDezione con cui fu 
scelleratamente violata la santità dene medesime , non 
avessero delusa la fiducia del governo, e la vigilanza 
de' suoi ministri, come meglio narrerò in appresso. 



(i) Conte Cianlar, Malta Btitstraia Kb. ni.1S^>i. If . § XI. 
(a) Varie persone, e de' professori medici si rammenlauo 
ancora di tal tatto , accaduto a' loro giorni. 



CAPITOLO li 



La peste si dichiara in sharie città del Le<^ante^ e la 
Jebbre gialla nella Marcia^ Arrigo di tre legni in- 
cetti in M^alta. Si rimandano due di loro: il terzo 
rimane. Progetto del Comitato di salute su tale og- 
getto: non igiene eseguito. Primi casi che dessero 
indizj di pestilenza nelV isola. Titubanza sulV esi- 
stenza della malattia: in Malta. Indolenza ne^ ripari. 
Nuovi casi che accrescono i sospetti. Si dis^ulga.il 
pericolo fra la popolazione: commozioni in questa. 
Si proibisce P imbarco di mercanzie. I negozianti 
sospendono le loTO operazioni commerciali» 



Xja peste già frequente in tutf i tempi nel Le- 
vante 5 con cui esisteva negli anni eh' io accenno il prin- 
cipale commercio della nostra isola , era scoppiata in 
Costantinopoli fin dal principio delP anno 1812 ^ quindi 
in Smirne, poscia in Cipro , e finalmente in Alessandria , 
d* onde, al suo apparire, il console brittannico spedi un 
officiale rapporto al nostro governo nel Gennajo del 
181 3. Ai grandi pericoli a cui Malta vedeasi allora 
sposta , per cosi vasta diramazione della peste, s' aggiun- 
geano anche quelli della febbre gialla, manifesta^tasi nella 
luurcia , di che si aveva avuto avviso fin dal mese 
d^ Agosto 18 12. Nuove cosi funeste non poteano non 
cagionare in noi e nel nostro governo di sommi timori, 
mentre fra tante navi, che tutto dì giungeano da luoghi 
infetti, era difficile che non ci capitasse qualcuna poi^ 
tante il morbo ; ciononostante , i sav j regolamenti di 
sanità esistenti ne' nostri porti, perfezionati da lunga 
esperienza, ed accresciuti con maggior restrizione in quel* 
la circostanza per tutti i legni provenienti da levante , 
nommenochè la felice situazione del nostro lazzeretto for- 
mato quasi air uopo dalla natura, tranquillavano bastan- 



IO 

temente gli animi de^ cittadini, e del governo sulla pub- 
blica salute^ ma sgraziatamente, per cpanto siano savie , 
ed antiveggenti le umane leggi, esse non ponno impedi- 
re che il malvagio le calpesti, quando una prava passione 
miseramente ve lo spinge! 

Scorrea il vigesimo ottavo giorno di Marzo del- 
r anno succitato i8i3 , quando entrò sul mattino , nel 
porto di Marsamuscetto un brigantino maltese di nome 
& Niccola^ con bandiera inglese, capitanato da un An* 
tonio Maria Muscara. Alle consuete interrogazioni del 
capitano del porto, rispose quegli provenire da Alessandria, 
consistere il suo carico m lino, grano, ceci, zaffranone, gom- 
ma arabica, e carta; portare patente sporca, ed essere 
stata la sua ciurma in numero di dodici persone*, ma che 
durante il viaggio erasi ridotta a dieci per essersi infer- 
mati due individui della medesima, ed aver cessato di 
vivere con violenti sintgmi di peste. Tali risposte lascia- 
vano poco da dubitare deir esistenza del con;tagio su quel 
legno. Intanto in quel giorno medesimo giunsero altri due 
bastimenti carichi di grano, provenienti pure da Alessan- 
dria, entrambi con patenti sporche, T uno un brigantino 
appellato Nelly^ comandalo da un Roger Paterson e 
V altro una pollacca spagnuola , nominata il Dolce^ por- 
tante anche il nome di Maria^ comandata da un tal ca^ 
pitano Ragià. Il primo di questi asserì Ól aver a bordo due 
marinari gravemente travagliati da sintomi indicanti peste, 
ed il secondo confessò apertamente d^ essere morto di 

Suella malattia un individuo della sua ciurma nel partire 
a Alessandria. L' arrivo di queste tre navi giunte in 
convoglio con varie altre in uno stesso giorno , e gli ac- 
cidenti da loro sofferti, cagionarono un orgasmo generale 
di spavento ne^ cittadini , ed allarmarono il Gomitato di 
salute , il quale provide colP ordinare la sollecita partenza 
del Nelly^ e del Dólce ^ i quali sortirono dal porto al 
domane del loro arrivo. Il San Niccola però, appartenen- 
do a negozianti stabiliti nelP isola, vi rimase. Il suo capi- 
tano e la ciurma al giorno seguente furono trasportati al 
lazzeretto , ed il bastimento interamente isolato, ed assi- 
curato in un seno di Marsamuscetto, stimato il più idoneo, 
fu posto sotto la sorveglianza di più barche di sanità , 
dopo essersi assicurate le autorità competenti y che li 



Il 
boccaporti di esso legno erano stati ben chiusi, e fermati 
dallo stesso eq[uipaggio. Non ostante tali precauzioni, in 
quello stesso giorno 29 il comitato di salute dimostrò al 
capo del governo i pericola a cui si esporrebbe V isola , 
trattenen(£> più lungamente q[uel legno nel nostro porto, 
e suggerì che per sicurezza pubblica, il medesimo si do- 
vesse incendiare con tutto il carico in una competente 
distanza dalla terra. I proprietarj del S. Niccola cono- 
sciuta r opinione del Gomitato di salute, avanzarono tosto 
un ricorso a S. E. il capo delP isola , in cui pregavano 
che venisse loro concesso di potar rimandare il loro ba- 
stimento sotto sicura scorta in Alessandria, ccpiipaggiando- 
lo di nuova ciurma composta di greci , e .turchi , come 
persone più pratiche a cautelarsi dalP infezione^ e suppo- 
sto poi che S. £. volesse agire a seconda de^ suggerimenti 
del Gomitato, essi proprietarj chiedevano una competente 
somma dallo stesso governo, in compensazione della loro 
perdita. S. E. dopo alcuni giorni sottopose tale ricorso alla 
considerazione del Gomitato , e questo, sempre più matu-^ 
rando le sue riflessioni, rispose ben tosto ch^ egli era 
ognora di fermo parere che il detto legno e suo carico 
si dovessero abbruciare senza dilazione alcuna, esponendo 
a S; E. tutti quei funesti accidenti che potrebbero deri-« 
vare dal rinviarlo in Alessandria, con un caricp conside- 
rato come indubitatamente appestato. 

lion ostante però le premure , e V assoluta opinione 
del Gomitato di salute , non fu presa in quei giorni al- 
cuna diliberazione per parte del governo, intanto al di 
i.^ Aprile il capitano del S. Niccola cadde infermo ^ al 
di seguente si ammalò il marinaio che lo serviva, ed 
al di settimo spirarono V uno e P altro nel lazzeretto. I 
loro corpi furono attentamente esaminati , ed i professo- 
ri medici dichiararono deliberatamente che quei due indi- 
vidui erano morti di peste. Questo nuovo avvenimento , 
e la continuata stazione del o. Niccola nel nostro porto, 
divennero ben presto il tristo argomento de^ circoli , e 
delle conversazioni nella città. Gli occhi di ciascuno era- 
no rivolti su quella lugubre nave, che si credea racchiu- 
dere il germe delP umana distruzione 1 e intantochè 



Ogni istante perduto nelP irresolutezza potea essere 
sto a tutta 1 isola, scorreano i giorni in proposti 



fune- 
proposte e ri'^ 
3 



1% 

pube tra il ffOTemò , ed i proprietar j deHa nains , gai 
quantitativo oella sommai da questi pretesa. per risarcimeu^ 
to de^ loro danni ^ ma finalmente non essendosi nulla 
conchiuso fu deciso di rimandare il detto legno in Ales- 
sandria* Al di IO pertanto quella nayé spaventevole sórti 
dal porto di Marsamuscetto scortata dal brigantino di 
S. M. Bagder^ dopo avervi fatto un soggiorno di tredici 
giorni. Il suo allontanamento dall^ isola ^ e il non e^rvi 
stato alcun altro infetto nel lazzeretto, dopo la morte 
dei due già nominati , tranquillò gli animi ae^ cittadini , 
e rese una lusinghiera calma nelle menti delle autorità. 
Ma ohimè 1 quanto era erronea una tal fiducia ! Un de- 
litto era stato^ già consumato , e il morbo micidiale già 
serpeggiava per V Isola. Né guari andò che non desse in- 
dizj di sé nella Valletta in casa d^ un calzolajo , di no- 
me Salvadore Borg , abitante in strada S. Paolo , il 
quale al di i6 di quelP Aprile vedendo una sua figliuo- 
la cadere inferma, ricercò al 19 F assistenza del D« Fran- 
cesco Grravagna , uomo già invecchiato nelP arte medica , 
^ conj^mendabile per dottrina ed esperienza. I sintomi 
deir inferma , benché manifestassero un male violento , 
che in pochi giorni P uccise , tuttavia parvero tanto equì- 
voci e dubbiosi agli occhi di quel professore , che , non 
ps.tant^ i sospetti m lui insorti , egli non osò caratteriz- 
zare quella malattia che col nome div febbre tifoidea putrida. 
Fu perdo la morta trasportata in chiesa , esequiata , ed 
ivi sepolla nel modo consueto, Dopo pochi giorni però 
della morte della figlia , la madre^, ch^ era incinta , fu 
sorpresa anch^ essa da un fiero parosismo febbrile ,. che 
le cagionò ben presto un aborto. Questo secondo acciden- 
te , avvenuto in un' istessa famiglia , ed il carattere ma- 
ligno della malattia , diedero luogo a' mal repressi sospetti 
d^lo stesso D. Gravagna, i quali crebbero viepiù in lui 

E^r un dolo^ nell' anguinaia di cui lagiiavasi V inferma. 
gli perciò fé' convocare varj altri professori , fra cui lo 
stesso protomedico , onde esaminare quel caso , e dopo 
una ipainuta investigazione, trovando, che i sintomi offerti, 
erano sommamente sospetti , venne risoluto da' consultanti 
di farne un immediato rapporto al governo. La prolun- 
gazione però della malattia nella donna , il non aver sof- 
t^irto. alcun accidente il medico curante ^ il nxodo confir 



*3 

dente eon cui l' inferma veniva assistita dalla propria 



il non esservi oltre quello alcun altro caso sospetto di pesti- 
lenza nell'isola, e forse anche la tema de' professori d' in- 
correre nell'indignazione popolare 5 supposto che il fatto 
non yerificasse le loro assersioni, tutto ciò produsse delle 
lusinghe , ed impose silenzio fra quei pochi eh' erano a 
parte de' casi avvenuti. Intanto gli affari commerciali con-* 
tinuavano il loro corso ordinario ; feste , adunanze ^ spet^ 
tacoli j concorsi in luoghi pubblici y tutto continuava , e 
favoriva prodigiosamente la venefica propagazione. Aggiun- 
gasi per maggior sciagura che al di 21 dello stesso AprUe ri- 
corse il giorno della processione, comunemente detta di S* 
Gregorio, processione jotiva, instituita fin da remoti secoK 
da'^nostri maggiori, come si crede, per ottenére dal cielo la ce^ 
sazione d' un terribile contagio,' e che nel tempo di cui 
scrivo servi appunto per più. rapidamente disseminarlo ; 
mentre , attirando essa un popolo immenso da tutti i lati 
dell' isola in un istesso casale , fra una calca generale 5 
mettea in contatto l' allora pericoloso cittadino col più 
lontano abitante de' villaggi. £ qui viene in acconcio dì 
riportare alcuni fatti certamente degni di considerazione* 
Un cocchiere, al servizio d'^un mio amico, essendo ac- 
corso a tal funzione in istato di sanità , la sera di quello 
stesso giorno fu portato infermo in casa del suo padrone^ 
oppresso da febbre, gravezza di capo, voglia di vomito, 
e da dolore sotto un' ascella. Egli fu tenuto per due ó 
tre giorni in casa del padrone , assistito da un anziano 
ed accreditato chirurgo^ il quale avendogli ofòervato un 
crescente tumore ascellare giudicò essere quello uno svi- 
luppo di mal venereo, e consigliò al mio amico di man-' 
darlo all'ospedale , il che fu fatto. Ivi fu curato , ed in 
pochi di si trovò ristabilito in modo da poter riprenderci 
il suo servizio* Intanto altri due domestici, marito e' moglie^ 
nella stessa casa , i quali aveano prestato assistenza al 
cocchiere , ebbero anch^ essi la febbre e de^ tumori che da 
sé stessi curarono nascostamente , per tema ch^. non si 
prendesse in sospetto il loro male , ed anche questi ri^^* 
sanarono* In quegli stessi giorni un venerabile religioso 



•4 . 

Agostiniano , nel far ritorno daUa campagna in Valletta , 
dopo essersi fermato a riposo per qualcne ora da un bet» 
touere nella Sliema ( di cui avrò aig>tiyo di parlare in 
seraito ) , si ritirò nel suo convento , preso da un afioasso 
febbrile , che in pochi glcHrni lo tolse dal numero dei 
viventi, maculando il suo corpo con livide petecchie. Tali 
fatti (e non dubito che varj altri consimili accadessero in 
queir intervallo di tempo ) benché in qualunque altra 
circostanza potrebbero considlerarsi cagionati da malattie 
comuni , accadute però nel tempo che io accenno, quando 
cioè la peste era già fra noi introdotta , lasciano poco da 
dubitare 4:h^es5Ì non fossero i primi sviluppi della me»- 
desima. 

La tregua di varj giorni, dopo i primi casi di 
sospetto , e la naturale propensione degli uomini a cre- 
dere più facilmente ciò che loro toma a proprio vantag- 
gio , fecero ben presto dimenticare il pericolo, ed infusero 
negli animi una falsa sicurezza , in cui si visse tutto quel 
^ese di Aprile. Il di 4 però del mese seguente spirò la 
moglie del calzolajo , e dopo pochi istanti questi cadde 
pure violentemente infermo. Convocatisi nuovamente i 
profes3sori , onde esaminare il cadavere della donna , ed 
osservare i sintomi che accompagnavano la malattia del di 
lei marito, rinvennero in entrambi evidenti segni da 
confermare sempre più i loro sospetti di pestilenza. Fu 
tosto di questo fatto partecipe il Gomitato di salute , cui 
si congregò in quella stessa mattina nel palazzo del go- 
verno^ e siccome prima di quel giorno non era stato né 
informato né consultato suU^ accaduto , volle sentire la 
formale relazione del dottor Gravagna su tutti gli acci-* 
denti avvenuti nella famiglia del predetto calzolajo. Quin- 
di, penetrato dall^ importanza de^casi, nqn esitò un istante 
di riportare al capo del governo che la salute pubblica 
si trovava in imminente perìcolo. Perciò , a seconda dei 
suoi suggerimenti , in quello stesso giorno 4 ^^gg^^ 9 ^^ 
cadavere della donna , ch^ era stato sia trasportato in 
chiesa , fu tosto ripreso con guardie militari , e sotterrato 
in segregata fossa in un cimitero fuori della Valletta. Il 
calzolajo e le persone componente la sua famiglia furono 
al momento trasportate nel lazzeretto ^ quelle che V a- 
veano più familiarmente praticato vennero messe in os- 



i5 
servazione , e sbarrata la di lui casa y fu posta in cu- 
stodia delle guardie veterane. 

^E^s^nsi apipena date tali disposizioni , quando V m- 
fausHi nuoTa già scorrea di bocca in bocca j e risuonava 
lugubremente per tutte le città. In poche ore si videro 
le vie della Valletta ingombrate da numerosa gente di 
ogni età e condizione* Fra un trambusto generale cor- 
reano gli uni ad indagare , altri a dar parte del disastro^ 
chi tratteneyasi ne^ <{uadriy] e nelle botteghe formando 
crocchi e brigate, ove ay vicenda vansi consigli ed opinioni 
su auella circostanza. Molti 9 spinti da curiosità , o dal 
dubbio che fosse falsa quella voce , s* affrettavano sbada** 
tamente a riconoscere coi proprj occhi la casa infetta , 
avanti la quale intanto per la gran folla si urtavano., e 
ponevano le loro vesti m immediato contatto. V erano 
alcuni che vociferavano non essere quel fatto che uno 
spauracchio , un^ impostura de^ medici ; e ben pochi si 
vedeano , fatti prudenti , forse per qualche particolare 
esperienza , ritirarsi cautamente da quelui folla tumultuosa, 
consigliando gli altri di evitare il contatto, e confinarsi nelle 
proprie case. Ed in vero quello era il miglior consiglio da darsi, 
ma fino allora poco apprezzato dall^ inesperta popolazione. 
Frattanto venne sommariamente proibito dal go* 
verno qualunque passaggio di mercanzie su legni di qual 
si fosse descrizione , fino a che si risolvessero i dubbj 
che esistevano sulla peste. I negozianti sospesero prov- 
visoriamente ogni operazione commerciale, e congregatisi 
nella Borsa stabilirono regolamenti e pratiche per cautelare 
i loro interessi , e le loro persone. Intantochè tali provve- 
dimenti si metteano in esecuzione, ed altri si proponea- 
no dalle autorità costituite, varj cittadini, cercando saU 
vezza nella solitudine, s^ntemarono nelle campagne; di- 
versi altri, particolarmente i forestieri, jprocuraronsi im- 
barco su delle navi, onde allontanarsi dall^ isola , ed altri 
stimando, più che qualunque altro luogo , essere la Val-* 
letta preferibile, vi stettero, persuasi che in simili cala-^ 
mità , dov' esiste il supremo potere, maggiori debbono es* 
sere i provvedimenti, ed i mezzi di precauzione. 



i6 

CAPITOLO m. 



Qualità <r animo del Regio disile Commissionario 
capo deir isola. Si chiuaon le corti di giustizia ed 
il teatro^ e s* instituiscono degrinspettori. Nwm ca^ 
si di mal indizio. Ordini per parte del govemo.Pu' 
rificazioni suggerite da'! medici. Disparità d^ opinioni 
fia i medesimi. Negligenza,^ e false idee fra la pópo^ 
lazione. Aitisi ed esortazioni pubblicate dal governo. 
Contravvenzioni tra il basso popolo. Si promulga^" 
no perciò delle leggi ses^ere. Promessa ai regalo a 
chi rivelasse il vero modo come fu introdotta la 
peste neir isola. Congetture ^ e riflessioni diverse 
su tede oggMo, 



JXeggea in quel tempo il goremo delP isola , 
col titolo di Regio Civile Commissionario ^ il tenente-ge- 
nerale Ildebrando Oakes, uomo d'eccellente cuore, di 
urbane maniere, e intento al pubblico bene^ agevole 
quindi è il figurarsi quanto gP increscesse quella trista 
circostanza. Egli però mancava di quell^ esperienza, e di 
quel grado d^ energia, tanto necessario in chi comanda 
in circostanze minaccianti un danno estremo, qual era 
quello che ria incominciava a gravitare sulP isola di Mal- 
ta. Tale deficienza d' animo lo rendea mal sicuro di sé 
stesso, e troppo facile ad ascoltare tutti coloro che Tap* 
prossima vano, de' quali i pareri e le opinioni, come suol 
accadere in simili circostanze, essendo varie, e sovente 
fra loro opposte , non faceano che riempirlo di dubbj e 
d'incertezza, e sconcertare sovente le buone disposizioni 
dell'animo suo. Ciò fu causa che i già menzionati sug- 

Serimenti del Comitato di salute ^ e varj altri dal me- 
esimo dati in seguito , all' oggetto di porre un argine ri- 
goroso a' primi sviluppi della malattia , rimanessero in 
parte trascurati, ed ineseguiti per certe rimostranze di 



# 



17 
responsabilità e d^ economia , hìffi da qualcuna delle 

principali autorità; rimostranze sommamente iiiGonside- 
rate, e che allora decìsero della sorte delP ìsola. S. E. 
pertanto si limitò ad emanare ai 3 di quel Mag^ una 
pubblica notificazione, con cui mostrandosi dolente per 
i casi sospetti di peste , fino a quel punto accaduti, or- 
dinava che durante quello stato d^ incertezza ed ansietà , 
rimanesse sospesa la partenza di qualunque legno; che 
ie oorti di giustizia, il teatro, ed altri luoghi di gran 
concco-so si chiudessero; e che le quattro città, ed il 
subborgo della Floriana , venissero messe sotto V imme- 
diata ispezione de^ medici; i quali, uniti ad altri rispet- 
tabili abitanti , dovessero visitare giornalmente i loro re« 
spettivi quartieri , far rapporto delle loro osservazioni al 
Gomitato di salute, e che questo dovesse quotidianamen- 
te informare il pubblico sullo stato deUa temuta ma- 
lattia. 

Al di 6 nuUa v^ ebbe di^nuovo; al 7 però il rap* 

Sorto medico annunziò eh' esisteva nella Sliema un figlio 
el bettoliere , già di sopra accennato, infermo da parec- 
chi giorni, e che al di precedente si era trovata morta 
una donna nella Valletta, in strada Sant^ Orsola, en- 
trambi con marche sospette di peste, oltre qualch' al- 
tro caso di minor indizio.. Si credè di provvedere alcune 
altre restrizioni , per mezzo di un pubblico avviso , ema- 
nato dal magistrato di pulizia, con cui ordinavasi, che 
i luogotenenti de^ casali, le persone che verrebbero in- 
combenzate della visita della Valletta , e quelle non meno 
incaricate per altri luoghi delP isola , dovessero riguardarsi 
come tanti altri rami del Comitato di salute ; essi dover 
dar parte di tale disposizione a tutti gli abitanti de' loro 
rÌ3pettivi quartieri, ricevere da questi informazioni, e 
ricorsi relativi alloro incarichi, provedere in casi d'ur- 
genza, e ricorrere al magistrato di pulizia contro i di- 
sobbedientL Lo stesso editto inoltre ponea in istato di 
quarantina tutte le navi approdate ne' porti dell' isola ; 
interdicendo qualunque comunicazione fra loro stesse , co- 
me pure fra esse e la terra , e stabiliva de' luoghi ove le 
medesime potessero ricevere le necessarie vettovaglie , senza 
permettere lo sbarco che d' un sol individuo per ciascuna 
nave; Proibiva la vendita di qualunque genere suscetti- 



t8 

bile di contagio, il vagar de^ cani , de* gatU , e il neodi* 
car per le strade. PrescriyeTa pene correlatiTe a' trasgres- 
sori di tali ordini, e raccomandara a tutti' di tener monde 
le abitazioni. . • 

Nello stesso tempo gli uffiziali inglesi di medicina 
tennero un congresso, nel quale estesero varie altre istru* 
zioni , e suggerimenti necessarj a praticarsi per evitare 
V infezione , le quali approvate che furono dal G>mitato 
di salute , vennero pubblicate al di io dello stesso, mesev 
Esse conteneano varj articoli riguardanti il modo di fare 
una purificazione generale n^ll^ isola , col rimondare tutte 
le abitazioni, arredi e robe^ lavare pavimenti, imbianchir 
pareti , ed abbruciare qualunque cencio ed oggetto conta* 
minabile , che fosse inservibile. L^ esecuzione di tali sug- 
gerimenti veniva caldamente raccomandata ^ ed imposta a 
tutti gli abitanti , dalla quale i professori speravano i più 
felici risultati. 

Ma oltreché tutte queste previdenze erano per sé 
stesse insufficienti ad arrestare i progressi del morbo, esse 
venivano o poco, o niente corrisposte dalFosservanza della 
popolazione, di .cui la maggior paite si diede a discredere 
che quel male esistesse neu' isola. Tale miso^denza pro- 
veniva dalla lentezza con cui andava serpeggiando la ma- 
lattia , dal veder sempre pubblicarsi fino sillora casi so^ 
rtti e non certi di peste (i), e molto più dalP autorità 
alcuni, benché pochi, fra i medici, i quali, o per un'am- 
biziosa singolarità , pel fine di non accrescere il terrore 
fra la popolazione , o finalmente perché P ammettere ciò 
eh' essi aveano già prima positivamente negato, forse 
sembrasse loro cosa troppo umiliante ^ costoro dico , 
con tortura del proprio cervello , e con altrui danno, 
ivano applicando al male regnante i nomi di febbri ma- 
ììsne , contagiose , petecchiali , ed altri simili sostituti , 
schivando di pronunziare assolutamente il nome di peste, 
che tanto spavento arrecava. Cobro pertanto che osavano 
apertamente sostienere il contrario , o non curavansi dal 
volgd, o erano comunemente proverbiati col nome di vi- 



(i) Tedi le diurne ootificazioni pubblicate fino al dVi^ 
di quel mese.' 



sionar]^ di caparbj , o riguardati come uomini intenti a 
mercare sulle pubbliche ressazionì. 

In tal modo scorreano quei giorni, forieri di comun 
disastro per Malta , non ostante i continui rapporti, i quali 
non cessarano di annunziare giornalmente nuovi casi di 
alcuna morte subitanea di quakhe persona , attaccata da 
Taniloquio istantaneo , da febbri violente , o da altro ac^ 
eidente sempre indicante peste. Né ciò si fermò nella sola 
Valletta , e nel lazzeretto , ove il calzolajo Salvadore 
Borg era ^à spirato , fin dal di 9 , ma cominciò anche a 
succedeii^e an alcuni luoghi della campagna , la qual cosa 
dimostrava che il male iva diramandosi progressivamente 
per tutta P isola. Non cessava il Comitato di salute di 
dare miovi avvisi , ed istruzioni di precauzione , né il 
Regio Civile Commissionario d' imporle con editti, sotto 
espi^esse penalità, jtanto per gli abitanti , quanto pure per 
tutte le navi , inculcando sempre la nettezza delle case , 
lo sfuggire le non necessarie comunicazioni, e pr«8criveado 
minu.tament-e i modi onde tutto ciò potesse enettuarsi. (i) 
Furono anche pubblicati in quei giorni, per ordine di 
S. E. , alcuni rarapi^fi della storia della pestilenza che af- 
flisse la città di ])lessina V anno 174^? ^^^ ^^^ dimostra- 
vansi le fatali conneeuenze che poteano derivare da un' an- 
ticipata confidenza della cessazione del male, e dalla ne- 
gligenza nelP adempire le saggie e necessarie precauzioni 
prescritte dalle autorità veglianti sulla pubblica isalute. Ma 
tutto ciò non bastava : il volgo incurante , e il numero 
de' miscredenti , aveano bisogno di leggi più severe , di 
fatti più frequenti e terribili , per indursi a pensarvi se- 
riamente, e c|[uesti, ner comune sciagura, non mancarono 
ben presto di succedere e moltiplicarsi. 

Era stato , fin da' primi giorni di quél mese , de- 
stinato il forte Manoel per luogo d'osservazione, ove po- 
neansi le persone sél&nto sospette, lasciando il lazzeretto 
per cpxelle già infette di peste. Il timore però , che pre^ 
valeva m molti , d' essere condotti ne' succeniiati luoghi , 
ove le morti e gli attacchi incominciavano già a spesseg- 
gìai'e , avea dato principio a quel perniciose^ sistema fra 

_ (1) Tedi i pubblici avvi^ del 1^ • i5 Maggio. 

4^ 



ao 

la popolazione à^ occultare qualunque morbo , cutanilQsi 
nascostamente alla meglio eh essi sapevano* Oltre si grave 
inconveniente s^ aggiungevano i furti ^^i Gelamenti 9 e le 
isonsegne di robe infette \ dal che ne naoque in progressi 
V infezione d^ intere case di pigionanti , di &miglie , di 
vicini , e di pieni quartieri. Istruito di ciò il Regio Ci- 
vile Commissionario emanò un proclama a^ 17 di quel 
mese, col quale promettea benevolenza e premio a chi 
avesse informato U Comitato di salute , di qualche indi^ 
vìduo che nascondesse il morbo , o *che involasse qualche 
oggetto appartenente a persone infette e sospette di peste, 
e condannava air ultimo supplizio chi non rivelfiva, o 
commetteva tali contravenztoni* Finiva quindi con invi- 
tare qualunque. persona a procurare di conoscere la vera 
causa della propagazione d^l contagio nell^ isola , e pro- 
metteva a colui che potesse pienamente comprovarla un 
regalo di scudi mille. Tale brama del governa però non 
fu mai appagata , avvegnaché , nonostante le forti con- 
getture allora compilate , non si potè mai formare ui^ 
assoluto e deliberato giudizio su tale importante ogget* 
to , riguardo al- quale per altro io riferirò tutte quelle 
circostanze e relazioni a noi pervenute, che possono porre 
il lettore in istato di poter giudicare da sé solo» Benché 
^U accennati tre bastimenti fossero entrati nel nostro porto, 
insieme con varj altri formanti convoglio , e pK)venienti 
tutti da Alessandria , nondimeno però , siccome la peste 
si era apertamente manifestata sopra li «oli tre menzionati^ 
cosi da qualcuno di questi si credè più generalmente aver 
avuto origine il male che ci afBisse. Il Brigantino NelW* 
nondimeno, e la Pollacca il Dolce^ per la loro corta di- 
mora fatta in Marsamuscetto, per essere stato il loro ca- 
rico di grano, cioè d' un genere insuscettibile , e per es- 
sere sempre rimasto a borda il loro equipaggio , allonta- 
nano assai il sospetto d^ ave^ essi potuto comunicarci il 
moi^bo. Il Brigantino S.Niccala però, oltre la sua. lunga 
stazione in porto, ed oltre la suscettibihtà . d'una parte 
del suo carico all' infezione, fu lasciato dal domane del 
suo arrivo senza alcuna persona a bovdo^^ sottor la sola 
custodia di alcune barche di sanità. Égli è da notarsi 
inoltre, che queste istesse barche, in una notte di forte 
burrasca, furono costrette ad abbandonare i loro posti, e 



21 

ritirarsi presso 11 lido, lasciando senza custodia la detta 
nave. Di più si osseirvò che fra i primi Individui, in cui 
si erano manifestati sintomi di pesfilenza nel lazzeretto , 
erano comprese alcune delle medesime guardie , il figlio 
del predetto bettollere nella Sliema (luogo frequentato 
dalle stesse guardie , il più prossimo alla nave infetta ) , 
V infelice famiglia delP accennato calzplajo, ed alcune per- 
sone, che, in quell' intervallo di tempo, aveano fatte delle 
compre dal medesimo di alcuni oggetti suscettibili. Da 
tutto ciò gP investigatori del fatto supposero, o che le stes- 
se guardie fossero gli autori del furto commesso su detto 
legno, lasciato in loro custodia, o eh' esse non erano state 
in grado d' impedire eh' altri lo commettesse nella notte 
forse dell' accennato temporale ; che gli oggetti involati 
erario stati deposti in casa del bèttoliere , e che di là 
probabilmente trasportati in Valletta , furono venduti al 
detto cakolajo, il (juale, oltre Peserei zio del suo mestiere, 
era uso a mercare in alcuni generi, di cui era composto il 
carico del S- IViccola. (i) Questa fu certamente Popinione 
la più abbracciata dalla pluralità de' cittadini, e lo stesso 
signor I. D. TuUy non ebbe difficoltà di ammetterla nella 
sua opera, come unica ed assoluta. Tale bensì non oso io 
confermarla , sul peso che credo doversi dare alle seguenti 
circostanze. In primo luogo, i boccaporti del S. Niccola , 
per deposizione del capitano , e suol marinari , consta 
eh' erano stati ben chiusi e fermati da loro medesimi nel 
decorso del viaggio. In secondo , il nuovo equipaggio im- 
barcatosi sul detto legno , per ricondurlo in Alessandria , 
arrivò colà , da dove , dopo aver deposto l'intiero carico, 
ritornò felicemente in Malta in perfetta salute , senz'essersi 
infermato di esso alcun individuo. In terzo , il Console 
brlttannico in Alessandria , a cui fu diretto il detto ba- 
stimento , assicurò per lettera al nostro governo , che il 
carico non si trovò mancante in veruna sua parte. Tali 

(i) Per far giustizia alla memoria d^ un uomo digraziato, 
ma onesto, credo dover qui rilevare che il signor I. D. Tully^ 
per false relazioni certamente a lui date , errò nella citata sua 
opera ^ caratterizzando il detto calzolajo Salvadore Borg come 
un noto contrabbandiere , mentre , per comun voee di chi Io 
conobbe , egli fu sempre riguardato come un onorato artigiano>. 



