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ALL'INVITTISSIMO E
POTENTIS"." FILIPPO D'AVSTRIA
CATHOLICO RE DI SPAGNA.
■ts t)*-tii c^J^j) z3^
A maggiore anZjila pm importante con folat ione (Ottimo ReFt'
Itppo) c'hauer pojfa qual fi fia Principe libcro,o,Jtip premo, è quan-
do i fuoi Populi ^ijiioi PaefiEgli quietamente e tranquillamen-
te popede . La quiete pero e la tranquillità non Solamente dai le-
gitimo e manfueto Principe ^ma ancora dalle fue Citta che fono Ca-
pi de Pae fi fìcur amente procedono . Pur che le fiejfe Città hahhianoi loro Cittadini
al Principe fedeli , obedienti alla Giuflitia e dcuoti atta Religione , e che faccino prò-
fefione di cocordeuolmente praticare e di uertuofamente uimre. Ejfendo di necepta ;
fer conferuar la concordia , che oltra le buone ejjecut ioni delle puhlichee priuate fac-
cende j linerie prudenti Cittadini infieme conuengano per difponerfi aUe opere utr tuo -
fé, nimiche dell' otio] non per Amhit ione, non per guadagni di rchba, non per muidiofi
intere fi, non per ufurpar quel d! altri y neper qualfiuoglia commodità,o, nero appetito
di più sfrenatafortuna, mafolamente per guadagnargli buon nome , grato a Prin-
cipi e grati fimo à Dio. e di queftafelice conditione ejfaltarf deono tutti ilegiti mi Pa-
drom.Effendo la verità che per la Giuftitia che conuiene à Principi e perla concordia
che s appartiene à Popidi Ji Principi fi conuertono nei Populi, Cft Populi fi trasfor-
mano ne i Principi , di qui nafce la pace e la concordia . la Qmete (dico) e la tran-
quillità, veramente in quelle Città fi fruì fono doue la Giufiitia ficonferua per ilpu-
Mico e priuato bifgno, doue fi mantiene la uniuer fiale vn ione all'otio contraria, ma
foprad tutto doue la offeruanZja della Religione hai' Imperio principale. Lotio pero
che la Giufiitia corrompe e la Religione dijpreXz^a , con altro modo dalle Città non fi
difiaccia fi non quando t Cittadini fino vniti, e dedicati {^dopo le buone efiecutioni
fubliche e priuate) a uertuofi ejfercitij ^all'acquifto delle fcientie, cibo de gli intellet-
ti jper onde immortai nome sacquifla. QueHa tale unione (freni fimo e Catholico Re)
anticamente e modernamente Academia fii chiama perlaquale tanto piuuiuono le
Città quiete e felici quanto più da buon Principiatali uirtuofi opere filmate fono, come
fi ne de hoggi per l Academia de gli aff dati nella Città di Paula fedeli firma alla fii.
blime Maesla Vofira. Laquale Academia già xij. Anni quietamente perfieuerata ,
quieta ha mantenuta quefa Città, e confatighe e vigilie ha attefo ^"attende à man-
dare in Luce opere fopra tutte le fcientie liberali , delle quali i primi f utti m quefio
• 2
Giardino di Vojlrapotentifima Corona,ricoltie conferuatiin queflo Libro come Fri-
mitie ay.Inuittipma Aiaeftàfiojferifiom e fi consacrano . Imbercio che qui fi gufi a
la natura de Ila proprietà delle Imprefie (antichifiima e celebrata 'vfianZoa)per le quali fi
comprendono glthonoratidifigni de perfiìnaggtfisppremi e mediocri, con ciofia che
tlmprefe oblighino chi le pulite a , a "vertuofamente ^ heroic amente operare . Però
il fer enifi mo e realvofiro valore fi degni di accettar queflo dono , prodotto nella fiua
Città di Paula , doue tanti Principi,S ignori Prelati éf altri honoratifiimi Perfonag-
qi concorfifono ^ hanno uoluto in quefia noflra Academia connumerarfi , e piaccia
ancora alia hjojlra regia egloriofii manjuetudme di dare Animo ^ardimento àfiioi
deuoti AJfidatiJquali perfiuerar pofiino in quefio quieto e Crifiiano Efiercitio , pre-
gando noi Dio fiintifiimoper la lunga e contenta vita divoftra regia ^eccelfa Per^
l fina> Di Pania a xxiiij. di Maggio. 1574.
V. V' Cath. ^inuittifiima Mae fa
Humilifi. e deuotifi. Seruitore
Luca Contile.
A MAGNANIMI LETTORI.
E 7{C f/E (opra la materia delle T mprefc^molti huomìm famoft per homo, e per
dottrina hanno dligentemente fcriito,majìimamente un moderno Francefe infua
lingua^^ in tofcanafaueUaytlSimeotìeyil Giouioyil 'Domenichi, il I{ufcelli, i^iA'
mirato J^ zyi cademia di Cafale Sanuafio,i'iy^rnioiopcr l^c^cademia degli occul-
ti in 'Brefciajl Farra academico diffidato, finalmente ilgentiltjsimo Taeggio Itt
reconfulto, Terò io per commejsione dell'accademia degli o^j fidati in 'l'auia ;
iifolutomi (come fi fuol dire per n^rouerbio) di aggiognere alcun mtouo riirumametno alle co fé trottate
Mtte yO feriti e ^mi fono a coji gran carico piuperoledienz^ cheperprefmticr.e fottopoHo . conciofia che
henfifappia come direte fcriuere d'un fugge ttOyianto ncnfipcjja^ji che cjual f. fa giudniofo intelletto hO
habbia luogo di pcnfare e di trouare altri concetti,^ alle cofe dette^Oyfcriiie cotìformcmente applicarli,
■l^enncmi adunchi in animose piuper graiia diurna-, difpargere^cotre khouo [erre, gli Hcfi miei concetti
tiel fertile e ben coltiuato capo de fdettifamofi fcrittorii onde fecondo me-, è fiata predotta lauerapro-
jprieta. delle Imprefe con ejjerft ritrcuato chiju di (fé fra gli hhcmiui primo I r.uemore^e quale fta jiatA
la origine di cefi antico e celebre fimulacro, altra di ciò fi raccoglie la cagioi:eperchepa (latopofìo in ufan
za cojt grato e dileiteuole T)etQro,di cui ogni per fonaggio di coto ha uo'uto e uuole a fuo ccpiacimètopre-
ualcrfi. per la (jualcofa mi fono compiaciuto diproponere il Titolo r.el principio di ouefìo libro a li bel
Jugg^tto conferente e necefario.JMi è ancora fouenuio un modo d'imitare c^rifìoiile e T'iatone , con
do fiA che i'uno,e l'altro in dfefa de pareri c'haucuanoj'altrui openioni confutaffero , <y* i •volumi loro
d infinite e beliifime digref ioni riempiJfero.'\y^riliorele pero molto più in oanifuo libro riprefe l'openioni
degli antichi Filofofi. 'ì-latone fimilmète beft uede come Egli 7 ogni fuo 'IDialoco introduca tati e tati
dkterfi cooccttiyO/ideper una ccfa.fe n'imparano infinite co più chiarezza del princtpd fuggetto. Ter ciò
io hauendo tra me (ìejjo conftderato e difcorfo intorno alla natura delie I mprefe , ho concfciuto ejjermi
di mefìieri d'inne [lare, benché di diuerfa fpetie,un buon frutto in uri buono ''erboro e di aggiognere ilpA
rer mio allaprudentia e dottrina di coloro c'hann j, prima che iofopra la qualità delle I mrjreje trattato,
€ parimente fé io aggiognerò alcune mie inuentioni alle pegole che certi in fitnigliate materia hanopre
pOììe,non mi filmino per uano^opc-r jouercoio fimihmte fé ricufarò parte di quato altri hano detto è rs-
galatOjmi fcuftno per che io intendo di dire d'una folafort^j d'i mprefe ^ forfè non men grata e me degna
deH'aitreytatopiti che di quella fdafpeiieft uolferogli antichi preualere . come fano, cofi, dato de Lati
ttiye ^oe dagli Hebrei,mofiro nelle fue medaglie i*edute in ^oma, i cui riuerfi erano neramente 1 wj-
■prefe.l^ero e ch'auati cofiuifu E>io glorio fo primo [mentore, del che nel trattato della proprietà ap-^ie--
no fi ragionaceli/ ncor a mi è uenuto comodo di aggiognere digrefioni a digref ioni per urrichire qnefiafec
ca epouera materia delle medeftme Imprefe^copropofito è cdformita del tutto, ^efìa adunqi ciJÌchif
fimi egenerofa confuetudine diftfattifimulacrifi dee con ogui uertuofo rifpcttofeguirne i pnciì:: e la .
^^oUyper onde fi tolga ogni equiuocatione e confufitone di tate diuer fé forti di quefto ufitato Spettacolo.
Ho poi uifio (e ciò più ch'altro mi commuoue) come alcuni pero fi fono Ufciatì traf portare di eleggere
per f mprefe certe inuctionipropriamente applicate ad un fenfo et impropriametefiiracchiate in un'al-
tro Senfio, e di molte di quelle inuentioni mafcarate,ne hofolamente fcritto 'viiij. e quefie io ricufo ^
efcludo dalla proprietà delle I mprefe .pero [opra ciafcuna di efje noue inuentioni no appieno trattado ,
fcuopro la diuerfita che hano co l'i mprefe^e chiarifico e fior fé congiouamento e dilettoM proprietà di ef-
fe, il qual trattalo accerti fce chifii diletta di quefio beW'vfofa no eleggerfi una cofaper un'altra , e quiui
uedrafii la certez^ delle uere imprefe.Truouo medefiimamente altre perfione le quali hano uclutopubli-
care le chimere i Adofiri et altre di fcoueneuoli Figure perfiimulacri di uirtù^efiendo nero che fiwigliati .
moflruofiita e fpauemeuoii e noceuolifiimi animali fono abborriti e fchifati dalla Terra e dal Cielo per-
.chenonpojfono ne deono rapprefeniare uertuoft ^ heroici dfegni. come 7*orcOyLupOyl"^olpe, Vipera^
Tal^a 'Bafalifcho o Dragone e ^efio quando fia con le parti ous afcode dfuo 'veleno e co le quali U"
' ic ì ^
U st annoda co ogni Fìere7S3>nofi dee prendere neper arme neper twprefa.è leu uero che di ftejìi am
mali fé ne ueggono co le partì anteriori folame te e fono apropofito inprederkper imprefe e per armerei
(ìofia cofa che per effe fi dinoti fola mirabile 'vigilatia.'^e dubbio puh ejfere a heìiipmi ingegni come le
fgure delle I mprefe^o^rapprefentin naturaiO^arte^deono moflrarfi 'vagheygrate,giotieuoli, leggiadre f^
^ difegni delle -virtù conformi. Ejfendo cofa certifìma che ifignijicati delle Imprefe deono guardare 4
fi
mi Lettori) effer più forti d'I mprefe^e folamente lauirtuofa (fr heroica è uera e propria, per la qml co-
fa fi è fatta una B^egola.et è che niuna Figura ft elegga je no adimitatìone delia ^atura,o, ded'zAr''
fe,o del Cafo,o,dell f/if}orìa,o,uer della fauolap la quale sadmette la figura humana,l^n altra I^ega
lafemita,cio è quante figure concorrino a una Imprefa,per regola no ft deuepaffare una figura, e fé due,
Oiire,o.piUiO che fieno necejfarie a [coprire un concetto folo deli'animo,Ojcheferuinoper luoco d'una figu-
ra principakiO^uero per ornamento,altriméti fono fuor di 2{egola e no hano l' Imprefe la loro affegnatck
proprietà Jn quella Tegola ancora fi tratta copropofito delle figure naturali, et artifitiofe, animate e ««
animate, p le quali fi prede la notitia delle qualità naturali ^ artificiali, onde fi traggono lefomighazSa
bell'altrui honorati e uertuofi pèfieri. J^e uoglio ioperò con quefìe mie pegole derogare all'ordinario </i
auefìi fpett acoli, ne biafmo,nefcacello ogni altra forte di effe Imprefe, a beneplacito ufate e da, u far fi. ^
auatofi è uifìo/olamete ho io trattato della proprietà, fecodo l'i ntèto e laprofefione c'ha fatta e far ua-
plionogli cyécademici c^4ffidati,efjendofi efi il modo di uirtuofamete e chrifìianamete Muereprepojh,
' ojferuado le leggi eparticolarmete quelle alle quali,come (iy4 cademici,ft fono obligati. Tarmi ancora di
fcufare(come è lecito)quefìo libro per i difetti prima degli intagliatori co ciofia chahbiano intagliato il
Tèpio di I ano no quadro come anticamete é flato in ufatiza,! mprefa del S.T>uca di Tarma e diTia
€enza. Similmente quella del S. "Duca di Sejfa la quale douendo ejfere di tre 'Bandiere, è l'arme proprid.
della famiglia di effo Sig.'Vuca. parimenti il Triangolo c'ha dentro una Talma, Imprefa del S. TDu-
^a d'c-^lburquerque,nohalafua Interpretationeper effer p affata per altra mano che per la mia , oyin-
fia 2{egina di Spagna e no Ifabdla . il che tuttofare nella Jeccnda editione racconciato . ci fono ancorai
alcuni motti intagliati e nella frittura rimutati, per copìacìmeto de padroni delle Imprefe fi leggono me
defimamente alcuni nomi o^cademìci rimt*tatipcrpìu conformità con i Adotti, e con le figure . il nome
poi di Cruna per auertimento non fi dee dire altrimenti,come ft legge ne i Fafii d'ouidio che la dice Car^
tia,contra l'c^'utoriià di 'Berofo,di Fabio Tittore,e di S.i^dufiino nella Città di Dio .ft legge ancora
a car.y. della corona rofirata, alla quale manca quejìofenfo , ciò è . La corona roflratafi concedeva a
cucili ch'erano i primi a falirfopra le naui de nimici . "Voglio dire ancora non douerfi 'veruno maraui-
gliare fé delle interpretationì e delle Croniche, fi uede la diuerfità delle più bre-AÌ e manco breui , tutto di'
"f co ejfere acaduto fecondo lapoca,o, molta materia che hano data iftgnificati delle! mprefe , e fecondo la
relatione datami delle famiglie , de fiderò ftmilmente mi ftafattagratia di non biafmare lo hauere io in
auefla opera poHa la traduzione di 'verftejfametri e pentametri in quefta nofira materna faueUa,per-
che fé non fono di confonanza alle orecchie, non ui ejfendo fatto l'habito ,fono almeno ad imitatione del
huon numero e della regola delle breui e longefiìlabe . l{eflami di dire come per difetti della Stampa ft
trouaranno molti Errori , e di punti , e di come , e di ortografia , e di parole e di trajpor(amenfi di ejfe ,
de quali Je ne fatta la Tauola,con quelle ancora cheferuonoper repertorio di tutte le Materie e d'altre
coj'e. 'De nomi finalmente z^cademici , altri ft leggono con gli articoli,altri fenz^iC ciò fi è fatto con ra-
gionc,impercioche i nomi aggiorni è lecito che fieno cogli articoli, ipropnj non mai . quefia cofi lunga let-
tera(gratioftf>mi Lettori) non èfattaperfaftidirui, ma per auertire a guifa d'cy4rgomento. degnadoji
efi per cortefia di gradir la mia buona uolontà,rimettendomi fempre : e uolontieri in tutti coloro che di
me piu fanno . Dio ui conceda quanto deft derate .
TAVOLA DELLE COSE PIV
NOTABILI CHE SI CONTENGONO NEL
ragionamento fòpra le viiij. Inuentioni e la vera
proprietà dell'Impreic ,
tiatura .
TTO prcrogatiue à l'huomo attribui-
te, a car. i ,pag. i
L'huomo difua natura è Jempre delle
cofe occulte marauigliofo I{itroua-
tore. acar.i.pag.i.
Lunatura imita Dio con ajfai minor
perfcttione che non fa l'huomo ejfa
acar.i.pag.z.
l'Imprefe nonftpoffono chiamare arti ne Injlrumenti d'ar-
ti^coft ancor le viitj .inuentioni, a car.i.pag.z,
'Hoe ojano primo Inuetore del Sacerdotio delle ceremonie
chefifano nelli facrifitij a Dio e delle Infcgne e dell' lm~
frefe^o^uero 'Medaglie. a car.3 .4.
Le Infcgne V fate dalli Imperadori in tejlimonio della loro
temporale Maejlà. car.ó.pag.z.
Del Diadema vfato dalli Imperadori antichi e moderni e la
differentia dello anticho el moderno. a car.j.p. i .
Che Dio ha conjìituiti duifupremi principi cioè il Vicar.fuo
e l Imperatore ^ugufto . a car. 7 .pag z .
Che fette fono l'infcgne che conucngono a ì I{e Car.j.pag. i
Delle Infegne e dignità de Tontcfici d' Imperadori dil{e&
altri fignorifupremi . a car.^.pag. i ,
Che l'^iquilafu infegna principale fra le altre nella militia
Romana. a car, i. pag. z.
i^Infegne cheportauanogli ^mbafctadori antichi Bimani,
acar.p.pag.i.
Lodi della noflra materna Lingua. ac.io.p.i.
Quali fono le infegne che s'ufino nel dottorato legale,filofi-
fco e Theologale e le ragio7it del uerfo ejfamctro e pert-
trametro in, lingua Italiana . car.g.pag. i.etz.
Quando e come & perche hebhero. principio l'armi delle
famìglie & perche f pongono inpublico & quello fi ufa-
ua innanzi a tale inuentione . ac.iz .pag. i.ez.
Che diferentia fa dell! .Armile dell' Infegne , e di quan-
ta nobilita ftano l'armi ^&à chi deuono fuccedere per
her edita . acar.i$. pag. i .
Quante ^Armi fieno le quali hanno vn viedefimo fegno , e
raprefentano diuerfi cognomi , e quante ne fono delle
improprie . a car. i j . pag. i .
Come Immani in luogo d.Armi vfauano le Imagmi , e
quanto tempo fta che è principiato trfo dell' .Armi .
a e. i^.pag.i,
t,Armi chefìpoffono chiamare Ghibelline, e Guelfe , & in
che pregio fi debbano tenere , & onde ftano. deriuati li
cognomideUe cafate . a car. i^.pag. 2.
t Imperadori, il{e,& altriTriucipi per merito di Militia.
hmo trouato quejhfegnale d'arme. * e . 1 5 .pag. i.e 2,
Quali fono l'armi puhlichc difuprema aHttorità,Oydignità
e l'armi che fono concejfc fen^i gradi di Militia, e
quante fono le medcfime che per la diuerfità de paefì,fi
fanno differenti li cognomi . a car. 1 6 .pag. i.ez»
2^n effcr lecito il mutare ^rmi ancorché alle volte fucce-
da di mutare ti cognomi , (jr che dinota il cimiero fopra
i.Arvii , e di che dignità fia , e quale arguifca più nobi-
lita, 0, quelle che nort hanno l' .Arme conferente al co-'
gnome, 0 quelle che l'hanno conferente, ac.ij.p.i.e z»
SeliTrencipi portano l'armi delle proprie Trouincie^Oy
delle cafate particolari^ e quale d'effe argo ui fia mag"
gior nobiltà,o^quellc col titolo delle Trouincie,o,qu ile
delle famiglie , acar.iS .pag. i .
Che molti amichile moderni pojfono haucr prefifegrii di no~
biltà à cafo^altri apojìa^^altrip còcejfione.a c.iS .pag.z.
Onde fia deriuato il nome di Diuifa^e che cofifia Diuifa,et t
che modo fian venuti in vfo li colori, a ci p.pag. i .e 2 .
Quanto fia il bianco colore più felice de gli altri colori , e
le lodi che fi pojfano dare al colore nero, e la differenti^
fraefii. acar.zo.pag.i.ez.
In che fignificato fi dee pigliare il color roffo ., e di quante
fpecicfiano et il fignificato di molti colori in quefio libro
trattato . a carpii .pag. \.& 2,
De corpi trafparenti e delle Gemmerò Gioie chi rapìxfcn-
tano varietà de colori e la loro virtu.car.z 2. pag.i.ez.
Della Terla et del .Acate e del Saffiro e la origine dcffi et
il fignificato dell'oro e dell'argento. car. z j .pag. i ,
Che cofa fia Liurca & onde fia deriuato quefto
nome. car.zj.pag.z.
Che cofa fia foggia & onde deriua . cay.Zi^.pag.i,
che cofa fia Emblema , e a quante cofe fi poffa
attribuire . car.z^ .pag. 2 ,
Il ritrouamento delle Medaglie delle fatue e di riuerfi e /'-
antichità loro . car. 2 ; .pag.z»
L'vfo della Cifra ó" onde deriua & in che ferue.ca. i6.p.%
De Hieroglifi e loro fignificato e la interpretatione de tutte
le viiij.Inuentioni narrate con le dcfinitioni^o^vero de~
fcrittioni . car.z-j.pag. i.&z,
le XV. membra che al corpo & alla vera proprietà dell' im-
prej'a conuengono . car. z 8 ,pag, r •
Se la voce Imprefa deriua e che cofa è voce , e fé Impreft
è voce equiuoca . car.z%.pag.z.
Se la Impreft è vn parlar con cenni . car.z2. .^ag. 2 .
Che cojdfia il Fifchio^o,fuono,o,ftrepito e fé fi può leuare
queflo abufo di male vfare qfla voce Imprefa. e. 2 9p. I
Che cofafiano cenni e che cofa fia lingua . car. 2 ^'pag. I
Se è licito d'vfar diuerfe figure per Iwprefa.car.j o .pa^. l
Come f: debbono piòlicitre tlmprejèetfe le figure debbono
congion^erft col motto &J'el inatto dee chiamarfì fen-
tentia.
car.^o.pag.i.
Chi ejìato il primo inucntore dufire le Imprcfe e la Bagola
che colimene ad eleggerft l'Imprefe . car.^ i -pag.z .
Dljiintione delle Imprcfe e loro diffinitioni , car.^ z .pa. i
Se l'incifo può cjfcr motto e fé il p cr lodo, o, clan fa può cljia-
viarft motto e fé lo Entimema può ejfer motto^et in qnal
lingua i motti funo meglio efpreift . car. 5 j .pag. i.&z.
Che i motti non debbano effere fententie ne morali ne legali
non pronerbii non interrogazioni non precetti e non e-
nigmi . car.^^.pag. i.&i.
Gli ejjcmpi de ipronerbii metaforici iflorici morali epoeti-
eì e moki ejfcmpi citati intorno aUeJhitcntie.e.^^.p. t
Che differentia hanno i prouerbij e i precetti
col Viotto. car.^^.pag.z.
che differentia habbiano le interrogationi ciò enigma col
col motto, df che i precepti non debbano ejfere accetta-
ti per motti. car.^6,pag.i.<&z.
eli effempi deli Imprefc improprie e fenfua'i egli Cjfempì,
dell' Imprcfe di per f maggi antichi . car.^j .pag, i.e 2,
eli ejfcmpi deU'lmprefe de iperfonaggi
moderni. cjr.j 8.59,40.^41,
Le Citta d'Italia ch'hanno nodrito e nodrifcono Icfplendo-
re delle ^cadcmie , car.^z .e 45 .
IL FINE
TAVOLA BE GLI AVTORI CITATI
I 'N ^r EST 0 L I 'B 2{0.
\Arijiotile .
^uerroe .
^Ibenomagno .
^ulogellio . Archimede,
appiano .
^uflino il diuo .
^Icjfandro Farra.
Arnoldo [opra le gemme.
Andronico hijìorico.
^^ntoninopio .
^fronioToeta. ^Archiloco.
tdteneo. Ummiano,
B
Bartolomeo anglico ,
Berofo caldeo .
Bartolo .
Bartolomeo caffaneo.
Budeo . Baldo .
Bernardo Sacco .
C
Catullo. Cornelio Tacito .
Cipriano il diuo . Curtio .
Celio Calcagnino .
Columella . Cameade .
Catone . Cajfiodoro ,
D
Pionifio y4reopagita .
t>auid "Profeta. Diofcorìde.
Diade . Diodoro Siciliano.
Dionifto .Alcarnafeo ,
Dante .
E
Efaia profeta . Euflachio .
Ennio. Etifebio.
Enea Tlatonico .
F
FiloHrato . Fabio pittore .
Fefto. Filone.
G
Guglielmo di Benedetto .
Girolamo il diuo .
Galeno .
GliEuangelifli.
Giulio poUut e.
Ciauanniapofìolo,
Giulio Capitolino .
Giouanni ^nnio .
H
Homero . Hefiodo .
Heliodoro . HerodotO ,
Horatio .
I
Il Biondo ,
Iginio . lafon Ttlaino ,
Ip.doro. llSabcUico.
Il Volterrano . il Vico .
Il Filelfa . il Ficino .
Il E^icllio . lamblico ,
Il Cardano .
L
Liuto .
Luca di penna.
L'ahiato il vecchio.
Lucano. Lampridio .
Lattantiofrimano.
Lucretio .
id
TiUcrobio .
Tilarco Garrone.
Trlarco Tullio .
THercurio Tnfmegillo .
THanetone faccrdote d'Egitto.
Tiletenaft e peritano .
21arceUino .
THirfìlo de tempi .
Ttlofe . Itlathiolo .
0
Ouìdio. Oro apolline»
Oppiano. Orfeo.
T
Tlinio . Tropertio .
Tlatone.c.2.^. Tetrarca,
Titagora . Tlutarco .
Tindaro . TÌotino,
Vaulo tlfanto
Tietro nella fuapiflola, :
"Paris del To'^ ,
Tolibio .
Taulo diacono ,
Tietro Valeriano,
Tietro Crinito .
Tamponio Mela ,
Taufania. Tlatina» -
Tietro ancarana ,
Quintiliano .
S
Suetonio . Seneca .
Sempronio . Strabone»
Salujìio . Salomone .
Sabellico. SimonTortitt
T
Teofrafio .
Tomafa l'angelico .
Tortelio. Tucidide,
V
Virgilio marone ,
yitruuio .
X
Xenofonte,
liti Ti^E,
TAVOLA BELLI NOMI PROF RI I E COGNOMI
delle e afate e degnità diciafuno Acade mie o , con t/mprefe e motti e
nomi Academici , dt quei che hanno piélicato tlmprejè m
quejlo libro pofii per Alfabeto,
ALfonfo Beccaria Iure Confulto conte e feudata-
rio ha per Imprefa il quadrante poflo dirim-
petto al Sole . Il Motto Lumitia mens illinc, il
nome ^cademico, il Tenfofo. a car. 64.
,/ileJJandro Foccari ha per Imprefavn Mercurio che con
vn va/ò di acqua bagna vn Lauro . il motto yndc pluat ,
il nome L^uido . a car. 7 o .
^lejjandro ifimbardo Capitano di Mlitia ha per Imprefa
vno feudo col campo tutto bianconi Motto l>{on cfl mor
tale,il nome il Maturo . a car. 6 1 .
^lejfandro farra lu.Confultoha per Iviprcfavno augello
cheviuefcmprein alto detto Manucodiata col Motto
MiJiùfoT -^.vxu il nome il'Defiofo . a car. 78.
Antonio Londognio lur, conful. I\cg. Sen. Trefidente del-
tlntrate ordinarie in Milano per S.Cath. Maclhi haper
imprefa vnafpada nuda cinta dvn ramo d'Oliua il Mot-
to Cuflodix chJìos,ìI nome il Sicuro . a car.So.
%4lfonfo del carretto Marchcfc del Finale , e feudatario
dell bnperatore e del l\èCath. haper Imprefa vno fio -
glio in mare da impetuoft venti peri ojfo , il Motto Qjto
tìiagis eo minus^il nome II Fermo , car. 96.
^Idigiero Cornaì{ano lu. Conf. ìu per Imprefa la pian-
ta delia Melcga il Motto, Fle£lorfed nonfrangor\ il no-
me ilpiegheuole . car .109.
t/igoflino Scarampo Feudatario , ha la tefludine la qua-
le moflra difalirc vn Monte nella cui cima e il fon-
te delle Mufe il Motto ^ ^Eque tandem, il nomcL^g-
grauato . car. 115.
^Antonio Maria Maruffo Iure Confulto ha per Imprefa lo
fpecchio il Motto , CunUis xquefidum , il nome il Giu-
dice . car. 117.
tAndrea Camutio filofofo et Medico dell'imperatore ha
per Impreja tequila colferpe in bocca fopra yua mon-
tagna.il motto DU Detonetyil nome il Cauto , car. i 2 4
^Antonello ^rcimholdo Iure Confulto protonotario .Apo-
fiolico B^eg. Sen. in Milano haper Imprefa treflrade,il
Motto Medio Tutiffimus,ilnome t ^uertito. car. i 29.
.Anibale di Capua Iure Confulto efeudetariohaper impre-
fa ti tempio delle tre gratie,il Motto Manet altamente ,
repoflum,il nome Taftteo . car. i ^ 7.
^leffandro Centurione haper Imprefa t arbore nouello
MorOyil motto Tepore fuo,il nome L'^fpettato. i j p
tAgoflo Bottigella I{eferendario di Tania haper Imprefa
ma pianta di Cedri fiorita à il Motto Solum à Sole^ il no-
me (.Aprico . car. 1 5 2 .
*4ndrea Spinola chierico di camera^ ha per Imprefa el
Tempio della Dea vcfle il Motto Sine Labe , ilnome
L\^ccefo . car.
B
BrandaVorro filofufo & lettore pnblico in Vania ha per
Imprcfirn fanciullo Ignudo che fede fopra il Mondo
con vniihro e cornucopia e fopra la fiamma di fuoco il
Motto,i{eltquorutn victffitHdo ,ilTS{ome Irocodro.c.n^.
Bartholomeo Caccia Iure Confiti, haper Imprefa la circvn-
ferentia con le linee tratte dal centro a efia circonfercn-
tia^e^ttitte cquali , // Motto E^e6ìis idem^ìl T^me L'.A-
cineto, car.iy^,
C
Criflofano Magno Iure Confiti. e fifcal B^g.ha per Imprefa
vna pianta di P^o fi, il Motto TS{onSic CiUeJìia^il nome ,
Il Confermato . car. 5 j .
Carlo angelo Cheringhclli Iure confulto ha per Imprefa
vn Liocorno in grembo a ma fatici uUa vergine, il Motto
Sic virtutis amor, il nome tlnnaghito . car. 6 J .
Camillo Gallina Iure confulto e lettore publico in Tania ha
ynapicciola pietra di Criflallo preffo vno foglio conca-
W) nel marl\ojfo ,il Motto pcrcitavis animi yilT>{ome
L! Incitato . a car. 5 6.
Criflierno ViUelume Barone di Monbardon ha per imprefa
la Dea Tetidc che tiene .Acìnllc fito figliuolo per i
piedi ignudo,il Motto Is^ec hitmana prudentia^ il nome
L'^uediito . car.óz,
Ccftre Maio Conte e Maejìro di campo ha per Imprefa
vna Talma nata frafatfiyil Motto l^c aruit,il ls{ome
L'^rrefìcato . wr.84.
Carlo Borromeo Iure Conful. e Cardinale & .Arciuefiouo
di Milano ha per Imprefa la figura Callaxia ti Motto,
Monflrat^iter il nome rinfiammato . car. 8 6,
Confaluo Ferdinando Duca di Sejfaha per Imprefa tre Ban-
dierolc, il Motto ^utmorsaut viatoria Ixta^il nome il
Magnanimo . car. 9 j .
C efare Gambara ha p Imprefa tre Gruiil Motto Iter Tutif-
fimum^ il nome il Fiandante . car. i > 4*
D '
Daniello Fiuflinihaper Imprefa vna figura humana fabo-
lofa con i Gigli nella finiflra mano il Motto Ftnquc . il
nome il Leale . car. 1^0,
E
Emanuel Filiberto Duca di Saitoia vn Trofeo di diuerfe at'
vii legate^ il Motto Conduntur non contuduntur il nome
loSuegliato. car.91,
P
Filippo d.Aufiria B^e di Spagna il Globo della Terrapcr
Imprefa , il 74otto Cum loue , ear.^^,
rilippo Bimjchihaper Imprefavnanotte conia Luna, il
Tilotto^Iliuminatio viea.ilnome Endimione. car. 5 r
trance fio Cattinara abbate ha per Imprefa il Zodia-
co il Motto, Scviper idem fub cadevi , il 'ì^me Vrba-
' tuo . car. 5 2 .
Filippo Zaffiri filofofo medico e lettot piiblico in Tatua ha
per Imprefa rn arbore de Tomi d'oro il Motto Tslonfat
volutffe,il nome l' Immutabile , car. 5 8 .
fiorauantc gabbia filofofo Medico e lettore ha per Imprefa
ti Caduceo di Mercurio, il Motto Cupidicatmn Quies, il
novie il Tranquillo , car. 59.
francefco Ferdinando d^uolo marchefe'di Tefcara &■ Vi-
ce 1\è di Sicdiahaper ImprefavnaTallade , 0 Minerua
Dea della fapientia il motto Haud ftmplex virttttis opus
il nome .Atheneo , car. 60.
tranccfco fidato I.C.e Card, haper Imprefa vn Triangolo
con la lettera T{.è la figura di Mercurio jil Motto Gratum
Fati Donumjl nome il Medefimo, car.ój,
Filippo Beccaria Iure confulto e protonotario ^poflolico
ha per Imprefa vnaTalmaappreffo ynT\iuo pcoffadal
Sole,il motto Etfolium eius non defluet il novie II Ter-
tinace. car.óp.
Francefco Oltrana maggiorduomo della Serenijfma Dti-
chejfa Criflierna haper Imprefa vn tronco di quercia
foflenuto^il Viotto Oue alr^to per fi non Fora viai, il no-
me il Fedele . car. 8 1 .
Francefco Collonna Marchefe di Mortaraha per Imprefa
tre corone vna di quercia vna di Talma & l'altra
di Oliua^il motto Hìsornariaut mori jil nome ill^efolu-
to, car. IO 1.
Francefco Giorgi ha per Imprefa vna 'ì^ue con molti
occhi il Motto .Aut ingrcdi aut perire, il nome il Deli-
berato . car. III.
Francefco Cafliglioni Cardinale ha per Imprefa vna Co-
rona compofla di Lauro di quercia e d'Oliuapoftafo-
f rav)t' altare, il Motto Si ^ reUe facies, il nome Filare-
te . car.i 14.
Francefco della Torre feudatario e configliero dell'Impera-
tore ha per Imprefa vna Grue fopra vna Torre ^ il mot-
to ?>(e Improuifo il nome il Vigilante . car. 1 1 8 .
Francefco Fontanapredicatore dell'ordine diS. Domenico
ha per Imprefa vna Tromba et la Lagena^il Viotto K(on
fine his^ il nome Tarolimpo . car. i j 2 .
Francefio Bo'^^olo Iure confulto e lettor publico inTauia
haper Imprefa la pianta del' Oliua con C accetta., e 7,a-
fa al piede deÌOliua,il Motto "^ec incidi nec cucili, il no
vie Lo Inuiolabile , car. 152.
Fabritio Spinola ha per Iviprefa vn .Arbore di Mirra
pcrcojfo da più venti^il Viotto Concujfa Vberior,il novie
l'agitato , e,
C
Ciò. Battifla Bott'.gella feudetario ha per Imprefa vn
.^ipe fopra il Timo Ixrbu , il motto Vtprofit , il nome il
Sollecito. wr.-fS.
C'to. 'Cefalo lu. con. e puhlico lettore in Taioua ha per
imprefa li .Augelli detti Seleucidi,il motto .Aliis^il no-
me il Gioueuolc . car. 5 4.
Gabriel frafcati filofofo e Medico \ha per Imprefa vna
nuuoletta che vianda vna leggiera pioggia fopra vii
verde e fiorito praticello^U motto Hinc rapta liiuant^il
nome il Rapito . car. 6^.
Gio. Henricofornaroha per Imprefa vna Vite con l'vua
matura congiontacol Lauro,il Motto Sic vosnonvobis
il nome l'offitiofo . car.66 .
Cio.Battifla Viotto Iure Confulto ha per Imprefa vn afpido
fardo il Motto ^lentem ne Udcret aurts,il nomeTh-
tino . car. 68.
Giorgio Bjna Iure Confiti, e lettor publico inTauia haper
Imprcfi vn quadrato di 7,larmo^il Motto Quo quo ver-
tas,il nome il Verace . car.yz,
Giulio Delfino filofofo e protofifìco del fiato di Milano ha
per Imprefa vn Cane con vn Oca il motto . T^uterJ'o-
lus il nome il Faticofo . car."]}.
Gio. Stefano de Fcdrici feudatario ha per Imprefa vn
Sciame i Api fopra vn ramo di quercia e l'Orfo apprejfo
conia Zampa fra dui rami ,il motto Sic violenta , il
nome L'.Afsicurato . ear. 75.
Gio. Antonio Canauefe lu. con. haper Imprefa vn fuo-
co in Mare doue non fi vede onde fi nodrifia,il motto Vi
nunquavi vbruar il nome l'Ardente. car.yj.
Gio. Filippo Cherardini haper Imprefa vna Vite che vafer-
pendo per terra,il motto Adhuc delapfa virefco,il nome
iAjfetuofo. fJJ-.Sy.
Ciò. Andrea Zerbo Iure Consulto ha per Imprefa vnAr-
boro dAbeto con l'augello chiamato Tico,il motto Mer
ces hxc certa laborum,il nome il Quieto . car.c)o.
GaleaT^o Beccaria Feudatario e conte haper Imprefa vn La
berinto con vnaflelIafopra,il Motto Hac Duce egrediar
il nome il TrauaiUato .
car. 9 5 .
Girolamo Soffi Filofofo e Medico haper Imprefa vna Spada
nuda,il motto Vix eluUabile Fatum ^ilnome il Tati-
ente . car.pj.
Girolamo Torto Caualiero di San La\aro e Maurilio haper
Imprefa due candide Colombe, il motto Vnde auri per
ratnos, il nome l' Inuiato . car. 99,
Giufippe Salimbene Caualiero di San Labaro e Mauritio ha
per Imp re fa vn Elefante, il motto Sic ardua peta il nome
L'Ardito . car. i o i .
Gio. Battifla Brembato conte Talatino ha per Imprefa vn
Aquila che vola con vnpicciolo augellino fopra,il mot-
to TS(on vfitata nec tenui Ferorjl nome Cerfone. i o j .
Guido Ferrari Cardinale hap Imprefa vn Arboro di Oliua
potato,tl motto Tanto vbet ius,il nome il Ts[ouello. 104.
Cio.Taulo Chiefia I.C.e Card, ha p Imprefa vn Cigno fopra
vn'altarejl motto Dulcius vt cana,ilnome il Ritirato. 1 06
Gio.Agofiino Caccia hap Imprefa vna Effalationc che efie
di terra^caiiata dalla for\a del Sole,il motto Elata nite-
fcit, il nome il Diucrfo . car» i o 7.
Girolamo Tornielli lu.con.e lettore publico in Tauiahaf
Imprefa
ImprefavnaTia^itOHer portico il motto Tatetomni- luca Contile ha per Itnprefadue Colonne t vita colfuoc»
bus pancis licct il nome Ì ^ffatigato . car. i o 8 . taltra col fumarii motto ^Iterutra moujiratur iter, il
€io.Battifla Trincbiero abbate di E^itagnano haflmpre- nome il Guidato . car.Sj .
fa cinque Grui che volano fopra alcune montagne doue Luigi Bardane Teologo e Trepoflo ha per Imprcfavnama'
le aquile fogliano far il nido, il motto Tutaftlcntia^ il no con l'herba Molt.il motto Hac venena Fugantur^il no
novie ti Taciturno . car. no. meilB^muto. car,9j.
Ciò. lacovio Caccia Filofofo e Lettor publico in Tauia ha p Lelio Tictra lu.con.haper Imprefa vna figura che rappre-
Imprefa vn Fuoco acccfo il quale è battuto da venti, il
motto Firn ex vi^il nome t incognito . car.i i6.
Cio.Bcccari lu.con.c Filofofo ha per Imprefa vna Cometa
il motto Flatus Fulgct^H nome l'^fcefo. car. 125.
Cahricllo della Cueua Duca d\Alburquerquc ha per Impre
fa vna Ta'.ma con armi dentro vn triangulo il motto
Quicn no Dudare l'alcanna il nome El Esforfado, 125,
Cio.Battifla Giratdi Filofofo e Voetahaper Imprefavn ar-
bore à riuerfo^il motta llluc inde,il nome Cintio . 1 2 ó»
CiroLvno Montio Iu.con.I{eg.Sen.itt Milano ha per Impre-
favn monte arborato , il motto Siferenus iUuxerit,iL
nome il Montano . car. 128.
Cafpar Fifconte lu. con. e lettore publico in Vauiahaper
Imprcfi vnpoT^ con due fecchic,tl motto ^Itarapropè
il nome l Indcfejfo . car. i j j .
Cirolwìo Garbano Filofofo ha per Imprefa t arco cclcflc^il
motto virtus hic maior . il nome iobligato . car. i j 8.
Girolamo FcggiolaTealogo e pdicatorc del ardine diSerui
ha p Imprefa vna Secure, 0, vero accetta nel fonte d'ac-
qua che fìa annuoto^il motto Sine pendere Tondus^il no-
me lo Sgra nato , car. 1 45 .
Girolamo Catena ha per imprefa vn "Pcfce nominato TS^au-
tilo,il motto Tutus perSumma perimajil nome il Vro-
iteduto . car. 145.
Cafpar Franccfco Tacconihaper Imprefa vna 'h^aue in ma-
re che vn picciol pefce ritarda il corfo, il motto Sic par-
uts magna ceduntM nome l'Occulto . car. i 46.
Cirolamo Lippomani ha per Imprefa vnvafo d'^pi onde
alcune d'effe fori efcanojl motto %Alix aliis cuolant,il no
me ilVelegrino , car.1^1.
H
Hippolito I{pfst conte e Fefcouo di Tauia ha per Imprefa
fentala Ferità, il motto Hac prxuia^ il nome Thilale-
te . car.izz,
Lucilio Filalteo Filofofo e Lettor publico in Turino ha per
Imprefavn Sole con nuiiolealbaffoil motto lS[onco-
gnofcunt tenebra . il nmic lo Stilbeo . car. i 2 7.
■ 7il
Marco Correggario canonico regulare e Teologo ha per Im-
prefavuaSemiuolpe, il motto Cuflodiatuta il nome, il
Bianteo. car.')'].
Marcantonio Cucco lu. con.e Trepoflo ha per Imprefa le
fette jìelle chiamate Tleiade, il motto Dance lucifer exe-
at^il nome l' Intento .■ ear.qó.
Marco Corrado dell'orarne di Santo Dominico e lettore ha
per Imprefa vna figura humana che raprcfhita la Sapi-
entia,il motta Senipermn femperjil nome Vroteo. 1 44.
localo Madruccio Feudatario e Colonello deW Imperatore
e del ì\è CatÌJolico ha per imprefa la Lancia d'achille il
motto Qua vlnusfinitasyil nome il Verfèuerante. 120.
'Ricalo Gratiano lu. con. e lettor publico in Tauia ha per
Imprefa vn Callo fopra vn Laura Jl Matto Fndiqite tu-
tus , // nome il Zelante . car. 154.
0
Ottaniano Langofio feudatario e conte ha per Imprefa vtl
Vafo di vetro ferrato , il matto Maiorafuper funt, il no-
me il Solerte . car.^9.
Otha Trucxes Cardinale d'.Augu(la ha per imprefa le Chia-
ui e l'aquila ci pellicano,il motto Sichis qui diuulgantt
il nume il Difpojio . car.dS.
Ottauio Farnefc Ducadi Tarma e Tiacen-^thaper Imprefa
Il Tempio de lana , il motto Firtutis Mperio , ilnome
L'Efperto . car. 92.
dui libri, il motto B^gimen Hinc animi,il nome l'Orto- Ottauio Bottigella Triare di Santo La'S^aro e Maurilio ha p
filo. car.'óz,
Uefior Fifconte Colonello de Signori Fenetiani ha per Im-
prefa vna Stella offitjcata, il motto Hicfufca nitebit , il
nome Cojfufcato . car. 8 5 ^
I
lacomo Berretta lu. con. è lettor publico in Tania ha per
Imprefa vna colomba col ramo doliua in bocca volan-
do , il motto Intus & extra^^il nome Ireneo . car. 1 48,
T
Tolidamas Maino Iur.con.hapcr Imprefa vna l{ana con vrt
calamo in bocca, il Motto Firtute TS(on viribusy il n-me
ilCircofpetto. car.-ji.
Imprefa vn .Afiore in aere con vna Tcrnicefra li artigli Tietro Francefco Ferrari Cardinale di Ferceìli ha per Un-
ii motto Tarta tenens non parta fequar, il nome lo Spe-
dito . car. 50.
lafon Maino ha per Imprefa dui Tempii tvno della Firtu
l'altro dell' Honor e , il motto Firtute prxuia^ ilnome
Il Bram afa . c^r. 1 4 2 .
I
Lt.Academ'ia degli affidati ha per Imprefavn Stellino il
motto Ftra^ue Felicitas » ear.^6.
prefa vn Tallone in Mare percoffa da quattro venti , il
motta Inanes minali nome Llntrepida . car.^g.
Tolittonio Me\abarba I[eg. Sen. ha per Imprefa Hcrcule
che falifce il Monte, ti motto In labore quies , ilnome
F dopano . car.io')»
Tagana D'Oria Marche fé e CoUoneUo Catholico haperlm^
prefa vn Sole che trapaffa le "hjuwile il motto jl vnque
ospes
, il nome il Sezuro .
car.i 12.
Tictr*
*PietYo fdolo Tilelegarì eonte e lu. con. ha per tmprejh vn
campo di Formeiit» con la falce, il motto SurgetVbe-
rior , il nome il co7tfiderato . car. 121.
'Paolo Viujlini ha per Imprcfa vna quercia fpaccata legata
col'falicc,il rnotto TS^ FleBerer.il nome ^ndropio. 1 5 l
"Pietro Franccfio Bottigclla Capitano di Mlitia ha per Im-
prefa vna gemma detta ^ndrodamante, il Motto simi-
liaftmul , ;/ nome L'vnito . car. 1 40.
Taulo Fiamherto Caualiero di Mtlta & Comendatore di
Tarma ha per Imprefavna Galera prejfoal Torto fra
jcogli.col motto ^rtc & labore, il nome lo Stetato. 155
S
Silueflro Bottigelk Capitano di Militia ha per Imprefa vna
Pianola 0 Tialla, il Motto Tuerto Yderecho il nome
L'rgual. car.^j.
Scipione ^ia\\o Caualiero di Malta eTriore di Capua ha
per Imprejà vna Conca apperta nella quale fono leTer-
le , ouero le Margarite il Motto Clarefcit athere darò,
il nome il Serenato. car. 100.
SigifmondoTicinardolit.con.e\eg, Sen.in Milano haper
ImprefavnPerftco eon vna fola foglia , Umetto idem
ambo , il nome L'Ingenuo. car. 115.
Sigifmondo Sanatare Theologo Tredicatorc e I{eggiente di
Santo ^gojìino ha per Imprefa fette Canne inflrmnent»
muftcale j il motto ^d archetupum il nome L'armo-
nico . car. 1 48»
r
Tulio ^Ibonefì lu.con.hapcr Imprefivna Piramide con
rn Serpe,il Motto iS^o/j aliter, il nome Tolypnyus.Sp.
Teotimo faluaticohaper Imprefa vna Idra ^il motto Spes
agra quietis , il nome l'inquieto , car. 1^6,
V
Vefpeftan Gon\agha Duca di Traetto e Vice ^ di T^uarrs
ha per Imprefa tre Fulgori , // Motto His impia ter'
rent . car. 94,
Vito Dorimbergh feudatario Cefareo (& ^mbafciatore per
S. Cefarea Macflà in Fenetia ha per Imprefa vn Leone
in piedi che fofliene vn giogo con le Zampe dian\i,il mot
to Suaue , il nome il Pronto . ear. i J 5 .
Il FINE.
RAGIONAMENTO DI LVCA
COITILE S0'T:R^^ Villi. l^V E^riOJ^l E
LORO ORIGINE, IMPROPRIAMENTE CHIAMATE
IMVBJ.SE, E SOT\^ LA V E\yl V^O-prjLTA D'ESSE
B LORO INVENTORE DA LVI RECITATO NELLA
Academia. degli Affidati in Tania .
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V T T E le cofc dall'huomo ritrouatc e da lui porte in buona e necelTìiria confuc
tudine rendono chiarifTima teftimoiiianza che egli lìa veramente creatura di-
uina. Perche fi come gli effetti nobili e degni, dalla nobiltà e dignità delle lo-
ro cagioni fcmpre procedono,cofi le ftupende e marauigliofè inuentioni fono
tali per la nobiltà e dignità dcll'humano intelletto. Et aiicnGa che fra tutte le
creature dell'vniuerfo fia deirhuomo la natura angelica , per priorità di crea-
tione più degna,per maggior perfettione di fliftantia, più nobile, e per alfiìle-
re à Dio, più grata, nientedimeno in alcune prerogatiue fi può dire che lo Iteifo huomo polla
ad ogni altra creatura clfer prepofto , le quali prerogatiue otto fono, da làggi e crift iani Icrit-
tori infiemementc raccolte . La prima è che non folo Ibuomo fu fatto à imaf^ine di Dio , ma
lo fteflb Dio,fi fece di natura humana,e però è cofa certiflìma chel ver?, o e fatto car-
N E. La feconda che l'Angiolo attiene a Chrifto come figliuolo col padre nel concorfo di
creare,ma l'huomo di piu,atticne à Chrifto per naturalità della madre. La terza chcl figliuo-
lo dell'altiffimo partecipò con lAngiolo la fua imagine,ma coppulò con l'huomo la fua diui-
na efientia , e s'intrinfocò l'anima della medefima ìpetie . La quarta ch'all'AngioIo folamen-
tc fu conceduto di contemplare l'eterna & infinita luce di DÌO5& all'huomo fu dato che con-
templane Dio in diuinità & in humanità . La quinta che l'humana natura fu deificata e non
1 angelics, confermando ciò Dauide , quando dice , "Voi fete dei e figliuoli dell'eccelfo . La
fefta, che l'humana natura fu eflaltatafopra tutti li cori angehci , come ce ne rendono cer-
tilììmi li corpi di Giesù Chrifto e di Maria . La Icttima che Dio ha conceduto all'huomo po-
<leltà di confecrare il pane , ci vino , e conuertirli in Dio vero «Se in huomo perfetto. Laot-
taua che l'Angiolo è deputato all'humana cuftodia , con quefte otto marauigliofè conditio-
ni ; fecondo alcuni fpiriti di bontà ,• concorre ancora la fentcntia del medefimo Dauide che
al falmo ottano dice . di poco , o , fignore hai fcemato Ihuomo dall'Angiolo , perche lo co-
ronafti di gloria e d'honore e fopra le opere delle tue mani lo collocafti , benché quefto iènlb
primamente a Chrifto s'attribuifca . Perciò ben diciamo eftèrper certo l'huomo creatura
diuina, e poi chi non la come naturalmente è in lui l'anima immortale? & ha per gratia il
corpo incorrottibile ? laqualcola conferma Paulo a Corinti al capoxv. dicendo , il corpo
animale fi fa fpirituale, e quefto mortale fi veftira d'immortalità . Con rutto ciò della hu-
mana perfettione con dui altri gagliardi fondamenti per ordinario della natura ragionar fi
puote,rvno è ch'lhuomo con il lume dell'intelletto e con l'aifiduità degli ftudi , compren-
de i fegreti e le nature della terra e del cielo. L'altro è che Dio nel far di niente qual altra cre-
atura fi fia , non difle faciamolo a noftra fomiglianza , ma nel creare l'huomo folo ( come po-
co auanti fi è accennato ) volle ch'egli a fua imagine fatto fuftc . E perche la natura humana
prima che Chrifto veniftè, non fu a pieno conolciuta , però nella confidcratione di tanti fiioi
marauigliofi ritrouamenti , la ftimaremo per chiaro fpettacolo di fuoi vertuofi efletti, eflère
fiata da Dio di celefti e naturali beneficii arrichita,per la qual ricchezza e naturalmente chia-
mato picciol mondo,in cui tutte le cofe del grande con ftupenda legatura fi contengono , &
egli poi per la fua libertà ò per diuina gratia , può e terrenamente , e celeftemcnte conuertir-
li, E ben di ciò fcriue AUeifandro Farra dottor di legge & accademico affidato nelfuodif-
A
ce
DISCORSO
corfb della dignità dcll'hiiomo ch'cffo non può da ninna altra natura efler corretto , con do
fia che col proprio Tuo voler fi guidi , non eflèndo egli più terreno che celcfte , non pjìi mor-
tale che immortale , per onde vien egli nel mezo del vniuer/b collocato , e per qucflo fi chia-
3, ma vltima e più cara creatura dell'altre , Qi^ale adunq; altra cofa à paragone deU'huomo co-
3, tante marauiglie in fé fteffa contiene ì Aguilino il diuo , dice pure nel x. hbro della Citta di
35 Dio al cap. XII. che d'ogni miracolo fatto l'huomo Iteflò e maggior miracolo , foggiogne
5, ancora il medefimo Autore al x ii. del nominato libro , eilère l'huomo , ( benché mifero , )
55 mighor di tutte le creature. Quinci e fermamente da penfarc come la proprietà di qucflo pic-
ciol mondo per l'inuentioni deli'humano Intelletto , marauigliofe e flupcnde fi palcfmo . E
perche il grande , e'I picciol mondo fono d'vn principio e d'vn fine,haucndo il fuo fine il pic-
ciolo , come giorno per giorno veggiamo ,• hauerallo ancora il grande . Ma perche li filolbfì
peripatetici non habbian luogo di riprendere quello che con opinione non hanno intefo,ne-
gando il principio ci fine dell'vniuerlb & affermando che di niente non Ci fa cofa veruna ,• è
da recitare cÓtra di loro l'opinione de FenicijVeramente diuina, i quali tennero contra li Cal-
dei chcl mondo hebbe principio & ha da finire . Arifiotileche fu molti anni dopo a quei
due popoli , feguitò con la fua fetta i Caldei, imperò di lunga ingannofsi in coli cieco parere,
perche no hebbe egfi gratia di penetrar tanto alto^effendo alla onnipotentia diuina più con-
forme effetto che di nulla habbia fatto ogni cofa , che dire Io flellb mondo effcre cocterno co
Dio. Li Platonici feguirono l'opinione de Fenici,nientcdimeno li Chriftiani più chiaramen-
te e con fcientia per {tdc hanno di tanto foblimc fègreto piena contezza . Con quefli tai Lu-
mi poffiamo ageuolmente noi le cofe che non veggiamo , contemplare , con ciò fia , fecondo
j, Paulo 5 a Conrinti , che quanto non fi vede è perpetuo , e quanto fi vede e temporale, per ciò
55 ben confermaremo che folnmente la chriffiana religione rettamente comprendendo le cofc
celefli ,■ con ragione attribuifce à Dio ciò che fàper non poflbno le genti idolatre .
Ecco finalmente in qual guifà l'huomo di fua natura è fèmpre deUe colè occulte marauigliolb ri-
trouatore , poffiamo di lui ancora due altre rarifsime eccellenze fcoprire , l'vna che egli e fì:i^
mato marauigliolb frutto della natura e di Dio 5 l'altra che nelle fìie attieni può imitare Dio
colTintellctto , e con la ragione la natura , in quello con la gratia , in quella con l'arte , per la
quale la fteflà natura s'abbellifce 5 e di commodità e d'ornamento fi riempie, non già ch'in
quanto à fc efìà natura fia di fòccorfo foriftiero bilògneuole , ma in quanto che l'humana vi-
ta ne riceue più commodo , e fi leua da dolio vna innata e difpiaceuole ruftichezza . La oue
non fi può negare che fc l'huomo a bifògni di fé medefimo col fuo proprio ingegno non fup-
pliife , per certo non farebbe egli anim.alc compiutamente ciuilc , anzi a viua forza fi farebbe
di glande pafciuto , e di radici , e d'herbe nodrito , e d'acque , per la maggior parte immon
cleepantanofe,abbcuerato, e nudo, di fcorze d'arbori, di gionchi, di foglie e d'alga co
perto . Oltra ciò volendo fchiuar le pioggie , le tempefte , i venti , i caldi , i freddi e l'humidi-
tà delle notti, altroue non faria ricorfo , fé non fiotto gli arbori , dentro le fpelonche , le tom-
be le cauerne , le foffe , fra cefpugli e macchie , non punto dalle beffic feluaggie differente ,
doue con quefio fi rozo benefitio di natura mantcnutofi , farebbe flato incommodo e difuti-
le inftrumento alla immortalità dell'anima, per la quale tante cofe vtiliffimee dilctteuoli ad
ornamento di quefto mortale fiato , giornalmente i\ ritruouano , anzi per eflà immortai na
tura , ne i corpi noftri collocata , dire e confermar fi dee ch'ai difetto & alla mifcria lagrime-
noie di quefto nofiro nalcimento , con la millefima parte di {\ mirabili ritrouamenti , Cx può
con ogni contentezza d'animo fodisfare.E fé Plinio & altri fcrittori gentili ne i loro tempi ha
ueffero tenuta l'immortalità dell'anima , non haurebbero chiamato il nofiro nalcimento, in-
felice , infelici loro {\^ e bora in quell'altro mondo fèntono la miferabile & eterna infeficità di
quell'anima che pazzamente fiimarono mortale , Egh è ben vero che l'huomo ne i primi fc-
coli per la purità della natura conteneua in fé difpofìtione d'intelletto , di cruditione è d'imi-
tatione , non per neceffità del corpo , ma per l'imperio dell'anima , tuttauia a poco a poco ef ■
fendo crefciuta la drarania de fenfi e da efsi corrotta la purità di efià natura , fiamo diuenuti
bifognofi quafi d'ogni ammaeftramento , e fé ciò non fuffe flato , più ageuolmente haueref
femo comprefo i fcgreti d'effe cofe,e la ciuilità farebbe fiata più fiigetta a beni dell'anima ch'à
quei del corpo e della fortuna con tutto quefto non ceffa fra noi di tante inuentioni , giorno
per giorno la marauiglia, per ciò, bene fìjelfo manifeftamente fi vede come rhuomo con flu
pendo
DELLEINSEGNE. ' 2
pendo giuditio Se arte , fuperi quafi l'opere di natura nell'imitarla . Vogliono nientedimeno
alcuni che la natura ftelfa imitando Dio , con affai men pcrfettionc Io imiti che non fa l'huo-
mo dXa natura, e quello dicono perche la natura imita Dio non già con conofcimcnto d'in-
telletto , ma con vna neccflaria influentia , imperò l'huomo imita efia con regola di ragione ,
per il che polliamo dire il medefimohuomo hauere imitato Dio nella inuennonc delle Im.-
prefe in quanto al preualerlene per fimilitudine c'hanno tutte le cole con le cofe , & per ciò lì
dee confiderare che l'Imprefe , benché fieno inuentioni, non lì poilono chiamare arti, ne
iftromenti d'arti . Et accioche fi pofTa conoièere come necefTìiriamente à fini delie opere hu
mane le inuentioni , le imitationi e le arti infieme concorrano , perciò confefTarcmo eilère le
inuentioniinmano dell'imitationi , e quelle in mano delle eifecutioni ,0 , vero dell'arti . E
poi ben certo che le inuentioni ben ordinate,s'accettano dal buon gincitio, le imirnticni nel-
la notitia della fperientia fi formano, e le Arti fi terminano nella perfettione dell'cpereja
onde fi vede che l'imitationi fono vn mczo fra le inuentioni dell'animo , e le ellccutioni delle
arti . Della imitatione adunq,- non mi farà ( credo io ) difdiccuole con breuita parlare anco-
ra che di iìmigliante materia io ne habbia al dottifsimo Franccfco Patritii ahondcuolmcnte e
famigliarmente Icritto doue fi pofìano alcuni auertimenri dilcernere iion di poca gioucr.o-
lezza à coloro che di ben parlare e fcriucre e di bene operare manuahiii'nte s'in;;cgnano. Ma
prima che più auante fbpra di quello io pafsi , voglio con vn picciolo difuiamento , m.a con
propofito,far miafculà, ingegnandomi di render quello mio trattato puro e ièmplicccon
parole tofcane& italiane ciuilmente e propriamente pronontiate, non faccndofi mcfcuglio
di vocaboli latini , ne tramezandocifi caratteri foridieri, efcetto nella m.aggior parte de motti
che feruono all'impreie latinamente Icritti , o , vero efprelsi , parendomi fi ùiCcia grande in-
giuria alle lingue, come da fé flefle non fi'ano bafteuoli àriceuere & ad efprimere qualfifia
lentimento di tutte le cofe. E benché Marco Tullio vlaflc quafiinosni fuo libro d'innefiare
parole greche col naturai loro carattere , nientedimeno non fu lui per quefto da gli altri fcrit-
tori de fuoi tempi Icguitato , i quali ne i loro volumi con pura e fch ietta latinità i concetti pie-
namente efpreflero . Leggafi Saluftio , Giulio Cefire, Terentio , Virgilio e tand altri famofì
fcrittori , dopo quelli veggiamo Tito Liuio Suetonio , Cornelio Tacito che beniifimo fàpe-
uano la hngua greca,e pure fu da efsi la fincera latinità mantenuta , Li greci medefimamente
che dalli Egittiani , da Caldei e da Fenici le fcientie impararono ., per quello , alcuna parola,
o , carattere firaniero fra le loro fcritti:re già m.ai non interpofcro , anzi fi fdegnarono di no-
minare pur vna di quelle voci, dalle quali tutte le difciplineccmprcfcro, e per quello die-
dero à fé Se alla patria grandifsimo credito. E ben egli vero c'hoggi di , quefli di cotal mefco-
lanza i\ perfuadono di dare alle facighe loro credenza maggiore , ma io tengo che fia cofr di
foucrchio e di poca riputatione alle lingue del proprio paelc.non doucndo parer poco,quan-
doinvnafchicttahngua ci fi polla ageuolmcnte com.prcndcrcla bciiezza dcllìiggettoela
conferenra c'haucr deue lo llile con lo ftelfo fuggetto , ilile ( dico ) di pr.rolc proprie fònore
& vfitate , induftriofimente teifuto. Per il che ninno per fua cor tefia mi riprendale fono d'a-
nimo di rifiutare in quefia noflra naturai fuiella fi ambitiola e non neccllaria balzana. Ritor-
no al tralafciato viaggio affermando io per bora elfere l'imitatione come illrnmcnto delle in-
uentioni le quali hanno nei penficri la primiera origine , & a quefto prcpofito ben dice Ari-
„ dotile nella fua poetica, ciò è, ritrouarfì il modo d'imitare in ogni attione deirhuomo,e vuo-
„ le ancora che la tragedia fia piantata nella noftra natura , onde ninna altra anima viuente , fé
non l'humana , imita con ragione, &aucnga che l'Angiolo habbia più volte prefo forma
d'huomo , come nelle fàcre icritture fi legge , & habb/a come huomo operato & alcuni ani-
mali bruti ( come veggiamo ipcfib ) imitino l'huomo in vn certo modo, nientedimeno quella
dell'Angiolo è mificriofa e non propria, e quella de gh animali fi fa peri/linto e non per ra
„ gione, la qualcofa ben rifolue Platone nel libro della Republica dicendo. La imitatione ef-
3, ière vna certa pallìone che co'I mezo dell'occhio e dell'orecchio è ordinata fra penficri e di
3, ciò procedendone i fimulacri nella fantafia , dal buon giudido approuati ( per quanto fi è ac-
j, cennato ) alle manuali compofidoni , o vero atdoni s'arriua . E tutto ciò fi vede e fi tocca con
mano per indufiria e perfetdone deirarte,& è ancora fermamente vero che qual fi voglia co-
la imaginata con giuditio , al perfetto fine d'ogni negotio peruiene , Vedefi parimente a tut-
te l'hore come Ihuomo imita Dio e la natura , e le voci degU animali terreftri e volatili fimil*
A a
RAGIONAMENTO
mente l'huomo Imita l'huomo con arte e con natura, con arte, come fanno I Tragici I Comi-
ci , i Buffoni e fimili , con natura come fanno molti figliuoli che caminano , parlano, operano
a guifa de padri e lènza arre e fcnza ragione , e ciò hauiamo ogni giorno à gli occhi auante .
Eperche fi è detto, tutte le inucntioni non cifer arti, ne meno elfcrdicflc; iftromenti , però le
più frequentate e mcife giornalmente in vfo e per ornamento e per commodità e per decoro,
à vna per vna nominarcmo , elfendo la verità che le fteife inuentioni per le più importanti &
vfitate , in numero noue fono, e da alcuni fcrittori in luogo d'imprelè, accettate,le quali mo
ftrarò tutte da fé flelfc differenti , e dalla proprietà delle imprefe granclemente dilfimili , non
negandofi in qual maniera la diuerfità de nomi faccia conofcere fra effi la diucrfità de figni-
ficati, ancora che fi truouino molti nomi diuerfi da glialtri nelle fiUabe e nondimeno il mede-
fimo , o , vero il fimile fignificano • E perche il dir mio camini con ordine , con facilità , e con
ragione , m'ingcgnarò d'imitare Ari/lotile,il quale fé con ogni buon fondamento non haucf-
ic riprefe le opinioni de filofbfi antichi , certamente hauna fatto picciol volume & ancora
haurcbbe lafciata la fua opinione confulà , cofi fempre nelle falfe contradittioni la verità nf-
plende . Platone ancora , come chiaramente fi vede in ciafcun fuo dialogo , preponendo il
fuo concetto . con induttioni , entimemi , & effempi , par ch'efca del dritto lolco , e pur con
giouamento e diletto rilbluee conclude. Io per ciò non dubito d'inciampare, quelli dui
primieri lumi delle fcientie imitando. Per tanto debbo io della proprietà delle imprcfc ragio
nare , le quali folamente furono ritrouatc per vn certo occulto difcoprimento nella fimilitu-
dine c'hanno le cofe con i penfien e con i difegni honorati dell'huomo . Tuttauia haucndo le
none inuentioni con l'Imprele qualche fomiglianza, onde hanno alcuni ( come fi è detto )
vfatele per imprefe,è à propofito,per conto di figure,cofà necelTària trattar di qucfìe noue in
uentioni.per la notitia delle quali lì verrà al perfetto connofcimento della vera proprietà del-
le Impreiè , e benché quafi infinite fieno l'Inuentioni di tutte le cole , nientedimeno , di quc-
fìe noue folamente farafsi parlamento non con poca vtilità e diletto , E di eife le equiuocatic-
ni , per quanto potranno le forze mie,fi palefaranno , Le inuentioni,! on quelie primamente .
1 L'Infegne
2 Le arme delle cafate
3 Lediuile
4 LeLiuree
5 Lefoggie
6 Li Emblemi
7 Li Riuerfi delle medaglie
8 LeCifere
9 Li Hierogliiì .
Le quali nominate Inuentioni , replico veramente non efter arti , ne iriromenti d'arti . concio
fia chel'arti ( per quanto fi è di fopra ricordato ) dalle inuentioni & imitationi deriuino, e con
tal difpofitione, fi che il tutto alla fua rettitudine prudentemente fi conduce, ciò conferma
Platone nel primo Alcibiade, fi milmente A riftotile nel mi. dcllEtica cofi dice, cioèchele
arti fono de precetti induftriola raccolta onde àfini conucneuoli fi riducono l'opere perla
gratia delle quali le humane commodità Ci godono.tuttauia le ben fi guarda,è pur troppo ve-
ro che le arti fono all'huomo Ipcrimentato foccorfo. Laqual colà conferma Ariftotile ncU'ot-
tauo della Politica al capitolo xvn. medefimamente nel un. dell'Etica ; luogo lbpracit?to,di-
ce le arti eflère fra fé diftinte in quanto alla proprietà , e non cITct dillintc, inquanto , che l'v-
na all'altra necelfariamente ferue. E per clfempio veggiamo il Sellaio ftr la ièlla laquale come
iftrumento , ferue all'Elfercitio di caualleria . Cofi l'arte del Morfaio del Marefcalco, e dello
Spadaio lèruono all'arte militare . E di qui : fecondo il parer mio ,• fi può conofcere quell'arte
ellèr dell'altra più nobile , quando più arti à fuoi lèruigi tragge , Per quelle ragioni fi rendon
certe le noue fopranomate inuentioni con quella delle imprefe non eflcre arti , ne dell'arti
inftromenti .
E benché ciafcuna delle noue inuentioni non fia neceffaria alla vita dell'huomo , è nondimeno
agli vfì dì ciuilità, al decoro de gradi, & a mantenimenti degli ordini e della nobiltà biiògnc-
uole . Perla qual colà dcchiarandofi a vna per vna ciò che tutte fono , non firà di poca grati-
tudine à generofi Lettori . Ne più oltra io trattare dell'arti , poi che à lungo ho da fcriuerne
nel
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DELLE INSEGN E.:' j
nel libro ancora da me non fornito , intitolato li tre gradi della vera nobil-
tà dell' Hv OMO. Eperchelofteflbhuomo delle gratie diuineedc hencfìtiidinaturaè-
ben naturalmente ripieno,- però è ftato e farà fin chel mondo dura,ftupendo ritrouatore d'm-
fìnite colè nafcofte . E fé ancora delli ritrouamenti d'infiniti fcgreti, u-ouiamo cilerc data lau
de indegnamente à molti^non fuor di ragione lìirà di rendere honore e gloria à veri llitroua-
tori , e primamente à n o e da Latini chiamato i a n o ,■ quali la vniucrfal laude s'attribuifca.
perche coftui ,- dopo il Diluuio grande ; vfcito dell'Arca con la famiglia e difcorfo dal monte
Gordieo in Armenia lì diftefè perl'horrida elpauentofa pianura detta miriadam , che
fìgnifica huomini morti fuilcerati. Qucflo Tanto \^ecchio , padre di tutti ( come lo chiam.a e b
ROSO caldeo nel Tuo libro dell'antichità) infegnò laTheologia,i buoni colf umi, l'huma-
mana flipientia , fcoperfe i fegrcti delle cofe naturali e celcffi , c'I tutto rclcrbò in ciucila fcrit-
tura la quale Iblamente di leggere era lecito afacerdoti , non cflcndo ad altri conceduto di
guardarla , ò vero d'infegnarla . moftró parimente i corfì delle ftellc , la diucrfità di tutti i
mouimenti , Tanno al corlò del Sole & i dodici mefi al girar della Luna e con quefta fcientia
prediccua a popoli gli effetti dell'anno auenii-e , e però lo chiamauano lì Caldei & gli Egittia-
ni OLIEAMA & arsa cioé Cielo e Sole , il quale dopo di hauer dato ordine e leggi , e'I
inondo hemisferico in tre parti diuifo , prepofè à ciafcuna delle tre parti, dette Europa , Afia
& Africa , il fuo Principe , che per dignità fu chiamato Saturno , o Giouc , o Hercole,o Mer-
curio , e lafciò le leggi iacre & humanc poftc in quei caratteri ch'a quei tempi \'lare fi foleua-
no . Edificò in Armenia vna Città detta saga albina e quefto conferma Diodoro Sici-
liano & altri approuati Icrittori . Qmui hebbe origine la gente fcitica, saga in quella hngua
fìgnifica SANTA, la qual voce Selto autor degno elpone con lignificato di pura e di (aera
dignità . Et il diuo Girolamo nel libro delle interpretationi, intende saga per colui che fa-
cririca e purifica . Mole al nono capitolo dell'antica generatione , afferma Noe , o lano, effere
flato inuentore del Sacerdotio e delle ceremonie che lì fanno ne i facrifitii à Dio . albina
dinota imperialità e da quelli due nomi com.pofìi , fi comprende noe elfcre flato dopo il fu-
detto gran Diluuio , ritrouatore delle dignità lacerdotali & imperiali . meritamente aiicora
fu nomato e a o s, e Icme del mondo , Padre de gh dd maggiori e minori , anima dell'vni-
ucrib che muoue i cieli , Dio della pace , della giulliria e della fmtimonia , flagello delle trilli
tie e cuflode de beni . e chi non crede quello ? poi chel grandiifimo Dio lo elcflc conferuator
della vita mondana? fu ritrouator dello fcetro,ei'infegna del fuo gouerno furono due chiaui,
vna'della religione Taltra dei temporale che le due chiaui del fmto noftro vicario di Dio figu-
rauano. Io conofco douer cffcr di molto diletto a gh animi non imbrattati di malignità.eiien
do quella facra & antica hilloria à propofito nel trattato delle inlcgne, prima inuentione nel-
l'ordine delle none poco adrieto prepofte^ e veggo elfer di molto vtilc per la notitia della an
tichità e grandezza dell'italia, fatale prouincia. Hebbe adunq; il padre Noe la moghe chia-
mata T i T E A. e prima che egli d'Armenia il partillc,inlcgnò l'arte della Agricoltura al Gen.^.
ma più procurò la ofTcruanza de buoni coftumi e della rehgione chele richczzeele fbuer-
chie commodità . primo ancora di tutti dopo il diluuio , propagò la vite , & infegnò a fare il
vino, onde fu detto lano.ordinato finalmente quanto faceua di miftieri in Afia & in Africa ,
mandò Cornerò gallo in Italia, alhora detta K i x i m. ritrouandofi Nimbroto in quei tempi,
e per dignità nomato Saturno, il quale edificò la gran Torre di Babcl per paura de diluuii
credendofi che Dio onnipotente non hauelfe potuto lopra il fuo vano dilegno fare Tacque
faUre . Noe peruenuto in Italia , quiu i impenlàtamente ritrouò Chamo fuo figliuolo daini
maladetto il quale oltra l'ingiuria fatta al padre corrompeua le genti di quello paefe , lauta-
mente da Comero ammaellrate. lòportò lano tre anni Tinlblenza del figliuolo, vltimamente
lo conllrinfe in Africa a far ritorno, el làuto vecchio poi nel colle detto dal fuo nome lanicu
lo che era ancor fiume^rifeder volfe. E fra molti e molti figliuoh e figliuole di diueriè mogli ,
ne hebbe dui virimi nella fua vecchiaia il mafchio detto Crano e lo creò Pontefice, la femi-
na detta Grana e regina temporale creolla . la qual cola conferma Berolb & altri che lo han-
no fcriuendo prudentemente fcguitato. Ne paia ad alcuni ch'io habbia voluto ( come per
prouerbio dicono i Greci ) cominciare dall' vouo . Efsi cofi dilfero , per cominciare ambitio-
famente da le medefimi,e non principiare (per dar credito alle menzogne ) da quei teilimo-
ni e fcrittori che fedelmente lanciarono le memorie della verità . E quei fumo e caldei &: egit-
tiani
RAGION A M E NT O
tiani eFcnin,& ancora hoggi di Se in gran copia fi truouano i Rabinì c'hanno fcritro le hffto-
ric . E fc fuflcro flati in vfò & i Greci e dopo loro i Latini , non haurcbbero riempite di bugie
le orecchie de fccoli . Impero Bcrofo che f li al tempo d'AlcIfandro magno, brcucmcntc icni-
fe,fureguitatodaManctonefàcerdotediEgitto,daMetaftcne pcrfiano, da Mirlìlo, e da
Archiloco , i quali ricufa il Sabcllico , compilatore dcll'iftorie del mondo . Egli doucua aucr-
tire , prima che faceflc cofi gran fafcio difcrittura cheforlenon haurcbbe equiuocato &in
tempi , in pacfi e nei nomi .Parimente & bora che fi fono veduti gli errori Ilioi nella verità dì
Berofò , cerca negarlo. Vuole ancora che Catone non habbiaicrittoi fragmenti,adducen-
do non eficre Tuo ftile , chi non fa che Tempre fono differenti gli flili, quando fono differenti i
fuggctti ? Veggiamo pure come molti degni autori antichi, hanno approuato molte cofe det-
te da Berofo fra quali Diodoro , Macrobio , Dionifio alicarnafco in gran parte Plinio , e lo-
Jèfo che fu al tempo di Vefpefiano in molta fbma . Feflo ancora con molti altri ch'io non no-
mino , per non efìcrmi di mifberi,potrei citare . perche adunq; vogliono alcuni no autori ma
compilatori delle hifforie, chiamare tai libri adulterini ? ben dimolfrano di non haucr poffè-
dute altre lingue che la latina . Legganfi i R abini c'hanno fcritto le hiitorie in lingua Caldea ,
e credail più tofto a Giouanni Annio dell'ordine di Santo Domenico gran Teologo e gran Fi
lofòfo e perfetto pofTcflbre della hebrea , caldea e greca lingua che à vn compilatore d'hiflo-
rie fempliccmente latino . Confermifi adunq,- lano huomo diuino effere flato quel gran Pa-
triarca,ritrouatore e rcflauratore di cofè quafi infinite a benefitio delle creature terrene, gran
de errore hanno perciò fatto li greci fcrittori feguitati da molti latini,in haucre attribuite mol
te inuentioni ad altri, indegni di tanta kuide. Platone fra gli altri nel dialogo del regno fa
Prometeo e Vulcano inuentori dell'arti e del fuoco , e pure arti e fuoco erano al tempo di la-
no molti fecoli prima che Prometeo e Vulcano fuifcro , fé però cotai nomi non fignificafle-
ro lano , il quale fu di diuerfi nomi chiamato , Lo che fi legge in Ouidio & nella vertunniana
elegia di Propertio . fi legge ancora ne i nominaci Autori, malfimamente nell'aureo fecolo di
Fabio pittore che fu Lino tenuto per vno Dio fopranominato Vadimona , dal lago Vadimo-
re douc egli fpeffo rifcdeua , e mólti tengono fia il lago di Viterbo detto alhor Vitulonia, co-
me di ciò apropofito trattaraffi . E le auanti lano fu per poco tempo l'Italia chiamata Came-
fena da Canio fuo fig]iuoIo,da lui fimilmcte fu detta lanigena.et In quei fccoli Saturno fàba-
tio fcacciato da Nino figliuolo di Belo dall'Afia , ricorfe à lano in Italia ^ queflo hanno volu-
to dire,i Greci che filile fìiturno aptera candiota Padre de Gioue, i quali furono cinquecento
anni dopo lano e Sabatio , il che conferma Archiloco . cofi dal medefimo Sabatio fu l'Italia
dettaSaturnia,queflo,compagno fatto di lano, ritrouò la falce & altre cole, e già nei no-
flri tempi fi veggono medaglie da vna banda vna tefla con due faccie, Impreìa di lano ,
dall'altra vn roflro di nane , à guifà di poppa o di prora imprefx di Sabatio.Edificò fimilmen-
te lano molti luoghi vicini à Clora fiume e per manifcfla cgiuditiofa coniedura, non può ef-
fere altro che! fiume , hoggi chiamato Fiore che bagna quella antica pianura etrufca e sbocca
nel mar tofcano , in quella fleffa pianura fi fi:ima & in quei tempi, fuffe edificatoli caflello
chiamato Farnefe, dinotando luogo di RcedePaflori, cflcndola verità che qucfla voce
p H A R N H in lingua hebrea in quei fecoli vfata , affermi l'antichità di quel fatai caflello , ol-
irà che la medefìma voce dinoti ancor ciglio, arme della antichiifim a & Illuftre famiglia
de Farnefi ^ nome e poi cognome . Quiui fi coniettura che lano per qualche tempo habitaflè
& anco i fuoi fucceflbri co quali vogliono gli fcrittori , malfimamente Ouidio ne i farti , che p
loro purità le celefli intelligentie conuerfàffero , e mcnaffcro vita fra il fiume fiore e Marta fe-
condo alcuni detto Razenuo lago di Bolfcno . "Vero e chef fiume Marta è chiamato da Tolo-
meo o s s A , e queflo nome hanno cofi vfato molti altri approuati fcrittori. Furono dopo la-
no in quelli paefi Crano e Crana fua fbrella ( per quanto Ibpra Ci è intefb ) Amminiflratori e
Gouernatori dello fpirituale, fecondo quei tempi e delle prouincie temporalmente mancg
giatc e poi da altri fucceffori onde l'vfò delle cofe terrene andana mcgliorando, & in quei fc-
coh & anco manzi era il ferro il fuoco & ogni forte di metalli , fi che non è vero che fieno fia-
te ritrouate quefte cofe , in altri tempi dopo . crederemo bene che in particolari luoghi fi fie
no ritrouate le miniere , o , altre cofe nuouamentc dalla natura produtte. ma che f\ poffa dire
il tale fu inuentor dell'oro , dei colore e del ferro non credo io già mai . perche fé all'hora non
fulfero ftate le arti , il fuoco ci ferro , come quegli antichi padri haurcbbero edificate tan-
te
DELLEINSEGNE. 4
«e terre 5 tante Città , maflìmamente Hebron da Adamo ? e tante e tante torri e templi
per tutto il mondo? è per la maggior parte in Tofcana douehebbe lanola fuarcfidcnza?
cofi chiamata quella prouincia daTufco figliuolo d'Atho , alcuni dicono d'Hcrcolc libico , o,
vero egittio ma non debbo io tacere come il Teucre, fu ancor detto fiume tofco il che Vergi-
lio moftra nell'Ottano delle Encida e Marciale nel quarto de Cuoi epigrammi . Marco Catone
ancora neUi fiioi fragmenti fopra le origini/criue chel Teucre fu ancora al tempo di lano dct
to Albula non dalla bianchezza , ma fi bene , dallinfegna di Lino Alba chiamata, come più
appieno intenderaflì . fu parimente detto Tibri al tempo di Priamo , Tiberi al tempo del Re
Albano , Lido fbtto il dominio di Turreno meonio , Tofco , come iì è detto , {otto l'Imperio
di Tofco figliuolo d'Hercole,& ancora (òtto lano e Saturno fu nomato Volturreno e tutto ciò
lìmilmente Gnidio teftifica, E egli finalmente vero che tanti femidci non folo Ci compiacque-
ro del paefc d'Italia, ma quiui vilero e laiciarono fuccelfori ch'in Tofcana e per tutta Italia fe-
cero mirabili edifitii . Qui fi comprende la falfità de Greci , calumniando qucfta noftra Pro---
uincia italiana , iniquamente chiamandola prouincia baftarda , perche ella hcbbe origine da
vn huomo bandito con vituperio dal fuo paefe , o , voglion che fude Euandro,o , vero Enea.
Non diipiaccia ( prego ) agli animi gentifi , fé io efco forie troppo dal dritto fentiero, concio-
fia cofa ch'alle volte il difoiarfi non iìa fuori in tutto di propofito,come bene fpefib à viandan
ti accade , i quali volendo andare a Roma , giudicano cflcr loro d'vtik- e di diletto , per vede^
re akrc cole notabili , torcere il camino , o, in quefta parte , o , in quella , onde ciafcun con--
fermarà non eiTer tal difuiamento fòuerchio.Ritorno a dire che lano & i fuoi difcendcnt: edi
ficarono in tolcana quattro città in vna quadrata forma , affermando l'hiitorie caldaiche He-
bron Ibpranominata che fu fatta auante il diluuio in pianta quadra . la qual fu patria di Ada
mo e fepoltura , non fblamente di lui , ma di Abraamo di Ifaco e di IaGobo,& a quella fcmi-
glianza ne fondò vna lano in Tolcana con i fuoi fiiccelfori , chiamata Albano , perche Chy-
riatarbà, dinota Kcbron ciò è Città quadratajrifatta dal buon vecchio dopo la grande inon-
datione , quella però di Tofcana fu edificata con quefto ordine , ciò è che in vn quadro habi-
tallero li rullici agricoItori,detta Volturrena, nel iecondo habitaffero gli artefici e mercatan-
ti , nominata paratuflìa , nel terzo , hoggi detto Viterbo, & in quei tempi Vitulonia, habitaf-
jero i cittadini , nel quarto rifedcffe il Re con li facerdoti e con la militia , detta Arbano,E
adunque pur vero che fin allhorafi vfalfe l'Architettura, ma chi di ciò dubita? fé erano in
quei tempi di puriiììma natura , onde haucuano le genti miglior difpofitione in faper i fegre-
ti delle colè ? & in quanto alla commodità del corpo , poco , o , nulla fi curauano . qui fi vede
come a imitation di quella quadrata Arbano , Romulo difegnò Roma,e forfè fu Roma d'Ita-
lo figliuola: che fu prima a Romulo molti anni,per quanto fcriue il verace Berofb con gli altri
fbpranominati Icrittori . Ne voglio tacere , e fiami pur da fcropulofi tanta digrefiìone attri-
buita à vitio 3 poi che tanti antichiffimi luoghi fanno teftimonanza che tanti heroi e fcmideì
regnaiferoin Italia e rifedeficro in Tofcana , fi vede pur hoggi in quei contorni di Viterbo
K I ATLAo. albergo d'Italo marito di Plelone da quah nacquero le fette foreìle chiamate
Pleiade,dottifsimc nella Afl:rologia,però taccia Ferecide che le fa figliuole di Ligurgo. & Igi-
nio approuato Icrittorc appieno ne tratta.ci fi vede la terra chiamata cibclaria da Cibcle. Elet
traia da Eletrra moglie di Adante,nomato ancor Gioue.fi vede il fiumicello Alcione,il Caflel
fceleno innamorata d*Orione,appreflo de Greci fauole & apprefìo de veri autori hifteric . fi
vede il cartel dardancllo , da Dardano etrufco che diede origine à Troia , & ei fu figliuol di
Corito & fratello di lafio . quefiii furono ritrouatori delle coie,qucfi:i furono, Gioui,Mercu-
rii gli Hercoli , i Saturni , Italiani non greci , non baftardi come A chili e,H ercole, alceo Alef-
iandro & Caflore e Polluce,per i quali i Greci tanto vanamente lì gloriano,e per confonder'
gli nelle bugie loro , pofsiamo con verità dire l'Italia noftra patria (come fi è detto) eflèrc fta-
ta nomata K i t i m. la qual cofa attefta Berofo,e v uole che tal voce s'intenda per Italo o, per
■ Atlante , Gi'Aramei e gli Hcbrci affermano ancora che dinoti Italia , & in fette luoghi fimil-
„ mente della lacra hiftoria tal voce fi truoua vfata , ciò è nel Genefi al capo decimo^ ne i nume
„ ri al capo xxiii.due volte parimente Elàia al capo xxiii. vfà K i t i M.vna volta al capo vltimo.
^ Hieremia l'vfa vna volta al capo fecondo , & vna volta Ezecchiel al capo xxvii. \ latini fcorret
ti , fcriuono Cctim per K i t i m. c ciò fi vede manifeftamente nel tefto degli Hebrei. olerà di
^usUqli fettanu IfttwrpfCÙ voglion che fimigliante parola s'intenda per i'Italia.Hieremia
"'-"'•'''«' fopra
DISCORSO
„ fopra di quello dice al fecondo capo a hierofolimitani , andate in Kcdar & in Kitim e vedre-
3, te che quella gente non ha mutati i Tuoi dei . teftificando che i Tofcani fèruarono i fàcrificii in
fcgnati à cCsi da lano . Dipoi vediamo che Dio benedetto ha voluto concedere all'Italia tre
gratic incomparabili . La prima che Noe , o , lano, viuelfe e morifle in Italia . La feconda che
Roma fuffe padrona quafi del mondo. La terza affai più degna dell'altre, chel Papa fuo vi-
cario , fin all'vltimo giorno del giuditio in Roma rifedeffe . Quale prouincia adunq; è più an-
tica e più gloriola della Italia , ancora che la Ipagna hauefle quafi la medefima origine , onde
l'vna e l'altra è ftata chiamata hciperia da Hefpero fratello d'Adante? fc furono in Italia fi-
nalmente tanti diuini pcrfbnaggi , le i facrifitii , le fcientie , le leggi in effa fiorirono , fé hebbe
l'Imperio e le armi fopra tutto l'vniuerfo, perche non fi confermarà ch'ancor Icinuentioni
delle cole vi fbprabbondafièro ? come già fi è cominciato a dir di lano e de fuoi difcendcnti >
Anzi lano per le fue tante & infinite inuentioni fu chiamato Vertunno , e ciò in vna fua ele-
gia detta vertunniana tefiifica Propertio perche fi conuertiua in tutte quelle cofe delle quali
era fiato inucntore,fu parimente chiamato bifronte,dipingendofi con due faccie,onde fra gli
huomini fu il primo che tale Ipettacolo ritrouafle , di che nel trattato deil'imprelè appieno ra
gionaremo . Ma veggiamo prima come il lauto vecchio rinouò , o ritrouò quelle inlègne che
rapprcfentano dignità fupprcme ciò è temporali e fpirituali . le Ipirituali hebbe Crano , à cui
inoftrò il finto Patriarcha il modo di facrificare , ma però come allhora fatte fuffero , non Ce-
ne truoua certa e ficura memoria ^ aucnga fi flimi che non poieifero effere altrimenti , o con
poca differentia che come quelle di Aron fratello di Mofe le quali voglicno alcuni rabini che
traggcifero la fomiglianza da quelle di Melchifedech,quando ad Abraamo clicrfe il pane ci
vino in figura del nofl:ro fàntiifimo ficramcto. Delle inlegne iàccrdotali aduna,- ragionaraffe
in luogo più commodo , del regno ancora temporale piacq,- à quel prudentifsimo amico di
DiOjfar regina Crana,ornatala di corona d'oro,ne altro fi truoua ch'inante a coftei quefio re-
ai legno portafile in capo.Alcuni dicono che in luogo di corona fi daua per inlègna reale; cioè
dopo lano ,• vna hafia chiamata e o r i t o . e fu viàta ancora per riuerlb di medaglia.La qua-
le e vna figura con Ihafia in mano . Imperò volendo lano dare vn'altro ordine non più ofler-
uato ; fiabilì che Re , o , Regina perlbna veruna non potelfe efferejh non crano fatti per elet-
■ none . La oue ordinò che delle fue genti i più figgi fi congregafiero , e quefti delfero il fijffra-
gio ( in quei tempi h e l e r n o nomato ) per com.mune volontà . Di quefia materia nel lèfì^o
de fafii Gnidio elegantemente ne Icriue . diccndo.e falfamentc , Grana non efière fi:ata di la-
no figliuola , ma meretrice , cofa difdiceuole a cefi celebre Poeta , il cui fenfo è quefto in nU'
mero di fei e di cinq,- piedi .
3, StapreJJò a Tebro Heierno il uecchìlfimo bofco
„ ^ncor OHE ifacri pogono l'are Tapi .
3> ^"/'^ 'T^'^' W'^c?; e da uecchi Crana chiamata .
^ Da uaghi amatori fcmpre fc^jiita fui .
In quefti qjiattro verfi mollra il nominato Poeta che vicino al Tebro, o vero al Ianicolo,fi da
uano i fuftragii , dentro vna felua , l v e o, nomata , doue Cx radunauano i publici configlieri
per concludere ciò che conueniua a publici e priuati gouerni , & Luco , in quella anticha lin-
gua , dinotaua fenatore , e da quefi^o furono chiamati i fenatori di quei fccoli lvcvmoni,
Ouidio però feguitando fopra la medefima amorofa materia di Grana, fcuopre l'amor lafci-
uo di lano il quale con humil preghiera placò la ninfa . cioè .
5, Vide lano quella e uifiafu prcfo d'amore
jj ^Afpra piegolla poi con dir htimile epio ,
finalmente godè la bellezza della tenera fanciulla,ma pentitofi di cotanto crrore,cofi.le diflè .
5, "Per ciò che mi dejìi tu quejìo regno gouerna
y ^ la tua pveT;^ itirgin itade pari .
3 , Cofi le pofe in man la fantiffima Verga
j, Dstt:i ALEA ondc I mali fuggono da gli hitomini ,
quanto per ciò in tal fentimento habbia fcritto il Poeta , fi truoua cflfere bugia , perche à fc
fìeiTo contradice nel primo libro de Falli mofiirando di peccare in memoria , poi che in per-
fòna di lano cofi dice .
j, Mlhor io regìiauopatiente temendola tervA
^ Sincera
D E L L E I N S E G N E. y
sincera e miflifragli huominì anco i dei ,
"^on era peccato alcuno , ma tuta pudica^
"ì^on tiiolenta mano , non maculata fede .
Se qui Ouidio dcfcriue roflcruantia dele leggi humane'e diiiinc^infcgnate alle genti da Tano,e la
bontà di quello huomo diuino , come lo potè acculare d'incontinente legislatore ? attendafi
adunq; (òpra di quefto a ucridici Autori e non à fauolo/ì Poeti . fi dica perciò comelanofu
ritrouatore delle infegne & ancora della tromba e non Cloree Marfia per quello che i Greci
fcriuono.e quefto fi può comprendere m Vergili© nell'ottauo delia Tua Eneida cofi dice .
j, l^limua aifonnno del la turreniu tromba ,
atteftano di quefto il vero,come Catone,Fabio,Sempronio . Vuol Plinio ancora nel fettimo
libro della 1 uà naturale hiftoria che Pifeo (ìa ftato il primo il qual ritrouafTe la tróba , eifendo
coftui in quei tempi viuuto compagno di Turreno che i Latini tirreno pronótiano, quelli fu
rono fenza origine Iccódo che dice Miriìlo nella guerra pelalgica.fìa Aato,o,Tnrrcno,o,Iano,
o,Pifèo al fai ci bafta di tener che i greci no hano I ciò detto la verità.Hora per leguitare la ma
tcria d'Ile ifcgnc,{àrà bene di comìciar da qllc ch'i iàcerdotti atichi vlàr Ibleano^malTimaméte
che tal dignità fu da Dio ordinata,e per tutto meritaméte è tenuta i publica veneratione, azi
veggiamo ch'in vn certo modo fin gli alali no ragioneuoli la religione ofreruanoxome per ef^
fempio il può dire dell'Elefante e d'altri.eflendo certiiTìma cofa che co cjfto mezo r£da la na-
tura alla diuina omnipotétia gratie infinite co obidictiflìraa riuerentia.La disnità facerdotr.le
tu adiiqi da dio^come fi è detto.ordinata per la quale gli huomini nella olTeruatia de precetti
diurni, nò fòlaméte fi fanno amici grati à dio,ma di piu,che diuécano Dii e figliuoli dcll'altif^
fìmo,il che fi è poco a dietro recitato. Hora veggafi che principalmente fi parli di cjlle inlcsne
delle quali il fàcerdote fuppmo fi veftiua nel facrificare e nel rCdere honore e gloria alla ctcr
na & ineffabile Maefta diuina,Ma nò voglio già trattare degli habiti de facerdoti gC-ti!i,o,d'aI-
tre géti delle quali nel i'uo primo libro Liuio ragionajefro Pópeio à Ingo ne fcriue & Varrone
nel lib.della lingua Latina abondeuolmc te ne parla/olamcte dirò de facerdoti hebrei e degli
habiti ch'\iàrono,parédomi cola più lecita.cò ciò fia che i crifliani habbino vfati & vfino qua
fi U fimiglianti, con ciò fia che le fiere fcritture vecchie fìguraflèro qfte noflre nuoue. Prima-
mente nel libro dell'Effodo al capitolo xxvm.'e lettere fiere chiaramcte dimoflrano quah ve
fìimcti,o,vero ifègne fufTero fiate ordinate da dio a f boi làcerdotti. Filone hebreo fcrittor dot
tiiTimo,laudato da Eufebio cefarienie nel fecódo libro della hiflona ecclefiafn'cajdal dmo Au-
iHno cotta Fauflo manicheo.da fan Girolamo nel libro de^u huomini illuRri e più nel lib.dcl
trafito di Abramo fommo Pòtifice.copiofamcte difcorre fòpra i vefliméti e l'infègne de m.ag-
giori e de minori facerdoti^e come vcraméte vefliti fuflcro.dico primamttc ch'in capo porta-
ua il maggior fàcerdote vn cerchio d'oro puro.doue era cfpreflo il nome di Dio. La vefle lun
ga fin a piedi con le fimbrie à vfo di fafcie,ornate di tintinclle ( dicono i tofc^ni & i lombardi
tremolatile d'opere cópoite à fioretti. Similméte nel fècódo libro della monarchia,fÌ legge e fi
ha capacità di tutti gli habiti ordinari! ch'i facerdoti portauano,i quali nò erano iniej^ne nelli
atti di lacrifìcare,ma per necelfiria copritura delle carni pur dagli habiti fecolari differenti. Il
medefimo S.Girolamo di qfla materia ragiona nel 'ibro delle fue pillole, tuttauia per no eifer
lògo fuor del douere,veggiamo quali habiti per infegne facerdotali erano deputati al fommo
Pótefice ; alcuni cóueneuoh a maggior facerdoti.alcuni a minori,& alcuni erano peculiari.Im
però al Pótefice otto fé n'aflcgnauano,i quali erano di lui particolari ornamcci^vna vcfle di te
la di lino càdidifsima fopra i iiioi panni.la fècóda era la tonica di colore hiacintino che roJleg-
gia nel biàco.di cui a baflàza fi dirà nel trattato de colori ncceflàrii nella elettione delle imple,
laqual tonica co la vefte di lino fi ftédeua fin à piedi del Pòtefice,có alcune tintinelle,o tintina
buli che voliam dire,e pomi granati fatti e cótefti di color hiacitino,di porpora, di cocco e bif
fò.il terzo ornaméto,o,vero la terza infègna,era vna forte di copriméto fòpra le fpallc il quale
li flendeua fin alla cintura, et è forfè l'o ammitto,c'hoggi vlàno i nri facerdoti, e fatto à queflo
fimigliate,teffuto quello di quei tempi d'oro e di filo hiacintino e ritorto di biffo,& ancora fò-
pra le fpallc fi vedeuano due fmcraldi , oue erano intagHati i nomi de figliuoli d'Ilraelle . La
quarta infegna, era della fteffa materia che fi poneua inanzi al Petto del Pontefice,e quella fi
chiama rationale. quiui erano dedice pietre pretiofè, per quattro ordini diflin-
te_, inciafcuna delle quali era intaghato, o, ferino il nome di ciafcun figliuolo d'I fraelle,
B
RAGIONAMENTO.
/ignificando che fi /òflcnefTe ogni carico in reggimento del popiilo di Dio . il qual Rationalc
o vero infegna di tata dignita(come fcriue il nominato e laudato Filone nel terzo libro della
vita di More)era in quadragulo dupplicato,! luogo di fondamcro per fòftcncre la marauiglia
delle reuelationi diuine e della verità di effc,e qfti fòno lumi primieri della eterna lalute.li Giù
àci infclicemctc fauoleggiano dicedo e perruadendofi,ch'in quella infegna tulle vna pietra la
qual mutadofi in diuerlì colori,diuerlè colè dinotafle,lequai cofe doueììero accadere al popu
Io di Ifralle.La quinta inlegna fu il cintolo de predetti quattro colori,cio è hiacinto, cocco,bir
lo e porpora,có oro inteffuto.La lèfta era la Tiara, ciò è mitra della quale fi ragionari a baftan
zajLa lettima è vn pcdentc fopra la fronte del Pontifice doue era fcritto il nome del signore.
L'ottaua le calze,nó Ipecificadofi co altro nome,come hoggi fappiamo^chiamarfi sandali^vIì
ti fempre chcl fmtilsimo nofiro Pontefice celebra folcnncméte la messa , quella tanta varietà
d'infcgne adombraua la varietà delle virtù delle quali il Pontefice ornato cHcr doueua.E li fi-
gnificati degli ftelfi habiti,o,vero infegne facre,il iapiéte Filone nel fecódo fuo libro della Mo
narchia e nel terzo libro della vita di Mofe^eleganteméte dichÌ3ra,Giudico ancora nò douer
lì tacere in che guifà l'inlègne faccrdotafi fullero da tutte le nationi anticaméte vlate,mairima
niente in tefiimonio delle dignità téporali.Alcune ài effe nationi vfàuano per ornamcto e di-
gnità di ponere I capo vna portatura che la chiamnuao Mitra i foggia c'hoggidi vfano i noftri
fuperiori Prelati,tratta dall atica e quafi poco difilmile da qlla d A"ron,come appieno nelle hi-
fìorie hcbraiche e caldaiche le ne truoua memcria.e ciò pardcolarmente nel 2 p.dell'Eilbdo fi
legge La forma però della Mitra era ouale.mn poco eleuata.fatta à raggi fecódo la dcfcrittio-
ne d'alcuni.e qfio forlè può elfere.perche la Mitra preffo i Perfiani fignifica Sole.Strabone ciò
conferma nel filo decimoquinto libro. Apulegio fimilmcnte nel fuo vltmio libro dice eHcre
habito del Sacerdote principale per copritura di capo.Eucherio ancora fcrittore nobilcichia
ma tal portamento,Cappello di rollo colore e di alla foggia che era la Tiara,e forle fi cappelli
cardinalefchi fono à qlla imitatione ritrouati^ma la mitra ch'vlàno p principale infcigna di tati
ta dignità i ni^i fanti/fimi Papi,è di tre corone.la pai alta co jpportione è minore di qlla di me-
Zo, minore di qlla chel capo fin a meza fróre del Pontifice intorno intorno circonda, con due
bende di diuerfi fili tefTutCjle quali ornate di pretiofiUìme gemme,drieto le /palle pedono , co
france attaccate alle efiircmità delle medefime bende filate d'oro e di feta cremefina,e qfte tre
corone infieme chiamafi RECNo,nella cima del quale.ò vna crocetta d'oro prlcipale & immor
tale infegna dell'Imperio chriftiano-le f lefTe corone fòno interpretate per la iàntifs. trinità.
la quale iì fu. nota al folo chriftiano col mezo della fede della jperaza e della carità, onde pro-
cedono le attioni della eterna quiete,& à ciò il fanto battefimo primieraméte concorre.il qua
le medefimaméte può efière dalle tre corone figurato ciò è che far C\ pofia in fpirito,in fangue
& in acqua.e come la flindlfima trinità in vna fola elTenza fa teftimonio in cielojcofi lo Ipiri-
to,il fàngue e l'acqua fanno tefiimonio i terra.a qfio propofito io cito lofefo approuatifsimo
fcrittore della antichitade hebraica,il quale fcriue la mitra de Pontefici hebrei eficrc fiata di
tre corone fignificado la general Podeftà del principe fpirituale fopra le tre parn del mondo .
E che più non folamcte ha in terra podeftà,mu fimilmente nel ciclo nel purgatorio e nello in-
ferno e qfio s'intéde per lo marauigliofo fcógiuraméto de demonii intrati ne i corpi humani
i quafi fono coftretu di vbidire a ficerdoti Chrifiiani.Vfà ancora il noflro Papa la mitra come
Velcouo & il regno come a tutti fuperiore,il qual regnofcome Ci legge nel fimbolo)nó hauerà
mai fine,qfia è infegna reale e Papale,ornata di varie ptiofiffime gioie.le quali'^come i qlla de-
gh hebrei ; inhnid diuini mifierii figurano, quinci tacciano e fi mordino la lingua gli heretici
moderni che fi beati Pótefici fé n'adornino p boriale nò per mifieriofa marauiglia dal fommo
Dio ordinata. no lafciarò parlméte di dire la mitra cpifcopale effere ornata nella parte dinazi
di dui gran zaffiri a guifà di dui occhi,i quali dinotano douere ellère il Vefcouo vigilate, tato
più che Epifcopo voce greca,fignifica fpeculatore, e ben dilfe Paulo conuenirfi al Velcouo la
irreprenfibilità . Nell'atto poi di fàcrificare fuor di folennità,il fanto Pontefice vfà le medefi-
me infogne del femplice facerdote,notiifime a ciafcuno fenza copiofamente parlarne,tutte in
facrifido reuelate dallo fpirito fanto.Ne fia chi il marauigli e fi fiupifca fel Pontefice di cotali
infegne adorno , à riguardarlo raffcmbri Dio, e che ciò fia la verità Alellandro magno , per
quanto più fcrittcri confcrmano;dopo la rotta di Dario vkimo monarca de pcrfiani,ne i capi
cilici , alfediau & acquiilata per forza la Città di Tiro,mandando in Hierufalenune à laddio
(dice
DELLEINSEGNE. é
(dice il Sabelli<!o)e fu Simeone , faccrdote e Pontcfiee , il quale appaf ecchiafle al Tuo circrcito
le neceflarie vettouaglie ^ ordinafTe di dargli fbccorlb di foldnti, rifjìofe Simconc,di non po-
tere e doucrc riconofcere altri fuperiori che Dario à cui fi era darà la fede di viiierc fotto il Tuo
dominio,e di conferuarfì (òtto la protettione de principi pcrliani . Alcfllindro per fìmigliante
rilpofta ficramétc sdegnato,s'accoftò co l'efTercito per minare Hicru(àlemme,per la qiial cola
la città/pauctandofi per le vittorie d'Alersàdro,nó fàpeua qual partito pigliarlìjn quefto me
7.0 Simeone fu aucrtito dallo Ipirito finto accio fpargelfc per le ftrade di tutta la Città fronde
verdine con la copia de ficerdoti veftiti di bianco,vfcilIe della città,& egli in habito di fommo
Ponteike mcontro ad Aleffandro andaffcjil quale guardando la Ichiera di facerdoti co'l pon-
telìce vcftito di lunga ucfte di rofido colore , con la ftola hiacintina e d'oro trapunta , con la
Mitra in capo ornata di lamine d*oro,doue era fcritto il nome del grande Dio.attonito Alcf-
làndro e marauigliofo fermo(fi,c riuerente & humile adorò il nome di Dio , coli paciiìcamen
te entrando nella città,vifitò il tempio e facrifìcò à Dio fecondo il coftume giudaico,e di nul-
la Hierufilemme offelà rimafe, con difdegnofb ilupore del fuo elfercito e de Tuoi Baroni, con
ciò fa che egli liberamente diceffe di voler ficcheggiare e dcfolare quella famola città.fi con-
fideri per ciò che quel gran furore fu Iblaméte da quella reucrcda fembia/a pótif cale frenato
Si Ici^ge ancora di Arila flagello di Dio , perche Lione PontefìcejCffendo certilTìmo che quel cru
del Tiranno di diftruggere la gran citta di Roma difegnaua;andò tìn a! Mcntio Fiume col eie
ro a rincontrarlo , al cui facro e diuino afpctto , il fiero Barbaro humiliofsi , e la lua empia fe-
rocità deponendo , qual manfucto fanciullo adietro 'ÌQCt ritorno , dicendo di hauer veduto
col Papa romano ^i grand'huominichecon fpauentofi maniera lui minacciauano , &in
qucfla guifi fi liberò Roma,fedia appoftolica . Totila fìmilmcte di non ficcheggiarc il Mona-
ftero di monte Caffino per la venerabile prefènza di finto Benedetto reuercntemente s'afteii
ne . in quefti noftri tempi non è publica la fcelerata congiura contra Pio IIII. pontefice maf^
fimo ? il quale Iblo quali ritrouandofi nella legnatura di gratia e di giuftitia , i malfattori che
per difperatione haurebbero affrontate le fquadre armate , fpauentate & auilite per quel ri-
guardeuole e ficrofinto afpctto , lafciarono fuggendo libero il Vicario di Dio ? Altri effem-
pi fi potrebbero addurre per più verificar la inuitta poflanza de Papi,i quali con la loro Mae-
Ità rapprefentano diuinità riuerentia e terrore , Li cardenali medelìmamcnte portano per in-
fegna i capelli rofsi nel comparimcnto conci(1:orialc,nelle fblennità di capella, e nelle Icgatio-
ni . Gli Arciuefcoui & i Vefcoui ancora nelle fblennità degli olfitii, portano la Mitra ci pafto-
rale . Quefte , dico che fono le infcgne lènza lequali non fi conofcono le dignità ne fi riuerif-
cono.E fé co le infcgne fopradctte nò ^\ verificano i gradi,in vano è colui chiamato e filmato
o,per Papa,o per altro infcrior Prelato.Verò è che gli habiti de facerdoti ordinarli nò fono in
fegne , ma vefbmenti che difHnguono i fccolari da rcligiofi come poco adietrofi e accennato.
Papa Stefano martire ordinò che Tinfegne vfate ne i facrifitii , e ne i diuini ojfitii in niun modo
fi vfaftero fuori delle chiefc , efcctto quando fi finno le proceffioni, non voglio però allongar
mi tanto in quefta materia ^\ ch'io fia foucrchio e confèguentcmentc faftidiofo , badandomi
di hauer prima fcoperto chi fia fiato inuentor delle infcgne ficerdotali e come fieno di mifte-
riofi fignificati in coloro che fàcrificano à dio lequali non s'accettano in luogo d'imprefe ièr-
uendofolamente per dignità e riuerentia a miftcrii facri e diuini, di nulla conuenendo con
l'inuentioni de fecoli mondani .
Vengo bora à dire delle inlegne vfate dagli Imperadori in teflimonio della loro tcmporal Mae-
ftà , diftinguendofi primamente quella voce imperadore perche meglio fia intefi . dico
perciò ch'inquanto alla varietà de gradi e in due fcnfi la detta voce comprefi, l'vna ò che Im-
peradore latinaméte colui fi chiama, il quale e prepofto agli efferciti militari ( & hoggi (\ dice
capitano genetale). L'altra è ch'Imperadore s'intende per qllo che poffiede lafiipprema figno
ria téporale,il quale per grado di guerra e per merito d'acquiftate vittorie,era anticaméte co-
ronato di Lauro,di quercia e di palma,infegne che rapprefentano honore e laude,veri premii
delle virtù . lequali tre fòrti di fronde fono degne di confidefatione . primamente il l a v r o
fu dagli antichi dedicato al Sole,onde Eufebio lo chiama focofò,la q^v e r e i a fu confecrata à
Gioue perche e aflcmigliata alla fortezza,del cui frutto gli huomini de primi fècoh (\ pafceua
. no la. p A L M a; che refifle à pefi ,• fu dedicata a Minerua , dea della fapientia ,• coli quefti tre
. Arbori , ione intefi per fignificato di tre virtù allo Imperadore della militia conueneuoli .
B 2
55
RAGIONAMENTO.
per il Lauro fi gli appartiene di ellcr splendido e giufto , in guifa che non fia fulminato da
Dio. Per la Querciajia da efièr forte & ottimo proueditor di vcttouaglie . forte diremo cofi
d'animo come di corpo , fi che gagliardamente refifta ad ogni auerfita di fortuna. Per la Pal-
ma dee efTer faggio , accio che m ogni occalìone di guerra no rimanga dalla ignorantia sbat
tuto . queite fono tre infegne lequali potrebbero ancora feruire per imprelc , ma con diuerfi
oblighi , come chiaramente s'intenderà nel trattato della proprietà delle Imprefc . il Petrar-
ca in vno de fiioi fonctti del Lauro cofi canta .
^rbor uittoriofi e trionfale .
Hoìior d'imperadori e de Toeti .
rimperadore poi a cui fi da titolo de Celare Auguflo , per elettioae,o,per fiicceffione di que-
flo fuppremo grado , non fòlamcnte è fiato fòlito dì adornarfi delle tre diuerfe frondi , poco
fa dichiarate , ma ancora d'altre inlègne che dinotano autorità fupprema fopra più prouincie
e regioni . però corali Principi anticamente fi folcano coronare di Diadema e qucfta è la pri-
miera infegna di Cefàrea maefì:a , il quale è diuerlb hoggi dalla corona & ancor meno antico
di efla per commune openione . Egli è ancor vero che quella dignità Imperatoria fi preualfc
in gran parte delle reali infegne ,■ pure fi fono rimutate e variate , fcematc e crefciute fecondo
la varietà de cofl:umi e delle Leggi come al di d'hoggi veggiamo .
Tuttauia il Diadema de noftri tempi ( come lo che infiniti veduto lo hanno ) e quafi fbmiglian-
te alla Mitra epifcopale , non cofi alto,contenuto da vn cerchio d'oro largo quafi tre dita chel
capo dello Imperadore fin a meza fronte intorno abbraccia, ornato & arrichito di gemme
pretiofiffime lequali fono di incomparabil valuta per la rarità , grandezza^ bellezza e finezza
loro , non già di fignificati mifteriofi come quelle del Pontifice . le due piegature del Diade-
ma (i ftendono , rifì:ringendofi in altura a modo di piramide, m.a conferua la rotondità come
la figura ouale . in alcuni d-'adcmi però fono due aperture dentro le quali è vn cerchio d'oro
largo quafi com.e quel che circonda il capo,e fi vede perle due aperture come quelli della Mi
tra,le quali nò fi moflrano p fianco ma dinatc alla fróte e dietro alla cicottola.ornnto di gioie
diuerfe di molta ftima.il qual cerchio di dentro e dicono alcuni efìerfegno che l'Imperator
prima chaueife la dignità fupprema,cra co titolo di fìgnorie e di principati.! cima del Diade-
ma gl'Imperadori criftiani portano vna crocetta d'oro,in teftimonio di effere Capitano delle
armi in difefi di quel fmtiilìmo legno . Ne voglio però minutamente dichiarare la foggia del
fudetto Diadema , il quale deriua dal verbo greco, diadeo,che fignifica circódo . ne però dif-
dice che la corona, la mitra,el rcgno,poflmo chiamarli Diadema , leggendofi in molti luoghi
efiere fiata portatura & infègna di dignità reale. Era già coftume che gl'Imperadori portaffe-
ro il manto di rofado, e ne i noftri tepi lo hanno ridotto in broccato d'oro , ftando però l'Im-
peradore in atto di cefarea & augufta Maeftà,oltra il Diadema imperiale, el manto e la colla-
na col Tolone pertinente folo alla real cafi d'Auilria per fuccefilone di Carlo duca di borgo
gna il quale con quella imprela moftraua di volere imitare lafòne quafi che con alcuni amici
grandi ei diffcgnafle di farfi padrone & Re della Gallia, ma al grande fuo difegno fu la fortu-
na contraria . fbleuano gl'Imperadori e fbgliono ancora nella iìniftra mano ibi tenere il mon-
do aguilà sferica con la croce , nella fbmmità di efib , e con la dcftra tenere la fpada nuda , in
iegno di effere difenfòre della religione e della pace , altre infegne vfano quefti moderni che
lungo firebbe à raccontarle , fenza lequali non farebben veri Imperadori , conferuandofi co
la dignità & autorità quei titoli che da Ottauio furono primieramente vfati, chiamandofi Ce
fari augufti . la cui fupprema autorità ^ fu dal Saluator noftro christo giesv filmata &
approuata , malfimamente quando gli federati giudei per tentarlo con peffime intentioni gli
pofero in mano il denaio doue era l'imagine di Cefare augufto,laquaI veduta , à giudei riuol-
tofsi , dicendo .
RENDETE CIO CHE E DI CESARE A CESARE E CIO CHE E DI DIO, Z DlCqui
fi comprende ageuolmente come la diuina voce del Saluador del mondo conferma e ftabili-
fce dui fuppremi principi ciò è il Vicario di Dio e Cefare augufto , alla Autorità de quali ce-
der dee ogni altro Principe mondano.la qual colà conferma l v e a euangelifta nel vintefimo
„ fecondo capitolo dicendo . chi ha il ^z.cco tolga ancora il Zaino , e chi non Iha , venda la toni-
5, ca e cornpri il coltello . rifpofcro i difcepoli fuoi . Ecco fignore due coltelli , foggionfe Chrifto
„ balta . i lacri dottori della chicfa interpreuno & intendono per i dui coltelli la podeftà del Pa
pa
DELLE IN^S E G NE'.' 7
pa e deirimperadore. confermi/ì per ciò doiicr l'Imperadore effcrc al Papa fi »ttopofto e nel-
lo fpirituale e nel temporale,e quando Augufto non mantenga gli oblighi della chicfa è legi-
timamcnte della dignità priuato . leggendofi nelle antiche e làcrc conftiturioni, niuna fuppre
ma dignità efler legitima lenza il conientimento del Papa . Leinfegnc adunque fi veggono
elTer necelfarie come vero teftimonio che l'Imperadore è principe giuridicamente eletto , e
legitimamente vbidito e riuerito . Ma quefte infègne di cotanta miportan?.a,ha voluto ancor
vlar la natura , e ciò Icriue Plinio nel libro vndecimo al capitolo xvi. moftrando che in cima
della tcfta vno delle Api ha il diadema biancheggiante a fòmiglianza di corona , per la quale
fi vede in qual maniera quefti mirabili animaletti, leguitino,honorino, & riuerifcano con
obedienza il Re loro . le grue , gli elefanti ciò è il più vecchio tengono per capo e per princi-
pale , e fc quello naturalmente il olTerua fra le beftie,perche noi e per natura e per notiria no
fiamo tenuti di honorare e di riuerire li noftri maggiori ^ Paulo vaiò di clettionc ciò con-
ferma quando dice ch'ogni perfona dee cflcr fuggetta alle podefià fuperiori. Anzi dagU anti-
chi h Re fi vngeuono , lènza lacjualc vntura non era legitimo Principe , e ciò e hoggi tra tutte
le nationi ftabile e ferma confuerudine .Fu Saul primo Re degli hebreiSc il primo che fuf-
fé vnto . Di quefte cotali infegne con molte altre che non dico, per dignità , decoro e maeftà
impenale,lè ne adorna Limperadore quando riceueil grado, e quando rifiedc in qualche
dieta, o vero lòlennità, concorrendoci gli Elettori &i principi in gran parte dell'Imperio.
Veggiamo per ciò di quanta ftima fieno l'infegne e gli habiti,fenza i quali il pcriònaggio non
farebbe ne riuerito ne conofciuto, e per quella cagione e non per altro fimiglianti inlcgne ri-
trouate Ibno ad imitatione delle mirabili infegne del grandiilìmo Dio le qniali lono i cieh con
le ftelle e con il Sole e con la Luna Luminari grandi , vno che da Luce al giorno , l'altro alla
notte,come fi legge nell'antica e facra generatione.e le llefle infegne rapprefentano agli occhi
noftri la diuina & incomprenfibile onnipotentia di eilb Dio .
Hora debbo io ragionar d'altre infegne pertinenti alle dignità reali , come ancora de principi
fuppremi , habiti necelfari al decoro & alla riguardeuole dignità , & all'ornamento di fimi-
gliante grado . E per abbreuiar quanto deuo ,■ dirò che la prima infegna regia e la corona d'o
ro , fu andcamente ( come nel principio di tal materia fi è parlato) in teftimonio di gloria cofi
interpretauano gli antichi , e ciò ferine nel hbro fuo della gloria del mondo Bartolomeo caf-
faneo gran Legifta . La feconda e lo fcettro , dinotando giuftitia . La terza è la fpada per de-
fenfione del regno . La quarta l'anello che fede dilegua . La quinta e l'armilla ch'ai braccio fi
porta , fignificando fortezza . La fefta è la vefte di porpora rapprclentando riuerétia . La let-
tima el'Solio dinotando maeftà. le quali infegne appartenendo a gradi d'altezza reale, ninno
che nò fia Re dee e può vfarlc lotto grane fupplicio . E perche la dignità regia è ftata più com
mune e più antica , però parmi molto à propofito le tratto delle infegne antiche rotitia vera-
mente degna di generofi e dotti fpiriti . Si legge in molti libri che la foggia dèi Diadema fìi
tialla natione primamente afiatica , chiamata fascia, per la quale gli egittiani rapprefenta-
iiano il Principe, maffimamente quando in publico faceuano comparcrevnc:me falciato,
parimente i Romani prefero quella vlanza che dalla falcia conolceuano la reale dignità, e ciò
teftifica Ammiano. Si lege fimilmente ch'imaledici notauano Poir.pco magr.o d'huomo bra-
mofò di regia dignità,impercioche portaua falciata vna gamba fingendo d'i-coprirui vna pia-
„ ga . Fauonio per ciò , come teftifica Valerio ,■ motteggiando difte à Pompeo , n o n i m p o r-
„ T A IN Q_y AL Lvoco SIA POSTO IL DiADtMAj oude ne nacque vna Icntentia di
3, SeneCa.CiO èsClOCLI la fascia perche molto MALE SOTTO Q^V ELLA s'a S-
c o N D E . Scriue ancora Plutarco che Tigrane Re d'Armenia gettò bruttamente la bianca fa-
fcia ch'era infegna del fuo regno , à piedi di Pompeo . laquale falcia lì \'cdc in vna medaglia
dello fieflb Tigrane con parole greche , palefando il fuo nome. Quiui fi chiarifce in qual
guifa in quei tempi diuerfamente la corona del Re fi figuraua. Si truoua medcfimamente ch'i
populi Frigi ornauano la fteft^a falcia con teftura di fiori e da ugelli, o vero per dipintura . La
quale circondaua à fomiglianza di ghirlanda intorno intorno il capo, pendendo à ella attac-
cati,©, vero d'un pezzo due bende dietro le fpalle difiniifime gemme adorne. LiReper-
fìani portauano quefta medefima infegna reale , chiamata da efsi e i d a r i n. co colore azur-
ro dal bianco diftinto . Appiano ferine che la turba degli Adulatori impofero alla imaginedi
Cefare vna corona di Lauro con fafcia bianca legata . fcriue firaiimcntc Andronico nella vita
d'Alelìàndro
jj
ragionamento;
f
d'AIeflandro magno,ch'efrendo egli ferito, fi leuò di capo il Diadema e fé ne rafciò la ferita v
altri fcrittori dicono che Alellandro hauendo dilconofciutamentc ferito in fronte Lifìmaco ,
leuofsi il diadema di capo e fafciogli la piagale con quefto atto gli pronofiicò il regno. Di que
fta , inlègna , dicono molti, che Libero padre fu inuentorc la quale fu molto in v/b preflò gli
Afiatici & Egittiani,anzi la (ìefCa iniegna fi vedeua nel fimulacro d'Ifide Dea e regina d'Egit-
to & tutto ciò Pierio Valeriano conferma .
Quefte tre dignità fuppreme ciò è di Pontefice , d'Imperadore e di Re fono venerate temute &
vbidite da ciafcuno . Altre dignità mediocri fi truouano in vn certo modo libere con mero e
mifto Imperio , altre non in tutto Ubere, e non vfitate ad hauere iniègne le quali rapprefenti-
no dignità & autorità . Altre infcgne foleuano vlàrfi predo i Romani & altre nationi,non di-
notando autorità di fignorie , ma rendendo teftimonanze de meritati honori . come corone ,
o , ghirlande di diuerie frondi, il che in parte poco di fopra Ci è detto . Plinio a longo ne fcri-
ue e particolarmente non di fronde ma di gemme e d'oro , chiamandofi ghirlande gemmate
c'ndorate . Dopo quelle pur per meriti d'honore e di laude, fi donaua la corona vallare à co-
loro c'hauelfero difeffo lo fieccato. La murale a quei c'hauelfero difefo il moto , o vero a chi
fuife fiato il primo à falirlo.La roftrata fi concedeua à coloro c'heueflero faputo placar l'efler-
cito ammottinato. La ciuile ch'era di gramigna (fecódo alcunija qualunche hauede da nemi-
ci liberato vn cittadino . La trionfale , ch'era di Lauro,a qual lì fuife c'hauefie fuperato e vin-
to l'efiercito nemico . La ouale a chi hauefie vinto vna parte dello efiercito contrario . molte
altre infogne tali potrebbenfi nominare . E chi defidera di faperne appieno , vegga Aulogel-
lioal quinto hbro , Biondo al lèlto di Roma trionfante & il volterrano al vigefimo fefio.
con tutto ciò è ben da credere che quelle foglie, quelle frondi e quelle herbe, fufieroin
quei tempi piuche l'oro e che le gemme apprezzate perche rapprefèntauano fommo Ipetta-
colo di perpetua & honorata fima . Quefte narrate infegne fono fiate vfite e Ci poffano vfa-
re per Imprefo ma in quella maniera pero che alla proprietà delle imprefe iìcCCc Ci conuiene,
come ben s'intenderà nelle regole diligentemente ordinate e prepofte . perlequaU con
ageuolezza fi comprenderà la differentia fra le infegne e l'Imprefe.Furono ancora in molta e
neceflària ftima le iniègne per confcruatione dell'ordine e della dignità militare e ciuile , per
le quah diftintamente Ci conolceuano & fi conofcano i gradi e gli olfitii di fimiglianti efièrci-
tii , primieramente fappiamo nell'arte di guerra eflere fiate pofte in vfo molte e diucrfe infe-
gne, percioche in fimigliante affare concorrono perfone à cauallo & à piede,e quefte due va-
rie forti di armeggiare diuideanfi e diuidonfi in tante fchiere & in tante ordinanze fecondo i
luoghi e tempi e bifogni . Et è perciò cofa vera che tutta quella moltitudine in vn corpo , di-
Ibrdinata farla fé non fulfcro all'aere fuentohtigli ftcndardi che alla caualleria feruonoelc
bandiere alla fanteria che con vn fol vocabulo Ci chiamano infegne , le quali non ponno efle-
re imprefe , ma fi ponno in eflè dipingere , telfere , e raccamare l'Imprefe , come di quefte Ce
ne veggono aflai.Si via per ciò e mantiene meglior modo hoggi che gli antichi far non folca-
no , rendendo à noftri tempi marauiglia , che Homero maftìmamente & altri fcrittori greci e
latini non habbiano più particolarmente de Itendardi e de bandiere e con più chiarezza par-
lato , necefifarii alla confcruatione d'arte iì nobile e fi generof i ; ancora che li romani fcrittori
n'habbiano fatto più diligente memoria . E pur è da credere che fenza quefte infegne di qual
fi fufle foggia , non fi potefle mantenere ordine veruno negli eftcrciti di quei Iccoli.per tanto
ftimaremo colà certilfima che fufle anco allhora l'vfo degUftendardi e delle bandiere,ma ne-
ghgentia fu che fé non appieno , almanco in parte fé ne fuflè ragionato e dettone il modo la
materia e la foggia . Li Romani non mancarono,efièndo fiati foliti di fir dipingere le loro in-
fegne che veflìUi ( ciò e picciol velo ) nominauano , fatte , o di fota , o di tela hor con l'Aquila
nera hor col Dragone col minotauro col lupo col cauallo col cigniale , con le due mani e con
altre diuerfo figure che faria lungo à racontare. E fi può credere che non fenza qualche buo-
no aufpicio cofi fatte figure vlate fuflfero , lequali dauano animo e regola a tutti i foldati amici
e forle le ftefle figure foruiuano per imprefo . Difettofi adunque e difaueduti furono qlli fcrit-
tori che di ciò nulla ne fcriilero . doueuafi ( dico ) imaginar pure che quelle figure qual cola
di molto diletto fignificaflfero.Vfarono fimilmentei Romani vna manciata di fieno legato
in cima d'un'hafta , ch'aparagone dell'altre iniègne , pareua aflai disdiceuole ,- chiamandolo
manipolo . Alcuni perdi quali diligentemente hanno confiderato fopra l'ifteflò manipolo,
ftimano
DELLEINSEGNE. 8
/limano eh ei fia flato vfato in quei tempi in luogo d'infègna, quando apporta alcuni lòldati
a pericolo fi mandauano o, per ifcorta , o per riconofcimento de paefi e de luochi particolari,
per hauer (come fi dice ) lengua, a quali occorendo diferatie, poco^o nulla importaua la per-
dita del manipolo , fi come molto faria importatala perdita d'vna infcgna ordinaria , quafi
che gli fìendardi e le bandiere f uiFero meritamente inarborate dentro il corpo dello eflcrcito
o marciaflc , o combatefle . Già chiaramente iì legge che l'infegna del'Aquila fulìc la princi-
pale fra l'altre nella militia romana . Ofire R e d'Egitto la tenne per infègna fu quefh augclla
& è tcuuta Regina de tutti gli altri augelli. E per ciò è da credere che gli antichi Regi & Impe
radori la portalfcro per inlègna ( come ciò è perfèuerato fin a tempi noftri ) per inferire che
quanto l'Acquila e fupcriore a gli altri animali volatili, tanto ellì dilegnaffero di efiere a tutti
gU altri huomini prcpofti . Pierio valeriane fbpranominato > fcriuechegU Egittiani fopra
ciafcunà altra natione l'Aquila celebrarono e riuerirono. volendo elfi per quefla augclla mira
bile , dinotare Dio , o qualch'altra cclcfle alrezza,o, qualch'eccellcnte crcatura,o, vero alcu-
na gloriola vittoria. Parimenti voleuano che la ffefTa Aquila f ufic fimulacro del Sole. Di que
ita in più luoghi ne canta Homero, Pindaro altamente ne ferine Horatio non ne tace, PHnio
mirabilmente ne difcorre. Si legge ancora efFcre fiati certi , cliiamati di quefto nome Aquila,
clfaltandofi per cotale nominanza. E ciò tefhficano Xenofonte e Tucidide .maffimamentc di
Pirro epirota, il qual da fiioi per merito di valore,fii detto Acquila, fu parimenti fempre ap-
prezzato il nafo aquilino , fegno d'huomo magnanimo e reale.fi dipinge mcdefimamente il
Sole in forma d'aquila. Ifidoro nel capitolo fettimo del duodecimo libro delle fueethimo-
logie , copiofamente di quefla augella ragiona,dclla quale fi trattari al fiio luogo con propo-
fito migliore. Non fu per ciò fenza prudente confiderationevfàta per principale in fegna
de vittoriofi romani l'Aquila. Ma poi per qual ragione da pochi anni in qua fia fiata con
due tefte dipinta, varii fono i pareri, altri credono che dinotino i'vno e l'altro imperio
occidentale & orientale, altri \'ogliono che le due tefte rapprefcntino Tobligo che deono ha-
uere gl'Imperadori in conferuare i due capi ciò è fpiritualc e temporale.fu però fempre l'aqui
la infègna degli Imperadon d'oricnte,benche quella iì vegga di roflb e chiaro colore e quefia
dell'occidente , non nera come fi dice , ma fulua , ciò è di color roffo ofcuro. ne per ciò cotal
differcntia importa , potendofi quella poca varietà giudicare fia proceduta dal cafo,alcuni
belli giudicii credono chel color rofib chiaro conuenilfe all'oriente doue e più chiaro il Sole,
e rroflb ofcuro all'occidente per effer il fbl men chiaro . con ciò fia ritrouarfì in tutte le hifto-
rie efière la fiefla Aquila fiata del fudetto color roifo ofcuro, fi potrebbe fopra di ciò dir an-
cora che l'Aquila bianca fia fiata infègna d'alcuni Imperadori , tuttauia lafciarò per bora da
banda quefla cotal quiftione , ritornando al propofito delle due tefle, Icquah per buona e fé
dele opcnione d'alcuni iì flima voglin fignificare che mancando di effe vna,mancarebbe l'al-
tra ciò è mancando il Papa, mancarebbe rimperadore,e fé pur fuife , farebbe tiranno.e que-
fla legge fi déè comprendere e mantenere ad imitatione di quei Regi del populo di Dio leg
gendofi nelle facre fcritture del teflamento vechio che li Re d'Ifraelìe e di giuda erano legiti-
mi per la data vntione da ficerdoti e profeti di Dio , ne gli fìeifi Re poteuano far cofi veru-
na contra la openione fanta de profeti e l'efcmpio di Saul e di Samuel conflituifce & am.mac
(Ira ogniuno . E da rephcare ancora che l'infegne, tanto ne gradi di fignorie fuppreme quan
to di mediocri e tanto di militia quanto d'offitii ciuili, fono ne gli ordini neceffarie, maffima
mente negh vfi di guerra con ciò fia cofa che per elle fi rapprefentino gradi di caualleria e di
fanteria confcruandofi ogni effercito con la regola delle fchiere e delle ordinanze, le quali
hanno l'occhio alle infegne e per effe fono guidate come da timoni le naui , & hanno per le
medefime le ordinanze,! luoghi loro come le membra nel corpo e ciò ben defcriue Vegeti©
nella regola di muouere e di fermare gh efferciti. Hoggi fimilm.ente fi veggono l'infegne con
diuerfi colori fpiegate , e con vane figure (come di fòpra fi è detto). Le bande dopo quelle fi
vfàno ancora ,o, attrauerfb alle fpalle,o, in forma di croce , e molti foghono à guifa de colla-
na portarle al collo.le quali di diuerfi colori credo io che fi portino, perche fi conofchino gli
amici con gli amici & inimici con li nemici, altrimenti farebbe ne gli ellèrciti vna pericolofà
confufione.Imperò le guerre c'hebbero i Romani con i Sabini , con i Sanniti e con i Tofcani,
non fò come poteflèro paffare , poi che veftiuano quafi in vna fleffa foggia e pure gli fcritto-
ri paflìmo quella cofa con imprudente fUentiOjHon facendo memoria che fegno fuffe fra lo-
ro
RAGIONAMENTO.
ro,mentre che atrocemcte guerreggiauano. Homero non parlò di fìmiglianti diiferentic per-
che i Greci da Troiani diftingueuaniì per la gran ditferentia del veftire come hoggi iì fa fra i
Turchi,& i Criftiani.pcrò Homero chiamaua i Greci ocreati , & i Troiani cornati, qlli per l'v-
fanza di calzarfi i borzacchini,o,di coio^o di ferro,qfti perche portauano lunga capigUatura .
Nelle guerre che in Afia faceuano i criftiani con gl'infedeli,- e quaiì vertendo a vn modo ; Ib-
lamente la croce che portaua ogni fbldato criftiano , rendeua gli amici da nemici differenti ,
Potrei dir molto più delle inlcgne mihtari , ma conofcendo non effermi di bifògno , mi sfor-
zare di brcuemente procedere , tanto più c'hauendo io fin qui a baldanza detto quali fieno le
infegne di fupprema, o, di mediocre dignità e quali fieno quelle ch'agli ordini di guerra con-
uengono ; mi rcfta à ragionar di quelle agli oiììtii ciuili necelfariamentc con ferenti, con quel-
le ancora ch'a ncgotii e gouerni publici e priuati s'appartengono. Primicramcte dirò delle in
legne che fi concedcuano agli Ambafciadori, i quali con autorità e dignità erano e fono elet-
ti da Principi e da Republiche . fra romani maflìmamente fu antica confuetudine di far por-
tare a i loro Ambafciadori vn'hcrba chiamata v e r e e n a , la quale fi coglieua in luoghi iàcri
& era adoperata ne i facrifitii e ne nafceua in campidoglio. Diofcoride chiama Verbena drit-
ta quella che nafce in luoghi acquaftrini,e la portauano in capo per principale infegna di quel
grado , per la quale ne i viaggi erano da tutti i populi riipettati. Portauano ancora gl'Amba-
ìciadori romani per infegna di fimigliante oifitio vna verga con altre cofe , inditio della di-
gnità loro.
Li Greci mcdefimamente in cotale offtio portauano l'herba chiamata Critia per quanto confer
ma il Caffaneo fé ben mi ricordo . Bartolo famolb legifta , fecondo la commune opinione ,
afferma che gli Ambafciatori romani andando ne i paefi foriflieri , portauano aguifa di Pro-
confoli , fei fafce . la qual cofa fi può vedere nella legge prima , al digefto dell'offitio del pro-
confule e dell'Ambafciadore . Imperò hoggidi non li vfano quei modi , perche altre infegne
non fi portano che lettere di credenza e l'iniiruttione del Principe,fbttofcritta e figillata.vero
è che li Romani ritornati dall'offitio; deponeuano l'infegne deÙa Ambafciaria. Era ancora
confuetudine fra Romani che qual f. {ufìe offitiale portaffe vn'infegna che dinotaua publica
dignità , come il confòle , il Pretore , il Queflore , il Tribuno,il Currule edile,il Caualiere &
altri per Icquali infegne gli ftefsi oJììtiali erano conofciuti e riueriti a diffcrentia di ciafcuno al •
tro cittadino . La toga fèruiua in Roma per infegna e feruiua parimenti per habito commune
fra la cittadinanza , come ciò conferma Plutarco , e quefta commune non era infegna . Egli
è ben vero (come fcriue Lampridio ) eifere alcune toghe di più foggie per inlegne tenute, co-
me fu la toga palmata , ciò è dipmta a palme, o, teffuta , o riccamata , di cui li Trionfatori per
valor mihtare fé ne veftiuano.Altra toga era quella della quale, i Magiftrati fé n'adornauano.
e la diuerfità de Magiftrati cagionaua diuerfità di cotah infegne . Giulio capitolino narra che
AlelTandro feuero , o , Mammea , non volfe mai veftirfi di fègnalata toga , fc prima non fuf^
fé fiato eletto confule , clfendo cofa certiiTìma ch'cl confidato era di riputatione fingulare ne
i pubhci offitii , per il che molti Imperadori vfarono ogni induftria per ottenere il Confulato.
La toga bianca fimilmcnte manifeitaua quei cittadini , i quali cercauano fiififragii per impe-
trar qualche dignità . La preteli:a,fecondo alcuni,era anco infcgna.altri la teneuano per com-
mune . Gl'Impcradori nell'atto di guerreggiare fi veftiuano di Latifclauio ch'era xxflimento
breue , e di Paludamento ch'era lungo e rofTo, e vogliono che di quefto Tulio hoftilio ne fuf-
fe flato inuétore. li caualieri vfauano per infegna l'anello e ciò fcriue Liuio nella rotta di Can-
ne.Soleuanoi caualieri nei tempi di guerra veftirfi di clamide, vefle breue e fimileàfaioni
degli huomini d'armi de noflri giorni. E chi vuole diquefla materia farfi appieno capeuole
legga Giulio poUuce , poi chel mio fuggetto a diftcndermi di ciò più inanzi , non richiede .
Il Caffaneo da me poco fa , citato,hauendo intorno alla materia delle infegne molte bellilfime
cofe difcopcrte, vuole che la fpada quando il Rè la tiene in mano, in atto di Maellà , fia in-
fegna , ma non è tale all'hora che per ordinario la porta alla cintura . Vogliono bene alcuni
che la fpada portata da coloro che fono caualieri per priuilcgio e non per obligo di militia,fia
infegna di quel priuilegio e non iflrumenro di guerra, molto fi potrebbe dire delle infegne
che diuerfemente s'vfano nelle guerre , tuttauia per quanto obligato mi fono, altro fcriuernc
mi parrebbe fouerchio .
Vengo hora a parlar delle infegne di ciuil profeffione leqiiali rapprefentano i gradi del dottora-
to.
DELLE I N S E G NE. 9
K). E furono primieramente ritrouate accioche non ogniuno fi ponefTe à mancgfji delle le^-
gi e de goucrni , lenza che filile per pruoua e per efàmine accettato dalle vniuedità de Iure- ■
confulri. La prima infegna adunq; è di due libri di legge , o , di Filolòiìa, o,di Teologia^ po-
nendoli dinanzi a quel che fi ha d'addottorare,facédo aprire e ferrare. La Icconda èia bercc
ta che fé gli pone in capo, interpretata da Luca di penna, due volte retta volendo inferire
chel dottor Ha retto nell'infegnare e neil'operare.La terza è l'annello I teftimonio che fia fat-
to ipofo della Hipientia.La quarta,èla catedra,doucndo federe per fcntentiarc.La quinta è il
cintolo indorato , dinotando chel dottore fia obligato di Ibttoporli alle f-itighe con fedeltà e
^^ fia di buoni coftumi e quello manifefta la fanta madre chiefia quando dice , li noftri Lombi
fieno accinti,cio è apparecchiati a bene operare . La fèfta è il bacio che dinota concihatione e
pace.Lafettim;iòlabenedittione con la quale i mah fpiriti dal cuore fi dilgombrano , an-
cora che queife due vltime fra le altre non s'accttino per infegne , lequali oltra che rapprelèa
tino la dignità del dottorato,prcpongono dinanzi agli occhi del dottore la continentia,la ca-
fi:ità,la purità,la fedeja Ionganimità,ia tollerantia,e la milèricordia nella via della giuflicia , il
che non meno conuienc al Filofbfb & al Legiffa che al Teologo . Elf èndo la venta ,• fecondo
gli iffituti antichi, non eilcr perfetto dottor di legge fé non e ancor Teologo & Filofofb. per-
che quefte tre fcientie non poflbno l'vna fcnza l'altra perfettamente riufcire, inlegnando e
giudicando, con tutto ciò non voglio io rimanere di recitare con accommodato propofito in
qu .1 maniera il diuino Andrea alciato in verlì efiametri e pentametri defcritia cchiarifca
quante e quah e perche fono rinfegne,onde sapprouano e teftihcano i meriti di qlfa dignità.
Tutto ciò lì legge nel fuo Parergon al libro ottauo .
La prima infjgpa diremo ellcr prcpofta a tutte le altre dottorali ^come ha pollo Luca di penna)
dui libri chiufi pofcia aperti i teltimonio che fimil grado p manifefta dottrina fi meriti, i quai
hbri Ibno della diuina e ciuile facultà.La fècóda è l'annello che dinota,per quato ferine Aulo
gelilo nel libro decimo al capitolo decimo ; teftimonanza del cuore , perche circonda il dito
della finiftra mano , pofto fra il più longo el più corto dito,onde vn neruo fottiliifimo iì eftdn
de fin al cuore. Tuttauia più piace allo immortale Alciato chefiafcgnodi mihtare,overo
di cauagliercfca dignità, laquale dee fempre elfere con la legge congionta , che luna e l'altfa
difendono il mondo dalla ignorantia e dalla tirannia,e che fia il vero,per gran parte i legisla
tori furono Gouernatori di Reami comefiippiamo effere flato Mosè Giuda macabeio & altri
del popolo di Dio,come fu Ilomulo,Italo inanzi à lui.ir^ Grecia Solone Ligurgo Dragone &
altri,degli Imperadori romani luftiniano & altri pri-ma che lui j e dopo lui . Vogliono fimil-
rnéte Alcuni chel dottor porti l'annello oue fia intaghato il fuo ordinario figlilo, con cui i con
Mìliti e le rifpollede fapienti fi figillano. Altri lo interpretano per infegna di fedeltà. Et e
pur vero chel lureconfulto , hauendo per molti anni interpretato le leggi ne i pubhci ftudii,fi
ila meritamente guadagnato il titolo di conte palatino e di caualiero . ne fi può negare come
in tutti i tempi li vede , che le armi difendono la giuftitia , e le leggi prepongono le cagioni
legitime di muouer guerra, lenza le quah veramente learmifbno ingiulfe e violenti, e per
confequenza mina dcll'vniuerlb .
Li Romani per molti anni vfarono l'anncìlo di ferro, mallìmamente nel matrimoniOjnó già per
.ornamento 3 ma per necelTarioinditio d'obligationeedi fede . Venne poi in coftumeche
, gli annelH fi facelfero d'argento e d'oro,e Sergio nobil romano, cominciò a portarne due
per dito , per laqual cofi fu cognominato Orata , del cui nome ancora è chiamato vn pefce
di color d'oro che e cibo di molto pregio . Era fimilmente conceduto l'annello a'I'huomo li-
bero, ma che dentro fuffe fcolpito qualche fegno.Il I^ierio foyira di ciò abbondantemente rte
Icriue nel quarantèiimo libro de fuoi Hieroglifi . Noi però fappiamo l'annello eiTere vna in-
fegna d'allegrezza , e quefto fi legge nel làcrofanto Euangelo , per ciò che al figliuol prodigo
chel padre teneua per perduto , ritornato dal fuo infehciitìmo viaggio , il piatolo padre per
legno di vera e debita allegrezza, abbracciatolo , comandò che gli fuffe melTb l'anello in dito
j, Veggafi come fia degna di confidcratione la portatura dell'anncllo . Marco Tullio a Quinto
,, fratello diffe.il tuo annello nò e miniftro della tua volótà,ma lì bene dell'altrui defiderio . a li
teftaméti ancora appreffo gli antichi feruiuano per Icgitima infegna gli annelli,come figlili di
fette teftimoni , per i quali fi conculcauano le fraudi,e farebbe tal'vfb hoggi,di molta ficurcz
2,a onde fileuarebbero i puntigli e le diipute^douendofi credcre^ch'i teflimoni fulfero nobili
■ ■ • c
RAGIONAMENTO.
eli fangne poi ch'altri non poteuano vfare i figlili e portare gli annelli. Et hoggi ogni vii pcr-
fona caccettato per teftimonio & in teftamenti & in ogni forte di contratti . fu etiamdio vfa-
to triftaiiìcte l'anncllo d'oro da feguaci di Epicuro,nel quale era intagliata la imagine di qllo
federato Filolofo, come che per cotale infegna voleffe dar credito alla fua maladetta opinio-
ne, venne finalmente la portatura di cofi nobile infegna( come dice Liuio dalla Città edi-
ficata ) in tanto frequente vfo che i nobili di ornarfene grandemente fé ne (chifauano. Tullio
nella fua quarta Oratione , rinfaccia à Verre per hauer egli donato l'annella d'oro a huomini
plebei & dishonorati eflendo pur cofi certiiTima l'annello effere flato ritrouato per teftimo-
nio di nobiltà e di grado , e ( come fi è detto ) d'obligo neceffario ne i matnmonii , benché
hogsi più che niai,i principi & i ricchi primati,quelli ftelsi annelli c'hanno efsi medefimi por-
tati ^Sc ancor le gentil donne,nc fanno alle meretrici &c a ruffiani vituperofb dono . nel qual
atto moflrano la bruttura de i loro fuergognati coftumi . La terza infegna è la berretta, m.olti
dicono efìère m cambio della corona di lauro & è da credere , Altri affermano che fia il cap-
pello che cuopre la tefta come membro del corpo il più neceffario e'I più nobile,degno fopra
l'altri di efler difelb . La quarta è il bacio , onde San Paulo fempre falutò i fuoi col bacio del-
la Pace , Ne fenza degna confìderatione la nobililfuna natione fpagnuola ha pofto in vfb , il
BACIARE LE MANi.fegno d'affinità nel volto,di riuerentia nelle mani,di humiltà ne i piedi.con
queflOjGiuda il perfido,fi perfuafe di coprire iì tradimento a Giefu Criflo.E però è da crede
re che come il bacio è manifefto legno d'amore, cofi fpeflb è occulta volontà di fraude . per
5, quefto fi vfi fpeflb quel prouerbio tofcano , veramente venuto dal cielo , & dice cofi. Tal mi
bacia la mano che me la vorrebbe vedere,mozza.Delle infegne del dottorato,dette di fopra,
l'vnico Alciato, come fi e poco fa promdfOjCofi leggiadramente verfifica , dicend'aldo:-
torc noucllo .
5, In pri'iìht accetta il libro di legge ripieno
, p 'tal chili fo apri anco quando bifognoftu •
3, L'anncli 0 i n dito d'oro à te pofciaft pone
3, Oìidc tenuto fci degno d' eque/ire grado .
„ il crine ancor ti cinga un cappello d'honore
tt El capo conferui la dotte l'almagiace ,
„ Fa che fi bacin quelli di bianco togati
,, Di pace atto pio ci) al tuo cliente gioua .
3, Spera chel fommo Cioue la tua uoglia fecondi ,
y, E qnejlo tuo grado jìella beata guidi .
Giudico fia bene à nò tacere la cagione perche io habbia tradotti,li fòpralcrltti vcrfi a propofi-
to di c]fta opera, e ridottili in qfto inufitato numero,fuori nò Iblaméte della còfuetudine del-
la noflra materna lingua,ma ancora del gufto di molti. Non e pero dubbio veruno che Quan-
do cominciò ad eficr meflà in publico la traduttione dal latino in parlar tofcano , fi fenti vna
certa comune fchifezza tanto in profà,quanto in verfb & vn certo difpiacimento all'orecchie
che veramente flomacaua ciafcuno,ma conofciutofi dopo alcun tépo, il beneficio ch'ogniun
ne fentiua,auezzadofi l'vdito a cofi diletteuole e nuouo concento,pofb più diligctia nella lin
gua e nel modo di tradurrete paffato c]flo vfb in còpiacimento tile,che pochi libri di (lima &
in ogni fòrte di fcientie fi truouano che non fieno co ogni curiofità in qf}a noflra materna lin
gua tradotti.c quanto prima per difetto delie orecchie quefìafuauità fi fchifaua , tanto più
hof gi da ogni dotto e giuditiofb fpirito s'apprezza . E ben fi vede come in quefli la maggior
parte de migliori poffeditori di dottrine e di lingue, volentieri leggono quefi;a noftra italiana
fauella e volontieri fi mettono a riempirla degli alti concetti di qual fi voglia vfitata fcientia ,
e ben fi poftbno molti fbdisfare, anzi ogniuno , delle profitteuoH fatighe del'Illuflre & dot-
tiifimo Aleffandro Piccolomini , il quale e grecamente e latinamente haurebbe potuto con
ogni piena elegantia fcoprire & manifeftar la fua dottrina , e pure gli è piaciuto di Icri-
uerein quefla tofcana hngua con vtilee marauiglia d'ogniuno. Anzi poflbio dire e ve-
racemente confermare hauere io molti e molti anni fono, conofciute perfbne dottilfime alle
quali grandemente dilpiaceuala traduttione deverfidi Vergilioinnumcrofciolto. il per-
che vno di quelli; huomo di dottrina e deloquentia ; guftatabene la lingua e la dolcezza
del fuo numero , ne diuenne tanto vago e tanto partigiano che m.olte opere compofè io
cotal
DELLEINSEGNE.
IO
cotal numero , maiTìmamente la poetica d'Horatio , e furono meflc per Tuo ordine in publfca
ftampa . Ondefi vede e fi fa quanto a diletto & à giouamento commune hoggi tal fatiga de-
fiderata fìa, con tutto quefto che diremo del verlb di fei e di cinq; piedi ? regolato dall'Illuflre
fapiétiffimo e dottiamo Monfig.Claudio TolomeiVchi ardiice di biafmare le colè buone e ra-
gioneuolmcntc per imitatione tradotte con pieno lentimento, fé non coloro che mancano di
dottrina e di giuditio ? chi niega che la perfetta imitatione fìa degna di laude ? E Tel medefi-
mo fenfo del greco del'Litino e dell'hebreo è della lingua italiana materna apicno riccuto &
ageuolmcnte elprcffo conia vera imitation del numero , perche fi fchifa? perche s'abbor-
rifce? Dicono alcuni c'hanno più bifògno di latte che di bifcotto, epiubilògno dimafti-
care che di mordere, nonhauere fuono lo Eifametro el Pentametro in queftatofcana Io-
quella . Attribuifcano di gratia tanto difetto alle loro orecchie e non alla vera armonia vfi-
ta da bène organizato artefìtio . Incolpino ( dico ) il guffo loro infermo e non il buon fapo-
re . E fé pur fopra ciò fentcntiar vogliono s'accompagnino con Mida . Replico che le inuen-
ni giuditiofé , fondate nella perfetta imitatione, eie materie ben tradotte da vna lingua
in vn'altra con numero e con mifura, & i fènfi trafportati da vn luogo in \'n'altro commoda-
mente riceuti , fono degni di laude e di marauiglia . E chepiu^l'inucntore & imitatore di
cotale artefitio , effendohuomo di dottrina e di credito , fi dee non che lodarlo aliai, ma
douerglifi molto, come fò che fanno i neramente dotti &innobilmente giuditiofi. Di que-
llo modo di far vcrfi di fei & di cinq; piedi a imitatione d'Ouidio , di Catullo , & de altn che
potrei dire, fu Monfignor Claudio Tolomei,nato in Siena difangue Illuffre, dottor di leg-
ge fra i migliori , Prefìdentc del Duca di Parma e di Piacenza il Signor Pierluigi farnefe ,-
eletto nel prefidcntato da Papa Paulo terzo diuina memoria . fu perfetto Fi!ofofb,nelle ma-
tematiche fra primi , Oratori fra i fuoi pari vnico . Poeta fingulare in ogni lingua , Eccellen-
te pofTeditore della hebrea , caldea , greca e latina fauella. Egli orò più volte all'improuifta
con flupore di molti perfonaggi . fu fpregiatore di fortuna , confiimò féfUmta anni negli flu-
di di tutte le difcipline . fu grato & vtile in conuerfìitione , piaccuole in opere & in parole, li-
berale e refugio de virtuofi , fu di vita ciuile e criftiana . Onde fatto Vefcouo , fu chiariflìmo
effempio di quella dignità, oltra la granita, la bellezza e la molta gracia del fuoafpetto.E
perche alcune gentarelle più preuo dottori che dotti, aguifa decani affamati vanno abba- .
iando contra di lui , e dicendo quefta inuentionc effer morta col fuo inuentore per certo el-
la è morta nelle cameruccie loro , non già in Roma , non in Napoli , non in Fiorenza , non
in Siena,non in Bologna città ch'infegna . afcoltino cofloro chi ha in quelfo medefimo ffile
fcritto , notin bene chi fu il Flaminio , il Molza , il Cefano , il Caro , il Vefcouo di Foflom- ^
brone,rAgoflini, ilCaualier Gandolfo , il Ranieri , Monlìgnor della cala, il Petrucci , il
BenuogUentijil Figliucci & altri famofi fpiriti ch'io non nomino ,quafi tutti dell'Academia
della virtù in Roma.niuno però di quelli fu dottore , efcetto il Petrucci , e pure furono in
tutte le fcientie dottiffimi , confefio per ciò non hauere io tutto queflo per mia fcu fa fcritto ,
della quale non credo efferne bifogneuole , fi perche le peribnc dotte e gentili conofceranno
clTer da me ben fatto, fi ancora perch'io feguito tanti principah fcrittori denoflri tempi, e
di più mi contento di maggiormente rifcaldare gli animi di cotai maledici accioche non cef-
fino di vomitare i veleni nelle proprie loro viuandeàfe medelìmienon ad altri noceuoli .
Imperò lafciando da parte cofi degna querela , dirò per compiacere agli fpiriti fludiofi di f i-
per cofe non trite, come al tempo di Carlo magno comparfero tre Monaci alla riua del
mar gallico, paruri d'Hiberniaiquafiandauano latinamente cantando quefle fole parole .
CHI E DESIOSO DI SAPIENTIA VENGA A NOI CHELAGVA-
D A G N A R A . queftì ìu tutte le fcientie fperimentati e conofciuti di fanta vita , furono dati in
-notitia a Carlo magno principe di molta fapientia e dottrina, il qual comàdò che inanzi à lui
fuffero condotti , e dimandatili di che mercede fi contentaffero , rifpofero di modefla proui-
iìone , cofi da coftoro fu dato principio aUe Vniuerfità degli ftudi publici in Europa . il Cal^
faneo cofi gli nomina cioè Alenino, Claudio e Nefforo. ilSabellico ne nomina quattro
cioè Rabano, Alcuino , detto per nome proprio Albuino, il qual vogliono chefuife ffa-
^o precettore di Carlo magno, Claudio _, e Giouanni fcoto . il che conferma Roberto
Guagnino nel fuo libro de fatti de Francefi, nella vita dello fteflb Carlo magno, iqua-
h diflèro èfler venuti diScotia. Claudio per nome proprio fu chiamato clemente
J^r * C a
RAGIONAMENTO.
Giouanni (come fi è detto) cognominato Scoto , per la qual colli Carlo ordinò ch'Alenino, il
quale diede Principio alla vniucrfitàdi Parigiinfiemc con Claudio, rimaneife, e Giouanni
fcoto andafTc a Pauia , quiui giunto , fece refidenza in S. Pietro in celauro , altri dicono in S.
Auguftino eh e tutta vna chicfa , e quiui fini il corib della Tua vita , altri vogliono ch'Alenino
venifle in Pauia , con quefto felice principio inftituiti molti ftudi , fi fece di tempo in tempo e
di luo^o in luogo grandilTimo Profitto. E perche coloro i quali alla diucrfità delle fcicntie at-
tendcùano , (cnz'altra autorità & approbatione publicamente leg^euano . interpretauano e
fèntendauano , fu prouifto che fimigliante efifercitio , fenza conf lifione con più dccoro,e eoa
più ficura dottrina proccdelfe e che le vniuerfità degli ftudi ordinafTcro le inicgne dottorali ,
le quali fono le fimili per tutto, ancora ehe e più e meno in moki luoghi fi truouino vfate.tut-
to ciò fi legge negli ordini dello ftudio e della vniuerfità di Parigi .
Per ritornare al noftro concetto , il Calfaneo pone che li jMarchi di Mercatanti fieno infcgne ,
ma fecondo il mio parere , non e da crederlo, impercioche fé bene ogni Inlegna è fegno,non
ne dee feguire , ch'ogni fegno fia infègna, effendo la verità che gh ellcrcitii meccanici per di-
/tinguerfi l'un dall'altro , ne i luoghi loro e nelle lor botteghe , o , tauerne , tengono fuori di-
uerii fegni per dar commodità à compratori , nondimeno quelle figure , o , dipinte , o , di ri-
Heuo , non fi deono chiamare inlègne le quali vengono dalla voce latina , ciò è inhgnis & in-
ficine , che fignifica nobile & illurtre , onde l'vfo buono ha voluto che le iniègne rapprelènti-
no gradi e dignità , e non eflcrcitii vili & abietti,Li fegni adunque è profanità maifimamente
in noftra lingua materna , che altro rapprefendno che cofe mercantili e meccaniche . E però
le ?U huomini di giuditio fono dimandad doue ftia vn buono Orafo,rifponderanno al fegno
del fole , doue è vna buona hofteria ? al fegno del Falcone.e non all'infegna . e fé pur quei fo-
no impropriamente dette infegne , tutto procede dagli huomini ignorand .
Mi fouiene che di fbpra io dilfi la verte di porpora edere (lata vfita per infegna di fupprema e
mediocre dignità , & accioche io non fia notato di traicuraggine , dico che di quefto colore
le ne fanno infegne che dinotano habid de Re e de Duchi,quado iì pongono in atto di Mae-
ftà, ma qualhora altre pedone priuate fé ne vertono non è infegna Se anticamente li prohibi-
ua . leggiamo per ciò che li Romani non comportauano che di tal colore veruno fé ne vertif-
fe efcelto i Tribuni della Plebe quando rifedeuano dinante alla porta del Senato chiamàdolì
quel vertimento infegna tribunida .
E quantunche fia vero che le dignità per fucceffione, o,per elettione fieno giurte , non fi admet-
tono però fé no fi manifefta quel grado col nceuimento delle infegne in tertimonio legitimo
ordinate , oltra ehe ne i configli , nelle diete , nelle congregationi publiche , le infegne fanno
fpettacolo di Maertà , di riuerentia , di decoro & di terrore , e fanno diicernere i fuperiori da
gli inferiori , E ben fi fa come li Papi e gl'Imperadori , fé ben fono per voci e per ifeutrinio
eletti , o , per altro ordine , non fono legidmi , principi fé non riceuono le deputate infegne ,
cofi intendere fi dee de Re e de Principi mediocri^anzi i fuppremi,fin gli infedeli quello cof-
tume olferuano, e per prineipal colà concorre che da facerdoti fieno vnd d'oglio fiero che di
ciò fi è fatta mentione . Portiamo ancor dire che come i corpi celefti con le fteìle fifle , col So-
le e con la Luna e con l'altre rtelle eranti^e ciò s'è detto; ibno conueneuoli infegne di Dio e lo
rendono ne i noftri penfieri,marauigliolb reuerendo & omnipotente , cofi le corone,le Mitre
e le altre infegne fudette , rapprcfcntano le dignità de fuppremi e di mediocri perfonaggi , co
oblic^o di riuerentia con prontezza d'vbidientia,con ftabilità de fede eó conferuatione di be-
neuolenda e con regola di timore.Douendofi per tanto confermare ninna di querte corali in
uentioni , eflère ftata mefta in vfo fc non per neceffaria riuerenna,vtilità e decoro . E che ciò
fia vero , già fi vede chel Dottore non portando la toga , per legge debba efier cenfurato &
efclufo dal collegio , parimend i facerdod fecolarie clauftrah lenza il loro conueneuole habi-
to fono da fuperiori caftigati .
E perche la copia de concetd intorno a quefta materia, mi potrebbe di lòuerchio trattenere,per
ciò quanto poifo voglio rertringermi , martìmamente hauendo io à baftanza detto e delcritto
che fieno le infegne e diftintele, crederò nondimeno ehe fia di vdlita mortrare come di erte
infegne militari alcuni Icrittori ne habbm fatta memoria, e primamente Virgilio nel iècondo
dell'Eneida cofi dice .
Cgniun sarmipwr hor deinnfegne nimiche ..
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DELLEINSEGNE. ii
ciò dilTe il Poeta quando Corebo con i fùoì compagni cercò di fàluarfi'Ia notte ch'i Greci en-
trarono in Troia , hauendo affrontato efsi Androgeo & ammazzatolo con tutti quei ch'era-
no fcco in quella zuffa . Onde h Troiani , prima che conofciuti f ufiero , ne vccifèro combat-
tendo molti , Cornelio tacito fcriue che molte inlcgne militari feruiuano per ornaméto e per
tcflimonio di colui che guerreggiando , valorofamente fi portaua . Per ornamento ancora fi
vfauano le celate meife à oro con piume & altre generofe apparenze , non neceffarie , ma at-
te à dare ardimento agli amici e terrore a nemici. Quindi giuditiofi pofiono vedere come
nò fia fuor di propofito vfare nell'eifercitio di guerra le infegne neccifarie all'ordine della mi-
htia & non neccflànc agli ornamenti che dilettano . La onde fcriue Tullio ad Appio l'inièsne
effere ( come il fieno ) inditio di virtù, ne farà chi nieghi effer più caro al buon fbldato l'acqui
fio duna infcgna nemica che la ricca preda dirobbee di danari, con ciò fia che l'infcenefì
ponghmo in publico per lionorato & immortale fpettacolo, nelle piazze publiche e ne i riue-
riti templi . Accusò Tullio alcuni che in fimih cafi gh altrui honori s'attribuiuano , dicendo ,
molti fono fiati e Ibno al prefente che s'adornano fenza merito , fcriue egli ancora nelle filip-
pice , o , vero nelle marcantoniane che cofa fia mfegna , dicendo .
Sarebbe da feruire à lui quando egli hauefle voluto prendere l'infcgnadiRe. Potrei ci-
tare molti altri a fortificamento di quanto fi è detto delle inlègne, ma voglio, per ciò mi
bafta , hauerne fcritto . Tuttauia l'autorità de fcrittori italiani mi efibrta ch'io citi il Petrarca
il quale nel iònctto che comincia ,o passi sparsi, difie .
0 fola infegna al gemino ualorc .
dinotando la corona di lauro elfer teftimonanza chiariffima per meriti {òldatelchi & de fcien
tie, parimenti il detto Poeta nel primo capitolo del trionfo della morte cofi canta .
Era la lor v'.ttoriofa infegna .
moftrando per ella la purità dì Laura , la fchiettezza el valor de fuoi cafiifsimi penfieri , con
animo di mantenerfi ella tale fin all'vltimo giorno di fua vita, ma credo C\ polla dire che fulTè
più to/to imprefa ch'inlègna eflèndo vno Armellino col collare d'oro e di topatio, fisnifican
co la intentione di cofi pudica e bella donna , hauendo ornato quel puro animaletto di due
pretiofe cofe cantate da Dauide Re nel falmo 1 1 8.
O Signore i tuoi precetti fono fopra l'oro el topatio , ne facendo quen:a comparatione con
altre gioie, poifiamo credere che la valuta dell'oro e del topatio fia iòpratutti gh altri ricchi^-
fimi mettalli e gemme , nel medefimo capitolo fegue il Poeta e dice .
Quando nidi una infegna ofcura e trijìa .
La quale può ancora feruire per imprefa , effendo fatta in foggia che rapprefenta il fine di
quefta vita mortale . e con tutto ciò che l'vn nome l\ prenda per l'altro , e tutto nonditneno
cagionato dal mal'vfo come all'x'Itimo potrà conofcerfi nel trattato della vera proprietà dei-
rimpreiè , canta medefimamente il Petrarca nel capitolo della diuinità in quefta guifa .
yidi l'infegnt di quell altra Fita .
La quale fimilmente fcuopre la certezza della vita eterna , & è la croce benedetta nello fien
dardo , in atto della fantiffima refurrettione . fcriue pure il Petrarca in quefto medefimo fen-
timento pvirlando ad Amore nella canzone,
^mor fé noi eh' io tomi al giogo antico
E ripon le tue infegne nel bel uolto ,
fignificando che quanto vittoriofamcte Amore s'acquifiaua,era per la pudica e vera bellezza
di Laura . quefio per fin qui bafii , conchiudendo elfere l'infegne inuentione atta a dimo/trar
gradi , dignità & offitii delle quah à propofito fi è ragionato perche l'i vegsa quanto dalle im-
prefe fieno dilTimili . da quefia prima inuentione vengo ( fecondo l'ordine ) alla feconda, do-
uete fi ha da vedere che cofa fia a r m e delle famiglie,© cafate nobili, la quale impropriamen-
te hora e chiamata infegna & bora imprefa. E di quefta inuentione trattandofi , fcopriranfi
molte cofe non volgari e non fcritte,con diletto e con giouamento dell'altrui nobiltà .
i L FI^EVELLElJTSEgjTE.
DELL'ARMI DELLE FAMIGLIE.
Cosa veramente di molto difetto parmi che di quefta inuentione nulla,o,poco fi truoui fcrit-
to, poi che fimiglianti figure hanno fèruito e leruono per honorato tcftimonio della vera no-
biltà delle cafate'. Però l'arme che fanno teftimonanza della detta nobiltà per quanto ci mo
fìra la confuetudinc,{ono differenti da quelle che s'vfano per inftrumenti di guerra,e folamen
te conferifcono nel nome e non già nella materia ne meno nella forma, fono però quefte ar-
mi da latini chiamate infegne , ciò fi può dire,o,che fia difetto della lingua latina,o,che fia in-
uentione ( come è) nuoua,fi che alle ftelfe figure lequaH dinotano nobiltà ,- non fi potè troua-
re vn nome più conferente . E quefto ci può far credere il Budeo il quale afferma ne i tempi
dopo i Romani alcuni fecoli ; tale inuentione efferlì porta inconfuetudine come nota di gen-
tilità , Se è fìmil figura di molto pregio, e degna ch'appieno le ne ragioni , e fi farà con giudi-
tio vedere che non fuor di propofito è filato allo ftellb legno applicatoli nome arme, con
ciò fia che quefia ( fé ben non lì fa di chi ella fia ) porga riputatione al luogo oue ella è fcolpi-
ta,ò,dipinta,e fa che iriguardàti fi rendano bramofi di lapere di chi fia quel luogo,e chi lo ha
bita e poffiede,quai furono i fuoi pafiàti e quali i prefenti . perciò dicono alcuni fcrittori che
" Alcfiandro magno era folito fempre di fifiàr la villa à fimiglianti fpettacoli , e ie egli fapeua,
oucro s'imaginaua che fulfe vno fpettacolo di virtù gli faceua honore,e ben fi legge quàto lo
commoueflc il fcpolcro d'Achille, Egli per ciò mcfle in vfo che colui il qual valorolamente
fi portaua nella gucrra,andaire ornato di qualche legno , publico inditio della fua virtù , tut-
tauia quel dono o quel fogno non giouaua à pofì:eri ne fi teneua per tefiimonio di nobiltà co
me hoggi fanno le armi delle cafate .
Pietro ancarana nobil legifia ,• nella Clementina vnica , al Paragrafo cosi n o i. nel fine delle
reliquie, e venerationi de ianti , attesale nominate armi effor porte in diuerfi luoghi, per
ifpettacolo di gentilità, per la qual colà comprendo efiermi lecito a lungo par!arne,dicendo
primieramente , come habbia hauto origine, quando e doue vfàta fufic e quanto rtimare &
apprezzar fi debba e perche fi chiama arme.La onde mi do a credere che fi nobile e fi raro fu
getto fia grandemente per fodisfare alle perfone di belliffima ingegno. maffimam.ente à quel-
le che dell'Arme di lor cafa che fia e donde venga no hanno veruna notitia. per il che s'accre
fcerà in effi il defiderio d'imitar quel primo fuo antenato il quale con le fue virtù nobilito non
folamentefomedefimo , ma tutti i fuoi difccndcnti. E ben deono haucre sfregiatala co-
foientia coloro che riguardando all'honorato oggetto de fuoi maggiori , in otio marciti , brut
tamente tralignano . Et a fine che fopra di ciò io peruenga a qualche dirtinta lucidezza,mi fia
di mirticri raccontare le vfanze antiche , malTìmamente de Romani e qualche poco de Greci
& ancora dell'altre nationi . tanto più che noi vcggiamo efler la verità che le famiglie dimo-
rtranofonza cotale arme maniferta ignobiltà . e fé però molti vlàno fimil fogno e non fono
nobili , a lungo andare fonza verun merito, fono per nobifi giudicati . qui iì conofce quanto
importi qucrto fpettacolo porto inpublico per lunghi anni . e quello appare nella dcfinitione
che Marco Tullio attribuifce alla vera nobiltà . La qual vuole che fia manifeftata per publica
te imagini che furono prelTo Romani riuerito tcrtimonio dell'altrui meritate laudi . Suetonio
{ìmilmentc ferine nella vita di Vefpafiano Impcradore in quella maniera, cioè la gente flauia
èofcurapercfferefonza l'immagini de fuoi antenati . Quinci fi vede efforc fiato coftumede
Romani in haucre le imagini per pruoua de nobiltà in qual fi voglia conofciuta e ciuil fami-
glia . Effondo colà certiffima che quelle rapprefontauano il gran merito di coloro, ch'in guer-
ra,o,vero in altri necelfari maneggi,haueuano al Principe giouato , a gli amici compiaciuto,
data ficurezza alla RepuWica, gloria alla patria & obedienza alla Religione . e fi può ancor
credere le irteffe imagini effere rtàte figure di materie diuerfo , manifèftando,o, in flucco,o,in
marmo, o, in bronzo,o,vero in pittura l'acquirtate vittorie de città de paefi , de perfonaggi,
de naui , dc'fpoglie come ciò neL'ordine di trionfare in Campidoglio foleua farfi.l'imagini
delle quai cofo fi appendeuano in luoghi publici, e querto vfo era vn premio à meriti di virtù
militare conceduto . Altre openioni fi leggano le quali fono che li cortumi de Romani erano
folamente di publicare le nominate imagini che altro nò demolhauano, efoetto l'eifigie el no
me di quei tali che fimil pompa,o, per merito d'armi,o, di gouerno" fi richiedeua à loro . Tul-
lio per tanto nella legge agraria volfe palefare di elfere huomo nuouo e non lodeuole per no
biltà
DELLEFAMIGLIE. 12
biltà éi (àngue , con tutto ciò creato confule , cofi dilli al populo.
quando vi ho richiedi e pregati,o, Romani, fapeuo di non hauerc antenati del mio parenta-
do che mi.lodaficro , per tanto fé io errarò nulle (àranno le imagini che per me vi prcghino.il
mede/imo centra Pilóne dilTe, ti gabbafti,o, Pi{bne,negli honori , per la laude delle tue fumo
fé imagini,dellc quali non hai cofi à te più fimile chel colore.quefto hoggi , fi può attribuire à
moki i quali fanno tanto il fupcrbo per i meriti de i loro maggiori , quanto per non volere, o
per no iapcrc imitarli fi moftrano fotterati ncH'otiOjpicni de vitii e di viltà,onde il teftimonio,
de lor palfati e a elfi manifefliJfimo vituperio Et a quefto propofito tacer non deggio le pa-
. role di due gentiihuomini c'hebbero per cótroucrfia mfiemc.Vno di quefii nato illufh-c,difle
allaltro, taci , che non lei par mio rilpofc quello, veramente mi vergognarci di efferc par tuo,
poi che non fu firc quanto fecero i tuoi parenti . Giudico per queflo eflère fiata gi-an ventu-
ra in gran parte à Romani che nò vfiflero l'imagini come armi di fucelTione , l'i che i pofieri
con le brutte opere non imbrattaflcro gli honorati Ipettacoli de lor antichi. E per la verità
molte armi de no/tri giorni per quei che tndignano, miferamente Ci vergognano. quanto per
ciofeleficlfearmihaueirerofenfojlacrimarebbero? Dico che le dette imagini eie Romani
non trafcendeuano à fucccfiòri. e per difcendere dalle imagini a cognomi attribuiti altrui per
opere d'honore,confelfarcmo che non tuti i Manlii famiglia nobiliìfima romana/urono chia
mati T o R Q_v A T I , ne tutti i Cornclii Cono fiati nominati affricani .ne tutti i Valerli furon
tletti CORVINI, impercioche fimiglianti cognomi erano voce d'immortalità alle opere dvn
particolare m a n l i o.d'vn particolare s e i p i .> n f. . e d'vn particolar v a l e r i o. de quai co
gnomi più apieno fi ragionarà.L'arm.e adunque.inditii moderni di nobiltà , e non i'imaqini,
trafcendono a fuccefibri in infinito, &quefta conluetudine non è fuor di propofito perche
iìmighate tefiimonio è acuto fpcrone in cercar d'imitare i pallati alla pofierità dirò bene che
vna olferuataconuenienzacfra l'antiche imagini e le moderne armi, laqual nonèdibaifa
confideratione , con ciò iìa che l'iinagini , come per decreti publici non fi poteuano leuar da
luoghi ne fcance]larIe,cofi in alcuni luoghi non Ci radano le armi ne fi cafiTano fenza legitimo
caftigo , Il Budeo ciò conferma nella legge finale nel digefto dell'origine del giufio.
Qui fi ha da elplicare che diflferentia efi!er polla fra le imagini e le armi cioè che quelle non an
dauano , come fi è detto, per fucceffione , quefte Cu dcuefi per tutto ciò confiderare che filma
far fi debba delle fielfc armi mentre che fanno delle nobiltà perpetuo tefiimonio,per cio,ben
è da fapere fé quefie fi poifono alienare , o, no. Bartolo tiene nel trattato delle inlègne e del-
l'anni che fi pofiòno alienare e concedcrfi agh adottiui e legitimati,o vero arrogati & ancora
à coloro che per benefitii iìitti , o, per intrinfica beneuolentia degni ne fono, la defferentia in
quefì:o calò fra l'infegne e le armi , fi vede perche l'infegne ( s'intendono le militari ) vn capi-
tano può alienare e concedere a chi vuole pur ch'in effe non fia dipinta l'arme del principe .
E egli ancor vero che l'infegna inarborata nello ellercito d'uii Principe, non fi dee inarborare in
lèruigio d'un'altro , efcetto fé vi fufie dipinta l'arme fola del capitano, o , qualche fua propria
imprefa , perche mutandofi la perfòna.può ancor mutarfi ciò che depende da lei . Le infegne
però di fupprema autorita,dellc quali fi e ragionato a baftanza, non Ci poffono per alcun mo-
do alienare . Efiendo vero che vn Re può priuarfi della dignità reale,come Cccc Lodouico Re
<ii Francia , poftofi à fcruigi di Dio , o , per qualche notabil difetto , ma non può vendere ,
impegnare e donare le infegne reali lequali Ci concedono à legitimi fucceffori . Imperò le ar-
" mi della calata del Re nò ponno effer prohibite a quei del proprio Sàngue dello fielTò Re ben
che non fieno di quella reale dignità. Ecco in qual guifà fi comprende la differentia fra l'infe-
gne di dignità e le armi de parentadi , mi occorre però di dire ( benché quefia parte doucflc
effer contenuta nel trattato delle infegne ) fé li Duchi,Principi , Marchefi e Conti,comc mol-
ti in Italia le ne conofcono , i quali non efiTendo ornati delle infegne conueneuoli agradi loro,
fieno legitimamente degni di cotai titoli e" Io di ciò non mai ho fentito ragionare , con ciò fia
che in Italia ( efcetto nel Regno di Napoli ) maffimamente e Marchefi e conti, non fi veggo-
no che efiì vfino fimiglianti infegne , come dire vn cerchio fbpra l'armi delle calate , fecondo
che ciò Ci vede in Napoli & in Spagna & ancora in Francia . il qual cerchio aguifa d i corona ,
■ portano alla fepoltura col manto fecondo la diuerfità delle vfànze. per tal cagione puofsi giu-
ridicamente credere ch'inefsi fieno legitimi ititeli? Alcuni digiuditio perfetto dicono che
fenza taliinicgne i Marchefi & i conti iono yeiri Ci^aori e di citolo ragioneuole, con ciò fia che
elfi
D E L L E A 11 M I.
efiì non conofccflero veruna fiiperiorità de Impcradori e di Re in quei tempi che fìmiglianti
gradi s'acquiitorono. Dipoi cifcndo venuti gli (tati i mano de Principi gradirle à elfi e (iato le
uato il mczo è mirto imperio, non per ciò è ftato tolto il titolo,come quello ben fi fa che hoggi
pure da fioro fuperiori fono chiamati Conti e Marchefi.nel'infegneà quei tempi fivfàuano
in teltimonio di dignità e di decoro badandoli il nome e l'v^liitrutto co la fucceffionc appieno
mi è fàrfo delle inìègne dir quefto di più, accioche più chiaramente (ì conofca la diftcrentia
e hanno con le armi .
Ritorno adire che le armi delle famiglie fono fiate inuentioni degne di molta laude poi ch'in-
qual fi voglia modo, rapprefcntano nobiltà. Egli è ben vero che già vn tempo fé ne tenne
più conto^, e che ciò fia la verità, è (lata communc prohihitione che i baflardi non potelìero
portar le armi de padri loro fé non con qualche inuiìtato fegno . In Francia però & in Napoli
fi concedono à baflardi il poterle portare con vna trauerfli di color giallo, fé ben mi ricordo,o
rofTòjdalI'alto alla parte deflra calando al baffo angolo della finiflra . Ma à legitimati è in du-
bio, pure alcuni vogliono che fia lecito . Tuttauia fi trouano certe ragioni in contrario dicen-
dofi che fc fono efclufi i legitimati dalla fuccelTìone de beni fot'to il Hdecommifìbxonfesuen-
temente il può a eflì vietare l'armi fchiette . La qual cofa attcfla il Panormitano ( cofi lo eira
il Cailàneo)ncIla lege l v e i o. al paragrafo l v e i o . al digeflo de Legati fecondo.cofi portare
f'armeèhonorepoiche le leggi ne danno i precetti . Di più dicono che ilegitimati non fi
comprendono ne i beni em.fiteotici , cioè flerili , nella fertilità ridotti , cofi fuona la voce gre-
ca Emfìteufi, fecondo la compofitionc del titolo, al paragrafo .mora alcvni al verficolo
fettantcfimo fettimo.Il perche fi vede non douere i legitimati vfare l'armi comei legitimi . e
quefie ragiotìi militando in vno, militano nell'altro . alla lege q^v e l l o nel paragrafo primo
cvyivi e le (leffe ragioni con più concordanze fono allegate nella Glofa. nella parola essere
Stimato, nel Digcfìo alla lege aqvtli a quelli fondamenti ha porto Baldo, nella legge general
MENTE al paragrafo CONCIO sia nel Codice delle iftitutioni e fubltitutioni. e dopo Baldo Gu-
glielmo di Benedetto nella repetitione del. e. Ranutio,nella parola Ranutio di Clera.
L'oppofito però è ch'i legitimati poffino portare l'arme paterna fchietta e fènza alcun fegnale. la
ragione e che la efirtenza dell'herede ha luogo ne i legirimati.Baldo nella legge essa laquale.
alla colóna fècóda.e Lafbne nella legge essi fé del padre,nclla terza e quarta colonna al codice
Onde i liberi.nella legge de coftumi alla colonna quita,al digerto, della volgare Imperò per
nbbreuiare qucrte controuerfìe, par che fi conchiuda non douerfi al legitimato negare l'armi,
ne anco la fucceffione de detti beni,interucnendoci la fcmplice legitiniatione . e ciò conferma
Ealdo nella (òpracitata legge alla nona colonna nel fine. Tuttauia non effcndo ioditalpro-
lefTione, mi rimetto a dotti e fam.ofi profelTori di querta fcientia. Ho io meflb mano in querta
dottrina vedendo quato a propofito faceffe tante degne autorità confermare il pregio e la rti-
ma fatta delle armi delle famiglie.è ancora cófuetudine far dipingere e fcolpire le fudette armi
in tutti i luoghi pertinéti alli parenti d'vn medefimo ceppo difcefi.ne le rteiìc armi poffono cf^
fere fcancel!ate,o,m brattate fenza grane pena.fi vede qflo nella legge Equiffimo ili paragrafo
ma de gli Edifici i l'vfufrutto lafciato iìa.onde con quel legno dell'armi faffi più ficura la poffef
fione degli edifitii e degli altri beni. E ancora openione che l'arme non iì poffa variare ne mu-
tare fé non con honorata occafione,perche fé e prohibito il mutar nome e ancora prohibito il
mutar arme,alla legge essi, al paragrafo chi per soldato, quiui Baldo al digerto de falsi dice
che come la mutatione del nome non fi richiede a verun Principe feculare, cofi ad ogni altro
non fi conuiene, confeguentemente non ii deòno fcambiarc le armi. E ancora prohibito agli
huomini come fono dottori e notari,mutar fcgno,o figlilo. D'vn luogo ancora abbandonato
non fiipendofi chi fia il padrone , s'intende che fia del publicho o del primo occupante , ma
cauandofi,o, per far fondamenti, o per cauar pietre, ritrouandocifi qualche arme intagliata
e conofciuta, per querta fi cede il detto luogo al padrone dell'arme , non fi può fimilmentc
(come fi è detto ) radere o fcancellare efcetto fé quel luogo non fuflc ftato alienato iuridica-
mente dal proprio padron dell'arme qucrto conferma Bartolo nella legge chi per ube-
ra l i t a al paragrafo , n e per nome di esso, perquelterto al digeflo deo pe re pv-
B L I e H E. fi vede finalmente quanto le leggi habbiano confcruata la dignità di qucrto legno
delle calate nobili , e fi vede la differentia quanto fia grande fra l'infègne e le armi e come per
diuerfe occafioni fieno in vlb fra gli huomini i>en nati . Accade anco foucnte in cafi enormi
" ' che
DELLEFAMIGLIE. ij
che chi tradilcc il principerà patria,o,la Reh'gione;efIèndo di nobil famigh'a, per più fuo vini-
perofo difpregio Ja Tua Anne per tutto fi caiTa e fi lcance]Ja,dal qual atto comprcdiamo quan
ta ftima fi dee fare di quelto (pettacolo di gentiJità.Quando fimilméte vn nobil muore, e non
habbia alcun altro del Tuo ceppo,fi vfa di Ibtterar con lui l'arme nella propria fepoltura .
Nò deggio però tralalciare fi che io no dica,lè no in tutto almeno in parte,la \'arietà delle figure
Icquali lèruono per fimigliate fegnalcprimieramcte le ne veggono in Ibmiglianza di Stelle, di
Luna,ma raro e forfè no mai di Sole bcche i truoni per cimiero.La luna nuoua è arme degli ot
tomani,ibno alcuni che ttimano fia vn Focile,cola veramcte da farfenc beffe Tre lune d'oro ar
me della famiglia de Tolomei in Siena^cinq,- de Piccolomini nella medefima Citta , tre della fa
miglia de Lunati i Pauia,e tre degli Othoni della ftcffa Città le quali Armi di qfla foggia fono
diuerfe di colore e di campi. Altre armi di qfla medefima figura I Italia e fuor d'Italia vedere fi
poflbno,& 1 Spagna doue la ftefìa arme da cognome a due cafate 111. ma di diuerfe Prouincie
e di diuerfi colori, portando ciafcuna delle nominate famiglie vna l v n a in tutto piena, vna
-delle quah è vfara dalla Ill.famiglia di Don Emanuel hoggi vno de primi e di più antichi caua
lieti del Re CatohcoJ'altra no piena vfata fimilméte per arme da don Giouani di Luna che fu
cafl:ellano di Milano . Parimcti delle ftelle che fèruono per ifpettacolo di nobiltà,di più e men
rumcrOjfcruado, alcune per cognome delle cafate,Due ffelle hanno gli fcotti cafà lU.in Piaceri
7a co vna trauerlà in mezo.c fono di color d'oro. Tre ftelle d'oro della honoratiffima famis'ia
Arcimbolda in Milano lequaU fono fra due linee tirate attranerfb.il capo è tutto d'oro efcetto
lo fpacio delle due linee che e roflb e fbpra vi fono pur attrauerfo fra le due lince le tre ftelle .
tre in tolcanapurdi color d'oro in campo azurro che fu arme della antica famiglia Aldo-
brandina Tre d'oro in campo azuro del parentado degli Ifimbardi, ne perciò voglio cftendcr-
mi c'haurei che dirne pur troppo,fi vede per ciò ch'ancor per quelle armi fi fono prefì i corpi
celeftì luminofi .
Ancora è ben à intendere in che guifa fèruirono per tal fègno maiTimamente in Frnncia,le mem-
bra humane e ciò dice il Cafflineo il qual cita Lucio Tingre.primaméte fi vede vn'arme che è
la man deftra co le dita diftefe fignificando libertà.Altri hanno la finiftra che dinota tenacità.
Si vede ancora vn occhio humano per arme che vuole inferire cófèruamento di giuftitia,D:o
doro dice che l'occhio rapprefentaua Ofire R e d'Egitto perche fli feruatore digiuftitia. fi truo
uano mafTuTiamentein Pauia,due occhi che danno il cognome alla medefima cafata .
Sono fiate acora vfàte mébra d'alali bruti come mezo Leone, il capo Iblo di elfo alale, altri hano
vfati tre capi di effo Leone che furono armi del valorofifTlmo Bartolomeo da Bergomo pigli-
ando il cognome dall'arme ciò e colleone e perche veniua ql cognome a effer pronótiato ridi
colofaméte,o,uero manco c'honeftamente.il generofb Cauahero accorgendofi di no poter le
. . uar via qlla pubhca pronótia,pcrche rarme,correfpódeife al proferimtto con i capi de Leoni,
fece ancor dipingere tre tefticoli,cofi Li gcncrofita di ql grade huomo, no curò qlla voce e no
lì fchifo di qlla vifta. benché fono ftato auertito dal dottiffimo lurecófulto GianiacomoTurre
fino huo fingulare in ogni altra dottrina, che h tre tefticoli è ftata vera & antica arme dello ftef
fo gra capitano Bartolomeo e degli atenati fuoi,come veder f\ puote.fi fono Scora vedute le ar
mi di branchi d'orfo,e la nobil famigha Briuia in Milano ha due gambe d'orfo.altri dicono di
Leone per fua arme antica.Ma no voglio eftendermi à longo, perche direi d'infinite membra
d'orfi e d'altri aiali al peftri de quali la Germania più ch'altra proumcia d'Europa fi è preualfa
in publicarh per arme e fcgno delle nobiltà loro,hauendo io co ogni curiofità poftométe che
delle membra di effi alali fé ne veggono molti per armi e degli interi pochi.Mette Lucio Tin-
gre,come di ciò fcriue il Caflàneo.che le figure di aiah quadrupedi,o,di color naturale,o non
natura le.rédono teftimon io di maggior nobiltà che no fanno tutti gli alali volatih & altri che
fieno prefe per fimil legno come ancora i pelei l'altre figure inanimate. Vuole parimente il Caf
faneo ch'alcuni armi vlàte in Francia, fiano di baifa e di vile fignificatione , con ciò fia c'iiab-
biano difconuenienza de luoghi come dire vn'Aquila che fi ponga in vn gambo dherba , vn
coruo che pefchi neiracqucvn falcone che mangi pomi, vn nibbio predare i granchi,figure e
fegni non di nobiltà, ma di dishonore, vn Bue in aere ch'efca d'una nuuola . Imperò qfte armi
non hauendo del naturale , dice il Tigre che non rapprefentano nobiltà ma fono fantaftica-
rie degU huomini.Qui fi comprende che con quefte chimeriche fé ne veggono ancora delle
fconce,lequali penfar fipuoteche non fieno degne di far teftimonanza demeriti vertuo'ì.
Io perdo non admetto tutto quel che dice Lucio Tinsre,o, l'Calfaneo . concio fia che lefi-
. . D
D E L L" A R M f. -
gure,o,propne,o, vero improprie poflbno dinotare e rapprefentar merito di laude , mentre
che vengano da quella honoraca & Illuftre confuetudine della quale pur hora (ì ragionarà . E
cofa veramente manifcfta che le armi delle famiglie non fi vfauano anticamente ne apprellb
Romani ne apprelTo i Greci , ne apprcflò d'altre nationi per quanto con ogni fatigofo ftudio
ho io ricercato . E fc pure, come ho detto , i Romani per memoria dimeritato honore vfaro-
no le imagini non per quefto tal fcgno trafcendeua a poderi in infinito . Truouo adunq,- che
da Lombardi e da Carlo magno in qua , fono fiate mefil' in vfanza le nominate armi . La cau
fa di ciò, era che l'Italia principalmente elFcndo fiata ripiena di eflerciti tramontani come di
Vandali,Gothi, Ongari, Saracini , Lombardi & d'altre nationi fi^refiiere , Icquali fi-a loro fo-
praqucfìa grada & Infelice preda, venute in contratto , vi nacquero le partialità e le fattioni,
& la Italia medefima fi diiiile in più parti . Li Principi però & i capitani di quelle diuerfe na-
tioni agara fauoriuano le fattioni che faceuano per loro , dando a principali italiani , portati-
fi valorofamente , qualche legno, fecondo le occafioni, a perpetua memoria de fatti militari.
E quefia fimigliante dimofirationc i cuori degli Italiani infiammaua a feguitare le partialità
che tennero fin à qucfìi tempi quefia antica e nobiliflìma prouincia , vfurpata , minata & in-
finite volte fopra tutte le altre ridotta incficrminio miferabile . ritornando alle armi j e da ri-
fiutare la opcnione del Tingrc, perche fi ha da credere che quefti legnali di nobiltà e de meri
to fi conccdcuano fecondo il parere di quei principi.i quali in fimil atto voleuano compiace-
re anco a fé fte/Iì, come per enempio ci faremo meglio intendere. Già fi veggano molte armi
come dire vn leon nero, vn can giallo, vn lupo azurro,pcr quefio ncgaremo che fulfero armi
difconucneuoli? non già, perche quella improprietà era nella intentione di coloro che la do-
nauano,o, vero erano date à calo, il che non credo già mai. Crederemo per tanto che i gigli
d'oro non eflendo naturalmente di quel colore, fieno fiati vlati^e mantenuti in quel legno
reale efuppremo, fcnza confideratione efenza propofito ? non lo penlb . fimilmente l'A-
quila con due tefie infegna de gli Imperadori , effendo firauaeante cài natura impropria,chi
dirà per ciò che non dinoti fentimento degno de principi fuppremi ? Io per quello con-
corro con la communc openione che i colori nelle figure non naturali, & altre improprie,fie-
no fiate ritrouate veramente con qualche propofito dalle partialità . E bene fin a noftri gior-
ni veggiamo quante diuerfe e contrarie vlànze hanno poftei Guelfi &i Ghibellini in tutta
Europa, moftrando la contrarietà de gli animi loro nel color rofl^ e biancho. e ciò fi vide nel
la fanguinofa fattione fiorentina fra i bianchi & i neri cittadini , cofi per quefio hanno voluto
e vogliono ch'ogni arme fiior del naturai colore fia guelfa e col naturale fia ghibellina,le lifie
ancora di qual ù voglia colore , ftando per trauerfo , fono filmate per guelfe,fe per longOjghi
belline . Quinci è da tener per colà vera ch'à quei tempi li principi donaflcro a gli amici del-
la loro fattione cotali figure in teftimonio di partialità , per merito di valor militare,non guar
dando a mofiruofità,ne à difconueniéza alcuna. Poffiamo ancor penlàre ch'i principi in quei
tempi fi dilettaflero di figure ftrauaganti e di qualche particolar colore . E per effempio dirò
ch'vn Re di francia , volendo riconofcere vn fuo gentilhuomo di merito , gli donò per arme
vn lupo di colore azurro il qual colore il Re detto , era fblito di portare, e ne i veftimenti e ne
gh fiendardi , cofi hoggi il lupo azuro è arme de Marchefi di Soragna, famiglia antica illuflre
& guelfa, fi fa per ciò commune conclufione quella arme rapprefèntarc vera nobiltà,quando
fia fiata donata da gran Prlcipe per merito di caualleria,e perche è dificile à prouare che per
tal conto fia vna famiglia nobile , però confeffaremo ch'ogni fòrte d'arme,o,cletta,o,donata,
fa teftimonianza di nobiltà pur che fia,o,tàto.o.quato antica.E potraffi ancor dire che molte
armi fiano fiate prefc per qualche cafo,o,à qualche compiacimento,fbpra della qual materia
molto dir fi potrebbe,ma fé fupplifce il dirne poco, ricufiamo il troppo per fuggire il faftidic,
J?oi che fi è detto quanto l'arme dèe elfer tenuta in pregio e quando fi penfa c'hahbia bauuto
origine,e che la donata da Principi per merito di militia fia veramente la nobile & che e pof^
fibile molte e molte effere fiate publicate non per merito d'arme ne d'altro , ma per elettionc
& a compiacimento e forfè à cafo,come è accaduto de cognomi, però confermifi eh' in ogni
modo fimiglianti figure .'rguifcano nobiltà con quelle conditionJ già dette e più fi diranno
Effendo quefia materia degna di longo difcorfo,nó parerà lungo a giuditiofi e nobili intdlct
ti , pofcia che di ciò molte colè diletteuoli fi dicono,neccffarie moke alle confiietudini mod;r
ne.Dirò primamente ch'i Legifti iridifferenteméte hanno vfàto qticfta voce insigni* per
infegne e per armCje pure,coine à è iatefo^on hanno conferenza ne cH nome tss. d'vfb tenuti
fiamo
D E L L E F A M I G L I E. 14
lìamo per quefta a credere chclBudeo,a}fermando le armi eh' oggi portano le famiglie nobili
non ell'ere Ihte vfate dagli antichi , per quanto lì è moftrato in quella moderna maniera, che
può conchiudere che i Romani ( come fi legge) anco le altre nationi, non vfàndo quefti fpet-
tacoli in tefrimonio di nobiltà , Ci preualefTero (come e vero) de cognomi i quali hoggi fi vfà
no^ancor che l'arme baftalle, impero i cognomi Ibdisfanno all'orecchie vicine e lontane, e le
figure alle ville prelcnti . Li cognomi che fcopriuano e manifeltauano le nobiltà delle cafate ,
erano in vfo , o per natura , o per calo, o per coftumi, o per arte erano ancora per opcrationi
militari, per luoghi.o publici,o priuati;,per clcttione e per occafione.Per natura furono chia-
mati 1 planci per vno di quella caia c'haueua larghi i piedijCralfo dalla grailczza,Cincinnato
per capei ricci per calò Valerio coruino per il coruo.per coitu mi, Metello celere perche carni
nana m fretta , per arte, Fabio pittore. Serano per l'agricoltura . per operatione Fabio maflì-
mo. per luoghi Scipione affricano e Marco coriolano . per occafione , i frondifii 1 lartucini,&
altri cognomi tpaiì infiniti , i Fabii dalle faue i quali furono amatori delia patria onde in vn
fol giorno ne relèorno ammazzati trecento , Ouidio nel fecondo de falli coli ne fcriue .
Fw viorno andando i Fa', ij contra li nimici
Tutti in quel giorno lolfe la morte rea.
Vogliono molti per cio,che cotai cognomi cioè Fabii,Pilbni,Melii & altri in quei primi anni,
fallerò polli da legumi che ricoglieuano ne i loro poderi come ch'in quei tempi l'Agricoltura
non fuHc ignobile e ciò {\ verifica per la molta laude che M.TuHio da à (ì necclTIirio eflercitio.
1 Frondilìi.come d e poco fopra detto, furono cofi chiamati tutti coloro che difccfero da vn
foldato romano chcpallandoa nuotoil fiume volturno, à cafò haueuavna fronde in capo,
furono molti e molti cognomi fra romaniche deriuauano da diuerfe herbe e da pefci, come
fu Lucio murena , molti da diucrfi animali ciò è gli Equitii i Tauri,i Portii,Scrofii e per quefti
fimili cognomi 'à diilingueuano e lì conofceuano le cafate de nobili romani,c ben fopra di ciò
fi comprende che per le opere degne s'acquiftauano le cognominanze honorate. Li greci an-
tichi fimiimente non vfirono le armi per legno di nobiltà e diflintione di famiglie , ma (ì be-
ne i cognomi per quanto h giudica nella lettura delle hiftorie loro, imperò vfirono i patroni-
mici per la inaggior parte , ciò e da nomi de padri e degh aui famofi . E per elìempio diremo
che Agamenone e Menelao erano detti Atridi ciò è figliuoli d'Atreo. Pelide, Achille figliuolo
di Peleo . fu detto parimente Ecacide perche fu nipote d'Eaco. fìi intcfo fimiimente Aiace,
clfendo fiato eaco luo auo.Achiileide, Tantafidi & infiniti altri che di fouerchio lària il contar
k . Molti gran greci ancora fi cogniominarono da luoghi e dalle patrie , per eneir!pio,AlefTan
ciro magno fu detto macedone, Pirro epirota,Temiilocle atenielè,Epaminunda Tebano.Leo
nida fpartano , Annibale cartaginelè, Orfeo traciano e fé voleifi me n'andarci per contarli tur
ti , in infinito. Gh Hebrei moltrorno la loro nobiltà negli ordini delle dodici Tribù e fuor di
quelle ftimauano ogni altra natione vile & abietta. Gli Affricani haueuano per publica & ho-
norata nominanza il fimgue de Re loro e de facerdoti , tutto il rimanente era tenuto di balla
conditione. ancoraché in molto pregio tenelTcro Icfattioni, inaiTìmamcntelaBarchina,dclIa
3ual fu capo rauo,cl padre d'Annibale . con tutto ciò non fi truoua c'hauelìcro fegno alcuno
inobiltà.Nell'Alia non fi legge che nobiltà fi ritruouicfra loro fi conofca,elcetto ne i capi_
di configlio , di militia , di facerdotio , e di gouerno ancora che fullero nati balfàmente tenen
do ogniuno per pedona d'honore e di nobiltà col mczo dell'opere virtuofc e non per altro (ì
cóchiuda finalmente cHer quella notitia di nobiltà lòia in Europa ftimata e conlcruata,col me
20 delle fudette armi e cognomi , e principiata da Carlo magno, il quale col mezo delle virtù
mihtari, volfe che s'i'luftralTero le famiglie,& e quefto lodcuohlfimo coftume fin a noftri gior
ni frequentato. Di quefti ipcttacol!,il' furono al tempo della guerra Troiana grandiifimo en'o
re fecero gh fcrittori Greci a non haucrne fatta memoria anzi fi vede che Homcro ,Hefiodo,
Pindaro nulla ne accennano . concio fia che gli ftelfi fcgnah fieno nella militia in tutte le occa-
fioni grandeméte biibgneuoli,douendofi credere ch'ogni caualiero e capitano di conto vfàflè
€ per decoro e per diftintione,o arme, o infcgna,ouero imprefa.E lo ftelto Homero nella ordì
nanza nauale de Greci poco e nulla ne fcriue,come poco à dietro fi è dimoftrato. Virgilio vni
coPoeta,comefileggenel nono fin al duodecimo della Eneida, in buona parte fa de legnali
militari piaceuole ricordanza. ElTendo la verità che le tante diuerfità de figure colorite, le
bellifTirae inuentioni de caualieri manif eftaua e manifclh la dignità e lariputatione della
D 1
DELLEARMI.
cauallcriaje quali figure , o , fieno armi di famiglie , o , imprefè, accrefcano ne i foldati ardi-
mento e delibcrationc di vincerc,e perciò fé i Greci & i Romani vfarono fimiglianti legnali ,
grandiilìmo errore ftimo io che ila liato a non farne mendone,non dico in parte,ma in tutto.
Bello adunque e dilcttofo vdire fanno i romanzi de noflri tempi quando trattano del compa
rimcntodeglief!erciti,comediArtùdiTriffano, di Gironcortefc d'Amadigic d'altri ch'in
lingua (pagnuola è Franccfe , tradotte in italiana , con gran diletto ne i giorni noflri fi leggo-
no . E benché i romanzi fieno materie lequali diificilmente fi polfono chiamare metafore &
allegorie , nientedimeno piacciano a ciafcuno, malfimamente quando contengono mcfco-
lanze d'hiiforie e che lì nominano perfbnaggi ch'in parte furono veri,e di quello modo il Taf
fo riempi l'Amadigi, ma molto più l'Ariofto 5 il quale , fé ben ha tolta l'origine de romanzi
dal dotiiTìmo Boiardo , nientedimeno fi altamente e leggiadramente ha fcritto che fi è lafcia-
to ogni altro Poeta nel fuo genere à dictro.E egli vero che fecondo il parere d'alcuni giuditio
fi e dotti non habbia egli feguito la regola della fauola , leggaficon quanta diligcntiahab-
bia ancora fcritto il fipientiifimo Giraldi Cintio academico aiììdato , nel fuo Hcrcole , e ve-
draifi quanto diletto quella cotal poefia arrechi agli animi de Lettori . Similmente fi può leg-
gere la regola de romanzi pur data i luce dallo llclfo honoratilfimo Giraldi , doue ogni buon
giuditio agcuolmente la felicità di fimil poefia con ogni fua Ibdisfattione difcerne e collauda.
E perche in quato all'vfò vago di caualleria,ho voluto veder quali tutte le hillorie antiche gre
che e latine^non ho per quefto ritrouato chi fcriua cofa veruna quafi del fudetto cóparimcnto
di caualleria,ne anco i moderni hifl:orici nella lor proia punto ne accennano,e perche gli fcrit
tori italiani moderni non hanno fcritto degli ornamenti che {\ videro nell'elfercito numerolb
di Carlo ottauo , e tante imprele di quei Baroni e di quei Principi, perche ancora degli orna-
menti di tanti elferciti venuti in Italia al tempo di Luigi e di Francefco primo, doue non fu
priuato hucmo d'arme non che capitano, il qual non portalfe la fua imprefa ? io llimo gran-
diifimo errore che anco in profa non fi facclTe memoria di cofi necellarie conueneuch orna-
menti militari . Et auenga che le diuerfe foggie & i varii ornamenti di profclfione tanto figno
rile non fieno di elfenza necelfaria in tutto all'elfercitio della guerra , nientedimeno lo hido-
rico non dee in verun modo tacerli , e s'imitarebbe la natura la quale non tralafcia i capegli
di capi humani , non le barbe , non le ciglia fopra gli occhi , non quelle delle palpebre , non i
peli indiuerfe parti de corpi viuenti ne l'vnge delle dita , che fé non fono cofi della elfenza
dcU'huomo.però fono concedute e produtte dalla natura e per ornamento & ancor per necef
fità in alcuni bilbgni che ben fi fi come la natura e Dio non operano indarno . E fé l'huomo
& infiniti altri animali mancalfero di quanto {\ e detto/ariano per la maggior parte monlfruo
fi e fchifi. cofi confermaremo gli ornamenti militari efTcr à faldati in vn certo modo neceflà-
riicdi decoro e di reputatione. Ritorno a dire le armi hauere hauto più chiara origine nei
tempi di Carlo Magno & all'hora cominciorno con più frequentia à elfer polli in vfanza, co-
me hoggi veggiamo . e fono per la verità di molto commodo e di molto rilpetto e d'vna cer-^
ta necelfità fi che i nobili dagli ignobili fi conofcono. perche veramente più commodi fono
quelli legnali nella dillintione delle cafite che l'vfo de cognomi,dc quali Ci prcuagliono anco-
ra le genti rufliche e plebee.
L'origine adunq,- di fimili coflume fu d'intorno à fetteccnto anni in qua la onde lecito è ch'io ài
cz Carlo magno elferc flato fighuolo di Pipino di natione todefco e di patria franconica e per
merito e per valor d'arme Re di Francia e primo Imperador germano, degno forfè di piu
chiara laude ch'altro fia flato e prima e poi . E fu quello il primo che la Germania tutta fotto-
poneffe all'imperio,o piu torto alla volontaria obedienza la riducelfe , con ciò fia ch'agli altri
Impcradori non rendcflc homaggio altro paefc che quello il quale fi richiude fra il Reno el
Danubio. "Vengo per timtoà dir rifolutamcnte ellère fiate le vere armi donate e concedute!
da Imperadori, da Re e da altri Principi liberi , a coloro i quali valorofimente nello elfercitio
di guerra fi fono portati . ne W truoua ch'altri di diucrfa profelfione ,• benché honorata e ver-
tuofa; vf-iHero quelle fomiglianti figure donate per altro merito che di militi.a,e ciò fi cóprert
de nella voce arme, perche la fama e l'honore con fimili inllrumcnto s'acquilla. per laqual
colà è pur la verità che la figura è detta arme, inflrumento con cui eterna gloria in quella
vita Ci guadagna . adunque arme dee ellèr nominato quel fègno che rapprefènta nobiltà pei?
merito d'vno partecipandone idifcendenti'ddle cafàce . e ciò per certo fi trnoua cotal tefti"
monio
DELLEFAMIGLIE. ly
monio efTere flato conceduto più manifeftamènte dallo ftcflo Carlo magnoiilqualc più ch'o-
gnialtro Imperadore germano combatte per la fede e per accrefcimento dello Imperio, e co-
me fotto di lui fi ritrouaflero i migliori caualieri del mondo , cofi cominciò da lui quefto tefti
monio fegnalato. e ben che iìa openione cheinanzi à quefto inuitto Principe hauefTclìmil
guiderdone d'honore il Tuo principio,non però fu cofi deftinto e chiaro alcuni vogliono e co
ragioneuole fondamento chel'arme delle famiglie Iìa fiata inuentione prima ch'in altri paefi
fra i caualieri di Spagna e principiò al tempo di Damalo Papa5efibndo Imperadore Giu-
liano apoftata ,• combattendo quei primi chrifiiani coni Mori, contrai quah di tempo in
tempo hanno fatto lunghe & crudelififìme guerre e delle quah fi veggono i vittoriolì Tro-
fei d'mtorno alle armi di molte e molte Illuftri cafate antiche principalilfime di Spagna , ve-
dendofi d'intorno alleftefTc armi tante bandiere quante gloriofe vittorie s'aquifiorno, e
qual fi ha figura e fiata da Re plentata a meriti di caualleria fra li quali ho veduta l'arme Men
tlozza,la jManrichjla Corduba,la Toleda,rAlburquech,la londogna,rAuala,e di molte e mol
te altre potrei dire fé le hauclfi vedute, & in fomma tali lonoA'ero teftimonio di antichilfima
nobiltà militare , concludiamo finalmente chcl merito della militia e la partialità de principe
habbiano cagionato quello fcgno. quafi immortale guiderdone di nobiltà , e concludiamo ,
tale viò non htrouarfi altroue ch'in Europa , come ciò per ifpenentia iì può credere e tener
per certiifimo,elIèndo la verità che niuna forte d'huomini in Afia & in Affrica hanno titolo ói
nobiltàjfaluo quelli c'hanno fuppremo dominio,o,quelle che nelle armi (òno de notabil vaio
re. ( come dilbpra fi è fcntto;ina però iòno fchiaui . E che ciò fia vero fimil premio eficr fola-
mente conceduto à meriti di guerra,non fi truoua che fuifi mai dato a meriti d'altra profelfio
ne, però non fuor di propofito è fi:ato tal fognale chiamato a r m e. Diremo per tanto due co-
fe , vna cfi!cr vero che conuengaa tale fpettacolo eflfer detto arme dinotando che coni' i-
fìrumento di militia s'aquifia immortai fama, l'altra che non conuenga a qual fi fia altra pro-
feJfione benché fia honorata . Potrebbero dire alcuni ch'i Tofcani primaffocondo certi anti-
chi forittori; e poi i Romani , portarono l'Aquila, gli Scithi in Afia il fulmine,i Frigi il Porco,
i Corallii due ruote, iPerfiani l'arco elTurcafi2),i Traciani Marte il Criftianefinola Croce,
gli Egittiani il Bue,e quafi ogni altra prouincia e ragione haueua qualch'altro publico fognale
Si dubita fo fufiero arme di nobiltà,o, no, perche fé fufi'cro fi:ate armi,farebbe vero ch'auante
à Carlo m.agno fufiero ftate in vfo, fi dee però credere cifere fiate infognc publiche e non ar-
mi, poi che quefte furono ritrouatc per legnale di priuate nobiltà e per merito militare conce
dute à tutte i pofteri d'vna medelìma famiglia, e quelle erano per certo perpetue, ma infogne
di pubhche autorità, iì potrebbe dire ancora che furono molti huomini famofi , tenuti dalle
genti per Iddii, à quali s'attribuiuano diuerfi fognali come a Saturno la Falce, a Cioue il Ful-
mine, a Marte la Spada detta Framea, a Febo l'arco e la faretra,a Nettuno ii Tridente a Bac-
co,il Tirfo , a Hercolcla Mazza a Minerua la Lancia ma s'ha da tenere che fufiero iltrumenti
da combattere , e non armi di cafate ne infogne di autorità e di dignità , perche furono tutti
perfonaggi bellicofi. Imperò che voliamo dire che fulforo altre cofe a qucfii mcdefimi perfo-
naggi attribuitc,à Gioue la quercia,a Nettuno il Pino, a Marte il Cipreffo à Hercole il Piop-
po , a Bacco redra,a Febo il Lauro, quefte però faranno ftimate infogne, ?o vero armic' ne in-
fegne , ne armi perle Indette ragioni, adunque imprefo ? forebbe da creder che fi,perche quc
fte cofe non fi veggono in tutto contrarie alla proprietà delle imprefo ben che non ci lì vegga
no,o, leggano i motti e forfo per l'antichità non fé ne troua memoria. Confermifi che non al •
troue,efcettoin Europa, fuole vfarfi lo fpettacolo delle priuate nobiltà.le quali fono in Italia
di più numero ch'in altre prouincie, e quefto èauenutopcrle più frequenti mutationi de-
gli fiati e per le partialità le quali fin nelle ville multiplicauano . E che ciò fia la verità, vadafi
in qual fi voglia città di Spagna di Germania di Fiandra d'Ingilterra di Boemia di Polonia
d'Vngaria , non fi vedranno in tutto cento armi , e nella minima città o cartello in Italia fé ne
vederanno le migliaia, anzi pochilfimi cittadini in Germania e nell'altre nominate prouin-'
eie portano fimile tefiimonianza di nobiltà, e folamente quelli la portano iquali hanno com-
prato o qualche feudo, o, per hauerehauto qualche grado di foldato, ne altrimenti gfi altri
ardirebbero di pubhcar tal fognale fenza la gratia , o priuilegio del principe. Veggo che mi
s'apprefonta più materia la qual non farebbe forfè agli animi nobili difcara . Tutta via voglio
per quanto pollò re/if ingenui e trattar con breuitàU modo diuerfamcnte oflcruato intorno
aUa
DELL* A R M L •
nlla diucrfità delle armi,lc quali hora fono publiche per publica e fupprema nutoi-Ità,hora pri
nate co dignità & hora priuate fenza dignità.Le publiche con fupprcma autorità.o dignità di
remo ciievc le chiaui del Papa vna d'orolaltra d'argéto cócedutc à Pietro da cristo nofìro Si
gnore e rucefTiuaméte a tutti gli altri Tuoi Vicarii dalla chiefa approuati, per fegnalc veramétc
di grado vnico in terra, e fuppremo nella dignità fpirituale. L'Aquila e data per legno ancora
di liipprcina autorità téporalc agli Imperadori Cefari augufti.La Luna a Tiràni Otomani, co
tutto qncfto non diremo che cofi publiche e fuppreme fieno quelle dei Rei quali giuridica-
mente deòno cfTere in qualche modo inferiori à dui principi fuppremi cioè Papa,& Impera-
dore. Vero è che coniìderandofi la polTanza di tutti i Re del mondo, Filippo d'Auftria Re ca-
tplico , aflolutamentc elìer dee di fupprema autorità,in quato alle forze temporali & in quan-
to a meriti del fuo alto valore , làpendofi il numero di tanti regni e prouincie ch'egli pollìede,
el'incomparabil merito delle fue immortali e criftiane opcrationi , può meritamente effcr te-
nuto per Monarca , maflìmamcnte guàrdandofì agli immenlì bencfitii ch'in tutti i tempi la
fanta apoflolica romana chiela ha riceuti e riceuc.Ne fi truoua in fcritto.jie in pcnlamcnto hu
mano chi mai più fia fiato R e e Monarca del nuouo mondo il qualda molti e ftato tenuto
che non fuflb , & hoggi fi vede ridotto dalla gran Maeflà di Carlo V, Imperadorc e dalla in-
comparabil poflànza del Re Filippo fuo figliuolo, lotto lo flendardo della fànta croce e fatto
obediente a precetti cuangelici douc è verificato il detto della chiefa Ipofii di Dio , ciò e per
55 tutta la terra è fparfo il fuono de fanti difcepoli di Criflo . Quefto è adunque meriteuol
di fupprcma autorità, e di Monarchia. Et inqucfli prefenti tempi chi fi truoua nei bifo-
gni della i'cdc cnftiana per difefa e folìegno , fé non Filippo è chi aiuta & aflìcura quefta no-
Itra facrofanta religione fé non Filippo ? chi con le proprie facultà e proprii fubditi, e regni a
glinfidcli&aghheretici continuamente refiflc e repugna fc non Filippo e' ne fcguita adunq,-
che per potentia e per merito fieno le fue armi di publica e di fiipprema autorità-Effcnco egli
, però inferiore e figliuolo al Papa , vicario di Dio per obligo di rehgiofa obedictia^& inferiore
a Cefare augufto per ordinaria precedenza.Li Gigli d'oro^arme del CriflianiiTuno Re di Fran
eia , arme è di publica e di fijpprcma autorità . Medcfimamente quelle del Re di Pcrtcgallo,
di Polonia,d'Inghilterra , d'vngaria , di Boemia, di Scotia, di Danimarche , e d'altre fé più ia
Europa fé ne truouano , fono manco publiche e manco fuppreme per hauer manca pof fanza
e manca autorità ne i titoli , oltra la contumacia d'alcuni di detti Re per diiubidienza verfo il
Papa , e verlò l'Imperadore , Con tutto ciò le armi de nominati principi non fono riconofciii
te per armi delle caflàte loro , ma Ci bene delle dignità e papali , & imperiali, e reali . e fi eftcn-
dono à coloro che fuccedono al Papato , all'Imperio , & al Regno quetio fono eh e vanno per
fucccffionc di dignità e fono antichiffime . Le armi poi priuate con dignità publica fono quel
le de Duchi, Principi, Conti , Baroni , iquali non hanno afioluto dominio , ne fono armi di
dignità ordinaria , e pertinenti alla dignità , ma (i bene alla caf ita ,?i al fanguc loro . e quefic
diremo che trafcendono a poflcri in infinito , delle quali altre hanno fopra le armi il cerchio
ornato di gioie , altre non l'hanno , e fono dette di priuata dignità. Tuttauia fra i Principi ita-
liani moderni Francefco sforza huomo di real merito lafciò la fuaarmc della propria fami-
glia e prefe la Bifcia de Vifconti . E egli ben vero che le armi di publica e f iipprema dignità ,
poffono(fecondo alcuni) feruire per infegne,comefiè detto di quelle delle fopranominate
prouincie . potendofi confermare che fé fono armi, fieno cofì dette, perche conuengonoa
gradi]publici e non alle famiglie priuate, flando noi fildi che le nobiltà vere delle cafate,pro-
cedino dal valor delle armi onde tal fegnalc(come f\ è detto) ne rende tcfhmonanza. Per tan
to C\ dee conchiudere che per cagione del fignificato di quefta voce arme, fia fiata concedu-
ta da Principi agli huomini valorofi nello efìcrcitio di guerra , iquali hanno fiiputo maneggia
re gli ftromenti di cotal nominanza . Ne lafciarò di dire che l'Aquila rapprefentando fuppre-
ma dignità , non per ciò è il medefimo con l'arme d'Auftria . Ne le chiaui con i'arme Ghisle-
ria , ne quelle di tanti regni dinotano la calata del Re Filippo , ne i Gigli la flirpe valefia . Le
ftatue fole però foleuano effer vfite & hoggi fi vfano le quali rapprefentano vno che meritò e
non gli altri del fuo ceppo . Si legge ancora che fìmiglianti imagini,o, di marmo, o di metallo
furono dedicate a huomini valorofi nella militia, e non ad altri profcfTbri come Filofofi Poeti,
& oratori famofi . La ragione e che chiamandofi quefte, armi, non conuienc che fieno fegno
d'honore alle fcientie . adunque folamente tali fpettacoli fi conccdeuano al valor militare , di
Tullio
DELLEFAMIGLIE. i6
Tullio punto dalla ambitione volfc tentare poi che per dottrina tai teftimoiii clhonore non fi.
conccdeuano , di elfere Imperadore nella guerra del monte Amano , il quale e nella Cappa-
docia & è parte del monte Tauro . Per lo qual carico Tullio volfe mofìrarc di menure l'ima-
gini e le ftatuc. fi truoua però ch'i Greci à profeffori di dottrina indrizzorno le ftatue & i co-
lolTl , come à Demoftene à Pittagora & à Berofo erelfero vna ftatua indorata altri dicono la
lingua d'oro Ari! torile confacrò à Platone Tuo macllro dopo morte, vna altare . quinci fi con
fermi à foldati di merito elferiì conuenuta e conuenirfi l'arme in certezza d honore e di no-
biltà. C\ truoua ancora che da Carlo quarto Imperadore fin hoggidi fi cominciò qucflo fegna
le dhonore a conceder a profefibri di dottrina.& à coloro che perfeuerauano di ben feruire a
Principi in altri neccilàrii maneggi ch'in quei di guerra . fimilmente è venuto in confiietudi-
ne che le armi dagli ftelTi Principi per fauore , molte volte,e non permcrito, fi fono concefTe
e C\ conccdono,cofi ancora le voci lenza dignità.come di Marchefc lènza marchcrato,di Con
te lenza contado , di Caualicrc lenza mento di milida , e Iblamcntc le loro fignorie^o fono
vfanzc, opriuilegi.
E per veder che le armi non Ci dcono concedere ad altri ch'alle virtù di militia, Icggafi come à
Carlo quarto piacque di donare a Bartolo famofo Icgilla e fiio coniègliero , vn Icon rolfo con
due code in campo d'oro il qual fegnaledi nobiltà pafloàllioi pollerie palFaràpcr merito
d'vn Iblo. E benché Bartolo lulfc tra protelfori di legge il primo , nientedimeno conoicendo
dlcr cofa infolita che l'arme fi concedeflTe ad altri che à meriti di. cauallcria , Cx ritirò ,quafi co-
la à lui non conucnicntc , pure l'accettò^ dicendo nel fiio trattato delle infegnc e delle armi,
„ non eller lecito di ricuiare quanto viene dalla mano del Principe, della cui autorità è facrile-
^ giodubbitare,ovcro dilputare . alla legge feconda nel.C. del biafiiio del facrilegio. Di qui
viene che molti hanno col fegno dell'armi nobihtato le cale loro , non con virtù cauallerelca
ma con dottrina e con altri honorati maneggi . ne di ciò voglio fcoprirne ( come potrei) mol-
te famiglie . douendofi tener per colà ragioneuole e giufta quell'arme effer vero teftimonio
di nobiltà quando fia venuta per teftimonio di merito,o nelle opere di vittoriofa militia,o in
quelle delle eccellentilTime Icientie , o vero per altri negotii , o per famofi e pacifichi gouerni
di città e di prouicie.Et è Irato bene che i veri Principi (come fece Carlo quarto Imperadore)
habbian voluto riconofcere ogni forte di vertuofe perfone con quelli fimiglianti doni,ne per
ciò è fiato, fé non vfo honeftiflìmo , non elfendo di minor merito coloro che fono ftati eccel--
lenti in dottrina & in altri feruigi d'importanza per i principi,che quelli della militia .
Vcggafi per ciò s'alcuni che quefii tali fpettacoh fenza alcun merito s'attribuifcano, deb beno ef-
fer comportati & admeifi per nobili , veramente no . perche appreffo i Romani le qiuil fi vo-
glia fenza merito e fenza confenfo de fuperiori fulfe ftato tanto ardito dì publicarfi le imagi-
ni , non folamente farebbe rimafo \ihpclò ma ancora acerbamente caftigato con la pena del
fallo. Ecio ben fi conforma col detto del Signor noftro Giefucrifto j quando Icacciò colui dal
conuito non hauendo la velie nuttiale .
„ Imperò la flima che di tal legnale {\ tiene , lo demolirà Bartolo nel medcfimo trattato che di
„ fopra {{ è intelb , affermando ciafcuno poter vetare che la fua arme non polla ne debba cllèr
vfata da chi non è della medefima famiglia elcetto fé tufferò di patria diuerfa . e dò quello d-
fempio. Ritrouandofi vn todelco à Roma^vide vn Romano portare la medefima arme che la
fua,e di quello fattane querela denanti al Giudice competente , gli fu dato torto , cffendo di
diuerfcprouincie. L'altro clfempio con più certezza fpiegar poflb,cioè ch'clfendoio nel
j 544. andato ne i feruigi del Marchefe dd N^allo alla dieta di Vormacia,ni'abbartei ch'vn fig-
nor todefco era entrato in gran colera per hauer ville a vn balcone le coucrtinedi Fabntio
colonna , doue era inteffuta l'arme de colonndì che è(come fi fa ) vna colonna con la corona
in cima, ne voleua ch'altri d vfurpaflt il fuo fegnale informatofi poi , con moka piaceuoiezza
vifitò Fabritio e con lungo ragionamento rimafero infieme amici e parenti, e i\ vlbrono l'vn
l'altro honorate e gentililfime cortefie ,fra eilì concludendo di hauer hauta, o in Germania,©
vero in Italia vna medefima origine .
Diciamo eflere pure quefla vfànza di tanti diuerfi oggetti di nobiltà molto confufà perche noa
è polTibile dì poter dilcernere quah armi fieno per merito publicate, non potendoli ben fàpe-
re quali fieno le donate per merito di caualleria e di' dottrina , quali prefe à compiadmento,
- tjuali a c;^o e quali per pe? fiiafione . Imp€iò ha da prefupponerfi ( come fi è detto) che tutte
dinotano
D E L L' A R M I.
dinotino nobiltà, qucfta tanta confufione è bene che non ci faccia perder teinpo,attendcndo
noi alla varietà delle figure per quanto breuemente ne parlarcmo,la qual cola credo che farà
di fodisfattione a ciafcuno , anzi trattandoli parte , li potrà haucr facilmente notitia del tut-
to. Egli e ben vero che molte e molte armi fi veggono , rapprclèntando animali terreflri do-
meftici , faluatici e quali di tutte le fpetie , e di elfi (come fi e in parte narrato);le telìe, gli arti-
gli le branche dal mezo in Tufo col capo folo lbarati,interi con le zampe dritte dinanzi, a giac
cere , in quattro piedi & in altre diuerfè foggie. parimenti volatili & aquatici e reptilÌ5hora le
condo la loro naturalità^hora con qualche improprietà di natura , replicando che donate per
mentolo, nOjdinotano nobiltà. EchivolefTe confìderar tante diuerfità& interpretarle, fa-
rebbe come volere in vn fbrlo beuerfi il mare Oceano^e poi fé ben fuile di giouamcnto e di
piacere,verrebbe in vn falHdio incomportabile . E però openione d'alcuni bclliifimi ingegni
che le armi de gli animah intieri fieno fiati più pregiati guiderdoni che quelle armi de figure
inanimate del che poco adictroàdir comincioiTì, come diremo li tre Leopardi, arme reale
d'Inghilterra , & arme di cafa Truxe , Illuftre in Germania , come il Leon bianco , arme anti-
cha de Gonzaghi , i'Orfo de gli Orfini il Leone col Codogno di cafa Sforzcfca il Leon bianco
di Conti di Santo Secondo, il lupo azurro de Marchefi di Soragna , il Liocorno di Pizzinardi
& altri infiniti che contarli tedio darei . ne per ciò quella cpcnione che tali animali denotino
maggior nobiltà è in tutto fuor di propofìto. poi che fé non altro, almeno fanno bella e gene-
rofa villa. Tuttauia ritrouandofi quafi infinite figure inanimate che fono armi de Principi fup
premi e mediocri :, non diremo che pollino dinotare menor nobiltà dell'altre , di molte fami-
glie illuftri ancora fi veggono l'armi d'arbori, de'fiori,di quakhe forte di frutti, camice. Ban-
diere , Stendardi, Pietre, Vali di ferro, di legno, di marmo, Cafielli, Torri, Bott'geUe, Piafìre
d'oro,tre gigli e tre rofe , Archi da frezze^Archi da muraglie , onde marine , diuerfìta de co-
lori in lille , per lungo per traucrfò, per largo , Ichaccheggianti , monti di più numero , & al-
tre figure ftrauaganti ritrouate dall'arte, e fieno finalmente come fi voglia ch'altre nobili,altre
illuftri fono per notitia e per coniettura apprezzate . E ancor da fipere ch'ad ogni arme fi ri-
chiede con propofito il fuo campo,o, giallo,o,azurrO;,o, biancho, non mai verde , non nero e
rare volte rollo ofcuro, la ragione è detta dal Caflàneo la quale è ch'i campi non deono elfere
ofcuri,con ciò fia che par quella ofcurità le figure non fanno Hcta moflia & in quella ofcurità
gli altri colori languidamente comparifcono , degno fpettacolo adunque è quel dell'arme e
che ciò fia vero e vn fegnale che fpeflb mantiene la ragion di quanto è flato centra ragione oc
cupato . e per effempio veggiamo la lunga e fiera controuerf ìa fra il Redi Francia e quello
d'Inghilterra, con ciò fia che ciafcuno di efli pretenda di effer padron della Francia, onde il
Re d'Inghilterra moftra portando li tre gigli d'oro , di conferuar le fue ragioni fc per ciò non
s'inganna, ma che diremo in qual leggiadra maniera Lodouico Arioflo trattali duello fra
Mandricardo eRugicrOjpretendendo ciafcuno di elfi haucr ragione di portare l'Aquila bian
ca? molti altri effempi addurre io potrei per la filma che in molti paeii fi fa di fimigliante tefri
monio di gentilità . Paris del Pozzo nella legge prima al Codice della mvtatione del nome
dice che fi può vlare vn'arme dal proprio padrone donata e conceduta. alla legge per clv e
STA RAGIONE, al paragrafò finale al digefto delle donationi . per che fé fi può concedere il
nome delle dignità , fi può ancor concedere l'arme . e ciò fi nota nella legge e a t t a al para-
grafo soTTocoNDiTioNE al digefto Trebelliano.Baldo nel C fecondo,^ vori della
FEDE deglii s TROM E N T I. nell'vltimacolonna.douedice CH E I N alcvne cose il
SIGILLO al ARME s'agguaglia . quinci tuttauia più trouiamo l'armi efièr degne che fé ne
tenga conto e cuftodia . Nafce con tutto qucflovn dubio ciocie duecafate d'vnmedefimo
cognome e d'armi diuerfe,pofIono tenerfi di effere vfcite d'vn ceppo , fi dice e confermafi di
no. con ciò fia che l'arme vfandofi per legnale di nobiltà a quella più ch'a cognomi fi debbe
dar fede , fapendofi maflimamente che quafi ogni plebeo meccanico e villano, vfmo i cogno
mi, ma l'arme non già mai.e ciò fi è vn'altra volta detto, adunque doue èia conferenza de co-
gnomi non fi può dire che lenza l'arme fieno le perfone d'vna medefima f lirpe. gli effempi di
ciò fono qiicfti , ritrouandofi in Siena la nobil caf ita de Mandoli e de Carli , la differentia de
cognomi, portando rvnael'altra la medefima arme, che è di cinque lune in campo d'oro, o
vero in campo azuro , non fa che non fieno d'vna ftefTà progenie,detta de Picolomini . Si ve-
de per ciò fenza addurre altri eflempi ( ch'infiniti farebbero) quanto veramente le Armi fie-
no
DELLEFAMIGLIE. 17
no di maggiore fìima ch'i cognomi. Vogliono ancora alcuni che la mutationc de cognomi di
nulla difdica , ma mutar arme , fc non e per lecita & importante occafione il nmtarla , è di-
sohonor manifefto,le cagioni però ch'i cognomi lì mutino,hora fono degne & hora indegne .
Fu degna la mutatione de Manli in Torquati (il che ad altro propofìtofièdetto) deCor-
neli in alfricani , ma fu indegna quella di Metello, mutato in celere , il qual moftrando à M.
Tullio la fcpoltura fatta al Tuo maeftrodi (cuoia , hauendoui fopra fatto dipingere vn Cor-
uo , dimandò a Tullio quello chcgh pareua , gli rifpofè tu hai fatto ( Metello ) molto bene in
ùr dipingere tale augello,il qual è teftimonio chel tuo maeftro t'infegnò più torto à volare che
àfapere, tallìitolo di liggiero , maffimamente che foHtoera di caminar fempre con paifi
frettolofi. Di quefti cognomi per cagione indegna proceduti, molti altri ellèmpi addu-
re fi potrebbcno ma perche io non ho da (tare nella materia de cognomi , (Hmo però con
iienirmifi di feguitare con ogni breuita la materia dell'armi, tanto piufouenendomirvlb
di Germania, di Fiandria , di Polonia , di Francia e d'altri paefi d'Europa , doue le armi del-
le famiglie non fono ftimate veramente nobiH fcnza cimiero, e fogliondir quei padani che
1 cimieri fanno più (ìcura tefiimonianza di nobiltà, anzi fi perfuadono chele anni con gli
iìcdi cimieri fieno (late donate da Principi per folo merito dimilitia.il cimiero di pregio
voglionochefia vn elmo d'huomo d'arme e quando è aperto di \'ifiera, dicono fisnificar
grado di militia , quando è chiufo non dimo(}ra grado di (ègnalata dignità , ma fi bene par-
ticolar valore in qualche fattionc di guerra, il qual coftume pare ame che chiari(ca le dirHcuI-
tà delle armi nobili e men nobili e che confermi il vero (pettacolo di nobiltà confiftcre nel-
l'vfo della mi!: t:a . Io per ciò poilb dire che nel 1 55 j. in Agufta , facendoli quiui la dieta pre
fcntc il Re de Romani, vidi che vn gran ricco todelco haueua comprato vn feudo & vsò oeni
diligentia per impetrare che fopra le fue armi potefle ponereil cimiero, e per quanto mi fu
accertato non potè col mezo d'infiniti fluori ottenere dal Re fi dcfiderata sratia. equeflo fuc
cede per non haucre il fupplicante potuto verificare ch'alcun de fuoi haueffc fatto elfercitio
di guerra . con tutto quello in Spagna e più in Italia molte armi di cafàte illuftri fi veggono
lenza cimieri .
Affermifi adunque che fimile vfmza (arebbe degna di efler (èmpre oiìeruata per tutto . Nafce-
mi ancora vn altro dubio neceflariamente degno di confideratione il quale è , qual arme ar-
guifca più certa nobiltà , o quella che non bacon l'arme conferente il cognome, o quella
che lo ha conferente come dire Colonefi dalla Colonna , Orfini dall'Orfo , Vitelli dal Vitel-
lo che è cimiero e l'arme futa a (cacchi , Caftiglioni dal cartello , Criuelii dal criuello , Ro-
ueri dalla rouera , Moroni dal morone , Carretti dalla caretta , Gambari dal gambaro , Tor-
riani dalla Torre , Malelpini dalla fpina, & infiniti altri ch'io tralafoio, quelle però che non
conferifcono col cognomie fono come è l'arme de Medeci , de Farnefi , da Erte , de Gonza-
ghi,deVifcont! , deSanfeuerini, degli Sibrzefchi, de Dauah,Cibò ,Sauelh,Doria , Gri
raaldi , Triuuici , Spinoli , Rangoni , Pallauicim , Beccharii , Borromei , Baghoni , Roifi ,Scot
ti,Pepoli, Maluezzi ,& infinite altre . Veramente è nodo querto impolTibile a (ciolglierlo e
difficililTimo a tagliarlo , niente di meno la conferenza dell'arme con li cognomi fa rtimar
prertòà molti ch'arguifca più certa nobiltà. Io però nonfo ritrouarci ragione, vcdendofi
e conofcendofi da ogni parte certezza d'antichiiììma e di lUullre nobiltà. Et e da pcnfarec
da giudicare che fra querte nominate famiglie fia polfibile chevnafia più antica dell'altra
& alcune più graduate ma forfè meno antiche delle non graduate. In fomma direbbe impo-
fibi'e & odiofo il giuditio che fé ne facelle , e però io me ne rimetto , ne fo difterenria veru-
na da vn'arme che fia di perfetta e naturai figura animata, da quella che fia imperfetta ani-
mata & ancora da tutte quelle che fono inanimate , e quali di balla e di meccanica virta.
Mettono ancora molti di bellilfimo ingegno, quefto altro dubbio in campo, fel Duca di Sauo-
ia,di Saironia,diBauiera, Arciducchi;d'Aurtria,& molti altri c'hanno titoli dalle proprie
prouincie , portino le armi delle proprie prouincie , o vero delle loro particolari cafate o ve-
ro famiglie,come fanno li Re per quanto ii è abartanza narrato" poco à dietro.Alcuni credo-
no the fieno armi delle prouincie quando elle da (è medefime fi gouernauano , alle quali pa-
rendo foriè più quieto gouerno lo elegere vn capo &vnfignore, piacque che lo eletto vfaf-
fe per armi la pubhca , e non la priuata arme.e con tutto ciò fi vede che l'altezza del Duca di
Sauoia ha h croce biancha che non è arme delle prouincie che egli giuridicamente polTicde
E
D E L L' A R M I.
ma quella che e f sta , & farà immortale teftimonianza del Principe A madeo il qiin'e libera
Rodi dalla tirania degli infedeli & a perpetua e gloriofa memoria di quel fcrcniif mo fignorc .
volfcro tutti i Principi criihani ch'egli vÙlITc di Tua famiglia quel mcdelimo legnale che via la
religione caualicrefca di Santo Giouanni. E fi può credere che quelli poco intenori ai Re,coii
icruinoilmedefìmocoflumeche gliflelTìRe,comeper elTempio diremo del Re di Spagna
il quale vili tutte le armi de fuoi regni e Tue prouincie .
In quefla diuerfìta li può ancor dubitare quale arme arguifca maggior nobiltà,o,quella che vien
dalle prouincie col titolo delle prouincie , o quella che viene dalle famiglie priuate col titolo
delle città ? come dire, Duca di Milano con l'arme di famiglia priuata, Duca di Fiorenza con
l'arme vfata c!a priuate perlone. Duca Ottauiodi Parmaedi Piacenza con l'arme Farne fé,
Duca di Ferrara , di Vrbino , di Mantua . in Spagna , Duca d'AIua , Duca dell'Infan tafmo ,
di SefTa, di Medina , & tanti che ne fono nel Regno di Napoli con titolo di luogo e con arme
vfateda loro Parenti, chi però diremo polfa e debba precedere data la parità del nome e de
gradi i vogliono alcuni chel titolo e l'arme delle prouincie fieno di maggior dignità e di più
debbita precedenza . Tuttauia io non credo chel'titolo diprouincia e l'arme.fia più nobil del
Titolo delle città e delle terre e dell'arme delle flimighe, perche attribuiremo tutto ciò all'vlb
e non ad altro buon fondamento di ragione. Crederò non dimeno che'l Titolo più antico e
la Signoria per più Icnga antica fiaccciTìone polla precedere al manco antico,fe però la mag-
gior poflànza & i regii titoli di più regni di più paefì e di più vaflalli graduati non importane
ro affai più che l'antichità non importa. Concludo,- per non allongarmi troppoTarmi delle
prouincie non hauer le mcdefìme conditioni che le armi delle famigiiejdelle quali e flato mio
principale obligo di ngionare .
E perche veggio quanto qucfta materia mi vada nell'animo fcpabbondando.voglio per ridurmi
a!laconclufìcne,prcualermi decafìaqudlo propofìtoda Paris del Pozzo ordinatamente
narrati. Il primo e che l'armi delle calate à chi commette offefa contra il fuo Principe,enorme
e fcelera ta.per maggior vituperio del mal fattore , fi fcancellano j alla legge di e s s i j al dige^
AO DELLE PENE.
Il fecondo, è che qnando due perfòne portaflèro vna arme medefìma e non fuflcro del medefì-
mo fr^rgue, ma fi bene d'vna f eflà patria e fufferoin difcordia non volendo l'vn che l'altro Li
portafie , ne potendo l'vn più che l'altro moflrar altra ragione, fi dee rimettere all'arbitrio del
Principe, ma fé vno de litiganti potefTc moftrar che i fuoi maggiori per eficrcitio militare l'ha
ucflcro in dono riceuta dal Principe , à qucfto farebbe confermata , all'altro prohibita , il che
ccnfcrma Lartclo nel fudctto trattato . Il terzo calò è , che fé le armi fcmo fimili & i cognomi
diilìmili , non inducono controuerf a perche la diuerfìta del nome non induce femprcdiuer-r
(ita della colà. La lecgge sel medesimo alcodicede co d i c i l l i .imperòfe.duecafa
te di diuerft cognomi , e di parentado diuerfc portaflèro il Leon bianco in campo giallo,e che
vna di quelle cafite haueflè il cognome dall'arme e l'altra no . potrebbe quella calata che ha il
cognome dall'arme , rimanerne padrona , e l'altra efclufa, fcxondo alcuni.
Il quarto cafo è che fé due armi fono d'vna f leffa figura come dire dui cerni vno biancho l'altro
roffo , non menano controuerfìa. anzi quando fuflero amendni bianchi e fleffero in vna me-
defìma attitudine , haucndo i cr mpi diucrfì, fono anco le armi diuerlè.
Il quinto è che quando cve famiglie h;ibbiano il medefìmo cognome e la medefìma arme, pur
con qua'che ditferentia ,• arguifce che poflìno effer d'vn fangue , maf.ìmamente effcndo fra le
dette famiglie confcrentia di cognome e non troppa differentia nell'arme, come farebbe la
figura fuffe d'vno flefìo colore , ma nel campo diuerfo , ouero fé fv.ill' il campo il medefìmo e
la figura di color diuerfo, o vero fe'l campo e la figura f ufTcro d'vn colore ma l'attitudine del-
la figura diuerfà , quelle & altre difl^crentie fanno le armi diffiraili . Altri cafì pone Paris, ma
in materia delle infcgne ch'a propoiìto jiof^ro non fanno , le figure l'opra i cimieri cioè elmetti
o Cane,o Leone, o Elefanti^ C; mozze, o huomini faluatichi , o qual altri , ch'io noij dico ,
tengo che la diuerfìta delle fleflè figure non rendine le armi d'vna famiglia differenti , come
fi vede quanti diucrfì cimieri iia vfàti la cafa SanfeuerinajlaPallauicinA,!* Tnutjl*i£,& al-
tre allìii.
Rcfami di far qualche replica, a^crmando eilèrcofacertiffma che molti ontifhie mod^r*-
l'U poflìnp hauer prcfi lè£ni di A^obiitó iofièji g^^Q^ ^Jtri appolla, alw per concelTion?
de Prin-
DELLEFAMIGLIE. 18
de Principi e qucfte fi bimano le vere , altri per fanore,o, per corriittione, altri per perfuafìo-
ne , altri per diletto , altri per honefta occafìone . La onde ne fuccede che paifando qualche
fecole , tutte fono tenute per teftimoni di nobiltà la quale hora è per dependenza, hora per
vertuofè operationi , hora per openioni . Vero è ch'alcuni iàui dicono che laria codi aliai con
ueneuolc che chi fulfe ignobile e per dependéza e per virtù, trouandofì dotato de beni di for
tuna e dall'ambitionc flimulato; defìderolb di eleggerfi vn fegnale di nobiltà , dourebbe eleg
gerii vna figura alla fua conditionc conforme, il che ì'qcc: Gordio bifolco, il quale con allutia
acquiftatofi il regno di Frigia,hauto vn fighuolo chiamato Mida,edihcò vna città dal fuo no-
me detta Gordia,fituata fra l'Afia minore eia maggiore , doue ancora edificò vn tempio à
Gioue confacrato , ne volendo celar la balfezza del fuo legnaggio,prcfc per armi L'Aratro,o
vero per inlcgna . e delle funi ch'i buoi all'aratro legauano ,■ fece vn nodo di ftupendo intrica
mento , non potcndofi fcorgcre \ì capi in parte alcuna . e per eterna memoria confacroilo al
tempio fin tanto che Ci ritrouaffe q ualcuno che lo fapeffe dilciolgliere. Riputando quel gran-
d'huomo cofa vile e vituperofi a chi negalfe la fua vera e naturale origine, dicendo chad un
gran figliuolo è tanto honore confcffar la balTezza di fuo padre, quanto di manifeflo vitupe-
rio il negarla. Quefto recita Gulielmo di Benedetto iureconfulto da me altre volte citato.ne-
la lua repetitione al capitolo r a n v t i o nella parola r a n v t i o di e l e r a. al numero
vintefimo quinto de t t s t a m e n t i. e qui C\ vede quanto vergognar fi deono coloro i quali
più tofto vogliono effer tenuti baflardi che confelfare d'cffer figliuoli d'abbietto padre .
Si e fin qui finalmente veduto la diftcrcntia manifefta fra le inlegne e le armi . intendendo noi
quelle armi che vanno per fiicceifione in infinito , effendofi moftrato per quanto fi è potuto;
non ch'ere ftate in xCo prellb le altre nationi tiiori deirEuropa,& hauere hauto origine da Car
lo magno per quello ch'in parte le hiitorie, in parte le conietture credere & iftimar ci fanno,
Dcuo però metter qui la openione del dottilfimo e del gcntiliifimo Turrefino fudetto, la qua
k è chele Armi delle famiglie habbiano hauuto origine da quatrocento anni in qua e fu al
tempo di Federigo barb arolla e per quanto la coniettura ci mofìra che potrebbe eflcr la veri
tà, clfere rtato elle vn guiderdone conceduto da principi per merito di militia & eller chiama
to armi per inferire che fieno Ipcttacolo di nobiltà ne i foli meriti di guerra ^ auenga (come fi
è detto) fieno ftate donate e eccedute ad ogni altra honorata profeffione che fia ftata e foglia
clfere vtile e grata a principia a publichi bifbgni neceffiria e per ciò Bartolo nella recitata
legge Di T V T r I al codice de testamenti dice che la fteffa arme donata fi dee conlèrua
re e cun:odirc,ne lafciarfela prohlbirc , alla legge feconda al codice del g 1 v r a m e n t o>1 di-
serto de M I N o R I di XV. anni . «Se alla legge, ma il m i n- o r magistrato, nel princi-
pio,al digefto fecondo al tefto bene a. concludo finalmente le a r"m i. cfTcre vn teftimonio
di nobiltà e gentilità , in qualunche modo publicate e di qual figura fi voglia , & effere quafi
vna necclTaria diftintione di famiglie dalle infegnc( il che fi e con ragion dimoftrato) diifimi
li , e non effer punto conferenti alla proprietà delle imprefe auenga che alcuni d fieno delle
ftefle armi preualfi in luogo d'imprcie,
DELLE DIVISE, E DE COLORI
N ■^ N men ncceflaria è diletteuole materia farà queila delle Diuife, che l'altre fopranarrate,per
che quefta inuentione è molto antica, e fé ne è in tutti i tempi e da tutte le nationi tenuto gran
conto . Imperò qucfla voce è fiata prefa con diuerfi fignificati i quali per ciò fono in vn certo
modo fra fé conferenti . Viene primieramente divisa dal verbo divido che fignifica di-
fìingucre e feparare . ÌVIolti^anzi infiniti filmano che deriui da d i v i s o, che fignifica difcor-
fb j moltoin \(o nella Lombardia, efignifica ancora per m i p a r e. cioè mi è diuilb
che fia cofi , vfano ancora , v o l i a m o divisare ciò è difcorrere ibpra quan-
to ha da effere, & ha da farfi, parimenti divisiamo fopra quella guerra cioè
dif corriamo, niente dimeno non è in tutto fuori del naturai fignificato del fudetto ver-
bo d i v i d o d'onde più propriamente viene quefta voce divisa, la quale
è vn'opera,& vna figura fatta e comporta di diuerfi vaghi colori , antichiffimamente vfata,
oper habitijoper pitture, e quei colori à ciò fare erano fcelti chepiu all' occhio & all'animò
E 2
DELLE DIVISE
èc'c cpcnid-te chc'Ipùicer dicfìl colori fiiffcin molte perlòne per la lòia vifin, & in molte
con qualche diletto del giuditio . e perche la lentia che ha origin di lucri , per gli oggetti ama
bilie vaghi, però naturalmente tutti gli huominiiì rendono lieti per l'a/pctto degli oggetti
coloriti vaghi e fbaui , de quali poi l'intelletto ne caua qualche bene Ipeculata lìmilitudineon
de l'anima ne gioilcc.pcr queftc due principali letitie & allegrezze cominciauano le genti an-
tiche imitando la natura; à velHril di coloriti panni col mezo dell'arte. Non dee per ciò chiuti
che fi fìa credere che li colori lèmpre f uifero , perche la terra nel Tuo principio fu arida.ma poi
per virtù del Ic^le e delle humettationi , diuenne a Tuoi tempi verdeggiante , fiorita e fruttife-
ra , non già icmprc , con ciò fia che per la meta dell'anno mancando le forze al fole , f\ vegga
horrida, fnogliata e nuda . Ma l'arte in tutte le ftagioni fiorifce , la quale è valfa tanto che fi è
fatta lòrclla della natura, e ciò verificò lacob quando nella greggia di Labano fuo fuocero,
fece con l'arte naturali i colori , concio fia che lacob hauendoj patteggiato col fuocero il qual
per mercede delle fue tante fatighe , volefiè dargli tutti li parti che dalle peccore di varii colo-
ri, nafceffero , il fuocero contcntoifi . alhora lacob conofciuto il tempo che la greggia fuflè
moda al coito , compofte alcune verdi verghe di pioppo di amandolo , & di platano in par-
te (corcccciate in parte no^ onde compartiua il bianco ci color delle fcorze,e portele inanzi a
gli occhi delle peccorellc e delle capre nel l'atto del coito,tutte quelle che guardauano le ver-
ghe partorirno gli agnelli e l'asnellc & i capretti macch'aì:i,onde per il patto giurato, Labano
concede al giencro la copiofi e colorita greggia , l'elfempio ancora fi può recitare di quella
cittadina romana la quale inatto carnale colmarito,guardandoà vna tcftad'vn Moroin
quella rtanza dipinto^ concepì vn fighuolo di nero colore e nato,diede marauiglia a ciafcuna
perfona . Leggcfi ancora in Heliodoro che dalla moglie el marito neri , hauendo veduto vn
bel giouenc di bianco colore con la imagine conceputo , ne nacque vna bclliflìma e candida
fanciulla.e meffe tal cofa in quel paelc, incredibile flupore . Non è per ciò marauiglia fé l'huo
mo fempre fi m olirà vago de coloriti oggetti poi che la natura ancora concorre a coppularfi
con gli artifitic fi colori , de quali ogni forte d'hucmini, e più perfònaggi , volontieri fé ador-
nauano, & bora in quelli nollri tempi fé nadornano più che mai . Gli antichi Patriarchi fem
pre andauano ornati di fiole variate in colori,e le tinture furono artifitiofamentc frequenta-
te etiamdio quafi ne i primi lècoli . e li Sacerdoti di più lète variamente tinte e di tele colorita
mente telTutc fi veftiuano . lofcf figlio di Lacob portò la velie polimita ciò è di più licci di co-
leri diucrfi tefiuta • Aron portaua la verte longa con le fimbrie di virta pompofa e veneranda
& diuerfimente colorita , come ad altri fimigliante portatura non conucnilfc . Dauid e Salo
mone Re d'Ifraelle iì vertiuano di porpora e di biffo . che dirà Polidoro N'irgilio il quale attri
buifce l'inucntion de colori a certi che dopo i nominati patriarchi , nacquero per più di cin-
quecentoanni ? Per tutto ciò certificati rimaniamola diuifa elfere fiata vertimcnto vlato in
tutti i fecoh.ne debbo à quello propofito tralalciare il dir che cofa fieno i colori accio che per
quertanotitia polla l'huomo d'honorene fuoi vertuofi concetti prcualcrfene. primamente
Àriftotilc nel libro del fenlò e del fènfito , dice che fono tre principii da confiderare per ca
uar di querta materia fccuro conofcimento . Il primo è il colore, il fecondo è doue fi forma la
definitione dello rtelfo colore. Il terzo è doue fi tratta della fpetie di elfi colori , tanto degli
ertremi,quanto de mezzani . Li principii però che concorrono alla produttione de colori,diii
fono , V no e il lume veramente principio formale , l'altro la tralparenza che e principio ma-
teriale . Ma accioche bene querto fuggctto s'intenda , fa di mirtieri che noi fappiamo ciò che
fia lume. Ariftotile in due modi lo difinilce, nel fecondo dell'anima dice il lume cflcr atto del
la cola tralJ5arente, nel trattato però del fenlò e del fenfato vuole chel lume fia colore acciden
9, talmente del corpo diafano ^ o tralparente. E quella definitione non par che dllcordi da quel
la prima , la quale s'intende che fecondo il fenlò conuenga alla lèconda per fimilitudine e no
per efrentialità , per che non è vero chel lume fia colore cflcntialmentc , ma lì bene per vna
certa fimilitudine , con ciò fia cofa chel colore faccia attualmente il colorato , el lume attual-
mente nei corpi faccia la tralparenza, clfendo la verità chel corpo trafp.arentc non pofl!à tra-
j[parcre,!e dal lume non è percoffo.E parimente d'auertirc che quando fi dice eflèr colore per
accidente , è tale perche lei' colore proprio è nella cola colorata , viene vilìbilc per la cagiona
efirinlcca che è il Sole , o altro lume . fimilmente il lume tralparente vicn da cagione cftrinfe
ca che è Io f^cfTc SoiejO altro lume. Quincifi conolce-come i'vno ei'altro per cagioni eftrinfe*
che
TERTIAINVENTI0NE. t4
che procedono. Quello adunq^ che ih il kime in quefta materia a baftanza fi è narrato e bre-
uementc con autorità dimoftro,è quefto e quanto Ci può dire del primo principio dei colore.
Kel fecondo principio conflltequefta definitione del colore il quale è eftremità di corpo trafpa-
rente determinatole per dichiararla fecondo le parti.diremo che quella voce e s t r e m i ta è
in luogo de! gencrc^cilcndo il colore accidente & in aftratto fi definiice.comc poi il colore Ila
eitremitàèda confiderar bene, acciochedifficulta veruna non confonda gl'intelletti , e per
troùare che cofà ila ellremità , conuiene fàpere come alcuni corpi lono fecondo fé termina-
ti , perche dalla propria figura e proprii termini fono abbracciati . e per effempio dirò cllère
vna pietra , vn legno, vn huomo , vn cauallo . alcuni corpi fono lècondoie medefimi non ter
minati perche non hanno figura veruna , aguifa dell'acqua che pione di quella de fiumi che
corre & altri corpi fimili , i quali fé pur fono terminati , tutto procede dall'cfièr contenuti da
altri corpi che tanno la figura , come l'acqua dentro vn vafo , dentro vn pozzo :, dentro vna
pefchiera , o, <]uadra,o,longa ,o, tonda, ecofi ta3i acquericeuonole figure da quei
corpi che le circondumo, e ferrano, & in quelH fi comprendono le elh-emità.Alcuni corpi an
Cora fono trafparenti , ma non hanno da iè ftelfi lume venmo , imperò fono atti à riceucrlo
terminatamcntc ciò è lenza figura come è l'acqua e l'aere . Altri corpi lì trouano pur trafpa-
renti terminati ciò e con figurai quali hanno il lume non per tutto, ma nella fuperficie come
yn pezzo di marmo,©, di legno,o, di ferro, e come vna pianura , vna valle , vna montagna ,
vna fpiaggia e fimili altre colè . E per ciò replico che quando Ariftotile dice chc'I colore è e-
fìremita , vuo.'e inferire che è nello efrremo della cofà ,o , vero nella fuperficie di qua! fi vo
glia corpo terminato e fodo ,<e quello colore nella fuperficie e oggetto delia vifta . Arifiotile
fimilmente , col reflimonio de Pitagorici , i quali diceuano i colori efere Epifania ciò è appa-
rinone ,• conferma il color eifère incorporeo nelle lliperficie contenuto.
Nel terzo principio lì confi^ierano le fpetie del colore & in due modi ne trattaremo . primierar-
mente onde fi piglia ladiuei-fità fpecifica del colore , fecondariamente come li colori efiremi
e mezani Ci generano . in quanto al primo è d'auertire che concorrendo il lume nella eltremi-
tà del corpo trafparcnte , concorre parimente la terminatione dello flefio corpo dalla quale è
riceuuto il colore . E la diuerfìta nelle fpetie del colore , s'apprende per la diuerfa proporti o-
ne del lume , adombrato nella fuperficie per la ofcurezza della terra . La onde doue e minore
adombratione è manco nobile il colore , maffimamente in quei colori di poi-pora , d'aznrro,
€ di verde . In quanto al fecondo modo Ci dee auertitamente confiderare in che maniera per
la varia miffione de quttro elementi , ne procedano varie compleffioni di elfi elementi,fècon
do il caldo , il freddo, l'humido e'I foceo . La onde dalla varia proportione del fuoco lumino-
ib , dell'aria trafparentc e dell'acqua e della ofcurezza della terra , ne riforgono diuerfi colori
ne i corpi elementari . Elfendo in tutto vero che doue ègrandilfimo il concorfo del lume del
fuoco,e minimo lo fcuro della terra , riceuuto nel trafparente dell'acqua e deiraere,quiui però
ne forge & apparifce la bianchezza . Ma fo fi da l'oppofito ciò è che grandiffimo fia il concof-
fo dell'ofcuro terrellre , ne procede la negrezza e quefli dui fono gli efiremi colori .
li mezani ancora, con la proportione de nominati elementi Ci riducono in diuerfe maraiiigliofè
jpetie , con ciò fia che concorrendo gli cllremi con minor quantità , cagionano diuerfi colori
con la proportione dell'acqua e dell'aere . finalmente A riflotile conferma la cagione de colo-
re effcre la luce del fole, ù fuoco , l'aere , racqua,dalla terra riceuuti e con eflà incorporati , e
con fcambicuole mefcolanza infieme vniti . Marfifio ficino nel Hbro intitolato la vita d'ac-
j, Qvi STARSI celeflemente, vuole , fecondo Platone , che tre fieno i colori vniuerlali, cioè ver
3, DE , CI ALLO , ciLESTRo , & il color cofi è da Gorgia definito nel Menone, ciò è che fia vn certo
3, fpargimento delle cofe foprabbondeuoli , da corpi alla vifla conferenti . Platone fimilmente
p, nel Timeo dice il colore efiere vna fiammicina , o , picciolo lampeggiamento :, rapprefentato
„ alla vifla fenfibile da corpi particolari , e vuole che'l bianco difgreghi la vifla , el nero la inde
j>, bohfca , e la rcflringa,e per queflo alcuni oppongono alla imprefa de colori del Marchefe del
Vailo , felice memoria , nondimeno in queflo medefimo trattato potremo vedere come ma-
nifeftamente s'ingannino ancora che io non la chiami propriamente Imprefa , ma diuifa , o ,
Liurea. Imperò come il bianco difgreghi la vifla,per efTempio s'intende nella guerra che Mar
cnntonio fece a Parti , l'efTercito del quale tornando adietro per lungo viaggio coperto d'al-
•tiirimeneiii,vide;icccare mola de fuoi-fcldati, alcuni ancora per molti anni polli ìnofcu-
rilTune
DELLE DIVISE.
rifltme prigioni , fono cicchi diucnnti . Voglio pure fèguitar di dire con breuità la natura de
colori e l'vlò di effi , cflcndo materia di giouamento à coloro i quali le ne volcflcro preualcre
in farne Imprefe e fèruirfenc in fìgnificaro delle loro intentioni , fi come Te ne veggono molte
& antiche e moderne . Piacemi la openione d'alcuni dotti de noftri tempi i quali tengono
che'l bianco elnero, fieno naturale origine de tutti gli altri colori non punto allavirtagio
ucuoli e grati, de quali più à ballo appieno neparlaremo, importando molto di replicare
fbprala cftremità , ò , fuperfi eie de corpi elementari e quelli dico che veramente coloriti fò
no , a dilfercntia de corpi cclcfti che non fono certamente coloriti , ma paiono , con ciò fia co
fa che li corpi trafparcnti non podìnohauer colore, come diremo i cieli corpi cclcflilumi-
nofi . La ragione che quefti tai corpi non fieno coloriti , è chiaramente quefta , cioè proce
dcndo i colori dal caldo . humido , freddo e fecco che fono qualità de quattro elementi , & i
corpi celclli nulla di quefle qualità partecipando , neceffariamente non hanno colori perche
farebbero generabili e corrotibili. Li tre elementi però per efler corpi femplici , non fono ve-
ramente coloriti . La terra , ancora che fìa corpo folido, & habbia la fua eRrcmità e fuperfìcie
nientedimcno,focondo alcuni dotti de noftritempi, non è colorita , aucnga chcilRucllio
con altri , dica la terra effcr bianca , o , liuida per dir meglio ,• come è la cenere , la quale per
non contenere in fé le quattro qualità con proportione , nulla produce . e la terra di fua pro-
pria natura , nulla produrrebbe fo non fuifcro che gli altri elementi co'l calor del Sole e con
l'altre influentie de corpi fuperiori la difponeffero a produrre. E finalmtte da confermare che f
foli i corpi comporti contcnghino naturalmente i colori . E egli ben vero che da gli elementi
fono produtti alcuni corpi i quali fono tra/parenti , come è il cnftallo , il vetro , il Diamante,
il carbonchio , ne per ciò fono coloriti , ancora che elfi habbino la fuperfìcie . Solo adunq,- ne
i corpi folidi non trafparenti fi comprendono i veri colori.il Fuoco ancora non ha colore ben
che paia e Ci tenga che fia di color re fio . Replicara/fi finalmente ogni vero colore elfcre vna
qualità nelle fuperfìcie de corpi fodi e terminati . Qiiei colori poi che per imitatione dell'arte
fi veggono molto limili a quei della natura , manifeftamente fono certi e veri , come in cofe
teifute, delle quali fi vertono gli huomini,e come quelli parimenti che la pittura fa vedere in
alfi , in muraglie , in tele & in carte . e delle rofe tertute di diuerfi colori ha comportato quafi
ogni età che gli huomini fo ne vertiifero e vertono e di tal portatura fi dilettauano e fi diletta-
no chiamati vertimenti alla diuifa .
E perche fi filma che'l Sole con i fuoi raggi e le rtelle fieno di color d'oro , diremo che paiano e
non fono . Imperò per cotale fomiglianza molti antichi e moderni Principi di fimili coloriti
vertimenti di andar addobbati /i compiacquero , & hoggi più che mai fi compiacciono . Al-
cuni di bianco dilettati fi fono ;, per hauer querto colore con la Luna fomiglianza . Et è rtato
cpenicne di molti che'l collor giallo ci biaco fieno fra gli altri i più perfetti colori.Ifidoro nel
libro decimo fo^rto delle fue Etimologie , pone l'oro fra i corpi naturali inanimati,ertd-e incor
rottibil quafi & in vero è fra tutti gli altri metalli il più prcciofo, parimente mette il Giallo fu-
periore al bianco , tanto , quanto è fuperiorc il Sole alla Luna . e tutto ciò per maniferta ilpe-
rientia ficonofce. Rcferifoe Celio nel libro delle fue antiche lettioni.efière l'oro prefo per
la fapientia con la quale fi fpcculano le cofe diuine , E l'argento f\ prende per la fcientia onde
fi ha notitia delle cole naturali . efiendo ciafouno di qucrti pretiofi metalli grato , non tanto
per il valore che è oggetto d'auaritia,ma quanto alla marauiglia della fimilitudine che ha co il
Sole e con la Luna , e per ertère interpretati per fapientia e per fcientia . Bartolo , del color bi-
anco dice nel trattato delle armi alla quinta colonna , che fi conuerte in tutti gli altri colori e
niuno fi conuerte in bianco . e quePo fi vede alla lege 3. nel Codice de vertimenti al libro xi.
e dinota vittoria , per la qual colà i Romani ne i trionfi di bianco fi vertiuano , & ancora l'ha-
bito bianco fignifica purità , fincerità , e candidezza d'animo . oltra di ciò fi piglia per la elo-
quentia, onde fi fuol dire Ibi candido e puro . E querto colore in parte afiRjmigliato alle Perle
& agli Acati, e per dirne più altamente leggiamo nelle finte fcritture del redentor nortro
CHRiSTo che fi trasfigurò fopra il monte Tabor con le vertimenta più candide che neue.fimil
mente nella fua refurrettione di bianco vertito, vfoì del Sepolcro trionfante . Pietro apporto-
Io nella prigione , fu vifitato dall'Angelo di bianco vertito . Giouanni euangelirta nell'appo-
calilfi preui<\' i finti martiri vertiti di rtola candida nello fpargimento del fangue loro. Altre
cofe dir fi potrcbbeno per più chiarezza della felicità di querto colore intefo & ordinato per
per
E D E e O L O R I, IO
per coiì mìflcno/i affari . *
Dell'oro lì è detto che per la fapientia s'interpreta, leggafi Platone nel fecondo Alcibiade co-
„ mctato dal Ficino douc il diuin filolbfo pregaua lo Dio Pan e gli altri dei fìlueftn chcg;li con-
cedclfero tanto tefòro , quanto vn huomo modello può comportare , intendendo la iapien-
tia per quel metallo, nello Eutidemo fa ancor dire a Óciiìppo che gli fcithi fono felicilumi pò
puli per che nell'olTa de capi de morti portano l'oro , quali che nel luogo dell'intelletto meri-
tamente fufle collocato fi mirabil metallo . Ariftotile nel fecondo della politica al terzo capo,
chiama l'oro cofa diuina .
Dauide Re e profeta nomina la làpientia oro infocato . Si legge ancora prelTò a Giouanni pre-
detto nelLi appccahifì quello medefimo.E ancora da piatofamente credere che quando il pò
uero ftropiato dimandò la limofina a Pietro appoflolo alla porta del tcpio in Hicrulàlemmc,
rilpofe Pietro oro & argento non ho perii bifogno tuo ,• ma quello ch'io ho ti do , e Ipendè il
<lono della fapientia in rifànarlo . balla che ben fi difcerne , eilcr uero^per quanto alcuni vOt
gliono,chel biaco el giallo fieno degli altri i più perfetti & i più pregiati colori,de quai fi veg-^
gonohogqi molte imprefe.c le diuilè forfè per quello hanno fèruito e feruono pcrimprelè.
Eflendo la verità che commodamentc ne i colori, fono alcofe le fimiglianze degli animi ver-
tuofiefi fcuoprono con leggiadria e giuditio agli occhi de riguerdanti & alle orecchie delle
perfone intendenti . (limo per ciò che ben fia di dire fopra quella materia qualch'altra colà ,
malfimamcnte de i dui primi colori ciò è bianco e nero , facendofi tra efsi qualche compara-
xione . Diciamo adunq; lèi bianco è più nobile del nero , o , no. molti,anzi infiniti vogliono
chel bianco fia più nobilc^perche partecipa di luce el nero di olcurità . di più che per traslatio
ne il bianco fi piglia per buono augurio e'I nero per trillo , per la qual cofa gli antichi foleua-
no ciò ch'era di buono fognar con gelfo ; e di cattiuo notar con cai-bone^per ciò bene fcnue
Gioucnale .
3_, Il negro in bianco fi volga . Perlìo diiTe anch'egli in quefto propofito. Ciò che f iper fi dee col
„ bianco il muro fi pinga.
Élfendofi del bianco detto à baflanza lecita cola parmi che fi ragioni delle Iau>li del color nero ,
pnmaméte il nero mantiene fompre il fuo flato e tira a fo il bianco e fé ne impadronifce la on
ide il bianco effondo più coniiertibile in altri e più vario confoguentemente èmen nobile in
ciforfacileatramutarfi,acorromperfia macchiarfi& àfuanirfi. Similmente di tante forti
d'Aquile , la più ofoura , è la più mirabile e la più degna,con ciò fia che fiifi gliocchi al Sole ,
fi rinuoui,e fia de tutti gli altri augelli Regina. N^eggiamo ancora il color nero afifomigliarfi al
diamante ( come vuole il Caflaneo ) gemma più d'ogni altra, per oppenione di molti,precior
fiffima . \^irgilio prepone il nero al bianco , quello è viuacc e quello caducOjel detto Poeta lo
fpiega in qucfio verfo tritiflTimo ciò è
jj Bianchi lignjlri cadon , colgonfi negre itiolc ,
& benché il vaccinio non fia nero , fecondo Plinio , ma roffo onndimcno è vn rolTi c'ha del
lo ofcuro , a guifa dell'Aquila , anzi i colori rolTi che fono di moke forti , quanto più hanno
dello ofcuro tanto più fono fini , cofi il Paonazzo el verde . adunq,- per quello li vede il nero
non effor men nobile del bianco .
Diremo ancora fra le bellezze delle donne la principale elfore l'occhio nero con le ciglia nere ,
con ciò fia che dalla villa di due begli occhi neri efcaferenità e fplendore di tantaìbrza che
grandemente commuoue i cuori de riguardanti , infiammandoli dì quello fplendore inguifa
che C\ conuerte nella imagine di tanta bellezza doue quafi miracoloiàmente viue e muore , e
l'anima innamorata ha per melfaggieri i due begli occhi . ne mi accade di ampliar quella fola
ragione la quale afilli balla in dimoflrar la nobiltà del color ncro.Et ancor non manca à que
Ho colore ogni laude nel concorfo di natura humana e diuina . Impercioche fi legge nel pri-
mo capitolo de Cantici che la gloriofa vergine Maria è Hata ; oltra la incomparabile bontà
iua ,• efaltata ancora fopra ogni altra donna che luffe mai di fingular bellezza , nel citato luo-
go cofi , leggcndofi nera sono ma formosa, oltra di quello nello fleffo libro al ca-
pitolo v. LI svoi CAPELLI, NE?.i SONO COME c o R V o . c benche queilo celeflc
dfempio chiarifoa la nobiltà del color nero , nientedimeno non tacerò di addurre l'autorità
del Petrarca nel fecondo capitolo del Trionfo d'ampre dicendp ,
5, TerfeQ era. l'uno , e mllcfa^er come
55 Andromeda
D E L L E D I V I S E.
3, Andromeda gli piacque in Etiopia
33 Fermine bruna i begli occhi e le chiome .
feguito parimente di dire che dal bianco e dal nero procedono tutti gli altri colori, o.per or-
dine di natura,o,per regola d'artifitio.per la qiial cola fra gli rtelfi colori che iì chiamano mi(ti
replico volere alcuni dire chcl glauco colore,azurro,chiaro,el purpureo olcuro el verde ofcu-
ro iìeno i principali , & e d'auertire alla notitia de colori quando altri fc ne volcHero preuale-
re per imprefc , con ciò fia che molti colori moftrano la finezza per hauer dello ofcuro . mol-
ti la modrano per hauer del chiaro , e per eilempio diremo che del color rolfo lòno molte le
varietà ( come credo fi fia detto ) e fi concluda che la porpora fia : fuggendo la chiarezza ; il
più fino che portar lì polla . e di quelb materia Bartolomeo anglico nel libro decimo nono ,
pienamente ne fcriue.chiamando i colori tutti varii,efcetto il nero ci bianco che l'uno per ec-
ceifo e l'altro per difetto.alla villa lòno noceuoH . il verde in Tofcana e chiamato in due mo-
di , ciò è verde ofcuro e verde giallo, l'ofcuro e più fino perche ha manca luce,el giallo è men
fino perche ha manco dello ofcuro. Io non mi vorrei trattener troppo d'intorno à quefto fug-
getto , tutta via lo intenderne qualche colà di più , làrà molto à propofito . Efitndo perciò
vero che li fignificatide colori fono di molta commodità nella confiiceuolezza coninoftri
penfieri. Dico primamente che molti gran perlbnaggi antichilfimi vforonopcr compiaci-
mento i colori fecondo la varietà del lor guito . ii legge che Nino inuentor della guerra, vsò
il bianco el giallo colore , tutti li Rè de giudei parimenti ^ e Salomone vsò per lìmbolo molti
fiori & ancora ne i fuoi proucrbii ne fcrilfe, gli Affricani furono e lòno hoggi vaghi di ueltirfi
con diuerfità de colori .
Però e bene che veggiamo fel color bianco ha purità da fé fteffo , alcuni vogliono effer dilferen
tia dal bianco della neue,o,del gellò ben purgato , al bianco del latte & a quel della perla, e a
quel delle carni di bianca donna & a quel dell'auorio e del marmo fino , perche quel della ne
ueedelgclfodilgrcga, cdifpiace allavifta, ma quel del Latte, della Perla e dell'altre cole
dette non difgreg^,anzi in vn certo cóparifcente lufiramento rende Vvighezza e diletto, e tut-
to ciò viene perche tal bianchezza ha quafi occulta mefcolanza fanguigna , "non adombran-
do ma illuftrando quel colore il qual giocondo eviuacefi là caro & amabile oggetto a "tutti
gli occhi , fòpra quetta poca diuer'ìtà del color bianco lì domanda fc il detto colore prenden
dofi in fignificato di fedeltà , habbia da eilèr di quella bianchezza della ncue, o , più torto di
quella del latte , vogliono molti che per fignificato di fede fia più à propofito la bianchezza
del Latte , appoggiandofi alla autorità d'Ariflotile nel Ilio hbro de colori , dicendo chel bian
co mirto d'un poco di rofiò naturale , è il vero e non l'eftremo , e da il filofofo rcifempio d'un
fanciullo il qual mortra buona e fincera la fua volontà nelle fiammelle ch'apparifcono nelle
liie candide guancie . imperò querta difputa fi concluda fecondo il migliore e commune giu-
ditio. Il nero ertremo ancora è da non prenderlo per fignificato di rtabilità&di fermezza,
ma quello che non è eftremo perche il prouerbio dice, ogni estremo e viti oso.
pure fia a beneplacito di chi non fi cura d'interponere querti cotali differentie . Recita Pietro
crinito chel Tamburlano ,• e ciò fi legge nel primo capitolo del iuo primo libro -, vsò tre colo-
ri il bianco , il roflb el nero . La oue quando moueua l'elTercito per infignorirli delle prouin-
cie d'altri , affediando qual fi fuffe citta.primamente faceua ftendere vn Padiglione di color
bianco , per dinotare agli alfediati che rendendofi à lui, non riceucrebbero alcuna ingiuria.',
palfato il pruno giorno lenza conclufione , rtcndeua vn'altro padig'ione di color rofTo , vo-
lendo inferire che fé in quel di non s'arrendeuano , farebbe grandi ifimo fpargimento di fan-
gue , venuto il tcrzo,commetteua che lì fpiegafTe vn'altro Padiglione di color nero , minac-
ciando di condurre ogni perfona a morte & ad vltima defòlatione della città . Imperò di dif-
ferente fignificato e flato prefò il color nero , e particolarmente dal Marchefe del V'arto, por-
tando il bianco el nero , vno in fignificato della fua fede l'altro in fignificato della fua fermez
za e ftabilità , ne volfe il buon Principe chel nero fuffe interpretato per morte .
Il rollò parimente è colore del valorolò Vefpafiano Gonzaga , e nondimeno quel figgio caua-
li'ero non lo porta per inferir crr.deltà e fpargimento di l'angue , ma per fignificato c'vno in-
fiammato amore vero il fuo Principe e d'vna accefa beneuolentia vcrlò ogni peribna che me
riti per valor d'ra-me e di dottrina . ne-rertarò di dire che i colori d'vna medefima fpetie non
elTendo li medefimi in vifla per cagion del più e dei meno , non deono ancora hauere il me-
• -; defiinp
EDECOLORI. 21
defimo fìgnifìcato . Plinio mette & efpone più varietà del color roflb , e fa ch'in vn certo mo-
do fieno differenti il fliluo dal rubido , il feniceo dal rutilo , il rutilo dallo fpadico & altri di
quefta ftcfTa fpetie, per il che fi dee hauer di ciò minuta notitia,potendofene l'huomo preua-
Icrc in flmilitudine de fuoi concetti, o , vero delle fue pafIìoni,douendo egli confìderare che
quel colore il qual non è per quanto dourebbe efiere fino e perfetto,non poter perfettamen-
te hauer fìmilitudine con la perfetta intentione,faluo però fé l'intentionc non fuiTe difrcgola-
ta,come per effempio trouiamo chel mirabile Ludouico arioflo nel fuo poema prende il co-
„ lor della rofa lecca per difpcratione e voglia di morire. E fi concluda chela elcttione de colo-
ri conuenga allaintentione,econuerrà fèmpre^ fé farà perfètta la notitia delle cofc,& è in
fomma vero ch'i felici & vcrtuofì difegni deono trouarfì per fìmiglianza nella perfetta natura
delle fudette cofe , altrimenti non conuerrebbero con la virtù e con la felicità .
Vcggiamo in particolare la natura della porpora ^ la quale vuole Ifìdoro nel libro decimo fèllo
delle fue etimologìc,che ila detta dalla purità e che rifplenda. e per qfto ben fi può ailìcurnre
ogniuno che fi diletti di publicare Iraprefc nella elettione de colori ben conofciuti.Vuolc an-
cora Ifidoro che la porpora fia alai di mare e della medefima fpetie che è la conca,dclla quale
Sigeo e Leto promontorii d'Ida,molto abbódano.Il gran lafòn maino moflra nel trattato de
colori di che pregio fia la Porpora.Luca di penna nella legge negotianti afferma la porpora
effer colore prctiofò/petioib e venerabile,vfàto per inlègna e veftimento da perfonaggi di di-
gnità.San Girolamo nel fèfto fuo fermone,trattando della annontiatione della vergine maria
dice che quando dall'Angiolo fu fàlutatajl bclliifimo fuo volto diuéne come lana tinta di fan
gue purpurco.Calfiodoro ancora di qfto, nelle fue piftole a longo ragiona Tullio nel Iib. della
fiia academia vuole chel mar rofèggi aguifa di porpora da remi percoflò.E chiamato ancora
il mare di color ceruleo,dal qual colore fu Glauco,dio maritimo chiamato,e Nettuno haucre
gli occhi ceruleijcio è celulei che fi prendono per cileflri , la qual cofa non par che la ragione
admetta,efcetto fé non voleilèmo dire chel color glauco detto in lingua Italiana .<:jazuo!o,fuf-
fe col cileftro il medefimo,confcrmando per quanto ci fa giudicar la vifla^chel cileftro ha più
dello olcuro el gaz uolo ha più del chiaro .
Non voglio in qfta materia più a longo ftendermi.feguitando io in qflo Io aduertiméto ch'altrui
da ceFio calcagnino fòpra il primo trattato che fa Ariltotile de colori, affermado effer cofa dif
3, ficilillìma parlare e rifbluere la natura e la varietà de colori,e fé pure ì\ truoua chi habhia vo-
,3 glia e di fcriucrne e di ragionarne,gli fa di mifliero dadi tutto a qfto fludio & al fine ne rcffarà
confufb./ó tutto ciò non voglio lalciare adietro C\ ch'io no ragioni alquato d'alcuni colori m2
Zani e che fignificati habbiano fecondo l'vfò italiano, dirò primamente dell'azurro il quale e
intelb per lo amore,il giallo per la contentezza,il roffo per la eccclfiua beneuolcntia & ancor
per la Ietitia.il verde per la fperanza.Il tane per il trauaglio,il bertino per la ingratitudine,altri
filmano fignificar viltà.il bianco no fèmplice ma rofìèggiante quafi inuifibile per la fede e per
la finceritàjil nero come Ci è detto per fèrmezza.Tuttauia fono prefi per altri lignificati i alcu-
ni paefi,mallìmamente in Spagna,doue del veitir garbato e colorito C\ fi più fèntentiofa pro-
fefIìone,finalméte non dee vn'animo gentile e prudcte, volendo far impfàfcome Ci e detto)de
colori e per vaghezza e per fìgnificato,rcftare di far fòpra dì ciò dihgétiiTimo ftudio.accio che
poi no fuffe ripfò d'ignorantia,e fc m.olti hano di ciò fcritto , fra tutti elTòrto ciafcuno a veder
co quanta leggiadria ne habbia dato notitia il gentililfimo Filofòfo Simon portio napolitano .
che diràno adunq; coloro i quali vogliono che Cleofane corinthio, fuffe flato l'inuentore de
colori?iI quale molti anni,fù dopo \ì Re degli Hebrei. Finalmente non pcnfò di hauer dato fa
{lidio a chi fia di belliflimo ingegno fc ho trattato tanto a longo de colori, i quali hanno pref^
fb molti , non fòlamente feruito per imprelè come fra l'altre {\ vede quella dei magnanimo
Duca di Selfa,aeademico AiIidato,la quale è di tre colori in tre bandieruole^cio e bianco,ver
de e rofIb,ma ancora fono ufati per armi di famiglie nobili , illuflri & principali .
Veggo hoggi mai,che,ceffando io dal ragionamento delle diuife con più colori ,il neceffario giù
ditio mi tragge a ragionar più appieno de corpi trafparéti e per confèquenza(có adépimcnto
di qflo neceffario propofito)trattare ancora delle gemme,perche ageuolmente in queAa gui-
fà fi potrà la inuentione della proprietà delle imprefè abondeuolmente arricchire •
Per tanto replico li corpi celefli e li tre elementi fuoco , aere , acqua ellère trafparenti e non con
tenere efièntialità de colori.parimenti vcggiamo di qua giù il cielo delle flelle fiflè , ciò è l'ot-
taua sferajC quelli de pianeti^non già che veramente fi veggano, ma col mezo delle flelle fi
F
DELLE DIVISE
comprendono . Perdo Aimo necelTario che parliamo de gradi della tralparcn^a , i primi pe-
rò fono nelli corpi celefU , de quali i più alti hanno più trafpnrentia , deicendcndofi allo ele-
mento del fuoco,fi dirà che per ragione e no per vifta iìa trafparcntc perche tanto manco de
corpi celelh trafpare,quanto è di qÙi meno alto e quanto di qlli è di gran lunga men perfetto.
e per non far comparatione da vn cielo ali*altro,ftimandoli tutti dVna medelìma trafparentia
fenza comprendere il più alto,ol,piu balfoidiremo chel fecondo grado di perfpicuità lìa il fuo
co perla fua rarità e purità . il terzo grado è nell'aere il quale per elfcre atto a riceuere,i va-
pori e le ellalationi di due più inferiori elementi,uiene a elTèr affai meno trafparente del fuo-
co.il quarto grado è quello dell'acqua laquale tw.nto manco trafpare dell'aere.quanto più par-
tecipa de vapori grolH e terre/tri .
Il quinto grado è in quelle mifture nelle quali la natura dell'acqua e dell'aere predomina , come
e il CriftaIlo,il Diamante.il Vetro che vien dairarte,e molte gemme delle quali ragionaremo
breuementecó più accommodato propofito.fra quefti corpicini mirti e trafparcnti {\ annouc-
ra ancora lo Alabartro il quale perla pienezza della materia poco trafpare. La terra però non
ha trafparenza per la fua eftrema groffezza e Ibdezza , laquale riceue nella fuperhccie il lume
& in effa nafcono e veggonfi i veri colori . Di quefti cotai corpi perfpicui, ho fatto replica di-
pinta accioche fìa ben confiderato come de i medefimi corpi fi polfano fire perfette imprele,
impercioche pigliandofi di qual fi fia di eflì , s'habbia per guida la notitia vera c'hauer le ne
dee^e di già fi vede riceuto nell'Academia degli affidati vno fpecchio ha proprietà d'Imprefa.
Hora perche ho detto di voler trattar con propofito dellegcmme le quali rapprefentaiio varietà
de colori,nó debbo macare.eprimaméte dico dello Smeraldo gioia di molto diletto e di mol
to pregio , ma non trafparente, il quale rende giocondità all'animo & a gli occhi .contenendo
in fé effiftenza di marauigliofà verdura.il cui colore fu il primiero ornamento della terra nel
principio del mondo.& hoggi e ftupendo il Catino della Illurtrifs.e fclicils.Republica di Ge-
noua,il quale ancor che fi dica elter quel vaio oue cenò oiesv cris ro ; lafciando però qrto da
banda.è veramente preciofifiTima Gioia e d'ineftimabile giocondità a riguardanti. Plinio nel
quinto capo del trctefimo Icttimo libro atferma che gli Orafi intagliàdo lo Smeraldo, ftanchi
per altri afFari,diuégono gagliardi e la lor vifta col riguardarlo ^\ recrea,e gli animi da maléco
niaopprefsi,fi rertaurano. ho detto qfta degna pietra no elfer trafparente co ciò (ìacolà ch'el-
la'grandeméte partecipi della terra.Vn'altra gemma {\ truoua di verde colore fimileallo Sme
raldo,&; è fra le preciofe fecondo Plinio all'ottano capo del ^y.Iib.chiamata iafpide, nò e però
il fuo colore cofi fino,e da qlhi pietra ne procedono alcune altre.per quanto lo fleffo Plinio ne
fcriue.è fu in Roma qrta pietra publicata per imprefa fenfiiak-jlmpercioche eOcndo vn gentil
huomo inamorato di bella donna & haucndo vn riuale di maggior ftima e di maggior fortu-
,, na di lui,il qual fuo riuale hauendo per imprefa vno Smeraldo finifsimo co motto , speranza
,j VERA,& egli dipinle la IASPIDE. con vn motto che inferiua minore speranza e maggi'^r am ìre
e fu flim^-ta elfer fatta con molto giuditio.In Elide ne nafcono in quantità . e concludo poter
cauarfi gran coftrutto in fimighanti gioie per preualerfcne nelle imprefe .
Parimente la gemma turchina.cio è azurra^ o,cilcftre è ancora in pregio & è di virtù marauiglio
fa/eruàdo e liberando dalle cadute di cauallo i caualcatori,come di ciò fé ne veggono giorno
per giorno manifeftilTIme ifpcrientie,e non è pietra trafparente,douendofi auertire (come fi è
detto) che \ colori veri fono contenuti ne i corpi mirti e fòlidi.fi truoua ancora qrta gioia tur-
china effere fiata vfata per imprefa fenfuale,dinotando effer caduto dalla fortuna,ma non op
prefTo dopo ciò che ^\ dirà del Diamante gemma trafparente?il cui lampeggiamento è aguifa
d'una picciola fiamma che d'accefi lucerna efca la notte & ha forza dolcemétc di abarbaglia-
re gli occhi de riguardanti.di qrta gioia che con marauiglia trafpare, quattro fono le fpetic(di
cePliniojcio è indica,ar. bica,raacedonica,e cipria,e ce né vna fpetie di color di ferro,e co tut
to ciò intrinficaméte riceue il chiaro. Vogliono alcuni ch'el Diamatc indico fia il più preciofo
il quale e di tanta fòrza che porto a lato della calamità nò la lafcia tirare il ferrro.qrto medefi-
mo dicono non poterfi rompere non liquefare non forare,e benché Plinio dica che ^x fpezza
col fangue del Becco, fattofène più volte ifperientia,non {\ verifica.è detto Adamante ciò e in
domabile.Tuttauia hoggi di , fé ne veggono lauorare intagliare e forare a beneplacito dello
artefice^dell'altre tre forti fé ne truoua che non fono di molto valore .
Il Diamante del qual parla Platone nel fuo Timeo, per detto di tanto Filofofoè quello che
per qual fi fia percoffanon fi rompe ne fi ammacca , eie forti tutte di qucftapretiofa gem-
ma
EDECOLORI. 22
ma fi vede che nafcono da humore tenerilTìmo e liquido rcfultato da ben di/pofli vapori del-'
la terra, con tutto ciò a gli fcrittori antichi e moderni io mi rimetto. baila che tener fi dee efler
corpo trafparente tenendo più allo Icuro che al lume con vna chiara lucidezza da altro lume
all'ofcuro percollà,con ciò fìa che al fole poco , o^nulla rifplenda . qucfìa tal gioia è vibra per
anncllo da ogni fuppremo e mediocre perlbnaggio , & è ftato riceuto per imprefa dall'inclita
e gcncrofa famiglia de Medici in Fiorenza.la quale è vno annello con vn diamante e tre pcn-
, ne di colori diuerlì fu ancora imprefà d'vna gentil donna giouene e bella la qu:.le con fede di
matrimonio haucndo à vn fuo inamorato ceduto , & egli poi partitoli come mancatcr della
data fede , ridottoli nella corte di Francia , la bella e làggia giouene gli mandò vn diamante
che parca tino , legato in annello , & era lo ftellb diamante fnìfo , con vna parola intorno all'
annello cioè di amante , fu prefentato l'annello, non fapendo l'amante il vero lignificato^mo-
ftratolo a molti e finalmente venuto nelle mani del Recubito trouò il vero fenio della impre-
fa nella parola diamante comprefa la fallita della pietra, cioè ANNELLO DI AMANTE FALSO , C
mancator di fede.Del criftallo potremo dire effer più trafparente aliai del Diamante.imperò
il criftallo ancora è generato da humore aqueo,come dalla neue la quale in luoghi freddilTimi
• e doue mai non percuote il Sole per anni e centenaia d'anni fatta durilllma , \'!cn conucrtita
in criftallo , e quanto più longo tempo è ftato al freddo ^ tanto più lì e indurito, e tenuto più
perfetto del quale fé ne fanno vali tenuti cari à paragon quali dell'oro , e farebbero veramen
te di pregio maggiore fé non fulfcro coli fragili e li è vlàto ancora per Hgura d'Imprefc come
fi è poco adietro detto dello fpccchio .
Del vetro li potrebbe anco ragionare il quale ben lauorato lèmbra Ipellè volte criftallo , e rende
marauiglia in mano dell'artefice con ciò fia che a indurirlo s'adopri il caldere la natura in ve-
nerare il criftallo adopri il freddo .
Hor mi conuiene di ragionar del Iacinto il quale è di roft!b colore non troppo acccfb , altri vo-
glion che tiri al ceruleo,& è per vifta lontano dal roftb. ha virtù di defendere Ihuomo dal fol-
gore quando non fia ftato da altri portato.legato in annello da mano micidiale.Arnalc'o -^'cri
uè la proprietà di quefta pietra,e dice che difende altrui da tutte le morlicature & è duriftima
da intagliare , e dir polfo di hauer veduto e toccato con mano vno Annello ornato in legatu-
ra di detto Iacinto,intagliato co gran macftria e dilli cultà e rapprefenta la tefta dello Illuftrii-
fìmo & generofo Cardinale gran vela,& è di color roftb alquanto sbianchito ciò è non acce-
fb e quefto fu à me dal detto magnanimo Cardinale màdato in dono,nó e però materia traf-
parcnte,conlidcn!ta di tjfto Iacinto la natura ageuolmente potrebbe feruire per Imprelà .
Il Carbonchio , il Rubino e'I Piropo ftimano alcuni che fieno tutti vnOjiTiailimamcnte c'hanno
lo ftelfo lignificato per diucrlità de nomi. Il Carbonchio è detto dal carbone accelò,il rubino
dal color proprio, il Piropo dal fiioco, il R ubino dfcono che difende chi lo porta dalle im-
briacanze.Et è vero che ciafcuno di qfti accelamente roflèggia di notte aftai più che di gior-
no e fé variano di colore e di quantità , variano di pregio , e fono trafparenri per la qua! cola
a tutti i tempi come il diamante , fplendono , de robini non fi truoua qlla quantità ch'el dia-
mante e feruirebbero per figure d'impreiejl corallo perfetto è accefimente rofì'cciante.mol
ti dicono che fìa pietra,pcrche fi riduce in poluere , molti voglion che non fìa pietra perche
nafce nell'acque manne, limile ad alcuni herbe che fanno i rami piccioh aguifa di virgulri e
crefce come la pianta fin alla altezza di due palmi,ò,poco meno, no preduce frondi ne mai fi
fccca le non fi sbarba . Imperò Plinio lo chiama pietra rolla e dice efler portamento religiofo
nafce in diuerfì paefì,maflimamcte nel mar gallico nell'Ilole Stcccade all'incótro di Mariilia:
è però il detto corallo nel principio verde et ha tenere le bacche,nientedimcno canate dall'ac
qua fuori/ubito s'indurifcono e s'arroflìfcono & a guilà di corna Ipuntano fuor del tronco lo
ro , nafce ancor quefta pietra rofla nel mar liciliano preffo Trapani .
Diofcoride (crine ch'a Siracufa nel promótorio detto Pachinno nafce il corallo in gran copia.có
tutto quello è opinione ch'i migliori fieno quelli che produce il mar Icttentrionale.Teofrafto
afferma che fra tutte le gemme il corallo è il più ameno e per ciò moiri vfano di portario per
difenderli dal mal caduco,alcuni per ifchifar la malcconia, altri li vfano per uitare le colè fpa
uentole e tutto ciò ho intelò da molte perfone , ma non ne ho vifto fcrittura già mai , è però
pietra benché finalmente roft!a , non punto trafparente. La ouc confìderata la natura dello
(telTo corallo potrebbe feruire per imprefa .
F 2
>
DELLE DIVISE
La perIa.o,margarita vieti produta dairoftriche,& è di color bianco con palidezza ir.cfcolrLc
( come di ciò poco a dietro se fatto cenno)Plinio però vuole che quefia gioia content^a il pre
gio è la valuta nel candore con vn certo vago luftro à fomiglianza di bianche e viuaci car-n
ch'in molte belle donne fi vedono. Oltradicio vuol Phnio nel c;ipo trentefìmo ouinto ('el
nono libro , non badare alla perla il defcritto colore , le non è parimente grande , tonda , po-
lita & di pelò . da Romani fu chiamata vnione , laquale gioia molto vlàta dalle don oc , vaga
mente & amoroHimentcCqual fiore in prato ) fopra vna bianca gola & vn candido peto e m
parifce , e la rende più dell'ordinario lafciua . E la fvo. poi nere agl'infermi grandemc:-.:-? cor-
diale e vigorolà,con qualche liquor conferente beuta,e da marauigliofo nodrimen jc l-.I 'iaf:ii-
ral calore^. Recita lìmilmente Plinio nel luogo allegato che Cleopatra Reina d"H<:rt:o ne por-
taua due pendenti d'ambe l'orecchie di grandezza fìraordinana e di pregio incomparabi'e,
e per moftrarc che nella competenza de conuiti poteua fuperare Marcoantonio di gran Inn-
ga , inuitatolo adun'lbntuofo pranzo , oltra la fontuolìtà di tutti i cibi che più in quelle parti
vlàr non lì poteua , per aggiogner maggiore Iplendidezza Cleopatra , in vno intengolo con
aceto fece liquefu-e vna di quelle perle che valeua cento feftertii , onde Marcantonio fi chia-
mò vinto . Io direi la valuta del fefiertio fé bene il Budeo fa che fieno due,ma non voglio en-
trar in materia che per bora al mio propofitononconuenga. Delle perle fi prò ancora far
qualche imprefa hauendo fimbolo e conuenienza con le humane intentioni e di 3 a fc ne ve-
de vna nella acadcmia degli Aiììdati .
Del color della perla vogliono alcuni che fia quella gioia nominata Acate , ma non già con qnel
luliro e con quella finezza , e pur l'Acate anticamente fu tenuta in molto pregio quantunclie
ron habbia sferica rotondità . Plinio nel primo capo del trentèlimo fettimo libro narra che
Pirro Re degli Epiroti ( il quale guerreggiò contra i Romani ) portaua legata in annello vn'
Acate nella quale fi vedenano le none mufe & Apollo che teneua la cetra in mano non fatte
dall'arte, ma cofi naturalmente impreffe, il che a riguardanti rendeua marauigliofo il giudi-
tio . Potrebbe ancora effcrc che elfo Puto haueffe eletta tal gioia per fua Imprefa , ftimando
alcunichelamcdefima Pietra habbia virtù d'indurre fak e fincerità negli animi di coloro
che la portano,o,vero c'habbia virtù e forza di fare ciafcun che conuerfa e pratica con chi la
porta , amoreuole e fedele , & ogniun può flipere quanto marauigliofc fieno le virtù delle pa-
role delle pietre e dell'herbe . E openionc fimilmente di molte giuditiofe pcriòne chel'Acate
d'Enea fuffe tal pietra e non qualche huomo e compagno , con ciò (ìa che Virgilio non mai
dica di lui opere di combattimento,o,d'altro affare in tanti cafi,o,bifogni d'Enea.Efcetto vna
volta nel decimo libro . E fé pure fu vero huomo e compagno d'Enea , per la fua gran fedel-
tà e fincerità fu forfè cognominato a e a t e , per le celefii qualità della fiideita gioia, e non è,
come non e la Perla , tralparente .
Il Sallìro che è di colore azurro,o cileftro,o,pauonazzo , che con tai diucrfi nomi è chiamato &
inteio ,• affermano alcuni fcrittori e particolarmente Anivaldo, effer gemma di virtìi flupcnda
più che di valuta.Qucfta , per quanto ne ferine il Ca(T;ine(),s'alIbmigIia alla apparenza de cor
pi celefti , però è detto cileftro colore & anco al collo del Pauone onde e detto pauonazzo.
La voce a z v r r o , non fi fa donde deriui per quanto habbia io diligentemente ricercato .
„ credo però chel'autorità d'alcuni lo faccia differente dal cilefi ro, dicendo elfi che l'ottano eie
3, lo di colore azurro, in cilellro è mutato . quinci , fecondo tali , la diiferentia fi comprende ,
j. Dante ancora diffe in vna borfi gialla vidi azurro . quefta gemma e veramente precioià per
le mirabili qualità ch'attribuite le fono . San Gregorio nel decimo ottano libro de fuoi morali
celebra grandemente il fallirò . Helindo fcrittore approuato , citato dal Caffaneo ,• conferma
quella tal gioia per eflèr del color del cielo, non fòpportare di fua natura eflèr tocca da chi no
viue criftianamcnte . Per tanto fi legge nel libro della natura delle cofe , fimil pietra commo-
uere gli animi di purità a portarla . è dura , allegra e chiara . Il medefimo Arnaldo atre/ta ef^
fer gioia fplendente, rendendo l'huomo piaceuole , benigno e pudico , & è chiamata gemma
lauta , difponcndo gli huomini a fantamente viuere , & à diuotamente operare . Per la qua!
cola li fanti Pontefici la vfàno nel regno & in altre habiti,c di più , che le ne adornano le dita,
ad imitatione di Aron facerdote di Dio , come ben fé ne ragiona nell'Eilodo a capitoli vin-
gj tiquattro, doue è fcritto che Mofc,Aron,Nadab,Abm con fettanta altri de più vecchi di Ifra-
elle j videro Dio , fotto il quale era vn'opera quafi come di pietra Saifirina e quafi come è il
cielo
EDECOLORI. 25
Ciclo qrrtnco è fercno. Ezcchicllo ancora al decimo capitolo dice^ la bellezza di Dio e la Tua
gloria^ edere lopra li Cherubini,quafi Saffiro. Ho voluto hrciiemente de c;!:cfla gioia parlare,
perche agcuolmenre fi comprenda la mirabil natura de colori i quali fono veri e non apparcn
ti in quelli corpi ma non perlpicui.Ne d'altre gemme fcriuere più oltre mi fa dibilògno. Eflen
do certa verità che li colori, gli odori & i làpori chiaramente annontir.no le viiiu nalcofte nel
le compolìtioni naturali . Nientedimeno è ben vero che fra le cofe naturali di pregio, come
le nominate gemme ell'orOjfono lenza odore e lènza faporc, con tutto quello vagliono^no-
drilcono , e vinificano, come fi e detto della perla, la quale fenza odore e lenza iapore da for-
za e foilantia alla indebolita natura , e lìmilmentc l'oro potabile lènza le due qu.alità reftitui
fce l'huomo quafi di morto viuo .
Ritorno a dire per la gioconda diaerfita de colori efière fiate le vefiimcnta alla diuila . Il dotto e
curiofo Lampridio fcriue che AleiTandro Seuero Imperadore fi dilettò di vcllirfi di giallo e d
bianco , & vsò gli Icudi di guerra dipinti dj auefli dui colori,i quali dinotauano iìfiio animo
effer pronto a dar lume à fuoi populi notte e giorno, come fanno al mondo il Sole e la Luna,
fimilmcnte volle quel faggio Giouene (che di dodici anni fu creato Ccfirc) cilc;e filmato e ri
putato huomo fàpiente e lcientc,dalla natura dell'oro e dell'argento e da quella Cd Sole e del
la Luna, i quali dinotano fai 'ieniia e fcientia . il medefimo far volle il Re Dauidde il quale edi
Beò vna torre,doue ordinò che molti feudi variamente dipinti come trolèo memorabile fuile
ro Ipcttacolo , altri dicono che quelli furono da Dauide tolti à nemici , altri che fufièro quel-
L con i quali acquilcò egli tante vittorie . quefio fi legge nella cantica al 4.capitolo.Ma vegga-
iì ancora come per figrificati de colori, dinoti l'oro non folamente làp'entia , ma parimente
fanciullezza , di cui appieno Guglielmo di Benedetto ne tratta nel foprallcgato Ilio libro . Si
legge fimilmente nel trattato della gloria del mondo , efl^ere il colore dell'oro attribuito al
giorno della Domenica , hauendo quefta vertuofa qualità la qual non fi corrompe e non ha
fetore ne altro odore , (c2,no che ninna qualità predomini a efib .
Il color dell'argento , oltra à quanto Ci è narrato, dinota infantia , e nella compIcìTione fignlfica
integrità d'animo , il fuo giorno è il lunedi . il color rofltb dinota audacia virilità, carità,cl fuo
giorno è il martedì, il colore azurrino fignifica bellezza d'animo , humilta e caftità il fuo gior-
no e il giouedi .
II color nero e pofio per la vecchiaia & è colore del venerdì e del fàbbato^ dinota fra le virtù fer
mezza come akroue fi è intefo .
Il color verde fignifica giouinezza, e chi finalmente defidera in tutto di fiiperc con più longa let
tione tutti i fignifican de colori, legga il citato Cuflàneo. Panni di non ièguir più oltra in
quello fuggetto, ballando quello che fi è narrato e de colori e de corpi coloriti tralparentie
denon traiparenti,concludendofichelcveftimenta fatte alla diuilà viàte & anticamente e
modcrnamente,feruiuano e feruono per vlò di coprirfi con vaghezza e non per conuenienza
di virtuofi difègni come d richiede alle imprefe,c le pur le ftelfe diuilc erano e fono Ijtefix) chia
mate imprelè , imperò propriamente non fono , come nePparticolar trattato di efle_ imprele
potrà chiaramente conofcerfi .
DELLALIVREA.
Q^ ESTÀ quarta inuentione chiamata livrea, ancor che fia vefiimento tefilito cucito, racca
mato & intagliato con diuerfità di colè colorite e con mifiire e con garbi , nondimeno è venu
ta in vfo più per pompa e per fiottile artificio con ambinola difiintione e fuperfluità che per ri
trouarfi in ella fignificato conucniente à vertuofo & illuftrc diléguo, anzi è colà ritrouata per
gara,efrendo coftume di vefìirne & adornarne paggi e ftaifieri , i'quali per quello habito fan-
no conofcere diilintamente à chi feruino , & i colori in confufo poco o nulla fignificano.Im-
però quefì:a voce livrea alcuni hanno filmato che venga da due parole latine,cioè l i b e r
E RAM volendo elfi inferire che quel iìgnore per cotal voce fi'a prigion d'amore,e che fenza
amore,Iibero era.Veraméte interpretatione afl&i lontana dal buon giuditio perche fi vede eC-.
fer fatta tanta Ijjefa in fegno d'iillegrezza e non di meftiria . Io però credo che tal nome, liu-
rea , venga dal verbo l i v r a r e , voce vlàta in Lombardia, benché il Petrarca la vfaflè in
quel fonetto .
Io
DELLAFOGGIA.
,, lofonftflanco fatto ilfafcio antico.
Se però ben fi penfà quefla voce l i v r a r e ,ècon fìncopa , cioè liberare, conuertendofi
il b.in u.come ciò hanno vfato in molte voci gli Hebrei & Greci , onde fi dice in Lombardia
L I V R A L A , cioè fpedifcila, finifcila, affrettala . e mi perfuado che fia vocabolo in ogni altra
prouincia d'Italia inufìtato. In quato che cotale inuentione fia detta l i v r e a è openione d'ai
cimi che fia voce fbreflicra , cioè Francele , dice il gentili/lìmo e giuditiofb Turrefino che in
Francia è vna forte di vefìe foderate di pelle detta Liurea quafi leporaria , come cane Liurcro
cioè canis leporarius,c li fregi & ornaméti di fimil vefte,hano prefò,il detto il nome di Liurea,
& in vero tal habito pompofb , fecondo me , è dalla divisa differente , ancora che diuifa,e
Liurea fi confondino nella pronontia , vna intendendofi pe raltra,con tutto ciò fono differen
ti,vedcndofi manifeftamente che l'vnaconfifte nella purità de colori fenza molta fpefa.on-
de è communcmente vfata, l'altra s'afpetta fòlamente a fignori grandi per le ragioni fopra
dette • Tuttauia quefto habito è chiamato dal volgo Imprefà perche non conofce le differen-
tie tra cofe e cofe ne mi fi richiede lopra ciò dir altro per bora .
DELLA FOGGIA.
Qucfla quinta inuentione chiamata foggia, ©forgia, fecondo il proferimento d'alcune patrie
in Tofcana, è commune in vn certo modo alle lòpradette inuentioni , per ciò che fi fuol dire,
che foggia d'infegna? quando non fia fecondo l'vfb ordmario. che foggia d'arme ? che foggia
di diuifi? che foggia di liurea?con tutto queflo , Foggia è vna inuentione che non fi può chia
mare altrimenti . Alcuni vogliono che deriui da forma. Imperò fono io d'opinione ch'i voca-
boli f\ lafcino ftare fecondo la commune intclligentia lènza foracchiarli, poco o nulla impor-
tando di farli deriuare, maifimamentc quando per forza con poca conformità e non nccef-
fariafigh da l'origine lontana mille miglia e ciò fi dirà nel trattato della vera imprefà e mot
to . Effcndo vero ciò farfi più prcflo per ilcropulofità che per bifogno, e doue non e bifògno
fouerchia è la fatiga.Per tanto affcrmaremo la k o e e i a dinotare habito, o veftimento,o vero
qual fi veglia altra cofa venuta dall'artccome dir cappa alla fpagnuola.f^iio e fcnrpe alla Fr.n
ccfe, fcimitarra allaTurchcfca.inuentioni ritrouate in Spagna , in Francia , in Turchia , & ve-
nute in vfo in Italia . Parimenti le Foglie ritrouate in Italia vanno ancor fuori,fi che cucna
inuentione ha la fua proprietà. Niente di meno fé ben fi confiderà, fuo! dirfi, quefta è vna fog
già di vefìire , quefla vn'altra , quella è vaga e lafciua , quefta e goffa e fgarbnta, quella ha del
leggiero , quefla del graue . e ben fopra di ciò ferine il Boccaccio nel fuo Labcrintò. Primiera
,, mente le donne alle foggie nuouc non confuete,alle lafciuie & alle pompe difdiccuoli fi dano.
Per la qual cofi chi via foggia nuoua e fouerchia ne conueneuole , tanto per vna inufitata noui-
tà quanto per ifpendio ecceffiuo , e chiamato huomo sfoggiatore,vano e fcialacquatore , co-
tal voce^Fogia, s'applica ancora a raflumi dell'huomo , come dire queflo viue in vna Foggia
e quello in vn'altra. •
Si fuol dir fimilmente , ma non con pertinenza , che foggia di ridere ? che foggia di praticare ? e
ciò s'intende per modo metaforico , cioè per fimilitudine . La onde chiaramente fi uede co-
me per una malehabituata u(ànza,fi dice foggia^maniera e guifà di differenti pronontie con
un folo fignificato . Odafi il Petrarca.
„ ToifiammeggiauaaguifadiTiropo.
Si farebbe ancor potuto dire, in foggia di Piropo&in maniera di Piropo. canta fimilmente il
Petrarca,
j, ^ guifu di chi brama e truoui cofa
j, Onde poi iiergognofo e lieto uada. & altroue .
3, £/ò in qualguifa
jj L'a:ii.mte con l'amata fttras forme . dice parimenti ^
j, 7Hi darà penna in gitifz di colomba.
Quefle tre voci però,foggia.guifa, maniera,come fono differenti di nomi,di fillabe e di pronon-
tie, cofi fono di diuerlì fignilìcationi e fono voci fchiette che non deriuano. Imperò foggia
propriamente dinota nouità e diuerfità di veflimenti che vengono dall'arte, onde fi dice che
bella foggia di faio j e con che bella guifa difaio . che bella o brutta foggia di calze e non che
bcUa
DELLAFOGGIA. 24
bella maniera di osize , diremo par emerite che bella foggia d'arme o. c*."mprefà,e non che tei
la maniera ne ancor c'.e bella guiia d'arme, fi dirà prcpri:mente , e che belli: maniera di co-
ftumi e che maniera di procederete non che bella guila, o che bella foggia . Di qui viene che
quando le parole non ibno bene intefe, rendono fenfi confufì e cagionano ignorantia, con
adulterareleparole. Parrà forfè ad alcuni ch'io vada col miobalellro troppo lontano dal fc-
gnoeche trattando della foggia permoflrarla differente dalle propofteinuentioni e molto
più dalle imprefe , lìa io entrato a parlar di g v i s a e di maniera. Tutto ciò ho io fatto per
auertir coloro ch'vfmo guifa per foggia e per maniera benché alcuni habbinovfateindiifc-
rentemente quefte tre voci .
DEGLI EMBLEMI.
La voce Emblema è greca, vfata per titolo d'vn fuo libro dal diuin Alciato , e lo flefTo em-
blema è vna interpoiìtionc, o vero compofitione di più cofè, materiali diuerfàmente colorite
& infieme maeltrcuolmente congegnate.Imperò alcuni fi truouano i quali dicono elfere flato
il detto libro, primieramente llampato fenza le figure,ma dopo alcun tempo, fiirono da quel
, gran lureconfulto guiditiofamcnte aggionte, piuper vaghezza e per bella vifta che per più
chiaro intelletto di quella mirabile Poefia. Gli Emblemi però (come (ì è detto) di varie mate-
rie contefli , diuerfita di colorite figure rapprefentano , e la noftra materna faueha forfè me-
glio che la latina gli diflmgue e fpecifica , per ciò che diremo la t a r s i a primieramente ef-
fere componimento quafi d'infinite particelle di legnami, come di Buffo d'oliua,Teglia di no
ce, d'olino , e d'altri forti d'arbori le quali fono e di colore e di taglio commodi e facili & atti
ale compofitioni di figure diuer!'e,ilchefi vede in molte chiefee conuentie fòpra tutti in
Chiofurc principal luogo di San Benedetto nel Tertitorio di Siena. parimente alla Certofi di
Pauia , in fanta Maria maggiore di Bergomo , in fan Domenico di Bologna , doue fono q ua-
fì come in chiofurc, cori co alcune fedie e parapetti di fiupenda mae(tria,nel Duomo di Cre-
mona che non cede a qual fi fia altra marauigliofa opera di fimigliante manifattura e di molti
altri conuenti potrei dire, ripieni di quefti fimili ornamenti . L'opera ancora fatta allaGemi-
na i] può chiamare Emblema perche ii compone pur di particelle, fatte, o d'orop t \;rgento,
e d'oricalco e d'altri metalli i quali ad opera cofi fòtt le concorrono,fi fa anco di sellò, la qual
manifattura fi vede neirarmi caualierefche,in baccini in boccali in tazze,in Hclfi di fpade e di
pugnali,!] fa qucfto artificio fimilinente,o in gran parte con intaglio e pai cncparticellervna
con l'altra congiunta , & è veramente opera di molta fpefa e valuta .
L'ornamento mufaico ,0 mufeato è ancora fignificatop.r Emblema, il quale ornamento vo-
gliono che f uffc ritrouato da Gothi . Fu ancor molto in pregio preflò i Lombardi, e ciò ti vc-
deua più ne i tempii che nelle habitationi fecolari,la cui materia non è fé non vna miflura tena
ce di colori fini e diucrfi riccamente comparifceuoli . le quali compofitioni i\ veggono in mol-
te chiefè d'Italia e di Spagna, e fòpra tutte à Roma in fanta Maria maggiore. La materia mol
ti chiamano f turco , e lo fi:elfo llucco è artificiofimente fatto con geffo ben peflo , mefcolate
ui altre cofe conferenti alla tenacità, & alla vaga comparifcenza. facendo mirabile & ingegno
fa vifla,tal meltura però e fimile all'auripigmento il qual naturalmente ( come Plinio ne foi-
ue)fi caua in Siria.
La Miniatura medefimamente può dimandarfi Emblema, auenga che più che altro la varietà
de colori s'adopri, & oro & argento (cagliato i Miniatori a tale artificio cógiongono, e le cole
tutte ch'à fimil magillcro conuengono , fono di fini e diuerfi colori incorporate . iì pianta co-
tale manifatura in carte mairimamente pecorine & è per certo marauigliofo lauoro , doue fi
veggono beUiilìme figure che diuerfe hilforie rapprefentano .
L'incroflature con parte d'intagliature dir li poflòno Emblemi , le quali tutte infieme' come li è
detto) latinamente lì dicono, hor celeature, hor mufèate, hor vermiculate , hor teflfeIlate,hor
legmentate,con altre nominanze,fecondo l'vfb delle lingue e de paefi . L'incroflatura adunq,-
è quella d'ogni fòrte di marmo,o d'altra pietra fatta e congegnata nelle pareti, maflìmamente
delle chiefe, e queffo fi può vedere in fanto Adriano fotto Campidoglio verfo l'arco dcl'a pa
cCjO di Fauffina,àcora che quei marmi quafi in gran parte fi fieno fiaccati e cadute dalle pareti.
La intagliatura fi fa maeflreuolmente fu marmij come con in comparabile artificio nel Duomo
di Siena
DEGLI EMBLEMI.
di Siena fi vede, quiui in tal foggia con ftupor d'ogniuno tutte le hiflorie facre vecchie e nuo
y, ue fi rapprefèntano. Il Budeo nelle lue annotationi chiama Emblemi l'opera vermiculata con
conlerto & adattamento di minute tauolette di legnami a propofito e di metalli. Si prende pa
rimcnte l'Emblema per veftimento cucito condiuerfe colorite pezzuole di pannoedifeta,
ch'anticamente & hoggi di fi chiama g i o r n e a, fi piglia ancora lo Emblema per vna teftura
j, di parole , E qucfto afferma Tullio in Bruto dicendo ,• non vedrefti mai parola in luogo veru-
jj no fc non in foggia di vermiculato Emblema accommodata. Similmente nel perfetto Ora-
55 torcdice del collocamento delle parole, cioè tanto vagamente fono polle nella oratione,
3„ quanto le tauolelle con opere di Tarfia nelli Cori , e nelli palchi , o foffìti che dir Ci foglia .
j, Plinio nel tri?cfimo quinto Hbro pone che di marmo rafo Ci fanno l'eiTìgie delle cofe animate
cioè effìgie come fi vede in vn antica chiefa in Rauenna doue elfendo fiato fognato vn marmo
fino in vna parte incroftata nella parete a man deftra,entradofi per la porta ordinaria,fi difcer
ne vn Prete parato all'altare inattitudine di dir mefiti, lineato di roflb per le vene del marmo,
infinite veramente fono le figure nei marmi fegati edidiuerfo apparenze, le quali potriano
chiamarli Emblemi naturalmente negh fieffi marmi fegati. Ma non bifogna che io fopra que
fla materia più mi eftenda , poi ch'a baftanza fi è intefo che cofa fia Emblema & à quanti arti-
fitii& naturalità fi polfi applicare, per ciò con mirabilgiuditiol'imortale Alciato di quello
titolo chiamar volle la fua,fopranominata Poefia morale, e rcligiofa . E egli ben vero hauer
lui vfato alcuni emblemi con fomplici figure per la qual fimphcità non fi ponno propriamen-
te chiamar Emblemi , douendo cfler compolH di più figure , anzi di molte e molte, come di-
r emo la figura della nottula fola, afibmigliata alla cicca cpenione di molte filofofiche fotte.La
capra ancora ch'allatta il lupo, eficndo due fole figure non è propriamente Emblema,ma con
prudentia afiomigliate alla ingratitudine . Li frutti della ficaia fimilmente eflenco vn folo ar-
bore , non può dirfi Emblema, imperò conuien mirabilmente con la moralità.ponendo quel
la ficaia in precipitofe balze , lì cui frutti fono folamcntc dcuorati da corni e da cornacchie ,
dinotando eficr quelli prefi per le richezze; godute da huomini federati. Similmente non è
Emblema, l'oliuo a cui s'appoggia la vite efiTendo due fole hgure , auertendo Ihuomo pruden
te non dilettarfi del vino . Alcune altre figure fi veggono tirate a propofito di moralità e di re
ligione . Lequali per efier non più che due, non fi deono chiamare Emblemi . Con tutto que
fto non rcfta chel Titolo non fia in tutto a propofito di quel dottiifimo Poema poi che la m as;
gior parte fonza comparatione conuiene al bel Titolo . Ariftotile ancora chiamò Metteora il
libro delle fublimi generationi, e pur fimigliante Titolo à gran parte non conuiene , quanto
finalmente fi è detto fopra l'Emblema, è appropofito per efoludere fimiglianti figure dalla
proprietà delle Imprefo e per fir vedere quanta differentia fia fra l'Emblcmia e le fopranarra-
te inuentioni , le quali veramente fono fuor di ragione alcune volte nominate imprefe . Efien
do le dette inuentioni tra fé diuerfe , ma tutte poi dalla proprietà delle impreie lontanifiìme.
La qual cofa meglio fi diicernerà nel trattato di ciò che iìa propriamente impresa.
Per foguire l'obligo prepofl;o mi Ci richiede per ordine il ragionar de riversi delle Medaglie,
conciofia che fi riuerfi fieno fiati accettati , &approuati per figure d'Imprefo, parendomi in
ciò , fia fiato incauto il penfamento d'alcuni rimettendomi fempre ad ogni buon giudicio . Io
per tanto fono per trattar de R iuerfi con breuita e le qualità proprie di eifi faranno giudicare
quanto il Rmerfo per Imprefa manifeftamcnte difconuenga.
DELL! RIVERSI DI MEDAGLIE.
Ragionevolmente mi fi richiede ch'io dica qualche cofa della medaglia poi ch'a foruigio
di efla fono fiati vlau , i Riuerlì . La medaglia è certamente antichilfimo ritrouamento il qual
ferue per hiftorica memoria di quei perfonaggi che con valore & autorità d'impcrii nello el-
fercitio militare s'ajfaticorno. Fu quefto ritrouamento per più fiabile ricordanza degfi altrui
fatti egregi, impercio che le memorie delle foritture fono fottopofte a mille pericolofe occafio
ni e di fuoco, e di fracidezza, di malignità, di trafcuraggini , di rouine di cale e di città, o per
guerre,o per fommerfioni, oltra che gfi fcrittori erano pochiffimi quando comminciorno le
medaglie ad vfarfi, le quali poite fotterra migliaia e migliaia d'anni fi fono conferuate e fi con
feruanojvn'altra ragione rende dignilTimo di laude quefto vecchio ritrouamento , la quale è
che
DELLI RIVERSI DI MEDAGLIE. 25
che vcdendofi la propria fìmilitudinc e lineamenti del volto de quei pcrlònaggi antichi o, in
oro, o in argenteo in qiial il voglia altro metallo bene improntato , rende i riguardati molto
admiratiui ne fi làtollano di mirar fifo quelJa ìmagine con in comparabil diletto, comprédcn
do in quei liniaméti & in quei profilila prudentia,la riucrentia,la terribilità , il decoro ci vaio
re di cuci famofi che con la fapicntia e con le fatighe fi guadagnorno la vita ci nome immor-
tale. E poi la medaglia dal metallo(rcnza foracchiarla) denominata,vrata quafi da tutte le na-
tioni del mondo,ma molto più da Romani, come quelh che molto più dell'altre nationi at-
tefcro all'opere degne di eterne memorie.
La più antica è ftata tenuta quella di Iano,o Noe & egli per commune openione fu di quello ar
tificio primo innentorc, in vna banda della detta medaglia è vna tefia con due taccie huma-
ne nell'altra banda per riucrfo è vn roftro di naue cioè,o poppa,o prora e (è ne truoua in Ro-
ma e ne e fatta grandilTìma ftima. Alcuni che fanno profeffionc di medaglie e Ibpra ciò fpen-
dono & hanno l'pcfo le migliaia e migliaia de (cudi^tégono che le due faccie habbino del prò
prio e del fimile e che Inno fi fuilè fatto ritrarre giouene fenza barba da vn lato,e da l'altro co
barba,alcuni fl:imano,che le due faccie non habbino del proprio,ma che feruono per imprefa
e le due ftellc faccie di lano fono d a vna banda,e dairaltra,& il roflro della Naue per Saturno
Sabatio cópagno di lano & à lui rifuggito per la perfequtionc fattagli da Gioue Belo Monar-
ca de gli Alfirii,comc di ciò narra Bcrolb. nacque in Roma difparerc molti anni fono,qual fia
più antica inuentionep la medaglia,© la Ibtua. certi liberamente dificro con l'autorità di Mo
sè.efilT più antica la ftatua e fcnza cóp3ratione,pcrche fappiamo come nel principio del mon
do Dio fantiffimo fece la ftatua di terra & infblfiolle lo Ipirito viuente,vollc che fuile il primo
huomo,padre di tutti quei che furono, fono e faranno. Altri furono,i quali accettarono quella
autorità onde la fiatua e della megaglia più antica, ma cótradilfcro con moflrare douerlì inté
dcre delle medaglie e delle ftatuc fatte dagli huomini,per la qual cofa fu coiicluio la raedagha
effer più antica,& benché fulfe prcpoila la ftatua di Belo, che fu origine dell'idolatria per con
to di Nino;e prepofla quella di Prometeo, niente dimeno la medaglia di lano che fu inanzi,
àBelo a Prometeo & à Nino.ottiene il primo nome antico fopra ogni artefitio humano.Tac^
cino i Greci i quali per poca notitia c'hebbero delle cole, attribuirono fcioccamente e vana-
mente le inuentioni a chi loro parie . La fattura della flatua adunque a dio s'attribuilca e non
a Prometreo, e perche non feppero più inanzi attribuirono ancora l'vliua à Minerua comt di
effa inuentricc . e pur f\ legge che fimil arbore fu auante al diluuio grande,vn ramo dellaqua-
le fu portato dalla colomba a Noe in certezza che l'acque erano fccmate. Virgilio parimente
precipitò in cofi manifefìo errore,nel quarto della fua Georgica quando vuol che Arilteo Re
d'Arcadia fufle inuentor del mele. Io ho di queflo forfè fuor di propofito breucmentepar
lato e forfè non fuor di propofito poi ch'i Greci ancora s'attnbuilcono la inuentione della
medaglia.
Rcphco che per quanto fi legge , la ftatua fatta per mano di Dio efTcr della medaglia più anti-
ca, ma per mano de gfi huomini la medaglia fu prima. E ben vero che la fiiatua e la medaglia
hanno feruito e feruono per vna perpetua hilloria dagli occhi e non dalle orecchie comprefa.
Effendo per ciò vero che l'erfigie della medaglia che rapprefenta funofò perfonaggio,non fer
uè alla mia intentione perche fblamente ho voluto intendere de riuerfi i quah dimollrano in
gran parte l'opere egregie de paffati perfonaggi,vedendofi per ciò chiaramente come gli ikf^
fi Riuerfi non feruono per imprefe . E per che io dilli le medaglie contenere e conferuare più
ficure le memorie de paffati , però non difpiaccia fé io con brcuità fcno per dire in qual mo-
do fuffe fatta vna miftura clic la ruggine ageuolmente non confumaffe per longhi fecoli le
medaglie.
Dicefi chela fufionedi quella miflura ch'era di rame e di piombo, più forte fi ficeua cj^uan-
do fi fuffe fonduta nel tempo più freddo. Plinio nel fuo trcntefmo tcrzolibroal quar-
to capo, ferine che dell'oro (nel qual fia la quinta portione dell'argento , chiamato elettro)
fi fa la compofitione di che fi fondono le medaglie durilfime le quali rcfiflono alla ruggine,
ma quando manca la quinta portione dell'argento, o chela portione fia di fòuerchio pefb,
non può la compofitione refifterc alla ruggine ne alle piegature. Aleffandro Seuero fòprancv-
minato Imperadore,- imitò Aleffandro Magno hauendo fatto fare le medaglie di puro argen-
to e d'oro le quali reiìftono alla ruggine , come ciò fi verifica per tante e tante che ogni gior-
DELLI RIVERSI DI MEDAGLIE.
no fé ne veggano,ma vogliono alcuni che l'argento il qual nò refifte cefi flicilmenre,fufie tem
perato con qualche altra mafcalcia, onde la ruggine non l'offende, e pure di quelle d'argento
fé ne truouano.Il fegreto di tal miftura hoggi fopra tutti pofsiede il cauuher Lionc.c egli anco
ra la verità che fra tante medaglie che fi truouano,alcune hano li riucrfì che icmbrano imprc
fejdinotàdo l'auenire è proprietà delle imprefe & improprietà delle medaglie.c c|lìo fi verifica
in quella di Caio Cefare in argento.il cui riuerfo è vn Timone.vn Cornocopia (opra il mòdo
& vn caduceo.Ie quali figure non fignificanole cofe palT:ite,ma la intcntione delle cole future,
promettendo quel clementiifimo Principe,pace,abondàtia e dritto goucrno lòpra il mondo.
E perche le medaglie di ftima e di pregio erano e fono quelle che s'improntauano, e fondeuono
con ordine del Senato, nelle quali lì vedono .S. C. però vogliono alcuni che la detta meda-
glia non fuffe apprezzata,anzi fu giudicata cffer pofia in publico dagli Adulatori. Tuttauia lì
potrebbe credere il contrario,cio èche non gli Adulatori, ma più toilo le perlbne honoratc e
degne per adelcar con tate promelfe la vniuerfàl bcneuolétia del popui romandi riuerfo del
la fudetta medaglia difcòuiene in quàto che non fia fiato ordinato fé nò per dimofirare le co
le paflatC:,e quelle tai figure dmotano Fauenire.onde fi potrebbe tenere e fiimare per imprefa.
Si vede ancoM la prima medaglia d'Augufìo, dopo Cefareja quale certi belli ingegni tengono
che fufle fatta per imprefa,per ciò che nel riuerfo ha ella vna Cerere con le Ipighe in mano.Io
nondimeno ftimo non elfere fiata imprefa, eflèndo inuentione fitta dal Senato,per tenere i
populi confperanza, promettendo Augufto abondantia, poi la figura di Cerere aflcmbraua
Liuia con fua fimiglianza e lineamenti.
La feconda medaglia pur d'Augufio fu d'oro e la tefia rapprefentaua lui del proprio, ci fuo riuer
fb non era altro fé non S.C.cio è fatta e publicata dal Senato confulto,col confenfo dell'ordi-
ne caualierefco e del Populo Romano, de quali il confentimento rendeua le medaglie di
maggiore ftima e di più fegnalato pregio . Fu fimilmente d'Augufio vn'altra medaglia la qua
le ha la s p H 1 N G E per riuerfo. quefto molti penfano che fia figura d'imprefa , volendo quel
grande Imperadore dinotare che ne gli fuoi dilégui non voleua effcr intefb per più ficurezza
d-e fuoi importantiflìmi affari, e la fìelfa imprefa voleua che gli fufle obhgo fi.^m.pre dinante a
gli occhi di non communicar le cofe le quafi Cicute dalle inuidie e da gli interrompimend,age
uolmente fi farebbero condotte à defiderati fini, tuttauia con altri (enfi, per quanto penfo^po
tè quella figura efière interpretata. Io per cio,efiendo la figura mofiruolà non mi poflb perlua
dere che fufiè veramente imprefi.mi rimetto àigiuditii migliori fé però non fi pigliaffe per
figura fauolofà e potrebbe eficre imprefa.
La medaglia pur d'Augufio c'ha il Capricorno per riucrfb,pare più tofio imprcfi ch'altrimenti
pronofiicato da Teogine matematico ad incomparabile felicità d'Ottaniano Augufto.predi-
cendoli che farebbe fiato (come flOpadron quafi ci tutto il mondo tern no.quefta fielfa figu-
ra porta Colino de medici gran Duca di Tolcana,eficndo come Auguito.nato lòtto il medefi
mo fegno, o coftcllatione fauoreuole. Ancoraché non faccia rhuomo felice il fauor delle
llelle, mentre che egli non concorre con naturale & artifitiale prudentiae bontà con la fua
coftellatione . Ottauiano augufto non firia fiato felice^ fé con il fauor delle l'elle non luffe fia
to Principe buono, e datofi alle farighe al buon gouerno & alle prudenti opcrationi . quanti
fono che nafcono con ogni fauor de pianeti.e non dimeno dati all'otio & alla mala vita,e con
l'otio, con la mala vita han fatto mal fine?Quanri fono nati con ogni disfauor de cieli e pure
poftifi a bene operare , felicemente hanno finite i giorni loroì'Non ù legge che Socrate fu giù
dicato il più vitiofo e federato ribaldo di tu tri i greci,& egli confefsò eficre ad ogni brutto ef-
ceflb inchinato,e nondimeno fu cficmpio d'otrimo cittadino e hlofofo ? la felicità ancora del
gran Duca di Tolcana onde e proceduta fé nò che egli giuftifiìmo,prudentilfimo e religiofilll
moPrincipe,è concorfò con la fua faureuole influenda?taccia chi crede l'humana Natura po-
jj tere clfere sforzata dalle fielle.Perche Dauide Re diu ino,dice, Signore fopra tutri i miei nimi
ci mi hai fatto prudente . Chel Capricorno finalméte pofia chiamarfi figura di vera e propria
imprefa, è dificile a perfuaderlo, douendofi più tofio credere che quello antico e quefto mo-
derno Principe portafitro per vn fègno il Capricorno del loro nafcimento,tato più che a Ot-
tauiano fu pronofticata e predetta la fua felice coftellatione per quefto fortunatiffimo fegno ,
e quefto medefimo veggiamo accadere al gran Duca di Tofcana .
Il riuerfo della medaglia di Tito, è di due corni di douiciacon vn caduceo onde al publico
prometteua
DELLI RIVERSI DI MEDAGLIE. 26
promctteua pace & abbondantia . Ne mi par di quefta materia trattarne più a longo conue-
nendomi di non tralalciare il moderno coltume de noftri tempi d'intorno all'vlb delle meda
glie,mallìmamente quelle di Carlo quinto Cefàreedi Filippo catholico Re di Spagna fatte
dalla rara Eccellenza del caualier Lione poco difbpra da me nominato^in alcune delle quali Ci
vedano per riuerfb le due colonne imprefa del fudetto gloriolo Carlo quinto^ nell'ai tre e malli
mamente nelle monete,ci fi vede Giouecol fulmine fbpra l'Aquila di due tefte, in quelle del
Re catholico per riuerlb ci fi veggono altre figure che non fono imprefe , e chi defidcra farfe-
ne più apieno capeuolc , legga con attentione il libro delle Medaglie dal clariilìmo e dottilTì-
mo mellèr Scbaitiano Erizzo cópoflo,doue molte dubitationi degli Hiftorici i\ rendono chia
re e diftintc , e confeffi ciafouno di buon giuditio e d'approuata dottrina la fatiga di quel giu-
ditiofo gentilhuomo nonellcr men degna di lode che quanto in tutte lehiftorieRomanee
greche icritto li truoua, con ciò fia che la notitia data de Riuerfi,diicioglia delle dette hiitoric
molte dubitationi, citrale traduttioni del Timeo da lui tirate dal greco in lingua materna
a giouamento communc . E adunque la verità che la medaglia altro non fignifichi col riuerfo
fé non la memoria de fatti de qual Ci fia antico, o moderno pcrfonaggio . per quanto fi è det-
to finalmente del riuerfo della medaglia, fi può ageuolmentc comprendere non potere ne do
uere edere vlàto in luogo d'iniprclà.
DELLACIFRA.
L A Cifra è (lata vn fottiliffimo ritrouamento il qual tengo che fia il medefimo quafi che lo Eni
gma, e quefta e quella fono venute in vfo d'imprefc per non efferfi ccnofciuta la contrarietà
fra loro . Q^erta voce Cifra truouo effcre hebraica,& Enigma voce greca, impero li fignifica-
ti fono quali i medelìmi in quanto alla ofcurità de (enfi, in quanto alì'ellere fiati viàti con ar-
tificio e con feruitio, fi conofcono per ifperientia diuerfi . la Cifra per la maggior parte è fiata
& è a fcruigio «Se a commodità de principi antichi e moderni, efivCae mette in confuetudine
con infinite maniere , cioè per via de punti e de caratteri . Lo Enigma è folamente per ilpcri-
mentare la fottigliezza degli intelletti intorno alla interpretatione de lenii ofcuri . Vuole Ari-
flotile nel libro della poetica che la forma dello Enigma fia vn parlamento fatto di cofe ch'in
j, fieme non conucngono in quantoalla naturalità, ma fi bene nella fimilitudine de gli effetti.
j, Parimenti lo fieflb Emgma per ccmpofitione de nomi,non può farfi, ma fi bene per traslatio
j, ne,come dire nel fuoco e ncUacoua vn hucmo all'huomo accofi:ar/ì,o vero appoggiarfi,& al-
3, tre cofe fimili,come ancora fi fa il barbarifmo per la varietà delle lingue, cofi fi fa l'enigma per
traslatione.cófcrma aco lo fi:clfo Filofofo che ne i beni ordinati enigmi, polliamo trouare le co
mode traslationi & e certamente vero,che quàdo al parlamento enigmatico fono le traslatio-
ni conueneuoli per fimilitudine, è cofa manifeO-ilfima chel traslato è buono quello dice il filo
fòfo nel terzo libro della Retorica a Teodette. Efiendo la verità che la traslatione enigmatica
vfa le voci che lignifichino, a fine che le cofo non nominate , di maniera fi nominino che vo-
lendofi poi làpere & intendere il traslato,non fi habbia da gir lontano per intédcrlo, ma pro-
pinquo,nello iìeffo libro, come in quello della poetica. pone il filofofo quefto ellcmpio cioè.
Vidi vn huomo infocato acreo all'huomo attaccato,ne per ciò fi legge chel filofofo medefimo di
chiari li due recitati enigmi.fi che in qualche parte potefie efi^ere intefo. Ma credo che dadofi
l'efifempio nella nollra materna lingua,l! potrà foriecon qualche chiarezza comprendere,
mafiimamente i termini & il traslato . Onde recito vn quadernario d'vn fonetto enigmatico,
di Prete Marco da Lodi huomo faceto e molto grato alla immortai memoria del Cardinale
de medici, del refi:ante del fonetto non ne tenf^o ricordanza, cioè
Di madre nafcefcn^t padre un figlio
j, E di quel figlio poi naj'ce la madre
3, "Echi fio. queflo figlio fen-^ì padre
5, che fi fanno uno e due, grande è il hiJhigUo.
Qui veggiamo le parole propinque al fenfo,5i il fenfo nò hauer che fare con le paroJe.fi chel traf
lato rinchiufo in effe,in vn certo modo per la commodità delie parole nell'atto della fimilitudi
ne fi chiarifce.p la qual cofa il fale f\ vede che nafce dall'acqua eracqua_,come madrc,Io genera
come figlio,il quale poi fi ricòuerte nella madre,fi può intédcre àcora chel giaccio fia il fumile
cófiderefi adunque chel'enigma è fatto di qlle cofe che fra fé no cóuengono, e non dimeno il
G a
35
■»3
DELLE CIFRE.
traslato chiaro ne rifulta. io però mi fcufb fé non fo altrimcti intendere il fflofbfo di quel che
dicc.Molti fonetti enigmatici nondimeno fi leggono, de quali potrei dire fcriuerne qualcuno
per più chiara inrelligcntia di quelli afcofti renfi,tuttauia poi che fono tanto publici,non pren-
derò quefla fatiga. Solamente recito lo Enigma che mette Platone nel quinto libro della Re-
5, publica da iMarfìlio Ficino dichiarato, cioè Ihuomo non huomo,cicco non cicco,pcrco(re non
„ percolTe, con pietra non pietra , l'augello non augello , fopra rarboro,non arboro .