22 

circostante mettono in somtBO dubbio non solo se il pre^ 
teso furio potess* essere accaduto su detto legno , ma 
anche se V infezione esistesse veramente nel suo carica 

D^ altronde 9 giacché si può dubitare che le stesse 

Ì guardie di sanità avessero abusato della pubblica fede in 
oro riposta , perchè non suppone con più ragione che le 
medesime , corrotte da illeciti donativi , avessero sbarcato 
clandestinamente de^ generi da qualcun altro de^ tanti 
legni , provenuti da paesi d^ infezione , o che V avessero 
furati dallo stesso lazzeretto , prima deUa loro depurazio- 
ne, piuttostochè dal S. Ifficcola , ove oltre le difficoltà 
ch^ esse avrebbero incontrate per poter effettuare il pre- 
teso furto, erano in olti^ già persuase che nel carico esi- 
steva la peste, e che per conseguenza , se pure fossero 
fiunte a sfuggire la pena imposta dalle leggi, non avreb* 
ero sfu^ito il contagio? Ma senza vagare in vane con-, 
getture e supposizioni, io credo dover noi piuttosto atte- 
nerci a quanto venne unifoirmemente attestato da vari 
miei concittadini, e pubblicato non meno da^ già citati 
Dottor Agostino Nanai, e Dottor Jolin Hennen nelle loro 
rispettive opere ^ cioè che la peste, benché non riconosciuta 
come tale, fosse stata fra noi introdotta * anteriormente 
air arrivo del San Niccola , per mezzo di varie pezze di 
tela, le quali si erano vedute circolare nella Valletta in- 
"Tolte e legate nel modo originario delle fabbriche d' Ales- 
sandria, la qual cosa dimostrava che in contravvenzione 
delle leggi sanitarie erano state portate in commercio 
senz'essere prima depurate. Il Dottor Nandi nel suo erudito 
discorso riporta un tal fatto con termini i più positivi (i)^ 

(i) Ecco com^ egli si esprime : - » Incuria vel locorum 
i9 angustia ob magna negotia evenit ( Pestis ), et merces non 
n espurgatae, diebus purgatìonis transactis-, a Joco quo tantum 
»» includebanlur in commercìum veniebant, transibantque lìbere 
n ad manus omnium. Tidimus enim postremis ante pestis irrup- 
»» tionem temporibus parvae Telae qu» Alexandria elaborantur , 
n eodem adhuc involuta, ac plicata, modo quo Alexandria fue- 
M runt, baec autem pubblice vendebantur-, idcireo si inficìeban-» 
M tur peste, et infetta censenda erunt, quippe peste Alexandria 
» saeviente ordita, confectaque sunt , et duni saevìret mìssa nobis 
>9 fuere, si ìnquam ista telae volumina inficiebanlur peste, bujui 
ii coutagium telas in simul ad nostra perventt manus ; Disserta 
De Pesf, 



a3 
e benché il BoU<Mr Henneù non si tro?asse in Malia in 
queir epoca, egli dichiara però d^ av^r avuto di ciò rela^ 
zione in ist^itto non solo dal Dottor ]!Iandi y ina pure 
dallo stesso Conte Francesco Rivarola, soggetto de^ di cui 
detti sarebbe temerità il dubitare^ tanto pel suo perso- 
nale carattere, quanto anche per la canea d^ Ispettor 
generale di Pulizia , ch^ egli occupava fin da tempo pri* 
ma che la peste si manifestasse fra noi^ carica che lo ponea 
sopr^ ogni altro in grado di conoscere tutto ciò che di più 
notabile accadea nelP isola, (i) In oltre aggiunge lo stesso 
Dottor Hennen ^ che il Presidente di Sanità m Malta ^ 
avesse anche confessato candidamente in una sua lettera , 
che P unico . indizio da cui poteano tirarsi delle conse- 

S^uenze della reità del menzionato Salvadore Boi^ , eia 
^ aver questi esclamato in punto di morte : Jlh^ la te^ 
IclL. quella telai... (2) Benché queste parole proferite dal 
Borg , a ben giudicare , non costituiscono una prova di 
sua delinquenza ^ giacché potea ben egli aver comprato 



(i) L* assenta del generale Rivarola da Malta, mentre 
vado scrivendo qpesta mia storia , m^ impedisce di poter avere 
da lui medesimo una conrerma di questo , e forse molti altri 
lumi sopra varj rapporti del mio soggetto; d^ altronde però non 
può mettersi in dubbio quanto dice di lui il Dottor Hennen ^ 
mentre questi certamente non sarebbe stato capace , ne avrebbe 
osato di citare malamente la testimonianza d*una persona, quarè 
il generale Rivarola , che potrebbe al momento apertamente di- 
sdirlo presso il pubblico. Tali sono i termini con cai si spiega 
il Dottor Hennen, nella sua opera intitolata. - n S&btche, ^ the 
Medicai Topography eie. u Disease though not recognized as 
» plague was in Borges family on the a<l: of Aprii , and small 
1/ Packages from Alexandria were in common circulation about 
» YalJetta envelopped in their -originai wrapper and cordage for 
w a considerable tlme before the arrivai ,of San Niccolay in con- 
» seguence of the most criminal evasions of the regulations of 
M the lazzaretto. 

(a) Quindi in una nota egli aggiunge: -1/ I state these 
facts on the written aulhority of Count Rivarola, the Inspector 
General of Police , and M. Nandi , one of the Hospital surgeons. 
In a letter now before me the President of the Board of Health 
candidly confesses , that the only due to inquiry as to Borg^ s 
guilt , was his dying exclamation » Oh ! lenin !... the lenin !... 



A 



in Imona fede qadle tele , ed essersi poscia accorto della 
loro mala proyenienza , per la malattia scoppiata in sua 
casa, e per altre circostanze da lui forse in seguito sco- 
perte , tuttavia ciò sempre più esclude la supposizione che 
il San Niccola avesse dato origine alla nostra peste , non 
costando da' registri sanitarj , che nel carico di detto 
legno esistesse alcuna porzione di tela. Qua però son persuaso 
chesi parerà al lettore una difficoltà, la quale confesso aver in- 
contrato io stesso quando da prima intesi e lessi le relazioni da 
me ora trascritte. Consiste questa in non saper come la 
peste avesse potuto rimanere occulta nelP isola , pel corso 
torse d' un mese e più , dopo 1* introduzione delle men- 
zionate tele, dalle quali sì pretende esserie stata origina- 
ta. Esaminando però la storia di diverse pesti che afflis- 
sero altri popoli, si osserverà òhe in molti luoghi, ove 
questa malattia fu introdotta , ella landò agendo da prin- 
cipio con tale lentezza ne' suoi attacchi^ e con sintomi 
tanto equivoci , che , non ostante V accortezza de' medi- 
ci , essa non venne generalmente riconosciuta che dopo 
aver disseminato per lungo tratto il suo veleno, (i) Cosi 
avvenne nelle pesti di Marsiglia , di Messina , nella no- 
stra già accennata del iGjS , e così pure successe in que- 
sta eh' io descrivo. Per intelligenza di ciò varj autori me- 
dici adducono che la costituzione fisica degli uomini pos- 
segga un naturai vigore capace a poter ostare a' primi 
assalti della peste; ma che questo vigore sia soggetto a 
indebolirsi gradatamente , tanto per V influenza dell' at- 
mosfera , la quale viziandosi a poco a poco da' progressivi 
benché lenti sviluppi dello stesso male , finisca poi per 
impregnarsi di miasmi , ed esalazioni morbose ; quanto 
anche per 1' abbattimento ed il terrore da cui vengono 

(i) y> Nullus profeclo fere morbus tam varius est , ac lam 

M multiplicia babet Symptomata , ut recte Pro tea nominare, ac 

»9 a benigna inde synochi forma adlaetìferam maxime indolem 

M gradus innumeros observare possit. Equidem imaginem, pinguam 

99 qaam a variis formis compositam, memoria , et antiquissimo- 

99 rum, et aostrorum temporura prodidit. - Curzio Sprergel, nella 

99 sua dotta opera intitolata w Istitutiones medicae Tom. i.* Càp. X, 

99 De peste. 



à5 
ordmarìamenle sopraffatti, gli animi al dichiararsi la ma- 
lattia ^ le quali concorrenze agendo su di noi come x^ause 
occasionali, benché non ablxai^o la facsoltà di comunicar- 
ci il morìx) , bannp bensà quella di predisponie.i no£>tri 
còrpi, a contrarlo più facilmente. (i) S»ibra da ciò potersi 
inferire che nelle regioni d^l LeTainte, oye la peste ritrae 
la sua origine , come più comuneìmente si crede , dalle 
fetide esalazioni delle molte materie corrotte e putrefatta 
che rimangono nel Ifilo , dopo il ritiro delle «uè acque , 
e dove r incùria e la superstizione di quei goyerni , non 
avendo posto giammai alcun ostacolo ai ripetuti assalti 
della malattia 9 permise ch'essa quasi. si connaturasse cogli 



(i) Così Io stesso D. I^andi , dopo aver riferito , come 
già dissi y d^ essere state le dette tele origine della nostra 
peste, soggiunge - r/ Mirandum tamen est' cur non prius pestis 
» irrepsit , dum existimandum , illius eminaria satis saperque 
)/ inter nos sparsa erant ; id ideo non evenisse putamus , quia 
ff corporum yires yalidaé etiam , contagj rim respingebant , sa*' 
>f perabantque. Sed qaae prima alterare vice corpus band lae- 
>» dunt, si diu tamen, et nimis perseverant, morbum inducunt , 
i^ ( Boherav: de cognos. morbis Aphor» aa. ) Quamobrem licet 

V primo contagj appulsi atque introductioni resistere corpora , 
1/ postea tamen se snbjeeeruat ilU robora valetudinis, paulatim 
»/ infringenti , et demum praepollendi. 

ff Cbi dunque da fredda tema viene nelle occasioni di . pe* 
n stilenza assaltato , è di facile invaso cf^ questa , non perche 
ì9 la forza dell' immagine sia , come alcuno peqsa ^ un effetta 
n tanto alkt • natura nemico ^ ma essendone disposti li principj , 
ì» benché leggeri , e nell^ aria , e nel sangue , ogni benché mi* 
># nima scintilla accoade il fuoco nelP esca, già preparata dallo 
a spavento. - Massiseo «- Disertazione intitolata - // più terribUe- 
9» (iemali, la peste» » 

V L^ air agit moins sur le germe qae sur les corps ani- 
>/ mès , il les affaiblit ,. il les .dispose ainsi a concevoir un mal 
t* que se prevant de la foiblesse de ceux qu^ il attaque. PoeirsT, 

V Memoires sur les Jìevres de mauvais caraclère, pog. ao5. >/ 

>f Les grandes causes occasionalles de la peste sont les 
ff agens de la decomposition animale , ce sont prìncipalment 
»f V air , r eau , la chaleur ou plutòt un air chaud , et humide. 
» Le pere de la medicine a depuis long tems pose ce prìncipe, 
># et une lóngue experience V a sanctionnè »» £o stesso Pugret^ 
nelle succitate memorie: pag. 99. 



»6 

abitanti^ lanlita dloo,d» iti la peste doTette eternarsi e 
non declinare giammai dal ano vigore. Ma anche a ciò 
Tien risposto che la peste, come yarie altre malattie epi- 
demiche, dopo .aver progredito al suo più alto pado d^Of- 
tensità , ivi si fermi per , qualche tempo , finche , per la 
continua traslazione del suo veleno , da uno in altro corpo, 
incominci a perdere della sua naturale pravità, e finisca 
per estinguersi di per sé. (i) 

Tali sono 'le notizie cìie colla massima diligenza 
potei radunare, e le riflessioni che seppi meglio fare 
sull^ origine della nostra peste: né il nostro governo potè 
saperne più di tanto, non ostante il suo impegno, e le 
investigazioni da lui fatte, per cui impuniti rimasero gli 
autori d'un tanto delitto, né si potè avere la seddìsia* 
zione di tramandare a' nostri posteri i loro nomi, e le 
circostanze che accompagnarono il loro misfatto: partico- 
larità che in una storia diventano vieppiù interessanti , 
« memorabili , a misura dell' eccidio, o sciagura , cui 
avranno dato principio. 



» Quod animi passioofs metus, et tristi tia; peste ^rassante- 
9f velat altera pestis sunt, his eoim venenati contagj semina quas 
9i in saperficiae corpòrìs velati in extrema yorticis bora collocan- 
IV tur , Gum impetu quodam intus rapiantnr , et cordi tradun- 
» tur. » Valli. 

(i) 99 Gontagiam quum in hominem admissnm fuerit qnc- 
// madmodum iilum affici t , sic , it ab organornm ri affici tur : 
if inest in corpore vis semper intenta immatandi in simileiU sui 
99 materiam quam se intus quacumque via receperit quamobrem 
99 continua de corpore in corpus trauslatione , ipsius contagli 
M efficacia per vices infriagantur ; ut tandem aliquand<) dissipe- 
99 tar. 99 DoTToa Navbz. Diueri. Dt Peste. 



CAPITOLO rv. 



GP Ispettori sono nominati Deputati de* diitretti. Nuwi 
ordini e stabiUmenti di precauzione* Istituzione d'una 
società cm^itatevole. Monsignor Fra Ferdinando 
Mattei , JTescos^o di Malta , ordina la chiusura 
de"* templi : sua lettera pastorale. Miscredenza sul*- 
r esistenza della peste nelV isola. Perniciose voci- 
ferazioni tra la popolazione. Proclama del gos^erno 
su tale oggetto. Pubblica dichiarazione medica sul- 
r indubitata esistenza della peste nelP isola. Contir- 
nuano gli abusi fra la popolazione,. Nuoi^ restii-^ 
zioni. Morti di peste in tutto il mese di Maggio, 
Progetto avanzato dal Comitato di salute al governo. 
Formazione cf altra società caritatevole. Proclama 
ordinante nuove restrizioni , e la chiusura de'' di- 
stretti» 



V^ltre i provvedimenti suddivisati, la Valletta fu 
ripartita in otto distretti , per ciascuno de^ quali furono 
istituiti tre deputati, già prima nominati ispettori, pre- 
scelti come dissi dall^ classi più rispettabili degli abi- 
tanti, e al di 19 di quel mese S. £. ordinò con pubblica 
notificazione che qualùnque capo di casa dovesse fra z^ 
ore avere affissa • alla porta di sua abitazione una lista j 
contenente il nome e P occupazione di tutte le persone 
componenti la sua famiglia , le quali , a richiesta de^ de- 
putati de^ distretti , dovessero farsi vedere a^ medesimi , 
sotto pena afflittiva, o pecuniaria, da arbitrarsi dal magi- 
strato di pulizia contro 1 disobbedientL Raccomandò Pesatta 
esecuzione de^ suggerimenti del Comitato di salute, già pub- 
blicati li lò di quel mese, de^ quali si ripetevano i prin- 
cipali articoli, e desiderò che ognuno sj. astenesse al pos- 
sinile dal sortire di cs^sa , e che si usassero le maggiori 
cautele neir atto di comprare e vendere ogni sorta dì. 



>8 

Teitovaglìa. Con tale editto Tenne anche stabilito un mer- 
cato per ciascun distrette^ , é Airònò aesitnati de^ carri da 
ire in giro per le vie, con commestibili di prima necessità, 
on8e potersene provvedere gli abitanti , e diminuir loro 
le cause di sortire da'proprj domic'ilj. Quindi venne pure 
ordinato, in vigor d*un'altfa notificazione de' 22, di do- 
ver cessare al tramontar del sole qualun<jue comunicazione 
fra i bastimenti , ì porti , e la terra ; tiiuna barca poter 
tragittare ite' pòWi , dopo le otto di sera ; niuila barca , 
tragittando itélle ore permesse , poter portare più di cin- 
que perone alb volta , sotto pena , tanto per la p^*ima , 
quanto per la secónda coùtràvenzione , di cottfiscà e d'ab- 
Bruciamento della barca ^ e le porte della marina doversi 
chiudere alle ore otto di sera, 

AU^ aumentarsi le cure ed i pesi del governo,» venne 
a^ lui in soccorso' la mkno pietosa della religione, e la ca- 
rità deeli animi sensibili , onde Sovvenire V indigenza , e 
porre oegli arrìoii al crescente disastro. Un concorso di 
Tarj rispettabili signori Maltesi, Inglesi, e fitrìéstleri,' com- 
pose in quei giorni una benefica società pel sofltèVb^ de'po- 
yeri , e le •sottoscrizioni e le offerte divennero in poco 
tempo sì liberali, che quella società potè prestare agl'in- 
digenti della Valletta un sufficiente soccorso pel loro so- 
stentamento. Monsignor Fra Ferdinando Mattei ^ vescovo 
di Malta, essendosi trovato nell'isola del Gnozo all'adem- 
pimento de' suoi doveri pastorali, quando appunto si ma- 
nifestò la peste , con esempio di fermezza e d' apostolica 
pietà abbandonò tosto quell'isola, e corse nella capitale iti 
mezzo al pericolo. Al di a^ di quel Maggio ^11 emanò 
una lettera pastorale , con cui partecipava a' fedeli della 
^na diocesi, che all'oggetto di allontanare la propagazione 
della peste, sempre derivante dal cotìtatto , e dagli affol- 
lamenti, si trovava nella penosa necessità di ordinare, che 
le chiese si chiudessero al popolo , che ogìii cristiano ptH 
*^«se nella propria casa assistere inèntalmente alla mes^ , 
che ad un' oi*a indicata si sarebbe celebi^ta nelle chiese 
parrocchiali, ed in quelle delle comunità religiose^ e coh 
tutta r effusione di cuore raccomandava in quelle luttuose 
circostanze la carità e l'elemòsina' verso i|>overi. Spinal- 
mente ordinava a' cui*ati , loro sostituti , ed a' Confessori 
di usare la maggior possibile carità versò tutti, e sjpeclutl- 
mente verso gì' infermi. 



%9 
' . B goyemo i|i4ii^nto osseiTr^va cóp, rammarico che la 
miscredeiìza suHa ipalattia , noa che dimmuìsse per i ter-^ 
ribili esempli che iyano giornalmente moltiplicandosi) ve^ 
niva al eOQlarairia ijaaU^iosamente sostenuta ed alimentata 
da Tarj i^diyìdui mal afletti. ^ i quali , volgendo a tristo 
fine tutte qi^eUe misure e restrizioni , che la puhhlica sai-- 
Teibza indispensabilmente richiedeva, andavano spargendo 
fra la popolazione il malcontento e la diffidenza contr^esso 
governo. Perciò, in quello «tesso giorno 24^ il Regio Ci- 
vile Cominissionarip emanò un proclama con cui animava 
tutte le persoi;ie ben affette di prestare tutta V assistenza 
per lo scopriipento di coloro che osavamo spargete quelle 
dannose vociferazioni 9 ed offriva un regalo diocudi 10^ 
a ehi desse informazioni tali che potessero condurre alla 
convinzione d^uno o più di si fatti delinquenti. Contem-^ 
poraneamente a tale proclama iiece anche pubblicare una 
Botifica^Kione^ in ^ui, pejr provare la falsità di quelle per-* 
niciose dicerie , ed evitare il male a cui la popolazione 

Jìk miseramente spggiaqea , ordinò che s^ inscrivesse la 
ecisiva opinione della maggior parte de^ medici maltesi , 
e di varj principali professori inglesi ^ sulVindubitata esi-^ 
stenza, e propagazione della peste in Malta: opinione che 
venne manifestata in una formulile dichiarazione, sottoscrittsai 
da quattordici, medici maltesi, e da ire inglesi. Veniva in 
olive esposto in detta notificazione, che se mai^ dietro a, 
tale medica dichiai:azione ^ si trovassero delle persone tanto 
snaturate 9 e nemiche al pubblico bene, le quali continuasi 
sarò a spargere delle massime, tendenti a disturbare la 
società, col diminuire la confidenza che gli abitanti de- 
vono atvere nel governo , loro protettore, e difensore^ S. £. 
avrebbe riguardato come suo dovere verso Iddio, verso 
il suo sovrano, e verso il popolo maltese, di punire seve- 
ramente la Gondot(a di cosi indegni mem)>ri della società* 
Passava quindi ad assièurare che da parte del governo non 
si sarebbero più risparmiati né travagli , né spese 5 onde 
provvedere alle bisogna deir isola, e far ar^ne a^ progressi 
della tenibile malattia» E per verità tak promesse non 
andaioni^ vuote d^ eSeììo , avvegnaché , come si vedrà in 
appresso, furono molti e sommamente dispendiosi i soc*- 
oorsi , ed i provvedimenti dati dal governo , rpa essendo 
stati sommÌBÌstiati poogressivamente, 8ec»>ndo i gradi a cui 



3o 

si Tedea crescete lo sterminio , essi Qon fecero che rallen- 
tare il corso della malattia , senz^ aver la forza d* arre- 
starla. 

Nonostante gli ordini, e le sollecitodini del goremo 
temporale e spirituale, e non ostante le molte esortazioni 
de"* professori, onde indurre gli abitanti a cautelarsi da sé 
stessi dair infezione , non era succeduto fino a quei rìomi 
terun notabile cambiamento nel modo di vivere della ge- 
neralità del popolo. Tolta P osservanza indispensabile di 
ciò ch^ era stato ordinato per legge , esso non usava ve- 
runa altra precauzione o riguardo. Gli affari commerciali , 
benché diminuiti colP estero , si seguitavano nell^ isola , 
pressoché con una libertà eguale a quella de* tempi di 
sicurezza. Affollamenti ne* m^cati , concorso per le vi^ , 
frequenza nelle botteghe; visite, incontri, ritrovati, tutto 
ciò continuava , e ^ai^va sempre più il seme di morte 
fra la popolazione. Convenne pertanto riccnrere a nuove 
restrizioni, e S. E. a* 29 dello stesso mese ordinò, per 
mez^o d* un proclama , che senza permesso in scritto del 
Comitato de* deputati, piuno ardisse camlnare di-domieiUo, 
né ammettere siltri ad abitar seco ; che le botteghe, senza 
una licenza dello stesso Comitato , sì dovessero tener chiu- 
se, dal tramontare fino al levar del sole, e che nelle sud- 
dette ore nessuno potesse sortire di casa , eccettoché le 
persone impiegate in pubblici affari , minacciando a* con- 
travventori di tali ordini le severe pene, inflitte datte leggi 
sanitarie. 

Chiudea intanto il mese di Maggio, ed i morti di 

Cste fin allora non ascendevano che al numero di iii , 
nchè di questo era assai maggiore quello de* sospetti , 
e degli attaccati. Quel mese però non segnava che il prinu» 
grado del crescente eccidio , mentre alP incominciare ai 
Giugno la malattia assunse un aspef;to formidabile , e co- 
minciò a stendere rapidamente per 1 isola la sua micidiale 
influenza. Il Comitato di salute, osservando dolente 1* in- 
sufficienza di tutto ciò che si era fin a quel punto ope* 
rato, e che per ostare al torrente de* mali, che iva tuttodì 
ingrossando , non rimanea altro mezzo che di ricorrere ad 
estremi rimedj, meditò e stese un piano, che al di i. 
di quel Giugno sottopose alla considerazione d^ S. K, come 
unico mezzo di salvezza delP isola. In esso veniva pi'inci- 



fi 



3i 
mlmente pit^)Osto, che pel €OMo di quaranta giami qaa«- 
Ittnque operazione commerciale si sospendesse totalmente^ 
che tutte le botteghe ed i mercati si chiudessero^ die a 
tutti gli abitanti si vietasse rigorosamente di sortire i& 
qualunque ora dalle loro calie , che de^ carri soltanto an- 
dassero in gin) con commestibili ^ e tutt^ altro necessario 
per soTvenimento degli abitanti; clie Fa classe più indi- 
gente venisse aiimentsgita dall^ erario del governo , e che 
ualunque comunicazione fra le quattro città , come pure 
ra queste e la campagna , venisse intieramente inibita , 
eccetto quella indispensabile pel trasporto de^ viverL La 
pronta esecuzione di n salutari suggerimenti avrebbe cer- 
tamente impedita la crescente propagazione della pestilenza 
nella'YaUetfta, avrebbe tutelata la campagna, e gli altri 
luoghi non ancora infetti , e non sarebbero forse perili 
che quelli ^i , i quali si trovavano fin allora già attao 
cati dal morbo. La spesa però richiesta , per la puntuale 
esecuzione d*" un tal piano*, parve allora esorbitante al 
governo, intantochè in appresso, colla diramazione della 
malattia , crescendo ognora le stragi , la miseria , e le bi-i- 
a<^a delP isola, egli fu costretto adottare gradatamente 
quelle stesse misure , quando erano divenute meno efficaci 
ed assai più dispendiose di quello che da principio sa- 
rebbero state. 

Air aumento de' mali non venne meno P esemplare 
carità di molti distinti particolari , i quali , a^ primi di 
quel Griugno , aprirono un' altra sottoscrizione per inco- 
raggiare e per stipendiare de' medici, che dovessero assi- 
stere quegli ammalati, i quali , per la loro miseria , non 
aveano di che pagare a' professori. S. E. trovandosi indi- 
spensabilmente costretta di .adottare una parte de' sugge- 
rimenti del Comitato , al di 3 ordinò , per mezzo d' un 
Sroclama, che nessuno, senza un permesso in iscritto dei 
eputati , potesse oltrepassare i limiti del distretto in cui 
abitava ; che i deputati dovessero impedire i crocchj , i 
girovaghi, ed il comunicare con case, e molto più con 

Senti: inferma ; che qualora alcuno contravvenisse agli or- 
ini di essi deputati , questi potessero metterlo in qua- 
rantina nella propria casa; che si sospendesse qualunque 
operazione commerciale , la quale non fosse ricniesta da 
un' indispensabile necessità , e questa necessità doversi ri- 



3a 

oonosoefe da un Oonutota di ne^gosiaati ^ che da «juftl 
tempo s* ideò, e che poce àofo si costilul; che nel caso 
occorresfie impiegare alcun calesse da nolo 9 il proprietario 
dovesse fargli levar k fodera 9 e qualunoue aUro oggetto 
suscettibile \ che sopra ciascuna porta di casa infetta ^ o 
sospetta, si dovesse affiggere una marca. visibile, e di notte 
tempo tenervi acceso un lume , per avvertimento al pas- 
seggiere^e che gli abitanti di ciascun distretto dovessero , 
per cpianto fosse possibile, assistere i deputati n^^adem- 
pimento delle loro incombenae. S^intimò nello stesso tempo, 
che i trasgressori di tali ordini aaiebbero puniti a seconda 
delle leggi sanitarie, e che fossera anche esposti a «pielle 
pene cM verrebbero loro inflitte dal magistrato di puliaia. 
J^er mezzo di tal poclama fozofpo andie .stabiliti i veri 
limiti 'di ciascun distretto ,• Tennero pubblicaci i nomi 
de' deputati che vi doveano presiedere , de^ quali i poteri 
e eV incarichi furono molto accresciuti , ed al capo di 
pulizia venne conferito il titolo d' Ispettor generale di 
pulizia , in vece di quello di magistrato^ Appena emanato 
ou^' editto, le strade furono sbarrate, onde dividere un 
wtretto dall'altro , lasciando solo in akuni crocicchj aperta 
la reciproca comunicazione , per mezzo di gran cancelli , 
guardati da picchetti di truppa civica, corpo formato al^ 
lora, per la ma^or parte di artieri, armati soltanto 4Ì 
sciabole. 



23 
C API T O LO V- 



U infhahne n propaga sempre pik nelPisolo; Nuo^i 
ripari e solliein prestati dm governo. S* insiitidscono 
degt Intendenti alle depurazioni, FormasUone Jt altra 
società cariiàte9ole. Il contagio si sparge nella cam" 
pajgna. Baracche^ /orzati^ cimitero. Cowiiat0 com- 
merciale. Istruzioni per gP ispettori delle noji^i , e 
p€\ luogotenenti de* casali. Seconda lettera pastorale 
di Monsignor Mattei. Costruzione di barriere. Cresce 
il contacio. Continua la miscredenza. Opinioni er^ 
ronee fra la popolazione. 



A, 



d onta di tutte le acceimate misure e pro<vi- 
denze, la peste accresceTa giomalmente il numero delle 
sue vittime , favorita dalla caparbieiìa di molti ancora 
scettici suir esistenza sua neir isola , dalle continue tra- 
sgressioni degPinsubordinati , e dalla sbadataggine del baaeo 
popolo. Al di 12 pei'tanto furono stabiliti, per mezEO d^nifta 
notificazione, nuovi regolamenti da osservarsi nel passare alla 
Sen^lea, alla Cospicua , alla Vittoriosa , ed alla Calcara , 
e nel tenire da que^ luoghi alla Yalletta. NdUio stesso tempo 
il general Oakes , cercando di sollevare lo stato dell^isola 
orainò al magistrato delP università di ribassare considera- 
bilmente il prezzo del frumento , in beneàzio del popolo, 
e con un^ altra notificazione dello stesso giorno 12 partecipò 
agli abitanti che per la mediazione di lord William Sen- 
ti nck , il quale regolava allora il governo della Sicilia, avea 
ottenuto che il commercio con queir isola ^ già cessato fin 
dal Ma^^o , fosse sotto certe regole e restrizioni .rii»tabiUlo, 
affidando V assoluta direzione m quel ccmMercio a^ giurati 
della Valletta. Fu anclie allora die alcune benevole, per- 
sone avendo offerto la loro assistenza al Gomitato di salute 
vennero formate in un corpo di deputazione, che quindi 
fu chiamato d'^^ Itttendeliti alle depurazioni, il di cui in- 



carico era quello di esaminare le abitazioni aeMefonti di 
peste; assicurare in luoghi sicuri ogni cosa che in quelle 
si troyerebbe d^oro, argento, o gioje; di farle sgombrare 
da cenci, mobili, e da qualunque altro oggetto suscetti- 
bile al contagio', di far abbruciare tutto questo , e quindi 
far lavare ed imbianchire quelle case, ITello Stesso tempo 
sMnstitnl un^ altra società , e si aperse una sottoscrizione 
per provvedere di testilfi gP indigenti sospetti, ed infetti 
di peste , ed altri individui per ispirilo d^ umanità rag- 
guardevoli , fecero particolari atti di carità e muiiificenza. 

La malattia intanto , trovando deboli argini nella 
campagna , iva contaminando i casali , V un dopo Paltro , 
e dove incontrava più popolo, più vittime mieteva. Delle 
eìttà non v^ era che la sola Senglea libera dair infezione , 
e mediante le assidue premure e sorveglianza de^suoi abi- 
tanti rimase indebne da quel flagello. La Valletta però , 
la Floriana , ed i casali Bircliinara , e Curmi , erano di- 
venuti i fuoclii principali del contagio. 

Pel humero sempre crescente di sospetti e d' am- 
malati , che si trasportavano nel lazzeretto , e nel forte 
Manoei, incominciò a mancarvi il locale*, per supplirvi si 
formò su gii spalti del forte Manoei un gran numen> di 
benraoelìe, nelle quali, per ordine di S. E., furono al mo- 
mento trasportati tutti gli abitanti dei due quartieri della 
Yaltelta , appellati Pozzi e Manderaggio , ove pel grande 
ammasso di gente povera che contenevano, la peste si era 
pertinacemente radicata, e min3cciava il totale sterminio 
di lutti quegli sventurati residenti. Intanto , fra i molti 
che tuttodì morivano , v^ erano di coloro la cui perdita 
veniva gravemente risentita , per gP importanti servigjche 
questi andavano prestando, lasciando un vacuo fra la popola- 
zione, assai difficile a riempirsi.1 soldati veterani, le guardie 
civiche, i servienti^ i guardiani di sanità, ed altra gente 
di pubblico servizio, incominciavano a scemarsi, mentre di 
essi appunto cresceva il bisogno. Le nutrici però, desti- 
nate aa alimentare i miseri orfani, ed i beccnini, erano 
^à mancati totalmente. Il governo , non trovando gente 
da collocare in quegli scabrosi impieghi, avea fatto delle 
offerte di grosse mercedi a tutti coloro che avessero volu- 
to esercitarli^ ma non bastando questo fu di mestieri sup- 
j4ire , alla mancanza delle nutrici , eoa dtUe capre beine 



55 

aKinenUite ^ «di m quella de* becchini , coi condannati alle 
opere pubbliche^ comunemente detti forzati, uomini cer* 
tamente non adatti ad adempire opere di pietà ,. ma di 
cui la necessità obbUgaya a servirsene indispensabilmente. 
Costoro pertanto furono cestiti con delle camicinole , e 
lunghe brache di tela tinta ad olio^ per preseryatiyo d^in- 
fezione (i) V e scortati da guardie militari fu dato loro 
r incarico di condurre i carri mortuar]) trasportare gl^in^ 
fermi, eniarare nelle case d^ appestati a prendere i corpi 
deHrapassati, «otterrarli 9 sgombrare da mobili,. masserizia, 
e robe le cose infette , trasportare tutto ciò fuori della 
Valletta, ed abbruciarlo ne^siti.a tal uopo destitoti« Fut 
rono in oHre progrewiyamente impiegati nel lazzeretto, e 
negli spedali di peste, var) turchi, greci ed ebrei, parte 
accorsi spontaneamente nell^ isola, e parte chiamati a Ibella 
posta, i quali, p«R. la loro lunga esperienza del male, co- 
nosceyano il miglior modo di trattare e medicar gP infer- 
mi. Tenne anche formato un grande cimitero in una 
separata contrada della Pietà , ove furono soaiyate delle 
spaziose fosse , e fu ordinato che i cadayeri , che ivi si 
deporrebbero, si coprissero con yiya calce, onde rimanes- 
sero disfatti*. 

Il Comitato pel regolamento degli affari commer- 
ciali , ch^ era stato già creato col proclama de^ 3 Giugno , 
si riunì al i4 ^ ricevè le proposte de' negozianti, e con- 
cesse permessi per la continuazione di quelle poche ope- 
razioni commerciali , che si credevano non poter nuocere 
alla saluta pubblica. Al di iS il Regio Civile Commissio- 
nario fe' pubblicare delle nuqve istruzioni per gFispettori 
delle navi, unitamente ad una notificazione comprendente 
de-regolamenti da praticarsi da qualunque capitano e suo 
equipaggio , de' legni stazionati ne' porti di Malta , inti- 
mando severo castigo a' trasgressori. Quindi al di i6 di- 
rete altre, istruzioni a' luogotenenti de' casali , onde sa- 
pessero regolarsi ^ ne' casi di peste che accadevano fra la 
p(^la%ione, alla lor cura affidata, additando loro i prin- 
cipali mpdì, di precauzione. 

(i) Questa sorta di abiti oleati erano stati misssi io sommo 
uso aache aelia peste di Marsiglia , chiamati ia^ù^inceaeSarrots,. 
y«di ^^ GriornaU scritto da Picfielty de Groissaiute. 

6 



36 

Il Vescovo 9 concorrendo ognora odi fo verno nella 
pia opera di rimuovere le «alamilà che desolavano Pisola, 
nello stesso giorno i6 ^ con un^ altra pastorale , ricolma 
d' unzione evan^^elica y partecipò ai fedeli , che nella tra- 
sgressione delle le^gi e disposizioni promulgate per arre- 
stare i progressi della . peste y si veniva a trasgredire il 

f rande comaùdamento della carità cristiana, mculcato da 
Ko , con pericolo delP etema dannazione , non clie della 
vita temporale. Inoltre i, per evitare che li scambievoli ed 
indispensabili bisogni della Valletta colla campagna , non 
servissero di alimento al contagio, S. E., .per suggerimen-* 
to del Gomitato di salute, ordinò a'' 19 , con una notifi- 
cazione, che il ricevimento e Pestrazione d^Ue jprovvìgipni 
dovesse effettuarsi nella barriera, che era stata eik costruita 
in porta Bon^, stabili delle ore fisse, in cui ciò pptes* 
se eseguirsi j i modi di precauzione da Utors^ , e destinò 
egualmente un idoneo sito nella Marsa ,* per riceversi e 
mandarsi commestibili fra la Valletta e le altre città , 
sotto la soFveglianza di guardie Sanitarie. 

La malattia , benché attraversata da tali misure , 
progrediva tuttavia , e si mostrava più terribile ove meno 
era paventata. Gli attacchi e le morti in Valktta aumen- 
tavano ; nuovi casali s^ infettavano , e fra questi il Zebbug, 
oltre il Gurmi e Birchircara , incominciava a soffrire più 
dVogni altit) la micidiale influenza. Eppure P ostinazione 
di alcuni , nel discredere P esistenza della peste nelP isola', 
non cessava ancora. I mali che accadevano credevanli in 
parte esagerati, ed in parte P attribuivano , piuttostochè 
a contagio , ad una .qualche maligna epidemia , mentre , 
ammettendo che quel male fosse peste , credevano essi 
dover le morti essere più numerose , gli attacchi più fre- 
quenti , né succedere che delle persone s' infermassero , 
morissero, e non infettassero le loro famiglie , amici , ed 
altri , da cui venivano assistiti ; senz^ accorger^ tali ra- 
gionatori, che la salvezza di molti proveniva appunto da 
quelle precauzioni tanto raccomanoate , e ch^ essi crede*» 
vano inutili , nommenochè dalla particolare , ed anche 
momentanea predisposizione de^ corpi umani , de^ quali 
alcuni si vedeano in certi momenti , come insuscettiBlli , 
sortire illesi framezzo il contagio , ed in altri soccombere 
miseramente ; diversi infettarsi al minimo tocco d' oggetto 



appestato, e i^r) altri rimanere <;ostftiiteiBeiite IndeDBi*, di 
cne notaJbilissiaip esèmpio ne i^ia il succitato 1>. Gravala <» 
il quale , bendiè avesse curato , conie già dissi , la prima 
famiglia infetla del mensionatocalzolajo) senz'akuua pre* 
cauzione '^ m il minimo nguardo di sé stesso , ne restò 
allora indonne , e quindi , dopo pochi mesi , s^ infettò ., 
e mora tn aiezso • a* cautele e precauzioni. Molti altri in- 
dividui subirono^la stessa sorte , e vi furono anche di 
3uelli ch^ ebbero la pesfe e gtiarìrono , e che in seguito , 
alla medesima riattaccati , perdettero la vita, (i) Nello 
stesso tempo, quelle misure e restrizioni ordinate dal go- 
verno apparivano agK occhi delP inavveduto volgo, come 
tanti aggtavj . e tirannie insopportabili , de^ quali erano 
imputati come autori gli stessi medici ^ e siccome questi 
ivano prescrivendo delie medicine agP infermi , le quali 
facendo in essi poco effetto , per la veemenza del male , 
non roteano liberarli dalla morte, non si mancava di 
dire aa certuni che quelle pozioni erano de^ veleni som- 



(i) Parlando di tale esperienza il già chiaro senatore Al- 
berto Àzuni , nella sua umilissima ed erudita opera intitolata 
Della pubblica amministrazione sanitaria in tempo di peste , si 
esprime in tal guisa. - w Dalle reiterate osservazioni fatte in questi 
>' ultimi tempi si è riconosciuto che il solo contatto non basta 
>9 per contrarre la peste ; ina eh' è d* uopo di supporre di più 
M in ogni individuo una sorta di affinità con essa, v - In prova 
9» di che egli aggiunge in una nota che i medici Desgeneltes , 
t> Samoelorvite , e P italiano Talli s^ inocularono impunemente 
M la peste in questi ultimi tempi. 

Anche il succitato Dottor Tully cosi si esprime su tal 
proposito. - w It is not denied that many instances mag be found 
t* in which actual contact has faild to comunicate it , as daily 
» experìence shews us , that we are occasionally exempt from 
f* the influence of contagion &cc. &cc. The jfreat Father of medi- 
» cine, Hìpocrates has established it, as an axiom ^ which has 
>/ been acknowledged by evéry succeeding wriler of note , upon 
w the same subject , that the action of the pestilential venom 
»/ is augmented , diminished , destroyed , or partially modified 
»» according to the different constitutions of the persons exposed 
t» to its influence. The llistory of Piagne ns it has lately appeared 
r* in the IsJands of Malta, Goto &cc. &c . 



38 

mimstrati a bella posta , onde accrescere V eccidio , e far 
credere sempre più P esistensa della peste nell^ isola. 
Fra tanti diversi opinatorì V erano fin anche di quelli 
che per mero spinto d^ opposizicme n^Tano reamente 
con studiati argomenti cpiel male ch^ essi credevano esi«- 
stere in effetto , mentre costoro d' altronde erano i più 
vigifi nelP osservare tutte quelle cautele che potevano pre- 
servarli da quello. Tanta opposizione d^ idee accresceva 
considerabilmente la malattia , versando negli animi la 
diflMenza , e persuadendo i malaccorti ch^ era vana qua- 
lunque misura e precauzione. 



39 
CAPITOLO VI. 



Oomitato di Salute t suoi ricorsi al R* C. Com- 
missionario ^ suo scioglimento. Modo paiticolare 
d* un professore di curar gli appestati^ Ordini sulla 
dispensazione de'* permessi. Aumento di strade. At- 
tacco di peste nella guarnigione. Creazione del 
consiglio di sanità. Misura per distribuire i salar/ y 
e le pensioni. Novero de* morti di peste nel mese 
di Giugno. Prove che la peste si propaghi iwe* 
ramente per contatto. Nuove restrizioni e regola-- 
menti. Sommo grado della malattia. Meritoria con^ 
dotta deW ispettore generale di pulizia. 



Ma comitato di salute era in quei tempi composto 
dalP agente-intendente di Sanità il signor Jos : Thomas , 
che ivi presiedeva ; da due membri onorar] maltesi il ba- 
rone P. JPaolo Sceberras Bologna , ed il signor Agostino 
Portelli •, da due membri onorar] Inglesi , i signori Ja- 
meson Hunter ^ e Gio : Moore ; da due commissarj i si- 
gnori Gio : B. Agiùs , ed Errigo Xerri ^ dal protomedico 
signor dottor Caruana^ dal deputato ispettore degli spe- 
dali il signor Raffaele Green; dal dottor Francesco Ora- 
va giia *^ da uno de^ principali medici dello spedale, da se- 
dere alternativamente ; e dal signor Vincenzo Marno come 
prosegretario. I membri di questo rispettabile corpo , per- 
suadendosi che le circostanze dell' isola diverrebbero sem- 
pre più critiche, per non essere stati eseguiti opportuna- 
mente alcuni de' loro suggerimenti, e dolenti per le op- 
Sosizioni che andavano tuttora incontrando nelP esecuzione 
elle loro deliberazioni , da quella voce inopportuna, che 
ognora alzavasi a raccomandare V economia ed il risparmio , 
ed alla quale non si cessava ancora di dare orecchio , 
al a 2 di quel Giugno avanzarono un formale ricorso a 
S. E. , ove dimostravamo che la mancanza d' adozione di 



4o 

molti essenziali ripari da essi raccomandati , onde arre- 
stare i progressi delP infezione , avendo loro attirato il 
biasimo della popolazione , la quale rigaardarali come de-r 
positarj della salute pubblica, pregaTano che per propria 
giustificazione yenisse loro accordato di pubblicare tutti 
gli arvisi e misure , da . essi suggeriti fino a cjuel punto , 
manifestando nello stesso tempo che senz' essere investiti 
di più autorevoli prerogative, eglino non potrebbero ren- 
dere efficaci i loro sforzi nella pia opera di arrestare le 
calamità dell^ isola , ognora crescenti. S. £. non mancò di 
rispondere a tale rappresentanza, in data de^ 24, e benché 
egli manifestasse che lo stato delPisola erasi trovato molto 
sollevato da^consigli e suggerimenti di esso G>mitato, parte 
de' quali per altro, esso R. C. Commissionario dichiarava 
essere stati da lui giudicati ineseguibili per ragioni ch^egli 
non credeva dover esporre ^ tuttavia, lungi dal condiscen- 
dere alle domande avanzategli , egli dichiarala d^ aver 
sempre riguardato il Comitato come un corpo meramente 
delioerativo , cV egli non potea immaginarsi come altri 
credesse che tal coi^ , composto per la maggior parte di 
uffiziali di sanità , de' quali le procedure erano state 
ognora dirette dalP intendente , dovesse far cessare le fun- 
zioni di esso R. G. Commissionario , e delle persone no- 
minate da S. M. , per ajgire sotto di sé nelP amministra- 
zione civile dell' isola. In seguito di tale risposta , in nulla 
aderente alle brame del Comitato , e che V umiliava som- 
mamente per le limitate facoltà che li venivano prescrìtte, 
tutti i membri del medesimo , spinti dal risentimento , 
con uniforme avviso risolvettero ai rinunziare spontanea- 
mente ad ogni loro autorità deliberativa, e nel a 6 dires- 
sero a tal enetto una lettera a S. £., ove dopo l'esposizione 
di tutto ciò che potea giustificare la loro condotta ingenerale, 
i membri onorar] , siccome non esercenti verun ramo 
esecutivo del corpo Sanitario , pregarono S. E. a volerli 
esimere di più attendere a tal Comitato. Questa lettera non 

E3tea certamente che esacerbare l' animo del Regio Civile 
ommissionario , e ben lo dimostrò nella sua risposta 
de' 28 , oy' egli pur nondimeno , nel condiscendere alla 
domandata esenzione, non tralasciò di dimostrare come in 
sommo grado apprezzasse i segnalati servigj , e la retti- 
tudine di esso Comitato. In tal guisa si disciolse definì- 



4i 

tWamente c|ael ta^j^guardevoTe corpo j che per lo sélo , la 
filantropia , e la saTÌezza de^ suoi consigli manifestati in 

J nella luttuosa circostanza , non potrà essere mai rioor* 
ato alla memoria de' buoni nazionali che con sentimenti 
di stima e gratitudine. 

Durante la trattatila di questo spiacevole affare y 
i deputati della società pel soccorso degP infermi, ayeano 
annunziato fin dal 22 di quel mese , per mezzo d^ un 

Subblico avviso , che un professore di chirurgia , il signor 
ottor Francesco Grocillo , napoletano , giunto, in Malta 
in quei giorni , era stato sollecitato / e stipendiato dal- 
la stessa società , onde assumere V incarico di curare 
qualunque ammalato , e particolarmente i poveri , senza 
verun gpravame d^ interesse. Questo professore veramente 
dimostro, durante la malattia, molta carità e buon animo 
neir accorrere a qualunque richiamo d^ infermo ; ma non 
si saprebbe dire se il suo modo di curare gli appestati 
fosse più giovevole di qualunque altro , allora praticato. 
Usava e^U un istrumento , formato d' un lungo manico y 
nella cui estremità eravi attaccato un ferro, piegato reso- 
larmente , terminato d^ un bottone dello stesso metallo 9 
che fatto rovente, egli applicava su i gavoccioli, che ge- 
neralmente apparivano nelle ditella, e nell'' anguinaje ae- 
gP infermi di peste. Crepolava dal fuoco il gavocciolo , e 
scaturiva Tumore venefico, ma alcuni de^pazienti cessavan 
di vivere, particolarmente coloro a cui i tumori venivano 
immaturamente aperti , ed altri non meno si salvavano , 
come succedea nel resto degli appestati , diversamente 
curati, (i) 

(i) L^ esperienza de^ secoli ci dimostro che nonostante lo 
stadio, e le ricerche di tai^ti celebri professori , per trovare degli 
antidoti a quest* orribile male, nessun metodo curativo fu coro* 
nato 6n oggi da un successo costante e felice ; per coi il cardinal 
Gastaldi scrisse. Quod si de peste curandu loquamur medicorwn 
^cripta plurimum fimi parumque lucis excitasse deprehendiiur. 
De Averti et pr^ig: peste cap : i«. 

Anche il Dottor Nandi , nel suo scrìtto de Peste così 
ragiona su tal proposito. Una igitur videtur cura de peitiferis 
aegris y medius habenda , eos seiUcet praec&neeptis sententìis ut 
plurimum i^anis non nocere. 



Al dì 24 il Regio Civile ConinuMonarìo aree an- 
che promulgata un^altra notifioazione, con cui prescriveya 
£'ù minutamente , di quello era stato fatto nel proclama 
^^3 dello stesso mese, come dovessero dispensarsi le bul- 
lette , ed i passaporti per le diverse parti delP isola re- 
stringendone le concessioni. Ordinava che i deputati dei 
distretti , quelli per la visita delle navi , gli umziali me- 
dici , i membri del comitato di carità , e gP intendenti 
alle depurazioni, portassero in petto un nastro, col bollo 
di sanità , per distintivo de^ loro impieghi. Imponea che 
nessuno , oltre s\ì accennati pubblici funzionar] , potesse 
sortire dalla Valletta in campagna , senza un passaporto , 
concesso dalP uffizio de^ permessi , né dalla camparaa ve- 
nire in città senza una licenza , somministrata da luogo- 
tenenti deV casali, e terminava con assoggettare alle pene 
rigorose delle leggi sanitarie chiunque osasse far uso di 
bullette , passaporti, o distintivi falsi e non autentici. 

]!Ton ostante gli ostacoli fin allora incontrati dal 
governo , per la mala disposizione del popolo in gene- 
rale, di uniformarsi a quelle restrizioni e cautele inces- 
santemente inculcate, onde sfuggire P infezione, esso tut- 
tavia sperava che la malattia uovesse in breve prendere 
un corso retrogrado , confidando nelP efficacia de^ molti 
regolamenti fino allora stabiliti. V erano anche molti che 
attendevano un tal benefizio da^calori della stagione, cre- 
dendo che gli estremi gradi di freddo o di caldo facessero 
spegnere le pestilenze^ perciò si vedevano alcuni, durante 
il giorno , a consultar Barometri , ed a calcolare attenta- 
mente le alterazioni che succedevano nelPatmosfera. Mo- 



Ne pare che )* umana mente possa riuscire nella scoperta 
degli opportuni rìmedj , finochè non si giunga a ben auiiliizare 
e conoscere la vera natura della malattia. Per akro non v' è. 
dubbio^ dice il menzionato senatore Azuni nella succitata opera, 
che può aspettarsi a' di d^ oggi un grande soccorso dalT arte 
medica, sommamente perfezionata coUe nuoifc scoperte dijisica , 
di chimica , e di botanica , le quali mancas^ano a* n^edici de' fé- 
eoli trascorsi^ e che con questi svantaggi si sverrà al soccorro diet- 
im esperienza. Fin ora però il più fra i consigli medici è quello 
espresso nel seguente già ben noto verso : Cede cito y longiquus 
mhi , serusque res^erte. 



43 

nottante però 3 crescente caldo^ e tutto ciò eh' era • stato 
operato dal governo , le diurne notificazioni che si stam- 
pavano per notizia del pubblico, annunziavano un giornale 
aumento di morti e d^ infetti. Inoltre la guarnigione , ch'era 
fin allora rimasta illesa dal contagio, soffrì in quei giorni 
il primo attacco , in un soldato del reggimento Roll , il 
quale , dopo tre giorni di malattia , creduta da principio 
(eblve comune , morì a' 28 di quel mese con indubitati 
segni di pestilenza, ed altri cinque de' suoi camerati s'in^ 
fettarono in quella stessa mattina. A tale annunzio S* £• 
ordino che al momento si formasse uno spedale militare 
di peste nella Floriana, sotto P immediata soprintendenza 
dell ispettore degli spedali militari. 

Costernato il Regio Civile Commissionario pe' sini- 
stri accidacìti nuovamente avvenuti , e privo del raifflior 
sostegno ch'egli avea avuto fin allora nel Comitato di sa- 
lute, si trovò nella necessità di formare un corpo consul- 
tivo e deliberativo , eh' égli compose delle principali au- 
torità, e de' più anziani medici dell'isola, e che institui, 
per mezzo d? un pubblico avviso , datato li 29 di quel 
mese, col titolo di Consiglio di sanità, e a cui egli stesso 
intendeva presiedere , nominando per vice-presidente il 
maggior generale Lajard , e come semplici membri i se- 
guenti personaggi : il segretario pubblico , il Dottor di- 
legge G^ It« Zammit , il colonnello Philips , il marchese 
G. Delicata , 1' agente*intendente di quarantina , il pro- 
tomedico , il signor Giacomo Chabot , il tesoriere del go- 
verno, il vicario di nkonsignor Vescovo, il tenente-colon* 
nello Anderson, il signor Green , deputato ispettore degli 
spedali , il signor Locher , il Dottor Gravagna , ed il re« 
verendo I* C. Miller, come segretario di detta commissio-» 
ne. Annunziava in oltre clie detto consiglio si sarebbe 
unito ogni mattina alle ore io 1/2 nel palaezo del governo. 
Informava quindi, con un altro avviso dello stesso giorno, 
che per evitare qualunque motivo d'affollamento, ..aurante 
quelle luttuose circostanze, il tesoro consegnerebbe men- 
sualmeufte a' deputati de' diversi distretti della Valletta , 
a' luogotenenti delle altre città , e de' casali , ed al gover- 
natore del Gozo , mediante una loro rioevuta , tutte le 
somme eh' erano solite a distribuirsi a' diversi, impiegati 
e pensionati, sparsi nelle due isole, i quali rioeverebbero 

7 



44 ... 

<r allora in poi, sino a nuoV ordine, i loro mpettiri emo- 
lumenti , da una delle suddette autorità , secondo il di- 
f stretto, casale, o isola, in cui trovavansi stabiliti. 

Fini intanto quel mese , e con esso finirono di 
yivere ottocento abitanti,mietuti dalla peste. Gtonnonostante, 
questa mortalità era ben rU&etta a proporzione di quella 
che stava per succedere ne' due mesi seguenti U isola del 
Gozo , benché in appresso , come narrerò , soffrisse anche 
essa una parte delle sciagure di Malta , era tuttavia libera 
dal contagio , e liberi non meno erano , e rimasero fino 
alla totale estinzione della malattia ^ i casali Balzan , Cbircop 
Grendi, Asciac, la città Senglea, le prigioni di guerra 
e le pubbliche , come pure |^ spedali civili e militari.: 

Siccome ve ne furono, e fi>rse ancor ve ne sono, 
di coloro che con proprio ed altrui danno sostengano 
propagarsi la peste oalr influsso di maligna atmosfera , 
piuttostochè dal contatto , sembrami qui opportuno di far 
osservare al lettore che se tale opinione fi>sse vera si dovea 
aspettare, nel nostro caso, che la prima ad infettarsi, colla 
Valletta , dovrebb*" essere stata la città Senglea , la più 
popolata dopo quella, e molto più i quartieri della soldatesca , 
^i spedali e le prigioni , siccome luoghi contenenti gente 
insieme ammassata , in parte già inferma , priva in 
generale di quelle agiatezze, godute dalle migliori classi, 
e situata entro la Valletta , alkura fi>mite di peste. Eppure, 
come dissi , vediammo tutti questi luoghi mantenersi 
indenni , per tutto il eorso delia malattia , il che non 
può attribuirsi ad altro se non se alla vigilanza de' capi 9 
che vi presiedevano ^ colP impedire ogni contatto estero, 
coir allontanare qualunque òbmunicazione , col far passare 
pe' profumi oeiii oggetto suscettibile , e eolP usare altre 
simui precauzioni , indicate da diversi collegj medici , e 

f Praticate anche salutarmente in quella circostanza da tutte 
e officine pubbliche , da varie comunità religiose , non 
che in molte case di partpodlpri, e da tutti coloro che da 
prudenza erano guidati. Molti altri esempli ci sommini- 
strerebbe la nostra storia , che dimostrano P errore dei 
prefitti opinatori , e che addurre stimo superfluo, giacché 
una tal massima fu già contraddetta da continue espe* 
rienze , e riprovata non meno da un^ infinità di celebri 
automi , i quali non riconoscono altri modi , con cui possa' 



45 

comunicarsi la peste , le non che quelli del contatto im^^ 
mediato d^ un oggetto infetto , e della respirazione , vale 
a dire respirando V emanasioui pestifere die un corpo 
tramanda col suo fiato , o traspirazione, (i) . 

Riprendendo pertanto il filo de^ nuei racconti , 
continuerò a narrare a quali altre restrizioni fosse obbli-- 
gato di ricorrere il governo y onde ostare alP aumento del 
male , che ostinatamente grayitaya nelP isola. Benché era 
stato già proibito di pot^r sortire di casa in certe ore , e 
trasferirsi altrove , senza un permesso ^ concedibile per 

Jiuita causa , erano tuttavia talmente cresciuti gli abusi 
i chiedere , e concedere tali permessi , che pochissimi 
erano coloro i quali non ne fossero provvisti di qualcuno^ 
onde potere scorrer la Yallfrtta , o altri luoghi più lon- 
tani , la qua} cosa rendea inutili tutti gli ordini fino allora 
dati , e servia sempre . più a diffondere V infezione. S. E. 
pertanto aderendo ai suggerimenti del consiglio di salute, 
ordinò con notificazione dogli ii. Luglio, che tutte le 
bullette e passaporti fino allora concessi , cesserebbero 
d^ essere validi dal di i4 dello stesso mese ^ che i me- 
desimi verrebbero quindi dispensati dalP uffizio de^ per- 
messi a coloro solamente che per particolari ed ur- 
genti circostanze li richiedessercr ^ che per. i pubblici 
funzionar] servirebbero i contrassegni d^ nastri ch^ essi 
portavano , onde ottenere ovunque libero passaggio , e 
che i memluri del Consiglio di samte , per loro particolare 
distintivo , avessero una fiascia evemisi al braccio destro. 
Ordinò inoltre , con altra notificazione del i3 , che per 



(i) Tedi r Opera fpk citata dal Sjenalore Alb. Akudì. 
Sgraziatameate però vi furono varj professori dì merito i quali 
negaroao il contagio della peste, e che in diverse epoche reca- 
rono non lieve danno alP umaiutà , tra i quah sono ben noti 
StoU , Cicoinan , (^hirac , ed ultimamente il già da me citato 
D. Maclean. La loro dottiìna d** altronde venne ben presto di- 
strutta 4Ìa moUiplici fatti successivi , ed il loro merito fu oscu- 
rato da molti scritti • de* loro numerosi confutatori ; fra i quali 
Hoxam , Pringle ^ Rosa, Desgenettes , Talli , Assalini, lloward, 
Lnigt di Pavia, Raimondo di Marsiglia DemollinS) Giovannelli 
di Livorno , ed ultimamente il già da mt annunziato Dottor 
Tully. 



46 

quanto permetteYa il serviaio pobblico doveste cnm^ 

qualunque conranicazione ira le città Vittoriosa, Senglea ^ 
Cospicua , e la Calcara , come pure tra queste e tutto U 
resto delP isola ^ che dovesse uefualittente cessare la eomu«- 
nicazione tra la Valletta e la Floriana , come altresì tra 
queste e tutte le altre parti della campagna e delle tri ttà^ 
e che in conseguenza di tali misure le provvigioni poi^- 
tate dalla campagna pel servizio della Floriana , si ri- 
ceverebbero alla barriera , formata ^ alk porta Bombe , 
quelle pel servizio della Valletta alla nuova porta ddla 
luarina , e quelle per tutto il distretto della Cottqnera 
alla troniba della Blarsa , ed alle barriere formate alle 
porte Polverista e Burmola. Inoltre aM^ dello stesso 
mese , per altra notificazione ^ ordino che salv« le provi- 
deuze aate colla notificazione degli ii , riguardanti le 
persone impiegate nel servizio pubblico , o altrimenti do* 
bitamente autorizzate , niun residente nella Valletta e 
Floriana dovesse uscire di casa , anche ne' limiti del suo 
distretto ^se non che tra le ore sei e le dieci di mattino^ 
ore che verrebbero indicate dalla grande campana della 
chiesa di S. Giovanni ; che nelle suddette óre permesse ^ 
qualunque non necessaria comunicazione si evitasse ; che 
un solo individuo di ciascuna famiglia s' intendesse auto» 
rizzato di {»t)curare il vitto dal mercato ^ stabilito entro 
i limiti di ciascun distretto , e clie alk> spirare delle ac- 
cennate ore tutti i venditori de^ diversi mercati si riti- 
rassero , tutte le botteghe si chiudessero , e che ognuno si 
ricoverasse nella propria casa. Nello stesso giamo V Ispettor 
generale di pulizia, affinchè venissero adempite con tutta 
esattezza le disposizioni predette, fece pubblicare tutti i 
regolamenti che dovevano osservarsi dalle guardie delle 
diverse barriere , stabilite ne* limiti delle quattro élttà. 

Ad onta di tali premure , e di tanti stabilimenti 
di precauzione, il numero giornaliero de' morti era giunto 
a cinquanta circa , ed arrivò qualche volta a sessanta , 
mentre al doppio giungea quello degrinfetti , siccome ap* 
pariva dalle diurne liste ; ed è cpedibUe che a più am-* 
montassero gli uni e gli altri , giacerle ,f ia tempo di 
tanta confusione e spavento , era difficile avere , non che 
tenere un conto esalto e preciso di tutti coloro che pe- 
rivano e s' infettavano. Il basso popolo , come ordinaria*^ 



mente sueoede'ia tali disgftzie^ per mancani^a di meszi, 
e per sua naturale incuria , cadea pia spesso sotto la ^aadLa 
invisibile che ci percuotea , benché non orano nepputie 
risparmiate le persone di oondlzione' dnrìlc ^ né aualcunk 
appartenente a case nobili , ie quali ^ o incrcauic , o 
sbadate , cadeano, in nn co^U altri, desolando le proprie 
famìglie , e rovmando le loro sostanze* Molti però ( che 
il cielo ricompensò con un premio eterno ) perivano a 
causa d^ un qualche pericoloso incarcero ministero, chVssi 
andavano esercitando, in sollievo della sofferente umanità. 
La religione, quella madre consolatrice degP infelici, som- 
ministrò non pochi esempli di tali vittime ue^ suoi zelanti 
ministri, fra cui si annoverano particolarmente molti P. P. 
cappuccini , i quali , con evangelica pietà , ed eroico 
coraggio , ivano incessantemente , or in case , or in ba»* 
racche , ed ora in miseri abiturj, prestando sussidj e con* 
forti spirituali ai moribondi. 