Cioè l'H ermafrodito lofco pcrcolfe con pomice l'ala del vefpertilione fopra vn fambuco, molte
iòno le fpetie dello Enigmajmperò quella è gioconda e puerile,cócludafi lo Enigma elter vn
parlare olcuro e conuiene nella olcu ri tà de fignificati con la e i f r a ,o z 1 1 r a. equefta al-
cuni a fono perfuafi cffer quel medefimo che la profetia , & altri ancora vogliono che li Hie-
rogliiì fieno cifre, le quali però fono fiate anticamente & hoggi fono vfate inintìniti modi qua
iì, e li gran maeftri e perfonaggi di conto fé ne preualfero e fé ne preuagliono per guidare li lo
ro difegni con ogni forte di focretezza,perche la Cifra fi fa con diuerfità de carattcri,dc punti
de figure,e de numeri,hor con caratteri lènza le vocali, hora le fole vocali con punti con nu-
meri e con punti e con confonanti , altrimenti con parole de fenfi contrarli , & in mille altri
modi impolfibili à efitre intefi . Tuttauia iì ritruouano alcuni che miracololamente ogni cifra
ofcuriffima fanno difciferarc . Gli Spartani vforno la Scitala , la quale portaua afcofi i difegni
della Republica agli ellèrciti loro & anco a i loro negotiatori , Scitala è detto vn topo rag no,
altri hanno fcritto eflèrevno ftromento che fi manda per auifar cofadi fegreto,overo era
vna verga,o furculo, come fuol dire il Latino, e le ne faceuano dui de quali vno reftaua nella
Republica de Lacedemonii , l'altro portaua l'Imperatore dello effercito fcriuendoci intorno
co lottile artifitio in guifa che fra loro s'intendeuano,e chi ben vuol faper quefto vegga Gellio
al Libro decimo fettimo nel capitolo nono, Ariftotile ferine che cofa fiala Scitala laconica & *
vno fcrittor moderno parimente ne tratta nel libro defuoi prouerbii. Fu in vfo preffo i Medi
fra carne e pelle d'animali nafcondere le lettere . Fu fimilmente vfito dagli Afiatici di telare i
capi agli huomini vili e fcriuendoci lafciauano rimettere i capegh e poi gU mandauano douc '"
faceua dibifogno . Eancoopenion di molti che lepiftoledi Tullio ad Attico fuifero Cifre.
Si foleano e fogliono ancora vfare figure rapprefentate da parole , come dire, Sole , Fiamme,
d'Amore , con dipingere il Sole , il Fuoco , e l'Amore , con le lettere maiufcule parimenti fan
no le Cifere, e di ciò le muraglie , malfimamente dell'hofterie , fé ne veggon ripiene . Imperò
in quelli noftri tempi (i vfano con tanta ofcurezza che non fi truoua chi le polla interpretare,
fé non perfone rariifime .
Quella voce cifra onde habbia origine, è di giouamento fàperlo . Io truouo che viene da s i-
p H R I vocabolo hebraico , che dinota lettera, s i f r a è ancora intefa per numero , e ciò fi
legge nel fettimo capitolo de Giudici . s i f r a fi piglia per libro , o epiftola come ciò fi può
vedere al libro de Re , molte volte fimilmente s'intende per ilcrittura . e quello fi truoua nel
felTantefimo falmo di Dauide , in lingua Caldaica s e i f e r a fignifica Cancelliere, è polla pa
rimente Cifra per abbreuiatura de pochi caratteri infieme annodati , e con diuerfi legamenti
congiunti , iì che vna lettera tale , ferue per più parole . Quindi chiaramente fi vede onde tal
voce proceda, la quale i latini chiamano fcrupus, e perche alcuni vogliono che la Cifra fia im
prefa , qui fi comprende ageuolmente (e come fi vedrà più a baffo ) elfcrin tutto contraria .
DEHIEROGLIFI.
P I E R I o Valeriano a lungo e con lodeuolifTìmo fiudio ha fcritto fopra la materia de Hieroglifì
i quali dinotano facre lettere , adoperate da ficerdoti d'Egitto in efpreflìone de concetti, o ve
ro de fegreti diuini & erano in fembianza di diuerfi animaU . Alcuni però c'hanno polfeduta
la notitia di molte lingue, affermano di non hauer mai ritrouato che gli Egittiani fuffero priui
di carattcri,ne mai hanno fàputo che elfi in bifogni focolari vfalfero le lettere Hieroglificeje di
piu,que(H dicono di hauer notate in molte e iiwlte diuerfe fauelle la facilità d'impararle in i"qo
do d'Alfabeti,ma con gran ditficultà in pronótiarle.Pariméte affermano che caratteri co carat
teri hàno vniuerfalméte infieme gran conformità,e leuati alcuni tratti di punti e di linee,fono
le forme di elfi caratteri tutti fimili . E ben veggiamo come la Ungua Greca , Hebraica e Cal-
daica habbiaiK) conformità con l'Arabica ^ con la Scitica, con l'Affricana , con la Egittiana,e
cou
DEHIEROGLIFI. 27
con tutte le altre che fi veggono in vfo pubUoo . Il carattere latino ha inanifefta conformità
con il-Greco , & il Greco con il latino il quale fu dicono alcuni, auantc la Greca tauclla confi
dcrandofi quanto fuflc più antica la nation Latina, che la Greca il che fi può certificare in Ee-
roro,la difterenria adunque fra queftc due caratteri vien fatta dalla numerofa varietà de trat-
ti vfluinella lingua Greca più per varietà che per bilògno . E fra noi ancora quanti diuedì
tratti & abbrcuiature fono ne i caratteri Italiani pur fuperflui > vedendoli differente la fcrittu
ra de mercatanti da quella de notati , e queffa dalla cancellerefca , e la baftarda > la tonda e la
longa.e la fpezzata, e la groflà, onde molti, e molti fono che alcuni caratteri Italiani per la di
uerfìtà non fanno leggere, non è marauigha per ciò fé doucèvnafola nationefi veggacfl
ipcrimenti confufìone di caratteri, quanto più fra pacfi ffranieri i voglo inferire ch'inquanto
à caratteri tutti quanti ne fono al mondo , hanno conformità, e cofi le voci articolate di ciaf-
cuna natione , & 1 nomi delle cofe in gran parte conferenti fono , ma la pronontia li fa diffimi
li. Ho ciò detto à proposto per inferire che i caratteri Egittiani , come deprimi populi del
mondoifulTero da eiVi \fni prima che fi ponefTcro fra loro in confuctudine i Hieroglifi. Dio-
doro Siciliano & il diuo (Girolamo fcriuono che i caratteri con le Icientie furono, con i nomi,
ritrouati & infegnati da Adamo primo noftro parente . Imperò gli animali,ne i quali erano le
particolari fimiliiudini de fccreti diuini, feruiuano folamente à fàcerdoti e non al communc
vfo di fcriuere . concio fia che gliffeflfì fàcerdoti teneiTero per profanità preualcrfi nel culto
diuino de caratteri lècolari. Per quefto i medefimi fàcerdoti conferuauano con diligentiifima
cuftodia e riuerentia quelle note che fembrauano animali , o quadrupedi,o volatili,o altri co
me rettili . Cornelio Tacito nel fecondo fuo libro , doue fa memoria di Germanico al tempo
di Tiberio e nello vndecimo , ferine che gli Egittiani vfauano gli ftc/Ti ammali per carattcre,e
s'ingannò di lunga perche fcgui in queffo la openione d'alcuni Greci fcrittori.Vcngo à repli-
care che da quelli animali cauauano allegoria de fènfi diuini, fecondo l'vfb della Religione di
quei tempi . fi truoua però chi ardifce hoggi di prendere le figure hieroghfiche per imprcfe,e
fi confideri come mal conuenga, con ciò fia chele figure delle imprefe contenghino fimilitu-
dini particolari con i vertuofi e mondani difcgni , e gli animah hierofilifici fimihtudini di di-
uinità e di religione, di più che l'Imprefe promettono olTeruanza di bene operare nell'aueni-
re . e quefto è quanto mi e parlo di trattare fbpra le vuii. inuentioni delle quali efTendofi di-
fìefamente conofciute le proprietà e gli vfi , ageuol cofa a ciafcuno farà di comprendere che
niuna delle fopranarrate inuentioni ha conferenza non folamente fra le altre fpecificate , ma
molto manco con la proprietà delle imprefè , & accio fi chiarilca molto più la verità, legganfì
le dilfinitioni delle qui ordinate V I II I. inuentioni.
1
Primamente replichiamo le infegne elTer ritrouamenti per dimoftrar gradi , dignità & oflfitii,
2 Le armi dinotate nobiltà di famiglie, e diffintione fra efie .
3 Le diuife cffer portature per diletto di vifta e per fignificati .
4 LeLiuree efTerueftimenti per cogion di pompe, e de diff intioni fra fignori .
5 Le Foggie efière inuentioni & habiti nuoui e più non viati.
ó Gli Emblemi efTer figure con fignificati morali .
7 Gli Riuerfi delle medaglie efièr memoria de fatti paffati .
S Le Cifre efTer fegni , o caratteri che celano gli altrui difegni.
9 Gli Hieroglifi efTer figure d'animali interpretati con fenfì diuini e con miftcrioTe fimiiitudinì
fecondo la religione egittiana .
DELLA PROPRIETADEL
h E I M T :b^ E S E,
Egli pur cofa ccrtifsima ,• per quanto apieno fi è detto , che l'huomo mira-
bil frutto di Dio , è flato inuentore di tutte le marauiglie terrene che venir
pollon dall'Arte , fra le quali particolarmente è l'inuentione dell'Imprefe , e
di quefle per obligo mi conuiene di dire qual fia la proprietà e come in efià
proprietà fi contengano le fbmiglianze di quei pcnfieri e virtuofi difegni che
gli huomini ne i defideri honefti e degni di laude , concepifcono, con propo-
fito di ridurli à i feliciflìmi fini della vita humana . querto è veramente il pri-
mo e necefiario fuggcttto del prefente libro^per la cui perfetta intelligcntia fi è delle foprano-
minate inuentionJ"diftintamente ragionato , & à ciò {^ conofca molto meglio quanto le vere
imprcfe fieno dalle fuddette inuentioni diuerfe , e come nulla , o , poco inficmemente con-
fcrifcano , vergiamo però in qual guifa quefta bellilfima materia fia degna di lottile confide-
ratione , contenendo in fé alcune quafi celeftì qualità onde ci H fa vilibile col mezo della vir-
tù ,• la fomiglianza della eterna beatitudine. per la qual cofa fi può ben dilcernere in qual fog-
gia rhuomo per le fimilitudini , con tutte le colè terrene e diuine s'annodi e s'abbracci . con
propofito adunq; qui fi propongono tutte quelle membra ch'ai corpo & alla proprietà delle
Imprefe proportionc!tamenteconuengono3& in prima fi bada conlìdcrare,
1 Se la VOCE IMPRESA deriua ,
2 Seèvoceequiuoca,o,no.
3 Se è vn parlar con cenni come vogliono alcuni .
4 SeTabufodimalevfarqucfiavocefipuòleuare.
5 Se è lecito di vfar per imprefe tante diuerfe figure.
6 Se deono efier più figure in vna imprefa .
7 Se le figure deono congiognerfi col motto.
8 Sei motto iì può chiamar fententia . ma prima fé è voce che deriui .
9 Che differentia hanno le fcntentieco'l motto.
10 Quando hcbbero origine l'imprefe e da chi .
11 Qual regola fi richiede alla loro proprietà.
1 2 Qual più conforme definitione C\ può darle ."
1 5 Qual fia la vera diftintione di effe .
1 4 Gli effempi delle improprie e delle proprie .
1 5 A chi meritamente s'appartiene di vfar l'imprelà .
Primamente diremo quella voce impresa, fecondo alcuni deriuare dal verbo impraehendo
il cui primitiuo cpraehendo. Onde latinamente viene per fignificatione paffiua prxhen-
fus , ciò è prefo in hngua materna , comprcehenfus comprefo , adprxhenfus apprcfo^ imprae-
henfus per buon latino non fi vfa , co nfeguen temente in lingua Italiana, non fitruouaim
prefo , ne manco imprela che da tal verbo denui , quinci chiaramente fi conofce cotal voce
IMPRESA elfer da fé lleffa fenza deriuatione , il che fiimo cauillofo quando alcuni s'affati-
gano di far naìcer dall'ortica la rofa . E poi chi non fa che le parole fono per la maggior parte
trouateàcafo&à compiacimento? non negando io molti nomi deriuare, ma della lingua
hebrea e caldea tutte le parole miftcriofamente fignificano , ne fi può cofi dire dell'altre lin-
gue , concludafi perciò e fi tenga per vero efier fcmplice la voce impresa.
Altri però filmano quella voce, o , parola venire dal verbo latino, i m p r i m o,il che non è anco
poisibile , cffendo la verità non eifere fiato in vfo già mai di proferire imprefo per imprcfib ,
& imprefa per imprefìTa , cofi quanto più C\ cerca quefìa deriuatione manco fi truoua .
Veggafi , oltra ciò , fé quella parola impresa ò,o no,cquiuoca, Ariftotile nel principio de fuoi
predicamenti dice i vocaboli equiuoci & ambigui efcr quelli i quali reftano folamente comu-
ni e non proprii , lo elfempio è quefto ciò è l'huomo in due modi s'intende, o , viuo , ouer di-
pinto,per la qual cofa fc ne vorremo fapere la ragione e dell'uno e dell'altro , ageuole ci farà
à faperla,Impercioche le parole uniuoche contrarie alle equiuoche^o altrimente^hanno com-
mune
DELLA PROPRIETÀ DELLE IMPRESE, :8
munc il nome , non la ragione . e perciò ftimano alcuni la parola imprefa elfcr vniuoca^qnan
do folamente fignifichi quella figura accompagnata col m o t r o, efia equuioca qual hcr.s'ud
per altro fignitìcato . con tutto ciò fi tiene voce veramente equiuoca & ambigua, ma per non
lafciar quelLa mareria fenza hauerne piena contezza, dirò come il Filofofb pone nel librò fe-
condo de^li Elenchi al capitolo terzo,che tre modi fono del ncme equiuoco.Il primo e quan-
do la parola fignifica più cofe , per eifcmpio diremo lAquila , che dinota augello , città , no-
me e cognome , l'imagine del cielo , la dipinta , la Iculta l'intaghata.ll fecondo modo è quan-
do fi dice e {\ parla con filentio che diuerfi fenfi può dinotare . Il terzo è l'oratione mafsima-
mcnte pronontiata di poche parole , come dire saper lettere, vcdendofi che ciafcu-
napcr lèfoladiuerfimcnte fignifica, ma infieme fanno vnfblo fcntimento. Ecco pertanto
l'ordine chiaro di quefii tre modi, per iqualifidàmanifefto conofcimento dcll'cquiuocoà
cui non e conuencuolc di dar femplicemente rilpofta per quanto conferma il fudctto Filo-
lofo . Imperò nel fecondo modo che è parlar con filentio ,a parere d'alcuni :, i\ può collocare
la natura di qual fi voglia Imprefa , malTìinamente di quelle le quali non fono da m otti ac-
compagnate,con ciò fia che li fentimcnti delle f tefle imprefe s'intcndino per le fole fimilitudi
ni,ma con pericolo e con troppa difficultà per l'altrui arbitrio di maIe,o,di bene interpretarle,
qui finalmente confcifir lì dee la parola impresa eiferc equiuoca e dubbiofa .
Ma auante che io fcguiti più oltra , credo non poter edere opra vana fc dico che i cenni fieno vn
parlar con filentio , ne difdice punto il trattato di quefta materia ,• forfè non altrouc in fimile
occafione narrata , ellcndo noi più che certi come il ntrouamento de cenni lìa fhito all'huma-
na vita necelfario , auenga che alcuna forte di efsi hora alle fraudi , bora alle burle «;<c bora al-
• le piaceuolezze foglia vfarfì .
LVfb però de cenni per ncccfsità,c quando l'huomo nafce fbrdo,o,muto,o ver muto e fordo in-
fieme J quai difetti veramente !ono,o,per natura,Ojper cafi,o vero per infirmità . coloro pe-
ro che fono muti e lordi per mancamento di natura,come potrebben viuere fenza cenni ? de
quali la fiefla necefsità né macfira^concorrcndoci lempre il giuditio il quale quanto è meglio
re,piu appropriati rende i cenni per effer bene intefo ciò che richiede il bifogno.e lo llelfo giù
ditio,eiIendo pronto e viuace,fa bene applicare i cenni alle cofe & a cócetti dell'animale doue
ne i muti è fordi è maco giuditio,manco fanno ben ritrouare e !>ene vfare i cenni. per ridurre
adunq; quello bel concetto ad ageuole conclufione ^ diremo che non bilògnofi noi dì cenni ,
due cofe necelìarie naturalmente habbiamo,vna è la lingua, l'altra la voce^ la lingua è vn do-
no da Dio e dalla natura all'humana ipetie conceduto, e come dono,o mcmbrOjè a irhuomo
non tanto necelfario per maRicare il cibo,per voltarlo entro il palato , per ritirarlo da denti ,
per leccar e per forbir le gingiue,quato perche pronontie e (copra con la voce i concerti dell'a
nima noftra immortale.E però e egli certifsimo ch'ogni animai irrationale quafi ha ligua,iòla
mente per mafiicare per bere e per leccare,imperò fé a efsi animali . efcctto rhuonio,h li"gua
mancalfe^certamentc per la maggior parte non potrebbero fé non breuemente viucre . tutto
il contrario lì vede nell'huomo , perche mancando à lui la lingua , per tal difetto non mori-
rebbe,elfendo à elio non in rutto nccefiaria per viuere , ma {ì bene per parlare e per palcfìre
le virtù dell'intelletto diuino , la qual cola è \'n fenfi bil tefiimonio della immortalità dell'ani-
ma noftra .
Simihnente la natura e Dio hanno conceduta la voce a tutti quafi gli animali ; mafsimamente
terreftri e volatili/cnza la quale indarno làrebbe fiata concedut:. la hngua e particolarmente
all'huomo , ma la fteffi voce in due modi fi comprende , ciò è articolata e non articolata . la
nOn articolata è propria à bruti animali per commodità della vita loro . l'articolata è folamen
te propria all'huomo nella efprelfione delle parole , e non tanto 'per necefsità di corpo,quan-
to è per bilògno della ragione e dell'intelletto , la qual voce articolata e vn altro feniìbil tefti-
monio della ftelfa immortalità del nofi:ro fpirito . Vn'altra conlìderatione fi dee hauer della
voce articolata laquale fecondo la varietà delle paflìoni humaneèanch'efiadi fuonovariae
d'efprefsione . Però. M.Tullio dice nel fecondo della natura degli Dei , la voce elfer canora ,
chiara,fo{ca , piaceuole,afpra,graue,acuta,fpirituofa,debole.gracile,refonante,variando lem-
pre fuono per la varietà de concetti, & e queftaconfideratione vn'altro teftimonio dell'im-
mortalità noftra , e benché la lingua la voce e la fua varietà in tuto dalla materia dependino,
nientedimeno hanno tal dilpofitioncjpcr fcruigio dell'anima. Ariftotile ancorAfcriuc di que-
fta
DELLA PROPRIETÀ
fìa varietà della voce humana nel primo dell'anima al capitolo viii. Vuole parimente lo ftcfib
Filofotb che la voce fia Tuono dell'animale e chel Tuono fia vn mouimento di Tpirito intrinlcco
il qual diTuori Tpinto , percuota l'aere e Te ne Tentala voce, differente dal fìichioil quale
è fiato raccolto Tra la lingua el palato e Tra denti , con violentia mandato Tuor di bocca , on-
de Tende e penetra l'aere . La voce fimilmente è dal TuTurro diuerTa , e quefto è fiato rilerrato
nel Gorgozzule de colombi , & a cotale fimilitudine fono chiamati TuTurroni coloro che par-
lano in gola . il mormorio fimilmente non è voce , ma più toflo Tragore, Tatto dall'acque cor-
renti,o,vero da venti che l'aere cflagitano, il buffo parimente non fi può dir che fia voce,per-
che procede da corpi folidi ch'infieme Ci percuotono , come legno con legno , Taffo con Tallo
che Tanno rimbombamento o,buflb.iJ percuotimento poi che lì Ta de corpi di Terrò , d'accia-
io j di bronzo^e d'ogni altro metallo,eTcetto il piombo,non è voce ma Tuono.qucl de tamburi
de cembali e de timpani non è voce , non Tuono,non buffo ma ftrepito , del truono del terre-
moto fimilmente è lo fìrepito/è adunq^ la voce(come fi e detto lècódo il FilofoTo)natural Tuo
no dell'animale e non delle cofe inanimate , le quali, maflìmamente le artifitiofo ,• non hanno
voce , ma f\ bene vna certa fimilitudine e chiamafi Tuono con confonantia , come diremo gli
flrumenti di corde,0:,d'acciaio,o vero di nerui, altri Tuoni fi Tentonopurdi Itrumenti Tenza
corde i quali Tono più fimili alle voci naturali , perche s'adopra il fiato onde ne riTulta dolciT-
fima Armonia per la più parte di effi . La voce adunq; vera e quella degli animali che Ipirano
€ reTpirano , e Tanno quei che Tpirano e reTpirano due operationi con naturai benefitio, vna è
onde fi cagiona il caldo mtrinTeco, l'altra la voce,rep!ico adunq; la voce effere vn percotimen
to d'aere dalla reTpiratione attratto, e vuole il medefimo FiloToTo che la voce fola dell'huomo
parli e Tpieghi i concetti dell'humano ingegno in tefiimonio della Tua immortalità e della m.or*
tahtà degli altri animah terreni , ho io voluto Tar quefta digreilìone alquanto dagli ordinarli
concetti lontana , ma non inutile al propofto particolar Tuggctto de cenni, poi ch'alcuni tengo
nocheTimprefè altro non fieno che cenni quinci per leuar cotale openione trattar© di eTsi
breucmentecon affai gufieuolegiouamento.
Leuata all'huomo la virtù del parlare e dell'udire , con cenni per indirizzo d'intelletto {\ Ta intcn
dere in Tupplimento de Tuoi biTogni,quarto Icnfibil tefiimonio della immortalità dell'anima ,
e che ciò fia colà chiaril!ìma,chi dirà d'hauer mai veduto che qual fi fia animai bruto , o do-
mefiico, o , fiiluatico , che nelle Tue neceffita habbia Tatto cenno veruno ? qui fi vede ficura-
mente ch'i cenni vengono e procedono dalla diuinita ed nofìro intelletto , ne voglio preua-
lermi d'infiniti effempi ch'addur potrei de muti e de fordi^poi ch'a tutte le bore s\i habbiatr.o
dinante a gli occhi. Occorremi per ciò di recitare vn cafo d'un foldato Tpagnuclo,il quale per
vna infirmità,diuenuto talmente fordo che non folam>ente non vdiua le voci , ma ne tambu-
ri ne arteglierie onde inTegnò à un ragazzo che lo Tcruiua l'alTabcto con le dita d'una man fo-
la,e ne diuenne tanto bene ifirutto e pratico che con più prcftczza fi f accua intendere dal Tuo
Padrone che s'haucffe parlato.quefto uidi io & intefi in vna Galea de! Principe d'Oria andan
do per marea Napoli accompagnando e Teruendo la Signora Principeffa di MalTetta , coTa
non di poco fiuporc per quel nuouo ritrouamento. Quelli Tono i cenni per ncccfsità. Altri le
nVfàno non per diTetto di natura,© per infirmità, m.a per alcune com medita ^ altri Tono in
vfo per Tar burle,e per ingannare,altri in giuochi per dilctto,qitei di giuochi Turono vfàti e for
fé trouati nelle veglie che folcano Tarfiin Siena, e poi in molti altri luoghi e paefifono fiati
mcffi in dolce e diletteuole conTuetudine , chiamandofi il gioco alla m v t A^douc per la verità
facilmente fi conoTce la viuacità degli ingegni e la bellezza degiuditii .
E vero ancora che per diTctto dell'aere in alcuni paefi, benché di effi gli habitatori habin lingua
voce & vdito,neceffariamente i\ preuagliono di cenni , maffimamente in vna ifola vicina alla
grande Scandauia Torto il nofiro Polojmpercioche per la molta e continua humidità di quel
luogo, tutti quei paelani nafoono col filcllo Totto la lingua grclfo-Tuor di miTura , onde la lin-
gua rima n legata fin alla gingiua de denti dinanzi, per il che nulla o poco fi può muouc-
re,epcrqueno bifogneuolmente quelle genti fi preuaghcno di cenni. Etiohofontitodi-
re da perfone illuftri c'hanno nauiguto e praticato in quel ifola , di hauer eilì vedutole che fo
no ftati neceffitati conuerTando j d'imparare à Tar cenni. ma chi non crede tutto ciò. Te in mol
te perfone di quelli noftri paefi per taìdiTetto, conoTciamo la dirficultà e quali impolìbilità di
cTprimere le parole^ e la inTelicità della pronontiaf Poffo ancor io di viita teftimonare che par
titomi
-D È L L E I M P R E S E, 29
-titomidi Trento per andare in Vienna d'Aiifl:ria,epaffàndopcr vnnlonga valle chiamata
Trogburgh;trouai tutti quei paefani cù fimiglianteindifjjofitione della lini' ua,ma!Tìrnjn:ic'nte
quelli ch'ai fiume Trog viuono più vicini .iquah non potendo fauelkire fanno i cenni fé n-
pre ridendo , e di più che mafchi e femmine hanno il Gozzo e nel ri(ò moftrano balordag-
gine, e di quelle pcrfone le meno atte à lauorare , fi riducono in vnjuogo pio,chiamato Spi-
daletto .
Nelle montagne parimente di Scotia e d'Inghilterra fono gli habitatori per fimigiiante difetto,
coftretti di accennare e con cenni negotiano, & altro forfè non intefe il Filofofo il parlar con
fìlentio fé non parlar con cenni , o forfè con figure mute , di qui ( come ho detto ) vogliono
alcuni che l'imprefa ila vn parlar con cenni e confcguentemente con lìlentio . E egli ancor ve
ro che molti poifon parlare , e pure fi preuaglion de cenni, o per rifpetto , o per fufì:)ctto , o
per difpetto, per rifpetto l'huomo fi fa intendere convn cenno per che con parole forfè
lària tenuto, o per buggiardo.o per vantatore, per fbfpetto quando fi mettono il dito al-
la bocca cheèfegnddifufpicione.per difpetto quando alcuni fi mordono i! dito, o crolla
no il capo , o minacciano , o florcono gliocchi & altri cenni fimili . in quello propofito del-
la varietà de cenni , metto vncafbin campo , &è che natovn bambmo efubito po'toin
vna felua doue non fia veruna humana confuetudine,anzi berma & agli huomini inhabitat i-
le, prefupponendofi che per volontà di Dio fuffe il bambino da qualche fiera nodrito, com;
a Romulo intcruenne & à Ciro & ad alcuni altri, crefciuto in età di difcretione non effendo
impedito ne di hngua ne d'vdito,ne di voce,anzi fano di tutto il corpo, che fi dirà? che parli ?
non hauendo hauto cómcrcio humano ? o che ne i fuoi bifògni fi preualelTe de cenni? molti
credono che Ci prcuarrebbe di cenni praticando con le fiere, o vero hnurebbc comprcfb il na
turale vfb di quella fiera che lo hauefic nodrit ) . quinci ne fèguirebbe che Dio e la natura ha
iieffero a lui conceduto la lingua e la voce indarno , la qual cofa non è da credere , perche è
cerdffima cofa che Dio e la natura non oprano inuano già mai, e chi diceffe altrimenti.man-
carebbe di giuditio e di difcorfb ragioneuole . Douendo noi liberamente credere chel'huo
me (come fi è detto) nodrito in vn bofeo , peruenuto agli anni di falda difcretione , per cer-
to eh' ei parlarebbe & à tutte le cole attribuiria il fùo nome, mi fi dirà e con chi potrebbe par
lare? rifpondo , col Sole con la Luna con le Stelle,- oggetto atto à effer comprefb dall'intellet-
to humano, perche non è poffibile che l'huomo fano di mente e di corpo, viua fènza fare ope •
re d'intelletto e fenza fauellare potendo, fé non con altri almeno con ^ medefimo & attribuì
rebbe i nomip per naturai notitia, o per fimilitudini,e benché no haueffe co chi comunicarli
e pronontiarli , ciò farebbe col fuo intelletto e con la fua reminifcentia , i quali infieme nella
cognition delle cofc gioifcono, e fanno che la lingua e la voce articolata in queflo corpo efpri
mano quanto l'intelletto eternamente e diuinarnénte riceue,quafi incomparabile armonia
communicata dall'anima agli organi fenfitiui . iMa quando à quefia mia ragione non s'inchi-
nino l'opeiiioni confufe, rifoluiamocià tener per cofi certifTìma che l'huomo nonpoffaiii
modo alcun viuere fenza il commercio degli altri huomini, perche eflcndo egh animai con-
uerfeuoleèda penfare&èda filmar cofa verilfimache l'huomo non farebbe fenza gh altri
huomini , la onde non fi può ne iì dee preponere cafo tale . nientedimeno fi truouano alcuni
i quali perfuppongono,anzi filmano che ncU'imponere i nomi alle cofe , fé fi pcrdeffero le lin
gue , conuerrebbe di imponere i nomi e le parole della lingua hebrea , o di quella di Adamo
primo noftro parente.Io fbpra di ciò credo chef noflro intcl!etto,o,per notitia naturale,o per
infufa applicarebbe i nomi a baflanza . concludo la vera imprefà non effer bifògneuole ne
dicenni, ne di lingua , ne di voce , ma ti. bene di vifla e di giuditio .
Hora d'intorno all'abufb di quella voce impresa, non voglio allongarmi, malTìmamente che
molte voci di dignità l'accompagnano . E che fia la verità chi non fcntc à tutte l'hore le genti
vili e plebee effere efTaltate dall'Abufò chiamandofi gentilhuomini e fignori ? a quanti vitu-
perofi hoggi di fi da del magnifico ? titolo fuppremo à chi per virtù fuppremamente merita?
quanti tenebrofi , o per robba , o per fauore , fenza merito di fcientie , o di cauallierie , o ài
fignorie fono chiamati illuflri ? i quai titoli chi li da à tali in voce . o vero in fcrittura,merita di
cflèr notato per adulatore e per bugiardo . per quello voglio commuouere à compafìone gli
animi gentili per l'infelicità della ftellìi voce impresa, qualhor veggiamo qualcuno volen
dofi far cucire vn lliualetto dirà al ciabattino che l'acconci , rifponderà , non pofTo j ho altra
DELLA PROPRIETÀ
imprefa per le moni . cefi dicono i Facchini . i Eccrari , i Carbonai , i Zappatori , gli Spazza-
camini e fmil altra villi/lima razza, degna cofa adunque farebbe fé pofTibilfulTe, di leuar ta-
le abufo ,conuien però lecitamente quando fi dice chcl Papa ordina vn imprefa contra gli he
retici . Filippo mette in punto vna poifente imprefa contragli infideli , quello Dotto e quel-
l'altro hanno perle mani diuerfeimprefeda metterle in ftampa. quindi tal voce viene a efle-
re meritamente applicata . ma più propriamente intenderfi deeperqualfi voglia figura la-
quale rapprefentivirtuofa &illuflre promefTa di honoratamente operare ondefc n'afpctta
laude e gloria immortale , perii che non è dubbio alcuno che l'huomo d'ingegno e di valore
Tempre guarda con rocchio de penfieri à dui conueneuoliUìmi fini, vno de quali confitte nel-
la honefta commodità di quefta vita terrena , l'altro nella perpetuità del buon nome, e però
, Salomone diflè effcr meglio il buon nome che le molte richezze. Tuttauia ne all'uno ne all'ai
tro di quefii neceflari fini inquanto al commodo & all"honefto,fi peruiene fenza virtù e fenza
trauagli .
Ellcndo verità che la virtù dcfta l'huomo a dilègnar Tacquifio delle due contentezze, e l'ac-
corta efatigofa induftria leconfcguifce. ma mentre chele virtuofe e magnanime intcn-
tioni àdui fòpranominatifini fiffam.ente mirano, e nelle Ibmiglianze delle figure diuerfe
le fteffc intentioni fi fcuoprono , non peruenendofi poi al godimento de fudetti fini col mczo
dell'opere, per quai fi fieno impedimenti , o dilgratie ,• non rcila però che lo fpettacolo delle
loro imprefe non faccia chianìfima tcftimonanza agli occhi de futuri fècoli delle lodcuoh in-
tentioni c'haucunno gl'in uentori del fudetto fpettacolo , e benché Tabulo ( per quanto fi è ri-
cordato ) auilifca qucfta voce iMPRESA,fiè non dimeno tale inuentione viàta fèmpre fi via
& vlàraifi per efière ritrouamento antico in fignificato de gli animi agli alti e quafi diuini aifa-
ri eleuati , tanto più lodeuoli , quanto più fono ditficiH e fatigofi . Hauiamo ancora detto po-
co adietro ficvre diverse per due ragioni . vna è che l'huomo per arriuare alla felicità
de dui fopranomati fini , via diuerfi modi di operationi e diucrfi efiercìtii , per ciò fi elegge
quella figura che è à fuoi penfieri più conform.e. l'altra che fé non fufiè la varietà delle figure,
non farebbero le varietà de dilegni ^ ne la vifìa nel giuditio prenderebbero vaghezza e dilet-
to, come ben dice quel trito prouerbio e per tal variar natvra e bella.
Ecco però quanto importi il publicar l'imprefe , vifibil tcfiimcnio degli intelletti ciuili & he-
roichi.
E perche da molti fono fiate publicate l'imprefe fènza motti , tenendole alcuni per parlamento
con filentio, alcuni per parlamento con cenni , però è bene, per tor via cotali openioni, di te-
ner per cofa ragioneuolc e giufta che l'imprefe deono effer con l'anime cioè con i motti tanto
pi u che quante figure fi prendono in fimil conto ,• per la maggior parte hanno l'cnima di lo-
ro natura, ofenfitiua, ovegetatiua folamente all'altre in tutto inanimate, fi applica l'ani-
ma , o per qualità naturale , o per qualità accidentale , o artificiale con le quali anime li no-
ftri difegni hanno particolare confaceuolezza la quale vieneaefifer contenuta & efprefla da
breui & olcure parole che motti chiamiamo.
EfTendo cofa chiara ch'vna imprefa fenza M otto puoelTerfinifiramente interpretata , e con-
tra la buona intentione del fuo inuentore , con ciò fia che qual fi voglia figura contenga in fé
diuerfe qualità e buone e cattiue , la onde è in arbitrio de maligni applicare à quelle finiftri e
difhonefli fentimenti e biafmeuoli intcrpretationi.
Per ifchifare adunque cofi euidente pericolo è fiato faggiamento e forfè diuinamente aggionto
il M o T T o alle figure e tanto è da credere che facelìcro gli antichi ritrouatori di quefio gradi
to tellimonio de generofi difcgni . per il qual Motto ( pur che ben fi confronti con la figura)
fi leua via à maledici fi temeraria profelTione, >?: à loro mal grado danno honorato fentimen
to à degni & illuflri propofiti.
E perche fi è detto che qual fi fia figura eletta per imprefa ha le fiie qualità e naturali & altrimen
ti , delle quafi qualità altre ( come fi è detto ) fono buone, altre non buone,però le buone fie
no in cófideratione di chi fi elegge la figura che rapprefenta colà effentiale(laluo chi fi elegge
ì colorile da quella traggala fbmigliaza della fua intétione.la qual fomigfianza viene a efiere
col fcnfb del Motto,anima particolare di qual Ci voglia figura,dico particolare à ditferentia di
quàto dice il Giouio , cioè chel Motto fia afiblutamente anima d'ogni perfetta imprefà,e per-
che quel dotto huomo non confiderò bene come s'intendeffe tale anima, motti e molti Ci po-
tranno
D E L L E I M P R E S E. 50
minno perfliadere che fìa quella la quale come atto e fbrma,è tutta in tutto, e tutta In ogni
parte deiranimale,mairimamentc dell'liuomo^intendcrcmo adunque l'anima particolare non
atto , non fornia,non tutta in tutto , ma particolare per particolare qualità e proprietà delle
figure , doue (ì tmouino le particolari iìmilitudini delle noftre intentioni , efprefTe con qual-
che ofcurità dal m otto anima particolare , la quale ofcurità da veramente marauigUa e por
gè credito e riuerentia. e per fbmiglianti cagioni fono ftate ritrouate le fauole, con le metafb-
re,Ic Metonimie, le ParaboIe,le Profopopeie, le Parafìopeiìje Homeofì & altre ch'allegorica-
mente,moralmentc,hiftoricamente , diuinamente s'interpretano;ccrtamentc marauigliofì ve
lami della làpientia,vlàti in confulìone dell'ignorantia e della profanità.conciofìa che le vitio
le nature iìeno d'intendere i concetti diuini lecitamente indegne.Furono ancora per tal cagio
ne ritrouate le profetie Icquali erano annontii o per viiìoni , o per nuelationi eh' in parole &
in figure contengono mifterii della eterna & in fallibile prouidentia .
Fu & e ancora di icnlb olcuro la Poefia e mailìmamente in figure, ma della profctia mcn degna
aflài. Impercio che la Poelìa è arte ch'imita e finge con podeftà di dire quanto le pare & Ho
ratio quefto conferma nella iua Poetica . Tullio <ìmilmente dice nel terzo del fuo Oratore,ra-
re volte la Poelìa hauer dignità nelle orationi,le quali deono eifere dalle fauole lontane. Im-
però Tullio iàpeua bene ch'a lodarla perfuadere & a giudicare più iì preualeua della eifica-
cia del dire che dell'obligo della verità , oltra che egli e tutti gli oratori fi fono preualfi degli
clfempi poetici. Per ciò vuole Ariflotile nella fua poetica alla particola xxvi .che la fauola fia
vna compofitionc delle cole imitate, ancora che fpefiò s'intenda per la Scena e per l'Ombra-
colo, & anco òintefi per molte altre cofe.ditferente però dallo Apologo, ilquale altro non è
ch'vn parlamento de beftie,de faifi,d'arbori,de fiumi, di terra, di mare . voglion di più alcuni
la fauola,o parte di effa effrere vn trattato di cofè non vere , ne verifimili . Io però tengo che
la fauola in quanto alla fcorza non contenga verità , ma di dentro contiene fenfi il più delle
volte moralijO fopra humani. In qualunche modo fi fia è da credere fimiglianti velami efièrli
vlàti in tutti i tempi & apprcffo tutte le nationi di ftima grandilfima , replicando io effcr vero
che tutti i concetti deiranima,o per vifioni, o per reuelationi. o per dottrina , o per artifitio,e
tutti i fignificati delle cofe in figura ferrati, o vero in parole rendono agli interpreti di elfi & a
giuditii penetratiui gioueuole marauiglia, giocondità d'intelletto e confolatione di memoria,
più affai che fi fuffero fànza cotai velami , E che ciò fia la verità dir voglio d'alcune figure e
prima della Metafora la quale e vntrafportamento di parole da vn luogo in vn'altro , Onde
Tullio dice la parola impropria cfTer più elegante e più efficace in fènfo che la propria , molti
effcmpi fi potrian dare , ma veggafi Virgilio nel primo verlb del fello dell'Eneida.
3j Cofi piangendo inette all'armata la briglia
Cioè Enea fpiega le vele e giogne a Cuma e ben chequefte parole fieno proprie rendono il
fenfo.languidoeienza fonorità. fi via ancor la Metonimia per la quale con dolcezza di giu-
ditio fi mette il nome dcll'inucntore alle cofe da lui ritrouate , per ef fempio ben fappiamo in-
tenderfi Bacco per il vino . Cerere per le fpighe . Marte per la guerra , Minerua per la fapien-
tia e di più efiempi dir potrei . Evlàta ancor la parabola che è vna comparationefralecofc
diffimili di voce e di fignificati . Da Tullio chiamata coUatione, E Crifìo noftro Saluatore ha
vfata tal figura quali fempre ne i fuoi falutiferi e diuini concetti . & a propofito dirò quella di
j, Mateo al 1 3. capitolo. Ecco vfcito chi femina e mentre che femina, alcuni femi caddero nella
j, via e gli augelli li mangiorno.altri caderono fra faifi e nacquero fubito,ma non hauendo ter-
j, reno, furono dal Sole abrugiati e lènza radici fi lèccorno^altri furono fparfi fra le fpine,creb-
3, bero le fpine e'I feminato alfogorono , altri fparfi fopra la terra buona e diedero il frutto , al-
3, tro multiplicato cento di più, altro di fcffanta , altro di trecento,per quefl:o mirabil modo di
3, parlare, li Difcepofi gli s'accoftorno,dicendo perche cofi ofcuramente ci fauelli ? rifpofè Gie-
3, fucrifto, perche à voi è conceduto di conofcere per cotal modo di dire,i mifterii del regno de
3, cieli , à gli altri non è dato, e fono quelli c'hanno l'orecchie e non odono , gh occhi e non
5> veggono, i piedi e non caminano , le mani e non palpano, l'intelletto e non intendono.
e quelli fono (credo io j che poffono far bene, e fanno male, come ignoranti maligni &
dclufi dalla gratia diuina . Onde ben dilTe "VirgiUo nel fopranorainato libro in voce della
Sibilla cioè
^ Diloman dihntanjìate ^rofm,
H 2
DELLA PROPRI ET A
Ecco cflèr \tró che la parabola fia vna comparatione fra le cofe tra fé Aeflè dilTimili. con ciò fia
che li Semi s'intendano per le parole e i precetti di Dio^e la via,e i fàfri,e le fpine/ono i petti,
& i cuori degli huomini . ne fi dee negare che i concetti coperti dalbmiglianti Velami non
rendine più admirabile& venerando lentimento,e più fbdisfartione agli intelletti.
Evlata e bene Tpeflb la Prolbpopeia percioche dinotando perfone finte fa invece di pcrfone
j, parlare le cole inanimate :, l'eflcmpio d'Horatio èqueftOjchepiuioMare&ioTerraardo?
„ il fauolofb poeta ancor dice S'vn Sol m'ammazza che farà nafcendon'vn altro?
La cortina fimilmentc la quale è tenuta per vn Trefpide(ancora che Plinio voglia che fia vn va-
[o da Tentori ) Ibpra effa Apollo daua le riipofte , e pure Virgilio in figura Profopopcia & in
voce di Palinuro fpiega cofi
3, Ma qucl.ne t'ingannò la cortina d'Apollo . qui (i vede fènza d'arne , o dirne più clTempi e ci-
tarne più autoritàj:ome fieno i parlamenti in figure tenuti per gratilTmio oggetto dell'anima
e del giuditio ne fi può dire ( efcettoThiftoria) che qual fi fia materia degna di fpeculatione
non fi cuopra d'vna fcorza fi ch'a penetrarla conuenga la vifta de purgati intclletti.non fia ma
rauiglia adunque fé la Profopopcia fa parlare i fanì,& ogni altra inlenfibil cofa.
La Parafiope fi parimenti ch'i Latini chiamano preocupatione,- è quando vn che tace, fi fa inten
dcre elprimendo vna meza parola , «Se è pur quefla in vfo commune . Voglio tralaiciarc tanti
altri modi di vfitate figure,efolo mi fodisfaccio di dire della h o m e o s i conforme veramente
alla proprietà dell'lmprefe. perche cotal parola dinota come la lòmiglianza conofciuta d'vna
cofa/cuopra la non conofciuta d'\'naltra cola, e ciò per effempio poflìamo intendere, cioè lo
Elefante, Imprefa di don ci v seppe salimceni Cauafier di fan Lazaro ha diuer'è fuc
naturali qualità buone,e però è flato fimile animale eletto per imprefa da molti per le diuerfe
buone qualità fue, e ciafcuna d'effe qualità è anima o fimilitudine particolare agli altrui difè-
gni commoda e conferente. Fu commoda al magno Duca di Sauoia Emanuel Filiberto per-
che conformò la magnanima fuaintentione alla natura piaceuolee magnanima delfudetto
EIefante,di fua natura piaceuole e magnanimo, e che ciò fia vero abb?ttcndoli queilo anima
le andando per le campagne in qualche branco di pecorelle per non calpeflrarle^le fcanza e le
fceura con la probolcide,e quefto cìImotto. infestvs infestis veramente impre-
japropriaedigenerofogiuditio,teftimoniodi quello fÌ5Ìrito inuitto e reale . E medefiraa-
mente quefto mirabile animale imprefa di Heftor baglione, martire effcmplare flato in Fama
gofta per la finta fede criftiana , il qual Caualiero,ancor gicuinetto publicò quefla imprefa,
per difcoprire il fuo defio di heroicamente operare, ma per la età , o-pcr la occsfione tardan-
do prefe la Elefante femmina che ftà dui anni à parturire , e finalmente non fa nafcere vn
Jbrice mavn potentilfimo animale col Motto nascetvr. propria imprefa e degna di
laude, indouina dell'immortale e celebratiifimo fine di quel fànto capitano. IlCnualier Sa-
limbeni fopranominato ha fcelta vn'altra diuerla qualità nello fteifb Elefante ilquale moftran
dofi rehgiofo & alla Luna deuoto,dentro l'acque entrando la mira la contempla e la riuerifce
e da cotal quahtà fcuoprc il Caualicr la inten tion fua di viuere religiofamente .
Ecco da fimigliàte animale efferfi canate tre qualità e fimilitudini à tre vertuofe intétioni huma
ne cóferenti e di qfta più appieno parlaralTì.afi!ai chiaro . peròci può effere che no difdica vna
figura efl'er da più perfone accettata per imprefà,hauendo diuerfe buone qualità che foruono
per anime particolari le quali no fono anime tutte in tutto e tutte in ogni parte.non mi ftende
rò in trattar d'altre figure che contengono diuine & humane confiderationi. l'Homeofi adun
t]ue nella maggior parte dell'imprcfe con manifefte qualità,palefà le occulte.lecita cofa è final
mente che noi rimaniamo fodisfatte in hauer comprcfo perche fi via e fi è vfatola diuerfità
delle figure , & alcuna volta perche molti (come fi è moftro ) fi fono prcualfi d'vna figura fola
con diuerfi fignificati e perche con effe figure nccefTìiriamente fi congiogono i mortile perche
la proprietà delle imprefe debba hauer dcll'ofcuro .
Per feguirc l'ordine prepofto,con poche parole diremo la origine dell'imprelè effer proceduta
da Dio,pcr quanto a più commodo luogo trattaraflì , dopò Dio,fragh huomini, efière flato
Noe o ver lano l'inuentore delle imprefè.la qual cofa fi dee ben cofiderare e tener per certiflì
ma come non fenza lecita cagione fi fono le dette imprefe di lècoloin fecolo mantenute in
vfo. ne(come nel principio di quefto ragionamento fi è narrato ) fi mancata di far vedere nel
fine di elfo la verità concorrendoci il teftimonio di quato fi dee cotale ipettacolo vfare,hono
rare
D E L L E I M P R E S E, ji
rare, e rluerire . La prima imprcfa fra gli huomini è quella di lano feolplta in medàglia & in-
Roma fé ne veggono . Il lànto vecchio haiieua per imprclà due faccie in vno fòl capo,dinota-
do l'intention f uà di volere e di douere reggere li paefielegcnti conia memoria delle colè
pal!ate,& con la coniettura dell'auenirCjper onde le cofe prelenti felicemente fi gouernano, e
fono intefi quei due volti per la prudentia. Mi fi dirà che conia figura di due fiicciefi leg-
gali Motto , rifpondo che non è marauiglia, perche fi veggono il più delle volte rofee con
fumate le materie metalliche dalla ruggine . oltra di ciò,quando anco nò fi fufle allhora vfàto
il motto, non importaua,perche la lemplicita di quelle genti^non farebbe corfiiadar finifha
intcrpretationcàquellaimprefa.contuttoqueftofi vede pure che Dio onnipotente pcvif-
pettacolo della fua diuina volontà,prefc l'Arboro del vetato Pomo piantato nel mczo del Pa
radilo terreflre prohibendo ad Adamo noflro primo parente che non mangialFe di quel pò
mo . 11 Motto fu,N E COMMEDE s. l'Arboro fteflb rapprefentando la diuina Maefl:à,prohi-
biua al primo parente il gufto di quel frutto. L'altra jmprefa dell'eterno Dio,f li che dopo l'v-
niuerfal Diluuio,rinchiulè in fegno e teflimonio all'humana pofterità che mai più non fum-
mergerebbe conracquelaterra,lafuadeliberationeneiriRiDE doueèla certezza della fua
immutabile volontà con qucfto Motto neclvaq^vam vltra interhicietvr om-
N I s CARO A Q_v I s. Ecco chc alta & incomparabile origine hebbe lo fpcttacolo delle impre
le. E ben che da molti e molti anni adietro fi fieno ritrouate molte imprefè fenza Mott],e fen-
7a regola , eche da pochi anni inqua molti dottilTimi intelletti habbiano fopra ciò dato con-
uenienti ammaeftramenti, non dimeno ci fi vede manifefta imperfettione la qual forfè di ma
no in mano porrà ridurfi alla fua vera & antica forma, perduta nella longhezza de gli anni e
caduta in vniuerfale dimenticanza , per ciò dalhora in qua,fbno fiate l'imprefe confulàmcnte
vfate come tutte l'altre colè annebbiate dal tempo, tanto per improprietà di figure , quanto
con difconuencuoli fèntimenti e con irregolarità de Motti.
Però fi prepongono da noi per regola cinque capi^quefti da efrereimitati,quella da ellèr
comunemente mantenuta nella elettione delie figure lequali deono rapprelèntare & imitare,
iA NAT vR A, onero
lARTE ,ouero
IL caso, onero
i'hi ST ORI AjOuero
l \ FAVOLA,
Efcludendofi ragioneuolmente qual fi fia figura chimerIca,moflruofà,humana & impropria^Im-
percioche nelle chimere e ne i Mofìri,come difetto , o fuperfluità di natura; non può conue-
neuolmente ritrouarfi veruna certa,e degna fimilitudme di vertuofo & illuflre penfamento ,
fé non fono però chimcrichi e moftruofi gli animi & i defideri degli huomini, defideri (dico)
non d'altra radice produttiche dalvitio e dagli sfrenati appetiti,fimilmente la figura humana
nondebbepcrimprefaaccettarfi,conciofiache grandemente difdica per due ragioni, l'vna
che l'huomo ha proprietà e non fimilitudine con l'altro huomo,perche fono d'vna medefima
fpetie,raltra chc la figura humana farebbe filmata di lineamenti fimilc all'inuctore di eflli im-
prefa,peril chefaria medaglia, oltra di ciò farebbe confufione in deliberare in che attitudine
fi douelTe dipingere,o nuda,o veftita^o dritta, o à giacere,o à federerò in qual fi voglia modo
& habito fi che confonderebbe i riguardanti, & ancora farla di mifìieri di confiderarc fé ha-
ueffeaeffer giouanè, o vecchio, odi mezo tempo,ondeio tengo che più ragioneuolmente
s'haurebbeda admetter la figura chimerica e moflruofa cherhumana,filuoperòlc figure
poetiche,come Marte,Venere,Mercurio,Pallade,Hercole,efimili.Parimente non è da accet-
tar per imprefa figure d'improprietà e fuori dcll'habito loro ordinario,come Saturno con vn
Martello in luogo di falce, Gioue con vn baleftro in vece di fulmine Marte con vno fpiedo in
cambio di Framea,Apollo con vna Fromba in luogo dell arco e del Turcaflb. Mercurio con
vn boccale in mano e non col caduceo. Nettuno con vna sferza e non col tridente , Pallade
con la ronca e non col lo feudo ài Medufa , Bacco con vna lanterna e non col Tirfò , Hercole
con fpada e brocchiere e non con la mazza. Amore fbendato con vno archibugio e non con
arco e flrali. le qual improprietà fanno ancora improprii i difegni de gli animi noflri .
E ancora la verità che molte figure fono tenute per imprefe che non conuengono , delle quali ì
miglior propofito parlaremo , douendo io per hora feguir con la regola propofta^ quale defi-
nitione
DELLA PROPRIETÀ
nìtione più conforme dar fi debba alla Imprcfa vera e propria , perche varii fono degli huo-
mini i parcri,per onde giudico colà gioueuole fé pongo qui in fcritto tutte le definitioni lequa
li molti belli intelletti (limano per buone e per neceffarie^ancora che con diuerfi generi a vna
(bla conclufionc concorrino . la prima è che .
l'i M p R E s A fìa imagine di quanto altri honoratamente dileguano , Altri che
x'i M p R E s A fìa vna elprclfione d'honefto e lodeuole delidcrio , Altri che
X I M p R E s A Ila concetto,o,penficro di quanto fi dee ben operare . Altri che
x'i M p R E s A fia vn propofito di conièguir con l'opere honore e laude , Altri che
XI M p R E s A fia inditio d'animo vertuofo e nobile , Altri che
x'i M p A E s A fia fcgno di concetto il quale è nell'anima .
molte altre definitioni potrei fcriuere pur volte & intente à vn medefimo fine . Imperò è ben
d'auertire che chi vuol definire qual fi voglia cofa , primamente conolcer dee ciò che fia la
flefia cola , fccondariamente quaJe attione habbia . terzo fé la cofa è fra quelle c'hanno le ve-
re definitioni^o no . e per quelle tre vie l'intelletto ficuramente camina , quando però la cola
la qual fi ha da definire fia di quelle che equiuoche fono , o che dall'arte procedono e non fi
polla dire che fieno fuftantiali . fa di mifiieri trouarle il genere lecódo il fuggetto. E per quan
to dice Ariftotile nel lècondo della Fifica al tefto primo,fi dee l'equiuoco definire diuerfamen
te da quella cofa che è vniuoca fuftantia , con ciò fia c'habbiano infieme diuerfa conclufionc .
per il che Ariftotile volle dare all'anima due definitioni, vna per via di materia per allargor la
ilrada alle potentie dell'anima , per ciò fi compiacque di dire chel corpo naturale organico è
materia nella quale l'anima è riceuta. l'altra per la forma ciò è che l'Anima è principio forma-
• !e . chi dirà adunq,- che l'imprefii fia atto formale ? ninno per certo , o :, vero chi dirà che non
iìa voce equiuoca ? ninno per certo . & accio quella differentia fi chiarifca,vcniamo all'e'fem-
pio , e diciamo chel palazzo, o quadrato , o , triangolare o,quadrangolare, o,circolare,o,
di qual altra figura fia, eflendo cofa dell'artificio, fi definirà per le fue parti che concorrono
necelfariamente e materialmente à coraponerlo, ciò è il palazzo è vn componimento di pie-
tra e di calcina e d'altre cofe per commodamente habitarlo • parimente fi definirebbe ogni al
tro edifitio di qual fi volelfe altra materia comporto. E ben dice Auerroencl capitolo delle
definitioni , ciò è che delle colè artifitiah , prima s'appone la materia fccondariamente la for-
ma . do vn altro elTcmpio , vedendofi vna figura ben dipinta,fi definirebbe elfcre vn compo-
nimento de varii colon e d'ombre con profpettiue rapprelèntando qualche cofaeflentiale.
Perche in vero le cofe d'artifitio fono componimento a beneplacito dell'artefice, che compo-
nendo , fi preuale della figura in concetto , e dell'ordine in effetto . per il che nelle cofe artifi-
tiolc non fi può ritrouare il genere cheformalmene confenfca col fuggetto. Lc?gafi Giouan-
ni grammatico nel primo della pofteriora & Ariftotile nel lettimo della Metafifica , e Platone
nel Cratilo, per quefte cofi chiare ragioni , note à coloro che fanno ,• fi dee definire l'Imprefa ,
come inuentione rapprelèntata dall'Artefitio, & è tale la definitione , l'i m ? r e s a . è compo
nimento di figura e di motto rapprefentando vertuofòc magnanimo difegno . fi dice compo
nimento in luogo di genere,o,di predicato, fecondo che fi richiede a fuggetti dell'artifitio . fi
dice poi di figura perche in ella fi ritruoua la fòmiglianza per la quale f\ fcuopre la intentione
di colui che pubfica la ftefla figura per iMPRESA.fi dice di motto che è vn parlar breue & al-
quanto fcuro con fènlbconferrente alla particolarquahtà della ftcffa figura, di cui è anima
particolare , fi dice ancora,rapprelèntando virtuolb e magnanimo difegno in luogo di forma
che fpecifica la vera e vitale proprietà dell'Imprcfà . Auertifcafi ancora che la proprietà del-
l'Imprefa debba confiftere in vna lòia figura . e fé più d'una , non palfino le tre , e fc pur fono
piu,neceflàriamente fa di miftieri che à vn fine concorrino, altrimenti non farebbe propria e
vera Imprefi . Lo effempio del concorrere infieme è quefto,cio è l'Imprefa dell'Abbate trin-
cherò , fono cinq; Grui le quafi per paura dell'Aquile, coftrette di paffare fòpra i monti doue
l'Aquile hanno i nidi , La matina auante giorno , con vna pietra in bocca per non sfiatare, fi-
curamente paf fimo , & oltra le cinq; Grui vi fono le Montagne e l'Aquile e gh Aquilini sii ni-
di , ne per ciò tale Imprcfa dee efltr tenuta impropria,dinotando douerfi fcmprc tacere maf-
fìmnmcnte in corte de principi, àqueftovn fine mira l'inuentor di cotal imprefa . Vero è
che s'egli fi luffe abbattuto in qualch'altra figura non bifognofa di tante,faria più propria e di
bella vi/ta . Eparimente d'auertire che fi può l'huomo preualere di più figure/ancora che non
concorrino
DELLEIM PRESE. 3^
cotif errino à vn fine,{èrucndo per ornamento,o,uero per luogo .
Confcrmifi finalmente cerni imprcfa regolata, copertamente palelàre qua!fi/Ta bello e gentil
defiderio di operare per acquifto d'im mortai fama,e per lafciar publicato eficmpio d'honora
ta vita in quefto terreno Albergo , a malgrado del tempo e della morte . Si dee adunq; quc-
fìo mirabi'e oggetto chiamar promcffa di vertnofamente operare , ftipulata per il MOTTo,lìgil
lo e teftimonio qiia/ì facramcntale-Onde Ihuomo d'honore che la Tua imprefa in publico met-
te , debbe con ogni Tua forza^ingegno e vigilantia mantenerla, e quantunq, la morte.o qual-
ch'altro irreparabil cafo, la promefTa impeciHe,tuttauia rimane il promettitore non folamen-
te aifoluto del debito, ma legitimamcnte fcufato e grandemente celebrato per merito de con
degno e gradeiiole de/ìderio. Replico per ciò che la vera imprefà celatamente dee contenere
il Ilio generofo fèntimeto,"e quando iìa troppo chiaro,adóbrarlo col MOTTo,e quando fia trop
pò ofcuro difciarirlo col motto, fi perche le cofe difficili à efTèr intefe dilpongcno à magg icr
merito l'Intelletto Se a confcguirle richieggono maggior fatiga , fi ancora che i difegni nobili
e magnifici fuggono e fchifiino la lattantia, perche ie con chiaro fcnfo&in parole gonfie u
palefafle l'altezza dell'animo i fé bene non fuile,- fi ftimarebbe colui arrogante e vantatore;
c]ualita fchifc e noiofè a gli fpiriti generofi & infiammati d'honore . darò quefto eflèmpio, ac-
cadendo bene fpeflb quefti fimiglianti cafi . come dire vn gran Principe commette a qualcun
de fuoi fra i primi della fua corte che faccia \'n tal negotio bifognofo di prudentia e pericolo-
iilfimo di vita , trouandofi chi tal Imprefa fpauenteuole accetta , e dica fignore, io voglio en-
trare in quefto rifico e fc fufìè altretanto pericolo fono in tutti modi per cófeguirlo, ne conof-
co paura . lo confèguifce maconqucivantamenti deroga a luoi meriti, tanto in fommaèla
iattantia alla modefiia & ad ogni virtìi nimica . Vergiamo come Alefiandro magno vfcito di
Hercole e d'Achille, come antenati di fuo Padre Filippo , e ci fua Madre Olimpia , non pre-
giò mai le pruoue accompagnate dalla Iattantia , tacque e fece parlar la pelle del Leone ch'e-
ra fua Imprefa.aramazzato da Hercole nellafelua di Tefaglia.chiamata Nemea.e fi vede la det
ta Imprefa in alcuni riuerfi di medaglie con la telìa del proprio dello ftefiò Aleffandro,eiì
legge chc'lMammealmperadore volfc imitare Aleffandro per lacofonnità del nome, ma
auante ch'io più parli della proprietà delle Imprefc è neceffario che io della natura de Motti
ragioni . Alcuni credono & hanno in Icritto pofto la lor credulità ,• tenendo che quefia voce
MOTTO habbia dependenza e deriuatione e con gli Argani fi sforzano di far deriuar la detta
voce , dicendo che motto vien dal verbo m^ìveo e che non è da fcriuerlo con dui, 1 1, cofi figni
ficarebbe moto , fenfo lonraniiìimo da quello che fignifica motto . la qual deriuatione io non
accetto.fi perche ncn ha fondamento di ragione,fi ancora per hauer noi nella lingua tolcana
quafi tutte le parole che non deriuano e quelle che deriuano , fono per la maggior parte fti-
racchiate come fopra la voce Imprefa , à longo s'è ragionato , adunq,- motto non vien da mo
ueo verbo latino , malTimamente fignificando di fua proprietà vn fenfo con imperfetta teftu-
ra di parole c'hanno dell'ofcurconde qual bora s'elprime qualche concetto,dolcemente mor
dace & arsutamcnte graue, e agli afcoltanti Ibmmamcnte accetto e giocondo . Li Tofcani da
motto , dicono motteggiare , ma quando fi pronontiano alcune parole che ridicolofamente
fiancheggiano, fi chiamanoB vrl a giambo, & in latino fi dicono argvtiae facetiae,
quanto poi diciamo in noftra lingua ciachiarone , ciarlone, frappatore, in latino fi dice
DiCAx , vERBos vs , scvRRA . piu oltre c d'aucrtitc , accioche in tutto fi fappia la natura di que-
fra voce , laquale veramente dee effere di poche parole , ma viuaci e pronte, onde i Latini di-
cono per motto , fcftiuus , vrbanus, cofi con propofito e con leggiadria è vfito per particola-
re anima delle Imprefe , è anco ben da fipere che l'inotto è differente dalla Burla e dal giam-
bo perche il motto ( come fi è detto) e di poche parole,e d'una alle volte,ma la burla el giam-
bo poffono elfere di molte parole e di lungo ragionamento .
Si truoua fimilmente certe openioni per le quali aìfermano alcuni che I'motto dependa dal ver-
bo MVTio , is . verbo latino , che Ita per dire tacendo , e terentio fé ne preuale , ma tali ope-
nioni efcano molto fuori del feminato, perche altra pronontia ha mvto,& altra motto , e fi ri-
lolua ogni bel giuditio non effer pofsibile che motto deriui fé non voliamo far coidenti , co-
me fa il calzolaio col cuoio .
Farmi ancora di molto giouamento, fc mi pongo à palefare altri diuerfi pareri fopra che colà fia
il MOTTO 3 vogliono certi di penetratiua Ipeculatione che comma parola greca & i Latini la di-
cono
DELLAPROPRIETA
cono INCISO fi;t MOTTOjiJ cui/entimento èrinchiufb in vno no cópito numero di flJabe, fèccn
do il Filofbfo , onde èpartc di membro. Altri tengono ch'iNciso fia vn termine fra le paroie
e le fillabe , alcuni fra parole e parola , o ver fra membro e membro del Periodo che vuol dir
circuito , o vero membro dell'oratione . Altri ftimano che'l motto iìa periodo onde è perfet-
to il fenfo . E di più periodijchel'latino chiama claulble ancora , fi compongono k orarioni, o
nel genere dimoftratiuo,o,deliberatiuo,o,giuditiale .
Ariftotile nel terzo della Retorica a Tcodetto conferma il Periodo effere una compofitionc la-
qualc efla per fé fteffa ha principio e fine Se ha una mediocre sranc'czza, e cotale ccmpofìtio-
nc è dolce , e chiara , dolce perche fa attento e grato IVditore , fempre afpettando di vdir cc-
fe nuouecon qualche determinatione.cchiara,o,verlucida;pc'n-heagcuolmenteènc!la me-
moria confcruata . fimilmcnte non deggio in quello rimaner di dire il periodo o,cii\uito in-
tcnderfi in due modi,runo quando è comporto di più m.cinbra , l'altro è detto Supino . ciò è
d'un membro , rifbluendo il Filolòfo di confermare chel circuito fé e troppo longo/ende fa-
fìidio à ciafcuno , fé è troppo breue non è circuito . once fa precipitare gli vditori perla qual
cofa (limo chel motto non poffa eflere circuito lupino, perche fc bene il Filcfofb ha pofta co-
tal difbntione , fi è rifbluto chel lupino non fia circuito cffendo d'una p.ìrola. fc però non fuC-
fc hebraica con ciò fia cofa che gli hebrei habbiano quafi infinite parole lequali hanno vinti ,
trenta e quaranta fignificati .
Trouanfi altri bell'ingegni i quali filmano l'oratione pendente,o,vero conuoluta , poter con ra-
gione vfarfi pcrMOTTo/ondandcfi nella autorità d'Arifotile il qual dice pur nel terzo libro
della Retorica chel'oratione pendente è parte di d i t i r a r e o . il onalec di numero fafico ,
ritrouato da Ditirambo fcrittor Tebano, ScHoratiofiè preualfb fpelfo di quefio numero
quando dice.
lAM SATIS TERRIS, O, VCrO .
svTER AVDACEs. Ic quali parti di Ditirambo potrebbero fcriuere per motto, ma quefie par
ti che fi chiamano orationi pendenti feguitando le altri parti inficme vnite , rendono la ora-
tione perfetta & il fcnlb aflbiuto, il motto però non è obligato à fcguir altre parti,ma con im-
perfettiore di parolCjOjUero con difcttOjContiene perfetto il fuo fentimento , fi che non può
dirfi che fia orationc pendente .
Altri ch'ingegnofamentepenetrano.s'arrificano di dire ch'orni propofitionedell'Entimena po-
trebbe cJfer motto, la ragione detta della oratione pendente fa che la propofitione dell'Enti-
mema , feguitando l'altre prcpofitioni , non poilòno in modo veruno feruir per motto . con-
fcrmifi per ciò il motto non poter effere inciso perche non diftingue nefilbbeneparcle.nó
è PERIODO , o circuitOjO,claul"ula,perchee di poche parole hcr col verbo hor lenza, el più del-
le volte è di due e ben lòuentc d'una.non è svpino perche il motto e da le ficflb.non effendo,
membro d'orationCjOltreà quel più che fi è detto, non èon-iticne pendente ne proposi no-
NE d'Entimema per quanto con ragione ii è fatto toccar con mano .
Veggiamoinvkimo quello che lo Alunno ingegnoflimente e giuditiofijmente ne fcriue nelli-
bro delle ricchezze della lingua noftra italiana, vuole egli che la natura de • otti fiafimile
alle Pecore che mordono e non fan male, ciò è che mordono ma non già come i cani perche
il V o^To non farebbe motto/c noccffe,ma farebbe più tofio villania. fi truoua per ciò che fra
perlbneingegnofeedifcretefi fogliono vfàreÌMOTTi lerifaelfcfieggiar conuerfeuolc cper
quello fi fuol dire il tal giovine è piaceuole accofiumato e pieno de motti. f-mi!mcte i motti
fogliono effere fra dolci ragionamenti afibmigliati à fiori di primauera . a prati verdeggian-
ti & alle ftelle del cielo , e di più che fempre i motti conuertono il cruccio in rifo e lo fdcgno
in piaceuolezza , fimno ancora manifefta teflimonianza de bei giudicii de pronti ingegni , di
gratiofe nature , e di vere & appropriate dottrine , di chi però fa bene vlarli . Vuole parimen
ti l'Alunno (& in quefio di lunga s'inganna) chel m->tto fia fchcrzo, concio fia colà vera-
mente che lo SCHERZO fia de latti follazzeuoli ,el motto di parole gioconde & ingegnofè,e
che ciò fia vcro^fi confideri vn prouerbio vfitato in Tofcana , ciò è non scherzar che doglia
NE motteggiar DEL VERO . E fen ben fi penfa , à pochi è concerta la felicità del motteggiare,
cffendo cofa certifsima che il motto fi gurta fra le perfone nobili congregate à fefteggiarc do-
ue fieno belliffimc donne &huominifapientilfimi, e di conuerfatione honertae fincera.di
moka confblatione è mcdciìmamente il motteggiare con grauita e più poi fra perfone
Illuftri
DELLEIMPRESE 33
illufori principi fuppremi de quali C\ potrebbe recitare qualche cofa , mi s'entrarla in mate-
ria tanto grata che ci farebbe dimenticare il fine di quefto trattato , conucnendomi , niadì-
mamente dire ancora come,fpefro fi vfi il m o t t o tentatiuo e per prcpolia e per riipofta , e
ne dirò pur qualcuno, in Roma nel tempo dicivLio cesare nel principio della fiia ac-
quiftata grandezza , volfe per dar quieto trattenimento al mutato gouerno , che i primi cit-
tadini fi congregaffero in vn luogo deputato per trapaflfar tempo , ma che altro non fi tacefle
fé non ragionamenti piaceuoli con argutie è con motti . occorlè , radunati vn giorno , ch'vn
cittadmo eflendo fiato tardi, trouò occupati i luoghi,onde cgh guardando attorno oue potef^
fé ponerfi à federe.M.Tullio motteggiando diife, le haueffi luogo ti riceucrei , gh riipoìèfubi
to,marauigliomi, o Cicerone,eirendo tu fofito di federe in due fedie . L'altro giorno cóparie
vn'altro cittadino detto EuangeIo,dipintore celebratiflìmo menando fcco dui figliuolini fuoi
molto deformi.onde gh fu detto perche dipingi^Euangelo,fi bene e produci HgliuoH fi brut-
ti?rifpofe perche dipingo al chiaro , e ficco al buio , molti altri motti mi ibuengono , imperò
quella piaceuolezza mi trafportarcbbe a longo .
Penfo dopo ciò è,ch'a propofito fia, poi che li e ragionato che cola fia m o t r o , di confiderare
come meglio pofia vfarfi il modo di cfprimerlo , o , col verbo , o , lenza , e fc col verbo , o
perfonale , o , imperlònale , ciò e , o di prima , o di feconda , o , di terza pcriona , fé lènza
verbo , miriamo pure quanto ben confuona plvs vltra. parimente avtcvm hoc
AVT IN HOC. fenfi veramente d'incomparabile grauità , il primo conferente alle due co-
lonne ABiLA E CALPE. Impi'efa di Cai'lo Quiuto gloriofa memoria . il fecondo allo feu-
do Ipartano, Imprefa del gran Mracheiè diPelcarail vecchio. Di molti altri perlònaggi
potrene adduregfieffempi, malfimamente il Ramo d'oro, Imprefa del gran Duca di Tol-.
cana col motto vno awlso, e quello della diuina memoria di Papa Clemente Setti-
mo col motto e a N D 'ì R I E L E s V s. in fomma di quefia maniera i motti fjauifsimamente
confuonano . Veggafi però fc cofi addolcifce l'orecchie il motto col verbo folo in terza pcr-
iona. come fu quello nell'imprefa dell'Elefante dell'inuitto martire Heflor Baglione, cioè
NASCETVR. il qual motto veramente alla naturai particolarità dell'Elefante mirabilmente
conferifce comò poco adietro fie elfemplincato ma pochiiTimi le ne truouano fimighanti, con
tutto ciò fé i Motti poteficro tutti farfi lènza verbo e con due parole,iarebbe gufto incompa-
rabile all'occhio & allo IntellettoJmpercioche non olcurità e non chiarezza concengeno. tut-
tauia le intentioni e le elettioni delle figure non fono tali fi che non fi poiTino fare i Mot-
ti tutti e con più parole e con verbi d'ogni perfona e d'ogni articolo^deueii per ciò vfarci con-
(ìderatione e diligentia grande . quefto è il parer mio , nientedimeno mi rimetto à più inten-
denti di me & a i più giuditiofi in quefto fuggctto •
La varietà delle openioni mi ta ancor dire in qual lingua vengono i Motti meglio efprefll.
Io per la notitia hauta di qualche lingua , giudico la Spagnuola douere a tutte le altre prepo-
nerfi,dico ne i Motti amatorii , ne i feftiui e giocondi la Tofcana , ne i Motti feueri la Todef-
ca, neivezzofila Francefe,ne i fimulati la Greca,& in tutte le fpetie veramente la Latina,
malTimamente ne i concettigraui. fono però Alcuni i quali hanno vfatala linguaHebrea
e per quel poco ch'io ne fo giudicare , la prepongo a tutte le altre con due ragioni . vna che
fi può interpretare con molti e molti fenfi diuerfi , la feconda ch'ogni concetto potrebbe ef-
fere efprelfo facilmente e fpiegato con vna fola parola , mi rifoluo però che più lecito fia
quando vna natione fi preuale della fua natia fauella che dell'altrui . ho bene io conofciuti
molti i quali fi fono preualfi della lingua Greca & Hebrea nello attribuirfi alcun fenfo ài
qualche iattantia s'in noftra hngua fi fuftè (piegato, per quefto dee ciafcuno penlàrbenefi
che non pofla eflèr mordutononda modefticheben confiderano, ma fi bene dagli indif-
creti che truouano il nodo nel gionco el fetore nel mofco . Vero è ( come s'è intefb ; ch'ulàr
diligentia e giuditio fi dee in elegerfi Imprefa fi , che non {ì vada tanto alto ch'occorra come
a Fetonte e non fi baflb che fi polfa à fomigliare alla Talpa . Ho detto quanto ho faputo lòpra
le qualità del Motto .
E bora da vedere nel feruigio della Proprietà delle Imprefè perche i m otti non pollino ne
debbano elTer s e n t e t i e ciò è ne morali ne legali . non proverbi! non interro-
CATIONI, non PRECETTI, non enigmi, conciofia che l'Imprefe con fimiglianti Motti
ópoflìno per ragion veruna hauere del jpprio, e del perfettOjConie lì moftrarà^nepoflino ia
DELLA PROPRIETÀ
modo alcuno haiiere vna certa vera conferenza infieme. però è neceffario di trattare fopra
più fòrti di {er tcntie , eflt ndo la verità che quelle le quali loro di lèntimcr.ro faciiiirimo e ci
coinmune ifiitutionee documento à cjafcuno, di nulla conferir pof]òi:o con la proprietà
delle Imprcfc, iìmilmentc con effe non conuengono in luoghi de Motti l'altre cofe nomi-
nate poco di fopra , delle quali fententie , prouerbii , interrogationi , precetti , & enigmi fo-
no io in procinto di ragionare , perfuadcndcmi c'habbia da elìbr di molto giouamento fape-
re quanto fieno iMotti^ditferenti dalle propofte fententie «Scaltre ifUtutioni fudette, pere-
quai cofi potranno i defìderofì di cotale fpettacolo fìcurameute eleggerli le figure , dei
Motti fenza rcprenfone ragioneuole, e fé in quello particolar trattato parerò a qualcuno
lonf^o e fiflidiofo , io mi contento di non poter parere fouerchio e vano ,
Primieramente fèguitarcmo Arifìotile ilquaìe fcriue nella retorica ad Aleffandro magno che
lafcntcntiaè vna dichiaratione diqualfì voglia openione communemente ofreruabile,&
accioche ben s'intenda , dico lo ftcflb Filofbfo volere che fieno due modi di sententib
l'uno credibile l'altro incredibile, e qui fi comincia à comprendere che i Motti non hanno
quefii dui termini, il credibile è quando vna cofa fi crede lenza che l'animo fìa Itimulato a ri-
cercarne le cagioni , onde quietamente fi crede quanto non fi fa .
L'incredibile è quanto fi può far credere,o,per autorità,o,per noritia.fe per autorità non fi cerca
le cagioni , fc per notitia , con poche parole fi deono fpiegare le fiefiè cagioni :, fuggendofi la
loqu^acità e tollcndofi la incredulità; voci dello ftelìò Filofòfo . il quale conferma effere ve-
ro che il più delle volte la loquacità e la incredulità fono rinchiufe nell'Entimema. Imperò
(e fi dice quanto e credibile (come fi e detto) non fa bifògno di addurre le cagioni, ba-
llando la credenza , bene è vero che le cofe incredibili doue la ragion naturale non arriua ,
per fede fi credono e gratamente fodisfanno & è proprietà gratiofàdelCnftiano. Diremo
adunque. Le fententie elfer quelle , le quali allegate ; fi confi"cntano e confcrmrno con le co-
fe prefènti iftituendo & ammaeftrando , e commandando . Imperò i Motti delle Imprefe prò
mettono la perfettione dell'opere che particolarmente hanno da effer fatte nella proprietà
delle Imprefe le fententie parimenti le ben fono quafi infinite, nientedimeno mo'.tefeneiP
primono che non concludono, nonperfuadono,non cifruadonoenon comandano, ma
danno auertimento con conditione , come le io dicelTia vno amico, se tv vai a
ROMA POTRESTI ESSER CARDINALE cuefle fiiiiili fcutentie fono che
non concludono non perfuadono , non comandano , ma auertifcono . Per il che Arifiotile
chiama sententie quelle le quali vengono dalla naturalo, dal referimento, o, ve-
ro dalla fimilitudine.
Dalla natura e quando diremo ch'vno ignorante non deuene può effere Im.pcradore . ma
l'hucmo prudente che con gli efiempi delle cofe paffate ordina le prcfcnti , può è dee effere
Impcradore •
Dal referimcnto vien quefla fcntentia ciò è .
più acerba cofa e veder punito un robbatorc occulto cl/un ladrone manifefto .
Dalla fimilitudine vien quell'altra ciò è .
,^ Vn che robba danari dee effer cafligato come vn traditore della Citta .
Quella proprietà di fententie prepone il Filofòib il quale vuole fimilmente nella fua poetica
che la lententia debba explicare le cole ragioneuoli, flringcndo il dottore el giudice à pro-
nontiare le fententie, ma quelle però che vengono à effere dimezo fra l'Attore el Reo,
Vuole ancora lo fleffo Filofofo nel nominato fuo libro che la lententia fia quel proprio nelle
parole che è l'attione nella fauola . dico per effempio che la fauola d'Achille , fu la f uà Ira per
Liquale ne fucceffe l'attione . e dell'attiene lo fleffo Filofofo pone due caule , vna è la fenten-
tia , l'altra il coflume il quale opera quello à cui l'animo l'ifliga, ancora dico la fententia effer
nella ch'apre e dichiara la mente de fhuolatori , ci coflume è l'effetto degno di laude , o , uer
ibiafmo. confiderata adunque la natura delle ^narrate fententie, nulla per certo hanno
da far co i Motti delle Imprefe.confermando le fententie hauer fenfò commune e chiara ifli-
tutione,&i motti contengono priuato fentimento&anco da ogniuno nonintefb.
e come i motti de quali habbiamo ragionato ; lèruono neceffariamente alla propri-
età delle Imprefe, vero cibo del buon giuditio cofi le fententie morali e legali lònopro-
oontiate e fcritte per communi ammaeflramenti & auertiraenti ,- onde non conuengano alle
Imprelè
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DELLEIMPRESE, 34
Imprefe vere e proprie, comedi ciò più appieno ne parlaremo . efcludendofì però dalle
fudettefencentie quelle de Matematici perche non fono ad illitutionc della vita ciuile, co-
me dire .
„ Ogni torto è contrario al dritto .
„ Leuandolì dal eguale . lo eguale , cloche refla è eguale.
3, parimente tutte le linee tratte dal centro alla circonfcrentia,fbno eguali , molte altre limili ne
potrei addurre delle quah il Filolbtb morale non ne tien conto,e per Motti ancora quelle non
fono à propolìto,auenga che nel numero dell'Imprefe dell'Acadcmia degli Affidati fé ne veg
ga vna di Silueflro Bottigella,ch'inquanto allo iftromento della pialla,figura della Tua Impre-
fa,& in quanto al motto nò lì può dire che non lìa vera,e non fia propria Imprefà come fi ve-
drà nella lija Inrerprctatione fé bene il motto ha Icnfo di dritto e di torto. Ritorno anco à di-
re ( non parendomi di tralafciarcofiprefto quella materia) delle Icntcntie, per chiarire in
tutto come fieno dilfimililfime da Motti ; ellendo vero che il Filolofo chiama Icntcntie quelle
che annontiano le colè da ellcr elette e reguitatc,o,vcro da eflere riculate , e conferma chela
fentcntia dee per quanto fi puòjeffcr breuc,intelligibjle e d'Autorità . Replico che le fcnten-
dc (per quanto ii è ragionato ; altre fono eipreflè lènza chiarirle con la notida delle cagioni ,
altre richieggono la notitia delle cagioni per effempio diremo.
35 Non è chi felice fia mai in tutte le cofe perche fi pruoua e fi vede .
3, quefla altra,cio è niuno huomo è veramente libero,richiede la notitia della cagione per quan
to c'infegna il Filoiofo,con ciò fia cola che egli ferua per obligo naturale alla famiglia & a cafi.
Io con tutto quePio non voglio entrare nella diftintione delle quattro fpetie di lèntentie come
ci mofira il Filofofo perche mi farla di miftiero farne vn mezo volume, la qual cofa ritrouan-
dofi megliormente detta & infegnata dal Filofofo,non fi dee peggiormente recicrrla . Dopo
quefto fé ben io non penfo d'entrare nella diftintione^come ho detto^nondimeno perche non
rimanga quella poca materia ftroppiata,dirò di più iècondo il recitato Filofofo eifer la natura
delle fcntentie morali & inftitutorie hora nò bi{ognofa,di ragione, bora bifognofa di ragione
con dimoflratione.per la qual cofa aliai meglio fi potrà cófidcrare la diuerfità de Motti e del-
le fententie . Vero è che le cofe di marauiglia e foprhumane , eipreffe per ordine di fententie ,
non fono bifognofe di ragione ne di dimollratione perche quelli dui ter.Tiini tanto altamente
non arriuano.Ecco l'eflempio di elfe fententie .
3, Il bene Ilare è cofa preilantiflima agli huomini.
quefta però non è biiògnofa di ragione . L'altra
3, Niuno è amatore che fempre non ami .
quella parimenti non è bifogneuole di ragione e di dimofiratìone perche veramente chi ne
ricercalfe la ragione,farebbe in tutto llolto,concludafi adunque la fententia douere eficr chia
ra e brcue e l'Entimema longo ofcuro & vno aggregato di caule che fpecitìcano i fcnfi con
longhczza e con confufione.alcuniperò (limano che l'Entimema fia vn'argum.ento pieno di
fententie che fra fé ftefsi in vn certo modo repugnano .
Platone nel Teetete,vuole che la fapientia fia caufa della vera openione d'intorno alle cofe, e
chel'ignorantiafia caufa d'ogni falfita . Vuole ancora che gli huomini nonpoflìno lèmpre
hauere openion vera . ne polfmo fempre hauere openion falfa . per la qual cofa prepone
quella lentcntia ciò è
3, L'huomo eller mifura di tutte le cole .
à quefta fententia molti credono,e molti non credono , adunque farà falfa e non fallà,e per-
che più fono che per falfa la tengono , potremo dire ( come è vero ) che più fono gli ignoran-
ti che i faui,e fé i più la tengon per falla comeignoranti,confeffar doniamo che taffcnìiétia fia
vera poi che i pochi nò la tégono,come faui,per falfà.vero è che dicédo il diuin Filofofo effer
l'huomo mifura delle cofe,in tenerla per vera fa di raiftieri di prouarla con ragione e con di-
moftratione,o,vero ftarne alla relatione defapienti che pochi fé fé ne truouano .
Vfa fimilmente Platone,quefta altra lèntentia nel dialogo del fofilla ciò è
'jj L'arte del contradire può ridurre ogni cofa in controuerfia ;
Comprendafi per ciò la natura della lèntentia , accioche poffiamocon ragione tener per
certo non hauer con i Motti conformità , i quali non riccheggono ragione, o , dimollratione
ma giuditio , ritorniamo à parlar hora dell'arte che può ridurre ogni cofa in controuerfia ^
I a
DELLAPROPRIETA
può per certo ridurre in difputa ogni qualunche conclufione , Imperò fcoprendofi con raglo
ne i luoi termini , f\ ridurrà à cedere al vero . Nel medefìmo libro Platone fpiana quefta altra
fententia , Niuno può fapere il tutto ,
E ben fententiò .Platone pure ha bilbgno di ragione laquale è ch'a Dio Iblo s'attribuifcc la fcien
tia del tutto il quale è fcrrmo bene & in comprenfìbile làpientia.voglio recitar ancora quefta
,, altra fententia contenuta nel citato dialogo, ciò è l'arte imitatoria faognicofa, e quefta ha
bifogno di ragione la quale è che non potendofì viuere lènza l'arte , l'Artefice dee fapere che
(ìa imitatione , e nel fàpcrla gli bilbgna hauere fcientia^fenza laquale non può perfettamente
operare . e fé pur fa bene , ciò fa ignorantemente per pratica . fi legge nel dialogo del fom-
^ mo bene quefta altra belliifima fententia ciò è fra le cole finite è di mezo la fapientia , fra l'in-
finite non è ragione . le finite f] prendono per la perf cttione delle cofe lotto le feconde cagio-
ni . le infinite in due modi fi pofìono confiderare , l'uno e Dio la cui potenria è infinita , doue
non penetra la ragione onde non fé ne può hauer notitia , l'altro Ci può intendere per la cola
imperfetta naturale , quefta diuerfità di fèntentie ho io voluto fpiegare per condurmi alla cer
tezza di quanto fieno le fèntentie dal Motto differenti .
Nel dialogo del voto fi legge ancor quefta fententia ciò è
,, Non conuenire lo accettar profuntuolàmente le cofe offerte.
con ciò fia che qucfla fententia ammonifca chi non vuol mancar di ciuile generosità, efiendo
vero quel prouerbio vfitato ciò è l'offerire è cortei ìa e l'accettare è villania . E chi non vede e
non conofce come tutti i recitati modi delle fèntentie ci certifichinola loro facilità in ef fere
intefe per la qual facilita fono da motti lungamente dilfimili <"
Voglio ancora per la dolcezza di quefta materia con breuità preualermi d'alcune fèntentie di
M. Tullio accioche le molte autorità degli Icrittori illuft ri \'aglino à perfuadere ch'i Motti no
fono ne poflbno eflère fèntentie di quella nvitura che fi è narrato . Tullio nelli Topici pone la
fententia detto Entimema come argumento imperfetto , per eHcmpio diremo . l' h v o m o e
svsTANTiA adunque l'animal e svstantia.c vcpa quefta fententia , ma è d'un di-
re imperfetto, e per effer parte d'Entimema però Tullio vuole che lo ftelfo Entimema fia fcn-.
tentia imperfetta , ma perche il Motto è imperfetto di parole, non per quefto direm o che fia
Entimema , con tutto ciò Tullio nel mi. libro ad Herennio , fpiana quefta dennitione della .
fententia, ciò è che ella fia vna oratione attribuita agli ammaeftramenti della vita humana l.i-
cjuale oratione dimoftra che cofa fia,o,quel ch'effer bifogna in regola della fkifa humana con
ditione.palefà ancor Tullio quefta altra fententia , ciò è
,, Dificil colà è a colui riverir la virtv ilqualfèruavillo Abufojetalfenfoèpurtroppoacia-
fcunmanifefto, diccqueftaaltra,
5, Non è meno bifognofò colui che ha poco che colui achi no balla il troppo , volendo inferi-
re la miferia& infelicità di coloro che perrobbaviuono Icmpice muoiono in continua in-
quietezza & in penofiffima Angonia onde farebbe lecito di farli f cntare co in coir portabile
mendicanzd , parmi conueneuole di non ftendermi più nella autorità di Tullio , e quantun-
che io di ciò habbia ragionato bafteuolmente,nondimeno fenza ch'io precipiti nel ibuerchio,
mi contento di preualermi in quello fuggetto ancor di Quintiliano il quale ftima l'Entime-
3, ma effer ogni fententia & ogni attione della mente onde fi confiderano diuerfè cofe . Per ciò
5, elfo nell'ottauo delle fue iftitutioni dice che gli antichi chiamauano fentétia quato nell'animo
fentiuano, il che ne feguirebbe che il Motto fuffe fententia e quefto per le allegate ragioni
effer non puote , conferma medefimamente le fèntentie aiTomiglJarfi a configli & à decreti ,
la qual cofà effendo à benefitio publico , diremo che fono da niotti diuerfe . 'Quintiliano fi-
milmente confrontandofi con M. Tullio nella legge Cornelia, moftra le leggi cffere fèn-
tentie e le fèntentie leggi in amaeftramento commune. finalmente le fèntentie"; fecondo al-
cuni fi prendono in due maniere , vna che viene dalla natura , l'altra dalla Autorità fcritta ,
e pofta in confuetudine da i fuperiori. Dalla natura è quando l'huomo per naturai prudentia
& innata bontà finceramente opera e prudentemente ammaeftra onde egli per naturai virtù
non può preuaricare . la legge fcritta poi è quella laquale è pertinenti à cafi,o,ciuiIi, o,crimi-
nali da Giudici rettamente effaminati e fententiati bora al caftigo & bora al premio.fi accetta
ancora che le fèmplici parole fieno veramente tenute per fèntentie , le quali parole fono que-
.' fte agguifa di auertimenti ciò e patisci , astienti , vivi, cvARr>ATi,e credono alcuni che pof-
fano
DELLEIMPRESE. 5j^
fano feruire per Motto, ma non è da crederlo , con ciò fia cofa che cotali parole habbiano
forma de precetti.
Io perciò vo dubitando ch'altri non fi compiaccino per hauer io già fatto troppo longo difcor-
fo intorno alla varietà delle fpcticdi tante fentenue, perche forfè pccho trattato di eflèba-
ftaua in moUrar che li Motti non Cono fèntentie delle fudette fpetie. rifpondo con buona era-
tia loro non edere io ftato louerchio nell'autorità de buoniifimi Autori , e nell'obligo che mi
fìringe a dimoftrar la diueriìtà delle lèntcntie le quali rimarranno in confideratione di colo-
ro che vorranno fcoprirfi nel generofo fpettacolo delle Imprefe, vfando accortezza, diligen-
tia e giuditio nella elettione delle figure e nel ben conformarle co i Motti, hauendo ben com-
prclb che cola fia Motto e che fententia, con tutto ciò nalcendomi qualche dubio nell'animo,
dicendo io il Motto non elfer fententia per le viuue fbpranarrate ragioni , veggo dubitando
potermifi fare vn'aifronto da qualcuno con quefio prefentc argumcnto ciò è
3, Quanto fi pronontia e fi fcriue ha la fua fententia .
3, Tutte le parole fi pronontiano,o,iì fcriuono
j. Adunque il Motto che fi pronotia e fi fcriue e fententia
Voglio di buon cuore accettar fimigliante argomento tenédolo per buono e per bello.nien-
tedimcno^veggiamo come chiaramente io mi fia fin qui fatto intendere, Imperciochecon
faldo fondamento hauendo io trattato del Motto,ho fcoperto il Motto effer di tefiura di po-
chiffimc parole el più delle volte di trc^o di due,e bene fpelfo d'vna e di raro con il verbo,per
il che contiene iilèntimentoofcuro ma non ofcuriflim.o. nellilènfi amorofiè pocoofcuro,
ne 1 feftiui è argutamente dubiofb , ne i graui contiene vna certa rifpettofa grauità maflìma-
menre nelle figure delle Imprefe con fentimento particolare e non vniuerfale. Replico anco-
ra che li motti non fono parti, ne membra d'oraticni ne di qual fi fia altro ccmpcniinento di
parole,& è di ienfo particolare aguifa d'anima, & il fenfo èhificrico che ferue a particolar di-
legno di perfone honorate,e lo Iteffo Motto lerue quafi per ifiipulatione di quanto occulta-
mente fi promette nelle vertuofo opere da farfi , per il che è difumile alle diuerfità delle nar-
rate ièntentie.Bifogna parimenti far vedere come Mc-tto non dee efièr Prouerbio, con rio fia
che per quanto Arifl:otile ci infcgna nel fecondo della Retorica a Teodette , il Prouerbio ha
quella propriettà la quale fa teftimonanza delle colè per pruoua e per pubhca voce. Donato
vuole che fia vna fenrentia accommodata alle cofe & à tempi & agh elfempi , & è differente
dalla fententia , perche quefia e in bocca de faui e quello in Éocca d'ogniuno e differente an-
cora dalla fententia , perche è il più delle volte ofcuro, e quando è chiaro ha fpeffe fiate del
volgare . come dire , ama chi t'ama . l'ofcuro è per effempio, ha l'oro tolosano , il robbatore
dei quale cadeua morto dopo hauerlo robbato nel tempio di Tolofa , di che parla M. Tullio
nel primo hbro della natura degli Dei , & Aulogellio al longo ne fcriue Platone vfa i prouer-
bii quafi tutti ofcuri e meglio conluonano in Latino , ciò è homines crassae minervae . ciò è
huomini ignoranti . d diuin Filofofo ancora nel hbro ottauo della Republica dice e a t v l ae
svNTDOMiNis siMiLES, ciò èie cagnuole fono fimihalle loro padrone che fem>pre abbaiano.
pRoDiviT EX EQvo TROIANO , Sc è proucrbio commodo a dar laude à vn caualiero di merito .
imperò noi veggiamo quanto habbiano dello ofcuro per via d'hifioria , o, mctaforica.o,pa-
rabolica,per quefti elfempi e per infiniti altri che fi potrebbero addurre, ageuolmen te lì com
prende qual fia la differentia fra i Motti e fra i prouerbii . ma per darne meglior cofirutto,fèn
za ch'io mi preuaglia d'altri Autori Greci e Latini, voglio dar di mano alla mirabile autorità
del Petrarca d'intorno alla canzone . mai non vo piv cantar come io solea . doue diftinta-
mente fi comprendono le molte fpetie de i prouerbii meiaforici , hiftorici , morali e Poetici .
€ primi .
LI METAFORICI.
^, E già di là dal riopajfato el merlo
Entro lefrondi elvisco ,
Esùfel'alpineua iognì intoro .
GLIHISTORICI.
utlcuno è chi rifponde a chi noi chiama
^Itri chel prega Jt dilegua e fugge , .
E^eroffiipaefeèbHonaflan^,
\t L'irifinit»
35
3»
35
DELLAPROPRIETA
^ LUnJìnìta/peran^a occìde altrui .
L I M O R A L I.
3, Trouerhio ama chi t ama .
3, che conuicn ch'altri impari alle fue fpefe .
3, Quando unfouerchio orgoglio
„ Tvlolte uirtudi in bella donna afconde .
j, y natta dolce e boneflo è gentil co/a ,
j, E in donna amorofa ancor m'aggrada
jj ch'in uijìauada altera e difdegnofa
5. Is^onjuperba , 0 , ritrofa .
jj ^mor regge fuo Impero fen's^ajpada .''
L I P O E T I C I.
Fetonte odo ch'in To cadde e vierio ,
j, ^Itri al giaccio ftflrugge .
fie per ciò tutta la Canzone è altro che poetica in quanto al numero & alla rima , in quanto a
fcnfi con leggiadro artificio ha voluto il Poeta copertamente manifeftare in prouerbii il Tuo
amoroib penfiero , nella cui fudetta canzone più ch'in altra fcrittura ( come fi è fatto vedere)
cauaraflì con molto giouamento la varietà de prouerbii . quelli ancora di SalomoneRe Hipi-
entillfimo fono di diuina interpretatione perche contengono niiftcrii foprhiimani , malfima-
mente fopra la (àpientia , la prudentia , l'inteUigentia e la fcienria, per ilche fi difpone l'anima
alla contemplatione della eterna & incomprenfibile cfTentia di Dio . bnuciido io con brcuità
detto che fia prouerbio , non mi emenderò più à longo.rimanendo noi certificati come anco
i prouerbii non ponno fcruir per Motti alla proprietà delle Imprefc .
Quefta medefima difconuenienza trouaremo nelle interrogationi,o,domandc,quando s'vfalle-
To per Motti , con ciò fia cofii che le fteile domande rendine più certe le opcnioni delle cole
dubie,epcrirchifarrignorantia,&ancoper impetrar fauori e gratie. Ariftotilenel primo
libro degli Elenchi ragiona delle dimande tentatiue , dopo haucr egli moftrato qual diffe-
rentia fia fra l'oratione breue apparente e la fofilHca cauillatoria , ftimando egli la dimanda
tcntatiua prenderfi hora in buona,hora in mala parte.e può vfarfi in mille modi come per ef-
fempio fi può intendere , ciò è Lelio dimanda à vno ignorante che cofa fia cielo , parimente
dimanda à vn nato cieco che cofa fia luce , douendofi credere che tal dimanda tlilfe fatta in
mala parte volendofi l'interrogatore burlar dell'ignorante e diel cieco . Imperò fé l'ignoran-
te el cieco dimandaiTero il dotto e l'illuminato che cofa e cicio,e che cofa e luce, faria diman-
da tentatiua in buona parte, fono ancor dimande tentatiue quelle chefi fanno pcrlàperei
fegreti d'altri,fi fonno in mala parte. & in infinito s'andarebbe fo voleffi fopra ciò eifemplifi-
careàlungo .fi fanno parimenti le dimande dubitatine, ancora che ogni dimanda dubita-
tiua fia tentatiua , ma non ogni tentatila e dubitatiua, con ciò fia chcl dubitare proceda dal-
la diucrfirà dcU'openioni , e però Ci fuole interrogare Ihuomo più fapiente per torre via la du-
bitanza,dopo le dubitatine dimande, vi fono le rationatiue, Imperò fi vede che in modo nin-
no polfono foruir per Motti d'Imprefe .
De precetti mcdefimamente douiamo dir qualche cola per efcluderli fi che in conto alcuno non
s'accettino per Motti , Impercioche li precetti fono fententie lequali promettono, o, pena,o,
premio. la qual cofi viene ordinata parte dalla natura parte'dalla autorità dell'huomo fipicn
te,reggitor di fé fteflb , della Famiglia e della Patria . Per ciò ben fi ippiamo noi il primo e più
importante precetto efler quello che ci fa foguir la virtù e fuggire il vitio . T^ttauia fono più
forti di Precetti ciò è di religione di ragione e di confuetudine , quel di religione è in parte di
ratura.concio fia che ninna cofa (ì truoui laqual non obedifca alla cagione del tutt050,per no
titia,o,per illintonaturalc,equefiaobedientiac religione. Imperò fa più importante parte
di religione vien per diuina gratia la quale ci edifica di dentro e ci correggie di fuori,e quefla
{blamente pertiene à gli fpiriti di notitia e d'immortalità , vera legge da Dio piantata ne i cuo
ri degli huomini. Il precetto di ragione è regola di ciuile e d'honefta profeflìone doue tutte le
arti e tutti ghcffercitii fono fottovnafermaeftabilita moderanza . Quel della confuetu-
dine non è per tutto il medefimo negli Affari communi per la diuerfità de pacfi edclle genti .
Impercioche molte vfanze fono in Germania , in Polonia , in Inghilterra in Vngaria & in al-
tri
DELLEIMPRESE. 35
tre prouincie d'Europa d'Afia e d'Africa le quali fono care à quei paefàni e gioueuoli, che nò
farebbero grate,& vtili à noi, per ilche à propolìto dico le leggi di Minos di Ligurgo di Solo-
ne e d'altri Legislatori , effere Hate apprezzate e mantenute perche hanno prcpofta la regoU
della vita attiuael'obligodella contemplatiua ancora che per loro perpetua infelicità non
haueiTcro il vero lume . Tre cofe però conferuorno vna eia capacità dell'intelligentia huma-
na, l'altra l'habito della difcretionc intorno à cafi, la terza il mantenimento delle autorità fu-
periori . Noi però manteniamo quefti tre ordini j ma appoggiati alla vita contemplatiua e
criftiana per onde è vero e certo , che li noltri Iure confulti hanno laputo affai meglio che gli
antichi,in diflinguere 1 precetti e nfoluere i cafi. e perche le noftre paifioni fono quafi infinite
„ e fra fé rcpugnanti,pcr ciò Platone Icoperfe tutti i mouimenti dell'anima i quali fono,il confi-
j> derarc, il valere,il curare, il penfare, il' configliare, il rallegrare, il dolere, l'hauere ardire, il te
merCjl'odiareJ'amare, il dubitare, quelli cotai mouimenti non offeruano i precetti fé non lì
congiongono con l'intelletto , e l'intelletto non le pone il freno fé non fi congionge con Dio.
Il precetti adunque fono per commune e particolar benefitio, la diuerfità de quali è la natura
ci rendono certiflìmi non poter feruire alla proprietà delle Imprefè , auenga che alcuni hab-
biano vlàto il precetto in fcruitio delle ftelfe imprefè, per effempio diremo hoc fac et vives
fbpra l'imprcfa di Nicolo ftopio vno de i più belli intelletti dell'età noflra. l'altro este dvsces
fopra l'imprefa di Bartolomeo Vitellefchi gentilhuomo de molta dottrina.Del vnico accolti,
SIC CREDE, ne voglio recitarne dell'altri , i quali ( fecondo il parer mio ) non rendono pro-
pria l'imprefa per quanto più apieno intenderalfi. Vedremo bora di parlar deirEnigma,ricor
dandoci però di quanto fé n'è adietro ragionato per la qual cofà brcuemcnte dico l'Enigma
voce greca; eiler quafi della medefima fpetie che è la Cifra jn quanto alla ofcurità de fenfi. in
quanto poi alla diuerfità di poncrli in carte , fono grandemente fra fé differenti . con ciò fìa
che la Cifra con varii punti,numeri,e caratteri d compone e lo Enigma con parole e vocabo
li i quali fignificano con ofcurilfime fimilitudini , lontane da propni fignificati delle flelfe pa
role . il che non mi conuien di replicare per non efferfuperfluo , bafla bene che trattatofì del
la qualità dell'Enigma fi chianfce non poter ne douer fèruire per motto d'imprefe,impercio
che farebbe difetto manifefliilìmo alla proprietà delle fudette imprefe .
DISTINTIONE DELLE IMPRESE,
Lo fpettacolo di quella bella inuentione , poi che fi vede ef&r ridotto quafi nel meritato fìio prc
gio e nella fua debita forma; lecita e neceifaria cofaèdifarlo comparire con la fua mirabile
e riuerita proprietà, fpogliandolo d'afpetti chimerici e di lentimenti lènfuali vani confufie
moftruofi,anzi profani e vergognofi,accompagnandolo di heroica & honcfta vaghezza e co
Motti alle figure confaceuoli,come è all'huomo la rifibilità,o ciuilità,i quai Motti fieno alle fi-
gure a fomiglianze d'anime particolari,fi come fono de particolari difegni viuacità d'iftorico
fentimento , o vero fi come fono l'ifteffe figure occulta promelfa dinanzi alla villa de fecoli,
onde li motti fèruono per flipulatione di quanto in tale fpettacolo fi promette e per quanto
ciò fi è in qualche parte narrato , ne altro l'imprefe rappreièntar deono fé non i defiderii di
nobilmente & heroicamente operare.
Per il che primieramente diremo efferfì in publico vedute e vederfi giorno per giorno diuerlè
maniere d'imprefe chimeriche e monflruofc,come Centauro,Fauno,Satiro,Sfinge,Ccrbcro,
Teftitudine con le ali,& altre fimili moftruolìtà.parimenti C\ fono vedute e fi veggono.impro
prietà di figure come vn Leon con la fpadavn Leon con l'elmetto in capo & altri fimili che
per breuità non dico, la onde quelle figure che trafcendono la proprietà di natura,non deo-
no in modo alcuno accettarfi per proprie e vere imprefè, maffimamente quando fi veggono
per maggiore imperfettione fenza Motti, anzi è bene che come cofe taUnon hanno luogo
nella natura, fieno anco indegne d'hauere anima per la qual cofa ogni Ipirito gentile non s'ia
chini già mai di vfare fimiglianti figure per imprefo .
Farmi hora di ragionare pur con quella, breuità che farà poflìbile. d'alcune fpetie, over forti
d'imprefe non proprie ma degne di villa, e di confideratione,e non priue di generofità.
Quella (dico) che fu de Duchi di Milano la quale hoggi ancor fi vede in figura di tre fiaccole di
iuoco ardente da vna bande dell' arme della Bifciaj dall'altra tre fecchie piene d'acqua.ha per
tertg
DISTINTIONE
certo generofavifta, imperò non ha proprietà fi perefTerdi facile interpretatione, fi ancora
per eifer fenza Motto . Fu quefta vn giorno ben confiderata dal honoratilfimo Caualier ven-
dramini gentiliiuomo di communc fapere e prudentia. & ad alcnni amici voltatofi^ dille à far
bella quefta imprefa farebbe da accompagnarla con vn motto fimile ciò è
EX vTRisQ^vE SECVRiTASglifu rifpofto clicl Motto la farebbe ofcura , foggioniè il fag-
gio caualicro, che la fcurità conuiene all'impreie. Vn'altra della medefima (pctie vaga e gene-
rofi ma impropria , per effcr chiara e lènza Motto , la quale e pur de Duchi di Milano, an-
zi quafiogniuno conferma chel Duca Francefco Sforza iècondone fulfc inuentorc. è tale
imprefa di dui rami,vno per banda della fòpradetta Arme^cio è di Palma,e d'oliua,dinotando
e promcttcdo guerra e pacete pure il nominato gentil Caualicro per farla ofcura dilfc ch'apro
pofito farebbe ftato d'accompagnarla col Motto v t r a q_v e v n v m. qui li difcerne quanto fìa
neceffario il Motto alla proprietà delle imprefe . ancora ch'amendue quefle recitate fi ftendi-
no a lignificare vn medciìmo fine. Io però con quefto arguto fbccorfo di effcr vinificate le fo-
pradcttc imprcfc , le tengo per vere e perfette.
D'vn'altradiuerfafpeticèdaparlarelaqualenon ha vertuofa conuenienza con le proprie Im-
prefe ne in quanto al fentimento,ne inqùato alla figura . malfimamente qlla di Crocodilo col
Motto attribuita a quel gran Cardinal di MantuaSigifmondo Gonzaga, volendo in effa di-
notare vno amico finto, ailbmigliatolo alla natura di quello animale la cui natura è vitiofà
e fimulata, e però fi vfa quel prouerbio trito,c Motto della detta figura,cioc lacrimae croco-
D I L i.fpettacolo non conueneuoleà fi difegno Prelato douendoà ciafcun badare dicono-
fcere e di guardarfi da vn finto amico lenza farne publicavifta. diremo veramente quefta
non effere vera imprefa per molte ragioni, primamente il Crocodilo non ha qualità la quale
poteffc hauer fimilitudinc con virtuofaintentione, onde non rapprefentail defiderio dell'in-
uentore , e rapprefèntando la natura d'altri , non ha la mira delle vertuofe e magnanime in-
tentioni per le quali fi fosliono vfare le vere e generofè imprefe .
Di quefta fpetie quafi è l'n-nprcfi publicata già molti anni da Fabritio del Carretto gran Maftro
di Rodij ma veramente magnanima e criftiana & è forfè Emblema più hiftorico che morale.
Egli prefe la figura d'vn Dragone moftrando che venifTe per mare dalla parte Oriétale verfb
l'ifbla di Rodi in atto di volere ingiottir quell'ifok.nel cui mezo fi vedeua piatata vna colon-
na di marmo intagliata e fop radi elfafuentolauavno ftendardo con l'imagine della fanta
croce, di culi caualieri lerofblimitani vanno legnati, &eflb ftendardo era Ibftenuto dalla
zampa finiftra d'vn cane bifauce, con catena legato alla fteffa colonna, & eleuato con le zam
pe dinanzi in alto,fofteneua vna nuda fpada con la deftra zampa in atto di voler col Drago-
ne fare animofb contrafto e di difendere l'ifbla , o ver lo fcoglio che s'intédeua per la città di
Rodi, il Dragon per il Turco,il quale più volte tentò hor per forza hor per mganni di pren-
der quel luogo , ma la diligentia e'I valor di Fabritio del Carretto,come caualicro inuitto; fi
moftrò fempre pronti/Timo cótra ii pofTente Tiranno à difela dcii'Ifola.Il cane bifauce dino-
taua Fabritio il quale con due tefte volcua inferire che per faluare il prefente,fi preualeua de
gli effempi paffati, e con elfi mettcua m diléguo di riparare all'auenirejfcgno di perfetta pru-
dentia. onde col buono e maturo configlio adattaua le poche forze, bafteuoli adopporfi a fi
fiero nimico . la catena con cui il bifauce era legato , fignificaua l'obligo c'haueua con la fua
Religione,armato di fede e di fperanza/copriua il fuo acccfo defiderio di combattere e di fi~
curamente difenderfi. la colonna dinotaua la fortezza del fuo animo e del fuo corpo , altre
interpretationi dicono effere fiate applicate a quello Emblema,e forfè Simbolo , veramente
non imprefa per quanto la prcpofta regola ci auerrifce. fu quefto fimbolo di villa mirabile e
terribile & ancora fiiceua confide rare l'intention di quel gran Mafh'o e la fedeltà nella fbmi-
glianza del cane benché chimerico, le parole in luogo di Motto quefte fono ciò è
SE RV ANDO SERVAEO DONEC FVERO DONEC TALIA SVSTINEEO NEC ALCI
DES siNE DVBio, qul lì vcdc come tutte quelle figure hiftoricamente s'interpretano. AI
cuni dicono che fé Fabritio fuffe foprauiuuto come poteua effere in quanto alla età, non li là
rebbe quella gran chiane della criftianità già mai perduta . qui può qualcun chiarirfi come il
Dragone per non hauer ninna buona qualità , non dee clfer eletto per imprelà, e pur fi vede
elfer tal figura admelfa,difendendola,perche alcuni gli Aftrologi nominano il capo eia coda
del Dragone , non per altro fé non per la brutezza e fconcia maniera del fuo corpo,à cui s'af^
Ibmiglia
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3'
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D E L L E I M P R E S E 37
fomlgliavn certo ìnterfècamento che fanno dui circoli i quali fiinno gli angoli non acuti,
non retti e non veramente ottufi fi che quello fpatio di cotale interiècamentoèairomi-
gliato allo Iconcio corpo di cofì vitiolb animalaccio , Monftro crudele, nella fàcra fcrittura
interpretato pernimico della falute humana e diuina , e fopra ciò fi legge , era fatto il silen
TIO IN CIELO QN'ANDO IL DRAGONE COMINCIO A CVERECGIARE. C MICH ELE ARCANGELO LO VINSE,
quello canta la fàcrofànta noftra CHiESA.Dauid Re e Profeta dice al fàlmo centefimo terzo in
cotal guifa .
Quefto Dragone,0, SIGNORE che tu hai formato per ingannare il primo parente, \'inciIo ,
fimilmente nel falmo fettantatre cofi fi legge .
O j SIGNORE tu nella tua virtù conferma/li il mare e conturbarti i capi de Dragoni nella'ac
que . ancora nello fteffo Salmo dice .
Tu SIGNORE romperti i capi de Dragoni e gli derti in cibo à populi d'Etiopia , in molti al-
tri luoghi della fanta fcrittura fi truoua fimigliate bcftiaccia effcr intcfa per il demonio,per il
peccato e per ogni obrobriofa bruttura. ne fo qual fia quel giuditio in qtto cafo che fimigliatc
figura ha porto in publico.onde mi conuien d'auertire ciafcuno a non eleggerfi Dragone,nó
Bafilifco,nó Cameleonte;,non Idra le bene e fabulolà,non Orfo non Lupo ne alcuni altri fimi
li animali ne i quali non fi truoui fomighanza virtuofa e degna di Laude.6~ è fermamente ne-
celfario di ben confiderare le nature di quelle cole, o animate, o,non animate lequali
habbiano à icruire perimprefè per ondefcuopra il l'huomo i fuoi generofi penfimenti , con-
ceputi da lui , & interpretati dal mondo , il quale fuole effer tromba del bene e del male e te-
ftimonio di tutti i futuri fecoli . Però ii dee prudentemente aucrtirc .
Lecito è eh acora io dica come la diuerfità delle Imprefe nò procede dalla diuerfità delle figure,
ma fi bene dalla improprietà delle fterte figure e dal mancaméto de Motti, co qfio chiaro prò
pofito vengo à dire che tutte le figure vfitate per imprefe,o/ono animate,o,nó animatele nò
animate fono come fcogli,quadri ài marmo,hbrijfpade,quadrati,(lelle,coiè trafparéti,colori,
piazzejtépli,torri,edifitii e qual fi voglia forte de metalli. imprelfioni neiraere,humi,tbnti,fa-
ctte e Berzagli,naui & altre li fatte cofe fenz'anima alcunajequali però non fi rifiutano.cócio
fia che,o, naturalmcte,o,vero accidentalmente hanno qualità che conuengono agli humani
dilcgni,ne per ciò poifono efl"er men proprie cotali figure che le animate per cóto d'Impreie .
E ancora da dire delle figure che fono animate d'anima vegetatiua come ogni forte d'arbori,
cl'herbe,di Virgulti,de radici defiori,de frutti di frondi e di più fc più il può dire . delle quai
cofe ponno propriamente ( fèmate le regole)componerfì l'Imprefè, Delle cofi animate (elcet
to l'huomo ) infinite fono le figure onde fi truouano le fomiglianzc che Icuoprono ( come fi è
detto ) l'altrui intentioni , Et accio fi poflà leuar via ogni dubitanza Se ogni confufione , per
render fincera la proprietà dell'Imprefe^di nuouo confcrmaiemo tutte le cofe inferiori e fu-
periori hauer con l'huomo particolar conferenza , diamo adunque qualche brcue efierapio
delle cofè animate perla virtù lènfitiua e vegetatala .
Chi voleffe però fare vna imprefa con voler fempre operare magnanimamenrc , prenderà la fi-
gura del Leone, il quale fra molte ftupende qualità naturali -onde èegh Rèdi tutti gli ani-
mali quadrupedi; è magnanimo e gencrofo , e fu imprefa del famofo Caualiero Ruberto
fanfèuerino , col motto pvsilla negligi , & è Imprefa di naturale e fenfitiua qualità .
Similméte è della medefima qualità l'Imprefa della Fenice che è di Criftofono Madruccio gran
Cardinal di Trento ePrincipe dTmperio,prendendo da quella immortai qualità la fomigli-
anza de fuoi alti pcnfieri,per farfi con le degne opere fue di nome eterno & immortale. Il cui
Motto è querto^vT aetern vm vivat . darei quafi infinid effempi delle Imprefe con figure ani-
mate che hanno la loro proprietà . Auertifca ( replico ) chi vuole rendere quefto cofi degnò
fpettacolo come effer dee.di hauer notitia perfetta di tutte le cofe animate, inanimatc,& arti-
fitiofe atte & idonee in feruire per Imprefe , le quali elette con confideratione , riefcono con
fòdisfacimento di virta e di giuditio .
Veggiamo hora le inanimate come hanno con i noftri penfieri cóformità^diremo primieraméte
delle due colonne di Carlo V.fopra Abila e Calpe che fanno lo rtretto di Zibiltarojqual forni
gliaza da qlle tragger fi potefre,perche naturalméte di effe Colonne qftc fono le qualità,cioè
lagrauezza,la durezza,lafrigidità,o,bianche,o,nere,o,macchiate,o,bigie^dalle quali qualità
o naturalità non cauò quel magno imperadore la fomiglianza del fuo difègno , ma il ben che
K
DISTINTIONE
la tolfe dall'eflèr quelle Aate in quei luoghi poftc per termini, moftrando primamente la diui-
fìon dell'Europa dall'Africa^poi dando effe auertimento a Nauiganti che non paflalTcro più
oltre perche quel Mare era a quei Tempi che Hercole Egitti© piantò le colonnc,non nauiga-
bile, il che attefta Platone nel Dialogo detto atlantico . doue come intcrlocutore,Critia di-
ce che la gran libia Iprofondò e di terra ferma diucnne Mare il qual per molti anni nò haucn
do fatto l'acqua fondo ; le naui degli incauti Nauiganti s'impantanauano e per lo auertimen-
to delle due colonne fé ne guardò ciafcuno . quefta bella e propria imprefa col Motto p l v s
V L T R A . prometteua che quello inuitillìmo Cefare farebbe andato più oltre fé gl'indegni im
pedimcnti è poi l'infìrmità con la morte non gli haueffero recifi i Viaggi . Quiìi vede come
in varii modi fi ponno ritrouare le fimilitudini de noilri penlàmenti , l'animo adunq; di Car-
lo "V. veniua fcopcrto dalle due colonne come termini^approuato dal Motro,raltro cflcmpio
d'imprefàcon figure in tutto fenza anima è la piazza dell'immortal memoria di Girolamo
Tornicllo il qual non dalla piazza canò la fimilitudine de fuoi nobili difegni , ma da quei che
(opra vi pafleggiauano , il che nella interpretatione di elfa à baltanza intendcralTi.non voglio
ancor tacere il terzo effempio che è l'imprefà del Conte Aifonfo Beccaria laquale è vn qua-
drante aftrologico,onde veggiamo le Indette figure procedute dairarte,nó come matcric^ma
fi bene come figure d'artifitio prefentano commodità di traggere le Ibmiglianze de noftri pen
fieri onde ne fuccede la proprietà delle imprefejnfiniti firebbero Ibpra di ciò gli cficmpi .
Delle semme parimenti fenz'anima veruna dico elferfi fatte belle Imprele con la loro ragioiic-
uole proprietà,benche da effe fi canino le fimilitudini d'arteficio ma per natura , e ci farebbe
commodo il darne gli ellcmpi , ma con meglior propoiìto fé ne trattarà nelle interprctationi
delle imprelc.feguitando di dire che a far l'imprele lèruc anco l'oro l'argento & ogni altro me
tallo,fi deono per ciò ben cófiderare le qualità delle cofe(come fi è detto}e naturali & accidcta
li & artifitiali^accio che in luogo di riuerito fpettacolo,non ci fi difcerna oggetto da far ridere.
Le figure poi d'anima vegetabile fi ponno ingegnofamente eleggere e con ageuolezza ritrouar-
ui le fimilitudini più che nelle Ibpradette inanimate & artifitiali/li ciò fi potrebbero addurre
moltiflìmi efiempi come quelli c'hanno prefo il Lauro5Ìl Pino J'01iuo,la Palma, & i rami e le
fronde degli fi:effì arbori . Vero e che molti Arbori feruono per impreiè,cauandofi da cifi le lì
militudinrà propofito non naturali,ma dal mondo apphcate ^ come dir dello Olino , intefo ^
la,Pace,la PsJma per la Vittoria fé ben non cede al pefo,il Lauro perla Scicntia , il Mirto per
l'amor venereo,il Cipreffo per vfo funebre e di molti altri fi potria dire , le quali fimilitudini
applicate dall'autorità dcU'huomo, fi comprendono in molte herbe & in molti metalli .
Delle herbe e de fiori mentre che ben fi confiderà , fé ne cauano , e cauarebbenfi belliffimc im-;
prefe,pur che non fi fcegliefiero quelle che fono di rara notitia,con ciò fia che a fapernc la ve-
rità farebbe dificili/fimo.e farla bene che non fi doueffe eleggere quelle cofe delle quali non fi
trouafle teftimonio , o , di veduta , o,ver d'udita fi che dare fi gli poteffe fede .
Dir conuiemmi in fomma , di quefta materia tanto che bafti e non quanto faftidifca , e benché
io habbia fcritto d'alcune fpecie d'Imprele e moftrato che la diuerfità delle figure non rendo-
no improprie le dette imprele , non di meno ridurre mi voglio à vna diuifione di due mem-
bra alfa quale fi riducano chiare le cole dubiofe . dico per ciò , di tutte l'imprefe cauarlène
due forti, vna in tutto lènfuale 5 l'altra in tutto virtuolà. Della fcnfuale dirò qual fienol'im-
proprie ciò è fuori di regola , e quali fieno con regoIa,rimproprie fono quando contengono
vana & indebita fenfualità . e mi baftaranno pochi eficmpi per i quaH conofoeraffi non elfcre
fìata offeruata queft a confuetudine per publicare le paflìoni dell'animo , ftolte ingiuftc e ver-
gognofe , ma per difcoprir con modefìia le vertuofe & illuftri intentioni,obIigandofi l'huorad
di ridurle agli effetti & a fini d'honore non tanto terreni quanto anco diuini .
Vna delle improprie lenza regola e co lènfualità è vn gran fuoco co vn gran fumo,imprefa dVn
gran Principe Francefe.col Motto DOVE E gran evoco e gran fvmo, dinotando per il fuoco la
fua gran poffanza e per fortuna e per autorità,& il fumo per la fua fuperbia della quale fu no-
tato da alcune gran gentildonne che con effe ( come fi dice ) faceua l'Amore, fcoprendo agli
occhi del mondo la fua grandiffima arrogantia difcóueneuole più a i Principi che agli infimi,
ne anco è imprefa,per hauer tutti i difetti.Onde no è da effere admelfa fé non per vn vano e
fcnfuale fpettacolo,nel quale fé fi promette cofa veruna; come è proprietà delle vere imprele;
altro nò fi può promettere fé no fuperbia Se arrogatia.Ecco aduquei qual guifa gli fcófiderad
publichino
D E L L E I M P R E S E 38
publichrno la loro vergogna .
11 Tempio ancora della Dea lunone lacinia doiic fi conferuaiia il fuoco perpetuo, ancora che
fuflc quel tempo fatto di colonne ma difpofto all'aere & à tutti i venti,è da dir che (ia imprefi
impropria per eflfer fenza motto , e fu inuentionc del gran Marchefe del vafto non con fcnfo
amorolb , come dicono Alcuni, ma fi bene con intentionc religiofi, e dicono quei chefa-
peuano l'intrinicco di quel Principe, effere fiata tale imprefi publicata da lui in quel tem-
po che Monfignor Borbone inuiaua lo efiercito per la ruina di Roma , el Marchefe non vol-
le undarui. Onde molti Emuli &Inuidioficercorono di calumniarlo &cgli per dinotare il
zelo del cor fuo crifiiano, prefè fimigliante figura battuta da venti per ilìiiorzar quel zelo
che a mal grado dell'inuidiain quel magnanimo petto piucrcfceua, come in vltimo di fiia
vita publicamente il vide , fu però dal dottiifimo lureconfulto Hippolito Quintio Auditore
dello licflb Marchclc , aggionto il motto che cofi fi legge flammescat igne
e H A R I T A s, e per quefto la nominata Impreìaiì rende vera e propria, maillmamen-
te che ci Ci confiderà la promefla di quel gcnerolb Caualiero , di voler Icmprc operare col ze-
lo della Carità.
Quella d. 'Ile Api dellTnuitto Capitano Antonio Leua parimente, none Im predi propria^ an-
cora che il corpo e l'anima fieno degne di confideratione e di vaga e dilctreuole viltà col mot
tosic vos NON voBis tu ttaula nou promettc Illa accufi altH d'ingratitudinc , fimigli-
ante à quella del Cardinal Afcanio sforza la quale era la Eclilfc del Sole per la opinione del-
la Luna, col Motto OESCVRAT QJVO INGRATAREFVLCET, diuOtaudo l'IUgratitU-
dinc vlatali da alcuni . Ha la ficlfa imprefii del generofo & ha viflofo e bcUilfimo corpo , con-
ferendo ingegnofimente con efia il Motto, nientedimeno dinotando le cole paflate,e notan-
do di tal macchia vn grand'huomo , non {blamente non ha proprietà d'imprefà , ma ancor
firiafiatolccitodi non publicarla, tanto più non promettendo cofa degna nell'auenire.
Di quefte fimili figure e de i loro Motti non fé ne deuc fare imprefc poi che in verità caminàdo-
fi per la via de primi Inucntori di cotale virtuofo & heroico Velame,fi ha da fuggire e da fchi
fare l'intentioni delle cole palfate e delle prefenti , e fi ha ancor da non fcoprire le paifioni
fenfuali , bora amorofe con fperanza,hora con difperatione , bora con pericoli di morte , hor
con occafion di vergogna , ma che più > con offefà di Dio. Ne mi voglio allongar negli effem
pi di vanità o d'irregolarità perche ne fono purtroppo carichi la maggior parte de libri fin
bora mandati in ftampa, Imperò faranno forfè alcuni che fdegnofànientc mi rinfacciaràno il
volere io guadare & annullare le vfanze allegre e fefieuoli nello fpettacolo dell'imprefe figni-
ficatrici d'ingratitudini vfate,à meriti d'altn,perche qiH di corali imprefè fi reputano per pre-
mio de lor meriti il condolerfi degli ingrati . altri fi reputano à gloria in difcoprir con fimi-
glianti ritrouamenti , i uitii de fupcriori e degli eguali, Parimente diremo elfcr di nulla ripu-
tatione le imprefe totalmente fenfuali . Delle improprie finalmente ho detto à bafianza , pa-
Iclàta la loro improprietà per non prometter le cofe che per le future attieni rendano l'huo-
mo di nome honorato & immortale . bora mi metto à trattar delle Imprefc fenfuali che per
figure e per Motti hanno del proprio, auenga che fra effi io fiaper moltrarc qualche notabil
difetto . ma auanti ch'io cominci a dire .
Voglio trattar de quei perfonaggi antichiffimi i quali le imprefe pubHcorno . Replico di Noe o
ver lano il quale hebbe per imprefà vn capo con due faccie ( come di ciò fi è parlato ) dino-
tando la PRVDENTiA con la quale fi riduce ogni raggionamento dz ogni affare a^li hono-
rati e tranquilli fini . ciò fi vede in vna medaglia con il Riuerfò il quale è vn Rofiro^di nane .
e benché fi fia detto chel Roflro fuffe imprefa di Saturno Sabatio compagno di Iano,niente-
dimeno fu & è openione che quel Roflro per riuerfò fignifichi l'A-rca entro la quale fu confcr
uata l'origine de tutti gli animali terreni , del Motto di quefla imprefà per tanti e tanti fecoli
non fi è potuto ritrouare .
Qui principalmente fi comprende come lano imitò Dio che fu il primo inuentor delle imprefc
delle quali ( come credo di hauer accennato ) vna fu l'Arboro del vetato pomo , l'altra l'iride
dopo ì'uniuerfal Diluuio , quanto fia adunque omnipotente l'origine di qucfta inuentionc
ageuolmente lappiamo .
j>jino figliuol di Belo vsò anco l'imprefa e fu la ftatua di fuo Padre laqual volfe che fufìc
adorata da fuoi populi , onde Nino fu inuentorc dell' Idolatria e della guerra , e con
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DISTINTIONE
quella Imprefa voleua che fi dinotafTe il fuo animo di voler ancor egli efllcre adorato .
Ciro parimente il maggiore , alcuni tengono c'hauefTe per Imprefa la cagna, da cui fu nodrito
quando dall'auolo materno cofibambino/u mandato invnbofco perche lo deuoraflero le
fiere. L'I ntcntion di _qucl gran Monarca de Perfianifudi dimoOrarea fuoipopuli quanto
gli fuife cara l'obedicntia e la fedeltà , qualità veramente ritrouate nella natura de Cani . del
Motto non fi parh,è opinione però d'alcuni fcrittori antichiffimi come fu inuentione che Ci-
ro fu ffcelpofto alle fiere, del che il verace Xenofonte nuUancfcriue, adunq; è da credere
che dalla Imprefa della cagna ; vfitato fegno di e i r o ; fuffe publicato finalmente quel cafo .
Dauid Re e Profeta di Dio , ftimano molti che per Imprefa publicalfc la Cetra con la quale per
la molta fuauità & armonia,rendeua lieti & allegri gli fpiriti malcncolici & accidiofi . La qual
cofa più tofloera gratia infufi à vngiouene tanto grato allo llefib Dio che difpofition dell'ar-
te , concio fia che Saul Re , ingombrato di fpirito maligno , ne fuffe più volte rifanato
col mezo della medefima cetra ,la quale prediffeil Salterio e la diuina Mufica ch'ufcir doue-
ua di bocca di quel gran profeta.il motto però di quella figura,non fi può fé non conieftura-
rc il Rè Salomone figliuolo di Dauide, publicò per fua Imprcfi la colomba il che fi compren
de in molti luoghi della fcrittura antica , la quale colomba dinotnua la vifione della gloriofa
Vergine Maria , e di lei, fecondo la opinione de molti,qucl gran fipiente prediife il gran mif-
terio della incarnatione del figlmol di Dio alcuni \:^rò vogliono che quella colomba fignifi-
caife la fapientia de effo Salomonc.Ecco in qual guifà i Velami de fecreti eterni erano vifibili
agli occhi del mondo , il chepur à noftro documento fi legge maflimamente nella cantica di
dfo Salomone.
OfireRe d'Egitto vsò per Imprefa il bue , volendo inferire che come lo fteflb animale con ogni
continua fatiga gioua al mondo, cofi Egli fi delioerò di cercar tutte le prouincie del vniuer-
fo , leuando le tirannide & infcgnando & ordinando i modi del viuere pacifico , e per opinio
jie di Berofo fu Padre di Hercole libico,o,vero egittio,non già il greco figlio d'Almena. Pian-
tò parimenti Ofire la colonna in Egitto doue erano notati i fuoi egregi fatti . Onde il Bue fu
& è preflb gli Egitiani di grandilfmia vencratione el Pierio a lungo ne fcriue, ne di quefta Im
prefa fé ne può ritrouare il Motto , douendoiì credere ch'i Motti in quei tempi Ce s'vfauano ,
ma fi fieno per le cétenaia e migliaia degli .irni('cc me ho già detto)corrofi & andati in oblio,
e fc non s'vfauano la purità delle genti non fi metteua a finiftramente interpretarli . Dirò an
cora. che per opinione d huomini dotti e giuditiofi , gli Argonauti che furono intorno à cin-
quanta ; vforno rimprefala quale e Argo con cento occhi,c quefto fu vn Re che in gouerna-
reipopuli&ipaefifu fapientiifimoe Jiligentiffimo eperqueftogh atrribuirnoil nome di
cento occhi . Imperò la commune opinione è che la nane fatta per fcruigio di tanti valorofi
perlònaggi , fi nominalfe Argo dal nome del maeftro , o , dal nome della Città fra le più fa-
mole di Grecia, onde ipopuli lòtto polli a quella, fichiamauano Argini, fignorcggiati dal
real f mgue d'Atreo , a cui iiaccellero Agamenone e Manelao , vogliono ancor gli Aftrologi
che Argo nauefia vn fegno celefie . M.Tullio ne fcriue nelle fueTulcolane .
Aleffandro magno vsò (come fi è poco adrieto ragionato; l'Imprcfachefulapelledel Leone
jiemeo. Si truoua ancora che quel inuitiffimo Principe fi elelle per Imprefa I'h i rc o , ciò fi
legge in Daniele il quale , per quanto alcuni dicono ,- fu al tempo che Dario vltimo Monarca
de Perfiani, dominaua l'Affiria , e profetando diffc che 1' hirco fuperarcbbc l'Ariete Imprefa
di Dario , I'hirco è tenuto animale fuperbo, imperioio e gagliardo, l'Ariete humile pacifico
epaurolb.
Achille parimente , affermano alcuni fcrittori greci , da cui hebbe origine Aleffandro ; del che
apieno fé n'è intefo ; portò la pelle d'Hercole , e pare che ciò potefle effere vero , con ciò fia
che al tempo di effo Achille fuffe frefchiffima la fama d'Hercole alceo il quale fi ritrouò al pri
mo faccheggiamento di Troia.
E fé l'huomo vfaffe fludio diligentifIìmo,trouarebbe che molti e molti altri antichi e famofi per-
fonaggi vforono fi degno Ipettacolo :, degno ( e lo replico ) di commune confideratione e di
riuerita ftima , e come ciò fu vlàto ne i primi e fecondi fecoli , cofi ancora in quefh prefenti fi
conferua ; benché per il più profanamente ; fi vertuofa e magnanima confuetudine abufan»
& accio per più notabili elfempi crefca il defidcrio di mantenere cotal nobile vfanza, cófeffia
jno tutti chel iìgliuol di Dio noftro Redentore , hebbe la fua Imprefa che fu l' Agnellp^il qua-
le
DELLE IMPRESE 3^
le rapprefèntaua l'immaculato facrilfitio fui legno della Croce per l'humana' falute col
Motto . ECCE Q\'i TOLLiT PECCATA MVNDi . Saii Paulo portò pcr Imprefà la fpada che dinotaua
il zelo della Tua lingua aguilà d'acuto coltello in difènder la verità . molti gli afTegnano que-
fto motto ciò è cvpio dissolvi et esse cvm christo . Pietro hebbe le chiaui delle qualiifuoi
fucceflori per fantiiTìma Imprefa fi fono preualfi e fi peruagliono & ancora fé gli pofibne^piu
Motti attribuire , guardandofi fimilmente nel proceilò apoftolico trouaremo che gli Apoftoli
fanti vforono legnali che prediceuono i beati loro e gloriofi fini .
Voglio addurre mcdefimamcnte in queffo propofito l'v-fo de fanti Euangelifti . Noi veggiamo
come Mateo vsò per Imprefa l'Angelo volendo dinotare che quanto fcriueua fopra l'hifioria
del Saluator noflro Giefu , era tutto per celefte difpofitione . Luca hebbe il Bue , fignifican-
do che come cotale animale è atfatigato per commune ,benefitio , cofi Egli con continue vi-
gilie e pericoli di vita , compofe l'hif^oria euangelica e gli atti apoftolici. fin che per certiifima
gloria fua fufic approuato da Paulo vafo di elettione & cffcqui quanto nella fua detta Impre-
fa promife . Scriife egli lo Euangciio per riferimento di coloro che videro, e quanto fcriife
fin all'Età d'ottantaquattro anni con giouamento dclli feguaci del Signor noflro Gicfu Gri-
llo , fu ( come (\ è detto ) con fudore e con pericolo per la perlècutione de nimici di Dio . Fu
Luca d'antiochia huomo dottilfimo celibe e medito di molta honorata Fama,e pittore egre-
gio.
Marco difcepolo di Pietro compofe l'Euangelioemoflratolo, fu approuato da Pietro e dalla
fanta Chiefa catholica apoilolica Romana come ciò ferine AlefTandro prete della chiefa alef^
fimdrina; e con fi fanta elcgitima approuatione , prefo lo fieffo Euangelio , partì per lo
Egitto . hebbe per Imprefa il Leone, onde ne traggeua la fimilitudme del cor fuo in pubiica-
re l'hiftoria di Crifto > effendo il Leone interpretato per Crilto , e ciò fi legge nelle profetie
quando dicono vici r leo de triev ivda . e fu veramente Imprefa da prenderne in fimiglian-
te occafione neceffario effcmpio .
Hebbe Giouanni per Imprefà lAquila , fu Egli apofiolo à Criflo dilettiflìmo, dopo l'afcenfio-
ne del quale , propagò con molti miracoli la pietà crifiiana , perche di cofiui la predicanone,
e di Pietro dopo la datafanita al zoppo dinanzi alla porta del Tempio chiamata fpeciofa;
conuenì alla (cdi: cinq; mila huomini in vn giorno , e duo mila dopo i' martirio di Stefano ,
In Samaria molti furono à Criito con uerti ti perla impofitione della mano di elfi difcepoli,
ne i cuori de quali lo fpirito fanto s'intrinficaua . Ma nella diuifione del Mondo terreno,toc-
cò à Giouanni la prouincia dellAfia , le chiefe delle quali da lui fondate , tanto fàntamen te
gouernò e moderò che prefo in Efefo da Dominano , e menato à Romaju gittato dentro vn
gran vafo d'olio bollente , onde vfcitone fano per diuina gratia , fia relegato in Patmo Ifbla
del mar maggiore doue compofe la Apocaliifi . la fua Imprefii dell'Aquila dinotaua la fua in-
tentione la quale era di mirar fifàmente al eterno lume di Giefu Crifto fuo vero fole . il quale
ERAT VEREVM iNPAiNcipio. ecoiTielAquila rinoualafua giouentu, cofi Giouanni rinouò
nella longhezza della vita fin che verrà Crifto nel fuo fecondo Auenimento fecondo alcuni
per dar l'ultima fentcntia fecondo i meriti $i i demeriti dell'humana generatione .
Se io voleifi addurre altri effempi non farebbero fuperflui,ma di manco credito , a paragone di
quanto ho breuemente fcritto^maffimamente ne i fecoli della noftra fàntiffima religione. Tue
te adunque le fopra narrate imprefe &heroiche e diuine ho voluto fjjianarc perche fi creda
e fi tenga per cofa certiifima che fimiglianti fpettacoli furono, fono e faranno di mifteriofà
confideratione , di molta aggradeuole ftima e di pungentilfimo ftimulo a fianchi de gli huo-
mini vertuofi e magnanimi .
Io poco adietro promiiì di ponere in campo qualche Effempio di quelle imprefe proprie e rego
late,ma in tutto fenfuali e difcopritrici di paifioni alle virtù contrarie onde dui manifeflifTimi
errori ci fi palefano . l'vno è che fi fcuopre il vitio che Ila ne i petti nofcofto , come vn'altra
volta ho detto , l'altro è chequefto honorato fpettacolo , ritrouato per afconderci tefbridi
laude e di gloria , ci fi ferra brutturra ò fetore à guifa dVn bel vafo d'oro , doue fìa materia e
corrotta epuzzulente.eflendo la verità chefbpra ogni cofa che all'anima noftra piaccia &
agradifca , fono ifuoi raggi tratti dal fonte dell'immortalità i quali più volontieriefcono fuo
ri di quefto Carcere lotto diuerfi velami,c dentro alcune ruuide fcorze , che dalla voce e dal-
la lingua j che fono ftromenti comuni e ch'annontiano il bene e'I male , le cofe nobili & igno-
" * " bili
DISTI NTIONE
bili . E pure acadendo che la voce e la lingua cfprimano i fegreti della fteffa anima non vfiin-
doiì ima^ini, o,fìginCjfì compiace all'humano intelletto che da parole ofcure riceuino il fuo-
iio , con tutto ciò diranno alcuni chele ofcurità delle colè conturbano gli animi humani,c fu
bitordcgnofi, addurranno quel detto dello elcgantillìmoTerentioDAvvs svm,non aedipvs,
e noi diciamo , non so indovinare . e fu ben lecito che Dauo feruo vililìlmo vlàflc iìmiglian-
ti parole , poi che alla viltà della Plebe non conuiene di partecipare i benefitii dell'intelletto .
L'eirempio primo adunq; di quanto ho promeflb è la Salamandra dentro il fuoco , Imprcfa del
inagno Re Francefco valciìo potentiUimo Re di Francia ^ dalla qual figura traffe la iìmilitu-
<iinc della fua amorofà intcntione col Motto nodrisco et estingvo , onde il vede la proprie-
tà della fteda imprefa e per la vifta mirabile della Salamandra , della cui natura non conuie-
ne a me di parlare clfendonotitiacommune; e per la conuenicnza del Motto, mapereffer
in tutto fenfuale per la qual cola li palefa vna paifione che dee cilèr taciuta e non publicata ,
maflìmamente da vn Ile Criftianilfimo , pero dalla proprietà delle imprefe efcluder fi dee ,
più che nulla di degno promette . •nr.rs: ;
Parimente la Ruota con molte fecchie onde l'acqua fi tragge; fu imprefa di Don Diego di Guf-
mano con quello motto cìoÒlos llenos de dolor los vazios de speranza. quella fènfuali-
tà è piena di lèntimento amorolò , & è di bella vifta,, tuttauia lìmiglianti fpettacoli fono (lati
vfati per difcoprire i deliderii vertuoli e magnanimi , e non i vani e poco honefti .
Alcuni tronchi verdi ch'abrugiano , fu imprefa di Pietro de Medici col motto cioè in viridi
teneras ExvRiT FLAMMA medvllas , dinotando che di quel magnanimo lignore giouene.la
fiamma d'amore era entrata nelle Medollejndignità veramente degli animi grandi . perche
quantunche fimiglianti paflioni fieno quali communi à ciafcuno^e che per quella via altri vo
Icifero palefarle alla donna amata , le ben difdice à ciafcuno , per quanto lìamo alle fiere leg
gi malfimamente alle crilliane obligati , nientedimeno fi dourcbbe in ogni modo prohibirle
accio non fuflèro vifte in publico , ma in quanto alla fenfualità , è leggiadra e ben confiderà
ta imprefa.
La Stella fimilmente del famolb Cardenal de Medici , intefa per Lucifero , volgarmente chia-
mata Diana , è degna di confideratione , volendo trar la fomiglianza di quella ftella per dif-
coprir la incomparabil bellezza d'vna gran Signora amata da lui col Motto inter omnes,
perche come il Lucifero , o , venere per dirlo meglio , ril'plende affai più che tutte l'altre Stel
le, cofi quella gran Signora rifplendeua fra tutte l'altre donne, altri intendono che quel gran
Prelato l'amaua fopra tutte, bella e vaga & ingegnofa fu quella imprefa epotrebbefi dire
c'hauelledel proprio, mentre che il fuo lèntimento fulfe tale ciò è che per la rara bellezza e
del corpo e dell'anima di quella generofi e criftianaiìgnora,oltra la molta fapientia, quell'in-
clito Prelato difegnalfe fin che viueua d'amarla e di riuerirla .
Il Toro di Penilo llatuario , inuenror di quella incomparabil crudeltà per compiacimento del
carneficeTiranno Falaride agrigentino, doue elfo artefice fu il primo afentir queKmeritato
fupplitio , fu Imprefa del magno Prolpero colonna , fchifatadal Giouioilqual dicech'vn
tanto huomo no fi vergognò nel grado e nella età grane di eifer inamorato poi ch'in tale ira
prelà publicò la vanità del fuo animo col Motto . ingenio experior wlnera fatta meo . vo-
lendo inferire che elettofi vno amico per lèdei mezano di cofi abietto ncgotio,trouò che del
fuo bene lènlliale era il detto fuo amico goditore . onde in vn medcfimo tempo la llefla Im-
prefa moueria ciafcuno a rilò e la confcientia dell'inamorato à vergogna , cofi la manifèlla &"
indebita lènfualità rende da ogni parte biafmeuole,fimigliante fpettacolo , e di quelle infeli-
cilfime imprelè veramente le ne addurrebero elfempi infiniti , Io però non biafmo ne laudo
tale vfanza , ma quando per piaceuolezze fieno ftate vfate e fieno per vlarfi , almeno non li
iTìcttano in publica & in perpetua villa de lècoli .
Altre imprelè fi fono vfate e s'vfano , le quali figurano fdegno , odio , maledicentia , inimicitie ,
rancori , e Icoprimenti de vitii , quelle però non fono vere imprefe,ma indegna fpettatibilita.
già fi è detto di quella Imprefa del Cardenale Afcanio , e del Cardenal di Mantua Sigifmon-
do. anco il Cardenal d'Arogana il vecchio in quei medefimi tempi di Papa Alelfandro publi
Co per Imprefa vna tauoletta bianca col Motto .
MELIOR FORTVNA NOTABiT volcudo inferir ( lècoudo il Gìouìo) l'ingi'atitudine vlàtall
benché ageuolnj.ente fi potcflè dafle più honefto fentimento , e forfè è accaduto che alle buo-
ne
DELLE IMPRESE 40
neintentìonl fiancate date male interpretationi. .i!r,:
Luigi Gonzaga iòpra nomato Rodomonte , non per braiiura come il Giouio fcriue ( che non fé
ce tal profefTione quel mirabii Caualiero) ma perla eftrema fbrteza del Tuo belliillmo corpo,
portò in Mantua ; eflendoci Carlo V. Imperadore ; vna imprefà nella Tua foprauefta , d'vno
Scorpione col Motto cioè. >
Q^vi vivENS tAEDiT MORTE M E D E T V R , & aHcor cHc fia imprcfa fènfualc , parc pcrò
che la ragion voglialo, verol'vlb d'honoree di fìcurezza , di ammazzar colui clie vuole am-
mazzare te , maflìmamente con infidie , o, con maledicentia che èalfomigliataal veleno in
guifadircorpionc,ondeilvaloro(bfìgnoretragge dallo fcorpione la lòmiglianza di coloro
ch'ad altri iniquamente tendono infidie , le quaH lecite fono quando nuochino agli infiuiato-
ri medclìmi .
Vn'altra imprcfa quefto inclito Caualiero publicò dipinta in vno Tuo llédardo & era il Tempio
di Diana Efefia ch'abrugiaua , col Motto , avt bonvm avt malvm fama est. volendo inferire
chel ftcco e la ruina di Roma per ordine di Borbone^era fama . tolta la fimiglianza dal Tem-
pio Efefio o vero da colui che l'abrugiò doue fi comprende chel buon Caualiero mal volen-
tieri fi ritrouò in quello efterminio , mafpinto dalobligo della militia, fu cofìretto di fare
quello che egli non voleua. Il Giouio veramente guaftò il Motto diquclcaualierefco intel-
letto , mentre che lo fleflb Giouio habbia voluto credere che fufle più a propofito qucfto luo
cioèALTERVTRA CLARESCERE FAMA, ueiucio confidcrò quel dottiifimo Icrittore ;
lume de tempi noflri; che quel clarescere non conuiene alla trifta fama &alla vitupcrofà
voce . Io non darei fine già mai a quefta opera fé volelli recitare tutti gli elfcmpi delle Impre-
fe che figurano fcnfuale e vitiola intentione , nulla d'honore e nulla di gloria promctrcndo al
mondo & alle future Etadi . impertinente vfanza adunque confcffarcmo elfer quefta di met-
tere in publico colè vane e che rendono teftimonio d'infamia.e Ci dee qual fi fia vertuofo e giù
ditiofo fcrittore dilponere di non accompagnare Belial con Griffo , leggcndofi publicamente
in quefta materia dcirimprefemolteinterpretationiamorofèefenfualiifime con le quali fti-
racchianoi fenfi e per forza gU vogliono far criftiani , maniera profana, & indebitamente
mafcherata , e quante fé ne leggono ? temerariamente in quella profana fenfualità vfando le
facrecdiuinefententie?
L'Imprefa finalmente con intentione virtuofa e magnanima fi deue e fi può dire vera , propria e
conueneuole alle perfone intente alliattionivirtuofe&illuftri, lequaH (comedeono) defi-
derano d'imitare gl'inuentori antichi c'hanno tal fegno co vario e riuerito velame publicato .
il che fi è fatto vedere & intendere negh effempi poco adricto in fcritto manifcftati ^ difco-
prendofi e palefandofi i uertuofi, religiofi e caualicrefchi difcgni,volti à fine d'honore in que-
lla vita mortale e di falute nell'altra. Gh effempi adunque delle vere proprie e vertuofeim-
prefe quefle fono ciò è .
Le due Colonne del diuo Carlo V.Imperadorecol Motto plvs vltra . con intentione a benefi-
tio commune di ricuperare il Patrimonio crifliano , & in quefla gloriofa imprcfa fi vede co-
me il gran Capitano di Dio promette e lì obliga di operare con la ftipulatione del Motto , C
quefta ha vera proprietà e da quefta dee ciafcuno fecondo la fua conditione , prender l'effem
pio di cofi celebre fpettacolo . ma la cruda infirmità e l'immatura morte ci s'interpofè, che di
certo la Santa madre Chiefa apoftolica Romana haurebbe fuor d'Europa diftefe le fue ali
celefli .
La palla fimilmente di Criftallo percoifa dal Sole col Motto candor illesvs , e imprefa di Papa
Clemente fettimo diuina memoriajaquale egh publicò con intentione veramente degna di
fommo Pontefice , dinotando che femprc era per operare & effcguire i ncgotii di giouamen-
to vniuerfàle con nettezza e candore del fuo animo religiofò & effcmplarc .
Il nodo Gordiano con lafcimitarra d'Aleffandro magno che lo tagliò per non poterlo fcioglie-
re , fu vera e propria im.prefa del R e Catholico Ferdinando Re di Cafìiglia col Motto ciò è .
TANTO MOMTA. vokndo inferire il mcdefimo ch'AlefTandro , ciò è che tanto era il tagliarlo come
lo fcioglierlo , volendo il buon Re catholico dimoflrare il fuo animo di mantenere e di con-
feruare la giuftitia e la pace,o,con amorcuolezza e con buon configlio,o, veraméte col ferro .
quefte fono le proprie e vere imprefe, in quefta maniera fi fcorgc la perfectione de giuditii he
roici & illuftri , e la generofità de veri e magnanimi difegni .
BeUa
D I S T I N T I O N E ■ '
Bella e propria imprcfa di Re è fiata quella d'Enrico criftianifTimo , il quale fT elefle nella fìia gio
uinezzalaLunanuouacolMottODONEc totvm compleat o r b e m, interpretata da
perlbne degne di fede come per ciò il generofb e real giouinetto volle dimoftrar che ben co-
nofceua le dilgratie del Re Francefco Tuo padre,promettendo che nella compiuta Tua Età, il
farebbe egli fbttopoflo alle reali facende con animo e configlio di tor via le ikfle dilgratie pa
terne , come in vero felicemente gli auenne, e di più fi poteua fperarc con la confederatione' j
del magno Re Filippo fiio genero, le la morte nel fiore della fua virilità non l'hauefTe con vni
uerfal cordoglio tolto à bifògni dell'Imperio criftiano. quelle fono l'imprefe vere e proprie le
quali promettono e s'obligano alle egregie e gloriofe attioni con certezza d'immortal gloria.
Nella fua virilità parimente il gran Re Enrico fèguitando ilmedefimo fuoreal concetto fi
clcfTeperimprelàlaLunapienacolMotto e vM plena est fit aemvla s oh, me-
glio fàriaftato fecondo me che non doureiponere la bocca incielo, nvnc AEMVLA SOLI
con ciò fia che non fi fòglia regolatamente efprimer con il Motto quel che fi vede con l'oc-
chio, la Luna piena fi vede adunque non fi doueua dirlo per ifchifar la fuperfluità, molto pe-
rò fi potrebbe fcriuere fòpra i meriti di quefto alto e real concetto, ma non conuiene in que-
lla prefènte occafione .
IIReAlfonfo primo. Redi Napoli, volfe per imprefa prendere vn libro lenza altro Motto,e
quefla doueua effer polla fra l'improprie , nientedimeno per opcnione d'alcuni fipientiifimi
perfònaggi, fi tiene per colà certiflìma che quel faggio e dottilfuno Re volclic dinotare che
fenza dottrina non (i polfa hauer bon gouerno de paefi,nc ficurezza di guerra, e quefli mede
fimi che fanno tal giuditio dicono quel buon Re per hauer fatta profcifione di poffeder tutte
le fcientie, onde lì difputaua fé fulfe ilato meglior caualiero che dotto, non hauer accompa-
gnato il libro col Motto per fuggir la giattantia .
Tu bella e generofa quella di Lodouico Re di Francia antecefiore di Francefcojmpercioche fu
imprefa con la figura deirHiflrice,o, Porco fpinolò che \'ogliam dire, col Motto , e o m i n v s
ET E M I N V s. concetto veramente degno di quel gran Re il r uni voleua inferire che qualuri
che lo haueffe molellato Thaurebbe olfefò dapprefìfò e da lontano, e quello prometteua quel
magnanimo e real Principe.
Ferrante figliuol del nominato Re Alfonfò pigliò per imprefa l'Armcllmo, il qual di fìia natu-
ra fchifa il fango & ogni altra fimil bruttezza,anzi prima ch'imbrattarfì patirebbe di morir di
fame e però i cacciatori trouando le lor Tane , pongono il fango nella bocca di elle, el vago
e candido animaletto vi riman prigione.il Motto dice cofi portvs mori c^v a m toEDARi.
per onde fi fcuopre la fchicttezza dell'animo dell'ottimo Re Ferrante , promettendo di non
far mai ne penfàr cofà brutta e difdiceuole alla fua corona. Poi che altre imprefe di cotai per-
fònaggi fi trouano i quali habbino perfetta e fimil proprietà.
Però fu bella ancora quella del cane affettato con le gambe di dietro fotto vn pino doue era la
catena legata col collare, el cane fciolto & alto dinanzi in atto di federe . Imprefa del magno
Francefco Sforza primo Duca di Milano di tal cognome, il cui motto e quello qvietvm nemo
iMPVNE lacesset, dinotando ch'egli fufi'e d'animo di non offender veruno fé non prouocato,
intention degna di vero & inuitto Principe e fimile (parmi) a quella del fudetto Re Lodouico
in quanto alla intentione .
Voglio ancor dire per neceffario efTcmpio che bella vaga e conueneuole è il Ramo d'oro inefla-
to nel Elice imprefa del gran Duca di Tolcana col Motto vno awlso. fignificando ch'in-
darno i maligni e gl'infidiofi tentaranno che quel generofb & alto legnaggio li difperda,maflt ^
mamentechela mano di Dio fantilfimo è fcmpre in atto dicullodirlo,elfendoelfempiodi'
Giuflitia e de manifeflillìmi feruigi alla fanta romana e catholica religione .
Non voglio reflar di fjjiegarc altri cffempi per onde fi conofca la proprietà delle Imprefe, fra le
quali di vaga e di generofa apparcza è il Rinocerote, Imprefa del Duca Alelsadro de Medici v
col Motto Spagnuolo ciò cnon bvelvo sin venzek. il valor del fuo animo fu tirato
dalla fòmiglianza dello fleflo animale il qual non torna adietro fenza vittoria & ben mi per-
fuado ch'alcuni diranno per la maggior parte di quefte, effer imprefe fenfuali adunque non
virtuofe,fi gabbano , perche fé ben fi confiderà la qualità de nominati perlònaggi,trouarallì
che loro chiaramente fanno interpretare e dinotare gh honorari e virtuofi fini à quali hanno
difegnato di felicemente arriuare con le opere e con le fatighe,preualendofi o, vero ellendp/ì
; -j-l preualfi
DELLEIM PRESE. 41
preualfi e dell'attlue e delle heroiche virruti. La Saetta vfcita dall'Arco rettamente indrizzata
al desinato fegno,c Imprefa d'Aleflandro gran Cardenal Farnefe col motto E^wj^wTsr (igniti
cando che bifogna appoftar dritto , dalla cui figura cCct la fimilitudine del faggio e bel giudi-
rio di l'i degno prelato. Eflcndo la verità che dal buon defiderio tutte le attieni iono indrizza
te al fine d'honore e di tranquillità , ma quando le attioni lenza la debita prudentia fpinte al
buon fine vanno torcendojòno fimili alla faetta fpenanchiata ch'ai deihnato legno no (i con-
duce . Ma l'ampliiTìmo e non mai appieno lodato Cardinale ha la Tua religiofa intentione co
tanto accommodato (pettacolo palcfata , ne manca giorno per giorno con l'opere magnani-
me e piatole di mantenere quanto nella ftelTa (uà bella imprefa al mondo ha promcifo con la
rtipulatione del Ibprafcritto Motto .
II Magno Gianiacomo Triuultio ancora , con molta prudentia fi eleflc vno ftilo di ferro fitto in
. mezo d'vn quadretto di marmo per fua imprefa, hauendolo poftodi rimpetto al Sole col
Motto cioè NON cEDiT VMERA SOLI, piena veramente di giuditio, e fimigliate Imprefi
e la conferenza del Motto con cna,è certamente mirabile . dal Sole Ci caua la fomiglianza del
la EccellentiiTìma Autorità del Duca Moro , dall'ombra la condirione dello fteifo Gianiaco-
mo il quale come fedel vaffallo del fuo legitimo Principe, doleuafi della Tirannia Tper quan-
to fi dice ) del fudetto Moro, occupatore «dello fiato di fuo nipote detto il Duchino per la età.
per la qual cofa il Triuultio non potendo comportare cofi manifefta violcnza.fi mofirò nemi
co del Moro,ma per fortuna non potendo con lui contrafiare,fi parti di Milano,e fi pofc a fer
uigi del Rè di Napoli Zio del Duchino alhora nemico al Moro. Onde per cofi honefia cagio-
ne publicò la narrata imprefi,e con tutto ciò fi conofcefie minimo a paragone di cofi polfen-
teSignore,non perciò lo volfe mai obedire, ne mai volle cedergli , fcoprendo la fua piatofa
intentione col mezo di cofi ben confidcrata imprefa . Mi rifoluo di non tacere alcune altre
Imprefe,e benché fieno in fiampa, nondimeno io non le replicare per noiare i lettori, ma per
far toccar con mano negli ellèmpi la vera proprietà delle Imprefe la quale conofciuta,fi ridur
rà in più regolata vfinza,oltra poi ch'ai mio difetto alcune perfone di dottrina e di valore po-
tranno pienamente fupplire . quella però del Marchefè vecchio di Pefcara e ancora propria e
vertuofa Imprefi che fu lo feudo Spartano co'l Motto ritrouato pure da quelfamofo caua-
liero,cioè avt cvm hoc avt in hoc. Se ben furono parole della madre Spartana,
generofo fperone à render pronto il proprio figliuolo in difefa della patria . quefte fono l'im-
préfe da metterle in publico , alle quali indrizza la vifia ogni fccolo . e porta inuidia ogni de-
fiofb di gloria.
Nò di menor laude diremo efiere i duoi rami l'vno di ciprefifo l'altro di palma,lmprefa dell'im
mortai Marcantonio Colonna il vecchio, il cui Motto è quefio cioè erit altera mer-
c E s,volendo dinotare.o vincere,© morire.qucfta veramente fu inuentione mirabile e degna
di tanto Caualiero il quale non mancò di concorrere co fitti quanto h conteneua nella pro-
meifa.Labelilfima Imprefa ancora del S. Don Ferrando Gonzaga fu la BolTolacheferuea
viaggi maritimi i quali come aflai più pericolofi che quei di terra , volfe quel inclito e valo-
rolb principe in elfa bofibla nferrare la fua generofa intentione co la quale prometteua hauer
lèmpre animo di feruire a fuoi fuperiori fenza fperaza di robba e lenza timor di mortea gui-
Ta di chi fi pone in mano di quella fortuna la quale nò Ci può fchifare ne con forze ne co inge-
gno.E però fu da lui vfato quefto motto cioè nec spe nec MExv.ben che in più volte gli fentil-
fi dire che nelle attioni de fuoi pari non guardò mai à perigliofi rifichi di fua vita con occhio
di guadagnare robba ne con paura di morire.e fu veramente imprefa di vero e non appieno
lodato principe , della quale hoggi fi {erue Cefarc fuo figliuolo fucceflbr del valore paterno
e degli Stati.
Degna parimente di laude fu la mano ch'abrugia Ibpra vn altare oue era gran fuoco,a imitatio-
ne di Mutio Sceuola . Imprefa di Mutio colonna , col Motto forti a facere et pati ko.mawm
EST , e ben giuditiofamcte comprefe il gentil Caualiero di pigliar quella hiftoria che tanto ce-
lebra vn'altro Mutio romano . Ma perche il Motto è fententia con fenfo commune fi ch'ogni
altro romano potrebbe fimil fenfb attribuirfi , però l'imprefa non può hauere del proprio ,
con tutto ciò per ridurla alla fua proprietà crederò ch'à più propofito li potcfiè vfar quefto al
tro Motto cioè . si opvs non deerit alter fotto intendendo mvtio.
Veggafi ancora vn vafo col fuoco co verghe d'oro dentrojimprefa di Francefco Gonzaga gran
4'-'
D I S T I N T I O N E.
Marchcfe di Mantua,deHa quale imprefà quefto è il Motto proeastime,' fignificando là
fìiiccrità e la nettezza di quel Principe con ciò fìa ch'a mal grado degli Emuli, Ti raffina/Te la
fua gloria nel fuoco delle loro inique calunnie.benche il Motto fufTe ftato più commodo hinc
L A, V s. Quella medelìmamente di Fabritio Colonna il vecchio fu veramente degno di vifta
vniucrfale . Era vn vafo pieno di moneta d'oro alludendo a quello ch'i Sanniti prefentarono
a Fabritio antichiifmio Confule romano , il cui Motto è sannitico non capitvr
A V K o è da confiderare onde fi prenda la fimilitudine & ancq il fenlb del Motto , accioche
fappiamo la natura dell'anime di quelle imprese c'hanno le fìgtire non animate le quali il più
delle volte procedono,© dalcafo:) vero dal artifitio tomcciofarò conofcereper effempio
delle fudctte imprefc,& più per esempio di tutte quelle dell'Academia degli Affidati nella in
terpi'etarionc di effe . Mi refta a dire che l'Imprefa del gran Fabritio Colonna potrebbe haue
re delle improprio per cagion del Motto il quale ha quali proprietà di fententia pure s'accetti
per merito dell'inuentione hillorica più preilo per propria ch'altrimenti .
Del balzo di formento fegato , Imprefa del generolb Marchefe del Vafto , fi ha da dire come ve-
r-'mcnte fia di bella villa e di giuditioia confideratione , ma puf per conto del Motto che è cer
tamente lèntentia , non fi può dir che fi-a vera imprcfi , impercioche _ogniuno di vita attiua fé
la può attribuire. Vedendofi non hauer Motto legitimo cioè finivnt pariter reno-
va ntq. LABORE s. Nientedimeno preualendofi quella bella figura delMotto ritrouato
da Monfiguor Claudio Tolomci,cheè quefto I PS A q^vies est ipse laeor. farebbe
propria e vera Imprefa .
Ballami di hauer prepofti tanti e tanti efi!cmpi di tanti fuppremi e mediocri Principi nei quali
manifeftamente fi comprende la proprietà dell'Imprefe , e fra te fopranarrare , ben Ci confide-
ri alla natura delle figure & alla conferenza de Motti.Primamente no Ci vede figura che fia chi-
merica , o moftruoft , o humana , o vero irtipropria . Secondariamente no ci Ci truoua elcen-
dcnza.o fupcrfluita di figure,Terzo che tutte le figure fi fono trouate , o ad imitation di natv-
RA o d'ARTE, o di CASO , o di His voRi A , o di FAVOLA , quatto che tutte le figure doue conuiene ,
o rapprefentano Maieftà , o Eccellenza , o decoro heroico , o rifpetto di perfone , o vera gio-
condità di giuditio . Quinto , fi leggono i xMotti conformi , pieni di grauità e di (bnorità,lpe-
cificando lentimenti hiftorici per le conferenti fomigiianze , onde ciafcuno , come anima con
vaga ofcurità ,• dà fiato e fpirito al corpo dell'Imprefa . Sefto che la proprietà dell'Imprefà de-
ue per principale obligo promettere cofe per l'auenire degne difamavertuofii& immortale
con l'indirizzo delle virtù attiue, onde ne fuccedono fra crifiiani le contemplatine .
E benché Ci veggono poche delle fteife Imprefe con inrentione di operare contemplatiuamente ,
niétedimeno fi dee credere malfimamente in quefìì noftri tempi che coloro i quali non fanno
ad'altri quato no vorrebbero ch'a effi fufie tatto,ageuolmétc Ci farebbero partecipi della vita
religiofa e cótemplatiua.perchelo fpirito benedetto doue vuole fpira.e vuole fpirare nell'huo
mo ben difpofto e la dilpofitione vltima viene da Dio ma le altre dalla vita morale e virtuolà.
Dilli poco fa che gli efièmpi recitati confermarebbero qual fufie la vera proprietà dell'Iuiprefè ,
e'I maggior confermaméto di efia ftefla proprietà lì potrà leggere in tutte l'Imprele degli Affi
dati , i quali in vigor delle loro leggi hanno ordinato e comandato non douerfi in verun mo-
do publicar'frà le loro.Imprefa veruna fé non con interitione vertuofa e magnanima . Rcfta-
mi di dire, per adempimento delle membra prepofle, delle quali il corpo delle proprie Im-
prefe fi compone,a chi fimigliante fpettacolo in publicario, lecitamente conuenga . Ma prima
ch'a ciò far mi metta , degna cofa parmi di ragionar con breuità delle Imprefe di tutte le Aca-
demie de noftri tempi. E per la più antica diremo di quella degli intronati nell'inclita
Città di Siena , i quali publicorno per loro Imprefa vna Zucca vota e fècca con dui peftagli fo
pra. il Motto è quefto ,meliora latent. il qual Motto nobilita quella figura
dentro la quale è nafcofto il Sale fodo . Elfendo in Tofcana vfanza per conferuare il'fale afciut-
to di metterlo nclleZucchelequalifècche, non riceuonohumidità. Bella veramente e giu-
diriofi Imprefa variamente da più perfone interpretata . Tuttauia per quanto ho potuto fape
re hanno voluto quegli alti intelletti inferire vn huomo fènza fìipientia eflTer vnaZuccha fen-
zafale&èprouerbio^'n Tofcana , equantunche alcuni fàppinoe non moftrino il lor fape-
rc , fono cerne non fapeflèro. Per ciò i peftagli che peftano il fàlej, dinotano le operationi
lodeuolieperchefièdettocheld figura della Zucca co peftagli ha del baffo e del ridicolo.
però
D E L L E I M P R E S E. 42
però fi fupplilce con l'argutia e bellezza del Motto . Vfarono ancora quei belliflìmi ingegni
d'Imporfi i nomi conferenti alle loro qualità & agli afpetti , e fi è conoiciuto in ciò fra elfi va
giuditio mirabile e ftupcndo , Io non recitare altre interpretatiom fbpra la ftefla imprcfi ve-
ramente propria e degna di laude, come fé ne veggono i teftimoniin tante bell'opere che
quella gentilillima Adunanza ha mandate in luce, & hoggi fotto la protcttione del gran prin
cipe di Tofcana più che mai fi mantiene e fioriice .
Fu quella di Napoli detta l'Academia de sireni. dalla Sirena perche a fuo nome fi edificò Napo
li chiamata Partenope che fu vna delle tre firene fecondo Licofronte , forelle , le quali non
haucndo potuto con la lor bellezza & eloquentia trattenere Vlifle in Mare per difdcgnofi
precipitorno. Imperò Partenope ributtata dal'onde, fu honoratamente fcpolta, eia Gio-
uentìi cumana poi à nome perpetuo di Partenope quiui vna belliffima Città edificarono per
effere ancor quel paefe fertile e giocondo, fu rifatta dopo molti anni da Greci e nominata
Napoli . rimprefa di quella Acadcmia fu ( come ho detto ) la Sirena . Imperò lenza Motto e
forfè no , dandofi la colpa alla mia memoria .
In Roma fimilmente fu fondata l'Academia della virtù lotto la magnanima autorità d'Hippoli-
to medici gran Cardinale , quefta imprela fu parimente fenza Motto perche fra quei famofi
Academici.fplendordiqueftonoflirofecolOjfu contrarto inqual foggia fi douelfela virtù
d'pingere, in quel mezo venne lo ftefib generofò Cardinale a morte, non iì ricercò altro per
che vollero alcuni che la virtv fullc morta perla morte di quel Prelato vero mecenate di ver
tuofi à noftri giorni.
Fu bella in Milano rimprefi de Fenici cofi detta dalla Fenice fondata dal nobilCaualierVen-
dramini ,& ampliò mira bilmente il fuo credito col mezo di molti gentil'huomini Milanefi e
Genouefi ma non fu conclufb di congiognere con la figura Fenice il Motto , impercioche nò
voleuano confrontarfi con gli altri Motti per efier quefta diuina augella fiata da più perfonag
gi publicata per imprcla , ma nel più bello di mandar fuori opere di molta dottrina fu dall'In
uidia annullata , onde fi mancò di dar la fua perfettione a fi mirabil figura .
Pochi anni inanzi dopo la morte del Marchefe del vaftOjridortafi laMarchcfà con ilMarchcle
diPefcarainPauiajfufondatalAcademia della chiaue d'oro col Motto clavditvr et ade-
RiTVRLiBERis , c fu vuo di quclla Acadcmia il maguo Audrca Alciato, e fu veramente inuen
rione del Marchcfe nella fua Età di fcdici anni , cotale imprefa rimale in molta ftima perche è
perfctta^e piena di bellifiìma confideratione .
La fama con l'ale e con la tromba fu imprefa dell'Academia Venctiana col Motto ciò è cosi dal
EASSO MENE VOLO AL CIELO . maudò fuoH in "poco tcmpo molte opere di diuerfefcientie, e fi
mandò fra l'altre vn Indice di libri da ftamparfi , tutte cofe di molta importanza e di com-
mune giouamento . ma l'Auaritia nimica di virtute e radice di tutti i mali , fpiantò da fonda
menti quel mirabile cdifitio e cacciò fbtterra vno de i più bei fplendori che fulfe mai,o, anti-
co,o,moderno,mairimamente in vna delle prime Città del Mondo , degna è anco di confide
ratione la ftelTa bellifllma e generofa imprefa onde fé ne ponnoedeono traggergli eflcmpi
per non errare .
Di quanto alto e lodato nome fuffc quella già molti anni celebre in Padoua co'I Titolo d'is-FiAM-
MATi . già ne rimangono e rimaranno viue perpetuamente le memorie . Impercioche vfciro-
no fuori quei foaui frutti che per tempo non marcifcono, ma continuamente danno ad ogni
bello intelletto godeuolc nodrimcnto .
In Bologna Città fapientiffima pur hoggi perlcuerano qlle virtuofe & lUuftri Adunanze eflèm-
pio a tutte le altre città,oblig3te con fimiglianti maniere à elaltadì per mezo le opere virtuofe
& à fchifare l'otio padre de maligni e vituperofi dilegni per i quali nafcono rifie e controuer-
lìe particolari e quindi communi e ciuili lèditioni onde vengono le città & i paefi in menifefta
& in miferabile defolatione .
In Vicenza Città generofa fi foleua nei petti de fuoi cittadini nodrire ogni fòrte di vertuofàc
mirabil difpofitione , fapendofi publicamente con quanta diligentia e con quanto ardordi
gloria , manteneffero huomini letterati , concorrendo alla audientia di Eflì tutta quella nobil
tà laquale non guardaua a qual fi voglia forte di fpefe,anzi molte volte non hanno quei gen-
tilhuomini dubitato di fpogliarfi de i lor propri] beni per mantenere fra eificofi nobile e ce-
lefte confuetudine .
L »
DISTINTIONE
Non meno in Verona fi fono vedute fpeflb fìmiglianti illuftri congregatloni^cfièconofciuto
manifeftamentc quanto fia naturale la inclinatione di quella inclita città agli eflercitii dica
ualleria e di dottrine,eI teftinionio di quefto è quel mirabile Amfìteatro doue non manco eh'
in Roma fi faceuano tutte le forti di vertuofi e magnanimi Ipettacoli , e quelle fono le cagioni
mcritcuoli di nome e di gloria immortale ,
In JjrcJciii fimilmcnte Citta magnanima queite non appieno lodate conucrlationi fono fiate fo-
mentate con liberalità e con amoreuolezza , & hoggi ancor perfèuera l' Academia degli Oc-
culti ripiena di famofi e dottiflìmi ingegni, hanno vfato per Imprefa publica vn siLENO,fìnto
da poeti c'hauclfc in fcno di tutte le cofe i mirabili fègreti Jl cui feno s'apriua agli fpiriti defìo-
fi d'immortalità, inuentione degna di cotanti animi alla gloria eleuati, prendendo tutti gli
Academici di cotali Imprefa la fomiglianza dal petto di Sileno doue era l'AbbilTo de lecreti,
ridotti in chiarezza dalle gloriole penne degli Occulti,nome alla figura altamente conueneuo
le, e di ciò dottamente & eloquentemente ha trattato e fcritto il celebre filofofo e degno d'o-
gni vera laude l'Arnigio.
Soleuafi in Cremona città abbundantiilima di perfonaggi all'arme & alle lettere afTueti; far fimi
li adunanze e trattenere huomini famofi ,• veramente naturale proprietà di quella valorofa e
nobiliifima patria, per onde fé fuffe quell'Accademia perièuerata , lì vedrebbero à commun
benefitio e i\ guftarebbero i frutti ch'vfcire abbódeuolmétc fogliono di quel fcrtilif giardino.
In Mantua città antichiflìma foleuano ancora efier grate le conuerfàtioni vertuofe , imperò, gli
clfercitii caualierefchi fi fono fempre mantenuti e fi mantengono come colà a Principi più ne
ceilaria e più conueneuole che l'vfo delle difoipline . nientedimeno in Ferrara belliflìma & in
dita città, Le foientie fono fiate e fono preffoàquei magnanimi Principi filmate, effaltate e
riccamente fomentate,vedendofi pure come ne i paffati e prefenti tempi habbia hauuti quel-
la digniffima patria forittori & hoggi di habbiadi tanta dottrina e di tanto giuditio c'hanno
in ogni flile meritato e meritano d'effer collocati nella prima fila de migliori, ancora che già
molti anni già honoratamente vi fioriffe vna Academia detta gli Eleuati .
Reggio città gentili(fima,fi e fempre elfercitata con le Mufe & in vero quiui fi fono ritrouati nel-
lo effercitio della mufica huomini di fingular fama.In Modena ancora , come città ornata de
cittadini che nelle lettere e nell'arme nò han ceduto ad altra patria d'Italiajgia molti anni fi
foleuano infieme cògregarfi. molti fpiriti poffeffori di tutte lefcientie come ne fanno le flam-
pe hcnoratateflimoni:mza
Vero è che le città le quali per lunghiffimo vfo fi fono date alla militia e fattone habito ineradica
bile, non ponnohauere intentionead altro honorato effercitio . e però in Parma & in Pia-
cenza città antichiffime,ricchiflìme e più di tutte le altre quafi in Italia piene Scornate di Si-
gnori titolati & illuflri, fra quali molti e molti e ne i fècoli paffati e ne i prefenti fono flati, ha-
uendo hauti gradi di MiJitia e mediocri e fuppremi ; vrgente e neceffaria cagione che le due
città habbino attefo continuamente alle guerre,doue fi numerarebbero quafi infiniti capita-
ni e colonelli e nell'ordine caualierefoo e pedeflre . con tutto ciò non e in elfe mancato fi che
non habbiano hauuti huomini & habbiano hoggi nelle fcientie e di molto merito e di molta
honorata nominanza & in Parma f come hoggi s'intende) hanno cominciata vna Acca-
demia detta gl'i N NO M I N A T I. In Tofoana ancora fra tutte le altre , la città di Perugia au-
gnila è fiata fompre nudritae mantenuta nello effercitio militare perche ha ella hauti capi
di guerra famofilTìmi , e ben che ci fia vno antico fludio , nondimeno non hanno hautom
vfo di honorarfi di quefle adunanze chiamate Academie .
In Cafiile di Monferrato città veramente Illuflre gentiliilìma & ornata di ciuili e generofi coflu
mi,è fiata mantenuta vna dotta e ben regolata Academia, & ha publicata vna belliflìma im-
prefa cioè vn Sole nafcente & vna Luna occidente col Motto l v x indeficiens, volendo infe-
rire ch'in tutti i tempi viuerannoconluceecon fplendore, cauandola fomiglianza da i dui
gran luminari del mondojn palefare i loro difegni con l'opere di dottrina e di vertuola & ho
notata vita, & in teflimonio di quefi:o , fono di quei virtuofi Academici vfcite in luce molte
dotte e belle compofitioni in vtilità commune .
Genoa vna delle dodice città prineipali edificate da fucceffori di lano belliflìma e doppiamen
te ricchiffima d'oro, e di libertà,è fiata ancor folita di trattenere l'Accademie de virtuofi, con
ueneuole fplendore a città libera^impercio che,non cffcndo intenta all'arte militare/imiglian
te
DELLEIMPRESE. 45
te Adunanza d'huomini dotti/arebbe in quella patria come vna bclliflìma gioia legata in oro
tìniffimo.ma (òpra tutte,e mi fi perdonijnella città di Fiorenza,meritamcnte fiore di tutte l'al-
tre perche ha la vertù e la Maef tà delle fcientie dentro il Tuo ameno e fiorito capo, con ciò fia
che le età atichi & i lècoli moderni habbino quindi prefa la forma delle dotte e fciétiate cóuer
fationi, e di già fi erano perdute cotali diuine vfanze, ma il diuo Lorenzo de Medici , Alunno
liberaliiTimo de i perfonaggi dottiffimi/ondò con felici/Timo Augurio l'Academia in Fiorcn
za di fette fapienti cioè del Pico,del Vatabro , dell'Argiropolo,di Guido caualcanti , del Na-
uaggerOjdelFicino, edelPohtiano. Quefti hanno in Italia abbellite e racconcc le lingue ,
qucfti hanno corretti i deprauati caratteri greci , hebraici, latini , e tofcani, quelli hanno ihi-
pcndamente interpretati i fènfi platonici e chiariti i fegreti di Mercurio Trillncgiftro , quclH
hanno trattato di quei concetti a quali gli fcrittori romani tanto alto non penctrorno,da quc
Ito Settenario fonte,fono vfciti i riuoli ch'adacquano tutta l'aridezza e fcccaggine delle mo-
derne memori e,quefti lètti lumi molto più con la loro fipientiagiouorno all'Italia ch'i Setti
fapienti antichi alla Grecia.nc mancò il diuo Lorenzo delle fue proprie ficultà trattenere li
ftefll fette fapienti d'Italia, e d'età in età la magnanima famiglia de Medici ha icmpre,dopo
quel padre della patria,fomcntato quello fplendore,& hoggi il Gran Duca di Tofcana ha te-
nuto e tiene fempre aperta la porta del fuo ricco Erario per conlèruare quello famcfb Liceo
lafciatogli per heredità dagli antenati fuoi,& ha voluto Dio perche non fi fpegneffc quello ce
Ielle fplédore che Ci giuflo e fi magnanimo Principe ne rimanclfe legitimo e perpetuo herede.
In Paula finalmente Città Regia,oltra l'Academia degli Affidati;rifplendcl.ì congrcgatione det
ta de Caualieri del Sole, impercioche hanno per imprefa vno Apollo dalla cui natura cauano
la fomiglianza de i loro illuflri difegni, fono in numero XXIII. fecondando il numero delli
XXIILRe di quella città, fedia Reale di quei potentiffimi Principi ; hanno publicatc le leggi
degne di honore e di laude & à quelle nelle loro attioni fi fono fpontaneamente fottopofli.nc
per ciò ofarono gli fleffi caualieri di principiare ad cffere obedienti fc prima le medefime leg-
gi da i loro fuperiori non fulfero fiate \'ifle & approuate . Elfi il lunedi & il giouedi fi congre-
gano j obedifcono per dui mefi al lor capo, detto conservatore, trattengono il caualle-
rizzo,ilMaflrodifcrima,cMuficidi voce e di ftromentiin ogni eccellenza Iperimentati.
vogliono che criflianamcnte fi viua , che fi oda ogni matina la Mefla,che s'accópagni in ogni
occafione il Santilfimo Sacramento,niuna perlbna di grado,viene o paflà per quella città che
tutti non la vadano per honorarla airincontro,tanto fuori della città quato iì richiede ci gra-
do di elfo perlbnaggio . Tutte le liti, le controuerfie e le querele con ogni benignità e diligen
tia accomodano & rappacificano, ogni anno fi riducono nella chiefà di S. Epifanio à far mu-
fìca li tre giorni del Battiflero, e li tre giorni di Pafqua . La qual cola è veramente effemplare
ne lo qual città o vicina o lontana è cofi poco emula delle virtù che non fi muouaad imitar
coli degna & honorata profeffione;,per la quale celfano le controuerfie,non han luo.<?o le fc-
ditioni , fi sbandifce l'otio colpa d'ogni errore, non fi ha il cuore alle vendette, non è ardente
l'appetito per accumulare le nefande ricchezze, anzi accefo ogni penfiero nelle fiamme delle
virtìi e nel zelo d'honore , fa habito in fé fleflb di vertuofamcnte e d'illuflremente operare.c
di ciò dar fé ne potrebbero gli eflempi, malTimamente di quelle città le quali per cotal nobi-
le e generofo trattenimento fono viuute pacifiche e tranquille, e fenza/ono cadute in difsin-
tioni&inroine manifeflilfime . Veggafi hoggila quiete e contentezza di Pauia/plcndida e
chiara per quelli dui lumi i quali per tutto fpargono i raggi d'immortalità con ogni ficurezza
diripofo e di concordia. Reftami folamente di dire; per ridurre in porto tranquillo quella
barca la quale tanto tempo ha folcate le pericolofe onde marinej à q ual grado di perfone con
iienga di publicare l'imprefe .
Primamente di tutti gli huomini, altri fono fotto l'imperio fcmplice della buona fortuna,aItri
fotto il femphce dominio della virtù, altri fotto l'vno e l'altro dominio . Quei che fono lòtto
il femplice imperio della buona fortuna s'intendono per coloro che nati fono nobiHdilàn-
gue e ricchi di robba e di titoli fignorili, a quelli s'apertiene di publicare l'imprelè; pur che
non fiano macchiati d'infamia o elfi o vero proflimi loro antenati.à Quelli però che fono lòt-
to il dominio della virtù accompagnata da nobile e lodeuole profeffione , parimente {ì con-
uiene di publicare l'imprelè.a Coloro ancora che fono ricchi e nobih e vertuofì è cola molto
più conueneiiok di vfare e di publicare fi degno teltimonio . Si efdudino nondimeno li tinti
d'infamia
DISTINTIONE.
d'infamia & 1 profcfrorl dellarti meccaniche , efcettuati gl'ingegnieri che flanno a feruigi de
Principi i Pittori eccellenti e gh ftatuarii famofi . Douendofi fecondo le qualità eleggere le
figure per imprefe fecondo le date regole , e tali fieno le figure che non efcedino le profclho-
n?ìe quali pofllno elfere di credito e di merito differenti . Eccomi con l'aiuto di Dio , gionto
con la mia nauicella al defiato porto , e fé la fua mercantia non farà di pregio, s'incolpi la pò-
uertàdelnauigante,potendofi hauere fperanza che molti i quah hanno gli herani pieni di
Tcfori di pran lun'^a più pretiofi , fupplifcano alla balfezza della miaprefcnte mercantia per
la quale raidone mfinitamente gratia honore e gloria alla trina et vnicafuftantiadiuina&
eterna .
IL FINE.
1
DI FILIPPO CATHOLICO
RE DI SPAGNA.
A Figura Sferica douefivede tutto il Globo della terra e del mareTeparato
dal Cielo è Imprefa che s'attribuifce all'ottimo Filippo dAuftria di qucfto
nome fecondo Rèdi Spagna Catholico, adimitatione di Virgilio in quefto
fottofcritto diftico .
Tutta notte fioue , ilmatino chiaro ritorna ,
Diuijò il Mondo con Gtone Cefarhaue ,
La quale Imprefa.fu moftrata dal Marchefe di Pefchara honorata memoria à Sua Catholica Mae-
flà.e fu dalmedefmio Marchefe riportata in Italia,e da lui prefcntata ad alcuni offitiali dell'Aca
deraia de'^i aflfìdati, paflando egli per Pania .Si vede però quanto veramente cotale Imprefa à
fi grande,e potentilTimo Rè conuenga.Ben è vero,che Virgilio intefe di quel Gioue.il quale per
vno de i lor'Idoli i Romani adorauano . E perche più Gioui furono , diremo di quello , il quale
alcuni vogliono che fufle huomo di marauigliofo fapere , e quefti mcdefimi tengono , che (ìmil
nome non fufle proprio , ma fi bene di fupprema autorità , come dir Faraone Imperador dello
Egitto , Soli Rè di Perfia , Cefare Augufto Imperador Romano, parimente Saturno,Mercurio,
Hercole , & altri nomi fimili alle dignità fuppreme attribuiti , come fra quefti poflìamo connu-
merare il Papa,li Cardinali.i Vefcoui . Con tutto ciò di quefto Gioue ( lafciando di dire di quan
ti furono in diucrfi tempi , & in diuerfi paefi ) parlaremo cioè di quello che gli antichi Romani
honoraro e riueriro, detto da cffi Olimpo, ancora che i Greci vogliono cotal nome cllere (ta-
to applicato al figliuolo di Saturno Candiota . Imperò più fcrittori tengono quel de Romani ,
de Siciliani, e d'Africani eflère ftato vn folo, à cui da Siracufani in Sicilia fu indrizzato vn tem-
pio , e fra gH Africani fimilmente il tempio Ammonio . Diodoro Siciliano ferine di ciò nel ter-
zo libroi Altri credono.che Virgilio intendefle di quel Gioue Filarca che i Tofcani Io interpre-
uuano per la Fiducia , e quello dice MacrobJo ne i fuoi Saturnali , che veramente fu Prencipe
di Populonia città antichilfima nella Spiaggia del mar Tofcano . hoggi detta Piombino , di che
ne fa memoria ancora Plinio nel 14. della fua hiftoria naturale. A quefto Gioue fu attribuita
la lèftq sfera fra i pianetti, & è da giudicare :, che le fette ftelle erranti , molfe da fette intelligen-
tie , ciafcuna di efle mouendo il fuo orbe , fi fa cofi nominate, perche inque tempi coloro,!
quali marauigliofamente poffedeuano l'Aftrologia , & per la pcrfettione di elfa prediceuano lo
auenire , erano ftimati Semidei , e tirauano i populi alla loro diuotione , i quali ( come quelli
antichi non faceflero altra profelTìone che di conofcere le cclefti influentie ) fapeuano predire
non {blamente le pioggie, i venti , i terremocti , ma etiamdio le attioni ; & i fini de gli huomini,
e quefti cohofcendo le loro particolari influentie , à quella ftella pia tauoreuole , attribuiuano il
nome à beneplacito di elfi , o vero le dauano il lor proprio nome , confcruato & mantenuto per
tante nrigliaia d'anni , e per quefta maniera fi aquiftorono la immortalità del nome, e certamen
te fi dee filmare , che quelli iftelll grandiffimi huomini, haueflcro lafciate fcritture di molta dot
trina ^jina nulla fi truoua , eccetto di Mercurio Trifmegifto , che al parere di molti faggi fcritto-
" ri',-fi tiene chefufleOfire, e che dal fuo nome ò proprio,© vero di degnità,rintelligentia che
muóue il fecondo orbe de pianeti fufle e fia detto M e r e v r i ©.Ritorno à dire,chc Gioucjdo-
'; lo de Romani ( come fi è poco adictro ricordato ) fu lo ftefìo,che s'adoraua in Sicilia,& in Afri-
' ca , e per alcune occafioni di guerra i Romani alzarono due altari , vno detto Giove S t a-
T 0% F. , l'altro Giove Feretrio. Ma lafciando da banda quefta falfa e miferabile allufio-
nedegli antichi, confermaremoeffer certitilTìmo , che'lnoftro vero & onnipotenteiDDio,
trino in perfona , & vno in foftantia . babbi volutOjche la terra quafi tutta (ìa lòtto l'Imprefà di
Filippo ma^imo , e qual argomento può faixi confàpeuoli delia volontà di D 1 o , le non il fa-
uore
44
uoreeloindrizzodellaruaincomprcfibileprouidentiala quale ha voluto che'l mondo occul-
to,e lo Emisfero de gli Antipodi hoggi chiamatolVIondonuouo,viuaiòtto l'Imperio e la Mo-
narchia dello inuittilTìmo Rè Filippo «^ il quale con Gioue Tuo Dio.e Dio con quello Tuo princi-
pal capitano , cagionaranno , non dico il iecol d'oro , ma vno ouilc & vn Paftore . Replico per
ciò conformemente quello fi degno fpettacolo elferc porto in publico , co'l motto^c v m i o v e.
eie Dio e con Filippo, chi contra Filippo? Facendoli peròlacomparationeda Ottauiano Au-
gnilo à Filippo in quanto alla potentia e numero de Regni , e degli Imperli (l'adularione nimi-
ca alla mia penna non s'accoftarà punto alla bugia per macchiare la verità ) onde dico non efie-
re dubbio alcuno, che'l Rè Catholico in quello nofho Emisfero poflìede giuridicamente molti
Regni in Europa . e di ragione douercbbe pofTcdere ancora quelli che indegnamente lì vfurpa-
no gli infedeli , Quinci può agguagliarli ad Augnilo, quello Imperadore per ambitione , que-
llo Rè maOlmo per volontà di Dio, con tutto ciò non è meno pollènte anco dd Turco co'l qua-
le Carlo V. gloriola memoria.hauerebbe di pari combattuto , fé non hauelTe hauto i fieri con-
trapelì d'alcuni Prencipi Chriltiani . Però con la potentia hoggi dell'Ottomano Tiranno può e-
dee Filippo pareggiarli , e forfè ancora auantaggiarla, E s'io volelfi, ridurrei in fcrittura lòia-
mente le prouincie e l'Ilòle del mondo nuouo, del quale come Dio gli ha data e conceduta la
Monarchia , coli può liberamente hauer quella di quello noftro Emisfeio,non comcTiranno ,
màco'neCuflode,eDifenditore della giullitia e della fede Chrilliana, NacqueildiuinoRè
catholico delia Imperatrice Donna Ifabella forella del Re di Portogallo allixxi di Maggio nel
M. D. xxvn.fùil fuoafccndente la libra, cafa di venere al xiiii. grado, hebbe Gioue, & il Sole
nella nona cala. L'uno promette amplificamento de Regni , l'altro olTeruanza di Religione, e
ben fi vede il concorlb delle (Ielle felice e tranquillo , ma lo elTere Prcncipe chriltiano , & obe-
diente alla fantachiefa, anzi l'eflere intentiamo a difpenlare ognifua polfanza inferuigio di
quella;rendeccrti(rirao queftofècolo della fua maggior grandezza. La felice influenza però del
fuo nafcimento lo dilpone à fiper con figliare le {lefiTo , e promette ogni fuo pcnfamcnto e dile
gnohaueredel diuino,e del ficuro, e nulla del fallace in confeguire i fini di tutte le cofe; tan-
to in reggimenti de paefi.quanto di guerre, tutto che nella fua Natiuirà habbia hauuto Marte
alquanto retrogrado . Hebbe Filippo di xvii.anni quafi.la prima moglie Donna Maria figliuola
del Rè di Portogallo Regina veramente d'incomparabil bontà e d'infinita grada, di cui nacque
Carlo,e dopo pochi giorni lo {tefib principe Filippo vedono rimafe.Ne perciò debbo io tacere
ma dir qualche cola della flirpeaufiriaca,trouandofi diuerfe openioni poftein fcritto, malfi-
mamcnte da qualche Poeta romanzo come dal Tadò nel fuo Amadigi, e dal Bollo academico
AfndatO)! quali con altezza d'ingegno, e non con fondamento di verità, trattano della origine
di quella ferenilTima famiglia. E opinione;e con fomiglianzadi veritàjchelafudettacafuatrag
geife Origine da frangipane antichilTìma e celebrata progenie romana, e che ciò pofTa eifcr vero
ritornando ilgloriofo Carlo V. con vittoria di hauer prcfaTunifie (cacciatone e debellatone
AriodenoBarbaroira, padàndo per Roma, trionfò in Campidoglio fecódo il codume antico de
gli Imperadori Romani, fignoreggiante con incomparabil tranquillità Lo Imperio criftiano
Papa Paulo III. Pontefice maffimo , doue Carlo volfe fapere e conofcere la famiglia de frangi-
pane e molto accarezzò vno di quelli e ne (enti rinuitdifimo Imperadore cólblatione ineflima-
bile.Vn'altraopenionepiucommuneèche quella generofa & inclita cafata tragga principio
da Tuifcone nipote di Noè dal quale hebbe origine la Germania , detta cofi da Manno nipote
o,fi?liuolo di Tuifcone e da quello è venuto il nome Todefco, il che dice Eeiofo, ccnfei ma Dia
doro Siciliano,e Cornelio tacito approuaua,però quanto da Giefu Chrifto inanzi, faccfre& al-p
tamcnte operafle quelta fatale (tirpeAu(lriaca,fi può leggere nelle antiche croniche deGerma
ni , ma (otto altro cognome . Imperò da Crido benedetto in qua , ricominciò ad hauere i gradi
fuppremi nel medefimo anno , nel medefimo mele e nel m.edefimo giorno che principio hebbe
la cafita Otomana ppoda all'Imperio maumettano afiatico,(opra della qual (brte Ci truouano in
Germania più Profetie& antiche e moderne, delle quali il fentimento è che la deda cala Oto-
mana habbia nel 1575. ad ederfottopoda& in tutto defolata dalle potentilTìme forze audriar
che col concorfo de Pontefici «& d'altri potentan , e di già Ci cominciano a vedere i manifediifi-
mi contraiègni , oltra poi il buono Aufpicio di tanti , e tanti Imperadori eRè che ha haun il ce-
lede fangue audriacoal quale Dio gloriole meritamente & a tutti i tempi predarà il fuo fauorc .
Il primiero lungo viaggio, che facdfe il gloriofo Filippo fu del M.D.XXXXIX.partitofi di Spar
M
gna per andar à vifitare in Fiandra Cefare Augufto Tuo padre.è per qual Ci voglia paefe doue paf-
fafle.e pofafTe lafciò fegni, e teftimonianze di magnanimità.di liberalita,e di dcmentia ,fi che fu-
però di ijran lunga Ciro , Aicirandro e Giulio celare . Quanti ftati poi del fuo ha donatiFilippo ^
quante Città ? quanti Tefori ? e di trecento e di quattrocento mila Ducati à vn trattoj'quante pcn
iìonì ? quali intìnite ? e la più parte in vita à grandi.à mezani, & à minimi ha largamente conce-
dutele concedc?vifitò il fuo inuittifllmo padre/itornò in Spagna;mandò il fbrtifTimo e fapientif-
iimaDiica d'Alua per le cofe d'Italia , ritornò di Spagna in Inghelterra . maritatoli con la Reina
Maria figliuola di Henrico ottauo/crifle à Papa Paulo UH. con molta humiltà pregandolo (ì de-
gnafìc di non molellare gli ftati de Colonnefi , ottenne la vittoria centra Papa Paulo detto , fece
vfareogniclementia, & ogni rifpetto alla fanta fede Romana nel M.D.LVII.publicò la guerra
contra Hcnrico Rè di Francia, e fpecial mente per ricuperare San Quintino . Intorno al qual luo-
go ritrouandofi vn potentiffmio elfcrcito, di cui cleOe per generale Don Filiberto Emanuello '410
uinc d'incomparabil valore , e Prcncipe del Piamonte.accoftatofi vn'altro grofTo effercito de ut-
mici,guidato dal gran Conteftabile di Francia per foccorrere gli aflediati. l'Ottimo RèCatholi-
co ordinò e commelfe al fuo Generale , & a Monfignore di Agmonte, che faceifcro giornata ron
inemici,con tra i quali li due valorofi capitani catholici con animoiità e con prudeutia aif 'Itoro-
no il eran Conteftabile , e con grand'empito lo ruppero,e con molta ftrage de fuoi, lo fecero pri-
gione, inlìemecon molt'altri de primi Baroni di Francia , ne perciò lo inuitto RèCarholico \'o\-
fe , che punto iì turdaife , hauendo comandato,che à San Quintino fi defle vno affalto generale ,
il qual fu con gran mortalità d'ambe le parti prefo per forza,entroui il gcnerofe Rè armato,e con
la ignuda, fpada in mano,riparò,chenon fi fpargeffe fangue,ne che'l detto luogo s'abrugiaffcjHa-
uendo dopo quefto,auifi,che con forte effercito Monfignor di Terme grandemente daneggiaua
la riuiera verfo Grauelinga; òi fuo proprio parere il prudentifTìmoRè Catholico, e contra la opi
nione de fuoi primi capi di militia , comandò.che fenza indugio Monfignor d'Agmonte andaflè
con la fua caualleria à far giornata con Monfig.di Terrae,e quando i nemici fuggiflero l'occafione
di combattere, che in ogni modo Agmonte liftringeffe à far giornata, il quale prefo niaggior
animo della volontà e configlio del fuo Rè,prefto gionfe , prefto affaltòje preflo vinfe . Per qiu ile
due gloriofe vittorie tremando tutta la Francia , fu cfTortato il vittoriofo Rè Catholico à lèguir
rimprcfa del certo maggior acquiflo. Quando in quel mentre comparuero i principali della Fran
eia in gran numero ; otferendofi di farlo padrone di quel Regno , quando fua Catholica Maeflà
haueffe promeflb di lalciar viuere i popoli à modo loro in quàto alla religione,Ma il clemétifs. Rè
Filippo pieno di manfuetudine >e priuo d'ogni tirannica fete , kcQ venir à (e il gran Conteftabile
prigioniero,e gli fé toccar con mano l'vlrima rouina di Henrico Rèdi Francia, in guif'a che per or
dinarie maniere fatto il Rè Henrico certiifimo della fua prefente rouina,e della Chrifìianahuma-
nità di Filippo.magnanimamente moftrò di contentarfi di quanto piaceffe al Rè Catholico , egli
vafo incomparabile di clementia, e di bontà,non altri capitoli efpreffe.che quanto la fua religiola
confcientia richiedeua,con molta confolatione del magno Henrico Criftianiflìmo . Anzi Filippo
per rendere teftimonianza della fua angelica intentione, eflendo morta Maria Reina d'Inghil-
terra fua feconda moglie , accettò in facro e folenne matrimonio Iffabella primogenita del gene-
rofb Rè Henrico , etutio quello felicemente fucceffe trail lyjy. &ilfinedel ijjS. Datogli dal
fuo Gioue Dio fantiffimo trino & vno le due vittorie contra la pofTanza di Francia, & vna contra
la terribilità di Papa Paulo IIlI.efTendo di quella pericolofà imprelà il magno Duca d'Alua Fer-
dinando Aluarez di Toledo ficuiiflima guida . Ma comeildiuino Re Filippo hauelTe & habbia
Tempre vna innata fiamma di charità verfo la fanta madre Catholica e Romana Chiefà , veduto
quanto danno di continouo apportaffero i Pirati infedeH,i quali fcorrendo i noftri mari,abrugia-
uano e diftruggeuano i paefi Chriftiani e menauano prigioneri>& innumerabil copia delle mem-
bra di G I E s V C II R I s T o , acconfenti , che C\ facefie la imprefa di Tripoli di Barbarla , ma co-
me ; oltra i faggi pareri di fua Cath. Maeftà tardaffe più del douere,e che fuor della fua reale ope-
nione fi fermaffero con l'armata intorno alle zerbe , infelicemente fi perde . che fu la feconda &
horrenda rouina del Criftianefimo , Rimafo il Re Filippo qujfi in tutto fpogliato delle forze ma-
rinme.e poi fucceffa la fommerfione delle venticinque Galee di Spagna, oltra la perdita delle fet-
te Galee di Sicilia , con la cattura delle Galee , e del Galeone del capitano CigalajCrefciuto,e non
fccmato il cuore al Rèfanto egenerofo , riftaurò in poco tempo e rifece l'armata , ch'altra huma-
napolfanzj non era badante à poterla rinouare. Ma il fuo Gioue Giesv Christo benedet'
IO
45^
to conferiiandogli ranimo inuitto,pcr dargli dìucrfè occa/ìoni d'immorMl laiidc , gli po/è in cuo-
re di fare l'Imprefu del Pignone di velez , doue Tua Macftà volle che ci lì- ritiouaflcro come capi
Gioiianni Andrea D'orla Chiappino vitelli Marchcfe di Cctoiia eirendo genen'lc Orni (iarria &
ottenne quc'!a inefpugnabile fortezza,Piacquc poi a Dio, che fulfe alfediata li fola di Malta dallo
infede! Tiranno Otomano , accioche mokiplicaiiero con i trauagliji meriti del Rè Filippo dinan-
zi agli occhi dell'eterna bontà diuinajla quale Ifola dopo molti terribili,C?i fpelfi alkilti , ridotta al-
l'eftremità della fua quali difpcrata e fpauentofamiferia, pcrordinee iòllccitudine di Filippo
Capitano di Dio.fu valorofuiientefbccorfà.Non vi fi trapoledapoi molto tcuìpo, chela Fiandra
fegretamente intenta alla ribellione della fanta Fcde,il Rè Filippo mandoui il Duca d'Alua con la
raihtiaSpagnuola.quiuiS. Cath.Corona volfe parimente preualerlì del fudetto Marcheledi Ce-
tona , doue palesò in tutto il fuo incomparabil valore , fi per arme , e per ci)nfiglio , come per ef-
femplare fedeltà , ridotto quel gran paefè ficuro dalle occulte feditioni , Ecco che Dio fantiifuno
vifi ta il fuo Catholico Capitano non folamente {limolato in Fian .lra,& in dar ampio Ibccorlb al-
le interine guerre di Carlo nono Re di Francia, ma ancora in (pagna perii grauic pericololì
Iblleuamenti de Mori in Granata , ribellione veramente di certo e manifefto pericolo,dal quale
nonfidifendeuagiamai quel regno, fé Filippo nonbaucffe haautoDio fcolpitonel fuo Regio
cuore , con tutto quefto hauendo egli dedicato il fangue de fuoi valfalli , e le iije regie entrate al
feruigio del fuo Gioue , e vedutafi la perdita del Regno di Cipri.elo fterminio pieno d'ineftima-
bilefpauento,epregiuditiodellaChriftiana religione, tutto che nei fuoi tanti £iftidi& infiniti
trauagli non haueife ritrouato da Prencipi Chridiani ne (bccorfò ne fauore alcuno , nondimeno
lafciati da canto i giufli fdegni , tutto dinoto e con pio affetto in mano della fmtità di nollro Sig.
Papa Pio Qmnto pofe tutto il Ilio volere, & ogni fua poflanza , anzi nella capitulatione della fm-
ta lega non hauendo riguardo al decoro della Sereniflìma fua Maeftà ncàmanifefti bifogni
de fuoi Regni, diede la megliore e maggior parte della fua armata infiemeco'l proprio fratello
Don Giouannid'Auftria.al beneficio della finta fudettalega.nel 1570. & 71. con le trepc tentie
vnite per la mano diGiEsv Christo, alli lètte di Ottobre fuori del golfo di Lepanto; Etho-
lia già dettajs'affrontorno con la potente armata del Crudel Tiranno Selimo la qual batta-
glia , fi come fu di due armate le più forti , potenti', e numerofe , che giamai folcalfero
l'acque marine, cofi conmanifefto aiuto e fauore di Dio, fini con vna vittoria
de noftri la più gloriola , che fulfe, o fia per auenir giamai,& ellèndofi vinto
il più, chi non giudicata che s'habbi ancora da vincere il meno i come
ancora in quello anno del i5'75.à lo.di Settembre lenza (àngue
ha recuperato il Regno di Tunefi con l'acquiRo di più
luoghi . E ftato finalmente il generolb Rè F i l i p p o
dalla fua tenera età fino agli anni prefentihumi
le , manfueto, grato . e religiofb Prencipe ,
non lànguinolento,non tiranno,non
alpro,non rigorofo,nó fitibon-
do degli altrui beni.Onde
fi ha da fperare , che
egli fia quello,
il quale
habbia co'l configlio di queftofanto Pontefice, Gregorio xiii.e
de i buoni Prencipi Criftiani.à ridurre in pace , & in tran-
quillità la fantiifima religione di C h r i s t o.aggion-
toui maifimamente quello altro diuino aufpicio,
cioè ch'egli della terza moglie vedono rima
fòpcelefte volontà maritatofiinllfa-
bella d'Auftria figliuola di Maf-
iìmiliano di quello nome
fecondo Imperadore e
della Imperatrl-
cejia generato duibenedetti bambini con fperanza
di altri figliuoli e d'altre diuine gratie. -
M «
DELLA ACADEMIA
Eprefentifìgureè della Stella e tfelI'Angello in aste, edelvoue generato dal
medefimo Augello , onde in terra ne nafce vn'altro, è Imprefa deirAcademia
degli Affidati , e perche lofteflb Augello da » detti Academici e chiamato
Stellino con autorità d'vn folo rcrittore,non ritrouandofi Augello veruno co-
fi da megliori Tcrittori nominato , ha fatto nafcere diuerfità di pareri , e per la
maggior parte de buoni e dotti giudirii iì tiene che quefto Stellino non fia ne
naturale ne poeticamente finto, la qual cofa ha tenuta l'Academia fofpefà^cO'
me defiderofa di mettere in publico cofa eflentiale & alla regola della proprietà dell'Imprefe con
ferente, per la qual cofa ha eletti dui Academici ornati e ripieni di dottrina, l'vno detto Lelio
Pietra
DEGLI AFFIDATI. 45
Pietra lu.Confulto , nella Academia chiamato Filalete , l'aitro Marco Corrado FilofofOjC Teolo-
go dell'ordine di Santo Domenico e lettore in Santo Tomaio in Pauia chiamato Proteo. Filalete
hauendo voluto minutamente vedere fopra quefto dubio molti i\utoi-i , primamente truoua chel
fudetto Augello è flato nomato SteUino da vno Autore Afeolano , il quale Augello da Ariftotile
nel nono libro della h jftoria degli animali,vicn detto in lingua latina Stcliaris . Nei capo decimo
ottauo , doue parlando della Ardeola,dice (ed (lellaris piget cognominata in fabula cft, vt olim e
feruo in Auem tranfierit , non fcriuendo Ariftotile altro in })3rticolare della natura fiia, perù al-
cuni ragioneuolmente hanno ftimato e ftimano che per il mcdciìmo nome, iìa vn medeiìmo Au-
gdio , lo Stellino e lo Stellare . E perche l'Alcolano ( per quanto dice chi lo ha letto ) vuole che Io
Stellino feguiti la vaghezza del Cielo e della Stella di Mercurio , però vola tanto alto che ntruoua
elio Ciclo , il che tu^to arguiice che fia ftellare , cioè ( come dice A rillotile ; inuaghito della ftclla .
confuona ancora ciò che ferine Plinio della medefima Ardeoia detta fteliare , il quale nel decimo
libro della hiftoria naturale al <5o. cap, narra che delle Ardeolc tre fono le foni , Leuco , Afteria.e
Fella Pulla Arteria è coli detta , cum ad Aftra , eat , ciò è delle ftclle vaga . A ftrco parimenti nono
figliuolo di Tirano, è interpretato Cielo Aftrigero,&: ArtrcoHmilmentc di Titano figliuola,è pre-
fa per la Giuftitia.cofàdiuina come dichiara il Boccaccio , e con il medeiìmo fenfo chiamando^
quefto Augello Ardeoia , dinota quòd ad ardua volat . Onde per il Tuo altillìmo volo fin alle ftel-
leiConforme allo Stellino,o,vero allo Stellare, s'inalza,il che fi legge nell'horto della lànità al de-
cimo trattato delli Augelli attribuito a Diofcoride , e per non allongarfi nel citar gh Autori
c'hanno degli Augelli fcritto , Iblo in ciò Virgilio cita il Filalete quando cofi dice nel primo della
G'-Org'Ca, ATCij ALTAM SVPRA VOLAT ARDEANVEEM ,
Quello ftellino adunq; è il medeiìmo che l'Ardeola el'Ardeolache loStellino,rAfterio anco-
ra è il medefimo che i'Ardeola e confeguentemente e il medefimo che lo ftellino , fé parimenti lo
Stellino è Arteria e ancor per confequenza llellare , e ben fi vede come in ciò la diuerfità de nomi
viene dalla diuerfir^ della qualità non derogandofi punto alla forma,e di ciò fé ne potrebbe dare
infiniti eflèmpi. Però fé la diremo Ardeoia è perche vola in alto cioè ardua tendens,volcndofi
inferire encrdifficililTimo il muouerfiairinsìi. Se fi chiama Arteria dinota quòd tendit ad Altra
Si Pe!la,o,Pulla perche nel coire e nel partorire pellit lànguinis ex oculis guttas , o vero Pulla per
eifer Augello fagace , Si Leuca dinota che augello bianco,e bianco è dipinto lo Stellino , il quale
per la troppa vaghezza che (ènte in mirar la ftella di Mercurio & i fiioi raggi, dimenticandofi dell'
vouo che nelle branche tiene.lolafcia cadere à terra onde nafce vn'altro ftellino, e poi quando
perde la virta della ftella , fi mette à ftridere , il che intendendo lAugellin nato , verfo la madre fi
muoue a volo . Hora che con quella hreuità che poflibil fia, ù e trattato dello Stellino , e moftrato
che è nell'efìTer delle cofe, vengo alla Allegoria dello ftefìTo Augello,il quale in quefta guifa rappre-
fenta i generofi difegni degli Affidati , & è loro vera , propria , & accommodata Imprèsi . Perciò
comel'Academiaha tiratola fimilitudinedi quefta rualmpreniperdifcoprireinenarhonorati
e vertuofi fijoi penfieri , i quali fono e faranno fempre intenti allo acquifto de dui nai , vno della
vita attiua per laquale Ci guadagni buon nome , l'altro della vita contemplati ira per acquiftarfi la
falute de! Cielo.e cofi diremo l'efier attiua quella la quale n6 può goucrnarfi lenza le fcientie hu-
mane, però l'Academia ha voluto inferire per la Stella di Mercurio la Tua influentia, ondeage-
uolmente le fudette humane fcientie concorrendo tale influcntia , più ageuolmente s'acquiftano,
per le quali fgombrandofidaH'huomorignorantia, rimane diflìmile dalle beftie, e farti, e manti-
enfi Semideo, come vuole Mercurio Trifmegifto, Dico che dallo Stellino prende Ibmiglianza
l'Academia fudetra.impercioche naturalmente vaga del lume di Mercurio e partecipando della
fua influentia felice e mirabile , cerca à tuttel'hore de perfettamente polfcdere le fcientie & ope-
rare negli honerti bifògni di quefta terrena vita , preualendofi del foccorfo di quefta ftella e delli
continui ftudi intorno alle fcientie naturali per le quali le opere humane fi riducono à fini di per-
fetrionconde Ci gufta quefta noftra baifa felicità. Ma poi che più alto può làlire l'humano intellet-
to , inuaghito co"! mezo ài Mercuria , dello fplendor del Sole , ritiratofi dalle fcientie terrene,alla
fapientia celefte foruola . Ertendo vero che quanto è lènza paragone più lucente il fole di Mer-
curio , tanto è più degna la fapientia della fcientia , pongono gli antichi che le anime de poftedi,
tori delle fcientie, fcioke da quefta buffa vita hanno il luogo loro nel ciel di Mercurio, e quelle de
pofTeditòri
poifeditori della fcientla , hanno Io flato nel del dei Sole . E però bene hanno confidcrato gli Af-
hduti le parole diuolgatc dallo Ecclcfiaftico à capi 6.chc quelte fonOjO figliiiol mio , dalla tua gio-
uentii jcquifia la fcientia delle cofcjperche nella vecchiezza haiierai troiiata la lapientia laquale è
intelà per il Solcjl Sole il piglia per il figliuol di Dio e que(to ha prcfo fcorzahumana, e lì chiama
Crilto pcrtl'tco hiionio e vero Dio.il cui dono che e la fede , rende i Tuoi fcguaci pieni di contem-
phuioiichcco in che modo allegoricamente nella prcfentc Impresi la Intetione & i dilegni degli
Affidati tono compreiì , & accommodato è il Motto alle figure il quale è quefto cioè vtraq; v fi-
ne i t a s , intendendoli l'.ittiua e la contcmplatiua e per quella s'afcondc la Icicntia terrena, co- .
me Mercurio è nafcofto dal Sole . Si fono parimente- quefli Acadeinici attribuito il nome a f f i- "
DATO, perche elfi erano e fono per hauer femprc fidanza nel noftro Redentore accio che dalla
fciencia fiumana con la Tua gratia gli tragga alla contemplationeper acquiftarlì.la eterna beatitu-
dine.Ecco la conferentia de i difcgni di quella Adunanza affidata,CQn la liella ccon l'augello che
la contcmpla/caricandofi deH'Vouo.pcfo terreno,dalquale pur ne nafce in terra vn'altro Augello
che dinota i frutti delle fcientie mondane produtti fin fiora nel Giardino di tanti belli e celebrati
in^e^ni i quali non ceflano con ogni lor fatiga,& incommodità di vita,farne parte a diletto bone
fto & a benefitio commune . Queito il rapientifs.Filalete ha voluto dire dello Stellino), prouando
con tante ragioni la cllentialità di cotale Augcllo,& in vero le ragioni lono efficaciifimc e gli Au-
tori da lui citati degni di fede , iì che fi fcrrarà la bocca a chi volefTc biafinarc tanto ingegnofii &
hiftorica Imprefa.molti altri buon fondamenti ha il fudctco Filalete aggioniijma |> la brciiità del-
la carta non fono qui regiflrati .
LAltra openione dei Padre fra Marco Garrefio , detto nella Acadcmia p k o t e o;è quefia pur
fopra lo Stellino da lui tenuto e ftimato che farebbe noto fé non fufie 1* Ignoratia,e la nulla curio-
fità degli huomini i qUvili fé fi fulfero pofti e ponelTero con ogni diligcntia e fiitiga à cercare i iegre
ti della natura , gli ritrouarebbero con vniuerlìd giouamento dclpcco e debole nofiro fapeie,fo-
lo per ritrouarci fommerlì nell'otio di quefia noftra poueriilima e confulà vita , la quale s'aifomi-
glia à vna ricca e preciofh Miniera,coperta & opprefia dalla pigntia federata e dali'otio infame .
Lo Stellino Augello è Imprefa vaghitfima e bellilfima degli Affidati. Vero è che lo fielfo Augello
che non fia nella natura delle cofe è openione e parere quafì d'ogniuno^e fopra ciò per cómeiTione
olla fteflli Academia à cui è il fopradetto fra Marco di obcdire tenuto p hauerlo ella nel lìiOgrem
bo benignaméte accettato,s'ingegna però di dir quanto di quefia materia n'intendccó hauer egli
voluto mettere diligétifììmo e fatigoiò ftudio per vedere e fàpcre ciò che gli A utori Latini e greci
di quefto Stellino fcriuono , fra iquah ninno tniouac legge fi che lo ai fccuri che detto Stellino
lìa in natura.e benché poco fopra,fi iìa trattato dottamente e giuditiofimente dal non apieno lo-
dato ^Filalete accademico , nondimeno per dirne qualche cofa, non già per contradirgli , ma
per obcdire , recita quanto ha veduto e confiderato in Pliniocioè nel i S.hbro a capi 3 1. fiìcendo
lArcicola animaletto acquatico e non in tutto Augello, notandofi queite parole dello ftello Au-
tore cioè, Ardea in mediis harenis trifiis ncc mirum aquaticasautin totum volucres pra.'fagia
Aeris fendre, e nel libro decimo à capi 74.dimoftrando l'Ardea, o Ardcola amica della cornac-
chia.conchiude in loro communi nemicitie contra la volpe , il che non fi uebbe,quando elle con il
loro nidi non fuilero da quella infidiate , parimenti dice Plinio il Topo e lArdeola auicenda infi-
diare à loro pulicini.il che vieta la natura e códitione defcritta nello Stellino,E nel libro 3 3.3 capi
xv.moftralo fteflo Autore come il Becco ddl'Ardeola bagnato in vino & con vna poca pelled'A
lino inuolta e legata alla fronte di chi non può dormire , induce fubito il fònno come cofa d'ani-
male acquatico il che non s'attribuifce allo SteUino. Alberto nel libro 2 3 .ricercando il vero figni-
ficato di quefia voce Ardeola , vuole che deriui più tofio dal verbo a r li e o che dall'alto volare >
OjVero dailArdue colè, ancora che Virgilio mofiri che Ardeola fia detta,perche ad alto voli, co-
me nelle ragioni del Filalete fi legge. Proteo però tiene per certo che tal nome venga dArdeo no
per cagione dello fplendore che procede dalle ftdle , come vuol Plinio nel libro x. a capi Ix. ma fi
bene dal fuo fterco ch*abrugia ciò che tocca,e fi difende dagli Augelli rapaci , onde Alberto vuo-
le che fia Augello acquatico , & è fetido e di carne non fina, come molti altri Augelh fono di co-
tal natura . Vero e ch'Alberto fudetto fommctte l'Ardea incotnpagnia della Grue e dell'odia die
fogliono elfer prede dell'Aquile e delli Aftori . Di più vuole che lArdeola da fé fielTa con l'acqua
maritimafi purghi al modo chefalalbe, che è parimenti Augello Acquatico, quinci ne legue
ch^ l' Ardeola alto non voli, la quale ( fecondo Alberto^ fé fa il nido nello ftuolo dell'altre deHuo
genere
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gene^, non vola alto Ci per non cfler Tua natura.fi ancora per non allontanarfi da Tuoi policijii à
quali gli fparuieri& altri Augelli rapaci Tempre tendono l'infìdie. PerqueftacagioncrArdcohf
vanno infieme à branco intorno a nidi loro per guardarli e difenderli, per le quali ragioni è diffi-
cil colà che l'Ardeola fia il medefìmo che lo Stellino col brancare l'voua' E più efficace argomen-
to di ciò porge Alberto, affermando hauere fpeflo vedute l' Ardeole vfare il coito e fare i' Voua.ri-
prendendo Plinio perche dice il Mafchio per dolor che fente nel foiierchio Coito, gettar fuori da
gliocchi l'acrime di fangue,e che la fcmina nel partorire patifce il medefìmo dolore, natura e qua
lità non conforme allo flellino,adunque efib non è Ardeola . Similmente parmi difficile che qual'
altra fpetie delle Ardeole'iì poffino dire Stellino, ne attribuire quell'alto volo rie che nelle bran-
che portino l'vouo , tanto più che gli fcrittori non fanno memoria del nome Stellino ne dell'atto
dell'vouo, e gli lieffi fcrittori non haurrebbcro mai taciuto tal marauigiiofa qualità e conditione,
onde ne fègue che lo Stellino non (ìa,o,fe pur è,non è A rdeola . ne veruna delle fue fpetie i iwn è.
Leucon perche Alberto & Ariftotile chiamano Coclearia , e fi pafce nelle Paludi , ne i Laghi,r^ i
campi e ne i Pratijil che non fi può dire dello StelIino.La pella o palla pur della fpecie dell'A rdeo-
Ir. non vola alto per la molta humidità del ventre , quindi s'arguifce non potere effere Io Stellino
vna di quefte due fpetie. che poi poffa effer la terza cioè Afteria potrebbefi credere, fecondo Pli-
nio,raa pur egli dice con Alberto effere augello acquatico e che poco,o,nulla fi Icua in alto à volo.
Dopo ciò lo Stellare intelo per lo Stellino , effendoci gran conformità del nome , può con manca
difficultà il giuditio de dotti approuare che fieno vno fleflb Augello , imperò felo Ikllare è il me-
defìmo che l'Ardeola, non per ciò può effere Stellino-per quanto fi e dimoftro nelle differentie
delle qualità che fanno differenti ancor le forme per il più delle voIte.Ritruouafì ancora nel libro
de pefci che Stellatoè chiamato vnpefceper^ qtianto.diceAriftotile equeflefonole fue parole,
cioè Stellatuspifcis ex mufteliarum genere, doueconuien dire che quello Bar,c Afteria non fìa
Stellino poi che fi vede app'icato a più fpetiediuerfe , tanto più che Aflcria ppr quanto ne fcriue
il Cardano è vna gemma pretiofa che manda fuori fplen^ori e raggi a guiia di-SteUe.Lo Stellione
è macchiato fi che fembrano in lui le macchie tante ftelle , onde ne tragge il nome, e perche que-
lla è proprietà di detto Animale però non gh difdicc tal nome . E detta Stellare ancora vna f )rtc
di fparuieri, come ciò conferma Ariflotile aggiongendoui Palombario che non può effere Io Stel
lino per non effer tra loro proprietà , faiuo che nel nome . lo atto ancora di produrre quel vouo.c
portarlo volando in alto con le branche , e lo lafci cadere in terra e quiui vn'altro Stellino ne naf-
ca , è difìcile e quali impolTibile a crederlo,fecondo l'ordinario della generationc vniuerlàle e na-
turale , come ciò ti può comprendere ne i libri della generatione del detto Filofbto , onde non na
turale è lo Stellino , ma fìnto è fimulato , per quanto à molti pare , ancora che'fia ftata vna bellif-
fima inuentione deirAcademia,& è lecita e degna cofa ch's'admetta per Imprela per efier inuen-
tione f auolola è miftica, e p poterli lo SteUino indurre fotto la fchiera degli A ugelli al modo che
tenne rAfcolano,feruitofi di queflo fìnto Augello nelli occulti fegreti della Alchimia e de fug-
getti amorofi.Si fa bene quefto argométo cioè i celebrati fcrittori no hanno fatto memoria alcuna
del fudetto Stellino adunq;.non fi truoua e non è nella natura delle cofe,quefta conlequentia non
vale,però non è da negar che fiaj&Ariftotile ci auertifce quando diceche fono lenza paragone
più le cofe che i nomi . Ne dubbio veruno ci ftordifca , fi che non fi tenga percola più che vera
come delle cento mila cofe che fono , apena di mille fé ne ha contezza fra gli huomini,e benfi leg
gè efferfi ritrouati nel mondo nuouo,molte marauigliolè cofe animate & inanimate le quali que-
fto noftroHemifpero non produce, & in queflofleifo noftro Hcmifpero genera la natura mol-
te cofe le quali fono a fuoi habitatori afcofe,o,per la negligentia dell'huomo , o,vero per non eC-
fernelofteffohuomobifogneuole,Mapoichelacofache non fi conofcefi può direinvn certo
modo che fìa , però in tal conto fi creda che fìa da tenere lo Stellino , il quale non difdice il lèr-
uirfene per Imprefa , poi che s'imagina come naturale e non come chimerico , o,moftruoib ; anzi
imaginandofi come cofà poffibile & ordinaria, no farà da giuditiofi la imprelà dell'A cademia no-
ftra riprefa , anzi ftimata laudata e tenuta per ingegnofifIima,in quanto c'habbia , o , non habbia
realita ne fede d'Autori approuati , ben potrebbe effere che l'Afcolano , hauefle più degli altri ve
duro e faputo la effentialità di queflo Augello;, nella natura del quale haueffe comprefo quanto
fopra ciò gli altri non hanno vfato diligentia maggiore .
DI GIO. BATTISTA
'Ape fopra vn fiore d'vn'herba ò d'vn'arbofcello è imprefa di Gìo.Battifta Botti
gella Paude ad imitatione della natura di quelli animaletti, i quali Virgilio nel
la terza egloga pone trai volatili . Vogliono alcuni, che l'Api fi generino da
corpi de buoi . nafcono l'Api Tenza piedi e fènza, gambe, e da quefto manca-
mento rnigoono il nome perche a in greco fign'fioa fenza e pos piede . Quefti
animalucci eli marauigliofa natura, e^ono fuori quado le Vergilie, cioè. quelle
y.ftcUe chiamate Pleaide,apparircono,m3 no oprano fin che le faue nò fiorifco
r>o,de i CUI fiori fi crede che fi cibino, fi che non cfcono elle prima, che le fiidette Vergilie no appa
iono.di qui (ì fa argomento le intìuentic delle ftellefiiTe effere in gran parte cagione delle terreftri
^en( rarioni.fi ritroua nellApi vna naturale obedientia verfo il lor Rè è l'honorano e riuerifcono,
il qiul hnfconicdice Pliniojnel capo vna certa macchia bianca in guifa d'vn diadema,© corona,
della lor natura & artificio nel cóporre il mele,la cera , e la prole largamente ne ferine efib Plinio
ncir 1 2.1ib.dclle hifiorie naturali.Pafcófi lApi di diuerfè forti di fiori e d'herbe e di Virgulti,ò vo-
gliam direarbofcelli^e da quelli ancora racco'gono quel fucco di che pofcia fanno il mele e l'altre
colè derreXalciano i frutti a benefitio & vfo degli huomini, fi nudrifcono de i fiori delle fiiue.à lo-
ro grotiffimi , e parimente di quelli della Borragine,edella Mehlfa, o Cedronella , come vol-
garméce fi chiama per hauer qucft herba'vn odore quafi fbmigliante à quello del Cedro o Cirro .
e molti tengono che fi pafchino ancora de i fiori del falfarano^godonfi marauigliofàmentc de i
fiori fpccialmentcdi quefie piante, cioè di Thimo melillà, rofe,viole,gigli,citifo faue, pifelli, fatu-
reia,p;-!paueri,{à!uia, rosmarino., nulilotoecailìa. Cade il mele (come vuol PHnio;giu dall'aere
nel nafcimento delle iiidctte vergilie, e nel nafcere della canicola, e vuol che fia come vnfudore
del ciclo ò faliua delle (Ielle , o ihcco d'aria che fi purga,quefio caduto fbpra le fronde e fiori,vien
pofcia raccolto dali'A pi , e con grand'arte & indudria lauorato , e Ibnoui tre forti di mele vna di
primaucra . chiamato Anthino dalla copia e bontà de fiori,la feconda fpecie equefta raccol-
ta e fatta di Sate chiamata Horreo dalla (lagione, e la terza e dell'Autunno dopo le prime piog-
giedi quefla ibgione , e quello none punto lodato, l'ottimo è quello che ha color d'oro e di
^raciifuno
BOTTIGELLA- 4«
gmtiflimo fapore & odore il che proiiiene da certi fpetiali fiori come da Thimo, più grato ad ellì
animaletti che tutti gh altri fiori, e poi da fiori del Rofinarino della Saluia, e della mclilTa^da que
ih animaletti il noftro Academico ha tolta la fomiglianza della fua bella e generofa intcntione,
vfìindo il Motto molto conforme che è v t prosit, cioè^che fi come quello animale faflfatica in
raccogliere & fabricare il mele per vib & per benefitio humano,cofi quefto Academico con ogni
foHccitudine s'affatica per giouare à tutti , onde attamente s'ha prefo il nome di sollecito
egli promette adunque con quefta fua imprefa di non mai celiare di operar con ogni induftria &
ingegno per far giouamcnto e benefitio à chiunque fi fia .
La famiglia Bottigella ritiene per più di 800. anni chiara memoria della fua nobiltà illufirata
da fuoi antichi predecelfori,e fempre mantenutafi bora con honorati gradi di militia,e di feudi.
Hora con dignità di fcientie , & bora con profelfione ciuile, & hcroica cortefia. Fu di quella ftir
pe vno padrone per alcun tempo della città di Mantua, Et il Cardinale Hercolc fcntendo nomi-
iiar'Silueftro Bottigella il qua! fi ritrouòin Mantua perilconfumamento del Matrimonio del
Marchelè di Pefcara il giouane,con donna Ifiabella Gonzaga forella del prefente Duca, con vol-
to allegro chiamoUò a fe,e gli dille molto mi è caro di conofcerui poi ch'vn di voftri fu noftro
padrone,epcrnoniftendermi dou'io potrei , dirò d'vn Matteo Bottigella degno di immortai
gloria, e di molti altri famofi de quah appieno fi dice e fi fcriue nella cronica di PierFran-
cefco Bottigella Academico Affidato . Il padre di qu erto Sollecito Academico nomato Otta
uiaiio fu Capitaniod'huomini d'arme feruendoà Luigi Rè di Francia, e portò loftendardodi
Monfig. delia Pahzza generale del detto Re, Giouan Battifta vfcito da qucfto honoratiffimo
ceppo infin dalla fua giouinezza non mancò di feguire le paterne pedate maffimamcnte nel tem
po che'l gran Marchefe del Vafto era gouernatoree generale per Carlo V.gloriofamcmoria^in
Milano/itrouandofi nelle guerre del Piemonte.doue non volle mai carico ne de caualli,ne de pe
doni,ma fempre andò bene accompagnato da fuoi amici e gentilhuomini, Se hcbbe molte occa
iìoni di farfi conofcere per gentilhuomo di honore e di valore,e di gran rifchio,& in ciò prouollo
ài Marchefe del Vafto,quando gli diede il carico di andare à riconoìcere Chicri,e gli diede fcorta
de cauaili efanti,donde ritornato, per la fua relatione Chieri fu prefo dal Marchefe. Lo mandò;
poi ad vn'altra fortezaa feguendo il Marchelè,doue Hettore Bottigella che fempre feguiua il Sol--
lecito,fi offerfe fi di riconofcere quella fortezza,& andandoui, animofimcnte pafsò tanto innan^
zi eh e riconobbe à baftanza quel fito,ma nel ritorno hebbevna mofchettatain vnacofciacbelo
^onduffe à mortc,ma pur viffe tanro,che diede ragguaglio di quanto haueua veduto, e con quel-
la relatione il detto luogo fu prefo.la perdita di quel giouane dolfe molto al Marchefe Ci per lo ar
<lireche haueua dimoftrato lì per eftere creatura di Gio.Battifta Bottigella.Poco dipoi Ci fece tre
gua fra Carlo V.& il Re Francefco di Francia.e fatta lega l'Imperadore con la Signoria di Vene-
tia,s'andò alla ifpugnatione di Cartel nuouo doue tra i primi fi ritrouò il Sollecito Academico,&
quiui fra elio Bottigella & il fig. Giouanni Spinola nacque vna gran querela, e per molto che vi
s'adoperaffero alcuni huomini grandi per pacificargli inficme,non ci fu mai via,cheal fine fi con
dulfero in campo chiufo,fu fatta vna gran difputa nell'arme a benché il Bottigella inflalTepure
di voler combattere,nondiinen la difputa fi prolongò tanto che'l Sole tram.ontò, per lo chel'ab-
battimento non fegui,paffati poi alquanti anni con pericolo d'ambe le parti il noftro Bottigella
moffo da criftiano zelo,fece quello chefare nò haueuano potuto moltifignori per pacificarli^Fgli
fé n'andò con doi feruitori folamente e tutti difarmati a vn luogo fuori di Gcnoua doue con mol
to fofpetto egran guardia habitaua il detto Spinola.e quiui giunto ritrouatele porte del palazzo
chiufe,fece battere e dire alle guardie ch'era Ciò. Battifta Bottigella quiui venuto infpirato da
Dio per riconciliarfi co'l Sig. Giouanni.il quale(intelò c'hebbe quell'atto del fuo mmico^rim-Mc
molto ftupefatto,e fatto aprire le porte, & abbracciatolo gli diffe fignor Gio.Battifta voi in caia,
mia prouifta e ben armata,cofi folo e difarmato mi hauete fatto voftro prigione,& cofi con mou
ta allegrezza come fuo fignore e padrone lo trattenne alquanti giorni con molto honore lèmpre
accarczzandolo.Quefti fi,che fono atti generofijrari e degni di perpetua lode.
N
DI OTTAVIANO
i " «Sii
1
L vafb di Vetro pieno d'acqua,fèrrato e porto al fòle ,li cui raggi percotendolo,
cagionano vn tanto calore,che fanno accendere la fiamma nella bambagia pò
fta fra il detto vaiò & vna parete iui vicinale imprefa di Ottauiano Langofìro.
Imperò quelle tante figure, che pure tendono tutte ad vn lol fiiie rappreiènta
no la vertuofa intétione di detto Ottauiano,e fi come il Sole co l' mezo dell'ac
qua pofta entro à quel vaio rende gran marauiglia gencrandofi in parte il fuo
co dal fuo contrario,cofi egli per la molta notitia & ifperiétia de i fecreti del-
l'herbe e de minerali/pera di fondere e di lambicare molte cofe vtiliffime in vfo di medicina,tan
to più hauendo egli ritrouato il preparamento dell'Antimonio/affinata la theriacha,e comporto
quel miracolofo licuore chiamato Elifiruite. Hauendo querta virtuofa intentionc,ha voluto pren
dere quefto motto molto conforme alla Imprefa cìoCjMeliora svpersvnt,& il nome pariméte co
ueneuole & adattato.che è il ilsolertejC fignificaingegnofo,pcrfpicace,cioè,piu che diligete e in
duftriofo,e tal nome propriamente fi conuiene a chi molto fi diletta di agricoltura, e di femplici .
Quefto nobile Academico ha feudo con titolo di Conte , tratto il cognome dal luogo ò cartel
lo detto Langofco nella Lumelina Principato di Pauia, ma dugentoanni prima s'intitolauano
quelli di querta famiglia conti di Lumello,e però querta famiglia è Illurtre per i feudi,per le digni
tà di caualleria e prelature.S'io volerti o mi fulfe lecito trattare & à defcriuere pienamente di que
Ita nobil ca(àta,farei troppo longo , ma per non trappafiare il nortro limitato ordine, diremo più
breuemente che fi potra,ccme querta hebbe & ancora hoggi ha contee,e fignorie & fi hanno me
morie d'erta per più di 4oo.anni.Hebbe ancora grà famigliarità con gli Impcradori Ottoni. Hea
ricijC con Federico Barbarofià Sueuo,da quali ottennero priuilegi di Feudi,& ancora di dignità e
gradi di militla.contrartò già conia Ill.famiglia Beccaria per emulatione dertatie della priorità
nella lor patria Paula, della quale vnFilippone ContediLumello,e Langofco fu gran tempo
Gouernatore, e Capitano di militia e in que tempi vno di detta famiglia fu Vefcouo diPauia,
il figliuolo
L A N G O S G Ó 4P
il figliuolo di detto Filipponc chiamato Riccardino fu podeftà di Cafal flin Vafio . Quefti (ìgno-
rcggiauano tutto quel contorno , e la detta dttà di Cafalc viueua all'hora fotto le leggi di Paula,
& infieme confederate manteneuano in pace & in tranquillità la lega ài tutta la Lombardia .0 -
to Vifconte Arciuefcouo di Milano hebbc in confederatione Riccardo Conte di Langorco,& Si
mone pur Conte di Langcfco , i quali andorono in foccorfb & aiuto del detto Arciuefcouo cen-
tra Napo e Franccfco capi de Torrianiin Milano , i quali colti vna notte alla fprouiftadaOto-
Vifconte e da compagni furono rotti, pre/ì,e morti, e tolto loro il dominio di Milano . Riccardo
fu eletto podeftà di Milano, e fu talmente fauorito , che in Pania haueua anco il maneggio confi?
fupcriore.Fu quella famiglia poi in molte parti diuifa,impercioche non fucccdendoi feudi
pò.
no conte di Langoico & Academico Affidato è Itato molto amatore & biimèfatorc della fua pa-
tria , & amoreuole dcIl'Academia , e dilettoffi fin dalla fua giouinezza di hauer notitia de fcni -
plici eminerali,emoltiemolt'anniha largamente fpcfodel fuoin far diftillamenti d'acquee
d'olii con cui ha rifanati infiniti da moltclunghe e dilperate malatie , e pero concorreuano da lui
quafi tutti i poueri , à quali abondantemente diftribuiua di gratia tutte le fue fatiche éipefe. Te
ce tra l'altre cofe notabili , con nono artificio;, &compofitione l'olio di perforata di tanta per-
fettione , checome ècofa publicamente nota,con elfo ha leuato i fpafmi mortali, rifanatein brc-
uiflìmo tempo le gran ferite,confortatiinerui,e rimoffeleputrefattionÌ5& haueua di già condot-
to a perfettione vn certo fuo diftillamento in cui v'entrauano da cento fempHci con alcuni ani-
mali velenofi;, col quale Egli fperaua di poter fimare infinite infirmitàe Ipecialmenteimorfi e
le punture d'animali velenofi , & le beuande mortifere . Quanto gh fuife pratico nella cognitio-
ne de femplici , de quali haueua con molte fatiche e llidori fatta lunga profeffione, fi può uedere
come di lui habbi fcritto ne fuoi uolumi il dottilTimo & famofiflìrno Pietro Andrea Matthioli
Senefe Protomedico de Principi d'Aufiria^fi che ueramente di grandiflìmo danno e ftata cagio-
ne I ingrata morte a leuare cofi torto dal mondo un cofi gioueuol huomo, Quefto noftro solbr-
rs Academico ad altro non haueua fermata la fua intentione , che al uoler giouare alla pa-
tria à gli amici & al proffimo e con fi nobile , & alta profeffione porgereTalutifero ri-
medio à poueri infermi , dando loro & applicando con molta hnmanità e com-
paffione quelle fue medecine con le fue proprie mani,fi che e la patria e l' A
cademia ha da dolerfi infinitamente d'una tanta perdità-Oltra quefta
fuacriftianaepia profeffione per effere molto auedutoefiuio,
e di una fignoril prefentia , fu deputato dalla fua Città per
oratore al gran Re Filippo in Fiandra donde ritornò
felicemente con molto honore riportandone
fauore della patria quanto li era
defiderato.
N 2
*>•
DI lACOMO
N?TT
'IMPRESA delI'Aftore in aria con la Pernice fra gli artigli d'vn piede , fc-
guitando l'altre^chc velocemente fuggono volando per far maggiore acquifto,
rapprefenta l'intentione di lacomo Berretta,imitando la natura dello flcflb ani
mnle,percio ben fi fa la conditione deirAftore,il qual fra le diece fpetie d'auge!
li di rapina( come Ariftotele fcriue nel nono libro della Iftoria degli animali )
infìeme co'l Falcone nobilmente,«Sc diletteuolmente con l'huomo fi domeftica.
Ancora che l'Aflore s'auezzi fblaméte à gli animali volatili;il Falcone però cac
eia e prende ancora gli animali quadrupedi, come conigli,lepri,& caprioli ^.ben è vero^che l'Afto-
re appreffo gli Antichi,maflìmamente Romani,fLi ftimato augello di augurio, fecondo che alla de
fìra,o alla finiftra volaflè, fi legge parimente che l'Aftorenonfi fuole cibare de cuori degh altri
augelli,& alcuni curiofi hanno aucrtito queftce per pruoua affermano effer vero,& è veramente
proprietà degna di confidcratione.Nclla caccia poi defignori,& de prencipi fimigHante augello
è tenuto in grandiifimo pregio perla domeflichezza,& velocità fua . Poi caccia il più delle volte
IePernici,le quali vfano quafi fempre afluda & inganno per fchiuare lo incontro di fi gagliardo
nimico, il che più ampiamente fcriue Feflo nel fuo libro degh augelli . Lo Aflore fimilmenteha
incoftumedi nonelfer contento di hauer fatto vnaprefa,che tenendola, fegue l'altra, le quali
predate al cacciatore volontariamente cedc,Per lo che imitando la natura , & il vez4tj di quefto
animale lo fleffo Berretta palefà l'animo fuo, & lo fcopre tutto volto all'acquiflo fatto della fcien
tia legale per molt'anni in fimil profclìlone aifaticatofi, e fattone habito di conferuarlafi fi moftra
pronto ancora nella vertuofa occafionc dell'Acadcmia degh Affidati per guadagnarfi l'altre fcien
tie,la cui buona intentione nella fimiglianza della imprefa grata co'l motto fi comprende,il qual
dice pRoviDE ACCELERO, moflraudo con tal parole('come anima conferente a tal corpo) la
prudentia di confèruarfi lo acquiflato,e la diligentia di guadagnarfi l'altre difciphne , doue in ve
ro palefa la modeftia del fuo cuore,& il dcfiderio di far partecipe ciafcuno delle fue fatiche , e de
fuoi
berretta: so
fuof fudori.mafnn-ìamente cfTcndo la Tua profefrione,ritrouata da Dio per conferuare la giuftitia.
E nato egli della famiglia de Berretti in Pauia,il cui cognon^e e volgarmente corrotto, perciò
che folendo il più delle volte conformariì il cognome delle cafate con l'arme loro.ageuolmcnte fi
comprende,che non Berretti^ma Verrctti ifprimere fi douerebbe,Attefò l'arme della ftelfa fami-
glia eflere vna quercia con vn verre fotto che pafce le ghiande . Et per quanto fi troua di verità,
hebbe la ìii'cffa. cafata an tichiffima origine, e benché habitaffcro gran tempo nel caflello di Fraf-
caruolo.cio può effere per due caufc accadutOjl'vnna è che'l fiidetto caflello poteffe efTere figno-
ria anticamente della medcfima famiglia, come per molti moderni efrempi,non folamente nella
Lumellina, ma ancora in altri paefi,fi può congetturare , l'altra per le fittioni & difcordie ciuili,
& per le guerre delle genti foriftiere , le quali molte nobili & antiche famiglie cagionorono, che
fuori delia città habitalfcro , come hoggi fi \-ede tanti fignori Conti, e Marchefi habitare conti-
nuamente le vilIe,Ne è poco fegno di luogo nobililfimo per elTer flato habitato da molt'altrc fa-
miglie del paefè generofè & ricche.come ancora in quefli tempi Ci vede & iì fa la confèr natia no-
biltà loro , Nobiltà diremo effere di quefta cafata l'edificio di due caftelli nella detta terra, rite-
nendo il nome de BeiTetti,i quali ancora fono numerofi & ricchi. Hanno hauuto Prelati,Capita-
ni, e Dottori di leggi di molto nome.e il trouano parimente di quefta flirpe che difpenfororio i
lor patrimonii in luoghi pii . Imperò in qucfla prefente età è il fopranominato lacomo Berretta
della iftc/fa cafata il principale,percioche hauendo egli pubhcamcnte letto nello Ihidio di quefta
nobiliffima patria xvii.anni con visilìQ continoue. e fudori efiremi & ben da giouine fbttopon:o-
fià detti ftudi di tanta aifiduadiificoltà,non hauendo conolciutafin dalla fu a pucritianiunafor
te di folazzi e di piacer veruni, efìendo fiato vnico figliuolo , e con commodità di darfi al viuere
delitiofo con molta patientia è {àlito di grado in grado veramente per molto merito, e non per
alcuno fauore alla feconda cathedra della facultà ciuile & hora è pofi:o alla prima della fera per
modo di prouifìone e duraraffi fatiga di ritrouar ch'di punto lo auanzi . La onde fi è accquiftato
cofi leggendo,come configfiando.credito & nome non lòlamente di perfetto Dottore,ma di pio
& di grato difenditor de poueri,conciofia ch'egli fia folito darfi ad ogni eftenuatione della fua vi
ta difendendo gli oppreffi , moffo più dalla charità chriftiana , che dal guadagno temporale &
nelle hti & controuerfie amoreuolmente tramettendoficon diligentia,& con preftezza(e perciò
meritamente nell'Accademia è chiamato lo spedito) introduce pace e quiete,e nelle conuer
fationi fempre fi moflira fincerOjbcnigno,& hofpitale,e per più degna cagione de fuoi meri-
ti, fi vede per pruoua cotidiana efiTere tutto intento à fodisfare;à ciafcuno, e per
quello che è conofciutoe praticato da molti fiberamente affermano tutti che
mai non fi fente vfcire dalle fue parole colà che nuoca al proffimo ne pur
moitra fegno di paffione interefiàta, Iperandofiper quello,
che co'l tempo nella fua profeffione habbia da efler-
nefin da tutte le nationi celebrato .
DI FILIPPO
VESTA Notte con la Luna e Tmprefa di Filippo Blnarchi , onde egli tragge
1 a lìmiltudine de fuoi penfieri , i quali fono volti alla con templatione fi per la
buona dilpofitione dell'animo fuo, fi ancora per, che la vifta fenfibile non lo
impedifce,impercio che nella età fua giouenile per infirmità rimale cieco,on-
de egli fiiol dire quel medefimo, chedirlbleua Democrito , cioè che l'iume
vifiuoedi grande impedimento alla contcmplatione delle cole diuine,però
eflendo quello Academico di tal lume priuo è in cotale flato molto più atto
a contemplare che quando haueua il lumCjper quefto fi tolfc la notte per Imprelà.alla quale die-
de per anima quello Motto,cioè, illvminatio mea volendo inferire, chela priuatione dd
lume del corpo e l'habito del Lume deranima fua tutta riuolta alle mcditationi . e per ciò che ne
i uioi poetici componimenti celebra (a tutto fuo potere )gil alti e chiari/Timi honori delle fingo-
lari bellezze del corpo e dell'anima di che à Dio piaq; d'ornare la Illuflre e virtuofiiTima fignora
Alda Torcila lunati,però di quella nuoua Luna alludendo al cognome del marito di cofi celebra
ta fignora, virtuofamente innamorato il Binafchi, prefe per cognome academico e n d i m i o n e
il quale poeticamente dicono efiere flato l'inamoratodellaLuna.
E nato Filippo anticarnente in Paula del nohil fangue di Gonfalonieri , quella honorata flir-
pe è fparfa per molte città d'Italia , mairimamente in Roma doue di quella medefima famiglia lo
no fiati huomini d'honore in lettere & in arme. In Milano fono parimenti nobili , & al prender
che fanno gli A rciuefcoui di Milano la dignità dell'A rciuefcouato, fono coftretti ragioneuolmen
te pigliare il poffelTo da i Signori Gonfalonieri, maffimamente da quelhc'habitanoin Gandia
della Lume!ina,imperciochequefti fono c'hanno ghampliffimi priuilegidi potere fare atto di
tanta dignità e riputatione . Si fuolc ancora per l'autorità di quefta famiglia ponereil Velcouo
di Pania in poflcfio del Vcfcouato il qual non riconofce per fuperiore altri le non il Papa lòlo.
Della m utatione del cognome GonfilonierCjinBinafcOj non fi può precifamcnte fiper la ca-
gione
ODBINASCO- 5.
gionc , nondimeno la conlettura può abbatterfi nella verità cioè che pofTibil Ha quefla progenie
clfcre ftata padrona di Binafco caftello fra Milano e Pauia, onde dal luogo lì (iene i pofteri volu-
ti nominare Binafchi come à molte altre cafate nobili è ruccclfe , e fuccederà, e per effempio di-
co che li conti Brembati nobili anticamente in Milano.erano chiamati d'altro cognome, ma per
la ruina di Milano per conto di Federigo Barbarofla; ritiratali la detta famiglia in quel di Bcrgo-
mo à vn cartel detto Brembato/i fono fin hoggi mantenuto quclto cognomCjC di più potrei dire.
Si dice che vno di quella cafata ritrouandofì alla corte del Re di Vngaria cifcndo valorolb nellar
mi bello di corpo e gratiofo, era amato dal Re, il quale però diuenuto di lui gelofo & imputatolo
à torto lo fece incarcerare e condennare alla morte, ma Iddio fautore degli innocenti, haueua
hauto l'annontio della morte , hebbe gratia,e volle chiamarli Bmafcho cioè due volte nalco.
Ma conuienmi ragionare d'Endimione academico , il quale oltra la nobiltà del fuo langue , rima
fio Egli giouinetto nel maggior impeto delle guerre molTe da Francclì in quelle bande & elfen-
do andato a Tacco, a fuoco a ferro & a prigionie ogni cola,Filippo horinqua bora in la ritiran-
dofi fu fatto prigione acciochc l'giouine pagalfc la taglia , ma come egli & i luci fulfero elfaufti
& imponenti, fu divenuto in vna humida prigione molto tempo,finalmentc aiutato da Dio,e re
llituito libero cadde in vna fiera infermità de gli occhi (i che ne perde in tutto la vifta . La onde
per le guerre prima e più poi per la priuatione del lume viliuo, non potè attendere agli ffudi,
hauendo per alcun tempo attefo alla profefTione legale,!! come cominciato hauea. Con tutto ciò
rimafali l'imagine di quella bellezza diuina di cui li e poco adietro trattato , per non leuarli dalU
fua naturale e virtuolà iuchinationc di fipere , quanto gli toglieua la cecità,altr'e tanto ac-
quiflaua con il lume dell'intelletto, onde molte belle marauigliole& in gran parte lo-
date pocfcie ha d'intorno al nobilillimo fugetto mandato in luce,& ha in ciò per
feuerato di trattare fopra la ftelfa amata donna molti anni con ftile hone-
llo e gentile, imperò dam.oltianniinquacon animo à Dio cleuato,
ha ridotto e riduce lo fteflb amato fuggetto in llile criftiano e fc
rafico, oltra che molte altre opere di fuo fieno per vfcir
fuori a benefitio vniuerlàle , le quali faranno chia-
rilTuna teftimonianza della fua bontà
e del fuo ingegno ,
DIFRAN-
DI FRANCESCO
L Zodiaco e Imprefa dell'Abbate France/co Gattlnara. La qual figura è cofi
da Zoo parola greca , che in noftra lingua Tuona vita, conciofia che la influen-
tia delle ftcUc , le quali fono nello fpatio di quel cerchio porga aiuto di vita al-
le cofe viucnti concorrendoui però la influentia ancora de pianeti. Alcuni
vogliono che Zodiaco fia detto da Zodion vocabolo greco , che in latino fi-
gnifìca animale. Quefto cerchio fi diuide in dodici fpatii eguali eciafcuno
fpatio contiene vn fegno, che ha nome Ipetiale di vn qualche animale, per la
ìbmi^lianza c'hanno le pofitioni di quelle ftelle con la figura di qualche animale , o terreftre , o
aquaaco , onde quefto cerchio e detto da latini Signifero , cioè portatore di que fègni, che fono
dodici. Ariltotele nel 2. libro della generatione e corruttione lo nomina cerchio obliquo cioè
torto . La qual obliquità cagiona l'accefib , o accoftamento, ouero approffimatione, & il receflb
o ritirarfi , o vero fcoftarfi il Sole e cofi fi cagionano le generationi & corruttioni delle cofe mi-
{le di qua giù . I nomi di quefti dodici fegni fono, Ariete , o Montone , Toro , Gemelli , Cancro,
Leone,Vergine,Libra, Scorpione, Capricorno, Aquario, pefci. Li tre primi fanno la Prima-
nera h tre fcguenti fono della State , gli altri tre fono dellAutunno, & li tre vltimi fono prefideri
ti al Verno . Ciafcuno di queiH fegni occupa trenta gradi del Zodiaco , & ogni grado è di feflan-
ta minutiji quali fanno il corfb d'vn'hora appreffo di noi . Lo iftefib cerchio e largo dodici gradi
è in lon^hezza trecento feffuua tutta la larghezza di quefto cerchio ( il qual'è come vna fafcia) è
terminatadaduehnee,etraqueftefihada imaginareche vifia vn'altra linea ( imaginare dico
perche quefte linee non fono corporali , ò vifibili, ma imaginarie ) la quale diuide elfo Zodiaco
in due parti vguali, lafciando da cialcuna parte lèi gradi e quefta linea s'addimauda Eclittica.per
cloche quando il Sole e la Luna fi ritrouanoclferc pel dritto lotto quefta linea di mezcall'ho-
ra fi fa la eclilfi ò del Sole o della Luna , cioè mancare dell' vfato lume del Sole , quando elfa Lu-
na fcorrendo fotto^la detta linea Echttica s'oppone per diametro al corpo folare,della Luna, poi
fifa
GATTINARA '»
fi fa la ecliflì quando è la luna parimente fbtto la linea eclittica & che ella fi a piena e che'I cor-
po della terra fi tramezi fra c(ra,& il fole , fi che la eclilfi della luna altro non è, chela inter-
pofitione della terra , fra quelh due lumi celefti , è da iàpere anchora , che qucfto cerchio chia-
mato Zodiaco non va ordinario come gli altri circoli, ma attrauerfa tutto il corpo sferico del
cielo ftellato, e fbtto quella linea di mezo chiamata (come habbiamo detto 'j eclittica il fole fcm-
pre gira, e da quefto effetto l'Abbate Francefco caua la fomiglianza della ina honorata intcntio-
ne .Imperò che clfendo egli nato di fangue illuftre , e per propria volontà obligatofi alla vita rc-
ligiofa , fa difegno di non operare giamai fuori della linea dela fua nubiltà,& anco del fuo cbligo
meridiano, e però à quefta bella e naturai imprefa ha pofto vn conuencuol motto,cioè idem s v b
E o D E M co'l nome Acadcmico,chc è v r a ni o che dinota cele/le oucro riguaniatorc delle cofe
celefti-tratto queflo nome da Vrano padre di Saturno il quale s'adimandò anco cielo , di manie-
ra , che affai ben (\ comprende la conferenza del motto con la figura, e 1 nome parimente all'vno
& all'altro conforme, e può meritamente quefta chiamarfi vera & propria imprefà.
La famiglia da cui è vfcito quefto nobile Academico fu cognominata d'Arbario da Arbos ter
ra di Borgogna , poffcdè molte cartella , non conofccndo alcuno fuperiorc fuor che l'autorità Im
penale (\ cognominano Gattinari per il feudo di Gattinara antica loro fignoria e ncìlc fcritture
fi chiamano gentil'huominidArbario di Gattinara. Quefti nel 1404. mola'ìati dalle guerre,
non potendo hauere alcuno aiuto dall'Imperadore che poco (\ curaua all'hora delle ccfe d'Italia,
hebbero ricorfo ad Amadeo conte di Sauoia fottomettcndofi infieme con tutte le lortene alla
fua protettionc cornea Vicario Imperiale, il qualAmadeo poco di poi hebbe il titolo di Buca
à\ Sauoia , & fu il primo ornato di quefto titolo , e per non trappaflàre l'ordine e la limitaticne
della cronica impoftaci da tanti valorofi fignori. Di quefta cafa,ci ritirarcmo aMercurino,il qual
nacque nel 1465. fiio padre fi chiamo Paulino, che hebbe per moglie Felicita figliuola di Mer-
curino Rancio,dopo la cui morte Mercurino Arborio di Gattinara diuenuto di anni quattordici
rimafe orfano lotto la cura della Madre & del Zio detto Pietro di Gattinara con cinque fratelli e
due forelle , de quali la madre.rimafa \cdoua di vintiotto anni prefa la tutela difficilmente potè-
uà ibftenere cofi graue pefo per le poche entrate , e per molti debiti , oltra a parenti che la vfur-
pauano . Mercurino primo de li altri iLioi fratelli ne gli anni della adololcentia, con diuerfità d'a-
nimo bora attendeua alle lettere , bora no , finalmente alla eifortatione di Pietro Ilio Zio paterno
«procuratore, e di Bartolomeo Rancio legifta fuo Zio materno, fi difpofe di dar opra allo ftu-
dio delle leggi, e prima ch's'addottoraflè diede fine à molte liti , malTlmamentein fauo re di An-
drcetta che fu poi fua moglie,c dopo d'hauer dato buon faggio di fc, addottora tofi feruì à Filiber
to Duca di Sauoia il qual preie per moglie Margarita d'Auftria figliuola di Malfimjiliano Impera
dorè. Morì Filiberto, rimala Margarita vedoua pregò Mercurino che nella recognitione della
fua dote volefle fèruirla con licentia di Carlo Duca e fuccelfore di Filiberto fuo fratello , accettò
Mercurinol'imprefa con buona gratia del Duca, con vtile di Margarita s'acquiftò gran nome,
Margarita^richiamata dal padre fu fatta gouernatrice della Fiandra, e Mercurino fu eletto prefi-
<lente di quel grande (tato , fu ancora deputato prefidente della Bf rgogna, doue acquiftò alcuni
feudi. Dopo quefti honorati vfncii, Maffimiliano Io mandò Ambafciatore più volte a Ludouico
Redi Francia , morì fua moglie , e reftogli vna figliuola . Fu di poi mandato ancora da Maifimi-
liano ambafciatore al catolico Re Ferdinando , & iipedi fempre tutti i negotii felicemente , fu fat
to configliero di Carlo V. il qual era di età di dodici anni . Ritornò airimperadore,e fu di nouo
mandato ambafciatore appeflb il Re Ludouico nella guerra che fi 'ì^ct contra Venetiani . Ricu-
però i fuoi antichi feudi , e diftribuilli a figliuoli de Tuoi fratelli , a primi geniti il feudo di Gattina
ra, e di Sartirana territorio di Pania , & à figliuoli della figliuola maritata nel conte di Lignano
diede il contado di Valenza pur territorio di Paula, & il contado diCaftroin terra di Otronto,
con la gran cancellarla del Regno , fu creato Cardinale , e dopo la morte di Maffimiliano perle-
uerò configliero di Carlo V.lmperadore , e per vn tempo con molta fedeltà , diligentia , & ripu-
tatione maneggiò tutti li ftati di cafa d'Auftria , morì con fperanza di maggior grado, elfudetto
academico non manca di feguir le pedate de fuoi illuftri antenati.
O
DI SILVESTRO
A Pianola,o,PiaIla Inftnimento del legnaiuolo adimitation dell'Arte è Imprefa
di Silueftro Bottigella Paucfe^ onde egli tragge la fomiglianza della Tua Inten-
tione , Impercioche, come con quefto fi fpiana ogni groppo & ogni tortura e
netta e polirce,cofi per cotale effetto Ci palcfà il difegno di quefto honorato Aca
demico affidato,il quale fin da giouinetto Tempre defiderò e defidcra,o,dritta,
o,torta che gli fia la fortuna , di operare col mczo della virtù per la quale tutti
gli Affari drittamente e politamente a perfetti fini f\ riducono , per onde fé ne
gufìa contentezza d'honore e di laude, perciò conferente fi legge il Motto alla figura che è tv e r-
To Y DERECHo,fbno pcrò alcuni che ftimano effer qucfta la intention del fudetto Academico cioè
hauer egli fitto profeffione di aiutar l'amico e a torto e à dritto,quafi ch'a ciò fare coftringa ogni
uno il facro vincolo dcH'amicitia , introducédo quefta,vna Anima in due Corpi come Iblea dire
Pitagora, perche l'amicitia è veramente vn rifultato di tutte le virtìi col quale non fi può humana
mente fare errore,"e ben diffe Ennio, confideratal'Amicitia di Scipione co Lelio con Masfiniftà
e con iui,che egli portaua l'Amicitia e la nimicitia in fronte, faluo fempre che l'amico no fia tale H
che trapaffi l'obligo criftiano. Tuttauia i penficri di quefto Academico fono ftati efono di pratica
recon perfbne di valore e di honorato nome & in quefto ha fondati i fuoi difegni fotto qual fi vo
glia occafione adoperandofi & affitigandofi,in maniera che le attioni torte per lui fi riduranno a 1
le dritte e le dritte faranno da lui mantenute , per ciò gli è piaciuto di nominarfi l' y g v a l e , al
motto conforme.fi e ancor compiaciuto di efprimerlo in lingua fpagnuola della quale è fiato fem
pre amatore & offeruatore. La progenie de Bottigelli come fia nobile & antica non accade dubi-
tarne , come apieno fé ne vedranno in fcritto le teftimonanzc Icgitimc e fincere . onde per bora
dirò come SilueftrohebbefuoAuo del medefimonome,gentilhuomodireal natura e fi diede
alle magnificenze degli cdifitii c'hoggi fono in picde,Augufto fu fuo Padre di be'liffimo fèmbian
tejfùlplendidoepcrlaraolta fuagratia e valore, fu grato all'immortale Marchcfc di Pefcara il
vecchio
BOTTICELLA jj
vecchio fu fatigofo Cacciatore e fé la morte non Io hauefìTe tolto di 3 ? anni g-an fcgni verfo di
lui haueria moftrato il fudctto Mnrchefe. Di qucfto nacquero dui figliuoli Cefàre e Siluf^ftro pre-
fenre academico , il quale nella Tua pucritia caldamente attefe alle lettere e molto fc ne dilettaua
^ hebbe maeftri dottilTimi in caia , dilettolfi degli efifercitii del corpo e fi fperimenraua cofi gio-
uinetto con gli efTercitati & imparò molti fegreti . Venuto alla età di 20. anni in circa , iapendo
ch'in Milano h apparecchiaua fràpiufamofiCaualieri della corte dd gran Marchcfc; del Va-
fto , vna rara Barriera , egli poftofi in ordine vi andò con vna bella e gencrofa Inucntione , com-
battè leggiadramente con tutte le forti dell'armi in guifa ches'acqmftò con l'honorc il premio
d'un Cadmeo e la molta gratia dello fteflb Sig. Marchefc con la marauiglia de circonl^.anti . l'An
no dopo morto il Marchefe del Vafto e venuta la Marchefa con i figliuoli in Pania, Silucftro imi-
tò fijo Padre in feguire il ìVfarchefe di Pefcara il giouene il quale quindi partendofi per Napoli
accompagnollo,douearriuato fu gratamente accolto e banchettato da quei Signorie Principi
napolitani , vide egli Ifchia Procida , Cuma e Pofihpo , Partì per Roma , poi Ci transferi a Bolo
gna , quiui per conto dello ftudio fece qualche dimora . Dopo quefto occorfe che MalTmiiliano
Red]Boem.ia& hoggi Imperadore, palfando perlfpagnae fatto capo in Genoua, piacque a
quello Academico di fare quel Viaggio & trouato luogo in vna Galea.sbarcò in Barcelona e per
terra gionlè a Ofca preJfo Saraguzza , hebbe commodità di baciar le mani al gran Cardinale di
Trento il quale volle che fi faceife de fuoi . Vide gran parte della Spagna e ben guardò à cofiumi
de quei Regni . Ritornò in Italia , palTato dopo ciò in quelle bande ifRe Filippo , alhor Principe
di Spagna,fi deliberò qucfto honorato gentilhuomo di paffar con tato gran Principe in Fiandra,
ma prima riceiito il Re Filippo in Trcto dal fudetto Cardinale.frà molti altri gencrofi e dilettene
]itrattenimcnti,vidde rapprefèntar il Ponte cfi Rodomonte,e Silueftro e Clemente Pietro valoro
fìCaualierirapprefentornoRodomontefenzachefidefcerneire rundalaltro efuron dui per il
concorfo d'infiniti venturieri e fu marauigliofa vifta & il Re volfe conofcere l'uno e l'altro- Dopo
la vittoria di Germania per conto di Mauritio fatto nimico di Carlo V.percuflodia della chiulà
fra molti Capitani Todefchi fu deputato lo y g v a l Capitano di 300. fanti , e per difetto d'altri
la chiufa fu perduta , partisfi di Trento per veder la guerra di Parma la qual fornita , il Marchefe
di Marignano gli offerfe vna compagnia per la guerra di Mez in Lorena , e non hebbe occafionc
d'accettarla . Volfe andare alla guerra di Medino el Cardinal lo trattenne , con tutto ciò intefa la
guerra di Corfica fi difpofe d'andarui . pafsò nell'Ifòla comefoldato libero,e ritrouofsi all'acqui-
fto di Santo Fiorenzo e d'Holetta , e più volte gli fu offerta la compagnia di 3 00. fanti , olrra che
quei capi di militia ne facelTèro molta (lima. Hebbe ancora honorato carico nell'alfalto di Gatti-
nara.ne mancò mai di fuo debito . In Venetia trattò vn negotio non di poca importanza a nome
del Cardinale di Trento , anzi cauò coflrutto tale che moflrò la deprezza del fuo ingegno . mol-
te altre cofe degne di laude fi potrebbero dir di lui . Fu mandato dal fudetto Cardinale in fuo luo
go per tenere à battefmo in Milano il figliuolo del Signor Mutio Sforza.e come fi e detto,fi è dilec
tato fempre di fapere e leggendo e praticando con peribne di commune dottrina , non ha dato
mai cagione di farfi maluolere anzi i fuoi pari & i fuperiori fuoi lo hanno dcfiderato e defìderano
di conuerfarlo fempre , effendo atto ad ogni vniuerfale & honcflo trattenimento , fi è dilerato e 11
diletta di Poefia e le fue cofe fono in pregio preffo ogni giuditiofo intelletto come ne rende teffi-
monio il profetico fònetto che dice .
,, Vn altra volta la Germania llride , vifto&admirato da Carlo V. e pofto in mufica da Ci-
priano.
O a
DI GIOVANNI
ELLA Imicntione è fiata qiiefta degli Augelli detti Seleucidi, li quali per le^
preghiere di quelle genti , c'habitano intorno a i monti Cafpii,qui comparif- -
cono, la cui natura è di giouare à quei paefi . Impcroche fcacciano le Locufte
dalle biade, nelle quali farebbonogran danno . Di quefti augelli Plinio ne fa
mcntione nel decimo libro al 1 7. capitolo , ne fi fa da che parte vengono , e
mai fi veggono , le non quando le biade fono mature. Da quefti augelli Gio-
uanni Cefalo caua la fimilitudine della fua ferma e naturale intétionc,la quale
è di giouare ad altri.e co i proprii beni,e con la fua profeffioncne pare che poflìi far altro che più
gli aggradi fé non di aiutare, e porger lòccorfb à bifognofi. Il fuo motto è vna fòla parola,chc di-
ce a l 1 1 SjC nella Acadcmia fi chiama ilciovEvoLE^efi come in quefla difpofitioue veramen
te diuina quefli augelli non fi fa donde vengono, cofi il fudetto Acadcmico , benché a tutte l'ho-
re defideri, che gli nafca occafione di poter giouare ad altri , nondimeno non fi cura anzi prende
fdegno che fiafiimatoe tenuto tale, efchiua & aborrifce quelle voci che in fimighante cafo
publicamentc lo laudano .
Quefto honorato Acadcmico fin dalla fua finciullezzahà dimoftrato , e tutta via moftraà
ciafcuno effere vn vero effempio di modeflia, la cui patria è Ferrara e d'effa buono & antico cit-
tadino , li fuoi maggiori fono fempre fi:ati di buon nome e di buona fima,grati a i lor prencipi ,
& a tutte l'altre perfonc che con elfi loro haueffcro hauute pratiche e maneggi. Cominciò il Gio
ueuole nella fua tenera età à dar opera à gli fludi di humanità dopo i quali fi difpofe di attende-
re alla profeifionc lcgale,nclla t]ualc vsò ogni diligentia^non perdonando a fatica vcruna,ne a vi
gilia, e tralafciando ogni delicatezza,e piacere che lo potelfero fuiare dal cominciato negotio, o
difturbarc da fuoi ftudii , non mancò di fare di fé ifperientia quafi in tutti i primi ff udi d'Italia^
non haucndo voluto ornarfi delle infegne dottorali le prima non lì fulfe fentito ficuro di meritar
quel grado . cominciò da giouine à leggere publica mente nello fludio della fua patria , doue in
quel
4"^ T
CEFALO- 5^
quel principio diede di fé tal fàggio, che infiniti fcolari concorreuano ad vdirlo , Tali di grado in
grado fin cfie chiamato in Pania, hebbc il primo luogo della matinacon numerofa audientiail
primo anno in parità del Signor Marcantonio Cairao, il fecondo anno fu poffo al primo luo-
go della fera e gli fu concorrente il Signor Alciato il giouine, dopo cinque anni ritornò a Ferra-
ra; che cofì volle il Duca tjercole fuo fìgnore , e leiTe cinque anni al primo della fera in ciuile
hcbbe concorrente il Signor Giouanni Roncagalli huomo di molta fama., ma é'gli leggcua al fe-
condo luogo, fu affègnato il filarlo a quello honoratilTìmo Acadcmico ma^-giorc affai di quello
che luffe flato affègnato ad altro della fua patria in Ferrara. Morto il Duca detto di nuouo ricer-
cato dall'Eccellen. Senato di Milano, ritornò à Paula al primo luogo del ciiiilc nella marina , im-
percioche il primo luogo della fera era dato al Crauetta, e coli quefla feconda volta leffein Pa-
ula fette anni, & in quel mezo fu chiamato à Padoua^ma l'Ecccllentiff. Sen. di Milano non volfe
mai priuarfene. Finalmente con tutti gli oflacoli , ha dato alla ftampaifùoi confìgli,cf1bfuoi
confulti fi preuagliono molti Prencipi e Signori non folamcnte della Italia , ma ancora di fuori.
Finalmente dalla SerrenifTìma R.P.Venetiana è flato chiamato al primo luogo della fera nello ftu
dio di Padoua co'l maggior flipendio che fi dia, non ricufando qual Ci (ia finca per non mancare
a bilbgni d'altri , & alla contentezza della fua confcicntia, egli e di bella lieta e grariofa prcfcnza
piaceuole,benigno , molto aueduto , ricco di buoni amici . Non refla ancora in ogni occafione
di mantenerli fedele , e buon feruitore al fuo legitimo Prencipe, e per compimento d'huo- '
mo veramente in ogni attione degno di laude è dinoto talmente, che chi con elfo pra
tica crefce in defiderio d'imitarlo , conciofìa cofa che ninna cagione per grande,
o per neceffaria che fia , lo rimoue dalle ordinarie e chriftiane fue diuotio-
ni, le quali egh prepone ad ogni qualunche negotio di grande vtilità
o di molto honore . Perloche in ogni luogo doue e conofciuto ,
o nominato ( maffimamente in Paula ) e publicamente
amato , riuerito , & in molto pregio tenuto .
DI CRISTOFANO
O N è duHo veruno che'l fapcrlì clcggerele ligure, c'habbiano natura , e qua-
lità onde fé ne pofTa trarre commoda Ibmiglianza de noftri de/ìderi , fa tefti-
monanza di nobil giuditio, e di purgato ingegno, & in ciò fra molti altri e r i-
ST1FANO MAGNO acadcmico, fi compiacque di (coprire l'animo fuo nella
natura, e qualità delle Rofe, le quali vaghe belle, & odorifere fopra ruttigli
altri fiori , breuemente fuanifcono , perla qual cofa cauando da efìTe la fimilitu
dine della nollra caduca vita, fa i fuoi difcgni in guila che non fieno caduchi e
vani , e quefti non faranno mentre , che le attioni humane lèruano alle diuine, e perciò ha voluto
prendere quefto motto coelestia non sic. benché nella (Campata figura dica altrimente
ciò e A DEo PERPETVA pvLCHRiTVDo. Ma fu iuaucrtcnza dello intagliatore , che non
pofe mente alla correttione , e benché fimil imprefa fia commune , e ciafcuno fc la polfa applica-
re , onde non ha del proprio , tuttauia e lecito di hauerla per propria conciofia che veramente
conuenga al fuo virtuolb defidcrio , fi potrebbe (òpra di quefto fiore fcriuere a lun^o dedicato a
Venere per quanto (\ legge nella fauola di Afronio , il qual dicc,che Venere correndo per difen-
dere Adone , vna fpina le punfe vn piede , e dal fàngue che n'vfci nacque la Rofa roffa , Altri di-
cono che andando Venere à piedi nudi in vn giardino nelfpuntar del Sole per cogliere Rofè
occorfc che fi punfè vn piede nelle fpine d'effe Rofe , e chc'l fangue che vfci , bagnando le radici
delRofaio,fecechepoile Rofe nacquero roffe, che prima erano bianche , Quante eccellenti
proprietà in vfo medicinale fieno in tal fiore,ne ferine largamente Phnio nel 2 i.hbro a capi 1 9.6
Tcofrafto nel feflo libro,e Diofcoride nel primo lib.a capi 1 1 1 .è detto Criftofano nell'Academia
il e {) N F E R M A T o, Impcrochc egli ha ftabilito nell'animo fuo di non fare ftima delle cole terrene
e tranfitorie , che la mattina nafcono , e la fera fuanifcono , e fi riducono in nulla ,
E quefto Acadcmico nato della famiglia de Magni alfai nobile & antica in Milano per quanto
ne appare per alcuni priuilcgi.Vno di quefla ftirpe fono più di treccio anni c'hcbbe vn priuilegio
di
MAGNO "
di poter figillare lettere con cera verde , n e perche fé ne mai fìipiita la cagione, tutto che poffa cf-
fèrftatoconcefToquefto per compiacimento di qualche Prencipc per alcuno Icgnaiato lèruitio
fattogli. Altri priuilcgi fi veggono di effecutioni di entrate ordinarie e firaordinarie conceduti
dalli Ducchi di Milano in ampliffima forma e confermati da tutti i prencipi lùcccfltìri infino a
Carlo V. gloriofa memoria,i quali priuilegi tutti fanno efprefla mentione per i benemeriti di que
fta famiglia de Magni,e tra gli altri priuilegi ne vno fatto ad vn Gio. Antonio Magno bifauolo di
quefto Academ.ico il quale feruì a Gio.Galeazzo e fu fuo cófigliero,e fu parimente Ambafciatore
pel detto Duca Gio.Galeazzo per molti tempi apprelfo a fbmmi Pontefici^del che ne fanno tede
le lettere che ancora hoggidi fono feruate appreffo il detto Acadcmico/uccefle nel mcdcfimo vflì
tio di configliero Criftofano Magno Auo del confermato a cui il Duca Ludouico sforza detto il
Moro, diede il maneggio di tutte le entrate del flato di Milano e fìi coflui molto grato ne fiioi fer
uigitantoaPrencipiquantoa\'afi^alliperlafua amorcuoledeflrezza. Fu ancora vn Ambrofio
Magno Zio di quefto prefente Academico medico eccellentiffimo , le cui virtù furono palefe e
note a ciafcuno nella citta di Milano. Gio. Antonio padre del detto Academico Confermato fu
nella fua giouinezza dal Duca Maffimiliano sforza eletto per capitano di fanteria, e per fuoi va-
lorofi portamenti falì agrado di Colonnello al tempo del D uca Francefco fecondo,e fu fèmpre
molto ftimato nelle Imprcle di guerra che in quel tempo C\ faceuano in detto flato.Azzo & Ago
fìo Magni zii di quefto nobile Academico hebbero degni & honorati gradi nella citta di Milano
e fecero parentado con le buone famiglie di effa citta . e fpecialmcnte co'l Prefidente Arrigone,
Criftofano rimaio fenza padre fanciullo,viffe fotto la cuftodia della honoratiffima fua madre, la
quale da ottimi precettori lo fece nodriree dottrinare nelle buone lettere, e fpccialmente ne
buoni e chriftiani coftumi. peruenuto alla età atta a darfi alli ftudii , fi dedicò alla profel^
iìone legale,ftudiò in Paula & in altri luoghi e finalmente peruenne al grado del Dot-
torato tutto che fuffe ancora afsai giouine , e per la molta bontà , e virtuole con
ditioni hebbe de i primi offitii nello ftato di Milano, e nella propria fua pa-
tria, cofà veramente non fohtaà concederfia proprii cittadini che
oltraloeffer ftato Vicario di GiufHtia fu eletto ancora Podefta
di Milano , hebbe ancora quefto medefimo officio in Pa-
uia3& in lodi, ne mai da che riceuè la dignità del dot-
torato rimafe fenza qualche honorata ammini-
llratione,è Egli di gentile afpetto, amore-
uole,benigno,omtiofo molto effem-
plare nella vita ciuile e criftiana
& in publico & in priuato
e molto riuérito
& amato.
DI CAMILLO
A picciola ifoletta", o vero fcoglio concauo.è vna Tra le altre ifòle del mar roffb
grecamente detto Erithreo. dentro la qual concauita è vna pietra fefTangoiare
la quale percofTa da raggi del Sole fa l'effetto della Iridc,rpuntando fuori di-
ueriì colori e vampi a guifa della fteffa Iride come ferine Plinio nel 37. libro
della fua naturale hiftoria a cap. 9. e vuole che la detta i fola , o fcoglio fiadi-
ftante6o. mila palli dalla citta di Berenice, il medefmo afi'crma Strabene.
Quella pietra voglion che fia radice di criftallo la qual ( come (1 è detto ) per-
coffa da raggi Iblari fa gli effetti della Iride . Chel mar roffo fìa cofì detto perche Eritros greca-
mente vuol dir robicondo ,,varie Ibno le openioni le quali lafciano le perfòne ftudiofè irrefolute
e confufe. Imperò la maggior parte degli, huomiui fapienti accetta chel marefteffo fìa detto
Erithreo da Erithra Re figliuolo di Perf'eo e d*Andromcda,quefìo mare è pollo fra il feno Indico
e l'Ethiopo e bagna parte della Perfìa, bella e propria e vaga è qucfta inuentione , iraprefi di Ca
millo Gallina Pauefe , traggendo egli la fomiglianza da quella pietra , impcrcio che egli percofb
da raggi della rtclla di Mercurio e conlcguentemente dallo fplendor dell'Academia degli Arti-
dati ; fa e più fpcra di fire opere & effetti gratamente e virtuofamente vifibili, vtili e diletteuoli a
ciafcuno, vuole ancora poter dire cotale ìplendore che lo percuote effere la diuina grana per la
quale s'ingegnarà di non percipitare nelle tenebre degli errori tifo mirando à raggi del Reden-
tor del mondo, onde a propoli tovfa quello motto cioè p E Rc I T A vis animi volendo in-
ferire che come il Sole della la virtù della fudetta radice di cridallo, coli fa lo fplendor di Mercu
rio in deflare & irritare la forza dell'animo fuo a rifplendere col mezo dell'opere virtuofe . a vo-
ler però trattar della natura di que!la pietra ,0 radice, come quiui fia generata e prodotta, trop-
po in longo fi ridurrebbe la fcrittura , piacque anchora a quefìo honorato Acadcmico , di chia-
marfi l'i N e I T A T o , dinotando che da cagion coli degna era fpinto a lini d'honore . E nato lo
Ileflb Incitato del fmgue e della famiglia de Gallini traggendo il cognome dall'arme lolite di fua
e afata
GALLINA ^'
cafata la quale è antica e nobil famiglia in Paula per onde fono difcefi moki nobilitati di diuer-
fì gradi e dì varie dignità , & ha fparfì i Tuoi rami di nobiltà in diuerfe parti d'Italia come in Pa-
dua , in Napoli , in Milano . Le facultà però di quefta famiglia cioè poderi e poncflìoni fono in
molti luoghi del principato pauere,ma/Iìmamente in Lomello del quale fcriueno Plinio.Antoni-
no Pia, Marcellino,PauIo diacono , e de noftri tempi Bernardo Sacco ,-& in quello camello heb-
bcro origine i conti Palatini di Lumello , inftituiti da Carlo iVtagno dopo che fu cftinto il regno
de Longobardi , e li inftituiti in tal grado , furono li conti di Medde , di Gambarana , di Lan-
goica, di Stroppiana, della Motta e d'altri diuerd luoghi della Lomellina e di Genoua.fu di quc
fìacafatavn Gio.Iacomo il vecchio Gallina,il quale a nome de nobili di Lumello & egli come
cittadino pauefe,intcruennecome procuratore à dare il libero Dominio di detto cartello a Gio.
Galeazzo Vifconti primo Duca di Milano l'anno i^jé.fu vnGio.Franccfco GaUina fecrctario,
& Ambafciador di Filippo Maria Vifconti Duca di Milano come fcriue Biondo^, mandato al Mar
chele di Ferrara. fu ancora di quefta honorata famiglia vn Guglielmo propofto di S.Maria mag-
giore in Lumello, dottore di ragione canonica e teologia,Ia qual propofitura vlauaa guilàdi Vef-
couo il paftorale,& in cfTa chiefà /ì adminiftrauano,i facramcnti e fi dirtrihuiuano per l'altre chic
fé parrochiali,& bora fi adminiftrano dal Rcuerendifs.Vefcouo di Pania. fu vn'altro Gio.Iacomo
propofto della fudetta chicla e della medefima dignità con eftcre ftato ancora dottore in canoni-
co . Luca Gallina fu dottor di medicina e del collegio di Paula Ano dellncitato Indetto , per le
pedate di qucftl cofi honorati cittadini, dottori e prelati cominciò a caminare Gianiaccmo il gio
«ine il quale diede principio a gli ftudi di logica e di filofofia con buonrfTima alpettatione d'hono
rata riuicita, ma per le guerre crudeli che nella fua giouinezza occupauano tutta la Lombardia e
più quefto paefc,fu forzato di tralafciare e di attédere bora alle cofe di villa,hora alla procura nel
la fua città. Di quefto nobil cittadino nacquero Camillo & Aurelio , iquali iftigati e bene iftituiti
da fi vertuofo padre,datifi con ogni fatiga e fudore a gli ftudi,CamilIo l'Academico alle leggi,Au
relio alla filofofia e medicina, imperò l'fncitato , autore della prefente imprefa , palfano 14. anni
che publicamente legge nello ftudio di Paula fua patria , entrò nel dottorato non folamente be-
re inftrutto della facultà ciuilc e canonica , ma ancora,ottimamente ammaeftrato nelle fotte arti
liberali & in particolare nell'arte oratoria e poetica pofledcndo con ogni forte di elcgantia e d'eie
quentia la lingua latina, la greca, e la tofoana , lelfe l'inftiruta quando era fcolare, addotto-
rato poi, computato il principio, durò di leggerla fette anni , dopo ciò fu pofto per or
dine del Senato ecccllentiilìmo all'ordinario della fera a concorrenza dello non
appieno lodato Girolamo Torniello, nel quale ordinario, ancor perfeuera
con fodisfattione del medefimo Eccellentilfimo fonato e con mir;ibil
concorfodeglifcolari,non ricufando egli mai fotigapcrlifuoi
fcolari, trattenendoli bora con vna,hora con altra fcientia,
ne per ciò gli mancano continue fatighe di coniuita^
re e dentro e fuori della fua patria dando
fperanza di poter falire a gradi
maggiori .
P
DI DON MARCO
VESTA fìgura(Li qual non rapprefenta animai veruno , che nafca in av.cP^o
noftro Emisfero,o clic di effe fia mai (lata fatta mentione da gli antichi fcrit-
tori ) e imprelà di Don Marco Correggiaio Paucfe, il quale haucndo letto le
Iftoricdel mondo nuouo Imperio del gran Filippo Re catolico, ha trouato
quiui nafcere tal Ibrte di animale, il qual in alcune Tue parti s'affomiglia alla
volpe,c però da alcuni(che quiui fono ftati,eche n'hano veduti de taiiX* chia
mato Semiuolpe. Quello animale, olia marchio,o fia femina,ha naturalracn
te fotto il ventre a guila d'vna tafca , o boria di pelle entro a cui porta i Tuoi piccioli figliuoli , e
quando vuole ch'elfi efcano alla paftura dilatando quella fiacca , li lafcia vfi;ire. Da quello anima
le caua Don Marco Academico la fomiglianza de Tuoi difegni , i quali ( come di rcligiofo ch'egli
èMòno di non mancare all'obligo che tiene , di hauer cura e conferuare i beni dell'animo, con
Io imitare la figura della fiia imprefii . Impcrochc egli porta lèinpre feco i fiioi beni cioè le virtuo
le doti dell'animo , e ne ha diligente cura , come quelli che fono veramente deirhuomo e per efi-
lèmpio ancora fi legge che fece Biante filofofb Prienenfe , il quale ( effendo prefa la fiia patria, e
ciafcuno che fuggiua portaua feco quello che più poteua de fuoi beni temporali)eirendo diman-
dato, perche non ne portaffe anch'elfo , rifpofe , io porto con meco tutti i miei beni,perche fi co
me quelli fuoi cittadini portauano con effiì loro i beni tranfitorii di fortuna , coli il buon filofofo
Biante fi compiacque di partirfi" folamentc coni beni dell'animo, che non poffono da veruno
cffer leuati , (opra i quali ne la tirannia dell'huomo ne la polfimza di fortuna hanno imperio al-
cuno.c cola manifefta che Dio e la natura ci hanno dotati di tre beni , cioè di quei di fortuna , di
quei del corpo e di quelli dell'animo , & auenga che alla commodità di quella vita tutte tre le for
ti de fudetti beni Ci richieggano, nondimeno quanto al voler confeguire la felicità dell'eterna vi^',
i beni tranfitorii di quello noftro modano ilato,fono a quelli dell'animo apertiflìmo impcdimen-
to.Egli è però il vcro^chc quado la virtù proprio e vero bene dell'animo ha dominio fopra i beai
di
CORREGGIAIO 57
di fortuna > virtuofàmente gli diflribuifcc&aifini delIViia d'altra beatitudine gli indirizza,
pertanto in conformità di quelle iìmilitudini ha voluto il prcfente Acadcmico vfare qiicRo mot
to, e V s T o D I A T V T A, conciofìa che la cuftodia de i beni dell'animo fia molto iìcuralbtto pro-
tettionc e difefa d: Dio benedetto e gloriofo , il quale ad vn ben difpofto animo criftiano conce-
de l'Angelo buono per fua guardia, o vero la fuagratia gratamente data; con quella gratia che
gratamente opera . Ha voluto ancora quefto Acadcmico chiamarfi b i a n t e o^ pigliando que-
llo nome da quel buon filofofo , Biante vno de fette fipienti di Grecia .
Don Marco è della famiglia de Correggiai nobile in Pauia,& in Ferrara gli Ani & i Bifaui fuoi
furono altri capitani, altri dottori. Il padre pero di quefto Acadcmico detto Donato e iìato huo-
mo di molta ftima e valore , e da Lodouico e Franceico Re di Francia in molti ne^orii d'impor-
tanza adoperato , fu ancora Referendario e Cartellano di Pania , e portolTi fcmpre'giuftamcnte e
con molta fedeltà fu adoperato ne gli elierciti de i dui fopranominati Re. Hcbbe coftui più fi-
gliuoli fra i quali fu Girolamo huomo molto cfpcrto nei fatti di guerra e per più di venti anni
nella militia ha feruito a Carlo V.Imperadore, e fi e ritrouato quafi in tutte le guerre del Picmon
te, e dopo Carlo, ha fèruito al Recatoliconoftrofignore,maflrimamentefottoil colonello del
capitano Girolamo Sacco , il quale in tutte le fattioni d'importanza volle feruirfì di lui. & era de
fuoi primi e molto grato à tutti i capi , e quantunque per lo fuo valore gli fuffero oftcrti dégni &
honorati gradi , non volfe pero mai accettarne veruno, contentandofi di eifere de fuoi gentìlhuo
mini . Morì di infermità,il Bianteo Acadcmico fuo fratello , fattofi nella fua fanciullezza religio-
fo dell'ordinedi fanto Aguftino col titoladi canonici regulari,ha continuamente attcfo alli femi-
gi di Dio, e con perfcueranti fludii s'è acquiftato il polfcffo delle fcientie , maflìmamente quella
della fàcra Theologia , fopra la quale ha compofte moke opere . Ha parimente fatto vn vo
lume di poefìa, il qual farà di diletteuole e vaga lettione, diuifo in quattro libri, in ver
fi heroici , il cui titolo e della Hierarchia ecclefiaftica , ha ancora compofte mol-
t'altre opere in lingua latina e parte nella italiana . le quali piacendo à Dio
verranno vn giorno in luce à diletto & à giouamento vniuerfile, fi è
parimente il Rianteo molto artatticato nell'offitio del predicare,
& ha hauuti de i principali pulpiti d'Italia, cioè di Milano,
di Gcnoua,di Tortona^di Piacéza^di Modcna,di Bo-
logna,di Napoli,di NoIa,di Sauona, di Raucn-
na , di Cefcna di Bergomo, di Calale , e di
Pauia,doue vniuerlalmcnte è molto
ftimato, e di molti altri luoghi
che lungo farebbe a rac-
contarli, egli e religiofo eftemplarc amo-
reuole benigno, fincero, benefico, e
molto grato alla fua religione
alla fua patria , & alla
Academia degli
Alfidati .
DI FILIPPO
Arbore dei pomi d'oro finto da poeti, e Imprefà di Filippo Zaffiri Nouarcfè,
con che egli cuopre la Tua bella &hononita intentione con imitare la fauola
d'Hcrcole , il quale per fpctiale comandamento di Giunone fla quale per im-
mortai odio che gli portaua procacciaua con ogni via di far ch'egli morillc.an
dòad acquiftarequei pomi d'oro guardati da vno ternbiliffimo & vigilante
dragone. Il Zaffi ri fàpcndo chequci pomi d'oro midicamcnrc s'intendono
per la flipicntia , egli bramolb di cotal ricchilTuno acquiflo , fi difpofe in tutto
e per tutto di continouamcnte aflfaticarfi intorno alle fcicntic,e{rortato a ciò da Salomone, il
,, quale ne (boi prouerbii dice fi^liuol mio riceui i miei ricordi , e nafcondili nel tuo petto , afcol
' '■ \ . 1 • 1- A • .• ^ .11.1 M. „ ';„,u: :^ ..ir :n„ J. n '....J :^ „
,, ti la tua orecchia la fapientia & all'hora il tuo cuore s'inchinarà all'acquirto della prudentia, e
„ nel capo felto dello Ecclefiartico cofi è fcritto, lìgliuol mio nella tua giouinczza impara la dot
„ tnna &intìno alla vecchiaia trouarai la (apientia,la onde il Zaffiro Àcadcmico dalla Tua (ìm-
„ ciulle/.za fino à gli anni virili con ogni (udore e vigilantia ha Tempre attefo all'acquiflo di tutte
le fcientic liberali . Ma confidcrato poi quanti fiano gli affanni della vita humana , & i pericoli i
quali fouente cagionano la morte , che gli vni e gli altri alfembrano il fiero dragone , onde fpa-
uentato il belIilTimo & honertilfimo defiderio del fudetto Academico dalla difficultàeforfeim-
pofTibilità della vita mortile , (òpra querta Tua bella imprefa pofe quefto motto, non sat vo-
L V I s s E Volendo inferire che non baila il defiderio di voler fare acquif^o di cotanto teforo , il
quale giamai per lunghezza di tempo o per influentie non fi guada ne marcil'ce , pcrciorhe man-
cando gli anni ,\c forze , e la fortuna , riman fola la buona volontà , la qual veramente perfeue-
rò in lui fin ch'ei viffe ,onde à propolìto della imprefa volfe chiamarfi lo i m m v t a b i l e , con
dimolh-are che Tempre farebbe (tato (ermo e collante in cotal fi degno e celefle defiderio .
Nacque Filippo Zaffiri in Nouara , di padre e di madre honorati . Hebbe la caia origine più
certa da due fratcUial tempo di CarIoMagno,iquali per lalor buona Tcruitu (attagli .cperlo
molto
ZAFFIRI 58
molto lor valore in diuerfè fattioni & imprcfe d'imporr?.n7a cimonrato , e /pccia!mcnrc rcll'ac-
quifto che'l detto Imperadore fece della SafTonia e la riduce da la gentilità alla tede di Chrifto,
meritorno affai apprefTo di lui & oltra grolTi flipendii , con che li rimunerò , li donò ancora per
arme loro l'Aquila bianca, &vna collana d'oro perciafcuno con pendenti di Zaffiri che fono
gioie di molto valore,& vna di quelle pietre in bocca di queli'Acquila, la quale portorno poi an-
cora per cimiero il qual dinota nobiltà, percioche ninno può ncH'armelua portare cimiero
fé non è nobile, da quelle pietre pretiole, traife poi la cafata loro il cognome de Zaffiri , & hauen-
do Icruito elTi Carlo Magno in quella guerra che fé contra Delìderio Re de Longobardi , finita
ch'ella fu fi fermorono in Nouara eleggendola per loro habitatione , conciofia che fufTero ci na-
tione Francefe. Dopo alquanti anni furono di quefla cafata duoi fratelli, vno chiamato Micheli-
nb,chc fu Vefcouo di iMondoui città del Piemonte , l'altro nomato Opizzino, chefu cameriere
di Papa Bonifatio nono, vogliono alcuni , che Papa Zefìnno luffe di quefla progenie , il quale fu
creato Pontefice MaiUmo al tempo di Seuero Pertinace Imperadore,c perche il cadere delle cofe
nobili procede dalla mala fortuna , come le ignobili fi inalzano per la fauoreuole fortuna , però
molti non credono c'hoggi vna cafi hafTIi fia già ftata alta , come fciocchi i quali ritrouandoli ho
ra in alto ftato , non fi ricordano ne credono di effer già flati baffi , e per la maggior parte grande
mente s'ingannano . L'Ano di queiìo Academico nomato Franco , fu buon poeta latino e tofca
ho , e quella famiglia moftra la llia nobiltà ancora nel conlcruarfi nel configlio di Nouara lor pa-
tria e nel coninlato, doue non ha luogo chi non e nobile & antico cittadino . Il padre di quello
Academico è ftato molte volte vno de Prefidenti della città,& anco più fiate dal comune per am
bafciatore eletto ne i publicj negotii . L'Immutabile academico fin dalla fua tenera età hauendo
imparato i principii della latinità fu mandato dal padre alli fludii publici , addottorollì affai gio-
iiine in Pania in filofofia& in medicina .Lcffe molti anni publicamente logica., dipoi filofofia,
dopo fu pollo alla lettura della Theorica in medicina ,& vltimamente atteiè alla pradca, me-
dicando con molto credito in Paula , e fu vno di coloro che fondorono TAcademia degli Affida-
ti in detta ci-rtà. Fubuonpocta.latinojetofcano: comene rendono chiarillimo teftimo-
nio le cofe lue in flampa . Fu in araenduele lingue eccellente oratore, buon cofiiio-
grafo e perfetto mufico , di piaceuole e molto grata conuerlàtione e pero fu da
ciafcuno grandemente amato . La morte lo rapi cfTendo egli di trentaquat
tro anni o d'intorno ondelAcademia degli Affidati di tanta gran per
dita fcnti vno cftremo cordoglio .
DI FIOR A VAN TE
L Caduceo, infegnn poetica di Mercurio , e imprefà di Fiorauantc R nbbia Mi-
lanclc, imitando la f'auola , ellendo(C(.mc dicono i poeti, che Aicrcurio è Dio
delle orationi e della cloquentia , le quali parti conuengono a Nontii , o vero
Ambalciatori,e tale olfitio Mercurio faceua in feruigio delli dei, con la orario
ne e con la eiììcacia della cloquentia ponendo pace e concordia in tutte le di-
fcordie, placando l'ire e li fur r. d'ogni vno , e però fi dipinge eflb Mercurio
co'l Caduceo in mano e quefìo era vna verga intorno a cui erano auinchiati
due ferpi , che con la faccia fi rimiran l'vn l'altro . Dicono i poèti che quefto Caduceo fu rrouato
da gli Dei, i quali lo diedero in cufiodia ad Apollo , Et elfo lo diede poi à Mercurio & Mer-
curio in cambio di qucfto, donò la lira ad Apollo. Al:ri iiprimono il fijo fignincato in quefio mo
do , che cfìTendo quella verga di lauro , e che hauendo il lauro proprietà di Icuar via ogni forte di
veleno . perciò fu portata da Mercurio in fegno di pace e di concordia, conciofia che la difcordia
e la maleuolcntia (ìeno pelTimi veleni i quali vccidono la ragione e corrompono l'anima, per que
fto Mercurio e chiamato pacificatore dele genti eli due ferpi, che dinotano difcordiac veleno,
per virtù di quella verga annodati infieme viuono pacificamente. Altri feri nono ,che hauendo
Mercurio vna verga in mano la pofein mezo fra due ferpi che fieramente infieme combatteua-
no, e per quella fubito s'acquetorono e fi rappacificorono& in tefiimonio della virtù di quella
verga riconciliati fi congionlèro in quella guiiachenel Caduceo fi vede, e benché queihi bella
Imprefi non fia in mano di Mercurio , nondimeno l'Autor di efla ha voluto con queita inferire
il contrafto fatto nel fuo cuore dall'oggetto de fenfi , il qual contralto era in manifefio pregfudi-
t!o dell'anima . La onde poflofi Fiorauante a pregar Mercurio figliuolo di Maia interpretato per
e !i I s T o fi-;!iuolo di M A R 1 A , con la verga che fignifica la diuina gratia, Ci è liberato dal morti-
fero veleno del fcafb , onde Dauid della verga dice nel filmo 109. La verga delia tua virtù ma-
darà fuori il Signore da Sion per dominare in mczo de tuoi nimici , La verga parimente di Me-
se
RABBIA "
se altro non fu che la gratia diiiina, per la quale Dio fi riconcilia con l'huomo. Haucndo con quc
fto mczo Fiorauante fuperati i veleni del fenlb , volfc porre a quella figura qucfto motto e v p i-
D I T A T V M Q_v I E s c ritrouaiidofi con l'animo quieto W compiacque di chiamarfi il t r a n-
<JJV I L L o .
Quefto Academico è nato della fiimiglia de Rabbi , nobile,& antica in Milano di affai honcili
parenti , i quali hauendolo diligentemente e con buoni cofiumi allenato , venuto in età lo^man-
dorono allo ftudio di Paula , doue con ogni vigilantia e continoua iollccitudine , data opera alla
profefiìone di filofofia e di medicina , riufcì con tanta gratia , che con general conlcnrim.ento tu
eletto Rettore, nel fine del qualoffitioconfeguì con molto honoreil meritato grado dei
Dottorato, e filili aflegnata vna publica lettura nel ftudio di Theorica ftraordinaria, e
cofi per alcuni anni perfcuerò nel leggere,e nel mcdicare^e fpecialmente i poue-
ri a quali con molta carità preftaua l'opera fiia per amor di Dio,& hauereb
be felicemente e con molto credito perfeucrato di communemcnte
giouare , fé la morte troppo immaturamente non lo haueffe ra-
pito,fij buon mufico dilettauafi molto di componimenti in
lingua materna , e {ccq alcuni belli poemi,chc fi reci-
torono nell'Academia, era gratiofb e Tempre lie
to& affabile nei con uerfare, onde n'era
da tutti generalmente amato &mol
to apprezzato .
Co
do
DI FRANFERDIN-
VESTA Pallade.o Mincnm, dea della {àplentia è Imprefà di Franccfco Fer-
dinando d'Auolo il giouine, inuentione che imita la fauola . Quefta Pallade
fecondo i poeti nacque del ceruello di Gioue lotto il cui mifteriofo velame fi
nafcondono alti & eccellenti fìgnifìcati, il nome di Pallade vogliono alcuni af
regnare alla figliuola di Gioue , percheCcome fcriuono i poeti ) ella vccile vn
gigante per nome detto Pallante , il quale prolbntuoflimente tentaua di torle
la virginità , fu ancora cognominata Tritonia dalla palude Tritonia la qual è
nell'Africa numidica , doue primieramente ella fu veduta in habito virginale,c doue forfè prati-
caua ellèndo vicina al tempio Ammone indirizzato à fuo padre . Fu ancora nomata Minerua da
latini,pcr elfer ella di afpetto minaccieuole;però chela fi fuole dipingere con la corazza,con l'afta
ferrata in mano.co'I morione in capo,da cui pende vn gran pénacchio di dietro,imitata in ciò da
AleirandroMagno,daSertorio,edalMarchefedi Pefcarail vecchio. Quefta luperò A ragne e
conuertilla in Ragno per hauer voluto competere con elfa Dea à tcffere e riccamare , dal che fi
comprende che niuna attione può effere perfetta fenza la fapientia, la quale per natura non s'ac-
quifta^e per ciò ben diffe Ariftotele , niuno di fua natura eifer fauio, e pm oltre dice , il fapiente
eflTerc erfempio di tutte le cofe honorate , & immortali , onde quefta imprefa fu ben confiderata
dal fbpranominato Academico Affidato . alla qual figura propriamente conferifce il motto cioè
HAVD SIMPLEX viRTVTis opvsjl nomc ancora di qucfto Academico è confeguente-
mente conforme all'imprefa & al motto cioè a t h e n e o di cotal nome fu vn luogo dedicato a
Minerua doue concorreuano gli defiderofi di acquiftare la fipicntia,come fcriuono G iulio capi
tolino e Lampridio,onde fimil nome è intefb per fapiente . Quefta è vera imprefà , imitando , co-
me s'è detto , la fauola, e con leggiadro velame palefi qucfto Academico la fua intentione,la
qual è ftata femprc indirizzata all'opere di valorolb caualiero,c di fegnalato e prudente prencipe.
Nacque quefto Atheneo Academico d'Alfonfb d'Aualo di qucfto nomefecondo in quefta fa-
miglia
D" A V A L O ''»
mì'^lia, Marchefe del Varto , e di Maria d'Aragona , la ftirpe d'Aualo è antica 5: anticamente il-
ìuftrc & il Giouio non hebbe tutta quella notitiachefi conuiene intorno a quelle cofe, di che il
luole far memoria; percioche trattando di quefta cafa difle ch'ella era più illullre , che antica,on-
tie dimoilrò di non hauer (aputo, che quando i caualieri di quefta progenie per ccmmiflione del
Re catolico primo vennero in Italia,haueuano già in Spagna Signorie,gradi militari,& offitii de-
gni ne i feruigi de i Re loro, ma per hauerne altre hiftiorie detto aflai, vengo breuementc à ragio-
nare di Francefco Ferdinando che f "il il Marchefe di Pefcara primo figliuolo diAlfonfo primo
Marchefe del Vafto . Egli nella fua fanciullezza e giouentu lì dimoftrò più tofto pacifico e quie-
to che ardito & armigero , e mentre che chi lo gouernana^ viueua ficuro di lui,ecco che alFimpro
uifta h dimofirò d'altro animo di quello, che prima pareua hauere.fi che ritrouandofl già in effe-
re & atto à potere adoprare l'armi , volfe andare alle guerre che in que tempi fi faccuano. Alfon-
fo fecondo Marchelè del \''afto di affai minore età , giouine di venti anni , parti da Napo!i,& an-
dò à ritrouarc il cugino in Lombardia , e ritrouodì alla vittoria delia Bicocca prefio à jMilano, &
à quella (òtto Pauia quando Fracefco Re di Fracia vi rimafc prigione, & Alfcnio fu il primo che
guadagnò l'artigliaria de francefi,fucceffe poi generale de ipagnuoli dopo la morte del cugino, ri
cusò di andare contra il Papa,fu fatto generale dopo la morte di Antonio da Lcua,pofcia Gouer
natore di Milano , doue finalmente abbandonò quefta vita. Lalciò dopo fé Francefco Ferdinan-
do primo genito, di quefto nome fecondo e fucceflòre nel Marchefàto di Pefcara con quattro al-
tri figliuoU di molto valore e quefto da giouinctto moftrò di non hauere ad effere minor del Zio,
ne inferiore al padre d'ingegnOjdi prudentia e di valore,come chiaramente s'c veduto e conofcm
to , percioche di ventiuno anno fu generale della militia catolica dopo il Duca d'AIua gouerna-
tore di Milano & al tempo del Cardinal di Trento gouernatore pur nnch'egli di Milano, come gc
nerale della militia fbccorfe Cuni in Piemonte con tre mila fanti , e fei cento caualli leggieri con-
tra Brifaccoinuitto capitano di Henrico Re di Francia il qual hauendo alfediata quella terra di
Cuniefpianatalequafi tutta la muraglia con l'artigliaria, non dubitò punto il valorolo giouins
Atheneo di affrontare vno eflercito di 1 8. mila fanti auezzati alle guerre & alle vittorie , e più de
mille caualli leggieri e quattrocento huomini d'arme, il che veggendo Brifàcco , pensò le forze
del Marchefe ò eflcre maggiori , ò vero efferui nafcofò vn qualche ftratagema , fi che effcndo di-
Jpofto il Marchefe di palfare per mezzo i nimici , e nello fcai-amucciare hauendo i fuoi pochi in-
calciati i molti , Brifacco il quale non temeua già il combattere, ma fi bene qualche aftutia, fapen
do che'l fuo auucrfario lapeua combattere da giouine valorofò , e gouernarfi da prudente e pra-
tico vecchio,per non mettere in vn'hora à rifchio tante vittorie in molto tempo acquiftate, riti-
rolTì , ma troppo alla fcoperra ; onde il Marchefe intromelfe nella molto indebolita fortezza vn
gagliardo prefidio , fattione veramente notabile e di gran giouamento , percioche fc i francefì
haueffero prefb Cuni,non farebbe ftata ficura Sauona, ne Genoua, fu poco dapoi isfidato à rom
pere tre lancie con ferri arruotati dal fbrtilTìmo Duca di Nemours, & in tre incontri Ci vide mara
uigliofa animofità , deftrezza & forza de duoi prencipi , ne quali il Marchefe colpi, ma il Duca
non mai , è fu pero attribuita la colpa al cauallo , fi è ancora il Marchefe in Italia & in Spagna più
volte prouato in tutte le fbrd d'armi , e ftimato e giudicato per il più leggiadro e forte ca'ualicro
di quefta noftra età. Fu dopo il Duca di Scft^i(co'l quale fi ritrouò à quelle vittoriofe imprcfc del
Piemonte) eletto dal Re catolico Gouernatore di Milano e capitano generale uiJtalia , e finito il
fuo triennio piacque al Re di mandarlo in Sicilia per Vice Rè,doue finito il fuo tempo, con mol-
ta laude, con fòmma tranquillità di quell'Ifola da lui gouernata con non meno eflèmpio di pren-
cipe criftiano , che di giufto e prudente caualiero. Oppreflfo finalmente da vna grauc infermità
con gran cordoglio non folamente di quel regno , ed'Italia , e di Spagna , ma ancora
più del fuo Ile, fini i fuoi giorni , conciofia che nel principio della fua viri-
lità ( n ella quale la bellezza del fuo diuino ingegno, & la fortez
za del corpo hauaua già fatto habito , l'i che in confi-
gli & in fatti farebbe riufcito il meglior
■?' gueriero di quefti tempi ^ja
mone ce Io rapi .
DI ALESSANDRO
LESSANDRO Ifimbardo Pauefe fi compiacque di pigliar per imprefa Ip
feudo col campo tutto biancho aimitatione dell'arte militare e particolar-
mente dello feudo donato da Euandro al fuo figliuolo Pallante , confederato
con Enea contra Turno Re de Rutuli , eifendo ftato quefto academico nella
fua giouentù dclìderolb d'acquiftarfi honore,ma(lìmamcnte ncll'cffercitio del
l'arme , imperò non fi rificò mai di publicarlo , vinto più dalla modeftia , che
dall'ambitione , ma poi venuto alla Età quafi , che matura e riceuuto nel nu-
mero de gli Academici affidati , non volfe mai altro per fua imprefa che lo fteffo feudo , ma con
Mòtto diuerfo da quello ch'elfi era penfato di vfare nella fua giouinezza, efi contentò di cotal
motto , cioè NON EST MORTALE fcoptcndo in efib feudo con elfo motto , la fua intentione
la quale era di non dipingere i meriti di quefto honore mondano efrale,mapiutofto cofeche
da lui criftianamente fatte fuflcro, con tutto ciò , meno volfe far'altro , perche fé ben viueua ver-
tuofamente e piamente operaua,firicordaua delle parole del facro vangelo il qualdice clvej.
CHE FA LA TVA DESTRA NON LO SAPPIA LA TVA SINISTRA parimenti fi riCOt-
daua pur di quel detto del finto Vangelo, cioè in luogo occulto Dio ti eftaudirà , e volfe clTer
chiamato il m a t v r o quafi che anco la Età lo ritraffe dalle glorie mondane . e^forfe predilfe la
fua morte.
Nacque il Maturo Academico di fingue antico , effendo vero che'l proprio cognome di cala
fua manifeftala nobiltà , impercioche Ifimbardo, e voce Longbarda, come dire regolator de
Longbardi , e ben Ci vede c'hanno fempre hauto feudi, & hoggi Cairo in Lumellina e giuriditio-
ne de gli Ifimbardi , e veramente quefta famiglia è ftata dotata d'huomini di valore e nelle fcien-
tie e nell'armi. Fu l'Auo del Maturo huomo da bene e molto amatorde poueri e della patria.
Fu fimilmente fuo padre perfona d'honore,fu molto adoperato e dalla fua città e dagli amici,
hebbe tre figliuoli mafchi vno cliiamato Gianpietro , l'altro Agufto il quale attefe con follecitu-
dine
IS IMBARDO "•
dine a gli ftudi legali , fin tanto che meritò il grado del dottorato del quale con ogni giuftitia e
pictàfipreualfè&a benefìtio degli amici e di tutti ifuoi clienti, fu dalla fiia citta eletto Ambn-
fciadore accioche rifèdelTèin Milano preflb i Gouernatori dello Ihto Ducale jdoue con dili-
gentia e fedeltà s'ingegnò di fèruirc alla patria & di fare honore a ie fteflb .
Il terzo fu Aleifandro academico Ibpranomato , quefto per le continue guerre non pofsè (co-
me haueua dedderiojdar opra a gli ftudi.per la qual cola perduta l'età puerile , non potendo vi-
uere in otio , fi diede allo efiercitio della militia la quale frequentata da lui , meritò di cflcr fatto
Capitano di fanteria lòtto il colonellodi Girolamo Sacco nelle guerre del Piemonte, doue in
più occafioni portatofi valorofamente venne in molta IHma ,& al tempo di Don Ferrando
Gonzaga fu fatto Gouernatore di Chiuaffo , del qual luogo hebbc la cuftodia per vn tempo , ne
mancorono li nimici hor con infidie , bora con manifefte minacce , e gagliardi preparamenti di
tentare quella fortezza la quale era vna delle più importanti dell'altre in quella prouincia. Impe^
rò il Maturo tenendo aperti gli occhi, e con lòllecitudine preparando ciò che "faceua alla terra
dibifogno, la difele honoratamente e dalle ftratagemmeedalle violentie confcruandolafua
militia di trecento fanti con vigilantia e con amore^ fenza ch'alcuno terrazzano patilTco danno ,
o vergogna onde era amaro & offeruato .
Imperò mancando le paghe à fuoi foldati & hauendoli in parte trattenuti del fuo & accorgen-
dofi che sii fteifi foldati erano conftretti à viuere di quel de terrazzani, cominciolfi fra loro
a tumultuare grauementc, ma il Maturo hauendo mandato & elfcndo andato più voi
te in perlònaper proucdcre alle paghe^ econolcendo in qual pericolo ftcHc la
fortezza per la difperatione de terrazzani e per la poucrtà de foldati, dì
mandò licentia& ancor che con molta dilììcultà fuile liccntia-
tOj accortofi quanto fi oftendeffe la confcientia nel trat-
tcnerfi nelle guerre moderne,depofelo efferci-
tio e ritornoflène alla patria doue hono
ratamente viife^e criftianamcn
■ ■ • • • te iiifciò quella vita.
DI CPvISTIENO
VESTA figura rapprefenta la dea Tetide, la quale tenendo Achille Tuo fi-
gliuolo fanciullino & ignudo per i piedino tuffò nel fiume Cocito.o ( come al-
tri dicono) nella palude Stigia.lacui acqua rende la pelle , & anco la carne
dcirhuomo impenetrabile. Onde Achille rimafe tutto siFatato fuor chele
piante de i piedi . Qudh Tetide fu figliuola di Nereo dio marino , e moglie di
Peleo Re di Theffaglia ,e come figliuola di vn Dio preuide che'l figliuolo do-
ueua elfere vccifo , onde per prouedere ad vn tal pcrigliofo cafo , pensò co'l
mezo di quell'acqua di fare che cofi alcuna non lo potelle ferire . Quelta fauola fi ha eletta per
Imprefa Chriflieno Villclume , giouene veramente di heroica afpettatione , impercioche in effa
fauola ha confidcrata la fomiglianza della fua nobile intentione,concio fia che fé vna dea non
hebbc auertimento di fare impenetrabile infieme con tutto il corpo del figliuolo ancora le piante
de i piedi, meno affai poffiamo noi in tanti pericoli di quefto mondo, afficurarci con la prudentia
humana. Però il Indetto Villclume Acadcmico A rfidato vuole inferire , che haucndo egli molt'
alti penfieri , fi diffida di poterli mandare ad elfccutione, ancora che non gli manchi l'animo
ne la fortuna e per ciò ha pofto alla imprefa queffo motto , hvmana prvdentia minvs
che cofi vuol dire , benché l'intagliatore babbi errato , & hauui queflo Affidato aggiunto il no-
me Academico, che e l'a v e d v r o la oue non rcftarà a tutta fua polfanza di porre ad cffecutio-
ne quello , à che l'honorato fuo defidcrio lo fpinge , hauendo cuore e deliberatione nclli f noi alti
dilegni di procedere con auertimento, flando tutto intento à pregar'DiOjChelo indirizzi,co'l
cuidiuino aiuto egli fpera di confcguireildcfiderato&honorato fine.
La famiglia Viiìelumc è nobile per antichità , e per titoli di fìgnoric, nel Ducato di Borbone,
&ancopcrgradidimi!itia. epcr non mi iftcnderencl fcriucre particolarmente de gli antichi di
qucfta famiglia , che affai ampia materia mi darebbero , mi ritiro all'Auo di quello nofiro Aca-
demico
VILLELVME «^
Gemico , il qual fu nomato Huges fignor di Monbardone . Queltoiìi .caiialicro e maggiordomo
ài Luigi vndecimo Re di Francia , dopo il quale ferui à Carlo ottauò , entrpuofTì con iuacriftia-
nillìma corona in tutte le guerre, e per li meriti del Tuo molto valore fu.fitto'capitano di cìnquan
ta huomini d'arme, e goucrnatore della città di Scialonin campagna, vltimamente tu creato
goucrnatore della città di Nouara in Lombardia, doue fini i iiioi giorni;, e fu icpolto nella chiefa
di Cinto A?oftino , e fusli fatto quelT;o£pitafio cioè ,
HfC lACET IN TVMVLO DE VILLELYMINIS HVGO,
Qui fiiit equcs regius , Mentis Bardoni Noueuille vlìarum donìinus , confultor cubictilarius
regius, nec non & ordinarius magider regii hofpitii , tribus gallie regibiis {cruitJÌt,>deftLudoui-
co Carolo , poftremo Ludouico . Hic idem in Burgundi^ comitatu, ac Picardi^ , nec non in prò
feóiione Ncapolitana ftrenuilfimus dutìor, infuper quàm pluriniis bellis interfuit plurimisq;-^i-
tìoriis,quibusinfìgnitusdeoanimam relHtuit. ^,:
Il figliuolo di detto Huges hebbe il medefimo nome , e fu padre di Crilliero , quello fu p jri-
mentcnatiuodi Borbone , e naturai vafi'allo del Duca Carlodi Borbone, e léguitò €&> Duca
quando fdegnato fi parti dal ReFrancefco,eritrouofli con cflò lui alla prelà di Roma, elblèr-
iiiua per ciambcrlano , o vogliam.o dir cameriero . Dopo la morte di Borbone Icguitò il prencipc
di Grange , fin che'l detto prcneipe morì ncll'alfedio di Fiorenza , conolciuta poi da Carlo V. la
faffiticntia del fecondo Hugues eh fua molta fedeltà , lo tolfe al fuoferuftio , e donogli vna ba-
ronia nel Regno di Napoli, elo fece caualiero di fan lacomo , dopo alcun tempo per ordirtedi
fua CefàreaMacftà fu deputato al gouerno di Carlo Duca di Lorena figliuolo della fereniifima
Ducheffa Criflierna . fu quefto Hugues Villelurae parimente fignGre,di Mobbardone, di Neo-
uille, Lorfe, Mayleret, Monfagion , Btiregarde, Monet, Cotcnay.Comrnenayles,Neumonj
Ciamberlano di lua altezza, e padre (come fi è detto >| di Criftieno ; il quale mentre
viueua il padre è ttato fignore di Monfagion, quando egli fu riceuuto nella Aca-
demia degli Affidati ftudiandò in Pania & era giouinetto dijBellifrimo
e gratioib afpetto, piaceuole , generofb, cortefiffimo, molto virtuofo,
di molta memoria, e nella notitia delle cofe trappaffaua di gran
lunga quanto fi conueneua alla fua giouinile età e
nel partirfi di Pania ne portò feco la
certezza d'vna vniuerfale
beniuolentia .
DI GABRIELLO
VESTA nuiioletta qui figurata, la qual manda vna leggiera pioggia fbpra
vn verde e fiorito praticello , è imprefà di Gabriello Frafcati brefciano , con la
quale egli vuole fcoprire la fila honorata e ciuile intentione che è di contino-
uamcntc affuticarfi per benefitio e giouamento' de gli huomini . Per dichia-
ratione adunque di qucfta fiia bella imprefii è da fàpere che per parer commu-
ne di tutti i filofofi dalla forza del calor fblare delle ftelle,e della particolare at-
tionc del girare e mouimento del cielo , fono tirate ad alto due forti di fumofì
tàjVnacaldaefeccaaddimandata efllilatione , la quale materia delle focofe imprelfioni come
farebbe à dire comete , fiamme volanti , lancie ardenti , fuochi fcorrenti , & altre di fomigliantc
qualità e natura. TAltra calda & humida e chiamafi vapore, dalla quale fi generano rugiade^bri
ne,nebbie , nuuole,pioggie5neui,& altre cofe tali, leuafi oltra ciò vn'altra forte di fu mofità di na-
tura mifta^cioè comporta parte di ellàlatione e parte de vaporijC da quefta fi generanOjlampi,tuo
ni, fulmini, l'arco celefte, Iride detto, corone intorno al Sole & alla Luna & alile ftelle grandi, &
altre colè fimili . La nuuola adunque now^ altro che aere grauido di molti vapori cauati dal Sole
da corpi humidi , e tirati fino alla mezana regione dell'aere doue arriuati dal freddo(che quiui è^
s'rilpeflìmo e fannofi nuuolc , dalle quali firende pofcia la pioggia fopra la terra per contempcra-
re l'arfiira cagionata dal Sole e per fare germogliare le piante,e rinuerdire il tutto. A quefto iftef-
fo modo (\ genera la Rugiada la quale anch'eifii è di molto giouamento , ma non di tanto però,
come la pioggia ;percioche quella rinfrefca lòlamentelefoglieela fuperficie della terra, e non
paifa à dentro fino alle radici delle piante , come fa la pioggia per la quale effe piante pigliano vi-
gore e nodrimento , onde pofcia producono fronde,fiori,e per vaghezza e per vtilità commune,
afomiglianzadiquefie coiclbno gli fcrittorii quali rapiti dalle celefti influenze nell'aere delle
contemplationi , e ridutti i loro concetti in qualche forma fi moftrano al mondo in d iuerfe ma-
niere j pcrcioche alcuni , come folgori , procacciano di atterrare la religione , le leggi, e tutte l'al-
tre
FRASCATI «'J
trccofè più eminenti. Altri con la nouità delle Icritture fi procurano amm*ratIone, come il bale-
no.altri fimili alle comete lotto métito nome di Aftrologia vogliono dar à credere che fieno prò
feti . Altri con narrationi dishonefle, corrompono, qual tcmpefta.icoltumi de lettori. Alcuni
poi come rugiada fcriuono cofe di qualche vtilità, ma che , o a pochi , o in cole di leggiera impor
ran7.agiouano. Quelli (crittori folamentelbno Ibmiglianti alla pioggia , li quali dopo che hanno
con lo ftudio acquifiatalì la vera Hlofofia , e che col mezo delle virtìi ciuili , e dell'animo purgato
preparano lo intelletto humanc ad efierc facilmente rapito dalla fapientia diuina , non contenti
di godere in loro iteffi la felicità della cognitione del bene, fi riuolgono e con l'opere e con i ferir-
ti loro ad infegnare al mondo la verità delle cofe, che importano la f^lute publica . Il che molto
bene ha fatto e tutt'iìora fa Gabriello Fralcati , il quale per moftrare quefia Tua intcntione s'è vo-
luto chiamare il r a p i r o come che non polfa l'huomo con le Tue forze làlire a tali honefti pen-
sieri ' le dallo fp;rito di Dionon è rapito . Lo corpo poi della fiia impresi, il qual e (come habbia-
mo detto) vna nuuoletta la quale quietamente pìoue fopra i prati e campi, egli vuol fignihcare ,
che è rapito come vapor terreno in alto, e che non ifpendeliftudii fiioi in cole apparenti fola-
mente o dannofè , come fono i folgori, i baleni , le tempcfte e tuoni , ma in difendere à i popoli
l'acqua delia verità, la quale bagnando le radici dei cuori degli huomini , contempera in loro
l'eftreme aifettioni, che perturbano l'imimo dal poter venire in conofcimento del vero , e perciò
ha pofto per anima di quella fua imprefa il fine d'vn verfò di N'irgilio , cioè temperat arva
offitio proprio di Medico , di hlolbfo, e di theologo , perche altro non fi il medico per mantene-
re ò ricuperare lafanitànoftra,che temperargli humori , eie qualità dillempcrate del noftro
corpo . Ad altro non mirano i filofofi Ethici,& i theologhi, che co'l mezo dielle virtù temperare le
parfìoni, che ftemprano Iharmonia dell'anima, e quelli che goucrnano le repupliche e le religio-
ni in altro non s'alfaticano per ben fondare gli imperii , che temperare le attionid'ogniuno in
maniera tale,chenon f\ diflurbiediftemperilaquieteelapacepuMica .
La famiglia de frefcati ha per arme vna man dritta in capo rofiò.chc tiene per la coda vna me-
sa Aquila imperiale,infieme co alcuni rami di quercia,& hebbe vna tal arma per queO.a cagione ,
che vno di quefia cafa in vn cóflitto di guerra veduta la badicra co laquila imperiale elTcr portata
via da nemici ,animo{amente a viua forza ilrappo de mano la metà della infcgna cóla nietà del-
l'aquilaquatunq; in cofi degna proua li fuffe trócata la mano e la difefe co raltra,e la mcza aquila
e da quei rami furono chiamati tutti di quella famiglia Fralcati. e quello fi troua effere ftato a té-
pi di Velpefiano ediTiberiochefudafelfant'annidopolamortediCriflo, quando i Brefciani
andorono in aiuto de Romani contra Brazzamonte à Capua , dal che Ci può cóprendere la anti-
chità di quella famiglia & anco fino al prefenteè connumerata frale nobili fimigliedi Brefcia
quella de Frafcati, e fra molti, che per la fcàc di Crifio furono martirizati in Brefcia fotto Adria-
no Imperadore . Fuvn Oliuerio della Frafcata , il cui corpo fi ferua ancora fra le facre reliquie
nella chiefa di fantaAfradi quella città. Quello Gabriello Academico Affidato ha dato opera
molti anni à gli Iludii di filofofia, di medicina, e di theologia, & oltra l'affiticarfi di continuo per
il bene vniuerfale, nell'offitio di fotto Protofifico nello fiato di Milano, oltra il Pò con mol-
ta diligentiamedica quelli di queicontorno, fu ancora per la fua bona f una chiamato alla cu-
ra della Serenifllma Duchelfa di Lorena Madama Chrifiierna già fiata anco Duchelfa di Milano
moglie del Duca Francefco Sforza lccondo,daIla quale ritornò con molto honore perche la det-
ta Principeffa gli diede il titolo difuo configliero con honorato ftipendio, egli fpende ancora
buona parte del tempo in fcnuere vani & diuerfi componimenti tanto in lingua latina quanto
nella Italiana , i quali vn qualche giorno con molta fua lode vfiriranno in luce . Qucfto academi-
co per le fue rare virtii è molto apprezzato dalla Affidata adunanza , impercio chèoltra alle doti
di natura ; per la bellezza deiranimo,e per il gratiofo e piaceuole afpetto del corpo, & oltra le ac-
cjuiftate con molta fatiga tutte le dottine ha fatto e fa profcffione di acquifiarfi gran copia d'ami-
ci, ne cefi^a ancora douefente difcordie, querele mafiìmamente pericolofc,con tantagratia,c
deftrezza ci s'intromette che tutte le controuerfie riduce a ferme fiabili,e quiete concordie &
amicitiejopere veramente appreflb à Dio & al mondo lòpra tutte l'altre attioni degne e lodeuoli.
;' IL
DI ALFONSO
L quadrante porto di rlmpettoal Sole,quaIèmftrumento che drizza l'hu-
mano intelletto alla fpeculatione delle cofe celefìi , è imprefa di Alfonlb
Beccaria genriliffimo Academico,che ha trouato in quefta figura la fomigli-
anzade Tuoi honorati difegni, i quali Ibno che per eflèr molto difficile a noi
mortali il fblleuar la mente da quelle cofe infime e bafle alla contemplationc
delle alte e diuine, oue e riporta ogni nortra beatitudine, egli che pur brama
di farfi quanto può beato,rta con l'occhio mortale intento alle marauigliofc opere di natura , fpc
rado falir più fulb con l'occhio interiore,e quinci per dono di Dio alla contemplationc della diui
na luce del tutto applicarfi . Per il quadrante adunque che inalza le humane menti con la fcorta,
che ei le fa , fi vede che l'author vuole che le cole naturali gli fiano guida per làlir col penfiero al
(bmmo redentorejfi che con molto propofito a qucfta figura ha accompagnato il motto,cioè l v
MINA MENS iLLiNc,efiè attribuito ilnome del p e n s o s o volédo imitar quel che difie Pao
Icqux fiirfiim rtint lapite non que fiipcr terram,perche cofi verrà ad affiflìir i penficri a Dio onni
potete oue come in lucido fpecchio rifguardado de fiioi dilfetri auuertirfi e Ipogliarfi fpera.
La famiglia Beccaria onde è vfcito AUbnfò detto il Penfofb per molti fegni e per cuidcnti co-
nietture e antichifruna,e nobiliffima per le migliaia d'anni,ma da 800. ò 900. anni in qua fi truo-
uano le memorie'per le hiftorie , e le ricordanze per gli irtromenti , onde fi verificano i feudi, ì
gradijle fignorie^i liberi vartàlLiggi , & ogni forte di dignità . Si truoua parimente che i primi di
querto ceppo fono fiati amici e feguaci della fiittione imperialc,e fono per lunghi anni flati Vica-
hi deirimperio,e da quefta dignità rtimano i giuditiofi fia venuto il cognome Beccaria, cioè Vica
ria,e ben fi fa che molti nomi di dignità e de pacfi fi fono mutati in cognomi di nobiItà,come e
auuenuto a Vilconti, i quaH doueano haucr altri cognomi prima che cofi fi chiamafièro , e fimil-
mente a i principi delle prouincie , che haueuano i lor cognomi auanti che fufiero Duchi di Safio
nia,di Bauiera, di Sucuia,di Bradiburg,Arciduchi d'Aurtria,& Duchi di Sauoia.Ma perche quiui
fora bifogno di lunga hirtoria , e non di breue cronica;, Però lafciando di parlare dell'horigine di
quefta
BEGCARIA «*
quefta generofa ramiglia, & del Dominio di Pauia ch'ella hebbc circa l'anno^^ 2 5 . & delle fcgna-
late imprefe fatte da molti di cflà.cominciarcmo da Giouani i . che fu nel 1 263. poi Manfredo i .
nei i29o.5cGio. 2. nel 1305. e Mafredo 2. iquahfucceiTiuamcte fumo eletti Sign. di Pauia dal
Popolo Paueie, alcuni di loro co titolo di Rettori, & Pretori, & alcuni ancora con titolo di Capi-
tani del popolo,e de Prencipi, come il Corio, il Leandro.il Merula, e Ciprian Manenti fcriuono,
il poflelfo dcllaquale Città i nominati Signori contra gl'altri Principi conuicini co'l braccio dell'-
Imperio, & per forza delle loro arme proprie,& parentele conferuaro & mantennero, & quando
ne fumo priuati , toflo Muflb, o fia Mutio figliuolo di Manfredo 2. ricuperò il dominio, del qual
fa iedc vna lettera che fcriffe Roberto Rè di Gierufalem e di Sicilia allo ftelfo MulTfo, il cui io-
prafcritto è tale , Al Sig. Muffo Beccaria Signor di Pauia , ma in latino . e per più vero teftimonio
della loro libera Signoria batteuano danari in quel luogo,ouc è la Chiefa di S.Xicolao dalla mo-
neta in piazza grande^ e chiaraméte fi coniettura, che la detta piazza fude fatta da eilì Sign.Bec-
carii co la Chiefi parochiale di S.Nicolao,qual è iufpatronato di quefto e d'altri Conti & Signori
BeccariijOue no è gran tcpo,che fi vedeua il conio delle monete, e trouafi fopra ciò vn'inftrumen
to rogato per lobbe Belbello not. Pauefe,doue lì da per coherétia la piazza gradc detta altre uol-
te'l guafto fatto da Beccarii, per la qual cofa fi crede che per fir la detta piazza li Sign. medcfimi
faceflcro fpianar gran quatità ài cale. Dal medefimo Muifo fono difcefi CaficUino,Mafredo 3. &
Fiorello fratelli, Caflellino fu capo d'vn ceppo chiamato di Rebecco , e per effcr primogenito nel
1 343. fu anch'effoPricipedi Pauia,com'affermano i fbpracitati fcrittori.& hebbc icófedcratione
Aluigi Gózaga Marchefè di Mantoa,al cui figliuolo qual fucceffe nel Marchcfato,egli maritò vna
fua forcIla.Màfredo 3. & Fiorello rimafcro co'l dominio di molte cafiella & delle prlcipah del ter
ritorio Paucfe,e furono gran Capitani in feruitio dell'Imperio. Da Mafredo 3. nacque Lodrifio, e
da queflo difcefero Mafredo 4. Fracefchino,Lodouico3e Bartolomeo fratelli di molte fortezze &
terre anch'elfi Sign. cioè di S. Aleffio,Broni,S.Georgio,Ottobiano,Belgioiofo,Filifmaria,Predofa,
Cerro, e Chiofo,Lardirago,Chiarella, e d'una parte di S.Iulctta,e tutti nel m.eftier dell'armi mol-
to efperti,eccetto Lodouico qual per effer ecclefìaflico^cioè Abbate di Lardirago,o fia S.Pietro in
eie! aureo, & di S.Maiolo,attefc a vita quieta e religiofa*. Co Caflellino figlio di Muffo hebbe fine
il dominio diPauia,a cui fuccefle vn'altro MufTojC da quefto un'altro Cafèellino eLacilotto fratel
li che turno patroni di Rebecco,Voghiera,Cafei,Póte curone,Ba(rignana,valle,LumelIo,SiIuano,
Baflita,Seraualle,e Stazano,d'vna parte di S.Iulctta,& altre terre co federati con l'imperio. Qucfli
però furono di tata potéza.ch'aiutorno Filippo Maria Duca di Milano a recuperare gra parte del
luo fiato, & egli in ricompcnfi cercò di priuare i Beccarli de loro dominii, onde fecero gran tépo
guerra infìeme, ne mai 4^enche fminuiifc affai) eflinfe totalmente il Duca Filippo la polfanza di
quefti valorofi Sig. i quali effendo diuifi in molti e diuerfi ceppi oltre li già detti,& tutti feparata-
mcnte di valor & dominio nò puro inferiori alli fudetti , furono perla maggior parte d'eflì colle-
gati & vniti tra loro,taI che nò oftante il longo contrafto,fi mantennero con tituli di Signorie, &
Contee,anzi effendofi poi co cffo Duca pacificati,da lui & da fuoi fucceffori in varii e diuerfi im-
portanti feruitii fumo longamcnteadoprati,ne quali fèmpre con tanta fincerità,fcdej& honore fi
diportorno,che no è marauiglia fé infiniti doni & priuilegii ne cóleguirono.E perche voglio effer
breue e trattar deirifi:e{fa cronica nell'imprefli di Galeazzo Beccaria cugino di qucflo,però trala-
fciando i proaui,gli ataui,& i tranfuerfali tutti cauallieri molto ftimati,mi ritirò all'ano di eflb Al-
fonfOjil qual fu Galeazzo i .di quef to nome in quefla generofa famiglia nipote di Fracefchino già
detto, qual p effer imperiale, & hauer fatto nelle guerre de fuoi tépi molti dàni alla corona di Fra
eia, fìi da Fraccfi perfeguitato fatti patroni del fiato di Milano, & priuato di molti fuoi beni, & in
diuerfi paefi andò per fuggir l'impeto de nemici peregrinado fin che lo flato di Milano véne lòtto
altri Pricipi,Da quefto difcefero Fracefco,e Lodouico qual tu patre del fudetto Academico detto
il Péfofb,& fi effercitò honorataméte in feruitio defuoi^Précipi nell'arte militare co Ubera códut
ta di fantaria e caualleria leggiera. Alfonfo però Academico fuccefTo a tituli di Cótee & Signorie
peruenute di mano in mano da gl'anteceffori fuoi,vuolfe dalla fua fanciullezza attédere alle fcic-
tie, pche la géma della fua nobiltà fuffe legata in oro,diede opera airhumanità,alla logica,airartc
oratoria e Poetica,^: poi attefe al fl:udio ciuile, onde pigliata la toga hauédo in publiche difpute e
letture dato di fé honoratiifimo faggio,có ogni aifiduita Ci è dato al cófultare,iudicare,& allo affa-
ticarfi per la patria & per gl'amici no fpinto da mercede^ ma da mero defiderio d'honor guidato.
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L Liocorno in grembo à vna fanciulla vergine la quale fedendo fla appoggia^"
ta à vn faggio è imprefa di Carloangelo Ghiringhello Paucfc.quefto mirabile
Animale è tenuto che lìainuentione, e non vero ne naturale, impercioche
niuno fcrittore antico,© moderno lo pone nella natura delle cofe , e molte ra-
gioni fi potrebbero addurre che lìa cofa' finta e fimulata , ma veramente ma-
rauigliola e ftupenda e degna d'alta & immortale confideratione,ma, oche
fia , o che non fia , douendofi dar la colpa al difetto dell'huomo il quale d'm-
fìnite colè che naturalmente fono egli con tutte le fue fatiche ne fa [folamente vna mmima par-
ticella , però in vero non f\ può negare chel Liocorno fia ne confer mar che fia . vniuerlalmente
lo dipingono cofi,quafi afomiglianza in parte di Leone e però dalla maggior parte e chiama
toincotal guifa. Con tutto ciò bella vaga e regolata imprefa cqucfta donde quello honorato
Academico tragge fomiglianza imitando,© la natura,© la fauola e prendendofi la figura humana
per mifticarapprelenta la virtù vniuerfile, alla quale lo ftefib Academico Ghiringhello a guifa
di Lioc©rno, fi muoue per giacerle in giemb©,il cui celelte odore, lo vinifica tutt©, e forfè per ope
nione dalcuni hn©mini d'alta intelligentia , quella mirabil virtù del c©rno contra i veleni,proce-
de dal medefimo ©d©re della virginità e nettezza della carne dell© ftclf© animale,& è ver© che l'o
d©re della virginità è (olamcnte celefte , onde il corn© alficura dal velen© tutte le acque. L'arbo-
re poi che è il faggio è fiata di bella conformità con l'anim© del fudett© Academic©,impercioche
per quanto Plinio lcriue,e Theofrafto; ha il Faggi© r©mbra f©tt© la quale niun© animai velenofo
il p©ne,anzi lì rami eie fr©nde difend©n©©gnialtr© animale da velenofi m©rfi-fi chela virtù del
c©rno e quella del Faggi© c©nueng©n© c©n la fincerità di quefi:© vertu©f© Academico , promet-
tendo egli di non rimouerfi da quefta f©miglianza,vfand© confermamente il prefente Motto ciò
csic viRTVTis AMOR parimente fi e volut© nella Academia chiamare l'i n v a g h i t o c©n
ci© fia che la vaghezza che viene da lòmigliante virtù,fia vera e certa tranquillità deirhu©m©.