Ardue certamente erano P incombenze de' deputati 
de' distretti , e de' luogotenenti dei casali ; scabrose quelle 
de' direJ;tori del lazzeretto ^ perigliose quelle de' professori 
di medicina, de' depuratori, de' servienti, de' guardiani, è 
di tutte le persone impiegate al servizio degli spedali e 
delle baracche ; ma gì' incarichi dell' Ispettor generale di 
pulizia , oltre d' essere pericolosissimi , e di somma fatica, 
erano di grande responsabilità e dilicatezza , mentre in 
lui solo era a^ata 1' esecuzione di quel nuovo sistema 
di governo, la quale diveniva, di giorpo in giorno, sem- 
pre più difficile e scabrosa^ Investito di tal carica era il 
conte Francesco Rivarola , ( allora tenenten^olonnello del 
i^ggi mento siciliano al servizio inglese, ed oggi innalzato 
al grado di maggior-generale ) uomo avvezzo al comando, 
dotato di antiveggenza , di attività e coraggio , e già pra- 
tico dell' isola e degli usi della popolazione. Oltre tali van- 
taggiose qualità , clie, lo rendevano ben degno d' occupare 
quell'importante situazione, egli era in grado più d'ogni 
altro di poter arbitrare utilmente della sua autorità in tutti 
quei casi , allora frequenti , che richiedevano un agire 

Kj^t>nto e rigoroso , per la somma fiducia , e particolare 
enevolenza , eh' egU godea presso il generale Oakes capo 
dell' isola. In nsczzo a quelle urgenze , ognora crescenti , 
con una vigilanza infaticabile egli accorrea da per tutto, 



osferraTa , prorredeTa • ed allemando or la pena col per- 
dono , ed or le minacoe ooU^ esortaxioiii , riuscirà a mati- 
tenere P ordine e la subordinazione , dalle quali dipendea 
la comun salvezza. Le utili ed assidue &tiche di questo 
distinto ufficiale, cessate solo col terminare di quella mi- 
serefol catastrofe , meriteranno in ogni tempo la ricono- 
scenza del gOTemo^ e V egli serve, e la gratitudine del 
Popolo Maltese. 



49 
e A P I T O L O VH. 



Disordina Sipari» Descfiùone ài diversi sintùmi de- 
gli appestaiii Delitti. Azioni meritorie. Numero 
de* morti di peste nel mese di Luglio. Ordini seve- 
ri. Esempio di rigore. Suicidio. Le spese esauriscono 
la Cassa del governo. Imprestito pubblico. Forma- 
zione d* una guardia urbana. Opinioni su i benefizf 
delle fregagioni oleose. 



VlTiunta h makttia nel suo pieno vigore giunsero 
lanche a tanto i travagli e le bisogna in ogni ramo di 
' quel nuoTO r^me dell' isok, che sovente non aveasi né 
tempo ne mente di prevenire alcuni funesti accidenti , 
conseraenze inevitabili di quelle pubbliche sventure, the 
quando sono somme e durevoli , rendono spesse volte 
insufficiente ogni umano riparo. Sino ad un certo punto 
si era potuto mantenere Y ordine di segregare in luoghi 
distinti le persone già infette di peste, da quelle sempli- 
cemente detenute in osservazione, ma pel numero esorbi- 
tante d' ammalati e di sospetti , che in quei giorni tra- 
rrtavansi al forte Manòel e nel lazzeretto, quest' ordine 
enne ben presto ineseguibile , dal che ne nacque un 
confìtto meseuglio, di sani e d' ammalati, di maschi e di 
femmine , d' ogni età & condizione, che fu causa funesta 
*di morali disordini, e di accrescimento di strage. Si ri- 
corse da prima al riparo coU' aggiungere nuove baracche, 
a quelle già formate nel forte Manòà, ma non bastando 
quelle, se ne costruì un gran numero in varj siti appar- 
tati, fra i bastioni che circondano la Valletta e la Floriana* 
Tutti questi ricettacoli dell'umana miseria, non presenta- 
vano che desolazione e morte. Ivi la peste , vomitando a 
gorghi il suo veleno, manifestavasi sotto varie orride for-* 
me negP infelici che n' erano colpiti. Yedevansi gli uni , 
resi insensibili da profondo letargo, con facce lustre, en- 



50 

fiate, le pupille fisse e instupldite, morire gettando nero 
sangue dalle nari é dalla bocca ^ dègH altri , assaliti da 
accessi febbrili, dibattersi, dar contro gli usci e le pareti, 
e piombare a terra esalimi ^ ouesti Tedeasi attonito , tre- 
mebondo, articolare yane parole^ quegli, divenuto indo- 
mito per repentino furore , correre fórseniuito ad incon- 
trare un misero fine in qoalcbe precipizio* Gbi portava 
bubboni nelle ditella e neU.' aìiguiila)»^ chi infiammata 
parotidi^ chi livide petecchie spune per tolte le membra, 
e chi, preso da vomito, da vanikKjoio, da fieri dolori nel 
cranio, e da un' azdentisstma sete, gemea,. con rantolo 
mortale, sotto lunga agonìa. Oltié P orribile aspètto di 
tante piaghe, delle scene ancor più penetranti laceravano 
il core del trepidante osservatore. Scorgeansi figli boccheg- 
gianti chiedere aita a' genitori, che già inanimati gli sta- 
vano accanto ^ genitori, dimentichi del proprio dannò , 
stringersi al seno, e bagnate di lagrime il livido ca- 
davere de' cari figli ; k> sposo esalare T ultimo respiro 
nelle braccia dell' amorosa compagna , cke dopo pochi 
istanti forse anch' essa periva ^ pa!fgoletti assetati ricreare 
invano un qualche ali^mento dal petto materno, già fred- 
do ed ulcerato, da coi suggevano la morte. Qui si udiva- 
no kinghi gemiti, misti all' esortasioni di sacri ministri: 
là... Ma ohimè! la mia mente rifugge inorridita dalla ri«« 
mémbranza , dall' ulterim-e descrizione di A commovente 
spettacolo! £ppure la vista di tanti gnai, che attestavano 
tutto lo sdegno Divino, e da' quali era ognuno allora mi<- 
nacciato, a tale vista, dico, non si arrestò il delitto, che 
anzi recava in quegli stessi luoghi , ove piombava più 
denso il flagello. Ciolà, fra un confuso consorzio di sesso, 
età e condizione, il lascivo osò appagare criminose voglie, 
e Pàvido dell'altrui sostanze non temè d'impossessarsene, 
intantodiè, e 1' uno e V altro , cadeano sovente vittime 
de' loro misfatti. A tali mali si aggiungevano te cmdelthL 
che andava commettendo quella gente- sgraziatamente 
trcmx» utile, ed in un tempo troppo scellerata : parlo 
de' jforzati già di sopra accennati. Oltre il ribrezzo oh essi 
inspivavano, come malfattori carichi di delitti, il di cui 
toeoo allora appestava, gli abiti tinti di nero e rosso, che 
li cc^rivano dal omo fino alle piante, i loro s^^uafdi im- 
perterriti ^ le loto moie ispide ed abbronzite , che traspa-^ 



Si 
rffano truci e sinUtre :cU sottia, de^ cafijpu^cft , scooda- 
itteiiie fXìstL suUa • loro t^ta -, tutto ciò* avea ìu essi 
i|4iafóhe cosa, di sommamente funebre ed orribile , che 
ali' imniaglnazione spaventala EafSguvavali come genj ma- 
lefici, destinati a pcesiedere - air imana diatrÙBiQne* Le 
case ove essi erailo fatalmente cliiamati , e dove aiQitta 
gente, sperava soccsorso dall' altrui misertcoixlia,' eraino dive^ 
nate per loro luoglii di assalto e di conquista. Là com- 
mettevano* sacchegigì) forzavano sani e mmati .a '|)alesare i 
ripostigli . del loix> denaro ^ malmenavano . moribondi , òhe 
in un ooi morti alcuna volta getta vbboi nella gran .ba«a 
àé* lofo ean*i, e con mani appestate osavano di violentane 
Tenore di desolate donne. Oltreché ell^ era cosa impossi- 
bile in quei spaventosi momenti di preveiiire tuite le loro 
soelleratetze, non osaddo ^laruna guardia, senza, personale 
pericolo, 4^ ' sorvegliale oy'esai inirepidamenle penetravano. 
Erano c^ino; giunti, a tanta baldanza, che soviente biso- 
^ava asor le-ahni, olide obbligarli a sortire da .quei siti 
ove speravano /degli acquisti^ «o peif costrinàsrìi al trava- 
'^lo. Quelle- case poi rimaste vuòte , e cV essi- doveano 
sgOffbra^L^e da- m^Dili, da suj)pellettili, e da qualunque al- 
tra' rdba suscettibile, erano da loro visitate col maggior 
traspoito,' avVegnadiè coli' avidità di un nemico , che do- 
nasi at sacco su i vinti, scorreano essi senza, ostacolo in 
ogni eaiitoy cacciandosi in soffitte, in cantine,, in questo 
*e in qaeir altro bugigattolo a frugare, cercando denaro, 
gioje, et'tntt' altro oggetto di valoi-e ch'essi polteano cela- 
re sotto le vesti che li coprivano. . . Ma stolti, a che prò? 
Il soffio Divino vi annichilava V un dopo P altro, e tutto 
ciò che animassaste non fu goduto da alcuno dì voi. (i) 
'in opposizione però a tante barbarie, e a tante pro- 
fanazioni delle leggi divine ed umane, si videro delle azioni 
d' eroi sino , e di cristiana pietà , degne certamente di 
non essere mai dimenticate. Oltre i molti personali sei- 
vigj , prestati dalle classi più elevate de' cittadini , e gli 
atti di carità e munificenza , già di sopra menzionati, si 
trovarono Ira il basso popolo degli uomini che mettendo 

(xO eccettuato 'ua s(Jtk> , nesséa di loro sopravvisse al 

8 



5a 

in cimento la propria vita , assisteremo malati e iflòribondi 
per solo spirito di religioso zelo. Vi furono di coloro, che 
impietositi dallo stato d' abbandono e povertà di alcune 
desolate vedove , circondato da miseri pupilli , le sposa- 
rono , qualcuno di loro vedovo ancli^ effli , assumendo il 
peso di numerosa famiglia ; e vVbbero delle povere donne 
che spontaneamente raccolsero ed allattarono bambini, a 
cui la peste avea tolti e padre e madre. 

Fra tanti individui distinti per atti di magnani- 
mità e fortezza, che onorano V umanità e la rdiffione , 
fuwi un padre che trovandosi nel forte Manòei colla sua 
fiimietia per sospetto d^ infezione , s^ avvide in una notte 
che il male , già sviluppato da qualche giorno prima in 
lììia sua figliuola adulta , era in lei cresciuto con tenta 
violenza * c^e minacciava ben tosto di ucciderla. L^ af- 
fluenza che ivi regnava in quei giorni d^ un popolo at- 
territo e piagato^ i gemiti , i gridi , che in quel baratro 
di dolore ecbe^iavano da ogni lato , ed i moltiplici bi- 
sogni , a cui era difficile accorrere e provvedere , fecero 
mancare a quella giovinetta disgraziate un sacro ministro 
che le reggesse lo spirito nella sua agonìa. U padre però, 
sopprimendo il suo dolore , con rara virtù assunse le veci 
di quello , e con pie esortezioni la conforta al transito 
estremo. Già spirava la figlia, quando egli s^ accorge che 
la moglie , presa da subitaneo insulto , anch^essa agoniz- 
zava, avviticchiata da un pargoletto, che ricercava invano 
qualche alimento dal suo seno già esausto. G>n un animo 
avvalorato da tutta la forza della religione, egli raccc^lie 
nel suo seno quello sventurato bambino , e si volge a 
prestar anche alla madre de^ relirìosi socconi. Intanto ode 
gridare ansando un altro figliuolo , ed era il penultimo 
che Iddio gli avea concesso: - s» Padre io moro ! ...9» -A 
tal voce forse vacillò per un istante la fortezza del misero 



loro la contrizione e la fiducia verso il Dio di misericor- 
dia ! In pochi istanti e^li non vide più dintorno che tre 
corpi esanimi. Quindi, rivolti gli occhi al cielo:- 9» Signore! 
esclamò, sia fatta la volontà tua! 99 -Consegnò a qimcuno 
degli astanti quelP innocente creatura , sventurato avanzo 



53 
dì sua famìglia , e con evangelica rassegnazione si preparò 
aneli* egli alla morte ! . . . Uomo esemplare ! Deh , perchè 
dal ruolo funebre, che contiene i nomi di tante vittime, 
non mi è concesso di «conoscere il tuo, onde poterlo tra- 
mandare a^ posteri più remoti? Esso solo inspirerebbe fede 
e coraggio a tutti gr infelici travagliati da somma sciagura! 
Mori anche di contagio cpiesto virtuoso padre , ed u suo 
misero orfanello , benché staccato dal cuore della stessa 

rte, fu salvato, e sopravvisse a cjuel flagello , mediante 
carità e le cure d^un benefico fwofessore. 

Al finire il mese di Laiglio , il più luttuoso di tutti, 
il novero de* morti appestati , in esso compresi , si trovò 
ascendere a iSgS.Il Regio Civile Commissionario, convinto 
che queir accrescimento di strage non potea provenire che 
dalle occulte infrazioni delle leggi stanilite , si decise a 
punire i trasgressori con tutta severità e rigore. Al di 
primo Agosto pertanto , egli emanò una notificazione, con 
cui infliggeva la pena delr ultimo supplizio a tutti coloro 
che avrebbero mancato ad alcuna delle seguenti ordina- 
zioni. 

Primo: a que^tali che osassero cambiai-e abitazione 
senza licenza del Consiglio di sanità, alla quale dovea pre- 
cedere il consenso de^ capi di quei distretti , in cui era 
il domicilio che si voleva abbandonare, e quello ches*in- 
tendeva occware. 

Secondo: a chiunque ardisse entrare, senza un do- 
vuto permesso, in qualche luogo infetto, o sospetto, op- 
pure da quello sortire , e trasportare altrove qualunque 
minimo oggetto. 

Terzo: a qualunque persona che non rivelasse la 
malattia dominante, al suo primo apparire, ed anche la 
più leggera indisposizione che comparirebbe in sé , o in 
alcuna delle persone componenti la sua famiglia , o in 
qualunque altra guisa da sé dipendenti. 

Quarto : a chi non rivelasse la malattia, o indispo- 
sizione, che altri in sé nascondesse, quando venisse prò» 
vato eh' egli n*era inteso. 

Quinto : a chiunque celasse come proprietario , o 
rubasse la minima cosa suscettibile da qualche luogo in- 
fetto , o non impedisse , potendo , -che altri rubasse o 
celasse. 



54 

Sesto: a tutti coloro che sapendo d^ essersi contray- 
Tenuto ad alcuno de^ premessi articoli, i , 2 , e 5 non ne 
dessero parte immediatamente al dipartimento di sanità. 

Coneliiudea quindi nel settimo articolo, che tutte 
quelle sanzioni riguardavano con più ra^^ioue tutte le 
persone impiegate ne^ dipartimenti di sanità e di pulizia^ 
quali persone sarebbero punite con pena di morte celan- 
do , o rubando , o permettendo che altri celasse o rubasse 
qualunque oggetto , anche da luoghi non infetti ^ e nott 
sospetti di peste. Inoltre , osservanao il Consiglio di. salute 
ch^ierano nati nuovi abusi nella concessione delle bullette 
e passaporti, per suo suggerimento venne protnulgato da 
S. E. un proclama al dì 2 di quel mése , cui le princi- 
pali ordinazioni, erano che dovessero cessare di vigore tutti i 
permessi fin allora concessi, eccettuando quelli già accordati 
a persone impiegate in servizj pubblici ; che gli abitanti 
della Valletta e Floriana non potessero più sortire dalle 
loro case , sotto le pene rigorose di quarantina , e die i 
saturati ed i deputati de' distretti veuissero^ incai'fcati 
uel regolamento e distribuzione de' commestibili da. por- 
tarsi in giro nelle strade da' venditori. Veniva quindi rac- 
comandato caldamente alle altre città e casali , do^i^e la 
peste non era fortunatamente comparsa, di conti u tiare le 
loro precauzioni , ed impedire- P introduzione di articoli 
soggetti a contagio. 

Un esempio di rigore , dato in questo fi-aitempo , 
mostrò che la pena di morte non era più una semplice 
minaccia, ma bensì un'assoluta determinazione del gover- 
no di mandarla ad effetto , alla prima infrazione .delle 
leggi promulgate. Un cocchiere, impiegato nel palazzo dol 
governò, addrito al servizio de' commissari dell' ospizio d^*- 
gì' invalidi^ Ijonchè carico di gavoccioli pestilenziali, cqu.- 
tinuò reamente ad esercitare il suo servizio , ocoultanik) il 
male che portava. Egli fu ben «tosto scoperto, e. dopo 
breve, processo "venne condannato a perdere la. vila per 
mano della g'mstizia. Benché già quasi morente (libila j?:ia-* 
lattia che II travagliava, fu quel .misero moschettato entro 
la stessa «ttà Valletta, in strada; Mercanti^ .L' esecuzione 
di questa sentenza sparàe . tùnto^ terrore, che dopo breve 
tempo un» basso uffiziale ' di pulizia, ivedendosi aucli' egli 
scoperto d'aver addosso il male, ch'egli andava cela^do 



...... . ^ 

da alcuni giorni, si tronco la vita^ scs^icando una pistola 
nel proprio cervello, per sottrarsi ad una mòrte più igno- 
miniosa. Questi casi lecero rientrare in sé stessi 1 menò 
scrupolosi, suir osservanza delle leggi sanitarie 5 imposero 
generalmente sommissione nel basso popolo , ed égli è 
presumibile che arrestassero molte cohtravvenzionL 

Le spese intanto che assorbivano gli enumerati sta- 
bilimefiti, i moltiplici salarj, che venivano distribuiti alla 
milizia^ a' medici^ a' depuratori, al gran numero di guar- 
diani^ di servienti, e d'altra gente addetta al pubbli- 
co .servizio^ il giornaliero alimento di tante centinaja di 
persone, detenute come inferme, o sospette, e la mancanza 
quasi totale degU usuali introiti dell'isola, tilttociò finì p^r 
esaurire Y erario del governo, e costrinse il Regio Civile 




promettendone la restituzione quattro mesi dopo che sa- 
rebbe succseduta la pratica generale, unitamente ai rispet- 
tivi interessi. Per tal mezzo molte somme vennero som- 
n^inistrate, e continuarono non interrotti i sovvenimenti. 
Fu anche in quei giorni che l'Ispettor generale di 
pulizia, costernato per vedere giornalmente decimarsi dal 
contagio i corpi di milìzia , eli? egli comandava, appunto 
nel momento che di quelli èra cresciuto il bisogno, avan- 
zò delle proposte al Regio Civile Commissionario per la 
formazione d' una , guardia urbana volontaria , le quali , 
essendo state approvate dal Consi<^lio di sanità, furono 
pubblicate in un foglio, datato 11 4 Agosto, in vigor del 
quale s' invitavano tutti gli abitanti della Valletta, di 
condizione civile , tanto Maltesi j Inglesi , che forestie- 
ri, a formarsi in una< guardia urbana , con un capo per 
ciasclicduiia strada, onde niau tenere ne' limiti di quella 
il buon ordine , la nettezza , e la stessa osservanza di 
quarantina ,, notando in una tabella i nomi degV indi- 
vidui coii^nenti tal guardia , ed il nuipero della loro 
abitazione. Veniva inoltre dichiapiato in detto foglio chp 
tali guardie non sarebbero obbligate di sortire dalla 
propria strada,, né dalle loro cs^sè, potendo vigilare dalle 
ìqio. porte o finestre ^ che le stesse guardie eseguirebbero 



56 

gG Okiilni imposti ^a* iota capi ^ che i jncchetti cmci, im^ 

1>iegati ne* caDcelli de* quadrìyj, servirebbero non meno a 
ar eseguire gli ordini, che verrebbero loro imposti da* ca- 
pi urbani, per arrestare, riferire ec., e che stabilite tali 
guardie, verrebbero dall* Ispettore generale di pulizia dati 
ad ogni capo i regolamenti necessarj per la condotta, e 
servizio da mantenersi dalle medesime. Questa guardia fu 
ben presto formata ^ i promessi regolamenti furono dopo 
pochi di somministrati a* capi della medesima, ed il buon 
ordine nella Valletta fu, per tal mezzo, meglio assicurato. 
Trovavasi in quei tempi testimonio oculare de*fla- 
gelli deir isola il signor Vittorio Barzoni , da me già so^ 
pra citato, il quale, unendo a* talenti letterarj un animo 
sommamente benefico ed un amore quasi connazionale 
a^ Maltesi, per la lunga- dimora fatta tra loro, non mancò 
in quelle lagrimevoli circostanze d' impiegare la sua penna 

B^l pubblico bene. Egli' avea fatto stampare fin aal 19 
iugiio un foglio straordinario , col quale , come' già dissi 
di sopra , narrando i progressi e le stragi , find allora 
fatti dalla peste , le providenze date dal governo, e tutti 
i sagrìfizj fatti dalle diverse società benemerite, per soc- 
correre P is<da , procurava togliere dalla maggior jparte 
della popolazione quella miscredenza sulla realtà ed esi* 
stenza del morbo , la quale , come già dimostrai , fu di 
tanto nocumento alla pubblica salute. In Luglio quindi 
egli diede alle stampe alcuni squarcj , estratti da rino* 
ma ti autori medici , 1 quali prescrìvono Polio , come ain 
rimedio preservativo e curativo contro il contagio , un- 
gendo tutte le parti del corpo ; ed in Agosto egli pub- 
blicò una lunga lettera , direttagli li 1 1 di quel mese dallo 
stesso deputato ispettore degli spedali militari di Malta, 
il quale sanzionava in essa ciò che Barzoni avea e^ià ri- 
portato su i benefizi dell* olio , mentre asseriva eh* egli 
stesso , in qualità di soprantendente degli spedali , avea 
osservato che il sistema delle unzioni oleose , e 1* uso dei 

Srofumi di nitro ed acido sulfureo , avevano preservato 
alla peste tutte le penone , addette al servizio dello 
stesso spedale militare , e quei soldati non meno , che 
per ragione dèi loro servizio si trovavano giornalmente 
esposti in luoghi frequentati dal trasporto de* morti , e 
dMnfetti , e sovente stazionati vicino a*cimiterj di peste. 



57 
Egli dichiarava pero non aver fino allora sperimentato 
che le frizioni d^ olio potessero guarire le persone ffià in- 
fette (1)9 e terminava la sua lettera col prescrivere le dosi 
ed il modo j onde poter fare buon uso di tali preservativi. 



(i) ># Qualunque dia sia (dice il già citato senatore Akudì) 
ti la maniera d' agire di coleste fregagioni , la loro efficacia è 
M constatata da una serie dì fatti, raccolti da un celebre fiian- 
•» tropo di Germania , di cui il signor Desgenettes ha dato un 
n estratto nel suo giornale d* osservazioni. Da^saggi fatti sa que- 
li sto rimedio ne risulta una serie di precetti sulla maniera di 
H amminbtrarlo, non meno che il regime che conviene d^ osser- 
» vare , pendente il suo uso ; ciò che prova eh* egli è stato 
pf messo in opera , come messo tanto curativo, che preservativo; 
1/ come in fatti si sa , dietro la testimoaianta di Howard, (Misi, 
w des princìpmiae Ltn%mTis de t Europe ) che tal messo è ap- 
M provato, e generalmente segnito nelT ospedale di Smirne ^ ove 
*f si assicura che tutti coloro i quali si rendettero docili al 
w trattamento delle fregagioni oleose ^ ricevute in tempo debito, 
ìf erano gnariti. » 

Anche il celebre Talli , nelle sue osservazioni fìitte in 
Costantinopoli, asserisce:- i che i fabbricanti d^olio non sono 
» quasi mai attaccati dalla peste, e se pure lo sono guariscono 
V facilmente : s* che le fabbriche d' olio , le meglio esposte , e 
w ventilate , sono ancora le più sicure dal contagio : 5* che le 
n case le quali si trovano di faccia , e vicine a queste fabbri- 
le che , godono anch* esse il vantaggio deir immunita : 4* ^l^c 
u Fesalacioni che sorgono daU* acque , ove sono teaute in ma- 
le cerazione le pelli, insieme a delle sostanze contenenti il cook 
» cime , coleste esalazioni o neutralizzano il veleno pestilenziale. 
Il Q modificano i nostri nervi , in modo da renderli insensibili 
n al contatto , ed alle impressioni di esso veleno. i# Giornale 
deìla peste di Costantinopoli, 

Di più si legge nel Palmerio. De Feb, pest. cap, i5. 
fi Qui latnnarum y et Jeetidissimarum cloacarum purgamenta 
n esportant quatUbet crudeles pestUentias ridoni y et despidunt. 



ss 

0*A P I T O L Yltl. 



• f 



. » 



Rassegnazione nel popolo. Siato deW isola. Primi 
segni di retrocessione della malattia^ Ordini ri- 
guardanti il cotone , ed il commercio tra le due 
isole Malta e Gozo. Morti di peste nel mese di 
Agosto. Si cordonano con gente armata tre casali. 
Morii di peste nel mese di Settembre. Distaccar- 
'menta militare nel casale Zebbug. 



. I 



L 



abitudiue. Intanto ,dì vedere! e' soffrire tantie 
liisgi^zie pel corso di yarj |nesi,,4l^prìmI teiirorl che qqelle 
aTeano ca^^ionato, tece suecedei». grada tam^Ai^ negli an,iml 
una specie di generale apatia per tul^to olò • cke lungo II 
giorno accadila ^ fece sembrare meno -penose <}aeUe angu- 
stie <? iTstrlzloiii 5 in cui' $1 virea ^ e sopprimendo -ogni 
altra cura , diede luogo esclasivartiente ad' una s(rfa , a 
cfuella cioè della projA-ia conservazione. La' morte, o PIli- 
fezipnp di qualche amico . o ag^^ato , .non. cagionava "più 
,d' un momentaneo e passeggiero ramniarlcò > e T aspetto 
,de' forzati , delle bare, de' cata^ttl., je d^ògni altro lù- 
gubre .apparato , che da principio solitasi guardare con lag- 
Capriccio e spavento , mira vasi allora cqu una certa ras- 
segnazione d' animo ^ che. partecipava d' indlflkrenza, perchè 
nulla più acoadea y ne vedevasi, che non jfosse già visto 
ed accaduto fi*a gli abitanti. Ciascuno si sfornava dlstrar 
ia unente da quei tristi spettacoli , col ricercare fra la 
propria famiglia , e tra le persone seco conviventi , tutte 
quelle divagazioni e passatempi, che Io stato dì sua re- 
clusione gli permetlea ^ fra i quali uno* df* più prediletti 
era quello somministrato dalla, particolare costruzione dei 
tetti delle nostre case , i quali per la loro pianezza , of- 
frivano un pa^scg^Io , in , verità ^ss§\\ cUxpscrltto , ma dove 
almeno }X)teasi respirare un' aria più Ubera' ed elevata. 
Quivi , tutti coloro che potevano godere di un tal bene- 



§9 
fizio 9 Tedeajisi, Hplle ore mei^o assolate 5 chiedere e dar 
notiue a' più vicini f e dove, non giungea la voce avvi- 
cendare segni e gesUcoIazipni. E ^uali nviovi òrti pensili , 
ove deliziavasi la superV Babilonia, le sommità 'delle no- 
stre case vedevansi , in certe ore , ricolme di gente della 
miglior condizione , ira cui psservavanli giovani d^ ambo 
j. sessi 9 far mostra di se in ricercato assetto, e -gareggiare 
iff, jom i^uovo lusso di abbigljamento domestico.,Tanto può 
r abitudine sul cuore uma^no !... Non mancava però , di 
"quando in quando 9 nel corso di quel ;diporto , di colpire 
.la vis(a qualche casa deserta , per esservi entrato il comun 
nemicof, qualche famiglia avvolta in neri panni, p qual- 
amo ^lisurare solingo a lenti passi V (^stentzione del suo 
letto , fnreso da mattana , o penetrato da qualche sua 
particola!^ disgrazia^ Se avveniva poi che jjuafuhque ben- 
Q)iè leggera indisposizione si manifestasse in qualche casa, 
lo spavento e il terrqre pionibavano tosto entro quelle 
l^areti* SiQQi^e&nsi genitori , figli , sposi ^palpitanti , cir- 
oondare V individuo, infermo , interrogarlo ansiosame/ite su 
ciò che i^ntiva, osservare cpn trepidante core i sintomi , 
più o meno sospetti , che in quello succedevano , e se 
mai i loro dubpj d^ infezione convertivansi iv^ certezza , 
quegP infelici ai credevano irreparabilmei^te perduti y e 
davansi in braccio alla desolazione. 

' Qual orribile cambiamento non era quello per Piso- 
la di Ulalta ! Ricovero prima d' ogni straniero , era di- 
. venuta , nel breve corso di varj mesi , una terra di spa- 
; ii€»ick e d' orrore per qualunque naviglio estero ; i suoi 
propri legni rigettati , e sottoposti a dure e penose leggi , 
in qualunque porto che. approdavano. Al suo florido com- 
mercio era, succeduta la * soppressione d'ogni affare^ aUe 
dovizie la miseria 9 alla libertà la prigionìa , alla gioja il 
lutto. Oh stato veramente deplorabile ! fJ iiomo , per con- 
servassi , dov^ea sfuggir l'uomo , il viciuo paventar del vi- 
cino , r amico dell' amico , e sovente, fin dentro le pareti 
d'un' istessa casa, il figlio era barbaramente costretto di 
evitare il genitore, e 1' amorosia madre di abbandonare il 
frutto delle sue viscere , per tema d' appestarlo. Le vie 
ddla Yallelta', già tanto rumorose , npn presentavano in 
certo ore del giorno che una lugubre solitudijie , ed un 
cupo silenzio, solo interrotto di quando in quando or dal 

9 



6o 

calpestio di qualche picchetto di milisie, or da lenti toc- 
chi d^una campana , che annanziara 3 passag^o delP Ostia 
Sacra , portata da an sacerdote con un solo assistente , 
i quali ivano sussurrando sotto voce gF inni diyint , ed 
ora dal tristo cigoflio de^ carri mortùarj, ne^ quali sovente 
i figli co^ genitori , P amico colP inimico , col cristiano 
V incredulo, stavano Pan sopra P altro conflisamente ac- 
catastati. L" orrore però e lo spavento cre^ceano colP oA^ 
bre della notte. Quella stessa luna , che mesi prima,' ccA 
suo chiaro lume sembrava arridere propizia a^ diporti', ed 
ai solkzzi degli abitanti, parea non iscoprire gli oggetti 
che per renderli alla nostra vista vieppiù tetri e lugubri. 
Non più canti notturni , ne strumentali concelti, non nin 
i di giulive brigate , che faceano echeggiare It placide 



VOCI 



rive , ma s^ udivano in vece pianti e lamenti di chi ge- 
mea , misti alle invocazioni ed alle preghiere, che ad afta 
voce s^ intonavano , onde placare Pira Divina. 

Tal era la miserabile condizione di Malta , quando 
alla metà del mese d' Agosto la malattia diede a vedere 
un piccolo decremento, ciie sparse negli animi de' sfiducia- 
ti anitantl un tiaiggio di consolazione. Era però quello il 
tempo della ricolta de* cotoni, stagione pericolosissima , la 

anale potea cagionare nella campagna una ripnllulezronc 
el morbo, e rendere vano qualunque vantaggio, fino a 
quel punto acquistato da tanti sacrtfizj e misure. Per ap- 
porvi un rimedio, il Regio Civile Commissionario ordinò 
con un proclama de* 22 di quel mese, che ninno, sotto 
le più rigorose leggi sanitarie , potesse raccorre in quel 
corrente anno alcuna quantità di cotone, per minirtia che 
fosse ; e per concedere qualche profitto a' proprietari, sen- 
za pericolo della pubblica salute, permise che P esistenti 
piante di quel prodotto, fra il termine di giorni quìndici 
potessero essere abbandonate al pascolo degli animali, ap- 
partenenti ai detentori de* fondi, oppure vendute ad altri 
per lo stesso effetto ; ma che , se allo spirare del termine 
suddetto rimanesse qualche terreno con simili piante^ que- 
ste verrebbero svelte ed abbruciate a spese di coloro, cui 
appartenevano , condannando inoltre i detentori ad una 
grave multa, da conseguirsi per intiero dal delatore. Tale 
disposizione per verità era svantaggiosa agP interessi dei 
fitta juoli, e ae' proprietarj delle terre, ma fu d' altronde 



6I 

di salutare benefizio per tutta T isola. Con un^ altra noti- 
ficazione de* 3i di quel. mese S. E. annunziava d^ essere 
Tenuta in cjognizione, che diverse persone, prevalendosi 5 
con suo sQmmo dispiacere, di quelle luttuose circostanze , 
si erano allusivamente arrogata la privativa del commercio 
tra le isole di Malta e Gozo. Manifestava che tal mono- 

Solìo era affatto contrario alle sue intenzioni, e stabiliva 
e^ regolamene, da poter il commercio suddetto essere 
continuato .a comune vantaggio, e $en«a rischio della pul>" 
blica salute. 