E nato
GHIRINGHELLI ^s
E nato l'i N V A G H 1 T o dell'antica e nobile famiglia Ghiringhdla in Pania , & anco in Milano
e 5IÌ antenati di quefto Academico fono flati Tempre perfonc d'honore di nobiltà e à\ publica &
honorata voce e fama , fra quali per non cominciar dalla madre d'Euandro che troppo longo fa-
rci, dico che tal nobile lUrpe per quanto fi fa, tralfe origine di Germania e fi Tparic in diuc rfi luo-
ghi d'Italia , e particolarmente , come fi è detto, in Milano & in Pauia. E fì fc no ritrcuate le me-
morie come molti di qucfti furono e per valor d'arme e di fcientic tenuti in gran cento. Si troua-
no Umilmente in Belinzona alfai di quefla cafàta^e fì conolcono effcr d"vn ceppo poi che tutti por
tano tre lifte azurre & altretante d'oro per arme con l'Aquila per cimiero.Fu vno di qucfti Cc!o-
nelloallarottadiCerafuolainferuigiodi Carlo Imperadore, la memoria imperò de gli altri che
fono habitati in Pauia folamente farà qui fcritta per elfer conceffo poco m dire di quefla honora
ta famiglia quanto (ì potrebbe e deuna veramente e ragionare efcriucre.Fu vnLeone huomo
fauoritilfmio al fuo tempo non tanto per effere flato eccel.fìlolbfb e medico quanto per bontà di
vita , per opere di gentilità,c per effetti di naturale amoreuoiezza verfb ciafcuno. quefio ^\.) ataio
dclfudetto Academico. a Leone fucceffe Criflofono fuo figliuolo, al padre nell'vnae nell'altra
proteffione di nulla inferiore maflìmamcnte effendo flato mcdxc di Filippf N'ar::! Drc a ci Mi-
lano, e fbtto il medefìmo Principe fu vbertino Ghiringhcllo Referendario ci Pruia molto fuma-
to & apprezzato dallo fteffo Duca Filippo & amato dala fua patria perle lue honora te attioni. di
Criftotòno nacque Giouanni pur gran fìlofbfo & eccel.medico , come di ciò ne fa teftimonanza
la Tua imagine fcultam marmo nella chiefadifantolacomofiordi Pauia, douecripofl-oil fuo
corpo e degli altri fuoi anteceffori , qucflo fu publico profeflbre nello Audio di Pcuia e fu molto
grato a Galeazzo Maria Duca di Milano e fu auo del fudetto'Academico . Da quef^o Giouanni
nacque Aleflàndro e Benedetto. Aleflandro fu a fuoi giorni perfona di molta flima come fìlofbfo
e medico e publico profefìore nel nominato fludio;fbtto Francefco Sforza di qucflo nome fecon
do Duca di Milano, da cui nacque Profperomedicoefìlofofoe publico profcffore nel fuderto
ftudio il quale con tutto ciò fuffe affai giouene, nientedimeno e nella lettura e nello cflcrcitio dei
medicare era tenuto e flimato fra i principali . E fé la morte auanti tempo non lo haucffe rapito
fì vedeua manifeftamente fìilire al grado & al grido di rariffimo nel fuo éffercitio . Di Benedetto
huomo d'integrità e di giouamento alla patria, a parenti & a gli amici è nato il vertuofb Inuaghi-
to fudetto Academico il quale ritiratofì dalla profcflìone de fuoi honoratiffìmi predccedori. vol-
le feguire gli ftudi Legali douecon molte vigilie e fudori mantcnutofì , epcriienu'to ad honorata
dignità del Iurcconfulto,ha fcmprc con diligentia, con bontà e con fìncera difpofltione bora co-
me Auditore feruédo al'a fua patria, bora come Abbate bora come eletto in tutti i bi-
Ibgni publici, fi e affaticato e s'affatica, ne meno ha mai ricufito qual fì vo-
glia forte de difagi e d'impacci per fcruigio de eli amici e de pò- "'
ucri fecondando con le fue buone attioni l'obligo di
feguircla virtù come nella fua bella Im-
prcfa ha promcffo .
R 1
DI GIOHENRICO
A Vite con l'vua matura conglonta co'I Lauro , è Imprcfa di Giouan Henrico
Fornari, il qual ha voluto, & vuole inferire per la vite con l'vua due qualità di
elFa vite , vna è che di fua natura fi ftende per ogni, Iuogo,r altra è,che è f rutti-
fera,onde fi fcopre la intentione di elio Fornari, la qual è di eftenderfi a bene-
fitii pubiici, non curandofi del proprio interefle . Il Lauro poi ha quella pro-
prietà, che il tempo di qual fi fia ftagione , non ha forza di priuarlo delle fron-
de onde le ne fta fempre verde,& è ancora confacrato al Sole, che lo Academì
co intende per G i e s v Cristo, chiamato Soie di Giuftitia, fi che congiongendo quefte due
qualità con quelle della vite, il detto Academico viene a manifeftare lo intento del fuo cuore fer
mo , e {labile, cioè di ritrouafi in qualunche luogo doue l'opera fua faccia bifbgno fi per amor di
Diocome per benefitio del prolllmo ,e però hapofto all'imprela quello motto tolto dallo epi-
gramma di Virgilio s i e vos NON voBis,ilcui fignificatoè,chequanto eglifa,noneper
fuo particolare interefle ; ma {blamente per la carità criitiana procurando di far ,giouamento ad
altri.eper quella cagione nella Academia e chiamato l'o f f i t io s o, è ben vero,ch'egli non ba-
llerebbe voluto eller nominato con quello nome per non dimoftrarein voce quanto egli fa le-
gretamente con opere . Ma pur effendo cofa palefc & ad ogni vno chiara , e fiato cofiretto di la-
(ciarfi cofi chiamare, & è ben cofa douuta, chetai notitia fiapublica, acciò che fiaelfempioe
fprone à ciafcuno buon cittadino di cofi firc nel publico gouerno. Direi quanto lo Offitiofb hab
bia ben confidcrata la natura della vite, ma per che n'habbiamo à baftanza detto altroue , pafia-
remo à dire qualche cofa del Lauro,il quale i Greci chiamano Daphne, e fauolofamentc dilfero,
che fulfe vna donzella ardentemente amata da Apollo; il quale {cguitandola con Ibcofa brama,
& ella fuggendo à tutto corfo , dubbiofa di efferc arriuata e temendo ch'egli non le faceffe vio-
lentia,pregò il padre (come Dio di quel fiume apprefio a cui già fi trouaua correndo giunta) che
l'aiutalTc, onde incontanente fu conuertita in Lauro . per la qual cofa Apollo confacrò poi quel-
l'arbore
TORNA RI "J
l'arbore alla vlr'^inità, e toltone vn ramo di quello fé ne fece vna ghirlanda, in fcgno che anch'c-
gli voleua conferuarfi vergine e puro . Ha quefta pianta tal proprietà di rendere ficura quella ca-
fa Cdoue è)dal'e catiue ombre , dalle fantafme , e dalle malie , l'aificura ancora da i fulmini malli-
mamente , corno dicono,accompagnata co'l Fico , delle fronde di quefta pianta lì lòleuano coro-
nare gli Imperadori, & ancora i Poeti . è dunque ftata prudentia di quefto Academico in fiper-
fi eleggere coli degna imprefa . le figure della quale tutte però concorrono ad vn iftelTo fine , &
alla intentione dell'inuenror di elfa.
La famiglia de fornari è nobile & antica nella città di Pauia e parimente in Genoua & in Vene
ria,&in Vicenza. Tra gli antenari dcH'Oifitiolb, per non cominciare da gli antichiiruni , fu yn
Sebafdano Fornari dottor di legge di molta ftima, fi per la fcientiacomc peri buoni collumi, e
per vita criftiana.Li antiqui di quefta ftirpc fondorono in Pauia la chicfa e monafterio di fan Ma-
iolo,dotandola de proprii benijUcIla qual chiclà fecero fabr icare vna cappella co particolar dote
intitolata a fan Sebaftiano , nella quale Ibno le fepolture de detti Fornari , è pero quelli di quefta
famiglia fi chiamano deFornari di Tanto Maiolo . Da Sebaftiano fudetto nacquero due fratelli,
cioè Olino e Caualerio, di Olino nacquero dui figliuoli, vno detto Agoftino, il quale fu eccel-
lente dotto: di legge , e leflc molt'anni in Pauia fua patria con gran concorfb di auditori ; fu an-
cora condoito allo ftudio di Padoua, doue leggendo e confultando con molto credito, finalmen
te quiui fi'M i fuoi giorni. L'altro figliuolo di Oliuo fu nomato Giouanni ,- quefto attefe al gouer-
no della cafa e vilfe con nome di buon cittadino e di otttimo criftiano.c di lui nacquero quattro fi
glioli, il primo fu nomato Scbaftiano,eI quale fu Giureconfulto e caualiere e lettore publico nel-
lo ftudio di Pauia , e fu concorrente di Giacomo Puteo celebratiftìmo legifta . Il fecondo hcbbc
nome Gioanantonio , quefto per ifciogliere la fua patria Pauia da vn obligo ch'ella hauea per vn
voto fatto di diftribuire ogni anno vna certa quandtà di limofina, e di andare ciafcun'anno, vno
per cala alla melTa in Domo il giorno di fan Benedetto ; donò trecento ducati d'oro alla camorra
Papale,ecofi ottenne la libcranone.il terzo figliuolo fu chiamato Oliuo fecondo di quefto ne me.
Il quarto Marco, e quefti duoi furono di ottima fama e molLo limofinicri . Dal fudetto ScbaHia-
no famofo lettore , nacquero' tre figliuoli , il primo fu nomato Giacomo , il fecondo Agoftino
ambidui celebri Giureconfulti.il terzo hebbe nome Caualerio, quefto ancora hebbe quattro fi-
ghuoH cioè Giouanni,Francefco, Girolamo, e Giouanantonio,Giouanni,ncl tempo che Franccil
iaccheggiorono la città di Pauia che fu l'anno 1 5 27. mollo dall'amore e pietà della fua parria.con
molta diligentia e deftrezza prouedc ch'ella non s'abbrugialfe come già i Franccfi haueuano in-
cominciato ad appicciami il fuoco, e per benefitio publico fece molt'altre opere fegnalate, di ma
niera che meritamente fi potè chiamar padre della patria . Franccfco il Iccondo figliuolo non la-
fciò dopò fé altri che due figliuole, e fu huomo di vita elfemplaree criftiana. Il terzo nomato
Girolamo fu dottore e Vefcouo di Belcaftro città nel Regno di Napoli e fu tanto caro a Papa Clc
mente fettimo , che gli mandò fino a Pauia le bolle del detto Vefcouato grads . Giouanantonio
quarto figliuo'o del detto Caualerio fu huomo molto amatore della fua p3tria,e fempre ne i ma^
neggi del gouerno publico fi portò da buon compatriota, lafciando di le ottimo nome, e di que-
fto nacque Giouanhenrico Academico Affidato detto l'Olfidofo, rimalo folo di tutta la fami-
glia de Fornari , ha tolto moglie dell'Illuftre fingue di cafa Gatdnara,& ha rifufcitato la fua pro-
genie , imperoche da detta fua moglie ha hauuto dodici figliuoli , fci mafchi , e fei femine . Que-
llo ha degnamente meritato il nome Academico, cioè l'Offitiolb , conciofia ch'egli d'ogni bora
«'affatichi in far benefitii & m commune & in particolare, onde egli fempre è eletto , agli ofEtii
ne i connnoui bifogni della fua patria , & ancora al gouerno e tutela de luoghi pii, in
guila tale che ben fi conolce quanto buon nome vada di fé lafciandojfra
fuoi cittadini,egli è tutto amoreuole,gratiolò , cortelc, e liberale
conognifortediperlònea tale che da tutti e amato
ftimato & honoroto .
DI FRANCESCO
A Figura dentro il Triangolo con la lettera al baflo intagliata 1^ è McrcurIo,im
prefa di Francefco Alciato Miianefe , imitando la natura . E ben che,fccondo
alcuni autorijfieno flati più Mercurii nicntedimeno,quefl:o s'intende per Mer-
curio Trifmegifto Egittiano il quale fu in tre principali l'cientic, malTimo, cioè
nelle Icientie naturali, nelle aftrologichc, e nelle diuine . e perciic nella Aftro-
logia fu vnico e ftupendo ,per ciò è parere di tutti li fcrittori antichi e moder-
ni,che Egli fulfe chiamato Mercurio dal nome del fecondo pianeta fopra la Luna,o vero che egli
(come è da giudicare^haucffe importo il fuo nomea quel pianeta del quale Ibpra ogni altro hat>
bla faputo fcoprire la natura,o dal quale hauelfe riceuute le buone influctic, onde haucfTe voluto
che fulle detto Mercurio cioè Principe di tutti i difcgni attiui. Di elfo Mercurio Trifmegiflo
e Re e fapiéte fàcerdote in Egitto,fi è porto lo rteflb pianeta in triagolo.perche il più delle volte le
buone influétic fono fra le dodece cale, o in Trino^o in Sefto,quiui confrontadoiì grati e benigni
Gioue,Venere,Mercurio con felice partecipatione del Sole,rendono buona ventura, il che lì con
fiderà effere ftata la natiuità del fudetto Francefco Alciato ; lo ^. dinota Mercurio retrogrado, il
quale lo faceua in quanto alle dottrine^mirabile, e per fare e render più facile che polìbil Zìa que-
fìa interpretatione di fi bella imprcfa , mi conuerrebbe trattar della natura di quello fecondo pia
neta , cominciando dalla Luna . Ma per non poter io eficrc copioiò leggali Mifael Aflrologo fa-
pientiffimo e vcdrafìì che Mercurio è pianeta téperato, notturno,hora mafchio.hora fcmina.pcr
chefìconucrtifceageuoimcntcin diucrfe nature, eciomoftraPauloa Corinti al quarto capo
cioè in tutte le cofe fon fatto ogni cofa & Ifìdoro e Tolomeo dicono che Mercurio fa l'huomo ila
diofo , eloquente calculatore e computatore , e ben fi fi come Paulo era detto Mercurio , imper-
cio che e guida del parlare ^ dopo ciò Mercurio fcmpre ècol Sole, o poco auantc, o poco ndietro,
quando però precede il Sole fcmpre è con i fuoi raggi folari rtationario , fc gli e vicino , o quan-
do da prelTo il feguitò e retrogrado, quefta è quella retrogradatione nella natiuità del fudetto Al-
ciato
ALCIATO ^^
ciato cofi fono Tempre buoni col Sole cioè con Crifto coloro , i quali non fi difcoftano da lui, s'in-
terpreta finalmente che come Mercurio è buono con i buoni,cofì Giefucrifto è buono con i buo
ni , e con i peccatori rigorofb e punitore . Quefto Sole imitando e fcguitaiido l'Alciato , ingegno
famente ha voluto publicare quefta bellifTima imprefapcr la quale promette di feguire Crifto
fuo Sole , Tuo lume, e Tua guida col Motto gratvm fati donvm, preuedendo la mutatione
della Tua vita attiua alla contemplatiua , efTendo fatto retrogrado dalla commodirà terrcna,e fta
tionario nella felicità celcfle^ha fottodifc Mercurio i Gemini e la Vergine in (ìgnificato , che
l'Alciato ha in fé la gemina carità cioè di Dio e del prolTimo, e la vergine s'intende per lacaltità
e per ciò confermamente ha il nome academico cioè il medesimo, che come Mercurio e col
Sole , cofi promette egli di effer con Cristo.
La cafa e famiglia Alciata è nobile & antica per (àngue e per virtù e per non cominciare da pri
mi fecoli , diremo eficre ftato vno Anlèlmo Alciato principe della Ambafccria milanefe per ca-
gion di concordare i Milanefi con i Comafchi , i quali viueuano in continua controuerfia, fu nel
l'anno del i2 86.ondeAnfelmocon fingularprudentiae dottrina meffe concordia e pace fra le
due città , ciò ^\ legge nella cronica del Coirò nella feconda parte nel fudcrto Anno .
Fu hancora Federigo Alciato cclebratiifimo lurcconfiilto , vn libro del quale adduce Alber-
to Cafàto in teitimonio della fua dottrina , alla legge con p r i c h i e r e, alla colonna prima nel
Codice delle p r o e a t i o n i , qucfto parimente della medcfìma flirpe fece molte cof. degne di
laude.Matteo Alciato ancora, di cui fa memoria il Coirò nel 144S. ,fu molto grato à Principi
di Milano , e fu adoperato negli oifitii publici, fu generofb & amabile , il fìgliuol delquale fu det-
to Pietroantonio dottor di legge e del Collegio di Milano nel 1492. fucccfie a quello il Magno
Andrea del quale parlarne poco e facrilegio, però ne taccio. A qucfto Andrea e fucceduto il no-
minato Francefco Alciato , il quale da fanciullo fempre (lette fotto la fua celefte dilciplina à cui il
fanciullo preftò fempre obedienzaecon gratiaeconformofitàdi corpo fempre da teneri anni
moftrò e diede fegni di èlTer meriteuole fucce(Ibre al diuo Andrea e nei beni di fortuna e negli
alti meriti delle fcientie fi che quefto Francefco crefciuto ne gli anni , venne in tanto credito che
morto il Magno Andrea datofi alla lettura, è nobilitato prima del srado del dottorato, dimaaic-
ra in cotal profeifione riufci, (\ che ancor giouene meritò nello (Indio di Pauia la prima catcdra,
vn tempo della marina & vn tempo della fera, e tanto più creiceua in credito , quanto più (\ mo-
fìraua gratiofo , ciuile & offitioib , fparto il nome di Francefco honoratamentc per tutta
Italia ,Pio IIII.Ponti(ìceMalfiinolo chiamò a Roma, a cui dati diueifiotfìtiidi
gouerni e di regimenti.lo e(faltò finalmente al grado del Cardenalato &
in quefia fi degna e fi alta dignità, fempre ha rendute tuttauia
più illuitri le doti di natui-a,e le giouiali fuc inchinationi,
non ceffando mai di prcftar fauorc e di giouare à
ciafcunonon e(raltatofi d'animo nell'cf- ,
faltationi di cofi alti gradi ma più
tofto humiliandofi diuina
mcnterilplcndc. "
'N
DI GIOBATISTA
lOVANBATISTA Fiotto Noiiarcfe gratamente accettato nell'Acade-
mia de gli Affidati, e fecondo il coftume d'efla Academia ha voluto elegerd
per Imprcfà l'Afpido fordo del quale, fecondo Galeno , fono più (petie,(e Plu-
tarco à longo ne fcriue} fé ne trouano di neri , di pallidi , e di roflì , e credo ,
che la diuerfità de colori facci variare le fpetie, vogliono alcuni che'l liuido fia
il più velenofo, però che'l fuo mordere fa morire l'hucmo in termine di quat-
tro hore , fé ne trouano de piccioli comelombrici, e de grandi che fono di
longhezzaappredo a cinque gombiti,quefti fono d'vn penetratiuo veleno , e fecondo chefcri-
uono alcuni, il morfò diquefli induce incontanente vn grauiflìmo fonno, e però dicono , che
Cleopatra fi fece mordere da quefti animali per non fentir la morte. E gli è il vero che alcuni
chiamano quef^a Serpe nonAfpide, maHipnale dal mortifero fonno ch'ella induce. Quefto
Afpide è detto fordo, non perche naturalmente cefi fìa , ma per hauere vna innata inchin'atione
di chiuderfì vna orecchia con la punta della coda, e porre l'altra fopra un faffo, ò in terra per non
fentire le parole degli incantatori, le quali àviua forza non folamcnte traggono à fé tutti i Ser-
penti velenofì , ma leuano ancora ad cffi la forza di mordere , e di auelenare . Da qucf^o Serpe
ha cauata la fìmilitudine l'Academico Fiotto , il quale Cdi fua natura odiofo della malediccntia)
ha voluto imitare l'Afpide con ferrarfì le orrecchie per non afcoltare le veci de maledici , e ben
fcuopre Dauid profeta quefta fìmilitudine nel fuo cinquantcfìmo fcttimo Salmo . cofì dicendo .
,, Hanno errato i peccatori fin dall'vfcire del ventre, hanno parlato le cofcfalfe, Il furor loro
„ fecondo la foiniglianza de Serpenti , a guifa d'Afpidc fordo &c. Bella veramente & faggia in-
tentione di quello Academico,tutto difpoflo di non aprire le orecchie à mali rapportatori,! quali
hanno il veleno nella lor lingua come l'Afpide, e quefìi certamente fono il più delle volte del pu-
blico,e del priuato efpreffa ruina. Ma di tutti gli incantefìmi.niuno è più pericolofo e più mortale
che la voce dcli'heretico , à cui il Fiotto ha fempre portato odio infinito j però con propofìto , à
cotal
FIOTTO ^»
cotal fi^iir^ ha aggionto qucfto motto do è, m b n t e m ne l a e d e r e t a v r i s. Imperciochc
li maledici , e fopratutto gli Hcretici vccidono il corpo e l'anima mentre chel'orecchio fi pcrico-
lofediironanzericeiie. Ha voluto ancora chiamarfi Plotino ad imitationc di Plotina mo-
glie di Traiano Impcradore, virtuolà, rafta, iànta e perfeguitatrice de ribaldi, ouero ad iraitacio-
jiedi Plotino Platonico maeftro di Galeno, o di Poriìrio.
Giouan Battifta Piotco nacque nella Cirtà di Nouara, di nobile e d'antico fàn^ue , e conl'dc-
randofi il cognome di qucda lamiglia fi può credere che tragga origine da Pioti antichi Romani
de quali fu Planco à cui fcriue M.Tullio, & altri ancora fi potrebbero nominare grandi ne i Magi
ilrati della Rep. Romana. Imperò Ci può dire per fedi autentiche e legittime che fi leggono appro
nate , ritrouarfi memoria di più che :5oo.anni che i Pioti detti bora Piotti fono ftati Ifimati da gli
Imperadori malfimamente da Federico Sueuo e da Lodouico J^auaro creati Conti e caualicri à
perpetua memoria di tutti i Poderi di detta famigIia,come di ciò h veggono i priuilegi.E ftato piu
modernamentevn Andrea Pioto Filolbfo e Medico di fingolare eccellentiae prima di quello
vn Nicolo della medefima profelììone e tutti del venerando collegio di Nouara e di quelb idei-
la progenie lì troua nello Archiuio di detta città, come ne fono ftati molti titolati Scornati di di-
gnità, e di gradi publici , come del conlìglio dell'ordine Confulare o Decurionccl.-tti piu volte
Ambafciatori. adiuerfi principi , e nelle publiche fcritture di ella città di Nouara i IMotti hanno
hauuto titoli di nobili di magnifici e di eccelléti . è tenuta ancora tal famiglia leinprc fra le prime,
come ne fanno autentica fede Celare Andena lu.con.e prcpoflo di fan Geminiano in Lodi,e Vi
cario qenèrale del Vefcouo di Nouara e Vmcentio Zuccardo dottor di le^oe , Podelìà di Nona-
ra. HebbequeftoAcademico Affidato fuo padre chiamato Giouanmaria cittadino molto ama-
to, (ScalTai adoperato nei publici bifogni . (^efto noftro Academicoda giouinetto attcleagli
fìudi di humanità, e poi fi diede alle leggi nelle quali vsò fi frequente & continuo fiudio. che vr.z
rito di efferne laureato e riceuuto nel Collegio de giudici e de dottori della fua patria fubitofu
dichiarato fra Decurioni Prefidenti e configlieri diefCa città , nelle quali dignità non fi fogliono
accettare fé non gli antichi cittadini originarii e veramente nobili . Il detto Academico Plotino
ha fatti molti configli legali, di gran fi ima , e pochi anni fono che fu pofto in f!ampa vn fuo libro
pur di legge communemente grato & molto vtile,efèlamorte auanti il tempo non l'haueUc
con gran danno della patria e de gl'amici leuato da quefio mondo, hauerebbe pofto in luce mol-
t'altre opere della fua facultà, era feudatario del cartel Pernato nelNouarefe con meroemiito
Imperio, doue egli ele^geua e poncua a nome luo il Podelìà. Non e molto tempo, che cauandofi
per fare il ponte per cui fi uà a Monforte,in quelle muraglie antiche che v'erano, fu .ritrouato
vn marmo in cui era intagliato quelìo epitafio.
L. AEBVTIO PLOTO F. M. AEBVTIO VERO F.
MIL. LEG. XV.
L. AEBVTIO LVCVMONI F.
Teflimonio chiariiTimo della nobiltà & antichità de Pioti, o vero Piotti.
S
DI FILIPPO
PIACIVTO à Filippo Beccaria di eleggerai la preferite figura , la qua! è
vna Palma apprefTo à vn riuo , il cui piede è pcrcofTo da i raggi del Sole, ad
imitatione di natura , & ancora della If^oria ; la natura della Palma è di relì-
fìere à pefi, e di non cedere alla violentia, onde egli tragge la fomiglianza del-
la fuaintentione, la quale fiata &èdifarre(ìfì:enza alleperlccutioni de mal -
uaggi , & à quelle dell'empia fortuna, non tanto foftentato dalla Tua innocen-
tia , e fortezza d'animo, quanto dalla mifericordia di Dio , per l'acqua co'l iò-
le fi confcrua naturalmente la palma, volendo inferire queflo Academico che'lSole fiaDio.e
l'acqua l'humore nutritiuo di tutte le cofe inferiori , onero fìa quella beuanda della fàpientia
meftiuta aU'huomo giuflo , perlaqualcofalapalma cioelaintentione di effo Academico, non
ha da dubitare del Dimonio, ne dell'humana maluagità, ne di fé rtefifo , e però ha prefo il motto
dal primo falmo di Dauid Re e profeta , cioè et folivm eivs non deflvet, vfando la
figura fìnecdoche, intendendo la parte perii tutto, cioè, la fronde per l'arbore, fi comprende pa-
rimente in quefla bella imprcfa vna fimilitudme del fole vifibile, il quale come padre, che gene-
rale colè di quagiù ,cofi il fòle inuifibile , che è il grande Iddio , genera nell'anime humane bea
purgatela falute eterna, àquefta falute fpera &ha delignato il fudetto Filippo di pcruenirc
con l'opere chrifliane,«Sc è qucfta fua imprefi propria e regolata, benché habbia più figure,le qua
li pero infieme concorrono à vn femplice, honelto e defìderato fine,& ha voluto per nome Aca-
demico chiamarfì il pertinace ad imitatione della hifloria de martiri di C r i s t o , i quali
fantamcnte pertinaci acquiflorono la palma della celcfte beatitudine, il che cofi canta la lànta
chrilHana chiefa . Quelli fono flati i veri ferui di Dio , i quali hauendo dilprezzati i commanda-
menti de gli empii e federati Prencipi , bora fono coronati inantià Dio, e riccuono la palma
delle loro fatiche , e benché il nome Pertinace il più delle volte fi pigli in mala parte,nientedime-
no ben fpeffo fi via ancora in buon fentimcnto come fi legge nella oratione di Marco Tullio per
Marco
BECCAR! A \ : ! <=p
Marco Marcello alla prefcntia d: Cefare , cioè quella , che è pertinacia fi conofcc cfTcrein alcuni
altri conftantia , Valerio MaTimo nel p;imo libro dice . Non lìa marauiglia , ic per accrerci:ncn-
to dello imperio, e per conferuarlo fi Ita pertinace, Seneca nel Icttinìo libro de bene.ìtii.dice.che
la bontà pertinace vince i ribaldi ,Tito Liuionel quinto libro della guerra Africana (cnue, che
la virtù Pertinace vince ogni cofa . Ha voluto quefto Academico imitare il Cardinal Pietro Fraa
cefco Ferrerio filo padrone, perche anchegli tu grauementc perlèguitato , come ben fi com-
prende nella lìia Imprefà ,
Filippo fudetto è nato della generora,Illuftre,& antica famiglia de Beccarii. Quefto difccfc
dal Cippo de Baccani di Montcbello,fi-a i quah tu vn Fio rello huomo molto valoroib cpruden
te, coftui militò fotto gli Imperadori Alberto primo Duca dAuftria .eLudouico , & hebbe da
loro honoratilfimi gradi ne la guerra. Qncfto Fiorello edificò la Rocca o caftcllo alla pieue di Ca
nauino, detta ancora fino al prelcntc la rocca di M. Fiorello, fa padrone ancora del cartello della
Pietra vicino à Montalto , e del cartello e luogo di Zerbolo porto nella valle del Tcfino,& ancora
hoggi li cappellani d'vna cappella fondata nella chiefa di S. Teodoro in Pania da vn Simonino
figfiuolo del detto Fiorello polfeggono parte di detto cartello con alcune pofTelfioni lalciate dal
fondatore alla detta capella.Gli antecefibri diquerti duoi fondorno edotorono vn'altra cappel-
la aiTai ricca detta tanta Maria degli Angeli polla nella chiefa di fitn Pietro principile nella terra
di Chiarteggio , & vn'altra fotto il titolo di fan Rocco nella chiefa parrocchiale della Stradella, le
<]uali fono ancora lufpatronato di detta tamiglia Beccaria , e fpecialmente del detto Filippo Aca
demico. Hebbe querto nortro Pertinace fra fuoi maggiori vn Vincentio fratello di fuo auo pater
no, il quale fu dottore di legge e canonico del duomo di Paniate protonotario Aportolico , mol-
to grato e caro alli cardinah Gonzaga primo,di cui fu per molti anni Auditore e N'icario in Man
tua , e dAfcanio sforza , e di querto fu parimente Auditore e Vicario nel Vefcouato di Pania, e
<quiui hauendolo con molta prudentia e benignità amminirtrato con vniuerfal beniuolentia finì
il corfo di fua vita .11 padre di querto Filippo Academico fu nomato Alcrt^indro huomo degno e
di molto rtima nella fua patria . Hauendo hauuto Filippo i fuoi antecefibri di molto honorc , in-
fpirato da Dio se dato à i feruigi fiioi rie i gradi ecclefiartici , fatto dottore in ragione canonica,
& Ciuile.fu chiamato dallo Illurtrinìmo Cardinale Pierfrancefco Ferrerio.elo fece fuo Auditore
€ Vicario nel Vefcouato di Vercelli , dopo la morte di querto Cardinale fuccedcndo Guido Fer-
rerio fuo nipote e cardinale nel Vefcouato di Vercelli (ambidue creati Cardinali da Papa Pio
IIII.) fcruì in VerccUi per alquanto tempo co i medefimi gradi & oifitii , e prima ch'egli andattè
ài feruigi di quegli Illurtriirimi, dal Senato di Milano di propria e fpontanca ordinatione fugli
data la lettura del Decreto nel publico rtudio di Pania . Hora volendo attendere al vi-
uere criltiano e ripofato , fi è ritirato alla patria , doue religiofamente fa-
cendo fua vita , attende alle cote dello fpirito, e procura di tar
giouamcnto al proffimo , dando tutta via buono cf-
Tempio di fc à ciafcuno .
DI ALESSANDRO
E R C V R T 0 che con vn vafò d'acqua bagra vn Lauro piantato in detto vafb
e imprcla d'Alcffandro Pecari Tocelcò . Le fauolc elicono che Mercurio nac-=
quc di Maia , vna delle fette lorclle conuertite in fètce ftclle chiamate Pleiade,
delle quali appicr.o le ne tratta in più parte diqucP.o libro; e lor Padre 111
Giouc , e molto iì potrebbe dire (òpra quefto nome Mercurio . parimente di-
cono che Febo tufìghuolodiLatonaediGioue, inguifachenati quelli dui
d'vn medefimo Padre, allegoricamente s'intende come le infiuentie da qucfle
tre ftelle infieme rendano fehci i natali di tutte le colè. Mercurio però e Febo, onero Apollo
Tempre fauoloiamcnte fi lòno concordati, e ben fi comprefe nei particolari doni fatti Ira loro,
e particolarmente nel dono che Apollo fece del caduceo a Mercurio, e nel dono che fece della
fua Lira Mercurio ad Apolline. Il nominato Focari Academicoaffidato, confiderutalaconue-
nienzafermadiqueftiduiPianeti, &egli giouinctto delìolb congliftudi (che per tal cagione
venne in Pania) d'acquiliarfi la fronde di lauro , ha voluto inferire che Mercurio Imprcfa de gli
Affidati, lo aiuti in acquiftar' il Lauro , volendo ancor dinotare che con la pratica dell Academia
ben che egli fiagiouinetto, non dubitarà deconfeguire quanto vertuolamcnte dei]dera,trag-
gendolalomiglianzadeluoialti difegni dalla prefente fua Imprefa con imitare la fauola. la
onde conformamente vfa il motto greco , che vuole inferire v n d e p l v a t . ciò è da Mercurio
cada la pioggia, ilnomefuoacademico è l'avido.
Enacoquefto Academico della nobile e ricchiffima famiglia de Focr.ri in Augufla, &hosgi
veramente in Germania è molto llimata,malTìmamcnte da i Principi d'Aufiria. hanno giuridi-
ti')ni di mo'te Calklla con tkoli di Conti & di Marche!] , hanno in più luoghi lontuoflu.iii Pa-
lazri , Giardini, & altri EdifitJi, fono liberali e magnanimi, e fi fono dilettati di allogiar femprc
tutti li Principi e Rè Se Imperadori e Duchi . Li loro conuiri Ibno lontuofi i ' guifa c'hanno me-
ritato e meritano d'efllr chiamati Luculli Germanici, hanno in quella Città loro patria Augulì-a,
€ c^uafi
F O e A R I. 70
equafi tutta heretic^a fèmpre mantenutala religion Criftiana, per laqual cofi hanno grauemente
patiti e apportati infulti e danni infinitive quanto più erano da perfidi e da gl'Inuidi perfcgui-
tati tanto più ftabil & làidi nella fantisfima fede di Gicfu Cri fio fi conferuauano & fi conferiiano
citato Antonio fra loro huomo di gran conto, & atto anzi mirabile in ruttili negotii. Gianiaco-
mo Focavi parimenti flimato dialtoegencrofoafFarcpoiredcua tutte le lingue, haucua amicitia
con tutti i Principi d'Europa, diflribui li Tetti Tuoi figliuoli mafchi a diucrfe illuflric virtuofe
pratiche.vno alla Corte dell'Imperadore, l'altro alla corte di Spagna,i! terzo alla corte di Roma ,
il quarto e'I quinto alla corte de gli Arciduchi,il feffo alle pratiche de negotii ma bene e dottamc-
te,ilfettimocheèilludettoAcademicoairacquifto dcTlc dottrine, difpoftofi di praticare tutti i
famofi ftudi d'Italia, di Germania e di Spagna ne per ciò deuo io tacere la bontà criltiana di que-
fla generofa calata Focari , la quale oltra l'hauer mantenuta la pura e fàntifTuna legge dell'Euange
lo , e la facra autorità de Pontefici . ha ancora Tempre fauoriri e fomentati li Teguaci de Pontefici ,
ha patita gran perTecutione e nella patria propria e fuori,e fatta immutabile in conferuarfi rcligio
fa e fedele animofàmente perfeuera.
La V I DO èdibelliifimoingegno/liciuili egratiofi coflumi,amoreuole, liberale, virtuofb &
inognioccafionegradofbe modefìo, fi che punto dal honoratifiimo Tuo Padre non traligna .
Similmente in ogni luogo cofi giouinetto doue è ftato per haucr notitia de paefi e delle gen-
ti , ha dato di fé" tal faggio , che ciafcuno lo lauda & lo admira . e ciò tutto fi è uerifi-
cato in Paula, doue per li Tuoi ottimi coftumi,e per la fua gentil maniera, eia
Città e li Scolari lo fì:imano& ad ogni bora Io laudano . Ricercò con
molta humiltà emodeflia di efier nella Academia de gì' Affi-
dati riceuto,ne fi mancò di riceuerlo fra tanta hono-
rataj& molta Adunanza.
DI POLIDAMAS
^ R^na , col calamo In bocca , allo'ncontro del Serpere Imprefa di Polidamas
Maino;Scriue Eilano.che le Rane Egittie.di corpo molto maggiori all'altre/o-
no prudenti ,• Perche vfccndogli dall'infidie contra, l'Hidro ferpe , nodrito nel
Nilojoro nemico, per diuorarle,pigliano vno calamo in bocca, & lo tengono ,
i'ttrauerlb.acciò non le poflfa inghiottire; per il quale impedimento le lafcia fta
fé; Et così la prudenza d'vn debolilTìmo,vince la malignità,& ingordigia d'vn
potentiflìmo animale. PerrauertimehtodiefTeRane, Polidamas Academico
cimofl-ra non haner'intentione d'offendere, ma di ripararfi.Et non (ènza cagione,percioche dalla
Ina vinltà in qua, accertato dalle continue infidie , & occulte perfècutioni fattegli da potenti;coa
l'inftinto naturale.à virtuofamente viuere,candidezza de coflumijCiremplarità di attioni,à publi-
co & priuato commodo.& ifperienza del pafTato, fin'hora;, fi,èfchermito dalla voracità !oro;L'Ini
prefà conuiene al Tuo diflegno,& parimente il motto, virtvte, non vi Et conforme alla fi-
gura ,& motro,chiamafi academicamente ,11 circospetto.
^ Il Circofpetto della famiglia Maina(la quale per eccellenza di Lettere,& d" Armi,& altre quali-
tà,è ftata.Sd: è, fra le prime,non folo di Pauia,& Milano,ma anche dVna meglior parte di Genna-
niaìè nato da! magno lafone.il quale tanto valfè,& gloriofimente viffc^e talnome lafciò, che non
hebbeche inuidiare,a gliantiqui,non che moderni Giureconf^ Effo Academico, dopò fatto pro-
grcffo ndle buone lettere, & ne gli honoratieffercitii,c(fendo di fortezza, & deff rezza mirabile
del corpo .hauendo con ogni flifdio dato opera,per lo fpatio confueto alle fcicntic legali, per dare
qualche faggio di fe,& per accómodar/ì alle ordinariejeffe publicamenre per molti anni,nelIo fili
dio di Paula, la lettura de Attioni, & altre ftraordinarie.Poi s'acquiflò degnamente il titolo,& gra
do di Giurec.&,à commune fodisfattione della Patria.fù riceuto nel Venerando Collegio de'Giu
dici:& fuccelfiuamente deputato alla Podeffaria di MiIano,'la quale hcbbe tale cfiro, Che fu pro-
itiofìTo.à quella di Genou3,nella quale la Sig.llluftrifs. informata, à, pieno della fua prudentia . &
probità, per il corfo d'cffo Magi. gli confidò l'autorità Regia,& di procedere,feruata, & no feruata,
la forma,fino alla morte naturale inclufxu3,^& fenza rellar fottopofto ad alcuno indicato , al quale
Decreto
MAINO 71
Pecreto,rinutIò,& volfe efTere findIcato,& no hebbe querela alcun a.EfTcrd ^ vn mefeA oItre,ti]t
tiglioffitii di Genoua^della Ruota,Vicano Prctorio,Giudicc del Malefìcio, & Fifcalcnon fenzail
concorrente faiario; Perleuerò nella Podeftaria per mefi diece, oltre il termine prefillb da ^ìi Or-
dini, Et longamente in efla, l'haueria diiTimulato la Sig.llluftrifs. fé aggrauato da indifpolìtione,
perle fouerchie fatiche,non hauefle importunato licenza.-Alla Tua partenza, à perpetua memoria
del Magift,ottimamente amminirtrato,fìj arricchito non Iblo d'vna honoratiflìma patente, ma an
che dVna collana d'oro4&d'vnabacila,& boccale d'argento, dono di notabile valuta. Se fifufie
cllettoperfeuerarein taiprofeilìonejcontinuamentefariaftato impiegato nelle principali Pode-
fìarie d'Italia,non che dello Stato di Milano.Ridotto nella Patria , &adopcrandofì al folitojn ne-
gotii,&|benefici publici,hauendo infinite volte hautoil primo luogo nell'ordine delli i s.Sapienti,
Deputati al Reggimento della Città,detto Prouifìone;Fù elletto Oratore alla Maeftà di Carlo V.
in Ittalia,& AlemagnajEt poi alla Santità di Papa Giul.ii;.& da eifo creato Conte, Se Cauall. & del
la propria f;;mjglia di Monte, con amplifs. priuileggi. Et alla M.C.del Rè Filippo in Fiandra^S: vi
timamentein Ifpagna^la quale efsendofene feruita in particolari a fé gratifsimi, à fua partenza gli
fé dar d'aiutto di cofta honoratifsimo guiderdone. Et la Patria al fuo ritorno,come à benemerito,
gli fé dono di fplédido valore^Etalle fudette Santità &Maelladi fìi gratifsimo,& riportò uie più di
quello hauea in comils.Hà fèruito d'ordine diS.M.Ccome conila per fue lettcre,per Auditor gè
nerale dell'eflèrcitoin Ital.con llipend.di jo.fcudi il mefe.per il tempo del gouerno,& generalato
del Marchef di Pefc.& Duca di Sef da cui fu mandato à Turino à Monfìg.di Brifach.per l'elTecut.
delli Capitoli della Pace,conclufi tra le MM. Cat. & Criflianifs.Da pochi anni in qua, è flato ado-
perato dalla Sig. Illuftrifs. di Geno.in particolari di ftato,& gratificato in notabil fomma di feudi
ial giorno. Et mentre fi tratenne là, fu inflato afrai,acciò ritornaife alla Podeftaria . E flato infinite
volte Orator perla Patria,à gli Illuftrifs.Gouernatori dello Stato di Milano, Generali in Ittal. in-
cominciando dal Marchefe del Vaflo,infino,& per il tempo del Ducd'Alburquerq.Et con la pru
denza , & deftrezza propria, ha fempre fatto mirabili effetti ; E eloquente , & d'ottimo confìglio ,
malfime nelle cofe di DueIlo,ricco di partiti,& gioueuole all'Academia de gli Affidati. Di elTa fa-
miglia Maina , da cui traffe il nome la contrada dal Maino , in Milano, è ftato Ambrogio , fratel
maggiore deli'immort.Iafone.che fìi del Confeglio fegreto del Duc.Lodouico S forz a, & Vicedu-
ca per molt'anni di Parma , & di Piacenza . Hebbe molti figliuoli qualificati, fra gl'altri Tomaio
d'ottime lettere d'humanità, & di leggi, & di raro giuditio , che f ìi gouernator di Cremona per il
Duca Frane. Sforza 2,& del fuo Confeglio fegreto,& per lui, Ambafciad. alla Maeflà di Carlo V.
in Ifpagna,oue per merito di liberalità,& delle fue attioru,lafciò perpetuo nome. Il Maino, Caual-
liere fperon d'oro^che di valor neU'armi.hebbe puochi pari,fùCollonello d'Infanterie,Gouerna-
tor di Cremona con zoo.Caualli leggieri & del Conf fegreto del Due. Franc.fudetto.Et Gafpar,
di ualor del corpo.mirabile,natoin tutto per commercio de Prencipi,del Conf fegre. come di fo-
pra,& Orator per S.Eccell.alla Santità di Papa Paolo , il qual giuditiofo cffendo, & bellicolb,con
puoco effercito di Veri foldati,ruppe,& tagliò a pezzi al Cafteirazzo,molte migliaia de'Francefi,&
altroue.Et trionfante,dedicò alla Chiefa infinite infegne,- Fìi Collonel. di 4000. fanti , & d'alcune
Compagnie de Caualli,Gouerna.& Viceduca per molt'anni in Aleffand.& di tutto il di là dal Pò,
nel cui Magiftrato fé ne morì.Da Tomafo nacque il Conte Ippolito Maino,il quale di fplendidez
23 non tralignò da fuoi maggiori , ne fu fecondo ad alcuno, de fuoi tempi, maffime alla Corte del
Marchefe dal Vafto,& del Card.di Trento,& non efTendo ancora di xv. anni.hebbe da Don An-
tonio da Lena, vna compagnia di caualli leggieri per andar all'Imprefà de Sais ; Fu creato CoUo-
nello d'Infanteria,per l'Imprefa di Nizza di Prouenza dal Marchefe dal Vafto;Capitano General
in Ittalia;Oitre à ciò,nel gouerno di Don Ferrante Gonzag3,nello flato di Milano,fu luogo tenea
te del Conte Filippo Tornici, d'vna Conpagnia d'huomini d'Arme: Hebbe puochi pari,nella co-
gnitione;,& effercitio di tutte le forti d'Armi; Delle Caccie.fi terreflri, come aeree,- De' Caualli,&
maneggi loro .• Dopò fé ha lafciato due figliuoli. Il Marchefe Tomafo di felice memoria, & il Co.
Gafpar, I quali,& di v3lore,& di liberalità,hanno dato,& danno chiaro inditio, di non degenerar
da fuoi Predecelforì . Di Gafpar nacque , Sforza , Feudatario fra gli altri luoghi del Cartello del
Bofco neirAleflàndrino,oue nacque Papa Pio,V.à cui,per il raro valor fuo, fu Ibmmamentecaro.
D'altri della Cafa Maina,ii dirà parte nella Cronica di lafoneAcademico.
DI GIORGIO
L quadro di Marmo è Imprelà di Giorgio Riua fatta ad imitatione dell'arte im
pcrciociie non lia voluto altra fimilitudine di quefta pietra che quanto le ha
dato l'Arte ciocia quadratura con ciò fìa ch'ogni dura materia fottio cotal figu
ra Tempre ila a vn modo,mai non è a riucrfo,mai non lotto l'opra, mai non per
fianco,mai non per rrauerfo.in guifa che fimigliante ftabilità conuiene alla vir
tu ferma e ben fondata nel cuor di quello honorato Academico ilquale con
perfetto giudicio fi elefle la figura quadrata e doue confifte la verità d'ogni
perfettione, e che ciò fia vero, con mirabile e ftupenda Ipeculatione Archimede trattò della qua-
dratura del circolo,e ben veggiamo che la rettitudine fi comprende nel campo di quattro linee
eeuali che fi congiongono con quattro angoli retti. Euclide di ciò ferine nel fecondo libroalla
quinta alla fdh & alla fettima propofitione. Platone nel Timeo dice che la perfettione del mon-
do c^nfifie nella fbdezza,o pienezza , che uoliam dire,e ciò non farebbe la verità le la quadratu-
ra non concedeffe il fuo campo,ouero il fuo fpatio,onde la pienezza non per uno folo neceifaria-
mente come è uero ma per dui mczi fi coppula e fi cógiognc,cioè fra il fuoco e la terra ha Dio col
locato l'aere e racqua,& ha voluto che cornei fuoco conferifce all'aere cofi l'aere conferifca ali ac-
qua,l'acqua alla terra & in quella quadratura confifte l'armonia della verità . Marfilio Ficino per
dimoftrar la verità delle cofc fopra il Timeo di Platone,dice chc'l numero quadrenario contiene
fbtto di fé il primo numero pari ci primo difpari,e per ciò gli elementi concorrono alla genera-
tione perche non dcono elfcr più che quattro ne meno che quattro per palelàre parimenti la ve-
rità del tutto dice Marfilio Ficino imitando la Tettarti di Pitagora, come nella ftefia quadratura
ci fi ri' roua l'uniuerfal uirtù d'ogni cofa il legno la latitudme,longitudine e profondità con adem-
pimento di tutte le confonantie cioè dupla tripla quadrupla fefquialtera (kf uitertia diapafon dif
diapafon.d iapentediatepfcron.fi troua ancora la fuftantia,Ia quantità, la qualità, el mouimcnto,
parimente i'elfentia.l elfere la virtù e l'atcione , ma che diremo del Tctragràmato > doue è la ftelTa
virtù
RIVA y-
virtù la quale cofi fcriuono gli Hebrei Iod,he,vau,he.e per riucrentia non la pronontiano , ma (b
lamcntc in luogo di efHi verità che èC h risto, efprimono Adonai , quindi il Riua Acadcmico
ha cauato la fbmiglianza del Tuo animo (incero e perfetto con il Motto q. v o q^v o v e k r a s di-
notando che in tutti i modi larà amicilfimo e (cguace del v.ero , ne mai per violentia , o per qual
fi voglia interefle li difcoftarà dal vero, e per ciò vuol chiamarli il v e race.
E nato quelto Academico d'honorato fangue e fra i cittadini di Pania lua Patria fempre fi Iòno
li fuoi moftrati pacifichi , amoreuoli e grati , ne mai lì trouarà che nelle loro opcrationi patilfero
bialìmo alcuno,o nel publico, o nel priuato & hano attenenti e parenti ciuili e degni di laude co-
me CIÒ è manifefta cola nella fua patria,fu di quella famiglia Bernardino auo del luderto Acade-
mico cittadino di tanto buon nome che egli era amato da tutta la citta il padre lì nomò Giouan-
Domcnico pur della medelìma bontà e della ftelTa honorata vita in guilà che fra i luoi cittadini
fu d'honorato nome , cquefto hebbc molti figliuoli fra quali Giorgio giouinctto e con molti fra-
telli,! quali ancor che lenza guida e fanciulli , fono venuti crelccdo nella vita ciuile errata a cial-
cuno. 11 Verace pero da teneri anni fiequentò la fcuola e fi diede alla notitia della lingua latina e
greca, delle quali fatto pofleditore& acquiftatofi i precetti della eloquentia, volfc elTcrcitarli nel
la Logica doue hauendo fatto buon frutto fi effercitò nellarte oratoria e nella pocfa e con quelti
tefori fi fottopolè allo ftudio legale intorno al quale con continua fatigha e l'udore non impedito
da' piaceri giouenili;pcruenne al meritato grado del Iure cófu!to,per la qual cofa fu pollo alla lec
tura della Iitituta nella qual aflfatigatofi molti anni con numerolò concorfo di Icolari , fu dvill'Ec-
cellentilfimo Senato polto alla lettura ftraordinaria tuttauia più crefcendo in dottri-
na & in credito prclTo lo ftelTo EccellentilTìmo Senato.prellb la fua patria e
prelfo li fcolari.fperandofi che làlifca di tempo in tempo a gradi
maggiori e che camini per le famole pedate del Riua
fenioredi cui la memoria è in tutte i luo-
ghi doue (\ viua con legge ollcr
uata e riuerica .
X
DI GrvLio
■^^ Cane fonrOchaèimprcfàdi Giulio Delfino manrciiano, è ben (T fa lima-
tura del Cane il quale è tenuto per animai fedele vcrlb rhuomo.che lo rodri-
fce, anzi e da dirne in parte alcuni elTcrnpi degni di ricordo . Plinio nell'otta-
no libro à capi 40. fcriue che fopra tutti gli animali i caualli, & i cani Ibno fe-
deliifimi airhuomo recita il detto autore che vn cane gagliardamente combat
tècontragli affafTìnii quali haueuano fcritoemorto il (uo padroneencnd
partì già mal da quel corpo diffendédolo da altri animali accioche non gli f. ne
coftafTero punto . Vn'altro cane nella prouincia di Epiro detta hoggi Albania^hauendo conc fciu
to colui che di nafcofb haucua vccifo il Tuo fìgnore, fra infinite perlone ch'erano quiui radunate
per vedere quel corpo morto, filtandogli addoffo e prefolo coi denti , mai nonio volle lafcia-
re fin che lo coftrinle a confeffare l'homicldio ch'egli haueua fatto. Il Re de Garamanti fu rimef-
fo nel Regno da dugento cani ch'egli nodriua , e fuperorono i fuoi nimici che gli faceuano con-
trafto , e lo haueuano fcacciato dalla fua fìgnoria . I Colofoni! , & i Cailabalefi haueuano le fqua
dre de cani per auanguardia e quefti erano i primi ad affrontare i nimici & a combattere con cflì
loro fenza mai abbaiare. I Cimbri eflendo flati vinti e morti, ilor cani fi poferoà difendere !c
lor tende & le lor carra . Giafon Licio effendo flato amazzato , il fuo cane , non volle mai man-
giare e morì di fame . Recita eflo Plinio molti altri effempi, e tra gli altri vno occorfe à fuoi tem-
pi e fu che hauendo Nerone figliuolo di Germano fatto morire in prigione Tito Sabino , i! fuo
cane mai non lo abbandonò, e portato poi quel corpo in luogo publico lo fleffo cane non cefl.'-
ua di abbaiare e di lamentarfl con flupore di tutto il popolo quiui concorfb a vedere quello fpct
taccio j vno però di que circolanti gli diede per compallìone vn pezzo di pane , & elfo lo portò
alla bocca del morto padrone , effendo poi flato gittate quel corpo nel Tenere , il medefimo ca-
ne fi gettò nel fiume, e notando fi sforzaua di fbflentare quel corpo chenonandaffeal foncio.fì
potrebbero dire molte più cofe di quello animale per dimoftrare la fua fede & il grande amore
ch'egli
DELFINO 71
ch'egli porta a! fìio fignore , ma per non cfferc con la longhezza troppo tediofo , verrò a ragio-
nare alquanto ddl'Ocha , della qual Plinio largamente fcriue nel capo xxn. del deciino libro, Se
pttribuifcc all'oche la vigilantia ,• delle quah le hiftorie Romane fanno degna memoria, quando
f he con il lor clangore fecero fucgliare le guardie le quali pofcia difefero il Campidoglio e ne ri-
t)uttorno i Galli i quali erano faliti il muro , se ritrouato ancora che vn'ocha in Argo s'inamorò
dVn bdliifimo fanciullo chiamato Olcno , & vn'altra s-mnamorò di Glauce la qual {bnaua la ce-
tra al lleTolomeo.fi compiacque ancora molto vn'ocha della compagnia di Lacide fi'orofo,c
tanto lamaua , che mai ne in publico , ne in priuato , ne di giorno , ne di notte non l'abbando-
liaua . Et Ariftotele tiene che l'oche fieno augelli molto vergognofi , e cauti . Ne più al longo mi
iìendcròà ragionarne, baibndol'hauer con queftodimoftrato quanto giuditiofa fuflelaconfi-
^eratione di Giulio Delfino Academico Affidato . il quale cauando da quefti duoi animali la fo-
mighanza dcUa fua intentione , ha voluto dinotare la fedeltà e la vigilantia con la diligentia del-p
J'animo fuo e delle fue attioni tanto in commune quanto in particolare, prouando egli non efìfe-
fc fé non vana la fedeltà lenza la diligentia, e la diligentia (enza la fedeltà, è però pofealla fua
jmprela quefio iMotto neyter soLvs,ha voluto ancora acadcmicamente chiamarfi il f a-
T I e o s o e in vero in tutte le fue attioni sì è fèmpre dimolhato fenza stracchezza , ne mai ha ri-
cufato fatica veruna .
Giulio Delfino è nato nobile in Mantoua,& i fuoi antenali per la maggior parte fono flati huQ
mini di honore, e nelle lettere , e nell'effercitio militare, f\ crede che la famiglia Delfina in Man-
foua habbia tratta origine da quella che e in Vinetia , e ciò fa credere & ancora flimare , che fie-
no tutte vna, vfàndo quefle due cafate il medefimo cognome , e la medefima arme . Qoefto Aca
demico ha hauuto doi fratelli vno dottore di legge, l'altro religiofò , & hanno lafnato di fé buoa
nome e buona fama, fi diede il Faticofb infino da gli anni teneri allifludi della filofofiae della
medccinaSc in ambedue le fcientie fece cofihonorata riufcita,che fu chiamato alla pri-
lla catedra difilofbfia nello ftudio di Pauia,hcbbe ancora il primo luogo fra i let-
tori di medecina , e per i meriti f iioi , fu eletto Protofifico dello flato di Milano ,
fu medico di Don Ferrante Gonzaga e d'altri Gouernatori del detto flato 3^
fi moflrò fempre grato , amoreuole diligente^e faceto,per la qual cola
era da Prencipi molto accarezzato e tenuto in grande ftima, ma
nel più alto leggio della fua fortuna fu dalla morte rapito»
con gran meftitia edannodcgh amici e parenti fuoi,
fu mollo amatore dell' Acadcmia degli Affi- . ^
dati , e con molta affettione procurò lèm-
I prc di arrichirla di perfone famolò
? degne.,
t t
DI BRANDA
L Fanciullo nudo che fiedefòpra 11 mondo con vn libro e con il Cornucopia e
fopraui la fiamma di fuoco è Imprefa di Branda Porro milanele e perche mo-
rì prima che fi deliberafle di far'il prcfènte trattato di tutte l'imprefe dell'Aca-
dcmiadcgliAffidati,nonfi potèfaperela intcntionedi qucfto celebratifll-
mo filofbfo . Imperò alcuni dicono che Egli volcfre intendere il Fato per quel
fanciullo 5 & il libro per le memorie eterne delle opere diuineel Cornucopia
per la abondantia celefte e la fiamma per l'amore eterno fra le colè fuperiori ,
& inferiori el fanciullo è la pura verità lèmplicc nuda efplicata fra gli huomini con la fapientia, il
che è rapprelèntato dal libro.e chel mondo fia con quefte conditioni gouernato dall'ofteflb Fato
di cui le attioni fono varie e fcambieuoli a differentia del Fato il quale è immobile, faldo, ordina
to,e del tutto prima cagione . Platone fcriue ciò che fia Fato nel xn. dialogo delle leggi e Marfi-
lioFicinofopra dello iftello dialogo cofi dice.
Il Fato è vna certa immobile dilpofitione di tutte le cofe mobili nell'anima del mondo, e dice
che lo iftrumcnto del Fato è la natura celefte,- ma la materia nella quale opera col mezo del fudec
toiftrumento, fono gli Elementi,dice fimilmente come nello ftelfo iftrumento confiftono tre
cole, nominate Lachefi,Cloto, Atropo & anco in efla materia confiftono , Per Lachefi s'intende
il cielo ftellatOj nelle ftelle del quale fi contengono le forze e le forti di tutte le colè inferiori. Ciò
to è intefo per il concorfo de pianeti in volgere le forti delle cofe.e lo fteflb concorfo fumminiftra
al nominato ciclo . Atropo medcfimamente è prefo per Saturno e conferma nella fua ftabilità le
fue riuoltate forti invno ineuitabile effetto . Nella materia del Fato però le tre Parche fi connu-
merano, impcrciochc la fatai forza per il fudetto iftrumento celefte penetrata negli elementi,opc
ra nella materia nella forma e nel compofto . Similmente la fteftfa fatai forza opera nella cifentia,
nella virtù , e nella attione , opera ancora nel principio nel mezo e nel fine . Platone però vuole
che la mente noftra di fua natura confidandofi nella diuina prouidcntia , o fupcri il Fato , o ve-
ramente
PORRO 74
rumente Io vfi con felicità . M.TuIlio,Scneca, A ulogellio, Annotile hanno con diuerfè diffinido-
ni detto il medefìmo ciò è chel Fato fia vna eterna cagione di tutte le cofe pafTate prefenti & aiie-
pire . Santo Augurino riprende fé ftefTo nel libro delle Tue retrattationi.come quella voce Fato ,
o fortuna più torto alludefle alla openione de gli antichi fìlofofì che alla verità criftiana la quale
troua chela varietà delle cofe fia la volontà di Dio da gli antichi chiamato Fato o fortuna. Ma S.
Tomafo vuole chel Fato fia la difpofitione della diuina prouidentia immutabile &c infallibi-
le . Ma quando voliamo che fia vna influentia delle ftelle fifiè e de pianeti erranti ineuitabile,non
diremo che fia quella eterna cagione di tutte le cofe perche le fteffeinfluentie non hanno pode-
llà fopra l'anima immortale dcirhuomo,nel3ponno coftregnerc in conto veruno fc l'huomo
vuole preualerfi delle doti riceutc da Dio . Quella Imprela però di Branda Porro non è propria
& il fuo motto è fèntentia di commune fignificato onde moftra improprietà , ne promette cofa
veruna degna di laude , come iì comprende nel motto cioè rerym yicissitvdo&ìI no-?
me Acadcmico è i r o e o d r o, ma fi ben Ci confiderà quefto Academico effondo fiato vn gran-
d'huomo da bene & il primo filofòfo de nofiri tempi , hebbe il bifauo, l'auo el padre poueri & e
gli con tutti i fuoi molti meriti di hauere ftudiato e letto,fu pouero e viife tale fin agli ottantaquac
troanni.fi è attribuito quel nome academico con ciò fia ch'in lui il Fato non ha mai mutato na-
tura, & il motto non ha potuto mai ne i fuoi ne meno in lui verificarfi per elfer (fi può dire)eter-
na& immutabile la fuapouertà, nella quale però lèmpre viffe con patientia cri (liana. Iroco-
dro nacque della famiglia Porrà in Milano nobile & antica la quale ha hauti peribnaggi honorati
e nella militia e nelle fcientie. ha hauti molti dottori di legge e di filofofiaeperla maggior parte
fono fiati di collegio e fbno.&hoggi parimente havn dottidimoegentililllmo Senatore no-
mato Camillo Branda fimilmente fece profelfione di filofofia e diede opera alla lettura publi-
caefalì digrado in grado finche meritamente peruennea gradi fuperiori , &in Padua&in
Bologna , & al fin della fua vecchiaia , piacque allo Eccellentillìmo Senato di Milano di chiamar
lo al primo luogo della fua profelfione in Paula fu reiòluto,chiarQ,grato,& elegante, e gli audito-
ri fuoi acqujfiauano da lui vtilità di efpofition vera e modo e ftile di ben dimo(trare,non fu dub-
biolb in cofa veruna,ne preuaricò mai nell'obligo di tale fcientia ne meno mofi:rò adombramen
to veruno nella (anta ollcruanza della religion di Giefucrifio, anzi vifi^e fin agli ottantaquattro
anni con honorato nome di primo filofbfo in quefti nofi:ri tempi & eifemplarmente denoto alla
fama Chicfa romana catholica , hebbe due figliuoli l'vno dottor di legge l'altro di filofofia , epcr
pnolta dottrina e bontà fi è fentito gran danno nello ftudio di Pauia e grande incommodita nelU
Academia de gli Affidati ,
DI Gì O- STEFANO
A prefò Gio.Stefano de Federici , per dircoprire la Tua intentione vno Sciame
d'Api lòpra vn ramo di Quercia,erOrfo animai conolciuto, feroce, famelico
e molto vago del mele jSfbrzandofì di fpaccarequel ramo da vn'altro, eflen,
doqueftoquafi impolTibile per la durezza del legno^ e per la groflezza de ra-
mi , hauendolo aperto alquanto,e ponendoui maggior forza per aprirlo tutto;
fcappatoglivn ramo dalla branca reltò con l'altra prelbe ftretto fraiduera
mi , il qual orfb rimalo quiui appelo perduta la forza, perde anco la vita . Rap
prclèntandoi rraleuoli&auuerfàri del fudetto Gio.Stefano Academico,chiamato lo assicvra-
T o volendo inferire,imitando in parte il cafò,& in parte la natura,che rapprefentado egli lo Scia
me e producédofi il mele.a tal mele egli s'alIbmiglia,moftràdo le fue attieni honorate,e quieterai
le quali i fuoi perlècutori cercorono ingiuftamente di nuocere,e dare violente difturbo^dal quale
non fi farebbe giamai difefo,{è i fuoi proprii auuerfari che altro non fu che la mala & iniqua fortu
na per voler fare nocumento altruijnon haueflcr nociuto à fé ftcffi, e però al corpo della Imprelà
conuiene il motto , ciò è, sic violenta, & auenga che al corpo ( perche non fuflc in tutto
ofcuro)fi richiegga vn'altro corpo , onde pare che trappaffi la regola delle Imprefc , nientedime-
no ciò fi può comportare per neceflìtà della intentione , tanto più che non i\ può dire, che le tre
figure fieno di fbuerchio , ciò è, Quercia , Sciame , 3c Orlo , poi che cafualmente concorrono ad
vno iftelfo fine fecondo la intentione dello Inuentore .
La cafa de Federici in Pauia è tenuta antica «Si illuftre per hauer feudicfignoriejC vogliono
c'habbi hauuto defcendenza da Federico Imperadore , cognominato Barbarolfa,:! quale fu mei
to amico e benefattore alla città di Pauia , quafi che in Italia ella fuffe fuo vnico rifugio, e quelb
nobiltà de Federici o(com'altri fcriuono ) Fridcrici ,0 ancora approuata per li fignori di vai Ca-
monica , che fono di quefto medefimo ceppo, ma fottopolli al dominio della Rcpublica Venctia^
CD E FEDERICI . : ^j
na , imperò erano affai più potenti quando riconofceuano il dominio loro fbtto la fignoria de Vif
Conti , concio/la che all'hora erano Padroni di aitai più terre e caiklla, c'hoggi non iòno . Ma per
non voler iCtendermi troppo in lungo , potendoli dire affai più della nobiltà e portanza di quefta
famiglia ; fia bene ritirarli a i più moderni, ragionando majfi.namente di quelli i quali iì ntrouo-
rono nelle guerre tra Vifconti e Vcnetiani . Primamente vno de gli fteilì Friderici detto Giouan-
nuo'.o , ritiratofi da vai Camonica con vn fuo picciolo figliuolo per feguire la fattione de Vifcon-
t'.fu da Filippo 'vltimo Duca di qusfbièirpe/honoratam^nte trattenuto , e fatto Maggiordomo
della fua caia . Il figliuolo chiamato Gio. Stefano nella fua fanciullezza fu eletto per cameriere fc
greto della perlona del Duca Filippo, e perche in" quella età pareua hauer lembianza di todefco,
però dal Duca illeffo fu iopranominato il Fodelch'no, il qual ibpranome ancora fino a! prefente
riièrua la fua pofterità . Pcrucnuto, poi à gli anni maturi per le virtù fue, e per i meriti del padre,
non folamente fu tenuto gran conto di lui ; m i tJi incora rim jn-rito del f.*udo di Chigaob ,
delle Cafdle, e di Tanta Criilina. con ampi priuilegi, c'hoggi iì po.Tono vedere . Lafciò Gio. Ste-
fano duoi figliuoli Giouannie Francefco,di Gioumni nacque Beatrice maritata nella cafi de
Cufani antica e nobile in Milano e per elfi fi trasferì il Feudo di Chignolo . Francefco hehbc
quattro figliuoli vno chiamato Euangelifta,il qual fu medico di molta fama,che oltra hauer hau-
taegli la lettura della fua profelTìone nella città di Pania per ventidue anni con molto credito,vsò
anco Iclfercitio della medicina follmente à benefitio de Principi e de poueri in cala de quali pia-
mente andaua con gran follecitudine curandoli delle loro infermità e con le fue proprie facoltà
fouenendoli,di modo che venuto a morte fu vniuerfalmente da tutti i pouerelli pianto,comepri
uati d'vn fuo pietofo & amoreuol padre . Queflo Euangelifh hebbe per moglie vna figliuola del
famofo Giureconfulto Giouanni dal Pozzo nobile Aleifandrino,il quale ne iuoi fcntti e nomato
il Puteo [umore . Di quefta hebbe Euangclilìa tre figliuoli . Gio.Francefco, Gio.Stefano,e Gio-
uanni, il primo & l'vltimo di quefti tre fratelli feguirono l'arte militare , e fedelmente feruirono a
Carlo V.Imperadore malfimamente nella guerra di Prouenza,ediquefìiduoi valorofi fratelli
capitani in più occafioni fi prcualfe, feruirono al tempo di Antonio da Lena e da lui hebbero sra
di, e di dentro e di fuori delia lor patria lì fecero conofcere pcrdefiderofi'dihonoree furono
molto grati à Pirro colonna e da lui filmati affai , & in vero farebbero faliti a gradi masgiori , fc
la morte inuidiofa delle altrui felicità & honori,non gli haueffe troppo tofto rapiti , e fatti fahre à
più honorata e perpetua vita . Gio. Stefano detto nell'Academia lo a s s i e v r a r o , nome con-
forme alla fua fudetta imprefa è ftato Tempre & in ogni fua età di buona & honorata
vitahauendo nella Tua giouinczza attefb alle lettere humane,dilettatofi
della lingua latina , fi che ha fatto qualche compofitionc, malTi-
mamente diitichi.peruenuto di età in età come buon
cittadino non ha mai tralafciata , fin alla '
morte l'vfànza di giouare&in 1
comune & in jiriuato.
DI MARCANTONIO
V. Tette ftelle chiamate Pleiade , è imprefà di Marc'antonio Cucco Ercfcinno &
hora cittadino pauefe . Higino dice eiiere ftate fette lòrellc figliuole d'Atlante ,
e di Pleione dette da Latini vergilie, perche nalcono nel principio della prima
vera , il volgo le chiama Gallinelle, e nalcono nell'hora marutma tra il fine del
Toro e la coda del Montone d'intorno allo eqainottìo , vogliono alcuni che
quefte fette fòrelle fulTero co(ì dette , o perche fulfero dottilTìme nclFArtrolo-
gia in quefta fcientia ammaeftrate dal padre , ò che'l nafcimento di ciafcuna di
loro fiilfe ftato in quel medefimo punto , che le dette ftelle nafceuano , come ageuolmente è pof-
fibile , i nomi delle quali furono Elettra , e quella credono alcuni , che fuHe quella , che à pena lì
vede , e ciò dicono effere flato perche fi coprì gli occhi per non vedere la ruma di Troia Ja quale
fu edificata da quelli del fuo fangue , coli ella dell'altre più pictofa s'adombrò il lume , l'altre fu-
rono cofi nomate Alcione, Maia,Celeno, Alteropc, Targete,Merope,le quali ti veggono vnite in
uadro & in trigono . Da quelle Pleiade C\ caua il fenlb morale & religiolò , onde Marc'antonio
udetto rragge ( fecondo il parer mio) la fomiglianza de fuoi virtuoli difegni , conciofia che nella
coftellatione delle Pleiade perquefto diuino numero fi rapprefentino coloro , che fono grati à
Dio . Gregorio confiderà per quel numero lo fpirito ft ttiforme , il quale illultra il crifliano tra le
tenebre di quella prelcnte vita. Perciò Giobbe dice nel capo 38. Adunque potrai congiongcrti
con le (Ielle Pleiade che ibno cofi fplendcnti? conciofia , che di fette virtù rilplcnda la vniuerfità
degli eletti di Dio .delle quali quattro fono morali ,cioèPrudentia,Giu(Hna,Temperantia,c
Fortezza , tre Theologiche, Fede, Speranza, e Charita, le quali benché fieno diflintc tra le fteftè,
deono però elfere tutte vna, perche quando le quattro non Ci congiongono con le tre, hanno har
jnonia terrellre & vnite infieme finno vn concento cclefle , e come 1 huomo non è huomo fenza
l'anima ragioneuole cofi le quattro virtù ciuili non fono virtù ie non fi vnifcono con le tre Theo-
logiche , le quali fanno chiarilTuna tellimonanza ddlhumana immortalità . fi vede finalmente,
che
t
e ve co 7«
che le Pleiade perii numero, per Io nafcimento, per la luce , e per Io tempo in che nafcono , rap-
prefentano le fette ftelle che apparuero à Giouanni fbpra la man deftra di colui fimile al figliuolo
dcll'huomo veftito di vefte longa fenza ruga , cinto fotto il petto con cinta d'oro , i Tuoi capcgli e
barba come lana bianchi, e come neuc , con occhi come fiamma di fuoco , e co piedi Ibmighan^
ti all'Auricalco, e lafuavoce comedi moltitudine d'acque, e flaua in mezo di fette candelieri
doro, perqueftafomiglianzail nominato Marcantonio, feguitando la religione, conofccdo-»
ueriì egli armare con la diuina gratia di fette doni dello fpirito fanto , e fortificarfi di fette facra
menti della chiefi , donde neceffariamente dipendono le fette oper-e di mifericordia . Il motto di
quefta imprefa dice cofi donec lvcifer exeat motto veramente conueneuole alla fua
criftianaintentione, conciofìa ch'egli penfi dicaminare mentre ftain querta vita con la Icorta
di queftcfudettc finte opere, figurate per quelle fette ftelle, le quali non mancano mai della lor
luce , fin tanto, che nafce la lucidilfima ftella Diana, o fia Venere, chiamata ancora Lucifero per
la quale egli vuol'intendere la chiara luce della diuina gratia, dalla quale eqli fia poi illuftrato
con perfetta e piena illuminatione nella fcliciiTìma celefte patria, e s'è per ciò'x'oluto chiamare lo
INTENTO, perche fta continouamente intento & filfo inquellio fanto propofito , con vna falds
e ferma fperanza, che tiene nella bontà diuina.
La Famiglia de Cucchi lì troua effere molto nobile nella città di Londra in Inghelterra , & in
Antona , e già qualch'anni fono , che d'Inghelterra f ìi Icritto in It;ilia, e'ricercatoìè quefti di qua
haueuano la medefima arme, che la loro , e ritrouoifi effere vna ifte[fa,Ma che occorre ricercare
ceftimonio foreftiero , effendo che quefia ftirpe è anticha in Brcfcia nella cronica brcfciana.fcrit-
ta dal Calabria, fi legge che del cento dicelètte,dopo che nacque il noftro Signore Giefucrifto ,fi
fece vna gran battaglia contra i pcrfecutori della noftra finta fede , nella quale furono morti de
caualieri criftiani in numero da cento ottantaquattro , i nomi de quali fi ritrouano fcritri tutti fb-
pra vna tauola di marmo la quale è nella chefa di fan Saluatore e fanta Afra in Brefcia , che altre
volte fi chiamaua fan Faufl^ino ad fanguinem , oue ora flanno lì Canonici regolari di'f anto Ago-
llino e fra quelli che fono deferirli nel detto marmo , che morirono per la fede di Crifio, fu vn Fc
derico Cucco, e non folamcnte morirono in quel conflitto quelli cento e ottanquattro, ma an-
cora da none mila altri crifliani, benché folamcnte di quelli s'è fatta memoria,comc de più nobi^
li & più fegnalati,& per effere de principali cittadino di Brefcia . Quella vccifione fu fatta fuori
della città di Brefcia in vn luogo poco lontano dalla porta di S.Alcffandro, doue ancora hoggidj
fi vede vn capitello in fegno $c in memoria di quella battaglia,chiamato forca de cani,percio che
paffando quindi vn Gentil'huomo per andar à caccia, quei cani,ch'eglihaueua fico fi mifleroà
leccare quel fangue di frelco quiui fparfo , il Gentil'huomo commolfo da riuerentia fece impica-
re quei cani co 1 capo in giù.accioche vomitaffero quel fangue.Si ritroua fìmilmente negli antichi
annali di Brefcia fatta fpeffa memoria d'huomini valorofi della cafa Cucca per più di cinquecéto
anni, d'vno chiamato Lafranco.vn Bonfatto, vn Rogerio,& vn Zalterio Gentirhuomini,e poten-
ti in Brefcia , hanno hauuto gh antichi di quella cafà il Feudo di Cortenuoua di fopra,& di Cor-
tenuoua di fotto nel territorio di Bergomo e diocefi brefciana , quai luoghi hog^i fono ridutti in
ville,e pure fono poffeduti da detta calata . Marcantonio detto l'i n t e n t o , dalla fua pueritia
fi diede alle fcientiehumane,& alla buona creanza, e ch'egli nefaceffe buono acquiflo, perlefuc
profe e per fuoi poemi con molta marauiglia del fuo belliÌTìmo ingegno, chiaramente fi compxen
de e conofce.fi diede poi alle fcientie legali, e per acquifere quella cofi honorata facultà volfq
andare quafi a tutti i megliorifìudii d'Italia, e fuori, finalmente con molte vigilie e fudori per-
uenne al meritato grado , hebbe nel ftudio di Paula la lettqra del Canonico , e lafciatala,fu polio
all'ordinario del ciuile in concorrenza del Torniello , fu poi prepofio in Roma(dopo che fu ftam
pata la fua Inftituta canonica)alla riformatione del Decreto di Gratiano infieme con cinque Car
dinali, quattro dottori Theologi e doi canonifti . Ha letto in Roma nella prima catedra dei ciui-
le in quello fludio publico,con quel maggior falano, che molti anni fia fiato dato ad altri, & con
molte maggiori promeffè fattegli da Pio V. Pontefice Malfimo , ma per la fua indifpofitione fu
coftretto ritornarfene à Paula , doue fu eletto dal Reuerendiifimo Vefcouo per fuo Vicario Ipiri-,
tuale,mantenendo tutta via la vita fua rdigiofa & elfemplare 5f è fatto poi propoito di S.Mari:^
V
DI GIANANTONIO
L Fuoco in Mare doue non fi vecte onde habbla nodrimento ne chepoflìbil fia
pofla vn foco conferuarfi nel feno dVn fuo naturaliflìmo contrario, è Imprefa
diGianantonio canauefc mi]ane(è,volendo inferire,traggédo fbmiglianza dal
lo fteflb fuoco ; che egli ritrouatofì in mezo agli emuli & inuidiofi del fuo be-
ne, e del fuo honore^ con tutto ciò che fieno di gran poifanza, non dimeno il
fuoco delle virtù fuenon iblamente reJìfte, maancor s'augumenta efiringa-
gliardifce la virtù del fuo cuore , come ben per eflempio fpelfo occorre che la
ben difpofta anima^affalita dal furore e dalla tirannia de fenfi , non Iblamente fi difende,ma fi fa
più perfetta a guifa di quanto Paulo vafo di elcttione ferine cioègloriabor in infirmitatibus mcis.
okra di ciò quefto honorato academico vuol dinotare che non folo ciuilmente ma molto più cri
fìianamente con l'arme e col fuoco della fànta fede alle humane tentationi gagliardamente repu-
gna e ripugnando s'allìcura, cofi promette con quefto fpettacolo di operare fin che gli dura la vi-
ta^: in testimonio del fuo buono animo vfa per motto di elTafua Imprefa vi nvnqvam ourvak
iìdandou nelle virtù ch'egli ha dalla natura e da Dio fantiflìmOj e fi è compiaciuto di nominarfi
I'a R o E N T £ , con il cui celefte ardore non fi lafciarà fbprafare da maligni ne da vitii. Vero èche
cotalimprciaèpiuprefioimaginatachcelfentiale.Quefto ardente Academico è nato della fa-
miela canaueic antica per quanto fi dice e fi legge, che fu vn Cerionc canaucfe il quale fu telo-
ricro del primo Duca di Milano.dopo la morte del quale, li heredi volendo ch'ogni oiiìtiale ren-
devi: conto tutti furono citati faluo Cerione, e dopo il filentio di quefle ccnfurc, andò a ritroiia-
re gii hci-edi elicali e dille di hauer diecemilia fiorini, e non efiendo fiato chiamato ne citato,
volfc mo'har la nettezza della fua confcientia . di quello nobile atto gii heredi ftupcfuti , li con-
tentorono volóticri di lafciargli godere li dieci mila fiorini, e Cerione vifl!e con queih laude e cri-
stianamente morì, il Corio nella fua Hiftoria nomina,che nel 1 1 7 3.viuendo il gran Milano in Li
berià^Oldobrandino Canaucfe fu eletto Ccnfok della città:re0cc maneggio il luo confolato
■ • con
CANAVESE 77
con pace e con tranquillità & ampliolTi al Tuo tempo perla ruina caufata da BarbarofTa Inipera-
dore,epsarimentefufattoilNauiliodiGozano, Trillano Calco fimilmentefcriuc nelle fuchi-
floriecomc vn Oldobrando pur de Canauefi nell'anno 1205. ftando ancor Milano in libertà, fu
creato dal configlio Podeftà della fua patria e con fòmma fedeltà e prudentia gouernò.laqual
cofa fcriue Diamante Marinone nelle fue memorie per compendio nel collegio de dottori , atte-
fìando la famiglia Canauefe efler in Milano antica e nobile. Il medelìmo narra Ifidoro Solano
nella orationc recitata dinanzi al crifìianiilìmo ReFrancefco quando prefe il polfcflo dello flato
diMilanOjnoniinateinelTaorationelapiuantichae nobile calata della mcdcfima città "Nella
ilirpe Canauefè fono anco molti lufpatronati che teftifìcano antichità e nobiltà della ftclfa fami-
glia. Fu parimente vno Otorino Canaucfehuomo di configlio e di bontà nello eifercitio mili-
tare, e fu molto deliro e gratiofonel metter concordia e nel trattar le paci come di ciò fi troua
memoria . Quello hcbbe vn fighuolo chiamato Gianantonio dottor di Medicina , coltra al
molto credito; fu di;colIegio, il che parimente arguifcc nobiltà, il qual Gianantonio fu creato
Caualiero dal fudetto Re Francefco, e quello honoratilTimo medico e Caualiero fu auo dell'Ar-
dente Academico Affidato , del quale il padre fu perfona d'honorc , grato alla patria, & a^li ami
ci . Fu ancora mifericordiofo de poueri . Nel Piemonte fimilmente è vn caftello detto làn^Gior-
gio de Canauefi , e l'arme di quella progenie per elfer vn Leone sbarrato fi giudica che fia venu-
ta di Germania, impercioche il medefimo Leone vfa per arme il Langrauio d'Aflìa. L'ardente
Academico vfcito di quella nobiltà, nella fua fanciullezza bene inllituito nella humanità , partì
di Milano e fi diede agli (ludi legali e con ogni diligentia & alfiduità fattofi prouetto , fu creato
Rettore dello fludio in Paula e con prudentia & amorcuolezzagouernòlo lludio iì che non fi
fentì rumore, ne confufione , non homicidi ne altri accidenti pericolofi . La qual cofa pronofli-^
co come in maneggi di maggior importanza farebbe felicemente riufcito . Fatto viti-
inamente dottore, ritornato alla Patria, fu riceuuto daH'Illufl.c fapientilTi-
mo Collegio di Milano è nel rimanente fecondo che conuiene a
perfona nata nobile^di buona, vertuofa, & honorata
vita, non ceffandodi giouarcà ciafcuno
nella fua profeiTione.
V 2
DI ALESSANDR O
'Augello con le Ali grandi che gUndianl del nuouo Mondo chiamano Manu-
codiata,pcr hauer pochiilìma carne coperta da molte piurac,mai non cala à ter
ra il quale 11 è eletto per imprefa Alefl'andro Farra Alelfandrino, cauando da
cflb la fbmiglianza dell'animo Tuo, cleuatoda terra al cielo , defiderando di
inalzare da quefta mortale e fragil carne il Tuo fpirito con le piume della virtù
e con le ali della diuina gratia,per onde lo fteflb Acadcmico pofTa guadagnare
il nome buono & eterno e la lalute dell'anima . Quefto tale augello propria-
mente viue in aria e venendo à morte quella poca materia cade à terra ^ altri dicono chel tutto in
ariafì confuma, ne però fi truoua mai ne viuone morto in terra, è veramente bella & appro-
priata Impreia col motto sine pondere svrsvm, cioè fèmpre l'anima dee ftare in alto per
cheeefTa tenuta di guardare al ciclo e non alla terra, &il defìderio dell'huomo altro ogget-
to per cofa principale hauer non dee che d'alzar la mente à Dio perche feparando la morte
il corpo dallo fpirito.qucflo va in cielo nella ofTeruanza della legge della gratia e quello fin al di
del Giudicio fi conuerte in cenere 8c a propofito fi fa chiamare il fudetto Academico il desioso ,
il quale è nato in Caftellaccio luogo nobile & antico , & alcune caiàte che quiui rifeggono, fono
nobili e partecipano della ciuilità d'Alefiandria , maffimamente la famiglia de Farri,eirendo ve-
ro che qudb mcdcfima ftirpe è nobile ancora fra la cittadinanza di Milano .
Gli Antenati del Defiofo Academico hanno fcmpre mantenuta e mantengono la nobiltà e
fra elfi fono l'Iati moiri e dottori e foldati con gradi d'honore. Quefto academico però hebbe
vn fratello dottor di filofofia , e di medicina , e nell'vna e nell'altra profefTionc era mirabile ,
chiamato Carlo , il quale anco fi dilettaua dell'altre fcientie , e fé per vna fua continua infir-
mitànonfufTe immaturamente venuto à morte , haurebbe per dottrina eper bontà lafciata
di fé immortale & honorata memoria. Il fudetto Defiofo da fuoi teneri anni imparò la gramma-
tica e fece molto profitto per la moka fua arduità e memoria j in guifa ch'affai giouinetto molte
belle
FARRA 78
belle cofe compofe & in larino & in tofcano.venuto poi in maggior feruor del langue^volfe eircr-
citarfi nella guerra , doue confiimò alcun'anno , con tutto quefto& a pcrfuafione del nominato
Tuo fratello & ancora confiderato e conolciuto quanto hoggi di,poco honor s'acquifti con molto
danno nella profeflìone militare , fi difpofè di ftudiare in legge in Pania , doue dandoli alle huo-
jie conuerfationi & alla continua fatiga legale, fece in pochi anni gran frutto, ne mancò di atten
Vdere alla bellifllma notitia dell'altre difcipline participando di logica di filofofìa , di retorica e di
fpeculationecabaIiftica,eprimaches"addortorafre accettato nel principio dell'Àcadcmia degli
Affidati, e dopo l'hauer fatti in voce molti bei difcorlLmeflc in flampa la Nobiltà dcH'huomo, e
la Eccellentia del capitano generale della militia, addottoratofi poi , fu dalla fua patria .mandato
Ambafciadore a Roma perche a nome di quella,baciafre i piedi a S.Santità la qual compiaciutali
di quello Academico,fpontaneamente lo mandò al gouerno d'Afcoli doue con ogni forte di pru
dentia , di bontà , e di deprezza gouernò quel tumultuofo paelè , ma l'inuidia e l'altrui maligni-
tà che logliono fcmpre a virtuofi tendere le infidic , fu quindi da S.Beatitudinc leuato e proceda
to ; ma Dio gloriolo che non abbandona mai chi ben viue , fcoperfe in molti modi la ma inno-
centia con fauoreuol concorlb di molti principali Prelati. Onde egli dubbiofo per hauer prouata
la mala profeflìone delle corti,ritornoirene alla patria, quiui in bella & nobil donna maritato , di-
(ègnòdiftareinMilano.MailMarchefediPefcaradicui era & èvaflallo, iomanJòalgo
uerno di Calàlmaggiore doue per alcuni anni hauendo quei popoli con pace e con
giuftitia adminiftrato, quiui fé porre in ftampa vn libro da lui intitolato S e t r b
N A R I o pieno d'alti e rari concetti, in tanto, faputa la morte del Marchefc
di Pefcara in Sicilia , doue era Viceré, fi difpofe di vifitare la Marche-
fa la quale ritrouata in Ifchia ella, lo ha trattenuto come perfona
cara,fedele & atta al maneggio di quei gouerni,i quali ben
che fatigofi egli con ogni buona giuftitia maneggia e
riduce alla megliore obedienza e concordia.lpe
làdofi cofi obligato a gouerni non fìa per
mancare di mandare fuori ancorai
foliti frutti delfuo intelletto in
publicQ benefitio .
DI LVIGI
A Moli è vn'hcrba ftupenda per quanto ne fcriue Plinio , ne tratta Diofcorì Je,
ne ragiona il Mathiolo cittadino fcnefe & Homcro ne canta . ha quefta herba
virtù di fcacciare di lontano ogni animai velenofo , e di efTa il fuccho e la pol-
uere in bcuanda Tana le piaghe & i morii velenofi.diuerfità è fra gli fcrittori co
me fia colorita,altri vogliono che le fiie foglie negrcggino , & Homero la def-
crine bianca . Ha la fiia radice in foggia di cipolla & è negra,d alla quale herba
Luigi Academico tragge la Ibmiglianza del fuo animoj o defidcrio,con ciò fia
che di fua natura habbia egli fin dalla fua fanciullezza conofciuto quanto fi debba fuggire e (chi-
fare non {blamente i veleni ch'occidono il corpo, ma molto più quelli ch'amazzano l'anima. Im-
però quelli che amazzano in vn medefimo punto l'anima el corpo , (bno le difobedicnze de lànti
precetti publicati dalla bocca dello Spirito fanto. ma è ben ch'io dica e manifeftì vna nuoua ope-
nione, & è vera e degna di clfere da ciafcuno huomo giuditiofo e da bene approuata à confufio-
ne di coloro che per infinita difgratia della loro vita, hanno le Icientiein dilpregioe chiamanfì
praui e peruerfi ignoranti . Però diceua Monfignor Claudio Tolomei che quefti ignoranti fono
quelli ch'amazzano l'anima con la fame,vetandole quelli profani il cibo ch'altro non è che la fci-
entia delle cole e la voglion folamente lòftentar con l'otio mortifero vencno della ftella anima. Il
veleno poi dell'anima e del corpo e la federata vfanzadi viuere oftinato nel male operare . Ma
Luic^i per diffenderfi da quelli veleni prende la lomiglianza dall'herba Moli , con difponcre i fiioi
pcnlìcri a fcacciar dal cor fuo i pericolofi e fouerchi appetiti , ftando lontano dalle male compa-
gnie e dalle federate pratiche , hauendo l'occhio di fchifarc i maledici gli ignoranti praui , e per
quefta maniera ha voluto vlàre il Motto cioè hac venena fvgantvr,&c vero che chi
poco conuerra,molto da veleni altrui s'a(Iìcura,& à propofito è chiamato academicamente il r e-
M o T o quefto Academico è anticamente Parmigiano & i fuoi in quella città furo no fempr e buo
ni cittadinijli fuoi maggiori però volfero habitar a Paula doue fono ftad (èmpre di buona & di ho-
norata
B A R D ONE 79
Borata vlta,e fi fono apparentati con le cittadinanze antiche e nobili della medefima città . Il Re-
moto però dalla fua pueritia cominciò a dar opera alle Icìcntie e ne fece conueneuole acquifto,<S<
ha voluto attendere all'obligo ecclefiaftico , e fattofì facerdotcha voluto per molto tempo prati-
car la corte Romana doue ha acquiftate le lingue con ogni fòrte di perfettione, e della lingua lati-
na della greca e della hebrea e per li Tuoi molti meriti,fu eletto propofto di S. Giouanni in Borgo
chìefa antichiflìma in Pauia,edificata con molta magnificentia dalli Re che in effa città rifìdeua-'
no , e nel dare odore di fé e delle opere Tue come li conuiene a vero e buon religiofo,fu dul-
Jo Ecccllentiflìmo Senato di Milano fatto publico Lettore nella greca facultà prcftan
4o molto giouamento & in publico & in priuato,nó ricufàndo fatiga veruna per
giouarcà chiunchedital prof elTìone fi diletta. Parimenti difìofò di farli
flimar per religiofo che fàppia goucrnare il fuo greggie, con molt4
affiduità e frequentia ha dato opera alcanonico & alla fàcra fcri^
turaetiamdiofcolaflicaperlaqual colà ha meritato diel^
^r affunto alla dignità, o vero grado teologale,dou?
và tutta via più crefcendo in credito preffoo^
^nj fprte di perfòne , manfueto, humiie
cfreiii|)lar?,egrato.
DI ANTONIO
A {pada nuda con la punta in fu con vn ramo d'ollua attorno, è Tmprela di don
Antonio Londogno fpagnuolo , dalla qual figura ha trattala fotniglianzadc
fuoi difègniji quali fono in lui fiati Tempre intenti alla giuftitia & alla pace.an-
coracheper conferuation della pace hauelTeda giouinetto hauto intentione
di attendere alla guerra, inchinatione Tua naturale perche gli Antenati Tuoi
tutti hanno fatto profeflìon di militia onde fono ftati del fuo ceppo molti va-
lorofi caualieri . Le due figure adunque infieme congionte , dinotano l'animo
di eflb Academico . EflTendo però cofa certiìlìma,chc parendo à ciafcuno che la guerra fia inimi-
ca alla pace, di lunga s'ingannano con ciò fia cola che IVna non può ftarfenza l'altra, perche fé
non fuffe la pace non farebbe la guerra e confegucntemente non pò cffer la guerra fenza la pace,
e benché l'vna fia priuation dell'altra non ne fegue deftruttione,reftando in ciafcuna la potentia,
il che non è fra la morte e la vita, fapendofi che quando qual cofa muore non fi gH da la poten-
tia che pofia ritornare ne la medefimavita mammamente intendendofi di quella dell'huomo.
Imperò quando e in atto la guerra fi da la potentia che ritorni la pace, e quando e in atto la pace,
fi da la potentia che ritorni la guerra la quale dee farfi con legitima cagione , altrimenti la guerra
è tirannia, crudeltà, vfurpamento,violentia, partialitàeruinade populiedepaefi.eper qucfte
impertinenti diffentioni s'annulla la pace el mondo fi guaita .ha parimente quefto gentiliflimo
Academico voluto intender (come fi è detto;) lafpada per la Giuftitia la quale fi dipinge con la
fpada nuda nella man dritta e con la bilantia nella mano finiftra o,vero in luogo di fpada le fecu-
ri, è anco ftata veduta lafteffa Giuftitia, dipinta nuda affomiglianza di vergine fedendo fopra
vn quadrato di marmo, tenendo con vna mano la bilancia con l'altra la fpada nuda, in molte al-
tre diuerfe maniere e ftata dipinta. Similmente la pace in più forte di afpetto è ftata rapprefcnta-
ta j e per non cffer longo dirò come Tibullo la difcriue in quefti dui verfì .
In tanto
LONDOGNO «=
In tanto ; pace alma yieni lajp'ga tenendo j
De pomi el tuo feno candido ricco fta ,
è Egli ancor vero che la Giuftitia era tenuta per figlia di Gioue detta Aftrea,come fcriuc Polluce,
e le fu indrizzato l'altare , alla Pace lìmilmente fu dedicato in Roma vn gran Tempio, principia-
to da Claudio e fornito da Vefpafiano.Quefte due intentioni ha voluto /coprire l'Autor di tale
Imprefa . E perche è vero che la pace fomenta la giuda guerra , e la guerra difende la pace , me-
delìmamente la giuftitia mantien la pace e la pace mantien la giuftitia,appropriatilfimo adunque
ha ritrouato il beliilfimo ingegno di V, Antonio il prcfènte Motto cioè e v s t o d i ae c v s t o s,
e dopo la commodita del Motto fi è eletto il nome Academico cioè il s i e v r o ne difdicc fé ben
di quefto fteflb nome fi chiama vn'altro Academico Affidato , eflèndo diuerfe le loro imprefe .
La Famiglia Londogna in Spagna è nobile , & Illuftre e per dignità e per gradi di caualleria ,
e fé ne fono fin bora a^ettate le memorie per nominare i più famofi , imperò non è di poca te-
ftimonanza di quefta nobiltà il molto valore di Don Sance fratello del nominato Sicuro , il qual
Don Sance dalla fua giouinezza tenera fi diede allo efiercitio militare Se in molte fattioni d è ri-
trouato , fi che perii molto fuo valore meritò di effer eletto fin al tempo di Carlo V, Imperadore
inmaeftrodiCampo della militia fpagnuola con la quale, oltra il perfetto reggimento di cffa
mihtia,fièritrouato in molte vittoriofe imprefe, e particolarmente nel Piemonte al tempo del
Duca di Seifa, maifimamente nella efpugnatione di Moncaluo e prima di Centale , fortezze del-
le migliori e delle più forti di tutto il Piemonte , ma prima a quefte imprefe,fi ritrouò Don San-
ce alla efpugnatione di Melferano , e di Gaianino , e diPonzone preffo le Langhe , vltimamente
fi è ritrouato in Fiandra doue ha dimoftrato con il configlio, e con la vigilantia quanto esli fufie
vero maftro di Guerra , Si dilettò di vita cjuile e criftiana .haueua non mediocre dottrinale fcien-
tia & molto più d'hiftorie , era da foldati grandemente amato e temuto, e iè nel fior della Tua vita
non fufle venuto à morte,fi fperauan di lui gradi maggiori. Don Antonio fuo fratello d'aflai mi-
nore età fi diede giouinetto allo ftudio delle fcientie legali,fin che meritamente ne acquiftò il gra
jdo del dottorato, onde ha hauto il maneggio di molti honorati offitii, maifimamente Podeftarie
e di Milano e di Lodi e di Pauia , dopo ciò perle fue \^rtuofe & honorate attioni fu fatto
Senatore di Milano & bora è fiato eletto Prefidente dclMagiftrato ordinario fopra
l'entrate regie,perfcuera.oltra l'obligo del fuo offitio,di compiacerfi in ogni
forte di Mufica trattenimento degno d'ogni periòna graduata
& Illuftre, onde in ogni luogo è amato e riucritoda
tutte le forte di huomini, ne altrementi
può effere poicia che nello alpe
renelle parole e nel
le conuerfiitioni e tutto benigno,
gentile,grato e commune
mente benefico ,
X
DI FRANCESCO
VESTA Corona Ducale , con vn ramo d'oliiia da vna parte , & vn ramo di
palma dall'altra , da cui pende vna collana d'oro, la qual foftiene vn tronco di
Roucre, è imprefa di Francelco Oltrana Pauefe , il qualcaua la fimilitudine da
quel tronco da ic inutile, volendo inferire (imitando la natura della Rouere,
fpetie di Quercia) ch'egli confcruala proprietà di detta arbore, nata (come
ferine Plinio) co'l mondo, che da fcrittori metaforicamente è prefa per fortez-
za di corpo e d'animo &vlàta fecondo la proprietà dello ifleffo nome perla
robuftezza e gagliardia , come fi legge aprello Marco Tullio neiroratore,& nell pratione per Ro-
fcio Amerino ; icoprendo il detto Francefco la fua modeftia,in hauer voluto prendere vn tronco,
non tutta l'arbore , rapprefentando la (labilità e fermezza dell'animo fuo nella feruitù , fìgnifì ca-
ia per quella collana d'oro , la quale appela al ramo della palma,e dallo fteffo ramo folIcuata,vie-
ne parimente ad eifere fblleuatoil tronco, il qual da per lèftelfo nonfi farebbe punto potuto
alzare da terra , per lo che ben quadra il Motto , che dice ove alzato per se non
FORA H A I, & al Motto è commodamente conforme il nome Academico, cioè il fedele.
effendo vero , che nelle virtuofe attioni collocate à feruigi de prencipi, la fede rende fortezza al-
l'animo & al corpo . La corona d'oro con la palma e con l'oliua raprcfènta la fereniflima madama
Chrifticrna figliuola di Chriftierno Re di Dacia , o Dania , detta ancora Cimbrica , e di Elifabet
figliuola di Filippo Rè di Spagna, e forella di Carlo V. e di Ferdinando Imperadori . Non re/h-
rò di breuemente narrare , come la Dacia fu gran tempo lotto i SalTbni,i quali (cacciati da popu-
li di quel Rcgno,fi eleffero vn lor primo Rè cinquanta anni prima , che nafcelfe Giefu Crilto no-
fìro Saluatore . da quefto Regno vfcirono i Cnnbri , e da Henrico primo padre di Ottone il Ma-
gno nel ioo4.fu la Dacia conuertita alla fede di Crirto, nel 1398. gli antenati del Rè Criftierno
cominciorono à regnare e conquiftorno la Nouergia , e la Suetia, e lòtto quei prencipi viiTe quel
Regno fempre pacifico e criftiano . Morto pofcia il Re vltimo di quel fangue , cadde quel Regno
in infe-
' OLTRANA^ »'
Jn infelicilTima herefìa, Reftorono di Cri/lierno due figliuole reali di molta bellezza,caftità,e pru
dcntia, la minore detta CriftiernafanciuUina fumaritataal più ricco e potente Duca d'Italia, e
forfè fuor d'Italia , chiamato Francefco Sforza fecondo di quel nome, & vltimo Duca , e non la-
fciò dopo fé polkrità veruna , poco tempo dopo , morto il Duca Ci partì la Duchcifa Crifticrna
con vniucrfal cordoglio di tutto lobato di Milano^ conciofìa che chiaramente fi conofcclfe quan
ta tranquillità haueua da eflere , fé tanta alta Ducheflà fulfe rimalhcofi giouene al gouerno di
cofi grande , e fuperbo fiato . Il che nondimeno ha mofirato nella morte del fecondo fuo marito
del fingue reale di Lorena , che pur giouene ornata dì fingolar bellezza di corpo,e d'animo,con
marauigliofa prudentia nelle maggiori, e pencolofe guerre e difcordie in quelle parti ira Car-
lo V. Imperador fuo Zio , e Francefco & Henrico Rè di Francia , il fuo fiato , e l'vnico Sercnifiì-
mo fuo figliuolo difefe.La corona adunque nella prefcnte imprefa raprefenta la Scrcniflìma Ma-
dama Criftierna, al cui fcruigio per molt'annifu dedicato il predetto Oltrana Acadcmico Affi-
dato, la palma e l'oliua fono iinprefe della medefima Sereniffima, e del gran Duca Francefco fuo
primo marito , veramente conformi à reali penficri di fua Altezza .
La famiglia Oltrana è nobileSi antica nella città di Pauia,có voce vniuerfale,che fia fiata fcmpre
honorata, e di nome virtuofo e grata alla città,à parenti & à gli amici, e volendofi contare minu-
tamente degli antenati di quefia cafata , farebbe largo progrefib . Fu fra tanti vn Guglielmo Ol-
trana , il quale indirizzò vn'altare, & vn monumento nel tempio di fan Francefco, fu dopo que-
fìo Florentio figliuolo di Guglielmo , & auo del fudetto Francefco Academico, il quale fece edi-
ficare parimente vn'altro altare dedicato à fan Florentio ,&vna fepoltura nella chiefa di fanto
Epifanio,e fé le guerre non fufTero fiate cagioni , che ne i iaccheggiamenti e ruine di Pauia , mol-
te fcritture fufiero abbrufciate, e firacciate, o portate altrouc , fi vederebbono molte nobili & an-
tiche memorie di quefia e di molt'altre famiglie . Hoggi à i fiidetti nominati è degno fuccefl^ore ,
Il fedele Academico Francefco , li cui meriti in gran parte Ci comprendono nella filma, che di lui
fa la Sereniffima Duchefla Criftierna della quale è primo fcudiero , e di efi!b li è preualfo, e Ci prc
naie in negotii d'ogni importante bifogno , e per la fedeltà e diligcntia fua . La detta Screnifiìma
Duchefiaglihafpontaneamentcaifcgnato dugento feudi d'oro di entratal'annoa beneplacito
d'ella durabile . Parimente intefb il continuo tumultuare della città di Dertona fua giuriditione,
perle partialità ch'erano in quella , per metterui fefto , concordia , eleflè il dottor Pietro Paulo
Meligari lureconfulto , e fuo confìgliero , infieme con Augufto , e con Francefco Oltrani e fratel
li i quali con ogni piena autorità riduceflcro alla concordia la detta città co'l fuo territorio . Ha-
uendo fua Altezza dopo ciò conofciuta tutta via maggiore la diligcntia , & incorrottibil fedeltà
del fopranominato Francefco lo ha creato maggior domo maggiore de fua real cafa e configliero
de fuoi fiati , e più alto fua Serenità lo collocarebbe quando più alti gradi conceder gli potelTe fra
Tuoi più cari . Molt'altre cofe degne dilaudefipotrebbeno dire, le quali fi tacciono j
ballando folamente fapere che la fedele & honorata vita del fudetto acade
mico fa vero e chiaro tefiimonio di quanto fi dee filmare da cia-
fcunOjilche fi, vede e s'intende cometa Illufirifiima
Academia degli Affidati lo ama&
aflai lo pregia.
X »
DI HIPPOLITO
VESTI due Libri fono figurati per i dueteftamenti cioè,iI vecchio,&' il nuo-
uo,pofti per imprefa conueneuole di quefto degno prelato Academico . Il li-
- bro con dicci fegnacoli è il teftamcnto vecchio , doue lì contengono tutte le
mifteriofe figure che marauigliofamente predicono lo auenimento del Melìa
GiEsv Cristo e li dieci fegnacoli rapprefentano li dieci comandamen-
ti della legge,dati al populo eletto , accioche, e col cuore , e con l'opere tutti
gli oiTeruadero , l'altro libro con dodici legnaceli j è quello della nuoua legge
dinotando i dodici Articoli della criftiana fede .
La Famiglia Rofcia anticamente romana , detta volgarmente de Roflì Conti di fan Secondo
territorio Parmegianoèlllultre per merito di caualleria, di prelature, e di dottrina, & ancora
che per più di ottocento anni gli huomini di quella calata per le loro valorofeatrioni fino a i tem
pi di Otone , primo di quello nome Imperadore , fulfero più volte da Papi ( che all'hora faceua-
no refidenza in Oruieto) eletti per conlòli, e per capitani (dignità in que tempi di molto pregio)
non dimeno per non allungarmi troppo, cominciarò breuemente a trattare di alcuni moderni, e
primamente di vn Rolando Rofciojl quale oltra le marauigliofe doti del corpo, fu ancora do-
tato delle virtià dell'animo , molto letterato , di gran pietà, & amoreuolezza verfo i luoi amici, &
della fua patria Parma . Quello fu quattro volte conlble della fua città , e con grande ardire non
folamenrefoccorfe Borgo fan Donino da gran numero de potentati vicini alTèdiato ,• ma rom-
pendoli liberò la terra , come fi troua Icritto nelle hillorie di Parma . A coftui fuccelfe Bernardo
Rofcio in quel tempo che Federico Imperadore , fecondo di quello nome,tirannicamcnte s'in-
lìgnorl della città di Parma , all'hora quello buon cittadino, fatto vn gagliardo sforzo,quindi né
cacciò il gcrm;inico prefidio , e la futtopolc alla autorità della lànta romana Chiefa , fedendo al-
l'hora Papa Gregorio nono. Federico deliberato al tutto di racquillarla,vi pofe vn grollb elferci-
to attorno 3 e per potere più longamente , e con agio perfeuerarenell'airedio, edificò dalla parte
verfo
R\ascio «*
vcrfbPLicenzavn luogo nominandolo Vittoria. Ritrouandofila cittàin tanta ftrettezza , e ri-
dotta ad vna eftrema calamità , Bernardo ingrofTate le guardie , e raunata gran copia de foldati ,
aiutato da molti Tuoi amici,alla Iproueduta vici fuori, e valorofamente ruppe i nemici , e coli libe
rata la patria fccefpianare quella nuoua città • A Bernardo fucceATe Guglielmo , il qual veggen-
tlo di nuouo, Parma (ìgnoreggiata da gli Imperiali , & elFendo egli fuorufcito , né potendo lòp-
portare che la diletta Tua patria ftelTc fòtto quél inquieto giogo, vna macina partitofì da Borgo
làn Donino con buona copia di gente, prefa all'improuiita la porca di Tanta Croce .entrò nella
città, e le prigione Giberto da Correggio , che à nome dello Imperadore gouernaua la città . e
poi per defidcrio di mantenere in pace la Tua patria, diede per moglie Madalena Tua figliuola al
detto Giberto, il.che non potè però hauer forza di acquecare l'animo del Genero, perche rauna-
ti di nafcolto moki della Tua faccione , fcacciò a viua forza il fuocero il qual cutto mefto e dolente
il riduile a Padoua , doue fra pochi giorni fini la Iba vira , e fu fcpellito nella Chiefa di fanto An-
tonino come hoggidi lì può vedere. Coftui lafciò dopo fé tre figliuoli , cioè Rolando , Marfilio,c
Pietro, tutti huomini di gran valore, Rolando come generale della lanca Chielà,difefe Parma dà
AzzQ Yifconte . Quefto gouernò poi quella città a nome del Pontefice , e riceuè molti populi vi^
Cini obcdientialla lua patria . In; poi da Sigifmondo di Boemia Rolando infieme co i fratelli fat-
to padrone di Parma - Vgolino Rofcio fu da Papa Giouanni xxu.creato Vefcouo di Parma. Mar
lìlio fratello di Rolando , ornato dell'arti liberali, e famofo nell'arte militare , fu dal mcdehmo
Sigifmondo parimente con priuilegi confirmato fignore di detta città.Coftui fu grato a Ludoui-
co BauarOjC fu generale ce Venetiani nella ilpugnatione di Verona,e ncU'acquifto d'vna tanta vie
toria morì . Pietro viuendo ancora Marfilio,fu eletto capitano de Venetiani, de Fiorentini,& del
Marchefe di Ferrara per debellare Martino della Icala, ne Marfilio , ne Rolando il giouene man-
coronodi ritrouarfiin tutte quelle faccioni, e guerre fin canto che Maitino fu fuperato , Nella
ifpugnatione poi del cailello nominato Monfelice fu ferito del che né mori cffendo giouine.Iaco
mo Rofcio nato di Marfilio,fu Vefcouo di Luni & di Verrona,& poi Arciuefcouo di Napoli. Pie-
tro cognominato il Magnifico Terzo nipote di Pietro il vecchio , oltra le lodi che meritaua per
la; lua molta 'doccriha , fuancoraVam'ofoTldrariiii, con ie quali liberò Parma dalle mani di Otto-
bonotiranno.nella quale e venuta poi in potere di Filippo VifconteDucadi Milano cacciato-
ne Rolando Pallauicino; vilfc quietamente. Piecro Maria il giouine fuccelfe Conte di fanco Se-
condo prima genicura e padre del lo pran orni nato Hippolito Vefcouo , & Accademico , fu vera-
mence in queflo noftro fecolo la gloria dell'elfercitio milicare. Seguitò Carlo V. a Vienna , a Tu-
riih , & in altri luoghi fempre col fuo grado di Colonello , allenato fotto la difciplina del gran
Giouanni de Medici fuo Zio, e mentre ch'egli fedelmente focco Cefirc s'inuiaua all'alcezza di
maggior gradi; fu dall'alcrui inuidia perlèguiraco ; onde chiamacoda FrancefcoprimoRede
Erancia , per i fuoi merici fu ornaco del collare di fànco Michele , e di cucce le dignicà milicari, ma
nel fiore^ieli'età fua morì • Hebbe il conce Piecro Maria più fracelli alcri nell'armi valorofi;& alcri
honoraci per prelacure . Lalciò ancora molti honoraci, e valorofi figliuoli , fra i quali il primoge-
nico è il Conte Troiolo gratilfimo caualiero al Re Catolico, pieno di valore & capitano di caual-
leria. Hippolito,è l'altro eletto da Dio a fuoi fanti feruigi per Paftore del fuo gregge nella città di
Paula , quefto relìgiofamente gouerna le lue pecorelle , piaceuolmente le ammonifce, e rigorofa-'
mentc le caftiga , e con tal defirczza regge il fuo clero che in pochi luoghi della crilhanita fé ne
può vedere vno cofi bene & religiofamente infticuico.Diftribuilce i fuoi beni alli edificii ccclefia-
itici , a peneri , & a loftencamenco di fua famiglia , e per ciò ha egli vfato il Motto r e g i m e h
BiNC ANIMI ecognominafioRTOF i lo cioè amatore del retto, il che Egli moftra in cucce le
fue accioni le quali furono graci & effemplari dinanzi agliocchi malfimamence del fmcillìmo con
eilio Tridencino, per la qual cofa moki principali Prelad lo amano e lo ftimano aliai onde (Ih*
^eranza di grado maggiore. ^
DI LVCA
"^ due Colonne ad Imitatlone di quelle del teftamento vecchio , che Dio glo^
riofo diede per ifcorta al populo d'Ifraelle, che caminando per vn gran defer-
to , vna delle quali col fuoco in cima , o che fuffe tutta fuoco in guifa di colon
na , fcopriua di notte la ftrada accio chel populo fudetto non perdefle il cami-
no, l'altra col fumo fu la Vetta ,o che fufle tutta fumo , pur inguifa di colonna
chel giorno palefàuail dritto vÌ3ggio,ondeil populo di Dio caminauacon cer
ta e fìcura guida.fono Imprela di Luca Contile,onde egli caua la fòmiglianza
de fuoi penfieri, volendo inferire che a quella felua,quefta noftra humana vita s'allomiglia la qua
le caminando per quefto ombrolb ofcuro e tenebrolò mondo,lèmpre quiui fi vede perduta la via
o fmarita , come ciò canta Dante nel primo terzetto del primo capitolo dell'Inferno cioè
TvjY/ wfi^o del lamin di nojlra vita
Mi ritrouai in vnafelua ofcura
Che la diritta via haneofmarrita.
Volendo dinotare quel mirabii Poeta come quedo mondo terreno fi pofià meritamente chiama-
re vnbofco inhabitabile fpauentofoepicno di fmarrimenti, nccifitruoua mailadirittafira-
da , fé non con la fcorta della diuina gratia , la quale altro non è ch'vno ineftinguibil fuoco della
infinita mifcricordia di Dio. Il fumo di giorno ci guida per quefto Defèrto, perche il Sole ci
abbaglia troppo la vifta per gl'infiniti oggetti terreni , de quafi il fenfodiuenendone vago fuor
di raifura, abbandona le fleffo, onde l'anima lo rtrcnge a prender la dritta via conia guida del
fumo cioè con fcrare gli occhi jitani oggetti mortali , elfendo vero ch'in tal maniera fi può cono-
fcere Dio,e ciò dice 11 Profeta Dauide in vno de fuoi Salmi cioè Sicvttenebraeeivs ita
ET LVMEN Eivs.lo conofcc il criftiano per lo lume della gratia , e non lo conofce però con la
forza dell'intelletto per la olcurità della fua incomprenfibile Eflèntia , ofcurità , dico, in quanto
alla noftra debolezza & indegnità, e ben diflèlfàia al 4J. capitolo. TV dio sei nascosto
- ' & in
CONTILE i}
te in vno de fiioi Ibnetti crift jani qucfto Academico a tal propofito cofi dice ,
Come vno e ftmpliciffìmo Monarca,
f; E Dio tenebre agli occhi a cuori errore j
2U come di Vietate immenfo ^more
Ogni cofa è di lui ricetto & jlrca
DI quefta Imprefa già pafFati 14. Anni, fu il Contile inuentore.e moflrolla al Rufceiii il quale ha
uendola attribuita a Bartolomeo Vitellozzi , di nulla ha difpiaciuto allo fteflb inucntore.vero è ,
che per dimenticanza il fudctto Rufceiii non vsò iJ proprio motto cioè altervtra monstra
TVR ITER, a propofito della inuentione del fudetto contile il quale imitando la (òpranomina-
ta hiitoria , promette con i continui preghi a Dio , di caminare in queita valle ofcura con la gui-
da dell'vna e l'altra colonna, onde academicamente ha voluto chiamarfi il g v i n a t o , confidati
dofi nelle parole di Giefii Crj(to quando dice, ninno viene à me fe'l mio Padre non lo tira. Q.i!e-
fto Academico è difèefo della antica fìimiglia Ildobrandina , detta hoggi Contile.ma quando
mancò la buona fortejfi tacque il primo cognome . Il Bilàuo fiio, per non ricordare i più antichi,
fìchiamòGiouannihuomohonoratoeiHmato e finì in lui la miglior fortuna più per difgratia
che per demerito.L'Auo però dello ftelTo Guidato fi chiamò Luca fu huomo di conto,prefe mo-
glie in Perugia , da canto di padre, fu lei de Beuignati, antica familia e nobile, da canto di madre
de Baglioni, i quai parentadi arguifcono chi fulle la cala Contile - Il padre del mcdcfimo Acade-
mico rimafto folo del fuo làngue , difcadè dalla nobiltà non già per opere di mala vita , impcrcio
chequefta calata non patì mai voce d'infamia,ma per effercitio non conueneuole a gli antenati
luoi.Rimaleil Guidato fc-nza padre di xv.anni con quattro fratelli minori di lui. Egli di x.anni fu
alleuato in Siena,attefc alle lettere & alla mufica.fhidiò in quella città in gj^mmatica in Logica,
in filolbfia& nelle fcientiemathematiche:dexxiii,anni andò a Bologna, quiui fottoilBoccadi
Ferro ftudiò fette anni , fu molto amato dal fignor Giulio Boiardo Conte di Scand!ano,e mena-
to da lui con molto fauore per tutta la Lombardia , fu condotto a R orna dal gran Cardinale Tri-
uultio detto Auflino , quiui con molta commodità frequentò gli ftudii per fei anni, e fu riceuuto
nella Academia della Virtù doue era il eoncorfò de primi fplendori di tutte le fcientie. Mandollo
il fudetto Cardinale a Milano perche alcune cole d'importanza negotia(Te col Marchele del Va-
fto. il quale Guidato, dopo lo hauere bene fpediti i negotii, fu ritenuto a feruigi di fua Eccel. an-
cor che mal volentieri haueffe lafciato Roma , hauendo ièmpre haucoil cuore di fèruire alla
Chiefa.fu mandato poi dal fudetto Marchefe a trattar diuerfi negotii con diuerfi Principi. morto
il Marchefè,fu dato al gouerno del Marchefe di Pefcara d'anni x vi.accompagnollo a Napoli,on-
de il fudetto Guidato fi partì con buona & honefla occafione,e ritornato a Milano, fu molto gra-
to a don Ferrante Gonzaga il qua! ^\ preualfè di quefto Academico in molte honorate occafioni.
partito Don Ferrando dal gouerno dello ftato , fu chiamato dal Cardinale di Trento, ancor che
iulfe apparecchiato di ritornarfene a Roma, feruì con molte fatiche anni fei , fin chel detto Car-
dinale partì dal gouerno di Milano , il Guidato dopo ciò andatofenea Piacenza,fu richieflodi
andar a 'Vcnetia per negotii del Sig. Sforza Pallauicino,e quiui fu connumerato nella Academia
Venetiana . Ritornato a Milano , fu mandato CommilTario in Pania doue era principiata la feli-
cifTima Academia degli Affidati la quale amoreuolmentefidegnò di riceuerlo,doue già dieci
anni fi e trattenuto & anco fi trattene fin tanto ch'altra piu commoda occafione £?li mandarà
Dio Sanci;Tuno al quale ha indirizzata la vifta del cor fuo .
DI CESARE
A Palma nata fra fa/ìì quafi luoghi infòliti di fi degna, pianta la cui mirabii na-
tura e prerogatiua è a tutto il mondo manifcrta^èlmpreladi CefarMaio da
Napoli . traggendo Egli la fomiglianza del Tuo natale , e de fuoi pafTlui e f utu-
ridifegni. Eifendo la verità che quefto Academico nato poueramcnteedi
lignaggio ofcuro,ha con le opere moftrato che ancornei luoghi inculti,e fafTo-
fi la natura fa. produr arbori è frutti di ftupore e di marauiglia come veramente
i luoghi tali iìeno indegni dei locati loro.Cauapanmcntela fomiglianza de
fiioi penfieri dalla natura della Palma laq uale oltra che refifte a pefì & alle violentie.è anco arbore
dedicata a Pallade cioè Sapientia, dmotando quefto valorofo Academico douer fempre con l'a-
nimolìtà del cor fuo refiftere al pefo della pouertà e della fua baffa forruna , anzi con naturai fa-
pientia , e fortezza e robuftezza di corpo lì è pofto(fatto foldato ) a tutti i pericoli di fortuna e di
guerra, nes'auilì mai fé bene era nato d'arido terreno, & a quefto propoiìto ha vfato il Motto
NEC A R V I T , che fé la Palma e nata fra faflì venne però creicendo e fruttando , lenza feccarfi
però fi volfe academicamente chiamare I'a r i s i e a t o .
Nacque Cefare per quanto fi legge nella hiftoria della fua vita , in Napoli , altri dicono
in vna villa fra Napoli e Matalone.e fuo padre fu medico, non fi fa però fé fufle dottore,o no^mo^
ri che Cefare era di quattro anni j e maritatafi fua madre lo abandonò onde andò ramengo per
quei contorni , venuto alla Età di xvii.anni fi deliberò di accompagnarfi con alcuni e far l'elfer-
citio di guerra . Però haucndo prefentito chefi faceuano guerre in Lombardia,fu auucrtito che
vna nane carica di viandanti partiuaper Roma, egli s'accompagnò con certi & entrò inNaue
ma come il vento fuife contrario ne fi fperaua per qualche giorno , che fi potcifcro partire, clfen-
dogli rimadi in borfa circa fette , o dicci carlini , Imontò e prefa la via per terra alla volta di Ro-
ma douc arriuato hebbe forte di accomodarfi, con vn Cortigiano ipagnuolo col quale flette mol
to tempo , ma come Cefare fulfe di robufta , e gagliarda vita , accortofi che la moglie del corte-
giano
MAIO »4
giano gli haueua a tutte le hore l'occhio adoflb, è di più tentatolo in diucrfe maniere, diibbiofb
chcl padron non fé n'accorgefTc , ritrouatofi à ordine, fi partì per Lombardia & andò a Crema e
quiui da Renzo da Ceri fu afloldato , nelle quottidiane occafìoni per dui anni dato buon conto
di fé , fu trattato di doppia paga , e due volte combattè a campo chinfo , eflendo venuto alla età
di trentatre anni in circa fi deliberò di andare alla guerra d' Vrbino fatta da Papa Leone^e fu gra-
duato dal Duca e fuquefto chelopofe inanzi . Finita quella guerra ritornando in Lombardia
per fufpetto fu prefo da Signori Venetiani e lo tennero per molti mefì in prigione , e col mezo di
certi frati fcampò di carcere , andò alla volta di Milano elicndo il Duca Francefco fecondo affe-
diato in Cartello , s'accomodò Ccfare con la militia Italiana condotta a feruigi dell'Imperio ma
prima fu chiamato dal Medechino che fu iVIarchefe di Marignano e fu di molto giouamento
allo fteifo Marchefe malfimamente, che Cefare oltra molte altre fittioni , prefc Mandello
e cominciò fin a quei tempi acrefcere in maggior credito, militò fotto Profpero Colonna e
poifottoil Marchefe di Pefcara il Vecchio, fece molte prone come capitano fotto Antonio
da Lena e fu egli cagione che fuife rotto Monfignor San Polo, fu mandato a Pania dal Leuci
vsò gran vigilantia fatiga , e confeglio per difender la città , hauendo egli la parte dell'Arfenale
in difefa, ma non hauendo la pouera città prefidii a badanza fu prefà e crudelmente fàccheg^ia-
ta.fi ritirò a Milano e fu mandato in Piemonte dal cardinale Caracciolo fucceffo Gouernatore al
Leua,fi portò nel pafiare i monti , che fece il Delfin di Francia, molto valorofàmente. fiicceduto
il Marchefe del vafto al Gouerno & al Generalato per S. Cefarea Maeftà in Milano , fi prcualfe di
Cefare fatto Colonello e Gouernotore diVulpiano, onde fempre per molti anni fu moleftoa
Turino e fu per prenderlo con la firatagemma de carri di ficno,fe non fulfc ftato il difetto d'alcu-
ni . Si ritrouò alla giornata di Ccrafuola . Si trouò al foccorfo di Nizza , fu de principali alla efpu
gnatione del Mondoui , chiamollo Carlo V. alla guerra di Germania & hautane quella gloriola
Vittoria creò Conte d'Ano Celare e Marchefe di Monchriuello e maftro di campo in Piemonte
doue ritornato fu chiamato da Papa Pio 1 1 1 1. e gli eflìbi gradi in feruigio della chiefà ma
non volfe abandonare i feruigii del Rè Catholico prima che fulfe chtamato dal Papa
fu fato Gouernatore di.Pauia . Seguì il Marchefe il giouine nel fecorlò di Cuni ,
efpugnòPonzone, eifendo Gouernatore di Milano Don Giouanni Fisjue-
roa, fi ritrouo col Duca di Seffiuiellaefpugnationedi Centaleedi
Moncaluo • Finalmente rappacificate le cofe fra il Rè catolico,
& il Rè Henrico di Francia, fu fatto Gouernatore di Arti e
quiuidiS^.anniin circa finì fua vita,effendo flato
fempre huomo giuflo e crifliano.come nelle hi-
ftorie di fua vita ftampate Ci può appienQ
iàpere quanto fia flato il
valor Tuo •
DI HESTOR
: R A le Aellc figurate nel cielo ottauo (che fi dice ancora fermamento)lè ne ve-
de vna eclifTata , & in parte ofcura , e qiiefta è Imprefa di Heftor Vifcontc ca-
uando dalla parte ofcura fra le tante altre in tutto lucide e chiare la fomiglian-
za dell'animo fuo , & della fua intentione , impercioche prefumcndcfi egli
dielTere huomoper fangue chiaro , e per fatti ofcuro in quanto alla fama
& alla buona notitia , che donerebbe effcredi lui , ha con ogni inftantia
ricercato di entrare rell'Academia de gli Affidati , la quale egli paragona alle
chiariiTime fìelle del cielo , per conto delle virtuofe , e nobili pcrfone , che in effa Aciidemia col
mezo delle fcientie mandano i raggi del buon nome per tutti i luoghi, confidandofi Hcflor fatto
AcademicOjdi partecipare di quel tanto (plendorc, e t he in tutte le parti la fua ftella diuenghi lu-
cente e chiara co'l mezo ancora delle virtuofe e caualierefche operationi fue. e pero egli fi è com-
piaciuto di accompagnare quefta fua figura con quello motto hic fvsca nitebit. e faggia
inente quefto generofo Acadcmico ha faputo di iì leggiadra e gentil Imprefa accommodarfi,imi
tando la natura cclefte , e dimoilrando come in niuna altra più commoda maniera può rhuomo
di honore , guadagnarfi il buon nome, fé non con la conuerfatione de dotti , e de gli amatori di
virtù, e di gloria , ne per altro Iddio , e la Natura hanno fatto che l'hucmo fia animai fociabilc ,
fé non perche gli Idioti conucrfino con i dotti, gli ignobili , coi nobili li ftolti , co i faui , i pufil-
lanimi , co i magnanimi , gli afpri con i benigni , i trilli co i buoni , e ben fi vede e fi toccaCcome
fi dice) con mano di quanto giouamento fieno le virtuofe congregationi nelle città , per le quali
non folamentc fi viuc in quiete e pacificamente in effe città, ma ancora nelle prouincie, e regni,
conciofia cofa che 1* otio nelle perfone ritirate e fenza pratica, cagiona molti difordini, come di-
fegni empii, crudeli, e dishonefti, onde ne riefcono poi le rouine de populi. Ha voluto quefto
Academico chiamarfi L'offvscato, nome veramente conforme & alla figura & al Motto.
LaftirpcdicuiHeftorèvfcitoè chiariflìma & Illuftrc in tutto il mondo e fàràfempre tale in
tutti
VISCONTE «^
tutti i fecoli e ben fi fa chi fia la famiglia de Vifconti, la quale per molto tempo,ha tenuto il prìnci
parodi Milano, e quafi di tutta la Lombardia e di vna gran parte della Liguria , e della Tofca-
na , di quello langue e de capi principali è nato quello Academico detto Toftufcato , ne è cola
conueneuolein coli poco (patio trattare di quella generolaflirpe, il cui valore, non baftano mol-
li libri (che llampatilònoj ad ilphcare, imperò cheècofa nota, che gh antenati di Heftorfono
vfciti da Bernabò Fratello di Galeazzo , e nipote del fecondo Mattheo, e fuccelTmamente quel-
li che ne nacquero hanno mantenutole mantengono la linea di cofi lUullre progenie la quale per
ledilfcntioniedifcordieèrimafapriuadicofi polfenteegran dominio, paflfato poi per mellito
<licauallierefcovalorejnella inuicta cafa Sforzefca, della quale mancata la linea, per ragione U
detto dominio e peruenutofotto l'autorità della Augnila e reale cafad'Aullria.IlpadrediHe-
(lor Academico full fignor Pallauicino Vifconte perlbnaggio dalta (lima, e d'animo inuitto.
Hebbe quello figliuolo , e fin da picciolo lo cominciò a far elfcrcifrc nell'armi, e giouine di win-
titre anni hebbe il grado di colonnello alla Mirandola & vna compagnia di caualli , venuto poi
in potere di fé ftelTo per la morte del padre, volfefeguire la parte Imperiai e, onde colPrencipe
di Sulmona(generale della Caualleria leggiera deputata al prefidio di Milano ; molto ad ordine
di caualli , e d'armi e di fcruitu andò alla guerra di Germania contra il "Duca di SalTonia & il Lan
granio, ne dindi fi parti fin che la gloriofa memoria di Carlo V. non nerimaneife felicilGmo
vincitore , nella qual guerra egli fu conofciuto per caualiero di animo inuitto , e molto fuegliato
e pronto , e fu molte volte veduto e lodato da elio Imperadore . llitornato in Italia & in Milano
Sua patria,hebbe llipendio da Don Ferrante Gonzaga . Non mancò parimente di feruire al Du-
ca d'Alua , il quale dopo Don Ferrante hebbe il gouerno dello flato di Milanofimilm ente dopo
il Duca d Alua fuccedendo al gouerno del detto lìato il cardine! di Trcrito,& il Marchefe di Pef-
cara il giouine al generalato della Militia, hebbe Heftor vna compagnia di cento caualli leggieri.
Occorendo di poi la guerra contra il Duca di Ferrara andò per feruire al Duca di Picacenza,e di
Parma e fempre in pace & in guerra ha dimollrato di ellerveramente nato dì quel fangue lUullre
& in tutte le parti del mondo celebrato.Finite per all'hora le guerre di Lombardia ritiroifi in Pa-
ula , doue per alcuni anni (communemente amato e da tutti ben veduto) ha dato opera alla Icien
tia Platonica , & alla fcrittura facra , & alla mufica & in quel tempo fu riccruuto nell'Academia de
gli Affidan , e nella congregatione de caualieri del Sole,pure nella medelìma città . Fin tanto che
poi è flato chiamato dalla Signoria di Vinetia, datogli il carico di Colonnello , alla quale ancora
perfeuera di bene e fedelmente leruire, Iperandofi nelle fueottim.e qualità c'habbiada crelcere
gloria al fuo honorato nome maiììmamente pollo in guardia di Scbenico luogo nobile antico &
importante nella Dalmacia doue l'impeto de Turchi hanno l'occhio e l'animo , malfimamente
che quindi poco lontano pofledendo i nimici vn luogo antico detto Scardona dal nome del fiu-
me che pafià vicino , e giorno e notte & a tutte le hore infellauano e teneuono occupato Sebeni-
co, per laqualmoleiliaHeflorre lì deliberò di leuarfi quel pericolofo flecco dinanzi agli occhi»
onde attaccata con inimici vna fiera fcaramuccia& egli come valoro{o& accorto rinforzato il
vigore de fuoi , non follmente pofe in fuga i nimici , ma tolfe il luogo & a brugiollo e lo ridufle
inhabitabile. Li Turchi conofcendo quanto danno portalfe loro non hauerevn riduttoperpo-
ter moledar SebenicOjl'anno leguente con ogni preflezza fopra vn gagliardo fito edificorno vna
terribil fortezza chiamata Scardona nuoua à Sebenico più vicina , per la quale li noflri non ha-
.uendo veruna ficurezza pervlcir fuori a prender acquadolce,Heflor caualiero vigilante vna
marina di buon hora y mandò a fcalare la fortezza, ma come quei foldati non fi rificaflèro man-
dò fei fuoi gentilhuomini principali che fuffero i primi a dar animo a fbldati,fra quali fu Giouan
Batrii'aDolenache montando lafua fcala diede animo, entraro dentro ^amazzorno tutti quei
Turchi, molti ne fecero prigioni , guadagnaro l'arteglieria e ridulfero quel luogo inhabitabile,
maggior cofe fi fperano di tanto caualiero , ricrouandofi in cafo o, di vincere, o di honoracamen-
te morire per Grillo ,
Y s
DI CARLO
I queAa figura Galaxla ('fecondo Arìf^oteIe)tre cofe fi comprendono , la prima
è che la fi rapprefenta a gli occhi noftri come vna certa flrada biancheggiante
nel fereno della notte , & è detta cofi da >eA* nome greco che dinota bianche^
za,& è quefla a fimiglianza d'vna nuuoletta chiara , e rara il cui principio è da
Gemelli al Sagitario Chirone, dapoi nell'altra inferiore di mczo ritorna dal fc-
gno di Sagitario ai Gemelli ''per quanto fcriue Alberto nel j^rimo libro al trat-
tato fecondo al capo feflo^la Galaxiaèlume diffulb, ediftelb perii raggi d'in^
finite flelle che fi toccano infieme nelle più fpelTc parti dell'ottaua sfera,& à certezza della verità
è da notare che la Galaxia apparifce in quelle parti della ottaua sfera per la moltitudine , e fpef-
fezza delle fudette ftellc, che fcambieuolmente, e fermamente fi toccano , onde per la flrettezzai
effendo lucida fpargono li raggi, i quali l'vn per l'altro fi fpezza e s'interrompe e per tale fpezza-
fnento (che'l latino dice refrattione j cagionano il cerchio bianco , fi dice nelle più folte,o denfe
«arti del cielo flellato, perche nel cielo oue fono le ftelle, quiui è la parte di quel corpo sferico più
fpeffa,epiudenfa, elaftellapoièlapiù denfa parte del fuo orbe, come fi legge nel fecondo del
Cielo. Né feguita per queflo , che in quelle parti doue fono tante minutiflime ftclle, fia grandilTi-
ma denfità, la qual'è caufa che'l lume fia bianco,& non fplendente , Quefìa è la opinione di Ari-
notele feguitata da Alberto magno fecondo l'antica traslatione. Tuttauia fìudiandofi la nuoua,
trouiamo che'l fìlofofo dice nella fua Meteora al capo terzo,la Galaxia effere della medefima ma-
teria che la cometa cioè di vapor tcrrcf tre infocato, la qual nuoua traduttioneèfalfa. Teniamo
.dunque con Alberto il qual dice nel primo libro della fua Meteora nel trattato fecondo al fefto
Icapo che la Galaxia è riceuuta nella ottaua sfera in quato alla vecchia traslatione fecódo e qucfta
fimilitudine cioè che quella bianchezza fia riceuuta in effo cielo ottano come nel mezo a giufa.dte
le fpecie ricpuute nel mezo del corpo trafparcnte, e fono portate all'occhio, in quella iftefla ma-
niera è riceuuto il lume del Sole nella sfera di Venere e di Mercurio, e della Luna & in tutti tre
.JB O R.R O M E O l I «^
gli elementi fino alla terra. Quefta Galaxia e via lattea , li poeti dicono efTere la firada per onde
pailano li Dei quando Ci congregano infieme per confultare.lmperò è figura che ferue per impre
ià di Carlo Borromeo/coprendo in efla la purità della Tua intentione pigiiado quella flrada bian
ca per la purità,e caftità della crilliana Chiera,e allegoricamente lì prende che altra ftrada non fia
degna di elTere vfata per traniìto , fé non dalli Dei cioè da gli eletti, e s'interpreta Galaxia per la
Chiefa (come s'è detto)per onde non hanno tranfìto in quefta vita, fé non chi è callo , pouero,&
humile , confermando fan Cipriano la caftità eifere il fiore del germine ecclefìaftico, con ciò fia
che la caftità leghi ogni peccato . Per quella candida e pura ftrada della Chiefa criftiana promet-
te queftoAcademico affidato caminare fin che gli dura la vita in queftofecolo, alla cui figura è
conforme il Motto cioè .monstrat iter, è conforme ancora il nome Academico che e
l'i N F I A M M A T o cffcndo vcro come canta la fanta Chiefa nell'Hinno dell'hora di terza.che la ca
rità è vna fiamma di fuoco, e Paulo dice Dio fantilfimo eiTerc vno fpirito ardente . Molti altri di-
uini fenfi ad inftruttione del vero criftiano, (\ nafcondono in quefta imprefa veramente propria e
vaga di vifta , Carlo Borromeo è nato di quel fangue Illuftreilqualhatanti titoli di contee e di
iìgnorieefu parimente ornatala famiglia Borromea di valoroficaualierii quali di bellezza, e
grandezza di corpo erano nell'età loro a tutta la Lombardia di marauigh'a e di ft upore . Quefta
iftefla famiglia non è ftata mai tirannica, non micidiale , non feditiofa , anzi come fi vede,è ftata
in Milano communemente amata,riuerita,& ftimata, apparentatafi con tutte le prime nobiltà di
Milano , fra quefti fignori fu Giberto Conte Borromeo di honorata , e criftiana vita,fu padre di
Carlo meritamente fatto Cardinale & Arciuefcouo di Milano dalla fàntiifima memoria di Papa
Pio mi. fuoZio. Queftocofi giouinetto, difprezzatele richezze,e le pompe del Mondo fi fafe-
raficoeftempio fra gli altri prelati e luce la fua luce fra gli huomini ogni giorno più chiara, e la
lua greggia ne i troppi graffi campi d'Infubria troppo diftoluta e grafia diuentara , fotto il foaue
giogo e leggier pefo della vita di Crifto obediente e diuota l'ha ridotta, la qual cofa per manifefto
»:iiracolo da ciafcuno communemente fiftima,eperchele opere di quefto deuotiffimo Prelato
Academico trappafiano tutte le laudi che meritamente darfideono, però Udirne più a pieno
non fa di miftieri , ancora che tacer non fia lecito olt'ra la mariuigliofa mutatiorie del fuo Clero la
mutatione ancora degli editìcii profani ridotti in habitationi ecclefiaftice efpirituale , ne ceffa A
diuoto miniftro di Crifto, leuar via tutta la vanità e fuperfluità che non folaméte oftendono Dio
ma ancora l'honor del mondo,adunque quefto Paftore non mercenario, ma dal cielo mandato e
dal cielo per manifefto miracolo delle terribili e diaboliche infidie miracolofàmente difeibho-
riamo,& inuitiamo con pregar Dio che a benefiitio comune lo conferui,oltra che dalla buona
& elfemplar iftitutione del Clero , rimane con marauiglia ammaeftrato il Clero & è vero che co-
me l'animo è buono è b nono ancora il corpo,e come è buono il Paftore fono buone le ì
pecorelle,& hoggi per quefto criftianiffimo Arciuefcouo li mondani in Mi- ^
lano fi fono ridotti in tanta ofi!cruanza della fanta & immacula-
ta fede.che fembrano veramente religiofi e fé cofi per
tuttto fi faceife/enza dubio la Republica
criftiana farebbe vero modello ■
della celefle patria . .e
DI GIO- FILIPPO
VESTA Imprefà fatta di vna Vite, la quale fenza fòftegno fé ne va ferpendo
per terra, einuentionediGio.Filippo Gherardini Fiorentino , onde la Vite
quantunque habbia virtù di fruttifìcare,nondimeno fenza aiuto non riceuen-
do aria nutritiua,va fterilmenteallongandofi . La vite per quanto fcriue il Ru-
ellio nel primo Tuo libro della natura delle piante , è arbore . Ma fé quefto Au*
tore vuolei come ancora Theofrafto,che arbore fi chiami quella pianta la qual
crefce dalla radice con vn fol tronco,(S(: ramofa, i cui rami contenghino ramu-
fcelli,che s'addimandano da Latini furculi , da quali efcono poi fronde fiori fruttile che la natura
gagliarda fenza verun'altro appoggio la fa crefcere, e inalzare , e fpandere & ingro/far i rami, co-
me fi vede nell'oliua , nel pero, nel pomo,nel fico,neirolmo, nella quercia , e fimili , non effendo
quelle parti nella Vite , io non direi ch'ella fuflè arbore , e quantunque ella abondi de tralci , di
pampiniedi caprioli, non però da fé rtefla fenza fbllegnofi leuainalto, neancoilfuo tronco
s'ingrofla troppo a! paro di qual fi fia degli altri fudetti arbori,e però fecondo il mio parere, ftima
rei che la fi doueffe connumerarc tra gli arbofceglli,che i Latini chiamano frutici,come fono i gi-
nepri,la cannajla ferola,rhedera,e di fimil quantità,ma pure non hauendone io di quella materia
più notitia che tanto, mi rimetto à quanto hanno di ciò fcritto i più graui x'\utori di quefta pro-
felTione. Giouanni Ruellio,di autorità di Marco Varrone,dice che la Vite è cofi nomata dallo in-
uitarealafperanzadi raccorne l'vue . Quella però con la cura e maeftria dell'huomo , fruttifica
molto piu,e più longo tempo , percioche lafciata inculta^diuenta torto vecchia,e flerile, fi diften-
de la Vite dal tronco in lunghe verghe , o pvilmiti che noi chiamiamo tralci, ofarmenti,i quali
hanno li nodi , e fono appellati palmiti perche fono quafi alla fomiglianza della palma della ma-
no , dalla quale riefcono le dita . Troppo lungo farei s'io volcfiTi minutamente raccontare quante
fono le forti delle viri, e dellVue , delle quali fi fanno i vini, cheanch'eflì fono di diuerfi fa-
pori , e colori , come di roffo , e di biancho, e di più roffo e manco rolfo , e di più bianco e meno
bianco
GHERARDINI «^
bianco , e di color d'oro, di dolci, di garbi , di mofcatelli, di acerbi.e d'altri Hipori. Li Bocttii po-
puli delia Gretia vogliono, che la prima vite del mondo nafceffe a ThebejCofa da ridcrfcne , co-
me fé non tufTc più che manifcilo doiie e quando prima nafceffe , bafta bene che qucfta arbore
Cper dire come gli altri ) è da tenerla fra le più degne, e più neceflìirie , che la terra produca , e da
mano dhuomo lìa coltiuata,di che mi pare hauerne detto à baftanza per quanto ò ncceffario per
qucfto prefente fuggetto.Quefto folamente mi pare di aggiungerui.che'l Saluator noflro volfe af
fomiglian'ì alla vltcquando diife à fuoi Apoftoli_Ccome narrano gli Euagelifti) Io fono la vite voi
li farmenti.Non e ftaco adunque fé nò giuditiofa inuentione quella dell'Autore di quefta nobil fi-
gura , con la quale egli palefa la fua virtuola intentione, che mira ad attioni honorate, e degne di
lode, imperò non ritrouando alcuno appoggio ofoftcgno, è sforzato contrailluo buon animo
per mancamento di aiuto e non di virtu,girfene chino , feguitando più torto ciò, che la forte vuo
le 5 e non quello, à che lo fpingc la fua nobiltà, per la qualcofal] preuale della vite collegarain
parte con l'arme della fua famiglia, che fono fette foglie di vite, col Motto o p i s indio A,ani-
ma veramente à fi honorato corpo conforme , oltra che con buon siuditio voglia ancora cllèr
chiamato Ioaffettvoso, gratamente nell'Acacemia de gli Affi dati riceuuto, attefc^ l'intrin-
feco del fuo cuore , che pcrfeuera accefo & ardente nel defìdcrio di bene operare , fc bene cflrin-
fecamente non lo dimofira , non per colpa fua (come fi è detto ) ma per l'altrui difetto, cofì tutta
quella Imprefli ad imitatione di natura ha la fua intera e giuditiofa proprietà.
Quello Gio.Filippo Academico è nato della fchiatta antica e nobile de Gherardini de princi-
paU cittadini nella città di Fiorenza, i quali hanno fbmpre hauuto dignità e gradi in quella Re-
publica , e la teflimonanza della nobiltà di quella famiglia fi conofce in gran parte da gli edificii,
e da gradi, vedendofì ancora hoggidi in piedi la loggia de Ghcrardini,e quefti tali edincii non pò
renano effcr fatti , fé non da nobili , e antichi cittaojiìi , e per non cffer troppo lungo mi ritiro alli
più moderni . Hebbe quello nobile Academico vn fratello di fuo Auo nomato Angelo , il quale
con molta inftantia perfuafo da vn fuo flrettiifimo aìiiicoparritofì da Fiorenza fé ubando in Fran
eia, oue con la virtù e lealtà fua,entrò in tanta gratia di Luigi Rt di Francia predeceflbre di Frati
chefco primojche dal mcdefìmo Rè gli fu dato il gouerno d'vna nane grolla , la quale rubata da
• corfari , non rcftò per quello il detto Rè, che non gline facefìe dare vn'aìrra /ìmile , onde con eiTa
dimoflròlafuadiligentia&animofìtà- Pietro parimente figliuolo d'Angelo & Anodi queflo
Academico fu huomo di gran maneggi nella Republica Fiorentina , amico gratilTimo al famofo^
Lorenzo di Medici, dopo la cui morte,hauendo la detta Republica mutata faccia e forma . &
effendo ogni colà in deformità rimutata , & allo ifleffo Pietro eflremamente eontraria,partì dal-
la patria con la famiglia , hauendo molti figliuoli , de quali alcuni andorono in Francia, è per la
bontà della vita loro furono creati cittadini di Lione , altri à Roma, oue hebbero honorate im-
prefe , vno andò ad habitare in Verona , e flitto cittadino con acquifti de beni (labili, in detta cit-
tà flato alcuni anni, crefendogli l'animo di ricercare piufìimofo luogo , efìendagli nati duoi fi-
gliuoli vno nomato Raffaello e l'altro Bernardo , ridotti li fuoi beni in'danari fi ricouerò in Mila-
no , di quelli duoi fratelli il minore nomato Bernaixlo hebbe più figliuoli , tra quali fu il fudetto
Affettuofo Academico. Quelli acquiflorono belìi flabili,efL:rono perla loro honorata vita,crea-
ti cittadini di Milano, al tempo del Duca Maffimiliano con ampli priuilegi, equini con nobili
famiglie fi apparentarono, foprauiffe finalmentcGio. Filippo predetto Academico, il quale fi
bene rimafe giouinetto fenza padre, e con poca facultà,nondimeno effendo flato fuo padre fèm-
pre inchinato à ciuile & à criftiana vita , lafciò ricco di buon nome , e di vniuerfal beneuolentia
quello fuo figlinolo , il qual ornato di ottimi coftumi , e di fomma gratia , con affai vino e mata-
uigliofo ingegno,come per alcuni fui ferirti fi può ben giudicare,! u caramente riceuuto nell'Aca-
demia degli Affidati , e da quella tenuto in pregio ,
DI OTHO
Quefto honorati/fimo Academlco per palefare Interamente il Tuo concetto e
piaciuto di eleggerli qucfte tre figure , cioè , il Pellicano , le Chiaui e l'Aquila,
Del Pellicano ne parlano, e ne fcriuono, alcuni Autori à quali ciafcuno e te-
nuto prefìar fede . Plinio chiama il Pellicano Platea e aquatile che mangia le
conche , e fé i figluoli fono morti dal ferpente col proprio fangue H rifufcita ,
Si legge apprelTo alcuni Autori , che fono due forti di Pellicani , vno terreftre,
e l'altro aquatico , e nafcono folamente in Egitto , Oro Apolline non ne feri-
ne però con certezza, &gU altri fanno il medefimo. Duefonopcrò di quello le opinioni, vna
che! Pellicano fìa cofa finta come L'Hidra & il Leoncorno, l'altra che veramente fi troni nella ef-
fentialità di natura & e da credere che cofi fia per la teff imonianza del beato Girolamo , & anco-
ra per elTer pollo in fimulacro delRedentordel mondo CiefuChrillo. l'altre due figure, cioè,
le chiaui rapprefentano il fommo Pontefice , a cui da Chrillo fijrono date le chiaui del regno de i
cieH . Per L'Aquila fi dinota L'Imperadore di cui riflelfa Aquila e infegna , con tali figure quello
degno Prelato vuol dimollrare la fiia ferma intentione e dell'opere già fatte , & ancora di quelle
che s'hanno a fare. Per lo Pellicano, quello Acadcmico vuol dinotare feflelfo, il qualecoifi-
onori fuoi fratelli habbia per Giefu Chrillo,e poi per L'Imperadore fparfo il proprio fàngue,coii
la perdita delle fue antiche fignorie , e delle entrate e con pericoli della vita, anzi fempre ritroua-
tofi in mezo de nemici , con animo intrepido refilleua , e refille , ne mai ricufarà di contraporlì
alla manifella morte , non che perdere il fangue e la robba per la Chrilliana fede , & per feruigio
del fuo Signore . Però à propofito ha vfato quello Motto sic his, qvi diligvnt, & co'l
medefimo propofito ha voluto chiamarfi il disposto dinotando di non voler mai iipar-
miare etiamdioper l'auenire la robba e la vita in feruigio della fanta Chicfa e dello Imperio.
Quella Imprefa par più rollo che fia Emblema, o, forfè Hieroglifica , fi per le molte figure, lì
ancora per hauere il Motto di fcnfo commune , quafi che ogniuno dcbbc auertire di non manca-
re
TRVCHXES »»
re alla Tanta Religione di Giefu Crifto & al Tuo naturale e legitimo principe, comunche fi fia è de-
gna di fi grato Prelato e di fi vero Signore e Principe dello Impeno,hauendo in ciò imitato la na-
tura e l'arte con promettere di fare quanto ha fatto , e più fé più potrà.
La famiglia Truchxes in Germania e antichilfima , & Illuftre,& ha quefto cognome perche fo-
no perpetui Dapiferi de gli Imperadori, offitio di degnità e di riputatione, e tutti quelli di quelta
progenie hanno titolo di Baroni , Otho Truchxes di quefta famiglia fu Canonico di Augufta e ca
menerò di Papa Paolo m.Fu da fua Santità mandato Nontio in Germania per publicaie il Con
cilio nel 1 543 . e vacando il Vefcouato di Augufta fu di quella città eletto Vefcouo,c confeguen-
temente Prencipe d'Imperio,del 1 544. gli fu mandato in Vormatia il Capello di Cardinale , nel
1545. fu deputato per mezanoaporre accordo fra'l Papa e l'imperador Carlo V. e diportollì
con tal deftrezza che riconciliò infieme quefti duoi fupremi prencipi , eli tratenne in buona di-
jpolitione per opporfi al Duca di Saffonia & al Lantgrauio, i quali voleuano priuar Carlo dello
Imperio.Nel 1 546.fu mandato quefto Illuftriffimo & Reuerendillìmo Academico ( ritornato di
FiandrainRatisbona)à conferire il negotio della guerra co'l DucadiBauiera . Parimente fua
Cefarea Maeftà fi preualfe di quello degno Prelato in Ratisbona per difponere i Catolici di Ger
mania a contribuire alle fpefe della guerra, alla quale egli andò in perfona con molti Conti e Si-
gnori quafi tutti fuoi parenti. Imperoche egli è congiunto in affinità, e parentela con più di
quaranta famiglie Illuftri della Germania. Fu fatto in quella ifpedittione quefto generofo Prela-
to fopraftante à commiftarii delle vettouaglic di quello eflèrcito , lafciò Carlo V.in mano di que-
llo Academico tutta l'autorità de prefidiipofti nelle terre che farrendeuano, nel 1549. ottenne
la totale reftitutione del fuo Clero in Augufta, feguita la vittoria contra il Saftbne & il Lantgra-
uio dopo la morte di Paolo Tertio di confentimento della finta Chiefà inftitui vn collegio pio
in Tilinga fua giuriditione per ammaeftrare il nuouo clero, doue concorrono figliuoli di ììgnori.
Conti e Baroni , e Ibno hoggi in numero 3 1 j.il qual collegio con le fpefe è coftato più di 5 o.mila
feudi d'oro.Nel 1 5 5 ^.fu fatto Propofto di Eluangja cui entrata e più di cinquemila feudi l'anno,
hebbe ancora la Prepofituradi Herbipolidal Cardinal Farnefedi io. mila feudi d'entrata, nel
ijjy.reftando Carlo V.in Fiandra deputò il Cardinal d'Augufta fuo fuppremo Commiflario.
Proteftò ancora il detto Prelato publicamente di non voler mai acconfenrire à qual Ci fufte arti-
colo , il qual non fuffe approuato dalla fanta catolica chiefà romana , per la qual cofa fu grande-
mente perfeguitato.Nel i j 5 S.per la morte del Cardenal fan Giacomo,Carlo V.lo deputò protec
toredelfacro Imperio Germanico, nel 1 5 jp.nella quarta dieta in Augufta hebbe quelto amplif^
fimo Cardinale tutto il carico della religion criftiana.non eftèndoui offitiali papali, edificò anco-
ra in Tilinga vn collegio della compagnia del Giefu, & vna cafa in Augufta a benefitio della fu-
detta compagnia , infinite altre colè potrei dire di quefto Illuftriflìmo Prelato, degne veramente
di perpetue laudi, condolendomi molto di non hauer potuto intendere gl'Illuftri fatti di que-
llo non mai appieno lodato ceppo , il quale fra tutte le altre generofità , è ftato a o-
gni fignor foreftiero vn commune e generale albergo & vn liberale e ma-
gnifico riceuimento , fperandofi di poterne più abondeuol-
mente in altre fcritture dell'Academia ragionare e
farne perpetua teltimonanza .
Z
co
DI PIER FRAN-
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L Pallone In mare Ja quattro venti agitato è Imprefa dì Pier Francefco Ferre-
ri il qual ha voluto trarre la fbmiglianza della Tua intentione da quella mate-
ria artifìciofa piena di fpirito , la quale benché fia balzata dal fiero ondeggiar
del mare, fi per lo ilio ordinario flufTo e rcfluflb , come pel vario fbffiar di eiU
venti, non hanno però forza di mandarlo al fondo . percioche quello fpirito
intrinfeco lo trattiene a gallo in guifli che quantunche quel moto fia ordinario
e ftraordinario fé ben lo rigittano hor ad alto.hora a baflb hora lo fpingono,&
hora lo rifpingono non però folamente^non lo poffono (ommergere,ma ne ancora rópere o inde
bohre lìmil perfecutione ha patito per molti anni queflo gcneroiò Academico, concio fia che àz
più parti l'infidic del mondo,rjnuidia degli huomini eia iniquità della fortuna a guifa di rabbiosi
venti fin dalla Tua glouinezza alla età femile,lo hanno perfeguitato e combattuto in quefto mare
dimiferiee d'affanni; ma la nettezza del fuo cuore l'animofità delle heroiche virtù; la patientia
che da buó prelato crif^iano egli ha fempre hauuta per fuo ficurilfimo fcudo,lo hàno fempre con
feruato inuitto e fcnza paura aìcima, datofi continouamente allacquiflo delle fcientie , maffima-
mente delle facre lettere, e fatto Vefcouo di Vercelli volle che publicamente fuffe veduta in que
fìa Imprefa la fiia patientia e la vittoria contra cofi fieri & inquieti auerfari ottenuta, e per quefìo
volfe porui quefto Motto inanes minae, perche egli è vero , che l'huomo forte non dee te-
mere le perfecutioni, anzi patientemente con elle contrafì:ando fenza tema finalmente lefupera,
onde può rimanere appreffo il mondo , e più appreffo Dio e di honore e di gratia ornato . Ha-
iiendo Pier Francefco fempre in memoria quel detto del facro euangelio cioè. Non farà corona-
to iè non chi legitimamente hauerà combattuto ; e ben fi là , che i venti fono afiòmigliati alla In-
uidia ; e gli ondeggiamenti maritimi alla infinita varietà delle tribulationi di quefia terrena vita,
ma mentre che lo fpirito della diuina gratia follieua l'huomo e lo fcarica della molta grauezza ter
rena, yalorofamente contraffa a nemici della noftra iàlute e ficuro camina fra quefle bafie tene-
bre
F E R R E R I »?
brc , e però quefto degno Academico fi ha prelb il nome delio intrepido.
Nato è Pier Francefco dello lUuftre fangue de Ferreri , la lor patria era Biella, terra libera . I
Ferreri per i molti lor meriti e nello elfercitio di caualleria , & in Reggimenti & in Prelature, fo-
no ftati di molto credito :, e connumerati fra Prencipi & è opinione che quella rtirpe fia vfcita di
Milano , in quelle gran controuerfie e crudeli partialità che già furono inquella città , fi che par-
te di loro fi ritirorno ne i vicini luoghi , come in Cremona , in Pauia , in Cafiel nuouo & in altre
terre delia Lombardia, parte in Inghilterra, doue hebbero per il lor valore, & hoggi hanno^piu
titoli di fignorie e di principati, per la qual cofa è da credere ch'antichiflìmam.enre traggelfero
da quella magnanima città la origine e la grandezza , nella quale quella nobil calata, hoggi di fi
mantiene & è ancor da credere che quando le origini delle nobiltà fono procedute da vertuofi
meritijdi raro anzi non mai iì ipingono, o, s'annullano , della qual cofa fé ne potrebbero dare gli
elfempi , ancora che per la mutation de cognomi la vera origi ne s'afconda , parte però di quelli
n'andò ad habitarein Piemonte, dequaliè vfcitoilgenerofo Pier Francefco, parte ancora di
quella famiglia fi ridulfe in Inghilterra doue crebbono per le virtù loro , ( come iì è detto poco
inanzi) diuentorono gran fignori e Conti,e Duchi,e Prencipi & hoggi quiui fono in grandilfima
{lima , con ricchi e potentilfimi feudi . Mi C\ potrebbe dire , non effere vero,che tutti fieno difcefì
da vn ifleflò ceppo, ben che habbinovn medefimo cognome, percioche la diuerfità dell'armi
fa flimare,che nò habbiano la medefima origine,fi rifpondechechi muta paefi muta ancora ben
fpeffo vlànza e forte, come fi può per chiaro efTempio conofcere , che la cafa Spinola in Gencua
nobile & Illuilre, ha mutato cognome & arme e pur è colà chiara e palefe ella effere difccfa dal-
l'lUuflrilfimo ceppo de Vifconti , da quello efTempio e da moit'altri ch'io potrei addurre , fi può
credere , che tante nobililfime cafe de Ferreri o Ferrari fieno vfcite d'vna fiirpe . Quefii del Pie-
monte come Ci vede e ii fa,poffeggono fignorie e Marchefati liberi , e fono flati di quella famiglia
molti gran Prelati , e Vefcoui , e Cardinali fra i quali Pier Francefco creato Vefcouo di Vercelli
al tempo di Papa Paulo terzo, praticando in corte e feruendo alla Chiefa , feguitando tutta via le
pedate de fuoi maggiori,hebbe per le mani molti negotii d'importanza, e di tempo in tempo ac-
crefceua in molta grana di tutti i Pontefici . Fu dal detto Papa Paulo terzo mandato a molte im-
prefe di non poco momento , fu deftmato Vicelegato in Bologna , quiui maneggiato con molta
diligentia da lui quello cofi faticofo & importante offitio, fbdisfece bene & a fua Santità & al go-
uerno di quella generofa città,fu parimente hauuto in gran conto e flima da Papa Giulio j.e poi
da Papa Paulo 4.con gran carezze,fu trattenuto per fuoi bifbgni in Roma. Creato Pio 4.Pontefi-
ce fu da S. Beatitudine mandato Nontio in Vi netia , quiui gli fu dato il capello cardinalefco. Ri-
tornò poi al fuo Vefcouato in Vercelli, doue fece per alcun tempo refidcnza . Morto che fu Pa-
pa Pio quarto , quello degno Prelato andò con gli altri cardinali a Roma,con giuditio della mag
gior parte che doueffe riufcir Papa . Impercioche da tutti i Cardinah era molto amato e riuerito,
e da Prencipi fecolarifupremi e mediocri per le fue buone quahtà,generofità&in comparabil
virtù tenuto in moltaflima . Mori in Romanci primo anno del Pontificato di Pio quinto
con gran cordoglio de fuoi parenti & amici, e Ipecialmente dell'Academia degli Affidati di cui
era honoratiiTimo membro e fé fuffe fbprauiuuto,haurebbe non folamente tenuto quella Sapien
tiffima Adunanza in gran conto , ma haurebbe ancora fatta alcuna liberale dimoflratione , con
ciò fia che quello digniffimo Prelato fuffe apieno confapeuole de meriti del valore e delle ottime
operationi ch'in fimigliante congregatione fi faceuano e fi fanno ogni giorno , neper ciò è mara-
uiglia fé la ftelTa Academia ne va facendo memorie immortali .
Z z
DI Gì O ANDREA
VHS T'Arbore, che qui fi vede nomata Abeto con L'Augello chIamato,Pico
da cui è deriuato il vocabolo Tofcano picchiare, convnaftella figurata per
Mercurio, è Imprefa di Gio. Andrea Zerbo Pauele con la quale egli ilprime la
fua virtuofa & honorata intentione. Plinio trattando di queft'Arbore dice che
di Tua natura fale in alto, & ha il tronco dal mezo verlb la cima nodofb , e dal
mezo in giù verfo la radice manca di nodi , & è tondo , diritto e verdeggiante
non diffimile al Pinojha la radice neruofa, con molti capillamenti, pelofa ha le
fronde a fbmiglianza di denti di pettine acute nella cima, col fiore giallo però a guifa di fatfrano
li Tuoi rami non fi piegano o fpandonfi vcrlò terra , ma tendono diritti allo in fu , e tanto s'inalza
fincheifiioi rami e le foglie riftretti infieme e foltamente raecol ti, foftengono le gran pioggie.
Crefce fin che può godere il Sole , genera quefta pianta e dalla fcorza del tronco e da i rami quel
refinofo licore , chiamato da chi lagrima, e da chi Abiezzo, netto chiaro, trafparcnte, odorato &
amaro . L'ombra di qucft'arbore è gioueuole à gli animali,e \ì nodrifce, ma è noceuole molto al-
le piante & à lor frutti . Ha ancora quefta particolar natura , che tagliatale la cima,fi fecca e muo-
re, cofa che non auiene ad altri arbori . Il Pico Augello di Marte, fuol fare il nido in diuerfe forti
^d'arbori, e mifteriofa mente l'Inuentorc della prefente Imprefa fa che tal Augello caui co'l becco
TAbeto tanto à dentro che commodamente co fuoi figliuolini ci habiti , e li nodrifca , cibandoli
di quei vermicelli & altri animaletti che ritruoua dentro alle feffure di quelle fcorze. Halefue
piume in parte roffeggianti , con l'acutezza deirvgne,e fbdezza del becco, falifce gli arbori fupi-
no à guifa di Donnola,o di Foina , e mai non fé pone in terra . Fu del nome di quefto augello vn
Re de latini padre di Iano,& auo di Latino, i quali furono Rè del Latio . Fu quefto Pico Rè mol-
to intento à gli anguri , e teneua che quefto augello co'l canto , e co'l volo fcoprifle in gran parte
> le cofe future . Non ftarò à recitare la fauola da Ouidio cantata nella fua opera delle Trasforma-
tioni . Qui fi vede come Tlnucntorc di quefta Imprefa fi rapprefenti in effa . Primamente egli in
tende
ZERBO p°
tende & interpretar vuole per l'Abcto l'Academia de gli Affidati , come dritta^aka, forte, odori-
fera & idonea à gli edifìcii della immortalità,e per l'augello vuol figurare fé medefìmo:, delibcra-
tofi di annidar/i nel grembo di fi felice , e virtuofa Adunanza. Per la Itella poi , la quale manda i
fuoi raggi a quello augello , egli vuol intendere Mercurio fautore di detta Academia , con la cui
fbuoreuolc influenza, egli viene illuftrato & inuitato e confortato ad annidarfi in quefta fomofif-
(ìma congregatione,hauendo con ogni proprietà applicato il Motto cioè merces haec cer
T A L A i: o n V M , anima veramente à tal corpo conueneuole & il nome del q_v i e t o è à tutto il
concetto mirabilmente conforme .
Il Quieto meritamente Academico, e cittadino framegliori della città di Pauia,ènato del
fangue de Zerbi antica famiglia, fra quali fu vn Gabriello Medico di tanta Eccellcntia, che l'Im-
perador Ottomano caduto in vna pericolofà infirmirà, mandò a dire alli Signori Venetiani , che
gli mandallcro duoi Medici, de migliori che Ci trouaircro,e de duoi eletti vno fu il detto Gabriel-
lo ZcrbOjil quale andato, e ridotto l'Ottomano alla priftina lanità ritornòjCon gran pompa e con
molte ricchezze . Fu ancora vn Galeazzo bilauolo del fudctto Academico , il quale fu Kefcrcn-
dario e Podeftà della città di Lodi a ciò eletto dagli IlluftriiTìmi Duchi di Milano ,da quali era
molto amato e fono poco più di ceto anni,che per i fuoi meriti e buoni portamenti in detti offitii
fu creato cittadino con tutti i fuoi defcendenti della detta città di Lodi. Giouanni e Francefco fi-
gliuoli del fudetco Galeazzo furono Eccellentiffimi Fifici , e di qucfti due fu fratello Giouanan-
drcaZcrbo Auo de! prcicntc Academico. Polidoro figliuolo del prefaro Giouanandrca hcbbe
molti honorati gradi nella città di Pania fua patria . Primamente fu Ambalciatore prelfo a Malli
miliano Sforza da cui riportò molte gratie in fauore della fua città , come ne appare per autenti-
che Icritture . Giouanfrancefco fratello di Giouanni e di Giouanniandrea fu parimente Tifico
& ambafciadore prelfo allo IlUiftrilfimo Duca di Milano & ad elio fignore molto grato dell'an-
no 1488.& vn Giouaniacomo della iftclfa cafata , fu dottor di legge & ordinario nd Duomo di
Milano , e Vicario dello Arciuefcouo Arcimboldo il più moderno . Ma è tempo hormai di riti-
xarfi al moderno Giouanniandrea nato di ti honorati parenti , ricordando prima che fua madre
Lucia Fabara hcbbe vn fratello nomato Giouantomafo , il qual andato in Spagna,qui prefe mo-
glie e da coflui fra gli altri fuoi fighuoli nacque vn'altro Giouantomafo , il qual addottoratofi in
Jegge,fudafuaCatolicaMacftà accettato per vnodcconfiglieri delfuo fuprcmoconfiglio.il
detto Qmeto ancora e dottor di legge, del Venerando Colfegiojde più antichi della fua città, e
ne fuoi anni giouenili , fu ellctto con vniuerfal allegrezza della fua patria e dello fiudio Rettore ,
e dopo finito l'anno fu per altretanto tempo confermato, cofa in folita, non elfendo per l'adietro
mai fiato eletto e confermato alcuno della città di Pania à tale dignità. E ben fin da quella fua
giouinczza cominciorono à risplendere in lui le doti della natura ."Addottoratofi,da poi fu elet-
to Podeità di Trino , e per li fuoi honorati portamenti gli fu donato lo ftendardo con l'arme di
quella communità con publico e fpontaneo confentimento. Fu ancora fatto Podeftà di Vercelli,
e concedutegli ampliffime fedi del fuo ottimo gouerno . Fu eletto luogotenente del Gouemato-
rc del Monferrato in tutto quel dominio di qua dal Pò . Fu auditore e luogotenente del fi^.Gio.