Il numero delle vittime, cadute in questo mese, fu 
minore, quasi d** un terzo , a quello di Luglio , essendo 
asceso a 10425 e di queste le più erano perite ne' tre 
casali Curmi , Zebbu^ , e Birchìrcara , resi seminario di 
peste per essere de' più popolati , ma molto più per le 
continue infrazioni delle leggi sanitarie, che continua- 
vano fra i contadini* In considerazione di ciò S. £. ema- 
nò un proclama a' io Settembre, ordinando che nei sud- 
detti tre casali si dovessero usare i più stretti regola- 
menti di quarantina^ che per sicurezza del resto dell' isola 
si formasse un cordone composto di gente armata, onde 
circondare i tre casali suddetti, prescrivendo la pena di 
morte a chi gli oltrepassasse non autorizzato, e che V Ispet- 
tore generale di pulizia , di concerto coi rispettivi luogo- 
tenenti, dovesse mettere in esecuzione le misure suddette 
con tutta la prontezza possibile. Non mancò di corrispon- 
dere alle brame del governo V attività dell' Ispettore; il 
quale , coU'ajuto de' rispettivi luogotenenti , e ai varj si- 
gnori, residenti in detti casali, radunò un buon numero 
di persone, 1' armò, e in pochi giorni stabili quel cordone. 

Yerun alti*o editto fu promulgato per tutto quel 
mese di Settembre , in cui la malattia diede un crollo 
notabilissimo , da far sperare la sua prossima cessazione , 
mentre la mortalità di quei trenta giorni non ascese che 
a 6^4 <^i'ca. 

L' Ispettore di pulizia , non potendo fissiàrsi in un 
determinato luogo , per essere la sua presenza necessaria 
m ogni canto dell'isola, propose ed ottenne da S. E. di 

Cter spedire al Zebbug, casale il più lontano dalla Yal- 
ta, fira i tre già menzionati, un distaccamento militare 
del suo reggimento , sotto il comando del capitano Nio- 



fola Audora , uomo d^esjperìmentati talenti militar!, attiro 
e risoluto , onde imporre su i più indomiti , e mettere in 
istretta osservanza le necessarie misure di precaifzione. La 
meritoria condotta di cjuel degno uffizialc? corrispose ben 
tosto alle aspettative del governo , e fu dovuta alla sua 
energia e vigilanza la successiva espulsione del contagio 
in quel casale , non meno che a^ patriottici sforzi e fati- 
che di vari rispettabili abitanti del medesimo, fra i qpiali 
si distinse , per pietà e sommo zelo , monsignoir Don Sa- 
verio Caruana, allora semplice canonico della Cattedrale, 
ed in oggi Vescovo di Malta ed Arcivescovo di Rodi y 

Sial benemerito successore di Monsignor Fra Ferdinando 
attei, morto li i4 Luglio del 1829. 



63 
CAPITOLO IX. 



Arrwo del generale Sir Thomas Maitlandin Malta ^ 
qiial gc^ernatore delP isola ^ in s^ce del Regio Ci- 
bile Commissionario. Poì^enza di questo. Suo in- 
dirizzo èC Maltesi. ITotificàzioné del governatore. 
NuOi^o imprestito per parte del gos^erho. Proi^e- 
dimeriti diOersi. Noìahile decremento della Pestilen- 
za. Novero de'* morti di peste in Ottobre. Ordine 
pei depuratóri. Purificazione di effetti nella F^alletta^ 
e nella Floriana Altra lettera pastorale di Mon- 
signor Mattei. Ordini pei diversi pubblici funzio- 
naìj circa le depura tioni. Purificazione nella cam- 
pagna , eccettuati tre casali. 




gli 

tino 

land , inTesiito d' anipj regi potei 
mando civile e militare di Iffalta , col titolo di governatore, 
in vece del Regio Civile Commissionario il tenente-generale 
Ildebrando Oalies. Questi pertanto, disponendosi ad ab- 
bandonar r isola , emanò al di 4 ^i^ affettuoso indirizzo 
a^ Maltesi , col quale manifestava , che in conseguenza delle 
sue frequenti infermità , avendo sollecitato , fin dal prin- 
cipiar di queir anno , Il permesso di ritirarsi dalle sue la- 
boriose funzioni , S. A. R. il Principe Reggente si era 
compiaciuto esaudirlo *, ma che atteso lo statò calamitoso 
dell' isola , esso Regio Civile Commissionario avea differito 
di approfittarsi delr indulgenza di S. A. R. fino a quel 
momento^ in cui, per r arrivo di S. E. sir Thomas 
Maitland , suo successore , potea rassegnare il governo nelle 
sue mani. Dimostrava provare una particolare sodisfazione, 
nel punto ch^egli indirizza vasi per rultima volta a^ Maltesi^ 
di potersi congratulare seco loro sulla declinazione della 



64 

terribile malattia che gli affliggeva , dediinazione clie gli 
dava la speranza d^ una sollecita estinzione della medesi'^ 
ma , e del ritomo della pristina felicità e floridezza. Espri- 
meva affettuosamente la brama di veder presto realizzata 
tale speranza , e che avrebbe preso in o^ni tempo il più 
vivo interesse a tutto ciò che riguardava la prosperità del- 
r isole di Malta e Gozo. Terminava quindi con attestare 
la sua più cordiale riconoscenza per la zelante ed efficace 
assistenza, ch^egli avea ricevuta , duraiite quel difficile e 
calamitoso periodo , da^ rispettivi uffiziali del governo , e 
tutti quei rispettabili individui , che avevamo abbracciato 
la causa delP umanità. H giorno seguente a tale pubbli- 
cazione quel benevolo signore parti da Malta, lasciandoci 
di sé una rimembranza mista con quella de^ tempi per 
noi i più felici, ed i più disastrosi. 

L^ arrivo del nuovo Capo del governo non potè 
solennizzarsi con veruna pubblica dimostrazione, a causa 
dello stato infelice in cui trovavasi V isola , né egli d'al- 
tronde era uomo portato ad esigerne: cosi sbarcò priva- 
tamente^ e con pochi de' suoi giunse nel palazzo del go- 
verno , ove fu cortesemente accolto dal general Oakes. 
Nello stesso giorno d^lla partenza di questo egli convocò 
que' pubblici funzionar], che in quella circostanza poteano 
radunarsi , alla presenza de' quali fece leggere la commis- 
sione di S. A. R. , con cui lo nominava governatore , e 
comandante i^ capo delP isole di Malta, Gozo e Cornino, 
e quindi prestò il solito giuramento d' uffizio \ lo che 
partecipò tosto al pubblico , con un proclama de' 5 di 
quell' Ottobre , onde , d' allora in poi , egli venisse ob- 
bedito come tale. Nello stesso tempo egfi emanò una no- 
tificazione , con cui esprimeva il suo contento nell' assu- 
mere n governo aell' isole , in un' epoca appunto che la 
peste trovavasi nel suo> decremento. Annunziava nello 
stesso tempo che il suo reale padrone Tàvea incaricato di 
speciali incombenze, onde consolidare e stabiGre , sopra una 
ferma e permanente base, la felicità e prosperità delle stesse 
isole, ma eh' egli non potea per allora mettere in pratica 
alcuna misura, a tal fine tendente, srnochè noU fosse in- 
tieramente estirpata la dominante malattia^ che tuttavia 
però egli non potea dispensarsi , fin da quell' istante ,, dSL 



I 



65 
partecipare a^ Maltesi là grande interesse, che S. A. R. il 
Frincipe Reggente, in nome di S. M., ayea preso pel loro 
ben essere ] aeW alta sua considerazione sul loro stato , 
fin allora incerto ed instabile y e della sua graziosa de- 
terminazione di riconoscere , da quelP epoca in poi , i 
Maltesi ed i Gozitani, come intitolati alla sua ampia pro- 
tezione. Passava quindi ad assicurare i Maltesi, in nome 
sempre del suo Augusto Sovrano , di dover mantenere il 
loro libero esercizio di religione , e gli stabilimenti ec- 
clesiastici ^ di dover introdurre quelle innovazioni e re- 
golamenti , créduU necessarj ne tribunali , per V esatta 
e pronta amministrazione della giustizia , e che perciò 
esortava tutti gV impiegati a cooperarsi onde godere di 
tali benefizj , col procurare seco lui tutti i mezzi , atti 
ad estinguere la dominante malattia. 

Égli da prima volle conoscere lo stato delle finanze, 
e trovò che , non ostante P imprestito fatto dal suo pre- 
decessore , la cassa del tesoro trovavasi afiatto esaurita ^ 
del che n^ erano ragionevoli c^use la prolungazione della 
malattia I V accrescimento di miseria fra la popolazione , 
esigente ognora di nuovi sus^idj , e la mancanza di esa- 
zioni ^ perciò , al pari di quello , egli fu costretto , prima 
d* ogni altra cosa y di aprire un nuovo imprestito , con 
un proclama del i6 Ottobre , ove , per animare i capi- 
talisti a fare delP oflerte spont^^nee, concedea il lucro del 
dodici per cento. A tal invito il tesoro si trovò in poco 
tempo provvisto di considerabili somme, e continuarono, 
per tal mezzo , costanti i sussidj. Provvisto ch^ egli ebbe 
a questa principale bisogna, passò a sanzionare tutti i 
provvedimenti e le leggi stabilite dal suo predecessore , 
per riguardo alla peste, ed inculcò rigorosamente la loro 
stretta osservanza. Riparò nello stesso tempo alla defi- 
cienza de* forzati , i quali erano già quasi tutti periti , 
col promettere libertà a tutti i prigionieri di guerra, che 
volessero esercitai-e V uffizio di quelli. Ordinò cne tutte le 
piante di cotone , rimaste ne^ terreni, fossero al momento 
abbruciate , e con una notificazione del 19 Ottobre per- 
mise che le mercanzie destinate ad imbarco potessero 
trasportarsi dalla Valletta alla marina, sotto espresse norme 
e regolamenti: Quindi , osservando egli con rammarico la 
confusione e le difficoltà , che sovente nascevano ne* di- 



6S 

ver»! r^mi del dipartimanto medico , par Ben essere stati 
^a allora bastanternente definiti i yar] incarichi e (doveri 
di Qui prano investiti i professori , riperò a questo con una 
notificazione de^ ^3 Ottobre , distii^^eado con maggior 
chiareza;a| le varie incoml^jize^ e stabileodo nominatamente 
i diversi capi di quel dipartimento. Fu anche 4^increscimento 
per lui di trovate ,il palazzo del governo, ingombrato, du- 
rante il giorno, da ^^rj pubblici funzionari, cui era stato 
già permesso dal suo predecessore di colà intervenire per 
tratt^r^ e prpvvedere sulle ocoorrenze del gioiTio. Egli per- 
iaoto ^e^tipò ^ril^uboghi; c(^n venienti, ove i diy^rsi corpi 
.potesfeip .separalajOAente sig^[r€^arsi, (Ii,ede a tutii delle nor- 
^e e dogli ordini, opde servir loro di direzione, peil di- 
/aoarico.de'.laro rispettivi doveri , e nfoftrjb Tuea .presto di 
esigere da tutti una .scrupolosa ^sattcKza , e cUe nii^no 
StKrfibb^ osalo trasgredirla impunem^te. 

Jl morbo intanto iva ai .gÌQrn,o in giorno perdendo 
<U forza, Wment^iè U noyero de^ iporti appestati ai tut- 
to queir Ottobre non ascese che a :iii| ^ q^Ie era tutto 
compreso nel subbqqfo 4^1h Flpria^, ne^ elisali Tiébbiig 
e Birchircara, ma particolarmente n^l Cui^oil Nonostante 

3 uesto. rapido (jt^oremepto della .m^^latUa,. $r E«, con pru- 
ente consiglio, iM>n perJQ?ise che addasse, ^nos^rvata alcu- 
na delle misurie , fino allora. a^ot^i^'^.^^nzA, giudicando che 
ogni Q<vicesf^ione di libertà sociale poti^bbe^ divemyre nuova 
.cau^ di ripuUula^ione del .male, oi^inò a^ 6. J^ovepdbre che 
. le persane 2^ddette allo spurgo, ea iml^i^nclumento delle 
casa infetta, si doyep^ero far ipa/ìcia.re sotto una regolar 
guardia militare, cqu tamburo batjtei^te^ che gli abitanti 
air udire quello 4ov^ss^o rinchiudersi n^Ue loro abitazio- 
ni, e che tarmandosi i.d^tti depuratori in alcuna strada, 
per ejseguiire le loro operazioni, tutti gli abitanti di essa 
dovessero rimanere confidati, ideile Iqre. q^se, finoch^ quelli 
terminassero i .loro lavori. 

Essendo trascorsi i5 giorni,, s/^ma. che alcun caso di 
peste, aiccadesse nella Valletta e nella Floriaiia, a i3 di 
quel mese il Governatore emanò un proclafna, col quale 
manifestava la sua grata sodisfazione di poter annunziare 
agli abitanti la prossima loro liberazione dalla stretta qua- 
rantina in cui vivevano , ma che prima egli credea o^ 
portuno. ordinare che una generale purificazione di. tutte 



^y 



s 



67 

le case e botteghe, esistènti n^Ua Valletta e nella Floriana 
senza eocecione alcuna, dovesse eseguirsi pel oorso di quin- 
dici giorni 9 sotto la soryeglia;iiza di medici e di ufficiali 
di pulizia^ che tutte quelle f^uniglie sortite in campag- 
na, fin dal primo apparir del contacio, le quali avessero 
elle case , o altri luoghi chiusi in Valletta , o nella Flo- 
riana 9 dovessero nel oórso di dieci giorni mandare un 
individuo per ciascuna di esse , ond^ eseguire le ordinate 
purificazioni e sciorinamenti , e dichiarava , oltr^ varie 
altre indicazioni, che essendovi motivo di supporre che 
molti avessero nascosto delle robe , dopo aver essi cono- 
sciuto che le loro case e botteghe fossero infette , o prima 
di essere stati condotti in lazzeretto , egli deveniva a con- 
cedere un perdono generale a tutti coloro che conoscen- 
dosi rei di tale t;ontravenzione si presentassero nel corso 
di dieci giorni alP Ispettore di pulizia a svelare i loro na- 
scondigli , onde depurare gli oggetti ivi celati. 

Ìj importanza che tali ordini venissero osservati fu 
anche intesa dal nostro Vescovo, il quale volle inculcarli 
con un^ altra pastorale de' 1 5 di guel mese , colma di apo- 
stoliche esortazioni , in cui dimostrava che i trasgressori 
delle leggi promulgate dal governo secolare, delinqui vano 
non solo innanzi agli uomini , ma per anche al cospetto 
di Dio , e che perciò sollecitava a tutti i fedeli di obbe- 
dire con rassegnazione alle savie misure ordinate dal go- 
verno , per r adempimento de' quali egli , qual Pastore , 
interponea tutta la sua autorità e potere spirituale , or- 
dinando, sotto la terribile pena ecclesiastica della scomu- 
nica , che nessuno ardisse ritenere , maneggiare , o na- 
scondere abiti, masserizie, o tutt' altro oggetto ammorbato 
o sospetto, di qualunque valore esso fosse, Finiva quindi 
con ingiungere a tutti i curati e confessori dMstruire col 
maggiore zelo e carità i loro rispettivi parrocchiani su i 
loro doveri , e provvedeva a tutti quei casi di coscienza 
ov' essi , quai direttori spirituali , potessero incontrare qual- 
che difficoltà o dubbio. 

Al dì 16 vennero stampati , per ordine del Go- 
vernatore tutti i regolamenti da osservarsi da' deputati 
de' distretti , da' medici , dagli uffiziali di pulizìa , e da 
quelli di sanità , per l'esatto adempimento delle accennate 
purificazioni , ed al di ijy per mezzo d' una notificazione, 

IO 



, < 



68 

egli estese P ordine di tali purificazioni per latta V isola , 
eccettuando i casali Birchir^ora , Gurmi , ed il Rabato , 
i soli rimasti in preda al contagio : dichiarara però che 
per tale ordine non dovea intendersi diminuita alcuna 
parte di quel rigore , con cm erano state osservate tutte 
te leg^ sanitarie, fino allora emanate ^ anzi aggiungeva in 
quella circostanza la loro più stretta osservanza, pacche 
egli ragionevolmente credea che il maneggio di roLe, da 
molti mesi chiuse in magazzini , in case , ed altri luoghi , 
ove potea nascondersi un seme della declinata malattia , 
mettea in grave perìcolo la pubblica salute. 



CAPITOLO X. 



Ordini mrj sulle purificcuioni. ti Governatore sospen- 
de il consiglio di sanità. Diminuiscono ognora i 
casi di peste. Termine della quarantina sporca per 
la Palletta e la Floriana. Prima concessione di li- 
bertà. Continua la peste nel solo casal Carmi. Com-- 
missione militare. Accadono alcuni casi sospetti per 
cui è differita la libera pratica tra la Valletta e 

. la Floriana. SavJ atti di pres^idenza per parte del 
Goi/ematore. Altra lettera pastorale di monsignor 
Mattei. Libera pratica fra le città y il porto e la 
Floriana. Apertura delle corti di giustizia. Caso 
sospetto in casal Naoòoro. Prolungazione della qua- 
rantina per tal effetto tra le città e la campagna. Pra- 
tica generale. Doti d* animo del general Maitland. 



l^omma fu k Tigilanza e la circospezione del 
GoTernatpre ^ nel prevenire tutti quei sinistri accidenti , 
che avrebbero potuto derivare da una troppo solleci- 
ta e libera comunicazione, non meno che dall'apertura 
di tanti lui^hi , ricolmi di generi , e d' oggetti suscetti- 
bili al contagio, e per riuscirvi egli andò or rallentando, 
ed or restringendo i suoi ordini , secondo le circostanze 
e gli andamenti , che attentamente iva osservando della 
malattia^ ed all'oggetto di animare sempre più i celatori 
di alcuna roba sospetta , a svelare i loro nascondigli, fece 
distribuire , tanto in città che in campagna , per mezzo 
di ragguardevoli personaggi , delle grosse somme fra tutta 
quella povera gente che si era mostrata obbediente a tale 
ordinazione , e che aveva sofferto alcun detrimento nelle 
proprie sostanze , a riflesso deli' accennate purificazioni. 

Varj furono gli editti , successivamente promulgati 
in quel periodo , de quali , per evitare la prolissità e le 
ripetizioni , non riporterò che quei capito^ , quali stimo 



'«di .» 



7^ . , . 

più interessatiti al mio soggetto. Al £ 27 di quel No* 

^embre S. E. prolungò il perdono , menzionato ne^ pro- 
clami del i3 e 17, come altresì il periodo della purifica- 
zione generale , fino a^ 4 Dicembre. Nello stesso giorno 
ordinò la purificazione di tutti i depositi esistenti nel 
lazzeretto , ed in diversi altri luoghi aelF isola , sottopo- 
nendo il proprietario delle derrate a due terzi della spesa 
richiesta per la loro purificazione ^ e al di 29 cou una 
notificazione sospese per un tempo indeterminato il con* 
siglio di sanità, manifestando co^più soddisfacenti termini 
V alto concetto ch^egli consenraya degli eminenti vantaggi 
che al pubblico erano derivati dalle assidue fatiche di essa 
consiglio , e dal sommo zelo e verace patriottbmo che il 
medesimo avea costantemente dimostrato. Terminava quin- 
di quella notificazione col dichiarare chVgli avrebbe posto 
a^ piedi del suo augusto sovrano quegli stessi sentimenti 
che allora avea creduto doveroso du pubblicare in si so- 
lenne maniera. 

Continuando il pubblico a godere del suo ben es- 
sere , al di 4 Dicembre il Grovernatore dichiarò per pro- 
clama , che la quarantina sporca 9 per la Valletta e la 
Floriana, sMntendeva terminata, e che dal dimane della 
promulgazione di quel proclama sarebbe incominciata la 
netta quarantina^ che quantunque si dovessero considerare 
ancora in pieno vigore le antecedenti restrizioni, per quanto 
riguardavano le comunicazioni fra gli abitanti de^dinerenti 
distretti , a meno che non fossero muniti de^ necessarj 
permessi, tuttavia egli permetteva che i medesimi, entrò 
i loro rispettivi distretti , potessero tenere la più libera 
comunicazione fra loro stessi ^ e ohe la Valletta e la Flo- 
riana , dopo venti giorni di quarantina netta , sarebbero 
anche fra loro messi in libera praticfi. 

Mentre in tal guisa Pisola andava gradatamente 
liberandosi dal flagello che V avea per taùti mesi marto- 
iata , la peste sembrava essersi ritirata da ogni canto 
per radunare tutte le sue ^orze in casal Curmi , ove 
ancora barbaramente infieriva , alimentata dalP incuria- 
e dair insubordinazione de' suoi abitanti. Questo casa- 
le perciò divenne il soggetto delle principali premure 
del Governatore, il quale con quelP energia , che sì bene 
lo caratterizzava ^ ordinò nello stesso giorno 4 Dicembre 



Ji 
ehe tutta quella parte di casal Gurmi la quale trotravasi 
compresa entro il cordone delle truppe, in tutto ciò che 
riferivasi alla peste , fosse d^ allora in poi sottoposta alla 
leg^e marziale, ed institui a tale effetto una commissione 
militare, composta d^ un ]>eputato a jutante generale, e di 
due capitani. Furono inoltre chiusi con mura tutti gli 
anditi che darano sortita a cpiel casale, lasciando aperto un 
solo necessario passaggio, attentamente sorvegliato da guar- 
die , e vi si mantennero inalterabili tutti quei rigori e 
Selle pratiche che sogliono usarsi ne^ lazzeretti. Quella 
mmissione sgraziatamente ebbe ben presto de* motivi 
di decretare la morte di alcuni contraventori, il che però 
fu d^ utilissimo esempio in quel casale , mentre, d* allora 
in poi , la malattia incominciò a perdere di vigore , per 
la sommissione degli abitanti alle leggi sanitarie. 

In questo- intervallo di tempo successero due casi 
di peste, uno in S. Giorgio , e V altro in Casal Naxaro , 
e quindi n^ ebbe luogo un altro , ma semplicemente di 
sospetto , nella Valletta. Quest* ultimo tuttavia , per varj 
giorni , gettò nuovamente lo spavento fra i cittadini. Av- 
ventiirataniente però non ebbe alcun seguito fiinesto, ed 
avendo riparato con prontezza a* primi due , si allontanò 
ogni pericolo , ed in pochi giorni rientrò la calma negli 
animi. Nondimeno, a causa di tali accidenti, S. E. stimò 
prudente di prolungare per più giorni la libera pratica , 
tra la Valletta e la Floriana, il che fece col proclama dei 
24 Dicembre , in cui esponea alla popolazione i grandi 
rischi a cui essa sarebbe soggetta ne^primi mesi della bra- 
mata pratica, per la possibilità d'^un nuovo sviluppo del- 
la terribile malattia ; possibilità , soggiungea egli ,* che in 
quelle circostanze nessuna umana prudenza potrebbe im- 
pedire. Dichiarava però che le misure e disposizioni da 
fui stabilite, e riportate sommariamente in quel proclama, 
erano tali da poter arrestare il male, nel caso che nuova- 
mente apparisse, e da impedire la sua propagazione. Pas- 
sava quindi a manifestare quali erano quelle disposheioni, 
cioè: che ogni qualvolta accadesse un caso sospetto, e ma- 
nifesto di peste , un' apposita promulgazione verrebbe di- 
vulgata dagli uffiziali di pulizia, accomparaati per le vie 
da un trombettiere , o da un suonator di corno , ad og- 
getto che tutte le persone si ritirassero immediatamente 



eatro le loro rkpettiye case, e che dèlie pattuglie rerréb^ 
bere incombenzate a far eseguire debitamente quella prò* 
mulgazipne ^ che una minuta ed esatta investigazione do- 
vesse essere fatta al momepto , onde scoprire le tracce del 
caso, e che chiudendosi debitamente il distretto, ove quel** 
lo sarebbe accaduto, e trasportando, se sarebbe necessario, 
i malati al lazzeretto , rimanessero gli altri distretti in 
libera comunicazione fra loro stessi ; che idonei uffizìali 
erano stati già nominati a sopravvegliare a varj distretti 
della Valletta e della Floriana, formati allora in 26^ che 
sarebbe da indi in poi mantenuto fisso uno stabilimento 
regolare , e che gli accennati regolamenti , ne^ quali ver- 
rebbero manifestati gli uffiziali, ed indicati i loro rispet- 
tivi doveri, per quanto erano connessi colla pubblica sa- 
lute della Valletta, e suo subborgo, sarebbero per gene^ 
rale informazione immediatamente pubblicati. Ed in fatti, 
al 3 Gennaio del i8i4 9 vennero manifestati al pubblico 
quei provìdi regolamenti , ch^ io stimai di qui trascrivere 
nel fine di questo ragguaglio, (appendice 2.* ) siccome do- 
cumento orrevolissimo alla memoria del general Maitland, 
e preziosissimo per Malta, nel quale si scorge con quanta 
sagacità e antiweggenza quel Savio Reggitore avesse prov- 
visto a qualunque inaspettato riapparimento della peste, 
senza interrompere nello stesso tempo la sociale comuni- 
cazione degli abitanti, né il corso de^ loro affari. 

Monsignor Mattei, non cessando di cooperare ze- 
lantemente insieme col Governo , onde impedire le con- 
travvenzioni^ divenute allora più facili , e più nocive , a 
causa di quei primi gradi di libertà' e fiducia , che s^ in- 
cominciava a godere, pubblicò ai primi di quel Gennajo 
un^ altra pastorale, in cui manifestava un amarissimo cor*- 
dòglio per le trasgressioni, che continuavano a commette- 
re varj de' suoi diocesani , ed estendeva la censura eccle- 
siastica, già intimata colP editto de' i5 Novembre,, anche 
contro coloro i quali , incontrando o ritrovando in qua- 
lunque luogo, o maniera, alcuna roba occultata , osassero 
apporvi le mani , o quella in altra guisa semplicemente 
toccare, ovvero non impedissero che altri potesse ciò fare, 
oppure trascurassero di renderne subito pienamente infor- 
mato il Governo. 

In quei giorni intanto erasi già stabilita la promessa 



• ■% • 



£ 



comimicàziotié fra la -Valletta e la Floriana. Poco dopo ^ 
con un proclama de' 3 Grennajo 18149 si stabili quella tra 
le città contornanti il porto, ed i bastimenti, ed al di 7 
dello stesso mese per mez^zo d^ un altro proclapia, si ordi- 
nò da S. E. r apertura delle corti di giustizia. Dopo qua- 
ranta e più giorni , che alcun caso sospetto era apparso 
nelP isola (eccetto in casal Gurmi, allora riguardato e go- 
yemato come vero lazzeretto,) una morte quasi repentina, 
successa in casal Naxaro, richiamò nuovamente V attenzio- 
ne del governo , e benché nel farsi ¥ ispezione del cada- 
vere non si fossero trovati de' contrassegni di male conta- 
gioso , tuttavia S. E. giudicò prudente d' impedire , con 
un proclama de' i4 Grennajo , per altri quindici giorni , 
la . libbra comunicazione tra la città e la campagna , ma 
r Divina grazia trascorse ailohe quel periodo immune 
ogni sinistro accidente, e finalmente al di 27 di quel 
mese il governatore proclamò , con espressioni della più 
alta sodisfazione, che a' 29 dello stesso sarebbe data pra- 
t!ba generale a tutta V isola, e che verrebbe ristabilita ta 
libera comunicazione fra ^li abitanti* Mostrava con umili 
sentimenti la sua gratitudine verso la Divina Providenza, 
per la cessazione ai quelle orribili calamità, con cui Pera 
piaciuto visitarci, e prefiggeva quel prossimo sabato come 
giorno, per tutta V isola, a solenne preghiera e rendimen- 
to di grazie consacrato. Annunziava che a tal effetto in 
quel gi(Hrno il nostro Vescovo avrebbe celebrato il divino 
sacrifizio, nella chiesa di S. Giovanni , ove si sarebbe in- « 
tuonato l'inno di, grazia, non meno che in tutte le chiese 
parròchiali. Passava quindi a dichiarare in quale alto con- 
cetto e^li tenea la generale meritoria condotta di tutti i 
pubblici funzionari, mantenuta in tutto quel difficile pe- 
riodo, ne ometteva di encomiare il buon senso e la pa- 
ziente sofferenza , che -aveva caratterizzato il popolo mal- 
tese, in circostanze tanto penose ed affliggenti. 



sangue 

di amicizia , riprendendo ben tosto su gli animi il loro 
consueto ascendente, spinsero molte persone a* sortii^ dal- 
le città, altre ad entrarvi, venienti da' loro campestri riti- 
ri , onde rivedere ed abbracciare que' parénti ed amici , 



74 

che quasi per porlenlo ecano sortili salvi dal eonuia di* 

sastro ^ e volgendosi ognuno a quegli usi, lavori ed oeca*- 
pazioni , da cui erasi per tanto tèmpo dUvezsato , si ras- 
serenò sullf propria sorte , ma non cessò di dieplonure 
quella de^ miseri trapassati. 

II general Maitland , vedendo alfin giunto il mo<- 
mento di poter esercitare quei poteri affidatigli dal suo 
sovrano, per lo stabilimento di tutte quelle innovazioni, 
che doveano miglioarare lo staio di Malta, rivolse ben io*- 
sto le sue atteaauoni su tale importante oggetto, ed inco- 
minciò a dare quei provvedimenti, da lui creduti più ne- 
cessari, de^ quali però ntm spetta a me di farne menzio- 
ne, essendo notizie estranee al mio soggetto. Dirò bensì , 
per doveroso omaggio alla memoria di quelP illustre Si- 
gnore, cV egli, nel progresso del suo governo, fece cono^ 
scere di meritevolmente godere V alto favore del suo so- 
vrano, per i talenti e le prerogative che lo distìnguevano. 
Energia d^ animo, perizia in ogni a£Eu*e di difficil maneg- 
gio, sapere nelle ^ggi, antiveggenza neffU evesitì, pronU»- 
za ne^ ripari , e somma perspicacia neUa scelta delle per- 
sone, ch^egli destinava a^ superiori impieghi*, erano queste 
qualità ch^ egli possedeva mirabilmenjfce , e che unite a 
quella. di tutto vedere ed esaminare, e di nulla commet- 
tere all^ altrui arbitrio , lo costituivano per veoo uomo di 
comando, da non essere imposto da vemino di coloro che 
r approssimavano. Quanti beni in altri tempi non avreb- 
be potuto ripromettersi la nostra isola da un uomo dota* 
ta di tanta abilità e potere? Ma i giorni felici erano per 
noi ffià trascorsi , ed i nostri mali erapo divenuti irrepa- 
rabili. Al di lui arrivo la peste avea già esaurite le so- 
stanze degli abitanti , ammassate ne' tempi floridi , ed in 
seguito la pace generale , stabilita nel i8i4 sulle mine 
dell'impero francese, avea loro tolto i mezzi di poter ri- 
parare alle loro perdite. Quella pace, memorabile avveni- 
mento dell'era nostra, benché arrecasse tranquillità e van- 
taggio a tanti altri popoli, fu per Malta di sommo detri- 
mento e pregiudizio, mentre, aprendosi tutti i porti con- 
tinentali, ella perdette ben presto quella specie di priva- 
tiva di general traffico nel mediterraneo, fu abbandonata 
dalla maggior parte degli stranieri , i quali corsero a ri- 
patriai^i, o a stabilire altrove le loro case di commercio. 