Tomafo Gallerato Gouernatore di Pania . Fu ancora Auditore del fi^.Sigifmondo da Efte pur
Gouernatore di Paula . Fu molte volte Luogotenente de Podeftà di Paula . Hebbe vn tempo la
lertura della fera nella facultà della Ragion Canonica pur nello ftudlo di efia fua patria . Fu elet-
to per vno de fette Vicarii generali dello flato di Milano ,• l'officio de quali è di Sindicare gli vffi^
ciali del medefimo fiato, & à lui più volte conuenne di findicare il Vicario di Giuftitia in Milano
& altri vffi ciali di tutte le città del detto flato , eccettuata Pauia fua patria, e Cremona, per hauer
quelle vn Senatore per Podeftà. Nel Sindicato à Nouara per la fua deftrezza , & ottima diligen-
tia, fu creato Cittadino infieme con tutti e fuoi defcendenti, e fiato Aduocato Fifcale nella fua
città & ancora nell'officio della Santifiìma Inquifitione, farebbe cofa molto lunga,fefivolefire
fcnuere il tutto di quefto honoratiffimo cittadino & Accademico Affidato,il quale con tutto che
lia gionto à gli anni grani , non perciò ricufa fatica veruna,doue vada il beneficio publico, I.vtilc
de poueri, il giouamento degli amici e de parenti^ e la fodisfattione de luoghi pii , dando in ogni
fua attiene elTemplarità ciuilc e criftiana .
to
DIEMANVELFILIB-
VESTA Figura di diuerfè armi infieme raccolte e legate, è Imprefa di Ema-
nuel Filiberto Duca di Sauoia^ nella quale imitando l'Arte, dimoftrail fua
generolb dilègno cioè di non abbandonar mai l'EiTercitio militare come con
uiene à gran Principe. EflTendo la verità che la pace fi "conferua con l'autorià
della guerra, la quale fu principiata in cielo contra il Lucifero , e lui fuperato,
rimafèquiui l'eterna Pace. Cofi dourebbe farfi in terra , ma fi è veduto quali
in tutti i fècoli e ii vede come la pace non hebbe mai luogo ficuro fra i mortali
per il continuo e naturale appetito di regnare,ha vfato quefto bellifliìmo Motto veramente degno
di cotal figura,cioè condvntvr non contvndvntvRjC conformemente quefto genero
(b Academico ha voluto chiamarfi lo svegliato, imitando Gioue il qual tiene lempre appa-
recchiato il fulmine per fulminare gli iniqui & fraudolenti.Di qucfta real cala di Sauoia fé non ba
ftano i pieni volumi dell'hiftorie in lingua Francefe & in lingua Latina & Italiana^che potrà dir-
fene in quefto breuiffimo fpatio^ ben fi fa queftacafa efìfer difcelà di fangue reale e cefareo , però
mi pongo a fcriuere delli più moderni. Amadio primo conte di Sauoia fu Gouernatore del Rea-
me d'Arles per l'Imperadore Henrico quinto.Quefto combattè per la fede in Afia in compagnia
di Lodouico il giouiìic Re di Francia e figlio d'vna fua lbrella,e fé poi configlio con Conrado Im-
peradore per prender Damafco , dopo molte vittorie fi ritirò in Cipri e quiui morì . Lafciò Al-
berto Conte di Sauoia che fece fare molti edifitii & Abbatie tanto era denoto principe . Hebbe
€|uefto vn figliuolo detto Tomafo & Alberto fuo padre acompagnò Filippo Augufto Re di Frati
eia in terra finta , il qual ritornato in Sauoia, mori. Tomafo detto, fatto terzo Conte di Sauoia
innamorato di Beatrice figlia del Conte di Gineura nimico allacafi Sauoia, e di confenfb di lei
dimandatala per moglie , il padre di ella sdegnato, rifiutò Tomaio per l'odio fra loro, ne làpendo
la volontà della figliuola,la maritò a Filippo Re di Francia ch'.era vedono, e mentre che la mena-
uano a ma rito, Tomafo animofamente per forza la tolfe e prefe il Conte di Gineura e fpofolla e
rimaiè
DI SAVOIA p'
rimare padrone di Gineura , quefto conquiftò PinaruoIo,Vigone,Carignano , e Moncalieri.Heb
bc Tomafo Amadio 3, primogenito fra gli altri , e(rendo (tato il fecondo Amadio (ìgnor di Cla-
bais e dAugufta pretoria, il quale Amadio Conte di Sauoia , mandando Ambafciadore a Koma
con vno de luci fratelli, violati in viaggio da vn Baron Todefco che gouernaua alcuni luoghi di
quella prouincia per l'Imperio, Amadio con Pietro Tuo fratello non potendo comportar tanta
ingiuria valorofamentcairaltando il Barone i'amazzorno. Morì Amadio e lafciòBonifatio pur
Conte di Sauoia , e per allargare il Tuo flato , afiediò Turino e Io prelè . Bonifatio per longa infìr-
iTiità morì fenza hercde e fuflitui Filippo Tuo fratello nel contado di Sauoia . Filippo vilfc poco,
€ lafciò heredi li nipoti , figli d'vn altro Tomaio fuo fratello il quale hebbe tre figliuoli cioè To-
mafo Amadio e Lodouico , ma Amadio fecondo genito fu eletto per Conte di Sauoia, e fu il 4.
di quefto nome in fucccfììone , e Conte ottauo in numero , il quale combattendo centra il Del-
fino Imberto e contrail Conte di Gineura , perdclagiornar 1 e moriui Tomafo Principe del Pie-
monte, qucfto Amadio amplio lefue giuriditioni,fu fatto fignor di Inurea,e finì i fuoi giorniilic-
celTe Odoardoe fi maritò, fucceffe a lui Amadio quarto di qiieftonome fratello d'Odoardo
Conte di Sauoia, queito vinfe il fratello del Conte di Gineura & edificò molte terre , Qnel'to pa-
rimente prefè la terra col cartello di finto Germano in Ambnino , {v. ancora creato Principe del-
l'Imperio al tempo d'Henrico di Brandeburg la qual dignità fi flendeua a fiioi difccndcnti per-
che la famiglia di Sauoia tragge origine dalli Imperadon . Morì Amadio e ilicceffe Odoardo 2.
il qual vinfe m battaglia il Delfino di Vienna il Conte di Gineura & li fignori de Focigni, e qne-
flo non lafciò altri figliuoli efcetto Margarita , onde iucceiTe Conte dì Sauoia Amadio fefto di li-
nea tranfuerfile , ma d'vn ceppo e d'vna origine , e perche quefta real cafita richiede ( come ho
detto } longhilTmia hiftoria , però mi ritiro al Conte Amadio nomato il verde che rimelfe in fuo
itato Odoardo di Sauoia figlio del Principe della Morca. Morì quefto conte e lalciò Amadio fuo
figlio fettimo di quefto nomc,ranno 1417. Sigifinondo Imperadorecreò il detto Amadio Duca
primo di Sauoia e quefto hebbe vn figlio detto Lodouico e lo maritò conia figliuola del Re di
Cipro nel 143 ^. fece principe il detto Lodouico fuo figlio maggiore , del Piemonte & Egli fc fece
hercmito ritenucofi il titolo di Duca durante fua vita . Nel 1449. lo fteftb Amadio fu creato Pa-
pa nomato Felice quinto.Lodouico detto fu il fecondo Duca di Sauoia . Felice Papa renontiò il
Papato , e ritornato al fuo heremitorio Santamente mori . il figliuolo del Duca Lodouico f 11 ma-
ritato con Cadetta hcrede del Reame di Cipri per ilche egli fu fatto Re ò'i quel Regno. Morto
Lodouico Amadio luo primogenito rimafe il terzo Duca di Sauoia . ad Amadio fìiccefte Filiber
to quarto Duca il quale mori fenza herede e gli iucceffe Carlo fuo fratello chjca quinto . Mori il
Duca Carlo e iìiccelfe Carlo fuo figliuolo fefto Duca , fu il fettimo Duca Filiberto il bello , mori
<|uefto fenza herede e fuccefle Carlo Terzo di quefto nome detto il buono , quefto fi maritò con ■
beatrice figlia del Re di Portogallo e fu Zio di Francefco Re di Francia . Fu da lui moleftato con
hauerii mollo guerrain Piemonte, di queftoSanto Principe è nato Emanuel Filiberto decimo
Duca di Sauoia , tribulato nella fua pueritia e perle guerre del Piemonte Carlo V. Imperatore lo
voile cofi fanciullo appreftò di fé , e lo fece capitano generale della gente d'arme di fua guardia .
ritrouoffi contra la congiura di Germania , e cofi giouinetto l'Imperatore Carlo in più occafioni
diguerralenepreualfeemoftrònellafuaadolefcentiaanimofità, giuditio, e diligentia finche
contra la gagliarda congiura ottenne Carlo 'V. vna mirabil vitoria, morto quello inuitiUìmo Im-
peratore,EiTianuel filiberto fèguitò Filippo Re Catholico fuo cugino, e fu fuo generale nella guer
ra di S. Quintino luogo del Re Catholico aflediato e volendolo il Re di Francia Henrico fòccor-
rere mandò generale di grofilTìmo effercito Memoranfi'gran Conteftabile , il quale fu da Emanu
ci Fili'oerto rotto e fatto prigione & poco di poi fu prefo S. Quintino perla qual Vittoria, fatta
pace fra il Rè Catholico & il Chril^ianiifimo.fu Margarita fbrella di Henrico maritata a Einanuel
lo con la reftitutione di Sauoia e del Piemonte , & in poco tempo nacque di lui diuinamente Car
lo Principe del Piemonte . E il Duca Fmanuel Filiberto Principe non punr^o di bontà Criftiana e
di valor militare a qual fi fia fuo antenato,inferiore anzi in lui fi fanno vifibili tanti" femidei del fé
liciifimo iangue di Sauoia/perandofi che quefto Principe habbiaoccafionc non folaraence d'am
pliar'i fuoi Itaci ma di aiùcurare l'Imperio di Crifto .
DI OTTAVIO
L Tempio di lanotenutoda gli antichi RomaniingrandìlldmavcnerationeS
Imprefadi Ottauio Farnefe imitando la hiftoriala qualdice che le porte di
quel tempio quando da loro fteflè s'apriuano 3 prediceuano guerra, e quando
fi ferrauano.annontiauano pace. Di lano s'edetto a baftanza. Ma non lafcia-
remo però di dire quanto di lui habbi fcritto M. Tullio nel Tuo fecondo libro
della natura delli Dei . Primamente egli vuole che la Etimologia di quello no
me lano , fia deriuata dal verbo Eo,deI che mi marauiglio chevn tant'huomo
ftiracchiallè cotal nome con quefta Etimologia,perche Berolb nel Tuo libro delle antichità vuole
che lano fia cofi chiamato per eflèr egli fiato ritrouator del vino , quafi che Noè, e lano.fieno di
vn medefimo fignificato,come fi legge nel ca.^.della facra Genefi.Catone nei fi-amenti delle fuc
hiftorie, e Fabio nel fecol d'oro,dicono lanoeilère chiamato Oenotrio cioèiiiuentore del vino ,
& del Farro . Da quefto marauigliofò tempio ha tolta lalomiglianza Ottauio Pamele , il quale
quando è fpinto dalla giuftitia non teme di muouer guerra,© per difcfà delle colè proprie , o per
oifendcre chi procaccia di nuocergli , Iperonato parimente dal giufio per conferuatione della pa
ce,{emprc è pronti/lìmo e con l'animo , e con tutte le fi^rze a mantenerla, e fiirla fèruare, fi che ve
ra, propria,e generola Imprefa è quefta , a cui il Motto altamente; conuiene cioè v i r t v t 1 s
IMPERIO conciolìa che niuno può eilèr fiicilmente Ubero fé non quello che viue (otto lo Impe-
rio della virtù . Vuole ancora con nome Academico chiamarfi l'è s p e r t o conforme alla na-
tura del Motto , e della figura , hauendo egli fin da giouinetto fatta pur troppa efperienza della
varietà di fortuna. Enatoquefio Academico dcll'antichilfimo fànguc Farnefe, tratto quefto
cognome da quel fatai cartello di cui nel ragionamento dell'Inuentor dell'imprefe a pieno fi èdi-
uifato.e s'io volcffi ragionare a baftanza dell'antichità di quefta nobiliflima famiglia mi,farebbc
di mifticri fiirne longhiftìma hiftoria , per tanto ritirandomi ad alcuni, moderni, ragionasddi vn
Prudentio Farnefe non folamente Illuitre per fàngue ma per opre egregie dd lui fatte nel tempo
diOtone
FARNESE p^
di Otone Impcradorc primo di quello nome.II qual Prudcntio per le molte dìiTcni
fra il Pontefice e il Populo Romano , chiamato in aiuto dal Pontehce vi andò con i
ilìoni ch'erano
molta gente à
caiiallo , e fatto capo in Oruieto,con molta dcftrezza prociii ò. cii placare quelle difcoi die. l'u do-
pò coAui vn Pietro Farnefe né i tempi di Otone terzo e fìi < Jouernatore della Città di Oruieto .
Qjjefta liludre famiglia Tempre con ogni fedeltà , e diligentia fu in difefa de Pontefici, e quando
grimperadori,& i Papi fi trouauano concordi , Tempre qucftì Sis^non lì dimoftraiono Imperiali,
e per più di ^oo, anni furono (ignori di moke terre.H credere però lì dee che per molte centina-
ia d'anni innanzi, fuffero quelli che fono ftati lino a noflri giorni. Vegniamo horaal padredi
Alelìandro che fu Papa a noftri tempi , il quale huomo di nu>lta prudentia hebbe gradi honc^'-a-
tidiMilitia , e lo rendè molto più famofò perche generò vntaUìgliuolo, il quale dopo iLiuer
feruito a! mond(;),fù fatto Cardinal da Papa ÀleiIanLfro {Ifio per la iìui naturai bontà e molta fua
dottrina, morto Clemente vii. con vniuerfal voto di tutti li Cardinali , fu creato fommo Pontefi-
ce, con nome di Paolo terzo , ritrouata la Chiela molto pouera , e poco obedita , non hauendo
egli riguardo ad alcuno mondano interefTe.fubito ordinò che la Città riconofceffe il fommo Pa-
fìore per padrone , e che fi mettefTe in ordine vn gagliardo eifcrcito del quale fulTe capo Pierlui-
gi fuo figliuolo 3 e fattolo perpetuo confaloniero ,_e generale della Chiefa , con quello fi pofe at-
torno aRocca di Papa , & a Paliano , fortezze quafi inel|nignabil; nià in breue furono prefe , e
ridotte {òtto la obcdienza delia Chiefà,dopò quefle imprefe Ci riuolfe contra Perugia ricalcitran
te contra l'autorità de Papi ; finalmente fu dal detto Generale prelà , e cofìrctta ad humilmcnte
accettare il giogo de Santi Pontefici.per quefto tutto il patrimonio Ci riduffe pacifico Jcuate d'in-
di tutte le partialità , e fattioni che per molti anni erano fiate la mina d'Italia . E per ridurre an-
cora tutte le prouincie chriraane fotto il catholico ordine della Chiefa Romana , volfe che Ci ce-
lebralTe il Concilio, e fra molti altri luoghi propofti, elelfe Trento, Oltradiciò quefto degno
Pontefice non iftimando il lungo e raalageuol viaggio , volfe abboccarfi in Prouenza con Carlo
V. Imperadore , e con Franccfco Rè di Francia , né mancò di vfare ogni diligentia per rappaci-
ficare quei due potentilTimiprcncipi. ritornato a Roma, dichiarato Piei luigi Duca diCaftroc
poco dopo di Parma e Piacéza,e data per moglie Margarita d'Aufiria ad Ottauio,dc quali e na-
to Alelìandro prcncipe di Parma , intefa la venuta di Carlo V. in Lucca.per voler fare l'imprcia
d'AIgieri , qui ancora venne a parlamento'con fua Cefarea Maeftà . Ritornato a Roma, la reflau-
rò di bellifiìmeftrade di palazzi, e di Chicle. L'Imperadore ritornato con poco felice CucceCCo
da Algicri , S. Santità di nuouo cercò d'abbocarfi feco à Bufieto , (blamente per mettere concor-
dia fra i due principali capi de Chriftiani . Era Roma nel (ùo tempo tutta trionfante , doue tutto
il Mondo concorrcua . L'Italia al'hor vilTe lieta , e tranquilla , «3c ogni profelfore di fcientia, e di
mihtia ritrouaua rimuneratione , dignità , e fauore . Hebbe quefto beatilTimo Pontefice quattro
nipotijAIeiTandro hoggi Cardinale di fingolar prudcntia.Ranuccio terzo genito Cardinal di S.
Angelo che per la fua ottima vita fìi cofi giouine per efter eletto in Pontefice , Ottauio il (econdo
per età & Horatio l'vltimo , il quale fatto genero di Henrico Rè di Francia,riufciua di tanto fcn-
no,& valore nell'armi che fé fulTc (òprauiuuto farebbe al tempo d'hoggi nella prima fila de mi-
gliori caualieri.Ottauio Academico Affidato bene ammaeftrato nelle fcientie , e nella difciplina
militare dopo la morte del Duca Pierluigi luo padre^ihccclTealui nel ducato di caftro di Parma,
e di Piacenza , ma prima di età di xiiii. anni od'intorno, fu creato Generale della gente Italiana
che Papa Paolo mandò in Germania per aiuto di Cario V. doue moftrò (ènno & vn caldifTimo
defidcriodi fpargereil fangue in feruigio dell'Imperio. Hebbe dopo la morte del Papa,moltc
perfecutioni,e con prudentia fi difefe contra le guerre molfegli fenza (uà colpa, e valorofamentc
a gran potentati fece refiftenza e né riufcì con molto honore. Fu finalmente abbracciato dai ma-
gno Filippo Rè CatholicOjVerfo il quale Ottauio hebbe Tempre & hauera tutta la fua intentionc,
e da quello dipende, e per quello ifporrà fempreloftatoclavita. E il Duca Ottauio di natura
benigno , affabile , manfueto , liberale , clemente , giufto , e pio , Nella religione fideliffimo , e
obediente,a gli eguali grato , e piaceuolc a gl'inferiori humano, fauoreuole , è benefattore a vcr-
tuofi & manifeftilfimo Mecenate .
Aa
DI CONSALVO PERD-
IO
B tre Bandierole vna bianca , vna verde , la terza rofla, le quali fono del nume-
ro delle 23. d'intorno all'arme della IllullrilTima famiglia de Corduba, tutte
trofei di quelli in uitti capitani, onde vici il gran Capitano Confiluo Ferdi-
nando e furono fempre in difefa del Re di Spagna e della làuta fcAt , fono im-
prefa di Confai uoferdinando di Corduba il giouinc,a imitatione dell'arte
militare doue è la fomiglianza della fua generoia intentione,della bianca,trag
gè l'habito della fua fede in feruigiodelfuoRc, & tragge l'habito della fede
verfo il fuo Dio morto in croce per noi . la [eòe attiua in debito feruigio delle cofe del mondo è
come materia ben difpofta in prender forma diuina.per mezo della fede ch'in noi Criftiani odo-
no di Dio.dalla verde caua la lìmilitudine della fperanza che Confaluo ferdinando tiene,dando-
fi all'opere di caritàjdinotata dalla terza bandiruola laquale e ro(fa,raperefèntado la fiamma del
core fuo che lo dilpone àbenferuire aflìcurato dalla fede e fpinto dalla fperanza in dooerfiac-
quiftare la felicità celefte il cui motto è avt citcmori avt Victoria laeta, dinotando che no
fi dee viuere lènza lietamente vincerctanto più con la fcorta delle tre virtìi diuine co la quale gli
antenati di quello inclito academico accrebbero in Spagna l'Imperio di Crifto maflimamenrc
quando la polTanza del gran Rè de Mori fu fuperata , cioè fattolo prigione fenza la qual Vittoria
haurebbon fatto nulla.è volfe tutta la Spagna che quefla generofa famiglia portafle per infegna
qué^&ian Rè incatenato col motto sine ipso factvm est nihil.ìI fuo nome academico è il magna
NiMO^^enerofa ftirpc di Corduba truouafi che più di quattrocento anni ha fempre per feruieio
di molale di Spagna e più per zelo della fantifiTima religione, combattuto con i Mori infedeli e
fempre i caualieri di quefto nobiliffimo làngue hanno hauti carichi principali della militiate lun
go farebbe di numerare no che i meriti ma li perfonaggi di cotale ftirpe i quali hano lafciato mil-
le fplcndori e mille palme di gloria e nell'armi nelle maniere di gentilità, di virtùedigiuftitia,
enei gouernide paefi, e per nonhauer potuto dare alcuna parte di notitia dei molti Baroni
della
DI CORDVBA
P)
della ftcfTa cafata , mi ritiro alle attioni del gran Capitano Confaluo Ferdinando fopranominato
il quale oltra le molte vittorie acquiftate conerà i Mori e di qua e di la dal mare hora per conto del
Regno d"Orano,hora di Tremifene hora di Buggia , hora nel Regno di Granata Torto il fclicidimo
gouernodcl glonofoRè Ferdinando Catholico , & oltra lo haucreicome primo capitano dello
rte(roinuirifruTioRè,difera più volte Maioricac Minorica & vkimamente fcacciatiin tuttodì
Spagna la ineomportabil Tirannia di tutti gli infedeli, per zeÌo,e per commifTione del fuo Re, con
bene ordinata armata riacquiftò in grecia nel paefe della Morea, Modonee Corone, dopò ciò
con gagliardinlmi eirerciti,efìrendo andati molti capi Francefì per occupare il Regno di Napoli ,
fu dal medclìmo Rè Ferdinando mandato il gran Capitano alla difcfa di quel Regno douc con
patientia con conlìglio , con vigilantia e con animofità e fortezza di cbre,contra coìì poffenti ne-
mici & acqiiiilate in più anni quattordice vittorie campali,non folamcnte difefe quel Regno , ma
intuttoafficurollo e lo fottopofe al magno Rè Ferdinando.Nacq; Confaluo Ferdinando acade-
mico di quefto inclito ceppo di Corduba e nella fua fanciullezza fpefe i fuoi teneri anni con allì-
due vigilie intorno alle fcientie e crefcendo in Età , crefceua in lui la dottrina con Io eflcrcitio di
caualcare e di armeggiare continuamente, nella fua fanciullezza iìmilmcnte monftrò /èmpre de-
fidcrio di gloria con timor criftiano e dicono che ne per perfuaiìonc , ne per qual lì fuiìc occafio-
nc , mai fi rnoftrò fé non generofo e coftante , fi che egli giouinetto,ne i parlamenti fra fuoi mag-
giori per età fempre palesò la marauiglia del fuo ingegno, eloquentemente e figgiamente parlali
do & honoratamente operando . più volte volle ritrouarfi nelle guerre, e finalmente accompa-
gnò il Principe di Spagna per l'Italia per la Germania e per la Fiandra e per mare in Inghilterra ,
rifplenderono fempre in lui le virtù heroiche cioè magnanimità magnificentia libcraHtà, man-
fuetudine , le quali lo fanno lodare , amare e riuerire per tutta Europa.e per che di lui fi farà hillo
ria più piena , però mi ritiro alle fue generofe & immortali imprefe . Nel gouerno dello fiato di
Milano doue trouò non folamentela miferabile penuria di quanto bifognauaa matenere "li Ef-
ferciti , ma ancora quafi tutto il Piemonte venuto in mano de Franccfi , nondimeno il generofo
Principe , nimico dell'otio , radunò vno efiercito il quale più torto obediente à tanto gr'anCapi-
tano per amore che per premio^entrati nel Piemóte non per fortuna ma p proprio e virtuofo vaio
re,efpugnòCentaIe e Moncaluo, fortezze fra le altre di quel paefe le pia inefpugnabili vittorie,
finalmente fenza fangue, per le quali l'inuitto caualiero afiìcurò non folamente quanto Ci pofie-
deua nel Piemonte che ftaua in bilancia, ma fece ritirare inimicioltra l'Alpi, andò Confiluoin
Spagna e fra pochi anni ribellatafi parte del Regno di Granata , e chiamati.; Mori oltra il Mare, fi
pericolofa fu quella ribellione e quel tumulto che diedero all'ottimo Rè Filippo che penfare e che
dubitare^ma fatta cóueniéte prouifione fece l'inuitiflìmo Filippo, capo di quella guerra don Gio
uanni d'Auftria & alla giouentù fua diede per complice il magnanimo Duca di Seìra,ondc Ci dura
edificil guerra, conbattutofi più volte contra quei fieri ]nfedeli,mirabile e non fperata Vittoria
fi otténe, e fu vna delle più pericolofe e ftupende guerre che quiui fufiero fiate fatte per molti an-
ni adietro, dopo quefto l'ottimo Rè Filippo ha voluto eleggere il generofo Duca per vncapo
nelle prcfenri guerre maritime , e fotto il feliciifimo augurio del ferenillìmo Don Giouanni altre
vittorie fi fperano , onde il Sacro fanto legno della Croce habbia in breue ad efi!er da
tutto il mondo adorato, gli alti coftumi poi di quefto valorofifiimo Acadenii-
co fono tali che Io hanno regiftratonei cuori tutte le nationi
come di quei ben prefto fé ne vedranno ripiene le me
morie di tutti] tempi.
Aa 3
DI VESPASIANO
I tre Fulmini fono imprefa di Velpafiano Gonzaga5neIla fòmiglianza de quali
ha voluto inchiuderci treheroichi difegni conueneuoli al Tuo alto intelletto
poi ch'egli è vfcito da tanti Principi Regoli e quafi foprahumani nella bellezza
nella fortczza,e nella virtù dell'armi. Arift.nel trattato del módo.dice che fono
più fpetie de fulmini,altri fono di fimilitudine e di forma ardenti e veloccmen
te trafcorrono, altri aguilà di linee precipitano e sbattono à tcrra.conuertiti in
dura materia,percotédo arbori e torri, altri d'vn vapor fottile che penetra per
tutto , disfa i metalli e riuolge molte colè fotto fopra e non abrugia. quelli di materia dura lafcia-
no fctor di Zolfo e negrezza.Li penetratiui non hanno fetore e nulla macchiano,e(cetto i metalli
d'argento . M.Tullio nel fecondo della diuinatione dice li fulmini elfere uno efpreiTo ardore per
il combattimento e repercuotimento delle nuuole,ne mi eflenderò fopra di quefto . Ben parmi di
dir la differentia fra il fulmine el folgore,fèguitando io Auerroe nel libro della Meteora al capo le
condo , ponendo quefto Autore di mente d'Ariftotile , chel folgore el fulmine fi generano d'un-
medefìmouapore, cioè fcccoinfìammato,ilquale nella feconda regione dell'aria eleuato, e cir-
condato e rinchiufo dentro di nuuola humida e fredda, quiui entro effagitandofì e dibattcndofì,
aprendo la nuuola , efce con lampeggiamento , ma fmorzandofì nell'aria e fpargendofi/uanifce,
e quefto fi chiama folgore , imperò fé non fi fmorza nell'aria , ma calando a terra fa gli effetti de-
lopra narratile fi nomina fulmine. Vogliono però i Filofofì chel uapor detto, cóuertendofì in ful-
mine fìa alquanto più denfo di quel che fi conuerte in folgore , è detto il fulmine ancora per una
ardente efficacia ufàta ne i fcrmoni , nelle orationi e ne i difcorfì, e detto parimente per la terribi-
lità d'uno iracondo , & anco è detto in comparatione di coloro che con preffezza fanno i uiaggi
& i negotii . Da quefta generofa imprefàfì può dire che pofià trarre la fomiglianzade fuoialti
penfìeri; quefto ualorofo Academico , ilquale per la fede criftiana farebbe un fulmine & è contra
gli infìdcli e cétra gli heretici,è parimenti fpauétofb e tremendo fulmine uerfo inimici dell'ottimo
GONZAGA 54
Rè Catholico Tuo fignorc,èineuitabil fulmine in conferuatione della giuftitia ucrfo coloro che al
h Tua autorità fottopofti fono . Et a propofito è in quefh imprefa vfato queflo motto , cioè h i s
iMPiA TERRENI volcodo dinotatc che quei che non fono empi, non hanno da temer giamai
che da cofi gentil caualiero non ne poffino riceuere benignità cortcfic & ogni forte di piaceuolez-
ze.E per conformità della imprefa ìi può chiamare il severo, dalla cui feuerità gli empi.i frau-
dolenti j i poltroni maiTimamente nell'arte militare , fi guardino e Ci fuggano di lontano .
Di quale altezza e fama fia il fanguc de Gonzaghi è noto e chiaro in tutte le parti dellvniuerfo,
e perche ne fono piene l'hiftorie.e quanto quefta chiariflìma famiglia fia antica no folamentc nel-
la nobiltà ma anco nel dominio de liberi principati, le medciìmc hiftorie e le prefcnti notitie ne
fanno mfallibile teftimonanza , fra i Regoli e liberi lenza fuperiorità nel loro mero e miflo impc-
riOjfono quelli di Bozolo di Gazuolo e di Sabioneta, luoghi e capi di molti altre iuriditioni, douc
nati fono nello eflcrcitio militare tanti inchti & inuitti Caualieri, a quali Termoodonte può ccdc-
re.Chi fia flato poi Federigo che con poca gente Italiana teneua in terrore tutta la Francia ancora
che fulTero ì fcruigi di quei Rè criftianiiTlmi , è pur frefca la memoria in qucfti tempi . Pirro ch'in
tante guerre come capo di militieritrouofsi, quante vittorie acquiftaife, quanto terrore fufleà.
nemici,quanto accrefcefic la gloria de Gonzaghi e d'Italia, è regiltrato eternamente ne i cuori di
quello fecolo . poco dopo quefti furono tre fulgori di Battaglia . Il Cagnino che non cefsò mai di
porfi in ogni pericolo di guerra , per non clTere auanzato da veruno altro de fuoi maggiori,heb-
be gradi di fanteria e di caualleria con l'ordine di fanto Michele . Rodomonte di fopranorae , al
batefmo detto luigi Fratello del fudetto Cagnino i più begli huomini che nafoer mai centenaia
«d'anni, & erano per bellezza e per valore chiamati Callore e polluce,fu la gloria di naturarla ma-
rauiglia di quefta età & immortai frutto d'honore , fenza pari in configlio, in dottrina, in fortez-
2a & in bellezza di corpo , in generofita & in valor d'arme , & perche il mondo era indegno di
quefta celefte ftirpe.moriro nel più bel fior degH anni loro,ma Rodomonte morì generale di San
ta Chiefa . dopò quefti fu Carlo Gazuolo imitator di Rodomonte, inuincibile per forza e per de-
ftrezza, ritrouolTi in due battaglie campali,con carichi di militia,& in Piemonte & in Tofcana,
militò fotto Carlo V. e feco fìi alla guerra del Langrauio in Germania,e preuedeuono di lui opre
immortali,fe la morte come gli altri non lo haueffe alla maggior gloria mondana rubbato . Mog-
gi tutti quafi quefti imortali Caualieri , fi rapprefentano in Velpefiano academico , il quale nella
fua fanciullezza attefe allo acquifto delle fcientie che fanno perfetto il Caualiero,poi ancor tene-
ro vefti rarme,fu luogotenente della Caualleria liggiera,fatto dal Principe di folmo na fuo Padrc-
gno , e capo di tre compagnie , fu creato generale d'Italiani, ritrouolfi alla guerra contra il Duca
di Ghifa preffo a Roma, fu egli il primo ch'andò allo aftalto d'Hoftia e làltò animofàmente entro
la foifa e riceuè co molto pericolo vna archibufata nel volto,doue moftrò di efter non men buon
foldato che valorofo Capitano, è ftato in Spagna e per ordine di S. Cath. xMaeftà,ha vifitati mol-
liluoghidel Mare Oceano, è ftato fatto finalmente Viceré del regno di Nauarra e
general Capitano di tutto quel paefe , carico forfè di più importanza d'o-
gni altro gouerno che dar foglia il Rè , e quefte fono le teftimo-
nanze di quanto meriti quefto inclito Caualiero e
Duca di Traietto il quale nelle fcientie hog-
gi di non ha pari, e nello elTer-
citio militare non è
chil'auanzi.
DI GALEAZZO
f^^'
m
VESTA figura in foggia di Laberinto con vna rtclla fòpra che "rifplende è
Imprefà di Galeazzo Beccaria dalla quale tragge la fbmiglianza de luci pen-
. Uì fieri nferrati in vn Laberinto doue non ci fi truoua fé non confufione fenza
^J R eflito, e fenza fine, e prende il Laberinto perqueflo mondo. La onde qucfto
iy'%j gentilhuomo in fimigliante fua Imprefa ha voluto imitare l'arte. Impercio che
."^é-^JS quattro Laberinti pongono gli fcrittoriritrouarfi, fatti con mirabili artefìtiie
confpefe incomparabili e flupende.Sonoquefìi edifitii fatti fbtto terra con
infinite vie e tranfiti ftorti & andamenti intricati fi che chi vi entra, lempre camina ne ritruoiia la
fìrada d'vfcirnc già mai . Plinio dice efTerne vno in Egitto vno in Candia, il terzo in Lenno ifola,
il quarto in Tofcana. Quel dEgitto èhoggi di, anco in piede. Queflo mcdefimo fu fondato da
PetefucoReedafuoifucceffori fornito. Lacagion di tanta machina alcuni dicono eilcr futa
per fèpolcro di Miride , imperò alcuni fcrittori voglion che il Laberinto d'Egitto fia ftato ediririo
dedicato al Sole . Da queflo Dedalo prelè il modello di quello di Candia, grande di cento parte
dell'Egittiano, vna fòla , e queflo fu doue fabulofamentei Greci vogliono che Tefeo ammazz al-
fe il Minotauro. Il Terzo è quel di Lenno nell'Arcipelago . Il quarto è quel di Tofcana fopra il
quale è edificata la città di Chiuci fèdia Reale di Porfèna , e fé ne vede gran parte , e fi vede che
fu fatto per fepoltura,altri flimano che faceffe tale edili tio a emulatione de Greci . La qual cola
non può effere perche fu di gran lunga prima quello di Chiuci che quel di Lenno. Molti però
credono chefuflèro cófcruc di tefori.Ha voluto inferire quello gentile Academico che chi nafcc
in queflo mondo.veraméte nafce dentro vn Laberinto pieno di tenebre di cecità di precipitii di
fmarrimenti di trabocchi e d'inganni . La flella è da lui intefa per la virtù dell'Academia la quale
con l'aiuto di Dio ha luce nelle tenebre , indrizza l'altrui paffi per ficure flrade , con le opere pie
fi fcacciano tutti gli inganni, per la qualcofà queflo generofo Conte Galeazzo ha voluto vfar
quello motto cioeHAc dvce scredi a r. con il nome academico alla figura conforme cioè
U
BECCARIA pr
il TRAVAGLIATO. Ha Qncora il Trauagliato intentione di prender la /Iella perla diuina sratia
di Giefu Crifto onde fpera di Igombrarfi la ofcurità degli errori . E nato quefto caualiero dal ^e-
ncroroanùichifrimo&fignonlfanguedi Beccaria cioè \'icana, come Ibpra di ciòfì fono alcune
ragioni addotte nella cronica del Conte Alfonfo cugino carnai di queflo dclliftcfra famislia, del-
la cui nobiltà e grandezza volendofi cominciar da principio non fi finirebbe per anni e luftri d'an
ni,nc farebbe polTibile che le ne potciTc dire quanto richiedcno i meriti e la grandezza Tua, di che
ciiiariillma teflimonanza ne fanno molti hiftorici di autorità,& anchora i parentadi contratti con
i primi fignori e principi d'Italia, come con i Gonzaghi principi di Mantua,con i Marchefi di Sa-
luzzo , con i Marchefi del Carretto, con i Scaligeri fignori di V^erona, con gli Vifconti & Sforzef-
chi Duchi di Milano , con gli Manfredi fignori di Faenza, con i fignori Oriini ,& con altre poffcn
ti & illufori famiglie . Ma perche Ci ha da far di quefta inclita ftirpe vna piena & integra cronica pe
iprele impc
tiffime , fu poi da efTì adoprato fempre nelli loro più honorati mancggi,& mandato da detto Ga-
leazzo x^mbafciatore a diuerfi principi , e tra gli altri al Re di Sicilia" Ferdinando, con lettere di-
rettiue a tutti gli Principi,communità, & prouincie ad effetto ch'egli per dcucpaflaua fuffe acca-
rezzato Se honorato come la pcribna di efib Duca . Hebbe quefio'^piu figliuoli/ra quali il primo
fu chiamato Galeazzo Beccaria che fu nella fua giouinezza molto amato dalla nobiltà & dal po-
pulo di Pauia,e grandementegrato a Francefco Sforza fecondo Duca di queflo nome , & diede
<li fé bon conto nelle occafioni di pace, & di guerra, il quale parimente hebbe piufisliuoli cioè
vno detto Francefco che fu padre di queflo gentiliilìmo academico , e l'altro detto Lodouico pa-
dre di Alfonfo fudetto,& particolarmente Francefco,oltra a molte honorate conditioni della fua
vita degna di quel fangue cotanto illuftrcS^- del grado fignorii di conte,fu olfcruator delle fattio-
ni imperiali, imitando generalmente in ciò per longa fuccellìonc tutti gli antennati fuoi, & lo mo
ftrò in molti bifogni^maffimamente nello alfedio di Pauia centra ifrancefijmpercioche con
Matheo Beccaria capo de cittadini Pauefi , e con tutti gli altri delia mcdefima nobiliffima fami-
glia , in guifa Ci adoperò note e giorno , che la città fi difèfe,& ne fucceffe quella mirabil vittoria,
&prefa del Re Francefco. Galeazzo acadamico poi morto l'honoratofuo padre, non tralignò
punto da fuoi maggiori , percioche nel fuo tempo durando la guerra de Imperiali nel Piamonte
contrafrancefi, hebbe in cuftodia parte della città di Pauia per molti anni, ouefenza ri/parmio
di facultà & di vita adoprandofi, vera lealtà verfo l'Imperio & amore fincero verfb la patria dimo
ftró pienamente . Quelli ha duoi fratelli Girolamo e Carlo.tutti però infieme feco con I antichi/fi
mo titulo de conti, iquaheffendo capitani d'jnfantaria hanno valorofamenteferuito nelle ouer«
re del Piamonte , ma egli datofi allo affaticarfi per il publico & giouar al priuato non lafcia
forte di officio che conuengaa vero gentirhuomo&ben nato,d'ondene riforc^e l'e-
iìintione delle difcordie nella città, il buon gouerno de lochi pii , gran parte deU
la. elTaltatione di queflo Affidato choro , molto fplendore alla famofa ftir-
pe Beccaria , & la grande offeruanza con che egli è am*to &
riuerito da ciafcuno nella patria fua . *
DI ALFONSO
VESTA figura dVn fcogllo in mare da venti Impetuon , & dall'onde fiirìoft
continuamente percolTcè Imprefà d'Alfbnfb del Carretto fatta ad imitati©-
ne di natura,con ciò vuol dinotare cfTcre egli flato fin dalla Tua fanciulezza da
venti de gl'huomini inuidiofi«Sc dall'onde de maligni perfeguitato, tanto di
nafcofto quanto di palcfe , è non folamente nelli fuoi Ihti, & da Tuoi, ma pari-
mcte^nella vita,& da coloro maflimaméte i quali non hebbero mai,c non han
no veruna legitima ragione d'offenderlo: con tutto quefto quanto più è flato
offelb e diftorbato tanto più fi è mantenuto flabile,e patiente nella fperanza della giuftitia de fiioi
fupf riori , e nella continua & infalibil confidanza c'hauer fi dee in Dio . Onde per tal cagione fi è
Alfonfo eletta la prclèntc figura traggendo da ella la particolare fbmiglianza della fiia intentione
col motto confi^rme, il qualeè oyo macis eo minvs, appropriato alla fermezza del nominato Sco-
glio, imperò fi era vfàto quefto altro motto cioè probantvr fortes iMPETv,contra il quale fcoglio
lìianifconoi venti 5 e la furia dell'onde. PerilchenellAcademia degli Affidati fi fa chiamare il
TERMO, alla natura dello fcoglio conferente,- onde fi rende manifefla la proprietà di querimprefà.
Alfonlb del Carretto è nato del (àngue di Saflonia de gli Imperadori Ottone i .e 2.e 3 . tutti d'vn
ifteflb ceppo.de quali difcefc" Aleramo Duca di SafTonia figliuolo di Vitichindo jchehebbeper
moglie Alafia forclla di Ottone il 3 .à cui lo ftefìo Ottone donò molte facultà,e feudi in Italia, maf
(imamente nella Liguria, e nel Monferrato,come appare per vn priuileg. dato in Rauenna alli 20.
di Marzo l'anno ppy.cofi dal 2 .genito di Aleramo e da Alafia venne la origine della famiglia del
Carretto, la quale fu infeudata di Sauona co'l titolo di Marchefàto e di Finale.e d'altri luoghi co-
prefi nella donationefatta del fudetto Ottone, intendendofi ancorai feudi nelle Langhc e d'al-
tri prluilegi fucceiTìuamente confermati : e fé io voleffe fcriuer 'e far memoria di tutti gli antenati
perfonaggi e caualicri di quefta digniffima flirpe farei più longo di quello che all'ordine di
quefle croniche fi richiede; Però mi rctiro al*Auo del fudetto Academico Alfonlb rifufcita-
to in lui il valore infieme col nome con gl'ordinarii & antichi titoli e fignorie. Alfonlb primo
ièguitò per moIt'anniMaffimiliano fra gl'Auftriaci di quefto nome I. Imp.con honorati carichi
in le
DEL CARRETTO ^6
in le guerre de foldati Italiani e per la Tua fedeltà,verfo il Tuo Prendpe,per le fuc molte e fegnalatc
virtù, e fperienza di guerra e di configli fu ftimato più torto fra primi della corte Cerche fra fecon
di,come fi può parimente vedere per i priuilegi del d. divo Massimiliano. Ritornato Alfonfo dof)
pò molt'anni in Italia fu eletto all'imprefa di Corfica ribellata.doue per fuo cófeglio e valore, più
che per copia de fbldati la ribellata Ilòla in breue tempo alla R.P. Genouefc humile & obediente
ridufle.Hebbe quefto Alfonfo molti fratelli & fra gl'altri furono tre con fcgnalati titoli^cioè Luigi
Vefcouo e Conte di Chaors S.nel temporale come nel Ipirituale, prelato di molta fcienza & anco
di vita molto cristiana. L'altro Fabritio caualiero Hierofòlimitano^che per fua fauiezza e bontà fu
eletto gran Maeftro di quella Religione, nella refidenza di Rhodi, e quefto fu dell'anno 1513.il
quale vedendo à tutte l'hore i pericoli,che à quella Ifola fopraftauano per la gran poffanza di Soli
mano,con ogni diligenza & allìdua vigilanza attendcua à fortificar quel luogo , & à cuftodirlo in
guifa tale che'l gran Turco/e ben tento molte vie,e con diuerfi inganni di efpugnare quella città,
non perciò volfe mai arrichiarfi di combatterla alla fcoperta.Il 3 .fratello chiamato Carlo Dome-
nicOjfu huomo di molta dottrina e fincerità,per Io che fu molto grato S' intrinfeco à Luigi Re di
Franza^quale fé ne preualfe in cofe di molta importanza^mafTimamente nelle Icgationi pontificali
Fu quefto Carlo Domenico creato Car.da Papa Giulio z.e. mori al tempo di Papa Leone i o.e da
Pontifici fu perle virtù lue affai amato, e dalli altri Cardin. affai ftimato e reucrito.Hebbe ancora
Alfonfb r.daHaMarchefafua moglie nipote di Papa Innocentio S.dicafà Cibò tre figliuolijl'vno
fucceflbrc Vefcouo & Conte di Chaors S. parimente nel temporale come nel fpirituale.chiamato
Paolo Abbate di Buonacomba,& fu ornato di bontà di vita «Si di molta dottrina.Hebbe vn'altro
figliuolo chiamato Giouani fùcceftbre della dignità delMarchefato.il 3. figliuolo chehoggi viue,
e detto Marcantonio del Carretto,il quale nell'effercitio del mare è flato capo dcllarmada del Re
Cath.& fucceffore nei Principato di Melfi.Gio.Marchefe del Finale viffe fotto l'imperio del glo-
riofo Carlo V.& andò con fua Maeftà Cef^alla efjjugnatione di Tunefi.Hebbe carico di militia, e
fu il pnmo,che con fuo grandiffimo honore fmontafle in terra con quiudeci bandiere di fanteria
ftimata il fior d'Italiaj& fu il primo à far le trincee.e nel ditFender i fuoi & offendere gl'inimici era
a tutte l'hore vigilante e pronto/u ferito a mortela qual cofà grauemente all'Imperar.difpiacque.
Ne mancò il magnanimo Carlo di vifitarlo e òi confortarlo,e doppo morte publicaméte laudar-
lo per prudentee animofò capitano,mafTìmamcnte hauendo pofta in lui molta fperanza,poi che
giouene di 3 3-anni haueua dato di fé mirabil fegno di valore. Onde era comun giuditio^che nel-
l'effercitio di guerra doucfle reuf+r fra i primi.Lafciò egli 4.figliuoli ch'hora viuono.Monfig.Alef-
iàndro Abbate pnr di Bonacomba,& de gran Silua prelato di quella dottrina, & qualità,che tato
in lui rifplendono.il Commendator di Milano & del Alberefe Fabritio caual. di S.Gio.Hicrofoli-
mitano valorofo.Gio. Andrea s.raolto gétile& honorato,il maggior & primogenitore Alfbnlb 2.
Academico fiicceflòre nel Marchclàto.e nelli alti gradi de fignorie, il qual non ha mancato in tue
te le occafione portarfi da valorofo caualiere, & fpecialmente dimoftrarfi al inuitifs. Carlo V. per
vero figliuolo & fucceffor di fuo padre,effendofi à fue fpefe ritrouato più volte alle guerre del Pie
monte con pericolo della vita.In oltre refiftendo alle ingiufte perfecutioni & offenfioni de gl'emù
li lenza mai ponto mouerfi dal fuo fàldo & lodeuole propofito,hebbe poi per giuftitia & fauorc ri
corlb alla Maeftà del Diuo Ferdinando Imperat.nella imperiale Dieta in Augufia, da cui fu beni
gniflìmamente riceuuto & da tutti quelli Principi Germani,& ifpecialmente dal Duca di Saffonia
Elettore per la defcendenza della cafa molto accarezzato. Percioche Ferdinando intefà la giufti-
tia fua, &conofciuto il molto valore & la Illuftrezza& defcendenza di quefto Academico, non
folamente volfe fofte rintegrato al ftado fuo di Finale di cui fi tiouaua violentemente , & indebi-
tamente fpogliato,ma anco la volfe honorare di più ampli titoli & priuilegi , creandolo fra l'altre
Principe d'Imperio . Doppo la morte d'effo Diuo Ferdinando fuegliandofi tuttauia contra di lui
le fopite perfecutioni de maligni,venne di nuouo in Augufta alla Dieta Imperiale dal Diuo Maflì
miliano 2. da cui come fuo antico fignore fu gratiofiffimamente riceuuto & feguitando poi fem-
pre Sua Maeftà Cefarea (ì ritrouò con effa nel vltima guerra d.Vngaria contra Solimano, hauen-
do fcco &àfuofoldo molti foldati e da cauallo& da piede. E quefto Alfonfo 2. Academico di
magnanima natura,di molto valore , dVna faldiffima fede verfo l'Imperio &in ogni occafione fc
moftra prudente , faggio , amatore di giuftitia & di pietà .
Bb
DI GIROLAMO
OLSE l'Autore di quefta Imprcfa Girolamo Bofll milanefe^moftrar con efla co-
me le cofe che qua giù dipendono in gran parte da moti de cieli come ftromen
ti della omnipotentilTima mano di Dio habbiano forzale perciò eflb Girola-
mo tolfe per imprefa la Spada con che Filippo padre d'Aleflandro Magno fu
ammazzato, la qualbaucualcoipita nel manico, over nel pomo vna carret-
ta , e ciò fi eleffe come cofìi notabiliflìmae come chiaro argumento della for-
za de corpi celefti fbpra le colè humaneeperdar anima a tal figura ,aggionfe
Volendo inferire come fpeffoibei
IX ELVCTABILE
F A T V M.
il Motto cioè V
idifegni deU'huomo fono dal fato interrotti > nulla , o poco valendo l'humana prudentia . l'hifto-
ria della morte di Filippo è , che fendogli predetto "( come fi ha da M. Tullio nel libro del Faro )
che farebbe morto da vna carretta , per quello fece egli; prohibire lòtto pena della vita che niu-
jio nel fuo Regno vfalfe le carrette per fuggire le minacele del Cicloniche però non potè veta-
re fi che con quella fpada gli fu tolta la vita. E quella imprefa è ad imitation del calo . Ma fé con
patientia fi fulfe Filippo riconciliato con chi haueua iniquamente oftefò, non gli fària fiato di mi-
ilieri prohibire le carrette ne fiircbbe flato morto . da quefta imprcfa caua la fomiglianza del fuo
animololieffo Academico, il quale vuoile chiamarfi il p a t i e n t e , dinotar volendo co
me il Fato fi placa, fé non con offendere altri patientcmente domale palfioni dell'animo , pro-
mettendo lo fteffo Patiente ; conofcendo la teribil forza de pianctti , di vfar prudentia e patien-
tia nelle àduerfità delle influentiecelefti, e quando anco non balli il fapcrdell'huomo, chi non
fa che col'ricorrere à D i o fi vince e fi fupera il Fato ì^ con quefio foccorlò fpcra il fi detto
T ATiENTB, di diffendcrfi dalla nimicitia delle fielle , con ciò fia, che per molto
ch'e«li ben viua, non è che non fi fcnta quafià tutte l'horeda fieri cafi affaltato, e quanto
più cercaua di fchifare e di fuggire l'influentie, tanto meno fé ne pud defendere, e quanto
più da fé sbandiua e difcacciaua alcuni difegni , più ali'hora era confirctto di effcguirli , onde in
più
tutto
BOSSI ?7
tutto fi daua alla potentla . E nato qucfto Academico del fanguc de Bofli , cofi detti dal Buc,ch£
tengono per arme , è però famiglia antica e nobile in Milano, e fono di efla vfciti molti huornini
per il pili chiari in arme& in fcientie , fra quali, per non darmi in perlbne più antiche ; dirò elfe-
re flato vn Maffeo Boflì ,'che per le fue degne qualità.fìi molto grato e fauorito da Lodouico 13a-
uaio Imperadore,e da Lotario fuo Padre, al qual Maffeo diedero la cura della Lombardia,di ch^
lì leggono certi verfi latini di quei tempi , ciò è
"^omen in Infubribits Bosij tenneyepriìnimq;
7<le de tefaciam vir bello ^ pace Tilaphxc
"Maxime , non tantum bis , rerum & Laudcnfibus effe
Lotarittsvoluit Csfar dorni>iumq; ducemq;
E ftato ancora vn Gabriello huomo d'honorc il quale fra molte altre degne cole di laude,fecc e-
dilìcar delle fue proprie facultà,la chiefa el monaftero di" Santo Ambrogio andemmo ciò è ad ne
mus e ciò fìi nel 1389. luogo prclfo a Milano , fu anco del proprio ceppo di qucfto nobile Aca-
demico vn Francefco Boflì , perfona di dignità con ciò fia cofa ch'egli per molti meriti fuoi^tuf-
fe fatto Velcouo di Como , e conte di Chiauenna , bora tiranneggiata da Grifoni . Quefìo Vef-
cono intcruenne al concilio di Bafìlea e quiui'morì , e fu fepolto nella chiefa di certofmi con vno
Epitafio c'hoggi anco fi vede , furono parimenti di quefta progenie , Teodoro e Luigi Boflì mol-
to ricchi e di gran Valore . Luigi fu dalla Republica milanefo eletto Ambafoiadore a Francefco
Sforza primo , e gli portò il Baftone^e l'Infegne del generalato e preflb di lui fii Luigi fatto com-
miflario della guerra , maflimamente in quella doue furono rotti i Venetianii quali quafi tutti
prigioni furono da Luigi condotti à Milano . Teodoro parimente feguitando , come il fratello ,
la fattione Sforzefca/imafe dalla Plebe amazzato.Fù vn'altro Luigi ne i tempi di Giouangaleaz-
zo , Senatore molto ftimato , e nell'arte militare huomo di gran conto . fu di eflo Duca Giouan-
galeazzo molte volte Ambafciadore , & à diuerfi Principi mandato . Poi fu fatto commiflario
generale contra i Venetiani in fauor del Duca di Ferrara,e fotto Argenta attaccatofi il fatto d'ar-
me , per il valor di Luigi^reflarono rotti i Venetiani ^ ma li vincitori intenti alla preda , & i Vene-
tiani riprefo ardimento , ruppero i Vincitori e reltò morto Luigi Boflì con gran cordoglio del
Duca fuo fignore. Furono vltimamente di quella medefima famiglia dui Senatori di chiariflì-
mo nome , Mateo fìi vno , il quale hauendo prefi per moglie Polifena del primo Luigi figliuola,
TÌmafta vedoua , hebbe tanto gran cuore , che edificò a fue fpcfo vn collegio in Pauia . L'altro f y
Egidio famofo per regimenti è per dottrina , onde ha lafciato in flampa molte belle e ncceflaric
coftitutioni • Quello hebbe vn fratello detto Francefco , di molta bontà e difciplina e Padre del
Patiente Academico , il quale per non tralignare da fi degni fuoi antecelfori , attcfo agli frudi di
humanità , di poi alla Filofofia , & all'arte di medicina , per imitare il dotilfimo Bernardin
Boflì , Filofofo e Medico eccellente , e come quello non volfe preunrerfi mai di quella
arte fé non per i[poueri , e per gli amici.cofi il gentiliflìmo Patiente non medicò
mai per mercede . Si compiacque ancora di eflercitarfi nella Poefia tofoa-
na e di lui fono vlcite fuori moke diuerfo, cbellepoefie, epartico-,
larmente vn libro di Romanzi in ottaua rima il cui fuggetto è
.della Sereniflìma Geneologia de Principi d'Auflria , è
ilato di ottimi coflurai,edichritlianabontà,enel
meglio degli anni fuoi lo ^ tolfo morte e diedelo,
a miglior Vita,
Bb 5
DI TVLIO
Ellaeriguardeuolviftafala Piramide col fèrpe che fàlifcc per arriiiare alla ci-
ma oue è il fuoco acceCo , inuentione & imprelà di TuI!io Albonefc, d'origine
pauefe . Le tre figure concorrono à vn fine , onde egli in qucfle imita la natu-
ra e l'arte.prendendo la Piramide figurata à modo del moto del fuoco,il qua-
le dal baffo all'alto falendoja poco a poco fi fininuifce e fi raffina,fin ch'egli le-
uandofi dalla compofitione, diuiene quafi nella Tua natura femplice pura.
Per il che alcuni hanno ftimato l'inuentione delle Piramidi.delle quali abboa
da l'Egitto più ch'altra regione ; efièr fatta a fomiglianza dell'anime humane le quali volendo fa-
lire à Dio cheè V N o spirito abrvgiante et vn fvoco che non co.nsvma,
deono fciolte dal legame de fenfi e libere dalle caliginofè tenebre , apoco apoco purgarfi fin che
pure e {empiici e fenza macchia, fiano riceute nel grembo della diuina gratia . il ferpe raflembra
lo ftelTo Academico , e ben fi fa come quella voce ferpe , ò ver ferpente s'applica à tutti gh ani-
mali velenofi , fi chiama ferpente il Dragone , l'Idra , la Ceraufta , & altre forti ch'io non nomi-
no , nondimeno quelli lòno detti fcrpcnti , i quali non hanno ne piedi ne ali , ma come fulfe fat-
to il ferpente che ingannò Eua, la prima noftra Madre, non cofi minutamente le ne truouala
defcrittione , quello ancora , ch'adorarono gli Hebrei nel defèrto , detto ferpente,non fi lege co-
me fuffe fatto . quello in figura del nominato Academico , non richiede che fi defcriua . Crede-
deremo però che fia in quella foggia la quale C\ può trare dalla Etimologia , e ch'el detto Acade-
mico intendelTc quello che di fua natura è tenuto prudente , per quanto le fante parole del Re-
dentornoftro ci ponno far confiderare, quando dice estote prvdentes sicvt ser-
PENTES ET siMPLicES sicvT coLVMEAE. Impcrcloche la prudcntla di Tullio Albo-
nefe era di voler folleuarfi da quefte terrene baffczze ferpcndo,o,vero rampicando ( come {] di -
ce in Tofcana ) apoco apoco in alto per giognere con la femplicità del fiio animo,guidandolo la
diuina gratia,al fuoco della eterna beatitudine^per quello ha vfàto il Motto cìocnon aliteb.
volendo
ALBONESE
p8
volendo inferire non poterfi montare alla celefte quiete/e non con la Prudentia e con la fimpli-
citàja le fecurifTime con le quali alla chiarezza delle ftelle s'afcende . Ha voluto per ciò chiamaifì
grecamente p o l y m n i o , quafi che la molta memoria delle infinite tribulationi di quefto mon-
do fallace , lo difpongano à non curarli delle vanità mortali. Sono però alcuni , che voglion cre-
dere che per quella Iraprefa Tullio Academico voleffe dinotare l'acquifto dell'honore terreno ,
ma a me non pare , fi per non poterfi cotale fpettacolo ffiracchiarg in quefto fenfo , fi ancora per
faperfi communemente la buona vita di quefto honorato gentilhuomo. La famiglia Alboncfe
onde egli è nato , anticamente ha hauto titolo di C onte con feudi , & è la medcfima con la Lan-
gofca , con la Gambarana, con la Motta , con la Meda, e con la Rouefcalla . Il principale di que-
fte fu Conte della Lumellina prouincia e territorio pauefè, e da quel primo , fono tutti gli altri di-
fcefijcouferuata la noblirà col titolo , ma non con tutte le iuriditioni . Quefti però furono e fono
ancora conti palatini^come fé ne veggono ampliffjmi priuilegi.ne accade nominarli per non effe-
re tediofo troppo, folamente dico, che il Bifauo di quefto academico effendo anch'egh Conte
Palatino , per nuoui priuilegi quali permettono che di cotal grado fieno i fuoi defcendenti in in-
finito, era nominato Bartolomeo Albonefe, padrone già d'Albonefe e di Valeggio, terre della
Lumellina . Quefto lafciò dui figliuoli , vno nominato il Conte Gualrero , al quale toccò Valeg-
gio, l'altro Hippolito^à cui toccò Albonefe ,e quefto fu auo dello fteffo academico poffeditor del
luogo a cui fucccffe il Conte Bartolomeo di quefto nome fecondo , padre del fudetto Hippolito
academico. Fu il Conte Bartolomeo dottor di legge , & effercitòla maggior parte degli offitii
Biennali & i principali, che i principi di quefto ftato fogliono ogni due anni diftribuire . Vltima-
mente fatto auditor del Marchefe del Vafto , Gouernatore dello ftato di Milano , & hauendo lo-
deuolmente feruito venne à morte , Hippolito fuo figliuolo fucceffe à fi honorato padre , non (b-
lamente in quanto alla nobiltà , al grado , & alla bontà , ma ancbora alla dignità del Dottorato .
Quefto noftro academico è ftato Auditore del Cardinal Borromeo , e parimente creato Caualie-
ro aureato , e Conte Palatino , con molti chiari priuilegi dalla Santità di Papa Pio Quinto, e fé la
morte non lo haueffe tolto nel principio della fua virilità , fuperaua di gran lunga i fnoi antenati,
conciò fia che in lui fi ritrouaffero tutte le virtù,infiememente vnite,per le quali non poteua man-
care che non fuffe falito à più gradita fortuna . Ma Dio fantiilìmo ha voluto tirarlo a fé , perche
il mondo non effendone degno , ne facelfe allegrezza il Cielo, chi dirà ch'el Poly mnio pocefTe ef^
fere altrimente elfendo ftato creatura di Monfignor Cardinal Borromeoj'e di cosi ho-
norati titoli adornato,e nobilitato dal Santiilìmo Papa Pio Quinto f i quali
gradi,ele quali remunerationi tanto fono degne di laudcquan-
toche fono procedute e concedute da vnPapaSan-
tiffimo , e da vn Cardinale hoggi vero Ef^
(èmpio di religione chriftiana ,
DI GIROLAMO
E due bianche colombe ad l'mltatlone di Virgilio nel VI. del'Eneida, è imprefà
di Girolamo Torto pauefe; per la quale, ha voluto rapprcfèntare , vn nobile
& virtuofo difegno, efCendo quefti animali puri {èmplici,& fenza fele, che me-
taforicamente s'intende perla natura fenza rancore ;& auenga ch'eflefìano
dedicate à Venere, come riferifcono diuerfi fcrittori^è però d'auertire,che due
pofero le Venere , vna nata da Dione & fu detta terrena; l'altra dal Cielo & fu
celefte adiman data , alla quale fola, le due candide colombe fi confàcrano per
la loro purità , & femplicità, che fono veramente qualità celeiti . E non è dubio veruno, cheque-
fìa Venere feconda , fignifica Bellezza come vole Platone, la quale s'infonde & per fimilitudine
& per participatione ne la natura humana,- la onde fi fa vifibile per via di fcientia al corpo, & per
via di fapientia all'immortalità del'anima noflra , & per ciò lo attiuo & fpeculatiuo lume, e fola-
mente ad e(fa humana natura conceduto. A maeftrato dunque Enea da la Sibilla, che fi prende
per la Scicntia , hauendo il nome de la diuina & incomprenfibile bellezza inuocato , le apparuero
le due bianche colombe , per le quali fu condotto à ritrouare il ramo d'oro inneftato nel Elice,Ar
boro di fingolar prerogatiua fotto l'ombra del quale , dopo il diluuio in Ebron città, i più faggi di
que'primi fecoli , fi congregaro , e diedero opera alle Icientie attiue , & fpeculatiue ; & fu quiui la
prima academia , come fcriue il dottiillmo Gio. Annio ne fuoi Comentari , attribuendofi al Elice
virtù viuificatiua,non folo per la giocondità del'ombrajma anchora per la fecondità de frutti fuoi
de quali Ci nodrirono i primi huomini dopo il diluuio , & per ciò fu molto mifteriofo prefTo i fa-
pienti cgitii . Ardendo dunque il preicnte academico d'infinito defiderio di acquifiarfi la celefte
Venere , con ogni poflTibile fuo sforzo ; haflì figurato(imitando la fauolaj quefte due candide co-
lombe , ne la maniera , che comparuero ad Enea le quali con il volo ifchiffando l'onde delAuer-
rjo;habbiano ad elTcrle vera guida & (corta à ritrouare il pregiato ramo, con il cui mezzo.inuian-
dofi, parte con la purità dd'operefuej& parte con la fincerità de fuoi coftumi , à cofi degno &
honorato
TORTO 99
honorato acquifto , godi al fine vn lieto & felice ripofo , conforme à quanto già cantò j il Poeta,
Qualgutia (jtiar^mor , ò qual dejìino
?di darà fenile àgHÌfa di colomba
Cu io m i ripofi è leuami da terra.
& perciò vi foggiunfè il motto, vnde AVRiPERRAMOSAVRAREfvistT vctlò dello flcf-
lò \'irgilio,& leggiadramente tolto dal luoco derinuention'e,& egli faiTi adimandare per nome
Academico , l'i n v i a t o jiiiditiofa veramente imprefa, & degna del'honorate qualità dcllnuia
to. Il quale e nato dala antichilTìma famiglia de Torti,dircefi per quanto s'elìima daTorquati Ro
iBani,(i per la molta conformità dcl'arma di fuacafa con la collana,quato anchora perche fi man-
tiene uittauia in cofi honorata famiglia , il nome de Manlii& de Torquari.Ma per non comincia-
re da quelli, oda più antichi, vengo à ragionare di Ruberto caualiero ,& dottor dilegoe;&di.
Gioua;mi pur dottor di legge fratelli, & figliuoli di Chezio nobili cittadini pauefi, & contì palati-
ni, fatti da Sigifiìiondo Re de Romani. &Imperatore.Re d"Ongaria, de la Dalmatia,& de la Cro-
atia.à quali per la fedeltà & virtuofa feruitù; fatta da elfi al facto Romano Imperiosi detto Impe-
ratore diede authorità di legitimar baftardi, & di creare notati, & che ellì,& lor defcendenti ao-
deflero de medefimi priuilegi , immunità, dignità, & honore.à perpetua memoria de meriti loro;
comandando il medefimo Imperatore che detti priuilegi fufiero oflcruati , da tutti i principi,!
quali riconofcelfero la fuperiorità del Sac.Rom.Imp. Squali priuilegi publicamentefi veggono
& fi leggono. Di molti altri di quefta generofa famiglia fi potria far memoria .efiendo venììmile
che per il valor loro,& in arme & in lettere habbia tratta origine de Torquati ampliflìmi cittadini
Romani,de quali fu Seuerino Boetio , huomo di fingolare dottrina & fantità,& tanto p!U,-juanto
che molti de moderni hanno nella militia imitato li antichijcome ben Ci sà:fra gli altri d'Alleffaft-
dro Torto & di Torquato Torto capitani,! quali del fuo valore hanno lafciato honoratiflìmo no-
me.Altri caualieri e dottori oltra i nominati fono fiati di quella nobiliffima fiirpe, & per non dil-
longarmi troppo mi retireró al Bifauo de lo ftefio virtuofo academico il qiial fu dotor di legge ce
lebratilTìmo nominato Girolamo, & lefTe con vniuerfal fodisfattione in Padua,& in Paula lua pa-
tria,hebbe il primo luogo, & le fue letture & confcgli fono prefloi dotti grandemente ifiimate
!'Auo poi fu gentil'huomo difincerabontà,& il padre de lo Ikfio academico chiamato Giolè-
fb,oltre!'honoratefue attioni in benefitio del publico(del quale egli ne fu fiudiofiiTìmo;& del pri
uato.fi dilletto di poefia,& iì trouano di lui Epigrami Elegie , & akri verfi i quali di dolcezza , &
d'inuentione oltre la latinità ponno paregiarfi à buoni.L'inuiato fu fuo figliuolo ne manca di ca-
minare per le pedate di così honorato padre, anchor che molto fanciullo rimanclfe di lui priuo;
nondimeno fotto il gouerno di virtuofiffima madrcattefe alle lettere, & venuto all'età virile non
amanca in quelle di porui ogni ftudio , piaceli la Poefu e Latina e Tofcana, & l'opere fue fono da
bell'intelletti molto lodate, e vero amatore della fua patria,- la quale fé ne preuallè in mandarlo
Ambafciatore à Pio V.di fanta memoria, & reportò defiderate refifolutioni , E fiato riceuuto ne la
Religione caualierefca de Santi Mauritio e Lazaro,e la mantiene & ofllerua con decoro , èc crifiia-
na profelTione , per la quale fi transferì à Nizza, per porfi ne le galee dil Seren iffimo Sig.Duca di
Sauoia di quella Gran Maliro, per feruire ala fanta Lega, &à fua Altezza anchora, fé ben la in-
fìrmità fopragiontali difturbò quelli fuoi honorati difegni , onde inuiato a cofi degni fini ne caua
premio dlionore e fpeme di tranquillità celefte.
DI SCIPIONE
AG Aegraue Jnuentloneè quefta della Conca aperta in cui con bella vifta fi
veggono le perle,o vero margarite, Imprelà di Scipione Aiazza, Plinio pare
che accenni,comela conca fia quafl il medefimo che roftrica,ancora ch'egli vo
glia , che ci fieno più fpetie di conche , egli rdegnofamente parla contra la luf-
lùria degli huomini e delle donne , come fi può vedere nel j j. capo del Tuo no-
no libro, doue fi marauigliai che l'huomo con tanti pericoli vada ricercando
fin nel fondo del mare per ritrouare di che per ingordamente cibarfene, e que-
fìo non bafta . ma per ancora ornarfene 5 e ipecialmente le donne, per le quali eflì huomini con
tante fpefe , fatiche e pericoli vanno ricercando varie fòrti di gemme e particolarmente le perle ,
perche effe fé ne adornino il capOjil collo.le braccia e le mani.
Le conche, che producono le perle, non fono molto differenti dall'oitrichc . La gencratione
delle perle faffiin qucflomodo. Quando le conche fono flimolate dalla natura a voler conci-
pere , la matina in quell'hora che la rugiada cade,venendo al fommo deiracqua,s'aprono, a guifà
d'vn'huomo quando sbadiglia,e riceuono in loro quella rugiada , e quel riceuuto concetto crefce
viuificato da fpirituofo ahmento , e non fi può generare fé non quando è il ciel fereno verfo il far
del giorno , e fecondo la qualità della rugiada , diuengono le perle, o chiare , o torbide , o groffe ,
o minute/e quando s'ingroffano occorre che fia nuuolo , le perle diuengono torbide , riceuendo
rugiada affai , fi fanno groffe e quando poca , rcflano minute, s.auiene ancora che baleni, la con-
ca fpaurita fi chiude e perde alquanto di quel fuo natiuo candore & acquifta vn certo rolforc , e
rimane pjcciola per non hauer riceuuto rugiada à baflanza . Chiudonfi parimente per lo firepito
de tuoni , onde le perle reftano poi vane fenza foflantia alcuna , e quel color roffigno ch'elle con-
traggono dal lampeggiare, co'l tempo entro la conca fi viene ad annullare, le buone perle fono
di fotti! iffime fcorze e mentre che ftanno nell'acqua fono molli comepafla , ma fubito che ne fo-
no cauate e che fentono l'aria , diuentano duriffimc . II mare intorno all'ifola Taprobana ne pro-
duce
MAZZA
lOO
duce gran copia, fé ne ritruoua ancora afiài nel mar Indico", e nel mar Pcrfico & intorno all' A ra-
bia. Quando la conca s'accorge della mano del Pefcatore , fubito fi chiude , coprendo quella Tua
pretiofu gioia. II pregio dique/ta confifte nella candidezza, nella rotondità, nella groflTezzà,
politezza , e pefò . Hanno le perle tra l'altre quefta marauigliofa virtù , che ridotte in fottillifTurta
poluere e data a bere a chi per mortale infermità habbi la virtù vitale quali fpenta, la rauiua , &
ingagliardifce . Hanno molt'altre virtuofe qualità , le quali non ricordaremo per non cHere que-
/la noftra principale intentione. Dalla qualità adunque e natura delle Perle Scipione Aiazza
Academico prende la fomiglianza , volendo modeftamente dinotare i fuoi honorati difègni; per
che à porgli in cflecutione è cofa quafi impoflìbile.fè la ferenirà del Cielo non vi concorre,la qnal
ferenità è da lui confiderata in due modi , vno e che la buona influentia delle ftelle non ncccffa-
ria, ma contingente, bendi/pone il corpo humanoàfini honeftidi quefta mortai vita, onde ne
fuccedela prima ferenità per la quale i noftrifeniì fono obedienti all'anima, per lo che entriamo
nelle attieni, che ci conducono alla eterna falute , tuttauia quando la influentia delle ('elle non ci
fufìfe fauoreuole, mentre che fi defidera di conferuare , &oiTeruare i precetp della fanta legge
chriftiana.fupplifce alla debolezza delle noftre forze la ferenità delllo eterno fole, cioè, la fede
dono di Dio , con la quale C\ difgombrano le tenebre di quefto bafib flato terreno . Per quefta ra-
gione egli ha tolto quefto Motto molto conforme, cioè , clarescvntaethere claro
conciofia che le perle non d rifchiarino fé non per la ferenità del cielo nefl'hofa mattunna , e per
ciò quefto gentililfimo Aiazza ha voluto con nome Academico chiamarfiils eren ATo,efren-
do cofa verillìma , chequefta noftra vita altro non e che tenebre & ombra . Onde ben diffeil re-
gio profeta , e p n t e x e r v n t me t e n e e r ae .
Scipione Academico Affidato nacquedairar!tica,& nobililTima flirpe de gli Aiazzi in Vercel-
li , della quale fi potrebbe far memoria per moke centcnaia d'anni ,• ma ad vfo di breue cronica ;
diremo folamente d'alcuni moderni, & fpecialmcnte dell'auo di quefto llluftre academico, il
quale hebbe nome Pietro, fu dottor di leggi, & Senatore del ferenillìmo Duca Carlo di Sauoia.
Girolamo Aiazza padre del fùdctto academico fu anch'egli dottor di leggi , & dopo l'eftere fta-
to molto tempo fenatore , fu fatto Prefidente del fenato , & vltimamentegran cancelliere di Sa-
uoia . Gio.Stefano ancora di quefta nobiliftìma famiglia fèruì In fùdecta altezza in moke impor-
tanti Imprefe,& dopò fé lafciò Nicolo Aiazza, caualliere,di SanStcfmo,& Fabritio caual-
liere di fan Gio.Hierofolimitano. Francefco Aiazza fu parimente caualliere , & commendatore
della detta religione, la quale egli feruì molt'anni in molte honorate imprefè in Barbaria , ne mai
fu fchiuo d'alcuno pericolo , per eflere conofciuto meriteuole di tal grado . Scipione Academico,
il quale da giouinetto prefe il fegno della Croce bianca , ha fèmpre con diligenza3& affettione fe-
delmente fèruito,a tali,e tante fono le fue virtuofe attioni; che ne riporta honore,& gratia da quel
la illuftrilfima religione, onde è ftato ornato della gran Croce, con la dignità del priorato di Ca-
poa, il quale è de principali gradi della fudetta religione . La fua vitta,& le attioni fue furono fcm
pre indrizzate all'honore , alla Religione , & alla falute dell'anima , fi compiace aftài nello ftudio
di varie fcienze,& fpecialmentc della Sacra fcrittura,& dcH'Iftorie.Pratica volentieri con perfone
letterate , & virtuofe, difpenfando liberal mente le fue entrate , e molto affabile, cortefè, & piace-
noie, & per tal cagione da tutti amato,& riuerito . Vltimamente effend'egli riufcito da tutti i ca-
richi datigli dalla (ùa religióne con fatisfitione d'effa, è ftato eletto Ambafciatore alla Santità di
H.S.Gregorio XIILprelfo il quale ha vfato ogni diligenza, & prudenza nel trattarci negotii pe?
la ilefla fua religione.
Ce
DI GIVSEPPE
E L L O Elefante molti autori hanno copiolàmente Icritro > e la natura d'efTo è
le fue rare qualità fono (tate , con molta marauiglia di chi le legge , ifplicate, e
tutti aifcrmano non elTerci altro de gli animali priui di ragione, che più s'acco-
{ìì alla natura de rhuomo,che lElefante e perciò anch'io ne diro qualche cola,
e forfi,non cofì volgarmente vdita . Primamente quefto animale di Tua natura
s'ingegna d imitare icoftumi, e gli arridi colui che lo gouerna.etanto l'ama
che non può comportare di vederlo trifto , o infermo , e quando ciò occorre
ne dimoftra chiaro fcgno,- perche anch'egli Te ne fta tutto mcflo. ha anchora per coftumc di giuo-
care , & fchcrzare colYuo gouernatore . Perciò che ( come fi dice^ quefto animale fi gode molto
dell'odore de l'huomo, & bene fi comprende in elfo ( come fcriue Philofirato ) vna certa naturai
magnanimità. dolcndofi con tacito borbottamento,quando f\ vedefòttopofio allaleruitù,fi pre-
uak in cambio di mani & di braccia , della promofcide ^ fatta à guifa di tromba . Ale(randro ma-
gno vinto Porro Re dell'india, il quale combatè lèco fopra vn Elefante, & vintolo prefe gran (lu-
porc di quello animale, e lo dedicò al Sole , ponendo intorno ad vn de quei fuoi longhi denri vna
collana d'oro, nella quale erano (colpite quefie lettere Alexander lovis fuivs aiacem soli chia-
mandolo cofi , per la fua fortezza ; dalle cui qualità Giufeppe acadcmico ha canata la (òmiglian-
za della fua ferma intentione , fapendo egli quanto lo Elefante Ci dimofìri religiofò , adorando la
Luna ; perche entrando nell'acqua, come per purgarfi , quand'clla è piena , fiflamcnte la mira , &
con molta riuerenza la contempla , onde il fudetto academico eifendo caualiere di San Lazaro,&
Mauritio ad altro principalmente non mira, che alla o(reruanza di e/Ta religione , & però ha po-
(ìo in qucfta fua bella Imprefa il motto, sic ardva peto, fignificando che ogni diificile cola
fi fupcri co'l riuolgerfi à Dio , & però con nome academico Ci fi chiamare la r d i t o.
QueHo academico e difcefo dall'antichiffima & generofa (tirpc de Salimbeni, quali furono già
potcntilTiff i nella città di Siena. Ma per non effermi conce Jo di fendermi molto,nel trattare de-
gli
SALIMBENE
gli huominiregnalati di quefla famìglia, come ne anco mi clccito di fare nell altre croniche,ne
nominerò folamente aIcuni,cominciando da Cocco Salimbeni propriamente nomato Nicolò, il
quale vifle p le fue gran richezze^molto fplendidamenre,di cui Dante nel ventefimo nono canto
derinfernofa métione,così dicendo.E Nicolò che la coftuma riccha, Del garofano prima difco-
pfe,ne rhorto,doue tal lème s'apiccha,dinotado Nicolò hauer fatti cóuiti molto lontuofi,ne qua
li fece cuocere le viuande à fuoco di garofani,& di canella,e faceua ferrare i ilioi cauclli d'argéto
&i gangheri,e fcminclle degli vfci,e portele fìneftre,erano d'argcto,e tutti i vafi della fua cucina
erano di tal metallo. Quefta famiglia, e/fendo potentilTìma, venne già in cótrafto con la Republi
ca di Siena fua patria, & da l'vna e da l'altra parte,fi raunorono gradi efferciti.Qucfta diffenfione
nacque perche la republica fòfpettaua che i Salimbeni.per la loro grandezza, non fi faccffcro Si-
gnori della patria:Dal altro canto i Sahmbeni volcuano ditfcndere,& mantenere le loro giurifdi
cioni.e Signorie,& chiamauano la Patria ingrata,perche non hauendo riguardo ad vn fegnahito
benehtio d'vn Salimbene de Salimbeni , già fatto alla Republica,efla procacciaua dì violare , &
rompere le loro ragioni.Ilbenefitio fu che effendoelTa Città trauacliata molto da Fiorentini
collegati con altre città vicine,per volerla foggiogare,e ndottafi ad eftremo bifogno di danari , il
detto Salimbene pagò de proprii danari,di doppia paga,tutti i fbldatiji quali vfccndo fuori rup-
pero i nemici,e n'vccifcro afìai,e molti ne conduffero alla città prigioni.I cittadini che nel Indet-
to contraflo fauoriuano la Republica,contra i Salimbeni , furono i Tolomei col fauor del Impe-
ratore BarbaroiTa.ncmico à Papa Alelfandro 1 1 1 1. à cui i Salimbeni s'accoftauano come congi-
unti in affinità con lui. Ma pacificatoli finalmente l'Imperadore con la C4iiefa,fece dcporrel'ar-
me ad ambe due le parti, e partcndofi per LorabardiajCÓduffe fèco vn Giouanni Salimbeni prin
cipalc di qucfta famigHa,accio che dopo la fua partita non fi fufcitaffc nouo lòlleuamcnto, & die-
degli luogho per habitatione in Pania , donandogli honoreuoli entrate: da collui e poi difcefa in
detta Città la prefente famiglia de Salimbeni , fra quali viue hora il prenominato Academico .
Perciò calcolato il tempo della venuta di detto Gioanni à Pania , potè eflere ne gli anni 1 1 57, o
d'intorno. In Siena fu anchoravnFrance/co Salimbeni. che tentò farfi Signore di Siena & ciò
funel i40 3.man5gli renfcii!difegno;ondenenacquetraraRepublica,&quefta famiglia mor-
rai gnrra. Ma poi rapacificatofi detto Franccfco ( nomato con corrotto vocabolo Cecco) con la
Republica , per publico inftromento premile di effcre obediente figliuolo alla Patria,& elTa al-
l'incontro fi obligò di non dare verun difiurbo alle fue tcrre,e feudi, e queftonel 1409. Maritò
poi il detto Cecco Antonia Ina forella à Sforza Attendolo al'hora capitano della Chief3,dando-
gli per dote , oltre aliai , e prcciolc gioie, quefti calvelli ; Monte Gioue , Monte nero , la Ripa , il
Ì3agno,claCittàdiChiufi, riferuandofi per fé molt'altri cartelli . Ne i quah fuccderono i flioi ,
cioè , vn Giouanni Signore di Campiglia,e Nero Salimbeni , & i figluoli di efìò Nero . Non mi
emenderò in far mentione di molc'altri di quefta ftirpc^Ia qual hoggi in Siena è quaii Ipenta.gli ne
fono però in Bologna,in Viterbo , in Tcfi , in Acqua pendente , in Parigi , & in Fiorenza i Bar-
tolini de Salimbeni. Da quelli poi,chc fi fermoronoin Pania per dritta linea fono difcefi molti
huomini di molto conto,fra i quali fu vn Beltramo iureconfulto, il quale riceuèil giuramento di
fedeltà da Gaetani,che s'erano refi à Federico II. fu nel anno 1 1 94. fu etiandio vn Saracino Sa-
limbene,che per vn tempo dominò Paula , come vice Signore , di che ne fanno memoria alcuni
fcrittori,nel tempo che il beato Lanfranco fu Vefcouo di Pania, e fu nel 1 20.0. Zaccaria di quefta
famiglia nel 1 294, fu podeftà di Milano .Fu ancora nel anno 1 296 vn Saracino Salimbeni Po-
dellà di Milano,vn Beato Martino, il quale con pietà Chriftiana difpcnfaua tutte le entrate a po-
ueri, onde fu molto accetto a Dio,il cui corpo hoggidi h vede intiero entro vnarcadi marraoi
nella Chiefa di Santo Gioanni in Borgo . Ma veneiìdo a tempi moderni , Agoftino , Francefeo
padre di qft:o Don Giufeppe,Carlo auo furono cómendatori del miniftrato di San Lazaro , chic
ra,&hofpedalefabricatidavnGislenzoneSaIimbeni,neirannoi ijy.e dotati di proprii beni ne
altri fuori che quelli di qfta ftirpe,pofrono hauere quel titolo ,p ellère loro iure patronato. Don
Giufeppe detto lo a r d i t o è fucceflò al padre,nclla detta commenda,con titolo di Cauagliere
e comendatore di San Lazaro & Mauritio . Quello oltra la fua buona,& religiofa vita,e la fua ca
rità vcrfo i pcueri, vfa di continuo molte cortefie à virtuofi,de quah è amatgre,<5«:benefattorc .
Ce 2
DI FRANCESCO
E tre corone , vna di quercia , l'altra di Lauro, la terza d'Olina fono imprcfà dì
Francefco Colonna, nella quale ad imitationc delle prerogatiuedi detti tre
arbori,ha voluto palefare la Tua virtuofa intentione , Haucndo egli prudente-
mente confiderato la cóuenienza de flioi pcnfieri con le qualità che alle tre co
rone communemente & honoratamente s'attribuifcono . le due di quercia e
di Lauro,rendeuano e rendono teilimonaza de meriti militari e delle poefie ,
onde parrtii di ragionare breuemente d'eile due prime e poi della terza, accio
the Ci vegga quanto tale imprefa con molta leggiadria & ingegno conf'erilca à difegni del
Colonna Academico Affidatole quanto ben conuenga alle proprietà delle imprefè.Dirò prima-
mente che la Quercia ( chiamata da Teofrafto Hemerida ) fuife da gli Antichi confacrata à Gio
uè, e perciò gli antichi Romani vfauano di fare delle frondi d'efTa ghirlanda con la quale co-
ronauano colui che in guerra hauelle feruato vn cittadino, di che ne tratta Celio . Ma eirendone
di queft arbore quattro fpetie cioè , Quercia , Efculo , Rouere , e Cerro , non fi sa di certo qual
di quefte fia dedicata à Gioue , maffimamente dicendo Teofrafto che alcune querele producono
le ghiande dolci , & altre amare,fi ftima però quella forte di quercia eflcre ftato in molto pregio,
del cui frutto gli antichi de primi fecoli fi pafceuano , e perciò alcuni hanno Icritto che M.Tullio
meritaua elTère coronato di quefta fronde , hauendo difefi i fuoi cittadini dalla Icelerata congiu-
ra di Catilina. Della corona di Lauro s'incoronauano gli Imperadori in tcftimonio delle acquilla
te vittorie,e con ef la riceueuano il trionfo in campidoglio . Il lauro e Arbore confacrata ad Apol
lo,e vogliono li Poeti , che tal pianta fufìfe vna fanciulla o Ninfa,della cui bellezza fé ne fuffe ina
morato Apollo j il quale feguitandola che fuggiua , per confèruare la fua virginità fìi conuertita
in Lauro . Ma lafciando la fauola troppo nota ; diremo che quell'arbore ha marauigliofa preroga
tiua.che non può elTere percofla dal fulmine , dicono ancora che fignifica ò buono , ò trifto au-
guriojcioè che elTendo poftele fue frondi fopra il fuoco,fe nò fìfidono,ò fcoppiano pronofticano
male
COLONNA
m3lc,ma quando fcoppiano promette bene,è però Tibullo diflc quando il Lauro fa gran llrcpito
nel fuoco,cioè,s'Esco.s- segni bvosi dal i,avro,goda la villa. Non perde ancora mai
la foglia giamai , e di più (come afferma il Ruellio)il fucco e l'odore è contra i veneni,Potrei dirne
affai più, ma per non trappalfir i tcrmini,dico,che la terza corona fatta di ramo d'oliua concor
re con l'altre due fecondo i vircuofidifcgni di quello 111 uff re Acadcmico . Però quante degne
qualità habbial'Oiiua, e come ancora babbi gran prcrogatiua edalla natura, e dalla humana
autorità è cofa manifeftilfnna . Gli antichi la dedicorono a Pallade dea della fapicntia , non per-
de anch'ella le frondi perqual (ì fìa ftagione, èannontiatrice della pace, & il fuo liquore è miik-
riofamente adoperato nelle cofe facre, di che in altro luo20 n' habbiamo abaffanza ragionato ,
Bella , vaga , e giuditiofa è quella Imprefà.con le qualità fcoprendo gli honorati dilegni del no-
minato Academico ^ il qual nato Signore e caualiero determinò nell'animo fuo di fare opere tali
con ogni diligentia e fatica fi che perueniffe all'acquifto delle tre corone, e però volle porui que-
fio motto cioè His ornari, avt mori, con vn nome veramCte conforme alla iua inten-
tione,cioè .il risolvto & hauercbbeil dilìato Tefbro acquiliato/pinto dall'animo fuo gè-'
nerofo, e dall'obligo di imitare igloriofifuoi antenati, i quali con ellrcmi fudori acquillorono
le tre frondi,fe la crude! morte nel fiorire della fua giouinezza non haueffcfuelto qucffo bel fiore
dallo immortai giardino dcH'honor terreno .
Fu quefto Academico dello Illuftre Se inuitto fangue di cafa Colonna , del cui fplendido e óe-i
lebrato nome ne fono piene le carte, e colme le memorie,oue ne la Morte ne il tempo non hanno
ne potcfta , ne forza , fi sa molto bene chi fono flati da 400. anni in qua quegli IHuffri perfonag-
gi di qucftaftirpc 5 come vn Giacomo, vn Stefano, vn Sciarra, vn Mutio , vn Giulio,vnFabri
tio , vn Profpero , vn Marc'Antonio , vn Alcanio , vn Camillo , vn Pompeio , e chi vltimamcnte
fuHè Stefano Colonna padre del detto noftro Academico Signore dell'antichi llima città di Pale
llina , di ali la memoria ci è pur troppo frefca atta à prouocare le lagrime per la gran perdita che
di lui ha fatta la noftra età . Queff o gran Càualiero di valore , di prudentia , di vigilantia e di ani
mofità è flato a tempi noffri tenuto fra i primi . Hebbe tutti i gradi della militia apprcffo il gran
Francefco Rè di Francia di quefio nome primo . e da lui fu ornato del collare di San Michele , e
dopo per honelliifima cagione ritornato in Italia, fu raccolto dal gran Duca di Tofcana co'l
grado di generale di guerra, l'empia morte nella fua più bella e più faggiaetàpriuò
troppo ratto il molto bifognoche d'effo tutta la Italia n'hauea, Francefco Tuo
figliuolo Signor de Paleftina& Academico, per fuccelfione della moglie
fùdalRècatholicoflutoMarchefedi Mortara, quePto confumò al-
quanti anni ne feruigi del Rè Filippo feguendo la fua corte,do-
ue era molto amato , & honorato , Fu di gentiliifimi co-
ftumi , magnanimo , liberale , conuerlèuole , di ga-
gliarda difpoffezza , e deft rezza della perfona,
attendendo d'ogni bora à tutti gli honora
ti e caualierefchi ellcrcitii , e poteua
gire à paro dei migliori, era
molto dato alle fcientie ,
fapeua d'ogni fug-
getto faggia-
mente
ragionare, &
ad'ogni propofito
difcorrerc , ricco di me-
moria , accommodaua atta-
mente gli efièmpi. Imperò che s'e-
ra molto dilettato delle hiftorie, e daua di
k ottima fpcranza ma la fua boma lo fé tofto falir alla eterna felicità .
DI GIOBATTIST
A
' A q uila regina de tutti gli altri augelli che vola con vn picciolo augellino fópra
le Tue fpalle il quale è chiamato Trochilo & altrimente, RcguIo,habita fèmpre
fra le hepi volando baffo , & ha del rofficcio e viue di vcrmicini (come ferme
Plinio) è Imprefa diGiouan Battifta Brcmbato Bcrgamafco &Academico
AffidatOjlaconfideratione però di quefìro generofo Accademico è quefta,
ciò è che quel picciolo augellino per elfer cofi minuto e di niun" vigore à
paragon degli altri augelli , fabolofs mente dice il volgo che sfidò gli altri
augelli a chi più alto voIaffe,edouendofi venire alla pruoua fi pofe Ibprale
fpalle deir Aquila laquale s'inalza al cielo più d'ogni altro volatile , & in quefìa guifa iliperò non
che tutti ma ancora la (lefla Aquila, onde fono infiemenimici, humile paragone ma di:nobil
core e di generofa benignità, traggcndoquefto Academico la fomiglianza dal piccioliifimo Au-
gellino, ancora cheliudettoBrcmbatofia di nobiltà di fangue edi commoditàdi fortuna fra
primi fottoifupprcmi. volendo inferire che quanto non potrà fecondo il fuo defiderio alzarli,
fi preuarrà del volo dellAccadcmia degli Affidati &ancora dell'Impcradore chcticnc perfua
ordinaria infegnalAquila nera .Eflendo la verità chefempre gli antenati fuoi hannofèguitae
mantenuta l'affettione imperiale , confcruata però fèmpre la fedeltà verfò i legitimi Signori che
fono i Venetiani , & hoggi quefto academico fcguita la fèruitù del Rè Fihppo il quale con ftipen-
dii honorati e gradi militari,lo trattiene e fanno quel conto , che a benignità di Rè & a merito di
fcruitore fi conuienè,per ciò egli ha voluto fbpra tale imprefa vf ir queffo Motto ciò è n e e v s i-
TATA NEC TENvi FEROR. aucora che l'animo dello fteffo Academico fuffe di vfare vn'al-
tro motto .
La famiglia Brembata fu anticamente fra le nobili di Milano, ma d'altro cognome, imperò
per le ruine di quella gran patria, cagionate da Federico Barbarona,molte famiglie fi partirono,
e quefta fi ritirò nel Bergamafco in vna terra detta Brembato doue comprororno molte poffef-
fieni e da quel luogo furono chiamati Brembati , habitando però la città di Bergomo fotto varii
Signori
BREMBATO "^
Signori fin che al tutto rimafé quella Città fotto il libero Dominio Venetiano , come hoggi
fedelmente perfeuera :, gli antichi di quefta nobil cafata erano milanefi , e poi come bcrgamìil-
chi/ono flati di molto valore in ogni honorata profeffione , ma per che le noftre croniche fono
limitate aguifa d'Elogii louiani( il che vn'altra volta fi e detto) però diremo d'vn Mateo Brcm-
bato pur con titolo di Conte il quale mantenne Bergomo contra Francefco Sforza primo Duca
di Milano di quello nome e cognome,& era Mateo alhora capo e Gouernatore di Bergomo,on-
de s'acquifto il nome di def enlòre della patria, ne ancor (bpportò mai che alcuno la tiraneggiafie
ne chi ardifle d'opprimere i poueri , Dauid Brembato doppo Mateo , fottopofio Bergomo alla
Signoria di Venetia,con molta diligentia e fedeltà lo conferuò grato a quella ampliifima R. P. la
quale femprefece ftima grandiiTima della ftirpe Brembata , ancora che fulTc e fia Imperiale . Co-
riolano Brembato huomo di configlio e pronto ad ogni honorata efiècutione, diede vnagran
rotta all'efiercito di MalTImiliano Duca di Milano , a Ciuidale , Impercioche lo ftefib Duca mo-
leftaua le colè della R. P. di Venetia , per il qual fatto egregio ,• oltra l'acquifto che Coriolano fe-
ce d'immortal laude,diede ancor maggior credito di gratia apprefTo de fuoi Signori alla famiglia
Brembata.Molt'altre degne opere e publice e priuate fecero quelli honoratiffimi Signori da qua
li non ha punto degenerato il fudetto Gian Battilla noftro Ibpranominato Academico il quale fi
è voluto academicamente nominare ìIgersone. nome forle canato da Gerla figliuolo di Mo-
fe. Eflendo la verità che gli Hebrei imponeuano i nomi alle cofe con fignificati naturali e cafuali.
chiamò Mole il fuo primo figliuolo Gerfam perche era nato & allenato in terra aliena. Quello gè
nerofo academico fin dalla fua tenera Età cominciò ad acquiftarfi le Icientie e perfèuerò fin che
lìi atto alli effercitii della militia lòtto l'Imperio di Carlo V. chelofecefuoColonello.&ilRè
Cathohco lo mantiene ( come fi è detto ) in quella dignità, fi è il Gerfone ritrouato nelle guerre
del Piemonte , malTimamente nelle efpugnationi di Centale e di Moncaluo . Si ritrouò al foccor
fo di Cunio & egh mancado la commodi tà di foldati e di denari al Marchefe di Pelcara il Gioue
rie,fiftaua più torto in deliberatione di non (occorrer quella terra ch'altrimenti, in quella diib-
biofa difpofitione il Brembato Academico Ci meffe inanzi doue erano i primi capi della Militia
e s'oflferfe di lèruire con 400. fanti , per quella offerta molti altri fi offerfero , fi che fi fece mafia
fé non atta a contraftar col nimico,almeno pronta di tentare il negotio il quale con molto {cor-
no de nimici riufcì felicemente. Il Brembato Gerlònee ornato di collumi fignorili e di dottri-
na, è Icrittor per fuo diporto dotto & ornato tanto in fingua latina e Tofcana quanto in fpagnuo-
la , leggendofi di fuo molte belliifime rime,è piaceuole grato e benefico onde e amato e riuerito,
da ciafcuno , ne ricula dilàgio , pericolo, e difpendio de fuo proprio,& in tutti i tempi
& in tutti i luoghi per feruigiodelRè Catholico, ne ricusò di andare nel
fettanta due con l'armata della lega , feguitando il Duca di Sef-
fa a cui fono accetti & grati le egregie e generofe qua
lità del Gerfone dal quale il Ipera occor-
rendo, dimollrarfi con U con-
fìglio e conle opere
fedele alla
religion Criftiana
grato a fuoi fuperiori , e
benefico agli
Amici .
DI G VIDO
'Arbore Oliua è Imprcfa di Guido Ferreri , tolta da lui volendo imitare la Na-
turarla quale fi preuale dell'arte in far tagliare i rami vecchi,accioche per quel
la potatura ne rinafchino de nuoui , da quali pofcia ( come diceTeophrafto )
fi raccoglie più copia de frutti e migliori in benefiiio dell'humana vita , volen-
do fignificare , che della calaFerrera nobiliffima& Illuftre. per morte fona
mancati molti perfònaggi di valore , maffimamente gran Prelati , & di mol-
ta fama fra Prencipi Chriftiani . Et fi dinota , che efib Guido nella dignità cc-
clefiafticas'ingegnaràcon opere degne di lui,di rinouare l'honorato nomedefuoi maggiori, e
che gli altri fuoi pur gioueni moderni, nell'obligo della nobiltà , come nuoui rami produrranno
frutti . vfando il medefimo valore degli antenati loro, imitandoli nelle attieni ciuili & heroiche .
Guido fi è eletto queft'arhore, veramente produtta dalla ccleftefapientia,chefauolofan«cnte,
è chiamata Minerua, la quale venuta in conrrafto con Nettuno per gara di potentiac perche
ciafcunod'effivoleuaàfuo modo dar nome alla città di Atene , molto da detti due Dei amata
e cuftodita , onde venutofi alla pruoua in quella contefà ( comandandolo Gioue) che qual di lo-
ro producefle cofa megliore , quello imponeffc il nome alla città . Nettuno percoffa la terra co'l
fuo tridente,nc fece naicere vn bel cuuallo , Minerua fatto il medefimo, con l'hafla fé nafcere vna
pianta d'Oliua , onde fu il grado dato di maggior virtù à Minerua.eda effa fu alla Città importo
il nome.cioè Atcne,ll che à molti pare cofa contra ragionejche vna pianta fuffe prepofta ad vno
fi feroce , vago , e pregiato animale . Nondimeno chi ben confiderà la natura di queft'arbore , e
l'ottimo liquore cheproduccàtanti fi gioueuolivfi per la vita humana confciTiira la fcntentia
elTcre ftata giudiffima che l'Oliua fia più degna creatura del cauallo,da quefto C\ può comprende
re, primamente cotal arbore di fua natura non perder mai fronde.. Del legno di elfa , Hercole
fece la fua mazza , come fcriue Paufania . Da quefta nal'ce il liquore cofi eccellente dcirOlio,chc
ferue in infiniti vfi di medicina , e fpeclalmente per rifanar le piaghe , come teftifìcano gli Euan-
gclifti
FERRERI '°*
gelifti , e fi e Tempre vfato e sVfa , veggiamo ancora che leua ogni bruttura dalla carne humana.
Onde i Laconici faceuano vngerc tutto il corpo à i fanciulli pcrchela lor pelle diucntafle dura ,
e foda , e che perciò faceire più rcfiflcnza al freddo & all'humido . è ancora molto necefTario que
fio liquore al vitto del'huomo , & al mantenimento del lume nelle lucernè.Ha parimente quefta
vertù che fopraftà à tutti gli altri liquori . Le fronde di queft'arborc s'interpretano per la pace , e
s'adoprano ad afpergcre l'acqua benedetta , e de fuoi rami fallì quella cenere che fi fparge fopra i
capi il giorno primo di Quarefima , la gratia dell'Olio è prefa per la lapientia, e per la letitia con-
fermando ciò Dauid profeta nel falmo 44. & altroue dice , Hai ingralTato il mio capo nell'olio .
& à i Re quando fi confacrano , fi vnge il capo loro , è ancora vfato ne i facramenti della Chiefa ,
& nel confacrarc i Sacerdoti . Degna adunq; èftata fomigliante figura publicata per Imprefa, ri-
irouandofi in elfa la fbmiglianza della virtuofa intentione di Guido fopranomato , & il motto è
conferente alla figura come vero teftimonio dell'animo fuo , cioè .tanto vEERivs,al qual
nome è ancor conforme il nome Academico , ciò è, il novello, cofi ben Ci comprende .
<]uanto lo iftefiò Nouelio Academico promette nel corlb delle fue future operationijlecitamente
conueneuoli a Prelato , & à Signor temporale .
E nato Guido della antica & Illuftre famiglia de Ferreri Ja quale fecondo alcuni.hebbe origine
in Biella Cartello di molta nobiltà.perche molto tempo fi gouernò à Republica . hauendo largo
territorio,có molte terre murate,& Caficllafotto di Ce^et ancora hoggi Ibn dimandati dalla auto
rità di Biella fuggetti & al fuo Toro obligati.Sebaftiano Ferrerò, oltra che fufie il principale di «^l
luogOjC forfè fopra tutti di nobiltà e di ricchezza,per le adhercnze de Rè e de Prcncipi.diuenne
alfai maggiore , apprefib de quali fu m molto credito, & in gran ftima,per il fuo valore.tanto ne i
configlijquanto nell'armi^e ne i gouerni de populi . Impercioche efiendo ftat-o fatto dal Duca di
Sauoia generale delle Finanze per la fua buona fama fu chiamato da Carlo ottano Rè di Francia,
da cui hebbe diuerfi maneggi di grande importanza,{ì nelli bifogni dello ftcffo regno come anco
ranelle flato di Milano. Pa^pa Alcffandro Sedo dapoi hauta piena informationedel valore di
detto Sebaftiano,& della molta dottrina e bontà di vita di fuo figliuolo nomato Giouan Stefano,
lo promoflTe alla dignità di Cardinale, dandogli il Vefcouato diBologna, eda quefto titolo del
Vefcouato fu poi chiamato il Cardinal di Bologna,& p li molti fuoi meriti lo lleflb fommo Pon-
tefice gli conferì molte Abbatie , accioche nelle larghe e liberali fpefc , ch^egli faceua,potefie più
honoratamente trattenerfi,& in quella promotione Gio: Stefano fu egli folo promollb alla de-
gniti del Cardinalato.la qual cofa dinotò, ch'egli folo per le molte fue vertù,fuffe fatto degno di
cofi alto grado . Morto Gio: Stefano con vniuerfàl cordoglio della chiefa leone. Decime»
nell'anno . 15 17. creò Cardinale in fuo luogo Bonifatio Ferrerò fratello di elfo Gio. Ste-
fano,nominato poi il Cardinal d'Iurea^ facendolo Vefcouo di detta Città , e dandogli l'Abbatia
diSanBelegno, con quella di San Michel la Chiufa, ediSanStefanoinVercelIi,conquella di
Cafauallone , e con quella di San Stefano in lurea , Fu coftui di grandilfimo credito, hebbe di-
uerfe legationi,e fra l'altre fotto Paolo IIL hebbe quella di Bologna.Morto coft ui,che fu di tanta
afpettatione , Paulo creò Filiberto nipote di Bonifatio fudetto Cardinale co'l Vefcouato pur
d'Iurea,& con la maggior parte delle fopranominate Abbatie , Quefto Filiberto, prima che fulfe
creato CardinaUu mandato vicelegato in Auignone , dipoi in Piacenza . foprauilfe poco tempo
dopo'chefu fatto Cardinal e,& era veramente in buona & vniuerfale afpettatione , E perla gran
dezza e meriti di quefla nobiliffima f amiglia,Papa Paolo Farnefe fudetto maritò vna fua nipote
ad vno della ifleffa cafata figliuolo del Marchefe di MelTerano.Dopo quefto fu da Papa Pio IIII.
Creato Cardinale Pietro Francefco fratello del fudetto Filiberto , & Vefcouo di Vercelli, & Ab-
bate di San Stefano nella medefima Città . Lo fteffo Guido Accademico , hauendo con diligen-
tia nn da fanciullo attefo alle fcientie , e fatto honoratiffima riufcita , fìj dal medefimo Papa Pio
mi .creatoCardinale di Vercelli.Quefto pariméte fu legato in Vinctia, e poi in Ferrara.quando
il Duca Alfonfo menò per moglie lafigliuola di Ferdinando Impcradore , forella di Maflìmilia-
no. La vita di quefto Guido Cardinale Illuftriff. è di fomma eflcmplarità,e di lui fi fpera vna ma
rauigliofa riufcita, e per tanto nella fua imprefa promette di caminare per le pedate de fuoi mag-
giof ijin quanto all'obligo della religionCj& del grado , che tiene .
Dd
DI PO LIT TONIO
Verte tre figure, cioè, Hercole, il Monte ^ &ilpicdoI Tempio in cima e im-
prendi Polittonio Mezabarba Pauefe , ne contrafannoalla proprietà delle
Imprc(c, impercioche contengono la fomiglianza dell'animo di quefto hono-
rato Academico.Di Hercole già fi fanno le honoratiffime & maraùigliofc ope
re , ancora che le opinioni fieno diuerfe , fé egli fufle figliuolo di Gioue , o di
^ Amfitrione , o di Ofiri Rè d'Egitto , fono perciò da notare le differentic fra
Hercole Greco , e Io Egittiano , fi truoua fcritto , che furono più Hercoli , e
Varrone fcrifle , che furono quaranta tre , de quali il primo fu quel d'Egitto , detto anco libico ,
l'vltimo di tutti fu Hercole detto Alceo , figliuolo di Alcmena , e di Amfitrione , Quefto mede-
fimo conferma Diodoro ficiliano nel primo e nel feflo libro . Herodoto nel fecondo libro fcriue,
che Hercole Greco hauédo nauigato in Fenicia,trouò il tépio di Hercole libico molte età e molti
fecoli edificato prima che fuffe egli nato . vero è che Herodoto ancora fcriffe come i Greci fondo
rono vn gran tempio , & in effo facrifìcauano ad Hercole Egittiano , come à Dio , e preffo a quel
gran tempio dapoi , edificorono vn'akro tempio ad Hercole Greco , non come à Dio , ma come
à Hercole , o femideo , Cicerone parimente nel libro della natura dclli Dei , connumera con gli
altri , Hercole Egittiano il primo , & il più forte di tutti gli altri , fa teltimonanza fimilmente Ma-
crobio, come gli Egittianicclebrauano quefto loro Hercole, come nato nel primo nafcimento
dell'humanageneratione, mancando d'origine. Diodoro Siciliano conferma quefto ifteffoncl
fuo primo libro . Hercole è veramente nome Egittiano • Il che dice Herodoto nel fecondo libro
delle fue hiftorie . Eforo Parimente fcriue , che vn fblo fu il vero Hercole, il qual fece quell'opere
mirabili e preclare, e fi dee negare che fuffe Heraclio Greco da Greci impertinentemente chia-
mato Hercole , leggafi per faperne la verità Diodoro , Berofb e Mofe , leggafi Giolefo , e Gii cla-
mo al decimo capitolo della generatione , Quefto andò per tutto il mondo , & ottenne tante ftu-
pende vittorie , amazzò fette Tiranni fauolofamente interpretati per i'Hidra . Ma Alceo figliua
io
MEZABARBA -^
lodiAmfitrioncnonfi.truoua,{ènonchediGrecia fòlamcnte paflafTe in Ada nel faccheggia-
mento di TroiajefTendo Rè di quella Laomedonte, Imita adunque quefto AcademicoThiftoria
di Hercole Egittiano , o vero la fauola di Hercole Greco , trahcndo da quelle generofe qualità la
fomiglianza de Tuoi difegni , e le non in quanto alle forze , & alle occafioni , almeno in quanto al
lef;uichevertuore& alla grandezza deU'animo.Il Monte poi lì prende per l'alprezza del viaggio
durando eftrcma fatica la cofa graue à falir in alto , ilfacello fopra , ouero in cima al monte,è dica
to alla virtù . al merito della quale che è la gloria,non fi può arriuare fenza molti arfanni, fudori ,
trauagli , pericoli fpauenteuoli , e zelo di religione, e come Hercole con qucftealidi virtù fàli
all'acquifto di gloria mondana , così Poiittonio ha difegnato , e difegna di alzarfi con le migliori
piume al tempio della diuinagratia, onde a propofitovfa il motto in labore q_vi e s, vo-
lendo inferire,che l'otio contrario alla vigilantia non fente mai riporo,& ha voluto rendere con-
forme il nome Academico alla fua bella Imprcla , & è quello f i l o p o n o cioè amatore di fati-
che doue s'acquifta ripofb ddle due felicità.
E Poiittonio vfcito dalla ftirpe di Mezabarba,vogliono alcuni che la ftcfTa famiglia. con la Fol
pertalìenovnamedelìmaecheperhonorataefegnalataoccafionefulfero fitti diuerfii cogno-
mi . come fé ne lènte di molti altri in tutti i paefi . L'antichità di quefta nobile ftirpe,fe non fi fuf-
fero perdute le fcritture della città di Pania per cagione delle guerre onde fu la sfortunata patria
più volte làccheggiata e difirutta, fi vedrebbero più chiare le tcftimonanze di quella honorata
famiglia.Tuttauiaeperiiìrumentieperedihtiidiciuilitàe di religione, la cala di quello ceppo
vicina a Santa Maria in Caneuanoua( ch'era à quei tempi vn famofb palazzo) era in piedi nel
millefimo,ne mai fu da iMezabarbi alienata &hoggi è habitatada Giandominico Mczabarba
academico e fratello di Filopono , i! che arguifce l'antichità de mille anni elfendo fempre prele-
uerata in detta famiglia,poi per altri iflromenti vecchi fono nominati molti dottori e caualieri di
quefta fteffa cafata de quali volentieri ne fcriuerei iè non mi ritiralfe da quèfto diletto la breuità
della carta,per onde vengo a i più moderni.Primaméte il bilàuo dello fteflb Academico Poiitto-
nio, chiamato il Cauaher mczabarba e per nome proprio Gianantonio fu, fra i nobili cortigiano
del Duca Gian Galeazzo e da lui molto fauorito , al quale conceffe Priuilegi d'alfentioni & altri
c'hoggi lono in mano del medefimo Academico, Da queftogenerolò Caualiero nacque Gian-
domenico auo paterno dello flellb Filopono , fu dottor di legge, e per le rare fue quahtà, fu fat-
to configliero ducale,dipoi fu madato Ambafciatore per trattar negotii importanti preifo i Du-
chi di Ferrara , oue dimorò alcuni anni , & il fudetto Academico ha ancora molte lettere ducali
fcritte ad elio Giandomenico fopra i negotii ch'egli prudentemente trattaua. Fu ancora quefto
honorato lu. Co. tenuto di molta ftima e di tanta integrità fra gli altri configlicri , che mutatofi
più volte lo fiato di Milano , fempre fu mantenuto e itimato nel fuo grado. Di quefto nacque .
Antonio Padre dello ftefib Academico Filopono , Il quale eftendo gentilhuomo di cappa corta,
per le fue ottime qualità e fedel feruitù fatta a Carlo V. da S.Cef Maeftà fu per lettere caldamen
te raccomandato ad Antonio Lena Gouernatore di Milano le quali hoggi fi ponno leggere in
mano delfòpranominato Academico.Lafciò Antonio tre altri figliuoli de quali fé ne farà in altro
luogo memoria. Poiittonio elfendo il lècondo genito,fi diede nella tenera Età alle lettere , di poi
entrò nella profeflione legale . s'addottorò e {\ diede alla lettura , e con fatighe , fudori , e conti-
nue vigilie fali per proprio fuo valore di grado in grado fin che p fuo manifelliftìmo merito heb-
be in Paula fua Patria , la prima catreda e della matina e della fera , con numero lèmpre quafi in -
finito d'auditori , ne per ciò menor credito haueua nel confultare che nel leggere, per laqual co-
là acquiftatafi.grandiflima,laude,fu fatto fenatore nella cui dignità quante fieno le fue fatiche,
quanto fia rilbluto , fincero,& amoreuole a cialcuno,è manifefto per tutto,! meriti del quale gra-
ti alle orecchie del Rè Cath.lo deputò legato &vifitator del parlamento , o.ver configlio della
Borgogna , rifedendo in Dola città principale,e tale fu la deftrezza e prudcntia di quefto Illuftre
Senatore & Academico Affidato ch'in breue tempo le cole di molti anni confufe e trauagliate di
ftinte & ordinate con marauiglia di quei populi & a comune fatisfattione ridufle , il che teftifica
con fue lettere il Duca d" Alua Gouernatore della Fiandra e della Borgogna .
Dd 2
DIGIANP AOLO
LCigno foprn lo altare ch'è Luogo in fòlito a fìmiglisnte Augcilox Imprcfa dì
Gianpaulo dalla Chicla Tortoncfe , le piume di detto Augello fono bianchif-
fime,i Latini lo chiamano Olore,onde fi iuol dire colore Glorino , per dinota-
re vna vera bianchezza , viue nell'acque , ancora che fpefTo (ìa veduto fopra
la terra manìmamenteherbo(à& acquaitrina . li poeti greci dicono che Ci-
gno fu un giouene inamorato di Fetonte,per la cui morte tanto pianfe che fi
conuertì in augello , il quale è fimile all'Oca ma più grande , Imperò Eiììodo
s'ingannò con dirlo figlio di Marte , & Herodoto parimente erra facendolo di natione aiìatica e
forfè per effere in Cilicia, hoggi detta Caramania , vn fiume chiamato Cidno . Berofo però vuo-
le e conferma che da Fetonte nafcefieLiguro, e ciò fcriue ancor Plinio . daLiguro , Cidno , dà
Cidno Eridano , da Eridano Veneto . adunq,- fi gabbano da fé (iefCi i Poeti grcci,cio e che Cigno
per la morte di Fetonte e per continuo pianto fi conuertifie in detto augello . Ma per leuar via la
confufione , accoftandoci à Berofo & à Catone nel libro delle Origini, Cidno regnò in Italiafo-
pra i populi detti dal fuo nome Cidnomani,da latini nomati Cenomani intefi per Brefciani,e per
Bergoma(chi,|> Cremonefi &per Veronefi. Imperò fé voliamo ftar nella fauola^confeA^aremoq uè
fìa Imprefaelier fatta ad imitatione della fauola , overoefTèr ritrouata ad imitatione della hi-
ftoria , commun che fi fia è da dire fecondo Plinio , che la natura del Cigno quando è vicino alla
morte canta e farà adimitation più prefio di natura , cauandofi dalla naturai qualità del Cigno la
fimilitudine la quale fcuoprc il religiofo difegno dello fteflb Gianpaulo academico affidato, con
ciò fia cofa che nelle attioni mondane fia fhito e nella eloquentia veramente Cigno con la quale
mirabilmente difendeua la giufiitia mondana,onde la fuauità del fuo canto , mirabile , & vnica ,
fparta dentro le acque, intefe per la natura ambitiofa e nodrice del peccato.onde ben difile il real
profeta in vno de fuoi làlmi ,salvvm me fac domine cì_v oniam intravervn t
AQ.VAE vsq^ in animam m E A m. indouiuando pci' cìo il cauto módaHO di Glanpaulo clVc
gli
GHIE S A
gli doueua morire in quanto alla vita fecolare . fu tirato dallo fpirito Tanto alla pura ereligiofa
mufica della fua falute , e cofi morto al mondo , fi elcfTe il Cigno da diuina mano tratto daìl'ac-
qac lopra l'altare , doue non più mondanamente , ma angelicamente canta-, il cui trafportamen-
to è rtato dall'acque ambitiofe al luogo di facrifitii criftiani . la figura però in cotal luogo pofta , è
veramente conforme al Motto hic dvlcivs canitvr.^ò vero d v l e i v s vt c a n a m.
con marauigliofa conucnicnza ancora del nome academico ciò è i l ritirato, quello aca-
demjco e nato in Dertona antico cittadino , fi come antica è quella città , fituata fra leguri e non
iVa gli Infiibri come fcriueTolomeo.nacque di honorati parenti, fuquefta famiglia ancora &è
fra le antiche in Milano , ha haute pcrlbne le quali fono f^ate nobilitate di dottrina e d'ofììtii pu-
blici e h. fono apparentate co le cafe nobili Milanefi,e con le prime cafatc d'Aleiiandria.parimcte
cjfta medefima famiglia è nobile in Pauia Da faciullo Gianpaulo attele alle lcttere,e fatto capace
di grammatica fu dalla fua honorata madre mantenuto allo fludio di Padua,e di Pauia,fu nobil-
mente addottorato , e i\ diede alla sbarra in Milano , e con tanta diligentia, dottrina & eloquen-
tia fi fece nel Senato conolcere fi che in pochi anni ottenne il nome fra i primi aduocati, perla
qual cofii haueua vn conce rfo di chcnti Cx che haurebbero dato che fare a molti buoni & affuefat
ti Aduocati , era da ciafcuno amato & honorato,maifimamcnte dal Duca di SeiTa, allhor Couer-
natore delio Stato di Milano e generale della militia CathoHca injtalia .fu menato in Spagna
da Tomaio Marini Duca di Terra Nuoua& aduocòperluinel configlio Catholico, & anco; a
dinanzi al l\è,e fu grato molto , per la qual cofa ne riportò la dignità di Senatore, riceuto in quel
lo eccellenti ifimo collegio fenatorio fu ferapre adoperato , e benché non haueffe molte facultà ,
prefa nobiliilìma & vertuofiifim a moglie , fu deputato & eletto per podefià di Pauia per cagion
dello ftudio grauemente tumultuato , doue con tanta deprezza maneggiò quello offitio , che in
pochi giorni tutti i tumulti e le riffe acquetò e per quel biennio con vniuerfale concordia fi con-
leruò la Città pacifica ciò ftudio floridiifimo. fu quefto Senatore & Academico affidato,conler-
uatore di giuftitia,efrecutore d'equità non intento a guadagni, pio, diligente, amabile, & in
tutte le necelTità publiche e priuate ricco di faggi e d'accommodad partiti,, rimafe védouo
elafantitàdi Papa Pio Quinto bene informato delle virtuofe operationidi quefto
Academico,lo chiamò àRomaevedutolo'procederein opere & in parole, co-
nofciutolo iftrumento necefl'ano a benefitii ecclefiaftic.',!o creò Cardinale ,
nel qual grado ha dato di fé {\ prudenti e fi rehgiofi teftimoni che
da tutto quello ampliffimo concifiioro è amato e tenuto in pre-
gio , non ceffando in qual fi voglia occafione di piamente
e religiofamente affaucarfi , intento fempre à gioua-
re&apreftar fauorea tuttelepouere perfone
& ad ogni bifogneuole virtuofo .
DI GIO AGOSTINO
L Vapore,ò,fumofità cauata dalh terra e dall'acqua dalla forza del Sole è, Im-
prefa di Giouan'Agoftino Caccia,e perche fi vegga quanto ella confcnfca c5
1 intentione dell'animo fuo^non farà fuori di propofito il dichiarare lecondo il
parere di Ariftotile , la diuerfita de vapori dal b affo all'alto dalla caldezza dei
iole tirati. Quefti fono di tre fòrti,vno è caldo e fecco , il quale particolarmen-
te s'addimanda efiàlatione , quefto nel tempo della fiate fale tanto in alto, che
arriua fino alla fbprana regione dell'aere, e quiui infiammato cagiona quelle
focofe impreffioni.L'altro è a cui propriamente conuiene il nome di vapore e freddo & humido
cauato dall'acqua e dalla terra molto bagnata dalle pioggie nel tépo delì'Autuno. o vero del ver-
no la terza forte e di natura mifta,Quefti in diuerle parti dell'aria folleuati dalla poffanza del Sole
e de pianeti fi conuertono in varie & in perfette generation!, e perche meglio s'intenda la natura
di detta imprefa,fia bene di dichiarare la diuifione dell'aria pofìa dal Filofofo nel primo libro del
la fua Meteora, è dunque l'aere diuifo in tre regioni,cioe nella fuprema^nella mezana,e nella baf-
fa,e dice che quella parte qua da bafTo e calda & humida,calda perche dalla repercuffione de rag
ci folari viene rifcaldata , & humida per la vicinità dell'acque , In quefla viuono gli animali vo-
ltili .La mezana regione è fredda ecceffiuamente per accidente, percioche la rcpercuffione de
raggi del Sole non può arriuare fino à quella parte , & il calore dell'elemento del fuoco non ar-
riua , ne peruiene tanto in giù ; e quefta è la cagione perche la ftefla mezana regione dell'aere , è
fredda,la fbprana regione d'eflo aere è calda e fecca,e queflo procede & è caufàto dalla vicinanza
dello elemento del fuoco , e perciò dicono i Filofofi, che quefla fuprema parte cflèndo di fua na-
tura calda,acquifl:a più caldo & infieme ficcità dallo elemento del fuoco da cui con la fua conca-
ua parte viene abbracciata , In quefle tre regioni adunque fi fanno le diuerfe impreffioni , la on-
de quanto giudiciofamente quefto Academico Affidato babbi voluto dimoflrare la diuerfita del
fuo penfiero in quefta imprefa i ageuolmente fi comprende . Atteib nella età fua giouenile dal
calor
CACCIA -7
calor del (angue hauer lafciato eflaltare i Tuoi penfieri intorno alle cofe terrene , e di poi lafciatili
vagare negli ampi campi de i piaceri delle fcritture mondane , & bora poi più faggiamente riiò-
lutofì , lafcia tirare i vapori de Tuoi penfamenti da quel fommo Sole , da cui o^niììjce dell'animo
& ogni pcrfettione dipende, come ben fi conofce nel motto Tuo, che dice nitet elaia.
volendo inferire , che i vapori della Tua mente erano prima ombra & ofcurita , ma che poi inalza
ti fono diucnuti chiari e rifplendenti , conferendo ancora il fuo nome il diverso all'lmpre-
fa & al motto veramente diuerfb da quello , che era prima .
La famiglia de Cacci antica in Nouara, fi comprende per diuerfccongietture, chefia vfcita
dantichiifima Origine , Primamente effendo delle prime , e delle più ftimate di quella Città . 01
tra di ciò l'antichità de gli edifici , come de palagi , di chiefè, e di cappelle,arguifce non lolamcn-
te antichità e nobiltà, ma dignità di Signorie e gradi di guerra, Di più leuando la corruttione
del cognome,fi ftima c'habbino hauuto origine da e a s s n cittadini Romani . Non è adunque
marauiglia fé da fi nobile e valorofo ceppo fieno poi vfcitihuomini valorofi, e pochi anni fono
cioè al teinpo di Carlo Vili. Rè di Francia riulci di quefta famiglia vno chiamato Opicino Mar-
chefe di Mortara,huomo nella militia di fingolar valore di cui fu figliuolo Ludouico di tanta pru
dentia Se ifperimento nell'arte militare , che da Francefco primo di tal nome Rè di Francia fu
eletto general commifTario del fuo efifercito^madato a Napoli lòtto il gouerno di Lutreco Guaf-
cone, èperle fue prodezze lo fece Duca di Nardo in Puglia e Signore di molte altre terre in quel
paefe , Fu poi vn Giouan Filippo Giureconfulto & Senator di quefta iftefia famiglia , di cui fi ra-
gionarà più ampiamente in altro luogo di quello libro. Giouan Agoftino prefente Academico
A tìidato,nella fua giouinezza attefe alli ftudi di Filo(òfia,fin tanto che trauagliato il flato di Mila
no da continue guerre, difuiato dalli detti ftudi, fi diede allo ellèrcitio militare, come che alla
nobiltà altra profeflìone non conuenilfe . hebbein quello honorati gradi lòtto il <'enera-
lato di Antonio da Leua,ritrouom in molte fattioni, ne ricusò fatica veruna, ne pe-
ricolo per grande & manifefto che fufre,e più in alto farebbe falito.e per animo-
lità e per configlio quando non hauelfe conofciuta più la perdita dell'ani-
ma, che l'acquiftodell'honore. chiaramente veggendole moderne
militie non hauere altro ftipendio.fe non quel tantoché fi ruba.
Abbandonando finalmente le guerre,& lafciati i gouerni
volendo viuere quetamente,fi diede alla Poefia Tof-
cana, in cui fece buona riufcita,come fi può ve-
dere per due fuoi volumi di rime già moki
anni (òno.pofti in luce.Dopo CIÒ ar-
riuato à gli ani grani tocco dal
la diuina gratia,compole
duoi volumi di rime
Criftiane,vno
inritolato
à Caterina Re
gìna Chriftianifììma
di Francia , e l'altro allo
Illuft. Cardinal Gran Vela,
& poi l'Academia degli
Affidati godè la pru
dente & ver-
tuolà conuerfàtio-
ne di lui nella città di Pauia . fin tan-
to che il Signorlddio Io richiamò àvica migliore.
DI GIROLAMO
Oleuanoi Greci In molte città delle principali edificare le piazze doueper di
porto i nobili iìradunauano,& anco vfaHano le dette Piazze, chiamata Ita] i3;
namentclaggiejuogi deputati per il concorfodliLioinini in tutte, le fcientie
dottiffimi , doue in verità non praticaua ne la plebe nel populaccio , ne i K u-
ftici , Hoggi , di quefteloggie in Napoli fi conferua il coihime , e le chiamano
Seggi , come quel di Nido di Montagna , di Capua,di Porta nuoua e di por-
to , quiui i gentilhuomini conuengono o , per ifpaflb loro, o, per bifogni del-
la città,e quanti fono i leggi, tanti fono i vicinati e fanno veramente vna bella e riguardeucle vi-
fìa . a Genoua ancora fé ne veggono , e anco i nobili le frequentano , e potrei dire che iè ne
ritruouino in molte altre città d'Italia; e fuor d'Italia . In Atene ve n'erano molti , mail
più venerabile era la piazza auanti al Palladio , edifìtio conlàcraco à Pallade , aperta , ma
non ogniuno ardiua d'entrarui le non chi fufle ftato approuato per faggio e buon cittadi-
no, erano ancora queftimedefimi luoghi e fono hoggi , detti Portici , e quel di Salomone fu
(tupendo e per artificio e perche era vn ricettacolo de Principi de Sacerdoti , e de Scribi, doue
trattauano di fuggetti diuini .La piazza che fi chiama foro in latino, è fu commune a tutti & e
ancora in quelli noftri tempi, la piazza Boaria in Roma fu primo riceuimento di ftatue indrizza-
te è publicaie quiui à honore di chi hauefle meritato in benefitio della Republica, e poi diuenne
ricetracolo de buoi.bafta bene di for veder quanto ingegnofam.ente il Torniello Nouarefe Aca-
demico de gli Affidati in Pauia,fi eleggefle tale imprela per la quale ha voluto fcoprirfi defidero-
fo con ogni fatiga e fudore di guadagnarfila làpientiaek fcientia per potere con queftomczo
entrar in quel riuerito , e riguardeuole Portico , ma come fimilmente fi perfuadefle di non meri-
tar {{ degno teltimonio , vsò il prefente Motto patet omnibvs pavcis licet, bella e
giuditiofa Imprela oltra che fia di bellilTìma vifta, Imprefa veramente fimigliante a quelle Nozze
eiplicate in Parabola dal noftro Signor Giefu Crifto doue ricusò chi non hauefle la vefte nuttia-
le
T O R N I E L L I -«
le . Volfc ancora quello confumatifTimo lureconfulto applicare la Tua intentione al Liceo dell' A-
cademia degli Affidati doue egli di entrare fu fofpettofò, quafì ch'egli modeftiflìmo fé ne ftimaf-
fe indegno, imitando Socrate il qual fapientiff. difle vnvm scio qjvÒd nihil scio.
fi volfc per ciò nominare academicamente l' affaticato. La cala Torniella come fia ftata
anticamente illuflre pc-r li titoli di contadi e lìgnorie , non è dubbio a verun o , e dirò per non co-
minciar come potrei, dal tcpo antico di Gio. Aluigi il quale edifico il cartello di Vergano & heb-
be queflo gli antenati funi coti a (ignori & egli fuccelfe alle antiche Signorie de fuoi maggiori.Da
AloigidifcefcroRiboldonoe Caluino iqualil'anno 1 3 ly.perle loro virtù furono da Lodouico
Bauaro Impcradore , creati Vicarii Imperiali nella città di Nouara, e fatti in nuoui Feudi conti
e Signori d'Arona,&: benché l'anno 13 29. lo flelfo Imperadore creaffe fuo Vicario in Milano
Azzone Vifconte , nientedimeno rifcruò à fudctti fratelli i priuilegi loro , i quali il dottor Fiotto
Acadcmico A ffidato , dice di hauer veduti , Di Riboldono difcefero li Signori de Vergano . Di
Caluino nacquero Francefco e Pietro creati dal medefimo Imperadoree confirmati Vicarii Im-
periali come fìi lor padre . Caluagno Torniello pur con titoli di Conti e di Signore diede, origi-
ne àManfrino &a Franccfchino- Di Manfrino nacque Giouanni che peni luo molto Valore
nella militia fu Gouernatore del Calici di Paula al tempo di Filippo Vilconti nell'anno 1 441. dal
quale il detto Giouanni fu amato e premiato di Borgomaniere luogo groflo e bellillìmo e quali
Città. Fu fra quedi jManfre primo con titolo di còte, gratilfimo a Lodouico Rè di Fràcia perche
quello Caualiero fu à S.Maeftà Criflianifiìma di molto feruigio nell'acquifto dello flato di Mila-
no . Di quello difcefe Francefco pur conte.molto virtuofo & dotto malfimamente in legge, que-
flo hebbe condotta di fanteria dal Rè di Francia . Filippo parimenti conte; giouene valorofo fer
uì con grado di capitano di fanteria mcdef mamente a Francia , poi al Duca Francefco 2. fu an-
cora Gouernatore di Nouara al tempo di Carlo V. hebbe il Colonello contra Turchi in Vnga-
ria , fu Fiero nimico poi della militia Francefe . Seguitò con molta diligentia e fedeltà in ogni oc
cafìone la fattione imperiale,e fu de primi in recuperar Milano contra Francelì al tempo di Prof^
pero Colonna e d'Antonio da Leua.al tempo del Marchefe del Vallo fu fatto capitano di caual-
leria e di fanteria confermato colonnel!o,di qfto nacq,- Manfrè 2 .di quello nome e còte di Brian-
drato con i titoli del Padre . furono però auanti a quelli dui vltimi, Zanardo il qual fu Senatore ,
& edificò dui CalleUi . Fu vno Agoflino capitan di guerra preffo Filippo maria e quello hebbe
vn figliuolo che fu chiamato il Beato Pagano, da quelli e difcefo Girolamo Academico il quale
attefe dalla fua giouinezza agli fludi legali , e con tatighe s'acquiflò la dignità del dottorato . at-
tefe alle letture in Torino & in Paula e non perdonando a fitiche hebbe i gradi delle Catrede pe-
rò fii detto nell'Academia lAffatigato . Venuta alla Eccellenza di quella nobiliflima profelfione
fu chiamato dalla Republica Venetianaellelfein Padua nella fuprema catreda molti Aanni fin
che fu chiamato dall'Eccellentilfimo Senato di Milano al primo luogo della fera in Pania doue
con ogni grandezza reputatione e felicità hauendo alcuni anni letto.dando effempio di dottrina
e di virtù criftiana con graue danno dello fludio pafsò a più felice flato .
E.e
DI ALDIGIER
il
Tacque a quefto Academico di palefare la Tua inrentione & I fuoi dlfcgni con la
qualità ò fimilitudine di quefta pianta chiamata Melica , cofì detta(come pare
che voglia Diocle ) perche fia come Mele delie biade,detta da Tofcani faggina
ò forgo , e da Lombardi Melega . Alcuni vogliono (come Icriue il R uellio)che
la Melega , & il Panico fia tutto vna cofa , & adducono alcuni fondamenti di
non picciola ftima . Nientedimeno ci Ci uede differentia grande . Impercioche
il Panico nel furto e nelle foglie, e nell'altezza fi raflbmiglia al meglio tutto che
la fuapannochia, fia molto differente dal miglio imperocheella èlonga e tutta raccolta e non
fparfa come quella del miglio & con le fue grana minutiflìme e rifirettc infieme . La Melega ha il
fuo gambo alto da dodecipicdi co le foglie fomiglianti a quelle delle canne ma lunghe & alquato
più larghe & affai più roffeggiati che paiono infanguinate come miglio parimente il fufio jl qual
però non è voto come quello delle canne^ma pieno d'vna fpongiofa medolla non dilfimile à quel
la delle canne che producono il zuccaro,la fua pannochia , o coba fi raffomiglia in vifta al frutto
del Pino domeflico di groflezza ma pur alquanto maggiore, le lue granella fono communemen-
te di color che nel roffo negreggia e molte numerofe,ne s'adoprano in vfo di far pane le no mef-
colate con altre (orti di grano , & in tempo di gran bifogno,o cariftia,e fi femina più toflo per ufo
ò'ingralfare animali , che per altro , e tutto che'I gambo di cotal pianta fia alto , è pero debole , e
benché per la grauezza della panocchia fi pieghi, non però fi rompe, fé non quando la violentia
fuffe grande .Da quella prende fomiglianza dell'animo fuo il detto Cornazzano Academico , e
con propofito vfà queflo motto . F L E e T o R , sed non f r a ng or. conilnomeappropria-
to,cioè ,iL piEGEvoLE. Ittiprcfa molto conueneuole alla natura di quefto honorato Acade-
mico , il quale humanamente fi inchina verlb chiunque ha bifogno del fuo aiuto e fauore, e bcn^
che forfè cotal Imprefa fia fiata da alcuni altri vfata , nondimeno quefio Piegheuole s'è compia-
ciuto di volerla vfare , come veramente cofa molto alla fua natura conforme^e da lui penfata (èn
za c'haucffe faputo quella elfcr fiata vfata da alcun altro ,
e ORNA ZZA NO •»?
AUigicri è nato nella Città di Parma , della antica e nobii Tamiglia de Cornazzani , i quali han-
no iemprehauutihonorati gradi e ftimati fra i primi della lor patria ,&àfèru!gi degli impera- -
dori & altri Prencipi hanno militato con honoreuoli condotte e da piedi e da caiialIo,con Goucr
ni de luoghi , e titoli di Signorie , e per non ragionare de gli antichi , de quali ci farebbe troppo
che dire, verremo però a quefto cognome de Tertii.e da vn terzo de cornazzani , conciofia che
Pietro cornazzano capitano valorofo di guerra haueffe vn figluolo echi, mollo Primo che tu
pitano inuitto di Federigo Imperadore , hebbe anco vn'altro figliuolo e lo fece nominare Secon
do, che tu dopo il Padre, capitano di militia nella Tua città, el fratello di queito fu nominato
Terzo il qual fu condottiero delle genti d'Arme di Papa Innoccntio quarto e da coflui vfcì la III.
famiglia de Tertii de Cornazzani e fu poivn Nicolo de Tertii de Cornazzani figliuolo di vn
nomato Guidone, il quale per la fedele icruitu fatta all'Imperio, fu molto grato aU'Imperador
VinceslaoRede Komaniedi Boemia, onde gli fece donationecon vnoamplilllmo priuilegio
d'alcuni cartelli , e luoghi nel territorio Piacentino, con titolo di conte . cioè di Caftelnuouo e di
cafalA'bino e d'altri luoghi, la qual degnitàe fignoriafu conceduta al detto Nicolo nel 1377.
co'l dominio libero &airoluto,e Sua Cel.Ma. ordinò e comandò cheGiouan Galeazzo Vifcon-
te Duca di Milano e fuo Vicario Imperiale di Piacenza,approuafre la detta donatione , e la man-
tencflè , e conferualfe nel pofTeffo di quella non folamente Nicolo e fuoi figliuoli , ma ancora il
caualier Giberto Fratello di detto Nicolo , & ancora che detti feudi fulTero liberi e feparati dalla
giuriditione della citta di Piacenza, annullate le ragioni di qual unche pedona chepR'tendefle
fopra detti feudi , la qual donatione non fu conceduta per fauore , o prieghi, onero per intercef-
fione d'altri, ma folamente peri puri meriti della feruitu fincera fatta da detti Cornazzani
e perche vno Imperiai tcftimonio fa certiifima fede in quello , rccitarò parte del contenen-
te del ampliffimo Priuilegio conceduto dallo inuitiiìimo ImperadorVinceslaoal detto Nicolo,
Hauendo noi ifprimentata , la bontà , la prudente coftantia, la fede , e la diuotione di quefta an-
tica e nobil ftirpede Tertii de Cornazzani con le quali virtù i tuoi progenitori hanno conti-
nouamenteferu'.to al facro Romano imperio,eTu parimente facendo il m.ede(ìmo,che punto da
tuoi maggiori non degeneri, ti dichiariamo é!capproi:iamo conte di Tizzanocdi Kigono,edi
Cartel nuouo edi Cafal Albino lòpranominati , delle quali fignorie e contadi vogliamo & ordi-
niamo che tu,e tuoi heredi e fuccefiòri o per via di tertamento o fenza , rimanghino fignori, conti
e padroni,^ ti concediamo ogni podertà , libertà , degnità , & obligandoti co i tuoi defcendenti
a riconofcer la imperiai fuggettione & obedientia,& i fuccedenti per tertamento ouero ab intefta
tovenghino a promettere fedeltà, &à prendere giuramento come li fuole, per lo che chiara-
mente fi comprende la rtima & il conto che gli Imperadori hanno tenuto di quefta famiglia Cor
nazzana,& in che pregio fia fempre ftata apprertb loro.Nel 1 1 62. fu vn Gerardo Cornnzzanoxhe
per gran tempo ferui Tlmperadore Federico molti anni auanti à V'inceslao,eperS.C.M.prefeil
pofl^ifo di MilanOjle cui arme fi veggono ancora fcolpite in marmo nel palazzo del Broletto nuo
uo.Fu ancora nel 1237- vn'akro Gerardo cornazzano poderta di Reggio e capitano decauailie
de fanti, vn Gio. Aldigieri parimente di querta famiglia fu honorato caualiero , adoperato in co-
fe di molta importanza da Filippo Vifconte Duca di Milano,& nella fua patria Parma commune
mente amato e riuerito . Di coftui nacque Manfredotto e Lodouico, i quali e nell'armi e nei ma-
neggi publici furono grati al Duca Francefco primo . Di Manfredotto nacque Aldigiero e Gia-
como,da Gio. Galeazzo maria creati cittadini Milanefi . Di Giacomo nacque l'altro Manfredot-
to herede ancora di Aldigiero fuo Zio,dal 2. Manfredotto ,che fu honoratillimo caualiero, nacque
Aldisiero Academico Affidato e Hieronimo,i quaU hanno fermata la loro habitatione in Paula.
Impercioche nati di Barbara Beccaria gétildonna di valore di bontà e di pietà Chrilh'ana.fucce-
dono alla ricca heredità della irtefla Illuftrelor madre. Aldigiero hauendo con molte fatiche
e vigilie attefo alli Itudii legali s'acqniftò la degnità del Dottorato , la qual egli partecipa a bifo-
gni hor del publico , hor del priuato , ne mai ceifa di giouare a poueri, e di elfere lor protettore,
de quali egli è fatto publico difenditore e benefattore , piegandoli tuttauia in benefici! d'elfi e de
«^li amici .lènza ch'egli miri a intereffe d'altrui ne ad alcuni forti di guadagno .
^ Ec a
DI GIO BATTISTA
E cinq; Grill che volano fopra alcune montagne doue l'Aquile il nido loro far
foglionOjè Imprelà di Ciò. Battifta Trinchero.la natura delle Grui è molto lo-
data^eflendo animale piaceuole,prudente , vigilante , ne par che in elle quali-
tà veruna fi truoui vitiolà.In Grecia fé ne truouano in copia mallimamcte nel
la riuiera di Strimone fiume della xMacedonia , Solino nel libro delle cole ma
rauigliole del Mondo dice come nel territorio di Gerania,o,ver Catuzza nella
Scitia, nalcono i Pigmei contra i quali le Grui naturalmente nemiche, combat
tono e da quelpaefc fcacciano quelli huomiciuoli . fa quefto Autore mirabile il volo , impcrcio-
che per non efiere impedite dalla furia de venti , fi accommodano in figura de y ipfìlon , e fu da
Palamede nella guerra troiana pofta in vfb vna ordinanza de fuoi fpldati in fimigliante figura , e
ciò fece egli ad imitatione delle grui, contraftando in fimil modo al feroce & impetuofo foffiar
de venti.feru: ancora quefta tal figura per lettera,o,carattere à Greci,ma gli antichi latini di vfar-
la fi fdegnorno. Volano quefli Augelli altam ente per poter meglio vedere i luoghi doue habbia
no ficuramcnte a ripofarfi , porta ciafcuna nel volato vna pietra col piede, maffimamentc palTan-
do per luoghi pericolofi , e nel mezo del camino la lafciano,dicono che fanno qucfio per far lena
maggiore.Imperò il nominato Trincherò Academico ha ritrouato vn'altra qualità in qfle Grui ,
& è che quando hanno da paifar fopra le montagne , douelAquile s'annidano (come ù e detto )
per andar con filentio , fi pongono vna pietra in bocca per laquale apena sfiatano , clfendo cofa
nota che l'Aquile combattono con le Grui e ne finno bene fpeffogralfiffimima preda, da queiU
qualità caua il Trincherò la fomigliaza de fuoi difegni i quali fono per vfare il filentio in ogni at-
tione , per Io che ha vfato quefto motto cioè tvtta siLENTiA.Nefi truoua che la prudca-
tiafia mai perfetta fenza filentio col quale tutti gli Affari pericolofi felicemente riefcono.E pe-
rò gli fcolari di Pitagora fi sforzare di mantenere il precetto principale del lor Macfìro che era
quefto,cio è primo filentium difcere & fi opus fuerit verbis, parum loqui , per onde fi delibera ro
tutti
TRINCHERÒ
tutti iniìeme di ftar dui anni fenza parlar già mai,S: a propofito il nominato Trincherò volfc chia
marlì academicamente il t a e i t o.
Il quale nacque (come fi dice} in vn Cartello de Nouarcfi, detto R omagnano,e'l cognome del
fuo p.irentado è di Trincheri,la qual cafata è in Milano nobile,auenga che fia quafi /pinta . L'auo
el Padre dello ftelTo Academico furono perfbne da bene di buon nome e di buona fama . Diede
il Tacito nella Tua pueritia opera alla grammatica e fece alia i profitto, e venuto alla Età di 1 8.an-
ni in circa, iì dilpofe d'attendere agli lludi di Filofbfia, per la qual cofà partito dalla Patria e verni
to in Pauia^iper alcuni anni Ihidiò con fi-equentia fin che meritò il grado , ma dopò il corfb della
Filoibfia , volfe attendere alla medicina e con fatighe e vigilie acquiftatafi quefla arte,ii diede alla
pratica e ne diuenne con credito , creato dopo alcun tempo il Cardinal de Medici Papa, chia-
mato Pio 1 1 1 1. Seguitò il fijdetto Tacito la corte di Roma,ne mancò di fedeltà , di diligentia , e
di buona vita in quella feruitù , onde fu ftimato , amato & adoperato non {blamente nella
ùia profeiTione , ma ancora in quei bifbgni i quali furono teftimoni della molta pru-
dentia . dd Tacito edefuoi meriti ne fa publica fede l'Abbatia ch'egli, oggi
gode, vfando quella dignità e quelle ecclefiaftiche facultà con effempio di
buonaereligiofa vita,hauendo Tempre confèruato quanto nella fua
Imprela promette, imperciocheè egli la verità che per tutto
gioua ilSilentio e molto più nelle corti, doue hanno luogo
rinuidia, l'Auaritia, lamaledicentia ; la calunnia,
& ogni fòrte di falfità e d'inganno , de quai Vi-
tii naturalmente nemico il Tacito acade-
mico , s'ingegnò con la taciturnità
di defenderfi da quelli tanti
peftilentiofi morbi . per
la qual cofa fi gode
con la memo-
ria le fue
buo-
ne
opere palTatc , e fpera la (àlute eterna eoa
le opere prefenti.
0
DI FRANCESCO
\ naue con tanti occhi e quella degli Argonauti, detta Argo, o, dalla città,
onde furono detti gli Argiui populi di Grecia , o,vcro dal maflro che la com-
pofc, detto Argo, o, vero da Argo il quale fu di tanta prudentia che lochia-
mauano huomo di cento occhi , e quindi nacque la t'auola di quello Argo cu-
ftode d'i o cóuertira per gelofia da Giunone in Gioucncajl qual Argo fu am-
mazzato da Mercurio, impercioche al fuauefuono della Lira di Mercurio a-
dormentatofi , fu morto . Argo fu città in più luoghi , vna in Achaia , vna in
Acarnania , l'altra in Telfaglia,fimilmente ArgonClecondo Diodorojfignifica veloce, e di quefto
M. Tullio Icriue nel primo libro delle Tufculane quiftioni . Ma per imitatione della hiftoria, dire-
mo la naue (bpranominata, elfere fiata quella che portò lafone accompagnato da più di cinquan
ta valorofi Baroni, i primi de quali furono dui fratelli Cadore e Polluce , Hercole,Telamone,Or-
feo & altri che non nomino i quali in diuerle parti combatterno e vinlero , ne in elTa fi riceueua-
no fé non perfonaggi difpofti all'acquifto d'immortal gloria . da quella fcuopre ( come fua Impre
fa ) Franccfco Giorgi pauefe la fua intentionc , alfomigliando il Liceo dell'Academia degli Affi-
dati a cotal naue, impercioche dentro quiui ninno deue entrare fé non con animo di vertuofa-
mentc& heroicamente operare, moflrando queflo Academico l'animo fuo pronto dipaffare
ogni pericolo fenza apprezzar la vita per elfere accettato in quel Drapello di cotati fàpienti huo-
miniecaualierid'honorceperò vfaquefloMotto cioè A VT incredi avt perire, &a
propofito academicamente fi fa chiamare il deliberato.
Si truoua che la cala Giorgia in Paula è antica , e traffe origi ne da vna Prouincia di Germania
chiamata Morauia onde perche furono di molta nobiltà e di profefTìone militare, fi partirono da
quelpacfèal tempo dHonorioImperadore e del nipote Teodofìo. II quale Honorio tenne l'Im-
perio anni 27. dell'anno della Natiuità di N. S. Giefu Chriflo quattrocento vndici, fedendo Pie-
tro Pauefe j Vefcouo vigefimo di Pauia , vennero in Italia hauendo per molti anni militato ne i
feruigi
GIORGI
feruigi de nominati Princìpi, fi difpofero poi di habitare nella antica Città di Pauia, effendoà
elfi Signori grandemente piaciuto il Paefe e'I fito della fudetca città.doue per il molto teforo che
Icco portarono comprornopofTciTìonijCaftelli e feudi, e con gli anni ampliò quefta famiglia fi
che da vn Arbore fono nati & vfciti molti rami & è hoggi in Pauia copiofa d'huomini & per ciò
fatte le diuifioni fra tanti, non fi fono potuti mantenere nelle folite & antiche ricchezze^con tut-
to ciò molti di loro hanno feudi , e quefia cafata parimente ha hauti anticamente e modernamcn
te huomini di conto tanto nella militia e nelle prelature quanto anco in dottrina &in maneggi
ciuili , fono e dico^ fiati alcuni capitani di caualli, come è fiato Carlo Giorgi detto Viftarino.per
il fuo feudo , alcuni capitani di fanteria . Hebbero ancora nel mille trecento, vn Vefcouo di Pia-
cenza come fi legge nelle croniche di efia città , hebbe molti dottori di legge fimofi de quali lijn
go faria defienderne i nomi, fra i moderni fu vno Ottauiano Giorgi gienero del famofo lu. Con-
fulto Filippo Decio . fi\ quefto Ottauiano Podefta nella R. P. di Siena e per la fua molta bontà e
dottrina, fu creato capitano di Giuftitia dalla medefima R. P. Il prefente Acadcmico detto il De
liberato hebbe vn Auo paterno chiamato Franccfco il quale fu buon cittadino & amò la patria ,
ne mancò di adopcrarfi in pubhco &inpriuato benefitio.il padre dello fiefib Academico il
chiamò Pietro pur nobile e vertuofo cittadino , ne degenerò da fuoi antichi. Si veggono inPa
uia ciò è in più chiefe , cappelle e fcpolture di quefia generofi ftirpc le quali infieme con gli iftro-
menti,arguiiconoantichitàjnobiltà vera e ricchezze . è quefia cafata fra le prime e fra le nobili
in Venetia del medcfimo cognome e della ficfia arme,il che fa credere che vengano da vn ceppo
e potrebbe elfere che quei primi di Morauia fi fufiero partiti in più paefi,dairaltro canto il tempo
fa ancor credere che da quefiipaucfifuilèro quei di Venetia difcefi, comunchefilìa ciafcunodi
giuditio ftimarà che fia tutt'una famiglia.
Francefco Giorgi Academico rimafe lenza padre fanciullo , e fu trafportato in altre patrie , (i
che no potè dare opera alle lettere,malfimamente ch'en quei tempi la fua patria Pauia fu più voi
%Q dalle continue guerre porta in ruina.finalmente ridottofi alla patria , fi maritò in bellifs.e genfi
lifsima gentildonna chiamata Bianca Bottigelli.Egli però venuto in famiglia, è fiato co
ftrctto di attendere alle cofe familiari, non hauendo però mancato ne man
ca di quanto fi conuiene alla fua nobiltà fenza offendere in cofa
veruna il fuo prolfimo, cpche non hebbe occafionc
comoda di darfi alle fcientie,o,vero all'ar
te di guerra,cercò con ogni cai
da intentione di el-
fere nella
feliciffima Academia degli Affidati riceuto doue egli
smoreuolmente perlcuera partecipando
di tanto Iplcndore .
DI PAGANO
L Sole che trapafla con i Tuoi raggi le nuuole che gli fono d'intorno , è Impre/à
di Pagano Doria , degna veramente di laude confìderatala Tua quah'tà perche
ha del celcfte , annullando alcune cofe materiali , come nuuole , nebbie & al-
tre cofe fimiglianti , dalla cui Imprefa egli caua la fomiglianza dell'animo Tuo,
che Ci come il Sole col Tuo fplendore e col Tuo caldo riduce le dette materie in
nulla , cofì la vertù & il defiderio di quefto valorofo Academico,oprano in le-
uare da ogni Tua attione non {blamente ogni macchia , ma ancora ogni fbfpi-
tione di bruttura, Alcuni peròftimano che pel Sole fia figurata vna bcllilfima e virtuofiflìma
Donna da lui amata, e le nuuole che lo circondano fiano le inuidie de Tuoi riuali, i meriti de qua
li non paragonandofi à quelli di Pagano,vengono da quell'almo fplendore a viua forza rigittati,
e fatti fuanire , e per quello via cotal motto in lingua fpagnuola molto accommodato imitando
la natura del Sole, cioè. avnq_ve os pese che fuona in lingua Italiana . a vostro mal
GRADO, e perche fente la fua virtù tutta pronta & inuitta contra le cofe vane , ouero compren-
dendo il fuo fedele & honeftiffimo amore elfere grato alla fua Donna , non dubita punto di qua
lunque inuidiofo contrafto , e perciò ha voluto con nome Academico chiamarfi el secvro
che in lingua noflra vuol dire il sicvro.
La famiglia Doria della quale è nato quefto generofb Academico è nota a tutto il mondo , &
a partati & à prefenti Iccoli , & è vero che per più di cinquecento anni fi truoua che quella ftirpe
haueua il titolo de conti di Narbona, ma traffe poi il prefen te cognome da vna nobililfima Don-
na nomata Dorieta la qual fu moglie d'vno Adornino , Conte di Narbona . Da quefto , nacque
vn vnico figliuolo detto A nfaldo di Dorietta . Onde fin d'allhora vfbrono poi quefto cognome ,
& abbreuiatolo fi e pofcia detto d o r i a , Se noi voleflìmo in quefto poco foglio narrare i gene-
rofi fatti di quefto Illuftre langue , farebbe come voler porre tutto il mare in vn gufcio d'vouo ,
però ritirandomi , verrò d trattare de moderni e fpecialmente d'vn Pagano Doria , il quale ( fe-
condo
D O R I A
condo ch'io ho letto nella cronica del Vefcouo di Nebio ) fu detto generale dell'armata della Re
pLiblica di Genoua Tua patria^cótra i Vcnetiani,Catalani,c Greci. Impcroche qfte tre potctic fece
re inficnie lega cótra i Genouefi & armarono 89-galce,dclle quali 45. erano de Venctiani. 50. de
CaraLini ,il redate de Grcci,e le galee de Genouefi erano fblamcnte.óo.Ritrouadofi Pagano due
miglia vicino à Conatinopoli,nó (limando la nimica armata,tutto ch'ella fuiTc di maggior nume
ro de legni, animofàmentc l'affrontò.e combattuto dall'hora di vefpero fino alla mattina feguétc
hauendo nel primiero afilUto perduto tredeci delle Tue Galee nondimeno ofiinataméte pcrjèue-
rando nel combattere reftò finalmente vincitore,có l'acquillo di trenta Galee Venetiane e di di-
ciotto Catalane, e cacciarli Greci in fuga fina Cofiantinopoli, hauendo morti da quattro mila
tra Venetiani e Catalani,ricupcrò diece delle fue Galee,il rimanente delle nimiche andorono per
lamaggiorpai-teinfondo,equefi:avittoriaf'ualli.9.diMarzo.i352.I Genouefil'anno 1354. ar-
morono di nuouo. 2 5. Galee eficndo pur capo e generale il medcfimo Pagano Doria. cótra il qua-
le i Venitiani ncarmorono ^ó.con j.naui grofle,& altri vaffelli,erincótratefi le due armate (òpra
Portolungo vicino all'Ilbla della Sapientia nella Morea,rarmata Venctiana rimale perdente e fu
tutta prela con Nicolo Pifano fuo generale co cinque mila e quattro cento di lorOjC reftò ancora
prelb il gran Stendardo diS.Marco.con perdita folamente di due Galee dell'armata Genouefe.
Prefe dopò ciio P;'gano la città di Parenzo Ibggetta a Venitiani,e ne portò a Genoua i corpi di S-
Martino e Laurerio martirijC fi ripofero nella chiela di S. Mateo , doue la R. P. Fabricò vna cafa
nella fiefla conti ada.Hcbbe qucfto magnanimo capitano à vile la robba e le ricchezzc,difpen{an
dole liberalmcnte,di modo che nella fua morte non Ci ritrouò del fuo hauere tanto che fi potefie
fepcilire il fuo corpo,con quello honore ch'egli meritaua,e fu fepellito nella chiefa di S. Domeni-
co,che potrei dire di tanti altrif'd' vn Luca Doriafd'vn MateoM' vn Filippo^e d'altri de quali le hi-
fìoric fono ripieneJ'Non è hoggi ancora frefca la memoria di Andrea Doria huomo diuino man-
dato da Dio in terra per la ficurezza de Chrifiiani?Non fu di ^fto gloriofb vecchio allieuo e crea
to Gianettino Doria,il quale da vna congiura fu nella fua giouinezza morto,hauédo fatte in ma
re tante valorofe pruoue,& acquiftate tante gloriole vittorie? Lalclò quefto fé non due figliuoli ,
Gianandrca che d'otto anni fotto il Magno Andrea nauigaua i mari,portandofi in guifi tale che
hoggi di età di trent'vn'anno in circa, ha con le fue opere marauigliofe quafi fuperateqlle defa-
mofi antenati fuoi l'altro Pagano Academico Affidato il quale cominciò da finciullo a far crede
re quanto col nome fi rinchiudclfe nel fuo tenero petto la immortai virtù del fopranominato Pa-
gano fuo maggiore,Impcrcioche,fatto paggio del gran Filippo Cath.Rè di Spagna, fi ritrouò alla
prcfa di S.Quintino,& alla rotta del gran cóteftabile di Francia,& elfendo egli hoggi di 2 7.anni,
fi può confiderare di che età fulfe airhora,e pur hebbe animo di ritrouarfi in quel conffitto,onde
diede à tutti gran marauiglia e ftupore,Ne mancò ancora,comc per lettere s'è intefo,di ritrouar-
fi alla prefa del Pignone,doue moftrò cuore e giuditio fi^pra la età fua, volle parimente ritrouarfi
e fempre effere de primi al foccorlb di Malta.Dopo ciò fi dilpofe di ritrouarii a i tumulti di Fian-
dra.e d'indi tratferitofi in Spagna andò con Don Giouanni d'Aulirla e col Duca di Sella in Gra-
nata contra i Iblleuati Mori,quiui come per diuerfi auifi fi è faputo, elfo Pagano infieme con vn
caualiero fpagnuolo nomato Don Giouanni di Cardona,operò talmente che 1 Spngnuoli nò fu-
rono rotti dall'impeto de Mori,e dicono che'l Duca di Seffa di quefta fegnalata fattione ne diede
per lettere ragguaglio al Re.Ritrouoffi pariméte allo alfalto di Galera preflb a Suefien^doue heb-
be vna archibugiata in vna cofcia,che gliela pafsò da vn canto all'ai tro,con tutto ciò voleua pur
oftinatamente làlire la muraglia,ma venendogli meno le forze fu coftretto di venire à bafl'o, cfu
da quella imprefa da fuoi ritirato,la qual animofa fattione fu da tutto il campo veduta , e Ipecial-
mente dal Sig. Don Giouanni Jl quale tiene gran conto di lui. Ne però finita la Imprefa contra
Mori poteua patire di fiarfene in otio, perche volfe ritrouarfi in diuerfe fattioni maritime co fuo
fratello,vltimamente nella gloriofa vittoria contra Turchi nel 1 57 1 .non mancò punto all'honor
fuo combattendo,& elfortando i foldati ,ha riportato gran gloria con infiniti teftimonii della fua
prodezza. Ma che più? abbandonata fuoi fiati e feudi; donatigli al fuo vnico fratello Giouan
Andrea.fi è obligato alla bellicofiif religione Hierofohmitana.doue vuole elfercitare le fue forze
& il rimanente dell'età fua,ne i feruigi dell'onnipotente Dio, & bora è Colonello di 3000. fanti.
Ff
DI AGOSTINO
I compiacque qucfto Academico Affidato di quefta figura che rapprefènta vn3
Teftudine , la qual moftra di falire vn erto e precipitofo monte , nella cui cima
è il fonte delle Mure,douefbno.molti cigni, da qucfto Cigno egli traggela
fomiglianza del Tuo defiderio elfendodi Tua natura volto in rimirare la cima
di quel gran monte per acquiftarfi honore , fugetto naturale delle Mufe , che
co la fbnorità & armonia rendono i nomi delle perfbne degne & immortali. la
Teftudine dal volgo chiamata TartarucaCpereiTere naturalmcte coperta d'vn
duro e macchiato gufcio ) lentamente fi muoue , fi che à fàlir alto con longo tratto di ftrada^met-
telongo tempo per lo carico e grauezzadi quella fcorza. Il detto Agoftino Scarampo^benche
babbi molti cótrapefi addoflb,pure fpera co'l tempo di arriuare alla cima del monte, e per quefto
egli vfa il motto a e q_v e tandem, volendo inferire^che fé molti velocemente fono al defiato
fonte arriuati , ancor egli co'l tempo s'accompagnara co i cigni, godendo quel felicilTìmo e facro
liquore . Il nome Academico del fudetto Scarampo è l' aggravato, nome conforme alla
figura . Imperoche fi lente da molte cure fbpraprefb & impedito .
La famiglia de Scarampi fi truoua effcre difcelà dal fangue reale di Aragona , e per alcuni dif-
degni nati fra detta famiglia & il Rè Alfonfo primo di quefio nome , effa Ci partì di Spagna(an-
cora che poi la real famiglia habbia tenuto gran conto di quefta cafa ) e venuta in Italia con aflai
ampie facultà^e piacque a quefii Scarapi di fermarfi in Afii, & il principale di loro nomato Gio-
uanni,andò nelle langhe paefe degli antichiffimi populi della Liguria , & iui copro molti caftelli,
cioè,Cairo,Cortemiglia,Montcchiaro & altri,iquai luoghi fono feudi Imperiali, hoggi parte
fotto la Giuridittione dello flato di Milano; parte lotto il Duca di Sauoia, epartefbtto ilMar-
chefato di Monferrato . l'inueflitura di detti luoghi fi vede con ampliflìmi priuilegi , in molto
honore e laude de detti Scarampi. Hanno quelli Signori hauuti h uomini di gran valore in
futte le attieni alla nobiltà loro conueneuolij e per non allongarmi cominciarò davno An-
tonio
SCARAMPO "J
tonio Scarampo, il quale fiiPodeftà di Paula, e fi dee fapere che inqucitempilepodcftarie
fidauano à Signori per Titoli Illuftri , & erano come Gouernatori , eque/lo fu nel 1423. tu
ancora qucfto medefimoPodeftadi Piacenza nel 1 42 j.Fù parimente vn Lazaro di quefta fami-
glia VefcGuo di Como nel tempo di Papa Pio II. del che ne fa /ede il Filelfo , nelle Tue orationi ,
nell'anno 1450. Hebbe quefto Lazaro Antonio fuo Auo che fu capitano d'huomini d'arme, &
vn fuo Zio detto Rinaldo che fu molto valorofò in arme , e di gran dottrina . Ha parimente que-
lla famiglia hauuti molti dottori famofi nella facoltà legale, de quali fi feruirono molti Prencipi,
et.hoggidi fi vede come li Scarampi hanno libera autorità,di che ne fanno tefiimonanza i danari
d'oro e d'argento ch'elfi faccuano battere . Fu ancora vn Angelo Scarampo Gouernatore di Vi-
terbo al tempo di Papa Sifto IIII. nel 1 476. Nicolo Scarampo fcruì ancora al fudetto Papa Sifio
di cui fi fcruì in molti bifogni della Chiefà , mandandolo à ncgotiare con diuerfi Prencipi,e fpe-
cialmente lo mandò in Monferato al Marchefe Guglielmo Paleologo à prefentargh il Berretto^
ne e la fpada a nome di fua Santità , in fegno di vero Prencipe libero & affoluto , e quello fu nel
1477. Quefto con Lodouico fuo fratello partitifi dalla corte ecclefiafiica comprò il contado di
Candii & altri cartelli , Bonifacio Scarampo fu Comendatore hicrofolim!tano,Il quale per le fue
virtù & integrità hebbe la detta comendaria co'l titolo di San Giouanni in Sauona,doue ritroua-
ta la Chicfa rouinata e dilfipatc le entrate , la riftaurò & nduffc il tutto in buon effcre , & iui an-
cora fi veggono l'arme del reftaurator Scarampo,Hanno etiandio fondata quefti Signori in Cai-
ro vna capclla co'l titolo di Santo Antonio co'l lufpatronato , e la Chiefa di Ferranica poco lon-
tana dal Cairo , Fìi ancora vn Bartolomeo Scarampo Protonotario Apoftolico , il quale da Papa
Clemente VII. fu eletto commifiario fopra le decime del Monferrato,di Saluzzo , e del contado
d'Alfi , & hebbe da S. Beatitudine autorità di conferire benefitii curati e non curati , di ordinar
Sacerdoti fuori delle tempora , di concedere altari portatili , di far notari.di legittimare,di pren-
dere raifègnationi de benefitii ,& anco celfioni di hti pendenti, e di difpenfare marrimonii nel
terzo e quarto grado,di creare Conti Palatini,& cócedere indulgentie, e quefto edificò anch'egli
vna capella in Cairo e dotandola feccia iufpatronato dicafa co'l titolo delia Concettionc della
Madonna . Ottauiano Scarampo l'u parimente protonotaro Apoftolico , e quefto edificò vn bel
palazzo in Cairo per habitatione de detti Signori del fuo legnaggio . Fìi ancora vn Nicolo fimil-
mente protonotaro pur di detta ftirpc e fu nipote del fopranominato Bartolomeo , ornato di
buone lettere , e fu tutore del fecondo Nicolo vltimo conte de canelli . Fu vltimamente vn
altro Antonio auo di Agoftino prefente Academico , il quale fcruì a Francefco 2 .Sfor
za.vltimo Duca di Milano , da cui molto amato e ftimato,ottenne aftai priuilcgi
et effentioni . Hebbe qfto molti figliuoli,frà quali fu vn Rinaldo,chc fu luo
gotenente del Prencipe del Finale,Morì coftui con commune opinio-
ne che farebbe riufcito ("quando fulfe foprauiuutoj honoratiffi-
mo in ogni fuaattione,viue ancora Guglielmo padre di
quefto Academico detto I'a g g r a v a r o,il quale no
traligna punto da tanti honoratiffimi fuoi mag-
giori,che certamente tutti fono ftati pieni
di cortefia,di generofìtà ,e di fedeltà
verfb i lor fuperiori, grati a gli
eguali, e benefattori con
pietà Chriftiana a
Poueri ,
Ff 2
DI GIO FRANCESCO
\ Corona , ò , ghiiLinda comporta di fronde di Lauro , di Quercia , & d'Oliua
porta fopra vn'altare , è Iniprdà di Gio. Franccfco Caftiglionc milanefe , imi-
tando la natura de gli ilteflì arbori , con la quale koprendo la fua virtuofa in-
tcntionc , promette di menar fua vita "fecondo i fignifìcati della rtelfa fua Im-
prelà . Primamente perii Lauro ha voluto intendere lacquirto delle fcientie ,
per le quali la ignorantia non ha forza di fulminare rhuomo , Ci come il fulmi-
ne del cielo non percuote mai il Lauro , per la Quercia , ò , Rouero intende la
fortezza dell'animo fuo , in contrartare à gli appetiti fen(kiui , e per ertere più ficuro dalle tenta-
tioni di querta fragil vita, ha voluto in quefta iftelli Ghirlanda porui ancora le fròde di Oliua, la
quale e prcfi perla pacCjnon intendendo quella del mondo,ma di Cristo Saluatore dellvniuer
„ Co , L'olio di quell'arbore è detto dal Rè Dauid JJquor di fapientia e di letitia , al Salmo 44.
5, & al Salmo 2 2. cofi cantò , lìgnore hai ingraffato il mio capo nel'olio , cioè della tua fapientia,
5, fi legge ancora in San Mateo al 2 j. capo. La parabola delle diece vergini, delle quali cinque
„ haucuanofolionellelorlampade, cioè, la gratia della fapientia nella l}>lendentc epura vita
loro,onde erano chiamate prudenti , fcriuendo Salomone nei fuoi prouerbii, che la fàpientia , e
la fcientia fono fempre vnite , ma cinque di quelle vergini fono dette lciocche,onde non merito-
rono , di entrare in cafa della diuina felicità , è L'olio veramente vlàto nelli fàcramenti reali , fa-
cerdotali,& ecclefiartici , come nell'ungere il capo à i Rè , le mani à Sacerdoti , la tcrta , e'I petto
nel battelìmo , e li piedi nella cftrema vntione . A querto fine Francefco Cartiglione hebbe fem-
pre l'animo inchinato alliferuigi della fintiffim a Religione di C R I STO, CO'l motto, S I R ECTE
F AGI E s, Il qualmotto non èftato mutato; perche la prefente Imprefa era già ftata intagliata,
e per vero e proprio motto fi ha da dire triplici virtvte micatvr. elfendo la verità
che le tre prerogatiuedelli tre nominati arbori conuengonoà tutte le attieni d'ogni Crirtiano,
ma molto più à fi degno & honorato Acadcmico ,
Querto
CASTIGLIONE •■4
Quefto nacque dell'antica & Illuftre progenie de Calliglioni , l'antichità de quali , ( come per
molte memorie lì raccoglie ) fu per più di ottocento anni pallati.con titoli di Signorie, perle qua
li fi può congietturare, che quelta tal famiglia habbia hauuta origine oltra più di mille anniic per
Tempre fi fia mantenuta e conferuata in gradi fignoriH . Di quella nobilillìma ftirpe fu nel 1 240.
vn fommo Pontefice chiamato Celerino IIII.il quale fu prima Vefcouo Sabinenie.vno de prin-
cipali titoli fra le prelature Cardinalefche , fu molto fl^molo per nobiltà , per dottrina,e per bon-
tà di vita , ma molto vecchio & infermo , fu fucceffore di G rcgorio nono , rendè l'anima al fuo
creatore il decimo ottauo giorno del fuo Ponteficato , e fu fepcUito nella chiela di San Pietro, co
dolore vniuerfale di tutta la Chrillianità , perche certamente C\ Ipcraua dalla fua bontà vn quieto
e felicilTìmo gouerno della Santa Apoftolica , è Romana Chiclà , vacò la Sedi^ papale mefi ven-
tiuno , quafi come non fi trouaffe fuggetto eguale à Celeftmo illl. La famiglia Caff igliona ( co-
me s'è detto ) ha iempre hauuti feudi, & hoggi parimente fono per 'a maggior parte Signori ti-
tolari . Ha fimilmente hauuti perfbnaggi quafi in tutri i tempi con gradi mihcari , oltra di ciò ha
ancora hauute moke prelature molti dottori di legge , moiri Senatori , & altri genril'huomini , i
quali fi fono fempre mantenuri nobili & honorari , fcnza giamai intrometterfi in alcuno efièrci-
tio vile , Gio. Francefco fopranominato, di cui è quefla Imprefa , nato di quefto nobililfimo fan-
guc. fin da fanciullo da fuo Zio Senatore e Prelato ottimrimcnte creato, fu polio fotto le difci-
pline delle buone lettere,e da giouinetto introdotto alla Prelatura,c chiamauafi Mófignor Abon
dio; Creato Papa Pio mi. andò à Roma, vedutolo S. Santità pieno di buoni coftunii tornato
di religione , creollo Vefcouo di Bobbio , nella qual dignità hauendo di fé renduto buon conto,
fempre ingegnatofi di dimoflrarfi irrcprenfibile , meritò di falif e al grado del cardinalato , & in-
tefa la fama dell'Academia degli' A Sdati,degno{fi di con numerarfi fra loro e fi cleffe la fbpra for
mata Imprefa , co'l motto foprafcritto , alla fua buona & religioia intentione veramente confor-
me . Ma l'empia morte dopo la riceuuta dignità Cardinalefca aiTalrato da vna infermità che per
alcun tempo rhaueuamolell:ato,rinonriato il Vefcouato più a pcrfona di merito, che d'interelTe;
lo cauò del carcere di quefta prefente mondana vita,facendo;o filire alla celefte & eterna Patria,
Ne di lui C\ dee tacere il buon nominato dalle fue rare virtù . Impercioche fa fempre fin
dalla fua fanciullezza naturalmente inchinato alle buone leitcrcja onde (empre,heb-
be pratica con perfòne di fcientia e di buoni coflumi ornate. Ne mai C\ elfaltò fo
pra gì i altri , à minori fi moli raua eguale à gli eguali minore , & à fuperiori
viàua gran riuerenza . In cafa fua daua conrinuo trattenimento ho-
noratoà virtuofi,Iacuivitagli promettcua veramente i gradi
di tanta altezza, ma la fòrte fé Icmpre dubitateli mondo
de fuoi breuifliìmi giorni . ha però lafciato;oltra l'ho-
norato nome perla fua otnma creanzate la riue
renza negli animi d'infiniti,vna ferma me
moria fra gli amici fuoi fi che non
celiano mai di ragionar di lui ,
dandogli laude di libera-
le chi benigno,d'ac-
carezzeuole di
giudido-
fb in ogni cofa,di pio e de benne-
fattore in ogni occorenza de
virtuoficdepoucri,
DI SIGISMONDO
A preferite figura è vn ramufcello con vna fola foglia, & vno folo frutto di Per-
fico,publicataperImprefadiSigifiTiondo Pizzinardo Cremonefe. Il frutto
( come lì vede^ ha fbmiglianza di cuore,e la foglia di lingua humana. E vera-
inente inuentione di ottimo giudirio^e perche fi vegga tale Impreià effere fat-
ta à propofito di quanto difegna il fuo Autore,però conueneuol cofa è trattar
breuemente della natura e diuerfità della medefima arbore Perfica , e del fuo
frutto,il qual nome fa dire e credere,che tal arbore haueife in Perfìa la fua ori
gine^e benché fia fiata da quel paefein altri trafportata , eifendo,ò, migliore, ò , peggiore,
non è da dire, che fé per ciò fuffe diiTìmile, e che non haueife quel fapore,e quella forma fuf-
fe nondimeno d'altra Ipetie, vedendoli in Italia molte forti de frutti trapiatati dVn luogo in vn'al
tro,non hauere qlla bontà,quel colore,queIla gràdezza,e quel mcdefimo fapore , la qual cofa no
è perche fi tramuti la lpetie,mà Ci da la colpa alla natura del terreno Io credo che rodore,e il lapo
re dieno notitia della lpetie,e non la dilfomiglianza della grandezza,o,qualche poco della forma
del frutto e delle foglie,Teofrafto acora parla di qfl:'arbore,in Pcrfia altri dicono in Africa, e la fa
fimile al Pero, vaga à rimirarla,nó perde mai fronde,maturafi il fuo frutto quando foffìano l'Ete-
fie venti fufiolani , e Strabone dice, che fi maturano palfate le Canicole,e di ciò à lungo ne fcriue
Plinio . Si legge in Ruellio,che la iftelfa Perfèa fu da Perfeo trafportata in Egitto, perche in Perfia
era velenofa,& in Egitto dolce, foaue,e grata,AItri fcriuono^chc Perfio la trapiantò in Menfi,e fìi
di gufto cordialiffimo e fàno.Qui Ci vede quanto in ciò fieno diiferenti le cofe medefime in diucr
fé prouincie feminate e pofl:e,Alelfandro Magno volfe , che delle frondi di quell'arbore fi coro-
nafTero i fuoi vittoriofi loldati in memoria & honore di Perfeo fuo Bifauolo J^rudenteméte adun
que ha voluto l'Autore di quefta Imprela manifeflarfi in ellà,fi per la bellezza del frutto,& per la
foauità del gufto,ma molto più per hauer la fronde forma di lingva & il frutto di cvore, fignifi-
cando ch'egli è d'un cuor Iblo,e non doppiOjC d'vna linguale no bilingue.Per quella via fi conof-
cono
PI ZZI NARDO "J
cono monde le anime humane.e però nel fàcro Euangelio smtéde,Beati i mondi di cuore,A quc
fta mirabil figura il motto gratamente correlponde^cioè, idem AMBO3& è anima veramente appro
priata à tal corpo,e da quefto viene che'l nome ancora Academico marauigliofamente cóferifce,
il qual e l'i noe nvo, voce che chiarifce la libertà del cuore^il qual fatto feruo de lenii , al tutto con
la forza delle vertìj,dal furor de vini Ci libera .
Fu la gente Pizzinarda in Cremona {'Città delle principali di Lombardia nobiliiTìma,bellico^
fa,e letterata)chiara per gli antichi/Timi fuoi maggiori , fra i quali fu Ottolino legilla già trecento
anni nato.Quefto fu mandato à Pifà ad Hcnrico Imperadore allhora fdegnato contra Cremone-
fi , il quale fu addolcito dalla cloqucntia,e gratia dello ftellb Ottolino,fìmilmente furono di que-
fìo HonoratifTìmo fangue Tcbaldino e Baldeflàrre famofi lcgifti,i quali furono difcepoli di Ricar
do Malombra.Fù parimente vno Antonio Pizzinardo legilTa, nell'vfo forenlc dottore veramen-
te gfrcrciratiilìmo , Nel cui tempo Cremona vbidiua à Veniciani.Fìi ancora vn Leone molto fti-
ipato nella medeiìma facultà legale.Da quefti difcefe AlelTio & Iarone,il quale ornatiflìmamente
recitò vna oratione auanti à Mallìmiliano Sforza Duca di Milano, onde il Duca iftelTo lodò ma-
rauigliofamente il detto Aleflio,e lo creò caualiero,Hebbe qucfta nobililTma famiglia copia anco
ra di valorolì cauajieri e capitani nello effercitio militare. Fra quefti per nò entrare ne i tempi an-
tichitftutijchf Iftngaméte mi darebbono che dire^nomanaraifi per lo primo Guglielmo Pizzinar-
do intioìò è familiariilìmo di Bernabò Vifconte Signor di Milano^e lo feguitòBrocardo,il qua-
le à Giouan Ctideàft^ fu carillìmo per lo fuo molto valore,e più perche liberò la Spatria da Vgo-
lino e Carlo Caualcabo tiranneggiata,{]milmente furono del medcfimo fingue Giouani Bonino
eCngliclmo lècódo valorofi capitani lòtto Filippo Vifconte.per opera de quali aiutato il Carma
gnuola generale dello eilèrcito di Filippo,ricuperò Cremona.di nuouo oppreffa da Cabrino fon
duio capo de Guelfi^e la ridulfe alla vbidicnza de Vilconti^iìmilmente lotto li sforzefchi Galeaz-
zo Pizzinardo huomo acerrimo fu di molto Iplendore nell'armi da cui più valorofi caualieri , co
me dal Cauallo TroianOjVfcirono^veramente di fommo honore e gradi meriteuoli,Di qui venne
che la famiglia de Pizzinardi vsp per arme àtica di cafa iùa il Liocorno rpiroimefchiate c6 elfo p
ordine di Francefco primo,& poi del fecondOjl'armi Sforcefche. Parimente Francefco Sforza fe-
condo,(cacciato dalfuoftaco,(òlamentehebbe fperanza nella fedeltà deCremonelì^emalfima-
mente ne i Pizzinardi, Fiorì ancora Orfeo Pizzinardo gran capitano & huomo vigilantiflìmo ,
Caninio in ogni pericolofa Imprcfa animofiifimo,Sebarnano in condurre gli efferciti veramente
à niuno fecondo. Bernardino Capitano fenza paura,Antoniomaria,che in ogni militare occafio-
ne fcmpre vmfe^e di tutti quefti il più ftrenuo fu ftimato xAnnibale,che fra pizzinardi fu chiama-
to Magno, come fra Romani Pompeo,fraTriuukii Giouan lacomo ,&frà Vifconti Mattheo,e
fra Pallauicini Orlandojfù ancora quefta nò à pieno lodata famiglia ornata de gradi ecclefiaftici
e folaméte per nò eftlere troppo lungo fi nominarà lacomo Pizzinardo protonotario Apoftolico,
& Enconimo di tutto lo fiato di Milano,onde perla fua integrità, bontà, dottrina,e religione fu al
gran Cardinale Afcanio Sforza gratilfimo,e ciò Ci può vedere nel monimento Iplendidaméte edi-
ficato nella capella de Serui in Milano,nella ftrada per cui fi va à porta Renza, oue l'armi & infe-
gne de Pizzinardi fanno honoratiff fpettacolo.Contrafle la detta famiglia Pizzinarda parentadi
llluftri più di dugent'anni pafiatijCioè.co i Caualcabo, co i Perfichi,co i Conti Landi,co i Ponzo
ni,& altri che farla di Ibuerchio nominarli.Hoggi il prenominato Sigilmondo Pizzinardo Acade
mico Atfidato.dopo l'acquiftata dignità del Giureconfulto,fLi dalla fua patria eletto Ambafciato-
re prelTo il Sereniffimo,e Catholico Filippo Rè di Spagna doue con la bontà di fua vera liberalità
fcientia,eloquentia,fbllecitudine, e nobile,e grata maniera, non lolamente impetrò le gratie defi-
derate,e la beneuolétia di quella Regia corte , ma ancora fu eletto Senatore nello ampliflimo Se-
nato di Milano,Quiui ha larga prouincia à tutte l'hore di fcoprire lo fplendore delle lue vertùjfb-
disfacendo con laude vniuerfale à Dio,al fuo Rè,al fuo Eccel. Collegio^alla patria,agli amici,& à
parenti & vltimamente Podeftà di Paula non folamente ha egli con marauigliolà deftrezza rego
lata la detta Città con fòdisfattione d'ogniuno, ma perfeuerato dui anni Principe dell'Academia
degli Affidati la quale haCquafi abbandonata & caduta)con molta piaceuolezza foftentata foUe-
uata & mantenuta^rimafto internaméte accefo di efporre la vita non che la robba in cóferuatione
della fteffa Academia della quale co ogni cordiale affetto defidera ampliaméco e conferuatione .
DI GIO. lACOMO
L Fuoco accefò il quale è battuto da venti per iflTioi7,arIo,c Imprefa di Giania-
coino Caccia nouarere,onde egli p la fbmigliaza che caua dalla natura del fuo
co,palcfà la Tua vertuofa intentionc,có fortezza d'animo di ftare apparecchia-
to a refiftere ale violenze fcmpre mai , e perche la mente, di qucfto honorato
Academico ha voluto che s'habbia fopra fi bella Imprefa piena confideratio-
ne del cor fuo , però diremo quanto è lecito della natura del fuoco il quale al-
cuni,ch'A riftotile nomina e repréde, vogliono chel fuoco fia principio di tutte
le cofe.E egli ben vero che lo fteffo filofbfo dice il fuoco fra gli altri elementi effer grandemente
incorporeo e vuole chel fuoco fempre di fua natura faliica perla fua fottilità e Icggierezza in alto
e con molta marauiglia il fudetto Filofofo nel libro della generatione e corrottione le qualità de
quattro Elementi chiarifce,al capitolo j.efTendolaveritàchela terra è feccae fredda, l'acqua è
fredda & humida , l'Aere humido e caldo,il Fuoco caldo e fecco .
Vero è dice e conferma Ariftotile,che la terra è più lecca che fredda, e l'Acqua più fredda che
humida,e l'Aere più humido che caldo , e'I Fuoco più caldo , che fecco . e di qui fi caua la vera e
propria naturalità degli Elementi i quali co ragione fono tenuti corpi fempIici.,vero è ancora che
Platone po(è dui eiferc gli elementi,cio è il fuoco e la tcrra,e quei di mczo l'Aere e l'Acqua effere
dalli due eftremivnrifultato fi che per quello rifuItato,il Fuoco e la Terra cagionano negli ele-
menti di mezo la generatione delle cofe , imperò Ariftotile non accetta quefta opinione , è ancor
vero chel calore è proprio del fuoco e non d'altra cofa & il color roffo è anco proprio del fuoco ,
Già leggiamo come fia da Pitagorici detto e cófermato il fuoco effer mezo dcll'vniuerfoja onde
e tenuto che fia la guardia di Gioue,degno è quefto elemento fopra tutti gli altri , ne arte alcuna
fi potrebbe mettere in confuctudine fenza il fuoco il quale non C\ può putrefare,anzi tutte le pu-
trefattioni leua & annichilale elfo fenza pefo e non fta mai in otio.la degnità del fuoco è celebra-
ta in guifa che fèmpre s'applicano le fue qualità a fignificare opere vertuofe, come dire huomo
d'ardente defiderio nelle cofe d'honorejha vn cuore infiammato di virtù e la carità è affomiglia-
ta
CACCIA,. - "^
ta al fuoco.nnzi in definire Dio per quanto può l'humano Intellctto^altro genere non fi truoua
più a propofito che dire Dio è vno fpirico ardente .
In infinito mi tirarerebbe la marauigliofa natura di quefto Elemento e ne ho voluto dire quefto
pocOjperche tutte le Tue buone qualità Icuoprono gli honoratidifegni che faccua quefto Acade-
mico , Li venti poi che nel fuoco fbffiano per fpegnerlo , fono di vna natura della quale fa mirtieri
il trattarne in parte,accioche fi comprenda interaméte ciò che voleua quefto Academico inferire .
E il vento fecódoil Filofofo molto aere il quale fé medefimo effagita e difordina,parimente|vuole
che Io fteflb fia vno fpirito che nafca dall'humidità il quale hora piaceuolmente foffia co quieta ei-
fagitationCjhora impetuofamente per la difcordia degli humori , per la qual cola sbarbano gli ar-
bori,atterrano le torri , fanno andar all'insù i fiumi , follieuano la terra al cielo ^ fanno in mare le
montagne dell'onde.e Icmpre gl'impeti loro fono ad ogni cofa grandemente noceuoli^e però fono
tai venti fempre intefi per gl'impeti dell'iracondia e per i fieri ad alti dell'inuidia e della malignità .
Qjjefto ha voluto dinotare Gianiacomo Caccia Academico il quale eflendo inuidiato & infidiato,
dagl'inuidiofi & dagli infidiatori con la forza delle fne ardenrillìmc virtìi non fòlamer.te.a cotai ni-
mici repugna,ma ancora nelle fiamme di honorataméte operare gli fa fiianire,& a prtpofito vfa il
Motto cioè viM EX V Imperché non è dubio alcuno che vno infiammato vertuofb,)ipera ogni
vitiofa violenza,& C\ è voluto chiamare l incognito. è Egli vero che hauendo lafcia-a l'Impre
fa dell'arbor perfico per elfere ftata publicata da altri;ha prefa quefta del fuoco , haueua oTegnato
di mutare anco il nome , ma la morte un maturamente ci fi è interpola .
Nacque l'Incognito della famiglia Caccia nobile & antica in Nouara,parte della quale è fta.i, &
èhoggilUuftreperfeudietitolidi fignorie e di contee, con ciò fia poi ch'in arme habbiahaiuti
perfonaggi di valore e graduati ne i gouerni dì Militia,e fono ftati di molta filma preifo i fuppreni
Principi maifimamente de Imperadori de Rè di Francia e de Duchi di Milano . Nelle fcientie fi.
milmente fono flati molti Eccellenti huomini^e di FilofofiajC di legge i quali hanno lafciato hono-
ratiffimonome. ^^ v
L'Incognito però da giouinetto fotto la prudente cufiodia di fuo padre,ancora Academico Af-
fidato, attefe ali acquifto della humana fcientia , dopò-ciò fi pofea fiudiar Logica & inPaduaSc
in Paula , hebbe precettori famofi , & con molta affiduità fi guadagnò il pofi^effo della fcientia
naturale , della quale fatto habito fortiiTimo , fi diede alla Medicina,cofi fu addottorato aflJaj
giouene nell'una e nell'altra facultà, onde in Pania hebbe la lettura della Logica con mol-
to credito e molto feguito degli Scolari.Fù poi dal Senato Eccellentiflfìmo pollo alla let-
tura della Filofofia e con tanto buon nome fatisfaceua , che finalmente gli fu dato il
fecondo luogo . Era eloquente nella lingua latina e tofcana , era fempre accefo di - «
farfi honore,in poefia fi veggono alcune belle cofe di fuo , non mancaua net
l'vfo di gentilità caminar per le pedate de fuoi antenati . fi vedeua e fi
Iperimentaua giuditiofo in ogni cofa , fi che fu grato alla Patria,
agh Amici & alla Academia la quale grauemente fi è dolu-
ta per la fua Morte, potendofi liberamente fperarq
che della fua proieffione fi farebbe acqui-
ftato gran fama e grado
maggiore ,
Gg
DIANTONIOMARIA
0 Specchio di Criflallo è Imprefà d'Antoniomaria Maruffo piacentino e fu ri-
trouamento à Imiratione della hiftoria,© della fauola la qual vuole che la pru-
dentia fi dipinga con lo fpccchio in mano, guardando feftelfa, impercioche ,
niuno può efrcre prudente fé non conofce le inedefimo,e chi più perfettamente
conofce fé Iteffb , più perfettamente viue e diligentemente a fini ottimi condu-
ce le fue operanoni . come però il Criftallo,o il vetro faccino tale effetto in rap-
prcfentar le proprie effigie delle cofe , e volgarmente a ciafcuno manifefla noti-
tia,con ciò fia che come nell'acque le quali non ondeggiano Ci fcruono le effigie di tutte le cofe vifi
bih per refieffione , cofi dal criflallo medefìmamente col mezo deirartifìtio,rcflettono fimilitudini
di tutte le cofe vifibili. Quef^a voce, cRisTALioè greca comporta di due parole dinotando gie-
lo contratto,effendo la verità, fecondo Plinio,che quanto i! freddo è maggiore tanto più perfetto il
criftallo fi genera . l'intentione del fudetto Maruffo academico è rappref^ntata dalla natura dello
ilcffo fpecchio,volendo dinotare tutti i fuoi difegni non douerfi condurre al fin loro,fè prima nca
fi vedeffcro , e confiderafiTero riufcibili , per la conferenza c'hauer dee il difcgnatore col djfegno ,
perche come a vn Pelcatore non riufcircbbe il difegno di guidare vno Effercito,cofi à vn zappato
re non riufcirebbe d amminiftrare la Giuftitia , nella quale il zappatore fpecchiandofi non vcdreb
he nello fpecchio la fua propria fimilitudine , fpecchiandofi adunq, queff o academico nello fpcc-
chio della fua profeffione effendo dottor di legge,rimane accorto di quato deue e può fare nel fiio
effercitio , perciò vedendo fé ftelfo via il Motto cvnctis aeq^ve fidvm cioè come fedele
a fé fteffo,taIc farà a ciafcuno il medefimo,congiongefi poi diligentemente al Motto il nome acade
micocioè IL Gì VOICE, con ciò fia ch'Egli in quel tempo che fu nella Academia degli Affidati
riceuto,adminirtraffein Pania la publica giuflitia, eletto Giudice fotto la Podeftaria del Signor
GiannauloChiefa alhora fenatorc di Milano , laquale Imprefi è piaciuta à molti,& in verità con-
tiene la veraproprietà di fimigliante fpcttacolo , Antoniomaria è nato della famiglia Marurta,già
più
MARVFFO "7
più di cento anni venuta da Genoua ad habirare in Piacenza, era in Genoua nobile & antica &
hoggi ci fono ài quella medefima ftirpe, e vi è nel più bel fìto quafi di quella città la piazza de Ma-
ruffi eia Loggia con la ftrada5teftimonio di vera & d'antica nobiltà-come fi può leggere neqli An-
nali della Città di Genoua & ancor fa di ciò kde la chiefa catrcdale la quale è parrocchia de Ma-
ruffi.già vn Mateo Maruffo nel 1 3 /^.fu da quella Republica fatto generale di 1 3 .Galee con le qua
li ruppe l'armata de Venetiani nel porto di Manfredonia e con moln altri,fece prigione il Giuftini
ani generale dell'armata Venetiana fu anco vn Nicolo Maruffo Capitano di x. Galee al qual fu or-
dinato che con quei legni portaffe il Re di Cipri alla fua Ifola la qual cofa fu nel 1 3 8 3 . Vn Guliel-
mo parimente di quefta famiglia fu eletto capitano di tre naui grolfe contra i Catalani . fi truoua
che quefta cafata fi e congionta in affinità con le prime nobilcà di Genoua , & hoggi Nicolo che fi
truouain Spagna ha per mogliela figliuola di Paulo luftiniani il qualcè ftato Diìge di quella R.P.
iìtrouache vnGianfrancefcoMaruifo per le difcordie fi partì & andò ad habitarein Piacenza e
dilui nacque vn Lodouico Padre di Gianfrancefco Maruffo dottor di legge à fuoi tempi famofo ,
creatOjdopo molti offitii honorati manneggiati da lui ^ perpetuo fifcale di Piacenza dalla gloriofa
memoria di Papa Paulo terzo,ne ii dee tacere come Carlo V. Imperadore Inuitiffimo lo cleffe per
fuo confidente & aduocato nelle differentie del Piemonte co'I Cnftianiifimo Re Francefco primo,
& n'appaiono fòpra ciò patti e proceffi , e di quefto gran lureconfulto fu tenuto gran conto dal Se
nato di Milano. Hebbe più figliuoli mafchi,vno fu Lodouico Maruffo dottor di legge il qual fu
Vicario del Podefta di Milano , fu ancora Podeiia di MiIano,dopo quefio grado fu eletto Podeflà
di Lodi . Vltimamente fu fatto vno deli Maeflri ordinarii di Milano e poi fu creato Pri^fidente
dello ftraordinario Magiftrato , venuto a morte fu honoratamente feppellito nella chiefa di
Santo Giouàni in Conca.Antoniomaria Marufto dottor di legge & Academico/u figliuo-
lo del fudetto Gianfrancefco e fratello di Lodouico , il quale hebbe per il primo offitio
il maggior Magiflrato di Borgo Sandonino . in quel tempo che'l Baron Sefnech Go-
uernaua quel luogo per ordine di Don Ferrante Gonzaga , dopo queflo fu eletto
Giudice di Pauia e per i fuoi honorati portamenti vi fu confermato per dui
biennii cofa veramente infòlira , dopò ciò fu mandato al gouerno di
Vimercato & apena partito di quefto, fu fatto fifcale in Cremona
doue flette con molta fodisfattion di quella Citta tre anni ,
Jlora ritiratofi da quefle fatighe attende al reggimen-
to di fua famiglia fempre pronto doue faccia di
bifogno di feruire à fuoi padroni . E queflo
Academico nò (blamente è buon legifla,
ma ancor poeta latino e di buo-
na vita defiofb d'amici Se
èamatoouunque
econofciuto
Cpcr cffèr rimaflo vedouo della prima moglie
fi è app arentato con la cafa Biraga
vna delle cafe principali
di Milano .
Gg 2
DI FRANCESCO
/\ Grue Ibpni la Torre, la quale tiene vna pietra con vn de piedi , è Imprefa di
Francefco della Torre.Quefto Augello è dotato di molte qualità degne di con-
fideratione , fcriue Ariftotele che in molte Tue operationi dimoftra prudentia ,
combattono le Grui con i Pigmei come fcriue Plinio , e quando volano, vanno
molto ad alto per potere più ageuolmente vedere le montagne e le pianure , e
Tempre hanno vna guida & tutte la feguitano & obedifcono . Quando però fi
pongono a volare ò per tempefta,ò per ventijfi pofàno in terra,e non mai fopra
arbori.Hanno per ordinario alcuna di loro che fa la guardia di notte , e quefta per non addormen
tarfijtiene alto vn piede co'l quale tiene ftretta vna pietra perche le s'addormétafle,cadendo quella
pietraia fuegli.Da qucfta particolar qualità caua Francefco Academico Affidato la fomiglianza
della fua intentionCjla quale è di effere vigilante.e non lafciarfi opprimere dall'otio , o da vn habi-
to fonnachiofo che rende ì'huomo fomigliante à vn morto, Eflendo vero che la vigilantia dee ef-
fere tale,che Ì'huomo non fia da diuerfi cafi colto allafproueduta, e per ciò quefto Academico ha
tolto cotal motto conforme alla fua intentione , ciò è n e i m p r o v i s o.Ia pietra è inteià da quefto
honoratifl'. Gentilhuomo per le molte facende le quali fono di gran grauezza à coloro, che Ci tro-
uano implicati ne i grani negotii , & importanti,a perfetti fini de quali, la vigilantia e la fermezza
dell'animo fi richiede,pcr la qual cofà quefto Academico ha voluto nominarfi il v i g i l a n t e.
La Famiglia della Torre per antica & Illuftre nobiltà,e per grandezza di titoli e di fignorie è fta
ta conofciuta per tutta Europa,lHmata & honorata.la fua origine è di molte centinaia d anni,& al-
cuni vogliono che auanti a S.Ambrogio foffero conti di Vallàfinaedi tutto quel paefè, diften-
dendofi per tutte queirAlpi,e che in vn luogo fopra detta valle edifficalTero vna torre , doue nelle
guerre che haueuano con gli Eluetii hoggi detti Suizzeri,fi ricoueraffero,& è opinione che fuifero
de primi cittadini Romani , è quiui lafciati Proconfuli perpetui , Altri ftimano che fieno difcefi da
Goti e che quiui fi fermairerOj& erano già potentiflìmi , e vogliono quefti che fi confederaflero cq
vno
DELLA TORRE ^'^
vno Imperadore Francefe , & in fegno di confèderatìone riceùeflero da lui il Giglio e che f ulTero
yiueftiti da S. Ambrogio^ potrebbe eflerejinà è difficile à crederlo,poi che di quel paefe erano fla-
ti tanti anni fignorijà quali iMilanefihebberoricorfb dopo la rotta lordatala Federico Barba-
rofla Imperadore,e da medefìmi Torriani elfi Milanefi furono molto accarezzatile però volontie-
ri chiamorono Pagarlo figliuolo di Giacomo e Giacomo figliuolo di Martino per difenfor loro ,
^ cofi allhora cominciò il detto Pagano ad eflère difenfore del populo Milanefe.Quefto hebbe fei
figliuoli mafchi de quali l'vltimo chiamato Raimondo fu il primo Patriarca d' Aquileia di quella
famiglia,da quattro figliuoli di Pagano nacquero molt'altri famofi, vn'altro Pagano.che fu nipote
del primo,hebbe il fecondo Patriarcato d'Aquileia,per la qual cofa cominciorono i Torriani à pra
ticare il Friuli , la Goritia e la Carinthia , non perche fuflero difcacciati da Milano, e priuati della
loro antica fignoria,ma per la conuerlatione c'hebbero in quei paefi co'l mezo della dignità patri-
arcale, doueacquiftorono contadi e fignorie, e feguirono dopo molt'annii Prencipid' Aulirla e
quando erano con titoli di conti, e poi di Duchi , dopoi d'Arciduchi,vltimamente di Imperadori.
apprelTo à quali Prencipi,effi Torriani con tanta continua fedeltà,virtù,e valore lèruirono che len»
pre,& hoggidi più che mai fono a detti Prencipi grati,e da loro ftimati.e rimunerati ,e perche que-
ita famiglia crebbe in gran numero , però Ci dillribuì in diuerfi luoghi d'Italia,maffimamente nel-
e principali città della Lombardia.e ne fono ancora fra fuizzeri^e nella Borgogna di donde alcuni
vogliono ch'ella trahefle origine . Hoggi Francefoo Academico Affidato mantiene l'antica nobii- i
tà deTorriani.K aimondo Torriano Patriarca d'Aquileia fu quello,che riceuè molti Torriani fcac- t(^
ciati poi da Vifconti maflìmamente vn Volcano,a cui il detto Patriarca donò poireiTioni,cafali , c5 \^:
buone entrate nel Friuli . Quello Volcano lafoiò tre figliuoli , vno de quali fu nominato Volpino , H
à cui per lo fuo valore il Rè di Polonia donò due ville. Laurana e Berfèccio,lalciò l'vltimo quattro -f
figliuoli mafchi nel 1330. Henrico, Ricardo, Volfino 2. e Volcano 2. Ricardo lafciò vnfigliuolo '
detto Riccardo -5 . e da quello nacque vn figliuolo detto Mattia,che fu caualiero laureato, e quello
hebbe quattro figUuoli, cioè, Giorgio, Antonio , Volfango,e Riccardo 4. Antonio fu capitano di
Triefte,e lafciò Andrea e Mattia 2.Vito,eNicolo,Quefto Nicolo combattendo centra Venetiani-
fu morto à Ciuidal d'Auflria.Ma Vito fuo fratello e padre di Francefco prefente Academico , fe-
guitando Federico 3 . Imperadore,e poi Malfimiliano primo e Filippo Rè di Spagna fuo figliuolo,
& vltimaraente Carlo V. gloriofa memoria.e Ferdinando primo fu fatto commifTario generale nel
la guerra fra Malfimiliano primo, & i Venetiani , e diede focciiirfo à Gradifca,& à Marano alTedia-
tijfu ancora fatto colonnello e capitano di Gradifca,e di Marano da Ferdinando Rè de Romani .
Fu mandato da Cr Io V. alla R.P. Venetiana pqr trattar la pace . Fu priuilegiato dalla Maeftà Ce-
farea con titolo di )ntee di baronie con i fuoi fuccelfori , come erano prima i fuoi antecelfori in
Italia. Fu parimenti; da Ferdinando fatto hereditario Maggiordomo della Prouincia Carniola &
in quella donogli il primo luogo apprelfo il Prefidente hereditario . Morì il conte Vito in Ifpruch,
e fu fepeUito in Goritia . Succelfe Francefco prefente Academico co'l titolo di conte e di barone.
Non farò mentione di molti de fuoi Antenati , che furono molti perlbnaggi di gran valore.i quali
fi ritrouorono alla giornata di Rauennae della Bicocca; Altri de fuoi zii furono gran caualieri e
lèruirono alli Rè di Polonia e di Vngaria , vn Erafmo Zio del conte Academico fu dell'ordine de
caualieri della croce nera e fi ritrouò con Lodouico Rè d'Ongaria contra i Turchi , fu fuppremo
capitano in Preftitenfe & in molte caltella e morì nello Afièdio di Buda . Il conte Franceicc detto
il Vigilante fi ritrouò con carico honorato alla ifpugnatione dell'Ifola di Comare, e di Stng jnia,e
di Buda,e nella giornata che diede GiouanVaiuoda. Nel qual giorno il conte Francefco moflrò
grandilfimo valoreTu fatto caualiero da Ferdinando in Alba reale , fi ritrouò dentro Vienna nel
alTedio nel 1 5 2 p.&'vfoendo fuori,vccife e fé prigioni molti Turchi.l'anno medefimo fi ritrouò al-
l'aflalto di Alfimbrug in Vngaria,di poi fatto Commiffario,diede foccorfo a Strigonia . fu ancora
fatto fupremo commillàrio nel 1 5 3 2.neiralfedio di Marano,capitano della Goritia, e di Fulmino,
e flato ancor creato nel 1553. maggiordomo maggior dell'Arciduca Ferdinando. L'anno 1561.
hebbe la fignoria perpetua di Lipnizzoedi Taicibrodin Boemia perfeefuoidifcendenti, &è
del configli© dell'ImperadoreMairimiiiano 2.
DI VITO
L Leone in due pledi^che foftiene vn Giogo con le zampe dlnantl,e Impreca di
Vito Dorimbergh.e queih è cópofta di due armi,vna è il Giogo della famiglia
Gioga nel contado di Tiruoio aliai nobile.l'altra è il Leone arme della famiglia
di Dorimbergh^ ancora che non conuenga viàr armi di cafate o altri fegni di
nobiltà per Imprefà, nientedimeno quefto Academiconon confapeuole della
regola, per efìfer lontano,fi è compiaciuto di comporre la fua Imprefa co le det-
te due arme,le quali però tirano ad vno ifteffo fìne,tanto più , che quefto gentil
Academico ha per conto di donne hereditata la cala Gioga,& ha voluto imitare la natura e l'arte
proprietà dell'una e l'altra figura. per il Leone fignificàdo la fortezza,e la magnanimità,e pe 1 Gio-
go dinotando la humikà & l'obedientia, promettendo con quefta Imprefa il detto Academico di
vfare in tutte le fue attioni fortezza, e grandezza d'animo nei feruigi di Maflìmiliano Imperadore
fecondo di quefto nome,fuo legittimo e naturai fignore,e di fempre ftare con ogni humiltà & obe
dicntia fottopofto à co(ì piaceuole e benigno dominio,eftendo il vero,come manifeftamente fi ve-
dCjChe l'eiTere fottopofto à Prencipi Auftriaci , fia vna dolce , iòaue^q, libera fugettione^e perciò ha
prcfa quefta parola per motto s v a v e . ad imitatione di ofuel detto di e i e s v noftro Redentore ,
cioè jivGVM ENI 11 MEVM svAVE EST ET oNvs MEVM LEVE, &ha voluto chlamarfi
con nome Academico il pronto, per dimoftrare ch'egli è tutto difpofto e prefto allifèruigi
del fuo fignore,nome propriamente conforme al fignificato della fua Imprefa, & della fua ferma e
buona intentione.
La ftirpe di Dorimbergh è antica & I!Iuftrc per conto de feudi e fignorie,& è ftata fempre à fer-
uigi del facro Imperio,malfim3mente à quelli della diuina progenie d'Auftria e molti caualieri di
qi'edo fmgue fono celebrati nelle hiftorie Germaniche col mezo de meriti cauallierelchi,Im.per-
cioche fi le £gr che molti di quefto honorato làngue^hanno acquiftate vittorie e fpecialmente nelle
giofìrercaliifuvnVuolcherodi Dorimbergh famigliare di Federico. 2. Imperadore nel 1352,
the
DORIMBERGH ••?
che pafsò In Italia con fua Cefàrea Maefta e fu il primo di quella cafa c'habitafle in Goritla , douc
da Mainardo conte di quella prouincia e da fuoi luccefTorijChe in quei tempi erano potenti Pren-
cipi ( Imperoche poiTeaeuano gran parte del Friuli come palatini dcU'carinthia e del contado di
Tirolo,e padroni delle Chiefe di Aquileia e di Prefcianonejdetta famiglia Dorimbergh Tempre fu
hauuta in grande ftima , e tenuta in molto pregio, di modo che Leonardo di Dorimbergh fu elet-
to capitano di Goritia fotto il conte Henrico nel 1 4 1 j . e Gregorio di Dorimbergh fu configliero
del conte Giouanni e da lui adoperato in negotii di molta importanza.Finita la Imea di que con-
ti peruenne il contado di Goritia in mano de fereniifimi Prencipi di cafa d'Auftria . Parimente ap-
prelTo detti Prencipi Auftriaci la cafata Dorimberga è fiata apprezzata molto e particolarmente il
fecondo Leonardo , il quale mentre che iVenetianibatteuano Goritia nel 1509, valorofamente
combattendo fopra la muraglia fu morto , Erafmo Dorimbergh padre del pronto Academico
fu caualiero di tanto valore,chefu ièmpre adoperato da MafTìmihano e da Carlo V. Imperadori ,
e da Ferdinando ne maneggi di grandiflimo rilieuo, Fu coftui creato luogotenente della Carniola
prouintia. In quel tempo paffando di Polonia in Italia la regina Bona andando à Bari in Puglia
Ilio Ducato , fu eletto dall'Imperadore , perche l'accompagnaife in tutti i luoghi de fuoi Itati . Fìj
ancora commiflario della guerra nel Friuli,e CommifTario nel trattare la pace fra e Prencipi d' Ali
fìria j e la Signoria di Venetia . Fìi parimente Ambafciador Cefàrco per due anni continui in Ve-
neriate datogli il luogo del configlio dello eccello reg^^imenro dell'Aultrie inferiori.poi fu manda-
to luogotenente nel contado di Goritia . nel quale officio morì l'anno i j 29. con pianto di tutto il
paefe e per la eccellentia de fuoi buoni portamenti,fu per fopranome chiamato il buon d o r 1 m-
B E R G o , Raimondo pur di detta cafa Dorimbergh 111 3 nipote, fu dopò lui chiamato nel configho
del fudetto Reggimento,e Prefidente del configlio della camera Aulica e commiflario nel termi-
nare i confini tra la Sereniilìma cafa d'Auitria e la R. P. Veneciana nel con i ento di Trento.Mi per
venire al p r o n t o Acadeniico degno figliuolo di vn tanto Padre,e d'vna cofi dii^ina Midre,Bea-
trice.di cui tanti Poeti hanno degnamente fcritto, dico ch'egli nacque la notte precedente alla
morte di Erafmo fuo padre nel Cartello di Goritia^doue per la prudentia di cofi celebrata fua ma-
dre,fu virtuofamsnte ammaeftrato, e a pena gionto alla età di 2 2. anni fu creato luogotenente del
contado di Goritia,v{ficio honorato il quale e fèmore flato dato à perfonaggi prudenti e faggi , in
cui portatofi in due anni co molta deflrezza e diligentia,f u dal Rè de Romani eletro del fuo 'confi-
glio Reale , e datogli il carico di Coniniifrario di guerra ne i confini del Friuli , e cofi honoratamen
te proceduto,meritò di effere creato caualiero nella Incoronatione del Rè Maflìm'Iiano , e meritò
fimilmente che l'Imperador Ferdinando con molta folennità lo ricófermalfe caualliero cótinuan-
do nella gratia di que SerenilTìmi Prencipi . Fu ancora dal Sereniffimo Arciduca Carlo conferma-
to configliero e commiflario di guerra,& nel i ^66. fìi mandato Ambafc!ado»-e alla Santità di Pa-
pa Pio V, per congratularfi con fua Beatitudine del fbmmo fuo grado. Ritornato,fu fatto configlie
ro della Camera Arciducale, perche fempre fuflTe appreffo alla perfbna di fua Altezza.la quale co»
nofcédo il valore del fleftb caualiero. v i t o e la buona riufcita in ogni fuo affare de-
gna di laude,effendQ morto l'Ambafciator Cefareo in Venetìa,fu eletto à ri-
federe quiui in fuo cambio & perfeuerando in quella legatione^
marauigliolaniente lòdiséà a Sua Maeflà Cefarea, & à
quella Republica, & à tutti i Principi Cri-
ftiani , in guifa tale che egli è fil-
mato per vno oraco-
l0j& è riuerito
da ogni-
uno.
DI NICO LO
^ Verta Arme adata, o, ver Lancia chetienla punta fàngulnolenta è Imprefà
di Nicolò Madruccio à imitation della lancia d'Achille^ come Homero poe-
ticamente ferine con la quale fi ferina efiianaua lemedefime ferite da quel
la fatte,d onde il detto Madruccio Affidato Academico tragge la fomiglianza
de fuoi penfieri con ciò fia che cotìofcédo l'obligo che fi ha à Dio il quale ci ha
fatti col figliuol fuo partecipi della heredità del cielo e della perpetua beatitu-
dine,ritrouandofi fpelTo trafportato da fènfi e cadendo a i loro ingani con i qua
li l'anima rimane mortalmente ferita & impiagata,rauedutofi con il lume del-
la gratia/a che lemedefime armi del fenfo la ftefla piaga fi rifani, affligendofi tutto con continua
pènitentia e contritione col Motto à qj^a vvlnvs sanitas. veggendofi quanto propria-
mente il motto alla figura conferifca,& anco il nome è apropofito della fua intentione, onde fi
chiama il perseverante, ciò è che non lafciarà mai più chel fènfo l'anima tiraneggi anzi, {i
sforzarà di torgli ogni arme di mano. Alcuni penfano che fimile Imprefa poffa interpretarfi per Io
flato temporale di Trento perche chi lo diede lo può torre e tòlto reftituire come è folito di quei
principi generofi, e fereniffimi i quali hanno fempre hauta & hauranno in ficura protetione, la fe-
deliffimacafaMadruccia.Imperò molto tempo prima quefta Ipprefafu inuentata daquefio va-
lorofo Academico il quale e nato di quello antico & Ill.Ceppo de Madrucci e per non hauer cam-
po di dire in longo elfendo la cronica di fuo ordinario hiftoria breue,diro come il Padre di quefto
Academico fi chiamò Gaudentio Signor d'Ano , la bontà e fincerità def quale fu fi grata al Rè de
Romani Ferdinando , che lo fé ftare fempre nella fua corte in compagnia della Regina Anna e di
tutti i fuoi Figluoli,fi che tutta quella reale famiglia fempre hebbero quefto fanto e faggio gentil-
huomoinriuerentia&il medefimoRè Ferdinando,non fi fatiauadi accarezzarlo & anco fi può
dirediriucrirlo, ma venuto à morte lafciò quella fereniffima cafa con meftitia e dilcommodita
generale.URègU maritò due figliuole, vna al Signor GiouanniTraucen maggiordomo & hog-
M A D R V e e I O
gioconfiglierè di S-CcHMaertà e l'altra a vn Barone di eafaCoana . Lafciò Gaudentio tre figli-
uoli mafchi Nicolo , Criftofano Cardinale di Trento e Principe d'Imperio , & Aliprando il quale
fu capitano della guardia dello Imperatore Carlo V. ma prima fu Coloncllo pur di S. Ccf- Maella
in moke guerre e ritrouollì alla giornata di Cerafuola doue combattendo valorofamente , fu feri-
to e lafciato per morto , guarito poi & hauendo intefo Carlo V. il valor di quefto Caualiero, vol-
iè ch'in Agulta fulfe Capitano dell .1 fua guai dia e quiui d'infirmità morì . Nicolo detto academi-
camenteil perseverante/u ancora colonello di S. Cef.MaefiàediS.Cath. Coronajfiritrouòalla
giornata in Tofcana contra lo Strozzi, e di Auanguardia con le fue genti animofamcnte , arfronta-
tofì con l'Auanguardia nimica, la ruppe e per ciò la cauallcria ducale con impeto disfece
tutto il rimanente del campo francefe/u dopò ciò Gouernatore di Pania e cultodilla in
cjuei pericoli ch'el Duca di Ghifacon grolIìiTìmo EfìTercito francefe , faceua paf-
fagg!0,& i portamenti del Perfeuerante furono tali nella fteifa città che 1 cit-
tadini e gentilhuomini di efla,a tutte le hore ne fanno honorata meiuo
ria, ha il medelìmo Academico quattro figliuoli mafchi,vno det-
to Gian Federigo colonnello delle d uè Maeftà , gcntilhuo-
mo di valore di configlio , d'integrità e di offeruanza
criftiana,maritato nella figliuola del Conte di ce
lant. L'altro Lodouico Cardinale Madruc-
cio ornato di dottrina e pieno di bon
;à criftiana, il quarto detto Fortunato
e l'ultimo Aliprando . vn'altro
ne hebbe,detto Giorgio di
molta bellezza di cor
pò di giuditio
mir3bile,di
coflumi gratiofi e daua fperanza grande nello eflTercitiQ
di guerra e fu il terzo figliuolo fra gli altri.il quale
morì nella corte del Rèdi Romani d'anni
2 2.IHudctto Perfeuerante ha no-
titia di belle littere , e di
molta piaccuolezza
e modefìianel-
l'clfer-
citio militare
prudente,& amator
de foldaii liberale in tutti »
i tépijin guila che ben
fi può chiamare ve-
ro padre della
militia ,
nella
conuerfa-
tìone poi alle-
gro , grato , benefico
e magnanimo . e fé non fufie là
infirmiti che molti anni lo ha tenuto e tiene
impedito , haurebbe per proprio merito i primi gradi di guera ,
Hh
DI PIETROPAVLO
L campo di Biadn,o,pcr Ipccifìcar meglio , di rormcnto con vna falce da fègarc,c
Imprcfa di Pietro paulo mclcgari genouefejhauendo egli voluto inferire e di-
moftrar come la fua nobile intentione viene fcoperra per la Ibmiglianza che da
quella verde e non ancor matura biada con propoflto traggc.noi lappiamo co-
me i ben fondati e graffi terreni , quando non fono da male ftagioni impediti ,
riccaméte producono, anzi per troppa grafiezza del terreno,fa troppo crefoere
le biade con pericolo ch'auanti fieno mature,nó venghino da ogni poca piog-
gia,o, piccioli venti atterrate,in guifa che malageuolmente fi potrebbero maturare,oltra che la det
ta gralfczza e morbidezza di elfi terreni faccia il femc per gran parte conuertire in herba & in pa
glia , E per rimediare a quello menifcfiilf danno gli accorti Agricoltori prima che le Ipighe fpon-
tin fuori le tagliano e le di{cimano,Ia onde la fofiantia ad ingroffare & ad impregnar le fpighe con-
correjC fc ne vede abondarc marauigliofamcnte il formento o vero altre biade . bella & honorata
intentione fcopcrta da cofi ben confiderata figura, per fignificare come il fudetto Meligan Aca-
demico A ffidato , cifendofi dopo gli ftudi e l'acquiiìato grado del dottorato, & elfercitatofi in più
diuerfi offitii e podcftarie , e dato di fé buon conto, & a fignori & a Rcpubliche , vkimamente fi è
mefìb a feruigi de Principi , per gratia de Dio oltra la fua fedeltà , diligentia e fatiga , è ftato maffi-
mamente dalla real cafa Lorena e dalla Screniffima Crifiierna già Duchelfa di Milano , non fola-
mente fopra modo rimunerato,ma ornato di più gradi e di più dignità per la quale meritata e for-
tunata ricognitione Egli ha voluto con l'opere e prima col core,{chiuar le pioggie dell'ambitioni ,
& i venti deirinuidia con la falce dcU'humilt à con cui quanto più fi è veduto inalzare, tanto più fi
èingegnatodiabbalfarfi . Laqualcofa ha fatto ch'el campo della fua. fèruitù habbia prodotta,
maggior fertilità & habbia fohifato l'inuidia eia malignità degli huomini, hauendo egli con ogni
fòrte di pcrfone , ch'alia medefima corte feruono & hanferuito , accortamente conuerfato in
guifa che da buoni era & e amato, e da maligni rilpettato.impercioche non lafclauane lafciaa
loro
M E L E G A R I
loroluogo ne tempo di douerlo , o , poterlo perfeguitare , quefta accortezza e di quefta Arte,
da recidere il Ibuerchio vitio deirambitione,pochifitruouanoche ne lìeno (tati fi diligentemen-
te , o dalla natura , o, dalle ftelle a paragon del Melegari inrtriitti,e dotati . Egli è nato di buon pa-
dre e di buona madre e la fua patria è in lite fra i Sig. Genoucfi e il conte Claudio di Landi , e per
non moftrar partialità,fi ritirò dalla patria,c come frutto nato di buona Arbore , oltra le f cientie
acquiftatc , maffimamente la legale , fi è fempre ne i reggimenti de populi dimoftrato giufto.man-
fuetOjincorrottibile, diligente, deflro,humile,patiente & in ogni Tua attione amabiliilimo.Ha pofle
dute iC poflìcde oltra la latina lingua , la tofcanaja Francefc & in gran parte la todelca, non è (lato
adunque a quello virtuofo Academico con fimiglianti honoratc e gratiifime qualitàjdificile e ma-
le ageuole l'acquiftarfi le gratie & i fauori e le i emunerationi da fuoi principi, ne anco gli è (tato di
molta difTìcultà lo hauere negotiato per i Tuoi Signori & impetrato quanto dcfideraua,ma(fima
mente quandoè (tato mandato in Italia a trattar facende d'importanza con i min i(tri cela-
rci & catholici in Milano , in Francia.alla corte dello Imperadore di cui è vno de fuoi cor-
tigiani e confegliero , dopo ciò ha negotiato in Spagna predo la Catholica Corona del
Rè Filippo , ha trouata grana nel configlio regio , è fiato apprezzato da tutti gli Illu-
itri miniltri di Sua Catholica Maefta & ha ottenuta grati(fima Tpeditione, per on-
de egli è reftato ornato e nobilitato di molti priuilegi, e(rendo ancocaualiero
iperon d'Dro,Aud:tore del SereniHìmo Duca di Lorena , e configliero pari-
mente.Egli rifiede con quefti medefimi Titoli ne i (èruigi della Serenifsi-
ina DuchelTa Criftierna del real fangue di Dacia . ha vn fratello Dot-
tore detto Gio.Battilia pur del configlio delle medefime altezze &
è Barone di terre e di giuriditioni. molto più dir fi potrebbe di
que(togentili(fimofpiriro grato & accetto moko alla immor-
tai Academia degli A(fidati , e però a propofitodellafua
bella Imprefa ha vfato il motto cioè svRGET vBERivs,e col
Motto il nome Academico cioè il provido,(j
che il tutto infieme infieme, prudentemente fi è
della (te(ra Imprefa compiaciuto, (pcrandofi di
certo chel fudetto p r o v i d o . perleueri
in verificare con le opere fue honora-
"te i meriti di cofi degno fpctta-
colo,có iperanza c'habbia
egli da dare più afn-
pia materia al
merito del-
le Tue
cofi vertuofe operationi ,
Hh t
DI LELIO
Verta figura cofi fplendente,& circondata di raggi fomigliati à quei dei Sole,rap
preferitala verità mifticamente.&èlmprefa di Lelio Pietra, imitandola
fauola,per la qual figura egli manifcfta la fiia virtiiolà intentione,& ogni Tuo fin-
cero diiègno , & è veramente la verità fplendida,pur3,liiccnte,& chiara,& fi ri-
mira e che cofi fuole efTer dipinta ) in vn polito fpccchio , non per altro, che per
vedere/e Ibpra di fé fijfle verima macchia , & fé nebbia,ouer ombra, o altra co-
fa olcura impediffe vna minima particella de fuoi raggi . Vuole Ariftotele , che
la verità fia vn certo mezo fra il diflìmulare , & il vantare , come fi legge nel primo fuo libro de i
gran Morali al capo 3 5 • & è contenuta nelle orationi , ma non in tutte . Diremo adunque per di-
chiaratione,che'l vantatore,ò gloriole) ( comefifuol dire j Tempre fi attribuifceaflai più, di quello,
che è , & il diflìmulatore fempre meno di quello^che è , ma l'huomo verace dico folo quello che è
in verità. Queftomedefimo conferma elio Arifiorcle ancora nel 3.1ibro dell'Etica, al 2. capo, e
parimente nel capo 7. del libro 6. dello ifteffo fuggetto^diccche l'opera dell'vna & dell'altra parte
intellettiua,& attiua è la fincera verità , conferma ancora che la verità dee efier prepofia all'hono-
re,& ciò fare è lecito,perche fé l'honore è vn certo decoro della vita ciuile,e la verità è vno fplendo-
re.pche fi rende vifibile la fomigliaza che noi habbiamo con Dio,Però diremo gli huomini efière
Ibpra ogni cognati alla verità, &quefto afferma l'ifieilo Filofofo nel primo libro della Retorica
à Teodetto . Marfilio Ficino fimilmente nel commento del conuito Platonico , fcriue la verità ef^
lère cibo dell'anima , mette ancora per ordine efl^o Ficino ( mentre afferma , che la verità rifplen-
da nel contraflo della bugia ) le tre forze dell'anima intellettiua,deile quali la prima è la mente , il
cui atto è vna contemplatione della verità . la feconda è la Ragione , l'atto della quale è di ricerca-
re la verità . La terza è la Fantafia,Ia quale raccoglie tutte le cole , che i "fenfi a guifa di meffaggieri
à lei vanno porgendo , è ancora da dire fecondo Thomafo d'Aquino , che la verità è figliuol a del
Tempo & elTa verità per li tre mezi è fempre nella volontà collocata . Perciò diremo jche con la fa-
pientia
PIETRA
picntIaimpammo{'co"ImezodeIladiui'nagratia)Iaverità.chealtro nonèche cies v cri s-
T o illuminatore della volontà con cui Tolamente impariamo le cofe che la Natura produce, e ne i
maneggi delle opere humane ci fa ritrouarela verità conueniente à quella vera miagine della di-
uina bontà. Di quefta intende Io Inuétore nella Tua bellifTima Imprera,e co'l mezo della quale di-
fegna fin che viuejacquiftariì honore e beneuolantia vniuerfile^ma molto più fpera di acquiftarc
la gratia e la falute eterna . Quefta verità adunque ( lume e fplendore delle attieni humane ) aiuta
ciafcuno che la tiene per ircorta,ad imitar Crifto . che è via fenza impedimento, verità fenza bu-
gia,e vita lenza morte. La qualcofliconueniua à Crifto , che era huomo perfetto e Dio vero. Si
vede adunque quanto ben (ìa conforme il motto alla figura mjftica,cio òhac praevia, perche
con quella ficura guida fi fchiuano le prccipitofc&tenebrofe ftrade,&à propofitoquefto Acade
mico ha voluto chiamarfi philalete . che dinota amatore della verità;. E Lelio della nobile & an-
tica ftirpe Pietra , cognome noto per tutto.con ciofia,che la origine di quefta famiglia iì manrcnga
dalle prime antichità, fpecialmente con opre degne di laude , non giamai occupatafi in elTercini
mecanici & vili . Che la cafa Pietra fia antica , non è dubio veruno . Ma però qucfto noftro difcrc-
to Academico non vuole cominciar dal vouo,come ritroua fcritto da alcuni fuoi maggiori , fi po-
trebbe , e forfè più difcreramente credere,c'hauenre origine da Petreio cittadino Romano , e capo
di Iegione,elfendo vero.che molte famiglie antiche Romane rimaferoln diuerfe citta d'Italia,maf-
iìmamente in Lombardia , delle quali hoggidi ancora viuono i nomi e cognomi, come in Venetia i
Cornehi . In Cremona i Melii . In Milano & in Paula i Balbi,i Torquad detti corrottamente Torti,
i Curtii detti corti, & j Pctrci,dctti di cafa Pietra . Ma vengafi alla nobiltà,che h vede e fi conofce ,
il che certamente fa vera teftimonianza dell'antiquita fua . Quefta famiglia ha dal fao nome edi-
ficati luoghi, e caftelli , i quali hoggi Ci veggono e ione habitatf, & fi godono,come la Pietra caftel
lo oltra Pò . Pietra , Petralino , Petralone,terre fopra le colline oltra Pò territorio di Pauia . Dopo
quefte nella campagna fottana del Prencipato pur di Pauia, il luogo nomato il Bifcione,la cofta da
Pietra,ropra le quai terre fu fatto il fideicommiftb da vno Ardizzone Pietra del 1040. come ne ap
pare per publico iftromcnto aurentico.preftb il quale fi ritrouano altri iflromenti publici 3c auten-
tici rogati fin del 1 274. & 1 296. i quali chiaramente paleihno la vera antichità di quefta generofa
ftirpe Petreia. Ragiono horade moderni della fteda cafataanaifimamcnte d'vn Giouani.chefecon
do fi contiene in alcune croniche al tempo di Corrado Imperadore à cui ( oltra che impreftò cin-
quata mila fiorini d'oro;fece molti altri notabili feruigi,e perciò fu da quell'Imperadore fatto fuo
vicario Imperiale in Pauia . Fu ancora vn Guglielmo Pietra , per quanto narra il Coirò hiftorico
milanefe il quale douendofi fare vn crudel tatto d'arme fra i Bcccarii,& i Langofchi preftb à Lu-
mello,con marauigliofa prudcntia rappacificolli infieme,per la quale buona opera elfo Gulielmo
fu creato capitan generale dal Popolo di Pauia, Ma fccndendofi à più moderni , fu vn Mutio Pie-
tra eletto nel Magiftrato delle Ducali entrate dello ftato di Milano.Galeazzo Pietra parimente fu
Senatore di Milano , e primo vefcouo di Vigeuano.Giouan'antonio Pietra fimilmcnte fu fegreta-
rio,& Theforiero generale della guerra per ìcruigio de i Duchi Maftìmigliano & Francefco fecon-
do sforza da quali hebbe detto Gio.Antonioancho il gouerno della città di Lodi, come appare
per le fue aulètiche patenti,& in quello ideilo tempo vìuea Brunoro Pietra,córe di filuano,e Mag-
giordomo del Duca Francefco Sforza il quale fu ancho caftellano di Cremona,li figluoli del qua-
le fono rimafi Vno Vefcouo di Vigeuano , l'altro capitano & maeftro di capo del gran Duca Tof^
cane . Quefta nobil famiglia ha Signoria in molti luoghi ancora al prefente , e maflimamente fra
Grigioni,& e delle prime f'amiglie co titoli Illuftri.hauendo giuriditioni di terre & di caftelli,ne mi
occorre far memoria del tutto per non fi poter paflare l'ordine di quanto fi è limitato. Da Gio.an-
tonio fudetto nacquero più figliuoli,fra quali è il nominato Lelio dottor di legge di bello afpctto,
di molta eloquentia, di degni coftumi^di fingolar pietà,qfto ha amminiftrato più offitii,con molta
laude delle fue attieni , è vtile, e benigno , grato,e diligente nell'Academia degli Affidati , i quali
fanno di lui gran ftima , & ne tengono grandilfimo conto , & è molto apprezzato da tutta quella
virtuofilTima Adunanza j
DI GIOVANNI
,,., . Jf^^j Verta figura che rnpprelènta vna ImprelHone nell'Acre.fccondo ArirtotiIe,chia-
"^ ^ >— -^-"^ "'^ mata Cometaria quale fi genera di vapor fecco caldo terreflre groflò coftretti in
fìeme,ò Imprefa di Giouanni Beccari da Serraualle Academico Affidato, e poi
che fi è detto come fìmile imprefTìone è generate di materia fecca calda terrei tre
grona,è bene ancor di faperc qualmente è comporta di vapor fecco a dififeren-
tia della pioggia e dell'altre Impreilìoni humide,(ì dice parimente che à tal com
pofìtione concorre il caldo.a diiferentia de venti generati di vapor freddo ter-
reftre.oltra ciò concorre medelìmamiente il vapor groiTb terreflre , perche fé fuffe vapor fbttile,
preflo fi fuanirebbce non s'infiammarla , ne farebbe prodotta la Cometa , della quale i nominati
vapori e come li è detto ) è la materia;!a quale/ccondo Ariftotcle & Albcrto^è difpofta da due ca-
gionijVna è remota che è il Sole il quale tragge quei vapori infieme cógionti Ja propinqua è la fup-
prema parte dell'aere all'Elemento del fuoco vicina, doue crefcendo il calore tanto gagliardo fi che
à poco à poco quella materia infiamma & è vifta da noi luminofa a fbmigiianza di ftclla .
Qui fi confiderà ageuolmentc in qual maniera fi conofcala materia di limil compofitione, quali
le caure,& il luogo.Rcfta di dir con breuità la figura di detta ImprefTìone. Il Filofofo la ha offerua-
ta3& hora fi ofTerua e fi vede come flella con li crini fparfi,e dicefi comata,o,crinita,hora fi vede co
lunga barba,e fi nomina barbata, hor con i raggi lunghi aguifà di coda , & chiamafi caudata,il che
lungo faria a dirne il tutto. Io però non voglio tacere la openione Ibpra di ciò d'vn dottilTimo ferie
tor moderno per difcoprir la intentione del Beccari a qucfta fua leggiadra Imprefà bene applica-
ta.dice lo fcrittor moderno che la cometa ("come fi fia) non è generata da vapori tirati dal baffo al-
l'alto dal Sole,ma da vna gran copia di quei fplendoriche procedono dalla infinita moltitudine
delle flelle , inguifa della generatione della via lattea .detta in voce greca Galaxia , ma non duraj &
aduce molte ragioni queflo Autor moderno il quale è il Cardano .
Ma ftandofi faldo nella via d'Ariftotilc.confeffiamo l'Autor di quefla Iraprefa hauerla con mol-
to
B E e e A R I ,23
to Tuo proj3ofito pubIicata,tragendo da quella le fbmigliaze de Tuoi honorati difcgni Jmperciochc
Egli aliomiglia la fecchezza el vapor grofTo terreftre alla ignoratia dell'huGmop la quale l'huomo
fi fa poco differente dalle belHe.Tuttauia preualendofi del lume ragioneuole,da .quello fono tirati
inaltoi fuoi pen/ìeri& i Tuoi deiìderii,pronti e di/jjoiUd'acquiftarfi la làpicntià per non rimanere
inuilupato nelle tenebre dell'ignoran tia , e con fi gentil propofito,il quale tirato dal fole che da lu-
ce al rnondo,&€ luogo doue; dopo morte l'anima in quefta vita bafla (lata amatrice e pofleditrice
tlelie fcrentie , ha il Tuo fempiterno ripofb.fccondo le opinioni antiche e poetiche, promette perciò
il Beccati d'affattigarfi e di ridurre i Tuoi Arfàri agli honorati lìni,altrimenti come Cristiano, vuole
in{erire,cio è che quefta noftra terrena natura calda nelle cofetranfitorie/ecca nella Iperanza del-
lo eterno bene,e grane ne i pericoli del peccato , punto dal timor di Dio e dallo horror dell'Infcr-
no,tede a lumi di Giefucrifto chiamato Sole.i quali traggono i difegni da quello vertuolb Acade-
niico al tcrzOjcielo dellAere che è la charità,pa(Iàndo per quello della fcde,e per quello della ipe-
ranza,& in elfo alzato.vfà quefto motto cioè elatvs FVLGET,e ftando in cofi felice delibera-
tione con commodo nome academico, fi fa chiamare l asceso.
E nato l'Afcefo d'honorato /angue di padre e di madre virtuofi e nobili , i quali fra gli altri fi-
gliuoli ellefTero quefto all'acquiflo delle fcienze , e primamente guadagnatofi le buone lettere hu-
mane venne allo fludio di Pania , e diedefi alla profèflìone diLogicae dìFilofofìa, (&fopraciò
fatto vtiliifimo corfo ) prefe le infcgne del Dottorato , e (ì diede alla lettura , nella quale beniftìmo
& con buon credito riufcì , ma per degne cagioni hauendo riuolto l'animo alla profeifion Legale,
a quella datofi con ogni flidore e fatica peruenne all'honorato grado del lureconfùlto . In quefto
mezzo defidcroib di farfi conofrere gli nacque bella occafione di porfi a i fèruigi del Rè Catholico
La onde ritrouandofi in Pania Don Diego Guzman de Silua Ambafciator di fua Catholica coro-
na &del fuo configlio di (fato deputato a rifèder in Venetia menò feco l'Afcefo tenendone quel
cuntOjC facendone quella ftima che far fi deuue di perfòna ornata de duoi gradi di fcienze e dino-
bilee virtuofacreanza, E L'Afcefo amabile, piaccuole,grato,e giudici ofo delle cofe del mondo,et
ha non mediocre cognitione di Pocfia Thoicana e Latina , la quale egli mofirò più volte nello ef-
porre Dante neli'Academia de Signori Affidati , èanco dotato di bontà Chriftiana perla quale fi
può fperar di lui miglior fortuna e più alta dignità^onde rielea no indegno fuccefibre di quel-
la tanto lUuftre famiglia Beccaria , dalla quale e per fimilitudine dell'arma,e per confor-
mità del cognome,e per altre chiariffime ragioni &inftrumenti fi troua egli effer
difcefo per via di quel famolb e potente Barone Lancelotto Beccaria, che fu
già Signor di Seraualle , & di molte altre cartella nel Genouefè , & cofi
renderà teftimonianza della buona ellettione fatta dallo Illuftrif-
fimo Ambafciator fudetto perfonaggio per religione e pietà
à niuno altro lécondo,e di prudenza,bontà, deprezza
evaloredaciafcuno commendato, qual doppò
-efier flato ^ alcuni anni Ambafciatoreper
l'ifteffa Maefia in Inghilterra5& auerfi
acquiflato immortai fama & ho-
nore,vltimamente palTaa-
do a Venetia coirne^
defimo carico
CdlefTe quefio fi gentil fpirito per Auditor
della Ambafciata Catholica .
DI ANDREA
^Aquila co'l Terpe in bocca fopra vna montagna, guardando vna turbolenta piog
già e tempcfta , è Imprefa d'Andrea Carautio da Lugano, ma di molti anni ha-
bitante in Milano . L'Aquila , come publicamente fi fa, per le molte qualità mi-
rabili di Tua Naturale detta Regina degli altri Augelli.fra quali, fola è diuina di-
ce Ariftotile nel non o libro della hiftoria degli animali volatili , è di color rofTo
ofcuro , ancora che gli forittori de noftri tempi la ftiminonera, fa e genera tre
figli , & vn folo ne (erua , come dice il Filofofb , combatte l'Aquila col Dragone
ciò conferma il fopranominato Filofofo pur nel citato libro nono. Gli Egittiani la flimauano appa
renza di Dio.come di quefto à lungo ne ferine Pierio Valcriano,è ancor chiamata Nontio di Gio-
ue & à lui è dedicata come cofa facra, fi lana nell'acqua e rinoua le penne,ne fenza mifteriofo figni
ficaio fu qucfta Augclla Imprefa di San Giouanni Euangelifta, ne fenza confideratione fu da Ro-
mani riceuta per Infegna . Fra i Hieroglifi di Pierio è tenuta per imagine del Sole,e per ciò voglio-
no alcuni ch'ella tenga gliocchi fiffi al Sole è refifta con la vifta à raggi fuoi,la qual cofa da che pen-
fare a gli alti intelletti, i quali finalmente non lanno dire altro fé non che fia vna virtù nofcofta.
Fa preda di lepri , di conigli , di caprioli , di volpi, & alle volte fi pafce di ferpi , maffimamente di
cjuelle che gettano la (poglia , effendo folite per il diggiuno di 40, giorni, ringiouenirfi. da quella
Aquila tragge il Carautio Academico la fimilitudine de fuoi fermi penfieri con la vifta de quali mi
rando le maligne nature d'alcuni e fcorgendo in eifi inuidiofi dilégui, danneuoli a guifad'impe-
tuofe tempcff e fopra le feminate biade , ffaflfi ritirato in alto per ifchifar quella perniciofà pioggia .
tenendo il ferpe in bocca , non per deuorarla , ma per fègno ch'Egli moftra di non lafoiarfi vfcir di
bocca fé non parole di prudentia e d'accortezza , fperando che come le buone opere non gli gio-
uano,non gli habbino da nuocere le parole d'imprudentia,quiui ftandofi fin che'l tempeftolo tépo
s'acqueti , e per tal conto ha quefto Academico vfato fimil Motto cioè d v m d e t o n e t, ciò vuo-
le inferire che verrà il tépo bello e fi chiama academicamente il e a v t o . è non ìImacrotimo.
La
e A M V T I O "4
La fllrpe d'Andrea Camutio è fiata & è honorata non folamente in Lugano ma ancora in altri
paefi , quefto Academico ha haute il Padre e l'Auo dottori di filoMa e di Medicina , e fono ftati
iamoil , Egli per non degenerare , da giouinetto fi diede agli ftudi delle buone lettere , attefc alla
fìlofofia alle matematiche & alla Medicina , onde fatto dottore , fi diede alla pratica , & in Milano
& in Paula & in molti altri luoghi fi è acquiftato credito tale che in queftinoltri tempie deprimi
fra i migliori . ha letto molti anni in Pania nell'una e nell'altra f acuità , è flato nella Filofofia con-
corrente del Branda e del Lucilio, haueua gran concorfb di fcolari, fu menato da Monfignor Ca-
fliglioni i all'hora Vefcouo di Bobbio , al concilio di Trento , orò alla prefentia di tutti quei Rcue-
rcndilTimi Prelati, e dilputò in maniera che fu communemente comendato, e fé non haueil'e hau-
to moglie, faliua a qualche grado di Prelatura, e per la fua buona fama già quattro anni paflìiti
chiamato da MafTimiliano Imperadore di quefii noflri tempi,ha fatto marauigliole e ftupende fpe
rientie , fi che S. Cefi Maeflà oltra che riccamente Io riconofce , ne fa ancora filma grandiflìma .
E andato in varii e diuerfi luoghi per comiffion dello Imperadore per rimediare a molte infirmita
quafi incurabili , & vltimamente in vna pericolofà e mortalilTnna amalatia di fua Cefi Corona fi è
fatto conofcereper huomo nel fuo efTercitiofènza paragone .
Ha il Cauto generati più figliuoli , il maggiore hauendo attefo agli fiudi di filofofia e di medici-
na con vigilie e fatighe fi e addottorato nell'vna e nell'altra fcientia. Ma poi venutogli in core di
ftudiare in legge , ha con tanta diligentia a quello fludio attefò che ne ha meritato il qrado di L C.
C con fimiglianti fplendori , feruendo al Cardinale ca(tiglioni,lo coflitui nel 'Vefcouado di Bobbio
doue bora con efTemplarità di vita rifiede . il Cauto e di fùa natura , piaceuole , grato ,
& offìtiofb nelle cole attiue è prudente e da bene , nell'obligo Crifh'ano è di
tal vita e di tali operarioni che ciafcuno può e deue pigliare elTem-
pio da lui,e fi trattiene co molta reputatione nella cor-
tè Ceiarea , & fi fa conferuare affai deftramente
con quella natione,vfàndoprudentia '& in
fatti & in parole cautamente auerten-
do diguadagnarfi la beneuo-
lentia d'ogniuno mafli^
mamente degli
EmuUfuoi.
li
DI GABRIELLO
A. famiglia della Cueua ( il qua! nome appreffo noi faona grotta , ò caucrna) e
antichilfima in Spagna.e truffe cotal cognome da qiieilo , che vn caualicre del
fangue reale di Francia , nel tempo che i Mori s'erano infìgnoriti di quali tutta
la Spagna , hauendo gran zelo della lìilute di alcuni pochi Chriftiani , che fug-
gendo la furia de mori , s'erano ritirati nelle montagne di Ouiedo , e fbpra l'al-
tezza de monti Pirenei quiui andato con quattro liioi figliuoli, perlliafe loro
che Ci eleggellcro vn capo e coH fecero, fcclta d'vn caualier ipagnuclo nomato
Don Garzia ximenez e lo fecero lor Rè .
Quefto commiffe al fìgliuol maggior di quel Caualier francefe , che fi chiamaua Beltramo , che
andalTe per que monti a ricercare li Ipagnuoli , & che li raunalfe infieme , cortui andando a piedi
ricercàdoli,videaforte vna Cueua,ogiotra,dctta al modo nofìro.epéfandochequi fufle qualche
fpagnuolo ricouerato, trouò alla bocca di quella vn grandiifimo e fpauentofò Dragone , con cui
hebbe vn fiero contrafio . e finalmente l' vccife , rimanendo egli con vna gran ferita nel petto fat-
tagli dagli artigli di quel terribile animale , e per quello fu collretto ritornar adietro . Vedutolo il
Rè ritornare cofi fanguinofo , volle egli ftcffo riconofcere fé quella ferita era di pericolo , e vi pofe
entro due dita , tanitandola , e ritiratili fanguinofi . li nettò fopra la verte del caualiero la qual era
gialla.e cofi vi rimafero imprelfe due righe di fmgue , volfe ancora dopo che quelle righe roffe fo-
pra il giallo/ufierofuadiuifa,&aggiungendoui quella grotta col Dragone (che il Re volfe co
propri occhi vedere ) gliele diede per arme in mcmona del flio valorofo fatto , e cofi a coftui a dif-
ferenza degli altri fuoi fratclli,fu dato il cognome di quel dalla Cueua. Vn'altro Don Beltramo bi-
fauolo di quello Don Gabriello elfcndofi portato valoroiamente in molte fattioni , per feruigio ài
Henrico Rè di Spagna fuo fignore , effendo Conte di Lcndefma e di molt'altri caftclli , Il detto Rè
in rcconofcimento gli donò il titolo di Gran maeflro di San Giacomo, il quale è il piuhonorato
grado chc'l Re pofla dar in fpagna , Qucfìo Caualiero per non turbarceli animi d'alcuni de Prin-
cipali
ALBVRQyERQVE -^
cÌT>n!i e fpecialmente d'vn fratello del Rc.Io rinonciò liberamente . La onde il Rè per queir;itto gc
nerolo,lo volle riconofcere^honorandolo con titolo di Duca de i primi che iìeno in Spagna^donan
dogli la Città di Alburcjuerque la qual è di grande importanza, facendola capo di quel Ducato co
amplilUmipriuilegi, de quali godeflero tutti i Tuoi defcendcnti ,, ordinando il Maggioraggio nel
fuo figliuol maggiore,Auo di quefto generofo Academico.Sollcuatofi poi vn fratello del detto Rè
contro i! fuo Signore , fu corretto il Rè per diffender(ì,vfcire in campagna e con l'aiuto principal-
mente del detto Don Beltramo e de fuoi parenti, fi pofeà fronte de nemici, i quali conofccndo
che lo sforzo del Rè confifteua nel valore di Don Beltramo, vforono quefl'arte per fare ch'egli no
cntraife il quella giornata campale. MandoronovnoArciuefcouo qual fingendoli fuo amico gli
dille che molti haueuano fatto vna congiura per vcciderlo , cflbrtandolo a no entrar in quel fatto
d'arme , e fé pur vi voleffe entrare che vi veniUe ifconofciuto. Don Beltramo hauuto quefto ricor-
do , fece due cofe fegnalate , vna che C\ kce dare vn cauallo tutto bianco da vn fuo caualiero,dan-
<logli in cambio altri fuoi caualli & altre cofe al valore di vinti milia ducati . L'altra che fece vede •
re a! detto Arciuefcouo quel cauallo bianco erarine e fbpraucfte e pennacchi.acciò che Io riferifTe
poi a detti congiurati , e promelTe ( accioche che hauelfero manco flitica in riccrcarlo)di entrare
nella battaglia nominandofi , e cofi iece, che eflendo all'hora (blo Duca in Spagna^entrò ne! fatto
d'arme, tuttauia dicendo, Io fono il Duca/ubito ruppe il nimicocampo,acquiftandoalfuoRèla
vittoria & infieme la ficurezza . Vn fuo Nipote dello ifteffo non\e prima ch'egli hereditaile quel
Ducato di Alburquerque ne i confini di Spagna, ruppe tre eftèrciti de Francefi effendo in quella
Imprefa capitan generale.in quella gioia dell'acquifiata vittoria di lui nacque ;Don Gabriello pre-
f^nte Academico , il quale ancora giouinefo,nella ifpeditione che la gloriola memoria di cario V.
fecead Algierevifiritrouò dando manifeiti legni del fuo valore, e cofi poi ancora ritrouoflì in
quelle fattioni di Andresì , e di Dura (bruendo al fuo Rèa fue fpelc,fi ritrouò ^pariir.ente alla ifpu-
gnatione di Bologna in Francia, la qua! città era prima ftata tolta al Rè di Francia dal Duca Don
Beltramo lùo padre in fauore del Re d'Inghilterra.Moftrò ancora il fuo valoreeprudentiaintem
pò di pace feruendo a Filippo all'hora Prencipe di Spagna, con cui pafsò in Italia & andò in Fian-
dra, e ritornò con lui in Spagna , e non fopportando il fuo generofo cuore di flar in otio,lafciata la
corte in pace , pafsò in Africa e fèruì alle fue fpefe nella città di Orano contra Mori,doue fece tan-
ti farti notabili, che lafciò gran fama di (e in quei pacfi. Onde li Rè d'Algiere, e di Tremifenegli
mandarono a donare arme e caualli. Ritornato poi in Spagnai! Rè per gratificarlOjgli donò vna
comenda di gran degnità dell'ordine di Alcantara , morto dopoi il Duca fuo Padre, fu dal Rè fat-
to Vice Rè di Nauarra il qual gouernò per quattro anni con molta Prudentia , e poi lo mandò al
gouerno dello ftato di IVIilano per fuo Capitan generale,doue hauendo gouernato co quella mag-
giore integrità/odisfattione che fi pofTa defiderare dalle perfone fuggette,per fpatio di otto anni ,
i'ingegnò non folamente di confèruare quietamente i populi che ne per guerre flraniere ne meno
per tumulti ciuili fulfero impediti ne i loro ordinari! negotii; ma ancora diede a ciafcuno effempio
di caualier Criftiano e fempre cordialmente preftò aiuto e fauore a miniftri della fantilTima noftra
Religione. E di più che in vifirar gli flati e le Città del Ducato di Milano.non comportò mai di ri-
ceuere prefenti ne di viuere di quello de fuditi di S.Cath. Corona , per la qual cofa fu da ciafcuno
grandemente amato eriuerito, eftandogiàad afpettare quella maggior grandezza che advn
Prencipe ValTallo del fuo Rè cofi potente fi poteua fperare. La morte per rimunerarlo con la eter-
nità il che di qua non era pofTibilejloleuò di vita con gran cordoglio di tutti eflfendo in età di poco
pm di 46. anni.
li 2
DIGIO BATTISTA
} Veft'arbore con le radici in sii cofa che par moftruofa , e pure è veramente natu-
rale fé ben fi confiderà , rapprelenta l'huomo il quale ha per radice il capo , da .
cuihanno vita e mantenimento tutte l'altre membra , come braccia , mani ,
cofcie , gambe , e piedi^che ibno come rami produtti dal capo lor radice all'in-
giìi,e perciò gli Greci hanno chiamato l'huomo avTfarToir etvTfÓTròu.àoè l'iiuomo
al rouefcio, della cui arborei frutti ( come fi vede)lòno pomi d'oro a fomigliaa
za di qlli arbori de gli horti hefperidi,i pomi de quali furono colti da Hercole,
hauendo primamente egli fuperato il fiero Dragone di que frutti vigilantilTimo guardiano, e que-
fìa è Imprefa di Gio.Battifta Giraldi Academico affidato , il quale come perfbna di alto ingegno,
di molto giuditio,& di vniuerfal dottrina, ha faputoconfiderare che difterentia fia tra gli arbori
produtti mimediatamente da Dio , e queUi chela terra produce , laquale non ha potuto far altro
fé non che le radici delle fue piante iuffcro fituate in giù con i rami in alto , onde non può produr-
re frutto incorrottibile . Ma Dio volfe che l'arbore chiamato huomo , hauefle la fuftantia, e la ra-
dice verfo il Cielo d'onde né nafconoi pomi d'oro, prendendofi l'oro per lafapientia , comedi
ciò a lungo il e trattato nel ragionamento di quello libro,& eifa fapicntia non è produtta con ra-
mi , ne con foglie, della quale ìàpientia l'huomo partecipa mentre ch'egH imita Hercolc,inteib per
la virtù vniuerlale all'huomo conceduta , accio ch'egli con le fatichejC con fudori il muoua all'ac-
quilto dello immortai Teforo , non altronde proceduto che da Dio , e perciò il fudetto Academi-
co ha voluto porre a qfta fua imprefa il motto d'vna fola parola cioè inde ricordandofi delle pa-
role di Giacomo Apoftolo . O M N e D a T V M O P T I M V M et O M N e D O N V M P e R F e C T V ìM
DE SVRSVM EST DESCENDENS A PATRE LVMINVM &à qUCfiO prOpofitO ha VOlUtO
academicamente chiamarfi e i n t n i o promettendo di affaticarfi per corre i frutti della falute .
Auenga che molti e molti anni fieno che fi fia compiaciuto chiamarfi di cotal nome.Querto nome
i poeti attribuirno al Sole e quello perche Cintliio è vn monte akilfimo nella ifola di Dclo , doue
dicono
<^GJIJt.IA)iyD'Il 0 '^«^
dicono eflì poeti che Apollo e Diana nafceflero di Gioue e{ di Latonajfi è (dico;pofto quefto nome
per efTere egli di natura folare.e deiìderofo di contemplare le cofe alte e di fchiuar le bafle .
II Cinthio è nato in Ferrara^e la Tua famiglia Giraldi è nobile e traile origine da Fiorenza do-
ue è antica^e delle honorate,e principali,& in ogni tempo è ftata di reggimento,& ancor hoggi pa-
rimente quiui fi mantiene . Qual fuJie la cagione che parte di qucfta famiglia fi leualTe di Fioren-
za è cofaagcuoIeàconfidcrarc,maflimamenteelIendo anco molti deftrozzii quali perlepartia-
lità leuatifi di Fiorenza hanno, habitato per molti anni in Ferrara, doue ancora iGiraldi hanno
conferuata la loro antica nobiltà 3 con lodeuole profefIìone,mafTìmamente in lettere. L'Ano del
Ibpranominato Acadcmico chiamato Simone,fù molto honorato,e di lui i Signori Duchi fi feruì-
rono in molte occafioni.il padre parimente di Cinthio detto Criftofono,non mancò di confer-
uarfi nella buona,e virtuofa ciuilità. Fu ancora vn Lilio Gregorio Girami huomo di fingiilar dot-
trina & ottimo Icrittore.come ne fanno chiara teftimonianza le fue opere in Ilampa . Io potrei far
memoria di molti altri diquefta cafata e fpecialmente d'alcuni c'hoggi di.viuono che fono publici
lettori nello ftudio di Ferrara. Ma per no paffar i prefcritti termini.li lafciaremo.Hà il Cinthio dal-
la fua honorata moglie hàuiiti fci figliuoli cioè cinque mafchi,& vna femmina.de quali vno noma-
to Marco Celio che di xviii.anni fi diede ad ifporre nel ftudio di Ferrara con prouifione,le inftitu-
tioni delle leggi ciuili & caduto Apopletico di xx.anni, pafsò a miglior vita . Lino di bellifiìmo af-
petto di xxii.anni fi difpole di andare fopra Tarmata come hauea fatto Olimpio fuo fratello mag-
giore,giouane ornato di lettere greche , e latine, e che era flato publico profelfore di effe nello fìu-
dio di Ferrara, e poflofi nelle Galere del Lomellino, fatte molte fattioni , venuto Lino più volte
alle manicon gli i£fedeli,fi portò fempre valorofàmente.allVltim.o ritrouatofi nella battaglia naua
le onde il magno oon Giouanni d'AuTtria ottenne la miracoloni vittoria contra Turchi co'l valor
dell'armata de Signori Venetiani,toccò à Lino di combattere la Galea di Caracofià , riduttofi poi
a Genoua con defiderio di riuedere i fuoi cari genitori, & fratelli, in breue tempo infermatofi,rem
pia morte Io tolfe a noi , & poco dopo tolfe anche Olimpio dopo longhe , e grani infirmità . Il Cin
thio Academico fatto Dottore in Filofofia, & in Medicina nel i j 3 5 .fi diede alla lettura della Fi-
lofofia per ordine , e commifìfione de fuoi Sig.e lefTe in detta facultà in parte , & in parte nell'arte
oratoria per fpatio di ? j.anni,Métrc che lefie nella fua patria Ferrara.tu ancora deputato dal Du-
ca Hercole per fuo fegretario,e perfeuerò in detto offitio fin che vifTe il detto Duca , & ancora per
due anni fotto il Duca Alfonfò prefcnte . Ma effendo le fatiche di leggere e di fcriuere troppo ec-
cèflìue,licagionornoa{priinma infirmità delle gotte,per la qual cofà partitofi con buona liccntia
dal fuo Signore^le n'andò a leggere con honorata prouifione alli ftudii del Mondouì,e poi condot-
to a Turino, doue con la mcdclìma prouifionc fìirebbe pcrfeuerato ne i feruigi del Duca di Sauoia
fé l'acre di Turino non gli foffe flato eflremamente nociuo . Intendendo lo Eccellentillimo Senato
di Milano ch'egli non poteua ftare a Turinojietamente lo inuitò alla lettura oratoria nello fludio
di Pania doue con vniuerfal contentezza procura di fodi.^fàre quanto più può, conciofia che quafi
di continuo egH fia fieramente moleflato dalla fkfla infermità. e pure & in publico,& in priuato nò
ceffa di leggere , e di infegnare , e a guifa d'^y^no oracolo è continuamente vilìtato da tutti amato ,
&honorato, e con tutte le fatiche dell'obligo che tiene,con quello ardentilfimo defiderio ch'egli
penfa e fente di giouare, e di dar diletto,non ha mancato,ne manca mai di comporre diuerfè ope-
re fra le quali fono in luce le infrafcritte . Alcuni poemi latini in verfi efiametri,elegie, epigrammi ,
epicedii , epitalamli,e molte orationi . In lingua materna,poi.ha defcritta l'arte di comporre i Ro-
inanzi,e tragedie , e comedie , nella ifteffa lingua ha compofle Satire , gli Hecatomici , l'Hercole
in ottaua rima. Ha compofto le fiamme amorofe , & il modo che dee tener vno che voglia feruire à
Signori. Ha fatto ancora i commentarli in lingua latina della cafa,e de Principi da Erte fuoi Signo-
ri . La vita di queflo honoratiflìmo Academico è fiata fempre intenta alli fludii delle ottime fcien-
tie,a feruigi de fuoi Principi , a beneficio degli amici^e fi è fempre sforzato di compiacere plìi alla
fua confcientia con ingiuria della fortuna che ad altri con fperanza di maggior facultà mondana ,
contentandofi di quanto gli manda Dio per amor fuo conftantemente fotferendo le infirmità del
corpose le molte auerfità della fòrte , & gl'infiniti trauagli della mente .
DI LVCILLO
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L Sole circondato di nuuole.o vero coperto di tenebre,come è dire di folte neb-
bie appannato è Imprefa di Lucilio Filalteo volendo in ferire che fé ben il Sole
è adombrato in tal guifi,non però punto fi gli fcema la luce in quanto al fuo ef-
fere.fe bene in quanto agliocchi mortali vien nafcofto fouente.quindi Egli trag
gè fomigliaza del luo animo il quale ita forte ne puto fi li toglie la fincerirà ne (i
sii macula la virtù co le continue e fallaci per(ecutioni,o,per la mala forte,o,per
l'altrui j)uerfa e diabolica inuidia, cóprefa per le tenebre e per le nebbie le quali
rapfcntano la natura de maligni e de gli inuidiofi , la onde però Te a torto macchiano il fuo nome ,
non pero pcfl- )no imbrattare ne il luo animo ne le fue opere & a qfto propofito ha vfato il Motto
cioè NON coGNoscvNT T E N E B R AE.volcndo dinotare chc glinuidi & 1 maligni nou hanno
gratia r'd Dio ci poter conofcere la virtù e la verità delle opere buone e fruttifere . anzi i maligni e
gl'Inuidi come (ìcno veramente maledetti da Dio,fi conoice nella fiera & alTidua perfecutione che
fanno alla vertìi & agli huomini di dottrina. e nò è gran fatto fé co ogni forte d'Infidic è ftato que-
llo dottifliimo Academico tanto moleftato,flratiato e tanto crudelmente perleguitato fin che Dio
giufttj Giudice lo ha liberato con molta laude della fua Innocentia & anco fi è voluto academica-
mcnte chiamare lo stilbeo che fignifica natura mercuriale perciochefiè veduto e fi vede
quanto lo (teifo Stilbeo fia ftato inchinato all'acquifto di tutte le fcientie .
La famiglia però di quefto Acadcmicoe nominatadi Maggi i quali fono nobili in Milano, in
Cremona & ih Brcfcia e par ch'Egli habbia detto di hauer lui & i fuoi antenati tratta origine da
Brefcia Città antichiiTima e ripiena di molte altre Cafate illuftri . Ma da fànciullino lo Stilbeo co-
minciò a dare opera alle lettere, e d'anni xiiii. fcrifTe molte epiftole latine a molti grandi huomini
di tempi teran le quali egli medefimo pochi anni fono fece mettere alla flampa.Volfe poi feguitarc
la Religione e fece tato gran profitto fi che di Filofòfia d'Allrologia e di Teologia è tenuto huonio
fir.gulare.Ha pofTedute e poffiedc perfettamente la lingua latina^la tofcana e la greca. Dalla greca
ha
F I L A L T E O "7
ha tradotto Semplicio e tutta la fi/ica d'Ariftotile , e tutte le Tue traduttioni fono ftate più volte ri-
fìampatceletteinpublico con giouamento vniuerfale&è d'vna memoria incomparabile, ha
tradotti gli AForifmi d'Hippocrate di greco in lingua Tofcana , fimilmente ha ccmpolto vn gran
volume fopra il libro del cielo doue ha date diuerfe mterprccationi da quelle del Filofofo ditteren
ti & ha palefate molte fue nuoue opinioni maflimamente fopra la difficultà del flullo e del refluflb
del mare , oltra di ciò ha voluto con ragioni conuincere come l'ombra , della terra non fi può inal-
zare fin al ciel di Mercurio , le il mare Oceano non è circondato da vn corpo folido , moke altre
openioni ha fcopertc ch'in vero benché fieno contrarie alle antiche , fono però Ingcgnofe delctte-
uoli , e fecondo alcuni verefìmili , fu grato al gran Marchefè del Vaflo il quale fpelfo voltua lenti-
re il Stilbeo hor nelle fcientie filolòfiche, hora aftrologiche bora medicinali, honi,ma con più con-
tentezza le Teologiche,diede fuori le piftole latine fatte nella fua giouinezza ha egli molte aUre
opere da mettere in luce , & anco di medicina.dellaqnalcè marauigliofamcnte inltruttoe
per dottrina e per pratica , & ha ridotte moire cure a buon fine ch'altri medici le tene-
uano per difperate. ha letto nello (tudiodi pania preffo xx'v.anni& èffatoalla
concorrenza del famofìfTìmo Branda Milanefe dopò fattagli l'vltima perfe-
cutione , e difefofi per via di rigorofa giuflitin.ritrouadofi in Milano,!!
Sereniflìmo Duca di Sauoia lo ha nel fuo ftudio di Turino códot-
to con affai commodo trattenimento . La qual cofa ha dato
chiara teffimonanza della fua molta dottrina e della
fua bontà con fbdisfhtnone di tutti coloro chele
hanno per via di Giuffitia difefo fperalì che
iìa in ogni modo per rifolucrfi ch'efTen
do ('^come fi è dettOybuonilfimo
Teologo, habbiafinalméte
da ridurli afefì:c(fo,
dedicando il ri-
manente
del fuo
tempo alla fallite dciranima.
DI GIROLAMO
L Monte arborato e fiorito e battuto da raggi del Sole, è Imprcfa di Girolamo
Montio milanefe,ad imitatione di natura , hauendo hauta egli vcrtucfa confi-
deratione in eleggere vn monte,ie cui qualità correrpódono alla Intentione &
aldelìdcrio dello ftcnTo honoratiflfimo Montio. Impercioche ben lì ia cornei
Monti fono ftati interpretaci per luoghi di miftcriofe fignifìcationi e per recetta
coli d'effetti diuini , Già in Africa il Monte Adante per la fua altezza, è ftnto fti-
mato che con la vetta toccaffe il Cielo : in Grecia è flato celebrato da Poeti il
Monte Parnafo il quale per la fua amenità e p la vena chiaridìma d'acqua,fu habitato dalle Mule
e dApollo,fimilmente il Monte Pindo per elfer Monte vago falubre& diletteuokjè (lato da Poe-
ti chiamato luogo delle Mufe.Il Monte Olimpo fìmilmétein Grecia per la fua altezza fpdlb poe-
ticamente è pofto per il Cielo . in Afia fono i Monti di maggior marauiglia ch'inaltri paefi , maflì-
mamentedouchabitòilpopulodiDio, quante marauiglie eftupende apparitioni fece Dio nel
Monte Sinai ? quanti mifteri incomprenfibili leggiamo cfier auenuti nel tempo di Crifto (aluator
del Mondo nel Monte Tabor , oue fu la ineffabile transfigurationef del Monte Sion veggiamo di
più gran cofe, e fu intefo per tutta la terra fanta , e però dice Dauide ProfetajDeus deorum in Si -
on.Il Monte Libano onde efcono le due vene d'acqua che fanno il fiume Giordano , è ancor luo-
go di diuinità. Il Monte Oliueto doue fpeffo il Signor Giefucrilto praticaua , fi potrebbe affai dire
per confermare quanto quefla Imprefa fìa degnamente da quello vertuofo Academico ben con-
fìderata douendofì ciafcuno perfuaderc ch'egli habbia fèmpre in memoria quel detto di Dauid al
falmo 1 20. Leuaui oculos in montes vnde ueniet auxilmm mihi, onde a propofìto vfa il motto s i
iLLvxERiT volendo inferire che fé il Sol il qual s'intende per CriftOjCome canta la fanta chiefà
LVNA soLEM PROTVLiTcioèla Vergine Maria generò Griffo . infonderà nello ff effo Aca-
demico la fua gratia , produrrà con la verdura e con i fiori dell'opere vertuofe , frutti della eterna
falute, quafi vogliano dinotare che i fiori e la verdura che fi veggono nel monte ofi prendcno
per
M O N T I O "«
per le dignità di quefta, nulla vogliono fé non fono alluminati erifcaidatidai raggi dello eterno
Sole . perla qual cofa con quefta Imprefa promette il fudctto Academico di operare fi che 1 moii
te (ì renda ancor fruttifero e però academicamente fi chiama m o n t a n o . La famiglia de Mentii
cantica e nobile & in molti diuerfi luoghi è tenuta e conofciuta per honorata e per graduata ne i
meriti darme di fcientie e di Prelature,vero è ch'in Roma fi chiamauano Montani d 'uno de qudi
ne fa memoria luuenalejn molti luoghi fi legge della famiglia de Montii e particolarmente Si-
donco Apollinare al tempo di Zenone Augufio nel 480. dopo la natiuità di N. S.oltra miolte ora-
tioniepoe(ìefràlefueEpiftole,Ia vndecimafcrifTeaMontio fuo chiamadolo difertiifmio. Pom-
ponio Leto fcriue nella vita di Gallo effere flato vn Montio Qiieflore.Libanio ancora che kce gli
Argumenti fbpra l'oratione di Dcmoftene , le indrizza a Montio Prefetto il quale lo ellortò,a ciò
fare.Il Coirò cronichifta milanele nell'anno 1496. fcriue vn Pietro Montio efiere fiato conduttie-
ro di Fiorentini contra i Pifani . Il che nella fua hifforia il Bembo parimente referilce.fu fimilmen
te vn Filippo Montio huomo di dottrina e d'integrità nella corte del VcfcouoTraiettenfe in Ger-
mania . Si legge d'vn lacomo di Monte 1 386.vno Epitafio nella chicfa di S. Michele al Gallo in
lettere todefche.fa ancora memoria il Giouio d'vn Giouanni de monti gentilhomo napoletano il
quale p difefa della Patria animofamcte cóbattc contra i Fraccfi.il Giouio chiam.a montani quei
che pure hoggi fono illuflri in Napoli,& cffi fi fbttofcriuono Mótii de quali ho conofciuti dui fra-
telli Caualieri.Cefare Tvno e l'altro Pópeo.E quella famiglia anche in Tofcana laquale hebbc dui
gran Cardinali , l'uno fu Vicepapa , l'altro Papa detto Giulio terzo . ha quella ffirpc vino ancora
il gran Maltro di Malta . èquefta famiglia fimilmente nobile in Vicentia ,in Verona,& in Brefcia
laqual cofa dinota vera & antica nobiltà, li legge di Girolamo de Monti lurccofulto brefciano vn
bel Hb ro de confinibus .
Ma di queftaflirpe in Milano molti e molti fi truouano ferirti nei documenti doue fi leggono
atti publici a nome della Città gouernata da 900. cittadini i quali hoggi fono ridotti in 60. perla
qual cofa fi verifica come femprc i Montii hanno maneggiato grado publico e dignità,& à qucfti,
nortri tempi Agoftino Montio è flato diligentiffimo fegretario de molti Principi . Nel magillrato
llraordinario parimenti è flato minidro honorato Ambrogio montio, e fimilmente hoggi i fuoi
difcendenti fi effercitano nello ofììtio di canccllaria. Princiualle montio Padre di qucflo honora^
tilfimo Academ.ico è flato 44. anni con ogni incorrotta diligcntia fegretario del Senato , fu fatto
anco Ambafciatore alla R. P. Fiorentina, fu medefimnmente mandato a trottare grani negotii
col Re di Francia,da Francefco Sforza fecondo . fu deflinato a negotii con gli Suizzari con i qua
li rinouò i patti e le conucntioni. Marcantonio Montio fratello dello flelfo Academico fucceffe al
padre nell'offitio della fegretaria^ma la morte immaturamente lo tplfe , Girolamo Montio Aca-
demico nominato il Montano.nato di cofi honorato fangue nella fua fanciullezza datofi asli flu-
. di delle fcientie e di buoni coftumi ornato, fi diede alla profclfione legale, meritò il grado di L C.
e porto in collegio fu da Papa Pio IlII.ornato del titolo di caualiere e di conte nel numero di rito
lati di San Giouanni Laterano, dopo ciò fu creato Senatore e nel falirc a gradi è tuttauia più fali-
to in alto lo fplendore della fua innata bontà , grata al mondo e gratilfima à Dio .
Kk -
DI ANTONELLO
A prefentc figura delle tre ([rade cofi a propofito /ì e eletta per Imprefa Anto-
nello Arcimboldo la quale è bella,fra quante fi polTono rìimar belle, vaghe e
e proprie, Ellendo la verità che ogni huomopuò per ciafcuna delle tre vi
caulinare , anzi quefto mondo non hainfealtrilèntieri, onde perqueftevie
camina dal Tuo Principio al Tuo fine la vita humana,la quale contiene in fé con
il lume della ragione^tre gradi temporali cioè Giouinezza,virilità, e vecchiaia
e di quefti il mezo fa penfare e può fare . gli efiremi non lanno penfare e non
ponno fare, bifogna adunque dire chel giouene non fa penfire adunque non fa farej'altro efire-
mo cioè la vecchiaia fa penfare e non può fare , ma la virilità come mezo^fi penfare e può fare , il
mezo d'ogni cofà adunque cótiene perfettione , impercioche in cercar la colà che fi dcfidera è ne
ceffario il mezo per poffederla e per finirla,non fi può però lènza mezo,infegnarla,o,participarla
ad altri , a propofito , fpelfo vdiamo quella fententia ridotta in prouerbio cioè medium tenuere
beati.r Aritmetico volendo moltiplicare truoua nel numero denario il fuo mezo^che è il cinq,- . Il
Geometra non riduce mille fue mifure a perfettione le non vfa il mezo , non farà mai perfetto il
Triangolo, non il quadrato non il circolo lènza la notitiadel mezo, l'Aftronomo non hauera
mai vera notitia de moti che fanno i corpi celefti le non fan che cofì fia centro che è il mezo della
circonferenza , non conofcerà ancor mai come fa i fuoi moti la Luna , come Mercurio , f o-
me II Sole fé non fa qualfia il medio moto , econfeguentcmcnteil vero moto , il logico non
formara mai perfetto l'argumentOjO, il fillogifmo fé non fa qual fia il mezo di elfo fillogifmo,
come ciò Arifiotile infegna nel fecondo libro della priora al capo 29. ne fapra fare vn argumen-
to buono Ce non fa qual è il mezo della demoflratione . Il medefimo vuole che la notitia
delle cofe naturali proceda dal mezo che è diuiderle e poi ricomponcrle , lappiamo oltra di
ciò come nelle morali lo fteflo filofofo vuole chele virtù fieno vnmezo degli eftremi i quali
naturalmente fono vitiofi, anzi da quefta voce Mezo ,1 Romani honorauano certi dei da loro
chiamati Mcdioxumi,cioè meridii. Platone nel Filebo pone tre ftradcjhaucndo dilputato Socrate
che
A R e 1 M B O L D O "?
che cofa ili fapientiajè che cofa piacere con Protarco , finalmente delle tre flrade fi dee eleggere '
quella di mezo, come poeticamente Ci legge che Dedalo auertì il figliuolo che non troppo alto ne
troppo ballo mouefle il Volo , fimilmentc ben Ci sa chel Sole non empirebbe del filo lume l'vni-
uerfo ic non fuffe in mezo a tutti gli ahri pianeti , e che non Ci moucflc Tempre nella linea eclitnca
che è nel mezo del Zodiaco.II Sole interpretato per Giefiicrilto fi è poflo in mezo fra Dio el'huo-
mo 5 e però Paulo lo chiama mediator Dci&hominum, e fi chiama via verità e vita, adunque
quella via di mezo è ficura benché dal Principio fia arprajdura/pinofa e ftretta, ma (èguitandola ,
tuttauia fi allarga & alla beatitudine códucc i viandanti . le altre due ellreme fono larghe da prin-
cipiOjVaghe,diletteuoIi,c facili , ma riftringendofi agli infelici fini i viandanti guida , Crifto nacq;
in mezo a dui fempliciifimi animali , di xii. anni fu trouato in mezo a fcribi e fiirifei dilputando ,
volfc eifer crocirìfib in mezo a due ladroni e cofi operò la falute in mezo del Mondo , bella rcpli-
co,c rara è quefta Imprcfa onde caua l'Acadcmico Arcimboldo la fomiglianza de fuoi penficri,in
tutto nfoluto di caminar per cofi fecura e fàlutifcra ftrada,vfando quello appropriato ]\ lotto cioè
J4EDIO TVTissiMvs co'l ttomc Acadcmico conforme cioè l' a v e r t i t o.
La famiglia Arcimbolda nclli ftudi delle lettere e dtll'armi con fòmmo honore se dimofìrata
nobiliflìma come ne fono viue le memorie di tanti huomini Illuflri da quali come da nobile pian
ta^difcefe Giouanni Arcimboldo di rara dottrina nello ftudio legale , e di lui ne nacquero Anto-
nello Se Nicolo l'vno nell'armi hebbe digniffimi gradi militari , l'altro nella toga vguale alle virtù
fraterne, ottimo Iureconfulto,srauiffimorenatore ..Prefidente deirifielfo Senatore conlìgliero
deiriUufirilfimo Duca di iMilano,& per li più grani negotii Ambafciatore à Duchi à Republiche
&à Recò molti gradi di honore,Daqucfia cofi degn3radice,ne nacquero due figliuoli c'hanno
illuftrato la patria loro Milano.l'vno de quali , Giouanni di; fingolare virtù dotato , amatore del-
la religione , benefico e di gran fpirito,accompagnando la grauità & autorità con mirabile beni-
gnità & clementia , e per le rare virtù e meriti fuoi,da Principi inalzato à tutti e gradi dhonore &
vlfici del Senato di Prefidente del Magirtrato del configlio fecreto,di honorate legationi. prefib à
Principi,& corone Regali, poi fatta elettione di vita Ipi rituale & degno d'ogni Prelatura tu Vefco
uo di Nouara e Cardinale, fplendorc di quello Illuflnfiìmo & Reuerendiifimo Collcgio,Arciuei-
couo di Milano promoflb, alla fignatura di giuitiria,legato di Perugia e di Tofcana e del Patrimo-
nio. Il fratello fuo Guid'antonio ièguendo Ci alci & honorati veftigi.in Magifirati e Legationi per
grandilfime imprefe a Republiche aili Rè di Napoli d'Vngaria,& al Pap.i,Creato Arciuefcouo di
Milano fu vn vino efiempio.di virtìi.di lànrità di liberalità, onde ne rcfia eterna menioria di no-
bililTime fabriche & de doni all'Arciuefcouato fua Chiefa come delli fudctti huomini Illuflri bea
fi legge in Francefco Filelfi , Gio. Simonetta, Donato Boffio,Bernardino Coirò, Vnofrio Bambi-
no,^ digniffime memorie delle celebre fcpolturc, Che diremo di Aloifio A nolo del prefcnte no-
fìro Academico;Illuftre non meno per la nobiltà de maggiori che nella toga & honorati gradi
fiioi nel Senato &neireccelfb configlio di Milano, & di Giouanni valorolb ne gradi di Miliria&
Gouerni honorati, ne douemotralafrare,Ottauiano del quale refia piena d'ogni marauigliala
memoria che come miracolo ne primi anni nella fegnatura di giufiitia e di gratia gratiifimo a Pa-
pa Giulio fecódo ornato d'infiniti benefitii & all'vltimo dcU'Arciuefcouato medcfimo di Milano
le la morte immatura non l'hauelfe chiamato a più gloriofa vita.Hora de meriti delle virtù & va-
lore di Gio.angelOjChe dipoi tanti gradi di honore palfati del Senato & in diuerfe legationi come
che l'Arciuefcouato di Milano fofic per riceuere fplendore da quella Illuftre famiglia con vniuer
fale contento a quello fu al vefcouato di Nouara promolfo che ben fi conuiene l'infègna delle
ftelle a quella celefte famiglia della quale nacque Ottauiano fratello dell' Academico nofiro Au-
ditore di Contradettc & Referendario di l'vna e l'altra fègnatura,vicelegato in Vmbria & degno
d'ogni loda,e più alto farebbe falito Ce la morte nel fior della fua giouétìi inuidiofa de meritati ho-
nori non lo hauelTe rapito. Dui honoratilfimi fratelli fijoi hoggi viuano Giouani gentilhuomo di
bontà e di dottrina,e Antonello Academico dottor di legge pofiefibr delle altre lcientie,eloquen-
tiifimo nella greca e latina lingua.come fi vede nelle bellimme traduttioni di Bafilio magno e d'ai
tri Teologi antichi humano,liberale,piatofo e dcfenlbre de poueri Sii in ogni fua attiene auertita-
meme benefico e cortefe .
Kk 2
DI DANIELLO
\ figura humana con i Gigli nella fianca mano e con la deftra in alto diftefa.ve
ftita di bianco e ftando fopra vn qiiadraro,miflicaméte rapprelènta la fede pu-
blicata per Imprefa da Daniello Viuflini piacentino, cauando da eflà la Ibmi-
glianza de Tuoi difegni honorati . La fede però fi può intendere in più modi e
fecondo la ciuilità e fecondo la Religione . Li Romani fimilmente le confacra-
ro gli altari & tempi come ciò conferma DionifioAlecarnafeo nel trattato di
N uma Pompilio il quale fu il primo ch'i ndriz zaffe il lépio alla fìeffa Fede.TuI-
lio fimilmente vuole che le due fìllabe di cotal vocabulo f i d e s , vna dinoti fare, l'altra d i-
R E 5 onde s'altri crede alla fede faccia quanto crede . fi dipingono ancora due mani deftre come
lìmulacro della fede .Si dipinge parimenti nella guilà che qui fi vede,il quadrato s'interpreta
per fondamento di ffabilità,mà a quefto nobile Academico è piaciuto d'aggiongerui i Giglio ve-
if ita poi di bianco doue non ci Ci difcerne macchia alcuna, perche ogni picciolo mancamento nel
huomo non lo fa creder fedele, però Ouidio ne i fuoi faffi la chiama immaculata fede.nc niun di-
fetto e più infame & enorme chel mancar di fede, dice Tullio la fede effcr verità.conflantia e fon-
damento di Giuftitia . Alcuni moderni credono efier vn rifultato di tutte le purgate virtù natura
li il qual s'alza fopra la conditione humana,anzi è di tanta polTanza che fin a nimici fa mantene-
re le proraeffe.fi legge per effcmpio la fede di fagunto verfoi Romani,e quella di Marco regolo
verfo gli Ateniefi impercioche egli libero per non mancar di fua parola,ritornò fchiauo,fàpendo
di hauere a patire vn tremendo & incomperabil fupplitio con la morte . quefta fede cofi offerua-
ta mantiene le ciuili tranquillità e concordie. La fède però che cagiona al crifliano l'eterna falute,
altronde non viene che dalla infinita mifericordia di Dio , & à qucffa è fempre congionta la fpe-
ranza,de quei beni che la ragione non gli comprendere le fole ciuili virtù non li fruifcono.concor-
re poi nectlfiriamente con la fede e con la fperaza la carità^e chi in efia flà ffà, in Dio,e Dio in lui,
e come la fede delle ciuili attieni e,vna openione, ò , notitia delle cofe vtili & honefie di q<f a baffa
viu
V I V S T I N I «i»
vita^cofi la fede che è folo dono di Dio è vna fuftantia f dice Paulo)di quanto fi fpera fenza hiima
na notitiajeflendo vero ch'all'hora è vera la fede, quando opera per dilettione dice Au(ìino nella
città di Dio . Dell'vna e dell'altra vuole intendere il gentililììmo Daniello Academico,con ciò fìa
ch'Egli co (ìmigliante Simulacro prometta di efler Tempre fedele & a Dio & al fuo Principe^dino
tato da i Gigli,arme del fuo^Signore ^ farnele onde con propofìto vfa il Motto v r r i qj cioè che
Tempre farà fedele e comegentilhuomo e come crilliano.fì è parmienti voluto chiamare il leale .
nome cóforme & alla fua imprefa & alla fua buona intentione. Quello Academico è nato delTan
tico e nobil fangue di Viuftini in Piacenza,il fuo Padre detto Giulio, fu eccellentiflìmo dottor di
legge,nel principio del fuo dottorato fu fatto Podeftà diBcrgomoepoi di Reggio, conofciuto fi-
nalmente dal Duca di Milano Francelco 2 . di quello nome,fu da lui crcrato Senatore di Milano e
ne fece grandilTìmaftima, dopò lui Carlo quinto lo confermò nella dignità con gran fodisfaci-
mento di tutto lo flato onde delle fue vertuofe attieni fé ne tiene continuamente frefca la memo-
ria;eifempio veramente di dottrina, di bontà. d'integrità ciuile e Criftiana . hebbe quello lodatif-
iìmoSenatorcqueftifigliuoli il primo Daniello di cuefto nome fecondo, l'altro Paulo amendui
Academici Affidati , il Terzo Giouan battifta , il qua; to Carlo . In quello mcdefìmo tempo fiorì
il fecondo figlio di Daniello primo.nominato Alella;idro fratello del fudctco fcnator Giulio , pur
anch'egli dottor di gran fama e che ciò fia vero fu 'la Papa Paulo I li. molto /limato con diuerli
gradi,& al fine lo fece Auditor del Torrone in Bologna^ di poi fu fatto dal Duca Pierluigi Farnc-
fe Vice Marchefe di Nouara ; offitio e dignità d» molto pregio , ritornato Aleffandro a Piacenza,
fu creato Senatore . quefto hebbe vn figliuolo d.tto Fabio dottor di legge e di nobile intelletto il
quale hebbe la propofitura d'ogni fanti in PauiaJ-;. qual propcfitura egli fece da fondamenti e la
ornò con molte Indulgentie plenarie conceduteli da fanti Pontefici , Il terzo figliuolo fi chiamò
Girolamo che nell'effe rcitio dell'armi fu luogotenente del conte Cefare fcotto . Fu parimenti ca-
pitano di fanteria in difefà della fua Patria contra Borbone e fu fempre timorolb di Dio , e per no
dir de più antichi di quella gentilità de Viufiini^dirò come da vn Giuliano fono difcefi quelli mo
derni de quali fi è breuemente ragionato , quello Giuliano fu nobile virtuofo cittadino & hebbe
lempre la fua Patria Piacenza fcolpita nel corejafciò fempre i proprii interelTi doue conofceua il
feruigio della fua patria. nacquero da Giuliano molti figliuoli il primo fu Pietrogulielmo di cui fi
parlarà nella Cronica fequente. Vn altro fuo figlio fu detto Hippolito ornato di molte virtù e
riconofciuto di dignità ecclefiafliche , l'altro figlioli chiamò Daniello famofìlTìmo legiflaeper
iflupore della fua dottrina e prudentia fu nominato il Profeta, del quale il Duca Lodouico Sforza
fé ne volfe preualere nell'offitio dell'Auditorato generale , hebbe quefto medefimo molti premii
da quel Principe e con fua buona gratia ritornato a piacenza , fu da fuoi cittadini con grande al-
legrezza riceuto . Quello fu Auo di Daniello detto ncll'Academia il l e a l e il quale andò co
Carlo Francefco fuo fratello molto virtuofo al feruigio di Carlo Impcradore alla guerra diMez
doue Carlo rimafe morto che nel miftier dell'arme farebbe riufcito mirabile, efc il le a le per
colpa di fortuna non ha nelle fcientie feguito fi grande Auo e fi famofb Padre,ha non dimeno co
honorate attieni di fua vita^confcruati gli Iplendori de fuoi antenati per le quali Papa Pio quarto
lo adornò fpontaneamente del Titolo di Caualiero , e nello elfercitio militare ha potuto hauerc
più gradi , Imperò vedendo q uanto fia la forte fallace . fi è contentato di viuere nella òlferuanza
della fua nobiltà,dando tuttauia manifefto faggio della fua gentilezza , della liberalità fua,e della
fua connnua conuerfatione con perfone nobili e virtuofe.ftantiando per hora per fuo diporto co
i fuoi honorati fratelli in Paula .
DI P A VLO
A. quercia che fi fpacca in due partì el Salice la lega e ftringe,onde rimane ftretta
e ferrata né Ci può feparare ne difunire,è Imprela di Paulo Viuftini piacentino,
tirando dal Salice la fbmiglianza de Tuoi coftumi e difegni^i quali ibno e faran-
no di operare con la guida dell'humiltà in ogni honefta e virile occafione, con
animo di placare ogni ferocità con maniere & habiti benigni per cófèruarfi in
quella proprietà la natura del Salice il quale piegandoli lega e ftringe il più for
te legno quafi che produca la terra & ogni altra forte di legno fé più forte può
efìTere^vien dal Salice legato e ftretto. Della quercia fi è in altri luoghi di quello libro a baftàza ra-
gionato,e fimilmente fi è detto come Plinio ne fa quattro fjjecie de nomi diuerfe onde varie fono
le openioni , quale di effe f ufTe della cui fronde il coronaffa chi haueffe difefo vn citadino . Cali-
gola ne coronò vn luo cauallo bardato, Feflo con alcuni altri fcrittori tiene la quercia per graue ,
per forte , per dura e per arbore confecrata a Gioue. Del fàlice a lungo ne fcriuono Plinio e Teo-
frafto , è ramo{à,verde, tenera,ombrofa & acquaflrina . ha l'ombra foaue ma influifce humidità
che aftarui fotto troppo è dannofa. perde prefto la foglia e preflo nafce,è fragile & è fimile alla fo-
glia del perfico, ma più longa alquanto e più verde.Diofconde dice nel primo fuo libro a capito-
li 249. che qualunche beue il fucco di cotal foglia , o , vero la mangia,non ù figliuoli . bafla che
al propofito dell'autor di quella tal Arbore lega ogni altro che non fi piega e però diffe il Poeta
Montemagno che fu al tempo del Petrarca .
// Salce che fi torce e cheft piega
yytgeuolmcnte ogni altro legno lega.
E alfomigliato alla humiltà la quale placa la furia degli huominipiu terribile affai che quella
degUOrfi delle Tigri e de Leoni. Di quefla humiltà (virtù veramente celeflc)nonne hafcritto
Ariflotile ne la numera fra le altre virtù , ne ancor Platone ha trattato dell'humiltà , hanno bene
quelli dui grand'huomim detto che la Manfuecudine è virtù ma non frale principali, per onde
come
VIVSTINI '^'
come la Manfuetudine è comune con le beftie,perche diremo quel Leone e latto manrueto,moI-
ti animali lìlueftri fi dimefticano e fi fanno manfueti, non però diremo fi fanno Iiumili , cofi aifcr-
marcmorhumiltanell'huomoefferecommune con Dio e con gli Angeli. E egli vero ch'inoftri
latmi maiTimamente Tullio nel j . delle Tufculane dice le ftelle hora fono in altezza hora in hu -
miltà cioè in ba(rezza,e nel 2. degli offitii chiama la prima Età humile & ofcura,dice ancora di fa-
miglia humilecioè vile, Virgilio nell'Egloga 2. & humile habitar lecafe, moltealtre autorità
addurrei perle quali qfta voce humiltà è prefi in baffo & in abietto fignificato. Imperò Speucip-
po fcrictor fra gentili , dice che l'humiltà è il contrario della fuperbia, e Verg. nel feito dice per
donare agli humili e debellare i fuperbi. Veramente quella meritò di elfer fola fcoperta al mon-
do a bifogni della falute Criftiana non da filolbfi,non da hiftorici , non da qual fi fia fcientia hu-
inana,ma da Giefucrifto figliuol di Dio eguale al padre in diuinità,minor del padre in humanità.
Vero è che Chilone filolbfo gentile, dimandato da Ifbpo poeta che faceffc Dio, rifpofe eilàlta gli
humili &abba(fa i fuperbi, e ben diffe ancora Auftino nel decimo libro della città di Dio chel
chriftianoafaluarfiè bifognofo d'humiltà. ebenfapiamo che Dauid dice come Dio da prefib
guarda le cole humili e dalla lunga le cofc alte :, cantò parimenti la gloriola Vergine Maria, per-
che riguardò l'humiltà della fuaAncilIa e per quello la chiamano beati tutte le genti, il Salua-
tor noftro fimilmente dice , domando che fiate piaceuoli & humili di cuore . Ecco che'l falce per
piegarfi/cuoprel'intentione del prefente nodro Academico il quale fopra la fteffa figura vfi con-
formemente il prefente motto cioè niflecterer, con dinotare che l'altezze e la feuerità e
crudeltà dell'hnomo refta dalla fola humiltà placata e vinta,come di ciò fé ne potrebbero addur-
re effempiinfiniti,bella vaga, viftofa e propria è quefla Imprefa col motto conferente,& confcren
te è il nome,cioè a n d r o p i o, che fignifica huomo piaceuole e manfueto.Qu^eflo vertuofo Aca-
demico è nato della nobile & antichifiìma fchiatta Viufiina, produtrice de molti preciofi frutti in
ogni honorata profeffione di gentilità e di religione, e fé volcllì cominciar dall'origine di quella
famiglia,mi farla forza di trapanare ifecoli,Imperò fi ha ricordanza del 1293. per vna fepoltura
nella chiefa di S. Francefco,e quiui fi vede l'Epitafio.nel 1449. ereffero i Viuflini nella chiela di S.
Giouanni in Canale del'ordine de predicatori, per lorcapella quella di S. Domenico nel 1482.
effendo la diuerfità delle deuotioni , ne ereffero vn'altra nella chiefa de Carmini intitolata Santo
Daniello . In quanto agli huomini di valore di quello honoratilfimo fangue,fu vn Gafpar dotto-
re famofillìmo il quale fu creato Vefcouo e religiofamente viffe e morì,e fu molto vtilc alla Santa
Chiefa catholica romana . fii parimente vn Pietro Guglielmo valorofiffimo Capitano di Militia
nel tempo del conte Filippo d'Arcelli ribello al Duca di Milano in Piaccza, onde Guglielmo heb
be in fuogouernoFiorenzuola luogo di molta importanza, il Carmignuola generale del Duca
con grande sforzo fi pofe attorno a Fiorézuola e datole molti affaki,fu ributtato dal valor di Gu-
glielmo Viuflini e fu forzato di ritornarfèneindietro,Imperò il eonte Filippo hauendo abbando-
nata Piacenza , il campo ritornando à Fiorenzuola non mancò Guglielmo con benefitio de (uoi
foldati econ fua molta reputatione renderla al Duca,il qual conofciuto il valor di Guglielmo no
folamente lo trattenne ne fuoi feruigi,ma conceffe alla far*glia Viufl:ina molti ampli priuilcgi co
honefl:iifime entrate.fu anco di quella generofa cafita vn Gio. Battifla c'hebbe carico con Carlo
VIII.de Caualli e morì in Francia in quei regi fèruigi. Fu fimilmente vn Giufeppe Caualierdi
Rodi hebbeqflo carico di Militia per la fua religione e morì in quei feruigi. Quello Academico
detto ANDROPio venuto all'Età di viniti anni fi diede alla feruitìj della chiefa e fèruì per molti anni
lo Illuftrifs. Cardinale Farnefè doue prefa pratica di tutti li Prelati di quella corte fu amato e ben
voluto per la fincerità e benignità fua , piacqueli di fuggire le ambitioni , ritdVnoflène alla patria,
e datofi alla vita crifliana, va con ogni debita laude di vero gentilhuomo, paflàndo i giorni maffi-
mamente in Paula doue è vniuerfalmeute amato riuerito & ajcarrezzato .
DI FRANCESCO
\ vaga Imprefa della Tromba e della Lagena, o , Pignatta di terra con il lume
dentro è Imprefa di Francefco Fontana Comafco & halla pigliata ad imitatio-
ne della facra hifforia del libro Giudico nel vecchio teftamento al fettimo Ca-
po douc lì legge che volendo Dio debellare i Madianiti Tuoi nemici ikce pren-
dere l'arme a Gedeone (uo Capitano & al Populo tutto il qual fu in numero
di trentadui milia de quali folamente dicci.milia rimarero,moftrando di andar
volontieri a tal guerra , il rimanente , come paurofi,alle loro ftanze ritonaro ,
de li dieci milia poi ne reftorno trecento , perche gli altri forbirò , palUindo vn fiume, l'acqua con
le mani , tutti gli altri rifiutati & indegni di militia à dietro rimafero , à quefti pochi comandò Gc
deone che con la mandritta teneffero tutti vna Tromba e con la finiftra portafferola lagena con
vn lume di dentro accefb , & in quella foggia animofamente con i Madianiti affrontati, gli fpez-
zorno e vinfero, hauendo rotti i vafi o«de vfciua il fuoco , fonando le trombe per le quali inimi-
ci fi fpaucn torno e mifèro in fuga e rimafli prigioni e morti, rapportandone gloriofa vittoria,gri-
dando con allegrezza in comparabile, g ladivs dei etgedeonis.& ancor che li conofca
poteri! tale hiftoria appropriare alla humanità di Crirto come Tempio e vafo della diuinità; qua-
le fpezzato nella morte,apparue il fuoco della (teda diuinità onde vinfe e debellò tutti gii Aduer
farifuoi.dipiu;auengachefi fippia, come ancora fi può adattare al Martirio de finti de quali
rotti e fracaffati i cdl-pi benedetti,!! è veduta la gran luce della fede , e come erano fatti degni del-
la gloria eterna , aggiongendoui la confcifione ( che s'interpreta per la tromba della verità ) nul-
la dimeno è però fiata anco accomodatamente applicata all'olii tio del Predicatore,onde il detto
Francefco come religiolb dell'ordine di Santo DomenicOjtraggela (omigliaza della fua Intentio-
ne nella profelTione del predicare la quale richiede la voce che dinotala tromba,el fuoco dinota
la fiamma dello fpirito dentro la lagena che fignifica il Petto del Predicatore,come ciò fi confide-
rà in Paulo A poftolo che fu Vafo di elettione cioè pieno di fuoco angelico che con l'uno e l'altro
inuita
FONTANA ,32
inuita Io (lato del Crlftlano alla battaglia fpirituale contra i Madianiti cioè contra tutti i pcccat i a
Dio benedetto odiofl nimici , il Tuono però della Tromba da agli aduerfari fpauenro e poroc ani-
mofìtà allo fpirito, & altro non è quel Tuono che le TacroTante parole dello Euangelo dalla voce del
Predicatore al populo di Dio pronontiare e penetrano nei cuori purgati a guiTa d'acuto coltello
fin all'interna parte dell'anima e dello Tpirito e come Tcriue Paulo agliHebrei . E perche fi vesto-
no due braccia vno che Toltiene con mano la Lagena l'altro la Troniba,però R dee confiderare che
vTcendo d'una nuuoIa,e(TorappreTenti la diuinità dello Tpirito Tanto , il quale hor come tenebre
hor come lucente Tuoco penetra nell'anime humane le quali Tcquitano lo ftendardo di Crifto .
La oue per conTermar li alto Tuggetto contenuto nella ImprcTa all'offitio di qucfto predicatore
Academito , vi ha porto queib accommodato e gentil Motto ciò è n o n s i n e h i s , corrcTpon-
dcnteal TrucuofiiTimo diTegno della Tua ProTelTione , come che voglia conchiudcre chefiva<^oe
ben penTato corpo nulla prouarebbe quando non fi gli Tu/Te data l'Anima conTormc a fi honorato
Eilercitio il quale è il dium verbo predicato & introdotto ne i cuori de Tcguaci Tcdcli di GieTu il cui
vigore e la cui Torza da Tuono e Tpirito alla Tromba de Predicatori e mette e conTcrua il Tuoco nel-
le lagene, & in Tomma èquello che conTufò il Regno depeccuti,dcbclbti i Demonii,ruinatorAb-
bilTo , illuminato il Mondo , eTiiperati tutti i Madianiti, ha aperto il cielo.fi èquefto gratioib Aca-
demico voluto acadcmicamente e con propofitop aro h.m po chiamare ^perche chiama E<»li
come predicatore, immortali al Cielo & alla vera luce . il che egli non potrebbe Tare (è non lì fulTe
ritirato nel cerchio delle cole lucenti & appoggiatofi alle gratie^diuine . anzi San Tomafo nel com-
mento della prima pillola a corinrhi al 9. capo vuole chel Predicatore Ci polTa chiamarc,Caualie-
ro , Vendemmiatore, Pallore , Teminatore & Architettore del Tempio , nomi veramente e de na-
mente attribuiti a predicatori della parola di Dio, malTimamentea FranceTco nomato Parolimpo
il quale nella Tua tenera Età Tacrihcato alla militante religione diS. Dominicola quale ha
titolo de predicatori, con ogni obedientia . patientia , humiltà e Tollecitudine hauendo
attcfo alle Tcientie naturali e diuine,e concedutogli da Tuoi Tuperiori l'autorità di
Predicare , in tanta bella e generoTa dilpofitione lo ha lo Tpirito Tanto guida-
-o fi che nel fior de Tuoi giouenili Anni, ha predicato con mirabil con-
corfo in Parma . in Piacenza , in BreTcia , in Milano , in Genoua ,
in Pania & vltimamente in Modena, a richiclfa del deuotiT
fimoV^cfcouo di Modena nella Tua ChicTa catredale
In Paula però ha laTciato della Tua dottrina Bon-
tà tale efTempio che è rimafto in tutti i cuo-
ri di quefta real città perpetuamente
regiftrato , e nel numero degli
Academici Affidati co pie
na allegrezza di tut-
ti riceuto .
LI
DI GASPAR
, E due Secchie nel pozzo vna In alto piena d'acqua l'altra al balTo che non fi vede
foftenute da corda ; ò da catena,fono Imprefà di Gafpar Vifconri Milanefe , dal-
la quale caua egli la fomiglianza de Tuoi difcgni , Eifendo la verità che le fecchie
fanno à vicenda horavn'alta l'altra bafla, ma con tutto ciò luna Ibftenra al'al-
tra,aguira delle ftclle Ca(lore,e Polluce,volendo quefio gentile Academico di-
notare gli (lati de Signori del mondo e particolarmente quelli della Tua genero-
fa cafata la quale per nobiltà, per gradi,per ricchezze e per podanza non ha ce-
duto ne cede all'altre , onde fi fpera che come è fiata , ritorni per virtù e per fauor di Dio , inten-
dendo lo fielfo Academico della fua particolar famiglia la quale ha hauti molti huomini di conto,
&hoggi fono pochilTìmiimpercioche gl'antenati di quefto Academico fumo di maggiore gran-
dezza e di più richi fiati che quefii moderni i quali però non fumo della fuccefiìone de principi, co
tutto ciò fpera che quei che fono e particolarmente il ir edefimo Academico di venire con le fue fa
tighe alle pafiate commodità , e però vfa il Motto altera prope. con ciò fia che la fune e la
catena fia l'accefo defiderio d'illultremente fudare & non guardare , à fienti , à trauagli & à vigilie
anzi arditamente fprezzare l'otio & i fouerchi piaceri , & à quefto propofito fi fa nominare lo i n-
DEFESSO.
Gafpar Viiconti fudetto & Academico negli Affidati, èvfcitodi quella ftirpenota intutto'il
Mondo , ne fono anco baftati i volumi in memoria dell'altezza di quefta famiglia , che fi potrà a-
dunque dire degli antenati di quefto indefeifo Academico ? tutta via fa di miftieri di dire alquan-
to e con breuità la origine di quefta cafua , benché fi truoui qualche difterentia tra l'iftoria del
Mcrulaequella del Coirò, fu vnTebaldod'Inuorio il qualefu padre diMatheo Magno ilquale
dalla fua giouinezza moftrò ingegno, animofità & defiderio di grandezza , e fu detto de Vif-
conti ilqual cognome , ( come fi legge nel Coirò ) fignifica offitiale fopra el ciuile el Criminale
ma Conte dinottaua in quei tempi Gouernatore di mihtia le quali auttorità furono concedute a
molte
VISCONTI 133
te altre famiglie in Milano . Imperò Matheo Vifconte prefo l'Imperio di Milano ,fi preferuò anco-
ra il cognome de Vifconti e mutoronfi i nomi delle ;autr()nrà & delle dignità , maflìmamcnte poi
che fu declarato aflbluto Signor di Milano , e da più Imperadori fu declarato Vicario d'Imperio,
ne occore qui di trattare tante e tante varietà del dominio.che hcbbcro i diucrfi fuccefTori di Ma-
theo i quali lìgnorcggiorno quella gran città col titolo Ducale fin tato che la medefima degnità el
medefimo Imperio fu trafportato in cafa Sforzefca . Il quale ftato per molto tempo combattuto ,
& dilacerato da doi Principi fupremi fu finalmente ottenuto da Carlo V. Imperadore & da lui giù
ndicamcnte pofleduto.Pcrò il fudetto Academico vlcito dal honoratilftmo fangue de Vifconti ha
hauro gli antenati luoi di molto valore di molta auttorità e da i Duchi ftimati & chiamati parenti,
e per nò cominciare da più antichi, dico che l'In defeffohcbbe vn bifauo chiamato Filippo,il qua-
le oltrela molta itima che di lui fece Galeazzo Maria fuo parente, fu ancofuo luogotenente dello
(tato . E parimenti edificò il Cartello di Fontane che hoggidi nò i\ edificarebbe e ' :5oo.mil!a feudi
& in vero quefta particular famiglia da! origin fua fin à qucfti tempi fempre ha poffeduti feudi an
tichifùmi & fcmpre s'è apparentata con le più nobili & Illuftri fimiglie di Milano, e l'aua di quefto
Academico fu fòrella del Magno Gio. lacomo Triultio , e flato parimente di quefìa famicrlia
Gio.Maria Vifconte luogotenente di gente d'Arme in feruitio di Carlo V. Imperadore.
vn fratello hebbi ancora lo ftelfo Academico chiamato Aliprado capitano di fan-
teria in feruigio della fanta fede il quale vi lafciò la vita . Ha fimilmente va
fratello Dottor di legge e fifcale Regio in Milano. L'Indefeffo però da
fanciullo C\ diedi alle buone lettere fin tato che meffofi nerjli ftudi
publici,fi è co fitiche e fudori acquiftata la degnita de! dot-
torato legale . E poltofi alla lettura nello ftudio di Pa-
nia, a poco, à poco è honoratamente falito alla
feconda catedra della marina con frcquen-
tia de fcolari nobili & prouetti . E fta-
co quefto Academico fcmpre &
è di buona vita di quieti co
fìumi pronto a bene-
fitio degli amici
e continuo
^ oiferuatore de precetti criftiani
onde f\ fpera c'habbia da
falireà più alti gra-
di d'honore .
LI »
DI NICOLO
3>
L Gallo fbpra vn Lauro che guarda cantando il Sole , è Imprefa di Nicolo Gra-
tiano Vdinere,quefto A ugello ben fi fa quante honorate qualità e mirabili,hab
bia dalla antica natura riceute, per certo poi che di bellezza non è fra volatili e
domeftici e (èluatici il più bcllo.Egli è nontio del giorno, è Augello del fole gra
to à Latona, dicono i Poeti , perche fi ritrouò prelente al nafcimento d'Apollo
e di Diana , quefto , morendo la Gallina , coua l'uoua , conofce le ftelle , fente
la Gloria , fi colca col Sole e col Sole fi lena , comanda imperiofamente al fiio
genere , combattono tra loro i Galli , con ftimolo di Gloria , caminano con alta ceruicc e fono al-
tieri della loro corona,o,crefta,guardanolpe(fo al cielo & inalzano la falcata coda, e dà il Gallo
terrore e fpauento à Leoni e col guardo e col canto, onde Lucretio cofi ne foriue Quem nequeunt
contra rapidi conftare Leones, Inq; tueri ita continuò meminere fugai Nimniru quia funt Gal-
lorum in corporc quidam Semina,quir cum fint oculis immifià Leonum,Pupillas interfodiunt
acremq; doloremPriebent,vtnequcant contra durare feroces". Varronea pieno ne dice in
quai paefi fra loro fieno pugnacifTimi , già erano hauti ancora in molta offeruanza degli Augurii ,
pronofticorno la Vittoria àBoetii contrai Lacedemoni , il Gallo poi , fecondo Plinio , produce le
gemme Alettone di colore criflallino e di grandezza d'vna faua, & è confacrato al fole , combatte
atrocemente contra iferpenti e nel R ufi. il Politiano dottamente ne tratta , con molto giuditio
adunq,- quefto nobile Academico ù chel Gallo fia (opra vn ramo di Lauro , effendo l'Augello e
l'Arborodinaturafolarimachecipuò far piultimare quefto animale che il verificamento della
perfidia di Pietro in hauer tre volte negato il noftro gloriofilfimo Redentore'' dalla natura adunq,
di quefto ftupendo Augello , familiare e domeftico con la vita humana , e dal Lauro tragge il dot-
tilTimo Gratiano Academico la fomighanza de fuoi penficri,i quali furono fin dalla fua fanciullez-
za volti all'Acquifto della fapieiitia la quale , il Sole come pianeta, fuole influire ne i petti humani,
efiendo vero che gli antichi teneuano come l'anima degli huomini fapienti , fèparata dal corpo,fa-
lìua
■ 1«.Vi
GRATIANO 134
liua per guftare l'eterna felicità , al quarto cielo come Tedia di chi per fapientla ha meritato in que-
fìa bafla vita.Scuopre parimenti la natura di quefta leggiadra Imprefa , la ferma difpofitione delio
fìcffo Academico e l'habito ineradicabile , come egli (ìa di qualità (biare , e di potere con la bontà
e foauità del Tuo canto fpauentare gli animi feroci e frenare contra di lui le malcdicenze , e con la
prerogatiua del Lauro, cui fulmine non nuoce , in tutti i tempi lì è dife/b , e non fu mai orfefo, dal-
le inuidiofe infidie,e come il Lauro non perde foglia Egli non perde fperanza , cófidandofi nel fuo
Sole che è Chrifto benedetto feguitandolo con la imitatione,perche come con la fua infinità bon-
tà e mifericordia fa rifplendere il Sole fbpra i buoni e (opra i maligni , cofi quefto Acadcmico per-
feuererà fempre di giouareagli amici & a nemici , e perciò pcnfà di non effer oftefo mai , vfando à
propofito quefto Motto ,v\diq^ve tvtvs chiamandofi il z e l a n t e , volendo dinotare chel
zelo di Dio lo corrode e Io difpone a dcfiderar bene a ciafcuno.La Patria poi del Friuoli d'onde è
nato il Zelante è antichilTlma,ornata hoggi e fempre di perfbnaggi Illu{hi,& ha hauti Rcggiméti e
grandezze e fcientie a paragone d'ogni altra prouincia d'Italia . La ftirpe però Gratlana è fra le al-
tre lUuftri connumerata , e dir fi potrebbe aitai fé dalla antichità fi comincialle . Però diremo che
fra i più moderni fu vn Francefco Gratiano lu. Con.huomo di fede , di fcientie e di fapientia mi-
rabile, di che fan tcftimonio gli honori hauti dalla R. P. di Venetia à cui fra i feudararii fu fi grato
che viuendo Egli, impiegaro il medefimooffitio nella perlbna di Erafino fuo primogenito l. C
cloquentilTìmo,al padre in tutte le virtù non punto inferiore . Hebbe quefta famiglia vn'altra sra-
tia fcgnalata che le gentil donne di quefto medefimo fangue,fono ftate e fono commune Elfenìpio
dibelIezza,dipudicitiaedifapientia.Dacofiverruofaegenerofa ftirpe eftendo vfcito il Zelante
non fu marauiglia fé da fanciullo cominciò à guardarli da vitii e cofi tenero ti difpofe di elfer nel-
la fua vita parco & in turro remoto dalla crapula , e con quefta difpofitione nella fua Adolefcen-
tia s'acquiftòconognialfiduitàe la lingua latina e la eloqueniia di elfa,& hauendo dato prin-
cipio agli ftudi legali, ritirarofi da piaceri giouenili con vigilantia efudore molto tempo con-
fumò nello acquifto di tanto immortai Teforo e con ilconfcnfo delle vniuerfita fu adornato
del grado e fino ne i primi anni delle letrure,fu inuicato da molti Principi e chiamato in diuerfi ftu
dii publici e cominciò a leggere publicaméte d'anni xxi.Rinouò particolarméte lo ftudio di Mace-
rata & hebbe la prima catreda della fera,e tanto giouò à quel Paefe e co le fcientie e cògli Elfempi
di Criftiana vita, che per trattenerlo furono fotto Papa Pio V. eletti Ambafciadori apofta à S.San-
tità da cui riceuè honoratilfimi inulti come di ciò fono publiche le teftimonaze. Lo vinfc finalmen
te il buon defiderio di feruire al Rè Cath.in Pania nella partita di Giouanni cefalo a Padua , doue
accettò la condotta dallo Eccellentiftìmo Senato nella prima Scuola della matina , e poi per far lo
ftudio tutto chiaro per concorrenti famofi e conofciuti . fu quefto nobile Academico Zelante alla
concorrenza del Bolognetto e perciò trafportato alle letture della fera , nelle quali moftra quanto
fieno ftate continue e fatigofe le vigilie in guadagnarfi le difcipline imperiali e pontificie . Ha poi
deftrezza , amoriuolezza e fuauità nello inlègnare , in guifa che per tanto giouamento
ha degli auditori numerofo concorfo , ferine parimente le cofe fue con ftile
fuauiflìmo e pieno di decoro & ha la verità per occhio cétra il fal-
fo & ha per oggetto la luce contra le tenebre . E fimil-
mente il Zelante cortefe,benigno, pio, gio-
condo, conuerièuole e criftiano
effemplare,grato alla
Academia
& a chi feco pratica, Iperan-
dofi dalle fue opere honoree giouamento.
DI BARTOLOMEO
- A circonferenza con le linee tratte dal centro a efTa circonferenza e tutte eguali,
^ */3?^^ è Imprefa di Bartholomeo Caccia nouarefe .quindi egli tragge la forni pliriz
de Tuoi difègni. primamente fi fa come la figura circulare è la più perfetta di tur
te le altre fecódo ( Euclide e fecondo tutti gli altri fcrittori geometrici ) imper-
cioche la ilefla figura abbraccia e circonda tutte le altre , il che fi vede cornei
corpi celefti fono li più perfetti corpi di quanti ne ha prodotti la natura , e per-
che non è circolo che non (i mifuri col fuo centro, però ben fi dice ch'ogni linea
dal centro alla circonferenza deue eflere all'altre iempre eguale , ciò poi che fia circolo , ciò che fia
centro , e ciò che fia linea non accade di farne progreflb , elTendo vero che per fimilitudine il core
dcirhuomo è centro del fuo corpo, conciofiachel core fia vafo degli (piriti vitali i quali fi diftri-
buifcono per tutte le parti di cflTo corpo , imperoche per quanto \\ eftendono le braccia e dalla ci-
ma del capo alla eftreraità delle piante de piedi , è veramente circolare , alcuni uogliano chel cen-
tro di quefto humano circolo fia l'ombelicOjquefìi tali fi farebbero tacere co molte ragioni, quan-
do non fufie commune opcnione chel cuore fia centro del corpo noftro , e per cficmpio dico che
j, Dauide Re profetando del noftro Redentore.diflc Rex nofter ante fecula,operatus efi: falutc in
„ medio terrx . pati il Saluator noftro la morte che è noftra falute, nel monte caluario , Molti di-
cono pe retta mifura che quel luogo non e il mezo della terra, ma chi vuol temerariamente creder
più tofto alle mifure terrene ch'alle parole diuinef' ritornò a dire come quefto gentile Academi-
co quanto difegna nel cuor fuo , tanto drittamente ha efieguito & cflcquirà,& ha condutto e con-
durà tutte le fue operationi a fini di giuftitia e d'honore,i quai fini fono la circonferenza di tutte le
mondane attioni , e forfè ancora d può e fi deue intendere che lo ftelfo Academico voglia inferire
d'indrizzareogni fua facenda al cielo , cioè non curar le cofc fragili , ma le diuine per le quali l'e-
terna falute s'acquifla e però ha egli voluto vfare il prefente Motto cioè rectisidem, volendo
inferire che le Tue opere fono il medefimo che le linee dal centro drittamente & egualmente tirate
>lla
CACCIA
135-
a!]? circonferenza , cioè al perfetto fine , onde laude dal mondo e merito apprefTo Dio s'acquifta
& a propofìto fi fa academicamcntc chiamare Acineto . Quefto A cademico gentile è nato della ta
miglia de Cacci coli comunemente detta , è antica per gran parte 111. e fi è diuilà m diuerlì ceppi .
rAcademicoperòAcinetodifcende , per non parlar (come lì potrebbe) dei più antichi, da vn
Luigi e querto da vno Ardizzone Caccia il quale fu mandato dalla Citta di Nouara Arabafciato-
re à Mantua per la lega delle città di Lombardia nel 1226. fu anco del coniglio dello Imperatore
Enrico di LucC-borgo il che fi vede per più ampi Priuilegi Da Luigi detto àifccfe dopo molti anni,
Bartolomeo Bifauo di quello nobile academico e Stefano fuo fratello . il primo fu di grandilTmia
autorità preflo il Duca Filippo Vifconte e poi preflbFrancefco Sforza primo di queftonome.fuca
piranodiCiuftitiainMilanoe PrcfidentcdelMagiftrato, e di lui fitruouano molte memorie ia
Marmi intagliate . Stefano ancora fu huomo di conto, e de principali che interuennero nel conci-
lio di Bafik-a perche elfo feguitaua la corte ccclcfiaftica , il che fi vede nelle hiftorie . Lo attefta an-'
Cora Papa Pio fecondo nella 72. epiflola del primo fuo libro , fu gran Prelato e di tanta ftima che
Federigo Imperatore lo fece del fuo configlio come ciò fi legge nelli priuilegi preflo quello fteflb
Academico , come fi legge nelle nominate epiftole di Pio 2.e per efl^ere detto Stefano molto bene-
merito della Sedia Apoftolica , Pio fudetto hauto auifo della morte de quel degno Prelato co mol-
te lacrime lo pianfe il che fi legge nelle 345. 344. & 348. epiftole del nominato libro primo. Di
Bartolomeo nacque Luigi 2.di quefto nome Auo dell'Àcincto il qual Luigi di xiiii. anni andò allo
itudiodiPauia,di iS.lòftétòpublichecócIufioneintuttigliltudid'Italia.edi 28.fi adottorò.Fufe
natore al tempo di Galeazzo e di Gian Galeazzo fuo figliuolo e di Lodouico Duchi di Milano,di
quefto parimenti nacque Giouanbattifta dottore pur di legge eccellentifs.& in tutte l'altre fcientie
il quale fu chiamato da Enrico ottano Rè d'Inghilterra e da lui honoratamente ftimatoecommo-
damentepcnfionato,eprena!cndofidifua perlònanel confultare, mori quello dottiamo I. C.
prcfto. compofe molte opere che rimafero preflo quel Rè,e quefto fuo fuccelfore Bartolomeo aca-
demico ha alcuni fragmenti e per lo ftile e per l'inuentioni fono da dotti Lodati molto, hafimil-
mcnte vn volume di Epiftole fcritte a Papa Paulo III. à molti Cardinali & ad altri amici e Signori
che prefto fi vedranno in ftampa , Hcbbe quefta famiglia Alberto Caccia Vcfcouo di Piacenza il
qual dilcefe da! primo Luigi , fu dottor di legge e celebrato oratore , a cui toccò d'orare fop ra la
Morte di Gianmaria Vifconte che fu ammazzato in Santo Gottardo,di quefta llelfa famiglia fono
vfciti Duchi conti e Marchefi de quali fi è fato in quefto medefimo libro memoria .
Il vertuofo Academico Acinato vlcito di quefto generofo fangue,datofi nella tenera Età à buo-
ni colhimi,&a!leletterehumane fattonegran frutto,fi diede agli ftudi legali guadagnatofi con
niolto fudore il grado, non più tofto addottorato hebbc due volte il giudicato delle caufe ciuilie
criminali in Milano,di cui conofciutafi la bontà la diligcntia e la deftrczza quattro volte è
flato eletto Vicario di Giuftitia & al tempo del Duca dAlua Goucrnatore di
Milano.fu fatto Capitano e Vicario di Giuftitia tre volte ancorale fta
topodcftà pur di Milano, e molte volteeftato daiGo-
ucrnatori di Milano mandato à molti Prin
cipi per negotii di S.Cath.Mae-
ftà & ha fcritto à mol
ti Duchi e
Gouernatori per or-
dine di Magiftrati fperandofi che
tutta via meglio operi a benefitii public! e priuati .
DI TEOTIMO
E non fufTe quefto nobile Academico cofi predo paffato di qucfla vita , già ha-
iirebbe rrouata altra figura per Tua Imprelà , hauendo Egli vifto come L'Hidra
è ftata in quefta vfiinza da più perfone publicata e grandi e minime e mediocri.
Tanto più che come vnfolo Hercole al mondo fu ballante dioccider queflo
veicnofo e terribile animale, cofi a prenderlo per imprefa conueniua e cóuicne
à perfbnaggi d'alto affare , ma chi non vede in quanti luoghi è ftata la ftcfla Hi-
dra dipinta ? conuien per certo all'inclito valore di Sforza Pallauicino Gouer-
natoregenerale della R. P.Venetiana il quale e per nobiltà difangue,. e per virtù naturale e per
lunga fperientia nello effercitio dell'arme ha faputo imitar Hercole in vincere & in fupcrarelHi-
dra prodotta non dalla natura aquatica , ma dalla iniquità di fortuna^dalla peruerfirà dell'Inuidia
e dalla ingratitudine del mondo, oltradicio comeCaualier Cristiano con la fpada della virtù e
col fuoco della diuina gratia , ha poffu to tagliare & infocare li fetti capi velcnofi del fiero humano
appetito che li chiamano i fetti peccati mordali .
Imperò Teotimo SaIuatico,cittadino honorato di Pauia ha tratto dall'Hidra la Ibmigliaza della
inquietudine del fuo animo , per le molte liti ciuili le quali per la copia de Iure Confulti , diuenute
immortali , tolgono al nominato Academico la fperanza del fuo ripofo , per cotal cagione ha vla-
to quello Motto ,spes aegra salvtis. con tutto ciò imitando la fauola prometteua di ani-
molamentc e virtuofamentc far contrago fin che gli duralTe la vita ,
Dell'Hiura fi truoua che fia animale fopra tutti i velenofi velenofo^è detto Hidra(che c'è il maf-
chio e la femina ) perche viue nell'acque , & alla femina attribuilcono fette capi i Poeti , Plinio nel
2 0. libro al capitolo 4. ne ferine. Imperò Ccomcfièdettoaltroue)equaficommuneopenionechc
naturalmente qacHo moftro non fia , benché voglino che nafca nella Palude Lerna che è nel pic-
ciol regno de gli Argini alcuni dicono che l'Hidra produtta in quel pantano fulTe di cinquanta ca-
pi e che Hercole, come pacfano & amico degli Argiui , l'amazzuile^nondimeno la commune ope-
nione
SALVATICO ,5<j
nione e che fufTe fabulofàmente di fette tefle . Quefto Academico volfe chiamarfi l' i n q^v i e t o
come che ageuolmente preucdefTe l'immortalità delle Tue liti ciuili, traggendo la fomiglianza non
dallHidra , ma dalla mano con la fpada impugnata . La famiglia Saluatica in Paula è tenuta nobi-
le & e filmata fra la cittadinanza per la bontà eh e fiata fempre in eflTa .
Fu di quella famiglia medelìma,fenza entrare nella antichità fua, ilBifauo del prelènte Aca-
mico chiamato Delfino il quale dotò vna capella in Valenza nella chiefa di Santo Fracefco & heb-
be vn figliuolo chiamato Gianiacomo Auo del fudetto Academico Inquieto il quale dotò vna ca-
pella nella chiefa di Santo Francefco in Pania, e furono perfone honoratc in ogni loro attionee
nell'vna e nell'altra chiefa lì celebra vna melfa cotidiana e tre oflfìtii folenni per ciafcuno an-
noda qual cofa rende teltimonanza della nobiltà e bontà di quella cafata.Hebbe Gianiacomo più
figliuoli,fra quali fu vn Gian Maria vno Gian Antonio l'altro Aguftino tutti cittadini dì buon no-
me e d'honorata fama , Gianmaria molto s'ifaticò per la fua patria in molte bifognofe occafioni ,
mailìmamente in hauere negotiato per la fua communità dinanzi a Duchi di Milano , e fu ancor
fatto commiflìirio di tutto il territorio di Pauia,è fupplì di fua borfa a bifogni del publico e di tut-
to ciò fi truouano lettere e memorie, Gianantonio fu Referendario della fua città & egli adornò e
fece dipingere il luogo doueiReferendariifoglion far refidcnza, Agoflino attefealle fcientieefi
fece dotor di medicina e la maggior parte del fuo tempo confumò in Venetia.Di detti fratelli niu-
no hebbe figliuoli faluo Gianmaria il quale fu Padre del fudetto inquieto academico & di Lodoui
co . L'Inquieto è flato fempre di gentile e d'affabile natura , e doue glie occorfo di giouare al pu-
blico & al priuato non ha egli mancato già mai , anzi concorfe con Lodouico fuo fratello d'inflau-
rare a lor proprie fpefe la nominata cappella in Santo Fracefco di Valentia doue fu fepellito il Bifa-
uo fopranominato , ne ha mai mancato a quanto fi conueniua a vero & à nobil cittadi-
no fin ch'Egli viffè , fi dilettò di praticare con letterati , fi compiacque pari-
mente di fentir ragionare di hiilorie, e molto fu inchinato alla
poefia tofcanae di fuo fi lelfero molti bei fonetti de
quali ha lafciata copia che vfcendo in flam-
pa, grandemente à bei giuditii
/ piaceranno, piacque
à Dio finalmente dopo vna longa infirmità
leuarlo da quella terrena e
fragil Vita .
• Mm
DI ANIB ALE
L Tempio che qui fi vede, altro non è fé non quello che fu confàcrnto anticamea
te alle tre gratie & è Imprefa d'Anibale di Capua Napolitano jmirando Arifio-
tile il quale vuole chel mede/imo tempio fullc edificato in luogo publico della
città , concio (ìa che la nobiltà haueflè dinanti,agli occhi quello fplendore del-
le tre gratii* per le quali fi gufta la felicità di quefta vita; Da quefle gratie tragge
la (bmiglianza de fuoi difegni quefto gentiliflìmo AcademicOjCÓciofia cofa che
egli fia naturalmente inclinato àpreualerfi di quefte gratie perclTer grato a o-
gnuno, come dare a chi merita e reitituire da chi fi è riceuto. Come tratta Annotile nel libro V.
della moral Filofofia douc dice che tal fi debbia rendere qual vien dato a cialcuno . Perciò nel più
aoerto luogo della Città lo fieflb tempio fi edificaua accioche vi l\ vedeffe ogni remuneratione ap-
p'arccchiata.Doueben fi comprede l'animo di quefto gratioloAcademico il quale promette di no
lafciarfi nel atto di gratitudine fu perar da veruna pedonale però vfa a propofito quefto Motto.M a-
NET ALTA MENTE R E p o s T V M , nou lafcÌ3rò aucora di dirc comc Ic trc gratie oucro trc Dcc
anticamente fi dipengeuano con le mani auinchiatel'vnaal'altra, fono ridenti giouenee vergini
con le velti fciolte.benchc alcuni le dipengeflcro nude,e ben le defcriue il diuo Aguftino nel fuo h-
bro della città di Dio.E le tre gratie in quanto al godimento della humana tranquillità,neceffaria-
mente concorrono , impercioche il virtuofamente dare & il meritamente riceuere, cagionano be-
neuolcntia e dilettione il che di fare in ogni occafione defidera quefto generofo Acadcmico , cono
{cendoCì fenza le tre gratie in niuna maniera poter eftere quefta humana conditione,honorcuolc e
lodeuolc,ma le tre gratie poi ch'indri^zano l'huomo alla felicità della eterna vita,{bno qlle alle qua
li mucue in turrola vifta del cor Tuo lo fteflb Academicoja primaè la fede che letifica ranima,do-
ro di Dio al buon Criftiano, la feconda è la fperanza chelafciale cofe baflee miraallecelefti.Ia ter
za è quella infiammata charità con la quale l'anima purgata filifce in cielo , quefto è quanto final-
mente ha ripofto ne i fuoi pcnficri il iudctto Anibaìe academicoaffidato , e ben fi ponno à quefte
tre
DI CAPVA 157
tre diiiine grafie attribuir i nomi , che li Greci viàrono, cioè Egle che fignifìca Ictitia.Eufrofine di-
lettione , Pafitea fecondo Homero , che dinota diuinità , e bene è lieto chi ha fede in Dio , e bene
ama chi fpera in lui fòlo , e bene ha del diuino che fi congiongc con la carità^e per cotal propofito
ildertoAcademico fi è voluto chiamare il p a s i t e o. nato del generolòcfignoi-jl fangue
di Capila del quale fé ne farebbero honoratijfima e:longhahiltoria,niala liuiitatiyne ordinata
dalla Àcademia fa ch'io cominci da vn Pietro di qu'eftaTamiglia che fu valorofo nell'armi per
mare e per terra come fi le^ge neìla'cronica di Genoua , fu ancora vn Fabritio di quello Illulìriifi-
mo (angue il quale fu capitano di 600. huomini d'arme nei feruigi di Filippo Duca di Milano da
cui fu mandato a Napoli in foccorfo dì Papa Martino come Biondo ferine nel xxi. libro delle Tue
hiftorie , e nel camino preifo Forlimpopulo,opponendofi, Fiorcn tini à Fabritio , gli ruppe e pofè
in fuga e fèguì il fuo viaggio , non tacerò di Ferrante pur de principali di quefta famiglia i\ qual co
titoli di fignorie e gradi caualierefchi, volle ritirouarli alle guerre di pui^Iia doue era venuto in Ibc-
córfo del Rè Alfonfb Scanderbec Caftriota , & in vn fatto d'arme , elTcndo rtato morto il cauallo
fotto al Rè , onde bilògnaua che nmanel}e,Ojh'ioi;to,o,prigione, Ferrante di Capua che quiui con-
corfe aiutò il Rèe fmontato dal proprio cauàllod^atolo al Re fu liberato da iì manifedo pericolo ,
per il qual generofb atto ancor che rimaneflè àbandonato & apiedi , e con valore e con prudentia
fìfaluafleil Rè di lui tenne femprc conto e delia fua famigli;!, ampliatala de gradi e di flati, da
<]ud Ferrante difcefe Allibale di Capua, da A nibale nacque Vmcentio Duca'diTermole e pa-
dre del Pafiteo academica, il quale Vincentiofu nobililTimoe valorofò.Caualicro.hebbe ca-
uallieria fotto di fé nell'Alfedio di Napoli al tempo di Lutrech , e fece molte honorate fattioni in
difefa della fua patria , ancora , che f ufTc molrogiouene , era fimilmente tenuto il più bel caualca-
tore e gioftratore che fuffefra gli altri principi e caualicri napolitani , fu capitano.dellecompai^nie
di gente d'armi per pace e'per guerra , e di già Carlo V. lo haueua eletto generale del foccorfo de-
putato per l'afTedió diSiena , ma cfTendo Gouernatoie e generale nell'Abì-uzzo che molto più im-
portaua,fu di confenfofuo.polloin fuoluogo vnCaitalieroSpagnuolo& Eglirimafeal gouerno
dello Abruzzo. Fu maritato, Vj^ncentioin donna Maria di Capua figliuola del Duca don Fer-
rante di Capua , herede del ducato di Termole e di molte altre fignorie , dalla qual Donna Ma-
ria che fu delle belle e faggie principcffe di quel Regno, hebbe il Duca Vincentiopiu figliuoli e
figlie , fra quali il primogenito , hoggi Duca , detto Ferrante , e maritato nella figliuola del Prin-
cipe di Bifcgnano,il fecondo genito è il virtuofiffimo Pafiteo academico Affidato, il quale dal-
la fua fanciullezza datofi alle fcientic& anco agli Elfercitii & creanze come s'afpetta afiglio&a
fratello di Principe , per fuccedere egli all'Arauefcouato dOtronto , pofTeduto hog-
gi dal vertuofiffimo e Reuerendiffimo fuo Zio , iì diede allo fiudio legale per
lo che volfe alcuni anni trattenerfi in Paula doue.dopo l'acquifto
honoratifTimo del fuo dottorato , s'acquiflò la vniuer-
fal beneuolentia degli (Indenti e più della
fteffa Città iaquale mantiene fcol ^
[pita negli animi de fiioi
cittadini la
nobile Illuflre e magnanima creanza del
non apieno lodato Pafiteo .
Mm t
DI GIROLAMO
'Arco celefte , è chiamato Iris , e dicono i Poeti che fu figh"uola di Taiimante e di
Elettra è detta ancora nontiadi Giunone e luacoppicra .quefta ImprelTìonc
nell'aere è di molta marauiglia e perciò e ftimata figliuola di Taumante che di-
nota marauiglia , con ciò ila che la diuerfita de colori ch'appaiono è non fono,
come fi generino , ò come apparifcono , rendono grandemente dubbiofi gli {pe
culatori naturali , pure eficiido la ftefla impre/fione confiderata dal Propofitiuo
però fecondo effo Artefice fi va comprendendo c'hora per linea reflena,hora
per refratta faccia tale apparenza, in guifà ch'agli occhi noftri fi moftrano e fcuoprono quei diuerlì
e bei colori , Imperò per linea perpendicolare , tale Arco non è , perche non fono veri colori , ma
apparenti . E ancor detta Iride , Arco di Demonio cioè della diuina Sapientia , & è fegno d'Intel-
li^cntia fecondo Effiodo e i fuoi feguaci , dicono , e quefta è cagion vera che Dio , il qual fapiente-
mente ogni cofa gouerna,ha coftituiro & ordinato quefto Arco nel cielo dell'aere . perche fia tefti-
monio , come promette à Noe , che mai più non fommergerà il mondo con l'acque , e quefta fi
può dire che fuffevnalmprefi del fommoDio, il che appieno nel ragionamento della proprietà
delle Imprefe fi e trattato . Onde da quefta fi è canato il vero modo delle Imprefe mondane .
Le herbe però che riceuono influentia da ella fride, come èia Iris per fbmiglianza del nomina-
toArcocelefte cofi chiamata dagli fcrittori e l'Af}. alato, Sono Imprefadi Girolamo corbano le
q uali herbe contengono naturalmente molte virtu,ol tra la vaghezza de colori. Lo Afpalato fopri
la quale hcrba influifte maggior virtù l'Arco celefte fecondo Diofcoride el R uellio è di mirabil gio
uamento alla natura humana perche col fucchio e con la poluere di efta canata fcaccia molte infir-
mità, porgie ancor fuauità nello odore,i colori poi dell'Iride fono più vaghi e più belli di quei del-
l'Appaiato , e tanti fono quanti diuerfi percotimenti fa il fole con i fuoi raggi fopra la nuuola caua ,
con la oroffa pioggia e con la minuta rogiada , della quantità di elfi colori dico che Ariftotile vuo-
le che fieno tre, cioè verde, azuro, e giallo, quantunq; la figura Iride non fia Imprefa del fudetto
Academico
COREANO i3g
Academico nondimeno perche influifTe vigore in dette herbe, però fi è ragionato in^partc della
fìdralmpre/Tione . La fomigiianza adunque è che effo Corbano Academico, elfendo di proteilìo-
nefìlofofica & medico, conofce e tien per cofa certiifmia che l'Academia degli Afììdati, hauendo-
lo accettato nei numero di cotante degne perfone , [aumenta in lui le virtù del Hiperé , e ben s'ac-
corgie come membro di cofimirabil corpo, quanto gli conuengadi trequentilfimai-nente atten-
dere agli ftudi acquiftati,& ancora acquiftarne tutta via più , ai:c.io che con più proportione iia ve-
duto quafi fbpra humano corpo , Et è ben cofa certiilìma ch'ogni Accademico in tal conuerrario-
ne e habito ciuiie ben forte , e difpolìtion criftiana bene eflemplare , "manifeftamente guadagna ,
Quelto Academico ha voluto vfàr il Motto all'Impredi conforme per renderla propria . il quale è
qneitocioè virtvs hinc maior volendo dinotare che come l'influentia dell'Arco celere
accrelce virtù nelle nominate herbe , coli l'Academia da aumento di dottrina , o di ma^^ior delj-
derio di mantenere l'acquiltato ( come poco lopra fi è detto ) o, vero quci1oAcadem'-co Vuole in-
ferire che effendo interpretato per fapientia diuina lo ftelfo Arco , miri egli fpecuLando di raffina-
re le difcipline mondane co'l timor di Dio che è fapientia & à propofito lì fa diiamare academica-
mente l' o b l i g a t o, effendo la verità che egli vuole effcr obligato alla (udetta Academia perche
lo ha riceuto dentro il fuo fipientilìlmo feno , & è per ordine di creatione obligato a Dio , bella
Imprefa è per certo & bella Intentione e di quefto animo gentile .
Il quale e nato della fafiiigha Corbana affai nobile nel" paele Lunigiano , e tutti ifuoi antenati
fono ftati nobilitati dncor;te per-gradi di Militiacper dignità de dottorati, concio iìache l'Auo
deirobligato fia flato dottore di Medicina , e fimilmente di quefla medcfima profefTìone è flato il
padre el z,io,ornati della flefl;! di2nità,e la iua cala riceue ne i palfaggi tutti i gentiihuomini di con-
to gratamente e cortefcmcte fi che fono in molta ftima appreflò de Signori Genouefi e più appref-
lo la cafa Centuriona .
L'Obligato poi da fanciullo prefe & acquiflate le lettere d'humanità defiderò di feguir le pcda
te de fuoi magiori.andò allo Rudio di Bologna e di Pila e nell'uno e nell'altro fludio frequentemen
te attefe alla Filofofia & alle Mathematiche e finalmente alla Medicina & haucndo in quelle fcien-
rie fatto gran profitto, meritò l'infegna del dottorato, e fu molto accetto al valorolbSig. Marco
Centurione il quale fu figliuolo di Adamo giouine dimojta grandezza d'animo di moke facultà
difortuna e per trattenimento delle fcientievoife fempre'haucr preifòdi fé il fudetto Girolamo
Academico impercioche.oltra il poffcffo delie nominate fcientie , e buon Poeta maffimamente
nella lingua Tofcana, e per compiacerea effo Marco fuo Signore fatto Marchefe di Steppa in
Spagna, (èco più volterei Viaggi maritimi andò. Della bontà gentilezza e deprezza
delquale, morto Marco, il prmiogenito fuo fucceflb al Marchefato fé n'c
voluto preualere e fé ne preuale hoggi nella corte del Re Catholi-
co doue da di fé tale honorato faggio eh' i primi di quella corte ,
Io apprezzano e continuamente lo praticano, eflèn-
do L'Obligato di acuto ingegno, di dolcilfi-
ma eloquentia.là gratiofamente
ragionare non che delle
fcientie. ma
ancora delle attioni del Mondo,
è vero amico dell'amicOjC
chrifliano effemplare .