75 
e non le rimase che la sola rimembranza della sua pas- 
sata felicità e ricchezza. Furono noa meno in appresso 
causa di disastro per Malta la successiva destinazione , 
coatemporanea al nostro governo , dello stesso general 
Maitland al reggimento , e riorganizzazione civile delle 
isole Jonie, necessitose ognora della sua più assidua pre- 
senza 9 V aumento delle sue personali inièrmità y e final- 
mente la di lui morte repentinamente accaduta. Tali fu- 
lOtto i motivi eh' egti non arrivasse a moderai^, e molto 
meno a perfezioiiare nella nostra isola, quell^atlesa riforma 
civile, di cui non giunse che a tfetlare le basi, dopo aver 
soj^resfti i principali antichi stabilimenli. 



II 



76 

CAPITOLO XI. 



La peste scoppia nelP Isola del Gozo. Energici pro^ 
cedimenti dati dal general Maitland, Numero dei 
rno/^i in quelV isola^ Decremento e cessazione della 
malattia. Consumazione di tre quarùnthie. Editto 
che annunzia la libera pratica fra le due isole 
Malta e Gozo. Nostro de morti in tutto il corso 
deir influenza pestifera. Ammonto di spese. Rifies^ 
sioni sul già narrato. Cenno sul Choleror-Morbus 
indiano. 



m\ governo e la popolazione, paghi d^ osservare che 
collo scoiTere di Fefabrajo iva gradatamente anche spe» 
gnendosi P ultimo germe di peste rimasto in casal Carmi, 
« ignari della gran crise politica, che stava per succedere 
in Europa, spelavano di veder ben presto riaperta con 
meno restrizioni la nostra comunicazione colP estero , e 
rinfranchlto il nostro commercio.'. . Ma la pena impostaci 
dalla Divina giustizia non era ancor tutta espiata! L^ isola 
del Gozo, che per una prodigiosa combinazione era rima- 
sta libci*a dal contagio, in tutto il tempo che questo avea 
flagellato Malta, per uno di quei casi appunto che il uo- 
stix) governo avea payentato, e non potuto prevenire , 
a^ primi dì Marzo si trovò anch^ essa sorpresa aaHa neste. 
Causa ne fu un certo Angelo Galea, nativo di quelP isola, 
il quale essendosi trovato in casal Gurmi, durante quel- 
V influenza, avea nascosto in un luogo sicuro un forziere 
con robe da vestire. Quindi alla decimazione della malat* 
tia, essendo egli stato uno de^ primi a sortire da quel 
casale, dopo <r aver consumato il tempo prefisso d^ osser- 
vazione riprese dal nascondiglio T accennato forziere, ed 
imbarcatosi a^ 19 Febbrajo su d^ una speronara del Gozo, 
parti per quelP isola , ove appena giunto si trasferì in 
casal Caccia, luogo di sua dimora. Ben presto si conobbe 



li 

che nelk roba chiusa in quel forziere covava sciagurata- 
mente hi peste V perocché non trascorse il vigesimo secon- 
do giorno di quel mese, che quello sventurato venne sor- 
preso da violento accidente, dal quale morì alP improvvi- 
so. Siccome però anche durante 1 effervescenza della ma- 
lattia in Malta, di essa non avea esìstito verun sospetto 
nel Gozo, molto meno se ne sospettò nel presente caso, 
ed il morto per conseguenza fu trasportato nella chiesa 
parrocchiale di quel casale. Gli furono celebrati gli usuali 
uffizj religiosi, e fu quivi sotterrato senza alcun sospetto 
di contagio. Al dì 28 dello stesso mese, Rosa, figlia del- 
r estinto, s^ infermò andi^ essa, ed i suoi amici osservando 
in lei de^ sintomi d^ una grave malattia , la trasportarono 
allo $ped|ile stabilito nel Rabato, capitale di queir isola , 
ove, Qopo poche ore del suo arrivo, fini anch^ essa di vi<- 
vere. Tale accidente suscitò ne^ professori de*" dubbj che 
guari non tardarono a diventar certezza ,. per le morti 
violente , dopo pochi giorni accadute in casal Caccia di 
varj individui, fra i quali i primi a cadere furono il sa- 
cerdote che aveva assistito al menzionato Angelo, ed il 
sotterratore della parrocchia. Egli è da figurarsi , al solo 
sospetto che la peste esistesse nel Gozo, da quale i^cca- 
priccio, da guale spavento fu sorpresa la sua popolazione, 
già istruita delle calamità di MaUa. S^ immaginarono con 
orn»e quegP infelici abitanti, che stava sul punto d' in- 
cominciare anche per essi Pera terribile di quel flagello , 
da cui si erano fin allora sottratti mediante tante precau- 
zioni, le quali aveano loro servito di egida nel tempo del 
m.aggior perìcolo, e che in circostanze meno difficili erano 
fatalmente divenute infruttuose. 

Intanto fu tosto spedita dal Gozo unai minuta rela- 
zione di quei tristi accidenti al governatore^ il quale, per 
meglio informarsene spedi al momento una deputazione 
<li medici, onde investigare attentamente quei casi. Questi 
però non ammettevai^o de^ dubbj ; perciò quella deputa- 
zione riportò, che la peste indubitatamente esisteva nel 
Gozo. Saputo questo il general Maitland pensò tosto a 
tutelare V isola di Malta da nuove sciagura , e a riparare 
a^ mali delF altra. Al di 8 Marzo pertanto egli emanò un 
proclama,' col quale, ^fianife^tando il più vivo rammarico 
per quella nuova ciFcostanza, ordinava. 



7» 

i * Che P isola del Gozo si tenesse per o&nì riguardo 

in istrettisisima quarantina , e che orai comunicazione con 

3 nella fosse proibita sotto le più rigorose pene ordinate 
alle Icffgi : 

2.<* Che ogni barca la cpiale tentasse di nascosta- 
mente fusrglre dal Grozo ^ ed approdare in Malta , o in 
0>mLnó ^ fosse confiscata , e qualuncpie persóna in essa 
imbarcata fosse soggetta alla fjena di morte: 

3.» Gomandava nella più stretta maniera , e sotto 

Sena anche di confisca , che tutte le barche del gHan pOTto 
ella Valletta dovessero essere raccolte ogni sera , e rin- 
serrate da competenti uffiziali ; die nelle diverse altre parti 
déir isola dovessero c|ueUe essere tratte a terra , verso la 
più prossima torre del littorale ^ ed i loro femi , vele ^ e 
tutt^ altro attrazzo , esser depo^ nella detta torre , du- 
rante la notte, e che nessun motivo o pretesto di cattivo 
tempo, che fosse in contravvenzione a tal ordiive, sarebbe 
ammesso sotto qualunque sia circostanza : 

4.» Imporiea air Ispeltor generale di pulizia, a'de- 
putati de' drstretti , a' rispettivi luogotenenti dei casali , 
e a tutte le autorità costituite , di eseguire le loro diflFe- 
renti funzioni colla massima attività e vigilanza. 

5.0 Volea phe giornalmente si mandassero a lui 
de' rapporti da <^ni parte dell'isola , sul positivo stato di 
salute d' ogni casale , distretto , e città ; che i diflferenti 
ufliziali si applicassero nella costante visita de'k>io distretti, 
e che ogni qual volta potesse essere provaio , con ragio- 
nevt)li argomenti , essersi «qualche malattia in qualunque 
caso nascosta , il delinquente, e qualunque altra persona, 
implicata, in tale delitto, fossero puniti coli» più esemplare 
severità , e conformemente pw?scrivono le leggi di quaran- 
tina. Finiva quel proclama col raccomandare caldamente/ 
al pubblico in generale una temporanea cessazione di tutte 
le non necessarie coìnunicazioni ,. e P universale adozione 
di tutte quelle misure e pratiche di precauzione , che la 
trista esperienza dello scorso anno avea mostrato essei^ 
assolutamente necessarie , e senza le quali doveasi molto 
temere, in quella eritrea circostanza, il ritorno de' passa ti 
disastri. ]!^ello stesso tempo S. E. spedi al Gozo un forte 
distaccamento militare , sotto il comando del già mcnzio*- 
nato capitano Andora , di cui la vigilanza ed i segnalati 



79 
serrigj ^ già «resi nei corso della malattia in Malta , Vaipeano 

fatto conoscere presso il governatore pep uomo su bui e^li 

potea ripromettersi delF esatto adempimento d^ ogni suo 

ordine. 

Il casal Caccia 9 ad esempio di casal Gurmi, fu al 
«omento ridotto in lazzeretto , assicurato da un doj^io 
oordoiìe di truppe ^ e non solo cpiello ^ ma tutta V isola 
del Giozo vetme assoggettata, alla legge marziale, per tutto 
ciò ebe riferivasi al contacio. Si posero in istretta quaran- 
tina tutte le persmie ^ che avevano avuta la minima re- 
lazione con quelle già morte^ o infette di peste, e sMstl- 
itiìrono degV' is{)ettori ^ onde fare minuto esame , e dar 
tosto parte d^ ogni ancorché - lieve morbo che nelP isola 
dppavis9€f. Tali disposizióni , severamente mantenute, mo*- 
strano ben presto dì qual alto benefizio esse sieno alla 
pubblica salute , in simiU calamità , allorché of^rtuna- 
• mente vengono imposte, e con prontezza eseguite^ avve- 
gnaché espulsa^ in tal modo Ja peste , .dt quei pochi siti 
ov^ era comparsa , fuori delP accennato casale , fu circo- 
scritta e confinata in quello solo, reso. luogo insormonta- 
bile a* di. lei sforzi , nel quale, benclfè avesse scoppiato 
con un apparato formidabile, andò ben presto declinando, 
ed in. poco tempo si spense, dopo aver ucciso non più 
di novantasei abitanti*, mortalità ben ristretta ^r riguar- 
do al numero della popolazione che comprende quelPisola, 
superante le sedicimila anime. Fra gPinfelici caduti in quella 
circostanza contasi il dottor Mac Adam inglese, professoix? 
di medicina, al servizio «militare , il quale essendo uno di 
colcot) che opiha vano non essere .la peste un male c4)ntagÌoso, 
e trascurando perciò gli opportuni riguardi di precauzio- 
ne, contrasse facilmente il morbo in quello stesso casale , 
ove allora ferveva, e iie rirmise * vittima infelioe. Deh, vo- 
glia il cielo che il casb dì questo disgraziato professore , 
e di molti altri individui , possano servire di disingaono a 
tutti coloro, che delusi per avventura da si falsa opinione, si 
trovassero sgmziatamente in circostanze eguali alle loro! 

IVuUa fu omesso , per parte del wefato capitano 
Andora, né dal canto del signor t^ilippo Castagna, e del 
capitano Carter, a^ quali allora era amdato il governo di 
queir isola, onde dare de' ripari ed arrestare il disastro; e 
mediante la loro assidua vigilanza, e la valida c90perazio- 



8o 

ne de^ professori , noB che di Tarj ri^ttabili »bitanti ^ 
dopo due mcsi^ dal primo apparire del niorl[»o nelP isola , 
questa trovossi in istato d^ incominciare la sua quarantina 
sporca, la quale essendo felicemente trascorsa, senza che 
accadesse verun caso sospetto, fu tosto aniinessa alla netta, 
e quindi, per maggior sicurezza, consumò ancbe una ter* 
za. Al terminare di questa S. EL emanò un proclama, e 
fu r ultimo ch^ egli promulgasse sulP oggetto di peste , 
datato li 8 Settembre i8i4<) in cui esternando la sua più 
alta sodisfazlone, per aver T isola del Gozogià felicemente 
compiute tre intere quarantine, senza che tì fosse occor- 
so alcun caso di peste, né di sospetto, ordinava che dalla 
data di quel proclama una libera ed ampia coaiunicazio- 
ne fosse stabilita fra tutte le diverse isole soggette al suo 
governo, e che tutte le guardie, barche d^ osservazione, e 
restrizioni di qualunque genei^, quali erano stabilite , in 
conseguenza d^ essere comparsa la malattia nel Gozo, fos- 
sero immediatamente rimosse. Rendea pubblico inoltre , 
tanto per informazione degli abitanti, come pure delV este- 
ro, che siccome la città Valletta trovavasi libera da qua- 
lunque sospetto d^ infezione sin da dieci mesi e più, tutta 
Pisola di Malta fin da sei mesi , e quella del Gozo sin 
da quattro, cosi nessuna ulteriore notificazione d' allora in 
fK>i sarebRe stata pubblicata, sulP oggetto della passata in- 
liermità, la quale, per Divina misericordia, era intieramen- 
te cessata nelP isole suddette. 

Così terminò finalmente quella micidiale influenza, 
con cui ci percosse per tanti mesi il Braccio Divino, nel 
corso della quale le principali autorità dell'isble, i medici, e 
tutle le persone in generale eh' erano state elette fra le 
classi civili ad esercitare qualche carica, o impiego relati- 
vo al contagio, meritarono la comun lode e riconoscenza 
del governo , e della popolazione • per gP indefessi ser- 
vigi da loro prestati in ambe le isole ; e benché fra 
tali persone furonvi alcune poche che invanite stoltamente 
da quel \oyo momentaneo potere disgustarono forse una 
parte del poi)olo, assumendo un alteio sussiego, che poi 
gettolle nel ridicolo ; costoro tuttavia non furono men de- 
gli altri attenti in «adenmire gP incarichi loro ai&dati , ed 
in giovare i loro simili, riè meno potranno essere da noi 
dimenticate, senza taccia d^ ingratitudine, le grandi fatiche 



8i 
che eroicamente sopportarono alcuni corpi d^ impiegati su- 
balterni, quelli cioè dei guardiani del lazzei'etto , de^ ser^- 
▼ienti agli spedali^ delle nutrici degli orfanelli , de^ depu- 
ratori e della milizia veterana maltese; tutta gente di cui 
il maggior numero peri nell^ esercizio de^ penosissimi trava- 
gli. Ciìi potrebbe pei-ò bastantemente encomiare il fervido 
zdo di varj esemplari ecclesiastici, i quali si videro, in 
mezzo agli orrori della peste, come angeli consolatori, ac- 
correre infaticabili, si di giorno che di notte, a rincorare 
gli sfiduciati, a confortar gP infermi, a sacramentare i mo- 
ribondi, ed a prender cura delle loro sostanze, e disposi* 
zioni? Di tali venerabili sacerdoti parecchi rimasero por- 
tentosamente indenni dalla peste; alcuni P ebbero, guari- 
rono, e ripresero fervorosi i loro pietosi esercizj, ed altri 
morirono, chiamati in cielo ad un guiderdone etemo. Fra 
tali martiri delP umanità vanno distinti Don Giuseppe 
Camilleri, canonico preposito della chiesa parrocchiale di 
San Paolo nella Valletta; il padre Niccola Trapani, vice- 

Krroco della chiesa di San Domenico, anche in Valletta; 
)n Ferdinando Camilleri, vice-curato nella Floriana , ed i 
FP. Cappuccini Daniele , Felice Antonio , e Samuele. 

Nonostante pero le zelanti cooperazioni di tanti be- 
nemeriti individui , si ecclesiastici che secolari , onde porre 
in esecuzlcttie tutte le provide disposizioni, date successi- 
vamente dal governo, per allontanare le calamità dalP iso- 
la, chi sa quante altre contravvenzioni, quant^ altri delitti 
furono commessi in quel disastroso sconvolgimento sociale, 
i quali rimasero allora ignoti ed impuniti? Chi sa quanti 
fra la popolazione s^ infermarono di peste, si curarono e 
guarirono ? Quanti altri , occultando egualmente il loro 
male, minarono sé stessi, le loro famiglie ed i vicini? Chi 
sa quanti appestati celarono delle robe, che poi sanati , 
impunemente ripresero senza veruna cautela? E quanti 
non appestati, ma cosi creduti, per qualch^altro male che essi 
portavano, vennero confusi con griufetti di peste, s^nfettaro- 
no anch^ essi e perirono ?... Inoltre , chi potrebbe accertare 
che in quei momenti di generale spavento e confusione, le 
sostanze della vedova e del pupillo non rimanessero preda del 
fraudolento ? Che il vendicativo non si prevalesse di quelle 
Uiste occorrenze per opprimere P oppresso ? Che V usurajo 
non mercasse sulle pubbliche angustie ? Che?... Ma egli è 



82 

superfluo ch^ io yada più oltre, accennando al lettore tutti 

^uei mali, ch^ e^li può ben immaginarsi essere allora pro- 
abilmente accadati , siccome conseguenze inevitabili di 
tali esti*eme calamità, le quali, disordinando ogni sistema 
sociale, dischiudono un libero varco ad ogni più sregolata 
passione del malvagio. 

Considerando d^ altronde la grande popolaiiooe die 
allora contenea Pisola di Malta, superante le 100,000 anime ^ 
riflettendo non meno su P estesa oiramazione della malattia, 
e su i tardi ripari ad essai (^posti, si dovrà convenire che 
la mortalità avrebbe dovuto essere assai maggiore di quella 
ficcaduta, la quale y secondo le pubbUcbe notifiea^iom , fu 
di 466& abitanti, compresi anche i morti nell^ isola del 
Grozo, ( appendice 1 1 1 ) strage in nulla para^nabile a 
quella sofferta da^ nostri jnaggiori, nella peste già menzio- 
nata del 1676, la quale, secondo le memorie sioriche, pie 
degne di fede , uccise ii3oo abitanti, (1) nonostante la 
ristretta popolazione di quei tempi, che fu quasi scemata 
d^ una sesta parte, e non ostante tutte le provvidenze date 
da quel governo. (2) 

Sarebbe difficile voler calcolare adequatamente It 

considerabili perdite, fatte dal nostro governo , di - tutti 

^epiegP importanti diritti, cb^ egli era «uso d^ introitare pri^ 

ma della peste, intantochè et fu costretta d^ altronde di 

, esaurire, nel corso della slessa, per sovvepimento deU^ iso- 



(1) Tedi Conte Ciantar * Mìllta Illusibata. 

(2) Questa diversità che si osserva . negli effietti , che ca- 
gionarono le varie pesti sofferte, sì in Malta che in altri luoghi, 
diinostra che quella malattia o non ha sempre in sé stessa un 
egual grado di prava intensità, o che le stagioni, come altri vo- 
gliono, e le casuali disposizioni delP atmosfera, e de* nostri corpi 
medesimi sono alcune volte capaci a renderla più o meno atta 
a .contaminargli. Ciò in vero può essere provenuto aUe volte 
dal maggiore o minor numero della popolazione che soffrì la 
malattia, non meno ehe dal grado di precautioni particolarmen- 
te adottate; ma non potrà certamente attribuirai a queste cause 
la notabile diversità delle stragi, che frequentemente cagiona la 
pèste fra i popoli maomettani, i quali sono numerosissimi, tanto 
in Africa , che iu Europa ed Asia, e che hanno psi scrupolo su- 
perstizioso di sfuggire il contagio. 



83 
la^ più di due milioni di scudi maltesi, oltre la aomma 
di Se. 4^,107. II. fernita dalla società;^ stMa instituita per 
sollievo de* poveri (1)5 ed oltre tutte quelle altre sommi- 
nistrazioni, spontaneamente fatte dalle varie società carita- 
tevoli già citate, non meno elie da molti distinti individui 
che acquistarono un dritto alla pubblica riconoscenza. 

tJn delitto fu senza dubbio la funesta causa olio- 
somme si smisurate si profondess^o, che quasi cinquemila 
persoae perdessero miseramente la vita, che molte sostanze 
di particolari andassero smarrite, che tanti morali e civili 
disordini acx^adessero^ in somma un occulto delitta fu P ori- 
gine che la peste e* invadesse con tutti gli orribili mali 
eh' es^ trascina^ ma egli è enche vero, che un maggior 
rigore nell' osservanza delle leggi sanitarie avrebbe potuto 
prevenire questo delitto, e che un argine pronto e vigo 
roso al primo sospetto d' introdotta peste neìV isola avreb- 
be potuto ripararlo. (2)>fiehl possano i nostri tristi casi / 
e cpielli non meno di tanti altri popoli, servire a noi , e 
mi nostri posteri, d' un utile e niemoraudo esempio! Pos^- 
sano essi persuadere ogni governo che non vi é cura né 
riguardo, il quale debba mai anteporsi a quello della pub- 
blica salute: salus popoli soff^ema lex esto. Questo i^oto 
principio, che stabilisce il primo ed il più sacro dovei 9 « 
di chi regola. i destini delle popolazioni, non è che il ù- 
sultalo d' una mai interrotta esperienza, la quale dimostrò 
in tutti i tempi, die per quanto grandi possono essere i- 
sacrifizj che adoperar si vogliano- aa un governò, per pre- 
venire e rìntuzzai^e gli assalti della peste, e di qualunque 
altro male clie a questa, somigli, essi non possono essere 
mai paragonabili a' sommi ed incalcolabili danni clxe quel- 
la poti^bJbe cagionare. Ch* egb è perciò del massimo e 
Erincipale in!teresse di tutti gii stati civilizzati, e partico^- 
trmente de' marittimi , di avere de' lazzeretti , stabiliti 



(i) Ciò risulta da uà contu deGuitivo, da essa società 
pubblicato li 2 NQvenil>re 18 13. 

(2) » By the iSCu^wledgc of ihc pvescat day cgatagion 
n caa only a rise , or spread under ubsolute iuattenlion , uiui 
t» neglect w A short account of tlie Rò'yul Artìllery Hospital ut 
fFoolwiak ce. By John Rollo, Lo/idon 1801. 

12 



H 

in lu<^hì segregati , comodi e salubri^ dt premunin^i di 
savie e sperimentate leggi sanitarie ^ di presiedere al- 
la loro amministrazione delle persone abili , indipen- 
denti , di nota pi'obità , e zelanti del pubblico bene ^ 
d^ affidare la loro esecuzione ad uffiziali ugualmente pra- 
tici, onesti, e ben ricompensati^ d^ osservarle con scrupo- 
losa esattezza cbi comanda, onde darne un salutare esem- 
plo , e farle osservare dagli altri col massimo rigCMre e 
puntualità^ e per qualunque circostanza, che arrecasse un 
minimo sospetto, o indizio d^ introdotto male in una città 
o altro luogo, di apporre tutti quei ripari % che la stessa 
certezza richiederebbe, giacché T attendere, in simili casi, 
che i dubbj si realizzino in evidenza, si permette un adito 
alle insidie d"^ un male , il quale non agisce che di sop- 
piatto e per sorpresa. 

Tali sono le Ikisì essenziali, da cui derivano tutti i 
regolamenti di precauzione, co"^ quali può essere tutelata 
la pubblica salute dalle terribili stragi della peste; basi 
già generalmente conosciute, si per pratica che per teori- 
ca, sulle quali sono regolati i più accreditati lazzeretti di 
Europa, ed al presente quello anche di Malta , mediante 
r impegno e le previde cure del nostro attuai governo lo- 
cale... Ma oimè! Quali son mai i mezzi che potranno sal- 
varci da un altro mostro, il quale, nato nelle sponde del 
Gange, dopo essere rimasto per lunghi secoli confinato tra 
i soli abitatori delF Asia , si è visto a^ di nostri rompere 
gli antichi argini, invadere le più vaste regioni, attaccan- 
do popoli interi, e portare m strage e la morte in sino 
air Europa? Parlo del Cholera^morbus indiano, di quella 
spaventosa malattia, che per la rapidità con cui attacca 
ed uccide , è assai più terribile della stessa peste: Non 
ostante la fatale esperienza, che da varj anni vanno acqui- 
stando i popoli civilizzati, di questo orribile male, e no- 
nostante lo studio, e le ricerche de' molti medici, intenti 
a investigare la sua vera natura, noi ci troviamo tuttavia 
immersi in tal bujo su questo oggetto , che non si sanno 
ancora finanche determinare i vei^i modi con cui esso male 
si trasmette fra gli uomini, non che additare alcun meto- 
do curativo , il quale assicuri almeno la salvezza del mag- 
gior numero degl'infermi. Anzi eli' era quasi generale opi- 
nione, tra le facoltà mediche d' Europa, che tal malattia 



85 
non fosse contagiosa ^ ma i tanti e funesti casi sofferti , 
dopo il sao avvicinamento a noi, distrussero le antiche 
teorie, e ci dimostrarono eh' essa , in molte occorrenze , 
venne comunicata, tanto per contatto che per atmosfera , 
sì per mare che per terra, come anche per generi e per 
persone. In Francia particolarmente , ove sostenevasi con 
più certezza non essere un tal morbo di natura contagiosa, 
i medici quivi impararono, col sacrifizio d' un gran nume- 
ro de' loro comprofessori, a non abbandonarsi più cieca- 
mente ad una tal massima, trovata fallace in molte circo- 
stanze. Esempi tali rendono sommamente incerto se i me- 
glio regolati lazzeretti sieno sufficienti a tutelare le popo- 
lazioni da questa orribile malattia. Egli è vero che dal 
primo suo apparire in Europa fin ogrì, per le sue conti- 
nue traslazioni, da una in altra popolazione, sembra che 
eir abbia perduta gran parte della sua naturale malignità 
e ferocia; ma non pertanto ella cessò d' essere^ terribile e 
micidiale ovunque venne introdotta. Finochè pertanto gli 
investigatori della natura non giungeranno ^a conoscere i 
veri modi come esso male si avventi agli uomini , ed a 
stabilire un più felice metodo di curarlo, non resta altro 
mezzo più prudente di precauzione, a chi presiede al go- 
verno dei popoli, che quello di rigettare qualunque pro- 
venienza, tanto marittima che terrestre, la quale aerivi da 
luoghi già infetti di tal morbo, menoché quelle , che per 
la lunghezza del loro viaggio jpossano togliere il dubbio 
che in esse esista V infezione. Tale espediente, benché sia 
più atto a preservare le isole che i paesi continentali, esso 
tuttavia venne adottato da varj governi del continente, 
non meno che dal nostro, per quanto permettono le circostan- 
ze della nostra isola, necessitosa ognora dell'estero, per ogni 
genere di sussistenza clic in lei manca... Se poi, nonostante 
ogni possibile sforzo e precauzioni di chi presiede agli stati, 
se dopo aver esaurito tutti i ritrovati dell'umana prudenza, 
succeae talvolta, per un' irresistibile fatalità, che le accen- 
nate malattie trionfino, e che si vagano sc(MTere indomi- 
te a spargere le stragi e la mina, non resta a noi mor- 
tali che piegare la fronte, con umile rassegnazione , agli 
assoluti decreti della Divina Giustizia, la quale segna qual- 
che volta, con dito irremovibile , un' espiazione a' nostri 
falli. 

FINE. 



A P P E N DICE I. 



Copia di un indirizzo del Luogotenente denerale^ il 
Molto Onor. Sir Thomas Maitlasd al Molto Onor. 
Conte Bathurst, R. G. 



Corfù 8 Aprile 1819. 
Milord , 

Siccome apparisce che si sia portata avanti al Par- 
lamento una quistione relativa alle leggi di quarantina^ 
10 m' induco a temere che possa esservi qualche dubbio 
sulla natura della malattia chiamata peste , e sui mezzi 
coi quali questo fatale morbo viene comunicato. 

Essendo questo un soggetto al quale io ho avuto 
comodo di prestare una grande attenzione , e sul quale 
io ho certamente una maggiore esperienza pratica di chiun- 
que altro, per cosi dire , essendo arrivato a Malta nel fer- 
vor della peste , ed avendo d' allora in poi cogli occhi 
propr) veduto il principio e la fine di tre aiversi attacchi 
di questa malattia, uno nelP isola del Gozo, uno neiri- 
sola di Corfù , ed uno nelP isola di Cefalonla , stimo mio 
dovere di comunicare al governo di Sua Maestà il risultato 
delle mie osservazioni sulla natura e ^1 carattere di questa 
malattia. 

Questo soggetto è in se stesso molto importante , 
poi^jh'egU è certo che la cura della peste, nell'antico si- 
stema, è accompagnata da un grado di crudeltà e tirannia 
senza esempio , il quale non può esser difeso se non sulla 
massima di una necessità positiva ed assoluta. 

Questo sistema tronca radicalmente tutti quel sen- 
timenti della vita domestica, die son particolarmente cari 
al cuor dell'uomo In un momento di malattia e di bi- 
sogno, spezza affatto gli usuali vincoli sociali, e mette lo 
3fortunato. paziente in una situazione di un Isolamento il 

Sili desolato , nel momento , che V unico rimanente sollievo 
ella vita esiste nella cortesia del naturali amici e parenti. 



8; 

Le leggi di quarantina ancora 5 nel caso di peste, 
attualmente esìstenti , sono non solo assai arbitrarie in 
sé stesse , ma altrettanto indefinite quanto arbitrarie ; e 
tutte quante le circostanze loro sono così contrarle al na- 
turai sentimento , che io dubito essere questa una delio 
ragioni , per cui , in quasi tutt' i casi, si lascia questa fa- 
tal malattia giungere ad un aitò grado 5 prima che si di- 
chiari per peste. Nei due grandi esempj della peste di 
Messina e ai Marsiglia , noi eflfettivamente troviamo , 
che non si Tolle mai credere che fosse peste prima che 
non fosse giunta a quel terribile punto che cagionò le 
deplorabili scene che ne seguirono. 

Sino ad un grado considerabile lo stesso fu il caso 
in Malta , all' apparir della peste ^ e n,essuno che P ha 
veduto può esser sorpreso che gli ultimi raggi di speranza 
debbano sparire prima clie veruna società si possa pazien- 
temente sottoporre ad un sistema di disciplina 5 che possa 
giustamente riguardarsi, come un male soltanto inferiore 
alla stessa peste. 

Sotto questo stesso sistema , le leggi di quarantina 
il di cui oggetto è il prevenire P introduzion della peste , 
sono in ogni caso accompagnate da mali molto rilevanti, 
e soprattutto , negli stessi serj effetti che essi hanno in- 
variabilmente sulle relazioni commerciali di varj paesi. 

Sarebbe quindi una sorte assai grande se si potesse 
rinvenire , che il mondo sinora sia stato in errore sulle 
cagioni e P origine della peste. Frattanto , però , la consi- 
derazione di questa materia importa un azzardo sì rile- 
vante, che io sono convmto 'che non si darà verun passo 
in proposito , senza la più matura riflessione e senza le 
prove le più positive. Ed io confesserò schiettamente a 
Vosignoria , che io sono tanto pienamente convinto , non 
solo di tutta la verità deiP antico sistema , ma della po- 
sitiva ed assoluta necessità di starci attaccati , che è in 
q[uesta unica veduta , e per inculcarlo alla mente di Vos- 
signoria , che io ii[\i azzardo d' indirizzarmi a voi in questa 
occasione. 

Tutto quanto il soggetto si riduce a questa que- 
stione 5 Se la peste si acquisti per contagio , o per in-- 
Jèzione, Ma prima di entrarvi è assolutamente necessario 



88 

venire dd una perfetta e chiara intelligenza del significato 

di queste due parole. 

In molte opere esse non sono definite per nulla , in 
alcune sono stranissimamente confuse , ed in non poche 
sono alterate nel modo che conveniva alP argomento del- 
r individuo nel momenta 

Io bramo per altro che si comprenda perfettamente 
che quando parlo d^ infezione ^ intendo quella classe dì 
malattie per le quali una particolare temperatura delF at- 
mosfera, oppure qualche cagione locale , può dare al corpo 
umano una predisponente tendenza. 

Quando parlo di contagio, distintamente intendo 
di limitarmi a quella malattia della quale sto ora trat- 
tando ^ poiché senbene vi sian delle altre , le quali pos- 
sano rapportarsi allo stesso capo , come sarebbe il vajuolo 
ecc., tuttavia non mi pare , dalP aspetto in cui rimiro il 
caso , che Y includerle possa corrispondere a verun og- 
getto qualunque , non essendo mia intenzione di en- 
trare in veruna discussione teoretica o medica sul ca- 
rattere e la natura del contagio o delF infezione , ma di 
limitarmi interamente ai fatti. Quei fatti che io sono 
pronto ed in caso di provare debbono indurre qualunque -.^ 
uomo imparziale a concorrere meco nelP opinione , che 
la peste si acquista soltanto per contatto^ e che in con- 
seguenza la cura che si è seguita finora sia V unica ma- 
niera di allontanare questa calamità terribile. 

La mia opinione su questo punto io la porto tanto 
avanti che ho sempre pensato e penso tuttora, che il parere 
medico rapporto al trattamento preventivo della peste, lungi 
dair esser utile , è quasi invariamlmente seguito da cattive 
conseguenze; perchè ho, ben di rado trovato verun Me- 
dico pratico, il quale non 'avesse qualche favorita teoria 
a cui fosse attaccato, e dalla quale era tanto preoccupato, 
che sempre procurava di storcere a questa teoria i fatti 
connessi colle cagioni e colle apparenze della peste; quindi 
egli mai non la considerava nella sola veduta in cui la 
considero io, cioè come un diretto Flagello di Dio, della 
di cui causa originale finora io sono ignaro , sebbene se 
ne possano arrestare i progressi mediante misure accom- 
pagnate dair esperienza , che si sono seguite per secoli , e 



89 
delli di cui salutari effetti credo di potere arrecare le più 

incontrovertibili prove. 

Non so quali nuove opere possano esser comparse 
su di questa materia^ to non ne ho veduta che quella 
sola del Dr. Maclean, il quale fu spedito a Costantinopoli 
dalla Compagnia del Levante^ ed in proposito di questa 
io non posso dir altro, se non che neppure un solo caso 
vi è in essa rapportato, che sia pervenuto a mia notizia, 
il quale non sia stranissimamente stravolto , e senza veruna 
schiettezza esposto. 

Sul totale di questa materia , in vero , evvi una 
grande difficoltà , vale a dire la verifica del fatto. D paese 
aal quale essa generalmente viene, intendo la Turchia, è 
governato talmente, che non abbiamo per appoggiarci ve- 
runo di quei dati che sono si essenzialiaaente necessarj per 
la pena e giusta intelligenza della quistione. Difatti le 
informazioni che possiam trarre da quelle parti scm cosi 
vaghe, che ogni individuo, che scrive su questa materia, 
può trovare bastanti casi da sostenere le particolari vedute 
in proposito ; e noi non possiamo , d^ appresso ai registri 
del Governo o della Polizia di quel paese^ verificare insino 
a che punto simili casi siano eccezioni alla regola generale, 
c^pur se cadono nella stessa regola generale. 

Negli esempi però che io sono per accennare a 
Vosignoria , siam liberi in considerabile grado da questa 
difficoltà ^ perchè sebbene io sia lungi dal dire, che li re- 
gistri che ho avuto relativi alle varie pesti che ho veduto, 
siano esatti, oppure che possano essere esatti , pure credo 
di avere giusto diritto di dire, che essi sono più esatti di 

Sruanti altri siano mai , stati fatti , od abbiano potato 
arsi. 

Non mi sento veruna disposizione ad entrare nelle 
cagioni che impedirono che la peste in Malta non fosse 
arrestata sul suo principiare, ossia nella sua origine; ciò 
non è necessario, ed io non mi trovai colà quando vi ap- 
parve. Per quanto però ho potuto verificare, credo di ave- 
re dritto di dire, cne essa m introdotta in Malta da una 
nave dal P Egitto, e trasmessa fuor dalla nave da una per- 
sona che passò in contrabando certe cuoja^ questa persona 
e la sua famiglia furono i primi a risentirne gli effetti. 
Per certe ragioni essa era già pervenuta ad una grande 



90 

estensione prima che si fosse adottata veruna misura per 
arn'starno i progressi: alla fine si formò dal Governo una 
forte Polizia esecutiva, fornita di vastissimi poteri onde 
lare eseguire nel modo il più sommario e perentorio, quel- 
le misure, le quali sebbene sin da tempo inculcate, non 
si erano mai adoperate. 

I registri mi giustificano in dire che dal momento 
che fu così stabilita questa Polizia, il numero dei nuovi 
casi andò gradatamente scemando , insino a tanto che la 
peste cessò afiatto. 

Nel mentre che infieriva nella Valletta, essa com-^ 
parve in varj casali, os^ia villaggi nella campagna, dove dal 
suo scoppio nella Valletta sino a che fu stabilita la Poli- 
zia, nessuna determinata misura si era adottata per la sua 
soppressione, ed in conseguenza fece delle violenti stradi 
in tre di essi, lontani non più di quattro miglia dalla 
Valletta. 

Ma tostochè furon visibili i buoni eflFetti dello sta- 
bilimento di Polizia nella Valletta, fu saviamente deter- 
minato di porre ad effetto le misure medesime in ciasche- 
duno di quei Villaggi. 

Si destinò un Ui&ziàle, il quale con cinquant' uo- 
mini fu spedito a casal Zebbug, dove la malattia era 
stata particolarmente fatale, ed in meno di un mese dopo 
il loro arrivo, la peste scomparve totalmente da quel vil- 
laggio. E merita di essere specialmente ossex*vato, che nep- 
pure un solo soldato di tutta la compagnia rimase infetto 
quantunque dimorassero di fatti nello stesso villaggio. Una 
quindicina di giorni dopo si fece un altro esperimento: un 
uguale distaccamento si mandò a casal Birchircara , dove 
ebbe luogo esattamente in tutto e per tutto lo stesso ri- 
sultato. Nel terzo villaggio , cioè il Curmi si spedirono 
truppe nella stessa guisa ^ ma la situazione di questo vil- 
laggio essendo in un ^ito assai basso e pantanoso, rimar- 
chevole per le febbri autunnali, la peste si era inoltrata 
di mdto prima delP arrivo delle truppe , talmentechè per 
la sua estirpazione qui ci volle doppio tempo che negli 
altri due villaggi^ ma anche qui nessun dei soldati ne fu 
attaccato. 

Questi sono i principali fatti relativi alla peste di 
Malta, e tutti posson provarsi coi più irrefragabili documenti. 



Che eoia dunque divìeiie la dottrina dell^ Infezio- 
ne? L^esclusiyo c^getto delle truppe era d^ impedire il 
contatto \ questo sob avevan esse oraine di fare, e questo 
solo fecero. O^ni famigUa fu rinchiusa nella propria casa, 
se gli somministrayano i vireri alla sua propria porta, e 
si mandò al lazzeretto alP istante che comparve il male. 
£ lungi dal tenersi che T atmosfera aveste qualche influen- 
aa ili disseminare la peste^ ^li abitanti erano obbligati non 
solamente ad esporre sé stessi, ma pure {mobili e gu effetti 
all^ aria esteriia*Tutta la circonferenza, dentro cuiP atmosfe- 
ra avrebbe dovuto avere un effètto, non comprendeva più di 
quipttro miglia : abbiamo dunque questo curioso fenomeno. 
Glie insino a tanto che non vi fu iPolizia, P atmosfera es»- 
sendo sempre della medesima temperatura, la malattia di- 
sgraziatamente crebbe; ma io conchiudo, che gli avvocati 
del non-contagio pretenderebbero, che al momento che fu 
stabilita una regolar Polizia, la tempeijitura cambiò total- 
mente, e che la malattia fu in breve e definitivamente 
sradicata. 

I sostenitori per altro della dottrina delP Infezione 
sostengono che col declinio della malattia cessa pur anche la 
sua violenza. A quest^ allegato fatto io prestai la massima 
attenzione, e posso provare, con documenti autentici, che 
lungi dall^ essere questo il caso in Malta, gli ultimi acci- 
denti fur<Hio i più violenti, e negli ultimi cento casi fata- 
lissimi air estremo. 

Per lo che io senza dubbio rimasi allora convinto, 
che V unico mezzo efficace di trattare la peste , fosse queU 
lo di partir dal principio che sia contagiosa. Di ciò. mi 
lusingo di poter dare a Vossignoria una assai convincente 
prova, e prova tale, che deve convincere chiunque non 
abbia lo spirito prevenuto su tal materia. Io feci pubbli- 
care che la peste era totalmente finita, e permisi a tutta 
la popolazione della Valletta di comunicare insieme lo 
stesso giorno, che un forte caso di peste era occorso ad un 
miglio da quella città. Ora io credo, che voi converrete 
meco, che se questo fosse statò un male d^ infezione ( nel 
mio senso della parola } null^ altro fuorché una perfetta 
follia avrebbe potuto scusare un uomo il quale avrebbe 
accertato che ne^un nuovo accidente di peste sarebbe oc- 
corso. Eppure io era tanto convinto della sodezza della via 

i3 



9* 

che io stava tenendo, che feci emanare onesto Proclama 

neir atto stesso che stava mandando al lazzeretto gente 

infetta nelli suoi stessi contorni^ ed è indubitatamente ve^ 

ro, che come proclamai, così successe; perchè nessun duo- 

TO caso di peste successe dopo ch^ ebbi accordato la libera 

pratica. 

Io credo di dovere ora essere autori^fczato a Jirare 
dar questi fatti le naturali loro conseguenze; ma digerirò di 
farlo insiilo a che io abbia informato Yosignoria delle 
circostanze, che accompagnarono gli altri tre casi di Peste, 
che sono caduU sotto la particolare mia osservazione. 

Terrò Questo metodo, perchè sebbene io creda di 
avere un incoiptrastabile fondamento da tenermivi, anche 
limitandosi a quanto ho già detto, tuttavia Vosignorla 
troverà, che da ^iò che mi resta ancora da dire , io sono 
fortificato in tutte 4e^-4rue opinioni ad un tal grado, che 
le mie opinioni, mi pare, non posano essere telicemente 
attaccate. 

Kel Gozo le circostanze, che accompagnarono questa 
malattia furono le seguenti; e spero che Yosignoria coiir- 
verrà meco, che noi siamo più al caso di venire in chiaro 
del reale carattere della malattia quando è ristretta in una 
piccola circonferenza, e quando abbiamo tempo e mezzi 
di stare attenti al suo principio, alli progressi ed aliatine, 
e di seguirla in tutte le sue iramificazioni nel modo il più 
minuto , che quandb ha messo profonde radici , e siamo 
talmente aggravati dall' estensione della calamità , che le 
nostre osservazioni debbono essere più vaghe e più gene- 
riche. 

Non so se fu il 2 o il 3 di Marzo i8i4 che mi 
fo riferito, che nel Gozo era successo un attacco di feb* 
bre eh' era di natura sospetta. Io immediatamente ordinai , 
che si trattasse come peste, insino a che non si fosse pro- 
vato a soddisfazione se fosse questo male o no. 

Quest'ordine fu, naturalmente, tosto eseguito; ma 
per mala sorte il tempo era così violento , che per li sus- 
seguenti quattro o cinque giorni , non si potè avere ve- 
runa comunicazione col Gozo. Il dì j dello stesso mese , 
però, ebbi informazione che non si potea dubitare che non 
fosse peste; e quantunque io non sarei al caào di prò- 



93 
yai'Ip in un tribunale, pure son perfettamente convinto 

cjii^ e^a fu introdotta nel Gozo nel modo seguente: 

Allorché si pose per la prima volta il cordone di 
trp,}^ d^ intorno al Gurmi ( il te^'zo villaggio che io no-- 
minai trattando di Malta ) questo abbracciava uno spazio 
di più di un (juarto di miglio su tutt^ i lati al di fuori 
dello stesso villaggio , e questo spazio era quasi tutto co- 
par|;Q (li cosucce e di giardini. In questi la peste eracom- 
p^r^^ ^ nat^ralmente la prir^a pperazióne fu quella di 
spi^rgarli e inandar la gente sospetta al lazzeretto , affin 
di potare gradata^nente sminuire P^stension del cordone, e 
^istriogei-lo più d^ intorno allo stesso villaggio. Quest^ opera- 
zione tu in coiìseguenza immédia^mente recata ad enetto. 

Si trova noi^dimeno , che una delle persone , che 
si erano mandate al lazzeretto per quaranta giorni, al- 
ressferne liberata, si portò direttamjente alla sua casa, che 
da principio er^ stat^ dentro il cordone, ma che ora si 
trovava al di fuori , in conseguenza delP essere stato ri- 
stretto, come sopra si è detto. 

Questa persona , prima di anda^ al lazzeretto , 
aveva nascosto nel suo giardino una piccolai cassa ^ al sortire 
dal lazzeretto , la scavò^ la portò in città , e quindi parti 
immedia taipente con essa per Pisola delGozo, dove aveva 
dei parenti t^eì villaggio dove in seguito comparve la peste. 
Quivi l'apri e diede ciò che si chiama una Faldetta( ve- 
ste di seta ^era che le donne generalmente portano in 
Malta) alla sua parente. Io non ho il menomo dubbio , 
che la peste ebbe origine nel Gozo per questo mezzo. 

Tosto che io ebbi il rapporto del y Marzo, già 
onenzionato , senza perdere un momento di tempo , maur 
dai un distaccamento di soldati ( i quali per la pro- 
pria esperienza in Malta sapevano i^n che modo si trattasse 
la peste ) coli' ordine il più riforoso di far osservare il 
sistema eh' io vi aveva tenuto. In questo frattempo la pe- 
ste era comparsa in cinque o sei qa^ neUe vicinanze di 
quella nella quale era dapjHrima scoppiata, e dentro una 
tale circonferenza fu immediatamente ristretta. Per mala 
sorte però, l'Uffiziale comandante , contro alli suoi ordini^ 
impiegò pochi giprni appresso , credo per necessità, invece 
di truppe regolari una guardia di miliziotti deU^isoIa, com- 
posta di sette uomini. Uno di questi essendo parente, ebbe 



94 . . 

comunicazione colle case infette , fu attaccato dalla peste ^ 

e la comunicò al resto della compagnia ^ e questi la eo« 

munìcarono alle loro famiglie. 

Fummo perciò costretti di principiare da capo ; 
ipieste famiglie furono immediatamente prese , e rinchiuse 
nel lazzeretto : così s^ impedirono efficacemente i su<n ul- 
teriori progressi , e la peste cessò nel Gozo. 

Ora in che moao ciò possa arer nulla ila hreect^ 
T infezione io non lo posso scoprire aflhtta La peste com- 

Eirre nella migliore stagione delP anno , e lo stesso iril-> 
ggio è in un sito molto elevato ^ noi cercammo passo a 
passo ognuno che aveva avuto la pesto dal principio sino 
alla fine : non si ebbe difficoltà di verificare in che modo 
r avessero avuta , ed altrettanta poca diffic<^ si ebbe ad 
arrestarla quando ciò si ebbe saputo. 

Noi tenemmo per fermo dal primo sino air ultimo 
che si fosse arrestata con impedire il contatto; ed io qui 
feci di nuovo pubblicare chela peste fosse cessata , eome 
riusci di fatti. 

In Gorfù ed in Cefalonia le circostanze relative alla 
peste furono le seguenti: 

£ primo , rispetto a Gorfù , credo obbliffo mio 
di fare presente a Vossignorìa tutta la mia condotta in 
tale occasione senza riguardo per verun uomo , ne per 
considerazione di sorte alcuna. 

La pest^ si manifestò in quest^ isola prima cV k> 
ci arrivassi suUi primi del 1816; ma le circostanze dm*- 
nesse colla sua origine furono cattamente queste. 

Venne a Malta c(a Gorfù una nave, che portò letr- 
tere del Tenente Generale Gampbell per me , e credo- 
per Y Ammiraglio pure ; esse portavano che nulla di nuovo 
tosse accaduto. Ma circa ùn^ ora dopo il Dr. Grieves, SuIh 
intendente della quarantina in Malta , venne da me e mi 
richiese se avessi inteso nulla di Gorfù; a ciò risposi che 
sì, ma che non aveva veruna nuova notìzia di sorte al- 
cuna. Allora il Dr. Grieves si cacciò di tasca una lettera 
scrittagli da un medico di Gorfù , la qual lettera io credo 
che ora si possa produrre: ma la sua sostanza era con 
straordinaria , che io convocai immediatamente tutte quelle 
persone, che credei avere maggiore esperiejMsa della peste, 
e lessi loro la l<^tera del medico, domandando loro sé^ 



95 
diebfo la loro esperienza , ciò che ivi si diceva , provasse 

che la peste esistesse o no attualmente in Gorfù. 

Èssi unanimemente convennero , che fosse peste , 
e se ben mi ricordo, i termini nei quali scrissi al Ge- 
narale Gamj^U (quantunque allora non fosse sotto i miei 
ordini, > né io aveva autorità di dargli altro che la mia 
opinione in prcqiosito) furono, ch^ei la dovesse conside- 
rare come peste, e nient' altro che peste* 

Io , per ragioni , che a Yosignoria debbono esser 
bei! note, dovei naturalmente, dopo ricevuta la soprad- 
detta lettera, vale a dire in Febbrajo 1816, recarmi a 
Gorfù , ed allora trovai , con mia grande sorpresa , che i|i 
Tece di essersi dichiarato esister la peste in Gorfù, era 
quasi un^idea proscritta che la peste in conto veruno vi 
esistesse. 

Io fui naturalmente costretto a prendere le mie 
proprie mìaure , ed arendo diligentemente esaminato tutto, 
e scrutinata qualuloque precedente drcostanxa, non ebbi 
difficoltà di dichiarare tosto la mia opinione, che quella 
fesse peste e nuU^ altro che peste ^ e diedi órdine qui , 
come r aveva fatto altrove , cm si dovesse mantenere una 
non nominale, ftia reale e strettissima perseveranza in 
quelle regole, clie fino allora io aveva trovate efficaci in 
arrestare il morbo. 

Osserverà, peraltro, Yosignoria , che io qui mi 
tievai posto in una categoria assai diversa da quella 
in cui era stato rapporto al Gozo ed a Malta; perchè 
colà io poteva scegliere la mia gente ed i miei uffiziali 
pel servizio. 

"Sei basso distretto di Ck>rfù, cioè Leftimo, già vi 
si erano spedite delle truppe , ma nessuna in quelb via 
che P avrei impiegata io, e prese generalmente sopra un 
irregolarissimo ruolo e descrizione dikuppe, senza essersi 
fatta veruna attenzione al carattere degli uffiziali o dei 
soldati ; e perciò naturalmente esposti a comunicare colle 
persone nei distretti infetti. 

Sopra questa parte delP argomento io non mi sento 
disposto a troppo insistere con Yosignoria su ciò ch^ebbe 
luo^o; ma se si volesse mai su, di cioquistionare, io posso 
invitare il Tenente Generale Gampbell a mostrarmi Pultima 
lettera a lui diretta dal medico , che allora agiva alla 



g6 

testa de) dipartimento medico, nel distretto infettp^ npUm 
quale diceva quanto gU rincrescesse di yeder giui^gepe 
quella notte a Gorfù la fregata che xai portava , perchè egli 
era d^ opinione che se avesse tardato a con^parire altri due. 
giorni, la malattia sarebbe stata qoiiipletamente snadicata. 

Avendo per altro mandato a cj^m^re il medico ed 
avendolo interrogato, ed esaminata la cosa da per me stessa 
venni a sapere , che a nessuno era permesso di dir«3 iiulla 
intomo aUa peste , perchè niente qi tale esisteva. Io di- 
chiarai immediatamisnte con un proclama, che la peste era 
nell^ isola , che nessuno non ne avesse a dubitare , e cbe 
nessun essere umano ne poteva evitai^ le spiaventosie con- 
seguenze , a mei^ che lo stesso popplo non vi piiestasise 
r opera sua. 

Quindi posi in pratica il mio sistema; ma io pion 
ho voglia di servirmi della parola sistema , per timore , 
che non si abbia a credere cne io abbia i|i q^ipo qualche 
teoria come i Dottori. Il risultato del piano o^ia sistema, 
si fu che in vece di scomparire 1^ malattia dopo il mio 
arrivo , come i medici se -io aspeU^v^ii^o , coll^ assì^tenw 
in seguito prestatami dal Maggior Qenerale Phillips ^ il 
quale aveva veduto tutta la facceii^da «in M^lta , e che 
spiegò in tutto un alto gradQ d' impegno e di talento nel 
sostenere le mie misure, ci vollero quattro mesi per li- 
berarsene , sotto circostanze di molto svantaggiose. Élsiston 
tuttora tutti i documenti retivi a questa parte del sog-* 
getto. 

Quando la peste fu bene esiermi^ata , io emanai 
un proclama per quest^ effetto , e nulla da quel momento 
si fece vedere nelP isola , che avesse sembianza, di peste. 

Ora mi è necessario spiegare a Yosignoria in che 
modo la peste fu introdotta .in Gorfù, e non ho di£Gicoltà 
di dire , che ho prove legali , e tali da convincere qua- 
lunque Giurì o Giudice in qualunque Corte di Giustizia. 

Per molti mesi si ebbero gran' dubbj sul mqdo in 
cui la peste si fosse introdotta. Yi son dei rapporti di una 
così atroce natura , che non mi farò a nominarli a Yosi- 
gnoria; essi attaccano insieme ed il carattere del Governo 
[Britannico, e la riputazione del mio Predecessore ^ tali rap- 
porti non potevano da altro provenire , che da non riu- 
scite vedute politiche. 



97 
Il casa per altro fu esattamente .questo : — Era 

partita una barca dalla parte superiore delP Adriatico , 
entrò in Parga, e giunse nel distretto di Leftimo in Corfù 
per affari di cdntrabandù. Qttest' affare consisteya in due 
casse di manifatture; una delle' quali conteneva una par- 
tita di piccole berrette rosse tonde, che i Greci sono co- 
stretti a portare cóme emblema della supremazia Ottoma- 
na: questa ilon fu aperta. 

La persona che aveva gli effetti in questa barca , 
ài trattane {)er pochi giorni in un villaggio di questo di- 
stretto , quatldo la sua moglie , o sia la doiùia con cui 
coabitava, morì. 

Egli è chiaro affatto , qualunque fc^sse la natura 
del male di cui morì , che non ebbe verun effetto rap- 
portò al paese ; ma V uomo si portò immediatamente ad 
una òasa detta k Casa Polita, avea riposto la sua cassa, 
e quindi Plbipegnò per una certa somma pagàbile tra sei 
miesi, e nel caso che non Pavfebbe redenta, la caissa do- 
veva divienire proprietà della persona che aveva avanzato 
il denaro. 

Allo spirare di questo tempo ^ P uomo aveva com- 

5 rata questa cassa, Papri in presenza di una persona che 
imoràvà in un villaggio vìcmo : eranvi presenti ancora 
cinque o sei altre persone. 

Immediatamente successe un allarme; perchè sette, 
otto, b nove pertone, che avevano avuto parte al contra- 
bahdo , caddero tutte ammalate nella Gasa Polita. Tutta 

auauta la fkmlglia dove dimoraTa la persona che si vien 
i àccennaì*e , hon tneno che essa pure , tutti morirono. 
Si bredette che vi fosse una malìa ,• e che la casa si do^ 
vesse esorcizzare. 

In cobseguénza furono chiamati tutt^ i Papassi dei 
diversi vHIàégi ^ ed àyendo esorcizzata la casa se ne sor- 
tirònb , e ciascune di loro portò la peste ilei rispettivo sup 
villaggio. 

In conseguenifca di ciò essa si diffuse^ dopo il mó 
arrivo , in ventisei o ventisette diversi villaggi , ma le mi»- 
kùre, che it> adottai, secondate, come lo erano, dall^ assi- 
duità del Maggior Generale Phillips, mi posero in grado 
fll dichiaì^re , sotto citico^tanze particolarmente sfavorevoli, 
che la peste in Corfù fosse cessata ; e da quell' ora sino 



9» 

adesso ^ noi , per grazia di Dio , ne Isiamo stati parfeita* 

mente liberi. 

Debbo ora esporre a Yosiguoria come abbiamo sa- 
pute le circostanze che accompagnarono la peste in Gorfù. 

Le nostre informazioni P ebbimo dall'* unica che 
soprayyisse dalla Casa Polita , ragazza di circa quindici 
anni , che aveva avuta la pest^ ^ ma che risanò : dopo 
aver fatte varie quarantine essa si presentò e disse cpiello 
che vengo di narrare a Yosignoria ^ essa fu esaminata e 
control-esaminata^ si produsse qualunque evidenza rapporto 
«i fatti collaterali \ la persuasione mia , e credo di ogni 
persona, che abbia esaminato il caso, fu ed è, che il suo 
racconto fosse vero^ e di fatti neppur adesso si tenta di 
negarlo. 

L^ indomani ch^ io ebbi proclamata la pratica , io 
partii per ordine di Yosignoria per Tlnghiltena, ma sic- 
come bramava di passare a Gefalonia, la nave da raerra 
a bordo della quale io era , si ancorò ad Argostoli. Ivi 
sepjH che v^ era la peste in Gefalònia ^ dietro a ciò partii 
per Zante , ed ordinai che colà mi si dovesseso spedir le 
notizie, e che si prendessero immediatamente delle misure 
per arrestare i progressi del male in Ge&lonia. 

Griunsi a Zante lo stesso giorno, ed al ricevere i 
ragguagli , ordinai immediatamente , per quanto or mi 
sovviene, che si mandassero istantaneamente a Cefalonia 
una quindicina di persone, alcune che nominai io stesso, 
ma che tutte quante io ben sapeva che avevano cognizio^ 
ne deUa faccenda , e le po$i tutte sotto il Golonne&> Ri- 
varda, ch^era stato impiegato in tutto il corso della cosa 
in Malta , come capo della Fcdizia cola , e nel tempo in 
cui parlo, era Gnnandante provvisorio in Zante» 

Quantunque io non sia informato dell^ esatto det-, 
ta^o, pure posso accertare , che si adottarono le stesse 
misuse, e che il risultato fu lo stesso che al Grozo^ e che 
in un brevissimo spazio di tempo la peste cessò colà, ed 
in ccmseguenza la sua terminazione fu annunziata fer 
Proclama. 

Questa é la succinta ma vera istoria delle quattro 
pesti , di cui s<mo stato testimonio ^ tutte quante sono 
passate sotto le oaservazìotti e la soprintendenza mia, sraio 



99. 
fiate Untale ftecouda V opmktte , « il giudlBio niito ^' e si 

dichiararono terminate d' appresso alla mia addensa. 

È proprio, per altro , di dire , che io non giunsi 
a Malta ^ se nl>n dopo che la PoUeia era stabilita nella 
Valletta^ e che il numero dei nuovi attacchi asdaT» ogni 
gionìo ccmsiderahilmente diminuendo* 

Dal primo sino alP ultimo io credetti, come credo 
adesso , che la malattìa non si poteva contrarre che per 
contatto V e posso trasmettere a Yosignoria^ se sarà neces^ 
sario^ tutti U Documenti, Procedure, Pir^cauzieiii, e Pko* 
clami 9 ohe sono voluminosi ^ tutti tendenti ad un sdo ed 
unico punto , vale a dire , ad impedire il contatto , e 
1' ^etto del contagio. 

Questi Documenti s^ intemano infinitamente nella 
storia ddila peste, più di qualunmie altro documento che 
io abbia letto su tal ma:tena^ e debbo dire, che^ secondo 
me^ il solo folto di avere in. quattro pesti diverse procla- 
mato che ognuna era terminata^ e che dopo tali> Proclami 
sino a questo momento non sia succeduto , neppure un 
solo attacco^ neppure uno in cui si potesse sospettare la 
peste j in veruna di queate quattri pesti , dice assai più 
m fitvore della dottrina òh^ ló sostengo , che tutti gli ar* 
gomenti ed i ragionamenti che si possano addurre su tal 
\ proposito. 

Io proclamai la. sua estinzione in Malta più di cin- 
que amti addietro , nel Groao più di quattro anni addie- 
tro; in Corfù due anni e dieci mesi addietro, ed in Cé- 
iàlonia circa diie anni e . mezao addietro. 

Ma io sono andato anccx^ più oltre, perchè ho 
esposte a Yosignoria le cagioni dell' introduzion della peste 
in ite di questi esempj; e sebbene per certo si possa al- 
legare, che le prove di ciò non siano affatto certe, tutta- 
via io le tengo tanto per tali , quanto qualimque evidenza 
éhe uno aver possa sopra una materia siffatta* 

Io ho invariabilmente trovato , che P impedire il 
contatto arresta la malattia, e clie insino a tanto che il 
contatto è permesso essa uniformemente cresce. G)ntro 
questi fatti ( e sfido cliiunque a contradirli , appoggiati 
come sono a documenti scritti e pubblicati sul momento ) 
si è detto 9 che questa sia una malattia acquistata per in- 
feiione, e non per contatta Io però' in quanto a me , 

■ »4 




lOO 

ehiedo idi poter dire che non ho mai veduto né Mentito 
cosa alcuna, cbe mi portasse seco la menooMi persnaàone 
su questo capo. 

Si è comunemente fiitto un tentativo, ma credo 
che adesto questo tentativo debba essere stato abbando» 
nato , per provare , che quella che si chiama febbre gialla 
nelle Indie Occidentali e nelV America , e che la fenbre 
che regnò in Gibilterra, erano tutte sottoposte alle itte^ 
desime l^^i cbe la peste, vale a dire die avevano origine 
dal contagio ossia dalr infezione, secondo che conveniva wì 
sistema delP individuo , che stava dando la sua opinione. 

Ma credo, che ora sia generalmente ammesso, che 
queste tre classi di febbre non siano soggette alla legee 
api contagio , come io P ho detto ^ ma che ciascheduna di 
loh) sia soggetta alle le^ dellMnfezime , e che siano sog- 
gett0 a ritoruare in ciascheduno delli tre luoghi soprac* 
oennati in certe date stagioni delP anno, che notoriamente 
si sanno essere le più malsane stagioni nelle Indie Occi* 
dentali, neir America, ed in Gibilterra. 

Si è fìleqùentemente tentato di provare lo stesso 
rispetto alla peste , ed è certamente necessario di hr 
chiaro se si suppone che la dottrina delP infezione si 
applichi ad essa^ e noi in conseguenza troviamo , clie tanto 
in Egitto, che in Smirne, ed m Costantinopoli, si è fatto 
uno sforzo pei^ convincere il mondo , che in questi luoghi 
essa in certe stagioni si arresta ed in altre incomincia, lo, 
per parte mia,^ posso dife soltanto, che sarebbe un uomo 
ardito colui , che azzardasse di asserire, che la peste in 
veruna stagione delP anno sia mai stata sradicata in ve- 
runo delli tre luoghi sopra menzionati ^ alP opposto io 
nulla tengo per taiito certo , quanto che essa vi esista 
costantemente in essi tutti mostrandosi in un tempo con 
maggiore violenza clie in un altro, di cui se ne fa ap- 
pena conto , insino che non arriva ad un tale punto oa 
mettere in allarme tutta la popolazione. 

Vediamo , però, quanto questa dottrina si possa ap- 
plicare alle quattro pesti , dei fatti che accompagnarmi le 
quali noi abbiamo pro?e assai migliori che di qualunque 
a lira che abbia mai esistito. 

Essa scoppiò in Malta nel Maggio, stagione l|r più 
salubre delP anno^ cominciò a declinare dopo che fiafór- 



lOf 

mata la Polisia , in Agosto e in Settembre , li due mesi 
decisamente più insalubri delP anno , e non fu totalmente 
estirpata se naia nel mese di Febbre jo seguente. 