DI ALESSANDRO
il
f^L
— I.. -g^
A preferite figura rapprefentà l'Arbore nouella detto Moro,&: è Imprcfa di Alef-
fandro Centurione Genouefe onde egli caua la fomigl,ianza de fuoi nobili difè-
gni , quest'Arbore , félcondo la f'auola era bianca e per la morte di Piramo , e di
Tisbe diuenne nera , ancora che , fecondo la etimologia del vocabulo greco,lì-
gnifichi negrezza, oltra di ciò il legno de cotale Arbore è torte e duro e fé ne
ponno fare e fé ne fanno opere dureuoli e ficure , e fra tutte le altre ( per quanto
ne ferine Plinio nel xvi. libro a capi quarantaquattro) prima che cominci ager-
mogliare , lafcia paflìire tutti i pericoh del freddo & in vna fola notte Germoglia , e poi mena i fuoi
frutti grati veramente al gufto , della cui foglia fi pafcono quei vermi i quali inToicana lì chiama-
no bachi n Lombardia fono per la più parte detti Bigatti,vcramcnte mirabili e ftupendi,c fra l'al-
tre cole che la natura produce quelli nel generare la lcta,{tupore e giouamento grandilfmio & or-
namento p rincipale rendono agli huomini . Il Moro giouinetto , prcifo all'acqua , riccuc humore
e neceffarionotrimento, da quello veramente Aletfandro Accademico tragge lafimilitudinede
fuoi affari , primamente elfendo Egli giouinetto , f^ è eletto l'Arbore nouella , difegnando di fchi-
uare i freddi che s'interpretano per i vitii che fono contrari alle virtù, delle quali egli è infiammato
e peruenuto con le fatighe degli iludi alla Età matura con il rifrefcamento de buoni ricordi di co-
loro che gli ftanno appietfo cercarà con ogni diligentia e con ogni fchifezza d'otio, di guadagnarli
lefcientieediconferuarh buon Crifliano,edel tuttoal fuo tempo j rodurre i frutti allafuapro-
fclfionc conuencuoliji quali fpera ch'andaranno a gufto di tutte le pcrfone giuditiofe.e per ciò Egli
vfa il motto che dice tempore sv o, parimenti con propofitofifi chiamare nella Accademia
LO ASPETATo. cffendo cofa certilTima che da fuoi e dalla fua patria fi fta con fperanza di lui , il
quale habbiada far riufcita nobililfima.La tamigliacenturiona in Genoua è frale principali, e per
nobiltà e per antichità e per ricchezze , vogliono alcuni che traggelfe origine da vn cittadino ro-
mano c'haueua lotto di fé le centurie e che liete in difefa di Genoua , o , al tempo d' Anibale quan-
do
CENTVRIONE 139
do dopo la vittoriaicontra i Romani , Ci fermò fra Liguri con l'cffcrcito . cuero al tempo eie Cim-
bri, rotti a Yercelle da Mario, fiaperòla origine, o in vn tempo, o vero mvn altro ehm tutti i
modi e ftata qiiefta generofi ftirpe antichi/lima e copiofa di famofì pcrfon?ggi,i quali participor-
no di tutte le dignità della loro R.P .come di Dugi, di configlio publicodi iaiii di Santo Giorgio,
di icgationi e de gradi di marche che ciò (ìa vero,fu vn Giouanni Centurione che fu generale del-
l'armata Genouclè nel mile trecento ottanta otto contra il Redi Tunifi& in quei mari d'Affrica
combatterno e riportonne Giouanni ricca preda alla patria,altri di qucfta famiglia furono che di
fé lafciorno nome immortale,auenga che la cafata Centuriona lempre fìa viuuta quieta & in tut-
to dalle partialità rcmota,anci per potente che fuffe,non clfcndofi mai voluta accodare à tattione
veruna, fblamente hebbe l'occhio al bcnefitio publico e la vita e la robba per la quiete della libe-
ra fua patria più volte difpofe , e per non abbracciare in quefta occafione , come potrei , più lun-
ga narratione,mi ritiro ad Adamo Centurione,Auo dello Afpettato academico.impcrcioche per
nobiltà di coree per opere di buon cittadino, fu al fuo tempo amato e (limato vniuerfàlmentc ia
Genoua . Fu in molto conto preflo ogni principe e fu gratiffmio ad Andrea d'Oria il famofo. Pa-
rimente fu ricco a paragone d'ogni altro della fua patria,& è ffato quafi fempre chiamato negli of
fitii publici , & egli fempre ha dato di fé faggio tale che come oracolo era tenuto e da nobili e dal
populo, hebbe più figliuoli fra quali fu Marco il primo genito & vnico, à cui nella pueritia datolo
in gouerno a perfbne prudenti,pre(e creanza e fapere . Venuto in età,fi diede alla militia maritti-
tima (otto la guida dell'inuitto Giannettino d'Oria marito di Ginetta Centuriona forella del no-
minato Marco . padre del prefente academico l' Afpetato, quello che in mare poi per molte occa-
fìoni faceffe Marco lungo farebbe à (piegarlo, dopo la morte di Giannettino fu luogotenente dei
magno Andrea, hauendo anco alcune Galere di (box più volte andò in corfb e fece honoratiflì-
ma riufcita,imperò effendo flato di debole compleffione e fattala per le fatighe de viaggi terreftrì
e marittimi deboliffìma , hauendo lafciato molte fìgliuolanze & eil'endo flato creato Marchefe di
Steppa,morìauanti ad Adamo fuo padre • Lafciò il primogenito col titolo del Marchefàtocheè
in Spagna , è queflo academico, fecondo figliuolo fra mafchi , di profelTìone ecclefiafìica , il quale
hauendo dato opere alle buone lettere &à buoni coftumifotto buoniffimi precettori nella fua
pueriti3,fì e porto à dare opera alla facultà legale dopo morte dell'A uo & in Pania ha fludiato al-
cun tempo , doue virtuofàmente e nobilmente lì tratteneua , dopo l'hore de fuoi fludi con hono-
rate & illufori compagnie fin che piacque , a fuoi maggiori eli mandarlo in Spagna allo
ftudio di Salamanca doue alcuni anni ha frequentemente ftudiato e ftudia,
dando fperanza di buonolfima riufcita come di lui ci predice la
fua bellilTima & leggiadra Imprcfà .
D I PIERFRANCESCO
eslinccaua
VESTA figura raffembra vna pietra che nafce in Arabia per quanto fcriue So
lino nelle marauiglie del mondo,e la chiama Androdamante, Spargendo fplen
dore,a(romiglianza d'Argento con i lati egualmente quadri & è pietra in qual
checofa al Diamante conforme. Imperò molti ftimano che l'Androdamante
fiacofi detta, percioche placa gl'impeti degli animi rifcaidati e terribilmente
crucciofi,e ftimano che manifeftamente raffreni ogni fmaniofà violentiadel-
rira,e cotal figura fi è P ierfrancefco Academico eletta , per fiia Imprefa , onde
a fòmjelianza de fiioi penfieri,i quali fpera con la virtù dell'animo , habbiano da in-
• Il r ._ ^1 i j_ o. Ìi-\:^ ..: j I— , j_ ^1-! • -! m:«
drizzarlo a fini di honore grato al mondo& à Dio, vincendo e conculcando gl'impeti giouenili e
gli irregolati appetiti che dalla giouenile età Ibgliono per ordinario procedere, onde negli Errori
infelicemente fi trabocca.con virtù adùque della fudetta Pietra,placandofi la furia degli appetiti,
promette il medefimo Academico di caminar per la ftrada della regolata ciuilità, edi vincer fé
ilefio e di addolcire ancora le controuerfie che nafcono fra gli huomini.e malTimamente fra i fol-
cati. E qucfia è quella virtù che fopra tutte le altre conuiene à chi gouerna i populi & a chi regge
la militia.E l'A ndrodamanti^ di color d'argeto che fi prende per la finccrità è purità de virtuofi di
legni e per di(}?ofitione & habito d'immaculata fede, e d'incorrotibil giufiitia , la quale fuoleefler
porta con 1 piedi fopra i quadri che non caggionò mai, o per violentia ò per inganno , per la qual
cofh io fieflb Academico fi delibera e per naturale inchinationeeper obligodinobiltàjdiofiTer-
uar la fede e la parola fua in ogni occafione,e fopral tutto di affatigarfi in tote via le difcordie e le
partialità, e perciò egli vfaquefio motto cioè similia simvl, volendo inferiredi non voler mai
far opera alcuna che non proceda in tutto dalla candidezza del fiio animo & alla proprietà e fi-
f nificato di cffa Androdamante,nominandofi academicamente L'vNiTo,volcndo dinotare il defi
dcrio che tiene di mantenere vnione de fuoi difegni, e di collocarla fimilmcntc fra le perfone dif-
cordi e lit igiofe. La famiglia Eottigella onde è vfcito l'VnitOj di che nobiltà fia , di qual credito in
tutti
BOTTICELLA 140
tutti i paefi , Ce n'è ragionato in parte , folamente qui dirò come l'vnito academico , ha il Tuo nomen
ordinano , Pierfrancefco per conto di Pierfrancefco primo zio paterno (come appieno fi dirà ; di-
fuo padre Gianbattifta,chiamato il Sollecito nella Academia.fu dico Pier francefco primo, fratello
d'Ottauiano Bottigella Ano dell'vnito ; huomo di molto valore ,• Imperò Pierfrancelco il Vecchio
merita che qui fé ne faccia memoria, co ciò fia ch'egli fullc flato flimato da Principi in Itaha e fuor
d'Italia , maffimamente da Duchi di Milano , i quali volfero tenerlo prefTo di elTì . Onde fu fatto
Gouernatore di chiauari in fua giouinezza,& hebbe poi dal Duca Francelco fecódo il goucrno di
Cafalmaggiore , luogo a confini dello ftato di Milano , di che fé ne teneua e fé ne tiene gran cura,
il qual luogo daua à Signori feparati gran gclofia,douc Pierfrancelco moftrò diligcntia, vigilantia,
& accortezza in ridurre quei Signori feparati , amici e confiderati col fuo Duca . Fu mandato an-
cora dal detto fuo Principe A mbafciadore in Vngheria al Sereniamo Re Ferdinando & alla Re-
gina Maria forella di Carlo V. e del nominato Rè , con i quali Principi negotio con molta loro fo-
disfattione . Fu fimilmente eletto compagno del conte MaflTimiliano (lampa dal medefimo Duca
andando in Boemia per lo fponfàlitio della SereniiTima Duchefla Chrifticrna di Danimarche. Pe-
rò il fudetto Pierfrancefco è in molte attioni d'honore nominato dal Giouiohiftorico mirabile de
noftri tempi, e particolarmente lo lauda pervna elegantilTima orationeche egli fece a Lotrecho
generale degli EfìTerciti di Francia e Gouernatore di Milano , efibrtandolo e pregandolo non com
portafle che fuffe violentemente rubbato il Regifolo , ftatua di Antonin Pio Imperatore Romano
con ciò fia ch'alcuni ibldati Rauennati lo portaflero a Rauenna col fauor dello eifercito Francefe ,
& ottenne con la fua grata facondia gratia di riportare la cefarea (tatua in Pauia,il che fu veramen-
te opera degna di eterna memoria e di Pierfrancefco e d'altri honorati cittadini Pauefi ch'erano fé
co , era quello honorato caualiero grande di datura , proportionato , fplendido , virtuofifTimo &
vlo liberalità fino à Principi non ch'agH eguali & inferiori , hebbe gradi di Militia& à piedi &à
cauallOjRegolò la fua Città con commune confenfo . Riceueua tutti i Principi e Signori che paf-
fauano per Pania. Hebbe vn fratello chiamato Ottauiano , il quale fu perfonaggio di molto
pregio , generò Ottauiano Giouanbattifia Academico fòpradetto,e di queflo nacque Ottauio pri-
mogenito , e Pierfrancefco fecondo , chiamato ( come fi è detto ; nell'Academia l'Vnito , il quale
da giouinetto prefe creanza e fin dagli anni teneri moflraua d'imitare i fuoi maggiori,a cui più voi
te fono flati promeffi i gradi di Militiate pur di frefco e flato fatto capitano di fanteria e poflofi nel
l'armata Cathohca con valorofi e fioriti foldati,il che più volontieri ha fatto, poi che Silueflro Bot-»
tigella fuo parente per la lunga infirmiti è (lato codretto di non feguir le guerre come ha fatto
molti e molti anni con honorati gradi & indiuerfe fattioni ritrouatofi per feruigio fèm-
pre di Carlo V. e di Filippo Rè Catholico , fottoentra l'Vnito à quello fuo paren-
tCj dà certiflìma fperanza di honorata riufcita , malTimamente effendo Egli
giouene jdefiofo d'honore , grato à foldati, e fperonato dalla immortai
pianta de fuoi antenati, ritrouandofihora in Sicilia, doueconla
prudentia e conia natura dello Androdamante, leuarài
rumori e gli ammottinamenti di tutti i foldati e faralli
a fé fomiglianti e conformi , cofi piaccia di
farlo ritornar fano alla Patria
e vittoriofo .
il che fin'hora fi (pera con l'aiuto di Dio , hauendo egli fin da quel-
le parti fcritto elferfì l'armata crilliana animofamente
inuiata per la recuperatione di Tunifi
con forze incomparabili .
Nn
D I GIROLAMO
A fèciirc , o , vero l'accetta nel fonte d'acqua che fta a nuoto , o , vero a gano,è
Imprefa di Girolamo Vcggiolla Piaccntino,imitando il caio fecondo che fi leg-
ge nella profctia di Heiifco profeta che fòcendo far proiiifioni di edificare al-
logiamenti per i populi , e la maeftranza volendo proueder à legnami, taglian-
dofi Arbori di diuerlè forti , vno fra gli altri tagliando , gli fcappò l'accetta dal
manico e balzò effa in vn pelagod'acqua profonda,colui gridando e dolendofi
del perduto iflrumento , concorfe quiui EÌifèo , e prefò il manico di legno , git-
tatolo nell'acqua come cofa leggiera , andò al fondo . el ferro con l'Acciaio venne a gallo , mifte-
riodiuino, che lacofagraue venifTea nuodoela leggiera fprofondalfe , contrarietà veramente
di natura & effetto di gratia celeffe , fopranatural cafo , o , per dirlo meglio , miracolo manifefto
Onde fcuopre la fua honeffiilìma intentione qucfto Academico^cauando dalla accetta la fomigli-
anza de ftioidifcgnip la qual colà conofcc egli la grauezzae'l carico de peccati che fanno cadere
in precipitio di difgratia co Dio gloriofo l'anima che di fua natura e fufiatia incorrottibile e lenza
pefo,ma imbrattata negli errori,diuiene pondcrofo cadauero, e vanne al fondo,e ben G legge nel-
lo Euangclio quefta fententia , cioè l'Anima che peccarà effa morirà , Imperò abbandonandofi in
tutto li piaceri vani di queflo mondo.che fono leggieri come vento , e vani come nebbia e fumo ,
fcaricandofi il corpo de peccati , in alto con l'ali della fanta fede falifce , e dopo il giuditio Io fleflo
corpo che è puro iftruméto dell'anima, fi gIorifica,& aguifa di chiarilfimo fole che inanzi all'onni-
potente Dio perpetuamente rifplcnde,il manico poi dell'accctta.dinota i beni tranfitorii di quefla
fragil vita terrena , il corpo della ff effa accetta di ferro e d'acciaio lignifica l'huomo , il quale difu-
bidiente con il carico delle commodità terrene precipita nel pelago degli errori, Elifeo fignifica
Dio il quale col dono della fede ricupera dalla profondità dell'acque lo ffefTo huomo e di fua na-
tura graue , netto e purificato poi s'alza al Cielo . Ecco quanto fia vaga , bella e mirabii queffa im-
prefa, il cui leggiadro , e conforme Motto è queflo , cioè sine fondere pondvs, opera
non
VEGGIOLA 141
non altrimenti che diuina , vedendofi chel pefòc(enzapcfò,ondefiv'cde quanto infinitamente
fin la gratia di Dio conceduta alla natura inferiore & humana, e però da quella bocca gloriola viVì
a proposto di queflaimprelà^qucrtafàntifTima tentenna cioè iugum.n.meum fuaueclt &onus
ncum Leue. fi confidcri parimente che come l'accetta pefantc venne in alto per bifogni terreni col
inerito dcirhuorao grato à Dio , così il corpo materiale e graue dello lìefTo huomo per fola gratia
di Dio falirà per goder l'eterna beatitudine in cielo . Ha parimente quello virtuofo Àcademico ri-
trouato il nome alla figura & al Motto confaceuole che è lo ^ g r a v a t o, e ben li connicne poi che
fatto nella fuagiouinezzareligiolbferuo di DiOjfièfcaricatodcirobligolcnlìbile, & ingombrato-
fi di natura fpirituale . Quefto Àcademico è nato del nobile & antico Hmgue de VeggiolH in Pia-
cenza città famoia, fra quali per cominciare dai più moderni, fu vn Prancelco di qucfla cafata
Conte di Pczzano e da cottui è difcefo il fudetto Sgranato il quale del 1 5 1 1 .prell" Ihabito de frati
»1e Serui doue datofi con ogni (bllecitudine agli ftudii di Filolofìa.e di Theo!, in Bologna & in altre
città di (tudio, fu fatto maeftro nel 1 5 2 j. dopo ciò conofciuto atto da iiioi Superiori ad ogni hono
rata imprefa, fìi mandato Priore a Montecchio nel 1 5 3 1 .con la diuinn gratia predicando conuer-
tì vnGiudeoebattizolTiin Parma nel. 1554. predicando in Treuilò fa fatto Conte Palatino con
ampliflìma Autorità Imperiale deila quale Autorità ne fa parte a chi menta con permifiìone del-
lo Eccellen. Senato di Milano , Fìi poi mandato Priore a Genouà e predicò nella chiefa de Serui e
r Auento Icguente nel Duomo , richiedo dalla Signoria fece vn dottiilìmo fcrmone nella creatio-
nc del nuouo Duge . fu poi fatto Priore in Parma e predicò in Duomo ad inftantia di quella Mag.
Communita e nel capitolo celebrato in R eggio nel i j 3 6. fu fatto Prouinciale di tutta la Lombar-
dia, e finita la vifita ; accompagnò in Francia il fuo Generale , mandato Nontio da Paulo 3. al Re
diScotia , appreffo cui dimorò lo Sgranato fin che Papa Paulo da Nizza ritornò a Roma dal capi-
tolo fatto in Scandiano. poi fu di nuouo mandato Priore à Parma , e di nuouo con molte preghie-
re fu cortretto di predicare in montecchio , e d'anno in anno era mandato in diuerfi luoghi, mallì-
mamente in alcuni doue erano Lutherani & egli intrepidamente gii riprendeua e confondeua, pre
dico in Ferrara nel 1 541. l'anno feguente predicò in Bologna.e dal capitolo generale in Faenza fu
eletto Priore diCauacorta , di poi nuouamente à Genoua. fu nel 1 545:. mandato Priore a Napoli
e prouinciale in quel Regno, l'altro anno predicò nel Duomo di Barletta , poi nel Duomo d'An-
dria , in quel di Bari , fu eletto ancora Viceuicario della prouincia e poi concedutoli il Priorato di
S.Primo in Pauia , predicò in Afli e gli diedero il nome di Euangelifla, tanto chiaramente e deuo-
tamente efprimeua e perfuadeua la fcrittura fanta, predicò ancora nel Duomo di Como, in quel'
lo di Verona.e d'indi parti per predicare à Padua l'anno feguente che fu il 1553. eletto Vicario ge-
nerale della prouincia Genoueie, e nel Capitolo generale celebrato in Bologna, fu creato Prior dì
Serui in Milano, & in quel triennio fu conitituito Vicario Generale della prouincia di Lombardia
la feconda volta, lungo farebbe di dire in quanti luoghi habbia lafciatoildottiflìmo Sgranato di
fé teflimonio della fua dottrina, della fua bontà e del credito vniuerfale che tiene per tutto non fo-
lamente doue e flato ne doue è nominato & vltimamente ritrouatofi cofi vecchio al capitolo di Ri
mini ha ricuiàto altre dignità e le ne è ritornato in Pauia doue è communemente filmato da tutta
la città è da tutte le religioni , e gl'Inquifitori volontieri & a tutte l'hore fé ne preuagliono affai , &
ancor ben fi fa come có.ogni diligentia ricuperò il luogo per la fua Religione di S.Maria dal Bofco
occupato da quei padri che fi fanno degli ofifer nati, & ricuperati quei luoghi della Trinità di Berga
inafca, di Nouara, di Piacentina, e di Legnano vfurpati ,• e di più ha ricuperato il conuentodi
Vignale in Monferrato. Hora accettato nella Accademia degli Affidati, non manca carico d'ot
tantaquattro anni di comparire a tutte l'hore che gli Aflìdarifi congregano , riceuendofi molta
contentezza delle fue non appieno laudate qualità.
N a
DI lASON
Due Tempii J'vno della virtìU'altro delI'Honore.così apprcfl^ colIocati;ic)no Tm
prefa di lafon Maino j Narrano Valerio MalTìmo,Latantio Firmiano,Vincenzo
Cartari , & altri degni Scrittori ; Che al tempo dell'Imperio Romano , furono
eretti da Marcello due Tempii, Tvno alla virtù conlacrato, l'altro all'Honore,
di maniera propinqui, che da quello della Virtù, s'andaua in quello dell'Ho-
nore, & in quello non poteua entrar alcuno, fé non chi prima paflaua per quel-
lo i Volendo con sì fatti manifefti fìmbolidarà conofcereal Mondo, che non
vi e altro mezo,nè via da acquiftarfi honore,che quella deH'iftefTa Virtù, come che quello, fia il ve-
ro premio di quefta , & da quefta , come da viuo fonte , ne riibrga l'honore , la quale fu perciò fi -
gurata dagUÀntichi con due ali , conciofiache l'honore, & la gloria , quafi leggeriirmìe ali , fòlle-
uino da terra le perlbnevirtuofè,& le alzino, a volo, con non puoca marauiglia de'Mortali. Et
quindi auuiene,che le belle lettere, fono la vera quiete , & ripofo, elea , & nodrimento dell'animo
noftro i perche fono propri! ftromenti , colli quali l'huomo , col foftegno , & guida della virtù.co-
me mezo accommodatiilìmp , & potentifìTimoall'acquifto di quella vera felicità , lpecuIando,s'in-
alza con Tali dcH'intelletto , & con la purità , & candidezza della mente, fi va approlTimando alla
perfetta cognirione di Dio Ottimo Maffimo , come noftro vltimo , & defiderato fine ; Il quale, co-
me autor d'ogni bene , ci fa degni, & partecipi della fua gratia . Onde l'huomo poi,con sì fatto fou-
do,fcacciando affatto , & fuggendo,i vitii, capitali,& perpetui nemici delle virtù,& dell'Anima no-
fìra,viene,à perpetuarfi il nome,&' farfi fopra celefte.&lafcia al Mondo, dopò fé, gloriofa memoria
delle fue attioni,le quali,viuono pofcia,à, pari del tépo5lótane dal volgo cieco,& ignorate,nelle boc
che degli huomini;Come fi foorge hauer fatto, ql magno,& Diuino iason dal maino fuo Auo,ilcui
immortai grido,hauédo lafone Acadcmico,fuo nipote, per continuo', oggetto auanti gli occhi , &
per pungente fprone, brama , & fi sforza,con la fatica dello Audio delle buone lettcrcdi feguire,&
imitare.Da così pellegrino aduque,& allegorico cócetto,di quefti due Tempii ; fcuopre lafone Aca
demicoja fua buona , & reale intentionc , la qual è di volere , per quanto s'eftendono le fue forze ,
dar
MAINO 142
dar opera , à gli {[udì delle belle, & liberali Dottrine, & col mczo incomparabile delle virtù'fcrmo
riparo all'ingiurie , & al corfo de gli Anni , & dell'acque di lethe) c'hora mirabilmente rilucono, à
giiifa di fiammeggianti Piròpi^nell'honoracifTuTiaAcademia de gli Affidati , con foprahumano
ù]ono della fama loro , di far ogni poflfa , per non tralignare , anzi d*incaminarlì con ogni curiofo
aftbtto nelle gloriole pedate di quel cotanto celebre , & famofo Spirto , del fudctto , né mai , à ba-
ftanza lodato 1 a s o n dal m a i n o , fuo Auo ; Et perciò , conforme al fuo virtuofo diffegno , & alla
propria qualità dell'imprefa , puoco dianzi fpiegata , vfa quefto leggiadro Motto,viRTVTE praevia
Sapendo egli, di non poter poggiare, ad alcun grado d'honorc;fc non con la propria fcala , e fcor-
ta della Virtù; La onde al vago corpo,& anima di cofi nobil foggctto,pcr dimoftrar in ciò l'arden-
te fuo defiderio, non poteua nome più à propofito,& conucncuole procacciare ,& imaginarfi ,
che academicamente effere addimandato il b r a m o s o . In così fatta maniera adunque s'io non
nì'inganno, viene ad elfereefpofto il proprio intento di lafone Acadcmico, alludendo con le
parole , del fuo Motto , al proprio Cimiero della cafa fua , il quale , lannamtnte così fuona, virt v-
Ti, FORTVNA COMES. Et contutto che, non habbia potuto perfeuerarequcilo honorato Acadcmico
nelmedefimoftudiodell'immortarfuoAuOj&dcl valororo,& dotto fuo Padre, per le molte, & r
grani infermità daini patite, ne primi fiori della fua giouinezza, per la cui cagione da piùfaputi
ÌFifici fìi perfuafo , per falute propria , a tralafciare quefti, & appigliarfi, à ftudi più piaceuoli,di mi-
nor fatica, & maggior ricreationc , & per le diuerfe occupationi ,• sì di litìgi , come d'altre cure , &
ncgotii famigliari.ls'ondimeno impicgadofi egH tuttauia in altri nobili effcrcitii,comè nella notitia
delle hiftorie"^e delle belliff. PoefieToIcane,neirvna,& nell'altra profeflìone.honoratnnvnteriefce.
E, egli nato di Polidamas Maino Acadcmico & Ecc.lur.confulto, Et può quafi fopra gli altri ir-
fene altiero , fentendofi , à tutte l'hore , & d'ogn'intorno riempir l'orecchio di quella Ibaue armo-
nia , che fpira , e fparge la gloria del fopranominato i asone maino. Il quale , oltre tante, fue mira-
bili qualità , & effere ftato^chiarifTimo interprete delle leggi , alla prima fede della mattina , & fera, ■
in Pauia, Padoa, & Pifa , al cui grido , concorreuano Auditori da tutte le parti d'Europa , & al cui
gran Nome non prefcriffe il Ciclo termine alcuno,ner crearlo immortale nella memoria degli huo
mini , falendo esH per diritto calle , & a^cuolandofi il camino al Tempio dell'Eternità ; Fu facon-
didimo & clletto Oratore per L'Illurtrilìima cafi Sforzefca alla Santità di N. Sig. Papa AlefTandro
Borgia,Se(loditalnome,fedendo in publico Concinolo, nel quale, ad vn medcfimo tempo,
orando Bartolomeo Socino mancò; Et alla Sacra Cefarea Maelta di Maifimigliano Imperadore , à
cui fu tanto accetto , che oltre gli ricchilfimi doni , riportò molti Priuileggi,lo creo Conte, & Ca-
ualliere aurato, Fu Senator di Milano ; Oltre, à ciò, Lodouico Chriftianilfimo Rè di Francia , alcu-
ne volte l'vdì, leggendo egli nelle publiche fcuole , & molte l'adoperò ne Configli fegreti; & lo de
putò Configlierc della Corona , & Conferuatore dello Stato di Milano . Molte altre cofe notabili
lì tralafciano,effendo foggetto più tofto d'hiftoria,che di breue cópédio:Quefti,oltre la fottiliflìma
& vtilifl. lettura de Atìionibus,mandata alla ftàpa nelli primi Anni.hauédo letto publicaméte 50.
fendo di età di yj.pafsò da qucrta,à miglior vita,l'Anno di N.S.i 5 1 9- Et dopò fe,lafciò le amplilT.
letture Ciuili, fopra le quattro parti,fi della mattina,come della fcra,le quali fono in luce , & ordi-
nariamente adoperate da publici Profitenti nelle fcuole,& da gli Auuocati ne'Palaggi della Ragio
ne ; Et quattro volumi de'configli,al num.di 647., in diuerfe,e grani materiejHebbe vane Orationi
à Pont.Rom.& Imperadori,& à molte,& diuerfe nationi,onde,à gran concorfo veniuano le genti
di lontano,per vdire.per vedere,& per riucrire cotàto OracoloSi trouano appreifo le fue EpiUole,
& Poemi eleganti,Come di ciò,fi può leggere à pieno nel fuppleméto delle Croniche al fuo luogo,
& nella feconda parte del Prontuario delle Medaglie. Lungo farebbe s'io voleifi in quefta^breuif-
fima carta.parlare quanto fi donerebbe del Magno i asone. Però mi riftringo , à dir folaméte,Che
nella Cafa maina , fono titoli di Marchefati, Signorie,& Contee, Tra quai Feudi, fono Baffignana,
& Borgofranco nel Pauefej II Marchefato di Bordolano,con forfi 24.Terre nel Cremonefe, Belin-
zagoxon alquante Terre nel Nouarefe,Ilottofredo nel Piacentino;& il Bofco, nello Aleffandrino
lafone Maino Acadcmico detto il ERAM05o,ègiouene di nobili.& virtuofi coftumi , adorno di
crean2a,&dimodeftia,&per l'obligojch'ei tiene airAcademia,& alla incomparabile grandezza
del nommato fuo Auo,& à gli infiniti meriti del fuo honoratilfimo Padre/i fpera che non habbia
con le opere , ad vfcire , di così celebre , & immortai fentiero .
DI PAPIRI O
'Acqua che dall'alto defcende& all'alto rimonta entro vn coperto condotto o
ver canale , è Imprefa di Papirio Picedi Genouefè , quindi egli traggc la lìmili-
tudine de fuoi dilegni e non è dubio veruno che l'Artefitio humano è mirabile,
cllèndo di tanto valore che fa la grauezza delle cole andare infulb che ciò
non può far di fuo ordinario la natura inferiore,& in quefto & in altre cofe ben
fi comprende quato ftupendo fia l'intelletto dell*huomo,e ben ha moftrato que
/lo nobile Academico la forza del fuo buon giuditio in eleggerfi imprela tale ,
con ciòfia che Egli habbia voluto inferire che l'humana virtù la quale dall'alto procede, all'alto no
rifalilce fé non s'humilia e le non s'abbalfa anzi veggiamo che per molta caduta che faccia l'acqua,
molto falifce , e per molto che la virtù dell'animo s'abbalfa , molto 'più s'inalza, e queftajmirabil
virtù non è giuftitia , non prudentia non fortezza non temperantia , ma humiità tanto lodata da
Dio e tanto premiata da Lui, come di ciò fi potrebbero citare tante e tante lèntentie humanc e di-
iiine e tanti elfcmpi celebrati dalla criftiana religione, onde aflai chiaramente fappiamo niuna vir-
tù potere inuiarfi al bene fé non con laguida dell'humiltà la quale abbalfandofi atterra con mirabil
velocità sen'vola al cielo,& è ancor vero niuna più degna e più immortai vittoria può acquiftarfi
l'huomo che vincer fé ftelfo, ne ciò farebbe Egli già mai fé non col vigore dell'humiltà la quale è
naturai madre della patientia con quella madre e con quella figlia fi vince il mondo, e fi ha per
premio da Dio la eterna quiete 5 e con molto propofito lo fteffo academico ha congionto a que-
fia Figura quello motto cioè sideferar efferar, e parimenti fi è accomodato del nome
Academico il quale l'a s s v e t o impercioche Egli fin dalla Età tenera fi dilpolè di, hauere fcorta
fi ficura in ogni fuo difegno .
Papirio ha la fua patria chiamata Arcola terra groffa e murata , lòttopolla alla Republica di Gc
noua & è delle vultime terre della Liguria , ne è molta lontana,anzi a pena vn miglio dal fiume Ma
era che fepara la Liguria dalla Tofcana.Refla Arcola a punto di rimpetto a Serezana ma dall'altra
banda
P I e E D I
'43
banda del fiume cioè verfb la To(cana,& è quella doue dopo la dcflriittione de Luni Città nnti-
chillìma , fu portata la fèdia cpifcopale, dall'altra la detta patria dcirAiructo,lc ben non Ci può ve-
dere, nalcondendola alcune belle colline , rimanperò k)ntanadal Mare poco più d'vn miglio,
in Arcola è adunque nato lo fteOb Alfueto della Ciniglia de Picedi antichilfuTia e nobile . Gli an-
tenati Tuoi hebbero origine dalla famofa & antichiilìma città di Luni al tempo che fii deilrutta.ef-
fendo itata capo degli Etrufchi in quei confini, e dopo la mina di cfPa.i (uoi fi ritirorno alla fudetta
A rcola, verlo doue haueuano la maggior parte de i loro beni, non elìèndo Arcola da Luni più che
fé! miglia lontana doue fu il concorfo de cittadini della ftefla mifera Città, di cui hoggi appena fé
ne veggono i veiligi , Anzi manifefto teftimonio fanno dalla grandezza di cfià Citta le molte ter-
re che turono edificate dopo la ruina di quella , cagionata, Iccondo alcuni , o dalle forze.de Liguri
o vero per quanto alcuni dicono, dal corrodimcnto del fiume Nera e par anco ch'alcuni fècoli fuf-
fcro di eiTa Luni da nauiganti veduti dentro il Mare i campanili e le torri ancora in piede .
La famiglia però di quefto Acadcmico hauendo ( come fi r detto liauto origine da Luni , fi è
poi mantenuta nobilmente per molti lècoli in detta Arcola doue gli antenati fuoi fecero (opra il
tutto honorata profcfTione di Militiacdiicientie • Il padre per<) deli'Aflueto chiamato Picedo'
fu armigero & hebbe gradi honorati , e nelle conuerfàtioni fi moftrò pofTeditore di belle lettere, &
particolarmente fu buono Oratore, e fu riputato in tutte le attieni prudente e gratiofb& inpro-
ponere d< in rifpondere moftrò prontezza e grauità, Se nelle ficctie raro e grato a cia(cuno,di que-
llo nacquero dui altri figliuoli molto efperti nell'arte militare, de quali vno è capitano di Galea nel
li fèruigi del tremendo Gianandrca d'Oria.Papirio picedo academico Aflueto da fanciullo fu in-
drizzatoallahumanità&aicoftumi nobili, in quello ftudio hauendo fatto gran profitto onde
nell'arte oratoria e nelle poefic latine e tofcane ha dato di fé e da tutrauia lodeuoliflìmo fàggio , li'
diede poi allo Paidio delle leggi Imperiali e canonice , e con frequentia efièrcitatofi in diuerfi pu-
bliciftudii,raeritò il grado di Iureconfiilto,& fi diede aglioffìtii pretoriiin più luoghi d'impor-
tanza,ne meno ha mancato in moke occafioni di confultarc & in ciò riefce con molto credito.Ha
feruito per alcuni anni in più forte di gouerni al Signor Duca di Parma e di Piacenza malfima-
inente in Nouara città di detto Sig. Duca . fu riceuuto in Paula per Fifcale regio & in quel mezo,
fu richiedo nella Ruota di Fiorenza per ordine del gran Duca di Tofcana , Imperò ef-
fendo occorlb bifogno al fudetto Sig. Duca di Parma e di Piacenza, Icuatolo
di Pania , gli ha dato l'importantiffimo maneggio de fuoi negotii
^ in Milano con i Miniftri di S. Cath. Maedà doue bora j
honoratamente rifiede , di molte altre ho- ì
Dorate facende che egli in varii
luoghi e con diuerfi
Principi
ha maneggiate;fi potrebbe chiaramente parlare lequali
cofe tutte moflcro gratamente a riceuerlo
nel fuo numero l'Academia de-
gli Affidati .
DI M A R C C
'Imprefa della fapiétia nuda che guida il circolo cquinottiale e di cofi bella e va-
ga apparéza fpirado raggi d'oro e d'argéco col capo rabbuffato e gonfie le guan
cie,guardando fopra vna fontana dal turbine conturbata,è Inuentione di Mar-
co Corrado da Garrefio, la quale imprela ancora c'habbia vifta e regola di Em-
blema , è bella di villa e piena di giuditio , onde fi palefa, à chi ben confidera.il
concetto generofo, e di mifteriofo fignificato,nel quale quello Academi'co pro-
mette quanto da elfo tragge fimilitudine e per quello ancora che gli promette il
fuo pronofticato natale , e quanto poifiede per profelfione delle fcientie . quefto hauendo l'Ariete
per afcendente&elfendo molto afluefatto nelle dottrine, poi vedendo intorbidare il fonte dalla
perniciofà ignorantia d'altri , promette non voler perciò mancare del fuo ilabile defiderio intorno
alla vniuerfal virtù,ne muouerfi dalla fua folita profeflìone per qual C\ voglia impedimento, o,con-
trafto della inuidiofa turba . E non volendo ciò in tutto efplicare , fi lerue di quello che teneano ì
Mithici ( come fcriue Eultatio ) ciò è Pallade vfcita fuori del capo di Gioue , come fanciulla d'inte-
ra Età che non le bilbgnò lattarli, da Platonici dcfcritta potente in diuinità la quale con la fapietia
detta Teologia , adorna le cofe celefti,e con la filofbfia perfettamente edifica le cofe che fono fotto
il cielo, e per cotal cagione la fanno prefidente & in particolarità all'Ariete, vnodefegni del Zo-
diaco , e guida è del circolo cquinottiale , doue dicono con Anftotile , quella dar vigore alla virtù
mouitrice di tutto l'vniuerlb. Similmente L'autore delle Allegorie inHefiodo dice Pallade effer
nata del ceruello di Gioue perche dalla fperientiane prouiene immediatela Prudentia, e que-
ftavien da fenfii quali viuono infiemenel circuito del capo, & perciò Hefiodo chiama Pallade
Glaucopia chiarilTìma virtù di fàpientia , e pure è chiamata e tenuta prefidente del capo humano
cpertalrifpetto vicndepintanudaedi intera Età douendofi ella ftimar tale poi che è prodotta
dalla méte di Dio & è increata & immobile chel tutto conolce e dirizza à ragione.adunq; fi le è pò
fto in mano il Cingolo del primo moto che è dall'Oriente all'Occidente detto equatore che diuide
il giorno
»1
CORRADO 144
i! giorno e la notte in parti eguali , onde è nominato mouimcnto ragioneuolc , oltra poi che rego-
i.;"'c.jli inferiori moti la ragione el fènfb , e per quefto nella fonte della fanientia fpira raggi d'oro ,
e d'ar^iento ciò è di dottrina , Ce d'argento filolbfia , fé d'oro Teologia,della t|iial parla Chrifto.cioè
\ 1 jxrliL'ido comprar da me l'Oro infocato , accio ne diiieniate ricchi , e della tìiufofia fi legge qiie-
l:u , cioè lèderà e fonderà & emondara l'argento , la qual filofofia quando e purgata, è con-
iur.'ie alloro della Teologia e quefto fègreto vollero (coprire Mercurio e Platone quando dif-
ic;oiI ;nondoe(fer compiuto di due coppe , o tazze , piene di fipiencia , l'una d'oro fupe-
ìuiix i'jltra d'argento inferiore , le cui tazze , piene di liquore intelligibili coli vifìhili come
inuifbili , li vota Pallade nel fegreto delli fpirati raggi nella fonte della fipiencia creata, per-
ciò confirmò Mercurio che le ftcfTe Tazze fono à tutti patenti ejibcre , acciochc ogniuno a
quelle e con quelle poifa bere al fonte , cauandofi la fapientia dagli oggetti inintelligibili alla
qua! fonte hauendo quefto detto Academico con molti fudori latighe, affanni e vigilie beuu^
toper poter communicare le acquiftatc fcientie , per legge della fua profelfione efprimentan-
do verificarli contra dello fteflb Academico quel bel detto di Salomone . Sapientiamatq;
ottrinam liulti defpiciunt, dalla fonte prende Marco Corrado Academico la fomiglianza de firoi
.lilcgni.impcrcioche il vento che conturba la fonte,èintefò per lo ftuoìo degli ignoranti, priuidi
j^iuilicio e dcttrattori contra le virtuofe fattighe del fudetto Academicoja bruttezza del vèto coli
-, oicuro è deferirlo in quella guifi da Abacuch profeta, cioè veniunt vt turbo ad difpergcndum
„ !r.e,& exultatio eorum , ficur eius qui deuorat pauperem in abfcondito. quella piegatura poi de
raggi doro e d'argento fpirati dalla fipi^ntia nella fonte,procede da velenofo fiato del turbine per
impedire lo fpirito delle dottrine allhónòrato Acadeniico Corrado, Da Vita a quefte figure il Mot
to cioè SEMTER, NON SEMPbK , volcndo inferire come la fapictia fempre influifce , e che Tigno
rantia non fempre impedifce , ancora che perordinario ( come dice Seneca) il più forte fempre fu-
peri il più dcbole,& è vero perciò che la fàpientia fia più potente e lènza paragone che non è Tigno
rantia , laquale alcune volte per tirannia de vitii refifte , ma non vince , fi riduce quefto dottilTìmo
Academico a dir che Tignorantia s'oppone alla fàpientia delle fue fiitighe per hauer egli contrario
al fuo horofcopo Saturno.Imperò ellendu il Corrado (come bene inftrutto nella fcictia iudiciaria)
confapeuole della luanatiuita,s'atlìcura dagli occulti tradimenti per la benigna vnione diCioue
con Mercurio , correfponde poi a quella imprefa il nome di quefto Academico, facendofi chiamar
p R o TE o,non in quella parte che lo dt Icriuc Diodoro facendolo Red'Eoitto per la perirla ch'egli
hebbe di tutte le A ni , ne in quel lignificato che è (lato tenuto da H omero e da V irgilio i quali in-
tendeuano Proteo per la materia pruii a, pregna d'ogni frutto e d'ogni naturai produttione, ne
può communicare i fuoi parti , fin che non venga fciolto dalle forme, ma quefto Academico vuo-
le intendere Proteo , legato di legatura magica che non può communicare quei concetti brutti al
fonte delle fcientie fin che non venga lo fpirito di Dioche fciogliendolo dalle contradittioni della
ignorantia , lo lafci libero e fecondo della diuina gratia , altre interpretationi lì ponno dare a que-
fto nome Proteo,perchejla profondità delTintelletto di quefto Academico richiederebbe longhif-
fima fcrittura .
La famiglia de Corradi è nobile & antica e la fua Patria è ilj Cartello Garrefio nomato, onde
fono difcefi 11 Marchefi di Ceua e di Sauona. Proteo academico fin da fanciullo entrò nella Religio
ne dell'ordine de predicatori, & hauendo co ogni allìduità attefo alle (ette arti liberali.è venuto di
tanta fuffìtientia c^ha predicato xviii. anni in luoghi famolì.e vinti anni ha letto ne i fuoi Conuenti
fìlofofia e theologia & ha tenuto più catredc difputando in tutte le (cientie,malTìmaméte nelle pri-
me città d'Italia & auanti al concorlb de famofi filofofi e dottori di Teologia d'ogni forte e d'ogni
religione, e però è detto Proteo poiché in tutte le dottrine trasforma il fuo intelletto & è hoggi de
primi del fuo ordine , riuerito in Pauia e molto ftimato da ogniuno e per la fua mirabil dottrina e
per la fua religiofa vita .
Oo
DI GIROLAMO
V. »• y
>afcji^sgi^^ 1 11-^ -
\ preferite figura che rapprefenta quel mirabile & acquatico animale nominato
Nautilo del genere de Polpi , e Imprefa di Girolamo Catena Nurfìno , e come
egli habbia fliputo prudentemente eleggerli fimile animale onde caua la fomi-
glianza de Tuoi penfieri,dicafi e veggafi quato il fudetto Nautilo è differente da
Polpi,perche fta chiufb nella conchiglia e la Tua proprietà è quefta , il che fcriue
Ariftotile nel ix. libro dell'Hiftorie degli animali. Nauigail Polpo Nautilo al-
zandofì fopra l'onde maritime venendo dal fondo dell'acqua col cauo della Tua
conca riuoirato in giù, perche più facilmente fàlifca, montato poi fopra l'onde, volge il concauo
aperto in fu per nauigar con elfo voto d'acqua , ha più braccia ma fra due è vna membrana fottilif^
(ima a guifà di tela di ragno , vfata da efTo Nautilo per vela,fpirando il vento,& adopra l'altre brac
eia per gouerno della conca a lomiglianza di naue.Plinio fcriue del Nautilo con qualche confufio-
ne di chi lo Icgge.bafta bene chel mirabile artifìtio di natura in quefto pefce è tale che foprauénen-
doli qualche pericolo riltónge la cartilagine , o , membrana , empie d'acqua la conca, e vafTenc fi-
euro al fondo . Veruno però non ha da dubitare che Plinio non habbia defcritto il Nautilo fecon-
do la openion d'Ariftotile,nia chiamandolo Pompilo ,o , Egli non intefe Annotile, o, vero è fla-
to error di ftampa, come bene Ipelfo accade, impercioche diucrfì/Iìmo e il Pompilo dal Polpo,
anzi s'afTomiglia al Tonno,e da Callimaco cdaElitarcho echiamato Pefce facto, e da Ateneo e
da alcuni altri n'è fatta mcntione.L'Academico catena ha ben viftc» e confiderato fbpra quefta
materia Ariftotile e Plinio,e fecódo lui può hauere errato Plinio per la deprauatione del tcfto d'A-
rill:otile,e fé Plinio ha chiamato il Pompilo per Nautilo, credali che cofì diligente fcrittore nò pof^
fa cffer caduto in quefto errore, ma che le fcritture e le ftampc fi deono imputare di falfità. Si truo-
uà però fcritto come fono due fòrti di conche delle quali vna e detta Nauta, l'ai tra Pompilo,e ben fi
vede falfo quando fi dica l'altra Pompilo, e per Nautilo Nauta , chi vuole legga l'altre parole di
Plinio per iaper la proprietà di quefto Animale e come fia fatta la fua Genola,la quale non e dop-
pia
e -A T E N A 145-
pia ma fèmplicee caua a guifa di vna nauicella con la poppa ripiegata & in Ateneo fi truoua come
l'empia e come la voti. E da Oppiano è defcritto quello Nauigante pcfce con molta leggiadria che
fa attione pili fimile alla ragione ch'altro animai bruto, defcriue come vada fotto acqua calata la
vela e le Hirte , ritirato il Timone riempiendofi d'acqua per grauarfi e deprimeriì al baifo . Q.iiefto
corpo d'Imprefa è accommodatifllmo a difcoprir l'Intentione del nominato Academico , il quale
eflendofi fin da fanciullo datofi agli (ludi delle buone lettere fin alla fua prefente Età & ancor fre-
quentando,accompagnatiliftudiconleoperediciuil&honefta vita , cerca con ogni induftriadi
nauigar ficuro per queib mare mondano e con lo fpirito delle virtù alzar la vela dal bafTo all'alto
& al Tuo tempo adoprare i Remi , e venendo il pericolo e la tempefta , o , per variar di fortuna , o
per inuidi fiati dell'altrui iniquità.ritiradì nella fua conca la qual s'intende per la patientia criftiana
Impercio che con quefta fi polTìede l'Imperio dell'anima , il che può fare il letterato e vertuofo , à
cui non fono di mifticri l'altrui remi e forzCjle lettere Ibno i remi che lo conducono,la vela è lavirtù
della prudentia , il Timone è la religione, E perche quefto gentile Academico fi è dato aferuigi
della corte romana ecclefiaftica.però gli è nece/Tàrio di fàper nauigare col proprio non con l'altrui
che fono i beni efterni appoggiati a coftumi lodeuoli e chriftiani fcnza i quali al f ondo precipita la
coca perciò ha voluto vfar quefto motto cioè tvtvs per svmma per ima, volédo dinotare
che per tutto andata con la fcorta delle fcientie e della fanta religione , e con propofito academi-
camenre fi fa chiamare il provedvto moftrado di volere imitare in ogni fua occorréza il Nautilo .
E nato lo provedvto Academico Affidato nella antica città di Nurfia e dalla prima età fi è alleua.
to nello fludio delle lettere humane andato a Roma conuerfando con i più famofi profefTori delle
fcientie , con affidue fatighe e vigihefi è acquiflato tre lingue la Latinaja Greca, e la materna Tof-
cana , & in tutte e tre leggiadramente e con molta offeruanza ha fcritto e poeticamente in latino ,
& in tofcano e tutta via ferine, fi è efercitato con molto fudore nella dottrina d'Ariflotile e di
Platone, & ha parimenti attefo alla facultà legale,e compoflo vn libro de Teflamenti fi-
milmente ha a quefte fcientie aggionto lo ftudio della Teologia come,perfetto fine
deiraltre,fu poi aftrctto da Cleméte Cardinale d'Araceli, Prelato di bontà e
di dottrina a farfi fuo familiare co la cura di fcriuer lettere latine all'Im
* peratore maffima mente & ad altri Principi tramontani,dicuiera
egli profeftbre, morto l'araceli fu chiamato dal Cardinal
di Coreggio huomo d'incomparabil giuditio e fu fuo
fegretario , morto quefto ancora , il Cardinale
Aleffandrino nipote di Papa PioV. lo ha
eletto per fuo fegretario douejcon flu-
dii continui e con vita efemplare
s'ingegna di fèruire àDio
di confèruarfi in gra-
tia del fuo Sig.
e di virtu-
ofàmentegiouaree compiacere
ad ogniuno con parole
e con opere.
Oo a
DI GASPAR FRANCESCO
\ Naue in mare con vn picciol pefce , che le ritarda il corib^è Imprefa di Gafpar
FrancefcoTacconiPaucfeJldettoperciolinoe chiamato da PUnio Echncide
nome greco , che appreflb latini Tuona Remora , dalla tardità ch'egli faccia fa-
re alle naui attaccandofi al fondo di efTcjCofa di molto ftuporc,ma che non può
la Natura ? Quefto vogliono alcuni , che fia fpinofo , e che con vna fua o cculta
proprietà ritenga o ritardi il veloce Se impetuofo corfo d'ogni nauejl Bellon io
vuole che quefto pefce fia del genere della Lumaca marina di color verde , fen-
za gufcio , nella parte di fòpra gobba , & in quella di fbtto piana lungo vn palmo , habita fra laflì,
e perche alcuni dicono che fermala naue a cui s'attacca , & altri , chele ritarda il corfb , però par-
mi di recitare vno ellempio fcritto dal Cardano nel fuo vii. libro della varietà delle cofe, Dice egli
che Rondelletio Francefe per ifperientia dice hauer veduto vna Galea ( (òpra la quale era portato
il Cardinal Tornone à Roma ) ritenuta e fermata dal Pefce Remora, il qual fu prefo da marinai , e
mangiato,e perciò e da credere , che più toilo fermi le naui , che ritardarle il corfo, Quefta occulta
virtù vuole il Cardano che (ìa nel pelce detto Muftella marina,il quale è poco più grande dell'an-
guilla, andando il fudctto Cardano fòpra vna naue per lo fiume Ligeri , fènrì e vide con tutti gli
altri ( ch'erano fèco ) fermarfi la naue , e ftupefatti di ciò li nauiganti , alcuni di loro faltati nell'ac-
qua , trouorono , che fette di queftc Multelle s'erano attaccate alla prora , e fermauano efla naue ,
prefero e fattele cuocere fé le mangiarono, e dice il Cardano che ne guitò , che'l fapor loro non gli
parfc grato , veggafi adunque quanta polTente virtù occulta in cotah animaletti fa produrre la ma-
dre natura , la quale con la fua gran potentia trapaflìi di gran lunga la credenza , & l'opinione del-
l'huomo.Da quello pelcetto Remora caua il fudetto nobile Academico A ffidato la fòmigliàza del
l'an mo fuo , Impercioche elfendo la fua fortuna picciola e debole , vuole con quefta figura dimo-
flrare la grandezza , & occulta fortezza del fuo cuore,atto e dilpoflo ad effequire alti & importanti
nc'gotii j a guifa di virtù tenuta nafcofa dalla fua debole fortuna , è però con propofito ( hauendo
riguardo
TACCONI 145
riguardo alla fudetta fua fòrte ) ha voluto feruirfi di quefto motto ,sjcparvis magna ce-
u V N r , & appropriatamente ha voluto chiamar/i l'occvlto,
Queiìo nacque della famiglia de Tacconi, honorati & antichi cittadini di Pauia,detti prima de-
gli Alberici, il quallegnaggio è ancora nobile, & abondante de beni di fortuna in Mantua, e
ch;amoron(ì poi de Tacconi à memoria di vn gran caualiero fouranomato Taccone huomo hono-
raro ne gradi militari,& ornato di feudi, e dal nome di coftui pcrfeuerò poi il cognome de Tacconi
inlìno à noftri giorni,fotto il cognome de gli Alberici fu fondata la chiefà di S. jMaria Madalena in
Pau:a,& dotata di molti benefìtii di còmoda valuta,e riftorata da medefimi nell'anno 1488.6 con-
ftr'Jtta la chiefa antica di fanta Croce nella cittadella di Pauia in quel tempo fotto il Titolo de fanti
Teodoro e Biagio , conceduta poi da loro fuccelTori à Frati Zoccolanti Amadei,& di piu,vna chie-
fa fuori di Pauia di la dal Grauelone fìume,intitolata Santo Abraamo nell'anno . 1 17 1. e perche fi
conofca quanto quefta ftirpefulfeofleruante della religione,dirò che molti di loro in diuerfi tem-
pi dal 1 17 i.in qua dotorono riccamente molte Cappelle in diuerfe chicfe della detta città,e parti-
colarmente nel Tempio di Santo MichclCjdella Gualtcra , & in altri che faria lungo lo fcriuerne.
Ne tacerò che quefta nobiliifima famiglia fioriflfe in iettere,e (pecialméte in Dottori legifti,de qua-
li alcuni furono publici lettori, come vn Marco Taccone che Icffe all'ordinario della mattina, &
altri eccellenti fcrittori , & altri chiari procuratori . Fu parimenti dotata d'huomini valorofì e gra-
duati nell'effercitio militarle perii loro valore molto fauoriti.daH'Illuftrifs.PrC-cipi.come vn Gio-
uanni Taccone che fu Capitano di gente d'arme , & vn Marco Taccone Alfiere d'huo-
mini d'arme , & altri molto valorofì,e capitani di infanteria , de quali taccio
i nomi per non cagionar faffidio. QueftoGafpar Francefcofu
fempre molto amatore della patria fua & offeruantiflì-
mo degli amici. Quanto fufTe prudente,
giudiciolb , & accorto,e per tale
da Prencipi conofciu
to , fi potè
conoféere alla elettio-
ne,che fecero i Regii offìtiali del
Catholico Rè noflro Signore allignandogli
l'officio del Commiffariato della Città e principato di
PauÌ3,nel quale con pieno fòdisfacimento del fuo fìgnore e de pò
poli efTendofì lungamente affaticato fin al corfo di fua vita con honore e fòdisfatcione di fé fteflb .
D I GIROLAMO
L vafò d'Api onde alcune di effe fuori efcono e volano in diuerfè parti, è Impre-
fà di Girolamo Lippomani Venetiano^traggendo dallo fteffo vaio la Ibmiglian
za della Tua Republica e la fomiglianza di tanti perlbnaggi che dalla medelìma
Republica efcono fuori , mandati in diuerfi paefi e prouincie per lèruigio della
loro libera e ferenifllma Patria , ne qui per bora fi trattari della mirabil natura
delle Api , effendofene in altri luoghi di quefto libro , apieno fcritto . Nondi-
meno ben fi comprende le marauiglie di ella natura dalla quale l'huomoper
fua imitatione ha publicato le leggi, ha ordinati igouerni, ha vfati gli edifitii& ancora ha com-
prefe quafi tutte le arti , come dalle Aragne il filare el telTere , dal Nautilo , il nauigare dalle Ron-
dini l'edificare , dalle Api il reggere le quali viuono à vlb di libertà , Impercioche eleggono il Duce
con il Diadema , dando vnitamente infieme , vlano le cuftodie , mandano à trafficare, efcludono
le Vefpe e con effe combattono perche vorrebbero viuere di quel d'altri , tra loro non s'vrtano,n5
fi odiano , non riculàno f atighe delle quali fan no parte al publico,tale è la fomiglianza d' vna vera
e fanta Republica come è hoggi la Venetiana , perche fra quei perfbnaggi che vanno per il mondo
in benefitio della fudetta patria . vno è flato & e il fbpranominato Girolamo Academico Affidato
al quale con propofito è piaciuto di vfar con tal figura il prefente Motto,cioè al i ae a l i i s e v o-
L A N r, volendo inferire che come le Api con l'altre volan fuori per riportarne al vaio frutto e fua-
uità ,cofi fra gli altri compatrioti lo fteffo Academico lippomani fcorre per più regioni per obedi-
re alla fua Republica e per riportarne refblutioni grate e gioueuoli , & ha voluto per maggior pro-
prietà della Imprefa,chiamarfi il tellecrin o.Queflo è difcefb del fangue de lippomani gen-
tilhuomo naturale di Venetia.i quali erano altre volte Signori di Negroponte, ma nelle riuolte
della Grecia per le fpeffe inuafioni de Turchi,accommodatifi con la Sereniffima Signoria furono
fatti patritii , con participatione di honori , & beneficii fecondo il rito della Republica,di maniera
che per il tratto di 400. & più annijfono riforti di quella famiglia fenatori in diuerfi tempi, come
fé
LIPPOMANI ; ri 147
fé ne vedono Fé memorie antiche per li depofiti, & per gli archi, e maflime nella chiefa della Ma-
donna de feruijtuttauia ha hauutoquefta famiglia Illuftriflìmanon mediocre fortuna negli ho-
nor; ecclcfiafiici, perciochenon purcòftata Altricedi molti Vcfcoiii di Verona , Bergomo & Pa-
doia,màancode'Cardinali tra quah hi quel gran Nicolò Cardinal Lippomani, il quale & con la
fantità della vita,& coi merito delle faggie lettcre,& delle fatiche fatte per la fede Apoftohca.fàrcb
bcaflunto al Pontificato, fé l'immatura morte nonhaueffe tagliate quelle ficurefjKranzc. Tra
Vefcoui pare che habbino gran merito Pietro,& Luigi IVno , & laltro Vefcouo di Verona.quello
p.Tche Ipefe la vita in lèruitio delle fede Apoftolica morédo Nuntio in fcotia,que(ìo, perche in di-i'
a'rfe nunciature , in Scoria , Polonia , & Portugallo apportò non mediocre benefìcio al Chriftia*'
rcfmo , ma perche bifbgnerebbe fare lunga trafgrefsione , chi volcffc ricercare fblamente i ceppi
pu nobili,però baflerà à dire che viue hora il Clarillìmo Signor Girolamo Lippomani,che co no-
tabile elfcmpio della fua vita,& co lo fplendorc delle fue virtu,negli anni fi può dire ancor tenero ,
nccolto dallo eccellentilfimo Senato,con carico di fauio degli ordini ben cmque volte , che è ftato
ebttOjhàdimodrato nelle fue difpute non meno l'accutczza del fuo ingegno, chcl vigore, & la
eficacia della fua lingua , di maniera , che le tre vltime volte fu eletto con tanto fuo honore,quan-
toegli fteifo potcffe defiderare , poiché non lo ricercò , ne lo dimandò , fé non le due volte prime ,
Fu poi mandato Ambafciadore al Sereniflìmo Arciduca Carlo d'Auftria,dalla quale Ambafciaria
ne riceuè tata gratia preffo la patria fua,che in poco fuccelfo di tempo lo mandò poi per Ambafcia-
dore refidente al Sereniflìmo Signor Duca di Sauoia, dal quale ha riceuuti tanti honori , & corte-
fie , che non fi può fé non fare argomento di molta virtù , & di molta bontà , che fìa in
lui; & per riufcire in tutti li carichi che polfa contribuire quella feliciffima
liepublica poiché S. A. con eflraordinario fauorc nei giorni vici-
ni alla fua partita lo vifitò perfonalmcnte tre volte à ca
ia,andandolo anche à vedere alla barca , ne
iia marauiglia che di queffo gen-
tilillìmo Academico,
ne fiate- --_■-•-:
nuto gran conto^ con . •
ciò fiacofa ch'in lui rifplendino
le ciuiii e le heroicche attioni e per gratia dì
fangueeper acquiffodi fcientiee per dolcezza e ge-
nerofita di conueHàtione, a cui cflèndo piaciuto di connu-
crarfi fra gli Academici A ffidati con vniuerfal compiacimento fu riceuiito . -
D I SIGISMONDO
'^. (ètte Canne , ifbumento muficale, chiamato fiflola da Vcrgilio nella egloga fe-
conda , e zampogna da Tolcani , ancora che vna canna fola foglia parimente no
marfi Zapogna per eitere iftriimento da fiato,(bno imprefa di Sigifmódo Sanna
zaro. Vero è che fiftola è fimilmente detto vno iftrumento caiio da trarre acqua
ò fia di legno, ò d'altra materia che Idrauolo è detto da Vittruiiio.è ancora vno
iftrumento ch'adoprano i Cerufici , e la piaga incurabile medelìmamente e no-
mata fiftola e fìringa.Quefta però di fette canne fu ritrouata da Pan,Dio anti-
chiflìmo cofi detto da Poeti e da loro celebrato, i quali vogliono chel corpo di Pan (la comporto di
membra di varie nature e di diuerfè fpetie , e grecamente fìgnifica t v t t o , intendendofi per il
mondo che tutte le nature inferiori contiene , e Platone lo nomina per i Dio (ìlueftre , dicono gli
fteflTi poeti che Pan inamorato d'vna Ninfa in Arcadia nominata Siringa, feguitandola per goder-
la , per commiieratione degli Dei fu cóuertita in canna paluftre.Pan poi di quelle canne ne cópofe
la fua zampogna & a memoria della fua Siringa la fonaua , fin tanto c'hebbe ardimento di parago-
narfi nel fuono con Apolline, e fu fentétiatodaMidaRediFrigia che Pan fbnaffe più fuauemen-
te , e per fi goffo giuditio nacquero in Mida l'orecchie d'Alìno.S'interpreta quefta fauola che Pan
fulTe l'armonia delle cofecorrottibili, & A polline quella del cielo e Mida fi prende per gli huo-
mini che in tutto fi dilettano delle cofe terrene onde diuentano i più ftolidi animali che produca la
natura . Platone però nel Cratilo dice Pan elTer figliuolo di iMercurio perche annontia il t v t t o,e
che è di due forme , vna vera l'altra falla , ciò e dal mezo in fu delicato e leggiero5e dal mezo in giù
afpro e pefante e fignifica l'huomo & a ciò di quefto fuggetto alcuna conclufione s'intendajdiremo
pur fecondo Platone , efier tremondi >rintcllettuale il celerte el fuUunare . il Pico nel fuo epttvplo.
pone il quarto e querto vuole che fia rhuomochiamandolo picciol mondo che contiene la natura
del celeftcaffomigliato all'anima delicata e leggiera & al corpo afpro e pefante , ha voluto dir que
ito perche fi fappia la natura dell'inuentore della fudetta Zampogna laquale per il numero fettena-
rio
SANNAZARO. 148
rio fcuoprelaintentionedel Sannazaro Academico, impercio che egli e huomo dotto e rclfgiofb
ha voluto abandonare la parte infieriore di Pan e feguire la fuperiore , preualutofi di quel uctto di
Paulo cioè Q_vAE svrsvm sapite non o v ae svper terra m, ha parimente hauto
l'occhio della mente alla gran marauiglia di quefto numero fettenario il quale è fondamento de
numeri difcreti nell'Aritmetica con ciò fia che il numero sette racchiude il primo numero dif^
pari che è il tre, dedicato alli fpiriti fuperiori el primo pari che e il quattro dedicato agli fpiriti infe-
riori,non intendendoli il duale numero iecondo Piatone.racchiudc ancora il numero cinqve che-
è tenuto dagli aritmetici numero mezo. cominciandoli dal cinq; al diccee moltiplicandoli, ièm-
pre i dui numeri pari e difpari fanno il cinq,- e due cinq-, un diecc, e tiene l'aritmetico chel numero
quinario faccia la prima fe/quialteraj ci Tenario è anco abbracciato e rinchiufodal fettenario , &
è numero radicale perche moltiplicato in fé ftellòfìnirce in le ftclTo:,SimilmenteiI sette nella Ge-
ometria è regola di tutte le figure delle quali il quadrato el Triangolo che fanno fette angoli danno
a Geometri lume di proportione , e benché il circolo fìa la più perfetta figura , nondimeno Ci truo
uà nella quadratura , il cofinografo non può hauer notitia delle mifu re interiori fenza la mifura de
pianeti che fono fètte,e fenza la notitia de circoli artici & antartici di due tropici del equatore e de
paralelli e de circoli meridiani ch'in tutto fono fette , il filofofo parimt nti conofce la forza della na-
tura come fi legge nelli fette libri della fifica, nell'ottauo poi tratta del motore pqmo chevnodi
tre numeri che fanno il dicce miflcriofò e compito numero.La Teologia finalmente la quale è fcien
ria diuina, quanto fpecola di verità tanto attribuifce alla mirabii notitia del fettenario numero, e
ben fapiamo ch'in fei giorni operò Dio creando il tutto,enel(ettimo giorno d^ificitofi riposò.
Quello noftro Academico con bellilfima confideratione vedeua di non poter celeftcmente dclet-
tarfi di quella armonia fé non haueffe con humili preghiere contemplato ilTeforo de fette doni
dello fpirito fanto adimitatione de quali s'inamorò delli fette facramenti della Cath. Apolfolic.i ,
e romana Chiefa onde egli vsò quefto motto ciò è ad archetipvm. dinotando come con la
melodia de fette facramenti farebbe potuto falire alla eterna beatitudine, alla quale nons'arriua
fenza la concordia del fenfb con Io Ipirito f" fra quefti non è mai concordia vera fé la diuina gratia,
infieme non gli annoda onde l'armonia dei mondo diuenta celefte eperò quefto Academico fi è
uoluto nominare l'Armonico .
Quefto è nato della famiglia Sannazara in Paula nobile & antica ancora in Spagna & in Napoli.
doue fiorì il famofo Poeta Sannazaro , fra i moderni fu vn Moro Sannazaro il quale fu gratii'lìmo
à Duchi sforzefchi in Milano e per le fue virtù fu ftimato&honoratamente adoperato, da que-
fto difcefe il Padre dell'Armonico di molto buon nome fra ifuoi cittadini pauefi, il quale hebbe
fra gli altri figliuoli,quefto Academico a cui dopo lo eficrfi da fanciullo veftito dell'habito di Sato
Agoftino Heremitano econ frequétia attcfoalle fcientie & acquiftatelcfi in guifa chctencua illuo
go fra primi nominati della fua religione. In quel tempo morirno dui fuoi fratelli per la qual cofa ,
il padre lo tentò a lafciare l 'habito accio che la fua cafàta non 1 emaneffe in quefta fiia patria fpenra,
l'Armonico non volfepriuarfi del fuo felice ftato,fu fitto maeftro in Teologia/u con molto honor
per alcun tempo da Monf Buono huomo bora degnilfimo Vefcouo di Vercelle trattenuto^ha pre
dicato con molto concorfo in Piacenza, in Modena , in Cremona & vi timamente in Genoua, ef^
fendofi retirato col carico di Reggente alla fua Patria , cofi predicando in Genoua affalito da gra-
uoia infirmità pafsò con pianto d'ogniuno di quefta mifera vira, fu d'afpetto gratiofò e reuerendo
fìi di vita eifemplare , era negli ftudi fatigofo & vtile a religiofi e fecolaxi onde fi fpera c'hoggi go-
da la mulìcale proportione ia cielo .
DI OTTAVIO
A. Colomba bianca in aere col ramo dolina in bocca e Imprcfa di Ottain'oEot
tigella,dalla qual tragge la fomigliaza de Tuoi de (ìderi.cfTcndo la Colóba aupcl
lo domeflico,epolitico,il quale non conuerla ne pratica fé ron con quelli della
fua fpetie , e con l'huomo , quafì che feco conucnga per naturai iftinto , e chia-
marfi animai fempliccpuro.fìncero, pudico e fedele, per cfler candido percio-
chc la candidezza e legno di fede, e quando vn huomoc puro e (incero gli fi
àice mancar il fele cioè , che non ha amaritudine , è ben vero che la colomba
ha fele, ma non attaccato al fegato, e pero percfTere difcoftodaquel caldo, fi ftima, che non
habbi quella amaritudine , ne quello è fènza marauigliofa confideratione , è quefto augello vfato
in fegno de mifteri diuini , percioche fi fa che fola la Colomba portò il fegno della pace con l'ac-
que al mondo, quando ritornò co'lramo d'oliua in bocca al Patriarca Noè, onde egli vfcì poi
fuori dell'Arca . Leggefi parimente che la colomba fu di felice augurio al nafcimcnto di Aleffan-
droSeucro,&èftatoperifperienzaauertito,che doue praticano quefti animali, non ci fi veg-
gono mai ne fpauentofe fantafme , ne ombre cattine , ne animali velenofi , ne fenza m ifleriofà ca-
gione lodò tanto Salomone la Colomba ; ma oltre à quanto ne ho' detto in altre parti di quello li
bro , che di più fi può dire \' effendo in figura d'efià difcefo dal cielo lo fpirito fanto nel ventre di
Maria vergine e comparfaà Cristo nel fiume Giordano, all'hora che fi fenti quella voce, che
ìfprefie quelle parole Hic EST filivs mevsdilectvs, in qvomihi eenecomplacvi e Cristo ifteffo
non propofe altra colà a fuoi Apofioli per conferuarli nella bontà della vita loro , che dirgli fiate
femplici come le colóbe- Oltre à ciò in quefta ifteifa figura apparue il medefimo fpirito fanto à gli
Apoftoli. La natura adunque della Colomba e quella della 01iua,fono tefiimoni di pace e di con
cordia,quindiaucniuachelaMaeftà del Romano Imperio mandando i fuoi Ambafciarori à trat-
tar di pace, portauano iramidielfa pubHcamentein mano, volendo parimente che le fqua-
dre de caualieri ne gli Idi di Luglio fefteggiando per la città fuflero coronati d'Oliua per dar fe-
gno che
BOTTICELLA. r+p
gno che il fine della militia è la pace , ne bene alcuno ha in Tela guerra/e n on in qusntc ella t or-
dinata alla pace . Potrei ancora dire moJt'altre cofc dcU'oIiua come ch'ella vfua due fccòti, che ha
grande nimicitia con la Quercia e che piantata per mano d'vna meretrice, diuenga Iterile e di
quanto giouamento fia il Tuo mirabile liquore, deiche nella imprefa del Cardinal Guido Fcrreri
fé ne trattato àbaftanza,vedefi adunque quanto cofi vaga e bella imprcfà propriamente fcuo-
prala iatentione di Ottauio fudetto Aeademico Affidato , & però egli à Tuo propofito vfa quello
Motto iNTvs ET EXTRA, volcndo con elfo dinocare^che la perii ttionc del Cauahero conliiìc
in hauer l'opere contornai à i penfieri virtuolì e non folauiente con la ragione regolare i Tuoi ap-
petiti,e godere in fé fteffo la fuprema felicità in quella part^ interna , della q uale dice Paulo, che
trappalfa ogni lenfo& ogni nodracognitione , ma ancora a procurare agli amici alla patria &al
mondo tutto il meglior bene.cheèla pace,con fermandola oue è concordia, e rappaciJìcado oue è
di(cordia,e per qfto fi chiama Academicamente iRENEo,che a punto altro non \'U(jl'infcrire, che
Pacihco,de quali difTe L'vnico fìgliuol di Dio che el!ì pariméti làrano chiamati figliuoli di Dio.no
me fbpra il quale,nepari ad elfo nò fì può trouare , ne dopo di Dìo di raagciore , ne di vgual cc-
cellentia. Della ftirpe de Bottigelli , dacuièdifcefoquelto Aeademico, iène ragionato altroue
in que/to hbro , come fìa celebre ^ e per antichità, e per valore . Dirò per h ora folamente, che in
ogni forte di virtùedi honorateconditioni ella ha femprc hauiito huoni;ni ff-gnalati,e famofì ,
come per la fede crifliana \i fu Aurelio Frate Gierofolimitano i^riord: Pila il quale contra Tur-
chi feceopere iì valorofc, che ancora ne fanno tede li StendardiTurchefchi che intorniano la fua
fepoltura nella chiefa di Santo Tomafd- in Pauia , doue già quei quattro fratelli fdi che fa memo-
ria vn loro epitafìo ) fuoi anteceffori fplendidilTìmi, editìcpróno quella eccellente Sacriftia, oue fì
ripofa il corpo della beata Sibillina parente di elfi Bottigelli, del qual ordine di fan Thomafo, fu
Generale vn frate Paolo Eott!gclIa,&: vnGio. Stefano ancora rii detta fimiglia fuVefcouodi
Cremona, e Monfìgnor Bernardiuo Bottigellafu AbbatecProtonotario Apoflolico^oltraquei
Bottigelli antichi , che combatterono contra Alboino Longobardo e Rèdi Vngaria. vi furono i-
Gio.Duroni,i Carli egliHercoli capit.Cefire,e Gio.Matteo caualicri valorofìffimi , e Pietro che'
difefela città verfo la Darfena contra Lutrech generale ddl'eifcrcito francefe , come racconta il
Giouio nelle fueHift.Di prudenza nei gouerni , v'è fiato vn Gio.Matteo del conlìg.fecreto Due.
Corradino Gouernatore diSauona, eGio.DuroneGouernatnre anch'cglipur della detta citta
di Sauona, & anco di Piacenza , Silueflro commilfario Ducale Pietro Frane, gouernatore di Ca-
fàlmaggiore,e Giulio camerierfecreto del Duca Fran. Sforza nelle lettere ,oltra quel Gio.Matteo
ch'andò in Gierufiléme in compagnia di Roberto Sanfeuerino, e che con polita latinità defcrilfe
minutamente quel viaggio.^ hebbe per moglie Bianca Vifconre parente di Filippo Maria Duca
di Milano, vi furono ancora molti famoli legifti tra quali vn Eccellente Giureconfulto nomato
Girolamo/epolto nella Minerua in Roma,e Crilloforo Giurec.ftimatifs.il qual lafciò ancora Pao
lo in tal dignità,vn Michele molto raro,& vn Filippo di gran pregio nel Magift.ltraor. dello flato
di Milano, e poi del configlio Due. La magnifìcéza di quella famiglia fì può conofcere da i molti
honoreuoli edifìcii da qlli fabricati,e la cortelìa gli e talméte innata che quali per eifempi fé ne ad-
dita ancora,oltra i tanti di prefente vini fu Gio.Battifta Bottigella di fìngolar corte(ìa,di cui il prc
fente Ottauio aeademico è primogenito, e vcraméte herede di tutte le virtuofè códitioni della fua
fìirpe.perche effendo flato allenato dal padre e nelle buone lettere, & in tutti gli eifercitii cóuene-
uoli à gentilhuomo & à caualiero è rimafo p fuccefsione Feud.di Arcamcriano fui Nouarefe,e di
Corana fui Pauefe,& effendo andato à Roma fu p le fue buone qualità molto accarezzato da Pa
pa Pio V.e di poi fatto Priore della gran Croce di S.Lazaro, e Mauririo fopra lo flato di Parma e
di Piacéza.nel qual grado hauendo egli dato honorati fègni del fuo valore.è flato in maniera gra
tifs.al gran Maefl.della fua Relig.il Serenifs.S.Duca di Sauoia Hemanuel Filib.che andato vltima
méte alla fua obediétia.l'ha eletto del confìg.della fudetta fua Relig.onde cóforme alla fua bellifs.
Impfa attende Ireneo co ogni diligctia ad ornarfì l'animo in qlla fua giouétù di tutte quelle doti
megliori.che polfono farlo grato à fuoi,& amato da tutti,moIlràdofi nò folaméte manfueto, beni
gno,fìncero,e candido come la fua Colomba , ma ancora prontifs. à giouar à tutti in ogni parte,
e nel publico della fua città,e della religione,e nel priuato e perciò elfendo egli tale e di dentro nel
l'animose di fuori nelle operationi , fì fpera di lui ogni honorata riufcita grata al mondo & a Dio.
Pp 2
DANDREA
L picciol tempio che latinamente Sacello fi nomina , dentro il quale fi vede ef-
ferci il fuoco è Imprefa di Andrea Spinola Genouele il quale tragge dal fudet-
to Tempio la fbmiglianza del fuo honeftiffimo defiderio . Il Tempio vogliono
alcuni che fia della Dea Giunone detta Lacinia porto e fondato nel Promonto
rio Lacinio cofi detto da Lacinio Tiranno da Hercole ammazzato , & è quel
Promontorio fituato nelle eftreme parti d'Italia fra il mare Adriatico el mar
Ionio del qual Tempio Virgilio lcriuenel3.1ibro dell'Eneide, alcuni dicono
come Giunone teneua quiui conlàcrato il fuoco perpetuo . Imperò io più torto credo che fia il
Tempio della Dea Verte poeticamente figliuola di Saturno e d'Ope.Ouidio nel 6.de Farti dice.
Verta altro dir non vuol che purilfima fiamma .
ertendo la verità che fuoco, o fiamma gli antichi Romanie Greciteneuanoeftimauano efière
Dea . Altri dicono come Verta era Dea delle vergini le quali fi confacrauano alla purità e nerez-
za di lor vita , e come , il fuoco fi ammorza , cofi non fi raccende fé non per artificio . Imperò fe-
condo che fcriuc Marco Tullio nel 2. libro della Natura degli Dei, le vergini pure & intatte cu-
ilodiuono il fuoco, e'qualunche volta per loro negligentia fi amorzaua,erano fieramente caftiga-
te, e fbleuano non dall'artificio terreno rinouare il fuoco , ma lo traeuano dal fole perche fulle pu
ro e celerte . E bene opinione come lo' Elemento delfijoco riceua il calor dal Sole,echequerto
rioftro fuoco terreno non fia vero fuoco ma fimile, e però le vergini vertali a riuerentia del Sole
ch'in fé non riceue macchia,anzi ogni bruttura purga, il fuoco perpetuo conferuauano e cuftodi-
uano,&afimilitudinedi quella lucente e purilTìma natura le vergini fi ritirano dalli pericoli del
mondo e fi ferrano in luoghi facri e dalle cótaminationi lontane onde difendono la purità e net-
tezza della carne e dello fpirito loro , dallo rteffo Sacello adunque prende Effcmpio Andrea Aca
dccnico Affidato. Alcuni però ftimano ch'Egli fuffe inamorato nella fua Patria di belliflìma e no-
bililluna giouena che per ciò con pura intentione fi compiaceffe di amarla di lodarla, e di riuerir-
h
SPINOLA i;o
la , conofciutola defìofa d'honore, e di carta e pudica ofTcruanza , fentendofi accefo non il fcnfo,
ma l'intelletto di quefta eftrinfeca bellezza che di fuori manifcftaua la formofita di dentro^cperò
quefto Academico , feruando intrinfecamcnte fi grato fuoco per eterno mantenerlo : ha voluto
vfàrefomigliante Motto cioè sin e laÌb* quafi voglia inferire cflere ili uo Amore non monda-
no ma cclefte , con farli Academicamente chiamare l'acce so è non dimeno altra e megliorc
opcnione ibpra fi bella e fi leggiadra Impreià^e le attieni prefènti-dcllo ftefib Accelo con più chia
rezza fcuoprono i fuoi paflati e prefènti di(egni,con ciò fia cofi, ch'Egli giouinc nobilifs. e richif-
fimo fin'alhora fi fufife {colpita nell'anima la bellezza della criftiana religione e che'l fuo fpiritofuf
fé infiammato della più bella cofà che potefiè far la natura e Dio , che è la S. catolica Rom. chiefà.
Di que{h(dico) vifibil bellezza ardendo lo Accefo fi è pofto fotte f\ leggiero pcfo e {òtto fi Ibaue
Giogo , ornato della dignità del Chiericato di camera il qual titolo è Iblito d'alzarfi quafi fempre
al grado del Cardenalato,il che fi ipera più per le virtù e bontà di fua vita, che per lo fteflb oifitio.
E nato l'Accelb della famiglia Spinola vna delle quattro principah&Illun:.cafatediGenoua,&
hcbbe origine intorno agli anni 1 1 oo.da vn gentiihuomo chiamato Bello Vifizonte, al qual piac-
que dihabitarein Genoua efignoreggiaua alcuni cartelli . Hebbe quefio vn figliuolo detto Gui-
do e fu cognominato Spinola e da effo riconolcono i veri Spinoli la origincloro,da quefto mede-
fimo in due, o tre fuccellìoni difcelèro gli Oberti, e Corradi, gli Opici e i Galeotti Spinoli,! quali
per 70. anni continui, parte Ioli, parte in compagnia de Dorii con nome de capitani del Populo
artblutamente la R.P.di Genoua gouernaro, e di quel tempo vi furono delli AmrairagH di Mare,
e capitani di Efierciti con acquifto di preclarifiìme vittorie in nome di libera Rep.Apprerto a que.
Iti tempi cioè nei 1 3 40, folleuojìì il populo , e priuorno di quefti gradi gli Spinoli e li Dorii , e dal
principio fin hoggi quefta famiglia fi è conferuata grande & illuftre & adcritafi fempre agli Impe-
ratori da quali hanno ottenuto le fignorie di più di cinquanta cartelli in Feudo^li quali per la raol
titudinedefuccefTorieperleruinedellacittàifbnoftati diilìpati & alienatixon tutto ciò di molte
terre e luriditioni fi mantengono hoggi padroni e fignori, le qual tutte cofe fono variamente fé-
guitedal izjo.anniinquainnoueodiecefucceifionijinguifa ehe dal primo nominato Spinola
fin a quefto giorno viuono più di 5oo.tefte di mafchi per dritta linea di querta generofa Stirpe,
moltiplicata in quindice fucceflloni, e le prime cinque dall'anno i loo.fin al 1 2 yo.diuennero più
cfcure, ma però degli honori publici fempre partecipato. Imperò dal 1250. querta cafata s'ac-
crebbe per vno di efla detto Guicciardino progenitore del'honoratiifimo Andrea Academico e
degli lU.fuoifratelli.efrendoftato Signore di Dertonaj& altre terrein Lombardia comprofri,fi-
gnoreggiò Luca preftb che vn'àno & altri luoghi come fi potrebbero raccótare^ma il poco fpatio
di quefta carta non può capire il molto merito di quefta famiglia fi degna, Guido fbpradetto che
fu capo di nobili Genouefi e nauigò per foccorrere, per ricuperare Hierufalemme tolta dal Sala-
dino,come vno Ricuperatore di quefta città meritò di hauer produtti tanti honorati fucceffori co
me Oberto Spinola capo eletto per difefa della fua R.P. Lanfranco che per opporfi a fuoriiciti fu
morto . Conrado fi partì in Sicilia per non veder la fua Patria in tanto fterminio. Opizino fu crea
to Principe della fua città,ma che voglio io numerar le rtelle del Cielo, però mi ritiro a quei c'hog
gi fono del ceppo di Guido cioè quattro honoratiflìmi fratelli de quali fono dui Prelati di molta
fìiina, imperò Monfig.Andrea Chierico di camera & Academico Affidato in Roma continua-
mente habitando , tuttauia più rimane Accefo nel feguir Giesvcristo attendendo à conti-
nui ftudi delle facre lettere e le fue f acuità criftianamente dirtribuifce fra poueri , fbrtenta i virtuo
fu, trattiene dottillìmi TeoIogi,da effempio di religiofa vita & è tenuto in molto conto onde age*
uol cofa farà ch'egli(come fi è detto) a più alti gradi falifca .
DI CESARE
E tre Grui che volando à mez'aere paflano il Mare con vna pietra In piede,& il
gozzo pieno d'arena , è Imprefa di Cefare Gambara Brefciano , per le quali di
moftra che fi come attrauerfando le Grui il mare per godere la commodità de
paefijfecondo le flagioni/ogliono con la prudentia datale dalla natura inghiot
tire molta quantità di giara & pigliarfiin piede vna pietra tenendola fermadi
continuo mentre che volano. Con che, &infieme fìabilifconola leggerezza
del corpo loro, che nel volare vacillando ondesgiarcbbe , come naue fenza
Sentina & fi fortificano à refiftere a i venti contrari e fi tengono in bilancia di non volar troppo
alto per defiderio di meglio vedere al baflb,cosìquefto noftro Academico^nel peregrinaggio
che fa di paflar quefto perigliofo pelago di noftra vita per giungere oue afpira , al fommo bcne,te
mendo di tanti pericoli che ci fouraftannOjtutt'hora infieme & dall'humana fragilità della carne,
& da i trauagli, che di continuo rendono tempeftolb quefto mondo,& da gli inganni,che per far-
ci feco precipitare ci abbagliano con le grandezze, & ambitioni e col Demonio, con la prudenza
però criftiana da Dio donatagli, s'ha tolto in piedi anzi in braccio, anzi nel cuore & nell'anima
la ifteffa pietra cHRisro&la Giara,ch'altro non è , che minute pietre,che fono Chicfa fànta, &
i facri dottori,miftico corpo,& membra di e h r i s t o , ficuro ftabilimento all'inftabilità humana
faldo fondamento a fofifrire trauagli mondani , & giuftiffimo contrapefb à gli orgogli diabolici .
Et con quefta fcorta (pera douer egli hauer il viaggio ficuriifimo, onde conuenienteraente ha tol-
to per motto iter tvtissimvm,& academicamente,'fi chiama il viandante; Et fi co-
me nel viaggio loro non Ci partono mai le Grui dall'ordine triangolare,donde imparò Palamede
àfar'icruar gli ordini della militia cefi il refi io Viandante, nonfolamcnteèper mantener egli
femprcgli ordini antichi,ecato!ici della Chiefa militante, ma ancora gli fa offeruar con ogni dili-
gcntiaà tutti coloro di cui egli e guida in quefto viaggio ;& fé pur alcuna delle Grui volando fi
(lanca ; fottentrano l'altre à portarla fin che fi rinfranchi , attofolo d'animali ciuili,diceAri-
fìotile
GAMBARA.
ifi
fìotile, cofi non manca quefto noftro Academico,& di fopportar rimperfcttioni del Tuo prolììmo
e d'aiutarlo con carità criftiana in ogni birogno:& anco come richiede al luo offitio di CiiHodc e
Paftore, veglia fopra iTuo grege fpirituale tenendo Tempre ì'ilìcffa Pietra in piede,ad ei[lempio pu
re delle lue Grui, che cofi la notte fanno fentinella intorno le Tue compagne,onde n'è fatto il no-
me di \'efcouo .
I Conti di Gambata fono nobilitimi in Brefcia , hauendo hauto principio per molte centinaia
d'anni da caualieri e baroni Illultri venuti di Germania, li quali meritarono per facende fegnala-
tiilime, fatte in leruitio della Patria d'eflère fatti conti d'vna terra detta Gainbara, onde n'hanno
ancora il cognome, & infieme fono parimenti Sig. di Verola , di Pratalboino, di Milzano & d'al-
tri luoghi, con molti priuilegi Imperiali ;& anco hanno meritato da cafa d'Auftria che portino
nella loro arme , eh e vn Gambaro roflTo , di fopraJ'Aquila Imperiale , hanno lempre conleruato
in tutti i tempi la loro nobiltà,e(fendoui flati huomini valorofi nell'arme & nelle lettere come a i
roftri tempi ha hauto due CardinaU Vberto morto,- &Gio.Francefcoviuo. Il padre del morto,
hebbe honoratilfimi gradi nella militia da Venetiani.Il ConteBrunoro padre del Cardenal vino
fu caualiero di molta ftima , & fòtto la militia di Carlo Quinto pafsò per gradi molto fegnalati .
II Conte Gio.Francefco padre del vefcouo Academico Affidato,huomo d'alto fpirito e dotato di
tutte le più belle fcientie conuenienti ad animo nobile . II Vefcouo hauendo attefò nella fua gio-
uentu alle lettere latine e greche; & dipoi à gli ftudi delle leggi e di Theologia & addotorato . fu
fatto Vefcouo di Tortona già Ibnno più de vinti anni . Nel qual tempo , oltra il Gouerno del fuo
Vefcouato , è ftato adoperato in molti ncgotii importanti per fanta Chiefà , & è flato per tre anni
Vicelegato della Marca, doue ridufle all'obedientia del Pontefice Afcoli,che di già molti anni tu-
multuaua, & fempre in gran riputatione , & amicitia non pur de Cardinali & Pontefici, ma han-
cora d'altri Principi,- onde fu fatto fimilmente Senator Regio di Milano.è Prelato cui molto bene
fta quefla Imprefa delle Grui: perche egli nelle fue attioni ègraue, giuditiofò, e prudentiffimo: &
quantunq; perla fua nobiltà.per le ricchezze, per gli honori, & perle molte virtù,e rarilfime doti
dell'animo fuo.egli poteffe afpirar à gradi maggiori , nientedimeno curandofi egli molto più del
viuer lontano dai tanti pericoli , fi ha eletto di paflare per la via di mezo,e lafciar gli eftremijatte-
nendofi alla dottrina di Chiefa fmta & nel gouernar i popoli datigli da Dio in"cura,e in gg-
uernar fé fleffo in queflo peregrinaggio di noflra vita , come che nella via di mezo
fìiano tutte le virtù morali per cui fi purga l'animo à riceuere da Dio la Pie
tra della fede della fperanza e della carità criftiana, vero mezp
di poter paffarficuriJlìmamente queflo mare, e giun-
ger al porto difiato della eterna tjuiete.
DI AVGVSTO
^L Cedro co/ì con i fiori e con i frutti Infieme è imprefa d'Auguflo Eottigelln pà
uefe, palefàndoin effalalua intentione con la /ìmilitudine della ftefs'arbore.
La quale, fecondo Plinio , Theofrafto el Ruellio , ha qualità mirabile, e per il
legno , e per i fiori , e per i frutti , e per l'odore, e per il lepore . Il legno è d i tan
ta nobil natura che non è rofb da Tignuole e difende dal fetore e dalla marcia
ogni fòrte di panno , parimenti del fuo legno fé ne fbgliono fare belliffimi ta-
uolati & ornamenti di camere e di fòffitti.De fiori grandemente ne gode la vi
fìa , dell'odore tutto fuaue e cordiale ne gode lo fpirito , facendofcne acque per diftillo , fòro di
molto pregio.Del frutto tanto della fcorza quanto del fucco^cibi fuauilTìmi Ci compongono.il Ce
dro abbonda in Africa , maflìmamente nel monte d'Atlante , doue è grande di tronco , grolfo &
alto . Fu portato in Italia da Romanijma io credo che fin da Principio del mondo fiifiè per tutti i
luoghi doue l'eflremo freddo non legna.è ben vero ch'in Italia poco più crefcono che i virgulti,
ma fanno frutti grandi,fi che da marauiglia che da deboliffimi rami fieno fbflenuti.Imperò il Ce-
dro con tutti gli altri della fuafpecie è Solare, e però non nafce e non produce doue non fia fem-
preilSole^anzidamoltifcrittori fono quefted'vna fpetie chiamati arbori del Sole, e quei che
poeticamente diceuano Arbori che generauano i Pomi d'oro, non erano altro che Cedri . La na-
tura adunque di cotale arbore fcuopre e manifef ta i difegni & i defideri del fudetto A ugufto Aca
demicOjimperciochc egli di natura Solare, fèmpre è ftato inchinato e caldo di rifplendere nel-
l'opere virtuofe,edi fchiuare le tenebre, che nafcono da ivitii e da gli effetti tenebrofi e fchifi .
Onde naturalmente amico della luce,non ha mancato ne manca di produrre frutti pieni di bon-
tà e di vaghezza,"hauendo generati molti figliuoli che no gli lafcia col mezo de buoni ammacf^ra
menti punto degenerarci quali fi ponno affomigliareaifrutti&a fiori del Cedro, vfmdo Egli
quelloMottocioès o Lv M à sotEjVolendoegliinferire checomeil Cedro è Arbore del Sole,
cofi Egli s'ingegna d'cffer pianta conferuata dal Sole che è Giefucriflo Saluator nodro, puoifi an-
cora
BOTTICELLA. m
Cora intender quel Solum per la terra , cioè per il Tuo corpo e per il Sole, il Tuo vero Dio conciona
che i benefitii, c'ha riceuuti e riccue (biamcte egli li riconolce dal Tuo Sole, e per appropriare il luo
nome Academico alla Imprefa.fi fa chiamare I'a r R ic o cioèfolare cornei tructuii luimollrano
neirafpetto, qiiefto nato di tanto lodata famiglia, fènza dir dei più vecchi, hebbe vnAiìO no-
minato Siluellro primo di quello nome , perlbna d'honore e di bontà e di beneuolcntia commu-
nc. Matteo figliuolo di Silueftro umilmente feguitò le orme honoratc de (iioipredeceirori, co-
ine più diftintamente di quefla gcncrofà ftirpe (ì fcriue . Per bora tralafciando il rimanente, è da
*iir molto quanto fulfe il valore d'Aurelio Bottigella,dircefo da Antonio Simone, quefto da gioui
netto fi diede a varii honorati eflfercitii^ e fu riceuto nella Religione de Caualieri Hierofolimitani
in Rodi,e nel progreflb di Tua vita honoratamente aflfatigatoli, hebbe tutti i gradi efcetto il prin-
cipal Ma'^iflrato di quella Tua Religione, e nel 1 5 1 ^.ritornò a Rodi,& a cinque di Gennaio hebbe
licentia aopo alcun tempo e fé ne ritornò in Italia e maneggiò honoratillìmi offi tii.fi ritrouò allo
alfedio di Rodi , ne mancò di difendere vn luogo confignatoli nella anfediata città con cento fol
dati , e nel combattere notte e giorno , gli furono quali tutti morti , & egli ferito in ambe due le
gambe ne potendo ftare in piedi , perfeuerò in difefa della fua porta cofi ingenocchione,ne mai fi
perde d'animo fin tanto che non potendoli la città più, tenere , fi refero a patti , rifedendo quiui
per «»ran Maeftro Filippo di natione Frauceie & huomo di valore e di configlio, il qual gran Mae-
Itro nel patte^^iar col gran Turco Solimano, mandò per ortaggio il detto Prior di Pifa Aurelio ,
venuta la relblutione di dar la citta a nemici iì partì il gran Maeftro con tutti i fuoi nauilii e robbe
& artiglierie.e fbldati e caualieri, fé capo in Candia,quindi C\ ritirò in Sicilia , onde mandò il Prior
di Pifa a tutti i principi crirtiani dimandando foccorlo per trouar nuoua refidenza , e fòpra tutti i
luoghi piacque rifbla di Malta, e per ordine del gran Maeflroe delfuo configIio,fu mandatoli
iudetto Prior Bottigella à vifitar quella Ifola, e nel far quel viaggio con le fueGalee.come Gene-
jale, fece srolfa preda de nimici,& ancora in ogni altro viaggio fcmpre fu vittoriofb& acquiftò
molti Trofei, i quali in gran parte (ì veggono Ibpra la porta della Sacrirtia in fan Tornalo in Pauia
■doueèlafepolturade Bottigellii quali molti trofei e bandiere ch'à perpetua gloria del fudetto
PrioTcfbpra la detta porta pendono per ordine generale di Papa Pio V. toltieleuati da quella
honorata virta,h.!uendo intefo S-Santiràil valore &i meriti del Priore Aurclio,comandòche
fluellofpettacolo di tante honorate vittorie. furt'e al fuo luogo rimeffoeconferuato.gratianon
fatta ne conceduta nea Signori ne a Prcncipi.Stabilira Malta per Refidenza di quella Religione
conconfenfodi Carlo V.Imperadore,fu il nominato Priore fatto Goucrnnture dì Tripoli di Bar
beria,& oltra molti acquirti fatti da lui. vinti e fuperati molti corfari fu vn publico terrore all'Ori-
cnte& al mczo giorno. Onde li Mori Io ricercorno d'accordo per ficurezza delle Mcrcantie,in
quefto mczo fu fatto Priore e confermato generale, per la qual cofa C\ ritrouò alla Imprefa di Tu-
nefi , e per il fuo molto valore Carlo V.ne faceua fingubrifTima rtima, e gli daua publica laude &
in quel tempo vltimamente che maneggiò il generalato prefe 1 8 vafèlli con vn Galeone col pro-
prio corfarofamolb, detto Lipparottocriifiano rinegato, e fubito lo fece inpicare alla Antenna
della fua galea,la qual morte diede ficurezza a crirtiani efpauento a tutti i Pirati. Prefè ancora otto
vafelli con vn galeone ricco per più di 50. milia feudi & in querte vittorie (qcq più d'ottocento tur
chi prigioni e liberò più di i joo.crirtiani.e diede di guadagno alla fua religione per più de cento
mila feudi d'oro, d ritrouò giouene alla rotta di Rauenna con i Francefi e kct conbatcendo valo-
rofamente prigione il conte Borcllo de Pignattelli Napolitano e combatello a corpo a corpo con
vn baron Francefe che voleua fuffe fuo.è cortefeméte lo liberò,dopo molti anni lo riconobbe Vi-
ceré in Sicilia e fu dallo rtefTb Viceré molto accarezzato , viffe querto gran Priore carico d'anni e
di gloria , e di nome immortale , pafsó di querta vita con acerbo cordoglio della fua religione per
chefarebbealladignitàdelgranMaertroliilito. Augufto Bottigella Academico detto l'Aprico,
di querto nobilifiìmofangue, non ha mancato d'imitare i fuoi maggiori, ma le occafioni nonio
hanno cofi fauorito , anzi in feruigio di Carlo V.fuo Signore fu fatto nelle guerre del Piemonte
prigione onde pagò gran taglia, prefe moglie ef\t dato alle cofe familiari cercando di giouare a
ciafcuno , e per il buono & honorato fuo nome ha confeguito il grado del Referendario da S.Ca-
toiica Maeftà , il quale con ogni diligentia e giuftitia e fotisfattione io maneggia .
CLq
DI FRANCESCO
SSENDO Francefco Bozzoli amator di pace e di concordia, operando in
guifa fi come egli fa e perfeuera , non teme in conto veruno di cfTcre mutato
d'animo à mal grado de maligni e de violenti, per la qual cofa conforme al fuo
defideriojfi è eletta per imprefala Oliuaal piede della quale è vna Accetta &
vna Zappa che dinotano malignità e violentia nella quale Arbore fi palelà il
^ fuo animo e fi manifeftano i fuoi difegni cioè di operare fin che gli duri la vita
per mantenere , e fé la patria in pace & in concordia,punto non dubitando di
chi cercaflTe di difturbarlo e di rimouerlo da fi honefta deliberatione!, e come la Oliua non perde
mai foglia per qual fi voglia (tagione,così Francefco Acadcmico non mutarà in altra forma i fuoi
penfieri tutto intenti à fini honefli e tranquilli,e quando le fue forze non baftaffero.fpcra che Dio
gl'infonda la fua gratia e lo vnga dell'olio della fua Sapientia la quale fola è atta e poffente a con-
culcare la tirannia del mondo, & à propofito di quefti fuoi difegni honorati ha vfato il Motto cioè
NEC INCIDI NEC E V E L L I & alla proprietà di quefl:a imprcfa non rcpugnano leduc figurec
della Accetta e della Zappa.conciofia che concorrino neceflàriamente à vn fine cioè alla bella in-
tentione dello ftefTo Academico il quale ancora fi è compiaciuto a propofito della imprefa di no-
minarfi lo inviolabile.
La Famiglia Bozzola è antica nella città di Pania anzi per quanto Ci truoua,èantichi(Iìma in al-
tre parte d'Italia e fuor d'Italia, malììmamen te fra Grifoni , & è quiui dotata di molte fàcultà . La
progenie di quefia hanorata flirpe in Pania è verificata per antica e per nobile, primamente per il
fito della cafa pofta in mezo delle antiche habitationi con la Torre quadrata teftimonio importati
tilfimo non folamente di nobiltà ma ancora di gentili tà, ne per ciò lo edifitio della Torre f\ conce
dcua à pcrfbne fé no di fegnalata nobiltà il che fi è accoftumaro in altre città nobiliffime d'Italia,c
di più che ben fi truoua memoria che la nominata cafa Bozzola non folamente non è ffatamai
alienata, ma ha d'alcune Chiefe parrochiali haute anticamente Hlufpatronati^maffimamente di
Santa
BOZZOLI i;3
Santa Maria in Pertica , e Cappelle dotate neìTa meBefima Chicfà'con le fcpolturp antiche di tut-
ti ipaflati della fteifacafatabozzola, ha quefta famiglia il Tuo cimiero d'vna mano che tiene vn
ramo di Bo27oli verdi con quefìo motto cioè os ivsn meditabvntvb sapientiam lequalicofe
veraméte arguifcono nobiltà antica/ono (lati di quefta,moIti huoniini eccellenti in arme & in let
tcre , e per non andar in longo dirò d'vno Vbcrro nato del 1 300. di queflo nacquero dui figlioli
Amitino e Giouannii quali per valor d'armi Carlo quarto Impcradore creò Conti e Caualieri
con priuilegl & con autorità di poter creare notari e legittimare baftardi, la quale autorità era an-
cora conceduta a tutti i dilcendenti di detti fratelli , & farli abili ne i feudi , li detti priuilf gi anco-
ra fono regiftrati all'offitiodePanicaruoli in Milano & autentici predo l'honorato Inuiolabile.
Amitino per la fua eccellenza fu fitto Configliero Vicario e Riformatore nello Aato di Milano
dal conte di virtù, e fu eletto Rifor. deHeftimo di Paula come appare per decreti di efCo Duca, da
Amitino nacque Ambrogio dottor di leggere per la fua molta dottrina fu i! primo ad elfer con-
dotto alla lettura quando principio lo Audio in Turino,fu poi chiamato da Filippo Vifconte Du-
ca di Mibno & eletto per Vicario di prouifione per dui anni, e dopo ciò fu chiamato a legger Ca-
nonico nella fua patria Pauia nel 1 3 92,d" Ambrogio fudetto e di luftina gentildonna deLampo-
gnanirailanefe nacquero Amitino fecondo e Criftofono, il quale Amitino fu dottor di legge e
lelfe lungo tempo in Pauia,fu prior del Collegio de dottori come fu Ambrogio fuo padre l'anno
1442. di Amitino nacque Protafio il qual fu dottore & Aduocato fàmofiflìmo, e fu Priore del
Collegio dell'anno 15:05. di Criftofano nacque Ambrogio fecondo Dottore parimente di leg-
ge & Aduocato primario nel fuo tempo e Prior del Collegio l'anno 1506. di Protafio difcelèro
Lorenzo «& Augufi-ino,ambi fatti dottori in vn tempo medefimo l'anno i j 19. Augurino fu ad-
meffo alla lettura della Infticuta/altro fatto aduocato,mori giouene d'Ambrogio 2. fudettOjAuo
dello Inuiolabiie Academico , nacquero Camillo Vincentio,e Benedetto,Vincentio fi fece mona
CO di fanto Benedetto,GhiamatoTimotco,Benedetto fi diede alla mi!itÌ3,e co grado feguitò^hauen
do portato feco circa tre mila feudi , Monfig.' Lautrech e morì allo afTedio di Napoli, e fé non mo
riua cofi giouine , faceua honoratiflìma riufoita. da Camillo primo genito d'Ambrogio , il quale
fu di molta bontà e di fingulare virtù a benefitio del publico e del priuato e d'Anna figlia ài Fran
cefco Sacchetto legifta famofo e Senatore Reg.in Milano,difoelero foi figli mafchi e tre femmine,
Ambrogio 3. il primo bora frate di fanto Dominrco,dctto Girolamo predicatore, l'altro Francef-
co honoratiflimo Academico Affidato , detto l'Inuiolabile.dopo queff i dui nominati ne nacque-
ro quattrcdui dati all'arme & alla religione, ancora che prima haueifero dato opera alle buone
lettere, imperò fatta la loro pruoua di nobiltà hebbero la Croce nella Religione lerofolimitana
hoggi di Malta,e dopo lo hauer più volte folcati i mari e co gl'infideli combaruto. Ci rirrouorno al
Io affedio di Malta.Vinccntio il primo di quefU dui creato Alfìero d'vna compagnia de cauallieri
e deputato alla cuflodia di Santo Hermo,dopo l'haucr fatte molte marauigliofè pruoue,prefo da
Turchi il luogo,giouane d'anni 2 1 .in 2 2 ,fu morto Martire di Dio , l'altro chiamato Pauloemilio
non di minore afpettatione , rimaflo alla difefa di Santo Angelo cofi giouanetto fu veduto di tan
to valore che fece ftupire il gran Maff ro , ma gelofo della fede fattofi berfaglio dell'Artiglieria tur
chefcaconfacro martire la fua vita a Criflo.gloriofi e felici giouanetti fatti dui Angeli in Cielo,
gli altri dui con lo Inuiolabiie fono viui. Il quale Inuiolabiie, hauendo attefo in fùa giouinezza a
gli ftudi legali.acquiflato con fudori il grado del DottoratOjfempre^oltra la publica lettura di an-
ni i6.fi è per la fua Citta affatigato, efiendo ftato più volte Abbate e Priore del venerando Colle
gio l'anno ij 67. Aduocato perla fudetta fua patria, eletto più volte Ambafciatore publico ne
mai cefTa per benefitii comune, & è dell'Academia Illuflmembro veramente honorato e gioue-
uole.
DI FABRITIO
'Arbofccllochequifivedeèla Mirrn . Tmprc-fà di Fabritìo Spinola Genoucfè
oa!l;' quale traggo la fomiglianza della fua intentione , ben però fi (a la Mirra
efret'aibofccllo c'ha il fuo tronco lungo cinq; gomiri e florto.dalcui tronco fuo-
Ic vfcircla gomma chiamata ancor Mirra. Li Poeti fingono che Bibli fu conuer
t'ta in quello arbofccl lo il qual nafcecon abbontianria in Arabia. Ribli fu figli*
uolodiCinira Redi Cipri, del quale la ftelTà figluiolaeffendo fi ramenteina-
morata, con Inganno, & occultamente lo godeua.il padre finalmente accortoiì
dell'atto infame e federato , volendo ammazzarla, poflafi ella in fuga fu dagli Dei in Mirra con-
ucrtita . L'allegoria di quefta fauola lungo firebbe a contare Ja natura però delle lacrime ch'ef-
cono da quH tronco , è quafi noto a ciafcuno . EfTendo la verità'fecondo Plinio al libro duodeci-
mo) che foffiando i venti fanno che quella gomma elea dalla fcorza con più abondantia che di fua
natura, lo rieill) arboro non produce.di qui(come fi è detto) queflo h( noratiflìmo Academico ca
Ila la fimilitudine de fuoi penfieri , prendeado i venti per coloro che lo hanno da fanciullo perfc-
guitaro e fattolo continuamente agitare e crollare per i^barbarlo dalle radici, ma in lui hanno
latto più crefcerc l'animòe più gli hanno fatto raffinare idifegni di refilkrc alla furia &air'm-
peto loro e, come le lagrimc^o gomme del fudetto A rbofcello hanno virtù che li corpi degli hiio-
mini morti incorrotti Ci conlcruano . cofi li venti dell'inuidia e della malignità rendono forte &
incorrottibile la forza e l'animo dello fteffo Fabritio Academico. e con molto propofiro vfà il pre
fentc Motto cioè concvssa vberior, vedendoci qui con quanto propofito eia figura & il
morto conuengano, e come il nome academico parimente S' apieno con la figura e col Motto
corrcfpohda'j cioèL'Aci t ato^c fimilmente la Mirra mifleriofaedi confideratione mirabile
fnm' di ciò ne canta lanoftracath licaUomana ChiefajimperciochedavnodeMagi d'oriente
iv al Saluator nofiro prefcnf nta e fì^cr'ficata.
La famiglia Spinola onde è l'Agitato trai più nobili vfcito^eper nobiltà e per titoli e per ri-
chezze
SPINOLA 1/4
chczze è nota In Italia e fuor d'Italia, della origine di efia non accade replicare poi che in altri luo
ghi di qiiefto libro fé n'è a baftanza ragionato.in molte hifìorie , & in molte croniche , maflìma-
mcntc di Milano e di Genoua fi leggono molti egregi fatti della cafata Spinola, vna delle quattro
nella K .P.Genouclè , impercioche quefte quattro famiglie non fuperiori all'altre , o per autorità,
o per nobiltà.nia fi bene per hauerc elle fèmprehautilèudi è va(rallaggi,& ancora per edere flati
con le forze e con il configlio fempre prontillìmi per difcfa e mantenimento della libera Patria lo
ro , e fé de gli Spinoli voleffi trattare la millefima parte, molta carta non che quello breue Ipatio
non làrebbe baftante. Lafciando adunque indietro gl'infiniti meriti di molti e molti di quefto gè
neroiò fangue , comincio da Oberto Spinola a cui infieme con Oberto d'Orla fu dato il gouerno
della R.P. e per molto tempo la libertà fu quieta e tranquilla nel 1 267. nel qual tempo fu il vefpe
ro Siciliano, fu anco nel 1 3 05. Opizino Spinola molto valorolb e d'animo inuitto il quale dopo
molti franagli , fu Principe della fua patria, nel i435.Zaccaria Spinola fuperò in mare le Galee di
Vinccntillo il quale teneua in terrore tutti i mari, e fu di molto danno di Gcnouefi huomo intre-
pido e crudele, fu Cdico) da Zaccaria Spinola vinto e menato pregionein Gcnouaoue fu meri-
tamente decapitato . Nella guerra nauale ancora contra Alfonfo d'Ar;igone Re di Napoli la vir-
tù degli Spinoli tanto preualfe che fuperò l'armata Aragoncfe & vna Galea Spinola fece prigione
Alfonlò . Imperò Filippo Vifconti Duca di Milano fatto Tiranno di Genoua , volfe chcl Re con
tutti li prigioni fuffero menati a Milano con poco rifpctto de vittoriofi Genoucfi , per la qual cofa
la R.P.nerimafefdegnata e mal fodisfitta.Francefco Spinola non potendo fopportareil fregio
nel volto della fua dilettidlma patria e per liberarla dalla tirannide,& ancora che falle molto fauo
rito & in molta Itima del Duca , più potè in lui l'amore della patria cbeTfauor di fortuna,difegnò
fègretamente e pei la maggior parte àfuefpefe,di prendere il cafielletfo.doue rifcdeuaOpizino
d'Alciatejioggi detto Alciato.gouernatore per Filippo in Genoua & elfendo però dal Duca man
dato à quel gouerno in luogo d'Opizino , Erafiiio Triuultio il quale haucndo trouato il caftellet-
to sfornito per lo impeto fatto da Francefco con il concorfòcifui cittadini , s'arrefe a patti , on-
<ie Genoua liberata dalla Tiriinia foriftiera meritamente chiamar Francefco Spinola, padre della
patria >machevoglio contar le ftelle in Cielo ?'Ritiromi adunque all'Ano del noftro Agirato il
quale fu chiamato Girolamo huomo preftantilfimo Gòuernatóre di Piombino e deirElba,figno-. jj
re de cartelli e della Gabellaci padre parimente dello fteflb Academico , fu detto Tobia, amato |
cittadino e riuerito nella fua patria, pacifico , benigno e di vita elfemplare, G dilettò di poefia e (1 ?■
legge di fuo in ottaua rimaTofcana , vn libro in laude del Principe Andrea Doria . Hebbe anco-
ra lo Agitato vn Zio pur de Spinoli fratello di fua madre .nominato AlefTandroilqualeattefeinf
iua gioucntù alle fcientie , e poi alla militia e fu colonnello di Carlo V.Imperadore, fu gratifTìmo '-
alMarchefe del Vado , e di detto Alelfandro Ci fono vedute e fi veggono molte belle pocfie tofca-
ne e latine , da quefti l'Agitato punto non degenera d'animo, lesene è egli flato impe-
dito dalla fua fanciullezza ( come fi e detto ) fin alla fua prefente Età , ma
quàto non ha egli potuto efleguire s'ingegna di indrizzare i fuoi
fìgliuoliall'opere vertuofe perche feguinole pedale
de fuoi maggiori & fuccederanno al padre
nei feudi «Se nelle fìgnorie.
DI PAVLO
A Galea vicina al porto doue fono diuerfi fcogli perlcolofi e difficile a paifarli,
è impre/à di Paulo Fiamberti Paiicfe, onde Egli tragge la fomiglianza de fuoi
difegni , impercioche la Galea elìcndo pafTata per diuerfi mari e per moiri an-
ni &hauendo combatuto con i nimici e con l'impeto dell'onde, ritrouandofi
bora preflb al defi derato porto , vede e fcorge ancoragli Tpauentofi impedi-
menti, elFendo pur troppo vero che niuna cofaèpiu infida chcl mare.e niuna
più varia & inftabile che la fortuna , imbraccio de quali più ch'ogni altra per-
fona fi ritroua il Nauigate,il Mare è infido perche oltra il fuo naturai fluflb e refluflb/empre è agi-
tato da venti che in varii modi repentinamente ogni Pelago alTaltano. La fbrtimapoi percflere
accidcntal cagione non può in vn fblo fiato ftar falda, moftra però il nominato Pau!o,hauer con
pericolo della Tua vita ben TpciTe volte l'infideltà del mare e la inftabilità di fortuna fperimentato
€ con atfanni , e con trauaglije con rifichi di morte patientementeè arriuatoal porto, fperando
ancora di trapafitar ficuro i pericoli che gli auanzano. II Leone poi nello flendardo dipinto guar-
dando alla gran crocc,è l'arme di fua famiglia , quafi mòftrando di volere cfTer prontils. in difen-
dere la fua religione,Ie quali figure quiui fono per ornamento pofle e non perche alla natura del-
l'imprelà concorrine ,
La famiglia Fiamberta in Paula è antichiflìmac nobile,& è difcefa da quei primati Longobar-
di come ciò fuona la manifefìa nobiltà del cognome, poifcdcua già gran ricchezze le quali per la
maggior parte tolfè il Duca Gio.Galeazzo & affegnollc al cóuento della Certofa ricco per più di
4o.miIe feudi d'entrata, por quanto fi dice e fì vede,con manifeftifsimo pregiudirio della famiglia
Fiamberta. fu qucfta parimente padrona di Mirabello nel Barcocd'vnabelliffimapofiefiìorc
chiamata la Fiamberta , fi truoua fimilmente ch'auante la venuta in qucfte bande della II1.& an-
tichiflima famiglia Barbiana , furono i Fiamberti fignori di Eelgiojofb, & ancora padroni del ca-
ilelIOjdettoSptflù'Longo però farei fé vokfTì trattare di quelli de qualièfrelcala memoria, ma
per
FIAMBERTI. ' \ss
per non incorrere in longhezza e per non trappaflare l'ordinario vengo à nominare tre honori'
tilTimi fratelli della medefitna ftirpe de Fiamberti.cioè Gabriello,Marco e Nicolao eccellétiiTimi
Dottori di legge & Angelo Gabriello cugino di elfo Academico, pur dottor di Legge e profellb-
re nellofiudio diPauia,epoi fpiratodaDio (i fece Canonico regolare predicatore famofo. Ab -
bate,e Vifitatore della fua Religione. E Itato ancora in quefta cala vno Antonio Fiamberto Ca--
pitano di militia ne i feruigii del Re Francefco primo,di molto ualore e di honorato credito, pari
méte era di quefta famiglia Galeazzo Fiamberto Caualiero e dottore celebratifs.e ne i fuoi tem-
pi dicono cficr lui ftatofra i ricchi della fua patria ricchi(Tìmo,dopo quello è ftato vn Marco mo-
dernOjdottore nell'vna e l'altra legge Eccel.truouafi pariméte di quella nobil Airpe oggidì in Ca
fale Giulio Sen.digniiTimo dell'Eccel. Signor Duca di Mantoua a lui molto caro & grato, è ftato
vn fratello del fopmnominato Academico nomato Girolamo , il quale feguitò la Corte Roma-
na.fu a fcruigi di Aguftino Triuultio amplif.Cardinale,e feco andò più volte in Francia & hebbe
molti honorati offitii.fu Cubiculario di Papa Pio IlII.e poi dì Papa Pio V. viflefempre con mol-
ta ftima in Roma e con molto credito, viue del fudetto Academico hoggi il minor fratello,detto
Bartolomeo Filofofo e Medico fra i primi di Pauia,diligente,bcnigno,caritatiuo , e fouuiene per
la maggior parte con molta pietà a gli infermi bifognofì& ha fatto cure di marauiglia , come chi
di cio'dice , lo habbia più volte fperimentato . Imperò Paulo , nominato Academicamente Io
Stentato , perle fue molte fatighe fin dafinciullo frpportate nei feruigii della fua reli-
gione, ha uoluto per motto della fua Imprefa vfar quefte due parole cioè Arte et i. a r. o r e ,
e che ciò lìa nero da fanciullo hcbbe l'ordine Hierofolimitano in Malta,fu creatura,come cópa-
triota,deli'immortaleF.AiirelioBottigella Gran Priore di Pifa.ma venutolo Stentato in Età di
far facende,piu volte per la fua religione andò fu le Galee in corfo rapportatone il più delle vol-
te honore.ritrouoftì all'Afledio di Malta e lo lUu.gran Maeftro lo clelTe con molti altri alla cufto-
dia di fua perfona,ma prima che li nimici arriuaifcro gli diede carico di far fort:ficrae doue il bi-
fognofufTe^e fortificò con diligentia e preftczza il Borgo la vigilia di Natale nel ijdj.e ridulfe
con marauiglia in breue tempo il detto luogo in fortezza,cintolo di Muraglia di più di 60. canne
Jungo,effendo ciafcuna canna 8. palmi,có hauerla ridotta a terra piena,& a continui,terribi]i fpa
Bentofi aiTjlti che poi l'armata Turchefca daua,era impoflìbilechefi fulfe difefa,fc nò fi fulfe vfa-
ta ogni diligentia in fortificar lo fteftò Borgo, oltra di ciò il gran Maeftro fempre leuaua lo Sten-
tato dal fuo ord.nario luogo.mandandob à far ripari bora in quefta hor in quell'altra parte, con
jnanilefti pericoli di morte, fi che il giorno era obligato alla cuftodia del fuo Principe , e la notte
era deputato à ripari fin tanto che l'Ifola tutta fu da Dio SantifsilTimo difcfa.Non pai tofto il ni-
Diico partito, fu lo Stentato dal fuo Principe mandato à Roma per Ambafciatore alla Santità di
Papa Pio . 1 1 1 1. per che gli defle conto de i pericolofi e fpauentofi luccelTi, e fu a fua Beati-
tudine molto grato & accarezzato, ne perciò è ftato pofcia in ripofo, ma mandato in
diuerfi luoghi & ultimamente per benetìtio della fua religione e rifeduto per al-
cuni anni inGenoua doue è ftato amato e ben vifto, fperandofi che
da Caualiero à Comendatore di Parma , falifca per propru
Ujeriii à gradi maggiori .
Kt
DI FRANCESCO
L Monte cultiuato dalla Zappa", e percofTo dalle pioggie che Io humcttano , è
I Imprcfa di FrancefcoLonatoPaLicfè, perlaqualrapprcfcntala conformi-
tà de Tuoi honoratidiTcgni, con li quali brama di fcoprir al mondo quanto
egli (ìa inclinato e difpolto di Tempre feruire fedelmente al Tuo Principe, & a
tutti quelli che da lui dipendono , dimoftrando confbmma módelh'a che
quantunque egli fia aguifa di Monte inculto , fi aft'atica però con la lon-
ga,e diligenteferuitù,e con ordinarie fpefe di cultiuarlo, pur chela piog-
gia lo fauorilca,- La qual altro non dinota cheilfauorde Principi, ereco-
nofcimento de buoni antichi , e fedeli feruigii fuoi ,• Onde giudiciofamente con tal figura fa ue-
dere il fuo animo, & il fuo accefo defiderio di perlèuerarc nella feruitìj,e nel riceuimento de Prin
cipi,e Cauallieri in cafa fua , e perciò a propolìto ha vfato il motto jn lingua Spagnuola Con
estas obras, ancora che alcuni poteffero tal imprefa interpretare con fenlò amo-
rofo. Ha parimente que(to gentilidìmo Àcademico poffofiquefto nome el Perseve-
ra d o , rimprefa è arguta el nome leggiadro, e l'vna e l'altro conforme al fuo magna-
nftno defiderio.
Ilquale Frac, è nato dell'antichiflìraa e nobilliiTìma famiglia de Lonati.efTendo certiflìma cofà
come molto tempo auanti Federigo Barbaroffagli antecellorifuoi di quella fiirpe fioriuano,
e fignoreggiauano , i feudi della quale furono Lonà , Pozzuolo , Holeggio , Pombio , Lo-
nà nel Brefciano , Montechiaro , Caftione , Melzi nel Milanefc ; onde li Torriani uolen-
do fcacciarnc la famiglia Lonata come adherente a Vifconti, fecero infieme vn fatto d'ar-
me , e molti Torriani vi morirno , malTìmamente Mofca , e Pafiarone fratelli , e Marfi -
Ito Lonato huomo di ualore fìi morto, ilquale non hauendo alle maggior forze potuto re-
fiftere il rimanente de fuoi fi ritiraro nel I3refciano , fauoriti da Gambari , e da Maggi pa-
renti fuoi ; ne mancò ancora Otho Vifconte primo Arciuefcouo di Milano di tener
gran
L O N A T O. is6
gran cóto de fiioi veri amici Lonati,a quali dal fudetto Imperatore Federico (h il dominio d elTl
per priuilegi confermatoci quali legger (ì polfonoje riconfermato poi nella perfona di Benedetto
€ de fratellijnel ii6i .e riformata a cfll l'arme delle tre lune in campo roffo con l'Aquila nera,& in
cerchio dorato.conciò fìa che prima portalfero una colonna in piedi da una vipera attcrneggia-
ta con una Luna in cima . Il primo Duca ancora di Milano confermò i priuilegi nella perfona Ai
ErafmoloLonatenel 1598. alli 20. di Marzo. La origine però di que(h progenie di certo non il
troua , ilche è lìgnale che fia antichilfima; alcuni fono di parere che defcendcifero da Luni Città
nellieftremi confini di Tofcana ; Ritorno però a dire come il fudetto Erafinolo auanti il 1 398. di
molti anni fu collateral generale del nominato primo Duca, ilqualofìcio in quei tempi era iia
primi gradi di Militia, Ma le de tutti i perfonaggi di quello fanguc s'haueife a ragionare troppo
longafarebbe la hiftoria . Fu ancora un Bernardo Lonato gratiflìmo,e fcdelifllmo al Duca Gian
Galeazzo, Conte di virtù , e per il fuo valore fu generale di militia , e conlìgliero dello flcifo Du-
ca , Vicario parimente dell'Imperio del 1 3 9 5 .ma inanzi fu eletto Bernardo (joucrnatore di Vi-
cenza fìi marefcalco generale nella guerra di Verona, fu parimente A mbalciadore all'Imperato-
re Vincislao nel 1388. e ritornò con honoratiflimefpeditioni, fu fìmilmente mandato pernuo-
ue occafioni con la medefma dignità al nominato Imperatore Vincislao , & accompagnollo di
Lucenbeg a MilanOje da Milano a Praga in Boemia,e da fua Cefuca MaelH furono a Bernardo
per le heroiche fue virtù confirmati li feudi i quali in parte hoggi pofieggono quelli che ibno da
lui difcefi.Fù anco Marifcalco nella guerra diGenouanel 1383. Nell'anno poi del i45i.Venen-
do Sigifmondo Imperatore per coronarfi fu mandato Paulo Lonato figliuolo di Bernardo à ricc
uerlo,e fu da fua Maeftà accarezzato molto ; il che fi legge in più priuilegi,e in più patenti di quc
ilo medefmo ceppo uiflè un'Antonio dottor di legge che fu Podeftà di Cremona , poi di Pcrug-
gia doue fece un'atto di giuftitia eflcmplare come fi legge in una oration funebre futa in fua lau-
de,mà più chiaramente nel Coirò. Hebbequefta generofa famiglia un Francefco di gran confi-
glio,& autorità, e fu mezano di metter pace tra il Duca di Milano, e il Duca di Ferrara, un laco-
moparimetifu capitano della guardia del Duca Filippo.Similmcte furono di quella nobil cafata
moki altri perfonaggi ch'hebbero in dominio3& in g'ouernopacfi e populi de quali fircbbe Ai
meftieri farne lóghilTìma hidoria; Furono ancoia molti di gran conto nelle prelature Ecclefiafti-
chefrà quali fu un Bernardino Cardinale e legato di Aleffandro fedo. Carlo medefimamente
Zio di quello Academico (per venir à Moderni^ fli grato Camerier fecreto,& aflfidcnte di Papa
Giulio terzo . Si ha ancora memoria di duoi Pauli Lonati un Dottore , e Senatore,- l'altro Goucr
nator di Aleflandria,e Callellano di Cremona, e Luocotenente generale della cauallcria leggiera
di Carlo V. fotto il Principe di BrifignanOiQiiefto Paulo ha lafciato un figliuolo chiamato Pietro
Antonio genero del Duca d'Vrbinoilqual fi ritrouò nella gran vittoria dell'armata Turchefca^
nell'anno 1 57 i.&eflcndo generale delle Galee di Papa Pio quarto andò al foccorfo di Orano,'
e fi ritrouo, à molte altre fattioni,onde che fu laudato dal Rè noftro ; Oltre che fu anco colonello
de duoi milla fanti al foccorfo di Malta, & bora è caualier d'Alcantara , Senator di Milano e del
configlio lècreto di fua Maefià in detto loco,& fiato. Vengo bora à Francefco Academico detto
il Perlèuerado ilqual fu figliuolo di Girolamo Lonato gentilhuomo di molto configlio e fu gran
deméte amato dal S.Antonio da Leua,dal Marchefe del Vafio,da Monfignor Granuela,e Mólìg..
de Rhas bora Cardinale,e Viceré in Napoli.oltra altri Principi.e particularmente Francefco fecó
do Duca di Milano fece il detto Girolamo fuo cómiffario ordinario delle talfe è cenfi del Pauefe,;
chele confirmò Carlo Quinto per la fua bontà e fua fedeltà,perche la fua cafa fu fempre apper- •
ta ad ogni Signore che allhora paffaffe per Paula,- ha lafciato il fudetto Fràcefco Accademico no
iblamenteherededefuoibeni,defeudi,edegradidelCommiffariato transfertoin lui dal Re
Filippo,mà ancora herede di magnanimità, e de liberalità,riceuendo in fua cafa co ardentiffimo
volere,e con non piccolo difpendio ciafcun perfonaggio j non mancando egli d'ottimi fèruigi al
fuo Rè,& a fuoi gouernatori , & vfficiali : e particularmente è {fato quello Academico gratiUìmo
al Marchefe di Pefcara di felice memoriale al nuouo gran Duca di Tofcana, &è grandemente
amato dal Comendator maggiore di Caftigliaepariraente dalla patria fua laqual egli con ogni
sforzo honora, & offerua.
Rr ' a
DI HERCOLE
A F I G V R A del Leone con la Simla , è Imprefà d'HercoIe Mala*
fjsina, rapprefèntando per ella Imprefai fuoi tribulati e trauagliati penfie-
ri,i quali fono alia Tua mente una febre inquieta & incomportabile , però egli
fegue la Natura del Leonc,animale Redi tutti i quadrupedi e di eflì il più gè-
nerofo el più magnanimo, ilquale eflèndo quafi da continua febre trauaglia-
tOjCol fangue , (come alcuni fcrittori affermano) della Simia fi rifana. Volendo
quefto nobile A cademico inferire come egli rapprefen tato dal Leone, può
guarire la Tua trauagliata mente con la prudentia , effendo la uerità ( fecondo uogliono al-
cuni buoni Autori ) che la Simia prudente fopra tutti gli altri Animali , e che imita mara-
uigliofàmente l'huomo ; fia prefa & intefa per la prudentia , per onde quefto gentiliflìmo A-
cademico fi tolfè dal cuore tanti ftrani & inquieti trauagli : Imprefà veramente à fuoi ho-
noratiifimi difegni conferente , vfàndo egli con propofito quefto Motto , ciò è ad m e d e l a m.
attribuendofi ancora con molta conueneuolezza li nome Academico in quefta guifa cioè Lo
STIMVLATO.
Hercole è nato della generofa & antichiflìma ftirpe Malafpina laquale uogliono alcuni c'hab-
biahauto origine da Principi de Saffonia come ha hauto la famiglia dèi Finale . Altri tengo-
no c'habbia origine da vn capitano ilquale fu Principe fra Goti , e farebbero più d'otto -
cento anni, ne conferirebbe col tempo defcritto daBuonuicino, dal Bofio, e dal Coirò.
Anzi fi fono trouati monumenti nelieTerre principali di quefta Illuftre cafata, cioè inMaf^
fa in Carrara, & in Villa Franca, coni nomi de Gothi, i quali veramente furono i primi
ch'in Italia portaffero i Titoli del Marchefato . Altri vogliono che la Progenie Malafpi-
na fia uenuta da Luni Città antichiffima e famofiffima a confini di Tofcana fituata e fpro-
fondata per cagion del fiume Maera. e che ciò fia la verità , le prime loro iuriditioni fii-
rono nel paefe Lunigiano e quei populi furon chiamati Vetturi, come fi legge nella Cro*
nica
MALASPINA. is7
nica de Gcnouefi, quali con i medefimi populi molto tempo combatterono, il Coirò & la-
tri dicono quefta generofa famiglia efler cognominata Malafpina da vno Azzo, o vero Azzino
figliuolo di uno, detto IlduinoilqualeTeodoberto Padron di Milano fece amaz2are.Onde Az-
zino fanciullo per riuelataiftigation di (ànto Ambrogio con vna Spinajnon hauendo altra arme,
dormendo gli Teodoberto ingrembo.gli pafsò la tclta, ricordeuole della morte del Padre . e da
quefta Spina ha quella gentilillirna ftirpe tratto il fuo cognome. Ma con più decoro e con più ue-
rifimilitudine è detta Malafpina da vn cartello , antichilfuna habitatione di quefta inclita proge-
nie, in cima d'vn monte porto.erto e quali inacceflìbile , di cui dicono retrouarfi ancora le ueiti-
gia,ma per molti centonaia d'anni non più habitato- furono (dico; i MarchefìMalarpinifempre
Signori e non mai fottopofti.faluo all'Imperio come chiaramente ne i priiiilcgi loro fi può faperc.
Sonoftati più uolte Vicarii dell'Imperio. Sono ftati per valor d'arme padroni della Corfica,& ha
no hauto il grado di Generalato nella Militia Genouefe . e perche non hebbe quefta fimiglia la
primogenitura crebbero numerofaméte&poflederono e polTeggono nella Lunigiana più di 60.
Cartelli . haueuano fimilmente Dominio & hanno in Tofcana , nel Genoiiefe,nel Tortoncfe, nel
Parmigiano, nel Piacentino,e nel Pauefe.elèruano il meroe mirto Imperio.e le fuftcftata fra lo-
rda primogenitura,none dubio ueruno ch'elfi farebbero come de primi per nobiltà e per anti-
chità, coli ancora di entrata e di Vafàllaggi . hanno però difcapitato aftai,o per guerre , o per bi-
fogni,o nero per elfere ftati vfurpati. co tutto ciò in Tofcana il Marchefe Alberico fatto Principe
di Malfa iconferua la reputation di quella Signoria, nel Pauefe mantiene il fuo grado Hcrcole
Malafpina Academico il cui auo fenza nominare i più antichi che furono di molta reputationc e
credito, fu fignore di buona parte della Lunigiana di quella(dico^ che vien dalla Macra fiume ba
gnata, oltra a elfi fei Cartelli , fu Signore e Marchafe d'Oramala nel Pauefe,di Valuerde di fanto
Albano,di Val di Nicia , e di Godigliaffo . Fu gentilhuomo di molta integrità e d'ottimo giudi-
ciò. Fu di quefto, Cefare fuo figliolo,c Padre dello Stimolato Academico ,- maritato in nobililfi-
ma & 111. Gentildonna di cafa Cartigliona, e forella dello Illurtrillìmo Cardinale Cafticlione ho-
norata memoria , Cefare da erta fua moglie generò pia figlioli.fra quali il primogenito'^è Hercolc
fopradetto, Marchefe d'Oramala che da fuoi maggiori non è punto tralignato , impercio che ri-
mafto giouinetto, priuo del Padre, non mancò di ornarfi di buona creanza e di uirtuofi coftumi
maflìmamente fotto la tutela e protettione di Monfignor lllu.Caftiglione e Senatore, e perucnu-
to poi alla età virile gouernò egouerna con ogni diligentia le fue pofteifioni i fuoi vafalli efefteP
lo , hauendo prefa moglie di parentado Illuftre.fu eletto della R. P. Genouefe collonello e ferut
con uniuerfale fodisfattione di quei Signori . Fu (imilmcnte chiamato con carico honorato ne i
feruigi del Re Catholico in Piemóte & alla imprefa del Finale & in quefte & in ogni altra occafìo-
jne hademoftrato quello fplendore di uirtu ch'ai fuo generofofàngue conuiene, hauendo fatta
continua profeflione di cortefe,d'affabile, dii liberale.di magnanimo e di prudenti/fimo padre di
femiglia ,con ciò fia che habbia maffimamiente due fui primi figliuoli à honoratilfimi Effercitii.
indrizzati, primamente ha uoluto che Pietro Francefco fiììa dato alla profeflione le-
gale, efsendofì in eflà facultà rcieritamente addottorato, e Filippo fi fia
dedicato a feruigi del fcraniffimo Duca di Sauoia . & hauendo
loStimulato confcguitoil tutto con Prudentia.èri-
marto fcarico di quei perniciofi trauagli.fpe-
rando in Dio nel rimanente di fua
vita di confèruarfi buono
Academico e Ca -
ualier C^i- ''
ftiano.
DI PROSPERO
A Volpe pregna, fèguitatà da più Seu(ì,o Brachi.è imprefa di Profpero Specia-.
no Milanefe . ben Ci fa, la volpe eflere animale afiuto e prudente : della quale
gli fcrittori ne ragionano, & le attribuifcono l'aftutia , che è parte di pruden-
tia : impercio che non efièndo animai gagliardo , ne hauendo artigli, ne mor-
tai mordacità, fi preuale e per vi uere.e per difenderli della aftutia. Varrone
vuol che fia detta volpe, quafic'ihabbiai piedi, che uolino. ma non s'acccttsi
quefta opinione , perche la uolpe non veloceméte corre . Sua proprietà adun-
que è la aftutia, e la prudentia. dalla cui natura d caua no molte {ententie,e molti prouerbii.e poc
ticamentc da quefto fteflb animale fi cauano molte ali egorie . Suetonio dice , che doue manca la
pelle del Leone , ci fi debba cucire la pelle della volpe,, volendo inferire.che doue macano le for-
ze.fiipplilca l'ingegno, dalla Volpe adunque Profperc» Academico Affidato tragge la fomiglian-
za de Tuoi difegni , impercio che come la volpe è cacci ata da cani , cofi egli uien perfeguitato di
molti . finge la volpe eficr grauida , conciofia , coià eflcr vero, e per ifperientia manifefto , niuna
volpe quali trouarfi che grauida fia ftata prefa da cani ., ellèndo colà certiilì na . come in quelto
ftato quefto aftuto e prudente animale ufa grandilfima diligentia di praticar luochi (ecuri per fug
girle perfecurioni di fi fieri nimici,ccofi daellì difende fé, &. anco la grauidanza. Bella Se
ingegnofa fimilitUiline quinci caua quefto gentililfimo Academico, hauendo egli il petto gra-
uido d honoracilfimi penfieri edivirtuo'i difègni, accortamente poitandofi, perche da luoi
p-rfecurori non fieno interrotti, e per ciò ufa quefto motto Intrepida Secvritas,
volendo dinotare , fé beneèf^lo, trouarfi intrepido .elafìcurezzagli uiene da fuoi honeftifld-
mi difegni co qui'i fpera d'annullare la perfccurione : perche come egli non la reme ha-
uendo ragione e Do per lui, cofi fpera con fimigiUante (bccorfo rimaner vittoriofb. e pe-
ro con mo'to propofiio Ci fa nominar il Virile. & è certamente la iierifà , che l'huomo
è detto Virile dalla virtù per la quale fi fupera ogm tirannica uiolentia . ]^ nato quefto ho-
norato
S P E e I A N O. i6Z
honoratoAcademicodeIJa famiglia de Speciani.neoccorre parlar de gli antenati fuoi,poicia
che di Giouan Battifta Tuo padre fi potrebbe tare lunghiflìma hiltoria : impcrcio che fu Senatore
di Francefco Sforza fecondo,& ultimo Duca di Milano di quello nome. Fu anco fatto Capitano
diGiuftitia generale e perpetuo nello Stato di Milano, creato nel M d xxv i i. pur dallo
fìeHb Duca Francelco : dopo lamorte del quale fu ricercato il fudetto Giouan Battifta con grof.
fb (hpetìdio,& grado honoratiffimo , dalli Principi maggiori fra Criftiani,cio intendendo l'inuit-
tiffimo Imperadore Carlo \^ per non rimaner priuo di valorofo perfbnaggiOjmaflfimamente có-
iìftendo in lui la maggior parte del fbftenimenro di effo ftato , gli fetide, come di ciò fé ne leggo-
no le lettere,& io le ho vedute autentiche,pregandolo continualfe in quei magiftrati.aggiognen-
doli lìipendio, & che fulle del configlio di S. Cefi Maeftà in tutti i luoghi , e per tutti i ncgotii .fat-
tolo ancora Commiffario generale de gli effercitiCef in Italia: nei quali magiftratie gradi tut-
ta uia con più gratia.e più credito perfeuerò fin al ultimo di fua vita,chc fu del 1 545; . Fu perfonag
gio ornato di tutte le difcipline, & delle lingue Greca, & Latina , oltra il dottorato dell' vna e lal-
tra legge . Fu valorofo nell'eflercitio militare, «Se mirabile ne i fuoi configli . però non fia maraui-
glia, fé Carlo V. ne tenne à parangon di ciafcuno altro perfonaggio,grandilTìmo conto, e che ciò
iìa vero,ne gli ordini della dieta di Vormacia volfe l'Imperadore che fulTero ritirate le prouifioni
di tutti i Magistrati in tutti gli ftati fuoi, e che durafiero per un biennio, e che ftclfero à findicato
fin à fupremi Gouernatori,efcettuato Giouan Battifta Speciano: al quale douendo andar il Mar-
chefe del Vafto alla corte , lalciò con fbmma autorità il maneggio. Lungo ancor farebbe fé vo-
leffi memorare i gouerni di molte Città dello ftato & i negotii importantilTìmi con titolo d'Am-
bafciarie,ch'egliefrercì per il fuo Principe. Hebbepoi per moglie vna prudentiffima,& hono-
ratiflìma gentildonna Pauefe de Sacchi fbrella del valorofo Gieronimo Sacco,ftrenuo Capitano,
& Collonello di Carlo V.ritrouatofi in molte fattionimilitari.come capo: & ancora Gouerna-
tore di molti prcfidii . e morì ne i feruigi di S. Cef Maeftà e parimente del Re Catholico . hebbc
di quefta gentiliffima Madonna Giouan Battifta Speciano xiii. figliuoli, tutti valorofi , e virtuofi,
fra quali è Profpero, AcademicamenteCcome fi è detto) nominato il Virile. Quefto dalla fua te-
nera età fbtto il prudentiflfimo gouerno di cofi generofa madre,cominciò a ornarfi di buone let-
tere,e di belhfTima creanza. Venuto nella età di difcrctione,attcfe alle graui difcipline. guada-
gnatofiilgradodilureconfulto,piacqueli,comegenerofo,didarfi alla militia. e nella guerra di
Malta fu in tutta quella honorataimprefa Venturiero, doue quafi tutti i più ualorofi Caualieri
della Criftianità concorfero. ne mai il Virile fchifò faticale pericolo perla fanta fede . Ritornato
a Milano, accettò una compagnia per le cofe del Finale , con intentione di feruir poi al Re,fuo fi-
gnorc in altri maggiori bifbgni : ma aggrauato d'infirmità , & anco per altri negocii importanti ,
fu coftretto di attendere alle cofe fue , ftando in lui fermo il defiderio di feguir la militia per ac-
quiftarfi gloria.In quefto mezo fi uà trattenendo nella notitia delle belle difcipline,a gentil- )
huomo pertinentijhauendo continuamente l'occhio d'mdrizzare à gli honorati effer-
citiii fuoi teneri figliuoli, non mancando ancora di giouar a gli amici, e come
dotato di fcientie , e di pratiche è fpeffo interpofto a leuar le difcordie j ; t? .^Ai
&a riconciliare le controuerfie.cofiin ogni occafione digio-
uare, uirilmente procede , nella qual cofj al /òmmo
DiOt ^ ÀU fua Aademia compiacCt
DI GIO. BATTISTA
'Aquila nera, che uola fopralenuuole, èimprefadi Giouan Battila Rafano,
Nouarefe , onde tragge la fimilitudine dei fuo animo, e de Tuoi difegni hono-
rati. E opinione d'alcuni Greci fcrittori^ciier Aquila,quando ha qualche fo-
fpettodi effere offefa , per torfidal pericolo , s'inalza fin alle nuuole, fin che
palfa quel fofpetto . ma più torto fi crede, che l'Aquila regina di tutti i volatili,
eflèndo di mirabil natura , fiflì gli occhi al fole , e con la perfettione,& acutez-
:.za della vifta foftenga quello sfrenato fpendore . ilche non fanno l'altre vifte
di qual fi fiaviuente animale. E parimente opinione, che la fteffa Aquila nel riceuimento di
quello incomparabil lume , s'acquifti lunghezza di vita,e rinouamento di piume, e di forze . Per
il che quando le nuuole per molti giorni :, maflìmamente nell'Autunno, tengono afcofo il Sole, fi
mette à volo , e con veloce tratto uà fopra effe nuuole , e mira fidamente , & i raggi del Sole go-
de, e fruifce. beliiflìma intentione,e proprietà deirAquila,dalla quale queflo uirtuofb Academi-
co caualafomiglianza Ccome s'è detto) defuoi penfieri , con ciò fia cola che egli habbia xxii.an-
ni praticato in luoghi doue gli era occupato il viaggio di poter vedere il fuo Sole , ilquale inten-
de per la patria.e per gli amici,e più per il fuo Re . per tanto s'è leuato da quei paefi , e con le ale
del fuo nobil defio ha trapaflàte le nuuole,e condottofi in alto,doue à fuo beneplacito uagheggia
illume della patria , e lo fplendore delle fcientie.e della conuerfatione della Affidata Adunanza .
cperò ha uoluto vfàr il motto Greco , cioè ìufaKajet : volendo inferire.che feruendo hora al fuo
Sole, cioè al Re Catholico, non dubbitaràpiu,che nuuole , o nebbie s'interpoghino à gli occhi
flioi, egli fia tolto quel chiaro ogetto, onde egli il fuo bellilfimo intelletto nodrifce , e di chiariffi-
mi raggi lo riempie . e perciò fi è uoluto nell'Academia nominare Evthimo , fignificando la ficu-
rezza, e tranquilità del fuo volo,fi che ninno lo può più alterare , & offendere : aflìcuratofi dilla
inuidia,& dalle punture di certi,che digià haueuano penfato di trarlo al fondo con diuerrc,&' ini-
quiflìtne infidie . Quello dotto, & eloquente Academico nato di buona , & virtuofa famiglia ,
fin
R A S A R I O. irp
fin da gli anni teneri fi diede à gli ftudi delle buone lettere,e con (udore, e con fatica frequentan-
do,fi pofe in animo di guadagnarti le lingue,Ie quali fono da lui mirabilmente poflèdute, ciò è la
latina , e la G reca ; per lequali inuiato allo acquifto della Filofofia , tal frutto in ella fece^ che me-
ritamente fi guadagnò il grado del dottorato , aggiuntoui quello della medicina . e quando poi
è piaciuto alla Fortuna di perfèguitarlo,magnanimamente più volte la vinfè , e conculcò . onde
Tempre di queltehonorate vittorie le uirtufue hanno & in publico,& in priuato guadagnati itri-
onfi: come anco nello elfercitio militare nella guerra di Piamente se conofciuto . Ne mancò
di non eflere (tato da più gran principi chiamato, e per molti anni (come s'è detto j non
(blamente lì è nelle lettere eflercitato, ma ancora con lefue fatiche fbdisfacendo adogniu-
no , ha fparfa per tutto la felicità del fuo buon nome, del cui molto merita . Oltra la bontà del-
la fua Criftiana vita, la gentilezza, la granita, e la grata prefentia del corpo , ha tradotti lieo-
métarii d"Ariftotile,tutto Oribafio, e di Galeno alcune opere fra le altre.non più da altri fatte gia-
mai. doue egli ha chiaramente dimoftrato la perfettion delle lingue,e la marauiglia del fuo intel-
letto . per la qual cofa Papa Pio 1 1 1 1. vsò ognidiligentia per trattenerlo à Roma . ma co-
me egli fufle intento di perfeuerare nelle fue cotidiane vigilie, partitofi di Roma per-
feuerò nelle letture fin tanto , che le virtù fue alle Catholiche orecchie dell'ot-
timo RE FILIPPO peruenute, fu dallo Eccellentiflìmo Senato nello
ftudio di Pania honoratamente , e commodamente condotto . doue
nelle fette arti liberali da à ciafcuno d'alto ingegno pieniffima
ibdisfattione . onde Euthimo ha iempre gli Iguardi in-
tenti à guifa d'Aquila, al fuo amato e riuerito
Sole,ingegnandofi di giouare,e di com-
piacere con i fuoi fudori à ciafcu-
nOjChe di lui in ogni honc
Ila occafione preua-
Icr fi voglia.^
DI L V C A
Verta figura rapprefèn ta l'altare di Helia Profeta y fatto Ja lui in confusone ài
Acab Re d'irraelle,& de Profeti di Baalim amici fucili quali voleuano che
Baal foffe il uero Dio , ma preferite tutto il popolo d'Ifraelle j hauendo i falfì
Profeti, fòprà vn loro altare di legno pofto un bue,tagliatoin pezzi.per hoftia
e facrifìcio, ilquale haueua ad effere abrugiato , col foco che difcendeffe dal
Cielo, pregando cflì Baal & inuocandolo ad alta uoce non rifpofe mai, ne al^
tro foco calò dal cielo.onde paffato il mezo giorno,Helia compofe il fuo alta-
re di dodeci pietre, per le dodeci Tribù d'Ifraelle,& poff oui fopra le legna, circondato l'altare di
canali d'acqua,che l'irrigauanOjfmembrò un Bue,& pofelo fopra le legna ne temendo ponto l'i-
ra del empio Re , o de falfì profeti con ardente zelo facrifìcò à Dio vero , & inuocando il diuino
luo nome & aiuto,cadè incontanente fuoco dal cielo ch'abrugiò la vittima per il qual fegno fi ri-
conciliò il popolo d'Ifraelle con Dio,& pieni di fpirito diuino amazzorono li falfì profeti , Da
queflo altare Cimprefa di Luca Torto Pauefe)traggequefloAcademico la fomiglianza de defì-
derii fuoi, percioche effendofi fin da primi anni ridotto dalla vita fecolare a la religiofà, braman-
do in quefla ridurfì co un feruente amor di Dio , fpera ad imitationc di Helia d'acquiftare dalla
diuina bontà forza di animo tale,di potere con il fuo aiuto & fauore contraporfe alle forze del-
l'impeto fenfìbile , Anzi fi come il Profeta facrifìcando , non fi lafciò fuperare da la potentia del-
lo fcelerato Re,e dall'infìdie del'empia Reina ne meno dal numero de facrilegi Sacerdoti & falfì
Profeti di Baal,cofì armato queflo Academico di forte armatura confìdafì uincere e fuperare le
lufìnghedelacarnelefallaciedel mondo, e gl'inganni del Demonio, le quali fono apertilTìme
ftrade di condurci alla eterna dannatione,& infìeme opporfì à qual fi uoglia falfo Profeta in dife-
fa della fanta e uera fede che tiene la Catholica Romana Chiefa; Ma perche da noj fleflì non pof-
fiamo hauer tanta forza di refìflere à cofì maluagi Tiranni, fé prima non facciamo del noftro co-
re,facrifìcioà Dio con puro zelo, nel qual attOjlo riempia di quello eterno iplendore , che fuole
renderfì
TORTO. ,60
irnderci in ogni occafione intrepidi .perciò egli inuoca il Signore Dioche fauorifca & acccttr
.]ucfto filo facrifìtio , accioche (olleuato dal raggio diuino ,fuperar poffi quelti forti filmi nemic
.'.ella felicità noftra, onde molto giuditiofb è il motto che uipofe. vera anima di cotale imprefà
SORTISSI. MA Qv.^EQVE, taccndo il vctho cxpugnaòo , & cgli flilfi adimandarcil Sollevavo,
Jul qual nome lì fcuopre la molta pietà & carità rua,delle quali fece mentione Gi(j.Stcfano Mó-
lemcrloncl II. libro delle lue odi. rcriuendoalfudettoAcadeiiuo.
'Hufii hxc Torte genus ^[anguille ub impigri
Torcjuati egregio piis
Totum propterea & meritis dicans .
Et in un'altra onde fcriuendo pure a lo fteffo, dilTe che le uirtu fuc, aiianzauano il latte & le ro(e ,
di candore& di bellezza , Nacque quello Academico dell'antiqua famiglia de Turquati , & cer-
tamente chiamata Torti, hauendoiì come e da credere, tratta origine da Torquati Romani, &
per non replicare quanto già è ftato detto nell'Imprefa & Cronicha dcirinuÌ3to,& quanto fi po-
trebbe dire di molte altre cofe di quella nobililfimaltirpemeritcuole di lode & di memoria per
rhonorate & virtuofe attieni loro , mi ntirarò al padre del Solleuato dimandato Chndofbro il
quale conofciuro quello Tuo figliolo fra gli altri nella Tua fanciullezza alle virtiià alla reli.oiooe
inclinato,non mancò di fecondale quella fuainclinationeonde venuto in età, die:ie opera alle
fcientie legali ,alle quali hauendo con ogni follecitudine attefo,& con difpolìtione di cuore tutto
uoltoallaferuitùEcclefiallica,diedeconradottorarlìne rvna& l'altra legge ciuiìe & canonica,
manifeflo inditi© di virtuofo gentilhuomo & di approuato Keligiofo , come ne rende teflimonio
ilMontemerlo nel fettimo libro de le fue odi, il medefìmo afferma, & la ilperienza lo fcuopre
la detta cafa Torta hauererretto tempi.à laude di Dio,dotati luochi facri, cappelle & altari, onde
infiniti lufpatronati di cafa & in Pania & fuori lì veggano , ilche fa fede , dell'antiquità di quella
famiglia e come fi è nobilitata fempre, con armi con dottrina & con Religione nella quale il Sol- 'i^-
leuato diede di fé tal faggio, che da i molto Reuerendi Canonici della Chiefa magoiorcnobili &
principali della Città , fu fra loro defìderato & eletto . Fu dopo ciò Vicario Generale dcH'Illull. •
& ReuerendilTìmo Vefcouo di Tortona, II Conte Cefare Gambara, nel qual grado dodeci
anni portò il carico di quel facro gouerno , dopo il quale in teflimonio del valor fuo fu óa quella
città fatto Cittadino, in quello magillrato fu ancor fatto prepollo del Bofco patria di Pio V. dal
quale in Roma fu gratamente accarezzato hauendo già la dignità di Protonotario A po(lolico.&
fé la Mortv.%non haueffe leuato à la crifliana Republica quel huomo fantiffimOjlì farebbero vedu
te maggiori demoflrationi dell'animo fuo benefico verfo il Solleuato, il qual traffe parimente
origine materna da la famiglia di Urada per chiarezza di fangue & per molte opere pie nobililfi-
ma onde da queflirtimoUfpronato.lì comprende chiaramente in qual maniera fisforzi il detto
Academico con opere uirtuofe conferuarlì quella paterna & materna nobiltà accompagnata
Conreligione,nonemerauiglia dunque fé gratamente nel collegio de gli Affidati riccuto.par-
tendofìdal Ginepro di quella mortai vita, facendo del fuo core facrificio à Dio
afpira, con puro zelo con con fcientia retta & con fede non fìnta à quello
diuino Amore . Dal quale folleuato fpera di fuperare, ogni po-
tente nemico.& come vittoriofò peruenire con Helia
a l'alto monte di Dio Oreb. & con l'ali de
la diuina gratia falire nel cielo,
à godere felicemente
al fuo tempo di
quella fuper-
na e cele-
fte no-
ni tà.
«j?
DI GALEAZZO
Verta figura rapprefènta il Palladio do è Simulacro di Pallade celebrata da gli
Antichi per Dea della Sapientia, & è imprelà di Galeazzo Brugora Mrlanefe.
Di quefta Pallade, detta Minerua e Tritonia, à baftanza fi è ragionato nella
Imprelà d'Ateneo Marchefè di Pafcara . Varie però e molte fono le openio-
ni de Scrittori intorno alla natiuità , di efla Dea . Imperò Platone dice come
gli Ateniefi fra gli altri loro Dei,fopra tutti Pallade e Nettuno celebrato, inter
pretando quella per prouidentia intelletuale e quello per Protiidentia natura-
le, e fi vuole che efl*a Pallade edificafle Atene e che none milia anni prima ch'Atene in Grecia f uf
fé edificata» e quella d'Egitto fatta fufle dalla medefma Dea. ne recitato li tanti Authori che di-
uerfamente hanno di lei fcritto poi che lo poco fpatio di elTer cofi lungo non comporta, douen-
dofi tenere ch'elfa dalla teda di Gioue fufle nata ch'altra più degna origme la Dea della Sapientia
hauer non potea . Del Palladio però,o uer del fuo Simulacro lalciando da parte tutte l'altre ope-
nioni , dicendo effer uero che da lano e Vefta fua moglie fufTe fatto, come ciò fcriue Giouani An
nio celebratiflìmo in tutte le dottrineje nella lingua Greca,Hebrea, e Caldea, confumatiffimo. il-
qual Palladio Dardano, fugitofi di Tofcana hauendo amazzato lafiò fuo fratello ,• (èco portò in
Samotracia, e di Samotracia in Tracia,doue edificò Dardania chiamata Troia, e nel più alto luo-
co di efla città edificò Dardano una Rocca e quiui collocò e cufiodi il Palladio . la qual colà è ac-
ceimata da Varrone.da Dionifio Aliearnalfeo,Da Ouidio , da Plutarco e da Seruio , ma li Greci
inuidiofi alla grandezza d'Italia, vogliono che Dardano pigliata chrifa figlia di Pallante per mo-
glie, haueflè il Palladio in dote,come ciò recita Ludouico Viues nclli cómenti della città di Dio
del diuo Auftino.ne mai li detti Greci per maligna natura hano detto che Dardano fufie Italia-
no onde difcelero gli altri Re di Troia & Enea fu di quel ccppo,& egli in Italia riportò il Palladio
e collocollo in Alba e quindi dopò alcun tcpo fu portato in Roma e porto nel tempio della Dea
Verta oue fi confacraua la perpetuità delfuoco , Ma per inaduertenza brugiandofi cflb tempio.
L. Metello
B R V G O R A. i6i
L.MctelIo Pont.Max.fi mefTe a rifico d'abrugiarfi per mezole fiame e da quello incendio il Palla
dio difefe.SimuIacro di mirabii prerogatiua perche difédeua,ferua'ja e cuftodiua da ogni aduer-
lità quel luoco oue era cófacrato. Li Troiani per poca cuftodia di eflbjcaderono in eftrcma ruina,
come Enea poi lo riportafie al fuoluoco primiero,uarii fono de^li fcrittori i pareri, daquefto Pai
ladio caua la fomigiianza defuoi penfieri lo Academico Brugora,impercio che la Sapicntia non
acquiftandofi per arte^ome vuole Ariftotele ,• ma eflendo dono che vien dalciclo,con fomiglia-
te dono ha cercato di condurre a gli honorati fini i Tuoi difegni^pcr onde egli cófèruatofi Tempre
ikuro con lo feudo della confcientia,non ha mai temuto affalti d'Inuidia,o di fortuna jper ciò ufa
con propofito queftomotto . Servata serva bimvr ipsi. e con accortezza di confer-
uarfi cotal dono celefte che lo inchi na alle attioni virtnofe, fi è voluto Accademicamente. L'avi-
s A T o norainare-La famiglia Brugora è nobiliffima & antichiffima fra l'altre della Città di Mila-
no, ha il cognomedella Terra, anticamente chiamata Brugoria e poi Brugora. et è vna delle quat
troparti principali del paefe che era lotto nome di Contado . Vna però di efie parti fu dettaSu-
}5rio,cio è Infubrio onde tutta quella prouincia inchiulbui Milano anticamente fu chiamata In-
llibria. Ja feconda fu detta Mafti!ana,Brugaria la tcrza.Baciana l'vltima^dellaqual terra Brugora
fi fa mentione nella Pace di Cofianza , feguita fra Federico Imperatore & alcune principali Cit-
tà d'Italia. E Brugora nella Piene d'Incino, oue è uno honoratiflTimo Monafiero , fondato dalla
famiglia medefima . Et già è communemente manifello, come la maggior parte delle ucrc & an
tiche nobiltà di Milano hanno dalle proprie terre delle quali furono fignorija cognominanza,co
me la Caftigliona.Lampogniana, Galerata, Pofiierla,Briuia,Pirouana e tante altre, che lungo fa-
rebbe à nominarle. Fu uno poi de gli antichi di quella gentil famiglia , il quale hauendo notitia
d'un'herba nomata Brugo,per cóferenza del fuo cognome,e per la mirabil virtù di elfa herba che
ièccariuerdifce, e morta rinafce,uolfe porla intorno all'arme di fua calata, la quale inquartala
ilelfa herba in campo d'oro,con sbarra d'oro in campo rofib, con vn motto cioè. Arida v i-
■REo CAESA UE s V R G o. In qucfia famiglia dc Btugorl fouo flati pcrlonaggi di conto, fra quali
fu un Giouanni ch'a mali tempi di Giouan Maria Vifconti Duca di Milano.fu eletto capo della
nobiltà Milanefe in Porta Romana, molti altri furono , come Ci può vedere ne i libri del collegio
di Milano, i quali lafciorno nominaza honoratiflìma in beneficio publico epriuato.hoggi rifplé-
de quella nobile (tirpe nelle virtù di Galeazzo Brugora, Academico Affidato . ilquale accorto &
auilato in ogni fua attione, honora il parentado e la Patria . Impercio che nella fua fanciullezza
hauendo dato opera alla humanità, e uenuto ne gli anni difcredjfi diede a gli ftudi legali e con fa
tiche e fudori s'acquiftò il grado dell'una e dell'altra legge,e dato buon conto di fé, fu eletto fuo
Auditore da Don Ferrando Gonzaga Gouernatore di Milano, mandatolo nell'Abruzzo, e nella
Puglia a riformare i fuoi Stati.doue acquifiò apprefib quei populi molto honore & altretata gra-
tia prefiblofteiro Don Ferrando,nel cui tempo fu fatto da Carlo V.Auocato fifcale di tutto Io
flato nel quale officio, deporta l'ingordigia del guadagno, ha man tenuta la Giuftitia e guadagna
tafi la vniuerfal beneuolentia della fua Patria.Fu mandato Ambafciatore al Papa per conto della
controuerfia delle lurifdittioni Secolari & Ecclefiaftice e riportóne honoratiflìma conclufione.Fu
parimente mandato a gli Suizzeri oue accommodò tutte le differentie ch'haueuano con lo Stato
di Milano. Fu ancora in luogo del Marchefe di Pelcara Gouernatore di Milano, Ambafciatore
Catholico al Concilio di Trento,& lelfe la oratione ch'egli fece per elfo Marchefe,gli ha dato an-
cora Dio tre figlioli honoratifiìmi vno Pier Francefco, l'altro Ferrando, amendui lurconfulti , el
terzo nomato Hieronimo Caualiero di S.Lazaro e Mauritio,Dio poi ch'a fuoi della fua gratia no
mancajifpifò il Re Catholico di farlo fuo Regio Senatore , nel cui grado molto pi u chiara potrà
fcoprire la fomigiianza della fua belliflìma Imprefa,e come auifato delle cofe del mondo fodisfa-
rà a Dio al fuo Re a Populi & alla Academia de gli Affidan,della quale eflendo meritiflìmo Prin
cipe Podeftà di Paula, ha fatto vfcire in luce il libro delle Imprefe e con il fuo Palladio ha orna-
to il fuo fine .
ERRORI OCCORSI NELL'INTAGLIO DELLE IMPRESE ET PAR-
te mutati in tncglior fènfo dopo l'intaglio ddli rami come fi legge nelle Croniche .
ji carte koI intaglio ha queflo tnotto parta tenens non parta fequar mutato , Trouide accelero.
^ carte kz. l'Intaglio ha queflo 7notto,femper idem fub eondem mutato Idemjub eodem.
. y^g é 2.1' Intaglio ha queflo motto Humana prudentia minus, mutato, T^Jec humana prudentia,
^car.6^-l''i>'t^g^'of^'* queflo tnotto tìinc rapta iuuant, mutato Temperat arua.
^ car.jAS intaglio ha queflo motto I{eliquorum viciffitudo mutato J\erum vicijfitudo .
^ car.Sj. l'intaglio ha queflo motto ^duc de lapfa uirefco mutato in megliorfenfo Opis indiga.
^ car.q ? .l'intaglio ha queflo motto mors aut vi£ioria mutato in miglior fenfo, yAut citomori aul viSlorìa Uta»
^ carA 1 1 .l'intaglio ha queflo motta >4ut introire aut venire mutato in miglior fenfo ^ut ingredi aut perire .
^ car, 121 .l'intaglio ha queflo motto furget vberior mutato in megliorfenfo Surgit vberius .
^ car. 117. l'intaglio ha queflo motto apprendunt nunquam tenebrie mutato in megliorfenfo T^a cognofcunt
tenebra^
r^VOL^ DE GLI E/^^OJ^r.
Trrori
Dfcorfo
tirarania
caufa
fceleuo
Emendationi
ragionamento
tirannia
& caufa
celeno
carte facciate linee
dea. i fac. 2.1.
car. i. fac,2.l.^g.
car. a. fac. 2.1. 22
far.4. faci. /.41.
yirgilio nell'Ottauo : che neU'ottauo car. ^. faci, /.j
e dicono dicono
da vgelli d'augelli
il moto il muro
innobilmente i nobilmente
inueni inuentioni
itruoni fttruoui
tigre tingre
la fé la.
manca la parola aggradauam
geffo getto
fegnato fegato
trecento trenta
Salinceni Salimbeni
tempo Tempio
fi legga non fi legga
lafua emoflròlafua
diciaralo dichiararlo
futer Inter
fcriuere feruire
Trincipi eTrincipi
hanno habbiano
fi è perciò non perciò
non le non li
bande banda
propofniuo projpettiua
openione oppofitione
acar.6.fac2.l.26.
car. 6. fac2. 1.2 6.
car.j. fac. 2./. 2 5.
car. IO. faci. l.iS.
car. IO. fac.i.l.il.
car. i'^. faci. l.j.
car.i'^.fac.i.l./^2.
car.ij.fac.2.l./^^.
car.i^.fac.i.l.^/^.
car.2^.fac.i.l.iS.
car.2/^.fac.2.l.lo.
car. ^o. faci. l./\6.
car.^o. fac.2.1.2.
car.-^o.fac.i.l.'^.
car. ^i. faci. l.^.
car.'^l.faci.l.i^.
car. -^2. faci. Lio.
car.^2.fac.2.l.2l.
car.'^2.fac2.l.2<y.
car.^^.faci.l.i.
car. j6, faci, l.vlt.
car.^^.faci.l.i^.
car.^6.fac.2.l.vlt.
car. ^6. faci. l,vlt.
car.-^l.fac.i.l.^l.
car.^B.fac.2,1. i^.
Errori
poiché
Jefla
in
puUa
come
glifitffe
ofca
ohe
dimanto
cuopre
criflicno
Emendatiotti
poche
factta
io
OipuUa
carte facciate linee,
car./\o.fac.2.l.'}^.
car./^l. faci. 1.1.
car./^l. fac.z.l.^2,
car. /^6. fac. 2.1.1 5.
è vocefuperflua car.^6.faCt2.l.^6,
SOT \.A riMTIiESE.
Eglifufje
ofera
che
dimandato
fcuopre
crìflierno
car.à^g.fac.2. 1.2^,
car.<jl.fac2.l.i-j.
car. •)■]. faci. l.i^.
car.')']. fac. 2. l.l^.
car.^S.fac2.l. 2.
car.ól.fac.i.l.'^.
cenfermamente conformemente car.6/\.fac,i.l.2j.
il furor loro ti furor loro è car.ój.fac.i.l.ig,
a tani a tanti
diuenforono diuentorono
elletto eletto
THateho THatteo
potentia patientia
Lafcito Lafciato
foglia mai foglia
iljpera fìfpera
toro foro
itano capitano
tacito taciturnus
car.S2.fac.i.l. 20.
car.%9.fac.2.l.i^,
car.go.fac2.l.}l,
car.g').fac.2.l.2j»,
car.g6.fac.2. i.I. •
car.gcf.fac.2.l.2t,,
car. 102. fac. l.l.^,
car.io^.fac2.L^6.
car.io^.fac.2.1.19*
car.iog-fac.i.l.y»
car.iio.fac.2.1.2.
da queflo cigno da quefla tartaruga, c.112 .fa. 2.1.2,
quattro cinque car.i20.fac.2.l.ig,
conajfe coronajfe car,i^o.fac.2.l.lQ»
A G I O N T A.
'T^]{ancefco Lanata Comiffario ha per imprefa il monte
-*- cidtiuato dalla :^appa j ti motto^Con eflas obras , il
nomeperfeuerado. acar.ij6.
t^rfcuL' MaLlptna Marchefeha per imprefa il Leone
COTI la Simia, il motto, ^d medclam^ il nome lo Sti-
ì.iulaio. acar.i^j.
Trojjcro Spedano ha per Imprefa lavolpe fegnitata da
Cani, il mottOj {ìiticpidafecuritas , il nome il iterile
tfcar.158.
eia. Battijìa I{afario lettore puhlìca in Tauia ha per
Imprefa l'^(]uila nera che vola fopra le nuttoleil
motto S'uvó.KajoT.il nome Euthimo. a car. 159.
Luca Torto Vrotbonotario ^pofìolico ha per Imprefa.
l'altare de Eliaprofcta,il motto^Fortiffma qu&que^
il nomCfil Solletialo. a car. 1 60.
Calea'^:^o Brugora I. C. & I{eg. Scn. ha per Imprefa il
TalUdio^ouero Simulacro di VaUade^ il motto ferua
taferuahimur ipfi^U nome l'^Auifato. a car. 161.
REGISTRO.
Tutti fono Duerni eccetto -k che e Terno, 8c Rr che e Quaderno.
^ABCDEFC HIatLMNOPQ^R STVXYZ.
Aa Bb Ce Dd Ee FfGg Hh liY.k Li Mm Nn Oo Pp Q^ Rr.
NELLA INCLITA CITTA DI PAVIA,
Appreflo Girolamo Bartoli. M D LXXIIIL
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