Nel Goi^f Gomiìiciò in Marzo ^ stagione più sana 
dell^anno, e fu estirpata preoisamente prima del principio 
dei caldi i più vicdenti , ciie è la stagione malsana. 

Ma il caso di Corfù , in questo riguardo , è anche 
più forte: la peste y^incominciò in Novembre colla sta* 
gione- salubre; si dichiarò terminata esattamente sul prin- 
cipiare della stagione malsana. E (juale fu il caso rap- 
porto a «;lò? U caso fu^ che le truppe impiegate ad arre* 
' stare la peste 5 e che , generalmente parlando ^ non la( 
presero mai 9 soffrirono grandemente dopo terminata la 

Seste y per le febbri comuni nel jpaese^ a motivo di averle 
ovuto tenere in malsane ^taaiom dopo ch'era principiata 
la malsanissima stagione. 

In Gefalonia la pe^te principiò e énì nel corso del 
mesi caldi; e ( cosa che mi dimenticai di acccennare pri- 
ma ) fu notoriamente portata in quell' isola da persone 
eh' erano andate a lav(»rare alla mietitura sul .continente 
nell'Epiro, o nella Morea. 

Questa narrativa non si può contradire ; giacché 
abbiamo la peste in questi quattro casi, che si mostrale 
fa la sua carriera, senza rapporto al suo cessare colla sar- 
lubrità od insalubrità del dima. In ciascheduno di questi 
quattro casi fu arrestata con misure totalmente estranee 
al trattamento delle malattie d'infezione , mezzi a lei af- 
fatto particolari ; e questo trattamento V arrestò effettiva- 
mente. 

Gli avvocati però , della dottrina dell' infezione, 
sono disposti a mettere questo punto sopra di un piede , 
che non si può mai completamente provare di essere mal- 
fondato, con tenere, che tutta questa esposizione sia vera, 
ma che la peste non ostante sia soggetta alla legge del- 
l' infezione ; perchè nessuno può dire precisamente dove 
vi possa essere nell' atmosfera una predisposizione a dare 
la malattia , oppure quando una tale predisposizione possa 
cessare ; questo è ind!ubitatainente vero.. 

Egli è. impossibile dunque di dare veruna prova 
diretta che questa si acquisti esclusivamente per contatto; 
poKhè nessuno può provare 1' esatta tepdenza dell' aria 



I03 

ctmosferica in quelP istante :j ma noi aUiiano qoeata com- 
pleta e trionfante mposla da btte a tutte queste dottrine, 
che , sebbene io non possa meiterml a provare eie cbe 
nella natura delle QOie è impossibile di stabilire coU^ evi- 



denza, io mostrerò a Yoaignoria, che nella sapposisione ^ 
che il solo contatto la passa «kre ^ esu sia stata nnilitH^- 
memenle arrestata sotto qualunone eiroostanKa ddPatmosfe- 
ra. Io debbo dunque pensare , me non mi arrogo di troppo 
quando dico , che la sana dottrina sii tale maft^ìa sia chie- 
sta: che se 1- assenna del contatto arresta la peste, il per- 
mettere il contatto dev^ essere il mezzo reata di {Nfodurla. 

Ma anche sopra questo punto s^intioduoe sempre 
una modificazione -, cioè che concesso , che il contatto la 
dia , è , o non è possibile che lo stato delP atmosfera la 
renda in cevte stag'ioiìi di un carattere assai diverso che 
non in altre ? Sopra questo capo io non mi senio dispo- 
sto ad entrare in veruna discussioue. Quantunque il fatto 
sia diverso, per quatitó si estenda la fisia esperìensa , io 
non sono alieno dal concederne di questo la possibilità ^ 
ma tuttociò per cui sono adesiso impegnato è ra[^rto al 
trattamento che arresta la peste , e non rapporto a veruna 
locale o particolare circostanza die ne accresca o ne dimi- 
nuisca la violenza ^ ed il tutto per cui «ta contrastando 
è questo: Che io posso arrecare le prove le più positive 
che la mancanza del contatto P arresta ; e sfido qualunque 
nomo , o qualunque società di uomini ad addurre jnnove 
egualmente convincenti , che trattandola come un male 
d^ infezione , essa si arresterà sempre, insinò a clie «à esau- 
risca per la morte , la dispersione, o la distruzione dèlia 
popolazione dove esiste. 

In ulteriore prova di ciò io non ho che portare il 
caso delle truppe da me impiegate. 

Nei pochi casi , che occorsero , e furono estrema- 
mente pochi , si è uniformementa ossarvato , di ciascun 
soldato , che si attaccò di peste , ch^ egli era trascurato 
ndla sua condotta, e trascurante le necessarie precauzioni. 
Quelli air opposto clie stavano attenti alle precauzioni non 
la presero mai. Essi furon mandati in varj villaggi, molti 
dei quali con strade pochi passi larghe ^ facevano il più 
arduo servizio notturno di ogni sorta in questi villaggi ^ 
vivevano nelP istessa precisa atmosfera ch^ gli abita||||i ^ 



io2 
tffmtte non: fiiroéo inai atldcoati dalla makiUia , quanUm* 
que fone in vigore «ei irilUggi ; erano steaskaitti ad una 
landa > due ila* Campi e Sjpedali nei quali la peste im- 
pertamava con, grande ì4o£mxa ; eppure non la preseriìf 
mai ; e finalmente ^»no «ipoali a tatti quei duri serviej 
dhe in tutte le maiattie d^mfesteiie ai sa che danno una 
pradisposisioiie ai più violento e fatale earattere della ma* 
lattia ragnante^ eppure non presero mai la peste. 

Io non ao qwie Ibrte e diretta prov» sia 9 se non è 
questa 9 che la pèste si acquisti per eonlatto y e non per 
infezione ^ e di o^uno, e di tutti questi fatti io sono 
pronto a mandare a Yosignoria le {hù complete e perfette 
eyid^ìze. 

Non, intendd 9 per altro , asserire , che in tutt* i 
casi 9 e sotto qualunque circostanza ^ il contatto produrrà 
infallibilmente la peste, poiché ci sono certi forti esempj 
del contrario. £ neppure son di parere , che non vi siano 
esempì di malattie d^ infezicmè che si acquistino per con- 
tatto. Qla la proposizion generale clie io sostengo è que- 
sta , che la peste si acquisti per contatto , e le malattie 
d^ infezione per lo stato dell atmosfera , o per qualche 
cagione locale ^ e che qualunque esempio arrecare si possa 
in contrario , sia un^ eccezione alia regola generale. 

Siccome io ho espressamente detto , che , secondo 
me , la febbve di Gibilterra era contagiosa, si può allessare 
che io abbia data un^opinione éopro. quelle dispute mediche 
che recentemente si sono fatte , cioè sino a qual punto 
quella febbre fosse contagiosa o attaccaticcia. Questo, però, 
è estraneo ed alla mia intenzione, ed alla mia situazione. 
Ite mie osservazioni si riferiscono alP infezione di ogni 
sorta , o generata dallo stato delP atmosfera, o da qualun- 
que altra cagione locale , inclusevi in quest^ultimo termine 
varie specie di ciò, che da taluni si può chiamare con- 
tagio, nascente da tntf.^ altra comunicazione fuori che dal 
contatto diretto , ossia^ in altre parole, dalPattuale toccare 
il corpo di un indivìduo, o qualunque sostanza , che sia 
impregnata della cagione che produce la peste. ITeppur sarò 
a dire a Yosignoria una parola sulla cura medica della 
peste , altro ciie per esprimere il mio rammarico , che , 
per quanto io sappia ( e so|Mra questa materia ho tenuti 
granai ragionamenti ) siamo adesso tanto al bujo in me- 



io4 

rito a cpahinque cul^ per questa tenribile malattia, cpian* 
to lo eravamo al momenti^ eh*' essa scempio in Malta. 

Io mi darò P onore, in un^ altra lettera , di espone 
a Yosignoria , li miei ulteriori sentimenti su questo inte^ 
ressante soggetto , e particolarmente ciò ckUo pensi potersi 
far con salvezza neli^ alterare Y antico sistema , e ^aiò al- 
lora a sottoporre a Yosignoria poche osservauoni su quel 
sistema , sugP inconvenienti che pcnia , e sulla possibilità 
di rimediare a tali inconvenienti in tanto che sia in qual- 
che modo consistente colla prudenza. 



Ho r onore di essere 
ecc. ecc. ecc. 



(Firmato) T. Maitland. 



APPENDICE U. 



REGOLAMENTI 



Accennati ttel proclama delli a4 Dicembre^ e fatti 
per là organitzaxione della città Falletta e della 
Floriana pel seguente annoy ad oggetto di pre^e^ 
nire il ritomo della decorsa terribile infermità , e 
per potere nelP esento del sud apparire in qualche 
caso isolato y arrestare li di lei progressi nel mo- 
mento stesso della sua comparsa. Questi regolamenti 
deono esser del pari portati ad effetto nella pia ri* 
gorosa maniera^ per quanto le circostanze possano 
ammetterio^ in tutte le altre cittò^ casaKj e luoghi 
di queste isole. 



Disdsione delle Città. 



V 

<.• La città Valletta sarà divisa in yentiquattro 
distretti, lasciando le strade Reale, San Cristoforo, Le- 
Tante, e Pintiera linea delle mttra ìrbere per la comuni- 
cazione e pel passaggio dei carri , ad ometto di approri- 
gionare la città , di trasportare gli anunaiati nel lazzeretto, 
di trasferire altroi^ gli articoli infetti ecc. 

2.* La Marina sarà divisa egualmente in due di^ 
stretti , e la Floriana in sette. 



Organizzazione dei Distretta 

» ■ ■ 

i." Ogni Distretto di Yalleltà avrà un Deputato , 
uno Scrivano, un Infermiere ed un Sergeste di Pulizia. 
Tutte queste persone devono essere esclusivamente a quel 
tale Distretto, e risedere in quello. 

If ella Floriana vi sarà un deputato , ed uno 



irano in ogni Distretto, ed in generale quel tal numero 
d^ infermieri e di Set^epti di F«lida t£e potessero oc- 
correre. 

2/ Indipoddeutemente da questi Uffiziali appun- 
tati generalmente Illa 9Pprainte«den8a del Distretto , vi 
sarà m ogni vìa un capo strada sotto la sopraintendenza 
del deputato del 'Distretto. 

3.* Vtta «ovivene^ole quairt&tà di botle^ e di ten- 
ditori di ù9awe«tityì)i è stata pk sedi» .d«l Imgiatrato di 
queste Città* QuelU koUe|^i sacvmo trasfiaritt in ogni di^ 
stretto Bel moifteiitQ che rtnk chioso^ per poter sommi- 
BÌatnurs li neotaftr) artiooll 

4** XoDMgftore ArcÌTieicoTQ e YaseoiKi ha già dì- 
^NMlo «he sid «iNudexst di quadwiqse. Distreilo^ uà Gap- 
peUam sarà appuntato per amwtftistrare ti Sacramenti 
ciiÉro quel dtatreilew 

è»* H pr^tomediciQ^^ (wdiverè che in quakm^pte di- 
stretto chiuso, yi siano li Medici ed assistenti necessarj 
da rimanervi, e con quelle tali medicine che possano es- 
sere assolutamente richieste. 



Dolori degli Ufficiali Generali e dei Distretti. 



i* V Ispettore Generale di Pulizia riceverà li sucM 
ordini dir«ttaiw»te da SUA ^CELLENZA IL GOYEH- 
Il ATORK Quegli sarà U Capo deUa Pulizia di tutta Piac^ 
la, è sopra tutti li punii ommessi colla Pulizia emanerà 
qiie^ tafi ordiin , ed ]9lruiiOi% che la natura dei casi potrà 
richiedere. 

2/ Sotto rispettore Gtenerale vi saranno due de- 
putati, gli ordini dei quali, come provenienti dairi«pet- 
tore Generale si davvanno esattamente uUndire. In v al- 
letta vi saranno inoltre tre Ajutanti: uno da esser consi- 
derato come Ajutànte par la Marina e per quella parte 
della Città che è a metiogiomo di strada Reale; u se- 
condo per la strada Reale e pei Distretti versa tramotttaaa^ 
ed il terzo per k Floriana. Anche gU <»dini di questi y 
come provenienti dalP Ispettore Grenèrak, dovnaiso egu^ 
mente esieis 



107 
3.* Il Deputato di ciascun Distretto ha sotto rispetto- 

re Generale^ V incarico della Pulizia nel suo proprio distret- 
to. Egli farà immediatamente, coll^ assistenza del suo scri- 
Yano , un esatto rapporto di tutta la popolazione esistente 
nel suo distretto , ed avrà cura sulla porta di ogni casa 
tì sia affissa una lista di tutte le persone residenti entro 
la stessa, e la quale lista dovrà essere corretta settimar* 
nalmente. Una copia della stessa sarà regolarmente tra- 
smessa alP Ispettore Generale. 

S^rà dovere del Deputato del distretto di chiamar 
frequentemente gli abitanti di quelle per vedere se eglino 
sieno o no in perfetta salute. Ed egli prenderà cura che 
F Infermiere sotto di lui sia costantemente ed irremissi^ 
kilmente impiegato nelF informarsi della sanità del distret-- 
to 9 e che rappòrti regolari di quelle informazionii sienot 
mandati all' Ufficio delr Ispettore Generale ogni tre giorni' 
quante volte nessun caso d^ infermità succeda^ ma se ne 
succederà alcuno si dovrà immediatamente fame un rap- 
portò all' Ispettore Generale, il quale lo comunicherà al 
Protomedico, affinchè sieno all'istante adottate le necessarie 
misure per accertarsi della natura d^l male. Con questa 
vista , il Protomedico appunterà regolari pratici di medi- 
cina affinchè sopraintendano alla sanità delli vari distretti.. 

Il detto Deputato prenderà egualmente cura che li 
Capi delle Strade sotto di lui facciano nelle loro respettive 
vie simili visite, e che facciano regolari rapporti a lui 
delle occorrenze che succedessero entro le strade. 

Saranno trasmesse dall'Ispettore Generale alli de- 
putati, Formole delli dij(ferenti rapporti da farsi. 

4«* Siccome nulla è più materialmente conducente 
alla preservazione della sanità ed a prevenire V infezione 
contagiosa quanto la più grande attenzione alla pulizia ^. 
il Deputato del distretto è particolarmente incaricato di 
questo essenziale oggetto ^ ed il Sergente di Pulizia ^ 
sotto di lui considererà questa come Ja parte più impor- 
tante del suo dovere. 

Non sarà permesso che si gettino immondezze nelle 
strade , ma si dovranno trasportare in quei tali luoghi che 
saranno marcati dal Sopra intendente delle strade , e san- 
zionati dall' Ispettore Generale. 

Il Deputato o per lui l' Infermiere , ed il Sergente 



i5 



io8 

di Pulizia fiiranno frequentemente delle visite in tutte le 
case di affittuali , nelli magazzini , serbato], cantine ed ìu 
tutte le case a pian di tetra , e qualora trovassero alcuna 
di queste case non perfettamente pulite , di aria non pura 
e non in buon ordine, lo riferiranno alPIspettore Grenera- 
le , il quale è incaricato di mettere in forza la debita at- 
tenzione su questo importantissimo ometto. 

Modo di procedere nelV evento di sospetto di peste , 
o che la stessa realmente esistesse. 

In ogni caso di sospetto che succedesse, tutti gli 
abitanti della città , dopo che sarà divulgato il proclama 
annunziante quel sospetto, si ritireranno nelle loro pro- 
prie case. Le porte aeUa città saranno chiuse. Tutti gli 
a&ri pubblici di ogni specie cesseranno, e nissuna per- 
sona potrà sortire dalla sua casa, eccetto quelle tali per- 
sone impiegate specialmente dal Governo in quella circo- 
stanza. £ <HÒ SI farà affinchè possano essere adottate le 
necessarie misure per la sicurezza generale , appena un 
avviso della necessità delle stesse sarà dato. 

Un piccolo stabilimento d^ imbiancatori , di spur- 
gatori, e di beccamorti sarà mantenuto nel lazzeretto ad 
oggetto di trasportare li malati , e di spurgare le cose. 
Si deve chiaramente intendere che nel momento che alcun 
caso di forte sospetto o di peste avvenga , le persone in- 
fette e tutte le persone sospette dovranno egualmen- 
te essere mandate nel lazzeretto, prendendo seco loro 
que'tali articoli di mobiglie, di forniture e di oggetti di 
valore che potessero bramar di conservare ; per lo che 
saranno provvedute dei carri. E nel momento che elleno 
saranno rimosse , li detti imbiancatori ed espurgatori pro- 
cederanno ad espurgare , a purificare , ed imbiancare le 
dette case. 

Il distretto nel quale il caso di peste accaderà sarà 
air istante chiuso , e saranno stabilite delle regolari bar- 
riere. Il deputato metterà immediatamente la strada nella 
quale questa disgrazia occorrerà in istrettà quarantena e 
segregazione dal resto del distretto , e saranno dati U 
provvedimenti per somministrare li necessarj soccorsi. 



log 



Dweri del dipaHimentó di medicina 
sotto il Protomedico, 



In ogni altra malattìa , che attacca solamente Pin- 
dìyiduo che traraglia sotto di essa , è giusto che egli 
scelga il suo proprio medico il quale senza dubbio segui- 
terà il suo giudizio tanto in riguardo alla natura della 
malattia come al rimedio da applicarsi alla medesima. Ma 
siccome disgraziatamente nel caso di peste, P effetto della 
malattia attacca tutta la comunità in generale , egli è im- 
possibile di affidare un sì grare incarico al sapere di un 
solo individuo, per quanto versato sia nella sua professione, 
tanto per riguardo al carattere della malattia , come alle 
misure da essere adottate. 

Regolari consulti si dovranno invariabilmente tenere 
consistenti in un numero più piccolo o più grande , se- 
condo che la natura del caso potrà richiederlo , ma in 
nessuna circostanza si dee lasciare la decisione di qualche 
grave male , alP opinione di un solo individuo. Ne se- 

fue in conseguenza che tutti li medici di queste isole 
ovranno in ogni caso di grave malattia che potesse occor- 
rere nel perìodo sopra mentovato , riferire quel caso imme- 
diatamente al Protomedico , affinchè si ten^ sul momento 
un Consulto per fissare il carattere della malattia ed ac- 
certarsene. £ qualunque ommissione , da parte di qualche 
medico dì qualunque siasi nazione , in questa importan- 
tissima parte del suo dovere lo incapaciterà d' allora in 
poi ad eseguire alcuna delle funzioni del dipartimento 
medico in queste isole. 

Dietro allo stesso principio diventa indispensabilmen- 
te necessario che un esame medico di tutti li corpi morti 
sia fatto prima del loro seppellimento , esame che sarà 
ordinato dal Protomedico, e nessuna persona dietro a qua- 
lunque rapporto si dovrà seppellire senza un tale antece- 
dente esame. 



no 

Conclusione. 



Le altre città e casali devono essere inimediatamente 
organizzati sopra un eguale principio dai differenti Uffiziali 
del Governo , ed un rapporto delP esatta organizzazione 
dey^ essere mandato senza dilazione all^ kpeftoi^ Generale 
di pulizia per essere approvato. 



La Valletta. Dal Palazzo li 3 Gennajo i8i4* 



Per ordine di Sua Eccellenza 



-^^ -^ R LAING. 






Principale Secretorio di Go^^mo. 



.1 






A. P P E n D I G E III. 

■ 



Sommario de* Morti di peste nelle dis^rse parti del- 
r isola di Malta j ed in quella del Gozo , estratto 
dalle pubbliche notificazioni. 

Valletta Città capitale di Malta. ... * Morti 1221 

Lazzeretto, e Forte Manoel • 9» 52( 

Marina . . • ^ 

Floriana Sobborgo . » 897 

Cospicua Città . • " 12 

Vittoriosa Città ■ . '. » 33 

Garcara, e BighL » 19 

Corradino " 2 

A bordo de^ Bastimenti .1 » 6 

Marsa " 1 

Pietà, e Misida » 6 

Sliema ^ 3 

Rabbato della Ifotobile , • »• 44 

Casal Lia '* 4 

Detto Attard » a 

Detto Naxaro ^ 9 

Detto Musta » 3a 

Detto Birclìircara » 281 

Detto Cunùi ...... i i» 64a 

Detto Zebbug. » 691 

Detto Zabbar » 44 

Detto Zurrico. » ^ 

Detto Luca » 4^ 

Detto Tarxen » » 

Detto Paula » ^ 

Detto Micabiba » 7 

Detto Gudia » 6 

Detto Zeitun » l* 

Detto Siggieni. » 9 

Detto DingU ^ » 

Porto San Paolo » i 

Campo Santo ^ 4 

Isola del Gozo - » 9^ 

Morti 9» 4668 



INDICE 



CAPITOLO I. 

Cenno sullo stato prospero delP isole di Mal- 
ta e Gozo, prima che venissero invase dalla 

vCSlC ••••••••••••• Jt 9Lg« O 

CAPITOLO n. 



La peste si dichiara in sHirie città del Levante^ 
e la febbre gialla nella Marcia. Arrigo di tre 
legni infetti in Malta, Si rimandano due di 
loro: il terzo rimane. Progetto del Comitato di 
salute su tale oggetto: non viene eseguito. Primi 
casi che dessero indizj ' di pestilenza nelF isola. 
Titubanza sulV esistenza della malattia in Malta, 
Indolenza ne^ ripari. JViuwi casi che accrescono i 
sospetti. Si divulga il pericolo fra la popola^ 
zione : commozioni in questa. Si proibisce f im- 
barco di mercanzie. I negozianti sospendono le 
loro operazioni commerciali » 



CAPITOLO III. 



Qualità ef animo del Regio Civile Commissiona- 
rio capo deir isola. Si chiudon le corti di giu- 
stizia ed il teatro , e / instituiscono • degP In- 
spettori. Nuovi casi di mal indizio. Ordini per 
parte del governo. Purificazioni suggeiite dai 
medici. Disparità cf opinioni fra i medesimi. 
^ ^ Negligenza , e false idee fra la popolazione. 



i3 



A^Ui ed esortazioni pubblicate dal governo. 
Controi^s^nzioni tra il oasso popolo. Si promul- 
gano perciò delle leggi ses^re. Promessa di 
regalo a chi rii^lasse il s^ro modo come fu 
introdotta la peste nelV isola. Congetture , e 
riflessioni diverse su tale oggetto . . . Pag. 16' 



CAPATOLO IV. 



GP Ispettori sono nominatìm Deputati dé^ distret- 
ti. Nuovi ordini e stabilimenti di precauzione. 
Istituzione d^ una società caritatevole. Monsi- 
gnor Fra Ferdinando Mattei^ f^escovo di Mal- 
ta^ ordina la chiusura de'* templi: sua lettera 
pastorale. Miscredenza sulP esistenza della pe- 
ste neir isolcu Perniciose vociferazioni tra la 
popolazione. Proclama del governo su tale og- 
getto. Pubblica dichiarazione medica sulV in- 
dubitata esistenza della peste nelP isola. Conti- 
nuano gli abusi fra la popolazione. Nuove restri- 
zioni, morti di peste in tutto il Mese di Maggio» 
Progetto ojvanzato dal Comitato di salute al 
governo. Formatone d* altra società caritate- 
vole. Proclama ordinante nuove restrizioni , e 
la chiusura de distretti 99 



CAPITOLO V. 

Ij infezione si propaga sempre piii^ nelP isola. 
Nuovi ripari e sollievi prestati dal governo. S^in- 
stituiscono degP Intendenti alle depurazioni. 
Formazione éP altra società caritatevole. Il con- 
tagio si sparge nella campagna. Baracche^ f)r- 
zati^ cimitero. Comitato commerciale. Istruzioni 
per gP ispettori delle nojvi , e pè^ luogotenenti 
de^ casali. Seconda lettera pastorale di Monsi-' 
gnor Mattei. Costruzione ai barriere. Cresce il 



"4 

contagio. Continua la miscredenza. Opinioni 
erronee fra la popolazione Pag. 33 



CAPITOLO VI. 



Comitato di Salute: suoi ricorsi al R* C, Com-^ 
missionario ^ suo scioglimento* Modo partico-^ 
lare cT un professore di curar gli appestati. 
Ordini sulla dispensazione de* permessi. Au- 
mento di strage. Attacco di peste nella guar- 
nigione. Creazione del consiglio di sanità. Mi- 
sura per distribuire i salari , e le pensioni. 
JVovero de* morti di peste nel mese di Giugno. 
Pro^e che la peste si propaghi meramente per 
contatto. Nuo^ restrizioni e regolamenti. Som- 
mo grado della malattia. Meritoria condotta 
deir ispettore generale di pulizia .... 9» 3^ 

CAPITOLO VII. 



Disordini. Sipari. Descrizione de* dis^rsi sinto- 
mi degli appestati. Delitti. Azioni meritorie. 
Numero de"* morti di peste nel mese di Luglio.. 
Ordini severi. Esempio di rigore. Suicidio. Le 
spese esauriscono la cassa del governo. Impre- 
stilo pubblico. Formazione d* una guardia ur- 
bana. Opinioni su i benefizj delle fregagioni 
oleose ' • * 4$ 



CAPITOLO vni. 



Bassegnaùone nel popolo. Stato delP isola. Pri- 
mi segni di retrocessione della malattia. Ordi- 
ni riguardanti il cotone^ ed il commercio tra 
le due isole Malta e Crozo. Morti di peste nel 
mese di Agosto. Si cordonano con gente ar- 



. "5 

filata tre casali. Morti di peste nel mese di 
Settembre. XHstaccamento militare nel cabale 
Zebbug P^b' ^^ 



CAPITOLO IX. 



Arringo del genercde Sir Thomas Maitland in 
Malta^ qual Governatore delC isola^ in s^ece del 
Regio Cifrile Commissionario. Partenza di que- 
sto. Suo indirizzo cH Maltesi. Notificazione del 
Gos^matore. Nuovo imprestito ,per parte del 
governo. Provvedimenti diversi. Notabile decre^ 
mento della Pestilenza. Nostro de* morti di 
peste in Ottobre. Ordine pei depuratori. Puri- 
ficazione di effetti nella P^alletta^ e nella Flo- 
riana. Altra lettera pastorale di Monsignor 
Mattei. Ordini pei diversi pubblici Junzionarj 
circa le depurazioni. Purificazione nella cam- 
pagna^ eccettuati tre casali » 63 



CAPITOLO X. 

Ordini varj sulle purificazioni. Il Governatore 
sospende il consiglio di sanità. Diminuiscono 
ognora i casi di peste. Termine della quaran- 
tina sporca per la Pialletta e la Floriana, Pri- 
ma concessione di libertà. Continua la peste 
nel solo cosai Curmi. Commissione militare. 
Accadono alcuni casi sospetti per cui è diffe- 
rita la libera pratica tra la Pialletta e la 
Floriana. Savj atti di presidenza per parte del 
Governatore. Altra lettera pastorale ai monsi- 
gnor Mattei. Libera pratica Jra le città , il 
porto e la Floriana. Apertura delle corti di 
giustizia. Caso sospetto in casal Naxaro. Pro^ 
lungazione della quarantina per tal effetto tra 
le città e la campagna. Pratica generale. Doti 
d* animo del general Maitland .... 99 69 

16 



ii6 



CAPITOLO XI. 



La peste scoppia nelV Isola del Gozo. Energici 
proi^vedimenti dati dal general Maitland. Nur- 
mero dei morti in quelV isola. Decremento e 
cessazione della malattia. Consumatone di tre 
quarantine. Editto che annunzia la libera pra- 
tica fra le due isole Malta e Go%o^ Mwero^dei 
morti in tuUo il corso delP iiMuenza pestifera^ 
Ammonto di spese. Biflessicm sul già narrato. 
^ Cenno sul Cholera^morhus indiano . . Pag. 76 

APPENDICE I. 



Copia di un indirizzo del Luogotenente Genera- 
le^ il Molto Onor. Sia Thomas Maitland al Mot- 
to Onor. Conte Bathurst, R. G w 86 



APPENDICE IL 



REGOLAMENTI 



Accennati nel proclama delli 2,l\ Dicembre , e 
fatti per P organizzazione della città Valletta 
e della Floriana pel seguente anno , €id og^ 
getto di pres^enire il ritorno della decorsa ter-- 
ribile infermità^ e per potere nelP evento del 
sufì apparire in qualche caso isolato^ arrestare 
U di lei progressi nel momento stesso della 
sua comparsa* Questi regolamenti devono esser 
del pari portati ad effetto nella più rigorosa 
maniera^ per quanto le circostanze possano am-- 
metterlo^ in tutte le altre città , casali , e /no- 
ghi di queste isole . » io5 



117 



APPENDICE III. 



Sommario de' Morti di Pe^te nelle diverse par ^ 
ti . deir Isola di Malta, ed in quella del Gozo, 
estratto daUe pubbliche notificazioni. • Pag. Ili 




Pagina 2. 

— 2. 

— 3. 

— 5. 

— 6. 

— 7. 

— 9, 

— 9. 

— 12. 

— 13. 

— 14. 

— 17. 

— 17. 

— 18. 

— 21. 

— 22. 

— 23. 

— 23. 

— 29. 

— 30. 

— 30. 

— 34. 

— 37. 

— 37. 
-— 41. 

— 41. 

— 41. 

— 42. 

— 42. 

— 45. 

— 50. 

— 52. 

— 54. 

— 63. 

— 64. 

— 67. 

— 71. 

— 79. 

— 81. 

— 105. 



ERRATA 

Ver» 9. e 10. Sttncorck, 
Nandi, Stennen 
ft 15. esiste Indirizzo 
„ 31. si vede 
,9 13. Scrìttto 
39 9. al di lei danno 
99 34. ramoreggiare 
9, 22. aTuto arviso 
24. di sommi timori 

7. un soggiorno 

3. s' infermassero 

26. cui si congregò 

4. ai 3. di qoel 
Maggio 

24. provedere alcune 

27. pel fine 
6. il più prossimo 

35. Telae qoae Ale^ 
zaodrìa &c 
99 28. Sketche 

olt. Oh lenin! • • , 

Oh leoin! 
11. tutta Tassisten- 

sa 
15. ritrovati 
ult. dell* Isola 
17. Birchloara 
26. Desgioeltes, Sa- 
ni celo rvite 
30. mag be 
20. regolarmente 
34. peste curando 
38. niediiis habeoda 

38. il pih fra 

39. longiquus 

8. neir Isola 

25. dall' ulteriore 

22. A8sunse 

13. cui le principali 
15. ed essa opposti 
10. e tutti 

23. per «ncbe 
37. e manifesto 

14. mostrano 
5. de' penu.sissimi 

26. escliisivameate 
a quel Distretto 



9» 
9» 

99 



99 
99 

99 

9> 

99 

99 

9» 

99 

99 

9» 

9» 

99 

9» 

»t 

9» 

99 

9» 

» 

99 
99 



CORRIGE 

Hanoork» Naudi» Hennen 

esiste iiB Indirizzo 

rivide 

Scritto 

a di lei danno 

ramoreggiarle 

avuta inibrmasione 

de' sommi timori 

ona dimora 

s' infermasse 

il quale si congregò 

ai 5 di quel Maggio 

provedere con alcune 

o pel fine 

ed il più prossimo 

Telae volumina que Alexandria &c. 



Sketches 
Oh Unen ! 



Oh linen ! 



tutta la loro assistenza 

ritrovi 

per risola 

Birchircara 

Desgenettes, Auban^ Samoelorvita 

may be 

angolarmente 

peste curanda 

medicis habenda 

il piti sicuro fra 

looginquus 

sair Isola 

e da ulteriore 

assume 

di cui le principali 

ad essa opposti 

e da tutti 

pur anche 

o manifesto 

mostrarono 

di penosissimi 

esclusivamente attaccaU a qud Distretto 



V